“La sicurezza stradale vista dai bambini” Racconti illustrati 2014 il progetto L’entusiasmo dei bambini delle Scuole Primarie e degli studenti del “Liceo Chierici” che hanno partecipato lo scorso anno al progetto di educazione stradale “Racconti Illustrati – La sicurezza stradale vista dai bambini” ha rafforzato gli ideali già proposti e ci ha permesso di mantenere la promessa fatta ai nostri “amici”. Pertanto anche quest’anno abbiano proposto l’iniziativa, attraverso una nuova edizione del concorso letterario “racconti illustrati – la sicurezza stradale vista dai bambini” - edizione 2014 Questa volta, però, abbiamo voluto rendere il lavoro dei ragazzi un po’ più complicato! Abbiamo chiesto loro di rielaborare una fiaba o una favola note. Il risultato? Un’esplosione di fantasia. Il lavoro e l’impegno degli insegnanti sono stati preziosi, soprattutto nel coordinare le frasi che i bambini componevano partendo da una semplice parola estratta a turno da un contenitore. Man mano che si leggono le storie si capisce quanto il tema della sicurezza stradale sia per i bambini un modo di sentirsi un po’ più adulti. Sapere che le storie sarebbero state lette dagli adulti li ha spinti a lanciare un messaggio ancora più forte! Il pericolo è sempre in agguato... dobbiamo solo imparare a prevederlo. Difficile sì, ma non impossibile! Ringraziamenti Si ringraziano gli alunni e gli insegnanti dei 12 Istituti Comprensivi di Reggio Emilia: amedeo D’aosta, Don pasquino Borghi, einstein, Fermi, galilei, Kennedy, leonardo Da vinci, lepido, ligabue, manzoni, pertini 1 e pertini 2, che hanno manifestato, anche quest’anno, grande interesse per il concorso proposto. Un grazie agli studenti della classe 3 g e della 3 F dell’Istituto Artistico Statale “g. chierici”, che hanno costruito le tavole grafiche, guidati dalla prof.ssa roberta cambuli, e alla prof.ssa savina lombardo, che ha unito sapientemente le illustrazioni e le storie. Un grazie particolare al comune di reggio emilia, al ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca – ufficio Xvi reggio emilia, alla regione emilia romagna – osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza, al liceo artistico statale g. chierici e alla ditta litoprint srl, che hanno reso possibile la realizzazione di questo libro. Un grazie a carlo annarelli per la copertina, che rende il libro ancora più prezioso e per la disponibilità mostrata in ogni fase di questo progetto. INDICE rainbow la penna magica classe V - scuola a. Negri. Illustratori: Caffagni Giovanni, arduini Francesco, ravi Nijan, tacchetto Nicolò, degli Innocenti Matteo. 3F pieveneve e i 18 fratelli capretti classe IV B - scuola G. Verdi. Illustratori: accorsi Martina, sabrina Corrado, Marconi Maja, Mordia Katia. 3G la sirena terrestre classe III B - scuola M. Polo. Illustratori: Manuela davoli, Chiara dallari, daria Jernovaia.terrana Federica. 3G cappuccetto rosso a londra classe V a - scuola Calcutta: Illustratori: Filini Francesco, odiete Will, de Nuzzo Giorgia, davoli umberto, simonazzi Ilaria. 3F i tre motorini classe II – scuola Ghiarda. Illustratori: Ghizzinardi Matteo, denti Federica, tomasini tecla, Bondi Gloria, Buttaro Mattia, Cuccurese Matteo. 3G la bella addormentata va in città classe IV B - scuola r. Pezzani. Illustratori: de tommaso Chloe, Guastalla Valeria, scala alessia, Nibbi sara, Jin sun Chan. 3F allegra e i sette topolini classe II a - scuola r. Pezzani. Illustratori: Lisa Fontanesi, Gabriella Prandi, denny Faraboni, Giulia Begali. 3F alla larga, alla stretta classe IV - scuola Ghiarda. illustratori: Luca Felici, sirbu Laura, tamborrino Chiara, Canovi Giada. 3G pinocchio classe I a – scuola - M. M. Boiardo. illustratori: Gloria Casini, Fadowa saizi, Malia diop, alexandra Cazacu, rey Mora. 3F la brutta avventura di violetta classe III - scuola Ghiarda. Illustratori: Gianni Castellari, Francesco Medici, angelo alberti. 3G Le storie sono state illustrate dagli allievi del liceo artistico “Chierici” sotto la guida della prof.ssa Cambuli roberta. L’impostazione grafica del libro è stata curata dalla prof.ssa Lombardo Savina. Rainbow LA PENNA MAGICA C’era una volta rainbow, una penna a inchiostro che era infelice e perciò il suo inchiostro era nero. era infelice perché nessuno la usava, a causa del suo colore esterno: era arrugginita e nessuno la voleva. Cercò perfino di negozio Il ProPrie- infilarsi in un per farsi vendere. tario, che era n o n n o Geppetto, la spolverò, la prese in mano, prese un foglio e scrisse una frase: “Vorrei tanto ritrovare il mio amato Pinocchio che se n’è andato col moToriNo ma senza il CasCo!” Rainbow, che era magica, fece subito apparire Pinocchio sul motorino e con un bel casco rosso in testa. Geppetto esclamò: “Ma è un miracolo! Il mio adorato burattino è tornato e ha persino capito quanto sia il casco!” importante lavoro La penna vide che aveva fatto un buon a far ritornare Pinocchio e a usare il suo inchiostro per realizzare un bel casco e così si aggiunse un nuovo colore: il rosso. uscì dal negozio e capì che doveva fare delle buone azIoNI se voleva essere ancora più felice. Più rainbow era felice e più poteva aggiungersi dei colori! ad un certo punto vide uno dei tre Porcellini piangere e fare CaPrICCI perché gli era caduto il gelato: era stata colpa di uno dei suoi che gli era frecciato davanti con la bicicletta sul marciapiede e gli aveva fatto perdere l’eQUiliBRiO. tellini s fra- Rainbow si avvicinò al porcellino, si fece prendere in MaNo e lo aiutò a disegnare su un tovagliolino due cartelli stradali: uno indicava l’oBBliGo per le biciclette di utilizzare le piste ciclabili e l’altro rappresentava un enorme geLaTo con la scritta: “divieto di caduta gelati”. I due disegni diventarono subito realtà: i percorrevano felici le nuove piste ciclabili realizzate apposta per loro e il porcellino ebbe di nuovo il suo gelato! Il gelato era al pistacchio perciò rainbow ebbe un altro colore: il VErDE. Passeggiando sulle rive del laghetto vicino al Municipio, la penna magica vide il Pesciolino d’oro che era rimasto impigliato in un sacchetto di PLastICa. Rainbow lo aiutò a liberarsi e il pesciolino la utilizzò per far apparire un cartello luminoso con scritto “Non inquinare il laghetto”. La penna era sempre più felice! Ebbe un altro colore: il giallo. Continuando la sua passeggiata in città incontrò la Piccola Fiammiferaia che era molto triste. La bambina era triste perché due macchine si erano scontrate e lei avrebbe voluto trovare un modo per impedire che succedessero altri incidenti ma con i suoi fiammiferi non c’era ancora riuscita. Aveva già in mente cosa fare: realizzare uno strumento ad accensione che avrebbe indicato quando fermarsi, quando rallentare e quando liberamente. Purtroppo, però, la fiamma dei suoi fiammiferi durava poco e aveva un solo colore. Rainbow le si avvicinò e le porse un foglietto; la Piccola Fiammiferaia vide che nella penna c’erano tre colori: il verde, il giallo e il rosso. Provò a utilizzarli e disegnò lo strumento che aveva ideato e lo chiamò “semaforo”. Appena scrisse “semaforo”, grazie alla magia della penna, il semaforo apparve all’istante, anzi, la penna lo moltiplicò e i semafori apparvero in tutte le strade della città. Per la gioia alla Piccola Fiammiferaia cadde la penna di mano e finì in strada. Rainbow saltò in aria e finì in un barattolo di pittura bianca che stava usando la cugina di Cappuccetto Rosso: Cappuccetto Bianco. Dallo spavento La bambina la prese e l’appoggiò a terra per pulirla, ma Rainbow, ancora spaventata, e pitturò di bianco un pezzo di strada e si formarono delle strisce. rotolò Su quelle strisce iniziarono a passare Bambi e gli Aristogatti e ringraziarono Rainbow dicendole che stavano aspettando da tanto tempo per attraversare la strada in sicurezza, ma non ci erano mai riusciti. Furono inventate le strisce pedonali, cioè per i pedoni, per attraversare la strada. La penna ebbe un altro colore: il bianco. Salutò i suoi nuovi amici e se ne andò rotolando per la strada, lasciando ancora delle tracce bianche che divisero la strada in due parti: una per andare in un posto e l’altra per tornare da quel posto. Le macchine evitarono così di andare ContromAno: rainbow aveva appena disegnato le “Linee della CArreggiATA” che servivano per separare la strada e indicare i due sensi di marcia. La penna, per rallegrarsi ulteriormente, andò in un circo e incontrò dumbo che l’aiutò a volare facendosi tenere nella sua proboscide. rainbow era sempre più felice e quindi le apparvero molti altri colori sia nell’iNCHiosTro che esternamente: il marrone, il viola, il blu… e la ruggine sparì completamente. divenne una penna arcobaleno! Il GIorNo dopo andò in un bar, lesse il giornale e scoprì che i CittADiNi si chiedevano dove fosse la Magica Penna arcobaleno che aveva fatto molte cose per impedire gli incidenti in città. rainbow fu sempre più felice e decise di diventare una Poliziotta e visse per sempre felice e contenta!!! Pieveneve e i 18 frATelli CAPreTTi C’era una volta un piccolo ViLLaGGio di nome Pieveneve, circondato da prati verdissimi e campi di grano. Qui scorreva un rio chiamato Modoprudente, piccolo, ma sempre pieno di acqua fresca e zampillante dove pesciolini di mille colori e FORME guizzavano nelle due di Marcia del torrente. CORSIE Erano sempre molto prudenti e rispettosi delle regole del codice del fiume: se dovevano fermarsi, mettevano le frecce che avevano sulle pinne e non superavano mai i 50 all’ora! Quel posto incantevole era abitato da tanti animali, soprattutto capre e, proprio lì vicino a , c’era un viottolo che portava alla casetta dei 18 fratelli capretti: 11 maschi e 7 femmine. Modoprudente vivaci Erano molto monelli, e chiacchieroni, ma si volevano molto bene, si aiutavano e facevano tanti giochi insieme! Vicino alla loro casa c’era una strada chiamata Via del Traffico dove circolavano e sgommavano a tutte le ore capre e caproni su monopattini e tricicli a velocità super, sia con il sole, che con la nebbia e la pioggia. Il vigile del villaggio, un gatto di nome Gianni, che abitava proprio vicino al torrente, tutto il giorno girava sul suo skateboard cercando di educare gli abitanti ad essere più prudenti ma… niente da fare!!!erano cocciuti come capre e non volevano capire! Oltre la strada c’era un fantastico parco giochi con in mezzo una fontanella: proprio lì, tutti i giorni, andava il gelataio , il signor caprone Buffone, che, con il suo carretto pieno di delizie , urlava: “Gelati, gelatoni più grandi di gettoni, gelatini e cioccolatini per i caprettini! Venite caproni golosoni!” Quella mattina il papà dei 18 capretti disse loro che doveva andare a fare una commissione in città e si raccomandò che non uscissero dal giardino. Al suo ritorno li avrebbe accompagnati lui al parco-giochi! I figlioli promisero di ubbidire, ma, alle urla del signor caprone Buffone che invitava tutti ad andare a comprare il gelato, si dimenticarono delle raccomandazioni del papà: uscirono di corsa dal cancello e… senza attraversare sulle strisce, senza fermarsi sul ciglio, senza guardare a destra e sinistra con i 4 sguardi (come aveva insegnato loro il vigile gatto Gianni a scuola, nelle lezioni di educazione alla prudenza), si precipitarono sulla strada proprio mentre arrivava il lupo Adessotimangio sulla sua potente Ferrari insieme alla fidanzata Giuseppina! Non potete immaginare la gioia del lupo quando vide quel ben di dio tutto insieme: non aveva fatto colazione e 18 capretti, tutti in un sol boccone, sarebbero stati, per lui e la sua amata, pietanze per un pranzo da re e da regina! Per fortuna il gatto Gianni, sempre attento e ViGilE, era nei paraggi, vide la scena e, con la paletta e il fischietto fermò Adessotimangio, gli diede una multa salatissima per la velocità e lo obbligò per un anno a non usare più la potente auto rossa ma a circolare con i pattini a rotelle! Che umiliazione per un lupo! Ai capretti non fece la multa, ma li rimproverò severamente, facendoli riflettere sul pericolo scampato! Tutti gli abitanti del villaggio accorsero per vedere cosa era successo e finalmente capirono che, per vivere bene insieme, bisogna rispettare le regole della sicurezza stradale ed essere sempre prudenti, proprio come i pesciolini del fiume. E il caprone Buffone? con il pErMESSo di Gianni e del papà dei 18 monelli, offrì gelati, gelatini, gelatoni a tutti i capretti e i caproni e da quel giorno vissero per sempre felici e… prudenti! LA SIRENA TERRESTRE C’era una volta una sirena di nome Argentea che desiderava uscire dall’acqua e avere le gambe. Ma visto che non era mai stata per strada, non conosceva le regole stradali e i segnali. Decide di andare dalla signora dei mari, del cielo e delle nuvole per avere le gambe e guidare un’automobile rosea. La signora dei mari l’accontenta, ma la iscrive a un corso stradale con esame in autostrada guidando un tir. Frequenta il corso con un topolino sbruffoncello e birichino, che voleva sempre accelerare per superare il semaforo giallo e arrivare primo agli sconti del supermercato in città. C’erano anche un elefante guerriero, con un uccellino al guinzaglio, che pedalava su un piccolo triciclo verde, su un grosso sellino, la zebra sul porta pacchi e un palloncino legato alla proboscide. Il mago Bernard insegnava loro a non rispettare le reGoLe: - passare con il rosso - andare velocissimi nella zona parco - suonare il clacSoN vicino all’ospedale - andare in moto con in capelli svolazzanti - non allacciarsi le cinture di sicurezza in auto - attraversare in BICI sulle strisce pedonali sgomitando i pedoni e’ uN Vero dIsastro!!! ad una lezione si aggiunge un nuovo compagno, che in realtà è l’ oca Lorax, che con la sua piuma magica trasforma le regole sbagliate in regole corrette. argentea diventa bravissima, ottiene la patente per l’ambulanza e porta all’ospedale i feriti causati dalle regole del mago. L’elefante diventa il VIGILe più grande, insegna ai bambini le regole dei 4 sguardi per attraversare la strada con PRUDENZA. L’uccellino è il controllore, sorveglia la città dall’alto e controlla i semafori. La zebra si specializza nella sorveglianza della foresta per sorprendere i bracconieri che uccidono gli orsi, pulire le rotatorIe e chiudere le BuChe degli incroci. Il topolino poco studioso rifà gli esami finché non diventa un bravo pedone sul marciapiede. Il mago delle arti oscure scappa sul razzo a gran velocità, come un fulmine, lontano, su Marte. L’elefante, la zebra, il topolino, l’uccellino insegnano a rispettare il codice della strada a tutti i bambini delle scuole, così la città visse allegra e sicura. Cappuccetto Rosso a Londra. un giorno Cappuccetto rosso, una bella bambina molto intelligente che indossa sempre una mantellina di colore rosso, si reca dalla nonna a Londra. Mentre percorre il marciapiede, aiuta una signora disabile ad attraversare la strada sulle sTrisCe. La signora le chiede: “Where are you going, darling?” “a far visita alla nonna che abita vicino a Buckingham Palace!” La signora la ringrazia e mentre le dice di affrettarsi senza parlare con nessuno, un lupo dietro la tranSenna sente tutto e decide di precederla dalla nonna per farsi una bella scorpacciata. Cappuccetto Rosso prende il bus a due piani, paga il ticket e si siede al piano di sopra per gustarsi il panorama della città. Il lupo supera il bus senza rispettare la precedenza, con una bici rubata dal portabici e infila un con divieto di accesso. viottolo Un bobby (poliziotto inglese) si accorge di lui e inizia l’inseguimento. Il lupo arriva per primo dalla nonna, che chiude nell’armadio, si traveste e s’infila nel letto della poveretta. Cappuccetto Rosso arriva quindi alla casa e trova ad aspettarla il bobby che, per catturare il lupo, le suggerisce di far finta di niente e lasciar credere a quel presuntuoso di essere riuscito ad ingannare tutti. Lei entra e il lupo prova a mangiarla, ma il poliziotto entra velocissimo nella stanza con uno spray al peperoncino e glielo spruzza nel sedere. Allora il lupo con le fiamme fugge nel traffico e sbatte contro un cartello che indica pericolo di crollo, c’era infatti una vecchissima casa. Cade tramortito dalla casa pericolante. quando lo tirano fuori il lupo, pieno di bernoccoli, diventa , educato: chiede scusa a CaPPuCCetto rosso e alla nonna. gentile Da quel giorno sulle strade di Londra viaggia un bravo lupo che insegue chi non rispetta le regole della strada e una bambina che si gusta il panorama della città insieme alla nonna. I TRE MOTORINI Da quando a leggere ho imparato Mille storie ho divorato Con un libro il tempo passo E mi addormento come un sasso In quei casi i personaggi Cambiano i loro paesaggi: I folletti in fondo al mare E le sirene su a scalare! Alle volte non ho più separato Ciò che ho letto da cio’ che ho sognato Come la storia dei tre porcellini All’improvviso diventati tre motorini! Io li vedevo, nuovi e lucenti, Sfrecciare la sera a fari spenti Con la paletta li rincorreva un lupo Con uno sguardo davvero cupo “Fermi, fermi! Dove correte? Ma i segnali non li vedete?” uno al semaforo rosso non si fermava e sulle strisce PedoNaLi sempre stava dell’altro il motore rombava potente Così forte che spaventava tutta la gente! L’ultimo, infine, andava contromano sentendosi della strada l’unico sovrano Ogni volta il lupo correva e soffiava Forte la sua voce tuonava scappate “Fermi, fermi! Non mi Vedrete che poi vi piglio a pedate!” Ma loro veloci ecco correvano Perché i segnali non conoscevano forme e Le i colori confondevano Cosa dicessero non lo sapevano Ma un bel giorno fecero un botto E successe un bel quarantotto Furon fermati nel modo peggiore Rallentare avrebbe evitato tanto dolore Se del lupo le grida avessero ascoltato Molto più a lungo avrebbero guidato Quel lupo non li voleva certo mangiare Al contrario li voleva proprio aiutare Con la paletta non li voleva punire Ma li voleva solo avvertire “Prima imparate i segnali stradali Poi potrete mettere alle le ali ruote Studiate le regole della circolazione E potrete evitare ogni sanzione Un motorino saggio e prudente Va molto lontano e non si pente!” LA BELLA ADDORMENTATA VA IN CITTA’ C’era una volta, in una piccola casa di città, un bimbo capriccioso, di nome Giacomino, che ogni sera chiedeva al suo caro nonno di raccontargli una fiaba moderna. spesso il nonno gli narrava la leggenda della bella addormentata nel bosco, aggiungendo qualche novità per farla diventare più interessante: “…finalmente nacque un bel giorno una BaMBINa graziosa e paffuta come un bocciolo… fu chiamata Violalarga… La dodicesima fata, dopo la maledizione della fata cattiva, poiché durante il banchetto aveva un po’ esagerato con l’alcool, nel momento di pronunciare il suo incantesimo riparatore, si sbagliò e dichiarò - Non ho il potere di ROMPERE il brutto sortilegio, ma la fanciulla non morirà, bensì dormirà per cento… anzi, no, per mille anni, fino a quando un principe coraggioso e spensierato, dal futuro...” ogni volta, a questo punto del racconto, Giacomino si addormentava beato, senza dare al nOnnO la possibilità di inventare una giusta conclusione. dopo alcuni anni, quel bimbo era diventato un ragazzo coraggioso e spensierato. adesso si faceva chiamare Jack ed era sempre a caccia di avventure all’aria aperta. Un giorno salì sulla sua moto cross, indossò il casco e si diresse verso la periferia per esplorare il bosco. Arrivato al cancello del parco naturale, parcheggiò la moto e noleggiò una bici, per attraversare la natura senza inquinare. Si mise a pedalare con energia, ma a un certo punto cadde dalla bici e iniziò a rotolare, perché era finito contro un barattolo. Restò intontito per qualche minuto, pensando che gli dispiaceva di non essere un supereroe capace di volare senza incidenti!!! quando si riprese gli sembrò di vedere qualcosa tra i rovi, che brillava alla luce del sole. si avvicinò e capì che si trattava di un letto molto antico, dove dormiva beata una bellissima fanciulla. La osservò a lungo, poi gli venne in mente la fiaba che il nonno gli raccontava tanto tempo fa… Non gli sembrava vero di poter essere proprio lui a risvegliare una principessa e il suo reame addormentato! Dopo un po’ si decise a darle un bacino, ma lei non si svegliava, forse perché lui non era un vero principe! Allora provò a farle ascoltare la musica a palla dalle cuffiette del suo MP3… La principessa piano piano aprì gli occhi e vide quello strano individuo, vestito di GIALLO, che la fissava meravigliato; si tirò su di scatto spaventata e nello stesso istante anche i suoi genitori, le dame, i cavalieri, i fanciulli e gli animali del reame si ritrovarono, finalmente svegli, nella stessa radura e si chiesero che cosa fosse successo. Jack provò a spiegare e li invitò in città, visto che non avevano più il loro castello. Lo seguirono a cavallo, ma una volta arrivati furono spaventati dal traffico e non sapevano cosa fare: vedevano delle strane carrozze avanzare senza cavalli, che facevano un gran rumore e lasciavano una puzza terribile. Il ragazzo portò con sé Violalarga sulla moto e chiese a tutto il gruppo di seguirlo per le vie della città. Erano tutti un po’ spaventati e scombussolati, ma erano proprio curiosi di conoscere il futuro! La regina era attratta dal passaggio di quelle carrozze colorate e si incantò, perciò veloci con il suo cavallo andò a sbattere contro la targa di una di quelle!!! Il guidatore le chiese arrabbiato: “Ma dove guardi????” La regina si scusò in maniera e continuò il suo viaggio. educata cartelli Lungo il percorso videro moltissimi strani con simboli incomprensibili, come frecce, numeri, disegni, ma pensarono fossero semplici decorazioni. Il re si incantò a osservare uno di quei segnali, che riportava l’immagine bianca, sul cerchio blu, di uno strano veicolo a due ruote guidato da un omino... Improvvisamente il re a cavallo si ritrovò contromano sulla pista ciclabile, proprio mentre un ciclista gli stava arrivando contro! Per fortuna questo fu bravo e lo evitò cambiando direzione. Il re, frastornato, non riuscì a dire una parola, ma del resto anche il ciclista fu molto colpito da quell’uomo antico, sul quale Svolazzavano colorati pappagalli esotici. Dopo un po’ Jack si accorse che il gruppo non lo seguiva più e tornò indietro a cercarli: le dame si erano fermate ad osservare con grande meraviglia le vetrine dei negozi, mentre i cavalieri avevano improvvisato una furiosa battaglia contro degli strani lampioni a tre luci posti ad ogni . Non fu facile convincerli a smetterla e così il giovane si rivolse a Saverio, superserio, che si trovava proprio da quelle parti a dirigere il traffico impazzito a causa di una capretta, fuggita poco prima nei pressi del fiume... Col suo fischietto lucente, la divisa elegante e l’aspetto imponente, Saverio il vigile li fermò e con molta pazienza e cortesia li invitò ad abbassare le spade, a stare più attenti e li obbligò ad imparare le regole stradali al più presto. incrocio vigile La principessa Violalarga era molto imbarazzata. Aveva atteso quel giovane per tanto tempo e ora non voleva fare una brutta figura... quel regno chiassoso e colorato le piaceva un sacco!!!! Così propose ai suoi genitori di trasferirsi tutti lì. Intanto una gran folla di curiosi si era fermata ad osservare la scena, ma molti pensarono che si trattasse di uno spettacolo in costume d’epoca e fecero loro un lungo applauso. Il re pensò di essere acclamato e acconsentì alle richieste della fanciulla. tutti insieme si avviarono verso la casa del ragazzo, ma quando i suoi genitori aprirono la porta, non potevano credere ai loro occhi. dopo alcune spiegazioni capirono la situazione, ma non avevano spazio per ospitarli tutti!!!!! Jack non aveva alcuna intenzione di perdere la sua principessa e così cominciò a spremere le meningi per trovare una soluzione al problema. “Ci sono!!!!” esclamò all’improvviso… Dopo qualche ora il re, la regina, le dame, i cavalieri, la servitù e persino i loro animali furono tutti ingaggiati come attori da una compagnia che organizzava recite medievali nei parchi verdi della città. Presto si abituarono a quella nuova vita, imparando con entusiasmo tutte le regole della convivenza civile e il significato dei segnali stradali. I cavalieri smisero di combattere contro i semafori e ne rispettarono i segnali luminosi; le dame insegnarono ai propri figli i vantaggi della bicicletta, la regina imparò ad aspettare fermandosi allo stop e il re usò le piste ciclabili solo per pedalare insieme ai suoi nipotini. Dopo alcuni mesi fu organizzata una grande festa, dove il Sindaco consegnò a ciascuno di loro la cittadinanza onoraria e la patente di guida. Il giovane innamorato approfittò del momento di gioia per chiedere ufficialmente la mano della principessa. Violalarga guardò i genitori sorridenti e acconsentì. I due ragazzi erano molto soddisfatti e da quel giorno tutti vissero per sempre corretti, prudenti, felici e sapienti!!! ALLEGRA E I SETTE TOPOLINI c’era una volta un’auto di nome allegra, che aveva il tetto nero come l’ebano, il cofano rosso come una rosa e le portiere bianche come la neve. La sua cattiva matrigna possedeva un elefante MaGIco a cui rivolgeva sempre la stessa domanda: “Elefante servo delle mie brame, chi è la più bella del PARCHEGGIO?” E sempre l’elefante rispondeva: “ Sei tu la più bella del parcheggio”. Ma l’automobile, temendo che un giorno Allegra diventasse più bella di lei, colorò l’automobilina del colore della pece e la costrinse a spazzare le strade. Allegra, però, era sempre più felice e lampeggiante che mai. Così, un giorno, l’elefante disse alla matrigna che era Allegra la più bella delle macchine. Arrabbiatissima l’auto incaricò un tir di ucciderla. Il tir non ne ebbe il coraggio. Suggerì all’auto di fuggire lontano. Allegra corse via spaventata e si rifugiò in un parcheggio buio. In lontananza scorse la luce di un garage. Decise di raggiungerlo e di entrare. Non c’era nessuno. I proprietari erano sette topolini: Dotto, Gongolo, Pisolo, Eolo, Brontolo, Mammolo e Cucciolo. Al loro ritorno furono meravigliati nel trovare un’estranea nel loro garage. Allegra si presentò e raccontò la sua triste storia. I topolini, commossi, la invitarono a rimanere a vivere con loro. La macchina accettò felice. Purtroppo la matrigna scoprì che Allegra era ancora viva. Grazie ad un filtro magico, si trasformò in un carrello sgangherato e avvelenò della benzina. Si recò al garage e, fingendo di essere una mendicante, offrì ad allegra la benzina stregata. Non appena l’auto l’ebbe bevuta, per incantesimo, cadde in un sonno profondo. Intanto i VeICoLI della strada erano corsi ad avvertire i sette topolini che, correndo verso il garage, videro il carrello sgangherato che si allontanava veloce. Mentre lo inseguivano, da dietro un angolo sbucò un grandissimo elefante che con la sua proboscide afferrò il carrello e lo lanciò in alto nel cielo dove un fulmine lo disintegrò. I topolini decisero di costruire un’urna d’oro e di vetro dove posero allegra. un giorno passò di là un bellissimo Freemont, che rimase incantato dalla bellezza dell’auto. L’auto si fermò e la baciò. quel bacio ruppe l’incantesimo e allegra si svegliò. La bellissima auto e il Freemont si sposarono e vissero per sempre felici e contenti. “ALLA LARGA… ALLA STRETTA, PINOCCHIO IN BICICLETTA” C’era una volta, in Toscana, nella città di Pienza, un papà con tanta pazienza. Geppetto si chiamava, e suo figlio Pinocchio adorava. Vivevano insieme nella loro falegnameria e si facevano molta compagnia. Un giorno, quando Geppetto ebbe finito di costruirgli una bella bicicletta, il bimbo impaziente voleva usarla in tutta fretta. Il papà gli spiegò che se voleva diventare un bravo ciclista, non doveva usare la strada come una pista. Doveva tenersi ben stretto al manubrio, col sederino ben attaccato al seggiolino e per essere ben educato, non doveva mai andare sui marciapiedi, tenere la destra della strada, indossare il casco e soprattutto aspettare e seguire lui, il suo babbo, che lo avrebbe aiutato e protetto. Così detto, prese il suo bambino, lo appoggiò sul seggiolino e tenendolo sotto le braccia lo aiutava una pedalata dietro l’altra. Quando le gambe gli si furono sgranchite, Pinocchio cominciò a pedalare da sé nel cortile della falegnameria: “Guarda come sono bravo, babbo!” urlava entusiasta Pinocchio. “Lo vedo, aspetta ti metto il casco!!” disse Geppetto. Invece Pinocchio non si fermò finchè, infilato il cancello, cominciò a correre per la strada e si dette a scappare. Il povero Geppetto cominciò a corrergli dietro senza poter- lo raggiungere, perché quel monello riusciva a sorpassare tutti a zig-zag, veloce come il vento. Per la velocità che teneva sul marciapiede fece piroettare una VECCHIETTA, che perse la sua borsetta. Più di un pedone dovette rifugiarsi in un portone, per evitare quel piccolo scapestrato. Che spavento per Geppetto ogni volta che il suo figliolo vedeva correre di qua e di là… e pensava - Aiuto prima o poi cadrà!“Pigliatelo, fermatelo, non ha il casco!!” urlava col respiro affannato. Ma la gente che era per la via, vedendo quel bambino che pedalava come Coppi e Bartali, si fermava incantata per nulla spaventata e rideva… ma nulla per fermarlo faceva! Alla fine e per buona fortuna arrivò un vigile urbano, il quale sentito tutto quel baccano, decise d’intervenire e prendere la situazione in mano. Per evitare che il piccolo potesse cadere e farsi male, si piantò coraggiosamente in mezzo alla strada, divaricando e chiudendo le gambe. Poi si mise a canticchiare la filastrocca che sin da bambino gli piaceva cantare e mimare: “ALLA LARGA, ALLA STRETTA, …PINOCCHIO IN BICICLETTA” Il bambino, quando vide da lontano quell’omone che gli sbarrava la strada sorridendo e saltellando, pensò che con lui poteva giocare e quel “sottopassaggio” superare. Così si mise a spingere sui pedali, convinto di poterlo sorpassare, ma fece fiasco perché il vigile lo riuscì a bloccare per il giubbetto... e lo riconsegnò a Geppetto. Tutti si congratularono con l’agente e applaudirono Pinocchio, ma cominciarono a criticare Geppetto, giudicandolo un padre imprudente per essersi fatto sfuggire dal cortile il suo figliolo. “Monello di un bambino, e pensare che ti avevo detto che mi dovevi aspettare” si giustificò il pover’uomo piangendo di gioia per lo scampato pericolo, ma anche per il dispiacere della MULTA che dovette pagare per tutti i danni che suo figlio era riuscito a causare. Tutto è bene quel che finisce bene. quello che accadde dopo è una storia da non potersi credere. Pinocchio non fu più un CICLISTA indisciplinato e dal padre venne perdonato. da quel giorno continua a consigliare e cantare ai suoi amici…: “alla larga, alla stretta.. andate pure in bicicletta, ma imparate prima le di educazione stradale, se un guaio a voi e ai vostri genitori non volete far passare” . reGOLe Pinocchio C’era una volta un bambino di nome Pinocchio; una volta era un bambino, oggi è un ragazzo che sta per diventare maggiorenne. Il tempo è passato anche per lui: certo che la sua nascita era stata proprio strana! Mastro Geppetto, il suo papà, non aveva creduto ai suoi occhi quando aveva sentito il pezzo di legno che lui stesso aveva modellato, parlare e muoversi come un bambino. Che gioia, poi, quando, grazie all’aiuto della fata Turchina, lui era diventato un bambino vero!!! Certo che, al suo babbo, Pinocchio non aveva dato solo gioie, ma anche qualche dolore. Non aveva voluto andare a scuola, aveva avuto cattive amicizie ed aveva trascinato papà addirittura dentro ad una balena. Ma ormai quello era passato e Pinocchio aveva imparato a comportarsi bene e soprattutto a non dire più bugie. Il compleanno di Pinocchio ormai si avvicinava e lui, come tutti i diciottenni, voleva la patente e soprattutto la macchina. I soldi, però, non erano tanti, anche perché quelli trovati nella pancia della balena erano ormai finiti, così papà Geppetto, per accontentare come al solito Pinocchio, decise di costruire da solo una macchina. Lui non era un meccanico, ma era molto abile, ci sarebbe riuscito. Così comprò tutti i pezzi, chiese aiuto al suo amico Mastro Ciliegia e iniziò a costruire una fiammante auto rossa. Ci vollero parecchie notti di lavoro: finalmente una mattina la macchina fu pronta. Arrivò anche la fata e naturalmente fu grazie al suo ‘BIDIBI BODIBI BU’ che il motore iniziò a rombare come fosse una Ferrari. Geppetto, mastro Ciliegia e la Fata chiamarono Pinocchio. - Eccola , è tua! – gli disse Geppetto con i lucciconi agli occhi. - evviva, che bella! Posso provarla? - disse Pinocchio che non resisteva più al rombo della macchina. - No, Pinocchio, lo sai- disse papà Geppetto- Per guidare ci vuole la patente. Prima studia, dai l’esame e, se sarai promosso, potrai guidarla. Così Pinocchio cominciò ad andare a scuola guida. una mattina, però, che papà era andato a fare la spesa, Pinocchio andò in garage e prese la MACCHINA rossa. - Non se ne accorgerà nessuno - disse - tornerò subito. e partì veloce…VRRUMMMM. Pinocchio non aveva esperienza, così non riuscì a guidare la macchina. Salì sul marciapiede, evitò un ciclista e un camion, non rispettò una precedenza, ma soprattutto non vide una rotonda, non riuscì a frenare… e ci finì sopra. La macchina si fermò. Un bambino gli disse: - Ma sai leggere i cartelli ? Non si va sulle rotonde! Pinocchio non rispose. Stava arrivando un poliziotto con i capelli dritti. Al vedere la scena rimase a bocca aperta. - Buongiorno, ma che cosa ha combinato? Mi dia la patente!- urlò! - Beh, l’ho lasciata a casa. - Ma scusi, lei ce l’ha la patente? - Sì, sì… - rispose Pinocchio. Improvvisamente il naso cominciò a crescere. Il poliziotto si stava spazientendo. - Ma è sicuro di averla? - Sì, sì certo - e il naso si allungò di un pochino. Allora il poliziotto lo guardò fisso. Intanto il naso di Pinocchio continuava a crescere. - Aiuto!!!- urlò Pinocchio. Tutto era inutile. Il naso cresceva, cresceva. - Basta, basta, basta! No, signor poliziotto, non ho la - patente!- urlò e il naso fhshhh si rimpicciolì. - scusi, non dirò più bugie!- e il naso tornò normale. Ma ormai il danno era fatto. Pinocchio fu riportato a casa e messo in punizione per un mese. Il poliziotto si accordò con Geppetto: per un mese avrebbe dovuto mandare quel figlio un po’ disubbidente nei giardini comunali a lavorare, a tenere in ordine e pulito il verde. Pinocchio scontò la pena, poi studiò e prese la patente. Evviva! Ora finalmente poteva guidare la sua macchina. Per un po’ si comportò bene, guidò con prudenza e rispettò i cartelli, ma una sera… Voleva andare al cinema con i suoi amici: prese la macchina e via!!! Era proprio in ritardo, tutti lo stavano aspettando, ma quando arrivò al cinema…. Non c’erano posti per parcheggiare a parte… a parte un parcheggio proprio vicino all’ingresso. Era un posto giallo riservato ai portatori di handicap, ai disabili. Pinocchio posteggiò la macchina. - EHI, non parcheggiare lì – gli disse Nicolò, un bambino che stava andando al cinema con il suo papàquello è il posto riservato per le nonne!!! Ma Pinocchio non lo ascoltò: in fondo era solo un moccioso e così corse al cinema, lasciando Nicolò arrabbiato. All’uscita dal cinema, Pinocchio non trovò più la macchina. - Dov’è la mia macchina?- si chiese preoccupato. Apparve allora la fata Turchina. - Caro Pinocchio, quando imparerai? La strada ha le sue regole e tu dovresti saperlo. Non si posteggia nei pArcheGGI riservati e poi… non si guida quando si ha bevuto… - Ma no, io non ho bevuto!!!- Il naso cominciò a crescere. - Ma è vero, lo giuro!!! ho bevuto solo un po’ di VIno e il naso cresceva, cresceva… La fata scoppiò a ridere. - Caro Pinocchio, quando imparerai? ti dovresti vergognare. Con la strada non si scherza. solo se rispetterai le regole potrai rivedere la tua bellissima auto. Gli diede un bacio sulla fronte e sparì lasciando Pinocchio con… un palmo di naso. LA BRUTTA AVVENTURA DI VIOLETTA In un piccolo paesino di montagna viveva una ragazza di nome Serena, che era una grande fan di Violetta. Le piaceva così tanto questo personaggio che tutti i giorni tralasciava i compiti per guardare il suo telefilm preferito. Da qui si spiega il motivo per cui tutti la chiamavano Violetta. Un giorno la sua mamma le disse: “Domani andrai tu a trovare il nonno in città. Mi raccomando, stai Devi osservare bene i segnali stradali, non attraversare la strada dove vuoi, ma sulle strisce pedonali”. Violetta chiese alla mamma: “Cosa sono le strisce pedonali?”. La mamma rispose: “Sono delle strisce bianche e nere che assomigliano alla zebra, su cui i pedoni devono camminare per attraversare la strada”. Continuò la mamma: “Qualche volta l’attraversamento è regolato dal semaforo… il semaforo è una colonnina con le luci rosse, gialle e verdi. Ricordati, quando c’è il rosso e il giallo devi pazientare, con il verde hai la precedenza. Stai attenta ai motociclisti, automobilisti e camionisti indisciplinati!”. Mentre la mamma le faceva tutte queste raccomandazioni, Violetta ascoltava la musica dal cellulare con l’auricolare e non badava alle parole della mamma, perché era convinta di arrivare dal nonno grazie al suo GPS. L’indomani, tornata da scuola, Violetta prese il cestino da portare al nonno e salì sul pullman. Giunta in città, Violetta scese dal pullman, ma ahimè il suo cellulare cadde a terra e quando si accorse che non funzionava si mise ad urlare: “Adesso come faccio!!”. Violetta disperata cercò di ricordare le raccomandazioni della mamma. Le venivano in mente delle parole confuse: “zebra”, “luci colorate”, “rosso”. Allora pensò che il nonno abitasse vicino allo zoo. Cercò di farsi coraggio, fece un lungo respiro e chiese ad un ciclista di passaggio dove fosse lo zoo, ma lui andava di fretta e non le rispose. Poi, purtroppo, incontrò uno scapestrato che le indicò la via sbagliata, le consigliò di andare avanti fino al parcheggio. Violetta seguì il consiglio e si incamminò, ad un certo punto il marciapiede finì e fu costretta a camminare sul bordo della strada per non essere investita dalle macchine. Distratta dai suoi pensieri andò a finire in una poZZanghera e si bagnò i PieDi. stanca e avvilita cercò un posto sicuro per sedersi. si avvicinò ad un albero, si sedette su una grossa radice e incominciò a mangiare le ciambelle del nonno. Violetta, intanto, rimpiangeva di non aver ascoltato i buoni consigli della mamma e si rese conto che la tecnologia non può sostituirsi all’uomo. Con gli occhi gonfi di lacrime perché la notte stava per arrivare si rannicchiò, nessuno si accorgeva di lei. Nel frattempo la mamma, non ricevendo nessuna chiamata, incominciò a preoccuparsi. Il cellulare di Violetta risultava irraggiungibile, allora telefonò al nonno, che le comunicò che Violetta non era ancora arrivata. Disperata chiese aiuto alle forze dell’ordine per cercarla. Tutti i vigili furono avvisati e incominciò la ricerca. Una pattuglia, che percorreva per caso quella strada, la vide e si fermò. Sorridendo una vigilessa si avvicinò e le chiese cosa facesse lì da sola e come si chiamasse. Violetta, tremante ma felice, spiegò tutto. I vigili dopo averla rassicurata e avvisato la centrale l’accompagnarono alla casa del nonno, dove nel frattempo arrivò anche la mamma. Violetta chiese scusa a tutti, ringraziò i vigili e ottenne il perdono della mamma, che abbracciandola pensò che quella brutta esperienza era servita alla figlia a farle capire che bisogna fare tesoro dei suggerimenti dei genitori. La commissione scrive : La semplicità e l’originalità con cui sono state scritte le storie hanno reso la lettura molto avvincente. Pensare a delle fiabe o favole riscritte diversamente da quelle che ognuno di noi ha sempre immaginato mi ha molto incuriosita. Alla fine, però, ha prevalso la genialità dei bambini. Mariella Francia – Vice Comandante Polizia Municipale di Reggio Emilia Partecipare alla scelta dei racconti non è stato così semplice come credevo, perché mi sono trovata nella difficile situazione di dover per forza scegliere tra tante storie originali, divertenti e soprattutto frutto di un ottimo lavoro da parte di ragazzi e insegnanti. Elisa Moscatelli – docente scuola primaria “Renzo Pezzani” Avere maggiore consapevolezza delle regole attraverso la fantasia. Ecco la sfida che anche quest’anno gli alunni delle scuole primarie del Comune di Reggio Emilia insieme agli studenti del liceo artistico Gaetano Chierici si sono dati. I personaggi delle favole, cari all’immaginario di tutti noi, sono stati compagni di strada e modelli del buon comportamento, per quanto riguarda la conoscenza delle regole, e del rispetto dovuto per la sicurezza di tutti. Una sfida felicemente riuscita, leggendo e guardando le illustrazioni e le favole rivisitate dai nostri ragazzi. Razionalità, rigore e fantasia ancora una volta sono stati coniugati per rafforzare la motivazione alla lettura ed al rispetto delle regole. Registi delle attività sono stati docenti motivati ed esperti perché tutti i ragazzi potessero dare il meglio di sé. A loro va il nostro più vivo ringraziamento insieme alla Polizia Municipale di Reggio Emilia che è stata promotrice per il secondo anno di questa iniziativa. Maria Grazia Diana – Preside dell’Istituto artistico statale Gaetano Chierici Manifesto grande soddisfazione per l'attiva partecipazione di tante classi a questo progetto, che aiuta bambini e adulti ad assumere atteggiamenti più responsabili e a riflettere in modo divertente su un tema, l'educazione stradale, sempre più significativo per misurare il senso civico di una comunità. Domenica Tassoni – Preside dell’Istituto Comprensivo “Leonardo Da Vinci” Mettere insieme l'enorme capacità infantile di apprendere e di immaginare con la trasmissione delle principali norme dell'educazione stradale è stato l'esercizio che anche quest'anno abbiamo voluto e potuto portare a termine. I bambini, stimolati ad elaborare alcuni dei racconti e delle fiabe a loro più noti e sollecitati a sconvolgerli pur di arrivare a ribadire i concetti fondanti di una corretta educazione alla sicurezza sulla strada, hanno realizzato dei piccoli ed unici capolavori, da cui si evince che la propria sicurezza è anche quella degli altri e che il bene proprio è esattamente quello comune. Vengono inoltre enfatizzati, attraverso i comportamenti dei più impensati personaggi, gli atti che esprimono lealtà, coraggio e rispetto degli altri oltre che di se stessi. E’ quanto ci attendevamo e quanto ci spinge per continuare a dar vita a questa bella iniziativa, per la realizzazione della quale, una volta in più, ringraziamo il Comando della Polizia Municipale di Reggio Emilia, l'Ufficio Scolastico Provinciale insieme a tutti i docenti per la loro collaborazione, i bambini che hanno partecipato ed i ragazzi del liceo "Chierici" che hanno illustrato brillantemente i racconti. Ad majora A tutti dobbiamo il successo del progetto ....... , dunque! Silvana Valcavi – Coordinatrice Educazione Fisica e Sportiva MIUR USP RE Finito di stampare nel mese di Maggio 2014 da Litoprint srl Reggio Emilia