Diocesi insieme Mensile di informazione per il clero a cura dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Milano EVENTI DIOCESANI Colletta per l’Opera Aiuto Fraterno pagina 4 CATECHESI L’iniziazione cristiana delle persone disabili pagina 9 NELL’INSERTO Religione a scuola. Perché? Riflessione proposta dai Servizi Diocesani per la Pastorale Scolastica e per l’Insegnamento della Religione Cattolica Poste Italiane Spa - spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Milano n° 2 2005 Sommario EVENTI DIOCESANI Veglia in Traditione Symboli (19 marzo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Incontro diocesano adolescenti (20 marzo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Colletta per l’Opera Aiuto Fraterno (Giovedì Santo) . . . . . . . . . . . . . . . 4 UFFICI E SERVIZI DI CURIA PASTORALE DEI GIOVANI Triduo pasquale per giovani. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 PASTORALE DELLA FAMIGLIA “Esercizio di Comunione” tra Sposi e Presbiteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Speciale fidanzati: due comunicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 CATECHESI L’iniziazione cristiana delle persone disabili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Diocesi INSIEME Mensile di informazione per il Clero a cura dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Milano - Direttore Responsabile: Don Gilberto Donnini Editore: Centro Ambrosiano di Documentazione e Studi Religiosi Direzione, Redazione e Amministrazione: piazza Fontana 2, 20122 Milano (02/85.56.240) Realizzazione editoriale: ITL srl, via Antonio da Recanate 1, 20124 Milano (02/67.13.161) - Stampa: Boniardi Grafiche Srl, via G..B. Vico 40, 20123 Milano - Periodico registrato presso il Tribunale di Milano al n. 374 del 10.6.1996 Poste Italiane Spa spedizione in A. P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Milano PASTORALE LITURGICA «Lasciamoci plasmare dall’Eucaristia!» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 VITA SOCIALE E LAVORO “Il volto amico e solidale della città” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Incontri sul lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Salvaguardia del creato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Il problema della casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 PASTORALE SCOLASTICA XXIII Marcia “Andemm al Domm” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 COMUNICATI PROGETTI INFORMATICI E STATISTICA Wingepa: in ogni parrocchia l’archivio informatico dei sacramenti . . 18 INSERTO PASTORALE SCOLASTICA E INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA Religione a scuola. Perché? 2 diocesi insieme n° 2/2005 EVENTI DIOCESANI 19 marzo 2005 VEGLIA IN TRADITIONE SYMBOLI “Ho ricevuto dal Signore quello che vi ho trasmesso” S abato 19 marzo alle ore 20.45, nel Duomo di Milano, l’Arcivescovo incontra i giovani per la Veglia in Traditione Symboli. Questa veglia conserva il ricordo di un rito antico della tradizione cristiana; quando il Battesimo veniva conferito in età adulta, dopo un serio cammino di preparazione, al catecumeno veniva consegnato il Credo, da qui il termine latino traditio che significa “consegna”. I catecumeni, ricevuto il Simbolo, si impegnavano a impararlo a memoria; questo gesto assumeva un profondo valore educativo, poiché tenere a mente il Credo voleva dire renderlo concretamente presente nella propria vita: le parole più che su un pezzo di carta dovevano essere impresse nel cuore. Questo evento in cui i giovani della Diocesi e i catecumeni che riceveranno il Battesimo nella veglia di Pasqua si ritrovano intorno al proprio Vescovo, esprime con forza l’irrinunciabile missione della Chiesa di trasmettere il dono della fede. Oggi la veglia in Traditione Symboli può diventare il momento in cui raccogliere tutta la preoccupazione educativa per trasmettere la fede alle giovani generazioni: le famiglie, i sacerdoti, tutti gli educatori delle nostre comunità si interrogano sui linguaggi necessari per trasmettere la fede ai loro figli, per questo pregano, per questo soffrono, per questo sono disposti a nuove forme di annuncio, di generosità e di amore. 20 marzo 2005 L’INCONTRO DIOCESANO DEGLI ADOLESCENTI CON L’ARCIVESCOVO Una Domenica nel centro di Milano L a Domenica delle Palme circa cinquemila adolescenti della Diocesi ambrosiana invaderanno il centro di Milano “in cerca di libertà”. La libertà, come condizione per donarsi agli altri, sarà il tema dell’Incontro diocesano degli adolescenti con il cardinale Dionigi Tettamanzi, che si terrà nel pomeriggio di domenica 20 marzo a Milano. Il centro della città ospiterà diversi spazi di incontro in cui varie realtà (istituzioni, personaggi, associazioni…), che contribuiscono a fare di Milano un luogo di libertà e di servizio, entreranno in contatto con i gruppi presenti, realizzando testimonianze, laboratori e animazioni. L’evento culmina nella Veglia di preghiera in Duomo presieduta dall’Arcivescovo che, tra l’altro, consegnerà ai partecipanti una sua lettera indirizzata a tutti gli adolescenti che non partecipano (o fanno fatica a partecipare) all’Eucaristia domenicale. diocesi insieme n° 2/2005 3 EVENTI DIOCESANI L’Incontro per gli adolescenti nella Domenica delle Palme è una consuetudine voluta e consolidata dal cardinale Tettamanzi: un appuntamento simbolico e concreto al tempo stesso, da viversi al centro di una delle città della nostra Diocesi. In quel giorno, tutte le “forze vive” presenti sul territorio diventano segno e testimonianza per coloro che si stanno affacciando alla giovinezza e iniziano a compiere scelte importanti per la vita. Il cammino degli adolescenti nella Diocesi di Milano si sviluppa lungo un triennio e, con l’ausilio del testo del Catechismo dei giovani della Cei (vol. 1 “Io ho scelto voi”), affronta le tematiche legate alla relazionalità, alla responsabilità e, infine, alla libertà. La Quaresima è momento particolarmente adatto per approfondire il tema dell’anno in un’ottica, a volte anche provocatoria, che pone ogni adolescente dinnanzi alla scelta cristiana e a chi questa scelta l’ha incarnata nella vita. Il tema dell’anno in corso - la libertà - sarà inquadrato nella prospettiva del dono ricevuto e ridonato. I gruppi mediteranno sulla figura di Mosé e ripercorreranno le tappe bibliche della sua liberazione e di quella del popolo di Israele. Mosé sarà una delle figure-simbolo della Veglia del 20 marzo. Un altro testimone, che gli adolescenti incontreranno attraverso i suoi scritti, nell’apposito sussidio preparato per la Quaresima, è mons. Giovanni Barbareschi, prete ambrosiano vivente, che appena ordinato sacerdote, nel 1944, è stato uno dei protagonisti della lotta di liberazione dal nazifascismo. L’incontro con l’Arcivescovo si colloca in un cammino arduo, affascinante e in qualche modo infinito: quello che condurrà ogni adolescente a scoprire e vivere la dimensione della libertà nel lasciarsi chiamare per aprirsi al servizio 4 diocesi insieme n° 2/2005 degli altri. Come Gesù, l’Uomo libero e vero, il Figlio di Dio in cui è la pienezza del dono, della libertà e dell’amore. don Massimiliano Sabbadini Responsabile del Servizio per i Ragazzi, gli Adolescenti e l’Oratorio Giovedì Santo COLLETTA PER L’OPERA AIUTO FRATERNO I l contesto spirituale del Giovedì Santo evoca, ogni anno, la ricchezza dei doni che il Signore fa alla sua Chiesa. E in ogni anno la Chiesa cerca di ridirne tutto il significato. Anche questa determinazione dell’Arcivescovo si iscrive nel “clima” generato dalla Pasqua. Nella celebrazione vespertina in Coena Domini siamo invitati tutti a esprimere un gesto concreto di solidarietà nei confronti dei preti anziani o ammalati. È la Diocesi, nel suo insieme, che si prende cura di loro. Non c’è momento più significativo di questo per dirlo in modo intenso; la celebrazione di quella sera di vigilia è carica di un’esigenza di comunione. L’Arcivescovo ci invita a esprimerla anche in questo modo. mons. Franco Brovelli Presidente Fondazione Opera Aiuto Fraterno Testo del decreto dell’Arcivescovo per il sostegno dell’Opera Aiuto Fraterno In occasione del Sinodo minore dell’ottobre 1947 il beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, anticipando quanto richiesto dal concilio Per provvedere l’Opera Aiuto Fraterno dei mezzi necessari ad adempiere la sua missione, venne stabilita in origine una forma di contribuzione, coinvolgendo tutte le parrocchie della diocesi nella misura di una quota capitaria (cf Sinodo diocesano 45°, cost. 278), da reperire durante una giornata pubblica di preghiera o «mediante propaganda privata» (cf lettera del Vicario generale del 21 ottobre 1947). Tali determinazioni assunsero nel corso degli anni la forma di un contributo nella misura di £ 50 per abitante, da raccogliere presso i fedeli in occasione della terza domenica del mese di maggio, anche se l’indicazione perse progressivamente efficacia. In epoca più recente, unitamente alla continua e generosa contribuzione di molti alle necessità dell’Opera, si ravvisa la necessità di affrontare situazioni sempre più gravose, connesse anche all’innalzamento dell’età media del clero; come afferma il Sinodo diocesano 47°: «Una maggiore presenza di presbiteri anziani chiede alla Diocesi di investire risorse, predisponendo per loro abitazioni dignitose, case del clero e simili. Essa si fa carico della assistenza e cura dei presbiteri infermi o invalidi sia attraverso forme già in atto come l’Opera Aiuto Fraterno, sia impegnandosi a progettare eventuali altre forme, fiduciosa nella solidarietà tra i presbiteri stessi e i fedeli» (Cost. 494 § 4). Io stesso, nell’omelia del Giovedì Santo dello scorso anno, rivolgendomi ai preti anziani e ammalati, avevo ricordato loro che «il Vescovo, il presbiterio di cui fate parte e le comunità cristiane che avete servito assicureranno il doveroso sostegno di una fraternità sacerdotale, perché possiate godere di una sistemazione decorosa, di una sufficiente disponibilità economica e di una concreta possibilità di affrontare con serenità i problemi, talvolta pesanti, legati all’età e alla salute». EVENTI DIOCESANI Vaticano II (cf PO 21), dispose la creazione di un’istituzione che provvedesse in diocesi alle necessità del clero anziano e malato, l’Opera Aiuto Fraterno, che a partire dal 1996, per iniziativa del Cardinale Carlo Maria Martini, assunse la forma giuridica più sicura di Fondazione. In attuazione di tali intendimenti, allo scopo di assicurare all’Opera Aiuto Fraterno sufficienti risorse economiche, ho individuato nel Giovedì Santo, particolarmente dedicato alla memoria della istituzione del sacerdozio, il giorno in cui promuovere una più viva partecipazione dei confratelli presbiteri, degli altri fedeli e delle singole comunità cristiane, a favore di nuove forme di fraternità sacerdotale. Pertanto, con il presente Decreto, a norma del can. 1266 stabilisco che nell’Arcidiocesi di Milano, a decorrere dal Giovedì Santo del corrente anno 2005, in ogni chiesa, anche appartenente ai religiosi, in cui si celebra la liturgia In coena Domini, si faccia tra i fedeli una colletta il cui ricavato verrà interamente destinato alla Fondazione Opera Aiuto Fraterno, per l’assistenza e la cura dei sacerdoti anziani e ammalati. Il Signore benedica quanti sapranno esprimere anche in questo modo la propria riconoscenza verso i presbiteri che hanno fedelmente servito la nostra Chiesa. Milano, 1 febbraio 2005, memoria del beato Card. Andrea Carlo Ferrari † Dionigi Tettamanzi Arcivescovo di Milano diocesi insieme n° 2/2005 5 UFFICI E SERVIZI DI CURIA PASTORALE DEI GIOVANI TRIDUO PASQUALE PER GIOVANI Farò la Pasqua da te F arò la Pasqua da te è un’esperienza di preghiera e di comunione a partire dalla tradizione liturgica del Triduo Pasquale. Con Farò la Pasqua da te si vuole offrire ai giovani, che intendono vivere in maniera intensa e personale i giorni del Triduo, un momento unico per avvicinarsi al mistero della passione e resurrezione di Gesù. Particolarmente curati sono: il clima del raccoglimento e della preghiera, la veglia notturna al Getzemani, le meditazioni teologiche le celebrazioni liturgiche con la comunità del Seminario. Questo contesto spirituale può aiu- tare i giovani a riscoprire il dono di Gesù Crocifisso e a trovare le parole, i sentimenti e gli atteggiamenti interiori per entrare nel mistero di Cristo che si consegna completamente a Dio e all’uomo. L’iniziativa è destinata ai giovani dai 20 ai 30 anni e si svolgerà presso il seminario di Seveso dal pomeriggio del Giovedì Santo (24 marzo) alla veglia di Pasqua (26 marzo). Le meditazioni e le proposte spirituali saranno guidate da don Cristiano Passoni. Le iscrizioni si ricevono entro il 15 marzo presso il Servizio Giovani di Pastorale Giovanile. PASTORALE DELLA FAMIGLIA “ESERCIZIO DI COMUNIONE” TRA SPOSI E PRESBITERI S i tratta di un’iniziativa che vuole contribuire a realizzare uno degli obiettivi del programma pastorale di quest’anno: la relazione positiva della famiglia nella Comunità parrocchiale. Se la celebrazione eucaristica domenicale porta alla Comunità parrocchiale il dono della comunione a partire dalla Pasqua di Gesù, è poi la vita della Comunità che dà testimonianza di questo dono (MST, n. 33). Nello specifico della Pastorale Familiare (PF) è la relazione tra Sacerdoti e Sposi a rendere visibile questa comunione: è questo il motivo che soggiace la proposta dell’eser- 6 diocesi insieme n° 2/2005 cizio di comunione tra Sposi e Presbiteri. 1. Di cosa si tratta? L’”esercizio di comunione” tra Preti e Sposi vuole mettere a tema la buona relazione tra le due vocazioni. La collaborazione nella PF vuole partire dal segno che le due vocazioni - sacerdotale e matrimoniale - coi loro propri carismi, rappresentano dell’amore di Cristo per la sua Chiesa (Catechismo Chiesa Cattolica, n. 1534), impegnandosi a creare quel volto missionario di comunità ecclesiale che annuncia il Vangelo e trasmette la fede (MST, n. 58). 2. Motivi - Realizzare l’obiettivo dell’anno: famiglia e Comunità parrocchiale sono chiamate dall’Eucaristia alla reciproca comunione, che si manifesta in un rapporto di stima e collaborazione tra le differenti vocazioni matrimoniale e sacerdotale. - Far sorgere la collaborazione pastorale non da un principio funzionalistico, ma dal riconoscimento e dalla stima reciproca della vocazione che ciascuno vive nella Chiesa, migliorando la qualità delle relazioni che già si stanno vivendo tra Sacerdoti e Sposi all’interno della PF. 3. Fasi del lavoro: - Inizio gennaio: gli incaricati decanali di PF, in Diocesi, affrontano l’argomento (l’incontro è avvenuto lo scorso 8 Gennaio presso il Seminario di C.so Venezia a Milano); - Gennaio-aprile: in Decanato, ogni Commissione di PF realizza l’ “esercizio di comunione” facendo emergere una conclusione da consegnare al Decano, agli incaricati zonali e al Servizio per la Famiglia della Diocesi; - Maggio: in Diocesi si opera la sintesi del lavoro che servirà alla stesura del “principio-guida ecclesiale” del progetto di PF. 4. Il momento decanale - Gli incaricati decanali, con il proprio Decano, decidono la data dell’incontro decanale (tra gennaio e aprile, prevedendo di far arrivare la sintesi per l’incontro in Zona pastorale entro aprile). - Con una lettera-invito a firma del Decano e degli incaricati di PF si invitano all’incontro (luogo, data, orario e traccia) gli operatori di PF, (Sacerdoti, Sposi, Direttore del Consultorio Familiare, …). -L’incontro potrebbe svolgersi con queste modalità: *preparazione della sede (sarà necessario un secondo ambiente per il lavoro di gruppo) * introduzione di saluto da parte del Decano e degli incaricati di PF * breve momento di preghiera (lo schema potrebbe essere quello utilizzato a Milano, l’8 gennaio) * presentazione del lavoro: tre brevi comunicazioni (a cura degli incaricati decanali): - una, a partire dal testo di mons. Tonino Bello (“Cantus firmus”, in: Articoli, corrispondenze, lettere e notificazioni. Scritti di mons. Antonio Bello, Vol. 5, Mezzana, Molfetta, 2003, pp. 11-13; la fotocopia può essere richiesta al Servizio per la Famiglia) - l’altra, a partire dal testo dei coniugi Gillini-Zattoni (comunicazione al Serv. per la Famiglia al quale può essere richiesta fotocopia) - presentazione delle domande per il lavoro di gruppo * lavoro in due gruppi (Sposi e Sacerdoti) * ritorno in assemblea e presentazione delle due sintesi di lavoro dei gruppi * conclusione del Decano. Per i tempi occorre prevedere: ca. 45 min. per preghiera-introduzione-presentazione dei lavori di gruppo ca. 45 min. per il lavoro di gruppo ca. 30 min. per la comunicazione finale - Gli incaricati decanali si impegnano a stendere la sintesi che verrà inviata a tutti i partecipanti, agli incaricati zonali, al Servizio per la Famiglia, P.zza Fontana, 2 Milano ([email protected]). diocesi insieme n° 2/2005 UFFICI E SERVIZI DI CURIA L’esperienza positiva realizzata due anni fa in Diocesi (alla quale parteciparono una cinquantina di Sacerdoti e una settantina di coppie di Sposi) viene quest’anno proposta nei Decanati e al Coordinamento di Movimenti e Associazioni di spiritualità familiare. 7 UFFICI E SERVIZI DI CURIA 5. Il momento diocesano Gli incaricati parteciperanno all’incontro diocesano del 7 maggio 2005 per la sintesi diocesana del tema. Domande per il LAVORO DI GRUPPO (distinto tra gruppo dei Preti e degli Sposi) Domande per il gruppo dei PRETI 1. Quale valore-aiuto i preti riconoscono agli sposi? 2. Come facciamo noi preti a ostacolare le coppie di sposi? 3. Ricordiamo alcuni episodi o momenti positivi di collaborazione. Domande per il gruppo degli SPOSI 1. Quale valore-aiuto gli sposi riconoscono ai preti? 2. Come facciamo noi coppie di sposi a ostacolare i preti? 3. Ricordiamo alcuni episodi o momenti positivi di collaborazione. * E’ da prevedere qualcuno che poi relazioni a tutta l’assemblea la sintesi delle risposte alle tre domande. Potrà essere utile il materiale ricevuto a Milano e anche il riferimento all’esperienza precedente riportata nel testo: AA.VV., Fidanzati e comunità. Preti e Sposi ripensano la preparazione al matrimonio, Ancora, Milano, 2003. 8 diocesi insieme n° 2/2005 SPECIALE FIDANZATI: DUE COMUNICAZIONI ● Fidanzati 2000 Monitoraggio degli itinerari in preparazione al Matrimonio. Il lavoro svolto attraverso l’indagine dello scorso anno è giunto al momento della sintesi regionale. Contiamo di mettere a disposizione dei Sacerdoti e degli Operatori pastorali una prima sintesi ragionata in relazione alla nostra Diocesi, attraverso un Inserto Speciale nel prossimo numero di Diocesi Insieme. ● Incontro Diocesano dei Fidanzati In queste settimane, nelle diverse Parrocchie stanno avendo inizio gli itinerari di preparazione al Sacramento del matrimonio. Ricordiamo ai Sacerdoti e agli Operatori pastorali di segnalare alle coppie di Fidanzati anche l’iniziativa annuale dell’incontro diocesano dei Fidanzati. Questo appuntamento sta diventando un’occasione positiva a livello diocesano, da valorizzare e promuovere. Quest’anno avrà luogo a: Milano, Sabato, 21 maggio 2005, nel pomeriggio. Per ora va segnata la data: in seguito giungeranno informazioni più precise. UFFICI E SERVIZI DI CURIA CATECHESI L’INIZIAZIONE CRISTIANA DELLE PERSONE DISABILI N ello scorso dicembre, l’Ufficio catechistico nazionale ha pubblicato un testo dedicato a L’iniziazione cristiana alle persone disabili. Orientamenti e proposte (EDB, Bologna, pp.76, 4,50 €) che costituisce la più recente espressione dell’ampia premura pastorale che quest’Ufficio coltiva da tempo, attraverso il suo Settore specifico, alla catechesi dei disabili. Il documento è articolato in due parti: la prima - a cura del vescovo Francesco Lambiasi - offre considerazioni e prospettive per promuovere la presenza dei disabili nella comunità ecclesiale. In continuità con il Direttorio Catechistico Generale - che presenta la pastorale per le persone disabili come «un compito eminentemente evangelico e una testimonianza di grande rilievo, che rientra nella costante tradizione della Chiesa” (n. 91) - il nostro documento sollecita le comunità parrocchiali a riscoprire la persona del disabile come soggetto e protagonista di evangelizzazione. L’obiettiva complessità delle forme nelle quali si manifesta il disagio (fisico, mentale, sensoriale, sociale) e i limiti della tradizione pastorale nella trasmissione della fede a queste persone, rendono impegnativo tale compito del quale, tuttavia, il documento individua le coordinate generali: avere una premura speciale per i disabili; promuovere una cultura della condivisione; sostenere nel cammino della santità; dare per mettere in condizione di dare. Dunque, a partire dal riconoscimento della speciale dignità della persona disabile, il testo invita a promuo- verne l’integrazione e la personalizzazione, soprattutto attraverso specifici itinerari d’iniziazione cristiana dei quali vengono richiamate le caratteristiche: • è necessario anzitutto cercare il coinvolgimento della famiglia, come primo seno materno della fede e della vita cristiana; • è indispensabile avvalersi di catechisti che abbiano acquisito sensibilità alla specifica situazione dei fanciulli e ragazzi disabili e posseggano elementi psicopedagogici adeguati; • l‘itinerario d’iniziazione dovrà essere adatto alle possibilità della persona disabile; • per quanto possibile, il fanciullo non compia l’itinerario da solo, diocesi insieme n° 2/2005 9 UFFICI E SERVIZI DI CURIA ma in gruppo, così da evitare qualsiasi emarginazione o discriminazione; • se opportuno, anche per favorire la ricezione, la celebrazione dei tre sacramenti potrà essere distanziata nel tempo. A partire da queste indicazioni pastorali della Chiesa italiana, monsignor Lambiasi offre alcune considerazioni su aspetti di particolare rilievo: il diritto - dovere di ogni battezzato alla partecipazione liturgica; i criteri per ammettere alla comunione eucaristica il disabile mentale; l’integralità dell’educazione e diritto del disabile allo spirituale; un richiamo profetico da rilanciare. La seconda parte del documento – direttamente curata dall’Ufficio catechistico nazionale - presenta orientamenti e proposte di pastorale catechistica che meritano un’attenta riflessione e intelligente attuazione. Infatti, nonostante le iniziative che il Settore per la catechesi dei disabili ha promosso per la formazione catechistica e l’animazione delle comunità parrocchiali, queste ultime non sembrano sempre in grado di offrire itinerari di fede adeguati e personalizzati che tengano conto della ricerca pedagogica e siano capaci di coinvolgere attivamente l’interessato, la sua famiglia e l’intera comunità. Inoltre, sono poche le parrocchie che possono disporre di catechisti dotati della competenza pedagogica necessaria a comunicare e testimoniare gli elementi basilari della fede, secondo le capacità nelle diverse forme di disabilità. Per contribuire al superamento di queste difficoltà, il documento richiama anzitutto i tratti generali di una pastorale che si lascia interpellare dalla presenza di persone disabili: l’atteggiamento, fatto di conoscenza e accoglienza; la meta dell’integrazione personalizzata; l’impegno di promozione integrale ed evangelizzazione. In questo con- testo di comunità a servizio della fede, il testo indica alcuni passaggi metodologici per la catechesi dei disabili (l’incontro; il primo annuncio, un cammino da cominciare, una vicinanza da sperimentare) e le principali scelte della proposta catechistica (partire dai contenuti essenziali, inserire nel gruppo, usare un linguaggio globale, abilitare al servizio nella comunità). La riflessione del documento approda quindi all’offerta di indicazioni concrete e puntuali legate alla celebrazione dei sacramenti ai disabili, in particolare agli handicappati psichici gravi. Il testo sviluppa un’articolata lettura teologico pastorale della questione, arricchita anche dal rimando alla normativa canonica e alla secolare tradizione della Chiesa, della quale s’è fatto interprete papa Giovanni Paolo II nell’omelia a un gruppo di cresimandi disabili, riportata in chiusura del documento. Al sussidio sull’iniziazione dei disabili è allegata un’articolata bibliografia1 che suggerisce gli strumenti per sviluppare lo studio e la progettazione pastorale, cui possono dare un qualificato contributo le Associazioni che si occupano di catechesi e disabili, delle quali sono forniti gli indirizzi delle pagine web e della posta elettronica. In definitiva il documento conferma la diffusa convinzione che trasmettere la fede ai disabili non è compito che si possa improvvisare, ma chiede alle comunità l’assunzione di precisi atteggiamenti. È necessaria, anzitutto, la conoscenza delle situazioni di disagio presenti nel territorio, spesso pudicamente protette dagli stessi familiari. Solo una vera conoscenza dei bisogni può far superare la logica di delega agli organismi specializzati e quindi può sollecitare la comunità all’ascolto, all’accoglienza e al coinvolgimento, con una specifica attenzione alla famiglia che si trova spesso sola e come schiacciata dal proprio problema. segue a pag. 11 10 diocesi insieme n° 2/2005 Nell’azione a favore dei disabili è decisivo il superamento del diffuso pregiudizio efficientista che non sa riconoscere le possibilità presenti negli stessi handicappati, ai quali va chiesto di collaborare attivamente, facendo ciò che la loro situazione consente. Con queste attenzioni s’impara ad agire con i disabili e non solo per loro, favorendone una realistica integrazione nella comunità. A livello propriamente catechistico, bisogna prendere atto che il movimento postconciliare non ha prodotto un articolato rinnovamento di questo ministero per i portatori di handicap, anche se la riscoperta dell’intrinseca dimensione ecclesiale del cammino di fede ha promosso un notevole sforzo di socializzazione religiosa dei disabili per favorirne l’inserimento nella comunità ecclesiale. Occorre, quindi, che le comunità cristiane si facciano carico di una vera educazione religiosa, intensificando gli sforzi di riflessione e di realizzazione d’itinerari adatti a tradurre il lodevole - ma spesso generico - atteggiamento di accoglienza, in una comunicazione di fede capace di accompagnare il cammino delle persone disabili. UFFICI E SERVIZI DI CURIA continua da pag. 10 L’auspicio è che l’integrazione nella comunità dei fratelli disabili, renda veramente integra la comunione ecclesiale e la renda profezia nel mondo della presenza di Cristo che porta la salvezza a tutti e stimola la comunità civile a promuovere adeguati interventi. mons. Ernesto Combi Responsabile del Servizio per la Catechesi 1 Indicazioni che integrano la bibliografia del documento: F. DEVESTEL, Handicappati fisici, in Dizionario di catechetica, Leumann, LDC 1986, 323324; F. DEVESTEL, Handicappati sensoriali, in Dizionario di catechetica, Leumann, LDC 1986, 327-329; G. MORANTE, Handicappati e comunità cristiana, in Note di pastorale giovanile 33 (1998) 7, 5-39; G. MORANTE, Catechesi e handicap, in Andate e insegnate. Manuale di catechetica, Leumann, LDC 2002, 308-325; TREVISAN G. (edd), Quando si diventa cristiani. I sacramenti dell’iniziazione: indicazioni canoniche e pastorali, Milano, Ancora 2004, 316-320; VANDEKERKHOVE, Handicappati, in Dizionario di catechetica, Leumann, LDC 1986, 323; VAN WALLEGHEM, Handicappati mentali, in Dizionario di catechetica, Leumann, LDC 1986, 324327; 9988N. ZANNI, Portatori di handicap, in Dizionario di scienze dell’educazione, Leumann, LDC 1997, 497-500. PASTORALE LITURGICA «LASCIAMOCI PLASMARE DALL’EUCARISTIA!» P ensando al buon lavoro che le nostre comunità parrocchiali hanno svolto e continueranno a compiere nell’Anno dell’Euca-ristia, con le inchieste conoscitive sulla frequenza alla Messa domenicale, sulla qualità della celebrazione eucaristica e sulle modalità nel vivere il Giorno del Signore, mi sovviene un’immagine per la cui ingenuità (quasi irriverente) chiedo scusa: una statuetta di plastilina nelle mani di un bambino che si ingegna a trasformarla, “piegandola” secondo il proprio talento e la propria fantasia di piccolo artista. L’Eucaristia, i Sacramenti, la diocesi insieme n° 2/2005 11 UFFICI E SERVIZI DI CURIA 12 Liturgia delle Ore, ecc. sono nelle nostre mani come “manufatti” (sit venia!) molto o poco adattati di volta in volta, di tempo in tempo, a genio e capacità dei presbiteri, degli animatori, delle assemblee celebranti. Che questa “plasmazione” debba avvenire lo sappiamo dalla lettura dei documenti sulla Liturgia e dalle introduzioni ai libri liturgici: la parola adattamento da più di quarant’anni non cessa di correre, impegnando faticosamente liturgisti, celebranti e operatori liturgici. Ma chi e quanto, come e dove ci si dia da fare “plasmando” la Liturgia e i suoi riti con i suoi segni è sempre da vedere con serietà, da verificare e magari da correggere, da frenare o da incentivare con quella sapienza celebrativa che ha bisogno del nostro criterio illuminato e della Saggezza divina. In ordine a tale impegnativa e prudente creatività sembra opportuno ribadire alcune sollecitazioni. • La prima cosa da richiamare Giovanni Paolo II ce l’ha raccomandata aprendo l’Anno dell’Eucaristia - è quella di andare a rileggere (o a leggere magari per la prima volta) la Introduzione al Messale: al di sopra di opere, opuscoli e lezioni, “Principi e Norme” sono il vademecum indispensabile e completo, la guida eccellente alla celebrazione della Messa per tutti: all’altare, in navata, in coro, all’ambone, all’organo, al microfono… Se anche solamente questa rilettura fosse il frutto di quel “buon lavoro” delle nostre parrocchie in accompagnamento o a seguito dell’inchiesta conoscitiva e dei suoi risultati (positivi e negativi), c’è di che essere contenti. Paradossalmente potrebbe emergere che da “plasmare” non ci sia poi tanto (specialmente con i testi liturgici che santa madre Chiesa ci pone fra le mani) e che basti poco a una saggia creatività, in spirito e verità (e, quanto a musica, in sobria bellezza). Pur comprendendo, in proposito, alcuni nostri fedeli che si lamentano della “staticità” delle celebrazioni cui partecipano, c’è anche da chiedersi se diocesi insieme n° 2/2005 abbiano sempre torto altri che dicono: «Chissà perché Don (…) cambia e introduce qualcosa di nuovo a ogni Messa!». «In medio» - fra l’andare a briglie sciolte e l’irrigidirsi in un freddo ritualismo - «stat virtus». • La seconda cosa da considerare riguarda la formazione liturgica. Recentemente mi ha punto nel vivo la constatazione di un animatore, impegnato nell’animazione liturgica: «La mia impressione è che per la Catechesi ci siano molta dedizione e anelito formativo: assai meno per la Liturgia». Salva la giusta soddisfazione e ammirazione per migliaia di catechiste/i benemeriti, condivido l’impressione dell’amico animatore liturgico, anche perché l’hanno espressa pubblicamente tempo fa i nostri Vescovi in una Assemblea Cei. Il nostro Servizio diocesano per la Pastorale Liturgica, in ogni incontro e iniziativa di carattere formativo, con una partecipazione che si vorrebbe più numerosa, constata una rilevante assenza degli operatori liturgici musicali: non potrebbero, ad esempio, essere in maggior numero gli alunni della Salm - Scuola animatori liturgico-musicali -, se i Presbiteri fossero più solleciti nei confronti della musica e del canto nelle loro assemblee? Forse c’è indifferenza e perfino una diffusa convinzione: «Non c’è bisogno di più: abbiamo idee sufficienti nella testa e basta quel che già sanno e fanno lettori, cantori, organisti e altri strumentisti». Ricordo quanto affermava tempo fa un nostro eminentissimo Arcivescovo: «Ogni quattro o cinque anni, si deve ricominciare da capo» … e rimettersi sui banchi di scuola. Se anche questo fosse un buon frutto e un fermo proposito dopo le “domande” e le “risposte” dell’inchiesta conoscitiva? • Ben vengano, allora, … altre schede (!), quelle che saranno distribuite per un’attenta catechesi liturgica pasquale: una per ogni domenica di Pasqua, sulle motivazioni di fondo che stimolino i fedeli a una partecipazione più consapevole, interiore e atti- dobbiamo evitare di “personalizzare” a tal punto la celebrazione della Messa da farla diventare più una celebrazione dell’amicizia e dell’incontro fraterno che non il memoriale della passione del Signore che ci fa Chiesa, comunità del Risorto animata dallo Spirito e mandata nel mondo per portare a tutti la salvezza. Sia la Messa a cambiare ciascuno di noi e le nostre comunità, i nostri gruppi! Sia la Messa a rinnovare in noi e nelle nostre parrocchie un coraggioso e appassionato “slancio missionario”!» (Mi sarete testimoni, p. 83). Accentuare la convinzione di fede che l’Eucaristia è attualizzazione di Cristo, della sua presenza e della sua salvezza contribuirà a questa opera di plasmazione sia “attiva” che “passiva”. Faccia da risonanza una delle espressioni più intense di S. Agostino, con un suo gioco di parole: «Siete quello che vedete e ricevete quello che siete». mons. Giancarlo Boretti UFFICI E SERVIZI DI CURIA va alla Messa nel Giorno del Signore, con suggerimenti per le omelie pasquali e sottolineature di particolari gesti liturgici. Riteniamo che questi sussidi potranno diventare non solo oggetto di lettura occasionale per coloro che partecipano alla Messa domenicale, ma anche strumento di riflessione prolungata e distribuita nel tempo, in un cammino formativo permanente soprattutto per i Gruppi liturgici e per gli animatori parrocchiali. • è necessario che ci plasmiamo: ma è ancor più necessario che innanzitutto ci lasciamo plasmare dal sommo Maestro che ci convoca e ci raduna, ci parla e ci nutre di sé attorno alla mensa della Parola e del Pane nella celebrazione eucaristica. Ce lo dice il nostro Arcivescovo con chiara e semplice eloquenza: «Lasciamoci plasmare dall’Euca-ristia! Vinciamo la tentazione di forgiarla come vogliamo noi, secondo i nostri gusti e desideri. Con molta umiltà, saggezza e semplicità, VITA SOCIALE E LAVORO “IL VOLTO AMICO E SOLIDALE DELLA CITTÀ” P er una ripresa nei gruppi parrocchiali/decanali di Pastorale del Lavoro ci pare utile offrire questa “guida di lettura” del Discorso alla Città 2004. Il cardinale Dionigi Tettamanzi ha interpellato la città e le sue autorità in occasione dell’incontro nella chiesa di S. Ambrogio alla vigilia della festa: 6 dicembre 2004. Il testo del discorso, che il cardinale Dionigi Tettamanzi ha pronunciato alla vigilia di S. Ambrogio, si può leggere su Internet “Chiesa di Milano”, avente come titolo “Il volto amico e solidale della città”. Esso merita molte considerazioni poiché ci impegnano, in questo tempo di fatica, a ritrovare richiami di valori per una convivenza solidale. Il discorso ha avuto molta risonanza poiché ha toccato le corde sensibili della solidarietà e ha, nel frattempo, fatto pulizia di ambiguità che si mascherano dietro effettive difficoltà ma che impegnano, per questo, a cercare di affrontare con coraggio per mantenere alto l’impegno verso le realtà più deboli. La solidarietà va «intesa come il vincolo che unisce tutti coloro che appartengono a una società, un vincolo rivolto al bene e, perciò, costitutivo della vita civile, un legame inscindibile per una grande città che non voglia divenire un semplice e diocesi insieme n° 2/2005 13 UFFICI E SERVIZI DI CURIA 14 casuale agglomerato urbano». Lo stile della solidarietà deve svelare la gratuità, e impegna alla relazione/reciprocità. Pagine molto dense sulla relazione richiamano l’impegno a sviluppare rapporti, apertura, scoperta di far parte di una realtà di uomini e donne il cui progetto è diventare, per tale relazione, popolo. Così il titolo di questo discorso potrebbe essere anche: la relazione, poiché ne sviluppa le esigenze, le scoperte, le inevitabili implicazioni nel tessuto della convivenza (la riflessione, poi, non è solo per la città di Milano ma si allarga, molto di più, su tutto il vivere civile e religiosa, ovunque). Con i valori e le istanze della solidarietà (seconda parte del discorso) ritroviamo tracciati suggerimenti per un ricupero del senso civile della solidarietà. Con il riconoscere il valore di ogni persona si giunge a «ristabilire le uguaglianze attraverso l’impegno e l’opera di chi governa». Perciò solidarietà diventa una vera forma di giustizia e non “un dono grazioso”. Dire che la persona è al centro significa tirarla fuori dall’anonimato e restituirle “identità”. Ci si abitua, purtroppo, a ripetere che la persona è al centro ma non si sa cogliere poi le conseguenze ad ogni livello. Siamo perciò invitati, dalle parole dell’Arcivescovo, a ripensare, insieme al proprio Consiglio Pastorale e alle persone della Comunità, il senso concreto di queste affermazioni. E per non restare nell’astrazione, vengono ricordati alcuni problemi emergenti, spesso uniti a una nostra inspiegabile disattenzione. La parola, anzi, volutamente leggera e tutto sommato ironica, è “distrazione”: «La Città rischia di sembrare ogni tanto un po’ “distratta». Tali distrazioni vanno prese come punti di particolare ricerca nelle nostre Comunità, accompagnati da esperti che aiutano a capirne la portata. In fondo si riallacciano alla vita quotidiana e si rifanno a quella Eucaristia come vivere, relazione, condivisione, consapevolezza e preparano diocesi insieme n° 2/2005 al tempo della riflessione sulla Dottrina Sociale della Chiesa che si svolgerà nel prossimo anno pastorale. La scuola: «Eravamo “distratti”, guardavamo altrove, se non ci siamo accorti per lungo tempo che migliaia di bambini dei nostri nuovi concittadini non frequentavano la scuola?» Gl’immigrati e il loro inserimento attraverso la scuola: problema scolastico in relazione agli immigrati. Le periferie e i problemi dei giovani: «periferie abbandonate a se stesse e mancanza di occasioni culturali per i nostri giovani,… Non abbiamo forse sorriso con atteggiamento distaccato quando alcuni giovani sono andati alla ricerca di culture alternative?». La casa: la questione della casa e il diritto di “abitare la terra”. Puntualizzare il problema della casa significa ricordare una delle difficoltà maggiori che stiamo vivendo e che condiziona, in particolare, le nuove generazioni, gli anziani, le persone sole, gli extracomunitari, coloro che hanno lavori flessibili a rischio di precarietà, coloro che non possono permettersi in casa due redditi pieni, i lavoratori in mobilità sopra i 45 anni, le donne. «Oggi trovare casa è un’impresa…è un miraggio o un costo insostenibile… è un incubo». La perdita del potere di acquisto dei redditi che entrano in casa: i salari, per motivi diversi, diventano, per larghe fasce di popolazione, assolutamente insufficienti ed erodono i risparmi, incrementando debiti persino nelle classi medie. «Resta, comunque, la domanda di fondo. Perché non lo “sapevamo”? Perché non ce ne “siamo accorti”? Vivevamo forse altrove? O abbiamo distolto lo sguardo? Volevamo essere tolleranti? Ma è vera tolleranza quella che rende indifferenti e non esprime attenzione e stima per l’altro?». Bisogna mettersi insieme a progettare: questa proposta nasce dall’invito a costituire alcuni “tavoli” per studiare e cominciare a mettere in atto un “progetto” di vasti orizzonti; sarebbe un modo per Milano di riappropriarsi INCONTRI SUL LAVORO S i stanno sviluppando, nella diocesi, alcuni incontri sul lavoro e sulla Dottrina Sociale della Chiesa. Ci sembra utile segnalare i temi, i relatori, la problematica e le diverse esigenze e attenzioni. - Venerdì, 15 aprile 2005, a S. Magno, Legnano, ore 21, l’on. Giovanni Bianchi parlerà su “Testimonianza e coerenza di vita (lo stile del cristiano impegnato nel sociale)”. - Incontri per zone nella provincia Aclista di Milano (sono 18), a cui sono interessati i sacerdoti che abbiano, nella propria parrocchia, un Circolo Acli. Si sviluppa il “Progetto Parrocchia” tema assunto a livello nazionale, quest’anno, come viene programmato nella ricerca e nell’aggiornamento religioso delle Acli. Saranno presenti don Raffaello Ciccone e un membro della presidenza provinciale. - Dopo la Giornata della Solidarietà ci si incontrerà nei decanati e parrocchie per poter parlare del tema poiché interessa problemi particolarmente significativi della vita delle persone. Sentiamo che possa essere utile un incontro, incoraggiando anche i laici a sviluppare una presenza e una ricerca sul territorio. UFFICI E SERVIZI DI CURIA della sua tipicità e della sua tradizione. Sarebbe un rinnovare quell’affermazione secondo cui “Milano ha il cuore in mano!”. E se mi si permette un’osservazione a questo proposito, non si tratta di una proposta tecnica, ma richiama il coraggio di ritrovarsi a parlare, a confrontarsi, a prendere coscienza, a superare gli steccati senza ripetere: “ «Non tocca a me». In sintesi, prima della preghiera finale che il Cardinale pronuncia a nome di tutti al Signore, viene riassunto in tre parole l’orizzonte dei nostri interventi: l’individualismo, la relazione e la globalizzazione. Ritroviamo sintesi e itinerari per la società civile e per la Comunità cristiana. SALVAGUARDIA DEL CREATO U n tema che va affrontato è la “salvaguardia del creato”. È ormai uno dei progetti di ricerca e di sensibilizzazione che risponde alla responsabilità sul progresso e sul creato che lo sviluppo e l’economia stanno compromettendo. Salvare la natura, il mondo, le sue riserve e la vivibilità è fare opera di rispetto per ciò che il Signore ci ha dato e impegno per coloro che vivono con noi e verranno dopo di noi. È un tema nuovo nella nostra sensibilità di credenti, a parte splendide eccezioni, e coinvolge moltissime persone, credenti e no, che impegnano le loro energie per il maggior rispetto della natura. Se non diventa idolatria, questa attenzione e rispetto della natura permette di collaborare dopo aver individuato forze e interessi presenti, spesso ovunque, nel proprio quartiere. Ritengo così che sarebbe significativo e utile censire sul territorio i vari gruppi e associazioni esistenti e conoscerli. La loro competenza aprirebbe spazi costruttivi di vitalità e di educazione. E saremmo grati se fosse possibile, da parte delle singole parrocchie, comunicare all’Ufficio della Pastorale del Lavoro le indicazioni essenziali dei gruppi, potendo, in tal modo, ricuperare, un tessuto spesso anonimo di tali interessi che rivela, come per una rete di partecipazione, volontariato e sensibilità. IL PROBLEMA DELLA CASA I l problema della casa è stato risollevato anche dal Prefetto di Milano, radunando in una mezza giornata di studio e di comunicaziodiocesi insieme n° 2/2005 15 UFFICI E SERVIZI DI CURIA ne, forze imprenditoriali, responsabili di banche e Fondazioni, volontariato, associazioni, sindacato. Il cardinal Martini aveva partecipato a un “convegno per la casa in affitto” già nel novembre del 2000 e il Card. Tettamanzi ne ha richiamato l’emergenza sia nel discorso della vigilia di S. Ambrogio del 2003 che nel 2004 con parole chiare e rigorose. Ogni parrocchia si trova a dover affrontare le difficoltà di reperimen- PASTORALE SCOLASTICA XXIII MARCIA “ANDEMM AL DOMM” “SCUOLA PARITARIA: A QUANDO?” Milano, sabato 12 marzo 2005 C ome tradizione ormai, anche quest’anno le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana della diocesi di Milano si ritroveranno sabato 12 marzo 2005 per partecipare assieme alla 23ª Marcia “Andemm al Domm” che avrà come tema: “Scuola paritaria: a quando?”. Il ritrovo è alle 9.30 a Bastioni di Porta Venezia e si raggiungerà, di corsa o a piedi, Piazza del Duomo per le ore 11, dove il cardinale Dionigi Tettamanzi saluterà i partecipanti e proporrà loro una riflessione sul tema della marcia. Alla marcia sono collegati altre 4 manifestazioni e concorsi: • concorso “striscioni”; • trofeo sportivo “Madonina”; • concorso “progetti”; • borse di studio per alunni disabili. Concorso striscioni Saranno premiati 10 istituti e CFP cattolici e di ispirazione cristiana diocesani che avranno portato alla marcia gli striscioni più originali e significativi. 16 to di case in affitto per realtà deboli ma le stesse esigenze toccano anche realtà di giovani sposi, anziani, studenti, extracomunitari. Probabilmente nel proprio quartiere si svolgono operazioni e attenzioni particolari. Ci interesserebbe la comunicazione di iniziative sia pubbliche che private, di volontariato o di Comunità cristiana, per riproporre in modo significativo il problema e, magari, farne un “libro bianco”. diocesi insieme n° 2/2005 Coloro che sono interessati dovranno far pervenire le foto all’Ufficio Scuola della Curia Arcivescovile entro il 1° aprile 2005. borse di studio da 2000 euro ciascuna, destinate agli alunni in situazione di disabilità iscritti nelle scuole secondarie paritarie cattoliche e/o di ispirazione cristiana della diocesi. Le domande dovranno pervenire all’Ufficio Scuola della Curia Arcivescovile entro venerdì 1° aprile 2005. Concorso Progetti Saranno premiati con 2000 euro ciascuno 15 istituti e CFP cattolici e di ispirazione cristiana diocesani che avranno presentato progetti di innovazione e organizzazione didattica entro il 1° aprile 2005 presso l’Ufficio Scuola della Curia Arcivescovile. In preparazione alla marcia si è tenuto venerdì 18 febbraio 2005 il convegno “Educare alla convivenza civile nella scuola”. Il prof. Piero Cattaneo, dell’Università Catto-lica del Sacro Cuore, ha delineato un quadro dettagliato “delle varie educazioni che sviluppano l’educazione alla convivenza civile”, dando anche utili e preziosi spunti per la progettazione di unità di apprendimento e per la stesura di un portfolio specifico. Borse di studio alunni diversamente abili Si sottolinea la disponibilità di 30 diocesi insieme n° 2/2005 UFFICI E SERVIZI DI CURIA Trofeo sportivo Sabato 13 aprile 2005 presso il Centro Sportivo di San Donato Milanese si terrà la III edizione del trofeo sportivo “Madonina”, manifestazione di atletica leggera riservata agli alunni/e delle scuole primarie cattoliche e di ispirazione cristiana della Diocesi. 17 COMUNICATI PROGETTI INFORMATICI E STATISTICA 18 WINGEPA: IN OGNI PARROCCHIA L’ARCHIVIO INFORMATICO DEI SACRAMENTI D allo scorso mese di settembre l’Ufficio per i Progetti Informatici e la Statistica ha rilasciato una versione aggiornata di WinGepa, il nuovo programma in ambiente Windows per l’Anagrafe Parrocchiale. È un utile strumento per la gestione dell’anagrafe parrocchiale e dei registri dei sacramenti, di facile apprendimento e di immediato utilizzo. Il programma, oltre alle funzioni di registrazione dei sa-cramenti e stampa dei certificati e atti (es. atto di matrimonio, trascrizione agli effetti civili), prevede anche la stampa dei principali documenti della istruttoria matrimoniale (pubblicazioni e richieste di pubblicazioni a parrocchie e comuni), dispone di tre archivi anagrafici (persone, famiglie e gruppi parrocchiali), dai quali è possibile selezionare ed estrarre - in modo semplice e secondo vari criteri nominativi e indirizzi ai fini delle diverse iniziative pastorali (anniversari, benedizioni natalizie, incontri, ecc.). Il programma è gratuito e può essere richiesto ai coordinatori presenti in ogni Decanato (rivolgersi per il nominativo al Decano o all’Ufficio per i Progetti Informatici e la Statistica: tel. 02 8556276 oppure [email protected] diocesi insieme n° 2/2005 Alle parrocchie che ancora non l’avessero fatto rinnoviamo l’invito a sostituire il vecchio programma GePa con il nuovo e a quelle che non hanno mai adottato un programma ad avviare la registrazione dell’anagrafe dei sacramenti con WinGepa. A tutti i Parroci che già utilizzano il programma ricordiamo di trasmettere in Curia i files aggiornati con le registrazioni dei sacramenti dello scorso anno 2004. a cura dell’Ufficio per i Progetti Informatici e Statistica Note tecniche Prerequisiti minimi hardware e software: Personal Computer con processore Pentium II memoria 64 MB - spazio disco 30 MB Windows versione 9x o superiori risoluzione video 800X600 Recupero archivi GePa: Al momento della installazione, WinGepa è in grado di acquisire in modo automatico tutti i dati precedentemente registrati con il programma GePa. Modalità di utilizzo: Sono previsti tre profili di utenza con diverse password (parroco, per consultazione, registrazioni, stampe e scrittura di note riservate; segreteria 1 per consultazione, registrazioni e stampe; segreteria 2 solo per consultazione e stampa certificati.). Aggiornamenti: Sul sito Internet della Diocesi all’indirizzo www.chiesadimilano.it/wingepa modulo software di aggiornamento all’ultima versione (solo per chi ha già installato sul PC una precedente versione del programma) e il relativo manuale d’uso. diocesi insieme n° 2/2005 COMUNICATI è predisposta una sezione dedicata al programma, con domande/risposte più frequenti, informazioni di dettaglio sulle versioni e la possibilità di scaricare il 19