Numero Numero77 Prezzo in edicola Fr. 5.- l’aria di MENSILE domani Abbonamento annuo fr. 38.- Luglio-Agosto 31 Luglio 2004 2004 l’aria di domani ISSN 1660-7163 Tutto quello che dovremmo sapere sul degrado dell’ambiente e delle istituzioni MINACCIA 2-3 L’Italia deve aver paura? Gli ultimatum di Al-Qaeda a Berlusconi Perché colpire l’ONU? A un anno dalla strage di Baghdad GIUSTIZIA La guerra invisibile 4-5 Procura federale contro sceicchi milionari RISORSA TERRA A volte ritornano! 6 RISORSA SERVIZI Bufale: Carla Del Ponte numero 2 dell’ONU “Se l’avessi fatta io la Floppy...” 7 Adriano Corti lancia accuse all’avv. Luigi Mattei: “io sarei finito in prigione per molto meno...” RISORSA POLITICA Golpe apoplettico 8-9 Ecco come Berlusconi ha profittato dell’ictus di Bossi RISORSA SERVIZI 10-11 RISORSA ARIA 12-13 RISORSA CULTURA 14-15 Vogliono chiuderci fuori L’horror della pianificazione psichiatrica Intervista al professor Orlando Del Don, psichiatra, arrabbiato nero contro quelli che una volta si chiamavano burosauri. L’odore dell’ozono I politici tirano a campare. D’estate siamo costantemente fuori dai limiti e i bambini sono i primi a pagarne le conseguenze. Il pescatore reietto Dopo il lupo e i camosci, l’airone cenerino è l’ultima vittima di quelli che pensano che la biodiversità sia una pericolosa malattia. Intervista al pediatra Marco Maurizio Storie dal paese dove si spara alla cicogna l’aria di1domani Numero 7 l’aria di domani 31 Luglio 2004 L’Italia deve aver paura? Bush sta terrorizzando gli USA a fini elettorali. Ma chi sta cercando di terrorizzare l’Italia? Dimentichiamo per un attimo gli Stati Uniti. Gli allarmi gialli che diventano arancione. La paranoia da attentato nei telegiornali estivi USA. Oggi è evidente a tutti che George W.Bush sta cercando disperatamente di spuntare la battaglia elettorale contro John Kerry sfruttando il terrore di un altro 11 settembre 2001. Concentriamoci invece sull’11 marzo spagnolo, sui precedenti attentati in Marocco e in Turchia, “alle porte d’Europa”. Da quando è iniziata questa nuova torrida estate una ridda di comunicati di Al-Qaeda minaccia il Governo italiano. Come se ciò non 8 luglio 2004: Il Tg5 di Berlusconi rende noto un comunicato che contiene esplicite minacce di Osama Bin Laden contro il Governo italiano. È il primo di una lunga serie. Ma c’è un elemento strano: questi comunicati sono tutti già stilati in lingua italiana (più o meno). 12 luglio: una ‘pseudobomba’ viene trovata sul treno intercity Basilea-Milano. Secondo la polizia ticinese il rudimentale ordigno non era in grado di esplodere. Contiene una sveglia che indica le 16:30, possibile ora di transito del treno intercity 252 nella galleria del San Gottardo. 16 luglio: allo scadere della tregua di Bin Laden un ultimatum all’Italia, con minacce sempre più esplicite, compare su bastasse questi misteriosi “addetti stampa” del terrorismo parlano di “auto-bomba” e dicono di essere ormai “alle porte dell’Italia”. Abbiamo cercato di analizzare queste minacce. Significano che dopo Madrid tocca a noi? O sono solo parole minacciose che hanno aiutato Silvio Berlusconi a distrarre l’attenzione dalla crisi di governo e dal Golpe apoplettico (vedi articolo a p. 8) che ha messo fuori gioco Umberto Bossi? Per dirla in due parole: speriamo che Berlusconi non stia imitando Bush. Sempre meglio di una serie di attentati veri, comunque! Abu Musab Al-Zarqawi Cronologia un sito internet intestato alla rete terroristica Al-Qaeda. Parla di “bersagli di nuova natura, che verranno colpiti con armi non convenzionali”. Le minacce contengono un riferimento geografico inquietante, i presunti attentatori dicono di essere ormai “alle porte dell’Italia”. 17 luglio: le brigate Abu Hafs Al-Masri annunciano un “bagno di sangue come quello dell’ 11 settembre se gli italiani non cambieranno l’attuale governo”. Si tratta della stessa organizzazione che si è, per così dire, ‘messa in luce’ durante tutta 2 l’ondata di attentati che hanno preceduto la strage della stazione Atocha di Madrid (11 marzo) . 24 luglio: Ulteriori minacce all’Italia in un nuovo comunicato, rivendicato dal gruppo guidato da Abu Musab Al-Zarqawi, il capo di Al-Qaeda in Iraq, la figura centrale degli attentati contro la sede ONU di Baghdad (19 agosto 2003, 23 morti fra i quali il rappresentante dell’ONU per l’Iraq Sergio Vieira de Mello), della strage di Nassiriya (12 novembre 2003), fors’anche della strage dell’11 marzo a Madrid. “Vi consigliamo di accettare la nostra offerta, se non lo farete vedrete file di autobomba imbottite di esplosivi colpire le vostre città e trasformare le vostre notti in giorni....” Numero 7 l’aria di domani 31 Luglio 2004 Perché colpire l’ONU? Un anno fa il terribile attentato che ha inaugurato le nuove perverse strategie di Al-Qaeda 11 marzo 2004, dopo tante ore passate a visionare le immagini dei treni dilaniati alla stazione Atocha di Madrid, dopo la sceneggiata del governo Aznar che tenta di sostenere la pista fasulla del separatismo basco (dell’ETA), compaiono le prime tracce concrete. Nella Guardia civil e nei servizi , per fortuna, ci sono ancora dei poliziotti veri, che seguono le tracce dei telefonini usati per innescare le cariche esplosive sui treni. Sui duecento morti di Madrid aleggia il terribile spettro di Abu Musab Al-Zarqawi, il generale di Al-Qaeda in Iraq, oggi conosciuto in tutto il mondo: è lui l’uomo con la scimitarra che decapita gli ostaggi. La strage dell’ONU ha cambiato la storia Dopo tante ore passate a infilare date come perline tutto sembra quasi comprensibile: gli attentati di Casablanca e Istanbul, alle porte dell’Europa... poi l’attacco al cuore: Madrid. Ma prima ancora, perla fra tutte queste perle di dolore umano, la strage contro la sede ONU di Baghdad (19 agosto 2003) che uccide il rappresentante delle Nazioni Unite in Iraq Sergio Vieira de Mello e altre 22 persone. La mente che orchestra questi massacri è sempre lui, Al-Zarqawi. La solita domanda: a chi ha giovato? Al Zarqawi è divenuto famoso a partire dallo scorso febbraio quando una sua telefonata viene intercettata dalla CIA. Oggi su di lui c’è una taglia di 25 milioni di dollari, pari a quella che grava su Osama Bin Laden. È una mente lucida quanto perfida. Rappresenta la nuova generazione di terroristi: crudeli quanto intelligenti, preparati, esperti dei paesi che vanno a colpire, capaci di produrre effetti tremendi con mezzi limitati, capaci di speculare su complesse scacchiere politiche come quella della Spagna alla vigilia delle elezioni. La domanda che sorge spontanea a questo punto è la seguente: che significato può aver avuto, per i terroristi, il massacro di Sergio Vieira de Mello e la distruzione della testa di ponte umanitaria che le Nazioni Unite, un anno fa, avevano messo in piedi per cercare di arginare la tragedia della guerra? 3 Il numero 2 dell’ONU, il coordinatore dell’UNICEF Christofer Klein-Beekmann e le altre vittime non erano certo ufficiali di una truppa di occupazione in odore di coalizione americana. Come osservavamo già nel nostro numero di marzo, la strage dell’ONU non ha certo creato danno agli “invasori americani”. Sergio Vieira de Mello, per contro, aveva già manifestato con estrema chiarezza che non sarebbe andato in Iraq a fare il pupazzo per gli Stati Uniti d’America. Un camion carico di esplosivo ha deviato il corso della storia. Bisogno di eroi Bisogno di antagonisti Ancora una volta i terroristi, per qualche ragione ancora misteriosa si ritrovano a fare un favore proprio ai loro nemici giurati: gli americani. Se non ci fosse stato lo sciagurato attentato di Baghdad il processo di inserimento dell’ONU nella crudele realtà irachena sarebbe iniziato un anno prima e avrebbe avuto qualche probabilità di successo. Come in una brutta fiaba ti rendi conto del fatto che i cosiddetti buoni traggono grande vantaggio dalle azioni commesse dai loro antagonisti, i cosiddetti cattivi. Numero 7 l’aria di domani 31 Luglio 2004 La guerra invisibile Il recente comunicato del Ministero pubblico della Confederazione rilancia le accuse contro la banca luganese Al-Taqwa - ora Nada Management - e altri presunti finanziatori di AlQaeda. Chi vincerà questo titanico braccio di ferro? La Svizzera lo fa solo per compiacere gli americani? Noi non siamo, peraltro, molto sicuri che l’attuale amministrazione americana (della quale abbiamo detto peste e corna nell’ultimo numero) voglia davvero arrestare sceicchi miliardari e professori di università che frequentano gli stessi consigli di amministrazione della famiglia Bush. Intanto anche la pacifica Svizzera si è guadagnata, in questo modo, la sua bella guerra. Chi vincerà? La Procura federale o i miliardari musulmani? Ecco chi sono. Forse anche la pacifica Svizzera avrebbe qualche ragione per preoccuparsi, non solo l’Italia di Silvio Berlusconi. Ora la ‘procura federale’ ha trasmesso gli atti dell’inchiesta sui finanziatori del terrorismo islamico al giudice istruttore. Significa che il procuratore Valentin Roschacher e i suoi collaboratori, in particolare Claude Nicati (che ormai ci sta lavorando da tre anni), sono convinti di poter trascinare di fronte a un giudice questi personaggi. Ce la faranno? “Stop this shit Carlotta”, antefatto Sarà un’impresa veramente difficile. La prima domanda riguarda il passato: è evidente che si tratta in buona sostanza e per tutti gli aspetti delle stesse identiche reti che venivano indicate dai famosi rapporti della DIGOS alla metà degli anni novanta. La ‘polizia politica’ italiana cerca di convincere l’allora procuratrice federale Ponte è partita per il Tribunale Penale internazionale dell’Aia, nel settembre 1999. Dopo la strage Carla Del Ponte evita di andare a Luxor mandando un preciso segnale di impunità ai presunti colletti bianchi del terrorismo fondamentalista islamico. Yassin Al-Qadi Carla Del Ponte a darsi da fare. Nel nostro ultimo numero (62004) abbiamo sostenuto la tesi secondo cui la morte di 36 cittadini elvetici a Luxor poteva essere evitata. A condizione che la Del Ponte desse seguito alle sollecitazioni della DIGOS. In che misura la “famosa” telefonata di Pierfelice Barchi, avvocato di Youssef Nada alla procuratrice Carla del Ponte (“stop this shit Carlotta”) ha favorito i finanziatori presunti del terrorismo islamista? Di certo l’indagine è stata congelata per tanti anni, fin quando Carla del 4 Ci provano davvero Roschacher e Nicati È una battaglia difficilissima quella intrapresa dagli inquirenti federali. Il problema di fondo è quello che abbiamo messo a fuoco nella scorsa edizione: da che parte sta l’amministrazione Bush? Perché mai all’indomani dell’undici settembre un aereo riporta in Arabia Saudita i membri della famiglia Bin Laden? Compreso Shafig Bin Laden, fratello di Osama, che siede al fianco della famiglia Bush nel consiglio di amministrazhione della Carlyle a Washington nel preciso istante in cui gli aerei dei dirottatori si schiantano contro le torri gemelle e il Pentagono. Numero 7 l’aria di domani 31 Luglio 2004 suoi capitali sono in parte Zarqawi, il boia dentro a una banca di degli ostaggi. Ginevra. Il suo nome Un altro esempio compare nelle famose analogo è quello del Ma chi sono liste dei “most wanted professor Mohamed gli indagati? terrorists” dell’FBI. Ciò Mansour, egiziano Per rispondere a questa malgrado sarà difficile come Youssef Nada, domanda siamo andati a scavare convincere i giudici del il suo nome compare Mohamed Mansour dietro le righe del recente fatto che effettivamente nel consiglio di comunicato del personaggi amministrazione di Ministero pubblico come Al-Qadi (che Al-Taqwa. Nelle liste USA federale. La risposta è sembra più un nobile curiosamente le foto dei presunti impressionante. Un anglosassone che un colletti bianchi non compaiono. e s e m p i o arabo) con i suoi modi Impossibili da trovare? No. Basta particolarmente cortesi e sorridenti, guardare nei siti internet del significativo è quello appartenga alla stessa mondo accademico elvetico. dello sceicco saudita categoria di persone cui Mansour è docente di robotica al Shafig Bin Laden Yassin Al-Qadi. I va ascritto Abu AlPolitecnico federale di Zurigo. Perché i Bin Laden vengono sottratti a qualunque interrogatorio? La ferita di Baghdad ONU: sarà la magistrata canadese Louise Arbour a sostituire Sergio Viera De Mello A un anno dalla strage della sede ONU di Baghdad le Nazioni unite tentano di rimanginare la terribile ferita lasciata dalla morte di Sergio Vieira De Mello e degli altri funzionari scomparsi nella tragedia del 19 agosto 2003: la carica viene assunta da Louise Arbour, la procuratrice canadese che aveva istruito per il Tribunale penale internazionale il processo contro Slobodan Milosevic prima di cedere il dossier a Carla Del Ponte. Nata a Montreal nel 1947 Louise Arbour si è formata in varie scuole religiose prima di dedicarsi al diritto. Dopo la creazione dei Tribunali penali internazionali istituiti per Louise Arbour Sergio Vieira De Mello perseguire i crimini contro l’umanità commessi durante il genocidio ruandese e nella ex Iugoslavia assume la carica di procuratrice. Nel maggio 1999 5 incrimina Slobodan Milosevic come responsabile della “pulizia etnica” contro la popolazione kossovara. Poche settimane dopo viene sostituita da Carla Del Ponte che, grazie alla compiacenza dei media, si prenderà tutto il merito dell’incarcerazione di ‘Slobo’. Numero 7 l’aria di domani 31 Luglio 2004 A volte ritornano Ecco l’inganno che ha convinto i politici a pagare le fatture della superprocuratrice Sono in molti, in Ticino e a Berna, a condividere lo stesso incubo, inclusi gli autori di questo giornale. Ti svegli domattina e di fronte alla tua casa c’è il camion dei traslochi con una folta guardia. Al centro Carla Del Ponte che torna dall’Aia, dove ha abbandonato le grane del processo Milosevic per diventare la tua dirimpettaia. In quell’articolo raccontavamo le vicende di moltissime sedicenti e comprovate vittime di Carla Del Ponte. Come è arrivata al TPI dell’Aia? In quell’articolo, inoltre, mostravamo ai lettori il meccanismo perverso che ha Le 102 vittime di Crudelia Del Ponte Crudelia del Ponte è il titolo di un articolo che abbiamo scritto all’inizio dell’anno scorso, quando Carla Del Ponte aspirava a una carica ancora più alta di quella del Tribunale per i crimini commessi in ex-Iugoslavia. Sul tavolo della neoeletta consigliera federale Micheline Calmy-Rey c’era l’aspirazione di Carla al posto di accusatrice presso l’istanza più prestigiosa di tutte : la Corte Penale internazionale. Oggi Crudelia del Ponte è stato letto in varie lingue da migliaia di frequentatori del nostro sito internet w w w. t h e - f l y i n g mountain.com la mummia di Luxor 6 permesso a Carla Del Ponte di raggiungere il Tribunale dell’Aia dopo aver accumulato un potere immenso nella veste di Procuratrice federale. Carla del Ponte e la guerra preventiva Dai meandri del Russiagate scaturivano le tracce di un incontro a Londra fra Carla Del Ponte e la dama d’acciaio dell’amministrazione Clinton; Madeleine Albright. Siamo nel 1999, alla vigilia della guerra contro la Serbia di Slobodan Milosevic. Carla Del Ponte rende possibile la prima vera guerra preventiva (della serie infinita cui stiamo assistendo). Attraverso l’ingaggio del supertestimone Felipe Turover viene innescato uno scandalo colossale che coinvolge l’amministrazione russa di Boris Jeltsin. Corruzione. Jeltsin esce dalla storia. I russi non hanno più la forza di opporsi all’attacco della Nato contro i fratelli Serbi. Partono i bombardamenti. Poco dopo (autunno 1999) Carla Del Ponte prende il posto di Louise Arbour al TPI dell’Aia. Oggi la dama di ferro sostiene l’accusa contro Milosevic, ma fino a quando? Numero 7 Intanto, nel settembre dell’anno scorso Carla Del Ponte ha ottenuto il rinnovo del Mandato da parte dell’ONU. Per altri quattro anni potrà stare all’Aia. Nessuno ha commentato nella sua reale portata il fatto che Kofi Annan, segretario generale dell’ONU le abbia tolto l’altra responsabilità, quella del Tribunale per il Ruanda. I giornali della Svizzera italiana non dubitano mai di Carla Del Ponte, nei momenti di difficoltà si limitano a metterne in risalto i nemici, la loro perfidia. In certi ambienti vige ancora la regola che chi parla male di Carla del Ponte deve essere per forza un comunista o un delinquente. A questo punto un naturale interrogativo: chi paga Carla Del Ponte? Noi, cioé la Svizzera, naturalmente. Sempre con crediti aggiuntivi da un milione l’anno. “Segretario generale supplente dell’ONU” È proprio nel tentativo, quasi disperato, di rispondere a una simile domanda che siamo incappati in una scoperta sensazionale. Il Rapporto della Delegazione finanze alle commissioni delle Camere, quello del 1999, contiene un primo tentativo di giustificare il dispiego di mezzi milionari degli anni successivi. Spese da fare, secondo la delegazione, “anche in vista della possibilità di insediare una cittadina svizzera al secondo posto della gerarchia dell’ONU con la carica di segretario generale supplente.” l’aria di domani 31 Luglio 2004 La vittima Corti rilancia “Se certe società le avessi fatte io anziché l’avv.Mattei...” Ma il sospetto peggiore che grava su Carla Del Ponte è ancora un altro: quello di aver sistematicamente ignorato i filoni investigativi che avrebbero portato un po’di pulizia nella piazza finanziaria luganese. C’è poi quella famosa frase, di fronte alle telecamere della RTSI: “manteniamo pulito il nostro giardino” subito prima di partire, lei, verso le vette del TPI. Adriano Corti, (nella foto) ex cambiavalute, è certamente uno fra i più illustri cuccioli di dalmata vittime di Crudelia. Con lui ci sono Peter Regli, ex capo dei servizi segreti dell’esercito, perseguito ingiustamente nell’ambito del caso Bellasi, l’informatore dell’FBI Salvatore Amendolito, l’ex commissario Fausto Cattaneo, protagonista del caso Mato Grosso sul quale si abbatte la micidiale zappa da giardino di Carla. Fra le vittime ci sono anche i 36 svizzeri di Luxor sui quali nessuno ha mai investigato a fondo. Come altri, Corti è stupefatto nel vedere che qualcuno parlava di Carla Del Ponte addirittura quale candidata al posto di numero 2 dell’ONU al fianco di Kofi Annan. Corti, che si definisce a giusta ragione ex infiltrato al servizio degli inquirenti in casi clamorosi come 7 quello della “Lebanon connection” subisce un destino molto simile a quello di Cattaneo. Dopo il periodo felice di Dick Marty le inchieste contro i grandi riciclatori sono cadute in disgrazia. Se avessimo lasciato lavorare gente come lui (e se l’avessimo gentilmente retribuita per questo) oggi forse il Ticino non si leccherebbe ferite come quelle del Ticinogate. Corti è arrabbiatissimo per due vicende che hanno cambiato la sua vita alla fine degli anni novanta: un traffico di sterline di cui aveva perfettamente informato la polizia ticinese e il famoso viaggio a Bari per conto del contrabbandiere (e talpa dei servizi italiani) Gerardo Cuomo. In entrambi i casi c’è l’ombra di Carla Del Ponte e della sua “scuola di polizia” in entrambi i casi c’è odore di trappola. E pensare ( mi dice buttando sul tavolo una scheda del registro di commercio) che l’avvocato che rappresenta oggi lo Stato contro di me, negli anni 90 costituisce società più che sospette per conto di un suo collega: l’avvocato Francesco Moretti. Si tratta della società Floppy SA costituita nel novembre 1994. L’avvocato è l’ex p.p. Luigi Mattei. “Io prenderei l’ergastolo per molto meno” aggiunge. Numero 7 l’aria di domani 31 Luglio 2004 Golpe apoplettico “Chi non salta comunista è” urlano Berlusconi e i suoi fedelissimi in preda all’adrenalina e alla crisi di Governo. Intanto in Ticino si consuma il dramma di Umberto Bossi. Il padre fondatore della Lega lombarda è colpito da un ictus e in seguito da altri problemi cardiocircolatori. Ecco come Berlusconi ne approfitta ed elimina sistematicamente tutto quello che può dargli fastidio o limitare il suo strapotere. Il primo a cadere è il Ministro dell’economia Tremonti. Nelle sale del cardiocentro di Lugano si scrive una pagina triste della storia 11 marzo 2004 una data infausta 11 marzo 2004: alle prime ore del mattino il senatore Umberto Bossi viene colpito da un ictus. I sintomi sono chiari, ma i comunicati ufficiali e la stampa evitano sistematicamente di indicare la natura del male che ha colpito il leader fondatore del Carroccio. Inizia un dramma che ricorda la vicenda del presidente del Consiglio DC Antonio Segni (1891-1972), il padre di Mario Segni, colpito da un ictus il 7 agosto 1964. Lo stesso italiana: il senatore viene dichiarato partente per Strasburgo. Sta meglio, dicono le voci ufficiali, ma nessuno lo sente parlare. Al suo posto (Ministero delle riforme) arriva Roberto Calderoli, un leghista molto più addomesticato e in sintonia con la “Roma ladrona” denunciata tante volte da Bossi. Tutto sotto controllo per il cavaliere. Ultimo atto: il commissario antitrust europeo Mario Monti viene sostituito da un altro bravo ragazzo: Rocco Buttiglione. Ecco come si ricompattano le maggioranze profittando a piene mani delle disgrazie altrui. (s.r.) imbarazzo di allora serpeggia ora a Roma e all’Ospedale di Varese. Le dimissioni di Giulio Tremonti 3 luglio 2004: il ‘super-ministro’ dell’economia Giulio Tremonti viene “dimissionato” da Berlusconi su pressioni di Alleanza Nazionale, che lo accusa di incapacità e persino di scorrettezze nella gestione dei conti. La crisi si manifesta a due giorni dal vertice Ecofin che d e v e approvare i conti della A.Segni G. Tremonti 8 ‘manovrina’ italiana (7,5 miliardi). Per l’opposizione (Piero Fassino, DS) è venuta meno la ragione di esistere che giustifica il Governo perché Tremonti è la”chiave di volta” dell’asse Berlusconi-Bossi. Con Bossi presente sarebbe impossibile Bossi è completamente fuori gioco, altrimenti farebbe fuoco e fiamme, si ribellerebbe come una belva ferita, e la Lega lo seguirebbe. Lo capisce anche un bambino. Le prove vengono dal tono dei comunicati precedenti: 5 aprile; “ha ripreso conoscenza”, “è in grado di riconoscere i familiari.” Silvio Berlusconi intanto l’aria di domani Numero 7 un’atmosfera surreale, da Cinecittà, le comparse di Forza Italia sfilano entusiaste di fronte alle telecamere per dimostrare che la Casa delle libertà non sta crollando. Stupisce vedere fra i manifestanti un prete. E’ vestito da Don Camillo. Balla, esulta, sembra suggerire ai cattolici di far fede al cavaliere. Peggioramento: al cardiocentro! Intanto, nella notte fra il 9 e il 10 luglio, le condizioni di Bossi sono ulteriormente peggiorate. Altre foto AFP c o m p l i c a z i o n i cardiocircolatorie. Il agguanta il Ministero di Tremonti senatore sembra uno scheletro e ad interim e litiga con Marco non muove più la mano sinistra. Follini (UDC, l’altro perno che È stato trasferito al Cardiocentro tiene assieme la maggioranza) di Lugano. Come potrebbe minacciandolo di scatenargli seguire gli eventi della crisi un contro le sue televisioni. Intorno uomo in queste condizioni? è tutto un coro di pernacchie. Eppure bisogna far credere agli Chi non salta italiani che sta bene, altrimenti la “manovrona acrobatica” di comunista è! Berlusconi per salvare la baracca 14 luglio 2004: all’uscita di rischia di crollare. Una sospetta Palazzo Chigi Forza Italia schermata del teletext fa dire a organizza una folla di tutt’altro Bossi ciò che non direbbe mai: colore che ineggia a Berlusconi. il fantasma di Umberto Il presidente del Consiglio, che ha raccomanda a Berlusconi e appena licenziato Tremonti Tremonti di mettersi d’accordo. difendendone poi Solo che è impossibile: la frittata integralmente la di buttar fuori Tremonti politica in Berlusconi l’ha già fatta il 3 parlamento luglio! Non è il vero Bossi a partecipa al rito. In parlare. 31 Luglio 2004 Un’impenetrabile cintura di sicurezza circonda il Cardiocentro, si prepara la fase finale dell’operazione salvamaggioranza: convincere Bossi a uscire di scena. Sabato 17 luglio al Cardiocentro si presentano Silvio Berlusconi, presidente del governo e il dimissionato Giulio Tremonti. Domenica sera nuova riunione dei vertici della lega. Occorrerà attendere fino a mezzanotte per sapere l’esito del summit: Bossi lascia, andrà a Strasburgo. L’operazione è riuscita: la totalità della popolazione italiana è convinta che il senatore sia cosciente e dunque consenziente. Berlusconi è raggiante, in pochi giorni piazza Rocco Buttiglione all’antitrust europea, sostituisce Tremonti con Domenico Siniscalco all’economia. Anche Roberto Calderoli è raggiante: sarà lui a prendere il posto di Bossi. Solo che Bossi è un’altra cosa: i suoi guizzi erano in grado di contrastare realmente Berlusconi, come nel 1994, quando gli fece saltare il governo. E poi cosa volete che ci vada a fare a Strasburgo il senatore Umberto Bossi, fondatore della Lega? Per lui (Lugano a parte) a Nord di Varese ci sono solo la calotta artica e gli orsi bianchi. R. Calderoli D. Siniscalco 9 Numero 7 Vi t de tim it e ag li l’aria di domani 31 Luglio 2004 Dovranno adattarsi Il professor Orlando Del Don, psichiatra e direttore della clinica Alabardia è molto arrabbiato. Qualcuno gli ha detto che in tempo di crisi i pazienti psichiatrici devono poi “anche un po’arrangiarsi e adattarsi alla situazione”. Qualcuno dovrebbe spiegare a certi funzionari che in tempi di crisi la gente sta male. Non lo sanno. Dottor Orlando Del Don, chi rappresenta in questa battaglia? “Prima di tutto la qualità delle prestazioni, difendo i miei pazienti, cosa che dovrebbero fare anche i miei colleghi psichiatri, ma che invece non hanno fatto. Nessuno è mai sceso in campo per sostenermi in questa ‘crociata’...” Qual’è il teatro istituzionale nel quale si svolge questa battaglia? “In ambito di sanità Patrizia Pesenti, con il suo dipartimento, deve rientrare, come noto, entro certi parametri di livello svizzero. Stiamo parlando soprattutto del numero di letti. Si tratta della seconda pianificazione ospedaliera fatta nel paese. In quest’ambito Patrizia Pesenti deve ancora tagliare duecento letti, metà nel settore privato e metà nel pubblico....” La Clinica Casa Alabardia di Piazzogna, i burocrati prevedono di sopprimerla come il centro di riabilitazione di Sementina. Il problema della psichiatria “In Ticino, per quanto riguarda il nostro settore, siamo sotto al livello svizzero. Quindi la psichiatria non si dovrebbe neanche toccare perché manca una cinquantina di posti-letto.” E invece come si risolve il problema generale? “È chiaro che non si possa fare un taglio lineare, cioé una media per cui ciascuno rinuncia a tot...” Non si fanno tagli lineari, si fanno semmai tagli intelligenti... “Tanto più che nella prima pianificazione erano stati definiti mandati chiari per i vari istituti, fondati su criteri precisi come l’occupazione dei letti eccetera... Orbene, senza andare a discutere i meriti specifici (siamo tutti bravi...) le statistiche parlano 10 chiaro. Ci sono cliniche che lavorano con un’occupazione al 60 per cento. Vuol dire che per arrivare al rimanente 40 devono aumentare artificialmente la degenza. Noi, con la Clinica Casa Alabardia di Piazzogna, già nella prima pianificazione eravamo entrati pienamente nel novero degli istituti psichiatrici che dovevano essere riconosciuti per l’alto livello di qualità delle cure e per il fatto che c’era un giro molto elevato. I pazienti stavano poco, la metà dei giorni di altri istituti, uscivano guariti. Privato, ma non solo per ricchi! D’altra parte le lunghe liste d’attesa dei pazienti mostrano la forte richiesta che scaturisce dal territorio, dalla gente. La nostra esperienza dimostra Numero 7 che “privato” non vuol dire riservato ai ricchi, come una volta. Cifre alla mano abbiamo dimostrato che tre quarti dei nostri sono pazienti di classe comune. Significa che noi copriamo un settore che dovrebbe essere presidiato dal servizio pubblico. Un bisogno sociale.” h c i r t a i h ic s p e r u c r e p i t t Le e ali d e sp o l’aria di domanizione a fic i an pi i d ta s o op r p va o nu a L it ve a t i il b ia r re u c r e p i t t Le La mazzata della nuova pianificazione Con le cifre dalla vostra parte, con i riconoscimenti anche accademici che vi collocano fra i migliori, quali allori vi ha riservato la nuova pianificazione? “La commissione fa un grande annuncio e dice per farla breve che noi dobbiamo essere sacrificati. Non hanno fatto tagli lineari con noi, hanno semplicemente cancellato due cliniche, la nostra e il Centro di riabilitazione di Sementina. Soppresse.” Le conosciamo entrambe, hanno in comune una comprovatissima utilità sociale... “Per gli altri, piccoli tagli lineari, a noi una brutale soppressione dell’intero effettivo. La fine. Entrambe le cliniche sono nate - nel privato - per rispondere a un bisogno. Molto forte! Anche i colleghi di Sementina sono alla disperazione. Con tutti gli investimenti che hanno fatto....adesso il cantone ha deciso per altrove...” Per noi è ancora peggio 31 Luglio 2004 “Nel nostro caso prosegue il dottor Orlando Del Don - è ancora peggio. Non ci sarebbe solo la chiusura della clinica per risparmiare 45 postiletto, ma questi posti verrebbero smembrati ed attribuiti come segue: 30 a un’altra clinica psichiatrica, la Santa Croce di Orselina; 15 posti-letto andrebbero a Mendrisio, alla Clinica cantonale e 6 posti a un’altra clinica privata che è quella di Viarnetto a Pregassona” Si tira il collo al Sopraceneri “Così i destinatari devono sobbarcarsi (cioé sobbarcare allo Stato) nuovi milionari investimenti. Dov’è il risparmio? L’alternativa è che lo Stato non investe e allora tira il collo al personale che dovrà lavorare di più per sopperire al fabbisogno 11 che copriamo noi attualmente” Cosa farete ? “Stiamo già muovendo guerra sul piano legale contro questa sedicente pianificazione secondo la quale tu - privato - puoi investire e tu, invece, devi arbitrariamente chiudere lasciando nei guai l’intero Sopraceneri. “ Un pronostico? “Una certezza: salterà l’intera pianificazione.” Numero 7 l’aria di domani 31 Luglio 2004 L’odore dell’ ozono Il dottor Marco Maurizio, pediatra, ha seguito in prima linea la situazione di Chiasso e dintorni, particolarmente emblematica per la presenza dell’autostrada. Oggi come oggi noi, gente comune, abbiamo veramente l’impressione che si tratti di un problema gravissimo, soprattutto per i bambini. “Io non ho solo l’impressione, io ho la convinzione che effettivamente qualcosa non funziona. Quando abbiamo iniziato a denunciare Questi problemi legati all’inquinamento, parlo di 20-25 anni fa, abbiamo fatto questo discorso, soprattutto a livello del Mendrisiotto con il Gruppo SOS Ambiente.” Noi ”Talebani verdi” avevamo ragione “Cercavamo di sensibilizzare la popolazione ma anche i politici, che a quei tempi reagivano sorridendo del problema e guardandoci come dei ‘talebani ecologisti’. Però la storia ci ha poi dato ragione, non ci eravamo inventati nulla. Già a quei tempi esistevano degli studi scientifici in grado di provare che l’inquinamento provocava danni alla salute, anche se non si sapeva ancora esattamente in quale misura. Inquinamento = bambini malati Esistevano studi epidemiologici che mostravano il dato chiaro: dove l’inquinamento era maggiore i bambini avevano più problemi, soprattutto alle vie respiratorie, rispetto ai bambini che vivevano in campagna o in zone meno toccate dallo smog. Dunque ci si basava su dati reali. Per misurare l’enorme distanza psicologica da quegli anni ci viene in mente un testo che parlava dell’odore dell’ozono dopo il temporale. Credo che oggi abbiamo una tale abitudine a 12 sentire l’odore dell’ozono in gola, con questa specie di i n f i a m m a z i o n e cronica…l’odore dell’ozono non esiste più perché è divenuto una presenza quotidiana. “L’ozono dà quella sensazione di infiammazione, e lo senti con un minimo sforzo. Io ad esempio sono un ciclista, non sono Bahamontes o Amstrong ma mi piace, vado in bicicletta abbastanza spesso. Se parto da casa un sabato alle 9 di mattina, andrò tranquillo anche in montagna, se vado di pomeriggio, dopo la seconda curva inizierò già ad ansimare. “ Dunque questo è proprio il primo sintomo, la mancata assimilazione dell’ ossigeno “E’ la funzione polmonare che viene diminuita, questo è provato. Diminuisce a seconda della concentrazione di ozono nell’aria. Per tornare al passato, e a quanto dicevamo prima: c’era, Numero 7 agli inizi, un gruppo di medici a Basilea che ha dato vita all’associazione Medici per l’ambiente. Si parlava in quegli anni della morìa dei boschi. Allora ci si è accorti che non solo la flora ma anche i bambini soffrivano a causa dell’inquinamento, erano sempre più ammalati, c’era qualcosa che non andava.” Medici per l’ambiente “Qui in Ticino eravamo in 3, una cifra ridicola rispetto alla popolazione del nostro Cantone. In tre a mettere in piedi questa Sezione ticinese, a raccogliere e fornire ad altre associazioni del materiale scientifico. Inizialmente questi sforzi sono serviti ad escludere il nesso tra alcune malattie e l’inquinamento ambientale. Nei casi certi abbiamo invece fornito le prove di ciò che sostenevamo.” Di certo non solo i polmoni vengono colpiti dall’ozono... “Riscontriamo soprattutto irritazioni agli occhi, ma anche effetti al sistema cardiovascolare, problemi alla vista: esiste una pubblicazione che tratta il problema da vicino; le persone esposte per lungo tempo a tassi molto elevati di ozono hanno problemi di coordinazione della vista. Sintomo reversibile, che scompare appena la persona si sposta in un luogo più salubre.” Riusciamo a quantificare questa evoluzione? “L’aumento dell’ozono è quantificato, grazie alle l’aria di domani misurazioni fatte a tappeto a livello svizzero. L’opuscolo del Cantone “Stop ozono” fa luce sulla situazione attuale e sulla prevenzione e fornisce dati aggiornati.“ Biossidi e monossidi “All’inizio si prendeva in considerazione il biossido di azoto, SO2 (quello dei riscaldamenti). Quando si è capito il problema si è cercato di ridurre la percentuale di zolfo nel combustibile per riscaldamenti dallo 0,5 allo 0,2 % ed effettivamente il problema è stato sensibilmente ridotto. L’ozono si può usare come parametro per l’inquinamento in genere, visto che si forma con quei compositi organici volatili presenti della benzina e con il biossido di azoto (che filtriamo dalle macchine con il catalizzatore) che con l’effetto dei raggi solari scatena il problema. Il catalizzatore ha leggermente migliorato la situazione da una parte, ma le automobili aumentano progressivamente: i risultati sono nulli.” Il petrolio sotto accusa Quindi l’automobile, il motore a scoppio, ha una grossa responsabilità? “Nel nostro Cantone il problema principale è rappresentato dall’autostrada, su questo non ci piove.” Vorrei fare una geografia del problema: ai primordi parlavamo 13 31 Luglio 2004 di Viale Galli a Chiasso, autostrada a contatto diretto con i quartieri urbani. Oggi la gente fugge in montagna coi bambini per evitare problemi legati al caldo torrido. La situazione migliora in montagna? “Purtroppo l’ozono c’è anche lì: è lo smog estivo. Inizialmente riscontravamo maggiore presenza di ozono in campagna piuttosto che in città (apparentemente un paradosso, in realtà un agente inquinante diminuiva l’effetto dell’altro). Ma questo anni fa, quando l’ozono era poco. Ora il tasso è uguale, in montagna o in città.” Che cosa possiamo fare? “Si dice sempre che “non abbiamo i mezzi” a breve termine per fare qualcosa, e forse è anche vero; ma sono vent’anni che ne parliamo e che diciamo “a breve termine non si può fare niente”. E’ ciò che ripete ogni anno il Consigliere di Stato leghista Marco Borradori. E’ come la questione dei rifiuti: sono anni che se ne parla ma nessuno è riuscito a fare qualcosa. Per me è incompetenza politica. Si dà il contentino, i mezzi pubblici costano meno… se fosse per me dovrebbero essere quasi gratuiti, fruibili con una spesa individuale minima. Ma sono decisioni di livello nazionale. Offrire la possibilità di circolare con tutti i mezzi pubblici per pochi soldi non sarebbe certo uno svantaggio per le ferrovie. Ma nessuno vuole iniziare. Numero 7 l’aria di domani 31 Luglio 2004 Pescatore reietto La Federazione di acquicoltura e pesca, con l’aiuto della Federazione dei cacciatori, intende chiedere alla Confederazione il permesso di effettuare azioni di “caccia speciale”. Il fine è quello di sterminare l’airone cenerino, reo di mangiare pesce. Il sospetto è che dietro tutto questo non ci siano tanto cacciatori spietati o pescatori armati, ma ancora e sempre i soliti affari, gli interessi di pochi e il denaro. Bello l’airone, quasi irreale. Incontrarlo è un privilegio, osservarlo un onore. Il suo nome è legato alla mitica terra di Atlantide: Aztlan o “terra degli aironi”, paradiso perduto, c u l l a leggendaria della civiltà azteca. Quando nel 1519 i conquistadores giungono in Messico, gli ingenui aztechi credono di riconoscere nel terribile Cortés il “serpente piumato”, dio della tolleranza e della civiltà, dalla pelle e la barba bianche. Il popolo azteco si lascerà sterminare da Cortés, nel nome di quella cieca tolleranza. Annientata l’arte, perdute la religione, la lingua, sparito il leggendario oro. sopra: calendario azteco, con la divinità del Serpente piumato sulla destra (a est) Anche per i Celti l’airone rappresenta una divinità: al termine di cerimonie rituali e preghiere veniva liberato dal ‘cerchio magico’ l’airone sacro. E ancora, nella mitologia greca, Scilla viene trasformata in airone dagli Dei inteneriti nel vederla annegata in fondo al mare per 14 mano di Minosse. E infine il poeta Ovidio, ispirato dall’Eneide, ci canta la leggenda della città di Àrdea, che in latino significa ‘airone’, la più antica città del Lazio fondata senza violenza da una donna: la principessa greca Danae. Ovidio, immaginando la città incendiata dai nemici (Enea e i troiani) ci parla dell’airone cenerino come simbolo della rinascita. Il nome della città per i suoi fondatori rappresenta proprio “il volo maestoso di quell’uccello che dalle acque e dalle paludi si levava verso luoghi più inaccessibili (ardui) e splendenti nel cielo”. Quell’ àrdea cinerea di Ovidio è proprio il nostro airone cenerino, tanto odiato e prossimamente cacciato dai nostri pescicoltori. Peccato. Numero 7 l’aria di domani Business contro creature Malgrado l’ Airone cenerino sia protetto da solide leggi federali, nel nostro Cantone si spera in uno “strappo alla regola”, in una concessione speciale per la sua eliminazione. Ci dicono che le reti di protezione per pescicolture costano 400’000 franchi (così grandi?) Certo, per loro è più comodo sparare, ma a fin di bene, perché la sua carne non è neanche buona da mangiare, ci fanno sapere i cacciatori. La sopravvivenza di una specie protetta non ha prezzo, anche se fossero vasche grandi foto di Paolo Cortesi, Bologna come campi di calcio. La Confederazione è pronta a stanziare sussidi, “…Ma, poi che tutto crollo’ disfatto ed arso, purché non si parli solo dal mezzo delle macerie un uccello, di business. visto allora per la prima volta, Invidia si alza in volo improvvisamente e battendo le ali, si scuote di dosso la cenere. Il suo grido, le sue ali color cenere, la sua magrezza tutto ricorda la citta’ distrutta dai nemici. Ed infatti d’Ardea il nome ancor gli resta. Con le penne del suo uccello Ardea piange la sua sorte” (Ovidio, Metamorfosi, lib. XIV). piscis? In una piccolissima valle qui vicino viveva una coppia di aironi cenerini. Li potevi vedere alzarsi in volo, con un salto leggero … Difficile, per un pescatore che aspetta il pesce per ore, goffo nelle sue mezze gambe di plastica, accettare che una creatura pacifica, libera, non 15 31 Luglio 2004 sportiva gli rubi il pesce sotto il naso. Ma purtroppo non è l’invidia il problema. I nostri simpatici pescatori sono anche loro, nel loro spirito, un po’ aironi. Il problema non è dei pescatori ma delle pescicolture: supermercati del pesce vivo. In sovrannumero sarete voi! Quanti aironi ci è dato di vedere in tutta una vita? Pochi, nemmeno se li cerchi. Sovrannumero significa un’altra cosa. Tutto si rivela una scusa banale per salvaguardare le strutture private di pescicoltura. Non c’è nulla di sportivo nelle vasche da allevamento. Se si tratta di colture esclusivamente commerciali e private si dovranno rispettare innanzitutto la natura e la legge, proteggendo poi la struttura con le misure adeguate. Prima vengono le specie protette, poi gli interessi privati. Insomma, un disastro il Ticino per il nostro amico airone! Non va certo meglio al lupo, o al camoscio. Noi alla frottola delle bestie in sovrannumero non ci crediamo, e nemmeno ai gravi danni annunciati alle colture. La malattia è un’altra: si chiama ipocrisia, ed è molto diffusa nel nostro Paese. In più c’è una certa voglia di sparare (per sport, per tradizione). Ma stavolta il cacciatore non c’entra. Otterranno il permesso di eliminare animali protetti, con la benedizione delle autorità cantonali. Poi ne piangeremo l’estinzione. l’aria di domani Numero 7 31 Luglio 2004 GAB 6500 Bellinzona 1 Lo sappiamo, la Piazza Simen di Bellinzona, c’è chi nutre serie speranze di trasformarla, così da allargare lo scempio di Piazza del Sole. Gente con un sacco di manie di grandezza, architetti, tecnici. Hanno già deciso di “farne qualcosa”. Inizieranno abbattendo i due platani più sani: così col tempo saranno costretti a tagliarli tutti perché instabili, perché, come dice la perizia della Società ticinese per l’arte e la natura, verrà a mancare il vicendevole sostegno dato dalle radici. E loro lo sanno. Compenseranno il disastro con pianticelle esotiche, che certamente non daranno fastidio al futuro parcheggio sotterraneo o alla prossima aliena, spigolosa, esaltata opera architettonica. Abbiamo capito: nel giro di pochi mesi tutti i platani verranno (verrebbero!) eliminati. Ma con quale fine? Valorizzare la statua di Rinaldo Simen? Che cosa hanno in mente, “loro”, per domani? Non lo sappiamo, ma abbiamo davanti agli occhi la “nuova” Piazza del Sole: la piazza più antisociale d’Europa, che serve unicamente a produrre festival dello sport in stile balilla e a organizzare prestigiosi concerti (finora mai visti perché impossibili). Non una pianta in piazza del Sole, non uno zampillo d’acqua: la piazza più torrida d’estate, la piazza più ghiacciata d’inverno. No, grazie. Un’altra così non la vogliamo. Ci dispiace per architetti e urbanisti ma, per noi, gli alberi secolari sono più importanti di loro (e fortunatamente molto più longevi). Si ‘inalbererebbe’ anche Rinaldo Simen, presidente del Governo e creatore della prima legge forestale del Canton Ticino dopo la rivoluzione del 1890. Uomo colto, lui, non burocrate schiavo dei soliti interessi. Impressum l’aria di domani Tutto quello che dovremmo sapere sul degrado dell’ambiente e delle istituzioni Direttore responsabile: Sidney Rotalinti l’aria di domani C.P. 2496 6501 Bellinzona Telefono: (+41) 076 309 14 67 www.the-flying-mountain.com [email protected] Abbonamento annuo fr. 38.- (12 numeri) Prezzo in edicola: fr. 5.-. 16