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Traccia per i campi giovanissimi
Estate 2014
Dalla Testa
ai Piedi
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
corpo fatto pane perché anche tu ti faccia pane sulla mensa
degli uomini, perché, se tu non ti fai pane, non mangi un
pane che ti salva, mangi la tua condanna!". L'Eucaristia ci dice
che la nostra religione è inutile senza il sacramento della
misericordia, che è nella misericordia che il cielo incontra la
terra».
dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001
Per la riflessione personale sul diario e la condivisione
- Che cosa comunicherai, al ritorno a casa, a chi ti chiederà
"cosa hai fatto quest'estate"?
- Credi che il campo sia stato un passo avanti nel tuo
cammino di fede?
Verifica finale dell'educatore
- Il campo è stato frutto di una buona sinergia all'interno
dell'equipe?
- Quali sono stati i punti di forza e di debolezza del campo?
- Hai curato i tempi "liberi" dedicando attenzione ai
giovanissimi?
- Ti sei lasciato interrogare dal tema del campo?
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SINTESI
“MISSIONE ESTATE”
DALLA TESTA AI PIEDI
Proposta di campo scuola
INTRODUZIONE
Finalmente l'estate! Eh si, dopo tanti mesi di studio e lavoro,
un po' di vacanza è proprio quello di cui c'è bisogno. L'estate
è il tempo privilegiato per incontrare persone nuove,
recuperare forza e continuare a camminare con passione. E
allora perché non cercare di trascorrere al meglio un periodo
così prezioso?
Anche quest'anno vogliamo fare ai giovanissimi l'invito a
vivere un'estate "diversa": solidale e da protagonisti, aperta a
tutti coloro che credono che la vita abbia senso solo se donata
e condivisa. La proposta contenuta in queste pagine vuole
dunque essere una semplice traccia per un campo scuola che
offra l'occasione di vivere un'esperienza di incontro,
preghiera, condivisione e gioia, ma anche di lavoro, in cui i
giovanissimi siano chiamati a "sporcarsi le mani"
concretamente. La missione, infatti, non si può vivere per
corrispondenza: la solidarietà è una scelta di vita. Il titolo del
campo trae spunto dagli scritti di don Tonino Bello, vescovo
pugliese tra gli anni '80 e '90, pastore attento alle necessità e
alle aspirazioni dei più deboli e fragili e esempio di dedizione
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
umile al servizio, del quale si è dato inizio all'iter per la causa
di beatificazione. Don Tonino ci invita dunque a partire dalla
conversione della nostra testa, primo passo per arrivare fino
ai piedi dei fratelli.
Una traccia da declinare
Che cosa significa che il campo è una traccia? Sicuramente che
nelle pagine che seguono
proponiamo una struttura,
un'ossatura: è importante però che questo impianto venga
arricchito e rielaborato a seconda delle specifiche esigenze,
caratteristiche e necessità dei giovanissimi a cui l'esperienza
del campo verrà proposta. Solo chi conosce i singoli
giovanissimi può infatti rimodellare questa traccia in modo
che diventi occasione di massima crescita e maturazione, di
gioia e convivialità, di servizio e gratuità per coloro che gli
sono affidati.
La proposta del servizio
Due sono gli elementi fondamentali di questo campo: in
primo luogo una riflessione seria e approfondita sul senso del
servizio, che permetta ai giovanissimi di mettersi in gioco con
cognizione di causa e con l'attenzione verso l'altro che nasce
dalla consapevolezza di che cosa si sta facendo; in secondo
luogo l'opportunità di cimentarsi in un'esperienza concreta di
servizio, accompagnati dai propri educatori. Sarà dunque
fondamentale, in fase di preparazione del campo, individuare
una realtà, preferibilmente della zona (per permettere loro di
entrare nell'ottica di un servizio ordinario), disposta ad
accogliere i giovanissimi e a far loro rimboccare le maniche.
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Sarà poi importante affidare a Dio il percorso fatto e
ringraziarlo della sua presenza amorevole. Proponiamo
quindi di terminare questo momento con una celebrazione
eucaristica in cui ciascuno offra al Signore i frutti dell'operare
dei giorni vissuti insieme: il nostro "fare" infatti nasce dal suo
amore e a Lui ritorna attraverso l'Eucarestia. La celebrazione
è dunque occasione per rendere grazie a Lui dell'esperienza
vissuta e affidargli il servizio "continuo" che si è deciso di
intraprendere.
2a FASE
Suggeriamo di organizzare, rendendo protagonisti i
giovanissimi, un momento di festa e gioia nel luogo del
servizio, con tutti coloro che hanno vissuto questa esperienza.
Si può pensare, nel corso della festa, anche ad un momento di
ringraziamento verso chi ha ospitato i giovanissimi e coloro a
cui gli stessi giovanissimi hanno prestato servizio, magari
utilizzando parti del diario di campo.
Per la preghiera
«Poi la vita mi ha insegnato che la mia fede senza l'amore è
inutile, che la mia religione cristiana non ha tanti
comandamenti, ma ne ha uno solo, che non serve costruire
cattedrali o moschee, né cerimonie, né pellegrinaggi... che
quell'Eucaristia che scandalizza gli atei e le altre fedi
racchiude un messaggio rivoluzionario: "Questo è il mio
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
gioia. Mi sono svegliato. La vita era servizio. Ho servito e nel
servizio ho trovato la gioia» scriveva Tagore10. Certo tutto
questo costa fatica, ma è necessario agire, annunciare Cristo,
testimoniare la bellezza di appartenere a Lui, la gioia di
camminare secondo i suoi insegnamenti.
Sollecitiamo i giovanissimi a non vivere chiusi in sè stessi,
impegnati in attività futili, ma a provare ad offrire parte del
loro tempo ai fratelli, a dedicare agli altri momenti di
amicizia disinteressata, atti di solidarietà concreta. La
ricompensa di tutto ciò? Riceveremo dal Signore il dono della
gioia, della vera felicità!
Proposta di attività
I giovanissimi avranno la possibilità di riprendere in mano
tutto il percorso fatto, riflettendo sulle annotazioni che hanno
preso sul diario di campo. A partire dalla riflessione
personale su quanto scritto, potranno poi condividere
l'esperienza vissuta sia personalmente sia come gruppo. Sarà
necessario far emergere ciò che hanno donato e ricevuto, ma
anche le difficoltà e le gioie vissute, per educarli a riconoscere
in ogni cosa la presenza e l'intervento amorevole di Dio.
Alla luce di tutto si potrà infine chiedere ai giovanissimi di
scegliere un impegno concreto di servizio "continuo". Non si
tratterà di fare grandi promesse, difficili da mantenere, ma
semplicemente di individuare un servizio a cui poter essere
fedeli, in base ai propri impegni e alla propria personalità;
potrà essere di gruppo o, ancor meglio, personale.
Sarebbe ancora più significativo se, durante l'esperienza di
servizio, i giovanissimi avessero la possibilità di entrare in
relazione con coloro per cui si stanno spendendo, piuttosto
che essere coinvolti in semplici lavori manuali. Alcuni esempi
di realtà da contattare potrebbero essere esperienze di
servizio ai più poveri legati alle associazioni parrocchiali
locali, istituti per ragazzi, strutture per disabili o case di
accoglienza per anziani… si potrebbe anche pensare di
affidarsi ad alcune persone legate all'associazione che aiutino
gli educatori e i giovanissimi a costruirsi il proprio impegno
di servizio che risponda alle esigenze specifiche del territorio,
con l'accortezza però di mantenere il giusto equilibrio tra i
tempi dedicati all'approfondimento e quelli pensati per il
servizio. Sarebbe opportuno tenere conto delle eventuali
attenzioni che l'Ac diocesana già ha per il territorio o, in caso
l'associazione non possa essere d'aiuto, ci si potrebbe
accordare con la Caritas diocesana. Sarebbe importante,
soprattutto se i giovanissimi sono già in qualche modo
coinvolti in ambito di servizio educativo, proporre loro altre
esperienze, che li aiutino ad aprire loro gli orizzonti sulle
tante necessità del territorio.
La struttura del campo
All'interno di questo fascicolo sono proposte cinque giornate
di campo, ognuna organizzata secondo una struttura fissa.
1. Obiettivo: alcuni semplici idee per focalizzare il concetto
centrale su cui impostare il percorso della giornata.
10 Tratto dagli scritti di Rabindranath Tagore.
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
2. Vangelo: pochi versetti tratti dall'episodio della lavanda
dei piedi, narrato da Giovanni (Gv 13, 1-20), da cui lasciarsi
interrogare.
3. Zoom sulla Parola: uno spunto su cui riflettere relativo al
brano di Vangelo, che renda esplicito il passaggio dalla
Parola alla vita e che ogni assistente potrà utilizzare e
arricchire a seconda delle necessità dei giovanissimi presenti.
4. Attenzioni educative: qualche consiglio specifico affinché
gli educatori possano aiutare i giovanissimi non solo a parole,
ma anche con i fatti, a vivere al meglio la giornata.
5. Prima fase: una breve introduzione concettuale al tema
specifico della giornata, accompagnata da una proposta di
attività che permetta di sviluppare il discorso con i
giovanissimi, per coinvolgerli pienamente nella riflessione.
6. Seconda fase: alcune indicazioni rispetto alle varie fasi
dell'esperienza di servizio che tengano conto della riflessione
e la trasformino in attenzioni concrete da mantenere durante
l'impegno che i giovanissimi (assieme agli educatori) si sono
assunti.
7. Per la preghiera: uno stralcio tratto dagli scritti di
Annalena Tonelli, la testimone scelta per accompagnare e
guidare i giovanissimi durante il percorso di campo.
8. Per la condivisione: due o tre domande su cui i
giovanissimi possano interrogarsi e confrontarsi tra di loro e
con gli educatori rispetto all'esperienza vissuta durante la
giornata.
Attenzioni educative
- Vivere con gioia e spirito di affidamento la giornata, sia
nella sua parte di riflessione che in quella di servizio.
- Ringraziare Dio nella preghiera.
1a FASE
Inginocchiarsi ai piedi del prossimo è un gesto d'Amore che è
possibile solo se prima ci inginocchiamo ai piedi di Cristo. Il
suo amore, oltre che riconosciuto, va accolto per poter portare
frutto. Il punto di incontro con il Signore, nella preghiera, è la
fonte del coraggio per tutti i nostri "gesti" di servizio. Senza
questo l'incontro i gesti diventano sterili e le azioni rischiano
di diventare solo ricerca della propria affermazione.
Cristo ci chiede di amare i fratelli, testimoniando con gioia
questo amore attraverso il servizio e l'aiuto concreto nella vita
di ogni giorno. È solo nel servizio radicato nella Carità, e
quindi in Dio «che tutti noi sappiamo davvero riscoprire che
il servizio è la gioia» scrive Vittorio Bachelet9.
Quante volte abbiamo sentito persone che si dedicano
all'aiuto di coloro che sono in difficoltà, al soccorso di quanti
non hanno nulla e hanno bisogno di tutto, soprattutto di un
sorriso e di una parola buona, felici per aver ricevuto molto
più di quanto abbiano donato! «Sognavo che la vita fosse
9 Saluto conclusivo di Vittorio Bachelet alla seconda Assemblea nazionale
a
dell'ACI in Atti 2 Assemblea nazionale dell'Azione Cattolica Italiana (Roma,
20-23 settembre 1973), Presidenza nazionale dell'AC, Roma 1974, pp. 125131. Tratto dal volume degli scritti associativi ed ecclesiali [1959-1973], Vittorio
Bachelet, Il servizio è la gioia, AVE, Roma, 1992.
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
5° giorno
DA CRISTO AL PROSSIMO, DAL PROSSIMO A
CRISTO!
Obiettivo
- Educare i giovanissimi a scoprire che il servizio diventa
occasione di incontro con Dio, da cui non può che scaturire
una grande gioia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 16-20
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del
suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato.
Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non
parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve
compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato
contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che
accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io
manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi
ha mandato».
Zoom sulla Parola
Gesù assicura che imitandolo nel servizio verso i fratelli
siamo beati. C'è più gioia infatti nel dare che nel ricevere: è
questa la particolare beatitudine che è garantita a coloro che
vivono l'insegnamento di Gesù e operano seguendone
l'esempio.
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Affinché l'esperienza possa davvero essere costruttiva e
significativa suggeriamo di organizzare le giornate di campo
in due fasi: la prima, preferibilmente in mattinata, durante la
quale, a partire dall'ascolto della Parola, si possono pensare
percorsi di meditazione e condivisione che portino i
giovanissimi a riflettere sul senso del servizio nella loro vita.
La seconda nel pomeriggio, dove i giovanissimi potranno
scendere in campo e mettersi in gioco attraverso attività di
servizio per poi ritornare e condividere, aiutati dalle parole di
un testimone, ciò che hanno vissuto. Ti consigliamo però di
fare un'eccezione per la terza giornata, che presenta una
struttura un po' diversa: essa è dedicata infatti in particolar
modo a un momento di deserto e potrebbe concludersi con
una celebrazione penitenziale. Questa giornata (di cui ti
suggeriamo di non fare a meno, anche se il tempo fosse
poco!) è pensata per fermarsi a riflettere dopo un primo
assaggio di servizio, ai fini di acquisire una consapevolezza
ancora maggiore in preparazione dell'ultimo tratto di strada.
Consigliamo inoltre, per sfruttare al meglio il tempo, di
incominciare il campo con una mezza giornata di
introduzione, affinché fin dal primo giorno pieno si possa
entrare subito nel vivo del percorso.
Il testimone
La testimone che proponiamo per accompagnare nella
riflessione personale e di gruppo i giovanissimi è Annalena
Tonelli, una donna "fuori dall'ordinario". Annalena non ha
mai amato parlare di sé: ha vissuto in silenzio la radicalità
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
evangelica per 35 anni in terra musulmana. Al pressante
invito del Vaticano in occasione di un convegno sul
volontariato 30 novembre 2001 ha risposto con la
testimonianza da cui sono tratte le riflessioni proposte per
ogni giorno di campo. Riportiamo qui di seguito alcune righe
che permettano agli educatori di avvicinarsi alla figura di
Annalena e di proporla ai giovanissimi.
La vita di Annalena è stata segnata, fin da piccola, dal
desiderio di spendersi per l'uomo abbandonato, emarginato,
"ferito" come lei diceva. E così ha deciso di rispondere a
questa chiamata in modo totale, fino al sacrificio della vita.
Nonostante la lucida consapevolezza dell'importanza del suo
operare e delle enormi difficoltà che doveva affrontare, ha
sempre descritto le sue opere come "normali", definendole
semplicemente il modo per rispondere e vivere la sua
vocazione. Parlando di sé, diceva: "io sono nessuno", perché
tale realmente si ritenne agli occhi di Dio, così come nessuno
erano i poveri e i senza voce, coloro per i quali aveva perso la
testa sin dalla giovinezza e che non contavano nulla sullo
scenario del mondo. "Sono nessuno" ha significato anche la
volontà e la scelta di uno stile di vita anonimo, nascosto,
l'autonomia di scelte coraggiose che le garantivano agli occhi
dei poveri gratuità e trasparenza di azione e servizio. Scelse
di essere nessuno perché si sentì libera di appartenere non
solo ai poveri e a Dio, ma anche alla schiera di tutti i cercatori
di Assoluto e di verità. La povertà e la scelta dei poveri è
dunque il primo cardine della spiritualità di Annalena;
"essere per gli altri". Il secondo cardine della sua spiritualità è
8
persona. Fondamentali saranno da un lato l'attenzione a
intervenire in maniera appropriata all'interno della realtà, nel
rispetto
dell'equilibrio
preesistente,
dall'altro
un
interessamento sincero e concreto verso il prossimo.
Per la preghiera
«Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli
abbandonati, i non amati fin da quando ero bambina e così
sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della
mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null'altro mi
interessava così fortemente: Lui e i poveri in Lui. Per Lui feci
una scelta di povertà radicale ... anche se povera, come un
vero povero, i poveri di cui è piena ogni mia giornata, io non
potrò essere mai».
dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001
Per la riflessione personale sul diario e la condivisione
- Mi sono impegnato a pormi nei confronti degli altri con
amore e umiltà, seguendo l'esempio di Gesù?
- Quali sono le sensazioni e le riflessioni emerse durante
questa esperienza?
- Quali difficoltà hai incontrato?
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
consapevolezza che ogni opera o azione di servizio è
un'opportunità per annunciare che Dio ci ama, e che Egli lo fa
proprio attraverso le mani di chi sceglie di farsi dono.
Proposta di attività
Proponiamo di consegnare ai giovanissimi il testo della storia
"La bontà cambia i cuori"di Bruno Ferrero (che trovi nei
materiali utili7). Dal racconto emerge chiaramente quanto i
semplici gesti valgano più delle sole parole. Esse, infatti,
possono risultare inefficaci, se manca la testimonianza. «Solo
chi è coerente sino in fondo può essere autentico testimone di
Cristo. [...] È stato questo l'insegnamento e l'esempio costante
dei santi8». Dopo un momento di riflessione personale
invitiamo i giovanissimi a interrogarsi su quando e come si
sono sentiti testimoni, con le parole e i fatti. Successivamente
chiediamo ai giovanissimi se ricordano di aver incontrato, nel
loro percorso di fede, dei veri testimoni, qual è stato il loro
ruolo e i pro e i contro di questo incontro. Infine cerchiamo di
individuare le motivazioni che rendono i cristiani testimoni e
le molteplici modalità in cui nella vita di oggi si può
esprimere questo impegno.
2a FASE
In questa fase i giovanissimi potranno poco a poco acquistare
autonomia nel servizio, mettendosi in gioco in prima
la preghiera. Ai giovani diceva: «Occorre ritmare la nostra
vita con tempi di silenzio e di solitudine perché è nella
solitudine e nel silenzio che noi apprendiamo cammini
concreti di servizio». Donna di azione di giorno, di preghiera
la sera, al termine del giorno si ritirava nella sua camera per
pregare, meditare e leggere la Parola. La sua spiritualità
scaturisce semplicemente dalla piena adesione al Vangelo.
Annalena traeva la sua forza dall'aver raggiunto la radicale
libertà dell'essere. La fede in Dio e l'amore a Dio l'hanno resa
libera.
L'invito che Annalena Tonelli fa ai giovani, è la sintesi
perfetta del messaggio e dei contenuti che vorremmo che i
giovanissimi potessero ricevere durante questi giorni di
campo. Annalena infatti diceva loro: «siate coraggiosi,
generosi e portatori di una fede senza confini…Dite ai ragazzi
che la vita è bella, che la vita vale la pena che sia vissuta fino
in fondo e che non abbiano paura di viverla questa vita…sino
in fondo. [...]Vorrei aggiungere che i piccoli, i senza voce,
quelli che non contano nulla agli occhi del mondo, ma tanto
agli occhi di DIO, i suoi prediletti, hanno bisogno di noi, e noi
dobbiamo essere con loro e per loro e non importa nulla se la
nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù
non ha mai parlato di risultati. LUI ha parlato solo di amarci,
di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre... I
poveri ci attendono. I modi del servizio sono infiniti e lasciati
all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di
7 Materiale presente su www.parolealtre.it
8 Tratto dall'omelia del Cardinale Angelo Sodano del 28 Settembre 2002.
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
essere istruiti nel tempo del servizio. Inventiamo... e vivremo
nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita»1.
Il diario
Consigliamo di consegnare ai giovanissimi un quaderno che
può diventare il "diario di campo" in cui annotare ciò che li
colpisce, le emozioni vissute, le difficoltà affrontate, i dubbi
emersi di giorno in giorno durante il campo, ma anche per
segnarsi le risposte alle domande di riflessione che verranno
proposte al termine di ogni giornata. Mentre la parte relativa
alle risposte verrà condivisa di giorno di in giorno, la prima
parte del diario, dedicata alle annotazioni personali e libere,
potrebbe essere condivisa in gruppo l'ultimo giorno. Infine, il
diario, al termine della settimana, potrebbe anche essere
donato come ricordo alle persone incontrate durante
l'esperienza di servizio.
Un suggerimento per le celebrazioni
Per aggiungere un elemento visivo che favorisca la riflessione
e la preghiera durante le lodi, il momento di meditazione a
cura dell'assistente o la celebrazione eucaristica, proponiamo
di procurarsi un'immagine che raffiguri la scena della
"Lavanda dei piedi2", da esporre nel luogo di preghiera. Si
potrebbe anche pensare di riprodurne in scala i particolari
- Far in modo che i giovanissimi vivano l'esperienza di
servizio come gruppo.
1a FASE
Con il suo lavare i piedi, Cristo è stato maestro ed esempio, in
un'unica parola egli è stato testimone! E' questo quello a cui
siamo chiamati. «L'uomo contemporaneo ascolta più
volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa
perché sono dei testimoni» scriveva Papa Paolo VI5. Un
testimone è una persona che ha visto e udito qualcosa di cui è
chiamato a rendere conto fedelmente con parole e atti: è
quindi molto importante che ciò che dice non entri in
contraddizione6 con ciò che fa, o viceversa. Noi, che siamo
testimoni dell'amore di Dio nella nostra vita, abbiamo
dunque come primo impegno quello di "risplendere",
riproducendo Cristo intorno a noi: nel nostro cammino, nelle
nostre attitudini, nelle nostre parole, attraverso tutta la nostra
personalità. La condotta di un testimone è essenziale e non
può essere disgiunta dal servizio che si compie. I
giovanissimi saranno dunque accompagnati a prendere
5 Esortazione apostolica di sua santità Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, n. 41 La
testimonianza della vita.
6 «Cari fratelli e sorelle, invochiamo proprio all'inizio di quest'anno lo Spirito
1 Testimonianza a cura di Maria Teresa Battistini, Annalena una voce dal
silenzio, Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, Forlì.
2 Gesù lava i piedi a Pietro, Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova.
Lavanda dei Piedi, Battistello Caracciolo, Certosa di San Martino. La lavanda
dei piedi, Tintoretto, Museo del Prado, Madrid. Lavanda dei piedi, Rupnik,
Cappella Redemptoris Mater, Vaticano.
10
Santo, eterna giovinezza della Chiesa: egli faccia sentire ad ognuno l'urgenza
di offrire una testimonianza coerente e coraggiosa del Vangelo, affinché non
manchino mai santi, che facciano risplendere la Chiesa come sposa sempre
pura e bella, senza macchia e senza ruga, capace di attrarre irresistibilmente il
mondo verso Cristo, verso la sua salvezza». Tratto dall'udienza del Papa
Benedetto XVI del 13 gennaio 2010 sugli Ordini Mendicanti.
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
4° giorno
LE GAMBE
Obiettivo
- Educare i giovanissimi a scoprire e vivere il servizio come
occasione di testimonianza e annuncio.
salienti, relativi ai versetti del Vangelo meditati nelle singole
giornate, e di mostrare di volta in volta la riproduzione
dell'elemento a cui si fa riferimento quello specifico giorno.
L'icona potrebbe dunque essere esposta nella sua interezza
solo al termine del percorso.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 12-15
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette
di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi
mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo
sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a
voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho
dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho
fatto a voi».
Zoom sulla Parola
Quello che di più caro Gesù aveva nel cuore lo ha mostrato,
ha dato l'esempio. Lavando i piedi dei suoi discepoli Gesù
indica loro un'altra via, quella della piccolezza, dell'umiltà e
del perdono. Chiede loro di vivere il Vangelo: amare senza
misura, essere compassionevoli, giungere fino ad amare il
nemico.
Attenzioni educative
- Sostenere i giovanissimi con l'esempio. E' importante che gli
stessi educatori si immergano per primi nell'esperienza di
servizio così da essere sostegno e testimonianza concreta.
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
1° giorno
PARTIAMO DALLA TESTA
Obiettivo
- Educare i giovanissimi a prendere consapevolezza che
mettersi al servizio è accogliere un dono più grande, anche se
questo comporta delle rinunce.
- Introdurli alla figura di Annalena Tonelli.
- Proporre loro lo strumento del diario di campo,
accompagandoli nell'utilizzo.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 1-4.
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la
sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i
suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la
cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda,
figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il
Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio
e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un
asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.
Ed è allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta.
Ed è allora che la nostra vita diventa bellezza, grazia,
benedizione. Ed è allora che la nostra vita diventa felicità
anche nella sofferenza, perché noi viviamo nella nostra carne
la bellezza del vivere e del morire. Sento fortemente che noi
tutti siamo chiamati all'amore, dunque alla santità [...] la
donna povera di Leon Bloy vagava di porta in porta [...] una
mendicante [...] "Non c'è che una sola tristezza al mondo;
quella di non essere santi" [...] ripeteva [...] Io amo pensare:
non c'è che una sola tristezza al mondo: quella di non amare
… che è poi la stessa cosa».
dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001
Zoom sulla Parola
Negli ultimi momenti della sua vicenda umana Gesù non è
vittima inconsapevole delle circostanze. Anzi, nonostante
l'incomprensione dei discepoli, il tradimento di Giuda, il
rinnegato di Pietro e la condanna alla croce, Gesù continua
consapevolmente ad amarci. Ama fino alla fine senza misura,
12
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
È possibile concludere questo momento di condivisione con
una celebrazione penitenziale, durante la quale ringraziare
Dio per il suo amore e chiedere perdono per tutte quelle volte
in cui ci siamo resi conto di non averlo riconosciuto o di
averlo accolto egoisticamente.
Durante la preghiera di fine giornata, inoltre, si potrebbe
chiedere ai giovanissimi di pregare per tutti i "fratelli"
incontrati fino a quel momento nei giorni di campo e di
servizio.
Per la preghiera
«La vita ha senso solo se si ama. Nulla ha senso al di fuori
dell'amore. La mia vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli,
ho rischiato la morte tante e poi tante volte. Sono stata per
anni nel mezzo della guerra. Ho esperimentato nella carne
dei miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la
cattiveria dell'uomo, la sua perversità, la sua crudeltà, la sua
iniquità. E ne sono uscita con una convinzione incrollabile
che ciò che conta è solo amare. Se anche Dio non ci fosse, solo
l'amore ha un senso, solo l'amore libera l'uomo da tutto ciò
che lo rende schiavo, in particolare solo l'amore fa respirare,
crescere, fiorire, solo l'amore fa sì che noi non abbiamo più
paura di nulla, che noi porgiamo la guancia ancora non ferita
allo scherno e alla battitura di chi ci colpisce perché non sa
quello che fa, che noi rischiamo la vita per i nostri amici, che
tutto crediamo, tutto sopportiamo, tutto speriamo…
fino alle estreme conseguenze, fino al servizio più umile, fino
al dono della propria vita.
Attenzioni educative
- Accogliere ogni giovanissimo prestandogli specifiche
attenzioni e aiutandoli a inserirsi nel gruppo.
1a FASE
Mettersi al servizio è offrire tutto se stessi: coinvolge testa,
cuore, mani che si aprono al dono e gambe pronte a mettersi
in cammino. Ripercorrendo l'episodio della lavanda dei piedi,
don Tonino Bello3 ci aiuta a riflettere sul senso profondo del
servizio. Come nel percorso Quaresimale, occorre partire
dalle ceneri sul capo, per arrivare all'acqua del catino. Quella
cenere, spiega don Tonino «è il richiamo all'unica cosa che
conta: Convertitevi e credete al Vangelo4». Ed è proprio la
conversione il primo passo!
Con-vertire è cambiare direzione, per scegliere di seguire
Cristo, che si inginocchia di fronte ai discepoli per lavare loro
i piedi. Da Lui impareremo così a metterci ai piedi degli altri,
compiendo una scelta di vera gratuità. Non si tratta di una
scelta parziale, di un amore "a metà", bensì di dono totale,
assoluto di sé. Una condizione che richiede un cammino
lungo che può durare una vita. Un cammino non semplice, in
3 Materiale presente su www.parolealtre.it
4 Don Tonino Bello, Dalla testa ai piedi. La Quaresima tra cenere e acqua,
Edizioni la meridiana, 2010.
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
cui per far spazio al prossimo occorre mettere da parte se
stessi. Questo dono così assoluto è spesso visto dai
giovanissimi come strada faticosa e ricca di rinunce. È quindi
importante che essi siano accompagnati in questo percorso di
discernimento per capire che "scegliere" di condividere parte
del proprio tempo e delle proprie energie non è un sacrificio
o una perdita per se stessi! Anzi, è dono che arricchisce non
solo la vita dell'altro ma anche e soprattutto la propria.
Proposta di attività
Ai giovanissimi vine proposto un PowerPoint in cui scorrano
alcune foto che richiamino esperienze di servizio
(possibilmente di cui sono a conoscenza). In una prima fase
viene mostrata loro solo la parte della foto da cui emerge la
fatica del servizio. In una seconda fase, rivelando la foto
nella sua totalità, verrà messa in luce la gioia dello stesso.
I due aspetti emersi dalla visione della stessa immagine
saranno lo spunto per aprire il confronto, in cui si potrà
chiedere loro quali siano le fatiche del mettersi al servizio e
quali invece le gioie che queste esperienze portano, a partire
dalla loro esperienza. Sarà cura degli educatori aiutare i
giovanissimi ad andare oltre le prime impressioni superficiali
per poter cogliere in profondità il senso del servizio gratuito,
fatto per amore dell'altro.
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Accompagneremo dunque i giovanissimi a riflettere sui modi
in cui essi sono destinatari dell'amore di Dio e che questo
amore ricevuto è una chiamata ad andare verso l'altro.
Proposta di attività
La mattinata viene dedicata al deserto, in cui i giovanissimi
aiutati da alcuni scritti di testimoni della Chiesa, preghiere e
momenti di silenzio, possono riflettere sull'amore che Dio
gratuitamente e incondizionatamente dona ad ognuno. Si
potrebbe consegnare ai giovanissimi una pista di riflessione
che li guidi durante il deserto con alcune domande:
percepisci che Dio ti ama? Quali sono i modi attraverso cui
pensi o senti che Dio ti dimostra il suo amore? Dai valore a
quei gesti? Hai vissuto momenti in cui ti sei sentito solo e non
amato da Dio? Cosa hai provato? I giovanissimi potrebbero
usare il diario per annotare le proprie riflessioni in proposito.
2a FASE
A partire dal momento vissuto nella mattinata i giovanissimi,
in gruppi, sono invitati a condividere le loro riflessioni.
Proponiamo alcune domande da utilizzare per guidare un
successivo momento di confronto del gruppo, al termine
della prima condivisione: Hai mai sentito il desiderio di
"restituire" l'amore ricevuto da Dio? In che modo? Hai mai
pensato di rispondere a questo amore, donandolo a tua volta
a chi ti sta intorno? Come potresti farlo concretamente?
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
vincere e si apre a Gesù. Non può comprenderlo, è confuso;
ma non può sopportare l'idea di essere separato da lui.
Attenzioni educative
- Avere cura del luogo, dei tempi e dei modi del momento di
deserto e della preghiera perché sia davvero tempo di
incontro con Lui.
1a FASE
La vita, secondo la fede cristiana, non è un'avventura
solitaria, un fai-da-te, calibrato sulle proprie forze e risorse.
La vita è vocazione: risposta d'amore a una chiamata
d'amore. Accogliere questa chiamata significa realizzare se
stessi; negarsi all'amore che Cristo ci offre significa invece
perdersi. Ed è sempre Cristo ad amare per primo, così come è
stato lui, per primo a lavare i piedi ai discepoli: questa è per
noi una grande forza, la garanzia che non siamo mai soli. Ciò
che ci è chiesto di fare è semplicemente venire incontro a
Gesù, rispondergli, facendoci attenti ai segni del suo amore
nella nostra vita. L'amore di Dio è poi modello e si fa,
attraverso Cristo, esempio concreto da seguire, perché
assaporare la gioia di sentirsi amati ci spinge a farci avanti, a
scoprire la gioia del donarci. Come Gesù per primo ci ha
mostrato, la vita acquista senso e pienezza solo se dedicata
agli altri, solo se concepita come un servizio ai fratelli. Questo
è ciò a cui Dio chiama ognuno di noi, ciò che più gli sta a
cuore. Infatti, solo facendo della vita un dono per gli altri si
coglie veramente il senso pieno del Vangelo e si diventa beati.
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2a FASE
Prima di vivere a pieno l'esperienza di servizio che è stata
scelta, è consigliabile organizzare un momento di incontro
con un responsabile, laddove si svolgerà l'esperienza. Si
tratterà di un'occasione per conoscere la realtà e le persone
che la frequentano, ma anche per confrontarsi con il
responsabile, al quale sarà chiesto di evidenziare motivazioni,
scelte, rinunce e gioie che lo spingono a dedicare la sua vita al
prossimo, in un vero e proprio dialogo con i giovanissimi.
Per la preghiera
«Nella mia vita non c'è rinuncia, non c'è sacrificio. Rido di chi
la pensa così. La mia è pura felicità. Chi altro al mondo ha
una vita così bella? Tutto mi era contro allora. Ero giovane e
dunque non degna né di ascolto né di rispetto. Ero bianca e
dunque disprezzata da quella razza che si considera
superiore a tutti: bianchi, neri, gialli appartenenti a qualsiasi
nazionalità che non sia la loro. Ero cristiana e dunque
disprezzata, rifiutata, temuta. Tutti allora erano convinti che
io fossi andata a Wajir per fare proseliti. E poi non ero
sposata, un assurdo in quel mondo in cui il celibato non esiste
e non è un valore per nessuno, anzi è un non valore. La mia
vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la
morte tante e poi tante volte. Sono stata per anni nel mezzo
della guerra. Ho sperimentato nella carne dei miei, di quelli
che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria dell'uomo
… e ne sono uscita con la convinzione incrollabile che ciò che
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
conta è solo amare. Ed è allora che la nostra vita diventa
degna di essere vissuta…».
dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001
Per la riflessione personale sul diario e la condivisione
- Ti sei lasciato interrogare dall'esperienza ascoltata e
osservata?
- Quale degli aspetti emersi ti hanno colpito maggiormente?
- Quali non credevi potessero nascere da un'esperienza
concreta di servizio?
- Come ti poni nei confronti del servizio che stai per
cominciare? Quali sono le tue aspettative e le tue paure?
3° giorno
IL CUORE
Obiettivo
- Accompagnare i giovanissimi a scoprire che sono
destinatari dell'amore di Dio e che questo amore ricevuto è
una chiamata ad andare verso l'altro.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 6-11
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu
lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora
non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi
laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò,
non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore,
non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse
Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non
i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva
infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Zoom sulla Parola
Vi è stata resistenza da parte dei discepoli nell'accogliere il
gesto di Gesù. Pietro reagisce e la sua protesta è segno di
incomprensione perché non afferra il significato ed il motivo
di quello che Gesù compie. Gesù promette a Pietro che più
tardi capirà. Lasciarsi lavare i piedi da Gesù e accettare il suo
amore non è facoltativo. Se Pietro non si lascia lavare i piedi,
rinuncia all'amore di Dio. A questo punto Pietro si lascia
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
all'altro può essere il primo passo per proiettare i
giovanissimi in una nuova realtà.
Per la preghiera
«Vorrei aggiungere che i piccoli, i senza voce, quelli che non
contano nulla agli occhi del mondo, ma tanto agli occhi di
Dio, i suoi prediletti, hanno bisogno di noi, e noi dobbiamo
essere con loro e per loro e non importa nulla se la nostra
azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù Cristo
non ha mai parlato di risultati. Lui ha parlato solo di amarci,
di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre ... I
poveri ci attendono. I modi del servizio sono infiniti e lasciati
all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di
essere istruiti nel tempo del servizio. Inventiamo ... e vivremo
nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita».
dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001
Per la riflessione personale sul diario e la condivisione
- Ti sei sentito accolto?
- Quali sensazioni ha suscitato in te l'operato di questi
volontari?
- C'è stato un momento che ti ha particolarmente colpito?
- Come puoi renderti utile concretamente?
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2° giorno
DALLA TESTA ALLE MANI
Obiettivo
- Educare i giovanissimi a comprendere che il servizio è un
mettersi in gioco con azioni e gesti concreti.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 5.
Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei
discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.
Zoom sulla Parola
Il gesto che Gesù compie, a quel tempo lo facevano i servi.
Lavare i piedi è un'operazione sgradevole, che Gesù
trasforma in un atto d'amore. Ciò ci aiuta a capire quanto
esso sia stato rivoluzionario. Finché l'amore rimane chiuso in
noi, prigioniero della nostra pigrizia e della nostra paura,
rimane un bel sentimento. L'amore ha bisogno di libertà, ha
bisogno di esprimersi, deve uscire dal nostro cuore per
raggiungere chi ci è prossimo.
Attenzioni educative
- Assumere un atteggiamento di disponibilità e attenzione
quotidiane verso gli altri, prima di tutto i giovanissimi.
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Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi
1a FASE
Scegliere di "inginocchiarsi" ai piedi del prossimo non basta.
L'amore deve trasformarsi in azione, in cure amorevoli per
chi ci è vicino, in carità. Occorre cingersi i fianchi con il
grembiule, munirsi di acqua e catino e agire. Gesù ne è stato
l'esempio vivente: il servizio è fatto di opere, gesti concreti.
Occorrono però occhi aperti ed attenti a scorgere le necessità
di persone e cose, mani aperte ad accogliere e pronte a dare,
piedi veloci e, su spalle robuste, la testa che ragiona e
coordina. Spesso infatti è necessario mettere in conto una
preparazione specifica, un'attrezzatura particolare, una
formazione preliminare: è importante conoscere prima di
agire, e farlo con e per amore, cercando il bene là dove
ognuno è chiamato a servire. I giovanissimi, quindi, verranno
accompagnati nella scoperta delle azioni di cui sono capaci,
delle opere in cui possono mettere meglio a frutto i propri
talenti per donarli al prossimo, ma anche a prendere
consapevolezza che qualsiasi gesto, seppur piccolo e semplice
può essere dono per l'altro.
Proposta di attività
Si potrebbe proporre ai giovanissimi di sedersi in coppie.
Lontano da loro, in diversi punti del luogo in cui si trovano,
verranno disposti alcuni oggetti (ciascuno dei quali ha un
senso specifico in riferimento al servizio) che essi dovranno
raggiungere attraverso degli indovinelli. Tra i giovanissimi e
gli oggetti saranno posti una serie di ostacoli. Ogni coppia
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dovrà risolvere un indovinello fornito loro e recuperare
l'oggetto superando gli ostacoli. Vince la coppia che ne
raccoglie di più. Durante la condivisione emergerà il senso
del gioco: per mettersi al servizio, occorre alzarsi e "sporcarsi"
le mani. Senza le opere, infatti, la carità rimane solo una
parola. A questo primo momento seguirà un tempo di
confronto in cui si potrebbe chiedere quando nella loro vita i
giovanissimi si sono "alzati" per mettersi al servizio, che cosa
li spingeva, quali sono stati i gesti che hanno compiuto e che
atteggiamento avevano nei confronti di coloro che hanno
aiutato (assistenzialista, attento alle necessità, sicuro a priori
di ciò di cui c'era bisogno, alla ricerca di un contatto
personale…). Infine, si potrà fare una prima analisi della
struttura e identificare assieme alcuni atteggiamenti e
attenzioni da mantenere nei confronti di chi si andrà ad
aiutare, per poter capire meglio di cosa essi abbiano bisogno.
2a FASE
I giovanissimi cominciano il loro servizio all'interno della
struttura, affiancando chi già vi opera per capire meglio cosa
e come fare. Sarà un'occasione preziosa per osservare e
riflettere, nonché per cominciare a cimentarsi nei primi
interventi di servizio, accompagnati da una guida esperta. Si
tratta anche del momento migliore per instaurare le prime
relazioni sia con i volontari/operatori sia con il "prossimo".
L'esperienza dell'ascolto, dell'accoglienza e dell'apertura
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Dalla testa ai piedi (formato libretto)