ciao ciao Traccia per i campi giovanissimi Estate 2014 Dalla Testa ai Piedi ciao 36 ciao ciao Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi ciao ciao 2 35 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi corpo fatto pane perché anche tu ti faccia pane sulla mensa degli uomini, perché, se tu non ti fai pane, non mangi un pane che ti salva, mangi la tua condanna!". L'Eucaristia ci dice che la nostra religione è inutile senza il sacramento della misericordia, che è nella misericordia che il cielo incontra la terra». dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001 Per la riflessione personale sul diario e la condivisione - Che cosa comunicherai, al ritorno a casa, a chi ti chiederà "cosa hai fatto quest'estate"? - Credi che il campo sia stato un passo avanti nel tuo cammino di fede? Verifica finale dell'educatore - Il campo è stato frutto di una buona sinergia all'interno dell'equipe? - Quali sono stati i punti di forza e di debolezza del campo? - Hai curato i tempi "liberi" dedicando attenzione ai giovanissimi? - Ti sei lasciato interrogare dal tema del campo? 34 SINTESI “MISSIONE ESTATE” DALLA TESTA AI PIEDI Proposta di campo scuola INTRODUZIONE Finalmente l'estate! Eh si, dopo tanti mesi di studio e lavoro, un po' di vacanza è proprio quello di cui c'è bisogno. L'estate è il tempo privilegiato per incontrare persone nuove, recuperare forza e continuare a camminare con passione. E allora perché non cercare di trascorrere al meglio un periodo così prezioso? Anche quest'anno vogliamo fare ai giovanissimi l'invito a vivere un'estate "diversa": solidale e da protagonisti, aperta a tutti coloro che credono che la vita abbia senso solo se donata e condivisa. La proposta contenuta in queste pagine vuole dunque essere una semplice traccia per un campo scuola che offra l'occasione di vivere un'esperienza di incontro, preghiera, condivisione e gioia, ma anche di lavoro, in cui i giovanissimi siano chiamati a "sporcarsi le mani" concretamente. La missione, infatti, non si può vivere per corrispondenza: la solidarietà è una scelta di vita. Il titolo del campo trae spunto dagli scritti di don Tonino Bello, vescovo pugliese tra gli anni '80 e '90, pastore attento alle necessità e alle aspirazioni dei più deboli e fragili e esempio di dedizione 3 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi umile al servizio, del quale si è dato inizio all'iter per la causa di beatificazione. Don Tonino ci invita dunque a partire dalla conversione della nostra testa, primo passo per arrivare fino ai piedi dei fratelli. Una traccia da declinare Che cosa significa che il campo è una traccia? Sicuramente che nelle pagine che seguono proponiamo una struttura, un'ossatura: è importante però che questo impianto venga arricchito e rielaborato a seconda delle specifiche esigenze, caratteristiche e necessità dei giovanissimi a cui l'esperienza del campo verrà proposta. Solo chi conosce i singoli giovanissimi può infatti rimodellare questa traccia in modo che diventi occasione di massima crescita e maturazione, di gioia e convivialità, di servizio e gratuità per coloro che gli sono affidati. La proposta del servizio Due sono gli elementi fondamentali di questo campo: in primo luogo una riflessione seria e approfondita sul senso del servizio, che permetta ai giovanissimi di mettersi in gioco con cognizione di causa e con l'attenzione verso l'altro che nasce dalla consapevolezza di che cosa si sta facendo; in secondo luogo l'opportunità di cimentarsi in un'esperienza concreta di servizio, accompagnati dai propri educatori. Sarà dunque fondamentale, in fase di preparazione del campo, individuare una realtà, preferibilmente della zona (per permettere loro di entrare nell'ottica di un servizio ordinario), disposta ad accogliere i giovanissimi e a far loro rimboccare le maniche. 4 Sarà poi importante affidare a Dio il percorso fatto e ringraziarlo della sua presenza amorevole. Proponiamo quindi di terminare questo momento con una celebrazione eucaristica in cui ciascuno offra al Signore i frutti dell'operare dei giorni vissuti insieme: il nostro "fare" infatti nasce dal suo amore e a Lui ritorna attraverso l'Eucarestia. La celebrazione è dunque occasione per rendere grazie a Lui dell'esperienza vissuta e affidargli il servizio "continuo" che si è deciso di intraprendere. 2a FASE Suggeriamo di organizzare, rendendo protagonisti i giovanissimi, un momento di festa e gioia nel luogo del servizio, con tutti coloro che hanno vissuto questa esperienza. Si può pensare, nel corso della festa, anche ad un momento di ringraziamento verso chi ha ospitato i giovanissimi e coloro a cui gli stessi giovanissimi hanno prestato servizio, magari utilizzando parti del diario di campo. Per la preghiera «Poi la vita mi ha insegnato che la mia fede senza l'amore è inutile, che la mia religione cristiana non ha tanti comandamenti, ma ne ha uno solo, che non serve costruire cattedrali o moschee, né cerimonie, né pellegrinaggi... che quell'Eucaristia che scandalizza gli atei e le altre fedi racchiude un messaggio rivoluzionario: "Questo è il mio 33 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi gioia. Mi sono svegliato. La vita era servizio. Ho servito e nel servizio ho trovato la gioia» scriveva Tagore10. Certo tutto questo costa fatica, ma è necessario agire, annunciare Cristo, testimoniare la bellezza di appartenere a Lui, la gioia di camminare secondo i suoi insegnamenti. Sollecitiamo i giovanissimi a non vivere chiusi in sè stessi, impegnati in attività futili, ma a provare ad offrire parte del loro tempo ai fratelli, a dedicare agli altri momenti di amicizia disinteressata, atti di solidarietà concreta. La ricompensa di tutto ciò? Riceveremo dal Signore il dono della gioia, della vera felicità! Proposta di attività I giovanissimi avranno la possibilità di riprendere in mano tutto il percorso fatto, riflettendo sulle annotazioni che hanno preso sul diario di campo. A partire dalla riflessione personale su quanto scritto, potranno poi condividere l'esperienza vissuta sia personalmente sia come gruppo. Sarà necessario far emergere ciò che hanno donato e ricevuto, ma anche le difficoltà e le gioie vissute, per educarli a riconoscere in ogni cosa la presenza e l'intervento amorevole di Dio. Alla luce di tutto si potrà infine chiedere ai giovanissimi di scegliere un impegno concreto di servizio "continuo". Non si tratterà di fare grandi promesse, difficili da mantenere, ma semplicemente di individuare un servizio a cui poter essere fedeli, in base ai propri impegni e alla propria personalità; potrà essere di gruppo o, ancor meglio, personale. Sarebbe ancora più significativo se, durante l'esperienza di servizio, i giovanissimi avessero la possibilità di entrare in relazione con coloro per cui si stanno spendendo, piuttosto che essere coinvolti in semplici lavori manuali. Alcuni esempi di realtà da contattare potrebbero essere esperienze di servizio ai più poveri legati alle associazioni parrocchiali locali, istituti per ragazzi, strutture per disabili o case di accoglienza per anziani… si potrebbe anche pensare di affidarsi ad alcune persone legate all'associazione che aiutino gli educatori e i giovanissimi a costruirsi il proprio impegno di servizio che risponda alle esigenze specifiche del territorio, con l'accortezza però di mantenere il giusto equilibrio tra i tempi dedicati all'approfondimento e quelli pensati per il servizio. Sarebbe opportuno tenere conto delle eventuali attenzioni che l'Ac diocesana già ha per il territorio o, in caso l'associazione non possa essere d'aiuto, ci si potrebbe accordare con la Caritas diocesana. Sarebbe importante, soprattutto se i giovanissimi sono già in qualche modo coinvolti in ambito di servizio educativo, proporre loro altre esperienze, che li aiutino ad aprire loro gli orizzonti sulle tante necessità del territorio. La struttura del campo All'interno di questo fascicolo sono proposte cinque giornate di campo, ognuna organizzata secondo una struttura fissa. 1. Obiettivo: alcuni semplici idee per focalizzare il concetto centrale su cui impostare il percorso della giornata. 10 Tratto dagli scritti di Rabindranath Tagore. 32 5 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi 2. Vangelo: pochi versetti tratti dall'episodio della lavanda dei piedi, narrato da Giovanni (Gv 13, 1-20), da cui lasciarsi interrogare. 3. Zoom sulla Parola: uno spunto su cui riflettere relativo al brano di Vangelo, che renda esplicito il passaggio dalla Parola alla vita e che ogni assistente potrà utilizzare e arricchire a seconda delle necessità dei giovanissimi presenti. 4. Attenzioni educative: qualche consiglio specifico affinché gli educatori possano aiutare i giovanissimi non solo a parole, ma anche con i fatti, a vivere al meglio la giornata. 5. Prima fase: una breve introduzione concettuale al tema specifico della giornata, accompagnata da una proposta di attività che permetta di sviluppare il discorso con i giovanissimi, per coinvolgerli pienamente nella riflessione. 6. Seconda fase: alcune indicazioni rispetto alle varie fasi dell'esperienza di servizio che tengano conto della riflessione e la trasformino in attenzioni concrete da mantenere durante l'impegno che i giovanissimi (assieme agli educatori) si sono assunti. 7. Per la preghiera: uno stralcio tratto dagli scritti di Annalena Tonelli, la testimone scelta per accompagnare e guidare i giovanissimi durante il percorso di campo. 8. Per la condivisione: due o tre domande su cui i giovanissimi possano interrogarsi e confrontarsi tra di loro e con gli educatori rispetto all'esperienza vissuta durante la giornata. Attenzioni educative - Vivere con gioia e spirito di affidamento la giornata, sia nella sua parte di riflessione che in quella di servizio. - Ringraziare Dio nella preghiera. 1a FASE Inginocchiarsi ai piedi del prossimo è un gesto d'Amore che è possibile solo se prima ci inginocchiamo ai piedi di Cristo. Il suo amore, oltre che riconosciuto, va accolto per poter portare frutto. Il punto di incontro con il Signore, nella preghiera, è la fonte del coraggio per tutti i nostri "gesti" di servizio. Senza questo l'incontro i gesti diventano sterili e le azioni rischiano di diventare solo ricerca della propria affermazione. Cristo ci chiede di amare i fratelli, testimoniando con gioia questo amore attraverso il servizio e l'aiuto concreto nella vita di ogni giorno. È solo nel servizio radicato nella Carità, e quindi in Dio «che tutti noi sappiamo davvero riscoprire che il servizio è la gioia» scrive Vittorio Bachelet9. Quante volte abbiamo sentito persone che si dedicano all'aiuto di coloro che sono in difficoltà, al soccorso di quanti non hanno nulla e hanno bisogno di tutto, soprattutto di un sorriso e di una parola buona, felici per aver ricevuto molto più di quanto abbiano donato! «Sognavo che la vita fosse 9 Saluto conclusivo di Vittorio Bachelet alla seconda Assemblea nazionale a dell'ACI in Atti 2 Assemblea nazionale dell'Azione Cattolica Italiana (Roma, 20-23 settembre 1973), Presidenza nazionale dell'AC, Roma 1974, pp. 125131. Tratto dal volume degli scritti associativi ed ecclesiali [1959-1973], Vittorio Bachelet, Il servizio è la gioia, AVE, Roma, 1992. 6 31 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi 5° giorno DA CRISTO AL PROSSIMO, DAL PROSSIMO A CRISTO! Obiettivo - Educare i giovanissimi a scoprire che il servizio diventa occasione di incontro con Dio, da cui non può che scaturire una grande gioia. Vangelo Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 16-20 «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». Zoom sulla Parola Gesù assicura che imitandolo nel servizio verso i fratelli siamo beati. C'è più gioia infatti nel dare che nel ricevere: è questa la particolare beatitudine che è garantita a coloro che vivono l'insegnamento di Gesù e operano seguendone l'esempio. 30 Affinché l'esperienza possa davvero essere costruttiva e significativa suggeriamo di organizzare le giornate di campo in due fasi: la prima, preferibilmente in mattinata, durante la quale, a partire dall'ascolto della Parola, si possono pensare percorsi di meditazione e condivisione che portino i giovanissimi a riflettere sul senso del servizio nella loro vita. La seconda nel pomeriggio, dove i giovanissimi potranno scendere in campo e mettersi in gioco attraverso attività di servizio per poi ritornare e condividere, aiutati dalle parole di un testimone, ciò che hanno vissuto. Ti consigliamo però di fare un'eccezione per la terza giornata, che presenta una struttura un po' diversa: essa è dedicata infatti in particolar modo a un momento di deserto e potrebbe concludersi con una celebrazione penitenziale. Questa giornata (di cui ti suggeriamo di non fare a meno, anche se il tempo fosse poco!) è pensata per fermarsi a riflettere dopo un primo assaggio di servizio, ai fini di acquisire una consapevolezza ancora maggiore in preparazione dell'ultimo tratto di strada. Consigliamo inoltre, per sfruttare al meglio il tempo, di incominciare il campo con una mezza giornata di introduzione, affinché fin dal primo giorno pieno si possa entrare subito nel vivo del percorso. Il testimone La testimone che proponiamo per accompagnare nella riflessione personale e di gruppo i giovanissimi è Annalena Tonelli, una donna "fuori dall'ordinario". Annalena non ha mai amato parlare di sé: ha vissuto in silenzio la radicalità 7 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi evangelica per 35 anni in terra musulmana. Al pressante invito del Vaticano in occasione di un convegno sul volontariato 30 novembre 2001 ha risposto con la testimonianza da cui sono tratte le riflessioni proposte per ogni giorno di campo. Riportiamo qui di seguito alcune righe che permettano agli educatori di avvicinarsi alla figura di Annalena e di proporla ai giovanissimi. La vita di Annalena è stata segnata, fin da piccola, dal desiderio di spendersi per l'uomo abbandonato, emarginato, "ferito" come lei diceva. E così ha deciso di rispondere a questa chiamata in modo totale, fino al sacrificio della vita. Nonostante la lucida consapevolezza dell'importanza del suo operare e delle enormi difficoltà che doveva affrontare, ha sempre descritto le sue opere come "normali", definendole semplicemente il modo per rispondere e vivere la sua vocazione. Parlando di sé, diceva: "io sono nessuno", perché tale realmente si ritenne agli occhi di Dio, così come nessuno erano i poveri e i senza voce, coloro per i quali aveva perso la testa sin dalla giovinezza e che non contavano nulla sullo scenario del mondo. "Sono nessuno" ha significato anche la volontà e la scelta di uno stile di vita anonimo, nascosto, l'autonomia di scelte coraggiose che le garantivano agli occhi dei poveri gratuità e trasparenza di azione e servizio. Scelse di essere nessuno perché si sentì libera di appartenere non solo ai poveri e a Dio, ma anche alla schiera di tutti i cercatori di Assoluto e di verità. La povertà e la scelta dei poveri è dunque il primo cardine della spiritualità di Annalena; "essere per gli altri". Il secondo cardine della sua spiritualità è 8 persona. Fondamentali saranno da un lato l'attenzione a intervenire in maniera appropriata all'interno della realtà, nel rispetto dell'equilibrio preesistente, dall'altro un interessamento sincero e concreto verso il prossimo. Per la preghiera «Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati fin da quando ero bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null'altro mi interessava così fortemente: Lui e i poveri in Lui. Per Lui feci una scelta di povertà radicale ... anche se povera, come un vero povero, i poveri di cui è piena ogni mia giornata, io non potrò essere mai». dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001 Per la riflessione personale sul diario e la condivisione - Mi sono impegnato a pormi nei confronti degli altri con amore e umiltà, seguendo l'esempio di Gesù? - Quali sono le sensazioni e le riflessioni emerse durante questa esperienza? - Quali difficoltà hai incontrato? 29 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi consapevolezza che ogni opera o azione di servizio è un'opportunità per annunciare che Dio ci ama, e che Egli lo fa proprio attraverso le mani di chi sceglie di farsi dono. Proposta di attività Proponiamo di consegnare ai giovanissimi il testo della storia "La bontà cambia i cuori"di Bruno Ferrero (che trovi nei materiali utili7). Dal racconto emerge chiaramente quanto i semplici gesti valgano più delle sole parole. Esse, infatti, possono risultare inefficaci, se manca la testimonianza. «Solo chi è coerente sino in fondo può essere autentico testimone di Cristo. [...] È stato questo l'insegnamento e l'esempio costante dei santi8». Dopo un momento di riflessione personale invitiamo i giovanissimi a interrogarsi su quando e come si sono sentiti testimoni, con le parole e i fatti. Successivamente chiediamo ai giovanissimi se ricordano di aver incontrato, nel loro percorso di fede, dei veri testimoni, qual è stato il loro ruolo e i pro e i contro di questo incontro. Infine cerchiamo di individuare le motivazioni che rendono i cristiani testimoni e le molteplici modalità in cui nella vita di oggi si può esprimere questo impegno. 2a FASE In questa fase i giovanissimi potranno poco a poco acquistare autonomia nel servizio, mettendosi in gioco in prima la preghiera. Ai giovani diceva: «Occorre ritmare la nostra vita con tempi di silenzio e di solitudine perché è nella solitudine e nel silenzio che noi apprendiamo cammini concreti di servizio». Donna di azione di giorno, di preghiera la sera, al termine del giorno si ritirava nella sua camera per pregare, meditare e leggere la Parola. La sua spiritualità scaturisce semplicemente dalla piena adesione al Vangelo. Annalena traeva la sua forza dall'aver raggiunto la radicale libertà dell'essere. La fede in Dio e l'amore a Dio l'hanno resa libera. L'invito che Annalena Tonelli fa ai giovani, è la sintesi perfetta del messaggio e dei contenuti che vorremmo che i giovanissimi potessero ricevere durante questi giorni di campo. Annalena infatti diceva loro: «siate coraggiosi, generosi e portatori di una fede senza confini…Dite ai ragazzi che la vita è bella, che la vita vale la pena che sia vissuta fino in fondo e che non abbiano paura di viverla questa vita…sino in fondo. [...]Vorrei aggiungere che i piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo, ma tanto agli occhi di DIO, i suoi prediletti, hanno bisogno di noi, e noi dobbiamo essere con loro e per loro e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù non ha mai parlato di risultati. LUI ha parlato solo di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre... I poveri ci attendono. I modi del servizio sono infiniti e lasciati all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di 7 Materiale presente su www.parolealtre.it 8 Tratto dall'omelia del Cardinale Angelo Sodano del 28 Settembre 2002. 28 9 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi essere istruiti nel tempo del servizio. Inventiamo... e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita»1. Il diario Consigliamo di consegnare ai giovanissimi un quaderno che può diventare il "diario di campo" in cui annotare ciò che li colpisce, le emozioni vissute, le difficoltà affrontate, i dubbi emersi di giorno in giorno durante il campo, ma anche per segnarsi le risposte alle domande di riflessione che verranno proposte al termine di ogni giornata. Mentre la parte relativa alle risposte verrà condivisa di giorno di in giorno, la prima parte del diario, dedicata alle annotazioni personali e libere, potrebbe essere condivisa in gruppo l'ultimo giorno. Infine, il diario, al termine della settimana, potrebbe anche essere donato come ricordo alle persone incontrate durante l'esperienza di servizio. Un suggerimento per le celebrazioni Per aggiungere un elemento visivo che favorisca la riflessione e la preghiera durante le lodi, il momento di meditazione a cura dell'assistente o la celebrazione eucaristica, proponiamo di procurarsi un'immagine che raffiguri la scena della "Lavanda dei piedi2", da esporre nel luogo di preghiera. Si potrebbe anche pensare di riprodurne in scala i particolari - Far in modo che i giovanissimi vivano l'esperienza di servizio come gruppo. 1a FASE Con il suo lavare i piedi, Cristo è stato maestro ed esempio, in un'unica parola egli è stato testimone! E' questo quello a cui siamo chiamati. «L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni» scriveva Papa Paolo VI5. Un testimone è una persona che ha visto e udito qualcosa di cui è chiamato a rendere conto fedelmente con parole e atti: è quindi molto importante che ciò che dice non entri in contraddizione6 con ciò che fa, o viceversa. Noi, che siamo testimoni dell'amore di Dio nella nostra vita, abbiamo dunque come primo impegno quello di "risplendere", riproducendo Cristo intorno a noi: nel nostro cammino, nelle nostre attitudini, nelle nostre parole, attraverso tutta la nostra personalità. La condotta di un testimone è essenziale e non può essere disgiunta dal servizio che si compie. I giovanissimi saranno dunque accompagnati a prendere 5 Esortazione apostolica di sua santità Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, n. 41 La testimonianza della vita. 6 «Cari fratelli e sorelle, invochiamo proprio all'inizio di quest'anno lo Spirito 1 Testimonianza a cura di Maria Teresa Battistini, Annalena una voce dal silenzio, Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, Forlì. 2 Gesù lava i piedi a Pietro, Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova. Lavanda dei Piedi, Battistello Caracciolo, Certosa di San Martino. La lavanda dei piedi, Tintoretto, Museo del Prado, Madrid. Lavanda dei piedi, Rupnik, Cappella Redemptoris Mater, Vaticano. 10 Santo, eterna giovinezza della Chiesa: egli faccia sentire ad ognuno l'urgenza di offrire una testimonianza coerente e coraggiosa del Vangelo, affinché non manchino mai santi, che facciano risplendere la Chiesa come sposa sempre pura e bella, senza macchia e senza ruga, capace di attrarre irresistibilmente il mondo verso Cristo, verso la sua salvezza». Tratto dall'udienza del Papa Benedetto XVI del 13 gennaio 2010 sugli Ordini Mendicanti. 27 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi 4° giorno LE GAMBE Obiettivo - Educare i giovanissimi a scoprire e vivere il servizio come occasione di testimonianza e annuncio. salienti, relativi ai versetti del Vangelo meditati nelle singole giornate, e di mostrare di volta in volta la riproduzione dell'elemento a cui si fa riferimento quello specifico giorno. L'icona potrebbe dunque essere esposta nella sua interezza solo al termine del percorso. Vangelo Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 12-15 Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». Zoom sulla Parola Quello che di più caro Gesù aveva nel cuore lo ha mostrato, ha dato l'esempio. Lavando i piedi dei suoi discepoli Gesù indica loro un'altra via, quella della piccolezza, dell'umiltà e del perdono. Chiede loro di vivere il Vangelo: amare senza misura, essere compassionevoli, giungere fino ad amare il nemico. Attenzioni educative - Sostenere i giovanissimi con l'esempio. E' importante che gli stessi educatori si immergano per primi nell'esperienza di servizio così da essere sostegno e testimonianza concreta. 26 11 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi 1° giorno PARTIAMO DALLA TESTA Obiettivo - Educare i giovanissimi a prendere consapevolezza che mettersi al servizio è accogliere un dono più grande, anche se questo comporta delle rinunce. - Introdurli alla figura di Annalena Tonelli. - Proporre loro lo strumento del diario di campo, accompagandoli nell'utilizzo. Vangelo Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 1-4. Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Ed è allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta. Ed è allora che la nostra vita diventa bellezza, grazia, benedizione. Ed è allora che la nostra vita diventa felicità anche nella sofferenza, perché noi viviamo nella nostra carne la bellezza del vivere e del morire. Sento fortemente che noi tutti siamo chiamati all'amore, dunque alla santità [...] la donna povera di Leon Bloy vagava di porta in porta [...] una mendicante [...] "Non c'è che una sola tristezza al mondo; quella di non essere santi" [...] ripeteva [...] Io amo pensare: non c'è che una sola tristezza al mondo: quella di non amare … che è poi la stessa cosa». dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001 Zoom sulla Parola Negli ultimi momenti della sua vicenda umana Gesù non è vittima inconsapevole delle circostanze. Anzi, nonostante l'incomprensione dei discepoli, il tradimento di Giuda, il rinnegato di Pietro e la condanna alla croce, Gesù continua consapevolmente ad amarci. Ama fino alla fine senza misura, 12 25 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi È possibile concludere questo momento di condivisione con una celebrazione penitenziale, durante la quale ringraziare Dio per il suo amore e chiedere perdono per tutte quelle volte in cui ci siamo resi conto di non averlo riconosciuto o di averlo accolto egoisticamente. Durante la preghiera di fine giornata, inoltre, si potrebbe chiedere ai giovanissimi di pregare per tutti i "fratelli" incontrati fino a quel momento nei giorni di campo e di servizio. Per la preghiera «La vita ha senso solo se si ama. Nulla ha senso al di fuori dell'amore. La mia vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la morte tante e poi tante volte. Sono stata per anni nel mezzo della guerra. Ho esperimentato nella carne dei miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria dell'uomo, la sua perversità, la sua crudeltà, la sua iniquità. E ne sono uscita con una convinzione incrollabile che ciò che conta è solo amare. Se anche Dio non ci fosse, solo l'amore ha un senso, solo l'amore libera l'uomo da tutto ciò che lo rende schiavo, in particolare solo l'amore fa respirare, crescere, fiorire, solo l'amore fa sì che noi non abbiamo più paura di nulla, che noi porgiamo la guancia ancora non ferita allo scherno e alla battitura di chi ci colpisce perché non sa quello che fa, che noi rischiamo la vita per i nostri amici, che tutto crediamo, tutto sopportiamo, tutto speriamo… fino alle estreme conseguenze, fino al servizio più umile, fino al dono della propria vita. Attenzioni educative - Accogliere ogni giovanissimo prestandogli specifiche attenzioni e aiutandoli a inserirsi nel gruppo. 1a FASE Mettersi al servizio è offrire tutto se stessi: coinvolge testa, cuore, mani che si aprono al dono e gambe pronte a mettersi in cammino. Ripercorrendo l'episodio della lavanda dei piedi, don Tonino Bello3 ci aiuta a riflettere sul senso profondo del servizio. Come nel percorso Quaresimale, occorre partire dalle ceneri sul capo, per arrivare all'acqua del catino. Quella cenere, spiega don Tonino «è il richiamo all'unica cosa che conta: Convertitevi e credete al Vangelo4». Ed è proprio la conversione il primo passo! Con-vertire è cambiare direzione, per scegliere di seguire Cristo, che si inginocchia di fronte ai discepoli per lavare loro i piedi. Da Lui impareremo così a metterci ai piedi degli altri, compiendo una scelta di vera gratuità. Non si tratta di una scelta parziale, di un amore "a metà", bensì di dono totale, assoluto di sé. Una condizione che richiede un cammino lungo che può durare una vita. Un cammino non semplice, in 3 Materiale presente su www.parolealtre.it 4 Don Tonino Bello, Dalla testa ai piedi. La Quaresima tra cenere e acqua, Edizioni la meridiana, 2010. 24 13 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi cui per far spazio al prossimo occorre mettere da parte se stessi. Questo dono così assoluto è spesso visto dai giovanissimi come strada faticosa e ricca di rinunce. È quindi importante che essi siano accompagnati in questo percorso di discernimento per capire che "scegliere" di condividere parte del proprio tempo e delle proprie energie non è un sacrificio o una perdita per se stessi! Anzi, è dono che arricchisce non solo la vita dell'altro ma anche e soprattutto la propria. Proposta di attività Ai giovanissimi vine proposto un PowerPoint in cui scorrano alcune foto che richiamino esperienze di servizio (possibilmente di cui sono a conoscenza). In una prima fase viene mostrata loro solo la parte della foto da cui emerge la fatica del servizio. In una seconda fase, rivelando la foto nella sua totalità, verrà messa in luce la gioia dello stesso. I due aspetti emersi dalla visione della stessa immagine saranno lo spunto per aprire il confronto, in cui si potrà chiedere loro quali siano le fatiche del mettersi al servizio e quali invece le gioie che queste esperienze portano, a partire dalla loro esperienza. Sarà cura degli educatori aiutare i giovanissimi ad andare oltre le prime impressioni superficiali per poter cogliere in profondità il senso del servizio gratuito, fatto per amore dell'altro. 14 Accompagneremo dunque i giovanissimi a riflettere sui modi in cui essi sono destinatari dell'amore di Dio e che questo amore ricevuto è una chiamata ad andare verso l'altro. Proposta di attività La mattinata viene dedicata al deserto, in cui i giovanissimi aiutati da alcuni scritti di testimoni della Chiesa, preghiere e momenti di silenzio, possono riflettere sull'amore che Dio gratuitamente e incondizionatamente dona ad ognuno. Si potrebbe consegnare ai giovanissimi una pista di riflessione che li guidi durante il deserto con alcune domande: percepisci che Dio ti ama? Quali sono i modi attraverso cui pensi o senti che Dio ti dimostra il suo amore? Dai valore a quei gesti? Hai vissuto momenti in cui ti sei sentito solo e non amato da Dio? Cosa hai provato? I giovanissimi potrebbero usare il diario per annotare le proprie riflessioni in proposito. 2a FASE A partire dal momento vissuto nella mattinata i giovanissimi, in gruppi, sono invitati a condividere le loro riflessioni. Proponiamo alcune domande da utilizzare per guidare un successivo momento di confronto del gruppo, al termine della prima condivisione: Hai mai sentito il desiderio di "restituire" l'amore ricevuto da Dio? In che modo? Hai mai pensato di rispondere a questo amore, donandolo a tua volta a chi ti sta intorno? Come potresti farlo concretamente? 23 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi vincere e si apre a Gesù. Non può comprenderlo, è confuso; ma non può sopportare l'idea di essere separato da lui. Attenzioni educative - Avere cura del luogo, dei tempi e dei modi del momento di deserto e della preghiera perché sia davvero tempo di incontro con Lui. 1a FASE La vita, secondo la fede cristiana, non è un'avventura solitaria, un fai-da-te, calibrato sulle proprie forze e risorse. La vita è vocazione: risposta d'amore a una chiamata d'amore. Accogliere questa chiamata significa realizzare se stessi; negarsi all'amore che Cristo ci offre significa invece perdersi. Ed è sempre Cristo ad amare per primo, così come è stato lui, per primo a lavare i piedi ai discepoli: questa è per noi una grande forza, la garanzia che non siamo mai soli. Ciò che ci è chiesto di fare è semplicemente venire incontro a Gesù, rispondergli, facendoci attenti ai segni del suo amore nella nostra vita. L'amore di Dio è poi modello e si fa, attraverso Cristo, esempio concreto da seguire, perché assaporare la gioia di sentirsi amati ci spinge a farci avanti, a scoprire la gioia del donarci. Come Gesù per primo ci ha mostrato, la vita acquista senso e pienezza solo se dedicata agli altri, solo se concepita come un servizio ai fratelli. Questo è ciò a cui Dio chiama ognuno di noi, ciò che più gli sta a cuore. Infatti, solo facendo della vita un dono per gli altri si coglie veramente il senso pieno del Vangelo e si diventa beati. 22 2a FASE Prima di vivere a pieno l'esperienza di servizio che è stata scelta, è consigliabile organizzare un momento di incontro con un responsabile, laddove si svolgerà l'esperienza. Si tratterà di un'occasione per conoscere la realtà e le persone che la frequentano, ma anche per confrontarsi con il responsabile, al quale sarà chiesto di evidenziare motivazioni, scelte, rinunce e gioie che lo spingono a dedicare la sua vita al prossimo, in un vero e proprio dialogo con i giovanissimi. Per la preghiera «Nella mia vita non c'è rinuncia, non c'è sacrificio. Rido di chi la pensa così. La mia è pura felicità. Chi altro al mondo ha una vita così bella? Tutto mi era contro allora. Ero giovane e dunque non degna né di ascolto né di rispetto. Ero bianca e dunque disprezzata da quella razza che si considera superiore a tutti: bianchi, neri, gialli appartenenti a qualsiasi nazionalità che non sia la loro. Ero cristiana e dunque disprezzata, rifiutata, temuta. Tutti allora erano convinti che io fossi andata a Wajir per fare proseliti. E poi non ero sposata, un assurdo in quel mondo in cui il celibato non esiste e non è un valore per nessuno, anzi è un non valore. La mia vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la morte tante e poi tante volte. Sono stata per anni nel mezzo della guerra. Ho sperimentato nella carne dei miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria dell'uomo … e ne sono uscita con la convinzione incrollabile che ciò che 15 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi conta è solo amare. Ed è allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta…». dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001 Per la riflessione personale sul diario e la condivisione - Ti sei lasciato interrogare dall'esperienza ascoltata e osservata? - Quale degli aspetti emersi ti hanno colpito maggiormente? - Quali non credevi potessero nascere da un'esperienza concreta di servizio? - Come ti poni nei confronti del servizio che stai per cominciare? Quali sono le tue aspettative e le tue paure? 3° giorno IL CUORE Obiettivo - Accompagnare i giovanissimi a scoprire che sono destinatari dell'amore di Dio e che questo amore ricevuto è una chiamata ad andare verso l'altro. Vangelo Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 6-11 Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Zoom sulla Parola Vi è stata resistenza da parte dei discepoli nell'accogliere il gesto di Gesù. Pietro reagisce e la sua protesta è segno di incomprensione perché non afferra il significato ed il motivo di quello che Gesù compie. Gesù promette a Pietro che più tardi capirà. Lasciarsi lavare i piedi da Gesù e accettare il suo amore non è facoltativo. Se Pietro non si lascia lavare i piedi, rinuncia all'amore di Dio. A questo punto Pietro si lascia 16 21 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi all'altro può essere il primo passo per proiettare i giovanissimi in una nuova realtà. Per la preghiera «Vorrei aggiungere che i piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo, ma tanto agli occhi di Dio, i suoi prediletti, hanno bisogno di noi, e noi dobbiamo essere con loro e per loro e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù Cristo non ha mai parlato di risultati. Lui ha parlato solo di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre ... I poveri ci attendono. I modi del servizio sono infiniti e lasciati all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di essere istruiti nel tempo del servizio. Inventiamo ... e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita». dalla testimonianza di Annalena Tonelli in Vaticano nel 2001 Per la riflessione personale sul diario e la condivisione - Ti sei sentito accolto? - Quali sensazioni ha suscitato in te l'operato di questi volontari? - C'è stato un momento che ti ha particolarmente colpito? - Come puoi renderti utile concretamente? 20 2° giorno DALLA TESTA ALLE MANI Obiettivo - Educare i giovanissimi a comprendere che il servizio è un mettersi in gioco con azioni e gesti concreti. Vangelo Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 5. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. Zoom sulla Parola Il gesto che Gesù compie, a quel tempo lo facevano i servi. Lavare i piedi è un'operazione sgradevole, che Gesù trasforma in un atto d'amore. Ciò ci aiuta a capire quanto esso sia stato rivoluzionario. Finché l'amore rimane chiuso in noi, prigioniero della nostra pigrizia e della nostra paura, rimane un bel sentimento. L'amore ha bisogno di libertà, ha bisogno di esprimersi, deve uscire dal nostro cuore per raggiungere chi ci è prossimo. Attenzioni educative - Assumere un atteggiamento di disponibilità e attenzione quotidiane verso gli altri, prima di tutto i giovanissimi. 17 Campo giovanissimi 2014 - Dalla Testa ai Piedi 1a FASE Scegliere di "inginocchiarsi" ai piedi del prossimo non basta. L'amore deve trasformarsi in azione, in cure amorevoli per chi ci è vicino, in carità. Occorre cingersi i fianchi con il grembiule, munirsi di acqua e catino e agire. Gesù ne è stato l'esempio vivente: il servizio è fatto di opere, gesti concreti. Occorrono però occhi aperti ed attenti a scorgere le necessità di persone e cose, mani aperte ad accogliere e pronte a dare, piedi veloci e, su spalle robuste, la testa che ragiona e coordina. Spesso infatti è necessario mettere in conto una preparazione specifica, un'attrezzatura particolare, una formazione preliminare: è importante conoscere prima di agire, e farlo con e per amore, cercando il bene là dove ognuno è chiamato a servire. I giovanissimi, quindi, verranno accompagnati nella scoperta delle azioni di cui sono capaci, delle opere in cui possono mettere meglio a frutto i propri talenti per donarli al prossimo, ma anche a prendere consapevolezza che qualsiasi gesto, seppur piccolo e semplice può essere dono per l'altro. Proposta di attività Si potrebbe proporre ai giovanissimi di sedersi in coppie. Lontano da loro, in diversi punti del luogo in cui si trovano, verranno disposti alcuni oggetti (ciascuno dei quali ha un senso specifico in riferimento al servizio) che essi dovranno raggiungere attraverso degli indovinelli. Tra i giovanissimi e gli oggetti saranno posti una serie di ostacoli. Ogni coppia 18 dovrà risolvere un indovinello fornito loro e recuperare l'oggetto superando gli ostacoli. Vince la coppia che ne raccoglie di più. Durante la condivisione emergerà il senso del gioco: per mettersi al servizio, occorre alzarsi e "sporcarsi" le mani. Senza le opere, infatti, la carità rimane solo una parola. A questo primo momento seguirà un tempo di confronto in cui si potrebbe chiedere quando nella loro vita i giovanissimi si sono "alzati" per mettersi al servizio, che cosa li spingeva, quali sono stati i gesti che hanno compiuto e che atteggiamento avevano nei confronti di coloro che hanno aiutato (assistenzialista, attento alle necessità, sicuro a priori di ciò di cui c'era bisogno, alla ricerca di un contatto personale…). Infine, si potrà fare una prima analisi della struttura e identificare assieme alcuni atteggiamenti e attenzioni da mantenere nei confronti di chi si andrà ad aiutare, per poter capire meglio di cosa essi abbiano bisogno. 2a FASE I giovanissimi cominciano il loro servizio all'interno della struttura, affiancando chi già vi opera per capire meglio cosa e come fare. Sarà un'occasione preziosa per osservare e riflettere, nonché per cominciare a cimentarsi nei primi interventi di servizio, accompagnati da una guida esperta. Si tratta anche del momento migliore per instaurare le prime relazioni sia con i volontari/operatori sia con il "prossimo". L'esperienza dell'ascolto, dell'accoglienza e dell'apertura 19