Concetto di Radiazione In generale si parla di radiazioni tutte le volte che esiste una cessione di energia tra un corpo ed un altro senza che vi sia un contatto diretto o mediato. Concetto di Radiazione Con l’espressione RADIAZIONI si descrivono fenomeni fisici quali, p.e. La luce (radiazione luminosa) Il calore (radiazione termica) percettibili dai sensi umani, La radiazione elettromagnetica (la radiazione cosmica, le radiazioni ionizzanti, le radiazioni non ionizzanti) quasi sempre invisibile e non immediatamente percettibile L'assorbimento di energia si manifesta in genere in un aumento locale di temperatura ovvero con la produzione di fenomeni fisici, chimici o biologici. La Radioattività Si definisce Radioattività la proprietà che hanno gli atomi di alcuni elementi di emettere spontaneamente radiazioni La materia, in alcune sue forme, non ha vita infinita Dopo un tempo più o meno lungo si trasforma ovvero decade Il decadimento è in genere accompagnato dalla emissione di radiazioni, da cui il nome di decadimento radioattivo La Radioattività La radioattività non é stata inventata ma scoperta dall'uomo! Gli esseri viventi, dalla loro apparizione sulla Terra, sono immersi in un vero e proprio bagno di radioattività. Henry Becquerel Parigi 15.12.1852 Croisic 25.8.1908 Nel 1896 Henri Becquerel, indagando sui fenomeni di luminescenza di alcuni materiali, correlò l’annerimento di una lastra fotografica lasciata vicino a minerali d’uranio agli esperimenti ed alle radiografie effettuate da Wilhelm Conrad Roentgen 1845-1923 Becquerel notò altresì che tali raggi scaricavano rapidamente i corpi elettricamente carichi p.e. le foglie d'oro di un elettroscopio. Due anni più tardi Marie Curie, proseguendo gli studi iniziati da Becquerel, scoprì che anche altre sostanze godevano della stessa proprietà dell'uranio p.e. il Th e suggerì di chiamare tali sostanze radio (radium = raggio) attive. Henri Becquerel fu il primo uomo a contrarre una malattia da radiazioni Marie Curie fu il primo essere umano morto per una malattia (diagnosticata successivamente) da radiazioni Separò il polonio e il radio la cui radioattività risultava rispettivamente 400 e 1.000.000 di volte superiore a quella dei sali di uranio puri e riuscì a stabilire la natura dei raggi emessi scoprendo che trattava di 3 tipi di radiazioni: la prima elettricamente carica negativamente, la seconda carica positivamente e la terza neutra. Associò a tali raggi le prime tre lettere dell'alfabeto greco a (alfa), b (beta), g (gamma). Radiazioni Ionizzanti Le radiazioni si dicono ionizzanti quando hanno energia sufficiente per produrre il fenomeno fisico della ionizzazione che consiste nel far diventare un atomo elettricamente carico (ione). Un gas ionizzato è un conduttore Nei tessuti biologici gli ioni generati dalle radiazioni ionizzanti possono avere influenza sui normali processi biologici. Gli effetti biologici indotti dalle radiazioni possono avere caratteristiche molto diverse anche a parità di dose fisica; per valutare il danno biologico é quindi necessario conoscere anche il tipo e l’energia delle radiazioni che deposita la dose. La vita media di alcune particelle e atomi n (neutrone) p (protone) e (elettrone) m (muone) U 238 U 235 t = 15 minuti t > 1032 anni t = infinito t = 2.19 10-6 s t = 4.5 109 anni t = 7.1 108 anni Le forze presenti nel nucleo Ogni protone ha una carica di 1.6 10-19 C La distanza tra due protoni è circa 10-15 m Tra i protoni presenti nel nucleo si esercitano forze di repulsione elettrostatiche molto intense. La forza di repulsione Coulombiana vale : 38 Q2 2 . 56 10 F 2 9 10 9 N 230 N 30 4 r 10 1 Questa forza di repulsione impedirebbe la aggregazione di più di un protone nel nucleo. Tra i protoni e tra i neutroni si esercita una ulteriore forza attrattiva detta Forza Forte La Forza Forte consente di legare insieme protoni e neutroni in un nucleo Condizioni di equilibrio di forze nel nucleo La Forza Forte prevale sulla repulsione elettrostatica, però ha un raggio di azione molto breve 10-15 m La forza elettrostatica ha invece un raggio di azione infinito. Per creare un nucleo con più protoni occorre aggiungere del ‘collante’ : i neutroni non risentono della forza elettrostatica e costituiscono un legame tra loro e i protoni All’aumentare del numero di protoni aumenta la percentuale di neutroni presenti nel nucleo Protoni Neutroni I nuclei stabili (pallini neri) sono situati sulla ‘curva di stabilità’ I nuclei instabili (pallini colorati) hanno un eccesso o un difetto di neutroni I nuclei instabili tenderanno a portarsi sulla curva di stabilità modificando il numero di protoni e neutroni ISOTOPI Molti elementi hanno massa atomica (da non confondere col numero di massa!) non sempre vicina all'unità (per esempio Cl 35.45; H 1.008; Ni 58.71...). Ciò è dovuto alla possibilità di esistenza di nuclei con eguale Z (perciò chimicamente eguali) e diverso A (perciò con diverso numero di neutroni nel nucleo). Questi nuclidi di uno stesso elemento si chiamano isotopi. isotopi (dal greco isotoos = eguale posto, nella tavola periodica, dato che si tratta di atomi con lo stesso nome), con eguale Z ed A diverso (per esempio 11H, 21H; oppure 126C, 136C) , che per noi chimici sono i più importanti Ad esempio, l'uranio (simbolo U) ha vari isotopi: U-238, U-235, U-233. L'uranio-238 ha 92 protoni e (238-92) = 146 neutroni; l'uranio-235 ha sempre 92 protoni, ma (235-92) = 143 neutroni; l'uranio-233 ha 92 protoni e 141 neutroni. Nella figura sono riportati, in funzione di Z e di A, tutti i nuclidi stabili, cioè tutti quelli riscontrati in natura; mancano perciò quelli artificiali e quelli radioattivi; in particolare si può notare la mancanza di Z=43 (tecnezio Tc) e di Z=61 (promezio Pm), artificiali, benché a Z relativamente basso (ma dispari per ambedue). Il grafico si ferma a Z=83 (bismuto Bi), poiché tutti i nuclidi con Z>83 sono instabili e radioattivi, e molti di essi artificiali. L'elemento più semplice esistente in natura l'idrogeno (H-1) ha due isotopi: il deuterio (H2) e il tritio (H-3). Quest'ultimo è radioattivo ed emette particelle beta negative. In generale un isotopo il cui simbolo sia Y è caratterizzato dal numero atomico Z, pari al numero dei protoni e degli elettroni, dal numero di massa A, pari al numero totale di particelle presenti nel nucleo e dal numero N = A-Z pari al numero di neutroni. Se l'isotopo è radioattivo, si parla di radioisotopo o anche di radionuclide. I radioisotopi Ogni elemento è caratterizzato dal numero di protoni presenti nel nucleo : numero atomico Z H:Z=1 C:Z=6 O:Z=8 U : Z = 92 ecc… Il numero di neutroni nel nucleo può variare Il numero di massa è la somma di protoni e neutroni; viene indicato con A Nuclei con stesso Z e differente A sono detti isotopi A seconda del valore di A l’isotopo può essere stabile oppure può decadere Se decade è detto radioisotopo La costante di decadimento l Il decadimento radioattivo è un fenomeno probabilistico l = probabilità che una particella, o un nucleo, decada nell’unità di tempo (un secondo) Non potremo mai sapere con certezza in che istante un particolare nucleo dovrà decadere Ma se abbiamo un numero molto grande N di nuclei, potremo dire che ogni secondo decadono l.N nuclei La legge del decadimento radioattivo N(t) : numero di nuclei non ancora decaduti al tempo t l.N(t) : numero di nuclei che decadono in 1 s dN = l.N(t) dt : numero di nuclei che decadono nel tempo dt dN(t)/dt = l.N(t) : derivata di N(t) il segno negativo è dovuto al fatto che N(t) è in diminuzione Legge di deccadimento radioattivo (2) dN(t)/dt = l.N(t) ……... la soluzione è N(t) = N0 e-lt Dove N0 è il numero di nuclei all’istante t=0 12000 10000 N(t) 8000 6000 4000 2000 0 0 20 40 60 tempo 80 100 120 Tempo di vita media e Tempo di dimezzamento N(t) = N0 e-lt ….dopo un tempo t 1/l …. N(t) = N0 e-1 = N0 . 0.37 t è la vita media nei nuclei È più utile conoscere il tempo di dimezzamento T : N(T) = N0 / 2 = N0 e-lT da e-lT = 1/ 2 si ricava T = t log(2) “Tempo di dimezzamento” T1/2 = Ln 2 l t. 1 t = l Tempo di vita medio La misura della radioattività Una sorgente radioattiva contiene un numero più o meno grande di isotopi radioattivi. È più utile conoscere il numero di nuclei che decadono nell’unità di tempo, piuttosto che il numero totale di nuclei radioattivi presenti nella sorgente. Perché ? A seguito del decadimento si avrà emissione di radiazioni. La emissione di radiazioni è tanto più intensa quanto maggiore è la rapidità con cui i nuclei decadono. La Attività di una sorgente è definita come : numero medio di nuclei che decadono nell’unità di tempo. La Attività dà una idea della pericolosità della sorgente radioattiva. L’attività dN A= dt A = -l N Bequerel (Bq) = 1 dis/sec Dose dE D= dm 1J 1 Gy = 1 kg = 100 rad Formula della Attività e unità di misura Analizzando il decadimento radioattivo come fenomeno probabilistico abbiamo trovato che : l.N(t) è il numero di nuclei che decadono in 1 s Dalla definizione di Attività si ricava la relazione A(t) = l.N(t) Quindi la Attività di una sorgente radioattiva decresce nel tempo con la stessa legge del decadimento radioattivo A(t) = l.N(t) = l.N0 e-lt = A0 e-lt A(t) = dN(t)/dt = l. N0 e-lt Le dimensioni della Attività sono : t-1 (numero di nuclei / tempo) L’unità di misura dovrebbe essere : Hz (Hertz) o s-1 In realtà si usa il Bq (Bequerel), per precisare il tipo di fenomeno che si sta prendendo in considerazione Un famoso radioisotopo : C14 Gli isotopi sono identificati dal simbolo dell’elemento chimico corrispondente a Z e dal numero di massa A: C 12 : Z=6 A=12 (6 neutroni) ; abbondanza : 99% C 13 : Z=6 A=13 (7 neutroni) ; abbondanza : 1% C 14 : Z=6 A=14 (8 neutroni) ; 1/1000.000.000.000 C 12 e C 13 sono stabili C 14 è un radioisotopo e decade con un tempo di dimezzamento T = 5770 anni Il C 14 viene prodotto nella atmosfera dalla interazione dei raggi cosmici con l’azoto (N 14) Radioisotopi naturali Si trovano sulla Terra (e su tutti i Pianeti del sistema solare) molti radioisotopi naturali Tutti i radioisotopi naturali attualmente presenti sulla Terra hanno tempi di dimezzamento paragonabili alla vita del sistema solare : circa 5 109 anni I radioisotopi naturali con tempi di dimezzamento molto più brevi sono completamente decaduti Alcuni radioisotopi naturali Radioisotopo Tempo di dimezzamento K 40 1.3 109 anni Rb 87 5.0 1010 anni Th 232 1.4 1010 anni U 235 7.1 108 anni U 238 4.5 109 anni Le famiglie radioattive Un nucleo radioattivo può decadere dando origine ad un nucleo stabile oppure ad un nucleo a sua volta instabile, il quale a sua volta decade in un altro nucleo instabile….. È quanto accade nel caso del U 238, del U 235 e del Th 232, i tre radioisotopi naturali più comuni. La sequenza dei radioisotopi prodotti a partire dal capostipite prende il nome di famiglia radioattiva. L’ultimo discendente di una famiglia radioattiva è un isotopo stabile. Per i tre radioisotopi indicati i discendenti stabili sono rispettivamente Pb206 Pb207 e Pb208 La famiglia radioattiva dell’Uranio 238 Le condizioni di equilibrio nella famiglia radioattiva U238 N1 dN1 l1 N1 dt La velocità di svuotamento (-dN/dt) dipende dal livello nel serbatoio (N) e dalle dimensioni della valvola di scarico (l) Th234 N2 dN 2 l2 N 2 dt Possiamo immaginare la famiglia radioattiva come una serie di serbatoi ciascuno dei quali si svuota riempiendo il successivo Quando si raggiungono le condizioni di equilibrio le velocità di svuotamento di tutti i serbatoi sono uguali Pa234 N3 dN 3 l3 N 3 dt La velocità di decadimento di un radioisotopo (analoga alla velocità di svuotamento del serbatoio) è chiamata Attività e dipende dalla costante di decadimento l In condizioni di equilibrio le Attività di tutti i radioisotopi della famiglia sono uguali Tutti i figli dell’U238 : Qtot = 51.63 MeV Po218 a 3.05 min 6.11 4.27 Pb214 b 26.8 min 1.03 24.1 g 0.20 Bi 214 b 19.9 min 3.27 b 6.7 h 2.21 Po214 a 165 ms 7.83 U 234 a 2.5 103 a 4.84 Pb210 b 22.3 a 0.06 Th230 a 7.5 104 a 4.77 Bi 210 b 5.01 g 1.16 Ra226 a 1.6 103 a 4.87 Po210 a 138.4 g 5.41 Rn222 a 3.83 g 5.59 Pb206 Isotopo Dec T U 238 a 4.7 107 a Th234 b Pa234 Q(MeV) stabile Effetti prodotti dalla energia emessa dall’U 238 e discendenti Qtot x Numero atomi La abbondanza frazionaria dell’U238 è di 3 ppm Un kg di roccia contiene circa 3 mg di U 238 3 mg di U 238 corrispondono a 3 10-3/238 NAV atomi di U 238 Complessivamente 7.59 1018 atomi di U 238 Energia complessivamente irradiata : 7.59 1018 x 51.63 106 MeV = 3.92 1026 eV x 1.6 10-19 J/eV = 3.26 107 J = 17.42 kWh ! Ovviamente questa energia viene liberata su tempi molto lunghi … miliardi di anni Ma se non c’è modo di smaltire questa energia, la roccia si scalda sino a fondere L’interno della Terra è caldo a causa della radioattività naturale, le eruzioni vulcaniche sono un effetto della radioattività ! Effetti prodotti dai radioisotopi naturali Le radiazioni emesse dai radioisotopi naturali producono effetti molto evidenti Il riscaldamento del magma terrestre e di conseguenza terremoti ed eruzioni vulcaniche sono dovuti alla energia rilasciata dal decadimento radioattivo dei radioisotopi naturali. Il Radon, un gas radioattivo naturale, è attualmente la fonte principale di dose da radiazioni ionizzanti per la popolazione. …. Non tutto ciò che è naturale produce effetti positivi sulla salute … Radioisotopi artificiali Sono prodotti per scopi medici e industriali utilizzando reattori nucleari o acceleratori di particelle. Il tempo di dimezzamento dei radioisotopi prodotti artificialmente è relativamente breve. L’elemento Tecnezio (Tc , Z = 43) non esiste in natura, nella tavola periodica c’era un posto vuoto. Il Tc viene prodotto artificialmente ed è molto utilizzato per scopi clinici. Radioisotopo Tempo di dimezzamento Alcuni radioisotopi artificiali Co 60 5.27 anni Tc 99 * 6.23 ore I 125 60 giorni Cs 137 30 anni Am 241 433 anni DECADIMENTO RADIOATTIVO Il decadimento radioattivo è un processo per cui un nucleo radioattivo di un elemento o radionuclide si trasforma nel nucleo di un elemento diverso o raggiunge uno stato energetico minore, emettendo radiazioni ionizzanti. DECADIMENTO RADIOATTIVO Si distinguono: d.r. alfa (a); d.r. beta (b) positivo o negativo; d.r. per cattura elettronica; d.r. gamma (g); d.r. per conversione interna. I d.r. a, b e g. danno origine a flussi di particelle noti, rispettivamente, come radiazioni (o raggi) a, b e g. I diversi tipi di decadimento nucleare : decadimento a Quando un nucleo decade si verifica una variazione del numero di protoni e neutroni Nel decadimento a il nucleo espelle due protoni e due neutroni decadimento a (alfa) nucleo originario nucleo decaduto particella a espulsa • La particella a viene espulsa con grande energia a causa della repulsione elettrostatica • La particella a è un nucleo di Elio (He) . Tutto l’Elio presente sulla Terra ha origine dal decadimento a dei radioisotopi naturali. Esempio di decadimento a Nel nucleo del radioisotopo U 238 ci sono 92 protoni e 146 neutroni. Z = 92 A = 238 A-Z = 146 (numero di neutroni) A seguito del decadimento a si trasforma in un nucleo di Th 234. Z = 90 A = 234 A-Z = 144 In generale, un nucleo dell’elemento X con numero atomico Z e numero di massa A si trasforma in un nucleo dell’elemento Y con numero atomico Z-2 e numero di massa A-4 A Z X Az42Y a Poiché il simbolo chimico dell’elemento identifica univocamente il numero atomico Z, in genere si trascura la indicazione di Z. U Tha 238 234 Decadimento alfa Un nucleo di un elemento di numero atomico Z e di massa atomica (o peso atomico) A emette una particella alfa (a), corrispondente al nucleo dell'elio (due protoni p e due neutroni n), trasformandosi nel nucleo dell'elemento con numero atomico Z-2 e peso atomico A-4. decadimento a: un nucleo di radio si trasforma in rado emettendo un fotone e una particella alfa. Il decadimento b Un neutrone del nucleo si trasforma in un protone più un elettrone (e anche un antineutrino…) n : antineutrino nucleo originario nucleo decaduto particella b espulsa Il numero atomico Z (numero di protoni) cresce di una unità Il numero di massa A rimane invariato La particella b è un elettrone. Viene indicata in questo modo per precisare la sua origine nucleare. Decadimento beta Nel d.r. beta negativo (b), un neutrone emette un elettrone e-, trasformandosi in un protone e facendo diventare il nucleo originario di numero atomico Z un nucleo dell'elemento di numero atomico Z+1; nel d.r. beta positivo (b) si ha invece l'emissione di un positrone e+ (elettrone positivo) da parte di un protone, che diviene neutrone e trasforma il nucleo in uno dell'elemento di numero atomico Z-1; in entrambi i d.r. beta la massa atomica non cambia poichè la massa dell'elettrone è molto minore di quella del protone e del neutrone; elettroni e positroni provenienti da un nucleo per d.r. b± sono detti particelle beta (b). DECADIMENTO β Decadimento beta decadimento b negativo: un neutrone si traforma in protone emettendo un fotone, un elettrone e un neutrino (che contribuisce a conservare la quantità di moto). Il decadimento b Un protone del nucleo si trasforma in un neutrone più un anti-elettrone (e anche un neutrino…) n : neutrino nucleo originario nucleo decaduto particella b espulsa Il numero atomico Z diminuisce di una unità Il numero di massa A rimane invariato La particella b è la antiparticella dell’elettrone, stessa massa e carica di segno opposto. Emissione di radiazione g (gamma) A seguito del decadimento il nucleo si porta dapprima in uno stato instabile Dopo un tempo, in genere molto breve, si porta in una condizione di maggiore stabilità espellendo energia sotto forma di radiazione elettromagnetica : fotoni g I fotoni g sono del tutto simili ai raggi X, anche in questo caso si usa una nomenclatura diversa per indicare la loro origine nucleare. I fotoni g sono molto penetranti, assai più delle particelle b e a. Inoltre ogni radioisotopo emette fotoni g di energia caratteristica. Questi fotoni sono la firma del radioisotopo. Dalla analisi spettrale dei fotoni g si risale alla natura del radioisotopo. Decadimento gamma E' associato ai d.r. a e b e avviene quando il nucleo si porta su un livello di energia inferiore grazie all'emissione di un fotone g (di energia tra 10 keV e 10 MeV, maggiore dei raggi X); il numero atomico e la massa atomica non variano DECADIMENTO g I raggi γ sono radiazioni elettromagnetiche che vengono emesse in vari processi. Ci sono anche altri tipi di decadimento radioattivo importanti Cattura elettronica (Electron Capture EC) : un elettrone è catturato da un protone che si trasforma in neutrone g nucleo originario nucleo decaduto Viene emesso un fotone g In questo tipo di decadimento non vengono emesse particelle cariche (a e b) ma solo fotoni g I fotoni g sono utilizzati per eseguire diagnosi cliniche; le particelle a e b producono solo danni al paziente. Esempio : I 125 (Iodio 125) Decadimento per conversione interna Avviene quando un elettrone assorbe l'energia emessa dal nucleo e sfugge all'atomo; il numero atomico e la massa non cambiano. Schema di decadimento Il Cs 137 (Cesio, Z = 55) decade in Ba 137 (Bario, Z = 56) Il decadimento b mantiene costante il numero complessivo di protoni e neutroni : A = 137. Il numero di protoni cresce da 55 a 56. In una prima fase si ha un decadimento in un nucleo eccitato di Ba 137. (* indica stato eccitato) Successivamente il Ba 137 si porta in condizioni di stabilità emettendo un fotone g di 662 keV Cs 137 b Ba 137 * g Ba 137 Il Cs 137 è prodotto in grande abbondanza dalla fissione dell’Uranio 235 Il segnale emesso dal radioisotopo che decade U238 Ra226 a 4.2 MeV g 15 keV Th234 g 63 keV Rn222 a 5.5 MeV g 92 keV Pa234 a 4.6 MeV a 4.8 MeV g 186 keV Po218 a 6.0 MeV g 1001 keV U234 Pb214 a 4.8 MeV Bi214 Th230 a 4.7 MeV g 77 keV g 295 keV g 352 keV g 609 keV g 1120 keV Ogni radioisotopo che decade emette radiazioni a e/o g caratteristiche La energia delle particelle a o dei fotoni g è tipica del radiosotopo e quindi ne consente il riconoscimento Le particelle b hanno energia variabile e sono meno utili nella analisi Gli strumenti più utilizzati sono gli spettrometri a e g; la risoluzione è elevata Radiazioni Ionizzanti Una particella carica (e-, b, b, a, p+ …) che attraversa la materia interagisce con gli elettroni degli atomi producendo ionizzazioni. Occorrono mediamente 30 eV per produrre una ionizzazione e la particella perde una corrispondente frazione di energia Un parametro importante è il Potere Frenante (Stopping Power) che varia fortemente per le varie particelle e varia con il materiale e la energia della particella E S x In Acqua, si ha : per e e b per le particelle a S = 2 Mev/cm S = 1700 MeV/cm Una cellula attraversata da a o b Calcoliamo S in eV/mm Per le particelle b : S = 200 eV/mm Per le particelle a : S = 170.000 eV/mm Una particella b che attraversa una cellula di diametro di 1 mm rilascia 200 eV, producendo circa 6-7 ionizzazioni; la probabilità di danno cellulare è molto bassa Una particella a che attraversa la stessa cellula rilascia 170.000 eV, producendo circa 60.000 ionizzazioni, la probabilità di danno cellulare è altissima Percorso compiuto da una particella ionizzante in acqua Le particelle b emesse dal P32 hanno una energia massima Emax = 1.7 MeV In acqua (nel tessuto molle) le particelle b percorrono una distanza x = Emax/ Sb = 1.7/2 cm = 0.85 cm Le particelle a hanno tipicamente una energia intorno a 5 MeV In acqua (nel tessuto molle) le particelle a percorrono una distanza x = E/Sa = 5/1700 cm = 0.003 cm = 30 mm …. ricordando che in acqua : Sb = 2 Mev/cm Sa = 1700 Mev/cm Potere frenante in altri materiali Il potere frenante dipende dal numero di elettroni incontrati dalla particella ionizzante nel suo percorso. Il numero di elettroni è proporzionale alla densità Quindi le particelle a e b compiono percorsi maggiori in aria, che ha una densità pari a 1.3 kg/m3 (1.3 mg/cm3 ) Il percorso in aria è 1000/1.3 volte maggiore (770 volte) rispetto all’acqua Una particella b emessa dal P32 percorre in aria una distanza pari a circa 700 cm = 7 metri ! Una particella a emessa di 5 MeV percorre in aria una distanza di circa 2.5 cm Radiazioni indirettamente ionizzanti I raggi X, g e neutroni sono radiazioni indirettamente ionizzanti, in quanto producono ionizzazione solo dopo aver ceduto la loro energia ad una particella carica (un elettrone o un protone o un nucleo) La interazione di queste radiazioni con la materia segue leggi probabilistiche Può capitare che un fotone X o g attraversi spessori elevati di materiali senza interagire … Quale deve essere lo spessore di una schermatura ? Radiazioni direttamente e indirettamente ionizzanti E=Eb-S x Una particella b che attraversa Eb uno spessore x di materiale perde tutta oppure parte della sua energia x X,g Una fotone X o g che attraversa un materiale può passare indenne oppure interagire mettendo in moto un elettrone Probabilità di interazione dei fotoni X e g La probabilità che un fotone interagisca attraversando lo spessore unitario di materiale è indicata come : coefficiente di attenuazione lineare m Il coefficiente di attenuazione lineare dipende dal materiale e dalla energia dei fotoni Tipicamente m cresce con il numero atomico Z del materiale e diminuisce con la energia del fotone Se consideriamo un singolo fotone non potremo mai sapere se interagirà o passerà indenne attraverso lo spessore x di materiale Ma se consideriamo un grande numero di fotoni incidenti sapremo che una frazione di essi andrà incontro ad interazione Quanti sono i fotoni che subiscono interazione? Il numero N di fotoni che interagiscono dipende da: Numero di fotoni incidenti N0 Coefficiente di attenuazione m Spessore del materiale x Di conseguenza : N = - N0 m x ( il segno – è dovuto al fatto che i fotoni N risultano mancanti rispetto al numero iniziale) Tutte le leggi con un meccanismo di funzionamento probabilistico portano ad una equazione esponenziale N(x) = N0 e-mx …molto simile alla legge sul decadimento radioattivo Fotoni emergenti e fotoni assorbiti 10000 Fotoni emergenti 9000 8000 7000 6000 5000 N(x) = N0 e-mx 4000 3000 2000 1000 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Fotoni assorbiti 10000 9000 8000 7000 Nabs(x) = N0 (1- e-mx ) 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 0 20 40 60 80 100 Efficienza di rivelazione per i fotoni X e g I raggi X e g che attraversano un rivelatore vengono assorbiti solo in parte Una frazione più o meno grande attraversa il rivelatore senza subire interazione Indichiamo come efficienza di rivelazione il rapporto tra fotoni assorbiti (e quindi rivelati) e il fotoni incidenti: Eff = Nabs(x) / N0 = 1- e-mx L’efficienza dipende dalla energia dei fotoni, dal tipo di materiale (entrambi rappresentati dal termine m) e dallo spessore x del rivelatore. Per ottenere efficienze vicine a 1 (quindi 100% ) il termine tendere a zero, quindi mx deve assumere valori elevati. e-mx deve Efficienza delle lastre radiografiche per i fotoni e b L’efficienza di rivelazione per i raggi X nelle lastre radiografiche è < 10% L’efficienza di rivelazione per le particelle b è = 100% I radioisotopi emettitori b sono ottimi per le autoradiografie Perché non si usano sorgenti b anche per le radiografie diagnostiche ? Perché nei laboratori di Radiobiologia si usano soprattutto sorgenti b ? Perché nei reparti di Medicina Nucleare si usano soprattutto sorgenti g ? Caratteristiche dei radioisotopi impiegati in campo bio-medico I parametri da considerare nella scelta di un radioisotopo sono i seguenti: 1. 2. 3. Caratteristiche chimiche opportune Tempo di dimezzamento adatto (tempo di analisi, smaltimento) Radiazioni utili per il tipo di applicazione (a b o g ?) Per quanto riguarda le caratteristiche chimiche del radioisotopo i problemi sono analoghi nei campi medico e biologico Impiego di radioisotopi in medicina nucleare Un sistema di diagnosi per immagini in medicina nucleare consiste in: • un particolare radiofarmaco che viene metabolizzato dall'organismo e si concentra nell’organo di interesse; • un rivelatore di radiazioni ( Gammacamera = macchina fotografica per raggi gamma) che fornisce una distribuzione spaziale del radioisotopo all’interno del corpo del paziente. Impiego di radioisotopi in campo biologico Marcatura di una molecola con un radioisotopo (il tracciante) Processo di sintesi : il tracciante è inglobato nella molecola di interesse Elettroforesi : separazione delle macromolecole Autoradiografia (con tecniche tradizionali, schermi al fosforo, rivelatori a stato solido..) Tempo di dimezzamento ottimale dei radioisotopi Il tempo di dimezzamento deve essere abbastanza lungo da consentire l’esecuzione dell’esame diagnostico o della analisi di laboratorio Non deve essere eccessivamente lungo, per non danneggiare inutilmente il paziente. Un problema pratico riguarda l’approvvigionamento : non si possono acquistare radioisotopi con tempo estremamente breve. In casi particolari i radioisotopi si producono in casa con gli acceleratori, è il caso dei radioisotopi che decadono b+ e che sono usati nella PET. I radioisotopi con tempo di dimezzamento lungo comportano problemi legati allo smaltimento : costi elevati e problemi protezionistici. Radiazione emesse dai radioisotopi impiegati in campo medico 1. 2. 3. Le radiazioni emesse non devono danneggiare il paziente Devono attraversare il corpo del paziente con una modesta attenuazione Devono essere facilmente rivelate all’esterno con un rivelatore di elevata efficienza. I punti 1 e 2 portano ad escludere i radioisotopi che decadono emettendo particelle direttamente ionizzanti (a e b) I radioisotopi ideali sono quelli che decadono emettendo sono raggi X o g , quindi decadono per Cattura Elettronica (vedi I125) o per transizione isomerica (vedi Tc99m) Il punto 3 impone che la energia dei fotoni emessi sia sufficientemente elevata e che il rivelatore abbia dimensioni notevoli. Radiazione emesse dai radioisotopi impiegati in campo biologico 1. Le radiazioni emesse non devono irraggiare eccessivamente l’operatore 2. Devono essere facilmente schermate. 3. Devono essere facilmente rivelate con una lastra fotografica I punti 1, 2 e 3 portano ad indicare come radioisotopi ideali quelli emettono quasi esclusivamente particelle b 1. Infatti l’irraggiamento con particelle b può produrre danni sono sulla superficie della cute 2. Le particelle b sono facilmente attenuate da schermi leggeri e trasparenti di PMMA (Plexiglass) 3. L’efficienza di rivelazione delle lastre fotografiche è circa il 100% per le particelle b Gli effetti prodotti dalle radiazioni ionizzanti Le radiazioni emesse da un nucleo che decade sono di energia elevata, da pochi keV ad alcuni MeV. Bastano pochi eV per produrre la ionizzazione di un atomo e quindi la rottura di un legame molecolare. Se viene deteriorata la molecola del DNA si può indurre un processo che porta alla duplicazione incontrollata della cellula (neoplasia). Le radiazioni a e i neutroni sono più pericolosi, in quanto danneggiano con maggiore efficacia le cellule. Le radiazioni g sono meno efficaci nel produrre un danno localizzato ma sono difficilmente schermabili. I danni prodotti dalle radiazioni ionizzanti e la loro misura Per quantificare il danno prodotto dalle radiazioni ionizzanti si utilizza la grandezza Dose L’unità di misura è il Gray = J/kg Il Gray (Gy) corrisponde ad un valore di dose estremamente alto. Pochi Gy al corpo intero producono danni mortali. La Dose annua dovuta ai radioisotopi naturali (U238, Th234, K40) è di circa 1-2 mGy. Mediamente le analisi radiologiche comportano una dose dello stesso ordine di grandezza (una radiografia => 1-10 mGy) La Dose massima consentita per un lavoratore esposto a rischio di radiazione è di 20 mGy per anno. Danni da radiazione. Effetti sicuri ed effetti statistici Dosi molto alte di radiazione producono un danno sicuro alla salute. Dosi di decine di Gy portano alla morte in poco tempo. Si è osservato che dosi più basse dei valori letali somministrate alla intera popolazione portano ad un aumento della incidenza dei tumori. Per precauzione si considera che non vi sia un limite al di sotto del quale la Dose sia innocua. In base a questo principio anche la Dose dovuta a motivi naturali viene considerata un rischio. Attualmente il rischio Radon è il più importante tra i rischi da radiazione. Si assume che la Dose assorbita da un lavoratore esposto a rischio da radiazioni comporti una probabilità di induzione di tumore nella vita lavorativa di 1 su 10000. Lo stesso rischio si corre fumando 2 sigarette in un anno (due in un anno, non due al giorno!) Introduzione nell’organismo di radioisotopi emettitori di radiazioni a Le radiazioni a sono molto pericolose ma vengono facilmente schermate. Quindi le sorgenti che emettono radiazioni a possono essere ‘manipolate’ in condizioni di sicurezza purché siano sigillate. Introdurre nell’organismo radioisotopi che emettono particelle a comporta un rischio molto elevato. Purtroppo con questo rischio conviviamo da sempre a causa della presenza di sorgenti radioattive naturali che emettono particelle a Quali sono i rischi delle popolazioni che vivono nelle zone in cui ci sono concentrazioni elevate di Uranio nel suolo e nel materiale da costruzione? Principali fonti di esposizione alle radiazioni ionizzanti Radon 56% Medicina nucleare - 4% Raggi cosmici -8% Interne - 10% Terreno -8% Altro - 1% Prodotti di consumo 3% Radiografie - 10% Il Radon Il Radon è un gas radioattivo prodotto dal decadimento del Radio (il quale a sua volta è prodotto dall’Uranio) Il Radon è un gas inerte, non forma composti, la molecola è monoatomica e quindi molto piccola. Penetra attraverso il suolo all’interno delle abitazioni. Il Radon respirato può decadere all’interno dei polmoni emettendo particelle a, dannose per l’organismo. Attualmente il Radon naturale rappresenta la maggior fonte di rischio di tipo radioattivo. Radon : effetti sulla salute Il principale effetto sanitario è un aumento di rischio di tumore polmonare. il Radon rappresenta, dopo il fumo, la seconda causa di morte per tumore polmonare. Esso contribuisce circa al 10% dei tumori polmonari: Popolazione Casi/anno totali di tumori polmonari Concentrazio ni medie annuali Bq/m3 Stima di tumori polmonari attribuiti a Radon 220.000.000 157000 46 15000 57.700.000 40000 20 2000 SVEZIA 8.700.000 3000 100 900 ITALIA 57.100.000 36000 80 4000 USA UK Radon : legislazione attuale Direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti Il Decreto Legislativo 26 maggio 2000, n. 241 impone la misura di concentrazione di Radon in alcuni ambienti sotterranei (gallerie, cunicoli, sottovie, terme …) Entro 5 anni (il 31/12/2005) le Regioni devono individuare le zone in cui intervenire anche in superficie Quasi tutte le nazioni europee hanno già indicato i livelli di intervento per effettuare le bonifiche : Radon : i limiti in alcune nazioni Limiti Raccomandati Unione Europea Case esistenti Case future 400 200 200 ÷ 600 WHO Italia ? Australia Austria ? 200 400 200 Belgio 400 Canada 800 Finlandia Germania Limiti imposti 400 200 250 1000 Il fondo radioattivo naturale •Elementi radioattivi naturali più abbondanti – Uranio, Torio e Potassio 40. •Gas Radon – è un gas radioattivo prodotto nel decadimento dell’Uranio; è presente nel suolo, nei materiali da costruzione e nell’acqua. Si diffonde nell’aria e viene inspirato. Decade emettendo particelle alfa. •Radiazioni cosmiche – sono costituite da radiazioni ad altissima energia e fortemente penetranti, vengono prodotte dalle stelle e in particolare dal Sole. •Il nostro corpo – Tutti gli essere viventi sono leggermente radioattivi, soprattutto a causa del K 40 che viene metabolizzato. Inoltre è presente C14 in quantità minime. Più altri radioisotopi naturali in funzione della situazione ambientale. Quanto Uranio c’è in casa nostra? Circa tre milionesimi della massa totale. Tra 100 g e 1 kilogrammo, contenuto nei materiali da costruzione Famiglie radioattive Il nucleo figlio generato dalla produzione di un decadimento radioattivo di tipo a o b da un genitore pesante può però non essere comunque stabile e decadere ulteriormente finché non raggiunge un isotopo stabile . in natura esistono degli isotopi che danno luogo a processi seriali accompagnati da emissioni a e b e spesso anche da emissioni g. Gli elementi in questione hanno un numero atomico che va da 82 a 95, ed assieme ai loro figli sono catalogati nelle cosiddette serie o famiglie radioattive Gli isotopi radioattivi naturali possono essere raggruppati in 3 famiglie, con un capostipite da cui prendono il nome; poiché le emissioni che portano a variazione di A (oltre che di Z) sono le a, ogni isotopo avrà A con differenza di 4 rispetto al predecessore: avremo così le seguenti famiglie, identificabili, oltre che col nome del capostipite, con una espressione algebrica che esprime il numero di massa di ogni membro della famiglia con n variabile (per semplicità saranno indicati solo i numeri di massa; Z è comunque identificato dal simbolo dell'elemento): (4n+2) del Torio 234: 234Th, 234Pa, 234U, 230Th, 226Ra, 222Rn, 218Po, 218At, 214Pb, 214Bi, 214Po, 210Ti, 210Pb, 210Bi, 210Po, 206Ti, 206Pb. (4n) del Torio 232: parte da 232Th e termina con 208Pb. (4n+3) dell'Uranio 235: parte da 235U e termina con 207Pb. E' interessante notare che tutte queste tre famiglie terminano con un isotopo del Pb, elemento che è evidentemente molto stabile; ricordando le tabelle dell'abbondanza di nuclidi (figg. 11.3, 11.5, 11.6), Pb ha Z=82, pari. Manca però, in natura, una serie, quella (4n+1). Evidentemente non esiste più un capostipite di questa famiglia, perciò essa deve essersi esaurita. La serie però può essere considerata a partenza da un elemento artificiale Famiglie Radioattive Naturali ed Artificiali SERIE DELL’URANIO SERIE DEL TORIO SERIE DELL’ATTINIO SERIE DEL NETTUNIO Ognuna delle serie considerate presentano un elemento gassoso mentre tutti gli altri sono solidi e termina con un elemento stabile che è un isotopo del piombo, ad eccezione della serie del nettunio (artificiale) che non ha nuclidi gassosi e che termina con un isotopo del bismuto SERIE DELL’URANIO Il capostipite di questa serie è l’ 238U che emette a trasformandosi in 234Th. L’elemento gassoso è il 222Rn ( Radon ). L’elemento stabile della serie è 206Pb.La serie è detta “4n+2” poiché il numero di massa dei suoi membri può essere ricavato da questa relazione. Famiglia del Th 234 (4n+2) del Torio 234: 234Th, 234Pa, 234U, 230Th, 226Ra, 222Rn, 218Po, 218At, 214Pb, 214Bi, 214Po, 210Ti, 210Pb, 210Bi, 210Po, 206Ti, 206Pb. SERIE DEL TORIO Il capostipite è il 232Th che emette a trasformandosi in 228Rn. L’elemento gassoso è il 220Rn220(Thoron).L’elemento stabile della serie è il 208Pb (Thorium D). La serie è detta “4n” SERIE DELL’ATTINIO Il capostipite è l’235U che decade a trasformandosi in 231Th . L’elemento stabile della serie 207Pb (Actinium D) . La serie è detta “ 4n+3” SERIE DEL NETTUNIO Il capostipite è il 241Pu ( che viene creato artificialmente ) che emette β dando 241Am. L’elemento stabile è 209Bi. La serie è detta “4n+1”. Radiazioni ionizzanti Le sorgenti radioattive emettono in genere radiazioni di elevata energia che possono produrre la scissione delle molecole e la ionizzazione degli atomi. Per questo motivo sono dette radiazioni ionizzanti Radiazioni emesse durante i decadimenti radioattivi: •Particelle a e b •Radiazioni g Radiazioni emesse da altre sorgenti: •Raggi X •Raggi ultravioletti Radiazione Tutte queste radiazioni sono ionizzanti e come tali possono produrre danni agli organismi viventi. Radiazioni elettromagnetiche Le radiazioni luminose hanno energie tra 1,5 e 3 eV I raggi ultravioletti tra 3 e 20 eV I raggi X usati per le radiografie, tra keV) tra 20.000 e 100.000 eV (20 - 100 I raggi gamma emessi dal Cesio 137 keV) esattamente 661.645 eV (661,645 Un altro radioisotopo mitico Tc 99 metastabile Il Mo99 decade in Tc99* con un tempo di dimezzamento di circa 6 giorni Il Tc99* rimane in uno stato eccitato (metastabile) per un tempo T = 6 h. Questo tipo di decadimento è chiamato transizione isomerica (isomero: stesso Z, stesso A) Mo 99 b Tc 99 * g Tc 99 • In pratica si acquista settimanalmente il radioisotopo Mo99 • All’atto della preparazione del radiofarmaco si separa chimicamente il Tc dal Mo, dato che Tc e Mo hanno comportamenti chimici molto diversi • Al paziente si somministra il Tc99* che va incontro a decadimento isomerico emettendo solo radiazione g Lo spettrometro g al Germanio HP Il rivelatore è costituito da un cristallo di Ge di alta purezza che produce un segnale elettrico quando cattura un fotone g Il segnale ha una altezza proporzionale alla energia del fotone Raccogliendo i segnali e classificandoli in funzione della altezza (o energia) si ha lo spettro g Il rivelatore deve essere mantenuto a bassa temperatura; un dewar riempito di Azoto liquido mantiene la temperatura del rivelatore a -200°C L’elettronica accessoria fornisce alta tensione (3000 V) e amplifica i deboli segnali. Un elaboratore con scheda di acquisizione crea e visualizza lo spettro Una grossa schermatura evita la rivelazione di segnali provenienti dall’esterno Uno spettro g in condizioni di equilibrio : roccia dei fondali del mare de La Maddalena Spettro gamma - Roccia campione 1 1120 keV : Bi214 1462 keV : K40 968 keV : Ac228 (Th) 609 keV : Bi214 583 keV : Tl208 (Th) Si notano anche le righe dei discendenti del Th232 e la presenza del K40 911 keV :Ac228 (Th) 1000 511 keV : Tl208 (Th) 2000 338 keV Ac228 (Th) 3000 186 keV : Ra226 4000 93 keV : Th234 77 keV : Pb214 Conteggi 5000 295 keV : Pb214 6000 Nello spettro sono presenti le righe tipiche dei discendenti dell’U238 nelle proporzioni corrispondenti alle condizioni di equilibrio 352 keV : Pb214 242 keV : Bi214 7000 0 0 200 400 600 800 1000 Energia (keV) 1200 1400 1600 1800 Una strana anomalia : un eccesso di Th234 in un campione di alghe rosse Spettro gamma - Alghe - Prima misura 10000 La concentrazione di Th234 è molto più alta di quanto ci si aspetta in condizioni di equilibrio 93 keV : Th234 9000 8000 Si nota anche la presenza del Pa 234m che è il discendente del Th234 7000 1120 keV : Bi214 1001 keV : Pa234m 766 keV : Pa234m 609 keV : Bi214 583 keV : Tl208 481 keV : Pa234 1000 352 keV : Pb214 2000 242 keV : Bi214 3000 186 keV : Ra226 4000 113 keV : Th234 5000 63 keV : Th234 Conteggi 6000 1462 keV : K40 0 0 200 400 600 800 1000 Energia (keV) 1200 1400 1600 1800