Associazione Culturale Loriband Associazione ex Alunni dell’Arnaldo BREVE CICLO DI INCONTRI DEDICATI ALLA FIGURA ED ALL’OPERA DI GIUSEPPE TONNA NEL TRENTENNALE DELLA SCOMPARSA 14 e 21 Maggio 2010 Teatro San Carlino - Brescia Ass.Cult. Loriband Associazione ex Alunni dell’Arnaldo L’Associazione ex Alunni dell'Arnaldo Nata nel 1991 su iniziativa dell'ex preside Giovanni Montagna, del prof. Mario Martinazzi, della signora Giulini ed altri ex alunni con lo scopo di sviluppare la conoscenza della cultura classica principalmente attraverso conferenze; ultimamente sono intervenuti il prof. Mario Vegetti e il prof. Gianenrico Rusconi. Il presidente attualmente in carica è il dr. Pierpaolo Montagna. L’ Associazione culturale Loriband Costituito in Associazione culturale dal 1994 il gruppo musicale Loriband opera con la finalità di diffondere il patrimonio della musica popolare antica, rendendolo facilmente godibile con arrangiamenti ispirati alla tradizione folklorica del XIX-XX secolo. Il lavoro di rielaborazione, lontano da un intento filologico, punta a cogliere l'immediatezza comunicativa della tradizione popolare. Loriband ha pubblicato nel 1997 l' antologia "Di volpi et altri animali uomini" e nel 2005 la raccolta di canti di Natale “Narrar d’incanto e meraviglia”. Attualmente è in corso la registrazione del cd “Catene di mare e di vento”, esecuzione arrangiata in chiave moderna dei brani contenuti nella miniatura nota come Pergaminho Vindel ed attribuiti a Martim Codax. Anna Bonesi: contralto Patrizia Taini: soprano Giordana Ziliani: soprano Loredana Ziliani: soprano Oksana Ivasyuk: violino, viola Filippo Fornari: contrabbasso Pierfrancesco Lovisetti: mandola, chitarra Stefano Mori: chitarra, irish bouzouki Fausto Piazza: percussioni Riccardo Valseriati: pianoforte Stefania Serramondi: tecnico del suono Aldo Lagala, Andrea Frati, luci PROVINCIA DI BRESCIA Associazione ex Alunni dell’Arnaldo Ass.Cult. Loriband BREVE CICLO DI INCONTRI DEDICATI ALLA FIGURA ED ALL’OPERA DI GIUSEPPE TONNA NEL TRENTENNALE DELLA SCOMPARSA Venerdì 14 Maggio, ore 21.00 Tonna traduttore delle opere omeriche Venerdì 21 Maggio, ore 21.00 Tonna traduttore del Baldus folenghiano Teatro San Carlino Corso G.Matteotti,8 - Brescia L’iniziativa Con il suo fare schivo Giuseppe Tonna non si sarebbe probabilmente stupito del fatto che il trentesimo della sua scomparsa passasse in punta di piedi. Tuttavia vi sono persone che lasciano il segno, come lenti fiumi che scavano silenziosamente ma con potenza intere valli e cambiano il paesaggio. Ovviamente parliamo del paesaggio umano costituito dalla nutrita schiera di chi l’ha conosciuto di persona e di chi è entrato in contatto con il suo cuore tramite le sue opere. Opere di cuore, appunto, prima ancora che di accademia. Molti di noi se lo ricordano quando, anche sotto piogge torrenziali, per giungere alla sua classe - non a caso le ex scuderie - attraversava con tutta calma il cortile dell’ Arnaldo in diagonale, perché trasversale era appunto, il suo approccio alla vita ed alla conoscenza: un verso classico era strumento per saggiare le nostre conoscenze di lessico, metrica o di etimologia, ma spesso anche l’occasione per cercare di risollevarci dalla nostra scarsa conoscenza della cultura agricola. E’ così che sotto la perenne bonaria minaccia di essere espulsi “da tutte le scuole del regno” siamo cresciuti all’ombra di questa grande persona: a lui la nostra gratitudine per aver trasformato gli studi classici in un magico mondo da esplorare con entusiasmo sotto la sua guida sicura e saggia. Promuovono l’iniziativa: Associazion Ex Alunni dell’Arnaldo Associazione Culturale Loriband Partecipano alla realizzazione: Teresa Tonna, insegnante e scrittrice Paola Carmignani, giornalista e scrittrice Piepaolo Montagna, Ass.Ex Alunni dell’Arnaldo Daniele Squassina, attore e regista Elisabetta Bracchi, danzatrice e coreografa Filippo Fornari, animazione ex libris ed.Paganini 1521 Loriband, interventi musicali Elisabetta Bracchi danzatrice, insegnante e coreografa. Ha affiancato gli studi coreutici a quelli classici dedicandosi in particolare alla ricerca delle origini, delle fonti e le possibili contaminazioni che hanno ispirato la nascita della danza Flamenca. Numerosi sono gli spettacoli con tematiche che si rifanno alla cultura spagnola ideati ed interpretati, di particolare rilievo sono le produzioni ispirate a Garcia Lorca. Ha collaborato in qualità di solista e coreografa con vari enti lirici e compagnie italiane ed estere riscuotendo ovunque grande successo di pubblico e di critica. Ha danzato con varie formazioni cameristiche, dedicandosi in particolare ad autori barocchi italiani e spagnoli. In duo con il M° Michele Barchi ha partecipato a festival internazionali in Italia ed all’estero. Il M° Giancarlo Facchinetti le ha dedicato una sonata per violino, violoncello e clavicembalo. E’ stata allieva del prof.Tonna. Daniele Squassina attore e regista Durante gli anni liceali all’Arnaldo frequenta i corsi di teatro tenuti dalla Compagnia della Loggetta. Chiamato da Renato Borsoni, nei primi anni '70, partecipa a Brescia 1920: “L’occupazione delle fabbriche”, regia di Nuccio Ambrosino ed a “La terra non gira, o bestie!”, di Renzo Bresciani nel ruolo del protagonista Paneroni per la regia di regia di Costanzo Gatta. Da allora innumerevoli sono le sue collaborazioni con realtà teatrali locali e non, come attore, autore di testi o regista. Svolge di animazione teatrale presso la scuola e con il personale del Richiedei di Gussago, lavoro che diventa occasione per la trasposizione in forma di teatro di alcune favole e racconti. Tiene, inoltre, laboratori di lettura espressiva e presta la sua collaborazione fissa in qualità di lettore al Centro Distribuzione Libro Parlato della Unione Italiana Ciechi. Ama, infine, ricordare la partecipazione agli stages tenuti da Marco Sciaccaluga, da Mamadou Dioume e da Mauro Avogadro. L’animazione L’animazione - un volta-la-carta, un gioco di tarocchi scanzonato che vuol richiamare il clima comico, a volte grottesco, dell’opera folenghiana - è stata realizzata utilizzando tutte le 53 immagini dell’edizione Tuscolanensis edita da Paganini nel 1521, digitalizzate dal volume “Phantasiae Toscolanensis – Le avventure di Baldo e soci dall’Opus Merlini Cocaii” a cura di Otello Fabris edito per la Bibliotheca Merliniana nel Maggio 2009. Anche le didascalie che precedono ogni immagine sono tratte, in forma sintetizzata, dal medesimo volume. Gli interventi musicali Viene proposta una scelta antologica di brani di provenienza europea coevi alla composizione del Baldus e legati in parte alla tradizione popolare e in parte costituita da musica di corte, rispecchiando la doppia anima colta e maccheronica dell’opera folenghiana. M.L.Gentian ( 1538 – c.1559) Je suis Robert Thoint Arbeau (1519-1595) Belle qui c’est ma vie Thomas Morley (1557-1602) Now is the month of maying Clément Jannequin (1485-1558) C’est mois de may Anonimo spagnolo XIV sec Pase el agua Anonimo italiano XV sec Alle stamegne Thomas Ravenscroft (1582-1635) A round of three country dances in one Tradizionale inglese The taylor and the mouse GIUSEPPE TONNA Nato a Gramignazzo di Sissa, in provincia di Parma, da famiglia contadina il 28 Maggio 1920, dopo aver frequentato il liceo nel capoluogo, si iscrive alla facoltà di lettere dell' Università di Pisa dove, alla Scuola Normale Superiore conduce studi sulla letteratura latina e greca, in particolare su Virgilio, del quale è un grande ammiratore; trasferitosi all'Università di Bologna, per avvicinarsi alla famiglia durante il periodo bellico, si laurea in lettere classiche con una tesi sulle Georgiche. Insegna lettere al liceo classico Arnaldo di Brescia dal 1959 fino al 1979, anno della sua morte. Profondo conoscitore delle lingue classiche, Tonna tradusse in prosa i due grandi poemi omerici. Fu anche filologo e studioso di letteratura medievale e rinascimentale, in particolare di Teofilo Folengo, di cui curò la prima traduzione italiana del Baldus (edizione Vigaso Cocai), edita nel 1958 e, poco prima della morte, i primi dieci libri della Toscolanense, pubblicati postumi col titolo “Il Baldo padano”. Sua è anche la traduzione di parte della “Cronica” di Salimbene de Adam. Esordisce con la poesia nel 1941, con il volume di versi “Crisalidi sul cammino”. Si dedica poi alla prosa pubblicando, in vita, tre volumi di racconti ambientati nel mondo contadino padano. Viene pubblicato postumo l’unico suo romanzo, “L’ultimo paese”, intessuto di memorie personali e testimonianza vivissima di una civiltà, quella contadina, a lui tanto cara. In ambito bresciano cura l’edizione della Massera da bé di Galeazzo degli Orzi, con traduzione e commento, corredata da un glossario. Le traduzioni di “Iliade” e “Odissea” di Tonna, edite negli anni settanta da Garzanti e largamente diffuse, sono sempre state ripubblicate nella collana “I Grandi Libri”, dove tutt’ora sono inserite. VENERDI 14 MAGGIO 2010 L’OPERA I POEMI OMERICI Il Baldo Padano è la traduzione dei primi dieci libri del Baldus di Merlin Cocai (pseudonimo di Teofilo Folengo) nella seconda redazione del poema (Toscolanense) pubblicata da Paganini a Toscolano, nel 1521. selezione di brani tratti dai poemi omerici nella traduzione di Giuseppe Tonna Il Baldus è un poema maccheronico che racconta le gesta di Baldo, eroe nato nel mondo contadino da genitori nobili, per terra e per mare fino all’Inferno. Nei primi dieci libri del poema le avventure di Baldo si svolgono nel territorio di Mantova, cioè in area padana: «E questo frate vitale e sanguigno, estroso e fantastico ci ha lasciato la prima spiegata figurazione della condizione dei contadini delle nostre campagne che abbia la letteratura italiana». Così Giuseppe Tonna scriveva a proposito di Teofilo Folengo, (1491-1544) l’autore maccheronico che lo ha accompagnato, di traduzione in traduzione, per tutta la vita. Interesse per il mondo contadino settentrionale e per i suoi dialetti, quello di Tonna, perché il maccheronico è – dice lo stesso Tonna- “un prodigioso impasto linguistico” di latino e dialetti settentrionali.. Saluto di Pierpaolo Montagna Introduzione di Teresa Tonna Intervento di Paola Carmignani Letture di Daniele Squassina Loriband - Le Cantigas do Amigo di Martim Codax Coreografie Elisabetta Bracchi Nel 1958 Tonna aveva pubblicato la traduzione del Baldus di Merlin Cocai, nella quarta redazione del poema (Vigaso Cocaio), edita a Venezia nel 1552 che è stata ripubblicata postuma nel 2004 (seguendo l’attenta revisione compiuta dallo stesso Tonna) in occasione della lettura integrale de “Il Baldo”, svoltasi durante il Festivaletteratura di Mantova dello stesso anno, con la regia di Gianfranco De Bosio. Le Cantigas do Amigo di Martim Codax tratte dal Pergaminho Vindèl Conservata nella copertina interna di un manoscritto ciceroniano trecentesco e casualmente scoperta dall’ antiquario bibliofilo Pedro Vindel nel 1914, la raccolta delle sette “Cantigas de Amigo”, a firma del trovadore galiziano Martim Codax, è l’unico documento del tempo che riporta la notazione musicale ad integrazione del testo poetico, facendo eccezione per il sesto componimento per il quale il pentagramma è privo di scrittura. Tale scoperta confermò la teoria che voleva destinate al canto le circa cinquecento “Cantigas de Amigo” tramandateci a testimonianza della produzione letteraria galiziano-portoghese del XIII secolo ed iscritta all’interno del più ampio movimento trobadorico diffusosi alla fine del duecento in Europa. Nelle “Cantigas de Amigo” è la donna che canta le proprie emozioni nell’attesa dell’uomo amato, dispiegando il ventaglio dei sentimenti di chi rimane catturato dall’assenza dell’altro: gioia, speranza, malinconia, dolore e solitudine si susseguono nei testi e nelle note delle Cantigas descrivendo quelle catene di mare e di vento che tengono l’ideale protagonista prigioniera del suo stesso attendere dinnanzi alle onde del mare nella città galiziana di Vigo. Inevitabile è stato per noi il riferimento alla vicenda di Penelope, donna che ha dato alla sua Attesa un senso profondo ed epico degno di essere narrato nei secoli. Lungi da una interpretazione filologica, la Loriband ha dato corpo ad una propria rielaborazione delle “Cantigas de Amigo”, in cui lo sviluppo polifonico e gli arrangiamenti creano un ideale ponte tra la tradizione trobadorica e le moderne sonorità, lasciando volutamente emergere, nell’esecuzione, il ritmo circolare, a volte ipnotico, che vuole rendere il senso di un’ attesa che pare non abbia mai fine ma non per questo è vana e che richiama la cadenza del fado portoghese, la musica del fato, del destino, ricca di ombre e luci. I testi Questa traduzione dei testi delle “Cantigas” omette, per motivi di spazio, le riprese che costituiscono l’elemento principale del senso ritmico e poetico dell’opera-, mettendo in risalto immediatezza e concretezza dell’immagini evocate. Il tema di fondo è l’attesa del ritorno dell’uomo lontano e la donna che idealmente canta ed interroga le onde ne attraversa tutte le sfumature: dall’attesa gioiosa del ricongiungimento fino alla rassegnazione alla solitudine di fronte ad un mare muto e deserto. L’opera si presenta come componimento poetico unitario destinato ad essere eseguito nella sua interezza e non come semplice raccolta di canti. I – Ondas do mar de Vigo Onde del mare di Vigo avete visto il mio amico, i il mio amato, quello per cui sospiro e per cui ho sì gran pena? O Dio, che venga presto! II – Mandad’ ei comigo Ho notizie che viene il mio amico, il mio amato, e viene sano e vivo, amico e favorito del re. III – Mia Irmana fremosa Mia bella sorella, venite volentieri con me alla chiesa di Vigo dove il mare si leva agitato e lì verrà il mio amico e il mio amato E guarderemo le onde! IV – Ay Deus se sab ora O Dio, se ora sapesse il mio amico come sono sola a Vigo! se ora sapesse il mio amato come resto sola senza guardie con me salvo gli occhi con cui piango! ...E innamorata! V – Quantas sabedes amar Voi che sapete amar l'amico, l’amato con me venite al mar di Vigo. ché troveremo il mio amico, il mio amato E nelle onde ci bagneremo! VI – Eno sagrado en Vigo Sul sagrato, a Vigo, danzava una ragazza bella e delicata che mai aveva avuto amico che mai aveva avuto amato tranne che a Vigo, sul sagrato. Sono innamorata! VII – Ay ondas Onde che sto a guardare, onde che vengo a mirare mi sapreste dire, mi sapreste spiegare perché tarda il mio amico senza di me? VENERDI 21 MAGGIO 2010 IL BALDUS PADANO selezione di brani tratti dal Baldus Padano nella traduzione di Giuseppe Tonna «Tradurre - diceva Giuseppe Tonna ai suoi studenti del ginnasio - viene da transducere, condurre al di là; c’è dentro anche la radice di trano: attraversare a nuoto. Significa quindi portare un testo da un mondo ad un altro e il mondo di oggi affida la narrazione alla prosa, mentre il mondo antico la svolgeva in esametri». Tonna era un profondo conoscitore del greco e non solo possedeva tutti gli strumenti linguistici necessari per la traduzione, ma soprattutto possedeva gli strumenti culturali per poter rappresentare, in tempi non sospetti, un Ulisse estremamente radicato, come lo erano gli uomini della sua civiltà contadina, senza fargli perdere le prerogative eroiche. Saluto di Pierpaolo Montagna Introduzione di Teresa Tonna Intervento di Paola Carmignani Letture di Daniele Squassina Interventi musicali Loriband Animazione ex libris Filippo Fornari Scrive la figlia Teresa: “Omero rappresentava ad un tempo l’ origine di una civiltà e l’origine della letteratura occidentale. Il primo testo di Omero che tradusse fu l’Odissea, perché Odisseo approda alla “petrosa Itaca” e incontra il padre che sta arando i campi. Stava infatti in quell’aratura il senso di una civiltà, il senso di una cultura: non l’errabondo Odisseo, ma il contadino Laerte garantiva una continuità, una certezza. Solo con tale certezza si poteva affrontare l’Iliade per commentare che il Carducci si era sbagliato:Tra le battaglie, Omero, nel carme tuo sempre sonanti… Non sonorità di battaglie, ma susseguirsi di miti; “il poema teologico dei Greci”, diceva dell’Iliade.”