L’autore Premessa A 1 P Tutte le tabelle presentate nella relazione relative al contesto demografico fanno riferimento ai dati ISTAT rilevabili nel sito http://demo.istat.it/altridati/indicatori/index.html; http://demo.istat.it/altridati/IscrittiNascita/index.html; per l’analisi temporale degli indici e indicatori si è considerato l’ultimo aggiornamento disponibile Indice pag. 2 pag. 2 pag. 2 pag. 5 pag. 5 pag. 5 pag. 8 pag. 11 pag. 11 Il neonato pag. 13 pag. 13 pag. 16 I residenti nella provincia pordenonese al 31/12/2009 risultavano 312.359 (il 50,9% di sesso femminile). Le residenti in provincia di Pordenone in età feconda (15-49 anni) sono 71.542 e rappresentano il 45% della popolazione femminile e il 22,9% di tutta la popolazione residente in provincia, entrambi i valori sono superiori alle analoghe percentuali regionali (42,2 e 21,7). L’analisi dei rapporti percentuali relativi ai distretti di residenza evidenzia valori superiori nei distretti Sud (47,6% e 23,8%) ed Est (46% e 23,4%) e inferiori in particolare nel distretto Nord (42,3% e 21,5%). (Tabella 1) provinciale G provinciale (1993 versus 2008) conferma la presenza di una popolazione provinciale più giovane con valori quasi sovrapponibili a quelli nazionali nel 2008. Pordenone G Pordenone Decimo Tagliamento Pordenone Decimo Tagliamento AP AP La vicinanza del presidio ospedaliero rispetto al luogo di residenza si conferma come un fattore determinante nella scelta: le residenti del distretto Ovest e Urbano convergono sostanzialmente all’ Azienda Ospedaliera “S. Maria degli Angeli” (AOSMA) e al Policlinico S. Giorgio; le residenti del distretto Sud si distribuiscono tra l’AOSMA, S. Vito al Tagliamento e il Policlinico S. Giorgio, con un progressivo aumento dell’utilizzo di quest’ultimo presidio; le residenti del distretto Est si concentrano nel presidio ubicato nel proprio territorio; le residenti nel distretto Nord, da un iniziale utilizzo dei tre presidi AOSMA, S. Vito al Tagliamento e S. Daniele, si sono progressivamente orientate verso quest’ultimo. (Tabella 7) AP (+3,3%) e oltre i 40 (+1%), mentre la classe di età centrale (30-34 anni) subisce un rilevante decremento (-4,5%). (Tabella 12) 2 Paesi a forte pressione migratoria di seguito definiti nel testo Pfpm: sono compresi i paesi dell’Est europeo, altri paesi europei non comunitari, paesi africani, asiatici, sud americani. D Pordenone D Pordenone Considerando i dati aggregati per il quadriennio, ricorrono all’amniocentesi il 50,6% delle donne oltre i 35 anni di età e solo il 6,8% ricorre alla villocentesi (Tabella 13): non si rilevano variazioni significative nell’analisi 3 Indagine multiscopo annuale ISTAT “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”, ha dimostrato che 16,7% delle donne non è stato informato da nessuno circa la possibilità di diagnosi prenatale. Il livello di informazione aumenta con il crescere dell’età materna e arriva a 94,2% fra chi ha avuto figli a 40 anni e più; bassi livelli di informazione (71,7%) si osservano tra le giovani fino a 24 anni. diploma superiore inferiore licenza elementare diploma superiore inferiore licenza elementare diploma superiore inferiore licenza elementare diploma superiore inferiore licenza elementare Visite ed ecografie Il numero medio di visite ostetriche effettuate dalle residenti che hanno partorito nei presidi regionali è pari a 6 visite, di poco inferiore al valore medio regionale (6,30) senza variazioni di rilievo nel quadriennio considerato; nel 2009 il 93,2% delle donne ha effettuato dalle 4 alle 9 visite ostetriche (+ 6% rispetto al 2006), il 3,4% da 1 a 3 (7,3% rispetto al 2006), il 3,2% oltre le 10 (-1,2% rispetto al 2006) e una quota residuale di donne non ha effettuato alcuna visita (0,2% invariata nel quadriennio). Le linee guida ministeriali per la gravidanza fisiologica suggeriscono di effettuare 3 ecografie (di datazione 12° settimana, morfologica, e alla 32° settimana): considerando le donne con decorso fisiologico solo il 10,2% ha effettuato 3 ecografie durante la gestazione; nel 2009 la percentuale aumenta al 13,8. Nel quadriennio il numero medio si attesta a 6 ecografie senza variazioni significative tra il decorso fisiologico (valore medio 5,9) e quello patologico (valore medio 6,4): nel 2009 il valore medio risulta di 6,1 (decorso fisiologico 6,04; decorso patologico 6,6). Un indicatore di buona assistenza in gravidanza è rappresentato dall’effettuare la prima visita entro la 13° settimana di età gestazionale, come consigliato nelle linee guide ministeriali e dall’OMS: quantificare il ritardo nei primi accertamenti permette di valutare la qualità delle cure (accessibilità). Nella tabella 16 viene esaminata l’influenza della scolarità, dell’età e della cittadinanza rispetto alla propensione ad effettuare i primi accertamenti entro i tempi consigliati : maggiore è la scolarità più elevate sono le percentuali significativamente maggiori (residui corretti) sul totale (92,12%) e rispetto ai livelli inferiori; anche l’età è associata positivamente all’effettuare controlli preventivi (94,8 % per le donne > =35 anni versus 91% donne < 35 anni) ma il fattore più rilevante è rappresentato dalla cittadinanza: le donne Pfpm con 1° visita entro i termini consigliati rappresentano solo il 79,8% a fronte del 96% delle italiane, UE. superiore inferiore licenza elementare 4 Maggiore è l’effetto del fattore considerato più elevati sono gli scostamenti percentuali, in ogni cella, rispetto alle percentuali di tutte le donne che hanno effettuato la 1° visita entro la 13° settimana (92,12%) e oltre la 13° settimana (7,88%) quantificate anche dall’entità dei residui corretti. La significatività statistica viene considerata per valori dei residui superiori a 2. Il parto La quasi totalità delle donne residenti, che ha partorito nei presidi regionali ha utilizzato strutture ospedaliere: il 59, 3% ha partorito in presidi ospedalieri di Aziende per i Servizi Sanitari, il 39,8% in Aziende Ospedaliere e lo 0,8% all’IRCCS Burlo Garofalo: le donne che hanno partorito a domicilio sono 10 nel quadriennio 20062009 (1 donna nel 2006, 3 in ogni anno dal 2007 al 2009). I parti col taglio cesareo Nel quadriennio esaminato, la proporzione di nati con 5taglio cesareo avvenuti nei presidi regionali presenta un modesto trend di crescita, passando dal 24,9% del 2006 al 25,5% nel 2009, mentre l’incremento registrato dal 2000 (21,1%) è del 4,4%. (Tabella 17) Come negli anni precedenti, anche nel 2009 appare molto elevata la variabilità intraospedaliera (Tabella 18); le percentuali di nati con taglio cesareo, rispetto al totale dei nati, oscillano dal 35% dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine, ha valori di poco superiori al 16% per gli Ospedali di Palmanova (16,2%) e S. Daniele (16,7%) - nel 2009 il 3° presidio per numerosità di nati - che si confermano i punti nascita con il più basso ricorso al parto operativo, seguiti con poco scarto dalla Casa di Cura di S. Giorgio (19,6%). (Situazioni problematiche si confermano nei punti nascita di Gorizia e Latisana, con i valori più bassi di nati e più elevati di cesarei, con percentuali in aumento dal 2006). I due punti nascita di 3° livello (Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine - 34,7% e IRCCS Burlo Garofalo - 26,4%), a parità di nati e, verosimilmente, di complessità di casistica, fanno registrare una differenza di 8 punti percentuali nel ricorso al parto operativo. Per le donne residenti in provincia sono state esaminate alcune caratteristiche e messe in relazione con la presenza di parto operativo. (Tabella 19) La scolarità sembra influenzare il ricorso al parto operativo: le percentuali di donne con scolarità medio-alta registrano percentuali di parto cesareo (laurea 23,3%; scuola media superiore 22,9%) inferiori alle percentuali delle donne con livelli di scolarità inferiori (scuola media inferiore 26,9%; licenza elementare-nessun titolo 26,1%) e alla percentuale media generale (24,1%). Comunque i fattori significativamente correlati al ricorso al parto cesareo sono, in particolare l’età come prevedibile, e la cittadinanza: le donne con più di 35 anni fanno registrare una percentuale di cesarei (30,1%) significativamente superiore (residuo corretto 9,6) alle donne più giovani (21,6%) e alla percentuale media generale (24,1%).Analogamente per le cittadine provenienti da Pfpm il ricorso al cesareo rappresenta il 25,8% (residuo corretto 2,4) a fronte del 23,6% delle cittadine italiane e dell’UE. 5 La proporzione di cesarei viene calcolata sui nati per registrare, nei parti gemellari, l’eventuale presenza di modalità di parto differente per ogni nato. UDINE PORDENONE Garofalo TRIESTE PORDENONE superiore inferiore licenza elementare N Nell’ultimo quadriennio la percentuale dei nati vivi prematuri (< 37 settimane di gestazione: dato aggregato provincia Pordenone 6,9%; regione 7,2%) e molto prematuri (< 32 settimane di gestazione: dato aggregato 0,9% provincia Pordenone) presenta una flessione, in particolare negli ultimi 2 anni: da 7,2 % nel 2006 a 6,2% nel 2009. (Tabella 21) Viceversa, il fenomeno della prematurità analizzato negli ultimi 10 anni, non presenta un andamento univoco pur rimanendo al di sotto dei valori medi regionali (dato aggregato decennale: provincia Pordenone 6,8%; regione 7,2%). (Grafico 3) Sempre nel quadriennio considerato, l’andamento dei nati vivi di basso peso (< 2500 gr: dato aggregato provincia Pordenone 5,5%; regione 6,3%) e di peso molto basso (< 1500 gr: dato aggregato 1,0% provincia Pordenone) non ha subito variazioni di rilievo, fatta eccezione per il 2009 dove si rileva una flessione nei nati vivi di basso peso (-1%). (Tabella 21) Pordenone Pordenone Friuli Venezia Giulia Pordenone Friuli Venezia Giulia Di seguito viene esaminata l’influenza dell’età e del livello di istruzione sul basso peso alla nascita e sulla prematurità. Nella tabella 22 viene evidenziato come, indipendentemente dall’età sia nelle donne più giovani (< 35 anni) sia nelle più adulte, il basso livello di istruzione è associato a percentuali maggiori di nati di basso peso: tra le più giovani con bassi livelli di istruzione, le percentuali di nati con peso molto basso (< 1500 gr) e basso (< 2500 gr) sono rispettivamente di 36,8% e 31,7% rispetto al 30,8% di donne giovani con basso livello di istruzione; per le più adulte con basso livello di istruzione le analoghe percentuali risultano 30,0% e 31,4% versus 24,9%. Per i nati pretermine l’associazione tra titolo di studio ed età influenza il maggior rischio di nati prematuri nelle donne con più di 35 anni: le donne più adulte con livello di istruzione basso registrano percentuali molto più elevate di nati molto prematuri (< 31 settimane di gestazione) e prematuri (< 37 settimane di gestazione), rispettivamente 41,2% e 30,2% versus 24,9%. Analoga valutazione per i dati relativi alla prematurità: per le donne provenienti da Pfpm, percentuali maggiori di nati molto prematuri si rilevano tra le più giovani (35,4% versus 29,4%) e tra le donne più adulte sia per i nati molto pretermine, sia per i pretermine: 17,6% e 15,7% versus 11,3%. p 6 Il punteggio Apgar viene assegnato immediatamente dopo la nascita (al 1° e 5° minuto) e prende in considerazione 5 parametri di vitalità del neonato: frequenza cardiaca, attività respiratoria, tono muscolare, riflessi e colorito cutaneo. 7 Attraverso tecniche statistiche di analisi multivariata (regressione logistica) si può apprezzare simultaneamente e indipendentemente, l’effetto di una serie di variabili indipendenti (o predittive) su una variabile dipendente (di esito). 8 Grandolfo M., Donate S., GiustiA., Indagine conoscitivi sul percorso nascita 2002.Aspetti metodologici e risultati nazionali, ISS. Il percorso della maternità: gravidanza, parto e allattamento al seno. Indagine multiscopo annuale ‘Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari’ Anni 1999-2000’, ISTAT. 9 M. Bonati, R. Campi; Nascere e crescere oggi in Italia, statistiche della salute materno-infantile nelle regioni italiane, Il Pensiero Scientifico ed, marzo 2005. Antenatal care: routine care for the healthy pregnant woman’NHS UK, 2004.