S.S.I.S. Scuola di Specializzazione all’Insegnamento secondario
Indirizzo Fisico-Matematico-Informatico
Schemi per avviare la costruzione
di un manuale di didattica
Prof.ssa Annamaria Favorini
Prof. Cesare Fregola
AA. 2006-2007
1° Anno
Roma Maggio
2007
Da: C Fregola, L. Pelizzoli, Manuale delle Formazione,
Villa Umbra,
Perugia, 2006
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1. STRUMENTI DELLA DIDATTICA
AA. 2006-2007
1° Anno
Da: C Fregola, L. Pelizzoli, Manuale delle Formazione, Villa Umbra, Perugia, 2006
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1.1 La lezione
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LEZIONE
“l’insegnamento che si dà in una volta a una o più persone”
[da lectus, participio passato di legere: leggere]
DUE POSSIBILI FINALITA’
1
2
trasferimento di conoscenze a chi si suppone
ne sappia meno del docente
Razionalizzazione di conoscenze “implicite”
accumulate nel tempo in classe
È la situazione più tradizionale di insegnamento, in
cui il partecipante gioca un ruolo sostanzialmente
passivo.
È la situazione più tipicamente formativa (dare una
forma diversa a qualcosa che già esiste)
Viene impiegata per fornire le conoscenze teoriche di
base che debbono essere acquisite prima di poter
partecipare efficacemente a unità didattiche
partecipative o finalizzate a sviluppare abilità.
Utile quando gli allievi hanno accumulato un certo
grado di esperienza sui contenuti in esame.
È spesso la sola alternativa laddove vi sia un elevato
numero di partecipanti, scarse risorse didattiche e/o
poco tempo a disposizione.
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1° Anno
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Sebbene costituisca la tecnica didattica di gran lunga più utilizzata
per il trasferimento di conoscenze, la lezione presenta una serie di
punti deboli in gran parte legati al ruolo sostanzialmente passivo
degli allievi.
I PRINCIPALI SVANTAGGI POTENZIALI
= RAPIDA CADUTA DEL LIVELLO DI ATTENZIONE =
= SCARSA ASSIMILAZIONE =
= INCERTEZZA DEI LIVELLI DI COMPRENSIONE =
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Per contenere gli svantaggi della tecnica è necessario
curare con particolare attenzione la
FASE DI PREPARAZIONE
Le abilità comunicative e di rapporto interpersonale del docente costituiscono
indubbiamente un elemento di facilitazione ma non possono essere considerati
elementi sostitutivi di una accurata preparazione.
Il docente che si affida esclusivamente alle proprie capacità di improvvisazione può
trovare gratificazione personale ma ciò non costituisce alcun criterio di valutazione
dell’efficacia di una lezione.
Il docente efficace, in genere, considera i propri problemi di comunicazione PRIMA di
entrare in aula. Analizza la natura dell’classe adattando il contenuto ai possibili
interessi e soprattutto al loro livello di comprensione (transcodificazione). Organizza i
materiali nel modo più efficace per la comprensione. Pianifica possibili variazioni e
domande e tempi di discussione che coinvolgano i partecipanti e permettano di
verificare il loro grado di apprendimento
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1.2. Preparare la lezione
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PRINCIPALI VARIABILI DELLA SITUAZIONE
OBIETTIVO
T E M P O REALE
DISPONIBILE
RISORSE
CONTENUTO
ALLIEVI (PREREQUISITI
E MOTIVAZIONE)
DIDATTICHE
DOCENTE
(MOTIVAZIONE
COMPETENZE)
IMPOSTAZIONE DELLA LEZIONE
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ALLIEVI (PREREQUISITI
E MOTIVAZIONE)
CHI SONO? (età, risultati successi /insuccessi, frequentazioni…)
COSA SANNO? (familiarità, col contenuto)
MOTIVAZIONE? (interesse per il contenuto, motivazioni, interessi
(scolastici /extra)
COSA SI ASPETTANO? (attese di apprendimento)
ATTEGGIAMENTO? (verso la situazione e/o il contenuto)
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MAPPA DELLA CLASSE: ATTEGGIAMENTO E INTERESSE
positivo
ATTEGGIAMENTO
VERSO
LA SITUAZIONE
negativo
basso
INTERESSE PER L’ARGOMENTO
elevato
L’analisi combinata di interesse e atteggiamento permette di evidenziare
aspetti importanti che non sempre emergono quando le due dimensioni vengono
considerate separatamente
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FATTI SPECIFICI
IL CONTENUTO
PROCEDURE
La lezione è una tecnica didattica
utilizzabile per il trasferimento di
conoscenze di:
CONCETTI
TEORIE
PRINCIPI GENERALI
L’analisi dei contenuti è importante perché permette di distinguere tra situazioni
in cui la lezione è, ai fini dell’apprendimento, necessaria e sufficiente
e situazioni in cui dovrebbe essere preceduta o seguita da unità didattiche di diversa natura
(casi, esercitazioni, simulazioni, RICERCHE, etc.)
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GLI OBIETTIVI
1
LEZIONE PER INFORMARE E/O
TRASMETTERE NUOVE CONOSCENZE
Richiede un elevato grado di articolazione e strutturazione dei contenuti
nonché la pianificazione accurata di momenti di verifica del livello di comprensione
LEZIONE PER SISTEMATIZZARE / RAZIONALIZZARE
CONOSCENZE “IMPLICITE”
2
Richiede maggiori capacità maieutiche, e di controllo dell’ansia
derivante dal fatto di non disporre di una struttura
ben definita predisposta anticipatamente
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I TEMPI
= QUANTO TEMPO A DISPOSIZIONE? =
[E’ importante soprattutto per la definizione del grado di approfondimento degli
argomenti e dei momenti di discussione e verifica]
= A CHE PUNTO DEL TEMPO DISPONIBILE? =
[Questo aspetto è direttamente connesso con il livello di attenzione dei partecipanti]
= A CHE PUNTO DEL CORSO? =
[Oltre a considerazioni di contenuto, questo aspetto è rilevante per quanto riguarda lo
stadio di evoluzione del gruppo]
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RISORSE DIDATTICHE
DISPONIBILI
(Lavagne, proiettori, PC, TVCC, …)
La possibilità di disporre di sussidi audio-visivi costituisce un
fattore di efficacia per la lezione in quanto ne aumenta il dinamismo
e facilita la comprensione, .........ma va sottolineato che:
L’audiovisivo è uno strumento del docente, ma anche dell’allievo.
Audiovisivi sono anche la voce del docente e le sue azioni, un lavoro di gruppo,
una discussione collettiva, momenti cioè in cui ciascun allievo vede e sente gli
altri
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IL DOCENTE:
ESPERIENZA, ABILITA’, PREFERENZE
Questa variabile incide soprattutto sul grado di strutturazione della lezione
e sul grado di interattività con e tra i partecipanti
L’assenza di esperienza oppure una certa incapacità di controllo dell’ansia rende consigliabile:
- L’UTILIZZO DI SCALETTE MOLTO BEN DEFINITE - L’ARTICOLAZIONE IN SEQUENZE BREVI E MOLTO STRUTTURATE - LA DEFINIZIONE PRECISA DI MOMENTI E TEMPI DI DISCUSSIONE - LA PREDISPOSIZIONE DI SUSSIDI VISIVI -
IN GENERALE È PREFERIBILE UNA LEZIONE
BREVE E FORTEMENTE STRUTTURATA A UNA LEZIONE
MOLTO INTERATTIVA IN CUI PERÒ VIENE PERSO
DI VISTA IL ‘FILO CONDUTTORE’
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1° Anno
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Eventi didattici nel grande gruppo
Ottenere l’attenzione
Comunicare gli obiettivi
Stimolare il richiamo delle capacità prerequisite apprese
Presentare il materiale
Offrire una guida all’apprendimento
Sollecitare la prestazione
Fornire il feedback in modo “scevro” da apprezzamenti
Verificare l’apprendimento (verifica frequente e regolare
seguita da feedback correttivo più immediato possibile)
Orientare alla ritenzione e il transfer
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1.3. Articolare la lezione
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ARTICOLAZIONE
DEL CONTENUTO
ANALISI DELLA
SITUZIONE
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1° Anno
SVILUPPO SUSSIDI
VISIVI e AMBIENTI DI
APPRENDIMENTO
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“Il segreto di annoiare la gente consiste
nel dire tutto” (Voltaire)
Per ciò che riguarda i contenuti, l’efficacia di una lezione dipende dal
fatto che gli argomenti vengano trattati:
Secondo un ordine logico chiaramente identificabile dal partecipante
(idee centrali; punti chiave; concetti principali)
In “pacchetti” relativamente facili da assimilare
Con il livello di dettaglio indispensabile per la comprensione
delle idee centrali
Utilizzando ripetizioni e richiami, analogie, metafore, per facilitare la
comprensione delle
relazioni tra i punti principali
L’eccesso di dettagli non solo annoia i partecipanti ma rischia di
“nascondere” i messaggi principali
(e quindi di ridurne il loro impatto) oltre che di
“bruciare” qualsiasi possibilità di discussione
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1° Anno
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Nella fase di preparazione il docente dovrebbe classificare i contenuti da trattare
secondo uno schema del genere:
A
B
C
A
Contenuti che gli allievi dovranno assolutamente aver appreso al termine della lezione.
B
Contenuti che i partecipanti dovrebbero aver appreso al termine della lezione.
C
Contenuti utili da apprendere ma non fondamentali. Si tratta di materiali che non sono
indispensabili per la comprensione dei punti principali.
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QUALUNQUE SIA LA SPECIFICA STRUTTURA DEFINITA,
OGNI LEZIONE DOVREBBE ESSERE CONCEPITA COME
COMPOSTA DA TRE FASI LOGICHE
APERTURA - INTRODUZIONE
CORPO
CONCLUSIONE
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1° Anno
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SERVONO A:
LE DIVERSE FASI
APERTURA - INTRODUZIONE
MOTIVARE
FORNIRE QUADRO DI RIFERIMENTO
INFORMARE
ANALIZZARE
DIMOSTRARE
CORPO
ARGOMENTARE
VERIFICARE
COINVOLGERE
CONCLUSIONE
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1° Anno
RIASSUMERE MESSAGGI E/O
PUNTI PRINCIPALI IN UN QUADRO
SINTETICO
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APERTURA - INTRODUZIONE
Deve essere sempre preparata considerando la situazione specifica e
le caratteristiche dei partecipanti
In generale, l’apertura, deve essere pensata per
SUSCITARE CURIOSITA’, INTERESSE, ATTENZIONE
FORNIRE UN QUADRO DI RIFERIMENTO DELLA LEZIONE
STABILIRE UN RAPPORTO POSITIVO E IL CONTRATTO CON GLI
ALLIEVI
La rilevanza di ciascuna di queste finalità è diversa a seconda del fatto che la lezione
sia inserita in un corso o meno, sia la prima o l’ennesima di una serie,
sia preceduta da altre attività (esercitazioni, simulazioni, etc.) o meno, e così via
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APERTURA - INTRODUZIONE
SUSCITARE CURIOSITA’, INTERESSE, ATTENZIONE
FARE RIFERIMENTO ALL’ESPERIENZA O ALLA
SITUAZIONE DEI PARTECIPANTI
FARE RIFERIMENTO ALL’ESPERIENZA DEL DOCENTE
PORRE UNA DOMANDA O FARE UNA
AFFERMAZIONE PROVOCATORIE
CITARE UN ANEDDOTO, UN FATTO STORICO
MOSTRARE UN OGGETTO, UNA IMMAGINE, UN SIMBOLO,
(UNA STATISTICA INSOLITI)
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APERTURA - INTRODUZIONE
FORNIRE UN QUADRO DI RIFERIMENTO DELLA LEZIONE
CHIARIRE GLI OBIETTIVI DELLA LEZIONE
ANNUNCIARE LA STRUTTURA
DELLA ESPOSIZIONE
ESPLICITARE GLI EVENTUALI COLLEGAMENTI
CON UNITA’ DIDATTICHE PRECEDENTI
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APERTURA - INTRODUZIONE
STABILIRE UN RAPPORTO POSITIVO CON I PARTECIPANTI
CONTATTO VISIVO
CHIARIRE LE MODALITA’ DI LAVORO
(si può interrompere il docente o meno con domande, si può
esplicitare l’incomprensione etc.)
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1° Anno
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CORPO
Le idee, i concetti, i messaggi, etc. che
si vogliono trasferire agli allievi
non possono essere esposti a caso o
in base a “quello che succederà in aula”.
DEVONO
invece essere analizzati e quindi organizzati
in una forma coerente in modo tale che lli allievi
possano facilmente individuare
il ‘filo del discorso’ e seguire il docente
verso le sue conclusioni
L’articolazione (struttura) della lezione fornisce ai partecipanti una “cornice”
indispensabile per la comprensione del ragionamento.
Se questa non è chiara, ciascun partecipante seguirà
un suo schema mentale che potrebbe essere
anche molto diverso da quello inteso dal docente
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UNA STRUTTURA EFFICACE
CORPO
E’ FACILE DA INDIVIDUARE
E RICORDARE
PERMETTE UNA TRATTAZIONE COMPLETA E
BILANCIATA DI TUTTO L’ARGOMENTO
IN CONSIDERAZIONE
E’ APPROPRIATA ALL’OCCASIONE
E’ ADATTA AI BISOGNI E AI
LIVELLI DI CONOSCENZA DEI PARTECIPANTI
FORNISCE UN’IDEA DI ‘MOVIMENTO’
VERSO UNA CONCLUSIONE
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LA SCALETTA DELLA LEZIONE E’
UNO STRUMENTO CHE AIUTA IL DOCENTE A:
CORPO
VERIFICARE CHE:
LE PARTI PRINCIPALI DELLA LEZIONE FORMINO UN
TUTTO COERENTE
OGNI IDEA/CONCETTO/NOZIONE PRINCIPALE ABBIA
RICEVUTO L’ENFASI APPROPRIATA
TUTTE LE COMPONENTI PRINCIPALI DELL’ARGOMENTO
SIANO STATE TOCCATE
EVIDENZIARE LE RELAZIONI TRA I PUNTI PRINCIPALI E I MATERIALI DI SUPPORTO (ESEMPI, DATI,
ETC.)
RICORDARE LA STRUTTURA GENERALE DELLA LEZIONE (E’ una mappa)
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il livello di dettaglio e la forma della scaletta dipendono dal grado di complessità del
contenuto e dall’esperienza del docente.
CORPO
REQUISITI DI BASE DI UNA
SCALETTA
OGNI PUNTO DEVE CONTENERE
UNA SOLA UNITA’ DI INFORMAZIONE
I PUNTI DEVONO ESSERE
SUBORDINATI IN MODO APPROPRIATO
LE RELAZIONI LOGICHE TRA I DIVERSI
PUNTI DEBBONO ESSERE CHIARAMENTE EVIDENZIATE
DEVE ESSERE UTILIZZATA UNA
SERIE OMOGENEA DI SIMBOLI
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CONCLUSIONE
La funzione principale della chiusura è lasciare gli allievi
con una chiara comprensione di ciò che si è voluto loro trasferire
Nel pensare la chiusura, il docente deve chiedersi
E’ STATA UNA LEZIONE SEMPLICE
O COMPLESSA?
LO SVILUPPO DEL RAGIONAMENTO HA
NATURALMENTE PORTATO ALLA
DOMANDA “E ALLORA?”
QUAL E’ LA SENSAZIONE CON CUI VOGLIO
LASCIARE L’AULA?
DEVO SEGNALARE LA CHIUSURA?
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CONCLUSIONE
E’ STATA UNA LEZIONE SEMPLICE
O COMPLESSA?
La conclusione della lezione deve riflettere, in forma condensata, il grado di
complessità
delle argomentazioni e delle analisi proposte
LO SVILUPPO DEL RAGIONAMENTO HA NATURALMENTE
PORTATO ALLA
DOMANDA “E ALLORA?”
In questo caso la lezione dovrebbe concludersi con una sessione di discussione su ciò che gli
allievi possono o dovrebbero fare (rispetto all’argomento discusso)
QUAL E’ LA SENSAZIONE CON CUI VOGLIO
LASCIARE L’AULA?
Il “tono” della conclusione deve essere appropriato alle sensazioni con cui si
vorrebbe che gli allievi lasciassero l’aula (serietà, preoccupazione, voglia di
approfondire,entusiasmo, etc.)
DEVO SEGNALARE LA CHIUSURA?
Una lezione efficace comunica un senso di completezza e finalità. Il docente
può segnalare esplicitamente la fine dell’esposizione con frasi del tipo: “In
sintesi....”, “Riassumendo.....” “In conclusione....” (e però concluda
veramente in poche parole)
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Scheda di auto-osservazione della spiegazione
Frequentemente
applicato
Raramente
applicato
Mai applicato
1.
Definisce i nuovi termini durante la comunicazione dei contenuti
3
2
1
2.
Utilizza una gestualità varia, distribuisce le pause
3
2
1
3.
Utilizza esempi applicativi chiari, appropriati e concreti
3
2
1
4.
Presenta gli argomenti in modo chiaramente consequenziale
3
2
1
5.
Usa un linguaggio chiaro e comprensibile
3
2
1
6.
Usa strumenti, materiali e media per comunicare idee
3
2
1
7.
Porta esempi in sufficiente quantità per rendere chiari i concetti
3
2
1
8.
Rende espliciti i legami tra i diversi argomenti comunicati
3
2
1
9.
Evita la vaghezza comunicando le ragioni sottostanti a ogni affermazione
3
2
1
10. Ripete e spiega con altre parole le affermazioni comunicate
3
2
1
11. Utilizza esempi sia positivi sia negativi
3
2
1
12. Chiarisce i legami tra i temi utilizzando parole e frasi di collegamento
3
2
1
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1.4 Sviluppare i sussidi visivi
predisporre ambienti di apprendimento
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1° Anno
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ARTICOLAZIONE DEL
CONTENUTO
ANALISI DELLA
SITUZIONE
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1° Anno
SVILUPPO SUSSIDI
VISIVI e AMBIENTI DI
APPRENDIMENTO
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SUSSIDI VISIVI
• FACILITANO LA COMPRENSIONE DI ARGOMENTI E CONCETTI
ASTRATTI E/O COMPLESSI
• AIUTANO A MANTENERE FOCALIZZATA L’ATTENZIONE
• FACILITANO LA MEMORIZZAZIONE
• PERMETTONO DI ENFATIZZARE I PUNTI CHIAVE
• RINFORZANO LE INFORMAZIONI TRASMESSE A VOCE
• RENDONO PIU’ VARIA E DINAMICA LA LEZIONE
• ………………………………………………………….
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1° Anno
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I SUSSIDI VISIVI
•
POCHI, SEMPLICI, ESSENZIALI: NON SERVONO A STUPIRE L’AULA
•
UN PUNTO/IDEA PER OGNI SCHERMATA/FOGLIO/LUCIDO/DIAPOSITIVA
• SCOMPORRE I MATERIALI COMPLESSI IN PIU’ SEQUENZE
• IL SUSSIDIO SERVE A VISUALIZZARE; USATE IMMAGINI
• I COLORI SERVONO A EVIDENZIARE E SOTTOLINEARE, NON A STUPIRE!
• ASSICURATEVI CHE SIANO VISIBILI DA OGNI PUNTO DELL’AULA
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1° Anno
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I SUSSIDI VISIVI
Vanno evitati testi troppo descrittivi
SVANTAGGI DEI SUSSISI CON
TESTI TROPPO LUNGHI
I messaggi sono presentati in forma di frasi che
l'classe deve leggere compiutamente prima di
poterne cogliere l'idea principale.
Il docente é "forzato" a leggere il testo
ad alta voce, parola per parola, dato che se si
esprime in termini diversi da quelli scritti
interferirà con la lettura del testo da parte
della classe.
Più il testo é lungo, più saranno piccoli e meno
i leggibili i caratteri utilizzati. Con irritazione
dell'classe.
Usate parole chiave e/o messaggi brevissimi
SVANTAGGI DEI SUSSIDI VISIVI CON
TESTI TROPPO LUNGHI
•DOCENTE PRIGIONIERO DEL TESTO
•SCARSA LEGGIBILITA’
•LA CLASSE LEGGE E POI ASCOLTA
Quando il sussidio viene proiettato, la prima cosa
che la classe fa é leggere il testo.
Solo quando ha finito di leggere ascolta il
docente.
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1° Anno
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I SUSSIDI VISIVI
L’EFFICACIA DEI SUSSIDI VISIVI E’ DA RICERCARE NEL FATTO CHE AGGIUNGONO UNA
DIMENSIONE VISIVA E DINAMICA A CIO’ CHE IL DOCENTE ESPONE A PAROLE
IL TEOREMA DI FERMAT
IL TEOREMA DI FERMAT
DA SECOLI IL TEOREMA DI
FERMAT ERA RIMASTO UNA
SFIDA PER I MATEMATICI. E’
STATA SCOPERTA LA
DIMOSTRAZIONE
SCOPERTA LA
DIMOSTRAZIONE
NUOVE PROSPETTIVE PER
L’ALGEBRA?
NUOVE PROSPETTIVE PER
L’ALGEBRA
IL TEOREMA DI FERMAT
SCOPERTA LA
DIMOSTRAZIONE
NUOVE PROSPETTIVE PER
L’ALGEBRA?
AA. 2006-2007
1° Anno
Da: C Fregola, L. Pelizzoli, Manuale delle Formazione, Villa Umbra, Perugia, 2006
S.S.I.S. Scuola di Specializzazione all’Insegnamento secondario
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2. Le esercitazioni
AA. 2006-2007
1° Anno
Da: C Fregola, L. Pelizzoli, Manuale delle Formazione, Villa Umbra, Perugia, 2006
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LE ESERCITAZIONI
SONO STRUMENTI DIDATTICI CHE IMPEGNANO GLI ALLIEVI, DI SOLITO IN
SOTTOGRUPPI, A LAVORARE SU UN COMPITO DI RIFLESSIONE, DI PROBLEM
SOLVING O DI APPLICAZIONE PER UNO DEI SEGUENTI SCOPI:
ACCELERARE LA CONOSCENZA
FACILITARE IL SUPERAMENTO DI MOMENTI “DIFFICILI”
FAVORIRE LA DISCUSSIONE E LA CONDIVISIONE DI
ESPERIENZE E FACILITARE IL MUTUO
APPRENDIMENTO
INTRODURRE UN NUOVO ARGOMENTO
VERIFICARE L’APPRENDIMENTO
In generale, le esercitazioni servono ad introdurre elementi di dinamismo e
coinvolgimento attivo nella struttura del programma di apprendimento
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1° Anno
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STRUTTURAZIONE DELLE ESERCITAZIONI
IL GRADO DI STRUTTURAZIONE DELLE ESERCITAZIONI INDICA LA MISURA IN CUI LO
SVOLGIMENTO DEL LAVORO E’ ‘GUIDATO’ DA ISTRUZIONI FORNITE DAL DOCENTE O PREVISTE
DAL COMPITO.
SCOPO
Applicazione di tecniche,
concetti e nozioni
Verifica
apprendimento
Test e Casi ‘chiusi’
Introdurre un nuovo
argomento
Questionari e Casi
‘aperti’
Individuazione di errori
Favorire scambio di
esperienze
Riflessioni e discussioni
guidate
Superamento
momenti difficili
Accelerare conoscenze tra i
partecipanti
Discussioni libere
GRADO DI STRUTTURAZIONE
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1° Anno
Da: C Fregola, L. Pelizzoli, Manuale delle Formazione, Villa Umbra, Perugia, 2006
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REGOLE DI IMPOSTAZIONE ESERCITAZIONI
1. OMOGENEITA’ - ETEROGENEITA’ DEI MEMBRI DEL SOTTOGRUPPO
QUANDO ATTRAVERSO L’ESERCITAZIONE VOGLIAMO:
VERIFICARE IL GRADO DI APPRENDIMENTO
SVILUPPARE UN CLIMA DI COLLABORAZONE TRA I
GRUPPI
FORMARE SOTTOGRUPPI
OMOGENEI
FAVORIRE L’INTEGRAZIONE
SVILUPPARE CAPACITA’ DI COMPRENSIONE DI PUNTI DI
VISTA E APPROCCI DIFFERENTI
FORMARE SOTTOGRUPPI
ETEROGENEI
2. TEMPI
IL TEMPO DEDICATO ALLA DISCUSSIONE DEI RISULTATI DELL’ESERCITAZIONE DEVE
ESSERE COERENTE (QUANTITATIVAMENTE) CON QUELLO SPESO DAI PARTECIPANTI
PER SVOLGERLA
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Da: C Fregola, L. Pelizzoli, Manuale delle Formazione, Villa Umbra, Perugia, 2006
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 Esistere come studente capace di imparare
 Crescere
 Pensare con la propria testa
 Esistere come studente capace di chiedere chiarimenti
 Capire e comprendere
 Chiedere e dare supporto
 Esercitare la curiositˆ
 Esplorare
 Ricercare
 Affermare se stessi.
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1° Anno
Da: C Fregola, L. Pelizzoli, Manuale delle Formazione, Villa Umbra, Perugia, 2006
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Schemi per avviare la costruzione di un