le interviste mancanti Indice Fiorenzuola, Le interviste mancanti Don Michele Francesco Antonella Paolo Giuseppe Sarmato, Le interviste mancanti Rita Sara Andrea Clelia LE STE I V R E T IN po’ affaticate… Perché comunque 5 ore di scuola al mattino più quasi tutti i giorni altrettante 5 di studio al pomeriggio. Quindi ci rimaneva solo la sera. Durante la settimana guardavamo molto la televisione. C’era solo quello, quindi guardavamo i film durante la settimana, mentre venerdì, sabato e domenica facevamo qualche piccola uscita. Ballare non mi piaceva ma andavamo nei pub. A Piacenza ci muovevamo in bicicletta e andavamo dappertutto, cercavamo locali dove c’era la musica e si beveva tranquillamente qualcosa senza esagerare. Si andava molto al cinema: costava molto meno rispetto adesso, solo 5000 lire! Don Michele Le interviste mancanti MUSICA Amavo proprio tutta la musica. Erano gli anni del pop, dei Take That, dei Backstreet Boys e di Madonna. Ascoltavo anche la musica rock e quella classica. Ci sono delle musiche che quando le riascolto per radio mi fanno venire in mente quel periodo, tant’è che al mattino quando mi sveglio ascolto una radio che fa musica degli anni ’80/’90 e ogni tanto mette proprio delle musiche di quegli anni e io mi ricordo come le sentivo quando le sentivo… Ogni tanto ce n’è qualcuna che mi ricorda anche non solo di amicizia, ma anche di qualche amore di quell’età lì. Non sceglievo la musica in base ai sentimenti, ma era la musica che sceglieva me e che in qualche modo mi raggiungeva in quel momento in particolare della scuola o dell’estate. I sentimenti, poi, c’era tutto un altro spazio per viverli. Sicuramente però la musica classica rilassa moltissimo, quindi se la sento mi fa stare bene e i miei sentimenti, insomma, stanno meglio. Don Michele ha 30 anni ed è cresciuto a Piacenza in una casa grande, dove abitava con i genitori, il fratello, gli zii e la nonna. Da cinque anni opera nella parrocchia di Fiorenzuola. Ha frequentato il liceo classico a Piacenza e proprio nell’anno della maturità ha scoperto la vocazione di consacrarsi. In questo momento la sua missione è di occuparsi del cammino formativo e spirituale dei giovani over18. AMICIZIA L’amicizia è sempre stata molto importante. Le più belle amicizie le avevo a scuola e quindi cercavo di non fare pesare i compiti in classe o certe piccole tensioni che c’erano tra di noi. Avevo amici anche in parrocchia: erano pochi, perché era una realtà molto piccola… Pochi ma buoni però! Ho fatto una scuola un po’ difficile, il liceo classico, ci hanno fatto studiare molto, i professori erano molto severi e quindi dovevamo un po’ allearci noi come amici, per affrontare queste sfide. Quando c’erano dei momenti di svago ci si rilassava molto stando insieme, facendo cose semplici, per tirare il fiato dalle nostre giornate un PASSIONI & SOGNI Una passione che condividevo con i miei amici era andare a teatro. Per cui andavamo proprio al teatro municipale, forse eravamo un po’ giovani di nicchia, non eravamo la maggioranza… Andavamo ad ascoltare commedie e anche 2 FIORENZUOLA tragedie. Durante le medie tiravo di scherma e l’ho portato avanti per 6 anni, poi a metà delle superiori ho dovuto smettere. Quando avevo 15 anni i miei sogni erano di stare bene con i miei amici, con la mia famiglia e di fare il dottore, soprattutto per aiutare gli altri e magari lavorare in quelle zone del mondo dove a causa della povertà ci sono persone che soffrono. Il desiderio di diventare prete è nato l’ultimo anno delle superiori, avevo già compiuto 19 anni e sentivo che stava per finire un ciclo e che quel sogno che mi ero portato avanti per tutti quegli anni non riusciva a riempire totalmente il mio desiderio di pienezza, di verità, di pace, di amore. o Francesc Francesco ha 45 anni ed è il responsabile della biblioteca comunale di Fiorenzuola. È laureato in filosofia ed è sposato e ha due figli. Da giovane sognava di lasciare Fiorenzuola e di trasferirsi in una grande città: oggi organizza moltissime iniziative che valorizzano il territorio fiorenzuolano. GIOVANI E ADULTI Il rapporto con i miei genitori è sempre stato molto buono: è andato sempre più migliorando, negli anni dell’adolescenza stavamo benissimo insieme: mi hanno aiutato ad attraversare qualche crisi di umore, qualche insuccesso scolastico,qualche piccolo dispiacere… Mi hanno aiutato molto. AMORE L’amore per me era qualcosa di difficile da trovare, per vari motivi: da giovane ero timido, poi probabilmente avendo amici fuori Fiorenzuola, diventava complicato sviluppare rapporti di tipo amoroso. È vero che chiedere non costa niente, ma allora mi costava tantissimo. Ora sento ragazze che erano interessate a me ma all’epoca non me ne ero nemmeno accorto! Ci sono stati diversi innamoramenti quando ero ragazzo, ma l’unico grande amore è mia moglie! Quando eravamo fidanzati lei era abbastanza più giovane di me e d’estate lavorava in campagna, quindi ci vedevamo poco. Andavamo a fare dei giri qui intorno. I posti più interessanti sono stati solo dopo l’università. AMICIZIA È una cosa fondamentale, forse si potrebbe vivere senza amore ma non senza amicizia. Forse è una falsa distinzione: anche l’amicizia è una forma d’amore. Con gli amici ero contento, ero me stesso. Ognuno di noi deve indossare maschere nella vita, con gli amici è una situazione diversa, non hai bisogno di mettere divise. Con l’amico del cuore ci sedevamo nel parco Ducale di Parma e facevamo grandissime discussioni di filosofia e musica, 3 eravamo due appassionati. E poi partite a Risiko, partite a carte. Addirittura all’università pensavano che Mazzetta fosse il mio sopranome perché avevo sempre con me un mazzo di carte! Antonella ha 18 anni e vive a Fiorenzuola dove è nata, con i genitori e la sorella. Ama gli animali, specialmente i cani. È una ragazza sportiva e frequenta con costanza una palestra della città. Ha appena preso la patente e lavora come cameriera in una pizzeria di Fiorenzuola. MUSICA Quando ero ragazzo ascoltavo la musica che mi piace ancora adesso. Faccio prima a dirti i generi che non mi piacciono: non mi piace il liscio, la musica leggera italiana e il rap. Mentre mi piace, ieri come oggi, il jazz, la musica classica, il rock, la musica etnica, il country e la musica elettronica. I miei musicisti preferiti? De Andrè, Red Hot Chili Peppers e Beethoven! AMORE Io l’amore vero non l’ho ancora conosciuto ma penso sia un sentimento molto importante nella vita, per tutte le persone, senza cui nessuno vive. Il mio primo amore l’ho conosciuto quando ero in seconda liceo e lui aveva un anno in meno di me. È durata poco però è stata proprio molto sentita, un bel rapporto… Beh, poi finito, ho sofferto molto. Però adesso crescendo ho capito che non era… Non sarebbe andata avanti comunque. PASSIONI E SOGNI Le mie passioni sono sempre state la musica, la lettura e il cinema. Ho fatto le magistrali e poi ho fatto l’ultimo anno integrativo per accedere all’università. Da giovane sognavo di fare il maestro. A 15 anni Fiorenzuola mi stava stretta, non c’erano molte occasioni… Ma è solo uscendo che si ha poi voglia di ritornare. AMICIZIA È l’appoggio che puoi trovare nelle persone di cui ti fidi e a cui vuoi bene. Io divido gli amici in due categorie: gli amici di cui ti puoi fidare e gli amici con cui puoi uscire. E per me quelli di cui ti puoi fidare sono veramente pochi, mentre con gli altri bene o male, si riesce a stare insieme. Ho un’amica del cuore e ci conosciamo dai tempi delle elementari. Abbiamo frequentato le elementari insieme, le medie insieme e poi un anno di superiori. E comunque il rapporto è ancora stretto anche adesso. Durante l’inverno con gli amici ci troviamo all’Arcobus, che è un luogo di ritrovo per noi ragazzi, altrimenti qui a Fiorenzuola i posti sono davvero pochi: o si sta in casa o si sta davanti al computer e gli amici li senti solo attraverso il computer. Con gli amici parlo, mi confronto. Va beh, andiamo a ballare insieme, ci divertiamo insieme… E ci sosteniamo a vicenda, cerchiamo di risolvere i problemi che si possono avere… GIOVANI E ADULTI Il rapporto con la mia famiglia è stato complicato. Però, tutto sommato, mi hanno sostenuto sempre in quello che avrei voluto fare, e il loro apporto è sempre stato fondamentale. Anche se l’ho capito un po’ dopo. Antonella MUSICA Amo la musica italiana, l’hip hop e la musica commerciale. 4 FIORENZUOLA Io abbino la musica con i sentimenti che vivo. Laura Pausini l’ascolto quando sono proprio giù di morale… Io associo molto il ritmo allo stato d’animo, quindi se sono molto felice, metto una musica molto ritmata! Paolo ha 27 anni ed è nato e cresciuto a Fiorenzuola. Vive con i genitori e lavora come educatore nel nuovo oratorio parrocchiale della città. Tra pochissimo potrà vedere realizzato uno dei suoi sogni, quello di sposare la sua compagna. piuttosto che di un’altra. Magari mi fissavo su una canzone che mi ricordava quella ragazza lì e continuavo ad ascoltarla, e via che si piangeva! Io suonavo anche in un gruppo, ci chiamavamo Basligo: adesso il gruppo è morto e sepolto. PASSIONI & SOGNI Amo molto cantare e ballare. Per il mio futuro non lo so… Sogno di essere serena a felice, ma so che è difficile realizzarlo. AMORE L’amore per me è la realizzazione di un sogno e credo che per me sia una componente fondamentale della mia vita. Fin da giovanissimo ho sempre sperato e quindi sognato di trovare una persona con la quale potere costruire insieme qualcosa di bello e di duraturo. Non mi è mai interessato dire, devo trovare la morosa e basta, solo per avercela. Il vero amore con la V e la A maiuscole credo che sia sicuramente quello per la mia morosa. PASSIONI & SOGNI Stare insieme agli amici e suonare la chitarra erano le due mie grandi passioni. Il mio sogno era quello di potermi creare una famiglia: ora ci sto provando! GIOVANI E ADULTI Con i miei, a volte il rapporto è conflittuale, altre invece di sostegno, di appoggio. Conflittuale soprattutto per quanto riguardo la scuola. Quando la frequentavo avevamo molti conflitti, adesso che non la frequento più si sono placati. Comunque ci sono per altre cose futili… Tipo se magari non aiuto mia mamma a fare lavori in casa, le solite cose! AMICIZIA C’è un detto famosissimo che dice: “gli amici veri si contano sulle dita di una mano”, e io aggiungo che a volte rimane anche dello spazio su una mano nel senso che gli amici veri veri sono molto pochi. Quindi questa è la cosa, non semplicemente un’amicizia per dire, ci vediamo per bere uno Spritz punto e basta, cioè ci vediamo e magari ci beviamo l’aperitivo, ma troviamo anche un momento per confrontarci su quello che ci succede intorno. Capire, ragionare, avere dei rapporti proprio di senso con la S maiuscola. Comunque io e gli amici della mia compagnia non siamo mai stati dei grandi discotecari. Amavamo quei pub o comunque quei posti dove si faceva musica dal vivo. A 16 anni uscivamo presto e magari alle 20.30 si era già al Tre Mori a bere un caffè e poi da lì si partiva. Voi non vi ricordate ma prima stava anche aperto alla sera; cosa che adesso non succede più. Paolo MUSICA A 16 anni si ascoltava la musica del momento, quella cioè che girava Era la fase della musica legata alle varie cotte, ai vari innamoramenti che si prendevano nei confronti di una ragazzina 5 penso alle ragazze che corteggiavo quando avevo 15 anni, ora sono sposate con altri miei amici! AMICIZIA Amicizia voleva dire aiutarsi quando qualcuno aveva bisogno… Questo l’ho imparato soprattutto a 19 anni quando ho fatto 15 mesi di militare. Ai miei tempi c’era poco, niente cinema o televisione… Alla domenica mettevamo su un disco a casa di qualcuno e si facevano quattro salti, si ballava. GIOVANI E ADULTI Allora c’erano più scontri, c’erano più discussioni e quindi non era così automatico riuscire a parlare, a ragionare in maniera positiva su quello che si pensava. Era un po’ un’età dove io la vedevo in un modo, loro in un altro, senza capire che alla fine dei conti io la vedevo esattamente come loro… Magari lo facevo soltanto per sfida, facevo apposta a pensarla in maniera diversa. Invece con gli anni devo dire che questo rapporto è migliorato, ed è più che migliorato, è evoluto, è cresciuto. MUSICA La musica la si ascoltava sempre in compagnia, noi a casa avevamo solo la radio. Mi ricordo che a 15 anni ci ritrovavamo nelle cantine di amici e c’era chi aveva un po’ più soldi e aveva il giradischi. Noi tutti insieme mettevamo insieme i soldi per comprare un disco nuovo, per poterlo sentire e ballare PASSIONI & SOGNI Il mio sogno era quello di potere fare ciò che facevano i miei amici. A 13 anni ho smesso la scuola e sono andato a lavorare, così con gli amici potevo stare solo la domenica. Sognavo quello che sognano tutti i ragazzi, anche adesso, di divertirmi. In quel periodo se riuscivi ad avere in tasca 10 lire per comprarti il ghiacciolo era già una fortuna. Giuseppe Giuseppe ha 60 anni, è nato a Basilica Duce e lì è cresciuto con i genitori e i tre fratelli. Sposato da 32 anni, ora che è in pensione dedica parte del suo tempo al volontariato e si diverte a cucinare per tutta la famiglia. GIOVANI E ADULTI Con la mia famiglia ho sempre avuto un buon rapporto, ma preferivo passare il tempo con i miei amici. Infatti in casa ci stavo il meno possibile. Però abitando in campagna e avendo gli amici lontani, trascorrevo tanto tempo con i miei 3 fratelli: siamo stati davvero felici tutti e quattro insieme… AMORE Allora non era come adesso, stiamo parlando degli anni ’70! Con le ragazze ti accontentavi di stare seduto sui gradini davanti alla chiesa, senza fare grandi cose… Il mio primo vero amore è quello che poi mi sono sposato, mia moglie! E poi, se 6 FIORENZUOLA LE TE S I V R E INT il computer, soprattutto per comunicare con gli amici attraverso Facebook e Messenger. Le piacciono i videogiochi, ma li usa molto poco. La musica le piace abbastanza, ascolta un po’ di tutto e non segue nessuna moda. Di pomeriggio esce abbastanza spesso, con gli amici dell’oratorio; non le capita spesso di frequentare ragazzi cresciuti in luoghi diversi dai suoi. Non frequenta lo Spazio Giovani, ma va spesso all’oratorio, dove fa anche volontariato. Le piace spostarsi da Sarmato e va spesso a Piacenza. D’inverno la sera sta in casa, mentre d’estate esce. Il sabato sera va al cinema o esce a cena, le piace molto il ristorante giapponese. Rita Le interviste mancanti A Sarmato secondo Sara non ci sono problemi legati alla violenza tra giovani, c’è solo qualche atto di vandalismo tipo le scritte sui muri. Non crede ci siano problemi legati alle droghe, mentre osserva una diffusione notevole del consumo di alcol: “molta gente è ubriaca già alle 9 di sera!”. La Signora Rita è nata a Piacenza ma ha sempre vissuto a Sarmato. Oggi aiuta sua figlia al bar, ma in passato faceva l’impiegata in assicurazione. Da giovane le piaceva andare al fiume e a ballare, mentre non faceva sport perché era pigra. È andata a lavorare molto presto quindi aveva poco tempo libero, e anche la sera di solito non aveva il permesso di uscire. Quando usciva incontrava gli amici al bar dell’Acli di Sarmato, dove c’era il juke-box, e poi in compagnia andava in treno a ballare a Castello. Pensando ai giovani di cinquanta anni fa dice che probabilmente uscivano molto di più, soprattutto perché non c’erano i computer. Non sa dire se oggi si stia meglio o peggio: “probabilmente non si può fare un confronto diretto tra le due realtà; noi stiamo bene perché siamo nati così e pensiamo che esista solo questo, loro stavano bene perché avevano solo quello!”. Sara Sara ha 18 anni ed è nata a Sarmato. Nella vita studia e finisce la scuola all’una e mezza. Nel tempo libero esce con gli amici e va a karate, la sua più grande passione insieme al cinema. Usa spesso 8 SARMATO Andrea Andrea ha 14 anni, è nato a Piacenza ma ha sempre vissuto a Sarmato.Va a scuola e finisce di pomeriggio. Nel tempo libero esce con gli amici o gioca a calcio, usa spesso il computer e quando era più piccolo gli piacevano i videogiochi. Gli piace molto la musica, in particolare la house e la tekno, e ci dice di seguire la moda dei truzzi, cioè di quelli che portano i capelli con la frangia giù e le punte di gatto, i pantaloni bassi con la maglietta dentro e le scarpe con la linguetta fuori. Esce spesso di pomeriggio e frequenta lo Spazio Giovani. Con gli amici si trova anche in piazza o va direttamente a chiamarli. Ogni tanto si sposta da Sarmato e con gli amici va a Piacenza, San Nicolò, Castello, Borgonovo... Esce anche di sera e al sabato va a mangiare la pizza e magari a farsi un giro, ogni tanto va anche in discoteca. Pensando a chi era giovane cinquanta anni fa pensa che allora il tempo libero lo si trascorresse lavorando! mentre lei andava a fare la spesa: al negozio si pagava una volta o due al mese, di solito. All’incirca a 14 anni, anche lei ha cominciato a lavorare, come baby sitter a Milano. Trascorreva il suo tempo libero con le amiche, coltivava la passione per la lettura, andava al bar e passeggiava. Le piaceva molto la musica, soprattutto quella leggera. Nel pomeriggio si riposava e stava in compagnia degli amici; i giovani si trovavano all’oratorio, in parrocchia, dove c’erano tre o quattro curati e c’erano le monache: insegnavano alle ragazze a ricamare e cucire, si prendevano cura di loro durante il pomeriggio. I maschi, invece, erano separati dalle femmine, e stavano con il curato. Di sera si usciva solo una volta alla settimana, al sabato o alla domenica, e si usciva alle 7, massimo alle 8: le più grandi uscivano da sole, mentre le altre si prendevano cura delle più piccole; così, insieme, si andava a prendere un gelato, si andava al cinema, oppure, quando era il periodo, si andava alla festa del paese. Alle 11 al massimo, però, bisognava essere a casa. Non ci si spostava spesso dal paese, se non dalla campagna al bar. Clelia Clelia ha 68 anni ed è nata a Castell’Arquato. A 22 anni si è trasferita a Sarmato, dove si è trovata bene e non ha avuto problemi ad ambientarsi perché conosceva già un po’ il posto, ma ha comunque avvertito il passaggio dalla campagna alla città. Oggi è una casalinga e a 16 anni faceva la domestica: non ne andava matta, ma preferiva questo alla campagna! Prima si iniziava a lavorare a 14 anni, quindi nella sua famiglia numerosa i fratelli più grandi si rendevano utili in campagna, le sorelle più grandi facevano le mondine e guadagnavano un po’ di soldi, problemi, perché non doveva stare nei campi a lavorare, perciò aveva più tempo. Prima si stava più volentieri in compagnia, ora sembra che i giovani tendano ad estraniarsi dagli altri, ad essere più distaccati. Secondo Clelia la cosa che è cambiata di più, in peggio, è l’altruismo: adesso l’individuo è concentrato sempre su sé stesso, sui suoi interessi, sul lavoro e sugli impegni, e quasi mai sugli altri, prima invece non c’era tutta questa frenesia, e ci si voleva più bene. La tecnologia, invece, è un tasto dolente! Clelia ha tutto ciò che le serve, ma di tecnologia proprio non se ne intende…“Al giorno d’oggi ci sono più possibilità, più modi di divertirsi, ma ragazzi e bambini non li sfruttano. Si annoiano subito, non hanno più tanta fantasia e non riescono più ad appassionarsi, mentre noi venivamo chiamati più volte dai nostri genitori, ma non volevamo mai tornare a casa. Quando eravamo piccoli noi non c’era quasi niente, e quindi dovevamo inventarci noi i giochi!” Non c’erano problemi legati all’uso delle droghe, mentre capitava alla domenica che a volte i ragazzi più “scalmanati” si ubriacassero. Non c’erano problemi legati alla violenza tra giovani, perché a quei tempi c’era più fraternità; capitava che ci fossero dei ragazzi isolati, perché avevano alle spalle delle famiglie disagiate, ma non c’era molta violenza. Lei che abitava in campagna, per esempio, cercava sempre di stare vicina ai ragazzi delle famiglie con più 52 9 10 SARMATO Con nostro grande dispiacere, non tutte le interviste realizzate durante questo lungo anno di lavoro, hanno trovato posto nella pubblicazione P2P. Con questo “allegato” vogliamo dunque inserire tutte le narrazioni raccolte, anche quelle escluse in un primo momento per problemi di spazio. Approfittiamo di questa opportunità per ringraziare infinitamente tutte le persone che hanno reso possibile la realizzazione di questo percorso. Un grazie particolarmente sentito va a tutti gli intervistati e le intervistate che, con la loro attenzione e disponibilità, ci hanno permesso di cominciare a seminare storie. Per crescere insieme. L’equipe di P2P 11 Il progetto P2P è un’iniziativa promossa da Governo Italiano Ministero della Gioventù e UPI - Unione Province d’Italia nell’ambito dell’Azione Province Giovani 2009