notizie n 3. 2007 anno XXV BREVI dal Policlinico di Milano Periodico di informazione del Centro Trasfusionale e di Immunoematologia In caso di mancato recapito restituire al mittente che pagherà la relativa tassa spedizione in a.p. art: 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Milano DONATORI la donazione fra i banchi di scuola ALIMENTAZIONE cosa mangiamo in autunno TEMPO LIBERO a spasso per le Langhe inserto staminali staminali in epatologia e in ematologia. La ricerca e la cura Grazie lettori!! Abbiamo ricevuto tanti complimenti per la nuova grafica e le nuove rubriche di Notizie Brevi. Tanti anche i suggerimenti per migliorare ancora. Continuate a scriverci [email protected] I numeri di Notizie Brevi sono disponibili (in pdf) su www.donatorisangue.org Prevenire, prevenire, prevenire Vista l’ottima accoglienza riservata alla pubblicazione di approfondimento, inviata con il precedente numero, abbiamo deciso di continuare con questa iniziativa proseguendo nell’opera di promozione della salute che da sempre caratterizza la linea del nostro giornale. Anna Parravicini Tratteremo infatti ancora di prevenzione ma in chiave Direttore scientifico diversa, sperando di fornirvi un’informazione sempre di Notizie Brevi aggiornata e ben documentata alla luce dei dati che emergono dalla letteratura scientifica internazionale. Lo sapevate, ad esempio, che nelle sigarette ci sono ben 100 additivi che hanno l’obiettivo di ridurre o peggio semplicemente mascherare gli effetti negativi del fumo? A tal fine infatti vengono utilizzati sedativi della tosse che il fumo provoca, o additivi per mitigare il cattivo gusto derivante dalla combustione o ancora composti che aumentano l’assorbimento del fumo a livello degli alveoli polmonari, inducendo così maggior assuefazione. Quando si dice potenza delle moderne tecnologie. Solo che questa volta il loro impiego ha l’unico effetto di creare forte dipendenza nei fumatori, a iniziare dai più giovani, con gravi danni per la salute collettiva. Ma tutto questo non è criminale? Fortunatamente qualcosa si sta muovendo e molta gente sta prendendo coscienza di ciò. Anche il Parlamento Europeo (Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare) rinnova alla Commissione Europea la richiesta di modificare la direttiva 2001/37/CE al fine (fra l’altre cose) di meglio controllare “gli additivi del tabacco e delle sostanze presenti nel fumo nonché le informazioni specifiche per i consumatori” e ancora “vietare l’utilizzo di noti additivi cancerogeni e capaci di ingenerare assuefazione”. Le cose non vanno meglio per quanto concerne il consumo di droga e alcool o un eccessivo ricorso al cibo, con le conseguenze che conosciamo. Come porvi rimedio? Se ne parla nella pubblicazione allegata, tratta da una presentazione orale del professor Sirchia il quale, oltre a presentare dati e nozioni inedite, rivolge grande attenzione (e non poteva essere altrimenti!) al ruolo insostituibile delle Istituzioni. A completare l’opera una sua intervista a pagina 4. Nel numero del giornale trovate come sempre le iniziative dell’Associazione ‘Amici’, rivolte a donatori e volontari. Per questi in particolare è stato avviato un corso di comunicazione per migliorare la relazione con il pubblico, che ha riscosso grande successo e che darà presto i suoi frutti. Un breve resoconto è disponibile sul sito dell’Associazione www.donatorisangue.org. E a proposito di sito, vi proponiamo un questionario di valutazione che, se avrete la cortesia di compilare e restituirci, ci aiuterà ad aggiustare il tiro per fare di questo strumento un momento di contatto e di confronto, dove ritrovarci per aumentare le nostre conoscenze, scambiarci idee e consigli, rivivere i nostri momenti più belli attraverso commenti e foto. In tema di foto vi ricordo che i tempi del concorso fotografico stanno per scadere: la fine di ottobre è vicina e la giuria sta scaldando i motori. Bellissimi premi e il caloroso abbraccio dei donatori presenti alla festa di Natale saranno il nostro riconoscimento per le foto migliori. sommario i servizi dedicato ai donatori 4 Come promuovere la salute donatori in diretta 6 Prendersi cura del donare e del ricevente 7 Una festa dedicata ai donatori 8 La donazione di sangue fra i banchi di scuola 9 Facciamo il punto sul progetto ‘gruppi rari’ fondazione informa 11 Va in scena ‘Ricerca e cura’ 19 Due nuovi nati in Policlinico: il centro PET-CT e il reparto di Oncologia Medica alimentazione e benessere 22 Cosa mangiamo quando le foglie degli alberi ingialliscono... 24 tempo libero A spasso per le Langhe le rubriche inserto staminali 13 Staminali in epatologia e in ematologia. La ricerca e la cura 17 Donare il sangue cordonale 18 Perchè donare il sangue del cordone ombelicale caro ‘Brevi’ ti scrivo 26 Le vostre lettere parliamo di noi 27 Tutti a scuola in Associazione! In copertina Magliano Alfieri, ingresso di una delle cascine (foto di E. Grando Mattiazzi) dedicato ai donatori Come promuovere la salute Correggendo gli stili di vita non salutari è possibile ridurre drasticamente molte patologie croniche. Questo il tema affrontato negli approfondimenti di Notizie Brevi di alcool può indurre assuefaPerché la promozione della Abbiamo fatto l’esempio dei zione; se contenessimo l’uso di salute è così importante? danni sulla salute che provoalcool, soprattutto nei minori, La promozione della salute è il ca il fumo, lei, da Ministro dove l’assuefazione è più faciprimo utile e redditizio gradino della Salute, ha ingaggiato le, eviteremmo che questa si della prevenzione. una lotta molto forte per conmanifestasse con tutte le comL’epidemiologia ci dice che trastare questo problema. oggi le malattie croniche sono le plicanze psichiche e fisiche Qual è la situazione oggi? devastanti per l’individuo. più diffuse nei paesi occidentali Il fumo di tabacco è un pericoUn’altra piaga della nostra e allo stesso tempo le più graloso inquinante e contiene società, che miete vittime ogni vose economicamente perché sostanze che producono assuegiorno, è il fumo. Se si riuscisse richiedono interventi sanitari fazione, rendendo quindi l’ina limitare il consumo di tabaccontinui. Contrariamente a ciò dividuo dipendente. Il contiche accadeva 50 anni nuo uso di queste Le malattie croniche della nostra fa, quando le patolosostanze genera l’inonsocietà, oggi, sono determinate in gie erano prevalentedazione di dopamina a mente acute e legate livello del limbo ceregran parte da stili di vita non salutari ad agenti patogeni brale e comporta una co nella popolazione e si conper lo più infettivi, le malattie richiesta ripetuta e pressante di trastassero efficacemente le della nostra società, oggi, sono questa sostanza, senza la quale azioni criminose dei produttori determinate in gran parte da si incorrerebbe in depressione di tabacco, tutta la popolazione stili di vita non salutari, che noi e mutamento dell’umore. guadagnerebbe in salute. perseguiamo con i nostri comBisogna essere consapevoli di Questi che abbiamo citato sono portamenti. Se riuscissimo quanto sia difficile se non solo alcuni esempi, ma quindi a correggere questi sono esplicativi di quanto comportamenti scorretti, comportamenti coravremmo la forte probabilità, retti del cittadino da ormai dimostrata scientificauna parte e azioni mente, di ridurre le patologie forti delle Istituzioni croniche. dall’altra possano Solo per fare qualche esempio: incidere efficacemense fossimo moderati nella dieta te sulla salute della alimentare, controllassimo il popolazione e sulpeso abbinando attività fisica l’economia di un costante, si ridurrebbe la comPaese. Infatti la parsa del diabete di tipo 2, popolazione sana è patologia cronica che incide un fattore macroecocon molte complicanze sulla nomico di sviluppo e vita del cittadino e sul Sistema di benessere che Sanitario Nazionale. Ecco che vuol dire più lavoro, in questo caso stili di vita corpiù produzione e retti concorrerebbero alla salumeno costi sanitari te della popolazione. Allo stesper lo Stato. so modo, sappiamo che l’uso “ NOTIZIE BREVI il nostro allegato... 4 “ impossibile estirpare il consumo di tabacco; dobbiamo agire pertanto per ridurre il danno. Sicuramente con l’educazione fin dalla prima età scolare, perché è proprio in questa fase che il soggetto si forma. Prioritario sarà inoltre ribadire che la società tollera questi comportamenti solo perché non riesce ad estirparli, ma che essi sono socialmente negativi per il singolo individuo e per la società. A livello culturale sarà necessario contrastare l’immagine e il modello di piacevolezza che i produttori di tabacco associano alla sigaretta: ci sono slogan che recitano che ‘la sigaretta ti fa guadagnare di più’, perché ti rende più affabile, socievole e crea situazioni di condivisione e opportunità di scambio. La lotta a questi messaggi pubblicitari (peraltro comuni anche agli alcolici), più o meno occulti, deve essere decisa e contemporaneamente le leggi devono proteggere la salute degli individui e perseguire chi assume comportamenti pericolosi. L’arrendevolezza dello Stato e della società di fronte a comportamenti dannosi è il peggior modo per contrastarli. Lo Stato ha a disposizione vari strumenti per contrastare la diffusione del fumo: l’applicazione delle leggi, la repressione quando necessario, l’educazione. In Italia la repressione nel caso del fumo si è andata attenuando negli ultimi due anni al punto che i controlli sono quasi cessati. Abbiamo aumentato la sanzione pecuniaria, ma se non ci sono controlli risulta difficile applicare le sanzioni. L’Istituzione è spesso carente. In questo caso si configura il reato di ‘malpractice istituzionale’. Il concetto di ‘malpractice istituzionale’, è un concetto nuovo, elaborato da un movimento culturale nato negli Stati “ È compito dello Stato mettere a disposizione i servizi di disassuefazione per i fumatori, associando terapie cognitive di gruppo e terapie farmacologiche Uniti per denunciare le carenze delle Istituzioni ai danni dei cittadini ed è il presupposto per chiamare in giudizio chi ne è responsabile vuoi per incapacità, per inerzia o per dolo. Abbiamo accennato agli atteggiamenti ‘criminosi’ dei produttori di tabacco, può spiegarci più approfonditamente in cosa consistono? Il Parlamento dell’Unione europea ha stilato una bozza di risoluzione rivolta alla Commissione europea chiedendo una serie di interventi finalizzati alla tutela dei consumatori sia relativamente alla protezione dal fumo nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro (l’Italia è citata a questo proposito come modello da seguire), sia per ciò che concerne il diritto all’informazione. Infatti in questo caso le misure da attuare sono finalizzate a ridurre i cattivi comportamenti dei produttori di tabacco. Nella produzione delle sigarette vengono utilizzate oggi sostanze additive che sono solo in parte conosciute e per lo più non registrate. Questi additivi sono di tre ordini e servono a: > mascherare l’olezzo della combustione della carta e del tabacco; > aumentare l’assorbimento del fumo a livello alveolare finalizzato ad aumentare l’assuefazione; > sedare la tosse, che può costituire nel fumatore un campanello di allarme per smettere di fumare. Questo è un comportamento che il Parlamento stigmatizza in maniera durissima preten- “ dendo di conseguenza che gli additivi siano autorizzati, registrati, con esclusione di quelli dannosi per la salute. Iniziative tese a favorire la diffusione del tabacco sono contro il bene collettivo e passano anche da false ricerche (a volte commissionate alle Università), da occultamento dei dati o come abbiamo appena detto arrivano ad aggiungere sostanze per mascherare l’effetto dannoso e aumentare l’assuefazione. Come se non bastasse parallelamente a ciò vengono utilizzati veri e propri messaggi persuasivi occulti, come ad esempio all'interno delle fiction far vedere attori che fumano e bevono. La società oggi ha i mezzi per capire cosa c’è sotto questi messaggi o sotto queste azioni, e operare una sorta di ‘Media education’ soprattutto indirizzata ai giovani, e finalizzata a far capire che ogni messaggio ha un obiettivo, per lo più economico, che tende ad utilizzare i consumatori per apportare lucro a chi lo lancia. Cosa può fare oggi chi fuma ed è determinato a smettere? Certamente è compito dello Stato, a mio avviso, mettere a disposizione gratuitamente i servizi di disassuefazione per i fumatori, che consistono nell’associazione di terapie cognitive di gruppo (in particolare gruppi di auto aiuto) e terapie farmacologiche. Oggi abbiamo un farmaco che promette molto (la vareniclina), una sostanza che favorisce il rifiuto del fumo e che, in associazione alle terapie cognitive, può far smettere di fumare in pochi mesi. intervista di Eloisa Consales NOTIZIE BREVI 5 donatori in diretta Prendersi cura del donatore e del ricevente di Giorgio Marmiroli È stata portata a termine nell’arco di due anni e mezzo una ricerca tesa ad ottimizzare il percorso di salute da donatore di sangue a ricevente. I risultati sono stati lusinghieri soprattutto riguardo a: > reclutamento di nuovi donatori (aumentato del 36% rispetto al periodo precedente); > controllo cardiovascolare del donatore (12.000 donatori inseriti nel progetto Cardiorisk). Nell’ambito di questo progetto un brillante risultato è stato ottenuto anche nella sezione ‘assistenza al paziente trasfuso’. Questa fase ha visto l’attivazione di due medici ‘tutor’ presso il Niente ferie per i malati In estate si parte per le vacanze! Ma chi sta male resta in città. I negozi e i ristoranti chiudono. Ma gli ospedali sono aperti. Così tutti gli anni ci troviamo ad affrontare l’emergenza legata alla carenza di sangue. Anche questa estate il nostro Centro per promuovere la donazione di sangue nel periodo estivo ha indetto una campagna di comunicazione. Nel mese di agosto in seguito alla campagna estiva sono state contattate 264 persone; il 23% si è presentato al nostro Centro per la donazione (e.c.) 6 NOTIZIE BREVI Centro di malattie congenite a supporto dei pazienti affetti da anemie croniche (talassemie). Il paziente talassemico infatti necessita dell’inserimento in una rete di servizi sussidiari mirati al bisogno di cura del malato. Tale servizio prevede l’affidamento del paziente trasfuso ad un tutore personale che coordini il suo percorso diagnostico e terapeutico collaborando con familiari, infermieri, medici specialisti e di medicina generale. La professoressa Cappellini, direttrice del Centro anemie congenite, ha affidato questo incarico alle dottoresse Elena Cassimerio ed Elisa Grespi che si sono attivate non solo per fornire assistenza durante l’attività di trasfusione di emazie concentrate e per interventi sulle urgenze, ma anche per la cura globale del paziente politrasfuso che presenta complicanze cardiache, epatiche, endocrine, oculari, otorinolaringoiatriche. Tutto ciò ha comportato un coordinamento con gli specialisti e contatti col medico di famiglia. L’esperienza condotta per circa due anni ha dimostrato l’importanza, per questo tipo di pazienti cronici, di poter contare su un medico ‘tutor’ in grado di affrontare il complesso percorso per la cura di queste forme patologiche. Immagini della campagna estiva nelle metropolitane milanesi. Una festa dedicata ai donatori Giovedì 14 giugno abbiamo celebrato la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue con aperitivo e musica dal vivo nel giardino del Padiglione Marangoni del Policlinico di Milano. Il cuore dell’evento è stata la premiazione di alcuni donatori scelti fra gli stranieri del nostro Centro, provenienti da oltre 180 Paesi. Sono stati premiati i donatori provenienti da Colombia, Etiopia, Egitto, Filippine, Grecia, Inghilterra, India, Persia, Perù, Portogallo, Spagna, Russia, Ungheria, Venezuela e Kenya. Inoltre molti dei partecipanti hanno visitato le strutture del Dipartimento di Medicina Rigenerativa con molto interesse. chi è stato premiato La presenza di un cospicuo numero di donatori appartenenti ad etnie differenti è molto importante per il Centro trasfusionale, perché la compatibilità del sangue per la trasfusione è maggiormente riscontrabile in persone appartenenti alla stessa etnia. Questa disponibilità di sangue consente alla Banca di Emocomponenti di Gruppi Rari (che ha sede presso il nostro Centro) di fronteggiare i bisogni di una società sempre più multietnica. Il giardino del Centro trasfusionale durante la festa. Sotto, un gruppo di donatori stranieri premiati alla festa con la dottoressa Parravicini, il dottor Marmiroli e il dottor Mascaretti assessore alle politiche del lavoro e dell’occupazione del Comune di Milano. Bakhsh Kon Hossein (Persia), Briceno Berrù José Enrique (Spagna), Farag Rania Nasser (Egitto), Gabieva Inga (Unione Sovietica), Gallardo Quinones Margarita (Venezuela), Gamarra Llamccaya Ada (Perù), Henry Johannes Neutebooy (Inghilterra), Malachtanov Evgueni (Russia), Ndohho Wohoro Alexander James (Kenya), Para Thira Glikeia (Grecia), Raggente Gabriele (Etiopia), Rosamma Augustine (India), Soares Pinto Lavinia (Portogallo), Uribe Gil Agueda Nilsa (Colombia), Vecsei Istvan (Ungheria) NOTIZIE BREVI 7 GRUPPO ZERO La donazione di sangue fra i banchi di scuola GRUPPO AB GRUPPO B GRUPPO A di Stefania Rosati le tribù del sangue Le 4 tribù sono molto importanti per la vita umana. Si può donare il sangue a chi fa parte della tribù e aiutarlo a stare bene. La tribù del gruppo 0 va daccordo con tutti e può donare il sangue a tutte le tribù. 8 NOTIZIE BREVI Per far crescere la cultura della donazione, la nostra Associazione ha previsto una serie di incontri formativi presso alcune scuole elementari della città di Milano. Infatti Tutto per i bambini! l’Associazione ha predisposto un opuscolo informativo rivolto ai bambini. L’opuscolo è interattivo e coinvolgente così da rendere i piccoli lettori ambasciatori dell’importanza della donazione presso le loro famiglie. In questo modo la brochure da semplice supporto informativo assume la forma di interazione a due vie: > insegnante/alunno; > alunno/genitori. Ecco la copertina del fantastico libretto realizzato e donato da Gianfranco Ruggeri di Ruggeri & associati alla nostra Associazione. Il personaggio principale, la goccia di sangue, sarà rappresentato da Bloodix la voce narrante della storia! Tra i personaggi che si incontreranno nel percorso giocoso possiamo notare Red (il globulo rosso) e Blanco (il globulo bianco). Inoltre i protagonisti saranno anche i personaggi del classico gioco dell’oca che servirà a coinvolgere attivamente i bambini e a verificare contemporaneamente l’apprendimento delle nozioni contenute nel libretto. Questo è solo il primo step di un Red il globulo rosso progetto pilota che coinvolgerà alunni e insegnanti nella promozione della donazione di sangue e che culminerà con un concorso in cui saranno premiate le classi che meglio rappresentano il concetto della donazione. Questa prima fase sarà utile a perfezionare il progetto generale e a valutare il gradimento dell’iniziativa. Blanco il globulo bianco Blanco è il duro della compagnia, il globulo bianco, sorvegliante del tuo organismo. Un tipo diffidente nei confronti degli intrusi (virus). Il suo compito è scovarli, sfidarli e sconfiggerli. Se Blanco non svolge bene il suo lavoro ci si può prendere un malanno. Red è un simpatico globulo rosso, sportivo ed instancabile. Porta con se’ uno zainetto chiamato emoglobina ricco di ossigeno. Red trasporta l’ossigeno nel nostro corpo: può rimpicciolirsi per passare nelle vene più piccole o può ingrandirsi per arrivare alle più grandi. donatori in diretta di Fernanda Morelati Facciamo il punto sul progetto ‘gruppi rari’ Importanti risultati sono stati raggiunti dall’attivazione del progetto, finalizzato a garantire una trasfusione efficace e sicura ai pazienti con un quadro complesso di immunizzazione. Sono stati esaminati i campioni di circa 31.000 donatori di sangue della Regione Lombardia per identificare donatori di gruppo raro Anche durante l’estate l’attività della nostra Banca di Emocomponenti di Gruppi Rari - Centro di Riferimento della Regione Lombardia è stata molto intensa. Come i immunoematologia di riferimento per la tipizzazione dei donatori di sangue, lo studio e la trasfusione di pazienti con quadri complessi di immunizzazione. nostri lettori sanno, il progetto ‘gruppi rari’ finanziato dalla Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia ha l’obiettivo di raggiungere 3 importanti risultati: > istituire un registro regionale di donatori di gruppi rari; > istituire una banca regionale di unità congelate di gruppo raro; > attivare un laboratorio di Attività di tipizzazione I campioni di sangue dei donatori della Regione Lombardia sono stati regolarmente inviati da Centri di donazione di 14 dei 15 DMTE della Regione. Al 30 giugno 2007 sono stati tipizzati 31.021 donatori di sangue, provenienti da ogni parte della regione, dei quali il 34% nel 1° semestre 2007. Sono state effettuate 404.094 tipizzazioni totali, delle quali il 36% (191.894) nei primi sei mesi del 2007. L’identificazione di donatori di gruppo raro Le tipizzazioni eritrocitarie eseguite hanno portato all’identificazione di 5.167 donatori di gruppo raro (vedi figura). Di questi il 97,6% presenta una combinazione di antigeni particolare (n.d.r. sostanze presenti Donatori di gruppo raro identificati 118 551 2.051 627 1.815 Rari gruppo 0 Rari gruppo A Molto rari gruppo 0 Molto rari gruppo A Negativi per antigeni ad alta incidenza sulla superficie dei globuli rossi): il 74,8% risulta negativo per l’antigene S e il 22,8% negativo per l’antigene s. Il restante 2,4%, donatori ‘estremamente rari’, non presenta nessuno degli antigeni che si trovano sulla quasi totalità dei globuli rossi. Unità di gruppo raro Le unità di gruppo raro congelate dal laboratorio emo- componenti di questo Centro dall’inizio del progetto al 30 giugno 2007 sono state 192 . I casi trattati Negli anni 2005-2007, sono pervenute al laboratorio di immunoematologia di riferimento 220 richieste di consulenza per pazienti immunizzati da parte di Centri esterni; 140 di questi sono stati sottoposti a studio accurato. Il laboratorio ha identificato nel 44% dei casi (62 pazienti) una miscela di anticorpi e nel 15% (21 pazienti) anticorpi estremamente rari diretti verso antigeni che si trovano sulla quasi totalità dei globuli rossi dei donatori di san- gue rendendo così impossibile la trasfusione. Nello stesso periodo sono state utilizzate 2.024 unità di gruppo raro per la trasfusione di 142 pazienti con immunizzazione complessa, affetti da malattie ematologiche croniche (talassemia, drepanocitosi). La qualità di vita e talora la vita stessa di questi pazienti dipende strettamente da un efficace supporto trasfusionale possibile solo disponendo di un gruppo sempre più ampio di donatori rari. Promuovere la donazione presso la comunità multietnica Tutti gli uomini, in qualsiasi parte del mondo, posseggono uno dei quattro gruppi sanguigni: 0, A, B ed AB, e ciò ci accomuna a tutti. Quando qualcuno di noi ha bisogno di una trasfusione è indispensabile che il gruppo AB0 di chi ha donato il sangue sia uguale al nostro. La donazione di sangue non è quindi vincolata da frontiere. Un altro gruppo importante ai fini trasfusionali è quello noto come Rh (positivo o negativo). Tuttavia i globuli rossi non sono caratterizzati solo dal gruppo AB0 ed Rh. I gruppi che caratterizzano i globuli rossi sono assai numerosi e fra questi ve ne sono alcuni molto rari. Quando una persona riceve frequenti trasfusioni può sviluppare anticorpi contro il sangue donato e nel caso appartenga a un gruppo raro, così come per il gruppo AB0, deve essere trasfusa solo con sangue di donatori con lo stesso gruppo raro. Gli studi scientifici hanno dimostrato che i gruppi rari sono più spesso presenti in persone provenienti da alcune aree geografiche, e pertanto, in un mondo ormai globalizzato, per garantire a tutti la disponibilità del tipo di sangue di cui hanno bisogno, è necessario che i donatori provengano da continenti diversi. L’identificazione dei gruppi rari è fra le attività più rilevanti del laboratorio di Immunoematologia del Centro trasfusionale della Fondazione Policlinico, Mangiagalli, che è la sede operativa della ‘Banca di Emocomponenti di Gruppi Rari - Centro di Riferimento della Regione Lombardia’ che dal 2003 si fregia dell’Accreditamento dell’American Association of Blood Banks. fondazione informa di Eloisa Consales Va in scena ‘Ricerca e cura’ Riprendono dopo l’estate, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, gli ormai consueti incontri di Ricerca e Cura aperti a tutti i cittadini. Tante le novità per questo nuovo ciclo: interattività, argomenti di attualità e di interesse per la salute, dibattiti con gli esperti, proiezioni di filmati e vox populi ma soprattutto messa in scena di casi clinici. L’idea è quella di strutturare gli incontri in modo interattivo: casi clinici verranno interpretati da una attrice/regista, Gaia Catullo, e costituiranno l’occasione per sviluppare il dibattito. La ormai consolidata esperienza nel campo della formazione e della comunicazione scientifica ci insegna che la dramma- tizzazione è un utile strumento di coinvolgimento e di stimolo alla discussione. Gli studenti del Master in Nuovi Linguaggi della comunicazione della storica scuola Accademia di Comunicazione di Milano, costruiranno le sceneggiature dei casi. Come per le passate edizioni gli incontri saranno moderati da Anna Parravicini l’ideatrice dell’iniziativa di successo. Il 23 ottobre nell’aula Magna dell’Università degli Studi di Milano alle ore 18.00, il primo degli appuntamenti: “cellule staminali: il dono, la ricerca e la terapia”. Il prossimo appuntamento, previsto per il 27 novembre tratterà di donazione e trapianto di organi. CELLULE STAMINALI: IL DONO, LA RICERCA E LA TERAPIA (23 OTTOBRE) Partecipano Virgilio Ferruccio Ferrario, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano. Della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiaglli e Regina Elena: Ferruccio Bonino direttore scientifico; Giovanna Cantarella Unità di Otorinolaringoiatria; Giorgio Lambertenghi direttore Unità di Ematologia 1 e Centro Trapianto Midollo, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche, Università degli Studi di Milano; Paolo Rebulla direttore Unità di Medicina Trasfusionale, Terapia Cellulare e Criobiologia; Francesco Zanuso presidente ADISCO Lombardia (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale). DALLA DONAZIONE AL TRAPIANTO DI ORGANI: UN PERCORSO PER LA VITA (27 NOVEMBRE) Partecipano Luigi Rainero Fassati già Ordinario di Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano e Direttore del Centro Trapianti della Fondazione Policlinico di Milano; Alberto Maria Comazzi Neuropsichiatra e membro della Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.). Della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiaglli e Regina Elena: Luisa Berardinelli direttore Unità di Chirurgia Generale Centro Trapianti Rene e professore di Chirurgia Generale, Università degli Studi di Milano; Massimo Cardillo medico coordinatore Nord Italia Trapianti (NITp); Giorgio Rossi direttore Unità di Chirurgia Generale Centro Trapianto Fegato e professore di Chirurgia Generale, Università degli Studi di Milano; Luigi Santambrogio direttore Unità di Chirurgia Toracica e dei Trapianti di Polmone e professore di Chirurgia Toracica, Università degli Studi di Milano; Nino Stocchetti Unità di Terapia Intensiva Neuroscienze e professore di Anestesia e Rianimazione, Università degli Studi di Milano. Gaia Catullo Abbiamo chiesto all’attrice Gaia Catullo di commentare le novità di questo nuovo ciclo di incontri: l’utilizzo della messa in scena per facilitare la diffusione della conoscenza Il teatro è uno strumento di coinvolgimento e di apprendimento sempre più utilizzato in situazioni diverse dalle rappresentazioni teatrali. Per quale motivo? Il teatro, o meglio, il lavoro preparatorio teatrale è stato per anni patrimonio esclusivo degli attori e confinato solamente all’attività artistica. Negli ultimi trent’anni, quasi tutti i contesti professionali hanno puntato la loro attenzione sulla comunicazione e sulle dinamiche di relazione interpersonale riconoscendone il valore produttivo. In un mondo professionale sempre più affidato alla tecnologia, alla comunicazione via e-mail e alle informazioni illimitate di internet, le capacità di comunicazione e relazione professionale sono diventate una variabile sempre più importante con le quali fare i conti. La teoria, come sempre, è arrivata molto velocemente. Sono state individuate tre aree del comunicare: > il contenuto: quello che diciamo; > il paraverbale: come lo diciamo; > il corporeo: come ci muoviamo in relazione agli altri. 12 NOTIZIE BREVI formattrice Ma la scoperta sorprenDiplomata alla dente è stata l’enorme Scuola d’Arte sproporzione che nelle Drammatica Paolo relazioni interpersonali Grassi nel 1992/93. Attrice corre tra comunicazione verbale (10%) e non verba- professionista e insegnante di recile (90%). La comunicazio- tazione. Insegna ne, le dinamiche di relazio- dal 1999 al 2003 ne e il coinvolgimento pro- presso la Scuola del Teatro della fessionale passano per il 14° diretta da 90% da canali di comuni- Rino Silveri. cazione che per la maggior Collabora come regista e attrice parte delle persone sono con la compagnia istintivi. ‘Teatro delle Erbe’ Il mondo teatrale lavorava e con la compagnia di Teatro sulle capacità di controllo della Ragazzi ‘Progetto comunicazione non verbale da più di Teatro’. È inoltre impegnata in attivicento anni. Il teatro, oggi, con obbiettivi diversi tà formative presso aziende pubblidalla performance, permette di lavo- che e private. rare sull’uso delle diverse aree della comunicazione, con strumenti esperienziali potenti e coinvolgenti, che aiutano lo sviluppo delle capacità personali di gestione della comunicazione professionale e delle dinamiche di relazione. Data la sua esperienza di attrice/ regista e ‘formattrice’ quale è secondo lei la chiave del successo di questo tipo di attività? Il corpo è molto più rapido nell’apprendere del cervello. O meglio, il cervello viene stimolato maggiormente all’apprendimento se aiutato dall’esperienza corporea, perché è tramite l’esperienza fisica che ‘il ricordo’ si fissa dentro di noi. Questo tipo di attività, con il suo continuo alternare momenti razionali a momenti esperienziali, consente una grande rapidità nel riconoscere e utilizzare strumenti e tecniche di comunicazione e relazione, oltre ad attirare l’attenzione in modo più rapido e duraturo. Attraverso il vissuto dell’attore (la voce, l’ascolto attivo, l’improvvisazione) le conoscenze più avanzate possono essere messe a disposizione dei partecipanti, suscitare maggiormente il loro interesse e coinvolgerli più direttamente nei ‘casi clinici’ presentati. inserto staminali L’impiego in epatologia e in ematologia: la ricerca e la cura Il racconto di un nostro ricercatore partito per Pittsburgh per studiare le staminali del fegato, l’uso delle staminali nelle malattie del sangue e la donazione del cordone ombelicale. Questi gli argomenti affrontati nell’inserto e commentati dagli esperti piccolo dizionario Progenitori epatici: sono le cellule 'madri' da cui originano tutte le cellule del fegato. Progenitori tissutali: progenitori di uno specifico tessuto. Dissociazione tissutale: metodo per separare le cellule che costituiscono un particolare tessuto Matrici e scafford tridimensionali: supporti di origine biologica o sintetica, atti a contenere, sostenere, indirizzare o stimolare organi, tessuti o cellule Criopreservazione: procedura di congelamento di cellule e tessuti che ne permette la conservazione in congelatore a -80°C o in azoto liquido a -196°C ed il mantenimento di un certo grado di vitalità dopo scongelamento Epatociti primari maturi: Le cellule che costituiscono il 70-80% della massa epatica e che svolgono la maggior parte dell’attività metabolica del fegato Caratterizzazione genotipica e fenotipica di cellule staminali tumorali: la caratterizzazione genotipica è lo studio del materiale genetico contenuto nelle cellule; la caratterizzazione fenotipica è lo studio dei prodotti (proteine) dei geni. Il diario di un giovane epatologo di Roberto Gramignoli S ebbene non a bordo della mia Poderosa come il giovane De La Cerna, e soprattutto privo della compagnia e del supporto del fidato amico di studi, anch’io sono in procinto di partire per un viaggio lungo 12 mesi che spero mi porterà alla scoperta di nuove e promettenti possibilità nell’Epatologia Sperimentale. Il trapianto di tessuti e cellule umani è un settore della medicina in rapida crescita, che potrebbe offrire notevoli opportunità per il trattamento di malattie finora incurabili. L’epatologia è forse la disciplina che maggiormente potrà usufruire di tali sviluppi, sia in considerazione delle numerose patologie infettive del fegato, degenerative e congenite potenzialmente curabili, di cui il trapianto d’organo rappresenta la sola attuale realtà terapeutica; sia a causa della difficoltà di reperire organi sostitutivi in numero sufficiente a far fronte alla sempre conti14 NOTIZIE BREVI nua richiesta di trapianti di fegato. A seguito dell’estendersi delle indicazioni al trapianto ed all’aumento delle epatopatie croniche, negli ultimi anni si è infatti notevolmente acuito il divario tra gli organi disponibili e le richieste di trapianto di fegato. Buona parte della comunità internazionale negli ultimi anni si è raccolta attorno alle notevoli possibilità offerte dai cosiddetti approcci alternativi: sistemi di supporto bioartificiali (Fegato Bio-Artificiale), bioingegneria tissutale, trapianto di cellule e terapia genica sono tra le ultime e più promettenti strategie terapeutiche allo studio, rivolte alla prevenzione ed alla cura di disfunzioni e/o patologie umane, in alternativa al trapianto d’organo. IL PROGETTO DI RICERCA Il progetto di ricerca per il quale ho chiesto ed ottenuto di recarmi nel laboratorio diretto dal professor Strom, all’Università di Pittsburgh, ha titolo: “Studio delle cellule epati- che mature e di progenitori tissutali con caratteristiche di rigenerazione d’organo e/o coinvolti in fenomeni di insorgenza ed espansione di neoplasie epatiche”. Dietro questo titolo un po’ complicato si celano due importanti linee di ricerca che verranno condotte in parallelo. La prima fase, già in stadio avanzato e fin’ora condotta presso il laboratorio di Citometria e di Epatologia Sperimentale all’interno del Dipartimento di Medicina Rigenerativa della Fondazione Policlinico-Mangiagalli, si é focalizzata sullo studio e sulla caratterizzazione della cellula matura sui precursori epatici ottenuti da dissociazione tissutale. Mediante la collaborazione con figure professionali quali biochimici e bioingegneri e di Istituti pionieri in tali studi, quale appunto il Department of Pathology dell’Università di Pittsburgh, riteniamo possibile arrivare in tempi brevi alla realizzazione e all’utilizzo di matrici e ‘scaffold’ tridimensionali per il mantenimento in coltura a lungo termine e la criopreservazione non solo di epatociti primari maturi, ma anche di cellule progenitrici e staminali commissionate. Il progetto si propone di individuare una possibilità terapeutica ‘sostitutiva’ o, quanto meno, complementare al trapianto d’organo, nonchè un eventuale supporto temporaneo per i pazienti affetti da malattie epatiche terminali. Ciò potrebbe consentire una riduzione dell’elevata mortalità dei pazienti in lista d’attesa per il trapianto d’organo o delle persone a cui è preclusa la possibilità del trapianto. da il potenziale proliferativo, fenotipico e tumorigenico. È recente la Il professor Strom è stato tra i pionieri nel trapianto di cellule del fegato all’interno di fegati malati, quale possibile cura alternativa o palliativa al trapianto d’organo. (1-2% dell’intera popolazione tumorale) in grado di rigenerare il tumore in vivo, mentre popolazioni di cellule più differenziate mancano di questa proprietà. Tali cellule mostrano di possedere le Obiettivi aggiuntivi di questo progetto sono anche lo sviluppo di tessuti ingegnerizzati che, crediamo, si dimostreranno di grande utilità per test farmacologici in vitro, ovviando così all’utilizzo di animali (di cui tutta la comunità internazionale sente l’esigenza), regolamentata da una precisa Direttiva Europea (D.E.86/609/CEE). La seconda fase della ricerca verrà condotta parallelamente e prevede un’analoga messa a punto di modelli sperimentali finalizzati alla caratterizzazione genotipica e fenotipica di cellule staminali tumorali. I tumori solidi sono generalmente entità eterogenee per quanto riguar- Giorgio Lambertenghi ematologo Docente universitario e direttore del Dipartimento di Ematologia della Fondazione Policlinico, Mangiagalli di Milano, è anche presidente della Associazione Medici Cattolici Italiani, sezione di Milano. dimostrazione che, all’interno della massa neoplastica, esiste una frazione numericamente esigua di cellule caratteristiche proprie di cellule staminali, quali: > l’autorinnovamento; > lo stato indifferenziato; > la multipotenzialità, (ovvero la capacità di generare cellule mature appartenenti a diverse tipologie cellulari). In base a queste e ad altre evidenze sperimentali si è così giunti a ritenere che il tumore possa originar- si da un compartimento di cellule staminali adulte, anziché da una qualsiasi cellula somatica. Recenti studi hanno evidenziato che progenitori epatici possono avere un importante ruolo nell’evoluzione dei due principali tumori del fegato: il colan- giocarcinoma e l’epatocarcinoma. Quest’ultimo è la terza causa di morte al mondo per ragioni correlate a complicanze neoplastiche. Si prevede di poter giungere alla stesura di protocolli metodologici mirati al miglioramento delle attuali procedure per l’isolamento e la propagazione di cellule staminali o progenitori ad elevato potenziale tumorigenico da neoplasie solide e linee cellulari stabilizzate di tumori umani. Riteniamo che la disponibilità delle informazioni raccolte durante le fasi di caratterizzazione della cellula staminale tumorale potranno fornire a istituzioni e aziende una base di lavoro per lo sviluppo di reagenti diagnostici, vaccini e nuovi farmaci. L’auspicio è che beneficiari della trasferibilità delle conoscenze acquisite attraverso la caratterizzazione delle cellule staminali ad elevata tumorigenicità saranno i pazienti oncologici, le istituzioni oncologiche, il Sistema Sanitario Nazionale e, in termini di potenzialità di sviluppo, le aziende del settore sanitario. Le staminali nelle patologie ematologiche P rofessor Lambertenghi a che punto è l'impiego delle cellule staminali emopoietiche nei trapianti allogenici (da donatore) per le malattie del sangue? Possiamo affermare che dopo ormai 30 anni il trapianto di staminali emopoietiche è una procedura consolidata in campo clinico, cioè di routine e non più sperimentale. Tuttavia viene offerto a gruppi di pazienti selezionati, in quanto si sono affinate le tecniche di reclutamento e ciò ha influito notevolmente sul decorso post-trapianto. I criteri di selezione riguardano: > la compatibilità del donatore: in passato le metodiche per valutare la compatibilità erano piuttosto grossolane e si basavano esclusivamente sull’analisi del siero. Oggi invece si analizza il DNA in modo da attuare prove di compatibilità molto efficaci. Riusciamo così a selezionare ottimi donatori e in questo modo a limitare notevolmente le reazioni immunologiche donatore/ricevente; > la diagnosi precisa del tipo di patologia e il suo stadio di avanzamento è molto impor- tante per il successo del trapianto. È infatti inutile e pericoloso trapiantare pazienti in stadio avanzato di malattia o pazienti che sono considerati già guariti dopo i trattamenti tradizionali; > le caratteristiche cliniche del paziente sono fondamentali, perché ci indicano la capacità che il paziente ha di affrontare questo tipo di trattamento. In questo caso la valutazione clinica non riguarda la patologia ematica per cui è necessario il trapianto, ma lo stato generale di salute ed eventuali patologie concomitanti extra-ematologiche. Questo tipo di valutazione permette di trapiantare oggi anche sog- NOTIZIE BREVI 15 getti ritenuti fino a poco tempo fa anziani, ma che invece sono perfettamente in grado di sopportate (gra- zie allo stato generale di salute) il trapianto. In ultimo, di notevole rilevanza è il fatto che ormai siamo in grado di ridurre la tossicità del trattamento pre-trapianto, in quanto riusciamo sempre di più a personalizzarlo in base alle condizioni cliniche del paziente, alla sua età e allo stadio della malattia. Quanto è diffuso l’utilizzo del trattamento con le staminali e che percentuale di successo siamo in grado di ottenere? In generale i numeri variano notevolmente a seconda della malattia ematologica. Ci sono infatti patologie in cui il ricorso al trapianto è aumentato: ad esempio le leucemie acute del giovane e dell’adulto, e alcune leucemie croniche dell’età avanzata. Per altre patologie, come ad esempio la leucemia mieloide cronica, il numero dei trapianti è diminuito, grazie al recente utilizzo di nuovissimi farmaci che rendono il trapianto un'opzione di seconda scelta. Se consideriamo quanto abbiamo già evidenziato in relazione ai criteri di reclutamento dei pazienti, la sopravvivenza e la guari- venza è a 10 anni del 60-70% e nelle talassemie si può ottenere la guarigione definitiva nel 90% dei pazienti giovani. Anche in alcuni tipi di linfoma maligno abbiamo ottime speranze di guarigione. Questo tipo di terapia che vantaggi e risultati ha rispetto ai trattamenti tradizionali? I risultati, nelle categorie di pazienti selezionati, sono più favorevoli rispetto al trattamento chemioterapico tradizionale. Ad esempio in pazienti con leucemia acuta la guarigione è del 60-70% contro il 20% ottenibile con la chemioterapia tradizionale. Anche il mieloma multiplo, malattia considerata inarrestabile, oggi si può guarire con il trapianto allogenico. Come ci poniamo nel panorama internazionale? L’Ospedale Maggiore è pienamente allineato al panorama internazionale, sia rispetto alla ricerca che agli interventi terapeutici. Sul versante della ricerca ci si sta muovendo per identi- gione (il trapianto è l’unica pratica terapeutica che può guarire il tumore del sangue) sono ottimali. Ad esem- ficare fonti alternative di cellule staminali emopoietiche; in particolare si stanno effettuando studi sul cordone ombelicale per espandere il numero delle cellule o per utilizzare più cordoni. Siamo pio nelle leucemie acute la sopravvi- ancora in una fase sperimentale di questo tipo di trapiantologia, ma i risultati e le evidenze ci indicano che la strada intrapresa presenta buone prospettive e quindi è sicuramente da approfondire. Un’altra fonte alternativa per il reperimento delle cellule staminali, rivolta in questo caso a pazienti che non hanno donatori né in famiglia nè nelle cosiddette banche, è rappresentata dai genitori. In questo caso, per evitare conseguenze cliniche sul paziente, sono necessarie alcune azioni di tipo laboratoristico sulle staminali e particolari interventi di tipo farmacologico sul paziente stesso. Tutto quello che, in questa intervista, abbiamo chiesto al professor Lambertenghi, riguarda l’impiego delle cellule staminali emopoietiche nel trapianto allogenico da donatore. Lasciamo ad un prossimo appuntamento un approfondimento sui trapianti con staminali autologhe (cioè del paziente stesso), che oggi trovano interessanti applicazioni anche in patologie non ematologiche, come ad esempio i tumori solidi e le malattie autoimmuni. intervista di Eloisa Consales ADISCOteca di Francesco Zanuso Donare il sangue placentare un problema di conoscenza Donazione autologa o allogenica? Cosa consente la legge italiana e quale è la posizione di ADISCO? Facciamo il punto con il dottor Francesco Zanuso presidente di ADISCO Lombardia Cosa fa ADISCO per informare le madri sulla possibilità di donare il sangue placentare? Le azioni informative e promozionali di ADISCO si svolgono prevalentemente attraverso attività editoriali su riviste specifiche dedicate alle mamme o alle donne, oltre alla rubrica fissa su Notizie Brevi. Inoltre l’Associazione produce materiale informativo per la promozione della donazione del cordone. Lo stesso personale sanitario fornisce supporto informativo scientificamente corretto a chi vorrebbe donare il sangue placentare, ma ha dei dubbi sulla modalità. ADISCO inoltre sostiene la ricerca attraverso attività benefiche. questi aspetti oltre che la valutazione su altre patologie eventualmente presenti. Come si effettua la donazione e cosa avviene della sacca donata? Subito dopo il parto, sia spontaneo che cesareo, quando il cordone è stato reciso, il personale abilitato incannula la vena ombelicale e preleva il sangue in una sacca sterile. Questa pratica è ovviamente innocua e indolore per madre e figlio proprio perchè viene eseguita solo dopo che il cordone è stato tagliato. A questo punto la sacca sterile, contenente il sangue placentare (circa un etto), deve raggiungere entro 30 ore la banca di sangue placentare a cui l’ospedale afferisce. Nella Quali sono i criteri per poter banca, il sangue viene esaminato, donare? vengono eseguiti accertamenti e I criteri sostanzialmente sono quelli viene separata la parte contenente della donazione di sangue, in partile cellule staminali. Da una sacca di colare quelli fondamentali sono: sangue vengono raccolte 3 sottouni> non aver avuto comportamenti a tà contenenti cellule staminali rischio di malattie trasmissibili con il mescolate ad un agente preservansangue; te, che le protegge durante il conge> essere affetto da patologie gravi lamento. Le sacche, vengono poste o geneticamente determinate in a -190°C in azoto liquido. Per essefamiglia. re perfettamente identificabili anche L’anamnesi che viene raccolta a distanza di anni, le sacche sono prima della donazione riguarda tutte etichettate. Dobbiamo infatti ricordare che una madre, che ha donato il sangue in maniera altruistica, può contare sul fatto che il suo sanDonazione allogenica gue è in quella banca È la donazione per fini altruistici di cui ogni cittadino può beneficiare. a disposizione, a meno che non venga Donazione autologa trasfuso ad un bambiÈ quella per uso proprio: in italia è consentita nei casi preno che ne ha bisovisti dalla legge 219. gno; in tal caso sicuDonazione dedicata ramente ci sarà altro È possibile in Italia sono in determinati casi normati dalla sangue disponibile legge 219. Permette di donare il sangue ad un consanper lei. guineo solo in determinate condizioni di patologia (patoIn tutta questa procelogie in atto o geneticamente determinate) in cui esiste dura, è fondamentale, un comprovato idoneo utilizzo delle cellule staminali, oltre che necessario permette inoltre di conservare il sangue placentare se piccolo dizionario... esiste un effettivo rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie genetiche in cui sia comprovato l’idoneo utilizzo delle staminali. Le donazioni nel mondo per legge, il consenso della madre alla donazione: Ci sono oggi in tutto il mondo devono essere circa 50 banche di sangue effettuati conplacentare, che conservano trolli prima e al circa 300.000 donazioni. Sono stati eseguiti circa 10.000 tramomento della pianti. Si tratta di numeri cerdonazione, inoltamente elevati, ma non suffitre la madre, cienti. Un recente studio sui passati sei pazienti pediatrici mesi, deve nuodell’Università del Minnesota vamente sottodimostra che se si riesce a porsi ad esami migliorare il livello di compatiper escludere bilità fra donatore e ricevente che, al momen- cosa che richiede di ampliato della donaziore il pool dei donatori - la ne del sangue sopravvivenza dei riceventi placentare, non passa dal 40 al 60%. Per fosse affetta da questa ragione gli Stati Uniti una patologia hanno deciso di triplicare il infettiva non loro patrimonio di sangue plavisibile in quel centare investendo in questo momento, perprogramma circa 80 milioni di ché nel così dollari. Anche l’Italia dovrebbe triplicare il proprio inventario, detto ‘periodo portandolo da circa 30.000 a finestra’. Tutti i 100.000 donazioni. dati raccolti sono ovviamente riservati e sottoposti alla legge vigente sulla privacy e conservati nella banca dove è depositata la donazione. Attualmente sono in commercio dei kit per la raccolta del sangue placentare che verrà poi spedito all’estero, cosa ne pensa? Questo è un aspetto assai delicato che in questo ultimo periodo popola i giornali e che è molto sentito dalle donne stesse. Alla domanda frequente se conviene fare una donazione autologa, cioè conservare il sangue per se stessi, rispondo che nel nostro Paese la donazione autologa (o donazione dedicata) esiste già ed è normata dalla legge 219. NOTIZIE BREVI 17 Legge 219, articolo 1 Punto 3. È consentita la conservazione di sangue da cordone ombelicale per uso dedicato al neonato o al consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta, per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule l’utilizzo di cellule staminali da sangue placentare, previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria. Punto 4. È altresì consentita la conservazione di sangue da cordone ombelicale per uso dedicato nel caso di famiglie ad alto rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da sangue placentare previa presentazione di motivata documentazione clinico sanitaria rilasciata da parte di un medico specialista in genetica medica. Semplificando, questa legge ci dice che è consentito donare il sangue placentare per un consanguineo se esiste in famiglia, al momento della donazione, una malattia in atto o geneticamente determinata, o se esiste il rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie genetiche per cui l’utilizzo delle staminali cordonali risulta appropriato. In questo caso la richiesta della madre deve essere accompagnata da una relazione dello specialista. Questo è ciò che viene consentito nel nostro Paese, dove la donazione può effettuarsi solo presso strutture trasfusionali pubbliche del sistema sanitario nazionale e dove la donazione e la conservazione in Italia sono gratuite. Ci sono, come sappiamo, dei kit che una mamma può comprare per poi inviare e conservare a spese proprie (tra l’altro molto onerose) il sangue placentare all’estero in una banca privata. ADISCO non sponsorizza questo tipo di decisioni, perché ritiene che in una banca privata non ci sia la garanzia della corretta conservazione del sangue placentare per una eventuale trasfusione che può avvenire dopo molti anni. Inoltre, bisogna sapere che la probabilità di usare questo sangue è di 1 a 15.000 quindi è veramente molto bassa. Noi quindi sconsigliamo, come per altro le società scientifiche dei pediatri americani, la donazione autologa a meno dei casi già citati, ammessi e garantiti per legge. intervista di Eloisa Consales LE VOSTRE DOMANDE E LE NOSTRE RISPOSTE Perchè dovrei donare il sangue del cordone ombelicale? Il cordone ombelicale, attraverso il quale ogni mamma nutre il proprio bambino, viene usualmente gettato dopo il parto. Dare il consenso alla donazione di sangue del cordone ombelicale significa evitare questo spreco, e fornire una importante strumento per la ricerca e la cura di molti pazienti. Quali sono le caratteristiche del sangue placentare? Il sangue del cordone ombelicale e della placenta, è ricco di cellule staminali simiIi a quelle del midollo osseo, che hanno un ruolo fondamentale nella cura di gravi malattie del sangue. In particolare queste cellule sono usate nel trapianto per leucemie e linfomi, malattie congenite e metaboliche: ad oggi possono essere curate con il trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale più di 70 malattie e, in futuro, questo numero è destinato a crescere. Nel trapianto quali sono i vantaggi del sangue placentare rispetto al midollo osseo? > L’immaturità delle cellule in esso contenute riduce il rischio di gravi complicanze del trapianto > È stata dimostrata la possibilità di trapiantare contemporaneamente due unità di sangue placentare per estendere l’opportunità di terapia anche a pazienti adulti. 18 NOTIZIE BREVI disegno di Athos Careghi > Può essere raccolto e conservato presso adeguate strutture (Banche di Sangue del Cordone Ombelicale) rendendosi immediatamente disponibile per chi ne avesse bisogno. fondazione informa di Alessandra Chiarello e Ivo Tarantino Due nuovi nati in Policlinico: il centro PET-CT e il reparto di Oncologia Medica La corsa della Fondazione Policlinico Mangiagalli verso la ristrutturazione e la riqualificazione di tutte le sue strutture ha segnato due nuove tappe in un solo giorno. In concomi- dal dottor Maurizio Tomirotti, che ha sede nel Padiglione Bergamasco in via Commenda. tanza con la selezione dei 10 finalisti al Concorso internazionale di progettazione dei Poli Materno Infantile e di Medicina Generale, il presidente Carlo Tognoli ha infatti tagliato il nastro e del reparto di Oncologia Medica e del Centro PET-CT, allestito per ospitare la nuova Biograph 64 TrueV, prima installazione europea dell’ultima generazione di PET-CT. Ma proseguiamo con ordine… Quali sono gli obiettivi che il nuovo reparto intende perseguire? Oncologia Medica Cinque letti e tre poltrone per il Day Hospital, 3.000 pazienti attivi, 56 nuovi casi al mese: sono solo alcuni dei numeri del nuovo reparto di Oncologia Medica, diretto L’obiettivo primario è la presa in carico del paziente in tutte le fasi delle malattia, dagli esordi e, se necessario, fino alla fase terminale. In questa direzione spiega il dottor Tomirotti - lavoriamo in un’ottica di rete, partecipando a numerosi progetti locali e regionali finalizzati a garantire continuità assistenziale ai pazienti attraverso la sperimentazione di un modello di cooperazione con le strutture che operano sul territorio. Qual è la vostra casistica? per info a to) ne Devo ia Medic Oncolog Lavoro - Padiglio del (Clinica ,8 Barnaba via San 3 .267 02.5503 re a Nuclea Medicin lli) e n ra ne G (Padiglio co Sforza 35 ces via Fran .3340 3 0 5 .5 02 Contiamo circa 10.000 visite l’anno, di cui 600 prime visite. Metà sono riservate alla patologia della mammella. Questo tipo di tumore ha un più alto indice terapeutico - che Cinica De Marchi Inaugurato il nuovo reparto lattanti È tutto nuovo, con un arredo ricercato nei colori e nei particolari, il reparto lattanti inaugurato il 26 giugno scorso grazie al contributo della ‘Fondazione De Marchi’ e della ‘Fabbrica del Sorriso’ (ini- ziativa di solidarietà promossa da Mediafriends onlus). Ogni camera, dotata di un proprio impianto di gas medicale, ha un suo bagno (con vasca dedicata al neonato), un lettino, un fasciatoio, una poltrona letto (donata dall’Associazione “Per il Policlinico” onlus) e un televisore. La ristrutturazione riguarda tutti gli spazi del reparto, dalla sala medica agli studi medici; un moderno impianto di climatizzazione e le zanzariere su tutte le finestre, uniti all’attenta scelta di colori e impianto di illuminazione, garantiscono un confortevole soggiorno. (l.t.) Qual è l’aspetto innovativo di questa tecnologia? L’innovazione sta nella fusione di immagini resa possibile da due diverse tecnologie - ci spiega il professor Gerundini - la TAC, capace di fotografare anatomicamente l’organo e la lesione, e la PET in grado di seguire la funzionalità dell’organo lesionato. In que- sto modo possono essere individuate lesioni talvolta non rilevabili dalle due metodologie applicate separatamente. La nuova PET-CT della medicina nucleare del Policlinico: l’esame dell’intero corpo in soli cinque minuti. Ci può fare qualche esempio? misura la sicurezza del trattamento - ed è strettamente correlato alla mission della Fondazione. Il nostro Ospedale dà, infatti, priorità ai trattamenti oncologici in pazienti trapiantati d’organo, in donne ammalate di tumore e in gravidanza o con tumore alla mammella. Una mole di lavoro notevole. Ma quali sono i punti di forza della vostra attività? Punto di eccellenza del reparto sono le terapie mirate a bersaglio molecolare, ovvero quelle terapie che vanno a colpire in maniera mirata le cellule tumorali, in particolare i meccanismi di ‘nutrizione’ e proliferazione della malattia. In questo ambito abbiamo avviato una serie di studi sull’appropriatezza delle indicazioni terapeutiche, per valutarne l’indicazione caso per caso. E i pazienti possono trarre vantaggi da questo tipo di terapia? Sicuramente una riduzione della tossicità: la terapia, 20 NOTIZIE BREVI essendo calibrata e somministrata, potrei dire, ad personam, risulta più efficace, consentendo inoltre di limitare al massimo lo spreco di risorse. Centro PET-CT Precisione millimetrica delle immagini, massima risoluzione, grande velocità di scansione che permette di eseguire l’esame dell’intero corpo in soli cinque minuti. Sono que- ste le caratteristiche della nuova PET-CT Biograph 64 ora a disposizione dell’Unità di Medicina Nucleare diretta dal professor Paolo Gerundini, prima in Europa a poter contare su questo tipo di prestazione. In caso di ischemia - cioè la riduzione dell’apporto di sangue a causa del restringimento di un vaso - il radiologo, con la TAC, può vedere la lesione che ne è la causa, con questo apparecchio è anche in grado di vedere se l’intervento previsto per ristabilire il flusso di sangue funziona oppure no. E quali sono i vantaggi per il paziente? La PET si basa sulla somministrazione di farmaci radioattivi, che permettono di seguire nell’organismo la funzionalità di organi normali o patologici. La Biograph 64, dotata di tecnologia TrueV, grazie alla velocità di scansione delle immagini, permette di ridurre la dose di radiofarmaco somministrato, garantendo comunque la miglior risoluzione anatomica e la massima accuratezza diagnostica soprattutto in oncologia. Che sviluppi prevede in campo diagnostico? Nuovi spazi verranno aperti alla diagnostica della cardiopatia coronarica e delle neuropatie degenerative cerebrali. Insomma, con questa nuova macchina, la Medicina Nucleare della Fondazione Policlinico conferma la sua leadership in campo nazionale ed europeo, avviata già nel 1998 con l’installazione di una delle prima PET in Italia, medicale, che ha permesso la produzione in loco di radiofarmaci per la PET e la loro distribuzione ad altri centri del nord Italia. seguita nel 2000 dall’installazione del ciclotrone per uso “Cuore e Salite” 2007 controllo medico e salita al Duomo gratis Si è tenuta sabato 29 settembre la quinta edizione di “Cuore e Salite”, iniziativa promossa dall’Associazione “Per il Policlinico” onlus in collaborazione con la II Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università degli Studi di Milano con il supporto della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena. Ancora una volta tutti su per i gradini del Duomo a misurare quanto siamo (o non siamo) in forma. Per i cardiologi - ha sottolineato il professor Magrini, tra i promotori del progetto - Cuore e Salite costituisce un’occasione utile e singolare per valutare le condizioni di salute di un ampio e variegato campione di cittadini e turisti. I battiti del cuore sono stati misurati dai medici prima e dopo la salita ai 201 gradini. Incrociando i dati relativi a età, peso, altezza e pratica sportiva, hanno consentito di fornire tutti i consigli utili a più salutari stili di vita e, in caso di necessità, hanno suggerito ai partecipanti una visita medica più approfondita in Ospedale. L’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio del Ministero della Salute, della Regione Lombardia e del Comune di Milano (Assessorato alla Salute). Più di cinquecento i partecipanti; i primi dati suggeriscono che il numero di cittadini con il cuore allenato all’esercizio fisico è aumentato rispetto al campione analizzato nelle precedenti edizioni. Tra i partecipanti: > il più ‘veloce’, l’Assessore alla Salute del Comune di Milano, Carla De Albertis; > il più ‘diplomatico’, l'Ambasciatore Decano del Corpo Consolare di Milano, Benito Andion; > il più ‘vigile’, il Comandante della Polizia Municipale di Milano, Emiliano Bezzon; > il più ‘lontano’, uno studente australiano; > il più ‘giovane’, una bimba di quattro anni; > il più ‘anziano’, una nonnina di settantotto anni. Per vedere tutte le foto dell'evento e per conoscere l’Associazione: www.perilpoliclinico.org (l.t.) Sopra uno scatto con alcuni dei promotori dell’iniziativa: da sini- stra: Fabio Magrini direttore Medicina Cardiovascolare, Karel Beran Console Generale Vice-Decano del Corpo Consolare di Milano, Carla De Albertis, Assessore alla Salute e Claudia Buccellati, vice presidente dell’Associazione “per il Policlinico”. A destra, in fila per salire sul Duomo il giorno dell’evento. alimentazione e benessere di Francesca Albani e Emanuela Orsi Cosa mangiamo quando le foglie degli alberi ingialliscono... Vi presentiamo in questo numero le peculiarità che contraddistinguono la verdura e la frutta di fine estate e che ci preparano ad affrontare il freddo! Arriva l’autunno, stagione intermedia in cui ci si prepara ad un cambiamento climatico significativo. In questo periodo è importante, per far fronte alla diminuzione della temperatura, rafforzare le nostre difese immunitarie e assumere il giusto quantitativo di vitamine. La natura, proprio per questa ragione, ci offre ad esempio la carota, che ha un grande potere nutrizionale e innumerevoli effetti positivi sull’organismo, grazie al suo elevato contenuto in sali minerali e vitamine, come sodio, calcio, magnesio, potassio, vitamina A, vitamina B e vitamina C. La ricchezza della carota sta nel suo colore, costituito da pigmenti detti carotenoidi. Tra essi, 22 NOTIZIE BREVI il più noto è sicuramente il betacarotene, la provitamina A, di cui è ricchissima. Il betacarotene (vitamina A) è necessario per la corretta crescita e riparazione dei tessuti corporei; aiuta a mantenere pelle liscia, morbida e sana; aiuta a proteggere le mucose della bocca, del naso, della gola e dei polmoni, riducendo così la suscettibilità alle infezioni; protegge contro gli agenti inquinanti (azione antiossidante contro gli effetti nocivi dei radicali liberi); contrasta la cecità notturna e la vista debole, ed è quindi fondamentale per una buona vista e per mantenere ossa e denti sani. Anche il cavolfiore, ricco di vitamina C e vitamina A è un valido alleato per rafforzare le difese immunitarie. E ancora il mandarino che contiene molta vitamina C, è una buona fonte di calcio, potassio e fibre. Passando alla frutta, segnaliamo i fichi. Sono ricchi di vitamine: contengono infatti vitamina A e vitamina C, ferro, Immagine tratta dal calendario di: Associazione Nuova Balduina, Associazione Diritti Civili nel 2000, ISMEA. Progetto grafico Fabio Cintioli potassio e fibre, (in quantità ancora maggiori se i fichi sono secchi). Il cachi contiene una buona quantità di zuccheri, e di potassio. I cachi sono una eccellente fonte di beta-carotene e criptoxantina (a cui si deve il caratteristico colore arancione), oltre a fornire vitamina C e potassio. L’uva è molto ricca di zuccheri facilmente digeribili, soprattutto fruttosio e glucosio. L’uva passa è ancora più dolce, perché grazie all’eliminazione di gran parte dell’acqua gli zuccheri sono ancora più concen- trati: ovviamente è anche più calorica! L’una e l’altra contengono inoltre buone quantità di sali minerali, soprattutto potassio e calcio, ma non contengono tante vitamine. Fate attenzione però! Fichi, cachi ed uva vanno assunti con moderazione dalle persone con diabete mellito, per la ricchezza di contenuto in zucchero. E infine ci sono le noci, che contengono acidi grassi e sono efficaci per la riduzione del coleste- rolo nel sangue. Le noci sono molto caloriche per cui è necessario moderare l’assunzione se si sta seguendo una dieta ipocalorica. Il prossimo appuntamento in inverno! Le vostre ricette autunnali suggerite da... Orecchiette con broccoli facile da preparare Ingredienti (per 4 persone): 1 broccolo non troppo grande, 350 g. di orecchiette, 3 cucchiai d’olio, 1 noce di burro, 2 cucchiai di formaggio grattugiato, sale e pepe q.b. Procedimento: prendete il broccolo, pulitelo mondatelo e tagliatelo in modo tale che vi rimangano tanti ciuffetti. Lessateli per pochi minuti e scolateli ancora croccanti. Intanto portate ad ebollizione una pentola di acqua salata e buttateci le orecchiette e fatele cuocere. Fate cuocere i ciuffetti di broccoli in una padella un po’ grande con l’olio ed il burro. Quando anche la pasta sarà cotta, scolatela e mettetela nella padella in cui è saltato il boccolo, fate insaporite e da ultimo spolverate con il formaggio grattugiato. Angela Di Franco Insalata di uva Ingredienti (per 6 persone): 1 lattuga, bitto dop. a cubetti, 2 pere williams sbuc- ciate e tagliate cubetti, uva moscatella, 50 g. di noci sgusciate, 1 cucchiaio di aceto balsamico, 1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva, sale q.b. Procedimento: lavate bene la lattuga, asciugatela e mettete le sue foglie nel- l’insalatiera assieme alle pere e al bitto. Condite con la vinaigrette* all'aceto balsamico e decorate con le noci ed i chicchi di uva moscatella. *vinaigrette: miscela di olio, aceto e sale (in generale si prepara, con uguale dose di olio e aceto e l’aggiunta di altri ingredienti a scelta e gusto personale, per il condimento di insalate). Cavolo al forno Rosa Tarallo buono e veloce Ingredienti (per 4 persone): 1 cavolo, 2 cucchiai di formaggio grattugiato, 50 g. di burro, 1 cipolla Procedimento: togliete al cavolo le foglie verdi, il torsolo e lessate in acqua salata. Affettate la cipolla e rosolate nel burro, dopodiché unite il cavolo scolato e diviso in cimette. Lasciate insaporire bene, poi cospargerlo con il parmigiano e infornate per 10 minuti. Mandaci le tue ricette di stagione... Le ricette più valide dal punto di vista nutrizionale saranno pubblicate sul prossimo numero di ‘Brevi’. Scrivete a [email protected] Torta di carote Ingredienti (per 6 persone): 1,5 kg. di carote, ¼ di litro di latte, 6 uova, 2 cucchiai di farina, 125 g. di zucchero a velo, 1 noce di burro Maria De Rosa Procedimento: preparate la crema sbattendo 2 tuorli d’uovo con lo zucchero e aggiungendo la farina e il latte bollente. Cuocete per 3 minuti o comunque fino a quando la crema è diventata densa. Bollite le carote e poi fate un purè e mescolatelo alla crema. Aggiungete 4 tuorli d’uovo e mescolate il tutto aggiungendo gli albumi montati a neve. Imburrate una tortiera e versate dentro il composto. Cuocete per 1 ora a circa 200°C o comunque fino a quando uno stuzzicadenti nel centro del dolce ne esce asciutto. NOTIZIE BREVI 23 tempo libero di Elena Traversa Rovera zona è un’esperienza di cooperativa agricola di cui A spasso per le Langhe Sono sempre più numerose sul territorio italiano le cooperative agricole che offrono prodotti locali di qualità a ottimo prezzo, fornendo l’occasione di visitare angoli sconosciuti delle nostre campagne. Vi presentiamo l’esperienza di una di queste, situata nelle Langhe C’è un angolo di Piemonte che desidera accogliere viaggiatori in cerca di paesaggi e cibo buono e ben fatto. In solitaria o in gruppo, regalatevi due giorni di vita piena a un’ora e mezza da Milano. A pochi chilometri da Alba, al confine tra Langa e Roero c’è un paese, Magliano Alfieri, che racconta storie di collina e di mare. Da sempre, sinuosi pendii di terre bianche o rosse sono lavorati a vigne, campi, prati e frutteto. Trasparenti cristalli di gesso affiorano lungo i sentieri, testimoni di un mare oggi scomparso. Fino alla metà del Novecento, la 24 NOTIZIE BREVI gente di qui, con quel gesso, sapeva costruire soffitti portanti con una tecnica di colaggio su stampi di legno intagliati, che riproduceva incantevoli disegni. Il museo, all’interno di un maestoso castello, situato nella parte alta del borgo di Magliano, ne raccoglie una ricca collezione; è visitabile ogni domenica. Se capitate da queste parti godrete anche di un’ampia e bellissima veduta su Langhe, Roero e Monferrato. In alcune occasioni Magliano Alfieri è vivacizzato da spettacoli di burattini, concerti e feste. Fiore all’occhiello di questa fanno parte molte famiglie di contadini. È alla fine degli anni ‘90 che alcuni agricoltori del Roero, tra Langa e Monferrato, decidono di unire risorse e volontà per valorizzare insieme i propri prodotti. Sono tutte aziende famigliari di piccole e medie dimensioni che si sviluppano in una interazione continua con l’ambiente circostante, ognuna influenzando attivamente l’economia del proprio territorio, sono parte di una forma di agricoltura che abbiamo definito locale. Le loro produzioni sono limitate in quantità e possono variare, anche di molto, secondo le stagioni; queste aziende propongono solo prodotti di ottimo sapore, realizzati rispettando le tradizioni e le consuetudini locali. Quasi tutte le aziende sono collocate in Piemonte (e in Liguria), a non più di due ore di distanza dalla sede della cooperativa, questo fa sì che i prodotti non percorrano grandi distanze per essere venduti e che vi sia un'agevole possibilità di incontro tra chi lavora nelle aziende e chi lavora nella cooperativa. La filosofia di questa coopera- tiva è ben espressa dal suo regolamento che indica i requisiti necessari attraverso cui i produttori agricoli possono vendere i prodotti alla cooperativa. Il regolamento Possono vendere alla cooperativa i loro prodotti i produttori che: > possiedono un’azienda di piccole dimensioni fondata sull’unità domestica e vi lavorano controllando l’attività produttiva; >utilizzano varietà e/o razze animali non modificate geneticamente e utilizzano metodi di coltivazione, allevamento e lavorazione rispettosi della salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, adottando tecniche di coltivazione biologica o biodinamica o di lotta integrata e di allevamento preferibilmente biologico. Visite in cascina Chi vuole sperimentare la ricchezza del cibo del territorio può avvicinarsi alle proposte di degustazione, di pranzo leggero e pranzo della festa, o fare la spesa in cascina. Per incontrare il mondo dell’agricoltura locale, il suo valore e l’attualità, si organizzano visite in cascina. Sono queste esperienze forti: non solo l’odore della stalla, la sorpresa dei polli sugli alberi, i colori dell’orto, la raccolta dei frutti di stagione, ma l'occasione di passare un po’ di tempo con un produttore di ortaggi, di formaggi o di vino che, mentre accompagna a fare due passi nella stalla, nell’orto, in vigna o in cantina dove il vino si assaggia dalla botte - parla di animali, di formaggi, di ortaggi e di agricoltura seria, attiva e consapevole del proprio ruolo. Per riposare o pernottare le possibilità sono diverse. I viaggiatori in coppia o le famiglie possono approfittare di vecchie case di campagna, ora agriturismi. Qui il sonno e il riposo sono più intensi, così come una lettura in giardino. Per mangiare sano tutti i giorni è possibile effettuare un abbonamento che permette di ricevere a casa, ogni settimana, prodotti freschi e di stagione di agricoltura locale provenienti dalle aziende delle cooperative agricole: verdura e frutta, uova, latte, yogurt, formaggio, salumi, carni, pasta, riso, miele, olio, antipasti di verdure, vini e marmellate. L’esperienza delle cascine Questa esperienza nasce da un grande entusiasmo e dal desiderio di rendere concreti alcuni principi in cui crediamo. Crediamo innanzitutto nel valore dell’agricoltura, intesa come attività fondamentale dell’uomo, perché si basa sull’utilizzo di quel bene comune e universale che è la terra, e perchè si propone di ottenere, da tale utilizzo, dei prodotti che sono cibo, vale a dire qualcosa di essenziale alla vita di ogni essere umano. L’agricoltore, in questa prospettiva, ha una posizione di particolare valore e responsabilità: egli è infatti prima di tutto, fornitore di cibo ai suoi simili, ma anche mediatore tra l’uomo e l’ambiente. ... Si tratta di piccole cose, ma siamo consapevoli che le piccole esperienze e il mantenimento delle proprie radici stanno alla base della possibilità di continuare ad esistere, per la terra e per tutti i popoli che la abitano. Per informazioni Ufficio turistico T. 0173.266863 NOTIZIE BREVI 25 caro ‘Brevi’ ti scrivo Ma quale discriminazione?! Scrivo in merito alla decisione di escludere un omosessuale di sesso maschile dalle donazione di sangue. Se ne è parlato molto nei giornali, e la notizia è stata ripresa anche in un servizio delle Iene, si è parlato di atteggiamento discriminatorio, recentemente anche il Ministro della Salute ha espresso una posizione critica sulla vicenda. Potrei avere chiarezza, sulle motivazioni di tale scelta? lettera firmata Colgo l’occasione per chiarire la posizione del nostro Centro trasfusionale, che ottempera alla direttiva 2004/33/EC della Commissione Europea e che trova inoltre riscontro su basi scientifico/epidemiologiche. La direttiva europea ci dice che devono essere esclusi permanentemente dalla donazione di sangue quei soggetti il cui comportamento sessuale li pone ad alto rischio di contrarre gravi malattie infettive trasmissibili con il sangue. L’istituto Superiore di Sanità nel 2004 ha pubblicato un rapporto dove si evidenziava un aumento della percentuale di nuovi casi di AIDS riscontrati fra omosessuali di sesso maschile. Attualmente identici criteri di esclusione sono adottati negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, Francia, Olanda solo per citarne alcuni. Che non si tratti di atto discriminatorio è dimostrato dal fatto che le donne omosessuali non sono escluse dalla donaDirettore responsabile zione. Ribadiamo con forza che questa decisione è Girolamo Sirchia unicamente indirizzata alla tutela dei pazienti e alla Direttore scientifico Anna Parravicini sicurezza della trasfusione, e che eventuali discusResponsabile editoriale sioni non dovrebbero trovare spazio sui giornali ma Eloisa Consales essere oggetto di serie riflessioni a livello scientifico Progetto grafico e impaginazione e legislativo. Non basta il parere di un lettore o di Daniela Graia, Maria Laurora un giornalista a sollevare il medico dall’eventuale Comitato di redazione responsabilità di facilitare la trasmissione di una Elena Benazzi, Giovanna Cremonesi, Maurizio Marconi, Giorgio Marmiroli, Fernanda Morelati, Paolo Rebulla, Antonietta Villa grave infezione tramite la trasfusione. Maurizio Marconi Un grazie molto gradito Buongiorno a tutti, sono una vostra donatrice e lo scrivo con molto orgoglio - da parecchi anni. Vi scrivo questa breve lettera per ringraziarvi tutti per la vostra continua attenzione e assistenza nei confronti di noi donatori. Io cerco di essere sempre puntuale nelle mie donazioni, perchè so che il mio sangue può salvare la vita di un'altra persona e questa gioia non si puo' descrivere! Dalla prima volta che sono venuta nel vostro Centro, sotto consiglio del mio ginecologo, mi sono sempre trovata molto bene e soprattutto vorrei ringraziare e salutare le mie dottoresse preferite, la dottoressa Pizzi e la dottoressa Petrini, sempre gentili e disponibili, oltre che ottime professioniste! Un caro saluto e a presto. Complimenti per la giornata che avete organizzato il 14 giugno e grazie per il prezioso ricettario! Maddalena Villani Ringraziamo la signora Maddalena per il riconoscimento del nostro lavoro. Lettere come questa costituiscono un grande stimolo a continuare all’insegna della qualità e della disponibilità a favore di donatori e pazienti. 26 NOTIZIE BREVI Hanno collaborato Francesca Albani, Luisa Calcagno, Gaia Catullo, Alessandra Chiarello, Roberto Gramignoli, Giorgio Lambertenghi, Emanuela Orsi, Stefania Rosati, Luca Tafuni, Ivo Tarantino, Elena Traversa Rovera, Francesco Zanuso Fotografie Chiara Corrada, Daniela Graia, Elia Grando Mattiazzi, Daniele Grioni, Maria Laurora, Stefania Rosati, Luca Tafuni Disegni Athos Careghi Pubblicazione trimestrale gratuita dell’Associazione Amici del Policlinico e della Mangiagalli Donatori di Sangue, di ADISCO Sez. Lombarda e del Centro Trasfusionale e di Immunoematologia della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano Copie distribuite: 30.000 Aut. Trib. Milano n. 335 del 4-9-1982 Stampa e fotolito Bine Editore s.r.l. - Milano Copyright del Centro Trasfusionale della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano Editore Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale effettuata con qualsiasi mezzo sia elettronico sia meccanico (compresa fotocopiatura e ogni altro sistema di riproduzione) se non dietro autorizzazione scritta dell’Editore Centro Trasfusionale della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano Editore via Francesco Sforza, 35 - 20122 Milano scrivete a ‘Brevi’ Redazione Notizie Brevi Centro Trafusionale e di Immunoematologia c/o Padiglione Marangoni - via Francesco Sforza 35, 20122 Milano [email protected] parliamo di noi Tutti a scuola in Associazione! Si è svolto il primo corso di comunicazione rivolto ai volontari del nostro Centro. Chiediamo alla dottoressa Eloisa Consales, docente insieme alla ‘Formattrice’ Gaia Catullo, le ragioni di questa scelta e di questo successo Il corso ha avuto un notevole successo di partecipazione e ha riscosso grande entusiasmo, addirittura imprevisto, vista la consolidata esperienza del gruppo. Qual è stata la chiave di un coinvolgimento così rilevante? La comunicazione diviene sempre più materia di aggiornamento professionale nelle aziende e ultimamente anche negli Enti pubblici. Si è capito che non è più qualcosa di accessorio o legato alla mera tecnica, o addirittura al bon ton, ma avere uno stile di comunicazione efficace e consapevole può essere uno strumento importante nelle varie attività professionali. La prima caratteristica del corso è che non è stato un corso di tecniche di comunicazione, ma di comunicazione. Apparentemente sottile differenza, in realtà sostanziale, sia per la metodologia applicata che per il contenuto veicolato. La premessa è che non esiste un modo universale per comunicare, trasferire indistintamente regole di comunicazione è inutile, spesso controproducente perché si costruisce una comunicazione artefatta. Prerequisito quindi del nostro corso è stato quello di sospendere il giudizio e riflettere insieme sui propri stili di comunicazione per potenziarne le qualità e correggere i difetti. Insomma non abbiamo parlato ‘sulla comunicazione’, ma abbiamo fatto comunicazione! I docenti in corsi così strutturati hanno una griglia di obiettivi, ma in realtà è fondamentale sentire l’aula e costruire insieme il percorso capendo cosa sviluppare, cosa costituisce un problema, cosa invece deve essere valorizzato. In questo modo un corso non è mai uguale all’altro ma costruito sulla base di una diagnostica personalizzata e strutturato in modo interattivo attingendo a varie discipline, da quella teatrale alla programmazione neurolinguistica a sperimentazioni pratiche del creative problem solving. La sperimentazione pratica infatti ha il vantaggio di semplificare i processi di apprendimento, in quanto accende la recettività sia della sfera cognitiva che sensoriale/emotiva, offre un riscontro immediato a un contenuto teorico e contemporaneamente sviluppa l’affiatamento nel gruppo. Lo stesso lavoro di gruppo risulta essere una palestra fondamentale nello sviluppo di una comunicazione efficace perché permette di attivare una delle sfere fondamentali della comunicazione che è la capacità di mediazione e di ascolto. Ecco credo che il successo di questo corso si possa riassumere proprio in questi elementi: analisi della propria comunicazione, sperimentazione pratica e lavoro di gruppo sull’ascolto… e non ultimo in importanza il fatto di avere avuto un gruppo fantastico, molto motivato e pronto a mettersi in gioco senza remore! Oltre al miglioramento delle performance individuali sul piano delle capacità di comunicazione vede anche un influsso favorevole sulla motivazione personale del volontario? In assoluto prevedere dei percorsi formativi credo Un momento della consegna dei diplomi ai nostri volontari, (a sinistra) e volontari a scuola, impegnati nei lavori di gruppo. La voce di una ‘alunna’ Leila Bassi Abbiamo chiesto a Leila Bassi volontaria dell’Associazione e ‘alunna’ per 4 giorni di raccontarci come ha vissuto questa esperienza Quale è la sua attività in Associazione? La mia attività al Centro trasfusionale si svolge per due volte alla settimana nel laboratorio della Banca di Sangue Placentare (Milano Cord Blood Bank), e consiste nel telefonare, per fissare un appuntamenvo l o n t a r i a to, alle madri che hanno donato il cordone ombelicale, perché dopo 6 mesi dalla donazione devono effettuare il ricontrollo sierologico; appuntamento del quale sono informate e per cui hanno firmato il consenso. Poi preparo tutti gli incartamenti relativi a ciascun nominativo anche per le mamme che sono di fuori Milano e che hanno donato negli ospedali dove si raccoglie il sangue placentare che viene naturalmente processato e congelato alla MCBB. Crede che il corso di formazione sia stata un’esperienza utile? Perchè? Cosa le ha lasciato questa esperienza? Cose è cambiato il suo approccio alla sua attività di volontariato? Il venire a contatto con cose nuove e fare nuove esperienze, è utile sempre perché arricchisce, soddisfa il piacere della conoscenza, anche se, pensando ad una utilità pratica ai fini della mia attività, a mio parere, il corso è stato troppo breve, per poter apportare cambiamenti o agevolazioni al mio lavoro. Credo infatti che, tutti i componenti del corso sperino in un bis! L’aver comunque appreso che cosa è questa ‘comunicazione’ di cui tanto si parla, l’aver conosciuto in altro modo alcuni volontari ed aver condiviso dei pomeriggi con due docenti così diverse e così simpatiche è stato indubbiamente molto piacevole e anche divertente ed interessante. intervista di Eloisa Consales che motivi le persone perché è un segnale di investimento sulle capacità di ognuno e di attenzione alla persona. Che ciò venga previsto da una Associazione è un messaggio molto forte e allo stesso tempo un segnale di riconoscimento del valore che i volontari hanno per l’Associazione. In particolare questi tipi di corsi altamente interattivi stimolano il gruppo a trovare punti di miglioramento nello svolgimento delle mansioni comuni e costituiscono un momento di condivisione di una esperienza, forse più intensa (anche se di breve periodo) che il vedersi quotidianamente da anni ma ognuno impegnato nelle proprie attività. Quindi sicuramente sul momento sono una sferzata di energia, che però deve essere nutrita nel tempo, altrimenti finirebbe per esaurirsi. Sul piano concreto sarà possibile percepire il miglioramento della comunicazione del gruppo con i nostri interlocutori donatori? Questo è stato il primo corso svolto in maniera strutturata e sicuramente ci sarà in futuro una attenzione diversa e una consapevolezza maggiore alle dinamiche comunicazionali. I risultati dei questionari di valutazione che abbiamo somministrato sono incoraggianti e promettono bene: il corso è stato apprezzato, ritenuto utile, e ci è stato chiesto di non fermarci qui. È la continuità che ci permetterà di apprezzare i risultati, intesi sia come prosecuzione del percorso formativo che come opportunità di momenti periodici di supervisione con i docenti, in cui si possa avere un riscontro o chiarire un dubbio a partire dalla prati28 NOTIZIE BREVI ca quotidiana. Potremmo anche in un secondo tempo sentire il parere dei donatori. Quali sono i progetti di training che prevedete nel prossimo futuro? Data la grande adesione, prevediamo al più presto una replica del corso svolto in modo da poter permettere ai volontari esclusi da questa prima esperienza di prendervi parte. Sì perché, essendo questi corsi molto interattivi, il numero delle persone che vi partecipano deve essere ridotto, altrimenti diverrebbe complicato gestire correttamente gli esercizi e dare spazio a tutti. Inoltre per il prossimo anno prevediamo un corso di comunicazione avanzato per tutti coloro che vogliono approfondire l’argomento. Stiamo anche valutando la possibilità di estendere questo tipo di formazione agli operatori sanitari e al personale del Centro, visto che le richieste non sono mancate. Credo che non disattendere le aspettative di coloro che si impegnano quotidianamente nelle varie attività dell’Associazione e del Centro sia molto importante anche perché, come ho già detto, la motivazione è la leva più importante per il successo e la riuscita delle nostre attività. Colgo l’occasione per ringraziare chi ha creduto in questa opportunità e l’ha resa possibile, il presidente dell’Associazione professor Sirchia, il vicepresidente dottor Marmiroli e la classe dei nostri ‘alunni’ che ci ha seguito in questa esperienza con entusiasmo e volontà e sperando vivamente che si possa proseguire nel cammino intrapreso. intervista di Giorgio Marmiroli Natale 2007 Primo avviso A norma dell’art. 12 dello Statuto Associativo sabato 15 dicembre ore 16.00 Aula Magna Università degli Studi di Milano via Festa del Perdono 7 Assemblea annuale dell’Associazione ‘Amici del Policlinico e della Mangiagalli Donatori di Sangue’ Ordine del giorno “Il Dono” Concorso fotografico Il termine del concorso fotografico “Il Dono” è stato prorogato al 30 ottobre. Il tempo ancora disponibile non è molto: continuate ad inviarci le vostre fotografie che interpretano il tema del dono. Le foto saranno visibili nel sito dell’Associazione. La premiazione delle migliori, a insindacabile giudizio della giuria, avrà luogo durante la festa di Natale. Fra i premi previsti: un televisore al plasma, una macchina fotografica digitale e un lettore DVD. Maggiori info e regolamento su: www.donatorisangue.org > > > > > Presentazione delle attività 2007 Premiazione donatori e collaboratori Premiazione concorso fotografico Variazioni di statuto Varie ed eventuali VARIAZIONI DI STATUTO In conformità alle disposizioni del Ministero della Salute (gazzetta ufficiale n. 140 del 19 giugno 2007) all’art. 8 dello Statuto dell’Associazione vengono proposte le modifiche riportate in grassetto: Il Consiglio Direttivo è costituito da: a) il Presidente della Fondazione IRCCS o un consigliere da lui delegato; b) il Direttore Sanitario della Fondazione IRCCS; c) il Primario del Centro Trasfusionale e di Immunoematologia della Fondazione IRCCS; d) il coordinatore del Comitato esecutivo (di cui all’Art. 9); e) cinque associati donatori o volontari nominati dall’Assemblea... A.A.A. Cerc ansi volonta ri L’Associazione Donatori di Sa ngue ricerca volontari. La posizione prevede un’a ttività program mata presso il Centro trasf usionale a su porto del call pcenter, con di sponibilità fin alle 20.30. o Si chiede > Disponibilit à per almeno due ore e mezza a setti mana > Capacità di comunicazio ne > Pazienza e tenacia Si offre > Inserimen to in un ambi ente stimolan > Possibilità te di sviluppare rapporti con al volontari tri > Corsi di fo rmazione ... Le riunioni sono valide se vi è la presenza di almeno cinque membri e le deliberazioni si intendono prese a maggioranza dei voti degli intervenuti... È possibile scaricare lo Statuto aggiornato dal sito www.donatorisangue.org Tanti auguri e... Sabato 1 settembre la nostra Laura si è unita in matrimonio con Raffaele. La cerimonia ed il ricevimento si sono svolti all’insegna della semplicità e dell’eleganza. Laura raggiante e bellissima, accanto ad un Raffaele emozionato, ha accolto sorridente e solare parenti ed amici. I colleghi del Centro trasfusionale augurano con affetto agli sposi una vita insieme ricca di serenità e felicità. Elena Costantini cosa pensate del nuovo sito? Cari lettori, vogliamo sapere se il nostro sito www.donatorisangue.org soddisfa le vostre aspettative, soprattutto per individuare tutti i miglioramenti che possiamo impegnarci a realizzare. Vi preghiamo di partecipare a questa iniziativa, compilando il questionario e facendolo pervenire all’Ufficio Comunicazione dell’Associazione (Padiglione Marangoni, secondo piano) oppure consegnandolo direttamente in accettazione al settore Donatori del Centro trasfusionale quando venite a donare il sangue o, ancora, inviandolo via fax al numero 02.5458.129. Per ulteriori info T. 02.5503.4574/ 4514 mail [email protected] 1 Quanto usi internet alla settimana? per niente poco abbastanza molto o o o o 3 Lo trovi esauriente dal punto di vista informativo? o o o o per niente poco abbastanza molto 4 Ti piace la grafica? o o o o per niente poco abbastanza molto Trovi il nostro sito di semplice navigazione? o o o o per niente poco abbastanza molto 2 alcune immagini del nostro sito Suggerimenti e proposte Dati personali nome* ___________________________________________________ cognome* ____________________________________________________ telefono* ______________________________ e-mail* ____________________________________ professione ______________________________ età ____________________________ titolo di studi o elementare (*) Campi non obbligatori. Ai sensi della Legge 675/96, Vi autorizzo al trattamento dei dati personali. o media o diploma o laurea Appuntamenti Ricerca e Cu ra In scena il ca . so clinico edizione 2007-2008 > martedì 23 ottobre Le cellule st aminali > martedì 27 novembre Donazione e trapianto di organi Aula Magna Università de gli Studi di M ilano via Festa del Perdono, 7 dalle ore 18.0 0 alle ore 20.0 0 Ingresso liber o e Domenica 2 dicembr enza Concerto di benefic Teatro dal Verme Muro 2 via San Giovanni sul ore 17.00 e ottobr ledì 31 o c r e M nza ico Scade so fotograf r o conc o’ ‘Il Don nto e la golame ione dal e r il a cipaz scaric g di parte gue.or scheda .donatorisan w w sito: w Domenica re 25 novemb e Porte apert fusionale as tr o tr al Cen sangue il re a n o d per tamento) n u p p (previo a 0 dalle ore 8.0 0 .0 4 1 alle ore 3 T. 02.5503.4 06/ 4307 T. 02.5503.4132/ 4062 Sabato 15 dicembre Martedì 4 dicembre Concerto corale a favore d i ADISCO Basilica di S an Piazza San Nazaro in Brolo Nazaro in B rolo ore 19.30 T. 02.5503 .411 5 Assemblea a Associazio nnuale ne ‘Amici d el Policlinico e Donatori d della Mangiagalli i Sangue’ Aula Magn a Università d egli Studi d i Milano via Festa d el Perdono 7 ore 16.00 T. 02.5503.4 3 06/ 4102 Domenica 2 dicembre, ore 17.00 CONCERTO DI B ENEFICENZA Teatro Dal Verme via San Giovanni sul Muro 2, Milano direttore MICHELE MARIOTTI pianoforte LUCA BURATTO PROGRAMMA G. ROSSINI L.V. BEETHOVEN F.J. HAYDN Il barbiere di Siviglia, ouverture Concerto per pianoforte e orchestra W 04 Sinfonia n. 45 (Gli Addii) Il ricavato della vendita andrà a favore dell’Associazione ‘Amici del Policlinico e della Mangiagalli Donatori di Sangue’ per finanziare una borsa di studio per un giovane ricercatore Per informazioni e biglietti Associazione Amici del Policlinico e della Mangiagalli - Donatori di Sangue I POMERIGGI MUSICALI Centro Trasfusionale e di Immunoematologia via Francesco Sforza 35 02.5506.4132 - 4062