Pastorale Sociale e del Lavoro
Diocesi di Como
PREGHIERA PER L’UOMO DEL LAVORO
“Non lasciamoci rubare
Signore Dio guardaci!
Guarda questa comunità riunita in preghiera.
Guarda le nostre famiglie.
Signore, a Te, non è mancato il lavoro,
hai fatto il falegname … eri felice.
Signore, ci manca il lavoro.
Gli idoli vogliono rubarci la dignità.
I sistemi ingiusti vogliono rubarci la speranza.
Signore, non ci lasciare soli.
Aiutaci ad aiutarci fra noi,
facendoci dimenticare un po’ l’egoismo
per sentire nel cuore il “noi”.
Noi, popolo, che vuole andare avanti.
Signore Gesù, a Te non mancò il lavoro,
dacci lavoro e insegnaci a lottare per il lavoro
e benedici tutti noi.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
il nostro fratello”
“Vorrei
che si ascoltasse il grido di Dio che
chiede a tutti noi: «Dov’è tuo fratello?». Dov’è
il tuo fratello schiavo? Dov’è quello che stai uccidendo ogni giorno nella piccola fabbrica clandestina, nella rete della prostituzione, nei bambini che utilizzi per l’accattonaggio, in quello
che deve lavorare di nascosto perché non è stato regolarizzato? Non facciamo finta di niente.
Ci sono molte complicità. La domanda è per
tutti!” (EG n.211)
Preghiera comunitaria
per il mondo del Lavoro
Papa Francesco
Mercoledì 30 Aprile 2014
ore 21.00
12
1
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Per gli imprenditori, i lavoratori, le organizzazioni sindacali e chi in vario
modo si occupa del mondo del lavoro: perché sappiano sempre promuovere azioni di vera solidarietà e non si adeguino mai all’idea che
l’economia e il profitto possano contare più della dignità della persona,
preghiamo ...
Dio, che ha chiamato l’uomo a cooperare al progetto della creazione,
sia con tutti voi.
E con il tuo spirito.
Per le comunità cristiane e civili: perché sostengano con concreta solidarietà le persone e le famiglie che si trovano improvvisamente in grave difficoltà a causa della perdita del posto di lavoro,
preghiamo ...
Fratelli e sorelle, preghiamo affidando al Padre le istanze pressanti del
nostro tempo: un posto per tutti al banchetto della vita; una remunerazione adeguata ai bisogni dei singoli e delle famiglie; la dignità e la sicurezza del lavoro; l’attenzione alle nuove generazioni che si affacciano
ad un prossimo impegno di vita. Supplichiamo in silenzio Dio Padre che
sa di che cosa abbiamo bisogno.
Per tutti noi: perché gli animi si rasserenino, i contrasti vengano superati e
si percorrano le vie della riconciliazione e della fraternità,
preghiamo ...
(Pausa prolungata di preghiera silenziosa)
Il Signore Gesù è venuto a condividere le nostre fatiche e le nostre speranze. Supplichiamo ancora Dio Padre con la preghiera che lui ci ha insegnato: Padre nostro …
O Padre, che chiami gli uomini a cooperare mediante il lavoro quotidiano, al disegno immenso della tua creazione, fa’ che nello sforzo comune
di costruire un mondo più giusto e fraterno ogni uomo trovi un posto
conveniente alla sua dignità, per attuare la propria vocazione e contribuire al progresso di tutti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna
con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
O Dio, che hai sottomesso al lavoro dell’uomo le immense risorse del cosmo, ascolta la nostra preghiera e donaci di compiere con fiducia l’opera
che ci hai affidato, per essere tuoi degni collaboratori al progetto della
creazione.
Per Cristo, nostro Signore.
Amen.
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Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Dal libro del profeta Isaia
(49,14-15 - L’amore di Dio per il suo popolo)
Assisti il tuo popolo, Signore, e sostienilo con la forza del tuo Spirito,
perché ogni generoso impegno al servizio dell’umanità abbia il suo compimento e il suo premio, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.
Amen.
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò
mai.
2
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
Amen.
11
Dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium
tua è la fedeltà, Signore; *
secondo le sue opere
tu ripaghi ogni uomo.
(nn.187-188-189 - Uniti a Dio, ascoltiamo un grido.)
Ogni cristiano e ogni comunità sono chiamati ad essere strumenti di Dio
per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che essi possano
integrarsi pienamente nella società; questo suppone che siamo docili e
attenti ad ascoltare il grido del povero e soccorrerlo […]
Rimanere sordi a quel grido, quando noi siamo gli strumenti di Dio per
ascoltare il povero, ci pone fuori dalla volontà del Padre e dal suo progetto […] E la mancanza di solidarietà verso le sue necessità influisce
direttamente sul nostro rapporto con Dio […] Ricordiamo anche con
quanta convinzione l’apostolo Giacomo riprendeva l’immagine del grido
degli oppressi: «Il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre
terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono
giunte agli orecchi del Signore onnipotente».
La Chiesa ha riconosciuto che l’esigenza di ascoltare questo grido deriva
dalla stessa opera liberatrice della grazia in ciascuno di noi, per cui non
si tratta di una missione riservata solo ad alcuni: «La Chiesa, guidata dal
Vangelo della misericordia e dall’amore all’essere umano, ascolta il
grido per la giustizia e desidera rispondervi con tutte le sue forze».
In questo quadro si comprende la richiesta di Gesù ai suoi discepoli:
«Voi stessi date loro da mangiare», e ciò implica sia la collaborazione
per risolvere le cause strutturali della povertà e per promuovere lo sviluppo integrale dei poveri, sia i gesti più semplici e quotidiani di solidarietà di fronte alle miserie molto concrete che incontriamo.
La parola “solidarietà” si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male,
ma indica molto di più di qualche atto sporadico di generosità.
Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità,
di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte
di alcuni.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, *
com’era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
--------------------------------------------------------------------------——--------Intervento sull’esortazione di papa Francesco “Evangeklii gaudium”
--------------------------------------------------------------------------------——Eleviamo al Padre le nostre preghiere,
perché guidi il mondo nella via della verità,
della giustizia e della solidarietà.
Preghiamo insieme dicendo: Signore, vieni in nostro aiuto!
Per la Chiesa: perché pastori e fedeli sappiano animare con carità evangelica la società civile, così che ogni uomo possa vivere nella giustizia e
nella pace,
preghiamo ...
Per le Istituzioni della società civile: perché ricerchino, con sollecitudine,
soluzioni concrete e sempre orientate al bene comune, per superare le difficoltà di una crisi morale ed economica che continua ad opprimerci,
preghiamo …
(Silenzio di riflessione)
Per coloro a cui manca il lavoro, in particolare i giovani: perché trovino
risposte alle loro attese e speranze, così da essere in grado di offrire il loro
contributo responsabile alla costruzione di una società più giusta,
preghiamo ...
10
Per il mondo del lavoro: perché ritrovi la concordia e il dialogo; e con
l’impegno di tutti sappia ricercare ogni via indispensabile al raggiungimento del bene comune,
preghiamo ...
Salmo 17
(Mostrami i prodigi della tua misericordia)
Ascolta, Signore, la mia giusta causa, *
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera: *
sulle mie labbra non c’è inganno.
3
Dal tuo volto venga per me il giudizio, *
i tuoi occhi vedano la giustizia.
Salmo 62
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia. *
La mia bocca non si è resa colpevole,
Solo in Dio riposa l’anima mia: *
da lui la mia salvezza.
secondo l’agire degli uomini; *
seguendo la parola delle tue labbra,
ho evitato i sentieri del violento.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza, *
mia difesa: mai potrò vacillare.
Fino a quando vi scaglierete contro un uomo,
per abbatterlo tutti insieme *
come un muro cadente,
come un recinto che crolla?
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie *
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio; *
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole,
Tramano solo di precipitarlo dall’alto,
godono della menzogna. *
Con la bocca benedicono,
nel loro intimo maledicono.
mostrami i prodigi della tua misericordia, *
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.
Custodiscimi come pupilla degli occhi, *
all’ombra delle tue ali nascondimi,
Solo in Dio riposa l’anima mia: *
da lui la mia speranza.
di fronte ai malvagi che mi opprimono, *
ai nemici mortali che mi accerchiano.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza, *
mia difesa: non potrò vacillare.
Il loro animo è insensibile, *
le loro bocche parlano con arroganza.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; *
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.
Eccoli: avanzano, mi circondano, *
puntano gli occhi per gettarmi a terra,
Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore: *
nostro rifugio è Dio.
simili a un leone che brama la preda, *
a un leoncello che si apposta in agguato.
Sì, sono un soffio i figli di Adamo,
una menzogna tutti gli uomini: *
tutti insieme, posti sulla bilancia,
sono più lievi di un soffio.
Alzati, Signore, affrontalo, abbattilo; *
con la tua spada liberami dal malvagio,
Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto, *
al risveglio mi sazierò della tua immagine.
Non confidate nella violenza,
non illudetevi della rapina; *
alla ricchezza, anche se abbonda,
non attaccate il cuore.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, *
com’era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
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Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite: *
la forza appartiene a Dio,
Dalla lettera di San Paolo ai Romani
(8, 31-39- Chi ci separerà dall’amore di Cristo)
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Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di
(Solo in Dio riposa l’anima mia)
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noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti
noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?
Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica.
Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla
destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall'amore di
Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
Proprio come sta scritto: «Per causa tua siamo messi a morte tutto il
giorno, siamo trattati come pecore da macello».
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che
ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né
principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità,
né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo
Gesù, nostro Signore.
Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina.
Sta scritto infatti: «A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore».
Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli
da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo
capo.
Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
Parola di Dio
Rendiamo grazie a Dio.
Dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium
(n.59 - No all’inequità che genera violenza)
Oggi da molte parti si reclama maggiore sicurezza.
Ma fino a quando non si eliminano l’esclusione e l’inequità nella società e
tra i diversi popoli sarà impossibile sradicare la violenza.
Si accusano della violenza i poveri e le popolazioni più povere, ma, senza
uguaglianza di opportunità, le diverse forme di aggressione e di guerra troveranno un terreno fertile che prima o poi provocherà l’esplosione.
Quando la società, sia locale che nazionale o mondiale, abbandona nella
periferia una parte di sé, non vi saranno programmi politici, né forze
dell’ordine o di intelligence che possano assicurare illimitatamente la tranquillità.
Ciò non accade soltanto perché l’inequità provoca la reazione violenta di
quanti sono esclusi dal sistema, bensì perché il sistema sociale ed economico è ingiusto alla radice. Come il bene tende a comunicarsi, così il male a
cui si acconsente, cioè l’ingiustizia, tende ad espandere la sua forza nociva
e a scardinare silenziosamente le basi di qualsiasi sistema politico e sociale, per quanto solido possa apparire. Se ogni azione ha delle conseguenze,
un male annidato nelle strutture di una società contiene sempre un potenziale di dissoluzione e di morte.
È il male cristallizzato nelle strutture sociali ingiuste, a partire dal quale
non ci si può attendere un futuro migliore. Siamo lontani dalla cosiddetta
“fine della storia”, giacché le condizioni di uno sviluppo sostenibile e pacifico non sono ancora adeguatamente impiantate e realizzate.
Parola di Dio
Rendiamo grazie a Dio.
Dall’enciclica Centesimus annus
(n.43 - Le dinamiche imprenditoriali)
(Silenzio di riflessione)
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La Chiesa non ha modelli da proporre. I modelli reali e veramente efficaci possono solo nascere nel quadro delle diverse situazioni storiche, grazie allo sforzo di tutti i responsabili che affrontino i problemi concreti in
tutti i loro aspetti sociali, economici, politici e culturali che si intrecciano
tra loro. A tale impegno la Chiesa offre, come indispensabile orientamento ideale, la propria Dottrina Sociale, che riconosce la positività del
mercato e dell'impresa, ma indica, nello stesso tempo, la necessità che
questi siano orientati verso il bene comune. […] L’integrale sviluppo della persona umana nel lavoro non contraddice, ma piuttosto favorisce la
maggiore produttività ed efficacia del lavoro stesso, anche se ciò può indebolire assetti di potere consolidati.
L’azienda non può esser considerata solo come una società di capitali;
essa, al tempo stesso, è una società di persone, di cui entrano a far parte
in modo diverso e con specifiche responsabilità sia coloro che forniscono
il capitale necessario per la sua attività, sia coloro che vi collaborano con
il loro lavoro, […] nonché il lavoro dei fornitori e il consumo dei clienti,
in una catena di solidarietà che si estende progressivamente.
La proprietà dei mezzi di produzione in campo industriale è giusta e legittima, se serve ad un lavoro utile; diventa, invece, illegittima, quando
non viene valorizzata o serve ad impedire il lavoro di altri, per ottenere
un guadagno che non nasce dall’espansione globale del lavoro e della ricchezza sociale, ma piuttosto dalla loro compressione, dall’illecito sfruttamento, dalla speculazione e dalla rottura della solidarietà nel mondo del
lavoro.
Fremettero le genti, vacillarono i regni; *
egli tuonò: si sgretolò la terra.
Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium
Venite, vedete le opere del Signore, *
egli ha fatto cose tremende sulla terra.
(n.203 - La dignità della persona)
Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, *
romperà gli archi e spezzerà le lance,
brucerà nel fuoco gli scudi.
La dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che
dovrebbero strutturare tutta la politica economica, ma a volte sembrano
appendici aggiunte dall’esterno per completare un discorso politico senza
prospettive né programmi di vero sviluppo integrale.
Quante parole sono diventate scomode per questo sistema!
Dà fastidio che si parli di etica, dà fastidio che si parli di solidarietà mondiale, dà fastidio che si parli di distribuzione dei beni, dà fastidio che si
parli di difendere i posti di lavoro, dà fastidio che si parli della dignità dei
deboli, dà fastidio che si parli di un Dio che esige un impegno per la giustizia.
La comoda indifferenza di fronte a queste questioni svuota la nostra vita e
le nostre parole di ogni significato.
La vocazione di un imprenditore è un nobile lavoro, sempre che si lasci
interrogare da un significato più ampio della vita; questo gli permette di
servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo.
Fermatevi! Sappiate che io sono Dio, *
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, *
com’era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
----------------------------------------------------------------------------------Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani
(9, 6-21 - Un amore veramente cordiale)
(Silenzio di riflessione)
Salmo 46
(Dio è per noi rifugio)
Dio è per noi rifugio e fortezza, *
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra, *
se vacillano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque, *
si scuotano i monti per i suoi flutti.
Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, *
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. *
6 Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.
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La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi
a vicenda.
Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite.
Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono
nel pianto.
Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose
troppo alte, piegatevi invece a quelle umili.
Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi. Non rendete a nessuno male
per male.
Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini.
Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti.
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qui il testo della Veglia di preghiera