Diocesi
insieme
Mensile di informazione per il clero
a cura dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Milano
EVENTI DIOCESANI
Colletta
per l’Opera
Aiuto Fraterno
pagina 4
CATECHESI
L’iniziazione
cristiana delle
persone disabili
pagina 9
NELL’INSERTO
Religione
a scuola.
Perché?
Riflessione proposta dai Servizi
Diocesani per la Pastorale
Scolastica e per l’Insegnamento
della Religione Cattolica
Poste Italiane Spa - spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Milano
n°
2
2005
Sommario
EVENTI DIOCESANI
Veglia in Traditione Symboli (19 marzo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
Incontro diocesano adolescenti (20 marzo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
Colletta per l’Opera Aiuto Fraterno (Giovedì Santo) . . . . . . . . . . . . . . . 4
UFFICI E SERVIZI DI CURIA
PASTORALE DEI GIOVANI
Triduo pasquale per giovani. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
PASTORALE DELLA FAMIGLIA
“Esercizio di Comunione” tra Sposi e Presbiteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Speciale fidanzati: due comunicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
CATECHESI
L’iniziazione cristiana delle persone disabili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Diocesi INSIEME Mensile di
informazione per il
Clero a cura
dell’Ufficio per le
Comunicazioni sociali
dell’Arcidiocesi di
Milano - Direttore
Responsabile: Don
Gilberto Donnini Editore: Centro
Ambrosiano di
Documentazione e
Studi Religiosi Direzione, Redazione
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in L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1, comma 2, DCB
Milano
PASTORALE LITURGICA
«Lasciamoci plasmare dall’Eucaristia!» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
VITA SOCIALE E LAVORO
“Il volto amico e solidale della città” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Incontri sul lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
Salvaguardia del creato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
Il problema della casa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
PASTORALE SCOLASTICA
XXIII Marcia “Andemm al Domm” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
COMUNICATI
PROGETTI INFORMATICI E STATISTICA
Wingepa: in ogni parrocchia l’archivio informatico dei sacramenti . . 18
INSERTO
PASTORALE SCOLASTICA E INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE
CATTOLICA
Religione a scuola. Perché?
2
diocesi insieme n° 2/2005
EVENTI DIOCESANI
19 marzo 2005
VEGLIA IN TRADITIONE SYMBOLI
“Ho ricevuto dal Signore quello che vi ho trasmesso”
S
abato 19 marzo alle ore 20.45, nel Duomo di Milano, l’Arcivescovo
incontra i giovani per la Veglia in Traditione Symboli. Questa veglia
conserva il ricordo di un rito antico della tradizione cristiana; quando
il Battesimo veniva conferito in età adulta, dopo un serio cammino di preparazione, al catecumeno veniva consegnato il Credo, da qui il termine
latino traditio che significa “consegna”. I catecumeni, ricevuto il Simbolo,
si impegnavano a impararlo a memoria; questo gesto assumeva un profondo valore educativo, poiché tenere a mente il Credo voleva dire renderlo
concretamente presente nella propria vita: le parole più che su un pezzo di
carta dovevano essere impresse nel cuore.
Questo evento in cui i giovani della Diocesi e i catecumeni che riceveranno
il Battesimo nella veglia di Pasqua si ritrovano intorno al proprio Vescovo,
esprime con forza l’irrinunciabile missione della Chiesa di trasmettere il
dono della fede.
Oggi la veglia in Traditione Symboli può diventare il momento in cui raccogliere tutta la preoccupazione educativa per trasmettere la fede alle giovani generazioni: le famiglie, i sacerdoti, tutti gli educatori delle nostre
comunità si interrogano sui linguaggi necessari per trasmettere la fede ai
loro figli, per questo pregano, per questo soffrono, per questo sono disposti a nuove forme di annuncio, di generosità e di amore.
20 marzo 2005
L’INCONTRO
DIOCESANO
DEGLI
ADOLESCENTI
CON
L’ARCIVESCOVO
Una Domenica
nel centro di Milano
L
a Domenica delle Palme circa
cinquemila adolescenti della
Diocesi ambrosiana invaderanno il centro di Milano “in
cerca di libertà”. La libertà, come
condizione per donarsi agli altri,
sarà il tema dell’Incontro diocesano degli adolescenti con il cardinale Dionigi Tettamanzi, che si terrà
nel pomeriggio di domenica 20
marzo a Milano. Il centro della
città ospiterà diversi spazi di
incontro in cui varie realtà (istituzioni, personaggi, associazioni…),
che contribuiscono a fare di Milano
un luogo di libertà e di servizio,
entreranno in contatto con i gruppi
presenti, realizzando testimonianze, laboratori e animazioni.
L’evento culmina nella Veglia di
preghiera in Duomo presieduta
dall’Arcivescovo che, tra l’altro,
consegnerà ai partecipanti una sua
lettera indirizzata a tutti gli adolescenti che non partecipano (o fanno
fatica a partecipare) all’Eucaristia
domenicale.
diocesi insieme n° 2/2005
3
EVENTI DIOCESANI
L’Incontro per gli adolescenti nella
Domenica delle Palme è una consuetudine voluta e consolidata dal
cardinale Tettamanzi: un appuntamento simbolico e concreto al
tempo stesso, da viversi al centro
di una delle città della nostra
Diocesi. In quel giorno, tutte le
“forze vive” presenti sul territorio
diventano segno e testimonianza
per coloro che si stanno affacciando
alla giovinezza e iniziano a compiere scelte importanti per la vita. Il
cammino degli adolescenti nella
Diocesi di Milano si sviluppa lungo
un triennio e, con l’ausilio del testo
del Catechismo dei giovani della
Cei (vol. 1 “Io ho scelto voi”),
affronta le tematiche legate alla
relazionalità, alla responsabilità e,
infine, alla libertà. La Quaresima è
momento particolarmente adatto
per approfondire il tema dell’anno
in un’ottica, a volte anche provocatoria, che pone ogni adolescente dinnanzi alla scelta cristiana e a chi
questa scelta l’ha incarnata nella
vita. Il tema dell’anno in corso - la
libertà - sarà inquadrato nella prospettiva del dono ricevuto e ridonato. I gruppi mediteranno sulla figura di Mosé e ripercorreranno le
tappe bibliche della sua liberazione
e di quella del popolo di Israele.
Mosé sarà una delle figure-simbolo
della Veglia del 20 marzo. Un altro
testimone, che gli adolescenti incontreranno attraverso i suoi scritti,
nell’apposito sussidio preparato per
la Quaresima, è mons. Giovanni
Barbareschi, prete ambrosiano
vivente, che appena ordinato sacerdote, nel 1944, è stato uno dei protagonisti della lotta di liberazione
dal nazifascismo.
L’incontro con l’Arcivescovo si colloca in un cammino arduo, affascinante e in qualche modo infinito:
quello che condurrà ogni adolescente a scoprire e vivere la dimensione della libertà nel lasciarsi
chiamare per aprirsi al servizio
4
diocesi insieme n° 2/2005
degli altri. Come Gesù, l’Uomo
libero e vero, il Figlio di Dio in cui
è la pienezza del dono, della libertà
e dell’amore.
don Massimiliano Sabbadini
Responsabile del Servizio per i Ragazzi,
gli Adolescenti e l’Oratorio
Giovedì Santo
COLLETTA PER
L’OPERA AIUTO
FRATERNO
I
l contesto spirituale del Giovedì
Santo evoca, ogni anno, la ricchezza dei doni che il Signore fa
alla sua Chiesa. E in ogni anno la
Chiesa cerca di ridirne tutto il
significato. Anche questa determinazione dell’Arcivescovo si iscrive
nel “clima” generato dalla Pasqua.
Nella celebrazione vespertina in
Coena Domini siamo invitati tutti
a esprimere un gesto concreto di
solidarietà nei confronti dei preti
anziani o ammalati. È la Diocesi,
nel suo insieme, che si prende cura
di loro. Non c’è momento più significativo di questo per dirlo in modo
intenso; la celebrazione di quella
sera di vigilia è carica di un’esigenza di comunione. L’Arcivescovo ci
invita a esprimerla anche in questo
modo.
mons. Franco Brovelli
Presidente Fondazione
Opera Aiuto Fraterno
Testo del decreto dell’Arcivescovo
per il sostegno
dell’Opera Aiuto Fraterno
In occasione del Sinodo minore dell’ottobre 1947 il beato cardinale
Alfredo Ildefonso Schuster, anticipando quanto richiesto dal concilio
Per provvedere l’Opera Aiuto
Fraterno dei mezzi necessari ad
adempiere la sua missione, venne
stabilita in origine una forma di
contribuzione, coinvolgendo tutte
le parrocchie della diocesi nella
misura di una quota capitaria (cf
Sinodo diocesano 45°, cost. 278), da
reperire durante una giornata pubblica di preghiera o «mediante propaganda privata» (cf lettera del
Vicario generale del 21 ottobre
1947). Tali determinazioni assunsero nel corso degli anni la forma
di un contributo nella misura di £
50 per abitante, da raccogliere
presso i fedeli in occasione della
terza domenica del mese di maggio,
anche se l’indicazione perse progressivamente efficacia.
In epoca più recente, unitamente
alla continua e generosa contribuzione di molti alle necessità
dell’Opera, si ravvisa la necessità
di affrontare situazioni sempre più
gravose, connesse anche all’innalzamento dell’età media del clero;
come afferma il Sinodo diocesano
47°: «Una maggiore presenza di
presbiteri anziani chiede alla
Diocesi di investire risorse, predisponendo per loro abitazioni dignitose, case del clero e simili. Essa si
fa carico della assistenza e cura dei
presbiteri infermi o invalidi sia
attraverso forme già in atto come
l’Opera Aiuto Fraterno, sia impegnandosi a progettare eventuali
altre forme, fiduciosa nella solidarietà tra i presbiteri stessi e i fedeli» (Cost. 494 § 4). Io stesso, nell’omelia del Giovedì Santo dello scorso anno, rivolgendomi ai preti
anziani e ammalati, avevo ricordato loro che «il Vescovo, il presbiterio di cui fate parte e le comunità
cristiane che avete servito assicureranno il doveroso sostegno di una
fraternità sacerdotale, perché possiate godere di una sistemazione
decorosa, di una sufficiente disponibilità economica e di una concreta possibilità di affrontare con
serenità i problemi, talvolta pesanti, legati all’età e alla salute».
EVENTI DIOCESANI
Vaticano II (cf PO 21), dispose la
creazione di un’istituzione che
provvedesse in diocesi alle necessità del clero anziano e malato,
l’Opera Aiuto Fraterno, che a partire dal 1996, per iniziativa del
Cardinale Carlo Maria Martini,
assunse la forma giuridica più
sicura di Fondazione.
In attuazione di tali intendimenti,
allo scopo di assicurare all’Opera
Aiuto Fraterno sufficienti risorse
economiche, ho individuato nel
Giovedì Santo, particolarmente
dedicato alla memoria della istituzione del sacerdozio, il giorno in cui
promuovere una più viva partecipazione dei confratelli presbiteri,
degli altri fedeli e delle singole
comunità cristiane, a favore di
nuove forme di fraternità sacerdotale.
Pertanto, con il presente Decreto, a
norma del can. 1266
stabilisco
che nell’Arcidiocesi di Milano, a
decorrere dal Giovedì Santo del
corrente anno 2005, in ogni chiesa, anche appartenente ai religiosi,
in cui si celebra la liturgia In coena
Domini, si faccia tra i fedeli una
colletta il cui ricavato verrà interamente destinato alla Fondazione Opera Aiuto Fraterno,
per l’assistenza e la cura dei sacerdoti anziani e ammalati.
Il Signore benedica quanti sapranno esprimere anche in questo modo
la propria riconoscenza verso i presbiteri che hanno fedelmente servito la nostra Chiesa.
Milano, 1 febbraio 2005,
memoria del beato
Card. Andrea Carlo Ferrari
† Dionigi
Tettamanzi
Arcivescovo di Milano
diocesi insieme n° 2/2005
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UFFICI E SERVIZI DI CURIA
PASTORALE DEI GIOVANI
TRIDUO PASQUALE PER GIOVANI
Farò la Pasqua da te
F
arò la Pasqua da te è un’esperienza di preghiera e di comunione a partire dalla tradizione liturgica del Triduo Pasquale.
Con Farò la Pasqua da te si vuole
offrire ai giovani, che intendono
vivere in maniera intensa e personale i giorni del Triduo, un momento unico per avvicinarsi al mistero
della passione e resurrezione di
Gesù.
Particolarmente curati sono: il
clima del raccoglimento e della preghiera, la veglia notturna
al
Getzemani, le meditazioni teologiche le celebrazioni liturgiche con la
comunità del Seminario.
Questo contesto spirituale può aiu-
tare i giovani a riscoprire il dono di
Gesù Crocifisso e a trovare le parole, i sentimenti e gli atteggiamenti
interiori per entrare nel mistero di
Cristo che si consegna completamente a Dio e all’uomo.
L’iniziativa è destinata ai giovani
dai 20 ai 30 anni e si svolgerà presso il seminario di Seveso dal
pomeriggio del Giovedì Santo (24
marzo) alla veglia di Pasqua (26
marzo).
Le meditazioni e le proposte spirituali saranno guidate da don
Cristiano Passoni.
Le iscrizioni si ricevono entro il 15
marzo presso il Servizio Giovani di
Pastorale Giovanile.
PASTORALE DELLA FAMIGLIA
“ESERCIZIO DI COMUNIONE”
TRA SPOSI E PRESBITERI
S
i tratta di un’iniziativa che
vuole contribuire a realizzare
uno degli obiettivi del programma pastorale di quest’anno: la
relazione positiva della famiglia
nella Comunità parrocchiale.
Se la celebrazione eucaristica domenicale porta alla Comunità parrocchiale il dono della comunione a
partire dalla Pasqua di Gesù, è poi
la vita della Comunità che dà testimonianza di questo dono (MST, n.
33).
Nello specifico della Pastorale
Familiare (PF) è la relazione tra
Sacerdoti e Sposi a rendere visibile
questa comunione: è questo il motivo che soggiace la proposta dell’eser-
6
diocesi insieme n° 2/2005
cizio di comunione tra Sposi e
Presbiteri.
1. Di cosa si tratta?
L’”esercizio di comunione” tra Preti e
Sposi vuole mettere a tema la buona
relazione tra le due vocazioni.
La collaborazione nella PF vuole
partire dal segno che le due vocazioni - sacerdotale e matrimoniale - coi
loro propri carismi, rappresentano
dell’amore di Cristo per la sua
Chiesa (Catechismo Chiesa Cattolica, n. 1534), impegnandosi a creare
quel volto missionario di comunità
ecclesiale che annuncia il Vangelo e
trasmette la fede (MST, n. 58).
2. Motivi
- Realizzare l’obiettivo dell’anno:
famiglia e Comunità parrocchiale
sono chiamate dall’Eucaristia alla
reciproca comunione, che si manifesta in un rapporto di stima e collaborazione tra le differenti vocazioni
matrimoniale e sacerdotale.
- Far sorgere la collaborazione
pastorale non da un principio funzionalistico, ma dal riconoscimento
e dalla stima reciproca della vocazione che ciascuno vive nella
Chiesa, migliorando la qualità delle
relazioni che già si stanno vivendo
tra Sacerdoti e Sposi all’interno
della PF.
3. Fasi del lavoro:
- Inizio gennaio: gli incaricati decanali di PF, in Diocesi, affrontano
l’argomento (l’incontro è avvenuto
lo scorso 8 Gennaio presso il
Seminario di C.so Venezia a
Milano);
- Gennaio-aprile: in Decanato, ogni
Commissione di PF realizza l’ “esercizio di comunione” facendo
emergere una conclusione da consegnare al Decano, agli incaricati
zonali e al Servizio per la Famiglia
della Diocesi;
- Maggio: in Diocesi si opera la sintesi del lavoro che servirà alla stesura del “principio-guida ecclesiale” del progetto di PF.
4. Il momento decanale
- Gli incaricati decanali, con il proprio Decano, decidono la data dell’incontro decanale (tra gennaio e
aprile, prevedendo di far arrivare la
sintesi per l’incontro in Zona pastorale entro aprile).
- Con una lettera-invito a firma del
Decano e degli incaricati di PF si
invitano all’incontro (luogo, data,
orario e traccia) gli operatori di PF,
(Sacerdoti, Sposi, Direttore del
Consultorio Familiare, …).
-L’incontro potrebbe svolgersi con
queste modalità:
*preparazione della sede (sarà
necessario un secondo ambiente per
il lavoro di gruppo)
* introduzione di saluto da parte del
Decano e degli incaricati di PF
* breve momento di preghiera (lo
schema potrebbe essere quello utilizzato a Milano, l’8 gennaio)
* presentazione del lavoro: tre brevi
comunicazioni (a cura degli incaricati decanali):
- una, a partire dal testo di mons.
Tonino Bello (“Cantus firmus”, in:
Articoli, corrispondenze, lettere e
notificazioni. Scritti di mons.
Antonio Bello, Vol. 5, Mezzana,
Molfetta, 2003, pp. 11-13; la fotocopia può essere richiesta al Servizio
per la Famiglia)
- l’altra, a partire dal testo dei
coniugi Gillini-Zattoni (comunicazione al Serv. per la Famiglia al
quale può essere richiesta fotocopia)
- presentazione delle domande per il
lavoro di gruppo
* lavoro in due gruppi (Sposi e
Sacerdoti)
* ritorno in assemblea e presentazione delle due sintesi di lavoro dei
gruppi
* conclusione del Decano.
Per i tempi occorre prevedere:
ca. 45 min. per preghiera-introduzione-presentazione dei lavori di
gruppo
ca. 45 min. per il lavoro di gruppo
ca. 30 min. per la comunicazione
finale
- Gli incaricati decanali si impegnano a stendere la sintesi che verrà
inviata a tutti i partecipanti, agli
incaricati zonali, al Servizio per la
Famiglia, P.zza Fontana, 2 Milano
([email protected]).
diocesi insieme n° 2/2005
UFFICI E SERVIZI DI CURIA
L’esperienza positiva realizzata due
anni fa in Diocesi (alla quale parteciparono una cinquantina di
Sacerdoti e una settantina di coppie di Sposi) viene quest’anno proposta
nei
Decanati
e
al
Coordinamento di Movimenti e
Associazioni di spiritualità familiare.
7
UFFICI E SERVIZI DI CURIA
5. Il momento diocesano
Gli incaricati parteciperanno all’incontro diocesano del 7 maggio 2005
per la sintesi diocesana del tema.
Domande per il LAVORO DI
GRUPPO (distinto tra gruppo dei Preti e degli Sposi)
Domande per il gruppo dei
PRETI
1. Quale valore-aiuto i preti
riconoscono agli sposi?
2. Come facciamo noi preti a
ostacolare le coppie di sposi?
3. Ricordiamo alcuni episodi o
momenti positivi di collaborazione.
Domande per il gruppo degli
SPOSI
1. Quale valore-aiuto gli sposi
riconoscono ai preti?
2. Come facciamo noi coppie di
sposi a ostacolare i preti?
3. Ricordiamo alcuni episodi o
momenti positivi di collaborazione.
* E’ da prevedere qualcuno
che poi relazioni a tutta l’assemblea la sintesi delle
risposte alle tre domande.
Potrà essere utile il materiale ricevuto a Milano e anche il riferimento
all’esperienza precedente riportata
nel testo: AA.VV., Fidanzati e
comunità. Preti e Sposi ripensano la
preparazione al matrimonio,
Ancora, Milano, 2003.
8
diocesi insieme n° 2/2005
SPECIALE
FIDANZATI: DUE
COMUNICAZIONI
●
Fidanzati 2000 Monitoraggio degli itinerari
in preparazione al
Matrimonio.
Il lavoro svolto attraverso l’indagine
dello scorso anno è giunto al
momento della sintesi regionale.
Contiamo di mettere a disposizione
dei Sacerdoti e degli Operatori
pastorali una prima sintesi ragionata in relazione alla nostra Diocesi,
attraverso un Inserto Speciale nel
prossimo numero di Diocesi
Insieme.
●
Incontro Diocesano dei
Fidanzati
In queste settimane, nelle diverse
Parrocchie stanno avendo inizio gli
itinerari di preparazione al
Sacramento del matrimonio.
Ricordiamo ai Sacerdoti e agli
Operatori pastorali di segnalare
alle coppie di Fidanzati anche l’iniziativa annuale dell’incontro diocesano dei Fidanzati.
Questo appuntamento sta diventando un’occasione positiva a livello
diocesano, da valorizzare e promuovere.
Quest’anno avrà luogo a:
Milano,
Sabato, 21 maggio 2005,
nel pomeriggio.
Per ora va segnata la data: in seguito giungeranno informazioni più
precise.
UFFICI E SERVIZI DI CURIA
CATECHESI
L’INIZIAZIONE CRISTIANA
DELLE PERSONE DISABILI
N
ello scorso dicembre, l’Ufficio
catechistico nazionale ha
pubblicato un testo dedicato
a L’iniziazione cristiana alle
persone disabili. Orientamenti e
proposte (EDB, Bologna, pp.76,
4,50 €) che costituisce la più recente espressione dell’ampia premura
pastorale che quest’Ufficio coltiva
da tempo, attraverso il suo Settore
specifico, alla catechesi dei disabili.
Il documento è articolato in due
parti: la prima - a cura del vescovo
Francesco Lambiasi - offre considerazioni e prospettive per promuovere la presenza dei disabili nella
comunità ecclesiale.
In continuità con il Direttorio
Catechistico Generale - che presenta la pastorale per le persone disabili come «un compito eminentemente evangelico e una testimonianza di grande rilievo, che rientra nella costante tradizione della
Chiesa” (n. 91) - il nostro documento sollecita le comunità parrocchiali a riscoprire la persona del disabile come soggetto e protagonista di
evangelizzazione.
L’obiettiva complessità delle forme
nelle quali si manifesta il disagio
(fisico, mentale, sensoriale, sociale)
e i limiti della tradizione pastorale
nella trasmissione della fede a queste persone, rendono impegnativo
tale compito del quale, tuttavia, il
documento individua le coordinate
generali: avere una premura speciale per i disabili; promuovere una
cultura della condivisione; sostenere nel cammino della santità; dare
per mettere in condizione di dare.
Dunque, a partire dal riconoscimento della speciale dignità della persona disabile, il testo invita a promuo-
verne l’integrazione e la personalizzazione, soprattutto attraverso specifici itinerari d’iniziazione cristiana dei quali vengono richiamate le caratteristiche:
• è necessario anzitutto cercare il
coinvolgimento della famiglia,
come primo seno materno della
fede e della vita cristiana;
• è indispensabile avvalersi di catechisti che abbiano acquisito sensibilità alla specifica situazione dei
fanciulli e ragazzi disabili e posseggano elementi psicopedagogici
adeguati;
• l‘itinerario d’iniziazione dovrà
essere adatto alle possibilità della
persona disabile;
• per quanto possibile, il fanciullo
non compia l’itinerario da solo,
diocesi insieme n° 2/2005
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UFFICI E SERVIZI DI CURIA
ma in gruppo, così da evitare
qualsiasi emarginazione o discriminazione;
• se opportuno, anche per favorire
la ricezione, la celebrazione dei tre
sacramenti potrà essere distanziata nel tempo.
A partire da queste indicazioni
pastorali della Chiesa italiana,
monsignor Lambiasi offre alcune
considerazioni su aspetti di particolare rilievo: il diritto - dovere di ogni
battezzato alla partecipazione liturgica; i criteri per ammettere alla
comunione eucaristica il disabile
mentale; l’integralità dell’educazione e diritto del disabile allo spirituale; un richiamo profetico da
rilanciare.
La seconda parte del documento –
direttamente curata dall’Ufficio
catechistico nazionale - presenta
orientamenti e proposte di pastorale
catechistica che meritano un’attenta riflessione e intelligente attuazione. Infatti, nonostante le iniziative
che il Settore per la catechesi dei
disabili ha promosso per la formazione catechistica e l’animazione
delle comunità parrocchiali, queste
ultime non sembrano sempre in
grado di offrire itinerari di fede adeguati e personalizzati che tengano
conto della ricerca pedagogica e
siano capaci di coinvolgere attivamente l’interessato, la sua famiglia
e l’intera comunità. Inoltre, sono
poche le parrocchie che possono
disporre di catechisti dotati della
competenza pedagogica necessaria
a comunicare e testimoniare gli elementi basilari della fede, secondo le
capacità nelle diverse forme di disabilità.
Per contribuire al superamento di
queste difficoltà, il documento
richiama anzitutto i tratti generali
di una pastorale che si lascia interpellare dalla presenza di persone
disabili: l’atteggiamento, fatto di
conoscenza e accoglienza; la meta
dell’integrazione personalizzata;
l’impegno di promozione integrale
ed evangelizzazione. In questo con-
testo di comunità a servizio della
fede, il testo indica alcuni passaggi
metodologici per la catechesi dei
disabili (l’incontro; il primo annuncio, un cammino da cominciare, una
vicinanza da sperimentare) e le
principali scelte della proposta catechistica (partire dai contenuti
essenziali, inserire nel gruppo,
usare un linguaggio globale, abilitare al servizio nella comunità).
La riflessione del documento approda quindi all’offerta di indicazioni
concrete e puntuali legate alla celebrazione dei sacramenti ai disabili,
in particolare agli handicappati psichici gravi. Il testo sviluppa un’articolata lettura teologico pastorale
della questione, arricchita anche dal
rimando alla normativa canonica e
alla secolare tradizione della
Chiesa, della quale s’è fatto interprete papa Giovanni Paolo II nell’omelia a un gruppo di cresimandi
disabili, riportata in chiusura del
documento.
Al sussidio sull’iniziazione dei disabili è allegata un’articolata bibliografia1 che suggerisce gli strumenti
per sviluppare lo studio e la progettazione pastorale, cui possono dare
un qualificato contributo le Associazioni che si occupano di catechesi
e disabili, delle quali sono forniti gli
indirizzi delle pagine web e della
posta elettronica.
In definitiva il documento conferma
la diffusa convinzione che trasmettere la fede ai disabili non è compito
che si possa improvvisare, ma chiede alle comunità l’assunzione di precisi atteggiamenti. È necessaria,
anzitutto, la conoscenza delle situazioni di disagio presenti nel territorio, spesso pudicamente protette
dagli stessi familiari. Solo una vera
conoscenza dei bisogni può far superare la logica di delega agli organismi specializzati e quindi può sollecitare la comunità all’ascolto, all’accoglienza e al coinvolgimento, con
una specifica attenzione alla famiglia che si trova spesso sola e come
schiacciata dal proprio problema.
segue a pag. 11
10
diocesi insieme n° 2/2005
Nell’azione a favore dei disabili è
decisivo il superamento del diffuso
pregiudizio efficientista che non sa
riconoscere le possibilità presenti
negli stessi handicappati, ai quali va
chiesto di collaborare attivamente,
facendo ciò che la loro situazione
consente. Con queste attenzioni
s’impara ad agire con i disabili e non
solo per loro, favorendone una realistica integrazione nella comunità.
A livello propriamente catechistico,
bisogna prendere atto che il movimento postconciliare non ha prodotto un articolato rinnovamento di
questo ministero per i portatori di
handicap, anche se la riscoperta dell’intrinseca dimensione ecclesiale
del cammino di fede ha promosso un
notevole sforzo di socializzazione
religiosa dei disabili per favorirne
l’inserimento nella comunità ecclesiale. Occorre, quindi, che le comunità cristiane si facciano carico di
una vera educazione religiosa, intensificando gli sforzi di riflessione e di
realizzazione d’itinerari adatti a
tradurre il lodevole - ma spesso
generico - atteggiamento di accoglienza, in una comunicazione di
fede capace di accompagnare il cammino delle persone disabili.
UFFICI E SERVIZI DI CURIA
continua da pag. 10
L’auspicio è che l’integrazione nella
comunità dei fratelli disabili, renda
veramente integra la comunione
ecclesiale e la renda profezia nel
mondo della presenza di Cristo che
porta la salvezza a tutti e stimola la
comunità civile a promuovere adeguati interventi.
mons. Ernesto Combi
Responsabile del Servizio
per la Catechesi
1
Indicazioni che integrano la bibliografia del documento: F. DEVESTEL,
Handicappati fisici, in Dizionario di
catechetica, Leumann, LDC 1986, 323324; F. DEVESTEL, Handicappati sensoriali, in Dizionario di catechetica,
Leumann, LDC 1986, 327-329; G.
MORANTE, Handicappati e comunità
cristiana, in Note di pastorale giovanile
33 (1998) 7, 5-39; G. MORANTE,
Catechesi e handicap, in Andate e insegnate.
Manuale
di
catechetica,
Leumann, LDC 2002, 308-325; TREVISAN G. (edd), Quando si diventa cristiani. I sacramenti dell’iniziazione:
indicazioni canoniche e pastorali,
Milano, Ancora 2004, 316-320; VANDEKERKHOVE, Handicappati, in
Dizionario di catechetica, Leumann,
LDC 1986, 323; VAN WALLEGHEM,
Handicappati mentali, in Dizionario di
catechetica, Leumann, LDC 1986, 324327; 9988N. ZANNI, Portatori di handicap, in Dizionario di scienze dell’educazione, Leumann, LDC 1997, 497-500.
PASTORALE LITURGICA
«LASCIAMOCI PLASMARE
DALL’EUCARISTIA!»
P
ensando al buon lavoro che le
nostre comunità parrocchiali
hanno svolto e continueranno a
compiere nell’Anno dell’Euca-ristia,
con le inchieste conoscitive sulla frequenza alla Messa domenicale, sulla
qualità della celebrazione eucaristica
e sulle modalità nel vivere il Giorno
del Signore, mi sovviene un’immagine per la cui ingenuità (quasi irriverente) chiedo scusa: una statuetta di
plastilina nelle mani di un bambino
che si ingegna a trasformarla, “piegandola” secondo il proprio talento e
la propria fantasia di piccolo artista.
L’Eucaristia, i Sacramenti, la
diocesi insieme n° 2/2005
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UFFICI E SERVIZI DI CURIA
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Liturgia delle Ore, ecc. sono nelle
nostre mani come “manufatti” (sit
venia!) molto o poco adattati di volta
in volta, di tempo in tempo, a genio e
capacità dei presbiteri, degli animatori, delle assemblee celebranti. Che
questa “plasmazione” debba avvenire
lo sappiamo dalla lettura dei documenti sulla Liturgia e dalle introduzioni ai libri liturgici: la parola adattamento da più di quarant’anni non
cessa di correre, impegnando faticosamente liturgisti, celebranti e operatori liturgici. Ma chi e quanto, come e
dove ci si dia da fare “plasmando” la
Liturgia e i suoi riti con i suoi segni è
sempre da vedere con serietà, da verificare e magari da correggere, da frenare o da incentivare con quella
sapienza celebrativa che ha bisogno
del nostro criterio illuminato e della
Saggezza divina. In ordine a tale
impegnativa e prudente creatività
sembra opportuno ribadire alcune
sollecitazioni.
• La prima cosa da richiamare Giovanni Paolo II ce l’ha raccomandata aprendo l’Anno dell’Eucaristia - è
quella di andare a rileggere (o a leggere magari per la prima volta) la
Introduzione al Messale: al di sopra
di opere, opuscoli e lezioni, “Principi e
Norme” sono il vademecum indispensabile e completo, la guida eccellente
alla celebrazione della Messa per
tutti: all’altare, in navata, in coro,
all’ambone, all’organo, al microfono…
Se anche solamente questa rilettura
fosse il frutto di quel “buon lavoro”
delle nostre parrocchie in accompagnamento o a seguito dell’inchiesta
conoscitiva e dei suoi risultati (positivi e negativi), c’è di che essere contenti. Paradossalmente potrebbe emergere che da “plasmare” non ci sia poi
tanto (specialmente con i testi liturgici che santa madre Chiesa ci pone fra
le mani) e che basti poco a una saggia
creatività, in spirito e verità (e, quanto a musica, in sobria bellezza). Pur
comprendendo, in proposito, alcuni
nostri fedeli che si lamentano della
“staticità” delle celebrazioni cui partecipano, c’è anche da chiedersi se
diocesi insieme n° 2/2005
abbiano sempre torto altri che dicono:
«Chissà perché Don (…) cambia e
introduce qualcosa di nuovo a ogni
Messa!». «In medio» - fra l’andare a
briglie sciolte e l’irrigidirsi in un freddo ritualismo - «stat virtus».
• La seconda cosa da considerare
riguarda la formazione liturgica.
Recentemente mi ha punto nel vivo la
constatazione di un animatore, impegnato nell’animazione liturgica: «La
mia impressione è che per la
Catechesi ci siano molta dedizione e
anelito formativo: assai meno per la
Liturgia». Salva la giusta soddisfazione e ammirazione per migliaia di
catechiste/i benemeriti, condivido
l’impressione dell’amico animatore
liturgico, anche perché l’hanno
espressa pubblicamente tempo fa i
nostri Vescovi in una Assemblea Cei.
Il nostro Servizio diocesano per la
Pastorale Liturgica, in ogni incontro e
iniziativa di carattere formativo, con
una partecipazione che si vorrebbe
più numerosa, constata una rilevante
assenza degli operatori liturgici musicali: non potrebbero, ad esempio,
essere in maggior numero gli alunni
della Salm - Scuola animatori liturgico-musicali -, se i Presbiteri fossero
più solleciti nei confronti della musica
e del canto nelle loro assemblee?
Forse c’è indifferenza e perfino una
diffusa convinzione: «Non c’è bisogno
di più: abbiamo idee sufficienti nella
testa e basta quel che già sanno e
fanno lettori, cantori, organisti e altri
strumentisti». Ricordo quanto affermava tempo fa un nostro eminentissimo Arcivescovo: «Ogni quattro o cinque anni, si deve ricominciare da
capo» … e rimettersi sui banchi di
scuola. Se anche questo fosse un buon
frutto e un fermo proposito dopo le
“domande” e le “risposte” dell’inchiesta conoscitiva?
• Ben vengano, allora, … altre schede
(!), quelle che saranno distribuite per
un’attenta catechesi liturgica
pasquale: una per ogni domenica di
Pasqua, sulle motivazioni di fondo
che stimolino i fedeli a una partecipazione più consapevole, interiore e atti-
dobbiamo evitare di “personalizzare”
a tal punto la celebrazione della
Messa da farla diventare più una
celebrazione dell’amicizia e dell’incontro fraterno che non il memoriale
della passione del Signore che ci fa
Chiesa, comunità del Risorto animata
dallo Spirito e mandata nel mondo
per portare a tutti la salvezza. Sia la
Messa a cambiare ciascuno di noi e le
nostre comunità, i nostri gruppi! Sia
la Messa a rinnovare in noi e nelle
nostre parrocchie un coraggioso e
appassionato “slancio missionario”!»
(Mi sarete testimoni, p. 83).
Accentuare la convinzione di fede che
l’Eucaristia è attualizzazione di
Cristo, della sua presenza e della sua
salvezza contribuirà a questa opera di
plasmazione sia “attiva” che “passiva”. Faccia da risonanza una delle
espressioni più intense di S. Agostino,
con un suo gioco di parole: «Siete
quello che vedete e ricevete quello che
siete».
mons. Giancarlo Boretti
UFFICI E SERVIZI DI CURIA
va alla Messa nel Giorno del Signore,
con suggerimenti per le omelie
pasquali e sottolineature di particolari gesti liturgici. Riteniamo che questi
sussidi potranno diventare non solo
oggetto di lettura occasionale per
coloro che partecipano alla Messa
domenicale, ma anche strumento di
riflessione prolungata e distribuita
nel tempo, in un cammino formativo
permanente soprattutto per i Gruppi
liturgici e per gli animatori parrocchiali.
• è necessario che ci plasmiamo: ma è
ancor più necessario che innanzitutto
ci lasciamo plasmare dal sommo
Maestro che ci convoca e ci raduna, ci
parla e ci nutre di sé attorno alla
mensa della Parola e del Pane nella
celebrazione eucaristica. Ce lo dice il
nostro Arcivescovo con chiara e semplice eloquenza: «Lasciamoci plasmare dall’Euca-ristia! Vinciamo la tentazione di forgiarla come vogliamo noi,
secondo i nostri gusti e desideri. Con
molta umiltà, saggezza e semplicità,
VITA SOCIALE E LAVORO
“IL VOLTO AMICO
E SOLIDALE DELLA CITTÀ”
P
er una ripresa nei gruppi parrocchiali/decanali di Pastorale del
Lavoro ci pare utile offrire questa “guida di lettura” del Discorso alla
Città 2004.
Il cardinale Dionigi Tettamanzi
ha interpellato la città e le sue
autorità in occasione dell’incontro nella chiesa di S. Ambrogio
alla vigilia della festa: 6 dicembre
2004.
Il testo del discorso, che il cardinale
Dionigi Tettamanzi ha pronunciato
alla vigilia di S. Ambrogio, si può leggere su Internet “Chiesa di Milano”,
avente come titolo “Il volto amico e
solidale della città”. Esso merita molte
considerazioni poiché ci impegnano, in
questo tempo di fatica, a ritrovare
richiami di valori per una convivenza
solidale.
Il discorso ha avuto molta risonanza
poiché ha toccato le corde sensibili
della solidarietà e ha, nel frattempo,
fatto pulizia di ambiguità che si
mascherano dietro effettive difficoltà
ma che impegnano, per questo, a cercare di affrontare con coraggio per
mantenere alto l’impegno verso le
realtà più deboli. La solidarietà va
«intesa come il vincolo che unisce tutti
coloro che appartengono a una società,
un vincolo rivolto al bene e, perciò,
costitutivo della vita civile, un legame
inscindibile per una grande città che
non voglia divenire un semplice e
diocesi insieme n° 2/2005
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UFFICI E SERVIZI DI CURIA
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casuale agglomerato urbano».
Lo stile della solidarietà deve svelare la gratuità, e impegna alla relazione/reciprocità. Pagine molto dense
sulla relazione richiamano l’impegno a
sviluppare rapporti, apertura, scoperta di far parte di una realtà di uomini
e donne il cui progetto è diventare, per
tale relazione, popolo. Così il titolo di
questo discorso potrebbe essere anche:
la relazione, poiché ne sviluppa le esigenze, le scoperte, le inevitabili implicazioni nel tessuto della convivenza (la
riflessione, poi, non è solo per la città di
Milano ma si allarga, molto di più, su
tutto il vivere civile e religiosa, ovunque).
Con i valori e le istanze della solidarietà (seconda parte del discorso) ritroviamo tracciati suggerimenti per un
ricupero del senso civile della solidarietà. Con il riconoscere il valore di
ogni persona si giunge a «ristabilire le
uguaglianze attraverso l’impegno e l’opera di chi governa». Perciò solidarietà
diventa una vera forma di giustizia e
non “un dono grazioso”.
Dire che la persona è al centro significa tirarla fuori dall’anonimato e restituirle “identità”. Ci si abitua, purtroppo, a ripetere che la persona è al centro
ma non si sa cogliere poi le conseguenze ad ogni livello. Siamo perciò invitati, dalle parole dell’Arcivescovo, a
ripensare, insieme al proprio Consiglio
Pastorale e alle persone della
Comunità, il senso concreto di queste
affermazioni.
E per non restare nell’astrazione, vengono ricordati alcuni problemi
emergenti, spesso uniti a una nostra
inspiegabile disattenzione. La parola,
anzi, volutamente leggera e tutto sommato ironica, è “distrazione”: «La
Città rischia di sembrare ogni tanto un
po’ “distratta».
Tali distrazioni vanno prese come
punti di particolare ricerca nelle
nostre Comunità, accompagnati da
esperti che aiutano a capirne la portata. In fondo si riallacciano alla vita
quotidiana e si rifanno a quella
Eucaristia come vivere, relazione, condivisione, consapevolezza e preparano
diocesi insieme n° 2/2005
al tempo della riflessione sulla
Dottrina Sociale della Chiesa che si
svolgerà nel prossimo anno pastorale.
La scuola: «Eravamo “distratti”,
guardavamo altrove, se non ci siamo
accorti per lungo tempo che migliaia di
bambini dei nostri nuovi concittadini
non frequentavano la scuola?»
Gl’immigrati e il loro inserimento
attraverso la scuola: problema scolastico in relazione agli immigrati.
Le periferie e i problemi dei giovani: «periferie abbandonate a se stesse e mancanza di occasioni culturali
per i nostri giovani,… Non abbiamo
forse sorriso con atteggiamento distaccato quando alcuni giovani sono andati alla ricerca di culture alternative?».
La casa: la questione della casa e il
diritto di “abitare la terra”.
Puntualizzare il problema della casa
significa ricordare una delle difficoltà
maggiori che stiamo vivendo e che condiziona, in particolare, le nuove generazioni, gli anziani, le persone sole, gli
extracomunitari, coloro che hanno
lavori flessibili a rischio di precarietà,
coloro che non possono permettersi in
casa due redditi pieni, i lavoratori in
mobilità sopra i 45 anni, le donne.
«Oggi trovare casa è un’impresa…è un
miraggio o un costo insostenibile… è
un incubo».
La perdita del potere di acquisto
dei redditi che entrano in casa: i
salari, per motivi diversi, diventano,
per larghe fasce di popolazione, assolutamente insufficienti ed erodono i
risparmi, incrementando debiti persino nelle classi medie.
«Resta, comunque, la domanda di
fondo. Perché non lo “sapevamo”?
Perché non ce ne “siamo accorti”?
Vivevamo forse altrove? O abbiamo
distolto lo sguardo? Volevamo essere
tolleranti? Ma è vera tolleranza quella
che rende indifferenti e non esprime
attenzione e stima per l’altro?».
Bisogna mettersi insieme a progettare: questa proposta nasce dall’invito a costituire alcuni “tavoli” per
studiare e cominciare a mettere in atto
un “progetto” di vasti orizzonti; sarebbe
un modo per Milano di riappropriarsi
INCONTRI
SUL LAVORO
S
i stanno sviluppando, nella diocesi, alcuni incontri sul lavoro e
sulla Dottrina Sociale della
Chiesa.
Ci sembra utile segnalare i temi, i relatori, la problematica e le diverse esigenze e attenzioni.
- Venerdì, 15 aprile 2005, a S.
Magno, Legnano, ore 21, l’on.
Giovanni Bianchi parlerà su
“Testimonianza e coerenza di vita
(lo stile del cristiano impegnato
nel sociale)”.
- Incontri per zone nella provincia
Aclista di Milano (sono 18), a cui sono
interessati i sacerdoti che abbiano,
nella propria parrocchia, un Circolo
Acli. Si sviluppa il “Progetto
Parrocchia” tema assunto a livello
nazionale, quest’anno, come viene programmato nella ricerca e nell’aggiornamento religioso delle Acli. Saranno
presenti don Raffaello Ciccone e un
membro della presidenza provinciale.
- Dopo la Giornata della
Solidarietà ci si incontrerà nei decanati e parrocchie per poter parlare del
tema poiché interessa problemi particolarmente significativi della vita delle
persone. Sentiamo che possa essere
utile un incontro, incoraggiando anche
i laici a sviluppare una presenza e una
ricerca sul territorio.
UFFICI E SERVIZI DI CURIA
della sua tipicità e della sua tradizione. Sarebbe un rinnovare quell’affermazione secondo cui “Milano ha il
cuore in mano!”. E se mi si permette
un’osservazione a questo proposito,
non si tratta di una proposta tecnica,
ma richiama il coraggio di ritrovarsi a
parlare, a confrontarsi, a prendere
coscienza, a superare gli steccati senza
ripetere: “ «Non tocca a me».
In sintesi, prima della preghiera finale che il Cardinale pronuncia a nome
di tutti al Signore, viene riassunto in
tre parole l’orizzonte dei nostri interventi: l’individualismo, la relazione e
la globalizzazione. Ritroviamo sintesi e
itinerari per la società civile e per la
Comunità cristiana.
SALVAGUARDIA
DEL CREATO
U
n tema che va affrontato è la
“salvaguardia del creato”. È
ormai uno dei progetti di ricerca e di sensibilizzazione che risponde
alla responsabilità sul progresso e sul
creato che lo sviluppo e l’economia
stanno compromettendo.
Salvare la natura, il mondo, le sue
riserve e la vivibilità è fare opera di
rispetto per ciò che il Signore ci ha dato
e impegno per coloro che vivono con
noi e verranno dopo di noi.
È un tema nuovo nella nostra sensibilità di credenti, a parte splendide eccezioni, e coinvolge moltissime persone,
credenti e no, che impegnano le loro
energie per il maggior rispetto della
natura. Se non diventa idolatria, questa attenzione e rispetto della natura
permette di collaborare dopo aver individuato forze e interessi presenti, spesso ovunque, nel proprio quartiere.
Ritengo così che sarebbe significativo e
utile censire sul territorio i vari gruppi
e associazioni esistenti e conoscerli. La
loro competenza aprirebbe spazi
costruttivi di vitalità e di educazione.
E saremmo grati se fosse possibile, da
parte delle singole parrocchie, comunicare all’Ufficio della Pastorale del
Lavoro le indicazioni essenziali dei
gruppi, potendo, in tal modo, ricuperare, un tessuto spesso anonimo di tali
interessi che rivela, come per una rete
di partecipazione, volontariato e sensibilità.
IL PROBLEMA
DELLA CASA
I
l problema della casa è stato risollevato anche dal Prefetto di
Milano, radunando in una mezza
giornata di studio e di comunicaziodiocesi insieme n° 2/2005
15
UFFICI E SERVIZI DI CURIA
ne, forze imprenditoriali, responsabili di banche e Fondazioni, volontariato, associazioni, sindacato.
Il cardinal Martini aveva partecipato a un “convegno per la casa in
affitto” già nel novembre del 2000 e
il Card. Tettamanzi ne ha richiamato l’emergenza sia nel discorso della
vigilia di S. Ambrogio del 2003 che
nel 2004 con parole chiare e rigorose. Ogni parrocchia si trova a dover
affrontare le difficoltà di reperimen-
PASTORALE SCOLASTICA
XXIII MARCIA “ANDEMM AL DOMM”
“SCUOLA PARITARIA: A QUANDO?”
Milano, sabato 12 marzo 2005
C
ome tradizione ormai, anche
quest’anno le scuole cattoliche
e di ispirazione cristiana della
diocesi di Milano si ritroveranno
sabato 12 marzo 2005 per partecipare assieme alla 23ª Marcia
“Andemm al Domm” che avrà come
tema: “Scuola paritaria: a quando?”.
Il ritrovo è alle 9.30 a Bastioni di
Porta Venezia e si raggiungerà, di
corsa o a piedi, Piazza del Duomo
per le ore 11, dove il cardinale
Dionigi Tettamanzi saluterà i partecipanti e proporrà loro una riflessione sul tema della marcia.
Alla marcia sono collegati altre 4
manifestazioni e concorsi:
• concorso “striscioni”;
• trofeo sportivo “Madonina”;
• concorso “progetti”;
• borse di studio per alunni disabili.
Concorso striscioni
Saranno premiati 10 istituti e CFP
cattolici e di ispirazione cristiana
diocesani che avranno portato alla
marcia gli striscioni più originali e
significativi.
16
to di case in affitto per realtà deboli
ma le stesse esigenze toccano anche
realtà di giovani sposi, anziani, studenti, extracomunitari.
Probabilmente nel proprio quartiere si svolgono operazioni e attenzioni particolari. Ci interesserebbe la
comunicazione di iniziative sia pubbliche che private, di volontariato o
di Comunità cristiana, per riproporre in modo significativo il problema
e, magari, farne un “libro bianco”.
diocesi insieme n° 2/2005
Coloro che sono interessati dovranno far pervenire le foto all’Ufficio
Scuola della Curia Arcivescovile
entro il 1° aprile 2005.
borse di studio da 2000 euro ciascuna, destinate agli alunni in
situazione di disabilità iscritti
nelle scuole secondarie paritarie
cattoliche e/o di ispirazione cristiana della diocesi. Le domande
dovranno pervenire all’Ufficio
Scuola della Curia Arcivescovile
entro venerdì 1° aprile 2005.
Concorso Progetti
Saranno premiati con 2000 euro
ciascuno 15 istituti e CFP cattolici
e di ispirazione cristiana diocesani
che avranno presentato progetti di
innovazione e organizzazione
didattica entro il 1° aprile 2005
presso l’Ufficio Scuola della Curia
Arcivescovile.
In preparazione alla marcia si è
tenuto venerdì 18 febbraio 2005 il
convegno “Educare alla convivenza civile nella scuola”. Il prof.
Piero Cattaneo, dell’Università
Catto-lica del Sacro Cuore, ha delineato un quadro dettagliato “delle
varie educazioni che sviluppano
l’educazione alla convivenza civile”, dando anche utili e preziosi
spunti per la progettazione di
unità di apprendimento e per la
stesura di un portfolio specifico.
Borse di studio alunni diversamente abili
Si sottolinea la disponibilità di 30
diocesi insieme n° 2/2005
UFFICI E SERVIZI DI CURIA
Trofeo sportivo
Sabato 13 aprile 2005 presso il
Centro Sportivo di San Donato
Milanese si terrà la III edizione
del trofeo sportivo “Madonina”,
manifestazione di atletica leggera
riservata agli alunni/e delle scuole
primarie cattoliche e di ispirazione
cristiana della Diocesi.
17
COMUNICATI
PROGETTI INFORMATICI
E STATISTICA
18
WINGEPA: IN OGNI
PARROCCHIA
L’ARCHIVIO
INFORMATICO
DEI SACRAMENTI
D
allo scorso mese di settembre l’Ufficio per i Progetti
Informatici e la Statistica
ha rilasciato una versione aggiornata di WinGepa, il nuovo programma in ambiente Windows
per l’Anagrafe Parrocchiale.
È un utile strumento per la
gestione dell’anagrafe parrocchiale e dei registri dei sacramenti, di facile apprendimento e di
immediato utilizzo. Il programma, oltre alle funzioni di registrazione dei sa-cramenti e stampa
dei certificati e atti (es. atto di
matrimonio, trascrizione agli
effetti civili), prevede anche la
stampa dei principali documenti
della istruttoria matrimoniale
(pubblicazioni e richieste di pubblicazioni a parrocchie e comuni),
dispone di tre archivi anagrafici
(persone, famiglie e gruppi parrocchiali), dai quali è possibile
selezionare ed estrarre - in modo
semplice e secondo vari criteri nominativi e indirizzi ai fini delle
diverse iniziative pastorali (anniversari, benedizioni natalizie,
incontri, ecc.).
Il programma è gratuito e può
essere richiesto ai coordinatori
presenti in ogni Decanato (rivolgersi per il nominativo al Decano
o all’Ufficio per i Progetti
Informatici e la Statistica:
tel. 02 8556276 oppure
[email protected]
diocesi insieme n° 2/2005
Alle parrocchie che ancora non
l’avessero fatto rinnoviamo l’invito a sostituire il vecchio programma GePa con il nuovo e a
quelle che non hanno mai adottato un programma ad avviare la
registrazione dell’anagrafe dei
sacramenti con WinGepa.
A tutti i Parroci che già utilizzano il programma ricordiamo di
trasmettere in Curia i files
aggiornati con le registrazioni dei
sacramenti dello scorso anno
2004.
a cura dell’Ufficio per i Progetti
Informatici e Statistica
Note tecniche
Prerequisiti minimi hardware e
software: Personal Computer con
processore Pentium II memoria
64 MB - spazio disco 30 MB Windows versione 9x o superiori risoluzione video 800X600
Recupero archivi GePa:
Al momento della installazione,
WinGepa è in grado di acquisire
in modo automatico tutti i dati
precedentemente registrati con il
programma GePa.
Modalità di utilizzo:
Sono previsti tre profili di utenza
con diverse password (parroco,
per consultazione, registrazioni,
stampe e scrittura di note riservate; segreteria 1 per consultazione, registrazioni e stampe;
segreteria 2 solo per consultazione e stampa certificati.).
Aggiornamenti:
Sul sito Internet della Diocesi
all’indirizzo
www.chiesadimilano.it/wingepa
modulo software di aggiornamento all’ultima versione (solo per
chi ha già installato sul PC una
precedente versione del programma) e il relativo manuale d’uso.
diocesi insieme n° 2/2005
COMUNICATI
è predisposta una sezione dedicata al programma, con domande/risposte più frequenti, informazioni di dettaglio sulle versioni e la possibilità di scaricare il
19
Scarica

numero 2 - Chiesadimilano