GUIDA DELLA SELVA DI SAN FRANCESCO Obiettivo Fauna: gara di fotografia con i videotelefonini Il Gioco di Sorella Natura La Fondazione SORELLA NATURA: chi è e cosa fa Le attività e i principi che animano la Fondazione nella tutela della vita e dell’ambiente. Parte dall’Umbria, dal cuore dell’Italia più verde e culla della spiritualità francescana, l’impegno a vivere eticamente l’amore per il Creato. L a Fondazione SORELLA NATURA opera in Italia e nel mondo per la cultura, la tutela e l'educazione ambientale secondo la concezione cristiana di S. Francesco d'Assisi "; è aperta a tutti coloro i quali condividano i valori etici espressi dal Santo assisiano. Il cardine del pensiero della Fondazione è la Saggia Ecologia che si esplicita nel suo manifesto, e nei due documenti basilari, ovvero il “Decalogo della Saggia Ecologia” e la “Charta Deontologica dello Sviluppo Sostenibile”. Attenzione ai valori etici universali di rispetto della vita, dosando gli ingredienti della sapienza e della saggezza nel trattare i temi che riguardano l’ambiente. SORELLA NATURA si pone come interlocutore privilegiato nella diffusione – attraverso la Fondazione, le sue iniziative e la sua rivista bimestrale – dei principi della “Saggia Ecologia”, intendendo con questo termine tutte quelle azioni che hanno come fulcro e motore l’individuo eticamente e socialmente responsabile. Iniziative volte a promuovere uno sviluppo sostenibile della società e un’economia solidale. Il rapporto Uomo-Creato è così considerato nella sua totalità e nella sua intrinseca spiritualità cristiana, così come ci ha tramandato la tradizione francescana. L’attenzione della Fondazione SORELLA NATURA si concentra quindi sui valori etici universali di rispetto per la vita – in tutte le sue forme – e quindi dell’uomo e dell’ambiente in cui vive e interagisce ogni giorno. Da questo assunto traggono forza i principi del Manifesto della Fondazione, del Decalogo e della Charta Deontologica che troverete nelle pagine che seguono. Le numerose iniziative promosse dalla Fondazione focalizzano alcuni aspetti: il Progetto “Sorella Acqua” mira a far conoscere una risorsa così preziosa per l’intera umanità, a stimolare la riflessione sul giu- sto suo utilizzo e a far nascere una sensibilità e una responsabilità personale nel suo risparmio. Il tema della Responsabilità Sociale nelle aziende e il loro impegno nella tutela ambientale è un altro cavallo di battaglia di SORELLA NATURA. E, di grande attualità, il tema della Certificazione Etico-Ambientale diventa così la colonna portante di nuove iniziative in programma, accanto ai Corsi di Formazione e agli eventi come l’Inaugurazione della Selva di San Francesco, un vero e proprio percorso didattico naturalistico nel DICONO DI NOI cuore francescano di Assisi. Alla Fondazione – che non ha scopo di lucro – sono associati numerosi personaggi del mondo della cultura, della scienza, dell’economia, delle aziende, che con il loro sostegno e le loro idee partecipano e contribuiscono alla realizzazione delle iniziative promosse da SORELLA NATURA. Ogni anno la Fondazione assegna il Premio di “Socio Benemerito” a coloro che si sono particolarmente distinti nella promozione e diffusione dei principi della Saggia Ecologia. ✿ La Chiesa di S. Croce come simbolo dell’ambiente È stata ufficialmente consacrata ad Assisi il 7 giugno 1998 come casa comune dell'AMBIENTE E SOLIDARIETÀ. Aperta alla preghiera dei credenti di tutte le religioni ed alla riflessione dei non credenti, per la tutela della natura. G uardando Assisi dalla stessa prospettiva con cui la immortalava Dante: "...non dica Ascesi, ché direbbe corto, ma Oriente, se proprio dir vuole...", si ammira la stupenda mole della Basilica di S. Francesco, ubicata sulla collina che delinea un ampio semicerchio da Ponte S. Vetturino a Ponte del Gallo. Si tratta di un vasto terreno boschivo – sessanta ettari – chiamato Selva di S. Francesco. Al termine della Selva, accanto al Ponte del Gallo, sorge la Chiesa di Santa Croce, risalente al 1200 e che fu monastero di monache benedettine; di fronte un antico molino, risalente al 1100. Le suore vissero lì sino al finire del 1400 quando, per il brigantaggio allora imperversante, furono costrette ad abbandonare Chiesa e Monastero e a rifugiarsi all'interno di Assisi. Da allora tutto il complesso della Chiesa di S. Croce ha avuto vari proprietari. Il tutto è giunto fondamentalmente intatto sino ai nostri giorni. SORELLA NATURA ha potuto acquisire il monumentale complesso: la Chiesa di S. Croce, i suoi annessi, l'antico molino risalente al 1100, i sessanta ettari di terreno intatto, la Selva di S. Francesco, che confina con la Basilica di S. Francesco in Assisi. L’acquisizione è stata effettuata con la clausola che, ove l’associazione si sciogliesse, il tutto dovrà esser devoluto al Sacro Convento di S. Francesco. La Chiesa di S. Croce è divenuto ben presto un luogo di culto particolarmente vocato all'approfondimento della spiritualità francescana verso il Creato e tutte le Creature: la CASA COMUNE DELL'AMBIENTE E DELLA SOLIDARIETÀ, aperta alla preghiera dei credenti di tutte le religioni ed alla riflessione dei non credenti. Il 7 giugno 1998, con una S. Messa, celebrata dal Rev. P. Agostino Gardin, Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali, è avvenuta la dedicazione ufficiale della Chiesa di S. Croce quale Casa Comune dell’Ambiente e della Solidarietà. ✿ UN MONDO PER TUTTI Con il programma per il sociale “Un mondo per tutti” TIM dal 2002 realizza iniziative con associazioni no profit per testimoniare l’attenzione verso la comunità, nel più ampio quadro della Corporate Social Responsibility. L’ambiente rappresenta uno dei temi più importanti, verso cui TIM è attivo con processi rivolti alla costante riduzione dell’impatto ambientale. I progetti rivolti al miglioramento della qualità dell'aria, in funzione dei mutamenti climatici, alla tutela delle risorse naturali, al recupero e alla restituzione alla comunità di aree degradate, rappresentano le sfide più importanti sulle quali TIM ha sviluppato partnership con le associazioni per valorizzare le competenze in iniziative concrete. Quale azienda leader nel settore della comunicazione mobile, TIM si assume la propria responsabilità, realizzando i propri prodotti e servizi bilanciando i bisogni dei clienti con gli standard necessari per rispettare la compatibilità ambientale ed i limiti previsti per garantire la sicurezza della popolazione. GLI STANDARD DI SICUREZZA Le installazioni di TIM in Italia rispettano la normativa nazionale (DPCM 8 luglio 2003), che impone limiti assai più restrittivi di quelli previsti, a livello internazionale, dalla normativa europea. Le stazioni radio base di TIM sono progettate nell’assoluto rispetto dei limiti di esposizione per la popolazione e per i lavoratori, in modo da controllare l’accesso sicuro e controllato dei lavoratori addetti alla manutenzione. IMPATTO VISIVO Consapevole dei suoi doveri verso la comunità, TIM ha investito tempo e risorse per minimizzare l’impatto visivo delle proprie installazioni. Inoltre, i tecnici che progettano la rete TIM cercano sempre di individuare i siti in grado di ospitare le stazioni radio base in modo da minimizzare l’impatto sul paesaggio. CONDIVISIONE DEI SITI Un’alta percentuale delle stazioni radio base di TIM sono costruite su strutture già esistenti come pali, torri, edifici, in modo da utilizzare una costruzione già esistente, anziché collocare un nuovo palo o traliccio. Tuttavia, la condivisione dei siti non sempre permette di realizzare strutture meno impattanti dal punto di vista visivo, poiché ciascun gruppo aggiuntivo di antenne, di solito, aumenta l’altezza della struttura di sostegno. SMALTIMENTO IMPIANTI OBSOLETI TIM presta la massima attenzione nell’assicurare la rimozione ed il corretto smaltimento degli impianti obsoleti, attraverso soluzioni di recupero e riciclaggio volte a minimizzare l’impatto sull’ambiente. La progettazione delle nuove stazioni radio base, inoltre, segue una innovazione tecnologica che consente la riduzione di materiali impattanti (es. metalli, batterie) fino ad un terzo. RICERCA TIM si impegna a monitorare con attenzione i risultati della ricerca scientifica, informando i clienti ed il pubblico di qualsiasi sviluppo significativo. I risultati fin ora raggiunti non indicano che le comunicazioni mobili possano mettere in alcun modo a rischio la salute della popolazione. Tuttavia, TIM continua a sostenere la ricerca indipendente e supporta le informazioni di materiale informativo legato ai temi dell’elettromagnetismo nell’ambito di un approccio aperto e trasparente con la comunità. Decalogo della Saggia Ecologia Dieci regole per un rapporto Uomo-Natura ispirato all’insegnamento di S. Francesco d’Assisi I. Ricorda con umiltà che la Terra, con ogni altra Creatura, Ti è stata affidata da DIO affinché Tu viva, conosca, condivida, ami, con lode al Signore. II. Obbedisci alle Leggi del Creato senza piegarle ai Tuoi interessi. Conoscile sempre di più ed applicale rispettando le norme eterne dell’etica universale. III. La Terra, con tutte le sue Creature, è il Tuo unico ambiente di vita: non Ti è dato averne altro. Impegnati affinché i Governanti da Te eletti non lo dimentichino mai. IV. Ispira al rispetto del Creato la Tua condotta in tutte le occasioni ed educa in tal senso i Tuoi figli. V. Opera affinché il Tuo comportamento e quello della società sia rispettoso della vita in tutte le sue forme. Il Tuo operare abbia cura di ogni specie vivente. VI. Non inquinare l’aria, né l’acqua, né la terra. Esigi che la produzione ed il progresso avvengano secondo precise linee di sviluppo sostenibile. VII. Custodisci col Tuo lavoro umano la Creazione che Ti è stata data. Diversifica e ricicla ogni scoria prodotta. VIII. Non consumare inutilmente, affinché ogni fratello possa condividere tutti i beni del Creato. IX. Non delegare ad altri ciò che Tu puoi fare; non dimenticare mai che l’amore a Dio e l’amore per il prossimo sono supremo comandamento. X. … ( “SORELLA NATURA” vuole semplicemente fornirTi nove punti di riflessione, nel nome di San Francesco d’Assisi, per il Tuo rapporto ed il Tuo impegno con il Creato. Il decimo punto Ti sia suggerito dalla Tua esperienza.)… Il presente Decalogo è stato predisposto dal Presidente dell’Associazione, Prof. Roberto Leoni e dai Rev.mi Padri Nicola Giandomenico Ofm conv e Gianmaria Polidoro, Ofm. È stato definito nel Convegno svoltosi in Assisi il 6 Marzo 1993 con l’approvazione di S. E. Mons. Sergio Goretti, Vescovo di Assisi e di S. Em. Card. Silvio Oddi, Legato Pontificio. Il DECALOGO DELLA SAGGIA ECOLOGIA è stato deliberato come valido per tutti gli uomini di tutte le Religioni del mondo dal Convegno Internazionale: “Human Responsabilities Approach 21st Century” svoltosi a Lussemburgo l’8-9-10 Maggio 1993. Deontologia: una “Charta” per lo sviluppo sostenibile Charta di Castelfranco Veneto - 17 Maggio 1996 L ’uomo e la natura sono in un indissolubile rapporto sinergico. L’Uomo ha il dovere etico di essere attento custode dell’ambiente. Ogni intervento dell’uomo sull’ambiente dovrà tener conto di quanto sopra affermato e, quindi, esser realizzato secondo rigorosi principi di competenza scientifica, di valutazione socio economica, di riflessione culturale. Nessuno può arrogarsi il diritto di porre in essere interventi secondo un’ottica meramente produttivistica. Nessuno può arrogarsi il diritto di dichiararsi pregiudizialmente contrario all’intervento umano sulla natura. Le problematiche dello sviluppo sostenibile dovranno esser affrontate prescindendo da emotività e da interessi ideologici e di parte. La conservazione della natura non potrà più esser intesa come statica: occorre ma- turare il concetto di conservazione dinamica. Per ogni opera umana si dovrà esser consapevoli dei fattori di squilibrio che essa introduce e prevedere precisi interventi di riequilibrio. Si dovrà rinunciare a quelle opere per le quali si valuti, oggettivamente, che i fattori di squilibrio siano talmente grandi da non poter essere sostenibili. La conservazione della natura dovrà sempre di più diventare preciso dovere di ogni uomo. Si dovrà pertanto svolgere una azione formativa costante in questo senso nella famiglia, nella scuola e nella società. La prospettiva dello sviluppo sostenibile, espressione che vuole qui sintetizzare tutti i precedenti punti, dovrà essere quindi quella della frugalità e della condivisione, per dar luogo ad una società eticamente orientata. La CHARTA è stata redatta da Roberto Leoni, Presidente di SORELLA NATURA, sulla base dei risultati del Convegno Nazionale “Grandi Opere per l’Uomo e la Natura - dai no pregiudiziali ai si meritati”, svoltosi a Milano il giorno 1 Ottobre 1994. È stata definita ed approvata al Convegno Nazionale tenutosi il 17 Maggio 1996 a Castelfranco Veneto. La tutela dell’ambiente, il rispetto della vita e la salvaguardia dei valori etici Assisi, 3 Ottobre 1998, Giornata Nazionale della Natura I n occasione della GIORNATA NAZIONALE DELLA NATURA, che celebriamo il 3 Ottobre, giorno della morte – nudo sulla nuda terra – di S. Francesco d’Assisi, riteniamo importante e necessario rivolgere a tutti ed in particolare a coloro i quali hanno dedicato e dedicano impegno al rispetto della natura, che noi chiamiamo Creato, del quale ogni uomo è chiamato ad esser attento ed amorevole custode, un forte appello: non si dimentichi mai che l’uomo e la sua vita, in tutte le sue fasi e manifestazioni, sono supremo bene da tutelare: preziosissimo, unico ed irripetibile. Nella prospettiva di una cultura biocentrica riconosciamo oggi la necessità di tutelare ogni specie vivente, sia di flora che di fauna, sia selvatica che domestica, come raccomandato dalla convenzione di Rio de Janeiro del 1992. Come non riconoscere quindi il diritto di ogni essere umano, dal suo concepimento sino alla morte, ad esser salvaguardato sia come patrimonio irripetibile di biodiversità, sia come Persona, portatrice del fondamentale diritto alla vita. Chi tutela la vita di ogni essere, di ogni cellula vivente, non può essere favorevole a procedimenti che causino morte o violazione del patrimonio di biodiversità. Siamo convinti che questa prospettiva sia logica ed eticamente fondata. Le leggi dell’etica universale, patrimonio dell’umanità sin dai suoi albori, affermano il rispetto per la vita, la solidarietà verso il prossimo, il corretto rapporto fra Uomo e Natura. I grandi saggi dell’Umanità, da Esiodo a Lucrezio, da Buddha a Gandhi, da Maometto ad Einstein, hanno sempre affermato questa prospettiva. Non troviamo nessuno, tra i Grandi dell’Umanità, che abbia affermato il diritto di un uomo a decidere sulla vita o sulla morte, il diritto di stravolgere le regole dell’etica. Il messaggio di S. Francesco d’Assisi, al quale ci ispiriamo, esprime in maniera mirabile ed universale, con la sublime poesia del Cantico delle Creature, questa verità. Ecco allora che rimane difficile comprendere come possa esservi chi, proclamandosi attento alla custodia dell’ambiente, possa esser favorevole alle manomissioni ambientali rappresentate dall’aborto, dalla fecondazione artificiale priva di ogni regola etica, alle manipolazioni genetiche, allo stravolgimento delle norme etiche che governano i rapporti umani, a cominciare dalla formazione del nucleo familiare, finalizzato alla gioia, alla vita, alla solidarietà ed all’amore. Rimane difficile comprendere che si possano presentare come scelte di progresso azioni contro la vita e le leggi dell’etica, veicolare la trasgressione come valore. Così come non si può essere favorevoli all’estinzione di specie floreali e faunistiche, alla distruzione dei boschi, all’inquinamento delle acque, dell’aria e della terra, non si può, logicamente, essere favorevoli all’aborto, all’eutanasia, alla manipolazione genetica senza controllo etico, allo stravolgimento delle regole naturali ed etiche che, ovunque e in tutti i tempi, pur con alcune diversità, hanno dato luogo al costituirsi della famiglia, della società, della cultura e della scienza. Così come chi tutela l’ambiente non può assimilare patologie alla normalità, non può essere favorevole alla creazione di specie in vitro, alla clonazione, alla fecondazione artificiale priva di regole… non può considerare le diversità come normalità e paradigma. Chi sostiene la necessità della tutela dell’ambiente difende il rispetto delle leggi della natura per ogni specie vivente, per la specie umana, non può quindi che affermarne, ulteriormente, il rispetto, unitamente alle leggi dell’etica. Tutto ciò considerato, ci rivolgiamo a tutti ed in particolare agli ambientalisti, alle loro associazioni, alle forze politiche sensibili a questi temi, ai responsabili di ogni settore della vita civile, ai mezzi di informazione – che non dovrebbero mai dimenticare la loro funzione pedagogica – affinché non si cada più negli equivoci indicati e si affermi, con forza e chiarezza, il principio logico che la tutela dell’ambiente non può prescindere dal rispetto della vita e delle leggi dell’etica universale. Quest’appello ci viene suggerito dall’insegnamento di S. Francesco d’Assisi, che intendiamo contribuire ad affermare e diffondere. A tutti l’augurio francescano di Pace e Bene. I Presidenti Onorari P. Agostino Gardin Ministro Generale Ord. Frati Francescani Conventuali Antonio Baldassarre Presidente Emerito della Corte Costituzionale Il Presidente Roberto Leoni Pubblicato su: Corriere della Sera del 31.10.98 e Gazzetta dello Sport del 04.10.98 Francesco d’Assisi nel pianeta animale Il bestiario francescano tra simbolo e realtà E noto a tutti quanto Francesco d’Assisi (1182-1226) uomo di Dio abbia fatto per educare e formare i suoi contemporanei a vivere riconciliati con il pianeta terra e i suoi abitanti animati ed inanimati. Nel 1968, lo scienziato americano agnostico Lynn White invitava Paolo VI a proclamare il Santo di Assisi patrono e guida nella costruzione di una rinnovata e illuminata cultura ecologica. Quel che farà ufficialmente Giovanni Paolo II il 29 novembre 1979 con il motu proprio Inter sanctos. Il magistero dottrinale ed esemplare di Francesco, sempre biblicamente ispirato e culminante nella composizione del Cantico delle creature, copre ogni dove della mappa creaturale. Negli spazi e nei tempi della sua preghiera niente e nessuno è assente: «Benedite il Signore, opere tutte del Signore. Date lode a Dio, voi tutti, suoi servi, e voi che temete Dio, piccoli e grandi. Lodino Lui glorioso i cieli e la terra e ogni creatura che è nel cielo e sulla terra, il mare e le creature che sono in esso». IL BESTIARIO NELLE FONTI SCRITTE Il tema del convegno richiede che si circoscriva la conversazione al rapporto di Francesco d’Assisi con gli animali. Le fonti letterarie e iconografiche dell’Assisiate brulicano di fauna celeste, terrestre e acquatica. Gli animali vi figurano in sen- so reale e/o metaforico. Nelle fonti letterarie (biografie in prosa e poesia, cronache) creature alate menzionate genericamente o identificate col proprio nome sono: aquile, cicale, rondini, fagiani, falchi, api/fuchi, cornacchie, tortore/colombe, gallina/chioccia e pulcini, capponi, monachine o mulacchie, corvi, gazze, avvoltoi, pettirossi, mosche, cavalletti/locuste; animali terrestri, poi, sono: agnelli, pecore, montoni, capre, leprotti, conigli, lupi, volpi, asini, tori/buoi, cavalli, cammelli, scrofe, cani, gatti, draghi, topi e iraci, tarli, bruchi, vermi, pidocchi, serpenti, formiche, tarantola; creature dell’acqua sono: la tinca, in alcune fonti detta generi- camente “uccello acquatico” o “fluviale”, squali, le lasche, gamberi, e le anfibie rane. Non deve meravigliare la rarefatta presenza di pesci nella mappa bestiaria francescana dato il fatto che gli Umbri vivono nell’unica regione della penisola italiana priva di mare. E i laghi non possono logicamente offrire l’opulenza ittica come e quanto il mare. Gli animali trovabili nelle fonti letterarie francescane non sono solo servi e servitori obbedienti di uomini di Dio, agiograficamente descritti sul modello di Adamo nell’Eden come appaiono già nelle vite dei Padri del deserto e dei monaci del Medioevo alto. Enzo Bianchi ricorda come certa cultura cristiana ha promosso – affatto biblicamente – una mentalità svalutativa del creato animale in senso venaleconsumistico, citando emblematicamente Tommaso d’Aquino: “Gli animali non hanno una vita razionale per mezzo della quale guidarsi e muoversi da se stessi, ma sono sempre mossi come da un altro naturale impulso, segno che sono naturalmente servi e fatti per l’uso da parte di altri”. Rovesciando il rapporto con l’animale, ritenuto un essere in grado perfino di essere luogo della rivelazione della volontà di Dio, Francesco insegna: “La santa obbedienza… rende l’uomo soggetto a tutti gli uomini di questo mondo e non soltanto agli uomini ma anche agli animali, alle fiere, così che possono fare di lui quello che vogliono, in quanto sarà loro permesso dal Signore”. Da letture patristiche ascoltate Francesco può aver conosciuto il padre del deserto Alonio che aveva insegnato: “Il disprezzo di se è mettersi al di sotto di tutti gli esseri non dotati di ragione e sapere che questi sono irreprensibili”. FRATELLANZA PLANETARIA Nella storia della spiritualità occidentale, Francesco rimane il mistico con il più acuto senso di fraternità con tutti gli esseri viventi e non viventi. Riteneva il mondo intero suo “unico chiostro” o convento (da «con-venire»). Con Francesco d’Assisi l’animale celeste, terrestre e marino – come del resto il corpo umano, il sole, la luna, le stelle, il fuoco, il vento, l’acqua, la terra con i coloriti fiori e erbe… - acquistano lo statuto di fratello e sorella. Con l’uomo essi hanno la stessa comune origine paterna/materna in Dio Creatore (Gn 1) e, nella nuova alleanza, il Verbo Incarnato ne è costituito “fratello primogenito” (Rm 8,29). «Omnis creatura verbum Dei», diceva un motto teologico del tempo in cui non si consultava il liber Scripturae ignorando il liber Naturae. Nel contesto storico del secolo XIII, sensibile al linguaggio simbolico, l’agnello e il verme diventeranno per il Santo la rievocazione più commossa e patetica del Verbo Crocifisso. “La sua carità si estendeva con cuore di fratello non solo agli uomini provati dal bisogno, ma anche agli animali senza favella, ai rettili, agli uccelli, a tutte le creature sensibili e insensibili. Aveva però una tenerezza particolare per gli agnelli, perché nella Scrittura Gesù Cristo è parago- nato, spesso e a ragione, per la sua umiltà al mansueto agnello. Per lo stesso motivo il suo amore e la sua simpatia si volgevano in modo particolare a tutte quelle cose che potevano meglio raffigurare o riflettere l’immagine del Figlio di Dio. Fin dalla prima biografia sanfrancescana dovuta a Tommaso da Celano, 1229, gli esseri inorganici, vegetali e animali sono costantemente presentati come esseri “dotati di ragione”. “Se il beato Francesco vedeva distese di fiori, si fermava a predicare loro e li invitava a lodare e amare Dio, come esseri dotati di ragione”. Nel 1264, Riccerio di Sens racconta di Francesco: “Ammoniva gli uccelli perché almeno loro, che erano creature senza ragione, si guardassero dal trascurare l’ascolto della parola di Dio, dal momento che gli uomi- ni, dotati di intelligenza e discernimento l’avevano a noia (…). E continuò a lungo a discutere con loro della parola di Dio, come avesse davanti creature ragionevoli”. Non è solo la valenza simbolica teologica a giustificare l’approccio conviviale dell’uomo di Dio con l’animale. Questa è sorretta dalla convinzione giovannea che ogni creatura è legata al Verbo archetipo da un filo esistenziale misterioso: “Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”. L’immagine di Francesco che s’intrattiene con gli animali viene trasmessa alla massa popolare in tutta l’Europa e il Vicino Oriente tramite l’arte dove i frati costruiscono e decorano luoghi di culto. Mentre i testi manoscritti rimangono monopolio di comunità ristrette in spazi monastici e conventuali, quelli dipinti vengono aperti sulle pareti di luoghi pubblici, leggibili da tutti. Alla superiore pregnanza semantica ed efficacia del verbo dipinto e scolpito su quello scritto credeva l’umanista Erasmo da Rotterdam: “Spesso – scriveva in una lettera – vediamo nelle figure molto più di quanto non possiamo comprendere dalle cose scritte”. Nell’arte fedele allo spirito francescano, refrattario a dicotomismi di stampo manicheo e cataro, l’animale diventa anch’esso – relativamente, senza dubbio, al suo status ontologico – soggetto e protagonista a titolo pieno sui palcoscenici accoglienti le gesta mirabili dei santi. Francesco vi è presentato non solo in conversazione con Dio e con gli uomini del suo tempo, ma anche con animali celesti, terrestri e acquatici. Nelle tavole istoriate del Duecento, la scena della Predica agli uccelli è abbinata nientedimeno che a quella di Francesco che riceve le stimmate! I contemporanei hanno giudicato mirabile e miracolosa la sua intesa con gli animali. Con essi l’uomo mistico gioca, ma anche prega. Li sgrida aspramente quando maltrattano altri animali più deboli. Nel Trecento nasce il libro dei Fioretti con la “storia” del lupo di Gubbio. Verso la metà del Quattrocento, il Sassetta, su proposta dei frati committenti del convento di Sansepolcro, dipinge il Santo che stringe il patto di pace tra la cittadinanza di Gubbio e il lupo. Nel nostro contesto, il dipinto risulta di eccezionale interesse in quanto l’autore introduce nell’episodio un dettaglio non trovabile altrove: il patto viene sancito alla presenza di un notaio. I frati committenti intesero equipararlo a quello tra uomini! Antonio di Padova, rifiutato da eretici a Rimini – seguendo l’esempio del Fondatore in un analogo rifiuto da parte della popolazione romana – va sulla spiaggia e si rivolge ai pesci. L’autore de I Fioretti di San Francesco costruisce la trama biblica della predica. In un altro episodio riminese, inteso all’edificazione della fede eucaristica nel popolo, troviamo un’asina (o mula) che s’inginocchia per adorare il Sacramento insieme al popolo, rivestita anch’essa di sentimenti di fede: “capite inclinato, reverentiam exhibuit”. Chiara di Assisi malata si faceva assistere da un’amorevole gatta cui non risparmiava anche qualche sgridata. La francese clarissa Colette di Corbie sarà conosciuta in compagnia di vari animali, soprattutto con un agnello che aveva personalmente allevato e che anche in chiesa provava ad imitare la gestualità delle monache in preghiera corale. La gratitudine del Santo per il benessere proveniente dalla fraterna vicinanza degli animali egli la esprime in vari modi, so- prattutto pensando al cibo da dare loro tenendo conto della stagione e delle ricorrenze festive del calendario liturgico. “Alle api vuole che si somministri del miele e ottimo vino, affinché non muoiano di inedia nel rigore dell’inverno”. A Natale che egli ritiene “festa delle feste”, anche gli animali devono partecipare della gioia dei credenti: “Voleva che in questo giorno i poveri e i mendicanti fossero saziati dai ricchi, e che i buoi e gli asini ricevessero una razione di cibo e di fieno più abbondante del solito. «Se potrò parlare all’imperatore – diceva – lo supplicherò di emanare un editto generale, per cui tutti quelli che ne hanno la possibilità, debbano spargere per le vie frumento e granaglie, affinché in un giorno di tanta solennità gli uccellini e particolarmente le sorelle allodole ne abbiano in abbondanza»”. CONCLUSIONE: FORMARE ALLA CONVIVIALITÀ COSMICA La cultura che si ispira a Francesco d’Assisi fomenta un atteggiamento massimalista nel dare «dignità fraterna» all’animale. Il Santo si pone davanti ad esso “come se fosse dotato di ragione e di cuore”, perfino come “luogo di rivelazione della volontà di Dio”. Occorre ricordarselo oggi quando si sta elaborando un po’ dappertutto la «carta dei diritti degli animali». Alla luce del magistero paolino poi, è difficile negare che gli animali abbiano diritti, ammessa e concessa la non omologazione di questi a quelli umani, se non si vuol negare alle bestie una loro propria ontologica identità-dignità: quel che risulterebbe offensivo e violento nei loro confronti. Suona pertanto come minimo provocante e fuori modo minimalista il solo domandare se gli animali abbiano diritti!? Che senso avrebbe il biblico: “Uomini e bestie Tu salvi Signore?” (Salmo 35,7). Un’enorme massa di testimonianze lette- rarie e iconografiche documenta la dignità alla quale la santità francescana umbra ha promosso le creature cosiddette irrazionali. Negli spazi del credo religioso di Francesco, l’uomo si scopre più che un vivente, un convivente: con Dio (Immanu-El), con l’uomo, con ogni essere che vola nell’aria, cammina o striscia per terra, che percorre le vie di un lago o del mare. Ne scrive il filosofo Max Scheler: “Ad uno dei più grandi plasmatori di anime e di spiriti dell’umanità europea fu dato di tentare un’impresa straordinari: la sintesi tra la mistica amorosa acosmica – inaugurata dal cristianesimo e fusa con l’amore a Gesù – e la fusione affettiva cosmico-vitale con l’essere e la vita della natura. L’opera di Francesco d’Assisi fu questa”. PASQUALE MAGRO Il percorso del Basilica di San Francesco Selva di San Franc Selva di San Francesco Chiesa di Santa sentiero cesco a Croce OBIETTIVO FAUNA Spiegazione e regolamento della gara di fotografia con i videotelefonini visitatori della Selva di San Francesco sono invitati ad una gara di abilità silvestre: se possiedono un videotelefonino possono riprendere immagini di nidi o tane della fauna presente nel bosco. L’operazione non sarà semplice, perché gli animali sono gelosi della loro privacy. Le immagini scelte dovranno essere inviate all’indirizzo di posta elettronica di Sorella Natura ([email protected]) e le migliori, selezionate da esperti della Guardia Forestale dello Stato, saranno pubblicate sul sito di Sorella Natura (www.sorellanatura.org). La gara si concluderà il 4 ottobre 2005, festa di San Franesco. Ai partecipanti che si posizioneranno fra i primi trenta, sarà conferito gratuitamente il titolo di socio benemerito di Sorella Natura. Sul numero di dicembre della rivista omonima verrà pubblicato un resoconto dell’iniziativa e del contributo di circa Euro 1.000 che sarà devoluto come materiale didattico ad una scuola francescana del Sud America. I L’ambiente è un bene per tutti La Regione Umbria ha promosso il Patto per lo Sviluppo, un documento importante per la tutela e la valorizzazione del territorio secondo principi di sostenibilità. di Maria Rita Lorenzetti (Presidente Regione Umbria) I l patrimonio ambientale abbiamo spesso sostenuto che della nostra regione è un proprio l’ambiente deve rapprebene prezioso che ciasentare per l’Umbria e per gli umscuno di noi, singolo cittadino o bri una risorsa capace di offrire, alpubblico amministratore, deve lo stesso tempo, quella qualità tutelare e salvaguardare. La della vita che tutti noi conosciastraordinaria bellezza dei nostri mo, e opportunità di sviluppo “sopaesaggi, dalle pianure alle collistenibile”, che non comprometta ne, dalle montagne ai fiumi e ai l’equilibrio naturale tra ambiente, laghi, rappresenta l’immagine Maria Rita Lorenzetti, paesaggio e antropizzazione. Ecco presidente stessa dell’Umbria nel mondo. perché proprio la tutela dell’amdella Regione Umbria Siamo noti per questo: per un biente è uno dei punti principali e ambiente che ancora oggi è capace di su- qualificanti del Patto per lo Sviluppo delscitare emozioni uniche. In questi anni l’Umbria. Tant’è che in questo documento è prevista un’azione strategica che, non a caso, è intitolata “Tutela e valorizzazione della risorsa Umbria”. L’Umbria, infatti, si caratterizza per una ricchezza di risorse ambientali, naturali e culturali, per un territorio rurale ricco di piccoli insediamenti e di centri minori, di diffuse attività economiche, nonché per una diffusa qualità ambientale, intesa anche e soprattutto come contesto sociale, qualità della vita e dello sviluppo. Questa peculiarità, come abbiamo scritto nel Patto, la rende adatta per sviluppare una filiera che integri le politiche di tutela dell’ambiente e delle condizioni di vita con la valorizzazione del sistema regionale, anche in funzione dello sviluppo eco- nomico integrato, a basso impatto ambientale e orientato alla qualità. Questo è l’ambizioso obiettivo, dunque, che ci siamo posti con il Patto per lo Sviluppo, nella consapevolezza che ambiente e paesaggio non possono essere più intesi come esclusivo oggetto di contemplazione, ma come parte del nostro territorio, così come lo percepisce chi ci vive. Lo specifico tavolo tematico “Paesaggio e sviluppo sostenibile” previsto nell’ambito del Patto, ha definito un importante documento di lavoro in cui vengono indicate tutte le azioni necessarie al raggiungimento di questo nostro fondamentale obiettivo di governo. In questi cinque anni di lavoro la Regione Umbria ha messo in atto specifiche azioni e iniziative tese a tutelare e salvaguardare anche il suo patrimonio naturale, con esso intendendo aria, acqua e terra. E una particolare attenzione l’abbiamo posta anche sul versante del patrimonio edilizio, perché anch’esso è paesaggio. Vorrei citare un passo del Patto per lo Sviluppo, laddove si afferma che il paesaggio umbro: “rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa, contribuisce al consolidamento dell’identità europea e costituisce un elemento fondamentale del benessere individuale e sociale”. ✿ L’assoluta attualità del messaggio di San Francesco d’Assisi L a Fondazione SORELLA NATURA, perseguendo lo sviluppo e la diffusione della Saggia Ecologia, ispirata al messaggio di S. Francesco d’Assisi, da un lato ricerca il massimo rigore etico e scientifico nel trattare le problematiche dello sviluppo sostenibile e della tutela ambientale e, dall’altro, si pone il problema di un serio recupero delle radici più profonde del corretto rapporto Uomo-Creato, interpretato in maniera sublime da Francesco nel Cantico delle Creature. Il nostro motto, insomma, è tornare avanti! Se non recuperiamo i valori più profondi e autentici della saggezza e dell’etica universale noi, uomini del Terzo Millennio cristiano, rischiamo di correre senza sapere dove andiamo, come i peccatori che Dante, nella Commedia, condanna alla pena che sembra più terribile: correre dietro ad aste senza bandiere! Nella società della comunicazione comunichiamo il superficiale e, spesso, l’inutile e ciò che è male. Il Bene non fa notizia! Nel campo delle tematiche relative all’ambiente e alla sua salvaguardia assistiamo a posizioni emotive, ideologicizzate, spesso connotate di un catastrofismo irrazionale e addirittura non rispettose della vita! Per cercare di contribuire al recupero dei valori autentici, che si identificano con quelli cristiani e nel messaggio francescano, la Fondazione SORELLA NATURA ha ritenuto importante stampare in fac simile al 100% la fonte storica primaria del francescanesimo: il CODICE 338, che contiene insegnamenti di assoluta attualità. Speriamo di aver fatto opera condivisa! Pace e Bene! Roberto Leoni I Paladini della Natura Il Corpo Forestale dello Stato tutela il patrimonio naturale e paesaggistico, previene e reprime i reati ambientali. La molteplicità dei compiti affidati a questo corpo di vigilanza affonda le radici in una storia professionale che è inscindibile dalla storia del territorio. L a Forestale è un moderno corpo di polizia (nel 2004 il nuovo ordinamento ne conferma la vocazione ambientale oltre alle funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria) specializzata nella tutela del patrimonio naturale, faunistico e paesaggistico e nella prevenzione dei reati in materia ambientale e agroalimentare, ed è alle dipendenze del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Il Corpo è preposto alla sorveglianza dei Parchi, delle Aree naturali Protette e delle Riserve Naturali dello Stato. Svolge compiti di politica venatoria per reprimere il bracconaggio e il controllo della pesca nelle acque interne. Oltre a questi impegni storici, il Corpo oggi è chiamato ad operare su nuove frontiere per contribuire a soddisfare le istanze di sicurezza dei cittadini in campo agro alimentare ed è impegnato anche nel controllo sul commercio internazionale delle specie di fauna e di flora minacciate di estinzione, come stabilito dalla Convenzione di Washington (CITES). Il Corpo ha inoltre funzioni di polizia giudiziaria e concorre a garantire l’ordine, la sicurezza pubblica e il pubblico soccorso. È presente nei Comitati Nazionali e Provinciali per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e i suoi funzionari lo rappresentano presso gli uffici Interforze alle dipendenze del Ministero degli Interni. Il Corpo Forestale è un’istituzione amica del cittadino, vicina alle necessità delle popolazioni rurali e montane, pronta a fornire indicazioni affinché l’azione degli uomini si svolga sempre in sintonia con gli equilibri naturali e nel rispetto delle leggi. Oltre a ciò, la Forestale svolge attività in coordinamento con la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, le Forze Armate e le altre forze di Polizia. Oltre a dedicare uomini e mezzi all’attività di prevenzione e repressione dei reati di incendio boschivo, partecipando alle attività dei Centri Operativi Regionali Antincendi Boschivi (CORAIB), è presente nel Comitato Operativo per le Emergenze (EMERCOM), nel Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) e nel Comitato Operativo Misto locale della Protezione Civile (COM). Sofisticatissimi sono gli strumenti in possesso degli uomini del Corpo Forestale per svolgere i loro molteplici e delicati compiti: telecamere sensibili ai raggi infrarossi, il robot Badger in grado di rilevare una fiammella di 20 cm a 10 km di distanza, sistemi di radiolocalizzazione delle pattuglie sul territorio e la rete del Sistema Informativo della Montagna che permette di condividere i dati con altre amministrazioni come i comuni, le comunità montane o gli enti parco. Il Corpo Forestale è una struttura complessa composta da circa 9mila uomini distribuiti su tutto il territorio nazionale – ad eccezione delle regioni a statuto speciale che hanno propri corpi autonomi. Purtroppo sono molti i reati contro l’ambiente che il Corpo Forestale si trova ad affrontare: incendi, discariche abusive, smaltimento illegale di rifiuti tossici, inquinamento, danni alla flora e alla fauna, violazioni delle norme che regolano la caccia e il commercio di specie animali e vegetali protette. Vediamo più da vicino alcune delle tante aree di intervento del Corpo Forestale dello Stato. INCENDI BOSCHIVI È il settore che da tempo impegna di più il Corpo Forestale, sia per il numero delle emergenze che è chiamato a fronteggiare sia per i mezzi impiegati. L’attività è affidata alle 16 sale operative – una centrale e 15 regionali – che coordinano le attività terrestri. Il servizio aereo è svolto invece attraverso il Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) che fa capo al Dipartimento della Protezione Civile, cui il Corpo mette a disposizione i propri mezzi aerei. Il dato più allarmante resta quello secondo il quale la quasi totalità degli incendi non avviene a causa di fenomeni naturali, ma per mano dell’uomo vuoi per colpa (mozziconi di sigarette, bruciatura di residui vegetali, attività ricreative e turistiche…), vuoi per ricerca di profitti (apertura e rinnovo del pascolo, recupero di terreni agricoli, speculazione sul territorio…). In questa direzione il Corpo Forestale agisce anche a monte del fenomeno con operazioni di informazione e campagne di sensibilizzazione. CONTROLLI QUALITÀ DEI PRODOTTI AGRO ALIMENTARI E FORESTALI In ottemperanza ai regolamenti comunitari contro le frodi a danno dell’Unione Europea, il Corpo Forestale effettua i controlli nel settore agro alimentare e forestale in collaborazione con le altre Amministrazioni istituzionalmente preposte a garantire la sicurezza alimentare dei consumatori. Tali controlli si concentrano soprattutto sul settore zootecnico, nel quale rientrano anche i centri realizzati per fronteggiare l’emergenza BSE e sulla verifica della corretta applicazione delle norme che riguardano il sostegno di tecniche agricole eco-compatibili, nonché di quelle inerenti l’imboschimento di superfici ex agricole effettuato con il sostegno dei fondi comunitari. ANTIBRACCONAGGIO Il controllo del territorio di 150 aree naturali e due Parchi Nazionali - quello del Circeo e della Calabria – è il compito svolto dalla Forestale impegnata nel far rispettare le regole vigenti in materia di cac- cia e pesca, con lo scopo di contrastare l’ancora diffuso fenomeno del bracconaggio. I Forestali sono ogni giorno alle prese con la rimozione di esche vive, di trappole, di reti. SERVIZIO CITES È la sigla che indica la storica Convenzione siglata a Washington il 3 marzo 1973 che regola a livello internazionale il commercio di flora e fauna protette. Ogni nazione aderente – fra cui l’Italia – si impegna a vietare il commercio di un certo numero di specie elencate. Il Corpo Forestale non si limita a controllare il commercio di flora e fauna protette ma controlla che sia rispettato il divieto a commercializzare anche i manufatti da esse derivate. Al Servizio Cites fanno capo un Centro di Coordinamento e 40 uffici periferici, suddivisi in 16 nuclei operativi in funzione presso le dogane. ✿ FONDAZIONE SORELLA NATURA Loc. S. Croce al Ponte dei Galli 06081 ASSISI Tel./Fax. 075 816110 e-mail: [email protected] Internet: http://www.sorellanatura.org Quota annua d'iscrizione (€ 10,00) tramite accredito c.c. 819570092323 intestato a FONDAZIONE SORELLA NATURA presso BANCA NUOVA (Gruppo Banca Popolare di Vicenza) Via Buoncompagni – Roma ABI: 05132 – CAB: 03200 - CIN: J “Guida della Selva di San Francesco” supplemento al n. 3 della rivista “Sorella Natura” - aprile 2005 GESTIONE EDITORIALE: Teknezia srl Via Fatebenefratelli, 9 20124 Milano DIRETTORE RESPONSABILE: Roberto Leoni HANNO COLLABORATO: Elena Casero padre Pasquale Magro PER IL GIOCO DI SORELLA NATURA: Melina Scalise, Matteo Donini, F. Tadini DISEGNO DI COPERTINA: Massimiliano Borsani IMPAGINAZIONE E POST PRODUZIONE: Creo sas di Camillo Sassi & C. 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