Indicazioni per i catechisti
Facendo riferimento ai contenuti di questo libretto, si riprendano nei
successivi incontri di catechismo i seguenti temi:
Accoglienza
Chiediamo ai ragazzi di riflettere sull’esperienza di Chiesa vissuta nel
ritiro: se lo aspettavano così oppure c’è stato qualcosa che li ha
stupiti? Incontrare Gesù non è per forza noioso o triste, anzi!!!
Si può poi passare a vedere come è sembrata loro l’accoglienza per
vedere anche qual è il loro modo di accogliere gli altri.
Si può chiedere ai ragazzi come si sono posti di fronte a certe
persone, ad esempio di fronte ad un seminarista, che magari non
avevano mai incontrato prima…
Scenetta
Riprendiamo i temi e i valori che emergono dalla storia di Riccardo.
Lo si può fare tramite alcune domande che riprendano le parole
chiave della scenetta (dono, libertà, …) o facendo ripetere ai ragazzi
la recita della scenetta.
Si possono poi vedere i temi che derivano dalle 4 perle che Riccardo
ha estratto dal suo pacco-regalo: saggezza, affetto, amicizia,
impegno. Per ognuna di queste si può vedere quali significati hanno
per loro, come le vivono, dove le trovano (se le trovano), come le
cercano, con chi le cercano…
Gioco
Si può cominciare a far spiegare il gioco ai ragazzi in modo da
cogliere quali sono stati gli elementi che più li hanno colpiti.
Li si porta così a ragionare di nuovo sulle scelte fatte e sulle
motivazioni per cui sono state fatte. Si può poi passare alle loro
scelte concrete (che scelte sono chiamati a fare i ragazzi ogni
giorno?; quali opportunità vedono nelle varie scelte?; in base a cosa
si cerca di scegliere?; scelgono da soli oppure gli capita di chiedere
aiuto, confronto, consiglio,?...). Si dia risalto al valore e al limite
costituito dal gruppo.
Ufficio Pastorale delle Vocazioni
Riccardino
Ritiro per Cresimandi
LIBRETTO GUIDA DEL RITIRO
Lettura della Parola del Signore dal Vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Il regno dei cieli è simile a un
tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di
nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra
quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca
di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende
tutti i suoi averi e la compra”.
Mt 13, 44-46
Si ripete il canto del ritornello.
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia.
Ci si siede e la guida fa una breve riflessione di sintesi a partire dal
Vangelo e sul senso del ritiro.
Poi ci si alza e si recita il Padre nostro e poi l’orazione seguente:
Guida: O Padre, fonte di sapienza, che ci hai rivelato in Cristo il
tesoro nascosto e la perla preziosa, concedi a noi il
discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra
le cose del mondo il valore inestimabile del tuo regno, pronti
ad ogni rinunzia per l'acquisto del tuo dono. Per il nostro
Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con
te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Tutti: Amen.
A questo punto, con il canto o con un sottofondo musicale, gli
animatori consegnano le perle di carta, come ricordo del ritiro. È
possibile prevedere che su di esse i ragazzi scrivano l’impegno con il
quale manifestano il desiderio di continuare il cammino di fede.
La conclusione
Per sottolineare la dimensione comunionale, si può prevedere un
momento di merenda per tutti per uno scambio fraterno di opinioni
e di saluti.
La preghiera insieme
Ufficio Pastorale delle Vocazioni
Si distribuiscono i fogli per la preghiera. Chi la guida invita tutti al
silenzio. Poi ci si alza in piedi e si comincia.
Riccardino
Guida: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.
G.: Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per
la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.
T.: E con il tuo spirito.
La preghiera si apre con la recita a cori alterni del salmo, ad
esempio: il primo coro i ragazzi, il secondo coro gli adulti.
Ant.: Sei tu, Signore, l'unico mio bene.
Ragazzi: Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: “Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene”.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Adulti: Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio cuore mi istruisce.
Io pongo sempre innanzi a me il Signore,
sta alla mia destra, non posso vacillare.
Ragazzi: Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Insieme:
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen
Si introduce l’ascolto del Vangelo con il canto dell’alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia.
Chiama ed io verrò da Te:
figlio nel silenzio mi accoglierai.
Voce e poi, la libertà:
nella Tua Parola camminerò.
Alleluia, alleluia, alleluia, alleluia, alleluia.
Ritiro per Cresimandi
Questo ritiro, preparato dall’Ufficio Pastorale per le Vocazioni, è pensato
principalmente per pomeriggi di ritiro a livello zonale e prevede la partecipazione
tanto dei cresimandi, quanto dei loro genitori, padrini e madrine.
L’animazione degli incontri zonali viene gestita direttamente dai seminaristi
dell’Ufficio Pastorale delle Vocazioni, coinvolgendo comunque sempre un discreto
numero di animatori per collaborare direttamente alla realizzazione del ritiro
stesso.
Per questo dev’essere sempre previsto un incontro preparatorio nel quale gli
animatori disponibili vengono adeguatamente istruiti su ciò che devono fare.
Il ritiro è proponibile anche a livello parrocchiale. Viene però lasciato alla
Parrocchia stessa la realizzazione del ritiro attraverso i propri animatori: l’Ufficio
Pastorale delle Vocazioni fornisce n tal caso tutto il materiale necessario ed
eventualmente una consulenza in fase di preparazione. Questo libretto è stato
studiato proprio perché ogni Parrocchia possa realizzare in proprio e senza grandi
difficoltà il ritiro.
Struttura del Ritiro
Il ritiro prevede dei momenti comuni a cresimandi, genitori, padrini
e madrine e dei momenti distinti per i ragazzi e per gli adulti.
Dopo un iniziale momento di provocazione, vissuto insieme e basato
su una scenetta drammatizzata, i ragazzi proseguono la loro
riflessione attraverso il gioco e il confronto a gruppi, mentre gli
adulti vivono un momento di ascolto e confronto, a partire dalla
Parola di Dio, sull’educazione alla fede dei propri figli.
Un successivo momento di sintesi, ancora basato sulla seconda
parte della scenetta drammatizzata, aiuta tutti nella ripresa dei
contenuti fondamentali affrontati nella proposta vissuta in
precedenza.
Infine, quanto riflesso nel lavoro guidato viene trasformato in
preghiera.
Spazi, persone e materiali necessari
Per la realizzazione del ritiro occorrono:
- un salone sufficientemente grande per accogliere tutti i
partecipanti insieme, opportunamente amplificato;
- un ampio spazio all’aperto dove dislocare prima dell’inizio del
ritiro, i “luoghi di vita di Riccardino” (o, per l’alternativa in caso
di pioggia, un numero sufficiente di spazi coperti);
- la piantina con riportata la dislocazione dei “luoghi di vita di
Riccardino”, in numero di copie pari al numero dei gruppi che
verranno formati;
- 15 cartelloni con i nomi dei “luoghi di vita di Riccardino” da
posizionare secondo l’indicazione della cartina;
- un tavolo (la “base”), da posizionare nel punto centrale del
luogo dove si svolge il gioco;
- 15 buste corrispondenti ai “luoghi di vita di Riccardino”,
contenenti le schede delle situazioni che i ragazzi sono chiamati
a risolvere. Le buste sono poste presso la “base”;
- una figura-guida per il ritiro;
- un relatore per l’incontro degli adulti (che può coincidere con
la figura-guida);
- due interpreti per la drammatizzazione della scenetta di
Riccardino (uno fuori campo e uno in scena, vestito con un
pigiama come un ragazzino che si è appena alzato…);
- un numero di animatori almeno pari al numero dei gruppi di
ragazzi che verranno formati;
- le coreografie indicate per la scenetta ossia:
o un tavolino con sopra uno specchio girevole (sul retro
dello specchio dev’essere riportata un’immagine del
volto di Gesù);
o un grosso pacco regalo con tanto di biglietto “Per
Riccardo da Gesù”, contenente quattro grosse sfere
di polistirolo (le perle) e i quattro “fogli delle
istruzioni” corrispondenti;
- un libretto-guida per ogni animatore;
- un libretto “situazioni e spiegazioni” per ogni animatore;
- la scheda per il computo dei punti, fotocopiata in un numero di
copie pari al numero di gruppi che verranno formati;
- Il Riccardometro, pannello studiato perché ogni gruppo possa
valutare il proprio grado di preparazione alle scelte;
in chiesa, nella preghiera, nelle altre persone, nelle attività di
oratorio o di volontariato che fai … … ma cosa aspetti, vieni.
(Riccardo contento esce).
c. La spiegazione sintetica dei contenuti del ritiro
A questo punto, la guida riassume i contenuti della proposta. Tutto è
racchiuso nelle 4 perle che Riccardo ha trovato nel regalo. La guida
spiegherà secondo il suo stile il significato delle 4 perle.
Una traccia può essere questa:
1. “Una perla di saggezza”: se considererai la LIBERTA’ un fare ciò che
voglio adesso non andrai da nessuna parte e girerai sempre in
tondo…la LIBERTA’ c’è per scegliere una strada e percorrerla.
Si può chiedere ai ragazzi che cos’è la libertà e aiutarli,
brevemente, a capire che la libertà vera mi fa scegliere un bene
e questo bene richiede fedeltà.
2. “Una perla di affetto”: ascolta le persone che Dio ti mette vicino e
che TI VOGLIONO BENE…
Quanto è importante l’affetto/l’amore di chi mi è accanto. I miei
genitori, gli amici, gli educatori, il don… L’amore vero corregge e
non ha paura di far anche male per fare il bene.
3. “Una perla di amicizia”: «Nessuno ha un amore più grande di
questo: dare la vita per i propri amici».
Partendo da questa citazione, ci chiediamo se siamo amici di
Gesù, fino a che punto, che cosa siamo disposti a perdere per
Lui, quanto siamo pronti a “giocarci”, dove possiamo incontrarlo,
come essere suoi amici…
4. “Una perla d’impegno”: ho una proposta da farti.
I ragazzi hanno appena ricevuto o riceveranno a breve il
sacramento della Confermazione: ora il cammino dei sacramenti
dell’iniziazione si conclude. Sono “grandi”. Come e dove si
impegnano? Come prosegue il cammino di fede? Come essere
testimoni e quindi crescere nella fede?
R.: C’è scritto: “Una perla di saggezza: UNA VITA X… = Se
considererai la libertà un fare ciò di cui ho voglia adesso non
andrai da nessuna parte e girerai sempre in tondo. La libertà
c’è per scegliere una strada e percorrerla”. Proprio vero. Un
attimo fa, quando non sapevo cosa scegliere giravo come una
trottola.
G.: Guarda ancora, che non è finita!
Riccardo estrae un’altra perla e un altro biglietto.
R. (Come sopra): “Una perla di affetto: Ascolta le persone che TI
VOGLIONO BENE: ti correggono per aiutarti a scegliere e
percorrere la tua strada e soprattutto perché TI VOGLIONO
BENE”.
Beh, questa mi sembra un po’ grossa!!! Mi sgridano perché
adorano rompermi le scatole.
G.: Riccardo, sii onesto … Mercoledì pomeriggio dovevi scegliere
tra una corsa in motorino ed aiutare in casa: quale era la
scelta giusta?
R. (ci pensa un po’, poi quasi con vergogna): la seconda.
G.: E se tua mamma non avesse urlato per mezz’ora per
convincerti, saresti rimasto a casa?
R.: Penso proprio di no!
G.: E allora? Non hai forse bisogno del sostegno degli altri per
scegliere bene?
R.: Mi sa che hai ragione; non sei un tipo facile da imbrogliare …
(Riccardo estrae la terza perla con relativo biglietto)
R.: “Una perla di amicizia: Vuoi essere mio amico? Nessuno ha un
amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi
siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.”
Ah, ma certo che voglio diventare tuo amico …
Ma qui c’è ancora qualcosa …
(Riccardo estrae la quarta perla con relativo biglietto)
R.: “Una perla di impegno: Ho una proposta da farti …”
Ma cosa significa?
G.: Hai trovato la perla più preziosa: seguimi, stai vicino a me e
vedrai che presto capirai … sai come seguirmi vero?! cercami
- Fogli della preghiera finale;
- Perle di carta personalizzate da consegnare al termine della
giornata come ricordo del ritiro;
- Penne, scotch, fogli di carta e tutto ciò di cui si può aver
bisogno.
Il momento iniziale
a. Accoglienza e formazione dei gruppi
Gli animatori accolgono i cresimandi con le loro famiglie all’ingresso
del salone dove si svolgono i momenti del ritiro comuni a tutti: la
cordialità dell’accoglienza è fondamentale se si vuole trasmettere,
durante l’attività, uno stile di Chiesa fresco, gradevole e di
comunione.
All’ingresso i cresimandi devono essere da subito divisi in gruppi in
modo tale da non creare disparità: è bene avvalersi della
collaborazione dei catechisti e individuare i gruppi in modo chiaro
(ad esempio, scrivendo sulla mano di ciascun ragazzo il numero del
proprio gruppo).
I cresimandi vengono fatti sedere insieme nei primi posti, in
prossimità del luogo di realizzazione della scenetta. Gli adulti
vengono lasciati più indietro.
b. Preghiera iniziale
È un momento molto semplicemente nel quale chi guida, dopo aver
ottenuto il silenzio, introduce alla giornata di ritiro con una
semplice preghiera e due parole di spiegazione. Non è necessario
preparare foglietti: si lascia al momento finale la preghiera più
strutturata. Basta anche solo, per esempio, recitare un Padre
nostro…
c. La prima parte della scenetta su Riccardino
La guida introduce la scenetta, dicendo ai ragazzi di voler presentare
loro un ragazzo, Riccardo, che ha appena fatto la cresima ed è un
tipo un po’ particolare. Si fa poi da parte e inizia la scenetta.
La scena è vuota, con un tavolo sul quale è posto uno specchio che
può ruotare su se stesso. In un angolo della scena, ben visibile, c’è un
grosso pacco-regalo con tanto di biglietto.
Riccardo entra in scena, sbadigliando come appena alzato…
Riccardo: Ciao specchio!
Specchio: Ciao Riccardo! Come stai?
R.: Benissimo, ieri ho fatto la Cresima! Tutto bellissimo! Il pranzo, le
foto … i regali !!! … peccato solo per la Messa!
S.: Perché? C’è stato forse qualche problema?
R.: No, no. L’unico problema della Messa è che c’era!
S.: Ma come?!?!?!?
R.: Va beh, fa niente, tanto ho ricevuto tanti regali … un motorino
val bene una Messa, no!
S.: Adesso smettila! Se parli così allora perché hai fatto la Cresima?
R.: Ma … boh … non so … la facevano tutti … e poi ho ricevuto tanti,
tanti regali: il computer dalla zia, la play station dalla nonna, le
scarpe da calcio dallo zio, da mia sorella grande un libro … và beh,
non ha mai capito un tubo quella! … ma soprattutto i miei genitori
hanno finalmente sganciato un po’ di grana per il motorino!!! … direi
che ho fatto un ottimo affare …
S.: E non hai ricevuto nient’altro?
R.: Mmm … Ah, sì … c’è quella storia della colomba …sì, dovrei aver
ricevuto qualcosa che si chiama Spirito Santo e che fa sette doni …
non chiedermi come si chiamano perché mentre lo spiegavano ero
impegnato in cose più importanti.
S. (ironico): Mamma mia! che lavoratore!
R.: Eh sì! Stavo allenandomi a tirare palline di carta sulla catechista …
… (prende in mano il pacco-regalo) … In chiesa, non so come, mi è
capitato tra le mani questo pacco … c’è anche un biglietto … (legge)
… “Per Riccardo da Gesù” … Bah, non ho tempo di aprirlo adesso …
… (trionfante) … adesso non ho tempo perché ho fatto la Cresima:
questo è il primo passo verso l’emancipazione, un piccolo passo per
un uomo ma un grande passo per l’umanità, il primo dei gloriosi
traguardi verso un futuro di libertà: finalmente basta catechismo!!!
S.: Come basta? Tu a catechismo ci vai!
Il momento della sintesi
a. Ricomposizione dell’assemblea
Quando i ragazzi hanno finito il gioco e i genitori l’incontro, ci si
ritrova nel salone iniziale. A questo punto si recupera il silenzio e si
procede alla seconda parte della scenetta su Riccardo.
b. La seconda parte della scenetta su Riccardino
Sulla scena sono ben visibili lo specchio e il pacco-regalo,
abbandonato dove lo aveva lasciato Riccardo.
Riccardo rientra in scena annoiato e inquieto, girando per la sala e
cambiando continuamente direzione.
R.: Adesso potrei andare a fare un giro in motorino, ma non ne ho
voglia … oppure potrei giocare con il computer, ma uffa!… e il
calcio … mi ha stancato… (Si siede per terra)... Non ho voglia di
niente … tutti i regali mi hanno stufato.
S.: Guarda meglio. Forse c’è qualcosa che non hai ancora
considerato bene. Ed è la cosa più importante!
R.: Ah, quell’inutile pacco! Ma chissà perché mi hanno dato questo
alla Cresima?
(Si gira lo specchio e “appare” l’immagine del volto di Gesù)
Gesù: Forse perché la Cresima è un dono. Mi spiace che tu non
lo apprezzi.
R.: Scusa, ma non so nemmeno che dono è.
G.: Apri e vedrai!
(Riccardo apre la scatola ed estrae la prima perla)
R.: Ma che cosa è? Un uovo troppo cresciuto?
G.: No, è una perla. Ricordi: “Il Regno dei cieli è simile a un
mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla
di grande valore, va, vende i suoi averi e la compra”. E poi
guarda le spiegazioni…
(Riccardo estrae dalla scatola un biglietto che prima mostra e
poi legge)
ma per porre dei paletti, ci devo prima credere io. Gesù cresceva in
“sapienza”: dobbiamo immaginare Gesù con Maria e Giuseppe, nel
suo villaggio, accanto al suo lavoro, accanto alle cose che aveva e
che vedeva, che poteva desiderare e conoscere, comprendendo le
cose ‘giuste’, e vivendole nel modo ‘giusto’. “In età”:quella sua
personalità andava assumendo quella forma di armonia:
l’intelligenza, il cuore, la fantasia, l’affettività,la comunicazione con
gli altri, le responsabilità, tutto questo fa l’età di una persona.La
personalità di Gesù ha avuto a poco a poco degli allargamenti di
esperienza: tutta la sua vicenda familiare ed umana. “In grazia”:
Gesù, crescendo in sapienza e in età, cresceva in amabilità; il suo
comportamento era gradevole, sciolto, armonico, non era a sbalzi, m
aveva una sua coerenza che si evidenziava soprattutto nei rapporti
personali.
Fino a qui abbiamo lasciato parlare il vangelo e i personaggi, facendo
qualche considerazione anche per noi. Ma dobbiamo anche essere
propositivi: il sacramento ci chiede anche che i nostri figli
comprendano la volontà del Padre. Saranno chiamati a fare una
scelta di bene sulla loro vita, scelta di bene che certamente voi
condividete, perché oggi siete qui. Siete chiamati ad essere esempio
di fede: come? Per esempio raccontando della vostra fede ai figli,
pregando con loro e senza di loro (è importante per loro sapere che i
propri genitori pregano), superando luoghi comuni, paure o tabù. E’
opportuno anche creare opportunità: non posso dire a mio figlio di
andare a messa, se io sono il primo a non andarci…magari mi rendo
parte più attiva all’interno della parrocchia. Possiamo accompagnare
i nostri figli, senza però controllarli, lasciando loro responsabilità e
fiducia, rischiando addirittura di favorire o proporre iniziative o
proposte.
Tutte le proposte mirano a far capire ai genitori queste tre semplici
osservazioni:
1. l’importanza di educare alle scelte di valore
2. la cresima è parte di un cammino di fede
3. l’importanza di accompagnare i propri figli
R.: Taci! La vita è mia e me la gestisco io! Non puoi più obbligarmi …
Vediamo, forse puoi convincermi … Per quale assurdo motivo io
dovrei andare a catechismo?
S.: … Ma … Perché …
R. (intervenendo sulla risposta dello Specchio per non farlo parlare):
Visto che ti ho convinto io! Tra un po’ un altro traguardo: la fine
delle scuole medie, e via verso il magico mondo delle scuole
superiori (quella dove si studia meno, ovviamente!), e vai coi
pomeriggi in motorino … sempre in impennata … (fa finta di andare
col motorino su una ruota).
S.: Stai attento che cadi!!
R.: Ma stai zitto che la vita è mia e me la gestisco io … (cade) …
AHIA!!! … (si rialza fingendo di non essersi fatto nulla ma
zoppicando) … non mi sono fatto niente! … Ahia!
Poi a sedici anni: discoteca!!! mi hanno detto di quelle cose …
E infine a diciotto anni: patente, macchina … e la libertà assoluta.
Mi sembra proprio un bel programmino!
S.: E poi? E’ tutto qui quello che cerchi … mi sembra pochino … e
quando avrai raggiunto quella che tu chiami “libertà” per cosa la
userai?
R. sta zitto pensieroso; poi sconsolato: Già … e poi?
L’attività di “gioco” per i ragazzi
a. Le varie fasi del gioco
La guida riprende la domanda conclusiva della scenetta e invita i
ragazzi ad addentrarsi nella vita quotidiana di Riccardo: vivranno
un’attività di gioco a squadre nella quale confrontarsi con alcune
situazioni di vita ordinarie. Si tratta di fare delle scelte, proprio come
deve fare Riccardo ogni giorno.
Vengono fatte uscire ad una ad una le squadre, abbinandole al
proprio animatore. Ogni animatore è provvisto della piantina con la
dislocazione dei luoghi di vita di Riccardo, di un pennarello e del
foglio per segnare il punteggio. Ogni animatore porta in un luogo
opportuno la propria squadra e spiega come concretamente si
svolgerà il gioco, leggendo il regolamento che si trova al punto b di
questo paragrafo.
La squadra si reca poi al tavolo della “base” dove si trovano le 15
buste corrispondenti ai 15 luoghi. Ne sceglie una e, senza aprirla,
seguendo le indicazioni della piantina, si reca al luogo
corrispondente alla busta.
Qui viene aperta la busta e uno dei ragazzi legge la situazione che, in
quel luogo, si presenta agli occhi di Riccardo. Prima di dare lettura
delle possibili soluzioni, l’animatore interroga brevemente i ragazzi
per comprendere se hanno ben colto la situazione.
Si procede alla lettura delle quattro possibili soluzioni riportate sulla
scheda. Ovviamente hanno gradi diversi di correttezza: più la
risposta è opportuna e maggiore è il punteggio che si acquisisce. I
ragazzi devono discutere per decidere che soluzione scegliere.
Qui entra in gioco la bravura e la qualità dell’animatore il quale
dovrà aiutare i ragazzi a riflettere sulla risposta corretta, ma
entrando a fondo nel loro vissuto quotidiano, cercando di far
ragionare i ragazzi, piuttosto che presentare una riflessione sua,
pur corretta che sia: è importante che i ragazzi imparino a usare la
testa nelle scelte della loro vita. Pur senza esagerare, per non
appesantire il gioco e trasformarlo in un incontro di catechismo, non
importa il tempo che si impiega nella discussione: non si deve aver
paura di analizzare meno “situazioni” degli altri gruppi, o di farne
poche, ma con equilibrio e attenzione ai ragazzi, è più importante
stimolarli e provocarli a dare risposte serie e motivate.
Una volta ottenuta la risposta, l’animatore legge dal libretto
“Situazioni e spiegazioni” la spiegazione di quanto la risposta scelta
sia stata corretta e segna sul foglio apposito il punteggio ottenuto
per la situazione: i punteggi non servono a creare competizione tra i
gruppi, ma semplicemente per una auto-valutazione del gruppo e
dei singoli.
A questo punto, si rimette la situazione all’interno della busta e si
ritorna alla “base” per scegliere un altro luogo e ripete la procedura.
Si procede così finché appare opportuno continuare o finché il
tempo lo consente.
non giudicarli in modo definitivo, ma dare loro la possibilità di rifarsi,
senza perdere la stima e la fiducia in se stessi…frasi del tipo” non me
lo sarei mai aspettato da mio figlio” non sono molto educative,
perché fanno loro percepire di non corrispondere a quell’ideale di
figlio che noi abbiamo nella mente, ma che, per forza di cose, non
esiste.
“Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio,seduto in mezzo ai dottori,
mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano
pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo
restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio,perché ci hai fatto
così?Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose:
“Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle
cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole”.
Questo ritrovamento non è soltanto un ritrovamento fisico, ma è il
ritrovare gli orizzonti del figlio, il ritrovarsi nella stessa lunghezza
d’onda, nella comprensione di ciò che lui vuole e sarà. Qui viene
sottolineato lo stupore dei genitori di Gesù:i nostri figli spesso ci
stupiscono, si rivelano più grandi di quanto noi pensiamo. Abbiamo
qui un modello di figlio particolare: Gesù ascolta ed interroga, ha
interessi; alle volte, molti figli alla sua età non mostrano grandi
interessi, ma a volte scopriamo qualcosa che sta loro
particolarmente a cuore, ed allora, è bene sottolinearlo. E’ come un
ricominciare da capo, una conoscenza graduale,alle volte sembra
che cambino totalmente, che vivano alti e bassi; credo che
l’importante, come atteggiamento essenziale, sia quello di cogliere
sempre il positivo dei figli.
“Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso.
Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva
in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”.
Qui sottolineiamo la necessità di un’autorità: una autorità non
acritica, però, ma che condivida certi valori e ne sappia rendere
ragione e ne sia consapevole. E’ importante che ci siano dei paletti,
fare come genitori; ci sono due tipi di reazioni da parte dei figli a
questo atteggiamento da parte dei genitori: o si ribellano, oppure si
crogiolano beatamente.
“Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si
misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato,
tornarono in cerca di lui a Gerusalemme”.
Maria e Giuseppe appaiono nella loro responsabilità più globale
verso il figlio. Sono responsabili di Gesù e se lo perdono. Appaiono in
un momento particolarmente drammatico del loro esercizio, della
loro responsabilità genitoriale. E sono responsabili non solo di un
figlio, ma di un figlio dodicenne che fa un viaggio importante come
quello a Gerusalemme ,che simboleggia la sua crescita, il passaggio
dalla fanciullezza all’età adulta.
La prima azione è l’illudersi “Credendolo nella carovana”: è l’illusione
che nostro figlio non farà mai del male, non si sbaglierà; si pensa
“siccome è sempre andata bene, non ha mai dato problemi, non
abbiamo mai avuto sorprese, non ce ne darà mai”; l’esempio
classico è quello della sigaretta fumata di nascosto… “mio figlio non
fuma, ne sono sicuro, perché non l’ho mai visto, e poi non lo farebbe
mai”. E così illudendosi, Maria e Giuseppe “fecero una giornata di
viaggio”: cioè si allontanano sempre più da lui, no guardano in faccia
alla realtà di questo ragazzo che sta crescendo; fanno un viaggio
nella direzione sbagliata; pensano di viaggiare insieme, ma in realtà
se ne stanno allontanando. Quando Maria e Giuseppe si accorgono
che non c’è Gesù, tornano indietro: è un po’ il turbamento dei
genitori quando scoprono che i propri figli se ne stanno andando in
una direzione opposta a quella che essi gli hanno insegnato. E’ un
errore pensare di aiutare i figli essendogli amiconi;si pensa così di
potere essere loro più vicini, ed invece si perde il ruolo di
genitori,che è anche quello dell’educatore che mi indica la strada. I
figli ci seguono solo se gli proponiamo una via sicura, solo se quella
via l’abbiamo già percorsa noi una volta, e siamo loro guide. Per
questo, è importante anche dialogare con i figli; e quando sbagliano,
b. Regolamento
1. Ogni squadra prende dal luogo centrale (“base”) una delle buste
corrispondente ad un luogo di vita di Riccardo e, seguendo le
indicazioni della cartina, raggiunge il luogo in questione.
2. Una volta arrivata, la squadra sceglie e legge una delle due
situazioni presenti nella busta.
3. Si legge attentamente la situazione scelta e le sue 4 possibili
soluzioni.
4. Sotto la guida dell’animatore, si riflette, ci si ascolta e ci si
confronta con la squadra per scegliere una soluzione,
cogliendone le motivazioni.
5. Non tutte le scelte sono completamente o giuste o sbagliate:
l’animatore, una volta che la scelta è stata compiuta, ne
indicherà la correttezza e comunicherà il punteggio relativo alla
scelta fatta
N.B.: Preferite una risposta sincera, anche se non corretta, su cui
discutere, ad una giusta, ma data solo per compiacere voi, le
catechiste, o il don: non ci aiuta a crescere.
6. La squadra segna il proprio punteggio sul foglio apposito e ritorna
alla “base”.
7. Si ripete la procedura dal punto 1. Alla base viene lasciata la busta
precedente e ne viene scelta una nuova. Nel caso in cui sia
necessario ricorrere di nuovo alla stessa busta, si utilizzerà la
situazione non considerata prima.
8. Al termine del tempo stabilito per il gioco, ogni animatore con la
propria squadra raggiunge il Riccardometro e, a partire dal totale
del punteggio raggiunto, controlla il grado della propria capacità
di scelta. Si procede poi al confronto nel gruppo.
c. Le situazioni con le relative soluzioni
Consigliamo agli animatori di leggere il libretto “Situazioni e
spiegazioni” in anticipo, per avere ben presente su che cosa i
ragazzi si confronteranno e come li si potrà aiutare a riflettere.
d. Il Riccardometro
Terminato il numero di situazioni previste, ogni squadra torna
un’ultima volta alla base. Li troverà il Riccardometro. Questo
simpatico strumento, permetterà di valutare la propria capacità di
scelta di fronte alle varie situazioni. Sono più o meno bravo di
Riccardino?
La percentuale di bravura si calcola nel seguente modo: totale punti
diviso per il numero delle situazioni, moltiplicato per 25.
Percentuale =
Totale dei punti realizzato
----------------------------------------------- X 25
Numero delle situazioni affrontate
Ad esempio, se una squadra ha affrontato 7 situazioni e totalizzato
21 punti,la sa percentuale di bravura sarà:
Percentuale =
21
----------------------------------------------- X 25 = 75%
7
e. Il confronto nel gruppo
A questo punto, per aiutare i ragazzi a fare sintesi e a mettere “a
fuoco” i contenuti del ritiro, gli obiettivi e le “provocazioni” per il
futuro, è bene prevedere un momento di confronto, a gruppi o tutti
insieme (a discrezione dei responsabili), che può richiedere dai 15 ai
30 minuti di tempo. In base al gruppo, alle necessità, al tempo e
anche al numero dei ragazzi, si possono scegliere modalità diverse di
conduzione del gruppo stesso. Ne proponiamo alcune.
1) preferibile se la scelta è quella di rimanere tutti insieme
Dopo aver fatto sistemare i ragazzi in cerchio e aver commentato la
percentuale di bravura raggiunta dal gruppo, si consegna a ciascuno
di loro un foglietto sul quale sia scritta la frase: “Oggi mi “porto” a
casa…” oppure: “Da oggi m’impegno a…”.
compiere un gesto sacro altamente simbolico che consiste
nell’avviarsi verso un luogo sacro, indicando un primato di Dio nella
propria vita.. Fare pellegrinaggio è segno di adesione sacra ad un
mistero di Dio, manifestato in maniera privilegiata in questo luogo.
Il tempo viene indicato come Pasqua, come la festa di Pasqua, “i
giorni della festa di Pasqua”: quindi è la Pasqua intesa come festa
prolungata, festa di una settimana. Per gli Ebrei la Pasqua possiede
tutta una serie di significati che ricordano il proprio passato, la
propria storia e la propria religione: è un po’ la sintesi di tutti i valori:
l’amore di Dio verso il suo popolo, la liberazione, l’unità, la dignità di
popolo, la Legge.
Anche i vostri figli stanno vivendo un momento di passaggio, come
Gesù. Come Maria e Giuseppe anche voi siete chiamati a fare il
vostro pellegrinaggio verso Gerusalemme, trasmettendo cioè tutto
quel patrimonio de fede che voi avete ricevuto; già di per sé la scelta
di mandare vostro figlio/a a catechismo è letta in questa direzione,
ma non possiamo pensare che tutto il discorso di fede debba essere
demandato alle catechiste. Non solo a loro! Siamo responsabili di
quello che insegniamo ai nostri figli:ciò che imparano da noi se lo
porteranno per tutta la vita, nel bene e nel male. Siete arrivati fino
alla soglia della Cresima: questo significa che un certo cammino c’è
stato; ma d’ora in poi è necessario essere più vicini ai figli, con la
propria fede, anche se è una fede che non sempre è sicura di se
stessa, alle volte vacilla, si pone dubbi e domande, però questa è la
fede, un cammino di ricerca, perché si accetti di mettersi in gioco.
All’età dei vostri figli è però più difficile, perché essi cambiano,
crescono. Però, come avviene per il fanciullo Gesù, è anche tempo di
scelte: si forma la cosiddetta “coscienza morale” e i vostri figli
saranno più consapevoli della differenza fra bene e male. Ci
rendiamo conto che la Cresima a questa età può essere più
complicata rispetto a 8,9,10 anni, periodo ancora della fanciullezza.
Però è anche il momento in cui, se sufficientemente accompagnati e
formati, possono capire meglio il dono che gli viene fatto. E’
importante capire che stanno vivendo un passaggio, per evitare di
trattarli ancora come bambini: questa è la peggior cosa che si può
“I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa
di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni,vi salirono di nuovo
secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre
riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a
Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero”.
I genitori e Gesù sono i personaggi fondamentali di questo brano; i
genitori sono presenti due volte,all’inizio e alla fine. E questo ricordo
dei genitori è presente anche in seguito, verso la fine del brano,
quando si dice: “Sua madre gli disse” e poi “Ecco: tuo padre ed io
angosciati ti cercavamo”. In questo brano viene messa a fuoco
questa condizione fondamentale della vita che è l’essere genitori;
una condizione privilegiata, formidabile dell’esistenza che non
appartiene a tutti per differenti motivi. E’ un compito, quello dei
genitori, che assorbe tutta la vita, che prende tutta l’esistenza. C’è
poi il secondo personaggio che è Gesù, il fanciullo; ha dodici anni e
in questa occasione sale a Gerusalemme per la festa: è un’età di
passaggio, un passaggio di vita che Gesù compie come uomo, come
figlio. Gesù lo compie anzitutto come uomo, perché sta vivendo il
passaggio dalla fanciullezza verso l’adolescenza, che avviene tra i
dodici ed i quindici anni; è quel momento in cui una persona
comincia a prendere in mano la sua vita e capisce che deve
diventare uomo o donna. Capisce che la vita va scelta e non
semplicemente vissuta; è un’età di cambio esistenziale profondo,
misterioso, ma si può dire che, nella maggior parte dei casi, molte
scelte che condizioneranno il futuro nascono proprio in questa età.
E’ l’età in cui Gesù definisce il suo ruolo all’interno della comunità
credente ed anche come figlio all’interno della famiglia. Mentre
prima l’obbedienza andava avanti da sé, da quel momento si inizia a
decidere quale rapporto tenere verso i genitori.
C’è poi un secondo elemento di lettura del brano, i luoghi. Luogo
fondamentale è certamente Gerusalemme, menzionato due volte.
Ed è menzionata Gerusalemme non solo in maniera statica come
città che sta là, ma è la città che è meta di un pellegrinaggio verso la
quale si va. E’importante anche il fare il pellegrinaggio, cioè
Si lasciano 2/3 minuti di tempo perché ogni ragazzo completi da solo
la frase sul suo foglietto. Al termine il foglietto dovrà essere riposto
in un cesto che si troverà al centro del cerchio.
A questo punto il responsabile del ritiro (o chi per esso) pescherà
alcuni foglietti dal cesto e, partendo da quanto vi è scritto, cercherà
di fare una sintesi della giornata, possibilente interagendo con i
ragazzi.
2) preferibile se si sceglie di rimanere divisi nei gruppi dell’attività
Facendo leva sulla percentuale di bravura raggiunta e sull’esperienza
vissuta insieme nel gruppo, la guida del gruppo avvia un rapido
confronto utilizzando le domande suggerite di seguito:
- Qual è stata la scelta più difficile fatta nel gioco? Che situazione
presentava?
- Nel gioco ho fatto le scelte per vincere o perché credo che erano
vere e giuste?
- “Dal gioco ho capito che…”
- “Un valore importante è…”
- “Un atteggiamento importante da assumere è…”
- “È importante il rapporto con…”
3) Se si ha più tempo a disposizione
Nel caso che l’incontro sia previsto/strutturato su un’intera giornata,
si può valutare la possibilità di riprendere la percentuale di bravura
raggiunta e l’esperienza vissuta nel gioco attraverso un lavoro di
gruppo che porti i ragazzi a concretizzare nel loro vissuto le
situazioni che hanno incontrato e a verificare come si sarebbero
realmente comportati (se le soluzioni proposte erano simili o no a
quello che loro avrebbero realizzato). Anche in questo caso si
consiglia di mantenere i gruppi che hanno fatto l’attività insieme e
che per ogni gruppo ci sia un membro dell’equipe (o chi per esso)
che faccia da guida.
Di seguito sono proposte alcune domande per il lavoro in gruppo:
- Che scelte ho dovuto fare nel gioco? In quali ambienti?
- C’è una scelta o un ambiente che mi ha colpito particolarmente?
Perché?
- C’è un ambiente o una scelta che ritrovo anche nella mia vita o che
gli assomiglia molto?
- Quali sono le principali differenze? Quali le somiglianze?
- Dal gioco che valori emergono secondo me?
- Che peso e quale posto hanno nella mia vita?
- Qual è la scelta più difficile che fino ad oggi ho dovuto fare?
- E una delle scelte più belle che ho fatto?
- C’è qualche scelta che mi preoccupa per il futuro? Perché?
- C’è qualcuno che mi aiuta a scegliere?
f. La prova finale
Al termine di questa parte di attività si può prevedere un gioco finale
che, valorizzando le percentuali di bravura ottenute dai vari gruppi,
consenta di riattivare l’attenzione dei cresimandi meno interessati.
Ad esempio basta una breve caccia al tesoro, anche con una sola
indicazione, dove l’ordine di consegna dell’indicazione sia calibrato
sulle percentuali di bravura raggiunte. Il tesoro potrebbe essere un
“Pacchetto regalo per Riccardino” contenente delle caramelle da
distribuire nel gruppo vincitore.
Questo gioco finale consente di richiamare alla mente il pacco-dono
ricevuto da Riccardino e non ancora aperto: sarà il motivo per
rientrare nel luogo della scenetta.
L’incontro per genitori, padrini e madrine
Durante la fase di gioco dei ragazzi, il ritiro può prevede anche un
incontro con i genitori, i padrini e le madrine.
In tal caso il “gioco finale” è anche importante (essendo realizzabile,
ma anche evitabile) per consentire di sincronizzare l’attività dei
ragazzi e quella dei genitori senza creare tempi morti.
Si suggerisce di trattare con i genitori un tema riguardante
l’educazione alla fede dei propri figli.
Tale tematica è trattata, ad esempio, molto bene nel libro “Se tuo
figlio ti chiede un pane” del card. Carlo Maria Martini. Usando il
testo o facendone un riassunto l’incontro risulterà molto utile.
Oppure è possibile far riferimento a “Il maestro è qui e ti chiama Proposte pastorali per il biennio 2008-2010” del nostro vescovo
mons. Diego Coletti.
Qui di seguito proponiamo una possibile riflessione liberamente
strutturata a partire dal sopra citato testo del card. Martini.
Lc 2,41-52
Anche i genitori sono chiamati a vivere un momento di ritiro come i
propri figli. Si fa un ritiro perché, di solito, ci si deve preparare
qualcosa di importante. Quindi, anche se questo momento sarà
breve, ricordiamoci che è un momento di Grazia anche questo: ci
sentiamo uniti ai vostri figli che stanno facendo a loro volta un po’ di
palestra per prepararsi a questo sacramento. Ma togliamo subito un
luogo comune che spesso si sente dire: faccio un ritiro per
prepararmi meglio a… Niente di più falso perché è come se si
alludesse al fatto che durante la vita di tutti i giorni non mi sto
preparando. Se nella mia vita quotidiana penso che, per ricaricare la
mia preghiera ho bisogno di un periodo di esercizi, significa che la
vita quotidiana “scarica” la mia preghiera e allora c’è qualcosa che
non va nella mia preghiera. Oggi facciamo un po’ con i vostri ragazzi
l’esperienza del Tabor, ma poi occorre scendere dal monte, perché è
laddove viviamo che facciamo il vero esercizio. Questo non toglie
che siamo chiamati a vivere con intensità questo breve momento di
Tabor, che pure è utile.
Bene. Vi state preparando a ricevere la Cresima insieme ai vostri
ragazzi: questo periodo è molto importante per loro ma anche per
voi. Come dicevo prima per gli esercizi, c’è il rischio che questo
sacramento si riduca ed esaurisca solo a quel giorno. Invece, visto
che deve riguardare tutta la vita, è solo l’inizio di un cammino che i
figli compiono insieme ai genitori. Uno può pensare: con la Cresima
finisce il mio cammino di preparazione per diventare cristiano ed
invece non è così. Non bisogna concepire la nostra vita cristiana a
compartimenti stagni, ma come un susseguirsi di tappe e mete che
non si escludono ma si intersecano a vicenda.
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