Segreteria Organizzativa Club della Beccaccia - Italia con il supporto tecnico del Gruppo Cinofilo Frusinate - Gruppo Cinofilo Sabino Gruppo Cinofilo Capitolino - Gruppo Cinofilo Aquilano David Stocchi: Tel. 335.5398213 - Fax 06. 90015593 e-mail: [email protected] Roberto Tognoni Tel. 338.3497832 - Fax 0773.753046 e-mail: [email protected] Trofeo Selve e Contrafforti dell’ Apppennino centrale “ Il Club della Beccaccia, promuoverà ogni iniziativa possibile al fine di educare i cacciatori di Beccacce, verso la più alta concezione morale della caccia nel rispetto delle leggi della natura. Il Club della Beccaccia, pertanto, promuoverà pubblicazioni, studi, notiziari per i propri soci, referendum, osservatori ornitologici, convegni, conferenze, filmati, mostre e prove cinotecniche sempre inerenti alla Beccaccia ”. Questo è ciò che dice l’art. 4 dello statuto del Club della Beccaccia, ed è uno dei motivi che ci ha spinto ad organizzare il “ Trofeo Selve e Contrafforti dell’ Appennino Centrale “. Infatti in questo tipo di prove, esclusivamente su selvatici veri, frequentate per la maggior parte da cacciatori, vi è la possibilità assoluta del confronto, ed è proprio con il confronto che si ha la possibilità di crescere, e quindi di migliorare sempre più la propria cultura sia venatoria che cinofila. Inoltre, il bene che queste “prove” possono dare alla cinofilia, è tanto, e se è vero che il fine ultimo delle prove di lavoro in genere, è segnalare soggetti da destinare alla riproduzione, è vero anche che, le prove a Beccacce e quelle di alta montagna a Coturnici, sono, come diceva Alberto Chelini nel suo libro “Le prove di lavoro dei cani da ferma”, la cosa più seria della nostra cinofilia ed un banco di collaudo formidabile per la sostanza vera del cane da ferma, chi le supera, anche con qualifica non eccelsa, dimostra di essere almeno un grande ausiliare da caccia, su selvatici autenticissimi ed in un ambiente il più difficile che ci sia. Quindi, con lo scopo di ottenere cani sempre più validi a livello venatorio, e ad avvicinare i cacciatori al mondo della cinofilia agonistica, il Club della Beccaccia, in collaborazione con il Gruppo cinofilo Frusinate e il Gruppo cinofilo Sabino, ha avviato un nuovo impegnativo trofeo (unico nel suo genere) che coinvolge le due specie “appenniniche” più prestigiose : Beccaccia e Coturnice. Vincitore assoluto sarà il soggetto che avrà ottenuto il punteggio più alto in entrambe le specialità. Altra ambizione degli organizzatori è focalizzata sul tentativo di far emergere la capacità di adattamento – a livello di eccellenza – del cane da beccacce anche su altro tipo di selvatico “vero“ dell’appennino. Due sezioni separate prevedono anche trofei specialistici dedicati ad indimenticabili figure di cacciatori cinofili dell’appennino : quello a coturnici a Leandro Colangeli e quello a beccacce a Enrico Roncalli Benedetti. Stocchi David Tognoni Roberto le vista o; poin i e ren tter i me ter da ter , dopo d a l uel one set era q ter e di esposizi trovati e n gio u oin un no tra ra iglie di p miati ad dre, furo a prova s l a ’ a m re Un lle el ori fa hi cani p da mio p ente ch rci nell’a i l g i d m i la fatta arecc rò ev rego e ché p oduzione mi semb iera per ORD istituzion ’ n , tr AILSF la in al lavoro nica ma lore. ttera di M. BRproposito d1e8ll66. le a ’u i el Ta inett o fosse l di alto v Da un. aARKWRIGaHfford scritta n i W tr n a iS ials d terre to di can dei tr n e vam Trofeo Enrico Roncalli Benedetti Nato a Nocera Umbra il 10 settembre 1883 da famiglia patrizia di lontana origine bergamasca. Laureato in medicina e chirurgia all’Università di Roma nel 1908, fece un lungo assistentato al Fatebenefratelli. Volontario in ospedali da campo a ridosso del Carso fu gravemente ferito ad una gamba, cosa che non gli pregiudicò mai di essere un formidabile camminatore, pur così minuto nella struttura (ebbe a scrivere “come medico, sempre mi sono stupito della potenza dei muscoli delle mie gambe”). Non dimenticò mai di esser prima di tutto medico, dimostrandolo nelle diverse emergenze capitategli anche nelle più svariate regioni e situazioni venatorie. Finita la guerra esercitò la professione nella valle del Tronto, stabilendosi, dopo sposato, a Castel di Lama, dove fu medico condotto fino al 1954. La scelta, sia professionale che di vita, fu fortemente influenzata dalla passione per la caccia e la cinofilia. Ebbe 8 figli, quattro dei quali cacciatori (uno di questi, femmina, cacciò finchè non si sposò). E’ da sottolineare il suo equilibrio, documentato e teoricamente sostenuto, tra caccia e cinofilia (equazione: il miglior cane da caccia come miglior cane da prove), criterio che lo guidò sempre nel giudizio delle competizioni, quando divenne giudice di livello internazionale. Fu anche forte concorrente, piazzando diversi suoi cani (pointer e kurzhaar), il figlio di uno dei quali regalò alla Regina Elena di Savoia, che aveva mostrato interesse al riguardo: ne ebbe un orologio d’oro con lo stemma dei Savoia, in segno di riconoscenza. Nel 1975 fu tra i soci fondatori e presidente onorario del Club della Beccaccia (con Celano, Garavini e Gramignani). Cacciò ancora a 93 anni insieme ai figli Luciano ed Alessandro nell’aspra riserva “della Fagiola” alle falde del monte Carpegna, su invito dei figli dei suoi fraterni amici, allevatori di bracchi italiani, Gentili Belli di Pesaro. Morì quasi centenario a Castel di Lama nel novembre 1981. Silvio Spanò Trofeo Leandro Colangeli Leandro Colangeli è stato uno dei cacciatori più noti a Roma nel periodo dal 60 al 90, sin da giovane dimostrava passione e talento, fù centravanti della Sampdoria, la passione per la caccia l’ha sempre avuta, soprattutto per quella in montagna nella quale divenne un leader, un esempio di potenza, di capacità e per molti anche un mito, la figura dell’atleta non venne meno faceva il giro del Grande Raccordo Anulare in bicicletta, poi andava con questa sino a Villetta Barrea in Provincia dell’Aquila, quando arrivava nella sua piccola fabbrica di camice seguiva un po’ i lavori e poi si arrampicava subito sui contrafforti abruzzesi, con i suoi cani ottenne risultati irrangiungibili per tutti, la dedizione era tale che in quei tempi quando tornava a casa elaborava soluzioni come scarpette per i cani ( si è vero qualcosa c’era in commercio ma il suo brevetto ancora oggi è unico ), poi elaborò anche un’alimentazione per i cani, con questa soluzione fatta di componenti selezionati lui realizzava delle pallette di mangime grandi come arance e ne dava una a cane dopo una giornata passata in mezzo ai crepacci alla ricerca delle Coturnici…bè al mattino seguente erano in piena forma. Realizzò un composto chimico per cicratizzare i polpastrelli dei cani che per un qualsiasi motivo non avevano le scarpette…..credetemi era miracoloso. Dai suoi ausiliari pretendeva sempre fondo inesauribile, resistenza totale, grande equilibrio, facilità d’incontro, insomma che fosserò completi tanto che nel suo manoscritto, “Testamento dell’ultimo Coturniciaro”, in un capitolo dove parla di cani, espone un suo pensiero sulla considerazione del cane da montagna : ”Al Bar ho sentito parlare di cani che ho visto poi in azione ed ho avuto sensazioni di patetica tenerezza. La caccia alle Coturnici non ammette mezze calzette: io sono solito dire, che per i cani da caccia la via del Paradiso passa per la montagna e le Coturnici sono il mezzo per guadagnarsi la vita eterna”. Augusto Antonellini Riconoscimento del sesso e delle classi di età Sia per la Beccaccia che per la Coturnice può essere utile imparare a riconoscere alcuni caratteri sia per la doverosa curiosità che dovremmo avere per le nostre prede, sia perché alcuni parametri (ad es. sesso ed età, unitamente al peso e ad alcune caratteristiche morfologiche) potrebbero essere utili a migliorarne la gestione. COTURNICE dell’Appennino E’ riconosciuta come sottospecie a se stante rispetto a quelle alpina, balcanica e siciliana, e pertanto va attentamente salvaguardata la sua integrità genetica evitando immissioni di forme diverse, ma soprattutto di ciukar (specie orientale alloctona). Pertanto è necessario conoscere qualche differenza: Ciukar ha la fascia nera sulla fronte nettamente più spessa che, continuandosi ai lati e verso il petto si chiude qui a “V” stretto (nella nostra il collare è arrotondato); il bianco della gola poi ha sfumature giallognole a fronte del colore puro o semmai un poco “affumicato” della nostra. Esiste poi un carattere diagnostico importante, anche se poco evidente, che riguarda le “redini” cioè il triangolino tra occhio- narice e commessura labiale (angolo posteriore del becco) il quale nella ciukar è bianco, nell’appenninica è nero. A sinistra ciukar (notare la gola giallastra e l’assenza di redine nera tra occhio e base del becco), a destra coturnice appenninica Nella coturnice adulta i sessi si riconoscono per la presenza di almeno uno sperone ottuso su ciascuna zampa del maschio, assente nella femmina (esiste qualche rara eccezione, ma su una sola zampa), e dal peso, nettamente maggiore nel maschio (circa un etto in più). Nel complesso il maschio appare più massiccio, con il capo proporzionalmente più grande. A destra in evidenza gli speroni del maschio L’età, dopo che i giovani hanno terminato la muta del primo piumaggio, inconfondibilmente screziato, può essere rilevata dall’esame della forma dell’apice delle prime due penne dell’ala (remiganti) che nei giovani dell’anno è appuntita e sovente un poco usurata in quanto queste due penne non sono state mutate e lo saranno solo nella tarda estate dell’anno successivo. Negli adulti tali penne hanno apice arrotondato e netto. Apici delle ali di un giovane (a sinistra) con prima remigante appuntita, e di adulto (a destra) con punta arrotondata. Le grosse frecce nere indicano penne ancora in muta a fine estate. Pertanto a inizio caccia si potranno avere: coturnici con apici delle prime remiganti appuntite (giovani dell’anno), coturnici con apici arrotondati (adulti), ma anche qualche adulto (dell’anno precedente) che non ha terminato la muta e può ancora mostrare apici molto consumati. Questi ultimi tuttavia in questa stagione hanno dimensioni nettamente maggiori dei soggetti dell’anno. E’ ovvio che se la percentuale dei giovani dell’anno nei carnieri appare troppo bassa, la caccia dovrebbe essere immediatamente sospesa, essendo indice di scarso successo riproduttivo. BECCACCIA Nonostante una certa variabilità di colorazione e di peso la nostra beccaccia appartiene ad una sola specie distribuita attraverso l’Eurasia dall’Atlantico al Pacifico (ovviamente negli ambienti idonei). Non ha un dimorfismo sessuale evidente e pertanto, a tutt’oggi, l’unico criterio valido a stabilire se abbiamo in mano un maschio o una femmina risiede nel rilevare la presenza dei testicoli o dell’ovario tramite autopsia. A tal fine si può procedere in modo da rovinare ben poco il soggetto, che potrà essere tranquillamente regalato (v.fig.): Come si procede nella dissezione per evidenziare il sesso Sul fianco sinistro della beccaccia, alzata l’ala e divaricata la coscia, dopo aver strappato poche penne si scoprono le costole; con una forbicina se ne tagliano tre e si divarica l’incisione fino a vedere l’intestino sottostante: sotto una buona luce, con la punta delle forbicine si allontana l’intestino dalla parte dorsale della cavità addominale finchè si vedono comparire, se maschio, i testicoli ( delle dimensione di due grani di riso rosati) e, se femmina, l’ovario (che somiglia ad un grappolino triangolare giallastro, di circa 1 cm, composto da piccolissimi granelli). Qualche carattere morfologico (biometrico) può fornire un’indicazione tuttavia molto insicura: le femmine hanno il becco “statisticamente “ più lungo dei maschi (beccacce con becco di oltre 75 mm sono di norma femmine, sotto i 63 sono maschi…ma quelle con misure intermedie, che sono la maggioranza?), parimenti il peso (le beccacce molto grosse, sopra 350 g, per lo più sono femmine…ma non è assoluto). Si sottolinea tuttavia che sono state trovate beccacce anomale (la casistica europea si avvicina al migliaio) con becco lungo meno di 50 mm, dette “brevirostre”, che tuttavia non necessariamente risultano maschi. La percentuale dei maschi nei carnieri autunno-invernali è sempre risultata inferiore a quella delle femmine: la caccia col cane quindi ha un effetto selettivo a sfavore delle femmine (così come quella alla croule l’aveva a sfavore dei maschi). Quanto all’età l’attento esame delle ali evidenzia se il soggetto è un giovane dell’anno o un adulto nato l’anno o gli anni precedenti; è pertanto utile per valutare la percentuale di giovani nei carnieri che in Italia si realizzano in autunno-inverno. Le zone da osservare attentamente sono (v. fig.): Faccia superiore di ali di beccaccia giovane (a destra) con apici delle remiganti lunghe usurati e bordo delle copritrici più largo e rossiccio, rispetto a quello di beccaccia adulta (a sinistra)Le frecce indicano la posizione delle penne da osservare Faccia inferiore di ali di beccacce : sopra giovane (il margine dell’apice delle copritrici delle remiganti è appuntito-arrotondato), sotto adulto (il margine dell’apice è squadrato)-Le frecce indicano quali penne osservare -gli apici delle tre remiganti più lunghe, che nei giovani dell’anno appaiono più o meno usurati, ma praticamente mai a margine netto. Ciò è dovuto al fatto che nella loro prima estate di vita i giovani mutano tutto il piumaggio tranne queste remiganti più lunghe che pertanto sono più consumate sia per il maggior periodo d’uso, sia perché le penne giovanili sono più “tenere”. Gli adulti invece mutano tutte le penne dopo la riproduzione e, alla partenza migratoria, hanno piumaggio rinnovato, comprese le remiganti lunghe, il cui margine risulta perfetto (a questo contribuisce anche la più robusta “tessitura” delle penne adulte). -Il margine delle copritrici delle primarie, nella faccia superiore dell’ala, nei giovani è più largo (più di 1,5 mm) e più scuro (rossiccio) di quello degli adulti (sottile e biancastro). -Le copritrici interne delle remiganti secondarie (nella faccia inferiore dell’ala) nei giovani hanno apice appuntito-arrotondato, mentre negli adulti lo hanno tronco. Nel caso che entrambe le tipologie possano essere presenti sulla stessa ala, significa trattarsi di un adulto nato l’anno precedente e che alla partenza non aveva completato la muta (ma capita saltuariamente). Esiste qualche altro carattere utilizzabile, ma per evitare di complicare il quadro e ingenerare confusione, è meglio imparare ad adoprare bene i suddetti sistemi contemporaneamente, a conferma reciproca. Il numero di macchie chiare sul vessillo esterno della prima remigante, che un tempo veniva considerato indicatore dell’età, non è assolutamente valido! In Europa da qualche decennio vengono seguite le popolazioni valutandovi la presenza della percentuali di giovani dell’anno, e le varie associazioni specialistiche le raccolgono tramite i loro adepti e le fanno esaminare dai rispettivi esperti, inviando poi i risultati in una banca dati presso la Federazione delle Associazioni Nazionali dei Beccacciai del Paleartico Occidentale (FANBPO). In Italia il Club della Beccaccia ha eseguito l’operazione annualmente a partire dal 1976. Ad esso si sono affiancati in seguito, con ulteriori approfondimenti, le altre due associazioni del settore “Amici di Scolopax” e “Beccacciai d’Italia”. A tale scopo un’ala deve essere staccata dal corpo a livello dell’ascella, fatta asciugare in ambiente secco ed areato fissandola ben distesa su un’assicella; per ogni ala devono esser indicati data, comune (provincia), nome e indirizzo del cacciatore, e, se possibile, anche peso e sesso della beccaccia.Il tutto dovrà essere inviato entro marzo ai centri di raccolta, ovviamente chiuso in apposito involucro (es.buste imbottite). E’ importante non inviare ali appena tagliate da uccelli tenuti in freezer e non fatte opportunamente seccare (come sopra detto) pena la rapida putrefazione e l’impossibilità di rilevarne i dati. E’ opportuno ricordare che non sempre un’alta percentuale di giovani nei carnieri equivale ad uno stato ottimale delle popolazioni. Anche se è ovvio che ciò, in assoluto, è legato ad un buon andamento riproduttivo, può anche significare che le popolazioni sono sottoposte ad uno sforzo notevole per riconquistare livelli numerici ottimali, in quanto le popolazioni in miglior equilibrio hanno una struttura in età basata su un buona presenza di adulti (intorno al 50%) che sono un più valido sostegno alla sopravvivenza della stessa, non foss’altro per la selezione naturale che hanno superato con successo e le positive caratteristiche genetiche che possono trasmettere. Silvio Spanò Il Cane da Coturnici Parlare del cane da coturnici significa parlare di un cane specialista e la specializzazione su questo tipo di selvatico, si acquisisce solo dopo tanta e tanta pratica ed è subordinata alla predisposizione del soggetto. Questo per dire quanto è arduo e ambizioso parlare del cane da coturnici nel nostro paese, dove è quasi impossibile praticare questo tipo di caccia, in quanto ridotta in pochissimi spazi e riservata a pochissimi eletti. Nonostante questa angosciante premessa, la passione per il cane e per questo meraviglioso selvatico ci portano a superare ogni ostacolo, al punto che siamo nel 2009 e ci troviamo a parlare del cane da coturnici. A questo punto intendo iniziare questo affascinante argomento, esprimendo concetti puramente soggettivi, dettati dalla mia esperienza, senza voler minimamente turbare le idee di lettori non concordi.Come detto in premessa il cane da coturnici è uno specialista, e deve avere delle caratteristiche ben definite, di ordine morfologico e di ordine psichico.Morfologicamente (usando termini non propriamente cinofili) deve essere costruito per la fatica ( il mio miglior cane da coturnici lo chiamavo il “gladiatore”), quindi, le cose a cui do’ maggiore importanza, sono il rene, che deve essere corto, e la conformazione del piede, che deve essere piccolo e stretto, come quello delle lepre e preferibilmente con il polpastrello nero. Ed ora passiamo all’aspetto di maggior rilievo, la psiche, anche qui cerco di non usare termini prettamente cinofili, perché sono un cacciatore/cinofilo e non un cinofilo/cacciatore, con questa frase voglio dire, che sto dando preferenza alla sostanza avendo come obbiettivo anche la forma, e non viceversa. La psiche del cane da coturnici è una cosa difficile da descrivere, e pressoché impossibile da far comprendere a colui che non ha mai praticato questa caccia. Il cane deve avere una passione per la caccia a questo selvatico superiore a quella del suo padrone, deve avere tutte le qualità del bravo cane da caccia, ma quello che distingue il cane da coturnici è la sopportazione alla fatica, io paragono la giornata di un grande cane da coturnici al podista che porta a termine la “100 km del Passatore”, chi come me ha fatto podismo può capire. Per concludere il grande cane da coturnici è quel cane che riesce a materializzare i tuoi pensieri, e cioè andare a perlustrare quei calanchi, risalire quei canaloni, che solo con il pensiero tu riesci a percorrere, lui invece è lì a regalarti una bellissima ferma, dalla quale seguirà un fragoroso frullo. Se questo non è un caso sporadico, ma si ripeterà per una, due, tre,…..volte, allora potrai dire ai tuoi amici di avere un gran cane da cotorni. In bocca al lupo. Gianni Castellani Il Cane da Beccacce Parlare del cane da Beccacce, dopo i fiumi di parole che sono state dette e scritte, è cosa ovvia e scontata, per questo abbiamo preferito riportare le idee di Giulio Colombo, antecedenti le istituzioni delle prove di lavoro su beccacce, riportate sul suo libro “ Il Cane da ferma “: Il cane da beccaccia non ha una stampa mondana, le riviste cinofile lo ignorano o quasi. Non ci sono Prove a beccacce, ed un ottimo beccacciaio se non sa far altro ed è molto, non corre il rischio di diventar Campione. E’ cane altrettanto utile quanto modesto, è indispensabile : anzi, direi che tutto il risultato della caccia dipende da lui e non cambierei un autentico beccacciaio col più rinomato, e magari inutile, trialer. Col bubbolo fissato al collare, esplora le valli dal basso all’alto e il cacciatore lo segue, con soste nei punti strategici : don don don lento, poi concitato, silenzio : è in ferma. Riprende : pedona ; tace : ci siamo. E la beccaccia cala e cade. Sui fianchi dei boschi vasti di castano batte di traverso in su e in giù, lui in alto, il cacciatore in basso e avanti. Prudente, calmo, si allontana salendo mentre voi lo controllate appostato, ma non vi procede mai nell’ esplorazione di macchie, pantani, nicchie isolate, e sulla rimessa vi attende. La fatta, che noi chiamiamo lo scudo, bianca, con un seme nero e viscido nel mezzo, lo interessa : l’annusa, la controlla, la segue e gattona e striscia, chè la beccaccia può essere a due passi e saettare improvvisa. Fra le fatte, i fori scavati dal becco in cerca di lombrichi. Di rimessa, il cane blocca lontano, testa alta; caccia più col cervello che con le gambe, esplora con raziocinio, non si concede e disdegna esibizioni acrobatiche, non ci fa strabiliare, non alterna fasi emozionanti a fasi deprimenti, è accorto, continuo, perseverante, preciso, meticoloso, docile, instancabile, non mai sazio. E’ il cane da caccia per antonomasia. Giulio Colombo Cane da Beccacce, Cane da Montagna: Differenze e Similitudini Le beccacce, i galli forcelli, le coturnici, sono uccelli completamente diversi tra loro, ma hanno una cosa in comune: sono rari e distribuiti in vasti territori con un habitat molto impegnativo. Quindi i cani adatti al reperimento di questi selvatici devono avere caratteristiche simili, ovvero coprire molto terreno in minor tempo possibile per molte ore di seguito per giorni consecutivi. Non è una formula matematica, però in questo tipo di caccia la priorità è trovare il selvatico, perché se prima non lo si trova non ci sarà bisogno né di ferma né di consenso né di recupero e neanche di stile. Penso che un cacciatore di montagna la prima cosa che pretende dal suo cane sia il fondo e la tenacia perché molto spesso 3-4 ore di caccia non bastano per fare un incontro, quindi in primis il tipo di cerca che per sopperire alla scarsa densità di questi selvatici e al tipo di territorio dovrà essere la più ampia possibile, ma nello stesso tempo collegata al cacciatore. Va da se che le razze più indicate siano quelle inglesi (setter e pointer) anche perché la situazione faunistica italiana non è più quella di una volta, di questi selvatici soprattutto in certe zone e in certi momenti, se ne trova uno per "montagna", quindi più "montagne" facciamo in una giornata di caccia, più possibilità d'incontro abbiamo. Secondo me la dote più rara nei cani attuali è proprio questa tenacia, questa "voglia intelligente di non mollare mai" che da benzina anche alle gambe e al morale del cacciatore. Ho voluto sottolineare una cosa che pare ovvia, ma dall' esperienza personale vedo che i cani che fanno la differenza in queste cacce sono questi fondisti, è chiaro che poi ci vuole tutto il resto, anche lo stile, ma senza questa "voglia d' incontrare" prolungata nella giornata ci troveremo di fronte sempre a mezzi cani. Infatti cani che trattano bene questi selvatici anche in stile di razza se ne trovano, ma il cacciatore di montagna o di bec- cacce sogna il cane mai domo neanche dopo ore di caccia, magari sulla via del ritorno vada ad "inventarsi" una beccaccia in modo da trasformare un "cappotto" in una giornata da ricordare. Dico questo perché la selezione attuata dalle prove non riesce a valutare questo fondo o questa tenacia quindi molto spesso ci troviamo di fronte a cani che fanno tutto bene solo per un ora e poi "staccano la spina" quindi in montagna sono inservibili anche se bellissimi da vedere. Anche le prove di montagna e a beccacce, pur essendo più attendibili per la qualità dei selvatici, hanno questo limite che però viene in parte ovviato dal fatto che i concorrenti essendo in gran parte dilettanti usano il cane anche a caccia, quindi quelle caratteristiche che dicevo vengono verificate prima di presentare i cani. Vediamo invece nel mondo delle prove per contro, gli scarti vengono destinati alla caccia. Penso che nel panorama cinofilo attuale sia più difficile trovare un buon cane da caccia che un buon cane da prove. Questo, valutando come sono ridotte le prove e come è difficile la caccia (intesa su selvatici veri) in Italia. Il cane da montagna deve avere quel qualcosa in più che anche il miglior tipo di prova non riesce a valutare quindi un cane che viene dalla caccia e poi viene presentato con successo alle prove, ha un plus valore dal punto della selezione perché oltre ad avere le caratteristiche di razza (stile, morfologia ecc…) sarà anche intelligente fondista, tenace ecc… che sono tutte doti trasmissibili come le altre e per noi cacciatori di montagna sono indispensabili. Giancarlo Bravaccini 13/09/2009 FROSINONE “ COTURNICI TROFEO LEANDRO COLANGELI ” 09-10/01/2010 NETTUNO “ BECCACCE TROFEO ENRICO RONCALLI BENEDETTI ” 06-07/02/2010 RIETI “ BECCACCE TROFEO ENRICO RONCALLI BENEDETTI ” 21/02/2010 FROSINONE “ BECCACCE TROFEO ENRICO RONCALLI BENEDETTI ” 07/03/2010 FROSINONE “ COTURNICI TROFEO LEANDRO COLANGELI ” 18/04/2010 L’AQUILA “ COTURNICI TROFEO LEANDRO COLANGELI ” Segreteria Organizzativa Club della Beccaccia - Italia con il supporto tecnico del Gruppo Cinofilo Frusinate - Gruppo Cinofilo Sabino Gruppo Cinofilo Capitolino - Gruppo Cinofilo Aquilano David Stocchi: Tel. 335.5398213 - Fax 06. 90015593 e-mail: [email protected] Roberto Tognoni Tel. 338.3497832 - Fax 0773.753046 e-mail: [email protected] L’organizzazione si riserva di apportare al presente programma le modifiche imposte da causa forza maggiore o suggerite da esigenze tecniche e declina ogni responsabilità per eventuali danni a persone, cose e animali I documenti d’iscrizione al fine di garantire la partecipazione possono essere presentati, alla segreteria organizzativa fino a sette giorni prima della prova a cui si intende partecipare. Il regolamento ed ulteriori info sono visibili su: P R O G R A M M A 2 0 0 9 / 2 0 1 0 Regolamento 2° Trofeo Selve e Contrafforti dell’ Appennino Centrale CRITERIO DI ASSEGNAZIONE DEI PUNTI IN BASE ALLE QUALIFICHE OTTENUTE : ECC CAC ECC RIS. CAC 1° ECC 2° ECC 3° ECC ECC 1° MB MB – CQN B 12 punti 11 punti 10 punti 9 punti 8 punti 7 punti 6 punti 5 punti 4 punti Classifica Trofeo Selve e Contrafforti 2008-2009 1° Trofeo Selve e Contrafforti dell’Appennino Centrale Nessun Classificato 1° Trofeo “Leandro Colangeli” Nessun Classificato VIGE REGOLAMENTO E.N.C.I. ASSEGNAZIONE 2° TROFEO “SELVE E CONTRAFFORTI DELL’ APPENNINO CENTRALE” IL TROFEO VERRA’ ASSEGNATO AL SOGGETTO MIGLIOR CLASSIFICATO CHE ABBIA OTTENUTO ALMENO UNA QUALIFICA IN ENTRAMBE LE SPECIALITA’. A PARITA’ DI PUNTEGGIO VINCE LA FEMMINA, A PARITA’ DI PUNTEGGIO CON SOGGETTI DELLO STESSO SESSO VINCE IL PIU’ GIOVANE. ASSEGNAZIONE 2° TROFEO “LEANDRO COLANGELI” IL TROFEO VERRA’ ASSEGNATO AL SOGGETTO MIGLIOR CLASSIFICATO NELLE DUE PROVE A COTURNICI. A PARITA’ DI PUNTEGGIO VINCE LA FEMMINA, A PARITA’ DI PUNTEGGIO CON SOGGETTI DELLO STESSO SESSO VINCE IL PIU’ GIOVANE. ASSEGNAZIONE 2° TROFEO “ENRICO RONCALLI BENEDETTI” IL TROFEO VERRA’ ASSEGNATO AL SOGGETTO MIGLIOR CLASSIFICATO NELLE TRE PROVE A BECCACCE. A PARITA’ DI PUNTEGGIO VINCE LA FEMMINA, A PARITA’ DI PUNTEGGIO CON SOGGETTI DELLO STESSO SESSO VINCE IL PIU’ GIOVANE. (N.B. Per accedere alla classifica finale di ogni trofeo, il cane classificato, potrà utilizzare un solo risultato per ogni singola manifestazione, quando queste siano organizzate in due giorni di prove) 1° Trofeo “Enrico Roncalli Benedetti” 1° Classificato RADENTIS VOLO (Setter Inglese Maschio) Radicioli Alberto 2° Classificato ZEUS (Setter Inglese Maschio) Zolin Mauro 3° Classificato TONY (Setter Inglese Maschio) Piroli Marco La Monna (Fr) Coturnici 13-09-2008 Sala (Ri) Beccacce 14-12-2008 Pontecorvo (Fr) Beccacce 15-02-2009 Mainarde (Fr) Coturnici 21/22-02-2009 Sala (Ri) Beccacce 08-03-2009 Gli Organizzatori Il Comitato per il Santuario della Beccaccia Isola di Vormsi - O.N.L.U.S. Istituito nel 2004 sulla base di un accordo stipulato con i cacciatori di questa piccola isola estone, il Santuario (nome derivato dall’inglese Sanctuary usato negli USA per indicare le vaste aree protette acquistate e gestite dai cacciatori di acquatici per la salvaguardia delle specie) si è proposto di offrire un’immagine del cacciatore di beccacce in grado anche di portare avanti iniziative, che richiedono impegno e denaro, al fine di conservare nel tempo l’oggetto della loro passione. In quest’isola, infatti, come in altre prossime dove si svolge anche la caccia turistica, si concentrano le beccacce in migrazione autunnale provenienti dalle ricche aree riproduttive della Finlandia e della Russia occidentale: l’impegno assunto dai locali impedisce il prelievo da parte dei non residenti (ma i residenti sono esclusivamente cacciatori di ungulati). Nel 2006 il Comitato germogliato in seno al club della Beccaccia ha assunto vita propria come ONLUS, e gestisce i purtroppo scarsi proventi donati dai singoli contributori soprattutto per onorare l’accordo con i cacciatori locali, ma anche per portare avanti specifiche ricerche. La costante presenza in ottobre di alcuni membri del Comitato ha reso possibile anche monitorare il passo con l’ausilio dei cani da ferma, unendo così l’utile al dilettevole. Sarebbe pertanto auspicabile organizzare a Vormsi una prova internazionale di cani da ferma su beccacce, constatata direttamente l’idoneità del territorio ad ospitare una tale manifestazione. L’iniziativa del Santuario è stata anche divulgata da Sky-Caccia e Pesca, grazie al supporto economico del CIC-Italia, ed un ulteriore DVD divulgativo è stato ulteriormente prodotto ufficialmente e distribuito. E’ ovvio che qualsiasi contributo sarà ben accetto. Silvio Spanò Come sostenere l’iniziativa: - Firmando sulla dichiarazione fiscale la distinazione del 5 per mille dell’ IRPEF a favore O.N.L.U.S. - Associandosi: 50 € una tantum di ammissione su prenotazione da parte di un socio + 50 € di quota associativa. - Con elargizioni volontarie: Libere Il tutto da eseguire esclusivamente tramite: - C.C. bancario: N. 1810588 ABI 3332 CAB 1407 CIN K Banca Passadore - Ag. Albaro - Via Cavallotti - GENOVA - C.C. Postale: N. 77843654 Intestato: Comitato Santuario Beccaccia Isola Vormsi - O.N.L.U.S. Causale, a seconda della scelta personale: - Ammissione 50 € - Quota sociale 50 € - Contributo volontario a discrezione. Silvio Spanò (Per il comitato Santuario Beccaccia Isola di Vormsi) UR600 D coibentato UR 600 D TM75 REX Telaio zincato a caldo ad immersione Cassone in lamiera zincata e verniciatura a polvere epossidica Sospensioni a sensibilità equilibrata per maggior confort degli animali Ventola di areazione Vasca per acqua potabile - vasca per raccolta urine UMBRA RIMORCHI s.r.l. Via Pizzoni 37/39. 06132 PERUGIA Tel. +39. 075.5280260 - Fax +39 075.5287033 www.umbrarimorchi.it