?B:?H?JJE7BB7FEB?J?97 9EC;:?H?JJE7BB79?JJ7:?D7DP77JJ?L7 K8DC<G:HHD 6G8>A><JG>6 8dcig^Wjid eZgaVY^hXjhh^dcZ Xdc\gZhhjVaZ 1 “Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera” Pablo Neruda {Premessa} anche per una serie di scelte strategiche che è stato giusto iniziare ad aggiornare e riprogrammare così come abbiamo fatto nel corso di questo biennio. Questa svolta è stata dettata dal ruolo sempre più importante rivestito dalla Regione Liguria (governata dal centro sinistra in questi ultimi 5 anni) che ha scelto, correttamente, il metodo della partecipazione con i corpi intermedi come pratica quotidiana. Questo documento vuole essere una base da cui partire per una discussione che ci conduca consapevolmente all’importante obiettivo di rendere il Comitato Regionale ligure sempre più un luogo di confronto e di coordinamento dei comitati territoriali Arci della Liguria. Questo è stato l’intendimento prioritario con cui il 27 ottobre 2007 eleggemmo un nuovo gruppo dirigente ed un nuovo presidente. ARCI Liguria ha affrontato infatti, a partire dal 2008, una fase delicata di riorganizzazione, di riprogettazione politica ed organizzativa. È stato questo un momento di consolidamento e sviluppo del tessuto associativo di tutti i comitati liguri che ha evidenziato al tempo stesso potenzialità e limiti di cui è bene tenere conto. Tutto ciò è confermato dalle innumerevoli attività svolte dal Comitato Regionale su più campi (come si evince dall’allegato); dai diversi importanti progetti realizzati (o in corso d’opera) e da un ritrovato e costante rapporto della presidenza regionale con la politica regionale. Se oggi, ad esempio, siamo “consulenti esperti” di diverse Dal congresso regionale ARCI celebrato nel 2006 emergeva importanti Consulte della Regione Liguria (immigrazione, coun’associazione diversa, vuoi per il contesto socio politico, vuoi operazione internazionale, terzo settore e Osservatorio Asso- 1 ciazionismo) è anche perché, in particolare su questi terreni, Vuole però essere anche - con tutta l’umiltà del caso - utile alla abbiamo saputo essere interlocutori credibili. politica regionale del centro sinistra che parallelamente a noi affronta una tornata elettorale di primaria importanza. Oggi è giusto – soprattutto in un momento congressuale come quello che ci apprestiamo a vivere – valutarne la portata Questa nostra riflessione vuole provare a parlare soprattutto dell’azione svolta ed aggiornare le priorità con l’obiettivo finale alle cittadine e ai cittadini liguri - attraverso le scelte e le pradi consolidare un Comitato Regionale all’altezza delle sfide che tiche quotidiane che adotteremo - alla preoccupante e diffusa ci attendono. sensazione di inefficacia delle politiche e delle idee che oggi incrociano una popolazione sempre più insoddisfatta e lontana. ****************************************** Crediamo che Arci Liguria per la sua storia, per la sua forza e Lo spirito con cui abbiamo scritto questo documento è di as- per le sue idee possa essere soggetto attivo nell’impedire un soluto servizio utile ad una serena discussione dell’intera as- ritorno al passato della nostra regione ma soprattutto per risociazione che avviamo con la prima sessione del Congresso trovare la fiducia nel futuro. regionale del 20 marzo e che dovrà traguardare la seconda sessione. 2 {Si chiude una fase importante. Si apre un nuovo mondo tutto da costruire} nostra associazione non è un azzardo; l’elaborazione di quel tremendo lutto che è stata la scomparsa di Tom sta trovando finalmente una conclusione (per quanto possibile) per ripartire con convinzione nella ricostruzione di un senso comune per l’Arci: oggi è più che una consapevolezza. Abbiamo deciso di svolgere il nostro V Congresso in una forma che oramai non è più una novità e cioè quella delle due sessioni separate. Lo facciamo per prenderci il tempo necessario utile alla riflessioni su di noi, sulla nostra forma organizzativa, coerentemente con le priorità politiche indicate dal documento congressuale nazionale alla cui elaborazione abbiamo fattivamente contribuito. C’è bisogno di “aprire le finestre per far cambiare l’aria” si scriveva in un documento nazionale sullo stato dell’associazione di qualche tempo fa; ecco anche il Liguria occorre aprire C’è bisogno di dedicare tempo e individuare luoghi per riflet- quelle finestre, cambiare l’aria e farne entrate di nuova. tere se l’associazione che fino ad oggi abbiamo conosciuto è C’è infatti molta parte di cittadinanza che ha ancora bisogno di un luogo e uno spazio dove non arrendersi al presente. pronta e preparata ad affrontare le sfide che ci attendono. Certamente i congressi territoriali sono e saranno un momento Noi possiamo essere quel luogo collettivo. di questa riflessione collettiva ma, abbiamo bisogno di metterci in discussione – serenamente – anche nel livello regionale, C’è bisogno di liberare la nostra associazione da un modello per provare ad immaginare come sarà Arci Liguria nei prossimi necessariamente - e quasi esclusivamente - fatto di “gente che ci lavora”, riscoprendo il valore della dimensione volontaanni e soprattutto dove e come vorrà agire. ria come una dimensione anche educativa. Partiamo certamente da ciò che siamo, provando ad essere cri- In particolare nei comitati anche e soprattutto per avvicinarsi tici ma anche e soprattutto obiettivi nel valutare aspetti positivi alla dimensione reale delle nostre basi associative fatte oggi, e peculiarità che abbiamo messo in luce in questi anni. per lo più, di soci volontari. Dire che si chiude una fase politica lunga ed importante per la Nell’attuale modello culturale, l’individualismo tra le persone 3 ciò che abbiamo messo in campo in questi ultimi mesi e che ci ha visto fortemente impegnati. sembra diventare sempre più l’unica dimensione possibile delle relazioni umane. È un processo lungo che piano piano ha eroso i legami di comunità, la capacità delle persone di riconoscersi fra diversi, di costruire un’immagine di se e del proprio progetto di vita attraverso le relazioni umane e sociali, di trovare un equilibrio fra la dimensione pubblica e quella privata della propria esistenza. Scegliere per la Presidenza Regionale il terreno prioritario del territorio, della collegialità, del ruolo primario dei comitati territoriali e dei circoli come risposta alla domanda di associazionismo - espressa ed inespressa - che quotidianamente ruota attorno alla nostra associazione è stata “la luna” a cui abbiamo guardato con continuità e con passione. E questo ha impoverito la capacità di esercitare la “cittadinanza attiva” così come l’abbiamo declinata e agita negli ultimi Lo dimostrano i numeri certamente ma, lo dimostra ancora di vent’anni. più la passione e l’impegno ritrovato che si è colto e si coglie in Di fronte a questa situazione diviene tanto più prezioso il ruolo tutta la nostra regione. del volontariato. E non solo perché questa dimensione, con le sue mille esperienze e le sue altrettante contraddizioni rap- Di colpo, dopo la batosta delle elezioni politiche, ci siamo ritropresenta una parte fondamentale delle nostre città che si or- vati, ventre a terra, “immersi” nel lavoro dello sviluppo e della ganizza per risolvere i problemi, che produce solidarietà, cura tutela del patrimonio associativo, come forse mai in questi uldell’ambiente, coesione sociale, che si batte per i diritti e la timi 15 anni. Una necessità dovuta alla crescente difficoltà che avvertivamo dignità delle persone (che è ben diverso dal solo aiutare). Ma anche per riscoprire valori quali la solidarietà, la gratuità, nelle città e nei quartieri della nostra regione. la reciprocità, anche da noi che con una evidente semplificazioRimettere al centro il proprio essere, la propria base sociale ne possiamo definirci “esperti di associazionismo”. senza abbandonare i temi di lavoro (pace, immigrazione, diritti, Certo non ci aiuta la legislazione; la pratica del volontariato solidarietà, cultura e molto altro) che fino ad oggi, in particolainfatti rappresenta un fenomeno imponente e radicato nella re da Tom in poi, ci hanno accompagnato e contraddistinto. società italiana, la cui ampiezza va ben oltre l’ambito delle or- Far vivere questi grandi temi nella quotidianità è e rimane la ganizzazioni che operano dentro i parametri della legge 266. nostra mission primaria come rimane primario dare sempre Questo è un fatto significativo su cui dobbiamo riflettere. E l’Ar- più dignità e strumenti al nostro lavoro principale: fare associazionismo. ci ne è un esempio evidente. È questo il lavoro che oggi ci vede – tutte e tutti - fortemente impegnati. Ripartire dal territorio è stato in questi anni uno slogan felice È su questo che dobbiamo principalmente riflettere, partendo carico di un forte significato per noi dell’Arci ligure specchio di da oggi, per migliorare strumenti ed organizzazione regionale. ****************************************** 4 {La cittadinanza attiva e il ruolo dell’Arci} come azione di cittadinanza attiva e quindi “accessibile” a tutti. Forma e sostanza devono procedere insieme e quindi “per fare politica” ognuno sceglierà il modo più consono e direttamente collegato al proprio livello di responsabilità nella comunità. Non è possibile però immaginarci avulsi da una realtà che non solo ci tocca, ma ci investe; la crisi di cui abbiamo spesso parlato in questi mesi è una crisi, vera, reale, fortemente culturale che va affrontata anche rompendo alcuni schemi a cui siamo stati ultimamente abituati. È uno degli aspetti centrali della rivendicazione associativa principale degli ultimi anni: “l’autonomia associativa”. Troppo spesso infatti dietro alla discussione sull’autonomia dell’Arci dal sistema dei partiti abbiamo voluto leggerci solamente l’autonomia “da questo piuttosto che da quello”, ipotizzando più rotture che capacità aggregativa. Intanto il primo, più importante: quello che la crisi riguarda necessariamente qualcun altro e non noi. Il secondo che l’Arci oggi sia “l’isola felice” in cui riparare di fronte allo tsunami culturale. L’Arci anche per la sua capillarità, per la sua dimensione è parte integrante di questo momento di transizione cronico che pare non finire mai. Ecco, il panorama sempre più di difficoltà, ci impone un chiarimento una volta per tutte; l’autonomia associativa è un bene per la nostra comunità ma è soprattutto un modo per affrontare insieme la crisi culturale che ci ha investito. Ognuno con le proprie responsabilità ma in una logica di mutuo aiuto e mutuo rispetto in cui ognuno contribuisce come meglio crede e come meglio può. Del resto questo è quello che già sta accadendo da tempo se pensiamo al rifiuto delle forme della politica tradizionale da parte dei cittadini o alle nuove forme della cittadinanza politica agite attraverso internet. Questa transizione senza fine che se potessimo definirla con una frase di Franco Passuello, storico presidente nazionale della Acli, è “frutto dell’incapacità dell’attuale sistema di leggere la realtà e contestualmente reggere l’urto delle trasformazioni epocali che ci hanno investito e ci investiranno”. Ed è per questo che abbiamo voluto partire per le nostre riflessioni dalla politica, provando - dal nostro punto di vista - a capire cos’è oggi. Per farlo rivendichiamo da subito un diritto: quello della politica Chiarirsi questo significa abbandonare per sempre una certa 5 dietrologia che ha accompagnato anche dentro l’Arci la formazione dei gruppi dirigenti e la vita associativa. Significa anche rendere sempre meno l’Arci un trampolino “per fare dell’altro o il luogo in cui svernare senza passione e senza idee in attesa degli eventi”. Significa provare a far sentire ciascuno in primis dirigente dell’associazione proiettato nel mondo che ci circonda e non viceversa; al tempo stesso significa stroncare definitivamente le velleità di quei pochi rimasti che, dall’altra parte del campo, considerano il nostro sistema associativo alla stregua del proprio giardino. molto della nostra identità. Non è facile ma è di assoluta centralità questa discussione. Riflettere quindi su di noi partendo da questo aspetto può aiutarci ad aprire quelle famose finestre di cui abbiamo accennato prima. Comunque sia delle cose le vogliamo dire, le vogliamo dire collettivamente, sapendo che ci misureremo pragmaticamente con la realtà che ci circonda. Da qui il tema del nostro contributo congressuale regionale alla discussione dei territori e del nazionale: il diritto alla politica come diritto alla cittadinanza attiva. In questo modo la nostra capacità di “pensare e agire autonomamente” assume un’accezione nuova, diversa ed inclusiva. Forse anche utile. Non dobbiamo surrogare i partiti e non possiamo continuare a ipotizzare di “tappare i buchi” che si apriranno per il semplice motivo di essere parte di qualcos’altro. Quell’epoca è davvero finita e su questo aspetto ci giochiamo Partiamo da qui da un ritrovato e rinnovato rapporto dell’Arci con la politica. Questo è il servizio più importante che possiamo offrire ai tanti che guardano a noi con fiducia, ai partiti, a chi fa politica fuori da essi, alle Istituzioni ma soprattutto al nostro mondo, alle donne, agli uomini e ai luoghi dell’Arci. 6 {Che cosa è, che cosa vuole essere l’Arci Liguria} “L’Arci oggi è – orgogliosamente - un’associazione di donne e uomini liberi ed eguali che agiscono su un terreno che i nostri antenati chiamavano emancipazione”. camminano con tempi e modalità completamente sfasati. È un fatto preoccupante per cui le forme tradizionali della politica sembrano, da troppo tempo, non avere risposte all’altezza. C’è infatti un forte nesso tra autoreferenzialità dei partiti e Questo è quanto ci ricorda Tom in uno dei suoi tanti e preziosi disaffezione dei cittadini. È necessario una volta per tutte afscritti. frontare il tema, non tanto e non solo per dare un giudizio fine a stesso ma, per analizzare ciò che da diversi anni oramai molti Ora come allora siamo continuamente alla ricerca di quelle indicatori dicono: i giovani - e non solo loro - preferiscono l’asmotivazioni ed anche di quelle condizioni, seppur riviste, ag- sociazionismo e la pratica del volontariato per soddisfare un giornate e corrette. bisogno (e un diritto) di cittadinanza. Un bisogno, noi crediaC’è bisogno di una grande forza associativa, capace di connet- mo, di politica. tersi con altre esperienze simili, per provare a riconquistare quel terreno perduto che è il rapporto di fiducia con i territori e Pensiamo certamente ai più giovani che hanno completamente con la gente che li abita. perso qualsiasi punto di riferimento storico, culturale e politico a causa dell’ultimo ventennio e anche quando hanno provato a Poiché è nella quotidianità, nel rapporto leale e costruttivo che “rimettersi in movimento” - come durante le giornate di Genonoi misuriamo più significativamente la nostra coerenza e la va nel 2001 - sono stati letteralmente presi a calci. nostra capacità di ascolto – e quindi di rappresentanza. Questo ci ha fatto/ci fa interlocutori per tanti. E allora immaginiamo quanto potrebbe essere importante prendere consapevolezza una volta per tutte di questo situazioSiamo alla ricerca di un percorso, una strada che interrompa ne; una associazione come l’Arci che amplifica questo bisogno/ il corto circuito per cui, da almeno vent’anni, politica e società diritto in un rapporto armonico, positivo ma autonomo con la 7 politica. Con un semplice e chiaro obiettivo. Contribuire alla ripresa sociale e culturale del nostro Paese. alla crescita civile di sé stesse e del proprio Paese. È fare politica? Noi crediamo di si. Nello stesso tempo i circoli e le associazioni aderenti all’ARCI sono luoghi di socialità e luoghi in cui si prova a costruire un progetto di cambiamento, per il proprio quartiere, per l’affermazione dei diritti sociali, per il soddisfacimento del proprio bisogno ricreativo e culturale. Questo è vero sia per i circoli storici, tradizionali, sia per le nuove realtà giovanili o ancora per le associazioni tematiche. Ed è un dato di esperienza per chiunque abbia osservato da vicino le nostre basi associative, anche solo come socio frequentatore. Tutto ciò costruisce i luoghi della politica? Noi crediamo di si. Come? Ad esempio lavorando alacremente per fare in modo che i nostri (fortunatamente tanti) luoghi aggregativi tornino ad essere i luoghi del confronto e dell’incontro tra i cittadini, tra i cittadini e le Istituzioni, tra i cittadini e la politica. Svolgere quel ruolo di facilitatori del territorio, delle sue istanze, dei suoi problemi come delle sue risorse anche perchè nessuno meglio dei nostri circoli e dei nostri dirigenti/soci li conosce e li vive quotidianamente. Capire in questo quadro che cosa è diventato lo “spazio pubblico” e che cosa lo differenzia dal territorio “inteso alla pa- Oggi abbiamo il compito innanzitutto di preservare questo nodana”? Oppure provare a ricalibrare nell’oggi l’aggettivo che stro patrimonio associativo, la sua varietà di stili e contenuti, di ha accompagnato sin dalla nascita l’Arci: il dopolavoro. tutelarlo dagli attacchi del settore profit e anche di una odiosa campagna politica - organizzata da settori ben precisi dell’atIl punto di forza della nostra associazione è la sua capacità di tuale maggioranza - ma abbiamo anche il compito di tutelare aggregare le energie di molte persone, molto diverse tra loro il nostro lavoro dalla tentazione di dare ingresso nel sistema per estrazione sociale, culturale, interessi e propensioni e far- ARCI a soggetti associativi, magari brillanti per idee e propone un sistema unico. sta, che nascondono forme di speculazione commerciale solo per rimediare ad una cronica carenza di risorse. Ci poniamo come rete di associazioni, le più diverse, che rappresentano ciascuna uno spaccato della nostra società. Quella Dobbiamo inoltre estendere la nostra esperienza del fare asreale. sociazionismo a gruppi sociali nuovi, anche a quelli che, ad esempio, quotidianamente passano il loro tempo chattando nei L’Arci delle bocce e delle carte, dei bicchieri di vino a poco prez- milioni di forum che internet ha fatto nascere. zo, tanto spesso denigrato, costituisce insieme all’Arci dei cine- Oppure pensiamo allo spiccato bisogno di socialità e di cresciforum, dei concerti dal vivo, dei servizi per i migranti, dell’im- ta collettiva dei cittadini immigrati. Oppure ancora al bisogno, pegno pacifista, dei progetti per l’infanzia e l’adolescenza, il forte, di una nostra e ritrovata politica associativa dedicata alla modo in cui persone molto diverse hanno deciso di partecipare terza età e alle famiglie, declinate, oggi troppo spesso, in ter- 8 mini esclusivamente religiosi. Risulta immediatamente evidente come lo “strumento circolo” possa essere impiegato per aiutare e sollecitare l’incontro non solo ricreativo ma, soprattutto, come il circolo si possa porre come luogo di mutuo aiuto e scambio di informazioni tra individui che hanno raggiunto livelli diversi di integrazione e di elaborazione di strategie collettive e di incontro con altri mondi immediatamente vicini. di correre ai ripari a causa delle falle legislative; certo anche questo ma è, soprattutto, prendere coscienza, con coraggio, che oggi le forme dell’associarsi devono rispondere a bisogni profondamente mutati, in divenire e l’Arci - che ha fatto della pluralità la sua forza - non può ritirarsi nel proprio cantuccio aspettando tempi migliori. Occorre quindi organizzare meglio i servizi che offriamo, valorizzare l’esperienza del nostro “fare associazionismo”, come le attività dei circoli, ed anche potenziare l’ attività politica dei comitati e quella sociale dei circoli nei quartieri. Più di ogni altra cosa un intervento attento e continuo dei comitati sui temi al centro della discussione nei diversi territori potrà essere motore di nuova aggregazione sociale e di libero dibattito. Se pensiamo alle nuove generazioni, ai giovanissimi è la forma associativa quella che ancora consente grande libertà, promuove il fare assieme, attraverso l’autodeterminazione e la libertà di poter cambiare direzione quando lo desideri; questo è senz’altro il modo più accogliente di valorizzare la propria individualità dentro un’esperienza collettiva. Ma non ci sfugge che qui subentra un tema molto dibattuto ne- L’Arci in questa direzione può fare molto con i suoi circoli rimagli ultimi anni: quello del sistema complesso che ruota attorno sti oggi, troppo spesso, unici presidi organizzati del territorio. alla forma tradizionale associativa. E non solo una questione 9 {L’Arci e la Regione Liguria} Ci interessa in questa fase elettorale dedicare un capitolo alla Associazioni di Promozione Sociale (regolamento a cui vanno Regione Liguria, alle sinergie espresse e soprattutto a quelle comunque ancora portati significativi miglioramenti quali ad esempio la possibilità di un fondo regionale dedicato e l’armoche possiamo, ulteriormente, sviluppare. nizzazione con la legge nazionale 383/2000). Lo facciamo anche per il grado di riconoscimento reciproco riconquistato negli ultimi due anni. Un fatto non scontato che Siamo come dicevamo componenti di diversi istituti regionali quali le consulte sull’immigrazione, sulla cooperazione inaumenta la nostra responsabilità e il nostro impegno. ternazionale, sul terzo settore e componenti dell’Osservatorio ARCI Liguria - e cioè l’insieme dei comitati territoriali di Impe- regionale sulle APS. Tutto in stretta sinergia con il Forum del ria, Savona, Genova, La Spezia e Sarzana - oggi è articolata e Terzo Settore regionale. differenziata per dimensioni, contesto sociale e politico, storia, Ma ancora molte cose sono da fare e lo spazio politico d’interradicamento. I dati del tesseramento del 2009 sono assolutamente confor- locuzione certo non manca ma va preservato. tanti rispetto al 2008 e parlano di un segno più 3945 tessere sul tesseramento e di un segno meno 9 per quello che riguarda le Prendiamo atto da questo punto di vista di un ruolo molto attivo avuto dall’Assessorato alle Politiche Sociali sul quale sono adesioni. C’è una realtà forte e radicata nell’intero territorio ligure. E non concentrate gran parte delle deleghe d’interesse associativo. Anche la prima convocazione della Conferenza Regionale del è un fatto di poco conto. terzo settore ligure segna un passo molto importante d’interArci Liguria ha scommesso molto sul cambiamento che la locuzione e di lavoro comune che non vorremmo sprecare o giunta Burlando, insediata nel 2005, avrebbe portato nei temi peggio ancora rendere inefficace nel futuro. sociali e culturali e più in generale nello sviluppo sostenibile In questo quadro di delicata fase di trasformazioni politiche della Liguria. stiamo lavorando perchè tutto l’associazionismo, compreso il Abbiamo collaborato attivamente alla stesura della nuova leg- nostro, quello laico, progressista eviti il rischio di non trovare ge sull’immigrazione, a quella dell’istituzione del servizio civile adeguati spazi. regionale, abbiamo svolto un lavoro importante in rete con le altre associazioni sul regolamento attuativo della legge sulle Registriamo come sia stata positiva in questi due anni una ri- 10 trovata e positiva voglia di lavoro comune con l’altra grande re- forzamento della legge sulle Società di Mutuo Soccorso, un altà associativa democratica: le ACLI. patrimonio culturale e sociale della nostra Liguria che l’Arci rappresenta in modo significativo. Con questo documento vogliamo quindi sottolineare la positività complessiva della Giunta di Centro Sinistra e ribadire che D’interesse strategico per la nostra associazione è poi la quetutta l’Arci è impegnata in questa difficile campagna elettorale stione giovanile; una regione come la Liguria a forte presenza per le Elezioni Regionali del 28 marzo. Non potrebbe essere al- anziana non può comunque venir meno ad una programmaziotrimenti ed anche la scelta di tenere il nostro Congresso (sep- ne e quindi ad azioni legislative rivolte alla popolazione giovapur solo la prima sessione) nel pieno della campagna elettora- nile. le è coerente con questo impegno. Come Arci siamo tra le poco associazioni ad avere un bacino naturale di soci di fascia giovanile e crediamo fortemente nella Il confronto con le forze politiche democratiche e progressiste, costruzione e nella condivisione di un ritrovato patto generacon il presidente Burlando per condividere nuovi e rinnovati zionale capace di non escludere ma, al contrario, di valorizzaobiettivi comuni e percorsi coerenti, prosegue quindi con una re. specifica priorità data la competenza primaria della Regione in tema di legislazione. Non ci sfugge poi la necessità di un forte investimento politico La Regione Liguria, come abbiamo già detto, deve completare e culturale sui temi della giustizia e della legalità. La Caroil percorso di riforma delle legge regionale sulle Associazioni di vana Antimafie che l’Arci ha ideato nel lontano 1994 - e che Promozione Sociale come giusto riconoscimento per il nostro promuove insieme a Libera - rappresenta uno degli strumenti patrimonio associativo anche attraverso una specifica linea di privilegiati attraverso cui informare e sensibilizzare sul tema finanziamento che superi l’evidente dicotomia, ad esempio, tra dell’antimafia sociale. oratori e circoli. Arci Liguria ha svolto un ruolo determinate nel percorso di ricostituzione di Libera Liguria, creando un’ampia rete di relaIn merito al quadro normativo regionale segnaliamo l’esigenza zioni nella prospettiva di avviare innovativi itinerari progettuali di giungere ad un livello di integrazione maggiore tra le norma- sul tema dell’antimafia, della legalità e del “fare società”. tive di terzo settore, avviando un condiviso percorso per definire una bozza di normativa quadro per tutto il terzo settore, che Così come Arci Liguria è fortemente impegnata da tempo sul comprenda dunque associazionismo, volontariato e coopera- fronte delle politiche carcerarie in Liguria, coerentemente con zione sociale. il livello nazionale. Alcune leggi di riferimento hanno sicuramente bisogno di ag- Stiamo lavorando al rafforzamento e alla valorizzazione della giornamenti e aggiustamenti e non è bastato lo sforzo dell’ul- rete ligure con particolare attenzione alla Conferenza Volontima ora. tariato e Giustizia e di conseguenza alle tematiche relativa ai minori, alla sanità nelle carceri e al sovraffollamento. Vogliamo però ricordare alcune priorità quali ad esempio il raf- Obiettivo di non poco conto che ci poniamo è la costruzione di 11 un vero e proprio Osservatorio regionale sulle carceri liguri, ossia uno strumento di monitoraggio delle condizioni di vita delle strutture carcerarie della nostra regione e allo stesso tempo di tutela rivolta ai detenuti e alle loro famiglie. Non da meno definire un percorso per l’identificazione del Garante dei detenuti così come hanno fatto altre Regioni italiane. Vi è poi un tema che riteniamo trasversale: quella della memoria non tanto e non solo intesa come commemorazione ma, soprattutto intesa come impegno per l’oggi. Il Treno della memoria, in questi anni, è stato anche questo. Un percorso rivolto ai più giovani in cui ricostruire le radici della nostra provenienza culturale, fuori dalle logiche revisioniste che per troppo tempo hanno imperversato nel nostro Paese. Tutto ciò, come dicevamo, per ricostruire una cittadinanza dell’oggi, necessaria di fronte alle barbarie che quotidianamente investono le nostre comunità. 12 {L’Arci e la Regione Liguria} Il Forum regionale del Terzo Settore ha potenzialmente una mission molto importante, essendo l’interlocutore naturale della Regione Liguria in merito alle normative regionali e alle loro applicazioni concrete, ed anche il luogo di confronto tra le varie anime del non-profit, ovverosia volontariato, associazionismo di promozione sociale e cooperazione sociale. Va confermata e semmai rilanciata una idea di forum regionale forte ed autorevole, concentrato sulle politiche e sulla programmazione regionale e luogo privilegiato e collegiale delle organizzazioni che vi aderiscono. Rimaniamo disponibili a valutare tutte le proposte compatibili con quelli che riteniamo gli obiettivi a cui giungere. Non possiamo prescindere dal riconoscere un periodo ormai lungo di crisi del ruolo di rappresentatività del forum regionale, Più in generale va ripresa con più forza una interlocuzione positiva con il sindacato e vanno saggiate altre possibili alleanze con particolare difficoltà per i forum provinciali. sui temi di nostro interesse. Nella nostra regione infatti non esiste ancora il forum nella provincia di Imperia e, tolto il forum genovese, nelle altre pro- Anche il rapporto con i Centri di Servizio al Volontariato va ripreso. vince si registrano più d’una difficoltà. Lo scriviamo così, apertamente, avendolo già condiviso con il Dopo oltre 10 anni di vita i CSV sono ormai una realtà consoliForum stesso e anche per sottolineare un aspetto non secon- data nel mondo del terzo settore ligure. dario: le difficoltà vanno portate alla luce. Solo in questo modo si può contribuire al superamento dei pro- In parte sono stati una concausa del momento di crisi dei foblemi e quindi ad un ritrovato ruolo del Forum del terzo Setto- rum del terzo settore locali, avendo di fatto sostituito diverse re. funzioni dei forum stessi grazie a risorse impensabili oggi per Questo ci interessa e questo perseguiremo con tenacia. i forum stessi. Del resto è coerente con l’idea che abbiamo e cioè che Arci Liguria deve sostenere, la nascita e il rafforzamento dei forum locali fino in fondo, fuori da ogni logica lobbistica (che spesso determina la nascita e la vita di questi luoghi) ma con lo spirito che da sempre ha contraddistinto il nostro agire. La partecipazione, la condivisione delle scelte e il bene comune come centralità dell’azione politica e culturale. Lo sviluppo dei CSV e la partecipazione dell’ARCI alla vita degli stessi è estremamente differenziata sul territorio regionale. Non è normale. Non ci sfugge però che con la nascita delle legge 383 nazionale, con le leggi regionali sulle APS (e conseguenti regolamenti) la tendenza generalizzata nazionale è stata quella di escludere 13 dalla vita dei centri stessi le associazioni non di volontariato l’Arci da alcuni Centri, dopo che, come già ricordato, siamo stacon una evidente forzatura da parte delle associazioni di volon- ti spesso artefici e promotori degli stessi e dove, soprattutto, le tariato. Associazioni di promozione sociale oggi in Liguria rappresentano oltre il 70% dei volontari attivi. Il chiaro e primo risultato è stato quello di escludere proprio 14 {L’Arci e l’associazione nazionale} Nell’ultimo congresso nazionale di Cervia emerse con forza che una delle sfide organizzative e politiche dei prossimi anni sarebbe stata quella del rafforzamento dei comitati regionali come strumento politico ed organizzativo nel quale le strutture territoriali possono coordinarsi, razionalizzare la propria partecipazione ai momenti nazionali, contare di più nell’interlocuzione esterna, essere veri nodi della rete complessa del nostro sistema associativo, assolvere al ruolo fondamentale di cerniera tra il centro e il territorio e poter autorevolmente definirsi vera sintesi dei territoriali. Pensiamo ad esempio al coordinamento del circuito nazionale dei circoli giovanili REAL, alle tematiche del settore infanzia e adolescenza, al coordinamento di progetti nazionale sul tema diritti e immigrazione, alla presenza costante nell’organizzazione del Meeting Antirazzista di Cecina, oggi l’appuntamento nazionale più importante e significativo del Paese per quanto riguarda l’immigrazione. Ed ancora al lavoro svolto all’interno del coordinamento legalità e allo specifico contributo dato sulle politiche di riorganizzazione generale, dello sviluppo e della tutela associativa. Così abbiamo lavorato negli ultimi due anni come Arci Liguria ma non è bastato. L’indice di gradimento del lavoro svolto raggiunge a malapena la sufficienza. Anche per questo ci aspettiamo molto da questa fase congressuale nazionale e molto del nostro impegno come Arci Liguria a questo sarà dedicato. Lavoriamo alacremente da tempo perché la dimensione nazionale dell’associazione faccia una sola e semplice cosa: l’Associazione nazionale. Anche attraverso il ruolo del Consiglio Nazionale dei consiglieri nazionali che in questi anni hanno saputo svolgere un ruolo importante per tutta l’Arci. In questi anni infatti diverse donne e uomini dell’Arci ligure hanno ricoperto ruoli di primo piano nell’organizzazione nazionale. Ci siamo distinti per un efficace ruolo di cucitura tra centro e territorio ma anche e soprattutto portando sul livello nazionale esperienze e capacità del territorio. Insomma il rapporto c’è ed è ben saldo; la considerazione di cui godiamo è soprattutto merito di un lavoro collettivo e non l’effetto (comunque positivo) di qualche dirigente isolato. Occorre però fare molto di più; la fase delicata che viviamo, la crisi che investe la nostra associazione in tutti i suoi livelli organizzativi necessità di un maggiore e costante rapporto tra centro e territorio. Due livelli dell’organizzazione dell’Arci ben distinti, con compiti assai diversificati ma che hanno la necessità di mantenere oliati i meccanismi di comunicazione. La nuova riorganizzazione del Consiglio Nazionale e la conseguente nascita dei coordinamenti di lavoro del Consiglio ci consegnano una grande opportunità; far emergere in maniera ancora più determinata le peculiarità, le capacità e le professionalità del territorio in una dimensione nazionale. 15 {Conclusioni} Il professor Arena, presidente dell’Istituto per la Sussidiarietà durante i lavori della nostra Conferenza Nazionale sullo Sviluppo Associativo, svoltasi a Pesaro nell’autunno 2008, ci provocò con una rivisitazione dell’acronimo A.R.C.I.: da Associazione Ricreativa Culturale Italiana ad Associazione per la Ricostruzione della Cittadinanza in Italia. zione sociale dei territori il loro obiettivo. Pensiamo in questo momento particolare alle ACLI, alle organizzazioni della nostra federazione Arci e alle organizzazioni storicamente e culturalmente a noi vicine; UISP, Legambiente, Arciragazzi, Arcigay, AUSER, ANPAS, Legacoop, CGIL con cui , nella dimensione regionale, lavoriamo per mantenere un camÈ sulla falsa riga di questa intelligente provocazione che ab- mino ed idee forti condivise. biamo costruito questo documento che non è e non può essere Siamo interlocutori anche di molti altri già oggi. esaustivo. I contributi che arriveranno dalle discussioni dei Congressi terri- Ci reputano tali perché siamo leali; perchè siamo capaci di toriali lo integreranno, lo miglioreranno e lo renderanno ancora impegnarci senza “la volpe sotto l’ascella”, consapevoli che il più reale e quindi più utile al cammino della nostra associazione. ruolo della promozione sociale sia una necessità delle società in cui viviamo e non mera scelta corporativa come magari altri Queste sono solo alcune delle idee, frutto di un lavoro collettivo hanno fatto. e raccolte in questi due anni di incontri in giro per la Liguria, Insomma siamo credibili e non dobbiamo vergognarci. dentro e con la nostra associazione viva ed in buona salute; idee che vi proponiamo non come la “soluzione ai mali del mondo” Possiamo rimettere in moto una capacità aggregativa forte ma come nuovo approccio per una mission ritrovata al servizio perchè molti ci considerano ancora “casa comune”; della sinistra, della cultura, della solidarietà, dei diritti. di una nuova associazione. Nessuno deve sentirsi obbligato a percorrere questa strada; senGenova, 12 febbraio 2010 za passione e grande motivazione non si va da nessuna parte. Ripartiamo anche da qui, consolidando la rete di relazioni con altri soggetti associativi che come noi hanno fatto della promo- 16