LA COMMEDIA La commedia e le sue fasi A differenza della tragedia, espressione della cultura ateniese di età classica, la commedia ha conosciuto una fioritura più lunga e un processo di evoluzione sul piano delle tematiche, delle strutture drammaturgiche, dei personaggi. I filologi alessandrini hanno individuato tre fasi nella storia della commedia: fase cronologia rappresentanti antica 486-388 a.C. Cratino, Eupoli, Aristofane di mezzo 388-323 a.C. Antifane, Alessi, Anassandride, Eubulo nuova dal 323 a.C. in poi Menandro, Filemone, Difilo La commedia > La commedia e le sue fasi La commedia antica La commedia antica è la rappresentazione di una vicenda: talvolta realistica, molto più spesso fantastica; basata su una trama il cui nucleo presenta un contrasto tra due personaggi, due gruppi, un personaggio e un gruppo; caratterizzata da uno svolgimento non lineare, articolato in scene digressive che puntano a ottenere il massimo della comicità; che rispecchia, distorcendoli comicamente, fatti, dibattiti politici e culturali, tensioni sociali e civili della polis, facendo spesso ricorso Un pescivendolo ateniese con un cliente all’attacco personale contro personaggi in vista. La commedia > La commedia antica Il comico: parodia e oscenità La comicità si affida per lo più alla parodia e all’oscenità. Per parodia si intende l’imitazione di un modello alto (epica o tragedia), deformato dall’intrusione di elementi di basso realismo, spesso collocati verso la fine (effetto sorpresa o aprosdòketon). L’oscenità, elemento di sicura presa sul pubblico più grossolano, ricorre a: riferimenti alla realtà corporea (parti e funzioni del corpo, alimentazione ecc.); allusioni e doppi sensi; linguaggio volgare (turpiloquio/aiscrologia); deformazioni caricaturali di personaggi e situazioni. La commedia > Il comico: parodia e oscenità Scena di komos Commedia e religione Le rappresentazioni comiche, come quelle tragiche, hanno luogo negli agoni drammatici associati alle feste annuali celebrate ad Atene in onore di Dioniso: fase mese attico e anno di inizio destinatari Grandi Dionisie (Dionisie cittadine) Elafebolione (marzo/aprile) dal 486 a.C. per ateniesi e stranieri Lenee Gamelione (gennaio/febbraio) dal 442 a.C. per i soli ateniesi La commedia > Commedia e religione Il pubblico Il pubblico della commedia si identifica con l’intera comunità cittadina, arricchita dalla presenza di stranieri in occasione delle Grandi Dionisie. Il rapporto con il pubblico, a differenza di quanto accade in tragedia: è più diretto (nella parabasi il corifeo rompe l’illusione scenica e si rivolge direttamente agli spettatori); è mediato dal riso; è di tipo educativo (analogia con la tragedia), ma ricorre a strumenti diversi, come il biasimo e la lode dei protagonisti della vita cittadina. Talia, musa della poesia comica La commedia > Il pubblico Commedia e polis Gli agoni comici sono organizzati dall’arconte re (Lenee) e dall’arconte eponimo (Dionisie): vi partecipano cinque commediografi, ciascuno con una sola commedia; le cinque commedie vengono rappresentate in uno stesso giorno, dopo i tre giorni dedicati alle tetralogie tragiche; la rappresentazione è unica: non sono previste repliche (pertanto i testi comici sono molto meno interpolati di Atene, teatro di Dioniso quelli tragici). La commedia > Commedia e polis Gli attori Gli attori sono in numero di tre fin dai testi più antichi, con tracce di un quarto attore per piccole parti. La recitazione è di tipo caricaturale, accompagnata da gesti e movimenti vivaci, talvolta esagerati. Il costume più comune dell’attore è costituito: da una calzamaglia con eventuali imbottiture sulla pancia e sulle natiche; da una corta tunica e talora da un grosso fallo di cuoio; da una maschera che riproduce in modo caricaturale le fattezze del personaggio interpretato. Maschere teatrali La commedia > Gli attori Il coro Il coro comico presenta le seguenti caratteristiche: è costituito da 24 coreuti; la sua identità varia nelle singole commedie (gruppi di persone, animali, oggetti personificati); partecipa dinamicamente alla vicenda rappresentata; dialoga con gli attori e interagisce con il pubblico attraverso il corifeo nella parabasi. Un giovane mesce vino a Dioniso La commedia > Il coro La struttura della commedia La struttura della commedia antica è più complessa rispetto a quella della tragedia. Alcuni elementi strutturali, come l’agone e la parabasi, sono peculiari della commedia; altri invece sono comuni anche alla tragedia: parti definizioni prologo articolato in più scene, è una sorta di primo episodio che introduce nel mondo paradossale della commedia parodo canto di ingresso del coro, di struttura molto varia episodi gruppi di scene di tipo farsesco in cui il protagonista si sbarazza dei suoi rivali; sono intervallati da intermezzi lirici del coro esodo coro e personaggi abbandonano la scena e si avviano a festeggiare il protagonista vittorioso (spesso l’azione si conclude con un komos, una processione chiassosa e lieta) La commedia > La struttura della commedia Le parti tipiche della commedia: l’agone Studiamo ora le sezioni tipiche della commedia, iniziando con l’agone. Collocato dopo la parodo e dopo un eventuale proagone, l’agone è una disputa verbale tra due contendenti spesso alla presenza di un personaggio buffonesco, che distorce le parole e le idee dei due. L’agone presenta uno schema epirrematico (alternanza di sezioni dialogate e sezioni cantate) e si articola in due sequenze simmetriche, seguite da una conclusione con responsione metrica tra le parti corrispondenti. La commedia > Le parti tipiche della commedia: l’agone Dioniso e satiri La struttura dell’agone Ecco la struttura di un agone completo, che vede coinvolti due personaggi (A e B), il corifeo e l’intero coro: sezione definizione odè canto del coro parakeleusmòs esortazione del corifeo ad A epìrrema discorso di A con repliche di B e intervento del corifeo pnìgos conclusione affrettata del discorso antodè secondo canto del coro antikatakeleusmòs esortazione del corifeo a B antepìrrema discorso di B con repliche di A e intervento del corifeo antipnìgos conclusione affrettata del discorso sphragìs sezione conclusiva con proclamazione del vincitore La commedia > La struttura dell’agone Gli elementi tipici: la parabasi La parabasi, collocata dopo l’agone, viene recitata e cantata dal corifeo e dal coro; è costituita da tre sezioni singole e quattro disposte in struttura epirrematica. Nella parabasi il corifeo discute diversi argomenti indipendenti dalla trama, relativi di solito alla prassi teatrale del commediografo: autodifesa, attacchi ai rivali, appello ai giudici e al pubblico. Non tutte le commedie hanno una parabasi completa: questa sezione deve aver subito un progressivo logoramento per l’allentarsi del rapporto commediografo-polis. Dioniso La commedia > Gli elementi tipici: la parabasi La struttura della parabasi Ecco la struttura di un agone completo, che vede coinvolti due personaggi (A e B), il corifeo e l’intero coro: sezione definizione kommàtion breve introduzione in anapesti/metri lirici paràbasis in metri vari: tetrametri anapestici atalettici/eupolidei/tetrametri coriambici pnìgos stretta conclusiva odè canto del coro con invocazione agli dèi epìrrema discorso del corifeo agli spettatori antodè secondo canto del coro antepìrrema secondo discorso del corifeo La commedia > La struttura della parabasi Lingua e stile Come nella tragedia, anche nella commedia vengono impiegati diversi dialetti nelle diverse parti: nei dialoghi viene usato l’attico contemporaneo, col frequente ricorso a espressioni volgari e, in sezioni di tono parodico, a forme auliche; nelle sezioni dialogate vengono usati anche dialetti diversi dall’attico per caratterizzare personaggi provenienti da altre regioni; nei cori, come accade nella tragedia, è presente una superficiale dorizzazione e si osservano riprese della lingua poetica dei vari generi lirici. Contadino al mercato La commedia > Lingua e stile Le origini della commedia: Aristotele Aristotele immagina una doppia matrice per la commedia attica (teoria “tradizionale”): la commedia dorico-siciliana (farsa megarese e farsa fliacica, rielaborate letterariamente da Epicarmo di Siracusa) sarebbe stato il modello per le scene recitate dagli attori; il rituale della falloforia, che prevedeva canti e danze eseguiti da un coro alla presenza di un fallo, costituirebbe l’origine delle parti corali, in particolare della parabasi. Ma la teoria di Aristotele presenta alcuni punti deboli: quando e dove sarebbe avvenuta la commistione di farsa e falloforia? esisteva una farsa dorica nel VI sec. a.C.? c’erano corrispondenze strutturali tra falloforia e parabasi? La commedia > Le origini della commedia: Aristotele I Dori e le origini della commedia I Dori d’altra parte rivendicavano la paternità della commedia sulla base di vari elementi: facevano derivare komodia da kome, la parola dorica per indicare il villaggio (originariamente gli attori comici erano banditi dalla città e giravano per i villaggi), mentre Aristotele spiegava che la parola commedia si collega etimologicamente a komos, la festa sfrenata che segue il simposio, in particolare nei riti dionisiaci; i Dori di Megara Iblea si basavano sul fatto che Epicarmo, considerato Un vasaio l’“inventore” della commedia, fosse originario della loro città. La commedia > I Dori e le origini della commedia Le ipotesi dei moderni Gli studi recenti hanno cercato la matrice della commedia in una fonte unica, indicandola di volta in volta in vari tipi di komos, festeggiamenti sfrenati originriamente connessi col culto di varie divinità: nelle danze cultuali itifalliche (i partecipanti indossavano maschere, falli e un costume grottescamente imbottito); nelle danze arcaiche in onore degli dèi della fertilità e della vegetazione; negli inni cletici (ne restano tracce nella parabasi); nelle processioni in cui i partecipanti si travestivano da animali. Musa con cetra La commedia > Le ipotesi dei moderni Epicarmo e la commedia siciliana Epicarmo (530-435 a.C.) ha dato dignità artistica a forme mimiche rudimentali ed estemporanee diffuse in ambiente siceliota. Le sue commedie si caratterizzano per: assenza di aggressività satirica contro personaggi contemporanei; parodia epico-mitologica (i personaggi di Eracle e Odisseo) e forse tragica (Persiani); scene di vita quotidiana (Pellegrini); allusioni a vicende storiche e culturali contemporanee; cataloghi gastronomici. La lingua è il dorico di Siracusa con alcuni colloquialismi. Non è sicura la presenza del coro. La commedia > Epicarmo e la commedia siciliana Il teatro greco di Siracusa Sofrone e il mimo Poco dopo Epicarmo fiorisce in Sicilia il mimo, una forma di teatro popolare che si presenta come un’imitazione in prosa della realtà (così Aristotele, che lo accosta ai dialoghi socratici). Sofrone di Siracusa dà dignità letteraria a questa manifestazione popolare originariamente legata a occasioni cultuali (falloforie, itifalli) o a forme teatrali improvvisate (farsa fliacica). Sofrone trae i suoi argomenti dalla vita quotidiana, senza fare ricorso alla parodia epico-mitologica. La lingua usata è il dorico. Musa che legge La commedia > Sofrone e il mimo