RIVISTA UFFICIALE DELLE ASSOCIAZIONI SPINA BIFIDA IL DIALOGO IN PRIMO PIANO Una famiglia speciale pagina 3 ALL’INTERNO Le vostre testimonianze ADOLESCENZA: LA FAMIGLIA E’ VINCENTE pagina 8 Scienza &Ricerca LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DEL PAZIENTE. PROTESI E TUTORI pagina 12 L’angolo dell’esperto ASSEGNO AGLI INVALIDI PARZIALI MESSAGGIO INPS pagina 14 “Il Dialogo” - n. 63 - 3/2007 - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/C Legge 662/96 Milano TRIMESTRALE I NUMERO 64 I GENNAIO/MARZO 2008 IL DIALOGO I RIVISTA UFFICIALE DELLE ASSOCIAZIONI SPINA BIFIDA l’editoriale L’alba di un nuovo Dialogo IL DIALOGO NUMERO 64 – GENNAIO/MARZO 2008 Periodico Trimestrale edito da ALISB Registrato presso il Tribunale di Milano, n.420, del 20.5.1987 Rivista ufficiale delle Associazioni Spina Bifida Redazione e Amministrazione c/o Croce Verde A.P.M. Via San Vincenzo, 25 – 20123 Milano Tel. 338-5840417 E-mail redazione@il-dialogo. Direttore Responsabile: MARIANO MANIERI Direttore Editoriale: ENZO BELLOTTO Coordinamento Editoriale: MARIA CRISTINA DIECI Redazione: EMILIO GALLI, MAURO GALLI, CLAUDIO GUIDI, MARIA ORGIANA Art director: FRANCESCO POROLI francescoporoli.it Impaginazione: EMILIO GALLI Questo Periodico è inviato gratuitamente agli iscritti, agli operatori del settore e a tutti gli interessati. Stampato in 3500 copie con la collaborazione di: Tipografia M.B. GRAFICA In ottemperanza alla legge 675/96 La informiamo che il Suo nominativo compare nella banca dati dell’Associazione ALISB, editore di “Il Dialogo” e viene utilizzato per l’invio del periodico. Ai sensi dell’art.13 L.675/96 potrà, in ogni momento, avere accesso ai dati, chiederne la modifica o la cancellazione scrivendo alla Redazione. Diamo il benvenuto ai lettori abituali de “Il Dialogo” e a coloro che lo leggono per la prima volta: questo è il primo numero che sancisce il rinnovamento del giornale. E’ un’ iniziativa che nasce dal desiderio e dall’ambizione di creare uno strumento moderno, in un formato tanto accattivante nell’immagine quanto poliedrico e multifunzionale nei contenuti. Il Dialogo vuole essere una voce capace di mobilitare e sostenere il movimento Spina Bifida Italiano, partendo dagli attori protagonisti: le famiglie. Ci preme sottolineare la novità della pubblicazione, perché Il Dialogo non vuole essere un periodico di settore o un semplice organo di stampa ufficiale, ma un luogo di approfondimento dei grandi temi che riguardano la causa che portiamo avanti; non una rivista auto-referenziale o per gli “addetti ai lavori”, ma un cantiere in continua evoluzione, uno strumento di conoscenza, di partecipazione e di consapevolezza. Il Dialogo si prefigge quindi di diventare uno spazio aperto, una sintesi di esperienza sul territorio, grazie anche al contributo di esperti e professionisti, un punto di incontro dove elaborare e creare nuovi presupposti per le attività delle Associazioni Spina Bifida, per i loro pro- getti e per i loro interventi. Insomma un trimestrale ricco di news, dossier, interviste, novità su temi europei ed internazionali e non mancheranno approfondimenti e articoli sulle normative vigenti. Questo progetto ha molte ambizioni, prima fra tutte il coinvolgimento delle persone affette da Spina Bifida, anche attraverso l’organizzazione di dibattiti a loro indirizzati, per questo, si è deciso di dedicare il primo numero del Dialogo, a quanti, con la loro testimonianza e con le loro parole rendono più concreto il nostro lavoro. Buona lettura. MARIA CRISTINA DIECI Presidente ASBI - FAISBI NUMERO 64 I GENNAIO/MARZO 2008 IN COPERTINA UNA FAMIGLIA SPECIALE La Spezia, la storia di una nostra famiglia Questo è il racconto di un incontro. L’incontro tra il sottoscritto ed una nostra famiglia di La Spezia. Conoscevo, per sommi capi la loro storia e volevo raccontarla sul nostro giornalino. Più volte, in occasione di alcuni eventi associativi, ci eravamo incrociati, ci eravamo anche detti che sarebbe stato bello potersi raccontare sul Caleidoscopio, ma poi ognuno tornava nel suo guscio. Alla fine, galeotto è stato il nostro Convegno 2007 di Firenze e grazie anche alla complicità di Cristina (Cristina Dieci, la nostra Presidente), ci siamo incontrati. Ma loro chi sono? 02 03 IL DIALOGO I RIVISTA UFFICIALE DELLE ASSOCIAZIONI SPINA BIFIDA IN COPERTINA Sono: Imma la mamma, un viso dolcissimo con due occhi fermi e determinati; Massimiliano il papà, viso severo e lo sguardo forse preoccupato da quell’intruso che indagava nell’intimo della sua famiglia ed infine, Andrea e Leonardo, i figli, entrambi affetti da Spina Bifida. Di quel primo ed unico incontro, ricordo il disagio di tutti: non è mai facile raccontarsi e non è da meno porre domande che sai, faranno male, ma ricordo anche Imma che, con calma determinazione, mi diceva che avevano deciso di raccontarmi la loro storia per poterla condividere con altri, perché la loro vicenda potesse essere di aiuto ad altre famiglie. Quell’inaspettata apertura, mi ha tranquillizzato e mi ha fatto rompere gli indugi. Sono tornato a casa ed ho riempito di domande un foglio; domande di un padre e di un uomo che ha sulla sua pelle i segni della Spina Bifida. Domande semplici e feroci, che chiedevano, come dopo un figlio disabile si possa ancora progettare un altro figlio e quando anche di quello ti dicono “avrà la Spina Bifida”, come si possa non dire “Basta, questo è troppo! Non posso farcela! Questo bambino è meglio che non nasca”, come una famiglia possa resistere a tutto questo e stare ancora insieme. Stupore, il mio, quando aprendo la lettera di Imma e della sua famiglia ho scoperto che tutte le mie domande avevano avuto una risposta, anche quelle più crude, ma non solo, altro era stato aggiunto. bini disabili, per imparare ad accudire suo Leggendo quelle risposte scarne, ma figlio se mai il cuore di una mamma non dirette, come se fossero state scritte per dovesse bastare; seguire, abbracciare, aiuun compito in classe di matematica, ho tare altri bambini per non dimenticare il capito di questa famiglia quello che già ho suo, mai, neanche quando ne è distante. sperimentato nella mia, cioè che i figli Ma per Imma e Massimiliano quel loro vanno accettati come sono, perché sono comunque il dono più grande ed immerita- figlio, anche se impegna ogni loro risorsa, è una motivazione in to che la vita ci fa. più per non chiudere Per i figli sappiamo fuori il mondo. allargare le spalle e Pensano di adottare portare pesi che mai “PER I FIGLI SAPPIAMO un figlio; poi qualche avremmo pensato di poter sostenere e ALLARGARE LE SPALLE dottore dice loro che tentare di gioire delle loro picE PORTARE PESI CHE MAI possono averne un altro, per cole cose come fosvie naturali ed allora sero il dono più granAVREMMO PENSATO DI Imma si sottopone de concessoci. per un anno e mezzo Imma, era lei a parPOTER SOSTENERE E ad una cura prevenlare in prima persoGIOIRE DELLE LORO tiva della Spina na, mi raccontava di Bifida, rimane incinquel suo primo figlio, COSE COME SE FOSSERO ta, ma al quinto uno shock: è naturamese di gravidanza le, nessuna madre in IL DONO PIU’ GRANDE” scopre che il figlio attesa, pensa che che porta in grembo possa mettere al è anche lui affetto da mondo un figlio disabile e poi quel termine: Spina Bifida, nome Spina Bifida. Ora Andrea ha 13 anni e Leonardo 4 e sinistro per una disabilità che si presenta mezzo, forse negli anni quella forza nello in modi e forme a volte tanto diverse, ma sguardo di Imma ha tremato per paura di che inevitabilmente ti sconvolge la vita. non farcela, ma lei è ancora lì, con la sua Una vita dedicata a quel figlio dalla camfamiglia, perché come mi ha scritto “i minata strana. Un’esistenza così ripiegata su quel figlio, tanto da farle scegliere nostri figli sono il senso della nostra vita, come lavoro quello di assistente all’autola forza”. nomia ed alla comunicazione ad altri bamEnzo Bellotto NUMERO 64 I GENNAIO/MARZO 2008 GRAZIE PIA Pia Wurzer è una giovane donna Italo-Olandese, affetta da Idrocefalia e da Spina Bifida occulta. Ha lavorato per alcuni anni in IF, occupandosi di prevenzione ed è proprio durante questa sua attività che abbiamo avuto modo di conoscerla ed apprezzarla. Pia ha recentemente intrapreso altre strade professionali e noi nel ringraziarla per la disponibilità e la cordialità dimostrataci, le auguriamo un “in bocca al lupo” per la nuova esperienza lavorativa. Di seguito una breve intervista che Pia ci ha voluto rilasciare prima di lasciare IF. Quanti anni hai lavorato per IF e di cosa ti sei occupata? Ho lavorato per IF dall'agosto 2005 fino al dicembre 2007 come 'Policy Officer' occupandomi della prevenzione (sopratutto la promozione dell'acido folico e la fortificazione obbligatoria), di questioni etiche e di diritti umani (come la questione dell'eutanasia e del protocollo olandese - il Groningen Protocol). Quali sono state le motivazioni che ti hanno fatto scegliere di lavorare nell´ambito del no-profit ed in particolare in una organizzazione di persone disabili? Prima di iniziare a lavorare per IF ho fatto un Master of Arts in Comparative European Social Studies dove ho sviluppato l'interesse per il lavoro delle ONG internazionali. Prima di questo non ero al corrente dell'esistenza di tante ONG che rappresentano le persone disabili. Essendo io stessa nata con Idrocefalia e Spina Bifida occulta la scelta di iniziare a lavorare proprio per IF è stata prima di tutto emotiva. Anche se lascio IF, rimarrò comunque attiva nel mondo della disabilità in quanto nel nuovo lavoro andrò ad assumere il ruolo di coordinatrice della IDDC - International Disability and Development Consortium. Per lavoro, immagino tu sia venuta a contatto quasi giornalmente con realtà molto delicate, spesso anche drammatiche. In sintesi, qual è la storia che ti ha colpito maggiormente? Ho sentito di varie situazioni direi difficili dunque non mi va di scegliere quale ora in assoluto sarebbe la più drammatica. Durante il convegno internazionale di IF in Africa a maggio 2007, dove ho parlato con giovani con Idrocefalia e Spina Bifida che vivono lì, sono rimasta ammirata dal corraggio con il quale riescono ad affrontare le situazioni dovendo convivere anche con la povertà e la mancanza di un buon sistema sanitario. Quale ritieni sia l´urgenza prioritaria nell´ambito della Spina Bifida sia a livello mondiale sia italiano? Penso che sia a livello italiano sia mondiale, è molto importante continuare a portare avanti la questione della preven- zione primaria della SB e di continuare la ricerca. Si sa per esempio che l'acido folico ha un grande ruolo nella prevenzione. Quali suggerimenti ti senti di poter dare alla nostra Associazione perché possa sempre più essere un punto di riferimento per i propri associati e le loro famiglie? Penso sia essenziale continuare a perseguire ed incrementare collaborazioni con realtà analoghe sia a livello nazionale sia internazionale. Tramite il contatto con altre organizzazioni si può scoprire soluzioni già esistenti ai nostri problemi invece di come si dice in olandese "re-inventare la ruota". “SIA A LIVELLO ITALIANO CHE MONDIALE PENSO SIANO IMPORTANTI PREVENZIONE E RICERCA. IL RUOLO DELL’ACIDO FOLICO RESTA FONDAMENTALE” Enzo Bellotto 04 05 IL DIALOGO I RIVISTA UFFICIALE DELLE ASSOCIAZIONI SPINA BIFIDA NEWS NOTIZIE, EVENTI, APPUNTAMENTI DA NON PERDERE. IN ITALIA E NEL MONDO 29 febbraio: “Un giorno raro per persone molto speciali” LISBONA, 6-9 GIUGNO PRIMA GIORNATA EUROPEA DELLE MALATTIE RARE 19A CONFERENZA INTERNAZIONALE DELLA SPINA BIFIDA E IDROCEFALO “Un giorno raro per persone molto speciali,” è lo slogan scelto dagli organizzatori della “Prima Giornata Europea delle Malattie Rare 2008” che si è svolta il 29 Febbraio. La data, proposta a livello europeo da Eurordis - l’alleanza Europea di organizzazioni di pazienti affetti da malattia rara – non è stata scelta a caso, ma per sottolineare, con un giorno che capita ogni 4 anni, il concetto di rarità. La giornata delle malattie rare vuole essere, però, un evento annuale, che si terrà ogni anno dal 2008 in poi. Anche in Italia la giornata di sensibilizzazione sulla malattie rare, auspicata dalle Associazioni dei pazienti già da molto tempo, si è celebrata il 29 Febbraio in armonia con l’Europa. L’evento ha voluto coinvolgere prima di tutto il grande pubblico, ma i suoi messaggi intendono arrivare anche alle autorità nazionali ed europee e ai media, con l’obiettivo di: 1. aumentare la consapevolezza delle malattie rare e l’impatto che esse hanno sulla vita dei malati; 2. offrire aiuto ed informazione alle persone colpite da malattie rare, in particolar modo quelle per le quali non è disponibile un network di supporto; 3. rafforzare la collaborazione europea nella lotta contro le malattie rare, raccogliere fondi per sostenere il nostro piano d’azione sia a livello europeo sia nazionale; 4. rappresentare il punto di partenza per una giornata delle malattie rare più globale In Italia, tra le principali iniziative realizzate, segnaliamo il Convegno organizzato dal CNMR – Centro Nazionale Malattie Rare – dal titolo: “Malattie Rare: prima giornata di sensibilizzazione” a cui ha partecipato la nostra Presidente, Cristina Dieci, in qualità di membro della Consulta Nazionale delle Malattie Rare. Il Ministro della Salute Livia Turco, intervenuta al Convegno, è stata la promotrice della Consulta Nazionale delle Malattie Rare. Questo Organo istituito il 5 giugno 2007 è costituito da 34 volontari eletti dalle Associazioni dei pazienti di malattie rare. La Consulta collabora strettamente con il CNMR, il quale fornisce supporto tecnicoscientifico nelle diverse attività che si svolgono nell’ambito della cura di queste patologie – spiega M.Cristina Dieci, membro della Consulta. La Consulta intende rafforzare i legami tra le organizzazioni di tutela della rete delle patologie rare e individuare le priorità del settore. Diverse le iniziative già realizzate nel campo dell’informazione, fra le quali, un opuscolo, uno spot radiofonico e un sito internet www.consultanazionalemalattierare.it [email protected] Il dott. Enrico Garaci, Presidente dell’ISS, e la dr.ssa Domenica Taruscio, Responsabile del CNMR, hanno annunciato l’attivazione, da parte del Centro Nazionale Malattie Rare, del primo numero verde 800.896949, a supporto di pazienti affetti da malattia rara, dei loro familiari e assistenti, dei medici e degli operatori sanitari. Al numero risponde un’équipe di operatori esperti nel counselling telefonico. Per saperne di più: www.iss.it/cnmr/ Sarà Lisbona, Portogallo dal 6 al 9 giugno - la sede della 19a Conferenza Internazionale organizzata da IF sui temi della Spina Bifida e dell’Idrocefalo. Ha per titolo “Drawing Smiles – Towards Adulthood” (Disegnare sorrisi – Verso l’età adulta) la 19a Conferenza Internazionale organizzata da IF che si terrà a Lisbona, Portogallo, dal 6 al 9 Giugno 2008. Tema centrale di questa edizione, sarà la transizione all’età adulta dei giovani affetti da Spina Bifida, con interventi di specialisti provenienti da varie parti del mondo. Inoltre, data l’importanza dell’evento, saranno presentate le ultime scoperte scientifiche in ambito di prevenzione primaria oltre a diverse sessioni di approfondimento su tematiche legate alla disabilità, quali: autostima e sessualità. Chi volesse avere maggiori dettagli sull’evento può consultare il sito www.spinabifida2008.org. NUMERO 64 I GENNAIO/MARZO 2008 NAPOLITANO: GRAZIE IN BREVE A CHI SI DEDICA ALLE PERSONE CON DISABILITA’ Il 3 dicembre a Roma, con il Presidente della Repubblica, la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità Si è svolta a Roma lo scorso 3 Dicembre al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, la solenne celebrazione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, dedicata, quest’anno, al tema dell’integrazione lavorativa, nello spirito della Convenzione ONU su diritti delle persone disabili. In occasione della cerimonia il Presidente Napolitano ha ricevuta una folta rappresentanza delle Associazioni dei disabili. Dopo l’intervento del Ministro Paolo Ferrero il Presidente ha rivolto un caloroso saluto ai presenti e pronunciato parole di alto contenuto morale che vogliamo riportare in breve sintesi. “importante requisito per un buon inserimento nel mondo del lavoro. Insomma, con tutti i suoi limiti, quella italiana viene considerata una strategia da imitare. Colgo questa occasione per rivolgere una un particolare ringraziamento e plauso a tutti gli operatori che a vario titolo e in vari modi si dedicano alle persone con disabilità. Ringrazio vivamente tutti quanti hanno contribuito al successo della nostra Giornata per le persone disabili. Mi auguro che ne venga un messaggio di fiducia per chi è in difficoltà e di impegno civile per tutti, Istituzioni, Società La “Giornata europea ed internazionale delle persone con disabilità” che oggi celebriamo ci induce a riflettere su una condizione che chiunque può sperimentare in alcune fasi della vita. Basti pensare alla condizione che si vive come anziani, spesso non autosufficienti. Basti pensare come possa accadere di essere vicini a bambini con problemi di disabilità fin dalla nascita. Per non parlare degli incidenti che possono imprevedibilmente colpire e produrre disabilità temporanea o permanente. Sono poche le famiglie che non abbiano o non abbiano avuto tra i loro parenti una persona disabile o un anziano non autosufficiente. Perciò non impegnarsi a costruire un habitat giuridico, fisico e culturale amico della disabilità significa ignorare una grande questione di umanità e civiltà. Le persone con disabilità non devono solo superare barriere materiali e pratiche, ma anche barriere di indifferenza e di ignoranza; è importante in questa Giornata impegnarci ad abbattere tutte le barriere materiali e immateriali di questa discriminazione. Non utilizzare le risorse umane che queste diverse abilità possono produrre è anche mancare un’occasione come società. Non a caso, quest’anno la “Giornata europea delle persone con disabilita” ha messo l’accento sul valore del dare a queste persone l’opportunità di un “lavoro dignitoso”. Ci viene quindi ufficialmente ricordato che la disabilità va riconosciuta e inserita nel sistema produttivo. Il Ministro Ferrero lo ha giustamente e concretamente sottolineato. Noi vorremmo mettere in evidenza come la disabilità rappresenti una potenziale ricchezza nella dimensione dell’etica e dei sentimenti. La disabilità costituisce, tuttavia, anche e soprattutto un pesante fardello per chi ne è affetto e per i familiari. Ai familiari è affidata nel nostro Paese in larga misura la gestione concreta di situazioni complesse e difficili. A sostenere o sostituire la famiglia troviamo reti di servizi e organizzazioni e di molte, anche se, purtroppo, non di tutte, siamo lieti di ospitare qui oggi una rappresentanza. Si esprime spesso insoddisfazione per l’attuale trattamento della disabilità nel nostro Paese. Non si possono però sottovalutare punti di appoggio e potenzialità che offre l’Italia: principi sanciti nella nostra Carta Costituzionale, leggi vigenti e nuovi progetti. Il nostro è tra i pochi sistemi educativi nazionali che da anni inseriscono i bambini e i ragazzi con disabilità anche intellettive nelle normali strutture scolastiche: e questo è un importante prerequisito per un buon inserimento nel mondo del lavoro. Colgo questa occasione per rivolgere un particolare ringraziamento e plauso a tutti gli operatori che a vario titolo e in vari modi si dedicano alle persone con disabilità. Ringrazio vivamente tutti quanti hanno contribuito al successo della nostra Giornata per le persone disabili. Mi auguro che ne venga un messaggio di fiducia per chi è in difficoltà e di impegno civile per tutti, Istituzioni, Società e famiglie”. Al termine del suo intervento il Presidente della Repubblica ha consegnato onorificenze ed attestai a persone che si sono distinte per il modo in cui hanno affrontato la propria disabilità o aiutato altri ad affrontarla. Mariano Manieri ORRORE A BAGDAD: DUE RAGAZZE DISABILI COME KAMIKAZE La barbarie non ha limiti! Non avremmo voluto leggere una notizia così agghiacciante. In guerra, si sa, il rispetto della vita umana è ridotto al lumicino ma quanto abbiamo letto il 2 Febbraio ci ha lasciati inorriditi: due ragazze disabili, forse affette dalla sindrome di Down ,sono state usate come kamikaze, non si sa quanto consapevoli, imbottite di esplosivo, sono state fatte saltare in aria con un telefonino mentre camminavano tra la folla in due mercati popolari della capitale irachena. Bilancio delle vittime 70 morti e 150 feriti. Stragi di questo livello si succedono ormai da anni in questo martoriato Paese tanto che, purtroppo, quasi non ci facciamo più caso, non proviamo più orrore per la guerra e pietà per le vittime. Siamo sicuri però che questa notizia ascoltata in TV, letta sui giornali ha colpito l’anima e risvegliato sentimenti profondi di quelle persone che come noi sono vicine al mondo della disabilità. Ripulso pieno della guerra con i suoi orrori tanto da arrivare all’utilizzo inconsapevole di persone che non potrebbero capire le ragioni, ammesso che ce ne siano, per le quali si combatte, si da la morte, si muore. Pietà e profondo dolore per tutti e sdegno per il cinismo che porta all’utilizzo inconsapevole di persone disabili in questa carneficina. PIAGHE DA DECUBITO NEI LEA E' stata rinviata la manifestazione dei pazienti colpiti da piaghe da decubito, che si sarebbe dovuta svolgere a piazza Montecitorio, davanti alla Camera a Roma. La decisione è stata presa in seguito all'inserimento immediato nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e nella totale rimborsabilità dei farmaci per questi pazienti, o quantomeno nella riduzione dell'Iva sulle medicazioni dall'attuale 20 al 4%. "Un provvedimento doveroso - commenta il Ministero della Salute - che va a tutelare una fascia di malati tra le più deboli. E anche assai numerosa. Questa nuova misura verrà inserita nel decreto di rimodulazione dei Lea, in discussione i questi giorni con le Regioni. Sarà una vera e propria forma integrativa di terapia che, da gennaio, diventerà operativa". Con l'attuale normativa, per ottenere cure gratuite, presentare una dichiarazione di invalidità civile. "Dal 2008 - conclude il Ministero - basterà invece presentare in farmacia o alla Asl la prescrizione di uno specialista". 06 07 IL DIALOGO I RIVISTA UFFICIALE DELLE ASSOCIAZIONI SPINA BIFIDA testimoni STORIE VERE, RACCONTATE DALLA VIVA VOCE DEI PROTAGONISTI Spina Bifida e adolescenza Adolescenza: la famiglia è vincente Affrontiamo, in questa intervista, il tema dell’adolescenza in persone con Spina Bifida; lo facciamo con Cristina Gorieri, una giovane donna disabile, che gentilmente ha accettato di parlare della sua esperienza. Ringraziando Cristina per la sua disponibilità vi lasciamo alla lettura. Qual è il ricordo più bello della tua adole- c’ero anche io a poter aiutare in casa o a dover prendere le sgridate, quando ci scenza? e quello più spiacevole? volevano. Inoltre, devo riconoscere, che i Io credo di avere vissuto in modo sereno miei genitori mi hanno sempre incoragla mia adolescenza, di conseguenza mi giata a fare tutto quello che facevano gli viene spontaneo fare un bilancio positivo altri, come ad esempio pattinare, sciare, di questo periodo. Ricordo come eventi andare in bicicletta ed in motorino. E, belli, le uscite con le amiche, con mia divenuta adulta, hanno sempre rispettato sorella, i giri con il motorino e tutte quelle le mie scelte, senza ostacolarmi, come cose che sono forse banali, ma costituiquando ho deciso di partecipare ad misscono la quotidianità di una persona. sione umanitaria in Albania. Tutto questo Certamente ci sono stati eventi anche non toglie che, ancora oggi, avendo io 28 meno sereni ed, uno in particolare, legato anni e mia sorella 30, siamo ancora le loro alla mia disabilità , mi ha molto ferita: ero bimbe. in discoteca, con gli amici, quando sono Un altro aspetto che caratterizza l'adolestata “presa di mira“ da un gruppo di scenza sono i cambiamenti fisici che in ragazzi che hanno iniziato ad insultarmi, alcuni casi sono anche repentini. Nel tuo dicendomi che dovevo vergognarmi di caso, come portatore di come ero e che mi dovevo Spina Bifida, questi cambiarinchiudere in una stanza aspettando che mi finisse l’ “I MIEI GENITORI menti, come li hai vissuti e quali ripercussioni hanno aria da respirare. Anche se MI HANNO avuto su di te? consapevole della poca intelINCORAGGIATO Io ho vissuto questi cambialigenza di questi ragazzi, mi A FARE TUTTO menti in maniera piuttosto sono sentita umiliata e ferita, naturale e non mi hanno ma ciò nonostante, ho voluto QUELLO CHE creato problemi, quindi nel continuare a fare tutto (o FACEVANO mio caso, la disabilità non quasi) quello che facevano i GLI ALTRI” credo abbia influito. miei coetanei. L'adolescenza è anche il L'adolescenza è un momento periodo in cui si consolida l'identità sesdi grandi cambiamenti e di forti tensioni suale di una persona. Come la disabilità in cui emerge chiaro, da parte dell'adoleha influito, se lo ha fatto, su questo proscente, il desiderio di emancipazione cesso di consolidamento? dalla famiglia, che si scontra con la conSicuramente l’adolescenza è il momento vinzione dei genitori che il loro, sia ancoin cui affiora fortemente la voglia di avere ra un bambino. Nel caso di adolescenti un ragazzo e anche per me è stato così. disabili la convinzione dei genitori se Questo ragazzo non è arrivato e in me possibile è ancora più forte. Quel è stata sono sorte domande come: ”ma un ragazla tua esperienza? zo io non lo avrò perché sono disabile?”. Nella mia esperienza, questo è stato un Boh, una risposta non me la sono data; aspetto che ho riscontrato, ma non penso certo è che sono straconvinta che un che la mia disabilità abbia influito. Secondo me, infatti, io e mia sorella siamo ragazzo che mi “scansi” per la mia disabilità non faccia proprio per me. Con questo state trattate nella stessa maniera; non voglio assolutamente dire che non comunque, nel caso in cui questo non comprendo la titubanza e la paura ad avviaccadeva, c’ era sempre il tempestivo cinarsi ad un mondo tanto delicato e comintervento di mia sorella a ricordare che plesso. Altra domanda che mi sono sempre posta è, come avrei potuto spiegare ad un ragazzo la mia disabilità e farla vivere nella maniera piu’ naturale possibile. Non so, ancora non ho avuto il piacere di avventurarmi in questa nuova sfida. Nell'adolescenza i ragazzi, tentando di staccarsi dai genitori, iniziano a "sperimentarsi" nei rapporti con i propri coetanei. Quanto e come ha influito la disabilità nei rapporti con i tuoi coetanei? Potrà sembrare forse un po’ strano, ma per quanto riguarda il rapporto con i miei coetanei, credo che la mia disabilità mi abbia permesso di essere maggiormente valorizzata e stimata. I miei amici e compagni di scuola mi hanno sempre integrata in un modo molto spontaneo e bello e, più di una volta, mi sono sentita dire che ero una gran persona perchè, pur con i miei limiti, non mi piangevo addosso e partecipavo a tutto quello che facevano gli altri. Qui, penso, che una grande nota di merito l’abbia la mia famiglia che mi ha insegnato a pormi con gli altri, non come una vittima, ma alla pari. Il resto lo hanno fatto gli amici che pur giovani ed immaturi su tanti aspetti, come era normale che fossero a quell’età, mi hanno accolta a braccia aperte e fatto sentire una di loro. La società ci propone modelli comportamentali e d'immagine che sono particolarmente avvertiti nell'adolescenza. Il sentirsi distante da certi modelli crea nell’adolescente spesso disagi che possono anche essere patologici (vedi anoressia). Qual è stata la tua esperienza in proposito? quali sono state le difficoltà? Anche qui devo dire che grosse difficoltà non le ho incontrate. Indipendentemente dalla Spina Bifida, non ho mai condiviso l’idea di questa società, fatta di modelle taglia 42 (quando si sta abbondanti!!!!) e di comportamenti da “fenomeno”, solo perché sono di moda. Sono sempre andata controcorrente a questo riguardo, ma sono contenta di avere avuto il coraggio di farlo. Mi è piuttosto dispiaciuto non potermi vestire “alla moda”, perché ero troppo robusta o non poter portare le scarpe con il tacco perché con il tutore ovviamente non riuscivo, ma fortunatamente, niente di più. Quali consigli ti senti di dare ai genitori di un adolescente affetto da Spina Bifida? È difficile per me dare consigli ad un genitore, in quanto io non lo sono, ma sicuramente mi sento di dire loro, di stringere i denti e cercare di vedere la Spina Bifida anche come una possibile risorsa di arricchimento; cioè, consiglierei ai genitori, di lasciare fare ai figli le proprie scelte (anche quelle che sembrano un po’ oltre le loro capacità) perchè se si risolvono in senso positivo, rafforzano la personalità, in caso contrario, aiutano comunque a capire i propri limiti e a crescere. Enzo Bellotto NUMERO 64 I GENNAIO/MARZO 2008 Spina Bifida e paternità Dalla parte di un papà Abbiamo spesso incontrato nelle pagine del nostro giornalino madri di persone affette da Spina Bifida, ma padri mai. E’ giunta l’ora di colmare questa lacuna e lo facciamo con l’aiuto del sig. Gorieri, padre di Cristina, una giovane donna affetta da Spina Bifida che abbiamo già avuto modo di incontrare. Ringraziando il sig. Gorieri, per la sua testimonianza, vi lasciamo alla lettura. Quando ha scoperto che Cristina era affetta da Spina Bifida, quali sentimenti ha provato: rabbia, impotenza, dolore? Ho scoperto che Cristina era affetta da Spina Bifida solo al momento della nascita e quello che ho provato è stato un gran dolore, non solo per me come padre, ma soprattutto pensando a mia figlia. Io e mia moglie non avevamo mai sentito parlare di questa patologia, quindi non ne conoscevamo la gravità e soprattutto cosa avrebbe dovuto affrontare Cristina. In relazione alla disabilità, cosa cambia nel rapporto padre-figlia rispetto a quello madre-figlia, secondo la sua esperienza? Per quanto riguarda la mia esperienza, il rapporto tra me e Cristina non e' stato diverso rispetto a quello tra mia figlia e sua madre. Quanto rafforza o indebolisce una coppia la disabilità di un figlio? Io e mia moglie siamo sempre stati molto affiatati, soprattutto c'era tra noi grande condivisione, specie se si trattava di dovere fare delle scelte riguardanti le nostre figlie. La disabilità di Cristina ha ulteriormente rafforzato il nostro legame perché solo sostenendosi a vicenda si sarebbe affrontato il problema con più coraggio. In che modo la Spina Bifida ha condizionato il rapporto con sua figlia? Il rapporto tra me e mia figlia non e' stato condizionato dalla Spina Bifida, perché io, come padre, l' ho sempre considerata come tutte le altre persone. Guardando oggi sua figlia, cosa vede? E quali paure ha per il suo futuro? Oggi, guardando Cristina, vedo una ragazza molto dolce ed affettuosa, intelligente ed in grado di gestire la sua quotidianità in modo autonomo; ma vedo soprattutto un grande rispetto ed una grande disponibilità e generosità nei confronti degli altri. Paure per mia figlia ne ho poche, perché credo che le caratteristiche appena descritte facciano di lei una persona completa, in grado di affron- “OGGI, GUARDANDO CRISTINA, VEDO UNA RAGAZZA DOLCE, AFFETTUOSA, INTELLIGENTE E IN GRADO DI GESTIRE LA SUA QUOTIDIANITA’ IN MODO AUTONOMO” tare la vita, anche se quando cammina dondola un pochino. Quali consigli si sente di dare ad un padre il cui figlio è affetto da Spina Bifida? Il consiglio che mi sento di dare ad un padre è quello di non farsene una colpa per quello che si trova a dover affrontare e di affidarsi ad un centro Spina Bifida (come quello di Parma, nel mio caso specifico), che sappia indirizzare la famiglia verso le cure mediche necessarie, al fine di non trascurare alcun aspetto della patologia. Inoltre, ritengo fondamentale mantenere un rapporto di coppia molto saldo e spingere il proprio figlio/a a fare qualsiasi cosa: sport,scuola,giochi,viaggi. Quali sono secondo lei le maggiori difficoltà che incontra oggi una famiglia con un figlio disabile? Ed in cosa può essere di aiuto una associazione come ASBI? Le difficoltà maggiori che una famiglia possa incontrare sono quella di veder riconosciuti i diritti del proprio figlio/a disabile e tenersi informati su ciò che comporta la disabilità. A questo proposito, credo che un'associazione come ASBI possa essere di aiuto, essendo in grado di fornire informazioni ed aggiornamenti sui diritti e su tutti gli aspetti che possano garantire una qualità di vita migliore. LA LETTERA Persone disabili, quali diritti? Pubblichiamo la testimonianza di una nostra lettrice che ci dimostra ancora una volta quanto la legislazione che ci dovrebbe garantire diritti, a causa di cavilli assurdi, diventa a volte un ostacolo insormontabile, lasciandoci un senso di rabbia ed impotenza Mi chiamo Lucia Dallatomasina e sono affetta da Spina Bifida. Risiedo in provincia di Parma e l'anno scorso, su consiglio di un'impiegata dell'ufficio servizi sociali del comune dove risiedo, ho fatto richiesta del certificato della Legge 104/92 che, come certamente sapete dà o dovrebbe dare diritto ad agevolazioni fiscali, come la riduzione dell' IVA al 4%, rimborsi economici per ristrutturazioni edilizie per adattare la casa alle esigenze del portatore di handicap, esenzione del bollo, ecc... L'iter burocratico per avere il certificato è lungo e tempestoso perchè, ovviamente non prevede tempi brevi: sono trascorsi 6 mesi dal momento della presentazione della domanda prima che mi chiamassero alla visita secondo me inutile, visto che, invece di fare tante revisioni su persone disabili dalla nascita che purtroppo lo saranno per tutta la loro vita, sarebbe meglio le chiamassero anche per comunicare loro i diritti che hanno! Ma lasciamo stare questo è un altro discorso… Ricevo il certificato e sempre attraverso l'ufficio servizi sociali cerco di far valere i miei diritti: per prima cosa chiedo come si fa per avere l'esenzione del bollo, io possiedo uno scooter 50 per il quale pago un bollo annuale di ¤ 20,00. L'impiegata telefona all' ufficio dell' A.C.I. della nostra zona e le rispondono che devo presentarmi io in orario d'ufficio all' A.C.I. con il certificato della Legge 104/92 e mi faranno scrivere una richiesta di esenzione del bollo che verrà poi valutata dall'ufficio della Regione Emilia Romagna o chi per esso, per determinare se ho diritto o meno a questa agevolazione. Mi presento all'ufficio A.C.I. dove trovo un'impiegata che non era quella con la quale ha parlato l'incaricata dei servizi sociali, la quale visti i 20 ¤ del bollo con tono canzonatorio mi dice: "Ma signorina, è una cifra talmente irrisoria che non vale neanche la pena chiederne l'esenzione!", la guardo molto stupita e penso tra me e me "irrisoria per te che percepisci uno stipendio di 1.000 - 1.500 ¤ al mese, ma per me disabile che tra assegno e pensione arrivo a 708 ¤, è una cifra che può incidere". Arriva l'impiegata che aspettavo, la quale, mi liquida in due minuti perchè fa una telefonata ad un altro ufficio, spiega il caso e dall'altra parte dell'apparecchio le rispondono che per avere diritto all'esenzione del bollo lo scooter deve essere elettrico e non a benzina, come il mio e che se avessi avuto una macchina normale adattata alle mie esigenze non faceva differenza con che tipo di carburante si alimentava. Allora io mi chiedo, se questa è l’applicazione della legge (104/92), dove vanno a finire i nostri diritti di persone con disabilità, se poi negano l'esenzione a chi non possiede un veicolo o motociclo che non sia elettrico? Sono forse guarita quando 14 anni fa ho comprato lo scooter? Se è successo ditemelo perchè non me ne sono accorta! Lucia Dallatomasina 08 09 IL DIALOGO I RIVISTA UFFICIALE DELLE ASSOCIAZIONI SPINA BIFIDA territorio LA NOSTRA BACHECA: NOTIZIE E APPUNTAMENTI DELLE ASSOCIAZIONI SPINA BIFIDA ASSOCIAZIONE TOSCANA IDROCEFALO E SPINA BIFIDA (A.T.I.S.B.) - ONLUS 26 LUGLIO/2 AGOSTO 2008 IL PROGETTO SOLLIEVO TORNA IL CAMPO SCUOLA. ECCO L’EDIZIONE 2008 Nell’area metropolitana di Firenze, ATISB e CRI organizzano e gestiscono gli interventi per le famiglie La disabilità di origine neonatale protrae il periodo di “accudimento”, che normalmente la coppia genitoriale destina alla prole, per un periodo non determinabile e senza alcuna limitazione temporale nell’arco delle 24 ore. Rendendo così di fatto “disabile” l’intero nucleo familiare. E’ utile evidenziare, come questo rapporto di stretta dipendenza figlio/genitori prolungato indefinitivamente, non solo rappresenta un particolare aggravio fisico e psicologico per la coppia genitoriale, ma costituisca una fertile base di partenza per tutti quei fenomeni di iper-protezione, di scarsa autostima, di timori, che minano una futura vita indipendente dei ragazzi in età adulta. L’aspetto portante del progetto è proprio quello di “sollevare” dall’attività di accudimento, pur se per un periodo di tempo molto limitato, i genitori, consentendo la fruizione di uno spazio proprio (psicologicamente particolarmente importante), o a favore di eventuali fratelli/sorelle del disabile. Senza tralasciare le positive ricadute sui grandi temi sociali della “vita indipendente” e del “dopo di noi”, che un tale intervento potenzialmente è in grado di dare. Sappiamo bene come non sia possibile affidare i “preziosi figlioli” ad una semplice baby-sitter pur volenterosa ed allora, prima di poter dar vita al servizio sollievo, è stato necessario organizzare un percorso formativo di oltre tre mesi. Tale iter è stato reso possibile unicamente grazie alla entusiastica collaborazione e sinergia di più professionalità: medici ed infermieri dell’Ospedale Meyer, pedagogisti della Coop. Kepos, fisioterapisti ASL, psicologi e formatori IRRSAE…Ma soprattutto l’apporto indispensabile della Croce Rossa Italiana – Comitato Locale di Firenze, che ha assicurato la disponibilità dei locali della propria sede per le lezioni e ha selezionato fra le proprie fila il gruppo di 20 Volontari da formare. Non dimentichiamo il ruolo di Tutor, fondamentale per il buon andamento di ogni tipo di corso, affidato al Dr. Paolo Belardinelli dell’Accademia della Crusca, che è riuscito non solo a gestire le attività ed il piano delle lezioni, ma principalmente a cementare il “gruppo”. La riuscita del Corso è andata ben oltre le aspettative, testimoniato anche dall’interesse del Centro Servizi Volontariato della Toscana, che non solo ha finanziato le attività, ma lo ha prescelto come una delle esperienze formative in ambito volontariato più significative del biennio 2006-2007 e pertanto destinato ad essere diffuso come “buona prassi”, mediante la pubblicazione degli atti in una apposita collana editoriale. Dal mese di gennaio (finalmente !!!) è attivo il vero e proprio Servizio “Sollievo” per l’area metropolitana di Firenze, in cui l’A.T.I.S.B. e la C.R.I. organizzano e gestiscono gli interventi a favore delle famiglie, con assunzione in carico del bambino o ragazzo per un periodo orario prestabilito e presso l’abitazione dello stesso, o per uscite. Il tempo così “guadagnato” dalla famiglia, può essere utilizzato dalla stessa sia per necessità pratiche (spese, visite, etc.), sia per creare spazi “riservati” ad eventuali fratelli/sorelle (una qualsiasi attività fuori casa) e soprattutto consentire di ricreare una dimensione di “coppia” ai genitori (una cena fuori, un cinema…). Ma non solo. I Volontari della C.R.I. supportano anche direttamente l’Associazione (alcuni li ricorderanno al Convegno Nazionale di Firenze), prendendo parte a molteplici attività, in cui è utile (e divertente) avere l’apporto di “gioventù” allegra e piena di idee per condividere le giornate con i nostri figlioli: gli stage di vita indipendente, la settimana bianca, il campeggio estivo e tanto altro. Adesso è in via di definizione l’estensione del Servizio Sollievo a tutta la provincia di Firenze ed in fase organizzativa l’avvio dei percorsi formativi per tutte le province della Toscana, di cui il primo a partire sarà quello per Arezzo e via, via gli altri. Siamo onesti, abbiamo veramente trovato nuovi AMICI e con loro un TESORO. Marco Esposito Presidente A.T.I.S.B. A Porto Sant’Elpidio con AVISB - Associazione Veneta per l’Idrocefalo e la Spina Bifida l’Associazione A.V.I.S.B. propone anche per quest’anno il mitico “Campo Scuola”. Vista la positiva esperienza dello scorso anno, anche per il 2008 ci sarà un’unica vacanza sia per i bambini accompagnati, dalle rispettive famiglie, che per i ragazzi più grandi. La località scelta (per girare tutta l’Italia!) è Porto Sant’Elpidio nelle Marche, tra Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto. Come l’anno scorso è previsto un pulmann che ci accompagnerà durante il viaggio e rimarrà a disposizione in loco per gli spostamenti. Durante il soggiorno verranno organizzati momenti culturali, di divertimento, svago, uscite, scuola di vela per TUTTI e molto altro ancora. Saranno presenti volontari che allieteranno le nostre giornate, personale infermieristico e fisioterapico per ogni necessità. Il contributo massimo richiesto per il soggiorno è di: - 400 euro per adulto; - 280 euro per ragazzi dai 3 agli 11 anni; - bimbi d’età inferiore ai 3 anni soggiorno gratuito. La quota comprende: trattamento pensione completa presso il Villaggio Turistico “La Risacca” comprensivo di piscine e ombrellone. Il villaggio è fronte mare. Informazioni più dettagliate saranno comunicate ai diretti interessati, dopo una loro dichiarazione esclusivamente scritta (e-mail, posta, fax, piccioni viaggiatori …) di partecipazione, da inviare entro il 20 aprile 2008 (fino ad esaurimento posti disponibili) Per maggiori dettagli: Moscon Romano 3394326642 Mantiero Annalisa 3485454339 Associazione A.V.I.S.B. Via dei Mille n° 34 / 36100 Vicenza FAX 0444-961900 e-mail [email protected] 7/8 GIUGNO 2008 Vela Solidale Sardegna Vela Solidale Sardegna è un’ Associazione di volontariato senza scopo di lucro, apolitica, nata a Cagliari nel luglio 2005 con finalità di solidarietà sociale. L’Associazione promuove l’attività velica allo scopo di prevenire e curare il disagio psico-fisico e sociale (“vela terapia”); è costituita da medici, artisti, persone in situazione di disabilità, psicologi, pedagogisti, infermieri, operatori socio-sanitari e velisti. La vela può sembrare un’attività impegnativa ed elitaria ma, citando il grande navigatore-filosofo Bernard Moitessier, “la barca non è soltanto il mezzo per raggiungere una meta, è la libertà”, perciò non solo acquisizione di abilità tecniche e nuove autonomie, ma realizzazione di programmi di promozione umana. Per la Sardegna si tratta di un’iniziativa nuova, ma l’esistenza nella regione di un ambiente marino e costiero unico al mondo, e la possibilità di attingere ad esistenti servizi e risorse umane, facilitano la creazione di un Progetto di promozione di qualità della vita basato sulla solidarietà ed il metodo scientifico. Per maggiori informazioni: www.velasolidalesardegna.it NUMERO 64 I GENNAIO/MARZO 2008 La lettera NOI E ILARIA LA STORIA DI DUE GENITORI Tiziana e Fabio di Brescia ci raccontano via lettera la loro esperienza. Come si dice in questi casi: riceviamo e, volentieri, pubblichiamo Siamo i genitori di Ilaria, 3 anni affetta da Spina Bifida. Ci riteniamo molto fortunati ad avere Ilaria con noi, che con il suo temperamento vivace ed allegro ci fa dimenticare ed alleviare le difficoltà legate alla Spina Bifida. Quando tre anni fa al 5° mese di gravidanza ci è stata diagnosticata la spina bifida, non sapevamo proprio di cosa si trattasse. Il ginecologo/ecografista che ci seguiva, non conosceva per niente questa patologia, e spaventato più lui di noi, ci disse che con tutta probabilità avrei partorito un vegetale o comunque un bambino con molti problemi irrisolvibili. Gli domandammo se conosceva altri medici a cui poterci rivolgere, ma ci rispose che purtroppo era una malattia rara e non c’erano specialisti, e quindi ovunque mi rivolgessi mi avrebbero risposto la medesima cosa. Il “suo” consiglio è stato quello di tornare dopo due giorni ed interrompere la gravidanza. Grazie ad una amica abbiamo contattato il Centro Spina Bifida di Parma, dove abbiamo conosciuto il dott. Casolari che ci ha seguiti prima e dopo la nascita di Ilaria. Dopo il rientro da Parma è stata visitata e seguita subito dalla Fisioterapista e dal Neuropsichiatra; e tutt’oggi ci accompagnano nel suo cammino di crescita, frequentando Ilaria la scuola materna. Non mancano pure i controlli a Parma dalla fisiatra dott.ssa Lodesani e per le visite urologiche la dott.ssa Gatti, per noi molto importanti, competenti e soprattutto cordiali. Il 24 Novembre scorso abbiamo partecipato all’incontro promosso dall’Associazione ASBI a Piacenza, e da qui è nato il desiderio di questa lettera. Innanzitutto per ringraziare la sig.ra Cristina Dieci per la realizzazione di questi incontri molto importanti per noi alle prime armi, e poi vorremmo confermare due cose dette in quella occasione. Sottolineiamo anche noi l’importanza della prevenzione, visto che da noi l’acido folico te lo consigliano al terzo mese di gravidanza unito al ferro e ad altre vitamine. Altro punto fondamentale è la possibilità, nel caso ti diagnostichino un problema nella gravidanza, di poter parlare con qualcuno competente in materia, che come nel nostro caso ci ha aiutati con serenità e consapevolezza ad arrivare alla nascita del nostro “gioiello”. Insomma, non sarà sempre facile questo lungo cammino, ma siamo convinti che con l’aiuto delle persone e delle strutture competenti, e lo scambio di esperienze con altre famiglie, co renderà tutto più sereno. Tiziana, Fabio e Ilaria (Brescia) ASSOCIAZIONE TOSCANA IDROCEFALO E SPINA BIFIDA (A.T.I.S.B.) - ONLUS Serata in... Musical Bello spettacolo !!! Domenica 10 febbraio è andato in scena il famosissimo musical “Aggiungi un posto a tavola”, presso l’Auditorium FLOG di Firenze, per una iniziativa a sostegno dell’A.T.I.S.B. Direte che di giornate simili (sempre encomiabili ed apprezzate), di contributo alle nostre Associazioni, fortunatamente non sono certo una rarità. Ma allora perché volerla segnalare ? Per una parola fin troppo usata ed abusata: SOLIDARIETA’. Ma in questo caso le parole non fanno ombra alle “cose” , lo spettacolo, infatti, è stato portato in scena dal Gruppo Teatrale Spontaneo di Ponticelli (PG), ovvero da un nutrito gruppo di appassionati, non professionisti ma “professionali”, che senza nulla pretendere si sono mossi a favore della nostra Associazione. Parliamo di una Compagnia di 40 persone, più una trentina di accompagnatori, che si sono autofinanziati il viaggio fino a Firenze, hanno allestito il palcoscenico con strumentazioni tecniche e bellissime scenografie prodotte in proprio, realizzato i costumi di scena…solo e soltanto per “dare una mano”. Fortunatamente la platea era veramente gremita di pubblico, degna cornice alla loro bravura e generosità, così gli applausi non sono mancati ed il divertimento condiviso in tanti. Ma non è tutto qui. Dietro la sigla FLOG c’è la Federazione Lavoratori Officine Galileo (una delle poche industrie fiorentine), che da tanti anni gestisce uno spazio polivalente in città, con iniziative sportive e culturali. La struttura che ha ospitato lo spettacolo, pertanto, non è un vero e proprio teatro, bensì uno spazio usato come discoteca e per concerti rock…solo la grande volontà e disponibilità dei responsabili dei locali ha consentito in tempi rapidissimi la “trasformazione” (con tanto di sipario !). Grazie pertanto a tutti loro, a cui vorrei aggiungere una “ragazza A.T.I.S.B.” Gaia, che ha sollevato il “suo Presidente” (io) dall’onere di organizzare l’iniziativa, facendosene carico in prima persona e conducendola positivamente a termine con grande soddisfazione. Marco Esposito Presidente A.T.I.S.B. 10 11 IL DIALOGO I RIVISTA UFFICIALE DELLE ASSOCIAZIONI SPINA BIFIDA scienza&ricerca OGNI NUMERO UN FOCUS SUI FONDAMENTALI PASSI DELLA RICERCA SCIENTIFICA Protesi e Tutori La tecnologia al servizio del paziente Al Centro Ortopedico Emiliano di Reggio Emilia l’elettronica sostituisce ormai il lavoro manuale per l’impostazione e la realizzazione di protesi e tutori Alla continua innovazione tecnologica che caratterizza il nostro tempo il COE non si sottrae sostituendo, nelle importanti fasi di realizzazioni delle ortesi, al sistema tradizionale contraddistinto dal rilevamento di un calco gessato quello più pratico e meno traumatico del processo computerizzato detto CAD CAM. Da tempo, infatti, si è abbandonata la strada classica che prevedeva la fasciatura con bande gessate del tronco e dell’arto e il conseguente processo di fabbricazione in scagliola per ottenere un positivo su cui costruire l’ortesi. Di questo ormai tutti i pazienti del Centro Ortopedico si sono accorti e soprattutto i bambini ne sono felici in quanto spesso uscivano da questa esperienza non solo sporchi ma anche spaventati conservandone un brutto ricordo. Non tutti sanno però come noi tecnici operiamo con il nuovo sistema informatizzato ed è quello che illustrerò di seguito. Tutto inizia con il rilevamento di alcune misure di profondità, larghezza e circonferenza in prefissate zone del segmento anatomico interessate ed anche della loro distanza da punti stabiliti. L’inserimento di queste dimensioni dentro un computer determina un’immagine sul monitor che un programma appropriato permette di modificare in ogni suo punto creando zone che il tecnico definisce a suo piacimento aumentandole o diminuendole, variando dimensioni per spingere o per allargare, allungando o comprimendo l’immagine oppure traslando o inclinando parti racchiuse tra due sezioni. In ogni fase della modifica si ha sempre l’indicazione della sua entità espressa in millimetri ed è possibile in ogni momento controllare le dimensioni di sezioni rilevate a piacimento o confrontarle con l’immagine creata prima delle modifiche. A questo punto, ritenuto valido il prodotto lo si realizza nella realtà inviando i dati ad una fresa caricata con un blocco di poliuretano di misure appropriate in grado di contenere il pezzo finito. La punta muovendosi su più piani inciderà sul pezzo che ruota rimuovendo l’eccesso di materiale e otterrà concretamente ciò che si era realizzato virtualmente sul terminale. Questo è lo “stampo” sul quale andremo a realizzare la termoformatura ovvero la ricopertura con resina sottovuoto (anche questa è una innovazione che permette di annullare sacche d’aria tra positivo e negativo migliorando il prodotto). E’ un processo tecnologico che ha dato buoni risultati rispetto alla lavorazione manuale e che a distanza ormai di alcuni anni dalla sua adozione dapprima in via sperimentale poi in via ordinaria ha evidenziato tutti i suoi lati positivi: Pulizia in fase di rilevamento misure e approccio più delicato sul bambino; Possibilità di replicare i prodotti in quanto l’immagine del computer viene “salvata” e tenuta nella sua memoria; Capacità di estrapolare l’immagine e modificarla successivamente per migliorare il prodotto nei rinnovi successivi dell’ortesi adattandola alla crescita; In pratica non si realizzano più calchi a perdere come si faceva precedentemente non si parte più da zero ogni volta, perché il passaggio sul computer lascia una traccia che può essere sempre modificata e migliorata. Tutto ciò ha fatto si che il sistema CAD CAM sia divenuto ormai la prassi nel COE tanto da affiancare alle frese altre macchine sofisticate in grado di leggere le forme e di inserirle nei computer sui quali si fanno le modifiche virtuali. Esse sono dotate di laser in grado di leggere parti anatomiche dei pazienti con ottima risoluzione, inoltre il sistema permette anche la collaborazione a distanza con altre ditte ottimizzando il lavoro finale. Anche nella fabbricazione dei plantari l’elettronica è entrata prepotentemente in campo consentendo l’ottenimento di prodotti direttamente con l’ausilio di macchine comandate da computer (paro contour). Ugo Ricchetti Tecnico Ortopedico COE NUMERO 64 I GENNAIO/MARZO 2008 Unico in Italia GASLINI E SPINA BIFIDA Presso la U.O. di Neurochirurgia dell’Istituto G. Gaslini è istituito ed operante un Centro Spina Bifida che offre prestazioni sanitarie multispecialistiche di alto livello per i pazienti, ormai circa 1830, affetti da Difetti del Tubo Neurale (DTN) La Spina Bifida, una delle cause maggiori di invalidita' in eta' pediatrica, è causata da una combinazione di cause ambientali e genetiche. Si calcola che ne sia affetto circa 1 bambino su mille. Circa il 95% dei bambini affetti nasce da genitori perfettamente normali; esiste, comunque, una componente ereditaria: infatti, i parenti di una persona affetta da Spina Bifida hanno maggiori possibilità di avere un figlio affetto rispetto ad una persona sana. Tra i principali fattori non genetici ormai ampiamente riconosciuti da tutti i ricercatori ci sono l’ipertermia, l’iperglicemia e l’obesità materna. Inoltre, l’assunzione da parte della madre, nel periodo periconcezionale di farmaci antiepilettici conferisce un rischio maggiore (10-20 volte), mentre l’assunzione di altri farmaci tra i quali i diuretici, gli antistaminici e i sulfonamidi, può comportare qualche rischio, sebbene l’effettiva entità deve essere ancora confermata da ulteriori prove scientifiche. Infine, bassi livelli plasmatici di acido folico (vitamina del gruppo B), dovuti o a carenze nella dieta di tale vitamina, o ad una predisposizione genetica, sono stati osservati in donne che hanno avuto figli con Spina Bifida; per tale motivo è importante l’assunzione farmacologica di acido folico nel periodo periconcezionale. Le future mamme possono prevenire la malattia con un gesto molto semplice: assumendo acido folico, o vitamina B9, alla dose di 0,4 mg al giorno, almeno tre mesi prima del concepimento e per tutto il primo trimestre della gravidanza. Dosi maggiori di acido folico (4 mg al giorno) devono essere assunte da parte di donne a rischio, tra cui quelle che hanno avuto in precedenza bambini con questa malformazione, donne che fanno una terapia antiepilettica, diabetiche e in eccessivo soprappeso. Presso la U.O. di Neurochirurgia dell’Istituto G. Gaslini è istituito ed operante un Centro Spina Bifida che offre prestazioni sanitarie multispecialistiche di alto livello per i pazienti, ormai circa 1830, affetti da Difetti del Tubo Neurale (DTN). E’ l’unico Centro in Italia in cui, in un unico ospedale, sono assicurate tutte le competenze a partire dalla diagnostica prenatale, fino alla consulenza genetica. Presso tale centro è stato istituito un ambulatorio di consulenza genetica per i DTN disponibile sia per le famiglie dei bambini ricoverati, sia per i genitori di bambini in regime di Day Hospital, ma in grado anche di accogliere le richieste di consulenza per coppie esterne o famiglie che ne facciano richiesta. Durante il colloquio lo specialista raccoglie dati anamnestici dell’individuo o della coppia e disegna per entrambi l’albero genealogico, che serve ad evidenziare le occorrenze e ricorrenze di patologie in famiglia. Data la multifattorialità della patologia, vengono anche fatte domande su abitudini di vita e fattori socio-economici. Inoltre, agli interessati è offerta la possibilità di analisi di laboratorio (studi genetici e biochimici) che aiutino a capire il livello di predisposizione per queste malformazioni, in caso di future gravidanze o per altri individui nella famiglia. Da ultimo, vengono spiegate le possibilità di prevenzione mediante assunzione della corretta dose di acido folico preconcezionale. Nel caso di esecuzioni di indagini di laboratorio, l’utente viene informato anche della possibilità di archiviazione del suo materiale biologico e del suo eventuale destino, procedure per le quali viene firmato un consenso al momento del prelievo. Viene anche fissato un incontro successivo per la discussione dei risultati degli esami. Da dodici anni, presso la U.O. di Neurochirurgia del Gaslini, affiancata all’attività assistenziale, è stata creata presso un’attività di ricerca che si prefigge di comprendere le cause dei DTN. Il gruppo di ricerca, l’unico in Italia, è impegnato nell’identificazione di fattori di rischio per la popolazione italiana mediante tre approcci: 1) studio di polimorfismi in geni del metabolismo del folato; 2) studio di geni che causano i DTN in modelli animali; 3) studi epidemiologici basati su interviste alle famiglie. Inoltre, i ricercatori genovesi stanno studiando la messa a punto di un test genetico-biochimico predittivo per l'identificazione di coppie a rischio; tale test è mirato all’individuazione di alterazioni genetiche predisponenti e/o squilibri metabolici che possano essere facilmente corretti mediante un'adeguata assunzione di acido folico. Recentemente, l’U.O. Neurochirurgia, in collaborazione con un gruppo di ricercatori canadesi dell’Università McGill di Montreal, ha identificato il gene VANGL1, quale primo gene responsabile della spina bifida. Lo studio, pubblicato sulla più autorevole e prestigiosa rivista medica internazionale, The New England Journal of Medicine, è stato condotto su 144 pazienti in trattamento presso il Centro Spina bifida dell’Istituto G. Gaslini. I ricercatori hanno scoperto che mutazioni a carico del gene VANGL1 compromettono un processo embrionale che è alla base della corretta formazione del sistema nervoso centrale. La corretta organizzazione spaziale delle cellule embrionali che si intercalano l’una sull’altra lungo la linea mediana dell’embrione, permette, infatti, al primordio del sistema nervoso centrale di trasformarsi da una struttura piatta, ad una struttura cilindrica ed allungata. Questo meccanismo, che si suppone governato da alcune proteine fondamentali, tra cui VANGL1, ed altre accessorie, era da tempo conosciuto in vertebrati quali la rana ed il topo; con questa scoperta, i ricercatori italiani e canadesi hanno confermato che tale processo risulta fondamentale anche per la corretta formazione del sistema nervoso centrale dell’uomo. Alla luce di questi risultati, sarà importante proseguire questo filone di ricerca studiando nell’uomo tutte le altre proteine che, insieme a VANGL1, collaborano, durante lo sviluppo, a determinare l’orientamento planare corretto delle cellule embrionali nervose. L’identificazione di nuove mutazioni in geni responsabili della patologia consentirà di raggiungere una migliore conoscenza dei meccanismi molecolari che sono alla base di queste gravi malformazioni. Inoltre, questi studi permetteranno di migliorare la diagnosi dei DTN mediante l’identificazione di nuclei familiari che hanno un maggiore rischio di ricorrenza. Infatti, in queste famiglie sarà possibile chiarire il meccanismo di trasmissione tra i diversi membri e la penetranza della mutazione identificata. In conclusione, i risultati della ricerca porteranno, a breve, ad una migliore prevenzione dei DTN e, a lungo termine, alla possibilità di offrire nuovi trattamenti per i pazienti e le loro famiglie, oltre che per la popolazione generale. Per saperne di più rivolgersi a: Dott. Armando Cama (Primario) e Dott. Gianluca Piatelli U.O. Neurochirurgia –Istituto G. Gaslini Tel:010-5636320; 010-5636604 Fax: 010-3777485 Dott.sse Capra Valeria, De Marco Patrizia e Merello Elisa Laboratorio U.O. Neurochirurgia- Istituto G. Gaslini Tel: 010-5636712 Fax: 010-3993159: E-mail: [email protected]; [email protected] E’ possibile sostenere il nostro Reparto aiutandoci a finanziare iniziative e progetti di ricerca specifici per i bambini colpiti da Spina Bifida. 12 13 IL DIALOGO I RIVISTA UFFICIALE DELLE ASSOCIAZIONI SPINA BIFIDA l’angolo dell’esperto BUROCRAZIA E DISABILITA’: UN AIUTO PER DESTREGGIARSI Novità Assegno agli invalidi parziali: messaggio INPS La legge 247/2007 e le innovazioni che ha portato rispetto all’assegno per gli invalidi parziali. Ecco tutto quello che c’è da sapere Come già riportato dal nostro servizio la Legge 247/2007 ha fissato alcune innovazioni rispetto all'assegno agli invalidi parziali. Ci ripetiamo in premessa. L'assegno mensile di assistenza (pari a 246,73 euro mensili nel 2008) spetta agli invalidi civili con una percentuale di invalidità riconosciuta superiore al 74% e che non superino un reddito personale lordo pari a 4.238,26 euro annui. La norma istitutiva (Legge 118/1971) prevedeva come ulteriore condizione che queste persone fossero incollocate al lavoro. Una disposizione del 1996 (Legge 662, articolo 1, comma 249) impone che annualmente i titolari di assegno mensile di assistenza presentino una dichiarazione in cui confermano l'iscrizione alle liste di collocamento. La nuova norma (articolo 1, commi 35 e 36) ha abrogato quest'ultimo obbligo e ha modificato la norma istitutiva del 1971. La condizione non è quindi più di essere incollocati a lavoro, ma di non svolgere attività lavorativa. Questa condizione va autocertificata annualmente all'INPS. La disposizione, che appare come una semplificazione amministrativa, in realtà può riservare una spiacevole sorpresa per alcune persone che attualmente percepiscono l'assegno. In effetti l'iscrizione alle liste di collocamento è possibile anche svolgendo una attività lavorativa "minima" (poche ore alla settimana). Ci riferiamo a quanto indicato dall'articolo 4 del Decreto Legislativo 181/2000 (modificato dal Decreto Legislativo 19 dicembre 2002, n. 297). L'articolo 4, comma 1 lettera a) ammette che si possa conservare lo stato di disoccupazione anche nel caso si svolga un'attività lavorativa "tale da assicurare un reddito annuale non superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione" (poco più di 6.000 euro annui). Pertanto l'invalido parziale che svolgeva un'attività lavorativa minima con un reddito comunque inferiore al limite previsto (4.238,26 euro annui), poteva conservare l'iscrizione alle liste di collocamento e continuare a percepire l'assegno di assi- stenza. Dopo l'approvazione della Legge 247/2007, dovendo dichiarare di non svolgere alcuna attività lavorativa, quell'invalido parziale non potrà più percepire l'assegno mensile di assistenza. Sin qui l'analisi letterale della norma. Le indicazioni INPS A fronte di un diffuso disorientamento l'INPS, l'istituto preposto all'erogazione delle provvidenze agli invalidi civili (la concessione spetta ancora alle Regioni e alla Province autonome), ha diramato un proprio messaggio interno (n. 3043 del 6 febbraio 2008). Pur nell'apprezzabile intento di compensare gli effetti negativi prodotti dal Legislatore, cui abbiamo cennato sopra, l'INPS ha prodotto delle indicazioni di dubbia legittimità e, in alcuni passaggi, piuttosto scombiccherate. Ne diamo comunque notizia pur ipotizzando realisticamente che quel messaggio verrà rivisto molto presto. L'INPS ampliando, senza alcun supporto normativo, quanto previsto dal Legislatore precisa che l'assegno mensile di assistenza spetta - oltre che agli invalidi parziali che non lavorano - anche: 1) ai disabili inseriti al lavoro tramite le convenzioni previste dalla Legge 68/1999 a condizione che non percepiscano un reddito superiore a quello esente da imposizione (circa 6500 euro annui). Non è dato sapere dove tragga fondamento questa indicazione visto che il limite fissato per l'assegno mensile è comunque di 4.238,26 euro annui. 2) ai disabili iscritti alle liste di collocamento che pur lavorano svolgendo quell'attività lavorativa minima di cui abbiamo parlato più sopra. Limiti reddituali Un'ulteriore indicazione - che lascia assai perplessi - riguarda le condizioni reddituali per la concessione dell'assegno mensile di assistenza. A parere dell'INPS "l'assegno di cui trattasi è corrisposto con le stesse condizioni e modalità previste per l'assegnazione della pensione d'inabilità, dall'articolo 12 della predetta legge n. 118/1971; pertanto, il reddito da considerare come limite per l'erogazione della prestazione è pari a quello previsto per la pensione sociale." Il riferimento alla "pensione sociale" verosimilmente è un errore di digitazione (non ha nessuna attinenza) in luogo di "pensione di inabilità", definita appunto dall'articolo 12 della Legge 118/1971. Se così è, il limite reddituale annuo per percepire l'assegno mensile di assistenza non sarebbe più di 4.238,26 euro annui ma di 14.466,67 annui. Un netto vantaggio per molti disabili, ma purtroppo non è affatto quanto previsto dal Legislatore. L'INPS è, verosimilmente, incorso nel fraintendimento leggendo solo il nuovo testo dell'articolo 13, quello appunto modificato e relativo all'assegno mensile di assistenza: "è concesso, a carico dello Stato ed erogato dall'INPS, un assegno mensile di euro 242,84 per tredici mensilità, con le stesse condizioni e modalità previste per l'assegnazione della pensione di cui all'articolo 12." Il testo precedente recitava: "è concesso a carico dello Stato ed a cura del Ministero dell'interno, un assegno mensile di lire 12.000 per tredici mensilità, con le stesse condizioni e modalità previste per l'assegnazione della pensione di cui all'articolo precedente." Nulla è cambiato, quindi, rispetto ai limiti reddituali. Se fosse vera la tesi dell'INPS avrebbe valore reotrattivo, ma così non è. È probabile che gli enti concessori delle provvidenze economiche, viste le improbabili indicazioni dell'INPS, non ne assumano le indicazioni. Va tuttavia ricordato che entro il 31 marzo gli invalidi civili parziali devono inviare all'INPS una dichiarazione in cui "certificano" di non svolgere attività lavorativa. Si consiglia gli interessati di attendere qualche settimana in attesa di eventuali novità. * Consulta il testo del Messaggio INPS 8 febbraio 2008 Carlo Giacobini Responsabile del Centro per la documentazione legislativa Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare / Direzione Nazionale NUMERO 64 I GENNAIO/MARZO 2008 Finanziarie 2007 e 2008 Le ore di sostegno vanno assegnate secondo le effettive esigenze Novità riguardo all’integrazione scolastica I primi effetti delle finanziarie per il 2007 e per il 2008 con riguardo all’integrazione scolastica cominciano a farsi sentire. Infatti la L.n. 296 /06 all’art 1 comma 605 lettera “b” e la L.n. 244/07 art 2 commi 413 e 414 hanno abrogato il vecchio criterio per la formazione dell’organico di diritto dei posti di sostegno, precedentemente fissato in un posto ogni 138 alunni comunque frequentanti, sostituendolo con uno più realistico e rispondente al principio costituzionalmente garantito del diritto all’integrazione scolastica, di rispettare “le effettive esigenze” dei singoli alunni. Questo cambiamento si è reso necessario, poiché in pratica il divario fra i posti individuati per legge nell’organico di diritto e quelli effettivamente risultanti necessari in organico di fatto è andato sempre più crescendo in questi ultimi dieci anni. Di qui la necessità di “deroghe” per poter aumentare le ore di sostegno in organico di fatto. Tali deroghe però sino ad oggi venivano autorizzate esclusivamente in presenza di una certificazione di handicap in situazione di gravità, come definito dall’art 3 comma 3 L.n. 104/92, posto a base della disposizione contenuta nell’art 35 comma 7 L.n. 289/02 e del dPCM n. 185/06, sulle nuove certificazioni, applicativo della norma del 2002. La famiglia di un alunno della Campania , in presenza di una assegnazione di ore di sostegno ritenuta insufficiente rispetto alle “effettive esigenze” ha proposto , tramite lo Studio Campa, ricorso al TAR Campania, il quale con l’Ordinanza n. 1112 del 7 Aprile 2008 ha rigettato le difese dell’Amministrazione scolastica, stavolta costituitasi in giudizio in tempo utile, che invocava il principio contenuto nelle disposizioni che consentivano le deroghe solo in presenza della certificazione di handicap in situazione di gravità. Il TAR ha quindi accolto l’istanza sospensiva ed ha imposto, sia pur in via provvisoria ed urgente, lì’aumento delle ore di sostegno, in attesa che la questione venga decisa nel merito alcuni mesi più in là. Questa decisione fondata sulle ultime due finanziarie, prima in assoluto per quanto mi risulta, è di estremo interesse e può portare a risultati positivi, ma anche a derive negative. I risultati positivi stanno nel fatto che finalmente non si ragiona più in termini di parametri astratti, ma sulle “effettive esi- genze” degli alunni con disabilità. Le derive negative potrebbero aversi se, la Magistratura facesse coincidere le “effettive esigenze” degli alunni con disabilità “ esclusivamente” con quelle da soddisfarsi con le ore di sostegno. Infatti fin dalla L.n. 360/06 e dagli art 2,7 e 10 della L.n. 517/77 ( che hanno letteralmente copiato la L.n. 360/76) le ore di sostegno sono una delle risorse per soddisfare i bisogni educativi speciali che l’integrazione scolastica deve soddisfare.Le norme sopraccitate parlano infatti , oltre che di “insegnanti specializzati”, anche di “equipes medico-psicopedagogiche ed altre forme di sostegno fornite dallo Stato e dagli enti locali secondo le rispettive competenze”. Negli anni successivi “ le uniche o quasi risorse per l’integrazione sono state fatte coincidere sempre più con le ore di sostegno, dimenticando le altre risorse e soprattutto dimenticando la risorsa principale che aveva dato origine al processo innovativo ed unico dell’integrazione scolastica e cioè il ruolo della presa in carico da parte degli insegnanti curricolari. Il Ministero della P.I. ha contribuito in modo determinante e negativo a far passare in secondo piano il ruolo degli insegnanti curricolari. Infatti, mentre si è preoccupato correttamente di prevedere una specializzazione obbligatoria per gli insegnanti per le attività di sostegno didattico, ha del tutto ignorato una , altrettanto obbligatoria , formazione iniziale ed i servizio degli insegnanti curricolari. Ciò ha profondamente alterato il processo d’integrazione che negli Anni Settanta era fondamentalmente basato sulla presa in carico da parte degli insegnanti curricolari, mentre alla fine degli Anni Novanta ormai si fondava di fatto esclusivamente sugli insegnanti per le attività di sostegno, al punto che in molti, troppi casi, quando manca l’insegnante per il sostegno, gli alunni con disabuilità vanno mandati fuori della classe o addirittura a casa. Il fenomeno involutivo è divenuto talmente macroscopico che a partire da quegli anni la Magistratura sia ordinaria prima e poi dei TAR ha aumentato sempre più le ore di sostegno, data la totale carenza della stragrande maggioranza dei docenti curricolari nel saper affrontare le problematiche didattiche dell’integrazione scolastica ed addirittura data la totale delega da loro effettuata ai colleghi per il sostegno. Alcuni tribunali sono giunti addirittura ad assegnare tutte le ore di sostegno necessarie a coprire tutto l’orario scolastico , anche di 36 o 40 ore settimanali. E la Magistratura non può essere condannata per questo, perchè, in presenza di un diritto costituzionale da garantire, qual è quello allo studio, ed in mancanza della risorsa fondamentale che è quella dei docenti curricolari preparati, ha fatto assegnamento sull’unica risorsa disponibile. La situazione si è ulteriormente aggravata nei primi Anni 2000, poiché i Contratti collettivi di lavoro del comparto scuola non hanno più chiaramente previsto, come in precedenza, l’aggiornamento dei docenti curricolari come un “ obbligo di servizio”, oltre che come un diritto. Ciò ha fatto sì che i numerosi miliardi di lire che da quell’epoca vengono spesi dal Ministero per l’aggiornamento, vengono sprecati, in quanto la frequenza delle attività formative è opzionale e di fatto si attesta a non più del 5 % dei docenti curricolari, specie nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.Questi assurdi si sono ripetuti con l’ultimo CCNL sottoscritto nel Dicembre 2007 e col bellissimo progetto di formazione sull’integrazione scolastica “I care”, che sta costando oltre otto milioni di Euro. In queste condizioni, se i Sindacati ed il Ministero non affronteranno coraggiosamente questo problema, vedremo sempre più crescere il numero delle Ordinanze e delle Sentenze che aumentano le ore di sostegno, adesso saldamente fondate sulle ultime norme legislative che pretendono giustamente il rispetto “ delle effettive esigenze”. Forse durante il procedimento di merito il Ministero , in una disperata difesa tardiva, sosterrà che la nuova legge finanziaria ha abrogato le norme che consentivano le deroghe ed ha fissato comunque un tetto massimo di un posto di sostegno mediamente ogni due alunni certificati in situazione di handicap, siano o meno in situazione di gravità. Ma a questo punto sarà facile ai ricorrenti impugnare in Corte costituzionale , come si propone da più parti, tale limite, in quanto contrastante proprio con le “effettive esigenze” fissate dalla norma e che , di fatto, continuano ad essere costituite solo dalle ore di sostegno, che così divengono l’unica garanzia di tutela costituzionale del diritto allo studio. Se da tutti non si rimette al centro dell’integrazione la presa in carico del progetto didattico da parte di tutti i docenti, certamente la recente Intesa, sancita il 20 Marzo 2008 fra Stato e regioni proprio sui nuovi criteri di accoglienza, verrà vanificata. Roma 19 Aprile 2008-04-19 Salvatore Nocera Vicepresidente nazionale della f i s h Responsabile del Settore giuridico Dell’Osservatorio scolastico dell’A I P D. Associazione Italiana Persone Down 14 15 Le Associazioni Spina Bifida Italiane A.S.B.I Onlus Associazione Spina Bifida Italia Presidente: M.Cristina Dieci E-mail: [email protected] Sito internet: www.asbi.info www.spinabifidaitalia.it A.C.I.S.B. Associazione Campana per l’Idrocefalo e la Spina Bifida Presidente: Paola Majello E-mail: [email protected] Sito internet: www.acisb.it A.L.I.S.B. Associazione Lombarda per l’Idrocefalo e la Spina Bifida Presidente: Leonardo Magistro E-mail: [email protected] Sito internet: www.alisb.it A.S.B.I.N. Associazione Spina Bifida per l’Idrocefalo Niguarda Presidente: Marco Zuccollo E-mail: [email protected] Sito internet: www.asbin.it Associazione Varesina per il Mielomeningocele Presidente: Matteo Cazzola E-mail: [email protected] Sito internet: www.avmmc.it A.Li.Pa.S. Associazione Ligure per le patologie spinali Presidente: Giancarlo Marabotti E-mail: [email protected] A.M.I.S.B. Associazione Marchigiana per l’Idrocefalo e la Spina Bifida Presidente: Maria Paola Bellini E-mail: [email protected] A.T.I.S.B. Associazione Toscana per l’Idrocefalo e la Spina Bifida Presidente: Marco Esposito E-mail: [email protected] Sito internet: www.atisb.it A.Pi.S.B. Associazione Piemontese Spina Bifida Presidente: Giuseppe Castagneri E-mail: [email protected] Sito internet: www.apisb.it A.PU.S.B.I. Associazione Pugliese Spina Bifida e Idrocefalo Presidente: Domenico Innaimo E-mail: [email protected] Sito internet: www.apusbi.it A.R.I.S.B. Associazione Regionale Idrocefalo e Spina Bifida Friuli Venezia Giulia Presidente: Elena Degano E-mail: [email protected] A.S.B.I. Sardegna Associazione Spina Bifida e Idrocefalo Sardegna Presidente: Mario Orgiana E-mail: [email protected] Sito internet: www.asbisardegna.it Associazione Trentina per le Lesioni Midollari Presidente: Andrea Franceschi E-mail: [email protected] A.V.I.S.B. Associazione Veneta per l’Idrocefalo e la Spina Bifida Presidente: Romano Moscon E-mail: [email protected] Sito internet: www.spinabifidaveneto.it La Strada per l’Arcobaleno Presidente: Antonio Antonellis E-mail: [email protected] Sito Internet: www.stradaperlarcobaleno.com A.Si.S.B.I. Associazione Siciliana Spina Bifida e Idrocefalo Presidente: Carlo Campione E-mail: [email protected] Sito internet: www.asisbi.it