Gioacchino Rossini
il
MELODRAMMA
primo atto...
AscoltarCantando!
percorso d’ascolto guidato per incontrare la musica classica
2012/2013
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AscoltarCantando!
percorso d’ascolto guidato per incontrare la musica classica
2012/2013
Piemonte e Valle d’Aosta
il
MELODRAMMA
primo atto...
a.s. 2010-2011
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AscoltarCantando!
“Ascoltar cantando … l’Italiana in Algeri!”: per imparare alcuni celebri brani da
cantare e conoscere tramite una breve storia della musica e per assistere ad uno
spettacolo multidisciplinare di musica, danza, canto e prosa dove i protagonisti
sono i giovani!
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Tipolitografia Botalla Srl - Gaglianico (Bi)
Contributi tratti da: Youtube.com;www.antoniogramsci.com/angelamolteni/musica.htm; www.teatroallascala.org;
wwww.wikipedia.org; archivio Perosi; La gazzetta della musica; Enciclopedia della Musica Utet.
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Indice
Dieci passi nella storia della musica
I primi strumenti e la musica delle civiltà del passato
Gli antichi egizi
La musica al tempo dei Greci e dei Romani
Il Medioevo
L’età barocca. Vivaldi, Bach e Händel
La nascita del melodramma
L’opera in Italia e in Europa
Il Classicismo
La musica nell’Ottocento
La rivoluzione romantica: Verdi e Wagner
Il Romanticismo
Il Novecento
Il Jazz, il Gospel e gli Spiritual
Gioacchino Rossini
L’Italiana in Algeri
Spartito del Finale - secondo atto
La musica e i suoni
La chiave
Le note musicali e il pentagramma
La battuta e il tempo
Le figure musicali
Per approfondire
Supporto online
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Dieci passi nella Storia...
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...della musica classica
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Milioni e milioni di anni fa, quando il nostro pianeta non era
ancora nato e l’uomo non esisteva ancora, c’era già la musica,
quella della natura fatta dal canto degli uccelli, dal ritmo del
giorno e della notte e da quelle melodie ed armonie che caratterizzano la Terra primitiva. La comparsa dell’uomo è stata fondamentale per lo sviluppo della musica. Oltre ad ingegnarsi per
costruire attrezzi e mezzi di sopravvivenza, l’uomo inizia ad
usare la sua voce per imitare i versi degli animali, studia il ritmo delle stagioni per prevedere lo spuntare dei frutti della terra e per fortificare i
suoi ripari dal freddo e dalle tempeste. Le melodie sono fatte di ritmo espresso con
il corpo (mani e piedi) e con gli oggetti (sassi, utensili, ecc). Il canto che lo accompagna è fatto di brevi sillabe gutturali, espressioni dei vari sentimenti come la
rabbia, la paura, la gioia.
I primi strumenti e la musica delle civiltà del passato.
Gli antichi egizi
In un processo che è durato migliaia di anni l’uomo ha
saputo sviluppare e migliorare gli strumenti musicali. Dai
sassi e dagli utensili, si passa gradualmente ai primi strumenti a corda e le canne vuote sono perfezionate per produrre suoni diversi. Una volta imparato a lavorare i metalli
nascono le primordiali trombe. Così i canti e le melodie si
fanno più complessi e vari.
Nelle civiltà antiche la musica è utilizzata prevalentemente nelle cerimonie di carattere religioso. Nell’antico
Egitto, come in Mesopotamia, la musica accompagna i riti
magici e propiziatori. Nella grande civiltà cinese invece si
ritrovano i segni della presenza musicale durante le cerimonie solenni. Vengono
fabbricati molti strumenti sia a fiato sia a corda. La cultura indiana è caratterizzata
da due tipologie di musica: quella sacra e quella profana – destinata ad allietare
feste e accompagnare rappresentazioni teatrali. Tipici strumenti della civiltà indiana sono il sitar e il sarangi, considerati i progenitori del violino.
La musica al tempo dei Greci e dei Romani
Gli antichi Greci pongono le basi per lo sviluppo della musica
che ha caratterizzato tutti i paesi occidentali. La musica è considerata un mezzo di educazione, così entra a far parte del
panorama didattico della società greca ed accompagna recite
teatrali ed i poeti. Tra gli strumenti, si incontra la lyra e l’aulòs,
una sorta di flauto a doppia canna.
I Romani non hanno un proprio stile musicale, ma la musica
è utilizzata per eventi profani - come feste e spettacoli - oppure per scopi militari.
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Il Medioevo
L’espressione musicale più importante dell’epoca medievale
(V-XV secolo) è il canto gregoriano, una forma di canto religioso
a melodia unica. Alla fine dell’anno 1000 comincia a svilupparsi
una nuova forma musicale religiosa: il dramma liturgico, che fa
rivivere i momenti più significativi della storia cristiana rappresentandoli in forma semplificata per il popolo. Comincia ad
acquisire importanza anche la musica profana: i trovatori al
sud e i trovieri al nord del territorio francese allietano le corti
con melodie celebranti l’amor cortese. In Italia, il canto a melodia unica si sviluppa nella sua massima espressione con la lauda.
Nei secoli successivi si sviluppano le prime forme di canto
polifonico. Nel Trecento fioriscono diversi talenti italiani che
sperimentano forme profane di canto, come il madrigale, la
caccia e la ballata. Nel XIV secolo è caratterizzato dal pieno sviluppo della pratica
polifonica e nella grande varietà ritmica delle composizioni profane. Nel XV secolo,
in Belgio e Olanda, nasce la Scuola Fiamminga che studia tecniche polifoniche arricchite dall’uso di un numero sempre maggiore di voci.
L’età barocca. Vivaldi, Bach e Händel
Nell’epoca barocca (XVII-XVIII secolo) la musica diventa
un’attività nobile e diventa l’oggetto di numerosi studi. In
questo periodo gli strumenti musicali più usati sono il violino, il flauto, l’organo e il clavicembalo. La musica si arricchisce di nuovi generi tra cui l’opera, il concerto, l’oratorio
e la cantata.
La musica barocca ha come suo massimo esponente Antonio Vivaldi, che contribuisce fortemente allo sviluppo del
concerto e della tecnica del violino. Le sue opere spaziano
dai concerti, alle sonate, alla musica sacra.
Johann Sebastian Bach e George Friedric Händel sono i
due musicisti che caratterizzano la musica del Seicento e
della prima metà del Settecento. Bach – organista e clavicembalista – è uno dei più importanti compositori nella storia della musica. Tra le
sue opere più prestigiose ricordiamo la Messa in si minore, la Passione secondo
Matteo e i Concerti brandeburghesi. Händel è autore di musica da camera, per
organo e melodrammi.
La nascita del melodramma
Nel Cinquecento si sviluppa il desiderio di far rivivere musicalmente le rappresentazioni teatrali dell’antica Grecia. Grazie alla Camerata fiorentina – un gruppo di
musicisti e letterati – si porta a termine una grande rivoluzione: il canto a melodia
unica del Medioevo viene nuovamente utilizzato, dando vita al recitar cantando.
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Il centro d’interesse dei musicisti si sposta
dalla Francia all’Italia. Nasce una nuova forma
di canto profano che unisce la canzone d’amore con la musica della Scuola Fiamminga. Il testo delle canzoni diventa elegante e raffinato.
I canti polifonici, caratterizzati da uno scarso
accompagnamento musicale e basati sul recitar cantando, sono le radici da cui si svilupperà il melodramma, il cui esponente più rilevante è Claudio Monteverdi.
L’opera in Italia e in Europa
L’Italia è il Paese in cui il melodramma trova le basi per svilupparsi. La fortuna
del melodramma è determinata dalla musica drammatica e dal testo, che racconta
vicende sempre più intense. Gli esponenti di maggiore importanza sono Gaetano
Donizetti, Vincenzo Bellini e Giuseppe Verdi.
In Francia, l’esempio di melodramma più famoso è “Carmen” di Georges Bizet.
In Russia Modest Musorgskij compone opere ispirate alla pietà verso gli umili e i
sofferenti. La sua opera più celebre è “Boris Gudonov”.
Nel Settecento il melodramma viene migliorato, in modo che la musica e il canto
esprimano i sentimenti e la vicenda che si svolge sulla scena.
Il Classicismo
Dalla seconda metà del XVIII secolo si assiste ad un rinnovamento dei valori dell’epoca barocca -che termina con il periodo classico- caratterizzato dal trionfo della
sonata e della sinfonia. I massimi esponenti del periodo sono Wolfgang Amadeus
Mozart e Franz Joseph Haydn. Alcuni testi inseriscono anche Beethoven in questo
periodo, ma comunque solo il suo primo periodo.
Mozart è il rappresentante più geniale della musica del Settecento. Ha saputo
comporre opere nuove dal punto di vista sentimentale e tecnico. Ha scritto molte
composizioni, dalle opere teatrali – come “Nozze di Figaro” e “Don Giovanni” - alle
sinfonie, dalla musica sacra alle sonate.
Il Classicismo esclude dall’opera ogni intervento spiritoso. Il
comico, quindi, deve trovare una propria forma di espressione.
Nasce così l’opera buffa, caratterizzata da storie complicate e
personaggi sinceri. I rappresentanti più famosi di questo genere
sono Giovanni Battista Pergolesi, Giovanni Paisiello, Domenico
Cimarosa e, più tardi, Gioacchino Rossini. Tra i capolavori di
quest’ultimo ricordiamo “Il Barbiere di Siviglia”, “Cenerentola”
e “L’Italiana in Algeri”.
La musica nell’Ottocento
Nell’Ottocento la musica diventa il patrimonio di coloro che,
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per cultura e condizioni economiche, ne possono capire il messaggio artistico. Il
musicista, prima sottomesso al volere dei nobili e dei regnanti, conquista la libertà.
La musica sinfonica e quella da camera restano riservate ai ceti elevati mentre
l’opera diventa la forma musicale del popolo. Il melodramma, soprattutto in Italia,
è la forma di spettacolo più diffusa. Questo è il periodo in cui si diffondono i luoghi
di divertimento, come le sale da ballo e i café chantant, dove la musica si suona per
divertire e danzare.
La musica accompagnerà anche momenti storici significativi: la lotta politica, la
guerra, la protesta sociale.
La rivoluzione romantica: Verdi e Wagner
Nella seconda metà dell’Ottocento i valori del romanticismo si definiscono stabilmente. Tali valori trovano piena applicazione nella musica di Giuseppe Verdi – che
dà alla musica il compito di evidenziare i sentimenti dei protagonisti dell’opera – e
di Richard Wagner che comincia un rinnovamento dell’opera ispirandosi a soggetti del medioevo tedesco e basandosi sui concetti
del nazionalismo.
Il Romanticismo
Il Romanticismo caratterizza soprattutto i Paesi germanici. Si
ricordano alcuni compositori dell’epoca: Franz Schubert, autore
di bellissime sonate e sinfonie; Felix Mendelssohn di cui citiamo
il Sogno di una notte di mezza estate e il Concerto in mi minore
per violino e orchestra; Robert Schumann, che ha scritto diverse
sinfonie e il Concerto in la minore per pianoforte e orchestra.
Inoltre citiamo: Frederic Chopin, Niccolò Paganini, considerato uno dei più grandi e virtuosi violinisti al mondo; Franz Liszt, che ha contribuito
fortemente allo sviluppo tecnico del pianoforte; Hector Berlioz, Johannes Brahms,
che scrive musica da camera e sinfonica tra cui l’Ouverture tragica, le Danze Ungheresi, un concerto per pianoforte e orchestra e il Requiem tedesco.
Pëtr Il’ic Tchajkovskij è uno dei più grandi compositori russi di musica strumentale dell’Ottocento. È famoso per i balletti – come “Lo Schiaccianoci” e “Il Lago dei
Cigni” - le opere e le sei sinfonie. Infine Gustav Mahler, che è
stato un grande direttore d’orchestra di fama internazionale.
L’ideale del periodo romantico trova la sua piena espressione nella produzione musicale di Ludwig van Beethoven. La sua
musica è caratterizzata da un aspetto drammatico che emerge
da due elementi: il dolore della vita e la volontà che tenta di
superarlo. Tra le opere principali ricordiamo le nove sinfonie,
le sonate per pianoforte, i concerti, i quartetti.
Il Novecento
Il nazionalismo, l’imperialismo e lo sviluppo crescente del11
l’industria generano una tensione tra la classe operaia e quella borghese che sfocia
in guerre e rivoluzioni. Gli eventi storici determinano un cambiamento profondo
della società e il benessere ed il consumo diventano i valori predominanti.
Queste trasformazioni hanno delle conseguenze anche nell’arte e nella musica in
particolare. Si sviluppano nuove correnti come l’impressionismo, caratterizzato suoni
in grado di descrivere sensazioni immediate e i principali esponenti sono Claude
Debussy e Maurice Ravel.
In Italia si sviluppa la corrente letteraria del verismo (Verga e Capuana), che
influenza fortemente l’ambiente musicale. Compositori quali Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo scelgono dei testi che raccontino storie vicine
alla realtà, utilizzando melodie descrittive e semplici da comprendere.
Negli USA si sviluppa il genere del musical e il jazz. Tra i compositori statunitensi
più affermati ricordiamo George Gershwin, autore di concerti e musical, Igor
Stravinskij, Sergei Prokof’ev, Paul Hindemith e Béla Bartok.
Attualmente la musica sinfonica è attraversata da alcune tendenze: la musica
seriale, come quella di Karlheinz Stockhausen e Luciano Berio e la musica aleatoria,
di Sylvano Bussotti e John Cage.
Il Jazz, il Gospel e gli Spiritual
Il jazz, nato dai canti di lavoro degli schiavi neri delle piantagioni di cotone del
sud degli USA, prende piede tra gli anni Venti e Trenta. Tra gli esponenti di maggiore spicco ricordiamo Louis Amstrong, Ella Fitzgerald e Charlie Parker.
Gospel è un’abbreviazione di Gospel-Song, cioè “canto del vangelo” (da
“Gospel”=buona novella e “Song”= canto). Si tratta di un canto religioso dei neri
d’America, nel quale molte frasi si ripetono continuamente, quasi come delle litanie
(preghiere).
Spiritual è un’abbreviazione di Spiritual
Song, cioè “canto spirituale”. Si tratta
di canti che uniscono il modo di cantare
europeo e quello africano; le parole di
queste canzoni, spesso tratte dalla Bibbia, raccontano le difficoltà della vita,
nella speranza che qualcosa migliori.
Sia i Gospel che gli Spiritual ricordano il periodo nel quale i neri
d’America erano schiavi ed erano costretti a lavorare nelle
piantagioni di cotone e tabacco
dei possidenti americani, dopo
che erano stati catturati in Africa
e trasportati negli Stati Uniti su navi
dove venivano trattati quasi come animali.
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Gioacchino Rossini
Nato a Pesaro il 29 Febbraio 1792, impara a suonare e a cantare con l’aiuto di suo
padre, anche lui musicista. Già all’età di tredici anni è in grado di comporre testi di
musica sacra, mentre a quattordici gli viene commissionata l’opera dal titolo
“Demetrio e Polibio”, rappresentata più tardi, nel 1812. L’attività di Rossini è appassionata e intensa, le sue opere ottengono sempre un grande successo di pubblico. Nel 1812 una delle sue “creature” dal titolo “La Pietra del Paragone” viene
rappresentata alla Scala di Milano.
La popolarità di Rossini si lega in particolare a due opere teatrali, “L’Italiana in
Algeri” e “Tancredi”, che conquistano il pubblico dell’epoca. Dal 1815 in poi Rossini
produce altre opere famose, come il “Barbiere di Siviglia”.
A Napoli Gioacchino Rossini presenta l’opera “Mosè in Egitto”, mentre nella sua
città natale, in occasione dell’inaugurazione del teatro, viene accolta trionfalmente
l’opera intitolata “La Gazza Ladra”. Rossini alterna opere di successo a fallimenti
clamorosi. Nel 1823 il maestro decide di lasciare l’Italia e raggiungere Londra, dove
però non compone nulla.
Nel 1825 si reca a Parigi per rappresentare “Il Viaggio a
Reims”, in occasione dell’incoronazione di Carlo X. Decide di restare nella capitale francese, dove si impegna a produrre cinque opere nel giro di dieci anni.
Nel 1831 comincia un periodo difficile per la malattia
che lo ha colpito qualche anno prima. La vena musicale di Rossini pian piano si esaurisce a causa del
peggioramento della sua salute. Tornato in Italia, il
maestro trascorre periodi burrascosi prima di ritornare a Parigi. Qui recupera l’entusiasmo perduto e scrive altre opere. Nel 1868 la salute ricomincia a vacillare e il 13 novembre dello stesso anno, muore. Nel 1887 la sua salma viene trasferita nella chiesa di S. Croce a Firenze, dove si trova attualmente.
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l’Italiana in Algeri
in collaborazione con Teatro Nuovo Torino
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L’Italiana in Algeri è un capolavoro capace di esprimere tutta l’abilità di Gioacchino
Rossini nel saper abbandonare le vecchie idee classiche per una visione artistica più
nuova e romantica.
L’Italiana è un dramma giocoso in due atti, scritto da Angelo Anelli nel 1808 per il
compositore Luigi Mosca e musicato in tempi brevissimi da Rossini per il Teatro San
Benedetto di Venezia nel 1813. L’opera rappresenta il primo autentico successo del
compositore, all’epoca appena ventunenne.
La battaglia di Kahlenberg del 1683 mette fine alle invasioni ottomane in Europa.
Il fatto influenza fortemente tutta l’arte, in particolare l’opera, nella quale si sviluppa un filone di sapore turco (esempio illustre è “Il ratto dal serraglio” di Mozart).
Anche l’Italiana, forse ispirata ad un fatto realmente accaduto, si inserisce in questa corrente operistica. È una trama che considera diversi elementi ricorrenti in
questa tradizione: gli schiavi europei del sultano, l’harem, i tentativi di fuga, la
liberazione finale dei personaggi, ma anche caratteri e voci tipici dell’opera buffa
che anticipano altri capolavori del Maestro Rossini (la protagonista bella e astuta, il
tenore giovane e innamorato, il corteggiatore imbrogliato).
Siamo ad Algeri. Il sultano Mustafà, annoiato dalla fedeltà docile e sottomessa
delle donne del suo paese, ripudia la moglie Elvira, offrendola in sposa a Lindoro, un
marinaio italiano divenuto suo schiavo, innamorato di una donna di nome Isabella,
che ha lasciato in patria. Isabella si mette alla ricerca di Lindoro assieme al suo
cavaliere e servitore Taddeo – innamorato di lei – ma naufraga sulla spiaggia di
Algeri e viene fatta prigioniera dai corsari del sultano, che la portano a palazzo.
Taddeo deve fingersi suo zio per proteggerla e per scampare alla condanna a morte.
Il sultano ordina a Lindoro di ritornare in Italia portando con sé la moglie Elvira.
Quando Elvira e Lindoro si presentano per l’addio a Mustafà, Isabella e il suo innamorato si riconoscono. La donna chiede allora al sultano, fingendo di accettare i
suoi corteggiamenti, che Lindoro diventi suo servo. Con lui, in segreto, progettano
la fuga con la stessa nave che lo avrebbe dovuto condurre in Italia assieme ad
Elvira. Lindoro mette in atto la burla contro il sultano: gli comunica che Isabella
spasima d’amore per lui e desidera nominarlo suo Pappataci, titolo concesso in
Italia solo agli amanti esemplari, che mangiano, bevono e dormono fra carezze ed
amori. La cerimonia del Pappataci è un’astuzia per organizzare la fuga con Isabella
e tutti gli italiani prigionieri di Mustafà. Il rito prevede silenzio e immobilità assoluta del Pappataci, che deve solo mangiare, bere e tacere. Taddeo, quando vede gli
italiani in fuga, capisce di essere stato imbrogliato. Non gli rimane che scegliere tra
la morte in Algeria o il ruolo da “terzo incomodo” in Italia e, saggiamente, decide
per la seconda soluzione. Al povero Mustafà non resta che farsi perdonare da Elvira,
la sua fedele sposa.
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Finale II atto
La bella italiana
venuta in Algeri
insegna agli aitanti intrepidi e fieri,
che ogni tormento un dì svanirà,
sì, che ogni tormento un dì svanirà,
[sì che ogni tormento] un dì svanirà, [un dì svanirà].
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La musica e i suoni
Musica è tutto ciò che ci circonda e che giunge piacevolmente alle nostre orecchie: il canto degli uccelli, una canzone alla radio, il suono di uno strumento. Quando la sensazione che giunge al nostro orecchio non è gradevole stiamo ascoltando un
rumore.
I suoni si classificano secondo tre caratteristiche: altezza, intensità e timbro.
L’ALTEZZA è quella caratteristica che ci permette di distinguere un suono acuto
(alto) da uno grave (basso). L’INTENSITA’ è quella caratteristica che ci fa riconoscere un suono forte da uno debole (piano). Il TIMBRO è la caratteristica che ci permette di capire se il suono è prodotto da uno strumento o da una voce rispetto un’altra.
Le note musicali e il pentagramma
I suoni si identificano nelle note musicali. Le note sono 7, si rappresentano con
un segno grafico di forma ovale (
) e vengono scritte sul rigo musicale, o
pentagramma, composto da cinque linee quattro spazi.
DO - RE - MI - FA - SOL - LA - SI
La chiave
La “chiave” è un segno che si pone all’inizio del pentagramma e
serve per dare il nome alle note.
La “chiave di violino” o “chiave di sol” si colloca sulla seconda
linea del pentagramma per indicare che la nota posta su quella
linea si chiama SOL.
La “chiave di basso” o “chiave di fa” si colloca sulla quarta
linea del pentagramma per indicare che la nota posta su quella
linea si chiama FA
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La battuta e il tempo
Il ritmo, come il suono, è un elemento fondamentale della musica ed è dato dalla
successione ordinata dei suoni nel tempo. Per leggere facilmente la musica, il
pentagramma viene diviso in tante parti attraverso delle stanghette verticali. Lo
spazio che si crea tra una stanghetta e l’altra si chiama “battuta” o “misura”. Alla
fine di ogni brano musicale si usa la doppia stanghetta.
Le figure musicali usate durante il corso
Le note poste sul pentagramma, oltre ad indicare l’altezza dei suoni,devono indicarne anche la durata. I suoni possono essere infatti più o meno lunghi. Le note
assumono così varie forme, dette “figure”, a seconda della loro durata.
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Per approfondire
Al fine di agevolare il percorso formativo degli insegnanti nell’ambito musicale,
si forniscono, nell’appendice che segue, alcune nozioni teorico-musicali di base. Si
tratta di elementi semplici ma fondamentali che permettono ai bambini di comprendere meglio un discorso musicale, oltre a favorire un agevole primo approccio
alla lettura della partitura. Si ringraziano pertanto gli insegnanti per la collaborazione.
Supporto online
Collegandosi al sito internet http://www.cantarsuonando.org è possibile accedere all’area riservata (richiedere username e password all’Accademia) in cui sarà
messo a disposizione il materiale didattico contenuto in questo libretto.
Sarà inoltre possibile essere sempre informati su tutte le notizie riguardanti il
progetto (orari, date, variazioni, prove, ecc...) oltre a reperire ulteriore materiale
didattico di approfondimento.
CD di supporto
Registrazione realizzata a scopo didattico e dimostrativo
Guida sintetica sull’utilizzo a fini didattici di materiali protetti dal diritto d’autore tratto da:
http://campus.unibo.it/help/linee_guida.html scaricato in data 22 novembre 2012
[…]
k) il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico, se effettuati per uso di critica o di
discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di
insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali. Nelle antologie ad uso scolastico
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Si noti come la possibilità di fare una citazione non possa concretarsi nella riproduzione integrale dell’opera citata: dunque non sarà citabile, ad
esempio, un’opera fotografica oppure un’opera letteraria breve o brevissima.
Una norma di recente introduzione consente oggi anche la libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche
a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. I limiti al suddetto uso didattico
o scientifico saranno definiti con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali;
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la produzione di Italiana in Algeri è in collaborazione con
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