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7, 9, 11 ottobre
Giacomo Puccini
La bohème
16 e 18 ottobre
Wolfgang Amadeus Mozart
Le nozze di Figaro
6 e 8 novembre
Gioachino Rossini
La scala di seta
19 e 21 novembre
Gaetano Donizetti
Don Pasquale
4 e 6 dicembre
Giuseppe Verdi
Un ballo in maschera
CORO DI OPERALOMBARDIA
maestro del coro Antonio Greco
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI DI MILANO
Le opere vengono rappresentate con sopratitoli
mercoledì 7 ottobre, ore 20.30 (turno A)
venerdì 9 ottobre, ore 20.30 (turno B)
domenica 11 ottobre, ore 15.30 (fuori abbonamento)
La bohème
Opera in quattro atti, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger
musica di Giacomo
Puccini
Direttore Giampaolo Bisanti – regia Leo Muscato
Interpreti principali: Maria Teresa Leva (Mimì),
Matteo Falcier (Rodolfo), Sergio Vitale (Marcello),
Larissa Wissel (Musetta)
Forse non tutti sanno
che, almeno in teoria,
quando si nomina La
bohème bisognerebbe
specificarne l’autore.
Infatti, un po’ come
accaduto per Il barbiere
di Siviglia (che per
la maggior parte del
pubblico è solo quello
- V. Kandinskiy, Crinoline di Rossini, mentre
ne esiste una versione antecedente firmata da Paisiello), anche della
vicenda tratta dal romanzo di Murger vi sono due versioni, composte e
rappresentate a poco più di un anno di distanza. Alla Bohème di Puccini,
che debuttò al Teatro Regio di Torino nel febbraio 1896, fece seguito La
bohème di Ruggero Leoncavallo, andata in scena alla Fenice di Venezia
nel maggio 1897. E benché Leoncavallo sia stato uno dei massimi
esponenti del verismo musicale (basti citare i celeberrimi Pagliacci), la
sua Bohème non riuscì mai a competere con quella pucciniana. Fra i
due compositori vi fu un’aspra contesa sulla primogenitura dell’idea
di musicare le scanzonate e tragiche vicende dei bohèmiens di
Murger: attaccato a mezzo stampa da Leoncavallo, che esigeva una
sorta di diritto di prelazione sul testo, Puccini, la cui caparbietà di
carattere è ben nota, rispose che accettava volentieri la sfida e che il
giudizio finale sarebbe stato quello del pubblico.Il fatto che la Bohème
di Puccini sia ancora oggi l’opera più rappresentata ogni anno a
livello mondiale, mentre quella di Leoncavallo è pressoché uscita dal
repertorio, decreta indubbiamente il trionfo del compositore toscano,
sancito persino da quella furtiva lagrima che spesso scorre sul viso
degli ascoltatori durante il finale dell’opera.
venerdì 16 ottobre, ore 20.30 (turno A)
domenica 18 ottobre, ore 15.30 (turno B)
Le nozze di Figaro
Commedia per musica in quattro atti, libretto di Lorenzo Da Ponte
da La folle journée ou le mariage de Figaro
di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
musica di Wolfgang
Amadeus Mozart
Direttore Stefano Montanari – Regia Mario Martone
Interpreti principali: Andrea Porta (Figaro),
Lucrezia Drei* (Susanna), Federica Lombardi* (Contessa),
Vincenzo Nizzardo (Conte), Cecilia Bernini (Cherubino)
* Vincitrici Concorso As.Li.Co. 2015
Primo dei titoli che compongono
la cosiddetta “trilogia italiana” di
Mozart-Da Ponte (che comprende
anche Don Giovanni e Così
fan tutte), Le nozze di Figaro
ebbero una gestazione piuttosto
difficoltosa: il libretto, infatti,
venne tratto da una commedia di
Beaumarchais, allestita a Parigi
- K. Malevič, Il Matrimonio nel 1784 ed aspramente criticata
perché disseminata di numerose invettive contro la classe aristocratica.
A causa della satira politica presente nel testo, la commedia era stata
vietata nei teatri austriaci; nonostante ciò, Mozart propose a Da Ponte
trarne un libretto d’opera: quest’ultimo accettò volentieri poiché «la
immensità del suo genio domandava un soggetto esteso, multiforme,
sublime» (dalle Memorie di Da Ponte). Ovviamente il testo subì parecchie
modifiche, dettate soprattutto da problemi di censura per la parte più
politica dell’originale, ma fu quasi subito accettato con benevolenza e
tolleranza dall’Imperatore Giuseppe II, sovrano illuminato e continuatore
della politica modernizzatrice della casa imperiale iniziata da Maria Teresa.
Giuseppe II, infatti, era un convinto sostenitore di una concezione libertaria
e progressista della politica, volta alla diffusione dell’uguaglianza e alla
riduzione dei privilegi dei nobili. In realtà, le Nozze sono un’opera dalla
«spiccata natura dialettica» (Lidia Bramani): accanto all’assunto politico
intrinseco al soggetto originale, è presente la tematica dei sentimenti,
rappresentati qui in tutte le loro possibili e molteplici sfaccettature.
E Mozart, «musicista colto, attento, ricettivo», seguendo le idee della
massoneria settecentesca a cui aveva aderito, insiste sull’argomento
per ribadire «la necessità di un sentimento vero come veicolo di felicità»
(Bramani).
venerdì 6 novembre, ore 20.30 (turno A)
domenica 8 novembre, ore 15.30 (turno B)
La scala di seta
Farsa comica in un atto, libretto di Giuseppe Foppa
musica di Gioachino
Rossini
Direttore Francesco Ommassini
regia Damiano Michieletto
Interpreti principali: Bianca Tognocchi (Giulia),
Francisco Brito (Dorvil), Leonardo Galeazzi (Blansac),
Filippo Fontana (Germano)
Nell’ambito del teatro
musicale la farsa
giocosa (o comica)
fu un genere assai
diffuso soprattutto
fra l’ultimo decennio
del ‘700 e i primi
due dell’800. In
Italia,
uno
dei
teatri specializzati
in questo tipo di
- Y. Mirò, Scala della fuga rappresentazioni
(derivanti dall’intermezzo settecentesco e caratterizzate dalla
breve durata e dalla semplificazione scenotecnica) fu il Teatro San
Moisè di Venezia, la cui programmazione era maggiormente rivolta
ad un pubblico più popolare rispetto a quello aristocratico della
Fenice. E proprio al San Moisè videro la luce tutte e cinque le farse
comiche composte dal giovane Rossini, all’epoca all’inizio della sua
sfolgorante carriera di musicista. In particolare, il successo delle
prime due farse (Cambiale di matrimonio, 1810 e Inganno Felice,
1812) incoraggiò l’allora impresario del San Moisè, Antonio Cera,
a commissionare a Rossini altre tre farse giocose, rappresentate
l’una a breve distanza dalle altre (due ancora nel 1812, l’ultima nel
gennaio 1813). La prima di queste fu La scala di seta, la cui trama
riprende alcuni degli elementi tipici del teatro comico settecentesco
(un matrimonio segreto, un tutore da beffare, appuntamenti
notturni e situazioni equivoche ma divertenti), che Rossini riesce a
musicare con intuizioni armonico - melodiche sorprendenti, in un
misto di grazia ed eleganza, di ironia e di espressività lirica quasi
pre-romantica.
giovedì 19 novembre, ore 20.30 (turno A)
sabato 21 novembre, ore 20.30 (turno B)
Don Pasquale
Opera buffa in tre atti, libretto di Giovanni Ruffini
musica di Gaetano
Donizetti
Direttore Christopher Franklin – regia Andrea Cigni
Interpreti principali: Paolo Bordogna (Don Pasquale),
Maria Mudryak (Norina),
Pietro Adaini (Ernesto), Pablo Garcia Ruiz* (Malatesta)
* Vincitore Concorso As.Li.Co. 2015
Come già per L’elisir d’amore,
anche per la composizione
di Don Pasquale, l’altro
capolavoro
comico
di
Donizetti, l’autore bergamasco
necessitò di un tempo di
stesura assai breve: se nel
caso di Elisir a Donizetti
erano occorsi circa quindici
giorni, per Don Pasquale
- R. Hicks, Love on the road gliene bastarono addirittura
solo undici. La scelta del soggetto (caratterizzato da alcuni topos tipici
dell’opera buffa di ascendenza settecentesca) pare sia dipesa dalla lettura
del tutto casuale di un precedente libretto di Angelo Anelli: incaricato dal
Théâtre-Italien di Parigi di comporre un’opera buffa, Donizetti non ebbe
esitazioni e decise di musicare la vicenda del vecchio burbero che, per
fare un dispetto al giovane nipote, innamorato a suo dire della donna
sbagliata, prende moglie e rimane alla fine gabbato. Il libretto definitivo
non soddisfò appieno il suo autore, Giovanni Ruffini, che ritirò la firma dal
lavoro, non realizzando forse che il testo era assolutamente ben riuscito
e che nelle mani di Donizetti sarebbe diventato il capolavoro di teatralità e
comicità che tutti conoscono. Certamente il librettista fu infastidito anche
dalle continue intromissioni (per altro abituali) del compositore, che volle
inserire a tutti i costi almeno un momento dalla forte connotazione lirica e
melodrammatica: a differenza degli altri personaggi, tutti in qualche modo
riconducibili ai tipi del teatro buffo, il ruolo di Ernesto (ovvero il tenore)
è quello maggiormente vicino alla sensibilità romantica e affine a certi
personaggi di opere non contrassegnate dal lieto fine. Qui per fortuna le
travagliate vicende di Ernesto vengono risolte dalla furbizia di Malatesta e
dalla sagacia di Norina. E tutti vissero felici e contenti!
venerdì 4 dicembre, ore 20.30 (turno A)
domenica 6 dicembre, ore 15.30 (turno B)
Un ballo in maschera
Melodramma in un preludio e tre atti, libretto di Antonio Somma
musica di Giuseppe
Verdi
Direttore Pietro Mianiti – regia Nicola Berloffa
Interpreti principali: Sergio Escobar (Riccardo),
Daria Masiero (Amelia), Angelo Veccia (Renato),
Annamaria Chiuri (Ulrica), Shoushik Barsoumian (Oscar)
Nell’ambito della storia culturale
della Svezia, la figura di re
Gustavo III è particolarmente
significativa: grazie al sostegno
e al mecenatismo di questo
raffinato sovrano illuminato,
non solo fu possibile dare
vita ad un teatro nazionale
svedese, ma venne anche
fondata
l’Accademia
di
Svezia, quella che ancora oggi
assegna il premio Nobel per
la letteratura. Lo sviluppo del
cosiddetto “teatro gustaviano”
subì, tuttavia, una brusca
- R. Zaslonov interruzione nel 1792 con
l’assassinio del monarca, ad opera di una congiura ordita da nobili svedesi
durante un ballo in maschera. Questa vicenda storica ispirò Eugène Scribe
che scrisse un libretto sull’argomento (Gustave III, ou Le bal masqué),
musicato da Daniel Auber e rappresentato all’Opéra di Parigi nel 1833. Dal
medesimo soggetto fu tratto anche il libretto della prima versione de Un
ballo in maschera (1859) di Verdi, poi costretto dalla censura borbonica e
da quella papale a modificare nomi ed ambientazione storico-geografica
dell’opera. All’epoca, infatti, era ritenuto assai oltraggioso mettere in
scena un regicidio e Verdi fu così costretto a trasformare Gustavo III di
Svezia in Riccardo Governatore di Boston: il dramma storico originale
venne così a perdersi, risultandone tuttavia esaltato, anche grazie ad una
travolgente inventiva melodica, l’approfondimento delle vicende e delle
passioni dei vari personaggi, in quello che Gabriele D’Annunzio definì «il
più melodrammatico dei melodrammi».
aperitivo
Domenica 4 ottobre, ore 11.00
Guida all’ascolto di
La bohème
di Giacomo Puccini
Relatore: Vincenzo Borghetti
Domenica 11 ottobre, ore 11.00
Guida all’ascolto di
Le nozze di Figaro
di Wolfgang Amadeus Mozart
Relatore: Lisa Navach
Domenica 25 ottobre, ore 11.00
Guida all’ascolto di
La scala di seta
di Gioachino Rossini
Relatori: Vittoria Fontana, Francesco Ommassini
Domenica 15 novembre, ore 11.00
Guida all’ascolto di
Don Pasquale
di Gaetano Donizetti
Relatore: Andrea Cigni
Domenica 30 novembre, ore 11.00
Guida all’ascolto di
Un ballo in maschera
di Giuseppe Verdi
Relatore: Emanuele Senici
Tutti gli incontri si terranno nel Ridotto del Teatro A. Ponchielli
Ingresso libero
Abbonamenti e Biglietti
Abbonamento turni A e B
Interi
Ridotti*
Platea e palchi, 5 recite
Galleria, 5 recite
Loggione
€ 230,00
€ 145,00
€ 80,00
€ 210,00
€ 130,00
*Riduzione per giovani fino a 25 anni, per gruppi associati
all’UNCALM, per gruppi organizzati, per i Soci dell’Accademia
Italiana degli archi, per i soci del Touring club italiano, soci FAI, per
i possessori di Music card dell’Orchestra da Camera di Mantova.
Biglietti
Interi
Ridotti**
Platea e palchi
Galleria
Loggione
€ 55,00
€ 35,00
€ 20,00
€ 50,00
€ 32,00
**Riduzione per giovani fino a 25 anni, per gruppi associati
all’UNCALM, per gruppi organizzati, per i Soci dell’Accademia
Italiana degli archi, per i soci del Touring club italiano, soci FAI, per
i possessori di Music card dell’Orchestra da Camera di Mantova,
titolari di Selecard, Mondadori Card, Ikea Family e Welcome Card.
Biglietto studenti
€ 12,00
- Prelazione ex abbonati: dal 24 giugno all’11 luglio
e dal 24 agosto all’11 settembre
- Nuovi abbonamenti dal 12 settembre al 18 settembre.
- Biglietti in vendita dal 19 settembre
ConSiglio di amminiStrazione
Gianluca Galimberti, Presidente
Vito Zucchi
Anna Lazzarini, Francesco Marcotti,
Guido Zanetti, Consiglieri
Collegio dei reviSori
Renzo Rebecchi
Luigi Foresti e Barbara Zanasi, Revisori effettivi
Beatrice Allevi e
Gladis Facchi, Revisori supplenti
Angela Cauzzi, Sovrintendente
Fondatori
Fo n d a z i o n e
Arvedi Buschini
Centro di Musicologia
Wa l t e r S t a u f f e r
SoStenitori
Benemeriti
Vito Zucchi
Promotori
Ordinari
A.F.M. di Cremona (Azienda Farmaceutica Municipale) S.p.A.
Autostrade Centropadane S.p.A.
Banca Cremonese Credito Cooperativo
Cesini Due di Cesini G. e M. S.n.c. - Euroresin CTC s.r.l.
Fantigrafica s.r.l. - Giuliana Guindani
Guindani Viaggi - Linea Com s.r.l.
Prof.ssa Lidia Azzolini - Maglia Club s.r.l.
Nuova Oleodinamica Bonvicini s.r.l.
Relevés articoli per la danza - Seri Art s.r.l.
A teAtro con il bus
in collaborazione con
Le persone interessate a prenotare il servizio di
trasporto gratuito a teatro possono richiederlo
telefonando dal lunedì al venerdì (ore 9.00 - 18.30)
all’ingresso artisti (tel. 0372 022012) entro le 24
ore dalla data dello spettacolo.
AgevolAzioni pArcheggio
Gli spettatori del Teatro Ponchielli potranno godere
di particolari agevolazioni durante le serate di
spettacolo presso il parcheggio di Piazza Marconi.
Informazioni presso la biglietteria del Teatro
(tel. 0372 022001/02)
parcheggio piazza Marconi
Aperto e Videosorvegliato H24
Piazza Marconi, Cremona - 26100
Tel.: 0372/28936 - www.sabait.it
Info:
Segreteria:
0372.022.010 e 0372.022.011
Biglietteria:
(ore 10.30 - 13.30 e ore 16.30 - 19.30)
tel. 0372.022.001 e 0372.022.002
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Biglietteria on-line:
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stagione 2015 - Teatro Ponchielli