LA SICUREZZA DELLA SVIZZERA Rapporto sulla situazione 2012 del Servizio delle attività informative della Confederazione SIC La sicurezza della Svizzera 2012 Indice In forma per il futuro 5 Contesto strategico della Svizzera 7 Aspetto saliente: la Primavera araba 15 1. Estremismo violento e terrorismo a sfondo etnico-nazionalistico 27 2. Estremismo violento e terrorismo di matrice jihadista 35 3. Estremismo di destra, estremismo di sinistra e estremismo animalista 45 4. Proliferazione 61 5. Spionaggio 69 6. Attacchi all’infrastruttura svizzera in materia di informazione 77 Elenco delle abbreviazioni 83 R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 3 In forma per il futuro Dall’ultima panoramica globale allestita dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) il contesto strategico della Svizzera è mutato nuovamente. Vorrei sottolineare in particolare i recenti sviluppi nei Paesi arabi, che hanno sorpreso tutti gli osservatori, mostrato i limiti delle previsioni e messo alla prova il Consiglio federale. Anche quest’ultimo deve saper gestire le incertezze generate dalla molteplicità dei possibili sviluppi e dei rischi. La «Primavera araba» costituisce un caso esemplare di come la situazione possa mutare inaspettatamente, rapidamente e in maniera radicale. Il Governo federale necessita di strumenti per inquadrare, analizzare e ridurre queste incertezze. Il servizio informazioni rappresenta uno di questi strumenti. Nel presente rapporto il SIC analizza questi e altri sviluppi rilevanti per la sicurezza della Svizzera e li localizza sul suo nuovo radar della situazione. L’analisi è più un esame globale della minaccia al momento della pubblicazione che un rapporto annuale retrospettivo. Mi sta particolarmente a cuore guardare maggiormente al futuro partendo dal presente. Sono nel contempo convinto che questa panoramica globale sia necessaria per individuare tempestivamente rischi e minacce per la sicurezza della Svizzera e costituisca la premessa per una politica di sicurezza efficace. A due anni dalla creazione del SIC ritengo promettenti le mete raggiunte. Ciò concerne anche il disbrigo di pendenze nell’ambito della gestione dei dati, che procede secondo la tabella di marcia. Una gestione dei dati conforme al diritto e al contempo efficiente ed efficace rimane una sfida costante. Inoltre, si tratta ora di «rimettere in forma» il Servizio in vista delle esigenze accresciute. Per questa ragione la Svizzera necessita di una nuova legge sul servizio informazioni. Sono convinto che l’adeguamento dell’attuale quadro giuridico sia necessario per affrontare le nuove sfide. Sono altrettanto convinto che questo miglioramento della «condizione fisica» del SIC sia compatibile con la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini. La sicurezza della Svizzera e la protezione dei diritti fondamentali sono entrambi beni di estrema importanza. Conciliarli e difenderli rimane un compito fondamentale del nostro Stato. La legge sul servizio informazioni dovrà risolvere con ponderazione il conflitto di obiettivi tra sicurezza e tutela della sfera privata. Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport DDPS Ueli Maurer Consigliere federale R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 5 Contesto strategico della Svizzera ic Polit a / E co n o m i a / D i f e s Temi latenti a Guerra convenzionale in Europa Minaccia nucleare Individuazione tempestiva z i one Corea del Nord Iran Estremismo di sinistra l i f e ra E s t rem Pressioni sulla Svizzera Temi principali Estremismo di destra Estremismo animalista Sicurezza energetica Primavera araba P ro i s mo Svizzeri all'estero Punti focali PKK Terrorismo endogeno Al-Qaida e le sue diramazioni regionali Spionaggio economico Attivismo cibernetico Spionaggio contro interessi in materia di politica di sicurezza della Svizzera gi r Te o LTTE Sorveglianza di cittadini stranieri in Svizzera ris ag on ro Minacce contro le infrastrutture critiche pi m o S Min Guerra cibernetica a cce nello spazio ciberne t i co R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 7 CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA Contesto strategico in evoluzione Crisi debitoria europea e Primavera araba Nel periodo in esame il contesto strategico della Svizzera ha subìto cambiamenti. La crisi debitoria in Europa e le profonde trasformazioni in atto alle frontiere meridionali del continente europeo nell’ambito della Primavera araba hanno messo in forse un assetto rimasto a lungo invariato e aperto il varco verso un futuro possibilmente diverso. L’integrazione europea, storica realizzazione strategica e pilastro di mezzo secolo di pace e prosperità, è minacciata dalla crisi debitoria che affligge il continente. Le istituzioni europee subiscono pressioni senza precedenti da parte dei mercati; la stabilità dello sviluppo economico in Europa è a rischio. L’Unione europea (UE) sta lottando per salvare la sua moneta unica. Per alcuni Paesi membri si prospetta il pericolo di insolvenza. L’Eurozona ha davanti a sé drastiche misure di risparmio e anni di evoluzione economica tendenzialmente negativa. I governi europei sono messi a dura prova dalle casse sta- tali vuote, dalle crescenti tensioni sociali e dalle tendenze populistiche. Nel contempo, a causa della necessità di stabilizzare l’euro, la crisi potrebbe portare a un’accelerazione dell’integrazione politica – nel quadro dell’intera Unione europea (27 Stati membri), a livello di Unione economica e monetaria (UEM, 17 Stati membri) oppure in una cerchia ancora più ristretta. È inoltre possibile che i piani di integrazione dell’Europa orientale e dei Balcani nell’UE subiscano contraccolpi. La Svizzera presenta numerose interfacce con l’Europa. Pur potendo attenuare molte difficoltà grazie alla sua solida situazione finanziaria, il nostro Paese non è impermeabile ai problemi del resto del continente ed è anch’esso di fronte a grandi sfide, annunciate dal franco svizzero forte, dal rallentamento della crescita economica e dalle notevoli incertezze che gravano sul settore finanziario. La stabilizzazione dell’Eurozona riveste senza dubbio una grande importanza economica. Un rafforzamento dell’integrazione europea a livello di politica economica accrescerà tuttavia, in determinati settori, le differenze tra gli spazi giuridici dell’UE e della Confederazione. In numerosi settori – ad esempio a livello di politica finanziaria e di politica fiscale, nell’ambito della politica dei trasporti o nel quadro della cooperazione in materia di politica di sicurezza – il Paese continuerà a essere esposto in generale a forti pressioni di adeguamento. Copertina del numero della rivista di propaganda di Al-Qaida in occasione dell’anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti 8 R A PPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA Alle frontiere meridionali dell’Europa la Primavera araba ha fatto vacillare assetti autocratici perdurati per decenni. Gli esiti del processo in corso sono ancora aperti. Nella migliore delle ipotesi, nuovi governi cercheranno di soddisfare il forte anelito di maggiore libertà, di giustizia sociale e di sviluppo economico delle popolazioni, creando le basi di un possibile futuro migliore per vasti settori delle società arabe. Nel peggiore dei casi, l’instabilità, i contraccolpi economici e scontri violenti prenderanno il sopravvento rendendo eventualmente necessari, in una forma o nell’altra, ulteriori interventi internazionali o conducendo all’instaurazione di nuovi regimi autoritari o fondamentalistici. La Svizzera sostiene il rinnovamento. Anche nel caso dei cambiamenti in atto a sud e a est del Mediterraneo, il nostro Paese non è impermeabile ai rischi. Sono innanzitutto esposti a eventuali pericoli gli Svizzeri residenti nell’area e le rappresentanze diplomatiche della Confederazione. Tra i problemi crescenti figurano inoltre rischi terroristici o traffici di armi conseguenti alla destabilizzazione di singoli Stati, la perturbazione degli scambi commerciali e dell’approvvigionamento energetico, le conseguenze di sanzioni internazionali, le necessità di intervento per quanto concerne i patrimoni depositati all’estero da esponenti dei regimi caduti, i flussi migratori dalle zone di crisi verso il continente europeo. Gli effetti a lungo termine dei cambiamenti in atto nel nostro contesto strategico non sono ancora del tutto chiari. Sussistono ingenti rischi, ma anche opportunità di sviluppi positivi. Le conseguenze della crisi finanziaria ed economi- Un nuovo strumento: il radar della situazione Per la rappresentazione delle minacce rilevanti per la Svizzera, dal 2011 il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) utilizza uno strumento denominato «radar della situazione». Tramite un grafico e un testo esplicativo, questo strumento permette una chiara rappresentazione delle minacce che, secondo il SIC e altri servizi (rete informativa integrata svizzera), incombono attualmente sulla sicurezza del nostro Paese o che si potrebbero accentuare in un futuro prossimo o lontano. Lo strumento non permette conclusioni dirette sull’entità della minaccia o sulla potenziale portata dei danni, ma consente ai decisori in materia di politica di sicurezza di ottenere un quadro generale della situazione. Per il presente rapporto è stata creata una versione semplificata del radar della situazione, che non contiene informazioni confidenziali. Al contrario del radar della situazione creato per i decisori in materia di politica di sicurezza, in questa versione pubblica mancano alcuni tipi di minacce che non sono coperte dal mandato fondamentale del SIC e che vengono trattate da altri servizi (per esempio la situazione generale della criminalità o le minacce da parte della criminalità organizzata). R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 9 CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA ca sembrano accelerare ulteriormente la tendenza al multipolarismo, ma nel contempo implicano rischi anche per le economie delle potenze emergenti. Nell’ultimo periodo altri ambiti del contesto strategico della Svizzera sono però rimasti stabili (per esempio per quanto concerne gli sviluppi in materia di minaccia militare o di sicurezza energetica) oppure hanno addirittura registrato un’evoluzione positiva (per esempio i successi registrati nella lotta al terrorismo). Nel seguito è fornita una panoramica concernente ulteriori importanti tematiche monitorate dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). Proliferazione: rischi molteplici Nell’ambito degli sforzi contro la proliferazione di armi di distruzione di massa e dei loro vettori, sono tuttora al centro dell’attenzione l’Iran e la Corea del Nord. Nel novembre 2011 l’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) ha chiaramente espresso le sue preoccupazioni a fronte delle attività dell’Iran. In un dettagliato rapporto ad alta credibilità l’Agenzia ha documentato il sospetto che i progetti nucleari iraniani non siano finalizzati soltanto a un impiego civile e che il regime di Teheran stia da anni lavorando di nascosto allo sviluppo di un’arma atomica. Nel febbraio 2012 l’AIEA ha fornito ulteriori informazioni su progressi realizzati nell’ambito del programma iraniano di arricchimento dell’uranio. La problematica della proliferazione è resa particolarmente complessa dall’esistenza di differenti zone giuridiche. La Svizzera è parte integrante degli sforzi internazionali volti a li- 10 R A PPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C mitare i rischi derivanti dalla proliferazione e ha valide ragioni di impegnarsi su questo fronte: in quanto centro di tecnologia d’avanguardia, è più esposta di altri Paesi a tentativi d’acquisizione illegale. In caso di sanzioni nei confronti di attori internazionali e di conseguenti ostacoli per l’acquisto di componenti sensibili nell’UE, aumentano le probabilità che ditte svizzere siano strumentalizzate per aggirare i divieti. La Confederazione si è impegnata a livello internazionale per contrastare questo fenomeno e si sforza di coordinare le corrispondenti misure con l’UE. In tal modo la Svizzera protegge attivamente la propria industria da possibili abusi della tecnologia d’avanguardia e dalle relative conseguenze. Eventuali sanzioni internazionali contro aziende svizzere che – consapevolmente o inconsapevolmente – dovessero violare norme giuridiche internazionali potrebbero arrecare ingenti danni sistemici all’economia nazionale, con gravi pregiudizi per la circolazione del sapere nel nostro Paese e, a lungo termine, addirittura per l’intera piazza industriale. La crisi finanziaria ed economica aumenta ulteriormente il pericolo di proliferazione. Da un lato, genera maggiori pressioni sui costi e accelera il processo di delocalizzazione della produzione all’estero, con il conseguente rischio che i produttori perdano in parte il controllo sulla diffusione del proprio know-how. Se un’azienda con sede in Svizzera trasferisce all’estero l’ultimazione di sottosistemi sensibili, sorgono possibilità di aggiramento delle misure di controllo statali nel settore della proliferazione. Dall’altro, la crisi finanziaria ed economica provoca sia ulteriori carenze di liquidità CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA che necessità di risparmio a causa delle quali alcuni fornitori potrebbero essere indotti, al fine di salvaguardare settori commerciali vitali, ad assumere maggiori rischi nei contatti con Stati problematici in materia di proliferazione. Oltre a partecipare intensamente alla cooperazione internazionale contro i tentativi di acquisizione illegale, il SIC è tuttora attivo in questo ambito con un proprio programma di prevenzione, denominato «Prophylax» e svolto in stretta collaborazione con i servizi di polizia cantonali e municipali. Prophylax ha lo scopo di sensibilizzare la piazza industriale e di ricerca svizzera riguardo ai pericoli della proliferazione, dello spionaggio e degli attacchi informatici. Lotta al terrorismo: successi e attuali pericoli Nella lotta al terrorismo jihadista, attivo su scala mondiale, è stata raggiunta nel 2011 un’importante pietra miliare. L’uccisione di Osama Bin Laden e di gran parte dei dirigenti del nucleo di Al-Qaida ha fortemente indebolito l’organizzazione. La lotta condotta da anni contro di essa nell’ambito di un’estesa cooperazione a livello internazionale potrebbe averne ridotto durevolmente le capacità. Tuttavia, soprattutto nella Penisola araba, nel Corno d’Africa e nel Sahel, si è registrato un ulteriore sviluppo delle emanazioni di Al-Qaida, divenute nel frattempo anch’esse un’importante minaccia per gli interessi delle potenze occidentali. Già in passato, nel Sahel, la Svizzera ha dovuto affrontare casi di rapimento di suoi cittadini; nel periodo in esame si sono registrati due nuovi casi, rispettivamente in Pakistan e nelle Filippi- ne. Tra le vittime di un attentato di matrice jihadista perpetrato in Marocco nell’aprile 2011 si trovavano anche cittadini svizzeri. I viaggi con finalità jihadiste costituiscono un ulteriore notevole rischio per la sicurezza, sia nei Paesi di destinazione sia nei Paesi di partenza: tra questi ultimi figura anche la Svizzera. Per quanto concerne i gruppi terroristici stranieri di matrice etno-nazionalistica presenti in Svizzera, le relative attività sono strettamente dipendenti dagli sviluppi della situazione nei rispettivi Paesi d’origine. Nel caso del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), l’ala radicale si oppone alle trattative tra il Governo turco e le organizzazioni curde moderate. Attacchi contro le forze di sicurezza continuano ad avere regolarmente luogo e si registrano saltuariamente anche attentati contro centri turistici in Turchia. Le numerose manifestazioni di protesta organizzate in Svizzera si svolgono di regola senza violenze. La Svizzera adotta misure a livello nazionale e appoggia gli sforzi internazionali nella lotta al terrorismo, intesi quale componente importante degli sforzi volti a ridurre i rischi anche per la sicurezza del nostro Paese e dei nostri cittadini. Estremismo di destra e di sinistra In Svizzera il fenomeno dell’estremismo violento non ha un’entità tale da pregiudicare l’ordinamento statale. Ciò va sottolineato in considerazione dell’ampia risonanza pubblica suscitata dagli attentati perpetrati a Oslo e sull’isola di Utøya in Norvegia e dalla scoperta della cosiddetta «cellula di Zwickau» in Germania. Contrariamente alle cerchie di estrema R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 11 CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA sinistra, da tempo gli ambienti dell’estrema destra svizzera non fanno quasi più ricorso ad atti di violenza per ottenere visibilità. Tuttavia, sia l’estremismo di sinistra sia l’estremismo di destra presentano un potenziale di violenza invariato. Dai più gravi atti violenti registrati nel contesto svizzero (lettera bomba inviata alla sede di Swissnuclear a Olten nel marzo 2011, attentato dinamitardo pianificato contro la sede dell’IBM a Rüschlikon nell’aprile 2010) sono desumibili contatti in Italia con ambienti di estrema sinistra e cerchie anarchiche. Non è chiaro se gli ambienti di estrema sinistra svizzeri inclini alla violenza, ideologicamente eterogenei, intendano utilizzare i loro contatti con l’estero per inasprire il proprio livello di violenza in Svizzera. Ad ogni modo, i tentativi messi in atto per strumentalizzare movimenti di protesta svizzeri non violenti sono rimasti sinora infruttuosi. Spionaggio: evoluzione in atto nel contesto La prevenzione di attività straniere di spionaggio è un compito centrale di uno Stato intenzionato a difendere la propria sovranità e rappresenta una sfida tradizionale, che si manifesta in un contesto politico, economico e tecnologico in continua evoluzione. La Svizzera è esposta a variegate operazioni di servizi di intelligence esteri. Tali attività possono avere come obiettivo immediato la Svizzera in quanto tale e la capacità d’azione della Confederazione, ma possono anche avere come scopo lo sviluppo di situazioni di indebito vantaggio sullo scacchiere della concorrenza economica oppure la sorveglianza o l’intimidazione dei cittadini dei rispettivi Stati presenti nel nostro Paese. Considerati l’acuirsi della concorrenza economica, i cambiamenti politici in atto, lo spostamento dei baricentri economici e la rapida e profonda evoluzione tecnologica, occorre prestare una maggiore attenzione a tutti gli aspetti dello spionaggio. Sicurezza energetica: un problema più legato al gas che al petrolio Le crisi petrolifere, i blocchi di gasdotti e le oscillazioni dei prezzi hanno sensibilizzato da decenni un largo pubblico riguardo alla dipendenza della Svizzera dalle importazioni di materie prime e di energia. Dopo la catastrofe di Fukushima tale dipendenza è destinata a crescere ancora per un lungo periodo se saranno realizzati l’auspicato cambiamento di rotta nella politica energetica e la relativa uscita dall’energia nucleare. L’instabilità dei mercati delle materie prime è stata accentuata dagli sconvolgi- Attentato incendiario al Tribunale penale federale di Bellinzona, 17 gennaio 2011 12 R A PPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA menti successivi alla Primavera araba. Per un certo periodo hanno subìto perturbazioni, a livello di volume, anche le esportazioni di petrolio dalla regione, con conseguenti aumenti dei prezzi. Tuttavia, grazie al buon funzionamento del mercato internazionale del petrolio, la sicurezza dell’approvvigionamento del nostro Paese non è stata sinora in alcun modo pregiudicata. Sotto il profilo delle dipendenze, il rifornimento di gas naturale presenta un quadro diverso: non esistendo ancora un mercato internazionale integrato, è predominante la dipendenza da sistemi di gasdotti fissi. Al riguardo va osservato che l’approvvigionamento di gas naturale dei Paesi europei, e di conseguenza della Svizzera, non è basato prevalentemente sulle importazioni dai Paesi arabi, bensì fortemente orientato alle riserve russe; in questo ambito il ruolo della Russia è destinato a crescere in futuro. Basso livello di minaccia militare La minaccia militare per il nostro Paese continua a situarsi a un basso livello di intensità. In un futuro prevedibile è improbabile nell’Europa centrale una guerra nel senso tradizionale del termine e con possibili ripercussioni anche sul territorio svizzero. Il SIC parte dal presupposto che, in caso di nuovi sviluppi in questo ambito di minaccia, la Svizzera può contare su un tempo di preallarme di circa dieci anni. Dopo anni di tentennamenti, è in corso in Russia una seria riforma delle forze armate. Sostanziali miglioramenti delle capacità convenzionali potranno tuttavia essere registrati soltanto verso la fine del decennio. Se nelle aree periferiche del continente europeo dovessero verificarsi sviluppi Swisscoy Nell’ottobre 2011 ricorreva il dodicesimo anniversario dell’inizio dell’impiego dell’Esercito svizzero in Kosovo (Swisscoy). Nel periodo in esame (2011) il Parlamento ha approvato la proposta del Consiglio federale di prorogare il mandato sino alla fine del 2014. Su tale base la Swisscoy si è nuovamente adeguata con flessibilità alle mutate esigenze locali; contemporaneamente è proseguito il progressivo ridimensionamento delle truppe presenti in Kosovo nel contesto dell’operazione NATO. Tra le principali competenze fondamentali della Swisscoy figurano attualmente, oltre al trasporto aereo, l’appoggio nell’ambito del genio, lo sgombero di mezzi di combattimento e l’acquisizione di notizie e informazioni. La Swisscoy è impiegata primariamente nel nord del Paese, dove le esigenze sono maggiori. All’inizio del 2012 la Svizzera assumerà il Comando regionale Nord nel quadro della rete di collegamento e di osservazione della Kosovo Force (KFOR); a tal fine, gli effettivi del contingente sono stati lievemente aumentati a tempo determinato. Nel 2012 sarà smantellato il campo Casablanca nel sud del Paese; le relative truppe saranno trasferite in un’altra ubicazione. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 13 CONTESTO STRATEGICO DELLA SVIZZERA tali da richiedere l’impiego di mezzi militari, il tempo di preallarme potrebbe essere notevolmente inferiore a quello summenzionato. Parimenti potrebbero svilupparsi già a partire dalla metà del decennio rischi di impiego di armi di distruzione di massa e di sistemi di vettori a lunga gittata da parte di Paesi geograficamente lontani. Una sfida centrale della politica di sicurezza e di difesa dei Paesi europei sarà rappresentata dalla necessità di adeguare la gamma di compiti, l’entità e la prontezza all’impiego delle forze armate alle difficili condizioni quadro finanziarie, destinate ad aggravarsi ulteriormente nei prossimi anni. A livello di effettivi e di equipaggiamenti, sono praticamente inevitabili ulteriori riduzioni, che soltanto in parte potranno essere compensate a livello qualitativo. La continuazione delle cooperazioni bilaterali e multilaterali volte a sfruttare possibili sinergie rappresenterà un’opzione interessante anche in futuro. Minacce cibernetiche Nel corso della rapida evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’interconnessione digitale a livello globale, matrice dello spazio cibernetico, ha aperto la via a possibilità inaspettate: informazioni e servizi sono accessibili su scala planetaria, in tempi brevi, a poco prezzo e senza grandi sforzi. L’elevato tasso di interconnessione dell’era digitale è foriero di nuove minacce. Oggi anche lo spazio virtuale è teatro di fenomeni ben reali quali atti di vandalismo, la criminalità, lo spionaggio, operazioni di sabotaggio e la conduzione di conflitti interstatali. Molte crisi e 14 R A PPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C numerosi conflitti degli scorsi anni sono stati caratterizzati in varia misura anche da elementi attinenti allo spazio cibernetico. La progressiva interconnessione e le conseguenti sempre maggiori possibilità di infiltrazione nelle reti elettroniche consentono anche a criminali mossi unicamente da fini economici di eseguire operazioni pregiudizievoli o dannose per l’ordinamento statale. A ciò si aggiunge che probabilmente in futuro singoli Stati e i relativi servizi di intelligence ricorreranno sempre più frequentemente, in via sostitutiva o complementare ai mezzi tradizionali, alla possibilità di condurre attacchi informatici. ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA Aspetto saliente: la Primavera araba TUNISIA LIBANO Palestina MAROCCO ALGERIA LIBIA SIRIA IRAQ GIORDANIA KUWAIT EGITTO ARABIA SAUDITA Paesi toccati soltanto in via marginale dalla Primavera araba (Algeria, Libano, Palestina, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Bahrein, Qatar e Emirati arabi uniti) BAHREIN QATAR E.A.U. OMAN YEMEN Monarchie disponibili alle riforme (Marocco, Giordania, Oman e il caso particolare del Bahrein) Perdurante lotta di potere (Siria) Paesi di fronte a una svolta (Tunisia, Libia, Egitto e Yemen) SIC R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 15 ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | SITUAZIONE SITUA ZIONE Paesaggio politico del mondo arabo A un anno dall’inizio delle proteste e delle rivolte il paesaggio politico del mondo arabo è notevolmente cambiato. I movimenti di protesta hanno condotto a cambiamenti di regime o a progetti di riforma, ma anche a sanguinose lotte di potere. Tuttavia, alcuni Stati sono stati interessati soltanto in misura marginale dall’evoluzione in atto. Paesi di fronte a una svolta: Tunisia, Egitto, Libia e Yemen In Tunisia, il Paese in cui la Primavera araba ha avuto inizio, è in corso un processo di trasformazione che lascia adito a ottimismo. Le elezioni e la formazione di un’Assemblea costituente hanno avuto luogo in un contesto ordinato. La ripartizione delle alte cariche è stata ispirata, almeno in parte, alla ricerca di consenso. In seno alla popolazione sono tuttavia emerse anche critiche alla lentezza del processo di cambiamento. In linea di principio, tenuto conto delle premesse favorevoli, la Tunisia dovrebbe riuscire sul lungo termine a realizzare il passaggio a un sistema democratico. In Egitto si trascina una lotta politica per il potere tra i nuovi gruppi politici e i vertici militari nominati sotto il governo di Mubarak. È manifesto che il Consiglio militare esige di poter esercitare un certo controllo sul Governo di transizione e sul Parlamento. I reali rapporti di potere in seno al Parlamento e al Governo saranno riconoscibili soltanto dopo alcuni mesi dalle elezioni, nel momento in cui i partiti for- 16 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C meranno coalizioni. Per i Fratelli musulmani, usciti vincenti dalle elezioni, dovrebbe essere vantaggiosa un’alleanza con le forze liberali e laiche; un’eventuale coalizione di governo con i salafisti condurrebbe a un isolamento internazionale del Paese. In linea di principio è tuttavia quasi certo che il margine di manovra di qualsiasi nuovo Governo sarà nettamente limitato dal peggioramento della situazione socioeconomica. In Libia i nuovi dirigenti politici si troveranno nei prossimi anni di fronte alla sfida di dover unificare forze diverse, in parte caratterizzate da spinte centrifughe, al fine di costruire con un comune intento un nuovo Stato. Tra le sfide più urgenti figura la necessità di ripristinare e garantire durevolmente la sicurezza pubblica. Inoltre, deve essere stabilito un equilibrio tra le diverse regioni e dunque, indirettamente, tra i diversi clan tribali. L’impiego dei proventi delle esportazioni petrolifere e dei capitali sottratti dal vecchio regime e riconsegnati al popolo libico rivestono un ruolo centrale nella lotta politica interna. Tali questioni influiranno in maniera determinante sull’imminente dibattito costituzionale e costituiranno un criterio fondamentale per la definizione del futuro sistema di governo. Nello Yemen le proteste hanno indotto i principali attori politici ad accettare una soluzione di compromesso, nella quale è previsto che il Paese sia governato ad interim dal vicepresidente uscente e da un gabinetto costituito pariteticamente da esponenti del vecchio partito ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | SITUAZIONE di regime e da rappresentanti della coalizione di opposizione. Il raggiungimento di una soluzione concreta è stato pertanto ulteriormente procrastinato. L’evoluzione sinora registrata lascia presumere che, nel migliore dei casi, si giungerà a un accordo in seno all’élite politica, con l’esclusione del recente movimento di protesta, che auspica un’effettiva democratizzazione del Paese. Quasi nulla lascia sperare che vi possa essere un miglioramento della desolante situazione socioeconomica; lo Yemen dovrebbe continuare a dipendere ancora per anni dagli aiuti esteri. Perdurante lotta di potere in Siria Gli scontri tra le forze fedeli al regime e gli eterogenei e apparentemente non coordinati gruppi dell’opposizione aumentano di intensità. Il conflitto assume vieppiù i tratti di una guerra civile a sfondo religioso. Nel frattempo è aumentata anche la pressione esterna sul regime di Damasco. Hanno varato sanzioni nei confronti della Siria non soltanto Paesi occidentali, bensì anche la Lega araba, che inoltre ne ha sospeso l’appartenenza all’organizzazione. Nel breve termine (da sei a dodici mesi) il regime sarà in grado di resistere alle pressioni militari, politiche ed economiche. A medio termine, tuttavia, è improbabile che possa perdurare nella sua forma attuale. Dal punto di vista odierno è improbabile un intervento militare straniero. In caso di crollo del regime, è invece probabile un periodo di transizione caotico e contrassegnato da violenza, poiché nessuna delle forze dell’opposizione è in grado di sostituirsi immediatamente al sistema attuale. Una situazione di caos in Siria potrebbe a sua volta ripercuotersi sulla sicurezza e la stabilità di un’intera regione che si estende da Israele alla Turchia e comprende il Libano, la Giordania e l’Iraq; inoltre, potrebbe comportare conseguenze per il momento ancora imprevedibili sulle tensioni con l’Iran suscitate dal controverso programma nucleare portato avanti da Teheran. Monarchie disponibili alle riforme: Marocco, Giordania, Oman e il caso particolare del Bahrein Anche in Marocco, Giordania e Oman si sono ripetutamente svolte, in particolare nel periodo in esame, manifestazioni di protesta, che non hanno tuttavia condotto a un’escalation. Anche nei tre Paesi menzionati le autorità hanno reagito con un insieme eterogeneo di misure comprendente azioni di repressione volte a ristabilire l’ordine pubblico, concessioni politiche di poco conto e provvedimenti economici tesi a migliorare momentaneamente la situazione delle classi meno abbienti. Sostanzialmente i tre Paesi hanno conservato il loro assetto autocratico e rimangono democratizzabili soltanto in misura molto limitata. Inoltre, essendo relativamente poveri, questi Stati monarchici non dispongono delle risorse materiali necessarie per risolvere i sempre più gravi problemi economici. Anch’essi sono vieppiù dipendenti dagli aiuti materiali provenienti da altri Paesi arabi e dall’Occidente. Il Bahrein, una monarchia del Golfo con limitate risorse, costituisce sino ad oggi un caso a parte. Le manifestazioni contro il regime di minoranza sunnita sono state rapidamente represse dalle forze di sicurezza. Truppe provenienti da Stati limitrofi membri del Consiglio di R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 17 ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | SITUAZIONE Cooperazione del Golfo hanno assunto la protezione delle infrastrutture. Gli Stati all’origine di tale intervento intendono prevenire con ogni mezzo un cambiamento di potere nel Bahrein, che potrebbe avere conseguenze anche sui rispettivi regimi. Il fronte politico interno si è da allora ulteriormente irrigidito. Paesi toccati soltanto in via marginale dalla Primavera araba Altri Stati della regione sono stati interessati soltanto in misura marginale dalle summenzionate rivolte e rivoluzioni. Dopo il ritiro delle truppe americane alla fine del 2011, in Iraq è cominciata una nuova era; tuttavia, molto probabilmente anche questa nuova pagina della storia del Paese sarà contrassegnata da conflitti interni. Le diverse comunità che costituiscono il Libano seguono molto attentamente gli eventi in Siria. Sinora gli sviluppi in questo Paese non hanno avuto effetti di rilievo sulla fragile situazione interna del Libano. Per quanto concerne l’Algeria, da anni alle prese con disordini sociali, si può partire dal presupposto che, in quanto importante produttore di petrolio e gas naturale, il Paese dispone delle risorse economiche necessarie per ovviare a un’eventuale escalation. Anche la maggior parte delle monarchie del Golfo sono in grado di lenire, in qualsiasi momento e in maniera duratura, eventuali gravi difficoltà materiali degli strati sociali più bisognosi. Ruolo degli attori esterni alla regione Gli Stati Uniti rimangono di gran lunga il più influente attore esterno alla regione. Tra gli Stati in cui ha avuto luogo un cambiamento di potere 18 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C l’Egitto è senza dubbio il più importante per la politica degli USA nella regione. La normalizzazione dei rapporti tra gli Stati Uniti e i Fratelli musulmani, che in futuro rappresenteranno una delle nuove componenti governative egiziane, è un processo chiave avviato dall’Amministrazione Obama, ma ancora altamente controverso, a livello di confronto politico interno, in seno al Congresso americano. Per quanto concerne la Siria, gli Stati Uniti stanno dirigendo un intenso processo di coordinamento volto a rafforzare le pressioni regionali e internazionali sul regime di Damasco; Washington non intende tuttavia spingersi oltre a quanto possa godere dell’appoggio della Turchia, della Lega araba e del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Per gli Stati Uniti continua a rivestire un’importanza fondamentale il mantenimento della stabilità degli Stati del Golfo persico; anche le operazioni di lotta al terrorismo, segnatamente nello Yemen, il contenimento dell’influsso dell’Iran e la stabilizzazione dell’Iraq costituiscono un contributo al raggiungimento di questo obiettivo. Gli sforzi messi in atto da tempo dagli Stati Uniti a tal fine non sono stati sinora ostacolati in misura sostanziale dalla Primavera araba. Decisi a concentrarsi maggiormente a lungo termine sulle sfide in Asia, gli Stati Uniti cercheranno tuttavia di evitare di sobbarcarsi nuove costose operazioni militari o di nation-building nel mondo arabo. Le potenze europee hanno potuto concludere con successo le operazioni in Libia – con il determinante appoggio militare degli Stati Uniti. Non si prospettano tuttavia ulteriori interventi della medesima portata nel mondo arabo o perlomeno sussistono fondati dubbi sulla disponi- ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | SITUAZIONE bilità delle capacità militari necessarie. Persino per la gestione di una situazione di crisi a livello umanitario – che figura tra i possibili sbocchi della situazione in Siria – le potenze europee sarebbero in gran parte dipendenti da un appoggio americano. Dopo il crollo dell’Unione sovietica la Russia ha perso molto del suo influsso sulla regione. Attualmente l’influenza russa è in gran parte circoscritta a limitati rapporti in materia di armamento con la Siria, a diritti portuali e al diritto di veto in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Quest’ultima carta è stata giocata inizialmente con determinazione da Mosca nel contesto della crisi libica, ma alla fine non si è dimostrata vincente. Il progressivo isolamento del Governo di Damasco rende sempre meno vantaggiosa la posizione sinora assunta dalla Russia nei confronti della situazione siriana. La politica estera della Cina nel mondo arabo è fortemente determinata da interessi economici. È data pertanto la priorità alla necessaria stabilità politica, anche nei casi in cui quest’ultima dovesse essere garantita da regimi autocratici. La Cina si discosta dalla sua opzione di principio di non intervento negli affari interni di altri Stati soltanto nei casi in cui organi multilaterali quali l’Unione africana o la Lega araba hanno già intrapreso passi in tal senso. Si può partire dal presupposto che la Cina sia sostanzialmente intenzionata ad adeguarsi alle nuove situazioni che si prospettano nel mondo arabo. È poco probabile, per contro, che appoggi attivamente i processi di riforma. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 19 ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | VALUTAZIONE VALUTA ZIONE Giovani attivisti e forze trainanti tradizionali A un anno dall’inizio dei movimenti di protesta si impone la domanda se il mondo arabo stia veramente vivendo una svolta epocale. Il crollo di tre regimi nell’arco di un anno (Tunisia, Egitto e Libia) e i contemporanei incessanti conflitti interni di carattere politico e militare in seno ad altre due entità statali (Yemen e Siria) rappresentano una fondamentale novità per la regione. In Tunisia e in Libia è escluso un ritorno al vecchio regime. In Egitto perdura il confronto politico tra il vecchio e il nuovo. La Siria si trova ancora di fronte a una lunga fase di scontri violenti. Nel frattempo i giovani attivisti della prima ora, che auspicavano maggiore dignità e libertà, hanno visto scemare la propria forza sociale. Le forze trainanti sono ora costituite da gruppi di interesse tradizionali, intenzionati a sfruttare per i propri fini politici e sociali la volontà di cambiamento dei popoli arabi e la debolezza delle autorità statali. Gli islamisti, pur non avendo contribuito in maniera sostanziale alle rivolte, oggi, grazie al loro relativamente elevato grado di organizzazione, sono probabilmente tra coloro che possono approfittare al meglio della nuova situazione. I loro primi successi elettorali in Tunisia, Egitto e Marocco dimostrano che, oltre a essere ben organizzati, sono anche radicati in ampie fasce della popolazione. Una volta assunte responsabilità di governo, gli esponenti dell’islam politico dovranno dimostrare di avere la capacità e la volontà di perseguire soluzioni praticabili. 20 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C È inevitabile che finiscano per urtare contro le forze laiche. Il relativo dibattito sulla compatibilità tra democrazia e islam è, nel migliore dei casi, soltanto agli inizi; inoltre, in molti Paesi gli aspetti fondamentali della problematica sono ancora fortemente sfocati. Un altro dato emerso nell’attuale fase di svolta è che, per il momento, non sono ancora stati creati modelli politici alternativi ai tradizionali Stati autoritari, ai regimi islamistici (per esempio l’Iran) e alla scissione di entità nazionali esistenti lungo linee di demarcazione etniche e religiose (come paventato per lo Yemen). La Tunisia sta creando un nuovo assetto politico adeguato alla propria situazione. L’Iraq sta attraversando una fase di transizione che non consente ancora di fare pronostici sull’assetto in cui il Paese verrà a trovarsi una volta stabilizzatosi. Per contro, la Turchia propone se stessa come modello di conciliazione tra tradizione musulmana e sviluppo politico ed economico. Evoluzione dei rapporti di forza a livello regionale I cambiamenti registrati sinora nel mondo arabo avranno a lungo termine anche effetti di carattere globale sull’intera regione, sinora contraddistinta da rapporti di forza relativamente inalterabili; è possibile che ne consegua una nuova configurazione complessiva. Poiché la svolta ha avviato una dinamica imprevedibile, sarebbe prematuro allestire un elenco di indiscussi vincitori e sconfitti. Tuttavia, sono già riconoscibili a livello strategico alcuni elementi ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | VALUTAZIONE di novità, che a medio e lungo termine caratterizzeranno la situazione globale della regione. In Egitto i diversi attori impiegano attualmente le proprie energie soprattutto per la lotta di potere interna. Se nel Paese dovesse sorgere una nuova repubblica a orientamento arabosunnita, è probabile che sul medio e lungo termine Il Cairo assuma di nuovo un ruolo guida nel mondo arabo. Nel contempo, un nuovo orientamento, accompagnato da una rinnovata consapevolezza dei propri mezzi, potrebbe indurre l’Egitto a volersi distanziare in una certa misura dall’Occidente, nel limite consentito dalle necessità economiche. Questa prospettiva è fonte di preoccupazioni per Israele, segnatamente in considerazione di un eventuale maggiore orientamento della politica estera del Cairo alle istanze islamistiche. Al momento appare tuttavia poco probabile che l’Egitto sospenda la pace con Israele. Lo Stato israeliano teme che il Sinai diventi un’area senza controlli, con conseguenti effetti negativi sulla propria sicurezza. Sul modo in cui un eventuale nuovo regime siriano potrebbe voler gestire la questione dell’annessione delle Alture del Golan non è possibile per il momento fare alcuna ipotesi. Infine, già prima dello scoppio della Primavera araba Israele aveva perso la Turchia come alleato regionale. Il crollo del regime egiziano ad opera degli attivisti democratici è stato considerato dall’Arabia Saudita una minaccia per l’ordine regionale. Con il suo deciso intervento a favore della monarchia del Bahrein e il determinante influsso esercitato in vista di una soluzione politica nello Yemen, l’Arabia Saudita ha tuttavia potuto imporsi, perlomeno momentaneamente, come attore influente nel mondo arabo – non da ultimo rispetto al rivale Iran, con il quale si contende la leadership nel mondo musulmano. Rispetto all’Arabia Saudita, il Qatar potrebbe avere ragioni ancora migliori di considerarsi una forza vincente nel contesto dei recenti sviluppi. Il piccolo emirato figura tra i principali attori che hanno contribuito alla dissoluzione del potere di Gheddafi e all’isolamento del regime siriano. Il Qatar dispone di notevoli risorse finanziarie, ma per il momento è ancora fortemente dubbio che possa svolgere sul lungo termine un ruolo determinante nella svolta del mondo arabo. Nonostante il suo orientamento al purismo sunnita, il Paese intrattiene rapporti relativamente buoni con l’Iran, ospitando nel contempo la più importante e maggiore base dell’aeronautica militare statunitense nella regione del Golfo. La Turchia aveva iniziato a interessarsi maggiormente ai suoi vicini arabi già prima degli eventi della Primavera araba e tenta ora di colmare il vuoto politico-militare lasciato dalle rivoluzioni. A tal fine ricorre soprattutto ai suoi strumenti di «potere morbido»: un’economia dinamica e una realpolitik basata in pari misura sui valori fondamentali dell’islam e su un avveduto orientamento all’Occidente. Anche per quanto concerne le possibilità della Turchia di realizzare le proprie ambizioni non è possibile attualmente formulare alcuna ipotesi. Da un lato, alla luce delle esperienze storiche, vige nel mondo arabo un certo scetticismo nei confronti delle ambizioni di Ankara di esercitare un influsso sulla regione. Inoltre, vi sono dubbi sulla capacità della Turchia di mantenere sul lungo termine la sua attuale dinamicità economica. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 21 ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | VALUTAZIONE Le prospettive sono diverse per l’Iran. L’alleanza tra Teheran e Damasco e, probabilmente, anche la repressione delle manifestazioni di protesta successive alle elezioni presidenziali del 2009 hanno fortemente intaccato l’immagine dell’Iran come fautore degli interessi dei musulmani. Contrariamente a quanto vuol far credere la propaganda ufficiale di Teheran, oggigiorno nessuno nel mondo arabo si orienta al «modello iraniano». In caso di crollo del regime siriano, l’Iran non perderebbe tutto il suo influsso sull’Hezbollah e sulle organizzazioni di resistenza palestinesi inclini alla violenza, ma non disporrebbe più di canali di contatto immediati. L’Iraq, dove è al potere un governo dominato dagli sciiti e vicino all’Iran, non è in grado di sostituire la Siria come alleato. L’Iran figura pertanto tra i perdenti della Primavera araba. 22 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | PROSPETTIVE PROSPET TIVE Svolta in condizioni economiche difficili Grazie alle rispettive culture politiche orientate in una certa qual misura al consenso, la Tunisia e l’Egitto dovrebbero disporre delle maggiori possibilità di passare a un nuovo sistema. La realizzazione effettiva di un simile cambiamento, le relative modalità e i tempi dipenderanno in misura determinante dalle condizioni socioeconomiche interne ai due Paesi e dalla situazione economica internazionale. Durante l’anno scorso questi due presupposti hanno registrato in massima parte un’evoluzione negativa. L’UE in quanto possibile fonte di sovvenzioni è essa stessa alle prese con notevoli problemi finanziari ed economici. Soltanto i ricchi Stati del Golfo sembrano ancora in grado di fornire un generoso sostegno finanziario. Da qualsiasi parte dovessero pervenire, eventuali aiuti saranno tuttavia, con ogni probabilità, legati a contropartite politiche. Una delle principali cause dei cambiamenti e delle lotte politiche in atto nel mondo arabo è costituita dall’aspirazione delle popolazioni impoverite a un miglioramento della propria situazione materiale. Il cambiamento è sostenuto soprattutto da giovani uomini senza lavoro e prospettive per il futuro. Le summenzionate cause della Primavera araba, comunemente note – accanto all’evoluzione demografica e alle condizioni quadro socioeconomiche vanno considerati anche l’assetto autocratico e la corruzione –, costituiscono il substrato delle tensioni tettoniche che si dispiegano da un anno a questa parte. Il cambiamento in atto nel mon- do arabo non segue alcun modello storico ed è probabilmente destinato a fondare un modello sui generis, che in futuro potrebbe essere ricordato come il «modello tsunami». Questo modello implica l’imprevedibilità dei momenti di dispiegamento delle tensioni, delle conseguenti dinamiche e delle ripercussioni locali. Inoltre, implica che una permanenza delle cause condurrà a ulteriori tensioni e, pertanto, a ulteriori scossoni. L’impatto dei marosi non sarà dappertutto identico, ma dipenderà anche in futuro dalla posizione e dalla morfologia delle «coste». Il modello descritto non consente previsioni a medio e lungo termine; tuttavia, si può partire dal presupposto che le soggiacenti forze tettoniche non subiranno sostanziali cambiamenti nei prossimi due o tre anni. È probabile che, dopo una prima fase di attesa, l’insoddisfazione torni a crescere ed è possibile che conduca a ulteriori ondate o fasi di cambiamento. Settori di rischio Per l’Europa e la Svizzera la svolta rappresenta uno stimolo a rafforzare il sostegno e la collaborazione a livello economico. La Svizzera è impegnata a fornire un contributo negli ambiti della promozione economica e dello sviluppo della società civile. In linea di principio si tratta di compiti che devono essere affrontati in primo luogo autonomamente dalle società interessate. Nei prossimi anni sono probabili, in via generale, ulteriori elevati flussi migratori dagli Stati arabi e – attraverso il Nordafrica – dall’Africa subsahariana. La causa principale risiede R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 23 ASPETTO SALIENTE: LA PRIMAVERA ARABA | PROSPETTIVE nell’indebolimento dei servizi di sicurezza, non più in grado o non più intenzionati a combattere l’emigrazione illegale. Con l’avvicinarsi della scadenza delle autorizzazioni di soggiorno provvisorie negli Stati europei affacciati sul Mediterraneo e considerate le incerte capacità o intenzioni delle nuove leadership nordafricane di impedire flussi migratori indesiderati verso il continente europeo, bisogna mettere in conto che l’Europa continuerà a essere esposta a forti pressioni migratorie. In altri settori di rischio quali la proliferazione, il terrorismo e l’approvvigionamento energetico, gli effetti della Primavera araba per il nostro Paese sono minimi. Soprattutto gli effetti nel settore del terrorismo sono rimasti sinora limitati. Nel Nordafrica le proteste popolari hanno messo in serie difficoltà Al-Qaida nel Maghreb islamico (AQMI): gli obiettivi dei manifestanti si distinguono nettamente da quelli dell’AQMI. Per contro, gruppi di contrabbandieri sono riusciti a trafugare armi, veicoli militari ed esplosivi da depositi militari libici. Il materiale sottratto è pervenuto in gran parte ai gruppi terroristici dell’AQMI attivi nel Sahel. Dopo il cambiamento di potere in Libia, gruppi di mercenari Tuareg ben armati si sono trasferiti nel Mali, in una zona del Sahel teatro dal gennaio 2012 di una rivolta dei Tuareg. I combattenti di Al-Qaida nella penisola araba (AQPA) hanno potuto approfittare dell’indebolimento delle strutture statali nello Yemen, ma non sono sinora riusciti a destabilizzare il Paese. 24 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C Il settore energetico è stato poco toccato dai profondi cambiamenti in atto nel mondo arabo. Soltanto una duratura destabilizzazione dell’Arabia Saudita in quanto maggiore produttore mondiale di petrolio comporterebbe ripercussioni negative per il nostro Paese a livello di approvvigionamento energetico. Il prezzo del petrolio, per contro, reagisce di norma con grande facilità a eventuali fluttuazioni dell’offerta e può salire a un livello gravido di conseguenze per l’economia svizzera anche in mancanza di pregiudizi per l’approvvigionamento energetico. 1. Estremismo violento e terrorismo a sfondo etnico-nazionalistico ic Polit a / E co n o m i a / D i f e s a Guerra convenzionale in Europa Minaccia nucleare Sicurezza energetica Primavera araba Pressioni sulla Svizzera PKK Al-Qaida e le sue LTTE diramazioni regionali Spionaggio economico Attivismo cibernetico Sorveglianza di cittadini stranieri in Svizzera Spionaggio contro interessi in materia di politica di sicurezza della Svizzera ro gi Cybcontro le Minacce infrastrutture aktivi critiche LTTE ag r Te o Al-Qaida e le sue diramazioni regionali ris on E s t rem z i one PKK Terrorismo endogeno Terrorismo endogeno Corea del Nord Iran Estremismo di sinistra Estremismo animalista extremismus l i f e ra Estremismo di destra Pr o i s mo Svizzeri all'estero pi m o S r Te ro ris M in Bedroh In acckritischer en Guerra cibernetica m ello sp azio cibern etic o o Bed ro h u n R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 27 ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | SITUAZIONE SITUA ZIONE Due organizzazioni al centro della scena in Svizzera: PKK e LTTE Nell’ambito dell’estremismo violento e del terrorismo a sfondo etnico-nazionalistico costituiscono da anni una minaccia per la sicurezza interna della Svizzera primariamente due organizzazioni: il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e le Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE). Nel caso delle LTTE, la presenza è attualmente ridotta a quel che rimane delle rispettive strutture e a filiazioni successive. Forte aumento del numero di attentati del PKK in Turchia In Turchia è stato avviato da tempo un dialogo tra la corrente moderata del PKK e le autorità turche. L’ala radicale del PKK ha opposto il suo rifiuto alle trattative. Nell’estate e nell’autunno 2011 il numero di azioni violente del PKK sul suolo turco ha registrato di conseguenza un ulteriore forte aumento: hanno ripetutamente avuto luogo azioni di guerriglia (in parte con elevate perdite per entrambe le parti, i ribelli del PKK e le forze armate turche), rapimenti di militari e di esponenti delle autorità nonché attentati in zone urbane e, in rari casi, anche in aree turistiche rurali. Una decina di turisti sono stati per esempio lievemente feriti in un attentato perpetrato ad Antalya a fine agosto 2011. Alcuni attentati sono stati rivendicati dai «Falchi della libertà del Kurdistan» (TAK), vicini al PKK. In seguito alle operazioni e rappresaglie militari governative e a causa della mancata concessione del diritto di visita agli avvocati del capo del PKK, Abdullah Öcalan, attualmente in detenzione, si è registrato in Europa, a partire dall’autunno 2011, un elevato numero di proteste, scontri e occupazioni, in parte accompagnati da episodi di violenza. A prescindere da qualche scontro e attrito di lieve entità, in Svizzera le azioni di protesta si sono sinora svolte in gran parte in maniera pacifica. Isolate informazioni, rimaste sinora senza conferma, riguardo a campi di addestramento in Svizzera lasciano supporre che il PKK prosegua le sue attività sul suolo svizzero. Inoltre, nell’estate 2011 è stato arrestato in Svizzera, in virtù di un mandato di cattura emesso dalla Germania, un presunto dirigente dell’organiz- RUSSIA Mar Caspio Mar Nero GEORGIA Istanbul REGIONI ABITATE DA CURDI ANKARA Izmir ARMENIA AZERBAIGIAN TURCHIA Tabriz Diyarbakir Antalya Adana Mossul Kirkuk CIPRO Mar Mediterraneo 200 km 28 SIRIA LIBANO IRAN IRAQ DAMASCO BAGHDAD ISRAELE R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C GIORDANIA SIC ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | SITUAZIONE zazione giovanile del PKK, Komalen Ciwan, attiva su tutto il continente europeo. Arresti e perquisizioni in relazione con il PKK hanno avuto luogo recentemente, in particolare in Italia, Francia, Germania e Belgio. Poche attività delle LTTE e delle loro filiazioni Nella comunità della diaspora tamil non si registrano più da mesi attività di rilievo delle LTTE e delle loro filiazioni. Hanno avuto luogo alcune commemorazioni ravvicinabili alle LTTE; sono stati inoltre riscontrati indizi secondo cui singoli ex quadri delle LTTE continuerebbero a diffondere materiale di propaganda e sarebbero tuttora in corso operazioni di raccolta di denaro. Nell’ambito di un’operazione condotta a livello nazionale contro la diramazione svizzera delle LTTE, l’11 gennaio 2011 sono state arrestate dieci persone di origine tamil, tra cui diversi presunti quadri delle LTTE. Le persone arrestate sono accusate di partecipazione e sostegno a un’organizzazione criminale, riciclaggio di denaro, estorsione e coazione. Otto persone sono state poste per un certo periodo in detenzione preventiva. L’inchiesta penale avviata nel maggio 2009 dal Ministero pubblico della Confederazione è ancora in corso. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 29 ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | VALUTAZIONE VALUTA ZIONE Evoluzione generale dipendente dalla situazione nei Paesi d’origine L’evoluzione dei gruppi di estremisti violenti e terroristi stranieri a sfondo etnico-nazionalistico attivi in Svizzera dipende in primo luogo dalla situazione nella rispettiva madrepatria e dall’entità della corrispondente comunità di diaspora in Svizzera in quanto potenziale bacino di reclutamento per gruppi estremistici. In tale ambito il sostegno a simili gruppi può giungere su base volontaria, ma è noto che i membri delle comunità di diaspora subiscono pressioni talvolta massicce affinché sostengano una determinata organizzazione. Un’escalation delle attività terroristiche o violente nella madrepatria non deve però per forza condurre direttamente a un aumento delle attività nella diaspora. Grazie a estese reti di contatto, tra cui figurano non da ultimo le organizzazioni giovanili, simili gruppi sono tuttavia in grado di riavviare, in tempi brevi nonché con pochi o senza segni anticipatori, attività di estremismo violento o terroristiche anche dopo un lungo periodo di inattività. Per quanto concerne il PKK, sussiste tuttora il rischio di puntuali azioni violente contro obiettivi turchi quali manifestanti, organizzazioni, attività commerciali private e rappresentanze ufficiali. È ugualmente possibile che Curdi diventino vittime di attivisti turchi. Nelle aree turistiche della Turchia il pericolo di attentati è aumentato dall’estate 2011. Simili attentati possono colpire anche turisti svizzeri. Nello Sri Lanka, dove le LTTE sono state in massima parte annientate, la situazione in materia di sicurezza si è stabilizzata. Tuttavia, alcune cerchie di ex membri delle LTTE continuano, anche in Svizzera, a mantenere in vita una rete internazionale. Volantino in occasione della commemorazione annuale degli eroi a Friburgo, 27 novembre 2011 30 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | PROSPETTIVE PROSPET TIVE L’impazienza dei Curdi potrebbe condurre all’uscita dal PKK di elementi radicali Nonostante la nuova ondata di violenza registrata nella seconda metà del 2011, il Governo turco ha proseguito la sua duplice strategia consistente, da un lato, in un processo di modifica costituzionale e di negoziazione volto a migliorare la situazione della minoranza curda e, dall’altro, nell’adozione di una linea di fermezza nei confronti del PKK (classificato come organizzazione terroristica) evitando, nella misura del possibile, ripercussioni sulla popolazione civile. Questa duplice strategia ha lo scopo di indebolire il PKK e di favorire nel contempo gli sforzi di integrazione della minoranza curda messi in atto dalle autorità. Molto dipenderà dal successo degli sforzi del Partito curdo per la Pace e la Democrazia di distanziarsi ulteriormente nei prossimi anni dal PKK per potere avviare come interlocutore autonomo un dialogo con il partito di governo, il Partito per la giustizia e lo sviluppo. Per contro, la summenzionata strategia alimenta tensioni e lotte interne al PKK tra la corrente disponibile al dialogo e i fautori del proseguimento della lotta di guerriglia. Una scissione in seno ai vertici del PKK condurrebbe a un aumento della minaccia terroristica in Turchia con ripercussioni per l’Europa e la Svizzera. Le dimostrazioni di Curdi in Svizzera si svolgono per lo più pacificamente, Basilea, 8 febbraio 2012 R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 31 ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | PROSPETTIVE Ruolo centrale della comunità di diaspora per il PKK La comunità della diaspora curda in Europa continua a svolgere un ruolo centrale per il PKK negli ambiti della propaganda, della raccolta di fondi, del reclutamento e dell’istruzione. Il PKK è fondamentalmente tuttora in grado di mobilitare, in funzione dell’evoluzione del conflitto in Turchia, in poco tempo un gran numero di propri seguaci nella comunità della diaspora curda. Lo strumento preferito dell’organizzazione a tal fine è rappresentato dalla gioventù curda. Di conseguenza, eventuali azioni violente in Svizzera sarebbero con ogni probabilità commesse soprattutto da gruppi di giovani curdi. Tuttavia, fintantoché il conflitto in patria non registra un’ulteriore escalation, è improbabile un maggior ricorso alla violenza in occasione di manifestazioni o azioni spontanee. Un acuirsi della situazione sul breve termine, l’impressione che il numero di vittime tra i membri del PKK nei territori curdi sia in aumento e il protrarsi del silenzio sullo stato di salute di Öcalan potrebbero tuttavia, in ogni momento, rendere di nuovo maggiormente incline alla violenza la comunità della diaspora curda in Europa, Svizzera compresa. In caso di aggravamento dei problemi di salute di Öcalan o di un suo decesso in prigionia, sono prevedibili azioni di protesta violente e attentati sull’intero continente europeo. Volantino in occasione di una manifestazione di Curdi, Basilea, 8 febbraio 2012 32 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO A SFONDO ETNICO-NAZIONALISTICO | PROSPETTIVE Statuto tuttora incerto della minoranza etnica nello Sri Lanka Sinora non è stato riscontrato alcun segno di chiarificazione dello statuto della popolazione tamil nello Sri Lanka. Se tra la minoranza tamil dovesse diffondersi l’impressione che la situazione economica e politica non è destinata a migliorare in un futuro prevedibile, ne potrebbero conseguire nuove proteste violente e un rinnovato appoggio a un movimento separatista potenzialmente terroristico. La popolosa comunità della diaspora tamil potrebbe in tal caso nuovamente solidarizzare con la popolazione nello Sri Lanka e una parte di essa, eventualmente, anche con un nuovo gruppo separatista. Volantino con immagine del defunto capo delle LTTE Prabakharan relativo a una dimostrazione tamil a Ginevra, 19 settembre 2011 R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 33 2. Estremismo violento e terrorismo di matrice jihadista ic Polit a / E co n o m i a / D i f e s a Guerra convenzionale in Europa Minaccia nucleare Sicurezza energetica Primavera araba Pressioni sulla Svizzera PKK ro LTTE Attivismo cibernetico Sorveglianza di cittadini stranieri in Svizzera Spionaggio contro interessi in materia di politica di sicurezza della Svizzera ris Cybcontro le Minacce infrastrutture aktivi critiche gi r Te Al-Qaida e le sue LTTE diramazioni regionali Spionaggio economico o Al-Qaida e le sue diramazioni regionali ag PKK Terrorismo endogeno on E s t rem z i one Terrorismo endogeno Corea del Nord Iran Estremismo di sinistra Estremismo animalista extremismus l i f e ra Estremismo di destra Pr o i s mo Svizzeri all'estero pi m o S r Te ro ris M in Bedroh In acckritischer en Guerra cibernetica m ello sp azio cibern etic o o Bed ro h u n R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 35 ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | SITUAZIONE SITUA ZIONE Due Svizzeri vittime del terrorismo jihadista Il 28 aprile 2011 è stato perpetrato un attentato dinamitardo contro un caffè di Marrakech particolarmente apprezzato dai turisti. 17 persone sono rimaste uccise e oltre 20 ferite. Tra le vittime si trovavano due cittadini svizzeri (un uomo e una donna) e un cittadino portoghese residente in Svizzera. L’attentato non è stato rivendicato; Al-Qaida si è pubblicamente dissociata dall’atto. Nell’ambito delle indagini la polizia marocchina ha individuato una rete locale facente riferimento al movimento jihadista internazionale e ha arrestato gli autori dell’attentato. Quest’ultimo è stato oggetto anche di un’inchiesta avviata dal Ministero pubblico della Confederazione. Alla fine del mese di ottobre del 2011 l’accusato principale è stato condannato in prima istanza alla pena di morte da un tribunale marocchino; diverse altre persone coinvolte nei fatti sono state condannate a pene detentive da un minimo di due anni fino all’ergastolo. Diversi cittadini svizzeri ostaggi di gruppi jihadisti Dal mese di marzo 2012 sono di nuovo liberi i due cittadini svizzeri (un uomo e una donna) rapiti all’inizio di luglio del 2011 nella provincia pakistana del Belucistan, dove si erano recati nonostante gli avvertimenti espressi dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nei suoi consigli di viaggio. Nel febbraio 2012 un altro cittadino svizzero è stato rapito nell’arcipelago di Sulu, nelle Filippine, anch’esso una zona di cui è sconsigliata la visita ai turisti. Nelle Filippine i rapimenti sono spesso motivati da ragioni primariamente criminali, ma l’organizzazione terroristica islamica Abu Sayyaf è regolarmente coinvolta in rapimenti di cittadini occidentali. Gli sforzi volti a liberare l’ostaggio erano ancora in corso al termine della redazione del presente rapporto. Contrariamente agli anni precedenti, durante l’anno in esame nessun cittadino svizzero è stato vittima di attacchi o rapimenti e nessun interesse svizzero è stato oggetto di attentati da parte di Al-Qaida nel Ma- Veicolo dei due Svizzeri rapiti in Pakistan, luglio 2011 36 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | SITUAZIONE ghreb islamico (AQMI). Nel periodo in esame sono però stati rapiti nell’area operativa dell’organizzazione, il Sahel, diversi cittadini europei. In occasione di un rapimento, avvenuto nel novembre 2011 a Timbuctu (Mali), è stato ucciso un cittadino tedesco. Al-Qaida sotto forte pressione militare anche dopo la morte di Bin Laden Il 2 maggio 2011 il capo di Al-Qaida, Osama Bin Laden, è stato ucciso da forze speciali statunitensi nella località di Abottabad in Pakistan. I membri del nucleo di Al-Qaida, in maggioranza attivi nella zona di confine tra l’Afghanistan e il Pakistan, sono costantemente incalzati da attacchi americani mediante drone e da operazioni delle forze di sicurezza pakistane. Il 22 agosto 2011 è stato ucciso in un attacco americano mediante drone Atiyah Abd al-Rahman (32 anni, originario della Libia), considerato il numero due del nucleo di Al-Qaida dopo la morte di Osama Bin Laden. Inoltre, secondo quanto riportato dai media, il 4 settembre 2011 è stato arrestato Sheikh Yunis al-Mauretani e l’11 settembre 2011 è stato ucciso Abu Hafs alShahri. In tutti e tre i casi appena menzionati si è trattato di membri del nucleo di Al-Qaida attivi a livello operativo. Nel mese di settembre del 2011 sono stati uccisi nello Yemen Anwar al-Awlaki, predicatore jihadista conosciuto a livello internazionale e appartenente ai vertici dell’AQPA, e Samir Khan, produttore della rivista dell’AQPA in lingua inglese «Inspire». Secondo fonti americane, entrambi sono stati uccisi nell’ambito di attacchi mediante drone. Titolare di un passaporto yemenita, Al-Awlaki era inoltre in possesso di un passaporto statunitense. Aumento dei viaggi con finalità jihadiste A livello europeo si è registrato un aumento dei viaggi con finalità jihadiste. Il numero di casi individuati è in aumento anche in Svizzera. Sulla base dei dati ufficiali, che continuano a situarsi a un basso livello, e delle ipotesi sui dati sommersi non si può tuttavia concludere con certezza che vi sia stato un incremento dei viaggi con finalità jihadiste specificatamente a partire dalla Svizzera. Al SIC sono note diverse persone in passato residenti in Svizzera e attualmente in aree del mondo terreno di jihad, quali la Somalia, l’Afghanistan e il Pakistan, al fine di partecipare ad azioni di combattimento. Primo attentato jihadista con conseguenze mortali in Germania Il 2 marzo 2011 un musulmano di origini kosovare ha perpetrato all’aeroporto di Francoforte un attentato contro un autobus che trasportava militari americani. Due militari statunitensi sono rimasti uccisi e altri due hanno subìto gravi ferite. Si è trattato del primo attentato a sfondo jihadista con conseguenze mortali commesso in Germania. L’autore, un uomo di 21 anni residente in Germania dal 1991, lavorava temporaneamente come ausiliario presso il centro postale internazionale dell’aeroporto di Francoforte. Sulla persona dell’attentatore non erano noti alle autorità né precedenti penali né fatti rilevanti in materia di sicurezza. Secondo fonti della polizia, per la sua radicalizzazione ha avuto un luogo determinante Internet. Jihadismo in Internet: screenshot, 2011 R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 37 ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | VALUTAZIONE VALUTA ZIONE La morte di Bin Laden: un duro colpo per Al-Qaida Il nucleo di Al-Qaida, con sede nella zona di confine tra l’Afghanistan e il Pakistan, e il movimento jihadista in genere hanno perso un’importante figura simbolica con la morte di Osama Bin Laden. Indebolito già in precedenza dalla perdita di diverse figure di spicco, il nucleo di Al-Qaida dipenderà in futuro in misura ancora maggiore dalla collaborazione con organizzazioni locali. Anche senza Bin Laden continuerà a perseguire l’obiettivo di diffondere ulteriormente a livello internazionale, tramite Internet, la propria ideologia della jihad globale, nonché di conservare un ruolo dominante nell’ambito della propaganda quale fonte di ispirazione per organizzazioni jihadiste e individui isolati. Sia l’AQMI sia l’AQPA, come pure l’organizzazione somala «Al-Shabaab» – dichiaratasi nel febbraio 2012 parte di Al-Qaida e riconosciuta come tale dal successore di Bin Laden, Ayman al-Zawahiri –, si ispirano in gran parte all’ap- proccio globale del nucleo di Al-Qaida, pur essendo in massima parte autonome a livello operativo. Sahel: rischio di rapimenti da parte dell’AQMI tuttora elevato Negli scorsi anni l’AQMI ha ripetutamente rapito cittadini occidentali. La situazione in materia di sicurezza è ulteriormente peggiorata sulla scia della Primavera araba, a causa dell’elevata quantità di armi trafugate dalle riserve dell’ex regime libico e confluite, tra l’altro, nel Sahel. Il rischio di essere rapiti nel Sahel è in generale ancora elevato. Le attuali necessità finanziarie dell’AQMI inducono l’organizzazione a rapire in maniera mirata cittadini di Stati occidentali suscettibili di versare somme di riscatto. L’approccio globale dell’AQMI potrebbe inoltre radicalizzare in futuro persone provenienti dal Maghreb e residenti in Europa. Quest’ultime potrebbero tentare di entrare in contatto con l’AQMI per mettersi al suo servizio o commettere atti violenti di propria iniziativa e in autonomia rispetto all’AQMI e al nucleo di Al-Qaida. Propaganda di livello professionale dell’AQPA L’AQPA è un’ulteriore diramazione regionale di Al-Qaida che si riconosce in una strategia antioccidentale. Anche in futuro cercherà, cogliendo le occasioni del momento, di perpetrare attentati ad ampia risonanza mediatica contro obiettivi occidentali. Tra i tentativi sinora messi La rivista di propaganda di Al-Qaida tratta la morte di Osama Bin Laden, estate 2011 38 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | VALUTAZIONE in atto a tal fine figurano ad esempio il fallito attentato contro un volo americano nel Natale 2009 e l’invio dei pacchi bomba ritrovati nell’ottobre 2010, su indicazioni di intelligence, all’East Midlands Airport nel Regno Unito e all’aeroporto di Dubai. Non è chiaro se la propaganda dell’AQPA, condotta a livello professionale – segnatamente per mezzo della rivista elettronica in lingua inglese «Inspire» –, potrà consentire all’organizzazione di mantenere la sua importanza nella diffusione dell’ideologia jihadista anche dopo la morte di Awlaki e Khan. inoltre il rischio che anche persone residenti in Europa e in Svizzera si ispirino a jihadisti europei istruiti all’estero e rientrati nei rispettivi Paesi e siano da essi reclutate e impiegate per creare reti di contatti locali. Parimenti, europei istruiti in Pakistan o in Somalia potrebbero in futuro effettuare operazioni terroristiche anche direttamente sul suolo europeo. Da un’analisi dei casi riscontrati in Svizzera risulta che le persone inclini alla jihad non presentano un profilo unitario, con conseguenti difficoltà per l’individuazione di viaggi con finalità jihadiste. Ritorno nel Paese di partenza di jihadisti formati in campi di addestramento all’estero: notevole rischio per la sicurezza Le persone che si spostano sul globo con intenti jihadisti rappresentano un notevole rischio anche per la sicurezza degli Stati occidentali. Durante la permanenza in aree di combattimento sussiste il rischio che simili persone inclini alla jihad partecipino ad operazioni contro truppe occidentali o siano impiegate per perpetrare attentati contro interessi occidentali e contro la popolazione civile locale. Inoltre, simili persone guadagnate alla causa della jihad nuocciono all’immagine e agli interessi del loro Paese di origine, esposto a eventuali pressioni da parte dei Paesi direttamente danneggiati. Sussiste Terrorismo endogeno: una minaccia reale, ma difficile da valutare La minaccia jihadista per l’Europa non è dovuta soltanto a organizzazioni legate o facenti riferimento al nucleo di Al-Qaida, bensì anche a gruppi autonomi e individui isolati la cui radicalizzazione ha avuto luogo in parte direttamente in Europa. Anche questi possono ispirarsi alla propaganda diffusa dal nucleo di Al-Qaida e dalle sue diramazioni e tentare di eseguire attentati sul continente europeo. Che la minaccia rappresentata da individui isolati («homegrown terrorists» o terroristi endogeni) sia reale in Europa è dimostrato dall’attentato suicida dell’11 dicembre 2010 nel centro di Stoccolma e dall’attentato eseguito a Francoforte il 2 mar- Nucleo di Al-Qaida Oceano Atlantico Mar TUNISIA MAROCCO ALGERIA PAKISTAN ARABIA SAUDITA sso NIGER AFGHANISTAN ISI o r R MALI IRAQ eo LIBIA AQMI MAURITANIA terran Ma Sahara Occidentale Medi AQPA YEMEN Mar Arabico Shabaab Panoramica delle aree operative e delle diramazioni di Al-Qaida SOMALIA Area operativa Oceano Indiano SIC R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 39 ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | VALUTAZIONE zo 2011 contro membri dell’aeronautica militare statunitense. Il grado di probabilità di attentati terroristici perpetrati da individui isolati non può essere stimato con esattezza e simili attentati non possono essere evitati in tutti i casi. Interessi svizzeri minacciati soprattutto all’estero La minaccia diretta per la Svizzera non ha subìto alcun cambiamento in seguito alla morte di Bin Laden. Secondo le valutazioni attuali del SIC, la Svizzera non rientra a tutt’oggi tra i principali obiettivi del nucleo di Al-Qaida o delle sue diramazioni regionali; l’esecuzione di attentati è tuttavia ancora possibile in presenza di opportunità favorevoli. La propaganda antioccidentale di Al-Qaida potrebbe indurre singoli jihadisti a diventare attivi anche sul suolo svizzero, contro interessi sia svizzeri sia stranieri. Benché sinora non siano stati riscontrati indizi concreti di piani di attentati, va impedito, tra l’altro, un impiego della Svizzera come bacino di reclutamento, rifugio e settore di preparazione di attività terroristiche. Inoltre, non è possibile escludere che cittadini svizzeri figurino tra le vittime di attentati terroristici all’estero, come è stato il caso per l’attentato perpetrato a Marrakech il 28 aprile 2011. Anche il rischio di rapimenti rimane elevato in diverse aree del globo, segnatamente nel Sahel, in determinate zone del Pakistan e nelle Filippine. Radicalizzazione jihadista in Internet Probabilmente nessuna ideologia estremista fa un uso così intenso di Internet come il jihadismo. I risultati del monitoraggio di Internet da parte del SIC e dell’Ufficio federale di poli- 40 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C zia (fedpol) documentano l’elevata importanza di Internet nella radicalizzazione. L’attentato compiuto a Francoforte il 2 marzo 2011 da un individuo isolato contro militari americani ha ad esempio riscosso un vasto consenso presso i visitatori di fori Internet di ispirazione jihadista. Contrariamente ai membri di organizzazioni e reti jihadiste, che per la preparazione e l’esecuzione di un’operazione rimangono in contatto tra di loro per un lungo periodo, simili individui isolati possono essere individuati per tempo dalle autorità di sicurezza soltanto con grande difficoltà. Questa circostanza è sfruttata anche dal nucleo di Al-Qaida e dalle sue reti di contatto, che diffondono su Internet la loro propaganda antioccidentale incitando i musulmani residenti in Occidente a eseguire in loco attentati in nome della jihad, senza doversi recare per la jihad in una delle aree di combattimento quali l’Afghanistan. Anche in Svizzera sono state individuate su social network virtuali quali Facebook persone chiaramente collocabili nell’area ideologica islamistica e che apparentemente non presentano contatti diretti con reti jihadiste nel mondo reale. Per favorire, sulla base dei riscontri risultanti dalla sorveglianza della Rete, l’ulteriore adozione di misure preventive e repressive nella lotta contro l’estremismo violento e il terrorismo di matrice jihadista, proseguono in seno al SIC e a fedpol i lavori di ampliamento del monitoraggio in Internet del settore «jihadismo», avviati nel 2011. ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | Consigli di viaggio del DFAE Consigli di viaggio del DFAE I consigli di viaggio rilasciati dal DFAE per 157 Paesi sono consultati sulla pagina Internet del Dipartimento circa 1,6 milioni di volte all’anno e dal mese di agosto del 2011 sono ottenibili anche per mezzo di Twitter. Per i Paesi dell’Europa occidentale non sono rilasciati consigli di viaggio. Nei consigli di viaggio è fornita una valutazione sulle condizioni di sicurezza ampiamente fondata e focalizzata sugli ambiti della politica e della criminalità. ▪▪ Poiché le persone che intendono recarsi in viaggio all’estero si trovano talvolta di fronte a un gran numero di informazioni contraddittorie e non sempre facilmente valutabili, è fornito loro, mediante i consigli di viaggio, un valido aiuto per la scelta della destinazione delle vacanze. ▪▪ Poiché, grazie alle ambasciate e ai consolati, dispone di una buona rete di contatti all’estero, il DFAE è in grado di allestire valutazioni ponderate delle situazioni. Nei consigli di viaggio confluiscono anche informazioni provenienti da altri servizi federali, per esempio dal Servizio delle attività informative della Confederazione. I consigli di viaggio comprendono raccomandazioni riguardo a misure cautelari per la riduzione dei rischi, ▪▪ perché il DFAE ha ricevuto dal Consiglio federale l’incarico di rendere attenti a possibili rischi in occasione di viaggi all’estero; ▪▪ perché il Dipartimento desidera che i sogni di vacanza non si trasformino in incubi e ▪▪ perché i rischi possono essere ridotti soltanto se sono noti. In casi estremi il DFAE sconsiglia di recarsi in determinate zone o in determinati Paesi, ▪▪ perché, a causa delle particolari situazioni di pericolo, ritiene troppo rischiosi i viaggi verso le destinazioni indicate e ▪▪ perché spesso il DFAE non ha accesso o ha soltanto un accesso limitato a zone di crisi e pertanto non può o può soltanto in misura limitata fornire un sostegno ai concittadini. ▪▪ Poiché non persegue interessi finanziari, il DFAE è considerato una fonte indipendente e affidabile dal settore viaggi e dalla popolazione. In Internet sui siti: www.dfae.admin.ch/viaggi www.eda.admin.ch/reisehinweise www.dfae.admin.ch/voyages www.twitter.com/travel_edadfae R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 41 ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | PROSPETTIVE PROSPET TIVE La Svizzera non figura tuttora tra gli obiettivi principali dei jihadisti I gruppi jihadisti intrattengono spesso contatti internazionali e possono contare su simpatizzanti in tutto il continente europeo. I Paesi europei che partecipano a operazioni militari in territori musulmani sono particolarmente esposti al rischio di attentati. A causa dell’esigua entità dei suoi impegni militari all’estero, la Svizzera non è stata designata tra gli obiettivi principali di attentati di matrice jihadista. Tuttavia, non è possibile escludere attentati nel nostro Paese, soprattutto da parte di individui isolati radicalizzati. Va comunque sottolineato che, rispetto all’eventualità di attentati di matrice jihadista in Europa occidentale, è tuttora più probabile che cittadini o interessi occidentali siano bersaglio di atti terroristici (attentati dinamitardi, omicidi, rapimenti, ecc.) al di fuori dell’Europa. Ostilità nei confronti dell’islam: possibile pretesto per attacchi jihadisti anche in Svizzera Oltre alla presenza militare su territori musulmani, il presunto o reale atteggiamento critico nei confronti dell’islam figura sempre più spesso tra le possibili giustificazioni dell’eventuale esecuzione di attentati. La minaccia per la Svizzera non ha registrato sostanziali cambiamenti dall’approvazione dell’iniziativa popolare «Contro l’edificazione di minareti». L’eco mediatico del divieto di costruzione di minareti è, nel complesso, notevolmente diminuito dall’inizio del 2010. La questione è trattata soltanto ancora in casi isolati e nel contesto di discussioni concernenti altri atteggiamenti considerati ostili all’islam. Nei fori Internet jihadisti non suscita tuttora grande interesse. Il consolidamento dell’impressione che la Svizzera e la sua popolazione siano ostili all’islam potrebbe fornire a jihadisti un motivo per compiere un attentato. Un’eventuale strumentalizzazione da parte di cerchie islamiche radicali del divieto di edificazione di minareti, con conseguenti atti di violenza, non può pertanto essere esclusa sul Propaganda jihadista su Internet in Svizzera 42 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO VIOLENTO E TERRORISMO DI MATRICE JIHADISTA | PROSPETTIVE lungo termine, soprattutto in caso di collegamenti con tematiche analoghe (per esempio un possibile divieto del burqa). Tuttavia, dalle informazioni disponibili non risultano a tutt’oggi indizi concreti di un aumento della minaccia per la Svizzera. Il rientro in Svizzera di jihadisti addestrati all’estero: una notevole sfida per le autorità di sicurezza In Svizzera si registrano diversi casi di persone recatesi all’estero per scopi jihadisti. Secondo i dati attualmente disponibili, per il momento nessuna di esse è tornata nel nostro Paese. Ciononostante, è del tutto possibile che anche la Svizzera debba in futuro gestire questa problematica: le autorità sono quindi costrette a prepararsi a questa eventualità. A ciò va aggiunto che ulteriori spostamenti indisturbati dal nostro Paese verso aree con presenza jihadista, o addirittura un aumento del numero complessivo di simili viaggi, potrebbero ripercuotersi negativamente sull’immagine della Svizzera. Le limitate possibilità di accertamento rendono difficoltosa la sorveglianza preventiva di reti finalizzate alla radicalizzazione e al reclutamento. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 43 3. Estremismo di destra, estremismo di sinistra e estremismo animalista ic Polit a / E co n o m i a / D i f e s Primavera Frühling araba Pressioni sulla Svizzera Estremismo animalista AlLTTEQ id PKK Al-Qaida e le sue diramazioni regionali d Spionaggio economico Attivismo cibernetico Sorveglianza di cittadini stranieri in Svizzera Spionaggio contro interessi in materia di politica di sicurezza della Svizzera gi r Te o HomegrownTerroristen PKK Terrorismo endogeno Corea del Nord Iran Estremismo Estremismo di sinistra di sinistra z i one E s t rem Estremismo di destra l i f e ra i s mo Sicurezza energetica Arabisch Svizzeri all'estero Estremismo animalista Terrorismo endogeno Minaccia nucleare Pr o ris ag on ro Minacce contro le infrastrutture critiche m pi E s t re m i s mo Schweizer im Ausland Estremismo di destra a Guerra convenzionale in Europa o S M in Guerra cibernetica a cce nello sp azio ciberne t i co R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 45 ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE SITUA ZIONE Eventi: cifre in calo Negli ultimi anni non vi è stato praticamente alcun cambiamento nel potenziale di violenza dell’estremismo di destra, di sinistra e animalista in Svizzera. Attualmente si registrano azioni violente quasi esclusivamente da parte degli estremisti di sinistra, mentre l’estremismo violento di destra e l’estremismo animalista quasi non manifestano il loro potenziale di violenza. Descrivere il fenomeno in termini statistici è praticamente impossibile, poiché i fatti che dovrebbero essere inclusi in una statistica sono troppo eterogenei: una lettera esplosiva in grado di causare almeno una vittima è infatti ben altra cosa rispetto al danneggiamento della facciata di un edificio. Le cifre consentono comunque di cogliere una prima impressione. Nel 2011 il SIC è venuto a conoscenza di 51 episodi legati agli ambienti dell’estremismo di destra e di 244 episodi legati agli ambienti dell’estremismo di sinistra (i casi di semplici imbrattature non sono considerati). Nel campo dell’estremismo di sinistra si registra un lieve calo, mentre nel campo dell’estremismo di destra si prolunga una tendenza già in atto da parecchi anni e ulteriormente accentuatasi nel secondo semestre del 2010. Estremismo di sinistra 227 222 254 214 220 Si sono registrati episodi di violenza nel 45 per cento degli eventi legati agli ambienti dell’estremismo di sinistra e in un buon terzo degli eventi ascritti all’estremismo di destra. Nel 2011 gli estremisti animalisti non hanno commesso atti di violenza nell’ambito delle loro campagne, ma alcuni di essi hanno partecipato a campagne violente condotte dagli ambienti dell’estrema sinistra. La gamma delle forme di violenza è molto ampia e la qualità degli atti di violenza è molto variabile. Le forme di violenza spaziano dagli attentati mediante lettere bomba alle risse e alle imbrattature di edifici; sotto il profilo della qualità, si passa dalla violenza esercitata in modo mirato nel contesto di campagne e dalla violenza contro bersagli scelti in modo più o meno arbitrario, senza applicare criteri generali di successo, ad atti di violenza contestuale nell’ambito della realtà quotidiana che non hanno più quasi nulla a che fare con il fenomeno dell’estremismo violento. Estremismo di destra: scarsa visibilità attuale Gli episodi di violenza dell’estrema destra sono attualmente infrequenti; accanto a scontri con estremisti di sinistra o a danneggiamenti, Estremismo di destra 250 244 200 Numero complessivo di eventi 147 126 150 127 110 109 113 Numero di eventi violenti 109 109 64 76 58 55 24 SIC 46 2006 2007 2008 2009 2010 2011 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C 100 85 32 13 51 50 18 2006 2007 2008 2009 2010 2011 0 Eventi motivati dall’estremismo di destra o di sinistra segnalati al SIC dal 2006 (senza i casi di imbrattature) ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE si registrano tutt’al più risse con il coinvolgimento di estremisti di destra a tarda ora in locali pubblici o durante feste. I tafferugli di cui ha avuto notizia il SIC nel 2011 sono pochi. Pur essendovi tra questi anche casi di provocazioni da parte dell’estrema destra nei confronti di stranieri o conclusisi con il ferimento grave della vittima, il ricorso alla violenza pare circoscritto a determinate situazioni e non manifesta un carattere strategico. In Svizzera gli attacchi riconducibili a una strategia, ad esempio campagne intimidatorie, risalgono ormai a molti anni fa. Attacchi di questo tipo potrebbero, ad esempio, essere diretti contro centri per richiedenti l’asilo oppure contro la popolazione straniera. Negli ambienti dell’estrema destra continuano comunque a svolgersi war games e giochi di combattimento nonché cosiddetti corsi di autodifesa e di «aiuto al camerata»; a questo proposito, nel 2011 si è registrato il caso di un cittadino germanico che ha cercato di importare senza dichiarazione 20 manganelli e capi di vestiario militari. La propensione per le armi caratterizza tuttora l’estrema destra; i riscontri perlopiù casuali effettuati in occasione di perquisizioni domiciliari indicano che negli ultimi anni la quantità di armi funzionanti in possesso degli ambienti di estrema destra è notevolmente aumentata. Questi ambienti si tengono sostanzialmente nascosti ormai da anni, ma continuano le loro attività, ad esempio concerti di skinhead e serate tra camerati. Nel 2011 si è comunque registrato in Svizzera un solo concerto di skinhead e a metà gennaio 2012 il gruppo Indiziert, contrariamente alle abitudini descritte sopra, ha pubblicizzato la propria esibizione. La «cellula di Zwickau» Nella prima metà del mese di novembre 2011 è stata scoperta in Germania la cosiddetta «cellula di Zwickau», autodefinitasi «underground nazionalsocialista» (Nationalsozialistischer Untergrund). La cellula è ritenuta responsabile dell’uccisione di almeno dieci persone (otto piccoli imprenditori turchi, uno greco e una agente di polizia), di due attentati alla bomba perpetrati nella città di Colonia e di un numero imprecisato di rapine in banca. Il materiale probatorio rinvenuto è ingente. Tra gli esponenti dell’estrema destra svizzera e germanica intercorrono da lungo tempo rapporti personali. Sono note anche le relazioni degli estremisti di destra svizzeri con il Partito nazionaldemocratico tedesco e con estremisti di destra della Turingia. Sinora non sono però emersi rapporti personali diretti tra l’estrema destra svizzera e i presunti autori dei crimini ascritti alla cellula di Zwickau. Si sa tuttavia che l’arma impiegata in nove omicidi è di fabbricazione ceca ed è stata venduta a un armaiolo svizzero. Al momento della chiusura della redazione il percorso seguito dall’arma dalla Svizzera alla Germania era ancora oggetto di indagini. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 47 ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE Estremismo di destra e di sinistra: rari scontri La propensione alla clandestinità che caratterizza l’estrema destra può essere uno dei motivi che spiega il rarefarsi degli scontri con l’estrema sinistra, contrariamente alla tendenza che si registra in Europa. Nel corso degli ultimi dodici mesi gli esponenti dei due ambienti si sono affrontati soltanto sporadicamente, grazie anche al fatto che nel 2011 non vi sono stati raduni di estremisti di destra in occasione di cerimonie ufficiali, ad esempio in occasione della Festa nazionale o della commemorazione della battaglia di Sempach. Nei casi in cui si è avuto sentore delle previste attività dell’estrema destra, la società civile e l’estrema sinistra hanno reagito, ad esempio il 10 settembre in occasione del primo raduno svizzero del movimento Azione europea. Nonostante la presenza della polizia, il confronto è comunque sfociato in una serie di colluttazioni. Gli episodi di violenza tra estrema destra ed estrema sinistra sono spesso derivati dagli atteggiamenti assunti da quest’ultima, ad esempio il 6 marzo 2011, quando una trentina di militanti dell’estrema sinistra hanno aggredito sei estremisti di destra del Waldstätterbund con bombolette di spray al pepe. A causa dell’importante potenziale di violenza, le misure di sicurezza adottate dalla polizia, volte a impedire un confronto nel contesto di manifestazioni note, si mantengono a un livello elevato. Estremismo di sinistra: manifestazioni di violenza Il potenziale di violenza degli ambienti dell’estrema sinistra si manifesta in maniera accentuata, e non solo negli scontri con l’estrema destra. Gli estremisti di sinistra attaccano ad esempio regolarmente l’Unione democratica di centro (UDC). Il 21 gennaio 2011 un noto esponente dell’UDC è stato aggredito fisicamente in margine a una dimostrazione organizzata dall’estrema sinistra. Tuttavia, alla chiusura della redazione la cerchia dei sospetti non era ancora nota. Il 2 maggio 2011 a Höngg ZH si è assistito a un tentativo di aggressione fisica ai danni di un esponente dell’UDC; in genere, gli episodi si sono limitati ad azioni di disturbo senza aggressioni fisiche o a danneggiamenti. A parte questi episodi di vie di fatto e rispetto agli anni precedenti, l’estrema sinistra svizzera ricorre ancora frequentemente alla violenza, ma mostra maggiore prudenza. Nondimeno, estremisti di sinistra presumibilmente di origine straniera hanno organizzato attentati a mezzo di lettere bomba anche contro bersagli svizzeri, sia nel nostro Paese sia all’estero. Su questi attentati della Federazione Anarchica Informale ci si soffermerà più avanti, come pure su due ulteriori reati commessi in rapporto con campagne di solidarietà. Nel 2011 il SIC è venuto a conoscenza di due soli episodi di veicoli incendiati da estremisti di sinistra, mentre nel 2009, anno in cui si è registrato un picco di questi epi- Manifestazione non autorizzata della «Antikapitalistische Kampagne» a Berna, 8 ottobre 2011 48 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE sodi, si contarono ben 32 casi. L’ultimo reato commesso a mezzo di dispositivi esplosivi o incendiari non convenzionali (DEINC) – a parte un tentativo nel giugno 2011 non inequivocabilmente attribuibile a estremisti di sinistra – risale al 27 gennaio 2011 ai danni di un albergo di Davos GR. L’attentato è stato perpetrato in relazione al Forum economico mondiale (World Economic Forum – WEF). Come negli anni precedenti, il WEF 2011 si è svolto nella calma, quantunque per la prima volta da anni si siano riuniti proprio a Davos circa 120 dimostranti, tra i quali 30 estremisti di sinistra potenzialmente violenti. Il potenziale di aggressività presente alla manifestazione è risultato maggiore rispetto agli ultimi anni e vi sono stati lanci di bottiglie e pietre in direzione delle forze di polizia da parte di alcuni dimostranti. Nel 2012 il WEF è stato accompagnato da una serie di danneggiamenti, ma, per la terza volta nel nuovo millennio dopo il 2003 e il 2010, non è stato motivo di alcun attentato a mezzo di DEINC. Grazie agli interventi della polizia, le manifestazioni che hanno avuto luogo nell’ambito del WEF in varie località, in particolare a Berna il 21 gennaio 2012, non hanno dato adito a violenze. Nel 2011 è trascorso nella calma anche il 1° maggio, a Zurigo in particolare, grazie alla presenza di un dispositivo di sicurezza organizzato dalla polizia. Anche nel 2011 qualche episodio di violenza ha avuto come punto di partenza la Reitschule di Berna, da dove, in occasione di eventi di poca importanza, hanno avuto origine a più riprese massicci attacchi alle forze di polizia. Estremismo di sinistra: i processi come elemento caratterizzante Globalmente, gli attentati a mezzo di lettere bomba e l’evoluzione della situazione sono la conseguenza dell’arresto, effettuato il 15 aprile 2010, di tre anarchici, di cui due cittadini italiani (un uomo e una donna) e uno svizzero residente in Italia. I tre erano stati fermati alla vigilia di un attentato alla bomba previsto ai danni di un centro di ricerca per le nanotecnologie allora in costruzione a Rüschlikon ZH. L’inchiesta penale e il processo promosso nei confronti dei tre, nel frattempo condannati in prima istanza, e un secondo processo nei confronti di estremisti di sinistra, svoltosi sempre nel 2011 e anch’esso sfociato per ora in una condanna in prima istanza, determinano attualmente le attività degli ambienti dell’estrema sinistra. ▪▪ Il processo nei confronti dei tre summenzionati anarchici si è tenuto dinanzi al Tribunale penale federale di Bellinzona dal 19 al 22 luglio 2011. Il Tribunale ha giudicato i tre colpevoli del pianificato attentato alla bomba e li ha condannati in prima istanza a pene detentive di diversi anni senza condizionale e a pene pecuniarie. ▪▪ Il 28 e 29 settembre 2011 si è svolto a Bellinzona, dinanzi al Tribunale penale federale, il processo nei confronti di due esponenti Lettera minatoria contro il Tribunale penale federale, 21 luglio 2011 R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 49 ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE del Revolutionärer Aufbau Schweiz (RAS), più precisamente della sezione zurighese del movimento (Revolutionärer Aufbau Zürich, RAZ). Le due donne erano accusate di incendio intenzionale. La dirigente del RAS doveva rispondere anche di uso delittuoso di materie esplosive e possesso illegale di armi. I reati in questione sono stati commessi tra il 2002 e il 2007. L’8 novembre 2011 le due imputate sono state condannate in prima istanza rispettivamente a una pena detentiva di 17 mesi senza condizionale e a una pena detentiva di 14 mesi sospesa condizionalmente. Un ulteriore processo, condotto nei confronti di un membro del RAS espulso dal movimento, non ha dato adito a manifestazioni di solidarietà. Nell’aprile 2011 il Tribunale penale federale lo ha condannato tra l’altro per infrazione alla legislazione sugli esplosivi a una pena detentiva con condizionale parziale; la sentenza è passata in giudicato. Gli ambienti dell’estrema sinistra si sono interessati al processo condotto nei confronti dei tre anarchici in misura minore rispetto a quanto ipotizzato in base alle passate esperienze. Ai dibattimenti di Bellinzona erano presenti tra una quarantina e un’ottantina di attivisti, provenienti principalmente dall’Italia; il comportamento degli estremisti di sinistra in aula e sulla pubblica via ha disturbato i dibattimenti soltanto marginalmente. Dopo l’annuncio della sentenza, nella notte dal 22 al 23 luglio si sono registrati atti di violenza di modesta portata a Zurigo. La lettera di rivendicazione degli attentati conteneva minacce nei confronti del giudice e del procuratore federale. Questo atteggiamento prudente ha caratterizzato anche il processo nei confronti delle esponenti del RAS; anche in questo caso non si sono praticamente registrati atti di violenza, salvo qualche episodio di scarsa risonanza. Alla vigilia dei processi, tuttavia, si è assistito a un’ondata di proteste da parte degli ambienti dell’estrema sinistra; si sono svolte regolarmente azioni di strada o dimostrazioni di solidarietà davanti a penitenziari, durante le quali persone con il volto mascherato o in tuta di protezione hanno scandito slogan e acceso fuochi d’artificio. Pure all’estero, in particolare in Italia e in Germania, si sono svolte dimostrazioni di solidarietà a sostegno dei tre anarchici, ma anche a sostegno di Marco Camenisch, ambientalista ed esponente violento dell’estrema sinistra incarcerato per omicidio, e delle due esponenti del RAS. Oltre agli attentati ancora irrisolti, commessi da gruppi stranieri, si sono verificati altri due attentati di una certa importanza: il 17 gennaio 2011 ignoti hanno tentato di appiccare il fuoco a un edificio del Tribunale penale federale a Bellinzona; il giorno seguente, l’attentato è stato rivendicato da un movimento anarchico. Il 12 dicembre 2010 era già stato commesso a Chasse-sur-Rhône (Francia) un attentato incendiario ai danni di una ditta che gestisce un laboratorio di ricerca in cui si effettuano sperimentazioni sugli animali. La Lettera bomba alla Swissnuclear a Olten, 31 marzo 2011 50 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | SITUAZIONE Animal Rights Militia (ARM) ha rivendicato l’attentato dichiarando inoltre la propria solidarietà con gli anarchici arrestati in Svizzera. Lettere bomba inviate dalla Federazione Anarchica Informale Il 31 marzo 2011 esplodeva una lettera bomba presso la sede di Swissnuclear a Olten SO. Si è trattato del primo attentato a mezzo di una lettera bomba commesso in Svizzera nell’ambito di azioni di solidarietà a sostegno dei tre anarchici arrestati, ma complessivamente del terzo attentato di questo tipo contro interessi svizzeri. Nel 2010 erano infatti già state prese di mira le Ambasciate di Svizzera ad Atene e a Roma. In Grecia l’attentato era stato rivendicato dal movimento denominato «Cospirazione delle cellule di fuoco», mentre gli attentati di Roma e di Olten sono stati rivendicati dalla Federazione Anarchica Informale (FAI). La FAI, che da anni commette attentati mediante lettere bomba nel periodo natalizio, ha agito anche a fine 2011, perpetrando nel mese di dicembre attentati con questo tipo di ordigno contro il CEO della Deutsche Bank a Francoforte, contro il direttore generale della società italiana Equitalia, incaricata della riscossione dei pubblici tributi, e contro l’Ambasciata di Grecia a Parigi. Nelle rivendicazioni degli ultimi attentati non si fa più menzione della solidarietà con le persone arrestate in Svizzera e non vi sono neppure indizi secondo cui a motivo dell’attentato vi sia il fatto che il CEO della Deutsche Bank possiede la cittadinanza svizzera. La lettera di rivendicazione evidenzia tuttavia un’intensificazione dei legami internazionali degli autori. Rimane da osservare che tutti gli attentati mediante let- tere bomba contro interessi svizzeri sono stati accompagnati da identici attentati ai danni di interessi estranei alla Svizzera e che pertanto gli attentati della FAI non hanno mai avuto nel mirino soltanto interessi svizzeri. Estremismo animalista Gli estremisti animalisti svizzeri partecipano sporadicamente a campagne di solidarietà organizzate dall’estrema sinistra e presumibilmente anche ad azioni illegali all’estero. Le offensive condotte in Svizzera contro le pellicce, contro lo sfruttamento degli animali da circo e contro la lavorazione della carne (in quest’ultimo caso, attualmente, soprattutto contro la vendita di fegato d’oca da parte di una grande catena di distribuzione) si sono svolte sinora senza episodi di violenza. Nel 2011 l’Animal Liberation Front (ALF) ha rivendicato otto azioni in Svizzera, di cui soltanto la metà confermate dalla polizia. In tutti i casi si trattava di danneggiamenti di modesta entità. Azioni violente isolate rivendicate dall’ALF o dall’Animal Rights Militia (ARM) negli scorsi anni hanno avuto luogo anche in Svizzera, e non soltanto nel contesto della campagna Stop Huntington Animal Cruelty (SHAC). Attentato incendiario al Tribunale penale federale di Bellinzona, 17 gennaio 2011 R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 51 ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | VALUTAZIONE VALUTA ZIONE Estremismo violento: nessun collegamento con movimenti moderati Nell’anno in esame gli ambienti estremisti svizzeri si sono concentrati prevalentemente su se stessi e sui temi che li riguardano. Nonostante si siano riscontrati ripetuti tentativi, questi ambienti non sono ancora riusciti a creare collegamenti con movimenti sociali più vasti, né a sfruttare per i propri fini temi ampiamente dibattuti quali ad esempio l’abbandono dell’energia nucleare o la crisi del debito, oppure occasioni nel contesto di manifestazioni festive pubbliche. Estremisti di destra senza possibilità di incrementare la loro visibilità Da alcuni anni, in seguito alle misure adottate in vista della Festa nazionale sul Praticello del Grütli o della commemorazione della battaglia di Sempach, agli ambienti di estrema destra sono venute a mancare occasioni per incrementare la loro visibilità e occasioni di pubblica propaganda. Per le loro attività, ad esempio per i concerti di skinhead (anche con gruppi svizzeri tuttora attivi), gli estremisti di destra cercano la clandestinità. I raduni di skinhead, inoltre, si tengono attualmente soprattutto all’estero; gli estremisti di destra svizzeri frequentano queste manifestazioni non soltanto nei Paesi confinanti, ma talvolta anche in Paesi europei più distanti. Estremisti di destra svizzeri partecipano inoltre a manifestazioni all’estero, ad esempio alle commemorazioni – sfruttate in modo parassitario dall’estrema destra – dei bombardamenti alleati su Dresda del febbraio 1945. Questo mostra che gli estremisti di destra dispongono tuttora di collegamenti internazionali, benché si tratti prevalentemente di contatti personali più che di rapporti istituzionalizzati. Con ancor meno successo dell’estrema sinistra, anche gli estremisti di destra violenti tentano di sfruttare per i propri fini temi dell’attualità quotidiana o movimenti moderati. Invito di estremisti di destra a due giornate di paintball, febbraio 2012 52 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | VALUTAZIONE L’estrema sinistra non trae vantaggio dal clima critico nei confronti del capitalismo Negli ultimi mesi gli ambienti dell’estrema sinistra non sono riusciti a strumentalizzare come piattaforma per i loro interessi movimenti moderati importanti. Di recente avevano raggiunto questo obiettivo con i cosiddetti movimenti antiglobalizzazione, pur riuscendo a mobilitarli soltanto in scarsa misura. Rispetto al passato, le proteste contro il WEF ristagnano ormai da anni a uno scarso livello di attività. Negli ultimi anni il movimento antinucleare è parso profilarsi come possibile sostituto, ma gli sviluppi della situazione conseguenti all’incidente nucleare di Fukushima (Giappone) non hanno praticamente più prestato il fianco a proteste (violente). L’estrema sinistra non può approfittare neanche del clima di crescente critica nei confronti del capitalismo diffusosi nell’opinione pubblica e neppure del movimento «Occupy», attivo su scala mondiale. Di questi tempi gli estremisti di sinistra incontrano resistenze anche in altri contesti. Per loro, le uniche piattaforme ancora strumentalizzabili per l’esercizio della violenza sono tutt’al più le manifestazioni apolitiche di «Reclaim-the-Street», consacrate al ballo e al divertimento. Ma anche in questo caso gli atti di violenza non raggiungono la portata registrata nel 2010. Estremisti animalisti optano per campagne non violente Per quanto riguarda gli estremisti animalisti in Svizzera, nel contesto delle campagne in corso non si rileva una tendenza alla violenza, né sembra che siano in atto preparativi in vista di una nuova campagna violenta. Nel settore del commercio di pellicce è senz’altro possibile che singole ditte vengano indotte ad abbandonare l’attività anche senza ricorso alla violenza; la campagna in corso contro lo sfruttamento degli animali da circo non sembra invece avere successo. L’impiego della sigla ALF (Animal Liberation Front) induce comunque a ipotizzare che possano verificarsi importanti azioni di sabotaggio, mentre l’impiego della sigla ARM fa persino temere atti di violenza ai danni di persone. Entrambe le sigle non rappresentano una semplice rivendicazione, ma implicano anche un potenziale di minaccia. Si constata una certa affinità tra gli estremisti animalisti svizzeri e gli ambienti e le ideologie dell’estrema sinistra; al pari degli estremisti di sinistra, gli estremisti animalisti svizzeri sono attualmente in contatto con gruppi e attivisti stranieri, soprattutto in Italia. In Svizzera gli estremisti animalisti partecipano ad esempio ad azioni di sostegno a favore di sedicenti prigionieri politici. In seguito ad arresti, processi e pene detentive riguardanti i propri membri, ad esempio in Spagna, Austria, Regno Unito e Volantino per un brunch di solidarietà, novembre 2011. I Barchem 4 sono militanti animalisti ritenuti responsabili nei Paesi Bassi di aver «liberato» nell’ottobre del 2009 circa 5000 visoni. Uno dei sospettati ha precedenti penali in Svizzera in relazione con la campagna SHAC. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 53 ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | VALUTAZIONE Paesi Bassi, si può affermare che gli estremisti animalisti tendano a solidarizzare con i detenuti, anche indipendentemente dagli ambienti di estrema sinistra. FAI e SRI Le azioni di solidarietà non sono soltanto espressione di solidarietà, ma spesso anche di rapporti personali o istituzionalizzati. Le manifestazioni di solidarietà organizzate in Italia a sostegno dei tre anarchici arrestati in Svizzera si spiegano senz’ombra di dubbio anche con la rete di contatti, ammessi dagli stessi interessati, nel frattempo condannati in prima istanza. Rimane però da chiarire il motivo che ha indotto i tre a scegliere un bersaglio proprio in Svizzera, poiché nel campo delle nanotecnologie gli obiettivi non sarebbero mancati in Italia. Non si sa per quale ragione sia stato scelto proprio il centro di ricerca in costruzione a Rüschlikon, ma è possibile che i contatti in Svizzera siano stati determinanti. Oltre ai contatti personali, esistono rapporti istituzionalizzati nell’ambito del Soccorso rosso internazionale (SRI). L’organizzazione concede il proprio sostegno a detenuti dell’estrema sinistra. L’SRI è un’organizzazione di stampo marxista-leninista, che si preoccupa dell’instaurazione di contatti e della comunicazione, ma si dedica anche ad azioni concrete, vale a dire ad azioni violente. Dispone di due segretariati centrali, a Bruxelles (Belgio) e Zurigo. Il segretariato di Zurigo è gestito dal RAZ, che funge da motore trainante. I contatti si estendono anche agli ambienti del terrorismo di estrema sinistra, in particolare in Italia. La FAI, che ha rivendicato gli attentati mediante lettere bomba, è invece un’organizzazione anarchica. Si tratta di una lega di gruppi d’azione rivoluzionari di ideologia antimarxista. Secondo le dichiarazioni degli stessi aderenti, l’organizzazione ha per bersaglio «gli apparati di controllo e di repressione degli attori principali sulla scena della democrazia, ossia i rappresentanti e le principali istituzioni del nuovo ordine europeo». Gli attentati della FAI avevano tra gli obiettivi anche funzionari dell’UE; la formula citata non esclude tuttavia alcuna possibile vittima. Materiale sequestrato in occasione di una dimostrazione non autorizzata a Berna (occhiali di protezione, spray al pepe, materiale pirotecnico, ecc.), 21 gennaio 2012 54 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | PROSPETTIVE PROSPET TIVE Potenziale di violenza e azioni terroristiche Non vi sono indizi di importanti cambiamenti nei tre ambienti estremisti; il potenziale di violenza rimane pertanto sempre presente. A breve termine potrebbe di nuovo manifestarsi in una delle forme predilette da questi ambienti. Rispetto ai loro corrispettivi all’estero, gli estremisti violenti svizzeri sembrano meno inclini alla violenza. Tanto gli attentati mediante lettere bomba commessi dall’estrema sinistra, quanto gli attentati perpetrati da un singolo individuo in Norvegia e la serie di omicidi eseguiti da una rete di estremisti di destra tedeschi, scoperta nell’anno in esame, hanno dimostrato nel 2011 che l’estremismo violento può sfociare in ultima analisi in azioni terroristiche compiute da singoli individui o da gruppi ristretti. Tuttavia, non vi sono indizi secondo cui l’estremismo violento in Svizzera stia evolvendo in questa direzione. Nondimeno, rimangono possibili attentati terroristici anche nel nostro Paese ad opera di individui difficili da individuare preventivamente nonché contatti tra estremisti svizzeri e terroristi all’estero. il potenziale di violenza è rimasto invariato. Può darsi che in avvenire questi ambienti aderiscano all’orientamento anti islamico della destra populista che investe tutta l’Europa, perlomeno se rappresenterà a breve termine una promettente alternativa all’estremismo di destra. Il calo non solo della violenza ma anche delle attività visibili dei gruppi di estrema destra potrebbe in parte spiegarsi anche con la crescente importanza delle reti sociali presenti in Internet, i cosiddetti social media. Vi sono però esperti che insorgono contro questa spiegazione, perlomeno per quanto concerne il movimento jihadista, e sostengono che proprio il carattere sociale di questi media sia d’ostacolo a un utilizzo da parte degli estremisti, poiché verrebbero in contatto con persone di diversa opinione e quindi devierebbero «dalla retta via». Il motivo che induce gli ambienti di estrema destra a cercare la clandestinità per i propri raduni potrebbe infine essere connesso all’effi- Estremismo di destra: ritorno alla violenza? La diminuzione che si registra degli episodi di violenza attribuiti agli ambienti dell’estrema destra può essere riconducibile agli sforzi compiuti da una parte dell’estrema destra per inserirsi nel sistema politico svizzero e riuscire a far eleggere propri elementi a cariche politiche. Occorrerà aspettare per sapere se tali sforzi avranno un carattere duraturo. Presumibilmente Concerto skinhead a Milano a cui hanno partecipato anche estremisti di destra svizzeri, gennaio 2012 R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 55 ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | PROSPETTIVE cacia delle misure di prevenzione adottate con l’ampio consenso dell’opinione pubblica contro gli estremisti di destra e al fatto che la definizione dell’avverbio «pubblicamente» secondo la norma antirazzismo del Codice penale impone la segretezza per questo tipo di manifestazioni. Di conseguenza, risulta anzitutto difficile trovare, ad esempio, locali da affittare, e secondariamente, dopo la sentenza in materia del Tribunale federale nel 2004, non è più possibile considerare un raduno di skinhead come manifestazione «a porte chiuse» e quindi come incontro privato ai sensi dell’articolo 261bis del Codice penale. Dato quanto precede, e supponendo che il potenziale di violenza rimanga immutato, non ci si può aspettare nemmeno nel prossimo avvenire che le manifestazioni proprie degli estremisti di destra si tengano sotto gli occhi del pubblico. Sfrutteranno invece le possibilità offerte da eventuali piattaforme, pur limitate dalla norma antirazzismo, per incrementare la loro visibilità ed eventualmente riprenderanno ad agire più spesso in modo violento. Estremismo di sinistra: prudenza tattica La solidarietà con sedicenti prigionieri politici e la lotta contro la presunta repressione possono svolgere un’importante funzione di coesione all’interno degli ambienti in questione. Tuttavia, dette tematiche non riescono a mobilitare altre forze al di là di questi stessi ambienti. Non si può individuare neppure nell’anno in esame alcun tema o movimento di ampio consenso che gli ambienti dell’estrema sinistra potrebbero sfruttare e strumentalizzare in modo consistente per i propri fini. Considerata la scemata attualità del tema dell’energia nucleare, nel settore dell’ambiente non si profila alcun argomento sostitutivo. È ad esempio il caso delle nanotecnologie, che, pur avendo costituito il motivo dello sventato attentato dinamitardo, non hanno potuto rappresentare un tema tale da impedire l’inaugurazione del centro di ricerca di Rüschlikon ZH, avvenuta il 17 maggio 2011 senza la minima avvisaglia di protesta. Quanto agli esperimenti condotti con organismi vegetali geneticamente modificati, pur suscitando ricorrentemente contromisure illegali, non sono un tema al quale gli ambienti in questione attribuiscano grande importanza. Nel prossimo futuro, le piattaforme per azioni violente saranno principalmente le manifestazioni di «Reclaimthe-Street» e, con un impatto di gran lunga inferiore e coinvolgendo cerchie molto più ristrette, le occupazioni di edifici. Occorre pertanto presumere che gli ambienti dell’estrema sinistra continueranno ad occuparsi soprattutto dei propri temi quali l’antifascismo, l’UDC, la solidarietà con i detenuti e la lotta contro la presunta repressione. In particolare, fintanto che le sentenze pronunciate dai tribunali nei confronti degli esponenti di questi ambienti non saranno definitivamente passate in giudicato e che i presunti autori si troveran- Volantino del RAS in occasione del processo contro due sue esponenti, settembre 2011 56 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | PROSPETTIVE no in detenzione, ci si può aspettare una certa prudenza nella scelta dei mezzi e l’assenza di gravi reati. L’effetto preventivo specifico e generale delle pene inflitte è tutto da vedere, ma dovrebbe comunque risultare limitato. Non vi sono neppure avvisaglie di un possibile ricorso, da parte degli estremisti di sinistra in Svizzera, a espedienti simili a quelli della FAI, né nella situazione attuale né in caso di eventuali cambiamenti; gli ambienti svizzeri sono perlopiù contrari al ricorso ad aggressioni fisiche. Infine, è sempre possibile che la FAI, in particolare fintanto che le pene inflitte rimangono da scontare, commetta attentati con lettere bomba contro cittadini e interessi svizzeri. Ma tra gli eventuali obiettivi di attentati della FAI, le vittime svizzere rappresentano solo una minima parte di un ampio ventaglio di possibilità. Estremismo animalista: nessun movimento di massa Il movimento animalista o il movimento per la liberazione degli animali non ha le potenzialità per allargarsi a un ampio movimento di massa nei prossimi anni. Oltre all’impegno a favore di rivendicazioni che godono in parte di una certa popolarità, un simile sviluppo imporrebbe al singolo uno stile di vita strettamente vegetariano, o per meglio dire vegano (rinuncia totale al consumo di prodotti di origine animale). Gli stessi ambienti dell’estrema sinistra sostengono soltanto occasionalmente gli estre- misti animalisti; oltretutto, questo sostegno è motivato piuttosto dall’ideologia anticapitalista, che può ovviamente entrare in gioco negli attacchi contro grandi società multinazionali. Inversamente, gli estremisti animalisti svizzeri violenti sono spesso impregnati delle idee dell’estrema sinistra, e di conseguenza questi militanti possono finire per dedicare il loro impegno a favore di temi propri dell’estremismo di sinistra. Il permanente insuccesso di alcune campagne in corso in Svizzera potrebbe dare adito a espressioni di frustrazione oppure, dopo una pertinente valutazione, comportare un cambiamento di strategia. Sotto il profilo della prevenzione occorre segnalare che questi ambienti estremisti svizzeri conoscono certamente i mezzi ai quali ricorrere per campagne violente, sperimentati da decenni in altri contesti quali ad esempio la campagna SHAC. Al di fuori di quest’ultima campagna, simili mezzi sono stati utilizzati soltanto sporadicamente e non in relazione con campagne importanti. Di conseguenza, non hanno consentito di esercitare grandi pressioni. In genere gli estremisti svizzeri si limitano però a importare i metodi, e non la propensione alla violenza. Non vi sono neppure indizi che indichino un possibile rinnovarsi in Svizzera delle attività di militanti stranieri violenti, oggi scarcerati, che avevano partecipato alla campagna SHAC, principalmente cittadini britannici. Manifestazione non autorizzata della «Antikapitalistische Kampagne» a Berna, 8 ottobre 2011 R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 57 ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | Mandato del SIC in materia di estremismo violento Mandato del SIC in materia di estremismo violento In virtù della legge federale del 21 marzo 1997 sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna (LMSI; RS 120), la Confederazione adotta misure preventive per rilevare e combattere tempestivamente in particolare pericoli dovuti alle attività terroristiche e di estremismo violento (art. 2 cpv. 1 LMSI). Per attività terroristiche si intendono le «mene tendenti a influire o a modificare Stato e società, da attuare o favorire commettendo o minacciando di commettere gravi reati nonché propagando paura e timore» (art. 4 cpv. 1 lett. b dell’ordinanza del 4 dicembre 2009 sul Servizio delle attività informative della Confederazione, OSIC; RS 121.1), mentre per estremismo violento si intendono le «mene di organizzazioni i cui esponenti negano la democrazia, i diritti dell’uomo o lo Stato di diritto e che allo scopo di raggiungere i loro obiettivi commettono, approvano o incoraggiano atti violenti» (art. 4 cpv. 1 lett. d O-SIC). La LMSI impone al SIC limiti precisi quanto al modo di adempiere i compiti che gli assegna. Ad esempio, può procedere a osservazioni soltanto in luoghi pubblici e comunemente accessibili. Anche le registrazioni di immagini e suoni possono essere effettuate soltanto in luoghi pubblici. Provvedimenti coercitivi connessi a procedimenti penali, quali ad esempio le intercettazioni telefoniche, possono essere disposti soltanto dalle autorità preposte al perseguimento penale nell’ambito di inchieste di polizia o di indagini del pubblico 58 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ministero. Simili condizioni si applicano anche all’osservazione delle attività che si svolgono in luoghi privati. Nel 2010 la Delegazione delle Commissioni della gestione ha emesso una serie di raccomandazioni in un rapporto intitolato «Trattamento dei dati nel sistema per il trattamento dei dati relativi alla protezione dello Stato ISIS», che tra l’altro hanno determinato un inasprimento della prassi in materia di registrazione dei dati nel sistema. Il SIC di principio non tratta più dati su neonazisti, negazionisti dell’Olocausto, razzisti o destinatari di materiale di propaganda. Come finora, per il trattamento dei dati deve essere constatato un riferimento concreto alla violenza (compreso l’incitamento alla violenza) o deve trattarsi di esponenti noti di organizzazioni che figurano nella lista d’osservazione. Nella lista d’osservazione i gruppi di estrema destra violenti sono raggruppati sotto la denominazione «skinhead». La denominazione globale consente di osservare i gruppi in questione anche in caso di cambiamento della denominazione e di fluttuazioni a livello dei membri, senza che vi sia la necessità di aggiornare costantemente la lista. Come denominazione globale nell’ambito dell’estrema sinistra si utilizza «black block», poiché, come nel caso precedente, anche qui si tratta di ambienti con strutture e reti di contatti in costante mutamento. Estremisti di destra che non appartengono agli ambienti degli skinhead e estremisti di sinistra che non fanno parte del ESTREMISMO DI DESTRA, ESTREMISMO DI SINISTRA E ESTREMISMO ANIMALISTA | Mandato del SIC in materia di estremismo violento black block sono osservati dal SIC se si manifestano in maniera violenta o se incitano alla violenza. Per chiarezza occorre precisare che la lista d’osservazione, approvata annualmente dal Consiglio federale conformemente all’articolo 11 capoverso 2 lettera b LMSI, serve a elencare le organizzazioni e i gruppi riguardo ai quali vi è l’obbligo di comunicare tutte le osservazioni concernenti le attività e gli esponenti, ossia nei confronti dei quali il SIC può oltrepassare i limiti che gli sono imposti dall’articolo 3 capoverso 2 LMSI. Questi limiti riguardano informazioni sulle attività politiche e l’esercizio della libertà di opinione, di associazione e di riunione. La lista d’osservazione non costitui sce pertanto un’enumerazione esaustiva delle organizzazioni e dei gruppi che il SIC è tenuto a tenere sotto osservazione. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 59 4. Proliferazione ic Polit a / E co n o m i a / D i f e s Nukleare Bedrohung a Energiesicherheit Guerra convenzionale in Europa Sicurezza energetica Pressioni sulla Svizzera z i one E s t rem Corea del Nord Corea del Nord Estremismo di sinistra Estremismo animalista z ione Iran Iran l i f e ra Estremismo di destra Pr o i s mo her l i fe ra Primavera araba P ro Svizzeri all'estero Minaccia nucleare Minaccia Druck auf nucleare die Schweiz PKK Terrorismo endogeno Al-Qaida e le sue diramazioni regionali Attivismo cibernetico Sorveglianza di cittadini stranieri in Svizzera Wirtschafts- Überwachung eigener Staatsbürger in Spionaggio contro interessi in materia di politica di sicurezza della Svizzera gi r Te o LTTE Spionaggio economico ris ag on ro Minacce contro le infrastrutture critiche pi m o S M in Guerra cibernetica a cce nello sp azio ciberne t i co R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 61 PROLIFERAZIONE | SITUAZIONE SITUA ZIONE Sotto il profilo tematico, l’attenzione è tuttora principalmente concentrata sui programmi di Iran e Corea del Nord. Il programma nucleare iraniano è il più spinoso per la comunità internazionale, mentre il programma nucleare della Corea del Nord è più avanzato tecnologicamente rispetto a quello iraniano e implica determinati rischi di proliferazione. Il programma nucleare iraniano: progressi rivelatori Nonostante gli assidui e crescenti sforzi della comunità internazionale per il suo contenimento, il programma nucleare iraniano registra progressi significativi. Secondo il rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) del febbraio 2012, la quantità di uranio arricchito aumenta costantemente. L’arricchimento dell’uranio ha superato la soglia del 3,5 per cento generalmente richiesta per l’esercizio di reattori civili per la produzione di energia elettrica e Teheran si concentra sempre più sul processo di arricchimento al 20 per cento (giustificando le proprie attività con l’esercizio di un reattore civile di ricerca). Il Paese crea così le premesse fondamentali che gli consentirebbero, in caso di bisogno, di produrre rapidamente materiale fissile utilizzabile per armamenti. Il trasferimento della produzione da Natanz agli impianti sotterranei di Fordo, nei pressi della città di Qom, ne migliora la protezione contro eventuali attacchi aerei. Anche le condizioni per la produzione del plutonio occorrente per realizzare ordigni nucleari sono ormai giunte a uno stadio avanzato. Nel 2010 sono stati ultimati i lavori esterni di costruzione del reattore ad acqua pesante di Arak. Stando alle indicazioni fornite dall’Iran, il reattore dovrebbe entrare in funzione nel 2013. Un rapporto dell’AIEA del novembre 2011 sul programma nucleare iraniano fornisce inoltre elementi concreti che sostanziano i sospetti secondo cui l’Iran starebbe lavorando in segreto per produrre un ordigno nucleare, in violazione degli impegni assunti sul piano internazionale. L’AIEA riferisce che, nell’ambito di un programma militare strutturato, fino al 2003 sono stati svolti lavori per la produzione di uranio metallico, la realizzazione di meccanismi di implosione per sfere metalliche cave, lo sviluppo di detonatori e l’integrazione di una testata nucleare nell’ogiva di missili del tipo SHAHAB-3, e che in alcuni casi le attività sono in corso ancora oggi. Missili balistici iraniani: sviluppo su parecchi fronti Lo sviluppo di vettori iraniani ha fatto segnare progressi anche nei mesi scorsi, sia sul fronte dei missili a propellente liquido, i quali rappresentano attualmente il perno delle capacità operative dell’Iran, sia sul fronte dei missili a propellente solido, di qualità più avanzata. Sul fronte dei missili a propellente liquido, nella primavera-estate del 2010 l’Iran ha realizzato importanti test con missili della classe SHAHAB, una serie in dotazione da alcuni anni alle forze armate iraniane e oggi in grado, con la versione SHAHAB-3M, anche di portare te- A destra: gittate dei vettori iraniani 62 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C PROLIFERAZIONE | SITUAZIONE state nucleari. Vi sono inoltre numerosi indizi secondo cui l’Iran starebbe impegnandosi per lo sviluppo di missili con gittata superiore ai 3000 chilometri, che in teoria potrebbero raggiungere anche l’Europa centrale. Questi progressi si evidenziano nel programma spaziale. Nell’estate del 2010 l’Iran ha lanciato in orbita il suo secondo satellite servendosi di un razzo vettore basato sul modello SHAHAB-3M. È in corso anche lo sviluppo di un altro razzo vettore di dimensioni ancora maggiori, che potrebbe servire in futuro come base per la realizzazione di missili intercontinentali (di gittata superiore ai 5500 km). Un autentico salto di qualità sul piano militare consisterebbe nella realizzazione delle condizioni per un impiego concreto del missile a propellente solido denominato ASHURA/SEIJIL, il cui sviluppo si trova ormai a uno stadio ben avanzato; il vantaggio del nuovo missile, che ha una gittata di circa 2000 chilometri, è rappresentato dal fatto che è semplice da utilizzare e quindi garantirebbe una più RUS BLR SRB ROU rapida prontezza all’impiego. Tuttavia, a parere del SIC, i successi proclamati dall’Iran nel settore dei missili da crociera e dei missili balistici lanciati da silos sarebbero gonfiati a fini di propaganda. UKR KAZ BGR TUR LBN SYR ISR JOR KGZ UZB GEO ARM AZE IRQ CHN TJK TKM AFG IRAN NPL PAK KWT EGY QAT ARE SAU IND SCUD- OMN SDN ERI YEM SHAHA km GRC C 500 B -3 11 0 0 km S H AH A B - 3 M 1 5 0 0 ETH SOM km L2 A S H U R A / S E JI 000 km SIC R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 63 PROLIFERAZIONE | SITUAZIONE Programma nucleare nordcoreano: dopo il plutonio, ora anche uranio arricchito Dall’estate 2010 la Corea del Nord ha in costruzione un nuovo reattore nel complesso nucleare di Yongbyon, a nord della capitale. Nel novembre 2010 il regime ha deciso inoltre di ostentare all’opinione pubblica mondiale le proprie capacità nel settore dell’arricchimento dell’uranio. Sinora la Corea del Nord si era limitata a produrre materiale fissile dal plutonio. Stando alle indicazioni del regime, le centrifughe nordcoreane per l’arricchimento dell’uranio, pur essendo solo un terzo di quelle iraniane, avrebbero una capacità di produzione circa doppia di quella del complesso di Natanz. Le informazioni pubblicamente accessibili sul programma nucleare nordcoreano rimangono frammentarie. Tuttavia, le dichiarazioni di Pyongyang secondo cui l’arricchimento dell’uranio servirebbe esclusivamente alla produzione di combustibile per il nuovo reattore di Yongbyon sono poco attendibili. Dopo la morte di Kim Yong-il, per la Corea del Nord il 2012 marca peraltro una fase di transizione importante e un anniversario (centenario della nascita di Kim Il Sung, fondatore della Repubblica), in occasione dei quali potrebbero essere lanciati segnali per stabilizzare il contesto esterno ma anche annunciate ulteriori «nuove conquiste» in campo nucleare. 64 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C Missili balistici nordcoreani: persistenti attività di sviluppo e sperimentazione La base della produzione nordcoreana di missili balistici è costituita da una serie completa di missili a propellente liquido fondati in larga misura su sistemi obsoleti sviluppati a partire dalla serie sovietica SCUD. Gli sviluppi SCUD-B, C e D a corto raggio e il modello a medio raggio NODONG sono anche stati rivenduti con successo a numerosi Stati. I modelli TAEPODONG-1 e 2, con gittata ancora maggiore, vengono esibiti da Pyongyang come lanciatori spaziali per accrescere ulteriormente la visibilità del Paese sul piano internazionale. Sinora vi sono soltanto pochi indizi dell’esistenza di un missile tecnologicamente più avanzato a propellente liquido. Quanto alla tecnologia più moderna dei missili balistici a propellente solido, la Corea del Nord registra ancora un certo ritardo rispetto all’Iran o al Pakistan. Attualmente il Paese sta tentando di riprodurre una tecnologia di origine sovietica ed è attivo anche nel settore dei missili da crociera. Vi sono segnali indicanti che la Corea del Nord sta compiendo intensi sforzi segreti per procurarsi all’estero le tecnologie occorrenti in questi due settori. PROLIFERAZIONE | SITUAZIONE Cantiere del nuovo reattore del complesso nucleare di Yongbyon, Corea del Nord [GeoEye; immagine aerea del 5 settembre 2011] 30 m R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 65 PROLIFERAZIONE | VALUTAZIONE VALUTA ZIONE Crescente potenziale di crisi nel contenzioso sul programma nucleare iraniano I principali programmi per lo sviluppo di armi di distruzione di massa e dei relativi vettori compiono ulteriori progressi. Nel panorama internazionale il programma nucleare iraniano è quello caratterizzato dalla maggiore aggressività e potrebbe potenzialmente scatenare una grave crisi nel Vicino e Medio Oriente. Le dichiarazioni di Teheran, che giustifica l’arricchimento di uranio con scopi civili, risultano sempre meno credibili. L’estensione dell’arricchimento al 20 per cento suscita preoccupazione. In vista della possibile messa in esercizio del reattore ad acqua pesante tra pochi anni, la comunità internazionale si preoccupa sempre più anche a causa dell’eventuale produzione di plutonio per fini militari. La valutazione del SIC, più volte ribadita negli ultimi anni, è avvalorata da concreti indizi di attività finalizzate allo sviluppo di un ordigno nucleare. 400 m 66 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C Per quanto riguarda l’arricchimento dell’uranio, nel settore della tecnologia delle centrifughe le capacità della Corea del Nord potrebbero essere nettamente più sviluppate di quelle dell’Iran e rappresentano pertanto un notevole ulteriore rischio di proliferazione. Pyongyang è in grado di coprire tutta la gamma delle attività di produzione necessarie per un programma di sviluppo di armi nucleari, dalla produzione del materiale fissile (sia uranio sia plutonio) alla costruzione di semplici testate nucleari e persino dei vettori necessari. In passato il regime di Pyongyang non ha avuto remore nel vendere senza riserve la propria tecnologia missilistica a numerosi clienti tra cui il Pakistan, l’Iran, la Libia, l’Egitto e la Siria. In Siria, la Corea del Nord ha fornito la propria assistenza anche per la costruzione di un reattore, che nel 2007 fu distrutto in un attacco aereo israeliano. Base sotterranea per l’arricchimento dell’uranio a Fordo, Iran [DigitalGlobe; immagine aerea del 4 ottobre 2011] PROLIFERAZIONE | PROSPETTIVE PROSPET TIVE Molteplici rischi anche per la Svizzera Il flusso di beni e tecnologie rilevanti in campo nucleare dall’Europa, attraverso Paesi terzi, a destinazione di Paesi problematici in materia di proliferazione rappresenta una grande sfida anche per le autorità svizzere competenti in materia di controllo delle esportazioni. Nel settore della ricerca la Svizzera è una sede interessante e, se confrontata sul piano internazionale, anche piuttosto aperta. Un altro fattore, ancora più importante, è rappresentato dalle eminenti capacità industriali del nostro Paese, ad esempio nel settore delle tecnologie del vuoto o in quello dei sensori di pressione. Gli eccellenti rapporti di cooperazione a livello internazionale e la collaborazione con l’industria hanno consentito nei mesi scorsi di sventare numerosi tentativi di acquisizione. Tuttavia, le sfide si fanno sempre più complesse. Nei settori sensibili in materia di proliferazione si constata che, di fronte ai controlli sempre più estesi e incisivi eseguiti a livello internazionale sull’esportazione di sistemi completi, gli acquirenti concentrano i loro sforzi sull’acquisizione di sottosistemi e componenti. I sottosistemi sono più difficili da identificare e da sottrarre al commercio illegale. Agli acquirenti si aprono in tal modo nuove vie di approvvigionamento, molte delle quali passano dal continente asiatico. Controllare il flusso di beni sensibili diventa sempre più difficile, tanto per l’industria quanto per le autorità competenti, anche in seguito alla crescente delocalizza- zione della produzione per motivi di costo. Un altro aspetto con ripercussioni negative è rappresentato dal fatto che il SIC non dispone di una base legale per il controllo dei movimenti finanziari e si limita alla sorveglianza del flusso di merci. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 67 5. Spionaggio ic Polit a / E co n o m i a / D i f e s a Guerra convenzionale in Europa Minaccia nucleare Sicurezza energetica Primavera araba Pressioni sulla Svizzera Corea del Nord Iran z i one E s t rem l i f e ra Estremismo di destra Pr o i s mo Svizzeri all'estero Estremismo di sinistra Estremismo animalista PKK Attivismo cibernetico r Te Minaccebercontro le infrastrutture critiche smus o Spionaggio contro interessi in materia di politica di sicurezza della Svizzera Sorveglianza di cittadini stranieri in Svizzera gi LTTE Sorveglianza di cittadini stranieri in Svizzera Spionaggio Spionaggio economico economico ro ris o o pi m Spionaggio contro interessi in materia di politica di sicurezza dellaSSvizzera ag Al-Qaida e le sue diramazioni regionali on ag cibernetica hungen nfrastrukturernetico nello sp azio cib on a cce gi Guerra M in pi Terrorismo endogeno S Cyberwar i Cy b ersp a ce R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 69 SPIONAGGIO | SITUAZIONE SITUA ZIONE La Svizzera nel mirino dello spionaggio La Svizzera è oggetto di attività di spionaggio sia come Stato sia come piazza industriale. Essendo la sede di varie organizzazioni internazionali e un centro del commercio mondiale, queste attività rischiano di compromettere anche gli interessi di terzi. Ginevra, ad esempio, in quanto sede di varie organizzazioni internazionali, non è soltanto un luogo ideale per ospitare negoziati internazionali, ma è anche un palcoscenico adatto per tenere dimostrazioni che attirino l’attenzione sugli interessi degli oppositori in esilio di taluni Stati. Infine, la Svizzera è anche luogo di lavoro e di residenza di numerosi diplomatici e funzionari stranieri, alcuni dei quali esercitano sotto copertura attività di spionaggio. Le attività di spionaggio si concentrano sugli interessi delle organizzazioni internazionali e degli Stati che ne fanno parte, delle comunità in esilio di taluni Stati e naturalmente anche sugli interessi politici ed economici della Svizzera. Sotto il peso dell’attuale crisi economica e debitoria, può succedere con maggiore frequenza che gli interessi degli altri Paesi non coincidano con gli interessi svizzeri. Di conseguenza, è possibile che vari Stati siano indotti a svolgere attività di spionaggio in territorio svizzero. Oltre a servizi di intelligence che operano aggressivamente, per la ricerca di informazioni possono essere impiegati anche altri operatori statali stranieri. La Svizzera è stata ad esempio più volte confrontata con attività illecite di autorità finanziarie, fiscali e doganali straniere. In qual- 70 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C che caso è stato possibile fornire alle autorità di perseguimento penale le prove di tali attività. I servizi di intelligence stranieri prendono di mira anche avversari del regime e oppositori che si sono stabiliti in Svizzera. Si tratta soprattutto di Stati nei quali la libertà di opinione e di espressione e la libertà dei media sono limitate e che hanno i mezzi per sorvegliare nel mondo intero gli avversari del regime al potere. Importanza crescente dello spionaggio informatico negli ultimi anni Nell’ambito delle attività di ricerca di informazioni da parte dei servizi di intelligence stranieri assume crescente importanza in particolare lo spionaggio informatico. Questo metodo può rivelarsi effettivamente di grande utilità, poiché consente di ricercare informazioni senza dover impiegare agenti nel Paese bersaglio. È inoltre difficile dimostrare chi siano gli autori delle ricerche. Negli ultimi anni i Paesi occidentali sono stati, a vario titolo, presi di mira da attacchi anche massicci di spionaggio informatico. Gli attacchi possono essere diretti contro le autorità, le forze armate, imprese o movimenti politici di opposizione dello Stato al quale appartengono i servizi di intelligence in questione. Misure efficaci in materia di diritto degli stranieri Oltre alla possibilità di farsi sentire discretamente presso i Paesi d’origine dei funzionari che agiscono come agenti, e far loro presente la normativa vigente in Svizzera, le misure pre- SPIONAGGIO | SITUAZIONE ventive di controspionaggio più efficaci comprendono anche il rifiuto dell’accreditamento e del visto, l’espulsione, il divieto d’entrata e, per i membri del corpo diplomatico, la dichiarazione di persona non grata motivata da attività di spionaggio riconosciute. A partire da un certo livello, le controversie vengono trattate pubblicamente, affinché abbiano anche valenza di segnale. I casi verificatisi in Europa illustrano questo modo di procedere. Nel novembre 2010 la Spagna ha espulso due diplomatici russi per spionaggio. A inizio dicembre 2010 anche il Regno Unito ha espulso un diplomatico russo a causa delle sue attività di spionaggio. La Russia ha reagito espellendo due diplomatici spagnoli e uno britannico. Necessario compromesso tra controspionaggio e interessi politici Anche se devono regolarmente essere adottate misure amministrative di respingimento nei confronti di persone di diversi Stati per attività illegali di spionaggio, occorre continuamente effettuare una ponderazione tra gli interessi politici della Svizzera e i suoi interessi in materia di sicurezza, specialmente per quanto riguarda le organizzazioni internazionali e i negoziati che si svolgono in territorio svizzero. In certi casi, la presenza di agenti noti dei servizi di intelligence stranieri in occasione di negoziati internazionali può dunque essere consapevolmente tollerata per non compromettere gli stessi negoziati. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 71 SPIONAGGIO | VALUTAZIONE VALUTA ZIONE Due esempi Due esempi mostrano che la Svizzera, ma anche gli stranieri che vi risiedono o le organizzazioni estere con sede in Svizzera, continuano a essere un importante obiettivo dello spionaggio. Spionaggio informatico pilotato da Stati In genere non è possibile identificare con assoluta certezza gli autori di attacchi di spionaggio informatico. Nondimeno, il SIC possiede chiari indizi, fondati sull’origine degli attacchi e su un’approfondita analisi (metodi utilizzati, grado di complessità degli attacchi, vittime degli attacchi, genere di informazioni ricercate), del coinvolgimento diretto o indiretto di autorità di vari Paesi in alcuni attacchi informatici, o quantomeno del fatto che questi Paesi hanno tollerato la presenza sul loro territorio degli hacker che hanno agito nel loro interesse. Ad esempio, è plausibile che servizi di intelligence orchestrino attacchi di grande portata ad opera di hacker nell’ambito della sorveglianza dell’opposizione politica all’estero. Nell’ambito di alcuni attacchi informatici sono state impiegate risorse finanziarie e capacità analitiche che superano di gran lunga le possibilità delle organizzazioni di criminali informatici o dei gruppi di hacker. Oltretutto, a parte nel caso dello spionaggio economico, i dati sottratti grazie a queste attività non hanno alcun valore economico negli ambienti del crimine e hanno un’importanza soltanto per clienti appartenenti ad ambienti di governo. 72 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C In parte questi attacchi informatici possono essere attribuiti, oltre che a servizi di intelligence, anche a singoli individui o a gruppi privati. Questi ultimi possono beneficiare del sostegno statale o essere al servizio di imprese sotto controllo statale, oppure agiscono di propria iniziativa per poi rivendere i dati rubati a eventuali interessati. È molto probabile che organi statali o istituzioni ad essi connesse operino occasionalmente in stretta intesa con hacker privati. In qualche caso le caratteristiche specifiche dei dati sottratti portano a presumere che gli hacker conoscano i destinatari finali dei dati, e che questi ultimi dispongano di notevoli mezzi tecnici e capacità analitiche per l’interpretazione di tali dati. Ricerca di informazioni sull’opposizione In vari Stati europei sono state constatate attività di spionaggio da parte di taluni servizi di intelligence di Stati terzi volte a indagare sui propri cittadini e gruppi di oppositori, a controllarli e a condizionarli. All’inizio di febbraio del 2012 in Germania sono stati emessi ordini d’arresto per spionaggio nei confronti di due Siriani e quattro diplomatici siriani sono stati espulsi. Anche in Svizzera vi sono indizi recenti non confermati di attività spionistiche ai danni di movimenti d’opposizione in esilio. Il fatto che servizi di intelligence stranieri sorveglino in Svizzera la comunità dei rispettivi oppositori in esilio non rappresenta un rischio immediato per la sicurezza del nostro Paese. SPIONAGGIO | VALUTAZIONE Si tratta però di attività di spionaggio politico contrarie a valori fondamentali della Svizzera quali la libertà di opinione e la democrazia e costitutive di reato. Tali attività mettono inoltre in pericolo i parenti degli oppositori in esilio che vivono nei Paesi d’origine, nei quali sono esposti a eventuali misure di ritorsione da parte del rispettivo Stato. Questi esempi mostrano che le attività di spionaggio anche in Svizzera continuano a rappresentare una minaccia. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 73 SPIONAGGIO | PROSPETTIVE PROSPET TIVE Misure di prevenzione per sensibilizzare imprese e istituti di ricerca L’elevato livello tecnologico dell’industria svizzera, i centri di ricerca internazionali, gli organismi dell’ONU e altre organizzazioni internazionali, la piazza finanziaria, la piazza commerciale per l’energia e le materie prime, la posizione al centro dell’Europa e l’eccellente qualità delle infrastrutture sono fattori che anche in avvenire continueranno ad attirare in Svizzera servizi di intelligence stranieri in cerca di informazioni. Oltre ai metodi tradizionali di spionaggio, tuttora praticati nei confronti di obiettivi economici, ma anche politici e militari, in un futuro prevedibile continuerà a costituire un grave problema anche la minaccia rappresentata dagli attacchi informatici. Operazioni scarsamente rischiose per gli autori, gli attacchi informatici consentono di acquisire grandi quantità di dati altrimenti quasi inaccessibili. Anche la ricerca di informazioni su gruppi di oppositori stranieri in Svizzera continuerà a costituire un problema. In seguito agli sconvolgimenti in atto nel mondo arabo, i servizi di intelligence tradizionali di questi Paesi sono in fase di trasformazione o di scioglimento, ma non è ancora dato di sapere come evolveranno le istituzioni che li sostituiranno e in quale modo il personale degli ex servizi di intelligence sarà integrato nelle nuove organizzazioni: la risposta dipende dall’evoluzione che questi Paesi imboccheranno sul piano politico ed economico, dalla loro integrazione nella comunità inter- 74 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C nazionale e, non da ultimo, dalla legittimazione democratica dei nuovi governi. Il SIC è tenuto per legge ad adottare misure preventive per rilevare e combattere attività di spionaggio da parte di servizi di intelligence stranieri. Il programma di prevenzione Prophylax realizzato dal SIC è una di queste misure. Il SIC si avvale del programma Prophylax per sensibilizzare imprese come pure istituti di ricerca e universitari sui rischi correlati alla proliferazione e allo spionaggio. La Centrale d’annuncio e d’analisi per la sicurezza dell’informazione (MELANI) informa inoltre i gestori di infrastrutture critiche nonché altri servizi dell’amministrazione e le imprese riguardo alle minacce connesse all’informatica e, in particolare, sui rischi di spionaggio informatico. In avvenire, il controspionaggio assumerà globalmente un’importanza crescente. SPIONAGGIO | PROSPETTIVE Opuscolo di accompagnamento per la campagna di prevenzione e sensibilizzazione del SIC allegato al Rapporto sulla situazione R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 75 6. Attacchi all’infrastruttura svizzera in materia di informazione ic Polit a / E co n o m i a / D i f e s a Guerra convenzionale in Europa Minaccia nucleare Sicurezza energetica Primavera araba Pressioni sulla Svizzera PKK regionale Ableger in materia di politica di sicurezza della Svizzera r Te ro Attivismo Minacce contro le cibernetico infrastrutture critiche LTTE Sorveglianza di cittadini stranieri in Svizzera Überw Staatsb der Sch Wirtschaftsspionage Spionaggio contro interessi Spionaggio economico o Al-Qaida e le sue diramazioni Spionaggio regionali Attivismo Al-Qaida economico LTTEund cibernetico ris o pi m Spionage gegen sicherheitspolitisc S Interessen der Sch gi PKK ag Terrorismo endogeno on E s t rem z i one Corea del Nord Iran Estremismo di sinistra Estremismo animalista wnen l i f e ra Estremismo di destra Pr o i s mo Svizzeri all'estero Spionaggio contro interessi Guerra Minacce contro incibernetica materia di politica Mleininfrastrutture t i co a cce edella ne llo s p a zdiiosicurezza cibern critiche Svizzera Min Guerra cibernetica a cce nello spazio ciberne t i co R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 77 ATTACCHI ALL’INFRASTRUTTURA SVIZZERA IN MATERIA DI INFORMAZIONE | SITUAZIONE SITUA ZIONE Numerose crisi attuali presentano una marcata componente informatica L’alto grado di interconnessione digitale raggiunto con il repentino ed esponenziale sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e la conseguente comparsa dello spazio cibernetico (Internet, reti mobili, e-Business, e-Government), ha dischiuso inimmaginate possibilità: senza grande sforzo e senza grandi spese oggi è possibile ottenere rapidamente informazioni e servizi nel mondo intero. Ma l’alto grado di interconnessione che caratterizza l’era digitale comporta al tempo stesso nuovi pericoli. Vandalismo, criminalità, spionaggio, sabotaggio e persino la conduzione di conflitti sono ormai entrati a far parte della realtà anche nello spazio virtuale. Le crisi e i conflitti degli ultimi anni presentavano in molti casi una componente informatica più o meno marcata. Questo tipo di maschere d’immissione, che sembrano autentiche, hanno lo scopo di carpire i dati d’accesso (cosiddetta tecnica del phishing) 78 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C Casi di attacchi di questo tipo si sono avuti in Svizzera e all’estero, ad esempio con gli episodi di spionaggio che hanno coinvolto il Dipartimento federale degli affari esteri nel 2007 e nel 2009, con gli attacchi a imprese d’armamento in Svizzera e con il malware Stuxnet, che secondo una valutazione attuale è stato impiegato per sabotare il programma nucleare iraniano. In tutti questi casi si può presumere che all’origine degli attacchi vi fosse un attore statale. Tuttavia, anche gruppi privati di attivisti Internet possono arrecare gravi danni, come ha evidenziato in maniera esemplare alla fine del 2011 un attacco al server della società statunitense Strategic Forecasting (Stratfor), specializzata in analisi globali nel campo della sicurezza. Sono stati tra l’altro rubati i nomi di clienti commerciali e i numeri delle loro carte di credito. Tra gli interessati figuravano anche clienti privati svizzeri e singoli collaboratori dell’Amministrazione federale. ATTACCHI ALL’INFRASTRUTTURA SVIZZERA IN MATERIA DI INFORMAZIONE | SITUAZIONE Attacchi informatici contro i registri dello scambio di quote di emissioni dell’UE Le infrastrutture dell’informazione sono oggetto di attacchi sempre più vasti e complessi, anche con puri intenti criminali, come testimonia un esempio recente. Negli ultimi mesi diversi registri europei dello scambio di quote di emissioni nel settore ambientale sono stati bersagliati a più riprese da attacchi informatici. I primi attacchi di phishing si sono verificati sin dagli inizi del 2010, provocando l’indebito trasferimento di crediti di emissione. La Commissione europea ha quindi imposto alle autorità competenti (organi di scambio) l’innalzamento dei livelli di sicurezza. A causa dei continui attacchi e tentativi di abuso, il 19 gennaio 2011 la Commissione ha deciso di chiudere il mercato di scambio di quote di emissioni in tutta l’Europa e di subordinare la sua riapertura all’adozione di misure minime di sicurezza. L’attuazione di queste misure si è conclusa a fine aprile 2011. I crediti di emissione europei (European Union Allowance, EUA), che sono stati il principale bersaglio delle truffe, non erano né sono negoziabili in Svizzera. Per questa ragione, gli attacchi del gennaio 2011 non hanno interessato direttamente il nostro registro nazionale. Tuttavia, a titolo di misura preventiva, il 21 gennaio 2011 lo scambio di crediti è stato temporaneamente limitato agli orari d’ufficio per potere reagire prontamente in caso di eventuali irregolarità. I controlli effettuati successivamente al sistema di sicurezza hanno evidenziato che anche il registro svizzero era esposto ad attacchi; le lacune riscontrate hanno imposto, il 14 febbraio 2011, il blocco immediato dell’accesso al registro. Una volta attuate le necessarie misure di sicurezza e dopo la reinizializzazione di tutte le password a titolo di misura preventiva, il 27 aprile 2011 il registro è stato riattivato. Tuttavia, le operazioni di scambio sono tuttora possibili soltanto negli orari d’ufficio. Nel Registro nazionale dello scambio di quote, che secondo le indicazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente contiene crediti di emissioni per un valore di circa quattro miliardi di franchi svizzeri, non sono stati constatati danni. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 79 ATTACCHI ALL’INFRASTRUTTURA SVIZZERA IN MATERIA DI INFORMAZIONE | VALUTAZIONE VALUTA ZIONE Attacchi informatici all’ordine del giorno Negli ultimi tempi si è constatato uno spostamento degli attacchi di phishing dall’online banking a servizi e piattaforme meno protetti, in particolare piattaforme commerciali. La minaccia interessa soprattutto i servizi protetti solo mediante login e password e che consentono guadagni in denaro, e riguarda, accanto allo scambio di quote di emissione, in particolare anche i sistemi di pagamento online, le piattaforme per le aste, i provider di servizi di posta elettronica e le reti sociali. Oltre ad attacchi a tappeto non mirati, destinati a infettare indiscriminatamente il maggior numero possibile di computer, si verificano regolarmente anche attacchi informatici mirati. Occorre presumere che si verifichino quotidianamente tentativi di penetrare in reti protette a scopo di spionaggio. L’energia investita in questi attacchi varia in funzione dell’interesse e della sensibilità dell’obiettivo. Dato che i costanti tentativi di attacco variano continuamente, vi è una grande probabilità che prima o poi uno di essi abbia successo. I sistemi informatici infettati possono essere sfruttati per gli attacchi più disparati L’intento che si cela dietro un attacco è ben di rado riconoscibile di primo acchito. Lo scopo per il quale viene infettato un sistema dipende anzitutto dall’autore dell’attacco. Un sistema infettato offre all’aggressore anche la possibilità di modificare o adeguare le sue intenzioni iniziali. Un’infrastruttura creata da reti criminali per fini di lucro può essere utilizzata anche per attività di spionaggio. Negli ultimi tempi sono stati utilizzati maggiormente per scopi politici, e in particolare per lo spionaggio, anche strumenti e tecniche di attacco professionali, inizialmente impiegati contro sistemi bancari e di pagamento ben protetti. Nel frattempo si è crea to un vero mercato per le tecniche e il knowhow in materia di attacchi informatici. Il molteplice potenziale nocivo degli attacchi informatici impone allo Stato di provvedere all’identificazione precoce e quindi di intervenire prontamente contro questo tipo di attacchi. Sul fronte degli attacchi informatici lo Stato non può permettersi di reagire solo a fatti compiuti, ossia a livello di perseguimento penale. Gli attacchi determinanti contro l’economia, la popolazione e lo Stato devono essere evitati e respinti. Sito Internet di un forum utilizzato da criminali informatici russi 80 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ATTACCHI ALL’INFRASTRUTTURA SVIZZERA IN MATERIA DI INFORMAZIONE | PROSPETTIVE PROSPET TIVE Episodi isolati rientrano sovente in una costellazione più complessa Per le imprese private, l’amministrazione o le organizzazioni internazionali è essenziale non solo proteggersi dagli attacchi, ma anche prepararsi a reagire a eventuali danni. Oltre a elaborare piani d’emergenza e a predisporre la comunicazione d’impresa, devono anche pensare a proteggere nel miglior modo possibile i segreti aziendali di vitale importanza. Questo significa, in pratica, che i documenti la cui perdita potrebbe compromettere la sopravvivenza dell’impresa o dell’organizzazione non devono essere archiviati in un server collegato a Internet o accessibile in altro modo dall’esterno. In casi di questo genere, gli autori non si accontentano di un singolo attacco, poiché lo spionaggio informatico in particolare è un processo di lungo respiro, che si alimenta strutturando e sfruttando fonti di informazioni nonché attivandone continuamente di nuove. Nel campo dell’informatica un episodio isolato può spesso rivelarsi, a un esame più attento, parte di una costellazione più complessa. L’obiettivo del SIC e di MELANI consiste proprio nello scoprire le connessioni, sia a livello nazionale che internazionale, per poter quindi combattere efficacemente le minacce. Ruolo importante dei servizi di intelligence nella difesa dagli attacchi informatici La sicurezza dello spazio cibernetico è un tema all’ordine del giorno in quasi tutti gli Stati e nei fori internazionali. Ne sono testimoni le innumerevoli iniziative e strategie adottate e gli sforzi in atto sul piano nazionale e internazionale. È innegabile che, senza un contributo forte e mirato da parte dei servizi di intelligence, quantomeno per l’identificazione, l’interpretazione, la valutazione e il respingimento di eventuali attacchi, è estremamente difficile ottenere successi. Il crescente grado di interconnessione e il conseguente aumento delle possibilità di penetrazione consentono a criminali mossi da mere motivazioni finanziarie di compiere atti tali da minacciare o addirittura danneggiare lo Stato. In futuro occorre quindi anche aspettarsi che gli Stati e i loro servizi di intelligence ricorrano con maggiore frequenza, in luogo o a complemento delle loro attuali operazioni, alle possibilità offerte dagli attacchi informatici. R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 81 Elenco delle abbreviazioni R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 83 ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI AIEA............................................................................. Agenzia internazionale per l’energia atomica ALF................................................................................................................Animal Liberation Front AQMI................................................................................................. Al-Qaida nel Maghreb islamico AQPA...................................................................................................Al-Qaida nella penisola arabica ARM...................................................................................................................Animal Rights Militia DEINC.......................................................... Dispositivo esplosivo o incendiario non convenzionale DFAE.....................................................................................Dipartimento federale degli affari esteri EUA..........................................................................................................European Union Allowance FAI...................................................................................................Federazione Anarchica Informale fedpol...........................................................................................................Ufficio federale di polizia ISI.....................................................................................................................Stato islamico dell’Iraq ISIS.................................................................................... Sistema d’informazione Sicurezza interna KFOR..............................................................................................................................Kosovo Force LMSI.....................................Legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna LTTE................................................................................................Liberation Tigers of Tamil Eelam MELANI..................................... Centrale d’annuncio e d’analisi per la sicurezza dell’informazione NATO............................................................................................ North Atlantic Treaty Organisation O-SIC....................................Ordinanza sul Servizio delle attività informative della Confederazione PKK.............................................................................................. Partito dei lavoratori del Kurdistan RAS....................................................................................................Revolutionärer Aufbau Schweiz RAZ......................................................................................................Revolutionärer Aufbau Zürich SHAC............................................................................................... Stop Huntingdon Animal Cruelty SRI........................................................................................................ Soccorso rosso internazionale 84 R APPORTO S U L L A S I T UA Z I O N E 2 0 1 2 | S I C ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI Stratfor................................................................................................................ Strategic Forecasting TAK.................................................................................................. Falchi della libertà del Kurdistan UDC.......................................................................................................Unione democratica di centro WEF............................................................... Forum economico mondiale / World Economic Forum R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 85 Re d a z i o n e Servizio delle attività informative della Confederazione SIC C h i u s u r a d e l l a re d a z i o n e Febbraio 2012 I n d i r i z zo d i r i fe r i m e n to Servizio delle attività informative della Confederazione SIC Papiermühlestrasse 20 CH-3003 Berna E-mail: [email protected] Telefono: +41 (0)31 323 95 84 www.sic.admin.ch Distribuzione UFCL, Vendita di pubblicazioni federali, CH-3003 Berna E-mail: [email protected] www.pubblicazionifederali.admin.ch N° 503.001.12i ISSN 1664-4689 Co py r i g h t Servizio delle attività informative della Confederazione SIC, 2012 R APPORTO SULL A SITUA ZIONE 2012 | SIC 87 LA SICUREZZA DELLA SVIZZERA Servizio delle attività informative della Confederazione SIC Papiermühlestrasse 20 CH-3003 Berna Telefono: +41 (0)31 323 95 84 www.sic.admin.ch / [email protected]