il perito
agrario
Poste Italiane S.p.A. Sped. A. P. 45% (Art. 2 Comma 20/B Legge 669/96 - DCO - Roma) ISSN 1120 - 2995
Rivista del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
■ Incontro
con il Ministro Zaia
■ Speciale Sicurezza
■ Voce dagli I.T.A.S.
■ A Bergamo si parla di
“fabbricati nascosti”
■ A Bari corso sulle
“calamità naturali”
Anno LV - N. 3 Maggio/Giugno 2008
N. 3
il perito agrario
sommario
Anno LV - N° 3
Maggio-Giugno 2008
DIRETTORE
RESPONSABILE:
Andrea Bottaro
DIRETTORE
DI REDAZIONE:
Piero Pecciarini
DIRETTORE
EDITORIALE:
Andrea Silenzi
HANNO COLLABORATO:
Andrea Bottaro, Massimo Cecchini,
Silvia Ceschini, Andrea Colantoni,
Paola Longo, Danilo Monarca,
Angelo Orsini, Fabrizio Panichi,
Piero Pecciarini.
EDITRICE: IACICO S.r.l.
Via Angelo Poliziano, 80 - 00184 Roma
Tel. 064873183 - Fax 064873144
PUBBLICITÀ: Opsai srl
Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano
Tel. 024694949 - Fax 0248018114
DIREZIONE: Collegio Nazionale dei Periti Agrari
Via Principe Amedeo, 23 - 00185 Roma
Tel. 06 48906713 - Fax 064882150
e-mail: [email protected]
CONSIGLIO NAZIONALE:
Andrea Bottaro (presidente)
Paolo Vigato (vice presidente)
Domenico Di Biase (segretario)
Giuseppe Giordano (tesoriere)
Lorenzo Benanti (consigliere)
Paolo Bertazzo (consigliere)
Mario Calcagnile (consigliere)
Filippo Ninci (consigliere)
Angelo Antonio Orsini (consigliere)
Roberto Pierini (consigliere)
Lorenzo Salvan (consigliere)
Periodico bimestrale in abbonamento
Abbonamento annuo: € 5,00
Una copia: € 2,00
PROGETTO
GRAFICO:
Marco De Angelis
Editoriale
Dal Ministro dell’Agricoltura una apertura a tutto campo
3
di Andrea Bottaro
CATEGORIA
Riunione dei Presidenti dei Collegi Provinciali
dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
4
di Piero Pecciarini
15° CONGRESSO NAZIONALE
DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI
8
SICUREZZA
Testo Unico Sicurezza sul lavoro: Decreto Legislativo n. 81/2008
10
di Angelo Orsini
I requisiti formativi dei responsabili
e degli addetti ai servizi di prevenzione aziendale
17
di Andrea Colantoni, Massimo Cecchini, Danilo Monarca
ISTITUTO TECNICO AGRARIO
Incontro formativo dell’Istituto Agrario delle Capezzine
24
di Fabrizio Panichi
Ecologia del paesaggio,
valore del territorio agricolo per la tutela della biodiversità
25
di Paola Longo
9° Congresso europeo per le scuole viticolo-enologiche
28
STAMPA: Grafica Ripoli
Via Paterno, s.n. - 00010 Villa Adriana (RM)
Autorizzazione del Tribunale di Roma n.69/86
del 14/02/1986
di Silvia Ceschini
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. 45%
(Art. 2 comma 20/B Legge 669/96 - DCO Roma)
Il censimento nazionale dei fabbricati non dichiarati
31
Incontro di aggiornamento per Periti Estimatori
danni causati da calamità naturali con grado di rilevatori
36
Finito di stampare: Luglio 2008
Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli
autori e non impegnano il CNPA né la redazione
del periodico
CONFERENZE
RUBRICHE
News
40
Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
presso il Ministero della Giustizia
“Corso di formazione per giovani agricoltori”
Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari con il patrocinio e con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – Osservatorio per l’Imprenditoria Giovanile -, svolgerà nella Regione Lombardia un corso residenziale di formazione finalizzato all’inserimento lavorativo in agricoltura di
giovani laureati e diplomati.
Il corso sarà articolato in 170 ore e prevede lezioni a carattere residenziale, distribuite nell'arco di
circa cinque settimane, anche non consecutive, e stage aziendali. Il programma del corso riguarderà le
seguenti aree tematiche:
1) economia aziendale e marketing dei prodotti agricoli e agroalimentari;
2) diritto pubblico, diritto agrario e diritto comunitario;
3) normativa comunitaria, nazionale e regionale, con particolare riguardo alla qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari e all’associazionismo;
4) altri argomenti di attualità agricola con particolare riferimento alle forme di agricoltura ecocompatibile
e ai rapporti tra agricoltura e ambiente.
I programmi formativi saranno articolati in diversi livelli in ragione del percorso scolastico dei soggetti destinatari e sarà inserito nel programma un modulo di alfabetizzazione informatica.
Al termine del corso è prevista la verifica del livello raggiunto dai partecipanti cui verrà rilasciato
un attestato di frequenza ai sensi dell’art. 3, comma 5, della legge 441/98.
Saranno ammessi a partecipare al corso almeno 20 allievi (è ammessa la presenza aggiuntiva di
5 uditori) di età compresa tra i 18 e i 40 anni non ancora compiuti al momento del termine ultimo di presentazione della domanda, selezionati fra giovani laureati e/o diplomati.
Quale requisito soggettivo, si riconosceranno le seguenti priorità:
a) giovani agricoltori che si sono insediati da non più di due anni;
b) giovani che hanno presentato domanda per l'ottenimento di aiuti per il miglioramento delle strutture
aziendali;
c) giovani che hanno presentato domanda di premio di primo insediamento nell'ultimo biennio.
Analoghe priorità saranno riconosciute anche alle società di cui all’art. 2 della legge n. 441/98.
I requisiti sopraindicati, devono essere posseduti alla data di scadenza del termine utile per la
presentazione delle domande di ammissione, il difetto di un solo requisito ne comporterà l’esclusione.
Una Commissione provvederà a selezionare i candidati in possesso dei requisiti previsti dal bando. Detta selezione potrà avvenire anche, eventualmente, mediante espletamento di un colloquio teso a
verificare l’interesse e l’attitudine del candidato e verrà effettuata a Roma.
Alla domanda di ammissione gli aspiranti devono allegare una autocertificazione attestante:
1. il titolo di studio con la votazione riportata;
2. la cittadinanza italiana;
3. gli altri eventuali titoli posseduti;
4. le eventuali esperienze nel settore agricolo.
Prima dell’inizio del corso i candidati ammessi dovranno fornire la certificazione richiesta.
La mancata presentazione anche di un solo documento richiesto comporta l’esclusione dal corso; la domanda di ammissione al corso dovrà pervenire, entro il 30 agosto 2008, in busta chiusa recante all’esterno la dicitura “contiene domanda di ammissione al corso per l’imprenditoria giovanile”,
esclusivamente a mezzo raccomandata indirizzata al Collegio Nazionale dei Periti Agrari - Via Principe
Amedeo 23 – 00185 Roma Per eventuali informazioni e chiarimenti gli interessati potranno rivolgersi direttamente il lunedì ed
il martedì dalle ore 15 alle ore 17 allo 06/4819801.
Il Segretario
(Domenico Di Biase)
Roma, 29 febbraio 2008
Il Presidente
(Andrea Bottaro)
di Andrea Bottaro
Editoriale
Dal Ministro dell’Agricoltura una apertura a tutto campo
ccorre che tutti lavorino per il bene dell’agricoltura”. Con queste parole il Dr. Luca Zaia, Ministro
dell’Agricoltura ha concluso l’incontro avuto con il sottoscritto il 30 giugno 2008 a Mogliano Veneto in quel di Treviso.
Un incontro aperto, come nei costumi pragmatici che sono propri dei Periti Agrari – anche il Ministro Zaia
è un Perito Agrario diplomatosi Enotecnico al “G.B.Cerletti” di Conegliano (TV) - sulle problematiche dell’agricoltura italiana e sulle prospettive che questa può avere nel futuro dell’Europa. E’ stato chiaro nell’avvertire che, con il deficit trovato nelle casse del Paese, ci saranno ancora 3 anni di sacrifici e che tocca tirare
la cinghia. Gli va dato il merito della sincerità. Lo ha detto all’inizio della legislatura parlando schietto e non
in “politichese”.
Il discorso si è prevalentemente incentrato sul ruolo che i Periti Agrari, avranno nelle future occasioni di fornire il loro contributo alle scelte che dovranno essere operate dal Dicastero di Via XX Settembre.
Si è stupito di come, nella scorsa legislatura, ci sia stata poca attenzione nel coinvolgere i tecnici nelle fasi di
studio delle problematiche agricole. A memoria devo dire che solo il Sottosegretario Sen. Stefano Boco ha
avuto riguardo verso i tecnici coinvolgendoci in alcuni aspetti delle deleghe che gestiva per conto del Ministro.
Torno alla discussione con il Ministro dalla quale è emerso che i Periti Agrari, Categoria numericamente più
presente, quotidianamente a contatto con l’impresa agricola, assieme ad altri tecnici che operano in agricoltura, sono portatori di esperienza acquisite direttamente sul territorio e che quindi, quali utilizzatori del sistema finale, possono fornire preziose indicazioni nella fase di predisposizione delle norme rivolte a promuovere e gestire le varie situazioni operative.
E’ stata anche l’occasione, e ne ho approfittato, per far presente che i Periti Agrari hanno anche molto da dire nelle soluzioni da adottare nella applicazione, soprattutto in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, della Direttiva Nitrati legata alla quale ci sono le sorti della zootecnica italiana che, dopo i casi di “mucca pazza”, di “blue tongue” e di “aviaria” si sta faticosamente riavviando alla competitività.
Non potevo perdere l’opportunità di far presente al Ministro la doglianza per l’allontanamento, ancorché
momentaneo, dei tecnici diplomati dai rapporti professionali con la pubblica amministrazione che, fino al 25
giugno u.s., (data della pubblicazione in G.U. del D.L.112/2008), per la stipula di questi doveva rivolgersi solo ai laureati “magistrali”. E ciò non in virtù di una comprovata capacità professionale ma grazie ad una legge “finanziaria” – ( e, vizio ormai acclarato – vedi editoriale precedente - , ci risiamo con leggi non ordinamentali che attribuiscono competenze professionali).
Ho riproposto, ed il Ministro ha pienamente condiviso, che i Periti Agrari iscritti all’albo professionale, grazie all’ esercizio della libera professione assumono la comprovata capacità che consente loro di continuare
ad accettare, con scienza e coscienza, tutti gli incarichi professionali originati dalle competenze sancite dalla
legge ordinamentale.
Anche per l’applicazione della PAC, e conseguenti implicazioni per la “condizionalità”, e di quanto possa riguardare AGEA, il Ministro ha recepito che i Periti Agrari, utilizzatori delle norme emanate dal MIPAAF,
devono essere chiamati a fornire la collaborazione preventiva in modo da essere d’ausilio nella predisposizione di quei passaggi tecnici che non devono, nel caso concreto, rivelarsi di difficile applicazione.
Quando discuto per il bene dell’agricoltura sono uso superare gli steccati e, in questo importante momento
interlocutorio, ho parlato a nome dei Periti Agrari e dei Tecnici professionalmente coinvolti ed il Ministro,
attento e padrone della materia, ha risposto con franchezza assicurando la disponibilità alla costituzione di
un tavolo di lavoro permanente che oltre ai Periti Agrari vedrà coinvolte le altre Categorie interessate.
Grazie Ministro per l’apertura al dialogo. Doveva essere così e così è stato. Noi saremo sempre disponibili a
fornire il nostro contributo.
“O
Perito Agrario 3/2008
3
CATEGORIA
Riunione dei Presidenti
dei Collegi Provinciali dei
Periti Agrari e Periti Agrari Laureati
Roma 10 maggio 2008
di Piero Pecciarini
Vigato, Di Biase, Bottaro, Giordano
i è tenuta
a Roma la
consueta
riunione annuale dei Presidenti dei Collegi
Provinciali.
Il Presidente Bottaro con quella
diligenza e quell’impegno che gli
sono propri ha esposto la sua complessa relazione che annovera particolari situazioni ed analizza problematiche che investono la Categoria.
S
4
Ha esordito dicendo “l’anno trascorso è stato tra i più difficili della
storia delle professioni. L’indeterminazione con il quale è stato trattato il
tema delle professioni ci ha obbligato a lavorare in un clima di sfiducia
che alla fine ci ha portato ad una
grande fatica senza risultati”.
Augurando buon lavoro al nuovo
Governo ha manifestato la speranza che possa risolvere le problematiche comuni a tutte le professioni con qualche particolare specificità alla nostra Categoria.
Un esordio che rivela rammarico e
delusione nel campo delle professioni, ma nel contempo esprime
speranza e questo incoraggia.
La relazione introduce la politica
interna di Categoria sottolineando come sono stati condotti prioritariamente i rapporti con i Collegi Provinciali, sottolineando la
valenza di queste presenze istituzionali che esprimono con la loro
presenza sul territorio, non solo la
rappresentanza della Categoria,
ma ricevono dal CNPA indicazioPerito Agrario 3/2008
CATEGORIA
ni, risposte a quesiti ed informazioni da seguire e nel contempo
essi stessi forniscono suggerimenti
determinando un comune sistema
di gestione amministrativa e di
protocollo.
La relazione non ha trascurato informazioni sulle disposizioni relative al tema di come si applicano a
tutte le pubbliche amministrazioni
le collaborazioni esterne. Quale
siano in chiave e con precise discipline e normative i requisiti dei
collaboratori, la loro qualificazione professionale per il conferimento degli incarichi, la pubblicità dei medesimi e le procedure per
gli affidamenti.
Sempre in tema di politica interna la relazione richiama l’importanza della tenuta della contabilità e come questa deve essere tenuta dall’Ente conformemente a
quanto previsto da precisa Legge
e Decreti Legislativi a scanso di infrazioni che possono determinare
denunce e ricorsi fino a commissariamenti di Collegi. Viene sottolineata anche la necessità dell’impiego della posta elettronica, non
solo e non tanto per gli adempimenti nelle pubbliche amministrazioni, e perché l’utilizzo della stessa diventa sempre più indispensa-
Perito Agrario 3/2008
bile per la gestione dell’Ente sia il
centrale che i periferici.
Passando alla politica di Categoria
volta verso l’esterno il Presidente
ha richiamato il IV Congresso Internazionale celebratosi nel bacino del Mediterraneo. Alla Categoria, nel continuo monitoraggio degli eventi che si susseguono con rapidità non poteva sfuggire quanto
sta accadendo nel bacino mediterraneo ove convivendo più di mezzo miliardo di persone si manifestano particolari problematiche
per soddisfare i bisogni di queste.
La Categoria si è proposta non solo per promuovere una estesa analisi del tema, ma per dare inizio ad
un processo di cooperazione euromediterranea ad indirizzo tecnico-
politico valutandone l’impatto, le
ricadute nell’agricoltura, l’ambiente, i territori, il tutto collegato all’attività professionale. Si sta proponendo, con l’esempio della Università degli Studi di Malta, con i
rapporti di programmazione tecnico professionale con Tunisi, di costituire un tavolo Euro-Mediterraneo dei tecnici agricoli.
Nel mese di Settembre prossimo
venturo la Categoria,organizzando il XV Congresso Nazionale a
Montesilvano (PS), ha ritenuto
opportuno fornire un nuovo contributo su un tema di grande attualità ed interesse per la collettività, trasversale alle professioni,
quale è il tema”L’ambiente: la nostra missione”.
Nella relazione del Presidente al
capitolo ordinamento professionale nel sottotitolo “Riordino delle
Professioni” si legge “La riforma
delle professioni da qualche tempo attesa e mai arrivata a compimento sta rallentando la definizione dell’articolato che abbiamo cercato di predisporre ogni volta adeguandolo alle proposte di Legge di
riforma delle professioni che si sono succedute.”.
Seguendo poi il paragrafo Ordine
dei Tecnici laureati per l’ingegneria
(già albo unico tecnici laureati) si
evince una sofferta annosa problematica rimasta paralizzata dall’alternarsi di governi ricambio di Mi-
5
CATEGORIA
nistri con il mutare di progetti di riforme scolastica secondaria non
andati in porto, e che rimettevano
in discussione il progetto di una
legge messo a punto dai Consigli
Nazionali Periti Agrari e Periti
Agrari Laureati, Geometri e Periti
Industriali e Periti Industriali Laureati, che prevedeva la costituzione di una struttura che consentiva
di raggruppare le tre categorie nell’ottica delle riforme. Il mutare delle situazioni politiche ha generato
più proposte di legge, di progetti di
riforme scolastiche e delle professioni che si sono intrecciati in maniera tale da non fare approdare a
definitive regolamentazioni vanificando impegni profusi.
Il Presidente Bottaro ritenendo
doveroso non demordere in questa impastoiata situazione ritiene
mantenere la meritata fiducia ed
attenzione verso gli Istituti Tecnici
Agrari per quello che hanno dato
alla storia dell’agricoltura. Il
CNPA,
in
materia
di
istruzione/professione, due facce
della stessa medaglia porterà sul
tavolo di lavoro proposte ed indicazioni ritenute migliorative. In
materia di formazione continua
viene sottolineata la valenza dell’autoaggiornamento che il Perito
Agrario deve compiere nell’esercizio dell’attività e nei suoi rapporti professionali. Anche in materia
di immagine, visibilità e percezione della Categoria sono stati elencati incontri promossi dal CNPA
sia quelli a livello delle istituzioni
quali Ministeri, CNEL, FAO e gli
altri quali momenti costruttivi di
vita e manifestazioni professionali
avvenuti in numerose località del
Paese con la fattiva collaborazione
dei Collegi Provinciali.
Non sono mancate nel corso dell’anno rapporti istituzionali del
CNPA con il Parlamento e specificatamente con referenti di vari
gruppi parlamentari, sia di mag-
6
gioranza che di opposizione in tema di legge di modifica delle professioni.
Al MIPAAF è stato chiesta maggiore attenzione nei confronti della Categoria dei Periti Agrari, Dottori Agronomi e Forestali ed
Agrotecnici rispetto ad “equipollenze” facilmente attribuite riferendosi a diplomi diversi.
Anche dal Ministero degli Affari
Esteri e dell’Ambiente è stato ottenuto sostegno per gli eventi legati al Congresso Internazionale e
di problemi dell’acqua. Con il Ministero di Grazia e Giustizia abbiamo partecipato alle riunioni per
la valutazione delle domande dei
Tecnici della Comunità Europea
che vogliono venire ad operare nel
nostro Paese e chiedono l’iscrizione all’albo. Presenti anche con il
Ministero degli Interni in relazione alla riforma dell’aggiornamento
degli elenchi relativi ai professionisti autorizzati a rilasciare certificazioni previste dall’Art. 1 Legge
7-12-1984 n° 818 la cui gestione è
passata direttamente ai Collegi
Provinciali.
Inoltre il CNPA quale “portatore
di interesse collettivo” è stato
chiamato dal Consiglio per La Ricerca e Sperimentazione Agricola
al tavolo permanente dei tecnici
per fornire il proprio pensiero in
merito alla bozza del piano triennale della ricerca 2008/2010 ove è
stato puntualizzato come il documento identifica vaste potenzialità di ricerca, sviluppo ed innovazione tecnologica.
Per quanto riguarda Organismi
Regionali il Presidente rilevando
la strategica importanza operativa
della struttura anche se non può
sostituirsi ai poteri istituzionali dei
Collegi Provinciali, e ritenuta, importante quale raggruppamento
regionale, da istituzionalizzare,
tanto che è stata inserita nella Legge di modifica dell’ordinamento
professionale come “Collegi Regionali”.
Nei rapporti con il CUP si è rilevato un certo tepore tanto da fare riflettere sulla organicità della permanenza nella struttura specie per
i tre Collegi delle Professioni Tecniche.
La relazione del presidente si sofferma sul tema dell’Università /
Scuola / Formazione e registra per
quanto riguarda gli esame di abilitazione all’esercizio della professioni una partecipazione numerica
pressoché stabile con maggiore
distribuzione nel centro-sud, ma
con una iscrizione all’albo professionale di solo il 30/40% di coloro
che sostengono l’esame. Dati su
cui riflettere.
Non viene trascurato con commenti e notizie l’osservatorio sulPerito Agrario 3/2008
CATEGORIA
l’imprenditoria giovanile, nel quale
la Categoria collabora ed è attivamente e proficuamente presente.
Anche la Fondazione Periti Agrari,
dopo una fase di messa a regime,
ha partecipato ed organizzato alcuni corsi di formazione e manifestazioni con buon successo sia di
partecipanti che di contenuti.
Nei settori specifici di interesse
professionale Bottaro in materia
di danni da calamità naturali, comunica che il CNPA, in qualità di
reggente il Comitato sta imprimendo un ritmo accelerato ai lavori di gruppo e che la materia
evolvendosi sta sviluppando nuove complesse opportunità. Nel
comparto dell’Agenzia del Territorio viene sottolineato il particolare impegno della nostra Categoria
nel settore catastale coinvolta non
più solo a livello centrale, ma anche ai livelli regionali e provinciali
e come questa lavora, tramite la
Commissione Consultiva interprofessionale presso l’Agenzia del
COLLEGI CHE HANNO PARTECIPATO
Agrigento, Ancona, Arezzo, Bari, Benevento, Bergamo, Bologna, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Catania, Chieti, Cosenza, Cremona, Ferrara, Firenze, Foggia,
Forli’-Cesena, Frosinone, Grosseto, Latina, Lecce, Macerata, Matera, Milano, Modena,
Napoli, Nuoro, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro, Piacenza, Pisa, Potenza, Ragusa,
Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Siena, Taranto, Teramo, Torino, Trento, Treviso, Udine, Venezia, Vercelli, Verona, Vicenza.
Hanno mandato i saluti perché impossibilitati a partecipare i Presidenti Bernardelli (Mantova), Giacalone (Trapani) e Morano (Viterbo).
Territorio, in perfetta sintonia con
Geometri e Periti Industriali. Anche in materia di sicurezza negli
ambienti di lavoro i Periti Agrari
sono impegnati e presenti nella
Commissione Nazionale di Sicurezza promossa dal CNPI con il
compito di valutare congiuntamente il testo unico sulla sicurezza del lavoro.
La relazione del Presidente Nazionale non poteva omettere di fornire notizie sulla gestione separata
dei Periti Agrari ENPAIA che sta
lavorando ad una rivisitazione del
regolamento, e comunica i dati di
Gli interventi dei rappresentanti dei Collegi provinciali hanno fornito indicazioni univoche
per alcuni temi ed a maggioranza per altri.
È comunque emerso che:
• il CNPA deve proseguire speditamente per la costituzione dell’Ordine dei Tecnici Laureati con Geometri e Periti Industriali;
• il CNPA deve riflettere sulla opportunità della partecipazione al CUP che non sembra essere punto di riferimento per gli amministratori pubblici;
• è opportuna una attenzione verso i problemi dei Collegi con pochi iscritti ed il sostegno
ad alcune iniziative che vogliono fornire servizi comuni anche a chi trova difficoltà di risorse;
• è necessaria una rivisitazione dell’Ordinamento della professione che preveda degli
aggiornamenti delle competenze professionali ferme al 1991 e che dia più rappresentatività agli iscritti all’Elenco Speciale;
• è necessaria una verifica se sia lecita la concorrenza delle OO.PP.AA. nell’espletamento di alcune competenze professionali;
• occorre proseguire e dare più valore alla certificazione della formazione dell’eccellenza.
Nella replica agli interventi il Presidente Bottaro, oltre che fornire le risposte alle domande poste, ha assicurato che molte delle richieste sono già state affrontate dal CNPA,
come ad esempio la modifica all'Ordinamento professionale che prevede i Collegi a livello
Regionale, l'elettorato attivo e passivo degli iscritti nell'Elenco speciale e il numero minimo degli iscritti agli albi elevato a 150, mentre per altre indicazioni si inizierà subito la
analisi della percorribilità delle stesse.
Perito Agrario 3/2008
bilancio 2007 che testimoniamo
una gestione finanziaria ed economica all’altezza delle aspettative.
Una relazione articolata quella del
Presidente Bottaro che non solo
analizza ed illustra in modo compiuto situazioni anche complesse, ma
affronta problematiche che la forza
degli eventi politici hanno condizionato in modo tale da non farle approdare a concrete risoluzioni. Ciò
comunque non fa trasparire disorientamenti o scoraggiamenti, al
contrario si ravvisa un impegno reale mirato con una azione dirigenziale costante e responsabile che tiene
salda la Categoria nell’attuale contesto socio-economico e la rende
partecipe a svolgere un ruolo attivo
e consono al mutare dei tempi.
Dopo la relazione del Presidente,
hanno preso la parola, e hanno
chiesto approfondimenti tramite
quesiti scritti, i Colleghi rappresentanti dei Collegi: Arfini Fabrizio (Milano), Arru Bartoli Giannetto (Sassari), Boniforte Alessandro (Torino), Cattaruzzi Giovanni
(Udine), De Luca Giovanni (Teramo), De Nitto Massimo (Lecce),
Fantuzzi Corrado (Reggio E.), Fanunza Marco (Cagliari), Gabrielli
Gastone (Bologna), Genovesi
Alessandro (Ravenna), Memeo
Antonio (Bari), Moncelli Massimo
(Perugia), Panichi Fabrizio (Arezzo), Parri Giulia (Pisa), Pino Giuseppina (Grosseto) , Piquereddu
Peppino (Nuoro), Schiavon Mariano (Padova), Scognamiglio Biagio
(Napoli), Zoppi Carlo (Ancona).
7
SICUREZZA
Testo Unico Sicurezza sul lavoro
Decreto Legislativo n° 81/2008
Primo commento
di Angelo Orsini
on il D.lgs.
n 81 del 9
Aprile
2008, è stato approvato il “Testo Unico in
materia di Salute e Sicurezza dei Lavoratori nei
Luoghi di Lavoro”. Da molti anni
si parlava di Testo Unico, ma elemento di spinta determinante per
l’emanazione del provvedimento
sono state le numerose vittime del
lavoro che in modo particolare
hanno scosso profondamente l’opinione pubblica. Ulteriormente si
deve anche considerare come negli
ultimi anni per effetto del recepimento delle direttive Comunitarie
la Legislazione Italiana necessitava
obbligatoriamente di apposita “codificazione normativa del tipo sistematico”, in quanto la legislazione
precedente dagli anni 1950 in poi
doveva essere uniformata alle modalità giuridiche Comunitarie.
Il Testo Unico approvato, è composto da:
13 TITOLI
306 ARTICOLI
51 ALLEGATI
Tutti i soggetti interessati quali datori di lavoro, lavoratori di diverse
tipologie, consulenti professionisti,
mondo Giuridico, Medici del lavoro, ecc. ecc., devono attentamente
rivedere la propria professionalità
con quanto di nuovo emanato.
C
10
ASPETTI GENERALI DEI TITOLI DEL TESTO UNICO
Il Titolo 1, comprende gli articoli
da 1 a 61, riportanti i “principi comuni” che sono quelli maggiormente “riformatori”.
La definizione di lavoratore è innovativa perché “si svincola” dal
tipo di contratto lavorativo e dalla
retribuzione.
Nella area di “lavoro subordinato”
con il Testo Unico, troviamo :
- il socio lavoratore di cooperativa
o di società;
- l’associato in partecipazione;
- il soggetto beneficiario dei tirocini formativi e di orientamento di
cui Legge n°196/97 e Leggi Regionali;
- il volontario di cui Legge
n°266/91, ovvero attività di vo-
lontario prestata personalmente,
spontanea, gratuita;
- i lavoratori socialmente utili;
In ogni caso il Testo Unico è applicabile a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati, autonomi, e a
tutti i soggetti equiparabili.
Ulteriori particolari restrizioni di
tutela sono previste per alcune categorie di lavoratori di cui Legge
n° 276/2003, ovvero:
- lavoratori in “regime di somministrazione di lavoro”;
- “di distacco”;
- “di lavoro a progetto”;
- “di lavoro occasionale accessorio”;
- per i “lavoratori a domicilio”;
- per lavoratori alle dipendenze di
proprietari di fabbricati quali
“portieri privati - giardinieri-ecc.”;
Perito Agrario 2/2008
SICUREZZA
- per i lavoratori a distanza tipo
“call center”.
Per i “lavoratori autonomi e lavoratori nell’impresa familiare” il Testo Unico prevede ai sensi dell’
art. 230 bis del Codice Civile, un sistema “misto tra tutela e assoggettamento” a specifici obblighi quali
“attrezzature di lavoro – uso di
Dispositivi di Protezione Individuale – tessere di riconoscimento
negli appalti e subappalti – ecc.”.
Per le Imprese Agricole medie e
piccole che impiegano lavoratori
stagionali verranno emanati appositi decreti applicativi relativamente agli adempimenti di informazione, formazione, sorveglianza sanitaria.
I Titoli da II a XI, del Testo Unico
con articoli da 62 a 297 e gli allegati da IV a LI, sono titoli Tecnici
che costituiscono il corpo principale assoggettato all’intervento di
riassetto delle norme vigenti in
materia di “salute e sicurezza del
lavoro”.
TITOLO TECNICI dal II al XI
del Testo Unico.
- Il Titolo II, con articoli da 62 a 68,
tratta dei “luoghi di lavoro”.
- Il Titolo III, con articoli da 69 a
87, tratta delle “attrezzature di lavoro e dispositivi di protezione
individuale”.
- Il Titolo IV, con articoli da 88 a
160, tratta dei “cantieri temporanei o mobili”.
- Il Titolo V, con articoli da 161 a
166, tratta di “segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro”.
- Il Titolo VI, con articoli da 167 a
171, tratta di “movimentazione
manuale dei carichi”.
- Il Titolo VII, con articoli da 172 a
179, tratta di “attrezzature munite
di videoterminali”.
- Il Titolo VIII, con articoli da 180 a
220, tratta di “ agenti fisici”.
- Il Titolo IX, con articoli da 221 a
265, tratta di “sostanze pericolose”.
Perito Agrario 2/2008
- Il Titolo X, con articoli da 266 a
286, tratta di “ agenti biologici”.
- Il Titolo XI, con articoli da 287 a
297, tratta di “atmosfere esplosive”.
Il Titolo XII, tratta delle “Disposizioni in materia penale e di procedura penale”.
Tali disposizioni sono dettate dai
“principi generali dell’ordinamento giuridico”, dal recepimento degli “orientamenti giurisprudenziali”, dalla “riformulazione dell’art.
25 septies del D.lgs. n° 231/2001”.
Ulteriormente sono state introdotte contravvenzioni punibili solo
con la pena dell’arresto di cui art.
302 del Testo Unico. È prevista
una circostanza attenuante collegata ad una forma di RAVVEDIMENTO OPEROSO di cui art.
303 del Testo Unico.
In ultimo, il testo unico tratta delle
ABROGAZIONI ED ENTRATA IN VIGORE, si segnala che alcune abrogazioni sono ESPLICITE, le altre sono secondo il principio del “TACITO per incompatibilità”.
NUOVE DEFINIZIONI E ALLARGAMENTO DEL CAMPO
DI APPLICAZIONE
Lavoratore: la definizione di “lavoratore” è sostanzialmente diversa rispetto a quella del D.lgs.
n°626/94, infatti le precedenti
esclusioni sono eliminate, e adesso
il lavoratore è la persona che indipendentemente dalla tipologia
contrattuale, presta un’attività di
lavoro con datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche se per apprendere
un arte o una professione, fatta
esclusione per gli addetti ai servizi domestici familiari.
Datore di lavoro: in generale la
nuova definizione di datore di lavoro non è differente in sostanza
dalla precedente del D.lgs.
n°626/94. L’art. 16 del Testo Unico, prevede la non delegabilità da
parte del “datore di lavoro primario” al “datore di lavoro derivato”
della valutazione di tutti i rischi e
conseguente elaborazione del documento di cui art. 28, ed è sempre il datore di lavoro primario
che designa il R.S.P.P. dei rischi.
Il “datore di lavoro delegato” (applicabile a realtà complesse con
più sedi, ecc.) deve essere persona
idonea, tecnicamente qualificata
per l’incarico specifico, dotata di
autonomia e necessari poteri organizzativi e di spesa.
Il Testo Unico prevede che il “datore di lavoro primario”, non trasferisce la propria funzione, ma si
limita a servirsi di altri soggetti per
la sicurezza, restando personalmente obbligato alla esecuzione di
un “appropriato sistema di prevenzione di cui art. 2 del Testo
Unico”.
Dirigenti e preposti: il Dirigente,
viene definito come persona che
per le sue competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli,“attua le direttive
del datore di lavoro” organizzando l’attività lavorativa e vigilando
su di essa.
Il Preposto, viene definito come
persona che in ragione delle competenze professionali e nei limiti
dei poteri gerarchici e funzionali
11
SICUREZZA
adeguati alla natura dell’incarico
conferitogli, sovraintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute,
controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori e
esercitando un funzionale potere
di iniziativa. I preposti ricevono
dal datore di lavoro e in azienda,
una adeguata e specifica formazione e aggiornamento periodico
in relazione ai propri compiti in
materia di salute e sicurezza del
lavoro.
Azienda: costituisce il posto ove
deve avvenire l’adempimento degli obblighi di sicurezza. All’art. 2
del Testo Unico, è definita come :
”il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro (pubblico o privato), ove sono presenti i lavoratori per la cui salute e sicurezza devono essere individuate
e apprestate adeguate misure di
prevenzione, protezione ed elaborato il programma delle misure
atte a garantire il miglioramento
nel tempo dei livelli di salute e sicurezza, risultanti dalla valutazione dei rischi di art. 2 lett. q) del
Testo Unico”. L’azienda così come per l’unità produttiva è il luogo finalizzato alla produzione di
beni e di servizi.
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il Testo Unico trova applicazione
a tutti i settori di attività di tipo
pubblico e di tipo privato. Anche
tutte le tipologie di rischio vengono regolamentate sia direttamente che in modo di derivazione applicativa del Testo Unico; il principio generale del Testo Unico è
quindi anche di tipo precauzionalistico, mentre con il D.lgs. n°
626/94 si parlava solo di principio
prevenzionistico. Il Testo Unico
all’ art. 2 lett. s), definisce il RISCHIO come: ” probabilità di
raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di
12
impiego o di esposizione ad un
determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione”. Il
Testo Unico è dotato di 51 allegati tecnici, ma in ogni caso, gli interessati alla applicazione (anche i
consulenti aziendali professionisti) devono decidere l’adozione di
misure cautelari senza attendere
la “disponibilità” di tutte le conoscenze tecnico-scientifiche del caso concreto, e quando si “dubiti”
che il non-ricorso a “misure cautelative” possa determinare un rischio per la salute umana-animale-ambientale. Mentre per principio della “Prevenzione” si intende il: “complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro,
l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della
popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno, aggiornando
tali misure di prevenzione in caso
di mutamenti organizzativi e produttivi rilevanti per la salute e sicurezza del lavoro, o, in relazione
alla evoluzione della tecniche di
prevenzione e della protezione”.
Il datore di lavoro deve apprestare
un adeguato “sistema prevenzionistico”, che non è solamente cautelare basato sul principio della precauzione, infatti prevenzione e
precauzione fanno riferimento a
“tipologie” di campi applicativi distinti.
Informazione, Formazione, Addestramento
Informazione: per la “prevenzione soggettiva” del lavoratore di
cui all’art. 36 e collegati del Testo
Unico, delinea una serie di “misure protettive” da rendere esecutive principalmente a mezzo della
“formazione-informazione-addestramento” per sensibilizzare i lavoratori circa i rischi ai quali sono esposti e i modi per prevenirli.
Gli “obblighi di informazione” sono posti dal Testo Unico ad “integrazione” della serie di norme volte alla prevenzione soggettiva.
Il datore di lavoro deve provvedere affinché ogni lavoratore abbia
adeguata informazione:
- sui rischi per la salute e sicurezza
sul lavoro connessi alla attività di
impresa in generale;
- sui rischi specifici a cui il lavoratore è esposto con l’attività direttamente svolta;
- sulle disposizioni aziendali in materia di sicurezza adottate in
azienda;
- sulle misure di prevenzione adottate in azienda;
- sulle attività di prevenzione adottate in azienda.
formazione:
Il Testo Unico all’art. 37, prescrive
che la formazione in materia di sicurezza deve essere “ sufficiente e
adeguata “ e deve avvenire nelle
seguenti occasioni:
- alla costituzione del rapporto di
lavoro;
- all’inizio dell’utilizzazione in caso
di somministrazione del lavoro;
- del trasferimento o cambiamento di mansioni;
- all’ introduzione di nuove attrezzature di lavoro;
- introduzione di nuove tecnologie
operative;
- utilizzo di nuove sostanze e preparati pericolosi.
Gli obblighi informativi, sono a carico di coloro che “utilizzano la
prestazione lavorativa altrui”, inserendola nella propria organizzazione aziendale. Infatti il Testo
Unico prevede che gli “obblighi di
prevenzione e protezione”, gravano specificatamente:
- sul distaccatario in caso di distacco del lavoratore;
- sull’utilizzatore in caso di contratto di somministrazione;
- sul committente nei confronti dei
lavoratori a progetto;
Perito Agrario 2/2008
SICUREZZA
- sul committente nel caso di collaboratori coordinati continuativi
dove la prestazione lavorativa si
svolga nei luoghi di lavoro del
committente.
Gli obblighi di informazione di cui
artt. 36 e 37 del testo unico, devono
essere assolti anche nei riguardi di
lavoratori a domicilio e lavoratori
subordinati che effettuano prestazione continuativa di lavoro a distanza, a mezzo di collegamento
informatico e telematico.
Modello di organizzazione
Il Testo Unico intende per “modello di organizzazione” il “ modello
organizzativo e gestionale per la
definizione e l’attuazione di una
politica aziendale per la salute e la
sicurezza, ai sensi dell’art. 6 c. 1
lett. a) del D.lgs. n°231/2001, idoneo a prevenire i reati di cui agli
artt. 589 e 590 c. 3 del codice penale, commessi con violazione delle
norme antinfortunistiche e sulla
tutela della salute sul lavoro”.
L’art. 9 della Legge 123/2007 introduce la “responsabilità amministrativa delle persone giuridiche”, per il reato in caso di omicidio colposo o di lesioni gravi e
gravissime, con violazione delle
“norme antinfortunistiche e sulla
tutela dell’igiene e della salute sul
lavoro, ecc.”. Se tale reato è stato
compiuto dalle persone di cui art.
5 c.1 lettera a) del D.lgs.
n°231/2001, l’ENTE non risponde
se prova che:
- l’organo dirigente ha adottato
ed efficacemente attuato, prima
della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati
della specie di quello che siè verificato;
- il compito di vigilare sul funzionamento, l’ osservanza dei modelli, di curare il loro aggiornamento, è stato affidato ad un organismo dell’ente dotato di autoPerito Agrario 2/2008
nomi poteri di iniziativa e di controllo;
- le persone, hanno commesso il
reato eludendo fraudolentemente
il “modello organizzativo e di gestione”;
- non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo di cui art. 5 lettera b) del
D.lgs. n°231/2001.
Il “modello organizzativo e gestionale” deve essere adottato ed
efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi
giuridici.
Il “modello organizzativo “ deve
inoltre prevedere un idoneo sistema di controllo dello stesso, garanzia di mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità
delle misure adottate. L’inidoneità
e l’inadeguatezza del modello sono indici della sua carente impostazione di politica prevenzionistica aziendale e pertanto sanzionabile.
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
Aspetti generali della valutazione
dei rischi: il testo unico agli artt.
28,29,30, dispone in merito alla
“valutazione dei rischi”. con l’art.
2 lettera q) viene definito per valutazione dei rischi: “Valutazione
globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’
organizzazione in cui essi prestano
la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di
protezione e prevenzione e ad elaborare il programma delle misure
atte a garantire il miglioramento
nel tempo dei livelli di salute e sicurezza”.
In particolare il Testo Unico con:
- l’ art. 28 tratta l’ oggetto della valutazione dei rischi;
- l’art. 29 tratta le modalità di effettuazione della valutazione dei
rischi;
- l’art. 30 disciplina i “modelli di
organizzazione e di gestione”
idonei ad avere efficacia esimente
della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società, delle associazioni anche prive di personalità giuridica
di cui D.lgs. 231/2001, in relazione ai due reati di omicidio colposo e di lesioni gravi o gravissime,
commessi in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative alla
tutela dell’igiene e della salute
sul lavoro.
OGGETTO della valutazione dei
rischi
Il Testo Unico all’art. 28, riafferma
nel contesto della disciplina della
gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro, l’aspetto primario
circa l’obbligo di valutare “ tutti i
rischi per la sicurezza e la salute
dei lavoratori”. la nuova normativa, non precisa espressamente
quali siano i “rischi particolari” ai
13
SICUREZZA
quali possono essere esposti gruppi di lavoratori, ma nella specifica
di rischi particolari rientrano:
- stress lavorativo-correlato
- lavoratrici madri
- differenze di genere e culturali
- giovani da 15 a 24 anni
- lavoratori maturi oltre i 55 anni
Documento Valutazione Rischi
Dopo avere effettuato la Valutazione dei Rischi, deve essere elaborato il Documento di Valutazione dei Rischi ( DVR ), sia la “ Valutazione “che la elaborazione del
“ DVR” sono obblighi indelegabili del datore di lavoro.
Il DVR deve avere : data certa (atto pubblico-scrittura privata autenticata-annullo postale)
Il DVR deve contenere:
- relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e salute
durante l’attività lavorativa;
- criteri adottati per la valutazione
dei rischi;
- indicazione delle misure di prevenzione e di protezione da adottare;
- indicazione dei dispositivi di protezione individuali da adottare;
- il programma delle misure ritenute opportune per garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
- individuazione delle procedure
per l’attuazione delle misure da
realizzare;
- ruoli dell’organizzazione aziendale, che debbono provvedere all’attuazione delle misure, assegnati unicamente a soggetti in
possesso di adeguate competenze e poteri;
- indicazione dei nominativi: del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, del Rappresentante dei Lavori per la Sicurezza o di quello territoriale, del Medico Competente che ha partecipato alla valutazione dei rischi;
- individuazione delle mansioni
14
che espongono i lavoratori a “rischi specifici” che richiedono una
“ riconosciuta capacità professionale – specifica esperienza – adeguata formazione e addestramento”;
Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi
Il Testo Unico (Dlgs. n° 81/2008)
all’art. 29, disciplina e regolamenta
circa le modalità di effettuazione
della “valutazione dei rischi”. Il
documento di valutazione dei rischi deve :
- essere redatto dal datore di lavoro (atto proprio ed esclusivo) in
collaborazione con il R.S.P.P. ;
- essere redatto con la collaborazione del Medico Competente
nei casi ove obbligatoria la sorveglianza sanitaria;
- sia la valutazione dei rischi che
l’elaborazione dei DVR devono
avvenire “previa” consultazione
del “ rappresentante dei lavoratori per la sicurezza”;
- il DVR deve essere custodito
presso l’unità produttiva ove si riferisce la valutazione dei rischi;
- il DVR da “interferenze negli appalti interni” deve essere custodito presso l’unità produttiva ove si
riferisce;
- è obbligatoria la revisione della
“valutazione dei rischi” e del
“DVR” nel caso di modifiche al
processo produttivo o alla organizzazione del lavoro significative ai fini sicurezza dei lavoratori;
- è obbligatoria la revisione della
“valutazione dei rischi” e del
“DVR” nel caso di “ infortuni significativi ”;
- è obbligatoria la revisione della
“valutazione dei rischi” e del
“DVR” nel caso in cui la “ sorveglianza sanitaria “ ne evidenzi la
necessità;
Aziende fino a 10 dipendenti: i
datori di lavoro che occupano
nella azienda fino a 10 dipendenti,
devono effettuare la valutazione
dei rischi sulla base di procedure
“standardizzate” che verranno
appositamente emanate in aggiunta delle già esistenti. In attesa della emanazione, la valutazione dei rischi deve essere effettuata secondo le disposizioni del Testo Unico. I datori di lavoro fino a
10 dipendenti possono “autocertificare” l’avvenuta valutazione dei
rischi (fatta esclusione per attività
di cui art 2 D.lgs. n° 334/1999 ,
centrali termoelettriche, impianti
di cui artt. 7,28,33 del D.lgs. n°
230/1995, aziende di esplosivi –
polveri - munizioni)
Aziende fino da 11 fino a 50 dipendenti: i datori di lavoro che occupano nelle aziende fino a 50 dipendenti possono effettuare la valutazione dei rischi in base a procedure che verranno emanate appositamente. In attesa della emanazione valgono le disposizioni del
Testo Unico.
Modelli di organizzazione e di gestione della valutazione dei rischi:
i “modelli di organizzazione e di
gestione” costituiscono un rafforzamento per la gestione della salute e sicurezza sul lavoro, in modo
da assicurare un sistema aziendale
per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativamente a:
- rispetto degli standard tecnicostrutturali per le attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti
chimici-fisici-biologici;
- attività di valutazione dei rischi e
predisposizione delle misure di protezione e prevenzione necessarie;
- attività di natura organizzativa,
come emergenze, primo soccorso, appalti, riunioni periodiche
della sicurezza, consultazione degli R.L.S. (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza);
- attività di sorveglianza sanitaria;
- formazione dei lavoratori;
Perito Agrario 2/2008
SICUREZZA
- attività di vigilanza per il rispetto
delle procedure e delle istruzioni
di lavoro in sicurezza da parte dei
lavoratori;
- acquisizione di documentazioni
e certificazioni obbligatorie di
legge;
- verifiche periodiche circa l’applicazione e l’efficacia delle procedure aziendali adottate.
Ulteriormente i “modelli di organizzazione e di gestione della sicurezza “ devono prevedere:
- idonei sistemi di registrazione
delle attività svolte;
- idonea registrazione per assicurare l’adempimento degli obblighi giuridici in materia di salute e
sicurezza;
- procedure per rapporti fra “servizio di protezione e di prevenzione” e “organismo di vigilanza”;
- previsione articolata di funzioni
che assicurino le “ competenze
tecniche ed i poteri necessari”
per la ”verifica-valutazione-gestione- controllo del rischio” ;
- predisposizione di “ sistema disciplinare” idoneo a sanzionare il
Perito Agrario 2/2008
“mancato rispetto” delle misure indicate nel “ modello di organizzazione e gestione della sicurezza”;
- previsione per idoneo “sistema di
controllo” circa l’attuazione del
modello organizzativo e sul
“mantenimento nel tempo” della
condizioni di idoneità delle “misure adottate”;
- previsione circa l’obbligo di “riesame” e di “ modifica” del modello organizzativo gestionale,
che devono essere attuati nel momento in cui “si verificano violazioni significative” delle norme
relative alla prevenzione degli infortuni;
- previsione circa l’obbligo di “riesame” e di “ modifica” del modello organizzativo gestionale,
che devono da attuarsi in occasione di “mutamenti organizzativi
del lavoro, e in relazione al progresso scientifico e tecnologico.
CONCLUSIONI
Il presente articolo tecnico inerente il Testo Unico sulla sicurezza del lavoro di cui D.lgs. n°
81/2008, ha trattato in termini
“generali-iniziali” alcuni aspetti
della nuova norma. In prima battuta si evidenziano nuovi concetti
operativi e procedure precise per
datori di lavoro, per servizio di
prevenzione e protezione, per medico competente, per i lavoratori,
e per i nuovi aspetti sanzionatori.
Il nuovo Testo Unico sia dal punto
di vista dei contenuti che della redazione delle norme, è attualmente sottoposto a interventi con
eventuali emanazioni di “testi
unici o codici di settore” che potranno essere introdotti dal Governo entro il 4 Settembre 2008
ed entro il 21 Settembre 2009, al
fine di un miglioramento degli
aspetti tecnici.
Anche i “consulenti professionisti”, devono attentamente e scrupolosamente “formarsi” per attendere alla nuova normativa,
con la finalità di rispondere alle
richieste di aziende che devono
“confrontarsi” e “assolvere” alle
nuove richieste del legislatore nel
settore della sicurezza e salute
dei lavoratori e dell’ambiente
esterno.
Il C.N.P.A. sulla base dell’ evoluzione normativa e procedure attinenti, si è attivato per pianificare e
organizzare momenti formativi
specifici al fine di “qualificare adeguatamente” i propri professionisti che si dedicano al settore o che
conducono direttamente attività
lavorative sottoposte ai nuovi obblighi giuridici in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni
lavorativi e nei riguardi dell’ambiente.
È possibile comunicare con il
C.N.P.A. – indicando: “sicurezza
del lavoro Testo Unico” –, per richieste di approfondimenti e/o
chiarimenti in merito al Testo Unico e sue competenze nei settori lavorativi-strutturali-impiantisticiambientali.
15
SICUREZZA
PROPOSTA di modifica del D.LGS. 81/2008
Analizzato il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 recante “Attuazione
dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” ( pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 - Supplemento Ordinario n. 108) gli esperti di settore del:
- Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati
- Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
- Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati
Il giorno 19 giugno 2008, riuniti in Commissione congiunta per la disamina
del provvedimento, premesso che:
Le professioni contemporanee risultano legittimate dallo Stato italiano proprio perché, è attraverso le leggi di regolamentazione professionale, che lo
Stato stabilisce quali sono le professioni socialmente utili, di natura pubblica
e con potere di certificazione,
I professionisti iscritti agli Albi e Ordini professionali rappresentano un naturale presidio alla sicurezza, in quanto dislocati in modo uniforme su tutto il territorio nazionale ed in grado di rispondere in modo estremamente puntuale
e convincente in ordine alle tematiche della sicurezza ed igiene del lavoro,
I professionisti sono, per loro natura, gli unici garanti della terzietà nei confronti dei datori di lavoro, dei lavoratori e degli organi di vigilanza, come già
riconosciuto dal legislatore con precedenti normative;
nell’intendimento di dare immediata concretezza al principio generale della
cultura della sicurezza per tutti, mediante l’approccio piü corretto per far
crescere l’obiettivo della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, indicano, di seguito, taluni semplici correttivi volti al miglioramento
del sistema sicurezza del nostro Paese.
Titolo I – Capo I – Disposizioni generali
Art. 2 - Definizioni
si propone di aggiungere dopo il comma 1, lettera ee) quanto segue:
lettera ff)«organismo tecnico»: organismi costituiti da ordini e collegi
delle professioni tecniche,
Motivazione
L’inserimento delle rappresentanze degli ordini delle professioni tecniche
viene richiesto in quanto rappresentano le figure professionali con competenze tecniche cui è affidata la consulenza – sia in qualità di dipendente, sia
in qualità di professionista esterno - per l’applicazione di una normativa sempre più evoluta tecnicamente.
Titolo I – Capo II – Sistema Istituzionale
Art. 6 - Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza
sul lavoro
si propone di aggiungere dopo il comma 1, lettera o) come segue:
lettera p) “dieci esperti designati dai Consigli Nazionali degli Ordini delle professioni tecniche”.
Motivazione
L’inserimento delle rappresentanze degli ordini delle professioni tecniche,
quali Enti di diritto pubblico. viene richiesto in quanto in possesso di competenze specifiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro e, quindi, volte
al completamento delle capacità valutative della Commissione in parola.
Titolo I – Capo II – Sistema Istituzionale
Art. 10 - Informazione e assistenza in materia di salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro
si propone di aggiungere dopo il comma 1, il seguente comma:
comma 2 “Nello svolgimento dell’attività di cui al comma 1, gli Enti stessi di Ordini e Collegi professionali”.
Motivazione
L’inserimento delle rappresentanze degli Ordini delle professioni tecniche,
quali Enti di diritto pubblico. viene richiesto in quanto in possesso di com-
16
petenze specifiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro e, quindi, volte
al completamento degli interventi formativi.
Titolo I – Sez. III – Servizio di Prevenzione e Protezione
Art. 32 –punto 1 – Capacità e Requisiti di ASPP e RSPP
Art. 32 – punto 3
Si richiede la eliminazione di tale punto
Motivazione.
Non risulta in modo certo che chi ha svolto la funzione di RSPP e/o ASPP sei mesi prima del 13 Agosto 2003, disponga delle necessarie competenze tecniche di
base per svolgere tale funzione anche se si frequenti il corso di formazione come previsto dall’accordo Stato Regioni di cui al comma 2.
Art. 32 – punto 5
Dopo “…ovvero di altre lauree conosciute corrispondenti ai sensi della
normativa vigente,” si richiede di inserire: “che sono in possesso del diploma
di perito industriale, geometra e perito agrario
In alternativa si richiede di eliminare il punto 5
Motivazione
I periti industriali, geometri, periti agrari, analogamente ai laureati, non hanno
seguito specifici corsi formativi in materia di sicurezza nei percorsi scolastici,
ma dispongono – analogamente ai laureati - delle competenze tecniche in
grado di poter affrontare in modo tecnicamente competente le problematiche
di sicurezza, come del resto hanno fatto prima della emanazione del decreto
195/03.
Titolo I V– Capo I - – Cantieri temporanei e mobili
Art. 89. - Definizioni
comma c) responsabile dei lavori: soggetto incaricato, dal committente, della
progettazione o del controllo dell’esecuzione dell’opera; tale soggetto coincide
con il progettista per la fase di progettazione dell’opera e con il direttore dei lavori per la fase di esecuzione dell’opera. Nel campo di applicazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, il responsabile dei
lavori e’ il responsabile unico del procedimento;
si propone di modificare il comma c) come segue:
comma c) responsabile dei lavori: soggetto incaricato, dal committente, della
progettazione o del controllo dell’esecuzione dell’opera; tale soggetto può coincidere con il progettista per la fase di progettazione dell’opera e con il direttore dei lavori per la fase di esecuzione dell’opera. Nel campo di applicazione del
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, il responsabile dei lavori è il responsabile unico del procedimento;
Motivazione:
la modifica si rende necessaria in quanto il trasferimento delle responsabilità di
carattere penale dal committente al RL non può che essere facoltativo per come
è articolato il dettato normativo, atteso che il D.Lgs.81/2008 ha espressamente
previsto l’istituto della delega che prevede la mera accettazione del delegato;
Art. 90
comma 11 – Obblighi del committente o del responsabile dei lavori
s richiede di riscrivere il presente comma come segue:
comma 11 “In caso di lavori privati, le disposizioni di cui al comma 3 e 4 non si
applicano ai lavori non soggetti a permesso a costruire, la cui entità presunta di
lavoro non sia superiore a 200 uomini/giorno”
Motivazione
Trattasi di “piccoli lavori di manutenzione edile” in cui è possibile la presenza di
più imprese, su cui graverebbero oneri inutili.
Resta confermato in ogni caso il mantenimento delle misure di sicurezza e di
cautela, con relative sanzioni, a carico di committente e imprese esecutrici.
Le proposte verranno formalizzate dai Consigli Nazionali al Ministero del Lavoro
con la richiesta di intervento migliorativo secondo le indicazioni sopra espresse.
Perito Agrario 2/2008
SICUREZZA
I requisiti formativi
dei responsabili e degli addetti ai
servizi di prevenzione aziendali
di Andrea Colantoni, Massimo Cecchini, Danilo Monarca
Premessa
Le figure del responsabile del servizio prevenzione e protezione
(RSPP) e degli addetti al servizio
di prevenzione e protezione
(ASPP), introdotte dal Decreto
Legislativo 626 del 1994, sono di
fondamentale importanza per la
gestione della sicurezza nelle
aziende. I settori agricolo, agro-industriale e forestale non sfuggono
agli obblighi di prevenzione disciplinati, dal nuovo “Testo Unico” in
materia di sicurezza e igiene del lavoro (D.Lgs. 81/2008). I compiti
del servizio di prevenzione e protezione consistono fondamentalmente nel supporto al datore di laPerito Agrario 3/2008
voro nell’effettuare la valutazione
dei rischi e nel determinare le misure di prevenzione e protezione
necessarie per la tutela dei lavoratori; anche la formazione e l’informazione dei lavoratori sui rischi
derivati dall’attività dell’azienda e
sulle misure comportamentali da
adottare costituiscono un importante compito degli addetti ai servizi di prevenzione e protezione.
La scelta di queste persone, molte
volte, non era basata su un criterio
“professionale”: non erano, cioè,
previsti requisiti minimi per poter
svolgere tale attività.
Il D.Lgs. n. 195 del 2003, ha fissato
per la prima volta requisiti specifi-
ci per le figure di responsabile e
addetto al servizio di prevenzione
e protezione, per far fronte alle carenze presenti nel D.Lgs. 626/94.
I requisiti e le capacità professionali di RSPP e ASPP sono tassativamente regolati, ad oggi dall’art. 32
del D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 (ex
art. 8 bis del D.Lgs. n. 626/94): chi
non possiede i requisiti e le capacità
professionali previste, o non li raggiungerà entro un anno dalla data
di pubblicazione in gazzetta ufficiale, periodo definito in base alla necessità di mettere a punto gli aspetti
organizzativi per l’avvio del nuovo
sistema, non potrà più svolgere o assumere la funzione di RSPP/ASPP.
17
SICUREZZA
L’accordo del 26 gennaio 2006 tra
il Governo e le Regioni e Province
autonome attuativo dell’art. 2,
commi 2, 3, 4 e 5 del Decreto Legislativo 23 giugno 2003, n. 195,
che integrava il Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626, in
materia di prevenzione e protezione dei lavoratori sui luoghi di lavoro, e sulla base del quale è stato
emanato l’art. 32 del D.Lgs.
81/2008, offre delle nuove possibilità e cioè di formare, tramite appositi corsi personalizzati in base
ai diversi settori d’intervento le
suddette figure professionali. Tale
documento prevede due tipologie
di percorsi di formazione per
RSPP e ASPP:
persone che non hanno mai esercitato la professione di RSPP e
ASPP;
persone che hanno già svolto o
svolgono tali funzioni in aziende
pubbliche o private.
Per la tipologia di cui al punto a), i
corsi di formazione per RSPP e
ASPP devono essere sviluppati interamente attuando tre moduli
formativi (denominati A, B e C);
per la tipologia di cui al punto b), è
previsto l’esonero dalla frequenza
di alcuni moduli del percorso formativo, tenendo conto delle conoscenze acquisite, a seguito delle
esperienze maturate.
L’RSPP ai sensi del D.Lgs. 81/2008.
L’articolo 32 del D.Lgs. 81 del 9
aprile 2008 “Capacità e requisiti
professionali degli addetti e dei responsabili dei servizi di prevenzione e protezione interni o esterni”,
prevede che tali capacità e requisi-
ti devono essere adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di
lavoro e relativi alle attività lavorative.
Questo articolo identifica definisce l’aspetto fondamentale della
formazione richiesta per gli RSPP
e ASPP, in funzione della natura
dei rischi.
Una carenza del precedente
D.Lgs. 626/94 riguardava:
• la specificità della formazione
da seguire;
• le qualifiche che devono possedere i formatori ed i soggetti da
formare;
• le caratteristiche del percorso
formativo.
Lo stesso articolo 32, inoltre, fa riferimento, per quanto concerne i
contenuti dei corsi, all’accordo
sancito il 26 gennaio 2006 in sede
Tabella 1 Classificazione ATECO con i macrosettori di attività e la durata complessiva dei corsi
18
Perito Agrario 3/2008
SICUREZZA
di Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato, le Regioni e
le Province autonome di Trento e
di Bolzano, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, del
14 febbraio 2006, n. 37.
Tale accordo fornisce risposte ai
tre punti precedenti, individuando
i macrosettori ed i requisiti minimi
dei corsi, definendo inoltre, che tali corsi di formazione, possono essere organizzati dalle Regioni e
Province Autonome, dalle Università, dall’ISPESL, dall’INAIL, dall’
Istituto Italiano di Medicina Sociale, dal Dipartimento dei Vigili
del Fuoco, del soccorso pubblico e
della difesa civile, dalle Associazioni Sindacali dei datori di lavoro
o dei lavoratori e dagli Organismi
paritetici.
Non vengono definiti criteri per la
scelta dei docenti all’interno di tali enti, ma come unico requisito
questi devono possedere almeno
un’esperienza biennale documentata, sia nel settore della formazione sia nel settore della prevenzione, sicurezza e salute nei luoghi di
lavoro.
Perito Agrario 3/2008
Percorsi formativi per ASPP e
RSPP in funzione dei settori ATECO di appartenenza.
I percorsi formativi da seguire per
ottenere le qualifiche di RSPP e
ASPP, sono caratterizzati da:
• contenuti specifici in funzione
del macrosettore ATECO dell’azienda presso la quale si ricopre
l’incarico;
• articolazione del percorso formativo con il numero totale di
ore definendo un modulo giuridico (modulo A), un modulo tecnico (modulo B) ed un modulo
di specializzazione riservato ai
RSPP (modulo C).
• prove di verifica intermedia (es.:
questionario a risposta multipla),
prove di verifica finale (es.: prova
pratica).
• metodologia didattica atta a favorire metodologie di apprendimento basate sul “problem solving”,
applicate a simulazioni e problemi
specifici, con particolare attenzione
ai processi di valutazione e comunicazione legati alla prevenzione.
Occorre evidenziare, inoltre, che
l’art. 34 della nuova normativa (te-
sto unico), definisce che il datore
di lavoro che intenda svolgere i
compiti di RSPP (nel settore agricolo ciò è consentito per aziende
fino a 10 lavoratori assunti a tempo
indeterminato), deve frequentare
corsi di formazione, di durata minima di 16 ore e massima di 48 ore,
adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi
alle attività lavorative, nel rispetto
dei contenuti e delle articolazioni
definiti mediante accordo in sede
di Conferenza permanente.
La classificazione ATECO definita
dall’Istituto Nazionale di Statistica ha predisposto una classificazione delle attività economiche
(ATECO 2007) da adottare nelle
rilevazioni statistiche correnti. In
particolare, la conoscenza del macrosettore ATECO di appartenenza dell’azienda è indispensabile
per identificare il percorso formativo che dovranno effettuare
RSPP e ASPP nel Modulo B del
corso.
La Conferenza permanente per i
rapporti tra Stato, Regioni e le
Provincie autonome di Trento e
Bolzano, prevede per l’attività di
RSPP e ASPP, come requisito minimo, di essere in possesso di un titolo non inferiore al diploma di
istruzione di secondo grado e di un
attesto di frequenza ai suddetti
corsi, con obbligo di frequenza e
valutazione dell’apprendimento.
In particolare, come precedentemente accennato, la metodologia
di insegnamento/apprendimento
prevede la suddivisione di tali corsi
in tre moduli denominati A, B e C.
Modulo A.
Il modulo A costituisce il corso base, per lo svolgimento del ruolo di
RSPP e ASPP; la sua durata è di 28
ore e, una volta conseguito, resta
valido per tutti i percorsi formativi
successivi, costituendo credito formativo permanente.
19
SICUREZZA
I CONTENUTI DEL “MODULO A”
PRESENTAZIONE DEL CORSO
L’APPROCCIO ALLA PREVENZIONE ATTRAVERSO IL D. LGS.
626/94 PER UN PERCORSO DI MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI.
La filosofia del D.Lgs. 81/2008 in riferimento alla organizzazione di un
Sistema di Prevenzione aziendale, alle procedure di lavoro, al rapporto uomo-macchina e uomo ambiente/sostanze pericolose, alle misure
generali di tutela della salute dei lavoratori e alla valutazione dei rischi.
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
- Contenuti e specificità:metodologia della valutazione e criteri utilizzati
- Individuazione e quantificazione dei rischi, misure di prevenzione
adottate o da adottare
- Priorità e tempistica degli interventi di miglioramento
- Definizione di un sistema per il controllo della efficienza e della
efficacia nel tempo delle misure attuate
IL SISTEMA LEGISLATIVO: ESAME DELLE NORMATIVE DI RIFERIMENTO
- La gerarchia delle fonti giuridiche
- Le Direttive Europee
- La Costituzione, Codice Civile e Codice penale
- L’evoluzione della normativa sulla sicurezza e igiene del lavoro
- Statuto dei lavoratori e normativa sulla assicurazione obbligatoria
contro gli infortuni e malattie professionali
- Il D. Lgs. 81/2008: l’organizzazione della prevenzione in azienda, i
rischi considerati e le misure preventive esaminati in modo associato alla normativa vigente collegata
- La legislazione relativa a particolari categorie di lavoro: lavoro
minorile, lavoratrici madri, lavoro notturno, lavori atipici, etc.
- Le norme tecniche UNI, CEI e loro validità.
LA CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI IN RELAZIONE ALLA NORMATIVA
- Rischio da ambienti di lavoro
- Rischio elettrico
- Rischio meccanico, Macchine, Attrezzature
- Rischio movimentazione merci (apparecchi di sollevamento,
mezzi di trasporto)
- Rischio cadute dall’alto
- Le verifiche periodiche obbligatorie di apparecchi e impianti
I SOGGETTI DEL SISTEMA DI PREVENZIONE AZIENDALE SECONDO IL D. LGS. 81/2008: I COMPITI, GLI OBBLIGHI, LE RESPONSABILITÀ CIVILI E PENALI
- Il Datore di lavoro, i Dirigenti e i Preposti
- Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP), gli
Addetti del SPP
- Il Medico competente (MC)
- Il Responsabile dei Lavoratori per la sicurezza (RLS) e il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (RLST)
- Gli Addetti alla prevenzione incendi, evacuazione dei lavoratori e
pronto soccorso
- I Lavoratori
- I Progettisti, i Fabbricanti,i Fornitori e gli Installatori
- I Lavoratori autonomi
IL SISTEMA PUBBLICO DELLA PREVENZIONE
- Vigilanza e controllo
- Il sistema delle prescrizioni e delle sanzioni
- Le omologazioni, le verifiche periodiche
- Informazione, assistenza e consulenza
- Organismi paritetici e Accordi di categoria
CRITERI E STRUMENTI PER LA INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI
- Concetti di pericolo, rischio, danno,prevenzione
- Principio di precauzione,attenzione al genere, clima delle relazioni aziendali, rischio di molestie e mobbing
- Analisi degli infortuni: cause, modalità di accadimento, indicatori,
analisi statistica e andamento nel tempo, registro infortuni
- Le fonti statistiche: strumenti e materiale informativo disponibile
- Informazione sui criteri, metodi e strumenti per la valutazione dei
rischi (Linee guida regionali, linee guida CEE, modelli basati su
check list, la Norma UNI EN 1050/98, ecc.)
20
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
- Il quadro legislativo antincendio e C. P. I.
- Gestione delle emergenze elementari
LA VALUTAZIONE DI ALCUNI RISCHI SPECIFICI IN RELAZIONE
ALLA RELATIVA NORMATIVA DI SALUTE E SICUREZZA
- Principali malattie professionali
- Rischio cancerogeni e mutageni
- Rischio chimico
- Rischio biologico
- Tenuta dei registri di esposizione dei lavoratori alle diverse tipologie di rischio che li richiedono
LA VALUTAZIONE DI ALCUNI RISCHI SPECIFICI IN RELAZIONE
ALLA RELATIVA NORMATIVA DI IGIENE DEL LAVORO
- Rischio rumore
- Rischio vibrazioni
- Rischio videoterminali
- Rischio movimentazione manuale dei carichi
- Rischio da radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
- Rischio da campi elettromagnetici
- Il microclima
- L’illuminazione
LE RICADUTE APPLICATIVE E ORGANIZZATIVE DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
- Il piano delle misure di prevenzione
- Il piano e la legislazione del pronto soccorso
- La sorveglianza sanitaria (definizione della necessità della sorveglianza sanitaria, specifiche tutele per le lavoratrici madri, minori,
invalidi, visite mediche e giudizi di idoneità, ricorsi)
- I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): criteri di scelta e di
utilizzo
- La gestione degli appalti
- La informazione, la formazione e l’addestramento dei lavoratori
(nuovi assunti, RSPP, RLS, RLST, addetti alle emergenze, aggiornamento periodico)
Perito Agrario 3/2008
SICUREZZA
I CONTENUTI DEL “MODULO B” (Macrosettore Agricoltura)
RISCHI LEGATI ALLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
• Gli ambienti di lavoro
• La movimentazione manuale dei carichi
• Movimentazione merci: app. di sollevamento e mezzi di trasporto
IL RISCHIO INFORTUNI
• Il rischio elettrico
• Il rischio meccanico
• Macchine
• Attrezzature
• Cadute dall’alto
RISCHIO DA ESPLOSIONE
• Atmosfere esplosive
SICUREZZA ANTINCENDIO
• Prevenzione incendi
• Decreto ministeriale 10 marzo 1998
RISCHI FISICI
• Rumore
• Vibrazioni
• Microclima ed illuminazione
RISCHI AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI
RISCHI BIOLOGICI
RISCHI CHIMICI
• Gas, Vapori, Fumi
• Polveri, Fumi, Nebbie
• Liquidi
• Etichettatura
CARATTERISTICHE E SCELTA DEI DPI
I CONTENUTI DEL “MODULO C”
ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE
• La valutazione del rischio come:
a) processo di pianificazione della prevenzione;
b) conoscenza del sistema di organizzazione aziendale come base
per l’individuazione e l’analisi dei rischi
c) elaborazione di metodi per il controllo della efficacia ed efficienza nel tempo dei provvedimenti di sicurezza presi.
• Il sistema di gestione della sicurezza: Linee guida UNI-INAIL, integrazione e confronto con norme e standard (OHSAS 18001, ISO, ecc.)
• Il processo del miglioramento continuo
• Organizzazione e gestione integrata delle attività tecnico-amministrative (capitolati, percorsi amministrativi, aspetti economici).
IL SISTEMA DELLE RELAZIONI E DELLA COMUNICAZIONE
• Il sistema delle relazioni: RLS, M.C., lavoratori, datore di lavoro,
enti pubblici, fornitori, lavoratori autonomi, appaltatori, ecc.
• Gestione della comunicazione nelle diverse situazioni di lavoro
• Metodi, tecniche e strumenti della comunicazione
• Gestione degli incontri di lavoro e della riunione periodica
• Negoziazione e gestione delle relazioni sindacali.
RISCHI DI NATURA PSICOSOCIALE
• Elementi di comprensione e differenziazione fra stress, mobbing
e burn-out
• Conseguenze lavorative dei rischi da tali fenomeni sull’efficienza
organizzativa, sui comportamenti di sicurezza del lavoratore e sul
Modulo B.
Il modulo B, di specializzazione, è
il corso adeguato alla natura dei
rischi presenti sul luogo di lavoro,
e relativi alle attività lavorative; la
sua durata varia da 12 a 68 ore a
seconda del macrosettore di riferimento. Nel caso dell’agricoltura
(settore ATECO A) il modulo B
Perito Agrario 3/2008
suo stato di salute
• Strumenti, metodi e misure di prevenzione
• Analisi dei fabbisogni didattici
RISCHI DI NATURA ERGONOMICA
• L’approccio ergonomico nell’organizzazione dei posti di lavoro e
delle attrezzature
• L’approccio ergonomico nell’organizzazione aziendale
• L’organizzazione come sistema: principi e proprietà dei sistemi.
RUOLO DELL’INFORMAZIONE E DELLA FORMAZIONE
• Dalla valutazione dei rischi alla predisposizione dei piani di informazione e formazione in azienda (D.Lgs. 626/94 e altre direttive
europee)
• Le fonti informative su salute e sicurezza del lavoro
• Metodologie per una corretta informazione in azienda (riunioni,
gruppi di lavoro specifici, conferenze, seminari informativi, ecc…)
• Strumenti di informazione su salute e sicurezza del lavoro (circolari, cartellonistica, opuscoli, audiovisivi, avvisi, news, sistemi in
rete, ecc)
• Elementi di progettazione didattica:
- analisi dei fabbisogni formativi
- definizione degli obiettivi didattici
- scelta dei contenuti in funzione degli obiettivi
- metodologie didattiche
- sistemi di valutazione dei risultati della formazione in azienda.
ha una durata di 36 ore, mentre
per le industrie agroalimentari la
durata prevista è di 48 ore.
Come il modulo A, anche il modulo B è comune per lo svolgimento delle figure di RSPP e
ASPP.
Il modulo B ha validità quinquennale. Il credito formativo ottenuto
con la frequenza del modulo B è,
cioè, valido per cinque anni. Alla
scadenza dei cinque anni scatta
l’obbligo di aggiornamento.
L’avvenuto aggiornamento deve
essere registrato sul libretto formativo del cittadino di cui al decreto interministeriale (MLPS e
MIUR) del 10 ottobre 2005, pub-
21
SICUREZZA
blicato sulla Gazzetta Ufficiale n.
256 del 3 novembre 2005, ove
adottato; in alternativa deve essere
documentato da idonea certificazione rilasciata dal soggetto che ha
erogato l’aggiornamento.
Modulo C.
Il modulo C è un modulo di specializzazione riguardante solo le
funzioni di RSPP; è il corso di prevenzione dei rischi, anche di natura
ergonomica e psico-sociale, di organizzazione e di gestione delle attività tecnico-amministrative e di
tecniche di comunicazioni in
azienda e di relazioni sindacali.
La sua durata è di 24 ore ed è obbligatorio solo per RSPP.
All’interno di tali moduli sono
previste delle valutazioni degli apprendimenti tramite:
verifiche intermedie di apprendimento (rientrano nell’orario complessivo del modulo);
verifiche finali di apprendimento
(da intendersi al di fuori del monte
ore complessivo).
L’elaborazione delle prove è di
competenza di un gruppo docente
supportato
da
un
Coordinatore/Tutor del corso.
L’attestato di frequenza viene rilasciato se è certificata, tramite la redazione di un apposito registro, la
presenza dell’allievo ad almeno il
90% del monte ore complessivo di
ciascun modulo.
I soggetti formatori che hanno la
facoltà di rilasciare direttamente
gli attestati di frequenza, devono
trasmettere il verbale della valutazione finale alla regione/provincia
territorialmente competente. Si
specifica che si tratta di una trasmissione solo «per opportuna conoscenza», finalizzata a garantire
traccia dei percorsi formativi realizzati.
L’articolo 32 del D.Lgs. 81/2008 riguarda anche l’individuazione di
altri soggetti formatori; in partico-
22
lare, in riferimento ai requisiti indicati dall’accordo, si precisa che:
le strutture che erogano formazione devono dimostrare di avere almeno due anni di esperienza professionale maturata in materia di
prevenzione e sicurezza e/o maturata nella formazione alla prevenzione e sicurezza. L’esperienza
può essere anche autocertificata e
sottoposta ai normali controlli da
parte dell’amministrazione regionale/provinciale competente;
relativamente ai docenti, questi devono dimostrare di avere almeno
due anni di esperienza professionale maturata in materia di prevenzione e sicurezza e/o maturata nella
formazione alla prevenzione e sicurezza. L’esperienza può essere anche autocertificata e sottoposta ai
normali controlli da parte dell’amministrazione regionale/provinciale competente.
Obiettivi dei percorsi formativi.
Modulo A
Gli obiettivi del modulo A sono:
- acquisire elementi di conoscenza
relativi alla normativa generale e
specifica in tema di igiene e sicurezza del lavoro, sui criteri e strumenti per la ricerca delle leggi e
norme tecniche riferiti a problemi
specifici;
- acquisire elementi di conoscenza
relativi ai vari soggetti del sistema
di prevenzione aziendale, ai loro
compiti, alle responsabilità e alle
funzioni svolte dai vari Enti preposti alla tutela dei lavoratori;
- acquisire elementi di conoscenza in
particolar modo per gli aspetti normativi, relativi ai rischi e ai danni
da lavoro, alle misure di prevenzione per eliminarli o ridurli, ai criteri
metodologici per la valutazione dei
rischi, ai contenuti del documento
di valutazione dei rischi, alla gestione delle emergenze;
- acquisire elementi di conoscenza
relativi alle modalità con cui or-
ganizzare e gestire un Sistema di
Prevenzione aziendale.
Modulo B
Gli obiettivi del modulo B sono:
acquisire conoscenze relative ai
fattori di rischio e alle misure di
prevenzione e protezione negli
specifici comparti;
acquisire capacità di analisi per individuare i pericoli e quantificare i
rischi presenti negli ambienti di lavoro del comparto;
contribuire alla individuazione di
adeguate soluzioni tecniche, organizzative e procedurali di sicurezza
per ogni tipologia di rischio;
contribuire ad individuare per le
diverse lavorazioni del comparto,
gli idonei dispositivi di protezione
individuali (DPI);
contribuire ad individuare i fattori
di rischio per i quali è prevista la
sorveglianza sanitaria.
Per il modulo B, il numero di ore
varia in funzione del settore produttivo di riferimento (vedi tabella 1)
Perito Agrario 3/2008
SICUREZZA
È richiesto, inoltre, un aggiornamento periodico per lo svolgimento del ruolo di RSPP; in particolare:
- almeno 60 ore ogni cinque anni
per i responsabili dei macrosettori di attività ATECO n. 3-4-5-7;
- almeno 40 ore ogni cinque anni
per i responsabili dei macrosettori di attività ATECO n. 1-2-6-8-9;
L’aggiornamento previsto per lo
svolgimento del ruolo di ASPP è,
invece, di 28 ore ogni cinque anni
per tutti i macrosettori di attività
ATECO.
Modulo C
Gli obiettivi del modulo C sono
quelle di sviluppare le capacità gestionali e relazionali e di fornire
elementi di conoscenza su:
- sistemi di gestione della sicurezza;
- organizzazione tecnico-amministrativa della prevenzione;
- dinamiche delle relazioni e delle
comunicazioni;
- fattori di rischio psico-sociali ed
ergonomici;
- progettazione e gestione dei processi formativi aziendali.
Conclusioni
I requisiti per lo svolgimento dell’importante ruolo di Responsabile
o Addetto al Servizio di prevenzione e protezione nelle aziende
sono stati introdotti e resi operativi per la prima volta in Italia con
la pubblicazione dell’accordo tra il
Governo e le Regioni e Province
autonome del 26 gennaio 2006. Gli
stessi requisiti sono stati ripresi dal
recente “testo unico” in materia di
sicurezza e igiene del lavoro.
Negli ultimi mesi, perciò, si è assistito ad un proliferare di corsi di
formazione erogati da diversi soggetti. In questa sede si ritiene opportuno portare a conoscenza degli interessati che in diversi casi
gli enti erogatori dei corsi non
hanno la qualifica per rilasciare
attestati validi ai sensi di legge.
Occorre pertanto prestare la massima attenzione prima di iscriversi ad un qualsiasi corso in quanto
qualora venisse a mancare anche
un solo requisito legale, l’incarico
di RSPP o ASPP sarebbe invalidato con possibili conseguenze
penali per i datori di lavoro delle
aziende, e professionali per il consulente.
Laboratorio di Ergonomia e Sicurezza del Lavoro
Dipartimento GEMINI
Via S. Camillo De Lellis - 01100 Viterbo
Tel. 0761/357.357 - e-mail: [email protected]
Il Laboratorio di Ergonomia e Sicurezza del Lavoro (Coordinatore scientifico: Prof. Danilo Monarca; Responsabile tecnico: Prof. Massimo Cecchini), istituito presso il Dipartimento GEMINI, è una struttura di rilevante importanza didattica, di ricerca e di servizi offerti all’interno dell’Ateneo e del Territorio. Si occupa dello studio dell’ergonomia delle macchine e dei luoghi di lavoro, della rilevazione di agenti fisici, chimici e biologici negli ambienti lavorativi, con particolare riferimento ai luoghi di lavoro agricoli e forestali.
Fra i servizi offerti dal laboratorio si ricordano:
- rilevamenti fonometrici ai fini della valutazione dei rischi da esposizione al rumore, nonché ai fini della certificazione CE delle macchine
agricole;
- rilevamenti di vibrazioni trasmesse all’intero corpo e al sistema mano-braccio da macchine ed attrezzature agricole, anche per la
certificazione CE delle macchine;
- rilevamento delle concentrazioni di inquinanti aerodispersi (polveri inorganiche, agenti biologici, agenti chimici) nell’ambiente e nei luoghi di lavoro;
- determinazione delle concentrazioni di polveri di legno duro nelle operazioni che espongono i lavoratori a tali agenti cancerogeni;
- rilevamento dei parametri microclimatici negli ambienti di lavoro (temperatura, umidità relativa, velocità dell’aria, illuminazione, ecc.)
e valutazione del comfort termico in ambienti moderati;
- valutazione dei parametri ergonometrici delle postazioni di lavoro: studio delle “work related muscolo-skeletal’s disorders” e degli indici di carico legati alla movimentazione manuale dei carichi;
- analisi di conformità delle macchine agricole ai fini della certificazione CE;
- sicurezza dei cantieri;
- sicurezza degli impianti tecnologici;
- sicurezza dei laboratori, con particolare riguardo alla funzionalità delle cappe chimiche;
- prevenzione incendi nei luoghi di lavoro.
Il Dipartimento GEMINI dell’Università degli Studi della Tuscia è sede dei corsi di formazione per Responsabili e Addetti dei Servizi di Prevenzione e Protezione ai sensi dell’art. 32 D.Lgs. 81/2008.
Perito Agrario 3/2008
23
ISTITUTO TECNICO AGRARIO
Incontro formativo per gli alunni
dell’Istituto Agrario delle Capezzine
di Fabrizio Panichi
resso l’aula magna dell’ISIS
“A.Vegni” - Capezzine – Cortona (AR), in data 03/05/2008 una
delegazione del Collegio Provinciale
dei Periti Agrari e dei Periti Agrari
Laureati di Arezzo, composta dal
Presidente Per.Agr.Giuliarini Giuliano, dal Consigliere Per. Agr. Panichi
Fabrizio e dal collega Per.Agr. Romualdi Pier Ferruccio iscritto da oltre
50 anni al collegio; insieme al Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei
Periti Agrari Laureati di Siena, rappresentato dal Presidente Per. Agr.
Biagiotti Raffaello e in accordo con
l’Associazione Amici del Vegni, è stato svolto un incontro informativo con
gli oltre 60 ragazzi dell’ultimo anno
scolastico, per portarli a conoscenza
della possibilità, una volta conseguito
il diploma tecnico superiore di perito
agrario e dopo aver svolto, come previsto dal regolamento della Ns. categoria un periodo di praticantato, la libera professione.
Durante la mattinata per introdurre
gli argomenti e i relatori agli studenti,
ha incominciato a parlare fungendo
da moderatore, l’ex Prof. Santiccioli
Gianfranco, Presidente dell’Associazione Amici del Vegni. Poi ha preso la
parola il Per.Agr. Biagiotti, introducendo data l’esperienza, le attività
professionali del perito agrario oggetto della libera professione. Poi è
stata la volta del Per.Agr. Giuliarini
che ha parlato ai ragazzi della possibilità a chi fosse interessato a iniziare
a “sondare il terreno” di svolgere un
periodo di stage, presso aziende agricole e viticole o presso alcuni profes-
P
24
sionisti iscritti, anche per brevi periodi, nelle loro strutture. Se interessati,
proseguire in seguito con il vero e
proprio periodo di pratica professionale o di attività tecnico agricola. A
tale scopo, successivamente ha preso
la parola il Per.Agr.Panichi che ha introdotto chiaramente, l’obbligo e la
necessità di iscrizione all’albo per chi
esercita una professione intellettuale,
compresa quella del perito agrario e
le modalità di iscrizione e svolgimento della pratica professionale o in alternativa ad essa, le modalità di svolgimento della pratica agricola subordinata. Poi si è parlato della possibilità per chi è in possesso di una laurea
breve di primo livello o Diplomi Universitari riconosciuti, di ovviare al periodo di pratica (essendo già contemplato nel periodo di studio) e di accedere all’Esame di Stato per l’abilitazione alla libera professione. In conclusione si è data larga parola agli studenti che all’inizio erano un po’ timorosi, ma successivamente hanno po-
sto varie domande ai relatori che
hanno risposto a turno in base alla loro esperienza professionale.
Concludo dicendo che la mattinata è
stata piacevole e costruttiva sia per gli
studenti, sia per la scuola rappresentata dall’onnipresente Prof. Tremori
Graziano, sia per i collegi intervenuti,
che hanno potuto sondare e capire le
vere necessità,nonché problematiche
degli studenti che ricevendo chiari
consigli, giunti al diploma vogliono
iniziare a intraprendere il difficile
cammino della libera professione.Per
questo si è deciso, come del resto si
aveva già fatto anche l’anno precedente, in veste meno professionale, di
ripetere questo tipo di iniziativa nel
mese di maggio di ogni anno scolastico, con i ragazzi prossimi al diploma.
Vista la piacevolezza e utilità dell’evento, consiglio vivamente a tutti i
collegi provinciali, di effettuare questo tipo di incontri, per meglio descrivere la Ns. categoria professionale, a
potenziali futuri colleghi.
Perito Agrario 3/2008
ISTITUTO TECNICO AGRARIO
Ecologia del paesaggio.
Valore del territorio agricolo
per la tutela della biodiversità
di Paola Longo
il titolo
del convegno, organizzato dalla
Dirigente Scolastica dell’Istituto
Tecnico
Agrario “E. Sereni”, prof.ssa Patrizia Marini, che si è svolto il giorno
9 maggio 2008 presso la sala convegni dei Padri Monfortani in Via
Prenestina 1391 - 00132 Roma che,
grazie alla tematica di grande attualità, ha visto una grande adesione da parte degli alunni, del personale insegnante e di ospiti operanti nel settore agricoltura.
Il convegno, dopo il saluto e l’introduzione ai lavori della prof.ssa
Patrizia Marini, si è articolato in
tre parti.
Nella prima parte, il prof. Bernardino Romano, docente di analisi,
valutazione ambientale e pianificazione territoriale della Facoltà
di Ingegneria Ambiente e Territorio e Scienze Ambientali Università de L’Aquila, ha illustrato e
chiarito le strategie per il recupero
di terreno coperto da manufatti
abbandonati e non più produttivo.
Questa strategia consente di evitare la continua erosione di terreno agrario da parte di utilizzatori
non addetti all’agricoltura, inducendoli a prediligere e pianificare
aree già adibite a costruzioni e/o
È
Perito Agrario 3/2008
in alternativa a utilizzare delle
nuove aree ma liberare e riportare
sotto la tutela agricola aree abbandonate. La futura pianificazione territoriale Italiana rappresenta
per il comparto agricolo un serio
pericolo, che occorre evitare adottando appunto quelle strategie individuabili nella relazione del
prof. Bernardino Romano.
L’intervento del dott. Raniero
Maggini, presidente del WWF Lazio, ci ha riportato alla scoperta di
un mondo che tutti vorrebbero
possedere o almeno viverlo, un
mondo in cui ognuno di noi deve
contribuire per renderlo ancora
più libero e soprattutto lasciarne
un pezzo incontaminato per i nostri figli; d’altronde il lavoro che il
WWF sta facendo per le future
generazioni è encomiabile eppure
a volte non è apprezzato o addirittura è poco considerato.
Il dott. Michele Condotti, Direttore Generale WWF Italia, ha affrontato un tema importante per
l’ambiente: l’agricoltura è davvero
superata? Oggi si sa che spesse
volte fare agricoltura (coltivare
un frutteto, un orto, un erbaio) ha
un impatto diverso nei riguardi
dell’ambiente, un impatto che non
sempre si risolve in modo positivo (depauperamento delle risorse, impoverimento del suolo, inquinamento da presidi sanitari,
prosciugamento delle falde idriche ecc.), eppure, l’agricoltore è
comunque il primo e più impor-
25
ISTITUTO TECNICO AGRARIO
tante operatore a livello ambientale. Un agricoltore responsabile
è un corretto operatore ecologico,
un agricoltore ignorante (che
ignora), è un operatore poco corretto ed è il primo a pagarne le
conseguenze.
Ha chiuso la prima parte del Convegno l’intervento del prof. Francesco SACCARDO del Dipartimento di Produzione Vegetale,
Sviluppo di Sistemi e Metodi di
Produzioni Sostenibili in Orticoltura dell’Università degli Studi
della Tuscia Viterbo.
L’intervento, ricco di contenuti,
ha illustrato in modo dettagliato
l’importanza dell’innesto nelle
piante orticole. Tale moltiplicazione vegetale (agamica), consente
di utilizzate il porta innesto (la
parte di pianta che svolge funzioni
edafiche e di assorbimento dell’acqua e Sali disciolti), molto resistente a determinati funghi e
parassiti e, il gentile (la parte di
pianta che svolge le funzioni di
fotosintesi e la produzione dei
frutti) molto produttiva. I risultati
ottenuti e illustrati sul melone, sia
dal punto di vista colturale che
dal punto di vista economico sono stati veramente interessanti e,
tale interesse è dovuto non solo al
risparmio dei trattamenti con i
presidi sanitari, ma anche al non
inquinamento del terreno da parte dei prodotti di sintesi. Dal punto di vista colturale, il gentile si
mostrava vigoroso e molto produttivo e, la produzione aveva
delle caratteristiche organolettiche superiore alla pianta gentile
originaria. D’altronde si sa che se
una pianta non soffre, i frutti sono migliori e più gustosi di quelli
prodotti da una pianta sofferente.
La ripresa del dibattito ha visto
protagonisti le associazioni di categoria, le quali in nome dei produttori hanno voluto esprimere ai
futuri tecnici le loro preoccupazio-
26
ni per un’agricoltura che deve contribuire a valorizzare la biodiversità e che fa ancora poco.
Il dott. Toni De Amicis, Direttore
della Coldiretti Lazio, ha illustrato
e il concetto della valorizzazione
del territorio agricolo. Un suo
esempio sul parco dell’Appia ha
chiarito l’importanza dell’agricoltore e della sua opera per la conservazione dei reperti storici e
della loro valorizzazione sia dal
punto di vista architettonico , ambientale ed economico. Questo tipo di agricoltura “di qualità”, prevede però anche un operatore di
qualità, imprenditore qualificato
e capace di utilizzare la propria
cultura, metterla a disposizione
della comunità e ricavarne un tornaconto economico molto importante.
La dott.ssa Carmen Colorerà, vice Presidente CIA Roma ha illustrato il tema dell’Agricoltura sociale a tutela della Biodiversità.
Inizialmente l’argomento era difficile da interpretare, successivamente invece ci si è resi conto
dell’importanza del discorso sociale; anche chi è stato meno fortunato di noi ha diritto a vivere
una propria vita e soprattutto
può e deve contribuire a tutelare
la biodiversità.
A questo punto sorgeva spontanea
la domanda “cosa ha fatto in questi
anni L’Istituto Tecnico Agrario “E.
Sereni” di Roma, per migliorare e
aiutare il territorio e, cosa ha offerto ai futuri tecnici, oltre alla base culturale degli studi del corso
del Perito Agrario?
La risposta a questi interrogativi
ha provato a darla il Presidente dei
Periti Agrari e dei Periti Agrari
Laureati della provincia di Roma,
Vincenzo Santoro, il quale ha contribuito sia come tecnico, sia come
insegnante. Il suo intervento ha visto prima un approccio diretto a
quello che era ed è l’agricoltura
biologica e successivamente l’applicazione delle sue tecniche all’azienda agraria annessa all’ITAS
Sereni. Nell’intervento è valorizzato il Reg. CEE 2092/91, il quale per
la priva volta premiava l’agricoltore che applicava a tutta la sua
azienda la tecnica di produzione
biologica; questa metodologia contribuì anche in Italia ad un avvicinamento e ad una seria sperimentazione di queste tecniche. Occorre
tener presente che il metodo di
produzione biologico è un sistema
di gestione dell’impresa agricola
caratterizzato, come rivisitato dal
Regolamento, da un insieme delle
tecniche agronomiche fondate sulPerito Agrario 3/2008
ISTITUTO TECNICO AGRARIO
le naturali interazioni tra organismi viventi, pedoclima e azione
dell’uomo e che escludono l’impiego di prodotti chimici di sintesi”. Si tratta di un sistema produttivo, spesso assai sofisticato, che
mette al primo posto non la produzione fine a se stessa (produrre il
più possibile), ma la produttività
nella salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente in cui vive.
Alla fine del millennio è emanato
il REG (CE) N. 1804 / 1999 che si
occupa del benessere degli animali. A partire da gennaio 2009
entrerà in vigore il Reg. CE n.
834/2007 del consiglio del 28 giugno 2007, relativo ai prodotti biologici e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il
Reg. CE n. 2092/91. L’esperienza
del relatore portava a dire che il
tecnico, svolge attualmente e ancor più svolgerà in seguito, un
ruolo importantissimo nell’applicazione del regolamento, perché
sulla base degli obiettivi e principi
della produzione biologica è l’unica figura sia nell’applicazione
delle norme stesse, sia per la salvaguardia delle produzioni e
quindi del suo lavoro.
Per il consumatore, la garanzia che
si trova davanti ad un prodotto
proveniente da agricoltura bioloPerito Agrario 3/2008
gica è data dall’etichettatura come
biologico, la quale è consentita solo a chi realmente produce in modo biologico.
Cosa ha fatto la scuola in questi
anni?
Dopo aver illustrato le caratteristiche dell’azienda agraria annessa
all’Istituto, la quale presenta una
SAT DI Ha 30.17.60 ed una SAU
di Ha 24.45.69 è così coltivata:
Ha 14.51.75 seminativo/ortaggi;
Ha 1.06.00 oliveto da olio e da tavola (le prime non ancora in produzione)
Ha 8.82.94 VIGNETO (-2.00.00
circa)
HA 0.05.00 pescheto e frutti vari.
La risposta è stata: il primo grande
successo è quello inerente l’ottima
qualità della vita di tutti noi che
operiamo all’interno dell’Istituto
(non siamo a contatto con presidi
sanitari di sintesi), viviamo un ambiente sano non inquinato; siamo
più liberi da vincoli e problematiche di igiene chimica e, se gli alunni durante la vendemmia mangiano un grappolo di uva, lo stesso
senz’altro non è portatore di sostanze inquinanti o/e residuali di
principi attivi provenienti dai trattamenti subiti dalla pianta; il secondo grande successo è quello di
aver dimostrato che nonostante le
limitazioni degli interventi a base
di presidi sanitari di sintesi, l’agricoltura biologica può essere per
molte colture agrarie una felice
realtà, realtà che ha visto, i nostri
prodotti, protagonisti anche in gare
difficili e con concorrenti molto
più blasonati di noi.
Oltre all’agricoltura biologica, l’Istituto è protagonista di una bella
iniziativa che vede in prima linea
l’impegno dei docenti, tra cui la
prof.ssa Elisabetta Resini e il prof.
Giacomo Mazzon, come anche i
tecnici, in cui è stato affrontato il
restauro del Giardino Storico all’italiana di Villa Falconieri. È un
esperienza faticosa, ma che arricchisce chi la gestisce e chi realmente opera e rappresenta per i
futuri Periti Agrari, un esperienza
formativa importante.
La terza parte, oltre ai ringraziamenti della Dirigente, ha visto la
premiazione di diversi alunni che
hanno saputo ben rappresentare la
nostra scuola in gare di cultura e di
abilità, anche importanti, con produzione di un filmato su un canto
della divina commedia ambientata nel contesto agreste.
È stata una manifestazione in cui
la scuola ha provato a fare il lavoro
di scuola ed ha fatto bene alla
scuola.
27
ISTITUTO TECNICO AGRARIO
9° Congresso Europeo
per le scuole viticolo-enologiche
di Silvia Ceschini
ltre 200 delegati in rappresentanza di 44 istituti provenienti da otto stati europei
hanno partecipato dal 14 al 16 maggio all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige al 9° Congresso della Rete europea delle scuole specializzate in viticoltura ed enologia.
Studenti, docenti e presidi arrivati
appositamente da Italia, Austria,
Francia, Germania, Slovenia, Spagna, Svizzera ed Ungheria: tante
bandiere, tanti colori, per un evento che ha registrato un vero e proprio record di partecipazione.
L’appuntamento, a cadenza biennale, succede a “Bordeaux 2006” e
O
28
“Balatonfuered 2004” ed è stato
organizzato dall’Istituto Agrario
con il patrocinio della Provincia
autonoma di Trento, la collaborazione del Consiglio provinciale e
delle azione vitivinicole del territorio.
“L’Istituto di San Michele è stato
scelto per ospitare questo evento
di portata europea” ha spiegato il
presidente dell’Istituto Agrario,
Giovanni Gius. La Rete delle
scuole enologiche, fondata nel
1990, a Beaune, in Francia, su iniziativa di alcuni presidi e operatori
scolastici del settore, si propone di
collaborare in diversi campi, scam-
biare esperienze didattiche e di ricerca, supportarsi nel reperire tirocini pratici in ogni parte d’Europa.
“Nei suoi 18 anni di attività la rete
ha visto crescere gli istituti aderenti, in rappresentanza di tutti gli stati europei in cui si coltiva la vite”. Il
presidente Gius ha poi aggiunto
che “il Centro Scolastico di San
Michele ha già attivato una serie di
convenzioni e gemellaggi con alcune scuole tedesche e francesi, ma
sarebbe auspicabile definire un
protocollo comune a tutte le scuole nel quale siano contemplati almeno i principali aspetti didattici e
professionali e dove potrebbero
Perito Agrario 3/2008
ISTITUTO TECNICO AGRARIO
trovare spazio altri temi di grande
importanza, non ultimi quelli relativi alla sicurezza nei diversi ambienti di lavoro e gli aspetti culturali che si estrinsecano nella gastronomia, nell’artigianato e in altre tradizioni del territorio in cui
opera la scuola”.
La prima giornata del congresso è
stata dedicata al convegno “Tradizione e innovazione in viticoltura
ed enologia” dove sono intervenuti autorevoli esperti provenienti
dalle principali università italiane.
Moderato dal direttore generale
dell’Istituto Agrario, Alessandro
Dini, il convegno ha visto partecipare Attilio Scienza, docente di viticoltura dell’Università degli studi
di Milano, Cesare Intrieri, docente
di viticoltura presso l’Università di
Bologna, Davide Gaeta, dell’Università di Verona, Vincenzo Gerbi
dell’Università di Torino e Francesco Spagnolli, docente al corso di
laurea in viticoltura ed enologia
attivato dal Consorzio interuniversitario a cui partecipa l’Istituto di
San Michele. “L’uso dei contrari –
Perito Agrario 3/2008
ha detto il prof. Scienza – è oggi alla base della dialettica comunicativa dei media che parlano di vino:
vitigni autoctoni contro vitigni internazionali, barrique contro botte grande, lieviti spontanei contro
lieviti selezionati, vini etici contro
vini tradizionali, viticoltura meridionale contro viticoltura settentrionale, vini da vitigno contro vini di territorio.Tra queste contrapposizioni, quella che vede il confronto tra tradizione ed innovazione è certamente la più pregnante
di significati, la più ricca di implicazioni applicative nell’universo
del vino europeo”.
La seconda giornata ha previsto
visite tecniche alle aziende vitivinicole del territorio trentino, mentre l’incontro con le istituzioni politiche ed economiche del Trentino
ha chiuso l’evento. Il presidente
del Consiglio provinciale, Dario
Pallaoro, e il presidente della Camera di Commercio, Adriano Dalpez, hanno incontrato i docenti e
studenti delle scuole europee. Diverse le iniziative collaterali, come
la mostra bibliografica e fotografica allestita nell’atrio della scuola
dove sono state esposte le più importanti opere di viticoltura ed
enologia appartenenti al fondo
storico dell’Istituto che contiene
1310 monografie e 163 periodici.
Il congresso, organizzato da Walter
Eccli, responsabile delle Relazioni
esterne Iasma, è stata l’occasione
per inaugurare la vetrina RESEE:
la bacheca enologica contenente
44 bottiglie rappresentative delle
scuole partecipanti con la “Vitis vinifera”, l’opera in rame soffiato
realizzata da Mastrosette. Ma non
è tutto. Hanno allietato l’evento le
dimostrazioni degli antichi mestieri a cura del gruppo folcloristico
“Come eravamo” di Cimone e di
alcuni studenti dell’Istituto Agrario, il concorso enologico con i vini
delle scuole europee, l’esibizione
del Coro Croz Corona e della giovane orchestra dell’Istituto Agrario, lo spettacolo della scuola di
danza Renate Kokot di Egna e di
arte danza di Trento, e molte altre
iniziative ancora.
29
ISTITUTO TECNICO AGRARIO
Le collaborazioni tra scuole. In cinquant’anni 2000 tirocini. Il primo è
datato 1959
“Il congresso che si è svolto a San
Michele ha consentito di rinsaldare
la forte collaborazione che esiste ormai da decenni tra l’Istituto Agrario
e alcuni di queste scuole e che si concretizza con scambi didattici e tiroci-
ISTITUTI TECNICI AGRARI CHE HANNO PARTECIPATO
Austria
• Weinbauschule Eisenstadt - 7000 Eisenstadt
• Landwirtschaftliche Fachschule Krems 3500 Krems
• Fachschule Silberberg - 8430 Leibnitz
Francia
• Legta D’avize - Avize
• Legta Bergerac - Monbazillac
• Lycée Charlemagne - 11000 Carcassonne
• Lycée Agricole Et Viticole D’orange - 84100
Orange
• Lpa Riscle - Lycée Professionnel Agri-Viticole - Riscle
• Eplea De Rouffach - Rouffach
• Ecole De Viticulture Et D’œnologie La Tour
Blanche - Bommes
• Cfa / Cfppa Beaune - Beaune
• Legta D’hyeres - Hyeres
• Legta De Bordeaux - Blanquefort
• Lycée Agricole De Tours - Fondettes
Francia
• Staatliche Lehr- Und Versuchsanstalt Für
Wein- Und Obstbau Weinsberg (Lvwo) Weinsberg
• Staatliche Technikerschule Für Weinbau
Und Gartenbau - Veitshöchheim
• Fachschule Für Weinbau - Bad Kreuznach
• Slfa Neustadt - Neustadt
• Fachschule Für Landwirtschaft - Breisach
• Christiane-Herzog-Schule - Heilbronn-Böckingen
• Dienstleistungszentrum Rh-N-H - Oppenheim
Italia
• I.T.C.G. Luigi Einaudi- Alba (Cn)
• I.S.I.S.S. “G.B. Cerletti” - Conegliano (Tv)
• Istituto Tecnico Agrario Statale “Bettino Ricasoli” - Siena
30
• Istituto Tecnico Agrario “F. De Sanctis” - Avellino Istituto Tecnico Agrario Statale “Paolino
D’aquileia” - Cividale Del Friuli (Ud)
• Istituto Tecnico Agrario Statale “Celso Ulpiani”
- Ascoli Piceno
• Istituto Tecnico Agrario “Emilio Sereni” - Roma
• Istituto Tecnico Agrario “Basile Caramia” - Locorotondo
• Istituto Istruzione Superiore “Umberto I” Alba
(Cn)
• Fachschule Für Obst-, Wein- Und Gartenbau
Laimburg - Auer
• Istituto Tecnico Agrario - Fem / Iasma - San
Michele all’ Adige (Tn)
Slovenia
• University Of Nova Gorica School Of Viticulture And Enology - Nova Gorica
Spagna
• Escola De Viticultura I Enologia Mercè Rossell
I Domènech - Sant Sadurní D’anoia
I.E.S. Escuela De La Vid E Industrias Lacteas Madrid Centre De Capacitació Agrària De
Gandesa - Gandesa (Catalogna)
• Cifp A Granxa - Ponteareas
Svizzera
• Ecole Cantonale D’agriculture De Châteauneuf - Sion (Chateauneuf)
• Agrilogie Marcelin - Morges
• Ecole D’ingenieurs De Changins - Nyon
Ungheria
• Teleki Zsigmond SzakképzŒ Iskola - Villány
Fvm Vidékfejlesztési Képzési És Szaktanácsadási Intézet - Budapest
• Széchényi Ferenc Kertészeti SzakképzŒ Iskola És Kollégium - Balatonfüred
• Bce Soos Istvan Boraszati Es - Budapest
Egri MezŒgazdasági Iskola - Eger
ni pratici per gli studenti dell’ultimo
anno di corso e per i neodiplomati.
Dal 1958, primo anno di attivazione
dell’Istituto tecnico agrario, ad oggi
sono 2000 gli studenti che hanno
partecipato ai tirocini su un totale di
oltre 2500 diplomati”. Parole del dirigente del Centro scolastico Iasma,
Marco Dal Rì, che presenta una lunga carrellata di collaborazioni.
Il primo tirocinio didattico (tra i primi anche in Italia) risale al 1959 ed è
quello che lega l’Istituto di San Michele con le scuole di agricoltura dell’Allgäu, in Germania. E quest’anno
si celebra la 49esima edizione di questa esperienza che ha coinvolto fino
ad oggi più di 1500 studenti, una tra
le iniziative formative all’estero più
consolidate, avviata quando presidente dell’Istituto Agrario era Bruno Kessler.Accanto al soggiorno lavorativo nelle moderne stalle dell’Allgäu (Baviera), vanno ricordati i
tirocini pratico-linguistici con la
scuola professionale di Forchheim,
Weinsberg, Rotholz,Wiesbaden, ma
anche con le scuole del Galles e della
Francia. Buoni sono i rapporti anche
con le scuole di Porec-Parenzo, Balatonfuered, Oppenheim, Gleisdorf,
Klosterneuburg, t’Vanck (Olanda),
Bytom (Polonia).
La formazione viticolo-enologica di
San Michele
Nel settore della viti-enologia l’Istituto di San Michele opera a diversi
livelli,compreso quello universitario.
Dal corso per enotecnici, attivo da
l959, che porta al titolo di perito
agrario specializzato in viticoltura ed
enologia al corso di laurea in viticoltura ed enologia, per il conseguimento del titolo di enologo, realizzato in collaborazione con la Fachhochschule di Wiesbdaden-Geisenheim, l’Università degli Studi di Udine e di Trento; dalla formazione professionale e aggiornamento degli addetti del settore viticolo-enologico al
master in scienze della grappa.
Perito Agrario 3/2008
CONFERENZE
Il censimento Nazionale
dei fabbricati non dichiarati e dei fabbricati
che hanno perso i requisiti di ruralità.
Obblighi ed opportunità per la regolarizzazione
l Convegno, ha precisato il Per.
Agr. Francesco Possenti, Presidente del Collegio dei Periti
Agrari e dei Periti Agrari Laureati
di Bergamo, segue le iniziative dell’Agenzia del Territorio che ha avviato su tutto il territorio Nazionale
l’attività di controllo per individuare
i fabbricati non dichiarati tramite
l’identificazione dell’area ed incrocio delle informazioni presenti sulle
banche dati.
Per i proprietari o per i titolari di diritti reali su un immobile mai dichiarato al catasto o che ha subito
modifiche non registrate, continua
Possenti, è una opportunità per
mettersi in regola e per questo il
Convegno intende presentare le novità operative introdotte e fornire
indicazioni utili per la regolarizzazione dei fabbricati “nascosti”.
Il Per. Agr. Andrea Bottaro, Presidente del Collegio Nazionale dei
Periti Agrari e dei Periti Agrari
Laureati, ha coordinato i lavori
puntualizzando come il CNPA abbia risposto con grande disponibilità
alla richiesta degli organizzatori in
quanto il momento è propizio per
I
Perito Agrario 2/2008
Treviglio (Bg)
Auditorium
della Cassa Rurale
24 giugno 2008
affrontare questo argomento di
grande attualità e che, per la significativa presenza dei Periti Agrari, è
giusto che la Categoria continui a
portare il proprio contributo ad una
platea che ha risposto con una presenza importante di Imprenditori
Agricoli, Tecnici Periti Agrari (venuti anche da Milano e Como),
Geometri e Dottori Agronomi e
Forestali. Ha partecipato anche il
Cons.Angelo Orsini.
Vivere a fianco degli agricoltori significa percepirne le esigenze e proporre soluzioni e per questo è significativa anche la feconda collaborazione organizzativa della Coldiretti
di Bergamo che, con il Presidente
Dr. Giancarlo Colombi, ha aperto i
lavori ricordano come l’Agenzia del
Territorio ha previsto l’individua-
zione di 600.000 fabbricati sconosciuti al catasto e di 1.320.000 fabbricati per cui è venuto meno il requisito soggettivo per la ruralità e
dunque il fenomeno c’è ed è rilevante e per questo, anche a seguito
dell’ art. 2, comma 36, D.L. 3 /10/
2006, n. 262 che ha introdotto nuove
modalità per l’individuazione e l’accatastamento dei fabbricati non dichiarati in catasto e degli immobili
che hanno perso i requisiti per il riconoscimento della ruralità ai fini fiscali si prevede che verrà compiuta
una serie di indagini che nel periodo
che va dal 2007 al 2009 coprirà il
100% del territorio sia per i fabbricati ex rurali che per quelli mai censiti. E dunque, continua Colombi, è
opportuno che gli agricoltori prendano coscienza del momento che
prevede attenzione verso le richieste che le norme impongono e le ottemperino rispettando la tempistica
imposta.
Il Coordinatore, nel ricordare che
quello che preoccupa non è solo il
riferimento ai fini fiscali, all’obbligatorietà o alla paura delle sanzioni, ma anche, all’interesse individua-
31
CONFERENZE
le che l’imprenditore agricolo ha affinché questi fabbricati nascosti siano regolarizzati.
E richiama l’esempio di ISMEA
che quando apre le pratiche per la
formazione della piccola proprietà
contadina è costretta a risolvere i
problemi legati ai fabbricati non
censiti, da sanare ecc. e quindi la
tempistica si dilata enormemente a
danno dell’agricoltore stesso.
Considerato che ormai la tecnologia si interfaccia con le banche dati a
disposizione dell’Agenzia del Territorio - di Agea - Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Anagrafe Tributaria - Infocamere ecc., grazie anche all’uso delle immagini territoriali, è più facile l’identificazione dei fabbricati non dichiarati, in
tutto o in parte, in catasto e quindi
tutto ciò impedisce di nasconderli
ancora.
Continua Bottaro, che è dunque necessario, acquisire la mentalità del
“dover fare perché è necessario e
conveniente fare” e quindi, è opportuno cercare di capire quali sono le
richieste da soddisfare ed i passi da
seguire, dal punto di vista tecnico.
Per fare chiarezza sui procedimenti,
interviene il Per.Agr. Roberto Pierini, delegato di settore del CNPA,
che, dopo un richiamo alle manifestazioni, che nel periodo marzo/maggio di questo anno hanno visto l’Agenzia del Territorio assieme alle Organizzazioni sindacali dell’Agricoltura, Coldiretti, CIA e Confagricoltura, congiuntamente ai Collegi dei
Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali e all’Ordine degli Architetti, percorrere il territorio nazionale per tenere incontri informativi sulla tematica, ha diviso la sua relazione in due parti.
Nella prima ha trattato il tema visto
dalla parte dell’Agenzia del Territorio con i riferimenti normativi che
hanno attivato tali controlli e procedure attuative dei medesimi, la seconda vista da parte del Professio-
32
nista e delle attività che questo deve
svolgere nell’opera di assistenza alla
committenza.
Il Relatore ha quindi evidenziato il
percorso che ha compiuto l’Agenzia del Territorio per l’individuazione delle particelle con fabbricati
non presenti nella cartografia catastale, e che, dal prossimo autunno,
proseguirà per la seconda fase per
quelle province non ancora interessate, fra le quali anche quella di Bergamo interessata fino ad ora solo
parzialmente. La verifica tecnica
sulla base di cartografia vettoriale
numerica del territorio e di ortofoto
a colori di risoluzione 50 cm, del
2007, sovrappone queste elaborazioni con la cartografia catastale ed
esegue un “fine adjustment” individuando così i fabbricati non presenti nella cartografia catastale.
L’Agenzia del Territorio, dopo aver
effettuato i controlli di qualità, incrocia i dati forniti da Agea con le
altre banche dati catastali ed individua le particelle con fabbricati non
censiti, da quelli già presenti negli
archivi amministrativo censuari.
L’elenco così ottenuto viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale, presso i
comuni interessati e presso le sedi
dell’Agenzia del Territorio, e le particelle con fabbricati sconosciuti al
catasto sono a disposizione dei proprietari che, senza però averne avuta comunicazione diretta, devono
provvedere a dichiararli mediante
gli atti professionali (catastali ed
amministrativi) che il Tecnico abilitato dovrà porre in essere.
Similarmente, sulla base degli incroci dei dati delle varie banche dati,
vengono individuati i fabbricati che
hanno perso i requisiti di ruralità.
Il mancato adempimento agli obblighi entro il termine di 7 mesi da tale
pubblicazione, comporterà la predisposizione in surroga dell’accatastamento dell’immobile da parte degli
uffici provinciali dell’Agenzia del
Territorio, con oneri tecnici, a cari-
co del soggetto inadempiente, delle
dichiarazioni redatte ai sensi del regolamento di cui al decreto del ministro delle finanze 19 aprile 1994,
n. 701 e alla notifica dei relativi esiti.
Le sole sanzioni catastali per mancato accatastamento vanno da €
258,00 a € 2.066,00 con possibilità di
ravvedimento operoso, a cui si dovranno aggiungere i rilevanti oneri
per l’azione di Ufficio.
Nella seconda parte dell’intervento
è stato trattato l’aspetto relativo al
professionista coinvolto dal proprio
committente a verificare la posizione dell’immobile.Tale parte riprende la posizione congiunta dei Collegi interessati alle manifestazioni, di
cui in premessa, anche grazie al lavoro di base svolto dal Geom. Bruno Razza.
L’intervento del Tecnico abilitato
all’accatastamento dei fabbricati,
inizia con la verifica della obbligatorietà dell’atto mediante l’accertamento dei requisiti sia, che si tratti
di fabbricati mai accatastati, che di
quelli, che hanno perso il requisito
di ruralità e, per i fabbricati strumentali all’attività agricola, l’effettivo utilizzo.
Dopo questo primo esame il Tecnico utilizzando tutti gli strumenti a
disposizione ritraibili dagli archivi
presso gli uffici provinciali dell’agenzia, o anche dalle banche dati
dal sito internet dell’Agenzia, provvede alla predisposizione della documentazione necessaria all’accatastamento.
In questa fase, assume importanza,
anche l’onere che il Tecnico ha nel
fornire la più completa informazione al committente, su quanto è obbligatorio ad attuare, al fine, di ottemperare alle normative vigenti ed
avere il rapporto di corrispondenza
tra edificato – assentito – accatastato, assumendosi la responsabilità in
qualità di redattore degli atti di aggiornamento per l’accatastamento
di tutti gli elementi che vengono inPerito Agrario 2/2008
CONFERENZE
seriti nella banca dati dell’amministrazione.
Dopo aver evidenziato le reali difficoltà operative che il professionista per conto della committenza deve affrontare, in particolare sugli
aspetti urbanistici ove l’immobile
non possa essere regolarizzato,
mancando anche un norma di collegamento fra l’aspetto catastale e
quello edilizio, il relatore si sofferma poi in particolare sugli aspetti legati alle tipologie edilizie dei fabbricati rurali dismessi, dove il quadro
tariffario delle categorie e classi del
Catasto Fabbricati non trova assolutamente corrispondenza. Per questo si dovrebbe valorizzare maggiormente l’utilizzo della categoria
deve rivolgersi con fiducia al proprio Tecnico che, con scienza e coscienza, elaborerà il migliore progetto di adeguamento catastale.
È intervenuto il Dr. Luigi Carrara,
Membro del CDA della Cassa Rurale che, in qualità di padrone di casa, nell’apprezzare il contenuto del
Convegno sia nell’attualità del tema
che nel merito, ha ricordato lo stretto legame che esiste tra l’Istituto di
Credito da lui rappresentato e l’imprenditoria agricola ed ha espresso
la certezza di ottimi risultati dagli
odierni lavori.
Ha preso la parole il Dr. Luigi Pisoni Assessore Provinciale all’Agricoltura ribadendo l’attenzione che,
nella sua veste istituzionale, dedica
Possenti, Bottaro, Colombi, Pierini
A/6 per quegli immobili abitativi
non più utilizzabili senza i necessari
lavori edilizi di adeguamento. Come
del resto si dovrebbe poter utilizzare sempre la classificazione in categoria D/10 per gli immobili strumentali all’agricoltura, anche se dismessi ma conservanti la tipologia
originaria.
Il Coordinatore, nell’esprimere apprezzamento per l’ampia ed esaustiva relazione del Per.Agr. Roberto
Pierini, ricorda che in questa delicata fase di aggiornamento del Catasto, conscio della obbligatorietà dell’eventuale adeguamento dello status del fabbricato, il committente
Perito Agrario 2/2008
alla problematica in discussione e,
grazie ai lavori che sta seguendo
con grande interesse, sta apprezzando nel suo trattare a 360° l’argomento. Nell’augurare buon lavoro
riafferma la disponibilità della Provincia di Bergamo a supportare ulteriori similari iniziative.
Continua Bottaro ricordando che,
al fine civilistico, che garantisce la
tracciabilità della vita di un immobile, segue quello fiscale che, deve
essere ben determinato e coerente
con l’utilizzo dell’immobile, in
quanto, da questo discendono molte
delle incombenze future sull’immobile che, se strumentale alla attività
agricola, deve essere qualificato nei
requisiti di ruralità fiscale ex articolo 2135 del codice civile.
Prende la parola il Per. Agr. Franco
Possenti per esporre la relazione
che, incentrandosi sull’analisi delle
principali norme che regolano la
materia, ricorda di come, ai fini fiscali, si deve riconoscere il carattere di ruralità alle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento
dell’attività agricola e che pertanto,
a mente del D.M. n. 28/1998 “ Regolamento recante norme per la costituzione del catasto dei fabbricati” i
fabbricati, che sono sottoposti ad
obbligo di accatastamento nel nuovo catasto urbano, risultano essere
quelli:
• di nuova costruzione, se costruiti
dopo l’11/3/1998;
• già censiti al catasto dei terreni se
variati dopo l’11/3/1998;
• che hanno perso i requisiti di ruralità.
A meno di una ordinaria autonoma
suscettibilità reddituale, non sono
sottoposti a tale obbligo:
• i manufatti con superficie coperta
inferiore a 8 metri quadri;
• le serre adibite alla coltivazione e
protezione delle piante sul suolo
naturale;
• le vasche per l’acquacoltura;
• i manufatti isolati privi di copertura;
• le tettoie, porcili, pollai ecc. di altezza utile inferiore a 1,80 mt, purché di volumetria inferiore a 150
mc;
• i manufatti precari, privi di fondazione, non stabilmente infissi al
suolo.
Mentre per quanto attiene ai “Requisiti di ruralità fiscale dei fabbricati ad uso abitativo di cui all’Art. 9,
comma 3 del D.L. n. 557 /93 - D.P.R.
139/98,Testo in vigore dal 1° dicembre 2007, dopo le modifiche apportate dall’art. 42 bis, D.L. n. 159/07, in
legge 222/07, ai fini del riconoscimento della ruralità degli immobili
agli effetti fiscali, i fabbricati o por-
33
CONFERENZE
zioni di fabbricati destinati ad edilizia abitativa devono soddisfare le
seguenti condizioni:
a) il fabbricato deve essere utilizzato
quale abitazione:
1. dal soggetto titolare del diritto
di proprietà o di altro diritto
reale sul terreno per esigenze
connesse all’attività agricola
svolta;
2. dall’affittuario del terreno stesso o dal soggetto che con altro
titolo idoneo conduce il terreno a cui l’immobile è asservito;
3. dai familiari conviventi a carico dei soggetti di cui ai numeri
1) e 2) risultanti dalle certificazioni anagrafiche; da coadiuvanti iscritti come tali a fini
previdenziali;
4. da soggetti titolari di trattamenti pensionistici corrisposti
a seguito di attività svolta in
agricoltura;
5. da uno dei soci o amministratori delle società agricole di cui
all’ articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99,
aventi la qualifica di imprenditore agricolo professionale;
6. (i soggetti di cui ai numeri 1),
2) e 5) della lettera a) devono
rivestire la qualifica di imprenditore agricolo ed essere iscritti nel registro delle imprese di
cui all’ articolo 8 della legge 29
dicembre 1993, n. 580).
b) il terreno cui il fabbricato è asservito deve avere superficie non
inferiore a 10.000 metri quadrati
ed essere censito al catasto terreni con attribuzione di reddito
agrario. Qualora sul terreno siano praticate colture specializzate
in serra o la funghicoltura o altra
coltura intensiva, ovvero il terreno è ubicato in comune considerato montano ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 31 gennaio 1994, n. 97, il suddetto limite
viene ridotto a 3.000 metri quadrati;
34
c) il volume di affari derivante da
attività agricole del soggetto che
conduce il fondo deve risultare
superiore alla metà del suo reddito complessivo, determinato
senza far confluire in esso i trattamenti pensionistici corrisposti a
seguito di attività svolta in agricoltura. Se il terreno è ubicato in
un comune considerato montano
ai sensi della citata legge n. 97 del
1994, il volume di affari derivante
da attività agricole del soggetto
che conduce il fondo, deve risultare superiore ad un quarto del
suo reddito complessivo, determinato secondo la disposizione
del periodo precedente. Il volume d’affari dei soggetti che non
presentano la dichiarazione ai fini
dell’IVA, si presume, pari al limite massimo previsto per l’esonero
dall’ articolo 34 del decreto del
Presidente della Repubblica 26
ottobre 1972, n. 633;
d) i fabbricati ad uso abitativo, che
hanno le caratteristiche delle unità immobiliari urbane appartenenti alle categorie A/1 ed A/8,
ovvero le caratteristiche di lusso
previste dal decreto del Ministro
dei lavori pubblici 2 agosto 1969,
adottato in attuazione dell’articolo 13 della legge 2 luglio 1949,
n. 408, non possono comunque
essere riconosciuti rurali.
Si tratta di:
1. abitazioni realizzate su aree
destinate dagli strumenti urbanistici a “ville”,“parco privato”
o qualificate come “di lusso”;
2. case con superficie complessiva superiore a 200 mq e pertinenza scoperta di oltre 6 volte
l’area coperta;
3. singole unità immobiliari aventi superficie complessiva superiore a 240 mq (esclusi balconi,
terrazze, cantine, soffitte, etc.);
4. abitazioni unifamiliari dotate
di piscina con una superficie
superiore a 80 mq.;
5. ubicazione – Fermi restando i
requisiti previsti dal comma 3
(ruralità abitativa) si considera
rurale anche il fabbricato che
non insiste sui terreni cui l’immobile è asservito, purché entrambi risultino ubicati nello
stesso comune o in comuni
confinanti;
6. utilizzo congiunto – Nel caso in
cui l’unità immobiliare sia utilizzata congiuntamente da più
proprietari o titolari di altri diritti reali, da più affittuari, ovvero da più soggetti che conducono il fondo sulla base di un
titolo idoneo, i requisiti devono
sussistere in capo ad almeno
uno di tali soggetti;
7. pluralità di immobili – Qualora sul terreno sul quale è svolta
l’attività agricola insistano più
unità immobiliari ad uso abitativo, i requisiti di ruralità devono essere soddisfatti distintamente;
8. più unità immobiliari utilizzate
stesso nucleo familiare – Nel
caso di utilizzo di più unità ad
uso abitativo, da parte di componenti lo stesso nucleo familiare, il requisito di ruralità dei
medesimi è subordinato, oltre
all’esistenza dei requisiti indicati al comma 3 art. 9 D.L. 557/93,
anche al limite massimo di 5 vaPerito Agrario 2/2008
CONFERENZE
ni catastali (o comunque 80
mq) per un abitante e di un vano catastale (o 20 mq) per ogni
altro abitante oltre il primo.
La consistenza catastale è definita
in base ai criteri vigenti per il catasto
dei fabbricati e prevede:
• Abitazioni non utilizzate – Non si
considerano produttive di reddito
dei fabbricati le costruzioni non
utilizzate, purché risultino soddisfatte le condizioni previste dal
comma 3 art. 9 D.L. 557/93 lettere:
a) il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione;
c) il terreno cui il fabbricato è asservito deve avere superficie
non inferiore a 10.000 metri;
d) il volume di affari derivante da
attività agricole del soggetto
che conduce il fondo;
e) i fabbricati ad uso abitativo, che
hanno le caratteristiche delle
unità immobiliari urbane appartenenti alle categorie A/1 ed
A/8;
• lo stato di non utilizzo deve essere comprovato da apposita autocertificazione con firma autenticata, attestante l’assenza di allacciamento alle reti dei servizi
pubblici di energia elettrica, dell’acqua e del gas.
3-bis.Ai fini fiscali deve riconoscersi carattere di ruralità alle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell’attività agricola di cui
all’ articolo 2135 del codice civile e
in particolare destinate:
a) alla protezione delle piante;
b) alla conservazione dei prodotti
agricoli;
c) alla custodia delle macchine agricole, degli attrezzi e delle scorte
occorrenti per la coltivazione e
l’allevamento;
d) all’allevamento e al ricovero degli animali;
e) all’agriturismo, in conformità a
quanto previsto dalla legge 20
febbraio, n.96;
f) ad abitazione dei dipendenti eserPerito Agrario 2/2008
centi attività agricole nell’azienda
a tempo indeterminato o a tempo
determinato per un numero annuo di giornate lavorative superiore a cento, assunti in conformità alla normativa vigente in materia di collocamento;
g) alle persone addette all’attività di
alpeggio in zona di montagna;
h) ad uso di ufficio dell’azienda
agricola;
i) alla manipolazione, trasformazione, conservazione, valorizzazione
o commercializzazione dei prodotti agricoli, anche se effettuate
da cooperative e loro consorzi di
cui all’ articolo 1, comma 2, del
decreto legislativo 18 maggio
2001, n. 228;
l) all’esercizio dell’attività agricola
in maso chiuso.
3-ter. Le porzioni di immobili di cui
al comma 3-bis, destinate ad abitazione, sono censite in catasto, autonomamente, in una delle categorie
del gruppo A.
Al termine della corposa relazione
del Per.Agr. Possenti, prende parola il Dr. Enrico Antignani, Presidente dell’Ordine Agronomi e Forestali di Bergamo, il quale, nel ringraziare per l’invito a partecipare
all’avvenimento esprime la delusione per non aver visto la Categoria
da lui rappresentata quale organizzatrice delle giornate di studio promosse dall’Agenzia delle Entrate
pur essendo i Dottori Agronomi e
Forestali tra i professionisti abilitati a redigere gli atti di aggiornamento catastale.
Il Presidente Bottaro conviene che
sarebbe stato meglio che tutte le
professioni fossero presenti nella fase organizzativa delle giornate di lavoro sui “fabbricati nascosti” ma
che in un primo momento solo i
Consigli Nazionali di Geometri e
Geometri Laureati, Periti Agrari e
Periti Agrari Laureati e Periti Industriali e Periti Industriali Laureati e
poi degli Architetti, hanno aderito
alla richiesta di collaborazione organizzativa pervenuta dall’Agenzia
del Territorio.
È seguito un question times che ha
visto un Tecnico, Geometra, presente ai lavori porre domande attinenti
l’argomento cui il Cons. Pierini ha
risposto esaurientemente.
Il Presidente Bottaro ha concluso i
lavori affermando che i Periti Agrari non potevano ignorare le sollecitazioni che provenivano dal territorio e quindi, come sempre, hanno risposto con concretezza e, con l’evento convegnistico, hanno fornito
il contributo alla analisi della tematica fornendo spunti di riflessione
sulla - necessità – obbligatorietà e
convenienza a far emergere i fabbricati nascosti dall’ombra affinché
questi non rimangano più non visibili dal catasto.
L’ informazione è stata possibile
grazie all’azione del Collegio dei
Periti Agrari e dei Periti Agrari
Laureati di Bergamo al quale, nella
persona del Presidente Possenti, va
dato atto di essere stato attento alle
richieste di approfondimento che
provenivano dagli agricoltori e dai
tecnici, azione supportata dalla
competenza dei relatori che hanno
saputo sviluppare con dovizia di
particolari la tematica ad una Platea
che ha seguito con grande attenzione tutto l’evento.
35
CONVEGNI
Incontro di aggiornamento
per periti estimatori danni
causati da calamità naturali
con grado di rilevatori
l Comitato Interprofessionale Periti Estimatori Danni da Calamità
Naturali ha ritenuto, anche per tenere fede al proprio programma
triennale di attività 2006-2009 approvato dai Consigli Nazionali del
CONAF, CNG e CNPA, di continuare ad affrontare l’importante
aspetto della formazione ed aggiornamento dei periti estimatori danni
causati da avversità atmosferiche.
Ha, quindi, programmato il terzo incontro avente come tema il prodotto,
I
36
sicuramente tra i più assicurati, l’uva da vino.
Detto incontro che secondo le intenzioni del Comitato si sarebbe dovuto
svolgere nella terza decade di maggio si è tenuto, compatibilmente con
gli impegni d’istituto rispetto alle
sessioni di esami, presso la Facoltà di
Agraria dell’Università di Bari il
giorno sei giugno 2008. Di esso, ai
partecipanti interessati, sarà rilasciato un attestato di partecipazione all’incontro che costituisce attività di
formazione professionale continua,
per cui, per Periti Agrari e per Geometri possono essere riconosciuti,
dai propri Collegi di appartenenza, i
relativi crediti formativi.
Si è registrata una buona presenza di
tecnici inseriti nei corpi peritali di
molte Compagnie Assicuratrici appartenenti alle tre Categorie Professionali, uniche titolate dalle normative vigenti a questo specifico esercizio di attività professionale. Questi
sono stati presenti fino alla fine dei
Perito Agrario 3/2008
CONVEGNI
lavori ed attenti agli interventi che si
sono succeduti nell’arco della giornata, partecipando attivamente ai
dibattiti. Per la verità, molti altri colleghi avevano dato la loro piena disponibilità a partecipare, ma i temporali verificatisi due giorni prima dell’
incontro non glielo hanno permesso
in quanto sono dovuti intervenire
sul campo avendo prodotti in avanzata fase di raccolta.
Ha aperto i lavori il Presidente del
Comitato, ringraziando il Consigli
Nazionale dei Periti Agrari, dei
Geometri e dei Dottori Agronomi e
Forestali, (di cui il Comitato Interprofessionale è emanazione), la Fondazione Periti Agrari e il Preside
della Facoltà di Agraria dell’Università di Bari per la loro fattiva collaborazione e l’ospitalità; i docenti che
si sarebbero susseguiti nel corso della giornata, il Dott. Donato Antonacci, direttore CRA-UTV unità di
ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo
di Turi (BA), la dottoressa Stefania
Pollastro, docente universitaria presso il dipartimento di protezione delPerito Agrario 3/2008
le piante e microbiologia applicata
della stessa facoltà, il Dott. Teodoro
Moleas, già docente presso la facoltà,
il Dott. Giovanni Razeto dell’ISMEA e il perito agrario Dott. Massimo de Nitto, perito grandine col
grado di coordinatore ispettore
grandine, nonché il gruppo ristretto
di lavoro che è stato coinvolto più da
vicino e sul quale è gravato il compito di organizzare questo incontro e i
componenti del Comitato presenti
alla manifestazione, i geometri Bruno Curletto e Walter Platto e il perito agrario Lorenzo Salvan.
A questo punto il Presidente ha dato
inizio ai lavori della giornata, ha illustrato i motivi che hanno spinto il
Comitato ad organizzare l’odierno
incontro, quali la profonda trasformazione del mondo assicurativo con
i grandi cambiamenti che si sono
succeduti in questi ultimi anni (vedasi le polizze di ultima generazione
quali quelle pluri e multi rischio), la
consapevolezza che detto cambiamento mette il perito estimatore di
fronte ad incarichi sempre più complessi ed articolati, sia per l’introdu-
zione dei nuovi prodotti assicurativi,
sia per l’allargamento delle mansioni
a lui affidate, tanto è vero che ora il
perito si trova a dover gestire anche
compiti che una volta erano demandati ai delegati e la considerazione
che il perito ha assunto un ruolo
centrale sempre più determinante e
indiscusso nella fase di stima e liquidazione dei danni al quale spesso
spetta il difficile compito di dare risposte precise alle richieste dell’assicurato riguardanti non solo competenze tecniche, ma anche condizioni contrattuali. Successivamente,
il Presidente ha passato la parola al
Preside della facoltà di Agraria dott.
Vito Savino che ha portato il saluto
suo personale e di tutta la Facoltà
evidenziando l’interessamento che
c’è stato in questa occasione e dando
la disponibilità per una eventuale
collaborazione per il futuro finalizzata alla crescita dei tecnici del settore. Ha preso poi la parola il geom.
Paolo Rotolo, intervenuto in rappresentanza del Collegio Provinciale
dei Geometri di Bari per portare il
saluto della sua categoria.
37
CONVEGNI
Il Dr. Giovanni Razeto
Continuando il Dott. Antonacci ha
trattato l’aspetto della diffusione
della coltivazione della vite con riferimento sia alle varietà tradizionali
maggiormente conosciute e presenti
nelle diverse aree geografiche del
meridione d’Italia e sia a quelle
“nuove” che potrebbero rappresentare un’importante risorsa commerciale ed economica per il futuro. Si è
soffermato sui diversi aspetti quali la
produzione, la qualità, la maturazione, le epoche e i metodi di raccolta e
la resistenza alle malattie.
La Prof. Pollastro ha affrontato l’aspetto fitopatologico con la trattazione di numerose malattie la cui
sintomatologia potrebbe ingenerare dubbi e per cui il tecnico potrebbe essere indotto a imputare tali
danni ad eventi atmosferici, facendo riferimento anche all’importante
aspetto della sensibilità varietale alle fitopatie.
Il Prof. Moleas nell’illustrare l’aspetto entomologico ha evidenziato le
diverse tipologie di danno provocate
dai fitofagi da non confondere con
danni di altra origine. Correlando il
tutto tra la tipologia di danno e il fitofago, la specificità varietale, la distribuzione geografica, lo stato fenologico, il periodo stagionale e la linea
di difesa adottata.
Dopo una breve pausa pranzo, alla
ripresa dei lavori, il Dott. Giovanni
Razeto, della Direzione Mercati
Risk Management dell’ ISMEA, ha
relazionato sulle novità assicurative, riguardo alla copertura dei rischi, soffermandosi soprattutto sulla loro evoluzione complessiva dal
2004 al 2007, sulla distribuzione territoriale del valore assicurato, sull’andamento decrescente delle tariffe assicurative a partire dall’anno
2004 e di come determinante sia la
professionalità dei periti nel quanti-
Calcagnile con Savino, il preside della facoltà di Agraria
38
ficare i danni cagionati dai nuovi
eventi.
Il Perito Agrario Dott. Massimo de
Nitto, perito grandine operante col
grado di coordinatore ispettore
grandine, dopo aver fatto un escursus sulle condizioni generali e speciali di assicurazione, si è soffermato
sui vari fenomeni atmosferici a cui le
polizze assicurative pluri e multi rischio danno copertura ed ha evidenziato con la proiezione di diapositive
alcuni danni provocati da avversità
atmosferiche. Essendo lui un professionista esperto nell’ambito di questo specifico settore, ha portato alcuni esempi nell’applicazione di alcuni metodi di perizia e stima.
Alla fine dei lavori, dai colloqui avuti con i partecipanti si può affermare
che il risultato è stato molto positivo, sia sotto l’aspetto dell’organizzazione che per i contenuti, tanto è vero che siamo stati spronati ad organizzarne altri incontri con la trattazione di altri prodotti.
A tutti i partecipanti è stato fatto
omaggio di una pubblicazione del
Dott. Donato Antonacci sui vitigni
dei vini di Puglia comprendente la
relazione storica della vite in Italia
con numerose schede descrittive di
molti vitigni e i disciplinari dei vini
D.O.C. ed a I.G.T. di Puglia.
Nel chiudere il presente, mi permetto
di fare un appello a quei colleghi che
purtroppo non hanno ricevuto il programma dell’incontro di aggiornamento e hanno saputo il tutto per il
tramite di altri colleghi, poiché di loro il Comitato non conosce l’esistenza, gli stessi sono pregati, allo scopo
di essere messi al corrente delle varie iniziative, di farsi conoscere inviando i propri dati a: Comitato Interprofessionale Periti Estimatori
Danni da Calamità Naturali, c/o Collegio Nazionale dei Periti Agrari e
dei Periti Agrari Laureati, via Principe Amedeo, 23 – 00185 ROMA, tel
06/4819801 – fax 06/4882150, e-mail:
[email protected].
Perito Agrario 3/2008
CONVEGNI
UVA DA VINO
PROGRAMMA
BARI, venerdì 06/06/2008
c/o Facoltà di Agraria - Bari aula 7
¨ Ore 8,30 - 9,00
- registrazione partecipanti;
- presentazione del corso da parte del Comitato Interprofessionale.
¨ ore 9,00 – 10,30
AGRONOMIA: Dr. Donato Antonacci – Direttore CRA-UTV
Unità di Ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in
ambiente mediterraneo di TURI (BA) e dott. Rocco Perniola
- Cenni sulle varietà più diffuse, i nuovi autoctoni;
- Fenologia della vite (dal germogliamento alla maturazione);
- Analisi produttiva potenziale e tecniche di raccolta;
- Effetti delle tecniche colturali sulla qualità;
- Interventi.
¨ ore 15,00 – 17,30
TECNICHE ESTIMATIVE :perito grandine/rilevatore coordinatore Dr. Per. Agr. Massimo de Nitto
- Condizioni contrattuali generali e speciali
- Stima della produzione prima e in corso di raccolta
- Danno convenzionale
- Declaratoria delle tipologie di danno
- Perizia preventiva
- Perizia definitiva
- Interventi.
¨ ore 10,30 – 11,30
PATOLOGIA : Dr. Stefania Pollastro – dipartimento di protezione delle piante e microbiologia applicata – Facoltà di
Agraria dell’Università di Bari
- Fitopatie e Fisiopatie, aspetti sintomatologici compatibili
con avversità compatibili con eventi naturali assicurabili;
- Interventi.
¨ ore 11,30 – 12,30
ENTOMOLOGIA: Dr. Teodoro Moleas - già docente c/o Facoltà di Agraria dell’Università di Bari
- Principali agenti di malattia e insetti dannosi, aspetti sintomatologici compatibili con danni da avversità assicurabili;
- Interventi.
¨ ore 12,30 – 14,00
Pausa pranzo
¨ ore 14,00 – 15,00
NOVITÀ ASSICURATIVE: Dr. Giovanni Razeto – ISMEA Direzione Mercati Risk Managemant
- Polizze Pluririschio e Multirischio
- Interventi.
Perito Agrario 3/2008
39
NEWS
AGENZIA DEL TERRITORIO
- Attivazione procedura PREGEO 10: con l’incontro del 22
maggio a Vicenza si è concluso il
ciclo di 11 momenti formativi interregionali tenuti dalla Direzione Centrale del Catasto ai responsabili Cartografia e Pregeo
degli Uffici Provinciali dell’Agenzia del Territorio ai quali, grazie
all’accordo intercorso, ha potuto
partecipare anche un rappresentante dei Collegi Provinciali dei
Periti Agrari per ogni regione (rif.
Circ. 6/2008). La procedura Pregeo 10, con tutte le importanti innovazioni, rilevanti in particolare
sull’aumento di richiesta di professionalità dei tecnici liberi professionisti, entrerà in vigore in via
sperimentale nei prossimi mesi,
probabilmente entro luglio, e sarà attivata in parallelo alla attuale
procedura versione 9. A seguito
della prossima sperimentazione,
dai primi del 2009 questa nuova
procedura diventerà obbligatoria,
come anche altri aspetti legati alla
telematica catastale. Il CNPA, al
fine di consentire una più ampia
formazione dei propri iscritti, potrà organizzare a Roma un evento
formativo congiuntamente alla
Direzione Centrale del Catasto;
come eventualmente potrà patrocinare eventi simili organizzati localmente.
VITA DEI COLLEGI
A seguito delle dimissioni presentate dal Per.Agr. Pichler Christof
come presidente del Collegio in
data 17.03.2008 si è provveduto alla sostituzione della sua carica con
il Per.Agr. Romano Comunello Il
Consiglio risulta così composto:
COLLEGIO DI BOLZANO
Cariche del Consiglio del Collegio
Presidente Romano Comunello
V.Presidente Elmar Zoeschg
Segretario Helmut Veronesi
Tesoriere Roland Seeber
Consigliere Christof Pichler
COLLEGIO DI UDINE
Data Elezioni 29/03/2008
Consiglio del Collegio
Presidente Enore Venir
V.Presidente Giovanni Cattaruzzi
Segretario Riccardo Bini
Tesoriere Franco Nait
Consigliere Gualtiero Gigante
Consigliere Claudio Bressan
Consigliere Luigi Pravisani
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente Guiliano Pericolo
Membro Eff. Umberto Vecile
Membro Eff. Marco Vecchi
Membro Sup. Giorgio Fornasier
COLLEGIO DI AGRIGENTO
Data Elezioni 18/04/2008
Consiglio del Collegio
Presidente Domenico Terlizzese
V.Presidente Gaspare Ciaccio
Segretario Paolo Mandracchia
Tesoriere Francesco Ciaccio
Consigliere Lorenzo Tornetta
Consigliere Mario Cucchiara
Consigliere Leonardo Cannata
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente Leonardo Bono
Membro Eff. Vincenzo Santangelo
Membro Eff. Leonardo Maceri
Membro Sup.Salvatore Mangiaracina
40
A seguito della cancellazione all’Albo Professionale del Consigliere Per.Agr. Diego Tono per
iscrizione all’Elenco Speciale si è
provveduto alla sua sostituzione
con il Per.Agr. Simone Norbiato
COLLEGIO DI PADOVA
Consiglio del Collegio
Presidente Mariano Schiavon
V.Presidente Federico Zaggia
Segretario Giuseppe Buongiorno
Tesoriere Simone Tecchio
Consigliere Alfeo Andrigo
Consigliere Marco Corradin
Consigliere Andrea Dal Bianco
Consigliere Emanuele Fasolato
Consigliere Simone Norbiato:
COLLEGIO DI SASSARI
Data Elezioni 19/04/2008
Consiglio del Collegio
Presidente Giannetto Bartoli Arru
V.Presidente Andrea Giovanni
Pulina
Segretario Bruno Errichelli
Tesoriere Filippo Porcu
Consigliere Giovanni Turra
Consigliere Angelo Murineddu
Consigliere Sergio Filippo Sanna
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Roberto Corda
Membro Eff. Leonardo Porqueddu
Membro Eff. Baingio Porcu
Membro Sup. Paolo Cattina
Ad integrazione della precedente
com.prot.124 del 21-03-08 si comunica che il Collegio dei Revisori
dei Conti è così composto:
COLLEGIO DI ROMA
Data Elezioni
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente Vincenzo Colantonio
Membro Eff. Ivo Ballerini
Membro Eff. Angelo Macro
Membro Sup. Valentino Antenucci
Perito Agrario 3/2008
INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI
67100 L’AQUILA
Via Sila Persichelli, 25 tel.0862/312168
Pres. Elli Ciampa
88100 CATANZARO
Casella postale 201 tel. 0961/726839
Pres. Domenico Russo
75100 MATERA
P.zza Matteotti, 7 tel. 0835/334901
Pres. Emanuele Genchi
02100 RIETI
Viale Emilio Maraini, 85 tel. 0746/203083
Pres. Enzo Ippoliti
92019 SCIACCA (Ag)
Via A. De Gasperi, 127/D tel. 0925/905090
Pres. Domenico Terlizzese
66020 SCERNI (CHIETI)
Via Colle Comune, 1 c/o Itas tel.
0873/914513
Pres. Nicola D’Ortona
98100 MESSINA
Via Romagnosi 7 tel. 0941/785382
Pres. Salvatore Tripoli
47900 RIMINI
Via Secchiano, 1 tel. 0541/775357
Pres. Giovanni Nucci
20136 MILANO
Via Ripamonti, 35 tel. 02/58305333
Pres. Alessandro Gnocchi
00183 ROMA
Via Cerveteri, 18 int. 6 tel. 06/70454739
Pres. Vincenzo Santoro
41100 MODENA
Corso V. Emanuele II, 113 tel. 059/223812
Pres. Claudio Losi
45100 ROVIGO
Via Silvestri, 41 tel. 0425/699154
Pres. Gianfranco Rezzadore
80147 NAPOLI
Via Argine, 1085 tel. 081/5770190
Pres. Biagio Scognamiglio
84134 SALERNO
Via Luigi Guercio, 197 tel. 089/251488
Comm. Raffaele Ferraiuolo
28070 NOVARA VIGNALE
Corso Risorgimento, 405 tel. 0321/56178
Pres. Fabrizio Gaboardi
07100 SASSARI
Via Mazzini, 6 tel. 079/236750
Pres. Giannetto Arru Bartoli
08100 NUORO
Via Lamarmora, 2 tel. 0784/232547
Pres. Peppino Piquereddu
17031 SAVONA ALBENGA
Via del Nuovo Ospedale, 8 - Reg. Bagnoli
tel. 0182/554268
Pres. Antonio Talarico
35123 PADOVA
Via T. Livio, 5 tel. 049/661808
Pres. Mariano Schiavon
53100 SIENA
Strada Massetana Romana, 54
tel./fax 0577/271834
Pres. Raffaello Biagiotti
15100 ALESSANDRIA
Corso Crimea, 89 tel. 0131/52793
c/o Studio tecnico
Pres. Massimiliano Ricci
60015 FALCONARA MARITTIMA (AN)
Via del Consorzio, 21
tel. 071/9188973 - fax 071/9162177
Pres. Carlo Zoppi
52100 AREZZO
Piazza Guido Monaco, 5 tel. 0575/21307
Pres. Giuliano Giuliarini
22100 COMO
P.le Camerlata, 9 tel./fax 031/526019
Pres. Dario Giuseppe Bianchi
12038 SAVIGLIANO (CN)
Via V. Alfieri, 10 tel. 0172/713087
Pres. Giuseppe Serra
87100 COSENZA
Via E. Capizzano, 56 tel. 0984/392175
Pres. Rocco Carricato
63100 ASCOLI PICENO
Via delle Zeppelle, 192 - tel. 0736/41829
Pres. Pietro Ciabattoni
26100 CREMONA
Via Palestro, 66 tel. 0372/535411
Pres. Costante Galli
14100 ASTI
Via Carducci, 50/A tel. 0141/353857
Pres. Angelo Dezzani
94019 LEONFORTE (EN)
C.so Umberto, 109 tel. 0935/956078
Pres. Francesco Ferragosto
83100 AVELLINO
Via L. Iannacchini, 38 tel. 0825/26377
Pres. Celestino Nardone
44100 FERRARA
Contrada della Rosa, 18 tel. 0532/204637
Pres. Milva Sacchetti
70125 BARI
Via Annibale di Francia,13 - tel. 080/5428141
Pres. Antonio Memeo
50122 FIRENZE
Via Bezzecca, 2 tel. 055/2340202
Pres. Pierfrancesco Cavicchioni
32100 BELLUNO
Viale Fantuzzi, 17 c/o coldiretti
tel. 0437/949640
Pres. Manlio Nicola
71100 FOGGIA
Via Piave, 41 tel. 0881/723401
Pres. Antonio Dell’Aquila
82100 BENEVENTO
Viale Melluso, 80 tel. 0824/317017
Pres. Cristiano Fontanarosa
24122 BERGAMO
Via Zelasco, 1 tel. 035/238727
Pres. Francesco Possenti
40126 BOLOGNA
Viale Filopanti 4/c tel. 051/252978
Pres. Gastone Gabrielli
39040 ORA (Bolzano)
Via del Monte, 18 tel. 0471/811260
Pres. Comunello Romano
25100 BRESCIA
Via Marsala, 17 tel. 030/296424
Pres. Sergio Caprioli
72017 OSTUNI (BR)
Via N. Sansone, 16 c.p. 321
tel. 0831/305566
Pres. Rocco Cucci
47100 FORLI - CESENA
Corso Repubblica, 93 tel. 0543/33137
Pres. Paolo Lombardini
03041 ALVITO (FR)
Via S. Nicola, 1 - tel. 0776/344231
c/o Istituto Tecnico Agrario Statale
Pres. Domenico Cistrone
58100 GROSSETO
Via Ferrucci, 12
Tel. 348/9872672 - tel./ fax 0564/23107
Pres. Giuseppina Pino
90014 CASTELDACCIA (PA)
Via Pindemonte, 17 tel. 091/942562
Pres. Bartolomeo Amato
43011 BUSSETO (PR)
Via Ponchielli, 2 tel./fax 0524/97012
Pres. Giorgio Faroldi
27058 VOGHERA (Pavia)
Piazza S. Bovo, 37 tel./fax 0383/369776
Pres. Massimo Zini
06121 PERUGIA
Borgo XX Giugno, 74 tel. 075/35675
Pres. Massimo Moncelli
61100 PESARO
Via Domenico Mazza, 9 tel 0721/30154
Pres. Marcello Polverari
65134 PESCARA
Via del Circuito, 71 tel. 085/294117
Pres. Pasqualino Lupone
18100 IMPERIA
Corso Garibaldi, 13 tel. 0183/651525
Pres. Elio Diversi
29100 PIACENZA
Via S. Giovanni, 20 tel. 0523/338910
Pres Sergio Lombardelli
04010 BORGO PIAVE (LT)
Via M. Siciliano tel. 0773/416017
Pres. Maria Grazia Passarelli
56126 PISA
Via B. Croce, 107 tel. 050/48821
Pres. Giulia Parri
73100 LECCE
Via Capitano Ritucci, 41 tel. 0832/346996
Pres. Massimo De Nitto
51017 PESCIA (Pistoia)
Via Fiorentina, 21
Casella Postale, 73 tel. 0572/478321
Pres. Leonardo Guidi
09124 CAGLIARI
Via Mestre, 8 tel. 070/300304
Pres. Marco Fanunza
57012 CASTIGLIONCELLO (LI)
Via Mogadiscio, 20-B tel. 0586/752403
Pres. Paolo Giomi
93100 CALTANISSETTA
Via Mons. Guttadauria, 2
tel. 0934/585810
Cas. Postale 25
Pres. Michele Riggi
55100 LUCCA
Via Vittorio Veneto, 66 tel. 0583/957027
Pres. Massimiliano Barbi
96100 SIRACUSA
Vicolo a Viale Tica, 19 tel. 0931/441037
Pres. Francesco Altamore
23100 SONDRIO
Via A. Moro, 26A tel. 0342/511229
Pres. Rosario Alessi
74100 TARANTO
Via Pisanelli, 44 (casella postale 185)
tel./fax 099/4527447
Pres. Pasquale Mariano Carmignano
64100 TERAMO
Via C. Battisti, 5 - Tel. 0861 242639
Pres. Giovanni De Luca
10137 TORINO
Via Massena, 13/bis tel.011/547505
Pres. Pietro Paolo Gay
91025 MARSALA (Trapani)
Via Vaccari, 16 tel. 0923/713008
Pres. Giovanni Giacalone
38100 TRENTO
Via Giusti, 40 tel. 0461/915575
c/o Impresa Verde T.A.A. s.r.l.
31015 CONEGLIANO (TV)
Via Veneto, 40 tel. 0438/410302
Pres. Gino Dall’Armellina
33100 UDINE
Via Gorghi, 27 tel. 0432/512527
Pres. Enore Venir
85024 LAVELLO (PZ)
Via Cardinale De Luca, 56 tel. 0972/81389
Pres. Mauro Finiguerra
30175 VENEZIA-MARGHERA
Via F.lli Bandiera, 30/A tel. 041/923429
Pres. Nicola Gastaldi Cibola
97100 RAGUSA
ViaArchimede, 183 tel. 0932/624649
Pres. Corrado Balloni
13100 VERCELLI
Corso Magenta, 1 (ang. Corso Palestro)
tel. 0161/256256
Pres. Stefano Bondesan
48100 RAVENNA
Via Antica Zecca, 6 tel. 0544/38086
Pres. Alessandro Genovesi
37122 VERONA
Via Berni, 9 tel. 045/590559
Pres. Elia Sandrini
86100 CAMPOBASSO
Via D’Amato, 15 tel. 0874/66248
Pres. Giuseppe Zingarelli
62100 MACERATA
C.da Lornano, 7/A
tel. 0733/235335
Pres. Gianni Calamante
81016 PIEDIMONTE MATESE (CE)
Piazza Roma, 79 tel. 0823/913594
Pres. Domenico Di Baia
46100 MANTOVA
V.le Risorgimento 27/B, tel. 0376/329701
Pres. Ottorino Bernardelli
89015 PALMI (Reggio Calabria)
Via Dante, 1 tel. 0966/23552
Pres. Beniamino Denisi
36100 VICENZA
Contrà S. Marco, 9 tel. 0444/547443
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95129 CATANIA
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