© Lonely Planet Publications 95 Java Fuori dalle città si scoprono paesaggi meravigliosi, risaie iridescenti, villaggi con le case rivestite di mattonelle di terracotta, spumeggianti corsi d’acqua e colline ricoperte da una fitta giungla. Verdeggiante e rigogliosa, Java è una delle regioni più fertili del mondo, in grado di garantire in alcune zone fino a tre raccolti l’anno. E con oltre 40 vulcani situati lungo la dorsale dell’isola, non c’è viaggio a Java che non consenta di vedere giganteschi coni, spesso fumanti. La rete dei trasporti è migliore che in altre parti del paese, anche se gli spostamenti su strada possono essere lenti. I treni sono affidabili e frequenti, spaziando da convogli molto spartani a quelli più confortevoli dotati di aria condizionata. In generale i javanesi sono tra gli indonesiani più istruiti e mondani, il che rende Java il posto ideale per godere la vera Indonesia e scoprire cosa la rende così vitale. I giovani javanesi più intraprendenti hanno avviato imprese per la promozione del turismo locale, l’occasione ideale per i viaggiatori per stringere rapporti con la gente del posto. da non perdere nIl magnifico tempio di Borobudur (p189) all’alba, quando la bruma del mattino avvolge la corona di colline circostanti nLe vaste caldere del Bromo (p282) e del Semeru viste dall’altissimo punto panoramico del Gunung Penanjakan nUn’escursione sui sentieri montani che portano al lago vulcanico di Kawah Ijen (p288) in compagnia di un esercito di minatori diretti alle miniere di zolfo nUn viaggio nel tempo all’epoca d’oro di Java visitando la sua capitale culturale, Yogyakarta (p194) nI meravigliosi parchi nazionali di Java: Ujung Kulon (p139), Meru Betiri (p291), Alas Purwo (p292) e Baluran (p295) n Popolazione: 134 milioni nsuperficie: 132.007 KMq ncima più alta: gunung semeru (3676 M) java Cuore della nazione indonesiana, Java è fatta di grandi metropoli, incantevoli bellezze naturali e complesse tradizioni nei campi di arte, danza, spiritualità e insegnamento. In genere le città non sono particolarmente invitanti, giacché l’inquinamento ha raggiunto livelli molto elevati e ci sono molti altri gravi problemi ambientali. A parte questo, però, i rischi per la sicurezza personale sono rari, al punto che molte città javanesi sono perfettamente sicure anche di notte. Inoltre, dopo Bali, Java è la parte dell’Indonesia con la vita notturna più vivace e il panorama musicale più entusiasmante. java 96 j a va l o n el y p l an et . c o m storia maggiore splendore ed ebbe inizio la costruzione di Borobudur (p189). In questo periodo l’hinduismo e il buddhismo continuarono a coesistere pacificamente e, meno di un secolo dopo la costruzione del sito di Borobudur, venne edificato il gigantesco complesso hindu di Prambanan (p217). Dopo la caduta del regno di Mataram, forse a opera del regno di Sriwijaya di Sumatra, nel 1019 d.C. ebbe inizio la rinascita javanese con il regno di Airlangga, un sovrano semileggendario che instaurò il primo legame dinastico con Bali e divise il territorio del regno tra i due figli Janggala e Kediri. All’inizio del XIII secolo salì al trono il leggendario Ken Angrok, un comune suddito che riuscì a unificare per un breve periodo gran parte dei territori centrali e orientali di Java, sconfiggendo Kediri e imponendo la propria autorità a Janggala. Sotto il regno di Ken Angrok la cultura javanese conobbe una straordinaria fioritura e vennero costruiti diversi splendidi templi buddhisti dedicati a Shiva (v. p272). Nello stesso periodo quasi tutta la zona occidentale di Java era però ancora sotto l’influenza del regno di Sriwijaya. Java vanta una storia di proporzioni epiche, con tracce di insediamenti umani risalenti a ben 1,7 milioni di anni fa, quando lungo le sponde del Sungai Bengawan Solo, nella parte centrale dell’isola, comparve ‘l’Uomo di Java’ (per ulteriori informazioni in merito, v. lettura p98). In seguito si verificarono diverse ondate migratorie di popoli provenienti dal Sud-est asiatico. I primi regni javanesi Favorita dall’eccezionale fertilità del suolo vulcanico ricco di minerali, Java ha offerto fin dai tempi più antichi le condizioni ideali per lo sviluppo intensivo dell’agricoltura sawah (coltura irrigua del riso), che richiedeva una stretta collaborazione tra i villaggi. Da queste alleanze nacquero piccoli principati, tra cui il regno hindu di Mataram, fondato dal re Sanjaya nell’VIII secolo. Alla religione di Mataram, incentrata sull’adorazione di Shiva, si devono alcuni dei primi templi hindu sorti a Java sul Dieng Plateau (p185). Durante la successiva dinastia dei Sailendra il buddhismo conobbe il suo periodo di j a va 97 l o nely p lanet ita l ia.it I regni islamici L’islam si diffuse a Java in concomitanza con il declino del regno di Majapahit, fino all’affermazione dei regni musulmani di Demak (p243), Cirebon (p177) e Banten (p134) avvenuta tra il XV e il XVI secolo. Le incursioni militari effettuate dal regno di Demak nella zona orientale dell’isola co- strinsero molti hindu e buddhisti a spostarsi verso est, a Bali, fino alla caduta del porto di Banten avvenuta nel 1524 e poi di Sunda Kelapa (l’attuale Jakarta), prima dell’invasione di Cirebon. Alla fine del XVI secolo il regno musulmano di Mataram (p200) controllava vastissime regioni situate nelle parti centrale e orientale di Java. Al contrario, Banten riuscì a conservare la sua autonomia e si sviluppò fino a diventare una potenza marinara in grado di controllare buona parte della parte occidentale di Java. Nel XVII secolo Mataram e Banten erano le uniche due forze rimaste a Java a fronteggiare l’arrivo degli olandesi. Il periodo olandese L’arrivo degli olandesi e la conquista di Java sono trattati brevemente nel capitolo Storia (p31); di seguito riportiamo solo un succinto resoconto della resistenza opposta dai javanesi. Dopo l’insediamento degli olandesi a Batavia (Jakarta), sotto il governo del sultano Agung Banten rimase un regno potente, destinato però a crollare a causa della sangui- java L’affermazione di una nuova potenza espansionistica, il famoso regno di Majapahit, determinò il progressivo tramonto dei regni di Sriwijaya e di Singosari. Dalla sua capitale Trowulan (p260), il regno di Majapahit divenne la più importante potenza commerciale javanese, dotato di porti a cui attraccavano numerose navi dirette in Cina e in gran parte dei paesi del Sud-est asiatico e nel giro di poco tempo crebbe fino a rivendicare la sovranità su tutto l’arcipelago indonesiano. La sua fama è sopravvissuta fino a giorni nostri e, in quanto simbolo dell’epoca d’oro di Java, i colori bianco e scarlatto di questo regno campeggiano ancora oggi sulla bandiera indonesiana e il suo nome continua a essere invocato a gran voce dai nazionalisti. 98 j a va l o n el y p l an et . c o m java l’uomo di java Nella seconda metà del XIX secolo il libro L’origine della specie di Charles Darwin (1859; Bur Rizzoli, Milano 2008) spianò la strada a una nuova generazione di naturalisti e le sue idee aprirono un acceso dibattito in tutto il mondo. Antropogenia o storia dell’evoluzione umana (The History of Natural Creation, 1874) di Ernst Haeckel sviluppò ulteriormente la teoria evoluzionistica di Darwin, ipotizzando l’evoluzione degli ominidi primitivi da un antenato comune, una scimmia antropomorfa che rappresenterebbe il famoso ‘anello mancante’. Nel 1889 uno studioso delle nuove teorie, il medico olandese Eugene Dubois, si recò a Java dopo essere venuto a conoscenza del ritrovamento di un teschio a Wajak, località situata nei pressi di Tulung Agung, nella parte orientale dell’isola. Dubois partecipò agli scavi, portando alla luce altri fossili che presentavano caratteristiche molto simili a quelle dell’uomo moderno. Nel 1891 Dubois scoprì a Trinil, località situata nel distretto di Ngawi, nella parte orientale di Java, una calotta cranica ancora più antica, oltre a un femore e a tre denti che in seguito classificò come appartenenti al Pithecanthropus erectus, un ominide dalla fronte bassa e dalla mascella prominente vissuto nel corso del Pleistocene medio. Le pubblicazioni di Dubois sui ritrovamenti del cosiddetto ‘Uomo di Java’ sollevarono in Europa polemiche talmente roventi da costringerlo addirittura a risotterrare le sue scoperte per altri trent’anni. Da quando Dubois fece i suoi primi ritrovamenti, a Java sono stati portati alla luce molti esemplari più antichi di Homo erectus, nome che venne in seguito attribuito al Pithecanthropus erectus. Le scoperte più importanti e numerose hanno avuto luogo a Sangiran, dove negli anni ’30 Ralph von Koenigswald riportò alla luce fossili risalenti a circa un milione di anni fa; nel 1936 a Perning, località situata nei pressi di Mojokerto, fu ritrovato il teschio di un bambino che risulterebbe databile a un’epoca addirittura precedente. La maggior parte dei reperti è venuta alla luce lungo il corso del Sungai Bengawan Solo, nella regione centrale e in quella orientale di Java. Gli esperti di geocronologia fanno risalire le ossa del più antico Homo erectus di Java a 1,7 milioni di anni fa, sostenendo però che gli esemplari più recenti potrebbero essere vissuti meno di 40.000 anni fa. Questo significa che a Java l’Homo erectus sarebbe coesistito con l’Homo sapiens, arrivato sull’isola circa 60.000 anni fa, e riaccende il dibattito tra l’ipotesi che l’umanità si sia evoluta in Africa migrando altrove in un secondo tempo e quella secondo cui l’evoluzione della specie umana sarebbe invece avvenuta contemporaneamente in più continenti. Per approfondire l’argomento vi consigliamo di leggere l’avvincente saggio Java Man di Carl Swisher, Garniss Curtis e Roger Lewin. nosa guerra civile scatenatasi in seguito alle lotte dinastiche e al conseguente intervento degli olandesi. Diversa fu la sorte del regno di Mataram, che cominciò a sgretolarsi di pari passo con il consolidamento del potere olandese e che verso la fine del XVIII secolo era ormai dilaniato da dure lotte intestine. Le prime due guerre di successione javanesi si conclusero con il trattato del 1743, che riportò il sovrano Pakubuwono sul trono di un regno devastato, ma il prezzo pagato in termini di concessioni coloniali fu altissimo. Pakubuwono II spostò la corte a Solo (Surakarta; p222), ma ben presto riemersero le antiche rivalità, che nel 1746 sfociarono nella terza guerra di successione javanese. Gli olandesi non rimasero a guardare e divisero il regno in tre parti, creando le casate reali di Solo e di Yogyakarta (p195) e il piccolo principato di Mangkunegaran (p225), situato all’interno del territorio di Solo. Il risentimento e l’intolleranza nei confronti degli olandesi si inasprirono sempre di più, scoppiando nella guerra di Java del 1825-30, quando il principe ribelle Pangeran Diponegoro sfidò i colonizzatori, senza però riuscire a sconfiggerli. In seguito le corti javanesi si ridussero a poco più di semplici istituzioni rituali, concentrate sulle cerimonie tradizionali e sul patrocinio delle arti sotto la supervisione di un residen (governatore) olandese, ma quasi del tutto prive di reali poteri politici. Java oggi Per ulteriori informazioni sulle lotte compiute da Java – e da tutta l’Indonesia – per conquistare l’indipendenza dal dominio olandese e le complesse problematiche che ne conseguirono, v. il capitolo Storia (p31). Java continua a essere il cuore politico e sociale dell’Indonesia, in quanto vanta la maggior parte dell’industria del paese, è di j a va 99 l o nely p lanet ita l ia.it da Java sono partiti gli attentati terroristici compiuti contro obiettivi stranieri a Jakarta nel 2003 e nel 2004 e contro diversi alberghi internazionali nel 2009. Nonostante questo, quando si tratta di andare alle urne i javanesi continuano a preferire i partiti laici rispetto a quelli religiosi, come dimostra il fatto che nelle elezioni del 2009 i partiti islamici hanno visto calare sensibilmente i loro consensi. Cultura La cultura javanese è un miscuglio esotico e incredibilmente variegato di usi e di costumi che risalgono alle credenze animiste dell’epoca hindu. Sull’isola usanze antichissime coesistono armoniosamente con le tradizioni musulmane locali, che sotto la predominante cultura islamica ortodossa e conservatrice conservano alcuni elementi della mistica sufi. Il mondo javanese è costituito da diverse fedi, che traggono origine dal misticismo più antico e tollerante, dalla cultura di corte hindu e da radicate credenze popolari nei fantasmi e negli spiriti benevoli e malvagi. Nonostante il codice islamico, continua a resistere la convinzione dell’esistenza di poteri magici attribuiti ad amuleti e a cimeli di famiglia (con particolare riguardo al pugnale javanese chiamato kris), a certe parti del corpo umano (come le unghie e i capelli) Top Five – libri da leggere A chi viaggia soltanto in poltrona e a chi desidera conoscere un po’ più a fondo il paese che visiterà, consigliamo le seguenti letture. nJakarta Inside Out di Daniel Ziv. Questa raccolta di racconti umoristici prende di mira il frizzante sottobosco della capitale indonesiana. nKrakatoa di Simon Winchester (Longanesi, Milano 2004). Questo libro propone un’eccellente – per quanto un po’ prolissa – ricostruzione storica degli eventi che portarono a una delle più grandi eruzioni che il mondo ricordi. nJava Man di Garniss Curtis, Carl Swisher e Roger Lewin. È uno dei saggi più esaustivi sull’incessante dibattito scaturito dal ritrovamento dei teschi preistorici avvenuto nel 1936 nella parte centrale di Java. nThe Religion of Java di Clifford Geertz. Pur essendo piuttosto datato (si basa su ricerche condotte negli anni ’50), questo classico sulla religione, la cultura e i valori javanesi resta una lettura affascinante. nJavanese Culture di Koentjaraningrat. Considerato uno degli studi più approfonditi sulla società, la storia, la cultura e le credenze javanesi, questo libro costituisce un’ottima opera di consultazione per gli argomenti più disparati, dall’educazione dei bambini, all’uso del vasino, ai vincoli di parentela. java gran lunga l’isola più sviluppata e nel corso degli anni ha catalizzato su di sé gli investimenti stranieri. La crisi economica verificatasi alla fine degli anni ’90 si è abbattuta duramente sull’economia locale: nelle città moltissime persone hanno perso il lavoro e la rabbia è esplosa contro le comunità cinesi, anche a Solo (p222) e a Jakarta (p99). Per sua fortuna, Java si è risollevata abbastanza in fretta e all’inizio del XXI secolo ha beneficiato di un periodo di relativa stabilità e di crescente prosperità. Gli sfavillanti centri commerciali e una nuova rete autostradale costituiscono i segni più evidenti (per quanto poco suggestivi) del costante processo di modernizzazione di Java. Se si esclude Bali, Java è l’isola indonesiana con la più forte apertura verso l’esterno, vantando una popolazione colta e istruita più vicina al resto del mondo. Le influenze esterne si fanno sentire sotto diversi aspetti: Java è infatti allo stesso tempo l’isola più occidentalizzata del paese, ma anche quella maggiormente condizionata dall’ideologia radicale panislamica. Se quasi tutti i javanesi sono musulmani moderati, nella popolazione esiste una parte conservatrice che si fa sentire sempre di più (oltre a un esiguo numero di fanatici pronti a portare morte e distruzione in nome della jihad). I responsabili dell’attentato di Bali erano tutti originari di Java e java 100 j a va e agli strumenti musicali sacri. Ancora oggi per curare le malattie molti javanesi fanno ricorso al dukun (guaritore spirituale, medico che utilizza erbe officinali oppure mistico) e assumono preparati prescritti dalla jamu (medicina tradizionale) per gli scopi più disparati, dall’aumento del desiderio sessuale alla cura dell’asma. La raffinatezza nel comportamento e la gentilezza dei modi sono tenute in grande considerazione dagli abitanti di Java, mentre la manifestazione pubblica delle proprie emozioni, il turpiloquio, la volgarità e l’esuberanza sono reputati kasar (disdicevoli). La cultura javanese halus (raffinata) fa parte della tradizione di corte hindu, che resiste ancora nelle regioni centrali di Java. A differenza dell’islam, la tradizione di corte esprime una visione gerarchica della società, basata sui privilegi e spesso dominata dalle divinità o dagli spiriti della natura. Uno dei tratti più caratteristici dei javanesi è costituito dalla tendenza a esprimersi in maniera indiretta, che si spiega con il desiderio di non mettere a disagio l’interlocutore. In particolare, è considerato scortese sia far notare gli errori e le debolezze delle persone con cui si parla sia criticare apertamente le autorità. A Java sono presenti tre gruppi etnici principali, ognuno dei quali vanta una propria lingua: i javanesi delle regioni centrale e orientale (dove la cultura halus viene presa molto sul serio), i sundanesi di Java occidentale e i maduresi di Pulau Madura (noti per i loro modi schietti e informali). A Java vivono anche piccole comunità hindu, tra le quali meritano di essere citati i tenggeresi stanziati nella zona di Bromo e i badui di Java Ovest, che nella loro religione conservano l o n el y p l an et . c o m molti elementi della fede animista. Persino la cosmopolita Jakarta fa risalire l’origine della sua tradizione poliglotta ai betaxi, i primi abitanti della città. Arti La cultura javanese è costituita da un cocktail di influenze prehinduiste, hinduiste e islamiche. Wayang Il teatro wayang (marionette) ha rivestito una funzione di importanza fondamentale nella conservazione del patrimonio culturale hindu-buddhista di Java. Wayang kulit Il wayang kulit è una forma di teatro delle ombre nel quale sagome di cuoio traforate vengono manovrate dietro uno schermo di tela illuminato per narrare storie che di solito si rifanno ai principali poemi epici hindu, il Ramayana e il Mahabharata. Com’è facile immaginare, il wayang kulit deve moltissimo alla tradizione indiana. Nelle rappresentazioni tradizionali un lakon (spettacolo) può durare anche tutta la notte. Molti personaggi e molte storie del wayang kulit rivestono una specifica funzione mistica, come dimostra il fatto che alcune storie vengono rappresentate con lo scopo di proteggere il raccolto, un villaggio o singoli individui. Gli spettacoli wayang con marionette di cuoio erano diffusi a Java già nell’XI secolo e nel XVIII secolo il wayang kulit assunse una forma molto simile a quella odierna. La tradizione attribuisce la standardizzazione delle marionette al re Raden Patah di Demak, un sovrano islamico vissuto nel XVI secolo. ambasciatori di java Negli ultimi tempi a Java sono state inaugurate nuove imprese turistiche locali, sorte su iniziativa di giovani javanesi pieni di passione ed entusiasmo desiderosi di far conoscere ai viaggiatori stranieri il meglio della loro isola. Per entrare nello spirito dell’isola più popolosa del mondo non c’è modo migliore che condividere un paio di giorni (e qualche risata) con una persona del posto. Oltre alle visite turistiche, ci sono anche altre possibilità, come viaggi di studio, lavoro volontario, corsi di cucina e visite alle imprese domestiche, per esempio alle cucine in cui si prepara il tofu. A Cianjur (v. p158) l’offerta di soggiorni in famiglia è davvero eccellente. A Borobudur l’associazione di promozione turistica Jaker (p192) vi farà conoscere la vita rurale javanese e i suoi usi e costumi, mentre presso la Rumah Guides (p202) nella vicina Yogyakarta troverete guide locali giovani e ben informate. Nella parte orientale di Java ci si può invece rivolgere ai Malang Tourism Ambassadors (p268), perfetti padroni di casa in questa regione. j a va 101 l o nely p lanet ita l ia.it musica e danza suNdanesi La realizzazione delle marionette costituisce una vera e propria arte. Per prima cosa si abbozza la sagoma con un coltello, poi si intagliano i particolari utilizzando un piccolo cesello e un martello. Terminato il lavoro di intaglio, vengono applicati gli arti mobili e si dipinge la marionetta. Quindi si definiscono le linee e i contorni usando inchiostro nero e infine si fissa il cempurit, la bacchetta di corno che serve a tenere diritta la marionetta. Il kayon, la sagoma a forma di foglia che rappresenta l’‘albero’ o la ‘montagna della vita’, viene utilizzata per chiudere il sipario o per simboleggiare il vento, le montagne, gli ostacoli, le nuvole o il mare. I personaggi del wayang sono animati da un solo dalang (burattinaio), che nel corso di una rappresentazione può arrivare a manovrare decine di marionette. Il dalang deve essere capace di parlare sia la lingua del pubblico sia l’antica lingua kawi dei personaggi aristocratici, di differenziare le voci dei personaggi e deve anche dirigere l’orchestra gamelan (per ulteriori informazioni in merito, v. p102) che accompagna lo spettacolo. Wayang golek Diffuse soprattutto nella parte occidentale di Java, le marionette tridimensionali in legno del wayang golek sono dotate di testa e arti mobili e vengono manovrate nello stesso modo del teatro delle ombre. Usato per la prima volta nelle città della costa settentrionale dell’isola per favorire la diffusione dell’islam, il wayang golek costituisce una pungente parodia di matrice popolare dell’aristocratico e stilizzato teatro wayang kulit. Nei primi anni del XIX secolo un principe sundanese di Sumedang fece realizzare una serie di marionette in legno perfettamente identiche a quelle del wayang kulit utilizzate nelle corti javanesi allo scopo di mettere in scena i poemi epici hindu. Il wayang golek si basa sulle stesse storie del wayang kulit, pur avendone di proprie ispirate ai miti islamici. A volte alla fine di uno spettacolo di wayang kulit entra in scena una marionetta del wayang golek per simboleggiare il ritorno dal mondo bidimensionale alla realtà. Altre forme di wayang Diffuso soprattutto nella parte orientale di Java, il weayang klitik o kerucil si serve di marionette piatte in legno intagliate in bassorilievo. Questa forma di wayang viene rappresentata senza lo schermo di tela. Il wayang orang (conosciuto anche con il nome di wayang wong) vede protagonisti attori in carne e ossa che interpretano danzando la parte dei personaggi del wayang. java Gli artigiani sundanesi specializzati nella costruzione di strumenti musicali sono estremamente innovativi e in grado di produrre suoni melodiosi pressoché da qualsiasi cosa. Il loro strumento più caratteristico è il kecapi (un tipo di liuto a corde pizzicate), spesso accompagnato dal suling, un flauto dolce di bambù dalle sonorità che salgono e scendono d’intensità sulle note lunghe e vibrate del kecapi. Esteticamente meno gradevole, l’angklung è formato da una serie di pezzi di bambù di lunghezza e diametro variabili lasciati pendere da una cornice dello stesso materiale, che vengono percossi per produrre suoni simili a echi rauchi. Un altro genere musicale tradizionale è il gamelan degung. Come il gamelan della parte centrale di Java, questo genere viene eseguito da una piccola orchestra, con l’aggiunta di una serie di piccoli gong (degung) e di un suling. Questo genere – diffuso soprattutto nell’entroterra – è una sorta di via di mezzo tra il soporifero gamelan di Java Centrale e la più vivace forma balinese. Danza contemporanea più in voga nella parte occidentale di Java, il jaipongan è un turbinio di tamburi e di movenze sensuali arricchito da una buona dose di pencak silat (arti marziali indonesiane) e un tocco di break dance newyorkese. Il jaipongan è una derivazione recente di una forma tradizionale di danza sundanese chiamata ketuktilu, che vede protagonista un gruppo di ballerine professioniste (a volte prostitute) di fronte a un pubblico esclusivamente maschile. Tra le altre forme di danza sundanesi meritano di essere citati il longser, il joker e l’ogel. Il longser e il joker prevedono il passaggio di una fusciacca tra due coppie di danzatori, mentre l’ogel è un ballo lento e molto elaborato, che richiede movimenti studiati e molte prove, alle quali oggi molti giovani ballerini non hanno più né il tempo né la pazienza di dedicarsi. 102 j a va Il wayang topeng è molto simile al wayang orang, con la differenza che i ballerini indossano maschere. java Gamelan Il gamelan è un’orchestra tradizionale composta da un numero di strumenti musicali compreso tra 60 e 80, tra i quali spicca una folta sezione di percussioni – quali ‘timpani’ in bronzo, xilofoni e gong – che viene accompagnata da ‘violini’ e flauti in bambù. Il suono prodotto dal gamelan può variare da toni melodiosi ad atmosfere lugubri (mantenendo comunque un tratto ipnotico), con tempi e intensità sonore che ondeggiano su una base regolare; è normale che un vigoroso fortissimo venga seguito da passaggi eseguiti da un solo strumento. Le orchestre gamelan si esibiscono spesso durante gli spettacoli di wayang, tuttavia in ogni parte di Java è possibile assistere facilmente a veri e propri concerti. per/da java Aereo L’aeroporto di Jakarta (p127) è lo scalo internazionale più trafficato dell’Indonesia, servendo numerosi voli di operatori low cost nazionali diretti verso moltissime località asiatiche e di altri continenti. Nel corso degli ultimi anni i voli internazionali diretti verso gli aeroporti regionali di Java sono aumentati in maniera esponenziale, offrendo utili rotte alternative che permettono di saltare Jakarta a pie’ pari. L’aeroporto di Surabaya (p257) è raggiunto da qualche volo internazionale, così come quelli di Solo (p229), Bandung (p161), Yogyakarta (p211) e Semarang (p240). Negli ultimi anni le tariffe dei voli nazionali sono diminuite sensibilmente, rendendo l’aereo un mezzo molto conveniente per spostarsi in Indonesia. Per essere sicuri di trovare posto, nei periodi di vacanza è necessario prenotare con un certo anticipo. Da Jakarta è possibile raggiungere qualsiasi località dell’Indonesia e i principali aeroporti regionali stanno espandendo sempre più la propria rete in tutto l’arcipelago. Via mare Jakarta è lo scalo principale delle navi passeggeri Pelni (v. p128) che effettuano servizio in tutta l’Indonesia, ma non è servita da alcun collegamento internazionale. Si può (ma con l o n el y p l an et . c o m tempi lunghi) navigare per/da Singapore utilizzando i traghetti che fanno capo a Pulau Bintan, nell’arcipelago di Riau (al largo della costa di Sumatra). Da Pulau Bintan partono battelli Pelni per/da Jakarta. per/da Bali Il porto di Banyuwangi/Ketapang (p295), situato nella parte orientale di Java, e Gilimanuk, a Bali, sono collegati da numerosi traghetti in servizio 24 ore su 24. Da Ketapang partono numerosi autobus e treni per tutte le località principali dell’isola. Un’alternativa più pratica consiste nel prendere gli autobus che da Denpasar raggiungono direttamente le principali città javanesi, nel cui biglietto è compreso anche il prezzo del passaggio in traghetto. per/da Sumatra Il porto javanese di Merak (p135) e quello di Bakauheni, situato sulla costa meridionale di Sumatra, sono collegati da traghetti in servizio 24 ore su 24. Da entrambi i porti partono regolarmente autobus diretti verso le località principali delle rispettive isole. Jakarta (p127) è collegata a tutte le città principali di Sumatra da autobus a lunga percorrenza. Nel 2012 dovrebbe iniziare la costruzione di un nuovo ponte sul Selat Sunda (Stretto della Sonda) che collegherà Sumatra e Java; la conclusione dei lavori è prevista per il 2025. Percorrere lunghe distanze in autobus a Sumatra può essere faticoso e, dal momento che la maggior parte dei luoghi d’interesse si trova nella parte settentrionale dell’isola, i viaggiatori stranieri preferiscono quasi sempre spostarsi in aereo. trasporti locali L’itinerario est-ovest seguito dalla maggior parte dei viaggiatori stranieri in visita a Java è Jakarta-Bogor-Bandung-PangandaranYogyakarta-Solo-Surabaya-Gunung Bromo, proseguendo poi per Bali. Tenete comunque presente che i nuovi collegamenti aerei offrono molti altri punti d’ingresso (e di uscita); per fare un solo esempio, è possibile raggiungere Semarang in aereo e proseguire verso Yogyakarta. Aereo A Java si stanno moltiplicando le nuove rotte aeree e volare può risultare molto conveniente. La rotta tra Surabaya e Jakarta, utiliz- j a va 103 l o nely p lanet ita l ia.it zata da molti viaggiatori stranieri, è coperta da AirAsia e da altre cinque compagnie aeree. Per avere informazioni dettagliate sui voli, v. più avanti in questo capitolo e il capitolo Trasporti (p1007). Gli autobus costituiscono il mezzo di trasporto principale di Java. In genere è sufficiente raggiungere la stazione degli autobus e prendere il primo mezzo in partenza; di solito, per le principali rotte interurbane non si deve aspettare più di mezz’ora. I mezzi utilizzati dalla autolinee di Java spaziano dai surriscaldati autobus di classe economica ai mezzi di lusso dotati di aria condizionata. I biglietti vengono venduti a bordo, ma quelli degli autobus patas (espresso) e dei mezzi deluxe possono essere acquistati in anticipo nelle stazioni degli autobus, presso gli uffici delle compagnie situati nei centri cittadini e in qualche albergo. I piccoli minibus che vengono utilizzati per le rotte più brevi e servono le località di minore importanza si chiamano angkot e non vanno confusi con gli utilissimi minibus che effettuano il servizio porta a porta (travel). Questi ultimi – dotati di aria condizionata – viaggiano in ogni parte dell’isola, prelevando i passeggeri in albergo e facendoli scendere in qualsiasi punto a loro richiesta nella città di destinazione. Tenete presente che in diverse città (come Jakarta, Surabaya e Bandung) le stazioni degli autobus si trovano piuttosto lontano dal centro cittadino. Per questo motivo, in molte città il treno rappresenta di solito l’alternativa migliore. Automobile e motocicletta Guidare a Java non è consigliabile alle persone deboli di cuore, in quanto quasi tutte le grandi città sono costantemente macet (intasate dal traffico) e sulle strade principali regna spesso un caos infernale. In molti casi gli incidenti stradali vengono risolti con ingenti risarcimenti sottobanco o con costose cause legali e ogni anno si registrano diverse vittime a causa di veri e propri linciaggi da parte della folla inferocita che, dopo un incidente, ricorre a metodi sommari per farsi giustizia. A Java troverete poche agenzie che noleggiano automobili senza autista. È infatti molto più comune (e sicuro) noleggiare Imbarcazioni Gli arcipelaghi di Pulau Seribu (p132) e di Karimunjawa (p248) sono serviti da un gran numero di traghetti e di battelli. L’isola di Krakatau (p137) può essere raggiunta solo in barca. Treno Java è dotata di una buona rete ferroviaria che attraversa tutta l’isola, anche se i collegamenti non sono velocissimi. I treni sono piuttosto puntuali e in coincidenza con i traghetti che raggiungono Bali (Banyuwangi/Ketapang) e Sumatra (Merak). Il servizio è abbastanza efficiente e alcune classi sono piuttosto confortevoli, se paragonate agli standard dei paesi in via di sviluppo. Nelle stazioni ferroviarie più grandi dovrebbe essere disponibile la guida completa degli orari, l’InfoKA, ma noi non ne abbiamo mai vista una. Per avere informazioni sugli orari e sulle tariffe dei treni che prestano servizio a Java, vi consigliamo di informarvi online all’indirizzo www.infoka.kereta-api. com, un sito rudimentale ma utile. Gli orari sono esposti sui tabelloni delle stazioni e in quelle principali si trovano anche le guide cartacee jadwal, che riportano gli orari riferiti alla singola stazione. Se possibile, scegliete treni che abbiano origine nella città dalla quale partite, in modo da essere sicuri di trovare posto a java Autobus un mezzo con conducente, una soluzione che consente di risparmiarsi un bel po’ di seccature. Sebbene le tariffe partano da appena 275.000Rp al giorno, il prezzo medio (comprensivo del carburante e del vitto e dell’alloggio per l’autista) si aggira intorno a 500.000Rp. Il noleggio di un’automobile con conducente costituisce il modo ideale per esplorare i siti più isolati della regione orientale di Java oppure i templi situati nei dintorni di Solo. Gli scooter rappresentano il mezzo di trasporto preferito dalla maggior parte dei javanesi e noleggiarne uno può costituire una buona soluzione per raggiungere gli angoli più tranquilli dell’isola, come la fascia costiera situata nei pressi di Pangandaran. Le tariffe – che dovrebbero comprendere anche il casco – partono da circa 40.000Rp al giorno. Tenete comunque presente che le strade di Java non sono il posto più indicato per provare a guidare uno scooter per la prima volta. java 104 j a k a r ta sedere, in quanto trovarne uno salendo in una stazione intermedia potrebbe risultare un’impresa ardua. Per avere ulteriori informazioni sui treni che prestano servizio a Java, vi consigliamo di rivolgervi al Train Information Service (%0361-227 131; www.kereta-api.com); tenete presente che nel sito web la parola jadwal significa ‘orario’. classi In cima alla graduatoria figurano i treni di prima classe, abbastanza veloci, che prestano servizio per/da Jakarta. Identificati generalmente dal prefisso Argo, questi treni sono in buone condizioni e molto confortevoli, essendo dotati di sedili reclinabili, spazio in abbondanza per le gambe e aria condizionata, servendo pasti e bevande e proiettando film per tutta la durata del tragitto. In ogni caso, tenete presente che le carrozze di questi treni cominciano a essere piuttosto datate, per cui non aspettatevi ambienti di lusso. Le tariffe dei treni di prima classe sono abbordabili: un viaggio da Jakarta a Yogyakarta costa circa 230.000Rp. I treni espresso – suddivisi in carrozze di classe business (bisnis) ed executive (eksekutif) – si collocando un gradino più in basso. Nei vagoni bisnis può fare molto caldo (non sono dotati di aria condizionata), ma i sedili sono comodi e le tariffe contenute. Le carrozze di classe executive dispongono di aria condizionata, sedili reclinabili e a volte propongono la proiezione di film e servono spuntini. I convogli adibiti a queste due classi sono però piuttosto vecchi e la pulizia lascia alquanto a desiderare. La classe più utilizzata a Java è la economy (ekonomi). Poco costosi, spartani, lenti, pieni di fumo, sovraffollati e stipati di animali, venditori ambulanti, musicisti e prodotti agricoli di ogni genere, questi treni-formicaio fanno muovere il paese e fermano in tutte le stazioni (eccetto, molto spesso, la stazione principale). Tenete presente che i posti a sedere (con sedili duri) sono difficili da trovare e non possono essere prenotati. Alcuni convogli – denominati ‘economy plus’ – sono stati rinnovati: si tratta di (pochi) treni espresso dotati di sedili imbottiti e per i quali è possibile prenotare. prenotazioni Di solito l’acquisto dei biglietti agli sportelli non presenta alcuna difficoltà. Nelle città più l o n el y p l an et . c o m grandi ci sono utili sportelli informazioni, in mancanza dei quali le informazioni vengono fornite dall’autoritario kepala stasiun (capostazione) e dai suoi sottoposti. Nel caso dei treni di classe business ed executive i biglietti possono essere prenotati con settimane di anticipo rivolgendosi all’apposita biglietteria. Anche alcune agenzie di viaggi e alberghi possono acquistare i biglietti per vostro conto. Per quanto riguarda i treni di classe economica, la vendita dei biglietti viene aperta un’ora prima della partenza: in questo caso bisogna dirigersi verso lo sportello, acquistare il biglietto e sperare di trovare un posto a sedere. Per i treni di classe economy plus è possibile prenotare una settimana prima pagando un modesto supplemento. Di solito, è possibile trovare senza problemi i biglietti dei treni di qualsiasi classe che viaggiano nei giorni feriali anche il giorno stesso della partenza, mentre nei weekend è preferibile prenotare in anticipo. Tenete presente che è pressoché impossibile trovare posto in concomitanza con le festività principali, quando intraprendenti calo (bagarini) si accaparrano grandi quantità di biglietti, che poi rivendono ai passeggeri disperati con un largo margine di profitto. Evitate di spostarvi durante la festività dell’Idul Fitri, quando tutta l’isola si mette in movimento e i biglietti sono rari come la neve a Jakarta. JAKARTA %021 / pop. 8,9 milioni Jakarta è una città difficile da amare. Tra le megalopoli più grandi del mondo, la capitale dell’Indonesia è infatti una grigia e caotica conurbazione che si estende per decine di chilometri su una pianura soggetta alle alluvioni e con pochissimi parchi a interrompere la monotonia del cemento. Va comunque detto che sotto la facciata poco invitante fatta di grattacieli, bassifondi e traffico perennemente convulso, Jakarta è una città piena di sorprese e dai mille volti. Il ‘Big Durian’ (‘grande durian’) è in effetti una città per nulla minacciosa e i suoi abitanti sono persone di buon carattere, con un atteggiamento ottimista e positivo. Rispetto a molte altre capitali, il tasso di criminalità è molto basso, come il costo della vita, al punto j a k a r ta 105 l o nely p lanet ita l ia.it stradali continuino a tenere in scacco la città, negli ultimi anni una rete di mezzi pubblici moderna e sempre più ramificata ha migliorato notevolmente gli spostamenti. Se desiderate conoscere l’Indonesia al di là delle apparenze, non si può prescindere da una visita a questa gigantesca città (la conurbazione metropolitana conta oltre 20 milioni di abitanti). storia La storia più antica di Jakarta ruota intorno al porto di Sunda Kelapa, situato a nord della città moderna. Quando nel 1522 vi giunsero i portoghesi, Sunda Kelapa era già una fiorente città portuale della dinastia dei Pajajaran, l’ultimo regno hindu che dominò i personaggi dei Wayang I personaggi dei wayang si ispirano spesso ai protagonisti dei poemi epici hindu del Mahabharata e del Ramayana. Nel Mahabharata i Kaurava simboleggiano le forze dell’avidità e del male, mentre i Pandava rappresentano la raffinatezza e l’illuminazione. Negli spettacoli wayang e nelle esibizioni di danza i personaggi halus sono quasi sempre più piccoli ed eleganti nelle proporzioni e hanno gambe snelle e il capo chino, in segno di umiltà. I kasar sono invece figure muscolose e villose, con la testa alzata. Anche i colori rivestono una grande importanza. Il rosso è spesso associato all’aggressività, alla cupidigia e alla rabbia, il nero e l’azzurro indicano calma, consapevolezza spirituale e maturità, l’oro e il giallo sono riservati ai nobili di rango più elevato, mentre il bianco simboleggia la virtù. I personaggi del Mahabharata Secondogenito dei Pandava, Bima è grande, corpulento e aggressivo. Sa volare ed è il guerriero più forte sul campo di battaglia, ma è dotato anche di un’infinita nobiltà d’animo e di una salda rettitudine morale. Arjuna è un personaggio dalla figura slanciata ed elegante, di bell’aspetto e con un grande senso delle virtù, caratteristiche che lo rendono il rappresentante ideale della classe nobiliare. Sebbene a volte si riveli piuttosto volubile, Arjuna resta sempre halus. L’auriga di Arjuna è Krishna, un’incarnazione del dio Vishnu, che ricopre il duplice ruolo di consigliere spirituale e di politico spietato e machiavellico. Il pagliaccio nano Semar è l’incarnazione di un dio. Sebbene rappresenti per Arjuna una grande fonte di saggezza e di consigli, Semar è di corporatura tarchiata, ha un sedere enorme, la pancia prominente e la tendenza a emettere rumorose flatulenze. Gareng, Petruk e Bagong, i tre figli di Semar, sono personaggi maldestri e comici. Nonostante l’aspetto poco attraente, sono portatori di verità e di saggezza. Per quanto riguarda i Kaurava, Duryudana è il capo bello e potente, che però si lascia influenzare troppo facilmente dai malvagi disegni dello zio Sangkuni. Karna è in realtà un Pandava allevato dalla famiglia rivale ma, nel rispetto del codice dei guerrieri, resta fedele al suo re, morendo tragicamente per mano di Arjuna. I personaggi del Ramayana I personaggi del Ramayana hanno una caratterizzazione un po’ più rigida. Come Arjuna, Rama rappresenta l’ideale umano e sua moglie Sita (o Shinta) la sposa perfetta. Il fratello guerriero di Rawana, Kumbakarna, è invece più complesso. Sa che Rawana è malvagio, ma è costretto dai princìpi dei guerrieri Ksatria a dargli il suo appoggio fino alla sua tragica fine. java che ci sono alberghi a quattro stelle che praticano tariffe di appena US$50 a notte. Spaziando dalle odorose vie di Chinatown a una vita notturna sfrenata e sofisticata, Jakarta è piena di scorci inaspettati. In questa città è possibile trovarsi fianco a fianco con i futuri leader, artisti, pensatori e opinionisti del paese in un caffè bohémien o in un elegante lounge bar e poi passare da un locale all’altro fino all’alba (e oltre). Sebbene Jakarta non sia una delle località turistiche più famose del mondo, alcune zone dell’affascinante città vecchia (Kota) costituiscono uno spaccato di grande interesse della lunga storia della capitale e vantano diversi musei e decine di centri commerciali alla moda. Per quanto i famigerati ingorghi java 106 j a k a r ta l o n el y p l an et . c o m j a k a r ta 107 l o nely p lanet ita l ia.it CHE COSA VEDERE E FARE Ancol Marina...........................................(v. 16) Bikram Yoga......................................... 11 B5 Complesso polisportivo Bung Karno...................................... 12 B4 Quartiere fieristico di Jakarta......... 13 C2 Jin de Yuan............................................ 14 B2 Museum Pancasila Sakti................... 15 D6 Petak Sembilan.......................................(v. 14) Taman Impian Jaya Ancol................ 16 C1 Taman Mini Indonesia Indah.......... 17 D6 PERNOTTAMENTO Dharmawangsa................................... 18 A5 Kemang Icon........................................ 19 B5 PT Pulau Sepa Permai....................... 20 B3 PASTI Anatolia.................................................. 21 B5 Blowfish................................................. 22 B4 Casa......................................................... 23 B5 Kemang Food Festival.................................................(v. 27) Kemang Food Square....................... 24 B5 Kinara...................................................... 25 B5 Payon.........................................................(v. 27) Puro............................................................(v. 22) Santong Kuo Tieh 68............................(v. 14) Toscana.................................................. 26 B5 WWWok................................................. 27 B5 LOCALI Eastern Promise.................................. 28 B5 Red Square...............................................(v. 37) Tabac....................................................... 29 B5 DIVERTIMENTI Centro..................................................... 30 B5 Embassy................................................. 31 B4 Erasmus Huis.............................................(v. 5) la parte occidentale di Java. Nel 1527, quando i portoghesi avevano ormai consolidato il loro dominio sulla città, furono scacciati da Sunan Gunungjati, santo musulmano e signore di Demak, che ribattezzò la città con il nome di Jayakarta, che significa ‘città vittoriosa’, trasformandola in un feudo del sultanato di Banten. All’inizio del XVII secolo gli olandesi e gli inglesi si contesero il dominio della città e, alla fine del 1618, l’esercito di Jayakarta, con l’appoggio dei britannici, prese d’assedio la fortezza della Vereenigde Oost-Indische Compagnie (VOC; Compagnia Olandese delle Indie Orientali). Gli olandesi riuscirono a respingere gli aggressori fino al maggio del 1619, quando giunsero i rinforzi guidati da Jan Pieterszoon Coen che rasero al suolo la città. Sulla linea di costa fu eretta una fortezza ancora più possente e la città fu ribattezzata Batavia, dal nome di una tribù che in epoca romana occupava una parte dei Paesi Bassi. Nel giro di pochissimo tempo Batavia divenne la capitale delle Indie Orientali Olandesi. All’interno delle mura di Batavia gli olandesi più ricchi si fecero costruire case alte e strette e malsani canali di scolo nel tentativo di ricreare una seconda Amsterdam ai Tropici. All’inizio del XVIII secolo la popolazione cittadina era aumentata a dismisura, soprattutto grazie ai numerosi Nine Muses Club................................. 32 B4 Periplus.....................................................(v. 37) Stadium.................................................. 33 B2 SHOPPING Blok M Mall........................................... 34 B5 FX Mall.................................................... 35 B4 Mangga Dua Mall..................................(v. 36) Pasar Pagi Mangga Dua.................... 36 B2 Pasar Seni.................................................(v. 16) Grandi magazzini Pasaraya...............................................(v. 34) Plaza Senayan...................................... 37 A4 TRASPORTI Stazione degli autobus di Blok M..............................................(v. 34) Stazione degli autobus di Kampung Rambutan............... 38 D6 Stazione degli autobus di Lebak Bulus................................. 39 A6 Merpati................................................... 40 C2 Terminal passeggeri Pelni............... 41 D1 Biglietteria Pelni.................................. 42 C2 Stazione degli autobus di Pulo Gadung.............................. 43 D3 Sriwijaya Airlines................................. 44 B2 Trac Astra............................................... 45 D2 javanesi e cinesi attratti dalle prospettive commerciali. Nel 1740 nei quartieri cinesi si verificarono sanguinosi disordini etnici e il 9 ottobre nelle strade di Batavia esplose la violenza, che sfociò nel massacro di circa 5000 cinesi. Un anno più tardi gli abitanti di etnia cinese vennero trasferiti a Glodok, villaggio situato al di fuori delle mura cittadine. Spaventati dalle gravi epidemie scoppiate tra il 1735 e il 1780, anche altri abitanti di Batavia decisero di lasciare le loro case e la città cominciò a espandersi sempre più a sud del porto. Il dominio coloniale olandese si concluse con l’occupazione giapponese del 1942, che restituì alla città il nome attuale, ma si dovette attendere fino al 1950 perché Jakarta diventasse ufficialmente la capitale della nuova repubblica. Nel corso dei successivi quarant’anni la capitale dovette fronteggiare un incessante afflusso di immigrati poverissimi, ma negli anni ’90 la situazione economica subì finalmente una svolta, destinata tuttavia a un nuovo ribaltamento con la crisi del 1997. In quel periodo la città divenne un campo di battaglia politico e l’epicentro delle proteste che chiedevano le dimissioni di Suharto. Dopo mesi di tensioni, il 12 maggio del 1998 l’esercitò aprì il fuoco su un gruppo di studenti, uccidendone quattro. A Jakarta si verificarono tre giorni di gravi disordini, java INFORMAZIONI Australian Cultural Centre....................(v. 1) Ambasciata australiana.......................1 B4 British Council.........................................2 B4 Ambasciata canadese..........................3 B4 Ufficio centrale dell’immigrazione.4 C4 Ambasciata olandese.............................(v. 5) Erasmus Huis...........................................5 B4 Ambasciata malaysiana......................6 B4 Ambasciata neozelandese.................7 B4 Ambasciata di Papua Nuova Guinea....................................8 A4 QB World Books.....................................9 B5 Ambasciata di Singapore......................(v. 5) SOS Medika Klinik............................... 10 B5 X2................................................................(v. 37) java 108 j a k a r ta con migliaia di manifestanti nelle strade e saccheggi di centri commerciali. Stando agli sconvolgenti racconti di stupri e di omicidi riferiti dopo i disordini, la comunità cittadina colpita più duramente fu quella dei cinesi. Negli ultimi anni Jakarta ha dovuto affrontare problemi su diversi fronti. Gravi alluvioni (che si verificano in ogni stagione delle piogge) hanno provocato ingenti danni sia alle case sia alle infrastrutture e i terroristi hanno cominciato a colpire duramente gli interessi occidentali presenti in città. Nel luglio del 2009 alcuni attentatori suicidi si sono fatti saltare in aria negli alberghi americani Ritz-Carlton e J.W. Marriott, dopo che nel 2004 e nel 2003 erano già stati presi di mira rispettivamente l’ambasciata australiana e il Marriott. Oggi Jakarta deve affrontare molte sfide. Milioni le persone vivono in condizioni di intollerabile povertà, in molti casi nelle zone più soggette a inondazioni. La rete dei mezzi pubblici è migliorata con l’avvento delle corsie riservate agli autobus, ma resta tristemente inefficiente rispetto alle metropolitane che oggi funzionano in molte città cinesi, a Bangkok e a Kuala Lumpur. Bisogna ancora risolvere molti problemi prima che Jakarta possa essere considerata a tutti gli effetti una metropoli moderna. orientamento Jakarta si estende per circa 30 km dal porto fino ai sobborghi meridionali, coprendo una superficie complessiva di 661 kmq. Il centro si irradia dai dintorni di Merdeka Sq (Lapangan Merdeka), dove si trova una delle più famose icone cittadine, il Monumento Nazionale (Monas) voluto da Sukarno e sormontato da l o n el y p l an et . c o m una cuspide d’oro. Merdeka Sq è solo uno dei punti focali della città, che presenta diversi altri centri, tutti separati da vasti ingorghi stradali immersi in un’afa soffocante. Pochi passi a sud del Monas si estende Jl Jaksa, punto di riferimento tradizionale dei backpackers, grazie alla sua comoda posizione per raggiungere la parte vecchia della città che si estende a nord e alla facilità di spostamento garantita dalla presenza di numerosi autobus e della stazione ferroviaria centrale di Gambir. A nord del Monas si trova Kota, la città vecchia, dove si concentrano quasi tutte le poche attrattive turistiche della città, mentre a breve distanza è situato il porto delle golette di Sunda Kelapa. Il porto moderno, Tanjung Priok, sorge diversi chilometri più a est, lungo la costa, dopo il parco dei divertimenti di Taman Impian Jaya Ancol. La principale arteria stradale del centro di Jakarta è Jl Thamrin, un viale fiancheggiato da grandi alberghi e centri commerciali che si estende a sud del Monas e di Merdeka Sq fino alla rotatoria in cui si trova il Monumento del Benvenuto. Proseguendo verso sud, Jl Thamrin prende il nome di Jl Jenderal Sudirman e ospita altri alberghi, grandi banche e palazzi di uffici. Ancora più a sud si estendono le ricche zone periferiche di Kebayoran Baru, Pondok Indah e Kemang, ognuna dotata di un proprio centro e di affollati quartieri commerciali. Kemang, in particolare, pullula di bar, ristoranti e boutique, ma possiede pochi alberghi. Le stazioni degli autobus a lunga percorrenza – Kalideres a ovest, Kampung Rambutan a sud e Pulo Gadung a est – si trovano nella periferia della città, ma sono servite in Obama a Jakarta Barack Obama si trasferì a Jakarta nel 1967, dopo le seconde nozze della madre con Lolo Soetoro, un indonesiano conosciuto alle Hawaii. Obama visse quattro anni nella capitale indonesiana, trascorrendo un periodo anche nell’esclusivo quartiere centrale di Menteng, dove frequentò la scuola statale SDN Menteng 1 (cartina p114) e studiò la lingua indonesiana. Sulla facciata della scuola – ancora oggi molto rinomata – è affissa una targa che ricorda il suo ex studente più famoso. Molto amato dai compagni, Obama era soprannominato ‘Barry’. Si dice che abbia manifestato per la prima volta l’intenzione di diventare presidente quando frequentava questa scuola. Obama abitava in una bella villa olandese rivestita con mattonelle di terracotta e con finestre in stile art déco situato nella vicina Jl Taman Amir Hamzah. Alla domanda se ci fosse qualcosa di cui avesse nostalgia del periodo trascorso in Indonesia, Obama, che parla il bahasa indonesia, ha risposto che continua a sognare il ‘bakso (minestra con polpettine), il nasi goreng (riso saltato) e il rambutan’. j a k a r ta 109 l o nely p lanet ita l ia.it maniera molto efficiente da numerosi autobus che raggiungono il centro. in inglese effettua visite generiche, cure dentistiche e assistenza sanitaria sia specialistica sia d’emergenza. Cartine Cambio informazioni Accessi a internet e wi-fi In ogni parte della città troverete internet bar, che per un’ora di collegamento in rete applicano in genere tariffe comprese tra 4000Rp e 10.000Rp. Quasi tutti i centri commerciali di lusso mettono gratuitamente a disposizione dei loro clienti punti di accesso a internet, sempre più diffusi anche nei caffè, nei bar e nei ristoranti (è possibile riconscerli dal cartello ‘Hot Spot’). Virtual Net (cartina p118; Jl Jaksa 33). Agenzie di viaggi Le agenzie di viaggi situate nella zona di Jl Jaksa costituiscono un comodo punto di partenza per la ricerca di biglietti per i voli internazionali e gli autobus a lunga percorrenza. Di solito i biglietti aerei nazionali sono venduti allo stesso prezzo sia dalle agenzie di viaggi sia dalle compagnie, salvo eventuali sconti. Crystal Tours (cartina p118; %390 2929; Jl Wahid Hasyim 45) Questa agenzia nuova e molto professionale è gestita da personale in grado di esprimersi in inglese e propone tariffe aeree molto vantaggiose. Robert Kencana Travel (cartina p118; %314 2926; Jl Jaksa 20B) In questa efficiente agenzia di viaggi è possibile fare buoni affari. Smailing Tours (www.mysmailing.com) Jl Majapahit 28 (cartina p114; %380 0022; Jl Majapahit 28); Jl Thamrin 9 (cartina p118; %331 994; Jl Thamrin 9) La Smailing Tours dispone di uffici sparsi in tutta la città. La sede di Jl Majapahit è una delle agenzie di viaggi più grandi di Jakarta, mentre l’ufficio di Jl Thamrin è ospitato all’interno dell’edificio Skyline, situato accanto all’ufficio turistico. Assistenza sanitaria Cikini Hospital (cartina p114; %2355 0180; Jl Raden Saleh Raya 40) Dotato di personale in grado di esprimersi in inglese, questo ospedale fornisce assistenza sanitaria ai viaggiatori stranieri. SOS Medika Klinik (cartina p106; %750 5980; www. internationalsos.com; Jl Puri Sakti 10, Kemang) Questa clinica in cui lavorano medici in grado di esprimersi A Jakarta troverete banche ovunque: in qualsiasi posto vi troviate non sarete mai lontani da uno sportello bancomat. Bancomat BCA (cartina p118; Jl Haji Agus Salim) Questo sportello bancomat si trova a pochi passi dal Jakarta Visitor Information Office. BII (cartina p114; Jl Thamrin) Questa banca situata nel seminterrato del Plaza Indonesia dispone di uno sportello bancomat. Centri culturali I centri culturali stranieri presenti in città sono dotati di biblioteche e/o organizzano regolarmente mostre, proiezioni cinematografiche e conferenze. Australian Cultural Centre (cartina p106; %2550 5555; Jl HR Rasuna Said Kav 15-16). British Council (cartina p106; %252 4115; www. britishcouncil.org/indonesia.htm; Widjoyo Centre, Jl Jenderal Sudirman 71). Erasmus Huis (cartina p106; %524 1069; www. mfa.nl/erasmushuis; Jl HR Rasuna Said Kav S-3) Questo centro culturale organizza regolarmente proiezioni cinematografiche, mostre ed eventi culturali. Emergenze Polizia turistica (cartina p118; %566 000; Jl Wahid Hasyim 9) Si trova al secondo piano del Jakarta Theatre. Informazioni turistiche Jakarta Visitor Information Office (cartina p118; %315 4094, 316 1293; www.jakarta.go.id; Jl Wahid Hasyim 9; h9.30-19 da lunedì a sabato, 9.30-17 domenica) Ospitato all’interno del palazzo del Jakarta Theatre, questo efficiente ufficio turistico è gestito da personale gentile e molto disponibile, anche se le informazioni pratiche che è in grado di fornire sono piuttosto lacunose. In ogni caso è disponibile un buon assortimento di opuscoli e di pubblicazioni e c’è anche uno sportello all’aeroporto. Internet http://metromad.blogspot.com Questo sito appartiene a un blogger e giornalista che vive a Jakarta da vent’anni e ha davvero il polso della città. www.expat.or.id Questo sito si rivolge soprattutto agli stranieri che si trattengono in città per molto tempo, offrendo di tutto, dalle informazioni sugli alloggi alle chat. www.jakarta.go.id Il sito ufficiale del Jakarta City Government Tourism Office fornisce molte informazioni utili, ma purtroppo la sezione in inglese è spesso inattiva. java Il Jakarta Visitor Information Office (v. più avanti) fornisce gratuitamente una buona cartina a colori della città con dettagli di Jl Thamrin, Jl Jenderal Sudirman e Kota. 110 j a k a r ta www.jakchat.com Questo sito ospita forum in lingua Jakarta Globe (www.thejakartaglobe.com; 7500Rp) Questo eccellente giornale dalla grafica molto accattivante fornisce informazioni di buona qualità e notizie molto interessanti. Jakarta Kini (www.jakartajavakini.com; 35.000Rp) Il Jakarta Kini è una rivista mensile in lingua inglese che pubblica recensioni di ristoranti e di locali e articoli sulla vita cittadina; di solito negli alberghi più grandi viene distribuita gratuitamente. Jakarta Post (www.thejakartapost.com; 7500Rp) Questo famoso quotidiano in lingua inglese pubblica notizie, opinioni e approfondimenti culturali, ma nelle preferenze dei lettori è ormai stato superato dal Jakarta Globe. Time Out (www.timeoutjakarta.com; 33.000Rp) Considerata di gran lunga la migliore rivista in lingua inglese con recensioni di locali, notizie e approfondimenti culturali, Time Out tende però a focalizzare la propria attenzione sui locali più esclusivi. reputazione, Jakarta è sorprendentemente sicura. I crimini violenti sono rarissimi e i viaggiatori stranieri vengono presi di mira solo in poche circostanze. In ogni caso, va detto che rispetto al resto del paese Jakarta è la città con il tasso di criminalità più elevato. Di notte è necessario essere molto prudenti, in particolare a Glodok e a Kota. Dal momento che ci sono stati riferiti alcuni casi di aggressioni da parte dei tassisti, di notte servitevi solo di compagnie affidabili, come la Bluebird, presente in tutta la città. Gli autobus e i treni di Jakarta sono spesso tremendamente affollati, soprattutto nelle ore di punta, e i borseggiatori ne sono assidui frequentatori, come potrà confermarvi la gente del posto. Sebbene alcune ambasciate straniere sconsiglino ai loro connazionali di recarsi in Indonesia e a Jakarta in particolare, nel complesso i rischi che corrono i viaggiatori stranieri sono bassissimi. Nonostante questo, si sono effettivamente verificati attentati contro obiettivi stranieri e può succedere che le manifestazioni di protesta – generalmente pacifiche – degenerino in atti violenti senza particolari avvisaglie. In questo senso, quanto accade in Medio Oriente può costituire un esempio molto valido. Per finire, tenete presente che alcuni bar e locali notturni sono stati devastati dall’autoproclamata polizia morale della città, il Front Pembela Islam (FPI; Fronte dei Difensori Islamici), soprattutto durante il Ramadan. Posta che cosa vedere posta centrale di Jakarta ha sede all’interno di un edificio ottagonale situato nei pressi di Lapangan Banteng. La città di Batavia – corrispondente all’attuale Kota – costituiva in passato il centro della presenza coloniale olandese in Indonesia, mentre oggi rappresenta il triste ricordo di un glorioso passato, con decine di edifici storici in stato di completo abbandono, crollati o demoliti. Sebbene sia stato elaborato un grande progetto per la riqualificazione di questa zona, fino a oggi è stato fatto ben poco, a parte chiudere al traffico qualche via e restaurare un paio di edifici. Tra le ragioni principali che scoraggiano interventi più articolati c’è il fatto che la zona di Kota è particolarmente soggetta alle alluvioni. In Taman Fatahillah (cartina p111), la piazza acciottolata del centro di Kota, è ancora possibile percepire l’antico splendore di Batavia, inglese in cui potrete discutere di tutto, dai locali notturni della città alla politica. Librerie java l o n el y p l an et . c o m Gramedia e Gunung Agung, le due principali catene di librerie indonesiane, dispongono di negozi in ogni parte della capitale. Periplus (cartina p106; %718 7070; 3rd fl, Plaza Senayan, Jl Asia Afrika; h9-19) Questa libreria dispone di un vasto assortimento di libri in inglese, comprese le guide Lonely Planet e le cartine Periplus. QB World Books (cartina p106; %718 0818; Jl Kemang Raya 17) La QB World Books possiede una buona scelta di libri e di riviste in lingua inglese. Media Posta centrale (cartina p114; Jl Gedung Kesenian 1) La Telefono Nei dintorni di Jl Jaksa ci sono parecchi wartel (uffici telefonici privati). Wartel Bhumi Bhakti (cartina p118; Jl Wahid Hasyim). Ufficio immigrazione Ufficio centrale dell’immigrazione (cartina p106; %654 1209; Jl Merpati Kemayoran 3) Il personale di questo ufficio è in grado di fornire informazioni aggiornate sull’estensione e sul rinnovo del visto. pericoli e contrattempi Per essere una città di grandi dimensioni con evidenti problemi sociali e una cattiva Kota j a k a r ta 111 l o nely p lanet ita l ia.it CHE COSA VEDERE E FARE Balai Seni Rupa.............................1 B3 Ponte del Mercato dei Polli......2 A3 Gereja Sion.....................................3 B4 Museum Bahari............................4 A2 Museum Sejarah Jakarta..........5 B4 Museum Wayang.........................6 B4 Pasar Ikan.......................................7 A2 Toko Merah...................................8 A4 Torre di guardia............................9 A2 PASTI Café Batavia................................10 B3 VOC Galangan...........................11 A3 Museum Wayang Il museo delle marionette (cartina p111; %692 9560; Taman Fatahillah; ingresso 2000Rp; h9-13.30 da martedì a venerdì e domenica, 9-12.30 sabato) vanta una delle migliori collezioni di marionette wayang di tutta Java e nelle sue teche polverose sono esposti innumerevoli personaggi. La collezione non comprende solo marionette indonesiane, ma anche cinesi, vietnamite, indiane, cambogiane ed europee e un gran numero di maschere usate dai ballerini. Ogni domenica alle 10 si tengono spettacoli gratuiti di teatro wayang. Fino a qualche tempo fa sede del Museo dell’Antica Batavia, questo edificio venne costruito nel 1912. Nel cortile del piano terreno è possibile vedere i cippi commemorativi dei governatori generali olandesi che furono sepolti a Jakarta, tra cui Jan Pieterszoon Coen, fondatore dell’antica Batavia. Alcuni viaggiatori ci hanno riferito di una truffa messa in atto da guide indipendenti che, dopo aver accompagnato i turisti nella visita del museo, esercitano pressioni per indurli a fare acquisti costosissimi, per cui state molto attenti. Museum Sejarah Jakarta Il Museo Storico di Jakarta (cartina p111; Taman Fatahillah; ingresso 2000Rp; h9-15 da martedì a domenica) è ospitato all’interno del vecchio municipio di Batavia, un imponente palazzo in stile olandese che in passato fu l’epicentro di un impero. Costruito nel 1627 e dotato di una bella torre campanaria, fu sede dell’amministrazione cittadina e anche del tribunale. Oggi il Museum Sejarah Jakarta incarna l’immagine del tipico museo municipale scarsamente curato, al cui interno sono esposti plastici scrostati e massicci mobili intagliati in ebano e teak risalenti al periodo olandese, oltre a un’eterogenea collezione di reperti provenienti da ogni parte del paese. Va comunque detto che questo museo possiede java grazie alla presenza di imponenti palazzi coloniali, tra i quali merita di essere citato il Taman Fatahillah, l’ex municipio. Un isolato a ovest della piazza si trova Kali Besar, il grazioso canale che costeggia il Sungai Ciliwung. In passato prestigiosa zona residenziale, Kali Besar conserva sulla sponda occidentale alcune case risalenti all’inizio del XVIII secolo. Una delle più interessanti è il Toko Merah (Negozio Rosso; cartina p111; Jl Kali Besar Barat), la residenza del governatore generale van Imhoff, caratterizzata da una vistosa facciata in mattonelle rosse, che secondo i progetti dovrebbe ospitare al suo interno un museo di grande interesse dedicato al dominio olandese. Nell’estremità settentrionale di Kali Besar si trova l’ultimo ponte levatoio spagnolo giunto fino ai giorni nostri, il Ponte del Mercato dei Polli (cartina p111), costruito nel XVII secolo. Per raggiungere Taman Fatahillah, si può prendere l’autobus Korridor I dal Blok M o da Jl Thamrin fino alla stazione ferroviaria di Kota e poi proseguire a piedi. Anche i treni provenienti da Gondangdia, vicino a Jl Jaksa, fermano in questa zona. Una corsa in taxi da Jl Thamrin costa circa 30.000Rp. java 112 j a k a r ta anche qualche pezzo interessante, come la splendida scultura in granito nero raffigurante Kali, la dea hindu associata alla morte e alla distruzione. Nel cortile situato sul retro sorge un bizzarro monumento in pietra dedicato a Pieter Erbervelt, un uomo che nel 1722 venne condannato a morte con l’accusa di aver cospirato per il massacro degli abitanti olandesi di Batavia, e il gigantesco Cannone Si Jagur, che un tempo faceva bella mostra di sé in Taman Fatahillah. Portato a Batavia come trofeo di guerra dopo la caduta di Melaka avvenuta nel 1641, questo cannone bronzeo portoghese a un’estremità si restringe in una grande pugno chiuso, con il pollice che spunta tra il dito indice e il medio. Per le sue fattezze, il pugno è considerato dagli indonesiani un simbolo sessuale e molte donne che non riescono ad avere figli offrono fiori e si siedono a cavalcioni del cannone, nella speranza che il loro desiderio di maternità venga esaudito. Balai Seni Rupa Costruito tra il 1866 e il 1870, l’edificio un tempo adibito a Palazzo di Giustizia è oggi sede del Museo di Belle Arti (cartina p111; Taman Fatahillah; ingresso 2000Rp; h 9-13.30 da martedì a domenica), che espone dipinti di artisti contem- poranei di grande prestigio come Affandi, Raden Saleh e Ida Bagus Made. Una parte dell’edificio ospita un museo della ceramica, con manufatti cinesi e terrecotte risalenti al periodo majapahit. Gereja Sion Situata nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria di Kota, questa chiesa (cartina p111; Jl Pangeran Jayakarta) del 1695 è il più antico edificio di culto cattolico rimasto a Jakarta. Chiamata anche Gereja Portugis (Chiesa Portoghese), questa chiesa fu costruita pochi passi fuori dall’antica cinta muraria per gli schiavi catturati nei porti controllati dai portoghesi. Sebbene la facciata sia estremamente lineare, l’interno vanta suggestivi lampadari di rame, un imponente pulpito barocco e l’organo originale. Sunda Kelapa Situato 1 km a nord di Taman Fatahillah, il vecchio porto di Sunda Kelapa (cartina p111; ingresso 2000Rp) è pieno di magnifiche golette (pinisi) di Makassar. La vita del porto sembra non essere cambiata molto nel corso dei secoli e l o n el y p l an et . c o m ancora oggi è possibile vedere gli scaricatori che trasportano a terra i carichi dalle navi servendosi solo di braccia e carrelli. Purtroppo oggi le strutture portuali sono fatiscenti e le acque molto inquinate. Purtroppo gli ambiziosi progetti per la riqualificazione dell’intera zona di Sunda Kelapa e l’apertura di nuovi musei al posto degli edifici in rovina sono bloccati da anni. Museum Bahari Alcuni magazzini fatti costruire dalla VOC nel 1652 nelle immediate vicinanze dell’ingresso di Sunda Kelapa sono stati trasformati nel Museum Bahari (cartina p111; %669 3406; www. museumbahari.org; ingresso 2000Rp; h9-15 da martedì a domenica), un museo di grande interesse che consente di approfondire le proprie conoscenze sulla storia marittima della città. Anche se i magnifici edifici (alcuni dei quali restaurati) che lo ospitano sono talmente vuoti da produrre l’eco, l’esposizione è corredata da interessanti pannelli informativi in inglese e in bahasa indonesia. Sotto le pesanti travi di legno degli ampi magazzini sono esposti reperti di vario genere, tra cui un sestante (un antico strumento astronomico usato per la navigazione), diverse imbarcazioni tradizionali provenienti da ogni parte del paese, la valva di un mollusco gigante, molti pesci conservati nella formalina e alcune lampade di fari. Le garitte collocate all’esterno facevano parte dell’antica cinta muraria. Pochi passi prima dell’ingresso del museo si trova una torre di osservazione (cartina p111; ingresso 5000Rp) costruita nel 1839 per avvistare e dirigere il traffico navale in avvicinamento al porto. Da questa torre è possibile ammirare incantevoli panorami sul porto, ma gli orari di apertura sono variabili; nel caso fosse chiusa, provate a rivolgervi al custode. Proseguendo lungo la stessa via del museo, pochi passi più avanti incontrerete il luogo in cui al mattino presto si tiene il Pasar Ikan (mercato del pesce; cartina p111). Si tratta di un ambiente pieno di vita e di colori, che alle prime luci dell’alba brulica sempre di gente desiderosa di acquistare il pesce appena pescato. Negli altri orari in questa zona è possibile acquistare articoli per la casa e una quantità sempre maggiore di souvenir. Glodok Enclave tradizionale della comunità cinese, il Glodok è il classico quartiere centrale, con j a k a r ta 113 l o nely p lanet ita l ia.it tina p106; Tempio di Dharma Bhakti; www.jindeyuan.org; Jl Kemenangan III 13), un grande tempio buddhista cinese costruito nel 1755 considerato tra i più importanti della città. La struttura principale è caratterizzata da un insolito tetto sormontato da due draghi intenti a mangiare perle, mentre gli interni sono ricchi di atmosfera, con un denso fumo di incenso e candele che avvolgono le statue del Buddha, le antiche campane e i tamburi e magnifiche opere calligrafiche. Centro Se si dovesse individuare un centro per questa gigantesca città, con ogni probabilità la scelta cadrebbe su Merdeka Sq (Lapangan Merdeka). In questa vasta distesa erbosa, circondata da alcuni musei e da qualche imponente edificio coloniale, sorge il monumento alla nazione di Sukarno. Museum Nasional Nel lato occidentale di Merdeka Sq si trova il Museo Nazionale (cartina p114; %381 1551; www. museumnasional.org; interi/bambini 750/250Rp; h8.3014.30 da martedì a sabato), che, costruito nel 1862, è considerato di gran lunga il migliore del paese nel suo genere e l’unico di Jakarta da visitare assolutamente. Nel 2007 nella parte settentrionale del palazzo coloniale in stile neoclassico che lo ospita è stata aggiunta una nuova ala molto interessante. Tenete presente che è vietato scattare fotografie. Il Museum Nasional ospita al suo interno una collezione ricchissima. Intorno al cortile aperto sono disposte alcune magnifiche sculture, tra le quali spicca una statua alta 4,5 m proveniente da Rambahan, nell’isola di Sumatra, che raffigura un re di Bhairawa mentre calpesta teschi umani. La sezione etnologica è veramente superba, vantando tra le altre cose suggestivi burattini dayak, statue lignee di Nias caratterizzate dalla presenza della barba, che indica saggezza, e magnifici tessuti. Nei quattro piani dell’ampia ala nuova è stata collocata una serie di mostre e di reperti relativi alla comparsa dell’uomo in Indonesia, tra i quali merita di essere citato un modello dello ‘hobbit’ di Flores (v. p631). Una doverosa citazione spetta anche alla splendida esposizione di tesori aurei provenienti dal Candi Brahu, a Java Centrale, che comprende sfavillanti collane, bracciali e una ciotola decorata con scene del Ramayana. All’esterno si può vedere una statua di un elefante in bronzo donata dal re di Thailandia nel 1871; per questo motivo, il Museum Nasional è anche conosciuto con il nome di Gedung Gajah (Casa dell’Elefante). L’Indonesian Heritage Society (%572 5870; www. heritagejkt.org) organizza visite guidate gratuite in inglese al museo con partenza alle 10.30 tutti i martedì e giovedì e ogni secondo sabato e ogni ultima domenica del mese. Vengono effettuate visite guidate anche in francese, giapponese e coreano; per avere ulteriori informazioni in merito, vi consigliamo di consultare il sito internet. Monas Poco dignitosamente soprannominato ‘l’ultima erezione di Sukarno’, il Monumento Nazionale (Monumen Nasional, Monas; cartina p114; h8.30-17, chiuso l’ultimo lunedì del mese) svetta su Merdeka Sq dall’alto dei suoi 132 m e costituisce allo stesso tempo il principale punto di riferimento di Jakarta e la più famosa stravaganza architettonica dell’ex presidente. Iniziata nel 1961, la costruzione della colonna fu portata a termine nel 1975, anno in cui venne ufficialmente inaugurata da Suharto. Costruito con marmo italiano, questo monumento è sormontato da una scultura a forma di fiamma, rivestita da una lamina d’oro del peso di 35 kg. java vicoli brulicanti, mercati di strada, qualche centro commerciale di medio livello e una delle vite notturne più vivaci del mondo. Nei mesi di maggio e di novembre del 1998 il Glodok fu teatro di terribili disordini, che ridussero vaste zone del quartiere a un ammasso di cenere e detriti. A Glodok buona parte del divertimento consiste semplicemente nella possibilità di immergersi nella sua atmosfera (molto) cinese, mangiando ravioli al vapore e passeggiando tra innumerevoli negozi e bancarelle che vendono di tutto, dalle medicine tradizionali ai DVD contraffatti. Non mancate di fare un giro nel mercato di Petak Sembilan (cartina p106), una strettissima via situata nei pressi di Jl Pancoran fiancheggiata da case storte con il tetto di tegole rosse. In questa zona i vostri sensi verranno letteralmente presi d’assalto, con rane spellate e insetti vivi in vendita vicino a una fognatura a cielo aperto. Nell’estremità occidentale del mercato sorge il grande complesso del Jin de Yuan (car- java 114 j a k a r ta l o n el y p l an et . c o m