St. Moritz 3 luglio – 7 luglio 2014 Scuola Media “Don Carlo Costamagna” Scuola Media “Sacro Cuore” 19 20 PRIMO GIORNO – IL VIAGGIO “… e che il cammino è sempre da ricominciare” Poesie A GALLA E senti allora, se pure ti ripetono che puoi fermarti a mezza via o in alto mare, che non c’è sosta per noi, ma strada, ancora strada, e che il cammino è sempre da ricominciare. (E. Montale) ULISSE Nella mia giovinezza ho navigato lungo le coste dalmate. Isolotti a fior d’onda emergevano, ove raro un uccello sostava intento a prede, coperti d’alghe, scivolosi, al sole belli come smeraldi. Quando l’alta marea e la notte li annullava, vele sottovento sbandavano più al largo, per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno è quella terra di nessuno. Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore. (U. Saba) Testo “SUL SENTIERO” di M. Soldati Sto camminando all’imbrunire sul sentiero di montagna, al limitare tra le rocce e la vegetazione. Il bosco, che mi ha accompagnato per un lungo tratto, si sta diradando; qua e là cespugli, fiori d’erba e in molti punti la terra nuda. Le prime ombre della sera rendono i particolari un po’ confusi; sullo sfondo la cima della montagna si staglia ancora netta, illuminata dall’ultimo raggio di sole mentre è già spuntata la luna. Il cielo è terso, si preannuncia una notte di stelle. Sono arrivato ormai alla radura, al centro di un vasto altopiano. Improvviso mi appare un falò e intorno c’è un gruppo di giovani; cantano allegri e armoniosi un canto popolare di montagna. Mi avvicino curioso e timoroso: chi sono e cosa fanno lì? Perché mi sto avvicinando, cosa c’entro con loro? Mi vedono, d’improvviso un’altra sorpresa: si aprono senza smettere di cantare e fanno cenno di sedermi. Sembra che mi aspettassero. Mi siedo e comincio a cantare. I loro volti sono sereni e profondi, ricchi 19 20 di una misteriosa letizia. Non so ancora perché, ma d’ora in poi la mia ascesa continuerà con loro. Arrivammo tardi al rifugio e la notte era ormai profonda. Entrammo e chiedemmo di Luca; purtroppo era partito, quello stesso pomeriggio, per il rifugio successivo a mille metri di dislivello. La delusione fu grande; il cammino, tra le intemperie, non era certamente stato facile e non avevamo potuto nemmeno gustare la bellezza del paesaggio. Il desiderio di rivedere il nostro amico ci aveva sostenuto lungo l’escursione e ora, invece, dovevamo mettere in preventivo un altro lungo pezzo di cammino. La notte passò agitata, turbata da mille pensieri, ma al mattino, dopo pochi passi, un nuovo sentimento prevalse nell’animo. Il gestore del rifugio non aveva saputo dirci con esattezza il sentiero intrapreso da Luca e così ci impegnammo ad immaginare i suoi passi, le sue scelte, i suoi sentimenti, cercando di indovinare quale strada avesse potuto percorrere. Man mano che ci inerpicavamo tra le nude rocce e le ombrose pinete, ogni particolare ci diventava prezioso, ci suggeriva qualcosa; sempre di più l’idea che tutto fosse stato guardato e sfiorato da Luca rinvigoriva i nostri passi. Solo alla sera scoprimmo che il sentiero era quello giusto. Luca era lì che ci aspettava, ma in realtà aveva camminato con noi sin dal primo mattino. Preghiera Com’è facile vivere con te, Signore! Com’è facile credere in te! Quando il mio intelletto confuso si ritira o viene meno, quando gli uomini più intelligenti non vedono al di là di questa sera e non sanno che fare domani, tu mi concedi la chiara certezza che esisti e ti preoccupi perché non vengano sbarrate tutte le vie che portano al bene. Sulla cresta della gloria terrena io mi volto indietro stupito a guardare la strada percorsa dalla disperazione a questo punto donde fu dato a me di comunicare all’umanità un riflesso dei tuoi raggi. Dammi quanto m’è necessario perché continui a rifletterli. E per quello che non riesco a fare, so che tu hai destinato altri a compierlo. (Aleksandr Solzenicyn) 19 20 SECONDO GIORNO – L’INFINITO “volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza” Benedetto XVI Poesie MAESTRALE Sotto l’azzurro fitto del cielo, qualche uccello di mare se ne va, né sosta mai perché tutte le immagini portano scritto: “più in là”. (E. Montale) … Natura umana, or come se frale e vile se polve ed ombra sei, tant’alto senti? (G. Leopardi) Testi IL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI AI GIOVANI “Se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza. Certamente, ciò dipendeva anche dalla nostra situazione. Durante la dittatura nazionalsocialista e nella guerra noi siamo stati, per così dire, “rinchiusi” dal potere dominante. Quindi, volevamo uscire all’aperto per entrare nell’ampiezza delle possibilità dell’essere uomo. Ho avuto ben presto la consapevolezza che il Signore mi voleva sacerdote. . Ma poi, dopo la guerra quando in seminario e all’università ero in cammino verso questa meta, ho dovuto riconquistare questa certezza. Ho dovuto chiedermi: è questa veramente la mia strada? E’ veramente questa la volontà del Signore per me? Sarò capace di rimanere fedele a Lui e di essere totalmente disponibile per Lui, al Suo servizio? Una tale decisione deve anche essere sofferta. Non può essere diversamente. Ma poi è sorta la certezza: è bene così! Sì, il Signore mi vuole, pertanto mi darà anche la forza. Nell’ascoltarlo, nell’andare insieme con Lui divento veramente me stesso.” “HO BISOGNO DI ARIA, DI SPAZIO, DI ORIZZONTI” Ho bisogno di aria, di spazio, di orizzonti sconfinati, di cieli luminosi e stellati, di mari e di oceani immensi. E’ un anelito verso nuove visioni, nuovi paesi, nuovi mondi, un desiderio di velocità e di rapidità. Invidio gli sciatori che a cento chilometri all’ora scendono per i pendii nevosi, i bob che abbordano curve a velocità pazzesche, gli scalatori che ascendono verso le vette faticosamente, ma con un pensiero nel cuore: spaziare di più, avvicinarsi di più a Dio. Penso all’opera dei missionari, specie di quelli che vivono tra le nevi, alle loro sante fatiche, tra venti gelati, temperature impossibili; e vorrei 19 20 essere con loro, imitarli. Penso alle tante chiese che occorrerebbe costruire ed a tutte provvedere; penso alle grandi necessità dei poveri e a tutti dare sollievo; mi inoltro nel pensiero infinito di Dio, come un povero cieco desideroso di luce. (Andrea Marvelli – 1918/1946) Beatificato da Giovanni Paolo II. Era un ragazzo normale, bello, intelligente, laureato in ingegneria, attivo, molto amante dello sport. Lo vogliono santificare perché durante la Seconda Guerra Mondiale si è dato da fare per salvare il maggior numero di persone possibile, rischiando sempre la sua vita per loro. Preghiera OGNI MATTINA - Madaleine Delbrel Ogni mattina è una giornata intera che riceviamo dalle Tue mani, o Dio. Tu ci doni una giornata da te stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di “non abbastanza”, nulla di indifferente, nulla di inutile. E’ un capolavoro di giornata che viene a chiederci di essere vissuto. Noi spesso la guardiamo come una pagina d’agenda, segnata da una cifra e da un mese. La trattiamo alla leggera, come un foglio di carta. Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un solo giorno umano 19 20 TERZO GIORNO – LA BELLEZZA “Il mio cuore è pieno di uno stupore incantato” Sophie Scholl Poesia Dolce e chiara è la notte e senza vento e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti posa la luna e di lontan rivela serena ogni montagna (G. Leopardi) Testi LE DALIE ROSSE (Sophie Scholl) Adesso di nuovo mi rallegro per gli ultimi raggi di sole. Sono piena di stupore per l’inaudita bellezza di tutto ciò che non è stato l’uomo a creare: le dalie rosse vicino al bianco ingresso del giardino; gli abeti alti e seri e le tremanti betulle coperte d’oro… Tutto è così sorprendentemente bello che ancora non so quale sentimento il mio cuore senza parole dovrebbe manifestare di fronte a questo spettacolo. Perché il mio cuore non è ancora pronto per la pura gioia: si stupisce e si accontenta di uno stupore incantato. E non è neanche un bel mistero e, qualora non se ne conosca il motivo, quasi qualcosa che incute timore, il fatto che tutto sia così bello (nonostante le cose terribili che accadono)? Nella mia semplice gioia davanti a tutto ciò che è bello si è introdotto con forza qualcosa di grande e sconosciuto, cioè il presentimento del Creatore, che le innocenti creature con la loro bellezza lodano. Sul mio comodino ci sono due rose. Lungo la foglia e lungo gli steli, che sono immersi nell’acqua, si sono allineate due minuscole perline. Come è bello e puro questo spettacolo! Che fresco senso di serenità e di pace irradia! Che esista una cosa del genere; che il bosco continui a crescere così, semplicemente, e così il grano e i fiori; che idrogeno e ossigeno si siano uniti per formare queste meravigliose e tiepide gocce di pioggia estiva: a volte prendo coscienza di ciò in modo così potente, che ne sono completamente invasa. Solo il fatto che tutto ciò esista è già una grande Grazia. USCITE FUORI E RIMANETE A TU PER TU CON IL CIELO (dal testamento di Pavel Florenskij) “Figlioli miei carissimi… abituatevi, imparate a fare tutto quel che fate con passione, ad avere gusto per il bello, per l’ordine; non disperdetevi, non fate niente senza gusto, in qualche maniera. Ricordatevi che nel “pressapochismo” si può perdere tutta la vita, e, al contrario, nel compiere in maniera ordinata, armoniosa, anche cose e opere di secondaria importanza, si possono fare tante scoperte, che poi vi serviranno come sergenti profondissime di nuova creatività. Era tanto che volevo scrivervelo: guardate più spesso le stelle. Quando provate dolore nell’anima, guardate le stelle oppure l’azzurro del cielo. Quando vi sentite tristi, quando qualcuno vi offende, quando non vi riesce qualcosa oppure vi sopraffà la tempesta interiore, uscite fuori e rimanete a tu per tu con il cielo. E allora la vostra anima si placherà. 19 20 TRAPPISTE IN BOEMIA di Marina Corradi Da Praga sono settanta chilometri di strade sempre più deserte. Colline e pascoli, e rari villaggi silenziosi. Pioviggina e c’è nebbia. Boemia, nel cuore dell’antica Europa austroungarica, una terra che sembra abbandonata. Qui e là solitari campanili, la regione più secolarizzata d’Europa, dove il 60% della popolazione si dichiara atea. Finalmente un cartello: “Trapistky klaster”. Nel fondo di una vallata, bianco, tutto nuovo, ecco il monastero. E’ una fondazione delle trappiste di Vitorchiano, dedicata a Nostra Signora della Moldava, il grande fiume che scorre poco lontano. All’apparenza, un monastero di clausura qui è un’isola nel deserto. Eppure no. Madre Lucia racconta come nelle domeniche d’estate i Boemi che vanno a fare il bagno nella Moldava, incuriositi dalla scritta “Trapistky klaster”, vengano a bussare. Ci domandano: “Che cosa fate qui?” Allora li invitiamo ad assistere a Nona o a Vespri. Restano ad ascoltare, e alla fine ci dicono meravigliati: “Come sono belli i vostri canti, e le parole che cantate! Ma che cosa sono? Non le abbiamo mai sentite”. Una giornalista locale è venuta a vedere. Poi ha scritto: “Le trappiste sono venute in Boemia a offrirci la bellezza”. “E’ la bellezza che colpisce, che suscita meraviglia”, dice madre Lucia. Fuori: in questi villaggi abbandonati, dove sono rimasti i più vecchi; dove i giovani non sanno più come si fa il segno della croce. Che cosa strana, però. Strano che un giorno in mezzo a questi campi vergini sia stata celebrata su due assi di legno una Messa, davanti a un grappolo di uomini e donne venuti da lontano. “E’ stato tutto un miracolo – dice pensosa la superiora – un miracolo trovare i fondi, e fare l’acquedotto, e poi, quando siamo arrivate, ricevere da gente mai vista, in regalo, i mobili di cui avevamo bisogno. L’impiegato dell’ufficio che ci assillava con le complicazioni burocratiche una mattina ce lo siamo ritrovato qui, tra i volontari, a piantare i pali nel frutteto. Un miracolo tutte queste vocazioni: in due anni abbiamo accolto dieci giovani donne ceche”. Un miracolo? Comunque, qualcosa di non tanto diverso da quello delle fondazioni cistercensi che molti secoli fa sorgevano in Europa, in terre imbarbarite, e ricominciavano la storia cristiana. Nella bella chiesa dal tetto di legno – dal basso, sembra un’arca alla rovescia – le monache cantano i vespri alle cinque del pomeriggio. E’ buio fuori ormai; gli operai del cantiere hanno finito il turno. Due di loro, le mani ancora sporche, si affacciano alla chiesa. Rispettosamente si tolgono gli scarponi infangati ed entrano, miti, scalzi. Tendono il collo a guardare verso il coro: chi canta così, sembrano chiedersi, e perché? Strano, che dei manovali stanchi tardino a tornare a casa, la sera, per ascoltare uno sconosciuto canto. Eppure, quei due rimangono fino alla fine, come sedotti dalla bellezza. Il seme piantato nel fondo della Boemia, non visto, germina sotto la prima neve. Preghiere Il mattino – di A. Mascagni Al mattino, Signore, al mattino la mia anfora è vuota alla fonte e nell’aria che vibra e traspare so che puoi farmi grande, Signore. E le ore del giorno, al mattino, di Tua gloria son tenera argilla. Uno è l’alveo del mio desiderio: ch’io ti veda, ed è questo il mattino. Al mattino – di Péguy Dio mio, è come se tutto fosse nuovo, come se tutto cominciasse stamattina, è come se il mondo uscisse dalle vostre mani fresche, come se la creazione uscisse tutta fresca dalle vostre mani, come se la creazione sgorgasse tutta viva dalle vostre mani. 19 20 Tutto è nuovo, mio Dio, tutto ricomincia, tutto comincia, tutto è aperto. Il mondo è nuovo, il mondo è giovane, il mondo è nuovo. La creazione comincia stamattina. QUARTO GIORNO – L’IO “… Tu sei una novità cosmica” M. Bersanelli Poesie Non conosciamo mai la nostra altezza finché non siamo chiamati ad alzarci. E, se siamo fedeli al nostro compito, arriva al cielo la nostra statura. Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano, se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena, o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido, non avrò vissuto invano. (E. Dickinson) Testi I figli sono dati dal Mistero: prima non c’erano e oggi ci sono, perciò sono qualcosa di imprevisto e di irriducibile! Il padre e la madre si trovano di fronte a questa novità cosmica che è quella persona (come lei non è mai esistito nessuno e nessuno mai esisterà). Sono di fronte a quell’IO nuovo che è venuto alla luce e hanno come desiderio profondo l’aiutarlo a crescere affinché possa essere se stesso, come Dio lo ha pensato dal profondo del tempo. (Marco Bersanelli) 19 20 UN PALPITO DEL CUORE DI DIO - Domenica 23 settembre 2001, Papa Giovanni Paolo II ha incontrato i giovani all’università Eurasia, nella capitale Astana, in Kazakistan Conosco i giovani e so che essi vanno alle questioni di fondo. Probabilmente la prima domanda che voi desiderereste pormi è questa: "Chi sono io secondo te, Papa Giovanni Paolo II, secondo il Vangelo che tu annunci? Qual è il senso della mia vita? Qual è il mio destino?". La mia risposta, cari giovani, è semplice, ma di enorme portata: Ecco, tu sei un pensiero di Dio, tu sei un palpito del cuore di Dio. Affermare questo è come dire che tu hai un valore in certo senso infinito, che tu conti per Dio nella tua irripetibile individualità. [...] Siate consapevoli del valore unico che ciascuno di voi possiede e sappiate accettarvi nelle rispettive convinzioni, pur cercando assieme la verità piena. Il vostro Paese ha sperimentato la violenza mortificante dell'ideologia comunista. Che non succeda a voi di essere ora preda della violenza non meno distruttrice del "nulla". Quale vuoto asfissiante, se nella vita non v'è nulla che conti, se non si crede a nulla! Il nulla è la negazione dell'infinito, che la vostra steppa sconfinata evoca con forza, di quell'Infinito a cui aspira in modo irresistibile il cuore dell'uomo. Mi hanno detto che nella vostra bellissima lingua, il kazako, "Ti amo" si dice: "Mien siené jaksè korejmen", espressione che si può tradurre: "Io ti guardo bene, ho su di te uno sguardo buono". L'amore dell'uomo, ma ancora prima l'amore stesso di Dio verso l'uomo e verso il creato nasce da uno sguardo buono, uno sguardo che fa vedere il bene. Un tale sguardo permette di cogliere tutto il positivo che c'è nella realtà e conduce a considerare, al di là di un approccio superficiale, la bellezza e la ricchezza di ogni essere umano che ci si fa incontro. LA FINESTRA DI DAVID Il vento gonfia il giaccone di Benedetta. La ragazza si ferma per allacciarlo meglio. Ormai è quasi un mese che è a Lisbona, ma quest’aria umida che spira dall’Oceano, che scompiglia le cose e le persone rivestendole di una luce nuova, che in Italia lei non aveva mai visto, è sempre una sorpresa. Forse perché non è un vento che stanca, infastidisce, anzi: rende tutto più nitido. Mentre riprende il cammino, ripensa ai giorni trascorsi in Portogallo, in questi luoghi stupendi dove “finisce la terra e inizia il mare”, come ha scritto Luìs Vaz de Camoes. Ma soprattutto le vengono in mente le facce dei nuovi amici: i ragazzi del Clu, le maestre e i bambini del Collegio San Tommaso. Chi l’avrebbe detto che una tesi in Scienze della Formazione su Matisse sarebbe stata l’occasione per un’esperienza così bella? Davvero la realtà è imprevedibile. Con questi pensieri entra nel Collegio e si avvia verso la classe dove gli alunni la aspettano. Oggi è una lezione importante: le “finestre” di Matisse che si aprono sugli oceani, montagne, paesaggi bellissimi. Ecco, attraverso l’osservazione dei quadri del pittore francese, vuole far comprendere ai bambini l’idea di infinito. Fa parte del suo progetto, anche se per dei bambini piccoli le sembra così complicato questo concetto, astratto… A un certo punto Benedetta estrae dalla cartella alcune sagome di cartoncino e spiega: “Ora tocca a voi. Queste sono le vostre finestre. Ognuno disegni dentro cosa è per lui l’infinito. Il suo infinito. Come ve lo immaginate”. Tutte le teste si chinano, le mani tirano fuori matite, pastelli, gomme. Dopo una decina di minuti, Benedetta chiama: “David, vieni. Fammi vedere a che punto sei”. Sa che il bambino non è molto bravo nel disegno, ma sa anche che per lui stare seduto alla cattedra, accanto a lei, lo aiuta a concentrarsi. David arriva e le porge la sua “finestra”: Benedetta guarda: appena abbozzata c’è la figura di un omino. Nulla di più. “Mi spiace, ma forse non hai capito qual era la consegna. Ripensa bene a quanto abbiamo visto e detto prima. Poi cancella e ricomincia”. Il bimbo sembra non capire, poi rassegnato torna al posto, in silenzio. Pochi secondi, e Benedetta ha un pensiero: “Oddio, vuoi vedere che…”. Richiama il bambino alla cattedra: “David, chi è quell’omino?”. “Eu, eu memso”. “Perché hai disegnato te stesso nella 19 20 finestra?”. “Perché la mia mamma dice che io sono grande, che io sono la cosa più grande che Dio poteva creare. Non è quello che tu ci hai appena spiegato sull’infinito?”. “Certo. Hai ragione”. Gli stampa un bacio in fronte e lo rimanda a finire il lavoro. Ci voleva un bambino, per farle capire che lei è grande. Il frutto più grande che Dio poteva creare. Più delle montagne, delle stelle, dell’Oceano. Preghiera CONSACRAZIONE A CRISTO RE DELL'UNIVERSO GESU',MIO SIGNORE E MIO RE, CHE TI SEI DEGNATO DI VERSARE IL TUO SANGUE PER LA MIA SALVEZZA GUIDA I MIEI PASSI VERSO DI TE CHE SEI LA VIA, LA VERITA' E LA VITA. DAMMI UN'INTELLIGENZA ASSETATA DI VERITA', UN BRACCIO FORTE PER DIFENDERLA, UN CUORE CORAGGIOSO PER TESTIMONIARLA. OFFRO A TE TUTTO ME STESSO, LO STUDIO ED IL GIOCO, LE PAROLE ED IL SILENZIO, IL PIANTO E LA GIOIA, SEGUENDO LA COMPAGNIA CHE TU MI HAI DATO COME SEGNO DELLA TUA PRESENZA PERCHE' LA MIA VITA SI COMPIA ED IL MONDO TI RICONOSCA. MARIA, REGINA DEI SANTI, SOSTIENI LA MIA PREGHIERA.Amen 19 20 QUINTO GIORNO – MAI SOLO Poesie Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che camminavo sulla sabbia accompagnato dal Signore, e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita. Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita, proiettati nel film, apparivano orme sulla sabbia: una mia e una del Signore. Cosi sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi posti c’era solo un’orma… Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita; i giorni di maggior angustia, di maggiore dolore… Ho domandato allora: "Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della mia vita, ed io ho accettato di vivere con te, ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti peggiori della mia vita?" Ed il Signore rispose: "Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato con te durante tutta la camminata e che non ti avrei mai lasciato solo neppure per un attimo, e non ti ho lasciato solo… i giorni in cui tu hai visto solo un’orma sulla sabbia da solo, sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio" (anonimo brasiliano) Chi non trova quaggiù il Paradiso non lo troverà in cielo. Gli angeli stanno nella casa accanto alla nostra, dovunque ci rechiamo. (E. Dickinson) Testi DI FRONTE ALLO TSUNAMI Santo padre, voglio dirle grazie per questa sua presenza che ci riempie di gioia e ci aiuta a ricordare che oggi è il giorno in cui Gesù dimostra nel modo più radicale il suo amore, cioè morendo in Croce da innocente. E proprio sul tema del dolore innocente è la prima domanda che arriva da una bambina giapponese di sette anni, che le dice: “Mi chiamo Elena, sono giapponese 19 20 ed ho sette anni. Ho tanta paura perché la casa in cui mi sentivo sicura ha tremato, tanto tanto, e molti miei coetanei sono morti. Non posso andare a giocare nel parco. Chiedo: perché devo avere tanta paura? Perché i bambini devono avere tanta tristezza? Chiedo al Papa, che parla con Dio, di spiegarmelo”. Cara Elena, ti saluto di cuore. Anche a me vengono le stesse domande: perché è così? Perché voi dovete soffrire tanto, mentre altri vivono in comodità? E non abbiamo le risposte, ma sappiamo che Gesù ha sofferto come voi, innocente, che il Dio vero che si mostra in Gesù, sta dalla vostra parte. Questo mi sembra molto importante, anche se non abbiamo le risposte, se rimane la tristezza: Dio sta dalla vostra parte, e siate sicuri che questo vi aiuterà. E un giorno potremo anche capire perché era così. In questo momento mi sembra importante che sappiate: “Dio mi ama”, anche se sembra che non mi conosca. No, mi ama, sta dalla mia parte, e dovete essere sicuri che nel mondo, nell’universo, tanti sono come voi, pensano a voi, fanno per quanto possono qualcosa per voi, per aiutarvi. Ed essere consapevoli che, un giorno, io capirò che questa sofferenza non era vuota, non era invano, ma che dietro di essa c’è un progetto buono, un progetto di amore. Non è un caso. Stai sicura, noi siamo con te, con tutti i bambini giapponesi che soffrono, vogliamo aiutarvi con la preghiera, con i nostri atti e siate sicuri che Dio vi aiuta. E in questo senso preghiamo insieme perché per voi venga la luce quanto prima. (Benedetto XVI) AMARE LA VITA DEBOLE La seconda domanda ci presenta un calvario, perché abbiamo una mamma sotto la croce di un figlio. E’ italiana, si chiama Maria Teresa questa mamma, e Le dice: “Santità, l’anima di questo mio figlio Francesco, in stato vegetativo dal giorno di Pasqua 2009, ha abbandonato il suo corpo, visto che lui non è più cosciente, o è ancora vicino a Lui?” Certamente l’anima è ancora presente nel corpo. La situazione, forse, è come quella di una chitarra le cui corde sono spezzate, così non si possono suonare. Così anche lo strumento del corpo è fragile, è vulnerabile, e l’anima non può suonare, per così dire, ma rimane presente. Io sono anche sicuro che quest’ anima nascosta sente in profondità il vostro amore, anche se non capisce i dettagli, le parole, eccetera, ma la presenza di un amore la sente. E perciò questa vostra presenza, cari genitori, cara mamma, accanto a lui, ore ed ore ogni giorno, è un atto vero di amore di grande valore, perché questa presenza entra nella profondità di quest’anima nascosta e il vostro atto è, quindi, anche una testimonianza di fede in Dio, di fede nell’uomo, di fede, diciamo di impegno per la vita, di rispetto per la vita umana, anche nelle situazioni più tristi. Quindi vi incoraggio a continuare, a sapere che fate un grande servizio all’umanità con questo segno di fiducia, con questo segno di rispetto della vita, con questo amore per un corpo lacerato, un’anima sofferente. (Benedetto XVI) Preghiere TI ADORO Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata: fa’ che siano tutte secondo la Tua santa volontà 19 20 e per la maggior Tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La Tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen. PREGHIERA ALLA MADONNA DEL SACRO MONTE DI VARALLO SESIA O Maria, Signora e Madre nostra, Tu mi accogli come figlio amato in questa mia visita al Tuo Santuario. Nel mio cuore Tu leggi dolori, speranze, desideri: frutto della vita, che per tutti è fatica e prova. Il Tuo Cuore Immacolato comprende anche ciò che non so dire ed ha pronta quella consolazione che Tu sola puoi dare. Rendi sicura la mia vita nel cammino verso l’eternità. Assisti tutti i miei cari, vivi e defunti, soprattutto i più bisognosi della Tua attenzione di Madre. Dona giorni sereni ed un esito felice alle mio opere. Vicino a Te, un giorno ,canterò l’inno di benedizione al Padre, che Ti ha donata a noi come Vergine Madre pietosa, clemente e pia. Amen. 60 RAGAZZE RAPITE Padre Zerai (Nigeria): Boko Haram odia i cristiani perché educano mercoledì 25 giugno 2014 Per la prima volta i miliziani islamici di Boko Haram hanno rapito anche dei ragazzi, non solo donne come fatto fino a oggi. Negli ultimi giorni infatti in Nigeria c'è stata una escalation di rapimenti: sessanta ragazze e quindi trentun ragazzi tra cui anche dei bambini molto piccoli. Tutto questo dopo il ben noto caso delle duecento studentesse rapite dai dormitori della loro scuola e di cui non si è saputo più nulla. Cosa sta succedendo? Si era parlato di ragazze rivendute per andare spose gli islamici, poi di scambio di ostaggi, adesso si rapiscono anche i ragazzi. Secondo padre Mussie Zerai, presidente dell'Agenzia di cooperazione per lo sviluppo Habeshia, lo scopo dei fondamentalisti è chiaro: "Si rapiscono i giovani, gli studenti, che siano maschi o femmine, perché si vuole colpire la scuola, l'educazione. Sappiamo bene che lo studio è sinonimo di libertà, chi li rapisce vuole tenere il popolo nell'ignoranza per poterlo rendere schiavo". Per la prima volta sono stati rapiti anche dei ragazzi, quale il motivo secondo lei? Il motivo è chiaro. Boko Haram vuole colpire la scuola, e il motivo per cui fa questo è tragicamente intelligente. Per tenere una popolazione soggiogata, questa popolazione deve essere ignorante. Ecco allora che si colpiscono le scuole, si colpisce chi le scuole le frequenta per studiare con il fine di oscurare la crescita intellettuale delle persone. Una lucidità genialmente malvagia. Certo, perché sanno benissimo che chi studia è libero, e proprio per impedire di studiare fanno questi rapimenti. Si rapiscono quanti più giovani possibile e si terrorizzano gli altri per non farli più andare a scuola. Quello che viene commesso oggi in Nigeria è un autentico crimine contro l'umanità. Che idea si è fatto di quello che sta succedendo in Nigeria ormai da tempo? Sta succedendo che dei gruppi fanatici usano la religione per fini e interessi propri, interessi politici, di potere e di controllo economico di quelle zone, giocando sulla pelle dei poveri, della gente, dei giovani. 19 20 Come secondo lei si può cercare di porre fine a tutto questo? In Nigeria deve intervenire la comunità africana per debellare questo problema, prima che dilaghi in altre nazioni dell'Africa. Le principali vittime sono i cristiani, che in Nigeria e non solo muoiono ogni giorno per colpa di questo fanatismo. Sì. Lo ha detto recentemente lo stesso Papa che il numero dei martiri cristiani di questi ultimi anni è ancora più alto dei martiri dei primi secoli del cristianesimo. Sono presi di mira i cristiani perché c'è un gioco di potere, ci si vuole appropriare dei loro territori e delle loro risorse, in Nigeria come in Medio Oriente. Dietro questi gruppi ci sono dei finanziatori precisi che li spingono e li sostengono. La comunità internazionale deve colpire le risorse a cui attingono questi criminali. Non sono gruppi religiosi, sono criminali che usano la religione per i loro interessi. Cosa può nascere dal martirio di questi cristiani? Spero che il martirio dei cristiani possa servire a impegnarsi per la pace, il bene e la riconciliazione della popolazione. Oggi vediamo invece in Nigeria, in Centroafrica, in parte del Congo, un odio crescente tra cristiani e musulmani, quando invece il vero problema è un altro, ovvero chi usa la religione per seminare odio. Io spero che il sangue di questi martiri aiuti l'Africa a convertirsi e possa favorire, una volta per sempre, la riconciliazione di questi popoli. 19 20