il perito agrario Poste Italiane S.p.A. Sped. A. P. 45% (Art. 2 Comma 20/B Legge 669/96 - DCO - Roma) ISSN 1120 - 2995 Rivista del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati ■ Incontro con il Ministro Zaia ■ Speciale Sicurezza ■ Voce dagli I.T.A.S. ■ A Bergamo si parla di “fabbricati nascosti” ■ A Bari corso sulle “calamità naturali” Anno LV - N. 3 Maggio/Giugno 2008 N. 3 il perito agrario sommario Anno LV - N° 3 Maggio-Giugno 2008 DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Bottaro DIRETTORE DI REDAZIONE: Piero Pecciarini DIRETTORE EDITORIALE: Andrea Silenzi HANNO COLLABORATO: Andrea Bottaro, Massimo Cecchini, Silvia Ceschini, Andrea Colantoni, Paola Longo, Danilo Monarca, Angelo Orsini, Fabrizio Panichi, Piero Pecciarini. EDITRICE: IACICO S.r.l. 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Spedizione in A.P. 45% (Art. 2 comma 20/B Legge 669/96 - DCO Roma) Il censimento nazionale dei fabbricati non dichiarati 31 Incontro di aggiornamento per Periti Estimatori danni causati da calamità naturali con grado di rilevatori 36 Finito di stampare: Luglio 2008 Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli autori e non impegnano il CNPA né la redazione del periodico CONFERENZE RUBRICHE News 40 Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati presso il Ministero della Giustizia “Corso di formazione per giovani agricoltori” Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari con il patrocinio e con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – Osservatorio per l’Imprenditoria Giovanile -, svolgerà nella Regione Lombardia un corso residenziale di formazione finalizzato all’inserimento lavorativo in agricoltura di giovani laureati e diplomati. Il corso sarà articolato in 170 ore e prevede lezioni a carattere residenziale, distribuite nell'arco di circa cinque settimane, anche non consecutive, e stage aziendali. Il programma del corso riguarderà le seguenti aree tematiche: 1) economia aziendale e marketing dei prodotti agricoli e agroalimentari; 2) diritto pubblico, diritto agrario e diritto comunitario; 3) normativa comunitaria, nazionale e regionale, con particolare riguardo alla qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari e all’associazionismo; 4) altri argomenti di attualità agricola con particolare riferimento alle forme di agricoltura ecocompatibile e ai rapporti tra agricoltura e ambiente. I programmi formativi saranno articolati in diversi livelli in ragione del percorso scolastico dei soggetti destinatari e sarà inserito nel programma un modulo di alfabetizzazione informatica. Al termine del corso è prevista la verifica del livello raggiunto dai partecipanti cui verrà rilasciato un attestato di frequenza ai sensi dell’art. 3, comma 5, della legge 441/98. Saranno ammessi a partecipare al corso almeno 20 allievi (è ammessa la presenza aggiuntiva di 5 uditori) di età compresa tra i 18 e i 40 anni non ancora compiuti al momento del termine ultimo di presentazione della domanda, selezionati fra giovani laureati e/o diplomati. Quale requisito soggettivo, si riconosceranno le seguenti priorità: a) giovani agricoltori che si sono insediati da non più di due anni; b) giovani che hanno presentato domanda per l'ottenimento di aiuti per il miglioramento delle strutture aziendali; c) giovani che hanno presentato domanda di premio di primo insediamento nell'ultimo biennio. Analoghe priorità saranno riconosciute anche alle società di cui all’art. 2 della legge n. 441/98. I requisiti sopraindicati, devono essere posseduti alla data di scadenza del termine utile per la presentazione delle domande di ammissione, il difetto di un solo requisito ne comporterà l’esclusione. Una Commissione provvederà a selezionare i candidati in possesso dei requisiti previsti dal bando. Detta selezione potrà avvenire anche, eventualmente, mediante espletamento di un colloquio teso a verificare l’interesse e l’attitudine del candidato e verrà effettuata a Roma. Alla domanda di ammissione gli aspiranti devono allegare una autocertificazione attestante: 1. il titolo di studio con la votazione riportata; 2. la cittadinanza italiana; 3. gli altri eventuali titoli posseduti; 4. le eventuali esperienze nel settore agricolo. Prima dell’inizio del corso i candidati ammessi dovranno fornire la certificazione richiesta. La mancata presentazione anche di un solo documento richiesto comporta l’esclusione dal corso; la domanda di ammissione al corso dovrà pervenire, entro il 30 agosto 2008, in busta chiusa recante all’esterno la dicitura “contiene domanda di ammissione al corso per l’imprenditoria giovanile”, esclusivamente a mezzo raccomandata indirizzata al Collegio Nazionale dei Periti Agrari - Via Principe Amedeo 23 – 00185 Roma Per eventuali informazioni e chiarimenti gli interessati potranno rivolgersi direttamente il lunedì ed il martedì dalle ore 15 alle ore 17 allo 06/4819801. Il Segretario (Domenico Di Biase) Roma, 29 febbraio 2008 Il Presidente (Andrea Bottaro) di Andrea Bottaro Editoriale Dal Ministro dell’Agricoltura una apertura a tutto campo ccorre che tutti lavorino per il bene dell’agricoltura”. Con queste parole il Dr. Luca Zaia, Ministro dell’Agricoltura ha concluso l’incontro avuto con il sottoscritto il 30 giugno 2008 a Mogliano Veneto in quel di Treviso. Un incontro aperto, come nei costumi pragmatici che sono propri dei Periti Agrari – anche il Ministro Zaia è un Perito Agrario diplomatosi Enotecnico al “G.B.Cerletti” di Conegliano (TV) - sulle problematiche dell’agricoltura italiana e sulle prospettive che questa può avere nel futuro dell’Europa. E’ stato chiaro nell’avvertire che, con il deficit trovato nelle casse del Paese, ci saranno ancora 3 anni di sacrifici e che tocca tirare la cinghia. Gli va dato il merito della sincerità. Lo ha detto all’inizio della legislatura parlando schietto e non in “politichese”. Il discorso si è prevalentemente incentrato sul ruolo che i Periti Agrari, avranno nelle future occasioni di fornire il loro contributo alle scelte che dovranno essere operate dal Dicastero di Via XX Settembre. Si è stupito di come, nella scorsa legislatura, ci sia stata poca attenzione nel coinvolgere i tecnici nelle fasi di studio delle problematiche agricole. A memoria devo dire che solo il Sottosegretario Sen. Stefano Boco ha avuto riguardo verso i tecnici coinvolgendoci in alcuni aspetti delle deleghe che gestiva per conto del Ministro. Torno alla discussione con il Ministro dalla quale è emerso che i Periti Agrari, Categoria numericamente più presente, quotidianamente a contatto con l’impresa agricola, assieme ad altri tecnici che operano in agricoltura, sono portatori di esperienza acquisite direttamente sul territorio e che quindi, quali utilizzatori del sistema finale, possono fornire preziose indicazioni nella fase di predisposizione delle norme rivolte a promuovere e gestire le varie situazioni operative. E’ stata anche l’occasione, e ne ho approfittato, per far presente che i Periti Agrari hanno anche molto da dire nelle soluzioni da adottare nella applicazione, soprattutto in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, della Direttiva Nitrati legata alla quale ci sono le sorti della zootecnica italiana che, dopo i casi di “mucca pazza”, di “blue tongue” e di “aviaria” si sta faticosamente riavviando alla competitività. Non potevo perdere l’opportunità di far presente al Ministro la doglianza per l’allontanamento, ancorché momentaneo, dei tecnici diplomati dai rapporti professionali con la pubblica amministrazione che, fino al 25 giugno u.s., (data della pubblicazione in G.U. del D.L.112/2008), per la stipula di questi doveva rivolgersi solo ai laureati “magistrali”. E ciò non in virtù di una comprovata capacità professionale ma grazie ad una legge “finanziaria” – ( e, vizio ormai acclarato – vedi editoriale precedente - , ci risiamo con leggi non ordinamentali che attribuiscono competenze professionali). Ho riproposto, ed il Ministro ha pienamente condiviso, che i Periti Agrari iscritti all’albo professionale, grazie all’ esercizio della libera professione assumono la comprovata capacità che consente loro di continuare ad accettare, con scienza e coscienza, tutti gli incarichi professionali originati dalle competenze sancite dalla legge ordinamentale. Anche per l’applicazione della PAC, e conseguenti implicazioni per la “condizionalità”, e di quanto possa riguardare AGEA, il Ministro ha recepito che i Periti Agrari, utilizzatori delle norme emanate dal MIPAAF, devono essere chiamati a fornire la collaborazione preventiva in modo da essere d’ausilio nella predisposizione di quei passaggi tecnici che non devono, nel caso concreto, rivelarsi di difficile applicazione. Quando discuto per il bene dell’agricoltura sono uso superare gli steccati e, in questo importante momento interlocutorio, ho parlato a nome dei Periti Agrari e dei Tecnici professionalmente coinvolti ed il Ministro, attento e padrone della materia, ha risposto con franchezza assicurando la disponibilità alla costituzione di un tavolo di lavoro permanente che oltre ai Periti Agrari vedrà coinvolte le altre Categorie interessate. Grazie Ministro per l’apertura al dialogo. Doveva essere così e così è stato. Noi saremo sempre disponibili a fornire il nostro contributo. “O Perito Agrario 3/2008 3 CATEGORIA Riunione dei Presidenti dei Collegi Provinciali dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati Roma 10 maggio 2008 di Piero Pecciarini Vigato, Di Biase, Bottaro, Giordano i è tenuta a Roma la consueta riunione annuale dei Presidenti dei Collegi Provinciali. Il Presidente Bottaro con quella diligenza e quell’impegno che gli sono propri ha esposto la sua complessa relazione che annovera particolari situazioni ed analizza problematiche che investono la Categoria. S 4 Ha esordito dicendo “l’anno trascorso è stato tra i più difficili della storia delle professioni. L’indeterminazione con il quale è stato trattato il tema delle professioni ci ha obbligato a lavorare in un clima di sfiducia che alla fine ci ha portato ad una grande fatica senza risultati”. Augurando buon lavoro al nuovo Governo ha manifestato la speranza che possa risolvere le problematiche comuni a tutte le professioni con qualche particolare specificità alla nostra Categoria. Un esordio che rivela rammarico e delusione nel campo delle professioni, ma nel contempo esprime speranza e questo incoraggia. La relazione introduce la politica interna di Categoria sottolineando come sono stati condotti prioritariamente i rapporti con i Collegi Provinciali, sottolineando la valenza di queste presenze istituzionali che esprimono con la loro presenza sul territorio, non solo la rappresentanza della Categoria, ma ricevono dal CNPA indicazioPerito Agrario 3/2008 CATEGORIA ni, risposte a quesiti ed informazioni da seguire e nel contempo essi stessi forniscono suggerimenti determinando un comune sistema di gestione amministrativa e di protocollo. La relazione non ha trascurato informazioni sulle disposizioni relative al tema di come si applicano a tutte le pubbliche amministrazioni le collaborazioni esterne. Quale siano in chiave e con precise discipline e normative i requisiti dei collaboratori, la loro qualificazione professionale per il conferimento degli incarichi, la pubblicità dei medesimi e le procedure per gli affidamenti. Sempre in tema di politica interna la relazione richiama l’importanza della tenuta della contabilità e come questa deve essere tenuta dall’Ente conformemente a quanto previsto da precisa Legge e Decreti Legislativi a scanso di infrazioni che possono determinare denunce e ricorsi fino a commissariamenti di Collegi. Viene sottolineata anche la necessità dell’impiego della posta elettronica, non solo e non tanto per gli adempimenti nelle pubbliche amministrazioni, e perché l’utilizzo della stessa diventa sempre più indispensa- Perito Agrario 3/2008 bile per la gestione dell’Ente sia il centrale che i periferici. Passando alla politica di Categoria volta verso l’esterno il Presidente ha richiamato il IV Congresso Internazionale celebratosi nel bacino del Mediterraneo. Alla Categoria, nel continuo monitoraggio degli eventi che si susseguono con rapidità non poteva sfuggire quanto sta accadendo nel bacino mediterraneo ove convivendo più di mezzo miliardo di persone si manifestano particolari problematiche per soddisfare i bisogni di queste. La Categoria si è proposta non solo per promuovere una estesa analisi del tema, ma per dare inizio ad un processo di cooperazione euromediterranea ad indirizzo tecnico- politico valutandone l’impatto, le ricadute nell’agricoltura, l’ambiente, i territori, il tutto collegato all’attività professionale. Si sta proponendo, con l’esempio della Università degli Studi di Malta, con i rapporti di programmazione tecnico professionale con Tunisi, di costituire un tavolo Euro-Mediterraneo dei tecnici agricoli. Nel mese di Settembre prossimo venturo la Categoria,organizzando il XV Congresso Nazionale a Montesilvano (PS), ha ritenuto opportuno fornire un nuovo contributo su un tema di grande attualità ed interesse per la collettività, trasversale alle professioni, quale è il tema”L’ambiente: la nostra missione”. Nella relazione del Presidente al capitolo ordinamento professionale nel sottotitolo “Riordino delle Professioni” si legge “La riforma delle professioni da qualche tempo attesa e mai arrivata a compimento sta rallentando la definizione dell’articolato che abbiamo cercato di predisporre ogni volta adeguandolo alle proposte di Legge di riforma delle professioni che si sono succedute.”. Seguendo poi il paragrafo Ordine dei Tecnici laureati per l’ingegneria (già albo unico tecnici laureati) si evince una sofferta annosa problematica rimasta paralizzata dall’alternarsi di governi ricambio di Mi- 5 CATEGORIA nistri con il mutare di progetti di riforme scolastica secondaria non andati in porto, e che rimettevano in discussione il progetto di una legge messo a punto dai Consigli Nazionali Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, Geometri e Periti Industriali e Periti Industriali Laureati, che prevedeva la costituzione di una struttura che consentiva di raggruppare le tre categorie nell’ottica delle riforme. Il mutare delle situazioni politiche ha generato più proposte di legge, di progetti di riforme scolastiche e delle professioni che si sono intrecciati in maniera tale da non fare approdare a definitive regolamentazioni vanificando impegni profusi. Il Presidente Bottaro ritenendo doveroso non demordere in questa impastoiata situazione ritiene mantenere la meritata fiducia ed attenzione verso gli Istituti Tecnici Agrari per quello che hanno dato alla storia dell’agricoltura. Il CNPA, in materia di istruzione/professione, due facce della stessa medaglia porterà sul tavolo di lavoro proposte ed indicazioni ritenute migliorative. In materia di formazione continua viene sottolineata la valenza dell’autoaggiornamento che il Perito Agrario deve compiere nell’esercizio dell’attività e nei suoi rapporti professionali. Anche in materia di immagine, visibilità e percezione della Categoria sono stati elencati incontri promossi dal CNPA sia quelli a livello delle istituzioni quali Ministeri, CNEL, FAO e gli altri quali momenti costruttivi di vita e manifestazioni professionali avvenuti in numerose località del Paese con la fattiva collaborazione dei Collegi Provinciali. Non sono mancate nel corso dell’anno rapporti istituzionali del CNPA con il Parlamento e specificatamente con referenti di vari gruppi parlamentari, sia di mag- 6 gioranza che di opposizione in tema di legge di modifica delle professioni. Al MIPAAF è stato chiesta maggiore attenzione nei confronti della Categoria dei Periti Agrari, Dottori Agronomi e Forestali ed Agrotecnici rispetto ad “equipollenze” facilmente attribuite riferendosi a diplomi diversi. Anche dal Ministero degli Affari Esteri e dell’Ambiente è stato ottenuto sostegno per gli eventi legati al Congresso Internazionale e di problemi dell’acqua. Con il Ministero di Grazia e Giustizia abbiamo partecipato alle riunioni per la valutazione delle domande dei Tecnici della Comunità Europea che vogliono venire ad operare nel nostro Paese e chiedono l’iscrizione all’albo. Presenti anche con il Ministero degli Interni in relazione alla riforma dell’aggiornamento degli elenchi relativi ai professionisti autorizzati a rilasciare certificazioni previste dall’Art. 1 Legge 7-12-1984 n° 818 la cui gestione è passata direttamente ai Collegi Provinciali. Inoltre il CNPA quale “portatore di interesse collettivo” è stato chiamato dal Consiglio per La Ricerca e Sperimentazione Agricola al tavolo permanente dei tecnici per fornire il proprio pensiero in merito alla bozza del piano triennale della ricerca 2008/2010 ove è stato puntualizzato come il documento identifica vaste potenzialità di ricerca, sviluppo ed innovazione tecnologica. Per quanto riguarda Organismi Regionali il Presidente rilevando la strategica importanza operativa della struttura anche se non può sostituirsi ai poteri istituzionali dei Collegi Provinciali, e ritenuta, importante quale raggruppamento regionale, da istituzionalizzare, tanto che è stata inserita nella Legge di modifica dell’ordinamento professionale come “Collegi Regionali”. Nei rapporti con il CUP si è rilevato un certo tepore tanto da fare riflettere sulla organicità della permanenza nella struttura specie per i tre Collegi delle Professioni Tecniche. La relazione del presidente si sofferma sul tema dell’Università / Scuola / Formazione e registra per quanto riguarda gli esame di abilitazione all’esercizio della professioni una partecipazione numerica pressoché stabile con maggiore distribuzione nel centro-sud, ma con una iscrizione all’albo professionale di solo il 30/40% di coloro che sostengono l’esame. Dati su cui riflettere. Non viene trascurato con commenti e notizie l’osservatorio sulPerito Agrario 3/2008 CATEGORIA l’imprenditoria giovanile, nel quale la Categoria collabora ed è attivamente e proficuamente presente. Anche la Fondazione Periti Agrari, dopo una fase di messa a regime, ha partecipato ed organizzato alcuni corsi di formazione e manifestazioni con buon successo sia di partecipanti che di contenuti. Nei settori specifici di interesse professionale Bottaro in materia di danni da calamità naturali, comunica che il CNPA, in qualità di reggente il Comitato sta imprimendo un ritmo accelerato ai lavori di gruppo e che la materia evolvendosi sta sviluppando nuove complesse opportunità. Nel comparto dell’Agenzia del Territorio viene sottolineato il particolare impegno della nostra Categoria nel settore catastale coinvolta non più solo a livello centrale, ma anche ai livelli regionali e provinciali e come questa lavora, tramite la Commissione Consultiva interprofessionale presso l’Agenzia del COLLEGI CHE HANNO PARTECIPATO Agrigento, Ancona, Arezzo, Bari, Benevento, Bergamo, Bologna, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Catania, Chieti, Cosenza, Cremona, Ferrara, Firenze, Foggia, Forli’-Cesena, Frosinone, Grosseto, Latina, Lecce, Macerata, Matera, Milano, Modena, Napoli, Nuoro, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro, Piacenza, Pisa, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Siena, Taranto, Teramo, Torino, Trento, Treviso, Udine, Venezia, Vercelli, Verona, Vicenza. Hanno mandato i saluti perché impossibilitati a partecipare i Presidenti Bernardelli (Mantova), Giacalone (Trapani) e Morano (Viterbo). Territorio, in perfetta sintonia con Geometri e Periti Industriali. Anche in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro i Periti Agrari sono impegnati e presenti nella Commissione Nazionale di Sicurezza promossa dal CNPI con il compito di valutare congiuntamente il testo unico sulla sicurezza del lavoro. La relazione del Presidente Nazionale non poteva omettere di fornire notizie sulla gestione separata dei Periti Agrari ENPAIA che sta lavorando ad una rivisitazione del regolamento, e comunica i dati di Gli interventi dei rappresentanti dei Collegi provinciali hanno fornito indicazioni univoche per alcuni temi ed a maggioranza per altri. È comunque emerso che: • il CNPA deve proseguire speditamente per la costituzione dell’Ordine dei Tecnici Laureati con Geometri e Periti Industriali; • il CNPA deve riflettere sulla opportunità della partecipazione al CUP che non sembra essere punto di riferimento per gli amministratori pubblici; • è opportuna una attenzione verso i problemi dei Collegi con pochi iscritti ed il sostegno ad alcune iniziative che vogliono fornire servizi comuni anche a chi trova difficoltà di risorse; • è necessaria una rivisitazione dell’Ordinamento della professione che preveda degli aggiornamenti delle competenze professionali ferme al 1991 e che dia più rappresentatività agli iscritti all’Elenco Speciale; • è necessaria una verifica se sia lecita la concorrenza delle OO.PP.AA. nell’espletamento di alcune competenze professionali; • occorre proseguire e dare più valore alla certificazione della formazione dell’eccellenza. Nella replica agli interventi il Presidente Bottaro, oltre che fornire le risposte alle domande poste, ha assicurato che molte delle richieste sono già state affrontate dal CNPA, come ad esempio la modifica all'Ordinamento professionale che prevede i Collegi a livello Regionale, l'elettorato attivo e passivo degli iscritti nell'Elenco speciale e il numero minimo degli iscritti agli albi elevato a 150, mentre per altre indicazioni si inizierà subito la analisi della percorribilità delle stesse. Perito Agrario 3/2008 bilancio 2007 che testimoniamo una gestione finanziaria ed economica all’altezza delle aspettative. Una relazione articolata quella del Presidente Bottaro che non solo analizza ed illustra in modo compiuto situazioni anche complesse, ma affronta problematiche che la forza degli eventi politici hanno condizionato in modo tale da non farle approdare a concrete risoluzioni. Ciò comunque non fa trasparire disorientamenti o scoraggiamenti, al contrario si ravvisa un impegno reale mirato con una azione dirigenziale costante e responsabile che tiene salda la Categoria nell’attuale contesto socio-economico e la rende partecipe a svolgere un ruolo attivo e consono al mutare dei tempi. Dopo la relazione del Presidente, hanno preso la parola, e hanno chiesto approfondimenti tramite quesiti scritti, i Colleghi rappresentanti dei Collegi: Arfini Fabrizio (Milano), Arru Bartoli Giannetto (Sassari), Boniforte Alessandro (Torino), Cattaruzzi Giovanni (Udine), De Luca Giovanni (Teramo), De Nitto Massimo (Lecce), Fantuzzi Corrado (Reggio E.), Fanunza Marco (Cagliari), Gabrielli Gastone (Bologna), Genovesi Alessandro (Ravenna), Memeo Antonio (Bari), Moncelli Massimo (Perugia), Panichi Fabrizio (Arezzo), Parri Giulia (Pisa), Pino Giuseppina (Grosseto) , Piquereddu Peppino (Nuoro), Schiavon Mariano (Padova), Scognamiglio Biagio (Napoli), Zoppi Carlo (Ancona). 7 SICUREZZA Testo Unico Sicurezza sul lavoro Decreto Legislativo n° 81/2008 Primo commento di Angelo Orsini on il D.lgs. n 81 del 9 Aprile 2008, è stato approvato il “Testo Unico in materia di Salute e Sicurezza dei Lavoratori nei Luoghi di Lavoro”. Da molti anni si parlava di Testo Unico, ma elemento di spinta determinante per l’emanazione del provvedimento sono state le numerose vittime del lavoro che in modo particolare hanno scosso profondamente l’opinione pubblica. Ulteriormente si deve anche considerare come negli ultimi anni per effetto del recepimento delle direttive Comunitarie la Legislazione Italiana necessitava obbligatoriamente di apposita “codificazione normativa del tipo sistematico”, in quanto la legislazione precedente dagli anni 1950 in poi doveva essere uniformata alle modalità giuridiche Comunitarie. Il Testo Unico approvato, è composto da: 13 TITOLI 306 ARTICOLI 51 ALLEGATI Tutti i soggetti interessati quali datori di lavoro, lavoratori di diverse tipologie, consulenti professionisti, mondo Giuridico, Medici del lavoro, ecc. ecc., devono attentamente rivedere la propria professionalità con quanto di nuovo emanato. C 10 ASPETTI GENERALI DEI TITOLI DEL TESTO UNICO Il Titolo 1, comprende gli articoli da 1 a 61, riportanti i “principi comuni” che sono quelli maggiormente “riformatori”. La definizione di lavoratore è innovativa perché “si svincola” dal tipo di contratto lavorativo e dalla retribuzione. Nella area di “lavoro subordinato” con il Testo Unico, troviamo : - il socio lavoratore di cooperativa o di società; - l’associato in partecipazione; - il soggetto beneficiario dei tirocini formativi e di orientamento di cui Legge n°196/97 e Leggi Regionali; - il volontario di cui Legge n°266/91, ovvero attività di vo- lontario prestata personalmente, spontanea, gratuita; - i lavoratori socialmente utili; In ogni caso il Testo Unico è applicabile a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati, autonomi, e a tutti i soggetti equiparabili. Ulteriori particolari restrizioni di tutela sono previste per alcune categorie di lavoratori di cui Legge n° 276/2003, ovvero: - lavoratori in “regime di somministrazione di lavoro”; - “di distacco”; - “di lavoro a progetto”; - “di lavoro occasionale accessorio”; - per i “lavoratori a domicilio”; - per lavoratori alle dipendenze di proprietari di fabbricati quali “portieri privati - giardinieri-ecc.”; Perito Agrario 2/2008 SICUREZZA - per i lavoratori a distanza tipo “call center”. Per i “lavoratori autonomi e lavoratori nell’impresa familiare” il Testo Unico prevede ai sensi dell’ art. 230 bis del Codice Civile, un sistema “misto tra tutela e assoggettamento” a specifici obblighi quali “attrezzature di lavoro – uso di Dispositivi di Protezione Individuale – tessere di riconoscimento negli appalti e subappalti – ecc.”. Per le Imprese Agricole medie e piccole che impiegano lavoratori stagionali verranno emanati appositi decreti applicativi relativamente agli adempimenti di informazione, formazione, sorveglianza sanitaria. I Titoli da II a XI, del Testo Unico con articoli da 62 a 297 e gli allegati da IV a LI, sono titoli Tecnici che costituiscono il corpo principale assoggettato all’intervento di riassetto delle norme vigenti in materia di “salute e sicurezza del lavoro”. TITOLO TECNICI dal II al XI del Testo Unico. - Il Titolo II, con articoli da 62 a 68, tratta dei “luoghi di lavoro”. - Il Titolo III, con articoli da 69 a 87, tratta delle “attrezzature di lavoro e dispositivi di protezione individuale”. - Il Titolo IV, con articoli da 88 a 160, tratta dei “cantieri temporanei o mobili”. - Il Titolo V, con articoli da 161 a 166, tratta di “segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro”. - Il Titolo VI, con articoli da 167 a 171, tratta di “movimentazione manuale dei carichi”. - Il Titolo VII, con articoli da 172 a 179, tratta di “attrezzature munite di videoterminali”. - Il Titolo VIII, con articoli da 180 a 220, tratta di “ agenti fisici”. - Il Titolo IX, con articoli da 221 a 265, tratta di “sostanze pericolose”. Perito Agrario 2/2008 - Il Titolo X, con articoli da 266 a 286, tratta di “ agenti biologici”. - Il Titolo XI, con articoli da 287 a 297, tratta di “atmosfere esplosive”. Il Titolo XII, tratta delle “Disposizioni in materia penale e di procedura penale”. Tali disposizioni sono dettate dai “principi generali dell’ordinamento giuridico”, dal recepimento degli “orientamenti giurisprudenziali”, dalla “riformulazione dell’art. 25 septies del D.lgs. n° 231/2001”. Ulteriormente sono state introdotte contravvenzioni punibili solo con la pena dell’arresto di cui art. 302 del Testo Unico. È prevista una circostanza attenuante collegata ad una forma di RAVVEDIMENTO OPEROSO di cui art. 303 del Testo Unico. In ultimo, il testo unico tratta delle ABROGAZIONI ED ENTRATA IN VIGORE, si segnala che alcune abrogazioni sono ESPLICITE, le altre sono secondo il principio del “TACITO per incompatibilità”. NUOVE DEFINIZIONI E ALLARGAMENTO DEL CAMPO DI APPLICAZIONE Lavoratore: la definizione di “lavoratore” è sostanzialmente diversa rispetto a quella del D.lgs. n°626/94, infatti le precedenti esclusioni sono eliminate, e adesso il lavoratore è la persona che indipendentemente dalla tipologia contrattuale, presta un’attività di lavoro con datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche se per apprendere un arte o una professione, fatta esclusione per gli addetti ai servizi domestici familiari. Datore di lavoro: in generale la nuova definizione di datore di lavoro non è differente in sostanza dalla precedente del D.lgs. n°626/94. L’art. 16 del Testo Unico, prevede la non delegabilità da parte del “datore di lavoro primario” al “datore di lavoro derivato” della valutazione di tutti i rischi e conseguente elaborazione del documento di cui art. 28, ed è sempre il datore di lavoro primario che designa il R.S.P.P. dei rischi. Il “datore di lavoro delegato” (applicabile a realtà complesse con più sedi, ecc.) deve essere persona idonea, tecnicamente qualificata per l’incarico specifico, dotata di autonomia e necessari poteri organizzativi e di spesa. Il Testo Unico prevede che il “datore di lavoro primario”, non trasferisce la propria funzione, ma si limita a servirsi di altri soggetti per la sicurezza, restando personalmente obbligato alla esecuzione di un “appropriato sistema di prevenzione di cui art. 2 del Testo Unico”. Dirigenti e preposti: il Dirigente, viene definito come persona che per le sue competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli,“attua le direttive del datore di lavoro” organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa. Il Preposto, viene definito come persona che in ragione delle competenze professionali e nei limiti dei poteri gerarchici e funzionali 11 SICUREZZA adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovraintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori e esercitando un funzionale potere di iniziativa. I preposti ricevono dal datore di lavoro e in azienda, una adeguata e specifica formazione e aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro. Azienda: costituisce il posto ove deve avvenire l’adempimento degli obblighi di sicurezza. All’art. 2 del Testo Unico, è definita come : ”il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro (pubblico o privato), ove sono presenti i lavoratori per la cui salute e sicurezza devono essere individuate e apprestate adeguate misure di prevenzione, protezione ed elaborato il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza, risultanti dalla valutazione dei rischi di art. 2 lett. q) del Testo Unico”. L’azienda così come per l’unità produttiva è il luogo finalizzato alla produzione di beni e di servizi. CAMPO DI APPLICAZIONE Il Testo Unico trova applicazione a tutti i settori di attività di tipo pubblico e di tipo privato. Anche tutte le tipologie di rischio vengono regolamentate sia direttamente che in modo di derivazione applicativa del Testo Unico; il principio generale del Testo Unico è quindi anche di tipo precauzionalistico, mentre con il D.lgs. n° 626/94 si parlava solo di principio prevenzionistico. Il Testo Unico all’ art. 2 lett. s), definisce il RISCHIO come: ” probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di 12 impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione”. Il Testo Unico è dotato di 51 allegati tecnici, ma in ogni caso, gli interessati alla applicazione (anche i consulenti aziendali professionisti) devono decidere l’adozione di misure cautelari senza attendere la “disponibilità” di tutte le conoscenze tecnico-scientifiche del caso concreto, e quando si “dubiti” che il non-ricorso a “misure cautelative” possa determinare un rischio per la salute umana-animale-ambientale. Mentre per principio della “Prevenzione” si intende il: “complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno, aggiornando tali misure di prevenzione in caso di mutamenti organizzativi e produttivi rilevanti per la salute e sicurezza del lavoro, o, in relazione alla evoluzione della tecniche di prevenzione e della protezione”. Il datore di lavoro deve apprestare un adeguato “sistema prevenzionistico”, che non è solamente cautelare basato sul principio della precauzione, infatti prevenzione e precauzione fanno riferimento a “tipologie” di campi applicativi distinti. Informazione, Formazione, Addestramento Informazione: per la “prevenzione soggettiva” del lavoratore di cui all’art. 36 e collegati del Testo Unico, delinea una serie di “misure protettive” da rendere esecutive principalmente a mezzo della “formazione-informazione-addestramento” per sensibilizzare i lavoratori circa i rischi ai quali sono esposti e i modi per prevenirli. Gli “obblighi di informazione” sono posti dal Testo Unico ad “integrazione” della serie di norme volte alla prevenzione soggettiva. Il datore di lavoro deve provvedere affinché ogni lavoratore abbia adeguata informazione: - sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività di impresa in generale; - sui rischi specifici a cui il lavoratore è esposto con l’attività direttamente svolta; - sulle disposizioni aziendali in materia di sicurezza adottate in azienda; - sulle misure di prevenzione adottate in azienda; - sulle attività di prevenzione adottate in azienda. formazione: Il Testo Unico all’art. 37, prescrive che la formazione in materia di sicurezza deve essere “ sufficiente e adeguata “ e deve avvenire nelle seguenti occasioni: - alla costituzione del rapporto di lavoro; - all’inizio dell’utilizzazione in caso di somministrazione del lavoro; - del trasferimento o cambiamento di mansioni; - all’ introduzione di nuove attrezzature di lavoro; - introduzione di nuove tecnologie operative; - utilizzo di nuove sostanze e preparati pericolosi. Gli obblighi informativi, sono a carico di coloro che “utilizzano la prestazione lavorativa altrui”, inserendola nella propria organizzazione aziendale. Infatti il Testo Unico prevede che gli “obblighi di prevenzione e protezione”, gravano specificatamente: - sul distaccatario in caso di distacco del lavoratore; - sull’utilizzatore in caso di contratto di somministrazione; - sul committente nei confronti dei lavoratori a progetto; Perito Agrario 2/2008 SICUREZZA - sul committente nel caso di collaboratori coordinati continuativi dove la prestazione lavorativa si svolga nei luoghi di lavoro del committente. Gli obblighi di informazione di cui artt. 36 e 37 del testo unico, devono essere assolti anche nei riguardi di lavoratori a domicilio e lavoratori subordinati che effettuano prestazione continuativa di lavoro a distanza, a mezzo di collegamento informatico e telematico. Modello di organizzazione Il Testo Unico intende per “modello di organizzazione” il “ modello organizzativo e gestionale per la definizione e l’attuazione di una politica aziendale per la salute e la sicurezza, ai sensi dell’art. 6 c. 1 lett. a) del D.lgs. n°231/2001, idoneo a prevenire i reati di cui agli artt. 589 e 590 c. 3 del codice penale, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro”. L’art. 9 della Legge 123/2007 introduce la “responsabilità amministrativa delle persone giuridiche”, per il reato in caso di omicidio colposo o di lesioni gravi e gravissime, con violazione delle “norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro, ecc.”. Se tale reato è stato compiuto dalle persone di cui art. 5 c.1 lettera a) del D.lgs. n°231/2001, l’ENTE non risponde se prova che: - l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello che siè verificato; - il compito di vigilare sul funzionamento, l’ osservanza dei modelli, di curare il loro aggiornamento, è stato affidato ad un organismo dell’ente dotato di autoPerito Agrario 2/2008 nomi poteri di iniziativa e di controllo; - le persone, hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente il “modello organizzativo e di gestione”; - non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo di cui art. 5 lettera b) del D.lgs. n°231/2001. Il “modello organizzativo e gestionale” deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici. Il “modello organizzativo “ deve inoltre prevedere un idoneo sistema di controllo dello stesso, garanzia di mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate. L’inidoneità e l’inadeguatezza del modello sono indici della sua carente impostazione di politica prevenzionistica aziendale e pertanto sanzionabile. LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Aspetti generali della valutazione dei rischi: il testo unico agli artt. 28,29,30, dispone in merito alla “valutazione dei rischi”. con l’art. 2 lettera q) viene definito per valutazione dei rischi: “Valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’ organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di protezione e prevenzione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza”. In particolare il Testo Unico con: - l’ art. 28 tratta l’ oggetto della valutazione dei rischi; - l’art. 29 tratta le modalità di effettuazione della valutazione dei rischi; - l’art. 30 disciplina i “modelli di organizzazione e di gestione” idonei ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società, delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui D.lgs. 231/2001, in relazione ai due reati di omicidio colposo e di lesioni gravi o gravissime, commessi in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative alla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro. OGGETTO della valutazione dei rischi Il Testo Unico all’art. 28, riafferma nel contesto della disciplina della gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro, l’aspetto primario circa l’obbligo di valutare “ tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”. la nuova normativa, non precisa espressamente quali siano i “rischi particolari” ai 13 SICUREZZA quali possono essere esposti gruppi di lavoratori, ma nella specifica di rischi particolari rientrano: - stress lavorativo-correlato - lavoratrici madri - differenze di genere e culturali - giovani da 15 a 24 anni - lavoratori maturi oltre i 55 anni Documento Valutazione Rischi Dopo avere effettuato la Valutazione dei Rischi, deve essere elaborato il Documento di Valutazione dei Rischi ( DVR ), sia la “ Valutazione “che la elaborazione del “ DVR” sono obblighi indelegabili del datore di lavoro. Il DVR deve avere : data certa (atto pubblico-scrittura privata autenticata-annullo postale) Il DVR deve contenere: - relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e salute durante l’attività lavorativa; - criteri adottati per la valutazione dei rischi; - indicazione delle misure di prevenzione e di protezione da adottare; - indicazione dei dispositivi di protezione individuali da adottare; - il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; - individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare; - ruoli dell’organizzazione aziendale, che debbono provvedere all’attuazione delle misure, assegnati unicamente a soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri; - indicazione dei nominativi: del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, del Rappresentante dei Lavori per la Sicurezza o di quello territoriale, del Medico Competente che ha partecipato alla valutazione dei rischi; - individuazione delle mansioni 14 che espongono i lavoratori a “rischi specifici” che richiedono una “ riconosciuta capacità professionale – specifica esperienza – adeguata formazione e addestramento”; Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi Il Testo Unico (Dlgs. n° 81/2008) all’art. 29, disciplina e regolamenta circa le modalità di effettuazione della “valutazione dei rischi”. Il documento di valutazione dei rischi deve : - essere redatto dal datore di lavoro (atto proprio ed esclusivo) in collaborazione con il R.S.P.P. ; - essere redatto con la collaborazione del Medico Competente nei casi ove obbligatoria la sorveglianza sanitaria; - sia la valutazione dei rischi che l’elaborazione dei DVR devono avvenire “previa” consultazione del “ rappresentante dei lavoratori per la sicurezza”; - il DVR deve essere custodito presso l’unità produttiva ove si riferisce la valutazione dei rischi; - il DVR da “interferenze negli appalti interni” deve essere custodito presso l’unità produttiva ove si riferisce; - è obbligatoria la revisione della “valutazione dei rischi” e del “DVR” nel caso di modifiche al processo produttivo o alla organizzazione del lavoro significative ai fini sicurezza dei lavoratori; - è obbligatoria la revisione della “valutazione dei rischi” e del “DVR” nel caso di “ infortuni significativi ”; - è obbligatoria la revisione della “valutazione dei rischi” e del “DVR” nel caso in cui la “ sorveglianza sanitaria “ ne evidenzi la necessità; Aziende fino a 10 dipendenti: i datori di lavoro che occupano nella azienda fino a 10 dipendenti, devono effettuare la valutazione dei rischi sulla base di procedure “standardizzate” che verranno appositamente emanate in aggiunta delle già esistenti. In attesa della emanazione, la valutazione dei rischi deve essere effettuata secondo le disposizioni del Testo Unico. I datori di lavoro fino a 10 dipendenti possono “autocertificare” l’avvenuta valutazione dei rischi (fatta esclusione per attività di cui art 2 D.lgs. n° 334/1999 , centrali termoelettriche, impianti di cui artt. 7,28,33 del D.lgs. n° 230/1995, aziende di esplosivi – polveri - munizioni) Aziende fino da 11 fino a 50 dipendenti: i datori di lavoro che occupano nelle aziende fino a 50 dipendenti possono effettuare la valutazione dei rischi in base a procedure che verranno emanate appositamente. In attesa della emanazione valgono le disposizioni del Testo Unico. Modelli di organizzazione e di gestione della valutazione dei rischi: i “modelli di organizzazione e di gestione” costituiscono un rafforzamento per la gestione della salute e sicurezza sul lavoro, in modo da assicurare un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativamente a: - rispetto degli standard tecnicostrutturali per le attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici-fisici-biologici; - attività di valutazione dei rischi e predisposizione delle misure di protezione e prevenzione necessarie; - attività di natura organizzativa, come emergenze, primo soccorso, appalti, riunioni periodiche della sicurezza, consultazione degli R.L.S. (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza); - attività di sorveglianza sanitaria; - formazione dei lavoratori; Perito Agrario 2/2008 SICUREZZA - attività di vigilanza per il rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; - acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; - verifiche periodiche circa l’applicazione e l’efficacia delle procedure aziendali adottate. Ulteriormente i “modelli di organizzazione e di gestione della sicurezza “ devono prevedere: - idonei sistemi di registrazione delle attività svolte; - idonea registrazione per assicurare l’adempimento degli obblighi giuridici in materia di salute e sicurezza; - procedure per rapporti fra “servizio di protezione e di prevenzione” e “organismo di vigilanza”; - previsione articolata di funzioni che assicurino le “ competenze tecniche ed i poteri necessari” per la ”verifica-valutazione-gestione- controllo del rischio” ; - predisposizione di “ sistema disciplinare” idoneo a sanzionare il Perito Agrario 2/2008 “mancato rispetto” delle misure indicate nel “ modello di organizzazione e gestione della sicurezza”; - previsione per idoneo “sistema di controllo” circa l’attuazione del modello organizzativo e sul “mantenimento nel tempo” della condizioni di idoneità delle “misure adottate”; - previsione circa l’obbligo di “riesame” e di “ modifica” del modello organizzativo gestionale, che devono essere attuati nel momento in cui “si verificano violazioni significative” delle norme relative alla prevenzione degli infortuni; - previsione circa l’obbligo di “riesame” e di “ modifica” del modello organizzativo gestionale, che devono da attuarsi in occasione di “mutamenti organizzativi del lavoro, e in relazione al progresso scientifico e tecnologico. CONCLUSIONI Il presente articolo tecnico inerente il Testo Unico sulla sicurezza del lavoro di cui D.lgs. n° 81/2008, ha trattato in termini “generali-iniziali” alcuni aspetti della nuova norma. In prima battuta si evidenziano nuovi concetti operativi e procedure precise per datori di lavoro, per servizio di prevenzione e protezione, per medico competente, per i lavoratori, e per i nuovi aspetti sanzionatori. Il nuovo Testo Unico sia dal punto di vista dei contenuti che della redazione delle norme, è attualmente sottoposto a interventi con eventuali emanazioni di “testi unici o codici di settore” che potranno essere introdotti dal Governo entro il 4 Settembre 2008 ed entro il 21 Settembre 2009, al fine di un miglioramento degli aspetti tecnici. Anche i “consulenti professionisti”, devono attentamente e scrupolosamente “formarsi” per attendere alla nuova normativa, con la finalità di rispondere alle richieste di aziende che devono “confrontarsi” e “assolvere” alle nuove richieste del legislatore nel settore della sicurezza e salute dei lavoratori e dell’ambiente esterno. Il C.N.P.A. sulla base dell’ evoluzione normativa e procedure attinenti, si è attivato per pianificare e organizzare momenti formativi specifici al fine di “qualificare adeguatamente” i propri professionisti che si dedicano al settore o che conducono direttamente attività lavorative sottoposte ai nuovi obblighi giuridici in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni lavorativi e nei riguardi dell’ambiente. È possibile comunicare con il C.N.P.A. – indicando: “sicurezza del lavoro Testo Unico” –, per richieste di approfondimenti e/o chiarimenti in merito al Testo Unico e sue competenze nei settori lavorativi-strutturali-impiantisticiambientali. 15 SICUREZZA PROPOSTA di modifica del D.LGS. 81/2008 Analizzato il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” ( pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 - Supplemento Ordinario n. 108) gli esperti di settore del: - Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati - Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati - Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati Il giorno 19 giugno 2008, riuniti in Commissione congiunta per la disamina del provvedimento, premesso che: Le professioni contemporanee risultano legittimate dallo Stato italiano proprio perché, è attraverso le leggi di regolamentazione professionale, che lo Stato stabilisce quali sono le professioni socialmente utili, di natura pubblica e con potere di certificazione, I professionisti iscritti agli Albi e Ordini professionali rappresentano un naturale presidio alla sicurezza, in quanto dislocati in modo uniforme su tutto il territorio nazionale ed in grado di rispondere in modo estremamente puntuale e convincente in ordine alle tematiche della sicurezza ed igiene del lavoro, I professionisti sono, per loro natura, gli unici garanti della terzietà nei confronti dei datori di lavoro, dei lavoratori e degli organi di vigilanza, come già riconosciuto dal legislatore con precedenti normative; nell’intendimento di dare immediata concretezza al principio generale della cultura della sicurezza per tutti, mediante l’approccio piü corretto per far crescere l’obiettivo della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, indicano, di seguito, taluni semplici correttivi volti al miglioramento del sistema sicurezza del nostro Paese. Titolo I – Capo I – Disposizioni generali Art. 2 - Definizioni si propone di aggiungere dopo il comma 1, lettera ee) quanto segue: lettera ff)«organismo tecnico»: organismi costituiti da ordini e collegi delle professioni tecniche, Motivazione L’inserimento delle rappresentanze degli ordini delle professioni tecniche viene richiesto in quanto rappresentano le figure professionali con competenze tecniche cui è affidata la consulenza – sia in qualità di dipendente, sia in qualità di professionista esterno - per l’applicazione di una normativa sempre più evoluta tecnicamente. Titolo I – Capo II – Sistema Istituzionale Art. 6 - Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro si propone di aggiungere dopo il comma 1, lettera o) come segue: lettera p) “dieci esperti designati dai Consigli Nazionali degli Ordini delle professioni tecniche”. Motivazione L’inserimento delle rappresentanze degli ordini delle professioni tecniche, quali Enti di diritto pubblico. viene richiesto in quanto in possesso di competenze specifiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro e, quindi, volte al completamento delle capacità valutative della Commissione in parola. Titolo I – Capo II – Sistema Istituzionale Art. 10 - Informazione e assistenza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro si propone di aggiungere dopo il comma 1, il seguente comma: comma 2 “Nello svolgimento dell’attività di cui al comma 1, gli Enti stessi di Ordini e Collegi professionali”. Motivazione L’inserimento delle rappresentanze degli Ordini delle professioni tecniche, quali Enti di diritto pubblico. viene richiesto in quanto in possesso di com- 16 petenze specifiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro e, quindi, volte al completamento degli interventi formativi. Titolo I – Sez. III – Servizio di Prevenzione e Protezione Art. 32 –punto 1 – Capacità e Requisiti di ASPP e RSPP Art. 32 – punto 3 Si richiede la eliminazione di tale punto Motivazione. Non risulta in modo certo che chi ha svolto la funzione di RSPP e/o ASPP sei mesi prima del 13 Agosto 2003, disponga delle necessarie competenze tecniche di base per svolgere tale funzione anche se si frequenti il corso di formazione come previsto dall’accordo Stato Regioni di cui al comma 2. Art. 32 – punto 5 Dopo “…ovvero di altre lauree conosciute corrispondenti ai sensi della normativa vigente,” si richiede di inserire: “che sono in possesso del diploma di perito industriale, geometra e perito agrario In alternativa si richiede di eliminare il punto 5 Motivazione I periti industriali, geometri, periti agrari, analogamente ai laureati, non hanno seguito specifici corsi formativi in materia di sicurezza nei percorsi scolastici, ma dispongono – analogamente ai laureati - delle competenze tecniche in grado di poter affrontare in modo tecnicamente competente le problematiche di sicurezza, come del resto hanno fatto prima della emanazione del decreto 195/03. Titolo I V– Capo I - – Cantieri temporanei e mobili Art. 89. - Definizioni comma c) responsabile dei lavori: soggetto incaricato, dal committente, della progettazione o del controllo dell’esecuzione dell’opera; tale soggetto coincide con il progettista per la fase di progettazione dell’opera e con il direttore dei lavori per la fase di esecuzione dell’opera. Nel campo di applicazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, il responsabile dei lavori e’ il responsabile unico del procedimento; si propone di modificare il comma c) come segue: comma c) responsabile dei lavori: soggetto incaricato, dal committente, della progettazione o del controllo dell’esecuzione dell’opera; tale soggetto può coincidere con il progettista per la fase di progettazione dell’opera e con il direttore dei lavori per la fase di esecuzione dell’opera. Nel campo di applicazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, il responsabile dei lavori è il responsabile unico del procedimento; Motivazione: la modifica si rende necessaria in quanto il trasferimento delle responsabilità di carattere penale dal committente al RL non può che essere facoltativo per come è articolato il dettato normativo, atteso che il D.Lgs.81/2008 ha espressamente previsto l’istituto della delega che prevede la mera accettazione del delegato; Art. 90 comma 11 – Obblighi del committente o del responsabile dei lavori s richiede di riscrivere il presente comma come segue: comma 11 “In caso di lavori privati, le disposizioni di cui al comma 3 e 4 non si applicano ai lavori non soggetti a permesso a costruire, la cui entità presunta di lavoro non sia superiore a 200 uomini/giorno” Motivazione Trattasi di “piccoli lavori di manutenzione edile” in cui è possibile la presenza di più imprese, su cui graverebbero oneri inutili. Resta confermato in ogni caso il mantenimento delle misure di sicurezza e di cautela, con relative sanzioni, a carico di committente e imprese esecutrici. Le proposte verranno formalizzate dai Consigli Nazionali al Ministero del Lavoro con la richiesta di intervento migliorativo secondo le indicazioni sopra espresse. Perito Agrario 2/2008 SICUREZZA I requisiti formativi dei responsabili e degli addetti ai servizi di prevenzione aziendali di Andrea Colantoni, Massimo Cecchini, Danilo Monarca Premessa Le figure del responsabile del servizio prevenzione e protezione (RSPP) e degli addetti al servizio di prevenzione e protezione (ASPP), introdotte dal Decreto Legislativo 626 del 1994, sono di fondamentale importanza per la gestione della sicurezza nelle aziende. I settori agricolo, agro-industriale e forestale non sfuggono agli obblighi di prevenzione disciplinati, dal nuovo “Testo Unico” in materia di sicurezza e igiene del lavoro (D.Lgs. 81/2008). I compiti del servizio di prevenzione e protezione consistono fondamentalmente nel supporto al datore di laPerito Agrario 3/2008 voro nell’effettuare la valutazione dei rischi e nel determinare le misure di prevenzione e protezione necessarie per la tutela dei lavoratori; anche la formazione e l’informazione dei lavoratori sui rischi derivati dall’attività dell’azienda e sulle misure comportamentali da adottare costituiscono un importante compito degli addetti ai servizi di prevenzione e protezione. La scelta di queste persone, molte volte, non era basata su un criterio “professionale”: non erano, cioè, previsti requisiti minimi per poter svolgere tale attività. Il D.Lgs. n. 195 del 2003, ha fissato per la prima volta requisiti specifi- ci per le figure di responsabile e addetto al servizio di prevenzione e protezione, per far fronte alle carenze presenti nel D.Lgs. 626/94. I requisiti e le capacità professionali di RSPP e ASPP sono tassativamente regolati, ad oggi dall’art. 32 del D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 (ex art. 8 bis del D.Lgs. n. 626/94): chi non possiede i requisiti e le capacità professionali previste, o non li raggiungerà entro un anno dalla data di pubblicazione in gazzetta ufficiale, periodo definito in base alla necessità di mettere a punto gli aspetti organizzativi per l’avvio del nuovo sistema, non potrà più svolgere o assumere la funzione di RSPP/ASPP. 17 SICUREZZA L’accordo del 26 gennaio 2006 tra il Governo e le Regioni e Province autonome attuativo dell’art. 2, commi 2, 3, 4 e 5 del Decreto Legislativo 23 giugno 2003, n. 195, che integrava il Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626, in materia di prevenzione e protezione dei lavoratori sui luoghi di lavoro, e sulla base del quale è stato emanato l’art. 32 del D.Lgs. 81/2008, offre delle nuove possibilità e cioè di formare, tramite appositi corsi personalizzati in base ai diversi settori d’intervento le suddette figure professionali. Tale documento prevede due tipologie di percorsi di formazione per RSPP e ASPP: persone che non hanno mai esercitato la professione di RSPP e ASPP; persone che hanno già svolto o svolgono tali funzioni in aziende pubbliche o private. Per la tipologia di cui al punto a), i corsi di formazione per RSPP e ASPP devono essere sviluppati interamente attuando tre moduli formativi (denominati A, B e C); per la tipologia di cui al punto b), è previsto l’esonero dalla frequenza di alcuni moduli del percorso formativo, tenendo conto delle conoscenze acquisite, a seguito delle esperienze maturate. L’RSPP ai sensi del D.Lgs. 81/2008. L’articolo 32 del D.Lgs. 81 del 9 aprile 2008 “Capacità e requisiti professionali degli addetti e dei responsabili dei servizi di prevenzione e protezione interni o esterni”, prevede che tali capacità e requisi- ti devono essere adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative. Questo articolo identifica definisce l’aspetto fondamentale della formazione richiesta per gli RSPP e ASPP, in funzione della natura dei rischi. Una carenza del precedente D.Lgs. 626/94 riguardava: • la specificità della formazione da seguire; • le qualifiche che devono possedere i formatori ed i soggetti da formare; • le caratteristiche del percorso formativo. Lo stesso articolo 32, inoltre, fa riferimento, per quanto concerne i contenuti dei corsi, all’accordo sancito il 26 gennaio 2006 in sede Tabella 1 Classificazione ATECO con i macrosettori di attività e la durata complessiva dei corsi 18 Perito Agrario 3/2008 SICUREZZA di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, del 14 febbraio 2006, n. 37. Tale accordo fornisce risposte ai tre punti precedenti, individuando i macrosettori ed i requisiti minimi dei corsi, definendo inoltre, che tali corsi di formazione, possono essere organizzati dalle Regioni e Province Autonome, dalle Università, dall’ISPESL, dall’INAIL, dall’ Istituto Italiano di Medicina Sociale, dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, dalle Associazioni Sindacali dei datori di lavoro o dei lavoratori e dagli Organismi paritetici. Non vengono definiti criteri per la scelta dei docenti all’interno di tali enti, ma come unico requisito questi devono possedere almeno un’esperienza biennale documentata, sia nel settore della formazione sia nel settore della prevenzione, sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Perito Agrario 3/2008 Percorsi formativi per ASPP e RSPP in funzione dei settori ATECO di appartenenza. I percorsi formativi da seguire per ottenere le qualifiche di RSPP e ASPP, sono caratterizzati da: • contenuti specifici in funzione del macrosettore ATECO dell’azienda presso la quale si ricopre l’incarico; • articolazione del percorso formativo con il numero totale di ore definendo un modulo giuridico (modulo A), un modulo tecnico (modulo B) ed un modulo di specializzazione riservato ai RSPP (modulo C). • prove di verifica intermedia (es.: questionario a risposta multipla), prove di verifica finale (es.: prova pratica). • metodologia didattica atta a favorire metodologie di apprendimento basate sul “problem solving”, applicate a simulazioni e problemi specifici, con particolare attenzione ai processi di valutazione e comunicazione legati alla prevenzione. Occorre evidenziare, inoltre, che l’art. 34 della nuova normativa (te- sto unico), definisce che il datore di lavoro che intenda svolgere i compiti di RSPP (nel settore agricolo ciò è consentito per aziende fino a 10 lavoratori assunti a tempo indeterminato), deve frequentare corsi di formazione, di durata minima di 16 ore e massima di 48 ore, adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative, nel rispetto dei contenuti e delle articolazioni definiti mediante accordo in sede di Conferenza permanente. La classificazione ATECO definita dall’Istituto Nazionale di Statistica ha predisposto una classificazione delle attività economiche (ATECO 2007) da adottare nelle rilevazioni statistiche correnti. In particolare, la conoscenza del macrosettore ATECO di appartenenza dell’azienda è indispensabile per identificare il percorso formativo che dovranno effettuare RSPP e ASPP nel Modulo B del corso. La Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano, prevede per l’attività di RSPP e ASPP, come requisito minimo, di essere in possesso di un titolo non inferiore al diploma di istruzione di secondo grado e di un attesto di frequenza ai suddetti corsi, con obbligo di frequenza e valutazione dell’apprendimento. In particolare, come precedentemente accennato, la metodologia di insegnamento/apprendimento prevede la suddivisione di tali corsi in tre moduli denominati A, B e C. Modulo A. Il modulo A costituisce il corso base, per lo svolgimento del ruolo di RSPP e ASPP; la sua durata è di 28 ore e, una volta conseguito, resta valido per tutti i percorsi formativi successivi, costituendo credito formativo permanente. 19 SICUREZZA I CONTENUTI DEL “MODULO A” PRESENTAZIONE DEL CORSO L’APPROCCIO ALLA PREVENZIONE ATTRAVERSO IL D. LGS. 626/94 PER UN PERCORSO DI MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI. La filosofia del D.Lgs. 81/2008 in riferimento alla organizzazione di un Sistema di Prevenzione aziendale, alle procedure di lavoro, al rapporto uomo-macchina e uomo ambiente/sostanze pericolose, alle misure generali di tutela della salute dei lavoratori e alla valutazione dei rischi. DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI - Contenuti e specificità:metodologia della valutazione e criteri utilizzati - Individuazione e quantificazione dei rischi, misure di prevenzione adottate o da adottare - Priorità e tempistica degli interventi di miglioramento - Definizione di un sistema per il controllo della efficienza e della efficacia nel tempo delle misure attuate IL SISTEMA LEGISLATIVO: ESAME DELLE NORMATIVE DI RIFERIMENTO - La gerarchia delle fonti giuridiche - Le Direttive Europee - La Costituzione, Codice Civile e Codice penale - L’evoluzione della normativa sulla sicurezza e igiene del lavoro - Statuto dei lavoratori e normativa sulla assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e malattie professionali - Il D. Lgs. 81/2008: l’organizzazione della prevenzione in azienda, i rischi considerati e le misure preventive esaminati in modo associato alla normativa vigente collegata - La legislazione relativa a particolari categorie di lavoro: lavoro minorile, lavoratrici madri, lavoro notturno, lavori atipici, etc. - Le norme tecniche UNI, CEI e loro validità. LA CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI IN RELAZIONE ALLA NORMATIVA - Rischio da ambienti di lavoro - Rischio elettrico - Rischio meccanico, Macchine, Attrezzature - Rischio movimentazione merci (apparecchi di sollevamento, mezzi di trasporto) - Rischio cadute dall’alto - Le verifiche periodiche obbligatorie di apparecchi e impianti I SOGGETTI DEL SISTEMA DI PREVENZIONE AZIENDALE SECONDO IL D. LGS. 81/2008: I COMPITI, GLI OBBLIGHI, LE RESPONSABILITÀ CIVILI E PENALI - Il Datore di lavoro, i Dirigenti e i Preposti - Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP), gli Addetti del SPP - Il Medico competente (MC) - Il Responsabile dei Lavoratori per la sicurezza (RLS) e il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (RLST) - Gli Addetti alla prevenzione incendi, evacuazione dei lavoratori e pronto soccorso - I Lavoratori - I Progettisti, i Fabbricanti,i Fornitori e gli Installatori - I Lavoratori autonomi IL SISTEMA PUBBLICO DELLA PREVENZIONE - Vigilanza e controllo - Il sistema delle prescrizioni e delle sanzioni - Le omologazioni, le verifiche periodiche - Informazione, assistenza e consulenza - Organismi paritetici e Accordi di categoria CRITERI E STRUMENTI PER LA INDIVIDUAZIONE DEI RISCHI - Concetti di pericolo, rischio, danno,prevenzione - Principio di precauzione,attenzione al genere, clima delle relazioni aziendali, rischio di molestie e mobbing - Analisi degli infortuni: cause, modalità di accadimento, indicatori, analisi statistica e andamento nel tempo, registro infortuni - Le fonti statistiche: strumenti e materiale informativo disponibile - Informazione sui criteri, metodi e strumenti per la valutazione dei rischi (Linee guida regionali, linee guida CEE, modelli basati su check list, la Norma UNI EN 1050/98, ecc.) 20 RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE - Il quadro legislativo antincendio e C. P. I. - Gestione delle emergenze elementari LA VALUTAZIONE DI ALCUNI RISCHI SPECIFICI IN RELAZIONE ALLA RELATIVA NORMATIVA DI SALUTE E SICUREZZA - Principali malattie professionali - Rischio cancerogeni e mutageni - Rischio chimico - Rischio biologico - Tenuta dei registri di esposizione dei lavoratori alle diverse tipologie di rischio che li richiedono LA VALUTAZIONE DI ALCUNI RISCHI SPECIFICI IN RELAZIONE ALLA RELATIVA NORMATIVA DI IGIENE DEL LAVORO - Rischio rumore - Rischio vibrazioni - Rischio videoterminali - Rischio movimentazione manuale dei carichi - Rischio da radiazioni ionizzanti e non ionizzanti - Rischio da campi elettromagnetici - Il microclima - L’illuminazione LE RICADUTE APPLICATIVE E ORGANIZZATIVE DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO - Il piano delle misure di prevenzione - Il piano e la legislazione del pronto soccorso - La sorveglianza sanitaria (definizione della necessità della sorveglianza sanitaria, specifiche tutele per le lavoratrici madri, minori, invalidi, visite mediche e giudizi di idoneità, ricorsi) - I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): criteri di scelta e di utilizzo - La gestione degli appalti - La informazione, la formazione e l’addestramento dei lavoratori (nuovi assunti, RSPP, RLS, RLST, addetti alle emergenze, aggiornamento periodico) Perito Agrario 3/2008 SICUREZZA I CONTENUTI DEL “MODULO B” (Macrosettore Agricoltura) RISCHI LEGATI ALLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO • Gli ambienti di lavoro • La movimentazione manuale dei carichi • Movimentazione merci: app. di sollevamento e mezzi di trasporto IL RISCHIO INFORTUNI • Il rischio elettrico • Il rischio meccanico • Macchine • Attrezzature • Cadute dall’alto RISCHIO DA ESPLOSIONE • Atmosfere esplosive SICUREZZA ANTINCENDIO • Prevenzione incendi • Decreto ministeriale 10 marzo 1998 RISCHI FISICI • Rumore • Vibrazioni • Microclima ed illuminazione RISCHI AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI RISCHI BIOLOGICI RISCHI CHIMICI • Gas, Vapori, Fumi • Polveri, Fumi, Nebbie • Liquidi • Etichettatura CARATTERISTICHE E SCELTA DEI DPI I CONTENUTI DEL “MODULO C” ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE • La valutazione del rischio come: a) processo di pianificazione della prevenzione; b) conoscenza del sistema di organizzazione aziendale come base per l’individuazione e l’analisi dei rischi c) elaborazione di metodi per il controllo della efficacia ed efficienza nel tempo dei provvedimenti di sicurezza presi. • Il sistema di gestione della sicurezza: Linee guida UNI-INAIL, integrazione e confronto con norme e standard (OHSAS 18001, ISO, ecc.) • Il processo del miglioramento continuo • Organizzazione e gestione integrata delle attività tecnico-amministrative (capitolati, percorsi amministrativi, aspetti economici). IL SISTEMA DELLE RELAZIONI E DELLA COMUNICAZIONE • Il sistema delle relazioni: RLS, M.C., lavoratori, datore di lavoro, enti pubblici, fornitori, lavoratori autonomi, appaltatori, ecc. • Gestione della comunicazione nelle diverse situazioni di lavoro • Metodi, tecniche e strumenti della comunicazione • Gestione degli incontri di lavoro e della riunione periodica • Negoziazione e gestione delle relazioni sindacali. RISCHI DI NATURA PSICOSOCIALE • Elementi di comprensione e differenziazione fra stress, mobbing e burn-out • Conseguenze lavorative dei rischi da tali fenomeni sull’efficienza organizzativa, sui comportamenti di sicurezza del lavoratore e sul Modulo B. Il modulo B, di specializzazione, è il corso adeguato alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro, e relativi alle attività lavorative; la sua durata varia da 12 a 68 ore a seconda del macrosettore di riferimento. Nel caso dell’agricoltura (settore ATECO A) il modulo B Perito Agrario 3/2008 suo stato di salute • Strumenti, metodi e misure di prevenzione • Analisi dei fabbisogni didattici RISCHI DI NATURA ERGONOMICA • L’approccio ergonomico nell’organizzazione dei posti di lavoro e delle attrezzature • L’approccio ergonomico nell’organizzazione aziendale • L’organizzazione come sistema: principi e proprietà dei sistemi. RUOLO DELL’INFORMAZIONE E DELLA FORMAZIONE • Dalla valutazione dei rischi alla predisposizione dei piani di informazione e formazione in azienda (D.Lgs. 626/94 e altre direttive europee) • Le fonti informative su salute e sicurezza del lavoro • Metodologie per una corretta informazione in azienda (riunioni, gruppi di lavoro specifici, conferenze, seminari informativi, ecc…) • Strumenti di informazione su salute e sicurezza del lavoro (circolari, cartellonistica, opuscoli, audiovisivi, avvisi, news, sistemi in rete, ecc) • Elementi di progettazione didattica: - analisi dei fabbisogni formativi - definizione degli obiettivi didattici - scelta dei contenuti in funzione degli obiettivi - metodologie didattiche - sistemi di valutazione dei risultati della formazione in azienda. ha una durata di 36 ore, mentre per le industrie agroalimentari la durata prevista è di 48 ore. Come il modulo A, anche il modulo B è comune per lo svolgimento delle figure di RSPP e ASPP. Il modulo B ha validità quinquennale. Il credito formativo ottenuto con la frequenza del modulo B è, cioè, valido per cinque anni. Alla scadenza dei cinque anni scatta l’obbligo di aggiornamento. L’avvenuto aggiornamento deve essere registrato sul libretto formativo del cittadino di cui al decreto interministeriale (MLPS e MIUR) del 10 ottobre 2005, pub- 21 SICUREZZA blicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 256 del 3 novembre 2005, ove adottato; in alternativa deve essere documentato da idonea certificazione rilasciata dal soggetto che ha erogato l’aggiornamento. Modulo C. Il modulo C è un modulo di specializzazione riguardante solo le funzioni di RSPP; è il corso di prevenzione dei rischi, anche di natura ergonomica e psico-sociale, di organizzazione e di gestione delle attività tecnico-amministrative e di tecniche di comunicazioni in azienda e di relazioni sindacali. La sua durata è di 24 ore ed è obbligatorio solo per RSPP. All’interno di tali moduli sono previste delle valutazioni degli apprendimenti tramite: verifiche intermedie di apprendimento (rientrano nell’orario complessivo del modulo); verifiche finali di apprendimento (da intendersi al di fuori del monte ore complessivo). L’elaborazione delle prove è di competenza di un gruppo docente supportato da un Coordinatore/Tutor del corso. L’attestato di frequenza viene rilasciato se è certificata, tramite la redazione di un apposito registro, la presenza dell’allievo ad almeno il 90% del monte ore complessivo di ciascun modulo. I soggetti formatori che hanno la facoltà di rilasciare direttamente gli attestati di frequenza, devono trasmettere il verbale della valutazione finale alla regione/provincia territorialmente competente. Si specifica che si tratta di una trasmissione solo «per opportuna conoscenza», finalizzata a garantire traccia dei percorsi formativi realizzati. L’articolo 32 del D.Lgs. 81/2008 riguarda anche l’individuazione di altri soggetti formatori; in partico- 22 lare, in riferimento ai requisiti indicati dall’accordo, si precisa che: le strutture che erogano formazione devono dimostrare di avere almeno due anni di esperienza professionale maturata in materia di prevenzione e sicurezza e/o maturata nella formazione alla prevenzione e sicurezza. L’esperienza può essere anche autocertificata e sottoposta ai normali controlli da parte dell’amministrazione regionale/provinciale competente; relativamente ai docenti, questi devono dimostrare di avere almeno due anni di esperienza professionale maturata in materia di prevenzione e sicurezza e/o maturata nella formazione alla prevenzione e sicurezza. L’esperienza può essere anche autocertificata e sottoposta ai normali controlli da parte dell’amministrazione regionale/provinciale competente. Obiettivi dei percorsi formativi. Modulo A Gli obiettivi del modulo A sono: - acquisire elementi di conoscenza relativi alla normativa generale e specifica in tema di igiene e sicurezza del lavoro, sui criteri e strumenti per la ricerca delle leggi e norme tecniche riferiti a problemi specifici; - acquisire elementi di conoscenza relativi ai vari soggetti del sistema di prevenzione aziendale, ai loro compiti, alle responsabilità e alle funzioni svolte dai vari Enti preposti alla tutela dei lavoratori; - acquisire elementi di conoscenza in particolar modo per gli aspetti normativi, relativi ai rischi e ai danni da lavoro, alle misure di prevenzione per eliminarli o ridurli, ai criteri metodologici per la valutazione dei rischi, ai contenuti del documento di valutazione dei rischi, alla gestione delle emergenze; - acquisire elementi di conoscenza relativi alle modalità con cui or- ganizzare e gestire un Sistema di Prevenzione aziendale. Modulo B Gli obiettivi del modulo B sono: acquisire conoscenze relative ai fattori di rischio e alle misure di prevenzione e protezione negli specifici comparti; acquisire capacità di analisi per individuare i pericoli e quantificare i rischi presenti negli ambienti di lavoro del comparto; contribuire alla individuazione di adeguate soluzioni tecniche, organizzative e procedurali di sicurezza per ogni tipologia di rischio; contribuire ad individuare per le diverse lavorazioni del comparto, gli idonei dispositivi di protezione individuali (DPI); contribuire ad individuare i fattori di rischio per i quali è prevista la sorveglianza sanitaria. Per il modulo B, il numero di ore varia in funzione del settore produttivo di riferimento (vedi tabella 1) Perito Agrario 3/2008 SICUREZZA È richiesto, inoltre, un aggiornamento periodico per lo svolgimento del ruolo di RSPP; in particolare: - almeno 60 ore ogni cinque anni per i responsabili dei macrosettori di attività ATECO n. 3-4-5-7; - almeno 40 ore ogni cinque anni per i responsabili dei macrosettori di attività ATECO n. 1-2-6-8-9; L’aggiornamento previsto per lo svolgimento del ruolo di ASPP è, invece, di 28 ore ogni cinque anni per tutti i macrosettori di attività ATECO. Modulo C Gli obiettivi del modulo C sono quelle di sviluppare le capacità gestionali e relazionali e di fornire elementi di conoscenza su: - sistemi di gestione della sicurezza; - organizzazione tecnico-amministrativa della prevenzione; - dinamiche delle relazioni e delle comunicazioni; - fattori di rischio psico-sociali ed ergonomici; - progettazione e gestione dei processi formativi aziendali. Conclusioni I requisiti per lo svolgimento dell’importante ruolo di Responsabile o Addetto al Servizio di prevenzione e protezione nelle aziende sono stati introdotti e resi operativi per la prima volta in Italia con la pubblicazione dell’accordo tra il Governo e le Regioni e Province autonome del 26 gennaio 2006. Gli stessi requisiti sono stati ripresi dal recente “testo unico” in materia di sicurezza e igiene del lavoro. Negli ultimi mesi, perciò, si è assistito ad un proliferare di corsi di formazione erogati da diversi soggetti. In questa sede si ritiene opportuno portare a conoscenza degli interessati che in diversi casi gli enti erogatori dei corsi non hanno la qualifica per rilasciare attestati validi ai sensi di legge. Occorre pertanto prestare la massima attenzione prima di iscriversi ad un qualsiasi corso in quanto qualora venisse a mancare anche un solo requisito legale, l’incarico di RSPP o ASPP sarebbe invalidato con possibili conseguenze penali per i datori di lavoro delle aziende, e professionali per il consulente. Laboratorio di Ergonomia e Sicurezza del Lavoro Dipartimento GEMINI Via S. Camillo De Lellis - 01100 Viterbo Tel. 0761/357.357 - e-mail: [email protected] Il Laboratorio di Ergonomia e Sicurezza del Lavoro (Coordinatore scientifico: Prof. Danilo Monarca; Responsabile tecnico: Prof. Massimo Cecchini), istituito presso il Dipartimento GEMINI, è una struttura di rilevante importanza didattica, di ricerca e di servizi offerti all’interno dell’Ateneo e del Territorio. Si occupa dello studio dell’ergonomia delle macchine e dei luoghi di lavoro, della rilevazione di agenti fisici, chimici e biologici negli ambienti lavorativi, con particolare riferimento ai luoghi di lavoro agricoli e forestali. Fra i servizi offerti dal laboratorio si ricordano: - rilevamenti fonometrici ai fini della valutazione dei rischi da esposizione al rumore, nonché ai fini della certificazione CE delle macchine agricole; - rilevamenti di vibrazioni trasmesse all’intero corpo e al sistema mano-braccio da macchine ed attrezzature agricole, anche per la certificazione CE delle macchine; - rilevamento delle concentrazioni di inquinanti aerodispersi (polveri inorganiche, agenti biologici, agenti chimici) nell’ambiente e nei luoghi di lavoro; - determinazione delle concentrazioni di polveri di legno duro nelle operazioni che espongono i lavoratori a tali agenti cancerogeni; - rilevamento dei parametri microclimatici negli ambienti di lavoro (temperatura, umidità relativa, velocità dell’aria, illuminazione, ecc.) e valutazione del comfort termico in ambienti moderati; - valutazione dei parametri ergonometrici delle postazioni di lavoro: studio delle “work related muscolo-skeletal’s disorders” e degli indici di carico legati alla movimentazione manuale dei carichi; - analisi di conformità delle macchine agricole ai fini della certificazione CE; - sicurezza dei cantieri; - sicurezza degli impianti tecnologici; - sicurezza dei laboratori, con particolare riguardo alla funzionalità delle cappe chimiche; - prevenzione incendi nei luoghi di lavoro. Il Dipartimento GEMINI dell’Università degli Studi della Tuscia è sede dei corsi di formazione per Responsabili e Addetti dei Servizi di Prevenzione e Protezione ai sensi dell’art. 32 D.Lgs. 81/2008. Perito Agrario 3/2008 23 ISTITUTO TECNICO AGRARIO Incontro formativo per gli alunni dell’Istituto Agrario delle Capezzine di Fabrizio Panichi resso l’aula magna dell’ISIS “A.Vegni” - Capezzine – Cortona (AR), in data 03/05/2008 una delegazione del Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Arezzo, composta dal Presidente Per.Agr.Giuliarini Giuliano, dal Consigliere Per. Agr. Panichi Fabrizio e dal collega Per.Agr. Romualdi Pier Ferruccio iscritto da oltre 50 anni al collegio; insieme al Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Siena, rappresentato dal Presidente Per. Agr. Biagiotti Raffaello e in accordo con l’Associazione Amici del Vegni, è stato svolto un incontro informativo con gli oltre 60 ragazzi dell’ultimo anno scolastico, per portarli a conoscenza della possibilità, una volta conseguito il diploma tecnico superiore di perito agrario e dopo aver svolto, come previsto dal regolamento della Ns. categoria un periodo di praticantato, la libera professione. Durante la mattinata per introdurre gli argomenti e i relatori agli studenti, ha incominciato a parlare fungendo da moderatore, l’ex Prof. Santiccioli Gianfranco, Presidente dell’Associazione Amici del Vegni. Poi ha preso la parola il Per.Agr. Biagiotti, introducendo data l’esperienza, le attività professionali del perito agrario oggetto della libera professione. Poi è stata la volta del Per.Agr. Giuliarini che ha parlato ai ragazzi della possibilità a chi fosse interessato a iniziare a “sondare il terreno” di svolgere un periodo di stage, presso aziende agricole e viticole o presso alcuni profes- P 24 sionisti iscritti, anche per brevi periodi, nelle loro strutture. Se interessati, proseguire in seguito con il vero e proprio periodo di pratica professionale o di attività tecnico agricola. A tale scopo, successivamente ha preso la parola il Per.Agr.Panichi che ha introdotto chiaramente, l’obbligo e la necessità di iscrizione all’albo per chi esercita una professione intellettuale, compresa quella del perito agrario e le modalità di iscrizione e svolgimento della pratica professionale o in alternativa ad essa, le modalità di svolgimento della pratica agricola subordinata. Poi si è parlato della possibilità per chi è in possesso di una laurea breve di primo livello o Diplomi Universitari riconosciuti, di ovviare al periodo di pratica (essendo già contemplato nel periodo di studio) e di accedere all’Esame di Stato per l’abilitazione alla libera professione. In conclusione si è data larga parola agli studenti che all’inizio erano un po’ timorosi, ma successivamente hanno po- sto varie domande ai relatori che hanno risposto a turno in base alla loro esperienza professionale. Concludo dicendo che la mattinata è stata piacevole e costruttiva sia per gli studenti, sia per la scuola rappresentata dall’onnipresente Prof. Tremori Graziano, sia per i collegi intervenuti, che hanno potuto sondare e capire le vere necessità,nonché problematiche degli studenti che ricevendo chiari consigli, giunti al diploma vogliono iniziare a intraprendere il difficile cammino della libera professione.Per questo si è deciso, come del resto si aveva già fatto anche l’anno precedente, in veste meno professionale, di ripetere questo tipo di iniziativa nel mese di maggio di ogni anno scolastico, con i ragazzi prossimi al diploma. Vista la piacevolezza e utilità dell’evento, consiglio vivamente a tutti i collegi provinciali, di effettuare questo tipo di incontri, per meglio descrivere la Ns. categoria professionale, a potenziali futuri colleghi. Perito Agrario 3/2008 ISTITUTO TECNICO AGRARIO Ecologia del paesaggio. Valore del territorio agricolo per la tutela della biodiversità di Paola Longo il titolo del convegno, organizzato dalla Dirigente Scolastica dell’Istituto Tecnico Agrario “E. Sereni”, prof.ssa Patrizia Marini, che si è svolto il giorno 9 maggio 2008 presso la sala convegni dei Padri Monfortani in Via Prenestina 1391 - 00132 Roma che, grazie alla tematica di grande attualità, ha visto una grande adesione da parte degli alunni, del personale insegnante e di ospiti operanti nel settore agricoltura. Il convegno, dopo il saluto e l’introduzione ai lavori della prof.ssa Patrizia Marini, si è articolato in tre parti. Nella prima parte, il prof. Bernardino Romano, docente di analisi, valutazione ambientale e pianificazione territoriale della Facoltà di Ingegneria Ambiente e Territorio e Scienze Ambientali Università de L’Aquila, ha illustrato e chiarito le strategie per il recupero di terreno coperto da manufatti abbandonati e non più produttivo. Questa strategia consente di evitare la continua erosione di terreno agrario da parte di utilizzatori non addetti all’agricoltura, inducendoli a prediligere e pianificare aree già adibite a costruzioni e/o È Perito Agrario 3/2008 in alternativa a utilizzare delle nuove aree ma liberare e riportare sotto la tutela agricola aree abbandonate. La futura pianificazione territoriale Italiana rappresenta per il comparto agricolo un serio pericolo, che occorre evitare adottando appunto quelle strategie individuabili nella relazione del prof. Bernardino Romano. L’intervento del dott. Raniero Maggini, presidente del WWF Lazio, ci ha riportato alla scoperta di un mondo che tutti vorrebbero possedere o almeno viverlo, un mondo in cui ognuno di noi deve contribuire per renderlo ancora più libero e soprattutto lasciarne un pezzo incontaminato per i nostri figli; d’altronde il lavoro che il WWF sta facendo per le future generazioni è encomiabile eppure a volte non è apprezzato o addirittura è poco considerato. Il dott. Michele Condotti, Direttore Generale WWF Italia, ha affrontato un tema importante per l’ambiente: l’agricoltura è davvero superata? Oggi si sa che spesse volte fare agricoltura (coltivare un frutteto, un orto, un erbaio) ha un impatto diverso nei riguardi dell’ambiente, un impatto che non sempre si risolve in modo positivo (depauperamento delle risorse, impoverimento del suolo, inquinamento da presidi sanitari, prosciugamento delle falde idriche ecc.), eppure, l’agricoltore è comunque il primo e più impor- 25 ISTITUTO TECNICO AGRARIO tante operatore a livello ambientale. Un agricoltore responsabile è un corretto operatore ecologico, un agricoltore ignorante (che ignora), è un operatore poco corretto ed è il primo a pagarne le conseguenze. Ha chiuso la prima parte del Convegno l’intervento del prof. Francesco SACCARDO del Dipartimento di Produzione Vegetale, Sviluppo di Sistemi e Metodi di Produzioni Sostenibili in Orticoltura dell’Università degli Studi della Tuscia Viterbo. L’intervento, ricco di contenuti, ha illustrato in modo dettagliato l’importanza dell’innesto nelle piante orticole. Tale moltiplicazione vegetale (agamica), consente di utilizzate il porta innesto (la parte di pianta che svolge funzioni edafiche e di assorbimento dell’acqua e Sali disciolti), molto resistente a determinati funghi e parassiti e, il gentile (la parte di pianta che svolge le funzioni di fotosintesi e la produzione dei frutti) molto produttiva. I risultati ottenuti e illustrati sul melone, sia dal punto di vista colturale che dal punto di vista economico sono stati veramente interessanti e, tale interesse è dovuto non solo al risparmio dei trattamenti con i presidi sanitari, ma anche al non inquinamento del terreno da parte dei prodotti di sintesi. Dal punto di vista colturale, il gentile si mostrava vigoroso e molto produttivo e, la produzione aveva delle caratteristiche organolettiche superiore alla pianta gentile originaria. D’altronde si sa che se una pianta non soffre, i frutti sono migliori e più gustosi di quelli prodotti da una pianta sofferente. La ripresa del dibattito ha visto protagonisti le associazioni di categoria, le quali in nome dei produttori hanno voluto esprimere ai futuri tecnici le loro preoccupazio- 26 ni per un’agricoltura che deve contribuire a valorizzare la biodiversità e che fa ancora poco. Il dott. Toni De Amicis, Direttore della Coldiretti Lazio, ha illustrato e il concetto della valorizzazione del territorio agricolo. Un suo esempio sul parco dell’Appia ha chiarito l’importanza dell’agricoltore e della sua opera per la conservazione dei reperti storici e della loro valorizzazione sia dal punto di vista architettonico , ambientale ed economico. Questo tipo di agricoltura “di qualità”, prevede però anche un operatore di qualità, imprenditore qualificato e capace di utilizzare la propria cultura, metterla a disposizione della comunità e ricavarne un tornaconto economico molto importante. La dott.ssa Carmen Colorerà, vice Presidente CIA Roma ha illustrato il tema dell’Agricoltura sociale a tutela della Biodiversità. Inizialmente l’argomento era difficile da interpretare, successivamente invece ci si è resi conto dell’importanza del discorso sociale; anche chi è stato meno fortunato di noi ha diritto a vivere una propria vita e soprattutto può e deve contribuire a tutelare la biodiversità. A questo punto sorgeva spontanea la domanda “cosa ha fatto in questi anni L’Istituto Tecnico Agrario “E. Sereni” di Roma, per migliorare e aiutare il territorio e, cosa ha offerto ai futuri tecnici, oltre alla base culturale degli studi del corso del Perito Agrario? La risposta a questi interrogativi ha provato a darla il Presidente dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati della provincia di Roma, Vincenzo Santoro, il quale ha contribuito sia come tecnico, sia come insegnante. Il suo intervento ha visto prima un approccio diretto a quello che era ed è l’agricoltura biologica e successivamente l’applicazione delle sue tecniche all’azienda agraria annessa all’ITAS Sereni. Nell’intervento è valorizzato il Reg. CEE 2092/91, il quale per la priva volta premiava l’agricoltore che applicava a tutta la sua azienda la tecnica di produzione biologica; questa metodologia contribuì anche in Italia ad un avvicinamento e ad una seria sperimentazione di queste tecniche. Occorre tener presente che il metodo di produzione biologico è un sistema di gestione dell’impresa agricola caratterizzato, come rivisitato dal Regolamento, da un insieme delle tecniche agronomiche fondate sulPerito Agrario 3/2008 ISTITUTO TECNICO AGRARIO le naturali interazioni tra organismi viventi, pedoclima e azione dell’uomo e che escludono l’impiego di prodotti chimici di sintesi”. Si tratta di un sistema produttivo, spesso assai sofisticato, che mette al primo posto non la produzione fine a se stessa (produrre il più possibile), ma la produttività nella salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente in cui vive. Alla fine del millennio è emanato il REG (CE) N. 1804 / 1999 che si occupa del benessere degli animali. A partire da gennaio 2009 entrerà in vigore il Reg. CE n. 834/2007 del consiglio del 28 giugno 2007, relativo ai prodotti biologici e all’etichettatura dei prodotti biologici e che abroga il Reg. CE n. 2092/91. L’esperienza del relatore portava a dire che il tecnico, svolge attualmente e ancor più svolgerà in seguito, un ruolo importantissimo nell’applicazione del regolamento, perché sulla base degli obiettivi e principi della produzione biologica è l’unica figura sia nell’applicazione delle norme stesse, sia per la salvaguardia delle produzioni e quindi del suo lavoro. Per il consumatore, la garanzia che si trova davanti ad un prodotto proveniente da agricoltura bioloPerito Agrario 3/2008 gica è data dall’etichettatura come biologico, la quale è consentita solo a chi realmente produce in modo biologico. Cosa ha fatto la scuola in questi anni? Dopo aver illustrato le caratteristiche dell’azienda agraria annessa all’Istituto, la quale presenta una SAT DI Ha 30.17.60 ed una SAU di Ha 24.45.69 è così coltivata: Ha 14.51.75 seminativo/ortaggi; Ha 1.06.00 oliveto da olio e da tavola (le prime non ancora in produzione) Ha 8.82.94 VIGNETO (-2.00.00 circa) HA 0.05.00 pescheto e frutti vari. La risposta è stata: il primo grande successo è quello inerente l’ottima qualità della vita di tutti noi che operiamo all’interno dell’Istituto (non siamo a contatto con presidi sanitari di sintesi), viviamo un ambiente sano non inquinato; siamo più liberi da vincoli e problematiche di igiene chimica e, se gli alunni durante la vendemmia mangiano un grappolo di uva, lo stesso senz’altro non è portatore di sostanze inquinanti o/e residuali di principi attivi provenienti dai trattamenti subiti dalla pianta; il secondo grande successo è quello di aver dimostrato che nonostante le limitazioni degli interventi a base di presidi sanitari di sintesi, l’agricoltura biologica può essere per molte colture agrarie una felice realtà, realtà che ha visto, i nostri prodotti, protagonisti anche in gare difficili e con concorrenti molto più blasonati di noi. Oltre all’agricoltura biologica, l’Istituto è protagonista di una bella iniziativa che vede in prima linea l’impegno dei docenti, tra cui la prof.ssa Elisabetta Resini e il prof. Giacomo Mazzon, come anche i tecnici, in cui è stato affrontato il restauro del Giardino Storico all’italiana di Villa Falconieri. È un esperienza faticosa, ma che arricchisce chi la gestisce e chi realmente opera e rappresenta per i futuri Periti Agrari, un esperienza formativa importante. La terza parte, oltre ai ringraziamenti della Dirigente, ha visto la premiazione di diversi alunni che hanno saputo ben rappresentare la nostra scuola in gare di cultura e di abilità, anche importanti, con produzione di un filmato su un canto della divina commedia ambientata nel contesto agreste. È stata una manifestazione in cui la scuola ha provato a fare il lavoro di scuola ed ha fatto bene alla scuola. 27 ISTITUTO TECNICO AGRARIO 9° Congresso Europeo per le scuole viticolo-enologiche di Silvia Ceschini ltre 200 delegati in rappresentanza di 44 istituti provenienti da otto stati europei hanno partecipato dal 14 al 16 maggio all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige al 9° Congresso della Rete europea delle scuole specializzate in viticoltura ed enologia. Studenti, docenti e presidi arrivati appositamente da Italia, Austria, Francia, Germania, Slovenia, Spagna, Svizzera ed Ungheria: tante bandiere, tanti colori, per un evento che ha registrato un vero e proprio record di partecipazione. L’appuntamento, a cadenza biennale, succede a “Bordeaux 2006” e O 28 “Balatonfuered 2004” ed è stato organizzato dall’Istituto Agrario con il patrocinio della Provincia autonoma di Trento, la collaborazione del Consiglio provinciale e delle azione vitivinicole del territorio. “L’Istituto di San Michele è stato scelto per ospitare questo evento di portata europea” ha spiegato il presidente dell’Istituto Agrario, Giovanni Gius. La Rete delle scuole enologiche, fondata nel 1990, a Beaune, in Francia, su iniziativa di alcuni presidi e operatori scolastici del settore, si propone di collaborare in diversi campi, scam- biare esperienze didattiche e di ricerca, supportarsi nel reperire tirocini pratici in ogni parte d’Europa. “Nei suoi 18 anni di attività la rete ha visto crescere gli istituti aderenti, in rappresentanza di tutti gli stati europei in cui si coltiva la vite”. Il presidente Gius ha poi aggiunto che “il Centro Scolastico di San Michele ha già attivato una serie di convenzioni e gemellaggi con alcune scuole tedesche e francesi, ma sarebbe auspicabile definire un protocollo comune a tutte le scuole nel quale siano contemplati almeno i principali aspetti didattici e professionali e dove potrebbero Perito Agrario 3/2008 ISTITUTO TECNICO AGRARIO trovare spazio altri temi di grande importanza, non ultimi quelli relativi alla sicurezza nei diversi ambienti di lavoro e gli aspetti culturali che si estrinsecano nella gastronomia, nell’artigianato e in altre tradizioni del territorio in cui opera la scuola”. La prima giornata del congresso è stata dedicata al convegno “Tradizione e innovazione in viticoltura ed enologia” dove sono intervenuti autorevoli esperti provenienti dalle principali università italiane. Moderato dal direttore generale dell’Istituto Agrario, Alessandro Dini, il convegno ha visto partecipare Attilio Scienza, docente di viticoltura dell’Università degli studi di Milano, Cesare Intrieri, docente di viticoltura presso l’Università di Bologna, Davide Gaeta, dell’Università di Verona, Vincenzo Gerbi dell’Università di Torino e Francesco Spagnolli, docente al corso di laurea in viticoltura ed enologia attivato dal Consorzio interuniversitario a cui partecipa l’Istituto di San Michele. “L’uso dei contrari – Perito Agrario 3/2008 ha detto il prof. Scienza – è oggi alla base della dialettica comunicativa dei media che parlano di vino: vitigni autoctoni contro vitigni internazionali, barrique contro botte grande, lieviti spontanei contro lieviti selezionati, vini etici contro vini tradizionali, viticoltura meridionale contro viticoltura settentrionale, vini da vitigno contro vini di territorio.Tra queste contrapposizioni, quella che vede il confronto tra tradizione ed innovazione è certamente la più pregnante di significati, la più ricca di implicazioni applicative nell’universo del vino europeo”. La seconda giornata ha previsto visite tecniche alle aziende vitivinicole del territorio trentino, mentre l’incontro con le istituzioni politiche ed economiche del Trentino ha chiuso l’evento. Il presidente del Consiglio provinciale, Dario Pallaoro, e il presidente della Camera di Commercio, Adriano Dalpez, hanno incontrato i docenti e studenti delle scuole europee. Diverse le iniziative collaterali, come la mostra bibliografica e fotografica allestita nell’atrio della scuola dove sono state esposte le più importanti opere di viticoltura ed enologia appartenenti al fondo storico dell’Istituto che contiene 1310 monografie e 163 periodici. Il congresso, organizzato da Walter Eccli, responsabile delle Relazioni esterne Iasma, è stata l’occasione per inaugurare la vetrina RESEE: la bacheca enologica contenente 44 bottiglie rappresentative delle scuole partecipanti con la “Vitis vinifera”, l’opera in rame soffiato realizzata da Mastrosette. Ma non è tutto. Hanno allietato l’evento le dimostrazioni degli antichi mestieri a cura del gruppo folcloristico “Come eravamo” di Cimone e di alcuni studenti dell’Istituto Agrario, il concorso enologico con i vini delle scuole europee, l’esibizione del Coro Croz Corona e della giovane orchestra dell’Istituto Agrario, lo spettacolo della scuola di danza Renate Kokot di Egna e di arte danza di Trento, e molte altre iniziative ancora. 29 ISTITUTO TECNICO AGRARIO Le collaborazioni tra scuole. In cinquant’anni 2000 tirocini. Il primo è datato 1959 “Il congresso che si è svolto a San Michele ha consentito di rinsaldare la forte collaborazione che esiste ormai da decenni tra l’Istituto Agrario e alcuni di queste scuole e che si concretizza con scambi didattici e tiroci- ISTITUTI TECNICI AGRARI CHE HANNO PARTECIPATO Austria • Weinbauschule Eisenstadt - 7000 Eisenstadt • Landwirtschaftliche Fachschule Krems 3500 Krems • Fachschule Silberberg - 8430 Leibnitz Francia • Legta D’avize - Avize • Legta Bergerac - Monbazillac • Lycée Charlemagne - 11000 Carcassonne • Lycée Agricole Et Viticole D’orange - 84100 Orange • Lpa Riscle - Lycée Professionnel Agri-Viticole - Riscle • Eplea De Rouffach - Rouffach • Ecole De Viticulture Et D’œnologie La Tour Blanche - Bommes • Cfa / Cfppa Beaune - Beaune • Legta D’hyeres - Hyeres • Legta De Bordeaux - Blanquefort • Lycée Agricole De Tours - Fondettes Francia • Staatliche Lehr- Und Versuchsanstalt Für Wein- Und Obstbau Weinsberg (Lvwo) Weinsberg • Staatliche Technikerschule Für Weinbau Und Gartenbau - Veitshöchheim • Fachschule Für Weinbau - Bad Kreuznach • Slfa Neustadt - Neustadt • Fachschule Für Landwirtschaft - Breisach • Christiane-Herzog-Schule - Heilbronn-Böckingen • Dienstleistungszentrum Rh-N-H - Oppenheim Italia • I.T.C.G. Luigi Einaudi- Alba (Cn) • I.S.I.S.S. “G.B. Cerletti” - Conegliano (Tv) • Istituto Tecnico Agrario Statale “Bettino Ricasoli” - Siena 30 • Istituto Tecnico Agrario “F. De Sanctis” - Avellino Istituto Tecnico Agrario Statale “Paolino D’aquileia” - Cividale Del Friuli (Ud) • Istituto Tecnico Agrario Statale “Celso Ulpiani” - Ascoli Piceno • Istituto Tecnico Agrario “Emilio Sereni” - Roma • Istituto Tecnico Agrario “Basile Caramia” - Locorotondo • Istituto Istruzione Superiore “Umberto I” Alba (Cn) • Fachschule Für Obst-, Wein- Und Gartenbau Laimburg - Auer • Istituto Tecnico Agrario - Fem / Iasma - San Michele all’ Adige (Tn) Slovenia • University Of Nova Gorica School Of Viticulture And Enology - Nova Gorica Spagna • Escola De Viticultura I Enologia Mercè Rossell I Domènech - Sant Sadurní D’anoia I.E.S. Escuela De La Vid E Industrias Lacteas Madrid Centre De Capacitació Agrària De Gandesa - Gandesa (Catalogna) • Cifp A Granxa - Ponteareas Svizzera • Ecole Cantonale D’agriculture De Châteauneuf - Sion (Chateauneuf) • Agrilogie Marcelin - Morges • Ecole D’ingenieurs De Changins - Nyon Ungheria • Teleki Zsigmond SzakképzŒ Iskola - Villány Fvm Vidékfejlesztési Képzési És Szaktanácsadási Intézet - Budapest • Széchényi Ferenc Kertészeti SzakképzŒ Iskola És Kollégium - Balatonfüred • Bce Soos Istvan Boraszati Es - Budapest Egri MezŒgazdasági Iskola - Eger ni pratici per gli studenti dell’ultimo anno di corso e per i neodiplomati. Dal 1958, primo anno di attivazione dell’Istituto tecnico agrario, ad oggi sono 2000 gli studenti che hanno partecipato ai tirocini su un totale di oltre 2500 diplomati”. Parole del dirigente del Centro scolastico Iasma, Marco Dal Rì, che presenta una lunga carrellata di collaborazioni. Il primo tirocinio didattico (tra i primi anche in Italia) risale al 1959 ed è quello che lega l’Istituto di San Michele con le scuole di agricoltura dell’Allgäu, in Germania. E quest’anno si celebra la 49esima edizione di questa esperienza che ha coinvolto fino ad oggi più di 1500 studenti, una tra le iniziative formative all’estero più consolidate, avviata quando presidente dell’Istituto Agrario era Bruno Kessler.Accanto al soggiorno lavorativo nelle moderne stalle dell’Allgäu (Baviera), vanno ricordati i tirocini pratico-linguistici con la scuola professionale di Forchheim, Weinsberg, Rotholz,Wiesbaden, ma anche con le scuole del Galles e della Francia. Buoni sono i rapporti anche con le scuole di Porec-Parenzo, Balatonfuered, Oppenheim, Gleisdorf, Klosterneuburg, t’Vanck (Olanda), Bytom (Polonia). La formazione viticolo-enologica di San Michele Nel settore della viti-enologia l’Istituto di San Michele opera a diversi livelli,compreso quello universitario. Dal corso per enotecnici, attivo da l959, che porta al titolo di perito agrario specializzato in viticoltura ed enologia al corso di laurea in viticoltura ed enologia, per il conseguimento del titolo di enologo, realizzato in collaborazione con la Fachhochschule di Wiesbdaden-Geisenheim, l’Università degli Studi di Udine e di Trento; dalla formazione professionale e aggiornamento degli addetti del settore viticolo-enologico al master in scienze della grappa. Perito Agrario 3/2008 CONFERENZE Il censimento Nazionale dei fabbricati non dichiarati e dei fabbricati che hanno perso i requisiti di ruralità. Obblighi ed opportunità per la regolarizzazione l Convegno, ha precisato il Per. Agr. Francesco Possenti, Presidente del Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Bergamo, segue le iniziative dell’Agenzia del Territorio che ha avviato su tutto il territorio Nazionale l’attività di controllo per individuare i fabbricati non dichiarati tramite l’identificazione dell’area ed incrocio delle informazioni presenti sulle banche dati. Per i proprietari o per i titolari di diritti reali su un immobile mai dichiarato al catasto o che ha subito modifiche non registrate, continua Possenti, è una opportunità per mettersi in regola e per questo il Convegno intende presentare le novità operative introdotte e fornire indicazioni utili per la regolarizzazione dei fabbricati “nascosti”. Il Per. Agr. Andrea Bottaro, Presidente del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, ha coordinato i lavori puntualizzando come il CNPA abbia risposto con grande disponibilità alla richiesta degli organizzatori in quanto il momento è propizio per I Perito Agrario 2/2008 Treviglio (Bg) Auditorium della Cassa Rurale 24 giugno 2008 affrontare questo argomento di grande attualità e che, per la significativa presenza dei Periti Agrari, è giusto che la Categoria continui a portare il proprio contributo ad una platea che ha risposto con una presenza importante di Imprenditori Agricoli, Tecnici Periti Agrari (venuti anche da Milano e Como), Geometri e Dottori Agronomi e Forestali. Ha partecipato anche il Cons.Angelo Orsini. Vivere a fianco degli agricoltori significa percepirne le esigenze e proporre soluzioni e per questo è significativa anche la feconda collaborazione organizzativa della Coldiretti di Bergamo che, con il Presidente Dr. Giancarlo Colombi, ha aperto i lavori ricordano come l’Agenzia del Territorio ha previsto l’individua- zione di 600.000 fabbricati sconosciuti al catasto e di 1.320.000 fabbricati per cui è venuto meno il requisito soggettivo per la ruralità e dunque il fenomeno c’è ed è rilevante e per questo, anche a seguito dell’ art. 2, comma 36, D.L. 3 /10/ 2006, n. 262 che ha introdotto nuove modalità per l’individuazione e l’accatastamento dei fabbricati non dichiarati in catasto e degli immobili che hanno perso i requisiti per il riconoscimento della ruralità ai fini fiscali si prevede che verrà compiuta una serie di indagini che nel periodo che va dal 2007 al 2009 coprirà il 100% del territorio sia per i fabbricati ex rurali che per quelli mai censiti. E dunque, continua Colombi, è opportuno che gli agricoltori prendano coscienza del momento che prevede attenzione verso le richieste che le norme impongono e le ottemperino rispettando la tempistica imposta. Il Coordinatore, nel ricordare che quello che preoccupa non è solo il riferimento ai fini fiscali, all’obbligatorietà o alla paura delle sanzioni, ma anche, all’interesse individua- 31 CONFERENZE le che l’imprenditore agricolo ha affinché questi fabbricati nascosti siano regolarizzati. E richiama l’esempio di ISMEA che quando apre le pratiche per la formazione della piccola proprietà contadina è costretta a risolvere i problemi legati ai fabbricati non censiti, da sanare ecc. e quindi la tempistica si dilata enormemente a danno dell’agricoltore stesso. Considerato che ormai la tecnologia si interfaccia con le banche dati a disposizione dell’Agenzia del Territorio - di Agea - Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Anagrafe Tributaria - Infocamere ecc., grazie anche all’uso delle immagini territoriali, è più facile l’identificazione dei fabbricati non dichiarati, in tutto o in parte, in catasto e quindi tutto ciò impedisce di nasconderli ancora. Continua Bottaro, che è dunque necessario, acquisire la mentalità del “dover fare perché è necessario e conveniente fare” e quindi, è opportuno cercare di capire quali sono le richieste da soddisfare ed i passi da seguire, dal punto di vista tecnico. Per fare chiarezza sui procedimenti, interviene il Per.Agr. Roberto Pierini, delegato di settore del CNPA, che, dopo un richiamo alle manifestazioni, che nel periodo marzo/maggio di questo anno hanno visto l’Agenzia del Territorio assieme alle Organizzazioni sindacali dell’Agricoltura, Coldiretti, CIA e Confagricoltura, congiuntamente ai Collegi dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali e all’Ordine degli Architetti, percorrere il territorio nazionale per tenere incontri informativi sulla tematica, ha diviso la sua relazione in due parti. Nella prima ha trattato il tema visto dalla parte dell’Agenzia del Territorio con i riferimenti normativi che hanno attivato tali controlli e procedure attuative dei medesimi, la seconda vista da parte del Professio- 32 nista e delle attività che questo deve svolgere nell’opera di assistenza alla committenza. Il Relatore ha quindi evidenziato il percorso che ha compiuto l’Agenzia del Territorio per l’individuazione delle particelle con fabbricati non presenti nella cartografia catastale, e che, dal prossimo autunno, proseguirà per la seconda fase per quelle province non ancora interessate, fra le quali anche quella di Bergamo interessata fino ad ora solo parzialmente. La verifica tecnica sulla base di cartografia vettoriale numerica del territorio e di ortofoto a colori di risoluzione 50 cm, del 2007, sovrappone queste elaborazioni con la cartografia catastale ed esegue un “fine adjustment” individuando così i fabbricati non presenti nella cartografia catastale. L’Agenzia del Territorio, dopo aver effettuato i controlli di qualità, incrocia i dati forniti da Agea con le altre banche dati catastali ed individua le particelle con fabbricati non censiti, da quelli già presenti negli archivi amministrativo censuari. L’elenco così ottenuto viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale, presso i comuni interessati e presso le sedi dell’Agenzia del Territorio, e le particelle con fabbricati sconosciuti al catasto sono a disposizione dei proprietari che, senza però averne avuta comunicazione diretta, devono provvedere a dichiararli mediante gli atti professionali (catastali ed amministrativi) che il Tecnico abilitato dovrà porre in essere. Similarmente, sulla base degli incroci dei dati delle varie banche dati, vengono individuati i fabbricati che hanno perso i requisiti di ruralità. Il mancato adempimento agli obblighi entro il termine di 7 mesi da tale pubblicazione, comporterà la predisposizione in surroga dell’accatastamento dell’immobile da parte degli uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio, con oneri tecnici, a cari- co del soggetto inadempiente, delle dichiarazioni redatte ai sensi del regolamento di cui al decreto del ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701 e alla notifica dei relativi esiti. Le sole sanzioni catastali per mancato accatastamento vanno da € 258,00 a € 2.066,00 con possibilità di ravvedimento operoso, a cui si dovranno aggiungere i rilevanti oneri per l’azione di Ufficio. Nella seconda parte dell’intervento è stato trattato l’aspetto relativo al professionista coinvolto dal proprio committente a verificare la posizione dell’immobile.Tale parte riprende la posizione congiunta dei Collegi interessati alle manifestazioni, di cui in premessa, anche grazie al lavoro di base svolto dal Geom. Bruno Razza. L’intervento del Tecnico abilitato all’accatastamento dei fabbricati, inizia con la verifica della obbligatorietà dell’atto mediante l’accertamento dei requisiti sia, che si tratti di fabbricati mai accatastati, che di quelli, che hanno perso il requisito di ruralità e, per i fabbricati strumentali all’attività agricola, l’effettivo utilizzo. Dopo questo primo esame il Tecnico utilizzando tutti gli strumenti a disposizione ritraibili dagli archivi presso gli uffici provinciali dell’agenzia, o anche dalle banche dati dal sito internet dell’Agenzia, provvede alla predisposizione della documentazione necessaria all’accatastamento. In questa fase, assume importanza, anche l’onere che il Tecnico ha nel fornire la più completa informazione al committente, su quanto è obbligatorio ad attuare, al fine, di ottemperare alle normative vigenti ed avere il rapporto di corrispondenza tra edificato – assentito – accatastato, assumendosi la responsabilità in qualità di redattore degli atti di aggiornamento per l’accatastamento di tutti gli elementi che vengono inPerito Agrario 2/2008 CONFERENZE seriti nella banca dati dell’amministrazione. Dopo aver evidenziato le reali difficoltà operative che il professionista per conto della committenza deve affrontare, in particolare sugli aspetti urbanistici ove l’immobile non possa essere regolarizzato, mancando anche un norma di collegamento fra l’aspetto catastale e quello edilizio, il relatore si sofferma poi in particolare sugli aspetti legati alle tipologie edilizie dei fabbricati rurali dismessi, dove il quadro tariffario delle categorie e classi del Catasto Fabbricati non trova assolutamente corrispondenza. Per questo si dovrebbe valorizzare maggiormente l’utilizzo della categoria deve rivolgersi con fiducia al proprio Tecnico che, con scienza e coscienza, elaborerà il migliore progetto di adeguamento catastale. È intervenuto il Dr. Luigi Carrara, Membro del CDA della Cassa Rurale che, in qualità di padrone di casa, nell’apprezzare il contenuto del Convegno sia nell’attualità del tema che nel merito, ha ricordato lo stretto legame che esiste tra l’Istituto di Credito da lui rappresentato e l’imprenditoria agricola ed ha espresso la certezza di ottimi risultati dagli odierni lavori. Ha preso la parole il Dr. Luigi Pisoni Assessore Provinciale all’Agricoltura ribadendo l’attenzione che, nella sua veste istituzionale, dedica Possenti, Bottaro, Colombi, Pierini A/6 per quegli immobili abitativi non più utilizzabili senza i necessari lavori edilizi di adeguamento. Come del resto si dovrebbe poter utilizzare sempre la classificazione in categoria D/10 per gli immobili strumentali all’agricoltura, anche se dismessi ma conservanti la tipologia originaria. Il Coordinatore, nell’esprimere apprezzamento per l’ampia ed esaustiva relazione del Per.Agr. Roberto Pierini, ricorda che in questa delicata fase di aggiornamento del Catasto, conscio della obbligatorietà dell’eventuale adeguamento dello status del fabbricato, il committente Perito Agrario 2/2008 alla problematica in discussione e, grazie ai lavori che sta seguendo con grande interesse, sta apprezzando nel suo trattare a 360° l’argomento. Nell’augurare buon lavoro riafferma la disponibilità della Provincia di Bergamo a supportare ulteriori similari iniziative. Continua Bottaro ricordando che, al fine civilistico, che garantisce la tracciabilità della vita di un immobile, segue quello fiscale che, deve essere ben determinato e coerente con l’utilizzo dell’immobile, in quanto, da questo discendono molte delle incombenze future sull’immobile che, se strumentale alla attività agricola, deve essere qualificato nei requisiti di ruralità fiscale ex articolo 2135 del codice civile. Prende la parola il Per. Agr. Franco Possenti per esporre la relazione che, incentrandosi sull’analisi delle principali norme che regolano la materia, ricorda di come, ai fini fiscali, si deve riconoscere il carattere di ruralità alle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell’attività agricola e che pertanto, a mente del D.M. n. 28/1998 “ Regolamento recante norme per la costituzione del catasto dei fabbricati” i fabbricati, che sono sottoposti ad obbligo di accatastamento nel nuovo catasto urbano, risultano essere quelli: • di nuova costruzione, se costruiti dopo l’11/3/1998; • già censiti al catasto dei terreni se variati dopo l’11/3/1998; • che hanno perso i requisiti di ruralità. A meno di una ordinaria autonoma suscettibilità reddituale, non sono sottoposti a tale obbligo: • i manufatti con superficie coperta inferiore a 8 metri quadri; • le serre adibite alla coltivazione e protezione delle piante sul suolo naturale; • le vasche per l’acquacoltura; • i manufatti isolati privi di copertura; • le tettoie, porcili, pollai ecc. di altezza utile inferiore a 1,80 mt, purché di volumetria inferiore a 150 mc; • i manufatti precari, privi di fondazione, non stabilmente infissi al suolo. Mentre per quanto attiene ai “Requisiti di ruralità fiscale dei fabbricati ad uso abitativo di cui all’Art. 9, comma 3 del D.L. n. 557 /93 - D.P.R. 139/98,Testo in vigore dal 1° dicembre 2007, dopo le modifiche apportate dall’art. 42 bis, D.L. n. 159/07, in legge 222/07, ai fini del riconoscimento della ruralità degli immobili agli effetti fiscali, i fabbricati o por- 33 CONFERENZE zioni di fabbricati destinati ad edilizia abitativa devono soddisfare le seguenti condizioni: a) il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione: 1. dal soggetto titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sul terreno per esigenze connesse all’attività agricola svolta; 2. dall’affittuario del terreno stesso o dal soggetto che con altro titolo idoneo conduce il terreno a cui l’immobile è asservito; 3. dai familiari conviventi a carico dei soggetti di cui ai numeri 1) e 2) risultanti dalle certificazioni anagrafiche; da coadiuvanti iscritti come tali a fini previdenziali; 4. da soggetti titolari di trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura; 5. da uno dei soci o amministratori delle società agricole di cui all’ articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, aventi la qualifica di imprenditore agricolo professionale; 6. (i soggetti di cui ai numeri 1), 2) e 5) della lettera a) devono rivestire la qualifica di imprenditore agricolo ed essere iscritti nel registro delle imprese di cui all’ articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580). b) il terreno cui il fabbricato è asservito deve avere superficie non inferiore a 10.000 metri quadrati ed essere censito al catasto terreni con attribuzione di reddito agrario. Qualora sul terreno siano praticate colture specializzate in serra o la funghicoltura o altra coltura intensiva, ovvero il terreno è ubicato in comune considerato montano ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 31 gennaio 1994, n. 97, il suddetto limite viene ridotto a 3.000 metri quadrati; 34 c) il volume di affari derivante da attività agricole del soggetto che conduce il fondo deve risultare superiore alla metà del suo reddito complessivo, determinato senza far confluire in esso i trattamenti pensionistici corrisposti a seguito di attività svolta in agricoltura. Se il terreno è ubicato in un comune considerato montano ai sensi della citata legge n. 97 del 1994, il volume di affari derivante da attività agricole del soggetto che conduce il fondo, deve risultare superiore ad un quarto del suo reddito complessivo, determinato secondo la disposizione del periodo precedente. Il volume d’affari dei soggetti che non presentano la dichiarazione ai fini dell’IVA, si presume, pari al limite massimo previsto per l’esonero dall’ articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633; d) i fabbricati ad uso abitativo, che hanno le caratteristiche delle unità immobiliari urbane appartenenti alle categorie A/1 ed A/8, ovvero le caratteristiche di lusso previste dal decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 agosto 1969, adottato in attuazione dell’articolo 13 della legge 2 luglio 1949, n. 408, non possono comunque essere riconosciuti rurali. Si tratta di: 1. abitazioni realizzate su aree destinate dagli strumenti urbanistici a “ville”,“parco privato” o qualificate come “di lusso”; 2. case con superficie complessiva superiore a 200 mq e pertinenza scoperta di oltre 6 volte l’area coperta; 3. singole unità immobiliari aventi superficie complessiva superiore a 240 mq (esclusi balconi, terrazze, cantine, soffitte, etc.); 4. abitazioni unifamiliari dotate di piscina con una superficie superiore a 80 mq.; 5. ubicazione – Fermi restando i requisiti previsti dal comma 3 (ruralità abitativa) si considera rurale anche il fabbricato che non insiste sui terreni cui l’immobile è asservito, purché entrambi risultino ubicati nello stesso comune o in comuni confinanti; 6. utilizzo congiunto – Nel caso in cui l’unità immobiliare sia utilizzata congiuntamente da più proprietari o titolari di altri diritti reali, da più affittuari, ovvero da più soggetti che conducono il fondo sulla base di un titolo idoneo, i requisiti devono sussistere in capo ad almeno uno di tali soggetti; 7. pluralità di immobili – Qualora sul terreno sul quale è svolta l’attività agricola insistano più unità immobiliari ad uso abitativo, i requisiti di ruralità devono essere soddisfatti distintamente; 8. più unità immobiliari utilizzate stesso nucleo familiare – Nel caso di utilizzo di più unità ad uso abitativo, da parte di componenti lo stesso nucleo familiare, il requisito di ruralità dei medesimi è subordinato, oltre all’esistenza dei requisiti indicati al comma 3 art. 9 D.L. 557/93, anche al limite massimo di 5 vaPerito Agrario 2/2008 CONFERENZE ni catastali (o comunque 80 mq) per un abitante e di un vano catastale (o 20 mq) per ogni altro abitante oltre il primo. La consistenza catastale è definita in base ai criteri vigenti per il catasto dei fabbricati e prevede: • Abitazioni non utilizzate – Non si considerano produttive di reddito dei fabbricati le costruzioni non utilizzate, purché risultino soddisfatte le condizioni previste dal comma 3 art. 9 D.L. 557/93 lettere: a) il fabbricato deve essere utilizzato quale abitazione; c) il terreno cui il fabbricato è asservito deve avere superficie non inferiore a 10.000 metri; d) il volume di affari derivante da attività agricole del soggetto che conduce il fondo; e) i fabbricati ad uso abitativo, che hanno le caratteristiche delle unità immobiliari urbane appartenenti alle categorie A/1 ed A/8; • lo stato di non utilizzo deve essere comprovato da apposita autocertificazione con firma autenticata, attestante l’assenza di allacciamento alle reti dei servizi pubblici di energia elettrica, dell’acqua e del gas. 3-bis.Ai fini fiscali deve riconoscersi carattere di ruralità alle costruzioni strumentali necessarie allo svolgimento dell’attività agricola di cui all’ articolo 2135 del codice civile e in particolare destinate: a) alla protezione delle piante; b) alla conservazione dei prodotti agricoli; c) alla custodia delle macchine agricole, degli attrezzi e delle scorte occorrenti per la coltivazione e l’allevamento; d) all’allevamento e al ricovero degli animali; e) all’agriturismo, in conformità a quanto previsto dalla legge 20 febbraio, n.96; f) ad abitazione dei dipendenti eserPerito Agrario 2/2008 centi attività agricole nell’azienda a tempo indeterminato o a tempo determinato per un numero annuo di giornate lavorative superiore a cento, assunti in conformità alla normativa vigente in materia di collocamento; g) alle persone addette all’attività di alpeggio in zona di montagna; h) ad uso di ufficio dell’azienda agricola; i) alla manipolazione, trasformazione, conservazione, valorizzazione o commercializzazione dei prodotti agricoli, anche se effettuate da cooperative e loro consorzi di cui all’ articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228; l) all’esercizio dell’attività agricola in maso chiuso. 3-ter. Le porzioni di immobili di cui al comma 3-bis, destinate ad abitazione, sono censite in catasto, autonomamente, in una delle categorie del gruppo A. Al termine della corposa relazione del Per.Agr. Possenti, prende parola il Dr. Enrico Antignani, Presidente dell’Ordine Agronomi e Forestali di Bergamo, il quale, nel ringraziare per l’invito a partecipare all’avvenimento esprime la delusione per non aver visto la Categoria da lui rappresentata quale organizzatrice delle giornate di studio promosse dall’Agenzia delle Entrate pur essendo i Dottori Agronomi e Forestali tra i professionisti abilitati a redigere gli atti di aggiornamento catastale. Il Presidente Bottaro conviene che sarebbe stato meglio che tutte le professioni fossero presenti nella fase organizzativa delle giornate di lavoro sui “fabbricati nascosti” ma che in un primo momento solo i Consigli Nazionali di Geometri e Geometri Laureati, Periti Agrari e Periti Agrari Laureati e Periti Industriali e Periti Industriali Laureati e poi degli Architetti, hanno aderito alla richiesta di collaborazione organizzativa pervenuta dall’Agenzia del Territorio. È seguito un question times che ha visto un Tecnico, Geometra, presente ai lavori porre domande attinenti l’argomento cui il Cons. Pierini ha risposto esaurientemente. Il Presidente Bottaro ha concluso i lavori affermando che i Periti Agrari non potevano ignorare le sollecitazioni che provenivano dal territorio e quindi, come sempre, hanno risposto con concretezza e, con l’evento convegnistico, hanno fornito il contributo alla analisi della tematica fornendo spunti di riflessione sulla - necessità – obbligatorietà e convenienza a far emergere i fabbricati nascosti dall’ombra affinché questi non rimangano più non visibili dal catasto. L’ informazione è stata possibile grazie all’azione del Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati di Bergamo al quale, nella persona del Presidente Possenti, va dato atto di essere stato attento alle richieste di approfondimento che provenivano dagli agricoltori e dai tecnici, azione supportata dalla competenza dei relatori che hanno saputo sviluppare con dovizia di particolari la tematica ad una Platea che ha seguito con grande attenzione tutto l’evento. 35 CONVEGNI Incontro di aggiornamento per periti estimatori danni causati da calamità naturali con grado di rilevatori l Comitato Interprofessionale Periti Estimatori Danni da Calamità Naturali ha ritenuto, anche per tenere fede al proprio programma triennale di attività 2006-2009 approvato dai Consigli Nazionali del CONAF, CNG e CNPA, di continuare ad affrontare l’importante aspetto della formazione ed aggiornamento dei periti estimatori danni causati da avversità atmosferiche. Ha, quindi, programmato il terzo incontro avente come tema il prodotto, I 36 sicuramente tra i più assicurati, l’uva da vino. Detto incontro che secondo le intenzioni del Comitato si sarebbe dovuto svolgere nella terza decade di maggio si è tenuto, compatibilmente con gli impegni d’istituto rispetto alle sessioni di esami, presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Bari il giorno sei giugno 2008. Di esso, ai partecipanti interessati, sarà rilasciato un attestato di partecipazione all’incontro che costituisce attività di formazione professionale continua, per cui, per Periti Agrari e per Geometri possono essere riconosciuti, dai propri Collegi di appartenenza, i relativi crediti formativi. Si è registrata una buona presenza di tecnici inseriti nei corpi peritali di molte Compagnie Assicuratrici appartenenti alle tre Categorie Professionali, uniche titolate dalle normative vigenti a questo specifico esercizio di attività professionale. Questi sono stati presenti fino alla fine dei Perito Agrario 3/2008 CONVEGNI lavori ed attenti agli interventi che si sono succeduti nell’arco della giornata, partecipando attivamente ai dibattiti. Per la verità, molti altri colleghi avevano dato la loro piena disponibilità a partecipare, ma i temporali verificatisi due giorni prima dell’ incontro non glielo hanno permesso in quanto sono dovuti intervenire sul campo avendo prodotti in avanzata fase di raccolta. Ha aperto i lavori il Presidente del Comitato, ringraziando il Consigli Nazionale dei Periti Agrari, dei Geometri e dei Dottori Agronomi e Forestali, (di cui il Comitato Interprofessionale è emanazione), la Fondazione Periti Agrari e il Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bari per la loro fattiva collaborazione e l’ospitalità; i docenti che si sarebbero susseguiti nel corso della giornata, il Dott. Donato Antonacci, direttore CRA-UTV unità di ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di Turi (BA), la dottoressa Stefania Pollastro, docente universitaria presso il dipartimento di protezione delPerito Agrario 3/2008 le piante e microbiologia applicata della stessa facoltà, il Dott. Teodoro Moleas, già docente presso la facoltà, il Dott. Giovanni Razeto dell’ISMEA e il perito agrario Dott. Massimo de Nitto, perito grandine col grado di coordinatore ispettore grandine, nonché il gruppo ristretto di lavoro che è stato coinvolto più da vicino e sul quale è gravato il compito di organizzare questo incontro e i componenti del Comitato presenti alla manifestazione, i geometri Bruno Curletto e Walter Platto e il perito agrario Lorenzo Salvan. A questo punto il Presidente ha dato inizio ai lavori della giornata, ha illustrato i motivi che hanno spinto il Comitato ad organizzare l’odierno incontro, quali la profonda trasformazione del mondo assicurativo con i grandi cambiamenti che si sono succeduti in questi ultimi anni (vedasi le polizze di ultima generazione quali quelle pluri e multi rischio), la consapevolezza che detto cambiamento mette il perito estimatore di fronte ad incarichi sempre più complessi ed articolati, sia per l’introdu- zione dei nuovi prodotti assicurativi, sia per l’allargamento delle mansioni a lui affidate, tanto è vero che ora il perito si trova a dover gestire anche compiti che una volta erano demandati ai delegati e la considerazione che il perito ha assunto un ruolo centrale sempre più determinante e indiscusso nella fase di stima e liquidazione dei danni al quale spesso spetta il difficile compito di dare risposte precise alle richieste dell’assicurato riguardanti non solo competenze tecniche, ma anche condizioni contrattuali. Successivamente, il Presidente ha passato la parola al Preside della facoltà di Agraria dott. Vito Savino che ha portato il saluto suo personale e di tutta la Facoltà evidenziando l’interessamento che c’è stato in questa occasione e dando la disponibilità per una eventuale collaborazione per il futuro finalizzata alla crescita dei tecnici del settore. Ha preso poi la parola il geom. Paolo Rotolo, intervenuto in rappresentanza del Collegio Provinciale dei Geometri di Bari per portare il saluto della sua categoria. 37 CONVEGNI Il Dr. Giovanni Razeto Continuando il Dott. Antonacci ha trattato l’aspetto della diffusione della coltivazione della vite con riferimento sia alle varietà tradizionali maggiormente conosciute e presenti nelle diverse aree geografiche del meridione d’Italia e sia a quelle “nuove” che potrebbero rappresentare un’importante risorsa commerciale ed economica per il futuro. Si è soffermato sui diversi aspetti quali la produzione, la qualità, la maturazione, le epoche e i metodi di raccolta e la resistenza alle malattie. La Prof. Pollastro ha affrontato l’aspetto fitopatologico con la trattazione di numerose malattie la cui sintomatologia potrebbe ingenerare dubbi e per cui il tecnico potrebbe essere indotto a imputare tali danni ad eventi atmosferici, facendo riferimento anche all’importante aspetto della sensibilità varietale alle fitopatie. Il Prof. Moleas nell’illustrare l’aspetto entomologico ha evidenziato le diverse tipologie di danno provocate dai fitofagi da non confondere con danni di altra origine. Correlando il tutto tra la tipologia di danno e il fitofago, la specificità varietale, la distribuzione geografica, lo stato fenologico, il periodo stagionale e la linea di difesa adottata. Dopo una breve pausa pranzo, alla ripresa dei lavori, il Dott. Giovanni Razeto, della Direzione Mercati Risk Management dell’ ISMEA, ha relazionato sulle novità assicurative, riguardo alla copertura dei rischi, soffermandosi soprattutto sulla loro evoluzione complessiva dal 2004 al 2007, sulla distribuzione territoriale del valore assicurato, sull’andamento decrescente delle tariffe assicurative a partire dall’anno 2004 e di come determinante sia la professionalità dei periti nel quanti- Calcagnile con Savino, il preside della facoltà di Agraria 38 ficare i danni cagionati dai nuovi eventi. Il Perito Agrario Dott. Massimo de Nitto, perito grandine operante col grado di coordinatore ispettore grandine, dopo aver fatto un escursus sulle condizioni generali e speciali di assicurazione, si è soffermato sui vari fenomeni atmosferici a cui le polizze assicurative pluri e multi rischio danno copertura ed ha evidenziato con la proiezione di diapositive alcuni danni provocati da avversità atmosferiche. Essendo lui un professionista esperto nell’ambito di questo specifico settore, ha portato alcuni esempi nell’applicazione di alcuni metodi di perizia e stima. Alla fine dei lavori, dai colloqui avuti con i partecipanti si può affermare che il risultato è stato molto positivo, sia sotto l’aspetto dell’organizzazione che per i contenuti, tanto è vero che siamo stati spronati ad organizzarne altri incontri con la trattazione di altri prodotti. A tutti i partecipanti è stato fatto omaggio di una pubblicazione del Dott. Donato Antonacci sui vitigni dei vini di Puglia comprendente la relazione storica della vite in Italia con numerose schede descrittive di molti vitigni e i disciplinari dei vini D.O.C. ed a I.G.T. di Puglia. Nel chiudere il presente, mi permetto di fare un appello a quei colleghi che purtroppo non hanno ricevuto il programma dell’incontro di aggiornamento e hanno saputo il tutto per il tramite di altri colleghi, poiché di loro il Comitato non conosce l’esistenza, gli stessi sono pregati, allo scopo di essere messi al corrente delle varie iniziative, di farsi conoscere inviando i propri dati a: Comitato Interprofessionale Periti Estimatori Danni da Calamità Naturali, c/o Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, via Principe Amedeo, 23 – 00185 ROMA, tel 06/4819801 – fax 06/4882150, e-mail: [email protected]. Perito Agrario 3/2008 CONVEGNI UVA DA VINO PROGRAMMA BARI, venerdì 06/06/2008 c/o Facoltà di Agraria - Bari aula 7 ¨ Ore 8,30 - 9,00 - registrazione partecipanti; - presentazione del corso da parte del Comitato Interprofessionale. ¨ ore 9,00 – 10,30 AGRONOMIA: Dr. Donato Antonacci – Direttore CRA-UTV Unità di Ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo di TURI (BA) e dott. Rocco Perniola - Cenni sulle varietà più diffuse, i nuovi autoctoni; - Fenologia della vite (dal germogliamento alla maturazione); - Analisi produttiva potenziale e tecniche di raccolta; - Effetti delle tecniche colturali sulla qualità; - Interventi. ¨ ore 15,00 – 17,30 TECNICHE ESTIMATIVE :perito grandine/rilevatore coordinatore Dr. Per. Agr. Massimo de Nitto - Condizioni contrattuali generali e speciali - Stima della produzione prima e in corso di raccolta - Danno convenzionale - Declaratoria delle tipologie di danno - Perizia preventiva - Perizia definitiva - Interventi. ¨ ore 10,30 – 11,30 PATOLOGIA : Dr. Stefania Pollastro – dipartimento di protezione delle piante e microbiologia applicata – Facoltà di Agraria dell’Università di Bari - Fitopatie e Fisiopatie, aspetti sintomatologici compatibili con avversità compatibili con eventi naturali assicurabili; - Interventi. ¨ ore 11,30 – 12,30 ENTOMOLOGIA: Dr. Teodoro Moleas - già docente c/o Facoltà di Agraria dell’Università di Bari - Principali agenti di malattia e insetti dannosi, aspetti sintomatologici compatibili con danni da avversità assicurabili; - Interventi. ¨ ore 12,30 – 14,00 Pausa pranzo ¨ ore 14,00 – 15,00 NOVITÀ ASSICURATIVE: Dr. Giovanni Razeto – ISMEA Direzione Mercati Risk Managemant - Polizze Pluririschio e Multirischio - Interventi. Perito Agrario 3/2008 39 NEWS AGENZIA DEL TERRITORIO - Attivazione procedura PREGEO 10: con l’incontro del 22 maggio a Vicenza si è concluso il ciclo di 11 momenti formativi interregionali tenuti dalla Direzione Centrale del Catasto ai responsabili Cartografia e Pregeo degli Uffici Provinciali dell’Agenzia del Territorio ai quali, grazie all’accordo intercorso, ha potuto partecipare anche un rappresentante dei Collegi Provinciali dei Periti Agrari per ogni regione (rif. Circ. 6/2008). La procedura Pregeo 10, con tutte le importanti innovazioni, rilevanti in particolare sull’aumento di richiesta di professionalità dei tecnici liberi professionisti, entrerà in vigore in via sperimentale nei prossimi mesi, probabilmente entro luglio, e sarà attivata in parallelo alla attuale procedura versione 9. A seguito della prossima sperimentazione, dai primi del 2009 questa nuova procedura diventerà obbligatoria, come anche altri aspetti legati alla telematica catastale. Il CNPA, al fine di consentire una più ampia formazione dei propri iscritti, potrà organizzare a Roma un evento formativo congiuntamente alla Direzione Centrale del Catasto; come eventualmente potrà patrocinare eventi simili organizzati localmente. VITA DEI COLLEGI A seguito delle dimissioni presentate dal Per.Agr. Pichler Christof come presidente del Collegio in data 17.03.2008 si è provveduto alla sostituzione della sua carica con il Per.Agr. Romano Comunello Il Consiglio risulta così composto: COLLEGIO DI BOLZANO Cariche del Consiglio del Collegio Presidente Romano Comunello V.Presidente Elmar Zoeschg Segretario Helmut Veronesi Tesoriere Roland Seeber Consigliere Christof Pichler COLLEGIO DI UDINE Data Elezioni 29/03/2008 Consiglio del Collegio Presidente Enore Venir V.Presidente Giovanni Cattaruzzi Segretario Riccardo Bini Tesoriere Franco Nait Consigliere Gualtiero Gigante Consigliere Claudio Bressan Consigliere Luigi Pravisani Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Guiliano Pericolo Membro Eff. Umberto Vecile Membro Eff. Marco Vecchi Membro Sup. Giorgio Fornasier COLLEGIO DI AGRIGENTO Data Elezioni 18/04/2008 Consiglio del Collegio Presidente Domenico Terlizzese V.Presidente Gaspare Ciaccio Segretario Paolo Mandracchia Tesoriere Francesco Ciaccio Consigliere Lorenzo Tornetta Consigliere Mario Cucchiara Consigliere Leonardo Cannata Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Leonardo Bono Membro Eff. Vincenzo Santangelo Membro Eff. Leonardo Maceri Membro Sup.Salvatore Mangiaracina 40 A seguito della cancellazione all’Albo Professionale del Consigliere Per.Agr. Diego Tono per iscrizione all’Elenco Speciale si è provveduto alla sua sostituzione con il Per.Agr. Simone Norbiato COLLEGIO DI PADOVA Consiglio del Collegio Presidente Mariano Schiavon V.Presidente Federico Zaggia Segretario Giuseppe Buongiorno Tesoriere Simone Tecchio Consigliere Alfeo Andrigo Consigliere Marco Corradin Consigliere Andrea Dal Bianco Consigliere Emanuele Fasolato Consigliere Simone Norbiato: COLLEGIO DI SASSARI Data Elezioni 19/04/2008 Consiglio del Collegio Presidente Giannetto Bartoli Arru V.Presidente Andrea Giovanni Pulina Segretario Bruno Errichelli Tesoriere Filippo Porcu Consigliere Giovanni Turra Consigliere Angelo Murineddu Consigliere Sergio Filippo Sanna Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Roberto Corda Membro Eff. Leonardo Porqueddu Membro Eff. Baingio Porcu Membro Sup. Paolo Cattina Ad integrazione della precedente com.prot.124 del 21-03-08 si comunica che il Collegio dei Revisori dei Conti è così composto: COLLEGIO DI ROMA Data Elezioni Collegio dei Revisori dei Conti Presidente Vincenzo Colantonio Membro Eff. Ivo Ballerini Membro Eff. Angelo Macro Membro Sup. Valentino Antenucci Perito Agrario 3/2008 INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI 67100 L’AQUILA Via Sila Persichelli, 25 tel.0862/312168 Pres. Elli Ciampa 88100 CATANZARO Casella postale 201 tel. 0961/726839 Pres. Domenico Russo 75100 MATERA P.zza Matteotti, 7 tel. 0835/334901 Pres. Emanuele Genchi 02100 RIETI Viale Emilio Maraini, 85 tel. 0746/203083 Pres. Enzo Ippoliti 92019 SCIACCA (Ag) Via A. De Gasperi, 127/D tel. 0925/905090 Pres. Domenico Terlizzese 66020 SCERNI (CHIETI) Via Colle Comune, 1 c/o Itas tel. 0873/914513 Pres. Nicola D’Ortona 98100 MESSINA Via Romagnosi 7 tel. 0941/785382 Pres. Salvatore Tripoli 47900 RIMINI Via Secchiano, 1 tel. 0541/775357 Pres. Giovanni Nucci 20136 MILANO Via Ripamonti, 35 tel. 02/58305333 Pres. Alessandro Gnocchi 00183 ROMA Via Cerveteri, 18 int. 6 tel. 06/70454739 Pres. Vincenzo Santoro 41100 MODENA Corso V. Emanuele II, 113 tel. 059/223812 Pres. Claudio Losi 45100 ROVIGO Via Silvestri, 41 tel. 0425/699154 Pres. Gianfranco Rezzadore 80147 NAPOLI Via Argine, 1085 tel. 081/5770190 Pres. Biagio Scognamiglio 84134 SALERNO Via Luigi Guercio, 197 tel. 089/251488 Comm. Raffaele Ferraiuolo 28070 NOVARA VIGNALE Corso Risorgimento, 405 tel. 0321/56178 Pres. Fabrizio Gaboardi 07100 SASSARI Via Mazzini, 6 tel. 079/236750 Pres. Giannetto Arru Bartoli 08100 NUORO Via Lamarmora, 2 tel. 0784/232547 Pres. Peppino Piquereddu 17031 SAVONA ALBENGA Via del Nuovo Ospedale, 8 - Reg. Bagnoli tel. 0182/554268 Pres. Antonio Talarico 35123 PADOVA Via T. Livio, 5 tel. 049/661808 Pres. Mariano Schiavon 53100 SIENA Strada Massetana Romana, 54 tel./fax 0577/271834 Pres. Raffaello Biagiotti 15100 ALESSANDRIA Corso Crimea, 89 tel. 0131/52793 c/o Studio tecnico Pres. Massimiliano Ricci 60015 FALCONARA MARITTIMA (AN) Via del Consorzio, 21 tel. 071/9188973 - fax 071/9162177 Pres. Carlo Zoppi 52100 AREZZO Piazza Guido Monaco, 5 tel. 0575/21307 Pres. Giuliano Giuliarini 22100 COMO P.le Camerlata, 9 tel./fax 031/526019 Pres. Dario Giuseppe Bianchi 12038 SAVIGLIANO (CN) Via V. Alfieri, 10 tel. 0172/713087 Pres. Giuseppe Serra 87100 COSENZA Via E. Capizzano, 56 tel. 0984/392175 Pres. Rocco Carricato 63100 ASCOLI PICENO Via delle Zeppelle, 192 - tel. 0736/41829 Pres. Pietro Ciabattoni 26100 CREMONA Via Palestro, 66 tel. 0372/535411 Pres. Costante Galli 14100 ASTI Via Carducci, 50/A tel. 0141/353857 Pres. Angelo Dezzani 94019 LEONFORTE (EN) C.so Umberto, 109 tel. 0935/956078 Pres. Francesco Ferragosto 83100 AVELLINO Via L. Iannacchini, 38 tel. 0825/26377 Pres. Celestino Nardone 44100 FERRARA Contrada della Rosa, 18 tel. 0532/204637 Pres. Milva Sacchetti 70125 BARI Via Annibale di Francia,13 - tel. 080/5428141 Pres. Antonio Memeo 50122 FIRENZE Via Bezzecca, 2 tel. 055/2340202 Pres. Pierfrancesco Cavicchioni 32100 BELLUNO Viale Fantuzzi, 17 c/o coldiretti tel. 0437/949640 Pres. Manlio Nicola 71100 FOGGIA Via Piave, 41 tel. 0881/723401 Pres. Antonio Dell’Aquila 82100 BENEVENTO Viale Melluso, 80 tel. 0824/317017 Pres. Cristiano Fontanarosa 24122 BERGAMO Via Zelasco, 1 tel. 035/238727 Pres. Francesco Possenti 40126 BOLOGNA Viale Filopanti 4/c tel. 051/252978 Pres. Gastone Gabrielli 39040 ORA (Bolzano) Via del Monte, 18 tel. 0471/811260 Pres. Comunello Romano 25100 BRESCIA Via Marsala, 17 tel. 030/296424 Pres. Sergio Caprioli 72017 OSTUNI (BR) Via N. Sansone, 16 c.p. 321 tel. 0831/305566 Pres. Rocco Cucci 47100 FORLI - CESENA Corso Repubblica, 93 tel. 0543/33137 Pres. Paolo Lombardini 03041 ALVITO (FR) Via S. Nicola, 1 - tel. 0776/344231 c/o Istituto Tecnico Agrario Statale Pres. Domenico Cistrone 58100 GROSSETO Via Ferrucci, 12 Tel. 348/9872672 - tel./ fax 0564/23107 Pres. Giuseppina Pino 90014 CASTELDACCIA (PA) Via Pindemonte, 17 tel. 091/942562 Pres. Bartolomeo Amato 43011 BUSSETO (PR) Via Ponchielli, 2 tel./fax 0524/97012 Pres. Giorgio Faroldi 27058 VOGHERA (Pavia) Piazza S. Bovo, 37 tel./fax 0383/369776 Pres. Massimo Zini 06121 PERUGIA Borgo XX Giugno, 74 tel. 075/35675 Pres. Massimo Moncelli 61100 PESARO Via Domenico Mazza, 9 tel 0721/30154 Pres. Marcello Polverari 65134 PESCARA Via del Circuito, 71 tel. 085/294117 Pres. Pasqualino Lupone 18100 IMPERIA Corso Garibaldi, 13 tel. 0183/651525 Pres. Elio Diversi 29100 PIACENZA Via S. Giovanni, 20 tel. 0523/338910 Pres Sergio Lombardelli 04010 BORGO PIAVE (LT) Via M. Siciliano tel. 0773/416017 Pres. Maria Grazia Passarelli 56126 PISA Via B. Croce, 107 tel. 050/48821 Pres. Giulia Parri 73100 LECCE Via Capitano Ritucci, 41 tel. 0832/346996 Pres. Massimo De Nitto 51017 PESCIA (Pistoia) Via Fiorentina, 21 Casella Postale, 73 tel. 0572/478321 Pres. Leonardo Guidi 09124 CAGLIARI Via Mestre, 8 tel. 070/300304 Pres. Marco Fanunza 57012 CASTIGLIONCELLO (LI) Via Mogadiscio, 20-B tel. 0586/752403 Pres. Paolo Giomi 93100 CALTANISSETTA Via Mons. Guttadauria, 2 tel. 0934/585810 Cas. Postale 25 Pres. Michele Riggi 55100 LUCCA Via Vittorio Veneto, 66 tel. 0583/957027 Pres. Massimiliano Barbi 96100 SIRACUSA Vicolo a Viale Tica, 19 tel. 0931/441037 Pres. Francesco Altamore 23100 SONDRIO Via A. Moro, 26A tel. 0342/511229 Pres. Rosario Alessi 74100 TARANTO Via Pisanelli, 44 (casella postale 185) tel./fax 099/4527447 Pres. Pasquale Mariano Carmignano 64100 TERAMO Via C. Battisti, 5 - Tel. 0861 242639 Pres. Giovanni De Luca 10137 TORINO Via Massena, 13/bis tel.011/547505 Pres. Pietro Paolo Gay 91025 MARSALA (Trapani) Via Vaccari, 16 tel. 0923/713008 Pres. Giovanni Giacalone 38100 TRENTO Via Giusti, 40 tel. 0461/915575 c/o Impresa Verde T.A.A. s.r.l. 31015 CONEGLIANO (TV) Via Veneto, 40 tel. 0438/410302 Pres. Gino Dall’Armellina 33100 UDINE Via Gorghi, 27 tel. 0432/512527 Pres. Enore Venir 85024 LAVELLO (PZ) Via Cardinale De Luca, 56 tel. 0972/81389 Pres. Mauro Finiguerra 30175 VENEZIA-MARGHERA Via F.lli Bandiera, 30/A tel. 041/923429 Pres. Nicola Gastaldi Cibola 97100 RAGUSA ViaArchimede, 183 tel. 0932/624649 Pres. Corrado Balloni 13100 VERCELLI Corso Magenta, 1 (ang. Corso Palestro) tel. 0161/256256 Pres. Stefano Bondesan 48100 RAVENNA Via Antica Zecca, 6 tel. 0544/38086 Pres. Alessandro Genovesi 37122 VERONA Via Berni, 9 tel. 045/590559 Pres. Elia Sandrini 86100 CAMPOBASSO Via D’Amato, 15 tel. 0874/66248 Pres. Giuseppe Zingarelli 62100 MACERATA C.da Lornano, 7/A tel. 0733/235335 Pres. Gianni Calamante 81016 PIEDIMONTE MATESE (CE) Piazza Roma, 79 tel. 0823/913594 Pres. Domenico Di Baia 46100 MANTOVA V.le Risorgimento 27/B, tel. 0376/329701 Pres. Ottorino Bernardelli 89015 PALMI (Reggio Calabria) Via Dante, 1 tel. 0966/23552 Pres. Beniamino Denisi 36100 VICENZA Contrà S. Marco, 9 tel. 0444/547443 Pres. Guido Povolo 95129 CATANIA Via Grotte Bianche, 117 tel. 095/436393 Pres. Francesco Intrisano 54100 MASSA Via Fermi, 19 tel. 0585/45848 Pres. Mirella Tongiani 42100 REGGIO EMILIA Via Melato, 23 tel. 0522/554231 Pres. Corrado Fantuzzi 01100 VITERBO Via Paradiso, 3 tel. 0761/226934 Pres. Mario Morano Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari è in via Principe Amedeo n. 23 - 00185 Roma - Tel. 06/4819801 - Fax 06/4882150 - e.mail: [email protected]