Gli adolescenti e l’uso del denaro GLI ADOLESCENTI E L’USO DEL DENARO Supplemento a Laboratorio IARD n. 4 di Dicembre 2000 Rapporto a cura di Cinzia Dosso Elena Rosci Trimestrale a carattere scientifico di ricerca sociale Direttore responsabile: Annalisa Bianchi Stampato in proprio nel mese di Dicembre 2000 1 Gli adolescenti e l’uso del denaro Indice Premessa 3 1. Le informazioni ed il livello di conoscenza 4 2. Atteggiamenti e stereotipi verso il denaro 9 3. La disponibilità di denaro 12 4. Consumi e comportamenti negli acquisti 19 5. Gli atteggiamenti verso il risparmio e la propensione al consumo ed al risparmio 22 6. Forme e pratiche di risparmio: il denaro depositato 26 7. Il denaro domani: progetti e responsabilità nel regno dei soldi guadagnati 28 8. Conclusioni 30 Nota metodologica 32 IARD 33 Quaderni IARD 34 2 Gli adolescenti e l’uso del denaro Premessa Il rapporto che viene presentato nelle pagine che seguono è il risultato di un lavoro di ricerca sulla percezione del denaro tra i giovanissimi, che IARD ha sviluppato negli ultimi due anni con il contributo della Fondazione CARIPLO. Nel luglio del 1999 furono consegnati da IARD i risultati di una prima ricerca che tracciava il quadro del rapporto con il denaro da parte dei bambini delle ultime classi della scuola elementare. Anche in quella occasione fu utilizzato un approccio integrato tra metodi quantitativi e qualitativi, che aveva permesso di osservare il fenomeno secondo punti di vista diversi. In questa seconda rilevazione i riflettori vengono posti sulla coorte dei quindicenni e sedicenni che frequentano le scuole superiori della Lombardia. Lo spirito che ha mosso i ricercatori è il medesimo: individuare quale rapporto gioca il denaro nella vita quotidiana, con un taglio meno legato alle rappresentazioni e più al suo uso concreto in termini di conoscenze, spesa e risparmio. L’immagine degli adolescenti che ne emerge è a due facce: più istituzionale e controllata davanti ad un questionario formale, più libera e impulsiva nel dialogo con il gruppo dei pari. Se è noto infatti che gli adolescenti stentano a esprimersi sugli argomenti che li riguardano, nel caso dei soldi non è così: evocando forti correnti affettive, portano in superficie i problemi cruciali della loro età: la dipendenza e l’autonomia, l’identità femminile e maschile, la separazione dalla famiglia, il gruppo, la seduzione, il rapporto con l’infanzia e il futuro. Parlando del denaro, gli adolescenti ci dicono qualche cosa di importante sul loro mondo interiore, sulle loro opinioni, i valori e gli affetti che animano la loro vita: il denaro, facendo parte del mondo quotidiano degli adolescenti, viene a giocare un ruolo chiave nel processo di crescita e accesso ai ruoli adulti, divenendo così strumento di negoziazione dell’indipendenza e dell’immagine di sé rispetto ai propri genitori, che tuttavia ne gestiscono quasi sempre le disponibilità e chiedono un riscontro sulle spese. La dimensione con cui l’adolescente si rapporta al denaro è prevalentemente quella del quotidiano, dell’hic et nunc, anche se è già stata interiorizzata la necessità di porre attenzione alle forme di investimento e di risparmio che 3 Gli adolescenti e l’uso del denaro invece sarà centrale quando si sarà vecchi, ovvero si sarà superato il fantomatico traguardo dei 25 anni. In questo senso l’ottica del risparmio è presente come patrimonio genetico, nel confronto tra coetanei si maschera, preferendo offrire un’immagine di sé per la quale anche il denaro può diventare uno strumento per appartenere al gruppo. Emerge così un rapporto con il denaro di uso e consumo, apparentemente distaccato, dietro il quale si intravede il tentativo di godere della propria età prima di dovere fare seriamente i conti con bollette, spese e imprevisti, simbolo efficace di un’età adulta, ammirata e temuta allo stesso tempo. 1. Le informazioni ed il livello di conoscenza Parlando con gli adolescenti di denaro, emerge un atteggiamento molto ideologico che tende alla dicotomizzazione tra l’ottica edonostico– ottimistica e quella ascetico-scettica, con vantaggio della prima sulla seconda. A fianco di queste due posizioni così nette (il denaro è bene vs il denaro è male) si delinea quella di chi, alla luce della sua esperienza diretta, definisce i soldi come una piccola ricchezza personale, ridimensionando in tal modo i toni del confronto e riportando il discorso su livelli più legati all’esperienza quotidiana. Emerge così che se per la ragazze il denaro è importante soprattutto per stare bene con gli altri, per la sicurezza, quindi per la dimensione relazionale, dove l’appartenere regala la desiderata sensazione di protezione, per i compagni maschi esso è inteso da un lato nella sua accezione adulta, dall’altro nell’accezione infantile di soddisfazione dei desideri di bambino gaudente o in quella virile di esibizione di potere e seduzione. Ma quali informazioni hanno gli adolescenti del denaro? Esaminando i dati appare come nelle famiglie lombarde, tra genitori e figli capita con una certa frequenza di parlare di denaro, soprattutto di fronte a spese importanti che in qualche modo toccano l’intera famiglia, oppure per quanto riguarda la gestione delle piccole spese dei figli. Anche di tasse si discute abbastanza frequentemente, mentre risparmi, debiti e problemi economici del Paese sono oggetto di discussione solo in poche occasioni. Il minore coinvolgimento si registra in relazione alla situazione debitoria della famiglia, con solo l'8% dei 4 ragazzi che dichiara di parlare Gli adolescenti e l’uso del denaro frequentemente di questi problemi con i propri genitori. Per quanto riguarda invece i risparmi e gli investimenti familiari: il 40% degli adolescenti afferma di non parlarne mai o quasi mai con i genitori, il 26% al limite affronta con loro solo il tema dei risparmi familiari e solo il 21% discute frequentemente sia di risparmi che di investimenti. Il fatto che i ragazzi, al di là del discutere delle proprie spese personali o delle grandi spese familiari, partecipino raramente alle discussioni relative alle questioni economiche della famiglia, si presenta come un fenomeno diffuso in tutti i ceti sociali, anche se ovviamente sussistono alcune differenze – peraltro abbastanza contenute connesse alle differenti opportunità economiche e culturali delle famiglie. Nello specifico, nelle famiglie di livello culturale meno elevato si rileva una minore apertura al dialogo sui temi inerenti agli investimenti ed ai problemi economici del Paese, a fronte di un maggiore coinvolgimento quando si parla di risparmi familiari e tassazioni. Il basso livello di comunicazione interfamiliare riscontrato per questi argomenti di conversazione più che dalle condizioni economiche familiari sembra quindi rispecchiare una precisa volontà dei genitori di evitare questi discorsi con i figli, cercando invece un loro maggiore coinvolgimento per gli aspetti più direttamente connessi all'amministrazione del bilancio familiare. Probabilmente si ritiene che i ragazzi non abbiano ancora raggiunto una maturità sufficiente per affrontare con loro argomenti più complessi ed anche più delicati. Questa interpretazione risulta avvalorata dal fatto che al crescere dell'età degli intervistati aumenta anche il coinvolgimento nelle discussioni che riguardano gli investimenti, con un incremento che porta la quota di chi ne parla abbastanza spesso con i genitori, dal 29% registrato per i ragazzi di seconda al 40% osservato per quelli di terza. Anche nelle conversazioni con gli amici gli argomenti riguardanti il denaro vertono soprattutto sulla dimensione delle spese; in particolare circa nove giovani su dieci discutono abbastanza spesso degli acquisti e circa sette su dieci del denaro a loro disposizione. Il risparmio, diversamente, è un tema che non viene mai o quasi mai affrontato con i pari. Se si considerano congiuntamente le risposte fornite alle domande relative alle conversazioni con amici e genitori aventi per oggetto i risparmi personali, si può notare come il 41% dei ragazzi non ne parli mai o quasi con nessuno, il 22% affronti spesso l'argomento solo con i genitori ed il 17% solo con gli amici, mentre il restante 20% ne discute frequentemente con entrambi (fig. 1). 5 Gli adolescenti e l’uso del denaro FIGURA 1 – CON CHI PARLANO DEI PROPRI RISPARMI GLI ADOLESCENTI (%) Solo con i genitori 22% Con nessuno 41% Solo con gli amici 17% Con amici e genitori 20% A non confrontarsi mai o quasi mai con alcuno in merito ai propri risparmi sono più i ragazzi delle ragazze (42% contro 39%), inoltre la propensione a discutere di questo argomento aumenta al crescere dell'età. Non si osservano, invece, particolari differenze connesse all'origine sociale ed al livello culturale dei genitori, ad eccezione dei ragazzi con basso background culturale familiare, che tendono mediamente a parlare meno con i genitori. Se gli adolescenti discutono raramente delle questioni economiche con i loro genitori, ciò in parte è anche dovuto al loro scarso interesse nei confronti di questi argomenti, come emerge dai dati relativi alla frequenza con la quale si informano sull'economia e la finanza in generale. Infatti, nonostante quasi la metà dei ragazzi dichiari di leggere abbastanza frequentemente un quotidiano, la quasi totalità non è comunque interessata alle pagine o ai supplementi economici: quasi otto intervistati su dieci non hanno mai letto un quotidiano economico-finanziario così come quasi sette su dieci non hanno mai letto un settimanale o un mensile dedicato all'economia e alla finanza. Anche le trasmissioni televisive dedicate a questi temi vengono scarsamente seguite dai giovani intervistati, per quanto in questo caso la maggioranza abbia avuto modo di vederne qualcuna, almeno raramente. Utilizzando un unico indicatore sintetico delle risposte fornite dai ragazzi intervistati, si può osservare come quasi la metà del campione (48,2%) dichiari che mai o solo raramente gli capita di leggere un quotidiano o di 6 Gli adolescenti e l’uso del denaro acquisire attraverso altre fonti notizie che riguardano il mondo economico, il 31,4% legge un quotidiano, ma non si interessa delle notizie economiche, mentre solo il 20,3% utilizza abbastanza spesso una delle fonti segnalate nella domanda (fig. 2). FIGURA 2 – FONTI DI ACQUISIZIONE DELLE INFORMAZIONI ECONOMICHE E FINANZIARIE (%) Stampa o trasmissioni Tv specialistiche 20,3% Nessuna fonte 48,2% Quotidiani non specialistici 31,4% Sono soprattutto i maschi a dimostrare una maggiore attenzione per le informazioni di tipo economico (28,2% contro il 13,3% osservato tra le ragazze), mentre non si notano particolari differenze per classe sociale e livello culturale dei genitori e neanche per il tipo di scuola frequentata. Pur avendo sentito molto parlare di Euro dai mass media – soprattutto dalla televisione, che quindi si configura come la fonte informativa più importante – la nuova moneta non costituisce più di tanto oggetto di conversazione sia a scuola, che all’interno del gruppo dei pari: il 94% degli intervistati non ne ha mai o quasi mai parlato con gli amici, ma quel che stupisce è che circa tre su cinque dichiarino di non averne mai o quasi mai discusso a scuola. In merito a quest'ultimo aspetto, il confronto per tipo di istituto frequentato, chiarisce che si tratta soprattutto degli studenti dei licei scientifici. Anche per effetto dell'alta frequenza con cui ne hanno sentito parlare dalla televisione sono comunque pochi i ragazzi che non sono in grado di indicare, almeno approssimativamente, il valore dell'Euro. Non ne è infatti a conoscenza solo un ragazzo su dieci, con una prevalenza dei frequentanti gli istituti professionali (ed in particolare modo di coloro che non leggono 7 Gli adolescenti e l’uso del denaro nemmeno la stampa quotidiana). All'ulteriore richiesta di precisare l'equivalente in lire, si vede come l'errore sia in genere contenuto in qualche decina di lire, anche tra quanti avevano dichiarato di non conoscerne l'esatto controvalore. Anche in questo caso si osservano differenze in relazione al tipo di scuola frequentata: hanno infatti indicato con precisione il valore dell'Euro il 37% degli studenti degli istituti tecnici commerciali, contro il 27% dei frequentati i licei scientifici e il 17% degli istituti professionali. Per quanto concerne gli strumenti di pagamento, la netta maggioranza dei ragazzi intervistati sembra sapere quale è la prassi per ottenere un libretto di assegni, due su dieci invece non sanno rispondere alla domanda ed il 12% fornisce una risposta sbagliata. Il dettaglio per genere fa emergere una leggera prevalenza tra la componente maschile sia di risposte errate che di quanti dichiarano di non conoscere la prassi. Approfondendo ulteriormente l'analisi, si riscontrano differenze in relazione al tipo di scuola frequentata: la percentuale di risposte corrette è infatti inferiore negli istituti professionali (51% contro il 68% dei licei scientifici ed il 70% degli istituti commerciali), mentre non si notano differenze in base alla classe frequentata. Resta da segnalare una quota maggiore di informati tra quanti hanno dichiarato di leggere con una certa frequenza la stampa economica. Passando a considerare il livello di conoscenza relativo agli strumenti di pagamento, si osserva come assegni e carte di credito rappresentino le modalità più conosciute, mentre per gli assegni circolari e soprattutto per le cambiali la percentuale di risposte esatte si abbassa, sebbene la maggioranza risponda correttamente. Resta da aggiungere come solo il 17% degli intervistati abbia risposto correttamente a tutti gli item della domanda, quota che sale al 51% se si considerano solo le risposte riferite ad assegni, assegni circolari, carte di credito e cambiali (quindi ai quattro effettivi strumenti di pagamento elencati). Questo elemento ci consente di cogliere come, per buona parte dei ragazzi, risulti difficile distinguere tra strumenti di pagamento e strumenti di investimento a causa del basso livello di conoscenza inerente alle forme d'investimento. Ancora una volta sono soprattutto i maschi, i frequentati gli istituti commerciali e quanti leggono la stampa economica a risultare mediamente più informati. 8 Gli adolescenti e l’uso del denaro Per quanto riguarda i temi finanziari (le società quotate, gli strumenti finanziari ed i titoli di Stato) quasi quattro ragazzi su dieci non sanno rispondere a nessuna delle domande poste, il 59% fornisce almeno una risposta esatta, mentre pochissimi (3%) rispondono correttamente a tutte le domande. La quota di chi non sa rispondere, o risponde in modo errato a tutti gli item, risulta maggiore tra le femmine (43% contro il 33% rilevato per i maschi) e tra chi frequenta gli istituti professionali (57% contro il 38% dei frequentanti i licei scientifici ed il 30% degli studenti degli istituti commerciali). Anche il fatto di affrontare o meno l'argomento degli investimenti con i genitori influisce sulle risposte, dal momento che la quota di quanti dimostrano una minore competenza su questi temi diminuisce sensibilmente al crescere della frequenza con cui si discute in famiglia di investimenti, variando dal 43% di chi non ne parla mai al 23% registrato tra chi, diversamente, si trova spesso a discutere di questi temi con i propri genitori. Per queste questioni, quindi, il fatto di discuterne con gli adulti o di documentarsi personalmente assume un ruolo abbastanza importante. La scarsa conoscenza degli strumenti finanziari si riflette anche sul grado di consapevolezza del rapporto rischio/rendimento ad essi associato, come dimostrano le distribuzioni di frequenza delle risposte ad alcuni quesiti sulle strategie di investimento. La maggioranza del campione ha difficoltà a valutare i rendimenti dei titoli di Stato, dimostrandosi anche poco informata sui tassi di interesse bancari; diversamente, in riferimento alle azioni e alla diversificazione delle scelte di investimento, si rileva in genere una maggiore consapevolezza. I giovani che presentano una buona conoscenza e comprensione degli strumenti di risparmio e di investimento sono una netta minoranza: risultano mediamente meno informate le ragazze, gli iscritti agli istituti professionali, quanti hanno una famiglia con un basso background culturale e coloro che non leggono mai o quasi mai la stampa economica specializzata. 2. Atteggiamenti e stereotipi verso il denaro 9 Gli adolescenti e l’uso del denaro Alla richiesta di fornire una definizione del proprio rapporto con il denaro, la maggioranza degli adolescenti lombardi non esita a rivelare una scarsa attenzione nell'amministrare i propri soldi. Circa cinque soggetti su dieci, pur dichiarando di prestare attenzione nello spendere, ammettono nel contempo di avere una scarsa inclinazione a risparmiare e circa un ragazzo su dieci afferma di non porre attenzione nemmeno nello spendere. A ritenersi molto oculati nella gestione delle proprie risorse finanziarie sono invece circa quattro ragazzi su dieci, con un 3,8% che si dichiara decisamente parsimonioso (tab. 1). Quest'ultimo atteggiamento si rivela più frequente tra i ragazzi rispetto alle ragazze (più spesso poco inclini al risparmio), mentre non si riscontrano particolari differenze in relazione alla classe sociale ed al livello culturale della famiglia d'origine, ad eccezione del fatto che chi ha un padre con un basso grado di istruzione (licenza elementare) rivela in genere una minore attenzione nella gestione del proprio denaro. E’ inoltre da sottolineare il basso grado di diffusione di alcuni luoghi comuni associati alla dimensione del debito: la maggioranza degli intervistati non pensa che avere dei debiti costituisca un disonore e che non ci si possa aspettare un aiuto economico dagli amici in caso di bisogno, anche se poco meno della metà ritiene sia un dovere prestare denaro agli amici. TAB. 1. DOVENDO DESCRIVERE IL TUO RAPPORTO CON IL DENARO COME TI DEFINIRESTI? (DISTRIBUZIONE PERCENTUALE SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER GENERE DELL’INTERVISTATO) TOTALE MASCHI FEMMINE 9,7 10,7 8,9 47,7 41,9 52,9 nel 38,8 42,9 35,2 Se non proprio tirchia/o comunque molto 3,8 4,6 3,0 100 100 100 Il classico tipo dalle mani bucate Attenta/o nello spendere ma decisamente poco incline al risparmio Molto attenta/o nello spendere e risparmiare parsimoniosa/o N = 900 10 Gli adolescenti e l’uso del denaro Il secondo elemento che merita di essere evidenziato è la generale ambivalenza che si registra nei confronti del denaro. Infatti, se la maggioranza degli adolescenti, da una parte, gli attribuisce una scarsa importanza rispetto al lavoro - giudicando più importante svolgere un lavoro che piace anche se non molto remunerativo - dall'altra, lo considera comunque uno strumento indispensabile per l'affermazione sociale, ritenendo che per diventare una persona importante sia necessario guadagnare molti soldi. Nel complesso, si può osservare come il denaro non venga affatto “svalutato”: sette adolescenti su dieci pensano che "avere molto denaro rende felici" ed un altro 46% ritiene che "con i soldi si può comperare tutto", mentre l'immagine negativa del denaro come fonte di problemi trova d'accordo solo il 21% degli intervistati, anche se la stragrande maggioranza è comunque convinta che i soldi creino invidia. Resta da sottolineare infine, come gli orientamenti più materialistici risultino più tipici della componente maschile, dove si presenta mediamente più numerosa sia la quota di quanti ritengono che con il denaro sia possibile comperare tutto, che quella di coloro che credono che il denaro renda felici, unitamente a quanti pensano che per diventare una persona importante sia necessario guadagnare molti soldi (tab. 2). Si tratta di stereotipi che rivelano un legame anche con il livello culturale della famiglia, essendo possibile rilevare una maggiore frequenza di questi atteggiamenti tra gli adolescenti con un più basso background culturale dei genitori. TAB. 2. GRADO DI ACCORDO CON ALCUNE AFFERMAZIONI SUL DENARO (PERCENTUALE DI INTERVISTATI MOLTO/ABBASTANZA D’ACCORDO SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER GENERE. N = 900) TOTALE MASCHI FEMMINE 78,2 74,5 81,5 I soldi creano invidia 74,1 74,0 74,2 Avere molto denaro rende felici 67,5 74,5 61,2 Prestare soldi ad un amico è un dovere 48,2 53,5 43,5 Con i soldi si può comperare tutto 46,5 51,5 42,2 Per 46,4 53,4 40,2 L’importante è fare un lavoro che piace anche se non si guadagnano tanti soldi diventare una persona importante bisogna guadagnare molti soldi 11 Gli adolescenti e l’uso del denaro Avere dei debiti è un disonore 28,3 32,4 24,5 Quando hai bisogno di soldi non aspettarti 23,2 26,5 20,3 21,3 20,8 21,8 aiuto dagli amici Avere molto denaro significa avere molti problemi Per ciò che concerne la relazione che intercorre fra soldi e successo, in primo piano gli adolescenti pongono il tema dell’uguaglianza, anche se per le femmine essere uguali significa avere tutte le stesse cose, per i loro coetanei fare tutti le stesse cose. Il tema del successo, legato al denaro, pone inoltre agli adolescenti il problema di accettare che la differenza si insinui nel gruppo amicale paritetico: “essere uguali e diversi” a un tempo sembra molto difficile da tollerare, se non impossibile. Alla fine, comunque i valori dell’uguaglianza hanno il sopravvento. Il tema della differenza creata dal denaro è infatti mal tollerata dal gruppo che preferisce sottolineare le esperienze che accomunano rispetto a quelle che separano. Ciò accade quando il denaro serve a realizzare iniziative comuni. Se il gruppo si concentra più sul suo funzionamento attuale e non sul futuro, o sull’astratto, prevale il valore dell’uguaglianza tanto che eventuali differenze sono annullate attraverso una politica solidale. Sembra quindi che quando gli adolescenti parlano del denaro in generale sottolineano gli aspetti di disuguaglianza introdotti dalla ricchezza (chi riceve molti soldi dai genitori, per esempio, è fortunato perché può comperare più cose, ma al tempo stesso è sfortunato in quanto troppo viziato e quindi infantile e incapace di imparare a gestire i soldi; oppure può mettersi nei pasticci perché invidiato dagli altri), ma quando pensano alla loro personale esperienza, al loro gruppo, allora la propensione a sostenere i valori paritetici ha la meglio. La dimensione della solidarietà con gli amici prevale infatti sulle differenze di estrazione sociale e sulle disparità economiche, come evidenzia l'elevato grado di diffusione della pratica dei prestiti. La consuetudine a prestare somme di denaro agli amici coinvolge, infatti, quasi sei adolescenti su dieci, con punte più elevate tra i ragazzi rispetto alle ragazze, mentre il contrario (chiedere soldi in prestito agli amici) viene in genere poco ammesso. Inoltre, solo una ristretta minoranza di ragazzi afferma di offrire o di farsi pagare con una certa frequenza qualcosa dagli amici, segno della generale tendenza a suddividere le spese durante gli incontri e le uscite con i coetanei, senza grosse distinzioni tra maschi e femmine. Meno parità tra i 12 Gli adolescenti e l’uso del denaro sessi sussiste invece nei rapporti e negli scambi con i propri partner, sebbene anche qui la maggioranza dichiari comunque di procedere al pagamento separato dei conti. Tuttavia una quota ragguardevole di ragazzi sostiene di pagare frequentemente per la propria ragazza (nonostante sia decisamente inferiore la percentuale di ragazze che affermano di farsi offrire spesso, o abbastanza spesso, un cinema o una consumazione al bar dai propri ragazzi). Se il denaro e gli aspetti materiali sembrano passare in secondo piano rispetto alla vita di relazione, occorre anche sottolineare che si tratta comunque di una disponibilità che si presenta con diverse intensità all'interno dell'insieme degli adolescenti intervistati, risultando condizionata dal valore attribuito ai soldi, come si evince chiaramente dal confronto condotto in base alle definizioni che i ragazzi forniscono di sé in rapporto al denaro. Al riguardo è interessante notare come tra i meno parsimoniosi si rilevi in genere una maggiore generosità nei rapporti con gli amici, anche se si tratta di comportamenti che presuppongono una certa reciprocità negli scambi; risultando mediamente più frequenti, tra questo gruppo di adolescenti, anche comportamenti quali chiedere dei soldi in prestito e farsi offrire qualcosa dagli amici. 3. La disponibilità di denaro Analizzando il ruolo del denaro all’interno delle dinamiche familiari emerge che tra figli e genitori il livello di conflittualità sembra assai modesto. I ragazzi non litigano con i genitori per i soldi, discutono poco, caso mai qualche volta insistono per ottenere qualcosa di più. Sembra che gli adolescenti diano per scontato che la responsabilità e il potere di decidere “se e quanti soldi dare” sia dei genitori, ma vorrebbero più autonomia su come spenderli. Se è vero che non vi è conflitto con i genitori sul denaro, emerge tuttavia un sentimento di inquietudine e insoddisfazione per il significato che assume l’essere mantenuti. Di fronte al malessere evocato dalla dipendenza, alcuni incolpano i genitori, mentre altri rivendicano il diritto di essere “foraggiati” perché intendono il ruolo di studente come una professione che in qualche modo va retribuita. Il malessere della dipendenza si esplicita nel rifiuto di 13 Gli adolescenti e l’uso del denaro un’immagine di sé infantile e incapace; il controllo sulle spese è visto come un atto intrusivo e mortificante che ricaccia il sedicenne nelle secche dell’infanzia dalle quali sta cercando faticosamente di affrancarsi. Alcuni ragazzi elaborano per contro un ribaltamento di tale posizione facendo dello studente un lavoratore, un cittadino con i suoi diritti, compreso quello di avere del denaro. Approfondendo la derivazione dei soldi emerge come gli adolescenti abbiano ben delineata la differenza fra denaro regalato e denaro guadagnato; l’area dei valori positivi si colloca tutta sul secondo polo. Guadagnare del denaro, esserne capaci, scaccia infatti i fantasmi di dipendenza, tanto temuti insieme allo spettro di essere controllati da un genitore del quale si vuole ridimensionare il potere e il ruolo. Il denaro, vero, quello che si sente proprio, che rinforza l’immagine di sé e rende adulti perché responsabilizza, è quello guadagnato. In relazione a ciò emerge anche il tema del sacrificio che consente di misurarsi con le proprie capacità e aumenta il senso di responsabilità e del proprio valore. Il denaro guadagnato inoltre tende a essere trattato con cura e devozione, con più rispetto perché simbolo e sostegno dell’embrionale identità adulta in formazione che impegna incessantemente la mente adolescenziale. Scompare qui l’immagine del bambino gaudente che spende e spande ed emerge l’immagine di un giovane-adulto che, avendo messo alla prova le proprie capacità, avendo sperimentato la fatica e sudato il compenso, è più avveduto, responsabile e anche più felice. In verità le occasioni di lavorare e guadagnare sembrano molto limitate, nessuno degli intervistati mette in questione il ruolo di studente con le sue regole, i suoi tempi e i suoi doveri. A fronte della mortificazione evocata dall’identità di “mantenuto”, i maschi sono più reticenti e preferiscono non approfondire ulteriormente il tema, mentre le femmine ammettono più apertamente di ricevere soldi da genitori e parenti, paghette settimanali o mensili, regali di Natale e compleanno e sussidi di vario genere. I genitori inoltre tendono a non sollecitare o addirittura impedire alle figlie la ricerca di lavoretti creando nelle ragazze un ulteriore senso di dipendenza. Oltre a ciò, emerge un’altra discriminazione sessuale sugli ammonimenti che i genitori fanno ai figli sull’uso del denaro: i maschi sono semplicemente invitati a “non esagerare”, mentre alle femmine è proposta un’etica del risparmio inteso come virtù ed è richiesta una condotta più matura, meno 14 Gli adolescenti e l’uso del denaro impulsiva. Si avverte qui un’eco sbiadita della cultura della “donnina di casa” degli anni Cinquanta. Ma vediamo i dati nello specifico: riguardo alle modalità attraverso le quali i genitori provvedono ad elargire denaro ai propri figli, cinque ragazzi su dieci ricevono del denaro senza una scadenza regolare, tre su dieci dispongono invece di un contributo settimanale ed il 14% di un contributo mensile. Diversamente, solo una ristretta minoranza pari al 3,4% dichiara di non ricevere denaro dai genitori (tab. 3). TAB. 3. FREQUENZA CON CUI VIENE RICEVUTO DENARO DAI GENITORI (PERCENTUALE DI INTERVISTATI SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER GENERE) TOTALE MASCHI FEMMINE A scadenza mensile 14,0 13,1 14,8 A scadenza settimanale 31,1 35,0 28,2 Senza una scadenza fissa 51,1 48,2 53,8 3,4 3,6 3,2 100 100 100 Non ricevo denaro dai miei genitori N = 900 L'erogazione di una somma di denaro a scadenza regolare risulta lievemente più frequente tra i maschi, coinvolgendo in media il 48% dei ragazzi intervistati contro il 43% registrato tra le ragazze. Anche l'appartenenza sociale influisce in qualche modo sulle modalità di erogazione del sussidio economico concesso agli adolescenti, dal momento che, tra i ceti superiori e tra quanti hanno una famiglia con un migliore background culturale, il sostegno economico offerto dai genitori assume, più spesso che altrove, la forma di un contributo erogato a scadenze regolari (mensili o settimanali). E' inoltre necessario aggiungere che tra gli strati sociali più alti si riscontra anche un trattamento più egualitario tra i due sessi. Per quanto riguarda le occasioni in cui ragazzi ricevono del denaro, i contributi monetari vengono attinti soprattutto dai trasferimenti dai genitori 15 Gli adolescenti e l’uso del denaro e da altri parenti in svariate occasioni, soprattutto come regali, ma anche come ricompense per il profitto scolastico e come contropartita per la collaborazione ai lavori di casa. La consuetudine a donare del denaro in occasione di compleanni e festività natalizie risulta praticamente generalizzata: solo l'1,6% degli adolescenti lombardi non ne viene coinvolto, mentre il 68% riceve denaro sia dai genitori che dai parenti. La concessione di questi contributi si configura, inoltre, come una pratica diffusa in tutti gli strati sociali senza particolari differenze di trattamento tra maschi e femmine. L'elargizione del denaro come ricompensa risulta invece meno diffusa, pur coinvolgendo comunque la maggioranza del campione (55%). Questo tipo di contropartite monetarie vengono soprattutto offerte dai genitori in cambio di collaborazioni ai lavori di casa e come premio per avere ottenuto la promozione, mentre appare decisamente bassa la quota di quanti utilizzano premi in denaro per ricompensare un buon voto scolastico o un comportamento corretto (tab. 4). TAB. 4. OCCASIONI PER LE QUALI GLI INTERVISTATI RICEVONO O GUADAGNANO DEL DENARO GENERE. (PERCENTUALE DI INTERVISTATI SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER N = 900) TOTALE MASCHI FEMMINE 94,5 95,2 94,0 72,9 74,2 71,7 36,8 33,4 39,9 Quando ottengo la promozione 33,8 34,7 33,0 Quando faccio qualche lavoro di casa (lavo 30,0 32,2 28,1 Quando prendo un bel voto a scuola 9,9 10,7 9,2 Come premio per essermi comportato bene 4,7 3,9 5,4 Come regalo di compleanno o per Natale da parte dei nonni o di altri parenti Come regalo di compleanno o per Natale da parte dei genitori Quando faccio dei lavoretti fuori casa (baby sitter, ecc.) i piatti, metto in ordine la stanza, lavo l’automobile ecc.) 16 Gli adolescenti e l’uso del denaro Occorre, infine, notare che per quasi quattro giovani su dieci compare, tra le fonti di denaro, anche il reddito da lavoro. Il confronto per classe frequentata rivela come si tratti di esperienze almeno in parte condizionate dall'età (possono contare su questo tipo di risorse il 42% dei ragazzi di terza contro il 34% di quelli che frequentano la seconda), mentre non si riscontrano differenze connesse al genere, a dimostrazione di come queste pratiche siano in grado ormai di accomunare sia i ragazzi che le ragazze. Resta da osservare come la consuetudine al lavoro fuori casa aumenti sensibilmente al decrescere delle opportunità culturali dei genitori. Il confronto con la classe sociale d'appartenenza mette invece in luce valori più alti della media soprattutto tra i figli dei lavoratori autonomi, probabilmente per effetto della collaborazione dei ragazzi all'attività familiare. Nel complesso, i ragazzi intervistati dispongono mediamente di 175.000 lire al mese, anche se si osserva comunque una certa variabilità dei budget: su dieci ragazzi, due possono contare solo su 50.000 lire al mese, tre su un massimo di 100.000 lire ed altri quattro su un importo compreso tra le 100 e le 300.000 lire, a fronte di uno solo che può disporre di una cifra maggiore. Si nota anche che la somma disponibile varia in funzione del genere: le ragazze risultano mediamente più svantaggiate, potendo contare su una quantità di denaro inferiore (in media 159.000 lire contro 192.000) (Tab. 5). TAB. 5. SOMMA TOTALE DI DENARO DISPONIBILE MENSILMENTE (PERCENTUALE DI INTERVISTATI SUL TOTALE E PER GENERE. N = 900) TOTALE MASCHI FEMMINE Fino a 50.000 20,1 19,8 20,5 50.000-100.000 29,5 29,0 29,9 101.000-200.000 27,9 25,4 30,1 201.000-300.000 10,6 11,6 9,7 301.000-500.000 6,3 6,7 6,0 17 Gli adolescenti e l’uso del denaro Oltre 500.000 Tot. Media 5,6 7,5 3,9 100 100 100 175.0 192.0 159.0 00 00 00 Alla determinazione della quantità di denaro disponibile concorrono, come abbiamo visto, diverse fonti: la quota più importante deriva comunque dai trasferimenti dai genitori. Questi coprono da soli, nella maggioranza dei casi, più del 50% delle entrate, con un importo medio pari a 90.000 lire al mese, cifra che sale a 94.000 lire tra i maschi e scende a 86.000 tra le ragazze, nonostante in entrambi i casi la moda sia comunque di 50.000 lire. La somma di denaro elargita dai genitori non presenta sostanziali variazioni di importo in riferimento all'origine sociale della famiglia: i divari sono in genere contenuti in qualche decina di migliaia di lire. Differenze, sempre all'ordine di poche decine di migliaia di lire, emergono anche confrontando i dati in base alle caratteristiche del nucleo familiare: in particolare chi è figlio unico riceve in media 100.000 lire al mese, contro le 87.000 di chi ha invece fratelli e/o sorelle. Per quanto riguarda invece le altre fonti di entrata, oltre all'apporto fornito dai genitori, un ruolo importante è occupato dai contributi offerti dai nonni e dagli altri parenti, anche in virtù del fatto che si tratta di consuetudini che, come abbiamo visto, coinvolgono, almeno in occasione dei compleanni e delle feste, la quasi totalità degli intervistati, con un importo medio mensile pari a 64.000 lire; in questo caso, non risultano differenze degne di nota tra maschi e femmine. Con riferimento, infine, al reddito derivante dai "lavoretti", è necessario premettere che si tratta di introiti che presentano una notevole variabilità negli importi. Infatti, pur percependo in media 156.000 lire al mese, la maggioranza dei ragazzi (51,9%) non ne guadagna comunque più di 100.000, con un differenziale tra maschi e femmine piuttosto ampio dal momento che le giovani guadagnano in media il 35% in meno dei ragazzi 18 Gli adolescenti e l’uso del denaro (124.000 lire contro 196.000). E' inoltre interessante notare come il sostegno economico offerto dai genitori si riveli determinate anche in queste situazioni, dal momento che, su dieci giovani che svolgono un'attività fuori casa, per quasi quattro il guadagno personale contribuisce al massimo ad un quarto della somma totale disponibile e per altri tre non supera comunque il 50% delle entrate. Diversamente, solo per una ridottissima minoranza (3%), il denaro mensile disponibile coincide completamente con gli introiti personali, con un importo però decisamente superiore e pari, in media, a 503.000 lire al mese. Il contributo personale dei ragazzi assume un peso determinante solo per gli esborsi riguardanti gli svaghi, sebbene non risultino completamente esentati dal collaborare anche ad altre spese, soprattutto a quelle per l'abbigliamento ed i trasporti (tab. 6). TAB. 6. QUANDO DEVI SOSTENERE UNA DELLE SEGUENTI SPESE PAGHI TUTTO TU CON I TUOI SOLDI O TI AIUTANO I TUOI GENITORI? (DISTRIBUZIONE PERCENTUALE PER RIGA. N = 900) TUTTO IO PREVALEN FACCIAMO PREVALEN TUTTO I -TEMENTE A METÀ -TEMENTE GENITORI IO Spese per il divertimento (uscite 36,0 I GENITORI 30,5 11,3 11,0 11,2 8,0 6,1 21,5 53,3 con amici, cinema, sport) Spese per i trasporti (autobus, 11,0 benzina per il motorino ecc.) Spese per vacanze o gite 2,6 3,9 10,1 23,7 59,7 Spese per l’abbigliamento 2,5 7,3 18,5 35,6 36,1 Spese per la scuola (cancelleria, 0,5 3,5 3,4 22,7 69,9 libri ecc.) Queste modalità di ripartizione delle spese tra genitori e figli si presentano diffuse tra tutti i giovani intervistati, anche se ovviamente sono rinvenibili alcune differenze. In particolare, per alcune categorie di spesa (trasporti, divertimenti, vacanze e gite) il sostegno offerto dai genitori risulta relativamente più frequente tra le femmine rispetto ai maschi - probabilmente per effetto della minore quantità di denaro a loro 19 Gli adolescenti e l’uso del denaro disposizione - evidenziando quindi un grado inferiore di autonomia negli acquisti da parte delle ragazze. La capacità di spesa che si realizza attraverso il contribuito dei genitori non sembra invece variare particolarmente in funzione della classe sociale d'appartenenza, se non in riferimento alle spese per l'abbigliamento dove, all’interno dei ceti sociali superiori, si presenta più numerosa la quota di quanti vedono prevalere, in tutto o in parte, il contributo dei genitori. Sostanziali variazioni nella ripartizione delle spese tra genitori e figli non si riscontrano neanche confrontando gli adolescenti che svolgono delle piccole attività fuori casa, rispetto a quanti non possono contare su questo genere di introiti. Piccole differenze si osservano solo per le categorie "abbigliamento" e "vacanze e gite", dove - tra i ragazzi con occupazioni extra-domestiche ed, in particolare modo, tra coloro che hanno dichiarato un guadagno superiore alle 300.000 lire mensili - risulta più alta la quota di chi vi provvede in tutto, o principalmente, in modo autonomo. Passando ad esaminare il grado di autonomia degli adolescenti in rapporto alla gestione delle loro disponibilità finanziarie, i dati mettono in luce come solo una esigua minoranza dipenda totalmente dai genitori, avendo l'obbligo di consultarli sempre prima di effettuare delle spese. La quasi totalità degli intervistati può dunque contare su un regime abbastanza autonomo di spesa, anche se nella maggior parte dei casi è presente qualche forma di controllo, dovendo comunque chiedere il permesso ai genitori prima di fare acquisti che esulano dalle piccole necessità quotidiane o essendo tenuti a giustificare le proprie spese. Va comunque registrato che tre ragazzi su dieci dichiarano che non devono in nessun caso rendere conto ai propri genitori delle spese che sostengono. Approfondendo l'analisi si nota come i ragazzi con una bassa estrazione sociale siano mediamente meno liberi di disporre dei propri soldi senza dovere in qualche modo renderne conto ai loro genitori. Anche rispetto al genere si osservano differenze, con le ragazze che in media dispongono di una minore autonomia, sebbene i divari tra le due distribuzioni si presentino abbastanza ridotti. Si tratta inoltre di consuetudini che dimostrano una certa relazione con l'età, in quanto tra i più giovani sussiste in genere un maggior controllo: può decidere liberamente del proprio denaro il 45% dei ragazzi più grandi, contro il 25% registrato tra i quindicenni. Infine, è interessante notare che chi riceve del denaro dai genitori senza una scadenza fissa è 20 Gli adolescenti e l’uso del denaro relativamente meno autonomo degli altri nelle spese (può disporne liberamente il 24% contro il 37% rilevato tra quanti ricevono un contributo a scadenza regolare). Rispetto al denaro a loro disposizione, i giovani intervistati si dichiarano mediamente abbastanza soddisfatti; la piena soddisfazione coinvolge comunque una minoranza del campione (11%), mentre gli insoddisfatti ammontano al 17% del totale. Si tratta inoltre di atteggiamenti che presentano una scarsissima variabilità sia per sesso che per modalità con cui viene erogato il denaro da parte dei genitori (con o senza una scadenza fissa), nonché tra quanti dichiarano di svolgere dei lavoretti fuori casa e quanti no. Qualche differenza emerge in relazione all'età degli intervistati; infatti tra i ragazzi di terza il 23% giudica poco il denaro a disposizione, contro il 13% rilevato tra i frequentanti la seconda classe. Differenze si notano anche in relazione alle disponibilità economiche della famiglia, al crescere delle quali si osserva anche un aumento – peraltro abbastanza contenuto – della quota di ragazzi che ritengono sia molto il denaro a loro disposizione. Da segnalare comunque come non sembri sussistere una stretta correlazione tra la percezione soggettiva del denaro a disposizione e la cifra realmente disponibile. Infatti se chi giudica "molto" il denaro a disposizione può contare mediamente su 275.000 lire, non esiste praticamente differenza nella cifra dichiarata da chi lo ritiene sufficiente (160.000 lire in media) rispetto a chi lo considera insufficiente (176.000 lire in media). Il giudizio sull'adeguatezza o meno della somma disponibile sembra quindi dipendere, più che dalle caratteristiche socio-anagrafiche e dall'entità dell'importo in sé, dal valore relativo che esso assume in rapporto alle esigenze dei ragazzi. 4. Consumi e comportamenti negli acquisti Dopo avere preso in esame le conoscenze, gli stereotipi e le disponibilità di denaro da parte degli adolescenti, in questo capitolo si farà una breve incursione nel mondo delle spese e dei consumi. 21 Gli adolescenti e l’uso del denaro Esaminando quanto e cosa consumino gli adolescenti lombardi, possiamo osservare come, nel mese precedente la rilevazione, quasi la metà degli esborsi (esclusa la categoria altro) sia stata riservata ad acquisti per l'abbigliamento ed un 20% a spese per i divertimenti. In entrambi i casi si tratta di consumi che presentano un elevato grado di diffusione, avendo la maggioranza degli intervistati destinato a questo tipo di spese risorse, con importi pari, in media, a 150.000 lire per l'abbigliamento ed a 40.000 lire per gli svaghi. Anche la musica (acquisto di Cd, cassette, biglietti per concerti, ecc.) assume una dimensione privilegiata, con la metà circa degli intervistati che ha effettuato questo genere di acquisti, con una spesa che nella maggioranza dei casi non supera le 50.000 lire. Seguono poi lo sport (attrezzature ed eventi sportivi) e gli hobby, per i quali hanno destinato dei soldi rispettivamente il 36% ed il 31% dei ragazzi, con un importo medio pari, rispettivamente, a 50.000 e 30.000 lire. Il fanalino di coda dei consumi giovanili è invece rappresentato dalle spese per i libri (ad esclusione dei testi scolastici) affrontate solo da circa due ragazzi su dieci, con una spesa che ammonta in media a 20.000 lire. I successivi dettagli dell'analisi evidenziano una sostanziale omogeneità nella struttura dei consumi, anche se sussistono, ovviamente, alcune differenze connesse alle diverse disponibilità economiche delle famiglie, la cui incidenza risulta peraltro piuttosto modesta e limitata ad alcune voci di spesa. In particolare è interessante notare come siano soprattutto i consumi per la musica, i libri e gli hobby ad evidenziare differenze tra i diversi strati sociali: tra i figli dei ceti superiori infatti risulta mediamente più bassa la quota di esclusi da queste categorie di acquisti. Svago e abbigliamento rappresentano invece delle categorie fortemente unificanti, in quanto non si rilevano differenze dovute alla classe sociale, né in riferimento al grado di diffusione, né al livello di spesa. Alla richiesta di indicare a quale categoria di acquisti destinassero generalmente la maggior parte dei loro risparmi, si osserva come gli adolescenti intervistati pongano al primo posto i divertimenti - anche perché si tratta di spese che, come abbiamo visto, vengono più frequentemente autofinanziate - seguiti a breve distanza dall'abbigliamento. 22 Gli adolescenti e l’uso del denaro Diversamente, solo due giovani su dieci indirizzano prevalentemente le proprie risorse sul consumo di musica, mentre è ancora più bassa la quota di chi privilegia lo sport, gli hobby e soprattutto i libri (tab. 7). TAB. 7. IN GENERALE PER QUALI DELLE SEGUENTI CATEGORIE DI ACQUISTI SPENDI LA MAGGIOR PARTE DEI TUOI RISPARMI? (PERCENTUALE DI INTERVISTATI SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER GENERE. N = 900 POSSIBILI DUE RISPOSTE) TOTALE MASCHI FEMMINE Divertimenti 67,3 65,7 68,7 Abbigliamento ed accessori 58,2 39,6 74,2 Musica 23,0 26,6 19,9 Sport 13,9 19,9 8,6 Hobby 9,7 16,1 4,2 Libri (ad esclusione dei testi scolastici) 3,6 3,8 3,3 Altro 8,4 10,7 6,4 In riferimento alle categorie preferenziali d'acquisto si osservano tuttavia alcune interessanti variazioni legate all'età ed al genere. Al riguardo, il confronto tra maschi e femmine evidenzia una netta differenza tra le distribuzioni soprattutto in riferimento all'abbigliamento, con il 74% delle ragazze che dichiara di dedicare la maggior parte delle proprie risorse finanziarie a questa categoria di acquisti, contro il 40% registrato tra i ragazzi. Differenze tra i due sessi, con scarti comunque più contenuti, si osservano anche in riferimento alla musica, agli hobby ed allo sport, che rappresentano tipologie di spesa mediamente più privilegiate dalla componente maschile. In aggiunta si può notare un'evoluzione dei consumi al crescere dell'età, dal momento che l'interesse dei ragazzi più grandi si concentra maggiormente sui divertimenti a scapito dei consumi per la musica, gli sport e gli hobby, anche se in entrambi i casi svaghi ed abbigliamento restano i fattori di spesa più consistenti. Considerando, infine, il rapporto tra consumi e risparmio in base alla diffusione di alcuni comportamenti attuati negli acquisti, la maggior parte 23 Gli adolescenti e l’uso del denaro dei ragazzi bada comunque alla convenienza. Circa i due terzi degli intervistati dichiarano infatti di confrontare frequentemente i prezzi tra i diversi negozi prima di fare acquisti, mentre altri, seppure siano solo una minoranza, affermano di aspettare i saldi. Meno diffusa appare invece l'abitudine ad effettuare spese nei mercati rionali o a procedere all'acquisto considerando solo la convenienza e non la qualità o la marca. Da sottolineare, infine, come circa la metà del campione dichiari di fare frequentemente acquisti non programmati, evidenziando la diffusa presenza di consuetudini che appaiono orientate verso una minore cautela nelle spese e quindi nella gestione del denaro. I confronti con le principali caratteristiche socioanagrafiche degli intervistati evidenziano nella diffusione di questi comportamenti una relazione legata alle differenti capacità di spesa: si nota una maggiore attenzione negli acquisti tra le ragazze (che, come abbiamo visto, dispongono mediamente di risorse economiche minori rispetto ai ragazzi) nonché tra i giovani che appartengono agli strati sociali più bassi e tra quanti ritengono comunque scarsa la quantità di denaro a loro disposizione. 24 Gli adolescenti e l’uso del denaro 5. Gli atteggiamenti verso il risparmio e la propensione al consumo ed al risparmio Cicale o formiche? Come sono gli adolescenti lombardi? Nonostante le differenze di genere rilevate nell’educazione all’oculatezza, né maschi né femmine intravedono una reale o necessaria prospettiva di risparmio: il possesso di denaro è connesso solo alla realizzazione di progetti a breve termine, di conseguenza nessuno risparmia. Le differenze di genere riemergono rispetto alle modalità di spesa: mentre i maschi spendono meno ma più spesso, le femmine spendono meno spesso ma molto di più. Le ragazze parrebbero quindi più capaci dei maschi di differire il soddisfacimento di un desiderio in vista di un vantaggio futuro. Nel dettaglio, i ragazzi sono più propensi alle spese di impulso, nelle quali la soddisfazione del piacere è immediata (mangiare, bere, sigarette, bar), le femmine sarebbero più propense ad accumulare le somme necessarie per realizzare l’acquisto di capi di abbigliamento particolarmente ambiti. Il tema del look per le femmine è in primissimo piano, inteso sia come cura del corpo (estetista, parrucchiere, trucchi), sia come attenzione ai capi di vestiario la cui scelta impegna il gruppo delle amiche in approfondite discussioni. Sono inoltre menzionati dalle femmine anche i regali per le amiche, atti a rendere esplicito e più solido il legame fra ragazze, e i libri, oggetto che prevede capacità di concentrazione e di riflessione. L’universo maschile parla un’altra lingua: muoversi, esplorare, spostarsi, poi stare con gli amici maschi, trasgredire e rischiare, infine soddisfare i piaceri sensuali. Tuttavia dai dati emerge che nonostante quanto dichiarato a proposito del loro rapporto nei confronti del denaro, dove la maggioranza rivela una scarsa attenzione verso il risparmio, i dati riferiti alla pratica quotidiana 25 Gli adolescenti e l’uso del denaro sembrano delineare un quadro ben diverso. Infatti, solo un quarto dei giovani spende tutto il denaro che mensilmente gli viene elargito dai genitori e parenti o derivante da piccoli introiti personali, mentre il restante 75% ne accantona comunque una parte o per acquisti futuri o per risparmio. Quest'ultimo comportamento risulta mediamente più diffuso tra i ragazzi, a fronte di una quota più numerosa di ragazze che mettono da parte del denaro per i consumi, mentre la percentuale di quanti dichiarano di spendere tutto il denaro a loro disposizione si presenta pressoché identica tra i due sessi. Il fatto di spendere o risparmiare il denaro a disposizione dipende anche da qual è la quota effettivamente disponibile, ma con un effetto inverso per cui, al crescere della disponibilità, sembra essere associata una maggiore propensione a spendere tutto ciò di cui si dispone. Non a caso, infatti tra coloro che dichiarano di spendere tutto il loro denaro la disponibilità media è di 216.000 lire, contro le 145.000 di chi invece ne accantona una parte per gli acquisti e le 175.000 di chi ne riserva una quota al risparmio. Si tratta comunque di un fenomeno tipico esclusivamente della componente maschile, dove il differenziale nella somma disponibile tra chi accantona (per acquisti o per risparmio) e chi spende tutto raggiunge le 107.000 lire, contro le 8.000 registrate tra le ragazze. Che il risparmio sia comunque importante secondo l’opinione dei ragazzi intervistati è dimostrato dal fatto che di fronte ad una domanda specifica e diretta sono pochi gli intervistati che attribuiscono a questa pratica poca o nessuna importanza. Il confronto tra maschi e femmine evidenzia anche in questo caso una maggiore sensibilità della componente maschile, dove la quota di quanti giudicano indispensabile o molto importante risparmiare raggiunge il 53% contro il 43% registrato tra le ragazze. Riguardo alle motivazioni sottostanti al valore attribuito al risparmio, qualche utile indicazione ci viene offerta analizzando le risposte alla domanda relativa alla principale funzione che i giovani intervistati ritengono possa essere svolta dal risparmio con riferimento al loro futuro. A questo riguardo è interessante notare come, in una prospettiva a lungo termine, 26 Gli adolescenti e l’uso del denaro negli atteggiamenti verso il risparmio prevalga il senso del dovere e della responsabilità, dal momento che solo pochissimi ragazzi (2%) sostengono di non dovere necessariamente risparmiare, soprattutto se avranno un lavoro in grado di assicurare loro un'entrata fissa di denaro. La maggioranza del campione ritiene dunque di dovere risparmiare una volta divenuti adulti, principalmente per allontanare l’insicurezza, sia quotidiana (per far fronte agli imprevisti: 32%), che a lungo termine (per garantirsi una rendita in grado di consentire un buon tenore di vita: 28%). Circa tre ragazzi su dieci indirizzano invece il risparmio verso qualche forma di progettualità, finalizzandolo alla realizzazione di obiettivi di studio, lavoro e matrimonio. Resta da aggiungere come la concezione del risparmio diretta esclusivamente al consumo, caratterizzi una netta minoranza degli adolescenti, dal momento che solo uno su dieci ritiene di dovere risparmiare essenzialmente per migliorare la propria capacità di spesa in vista di acquisti importanti (auto, moto ecc) (tab. 8). TAB. 8. QUANDO LAVORERAI PENSI DI DOVERE RISPARMIARE E PRINCIPALMENTE PERCHÉ? (PERCENTUALE DI INTERVISTATI SUL TOTALE DEL CAMPIONE E PER GENERE. N = 900) Si, per avere in futuro una rendita che mi TOTALE MASCHI FEMMINE 27,7 29,8 25,9 11,6 15,6 8,1 27,2 22,0 31,8 31,6 29,5 33,6 1,8 3,2 0,7 consenta un buon tenore di vita Si, per avere in futuro una somma che mi permetta acquisti/spese importanti (auto, moto ecc.) Si, per utilizzarlo in futuro per qualche progetto importante di studio, di lavoro, di matrimonio ecc. Si, perché bisogna sempre avere a disposizione una riserva di denaro in caso di imprevisti No, non penso affatto di dovere necessariamente risparmiare, soprattutto se avrò un lavoro in grado di assicurarmi 27 Gli adolescenti e l’uso del denaro un’entrata fissa di denaro Per sondare la propensione al risparmio ed al consumo, ai ragazzi è stato chiesto di indicare le quote che destinerebbero per acquisti e risparmio se potessero disporre per effetto di una vincita, di un regalo straordinario, oppure di un'eredità di 500.000 lire, 5 e 50 milioni. Al crescere della cifra disponibile aumenta sensibilmente la percentuale destinata al risparmio. In media, con un importo di 500.000 lire la quota risparmiata sarebbe circa la metà (51%), mentre su 5.000.000 salirebbe al 65%, aumentando ulteriormente al 72% su un importo di 50.000.000. Non mancano tuttavia i consumatori e, soprattutto, i risparmiatori più convinti, con il 38,6% del campione che destinerebbe sempre una quota prevalente al risparmio indipendentemente dalla cifra ed il 10,4% che riserverebbe comunque sempre una quota maggioritaria agli acquisti. La netta propensione al risparmio riscontrata tra gli adolescenti intervistati, pur non presentando sostanziali variazioni per genere ed origine sociale, si rivela piuttosto correlata con l'atteggiamento che i ragazzi hanno nei confronti del denaro e del risparmio. In particolare, il dettaglio dell'analisi evidenzia un calo delle percentuali dedicate al risparmio al decrescere dell'importanza ad esso assegnata. Analogamente, in relazione al rapporto che i giovani dichiarano di avere con il denaro, al crescere del grado di attenzione posto nello spendere, aumenta progressivamente anche la percentuale di denaro riservata al risparmio, con divari tra le distribuzioni che permangono anche al variare dell'importo pur riducendosi di entità. A prescindere dalle differenze sopracitate, è comunque interessante notare come la propensione al risparmio non sembri sminuirsi completamente neanche tra la minoranza del campione che sembra maggiormente orientata a dedicare una scarsa attenzione alla gestione delle proprie risorse monetarie. Infatti, la quota riservata al risparmio dagli adolescenti che manifestano questo tipo di orientamenti e comportamenti si attesta comunque oltre il 50% per importi superiori alle 500.000 lire. Elemento che costituisce un’ulteriore riprova dell'elevato grado di diffusione e di 28 Gli adolescenti e l’uso del denaro radicamento della propensione al risparmio anche tra le leve più giovani della popolazione lombarda. 29 Gli adolescenti e l’uso del denaro 6. Forme e pratiche di risparmio: il denaro depositato Per quanto attiene, infine, al grado di diffusione tra gli adolescenti delle modalità classiche di risparmio, rappresentate dal denaro depositato presso gli istituti bancari e postali, occorre innanzitutto osservare come la disponibilità di depositi accomuni una buona parte degli adolescenti intervistati; sei ragazzi su dieci si dichiarano, infatti, in possesso di un libretto di risparmio e/o titolari di un conto corrente. In merito alle singole modalità di risparmio i libretti bancari si configurano come lo strumento largamente più diffuso (44%), seguiti a distanza dai conti correnti bancari (21%) e dai libretti postali (18%). Il possesso o meno di questi strumenti varia in funzione della disponibilità di risorse economiche e culturali della famiglia d'origine: tale pratica risulta più frequente tra i ceti superiori e tra i giovani con un migliore background culturale familiare. E' inoltre interessante notare che chi non è attualmente titolare di un libretto o di un conto corrente, nella stragrande maggioranza dei casi, non ha mai usufruito di queste opportunità. Diversamente, solo il 6,5% è stato in passato intestatario di uno di questi strumenti senza esserlo più attualmente. Considerando le caratteristiche di quanti risultano attualmente in possesso di depositi bancari e postali, occorre in primo luogo osservare che nella maggiore parte dei casi la titolarità si riferisce ad un unico strumento, principalmente un libretto bancario (64%). La plurititolarità coinvolge circa tre titolari su dieci per i quali, al possesso di un libretto (postale o bancario), è in genere associato un conto corrente. Andando ad indagare chi ha deciso l'apertura, il momento dell’apertura (età ed occasione) e la frequenza nei versamenti relativi ai singoli strumenti di risparmio, il primo elemento su cui riflettere è dato dalla quota elevata di quanti non sanno rispondere alle domande sopra citate. Questo fenomeno mette in luce quanto sia scarsa la partecipazione dei ragazzi rispetto a 30 Gli adolescenti e l’uso del denaro queste scelte. Resta tuttavia da sottolineare un maggiore livello di disinformazione tra i possessori di conti correnti, fattore che ci induce a considerare i dati relativi a questi titolari non del tutto esenti da effetti di sovrastima dovuti, probabilmente, alla tendenza ad annoverare tra gli strumenti di risparmio posseduti anche il conto corrente familiare. A prescindere da queste doverose precisazioni, dall'analisi delle risposte di quanti sono stati in grado di fornire informazioni in merito agli aspetti considerati, si può innanzitutto notare come l'iniziativa di intestare dei depositi ai ragazzi sia attribuibile soprattutto ai genitori, indipendentemente dalla forma di risparmio prescelta. Inoltre, si tratta di pratiche che nel caso dei libretti vengono in genere avviate nell'età preadolescenziale (in media a 9 anni), mentre per i conti correnti l'età è ovviamente più elevata (14 anni). Anche per quanto riguarda le occasioni che hanno portato alla titolarità dei diversi strumenti si registra una sostanziale omogeneità nelle risposte, con i compleanni e gli avvenimenti importanti (che nel caso dei libretti coincidono per lo più con la nascita o il battesimo e la comunione) a rappresentare gli eventi più ricorrenti. In merito alla periodicità dei versamenti, nella maggior parte dei casi vengono effettuati con una certa regolarità (più volte all'anno anche se non tutti i mesi), senza particolari differenze rispetto alla forma di risparmio prescelta. Per ciò che concerne infine l'importo dei risparmi depositati, anche in questo caso, quasi tre ragazzi su dieci non sono in grado di rispondere, a riprova di quanto sia scarsa in generale la conoscenza che i ragazzi hanno dei propri risparmi e di quanto sia basso il livello di coinvolgimento e di partecipazione a queste scelte. Tra quanti sono invece in grado di precisare l'ammontare della somma depositata, la maggioranza indica importi compresi tra uno e cinque milioni di lire. La quantità dei risparmi dei ragazzi non sembra comunque dipendere dal grado di disponibilità delle risorse familiari, in quanto non si osservano differenze significative nel confronto con l'origine sociale. 31 Gli adolescenti e l’uso del denaro 7. Il denaro domani: progetti e responsabilità nel regno dei soldi guadagnati Gli adolescenti, che si descrivono come “cicale”, si immaginano di diventare “formiche” dieci anni dopo: le spese voluttuarie e d’impulso lasceranno spazio alla valorizzazione di beni durevoli e la spensieratezza cederà il primato a una pensosa seriosità. Il denaro dei ventisei anni, infatti, non sarà mai regalato, ma sempre guadagnato. Sia chi pensa di andare a vivere da solo (la maggioranza), sia chi si immagina ancora in famiglia, intende aver realizzato una completa autonomia economica dai genitori. Ognuno si suderà i suoi soldi e ci penserà due volte prima di sperperarli. Gli oggetti di consumo e la cultura del denaro, visti in prospettiva, cambieranno radicalmente: il risparmio diverrà un valore per tutti. L’acquisto di una casa e un’automobile sono infatti obiettivi comuni così come gli investimenti realizzati in funzione del proprio lavoro, della famiglia e dei figli. Le spese del futuro citate da maschi e femmine sono assai simili e coincidono sostanzialmente con gli impegni di una famiglia media: casa, tasse, affitto, bolletta della luce, gas, telefono, mangiare, macchina, lavoro, figli, famiglia, mutuo. L’area delle spese per il divertimento ne risulterà pertanto compressa, anche se molti citano i viaggi e le vacanze. E’ una immagine mesta e impiegatizia quella che pervade il ritratto di famiglia dei sedicenni dieci anni dopo: i soldi saranno sempre più importanti, sempre più schiaccianti le responsabilità. Oppressi da mutui, bollette e tasse, i sedicenni di domani riusciranno a ritagliarsi anche un’area per il piacere? Qui le risposte di maschi e femmine si differenziano. 32 Gli adolescenti e l’uso del denaro Per le ragazze il piacere sarà la bellezza, le spese per l’abbigliamento, ma anche la maternità e i figli insieme ai centri estetici. Dove il codice femminile-seduttivo, prevalente nelle adolescenti, si affianca al codice materno portatore dei valori dell’accudimento dei figli. I valori della maternità e della cura dei figli insieme alla cura di sé sono collocati tutti insieme, dalle femmine, nell’area del piacere. Il tempo delle madri dolorose e sacrificali sembra passato per lasciare spazio a una nuova figura di madre che non recede dall’intento di occuparsi comunque anche di se stessa. La prospettiva di avere responsabilità materne influenza anche i valori che l’universo femminile associa al risparmio, essi sono prevalentemente relativi alla sicurezza. Per i maschi l’area delle spese è più vasta e differenziata: rimarranno le attività ludiche del gruppo monosessuale maschile e le trasgressioni, infine sarà confermata l’area infantile e grandiosa, inoltre nel futuro troverà spazio anche l’area della seduzione virile. Uniti nelle responsabilità della vita adulta i maschi e le femmine resteranno diversi nell’area del piacere nella quale i valori della virilità e della femminilità si esprimono, differenziandosi con forza. 33 Gli adolescenti e l’uso del denaro 8. Conclusioni Sintetizzando brevemente i principali elementi emersi dalla ricerca, occorre in primo luogo osservare come il valore attribuito al risparmio e la propensione a risparmiare risultino radicati e diffusi anche tra gli strati più giovani della popolazione lombarda, configurandosi anche come fenomeni in grado di uniformare gli orientamenti indipendentemente dall'appartenenza sociale. L'importanza assegnata dai giovani al risparmio si riflette inoltre sui comportamenti di spesa, rilevandosi centrale per la comprensione di alcuni atteggiamenti e strategie di consumo. Nonostante la propensione al risparmio risulti piuttosto radicata, è necessario osservare come al riguardo sia visibile una certa discrepanza tra atteggiamenti e comportamenti. In particolare, i ragazzi pur ritenendo di possedere in genere una scarsa inclinazione al risparmio, nella pratica manifestano nella gestione del loro denaro una netta propensione a risparmiare; sono pochi, infatti, coloro che dichiarano di spendere tutto il denaro a disposizione. L'apparente contraddizione riflette probabilmente la percezione di un divario tra le reali modalità di utilizzo del denaro nella quotidianità ed il modello ideale di gestione delle risorse proposto dai genitori, attraverso i continui ammonimenti al risparmio; con il risultato che i ragazzi ritengono di risparmiare meno di quello che dovrebbero, consci anche del carattere frequentemente impulsivo dei loro comportamenti di spesa. Il risparmio rappresenta comunque, per la stragrande maggioranza degli adolescenti, un valore importante, una pratica considerata necessaria una volta divenuti adulti, in base a motivazioni che appaiono abbastanza tradizionalistiche, dettate soprattutto da sentimenti di incertezza e di preoccupazione per il futuro, contro i quali prevale il senso del dovere e della responsabilità. Pur attribuendo valore al risparmio, i ragazzi ne parlano comunque poco sia con gli amici che con i propri i genitori, mentre le conversazioni riguardanti 34 Gli adolescenti e l’uso del denaro il denaro a disposizione e gli acquisti risultano decisamente più frequenti in entrambi gli ambiti relazionali. Anche a causa della scarsità di occasioni di confronto con i genitori sulle tematiche concernenti investimenti e risparmi, gli adolescenti si dimostrano decisamente poco informati in materia: significativo è che il 30% non sa come si ottiene un libretto di assegni o l'80% non ha idea di cosa sia un titolo obbligazionario, solo per citare alcuni esempi. Siamo di fronte quindi ad una generazione che non viene informata e che è comunque poco interessata a documentarsi autonomamente, come dimostra la bassa propensione riscontrata per la lettura della stampa specializzata. Tra i ragazzi si osserva in genere una scarsa conoscenza e consapevolezza non solo in riferimento alle forme di investimento, ma anche nei confronti degli strumenti di risparmio personali, nonostante la diffusa disponibilità di depositi bancari e postali; questo elemento evidenzia uno scarso coinvolgimento e partecipazione dei ragazzi a queste decisioni che vengono prese nella maggior parte dei casi dai genitori. Per quanto attiene alle disponibilità finanziarie, la quasi totalità degli adolescenti lombardi riceve un contributo economico dai genitori - senza sostanziali variazioni di importo tra i diversi ceti sociali, anche per effetto dell'elevata omogeneità riscontrata nella struttura dei consumi - al quale in genere si aggiungono degli "extra" piuttosto consistenti. L'elargizione di denaro al posto di doni in corrispondenza di compleanni e festività natalizie è, infatti, decisamente molto frequente, tanto da potere ravvisare la generale tendenza a monetizzare ogni occasione di scambio simbolico. In virtù della buona disponibilità di denaro, grazie anche alla generosa distribuzione di genitori e parenti, gli adolescenti possono contare su un regime relativamente autonomo di spese e di consumi, almeno per quanto riguarda le piccole necessità quotidiane, dal momento che solo una minoranza può comunque disporre senza alcun vincolo dei propri soldi. I ragazzi, viceversa, sembrano avere bisogno di più ampi spazi di autonomia economica, nonché ovviamente anche di maggiori risorse monetarie, essendo piuttosto numerosa la quota di coloro che ricercano fonti autonome 35 Gli adolescenti e l’uso del denaro di reddito - da destinare soprattutto ai divertimenti - decidendo di svolgere dei piccoli lavori fuori casa. Occorre tuttavia precisare che a questa età il sostegno economico offerto direttamente dai genitori si rivela determinante praticamente per tutti i ragazzi, anche perché la capacità di spesa risulta comunque superiore alle loro disponibilità; conseguentemente buona parte dei consumi viene soddisfatta attraverso il ricorso al reddito familiare. 36 Gli adolescenti e l’uso del denaro Nota metodologica FASE QUANTITATIVA ¾ Il campione Il campione coinvolto nell’indagine quantitativa è costituito da 882 giovani frequentanti le classi seconde e terze di scuole medie superiori statali (licei, istituti tecnici, commerciali e professionali) della Lombardia. Le scuole coinvolte nelle rilevazioni sono state in totale 30 (45 classi) in rappresentanza delle provincie lombarde. ¾ Il questionario di rilevazione Lo strumento di rilevazione utilizzato per la ricerca è un questionario strutturato costruito ad hoc. Le domande contenute del questionario sono in totale 39 (domande chiuse a risposta unica, domande chiuse a risposte multiple e domande aperte). ¾ Le rilevazioni sul campo • La rete di rilevazione, gestita e coordinata da IARD, era composta da 10 intervistatori istruiti appositamente nel corso di un briefing preparatorio. • La somministrazione dei questionari è avvenuta direttamente nelle classi dove i ragazzi hanno autocompilato i questionari sotto la supervisione dell’intervistatore IARD. • La rilevazione è stata realizzata nel corso del mese di Dicembre 1999. FASE QUALITATIVA L’approfondimento qualitativo ha visto coinvolti circa 50 ragazzi intervistati nel corso di 6 focus-group (4 a Milano e 2 a Brescia). Le interviste di gruppo sono state condotte secondo la traccia di intervista messa a punto con lo scopo di stimolare i partecipanti ad esprimersi sul tema della ricerca. I focus sono stati condotti nel mese di Dicembre 1999 da intervistatori qualificati ed esperti nella realizzazione di interviste in profondità. 37 Gli adolescenti e l’uso del denaro La ricerca è stata condotta da IARD con il contributo della Fondazione CARIPLO. IARD IARD è un Istituto specializzato attivo dal 1961 nel campo della ricerca sui processi culturali, educativi e formativi con approcci che integrano le prospettive delle diverse scienze sociali. Opera su tutto il territorio nazionale avvalendosi della sua struttura interna e di un nutrito gruppo di collaboratori esterni, scelti fra i più noti esperti dei vari settori disciplinari. Dispone di una propria, qualificata e collaudata rete di intervistatori estesa capillarmente in tutte le province italiane, e di un autonomo centro di calcolo per la trattazione dei dati. Svolge per conto dei Ministeri degli Affari Esteri e della Pubblica Istruzione attività di formazione e aggiornamento a favore del personale direttivo e docente della scuola in Italia e nel mondo. IARD è inoltre inserito in reti e consorzi internazionali in grado di fornire consulenza e supporto tecnico alla realizzazione di ricerche-intervento per conto dell’Unione Europea. LE ATTIVITÀ DI RICERCA Le attività IARD sono riconducibili a tre filoni principali di studio: 1. La condizione giovanile 2. Le politiche sociali 3. Gli interventi didattico-pedagogici All’interno di ciascuna tematica, IARD conduce ricerche in ambiti diversificati e attraverso molteplici metodologie: dalle indagini campionarie su popolazioni estese di soggetti, alle indagini qualitative di tipo motivazionale su target specifici, ai case-studies finalizzati all’analisi delle dinamiche organizzative e di mercato, agli studi su dati secondari, alle ricerche valutative. IARD ha inoltre messo a punto una metodologia finalizzata alla verifica dei risultati, in termini di efficienza ed efficacia, di progetti e sperimentazioni su target diversificati. I SERVIZI IARD ha acquisito una notevole esperienza in alcuni campi specifici che non si collegano, se non indirettamente, con la ricerca o con la produzione di strumenti. IARD è pertanto in grado di: 38 Gli adolescenti e l’uso del denaro ¾ effettuare corsi di formazione e di aggiornamento di docenti e di operatori ¾ organizzare convegni e seminari di studio ¾ organizzare e programmare itinerari didattici in mostre e fiere ¾ predisporre strumenti di rilevazione ¾ condurre interviste sul territorio nazionale ¾ elaborare dati Quaderni IARD QUADERNI DI APPROFONDIMENTO GIÀ DIVULGATI: ANNO 1993 • n. 1 Gli orientamenti religiosi (M. Rostan) • n. 2 La religiosità di fronte all’etica e alla politica (M. Rostan) • n. 3 I giovani e la cultura (A. Cavalli) • n. 4 Giovani Nord/Sud: vecchie differenze, nuove vicinanze (M. T. Torti) • n. 5 La fiducia dei giovani nelle istituzioni. Diffusione e allocazione di una risorsa scarsa (G. Gobo) • n. 6 L’abbandono degli studi nella facoltà di Ingegneria. Il caso del Politecnico di Milano (F. Denti) • n. 7 L’abbandono degli studi nella facoltà di Architettura. Il caso del Politecnico di Milano (F. Denti) • n. 8 I Giovani e la voglia di cambiare. Il mutamento negli atteggiamenti politici delle nuove generazioni. Febbraio 1992 – Settembre 1993 (C. Buzzi e A. de Lillo) ANNO 1994 • n. 1 Giovani donne di fronte al lavoro (F. Sartori) • n. 2 I giovani italiani e l’unione europea (A. Cavalli) 39 Gli adolescenti e l’uso del denaro • n. 3 Gli orientamenti politici dei giovani: un’analisi longitudinale (A. de Lillo) • n. 4 I giovani e l’ecologia (C. Buzzi) • n. 5 Comunicazione sociale: una lezione dalla droga (A. Terzi) ANNO 1995 • n. 1 La famiglia “lunga”: il permanere dei giovani nella famiglia dei genitori (R. Santoro) • n. 2 Insegnanti e valutazione: la scuola superiore di fronte all’abolizione degli esami di riparazione (IARD) • n. 3 I giovani e il pregiudizio etnico (A. Alietti) • n. 4 Fabbisogni formativi e inserimento lavorativo dei giovani usciti dal circuito penale (O. de Leonardis) • n. 5 La valutazione dell’efficacia dei percorsi terapeutici nelle comunità residenziali per ex tossicodipendenti (P. Bortolussi) • n. 6 I nuovi poveri in Lombardia. Sistemi di welfare a traiettorie di esclusione sociale (D. Benassi) • n. 7 Scelte cruciali. I giovani e i loro genitori di fronte alle scelte di studio e di lavoro (A. Cavalli) ANNO 1996 • n. 1 Giovani donne a confronto (N. Schmitz) • n. 2 Sport da bambini (F. Sartori) • n. 3 La diffusione della lingua italiana all’estero. Il metodo IARD. Connubio tra tradizione e innovazione (IARD) • n. 4 I giovani e l’impresa (M. Bucchi) • n. 5 Non più macaroni? L’alimentazione dei giovani (S. La Mendola) • n. 6 Quarto rapporto IARD sulla condizione giovanile in Italia (IARD) 40 Gli adolescenti e l’uso del denaro ANNO 1997 • n. 1 Scienza, industria e ambiente. I giovani lombardi di fronte al futuro (M. Bucchi) • n. 2 L’affettività nella prima adolescenza (S. Gilardi) • n. 3 I giovani e la voglia di lavorare (M. Bucchi) • n. 4 L’orologio della neo-mamma (F. Sartori) • n. 5 Il rapporto tra le giovani donne e il ginecologo (F. Sartori) • n. 6 Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (G. Carraro e A. Devizzi) • n. 7 I giovani reggiani e le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (R. Fasol) ANNO 1998 • n. 1 I giovani e la musica. Echi sonori dalla Quarta Indagine IARD (M.T. Torti) • n. 2 I giovani e le forze armate (R. Grassi) • n. 3 Giovani e insegnanti a confronto (C. Margheri) • n. 4 Informatica scuola e società (A. Devizzi) • n. 5 Idealisti, ma non troppo. Giovani e giustizia sociale verso il duemila (G. Nevola) • n. 6 Una società neo-romantica? Valori e partecipazione tra i giovani nelle ricerche IARD (D. La Valle) ANNO 1999 • n. 1 Dalla scuola materna alla scuola elementare: prospettive del quinto anno (M. Saviotti) • n. 2 I giovani tra formazione professionale e lavoro: l’apprendistato in Italia (M. Vinante ) • n. 3 I bambini e l’uso del denaro (F. Sartori e B. Ongari) 41 Gli adolescenti e l’uso del denaro • n. 4 Internet e scuola (A. Devizzi) • n. 5 Gli insegnanti di fronte al cambiamento (G. Gasperoni) • n. 6 Un confronto tra giovani toscani e giovani lombardi (A. Vitalini) ANNO 2000 • n. 1 Lettura e non lettura: insegnanti e studenti a confronto (F. Biolcati-Rinaldi) • n. 2 Immagine del sociale degli insegnanti (C. Margheri) • n. 3 Nuove tecnologie e scuola (G. Argentin) • n. 4 Informatica e didattica. Internet, un ambiente di lavoro (A. Devizzi) • n. 5 Quinto rapporto IARD sulla condizione giovanile in Italia (AA.VV.) • n. 6 Gli adolescenti e l’uso del denaro (C. Dosso e E. Rosci) Sono ora in corso di approfondimento e costituiranno argomento dei prossimi quaderni le seguenti tematiche: • Ai protagonisti del 2000. I valori dei giovani lombardi (S. Abbruzzese) • TRYP: formazione professionale per i giovani adulti in carcere (A. Giasanti) • Flexibility: famiglia, istruzione e lavoro in Europa (G. Ballarino) • Temi e problemi dalla Quinta indagine IARD sulla condizione giovanile in Italia (serie di quaderni) 42