Vangelo di Marco L’autore è Giovanni Marco, cugino di Barnaba, convertito da Pietro, che poi accompagnò nei suoi viaggi missionari. Testimone dei suoi insegnamenti, non poté evitare l’influsso di Paolo, di cui fu compagno nel primo viaggio nell’Asia minore. Marco non è uno dei dodici, ma assistette di persona al processo di Gesù (Mc 14, 51s). Di sicuro scrisse il suo Vangelo a Roma, tra gli anni 60 – 70. Quello di Marco è il secondo nella lista classica dei Vangeli, ma è il primo a essere conosciuto, da tanti catechisti, e anche dai ragazzi nei testi di Religione. Perché? Le regione sembrano queste: È il più breve dei vangeli: 16 capitoli; Ha una struttura narrativa più evidente e uno stile più immediato; Soprattutto ha al suo centro un dibattito sulla figura di Gesù e sua quella del discepolo. Considerato dai più il racconto evangelico più antico, si rivolge ai cristiani di origine pagana. Il testo è attraversato da due domande: Chi è Gesù? Chi è il discepolo? Ad esse risponde fin dall’inizio con un’affermazione perentoria: Gesù è il Cristo (Messia) atteso dagli ebrei e il Figlio di Dio (cf. Mc 1,1). Chi si lascia guidare da Marco scopre la vera identità di Gesù e, insieme, la propria identità di discepolo. Marco, più degli altri, è il Vangelo del primo annunzio e insieme dell’itinerario del credente per arrivare alla fede piena in Gesù e alla condivisione della sua vita. Marco è il Vangelo della “sequela”, del cammino del discepolo dietro e con il Maestro. L’evento decisivo è la pasqua di morte e risurrezione: in Mc 14-16 che occupa un quinto del vangelo. Contrariamente a Matteo e a Luca, che ricordano la nascita di Gesù e certi fatti della sua infanzia, Marco apre il suo Vangelo con la predicazione di Giovanni, seguita immediatamente dall’entrata in scena di Gesù adulto, al memento del suo battesimo nel fiume Giordano (1, 1-13), poi Gesù predica in Galilea (1, 14-9,50), sale a Gerusalemme (c. 10) dove viene crocifisso (11, 1-16,8). Dopo la morte in croce, il primo giorno della settimana, le donne che vanno a imbalsamare la salma di Gesù trovano un giovane che annuncia loro la risurrezione (16,7). 1 1 Facile da leggere, il Vangelo di Marco descrive la vita di Gesù fino alla morte in croce e alla scoperta del sepolcro vuoto. Ma è una biografia? In realtà, Marco non dà alcuna indicazione sull’aspetto fisico di Gesù, così come non dà alcuna informazione di natura meramente storica e alcuna precisazione sulla psicologia del suo personaggio. Il suo vangelo pone piuttosto l’accento su una presentazione di Gesù come compimento della promessa divina. Mostra come la sua vita, la sua passione, la sua morte in croce e la sua risurrezione al terzo giorno corrispondano alla realizzazione della buona novella e allo stabilimento del regno di Dio. Essendo relativamente breve e incentrato sugli avvenimenti che ruotano attorno alla passione alla risurrezione di Gesù, alcuni autori pensano che il Vangelo di Marco sia stato redatto per essere letto durante la celebrazione pasquale. Altri autori affermano che il vangelo di Marco aveva uno scopo esenziale catechetico e pastorale: una sorta di manuale per la formazione dei catecumeni provenienti dal paganesimo, con il preciso obiettivo di aiutare i cristiani a passare da fuori a dentro, non in senso puramente spaziale, ma relazionale. Infatti, il discepolo non è solo chi si trova in una comunità, in un tempio o in una chiesa, ma chi è in relazione con Gesù. Grazie a questa amicizia, egli potrà pervenire alla conoscenza delle realtà del regno e a non vedere più le cose dal di fuori, ma a viverle e a sentire dal di dentro. Gesù, per Marco, è soprattutto il Figlio di Dio. Questo titolo è esclusivo di Marco, però egli lo usa nei moneti importanti e narra quando è stato proclamato tale da Dio e dagli uomini (Mc 1,11; 9,7, 15,39). In Marco, la vita di Gesù appare come una lotta senza quartiere contro il male, iniziando dalle tentazioni, continuando con la cacciata dei demoni e nei dibattiti con i nemici o con i discepoli che lo tentano e che terminano sempre con la sua vittoria. I discepoli di Gesù, sembra voglia dire Marco, devono fare la propria parte in queste lotte. Le vittorie su satana, negli indemonianti o in qualsiasi altro luogo dove egli sia presente, sono liberazioni ottenute sul momento quasi per dare senso e fiducia alle lotte dei discepoli. La storia umana in generale acquista senso alla luce della storia di Gesù. Una lettura geografica di Marco Nel vangelo di Marco, i primi episodi collocano Gesù vicino al Giordano dove viene battezzato, e nel deserto, dove è tentato da Satana. Poi Marco mostra Gesù in Galilea, dove vive e passa gran parte della sua vita pubblica, annunciando la venuta del regno e guarendo i malati. Pur essendo popolata per lo più da ebrei, la Galilea, aperta sul mondo pagano circostante, subisce le influenze del paganesimo. Lasciando la Galilea, Gesù attraversa il lago Tiberiade (4, 35-41) per recarsi con i suoi discepoli dalla sponda occidentale, costellata di villaggi ebraici, alla sponda orientale abitata dai pagani. Lì, scaccia uno spirito immondo, denominato legione (5 1-20). Liberato dal male che gli impediva di vivere e lo costringeva a vagare fra i sepolcri, il guarito vorrebbe restare con Gesù, ma il Nazareno gli chiede di andare dai suoi a testimoniare la misericordia del Signore. Mentre Gesù risale in barca per ritornare verso sa sponda ebraica, l’ex indemoniato proclama le opere di Dio in terra pagana. Uscendo nuovamente dalla Galilea, Gesù va verso i pagani, a Tiro e a Sidone (7, 24-31), dove guarisce la figlia di una donna siro-fenicia. Poi continua il suo ministero in Galilea, passando per la Decapoli (regione delle dieci città ellenizzate), dove guarisce un sordomuto (7, 31-37) e sfama una folla di quattromila persone (8, 110). Poi sale a Gerusalemme, dove viene condannato e crocifisso. La finale del Vangelo ricorda ancora la Galilea. Infatti, il giovane che annuncia la risurrezione, seduto accanto alla tomba aperta, invita i discepoli a incontrare il Risorto in Galilea. È là che essi lo vedranno. Questa rapida scorsa del vangelo di Marco mostra che la Galilea vi occupa un posto centrale. È li che Gesù vive a predica il vangelo. E quando se ne allontana, vi ritorna subito per continuare la sua missione fino alla partenza per la Giudea e alla salita a Gerusalemme, dove muore crocifisso. Il vangelo di Marco sembra quindi contrapporre queste due regioni: mentre la Giudea è rivolta verso la città santa, la Galilea è aperta sul mondo pagano; mentre la Galilea accoglie la predicazione di Gesù, Gerusalemme lo rifiuta e lo condanna a morte. È da Gerusalemme che partono le prime accuse contro di lui, proprio all’inizio del suo ministero pubblico: “Gli scribi che erano discesi da Gerusalemme dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni” (3,23). Varie strutture possibili Sono possibili diverse suddivisione del Vangelo di Marco. Suddivisione del Vangelo in base alle indicazioni geografiche Sulle sponde del Giordano e nel deserto Mc 1, 1-13 In Galilea 1, 14-7,23 Viaggi all’estero 7,24-9,29 Dalla Galilea verso Gerusalemme 9,30-10,52 A Gerusalemme 11,2-16,9 Suddivisione del Vangelo in funzione delle relazioni fra le persone Gesù e Giovanni Battista Mc 1,1-13 1,14-3,6 3,7-6,6a A. Gesù e i suoi discepoli, la folla, gli avversari Prima tappa, disposizione del triangolo dei personaggi Seconda tappa, rottura con gli avversari e i parenti di Gesù 6,6b-8,26 8,27-10,52 B. Incomprensione fra i discepoli e Gesù Terza tappa, Gesù e l’incomprensione dei discepoli sulla missione Quarta tappa, Gesù e l’incomprensione dei discepoli sulla strada da seguire 11,1-13,37 14,1-16,8 C. Gesù e i suoi discepoli affrontano gli avversari a Gerusalemme Quinta tappa, scontro di Gesù a Gerusalemme Sesta tappa, la passione di Gesù, l’abbandono dei discepoli e l’opposizione degli avversari, poi l’annuncio della risurrezione. In entrambe le suddivisioni, la struttura proposta mette in risalto certi elementi importanti del vangelo: La prima presenta il Vangelo come un percorso di Gesù, il quale parte dal luogo in cui si trova Giovanni Battista, il precursore, ma ben presto se ne allontana per andare ad annunciare il vangelo in vari luoghi della Galilea e dei paesi limitrofi, per salire infine a Gerusalemme, dove sa che lo attende la croce; La seconda mette in risalto le relazioni stabilite da Gesù con le persone e le difficoltà che incontra. Un gruppo di discepoli si distacca dalla folla e dagli avversari, ma anch’esso abbandonerà Gesù. Suddivisione a partire dal dramma che percorre questo Vangelo Prestando attenzione all’evoluzione del dramma che si svolge in questo vangelo, si può proporre un’altra suddivisione. Incentrato sulla questione dell’identità di Gesù, il Vangelo di Marco è costituito da due grandi parti, riunite attorno a un perno centrale. - Prologo: 1,1-13 - Prima parte: 1,14-8,26. Rivelazione progressiva del mistero dell’identità di Gesù come Messia. Prima sezione: 1,14-3,6. Attività di Gesù e risposta dei farisei e degli erodiani. Seconda sezione: 3,7-6,6a. Attività di Gesù e risposta del popolo. Ogni sezione di questa prima parte inizia con un sommario, cioè un riassunto dell’attività di Gesù e continua con un episodio nel quale intervengono dei discepoli. Segue uno sviluppo costituito da scene varie. Le tre sezioni terminano con una reazione di incomprensione o di rifiuto: 3,6 (rifiuto da parte dei farisei e degli erodiani); 6,1-6 (incredulità della gente della sua patria); 8,14-21 (incomprensione dei discepoli). 8,27-30: confessione di fede di Pietro. È il punto di arrivo della prima e il punto di partenza della seconda. - Seconda parte: 8,31-16,8. Mistero dell’uomo e andata verso Gerusalemme dove Gesù si rivela Messia. - Prima sezione: 8,31-10,52. “Cammino” del Figlio dell’uomo. - Seconda sezione: cc. 11-13. Attività di Gesù a Gerusalemme prima della passione. - Terza sezione:14,1-16, 8. Compimento della missione di Gesù e rivelazione del mistero del Figlio dell’uomo. La prima sezione contiene tre annunci della passione, nonché molte incomprensioni e istruzioni; in essa il termine cammino, come pure i verbi di movimento, rivestono una particolare importanza. Nella seconda, l’attività di Gesù si svolge in un’unità di tempo di tre giorni e nel quadro della città santa o delle sue vicinanza. - La terza sezione corrisponde alla Pasqua di Gesù, durante la quale egli muore in croce e viene intronizzato Re-Messia. - Appendice: 16,9-20. Apparizioni di Cristo e missione degli apostoli. Considerando questa struttura nel suo complesso, si constata che la prima parte contiene un vocabolario tipico: vedere, ascoltare, avere un cuore cieco o duro, nascondere e rivelare, comprendere il regno. Si pongono delle domande sull’identità di Gesù e si abbozzano delle risposte. Ma nessuna è soddisfacente, fino a quella di Pietro, che riconosce in Gesù il Cristo. Ma la buona novella non si ferma a questo rinascimento. Bisogna andare oltre. È l’oggetto della seconda parte, nella quale l’accento cade sull’importanza del regno e sul primato del vangelo, per il quale si può scarificare ogni cosa – chi perde la sua vita la salverà – e lasciare casa, fratelli e parenti per il vangelo. Ai dodici viene dispensato un insegnamento particolare per comprendere il vero significato del titolo “Cristo” applicato a Gesù. Dai tre annunci della passione essi apprendono che il regno viene attraverso la croce. Un vangelo che termina con una cattiva notizia “Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura” (16,8). Apparentemente così termina il vangelo di Marco. Perciò, non è forse il racconto di un fallimento e quindi una cattiva notizia? Senza alcuna apparizione di Gesù vivo, si può credere alla risurrezione? In realtà, se colui che è morto non si trova più nel sepolcro, o è stato portato via o è vivo. Ma come sapere se è vivo? Secondo Marco, lo si può sapere a partire non da una visione, ma da una parola, quella ricevuta dalle donne, che constatano la mancanza del corpo: (…) il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove lo avevano deposto” (16,6). Perché questa insistenza? Perché l’autore di questo vangelo vuole aiutare la sua comunità a scoprire il senso reale della risurrezione. Egli invita il suo lettore a scoprire, come su una pellicola fotografica, nel negativo dell’assenza, il positivo di una vita che è vita piena e sfugge quindi a ogni confisca. Se è morto, sarebbe lì. Le donne potrebbero toccarlo, imbalsamarlo, conservarlo, fossilizzandolo, ma, in ogni caso, si degraderebbe. Ma è vivo e non si può toccare. Non si può neppure vedere. Perciò, in Marco, la fede nella risurrezione non si basa sulle apparizioni, ma su una parola, quella di un giovane, che rinvia a un’altra parola, quella di Gesù: “Come vi ho detto” (16,7). L’incontro con il risorto viene rinviato a più tardi, in Galilea, ma non viene raccontato. Così Marco vuole certamente mostrare che la fede non è questione di visione, ma di ascolto. Qui il secondo vangelo concorda con quello di Giovanni, dove Gesù dice a Tommaso: “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (20,29) e con la rivelazione biblica, nella quale la preghiera quotidiana di ogni israelita è: “Ascolta” (Dt 6,4). Resta questa espressione enigmatica: “Esse (le donne) non dissero niente a nessuno” (16,8). Il semplice fatto che questa affermazione intervenga alla fine del vangelo appena letto indica che qualcosa è stato detto e trasmesso. Ma non viene esplicato. Così il vangelo resta aperto come la tomba vuota e lascia il posto al lettore. Spetta a lui interpretare, ascoltare e quindi ricominciare la lettura del vangelo per scoprire la presenza del Messia risorto. In compagnia dell’evangelista Marco 1. La preparazione del mistero di Gesù (1, 1-20) 2. La giornata di Cafarnao (1, 21-39) 3. Il libretto delle dispute (2, 1-3,6) 4. Il libretto delle parabole (4,1-34) e dei miracoli (4,35-5,43) 5. La sezione dei pani (6,30-8,26) * Prima moltiplicazione dei pani (6,30-44) * Seconda moltiplicazione dei pani (8,1-9) 6. La grande via per scoprire chi è Gesù ( 8,27-10,52) 7. La crisi (11-13) 8. Passione, mote e risurrezione (14-16).