Michelin mobilitàzione sostenibile 5 è il nuovissimo percorso educativo gratuito che Michelin
Italiana mette come ogni anno a disposizione
delle scuole di ogni ordine e grado: un sistema
completo di risorse per parlare con gli studenti in
modo originale e innovativo di sicurezza sulle
strade, di soluzioni per “muoversi meglio” e di prospettive del traffico veicolare.
Quest’anno, vengono proposte attività sulle più attuali tematiche relative alla mobilità quotidiana, come
le prospettive di successo degli interventi per rendere
più sicura e meno onerosa per la società e per l’ambiente la mobilità sulle strade delle nostre città, il ruolo
delle tecnologie informatiche applicate alla circolazione urbana, le effettive possibilità di ridurre il peso
del traffico veicolare sulle emissioni di gas serra.
PINO PACE
Hantea
la città fiore
Illustrazioni di Agostino Cera
Centro Coordinamento
mobilitàzione sostenibile - La Fabbrica
via Lanino 5 - 20144 Milano - Fax 02.48541.207
Numero verde 800.049229 - [email protected]
www.scuola.net/michelin
PINO PACE
Hantea
la città fiore
Illustrazioni di Agostino Cera
Care bambine e bambini,
benvenuti nella nostra fantastica storia!
Lo scrittore Pino Pace ha immaginato una città che speriamo sia molto diversa
da quella in cui vivete. Ma se, per caso, appena cominciate a leggere, le sue
descrizioni vi ricordano qualche grande metropoli alle prese con problemi del
traffico come troppa fretta, smog, rumori sgradevoli… Non vi perdete
d’animo! Concludete la lettura per scoprire come il futuro possa essere più luminoso per tutti, per voi e per i protagonisti del racconto!
Voi che vivete nella realtà potete anche sicuramente contare sull’impegno che
Michelin mette, da più di cento anni, “per muoversi meglio”, in modo sicuro
e sostenibile.
È quanto noi di Michelin facciamo con i nostri prodotti, gli pneumatici, e con
le collaborazioni che stabiliamo con tutti quelli interessati alla mobilità, che
siano aziende, politici o semplici cittadini, proprio come voi.
Anzi, vi sveliamo un segreto: proprio voi siete i nostri alleati più importanti.
Ora pensate a “studiare”, così domani sarete i protagonisti della ricerca per
una mobilità sempre più comoda, sicura e sostenibile!
Buona lettura…
Hantea, la città fiore
H
antea è una grande città distesa su una pianura e avvolta da colline verdi dai profili morbidi. Hantea è una metropoli moderna
con grattacieli altissimi d’acciaio e di vetro, grandi zone industriali
disseminate di capannoni e ciminiere, e poi uffici, scuole, università e
quartieri residenziali. Ci sono condomini a decine di piani, case per una
sola famiglia con giardino, antichi palazzi di marmo e vecchi quartieri
con case di mattoni. Che siano vecchie, nuove, alte o basse, le case di
Hantea sono tutte dello stesso colore, grigie, anche se le sfumature sono
diverse: dal grigio fumo al grigio piombo.
Un grande sistema di strade collega le zone industriali agli uffici, le case
ai centri commerciali con larghi raccordi autostradali, lunghi viali alberati,
strade comunali e di quartiere. Ad Hantea tutti hanno delle automobili
molto belle, grandi, affusolate e scintillanti. Ad Hantea le auto fanno
molto fumo e rumore ed è considerato poco educato non partire sgommando e non arrivare inchiodando, e quelli più raffinati ci tengono a lasciare una lunga striscia nera sul selciato di fronte alla casa degli
amici. Ad Hantea andare a piedi è pericoloso e vietato quasi dappertutto. La metropoli è immensa e tutti hanno fretta di andare da qua a
là: al lavoro o a scuola, a trovare i nonni o la zia, a comprare un paio di
scarpe o l’insalata. Nelle ore di punta, negli incroci e sulle arterie principali il traffico si blocca spesso, Hantea però non si ferma mai...
Ma in quella città grigia di polvere e fuliggine c’è qualcosa che non si
trova da nessun’altra parte. Una pianta molto rara: l’Anthea poderosa,
che non cresce in nessun altro posto nel mondo ma solo sulle colline di
Hantea. Eh già, fiore e città si differenziano solo per la posizione dell’h.
Il fiore ha dato il nome alla città... o forse è la città che ha dato il nome
Che brutto insieme
di comportamenti
da non imitare!
Intanto sono poco sicuri
e poco rispettosi
sia degli altri utenti
della strada
sia dell’ambiente.
Poi sono poco attenti
alle “tasche”.
La striscia nera
è la gomma
del battistrada
dello pneumatico
rimasta sull’asfalto…
Attenzione: lo pneumatico
usurato è pericoloso!
Io, per esempio,
negli pneumatici Michelin
segnalo gli “indicatori
di usura”:
sono piccole barrette
in rilievo situate sul fondo
degli intagli.
Quando la superficie
di gomma del battistrada
raggiunge il livello
di queste barrette,
l’altezza del battistrada
ha raggiunto il limite
legale di 1,6 mm!
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Sembra facile…
Nella realtà è stato
comodo utilizzare
per i trasporti tutti i tipi
di carburanti derivati
dal petrolio, come
la benzina. Il petrolio
è ricco di energia,
si estrae con facilità
e, fino a poco tempo fa,
costava poco perché
ce ne era tanto ed era
semplice trasportarlo
dai Paesi produttori
fino a noi! È il motivo
per cui si è affermato
su tutte le altre fonti
energetiche. Ma oggi
dobbiamo fare i conti
sia sul suo crescente
costo sia sul fatto
che le sue emissioni
sono dannose
per il pianeta.
Mentre si cercano
alternative, è importante
intanto ridurre
le emissioni consumando
meno carburante
possibile:
sul sito www.michelin.it
puoi scoprire
con i tuoi genitori
tanti modi per farlo,
seguendo semplici
consigli di guida…
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al fiore, nessuno veramente lo sa, è passato così tanto tempo. Insomma, c’è chi pensa una cosa e chi l’altra ma ormai nessuno se lo ricorda più... e poi ad Hantea hanno altro da fare che stare a pensare al
tempo che fu, l’unica cosa sicura è che l’anthea con l’h in mezzo, il
fiore, cresce solo lì.
Una mattina d’autunno, dietro alla grande vetrata del soggiorno di casa
sua, c’è un bambino, Alessio. Di fronte a lui, appoggiato sul tavolo, ha
un grande foglio di carta spessa; delle matite in tutti i toni di grigio
sono sparse su tutto il tavolo. Sta disegnando il profilo della città là in
pianura, come la vede dall’ampia finestra della casa in collina, ed è
molto bravo. Traccia a piccole linee i grattacieli che il primo sole fa intravedere attraverso lo smog, le finestre e i tetti delle case del centro,
le auto in fila sulle strade sopraelevate.
Alessio è figlio di Beatrice e di Oscar, un famoso botanico. Beatrice e
Oscar si sono conosciuti ai tempi dell’Università. Beatrice insegna scienze
a scuola e Oscar è l’inventore del carburante Benzaplus, quello che –
come dice la pubblicità – i motori li fa cantare. Basta prendere un
litro d’acqua e aggiungere una goccia di un distillato dei fiori di Anthea poderosa e si ottiene la Benzaplus. I motori che vanno a Benzaplus
fanno tanto fumo e molto rumore, ma per i cittadini di Hantea fumo e
rumore vogliono dire la comodità di spostarsi dove e quando vogliono.
Ad Alessio piace la sua città, gli piacciono le luci e i toni di grigio, i quartieri antichi e quelli moderni, le vie commerciali e i giardini. Pensa a tutti
i posti che ancora non ha visto e a quando avrà finalmente un’auto
ruggente tutta sua per andare a visitarli. Peccato per quella eterna nebbiolina di fumo che aleggia sopra i tetti, perfino in estate, e quel mormorio continuo che si sente anche attraverso i doppi vetri.
Ma in fondo è sempre stato così, da quando Alessio se lo ricorda.
Suo padre Oscar è il Primo Botanico di Hantea, un incarico molto prestigioso. Ad Hantea il sindaco si chiama Primo Cittadino, il capo della
polizia Primo Agente e c’è un “primo” per ogni carica importante. Insieme ai suoi collaboratori, sotto ai vetri lucidi di grandi serre sulle colline, il Primo Botanico Oscar fa crescere e accudisce tante preziose
piantine di Anthea poderosa.
L’eco della città rumorosa e frenetica si arresta solo di fronte a quei vetri,
dove si compie il miracolo: dalla terra scura e grassa esce un timido germoglio, e dopo un po’ nell’aria umida si aprono le prime foglioline colore
verde smeraldo. Dopo qualche giorno la piantina sarà alta, forte e rigogliosa, e di piantine ce ne sono a migliaia, tutte in fila come soldatini.
Decine di migliaia di file.
Papà Oscar è molto geloso del suo lavoro, anche se le serre e i laboratori
sono proprio dietro casa Alessio non ha il permesso di entrare. Però
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Alessio è alto e quindi
si mette la cintura
come i grandi. E tu?
Sai che fino a 12 anni
e 1 metro e 50 di altezza
è necessario assicurarsi
con i sistemi
di trattenuta e il rialzo
del seggiolino?
Chiedi ai tuoi genitori,
o fate una ricerca
insieme su Internet:
quali sono i vantaggi
di cintura e seggiolino?
E, al contrario,
quali rischi si corrono
a non assicurarsi
correttamente?
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una domenica mattina, giocando nel giardino, Alessio ha scoperto un
buco nella siepe, poi una porticina laterale lasciata aperta... Alessio ha
deciso di dare un’occhiata, sapeva che di domenica c’era poco personale. Nella serra ha visto le piantine verdissime, tutte in fila sulla terra
scura, poi è entrato nella lunga e bassa costruzione grigia dove ci sono
gli uffici, le sale riunioni e i laboratori chimici dove le piante vengono
lavorate per estrarre dai fiori il succo. Alessio ricorda delle stanze dalle
pareti bianche, con serpentine di vetro ricurvo che s’arrampicano fino
al soffitto. Suo padre e sua madre non l’hanno mai saputo.
Lunedì
“Alessio, sei pronto?” dice sua mamma Beatrice. È ora di andare a
scuola.
“Arrivo!” Alessio afferra lo zaino, esce di corsa, sale in macchina e si
mette la cintura. L’auto di Beatrice parte ruggendo e alzando una
nuvola di fumo nero. Beatrice storce un po’ il naso, come le succede
ogni volta che deve prendere l’auto: non ama lo smog e il rombo del
motore. Beatrice fa tutto il necessario per tenere in ordine la sua vetturetta, una delle più piccole di Hantea. La lava ogni volta che torna
a casa per togliere la fuliggine raccolta in città, controlla
la pressione delle gomme e le cambia nella stagione
fredda, fa controllare il motore… Ma, come dicono i
meccanici di Hantea: “Se non fa rumore è rotta, se non
fa fumo non funziona...” e i meccanici di Hantea dicono di essere i migliori al mondo!
“Oggi è il primo giorno... Hai paura?” domanda la
mamma scherzando, infatti sorride.
“Figurati...” sbuffa Alessio, anche lui sorride.
È il primo giorno di scuola ma Alessio ormai è abbastanza grande da averne già visti parecchi. Guarda
fuori dal finestrino. Nell’auto vicino c’è un altro bambino,
ha le cuffie alle orecchie e neanche si gira. Poi la macchina va
un po’ avanti e ne arriva un’altra, questa volta c’è una bambina che lo
guarda... e gli fa la lingua. Ricomincia la scuola, pensa Alessio, di nuovo
tutti in fila nel traffico, come le piantine nella serra...
Davanti alla scuola la scena è sempre la stessa: sulla strada si forma un
ingorgo che di solito finisce quando i bambini sono tutti nelle loro classi
e la lezione è cominciata. E anche questa volta sta andando così: “Uff,
c’è già la fila... scendi qui Alessio” sbuffa la mamma, “ci vediamo oggi
pomeriggio. Ehi, non mi dai un bacio?”
Ma Alessio è già sceso dall’auto, fa ciaociao con la mano e si precipita
dentro la scuola.
Le vacanze sono belle ma anche ritrovare gli amici fa piacere: Alessio
saluta i vecchi compagni di classe: Luca, Pamela, Marina, Alessandra,
Marco... Quest’anno però c’è una novità...
“Una nuova compagna di classe...” annuncia la maestra.
Ha la mano poggiata sulla spalla di una bambina con un vestito a fiori
di cotone leggero, uno di quelli che portavano le nonne. O forse le bisnonne. È bruna e graziosa, ha le guance rosse e sode come una mela:
“Lei è Alice. Va’ a sederti vicino ad Alessio, c’è un posto libero”.
“Oh, no...” pensa Alessio. Stare da soli in un banco da due posti ha i
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Cosa avrà Alessio
da vergognarsi?
Lo sanno tutti,
anche tu certamente,
che per stare
in buona salute
è importante nutrirsi
regolarmente
e in modo equilibrato:
cinque pasti al giorno,
una robusta colazione,
uno spuntino a metà
mattina (benissimo
le mele…) pranzo,
merenda leggera, cena.
Per chi guida un’auto
poi ci sono altre regole,
dettate dalla sicurezza:
mai mettersi al volante
dopo un pranzo
o una cena abbondanti.
Si rischia il colpo
di sonno...
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suoi vantaggi, per esempio quando disegni ti puoi allargare. Un nuovo
vicino non ci voleva, una femmina poi... e per di più molto carina. Non
che ad Alessio non piacciano le ragazze, il guaio è che quando ne incontra una non sa mai cosa dire. Per fortuna suona la campanella dell’intervallo. Ma prima che possa alzarsi dalla sedia, Alice gli bussa sulla
spalla con un dito.
“Io sono Alice. Tu sei Alessio?”
“Sì”.
“Ce l’hai la merenda?” La bambina tiene in mano una busta del pane.
“No...” dice Alessio.
Vorrebbe spiegarle che a una certa età un maschio non si fa preparare
la merenda dalla mamma ma non dice niente, comunque a quell’ora
ha una certa fame.
“Vuoi un po’ della mia?” domanda la bambina, e senza aspettare la risposta tira fuori due mele dal pacchetto e gliene porge una.
“Grazie” fa Alessio. Ne addenta una, è buonissima.
“Mele biologiche dell’orto di papà, ne avevi mai assaggiate?”
Alessio fa no con la testa, ma si vede che gli piace.
“Tu non sei di Hantea, vero?” domanda Alessio.
“Si vede?”
“Un po’...”
Alice ridacchia. “Arrivo da Prisma, un paese tutto di cristallo.”
“Di cristallo?”
“Sì, anche le uova sono fatte di cristallo...”
“Davvero?”
Una risata che sembra la fontana di Piazza Centrale, quando la chiudono al traffico la domenica e finalmente si riesce a sentirla.
“No...” dice Alice, “ti stavo prendendo in giro”.
“E sei contenta di essere venuta ad abitare qui?” le chiede Alessio.
La bambina fa una smorfia: “Beh... Hantea è una grande città, ha dei
bellissimi palazzi ma a Prisma non c’è tutta questa polvere, tutto questo
fumo e questo rumore...”
Martedì
Oscar, il papà di Alessio, è in riunione, una decina di donne e uomini
un po’ rigidi siedono intorno a un tavolo enorme di legno scuro. Le pareti della stanza sono adornate di monitor grandi come tavoli da ping
pong. Oscar, il Primo botanico, è a capotavola. È un uomo alto e di
poche parole, molto appassionato del suo lavoro, per questo ha voluto
che le serre e il laboratorio non fossero troppo lontani da casa. Con sua
moglie Beatrice ha trovato una soluzione: la casa sarebbe sorta sulla
collina di fronte alla città, nelle colline attorno sarebbero stati costruiti
le serre e i laboratori. E così era stato.
Ma oggi Oscar e i suoi collaboratori sono alle prese con un problema serio:
da qualche giorno alcune piantine di anthea appassiscono, si seccano e
muoiono. Nessuno riesce a capire la ragione. E senza anthea non si fa
più la Benzaplus.
“La situazione è preoccupante...” dichiara una donna in camice bianco,
il Primo Chimico. La donna fa un gesto con la mano, come per magia
le luci della stanza si oscurano e i monitor sulle pareti si accendono.
Altri collaboratori dell’azienda, collegati con il videotelefono dalle serre
sulle altre colline della città, raccontano con le facce preoccupate cosa
sta succedendo. Una dopo l’altra, le piantine di anthea appassiscono,
si seccano e muoiono.
Anthea poderosa
è il nome inventato
per una pianta fantastica
di cui gli abitanti
di Hantea fanno
un cattivo uso.
Ma nella realtà
si coltivano piante
utilissime per la mobilità.
Prendiamo per esempio,
l’Hevea brasiliensis.
Sai cosa si nasconde
dietro questo nome?
L’albero della gomma!
Dal lattice che esce
dal suo tronco si ricava
la materia prima per tanti
oggetti di gomma,
compresa quella
da cancellare e…
da masticare!
Serve per tante cose utili,
come le tute subacquee,
i guanti da chirurgo,
le coperture dei cavi
elettrici. E soprattutto,
gli pneumatici,
che utilizzano il 70%
della produzione
mondiale di lattice.
Con i tuoi genitori
puoi divertirti a trovare
informazioni sul sito
www.michelin.it.
E ci sono bellissime
fotografie su
www.michelin-hevea.com,
un sito in inglese,
francese o portoghese,
la lingua del Brasile,
paese di origine delle
piantagioni di hevea.
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Alice, che va spesso
in bicicletta, conosce
bene l’importanza
dello pneumatico.
È lui che tiene il contatto
con la strada durante
la marcia, garantisce
aderenza, trasmette
l’accelerazione
e la frenata, ammortizza
il movimento e guida
con precisione
la traiettoria. È una vera
meraviglia tecnologica,
con ben 200 componenti,
frutto di ricerche
per garantire la sicurezza
e le prestazioni
in ogni condizione
di guida. Per esempio:
le “grosse ruote nere
e piene di denti
di gomma” a cosa
possono servire?
A niente in città,
ma forse fuori strada...
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Mercoledì
Sono bastati due giorni e Alessio e Alice sono diventati molto amici.
Alessio non immaginava che potesse succedere con una bambina e in
così poco tempo, no davvero.
Quella mattina Alice arriva a scuola su una bella bicicletta viola chiaro
dalle ruote sottili a due colori. “Ti piace? si chiama Ciclamina, gliel’ha
messo mia nonna il nome”.
La bici e Alice hanno sbaffi di fuliggine, ma il sorriso della bambina
è bianchissimo.
“Ciclamina?” domanda Alessio. Fino a quel momento non gli era
mai venuto in mente che una bici potesse avere un nome.
“Sì, è un viola più chiaro, come quello della mia bici” dice Alice.
“Ma come fai a stare in equilibrio su quelle ruote, gli pneumatici
non sono troppo sottili?”
Gli sembra di essere sempre un po’ imbranato quando parla con
Alice. Ma forse lei non se ne accorge perché risponde sempre senza prenderlo in giro.
“Sono da strada, vanno bene per andare in città e Ciclamina
è una bici da città. La tua bicicletta come si chiama? Ce l’hai una bici,
vero?”
“Sì...” risponde Alessio; dovrebbe essere da qualche parte in uno dei
quattro garage di casa sua, una bici nera e pesante con grosse ruote
nere e piene di denti di gomma. Se le ricorda, non sono da strada. Ma
è da tanto che Alessio non usa la bicicletta.
In quel momento, per fortuna, suona la campanella e tutti i bambini si
mettono in fila per entrare a scuola.
Giovedì
Una lunga colonna di automobili sta invadendo il cortile del laboratorio di Oscar. Ognuno con la sua auto sgasante, tra ruggiti e nuvoloni, i Primi biologi, chimici, agronomi, le migliori menti di Hantea,
accorrono al capezzale delle pianticelle malate. Parcheggiano ovun-
que, le ruote scavano dei solchi sul prato, calpestano le siepi fiorite e
i cespugli di rose.
Oscar neanche se ne accorge, è troppo preoccupato per le sue piantine.
È una giornata di duro lavoro. Tutti, in camice bianco, si aggirano nella
grande serra, scrutano le piantine con la lente d’ingrandimento, analizzano i petali dei fiori, si consultano; provano, escogitano mille rimedi
per guarire le piante malate e proteggere le poche ancora sane, litigano
e alla fine sono costretti ad accettare la cruda verità: “A uccidere le
piantine sono lo smog e le polveri di Hantea che il vento porta fin qui
nelle serre...” spiega la Prima Biologa di Hantea, una signora molto distinta. “O troviamo una maniera per eliminare il fumo inquinante che
esce dalle auto che vanno a Benzaplus oppure...” il volto della signora
si fa un po’ più scuro “... l’Anthea poderosa scomparirà da Hantea e si
estinguerà!”
Gli scienziati se ne vanno che ormai è sera.
Dalla sua stanza Alessio sente le loro auto che ripartono sgasando e
sgommando come sempre. Dopo pochi minuti sono in fila, luci bianche
e rosse tra migliaia di altre, il solito traffico di Hantea, sempre uguale a
ogni ora del giorno e della notte.
Venerdì
Oscar, il Primo Botanico, non è mai stato un tipo da molte chiacchiere.
Adesso che ci sono problemi, a casa non si vede più. Alessio ha capito
che nella serra qualcosa non va.
Quella mattina, prima di andare a scuola, trova suo padre seduto al tavolo della cucina. Sta bevendo un caffè.
“Ciao papà...”
Oscar scompiglia i capelli del figlio, gli sorride.
“Ciao Alessio, ti ho un po’ trascurato, vero?”
Alessio sorride, ha una cosa da chiedere: “Papà, cosa succede nelle
serre?”
“Le piantine si seccano, la colpa è dello smog, abbiamo provato di tutto
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“È lo smog…” commenta Pamela.
“Basta eliminare le automobili e lo smog sparisce!” esclama Marco.
“Ma come si fa a eliminare le automobili?” domanda Marina.
“Possiamo buttarle nel mare...” sghignazza Luca, che è quello più vivace.
“Luca...” lo rimbrotta la maestra. “Secondo te le automobili non servono a niente?”
“Secondo me non bisogna rinunciare alle automobili, ma
solo imparare a usare la testa” afferma Alice. Mia nonna diceva
ma niente... io non so cosa fare, sono solo un botanico...”
Se il Primo Botanico di Hantea non può fare niente, chi mai potrà fare
qualcosa, pensa Alessio.
“Ora devo tornare al lavoro. Ci vediamo stasera... spero” lo saluta
Oscar. E se ne va.
La notizia ha cominciato a correre per la città. Nei telegiornali, alla radio,
in Internet e nei bar non si parla d’altro. Come succede in questi casi
c’è chi si preoccupa, chi si dispera, chi cerca una soluzione.
In classe, ne parla anche la maestra.
“... e sembra che le piantine di anthea siano avvelenate dalla Benzaplus” conclude.
Ad Hantea è una giornata di sole ma la città si vede poco, offuscata
com’è dalla foschia e la fuliggine. Alice guarda fuori dalla finestra
“Maestra...”.
“Sì, Alice?”
“Prisma è da quella parte...” la bambina indica un punto al di là del
vetro, dove le colline si addolciscono e comincia la pianura. “Sai che
da Prisma vedevamo Hantea un po’ confusa all’orizzonte, in mezzo alle
colline, come se fosse sempre dentro a una nuvola grigia? E ora da
Hantea non riesco a vedere Prisma. Eppure è in cima a una montagna,
è tutta di cristallo e in un giornata di sole come questa luccica tutta...”
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sempre che ci sono tanti modi di fare la cose…”
“…e alcuni sono meglio di altri!” completa pronta Alessandra.
“Ecco bambini, perché non provate a pensare anche voi a qualche soluzione? Ne riparliamo lunedì in classe” dice la maestra mentre suona
la campana.
“Sì, venite tutti a casa mia domani pomeriggio, sto appena al di là della
collina. Faremo insieme la ricerca!” dice Alice. Qualcuno dice sì, qualcuno no.
“A casa tua?” domanda Alessio “Non abitiamo tanto vicino, dovrò
farmi accompagnare...”
“E perché? Usa la bici!”
“La bici?”
Alice fa sì. “La bici o l’autobus! Usare la testa... così cominci subito a
ridurre lo smog di Hantea” dice.
Alessio non ha mai preso l’autobus in vita sua, ma adesso si vergogna
a dirlo.
Sai che oggi
sulle strade del mondo
circolano quasi
800 milioni di veicoli?
E sempre di più
ne viaggeranno, perché
la popolazione cresce
e cresce la necessità
di spostare merci
e persone.
Quella dei trasporti
è stata una
delle rivoluzioni
che hanno reso
più comoda la vita,
ma bisogna muoversi
sulle strade
con intelligenza,
rispettando le regole
di sicurezza e cercando
sempre nuove soluzioni
per un futuro
sempre più sostenibile!
Sabato
Per andare da Alice dopo pranzo, Alessio decide per la bici.
“Mamma, dov’è la bicicletta?”
“Te l’avevamo regalata per il compleanno, un paio di anni fa ma non
l’hai mai usata...” precisa Beatrice, “andiamo a vedere in garage...”
Vanno in garage, rovistano un po’ tra gli scatoloni e qualche mobile
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Per le biciclette
molte città hanno
piste ciclabili riservate,
ma quando ci si muove
sulla strada è necessario
anche essere attenti
a quello che ci circonda,
prevedendo
il comportamento
degli altri.
Naturalmente, bisogna
prima ancora rispettare
le regole che ci
riguardano direttamente,
a piedi, in bici o in auto.
Tu conosci a sufficienza
la segnaletica e le regole
del Codice della Strada?
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vecchio e finalmente la trovano. È davvero un mostro nero con fiammate rosso sangue e i copertoni neri. Assomiglia a una delle auto che
piacciono tanto agli hanteani. La bici è piena di polvere ma sembra funzionante, basta alzare un po’ la sella.
Alessio è contento di ricordare come si sta in equilibrio su una bici e
pedalando se ne va.
“Sta’ attento alle auto !” gli grida dietro la mamma.
Alessio arriva da Alice a cavallo della sua bicicletta. Anche se la strada
è quasi tutta in discesa è sudato e ha il fiatone. Per fare colpo vorrebbe
fare una mezza derapata e una frenata nel cortile, ma a momenti non
sfonda il cancelletto dell’aia dove razzolano delle galline.
Gli altri compagni di classe sono già lì: Marina, Luca, Marco, Pamela...
La casa di Alice è piccola, accogliente e luminosa. Sul tetto luccicano i
pannelli solari.
“Li abbiamo portati da Prisma. Là ce li hanno tutti, anche per questo la
nostra città scintilla...”
I genitori di Alice sembrano arrivare da un’altra epoca. Hanno un ristorantino in città, il papà fa il cuoco mentre la mamma si occupa della
sala da pranzo.
Nel cortile della casa è parcheggiata una piccola automobile. “Ma la
usiamo solo quando dobbiamo fare grandi distanze e non possiamo
usare il treno, oppure se abbiamo una grande spesa da portare” spiega
la mamma di Alice.
“Al ristorante andiamo in bicicletta”.
Il papà di Alice prende la bici di Alessio e la porta in garage. È un cuoco
ma si vede che se ne intende anche di biciclette. Controlla i freni, svita,
avvita, stringe, mette un po’ di olio lubrificante sulla catena: “Così vai
più veloce e sudi meno” dice.
Poi guarda le ruote: “Vai comodo con questi pneumatici?”
“Mica tanto, saltellano un po’ e in curva perdo l’equilibrio...” risponde
Alessio.
“Ci penso io, tu vai con i tuoi amici, avete da studiare, no?”
Quel pomeriggio Alice, Alessio e i compagni si danno da fare: con un
pennarello nero scrivono su un grande foglio bianco quali sono i problemi della loro città: smog, polveri, rumore, poca sicurezza dei pedoni,
dei ciclisti e degli automobilisti, traffico congestionato... Quello che si
vede ad Hantea in un giorno qualsiasi. In un altro cartellone vorrebbero
scrivere con pennarelli tutti colorati le soluzioni. Pensano, si guardano,
a nessuno viene in mente niente.
“Non siamo esperti...” sospira sconsolata Pamela.
“Mia nonna diceva che prima si immagina e poi si fa!” dice Alice.
“È vero, noi possiamo immaginare le soluzioni, ne dobbiamo immaginare tante anche semplici, poi qualcuno forse proverà a farle diventare
vere...” conferma Alessio.
Detto fatto, si mettono al lavoro.
Cercano su Internet, chiedono via mail suggerimenti agli amici che Alice
ha lasciato a Prisma, discutono, scrivono, cancellano e riscrivono. Alessio prende dei fogli e comincia a disegnare, è la sua passione, disegna
un’auto di gomma leggerissima, che rimbalza invece di correre... poi
una ruota gigantesca con dentro un’auto, e questa sembra una bellissima idea, ma ce ne sono molte altre: delle automobili piccole, con
pochi posti, adatte alla città, auto che non hanno 4 ruote ma 40, auto
fatte a uovo, a cavatappi...E poi autobus a due piani, con grandi tetti
Le proposte dei nostri
amici sono fantasiose,
ma anche il lavoro
degli esperti si fonda
sulla capacità di avere
idee originali!
Periodicamente
c’è una “sfida”
internazionale
a trovare le soluzioni
più creative ed efficaci
per la mobilità
che ha il mio nome,
Challenge Bibendum.
Nel 2011 ho invitato tutti
a Berlino, la prossima
edizione li aspetterò
in India!
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in cristallo per vedere il cielo e nuvole che si rincorrono tra le cime dei
grattacieli.
“Sei bravissimo...” applaude Alice e Alessio sorride. Disegna pannelli
elettronici volanti, legati a palloni, che galleggiano nell’aria proprio
sopra le autostrade e le strade veloci.
Le idee fioccano e una a una vengono scritte sul cartellone, nella
parte riservata alle soluzioni: motori più piccoli, auto più leggere, parcheggi dove lasciare l’auto e prendere il treno o la metropolitana, pneumatici studiati per fare più chilometri, consumare meno, frenare in
sicurezza anche sul bagnato, cinture che si allacciano da sole, niente
Benzaplus e al suo posto magari l’elettricità, come per gli elettrodomestici nelle case...
“Possiamo usare il cellulare per sapere dove c’è traffico, ce l’hanno tutti
un cellulare, persino i bambini!” esclama Luca.
“Queste cose dobbiamo raccontarle a tuo padre, lui è il Primo Botanico,
se convinciamo lui convinciamo tutti” dice Marco ad Alessio.
“Mio padre è molto occupato, non so se...”
“Alessio, ha ragione Marco, sono sicura che un modo c’è...” dice Alice.
“Va bene” si arrende Alessio. “Domani venite a casa mia e parleremo
con mio padre”. Però non ha la minima idea di come faranno a farsi
ascoltare.
Tutti festeggiano con un vassoio di pasticcini preparati un momento
prima dal papà di Alice, che poi restituisce la bicicletta ad Alessio.
“Ho anche cambiato gli pneumatici” dice, vedrai che con questi andrai
meglio.
“Come si chiama la tua bici?” domanda Alice.
“Ci vediamo domani!” grida Alessio senza rispondere. E sfreccia via.
Mentre pedala verso casa pensa a un nome da dare alla bici, e pensa
che il papà di Alice ha ragione. Anche se è in salita gli sembra di essere
più leggero. O forse si sente di essere più leggero perché ha passato
un bellissimo pomeriggio?
I disegni di Alessio
sono solo fantasie
(almeno per ora)
ma le idee sono
tutte molto,
molto concrete:
per esempio,
le prestazioni
degli pneumatici
che piacerebbero
ai bambini
sono già state
realizzate grazie
al lavoro
dei tecnici
e ricercatori
che hanno trovato
il modo
di aggiungere
alla “mescola”
di componenti
anche la silice
che, appunto,
migliora la durata,
i consumi,
la frenata
sul bagnato!
19
La domenica è un giorno
buono per riposare,
andare a trovare i nonni,
leggere un libro…
Ma anche
per controllare lo stato
della bici e partire
insieme a tutta
la famiglia per una bella
gita. Se si va lontano,
si può prendere l’auto
dopo aver verificato
che tutto sia in ordine,
compresa lo pressione
delle gomme.
In ogni caso,
meglio scegliere orari
“intelligenti”
e destinazioni originali!
Domenica
Il giorno dopo è domenica, l’unico giorno in cui la città sembra
avere meno fretta, in cui si sveglia adagio. Ma quel giorno che dovrebbe essere di festa invece è un giorno triste, è rimasta ormai solo
una piantina di anthea. Oscar è molto stanco, ormai sono giorni che
dorme solo pochi minuti per volta. Ma anche quella non è una giornata
per riposare.
Tutti gli scienziati, le personalità e le autorità cittadine stanno salendo
verso il laboratorio. Le loro macchinone fumose e rumorose alzano una
nuvola di polvere.
Ci sono il Primo Cittadino, il Primo Agente, il Primo Metereologo, il
Primo Informatico, il Primo Meccanico eccetera, seguiti dai furgoni e i
fuoristrada dei giornalisti e delle troupe televisive. I vigili bloccano tutti
gli ingressi mentre gli elicotteri sorvolano la zona.
Guidata dal Primo Botanico Oscar la comitiva entra nella grande serra
dove l’ultima piantina di anthea sta per seccarsi. Le facce sono serie e
preoccupate, si borbotta, si commenta, si scuote la testa. L’acqua di
condensa che cola dai vetri della serra sembra un po’ più scura.
Arrivati nella grande sala riunioni, di fronte alle telecamere delle TV, il
Primo Cittadino prende la parola: “La situazione è grave ed è giusto
20
che tutti i cittadini di Hantea sappiano la verità: le piantine di anthea
sono morte e non ci sarà neanche più una goccia della preziosa Benzaplus. Quando finiranno le scorte nei distributori l’intera città si fermerà.
Non andranno più le automobili né gli autobus, neppure i camion e i
furgoni che portano la merce dalle fabbriche e dai campi ai supermercati. Sarà un disastro...”
Intanto i compagni di scuola di Alessio sono arrivati, ed è arrivata anche
Alice in sella a Ciclamina.
“Allora, dov’è tuo papà?” domanda Marina.
“Oggi non sarà possibile parlarci. Vedete tutte queste macchine,
sono tutti qui, persino il Primo Cittadino e la polizia non lascia entrare
nessuno”.
I bambini rimangono lì, incerti sul da farsi.
Passa Beatrice: “Cosa avete ragazzi, siete tristi per le piantine? Dai, venite dentro casa” dice.
In casa i bambini le spiegano cosa hanno fatto, mostrano i disegni e gli
schemi e Beatrice rimane impressionata.
“Avete fatto un lavoro bellissimo...” dice, e se lo dice un’insegnante di
scienze deve essere proprio vero.
“Dovremmo farlo vedere a papà...” dice Alessio.
“Sì, a papà e a tutti quegli scienziati che hanno preso l'abitudine di
sgommare nel mio giardino, ma oggi non è possibile, non farebbero
entrare neanche me!”
“Eppure ci deve essere un sistema”.
Beatrice rimane un momento a pensare: “Un sistema potrebbe esserci...
ascoltate: dobbiamo fotografare i vostri disegni e caricarli nel
mio computer. Poi troveremo una maniera per farle vedere a Oscar
e a tutte le persone importanti che ci sono di là” e con la testa indica i
laboratori, le serre e il cordone di polizia che li chiude.
In pochi minuti tutto il lavoro dei bambini è nel piccolo computer di
Beatrice.
“Adesso dobbiamo trovare un sistema per entrare nei laboratori...
posso dire che c'è un’urgenza” dice Beatrice, ma è poco convinta.
Oggi abbiamo
a disposizione
una serie di strumenti
e di possibilità
di comunicazione
una volta impensabili.
Hai mai provato
a lavorare
con i tuoi compagni
anche a distanza,
per esempio ognuno
a casa sua, intervistando
i familiari, facendo
ricerche on line
o sui libri
e poi scambiandosi
i risultati via mail?
Il mondo cresce
se tutti collaborano.
Scienziati e ricercatori
fanno così…
21
“Nessuno ti crederebbe” conferma Alice.
“Ma ci dev’essere un sistema…” sospira Marina. Rimangono in silenzio
per un momento, poi Alessio fa: “Un sistema c’è...”. Tutti si girano
verso di lui.
“Conosco un passaggio tra le siepi, chi viene con me?”
Alice alza subito la mano. Anche Beatrice la alza.
Alessio dà istruzioni ai suoi compagni: “Voi distraete i vigili, andate in
giardino, mettetevi a urlare, fingete di litigare, devono guardare da questa parte”.
Luca non se lo fa ripetere: “Va bene” dice. I ragazzini escono in giardino
e cominciano a gridare e agitarsi come un branco di scimmie inferocite.
Alice, Alessio e Beatrice escono in giardino senza farsi vedere. Beatrice
ha il computer portatile sottobraccio. I tre s’infilano nel buco nella siepe.
La mamma fa un po’ di fatica ma alla fine passa.
“Ma tu come fai a conoscere questi posti?” sussurra Beatrice. “Abitiamo qui da anni ma non me n’ero mai accorta”. Alessio sorride.
I tre si nascondono dietro a un cespuglio, poi a un albero, quando due
vigili di pattuglia camminano verso di loro rimangono immobili, trattenendo perfino il respiro. Finché non arrivano alla porticina sul retro dei
laboratori. Chissà se è ancora aperta. Alessio prova a spingere, spinge
più forte... “È chiusa! E adesso come facciamo?”
“Scansati, ci penso io...” dice Beatrice sorridente, in mano tiene una
piccola chiave che sembra d’argento.
Questa volta tocca ad Alessio stupirsi.
Le porte scorrevoli della grande sala riunioni si aprono con un soffio.
Alessio e Alice avanzano a grandi passi fino al centro della sala proprio
mentre il Primo Cittadino sta finendo il suo discorso.
Tutti i cameraman girano le telecamere e fanno un primo piano sui volti
dei due bambini, quello pallido e teso di Alessio e quello colorito e sorridente di Alice che adesso appaiono nei grandi monitor alle pareti del
laboratorio... e in tutti i televisori di Hantea.
“Abbiamo una cosa da dire” annuncia la bambina. “Ma lascio la pa-
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rola al mio amico Alessio, il Primo Alunno di Hantea” dice e gli fa l’occhiolino.
“Ehm... sì, volevo dire che con Alice e altri compagni abbiamo studiato
la situazione e fatto una ricerca con questi risultati...”
Senza ascoltare i borbottii increduli, Alessio fa un cenno e come per incanto sui grandi monitor alle pareti cominciano ad apparire i disegni e
gli schemi.
Mamma Beatrice ha collegato il suo computer ai monitor della sala e
adesso, una dopo l’altra, fa passare le fotografie dei lavori dei ragazzi.
Alessio comincia a raccontare le idee che hanno avuto, ce ne sono
tante: auto elettriche, sistemi di traffico intelligenti, pneumatici ef-
ficienti...
Nessuno dice niente. Nella sala non si sente un fiato. Dopo un altro po’
comincia un mormorio sempre più forte. Qualcuno osserva con attenzione i disegni di Alessio che passano e ripassano sui monitor e dice
“Sì, questo si può fare!” qualcun altro ribatte: “Ma cosa dice, collega!”
e comincia una grande discussione: c’è chi butta giù appunti, chi telefona ai suoi collaboratori e tutti cominciano ad agitarsi. Vengono accesi
i computer, il grosso tavolo da lavoro della sala riunioni si riempie di
fogli, il clima si scalda, le proposte fioccano. Il Primo Progettista, il Primo
Meccanico e il Primo Gommista buttano giù schizzi veloci di auto più
piccole e che vanno a elettricità.
Cosa vuol dire
per uno pneumatico
essere efficiente?
Deve assicurare
l’equilibrio
delle prestazioni:
far viaggiare sull’asfalto
il veicolo di cui porta
il peso facendo
poca resistenza
al rotolamento
e nello stesso tempo
frenare quando serve,
anche sul bagnato;
durare nel tempo
e rispondere
con precisione
ai comandi impartiti
con il volante;
e infine…
far viaggiare comodi!
23
i compagni di classe. Ci sono anche i genitori di Alice: “Abbiamo sentito
la notizia per radio e abbiamo pensato che fosse il caso di festeggiare”.
Sono carichi di provviste, di torte dolci e salate, di piatti e bicchieri.
In pochi minuti viene imbandita la tavola e le chiacchiere e le discussioni
vanno avanti fino a notte fonda, fra un salatino, una fetta di torta alle
verdure, un bicchiere di succo di frutta biologico. E così, quella giornata
cominciata nell’angoscia e nella tristezza diventa una festa.
Un po’ di tempo dopo...
“...si potrebbe studiare una maniera per ricavare energia dal rotolamento degli pneumatici” dice il Primo Gommista. Gli altri due applaudono e gli danno delle generose pacche sulle spalle.
Il Primo Informatico e il Primo Telematico si mettono a studiare come
usare telefoni cellulari e mappe satellitari per il traffico di Hantea. “Si
può fare, si può fare, a Prisma lo hanno già fatto…” borbottano.
La Prima Stilista ha tirato fuori dei grandi fogli di carta e disegna con
scioltezza profili di auto molto più piccole ma altrettanto eleganti, sgargianti e affusolate. Gli abitanti di Hantea ci tengono all’estetica.
Intanto il Primo Cittadino discute con il Primo Geometra e il Primo Architetto cosa cambiare nella città, in modo da rendere il traffico più
scorrevole e farla diventare più sicura per gli automobilisti ma anche
per i pedoni e i ciclisti.
“E persino i cavalieri, se qualcuno volesse spostarsi a cavallo!” arriva a
dire il Primo Cittadino.
Oscar è stanco morto. Mentre tutti si agitano lui appoggia la testa
sul tavolo, s’addormenta sfinito... Non sogna più file e file di piantine
di anthea, ma pomodori, melanzane, carote, asparagi, finocchi, zucche e zucchini.
Dopo un po’ arrivano Luca, Pamela, Marina, Alessandra, Marco e tutti
24
Da quando l’ultima piantina di Anthea poderosa s’è seccata, Hantea
è diventata una città molto diversa. Benzaplus ormai è una parola
senza significato, una di quelle cose del passato che è facile dimenticare, insieme alle sgommate in partenza e alle strisciate di pneumatici
sull’asfalto.
Ci sono larghi marciapiedi e piste ciclabili e punti della città dove proprio
non si può entrare con le auto. La mattina alcuni vanno a scuola a piedi,
altri in bicicletta, oppure una mamma o un papà a turno portano e poi
vanno prendere tutti i bambini della zona con una sola auto e tutti devono andare molto piano vicino alle scuole.
Ci sono prese per rifornire le auto elettriche e un piccolo monitor che
alle fermate dei mezzi pubblici informa sui tempi di attesa. Ora che i
meccanici di Hantea, che continuano a rimanere i più bravi del mondo,
dicono: “Se fa rumore è rotta, se fa fumo non funziona!”, Beatrice finalmente è contenta di prender l’auto, quando serve: il traffico scorre
tranquillo e silenzioso, può perfino sentire gli uccellini che cinguettano
sugli alberi, evita gli ingorghi perché in macchina ha un sistema
intelligente che l’avverte sulla situazione del traffico, le indica percorsi
e mezzi alternativi.
Una volta gli Hanteani guardavano solo davanti, in direzione della
strada.
Adesso gli abitanti si fermano volentieri a chiacchierare e ora che finalmente il sole non è più velato dal fumo, si sono accorti che la loro città
Si chiamano
davvero così:
Sistemi di Trasporto
Intelligenti.
Sono tutti quelli
che mettono
in comunicazione
le strumentazioni
elettroniche
dentro un’auto
con quelle
delle altre auto
e quelle disponibili
all’esterno, sulle strade
o per radio o via Internet
su cellulari o IPhone.
In un prossimo futuro,
magari quando avrai
anche tu la patente,
tutti i diversi dispositivi
saranno riuniti
in un unico servizio
e il traffico
sarà certamente
più fluido e sicuro!
25
è grigia e hanno cominciato ridipingere le pareti e i cancelli, a lucidare i vetri dei grattacieli,
a riempire i terrazzi e i balconi di piante rampicanti e fiori.
Oscar è ancora il Primo Botanico, ma adesso,
come aveva sognato, invece delle serre, sulle
colline ci sono coltivazioni di pomodori, zucche e zucchini. E scambia spesso due chiacchiere con il papà di Alice.
“È comodo avere frutta e verdura così vicino
al mio ristorante. Risparmio tempo e ho prodotti freschi”.
“Certo che lei è un bravissimo cuoco” commenta Oscar “è il Primo
Cuoco di Prisma!”
Il papà di Alice sorride: “No, a Prisma di cuochi ce ne sono stati tanti
prima di me... ma è così importante essere primi?”
“No, forse non lo è...”
Hai capito anche tu
quello che hanno
provato di persona
Alice e Alessio?
Il cambiamento
è possibile, basta
che ci sia la volontà
e il contributo di tutti!
26
“Guarda laggiù Alessio, guarda come brilla…” sussurra Alice una mattina. È vero, all’orizzonte si vede una luce, sono i vetri di Hantea
che riflettono i raggi del sole.
Le scuole sono finite, sulle loro biciclette Alessio e Alice esplorano le
colline intorno alla città. Alessio ha deciso di chiamare la sua bicicletta
Bucefalo, come il cavallo di Alessandro Magno. Ha scelto quel nome
soprattutto perché fa ridere Alice, ma a suggerirglielo è stato suo papà
Oscar che adesso trova sempre un po’ di tempo per stare con lui. All’improvviso, mentre pedalano Alice grida: “Guarda!” e indica il ciglio
della strada.
Alessio scende dalla bici e s’avvicina, non può sbagliarsi: una timida
piantina di Anthea poderosa selvatica ha appena messo un bocciolo.
Adesso che l’inquinamento diminuisce giorno dopo giorno la piantina
ha ripreso a crescere e per la prima volta Alessio s’accorge che il suo fiore
è bellissimo. Bianco come una nuvola, profumato come la primavera.
Pino Pace ha fatto l'università a Bologna e vive a Torino, dove lavora: scrive
libri per ragazzi, pubblicati da Giralangolo, Edizioni Paoline, Notes, Piccoli,
Arka, Sperling & Kupfer, tiene corsi di scrittura creativa allo IED e nelle scuole,
realizza documentari per la radio.
Agostino Cera, vignettista e illustratore, proviene dalla Scuola del Fumetto.
Collabora con case editrici e agenzie di pubblicità. È attivo anche nel campo
dell’animazione, per cui realizza scenografie e crea divertenti personaggi.
Michelin mobilitàzione sostenibile 5 è il nuovissimo percorso educativo gratuito che Michelin
Italiana mette come ogni anno a disposizione
delle scuole di ogni ordine e grado: un sistema
completo di risorse per parlare con gli studenti in
modo originale e innovativo di sicurezza sulle
strade, di soluzioni per “muoversi meglio” e di prospettive del traffico veicolare.
Quest’anno, vengono proposte attività sulle più attuali tematiche relative alla mobilità quotidiana, come
le prospettive di successo degli interventi per rendere
più sicura e meno onerosa per la società e per l’ambiente la mobilità sulle strade delle nostre città, il ruolo
delle tecnologie informatiche applicate alla circolazione urbana, le effettive possibilità di ridurre il peso
del traffico veicolare sulle emissioni di gas serra.
PINO PACE
Hantea
la città fiore
Illustrazioni di Agostino Cera
Centro Coordinamento
mobilitàzione sostenibile - La Fabbrica
via Lanino 5 - 20144 Milano - Fax 02.48541.207
Numero verde 800.049229 - [email protected]
www.scuola.net/michelin
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