LA SICUREZZA DELLA SVIZZERA
Rapporto sulla situazione 2012
del Servizio delle attività informative
della Confederazione SIC
La sicurezza della Svizzera
2012
Indice
In forma per il futuro
5
Contesto strategico della Svizzera
7
Aspetto saliente: la Primavera araba
15
1.
Estremismo violento e terrorismo a sfondo etnico-nazionalistico
27
2.
Estremismo violento e terrorismo di matrice jihadista
35
3.
Estremismo di destra, estremismo di sinistra e estremismo animalista
45
4.
Proliferazione
61
5.
Spionaggio
69
6.
Attacchi all’infrastruttura svizzera in materia di informazione
77
Elenco delle abbreviazioni
83
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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In forma per il futuro
Dall’ultima panoramica globale allestita dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) il contesto strategico della Svizzera è mutato nuovamente. Vorrei sottolineare in particolare i recenti sviluppi nei Paesi arabi, che hanno sorpreso tutti gli osservatori, mostrato i limiti
delle previsioni e messo alla prova il Consiglio federale. Anche quest’ultimo deve saper gestire
le incertezze generate dalla molteplicità dei possibili sviluppi e dei rischi. La «Primavera araba»
costituisce un caso esemplare di come la situazione possa mutare inaspettatamente, rapidamente e
in maniera radicale. Il Governo federale necessita di strumenti per inquadrare, analizzare e ridurre
queste incertezze. Il servizio informazioni rappresenta uno di questi strumenti.
Nel presente rapporto il SIC analizza questi e altri sviluppi rilevanti per la sicurezza della Svizzera e li localizza sul suo nuovo radar della situazione. L’analisi è più un esame globale della minaccia
al momento della pubblicazione che un rapporto annuale retrospettivo. Mi sta particolarmente a
cuore guardare maggiormente al futuro partendo dal presente. Sono nel contempo convinto che
questa panoramica globale sia necessaria per individuare tempestivamente rischi e minacce per la
sicurezza della Svizzera e costituisca la premessa per una politica di sicurezza efficace.
A due anni dalla creazione del SIC ritengo promettenti le mete raggiunte. Ciò concerne anche il
disbrigo di pendenze nell’ambito della gestione dei dati, che procede secondo la tabella di marcia.
Una gestione dei dati conforme al diritto e al contempo efficiente ed efficace rimane una sfida costante. Inoltre, si tratta ora di «rimettere in forma» il Servizio in vista delle esigenze accresciute. Per
questa ragione la Svizzera necessita di una nuova legge sul servizio informazioni. Sono convinto
che l’adeguamento dell’attuale quadro giuridico sia necessario per affrontare le nuove sfide. Sono
altrettanto convinto che questo miglioramento della «condizione fisica» del SIC sia compatibile
con la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini. La sicurezza della Svizzera e la protezione
dei diritti fondamentali sono entrambi beni di estrema importanza. Conciliarli e difenderli rimane
un compito fondamentale del nostro Stato. La legge sul servizio informazioni dovrà risolvere con
ponderazione il conflitto di obiettivi tra sicurezza e tutela della sfera privata.
Dipartimento federale della difesa,
della protezione della popolazione e dello sport DDPS
Ueli Maurer
Consigliere federale
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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Contesto strategico della Svizzera
ic
Polit
a / E co n o m i a / D i f e s
Temi latenti
a
Guerra convenzionale in Europa
Minaccia
nucleare
Individuazione tempestiva
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Corea del
Nord
Iran
Estremismo
di sinistra
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Pressioni sulla
Svizzera
Temi principali
Estremismo
di destra
Estremismo
animalista
Sicurezza
energetica
Primavera
araba
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Svizzeri
all'estero
Punti
focali
PKK
Terrorismo
endogeno
Al-Qaida e le sue
diramazioni
regionali
Spionaggio
economico
Attivismo
cibernetico
Spionaggio contro interessi
in materia di politica di
sicurezza della Svizzera
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Sorveglianza di cittadini
stranieri in Svizzera
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Minacce contro le
infrastrutture critiche
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S
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Guerra
cibernetica
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nello spazio ciberne
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R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA 
Contesto strategico in evoluzione
Crisi debitoria europea e Primavera araba
Nel periodo in esame il contesto strategico
della Svizzera ha subìto cambiamenti. La crisi
debitoria in Europa e le profonde trasformazioni in atto alle frontiere meridionali del continente europeo nell’ambito della Primavera araba
hanno messo in forse un assetto rimasto a lungo
invariato e aperto il varco verso un futuro possibilmente diverso.
L’integrazione europea, storica realizzazione
strategica e pilastro di mezzo secolo di pace e
prosperità, è minacciata dalla crisi debitoria che
affligge il continente. Le istituzioni europee subiscono pressioni senza precedenti da parte dei
mercati; la stabilità dello sviluppo economico
in Europa è a rischio. L’Unione europea (UE)
sta lottando per salvare la sua moneta unica. Per
alcuni Paesi membri si prospetta il pericolo di
insolvenza. L’Eurozona ha davanti a sé drastiche misure di risparmio e anni di evoluzione
economica tendenzialmente negativa. I governi
europei sono messi a dura prova dalle casse sta-
tali vuote, dalle crescenti tensioni sociali e dalle
tendenze populistiche. Nel contempo, a causa
della necessità di stabilizzare l’euro, la crisi potrebbe portare a un’accelerazione dell’integrazione politica – nel quadro dell’intera Unione
europea (27 Stati membri), a livello di Unione
economica e monetaria (UEM, 17 Stati membri) oppure in una cerchia ancora più ristretta.
È inoltre possibile che i piani di integrazione
dell’Europa orientale e dei Balcani nell’UE subiscano contraccolpi.
La Svizzera presenta numerose interfacce con
l’Europa. Pur potendo attenuare molte difficoltà
grazie alla sua solida situazione finanziaria, il
nostro Paese non è impermeabile ai problemi
del resto del continente ed è anch’esso di fronte
a grandi sfide, annunciate dal franco svizzero
forte, dal rallentamento della crescita economica e dalle notevoli incertezze che gravano sul
settore finanziario. La stabilizzazione dell’Eurozona riveste senza dubbio una grande importanza economica. Un rafforzamento dell’integrazione europea a livello di politica economica
accrescerà tuttavia, in determinati settori, le
differenze tra gli spazi giuridici dell’UE e della
Confederazione. In numerosi settori – ad esempio a livello di politica finanziaria e di politica
fiscale, nell’ambito della politica dei trasporti o
nel quadro della cooperazione in materia di politica di sicurezza – il Paese continuerà a essere
esposto in generale a forti pressioni di adeguamento.
Copertina del numero della rivista di propaganda di Al-Qaida in occasione dell’anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001
negli Stati Uniti
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R A PPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA 
Alle frontiere meridionali dell’Europa la Primavera araba ha fatto vacillare assetti autocratici perdurati per decenni. Gli esiti del processo
in corso sono ancora aperti. Nella migliore delle
ipotesi, nuovi governi cercheranno di soddisfare il forte anelito di maggiore libertà, di giustizia sociale e di sviluppo economico delle popolazioni, creando le basi di un possibile futuro
migliore per vasti settori delle società arabe.
Nel peggiore dei casi, l’instabilità, i contraccolpi economici e scontri violenti prenderanno il
sopravvento rendendo eventualmente necessari,
in una forma o nell’altra, ulteriori interventi internazionali o conducendo all’instaurazione di
nuovi regimi autoritari o fondamentalistici. La
Svizzera sostiene il rinnovamento. Anche nel
caso dei cambiamenti in atto a sud e a est del
Mediterraneo, il nostro Paese non è impermeabile ai rischi. Sono innanzitutto esposti a eventuali pericoli gli Svizzeri residenti nell’area e
le rappresentanze diplomatiche della Confederazione. Tra i problemi crescenti figurano
inoltre rischi terroristici o traffici di armi conseguenti alla destabilizzazione di singoli Stati,
la perturbazione degli scambi commerciali e
dell’approvvigionamento energetico, le conseguenze di sanzioni internazionali, le necessità
di intervento per quanto concerne i patrimoni
depositati all’estero da esponenti dei regimi caduti, i flussi migratori dalle zone di crisi verso il
continente europeo.
Gli effetti a lungo termine dei cambiamenti
in atto nel nostro contesto strategico non sono
ancora del tutto chiari. Sussistono ingenti rischi,
ma anche opportunità di sviluppi positivi. Le
conseguenze della crisi finanziaria ed economi-
Un nuovo strumento:
il radar della situazione
Per la rappresentazione delle minacce rilevanti per la
Svizzera, dal 2011 il Servizio delle attività informative
della Confederazione (SIC) utilizza uno strumento denominato «radar della situazione». Tramite un grafico
e un testo esplicativo, questo strumento permette una
chiara rappresentazione delle minacce che, secondo il
SIC e altri servizi (rete informativa integrata svizzera),
incombono attualmente sulla sicurezza del nostro
Paese o che si potrebbero accentuare in un futuro prossimo o lontano. Lo strumento non permette conclusioni dirette sull’entità della minaccia o sulla potenziale
portata dei danni, ma consente ai decisori in materia
di politica di sicurezza di ottenere un quadro generale
della situazione. Per il presente rapporto è stata creata
una versione semplificata del radar della situazione,
che non contiene informazioni confidenziali. Al contrario del radar della situazione creato per i decisori
in materia di politica di sicurezza, in questa versione
pubblica mancano alcuni tipi di minacce che non sono
coperte dal mandato fondamentale del SIC e che vengono trattate da altri servizi (per esempio la situazione
generale della criminalità o le minacce da parte della
criminalità organizzata).
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA 
ca sembrano accelerare ulteriormente la tendenza al multipolarismo, ma nel contempo implicano rischi anche per le economie delle potenze
emergenti. Nell’ultimo periodo altri ambiti del
contesto strategico della Svizzera sono però rimasti stabili (per esempio per quanto concerne
gli sviluppi in materia di minaccia militare o di
sicurezza energetica) oppure hanno addirittura
registrato un’evoluzione positiva (per esempio i
successi registrati nella lotta al terrorismo). Nel
seguito è fornita una panoramica concernente
ulteriori importanti tematiche monitorate dal
Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC).
Proliferazione: rischi molteplici
Nell’ambito degli sforzi contro la proliferazione di armi di distruzione di massa e dei loro
vettori, sono tuttora al centro dell’attenzione
l’Iran e la Corea del Nord. Nel novembre 2011
l’Agenzia internazionale dell’energia atomica
(AIEA) ha chiaramente espresso le sue preoccupazioni a fronte delle attività dell’Iran. In un
dettagliato rapporto ad alta credibilità l’Agenzia ha documentato il sospetto che i progetti
nucleari iraniani non siano finalizzati soltanto
a un impiego civile e che il regime di Teheran
stia da anni lavorando di nascosto allo sviluppo
di un’arma atomica. Nel febbraio 2012 l’AIEA
ha fornito ulteriori informazioni su progressi
realizzati nell’ambito del programma iraniano
di arricchimento dell’uranio.
La problematica della proliferazione è resa
particolarmente complessa dall’esistenza di
differenti zone giuridiche. La Svizzera è parte
integrante degli sforzi internazionali volti a li-
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mitare i rischi derivanti dalla proliferazione e
ha valide ragioni di impegnarsi su questo fronte: in quanto centro di tecnologia d’avanguardia,
è più esposta di altri Paesi a tentativi d’acquisizione illegale. In caso di sanzioni nei confronti
di attori internazionali e di conseguenti ostacoli
per l’acquisto di componenti sensibili nell’UE,
aumentano le probabilità che ditte svizzere siano strumentalizzate per aggirare i divieti. La
Confederazione si è impegnata a livello internazionale per contrastare questo fenomeno e si
sforza di coordinare le corrispondenti misure
con l’UE. In tal modo la Svizzera protegge attivamente la propria industria da possibili abusi
della tecnologia d’avanguardia e dalle relative
conseguenze. Eventuali sanzioni internazionali
contro aziende svizzere che – consapevolmente
o inconsapevolmente – dovessero violare norme giuridiche internazionali potrebbero arrecare ingenti danni sistemici all’economia nazionale, con gravi pregiudizi per la circolazione
del sapere nel nostro Paese e, a lungo termine,
addirittura per l’intera piazza industriale.
La crisi finanziaria ed economica aumenta
ulteriormente il pericolo di proliferazione. Da
un lato, genera maggiori pressioni sui costi e
accelera il processo di delocalizzazione della
produzione all’estero, con il conseguente rischio che i produttori perdano in parte il controllo sulla diffusione del proprio know-how.
Se un’azienda con sede in Svizzera trasferisce
all’estero l’ultimazione di sottosistemi sensibili,
sorgono possibilità di aggiramento delle misure
di controllo statali nel settore della proliferazione. Dall’altro, la crisi finanziaria ed economica provoca sia ulteriori carenze di liquidità
CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA 
che necessità di risparmio a causa delle quali
alcuni fornitori potrebbero essere indotti, al fine
di salvaguardare settori commerciali vitali, ad
assumere maggiori rischi nei contatti con Stati
problematici in materia di proliferazione.
Oltre a partecipare intensamente alla cooperazione internazionale contro i tentativi di
acquisizione illegale, il SIC è tuttora attivo in
questo ambito con un proprio programma di
prevenzione, denominato «Prophylax» e svolto
in stretta collaborazione con i servizi di polizia
cantonali e municipali. Prophylax ha lo scopo di
sensibilizzare la piazza industriale e di ricerca
svizzera riguardo ai pericoli della proliferazione, dello spionaggio e degli attacchi informatici.
Lotta al terrorismo:
successi e attuali pericoli
Nella lotta al terrorismo jihadista, attivo
su scala mondiale, è stata raggiunta nel 2011
un’importante pietra miliare. L’uccisione di
Osama Bin Laden e di gran parte dei dirigenti
del nucleo di Al-Qaida ha fortemente indebolito l’organizzazione. La lotta condotta da anni
contro di essa nell’ambito di un’estesa cooperazione a livello internazionale potrebbe averne
ridotto durevolmente le capacità. Tuttavia, soprattutto nella Penisola araba, nel Corno d’Africa e nel Sahel, si è registrato un ulteriore sviluppo delle emanazioni di Al-Qaida, divenute nel
frattempo anch’esse un’importante minaccia
per gli interessi delle potenze occidentali. Già
in passato, nel Sahel, la Svizzera ha dovuto affrontare casi di rapimento di suoi cittadini; nel
periodo in esame si sono registrati due nuovi
casi, rispettivamente in Pakistan e nelle Filippi-
ne. Tra le vittime di un attentato di matrice jihadista perpetrato in Marocco nell’aprile 2011 si
trovavano anche cittadini svizzeri. I viaggi con
finalità jihadiste costituiscono un ulteriore notevole rischio per la sicurezza, sia nei Paesi di
destinazione sia nei Paesi di partenza: tra questi
ultimi figura anche la Svizzera.
Per quanto concerne i gruppi terroristici stranieri di matrice etno-nazionalistica presenti in
Svizzera, le relative attività sono strettamente
dipendenti dagli sviluppi della situazione nei rispettivi Paesi d’origine. Nel caso del Partito dei
lavoratori del Kurdistan (PKK), l’ala radicale si
oppone alle trattative tra il Governo turco e le
organizzazioni curde moderate. Attacchi contro
le forze di sicurezza continuano ad avere regolarmente luogo e si registrano saltuariamente
anche attentati contro centri turistici in Turchia.
Le numerose manifestazioni di protesta organizzate in Svizzera si svolgono di regola senza
violenze.
La Svizzera adotta misure a livello nazionale
e appoggia gli sforzi internazionali nella lotta al
terrorismo, intesi quale componente importante
degli sforzi volti a ridurre i rischi anche per la
sicurezza del nostro Paese e dei nostri cittadini.
Estremismo di destra e di sinistra
In Svizzera il fenomeno dell’estremismo
violento non ha un’entità tale da pregiudicare
l’ordinamento statale. Ciò va sottolineato in
considerazione dell’ampia risonanza pubblica suscitata dagli attentati perpetrati a Oslo e
sull’isola di Utøya in Norvegia e dalla scoperta
della cosiddetta «cellula di Zwickau» in Germania. Contrariamente alle cerchie di estrema
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA 
sinistra, da tempo gli ambienti dell’estrema
destra svizzera non fanno quasi più ricorso ad
atti di violenza per ottenere visibilità. Tuttavia,
sia l’estremismo di sinistra sia l’estremismo di
destra presentano un potenziale di violenza invariato. Dai più gravi atti violenti registrati nel
contesto svizzero (lettera bomba inviata alla
sede di Swissnuclear a Olten nel marzo 2011,
attentato dinamitardo pianificato contro la sede
dell’IBM a Rüschlikon nell’aprile 2010) sono
desumibili contatti in Italia con ambienti di
estrema sinistra e cerchie anarchiche. Non è
chiaro se gli ambienti di estrema sinistra svizzeri inclini alla violenza, ideologicamente eterogenei, intendano utilizzare i loro contatti con
l’estero per inasprire il proprio livello di violenza in Svizzera. Ad ogni modo, i tentativi messi
in atto per strumentalizzare movimenti di protesta svizzeri non violenti sono rimasti sinora
infruttuosi.
Spionaggio: evoluzione in atto nel contesto
La prevenzione di attività straniere di spionaggio è un compito centrale di uno Stato intenzionato a difendere la propria sovranità e rappresenta una sfida tradizionale, che si manifesta
in un contesto politico, economico e tecnologico in continua evoluzione. La Svizzera è esposta a variegate operazioni di servizi di intelligence esteri. Tali attività possono avere come
obiettivo immediato la Svizzera in quanto tale
e la capacità d’azione della Confederazione, ma
possono anche avere come scopo lo sviluppo
di situazioni di indebito vantaggio sullo scacchiere della concorrenza economica oppure la
sorveglianza o l’intimidazione dei cittadini dei
rispettivi Stati presenti nel nostro Paese. Considerati l’acuirsi della concorrenza economica,
i cambiamenti politici in atto, lo spostamento
dei baricentri economici e la rapida e profonda evoluzione tecnologica, occorre prestare
una maggiore attenzione a tutti gli aspetti dello
spionaggio.
Sicurezza energetica: un problema più
legato al gas che al petrolio
Le crisi petrolifere, i blocchi di gasdotti e
le oscillazioni dei prezzi hanno sensibilizzato
da decenni un largo pubblico riguardo alla dipendenza della Svizzera dalle importazioni di
materie prime e di energia. Dopo la catastrofe
di Fukushima tale dipendenza è destinata a crescere ancora per un lungo periodo se saranno
realizzati l’auspicato cambiamento di rotta nella
politica energetica e la relativa uscita dall’energia nucleare. L’instabilità dei mercati delle materie prime è stata accentuata dagli sconvolgi-
Attentato incendiario al
Tribunale penale federale di
Bellinzona, 17 gennaio 2011
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R A PPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA 
menti successivi alla Primavera araba. Per un
certo periodo hanno subìto perturbazioni, a livello di volume, anche le esportazioni di petrolio dalla regione, con conseguenti aumenti dei
prezzi. Tuttavia, grazie al buon funzionamento
del mercato internazionale del petrolio, la sicurezza dell’approvvigionamento del nostro Paese non è stata sinora in alcun modo pregiudicata.
Sotto il profilo delle dipendenze, il rifornimento
di gas naturale presenta un quadro diverso: non
esistendo ancora un mercato internazionale integrato, è predominante la dipendenza da sistemi di gasdotti fissi. Al riguardo va osservato che
l’approvvigionamento di gas naturale dei Paesi
europei, e di conseguenza della Svizzera, non è
basato prevalentemente sulle importazioni dai
Paesi arabi, bensì fortemente orientato alle riserve russe; in questo ambito il ruolo della Russia è destinato a crescere in futuro.
Basso livello di minaccia militare
La minaccia militare per il nostro Paese continua a situarsi a un basso livello di intensità. In
un futuro prevedibile è improbabile nell’Europa centrale una guerra nel senso tradizionale del
termine e con possibili ripercussioni anche sul
territorio svizzero. Il SIC parte dal presupposto
che, in caso di nuovi sviluppi in questo ambito
di minaccia, la Svizzera può contare su un tempo di preallarme di circa dieci anni. Dopo anni
di tentennamenti, è in corso in Russia una seria
riforma delle forze armate. Sostanziali miglioramenti delle capacità convenzionali potranno
tuttavia essere registrati soltanto verso la fine
del decennio. Se nelle aree periferiche del continente europeo dovessero verificarsi sviluppi
Swisscoy
Nell’ottobre 2011 ricorreva il dodicesimo anniversario
dell’inizio dell’impiego dell’Esercito svizzero in Kosovo
(Swisscoy). Nel periodo in esame (2011) il Parlamento
ha approvato la proposta del Consiglio federale di prorogare il mandato sino alla fine del 2014. Su tale base
la Swisscoy si è nuovamente adeguata con flessibilità
alle mutate esigenze locali; contemporaneamente è
proseguito il progressivo ridimensionamento delle
truppe presenti in Kosovo nel contesto dell’operazione
NATO. Tra le principali competenze fondamentali della Swisscoy figurano attualmente, oltre al trasporto
aereo, l’appoggio nell’ambito del genio, lo sgombero
di mezzi di combattimento e l’acquisizione di notizie e
informazioni. La Swisscoy è impiegata primariamente
nel nord del Paese, dove le esigenze sono maggiori.
All’inizio del 2012 la Svizzera assumerà il Comando regionale Nord nel quadro della rete di collegamento e di
osservazione della Kosovo Force (KFOR); a tal fine, gli
effettivi del contingente sono stati lievemente aumentati a tempo determinato. Nel 2012 sarà smantellato il
campo Casablanca nel sud del Paese; le relative truppe
saranno trasferite in un’altra ubicazione.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA 
tali da richiedere l’impiego di mezzi militari, il
tempo di preallarme potrebbe essere notevolmente inferiore a quello summenzionato. Parimenti potrebbero svilupparsi già a partire dalla
metà del decennio rischi di impiego di armi di
distruzione di massa e di sistemi di vettori a
lunga gittata da parte di Paesi geograficamente lontani. Una sfida centrale della politica di
sicurezza e di difesa dei Paesi europei sarà rappresentata dalla necessità di adeguare la gamma
di compiti, l’entità e la prontezza all’impiego
delle forze armate alle difficili condizioni quadro finanziarie, destinate ad aggravarsi ulteriormente nei prossimi anni. A livello di effettivi e
di equipaggiamenti, sono praticamente inevitabili ulteriori riduzioni, che soltanto in parte potranno essere compensate a livello qualitativo.
La continuazione delle cooperazioni bilaterali e
multilaterali volte a sfruttare possibili sinergie
rappresenterà un’opzione interessante anche in
futuro.
Minacce cibernetiche
Nel corso della rapida evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’interconnessione digitale a livello globale, matrice dello spazio cibernetico, ha aperto
la via a possibilità inaspettate: informazioni e
servizi sono accessibili su scala planetaria, in
tempi brevi, a poco prezzo e senza grandi sforzi.
L’elevato tasso di interconnessione dell’era
digitale è foriero di nuove minacce. Oggi anche lo spazio virtuale è teatro di fenomeni ben
reali quali atti di vandalismo, la criminalità, lo
spionaggio, operazioni di sabotaggio e la conduzione di conflitti interstatali. Molte crisi e
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R A PPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
numerosi conflitti degli scorsi anni sono stati
caratterizzati in varia misura anche da elementi
attinenti allo spazio cibernetico. La progressiva
interconnessione e le conseguenti sempre maggiori possibilità di infiltrazione nelle reti elettroniche consentono anche a criminali mossi
unicamente da fini economici di eseguire operazioni pregiudizievoli o dannose per l’ordinamento statale. A ciò si aggiunge che probabilmente in futuro singoli Stati e i relativi servizi
di intelligence ricorreranno sempre più frequentemente, in via sostitutiva o complementare ai
mezzi tradizionali, alla possibilità di condurre
attacchi informatici.
ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA 
Aspetto saliente: la Primavera araba
TUNISIA
LIBANO
Palestina
MAROCCO
ALGERIA
LIBIA
SIRIA
IRAQ
GIORDANIA
KUWAIT
EGITTO
ARABIA
SAUDITA
Paesi toccati soltanto in via marginale dalla Primavera araba (Algeria, Libano,
Palestina, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Bahrein, Qatar e Emirati arabi uniti)
BAHREIN
QATAR
E.A.U.
OMAN
YEMEN
Monarchie disponibili alle riforme (Marocco, Giordania, Oman e il caso particolare del Bahrein)
Perdurante lotta di potere (Siria)
Paesi di fronte a una svolta (Tunisia, Libia, Egitto e Yemen)
SIC
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | SITUAZIONE
SITUA ZIONE
Paesaggio politico del mondo arabo
A un anno dall’inizio delle proteste e delle rivolte il paesaggio politico del mondo arabo è
notevolmente cambiato. I movimenti di protesta hanno condotto a cambiamenti di regime o a
progetti di riforma, ma anche a sanguinose lotte
di potere. Tuttavia, alcuni Stati sono stati interessati soltanto in misura marginale dall’evoluzione in atto.
Paesi di fronte a una svolta:
Tunisia, Egitto, Libia e Yemen
In Tunisia, il Paese in cui la Primavera araba
ha avuto inizio, è in corso un processo di trasformazione che lascia adito a ottimismo. Le
elezioni e la formazione di un’Assemblea costituente hanno avuto luogo in un contesto ordinato. La ripartizione delle alte cariche è stata
ispirata, almeno in parte, alla ricerca di consenso. In seno alla popolazione sono tuttavia
emerse anche critiche alla lentezza del processo
di cambiamento. In linea di principio, tenuto
conto delle premesse favorevoli, la Tunisia dovrebbe riuscire sul lungo termine a realizzare il
passaggio a un sistema democratico.
In Egitto si trascina una lotta politica per
il potere tra i nuovi gruppi politici e i vertici
militari nominati sotto il governo di Mubarak.
È manifesto che il Consiglio militare esige di
poter esercitare un certo controllo sul Governo
di transizione e sul Parlamento. I reali rapporti
di potere in seno al Parlamento e al Governo
saranno riconoscibili soltanto dopo alcuni mesi
dalle elezioni, nel momento in cui i partiti for-
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R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
meranno coalizioni. Per i Fratelli musulmani,
usciti vincenti dalle elezioni, dovrebbe essere
vantaggiosa un’alleanza con le forze liberali e
laiche; un’eventuale coalizione di governo con
i salafisti condurrebbe a un isolamento internazionale del Paese. In linea di principio è tuttavia
quasi certo che il margine di manovra di qualsiasi nuovo Governo sarà nettamente limitato
dal peggioramento della situazione socioeconomica.
In Libia i nuovi dirigenti politici si troveranno nei prossimi anni di fronte alla sfida di dover
unificare forze diverse, in parte caratterizzate
da spinte centrifughe, al fine di costruire con
un comune intento un nuovo Stato. Tra le sfide
più urgenti figura la necessità di ripristinare e
garantire durevolmente la sicurezza pubblica.
Inoltre, deve essere stabilito un equilibrio tra le
diverse regioni e dunque, indirettamente, tra i
diversi clan tribali. L’impiego dei proventi delle esportazioni petrolifere e dei capitali sottratti dal vecchio regime e riconsegnati al popolo
libico rivestono un ruolo centrale nella lotta
politica interna. Tali questioni influiranno in
maniera determinante sull’imminente dibattito
costituzionale e costituiranno un criterio fondamentale per la definizione del futuro sistema di
governo.
Nello Yemen le proteste hanno indotto i principali attori politici ad accettare una soluzione
di compromesso, nella quale è previsto che il
Paese sia governato ad interim dal vicepresidente uscente e da un gabinetto costituito pariteticamente da esponenti del vecchio partito
ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | SITUAZIONE
di regime e da rappresentanti della coalizione
di opposizione. Il raggiungimento di una soluzione concreta è stato pertanto ulteriormente
procrastinato. L’evoluzione sinora registrata
lascia presumere che, nel migliore dei casi, si
giungerà a un accordo in seno all’élite politica,
con l’esclusione del recente movimento di protesta, che auspica un’effettiva democratizzazione del Paese. Quasi nulla lascia sperare che vi
possa essere un miglioramento della desolante
situazione socioeconomica; lo Yemen dovrebbe continuare a dipendere ancora per anni dagli
aiuti esteri.
Perdurante lotta di potere in Siria
Gli scontri tra le forze fedeli al regime e gli
eterogenei e apparentemente non coordinati
gruppi dell’opposizione aumentano di intensità.
Il conflitto assume vieppiù i tratti di una guerra
civile a sfondo religioso. Nel frattempo è aumentata anche la pressione esterna sul regime
di Damasco. Hanno varato sanzioni nei confronti della Siria non soltanto Paesi occidentali, bensì anche la Lega araba, che inoltre ne ha
sospeso l’appartenenza all’organizzazione. Nel
breve termine (da sei a dodici mesi) il regime
sarà in grado di resistere alle pressioni militari,
politiche ed economiche. A medio termine, tuttavia, è improbabile che possa perdurare nella
sua forma attuale. Dal punto di vista odierno è
improbabile un intervento militare straniero. In
caso di crollo del regime, è invece probabile un
periodo di transizione caotico e contrassegnato
da violenza, poiché nessuna delle forze dell’opposizione è in grado di sostituirsi immediatamente al sistema attuale. Una situazione di caos
in Siria potrebbe a sua volta ripercuotersi sulla
sicurezza e la stabilità di un’intera regione che
si estende da Israele alla Turchia e comprende
il Libano, la Giordania e l’Iraq; inoltre, potrebbe comportare conseguenze per il momento
ancora imprevedibili sulle tensioni con l’Iran
suscitate dal controverso programma nucleare
portato avanti da Teheran.
Monarchie disponibili alle riforme:
Marocco, Giordania, Oman e il caso
particolare del Bahrein
Anche in Marocco, Giordania e Oman si sono
ripetutamente svolte, in particolare nel periodo
in esame, manifestazioni di protesta, che non
hanno tuttavia condotto a un’escalation. Anche nei tre Paesi menzionati le autorità hanno
reagito con un insieme eterogeneo di misure
comprendente azioni di repressione volte a ristabilire l’ordine pubblico, concessioni politiche di poco conto e provvedimenti economici
tesi a migliorare momentaneamente la situazione delle classi meno abbienti. Sostanzialmente i tre Paesi hanno conservato il loro assetto
autocratico e rimangono democratizzabili soltanto in misura molto limitata. Inoltre, essendo
relativamente poveri, questi Stati monarchici
non dispongono delle risorse materiali necessarie per risolvere i sempre più gravi problemi
economici. Anch’essi sono vieppiù dipendenti
dagli aiuti materiali provenienti da altri Paesi
arabi e dall’Occidente.
Il Bahrein, una monarchia del Golfo con limitate risorse, costituisce sino ad oggi un caso
a parte. Le manifestazioni contro il regime di
minoranza sunnita sono state rapidamente represse dalle forze di sicurezza. Truppe provenienti da Stati limitrofi membri del Consiglio di
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
17
ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | SITUAZIONE
Cooperazione del Golfo hanno assunto la protezione delle infrastrutture. Gli Stati all’origine
di tale intervento intendono prevenire con ogni
mezzo un cambiamento di potere nel Bahrein,
che potrebbe avere conseguenze anche sui rispettivi regimi. Il fronte politico interno si è da
allora ulteriormente irrigidito.
Paesi toccati soltanto in via marginale dalla
Primavera araba
Altri Stati della regione sono stati interessati
soltanto in misura marginale dalle summenzionate rivolte e rivoluzioni. Dopo il ritiro delle
truppe americane alla fine del 2011, in Iraq è
cominciata una nuova era; tuttavia, molto probabilmente anche questa nuova pagina della
storia del Paese sarà contrassegnata da conflitti
interni. Le diverse comunità che costituiscono
il Libano seguono molto attentamente gli eventi in Siria. Sinora gli sviluppi in questo Paese
non hanno avuto effetti di rilievo sulla fragile
situazione interna del Libano. Per quanto concerne l’Algeria, da anni alle prese con disordini
sociali, si può partire dal presupposto che, in
quanto importante produttore di petrolio e gas
naturale, il Paese dispone delle risorse economiche necessarie per ovviare a un’eventuale
escalation. Anche la maggior parte delle monarchie del Golfo sono in grado di lenire, in qualsiasi momento e in maniera duratura, eventuali
gravi difficoltà materiali degli strati sociali più
bisognosi.
Ruolo degli attori esterni alla regione
Gli Stati Uniti rimangono di gran lunga il più
influente attore esterno alla regione. Tra gli Stati
in cui ha avuto luogo un cambiamento di potere
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R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
l’Egitto è senza dubbio il più importante per la
politica degli USA nella regione. La normalizzazione dei rapporti tra gli Stati Uniti e i Fratelli
musulmani, che in futuro rappresenteranno una
delle nuove componenti governative egiziane,
è un processo chiave avviato dall’Amministrazione Obama, ma ancora altamente controverso,
a livello di confronto politico interno, in seno
al Congresso americano. Per quanto concerne
la Siria, gli Stati Uniti stanno dirigendo un intenso processo di coordinamento volto a rafforzare le pressioni regionali e internazionali sul
regime di Damasco; Washington non intende
tuttavia spingersi oltre a quanto possa godere
dell’appoggio della Turchia, della Lega araba
e del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Per gli
Stati Uniti continua a rivestire un’importanza
fondamentale il mantenimento della stabilità
degli Stati del Golfo persico; anche le operazioni di lotta al terrorismo, segnatamente nello
Yemen, il contenimento dell’influsso dell’Iran
e la stabilizzazione dell’Iraq costituiscono un
contributo al raggiungimento di questo obiettivo. Gli sforzi messi in atto da tempo dagli Stati
Uniti a tal fine non sono stati sinora ostacolati in
misura sostanziale dalla Primavera araba. Decisi a concentrarsi maggiormente a lungo termine
sulle sfide in Asia, gli Stati Uniti cercheranno
tuttavia di evitare di sobbarcarsi nuove costose operazioni militari o di nation-building nel
mondo arabo.
Le potenze europee hanno potuto concludere
con successo le operazioni in Libia – con il determinante appoggio militare degli Stati Uniti.
Non si prospettano tuttavia ulteriori interventi
della medesima portata nel mondo arabo o perlomeno sussistono fondati dubbi sulla disponi-
ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | SITUAZIONE
bilità delle capacità militari necessarie. Persino
per la gestione di una situazione di crisi a livello umanitario – che figura tra i possibili sbocchi
della situazione in Siria – le potenze europee
sarebbero in gran parte dipendenti da un appoggio americano.
Dopo il crollo dell’Unione sovietica la Russia
ha perso molto del suo influsso sulla regione.
Attualmente l’influenza russa è in gran parte circoscritta a limitati rapporti in materia di
armamento con la Siria, a diritti portuali e al
diritto di veto in seno al Consiglio di sicurezza
dell’ONU. Quest’ultima carta è stata giocata
inizialmente con determinazione da Mosca nel
contesto della crisi libica, ma alla fine non si è
dimostrata vincente. Il progressivo isolamento
del Governo di Damasco rende sempre meno
vantaggiosa la posizione sinora assunta dalla
Russia nei confronti della situazione siriana.
La politica estera della Cina nel mondo arabo
è fortemente determinata da interessi economici. È data pertanto la priorità alla necessaria stabilità politica, anche nei casi in cui quest’ultima
dovesse essere garantita da regimi autocratici.
La Cina si discosta dalla sua opzione di principio di non intervento negli affari interni di altri
Stati soltanto nei casi in cui organi multilaterali
quali l’Unione africana o la Lega araba hanno
già intrapreso passi in tal senso. Si può partire
dal presupposto che la Cina sia sostanzialmente
intenzionata ad adeguarsi alle nuove situazioni che si prospettano nel mondo arabo. È poco
probabile, per contro, che appoggi attivamente
i processi di riforma.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
19
ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | VALUTAZIONE
VALUTA ZIONE
Giovani attivisti e forze trainanti tradizionali
A un anno dall’inizio dei movimenti di protesta si impone la domanda se il mondo arabo
stia veramente vivendo una svolta epocale. Il
crollo di tre regimi nell’arco di un anno (Tunisia, Egitto e Libia) e i contemporanei incessanti
conflitti interni di carattere politico e militare
in seno ad altre due entità statali (Yemen e Siria) rappresentano una fondamentale novità per
la regione. In Tunisia e in Libia è escluso un
ritorno al vecchio regime. In Egitto perdura il
confronto politico tra il vecchio e il nuovo. La
Siria si trova ancora di fronte a una lunga fase
di scontri violenti.
Nel frattempo i giovani attivisti della prima
ora, che auspicavano maggiore dignità e libertà, hanno visto scemare la propria forza sociale.
Le forze trainanti sono ora costituite da gruppi
di interesse tradizionali, intenzionati a sfruttare
per i propri fini politici e sociali la volontà di
cambiamento dei popoli arabi e la debolezza
delle autorità statali.
Gli islamisti, pur non avendo contribuito in
maniera sostanziale alle rivolte, oggi, grazie al
loro relativamente elevato grado di organizzazione, sono probabilmente tra coloro che possono approfittare al meglio della nuova situazione.
I loro primi successi elettorali in Tunisia, Egitto
e Marocco dimostrano che, oltre a essere ben
organizzati, sono anche radicati in ampie fasce
della popolazione. Una volta assunte responsabilità di governo, gli esponenti dell’islam politico dovranno dimostrare di avere la capacità
e la volontà di perseguire soluzioni praticabili.
20
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
È inevitabile che finiscano per urtare contro le
forze laiche. Il relativo dibattito sulla compatibilità tra democrazia e islam è, nel migliore
dei casi, soltanto agli inizi; inoltre, in molti
Paesi gli aspetti fondamentali della problematica sono ancora fortemente sfocati. Un altro dato
emerso nell’attuale fase di svolta è che, per il
momento, non sono ancora stati creati modelli
politici alternativi ai tradizionali Stati autoritari, ai regimi islamistici (per esempio l’Iran) e
alla scissione di entità nazionali esistenti lungo linee di demarcazione etniche e religiose
(come paventato per lo Yemen). La Tunisia sta
creando un nuovo assetto politico adeguato alla
propria situazione. L’Iraq sta attraversando una
fase di transizione che non consente ancora di
fare pronostici sull’assetto in cui il Paese verrà
a trovarsi una volta stabilizzatosi. Per contro, la
Turchia propone se stessa come modello di conciliazione tra tradizione musulmana e sviluppo
politico ed economico.
Evoluzione dei rapporti di forza a livello
regionale
I cambiamenti registrati sinora nel mondo
arabo avranno a lungo termine anche effetti
di carattere globale sull’intera regione, sinora
contraddistinta da rapporti di forza relativamente inalterabili; è possibile che ne consegua una
nuova configurazione complessiva. Poiché la
svolta ha avviato una dinamica imprevedibile,
sarebbe prematuro allestire un elenco di indiscussi vincitori e sconfitti. Tuttavia, sono già
riconoscibili a livello strategico alcuni elementi
ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | VALUTAZIONE
di novità, che a medio e lungo termine caratterizzeranno la situazione globale della regione.
In Egitto i diversi attori impiegano attualmente le proprie energie soprattutto per la lotta di
potere interna. Se nel Paese dovesse sorgere
una nuova repubblica a orientamento arabosunnita, è probabile che sul medio e lungo termine Il Cairo assuma di nuovo un ruolo guida
nel mondo arabo. Nel contempo, un nuovo
orientamento, accompagnato da una rinnovata
consapevolezza dei propri mezzi, potrebbe indurre l’Egitto a volersi distanziare in una certa misura dall’Occidente, nel limite consentito
dalle necessità economiche.
Questa prospettiva è fonte di preoccupazioni
per Israele, segnatamente in considerazione di
un eventuale maggiore orientamento della politica estera del Cairo alle istanze islamistiche.
Al momento appare tuttavia poco probabile che
l’Egitto sospenda la pace con Israele. Lo Stato israeliano teme che il Sinai diventi un’area
senza controlli, con conseguenti effetti negativi sulla propria sicurezza. Sul modo in cui un
eventuale nuovo regime siriano potrebbe voler
gestire la questione dell’annessione delle Alture
del Golan non è possibile per il momento fare
alcuna ipotesi. Infine, già prima dello scoppio
della Primavera araba Israele aveva perso la
Turchia come alleato regionale.
Il crollo del regime egiziano ad opera degli attivisti democratici è stato considerato
dall’Arabia Saudita una minaccia per l’ordine
regionale. Con il suo deciso intervento a favore
della monarchia del Bahrein e il determinante
influsso esercitato in vista di una soluzione politica nello Yemen, l’Arabia Saudita ha tuttavia
potuto imporsi, perlomeno momentaneamente,
come attore influente nel mondo arabo – non
da ultimo rispetto al rivale Iran, con il quale si
contende la leadership nel mondo musulmano.
Rispetto all’Arabia Saudita, il Qatar potrebbe avere ragioni ancora migliori di considerarsi
una forza vincente nel contesto dei recenti sviluppi. Il piccolo emirato figura tra i principali
attori che hanno contribuito alla dissoluzione
del potere di Gheddafi e all’isolamento del
regime siriano. Il Qatar dispone di notevoli risorse finanziarie, ma per il momento è ancora
fortemente dubbio che possa svolgere sul lungo
termine un ruolo determinante nella svolta del
mondo arabo. Nonostante il suo orientamento
al purismo sunnita, il Paese intrattiene rapporti
relativamente buoni con l’Iran, ospitando nel
contempo la più importante e maggiore base
dell’aeronautica militare statunitense nella regione del Golfo.
La Turchia aveva iniziato a interessarsi maggiormente ai suoi vicini arabi già prima degli
eventi della Primavera araba e tenta ora di colmare il vuoto politico-militare lasciato dalle rivoluzioni. A tal fine ricorre soprattutto ai suoi
strumenti di «potere morbido»: un’economia
dinamica e una realpolitik basata in pari misura
sui valori fondamentali dell’islam e su un avveduto orientamento all’Occidente. Anche per
quanto concerne le possibilità della Turchia di
realizzare le proprie ambizioni non è possibile attualmente formulare alcuna ipotesi. Da un
lato, alla luce delle esperienze storiche, vige nel
mondo arabo un certo scetticismo nei confronti
delle ambizioni di Ankara di esercitare un influsso sulla regione. Inoltre, vi sono dubbi sulla
capacità della Turchia di mantenere sul lungo
termine la sua attuale dinamicità economica.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
21
ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | VALUTAZIONE
Le prospettive sono diverse per l’Iran. L’alleanza tra Teheran e Damasco e, probabilmente, anche la repressione delle manifestazioni di
protesta successive alle elezioni presidenziali
del 2009 hanno fortemente intaccato l’immagine dell’Iran come fautore degli interessi dei
musulmani. Contrariamente a quanto vuol far
credere la propaganda ufficiale di Teheran, oggigiorno nessuno nel mondo arabo si orienta al
«modello iraniano». In caso di crollo del regime
siriano, l’Iran non perderebbe tutto il suo influsso sull’Hezbollah e sulle organizzazioni di resistenza palestinesi inclini alla violenza, ma non
disporrebbe più di canali di contatto immediati.
L’Iraq, dove è al potere un governo dominato
dagli sciiti e vicino all’Iran, non è in grado di
sostituire la Siria come alleato. L’Iran figura
pertanto tra i perdenti della Primavera araba.
22
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | PROSPETTIVE
PROSPET TIVE
Svolta in condizioni economiche difficili
Grazie alle rispettive culture politiche orientate in una certa qual misura al consenso, la Tunisia e l’Egitto dovrebbero disporre delle maggiori possibilità di passare a un nuovo sistema.
La realizzazione effettiva di un simile cambiamento, le relative modalità e i tempi dipenderanno in misura determinante dalle condizioni
socioeconomiche interne ai due Paesi e dalla
situazione economica internazionale. Durante l’anno scorso questi due presupposti hanno
registrato in massima parte un’evoluzione negativa. L’UE in quanto possibile fonte di sovvenzioni è essa stessa alle prese con notevoli
problemi finanziari ed economici. Soltanto i
ricchi Stati del Golfo sembrano ancora in grado
di fornire un generoso sostegno finanziario. Da
qualsiasi parte dovessero pervenire, eventuali
aiuti saranno tuttavia, con ogni probabilità, legati a contropartite politiche.
Una delle principali cause dei cambiamenti
e delle lotte politiche in atto nel mondo arabo
è costituita dall’aspirazione delle popolazioni
impoverite a un miglioramento della propria
situazione materiale. Il cambiamento è sostenuto soprattutto da giovani uomini senza lavoro
e prospettive per il futuro. Le summenzionate
cause della Primavera araba, comunemente
note – accanto all’evoluzione demografica e
alle condizioni quadro socioeconomiche vanno considerati anche l’assetto autocratico e la
corruzione –, costituiscono il substrato delle
tensioni tettoniche che si dispiegano da un anno
a questa parte. Il cambiamento in atto nel mon-
do arabo non segue alcun modello storico ed è
probabilmente destinato a fondare un modello
sui generis, che in futuro potrebbe essere ricordato come il «modello tsunami». Questo modello implica l’imprevedibilità dei momenti di
dispiegamento delle tensioni, delle conseguenti
dinamiche e delle ripercussioni locali. Inoltre,
implica che una permanenza delle cause condurrà a ulteriori tensioni e, pertanto, a ulteriori
scossoni. L’impatto dei marosi non sarà dappertutto identico, ma dipenderà anche in futuro
dalla posizione e dalla morfologia delle «coste».
Il modello descritto non consente previsioni a
medio e lungo termine; tuttavia, si può partire
dal presupposto che le soggiacenti forze tettoniche non subiranno sostanziali cambiamenti nei
prossimi due o tre anni. È probabile che, dopo
una prima fase di attesa, l’insoddisfazione torni
a crescere ed è possibile che conduca a ulteriori
ondate o fasi di cambiamento.
Settori di rischio
Per l’Europa e la Svizzera la svolta rappresenta uno stimolo a rafforzare il sostegno e la collaborazione a livello economico. La Svizzera è
impegnata a fornire un contributo negli ambiti
della promozione economica e dello sviluppo
della società civile. In linea di principio si tratta
di compiti che devono essere affrontati in primo
luogo autonomamente dalle società interessate.
Nei prossimi anni sono probabili, in via generale, ulteriori elevati flussi migratori dagli Stati
arabi e – attraverso il Nordafrica – dall’Africa subsahariana. La causa principale risiede
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
23
ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | PROSPETTIVE
nell’indebolimento dei servizi di sicurezza, non
più in grado o non più intenzionati a combattere l’emigrazione illegale. Con l’avvicinarsi
della scadenza delle autorizzazioni di soggiorno provvisorie negli Stati europei affacciati sul
Mediterraneo e considerate le incerte capacità o
intenzioni delle nuove leadership nordafricane
di impedire flussi migratori indesiderati verso
il continente europeo, bisogna mettere in conto
che l’Europa continuerà a essere esposta a forti
pressioni migratorie.
In altri settori di rischio quali la proliferazione, il terrorismo e l’approvvigionamento
energetico, gli effetti della Primavera araba
per il nostro Paese sono minimi. Soprattutto gli
effetti nel settore del terrorismo sono rimasti
sinora limitati. Nel Nordafrica le proteste popolari hanno messo in serie difficoltà Al-Qaida
nel Maghreb islamico (AQMI): gli obiettivi dei
manifestanti si distinguono nettamente da quelli dell’AQMI. Per contro, gruppi di contrabbandieri sono riusciti a trafugare armi, veicoli
militari ed esplosivi da depositi militari libici.
Il materiale sottratto è pervenuto in gran parte
ai gruppi terroristici dell’AQMI attivi nel Sahel.
Dopo il cambiamento di potere in Libia, gruppi
di mercenari Tuareg ben armati si sono trasferiti
nel Mali, in una zona del Sahel teatro dal gennaio 2012 di una rivolta dei Tuareg. I combattenti di Al-Qaida nella penisola araba (AQPA)
hanno potuto approfittare dell’indebolimento
delle strutture statali nello Yemen, ma non sono
sinora riusciti a destabilizzare il Paese.
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R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
Il settore energetico è stato poco toccato dai
profondi cambiamenti in atto nel mondo arabo. Soltanto una duratura destabilizzazione
dell’Arabia Saudita in quanto maggiore produttore mondiale di petrolio comporterebbe ripercussioni negative per il nostro Paese a livello
di approvvigionamento energetico. Il prezzo
del petrolio, per contro, reagisce di norma con
grande facilità a eventuali fluttuazioni dell’offerta e può salire a un livello gravido di conseguenze per l’economia svizzera anche in mancanza di pregiudizi per l’approvvigionamento
energetico. 1. Estremismo violento e terrorismo a sfondo
etnico-nazionalistico
ic
Polit
a / E co n o m i a / D i f e s
a
Guerra convenzionale in Europa
Minaccia
nucleare
Sicurezza
energetica
Primavera
araba
Pressioni sulla
Svizzera
PKK
Al-Qaida e le sue
LTTE
diramazioni
regionali
Spionaggio
economico
Attivismo
cibernetico
Sorveglianza di cittadini
stranieri in Svizzera
Spionaggio contro interessi
in materia di politica di
sicurezza della Svizzera
ro
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Minacce
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Al-Qaida e le sue
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R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
27
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | SITUAZIONE
SITUA ZIONE
Due organizzazioni al centro della scena in
Svizzera: PKK e LTTE
Nell’ambito dell’estremismo violento e del
terrorismo a sfondo etnico-nazionalistico costituiscono da anni una minaccia per la sicurezza
interna della Svizzera primariamente due organizzazioni: il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e le Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE). Nel caso delle LTTE, la presenza
è attualmente ridotta a quel che rimane delle
rispettive strutture e a filiazioni successive.
Forte aumento del numero di attentati del
PKK in Turchia
In Turchia è stato avviato da tempo un dialogo tra la corrente moderata del PKK e le
autorità turche. L’ala radicale del PKK ha opposto il suo rifiuto alle trattative. Nell’estate e
nell’autunno 2011 il numero di azioni violente
del PKK sul suolo turco ha registrato di conseguenza un ulteriore forte aumento: hanno ripetutamente avuto luogo azioni di guerriglia (in
parte con elevate perdite per entrambe le parti,
i ribelli del PKK e le forze armate turche), rapimenti di militari e di esponenti delle autorità
nonché attentati in zone urbane e, in rari casi,
anche in aree turistiche rurali. Una decina di turisti sono stati per esempio lievemente feriti in
un attentato perpetrato ad Antalya a fine agosto
2011. Alcuni attentati sono stati rivendicati dai
«Falchi della libertà del Kurdistan» (TAK), vicini al PKK.
In seguito alle operazioni e rappresaglie militari governative e a causa della mancata concessione del diritto di visita agli avvocati del
capo del PKK, Abdullah Öcalan, attualmente in
detenzione, si è registrato in Europa, a partire
dall’autunno 2011, un elevato numero di proteste, scontri e occupazioni, in parte accompagnati da episodi di violenza. A prescindere da
qualche scontro e attrito di lieve entità, in Svizzera le azioni di protesta si sono sinora svolte in
gran parte in maniera pacifica.
Isolate informazioni, rimaste sinora senza
conferma, riguardo a campi di addestramento
in Svizzera lasciano supporre che il PKK prosegua le sue attività sul suolo svizzero. Inoltre,
nell’estate 2011 è stato arrestato in Svizzera,
in virtù di un mandato di cattura emesso dalla
Germania, un presunto dirigente dell’organiz-
RUSSIA
Mar
Caspio
Mar Nero
GEORGIA
Istanbul
REGIONI ABITATE
DA CURDI
ANKARA
Izmir
ARMENIA
AZERBAIGIAN
TURCHIA
Tabriz
Diyarbakir
Antalya
Adana
Mossul
Kirkuk
CIPRO
Mar Mediterraneo
200 km
28
SIRIA
LIBANO
IRAN
IRAQ
DAMASCO
BAGHDAD
ISRAELE
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
GIORDANIA
SIC
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | SITUAZIONE
zazione giovanile del PKK, Komalen Ciwan,
attiva su tutto il continente europeo. Arresti e
perquisizioni in relazione con il PKK hanno
avuto luogo recentemente, in particolare in Italia, Francia, Germania e Belgio.
Poche attività delle LTTE e delle loro
filiazioni
Nella comunità della diaspora tamil non si
registrano più da mesi attività di rilievo delle
LTTE e delle loro filiazioni. Hanno avuto luogo alcune commemorazioni ravvicinabili alle
LTTE; sono stati inoltre riscontrati indizi secondo cui singoli ex quadri delle LTTE continuerebbero a diffondere materiale di propaganda e
sarebbero tuttora in corso operazioni di raccolta
di denaro. Nell’ambito di un’operazione condotta a livello nazionale contro la diramazione
svizzera delle LTTE, l’11 gennaio 2011 sono
state arrestate dieci persone di origine tamil, tra
cui diversi presunti quadri delle LTTE. Le persone arrestate sono accusate di partecipazione
e sostegno a un’organizzazione criminale, riciclaggio di denaro, estorsione e coazione. Otto
persone sono state poste per un certo periodo
in detenzione preventiva. L’inchiesta penale avviata nel maggio 2009 dal Ministero pubblico
della Confederazione è ancora in corso.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | VALUTAZIONE
VALUTA ZIONE
Evoluzione generale dipendente dalla
situazione nei Paesi d’origine
L’evoluzione dei gruppi di estremisti violenti
e terroristi stranieri a sfondo etnico-nazionalistico attivi in Svizzera dipende in primo luogo
dalla situazione nella rispettiva madrepatria
e dall’entità della corrispondente comunità di
diaspora in Svizzera in quanto potenziale bacino di reclutamento per gruppi estremistici. In
tale ambito il sostegno a simili gruppi può giungere su base volontaria, ma è noto che i membri
delle comunità di diaspora subiscono pressioni
talvolta massicce affinché sostengano una determinata organizzazione. Un’escalation delle
attività terroristiche o violente nella madrepatria non deve però per forza condurre direttamente a un aumento delle attività nella diaspora.
Grazie a estese reti di contatto, tra cui figurano
non da ultimo le organizzazioni giovanili, simili gruppi sono tuttavia in grado di riavviare,
in tempi brevi nonché con pochi o senza segni
anticipatori, attività di estremismo violento o
terroristiche anche dopo un lungo periodo di
inattività.
Per quanto concerne il PKK, sussiste tuttora il
rischio di puntuali azioni violente contro obiettivi turchi quali manifestanti, organizzazioni,
attività commerciali private e rappresentanze
ufficiali. È ugualmente possibile che Curdi
diventino vittime di attivisti turchi. Nelle aree
turistiche della Turchia il pericolo di attentati è
aumentato dall’estate 2011. Simili attentati possono colpire anche turisti svizzeri.
Nello Sri Lanka, dove le LTTE sono state in
massima parte annientate, la situazione in materia di sicurezza si è stabilizzata. Tuttavia, alcune cerchie di ex membri delle LTTE continuano,
anche in Svizzera, a mantenere in vita una rete
internazionale.
Volantino in occasione della
commemorazione annuale
degli eroi a Friburgo,
27 novembre 2011
30
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | PROSPETTIVE
PROSPET TIVE
L’impazienza dei Curdi potrebbe condurre
all’uscita dal PKK di elementi radicali
Nonostante la nuova ondata di violenza registrata nella seconda metà del 2011, il Governo turco ha proseguito la sua duplice strategia
consistente, da un lato, in un processo di modifica costituzionale e di negoziazione volto a
migliorare la situazione della minoranza curda
e, dall’altro, nell’adozione di una linea di fermezza nei confronti del PKK (classificato come
organizzazione terroristica) evitando, nella misura del possibile, ripercussioni sulla popolazione civile.
Questa duplice strategia ha lo scopo di indebolire il PKK e di favorire nel contempo gli
sforzi di integrazione della minoranza curda
messi in atto dalle autorità. Molto dipenderà
dal successo degli sforzi del Partito curdo per
la Pace e la Democrazia di distanziarsi ulteriormente nei prossimi anni dal PKK per potere avviare come interlocutore autonomo un dialogo
con il partito di governo, il Partito per la giustizia e lo sviluppo.
Per contro, la summenzionata strategia alimenta tensioni e lotte interne al PKK tra la corrente disponibile al dialogo e i fautori del proseguimento della lotta di guerriglia. Una scissione
in seno ai vertici del PKK condurrebbe a un aumento della minaccia terroristica in Turchia con
ripercussioni per l’Europa e la Svizzera.
Le dimostrazioni di
Curdi in Svizzera si
svolgono per lo più
pacificamente, Basilea,
8 febbraio 2012
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | PROSPETTIVE
Ruolo centrale della comunità di diaspora
per il PKK
La comunità della diaspora curda in Europa
continua a svolgere un ruolo centrale per il PKK
negli ambiti della propaganda, della raccolta
di fondi, del reclutamento e dell’istruzione. Il
PKK è fondamentalmente tuttora in grado di
mobilitare, in funzione dell’evoluzione del conflitto in Turchia, in poco tempo un gran numero
di propri seguaci nella comunità della diaspora
curda. Lo strumento preferito dell’organizzazione a tal fine è rappresentato dalla gioventù
curda. Di conseguenza, eventuali azioni violente in Svizzera sarebbero con ogni probabilità
commesse soprattutto da gruppi di giovani curdi. Tuttavia, fintantoché il conflitto in patria non
registra un’ulteriore escalation, è improbabile
un maggior ricorso alla violenza in occasione
di manifestazioni o azioni spontanee.
Un acuirsi della situazione sul breve termine, l’impressione che il numero di vittime tra
i membri del PKK nei territori curdi sia in aumento e il protrarsi del silenzio sullo stato di
salute di Öcalan potrebbero tuttavia, in ogni
momento, rendere di nuovo maggiormente incline alla violenza la comunità della diaspora
curda in Europa, Svizzera compresa. In caso di
aggravamento dei problemi di salute di Öcalan
o di un suo decesso in prigionia, sono prevedibili azioni di protesta violente e attentati sull’intero continente europeo.
Volantino in occasione di
una manifestazione di Curdi,
Basilea, 8 febbraio 2012
32
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | PROSPETTIVE
Statuto tuttora incerto della minoranza
etnica nello Sri Lanka
Sinora non è stato riscontrato alcun segno di
chiarificazione dello statuto della popolazione
tamil nello Sri Lanka. Se tra la minoranza tamil
dovesse diffondersi l’impressione che la situazione economica e politica non è destinata a migliorare in un futuro prevedibile, ne potrebbero
conseguire nuove proteste violente e un rinnovato appoggio a un movimento separatista potenzialmente terroristico. La popolosa comunità
della diaspora tamil potrebbe in tal caso nuovamente solidarizzare con la popolazione nello
Sri Lanka e una parte di essa, eventualmente,
anche con un nuovo gruppo separatista.
Volantino con
immagine del defunto
capo delle LTTE Prabakharan relativo a
una dimostrazione
tamil a Ginevra,
19 settembre 2011
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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2. Estremismo violento e terrorismo di matrice
jihadista
ic
Polit
a / E co n o m i a / D i f e s
a
Guerra convenzionale in Europa
Minaccia
nucleare
Sicurezza
energetica
Primavera
araba
Pressioni sulla
Svizzera
PKK
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LTTE
Attivismo
cibernetico
Sorveglianza di cittadini
stranieri in Svizzera
Spionaggio contro interessi
in materia di politica di
sicurezza della Svizzera
ris
Cybcontro le
Minacce
infrastrutture
aktivi critiche
gi
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Al-Qaida
e le sue
LTTE
diramazioni
regionali
Spionaggio
economico
o
Al-Qaida e le sue
diramazioni
regionali
ag
PKK
Terrorismo
endogeno
on
E s t rem
z i one
Terrorismo
endogeno
Corea del
Nord
Iran
Estremismo
di sinistra
Estremismo
animalista
extremismus
l i f e ra
Estremismo
di destra
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R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
35
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | SITUAZIONE
SITUA ZIONE
Due Svizzeri vittime del terrorismo jihadista
Il 28 aprile 2011 è stato perpetrato un attentato dinamitardo contro un caffè di Marrakech
particolarmente apprezzato dai turisti. 17 persone sono rimaste uccise e oltre 20 ferite. Tra
le vittime si trovavano due cittadini svizzeri (un
uomo e una donna) e un cittadino portoghese
residente in Svizzera. L’attentato non è stato
rivendicato; Al-Qaida si è pubblicamente dissociata dall’atto. Nell’ambito delle indagini la
polizia marocchina ha individuato una rete locale facente riferimento al movimento jihadista
internazionale e ha arrestato gli autori dell’attentato. Quest’ultimo è stato oggetto anche di
un’inchiesta avviata dal Ministero pubblico
della Confederazione. Alla fine del mese di ottobre del 2011 l’accusato principale è stato condannato in prima istanza alla pena di morte da
un tribunale marocchino; diverse altre persone
coinvolte nei fatti sono state condannate a pene
detentive da un minimo di due anni fino all’ergastolo.
Diversi cittadini svizzeri ostaggi di gruppi
jihadisti
Dal mese di marzo 2012 sono di nuovo liberi
i due cittadini svizzeri (un uomo e una donna)
rapiti all’inizio di luglio del 2011 nella provincia pakistana del Belucistan, dove si erano recati nonostante gli avvertimenti espressi dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE)
nei suoi consigli di viaggio. Nel febbraio 2012
un altro cittadino svizzero è stato rapito nell’arcipelago di Sulu, nelle Filippine, anch’esso una
zona di cui è sconsigliata la visita ai turisti. Nelle Filippine i rapimenti sono spesso motivati da
ragioni primariamente criminali, ma l’organizzazione terroristica islamica Abu Sayyaf è regolarmente coinvolta in rapimenti di cittadini
occidentali. Gli sforzi volti a liberare l’ostaggio
erano ancora in corso al termine della redazione del presente rapporto. Contrariamente agli
anni precedenti, durante l’anno in esame nessun cittadino svizzero è stato vittima di attacchi
o rapimenti e nessun interesse svizzero è stato
oggetto di attentati da parte di Al-Qaida nel Ma-
Veicolo dei due Svizzeri
rapiti in Pakistan,
luglio 2011
36
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | SITUAZIONE
ghreb islamico (AQMI). Nel periodo in esame
sono però stati rapiti nell’area operativa dell’organizzazione, il Sahel, diversi cittadini europei.
In occasione di un rapimento, avvenuto nel novembre 2011 a Timbuctu (Mali), è stato ucciso
un cittadino tedesco.
Al-Qaida sotto forte pressione militare
anche dopo la morte di Bin Laden
Il 2 maggio 2011 il capo di Al-Qaida, Osama
Bin Laden, è stato ucciso da forze speciali statunitensi nella località di Abottabad in Pakistan.
I membri del nucleo di Al-Qaida, in maggioranza attivi nella zona di confine tra l’Afghanistan
e il Pakistan, sono costantemente incalzati da
attacchi americani mediante drone e da operazioni delle forze di sicurezza pakistane. Il
22 agosto 2011 è stato ucciso in un attacco americano mediante drone Atiyah Abd al-Rahman
(32 anni, originario della Libia), considerato
il numero due del nucleo di Al-Qaida dopo la
morte di Osama Bin Laden. Inoltre, secondo
quanto riportato dai media, il 4 settembre 2011
è stato arrestato Sheikh Yunis al-Mauretani e
l’11 settembre 2011 è stato ucciso Abu Hafs alShahri. In tutti e tre i casi appena menzionati
si è trattato di membri del nucleo di Al-Qaida
attivi a livello operativo.
Nel mese di settembre del 2011 sono stati uccisi nello Yemen Anwar al-Awlaki, predicatore
jihadista conosciuto a livello internazionale
e appartenente ai vertici dell’AQPA, e Samir
Khan, produttore della rivista dell’AQPA in lingua inglese «Inspire». Secondo fonti americane,
entrambi sono stati uccisi nell’ambito di attacchi mediante drone. Titolare di un passaporto
yemenita, Al-Awlaki era inoltre in possesso di
un passaporto statunitense.
Aumento dei viaggi con finalità jihadiste
A livello europeo si è registrato un aumento
dei viaggi con finalità jihadiste. Il numero di
casi individuati è in aumento anche in Svizzera. Sulla base dei dati ufficiali, che continuano
a situarsi a un basso livello, e delle ipotesi sui
dati sommersi non si può tuttavia concludere
con certezza che vi sia stato un incremento dei
viaggi con finalità jihadiste specificatamente a
partire dalla Svizzera. Al SIC sono note diverse
persone in passato residenti in Svizzera e attualmente in aree del mondo terreno di jihad, quali
la Somalia, l’Afghanistan e il Pakistan, al fine
di partecipare ad azioni di combattimento.
Primo attentato jihadista con conseguenze
mortali in Germania
Il 2 marzo 2011 un musulmano di origini
kosovare ha perpetrato all’aeroporto di Francoforte un attentato contro un autobus che trasportava militari americani. Due militari statunitensi sono rimasti uccisi e altri due hanno
subìto gravi ferite. Si è trattato del primo attentato a sfondo jihadista con conseguenze mortali
commesso in Germania. L’autore, un uomo di
21 anni residente in Germania dal 1991, lavorava temporaneamente come ausiliario presso il
centro postale internazionale dell’aeroporto di
Francoforte. Sulla persona dell’attentatore non
erano noti alle autorità né precedenti penali né
fatti rilevanti in materia di sicurezza. Secondo
fonti della polizia, per la sua radicalizzazione
ha avuto un luogo determinante Internet.
Jihadismo in
Internet: screenshot, 2011
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
37
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | VALUTAZIONE
VALUTA ZIONE
La morte di Bin Laden:
un duro colpo per Al-Qaida
Il nucleo di Al-Qaida, con sede nella zona di
confine tra l’Afghanistan e il Pakistan, e il movimento jihadista in genere hanno perso un’importante figura simbolica con la morte di Osama
Bin Laden. Indebolito già in precedenza dalla
perdita di diverse figure di spicco, il nucleo di
Al-Qaida dipenderà in futuro in misura ancora
maggiore dalla collaborazione con organizzazioni locali. Anche senza Bin Laden continuerà
a perseguire l’obiettivo di diffondere ulteriormente a livello internazionale, tramite Internet,
la propria ideologia della jihad globale, nonché
di conservare un ruolo dominante nell’ambito
della propaganda quale fonte di ispirazione per
organizzazioni jihadiste e individui isolati. Sia
l’AQMI sia l’AQPA, come pure l’organizzazione somala «Al-Shabaab» – dichiaratasi nel
febbraio 2012 parte di Al-Qaida e riconosciuta
come tale dal successore di Bin Laden, Ayman
al-Zawahiri –, si ispirano in gran parte all’ap-
proccio globale del nucleo di Al-Qaida, pur
essendo in massima parte autonome a livello
operativo.
Sahel: rischio di rapimenti da parte
dell’AQMI tuttora elevato
Negli scorsi anni l’AQMI ha ripetutamente
rapito cittadini occidentali. La situazione in
materia di sicurezza è ulteriormente peggiorata sulla scia della Primavera araba, a causa
dell’elevata quantità di armi trafugate dalle
riserve dell’ex regime libico e confluite, tra
l’altro, nel Sahel. Il rischio di essere rapiti nel
Sahel è in generale ancora elevato. Le attuali
necessità finanziarie dell’AQMI inducono l’organizzazione a rapire in maniera mirata cittadini
di Stati occidentali suscettibili di versare somme di riscatto. L’approccio globale dell’AQMI
potrebbe inoltre radicalizzare in futuro persone
provenienti dal Maghreb e residenti in Europa.
Quest’ultime potrebbero tentare di entrare in
contatto con l’AQMI per mettersi al suo servizio o commettere atti violenti di propria iniziativa e in autonomia rispetto all’AQMI e al nucleo
di Al-Qaida.
Propaganda di livello professionale
dell’AQPA
L’AQPA è un’ulteriore diramazione regionale di Al-Qaida che si riconosce in una strategia
antioccidentale. Anche in futuro cercherà, cogliendo le occasioni del momento, di perpetrare
attentati ad ampia risonanza mediatica contro
obiettivi occidentali. Tra i tentativi sinora messi
La rivista di propaganda di Al-Qaida tratta
la morte di Osama Bin Laden, estate 2011
38
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | VALUTAZIONE
in atto a tal fine figurano ad esempio il fallito
attentato contro un volo americano nel Natale 2009 e l’invio dei pacchi bomba ritrovati
nell’ottobre 2010, su indicazioni di intelligence,
all’East Midlands Airport nel Regno Unito e
all’aeroporto di Dubai. Non è chiaro se la propaganda dell’AQPA, condotta a livello professionale – segnatamente per mezzo della rivista
elettronica in lingua inglese «Inspire» –, potrà
consentire all’organizzazione di mantenere la
sua importanza nella diffusione dell’ideologia
jihadista anche dopo la morte di Awlaki e Khan.
inoltre il rischio che anche persone residenti in
Europa e in Svizzera si ispirino a jihadisti europei istruiti all’estero e rientrati nei rispettivi
Paesi e siano da essi reclutate e impiegate per
creare reti di contatti locali. Parimenti, europei
istruiti in Pakistan o in Somalia potrebbero in
futuro effettuare operazioni terroristiche anche
direttamente sul suolo europeo. Da un’analisi
dei casi riscontrati in Svizzera risulta che le persone inclini alla jihad non presentano un profilo
unitario, con conseguenti difficoltà per l’individuazione di viaggi con finalità jihadiste.
Ritorno nel Paese di partenza di jihadisti
formati in campi di addestramento
all’estero: notevole rischio per la sicurezza
Le persone che si spostano sul globo con intenti jihadisti rappresentano un notevole rischio
anche per la sicurezza degli Stati occidentali.
Durante la permanenza in aree di combattimento sussiste il rischio che simili persone inclini
alla jihad partecipino ad operazioni contro truppe occidentali o siano impiegate per perpetrare
attentati contro interessi occidentali e contro la
popolazione civile locale. Inoltre, simili persone guadagnate alla causa della jihad nuocciono
all’immagine e agli interessi del loro Paese di
origine, esposto a eventuali pressioni da parte
dei Paesi direttamente danneggiati. Sussiste
Terrorismo endogeno:
una minaccia reale, ma difficile da valutare
La minaccia jihadista per l’Europa non è dovuta soltanto a organizzazioni legate o facenti
riferimento al nucleo di Al-Qaida, bensì anche
a gruppi autonomi e individui isolati la cui radicalizzazione ha avuto luogo in parte direttamente in Europa. Anche questi possono ispirarsi
alla propaganda diffusa dal nucleo di Al-Qaida
e dalle sue diramazioni e tentare di eseguire
attentati sul continente europeo. Che la minaccia rappresentata da individui isolati («homegrown terrorists» o terroristi endogeni) sia reale
in Europa è dimostrato dall’attentato suicida
dell’11 dicembre 2010 nel centro di Stoccolma
e dall’attentato eseguito a Francoforte il 2 mar-
Nucleo di
Al-Qaida
Oceano
Atlantico
Mar
TUNISIA
MAROCCO
ALGERIA
PAKISTAN
ARABIA
SAUDITA
sso
NIGER
AFGHANISTAN
ISI
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MALI
IRAQ
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LIBIA
AQMI
MAURITANIA
terran
Ma
Sahara
Occidentale
Medi
AQPA
YEMEN
Mar Arabico
Shabaab
Panoramica delle
aree operative e
delle diramazioni
di Al-Qaida
SOMALIA
Area operativa
Oceano
Indiano
SIC
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
39
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | VALUTAZIONE
zo 2011 contro membri dell’aeronautica militare statunitense. Il grado di probabilità di attentati terroristici perpetrati da individui isolati
non può essere stimato con esattezza e simili
attentati non possono essere evitati in tutti i casi.
Interessi svizzeri minacciati soprattutto
all’estero
La minaccia diretta per la Svizzera non ha
subìto alcun cambiamento in seguito alla morte di Bin Laden. Secondo le valutazioni attuali
del SIC, la Svizzera non rientra a tutt’oggi tra
i principali obiettivi del nucleo di Al-Qaida o
delle sue diramazioni regionali; l’esecuzione di
attentati è tuttavia ancora possibile in presenza
di opportunità favorevoli. La propaganda antioccidentale di Al-Qaida potrebbe indurre singoli jihadisti a diventare attivi anche sul suolo
svizzero, contro interessi sia svizzeri sia stranieri. Benché sinora non siano stati riscontrati
indizi concreti di piani di attentati, va impedito, tra l’altro, un impiego della Svizzera come
bacino di reclutamento, rifugio e settore di preparazione di attività terroristiche. Inoltre, non è
possibile escludere che cittadini svizzeri figurino tra le vittime di attentati terroristici all’estero,
come è stato il caso per l’attentato perpetrato a
Marrakech il 28 aprile 2011. Anche il rischio
di rapimenti rimane elevato in diverse aree del
globo, segnatamente nel Sahel, in determinate
zone del Pakistan e nelle Filippine.
Radicalizzazione jihadista in Internet
Probabilmente nessuna ideologia estremista
fa un uso così intenso di Internet come il jihadismo. I risultati del monitoraggio di Internet
da parte del SIC e dell’Ufficio federale di poli-
40
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
zia (fedpol) documentano l’elevata importanza
di Internet nella radicalizzazione. L’attentato
compiuto a Francoforte il 2 marzo 2011 da un
individuo isolato contro militari americani ha
ad esempio riscosso un vasto consenso presso
i visitatori di fori Internet di ispirazione jihadista. Contrariamente ai membri di organizzazioni e reti jihadiste, che per la preparazione
e l’esecuzione di un’operazione rimangono in
contatto tra di loro per un lungo periodo, simili
individui isolati possono essere individuati per
tempo dalle autorità di sicurezza soltanto con
grande difficoltà. Questa circostanza è sfruttata
anche dal nucleo di Al-Qaida e dalle sue reti di
contatto, che diffondono su Internet la loro propaganda antioccidentale incitando i musulmani
residenti in Occidente a eseguire in loco attentati in nome della jihad, senza doversi recare per
la jihad in una delle aree di combattimento quali
l’Afghanistan.
Anche in Svizzera sono state individuate su
social network virtuali quali Facebook persone chiaramente collocabili nell’area ideologica
islamistica e che apparentemente non presentano contatti diretti con reti jihadiste nel mondo reale. Per favorire, sulla base dei riscontri
risultanti dalla sorveglianza della Rete, l’ulteriore adozione di misure preventive e repressive nella lotta contro l’estremismo violento e il
terrorismo di matrice jihadista, proseguono in
seno al SIC e a fedpol i lavori di ampliamento
del monitoraggio in Internet del settore «jihadismo», avviati nel 2011.
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | Consigli di viaggio del DFAE
Consigli di viaggio del DFAE
I consigli di viaggio rilasciati dal DFAE per 157
Paesi sono consultati sulla pagina Internet del
Dipartimento circa 1,6 milioni di volte all’anno
e dal mese di agosto del 2011 sono ottenibili
anche per mezzo di Twitter. Per i Paesi dell’Europa occidentale non sono rilasciati consigli di
viaggio.
Nei consigli di viaggio è fornita una valutazione sulle condizioni di sicurezza ampiamente
fondata e focalizzata sugli ambiti della politica
e della criminalità.
▪▪ Poiché le persone che intendono recarsi
in viaggio all’estero si trovano talvolta di
fronte a un gran numero di informazioni
contraddittorie e non sempre facilmente valutabili, è fornito loro, mediante i consigli di
viaggio, un valido aiuto per la scelta della
destinazione delle vacanze.
▪▪ Poiché, grazie alle ambasciate e ai consolati, dispone di una buona rete di contatti
all’estero, il DFAE è in grado di allestire
valutazioni ponderate delle situazioni. Nei
consigli di viaggio confluiscono anche informazioni provenienti da altri servizi federali, per esempio dal Servizio delle attività
informative della Confederazione.
I consigli di viaggio comprendono raccomandazioni riguardo a misure cautelari per la riduzione dei rischi,
▪▪ perché il DFAE ha ricevuto dal Consiglio
federale l’incarico di rendere attenti a possibili rischi in occasione di viaggi all’estero;
▪▪ perché il Dipartimento desidera che i sogni
di vacanza non si trasformino in incubi e
▪▪ perché i rischi possono essere ridotti soltanto se sono noti.
In casi estremi il DFAE sconsiglia di recarsi in
determinate zone o in determinati Paesi,
▪▪ perché, a causa delle particolari situazioni
di pericolo, ritiene troppo rischiosi i viaggi
verso le destinazioni indicate e
▪▪ perché spesso il DFAE non ha accesso o ha
soltanto un accesso limitato a zone di crisi
e pertanto non può o può soltanto in misura
limitata fornire un sostegno ai concittadini.
▪▪ Poiché non persegue interessi finanziari, il
DFAE è considerato una fonte indipendente
e affidabile dal settore viaggi e dalla popolazione.
In Internet sui siti:
www.dfae.admin.ch/viaggi
www.eda.admin.ch/reisehinweise
www.dfae.admin.ch/voyages
www.twitter.com/travel_edadfae
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | PROSPETTIVE
PROSPET TIVE
La Svizzera non figura tuttora tra gli
obiettivi principali dei jihadisti
I gruppi jihadisti intrattengono spesso contatti internazionali e possono contare su simpatizzanti in tutto il continente europeo. I Paesi
europei che partecipano a operazioni militari
in territori musulmani sono particolarmente
esposti al rischio di attentati. A causa dell’esigua entità dei suoi impegni militari all’estero,
la Svizzera non è stata designata tra gli obiettivi principali di attentati di matrice jihadista.
Tuttavia, non è possibile escludere attentati nel
nostro Paese, soprattutto da parte di individui
isolati radicalizzati. Va comunque sottolineato
che, rispetto all’eventualità di attentati di matrice jihadista in Europa occidentale, è tuttora
più probabile che cittadini o interessi occidentali siano bersaglio di atti terroristici (attentati
dinamitardi, omicidi, rapimenti, ecc.) al di fuori
dell’Europa.
Ostilità nei confronti dell’islam: possibile
pretesto per attacchi jihadisti anche in
Svizzera
Oltre alla presenza militare su territori musulmani, il presunto o reale atteggiamento critico nei confronti dell’islam figura sempre più
spesso tra le possibili giustificazioni dell’eventuale esecuzione di attentati. La minaccia per la
Svizzera non ha registrato sostanziali cambiamenti dall’approvazione dell’iniziativa popolare «Contro l’edificazione di minareti». L’eco
mediatico del divieto di costruzione di minareti è, nel complesso, notevolmente diminuito
dall’inizio del 2010. La questione è trattata soltanto ancora in casi isolati e nel contesto di discussioni concernenti altri atteggiamenti considerati ostili all’islam. Nei fori Internet jihadisti
non suscita tuttora grande interesse. Il consolidamento dell’impressione che la Svizzera e la
sua popolazione siano ostili all’islam potrebbe
fornire a jihadisti un motivo per compiere un
attentato. Un’eventuale strumentalizzazione da
parte di cerchie islamiche radicali del divieto
di edificazione di minareti, con conseguenti atti
di violenza, non può pertanto essere esclusa sul
Propaganda
jihadista su
Internet in Svizzera
42
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | PROSPETTIVE
lungo termine, soprattutto in caso di collegamenti con tematiche analoghe (per esempio un
possibile divieto del burqa). Tuttavia, dalle informazioni disponibili non risultano a tutt’oggi
indizi concreti di un aumento della minaccia per
la Svizzera.
Il rientro in Svizzera di jihadisti addestrati
all’estero: una notevole sfida per le autorità
di sicurezza
In Svizzera si registrano diversi casi di persone recatesi all’estero per scopi jihadisti. Secondo i dati attualmente disponibili, per il
momento nessuna di esse è tornata nel nostro
Paese. Ciononostante, è del tutto possibile che
anche la Svizzera debba in futuro gestire questa
problematica: le autorità sono quindi costrette a
prepararsi a questa eventualità.
A ciò va aggiunto che ulteriori spostamenti indisturbati dal nostro Paese verso aree con
presenza jihadista, o addirittura un aumento del
numero complessivo di simili viaggi, potrebbero ripercuotersi negativamente sull’immagine
della Svizzera. Le limitate possibilità di accertamento rendono difficoltosa la sorveglianza
preventiva di reti finalizzate alla radicalizzazione e al reclutamento.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
43
3. Estremismo di destra, estremismo di sinistra e
estremismo animalista
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Polit
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Primavera
Frühling
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Pressioni sulla
Svizzera
Estremismo
animalista
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diramazioni
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Spionaggio
economico
Attivismo
cibernetico
Sorveglianza di cittadini
stranieri in Svizzera
Spionaggio contro interessi
in materia di politica di
sicurezza della Svizzera
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Corea del
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Estremismo
Estremismo
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Estremismo
animalista
Terrorismo
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Minacce contro le
infrastrutture critiche
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Estremismo
di destra
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Guerra convenzionale in Europa
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Guerra
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R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
45
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE
SITUA ZIONE
Eventi: cifre in calo
Negli ultimi anni non vi è stato praticamente
alcun cambiamento nel potenziale di violenza
dell’estremismo di destra, di sinistra e animalista in Svizzera. Attualmente si registrano azioni violente quasi esclusivamente da parte degli
estremisti di sinistra, mentre l’estremismo violento di destra e l’estremismo animalista quasi
non manifestano il loro potenziale di violenza.
Descrivere il fenomeno in termini statistici
è praticamente impossibile, poiché i fatti che
dovrebbero essere inclusi in una statistica sono
troppo eterogenei: una lettera esplosiva in grado
di causare almeno una vittima è infatti ben altra
cosa rispetto al danneggiamento della facciata
di un edificio. Le cifre consentono comunque
di cogliere una prima impressione. Nel 2011 il
SIC è venuto a conoscenza di 51 episodi legati
agli ambienti dell’estremismo di destra e di 244
episodi legati agli ambienti dell’estremismo
di sinistra (i casi di semplici imbrattature non
sono considerati). Nel campo dell’estremismo
di sinistra si registra un lieve calo, mentre nel
campo dell’estremismo di destra si prolunga
una tendenza già in atto da parecchi anni e ulteriormente accentuatasi nel secondo semestre
del 2010.
Estremismo di sinistra
227 222
254
214 220
Si sono registrati episodi di violenza nel
45 per cento degli eventi legati agli ambienti
dell’estremismo di sinistra e in un buon terzo
degli eventi ascritti all’estremismo di destra.
Nel 2011 gli estremisti animalisti non hanno
commesso atti di violenza nell’ambito delle loro
campagne, ma alcuni di essi hanno partecipato
a campagne violente condotte dagli ambienti
dell’estrema sinistra. La gamma delle forme di
violenza è molto ampia e la qualità degli atti
di violenza è molto variabile. Le forme di violenza spaziano dagli attentati mediante lettere
bomba alle risse e alle imbrattature di edifici;
sotto il profilo della qualità, si passa dalla violenza esercitata in modo mirato nel contesto di
campagne e dalla violenza contro bersagli scelti
in modo più o meno arbitrario, senza applicare
criteri generali di successo, ad atti di violenza
contestuale nell’ambito della realtà quotidiana
che non hanno più quasi nulla a che fare con il
fenomeno dell’estremismo violento.
Estremismo di destra:
scarsa visibilità attuale
Gli episodi di violenza dell’estrema destra
sono attualmente infrequenti; accanto a scontri
con estremisti di sinistra o a danneggiamenti,
Estremismo di destra
250
244
200
Numero complessivo di
eventi
147
126
150
127
110
109
113
Numero di
eventi violenti
109 109
64
76
58
55
24
SIC
46
2006 2007 2008 2009 2010 2011
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
100
85
32
13
51
50
18
2006 2007 2008 2009 2010 2011
0
Eventi motivati
dall’estremismo di
destra o di sinistra
segnalati al SIC dal
2006 (senza i casi
di imbrattature)
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE
si registrano tutt’al più risse con il coinvolgimento di estremisti di destra a tarda ora in locali
pubblici o durante feste. I tafferugli di cui ha
avuto notizia il SIC nel 2011 sono pochi. Pur essendovi tra questi anche casi di provocazioni da
parte dell’estrema destra nei confronti di stranieri o conclusisi con il ferimento grave della
vittima, il ricorso alla violenza pare circoscritto
a determinate situazioni e non manifesta un carattere strategico. In Svizzera gli attacchi riconducibili a una strategia, ad esempio campagne
intimidatorie, risalgono ormai a molti anni fa.
Attacchi di questo tipo potrebbero, ad esempio, essere diretti contro centri per richiedenti
l’asilo oppure contro la popolazione straniera.
Negli ambienti dell’estrema destra continuano
comunque a svolgersi war games e giochi di
combattimento nonché cosiddetti corsi di autodifesa e di «aiuto al camerata»; a questo proposito, nel 2011 si è registrato il caso di un cittadino germanico che ha cercato di importare senza
dichiarazione 20 manganelli e capi di vestiario
militari. La propensione per le armi caratterizza tuttora l’estrema destra; i riscontri perlopiù
casuali effettuati in occasione di perquisizioni
domiciliari indicano che negli ultimi anni la
quantità di armi funzionanti in possesso degli
ambienti di estrema destra è notevolmente aumentata. Questi ambienti si tengono sostanzialmente nascosti ormai da anni, ma continuano
le loro attività, ad esempio concerti di skinhead
e serate tra camerati. Nel 2011 si è comunque
registrato in Svizzera un solo concerto di skinhead e a metà gennaio 2012 il gruppo Indiziert,
contrariamente alle abitudini descritte sopra, ha
pubblicizzato la propria esibizione.
La «cellula di Zwickau»
Nella prima metà del mese di novembre 2011 è
stata scoperta in Germania la cosiddetta «cellula di
Zwickau», autodefinitasi «underground nazionalsocialista» (Nationalsozialistischer Untergrund). La cellula
è ritenuta responsabile dell’uccisione di almeno dieci
persone (otto piccoli imprenditori turchi, uno greco e
una agente di polizia), di due attentati alla bomba perpetrati nella città di Colonia e di un numero imprecisato di rapine in banca. Il materiale probatorio rinvenuto
è ingente.
Tra gli esponenti dell’estrema destra svizzera e germanica intercorrono da lungo tempo rapporti personali.
Sono note anche le relazioni degli estremisti di destra
svizzeri con il Partito nazionaldemocratico tedesco e
con estremisti di destra della Turingia. Sinora non sono
però emersi rapporti personali diretti tra l’estrema destra svizzera e i presunti autori dei crimini ascritti alla
cellula di Zwickau. Si sa tuttavia che l’arma impiegata
in nove omicidi è di fabbricazione ceca ed è stata venduta a un armaiolo svizzero. Al momento della chiusura della redazione il percorso seguito dall’arma dalla
Svizzera alla Germania era ancora oggetto di indagini.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
47
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE
Estremismo di destra e di sinistra:
rari scontri
La propensione alla clandestinità che caratterizza l’estrema destra può essere uno dei
motivi che spiega il rarefarsi degli scontri con
l’estrema sinistra, contrariamente alla tendenza
che si registra in Europa. Nel corso degli ultimi dodici mesi gli esponenti dei due ambienti si sono affrontati soltanto sporadicamente,
grazie anche al fatto che nel 2011 non vi sono
stati raduni di estremisti di destra in occasione
di cerimonie ufficiali, ad esempio in occasione
della Festa nazionale o della commemorazione
della battaglia di Sempach. Nei casi in cui si è
avuto sentore delle previste attività dell’estrema destra, la società civile e l’estrema sinistra
hanno reagito, ad esempio il 10 settembre in
occasione del primo raduno svizzero del movimento Azione europea. Nonostante la presenza
della polizia, il confronto è comunque sfociato in una serie di colluttazioni. Gli episodi di
violenza tra estrema destra ed estrema sinistra
sono spesso derivati dagli atteggiamenti assunti da quest’ultima, ad esempio il 6 marzo 2011,
quando una trentina di militanti dell’estrema
sinistra hanno aggredito sei estremisti di destra
del Waldstätterbund con bombolette di spray
al pepe. A causa dell’importante potenziale di
violenza, le misure di sicurezza adottate dalla
polizia, volte a impedire un confronto nel contesto di manifestazioni note, si mantengono a
un livello elevato.
Estremismo di sinistra:
manifestazioni di violenza
Il potenziale di violenza degli ambienti
dell’estrema sinistra si manifesta in maniera
accentuata, e non solo negli scontri con l’estrema destra. Gli estremisti di sinistra attaccano ad
esempio regolarmente l’Unione democratica di
centro (UDC). Il 21 gennaio 2011 un noto esponente dell’UDC è stato aggredito fisicamente
in margine a una dimostrazione organizzata
dall’estrema sinistra. Tuttavia, alla chiusura
della redazione la cerchia dei sospetti non era
ancora nota. Il 2 maggio 2011 a Höngg ZH si
è assistito a un tentativo di aggressione fisica
ai danni di un esponente dell’UDC; in genere,
gli episodi si sono limitati ad azioni di disturbo
senza aggressioni fisiche o a danneggiamenti.
A parte questi episodi di vie di fatto e rispetto
agli anni precedenti, l’estrema sinistra svizzera
ricorre ancora frequentemente alla violenza, ma
mostra maggiore prudenza. Nondimeno, estremisti di sinistra presumibilmente di origine
straniera hanno organizzato attentati a mezzo
di lettere bomba anche contro bersagli svizzeri, sia nel nostro Paese sia all’estero. Su questi
attentati della Federazione Anarchica Informale
ci si soffermerà più avanti, come pure su due
ulteriori reati commessi in rapporto con campagne di solidarietà. Nel 2011 il SIC è venuto a
conoscenza di due soli episodi di veicoli incendiati da estremisti di sinistra, mentre nel 2009,
anno in cui si è registrato un picco di questi epi-
Manifestazione non
autorizzata della
«Antikapitalistische
Kampagne» a Berna,
8 ottobre 2011
48
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE
sodi, si contarono ben 32 casi. L’ultimo reato
commesso a mezzo di dispositivi esplosivi o incendiari non convenzionali (DEINC) – a parte
un tentativo nel giugno 2011 non inequivocabilmente attribuibile a estremisti di sinistra – risale
al 27 gennaio 2011 ai danni di un albergo di
Davos GR. L’attentato è stato perpetrato in relazione al Forum economico mondiale (World
Economic Forum – WEF). Come negli anni
precedenti, il WEF 2011 si è svolto nella calma, quantunque per la prima volta da anni si
siano riuniti proprio a Davos circa 120 dimostranti, tra i quali 30 estremisti di sinistra potenzialmente violenti. Il potenziale di aggressività
presente alla manifestazione è risultato maggiore rispetto agli ultimi anni e vi sono stati lanci
di bottiglie e pietre in direzione delle forze di
polizia da parte di alcuni dimostranti. Nel 2012
il WEF è stato accompagnato da una serie di
danneggiamenti, ma, per la terza volta nel nuovo millennio dopo il 2003 e il 2010, non è stato
motivo di alcun attentato a mezzo di DEINC.
Grazie agli interventi della polizia, le manifestazioni che hanno avuto luogo nell’ambito del
WEF in varie località, in particolare a Berna il
21 gennaio 2012, non hanno dato adito a violenze. Nel 2011 è trascorso nella calma anche
il 1° maggio, a Zurigo in particolare, grazie alla
presenza di un dispositivo di sicurezza organizzato dalla polizia. Anche nel 2011 qualche
episodio di violenza ha avuto come punto di
partenza la Reitschule di Berna, da dove, in
occasione di eventi di poca importanza, hanno
avuto origine a più riprese massicci attacchi alle
forze di polizia.
Estremismo di sinistra:
i processi come elemento caratterizzante
Globalmente, gli attentati a mezzo di lettere
bomba e l’evoluzione della situazione sono la
conseguenza dell’arresto, effettuato il 15 aprile
2010, di tre anarchici, di cui due cittadini italiani
(un uomo e una donna) e uno svizzero residente
in Italia. I tre erano stati fermati alla vigilia di
un attentato alla bomba previsto ai danni di un
centro di ricerca per le nanotecnologie allora in
costruzione a Rüschlikon ZH. L’inchiesta penale e il processo promosso nei confronti dei tre,
nel frattempo condannati in prima istanza, e un
secondo processo nei confronti di estremisti di
sinistra, svoltosi sempre nel 2011 e anch’esso
sfociato per ora in una condanna in prima istanza, determinano attualmente le attività degli
ambienti dell’estrema sinistra.
▪▪ Il processo nei confronti dei tre summenzionati anarchici si è tenuto dinanzi al Tribunale penale federale di Bellinzona dal 19 al
22 luglio 2011. Il Tribunale ha giudicato i tre
colpevoli del pianificato attentato alla bomba e li ha condannati in prima istanza a pene
detentive di diversi anni senza condizionale
e a pene pecuniarie.
▪▪ Il 28 e 29 settembre 2011 si è svolto a Bellinzona, dinanzi al Tribunale penale federale,
il processo nei confronti di due esponenti
Lettera minatoria contro il Tribunale
penale federale, 21 luglio 2011
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
49
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE
del Revolutionärer Aufbau Schweiz (RAS),
più precisamente della sezione zurighese del
movimento (Revolutionärer Aufbau Zürich,
RAZ). Le due donne erano accusate di incendio intenzionale. La dirigente del RAS
doveva rispondere anche di uso delittuoso di
materie esplosive e possesso illegale di armi.
I reati in questione sono stati commessi tra
il 2002 e il 2007. L’8 novembre 2011 le due
imputate sono state condannate in prima
istanza rispettivamente a una pena detentiva
di 17 mesi senza condizionale e a una pena
detentiva di 14 mesi sospesa condizionalmente.
Un ulteriore processo, condotto nei confronti
di un membro del RAS espulso dal movimento,
non ha dato adito a manifestazioni di solidarietà. Nell’aprile 2011 il Tribunale penale federale
lo ha condannato tra l’altro per infrazione alla
legislazione sugli esplosivi a una pena detentiva con condizionale parziale; la sentenza è
passata in giudicato. Gli ambienti dell’estrema
sinistra si sono interessati al processo condotto
nei confronti dei tre anarchici in misura minore
rispetto a quanto ipotizzato in base alle passate
esperienze. Ai dibattimenti di Bellinzona erano presenti tra una quarantina e un’ottantina di
attivisti, provenienti principalmente dall’Italia;
il comportamento degli estremisti di sinistra in
aula e sulla pubblica via ha disturbato i dibattimenti soltanto marginalmente. Dopo l’annuncio della sentenza, nella notte dal 22 al 23 luglio si sono registrati atti di violenza di modesta
portata a Zurigo. La lettera di rivendicazione
degli attentati conteneva minacce nei confronti
del giudice e del procuratore federale. Questo
atteggiamento prudente ha caratterizzato anche
il processo nei confronti delle esponenti del
RAS; anche in questo caso non si sono praticamente registrati atti di violenza, salvo qualche
episodio di scarsa risonanza.
Alla vigilia dei processi, tuttavia, si è assistito a un’ondata di proteste da parte degli
ambienti dell’estrema sinistra; si sono svolte
regolarmente azioni di strada o dimostrazioni
di solidarietà davanti a penitenziari, durante le
quali persone con il volto mascherato o in tuta
di protezione hanno scandito slogan e acceso
fuochi d’artificio. Pure all’estero, in particolare
in Italia e in Germania, si sono svolte dimostrazioni di solidarietà a sostegno dei tre anarchici,
ma anche a sostegno di Marco Camenisch, ambientalista ed esponente violento dell’estrema
sinistra incarcerato per omicidio, e delle due
esponenti del RAS. Oltre agli attentati ancora
irrisolti, commessi da gruppi stranieri, si sono
verificati altri due attentati di una certa importanza: il 17 gennaio 2011 ignoti hanno tentato
di appiccare il fuoco a un edificio del Tribunale
penale federale a Bellinzona; il giorno seguente, l’attentato è stato rivendicato da un movimento anarchico. Il 12 dicembre 2010 era già
stato commesso a Chasse-sur-Rhône (Francia)
un attentato incendiario ai danni di una ditta
che gestisce un laboratorio di ricerca in cui si
effettuano sperimentazioni sugli animali. La
Lettera bomba alla Swissnuclear
a Olten, 31 marzo 2011
50
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE
Animal Rights Militia (ARM) ha rivendicato
l’attentato dichiarando inoltre la propria solidarietà con gli anarchici arrestati in Svizzera.
Lettere bomba inviate dalla Federazione
Anarchica Informale
Il 31 marzo 2011 esplodeva una lettera bomba presso la sede di Swissnuclear a Olten SO.
Si è trattato del primo attentato a mezzo di una
lettera bomba commesso in Svizzera nell’ambito di azioni di solidarietà a sostegno dei tre
anarchici arrestati, ma complessivamente del
terzo attentato di questo tipo contro interessi
svizzeri. Nel 2010 erano infatti già state prese
di mira le Ambasciate di Svizzera ad Atene e
a Roma. In Grecia l’attentato era stato rivendicato dal movimento denominato «Cospirazione
delle cellule di fuoco», mentre gli attentati di
Roma e di Olten sono stati rivendicati dalla Federazione Anarchica Informale (FAI). La FAI,
che da anni commette attentati mediante lettere
bomba nel periodo natalizio, ha agito anche a
fine 2011, perpetrando nel mese di dicembre attentati con questo tipo di ordigno contro il CEO
della Deutsche Bank a Francoforte, contro il direttore generale della società italiana Equitalia,
incaricata della riscossione dei pubblici tributi,
e contro l’Ambasciata di Grecia a Parigi. Nelle rivendicazioni degli ultimi attentati non si fa
più menzione della solidarietà con le persone
arrestate in Svizzera e non vi sono neppure indizi secondo cui a motivo dell’attentato vi sia il
fatto che il CEO della Deutsche Bank possiede
la cittadinanza svizzera. La lettera di rivendicazione evidenzia tuttavia un’intensificazione
dei legami internazionali degli autori. Rimane
da osservare che tutti gli attentati mediante let-
tere bomba contro interessi svizzeri sono stati
accompagnati da identici attentati ai danni di
interessi estranei alla Svizzera e che pertanto
gli attentati della FAI non hanno mai avuto nel
mirino soltanto interessi svizzeri.
Estremismo animalista
Gli estremisti animalisti svizzeri partecipano
sporadicamente a campagne di solidarietà organizzate dall’estrema sinistra e presumibilmente
anche ad azioni illegali all’estero. Le offensive
condotte in Svizzera contro le pellicce, contro
lo sfruttamento degli animali da circo e contro
la lavorazione della carne (in quest’ultimo caso,
attualmente, soprattutto contro la vendita di
fegato d’oca da parte di una grande catena di
distribuzione) si sono svolte sinora senza episodi di violenza. Nel 2011 l’Animal Liberation
Front (ALF) ha rivendicato otto azioni in Svizzera, di cui soltanto la metà confermate dalla
polizia. In tutti i casi si trattava di danneggiamenti di modesta entità. Azioni violente isolate
rivendicate dall’ALF o dall’Animal Rights Militia (ARM) negli scorsi anni hanno avuto luogo
anche in Svizzera, e non soltanto nel contesto
della campagna Stop Huntington Animal Cruelty (SHAC).
Attentato incendiario al Tribunale penale
federale di Bellinzona, 17 gennaio 2011
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | VALUTAZIONE
VALUTA ZIONE
Estremismo violento: nessun collegamento
con movimenti moderati
Nell’anno in esame gli ambienti estremisti
svizzeri si sono concentrati prevalentemente su
se stessi e sui temi che li riguardano. Nonostante si siano riscontrati ripetuti tentativi, questi
ambienti non sono ancora riusciti a creare collegamenti con movimenti sociali più vasti, né a
sfruttare per i propri fini temi ampiamente dibattuti quali ad esempio l’abbandono dell’energia
nucleare o la crisi del debito, oppure occasioni
nel contesto di manifestazioni festive pubbliche.
Estremisti di destra senza possibilità di
incrementare la loro visibilità
Da alcuni anni, in seguito alle misure adottate
in vista della Festa nazionale sul Praticello del
Grütli o della commemorazione della battaglia
di Sempach, agli ambienti di estrema destra
sono venute a mancare occasioni per incrementare la loro visibilità e occasioni di pubblica
propaganda. Per le loro attività, ad esempio per
i concerti di skinhead (anche con gruppi svizzeri tuttora attivi), gli estremisti di destra cercano
la clandestinità. I raduni di skinhead, inoltre, si
tengono attualmente soprattutto all’estero; gli
estremisti di destra svizzeri frequentano queste
manifestazioni non soltanto nei Paesi confinanti, ma talvolta anche in Paesi europei più distanti. Estremisti di destra svizzeri partecipano
inoltre a manifestazioni all’estero, ad esempio
alle commemorazioni – sfruttate in modo parassitario dall’estrema destra – dei bombardamenti alleati su Dresda del febbraio 1945. Questo
mostra che gli estremisti di destra dispongono
tuttora di collegamenti internazionali, benché si
tratti prevalentemente di contatti personali più
che di rapporti istituzionalizzati.
Con ancor meno successo dell’estrema sinistra, anche gli estremisti di destra violenti tentano di sfruttare per i propri fini temi dell’attualità
quotidiana o movimenti moderati.
Invito di estremisti di destra
a due giornate di paintball,
febbraio 2012
52
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | VALUTAZIONE
L’estrema sinistra non trae vantaggio dal
clima critico nei confronti del capitalismo
Negli ultimi mesi gli ambienti dell’estrema sinistra non sono riusciti a strumentalizzare come
piattaforma per i loro interessi movimenti moderati importanti. Di recente avevano raggiunto questo obiettivo con i cosiddetti movimenti
antiglobalizzazione, pur riuscendo a mobilitarli
soltanto in scarsa misura. Rispetto al passato,
le proteste contro il WEF ristagnano ormai da
anni a uno scarso livello di attività. Negli ultimi
anni il movimento antinucleare è parso profilarsi come possibile sostituto, ma gli sviluppi della
situazione conseguenti all’incidente nucleare di
Fukushima (Giappone) non hanno praticamente più prestato il fianco a proteste (violente).
L’estrema sinistra non può approfittare neanche
del clima di crescente critica nei confronti del
capitalismo diffusosi nell’opinione pubblica e
neppure del movimento «Occupy», attivo su
scala mondiale. Di questi tempi gli estremisti
di sinistra incontrano resistenze anche in altri
contesti. Per loro, le uniche piattaforme ancora
strumentalizzabili per l’esercizio della violenza
sono tutt’al più le manifestazioni apolitiche di
«Reclaim-the-Street», consacrate al ballo e al
divertimento. Ma anche in questo caso gli atti
di violenza non raggiungono la portata registrata nel 2010.
Estremisti animalisti optano per campagne
non violente
Per quanto riguarda gli estremisti animalisti
in Svizzera, nel contesto delle campagne in corso non si rileva una tendenza alla violenza, né
sembra che siano in atto preparativi in vista di
una nuova campagna violenta. Nel settore del
commercio di pellicce è senz’altro possibile
che singole ditte vengano indotte ad abbandonare l’attività anche senza ricorso alla violenza;
la campagna in corso contro lo sfruttamento degli animali da circo non sembra invece avere
successo. L’impiego della sigla ALF (Animal
Liberation Front) induce comunque a ipotizzare
che possano verificarsi importanti azioni di sabotaggio, mentre l’impiego della sigla ARM fa
persino temere atti di violenza ai danni di persone. Entrambe le sigle non rappresentano una
semplice rivendicazione, ma implicano anche
un potenziale di minaccia.
Si constata una certa affinità tra gli estremisti
animalisti svizzeri e gli ambienti e le ideologie
dell’estrema sinistra; al pari degli estremisti di
sinistra, gli estremisti animalisti svizzeri sono
attualmente in contatto con gruppi e attivisti
stranieri, soprattutto in Italia. In Svizzera gli
estremisti animalisti partecipano ad esempio
ad azioni di sostegno a favore di sedicenti prigionieri politici. In seguito ad arresti, processi
e pene detentive riguardanti i propri membri,
ad esempio in Spagna, Austria, Regno Unito e
Volantino per un brunch di solidarietà,
novembre 2011. I Barchem 4 sono militanti animalisti ritenuti responsabili nei
Paesi Bassi di aver «liberato» nell’ottobre
del 2009 circa 5000 visoni. Uno dei sospettati ha precedenti penali in Svizzera
in relazione con la campagna SHAC.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
53
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | VALUTAZIONE
Paesi Bassi, si può affermare che gli estremisti
animalisti tendano a solidarizzare con i detenuti, anche indipendentemente dagli ambienti di
estrema sinistra.
FAI e SRI
Le azioni di solidarietà non sono soltanto
espressione di solidarietà, ma spesso anche di
rapporti personali o istituzionalizzati. Le manifestazioni di solidarietà organizzate in Italia a
sostegno dei tre anarchici arrestati in Svizzera
si spiegano senz’ombra di dubbio anche con la
rete di contatti, ammessi dagli stessi interessati,
nel frattempo condannati in prima istanza. Rimane però da chiarire il motivo che ha indotto
i tre a scegliere un bersaglio proprio in Svizzera, poiché nel campo delle nanotecnologie gli
obiettivi non sarebbero mancati in Italia. Non
si sa per quale ragione sia stato scelto proprio
il centro di ricerca in costruzione a Rüschlikon,
ma è possibile che i contatti in Svizzera siano
stati determinanti.
Oltre ai contatti personali, esistono rapporti
istituzionalizzati nell’ambito del Soccorso rosso internazionale (SRI). L’organizzazione concede il proprio sostegno a detenuti dell’estrema
sinistra. L’SRI è un’organizzazione di stampo
marxista-leninista, che si preoccupa dell’instaurazione di contatti e della comunicazione, ma
si dedica anche ad azioni concrete, vale a dire
ad azioni violente. Dispone di due segretariati
centrali, a Bruxelles (Belgio) e Zurigo. Il segretariato di Zurigo è gestito dal RAZ, che funge da motore trainante. I contatti si estendono
anche agli ambienti del terrorismo di estrema
sinistra, in particolare in Italia. La FAI, che ha
rivendicato gli attentati mediante lettere bomba,
è invece un’organizzazione anarchica. Si tratta
di una lega di gruppi d’azione rivoluzionari di
ideologia antimarxista. Secondo le dichiarazioni degli stessi aderenti, l’organizzazione ha per
bersaglio «gli apparati di controllo e di repressione degli attori principali sulla scena della democrazia, ossia i rappresentanti e le principali
istituzioni del nuovo ordine europeo». Gli attentati della FAI avevano tra gli obiettivi anche
funzionari dell’UE; la formula citata non esclude tuttavia alcuna possibile vittima.
Materiale sequestrato in
occasione di una dimostrazione non autorizzata a
Berna (occhiali di protezione, spray al pepe, materiale
pirotecnico, ecc.),
21 gennaio 2012
54
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | PROSPETTIVE
PROSPET TIVE
Potenziale di violenza e azioni terroristiche
Non vi sono indizi di importanti cambiamenti
nei tre ambienti estremisti; il potenziale di violenza rimane pertanto sempre presente. A breve
termine potrebbe di nuovo manifestarsi in una
delle forme predilette da questi ambienti.
Rispetto ai loro corrispettivi all’estero, gli
estremisti violenti svizzeri sembrano meno inclini alla violenza. Tanto gli attentati mediante
lettere bomba commessi dall’estrema sinistra,
quanto gli attentati perpetrati da un singolo individuo in Norvegia e la serie di omicidi eseguiti da una rete di estremisti di destra tedeschi,
scoperta nell’anno in esame, hanno dimostrato
nel 2011 che l’estremismo violento può sfociare in ultima analisi in azioni terroristiche compiute da singoli individui o da gruppi ristretti.
Tuttavia, non vi sono indizi secondo cui l’estremismo violento in Svizzera stia evolvendo in
questa direzione. Nondimeno, rimangono possibili attentati terroristici anche nel nostro Paese ad opera di individui difficili da individuare
preventivamente nonché contatti tra estremisti
svizzeri e terroristi all’estero.
il potenziale di violenza è rimasto invariato. Può
darsi che in avvenire questi ambienti aderiscano all’orientamento anti islamico della destra
populista che investe tutta l’Europa, perlomeno
se rappresenterà a breve termine una promettente alternativa all’estremismo di destra.
Il calo non solo della violenza ma anche delle
attività visibili dei gruppi di estrema destra potrebbe in parte spiegarsi anche con la crescente
importanza delle reti sociali presenti in Internet,
i cosiddetti social media. Vi sono però esperti
che insorgono contro questa spiegazione, perlomeno per quanto concerne il movimento jihadista, e sostengono che proprio il carattere sociale
di questi media sia d’ostacolo a un utilizzo da
parte degli estremisti, poiché verrebbero in contatto con persone di diversa opinione e quindi
devierebbero «dalla retta via».
Il motivo che induce gli ambienti di estrema
destra a cercare la clandestinità per i propri raduni potrebbe infine essere connesso all’effi-
Estremismo di destra: ritorno alla violenza?
La diminuzione che si registra degli episodi
di violenza attribuiti agli ambienti dell’estrema destra può essere riconducibile agli sforzi
compiuti da una parte dell’estrema destra per
inserirsi nel sistema politico svizzero e riuscire
a far eleggere propri elementi a cariche politiche. Occorrerà aspettare per sapere se tali sforzi
avranno un carattere duraturo. Presumibilmente
Concerto skinhead a Milano a cui
hanno partecipato anche estremisti di
destra svizzeri, gennaio 2012
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
55
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | PROSPETTIVE
cacia delle misure di prevenzione adottate con
l’ampio consenso dell’opinione pubblica contro
gli estremisti di destra e al fatto che la definizione dell’avverbio «pubblicamente» secondo la
norma antirazzismo del Codice penale impone
la segretezza per questo tipo di manifestazioni.
Di conseguenza, risulta anzitutto difficile trovare, ad esempio, locali da affittare, e secondariamente, dopo la sentenza in materia del Tribunale
federale nel 2004, non è più possibile considerare un raduno di skinhead come manifestazione
«a porte chiuse» e quindi come incontro privato
ai sensi dell’articolo 261bis del Codice penale.
Dato quanto precede, e supponendo che il potenziale di violenza rimanga immutato, non ci si
può aspettare nemmeno nel prossimo avvenire
che le manifestazioni proprie degli estremisti
di destra si tengano sotto gli occhi del pubblico. Sfrutteranno invece le possibilità offerte da
eventuali piattaforme, pur limitate dalla norma
antirazzismo, per incrementare la loro visibilità ed eventualmente riprenderanno ad agire più
spesso in modo violento.
Estremismo di sinistra: prudenza tattica
La solidarietà con sedicenti prigionieri politici e la lotta contro la presunta repressione
possono svolgere un’importante funzione di
coesione all’interno degli ambienti in questione.
Tuttavia, dette tematiche non riescono a mobilitare altre forze al di là di questi stessi ambienti. Non si può individuare neppure nell’anno
in esame alcun tema o movimento di ampio
consenso che gli ambienti dell’estrema sinistra
potrebbero sfruttare e strumentalizzare in modo
consistente per i propri fini. Considerata la scemata attualità del tema dell’energia nucleare,
nel settore dell’ambiente non si profila alcun
argomento sostitutivo. È ad esempio il caso delle nanotecnologie, che, pur avendo costituito
il motivo dello sventato attentato dinamitardo,
non hanno potuto rappresentare un tema tale da
impedire l’inaugurazione del centro di ricerca
di Rüschlikon ZH, avvenuta il 17 maggio 2011
senza la minima avvisaglia di protesta. Quanto
agli esperimenti condotti con organismi vegetali geneticamente modificati, pur suscitando
ricorrentemente contromisure illegali, non sono
un tema al quale gli ambienti in questione attribuiscano grande importanza. Nel prossimo futuro, le piattaforme per azioni violente saranno
principalmente le manifestazioni di «Reclaimthe-Street» e, con un impatto di gran lunga inferiore e coinvolgendo cerchie molto più ristrette,
le occupazioni di edifici.
Occorre pertanto presumere che gli ambienti
dell’estrema sinistra continueranno ad occuparsi soprattutto dei propri temi quali l’antifascismo, l’UDC, la solidarietà con i detenuti e la
lotta contro la presunta repressione. In particolare, fintanto che le sentenze pronunciate dai
tribunali nei confronti degli esponenti di questi
ambienti non saranno definitivamente passate
in giudicato e che i presunti autori si troveran-
Volantino del RAS in
occasione del processo
contro due sue esponenti, settembre 2011
56
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | PROSPETTIVE
no in detenzione, ci si può aspettare una certa
prudenza nella scelta dei mezzi e l’assenza di
gravi reati. L’effetto preventivo specifico e generale delle pene inflitte è tutto da vedere, ma
dovrebbe comunque risultare limitato. Non vi
sono neppure avvisaglie di un possibile ricorso,
da parte degli estremisti di sinistra in Svizzera,
a espedienti simili a quelli della FAI, né nella
situazione attuale né in caso di eventuali cambiamenti; gli ambienti svizzeri sono perlopiù
contrari al ricorso ad aggressioni fisiche. Infine,
è sempre possibile che la FAI, in particolare fintanto che le pene inflitte rimangono da scontare,
commetta attentati con lettere bomba contro cittadini e interessi svizzeri. Ma tra gli eventuali
obiettivi di attentati della FAI, le vittime svizzere rappresentano solo una minima parte di un
ampio ventaglio di possibilità.
Estremismo animalista:
nessun movimento di massa
Il movimento animalista o il movimento per
la liberazione degli animali non ha le potenzialità per allargarsi a un ampio movimento di
massa nei prossimi anni. Oltre all’impegno a
favore di rivendicazioni che godono in parte di
una certa popolarità, un simile sviluppo imporrebbe al singolo uno stile di vita strettamente
vegetariano, o per meglio dire vegano (rinuncia
totale al consumo di prodotti di origine animale). Gli stessi ambienti dell’estrema sinistra
sostengono soltanto occasionalmente gli estre-
misti animalisti; oltretutto, questo sostegno è
motivato piuttosto dall’ideologia anticapitalista, che può ovviamente entrare in gioco negli
attacchi contro grandi società multinazionali.
Inversamente, gli estremisti animalisti svizzeri violenti sono spesso impregnati delle idee
dell’estrema sinistra, e di conseguenza questi
militanti possono finire per dedicare il loro impegno a favore di temi propri dell’estremismo
di sinistra.
Il permanente insuccesso di alcune campagne in corso in Svizzera potrebbe dare adito a
espressioni di frustrazione oppure, dopo una
pertinente valutazione, comportare un cambiamento di strategia. Sotto il profilo della prevenzione occorre segnalare che questi ambienti
estremisti svizzeri conoscono certamente i
mezzi ai quali ricorrere per campagne violente,
sperimentati da decenni in altri contesti quali
ad esempio la campagna SHAC. Al di fuori di
quest’ultima campagna, simili mezzi sono stati
utilizzati soltanto sporadicamente e non in relazione con campagne importanti. Di conseguenza, non hanno consentito di esercitare grandi
pressioni. In genere gli estremisti svizzeri si limitano però a importare i metodi, e non la propensione alla violenza. Non vi sono neppure
indizi che indichino un possibile rinnovarsi in
Svizzera delle attività di militanti stranieri violenti, oggi scarcerati, che avevano partecipato
alla campagna SHAC, principalmente cittadini
britannici.
Manifestazione non autorizzata della «Antikapitalistische Kampagne» a Berna,
8 ottobre 2011
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | Mandato del SIC in materia di estremismo violento
Mandato del SIC in materia di estremismo violento
In virtù della legge federale del 21 marzo 1997 sulle misure per la salvaguardia della
sicurezza interna (LMSI; RS 120), la Confederazione adotta misure preventive per rilevare
e combattere tempestivamente in particolare
pericoli dovuti alle attività terroristiche e di
estremismo violento (art. 2 cpv. 1 LMSI). Per
attività terroristiche si intendono le «mene tendenti a influire o a modificare Stato e società, da
attuare o favorire commettendo o minacciando
di commettere gravi reati nonché propagando
paura e timore» (art. 4 cpv. 1 lett. b dell’ordinanza del 4 dicembre 2009 sul Servizio delle
attività informative della Confederazione, OSIC; RS 121.1), mentre per estremismo violento si intendono le «mene di organizzazioni
i cui esponenti negano la democrazia, i diritti
dell’uomo o lo Stato di diritto e che allo scopo di raggiungere i loro obiettivi commettono,
approvano o incoraggiano atti violenti» (art. 4
cpv. 1 lett. d O-SIC). La LMSI impone al SIC
limiti precisi quanto al modo di adempiere i
compiti che gli assegna. Ad esempio, può procedere a osservazioni soltanto in luoghi pubblici e comunemente accessibili. Anche le registrazioni di immagini e suoni possono essere
effettuate soltanto in luoghi pubblici. Provvedimenti coercitivi connessi a procedimenti penali,
quali ad esempio le intercettazioni telefoniche,
possono essere disposti soltanto dalle autorità
preposte al perseguimento penale nell’ambito
di inchieste di polizia o di indagini del pubblico
58
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ministero. Simili condizioni si applicano anche
all’osservazione delle attività che si svolgono
in luoghi privati.
Nel 2010 la Delegazione delle Commissioni
della gestione ha emesso una serie di raccomandazioni in un rapporto intitolato «Trattamento
dei dati nel sistema per il trattamento dei dati
relativi alla protezione dello Stato ISIS», che
tra l’altro hanno determinato un inasprimento
della prassi in materia di registrazione dei dati
nel sistema. Il SIC di principio non tratta più
dati su neonazisti, negazionisti dell’Olocausto,
razzisti o destinatari di materiale di propaganda.
Come finora, per il trattamento dei dati deve essere constatato un riferimento concreto alla violenza (compreso l’incitamento alla violenza) o
deve trattarsi di esponenti noti di organizzazioni che figurano nella lista d’osservazione. Nella
lista d’osservazione i gruppi di estrema destra
violenti sono raggruppati sotto la denominazione «skinhead». La denominazione globale consente di osservare i gruppi in questione anche in
caso di cambiamento della denominazione e di
fluttuazioni a livello dei membri, senza che vi
sia la necessità di aggiornare costantemente la
lista. Come denominazione globale nell’ambito
dell’estrema sinistra si utilizza «black block»,
poiché, come nel caso precedente, anche qui si
tratta di ambienti con strutture e reti di contatti
in costante mutamento. Estremisti di destra che
non appartengono agli ambienti degli skinhead
e estremisti di sinistra che non fanno parte del
ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | Mandato del SIC in materia di estremismo violento
black block sono osservati dal SIC se si manifestano in maniera violenta o se incitano alla
violenza.
Per chiarezza occorre precisare che la lista
d’osservazione, approvata annualmente dal
Consiglio federale conformemente all’articolo
11 capoverso 2 lettera b LMSI, serve a elencare
le organizzazioni e i gruppi riguardo ai quali vi
è l’obbligo di comunicare tutte le osservazioni concernenti le attività e gli esponenti, ossia
nei confronti dei quali il SIC può oltrepassare
i limiti che gli sono imposti dall’articolo 3 capoverso 2 LMSI. Questi limiti riguardano informazioni sulle attività politiche e l’esercizio
della libertà di opinione, di associazione e di
riunione. La lista d’osservazione non costitui­
sce pertanto un’enumerazione esaustiva delle
organizzazioni e dei gruppi che il SIC è tenuto
a tenere sotto osservazione.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
59
4. Proliferazione
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Polit
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Nukleare
Bedrohung
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Energiesicherheit Guerra convenzionale in Europa
Sicurezza
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di sinistra
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Al-Qaida e le sue
diramazioni
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Attivismo
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Sorveglianza di cittadini
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Spionaggio contro interessi
in materia di politica di
sicurezza della Svizzera
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Spionaggio
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Guerra
cibernetica
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R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
61
PROLIFERAZIONE | SITUAZIONE
SITUA ZIONE
Sotto il profilo tematico, l’attenzione è tuttora principalmente concentrata sui programmi di
Iran e Corea del Nord. Il programma nucleare
iraniano è il più spinoso per la comunità internazionale, mentre il programma nucleare della
Corea del Nord è più avanzato tecnologicamente rispetto a quello iraniano e implica determinati rischi di proliferazione.
Il programma nucleare iraniano:
progressi rivelatori
Nonostante gli assidui e crescenti sforzi della comunità internazionale per il suo contenimento, il programma nucleare iraniano registra
progressi significativi. Secondo il rapporto
dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) del febbraio 2012, la quantità di
uranio arricchito aumenta costantemente. L’arricchimento dell’uranio ha superato la soglia
del 3,5 per cento generalmente richiesta per
l’esercizio di reattori civili per la produzione di
energia elettrica e Teheran si concentra sempre
più sul processo di arricchimento al 20 per cento (giustificando le proprie attività con l’esercizio di un reattore civile di ricerca). Il Pae­se
crea così le premesse fondamentali che gli consentirebbero, in caso di bisogno, di produrre
rapidamente materiale fissile utilizzabile per armamenti. Il trasferimento della produzione da
Natanz agli impianti sotterranei di Fordo, nei
pressi della città di Qom, ne migliora la protezione contro eventuali attacchi aerei. Anche
le condizioni per la produzione del plutonio
occorrente per realizzare ordigni nucleari sono
ormai giunte a uno stadio avanzato. Nel 2010
sono stati ultimati i lavori esterni di costruzione
del reattore ad acqua pesante di Arak. Stando
alle indicazioni fornite dall’Iran, il reattore dovrebbe entrare in funzione nel 2013. Un rapporto dell’AIEA del novembre 2011 sul programma nucleare iraniano fornisce inoltre elementi
concreti che sostanziano i sospetti secondo cui
l’Iran starebbe lavorando in segreto per produrre un ordigno nucleare, in violazione degli impegni assunti sul piano internazionale. L’AIEA
riferisce che, nell’ambito di un programma militare strutturato, fino al 2003 sono stati svolti
lavori per la produzione di uranio metallico, la
realizzazione di meccanismi di implosione per
sfere metalliche cave, lo sviluppo di detonatori
e l’integrazione di una testata nucleare nell’ogiva di missili del tipo SHAHAB-3, e che in alcuni casi le attività sono in corso ancora oggi.
Missili balistici iraniani:
sviluppo su parecchi fronti
Lo sviluppo di vettori iraniani ha fatto segnare progressi anche nei mesi scorsi, sia sul
fronte dei missili a propellente liquido, i quali
rappresentano attualmente il perno delle capacità operative dell’Iran, sia sul fronte dei missili a propellente solido, di qualità più avanzata. Sul fronte dei missili a propellente liquido,
nella primavera-estate del 2010 l’Iran ha realizzato importanti test con missili della classe
SHAHAB, una serie in dotazione da alcuni anni
alle forze armate iraniane e oggi in grado, con
la versione SHAHAB-3M, anche di portare te-
A destra:
gittate dei vettori iraniani
62
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
PROLIFERAZIONE | SITUAZIONE
state nucleari. Vi sono inoltre numerosi indizi
secondo cui l’Iran starebbe impegnandosi per
lo sviluppo di missili con gittata superiore ai
3000 chilometri, che in teoria potrebbero raggiungere anche l’Europa centrale. Questi progressi si evidenziano nel programma spaziale.
Nell’estate del 2010 l’Iran ha lanciato in orbita
il suo secondo satellite servendosi di un razzo
vettore basato sul modello SHAHAB-3M. È in
corso anche lo sviluppo di un altro razzo vettore di dimensioni ancora maggiori, che potrebbe
servire in futuro come base per la realizzazione
di missili intercontinentali (di gittata superiore
ai 5500 km). Un autentico salto di qualità sul
piano militare consisterebbe nella realizzazione delle condizioni per un impiego concreto
del missile a propellente solido denominato
ASHURA/SEIJIL, il cui sviluppo si trova ormai a uno stadio ben avanzato; il vantaggio del
nuovo missile, che ha una gittata di circa 2000
chilometri, è rappresentato dal fatto che è semplice da utilizzare e quindi garantirebbe una più
RUS
BLR
SRB
ROU
rapida prontezza all’impiego. Tuttavia, a parere
del SIC, i successi proclamati dall’Iran nel settore dei missili da crociera e dei missili balistici
lanciati da silos sarebbero gonfiati a fini di propaganda.
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SIC
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
63
PROLIFERAZIONE | SITUAZIONE
Programma nucleare nordcoreano:
dopo il plutonio, ora anche uranio arricchito
Dall’estate 2010 la Corea del Nord ha in
costruzione un nuovo reattore nel complesso
nucleare di Yongbyon, a nord della capitale.
Nel novembre 2010 il regime ha deciso inoltre di ostentare all’opinione pubblica mondiale le proprie capacità nel settore dell’arricchimento dell’uranio. Sinora la Corea del Nord
si era limitata a produrre materiale fissile dal
plutonio. Stando alle indicazioni del regime, le
centrifughe nordcoreane per l’arricchimento
dell’uranio, pur essendo solo un terzo di quelle
iraniane, avrebbero una capacità di produzione
circa doppia di quella del complesso di Natanz.
Le informazioni pubblicamente accessibili sul
programma nucleare nordcoreano rimangono
frammentarie. Tuttavia, le dichiarazioni di Pyongyang secondo cui l’arricchimento dell’uranio servirebbe esclusivamente alla produzione
di combustibile per il nuovo reattore di Yongbyon sono poco attendibili. Dopo la morte di
Kim Yong-il, per la Corea del Nord il 2012 marca peraltro una fase di transizione importante
e un anniversario (centenario della nascita di
Kim Il Sung, fondatore della Repubblica), in
occasione dei quali potrebbero essere lanciati
segnali per stabilizzare il contesto esterno ma
anche annunciate ulteriori «nuove conquiste»
in campo nucleare.
64
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
Missili balistici nordcoreani: persistenti
attività di sviluppo e sperimentazione
La base della produzione nordcoreana di missili balistici è costituita da una serie completa
di missili a propellente liquido fondati in larga misura su sistemi obsoleti sviluppati a partire dalla serie sovietica SCUD. Gli sviluppi
SCUD-B, C e D a corto raggio e il modello a
medio raggio NODONG sono anche stati rivenduti con successo a numerosi Stati. I modelli
TAEPODONG-1 e 2, con gittata ancora maggiore, vengono esibiti da Pyongyang come lanciatori spaziali per accrescere ulteriormente la
visibilità del Paese sul piano internazionale. Sinora vi sono soltanto pochi indizi dell’esistenza
di un missile tecnologicamente più avanzato
a propellente liquido. Quanto alla tecnologia
più moderna dei missili balistici a propellente
solido, la Corea del Nord registra ancora un
certo ritardo rispetto all’Iran o al Pakistan. Attualmente il Paese sta tentando di riprodurre
una tecnologia di origine sovietica ed è attivo
anche nel settore dei missili da crociera. Vi
sono segnali indicanti che la Corea del Nord sta
compiendo intensi sforzi segreti per procurarsi
all’estero le tecnologie occorrenti in questi due
settori.
PROLIFERAZIONE | SITUAZIONE
Cantiere del nuovo
reattore del complesso nucleare di
Yongbyon, Corea
del Nord [GeoEye;
immagine aerea del
5 settembre 2011]
30 m
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
65
PROLIFERAZIONE | VALUTAZIONE
VALUTA ZIONE
Crescente potenziale di crisi nel contenzioso
sul programma nucleare iraniano
I principali programmi per lo sviluppo di
armi di distruzione di massa e dei relativi vettori compiono ulteriori progressi. Nel panorama
internazionale il programma nucleare iraniano
è quello caratterizzato dalla maggiore aggressività e potrebbe potenzialmente scatenare una
grave crisi nel Vicino e Medio Oriente. Le dichiarazioni di Teheran, che giustifica l’arricchimento di uranio con scopi civili, risultano
sempre meno credibili. L’estensione dell’arricchimento al 20 per cento suscita preoccupazione. In vista della possibile messa in esercizio
del reattore ad acqua pesante tra pochi anni, la
comunità internazionale si preoccupa sempre
più anche a causa dell’eventuale produzione
di plutonio per fini militari. La valutazione del
SIC, più volte ribadita negli ultimi anni, è avvalorata da concreti indizi di attività finalizzate
allo sviluppo di un ordigno nucleare.
400 m
66
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
Per quanto riguarda l’arricchimento dell’uranio, nel settore della tecnologia delle centrifughe le capacità della Corea del Nord potrebbero essere nettamente più sviluppate di quelle
dell’Iran e rappresentano pertanto un notevole
ulteriore rischio di proliferazione. Pyongyang è
in grado di coprire tutta la gamma delle attività
di produzione necessarie per un programma di
sviluppo di armi nucleari, dalla produzione del
materiale fissile (sia uranio sia plutonio) alla
costruzione di semplici testate nucleari e persino dei vettori necessari. In passato il regime
di Pyongyang non ha avuto remore nel vendere
senza riserve la propria tecnologia missilistica
a numerosi clienti tra cui il Pakistan, l’Iran, la
Libia, l’Egitto e la Siria. In Siria, la Corea del
Nord ha fornito la propria assistenza anche per
la costruzione di un reattore, che nel 2007 fu
distrutto in un attacco aereo israeliano.
Base sotterranea
per l’arricchimento
dell’uranio a Fordo,
Iran [DigitalGlobe;
immagine aerea del
4 ottobre 2011]
PROLIFERAZIONE | PROSPETTIVE
PROSPET TIVE
Molteplici rischi anche per la Svizzera
Il flusso di beni e tecnologie rilevanti in campo nucleare dall’Europa, attraverso Paesi terzi,
a destinazione di Paesi problematici in materia
di proliferazione rappresenta una grande sfida
anche per le autorità svizzere competenti in materia di controllo delle esportazioni. Nel settore
della ricerca la Svizzera è una sede interessante
e, se confrontata sul piano internazionale, anche piuttosto aperta. Un altro fattore, ancora
più importante, è rappresentato dalle eminenti
capacità industriali del nostro Paese, ad esempio nel settore delle tecnologie del vuoto o in
quello dei sensori di pressione. Gli eccellenti
rapporti di cooperazione a livello internazionale e la collaborazione con l’industria hanno
consentito nei mesi scorsi di sventare numerosi
tentativi di acquisizione.
Tuttavia, le sfide si fanno sempre più complesse. Nei settori sensibili in materia di proliferazione si constata che, di fronte ai controlli
sempre più estesi e incisivi eseguiti a livello internazionale sull’esportazione di sistemi completi, gli acquirenti concentrano i loro sforzi
sull’acquisizione di sottosistemi e componenti. I sottosistemi sono più difficili da identificare e da sottrarre al commercio illegale. Agli
acquirenti si aprono in tal modo nuove vie di
approvvigionamento, molte delle quali passano
dal continente asiatico. Controllare il flusso di
beni sensibili diventa sempre più difficile, tanto
per l’industria quanto per le autorità competenti, anche in seguito alla crescente delocalizza-
zione della produzione per motivi di costo. Un
altro aspetto con ripercussioni negative è rappresentato dal fatto che il SIC non dispone di
una base legale per il controllo dei movimenti
finanziari e si limita alla sorveglianza del flusso
di merci.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
67
5. Spionaggio
ic
Polit
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Guerra convenzionale in Europa
Minaccia
nucleare
Sicurezza
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Spionaggio contro interessi
in materia di politica di
sicurezza della Svizzera
Sorveglianza di
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Sorveglianza di cittadini
stranieri in Svizzera
Spionaggio
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Spionaggio contro interessi
in materia di politica di
sicurezza dellaSSvizzera
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R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
69
SPIONAGGIO | SITUAZIONE
SITUA ZIONE
La Svizzera nel mirino dello spionaggio
La Svizzera è oggetto di attività di spionaggio sia come Stato sia come piazza industriale.
Essendo la sede di varie organizzazioni internazionali e un centro del commercio mondiale, queste attività rischiano di compromettere
anche gli interessi di terzi. Ginevra, ad esempio, in quanto sede di varie organizzazioni internazionali, non è soltanto un luogo ideale per
ospitare negoziati internazionali, ma è anche un
palcoscenico adatto per tenere dimostrazioni
che attirino l’attenzione sugli interessi degli oppositori in esilio di taluni Stati. Infine, la Svizzera è anche luogo di lavoro e di residenza di
numerosi diplomatici e funzionari stranieri, alcuni dei quali esercitano sotto copertura attività
di spionaggio.
Le attività di spionaggio si concentrano sugli
interessi delle organizzazioni internazionali e
degli Stati che ne fanno parte, delle comunità in
esilio di taluni Stati e naturalmente anche sugli
interessi politici ed economici della Svizzera.
Sotto il peso dell’attuale crisi economica e debitoria, può succedere con maggiore frequenza
che gli interessi degli altri Paesi non coincidano con gli interessi svizzeri. Di conseguenza, è
possibile che vari Stati siano indotti a svolgere
attività di spionaggio in territorio svizzero. Oltre a servizi di intelligence che operano aggressivamente, per la ricerca di informazioni possono essere impiegati anche altri operatori statali
stranieri. La Svizzera è stata ad esempio più
volte confrontata con attività illecite di autorità
finanziarie, fiscali e doganali straniere. In qual-
70
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
che caso è stato possibile fornire alle autorità
di perseguimento penale le prove di tali attività.
I servizi di intelligence stranieri prendono di
mira anche avversari del regime e oppositori
che si sono stabiliti in Svizzera. Si tratta soprattutto di Stati nei quali la libertà di opinione e di
espressione e la libertà dei media sono limitate
e che hanno i mezzi per sorvegliare nel mondo
intero gli avversari del regime al potere.
Importanza crescente dello spionaggio
informatico negli ultimi anni
Nell’ambito delle attività di ricerca di informazioni da parte dei servizi di intelligence
stranieri assume crescente importanza in particolare lo spionaggio informatico. Questo metodo può rivelarsi effettivamente di grande utilità,
poiché consente di ricercare informazioni senza
dover impiegare agenti nel Paese bersaglio. È
inoltre difficile dimostrare chi siano gli autori
delle ricerche. Negli ultimi anni i Paesi occidentali sono stati, a vario titolo, presi di mira da
attacchi anche massicci di spionaggio informatico. Gli attacchi possono essere diretti contro le
autorità, le forze armate, imprese o movimenti
politici di opposizione dello Stato al quale appartengono i servizi di intelligence in questione.
Misure efficaci in materia di diritto degli
stranieri
Oltre alla possibilità di farsi sentire discretamente presso i Paesi d’origine dei funzionari
che agiscono come agenti, e far loro presente
la normativa vigente in Svizzera, le misure pre-
SPIONAGGIO | SITUAZIONE
ventive di controspionaggio più efficaci comprendono anche il rifiuto dell’accreditamento e
del visto, l’espulsione, il divieto d’entrata e, per
i membri del corpo diplomatico, la dichiarazione di persona non grata motivata da attività di
spionaggio riconosciute. A partire da un certo
livello, le controversie vengono trattate pubblicamente, affinché abbiano anche valenza di
segnale.
I casi verificatisi in Europa illustrano questo
modo di procedere. Nel novembre 2010 la Spagna ha espulso due diplomatici russi per spionaggio. A inizio dicembre 2010 anche il Regno
Unito ha espulso un diplomatico russo a causa
delle sue attività di spionaggio. La Russia ha
reagito espellendo due diplomatici spagnoli e
uno britannico.
Necessario compromesso tra
controspionaggio e interessi politici
Anche se devono regolarmente essere adottate misure amministrative di respingimento nei
confronti di persone di diversi Stati per attività
illegali di spionaggio, occorre continuamente
effettuare una ponderazione tra gli interessi politici della Svizzera e i suoi interessi in materia
di sicurezza, specialmente per quanto riguarda
le organizzazioni internazionali e i negoziati
che si svolgono in territorio svizzero. In certi
casi, la presenza di agenti noti dei servizi di
intelligence stranieri in occasione di negoziati
internazionali può dunque essere consapevolmente tollerata per non compromettere gli stessi negoziati.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
71
SPIONAGGIO | VALUTAZIONE
VALUTA ZIONE
Due esempi
Due esempi mostrano che la Svizzera, ma anche gli stranieri che vi risiedono o le organizzazioni estere con sede in Svizzera, continuano a
essere un importante obiettivo dello spionaggio.
Spionaggio informatico pilotato da Stati
In genere non è possibile identificare con assoluta certezza gli autori di attacchi di spionaggio informatico. Nondimeno, il SIC possiede
chiari indizi, fondati sull’origine degli attacchi
e su un’approfondita analisi (metodi utilizzati,
grado di complessità degli attacchi, vittime degli attacchi, genere di informazioni ricercate),
del coinvolgimento diretto o indiretto di autorità di vari Paesi in alcuni attacchi informatici,
o quantomeno del fatto che questi Paesi hanno tollerato la presenza sul loro territorio degli
hacker che hanno agito nel loro interesse. Ad
esempio, è plausibile che servizi di intelligence orchestrino attacchi di grande portata ad
opera di hacker nell’ambito della sorveglianza
dell’opposizione politica all’estero. Nell’ambito di alcuni attacchi informatici sono state
impiegate risorse finanziarie e capacità analitiche che superano di gran lunga le possibilità
delle organizzazioni di criminali informatici
o dei gruppi di hacker. Oltretutto, a parte nel
caso dello spionaggio economico, i dati sottratti
grazie a queste attività non hanno alcun valore
economico negli ambienti del crimine e hanno
un’importanza soltanto per clienti appartenenti
ad ambienti di governo.
72
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
In parte questi attacchi informatici possono
essere attribuiti, oltre che a servizi di intelligence, anche a singoli individui o a gruppi privati.
Questi ultimi possono beneficiare del sostegno
statale o essere al servizio di imprese sotto controllo statale, oppure agiscono di propria iniziativa per poi rivendere i dati rubati a eventuali
interessati. È molto probabile che organi statali
o istituzioni ad essi connesse operino occasionalmente in stretta intesa con hacker privati. In
qualche caso le caratteristiche specifiche dei
dati sottratti portano a presumere che gli hacker
conoscano i destinatari finali dei dati, e che questi ultimi dispongano di notevoli mezzi tecnici
e capacità analitiche per l’interpretazione di tali
dati.
Ricerca di informazioni sull’opposizione
In vari Stati europei sono state constatate attività di spionaggio da parte di taluni servizi di
intelligence di Stati terzi volte a indagare sui
propri cittadini e gruppi di oppositori, a controllarli e a condizionarli. All’inizio di febbraio
del 2012 in Germania sono stati emessi ordini
d’arresto per spionaggio nei confronti di due
Siriani e quattro diplomatici siriani sono stati
espulsi. Anche in Svizzera vi sono indizi recenti
non confermati di attività spionistiche ai danni
di movimenti d’opposizione in esilio.
Il fatto che servizi di intelligence stranieri
sorveglino in Svizzera la comunità dei rispettivi
oppositori in esilio non rappresenta un rischio
immediato per la sicurezza del nostro Paese.
SPIONAGGIO | VALUTAZIONE
Si tratta però di attività di spionaggio politico
contrarie a valori fondamentali della Svizzera
quali la libertà di opinione e la democrazia e
costitutive di reato. Tali attività mettono inoltre
in pericolo i parenti degli oppositori in esilio
che vivono nei Paesi d’origine, nei quali sono
esposti a eventuali misure di ritorsione da parte
del rispettivo Stato.
Questi esempi mostrano che le attività di
spionaggio anche in Svizzera continuano a rappresentare una minaccia.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
73
SPIONAGGIO | PROSPETTIVE
PROSPET TIVE
Misure di prevenzione per sensibilizzare
imprese e istituti di ricerca
L’elevato livello tecnologico dell’industria
svizzera, i centri di ricerca internazionali, gli
organismi dell’ONU e altre organizzazioni
internazionali, la piazza finanziaria, la piazza
commerciale per l’energia e le materie prime,
la posizione al centro dell’Europa e l’eccellente qualità delle infrastrutture sono fattori che
anche in avvenire continueranno ad attirare in
Svizzera servizi di intelligence stranieri in cerca di informazioni. Oltre ai metodi tradizionali
di spionaggio, tuttora praticati nei confronti di
obiettivi economici, ma anche politici e militari,
in un futuro prevedibile continuerà a costituire
un grave problema anche la minaccia rappresentata dagli attacchi informatici. Operazioni
scarsamente rischiose per gli autori, gli attacchi informatici consentono di acquisire grandi
quantità di dati altrimenti quasi inaccessibili.
Anche la ricerca di informazioni su gruppi di
oppositori stranieri in Svizzera continuerà a costituire un problema. In seguito agli sconvolgimenti in atto nel mondo arabo, i servizi di intelligence tradizionali di questi Paesi sono in fase
di trasformazione o di scioglimento, ma non è
ancora dato di sapere come evolveranno le istituzioni che li sostituiranno e in quale modo il
personale degli ex servizi di intelligence sarà
integrato nelle nuove organizzazioni: la risposta dipende dall’evoluzione che questi Paesi
imboccheranno sul piano politico ed economico, dalla loro integrazione nella comunità inter-
74
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
nazionale e, non da ultimo, dalla legittimazione
democratica dei nuovi governi.
Il SIC è tenuto per legge ad adottare misure
preventive per rilevare e combattere attività di
spionaggio da parte di servizi di intelligence
stranieri. Il programma di prevenzione Prophylax realizzato dal SIC è una di queste misure.
Il SIC si avvale del programma Prophylax per
sensibilizzare imprese come pure istituti di
ricerca e universitari sui rischi correlati alla
proliferazione e allo spionaggio. La Centrale
d’annuncio e d’analisi per la sicurezza dell’informazione (MELANI) informa inoltre i gestori di infrastrutture critiche nonché altri servizi
dell’amministrazione e le imprese riguardo alle
minacce connesse all’informatica e, in particolare, sui rischi di spionaggio informatico. In
avvenire, il controspionaggio assumerà globalmente un’importanza crescente.
SPIONAGGIO | PROSPETTIVE
Opuscolo di accompagnamento per
la campagna di prevenzione e sensibilizzazione del SIC allegato
al Rapporto sulla situazione
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
75
6. Attacchi all’infrastruttura svizzera in materia di
informazione
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Guerra convenzionale in Europa
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in materia di politica di
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Guerra
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R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
77
ATTACCHI ALL’INFRASTRUTTURA SVIZZERA IN MATERIA DI INFORMAZIONE | SITUAZIONE
SITUA ZIONE
Numerose crisi attuali presentano una
marcata componente informatica
L’alto grado di interconnessione digitale raggiunto con il repentino ed esponenziale sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione, e la conseguente comparsa
dello spazio cibernetico (Internet, reti mobili,
e-Business, e-Government), ha dischiuso inimmaginate possibilità: senza grande sforzo e senza grandi spese oggi è possibile ottenere rapidamente informazioni e servizi nel mondo intero.
Ma l’alto grado di interconnessione che caratterizza l’era digitale comporta al tempo
stesso nuovi pericoli. Vandalismo, criminalità,
spionaggio, sabotaggio e persino la conduzione
di conflitti sono ormai entrati a far parte della
realtà anche nello spazio virtuale. Le crisi e i
conflitti degli ultimi anni presentavano in molti
casi una componente informatica più o meno
marcata.
Questo tipo di maschere
d’immissione, che sembrano autentiche, hanno lo
scopo di carpire i dati
d’accesso (cosiddetta
tecnica del phishing)
78
R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
Casi di attacchi di questo tipo si sono avuti in
Svizzera e all’estero, ad esempio con gli episodi di spionaggio che hanno coinvolto il Dipartimento federale degli affari esteri nel 2007 e nel
2009, con gli attacchi a imprese d’armamento
in Svizzera e con il malware Stuxnet, che secondo una valutazione attuale è stato impiegato
per sabotare il programma nucleare iraniano. In
tutti questi casi si può presumere che all’origine
degli attacchi vi fosse un attore statale. Tuttavia,
anche gruppi privati di attivisti Internet possono arrecare gravi danni, come ha evidenziato in
maniera esemplare alla fine del 2011 un attacco al server della società statunitense Strategic
Forecasting (Stratfor), specializzata in analisi
globali nel campo della sicurezza. Sono stati tra
l’altro rubati i nomi di clienti commerciali e i
numeri delle loro carte di credito. Tra gli interessati figuravano anche clienti privati svizzeri
e singoli collaboratori dell’Amministrazione
federale.
ATTACCHI ALL’INFRASTRUTTURA SVIZZERA IN MATERIA DI INFORMAZIONE | SITUAZIONE
Attacchi informatici contro i registri dello scambio di
quote di emissioni dell’UE
Le infrastrutture dell’informazione sono oggetto di attacchi
sempre più vasti e complessi, anche con puri intenti criminali, come testimonia un esempio recente. Negli ultimi mesi
diversi registri europei dello scambio di quote di emissioni
nel settore ambientale sono stati bersagliati a più riprese da
attacchi informatici. I primi attacchi di phishing si sono verificati sin dagli inizi del 2010, provocando l’indebito trasferimento di crediti di emissione. La Commissione europea ha
quindi imposto alle autorità competenti (organi di scambio)
l’innalzamento dei livelli di sicurezza. A causa dei continui
attacchi e tentativi di abuso, il 19 gennaio 2011 la Commissione ha deciso di chiudere il mercato di scambio di quote di
emissioni in tutta l’Europa e di subordinare la sua riapertura
all’adozione di misure minime di sicurezza. L’attuazione di
queste misure si è conclusa a fine aprile 2011.
I crediti di emissione europei (European Union Allowance,
EUA), che sono stati il principale bersaglio delle truffe, non
erano né sono negoziabili in Svizzera. Per questa ragione,
gli attacchi del gennaio 2011 non hanno interessato direttamente il nostro registro nazionale. Tuttavia, a titolo di
misura preventiva, il 21 gennaio 2011 lo scambio di crediti
è stato temporaneamente limitato agli orari d’ufficio per
potere reagire prontamente in caso di eventuali irregolarità.
I controlli effettuati successivamente al sistema di sicurezza
hanno evidenziato che anche il registro svizzero era esposto
ad attacchi; le lacune riscontrate hanno imposto, il 14 febbraio 2011, il blocco immediato dell’accesso al registro. Una
volta attuate le necessarie misure di sicurezza e dopo la
reinizializzazione di tutte le password a titolo di misura preventiva, il 27 aprile 2011 il registro è stato riattivato. Tuttavia,
le operazioni di scambio sono tuttora possibili soltanto negli
orari d’ufficio. Nel Registro nazionale dello scambio di quote,
che secondo le indicazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente contiene crediti di emissioni per un valore di circa quattro
miliardi di franchi svizzeri, non sono stati constatati danni.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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ATTACCHI ALL’INFRASTRUTTURA SVIZZERA IN MATERIA DI INFORMAZIONE | VALUTAZIONE
VALUTA ZIONE
Attacchi informatici all’ordine del giorno
Negli ultimi tempi si è constatato uno spostamento degli attacchi di phishing dall’online
banking a servizi e piattaforme meno protetti, in particolare piattaforme commerciali. La
minaccia interessa soprattutto i servizi protetti
solo mediante login e password e che consentono guadagni in denaro, e riguarda, accanto allo
scambio di quote di emissione, in particolare
anche i sistemi di pagamento online, le piattaforme per le aste, i provider di servizi di posta
elettronica e le reti sociali.
Oltre ad attacchi a tappeto non mirati, destinati a infettare indiscriminatamente il maggior
numero possibile di computer, si verificano
regolarmente anche attacchi informatici mirati.
Occorre presumere che si verifichino quotidianamente tentativi di penetrare in reti protette
a scopo di spionaggio. L’energia investita in
questi attacchi varia in funzione dell’interesse
e della sensibilità dell’obiettivo. Dato che i costanti tentativi di attacco variano continuamente, vi è una grande probabilità che prima o poi
uno di essi abbia successo.
I sistemi informatici infettati possono
essere sfruttati per gli attacchi più disparati
L’intento che si cela dietro un attacco è ben di
rado riconoscibile di primo acchito. Lo scopo
per il quale viene infettato un sistema dipende
anzitutto dall’autore dell’attacco. Un sistema
infettato offre all’aggressore anche la possibilità di modificare o adeguare le sue intenzioni iniziali. Un’infrastruttura creata da reti criminali
per fini di lucro può essere utilizzata anche per
attività di spionaggio. Negli ultimi tempi sono
stati utilizzati maggiormente per scopi politici,
e in particolare per lo spionaggio, anche strumenti e tecniche di attacco professionali, inizialmente impiegati contro sistemi bancari e di
pagamento ben protetti. Nel frattempo si è crea­
to un vero mercato per le tecniche e il knowhow in materia di attacchi informatici.
Il molteplice potenziale nocivo degli attacchi
informatici impone allo Stato di provvedere
all’identificazione precoce e quindi di intervenire prontamente contro questo tipo di attacchi.
Sul fronte degli attacchi informatici lo Stato
non può permettersi di reagire solo a fatti compiuti, ossia a livello di perseguimento penale.
Gli attacchi determinanti contro l’economia, la
popolazione e lo Stato devono essere evitati e
respinti.
Sito Internet di un forum utilizzato da
criminali informatici russi
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R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ATTACCHI ALL’INFRASTRUTTURA SVIZZERA IN MATERIA DI INFORMAZIONE | PROSPETTIVE
PROSPET TIVE
Episodi isolati rientrano sovente in una
costellazione più complessa
Per le imprese private, l’amministrazione o
le organizzazioni internazionali è essenziale
non solo proteggersi dagli attacchi, ma anche
prepararsi a reagire a eventuali danni. Oltre a
elaborare piani d’emergenza e a predisporre la
comunicazione d’impresa, devono anche pensare a proteggere nel miglior modo possibile i
segreti aziendali di vitale importanza. Questo
significa, in pratica, che i documenti la cui perdita potrebbe compromettere la sopravvivenza
dell’impresa o dell’organizzazione non devono
essere archiviati in un server collegato a Internet o accessibile in altro modo dall’esterno.
In casi di questo genere, gli autori non si
accontentano di un singolo attacco, poiché lo
spionaggio informatico in particolare è un processo di lungo respiro, che si alimenta strutturando e sfruttando fonti di informazioni nonché attivandone continuamente di nuove. Nel
campo dell’informatica un episodio isolato può
spesso rivelarsi, a un esame più attento, parte
di una costellazione più complessa. L’obiettivo
del SIC e di MELANI consiste proprio nello
scoprire le connessioni, sia a livello nazionale
che internazionale, per poter quindi combattere
efficacemente le minacce.
Ruolo importante dei servizi di intelligence
nella difesa dagli attacchi informatici
La sicurezza dello spazio cibernetico è un
tema all’ordine del giorno in quasi tutti gli Stati
e nei fori internazionali. Ne sono testimoni le
innumerevoli iniziative e strategie adottate e gli
sforzi in atto sul piano nazionale e internazionale. È innegabile che, senza un contributo forte e
mirato da parte dei servizi di intelligence, quantomeno per l’identificazione, l’interpretazione,
la valutazione e il respingimento di eventuali
attacchi, è estremamente difficile ottenere successi. Il crescente grado di interconnessione e il
conseguente aumento delle possibilità di penetrazione consentono a criminali mossi da mere
motivazioni finanziarie di compiere atti tali da
minacciare o addirittura danneggiare lo Stato.
In futuro occorre quindi anche aspettarsi che
gli Stati e i loro servizi di intelligence ricorrano
con maggiore frequenza, in luogo o a complemento delle loro attuali operazioni, alle possibilità offerte dagli attacchi informatici.
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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Elenco delle abbreviazioni
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI
AIEA............................................................................. Agenzia internazionale per l’energia atomica
ALF................................................................................................................Animal Liberation Front
AQMI................................................................................................. Al-Qaida nel Maghreb islamico
AQPA...................................................................................................Al-Qaida nella penisola arabica
ARM...................................................................................................................Animal Rights Militia
DEINC.......................................................... Dispositivo esplosivo o incendiario non convenzionale
DFAE.....................................................................................Dipartimento federale degli affari esteri
EUA..........................................................................................................European Union Allowance
FAI...................................................................................................Federazione Anarchica Informale
fedpol...........................................................................................................Ufficio federale di polizia
ISI.....................................................................................................................Stato islamico dell’Iraq
ISIS.................................................................................... Sistema d’informazione Sicurezza interna
KFOR..............................................................................................................................Kosovo Force
LMSI.....................................Legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna
LTTE................................................................................................Liberation Tigers of Tamil Eelam
MELANI..................................... Centrale d’annuncio e d’analisi per la sicurezza dell’informazione
NATO............................................................................................ North Atlantic Treaty Organisation
O-SIC....................................Ordinanza sul Servizio delle attività informative della Confederazione
PKK.............................................................................................. Partito dei lavoratori del Kurdistan
RAS....................................................................................................Revolutionärer Aufbau Schweiz
RAZ......................................................................................................Revolutionärer Aufbau Zürich
SHAC............................................................................................... Stop Huntingdon Animal Cruelty
SRI........................................................................................................ Soccorso rosso internazionale
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R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI
Stratfor................................................................................................................ Strategic Forecasting
TAK.................................................................................................. Falchi della libertà del Kurdistan
UDC.......................................................................................................Unione democratica di centro
WEF............................................................... Forum economico mondiale / World Economic Forum
R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC
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Re d a z i o n e
Servizio delle attività informative
della Confederazione SIC
C h i u s u r a d e l l a re d a z i o n e
Febbraio 2012
I n d i r i z zo d i r i fe r i m e n to
Servizio delle attività informative
della Confederazione SIC
Papiermühlestrasse 20
CH-3003 Berna
E-mail: [email protected]
Telefono: +41 (0)31 323 95 84
www.sic.admin.ch
Distribuzione
UFCL, Vendita di pubblicazioni federali,
CH-3003 Berna
E-mail: [email protected]
www.pubblicazionifederali.admin.ch
N° 503.001.12i
ISSN 1664-4689
Co py r i g h t
Servizio delle attività informative
della Confederazione SIC, 2012
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LA SICUREZZA DELLA SVIZZERA
Servizio delle attività informative della Confederazione SIC
Papiermühlestrasse 20
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Rapporto sulla situazione 2012 del Servizio delle attività