Città di Piove di Sacco
Assessorato alla cultura
Circuito Teatrale Regionale
Città di Piove di Sacco
Assessorato alla cultura
rassegna di prosa 2005_06
19_11_05
natalino balasso
libera nos
02_12_05
mario perrotta
italiani cincali!
15_12_05
joy singers coro gospel
canzoni di natale
27_01_06
compagnia teatrale pubblico incanto
mari
10_02_06
andrea cosentino
l’asino albino
23_02_06
progetto urt
la locandiera
09_03_06
tamteatromusica
al mattonificio
24_03_06
piccola bottega baltazar
in forma di fiore
07_04_06
teatro boxer
romeo e giulietta
sabato 19 novembre 2005 ore 21
Compagnia Flamenco Lunares
ALMA Y CUERPO
Lo spettacolo, articolato in due tempi, inizia con le travolgenti
note della chitarra che seguite dal violino e dalle percussioni
si animano, accompagnando i bailores che si esibiscono in
appassionate e raffinate coreografie. Le danze, da loro rappresentate,
esternano i vari momenti della vita quotidiana. La gioia, l’amore,
il dolore, la rassegnazione vengono magistralmente interpretate
da Carmen Meloni, protagonista indiscussa dello spettacolo, e
dalle ballerine della compagnia che si esibiscono con eleganza e
magia di movimenti, facendo vivere allo spettatore un’emozione
particolare, quando:
“Da un’infinita gradazione di dolore nel bailar la Siguiryia,
rappresentando la tragedia della vita, passano alla malinconia e
ad un crescendo di gioia sfrenata nel bailar un’Alegria esternando
sensualità nel maestoso Tiento o nel passionale Tango emanando
carisma e sinuosità nel bailar por Soleà, uno degli stili più
significativi del flamenco”. Jimenez
Ballando, si crea un legame completo e ineguagliabile con
sentimenti e senzazioni ancestrali: energia, passione, erotismo,
dolore…che proiettano “Anima e Corpo” in uno stato quasi irreale,
immergendo l’artista in una dimensione eterea e assuefante che
toglie il fiato, morde le membra, nutre il respiro come nuova linfa
vitale…Carmen
venerdì 02 dicembre 2005 ore 21
Teatro dell’Argine – ITC Teatro di San Lazzaro (Bologna)
ITALIANI CÌNCALI!
PARTE PRIMA: MINATORI IN BELGIO
di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta
interpretato e diretto da Mario Perrotta
con il patrocinio del Ministero per gli Italiani nel Mondo
in collaborazione con il Centro Studi Osservatorio sulle Diaspore
Università di Lecce
Un postino narra le storie degli italiani emigrati verso luoghi
che offrivano opportunità, ma dove la gente li chiamava Cìncali:
zingari! Quasi un anno di testimonianze, un anno di memorie
rispolverate a fatica. Mario Perrotta dice di aver preso la macchina
e aver girato senza un luogo preciso dove andare, “eppure il
Sud è tutto uguale, non hai bisogno di sapere dove qualcuno ha
preso le valigie ed è partito: basta entrare in un bar, un bar della
provincia e chiedere. La risposta è sempre la stessa: - qui tutti
siamo emigrati… - me lo racconta? - Si fanno pregare, un attimo
soltanto, poi partono con la loro storia, infinita, che reclama
ascolto. Anche il Sud è infinito. Me lo insegna la mia macchina che
mi porta di paese in paese, sempre per caso, e s’inerpica tra i paesi
montani del nord-est produttivo ed è ancora Sud. Sì! Per i Belgi,
gli Svizzeri, i Tedeschi che chiedevano braccia dopo la seconda
guerra mondiale, Sud era la Puglia, la Sicilia, la Calabria e Sud era
il Veneto, il Friuli: - siamo emigrati tutti qui …-Quattro parole,
sempre le stesse. Negli archivi pubblici e privati trovo lettere, diari
salvati per miracolo ma loro non hanno più nulla, - ho bruciato
tutto…- mi confessa qualcuno - meglio dimenticare. Ma la memoria
è importante, perché -…ne abbiamo sempre meno… la memoria
è importante perché nel 1990, quando nel Salento è sbarcata la
prima carretta del mare carica di albanesi, c’erano ancora 1.000
bambini italiani clandestini in Svizzera. Negli anni ‘70 erano
30.000…” Su questo racconto Vincenzo Morbillo ha scritto (L’Unità
1° aprile 2005): “Una drammaturgia vibrante di poesia realistica,
cruda e tenera ad un tempo, una regia attenta e perfettamente
calibrata nell’adattare la scrittura drammaturgica alle esigenze
sceniche, un’interpretazione intensa, a tratti commovente, fanno
di Italiani cìncali uno spettacolo da non perdere.”
giovedì 15 dicembre 2005 ore 21
CORO GOSPEL JOY SINGERS
CANZONI DI NATALE
Il Coro Gospel veneziano dei Joy Singers si distingue nel panorama
italiano per l’originalità e poliedricità delle sue interpretazioni:
il sound afroamericano è il fondamento e l’ispirazione del suo
repertorio, che spazia dai classici della tradizione spirituals e gospel,
a colonne sonore di film, a brani più recenti, tutti riadattati con
arrangiamenti originali. 15 voci, dirette dal compositore veneziano
Andrea D’Alpaos, per l’accompagnamento musicale della Soul Shakers
Band (2 tastiere, basso, batteria) e la musica, tanta musica, usata
come strumento e mezzo privilegiato per comunicare ed esprimere
il sound che parte dall’anima e arriva diretto a coinvolgere
il pubblico, rendendolo partecipe di un’unica grande esperienza
emotiva. Lo spettacolo che i Joy Singers propongono è un viaggio
attraverso la musica afro-americana, dallo spiritual al contemporary
gospel passando per il rythm’n’blues e alcuni noti brani di musical.
Dagli immancabili classici “When the Saints go marchi’in” a “Go
tell it on the mountains”, reinterpretando una vibrante “Imagine”
di John Lennon e una coinvolgente “I still haven’t found what I’m
looking for”, i Joy Singers attraversano anche le contaminazioni
più ardite dal barocco al jazz.
Il Gospel così, diventa energia, ritmo, passione e questo è tutto
ciò che i Joy Singers riescono a creare sul palcoscenico con uno
spettacolo unico che travolge ed emoziona.
venerdì 27 gennaio 2006 ore 21
Compagnia Pubblico Incanto
MARI
DUETTO D’AMORE IN NOTTURNO MARINO
con Cinzia Muscolino e Tino Caspanello,
costumi Cinzia Muscolino
elaborazione del suono Giovanni Renzo,
assistente alla regia Andrea Trimarchi
scene e regia di Tino Caspanello
L’uomo è di schiena, seduto su una cassetta di legno. Un secchio e
una lampada di fianco. Rumore di risacca. L’uomo si volta, trattiene
un filo di nylon teso per pescare, piantato nella platea.
Il confine tra il pelago e la riva è segnato dalla linea del proscenio.
La donna emerge dal buio dello sfondo, è notte e vuole riportare il
marito a casa, vuole che ceni con lei. Lui è ruvido, vuole rimanere
solo. Un uomo e una donna, il mare; una lingua, quella siciliana,
che non permette di esprimere tutte le profondità di un sentire,
una lingua fatta di necessità quotidiane, che possiede solo il
presente, dilatato nel testo sulla linea che separa mare e terra,
su questo limite mutevole che attrae l’uno e respinge l’altra.
“Mari”, testo vincitore del Premio Riccione della giuria 2003, è quasi
una partitura musicale nella struttura e nel suono delle parole
accompagnate dal lento ritmo di un calmo mare notturno. Quante
volte in riva al mare abbiamo parlato di Dio e del mondo, o del
nostro pane quotidiano. E accade che l’uomo e la donna si parlano,
non lo fanno quasi mai, e si sorprendono del loro parlare e anche
del loro cantare insieme a quelle materie che solo se le conosci
bene ti aiutano ad amare, anche senza la necessità di dirlo.
È proprio per scoprire di quale materia siamo fatti che l’uomo invita
la compagna a toccare il mare, quell’acqua scura che fa orrore e
affascina e che ha permesso loro di parlarsi. E quando la donna,
arrivata là apparentemente per caso, comincia ad avvicinarsi all’uomo
che ama e che se ne sta solo a pensare sulla spiaggia, ecco che i due
sciolgono finalmente i nodi che nessuna lingua potrà mai sciogliere,
in parole che nessun suono potrà mai restituirci.
venerdì 10 febbraio 2006 ore 21
L’ASINO ALBINO
di e con Andrea Cosentino
regia: Andrea Virgilio Franceschi
collaborazione artistica: Valentina Giacchetti
scene: Ivan Medici
Pochi ed essenziali elementi definiscono lo spazio d’azione de
L’asino albino: un tappeto circolare, bianco, ne ritaglia il limite,
ed al suo interno vari oggetti, disposti casualmente, individuano
la gamma di personaggi tratteggiati nel corso dello spettacolo.
Gli oggetti a terra – anche se per pochi istanti sono tutti destinati
al consumo, a discapito di una funzione prettamente scenograficaidentificano una serie di macchiette costruite per tinte sommarie
sul ricordo di certi personaggi verdoniani, creando una corrispondenza
diretta ed immediatamente leggibile.
Con questo espediente Andrea Cosentino marca i contorni di un
gruppo di turisti in visita all’Asinara, passando velocemente da una
caratterizzazione all’altra grazie ad una versatile mimica facciale.
Spunto della rappresentazione il rapporto tra la storia dell’isola,
stazione sanitaria marittima di quarantena prima, campo di
concentramento durante la Grande Guerra, supercarcere di massima
sicurezza negli anni della lotta al terrorismo, ed il suo presente,
e come questo sia vissuto, oggi, dopo la trasformazione in area
protetta. Ma Cosentino non vuole raccontare la storia dell’isola
e della gita che la percorre servendosi di una struttura narrativa
lineare; egli procede piuttosto per voli pindarici ed incastri.
Collante tra le varie direzioni è l’asino albino, figura continuamente
evocata che alla fine si concede come una visione, l’attore saluta
con un’immagine poetica che richiama il paese dei Balocchi, la
scenografia scarna ed essenziale rimasta vuota, ad evocare una
pista circense.
giovedì 23 febbraio 2006 ore 21
LA LOCANDIERA
di Carlo Goldoni
regia Jurij Ferrini
interpreti Sarah Biacchi, Jurij Ferrini, Marco Zanutto, Andrea
Pierdicca, Alessandra Frabetti, Wilma Sciutto, Salvatore Magro.
L’opera è senza dubbio uno degli indiscutibili capolavori goldoniani e a noi offre ancora una volta un canovaccio in lingua italiana
– è un sollievo per un attore recitare talvolta senza il filtro di una
traduzione – una lingua italiana particolare, ricca, calda, vitale,
piena di sapore come lo è la cucina tradizionale del nostro paese
e nello stesso tempo leggèra e speziata spesso estremamente
elegante; in questo senso, nel senso della ricerca delle sonorità
linguistiche, il nostro lavoro - che tenta di equi-distanziarsi
dall’italiano disinvolto e annacquato che ogni giorno la televisione
ci propina e da ogni manierismo teatrale – ritrova in questo testo
un materiale ricco di spunti comici e di improvvise virate ritmiche,
di altalene melodiche e movimenti rapidi. Un gioiello di suoni e
odori che gli attori in scena cercano di evocare. Una sorta di concerto di suoni e sapori in cui narrare le vicende dei buffi personaggi che popolano la accogliente locanda fiorentina.
Ma il grottesco ha sempre qualche aspetto fosco e qualche pennellata pesante e infatti non tutta la storia appare lieve. Mirandolina
si fa prendere la mano dal gioco che a tratti diventa crudele e
la storia si chiude con un “non-lieto fine”: il cavaliere maledirà
le donne sopraffatto dal dolore per un amore non corrisposto.
Nell’esperienza di ognuno di noi l’universo maschile e quello femminile si attirano e si scontrano come la calamite quando si gioca
ad invertire la polarità. La domanda che sorge prepotente è questa:
l’uomo teme l’emancipazione femminile o la donna ha smarrito il
suo ruolo? Dalla cronaca apprendiamo che oggi cresce il numero
dei single di entrambi i sessi. Questo la dice lunga sulla attualità
di questa opera così solo apparentemente giocosa.
giovedì 9 marzo 2006 ore 21
Tamteatromusica
AL MATTONIFICIO
PLAY CONCERT
tratto da “alla fabbrica di mattoni” di Luigi Monteleone
voce Pierangela Allegro
suoni Michele Sambin
da un’idea di Echidna cultura
“Alla fabbrica dei mattoni” è un racconto scritto dal napoletano
Luigi Monteleone, in cui l’autore osservava la provincia veneta con
l’occhio di vi abita, ma non vi appartiene completamente; “una
provincia concreta e realistica come in un dipinto di Brueghel e
allo stesso tempo così astratta da sembrare un luogo dell’anima”,
scrive Tabucchi, in cui si muovono personaggi trascinati da
devastanti passioni fino alla distruzione, in una strana melodia
che tocca anche le corde della pena e della pietà.
Il Tamteatromusica ha scelto, per portare in scena questo testo,
la forma del “play concert”:“Il rapporto tra parola e musica è un
rapporto di amore. Ma non solo. In dinamica contraddizione il loro
destino e cercarsi, ritrovarsi, colloquiare, stridere, confondersi.
Rispettare la musica, rispettare la parola, non come due atleti in
forsennata ricerca di reciproci primati, ma come due momenti vitali
alla ricerca di calore, di esaltazione generosa, di gioia.
Le parole di Luigi Monteleone si scagliano o galleggiano su tessuti
sonori, in essi si con-fondono e da essi emergono con prepotenza.
Nell’alternarsi di parole crude, forti, violente e parole intime, quasi
inconfessabili dell’autore, è racchiuso un luogo (Dolo e la Riviera
del Brenta) e un tempo (tra il ’40 e il ’70). Ironia, realtà, poesia,
violenza, le parole sanno dirle. A questo gioco la musica non si
sottrae. Anzi.” Pierangela Allegro
venerdì 24 marzo 2006 ore 21
PICCOLA BOTTEGA BALTAZAR
IN FORMA DI FIORE
Giorgio Gobbo, voce e chitarra
Marco Toffanin, fisarmonica
Sergio Marchesini, fisarmonica
Antonio De Zanche, contrabbasso
Massimo Tuzza batteria e percussioni
Chicco Bognolo, live electronics
Suggestioni firmate Piccola Bottega Baltazar. La suggestione può
venire da lontano: dall’Europa dell’Est in cui «c’e’ chi ancora riferisce
di un mercante di ragazze visto scendere felice verso valle lungo il
fiume» o dal colombre di un racconto di Buzzati; oppure da molto
più vicino, da «mille impermeabili e mille ombrelli in un mattino a
Trieste», da una calle veneziana, da un palazzo di Padova rigonfio
di storia. Sono spesso particolari insignificanti quelli che il talento
di chi sa raccontare trasforma in favole, metafore o anche leggende.
La Piccola Bottega Baltazar ha composto tredici affreschi in musica
fatti di ritmi coloniali, ballate, tanghi, melodie da canzonetta
anni Quaranta, in cui ricorre a sonorità familiari ma mescolate
sapientemente tra loro e intrecciate a racconti locali.
Non c’e’ bisogno di temi universali per uscire dal provincialismo,
e la formazione padovana, nata nel 2000, sa usare senza timori il
dialetto, quello nato dalla tradizione popolare e continuamente
reinventato dalla gente.
Uno spettacolo di canzoni originali e altre riletture che scorre tra
viaggi sognati e mai fatti, profumi e odori di Venezia, pic-nic sui
cavalcavia e bevande narcotiche, abbinando la musica acustica
d’antan a sonorità elettroniche. Tredici brani originali e qualche
rilettura, portati da melodie leggere sul filo della quotidianità,
ritratti fulminei ed irriverenti, alla ricerca di espressioni, sorrisi,
smorfie, linguaggi e storie dimenticate.
“Missione compiuta egregiamente…Piccola Bottega Baltazar”
(Loris Furlan, Mucchio Selvaggio)
sabato 22 aprile 2006 ore 21
Teatro Boxer
PROGETTO “ROMEO Y JULIETA”
DIALOGO CON SHAKESPEARE
di Andrea Pennacchi e Filippo Zago
con: Martina Pittarello, Romina Ranzato, Giancarlo Biancotto, Silvio
Barbiero, Ivan di Noia, Andrea Pennacchi, Francesco Basso
regia: Andrea Pennacchi
Chi non conosce la storia dei due giovani amanti nati sotto cattiva
stella? C’era bisogno dell’ennesima messa in scena? Anche noi ce
lo siamo chiesti, impauriti di fronte alla mole del monumento che
è ormai diventato William Shakespeare. Eppure non ci siamo tirati
indietro, con umiltà e coraggio, ci siamo messi a re-intepretare
questa “commedia perversa”, come l’ha definita Northrop Frye,
uno dei massimi studiosi shakesperiani. L’abbiamo fatto seguendo
la strada che Shakespeare stesso indicava, la rielaborazione
di un testo pre-esistente, mantenendone intatta la struttura,
l’opposizione tra luce e oscurità, tra amore e morte, un amore che
minaccia il mondo che lo circonda e contro il quale questo mondo
reagisce. Non è un adattamento di un classico, è un dialogo con
un mito (nel senso di racconto) primario che affonda le sue radici
nelle storie più antiche degli uomini, una traduzione, se si vuole,
un tradimento necessario per rigenerare un grande dramma e
estrarne nuovamente la grande energia che custodisce.
“Siamo raccontatori di storie, giardinieri di racconti che sono
creature vive e dinamiche, impure, che aiutano gli uomini ad
attraversare il deserto; facciamo innesti, trapianti, incroci – anche
mostruosi – per permettere alle storie di vivere in ogni ambiente”
(Andrea Pennacchi).
abbonamenti
Vendita abbonamenti da sabato 29 ottobre a giovedì 10 novembre 2005.
biglietti
Inizio vendita biglietti dei singoli spettacoli da sabato 12 novembre 2005
orari biglietteria
_presso il Teatro Filarmonico Comunale
mercoledì e sabato dalle 10.30 alle 12.30
_presso il Cinema Politeama
mercoledì - giovedì - venerdì - sabato, dalle 21 alle 22.30
domenica, dalle 15 alle 22.30
Sarà inoltre possibile acquistare i biglietti il giorno stesso dello spettacolo
dalle ore 20.00 presso la biglietteria del Teatro Filarmonico Comunale
riduzioni
Oltre i 65 anni, sotto i 25 anni, studenti universitari, soci della Banca di
Credito Cooperativo di Piove di Sacco
informazioni
www.teatrofilarmonico.it - www.arteven.it
www.comune.piovedisacco.pd.it
tel. 049/9708356 – 049/9700994 - 049/5840177 - 049/9709319
Inizio spettacoli ore 21.15
Lo spettacolo inizia puntualmente; gli abbonati sono pregati di prendere
posto in sala entro le ore 21.00. A spettacolo iniziato gli abbonati
non possono accedere al proprio posto ma, se possibile, saranno fatti
accomodare in posti raggiungibili senza disturbare la rappresentazione.
L’abbonamento non è personale, ma è cedibile solo a persone aventi diritto
alla stessa agevolazione. Non è previsto alcun rimborso per gli spettacoli
non usufruiti. La direzione potrà apportare quelle variazioni al programma
che per causa di forza maggiore si renderanno necessarie. La direzione potrà
rimuovere posti o poltrone anche se assegnati agli abbonati, qualora lo
richiedessero esigenze tecniche e artistiche. In tali casi, l’abbonato privato
del suo posto abituale, potrà sceglierne un altro tra quelli disponibili. La
direzione ringrazia gli abbonati che vorranno comunicare la disponibilità
del proprio posto nel caso non potessero assistere alla rappresentazione.
Abbonato intero: 90,00 €
Abbonato ridotto: 85,00 €
Biglietto ridotto gospel, locandiera, romeo y julieta: 10,00 €
Biglietto intero gospel, locandiera, romeo y julieta: 9,00 €
Biglietto intero italiani cincali, mari, l’asino albino, al mattonificio,
piccola bottega baltazar: 8,00 €
Biglietto ridotto italiani cincali, mari, l’asino albino, al mattonificio,
piccola bottega baltazar: 7,00 €
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