ItaliaOggi
Numero 283, pag. 15 del 28/11/2008
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Edifici, manutenzione col libretto di fabbricato
Da Restructura, il salone delle costruzioni inaugurato ieri al Lingotto Fiere di Torino, l'Ordine
degli architetti torna a proporre l'introduzione del «libretto dei fabbricati» come condizione per
garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e negli spazi abitativi. Secondo il presidente dell'Ordine
provinciale torinese, Riccardo Bedrone, «quando si parla di sicurezza in edilizia ci si dimentica
spesso delle condizioni in cui si trovano le abitazioni private e molti edifici pubblici sia dal punto
di vista dell'impiantistica sia da quello strutturale». Le case costruite nel dopoguerra, a seguito
della grande ricostruzione, e quelle degli anni 70 necessitano di un monitoraggio speciale secondo
Bedrone, che sottolinea come sia stato un «grave errore accantonare la proposta avanzata tempo
fa dall'Ordine nazionale degli architetti di dotare ogni edificio di un vero e proprio libretto sulla
sicurezza». La proposta di Bedrone è stata subito accolta dal presidente degli ingegneri della
provincia di Torino, Ilario Cursaro, secondo il quale «la tragedia al liceo Darwin di Rivoli non si
sarebbe mai verificata se al tempo dell'ultimo intervento manutentivo qualcuno avesse dovuto
annotare, assumendosene poi la responsabilità, la presenza di quel tubo di ghisa nel sottotetto».
Secondo Cursaro, il libretto dei fabbricati dovrebbe inoltre essere esteso a tutti gli edifici pubblici
per diventare la «memoria storica sulla loro manutenzione». Ma Bedrone è andato anche oltre,
annunciando la disponibilità degli architetti torinesi «a fare attività di controllo sullo stato di
salute degli edifici delle pubbliche amministrazioni del territorio con costi contenuti, puramente
politici».
Al convegno inaugurale di Restructura, dedicato al tema della «Sicurezza sul lavoro in edilizia e
ai suoi linguaggi», sono intervenuti, tra gli altri, anche il segretario generale della Fillea Cgil,
Dario Boni, il segretario della Cna Piemonte, Michele Sabatino, il direttore generale del Lingotto
Fiere, Andrea Varnier, il vicepresidente della regione Piemonte, Paolo Peveraro, il presidente del
Collegio dei costruttori edili di Torino, Alessandro Cherio, il presidente del Comitato di
coordinamento delle tre confederazioni artigiane piemontesi Cna-Casa-Confartigianato, Mario
Giuliano. Allarmante l'intervento di Carlo Torretta, del Comitato paritetico regionale
dell'artigianato, secondo il quale il nuovo dlgs n. 81/2008 in materia di sicurezza sui luoghi di
lavoro che ha mandato in pensione la 626/94 «è un testo caotico che nel tentativo di riassumere 50
anni di legislazione sulla sicurezza comporterà uno sforzo interpretativo enorme a tutto
svantaggio della chiarezza delle disposizioni normative che le imprese dovranno attuare e i
lavoratori rispettare». Tutti i relatori hanno evidenziato come già oggi la sicurezza sul lavoro parli
linguaggi diversi a seconda degli enti che sono preposti alla vigilanza e alla sanzione e come
questo crei non pochi problemi. Giambattista Quirico, ingegnere capo della città di Torino, ha
sottolineato come la sicurezza sia legata alla corretta gestione dei luoghi di lavoro e dei
comportamenti dei lavoratori. Servono più informazione e più formazione. Secondo Massimo
Maccagno, presidente del Comitato paritetico territoriale in edilizia a Torino e provincia, molte
questioni sono di non facile soluzione perché le imprese edili sono sempre più destrutturate e
all'interno di un solo cantiere convivono molte imprese, perché ormai un terzo dei lavoratori che
operano in un cantiere sono stranieri e di nazionalità differenti. Resta però il fatto che i controlli
devono essere rafforzati, se è vero, come ha dichiarato Maccagno, «che il Cpt riesce a fare ben 4
mila controlli volontari all'anno nei cantieri edili della sola provincia di Torino a fronte degli
appena 2 mila controlli delle Asl riferiti però a tutto il Piemonte». Intanto nei cantieri edili si
continua a morire: sono stati 244 gli incidenti mortali avvenuti in edilizia in Piemonte nel 2007 a
fronte di un totale di 73 mila infortuni in tutti i settori di attività. E ad aggravare le statistiche,
come ha detto senza mezzi termini Boni, della Fillea Cgil, «sono anche i folli ribassi d'asta
incentivati dalle procedure di aggiudicazione degli appalti». Come si può, ha detto Boni,
«garantire la sicurezza con appalti vinti con ribassi del 40-45%?». «Ogni cantiere è un caso a sé»,
ha concluso Maccagno, «quante più regole quanto più difficile diventa gestirne la sicurezza».
Alessio Stefanoni
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