Trento l'Adige sabato 7 luglio 2012 27 Truffa sul pedigree, condannato a un anno Un bolzanino di 37 anni si spacciava per allevatore e vendeva animali in cattive condizioni di salute Campiglio, soldi prelevati e poi tornati sul conto del comitato «Bellezze sulla neve»: due indagati G2070408 Negli anni Novanta Madonna di Campiglio era stata teatro di una fortunata trasmissione televisiva, «Bellezze sulla neve», uno show con giochi e, appunto, 12 bellezze, rinominate per questo programma scioline. Oggi, a distanza di vent’anni, di quella trasmissione si torna a parlare. Non perché si profili all’orizzonte una nuova edizione, ma perché i soldi del comitato organizzatore - rimasto di fatto «quiescente» per vent’anni - sono al centro di una vicenda giudiziaria. Soldi, lo diciamo subito, che sono già tornati al loro posto - si tratta di circa 19 mila euro - e che probabilmente serviranno per realizzare un sentiero dedicato a Franco Maturi, storico albergatore di Madonna di Campiglio scomparso nel 2009 e presidente dell’Apt quando «Bellezze sulla neve» vinse il Telegatto, oltre che presidente del comitato. In due sono finiti nei guai, con l’accusa di truffa aggravata: l’ipotesi degli inquirenti è che i soldi depositati sul conto del comitato siano stati dirottati dai due indagati su quello di uno sci club. Già in febbraio, va detto, i due indagati avevano provveduto a fare tornare i soldi sul conto del comitato. Le indagini, condotte dai carabinieri di Campiglio e coordinate dal pm Antonella Nazzaro, nel frattempo sono andate avanti e in giugno è arrivato l’avviso di conclusione delle indagini, nelle quali la procura formalizza la contestazione di truffa aggravata in concorso a carico di uno dei componenti del comitato e del direttore dello sci Sulla carta dovevano essere cuccioli di razza, cani in ottima saluta e con tanto di pedigree. Gli animali, invece, non solo erano sprovvisti di microchip e vaccino, ma avevano anche parecchie magagne. E così un bolzanino di 37 anni, C.G. le iniziali, che si presentava come allevatore e pubblicizzava la vendita dei cani, è finito a processo davanti al Tribunale di Trento per truffa e ieri è stato condannato ad un anno di reclusione e al pagamento di 550 euro di multa. Due gli episodi che venivano contestati all’uomo, già finito nei guai per maltrattamento di animali: nel 2007 vennero infatti trovati dei cortometraggi zoopornografici, girati nel suo allevamento. La prima truffa sarebbe stata commessa nel 2009 ai danni di due donne. Secondo l’accusa il 37enne avrebbe pubblicizzato su internet la vendita di un cucciolo di Golden Retriever, munito di pedigree italiano, vaccinazioni e libretto sanitario, appartenente ad una cucciolata di cani di alta genealogia e figli di un esemplare campione di esposizioni cinofile. Insomma, sembravano esserci tutte le premesse affinché si trattasse di splendidi esemplari. Le due donne avevano pagato 775 euro per il cucciolo ma, non solo il cane era privo di vaccini e microchip, ma era anche in cattive condizioni di salute e con difetti morfologici. L’altra truffa risale invece all’estate 2010 e riguarda la vendita di un Labrador Retriver maschio, pagato 700 euro. Il cane, secondo la procura, anche in questo caso era privo di microchip, libretto sanitario e vaccinazioni, che aveva poi provveduto a fare a sue spese l’acquirente. Per le due truffe l’uomo è stato condannato ad un anno di reclusione. Il «balletto» dei soldi per la tv Negli anni Novanta Campiglio aveva ospitato la trasmissione «Bellezze sulla neve», condotta fra le altre da Sabrina Salerno (in foto). Dopo vent’anni dal conto del comitato sarebbero «spariti» e poi tornati 19 mila euro. Un membro del comitato e il direttore dello sci club al quale sono andati i soldi devono rispondere di truffa. I soldi, per l’accusa, avrebbero dovuto andare all’Apt una volta sciolto il comitato, ma la difesa replica: «Agito in buona fede, non è no profit» club destinatario del denaro. In sostanza, al momento di raccogliere le firme per sciogliere il comitato, non avrebbero informato gli altri componenti della presenza di quel saldo attivo. La trasmissione, che nel 1991 era stata affidata alla solida coppia Marco Columbro e Lorella Cuccarini con il simpatico Francesco Salvi e l’anno seguente a Sabrina Salerno e Claudio Lippi, aveva dovuto fare i conti con una nevicata decisamente abbondante, che aveva provocato uno squarcio nel tendone e, di fatto, costretto poi a sospendere la trasmissione. Il Comitato bellezze sulla neve, nel frattempo, è rimasto in vita e i soldi regolarmente depositati in banca. A fare scattare le indagini, dopo la morte di Maturi, la «scoperta» che quei soldi erano stati pre- levati e «dirottati» sul conto di uno sci club. Il punto è che, in caso di scioglimento del comitato, secondo quanto previsto dalla statuto, il denaro avrebbe dovuto essere affidato all’Apt. Ma è proprio questo uno degli aspetti sui quali la difesa è pronta a dare battaglia. L’avvocato Gabriele Taddei, difensore del membro del comitato indagato, ricorda in primis che l’Apt oggi non è più un ente senza fini di lucro, ma una spa. L’Apt richiamata nello statuto del comitato, di fatto, non esisterebbe più. Al contrario, lo sci club al quale vennero dati i soldi, non solo è senza fini di lucro, ma venne anche danneggiato all’epoca del crollo del tendone. Proprio lo sci club, a suo tempo, aveva messo a disposizione per le registrazioni tv l’area che aveva in concessione. E con il crollo del tendone, come ricostruisce il legale, c’era stato anche uno sversamento di gasolio: per questo motivo l’associazione sportiva aveva dovuto bonificare a proprie spese il terreno. Dopo la morte di Maturi, presidente del Comitato, l’indagato sarebbe stato contattato da un commercialista il quale, convinto fosse il vicepresidente, gli aveva indicato di sciogliere il comitato e devolvere il denaro secondo statuto. «Ovvero all’Apt oppure ad altri enti senza scopo di lucro», sottolinea il legale. A raccogliere le firme sarebbe stato l’altro indagato, direttore appunto del sodalizio sportivo, che però non è stato ancora sentito e, dunque, avrà a sua volta modo di chiarire la propria posizione. Alla fine, comunque, i due avrebbero versato duemila euro ad altrettante associazioni e i restanti 17 mila allo sci club, a titolo di risarcimento per quanto avvenuto nel 1990 e quale ente no profit. «Il mio cliente ha agito in buona fede rileva Taddei - convinto che all’Apt, essendo una spa, non si potesse versare il denaro».