notizie
n 3. 2007 anno XXV
BREVI
dal Policlinico di Milano
Periodico di informazione del Centro Trasfusionale e di Immunoematologia
In caso di mancato recapito restituire al mittente che pagherà la relativa tassa
spedizione in a.p. art: 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Milano
DONATORI
la donazione
fra i banchi di scuola
ALIMENTAZIONE
cosa mangiamo
in autunno
TEMPO LIBERO
a spasso per le Langhe
inserto staminali
staminali in epatologia e in ematologia.
La ricerca e la cura
Grazie lettori!!
Abbiamo ricevuto tanti complimenti per la nuova grafica e le
nuove rubriche di Notizie Brevi.
Tanti anche i suggerimenti per migliorare ancora.
Continuate a scriverci [email protected]
I numeri di Notizie Brevi sono disponibili (in pdf) su
www.donatorisangue.org
Prevenire,
prevenire, prevenire
Vista l’ottima accoglienza riservata alla pubblicazione di
approfondimento, inviata con il precedente numero,
abbiamo deciso di continuare con questa iniziativa proseguendo nell’opera di promozione della salute che da
sempre caratterizza la linea del nostro giornale.
Anna Parravicini
Tratteremo infatti ancora di prevenzione ma in chiave
Direttore scientifico
diversa, sperando di fornirvi un’informazione sempre
di Notizie Brevi
aggiornata e ben documentata alla luce dei dati che
emergono dalla letteratura scientifica internazionale. Lo sapevate, ad esempio, che nelle sigarette ci sono ben 100 additivi che hanno l’obiettivo di
ridurre o peggio semplicemente mascherare gli effetti negativi del
fumo? A tal fine infatti vengono utilizzati sedativi della tosse che il
fumo provoca, o additivi per mitigare il cattivo gusto derivante dalla
combustione o ancora composti che aumentano l’assorbimento del
fumo a livello degli alveoli polmonari, inducendo così maggior assuefazione. Quando si dice potenza delle moderne tecnologie. Solo che questa volta il loro impiego ha l’unico effetto di creare forte dipendenza nei
fumatori, a iniziare dai più giovani, con gravi danni per la salute collettiva. Ma tutto questo non è criminale?
Fortunatamente qualcosa si sta muovendo e molta gente sta prendendo
coscienza di ciò. Anche il Parlamento Europeo (Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare) rinnova alla
Commissione Europea la richiesta di modificare la direttiva 2001/37/CE
al fine (fra l’altre cose) di meglio controllare “gli additivi del tabacco e
delle sostanze presenti nel fumo nonché le informazioni specifiche per i
consumatori” e ancora “vietare l’utilizzo di noti additivi cancerogeni e
capaci di ingenerare assuefazione”.
Le cose non vanno meglio per quanto concerne il consumo di droga e
alcool o un eccessivo ricorso al cibo, con le conseguenze che conosciamo.
Come porvi rimedio? Se ne parla nella pubblicazione allegata, tratta da
una presentazione orale del professor Sirchia il quale, oltre a presentare
dati e nozioni inedite, rivolge grande attenzione (e non poteva essere
altrimenti!) al ruolo insostituibile delle Istituzioni. A completare l’opera
una sua intervista a pagina 4.
Nel numero del giornale trovate come sempre le iniziative dell’Associazione
‘Amici’, rivolte a donatori e volontari. Per questi in particolare è stato
avviato un corso di comunicazione per migliorare la relazione con il pubblico, che ha riscosso grande successo e che darà presto i suoi frutti. Un breve
resoconto è disponibile sul sito dell’Associazione www.donatorisangue.org.
E a proposito di sito, vi proponiamo un questionario di valutazione che, se
avrete la cortesia di compilare e restituirci, ci aiuterà ad aggiustare il tiro
per fare di questo strumento un momento di contatto e di confronto, dove
ritrovarci per aumentare le nostre conoscenze, scambiarci idee e consigli,
rivivere i nostri momenti più belli attraverso commenti e foto.
In tema di foto vi ricordo che i tempi del concorso fotografico stanno per
scadere: la fine di ottobre è vicina e la giuria sta scaldando i motori.
Bellissimi premi e il caloroso abbraccio dei donatori presenti alla festa di
Natale saranno il nostro riconoscimento per le foto migliori.
sommario
i servizi
dedicato ai donatori
4 Come promuovere la salute
donatori in diretta
6 Prendersi cura del donare e del ricevente
7 Una festa dedicata ai donatori
8 La donazione di sangue
fra i banchi di scuola
9 Facciamo il punto sul progetto ‘gruppi rari’
fondazione informa
11 Va in scena ‘Ricerca e cura’
19 Due nuovi nati in Policlinico: il centro
PET-CT e il reparto di Oncologia Medica
alimentazione e benessere
22 Cosa mangiamo quando le foglie
degli alberi ingialliscono...
24
tempo libero
A spasso per le Langhe
le rubriche
inserto staminali
13 Staminali in epatologia e in ematologia.
La ricerca e la cura
17 Donare il sangue cordonale
18 Perchè donare il sangue del
cordone ombelicale
caro ‘Brevi’ ti scrivo
26 Le vostre lettere
parliamo di noi
27 Tutti a scuola in Associazione!
In copertina
Magliano Alfieri, ingresso di una delle cascine
(foto di E. Grando Mattiazzi)
dedicato ai donatori
Come promuovere la salute
Correggendo gli stili di vita non salutari è possibile ridurre drasticamente molte
patologie croniche. Questo il tema affrontato negli approfondimenti di Notizie Brevi
di alcool può indurre assuefaPerché la promozione della
Abbiamo fatto l’esempio dei
zione; se contenessimo l’uso di
salute è così importante?
danni sulla salute che provoalcool, soprattutto nei minori,
La promozione della salute è il
ca il fumo, lei, da Ministro
dove l’assuefazione è più faciprimo utile e redditizio gradino
della Salute, ha ingaggiato
le, eviteremmo che questa si
della prevenzione.
una lotta molto forte per conmanifestasse con tutte le comL’epidemiologia ci dice che
trastare questo problema.
oggi le malattie croniche sono le plicanze psichiche e fisiche
Qual è la situazione oggi?
devastanti per l’individuo.
più diffuse nei paesi occidentali
Il fumo di tabacco è un pericoUn’altra piaga della nostra
e allo stesso tempo le più graloso inquinante e contiene
società, che miete vittime ogni
vose economicamente perché
sostanze che producono assuegiorno, è il fumo. Se si riuscisse
richiedono interventi sanitari
fazione, rendendo quindi l’ina limitare il consumo di tabaccontinui. Contrariamente a ciò
dividuo dipendente. Il contiche accadeva 50 anni
nuo uso di queste
Le malattie croniche della nostra
fa, quando le patolosostanze genera l’inonsocietà, oggi, sono determinate in
gie erano prevalentedazione di dopamina a
mente acute e legate
livello del limbo ceregran parte da stili di vita non salutari
ad agenti patogeni
brale e comporta una
co nella popolazione e si conper lo più infettivi, le malattie
richiesta ripetuta e pressante di
trastassero efficacemente le
della nostra società, oggi, sono
questa sostanza, senza la quale
azioni criminose dei produttori
determinate in gran parte da
si incorrerebbe in depressione
di tabacco, tutta la popolazione
stili di vita non salutari, che noi
e mutamento dell’umore.
guadagnerebbe in salute.
perseguiamo con i nostri comBisogna essere consapevoli di
Questi che abbiamo citato sono
portamenti. Se riuscissimo
quanto sia difficile se non
solo alcuni esempi, ma
quindi a correggere questi
sono esplicativi di quanto
comportamenti scorretti,
comportamenti coravremmo la forte probabilità,
retti del cittadino da
ormai dimostrata scientificauna parte e azioni
mente, di ridurre le patologie
forti delle Istituzioni
croniche.
dall’altra possano
Solo per fare qualche esempio:
incidere efficacemense fossimo moderati nella dieta
te sulla salute della
alimentare, controllassimo il
popolazione e sulpeso abbinando attività fisica
l’economia di un
costante, si ridurrebbe la comPaese. Infatti la
parsa del diabete di tipo 2,
popolazione sana è
patologia cronica che incide
un fattore macroecocon molte complicanze sulla
nomico di sviluppo e
vita del cittadino e sul Sistema
di benessere che
Sanitario Nazionale. Ecco che
vuol dire più lavoro,
in questo caso stili di vita corpiù produzione e
retti concorrerebbero alla salumeno costi sanitari
te della popolazione. Allo stesper lo Stato.
so modo, sappiamo che l’uso
“
NOTIZIE BREVI
il nostro allegato...
4
“
impossibile estirpare il consumo
di tabacco; dobbiamo agire pertanto per ridurre il danno.
Sicuramente con l’educazione fin
dalla prima età scolare, perché è
proprio in questa fase che il soggetto si forma. Prioritario sarà
inoltre ribadire che la società tollera questi comportamenti solo
perché non riesce ad estirparli,
ma che essi sono socialmente
negativi per il singolo individuo
e per la società. A livello culturale sarà necessario contrastare
l’immagine e il modello di piacevolezza che i produttori di
tabacco associano alla sigaretta:
ci sono slogan che recitano che
‘la sigaretta ti fa guadagnare di
più’, perché ti rende più affabile, socievole e crea situazioni di
condivisione e opportunità di
scambio. La lotta a questi messaggi pubblicitari (peraltro
comuni anche agli alcolici), più
o meno occulti, deve essere
decisa e contemporaneamente le
leggi devono proteggere la salute degli individui e perseguire
chi assume comportamenti pericolosi. L’arrendevolezza dello
Stato e della società di fronte a
comportamenti dannosi è il
peggior modo per contrastarli.
Lo Stato ha a disposizione vari
strumenti per contrastare la diffusione del fumo: l’applicazione
delle leggi, la repressione quando necessario, l’educazione. In
Italia la repressione nel caso del
fumo si è andata attenuando
negli ultimi due anni al punto
che i controlli sono quasi cessati.
Abbiamo aumentato la sanzione
pecuniaria, ma se non ci sono
controlli risulta difficile applicare le sanzioni. L’Istituzione è
spesso carente. In questo caso si
configura il reato di ‘malpractice istituzionale’.
Il concetto di ‘malpractice istituzionale’, è un concetto
nuovo, elaborato da un movimento culturale nato negli Stati
“
È compito dello Stato mettere a disposizione i servizi
di disassuefazione per i fumatori, associando terapie cognitive di gruppo e terapie farmacologiche
Uniti per denunciare le carenze
delle Istituzioni ai danni dei
cittadini ed è il presupposto
per chiamare in giudizio chi ne
è responsabile vuoi per incapacità, per inerzia o per dolo.
Abbiamo accennato agli
atteggiamenti ‘criminosi’ dei
produttori di tabacco, può
spiegarci più approfonditamente in cosa consistono?
Il Parlamento dell’Unione
europea ha stilato una bozza di
risoluzione rivolta alla
Commissione europea chiedendo una serie di interventi
finalizzati alla tutela dei consumatori sia relativamente alla
protezione dal fumo nei locali
pubblici e nei luoghi di lavoro
(l’Italia è citata a questo proposito come modello da seguire),
sia per ciò che concerne il diritto all’informazione. Infatti in
questo caso le misure da attuare sono finalizzate a ridurre i
cattivi comportamenti dei produttori di tabacco. Nella produzione delle sigarette vengono utilizzate oggi sostanze
additive che sono solo in parte
conosciute e per lo più non
registrate. Questi additivi sono
di tre ordini e servono a:
> mascherare l’olezzo della
combustione della carta e del
tabacco;
> aumentare l’assorbimento
del fumo a livello alveolare
finalizzato ad aumentare l’assuefazione;
> sedare la tosse, che può costituire nel fumatore un campanello di allarme per smettere di
fumare.
Questo è un comportamento
che il Parlamento stigmatizza
in maniera durissima preten-
“
dendo di conseguenza che gli
additivi siano autorizzati, registrati, con esclusione di quelli
dannosi per la salute.
Iniziative tese a favorire la diffusione del tabacco sono contro il
bene collettivo e passano anche
da false ricerche (a volte commissionate alle Università), da
occultamento dei dati o come
abbiamo appena detto arrivano
ad aggiungere sostanze per
mascherare l’effetto dannoso e
aumentare l’assuefazione. Come
se non bastasse parallelamente a
ciò vengono utilizzati veri e propri messaggi persuasivi occulti,
come ad esempio all'interno
delle fiction far vedere attori che
fumano e bevono. La società
oggi ha i mezzi per capire cosa
c’è sotto questi messaggi o sotto
queste azioni, e operare una
sorta di ‘Media education’
soprattutto indirizzata ai giovani, e finalizzata a far capire che
ogni messaggio ha un obiettivo,
per lo più economico, che tende
ad utilizzare i consumatori per
apportare lucro a chi lo lancia.
Cosa può fare oggi chi fuma
ed è determinato a smettere?
Certamente è compito dello
Stato, a mio avviso, mettere a
disposizione gratuitamente i servizi di disassuefazione per i
fumatori, che consistono nell’associazione di terapie cognitive
di gruppo (in particolare gruppi
di auto aiuto) e terapie farmacologiche. Oggi abbiamo un farmaco che promette molto (la
vareniclina), una sostanza che
favorisce il rifiuto del fumo e
che, in associazione alle terapie
cognitive, può far smettere di
fumare in pochi mesi.
intervista di Eloisa Consales
NOTIZIE BREVI
5
donatori in diretta
Prendersi cura
del donatore e del ricevente
di Giorgio Marmiroli
È stata portata a termine nell’arco di due anni e mezzo
una ricerca tesa ad ottimizzare il percorso di salute da
donatore di sangue a ricevente.
I risultati sono stati lusinghieri soprattutto riguardo a:
> reclutamento di nuovi
donatori (aumentato del
36% rispetto al periodo precedente);
> controllo cardiovascolare
del donatore (12.000 donatori inseriti nel progetto
Cardiorisk).
Nell’ambito di questo progetto un brillante risultato è
stato ottenuto anche nella
sezione ‘assistenza al
paziente trasfuso’. Questa
fase ha visto l’attivazione di
due medici ‘tutor’ presso il
Niente ferie per
i malati
In estate si parte per le vacanze! Ma chi
sta male resta in città. I negozi e i ristoranti chiudono. Ma gli ospedali sono
aperti. Così tutti gli anni ci troviamo ad
affrontare l’emergenza legata alla
carenza di sangue. Anche questa estate
il nostro Centro per promuovere la
donazione di sangue nel periodo estivo
ha indetto una campagna di comunicazione. Nel mese di agosto in seguito
alla campagna estiva sono state contattate 264 persone; il 23% si è presentato
al nostro Centro per la donazione (e.c.)
6
NOTIZIE BREVI
Centro di malattie congenite
a supporto dei pazienti
affetti da anemie croniche
(talassemie). Il paziente
talassemico infatti necessita
dell’inserimento in una rete
di servizi sussidiari mirati al
bisogno di cura del malato.
Tale servizio prevede l’affidamento del paziente trasfuso ad un tutore personale che coordini il suo percorso diagnostico e terapeutico collaborando con
familiari, infermieri, medici specialisti e di medicina
generale.
La professoressa Cappellini,
direttrice del Centro anemie
congenite, ha affidato questo incarico alle dottoresse
Elena Cassimerio ed Elisa
Grespi che si sono attivate
non solo per fornire assistenza durante l’attività di
trasfusione di emazie concentrate e per interventi
sulle urgenze, ma anche per
la cura globale del paziente
politrasfuso che presenta
complicanze cardiache, epatiche, endocrine, oculari,
otorinolaringoiatriche.
Tutto ciò ha comportato un
coordinamento con gli specialisti e contatti col medico
di famiglia.
L’esperienza condotta per
circa due anni ha dimostrato l’importanza, per questo
tipo di pazienti cronici, di
poter contare su un medico
‘tutor’ in grado di affrontare il complesso percorso per
la cura di queste forme
patologiche.
Immagini della campagna estiva nelle metropolitane milanesi.
Una festa
dedicata ai
donatori
Giovedì 14 giugno abbiamo
celebrato la Giornata Mondiale
del Donatore di Sangue con
aperitivo e musica dal vivo nel
giardino del Padiglione
Marangoni del Policlinico di
Milano.
Il cuore dell’evento è stata la
premiazione di alcuni donatori
scelti fra gli stranieri del nostro
Centro, provenienti da oltre
180 Paesi. Sono stati premiati i
donatori provenienti da
Colombia, Etiopia, Egitto,
Filippine, Grecia, Inghilterra,
India, Persia, Perù, Portogallo, Spagna,
Russia, Ungheria, Venezuela e Kenya.
Inoltre molti dei partecipanti hanno visitato
le strutture del Dipartimento di Medicina
Rigenerativa con molto interesse.
chi è stato premiato
La presenza di un cospicuo numero di
donatori appartenenti ad etnie differenti è
molto importante per il Centro trasfusionale, perché la compatibilità del sangue per la
trasfusione è maggiormente riscontrabile in
persone appartenenti alla stessa etnia.
Questa disponibilità di sangue consente
alla Banca di Emocomponenti di Gruppi
Rari (che ha sede presso il nostro Centro)
di fronteggiare i bisogni di una società
sempre più multietnica.
Il giardino del Centro trasfusionale durante la festa.
Sotto, un gruppo di donatori stranieri premiati alla festa con la
dottoressa Parravicini, il dottor Marmiroli e il dottor Mascaretti
assessore alle politiche del lavoro e dell’occupazione del
Comune di Milano.
Bakhsh Kon Hossein (Persia), Briceno Berrù
José Enrique (Spagna), Farag Rania Nasser
(Egitto), Gabieva Inga (Unione Sovietica),
Gallardo Quinones Margarita (Venezuela),
Gamarra Llamccaya Ada (Perù), Henry
Johannes Neutebooy (Inghilterra),
Malachtanov Evgueni (Russia), Ndohho
Wohoro Alexander James (Kenya), Para Thira
Glikeia (Grecia), Raggente Gabriele (Etiopia),
Rosamma Augustine (India), Soares Pinto
Lavinia (Portogallo), Uribe Gil Agueda Nilsa
(Colombia), Vecsei Istvan (Ungheria)
NOTIZIE BREVI
7
GRUPPO ZERO
La donazione di sangue
fra i banchi di scuola
GRUPPO AB
GRUPPO B
GRUPPO A
di Stefania Rosati
le tribù
del sangue
Le 4 tribù sono molto
importanti per la vita
umana. Si può donare il
sangue a chi fa parte
della tribù e aiutarlo a
stare bene. La tribù del
gruppo 0 va daccordo
con tutti e può donare il
sangue a tutte le tribù.
8
NOTIZIE BREVI
Per far crescere la cultura della donazione, la
nostra Associazione ha
previsto una serie di
incontri formativi presso alcune scuole elementari della città di
Milano. Infatti
Tutto per
i bambini!
l’Associazione ha predisposto un opuscolo
informativo rivolto ai
bambini. L’opuscolo è
interattivo e coinvolgente così da rendere i piccoli lettori ambasciatori
dell’importanza della donazione presso le loro famiglie. In questo
modo la brochure da semplice supporto informativo assume la
forma di interazione a due vie:
> insegnante/alunno;
> alunno/genitori.
Ecco la copertina
del fantastico
libretto realizzato
e donato da
Gianfranco
Ruggeri di Ruggeri
& associati alla
nostra
Associazione.
Il personaggio principale, la goccia di sangue, sarà rappresentato
da Bloodix la voce narrante della storia! Tra i personaggi che si
incontreranno nel percorso giocoso possiamo notare Red (il globulo
rosso) e Blanco (il globulo bianco).
Inoltre i protagonisti saranno anche i personaggi del classico gioco
dell’oca che servirà a coinvolgere attivamente i bambini e a verificare contemporaneamente l’apprendimento delle nozioni
contenute nel libretto. Questo è solo il primo step di un Red il globulo rosso
progetto pilota che coinvolgerà alunni e insegnanti nella
promozione della donazione di sangue e che culminerà
con un concorso in cui saranno premiate le classi che
meglio rappresentano il concetto della donazione.
Questa prima fase sarà utile a perfezionare il progetto
generale e a valutare il gradimento dell’iniziativa.
Blanco il globulo bianco
Blanco è il duro della compagnia, il globulo bianco,
sorvegliante del tuo organismo. Un tipo diffidente nei
confronti degli intrusi
(virus). Il suo compito è scovarli, sfidarli e sconfiggerli.
Se Blanco non svolge bene
il suo lavoro ci si può prendere un malanno.
Red è un simpatico globulo rosso, sportivo ed
instancabile. Porta con
se’ uno zainetto chiamato
emoglobina ricco di ossigeno. Red trasporta l’ossigeno nel nostro corpo:
può rimpicciolirsi per passare nelle vene più piccole o può ingrandirsi per
arrivare alle più grandi.
donatori in diretta
di Fernanda Morelati
Facciamo il punto
sul progetto ‘gruppi rari’
Importanti risultati sono stati raggiunti dall’attivazione
del progetto, finalizzato a garantire una trasfusione
efficace e sicura ai pazienti con un quadro complesso
di immunizzazione. Sono stati esaminati i campioni di
circa 31.000 donatori di sangue della Regione
Lombardia per identificare donatori di gruppo raro
Anche durante l’estate l’attività della nostra Banca di
Emocomponenti di Gruppi
Rari - Centro di Riferimento
della Regione Lombardia è
stata molto intensa. Come i
immunoematologia di riferimento per la tipizzazione
dei donatori di sangue, lo
studio e la trasfusione di
pazienti con quadri complessi di immunizzazione.
nostri lettori sanno, il progetto
‘gruppi rari’ finanziato dalla
Direzione Generale Sanità
della Regione Lombardia ha
l’obiettivo di raggiungere 3
importanti risultati:
> istituire un registro regionale di donatori di gruppi rari;
> istituire una banca regionale
di unità congelate di gruppo
raro;
> attivare un laboratorio di
Attività di tipizzazione
I campioni di sangue dei
donatori della Regione
Lombardia sono stati regolarmente inviati da Centri di
donazione di 14 dei 15
DMTE della Regione.
Al 30 giugno 2007 sono stati
tipizzati 31.021 donatori di
sangue, provenienti da ogni
parte della regione, dei quali
il 34% nel 1° semestre 2007.
Sono state effettuate 404.094
tipizzazioni totali, delle
quali il 36% (191.894) nei
primi sei mesi del 2007.
L’identificazione di donatori di gruppo raro
Le tipizzazioni eritrocitarie
eseguite hanno portato
all’identificazione di 5.167
donatori di gruppo raro
(vedi figura). Di questi il
97,6% presenta una combinazione di antigeni particolare (n.d.r. sostanze presenti
Donatori di gruppo raro
identificati
118
551
2.051
627
1.815
Rari gruppo 0
Rari gruppo A
Molto rari gruppo 0
Molto rari gruppo A
Negativi per antigeni ad alta incidenza
sulla superficie dei globuli
rossi): il 74,8% risulta negativo per l’antigene S e il 22,8%
negativo per l’antigene s. Il
restante 2,4%, donatori ‘estremamente rari’, non presenta
nessuno degli antigeni che si
trovano sulla quasi totalità
dei globuli rossi.
Unità di gruppo raro
Le unità di gruppo raro congelate dal laboratorio emo-
componenti di questo
Centro dall’inizio del progetto al 30 giugno 2007 sono
state 192 .
I casi trattati
Negli anni 2005-2007, sono
pervenute al laboratorio di
immunoematologia di riferimento 220 richieste di consulenza per pazienti immunizzati da parte di Centri esterni; 140 di questi sono stati
sottoposti a studio accurato.
Il laboratorio ha identificato
nel 44% dei casi (62 pazienti)
una miscela di anticorpi e nel
15% (21 pazienti) anticorpi
estremamente rari diretti
verso antigeni che si trovano
sulla quasi totalità dei globuli rossi dei donatori di san-
gue rendendo così impossibile la trasfusione.
Nello stesso periodo sono
state utilizzate 2.024 unità di
gruppo raro per la trasfusione di 142 pazienti con immunizzazione complessa, affetti
da malattie ematologiche
croniche (talassemia, drepanocitosi). La qualità di vita e
talora la vita stessa di questi pazienti dipende strettamente da un efficace supporto trasfusionale possibile solo disponendo di un
gruppo sempre più ampio di
donatori rari.
Promuovere la donazione
presso la comunità multietnica
Tutti gli uomini, in qualsiasi parte del mondo, posseggono uno dei quattro
gruppi sanguigni: 0, A, B ed AB, e ciò ci accomuna a tutti. Quando
qualcuno di noi ha bisogno di una trasfusione è indispensabile
che il gruppo AB0 di chi ha donato il sangue sia uguale al
nostro. La donazione di sangue non è quindi vincolata da frontiere.
Un altro gruppo importante ai fini trasfusionali è quello noto come
Rh (positivo o negativo). Tuttavia i globuli rossi non sono caratterizzati solo dal gruppo AB0 ed Rh. I gruppi che caratterizzano
i globuli rossi sono assai numerosi e fra questi ve ne sono
alcuni molto rari. Quando una persona riceve frequenti
trasfusioni può sviluppare anticorpi contro il sangue
donato e nel caso appartenga a un gruppo raro, così come
per il gruppo AB0, deve essere trasfusa solo con sangue di
donatori con lo stesso gruppo raro.
Gli studi scientifici hanno dimostrato che i gruppi rari sono
più spesso presenti in persone provenienti da alcune aree
geografiche, e pertanto, in un mondo ormai globalizzato, per
garantire a tutti la disponibilità del tipo di sangue di cui
hanno bisogno, è necessario
che i donatori provengano da continenti diversi.
L’identificazione dei gruppi rari è fra le attività più rilevanti del laboratorio di Immunoematologia del Centro trasfusionale della Fondazione
Policlinico, Mangiagalli, che è la sede operativa della ‘Banca di
Emocomponenti di Gruppi Rari - Centro di Riferimento della Regione
Lombardia’ che dal 2003 si fregia dell’Accreditamento dell’American
Association of Blood Banks.
fondazione informa
di Eloisa Consales
Va in scena ‘Ricerca e cura’
Riprendono dopo l’estate, in
collaborazione con l’Università
degli Studi di Milano, gli
ormai consueti incontri di
Ricerca e Cura aperti a tutti i
cittadini. Tante le novità per
questo nuovo ciclo: interattività, argomenti di attualità e di
interesse per la salute, dibattiti
con gli esperti, proiezioni di
filmati e vox populi ma
soprattutto messa in scena di
casi clinici. L’idea è quella di
strutturare gli incontri in
modo interattivo: casi clinici
verranno interpretati da una
attrice/regista, Gaia Catullo, e
costituiranno l’occasione per
sviluppare il dibattito. La
ormai consolidata esperienza
nel campo della formazione e
della comunicazione scientifica ci insegna che la dramma-
tizzazione è un utile strumento di coinvolgimento e di stimolo alla discussione. Gli studenti del Master in Nuovi
Linguaggi della comunicazione della storica scuola
Accademia di Comunicazione
di Milano, costruiranno le sceneggiature dei casi. Come per
le passate edizioni gli incontri
saranno moderati da Anna
Parravicini l’ideatrice dell’iniziativa di successo.
Il 23 ottobre nell’aula Magna
dell’Università degli Studi di
Milano alle ore 18.00, il primo
degli appuntamenti: “cellule
staminali: il dono, la ricerca e
la terapia”.
Il prossimo appuntamento,
previsto per il 27 novembre
tratterà di donazione e trapianto di organi.
CELLULE STAMINALI: IL DONO, LA RICERCA E LA TERAPIA
(23 OTTOBRE)
Partecipano
Virgilio Ferruccio Ferrario, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano.
Della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiaglli e Regina Elena: Ferruccio Bonino direttore scientifico; Giovanna Cantarella Unità di Otorinolaringoiatria; Giorgio Lambertenghi direttore Unità di
Ematologia 1 e Centro Trapianto Midollo, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche, Università degli Studi
di Milano; Paolo Rebulla direttore Unità di Medicina Trasfusionale, Terapia Cellulare e Criobiologia; Francesco
Zanuso presidente ADISCO Lombardia (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale).
DALLA DONAZIONE AL TRAPIANTO DI ORGANI: UN PERCORSO PER LA VITA
(27 NOVEMBRE)
Partecipano
Luigi Rainero Fassati già Ordinario di Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano e Direttore del Centro
Trapianti della Fondazione Policlinico di Milano; Alberto Maria Comazzi Neuropsichiatra e membro della
Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.).
Della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiaglli e Regina Elena: Luisa Berardinelli
direttore Unità di Chirurgia Generale Centro Trapianti Rene e professore di Chirurgia Generale, Università
degli Studi di Milano; Massimo Cardillo medico coordinatore Nord Italia Trapianti (NITp); Giorgio Rossi direttore Unità di Chirurgia Generale Centro Trapianto Fegato e professore di Chirurgia Generale, Università degli
Studi di Milano; Luigi Santambrogio direttore Unità di Chirurgia Toracica e dei Trapianti di Polmone e professore di Chirurgia Toracica, Università degli Studi di Milano; Nino Stocchetti Unità di Terapia Intensiva
Neuroscienze e professore di Anestesia e Rianimazione, Università degli Studi di Milano.
Gaia Catullo
Abbiamo chiesto all’attrice Gaia Catullo
di commentare le novità di questo
nuovo ciclo di incontri: l’utilizzo della
messa in scena per facilitare la diffusione della conoscenza
Il teatro è uno strumento di coinvolgimento e
di apprendimento sempre più utilizzato in
situazioni diverse dalle rappresentazioni teatrali. Per quale motivo?
Il teatro, o meglio, il lavoro preparatorio teatrale è stato per anni patrimonio esclusivo
degli attori e confinato solamente all’attività
artistica.
Negli ultimi trent’anni, quasi tutti i contesti
professionali hanno puntato la loro attenzione
sulla comunicazione e sulle dinamiche di relazione interpersonale riconoscendone il valore
produttivo.
In un mondo professionale sempre più affidato alla tecnologia, alla comunicazione via
e-mail e alle informazioni illimitate di internet,
le capacità di comunicazione e relazione professionale sono diventate una variabile sempre
più importante con le quali fare i conti.
La teoria, come sempre, è arrivata molto velocemente. Sono state individuate tre aree del
comunicare:
> il contenuto: quello che diciamo;
> il paraverbale: come lo diciamo;
> il corporeo: come ci muoviamo in relazione
agli altri.
12
NOTIZIE BREVI
formattrice
Ma la scoperta sorprenDiplomata alla
dente è stata l’enorme
Scuola d’Arte
sproporzione che nelle
Drammatica Paolo
relazioni interpersonali
Grassi nel
1992/93. Attrice
corre tra comunicazione
verbale (10%) e non verba- professionista e
insegnante di recile (90%). La comunicazio- tazione. Insegna
ne, le dinamiche di relazio- dal 1999 al 2003
ne e il coinvolgimento pro- presso la Scuola
del Teatro della
fessionale passano per il
14° diretta da
90% da canali di comuni- Rino Silveri.
cazione che per la maggior Collabora come
regista e attrice
parte delle persone sono
con la compagnia
istintivi.
‘Teatro delle Erbe’
Il mondo teatrale lavorava e con la compagnia di Teatro
sulle capacità di controllo della
Ragazzi ‘Progetto
comunicazione non verbale da più di Teatro’. È inoltre
impegnata in attivicento anni.
Il teatro, oggi, con obbiettivi diversi tà formative presso aziende pubblidalla performance, permette di lavo- che e private.
rare sull’uso delle diverse aree della
comunicazione, con strumenti esperienziali
potenti e coinvolgenti, che aiutano lo sviluppo
delle capacità personali di gestione della
comunicazione professionale e delle dinamiche di relazione.
Data la sua esperienza di attrice/ regista e
‘formattrice’ quale è secondo lei la chiave del
successo di questo tipo di attività?
Il corpo è molto più rapido nell’apprendere
del cervello. O meglio, il cervello viene stimolato maggiormente all’apprendimento se aiutato dall’esperienza corporea, perché è tramite
l’esperienza fisica che ‘il ricordo’ si fissa dentro di noi.
Questo tipo di attività, con il suo continuo
alternare momenti razionali a momenti esperienziali, consente una grande rapidità nel
riconoscere e utilizzare strumenti e tecniche di
comunicazione e relazione, oltre ad attirare
l’attenzione in modo più rapido e duraturo.
Attraverso il vissuto dell’attore (la voce,
l’ascolto attivo, l’improvvisazione) le conoscenze più avanzate possono essere messe a
disposizione dei partecipanti, suscitare maggiormente il loro interesse e coinvolgerli più
direttamente nei ‘casi clinici’ presentati.
inserto
staminali
L’impiego in epatologia
e in ematologia:
la ricerca e la cura
Il racconto di un nostro ricercatore partito per Pittsburgh per studiare le staminali del fegato, l’uso delle staminali nelle malattie
del sangue e la donazione del cordone ombelicale. Questi gli
argomenti affrontati nell’inserto e commentati dagli esperti
piccolo dizionario
Progenitori epatici: sono le cellule 'madri' da cui originano tutte le cellule del fegato.
Progenitori tissutali: progenitori di uno specifico tessuto.
Dissociazione tissutale: metodo per separare le cellule che costituiscono un
particolare tessuto
Matrici e scafford tridimensionali: supporti di origine biologica o sintetica, atti
a contenere, sostenere, indirizzare o stimolare organi, tessuti o cellule
Criopreservazione: procedura di congelamento di cellule e tessuti che ne permette la conservazione in congelatore a -80°C o in azoto liquido a -196°C ed il
mantenimento di un certo grado di vitalità dopo scongelamento
Epatociti primari maturi: Le cellule che costituiscono il 70-80% della massa
epatica e che svolgono la maggior parte dell’attività metabolica del fegato
Caratterizzazione genotipica e fenotipica di cellule staminali tumorali: la
caratterizzazione genotipica è lo studio del materiale genetico contenuto nelle
cellule; la caratterizzazione fenotipica è lo studio dei prodotti (proteine) dei geni.
Il diario
di un giovane
epatologo
di Roberto Gramignoli
S
ebbene non a bordo della mia
Poderosa come il giovane De La
Cerna, e soprattutto privo della
compagnia e del supporto del fidato
amico di studi, anch’io sono in procinto di partire per un viaggio lungo
12 mesi che spero mi porterà alla
scoperta di nuove e promettenti
possibilità nell’Epatologia
Sperimentale.
Il trapianto di tessuti e cellule umani
è un settore della medicina in rapida crescita, che potrebbe offrire
notevoli opportunità per il trattamento di malattie finora incurabili.
L’epatologia è forse la disciplina che
maggiormente potrà usufruire di tali
sviluppi, sia in considerazione delle
numerose patologie infettive del
fegato, degenerative e congenite
potenzialmente curabili, di cui il trapianto d’organo rappresenta la sola
attuale realtà terapeutica; sia a
causa della difficoltà di reperire
organi sostitutivi in numero sufficiente a far fronte alla sempre conti14
NOTIZIE BREVI
nua richiesta di trapianti di fegato. A
seguito dell’estendersi delle indicazioni al trapianto ed all’aumento
delle epatopatie croniche, negli ultimi anni si è infatti notevolmente
acuito il divario tra gli organi disponibili e le richieste di trapianto di
fegato. Buona parte della comunità
internazionale negli ultimi anni si è
raccolta attorno alle notevoli possibilità offerte dai cosiddetti approcci
alternativi: sistemi di supporto bioartificiali (Fegato Bio-Artificiale), bioingegneria tissutale, trapianto di cellule e terapia genica sono tra le ultime e più promettenti strategie terapeutiche allo studio, rivolte alla prevenzione ed alla cura di disfunzioni
e/o patologie umane, in alternativa
al trapianto d’organo.
IL PROGETTO DI RICERCA
Il progetto di ricerca per il quale ho
chiesto ed ottenuto di recarmi nel
laboratorio diretto dal professor
Strom, all’Università di Pittsburgh,
ha titolo: “Studio delle cellule epati-
che mature e di progenitori tissutali
con caratteristiche di rigenerazione
d’organo e/o coinvolti in fenomeni
di insorgenza ed espansione di neoplasie epatiche”.
Dietro questo titolo un po’ complicato si celano due importanti linee di
ricerca che verranno condotte in
parallelo.
La prima fase, già in stadio avanzato e fin’ora condotta presso il
laboratorio di Citometria e di
Epatologia Sperimentale all’interno
del Dipartimento di Medicina
Rigenerativa della Fondazione
Policlinico-Mangiagalli, si é focalizzata sullo studio e sulla caratterizzazione della cellula matura sui precursori epatici ottenuti da dissociazione tissutale. Mediante la collaborazione con figure professionali
quali biochimici e bioingegneri e di
Istituti pionieri in tali studi, quale
appunto il Department of Pathology
dell’Università di Pittsburgh, riteniamo possibile arrivare in tempi brevi
alla realizzazione e all’utilizzo di
matrici e ‘scaffold’ tridimensionali
per il mantenimento in coltura a
lungo termine e la criopreservazione
non solo di epatociti primari maturi,
ma anche di cellule progenitrici e
staminali commissionate.
Il progetto si propone di individuare
una possibilità terapeutica ‘sostitutiva’ o, quanto meno, complementare al trapianto d’organo, nonchè un
eventuale supporto temporaneo per
i pazienti affetti da malattie epatiche
terminali. Ciò potrebbe consentire
una riduzione dell’elevata mortalità
dei pazienti in lista d’attesa per il trapianto d’organo o delle persone a cui
è preclusa la possibilità del trapianto.
da il potenziale proliferativo, fenotipico e tumorigenico. È recente la
Il professor Strom è stato tra i pionieri nel trapianto di cellule del
fegato all’interno di fegati malati,
quale possibile cura alternativa o
palliativa al trapianto d’organo.
(1-2% dell’intera popolazione tumorale) in grado di rigenerare il tumore
in vivo, mentre popolazioni di cellule
più differenziate mancano di questa
proprietà.
Tali cellule mostrano di possedere le
Obiettivi aggiuntivi di questo progetto sono anche lo sviluppo di tessuti
ingegnerizzati che, crediamo, si
dimostreranno di grande utilità per
test farmacologici in vitro, ovviando
così all’utilizzo di animali (di cui tutta
la comunità internazionale sente
l’esigenza), regolamentata da una
precisa Direttiva Europea
(D.E.86/609/CEE).
La seconda fase della ricerca verrà
condotta parallelamente e prevede
un’analoga messa a punto di
modelli sperimentali finalizzati alla
caratterizzazione genotipica e fenotipica di cellule staminali tumorali. I
tumori solidi sono generalmente
entità eterogenee per quanto riguar-
Giorgio
Lambertenghi
ematologo
Docente universitario e direttore
del Dipartimento
di Ematologia
della Fondazione
Policlinico,
Mangiagalli di
Milano, è anche
presidente della
Associazione
Medici Cattolici
Italiani, sezione di
Milano.
dimostrazione che, all’interno della
massa neoplastica, esiste una frazione numericamente esigua di cellule
caratteristiche proprie di cellule staminali, quali:
> l’autorinnovamento;
> lo stato indifferenziato;
> la multipotenzialità, (ovvero la
capacità di generare cellule mature
appartenenti a diverse tipologie cellulari). In base a queste e ad altre evidenze sperimentali si è così giunti a
ritenere che il tumore possa originar-
si da un compartimento di cellule
staminali adulte, anziché da una
qualsiasi cellula somatica. Recenti
studi hanno evidenziato che progenitori epatici possono avere un importante ruolo nell’evoluzione dei due
principali tumori del fegato: il colan-
giocarcinoma e l’epatocarcinoma.
Quest’ultimo è la terza causa di
morte al mondo per ragioni correlate
a complicanze neoplastiche. Si prevede di poter giungere alla stesura di
protocolli metodologici mirati al
miglioramento delle attuali procedure
per l’isolamento e la propagazione di
cellule staminali o progenitori ad elevato potenziale tumorigenico da neoplasie solide e linee cellulari stabilizzate di tumori umani.
Riteniamo che la disponibilità delle
informazioni raccolte durante le fasi
di caratterizzazione della cellula staminale tumorale potranno fornire a
istituzioni e aziende una base di
lavoro per lo sviluppo di reagenti
diagnostici, vaccini e nuovi farmaci.
L’auspicio è che beneficiari della trasferibilità delle conoscenze acquisite
attraverso la caratterizzazione delle
cellule staminali ad elevata tumorigenicità saranno i pazienti oncologici, le
istituzioni oncologiche, il Sistema
Sanitario Nazionale e, in termini di
potenzialità di sviluppo, le aziende
del settore sanitario.
Le staminali nelle
patologie ematologiche
P
rofessor Lambertenghi a che punto
è l'impiego delle cellule staminali emopoietiche nei trapianti allogenici (da donatore) per le malattie del sangue?
Possiamo affermare che dopo ormai 30 anni
il trapianto di staminali emopoietiche è una
procedura consolidata in campo clinico,
cioè di routine e non più sperimentale.
Tuttavia viene offerto a gruppi di pazienti
selezionati, in quanto si sono affinate le tecniche di reclutamento e ciò ha influito notevolmente sul decorso post-trapianto.
I criteri di selezione riguardano:
> la compatibilità del donatore: in passato le
metodiche per valutare la compatibilità erano
piuttosto grossolane e si basavano esclusivamente sull’analisi del siero. Oggi invece si
analizza il DNA in modo da attuare prove di
compatibilità molto efficaci. Riusciamo così
a selezionare ottimi donatori e in questo
modo a limitare notevolmente le reazioni
immunologiche donatore/ricevente;
> la diagnosi precisa del tipo di patologia e
il suo stadio di avanzamento è molto impor-
tante per il successo del trapianto. È infatti
inutile e pericoloso trapiantare pazienti in
stadio avanzato di malattia o pazienti che
sono considerati già guariti dopo i trattamenti tradizionali;
> le caratteristiche cliniche del paziente sono
fondamentali, perché ci indicano la capacità
che il paziente ha di affrontare questo tipo di
trattamento. In questo caso la valutazione clinica non riguarda la patologia ematica per cui
è necessario il trapianto, ma lo stato generale
di salute ed eventuali patologie concomitanti
extra-ematologiche. Questo tipo di valutazione permette di trapiantare oggi anche sog-
NOTIZIE BREVI
15
getti ritenuti fino a poco tempo fa
anziani, ma che invece sono perfettamente in grado di sopportate (gra-
zie allo stato generale di salute) il
trapianto. In ultimo, di notevole rilevanza è il fatto che ormai siamo in
grado di ridurre la tossicità del trattamento pre-trapianto, in quanto riusciamo sempre di più a personalizzarlo in base alle condizioni cliniche
del paziente, alla sua età e allo stadio della malattia.
Quanto è diffuso l’utilizzo del trattamento con le staminali e che percentuale di successo siamo in
grado di ottenere?
In generale i numeri variano notevolmente a seconda della malattia ematologica. Ci sono infatti patologie in
cui il ricorso al trapianto è aumentato: ad esempio le leucemie acute del
giovane e dell’adulto, e alcune leucemie croniche dell’età avanzata. Per
altre patologie, come ad esempio la
leucemia mieloide cronica, il numero
dei trapianti è diminuito, grazie al
recente utilizzo di nuovissimi farmaci
che rendono il trapianto un'opzione di
seconda scelta. Se consideriamo
quanto abbiamo già evidenziato in
relazione ai criteri di reclutamento dei
pazienti, la sopravvivenza e la guari-
venza è a 10 anni del 60-70% e
nelle talassemie si può ottenere la
guarigione definitiva nel 90% dei
pazienti giovani. Anche in alcuni tipi
di linfoma maligno abbiamo ottime
speranze di guarigione.
Questo tipo di terapia che vantaggi
e risultati ha rispetto ai trattamenti
tradizionali?
I risultati, nelle categorie di pazienti
selezionati, sono più favorevoli rispetto al trattamento chemioterapico tradizionale. Ad esempio in pazienti con
leucemia acuta la guarigione è del
60-70% contro il 20% ottenibile con
la chemioterapia tradizionale. Anche
il mieloma multiplo, malattia considerata inarrestabile, oggi si può guarire
con il trapianto allogenico.
Come ci poniamo nel panorama
internazionale?
L’Ospedale Maggiore è pienamente
allineato al panorama internazionale,
sia rispetto alla ricerca che agli interventi terapeutici. Sul versante della
ricerca ci si sta muovendo per identi-
gione (il trapianto è l’unica pratica
terapeutica che può guarire il tumore
del sangue) sono ottimali. Ad esem-
ficare fonti alternative di cellule staminali emopoietiche; in particolare si
stanno effettuando studi sul cordone
ombelicale per espandere il numero
delle cellule
o per utilizzare più cordoni. Siamo
pio nelle leucemie acute la sopravvi-
ancora in
una fase sperimentale di questo tipo
di trapiantologia, ma i risultati e le evidenze ci indicano che la strada intrapresa presenta buone prospettive e
quindi è sicuramente da approfondire.
Un’altra fonte alternativa per il reperimento delle cellule staminali, rivolta in
questo caso a pazienti che non
hanno donatori né in famiglia nè nelle
cosiddette banche, è rappresentata
dai genitori. In questo caso, per evitare conseguenze cliniche sul paziente, sono necessarie alcune azioni di
tipo laboratoristico sulle staminali e
particolari interventi di tipo farmacologico sul paziente stesso.
Tutto quello che, in questa intervista, abbiamo chiesto al professor
Lambertenghi, riguarda l’impiego
delle cellule staminali emopoietiche nel trapianto allogenico da
donatore.
Lasciamo ad un prossimo appuntamento un approfondimento sui trapianti con staminali autologhe (cioè
del paziente stesso), che oggi trovano interessanti applicazioni anche in
patologie non ematologiche, come
ad esempio i tumori solidi e le
malattie autoimmuni.
intervista di Eloisa Consales
ADISCOteca
di Francesco Zanuso
Donare il sangue placentare
un problema di conoscenza
Donazione autologa o allogenica? Cosa consente la legge italiana e
quale è la posizione di ADISCO? Facciamo il punto con il dottor
Francesco Zanuso presidente di ADISCO Lombardia
Cosa fa ADISCO per informare le
madri sulla possibilità di donare
il sangue placentare?
Le azioni informative e promozionali
di ADISCO si svolgono prevalentemente attraverso attività editoriali su
riviste specifiche dedicate alle
mamme o alle donne, oltre alla
rubrica fissa su Notizie Brevi. Inoltre
l’Associazione produce materiale
informativo per la promozione della
donazione del cordone. Lo stesso
personale sanitario fornisce supporto informativo scientificamente corretto a chi vorrebbe donare il sangue placentare, ma ha dei dubbi
sulla modalità. ADISCO inoltre
sostiene la ricerca attraverso attività
benefiche.
questi aspetti oltre che la valutazione su altre patologie eventualmente presenti.
Come si effettua la donazione e
cosa avviene della sacca donata?
Subito dopo il parto, sia spontaneo
che cesareo, quando il cordone è
stato reciso, il personale abilitato
incannula la vena ombelicale e preleva il sangue in una sacca sterile.
Questa pratica è ovviamente innocua e indolore per madre e figlio
proprio perchè viene eseguita solo
dopo che il cordone è stato tagliato.
A questo punto la sacca sterile, contenente il sangue placentare (circa
un etto), deve raggiungere entro 30
ore la banca di sangue placentare a
cui l’ospedale afferisce. Nella
Quali sono i criteri per poter
banca, il sangue viene esaminato,
donare?
vengono eseguiti accertamenti e
I criteri sostanzialmente sono quelli
viene separata la parte contenente
della donazione di sangue, in partile cellule staminali. Da una sacca di
colare quelli fondamentali sono:
sangue vengono raccolte 3 sottouni> non aver avuto comportamenti a
tà contenenti cellule staminali
rischio di malattie trasmissibili con il
mescolate ad un agente preservansangue;
te, che le protegge durante il conge> essere affetto da patologie gravi
lamento. Le sacche, vengono poste
o geneticamente determinate in
a -190°C in azoto liquido. Per essefamiglia.
re perfettamente identificabili anche
L’anamnesi che viene raccolta
a distanza di anni, le sacche sono
prima della donazione riguarda
tutte etichettate. Dobbiamo infatti
ricordare che una madre, che ha
donato il sangue in maniera altruistica, può contare sul
fatto che il suo sanDonazione allogenica
gue è in quella banca
È la donazione per fini altruistici di cui ogni cittadino può
beneficiare.
a disposizione, a
meno che non venga
Donazione autologa
trasfuso ad un bambiÈ quella per uso proprio: in italia è consentita nei casi preno che ne ha bisovisti dalla legge 219.
gno; in tal caso sicuDonazione dedicata
ramente ci sarà altro
È possibile in Italia sono in determinati casi normati dalla
sangue disponibile
legge 219. Permette di donare il sangue ad un consanper lei.
guineo solo in determinate condizioni di patologia (patoIn tutta questa procelogie in atto o geneticamente determinate) in cui esiste
dura, è fondamentale,
un comprovato idoneo utilizzo delle cellule staminali,
oltre che necessario
permette inoltre di conservare il sangue placentare se
piccolo dizionario...
esiste un effettivo rischio di avere ulteriori figli affetti da
malattie genetiche in cui sia comprovato l’idoneo utilizzo
delle staminali.
Le donazioni
nel mondo
per legge, il
consenso della
madre alla
donazione:
Ci sono oggi in tutto il mondo
devono essere
circa 50 banche di sangue
effettuati conplacentare, che conservano
trolli prima e al
circa 300.000 donazioni. Sono
stati eseguiti circa 10.000 tramomento della
pianti. Si tratta di numeri cerdonazione, inoltamente elevati, ma non suffitre la madre,
cienti. Un recente studio sui
passati sei
pazienti pediatrici
mesi, deve nuodell’Università del Minnesota
vamente sottodimostra che se si riesce a
porsi ad esami
migliorare il livello di compatiper escludere
bilità fra donatore e ricevente
che, al momen- cosa che richiede di ampliato della donaziore il pool dei donatori - la
ne del sangue
sopravvivenza dei riceventi
placentare, non
passa dal 40 al 60%. Per
fosse affetta da
questa ragione gli Stati Uniti
una patologia
hanno deciso di triplicare il
infettiva non
loro patrimonio di sangue plavisibile in quel
centare investendo in questo
momento, perprogramma circa 80 milioni di
ché nel così
dollari. Anche l’Italia dovrebbe
triplicare il proprio inventario,
detto ‘periodo
portandolo da circa 30.000 a
finestra’. Tutti i
100.000 donazioni.
dati raccolti
sono ovviamente riservati e sottoposti alla legge
vigente sulla privacy e conservati
nella banca dove è depositata la
donazione.
Attualmente sono in commercio
dei kit per la raccolta del sangue
placentare che verrà poi spedito
all’estero, cosa ne pensa?
Questo è un aspetto assai delicato
che in questo ultimo periodo popola i giornali e che è molto sentito
dalle donne stesse.
Alla domanda frequente se conviene fare una donazione autologa,
cioè conservare il sangue per se
stessi, rispondo che nel nostro
Paese la donazione autologa (o
donazione dedicata) esiste già ed è
normata dalla legge 219.
NOTIZIE BREVI
17
Legge 219, articolo 1
Punto 3. È consentita la conservazione di sangue da
cordone ombelicale per uso dedicato al neonato o al
consanguineo con patologia in atto al momento della
raccolta, per la quale risulti scientificamente fondato e
clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule l’utilizzo di
cellule staminali da sangue placentare, previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria.
Punto 4. È altresì consentita la conservazione di sangue da cordone ombelicale per uso dedicato nel caso di
famiglie ad alto rischio di avere ulteriori figli affetti da
malattie geneticamente determinate per le quali risulti
scientificamente fondato e clinicamente appropriato
l’utilizzo di cellule staminali da sangue placentare previa presentazione di motivata documentazione clinico
sanitaria rilasciata da parte di un medico specialista in
genetica medica.
Semplificando, questa legge ci dice che è consentito
donare il sangue placentare per un consanguineo
se esiste in famiglia, al momento della donazione,
una malattia in atto o geneticamente determinata, o
se esiste il rischio di avere ulteriori figli affetti da
malattie genetiche per cui l’utilizzo delle staminali
cordonali risulta appropriato. In questo caso la
richiesta della madre deve essere accompagnata da
una relazione dello specialista.
Questo è ciò che viene consentito nel nostro Paese,
dove la donazione può effettuarsi solo presso strutture trasfusionali pubbliche del sistema sanitario
nazionale e dove la donazione e la conservazione in
Italia sono gratuite.
Ci sono, come sappiamo, dei kit che una mamma
può comprare per poi inviare e conservare a spese
proprie (tra l’altro molto onerose) il sangue placentare all’estero in una banca privata.
ADISCO non sponsorizza questo tipo di decisioni,
perché ritiene che in una banca privata non ci sia la
garanzia della corretta conservazione del sangue placentare per una eventuale trasfusione che può avvenire dopo molti anni. Inoltre, bisogna sapere che la
probabilità di usare questo sangue è di 1 a 15.000
quindi è veramente molto bassa. Noi quindi sconsigliamo, come per altro le società scientifiche dei
pediatri americani, la donazione autologa a meno dei
casi già citati, ammessi e garantiti per legge.
intervista di Eloisa Consales
LE VOSTRE DOMANDE E LE NOSTRE RISPOSTE
Perchè dovrei donare
il sangue del cordone
ombelicale?
Il cordone ombelicale, attraverso il quale
ogni mamma nutre il proprio bambino,
viene usualmente gettato dopo il parto.
Dare il consenso alla donazione di sangue del cordone ombelicale significa evitare questo spreco, e fornire una importante strumento per la ricerca e la cura di
molti pazienti.
Quali sono le caratteristiche
del sangue placentare?
Il sangue del cordone ombelicale e della placenta, è ricco di
cellule staminali simiIi a quelle del midollo osseo, che hanno
un ruolo fondamentale nella cura di gravi malattie del sangue.
In particolare queste cellule sono usate nel trapianto per leucemie e linfomi, malattie congenite e metaboliche: ad oggi
possono essere curate con il trapianto di cellule staminali del
cordone ombelicale più di 70 malattie e, in futuro, questo
numero è destinato a crescere.
Nel trapianto quali sono i vantaggi del sangue placentare
rispetto al midollo osseo?
> L’immaturità delle cellule in esso contenute
riduce il rischio di gravi complicanze del trapianto
> È stata dimostrata la possibilità di trapiantare
contemporaneamente due unità di sangue placentare per estendere l’opportunità di terapia
anche a pazienti adulti.
18
NOTIZIE BREVI
disegno di Athos Careghi
> Può essere raccolto e conservato presso
adeguate strutture (Banche di Sangue del
Cordone Ombelicale) rendendosi immediatamente disponibile per chi ne avesse bisogno.
fondazione informa
di Alessandra Chiarello e Ivo Tarantino
Due nuovi nati in Policlinico: il centro
PET-CT e il reparto di Oncologia Medica
La corsa della Fondazione
Policlinico Mangiagalli verso
la ristrutturazione e la riqualificazione di tutte le sue strutture ha segnato due nuove tappe
in un solo giorno. In concomi-
dal dottor Maurizio
Tomirotti, che ha sede
nel Padiglione
Bergamasco in via
Commenda.
tanza con la selezione dei 10
finalisti al Concorso internazionale di progettazione dei
Poli Materno Infantile e di
Medicina Generale, il presidente Carlo Tognoli ha infatti tagliato il nastro e del
reparto di Oncologia Medica
e del Centro PET-CT, allestito per ospitare la nuova
Biograph 64 TrueV, prima
installazione europea dell’ultima generazione di PET-CT.
Ma proseguiamo con ordine…
Quali sono gli obiettivi
che il nuovo reparto
intende perseguire?
Oncologia Medica
Cinque letti e tre poltrone
per il Day Hospital, 3.000
pazienti attivi, 56 nuovi casi
al mese: sono solo alcuni dei
numeri del nuovo reparto di
Oncologia Medica, diretto
L’obiettivo primario è la
presa in carico del
paziente in tutte le fasi
delle malattia, dagli
esordi e, se necessario,
fino alla fase terminale.
In questa direzione spiega il dottor
Tomirotti - lavoriamo in
un’ottica di rete, partecipando a numerosi progetti locali e regionali
finalizzati a garantire
continuità assistenziale
ai pazienti attraverso la
sperimentazione di un
modello di cooperazione
con le strutture che operano sul territorio.
Qual è la vostra
casistica?
per info
a
to)
ne Devo
ia Medic
Oncolog Lavoro - Padiglio
del
(Clinica
,8
Barnaba
via San
3
.267
02.5503
re
a Nuclea
Medicin
lli)
e
n
ra
ne G
(Padiglio co Sforza 35
ces
via Fran
.3340
3
0
5
.5
02
Contiamo circa
10.000 visite l’anno, di cui 600
prime visite. Metà
sono riservate alla
patologia della
mammella. Questo
tipo di tumore ha
un più alto indice
terapeutico - che
Cinica De Marchi
Inaugurato il nuovo reparto lattanti
È tutto nuovo, con un arredo ricercato
nei colori e nei particolari, il reparto lattanti inaugurato il 26 giugno scorso grazie al contributo della ‘Fondazione De
Marchi’ e della ‘Fabbrica del Sorriso’ (ini-
ziativa di solidarietà promossa da
Mediafriends onlus).
Ogni camera, dotata di un proprio
impianto di gas medicale, ha un suo
bagno (con vasca dedicata al neonato),
un lettino, un fasciatoio, una poltrona
letto (donata dall’Associazione “Per il
Policlinico” onlus) e un televisore.
La ristrutturazione riguarda tutti gli spazi
del reparto, dalla sala medica agli studi
medici; un moderno impianto di climatizzazione e le zanzariere su tutte le finestre, uniti all’attenta scelta di colori e
impianto di illuminazione, garantiscono
un confortevole soggiorno. (l.t.)
Qual è l’aspetto innovativo
di questa tecnologia?
L’innovazione sta nella
fusione di immagini resa
possibile da due diverse tecnologie - ci spiega il professor Gerundini - la TAC, capace di fotografare anatomicamente l’organo e la lesione, e la PET in grado di
seguire la funzionalità dell’organo lesionato. In que-
sto modo possono essere
individuate lesioni talvolta non rilevabili dalle due
metodologie applicate
separatamente.
La nuova PET-CT della medicina nucleare
del Policlinico: l’esame dell’intero corpo in
soli cinque minuti.
Ci può fare qualche
esempio?
misura la sicurezza del
trattamento - ed è strettamente correlato alla mission
della Fondazione. Il nostro
Ospedale dà, infatti, priorità
ai trattamenti oncologici in
pazienti trapiantati d’organo,
in donne ammalate di tumore e in gravidanza o con
tumore alla mammella.
Una mole di lavoro notevole. Ma quali sono i punti di
forza della vostra attività?
Punto di eccellenza del
reparto sono le terapie mirate a bersaglio molecolare,
ovvero quelle terapie che
vanno a colpire in maniera
mirata le cellule tumorali, in
particolare i meccanismi di
‘nutrizione’ e proliferazione
della malattia. In questo
ambito abbiamo avviato una
serie di studi sull’appropriatezza delle indicazioni terapeutiche, per valutarne l’indicazione caso per caso.
E i pazienti possono trarre vantaggi da questo tipo di terapia?
Sicuramente una riduzione
della tossicità: la terapia,
20
NOTIZIE BREVI
essendo calibrata e somministrata, potrei dire, ad personam, risulta più efficace,
consentendo inoltre di limitare al massimo lo spreco di
risorse.
Centro PET-CT
Precisione millimetrica delle
immagini, massima risoluzione, grande velocità di scansione che permette di eseguire
l’esame dell’intero corpo in
soli cinque minuti. Sono que-
ste le caratteristiche della
nuova PET-CT Biograph 64
ora a disposizione dell’Unità
di Medicina Nucleare diretta
dal professor Paolo
Gerundini, prima in Europa
a poter contare su questo
tipo di prestazione.
In caso di ischemia - cioè
la riduzione dell’apporto
di sangue a causa del
restringimento di un vaso
- il radiologo, con la TAC,
può vedere la lesione che
ne è la causa, con questo
apparecchio è anche in
grado di vedere se l’intervento previsto per ristabilire
il flusso di sangue funziona
oppure no.
E quali sono i vantaggi per il
paziente?
La PET si basa sulla somministrazione di farmaci radioattivi, che permettono di
seguire nell’organismo la
funzionalità di organi normali o patologici.
La Biograph 64, dotata di
tecnologia TrueV, grazie alla
velocità di scansione delle
immagini, permette di ridurre la dose di radiofarmaco
somministrato, garantendo
comunque la miglior risoluzione anatomica e la massima accuratezza diagnostica
soprattutto in oncologia.
Che sviluppi prevede in
campo diagnostico?
Nuovi spazi verranno aperti
alla diagnostica della cardiopatia coronarica e delle neuropatie degenerative cerebrali. Insomma, con questa
nuova macchina, la Medicina
Nucleare della Fondazione
Policlinico conferma la sua
leadership in campo nazionale
ed europeo, avviata già nel
1998 con l’installazione di una
delle prima PET in Italia,
medicale, che ha permesso la
produzione in loco di radiofarmaci per la PET e la loro
distribuzione ad altri centri
del nord Italia.
seguita nel 2000 dall’installazione del ciclotrone per uso
“Cuore e Salite” 2007
controllo medico e salita al Duomo gratis
Si è tenuta sabato 29 settembre la quinta edizione di “Cuore e Salite”, iniziativa promossa
dall’Associazione “Per il Policlinico” onlus in collaborazione con la II Scuola di Specializzazione
in Cardiologia dell’Università degli Studi di
Milano con il supporto della Fondazione IRCCS
Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e
Regina Elena.
Ancora una volta tutti su per i gradini del Duomo
a misurare quanto siamo (o non siamo) in forma.
Per i cardiologi - ha sottolineato il professor
Magrini, tra i promotori del progetto - Cuore e
Salite costituisce un’occasione utile e singolare
per valutare le condizioni di salute di un ampio e
variegato campione di cittadini e turisti.
I battiti del cuore sono stati misurati dai medici
prima e dopo la salita ai 201 gradini. Incrociando i
dati relativi a età, peso, altezza e pratica sportiva,
hanno consentito di fornire tutti i consigli utili a più
salutari stili di vita e, in caso di necessità, hanno
suggerito ai partecipanti una visita medica più approfondita in Ospedale.
L’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio del Ministero
della Salute, della Regione Lombardia e del
Comune di Milano (Assessorato alla Salute).
Più di cinquecento i partecipanti; i primi dati suggeriscono che il numero di cittadini con il cuore
allenato all’esercizio fisico è aumentato rispetto al
campione analizzato nelle precedenti edizioni.
Tra i partecipanti:
> il più ‘veloce’, l’Assessore alla Salute del Comune
di Milano, Carla De Albertis;
> il più ‘diplomatico’, l'Ambasciatore Decano del
Corpo Consolare di Milano, Benito Andion;
> il più ‘vigile’, il Comandante della Polizia
Municipale di Milano, Emiliano Bezzon;
> il più ‘lontano’, uno studente australiano;
> il più ‘giovane’, una bimba di quattro anni;
> il più ‘anziano’, una nonnina di settantotto anni.
Per vedere tutte le foto dell'evento e per conoscere l’Associazione: www.perilpoliclinico.org (l.t.)
Sopra uno scatto con alcuni dei promotori dell’iniziativa: da sini-
stra: Fabio Magrini direttore Medicina Cardiovascolare, Karel
Beran Console Generale Vice-Decano del Corpo Consolare di
Milano, Carla De Albertis, Assessore alla Salute e Claudia
Buccellati, vice presidente dell’Associazione “per il Policlinico”.
A destra, in fila per salire sul Duomo il giorno dell’evento.
alimentazione e benessere
di Francesca Albani e Emanuela Orsi
Cosa mangiamo
quando le foglie degli
alberi ingialliscono...
Vi presentiamo in questo
numero le peculiarità che
contraddistinguono la
verdura e la frutta di fine
estate e che ci preparano
ad affrontare il freddo!
Arriva l’autunno, stagione
intermedia in cui ci si prepara
ad un cambiamento climatico
significativo.
In questo periodo è importante,
per far fronte alla diminuzione
della temperatura, rafforzare le
nostre difese immunitarie e
assumere il giusto quantitativo
di vitamine.
La natura, proprio per questa
ragione, ci offre ad esempio la
carota, che ha un grande potere
nutrizionale e innumerevoli
effetti positivi sull’organismo,
grazie al suo elevato contenuto
in sali minerali e vitamine,
come sodio, calcio, magnesio,
potassio, vitamina A, vitamina
B e vitamina C.
La ricchezza della carota sta nel
suo colore, costituito da pigmenti detti carotenoidi. Tra essi,
22
NOTIZIE BREVI
il più noto è sicuramente il
betacarotene, la provitamina A,
di cui è ricchissima. Il betacarotene (vitamina A) è necessario
per la corretta crescita e riparazione dei tessuti corporei; aiuta
a mantenere pelle liscia, morbida e sana; aiuta a proteggere le
mucose della bocca, del naso,
della gola e dei polmoni, riducendo così la suscettibilità alle
infezioni; protegge contro gli
agenti inquinanti (azione
antiossidante contro gli effetti
nocivi dei radicali liberi); contrasta la cecità notturna e la
vista debole, ed è quindi fondamentale per una buona vista e
per mantenere ossa e denti sani.
Anche il cavolfiore, ricco di
vitamina C e vitamina A è un
valido alleato per rafforzare le
difese immunitarie. E ancora il
mandarino che contiene molta
vitamina C, è una buona fonte
di calcio, potassio e fibre.
Passando alla frutta, segnaliamo i fichi. Sono ricchi di vitamine: contengono infatti vitamina A e vitamina C, ferro,
Immagine tratta dal calendario di: Associazione
Nuova Balduina, Associazione Diritti Civili
nel 2000, ISMEA. Progetto grafico Fabio Cintioli
potassio e fibre, (in quantità
ancora maggiori se i fichi sono
secchi). Il cachi contiene una
buona quantità di zuccheri, e
di potassio. I cachi sono una
eccellente fonte di beta-carotene e criptoxantina (a cui si
deve il caratteristico colore
arancione), oltre a fornire vitamina C e potassio.
L’uva è molto ricca di zuccheri
facilmente digeribili, soprattutto fruttosio e glucosio. L’uva
passa è ancora più dolce, perché grazie all’eliminazione di
gran parte dell’acqua gli zuccheri sono ancora più concen-
trati: ovviamente è anche più
calorica! L’una e l’altra contengono inoltre buone quantità di
sali minerali, soprattutto potassio e calcio, ma non contengono
tante vitamine. Fate attenzione
però! Fichi, cachi ed uva vanno
assunti con moderazione dalle
persone con diabete mellito, per
la ricchezza di contenuto in
zucchero.
E infine ci sono le noci, che contengono acidi grassi e sono efficaci per la riduzione del coleste-
rolo nel sangue. Le noci sono
molto caloriche per cui è necessario moderare l’assunzione se
si sta seguendo una dieta ipocalorica.
Il prossimo appuntamento in
inverno!
Le vostre ricette autunnali suggerite da...
Orecchiette con broccoli
facile
da
preparare
Ingredienti (per 4 persone): 1 broccolo non troppo grande, 350 g. di orecchiette, 3 cucchiai d’olio, 1
noce di burro, 2 cucchiai di formaggio grattugiato, sale e pepe q.b.
Procedimento: prendete il broccolo, pulitelo mondatelo e tagliatelo in modo tale che vi rimangano tanti ciuffetti.
Lessateli per pochi minuti e scolateli ancora croccanti.
Intanto portate ad ebollizione una pentola di acqua salata e buttateci le orecchiette e fatele cuocere.
Fate cuocere i ciuffetti di broccoli in una padella un po’ grande con l’olio ed il burro.
Quando anche la pasta sarà cotta, scolatela e mettetela nella padella in cui è saltato il boccolo,
fate insaporite e da ultimo spolverate con il formaggio grattugiato.
Angela
Di Franco
Insalata di uva
Ingredienti (per 6 persone): 1 lattuga, bitto dop. a cubetti, 2 pere williams sbuc-
ciate e tagliate cubetti, uva moscatella, 50 g. di noci sgusciate, 1 cucchiaio di
aceto balsamico, 1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva, sale q.b.
Procedimento: lavate bene la lattuga, asciugatela e mettete le sue foglie nel-
l’insalatiera assieme alle pere e al bitto.
Condite con la vinaigrette* all'aceto balsamico e decorate con le noci ed i chicchi di uva moscatella.
*vinaigrette: miscela di olio, aceto e sale (in generale si prepara, con uguale dose di olio e aceto e
l’aggiunta di altri ingredienti a scelta e gusto personale, per il condimento di insalate).
Cavolo al forno
Rosa
Tarallo
buono
e
veloce
Ingredienti (per 4 persone): 1 cavolo, 2 cucchiai di
formaggio grattugiato, 50 g. di burro, 1 cipolla
Procedimento: togliete al cavolo le foglie verdi, il torsolo e lessate in acqua salata. Affettate la cipolla e rosolate nel
burro, dopodiché unite il cavolo scolato e diviso in cimette.
Lasciate insaporire bene, poi cospargerlo con il parmigiano e infornate per 10 minuti.
Mandaci le tue ricette di stagione...
Le ricette più valide dal punto di vista nutrizionale saranno
pubblicate sul prossimo numero di ‘Brevi’.
Scrivete a [email protected]
Torta di carote
Ingredienti (per 6 persone): 1,5 kg. di
carote, ¼ di litro di latte, 6 uova, 2
cucchiai di farina, 125 g. di zucchero
a velo, 1 noce di burro
Maria
De Rosa
Procedimento: preparate la crema sbattendo 2
tuorli d’uovo con lo zucchero e aggiungendo la
farina e il latte bollente. Cuocete per 3 minuti o
comunque fino a quando la crema è diventata
densa. Bollite le carote e poi fate un purè e
mescolatelo alla crema. Aggiungete 4 tuorli
d’uovo e mescolate il tutto aggiungendo gli
albumi montati a neve. Imburrate una tortiera e
versate dentro il composto. Cuocete per 1 ora
a circa 200°C o comunque fino a quando uno
stuzzicadenti nel centro del dolce ne esce
asciutto.
NOTIZIE BREVI
23
tempo libero
di Elena Traversa Rovera
zona è un’esperienza di cooperativa agricola di cui
A spasso
per le Langhe
Sono sempre più numerose sul territorio italiano le cooperative agricole che offrono prodotti locali di qualità a
ottimo prezzo, fornendo l’occasione di visitare angoli
sconosciuti delle nostre campagne. Vi presentiamo
l’esperienza di una di queste, situata nelle Langhe
C’è un angolo di Piemonte che
desidera accogliere viaggiatori
in cerca di paesaggi e cibo
buono e ben fatto. In solitaria
o in gruppo, regalatevi due
giorni di vita piena a un’ora e
mezza da Milano.
A pochi chilometri da Alba, al
confine tra Langa e Roero c’è
un paese, Magliano Alfieri, che
racconta storie di collina e di
mare. Da sempre, sinuosi pendii di terre bianche o rosse
sono lavorati a vigne, campi,
prati e frutteto. Trasparenti
cristalli di gesso affiorano
lungo i sentieri, testimoni di
un mare oggi scomparso. Fino
alla metà del Novecento, la
24
NOTIZIE BREVI
gente di qui, con quel gesso,
sapeva costruire soffitti portanti con una tecnica di colaggio su stampi di legno intagliati, che riproduceva incantevoli disegni. Il museo, all’interno di un maestoso castello,
situato nella parte alta del
borgo di Magliano, ne raccoglie una ricca collezione; è
visitabile ogni domenica. Se
capitate da queste parti godrete anche di un’ampia e bellissima veduta su Langhe, Roero
e Monferrato. In alcune occasioni Magliano Alfieri è vivacizzato da spettacoli di burattini, concerti e feste.
Fiore all’occhiello di questa
fanno parte molte famiglie
di contadini.
È alla fine degli anni ‘90 che
alcuni agricoltori del Roero,
tra Langa e Monferrato, decidono di unire risorse e volontà per valorizzare insieme i
propri prodotti. Sono tutte
aziende famigliari di piccole e
medie dimensioni che si sviluppano in una interazione
continua con l’ambiente circostante, ognuna influenzando
attivamente l’economia del
proprio territorio, sono parte
di una forma di agricoltura
che abbiamo definito locale.
Le loro produzioni sono limitate in quantità e possono
variare, anche di molto, secondo le stagioni; queste aziende
propongono solo prodotti di
ottimo sapore, realizzati
rispettando le tradizioni e le
consuetudini locali.
Quasi tutte le aziende sono
collocate in Piemonte (e in
Liguria), a non più di due ore
di distanza dalla sede della
cooperativa, questo fa sì che i
prodotti non percorrano grandi distanze per essere venduti
e che vi sia un'agevole possibilità di incontro tra chi lavora
nelle aziende e chi lavora
nella cooperativa.
La filosofia di questa coopera-
tiva è ben espressa dal suo
regolamento che indica i
requisiti necessari attraverso
cui i produttori agricoli possono vendere i prodotti alla cooperativa.
Il regolamento
Possono vendere alla cooperativa i loro prodotti i produttori che:
> possiedono un’azienda di
piccole dimensioni fondata
sull’unità domestica e vi lavorano controllando l’attività
produttiva;
>utilizzano varietà e/o razze
animali non modificate geneticamente e utilizzano metodi
di coltivazione, allevamento e
lavorazione rispettosi della
salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, adottando
tecniche di coltivazione biologica o biodinamica o di lotta
integrata e di allevamento
preferibilmente biologico.
Visite in cascina
Chi vuole sperimentare la ricchezza del cibo del territorio
può avvicinarsi alle proposte
di degustazione, di pranzo
leggero e pranzo della festa, o
fare la spesa in cascina.
Per incontrare il mondo dell’agricoltura locale, il suo
valore e l’attualità, si organizzano visite in cascina.
Sono queste esperienze forti:
non solo l’odore della stalla, la
sorpresa dei polli sugli alberi,
i colori dell’orto, la raccolta
dei frutti di stagione, ma l'occasione di passare un po’ di
tempo con un produttore di
ortaggi, di formaggi o di vino
che, mentre accompagna a
fare due passi nella stalla, nell’orto, in vigna o in cantina dove il vino si assaggia dalla
botte - parla di animali, di formaggi, di ortaggi e di agricoltura seria, attiva e consapevole del proprio ruolo.
Per riposare o pernottare le
possibilità sono diverse.
I viaggiatori in coppia o le
famiglie possono approfittare
di vecchie case di campagna,
ora agriturismi. Qui il sonno e
il riposo sono più intensi, così
come una lettura in giardino.
Per mangiare sano tutti i giorni è possibile effettuare un
abbonamento che permette di
ricevere a casa, ogni settimana, prodotti freschi e di stagione di agricoltura locale provenienti dalle aziende delle cooperative agricole: verdura e
frutta, uova, latte, yogurt, formaggio, salumi, carni, pasta,
riso, miele, olio, antipasti di
verdure, vini e marmellate.
L’esperienza delle cascine
Questa esperienza nasce da un
grande entusiasmo e dal desiderio di rendere concreti alcuni principi in cui crediamo.
Crediamo innanzitutto nel
valore dell’agricoltura, intesa
come attività fondamentale
dell’uomo, perché si basa sull’utilizzo di quel bene comune
e universale che è la terra, e
perchè si propone di ottenere,
da tale utilizzo, dei prodotti
che sono cibo, vale a dire
qualcosa di essenziale alla vita
di ogni essere umano.
L’agricoltore, in questa prospettiva, ha una posizione di
particolare valore e responsabilità: egli è infatti prima di
tutto, fornitore di cibo ai suoi
simili, ma anche mediatore tra
l’uomo e l’ambiente.
... Si tratta di piccole cose, ma
siamo consapevoli che le piccole esperienze e il mantenimento delle proprie radici
stanno alla base della possibilità di continuare ad esistere, per la terra e per tutti i
popoli che la abitano.
Per informazioni
Ufficio turistico
T. 0173.266863
NOTIZIE BREVI
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caro ‘Brevi’ ti scrivo
Ma quale discriminazione?!
Scrivo in merito alla decisione di escludere un omosessuale di sesso maschile dalle donazione di sangue.
Se ne è parlato molto nei giornali, e la notizia è stata ripresa anche in un servizio delle Iene, si è parlato di
atteggiamento discriminatorio, recentemente anche il Ministro della Salute ha espresso una posizione critica sulla vicenda. Potrei avere chiarezza, sulle motivazioni di tale scelta?
lettera firmata
Colgo l’occasione per chiarire la posizione del nostro Centro trasfusionale, che ottempera alla direttiva
2004/33/EC della Commissione Europea e che trova inoltre riscontro su basi scientifico/epidemiologiche. La direttiva europea ci dice che devono essere esclusi permanentemente dalla donazione di sangue quei soggetti il cui
comportamento sessuale li pone ad alto rischio di contrarre gravi malattie infettive trasmissibili con il sangue.
L’istituto Superiore di Sanità nel 2004 ha pubblicato un rapporto dove si evidenziava un aumento della percentuale di nuovi casi di AIDS riscontrati fra omosessuali di sesso maschile. Attualmente identici criteri di esclusione
sono adottati negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, Francia, Olanda solo per citarne alcuni. Che non si
tratti di atto discriminatorio è dimostrato dal fatto che
le donne omosessuali non sono escluse dalla donaDirettore responsabile
zione. Ribadiamo con forza che questa decisione è
Girolamo Sirchia
unicamente indirizzata alla tutela dei pazienti e alla
Direttore scientifico
Anna Parravicini
sicurezza della trasfusione, e che eventuali discusResponsabile editoriale
sioni non dovrebbero trovare spazio sui giornali ma
Eloisa Consales
essere oggetto di serie riflessioni a livello scientifico
Progetto grafico e impaginazione
e legislativo. Non basta il parere di un lettore o di
Daniela Graia, Maria Laurora
un giornalista a sollevare il medico dall’eventuale
Comitato di redazione
responsabilità di facilitare la trasmissione di una
Elena Benazzi, Giovanna Cremonesi, Maurizio Marconi, Giorgio
Marmiroli, Fernanda Morelati, Paolo Rebulla, Antonietta Villa
grave infezione tramite la trasfusione.
Maurizio Marconi
Un grazie molto gradito
Buongiorno a tutti, sono una vostra donatrice e lo scrivo con molto orgoglio - da parecchi
anni. Vi scrivo questa breve lettera per ringraziarvi tutti per la vostra continua attenzione e
assistenza nei confronti di noi donatori. Io
cerco di essere sempre puntuale nelle mie
donazioni, perchè so che il mio sangue può salvare la vita di un'altra persona e questa gioia
non si puo' descrivere! Dalla prima volta che
sono venuta nel vostro Centro, sotto consiglio
del mio ginecologo, mi sono sempre trovata
molto bene e soprattutto vorrei ringraziare e
salutare le mie dottoresse preferite, la dottoressa Pizzi e la dottoressa Petrini, sempre gentili e
disponibili, oltre che ottime professioniste! Un
caro saluto e a presto. Complimenti per la giornata che avete organizzato il 14 giugno e grazie
per il prezioso ricettario!
Maddalena Villani
Ringraziamo la signora Maddalena per il riconoscimento del nostro lavoro. Lettere come questa costituiscono un grande stimolo a continuare all’insegna della qualità e della disponibilità a
favore di donatori e pazienti.
26
NOTIZIE BREVI
Hanno collaborato
Francesca Albani, Luisa Calcagno, Gaia Catullo, Alessandra Chiarello,
Roberto Gramignoli, Giorgio Lambertenghi, Emanuela Orsi, Stefania Rosati,
Luca Tafuni, Ivo Tarantino, Elena Traversa Rovera, Francesco Zanuso
Fotografie
Chiara Corrada, Daniela Graia, Elia Grando Mattiazzi, Daniele Grioni,
Maria Laurora, Stefania Rosati, Luca Tafuni
Disegni
Athos Careghi
Pubblicazione trimestrale gratuita dell’Associazione Amici del
Policlinico e della Mangiagalli Donatori di Sangue, di ADISCO Sez.
Lombarda e del Centro Trasfusionale e di Immunoematologia della
Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e
Regina Elena di Milano
Copie distribuite: 30.000
Aut. Trib. Milano n. 335 del 4-9-1982
Stampa e fotolito
Bine Editore s.r.l. - Milano
Copyright del Centro Trasfusionale della Fondazione IRCCS Ospedale
Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano Editore
Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale effettuata
con qualsiasi mezzo sia elettronico sia meccanico (compresa fotocopiatura e ogni altro sistema di riproduzione) se non dietro autorizzazione scritta dell’Editore
Centro Trasfusionale della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore
Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano Editore via Francesco Sforza, 35 - 20122 Milano
scrivete a ‘Brevi’
Redazione Notizie Brevi
Centro Trafusionale e di Immunoematologia
c/o Padiglione Marangoni - via Francesco Sforza 35, 20122 Milano
[email protected]
parliamo di noi
Tutti a scuola in Associazione!
Si è svolto il primo corso di comunicazione rivolto ai volontari del nostro Centro.
Chiediamo alla dottoressa Eloisa
Consales, docente insieme alla
‘Formattrice’ Gaia Catullo, le ragioni di
questa scelta e di questo successo
Il corso ha avuto un notevole successo di partecipazione e ha riscosso grande entusiasmo,
addirittura imprevisto, vista la consolidata
esperienza del gruppo. Qual è stata la chiave
di un coinvolgimento così rilevante?
La comunicazione diviene sempre più materia di
aggiornamento professionale nelle aziende e ultimamente anche negli Enti pubblici. Si è capito
che non è più qualcosa di accessorio o legato alla
mera tecnica, o addirittura al bon ton, ma avere
uno stile di comunicazione efficace e consapevole può essere uno strumento importante nelle
varie attività professionali. La prima caratteristica
del corso è che non è stato un corso di tecniche
di comunicazione, ma di comunicazione.
Apparentemente sottile differenza, in realtà
sostanziale, sia per la metodologia applicata che
per il contenuto veicolato. La premessa è che non
esiste un modo universale per comunicare, trasferire indistintamente regole di comunicazione è
inutile, spesso controproducente perché si
costruisce una comunicazione artefatta.
Prerequisito quindi del nostro corso è stato quello
di sospendere il giudizio e riflettere insieme sui
propri stili di comunicazione per potenziarne le
qualità e correggere i difetti. Insomma non abbiamo parlato ‘sulla comunicazione’, ma abbiamo
fatto comunicazione!
I docenti in corsi così strutturati hanno una griglia
di obiettivi, ma in realtà è fondamentale sentire
l’aula e costruire insieme il percorso capendo cosa
sviluppare, cosa costituisce un problema, cosa
invece deve essere valorizzato. In questo modo un
corso non è mai uguale all’altro ma costruito sulla
base di una diagnostica personalizzata e strutturato
in modo interattivo attingendo a varie discipline, da
quella teatrale alla programmazione neurolinguistica a sperimentazioni pratiche del creative problem
solving. La sperimentazione pratica infatti ha il vantaggio di semplificare i processi di apprendimento,
in quanto accende la recettività sia della sfera
cognitiva che sensoriale/emotiva, offre un riscontro
immediato a un contenuto teorico e contemporaneamente sviluppa l’affiatamento nel gruppo. Lo
stesso lavoro di gruppo risulta essere una palestra
fondamentale nello sviluppo di una comunicazione
efficace perché permette di attivare una delle sfere
fondamentali della comunicazione che è la capacità
di mediazione e di ascolto. Ecco credo che il successo di questo corso si possa riassumere proprio
in questi elementi: analisi della propria comunicazione, sperimentazione pratica e lavoro di gruppo
sull’ascolto… e non ultimo in importanza il fatto di
avere avuto un gruppo fantastico, molto motivato e
pronto a mettersi in gioco senza remore!
Oltre al miglioramento delle performance individuali sul piano delle capacità di comunicazione vede anche un influsso favorevole sulla
motivazione personale del volontario?
In assoluto prevedere dei percorsi formativi credo
Un momento della consegna dei diplomi ai nostri volontari, (a
sinistra) e volontari a scuola, impegnati nei lavori di gruppo.
La voce di una ‘alunna’
Leila Bassi
Abbiamo chiesto a Leila Bassi volontaria dell’Associazione e ‘alunna’ per 4 giorni di raccontarci come ha vissuto questa esperienza
Quale è la sua attività in Associazione?
La mia attività al Centro trasfusionale si svolge per due volte alla settimana nel laboratorio della Banca
di Sangue Placentare (Milano Cord Blood Bank), e consiste nel telefonare, per fissare un appuntamenvo l o n t a r i a
to, alle madri che hanno donato il cordone ombelicale, perché dopo 6 mesi dalla donazione devono
effettuare il ricontrollo sierologico; appuntamento del quale sono informate e per cui hanno firmato il consenso. Poi preparo tutti gli incartamenti relativi a ciascun nominativo anche per le mamme che sono di fuori
Milano e che hanno donato negli ospedali dove si raccoglie il sangue placentare che viene naturalmente processato e congelato alla MCBB.
Crede che il corso di formazione sia stata un’esperienza utile? Perchè? Cosa le ha lasciato questa esperienza? Cose è cambiato il suo approccio alla sua attività di volontariato?
Il venire a contatto con cose nuove e fare nuove esperienze, è utile sempre perché arricchisce, soddisfa il piacere della conoscenza, anche se, pensando ad una utilità pratica ai fini della mia attività, a mio parere, il corso è
stato troppo breve, per poter apportare cambiamenti o agevolazioni al mio lavoro. Credo infatti che, tutti i componenti del corso sperino in un bis! L’aver comunque appreso che cosa è questa ‘comunicazione’ di cui tanto si
parla, l’aver conosciuto in altro modo alcuni volontari ed aver condiviso dei pomeriggi con due docenti così
diverse e così simpatiche è stato indubbiamente molto piacevole e anche divertente ed interessante.
intervista di Eloisa Consales
che motivi le persone perché è un segnale di
investimento sulle capacità di ognuno e di attenzione alla persona. Che ciò venga previsto da una
Associazione è un messaggio molto forte e allo
stesso tempo un segnale di riconoscimento del
valore che i volontari hanno per l’Associazione. In
particolare questi tipi di corsi altamente interattivi
stimolano il gruppo a trovare punti di miglioramento nello svolgimento delle mansioni comuni e
costituiscono un momento di condivisione di una
esperienza, forse più intensa (anche se di breve
periodo) che il vedersi quotidianamente da anni
ma ognuno impegnato nelle proprie attività.
Quindi sicuramente sul momento sono una sferzata di energia, che però deve essere nutrita nel
tempo, altrimenti finirebbe per esaurirsi.
Sul piano concreto sarà possibile percepire il
miglioramento della comunicazione del gruppo
con i nostri interlocutori donatori?
Questo è stato il primo corso svolto in maniera
strutturata e sicuramente ci sarà in futuro una
attenzione diversa e una consapevolezza maggiore alle dinamiche comunicazionali. I risultati dei
questionari di valutazione che abbiamo somministrato sono incoraggianti e promettono bene: il
corso è stato apprezzato, ritenuto utile, e ci è
stato chiesto di non fermarci qui. È la continuità
che ci permetterà di apprezzare i risultati, intesi
sia come prosecuzione del percorso formativo che
come opportunità di momenti periodici di supervisione con i docenti, in cui si possa avere un
riscontro o chiarire un dubbio a partire dalla prati28
NOTIZIE BREVI
ca quotidiana. Potremmo anche in un secondo
tempo sentire il parere dei donatori.
Quali sono i progetti di training che prevedete
nel prossimo futuro?
Data la grande adesione, prevediamo al più presto
una replica del corso svolto in modo da poter permettere ai volontari esclusi da questa prima esperienza di prendervi parte. Sì perché, essendo questi corsi molto interattivi, il numero delle persone
che vi partecipano deve essere ridotto, altrimenti
diverrebbe complicato gestire correttamente gli
esercizi e dare spazio a tutti. Inoltre per il prossimo
anno prevediamo un corso di comunicazione avanzato per tutti coloro che vogliono approfondire l’argomento. Stiamo anche valutando la possibilità di
estendere questo tipo di formazione agli operatori
sanitari e al personale del Centro, visto che le
richieste non sono mancate. Credo che non disattendere le aspettative di coloro che si impegnano
quotidianamente nelle varie attività
dell’Associazione e del Centro sia molto importante
anche perché, come ho già detto, la motivazione è
la leva più importante per il successo e la riuscita
delle nostre attività.
Colgo l’occasione per ringraziare chi ha creduto in
questa opportunità e l’ha resa possibile, il presidente dell’Associazione professor Sirchia, il vicepresidente dottor Marmiroli e la classe dei nostri
‘alunni’ che ci ha seguito in questa esperienza con
entusiasmo e volontà e sperando vivamente che si
possa proseguire nel cammino intrapreso.
intervista di Giorgio Marmiroli
Natale 2007
Primo avviso
A norma dell’art. 12 dello Statuto Associativo
sabato 15 dicembre
ore 16.00
Aula Magna Università degli Studi di Milano
via Festa del Perdono 7
Assemblea annuale dell’Associazione
‘Amici del Policlinico e della
Mangiagalli Donatori di Sangue’
Ordine del giorno
“Il Dono” Concorso fotografico
Il termine del concorso fotografico “Il Dono” è stato prorogato al 30 ottobre.
Il tempo ancora disponibile non è molto: continuate ad inviarci
le vostre fotografie che interpretano il tema del dono. Le foto
saranno visibili nel sito dell’Associazione.
La premiazione delle migliori, a insindacabile giudizio della
giuria, avrà luogo durante la festa di Natale.
Fra i premi previsti: un televisore al plasma, una macchina fotografica digitale e un lettore DVD.
Maggiori info e regolamento su: www.donatorisangue.org
>
>
>
>
>
Presentazione delle attività 2007
Premiazione donatori e collaboratori
Premiazione concorso fotografico
Variazioni di statuto
Varie ed eventuali
VARIAZIONI DI STATUTO
In conformità alle disposizioni del Ministero della
Salute (gazzetta ufficiale n. 140 del 19 giugno
2007) all’art. 8 dello Statuto dell’Associazione vengono proposte le modifiche riportate in grassetto:
Il Consiglio Direttivo è costituito da: a) il
Presidente della Fondazione IRCCS o un consigliere da lui delegato; b) il Direttore Sanitario
della Fondazione IRCCS; c) il Primario del
Centro Trasfusionale e di Immunoematologia
della Fondazione IRCCS; d) il coordinatore del
Comitato esecutivo (di cui all’Art. 9); e) cinque
associati donatori o volontari nominati
dall’Assemblea...
A.A.A. Cerc
ansi volonta
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L’Associazione
Donatori di Sa
ngue ricerca
volontari.
La posizione
prevede un’a
ttività program
mata presso
il Centro trasf
usionale a su
porto del call
pcenter, con di
sponibilità fin
alle 20.30.
o
Si chiede
> Disponibilit
à per almeno
due ore e
mezza a setti
mana
> Capacità
di comunicazio
ne
> Pazienza
e tenacia
Si offre
> Inserimen
to in un ambi
ente stimolan
> Possibilità
te
di sviluppare
rapporti con al
volontari
tri
> Corsi di fo
rmazione
... Le riunioni sono valide se vi è la presenza di
almeno cinque membri e le deliberazioni si intendono prese a maggioranza dei voti degli intervenuti...
È possibile scaricare lo Statuto aggiornato dal sito
www.donatorisangue.org
Tanti auguri e...
Sabato 1 settembre la nostra Laura si
è unita in matrimonio con Raffaele.
La cerimonia ed il ricevimento si sono
svolti all’insegna della semplicità e dell’eleganza.
Laura raggiante e bellissima, accanto ad
un Raffaele emozionato, ha accolto sorridente e solare parenti ed amici.
I colleghi del Centro trasfusionale augurano con affetto agli sposi una vita insieme ricca di serenità e felicità.
Elena Costantini
cosa pensate del nuovo sito?
Cari lettori, vogliamo sapere se il nostro sito www.donatorisangue.org soddisfa le vostre aspettative, soprattutto per
individuare tutti i miglioramenti che possiamo impegnarci a realizzare. Vi preghiamo di partecipare a questa iniziativa,
compilando il questionario e facendolo pervenire all’Ufficio Comunicazione dell’Associazione (Padiglione Marangoni,
secondo piano) oppure consegnandolo direttamente in accettazione al settore Donatori del Centro trasfusionale quando
venite a donare il sangue o, ancora, inviandolo via fax al numero 02.5458.129.
Per ulteriori info T. 02.5503.4574/ 4514 mail [email protected]
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Ai sensi della Legge 675/96, Vi autorizzo al trattamento dei dati personali.
o media
o diploma
o laurea
Appuntamenti
Ricerca e Cu
ra
In scena il ca .
so clinico
edizione
2007-2008
> martedì 23
ottobre
Le cellule st
aminali
> martedì 27
novembre
Donazione e
trapianto di
organi
Aula Magna
Università de
gli Studi di M
ilano
via Festa del
Perdono, 7
dalle ore 18.0
0 alle ore 20.0
0
Ingresso liber
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Domenica 2 dicembr
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Concerto di benefic
Teatro dal Verme
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via San Giovanni sul
ore 17.00
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T. 02.5503.4
06/ 4307
T. 02.5503.4132/ 4062
Sabato 15
dicembre
Martedì 4
dicembre
Concerto
corale
a favore d
i ADISCO
Basilica di S
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Piazza San Nazaro in Brolo
Nazaro in B
rolo
ore 19.30
T. 02.5503
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Università d
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i Milano
via Festa d
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7
ore 16.00
T. 02.5503.4
3
06/ 4102
Domenica 2 dicembre, ore 17.00
CONCERTO
DI B ENEFICENZA
Teatro Dal Verme
via San Giovanni sul Muro 2, Milano
direttore MICHELE MARIOTTI
pianoforte LUCA BURATTO
PROGRAMMA
G. ROSSINI
L.V. BEETHOVEN
F.J. HAYDN
Il barbiere di Siviglia, ouverture
Concerto per pianoforte e orchestra W 04
Sinfonia n. 45 (Gli Addii)
Il ricavato della vendita andrà a favore dell’Associazione ‘Amici del Policlinico e della Mangiagalli Donatori di Sangue’ per
finanziare una borsa di studio per un giovane ricercatore
Per informazioni e biglietti
Associazione Amici del Policlinico
e della Mangiagalli - Donatori di Sangue
I POMERIGGI MUSICALI
Centro Trasfusionale
e di Immunoematologia
via Francesco Sforza 35
02.5506.4132 - 4062
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dal Policlinico di Milano - Donatori di sangue ONLUS