Il mio portfolio
di Grazia Tasini *
Lo scorso anno scolastico ho partecipato ai lavori di una Commissione di Circolo che ha preso in considerazione la
possibilità di stilare un portfolio, documento che dovrebbe riportare il vissuto e le competenze raggiunte da ogni
bambino. Poiché l’argomento è comprensibilmente complesso ed entra nell’intimo di una personalità in crescita, in
quell’ambito noi insegnanti ci siamo preoccupate di avviare uno studio approfondito sull’argomento chiedendoci come
la scuola dovesse muoversi per assolvere compiutamente ed adeguatamente a questo compito.
L’ambiente scolastico ha lo scopo di creare le condizioni migliori per lo sviluppo della personalità: occorre un lungo
processo per garantirne lo sviluppo, che non può avvenire per settori stagni. Ogni insegnante deve essere in grado di
scoprire e di descrivere questo processo esprimendo una valutazione più complessa ed articolata sull’apprendimento.
Non un elenco di cose che il bambino sa fare, ma il processo che ha portato a certi risultati. In pratica occorre saper
raccontare le capacità dell’alunno. Quindi siamo giunte alla conclusione che per compilare il portfolio dobbiamo per
prima cosa saper ascoltare e guardare, poi comprendere e descrivere i percorsi compiuti, gli atteggiamenti e le risposte
di ciascun bambino nel contesto delle attività progettate e nella relazione con gli altri, con le cose, con l’ambiente.
Dobbiamo, quindi, promuovere “il farsi della sua persona” tenendo conto che il Portfolio è il primo “documentomemoria” che racconta la storia del bambino e che lo accompagnerà nella sua vita futura.
La nostra Commissione ha elaborato un documento composto da due elementi: le note sintetiche, riguardanti il percorso
del bambino alla Scuola dell’Infanzia, e il libretto personale.
Nelle note sintetiche abbiamo riportato le notizie generali sul bambino, la realtà familiare e la frequenza, nonché i
descrittori del percorso (aspetti relazionali e partecipazione alla vita scolastica), lo sviluppo delle attitudini di base
(fiducia, autonomia e spirito di iniziativa), lo sviluppo delle funzioni (bisogni primari, movimento, curiosità, interesse e
motivazione, comunicazione e linguaggio), le considerazioni finali (dinamica del percorso, le preferenze del bambino e
le attenzioni da parte delle insegnanti), e, da ultimo, ma non meno importanti le osservazioni e riflessioni della famiglia.
Il libretto personale invece è stato interamente elaborato dai bambini, con la collaborazione delle insegnanti, quando
necessitava riportarne i pensieri.
Da diversi anni, in ambito di continuità, preparavamo cartellette individuali con alcuni disegni, che i bambini portavano
con sé il primo giorno di scuola.
Quest’anno abbiamo preferito sperimentare l’elaborazione di questo libretto personale perché meglio raccontasse il
vissuto del bambino, i suoi desideri e le sue aspirazioni.
Tra i tre e i sei anni il bambino matura una graduale presa di coscienza del suo corpo, sviluppa progressivamente il
proprio senso di identità, cioè quello che pensa di essere o che vorrebbe essere. Con lo sviluppo della consapevolezza di
sé si conosce meglio, si caratterizza individualmente e si valorizza nel confronto con gli altri. Appropriandosi degli
schemi corporei e motori, opera comparazioni e individua uguaglianze e differenze.
Da queste riflessioni è scaturito, tra marzo e aprile, un percorso didattico attraverso il quale ogni bambino ha intuito le
proprie reali capacità di oggi, ha espresso i suoi interessi ed i suoi desideri futuri, ha confrontato i suoi atteggiamenti e
riconosciuto i suoi modelli di comportamento. In altre parole ha comunicato se stesso.
Avevamo predisposto un ambiente accogliente e confortevole che favorisse la comunicazione e il desiderio di
raccontarsi. E scelto un metodo di lavoro che tenesse conto dell’importanza del gioco e la necessità dei bambini di
esplorare e ricercare. Come per le altre esperienze ci siamo avvalsi della collaborazione del leprotto Rabbit, personaggio
fantastico del nostro “sfondo”, che ha inviato ai bambini un libretto giallo con le sue avventure, i suoi disegni, i suoi
amici, ecc.
I bambini hanno apprezzano molto il regalo e deciso immediatamente di realizzarne uno anche loro.
Rabbit aveva disegnato se stesso, scritto il suo nome e dichiarato di essere un maschio. I bambini, dopo essersi osservati
allo specchio, si sono confrontati e disegnati, individuando il proprio sesso.
Ciao, io sono un bambino e mi chiamo Luca
Ciao, io sono una bambina e mi chiamo Margherita
Rabbit aveva, anche, compilato la sua carta d’identità. E così i bambini, dopo l’analisi della carta di identità
dell’insegnante, hanno osservato attentamente il loro volto allo specchio, hanno scoperto il colore degli occhi e dei
cappelli, e la forma del loro viso.
La mia carta d’identità
La mia carta d’identità
Rabbit aveva dichiarato di misurare 70 cm di lunghezza e di pesare 7 Kg. Quanto sono alti i bambini? Quanto pesa
ognuno di loro? Misurare la propria altezza e il proprio peso è stata una gioia per i bambini, che hanno deciso di
realizzare un cartellone da mostrare ai genitori. Sono nati così liberi confronti e la scoperta di uguaglianze e differenze.
Molte e diverse sono le attività che Rabbit vorrebbe fare da grande. Questo ha offerto lo spunto ai bambini per
conversare e per raccontarsi. Ma soprattutto per osservare i cambiamenti avvenuti in loro nel tempo.
Prima ero piccolo… ma da grande voglio fare…
Prima ero piccola… ma da grande voglio fare…
Quando Rabbit ha dichiarato di avere un amico del cuore, i bambini hanno colto l’occasione per parlare del loro più
caro amico, per raccontarne i pregi e per disegnarlo.
Il mio più caro amico è…
La mia più cara amica è…
La scuola dei leprotti è situata in una radura nel bosco di Ballabio. A Rabbit piace molto andare a scuola da Occhi dolci,
la sua maestra, e giocare con i suoi compagni. Anche la scuola dell’Infanzia Pianeta Bimbi è immersa nel verde ed i
bambini ci vengono molto volentieri perché hanno tanti amici con cui giocare e perché si “fanno tanti giochi”.
I bambini si sono divertiti a disegnare noi maestre e il gioco che preferiscono.
Le mie maestre
A scuola mi piace fare…
Le mie maestre
A scuola mi piace fare…
I bambini hanno tanta voglia di raccontare, basta dare loro spazio e ascoltare. Sono emersi allora i loro sentimenti più
veri, le emozioni più forti, le paure e i desideri. E’ stato sufficiente trascrivere le loro sensazioni per scoprire quali sono
i ragionamenti che danno origine a certi atteggiamenti, a scuola o in famiglia.
Mi piace…
le mie emozioni
Mi piace…
le mie emozioni
Non poteva mancare alla fine di questo percorso l’accenno alla propria famiglia: tutti i bambini hanno raccontato
aneddoti e vissuti. Ci sono famiglie composte da tre persone ed altre molto più numerose, ma questo non ha creato
difficoltà nei bambini al momento di rappresentale graficamente.
La mia famiglia
La mia famiglia
Questa unità di apprendimento ha permesso ai bambini di esprimere emozioni, sentimenti, desideri. Essi si sono
raccontati con disegni, parole e fotografie. La realizzazione della loro storia li ha motivati ed ha suscitato grande
interesse. Hanno approfittato di ogni occasione per “sfogliare” il loro prodotto. Da tutte le conversazioni è emersa la
voglia di comunicare mentre le rappresentazioni grafiche ci hanno rivelato tanto anche senza parole.
* Nell’anno 2004/2005 ha insegnato presso la Scuola dell’Infanzia Pianeta Bimbi di Ballabio
Scarica

Il mio portfolio - Edizioni Junior