Gli adolescenti e l’uso del denaro
GLI ADOLESCENTI E L’USO DEL DENARO
Supplemento a Laboratorio IARD n. 4 di Dicembre 2000
Rapporto a cura di
Cinzia Dosso
Elena Rosci
Trimestrale a carattere scientifico di ricerca sociale
Direttore responsabile: Annalisa Bianchi
Stampato in proprio nel mese di Dicembre 2000
1
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Indice
Premessa
3
1. Le informazioni ed il livello di conoscenza
4
2. Atteggiamenti e stereotipi verso il denaro
9
3. La disponibilità di denaro
12
4. Consumi e comportamenti negli acquisti
19
5. Gli atteggiamenti verso il risparmio e la propensione al consumo ed al
risparmio
22
6. Forme e pratiche di risparmio: il denaro depositato
26
7. Il denaro domani: progetti e responsabilità nel regno dei soldi
guadagnati
28
8. Conclusioni
30
Nota metodologica
32
IARD
33
Quaderni IARD
34
2
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Premessa
Il rapporto che viene presentato nelle pagine che seguono è il risultato di un
lavoro di ricerca sulla percezione del denaro tra i giovanissimi, che IARD ha
sviluppato negli ultimi due anni con il contributo della Fondazione CARIPLO.
Nel luglio del 1999 furono consegnati da IARD i risultati di una prima ricerca
che tracciava il quadro del rapporto con il denaro da parte dei bambini delle
ultime classi della scuola elementare. Anche in quella occasione fu utilizzato
un approccio integrato tra metodi quantitativi e qualitativi, che aveva
permesso di osservare il fenomeno secondo punti di vista diversi. In questa
seconda rilevazione i riflettori vengono posti sulla coorte dei quindicenni e
sedicenni che frequentano le scuole superiori della Lombardia. Lo spirito
che ha mosso i ricercatori è il medesimo: individuare quale rapporto gioca il
denaro
nella
vita
quotidiana,
con
un
taglio
meno
legato
alle
rappresentazioni e più al suo uso concreto in termini di conoscenze, spesa e
risparmio.
L’immagine degli adolescenti che ne emerge è a due facce: più istituzionale
e controllata davanti ad un questionario formale, più libera e impulsiva nel
dialogo con il gruppo dei pari. Se è noto infatti che gli adolescenti stentano
a esprimersi sugli argomenti che li riguardano, nel caso dei soldi non è così:
evocando forti correnti affettive, portano in superficie i problemi cruciali
della loro età: la dipendenza e l’autonomia, l’identità femminile e maschile,
la separazione dalla famiglia, il gruppo, la seduzione, il rapporto con
l’infanzia e il futuro. Parlando del denaro, gli adolescenti ci dicono qualche
cosa di importante sul loro mondo interiore, sulle loro opinioni, i valori e gli
affetti che animano la loro vita: il denaro, facendo parte del mondo
quotidiano degli adolescenti, viene a giocare un ruolo chiave nel processo di
crescita e accesso ai ruoli adulti, divenendo così strumento di negoziazione
dell’indipendenza e dell’immagine di sé rispetto ai propri genitori, che
tuttavia ne gestiscono quasi sempre le disponibilità e chiedono un riscontro
sulle spese.
La dimensione con cui l’adolescente si rapporta al denaro è prevalentemente
quella del quotidiano, dell’hic et nunc, anche se è già stata interiorizzata la
necessità di porre attenzione alle forme di investimento e di risparmio che
3
Gli adolescenti e l’uso del denaro
invece sarà centrale quando si sarà vecchi, ovvero si sarà superato il
fantomatico traguardo dei 25 anni. In questo senso l’ottica del risparmio è
presente come patrimonio genetico, nel confronto tra coetanei si maschera,
preferendo offrire un’immagine di sé per la quale anche il denaro può
diventare uno strumento per appartenere al gruppo.
Emerge così un rapporto con il denaro di uso e consumo, apparentemente
distaccato, dietro il quale si intravede il tentativo di godere della propria età
prima di dovere fare seriamente i conti con bollette, spese e imprevisti,
simbolo efficace di un’età adulta, ammirata e temuta allo stesso tempo.
1. Le informazioni ed il livello di conoscenza
Parlando
con gli adolescenti di denaro, emerge un atteggiamento molto
ideologico
che
tende
alla
dicotomizzazione
tra
l’ottica
edonostico–
ottimistica e quella ascetico-scettica, con vantaggio della prima sulla
seconda. A fianco di queste due posizioni così nette (il denaro è bene vs il
denaro è male) si delinea quella di chi, alla luce della sua esperienza diretta,
definisce i soldi come una piccola ricchezza personale, ridimensionando in
tal modo i toni del confronto e riportando il discorso su livelli più legati
all’esperienza quotidiana. Emerge così che se per la ragazze il denaro è
importante soprattutto per stare bene con gli altri, per la sicurezza, quindi
per la dimensione relazionale, dove l’appartenere regala la desiderata
sensazione di protezione, per i compagni maschi esso è inteso da un lato
nella
sua
accezione
adulta,
dall’altro
nell’accezione
infantile
di
soddisfazione dei desideri di bambino gaudente o in quella virile di
esibizione di potere e seduzione.
Ma quali informazioni hanno gli adolescenti del denaro?
Esaminando i dati appare come nelle famiglie lombarde, tra genitori e figli
capita con una certa frequenza di parlare di denaro, soprattutto di fronte a
spese importanti che in qualche modo toccano l’intera famiglia, oppure per
quanto riguarda la gestione delle piccole spese dei figli. Anche di tasse si
discute abbastanza frequentemente, mentre risparmi, debiti e problemi
economici del Paese sono oggetto di discussione solo in poche occasioni.
Il minore coinvolgimento si registra in relazione alla situazione debitoria
della
famiglia,
con
solo
l'8%
dei
4
ragazzi
che
dichiara
di
parlare
Gli adolescenti e l’uso del denaro
frequentemente di questi problemi con i propri genitori. Per quanto riguarda
invece i risparmi e gli investimenti familiari: il 40% degli adolescenti afferma
di non parlarne mai o quasi mai con i genitori, il 26% al limite affronta con
loro solo il tema dei risparmi familiari e solo il 21% discute frequentemente
sia di risparmi che di investimenti. Il fatto che i ragazzi, al di là del discutere
delle proprie spese personali o delle grandi spese familiari, partecipino
raramente alle discussioni relative alle questioni economiche della famiglia,
si presenta come un fenomeno diffuso in tutti i ceti sociali, anche se
ovviamente sussistono alcune differenze – peraltro abbastanza contenute connesse alle differenti opportunità economiche e culturali delle famiglie.
Nello specifico, nelle famiglie di livello culturale meno elevato si rileva una
minore apertura al dialogo sui temi inerenti agli investimenti ed ai problemi
economici del Paese, a fronte di un maggiore coinvolgimento quando si
parla di risparmi familiari e tassazioni.
Il basso livello di comunicazione interfamiliare riscontrato per questi
argomenti di conversazione più che dalle condizioni economiche familiari
sembra quindi rispecchiare una precisa volontà dei genitori di evitare questi
discorsi con i figli, cercando invece un loro maggiore coinvolgimento per gli
aspetti più direttamente connessi all'amministrazione del bilancio familiare.
Probabilmente si ritiene che i ragazzi non abbiano ancora raggiunto una
maturità sufficiente per affrontare con loro argomenti più complessi ed
anche più delicati. Questa interpretazione risulta avvalorata dal fatto che al
crescere dell'età degli intervistati aumenta anche il coinvolgimento nelle
discussioni che riguardano gli investimenti, con un incremento che porta la
quota di chi ne parla abbastanza spesso con i genitori, dal 29% registrato
per i ragazzi di seconda al 40% osservato per quelli di terza.
Anche nelle conversazioni con gli amici gli argomenti riguardanti il denaro
vertono soprattutto sulla dimensione delle spese; in particolare circa nove
giovani su dieci discutono abbastanza spesso degli acquisti e circa sette su
dieci del denaro a loro disposizione. Il risparmio, diversamente, è un tema
che non viene mai o quasi mai affrontato con i pari. Se si considerano
congiuntamente le risposte fornite alle domande relative alle conversazioni
con amici e genitori aventi per oggetto i risparmi personali, si può notare
come il 41% dei ragazzi non ne parli mai o quasi con nessuno, il 22% affronti
spesso l'argomento solo con i genitori ed il 17% solo con gli amici, mentre il
restante 20% ne discute frequentemente con entrambi (fig. 1).
5
Gli adolescenti e l’uso del denaro
FIGURA 1 – CON CHI PARLANO DEI PROPRI RISPARMI GLI ADOLESCENTI (%)
Solo con i genitori
22%
Con nessuno
41%
Solo con gli amici
17%
Con amici e
genitori
20%
A non confrontarsi mai o quasi mai con alcuno in merito ai propri risparmi
sono più i ragazzi delle ragazze (42% contro 39%), inoltre la propensione a
discutere di questo argomento aumenta al crescere dell'età. Non si
osservano, invece, particolari differenze connesse all'origine sociale ed al
livello culturale dei genitori, ad eccezione dei ragazzi con basso background
culturale familiare, che tendono mediamente a parlare meno con i genitori.
Se gli adolescenti discutono raramente delle questioni economiche con i loro
genitori, ciò in parte è anche dovuto al loro scarso interesse nei confronti di
questi argomenti, come emerge dai dati relativi alla frequenza con la quale
si informano sull'economia e la finanza in generale. Infatti, nonostante quasi
la metà dei ragazzi dichiari di leggere abbastanza frequentemente un
quotidiano, la quasi totalità non è comunque interessata alle pagine o ai
supplementi economici: quasi otto intervistati su dieci non hanno mai letto
un quotidiano economico-finanziario così come quasi sette su dieci non
hanno mai letto un settimanale o un mensile dedicato all'economia e alla
finanza. Anche le trasmissioni televisive dedicate a questi temi vengono
scarsamente seguite dai giovani intervistati, per quanto in questo caso la
maggioranza abbia avuto modo di vederne qualcuna, almeno raramente.
Utilizzando un unico indicatore sintetico delle risposte fornite dai ragazzi
intervistati, si può osservare come quasi la metà del campione (48,2%)
dichiari che mai o solo raramente gli capita di leggere un quotidiano o di
6
Gli adolescenti e l’uso del denaro
acquisire attraverso altre fonti notizie che riguardano il mondo economico, il
31,4% legge un quotidiano, ma non si interessa delle notizie economiche,
mentre solo il 20,3% utilizza abbastanza spesso una delle fonti segnalate
nella domanda (fig. 2).
FIGURA 2 – FONTI DI ACQUISIZIONE DELLE INFORMAZIONI ECONOMICHE E FINANZIARIE (%)
Stampa o
trasmissioni Tv
specialistiche
20,3%
Nessuna fonte
48,2%
Quotidiani non
specialistici
31,4%
Sono soprattutto i maschi a dimostrare una maggiore attenzione per le
informazioni di tipo economico (28,2% contro il 13,3% osservato tra le
ragazze), mentre non si notano particolari differenze per classe sociale e
livello culturale dei genitori e neanche per il tipo di scuola frequentata.
Pur avendo sentito molto parlare di Euro dai mass media – soprattutto dalla
televisione, che quindi si configura come la fonte informativa più importante
– la nuova moneta non costituisce più di tanto oggetto di conversazione sia
a scuola, che all’interno del gruppo dei pari: il 94% degli intervistati non ne
ha mai o quasi mai parlato con gli amici, ma quel che stupisce è che circa
tre su cinque dichiarino di non averne mai o quasi mai discusso a scuola. In
merito a quest'ultimo aspetto, il confronto per tipo di istituto frequentato,
chiarisce che si tratta soprattutto degli studenti dei licei scientifici. Anche
per effetto dell'alta frequenza con cui ne hanno sentito parlare dalla
televisione sono comunque pochi i ragazzi che non sono in grado di
indicare, almeno approssimativamente, il valore dell'Euro. Non ne è infatti a
conoscenza solo un ragazzo su dieci, con una prevalenza dei frequentanti
gli istituti professionali (ed in particolare modo di coloro che non leggono
7
Gli adolescenti e l’uso del denaro
nemmeno
la
stampa
quotidiana).
All'ulteriore
richiesta
di
precisare
l'equivalente in lire, si vede come l'errore sia in genere contenuto in qualche
decina di lire, anche tra quanti avevano dichiarato di non conoscerne l'esatto
controvalore. Anche in questo caso si osservano differenze in relazione al
tipo di scuola frequentata: hanno infatti indicato con precisione il valore
dell'Euro il 37% degli studenti degli istituti tecnici commerciali, contro il 27%
dei frequentati i licei scientifici e il 17% degli istituti professionali.
Per quanto concerne gli strumenti di pagamento, la netta maggioranza dei
ragazzi intervistati sembra sapere quale è la prassi per ottenere un libretto
di assegni, due su dieci invece non sanno rispondere alla domanda ed il 12%
fornisce una risposta sbagliata. Il dettaglio per genere fa emergere una
leggera prevalenza tra la componente maschile sia di risposte errate che di
quanti dichiarano di non conoscere la prassi. Approfondendo ulteriormente
l'analisi, si riscontrano differenze in relazione al tipo di scuola frequentata:
la
percentuale
di
risposte
corrette
è
infatti
inferiore
negli
istituti
professionali (51% contro il 68% dei licei scientifici ed il 70% degli istituti
commerciali), mentre non si notano differenze in base alla classe
frequentata. Resta da segnalare una quota maggiore di informati tra quanti
hanno dichiarato di leggere con una certa frequenza la stampa economica.
Passando a considerare il livello di conoscenza relativo agli strumenti di
pagamento, si osserva come assegni e carte di credito rappresentino le
modalità più conosciute, mentre per gli assegni circolari e soprattutto per le
cambiali
la
percentuale
di
risposte
esatte
si
abbassa,
sebbene
la
maggioranza risponda correttamente.
Resta da aggiungere come solo il 17% degli intervistati abbia risposto
correttamente a tutti gli item della domanda, quota che sale al 51% se si
considerano solo le risposte riferite ad assegni, assegni circolari, carte di
credito e cambiali (quindi ai quattro effettivi strumenti di pagamento
elencati). Questo elemento ci consente di cogliere come, per buona parte dei
ragazzi, risulti difficile distinguere tra strumenti di pagamento e strumenti
di investimento a causa del basso livello di conoscenza inerente alle forme
d'investimento. Ancora una volta sono soprattutto i maschi, i frequentati gli
istituti commerciali e quanti leggono la stampa economica a risultare
mediamente più informati.
8
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Per quanto riguarda i temi finanziari (le società quotate, gli strumenti
finanziari ed i titoli di Stato) quasi quattro ragazzi su dieci non sanno
rispondere a nessuna delle domande poste, il 59% fornisce almeno una
risposta esatta, mentre pochissimi (3%) rispondono correttamente a tutte le
domande. La quota di chi non sa rispondere, o risponde in modo errato a
tutti gli item, risulta maggiore tra le femmine (43% contro il 33% rilevato per
i maschi) e tra chi frequenta gli istituti professionali (57% contro il 38% dei
frequentanti i licei scientifici ed il 30% degli studenti degli istituti
commerciali). Anche il fatto di affrontare o meno l'argomento degli
investimenti con i genitori influisce sulle risposte, dal momento che la quota
di quanti dimostrano una minore competenza su questi temi diminuisce
sensibilmente al crescere della frequenza con cui si discute in famiglia di
investimenti, variando dal 43% di chi non ne parla mai al 23% registrato tra
chi, diversamente, si trova spesso a discutere di questi temi con i propri
genitori. Per queste questioni, quindi, il fatto di discuterne con gli adulti o di
documentarsi personalmente assume un ruolo abbastanza importante.
La scarsa conoscenza degli strumenti finanziari si riflette anche sul grado di
consapevolezza del rapporto rischio/rendimento ad essi associato, come
dimostrano le distribuzioni di frequenza delle risposte ad alcuni quesiti sulle
strategie di investimento. La maggioranza del campione ha difficoltà a
valutare i rendimenti dei titoli di Stato, dimostrandosi anche poco informata
sui tassi di interesse bancari; diversamente, in riferimento alle azioni e alla
diversificazione delle scelte di investimento, si rileva in genere una
maggiore consapevolezza.
I giovani che presentano una buona conoscenza e comprensione degli
strumenti di risparmio e di investimento sono una netta minoranza:
risultano mediamente meno informate le ragazze, gli iscritti agli istituti
professionali, quanti hanno una famiglia con un basso background culturale
e coloro che non leggono mai o quasi mai la stampa economica
specializzata.
2. Atteggiamenti e stereotipi verso il denaro
9
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Alla
richiesta di fornire una definizione del proprio rapporto con il denaro,
la maggioranza degli adolescenti lombardi non esita a rivelare una scarsa
attenzione nell'amministrare i propri soldi. Circa cinque soggetti su dieci,
pur dichiarando di prestare attenzione nello spendere, ammettono nel
contempo di avere una scarsa inclinazione a risparmiare e circa un ragazzo
su dieci afferma di non porre attenzione nemmeno nello spendere. A
ritenersi molto oculati nella gestione delle proprie risorse finanziarie sono
invece circa quattro ragazzi su dieci, con un 3,8% che si dichiara
decisamente parsimonioso (tab. 1).
Quest'ultimo atteggiamento si rivela più frequente tra i ragazzi rispetto alle
ragazze (più spesso poco inclini al risparmio), mentre non si riscontrano
particolari differenze in relazione alla classe sociale ed al livello culturale
della famiglia d'origine, ad eccezione del fatto che chi ha un padre con un
basso grado di istruzione (licenza elementare) rivela in genere una minore
attenzione nella gestione del proprio denaro.
E’ inoltre da sottolineare il basso grado di diffusione di alcuni luoghi comuni
associati alla dimensione del debito: la maggioranza degli intervistati non
pensa che avere dei debiti costituisca un disonore e che non ci si possa
aspettare un aiuto economico dagli amici in caso di bisogno, anche se poco
meno della metà ritiene sia un dovere prestare denaro agli amici.
TAB. 1. DOVENDO DESCRIVERE IL TUO RAPPORTO CON IL DENARO COME TI DEFINIRESTI?
(DISTRIBUZIONE PERCENTUALE SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER GENERE
DELL’INTERVISTATO)
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
9,7
10,7
8,9
47,7
41,9
52,9
nel
38,8
42,9
35,2
Se non proprio tirchia/o comunque molto
3,8
4,6
3,0
100
100
100
Il classico tipo dalle mani bucate
Attenta/o nello spendere ma decisamente
poco incline al risparmio
Molto
attenta/o
nello
spendere
e
risparmiare
parsimoniosa/o
N = 900
10
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Il secondo elemento che merita di essere evidenziato è la generale
ambivalenza che si registra nei confronti del denaro. Infatti, se la
maggioranza degli adolescenti, da una parte, gli attribuisce una scarsa
importanza rispetto al lavoro - giudicando più importante svolgere un lavoro
che piace anche se non molto remunerativo - dall'altra, lo considera
comunque uno strumento indispensabile per l'affermazione sociale, ritenendo
che per diventare una persona importante sia necessario guadagnare molti
soldi. Nel complesso, si può osservare come il denaro non venga affatto
“svalutato”: sette adolescenti su dieci pensano che "avere molto denaro rende
felici" ed un altro 46% ritiene che "con i soldi si può comperare tutto", mentre
l'immagine negativa del denaro come fonte di problemi trova d'accordo solo il
21% degli intervistati, anche se la stragrande maggioranza è comunque
convinta che i soldi creino invidia.
Resta da sottolineare infine, come gli orientamenti più materialistici risultino
più tipici della componente maschile, dove si presenta mediamente più
numerosa sia la quota di quanti ritengono che con il denaro sia possibile
comperare tutto, che quella di coloro che credono che il denaro renda felici,
unitamente a quanti pensano che per diventare una persona importante sia
necessario guadagnare molti soldi (tab. 2). Si tratta di stereotipi che rivelano un
legame anche con il livello culturale della famiglia, essendo possibile rilevare
una maggiore frequenza di questi atteggiamenti tra gli adolescenti con un più
basso background culturale dei genitori.
TAB. 2. GRADO DI ACCORDO CON ALCUNE AFFERMAZIONI SUL DENARO (PERCENTUALE DI
INTERVISTATI MOLTO/ABBASTANZA D’ACCORDO SUL TOTALE DEL CAMPIONE E
PER GENERE.
N = 900)
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
78,2
74,5
81,5
I soldi creano invidia
74,1
74,0
74,2
Avere molto denaro rende felici
67,5
74,5
61,2
Prestare soldi ad un amico è un dovere
48,2
53,5
43,5
Con i soldi si può comperare tutto
46,5
51,5
42,2
Per
46,4
53,4
40,2
L’importante è fare un lavoro che piace
anche se non si guadagnano tanti soldi
diventare
una
persona
importante
bisogna guadagnare molti soldi
11
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Avere dei debiti è un disonore
28,3
32,4
24,5
Quando hai bisogno di soldi non aspettarti
23,2
26,5
20,3
21,3
20,8
21,8
aiuto dagli amici
Avere molto denaro significa avere molti
problemi
Per ciò che concerne la relazione che intercorre fra soldi e successo, in
primo piano gli adolescenti pongono il tema dell’uguaglianza, anche se per
le femmine essere uguali significa avere tutte le stesse cose, per i loro
coetanei fare tutti le stesse cose. Il tema del successo, legato al denaro,
pone inoltre agli adolescenti il problema di accettare che la differenza si
insinui nel gruppo amicale paritetico: “essere uguali e diversi” a un tempo
sembra molto difficile da tollerare, se non impossibile. Alla fine, comunque i
valori dell’uguaglianza hanno il sopravvento. Il tema della differenza creata
dal denaro è infatti mal tollerata dal gruppo che preferisce sottolineare le
esperienze che accomunano rispetto a quelle che separano. Ciò accade
quando il denaro serve a realizzare iniziative comuni. Se il gruppo si
concentra più sul suo funzionamento attuale e non sul futuro, o
sull’astratto, prevale il valore dell’uguaglianza tanto che eventuali differenze
sono annullate attraverso una politica solidale. Sembra quindi che quando
gli adolescenti parlano del denaro in generale sottolineano gli aspetti di
disuguaglianza introdotti dalla ricchezza (chi riceve molti soldi dai genitori,
per esempio, è fortunato perché può comperare più cose, ma al tempo
stesso è sfortunato in quanto troppo viziato e quindi infantile e incapace di
imparare a gestire i soldi; oppure può mettersi nei pasticci perché invidiato
dagli altri), ma quando pensano alla loro personale esperienza, al loro
gruppo, allora la propensione a sostenere i valori paritetici ha la meglio.
La dimensione della solidarietà con gli amici prevale infatti sulle differenze
di estrazione sociale e sulle disparità economiche, come evidenzia l'elevato
grado di diffusione della pratica dei prestiti. La consuetudine a prestare
somme di denaro agli amici coinvolge, infatti, quasi sei adolescenti su dieci,
con punte più elevate tra i ragazzi rispetto alle ragazze, mentre il contrario
(chiedere soldi in prestito agli amici) viene in genere poco ammesso. Inoltre,
solo una ristretta minoranza di ragazzi afferma di offrire o di farsi pagare
con una certa frequenza qualcosa dagli amici, segno della generale
tendenza a suddividere le spese durante gli incontri e le uscite con i
coetanei, senza grosse distinzioni tra maschi e femmine. Meno parità tra i
12
Gli adolescenti e l’uso del denaro
sessi sussiste invece nei rapporti e negli scambi con i propri partner,
sebbene anche qui la maggioranza dichiari comunque di procedere al
pagamento separato dei conti. Tuttavia una quota ragguardevole di ragazzi
sostiene di pagare frequentemente per la propria ragazza (nonostante sia
decisamente inferiore la percentuale di ragazze che affermano di farsi
offrire spesso, o abbastanza spesso, un cinema o una consumazione al bar
dai propri ragazzi).
Se il denaro e gli aspetti materiali sembrano passare in secondo piano
rispetto alla vita di relazione, occorre anche sottolineare che si tratta
comunque di una disponibilità che si presenta con diverse intensità
all'interno dell'insieme degli adolescenti intervistati, risultando condizionata
dal valore attribuito ai soldi, come si evince chiaramente dal confronto
condotto in base alle definizioni che i ragazzi forniscono di sé in rapporto al
denaro. Al riguardo è interessante notare come tra i meno parsimoniosi si
rilevi in genere una maggiore generosità nei rapporti con gli amici, anche se
si tratta di comportamenti che presuppongono una certa reciprocità negli
scambi; risultando mediamente più frequenti, tra questo gruppo di
adolescenti, anche comportamenti quali chiedere dei soldi in prestito e farsi
offrire qualcosa dagli amici.
3. La disponibilità di denaro
Analizzando il ruolo del denaro all’interno delle dinamiche familiari emerge
che tra figli e genitori il livello di conflittualità sembra assai modesto. I
ragazzi non litigano con i genitori per i soldi, discutono poco, caso mai
qualche volta insistono per ottenere qualcosa di più. Sembra che gli
adolescenti diano per scontato che la responsabilità e il potere di decidere
“se e quanti soldi dare” sia dei genitori, ma vorrebbero più autonomia su
come spenderli.
Se è vero che non vi è conflitto con i genitori sul denaro, emerge tuttavia un
sentimento di inquietudine e insoddisfazione per il significato che assume
l’essere mantenuti. Di fronte al malessere evocato dalla dipendenza, alcuni
incolpano i genitori, mentre altri rivendicano il diritto di essere “foraggiati”
perché intendono il ruolo di studente come una professione che in qualche
modo va retribuita. Il malessere della dipendenza si esplicita nel rifiuto di
13
Gli adolescenti e l’uso del denaro
un’immagine di sé infantile e incapace; il controllo sulle spese è visto come
un atto intrusivo e mortificante che ricaccia il sedicenne nelle secche
dell’infanzia dalle quali sta cercando faticosamente di affrancarsi. Alcuni
ragazzi elaborano per contro un ribaltamento di tale posizione facendo
dello studente un lavoratore, un cittadino con i suoi diritti, compreso quello
di avere del denaro. Approfondendo la derivazione dei soldi emerge come
gli adolescenti abbiano ben delineata la differenza fra denaro regalato e
denaro guadagnato; l’area dei valori positivi si colloca tutta sul secondo
polo. Guadagnare del denaro, esserne capaci, scaccia infatti i fantasmi di
dipendenza, tanto temuti insieme allo spettro di essere controllati da un
genitore del quale si vuole ridimensionare il potere e il ruolo. Il denaro,
vero, quello che si sente proprio, che rinforza l’immagine di sé e rende
adulti perché responsabilizza, è quello guadagnato. In relazione a ciò
emerge anche il tema del sacrificio che consente di misurarsi con le proprie
capacità e aumenta il senso di responsabilità e del proprio valore. Il denaro
guadagnato inoltre tende a essere trattato con cura e devozione, con più
rispetto perché simbolo e sostegno dell’embrionale identità adulta in
formazione
che
impegna
incessantemente
la
mente
adolescenziale.
Scompare qui l’immagine del bambino gaudente che spende e spande ed
emerge l’immagine di un giovane-adulto che, avendo messo alla prova le
proprie capacità, avendo sperimentato la fatica e sudato il compenso, è più
avveduto, responsabile e anche più felice.
In verità le occasioni di lavorare e guadagnare sembrano molto limitate,
nessuno degli intervistati mette in questione il ruolo di studente con le sue
regole, i suoi tempi e i suoi doveri. A fronte della mortificazione evocata
dall’identità di “mantenuto”, i maschi sono più reticenti e preferiscono non
approfondire ulteriormente il tema, mentre le femmine ammettono più
apertamente di ricevere soldi da genitori e parenti, paghette settimanali o
mensili, regali di Natale e compleanno e sussidi di vario genere. I genitori
inoltre tendono a non sollecitare o addirittura impedire alle figlie la ricerca
di lavoretti creando nelle ragazze un ulteriore senso di dipendenza. Oltre a
ciò, emerge un’altra discriminazione sessuale sugli ammonimenti che i
genitori fanno ai figli sull’uso del denaro: i maschi sono semplicemente
invitati a “non esagerare”, mentre alle femmine è proposta un’etica del
risparmio inteso come virtù ed è richiesta una condotta più matura, meno
14
Gli adolescenti e l’uso del denaro
impulsiva. Si avverte qui un’eco sbiadita della cultura della “donnina di casa”
degli anni Cinquanta.
Ma vediamo i dati nello specifico: riguardo alle modalità attraverso le quali i
genitori provvedono ad elargire denaro ai propri figli, cinque ragazzi su
dieci ricevono del denaro senza una scadenza regolare, tre su dieci
dispongono invece di un contributo settimanale ed il 14% di un contributo
mensile. Diversamente, solo una ristretta minoranza pari al 3,4% dichiara di
non ricevere denaro dai genitori (tab. 3).
TAB. 3. FREQUENZA CON CUI VIENE RICEVUTO DENARO DAI GENITORI (PERCENTUALE DI
INTERVISTATI SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER GENERE)
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
A scadenza mensile
14,0
13,1
14,8
A scadenza settimanale
31,1
35,0
28,2
Senza una scadenza fissa
51,1
48,2
53,8
3,4
3,6
3,2
100
100
100
Non ricevo denaro dai miei genitori
N = 900
L'erogazione di una somma di denaro a scadenza regolare risulta lievemente
più frequente tra i maschi, coinvolgendo in media il 48% dei ragazzi
intervistati contro il 43% registrato tra le ragazze. Anche l'appartenenza
sociale influisce in qualche modo sulle modalità di erogazione del sussidio
economico concesso agli adolescenti, dal momento che, tra i ceti superiori e
tra quanti hanno una famiglia con un migliore background culturale, il
sostegno economico offerto dai genitori assume, più spesso che altrove, la
forma di un contributo erogato a scadenze regolari (mensili o settimanali). E'
inoltre necessario aggiungere che tra gli strati sociali più alti si riscontra
anche un trattamento più egualitario tra i due sessi.
Per quanto riguarda le occasioni in cui ragazzi ricevono del denaro, i
contributi monetari vengono attinti soprattutto dai trasferimenti dai genitori
15
Gli adolescenti e l’uso del denaro
e da altri parenti in svariate occasioni, soprattutto come regali, ma anche
come ricompense per il profitto scolastico e come contropartita per la
collaborazione ai lavori di casa. La consuetudine a donare del denaro in
occasione
di
compleanni
e
festività
natalizie
risulta
praticamente
generalizzata: solo l'1,6% degli adolescenti lombardi non ne viene coinvolto,
mentre il 68% riceve denaro sia dai genitori che dai parenti. La concessione
di questi contributi si configura, inoltre, come una pratica diffusa in tutti gli
strati sociali senza particolari differenze di trattamento tra maschi e
femmine.
L'elargizione del denaro come ricompensa risulta invece meno diffusa, pur
coinvolgendo comunque la maggioranza del campione (55%). Questo tipo di
contropartite monetarie vengono soprattutto offerte dai genitori in cambio
di collaborazioni ai lavori di casa e come premio per avere ottenuto la
promozione, mentre appare decisamente bassa la quota di quanti utilizzano
premi in denaro per ricompensare un buon voto scolastico o un
comportamento corretto (tab. 4).
TAB. 4. OCCASIONI PER LE QUALI GLI INTERVISTATI RICEVONO O GUADAGNANO DEL
DENARO
GENERE.
(PERCENTUALE DI INTERVISTATI SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER
N = 900)
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
94,5
95,2
94,0
72,9
74,2
71,7
36,8
33,4
39,9
Quando ottengo la promozione
33,8
34,7
33,0
Quando faccio qualche lavoro di casa (lavo
30,0
32,2
28,1
Quando prendo un bel voto a scuola
9,9
10,7
9,2
Come premio per essermi comportato bene
4,7
3,9
5,4
Come regalo di compleanno o per Natale
da parte dei nonni o di altri parenti
Come regalo di compleanno o per Natale
da parte dei genitori
Quando faccio dei lavoretti fuori casa (baby
sitter, ecc.)
i piatti, metto in ordine la stanza, lavo
l’automobile ecc.)
16
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Occorre, infine, notare che per quasi quattro giovani su dieci compare, tra le
fonti di denaro, anche il reddito da lavoro. Il confronto per classe
frequentata rivela come si tratti di esperienze almeno in parte condizionate
dall'età (possono contare su questo tipo di risorse il 42% dei ragazzi di terza
contro il 34% di quelli che frequentano la seconda), mentre non si
riscontrano differenze connesse al genere, a dimostrazione di come queste
pratiche siano in grado ormai di accomunare sia i ragazzi che le ragazze.
Resta da osservare come la consuetudine al lavoro fuori casa aumenti
sensibilmente al decrescere delle opportunità culturali dei genitori. Il
confronto con la classe sociale d'appartenenza mette invece in luce valori
più alti della media soprattutto tra i figli dei lavoratori autonomi,
probabilmente per effetto della collaborazione dei ragazzi all'attività
familiare.
Nel complesso, i ragazzi intervistati dispongono mediamente di 175.000 lire
al mese, anche se si osserva comunque una certa variabilità dei budget: su
dieci ragazzi, due possono contare solo su 50.000 lire al mese, tre su un
massimo di 100.000 lire ed altri quattro su un importo compreso tra le 100
e le 300.000 lire, a fronte di uno solo che può disporre di una cifra
maggiore. Si nota anche che la somma disponibile varia in funzione del
genere: le ragazze risultano mediamente più svantaggiate, potendo contare
su una quantità di denaro inferiore (in media 159.000 lire contro 192.000)
(Tab. 5).
TAB. 5. SOMMA TOTALE DI DENARO DISPONIBILE MENSILMENTE (PERCENTUALE DI
INTERVISTATI SUL TOTALE E PER GENERE.
N = 900)
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
Fino a 50.000
20,1
19,8
20,5
50.000-100.000
29,5
29,0
29,9
101.000-200.000
27,9
25,4
30,1
201.000-300.000
10,6
11,6
9,7
301.000-500.000
6,3
6,7
6,0
17
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Oltre 500.000
Tot.
Media
5,6
7,5
3,9
100
100
100
175.0
192.0
159.0
00
00
00
Alla determinazione della quantità di denaro disponibile concorrono, come
abbiamo visto, diverse fonti: la quota più importante deriva comunque dai
trasferimenti dai genitori. Questi coprono da soli, nella maggioranza dei
casi, più del 50% delle entrate, con un importo medio pari a 90.000 lire al
mese, cifra che sale a 94.000 lire tra i maschi e scende a 86.000 tra le
ragazze, nonostante in entrambi i casi la moda sia comunque di 50.000 lire.
La somma di denaro elargita dai genitori non presenta sostanziali variazioni
di importo in riferimento all'origine sociale della famiglia: i divari sono in
genere contenuti in qualche decina di migliaia di lire. Differenze, sempre
all'ordine di poche decine di migliaia di lire, emergono anche confrontando i
dati in base alle caratteristiche del nucleo familiare: in particolare chi è figlio
unico riceve in media 100.000 lire al mese, contro le 87.000 di chi ha invece
fratelli e/o sorelle.
Per quanto riguarda invece le altre fonti di entrata, oltre all'apporto fornito
dai genitori, un ruolo importante è occupato dai contributi offerti dai nonni
e dagli altri parenti, anche in virtù del fatto che si tratta di consuetudini che,
come abbiamo visto, coinvolgono, almeno in occasione dei compleanni e
delle feste, la quasi totalità degli intervistati, con un importo medio mensile
pari a 64.000 lire; in questo caso, non risultano differenze degne di nota tra
maschi e femmine.
Con riferimento, infine, al reddito derivante dai "lavoretti", è necessario
premettere che si tratta di introiti che presentano una notevole variabilità
negli importi. Infatti, pur percependo in media 156.000 lire al mese, la
maggioranza dei ragazzi (51,9%) non ne guadagna comunque più di
100.000, con un differenziale tra maschi e femmine piuttosto ampio dal
momento che le giovani guadagnano in media il 35% in meno dei ragazzi
18
Gli adolescenti e l’uso del denaro
(124.000 lire contro 196.000). E' inoltre interessante notare come il
sostegno economico offerto dai genitori si riveli determinate anche in
queste situazioni, dal momento che, su dieci giovani che svolgono
un'attività fuori casa, per quasi quattro il guadagno personale contribuisce
al massimo ad un quarto della somma totale disponibile e per altri tre non
supera comunque il 50% delle entrate. Diversamente, solo per una
ridottissima
minoranza
(3%),
il
denaro
mensile
disponibile
coincide
completamente con gli introiti personali, con un importo però decisamente
superiore e pari, in media, a 503.000 lire al mese. Il contributo personale
dei ragazzi assume un peso determinante solo per gli esborsi riguardanti gli
svaghi, sebbene non risultino completamente esentati dal collaborare anche
ad altre spese, soprattutto a quelle per l'abbigliamento ed i trasporti (tab. 6).
TAB. 6. QUANDO DEVI SOSTENERE UNA DELLE SEGUENTI SPESE PAGHI TUTTO TU CON I
TUOI SOLDI O TI AIUTANO I TUOI GENITORI? (DISTRIBUZIONE PERCENTUALE PER
RIGA.
N = 900)
TUTTO IO
PREVALEN
FACCIAMO
PREVALEN
TUTTO I
-TEMENTE
A METÀ
-TEMENTE
GENITORI
IO
Spese per il divertimento (uscite 36,0
I GENITORI
30,5
11,3
11,0
11,2
8,0
6,1
21,5
53,3
con amici, cinema, sport)
Spese
per
i
trasporti
(autobus, 11,0
benzina per il motorino ecc.)
Spese per vacanze o gite
2,6
3,9
10,1
23,7
59,7
Spese per l’abbigliamento
2,5
7,3
18,5
35,6
36,1
Spese per la scuola (cancelleria,
0,5
3,5
3,4
22,7
69,9
libri ecc.)
Queste modalità di ripartizione delle spese tra genitori e figli si presentano
diffuse tra tutti i giovani intervistati, anche se ovviamente sono rinvenibili
alcune differenze. In particolare, per alcune categorie di spesa (trasporti,
divertimenti, vacanze e gite) il sostegno offerto dai genitori risulta
relativamente
più
frequente
tra
le
femmine
rispetto
ai
maschi
-
probabilmente per effetto della minore quantità di denaro a loro
19
Gli adolescenti e l’uso del denaro
disposizione - evidenziando quindi un grado inferiore di autonomia negli
acquisti da parte delle ragazze.
La capacità di spesa che si realizza attraverso il contribuito dei genitori non
sembra invece variare particolarmente in funzione della classe sociale
d'appartenenza, se non in riferimento alle spese per l'abbigliamento dove,
all’interno dei ceti sociali superiori, si presenta più numerosa la quota di
quanti vedono prevalere, in tutto o in parte, il contributo dei genitori.
Sostanziali variazioni nella ripartizione delle spese tra genitori e figli non si
riscontrano neanche confrontando gli adolescenti che svolgono delle piccole
attività fuori casa, rispetto a quanti non possono contare su questo genere
di
introiti.
Piccole
differenze
si
osservano
solo
per
le
categorie
"abbigliamento" e "vacanze e gite", dove - tra i ragazzi con occupazioni
extra-domestiche ed, in particolare modo, tra coloro che hanno dichiarato
un guadagno superiore alle 300.000 lire mensili - risulta più alta la quota di
chi vi provvede in tutto, o principalmente, in modo autonomo.
Passando ad esaminare il grado di autonomia degli adolescenti in rapporto
alla gestione delle loro disponibilità finanziarie, i dati mettono in luce come
solo una esigua minoranza dipenda totalmente dai genitori, avendo
l'obbligo di consultarli sempre prima di effettuare delle spese. La quasi
totalità degli intervistati può dunque contare su un regime abbastanza
autonomo di spesa, anche se nella maggior parte dei casi è presente
qualche forma di controllo, dovendo comunque chiedere il permesso ai
genitori prima di fare acquisti che esulano dalle piccole necessità quotidiane
o essendo tenuti a giustificare le proprie spese. Va comunque registrato che
tre ragazzi su dieci dichiarano che non devono in nessun caso rendere conto
ai propri genitori delle spese che sostengono.
Approfondendo l'analisi si nota come i ragazzi con una bassa estrazione
sociale siano mediamente meno liberi di disporre dei propri soldi senza
dovere in qualche modo renderne conto ai loro genitori. Anche rispetto al
genere si osservano differenze, con le ragazze che in media dispongono di
una minore autonomia, sebbene i divari tra le due distribuzioni si presentino
abbastanza ridotti. Si tratta inoltre di consuetudini che dimostrano una certa
relazione con l'età, in quanto tra i più giovani sussiste in genere un maggior
controllo: può decidere liberamente del proprio denaro il 45% dei ragazzi
più grandi, contro il 25% registrato tra i quindicenni. Infine, è interessante
notare che chi riceve del denaro dai genitori senza una scadenza fissa è
20
Gli adolescenti e l’uso del denaro
relativamente meno autonomo degli altri nelle spese (può disporne
liberamente il 24% contro il 37% rilevato tra quanti ricevono un contributo a
scadenza regolare).
Rispetto al denaro a loro disposizione, i giovani intervistati si dichiarano
mediamente abbastanza soddisfatti; la piena soddisfazione coinvolge
comunque una minoranza del campione (11%), mentre gli insoddisfatti
ammontano al 17% del totale. Si tratta inoltre di atteggiamenti che
presentano una scarsissima variabilità sia per sesso che per modalità con
cui viene erogato il denaro da parte dei genitori (con o senza una scadenza
fissa), nonché tra quanti dichiarano di svolgere dei lavoretti fuori casa e
quanti no.
Qualche differenza emerge in relazione all'età degli intervistati; infatti tra i
ragazzi di terza il 23% giudica poco il denaro a disposizione, contro il 13%
rilevato tra i frequentanti la seconda classe. Differenze si notano anche in
relazione alle disponibilità economiche della famiglia, al crescere delle quali
si osserva anche un aumento – peraltro abbastanza contenuto – della quota
di ragazzi che ritengono sia molto il denaro a loro disposizione.
Da
segnalare
comunque
come
non
sembri
sussistere
una
stretta
correlazione tra la percezione soggettiva del denaro a disposizione e la cifra
realmente disponibile. Infatti se chi giudica "molto" il denaro a disposizione
può contare mediamente su 275.000 lire, non esiste praticamente
differenza nella cifra dichiarata da chi lo ritiene sufficiente (160.000 lire in
media) rispetto a chi lo considera insufficiente (176.000 lire in media). Il
giudizio sull'adeguatezza o meno della somma disponibile sembra quindi
dipendere, più che dalle caratteristiche socio-anagrafiche e dall'entità
dell'importo in sé, dal valore relativo che esso assume in rapporto alle
esigenze dei ragazzi.
4. Consumi e comportamenti negli acquisti
Dopo
avere
preso
in
esame
le
conoscenze,
gli
stereotipi
e
le
disponibilità di denaro da parte degli adolescenti, in questo capitolo si
farà una breve incursione nel mondo delle spese e dei consumi.
21
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Esaminando quanto e cosa consumino gli adolescenti lombardi, possiamo
osservare come, nel mese precedente la rilevazione, quasi la metà degli
esborsi (esclusa la categoria altro) sia stata riservata ad acquisti per
l'abbigliamento ed un 20% a spese per i divertimenti. In entrambi i casi si
tratta di consumi che presentano un elevato grado di diffusione, avendo la
maggioranza degli intervistati destinato a questo tipo di spese risorse, con
importi pari, in media, a 150.000 lire per l'abbigliamento ed a 40.000 lire
per gli svaghi. Anche la musica (acquisto di Cd, cassette, biglietti per
concerti, ecc.) assume una dimensione privilegiata, con la metà circa degli
intervistati che ha effettuato questo genere di acquisti, con una spesa che
nella maggioranza dei casi non supera le 50.000 lire. Seguono poi lo sport
(attrezzature ed eventi sportivi) e gli hobby, per i quali hanno destinato dei
soldi rispettivamente il 36% ed il 31% dei ragazzi, con un importo medio
pari, rispettivamente, a 50.000 e 30.000 lire. Il fanalino di coda dei consumi
giovanili è invece rappresentato dalle spese per i libri (ad esclusione dei testi
scolastici) affrontate solo da circa due ragazzi su dieci, con una spesa che
ammonta in media a 20.000 lire.
I successivi dettagli dell'analisi evidenziano una sostanziale omogeneità
nella struttura dei consumi, anche se sussistono, ovviamente, alcune
differenze connesse alle diverse disponibilità economiche delle famiglie, la
cui incidenza risulta peraltro piuttosto modesta e limitata ad alcune voci di
spesa. In particolare è interessante notare come siano soprattutto i consumi
per la musica, i libri e gli hobby ad evidenziare differenze tra i diversi strati
sociali: tra i figli dei ceti superiori infatti risulta mediamente più bassa la
quota di esclusi da queste categorie di acquisti. Svago e abbigliamento
rappresentano invece delle categorie fortemente unificanti, in quanto non si
rilevano differenze dovute alla classe sociale, né in riferimento al grado di
diffusione, né al livello di spesa.
Alla richiesta di indicare a quale categoria di acquisti destinassero
generalmente la maggior parte dei loro risparmi, si osserva come gli
adolescenti intervistati pongano al primo posto i divertimenti - anche
perché si tratta di spese che, come abbiamo visto, vengono più
frequentemente autofinanziate - seguiti a breve distanza dall'abbigliamento.
22
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Diversamente, solo due giovani su dieci indirizzano prevalentemente le
proprie risorse sul consumo di musica, mentre è ancora più bassa la quota
di chi privilegia lo sport, gli hobby e soprattutto i libri (tab. 7).
TAB. 7. IN GENERALE PER QUALI DELLE SEGUENTI CATEGORIE DI ACQUISTI SPENDI LA
MAGGIOR PARTE DEI TUOI RISPARMI? (PERCENTUALE DI INTERVISTATI SUL TOTALE
DEL CAMPIONE E PER GENERE.
N = 900 POSSIBILI DUE RISPOSTE)
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
Divertimenti
67,3
65,7
68,7
Abbigliamento ed accessori
58,2
39,6
74,2
Musica
23,0
26,6
19,9
Sport
13,9
19,9
8,6
Hobby
9,7
16,1
4,2
Libri (ad esclusione dei testi scolastici)
3,6
3,8
3,3
Altro
8,4
10,7
6,4
In riferimento alle categorie preferenziali d'acquisto si osservano tuttavia
alcune interessanti variazioni legate all'età ed al genere. Al riguardo, il
confronto tra maschi e femmine evidenzia una netta differenza tra le
distribuzioni soprattutto in riferimento all'abbigliamento, con il 74% delle
ragazze che dichiara di dedicare la maggior parte delle proprie risorse
finanziarie a questa categoria di acquisti, contro il 40% registrato tra i
ragazzi. Differenze tra i due sessi, con scarti comunque più contenuti, si
osservano anche in riferimento alla musica, agli hobby ed allo sport, che
rappresentano
tipologie
di
spesa
mediamente
più
privilegiate
dalla
componente maschile. In aggiunta si può notare un'evoluzione dei consumi
al crescere dell'età, dal momento che l'interesse dei ragazzi più grandi si
concentra maggiormente sui divertimenti a scapito dei consumi per la
musica, gli sport e gli hobby, anche se in entrambi i casi svaghi ed
abbigliamento restano i fattori di spesa più consistenti.
Considerando, infine, il rapporto tra consumi e risparmio in base alla
diffusione di alcuni comportamenti attuati negli acquisti, la maggior parte
23
Gli adolescenti e l’uso del denaro
dei ragazzi bada comunque alla convenienza. Circa i due terzi degli
intervistati dichiarano infatti di confrontare frequentemente i prezzi tra i
diversi negozi prima di fare acquisti, mentre altri, seppure siano solo una
minoranza, affermano di aspettare i saldi. Meno diffusa appare invece
l'abitudine ad effettuare spese nei mercati rionali o a procedere all'acquisto
considerando solo la convenienza e non la qualità o la marca. Da
sottolineare, infine, come circa la metà del campione dichiari di fare
frequentemente acquisti non programmati, evidenziando la diffusa presenza
di consuetudini che appaiono orientate verso una minore cautela nelle spese
e quindi nella gestione del denaro.
I confronti con le principali caratteristiche socioanagrafiche degli intervistati
evidenziano nella diffusione di questi comportamenti una relazione legata
alle differenti capacità di spesa: si nota una maggiore attenzione negli
acquisti tra le ragazze (che, come abbiamo visto, dispongono mediamente
di risorse economiche minori rispetto ai ragazzi) nonché tra i giovani che
appartengono agli strati sociali più bassi e tra quanti ritengono comunque
scarsa la quantità di denaro a loro disposizione.
24
Gli adolescenti e l’uso del denaro
5. Gli atteggiamenti verso il risparmio e la
propensione al consumo ed al risparmio
Cicale o formiche? Come sono gli adolescenti lombardi?
Nonostante le differenze di genere rilevate nell’educazione all’oculatezza,
né maschi né femmine intravedono una reale o necessaria prospettiva di
risparmio: il possesso di denaro è connesso solo alla realizzazione di
progetti a breve termine, di conseguenza nessuno risparmia. Le differenze
di genere riemergono rispetto alle modalità di spesa: mentre i maschi
spendono meno ma più spesso, le femmine spendono meno spesso ma
molto di più. Le ragazze parrebbero quindi più capaci dei maschi di differire
il soddisfacimento di un desiderio in vista di un vantaggio futuro.
Nel dettaglio, i ragazzi sono più propensi alle spese di impulso, nelle quali
la soddisfazione del piacere è immediata (mangiare, bere, sigarette, bar), le
femmine sarebbero più propense ad accumulare le somme necessarie per
realizzare l’acquisto di capi di abbigliamento particolarmente ambiti.
Il tema del look per le femmine è in primissimo piano, inteso sia come cura
del corpo (estetista, parrucchiere, trucchi), sia come attenzione ai capi di
vestiario la cui scelta impegna il gruppo delle amiche in approfondite
discussioni. Sono inoltre menzionati dalle femmine anche i regali per le
amiche, atti a rendere esplicito e più solido il legame fra ragazze, e i libri,
oggetto che prevede capacità di concentrazione e di riflessione.
L’universo maschile parla un’altra lingua: muoversi, esplorare, spostarsi, poi
stare con gli amici maschi, trasgredire e rischiare, infine soddisfare i piaceri
sensuali.
Tuttavia dai dati emerge che nonostante quanto dichiarato a proposito del
loro rapporto nei confronti del denaro, dove la maggioranza rivela una
scarsa attenzione verso il risparmio, i dati riferiti alla pratica quotidiana
25
Gli adolescenti e l’uso del denaro
sembrano delineare un quadro ben diverso. Infatti, solo un quarto dei
giovani spende tutto il denaro che mensilmente gli viene elargito dai
genitori e parenti o derivante da piccoli introiti personali, mentre il restante
75% ne accantona comunque una parte o per acquisti futuri o per risparmio.
Quest'ultimo comportamento risulta mediamente più diffuso tra i ragazzi, a
fronte di una quota più numerosa di ragazze che mettono da parte del
denaro per i consumi, mentre la percentuale di quanti dichiarano di
spendere tutto il denaro a loro disposizione si presenta pressoché identica
tra i due sessi.
Il fatto di spendere o risparmiare il denaro a disposizione dipende anche da
qual è la quota effettivamente disponibile, ma con un effetto inverso per cui,
al crescere della disponibilità, sembra essere associata una maggiore
propensione a spendere tutto ciò di cui si dispone. Non a caso, infatti tra
coloro che dichiarano di spendere tutto il loro denaro la disponibilità media
è di 216.000 lire, contro le 145.000 di chi invece ne accantona una parte
per gli acquisti e le 175.000 di chi ne riserva una quota al risparmio. Si
tratta comunque di un fenomeno tipico esclusivamente della componente
maschile, dove il differenziale nella somma disponibile tra chi accantona
(per acquisti o per risparmio) e chi spende tutto raggiunge le 107.000 lire,
contro le 8.000 registrate tra le ragazze.
Che il risparmio sia comunque importante secondo l’opinione dei ragazzi
intervistati è dimostrato dal fatto che di fronte ad una domanda specifica e
diretta sono pochi gli intervistati che attribuiscono a questa pratica poca o
nessuna importanza. Il confronto tra maschi e femmine evidenzia anche in
questo caso una maggiore sensibilità della componente maschile, dove la
quota di quanti giudicano indispensabile o molto importante risparmiare
raggiunge il 53% contro il 43% registrato tra le ragazze.
Riguardo alle motivazioni sottostanti al valore attribuito al risparmio,
qualche utile indicazione ci viene offerta analizzando le risposte alla
domanda relativa alla principale funzione che i giovani intervistati ritengono
possa essere svolta dal risparmio con riferimento al loro futuro. A questo
riguardo è interessante notare come, in una prospettiva a lungo termine,
26
Gli adolescenti e l’uso del denaro
negli atteggiamenti verso il risparmio prevalga il senso del dovere e della
responsabilità, dal momento che solo pochissimi ragazzi (2%) sostengono di
non dovere necessariamente risparmiare, soprattutto se avranno un lavoro
in grado di assicurare loro un'entrata fissa di denaro.
La maggioranza del campione ritiene dunque di dovere risparmiare una
volta divenuti adulti, principalmente per allontanare l’insicurezza, sia
quotidiana (per far fronte agli imprevisti: 32%), che a lungo termine (per
garantirsi una rendita in grado di consentire un buon tenore di vita: 28%).
Circa tre ragazzi su dieci indirizzano invece il risparmio verso qualche forma
di progettualità, finalizzandolo alla realizzazione di obiettivi di studio,
lavoro e matrimonio. Resta da aggiungere come la concezione del risparmio
diretta esclusivamente al consumo, caratterizzi una netta minoranza degli
adolescenti, dal momento che solo uno su dieci ritiene di dovere risparmiare
essenzialmente per migliorare la propria capacità di spesa in vista di
acquisti importanti (auto, moto ecc) (tab. 8).
TAB. 8. QUANDO LAVORERAI PENSI DI DOVERE RISPARMIARE E PRINCIPALMENTE PERCHÉ?
(PERCENTUALE DI INTERVISTATI SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER GENERE. N =
900)
Si, per avere in futuro una rendita che mi
TOTALE
MASCHI
FEMMINE
27,7
29,8
25,9
11,6
15,6
8,1
27,2
22,0
31,8
31,6
29,5
33,6
1,8
3,2
0,7
consenta un buon tenore di vita
Si, per avere in futuro una somma che mi
permetta acquisti/spese importanti (auto,
moto ecc.)
Si, per utilizzarlo in futuro per qualche
progetto importante di studio, di lavoro, di
matrimonio ecc.
Si,
perché
bisogna
sempre
avere
a
disposizione una riserva di denaro in caso
di imprevisti
No,
non
penso
affatto
di
dovere
necessariamente risparmiare, soprattutto
se avrò un lavoro in grado di assicurarmi
27
Gli adolescenti e l’uso del denaro
un’entrata fissa di denaro
Per sondare la propensione al risparmio ed al consumo, ai ragazzi è stato
chiesto di indicare le quote che destinerebbero per acquisti e risparmio se
potessero disporre per effetto di una vincita, di un regalo straordinario,
oppure di un'eredità di 500.000 lire, 5 e 50 milioni. Al crescere della cifra
disponibile aumenta sensibilmente la percentuale destinata al risparmio. In
media, con un importo di 500.000 lire la quota risparmiata sarebbe circa la
metà
(51%),
mentre
su
5.000.000
salirebbe
al
65%,
aumentando
ulteriormente al 72% su un importo di 50.000.000. Non mancano tuttavia i
consumatori e, soprattutto, i risparmiatori più convinti, con il 38,6% del
campione che destinerebbe sempre una quota prevalente al risparmio
indipendentemente dalla cifra ed il 10,4% che riserverebbe comunque
sempre una quota maggioritaria agli acquisti.
La
netta
propensione
al
risparmio
riscontrata
tra
gli
adolescenti
intervistati, pur non presentando sostanziali variazioni per genere ed
origine sociale, si rivela piuttosto correlata con l'atteggiamento che i
ragazzi hanno nei confronti del denaro e del risparmio. In particolare, il
dettaglio dell'analisi evidenzia un calo delle percentuali dedicate al
risparmio al decrescere dell'importanza ad esso assegnata. Analogamente,
in relazione al rapporto che i giovani dichiarano di avere con il denaro, al
crescere
del
grado
di
attenzione
posto
nello
spendere,
aumenta
progressivamente anche la percentuale di denaro riservata al risparmio,
con divari tra le distribuzioni che permangono anche al variare dell'importo
pur riducendosi di entità.
A prescindere dalle differenze sopracitate, è comunque interessante notare
come la propensione al risparmio non sembri sminuirsi completamente
neanche tra la minoranza del campione che sembra maggiormente orientata
a dedicare una scarsa attenzione alla gestione delle proprie risorse
monetarie. Infatti, la quota riservata al risparmio dagli adolescenti che
manifestano questo tipo di orientamenti e comportamenti si attesta
comunque oltre il 50% per importi superiori alle 500.000 lire. Elemento che
costituisce un’ulteriore riprova dell'elevato grado di diffusione e di
28
Gli adolescenti e l’uso del denaro
radicamento della propensione al risparmio anche tra le leve più giovani
della popolazione lombarda.
29
Gli adolescenti e l’uso del denaro
6. Forme e pratiche di risparmio:
il denaro depositato
Per
quanto attiene, infine, al grado di diffusione tra gli adolescenti delle
modalità classiche di risparmio, rappresentate dal denaro depositato presso
gli istituti bancari e postali, occorre innanzitutto osservare come la
disponibilità di depositi accomuni una buona parte degli adolescenti
intervistati; sei ragazzi su dieci si dichiarano, infatti, in possesso di un
libretto di risparmio e/o titolari di un conto corrente. In merito alle singole
modalità di risparmio i libretti bancari si configurano come lo strumento
largamente più diffuso (44%), seguiti a distanza dai conti correnti bancari
(21%) e dai libretti postali (18%). Il possesso o meno di questi strumenti
varia in funzione della disponibilità di risorse economiche e culturali della
famiglia d'origine: tale pratica risulta più frequente tra i ceti superiori e tra i
giovani con un migliore background culturale familiare.
E' inoltre interessante notare che chi non è attualmente titolare di un libretto
o di un conto corrente, nella stragrande maggioranza dei casi, non ha mai
usufruito di queste opportunità. Diversamente, solo il 6,5% è stato in
passato intestatario di uno di questi strumenti senza esserlo
più
attualmente.
Considerando le caratteristiche di quanti risultano attualmente in possesso
di depositi bancari e postali, occorre in primo luogo osservare che nella
maggiore parte dei casi la titolarità si riferisce ad un unico strumento,
principalmente un libretto bancario (64%). La plurititolarità coinvolge circa
tre titolari su dieci per i quali, al possesso di un libretto (postale o bancario),
è in genere associato un conto corrente.
Andando ad indagare chi ha deciso l'apertura, il momento dell’apertura (età
ed occasione) e la frequenza nei versamenti relativi ai singoli strumenti di
risparmio, il primo elemento su cui riflettere è dato dalla quota elevata di
quanti non sanno rispondere alle domande sopra citate. Questo fenomeno
mette in luce quanto sia scarsa la partecipazione dei ragazzi rispetto a
30
Gli adolescenti e l’uso del denaro
queste scelte. Resta tuttavia da sottolineare un maggiore livello di
disinformazione tra i possessori di conti correnti, fattore che ci induce a
considerare i dati relativi a questi titolari non del tutto esenti da effetti di
sovrastima dovuti, probabilmente, alla tendenza ad annoverare tra gli
strumenti di risparmio posseduti anche il conto corrente familiare.
A prescindere da queste doverose precisazioni, dall'analisi delle risposte di
quanti sono stati in grado di fornire informazioni in merito agli aspetti
considerati, si può innanzitutto notare come l'iniziativa di intestare dei
depositi ai ragazzi sia attribuibile soprattutto ai genitori, indipendentemente
dalla forma di risparmio prescelta. Inoltre, si tratta di pratiche che nel caso
dei libretti vengono in genere avviate nell'età preadolescenziale (in media a
9 anni), mentre per i conti correnti l'età è ovviamente più elevata (14 anni).
Anche per quanto riguarda le occasioni che hanno portato alla titolarità dei
diversi strumenti si registra una sostanziale omogeneità nelle risposte, con i
compleanni e gli avvenimenti importanti (che nel caso dei libretti coincidono
per lo più con la nascita o il battesimo e la comunione) a rappresentare gli
eventi più ricorrenti. In merito alla periodicità dei versamenti, nella maggior
parte dei casi vengono effettuati con una certa regolarità (più volte all'anno
anche se non tutti i mesi), senza particolari differenze rispetto alla forma di
risparmio prescelta.
Per ciò che concerne infine l'importo dei risparmi depositati, anche in questo
caso, quasi tre ragazzi su dieci non sono in grado di rispondere, a riprova di
quanto sia scarsa in generale la conoscenza che i ragazzi hanno dei propri
risparmi e di quanto sia basso il livello di coinvolgimento e di partecipazione
a queste scelte. Tra quanti sono invece in grado di precisare l'ammontare
della somma depositata, la maggioranza indica importi compresi tra uno e
cinque milioni di lire. La quantità dei risparmi dei ragazzi non sembra
comunque dipendere dal grado di disponibilità delle risorse familiari, in
quanto non si osservano differenze significative nel confronto con l'origine
sociale.
31
Gli adolescenti e l’uso del denaro
7. Il denaro domani: progetti e responsabilità
nel regno dei soldi guadagnati
Gli adolescenti, che si descrivono come “cicale”, si immaginano di diventare
“formiche” dieci anni dopo: le spese voluttuarie e d’impulso lasceranno
spazio alla valorizzazione di beni durevoli e la spensieratezza cederà il
primato a una pensosa seriosità.
Il denaro dei ventisei anni, infatti, non sarà mai regalato, ma sempre
guadagnato. Sia chi pensa di andare a vivere da solo (la maggioranza), sia
chi si immagina ancora in famiglia, intende aver realizzato una completa
autonomia economica dai genitori. Ognuno si suderà i suoi soldi e ci
penserà due volte prima di sperperarli.
Gli oggetti di consumo e la cultura del denaro, visti in prospettiva,
cambieranno radicalmente: il risparmio diverrà un valore per tutti.
L’acquisto di una casa e un’automobile sono infatti obiettivi comuni così
come gli investimenti realizzati in funzione del proprio lavoro, della famiglia
e dei figli. Le spese del futuro citate da maschi e femmine sono assai simili e
coincidono sostanzialmente con gli impegni di una famiglia media: casa,
tasse, affitto, bolletta della luce, gas, telefono, mangiare, macchina, lavoro,
figli, famiglia, mutuo. L’area delle spese per il divertimento ne risulterà
pertanto compressa, anche se molti citano i viaggi e le vacanze.
E’ una immagine mesta e impiegatizia quella che pervade il ritratto di
famiglia dei sedicenni dieci anni dopo: i soldi saranno sempre più
importanti, sempre più schiaccianti le responsabilità.
Oppressi da mutui, bollette e tasse, i sedicenni di domani riusciranno a
ritagliarsi anche un’area per il piacere?
Qui le risposte di maschi e femmine si differenziano.
32
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Per le ragazze il piacere sarà la bellezza, le spese per l’abbigliamento, ma
anche la maternità e i figli insieme ai centri estetici. Dove il codice
femminile-seduttivo, prevalente nelle adolescenti, si affianca al codice
materno portatore dei valori dell’accudimento dei figli. I valori della
maternità e della cura dei figli insieme alla cura di sé sono collocati tutti
insieme, dalle femmine, nell’area del piacere. Il tempo delle madri dolorose
e sacrificali sembra passato per lasciare spazio a una nuova figura di madre
che non recede dall’intento di occuparsi comunque anche di se stessa. La
prospettiva di avere responsabilità materne influenza anche i valori che
l’universo femminile associa al risparmio, essi sono prevalentemente relativi
alla sicurezza.
Per i maschi l’area delle spese è più vasta e differenziata: rimarranno le
attività ludiche del gruppo monosessuale maschile e le trasgressioni, infine
sarà confermata l’area infantile e grandiosa, inoltre nel futuro troverà spazio
anche l’area della seduzione virile.
Uniti nelle responsabilità della vita adulta i maschi e le femmine resteranno
diversi nell’area del piacere nella quale i valori della virilità e della
femminilità si esprimono, differenziandosi con forza.
33
Gli adolescenti e l’uso del denaro
8. Conclusioni
Sintetizzando
brevemente i principali elementi emersi dalla ricerca, occorre
in primo luogo osservare come il valore attribuito al risparmio e la
propensione a risparmiare risultino radicati e diffusi anche tra gli strati più
giovani della popolazione lombarda, configurandosi anche come fenomeni
in
grado
di
uniformare
gli
orientamenti
indipendentemente
dall'appartenenza sociale. L'importanza assegnata dai giovani al risparmio si
riflette inoltre sui comportamenti di spesa, rilevandosi centrale per la
comprensione di alcuni atteggiamenti e strategie di consumo.
Nonostante la propensione al risparmio risulti piuttosto radicata, è
necessario osservare come al riguardo sia visibile una certa discrepanza tra
atteggiamenti e comportamenti. In particolare, i ragazzi pur ritenendo di
possedere in genere una scarsa inclinazione al risparmio, nella pratica
manifestano nella gestione del loro denaro una netta propensione a
risparmiare; sono pochi, infatti, coloro che dichiarano di spendere tutto il
denaro a disposizione. L'apparente contraddizione riflette probabilmente la
percezione di un divario tra le reali modalità di utilizzo del denaro nella
quotidianità ed il modello ideale di gestione delle risorse proposto dai
genitori, attraverso i continui ammonimenti al risparmio; con il risultato che
i ragazzi ritengono di risparmiare meno di quello che dovrebbero, consci
anche del carattere frequentemente impulsivo dei loro comportamenti di
spesa.
Il risparmio rappresenta comunque, per la stragrande maggioranza degli
adolescenti, un valore importante, una pratica considerata necessaria una
volta divenuti adulti, in base a motivazioni che appaiono abbastanza
tradizionalistiche, dettate soprattutto da sentimenti di incertezza e di
preoccupazione per il futuro, contro i quali prevale il senso del dovere e
della responsabilità.
Pur attribuendo valore al risparmio, i ragazzi ne parlano comunque poco sia
con gli amici che con i propri i genitori, mentre le conversazioni riguardanti
34
Gli adolescenti e l’uso del denaro
il denaro a disposizione e gli acquisti risultano decisamente più frequenti in
entrambi gli ambiti relazionali. Anche a causa della scarsità di occasioni di
confronto con i genitori sulle tematiche concernenti investimenti e risparmi,
gli adolescenti si dimostrano decisamente poco informati in materia:
significativo è che il 30% non sa come si ottiene un libretto di assegni o
l'80% non ha idea di cosa sia un titolo obbligazionario, solo per citare alcuni
esempi. Siamo di fronte quindi ad una generazione che non viene informata
e che è comunque poco interessata a documentarsi autonomamente, come
dimostra la bassa propensione riscontrata per la lettura della stampa
specializzata.
Tra i ragazzi si osserva in genere una scarsa conoscenza e consapevolezza
non solo in riferimento alle forme di investimento, ma anche nei confronti
degli strumenti di risparmio personali, nonostante la diffusa disponibilità di
depositi
bancari
e
postali;
questo
elemento
evidenzia
uno
scarso
coinvolgimento e partecipazione dei ragazzi a queste decisioni che vengono
prese nella maggior parte dei casi dai genitori.
Per quanto attiene alle disponibilità finanziarie, la quasi totalità degli
adolescenti lombardi riceve un contributo economico dai genitori - senza
sostanziali variazioni di importo tra i diversi ceti sociali, anche per effetto
dell'elevata omogeneità riscontrata nella struttura dei consumi - al quale in
genere si aggiungono degli "extra" piuttosto consistenti. L'elargizione di
denaro al posto di doni in corrispondenza di compleanni e festività natalizie
è, infatti, decisamente molto frequente, tanto da potere ravvisare la generale
tendenza a monetizzare ogni occasione di scambio simbolico.
In virtù della buona disponibilità di denaro, grazie anche alla generosa
distribuzione di genitori e parenti, gli adolescenti possono contare su un
regime relativamente autonomo di spese e di consumi, almeno per quanto
riguarda le piccole necessità quotidiane, dal momento che solo una
minoranza può comunque disporre senza alcun vincolo dei propri soldi. I
ragazzi, viceversa, sembrano avere bisogno di più ampi spazi di autonomia
economica, nonché ovviamente anche di maggiori risorse monetarie,
essendo piuttosto numerosa la quota di coloro che ricercano fonti autonome
35
Gli adolescenti e l’uso del denaro
di reddito - da destinare soprattutto ai divertimenti - decidendo di svolgere
dei piccoli lavori fuori casa. Occorre tuttavia precisare che a questa età il
sostegno economico offerto direttamente dai genitori si rivela determinante
praticamente per tutti i ragazzi, anche perché la capacità di spesa risulta
comunque superiore alle loro disponibilità; conseguentemente buona parte
dei consumi viene soddisfatta attraverso il ricorso al reddito familiare.
36
Gli adolescenti e l’uso del denaro
Nota metodologica
FASE QUANTITATIVA
¾ Il campione
Il
campione coinvolto nell’indagine quantitativa è costituito da 882 giovani
frequentanti le classi seconde e terze di scuole medie superiori statali (licei,
istituti tecnici, commerciali e professionali) della Lombardia.
Le scuole coinvolte nelle rilevazioni sono state in totale 30 (45 classi) in
rappresentanza delle provincie lombarde.
¾ Il questionario di rilevazione
Lo strumento di rilevazione utilizzato per la ricerca è un questionario
strutturato costruito ad hoc. Le domande contenute del questionario sono in
totale 39 (domande chiuse a risposta unica, domande chiuse a risposte
multiple e domande aperte).
¾ Le rilevazioni sul campo
•
La rete di rilevazione, gestita e coordinata da IARD, era composta da
10 intervistatori istruiti appositamente nel corso di un briefing
preparatorio.
•
La somministrazione dei questionari è avvenuta direttamente nelle
classi dove i ragazzi hanno autocompilato i questionari sotto la
supervisione dell’intervistatore IARD.
•
La rilevazione è stata realizzata nel corso del mese di Dicembre 1999.
FASE QUALITATIVA
L’approfondimento qualitativo ha visto coinvolti circa 50 ragazzi intervistati
nel corso di 6 focus-group (4 a Milano e 2 a Brescia).
Le interviste di gruppo sono state condotte secondo la traccia di intervista
messa a punto con lo scopo di stimolare i partecipanti ad esprimersi sul
tema della ricerca.
I focus sono stati condotti nel mese di Dicembre 1999 da intervistatori
qualificati ed esperti nella realizzazione di interviste in profondità.
37
Gli adolescenti e l’uso del denaro
La ricerca è stata condotta da IARD con il contributo della Fondazione
CARIPLO.
IARD
IARD è un Istituto specializzato attivo dal 1961 nel campo della ricerca sui
processi culturali, educativi e formativi con approcci che integrano le
prospettive delle diverse scienze sociali.
Opera su tutto il territorio nazionale avvalendosi della sua struttura interna e
di un nutrito gruppo di collaboratori esterni, scelti fra i più noti esperti dei
vari settori disciplinari. Dispone di una propria, qualificata e collaudata rete
di intervistatori estesa capillarmente in tutte le province italiane, e di un
autonomo centro di calcolo per la trattazione dei dati.
Svolge per conto dei Ministeri degli Affari Esteri e della Pubblica Istruzione
attività di formazione e aggiornamento a favore del personale direttivo e
docente della scuola in Italia e nel mondo.
IARD è inoltre inserito in reti e consorzi internazionali in grado di fornire
consulenza e supporto tecnico alla realizzazione di ricerche-intervento per
conto dell’Unione Europea.
LE ATTIVITÀ DI RICERCA
Le attività IARD sono riconducibili a tre filoni principali di studio:
1. La condizione giovanile
2. Le politiche sociali
3. Gli interventi didattico-pedagogici
All’interno di ciascuna tematica, IARD conduce ricerche in ambiti diversificati
e attraverso molteplici metodologie: dalle indagini campionarie su
popolazioni estese di soggetti, alle indagini qualitative di tipo motivazionale
su target specifici, ai case-studies finalizzati all’analisi delle dinamiche
organizzative e di mercato, agli studi su dati secondari, alle ricerche
valutative.
IARD ha inoltre messo a punto una metodologia finalizzata alla verifica dei
risultati, in termini di efficienza ed efficacia, di progetti e sperimentazioni su
target diversificati.
I SERVIZI
IARD ha acquisito una notevole esperienza in alcuni campi specifici che non
si collegano, se non indirettamente, con la ricerca o con la produzione di
strumenti. IARD è pertanto in grado di:
38
Gli adolescenti e l’uso del denaro
¾ effettuare corsi di formazione e di aggiornamento di docenti e di
operatori
¾ organizzare convegni e seminari di studio
¾ organizzare e programmare itinerari didattici in mostre e fiere
¾ predisporre strumenti di rilevazione
¾ condurre interviste sul territorio nazionale
¾ elaborare dati
Quaderni IARD
QUADERNI DI APPROFONDIMENTO GIÀ DIVULGATI:
ANNO 1993
•
n. 1
Gli orientamenti religiosi (M. Rostan)
•
n. 2
La religiosità di fronte all’etica e alla politica (M. Rostan)
•
n. 3
I giovani e la cultura (A. Cavalli)
•
n. 4
Giovani Nord/Sud: vecchie differenze, nuove vicinanze (M. T.
Torti)
•
n. 5
La fiducia dei giovani nelle istituzioni. Diffusione e allocazione
di una risorsa scarsa
(G. Gobo)
•
n. 6
L’abbandono degli studi nella facoltà di Ingegneria. Il caso del
Politecnico di
Milano (F. Denti)
•
n. 7
L’abbandono degli studi nella facoltà di Architettura. Il caso
del Politecnico di Milano
(F. Denti)
•
n. 8
I Giovani e la voglia di cambiare. Il mutamento negli
atteggiamenti politici delle
nuove generazioni. Febbraio 1992 – Settembre 1993 (C. Buzzi e A.
de Lillo)
ANNO 1994
•
n. 1
Giovani donne di fronte al lavoro (F. Sartori)
•
n. 2
I giovani italiani e l’unione europea (A. Cavalli)
39
Gli adolescenti e l’uso del denaro
•
n. 3
Gli orientamenti politici dei giovani: un’analisi longitudinale
(A. de Lillo)
•
n. 4
I giovani e l’ecologia (C. Buzzi)
•
n. 5
Comunicazione sociale: una lezione dalla droga (A. Terzi)
ANNO 1995
•
n. 1
La famiglia “lunga”: il permanere dei giovani nella famiglia dei
genitori (R. Santoro)
•
n. 2
Insegnanti e valutazione: la scuola superiore di fronte
all’abolizione degli esami di
riparazione (IARD)
•
n. 3
I giovani e il pregiudizio etnico (A. Alietti)
•
n. 4
Fabbisogni formativi e inserimento lavorativo dei giovani
usciti dal circuito penale
(O. de Leonardis)
•
n. 5
La valutazione dell’efficacia dei percorsi terapeutici nelle
comunità residenziali per
ex tossicodipendenti (P. Bortolussi)
•
n. 6
I nuovi poveri in Lombardia. Sistemi di welfare a traiettorie di
esclusione sociale
(D. Benassi)
•
n. 7
Scelte cruciali. I giovani e i loro genitori di fronte alle scelte di
studio e di lavoro
(A. Cavalli)
ANNO 1996
•
n. 1
Giovani donne a confronto (N. Schmitz)
•
n. 2
Sport da bambini (F. Sartori)
•
n. 3
La diffusione della lingua italiana all’estero. Il metodo IARD.
Connubio tra tradizione
e innovazione (IARD)
•
n. 4
I giovani e l’impresa (M. Bucchi)
•
n. 5
Non più macaroni? L’alimentazione dei giovani (S. La Mendola)
•
n. 6
Quarto rapporto IARD sulla condizione giovanile in Italia
(IARD)
40
Gli adolescenti e l’uso del denaro
ANNO 1997
•
n. 1
Scienza, industria e ambiente. I giovani lombardi di fronte al
futuro (M. Bucchi)
•
n. 2
L’affettività nella prima adolescenza (S. Gilardi)
•
n. 3
I giovani e la voglia di lavorare (M. Bucchi)
•
n. 4
L’orologio della neo-mamma (F. Sartori)
•
n. 5
Il rapporto tra le giovani donne e il ginecologo (F. Sartori)
•
n. 6
Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (G.
Carraro e A. Devizzi)
•
n. 7
I giovani reggiani e le nuove tecnologie dell’informazione e
della comunicazione
(R. Fasol)
ANNO 1998
•
n. 1
I giovani e la musica. Echi sonori dalla Quarta Indagine IARD
(M.T. Torti)
•
n. 2
I giovani e le forze armate (R. Grassi)
•
n. 3
Giovani e insegnanti a confronto (C. Margheri)
•
n. 4
Informatica scuola e società (A. Devizzi)
•
n. 5
Idealisti, ma non troppo. Giovani e giustizia sociale verso il
duemila (G. Nevola)
•
n. 6
Una società neo-romantica? Valori e partecipazione tra i
giovani nelle ricerche IARD
(D. La Valle)
ANNO 1999
•
n. 1
Dalla scuola materna alla scuola elementare: prospettive del
quinto anno
(M. Saviotti)
•
n. 2
I giovani tra formazione professionale e lavoro:
l’apprendistato in Italia (M. Vinante )
•
n. 3
I bambini e l’uso del denaro (F. Sartori e B. Ongari)
41
Gli adolescenti e l’uso del denaro
•
n. 4
Internet e scuola (A. Devizzi)
•
n. 5
Gli insegnanti di fronte al cambiamento (G. Gasperoni)
•
n. 6
Un confronto tra giovani toscani e giovani lombardi (A.
Vitalini)
ANNO 2000
•
n. 1
Lettura e non lettura: insegnanti e studenti a confronto (F.
Biolcati-Rinaldi)
•
n. 2
Immagine del sociale degli insegnanti (C. Margheri)
•
n. 3
Nuove tecnologie e scuola (G. Argentin)
•
n. 4
Informatica e didattica. Internet, un ambiente di lavoro (A.
Devizzi)
•
n. 5
Quinto rapporto IARD sulla condizione giovanile in Italia
(AA.VV.)
•
n. 6
Gli adolescenti e l’uso del denaro (C. Dosso e E. Rosci)
Sono ora in corso di approfondimento e costituiranno argomento dei prossimi
quaderni le seguenti tematiche:
•
Ai protagonisti del 2000. I valori dei giovani lombardi (S. Abbruzzese)
•
TRYP: formazione professionale per i giovani adulti in carcere (A. Giasanti)
•
Flexibility: famiglia, istruzione e lavoro in Europa (G. Ballarino)
•
Temi e problemi dalla Quinta indagine IARD sulla condizione giovanile in Italia
(serie di quaderni)
42
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