12-13 maggio 2001: torna una tradizionale manifestazione
La festa
della mamma
S
abato 12 e domenica 13 maggio, in occasione della
tradizionale “Festa della Mamma”, i volontari
dell’Istituto Oncologico Romagnolo saranno presenti
nelle piazze di città e paesi, in aree pubbliche e private,
aree parrocchiali, centri commerciali, supermercati ed
esercizi di commercio. E’ un lungo elenco che vi presentiamo - suddiviso nei sette ambiti di competenza quanto meno come riconoscimento indiretto del radicamento dello IOR nel territorio. A tutti i cittadini che
nelle due giornate raccoglieranno l’invito a lottare
insieme contro il cancro, i nostri volontari ricambieranno il gesto di solidarietà offrendo azalee fiorite ed un
opuscolo sulla prevenzione dei tumori.
FORLI’ piazza Saffi; piazza Giovanni XXIII; Centri
Commerciali di via Balzella, via Curiel e via Tina
Gori; Cava Centro Conad via Conca/piazzale don
Mario Ricca. Castrocaro Terme viale G. Marconi
(ingresso Terme); piazzale Conad. Terra del Sole
piazza d’Armi. Dovadola piazza della Vittoria. Rocca
San Casciano piazza Garibaldi. Galeata piazza Aldo
Palareti. Civitella piazza Matteotti. Santa Sofia parrocchia Santa Lucia. Premilcuore via Roma.
Forlimpopoli piazza Garibaldi. Meldola piazza
Orsini. Bertinoro piazza della Libertà. Predappio
piazza Garibaldi.
San Giovanni in Marignano piazza Silvagni.
Coriano piazza don Minzoni.
RAVENNA piazza XX Settembre; largo Porta
Adriana; piazza Anita Garibaldi, angolo via Di
Roma. Cervia piazza Pisacane. Milano
Marittima rotonda 1° Maggio (zona Rolo Banca).
Marina di Ravenna piazza Dora Markus (ex piazza dei Mille). Russi piazza Farini. San Pietro in
Vincoli. Campiano. San Zaccaria. Mezzano
Mini Coop via Bassa 34. Santo Stefano.
Castiglione di Ravenna. Savarna Mini Coop via
dei Martiri 1.
FAENZA piazza del Popolo. Brisighella piazza
Carducci. Castelbolognese piazza Bernardi.
Casola Valsenio piazza Oriani. Modigliana corso
Garibaldi. Riolo Terme corso Matteotti. Tredozio
via XX Settembre. Solarolo piazza Gonzaga. San
Cassiano.
RIMINI Coop via XXIII Settembre 128; Coop via
Circonvallazione Occidentale 48; piazzale Fellini;
piazza Cavour; Miramare. Viserba piazza Pascoli.
Torre Pedrera piazza Anita Sacchini. Bellaria Isola
dei Platani. Santarcangelo piazza Ganganelli. Villa
Verucchio piazza 1° Maggio.
LUGO logge Pavaglione/largo della Repubblica;
parcheggio IperCoop. Alfonsine piazza Gramsci;
piazza V. Monti; piazzale Coop. Bagnacavallo via
Mazzini 3 (portico Opere Pie); Centro
Commerciale “La Pieve”. Bagnara piazza
Marconi. Barbiano piazza Alberico. Belricetto
parcheggio Bar Moderno. Bizzuno area Bar
Cooperativa Culturale. Conselice piazza Foresti.
Cotignola piazza Vittorio Emanuele II. Filo
d’Argenta parco Unità. Fusignano piazza Corelli.
Giovecca area Negozio Alimentari. Maiano area
Parrucchiere Alex. Masiera parcheggio Bar Layla.
Massalombarda piazza Matteotti. Rossetta area
Negozio Alimentari. Sant’Agata sul Santerno piazza
Umberto I. San Bernardino piazza San Bernardino.
San Lorenzo piazza 8 Marzo. San Potito area Forno.
Santa Maria in Fabriago piazza Versari. Traversara
parcheggio chiesa. Villa San Martino piazzetta dott.
Montevecchi. Villanova di Bagnacavallo piazza
Martiri. Voltana piazza Unità.
RICCIONE viale Ceccarini, angolo via Dante; piazzale Acli corso fratelli Cervi. Cattolica piazzale
Nettuno. Misano Adriatico piazza della Repubblica.
Sulle aree degli esercizi commerciali e dei supermercati, la distribuzione delle piante avrà luogo soltanto
nella giornata di sabato 12 maggio.
CESENA piazza del Popolo; corso Sozzi angolo via
Vescovado. Longiano piazza del Municipio.
Gambettola corso Mazzini (Mostra Scambio).
Savignano corso Vendemini; piazza Borghesi; piazza
Falcone. Gatteo piazzale della chiesa. Sant’Angelo di
Gatteo piazzale della chiesa. San Mauro Pascoli
piazza Battaglini.
La Romagna in fiore contro il cancro.
Le piazze, i centri commerciali, le parrocchie
Nuove apparecchiature scientifiche
Oncologia a Lugo
1
i mercatini della bontà
Nel mese di dicembre si sono svolti cinque “Mercatini”: a Faenza,
con 22 milioni d’incasso; a Ravenna con 8.873.500; a Russi, con
7.200.000; a Godo, con 9.252.000; a Rimini, all’”Arte e Fiera”. Dal
1° al 7 aprile, in collaborazione con la circoscrizione di Mezzano,
con 3.700.000 d’incasso. Infine, dal 21 aprile al 6 maggio a Cesena,
in piazza del Popolo (col prossimo numero daremo informazioni
precise sulla cifra realizzata).
L’Istituto Oncologico Romagnolo ringrazia la “SIGNORI & VILLA”
s. r. l. raccorderia inox per enologia, di Lugo (via Bonsi 9, telefono
0545-35018), per aver fabbricato e donato alla Sede di Lugo 34 cassettine per le offerte destinate allo IOR raccolte durante i funerali.
S
abato 21 ottobre 2000, in occasione
delle celebrazioni indette per il
centenario della costruzione dell’Ospedale “Umberto I” di Lugo, è avvenuta la consegna delle apparecchiature
scientifiche donate all’Ausl dall’Associazione Pro-Chirurgia e dall’Istituto
Oncologico Romagnolo, che consentiranno di effettuare diagnosi specializzate delle lesioni del seno individuate
nell’ambito dello screening in atto sulla popolazione femminile del territorio
lughese. Sono intervenuti il presidente
della “Pro Chirurgia” ing. Giuseppe
Sangiorgi, il direttore del Dipartimento
di Chirurgia dott. Giovanni Gardini, la
responsabile del progetto di screening
mammografico dott. Patrizia Bravetti e
il primario dell’Unità operativa Oncologica dell’Ospedale di Lugo dott.
Giorgio Cruciani, il vice presidente
dell’Istituto Oncologico Romagnolo
Rositano Tarlazzi (nelle due foto piccole)
“Sono onorato - ha detto Tarlazzi - di
rappresentare oggi il Consiglio d’amministrazione dello IOR, il Comitato
Medico-Scientifico, i soci e le forze del
volontariato che fanno capo all’Istituto. Ho il gradito compito di consegnare una strumentazione diagnostica
del valore di 70 milioni di lire, donata
dallo IOR, che va a completare l’apparecchiatura donata dall’Associazione
Pro-Chirurgia, il “Mammotone” una
sofisticata attrezzatura sanitaria costata 270 milioni, unica nella provincia di
Ravenna, che permetterà di limitare al
minimo l’intervento chirurgico al seno.
L’Istituto Oncologico Romagnolo è
impegnato a Lugo fin dagli anni ‘80.
Durante la sua prima presenza ha
svolto una funzione sensibilizzatrice
presso le amministrazioni locali e
regionali per l’istituzione di un servizio
di Oncologia nell’ospedale lughese.
Successivamente, in occasione dell’apertura dell’ambulatorio e dei dayhospital, acquistò la necessaria strumentazione diagnostica e gli arredi.
Poi, col trasferimento del Servizio negli
ambienti ristrutturati dell’Umberto I,
finanziò la dotazione sanitaria investendo 200 milioni di lire. E se in questi giorni, l’ospedale di Lugo è salito
agli onori della cronaca nazionale per
essere stato classificato fra le strutture
più accoglienti del Paese, una parte di
merito va certamente riconosciuta
all’Istituto Oncologico Romagnolo”.
A sinistra, il mammografo acquistato dallo IOR e consegnato all’Ospedale di Lugo.
Curare il rischio per sconfiggere il cancro
La Ricerca Scientifica
D
Riccione, nuova sede
D
2
omenica 8 ottobre 2000, nel
corso della “Festa d’Autunno”
organizzata dall’Amministrazione
Comunale in collaborazione con
l’Istituto Oncologico Romagnolo, è
stata inaugurata la rinnovata sede
IOR di Riccione, in piazza Matteotti. Alla cerimonia hanno partecipato
il sindaco Daniele Imola, il presidente on. avv. Roberto Pinza, il primario di Oncologia dott. Alberto
Ravaioli, i rappresentanti delle categorie economiche e delle Forze
dell’Ordine, che in precedenza avevano presenziato all’inaugurazione
del nuovo arredo urbano di viale
Diaz. Tanti gli interventi. Il sindaco
Imola ha sottolineato l’importanza
del volontariato ed ha rinnovato la
disponibilità del Comune ad offrire
il proprio contributo. L’on. Pinza, a
sua volta, ha messo in risalto l’opera
che medici, infermieri e psicologi
IOR svolgono nella lotta contro il
cancro. A questo proposito, ha illustrato gli scopi e le finalità che
saranno perseguiti dall’istituendo
Istituto Scientifico di Ricerca e Cura
di Meldola. Infine, Marina Giannini,
responsabile della sede riccionese
dello IOR, ha definito i rinnovati
ambienti come un punto irrinunciabile di riferimento per chiunque
abbia necessità sia d’informazioni,
sia d’ascolto.
In alto, il sindaco Daniele Imola
mentre taglia il nastro inaugurale.
A destra, il presidente on. avv.
Roberto Pinza; a sinistra il dott.
Alberto Ravaioli.
Coop Adriatica e IOR
O
ltre diecimila soci di COOP
Adriatica hanno deciso liberamente di destinare il loro ristorno per
un totale di 170 milioni di lire ad
Associazioni del Volontariato che si
adoperano per sostenere la Ricerca
Scientifica contro il cancro e per alleviare le sofferenze ai malati e alle
persone non autosufficienti. Il
“ristorno” è quella quota che la
Cooperativa restituisce ogni anno ai
suoi soci sotto forma di buono-spesa.
Per il 1999 tale quota è stata pari allo
0,60 per cento. Un bel segnale che ci
conferma come la cooperazione, che
storicamente è stata una delle principali “culle” della solidarietà, può
ancora contare su quella cultura e su
quello spirito solidaristico. La somma è stata ripartita fra otto strutture
associative individuate nel territorio
romagnolo, fra cui lo IOR, al quale,
in base alla scelta compiuta da 1.557
soci Coop, è stato attribuito l’impor-
to di 23.461.000 lire. La consegna
delle quote (le altre sono andate
all’Auser per le attività di spesa a
domicilio a favore degli anziani e per
l’assistenza a malati terminali) è
avvenuta giovedì 26 ottobre 2000,
nella sede dell’Istituto dove si sono
riuniti i Consigli di Zona dell’Area
Roma-gna della Coop, presente il
direttore Soci Giuseppe Baraldi.
Durante tale incontro è stato consegnato allo IOR un ulteriore importo
di 25.000.000, quale contributo direttamente stanziato dalla COOP
Adriatica. La circostanza ha rappresentato una proficua occasione per
far conoscere più compiutamente ai
rappresentanti sociali Coop le attività
svolte dall’Istituto.
Sotto: Giuseppe Baraldi, dirigente
Coop Adriatica, consegna il contributo nelle mani della dott.
Serena Martissa consigliere IOR.
A sinistra, il dott. Vincenzo Erroi.
omenica 5 novembre 2000, nell’ambito della “Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro”, si è
svolto a Forlì, nella sala Santa
Caterina - così come è avvenuto in
altre 70 città italiane - un incontro
aperto ai cittadini finalizzato a fare
chiarezza su quanto di concreto è
stato fatto e quanto resta ancora da
fare in tema di prevenzione del cancro. Fra gli intervenuti: personalità
civili e militari, medici, ricercatori,
uomini impegnati in politica; due i
relatori: il prof. Dino Amadori, primario della Divisione di Oncologia
Medica dell’Ospedale “Pierantoni”
di Forlì e membro del Comitato
Medico-Scientifico dello IOR e la
dott. Grazia Daidone del Dipartimento di Oncologia Sperimentale
dell’Istituto Nazionale Tumori.
Conduttore dell’incontro: il dott.
Vincenzo Erroi direttore dell’Istituto
Oncologico Romagnolo.
Il prof. Amadori ha messo in evidenza l’estrema complessità della
malattia. Il cancro, infatti, si configura come un’entità difficilmente
classificabile e, perciò, difficilmente
controllabile. Il numero dei fattori
che entrano in gioco è molto elevato
e le cause che possono dare origine
alla malattia sono di natura diversa
(fisiche, biologiche, genetiche) e
differenti sono le forme neoplastiche
nelle quali si concretizzano. Inoltre,
anche il dato quantitativo è estremamente importante, in quanto il cancro è la malattia che determina il più
alto numero di anni di vita perduti: è
noto come la mortalità fra i 35 e i 60
anni sia assai più elevata rispetto a
quella causata da ogni altra malattia.
Tuttavia, negli ultimi anni sono
aumentate le possibilità di sopravvivenza determinando una incoraggiante - seppure ancora modesta diminuzione del numero dei decessi.
Ciò è dovuto sia al progresso delle
conoscenze scientifiche, sia ad un
migliore utilizzo delle risorse preventive e diagnostiche.
Su questo aspetto, pur dichiarandosi
ottimista su ulteriori sviluppi, il
prof. Amadori non ha nascosto la
sua critica al “sistema” sostenendo
che l’Italia è inadeguata alle esigenze scientifiche: “La cultura politica ha detto - appare inadeguata a comprendere l’importanza della ricerca
scientifica: i progressi che ci aspettiamo di compiere nel prossimo futuro arriveranno soltanto se risorse
consistenti potranno essere investite
in questa direzione, per avere, poi,
una ricaduta positiva sul fronte terapeutico”. Diagnosi precoce, prevenzione primaria, chemio-prevenzione
rappresentano le armi più efficaci a
contrastare le neoplasie. Analoga
indicazione è venuta da parte della
dott. Daidone che ha impostato la
parte centrale del proprio intervento
sulla prevenzione, che “da sola - ha
detto - potrebbe far diminuire il
numero dei decessi del 30-40 per
cento. Di fronte alle previsioni di 20
milioni di nuovi malati nell’anno
2020, a livello mondiale,
prende ulteriore forza l’urgenza di interventi finanziari
adeguati”. Rispondendo ad
alcune interrogazioni del pubblico presente, il prof.
Amadori ha fatto riferimento
all’Istituto Scientifico di
Ricerca e Cura che sorgerà a
Meldola, fonte di nuove speranze per tutta la Romagna.
Qui a sinistra, la dott.
Grazia Daidone; il prof.
Dino Amadori.
Approvata la legge per l’impiego dei farmaci oppiacei
Contro il dolore
I
l 19 febbraio 2001 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la
legge 12/2001 intitolata “Norme per
agevolare l’impiego dei farmaci
analgesici oppiacei nella terapia del
dolore”, che modifica in modo
sostanziale la legge 309/1990 in
materia di disciplina dell’uso di
sostanze stupefacenti e psicotrope.
Nella giusta preoccupazione di regolare l’utilizzo voluttuario degli oppioidi,
la normativa precedente non distingueva alcuna “facilitazione” legislativa per l’utilizzo terapeutico di quei
farmaci. La bozza della nuova legge che nella sua forma definitiva rappresenta, ovviamente, la sintesi della proposta tecnica nella sua forma iniziale e
di tutte le modifiche effettuate nelle
sedi istituzionalmente e politicamente
preposte - è stata messa a punto da una
commissione di esperti promossa dalla Commissione Farmaci, coordinata
dal prof. Dino Amadori. La proposta
delle modifiche normative ha costituito uno dei tre filoni di attività del gruppo di lavoro; gli altri due - tuttora in
corso - riguardano,da una parte, formazione e informazione a professionisti della Sanità e al pubblico e, dall’altra, suggerimenti per una maggiore
disponibilità e rimborsabilità di farmaci antidolorifici nel nostro Paese. Per
questo, la commissione ha stimolato
l’istituzione pubblica a provvedere
alla rimborsabilità di un maggior
numero di farmaci antidolorifici e
adiuvanti e all’ampliamento di indicazioni di alcuni farmaci adiuvanti.
Inoltre, ha promosso il dialogo con
Aziende farmacologiche per la produzione e l’immissione in commercio di
formulazioni attualmente non presenti
in Italia. E’ innegabile, però, che il
prodotto più “eclatante” del lavoro di
gruppo è rappresentato dalla legge
12/2001, della quale riportiamo sinteticamente i contenuti. Le modifiche
che la nuova legge ha apportato alle
precedenti normative riguardano dieci
farmaci elencati nell’allegato III bis
(tutti quelli più frequentemente utilizzati nella terapia del dolore in cure
palliative), per i pazienti “affetti da
dolore severo in corso di patologia
neoplastica o degenerativa”.
L’articolo 41, concernente la consegna
di farmaci oppioidi, autorizza che essi
vengano dati a domicilio anche da
operatori sanitari di programmi di
Assistenza Domiciliare, con dichiarazione sottoscritta dal medico (di
Medicina Generale, di Continuità
Assistenziale; Ospedaliero). Il comma
2 bis dell’articolo 43 autorizza la
ricettazione in duplice copia a ricalco
per i farmaci non forniti dal Servizio
Sanitario nazionale e in triplice copia
a ricalco per quelli forniti dallo stesso
SSN. Il comma 3 bis dell’articolo 43
recita che la prescrizione può comprendere fino a due preparazioni o
dosaggi per cura, di durata non superiore a 30 giorni. Il comma 5 dell’ar-
ticolo 43 consente esplicitamente l’autoricettazione da parte del medico per
approvvigionamento e detenzione di
quantità di oppioidi per uso professionale. I commi 5 bis e 5 ter dell’articolo autorizzano esplicitamente la consegna a domicilio di oppioidi da parte
del personale e degli infermieri professionali dei distretti, dei servizi territoriali o degli ospedali pubblici e
accreditati, quando accompagnata da
certificazione medica. L’articolo 45,
infine, contempla la depenalizzazione
per errori formali del farmacista.
Merita, inoltre, di essere ricordato che
la legge riguarda il dolore cronico
severo oncologico e non, venendosi
così a sottolineare il fatto che anche in
questo secondo tipo di patologia dolorosa assurge alla dignità di “sindrome”
anziché di mera sintomatologia.
E’ evidente, comunque, che nel complesso la nuova normativa rappresenta
un segnale del fatto che le istituzioni
hanno accolto le sollecitazioni provenienti dalla società civile, dalle associazioni di volontariato e dalle società
scientifiche, sull’inadeguato trattamento del dolore cronico, nel nostro
Paese. A tale presa d’atto di tipo normativo, dovrà necessariamente seguire
un’opera di educazione sanitaria e culturale per tutti gli operatori della
sanità, affinché la pratica clinica sia
sempre più uniformata agli standard
scientifici di una corretta terapia del
dolore cronico più severo.
Il nuovo Reparto di degenza e cura per pazienti oncologici ed ematologici
Degenza Oncologica a Rimini
L
unedì 5 febbraio 2001, alla presenza dell’Assessore regionale
alla Sanità arch. Giovanni Bissoni, è
stato inaugurato il nuovo Reparto di
Degenza Oncologica ed Oncoematologica dell’Ospedale degli “Infermi” di Rimini. Fino a quella data,
l’Unità Operativa si era avvalsa, per
gli aspetti terapeutici, dell’attività
del Day Hospital; ora, tale attività
proseguirà affiancata dal nuovo
Reparto, comprendente 10 posti letto di degenza ordinaria, ripartiti in
camere doppie con relativi servizi
igienici e quattro camere singole
semisterili dotate di telecamere a
circuito chiuso per l’isolamento di
alcune particolari figure di pazienti.
Il Servizio è preposto alla cura e
all’assistenza specialistica di pazienti oncologici ed ematologici sottoposti a terapie convenzionali - quali
l’antiblastica, l’ormonale e l’immunologica - e, grazie alla presenza
delle camere semisterili, alle procedure di trapianto autologo di midollo osseo. Anche i pazienti gravemente compromessi dal punto di vista
ematologico-midollare possono usufruire di un adeguato servizio specialistico. Un’appropriata schermatura delle camere semisterili, la
disponibilità di servizi di disinfezione per il materiale che entra a contatto col paziente e le stesse telecamere a circuito chiuso assicurano il
necessario isolamento dei degenti e
il monitoraggio continuo della situazione clinica.
Il personale medico-infermieristico
comprende 4 medici specialisti sia in
campo oncologico che oncoematologico, 12 infermieri professionali e
una caposala, tutte figure di sicura e
prolungata esperienza in entrambi i
settori. A tali profili professionali si
affianca la figura dello psicologo,
sempre più richiesto e presente in
strutture ospedaliere a carattere provinciale. Il nuovo Reparto consente
di ampliare la già vasta attività clinica di terapie moderne e innovative
con la partecipazione a studi clinici
nazionali ed internazionali, col supporto ed il potenziamento della figura del “data manager” per la gestione
e la raccolta dei dati e il controllo
della qualità dei risultati. Saranno
messi in opera nuovi tipi di trattamento; infatti, oltre alle terapie tradizionali, saranno introdotti schemi di
terapia che prevedono infusioni continue di farmaci, monitoraggio ininterrotto di alcuni parametri clinici
durante il trattamento e l’adattamento dei dosaggi farmacologici al variare dei parametri stessi. Oltre alla possibilità di trapianto di midollo osseo,
il nuovo Reparto metterà in linea
anche altre forma di trattamento, fino
ad oggi attuate solo in parte, come
quelle loco-regionali, biologiche,
vacciniche e cellulari, in stretta collaborazione con l’Istituto a carattere
scientifico di Meldola e in rete con le
Oncologie romagnole. Anche l’attuale utenza potrà, così, contare su di un
servizio maggiormente specializzato
e su di una struttura più rispondente
alle necessità standard e dell’innovazione. Entro il 2002 avverrà il completamento dell’Unità Operativa di
Oncologia e Oncoematologia con
l’attivazione di Radioterapia e di
Medicina Nucleare.
Questa, l’organizzazione del nuovo
Reparto: direttore dott. Alberto
RAVAIOLI; responsabile reparto
degenza e modulo ematologia dott.
Pier Paolo FATTORI; responsabile
presidio oncologico Cattolica dott.
Enzo PASQUINI; responsabile
modulo di prevenzione oncologica
dott. Franco DESIDERIO; responsabile day-hospital oncologico dott.
Davide TASSINARI; responsabile
day-hospital onco-ematologico e
laboratorio biologico dott. Lorenzo
GIANNI; responsabile attività
ambulatoriale dott. Giovanni OLIVERIO; referente attività laboratorio dott. Franco MONTI.
L’Istituto Oncologico Romagnolo ha svolto un ruolo determinante nelle attività di sostegno all’Oncologia pubblica riminese. Oltre alle attrezzature scientifiche - del valore di 500 milioni di lire - offerte in comodato all’Azienda USL, lo IOR ha provveduto anche all’esecuzione dei
lavori di fornitura e messa in opera di arredi, di finitura di impiantistica elettrica e termotecnica nel corridoio antistante il Reparto, per un
importo pari a 55 milioni di lire. Tali opere sono state eseguite e consegnate a titolo di donazione.
Tutto cominciò nel mese di novembre 1997, quando l’Istituto
Oncologico Romagnolo mise in atto una campagna di sensibilizzazione
dell’opinione pubblica riminese per l’apertura del Reparto di degenza
nell’Ospedale degli “Infermi”. In quell’occasione, il dott. Alberto
Ravaioli, primario della Divisione di Oncologia, ebbe a dire: “Lo specialista può elencare cento motivi, il malato ne ha uno solo: essere
curato e curato bene. L’istituzione di un Reparto di degenza è il naturale completamento delle strutture oncologiche e la condizione indispensabile e insostituibile per poter offrire cura e assistenza ai pazienti delle città della provincia di Rimini”. La campagna di stampa, che fu
denominata “Oggi, Rimini è diversa”, ebbe successo (l’obiettivo fissato era indicato in 500 milioni): nacquero iniziative di spettacolo, imprese e aziende si mobilitarono, i cittadini risposero in maniera eccellente.
Nel corso di questi ultimi anni, più volte “L’Informatore” ha pubblicato nomi e ha dato notizia di quanto stava accadendo. Ricordiamo, a titolo emblematico, un nome per tutti, quello della COCIF di Longiano, che
all’inizio del 1999 compì una donazione per oltre 50 milioni di lire. In
poco meno di quattro anni, l’Unità Operativa di Oncologia è divenuta
realtà e nell’arco del 2002 vedrà il suo completamento.
3
In alto, l’assessore regionale Giovanni Bissoni inaugura il reparto.
La Scala per l’Istituto di Meldola
V
enerdì 16 febbraio, al Teatro
“Diego Fabbri” di Forlì ha avuto luogo un concerto dell’Accademia
di perfezionamento del Teatro alla
Scala per professori d’orchestra,
direttore e viola solista Danilo Rossi,
violino Myriam Dal Don. E’ stata la
prima iniziativa pubblica lanciata
dall’Istituto Oncologico Romagnolo
per la raccolta di fondi a favore della
realizzazione dell’Istituto Scientifico
di Ricerca e Cura Tumori di
Meldola, nei locali dell’ex ospedale
civile. Elemento caratterizzante del
progetto sarà l’affiancamento e il
supporto alle consolidate terapie di
assistenza e alle metodiche di prevenzione, di un’importante attività di
sperimentazione, ricerca e formazione in ambito medico, infermieristico,
fisioterapico e farmaceutico, tale da
inserire in futuro la struttura romagnola nel circuito degli Istituti di
ricerca italiani e internazionali.
Il concerto ha avuto pieno successo.
Particolare non secondario: per evitare che gli inevitabili costi legati
all’iniziativa (nonostante la disponibilità dei concertisti), finissero col
ridurre la somma ricavata dalla ven-
dita dei biglietti, un pool di sponsor
ha provveduto a farsi carico delle
spese. Ricordiamo, a questo proposito, Conad Romagna-Marche, Barilla,
Salaroli piastrelle, Litotipografia
Filograf, Ras “Stadium”, Rolo
Banca, Banca Popolare Emilia
Romagna. Sono state eseguite
l’Ouverture da “Die Zauberflöte” di
Mozart, la Sinfonia in Si minore
“L’incompiuta” di Schubert e la
Sinfonia Concertante in Mi bemolle
maggiore per violino e viola K 364
di Mozart. L’Accademia di
Perfezionamento del Teatro alla
Scala, sorta nel maggio dell’anno
scorso col finanziamento del Fondo
Sociale Europeo, è composta da
novanta strumentisti provenienti da
tutta Italia ed ha lo scopo di preparare giovani musicisti ad affrontare
concorsi e selezioni per l’inserimento in orchestre stabili nazionali e
internazionali. Lezioni ed esercitazioni si alternano a stages finalizzati
alla preparazione di concerti durante
i quali gli allievi si
esibiscono pubblicamente in formazioni sinfoniche e
da camera.
L’Accademia opera
sotto la guida del
presidente onorario
maestro Riccardo
Muti e del responsabile
artistico
Stefano Renzani;
direttore dei Corsi è
Pietro Scardillo. La
direzione dei concerti e le esercitazioni sono affidate a
giovani e già affermati professionisti
(Daniele Callegari, Roberto Rizzi
Brignoli, Corrado Rovaris); le lezioni di tecnica e musica da camera
sono impartite anche dalle prime
parti dell’Orchestra del Teatro alla
Scala, fra le quali il forlivese Danilo
Rossi, prima viola del glorioso teatro
milanese. Danilo Rossi, vincitore di
concorsi nazionali e internazionali
(fra gli altri, quelli di Vittorio Veneto,
Stresa e Mosca), si è esibito nei più
importanti Festival (Ravenna,
Ferrara, St. Moritz, Vicenza) con i
maestri Tortelier, Brandis, Brunello,
Canino, Chung, Muti. Tra le sue
numerose interpretazioni solistiche,
si ricordano il Concerto di Bartòk
con la “Filarmonica’ diretta da
Riccardo Muti, i Concerti con i
“Solisti di Mosca” e con le Orchestre
dei Teatri “Massimo” e “La Fenice”.
Ha inciso numerosi CD solistici e da
camera. Suona la viola Mancini del
1600 appartenuta al grande violista
Dino Asciolla. Myriam Dal Don è
nata a Belluno, si è diplomata al
Conservatorio “Gianferrari” di
Trento ed ha vinto nell’88 il
Concorso nazionale di Vittorio
Veneto. Nel 1986 è entrata a far parte dell’Orchestra Giovanile della
Comunità Europea sotto la direzione
dei maestri Accardo, Petracchi e
Kaiser. Ha al suo attivo incisioni con
la Radiotelevisione Italiana; dal
1994 è violinista dei “Solisti Veneti”.
Insegna al Conservatorio di Matera.
A sinistra: il presidente on. avv.
Pinza ringrazia il maestro Danilo
Rossi, al centro il dott. Erroi. A
destra, il prof. Amadori illustra
l’Istituto di Meldola.
Domenica 18 febbraio 2001: XV Convegno Volontari IOR
Nuovo Millennio…
Le testimonianze dei rappresentanti di Sedi e Punti IOR
D
4
omenica 18 febbraio 2001 si è
svolto a Forlì, al Cinema
“Mazzini”, il XVI Convegno annuale dei Volontari IOR. I lavori sono
stati introdotti dal presidente on.
avv. Roberto Pinza, che ha dato
ragione del cambiamento di data
dell’incontro rispetto a quella tradizionale d’inizio autunno, dovuto al
desiderio vivissimo - rimasto purtroppo soltanto tale, a causa delle
note vicende che vanno sotto il
nome di “mucca pazza” - di avere a
Forlì il Ministro della Sanità prof.
Umberto Veronesi, al quale l’Istituto
avrebbe voluto testimoniare la propria riconoscenza per l’impegno
profuso a favore dell’Istituto Scientifico di Ricerca e Cura. Poi sono
cominciate le prime relazioni, che
sono state svolte dal dott. Pier Paolo
Fattori (“I nuovi spazi del Volontariato”) e dai dott. Giorgio
Cruciani, Marco Maltoni e Andrea
Rossi (“Dall’assistenza domiciliare
alle cure palliative: il ruolo del
volontario”).
Importanti sono i compiti del volontario in Oncologia: opera per il
benessere e la dignità della persona;
non cerca di imporre i propri valori
morali, fa ciò che serve e non tanto
quello che lo gratifica; agisce senza
fini di lucro anche indiretto, collabora con gli altri volontari; partecipa
alla vita associativa e alla formazione permanente; è vincolato all’osservanza del segreto professionale. Egli
non deve mai dimenticare che la sua
opera non è sostituiva di altre presenze, in particolare del personale
infermieristico: la sua è una funzione
specifica che s’intreccia con quella
degli operatori sanitari. Varie sono le
forme di volontariato: domiciliare
(rilevamento problemi sociali, aiuto
e cura della persona, aiuto spostamento del malato, aiuto per nutrizione, incombenze esterne), di trasporto
di pazienti autosufficienti (attitudine
alla guida, attesa con i pazienti),
ospedaliera (accoglienza calorosa e
garbata, informazioni sulla vita del
reparto, individuazione casi speciali,
supporto umano, risoluzione di problemi pratici, collegamento coi servizi interni, aiuto al malato allettato,
aiuto per commissioni esterne).
Dall’assistenza domiciliare alle
cure palliative: l’obiettivo delle cure
palliative è il raggiungimento della
migliore qualità di vita per i pazienti e le loro famiglie. La sofferenza
non è mai solo una questione fisica
ma coinvolge la corporeità e la spiri-
tualità. Nulla sfigura il corpo di
fronte agli uomini più della sofferenza, ma nulla di fronte a Dio avvilisce l’anima di chi soffre. Nel
momento della sofferenza deve,
allora, scattare una forte solidarietà
fra il paziente e chi gli sta intorno,
non solo il personale sanitario e la
famiglia, ma anche il volontario,
attraverso la comunicazione, il dialogo e soprattutto l’ascolto. Dice
Hans Kung: “Dio non è venuto per
togliere la sofferenza, ma per riempirla della sua presenza”. Sul piano
pratico va detto che alla scadenza
del tempo concesso dal Piano
Sanitario - settembre 2000 - il
Ministero ha cominciato l’esame dei
Progetti di ristrutturazione di 118
strutture residenziali per le cure palliative pervenuti attraverso le
Regioni, esame non ancora completato. In Romagna sono stati previsti
4 Hospice nell’area di Ravenna, 2 in
quella di Forlì-Cesena e 1 in quella
di Rimini, ai quali sono stati accordati finanziamenti per la riconversione della struttura. Ce ne sono
altri, entrati nel Piano regionale senza finanziamento, in quanto già
coperti; ne esistono altri ancora del
tutto indipendenti che procederanno
parallelamente al Piano stesso. Al
volontariato, intanto, viene chiesto
di attivarsi per la formazione del
personale. Dobbiamo cominciare a
ragionare in termini di “Unità di Terapie Palliative” composte dall’Assistenza domiciliare e dall’Hospice, due strutture che debbono assolutamente integrarsi. Il
paziente che si trova in assistenza a
domicilio può trovarsi - per varie
ragioni e tutte importanti - nella
necessità di essere assistito in una
struttura di tipo ospedaliero: oggi si
reca al Pronto Soccorso e viene
assegnato a Reparti specifici; con la
fine dell’iter burocratico tuttora in
atto, tale paziente verrà avviato in
Hospice, qui non ci sarano orari di
visita: familiari ed assistenti potranno sempre essere presenti.
Importante è la presenza dell’Istituto
Oncologico Romagnolo anche in
campo nazionale, quale aderente
alla Federazione Italiana per le Cure
Palliative, di cui tre anni fa, assieme
ad altre cinque organizzazioni, è stato socio fondatore. Attualmente aderiscono a tale organismo ben 36
associazioni.
In alto: il tavolo della presidenza
del Convegno. Nella pagina accanto flash sui partecipanti.
ArcangeloVIGNOLI di Faenza:
Parlo a nome dell’Associazione
“Stare assieme” operante nel Basso
Faentino,
Circoscrizione
di
Granarolo. “Stare assieme” è nata
una decina d’anni fa per il coordinamento delle attività esistenti nella
zona, quali la “Festa Paesana di
Ambiente e di Caccia” oggi alla 20ª
edizione, il “Carnevale dei Ragazzi”
organizzato quest’anno per la 48ª
volta. L’unione delle forze del
volontariato locale ha fatto sì che si
armonizzassero tutte le attività, nel
frattempo cresciute fino ad essere
divenute 12. “Stare assieme” è
distaccata dall’organizzazione dello
IOR, tuttavia fin dal suo nascere si è
dato il compito di provvedere alla
destinazione degli utili derivanti da
queste attività ricreative e culturali e
il primo indirizzo, riconosciuto
all’unanimità, è stato quello
dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Questo è stato il motivo dominante dell’espansione della “Festa
Paesana” che si svolge nella
Settimana in cui ricorre la festività
di San Martino, sottolineata da una
corona di mostre, di iniziative sportive e a sfondo storico. E’ una grande occasione di aggregazione popolare (durante la scorsa edizione, ad
esempio, sono stati distribuiti 5.000
pasti) che ha come filo conduttore il
sostegno alle attività dell’Istituto. E’
un comune sentire che va al di là di
ogni altra considerazione e che in
questi venti anni ci ha consentito di
consegnare allo IOR oltre 200 milioni di lire per l’assistenza domiciliare. Abbiamo imparato che è bene
diffondere l’operato di questo
Istituto che svolge una funzione
molto sentita dalla gente, toccata da
vicino dalla presenza devastante del
tumore. Per questo, centinaia e centinaia di persone danno il proprio
apporto soprattutto in occasione dei
due grandi avvenimenti: è un maturare collettivo, un fatto innegabile di
crescita per tutto il paese. Tanto da
farci riconoscere che non siamo stati noi a dare “qualcosa”allo IOR, ma
che lo IOR ha dato “qualcosa” a noi.
Questo è un grande motivo per continuare a stare assieme in una zona
che, grazie ad un impegno corale, ha
fatto grandi passi avanti, culturalmente, socialmente, storicamente.
(Per la cronaca, il 12 novembre
2000, sono stati versati 10.000.000,
ricavato dell’edizione 1999 della
Sagra di Ambiente e Caccia)
Gabriella CARATTONI di Ravenna:
sono una volontaria di Ravenna e
faccio parte del Gruppo I.D.A.,
costituito da donne che, come me,
sono state operate al seno diversi
anni fa. La nostra esperienza ci ha
spronato a formare un’équipe di
sostegno per donne che, come noi,
hanno avuto la sfortuna di ammalarsi di tumore al seno. Abbiamo la certezza che il nostro percorso è stato
complesso: ecco perché comprendiamo le difficoltà di tutte le donne
che oggi vivono questo difficile
momento; ci rendiamo conto che
non sempre è facile decidere di parlare con altri di cose così intime e
personali, però siamo convinte che
chiudersi in sé stesse non sia per
niente utile; anzi, l’aprirsi, col tempo, aiuta a superare meglio il problema. Dobbiamo ringraziare la dottoressa Strada e altri medici per il prezioso aiuto che ci hanno dato nel
formare il Gruppo I.D.A., che signi-
fica “Informazione - Dialogo Aiuto”. Un ringraziamento sentito e
riconoscente
va
all’Istituto
Oncologico Romagnolo di Ravenna
per la disponibilità mostrata continuamente nei nostri confronti. Non
siamo né medici, né psicologhe, ma
volontarie che con tanta umiltà danno testimonianza della loro esperienza diretta. Questo è il nostro slogan: “Oggi riceverai aiuto? In futuro
un’altra donna potrà tornare attiva
anche grazie a te”.
Anna GHISELLI di Cesena: Sono
stata chiamata per essere presente
alla
Festa
provinciale
del
Volontariato, che si è svolta nel
mese di ottobre a Cesena. Prima di
sedermi al tavolo riservato allo IOR
ho fatto un giro sotto il tendone dell’esposizione: un accostamento multicolore di manifesti, insegne fluorescenti a caratteri cubitali, Croce
Rossa, Croce Verde, crocerossine
con cuffie svolazzanti, persone in
tuta coloratissima, grande ressa alla
tavola dei pescatori di Cesenatico
che
offrivano
la
“rustìda”.
Multiformi aspetti del volontariato,
gran bella festa! Allo IOR era stato
riservato uno spazio di circa 80-90
centimetri lineari, alla fine di una
paratia, con poca luce. Alle spalle
del tavolo, un nostro manifesto,
quello con le mani giunte a palmo
che sorreggono alcuni teneri pulcini,
con la scritta “Aiutiamoli a crescere”. Ecco, io chiedo scusa per la mia
incompetenza in fatto di grafica, ma
quel manifesto mi faceva pensare a
tutt’altro e non certo a quello che
voleva rappresentare. Vi prego di
perdonarmi, perché so che con i
nostri manifesti sono stati vinti
anche dei concorsi, ma spesso questi
nostri manifesti sono ermetici, difficili da interpretare, quasi fossero
rivolti soltanto agli addetti ai lavori.
La gente - come i pubblicitari insegnano - ha bisogno di richiami forti,
di impatto immediato e di chiara evidenza! Insomma, in quelle tre ore
nelle quali sono stata seduta a quel
tavolo, con tutti i nostri depliants
esposti, davanti a me si sono fermate due o tre persone in tutto e soltanto per chiedere se potevano prendere
degli insulsi portachiavi che erano
sul tavolo. Sono tornata a casa sgomenta, perché ci si interessa dello
IOR solo quando o in prima persona,
o un familiare, o un amico viene colpito dalla malattia; oppure il timore,
o il sospetto di essa fa chiedere subito una visita medica o un esame specifico e ci si lamenta se non è sempre possibile ottenerli al più presto?
Il volontario deve spesso affrontare
l’indifferenza e il disinteresse, grossi ostacoli per superare i quali ha
sempre bisogno di nuovi stimoli e
motivazioni per proseguire, per
mantenere vivi i contatti con la gente. La ricerca, la lotta contro le
malattie, lo studio di sempre nuovi
metodi di terapia sono impegni di
grande rilievo, ma richiedono anche
grosse risorse economiche. Per noi
volontari dello IOR la realizzazione
dell’Istituto Scientifico per lo Studio
e la Cura dei Tumori diventa un nuovo e più significativo motivo d’orgoglio che dobbiamo trasmettere alle
persone che avvicineremo; ma questo grande progetto che si sta realizzando deve essere fin da ora divulgato, pubblicizzato, oserei dire sbandierato, perché la gente una volta di
più capisca la differenza fra quelli
che con estrema abnegazione e
serietà si prodigano per la nostra
salute e i profittatori e i venditori di
fumo!
Marisa PAGANI di Forlì: A volte
capita al volontario di sentirsi chiedere “perché lo fai?”; la domanda
viene rivolta con ammirazione,
incredulità, stupore, sincera difficoltà a capire. In effetti, non è facile
spiegare perché si scelga di andare a
conoscere e poi frequentare, aiutare,
sostenere qualcuno che sta per morire, che a volte è già deturpato nella
mente e nel corpo, che può anche
non essere più in grado di parlare e
di ascoltare, o magari semplicemente non averne più voglia. Cosa ci
spinge a visitare famiglie provate dal
dolore e dalla solitudine, o in reparto d’ospedale, dove è difficile incontrare speranza e fiducia nel futuro?
Tutti i volontari, almeno una volta,
hanno risposto “è molto più quello
che si riceve di quello che si offre”;
chiunque abbia fatto esperienze di
questo tipo sa che è vero, che la sensazione è di essersi molto arricchiti
avendo dato poco. Più difficile è cercare di capire che cosa si dà e che
cosa si prende. Il malato viene a trovarsi costretto dentro un sistema di
relazioni con molte persone (solo in
parte scelte da lui), da un lato i tecnici che per professione cercano di
curare, o almeno di ridurre gli effetti negativi della malattia (medici,
infermieri, assistenti, psicologi,
sacerdoti); dall’altro lato, i familiari
e gli amici (quando questi ultimi non
sono troppo spaventati e si allontanano). Come entra il volontario in
questo sistema? In punta di piedi:
non porta ricette più o meno miracolose per far cessare il dolore del corpo e dell’anima, non ha nessun
obbligo professionale o morale da
compiere; forse, è qualcosa di simile ad un amico ma è un nuovo amico
senza nessuna storia in comune, senza nessun debito di riconoscenza.
Quindi, lo spazio in cui si svolgono
gli incontri fra il volontario e l’ammalato è una zona neutra, una condizione in cui entrambi possono sentire più facilmente e più liberamente il
fluire delle proprie emozioni, una
situazione ideale per raggiungere
una vera condizione di vicinanza.
Ciò che il volontario dà è una parte
del suo tempo, sottraendolo alla
famiglia, agli impegni quotidiani,
ma non è una rinuncia, è anzi una
riconquista, un modo per restituire
valore al nostro tempo. Il volontario
non ha altro da offrire se non il suo
essere persona: è soltanto una persona che si avvicina ad un’altra persona per cercare assieme di rendere
meno triste l’esperienza della morte,
della sofferenza, della solitudine. E
nel farlo, entra in contatto con la
parte migliore di sé. Per mia esperienza personale, sicuramente condivisa dai miei colleghi, posso testimoniare che si può trovare più
verità, più umanità nel sorriso di un
sofferente che in giorni o mesi di
vita quotidiana vissuta fra il lavoro,
la famiglia, le relazioni sociali.
Nella MONDAINI di Cattolica:
Sono una volontaria del Punto IOR
di Cattolica, ma parlo a nome anche
dei volontari della sede di Riccione.
Dall’ottobre del 1999, anno in cui è
stato inaugurato il Punto IOR cattolichino, sollecitata da alcune amiche, sono entrata a far parte del
Domenica 18 febbraio 2001: XV Convegno Volontari IOR
Nuovo Volontariato
gruppo del Volontariato. Oggi posso
dire che la mia esperienza nel campo delle iniziative per la raccolta dei
fondi è stata positiva; soprattutto mi
sono sentita realizzata e motivata ad
impegnarmi per questa nobile finalità. A nome mio e di volontarie di
altri Punti IOR, vorrei sottolineare la
necessità di organizzare il corso di
formazione all’ascolto di pazienti
oncologici e delle loro famiglie,
completando così la nostra attività di
volontari. Credo che questa sia la
sede giusta per sottolineare una
situazione che sta preoccupando il
volontariato e lo sta demotivando: il
nuovo indirizzo dell’Assistenza
domiciliare. Secondo il nostro punto
di vista, sarà sempre più difficile
raccogliere fondi e motivare i volontari se non parte un’informazione
forte, altrimenti un rilevante introito
come quello delle offerte in memoria di defunti assistiti dallo IOR
verrà sicuramente a mancare. Noi
oggi chiediamo delle motivazioni
valide, affinché si possa continuare
determinati con lo stesso spirito con
cui siamo entrati in questa opera di
volontariato.
Mirella GALASSI di Forlì: Sono una
volontaria del Gruppo I.D.A. di
Forlì, che ha le stesse finalità del
Gruppo di Ravenna. La nostra non è
una testimonianza, ma la presentazione di una nuova forma di volontariato. Il Gruppo I.D.A. è composto
da donne che hanno affrontato il
cancro al seno e si sono riunite per
aiutare altre donne colpite dalla stessa malattia. Il nostro percorso è iniziato più di un anno fa, presso la
sede IOR di Forlì, alla presenza di
due psicologhe che con il loro sostegno ci hanno guidato verso una crescita sia individuale che collettiva,
completato in seguito da un corso
formativo supportato da medici e
operatori sanitari. Il cammino è stato difficile; a volte angosciante, perché non è facile imparare a convivere con una realtà così drammatica
come un tumore. Ma insieme, parlando, affrontando i momenti in cui
dubbi, paure, difficoltà, incertezze
sono affiorate, durante i nostri
incontri, siamo riuscite a condividere le stesse ansie, gli stessi timori e
ne siamo uscite più forti, più sicure e
soprattutto meno sole. Perché la
solitudine a cui ti porta questo tipo
di malattia è la parte più difficile da
superare. Ecco perché pensiamo che
il nostro “progetto” possa aiutare
altre donne a sentirsi capite, aiutate
anche nella praticità, ma soprattutto
meno isolate all’interno della famiglia e della società, più forti nell’affrontare la malattia, giorno dopo
giorno, meno sole. Il nostro Gruppo
può dare una parola, un consiglio,
un sorriso, un supporto psicologico
e un sostegno che diventa reciproco
e che permette anche a noi di rafforzarci e insieme di affrontare con
coraggio la vita. Finalmente, il “progetto” sta per realizzarsi praticamente; infatti, a breve sarà operativo nella sede IOR di Forlì un punto d’ascolto dedicato alle donne che si troveranno a dover superare l’impatto
con una malattia che incute ancora
paure e ansie, anche se la ricerca e la
prevenzione insieme sono in grado
di dare buone prospettive di guarigione.
Enrico NATALI di LUGO: Vengo da
Filo d’Argenta, un paese di meno di
2.000 abitanti, a 25 chilometri da
Lugo, 50 da Ferrara e 40 da
Ravenna, diviso a metà fra le province di Ferrara e di Ravenna. Io
credo che gli abitanti, o i volontari di
Filo possano essere presi come
esempio per il volontariato, perché
noi operiamo sapendo di essere fuori dalla giurisdizione dello IOR (siamo tutti, o quasi, in provincia di
Ferrara!).Nonostante questo, noi, in
maggio, facciamo da 16 anni la
“Sagra del Pesce Azzurro”, durante
la quale riusciamo a distribuire 1800
pasti. In questi 16 anni crediamo di
aver dato all’Istituto qualcosa come
200 milioni di lire. La nostra è un’attività che non si ferma qui, ma continua per dodici mesi all’anno: c’è
un Punto IOR, vendiamo le azalee,
facciamo un po’ di tutto. Sedici anni
fa un gruppo di persone impegnate
nella locale Polisportiva, pensarono
che fosse venuto il momento di fare
qualcosa a scopo benefico.
Modellandoci sull’esempio di
Lavezzola - dove già si organizzava
una Sagra - abbiamo chiamato alcuni responsabili dello IOR, che ci
hanno convinto dandoci la prima
“spinta”. Inizialmente abbiamo
incontrato alcune difficoltà, ma le
abbiamo superate ed oggi vediamo
che a Filo, in occasione della Sagra,
sono presenti molti forestieri. Ma
come abbiamo potuto scegliere il
pesce azzurro, dove regnano salsicce
e salame? Ancora ce lo chiediamo,
anche se vediamo che l’iniziativa
non conosce tramonto. Confesso che
un po’... bariamo dicendo che tutto è
pesce azzurro, ma la minestra richiede un altro tipo di pesce perché sia
buona. Da due anni a questa parte,
poi, abbiamo creato una “zuppetta”
che sta avendo grande successo: ma
avete mai visto una zuppetta... di
pesce azzurro? Abbiamo deciso, per
la prossima Sagra, di fare una debita
correzione che metta tutto in chiaro,
qualcosa come “Sagra del Pesce
azzurro e non”, perché a questa
manifestazione ci teniamo molto:
abbiamo 420 posti a sedere, 24 camerieri, molti dei
quali sono giovani! La
data dell’edizione 2001?
presto detto: 11,12,13
maggio. Prendete nota! E
se da queste parti venisse
il ministro Veronesi,
saremmo lietissimi d’incontrarlo e di preparare un
tavolo anche per lui. (Per
la cronaca, in settembre
erano state consegnate
11 milioni di lire raccolte in occasione della 15ª
edizione della Sagra)
Cristina MUCCIOLI di
RIMINI: due anni fa ero al
Convegno di Bellaria, in
platea, come giornalista
de “Il Resto del Carlino”
incaricata di fare un servizio sull’Istituto Oncologico Romagnolo. Non avrei mai
pensato di trovarmi qui, oggi, con un
microfono in mano, inviata, questa
volta, come “portabandiera” della
sede IOR di Rimini. Onestamente,
anche se sono abituata a parlare al
pubblico, mi sento un po’ in difficoltà e vorrei che gli amici riminesi
mi dessero un segno: vi prego, alzate la mano; dove siete? Vedo molte
mani alzate: ecco la dimostrazione
di che cos’è l’Istituto Oncologico
Romagnolo a Rimini. Potrei chiudere qui il mio intervento, ma mi piace
dirvi che mi sento parte del gruppo;
in un certo senso, sono stata adottata da questo gruppo in cui riconosco
i miei fratelli e le mie sorelle maggiori. Come volontaria porto la mia
esperienza di giornalista; non sono
una volontaria di quelle che io definisco “angeli”, non riesco ad esserlo. Forse non riuscirei neppure per
mio padre e mia madre, ma so poi
che nel momento del bisogno vengono fuori tante potenzialità inimmaginate.
Quando ho conosciuto lo IOR, in
particolare Vinicio Paganini, Atalia
Ravaioli sono stata “toccata” dal
loro darsi da fare. Quella volta ero
andata alla Festa della Mamma per
fare un’intervista: non mi piacciono
i comunicati stampa, preferisco
andare sul posto, fra i protagonisti.
Mi sono fermata a guardare il modo
di agire di questi “pazzi”; pazzi dico,
perché vedere la moglie del primario
di Oncologia intenta ad offrire azalee è stata una vera sorpresa: la pensavo piuttosto dietro una scrivania,
pronta a ricevere la gente. Dopo due
ore, le azalee erano finite e nonostante questo... erano riuscite a vendermene due. Alla fine è venuto un
bell’articolo: per forza, ero dentro
quella notizia! Ma loro non mi hanno più “mollato” e Vinicio mi ha
nominato “volontaria ad honorem”.
Così è nata la mia collaborazione:
dapprima un libro, poi un altro e gli
introiti delle vendite hanno preso la
via dell’Istituto. Dunque, dò la mia
risorsa e credo che i volontari debbano essere tali nel segno della positività, quel segno che a Rimini - così
mi sembra - consente ai volontari
IOR di distinguersi. Guardiamo,
allora, con speranza al futuro. Nella
sua relazione, il dott. Fattori ha detto che fra i requisiti del volontario
assai importante è quello della positività; io rilancio e dico che proprio
quello è un requisito indispensabile
anche ai medici: quando sono ricoverata in ospedale, vedo arrivare in
visita il gruppo capeggiato dal primario, con al seguito gli assistenti e
consentono loro di prepararsi ad un
futuro prossimo. Sono ragazzi che
hanno appena qualche anno in più
delle mie due figlie e che fanno già
tanto. Sogno che da qualche parte,
forse il compagno di scuola di mia
figlia, c’è un giovane che fra sei o
sette anni sarà destinatario di una
borsa di studio dello IOR: le mie
100.000 lire serviranno a pagare una
quota di quella borsa di studio a quel
ragazzino che scoprirà, quel giorno,
la cura del cancro.
gli aiuto, ho la sensazione quasi di
dovermi mettere sull’attenti, ...ma
fatemi un sorriso, costa così poco!
Da ultimo: si parlava fra noi della
nuova legge sul servizio civile; vorrei dire, a questo proposito, che
anche le donne potranno farne parte,
ed è previsto anche uno stipendio di
un milione al mese, oltre che ad un
abbuono in crediti formativi per
l’Università e l’accesso al lavoro. E’
un’opportunità per lo IOR, che non
va persa. Finisco esternandovi un
mio sogno, quantificando il mio aiuto all’Istituto in 100.000 lire: sono
affascinata dai molti giovani qui presenti e penso alle borse di studio che
impedire il confluire di risorse economiche private già in via di prima
definizione. Partiva, così, il procedimento che avrebbe aperto la strada
all’affluenza massiccia del capitale
privato, mentre si dava avvio alla
sensibilizzazione del territorio riuscendo nello scopo di mettere assieme una Cooperativa sociale lo IOR,
le Ausl delle tre province e le
Fondazioni delle Casse di Risparmio
romagnole, un risultato i cui riflessi
si proiettarono sulla grande stampa
interessando in particolare l’autorevole quotidiano economico “Il Sole24 Ore”. Fu creata una Società che,
grazie all’intervento del direttore
La seconda parte del Convegno è
stata dedicata alla presentazione
dell’Istituto Scientifico Romagnolo
per lo Studio e la Cura dei Tumori di
Meldola. Ha provveduto a tracciare
una sorta di “prologo” il presidente
on. Pinza compiendo una sintesi dell’intenso lavoro che ha dato origine
e corpo al progetto. I primi accenni
risalgono ad un intervento del prof.
Amadori ad un Convegno di
Volontari di molti anni fa, che
accennava alla opportunità di costituire un Istituto a carattere scientifico, proposta che fu accolta da tutti i
medici dello IOR, una “formidabile
squadra accreditata scientificamente
anche a livello mondiale”. Fu questa
la base indispensabile per la realizzazione di un simile progetto.
Occorrevano, però, altri due presupposti: convincere il territorio ad
impegnarsi a fondo e convincere
l’Ente Regione e lo Stato Centrale.
Primo a sostenere la nuova ipotesi
operativa fu l’assessore regionale
alla Sanità Giovanni Bissoni. Partì
allora “l’attacco” allo Stato, che
richiese un’enorme mole di lavoro e
d’impegno. Venne invitata a Forlì
l’allora ministro della Sanità Rosy
Bindi, che vide la realtà dell’Istituto
Oncologico Romagnolo e assicurò il
suo intervento soprattutto in funzione della modifica di una legge che
prevedeva un’enorme partecipazione pubblica a queste imprese, tale da
generale dell’Ausl di Forlì, dott.
Lino Nardozzi, acquisì in proprietà
l’Ospedale di Meldola il cui valore
fece salire a 15 miliardi il patrimonio messo a disposizione dai partecipanti all’impresa. Costituiti gli organismi direttivi - amministratore
delegato il dott. Erroi e direttore
scientifico il prof. Amadori - si passò alla fase progettuale della struttura. Intervennero, a questo punto,
CONAD e “Barilla” in qualità di
sponsor del progetto (costo previsto
800 milioni) che sarà pronto entro
l’estate di quest’anno.
I particolari della grande operazione
sono stati illustrati dal dott. Erroi
(“Nascita della Società e obiettivi a
medio termine”), dal prof. Amadori
(“Programmi scientifici e prospettive di sviluppo”) e dal dott.
Marangolo (“Operatività in rete”).
Alla costituita Società è stato dato
un Consiglio d’Amministrazione
composto da 13 membri, il Comitato
Scientifico di cui fanno parte il prof.
Amadori, il dott. Ravaioli, il dott.
Marangolo, la prof. Silvestrini e due
consulenti, il prof. Giaccone, oncologo che opera ad Amsterdam e il
prof. Balducci che esercita negli
Stati Uniti d’America. Ora si sta
lavorando per il progetto esecutivo,
per il quale la presenza dei due forti
sponsor, Conad e Barilla, sta a dimostrare la forza di una collaborazione
in atto da 22 anni. Ai progettisti è
stato chiesto di procedere secondo
un’idea-forza: “Al centro dell’intera
struttura deve esservi la persona del
malato e l’apporto dei volontari che
confluiranno a rendere più tangibile
l’umanizzazione.
Il prof. Amadori ha esordito facendo
memoria dei precursori: “Vorrei che
oggi fossero qui con noi Vittorio
Tison, Marcello Cappellini, gli amici Casta, Faraone, Antonia Zimelli e
tanti altri: lo IOR non sarebbe esistito se non avesse avuto un forte
volontariato capace di farsi promotore della raccolta di fondi e soprattutto di rappresentare un importante
movimento d’opinione. Senza il
volontariato non sarebbe potuto
nascere in Romagna un Istituto di
Ricerca e Cura a carattere scientifico”. “Il cancro - ha detto - non è una
malattia ma un fenomeno estremamente complesso che porta con sé
aspetti biologici, psicologici, sociali; un fenomeno che coinvolge la
persona a tutti i livelli e la società
intera. Soltanto avendo chiaro questo concetto siamo riusciti a realizzare in Romagna, nei confronti dei
malati oncologici, una rete assistenziale all’avanguardia nel nostro
Paese, forte di una rilevante attività
di ricerca scientifica. E attraverso
l’apporto delle nostre esperienze,
siamo riusciti anche ad intervenire
sul piano nazionale, contribuendo
alla formazione della recente legge
sugli Hospis. All’indomani della
vicenda Di Bella, proponemmo
all’allora ministro della Sanità
Bindi - che ci aveva interpellati per
capire che fare per i malati senza
più possibilità di guarigione - un
progetto sulle cure palliative, che di
fatto è entrato a far parte della legge sulle norme per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nelle terapie del dolore approvata in via definitiva dalla
Commissione Sanità del senato il 25
gennaio. In forza di questo provvedisegue a pag. 6
5
Domenica 18 febbraio 2001 - XVI Convegno Volontari IOR
Sensibilizzare la nostra gente
6
mento, il nostro Paese non è più al
terz’ultimo posto su scala mondiale
cancellando una legislazione errata
che attribuiva alla patologia oncologica le categorie di giudizio stabilite per le tossicodipendenze: oggi è
possibile prescrivere e portare al
domicilio dei pazienti farmaci contro il dolore, soprattutto quelli a
base di morfina. Nel momento della
mia presenza nella Commissione
tecnica del Farmaco e in forza del
ruolo in essa rivestito, ho raccolto le
istanze espresse da tutte le Società
Scientifiche Italiane - accantonate e
dimenticate negli ambienti ministeriali - e, con l’approvazione dello
stesso ministro Bindi, ho costituito
un Gruppo di lavoro composto da 12
persone, oncologi, palliatori, farmacisti, veterinari e figure collaterali,
che ha elaborato proposte di modifica alla legge preesistente, proposte
approvate dal Parlamento nel mese
di febbraio di quest’anno. A questo
proposito, sento il dovere di ringraziare gli onorevoli Marina
Bolognesi, Monica Vettori e lo stesso presidente del Senato Mancino”.
“Dalla convinzione - ha detto ancora
il prof. Amadori - che non può esistere una buona assistenza se non
c’è una buona ricerca, siamo passati a teorizzare l’opportunità di organizzare un Istituto di Ricerca e Cura
fortemente collegato con tutte le
realtà oncologiche della Romagna,
con un progetto unico nel Paese e
unico fra gli Istituti a carattere
scientifico, che - grazie all’Istituto
Oncologico Romagnolo - vede le
Oncologie romagnole presenti in
modo integrale. Sono stati costituiti
6 gruppi di lavoro e definiti 6 programmi di ricerca: epidemiologia,
studi clinici su tutte le patologie e
sulla migliore idoneità dei farmaci,
studi ematologici, studi in campo
radioterapico, sulle cure palliative
e, in particolare, sulla ricerca traslazionale finalizzata al rapido trasferimento alla fase clinica di tutti i
risultati delle ricerche avanzate in
Oncologia. L’Istituto conterrà la
maggior parte dei laboratori di
ricerca, 45 posti letto di degenza,
una forte radioterapia e una diagnostica di qualità; vi lavoreranno 150
dipendenti. Ringrazio tutti i colleghi
oncologi che in questi lunghi anni
hanno collaborato all’elaborazione
dell’idea più corretta di Istituto
Scientifico”.
Al dott. Marangolo, il compito di
concludere l’illustrazione del progetto, oggi in fase di realizzazione.
Si poteva correre il grosso rischio di
innescare un meccanismo di arroccamento sulle rispettive posizioni da
parte delle Aziende Usl romagnole
che in questi anni hanno investito
molto sull’Oncologia.
Probabilmente, se si fosse creato un
unico, grande Istituto, esse ne avrebbero sofferto e nessuna delle quattro
Aziende avrebbe accettato una tale
situazione. Abbiamo fatto leva sulla
necessità di coniugare questa realtà
non solo col mantenimento delle
strutture già esistenti ma col proseguimento del loro sviluppo. Ci stiamo riuscendo: un Istituto radicato in
un tessuto sociale, come quello
romagnolo che offre la presenza di
tre forti Dipartimenti, Rimini,
Ravenna (con Faenza e Lugo) e
Forlì (con Cesena) i quali entreranno
a far parte dell’Istituto in virtù di un
collegamento diretto e costante assicurato dall’efficienza delle moderne
tecnologie, soprattutto per quanto
prodotto dai laboratori dell’Istituto
stesso, che sarà trasferito alle strutture oggi esistenti, ognuna delle
quali sarà ulteriormente valorizzata.
Provvederà a tale compito il formidabile Gruppo di Statistica Medica,
in cui è maestra la dott. Oriana
Nanni, e un’équipe di Data
Manager. Sono ottimista: così strutturato, l’Istituto crescerà come gli
altri Istituti Tumori, ma unico nella
sua esperienza.
Conclusa anche la seconda parte del
convegno, la parola è tornata ai partecipanti.
Fanny MORGANTI responsabile
Punto
IOR
di
GALEATA:
Rappresento le volontarie che dal
1992 operano nella Vallata. Il nostro
compito è nell’impegno della raccolta fondi. Il territorio è vasto, da
Cusercoli a Civitella, Galeata,
Pianetto, Santa Sofia, Corniolo, San
Zeno, ci spingiamo sino a
Premilcuore. Così articolato, il
nostro volontariato è complesso,
come potete immaginare: siamo
sempre in macchina, trasportiamo
piante, cerchiamo collaborazione
nei singoli paesi, ci facciamo aiutare
da chi, come noi, condivide il nostro
impegno per far sì che le “campa-
gne” indette dall’Istituto si concludano felicemente, anche con il “porta a porta” se è necessario. Faccio
riferimento alla Festa della Mamma
e a quella del Natale. In settembre,
autonomamente, organizziamo un
“Mercatino” in piazza. Vi faccio
notare che Galeata è un paesino di
2000 persone, quindi, affrontare
questo discorso è addirittura avveniristico perché 2000 persone si sa
cosa potranno mai dare. Ricami, pizzi, intagli, tutto fatto rigorosamente
a mano da noi volontarie e da persone del paese che collaborano con
noi. Organizziamo una piccola lotteria e ne vendiamo i biglietti arrivando sino a San Piero, dove le volontarie IOR ci assicurano la loro collaborazione. L’impegno è notevole. Se
a tutto questo aggiungiamo i funerali, ai quali - se richieste - partecipiamo. E’ doveroso per una capo-gruppo sottolineare che tutte le volontarie di Galeata si sono sempre impegnate in prima persona dando gratuitamente la loro collaborazione. La
risposta della Valle in questi ultimi
anni - e questo è molto importante è stata generosissima e ci ha permesso di portare a termine con successo le iniziative che abbiamo proposto. Ma la dolente nota è che siamo state lasciate troppo sole a gestire tutto questo. Perdonate se questa è
una nota “no”, tuttavia occorre
anche avere il coraggio di dire quando è “no”. Decentrate dalla sede per
condizione geografica, nonostante le
varie richieste di contatti in loco da
parte dell’Istituto siamo state sempre disattese. I tempi cambiano; c’è
difficoltà nel trovare collaborazione;
nuovi gruppi di volontariato si formano rendendo più difficile il nostro
lavoro. Sensibilizzare la gente è
importante; altrettanto è far capire
quali sono i progetti da realizzare,
ma non si può delegare tutto questo
a noi volontari. Nuovo millennnio,
nuovo volontariato; io aggiungo:
nuovo rapporto con la Valle del
Bidente. Qualificazione maggiore
del volontario: questo sì. C’è bisogno di un preciso impegno da parte
dello IOR di fare informazione.
Oggi, noi siamo qui per fare questa
richiesta: dobbiamo avvicinare la
Valle a tutti i progetti IOR, da
Meldola con l’Istituto Scientifico
Ricerca e Cura dei Tumori
all’Assistenza domiciliare, alle Cure
CNA e assistenza
D
a alcuni anni, la presidenza provinciale
della
CNA,
Confederazione Nazionale dell’Artigianato, ha deciso di devolvere ad
iniziative benefiche a valenza sociale le somme che in passato venivano
destinate all’acquisto di omaggi
natalizi. La quota stanziata per l’anno 2000 ha avuto una duplice destinazione, una di carattere locale ed
una di intervento internazionale. Le
donazioni sono state effettuate nel
corso di un incontro che si è svolto
mercoledì 27 dicembre nella sede
della stessa CNA forlivese. Erano
presenti il presidente confederale
ing. Franco Giuliani, il direttore
Tiziano Tampellini e i rappresentanti degli enti destinatari, il dott.
Vincenzo Erroi direttore dell’Istituto
Oncologico Romagnolo, di cui da
tempo la CNA è sostenitrice e la
dott. Yertha Patron della Comunità
di Jyothi Nilaya in India. Otto milioni sono stati consegnati allo IOR a
favore del servizio di assistenza
domiciliare ai malati; altri 8 sono
andati alla Comunità indiana, gestita
dalle Suore Orsoline che fanno capo
al Centro di Somasco nel lecchese e
supportata da alcuni anni, nella sua
attività di assistenza, da un gruppo
di volontari laici di Forlì, fra i quali
un collaboratore della CNA. I fondi
che vengono periodicamente inviati
a questa organizzazione sono impiegati nell’aiuto a dieci orfani ospitati
dalla Comunità e ai bambini assisti-
ti soprattutto nel periodo estivo. La
Comunità è inoltre sede di una
Scuola per sarte e di un Istituto scolastico frequentato da circa 200
alunni e gestisce importanti azioni di
tutela delle donne e dei bambini dei
villaggi limitrofi. Grazie a questi
aiuti sono stati finanziati microprogetti, fra i quali l’acquisto di un’autobotte, alcune adozioni a distanza,
un intervento di cardiochirurgia ad
una bimba malata. A conclusione
delle festività natalizie e di fine
anno, alcuni volontari hanno fatto
visita alla Comunità portando materiali didattici predisposti dalla CNA.
Qui a destra, il presidente della
CNA dott. Franco Giuliani e il direttore IOR dott. Vincenzo Erroi.
Palliative che sono il nuovo, grande
progetto. Solo così terremo sollecitato l’interesse verso questi importanti progetti, creando quel clima di
scambio, di fiducia che è la base di
ogni rapporto costruttivo: questo
deve essere fatto dall’Istituto.
Naturalmente, con il nostro apporto
di volontari che non abbiamo mai
risparmiato.
Rositano TARLAZZI vice presidente
IOR: Vorrei fare ad alta voce una
riflessione che, forse, fra qualche
anno saremo chiamati a compierere,
quando in piena era di globalizzazione passeremo alla storia come “il
fenomeno Romagna”, o “il fenomeno IOR”. Credo che molti di noi, qui
presenti, non si rendano conto di ciò
che siamo riusciti a fare. Se qualcuno ci chiedesse come abbiamo fatto,
forse non saremmo in grado di
rispondere. E a proposito di questo,
voglio fare una riflessione sull’intervento di Cristina Muccioli: cerchiamo di essere positivi, torniamo a
casa da questo convegno con una
carica che ci servirà nel futuro per
continuare a convincere la gente, a
farla credere nello IOR soprattutto
quando l’avviciniamo per chiedere
offerte. Lo IOR è riuscito a divenire
una grande realtà perché ha saputo
fare alcune scelte di qualità: non soffermandosi nel luogo in cui è nato,
mettendo assieme tutti i medici
oncologi della Romagna, aprendo le
sedi periferiche, scegliendo dipendenti giusti, che oggi formano una
staff invidiabile, capace di infondere
sicurezza a chi bussa alle nostre porte. Siamo riusciti a raccogliere
miliardi e lo dobbiamo a questa
grande “rete” fatta di volontari, di
dipendenti, di medici. Ma lo dobbiamo certamente anche al direttore,
una persona, il dott. Vincenzo Erroi
al quale abbiamo deciso di affidarci.Bogna riconoscere che quella è
stata una scelta assai ben riuscita.
Già avevamo fatto una scelta ugualmente importante designando l’avv.
Roberto Pinza a succedere all’avv.
Salvatore Lombardo. Quando il
nostro presidente si trovò a rivestire,
nel Governo presieduto dall’attuale
presidente della Repubblica Azelio
Ciampi, il ruolo di Sottosegretario,
confesso che non mancarono le perplessità. Ci si poteva chiedere, da
provinciali quali eravamo, che farse-
ne di un Sottosegretario? Ma non
tardammo a capire che un buon presidente deve riuscire a stabilire collegamenti a livello nazionale e internazionale, come lui stava facendo.
Allora abbiamo gioito, come facemmo, poi, quando il prof. Amadori fu
chiamato a far parte della
Commissione per la sperimentazione della “Cura Di Bella”. Lo IOR
oggi è grande perché abbiamo pensato in grande, abbandonando il
“piccolo” nel quale un tempo ci
riconoscevamo. Per questo domani
saremo citati come “il fenomeno
Romagna”, un esercito completo,
con una truppa infaticabile, buoni
ufficiali e bravi generali.
Dott. Alberto RAVAIOLI - RIMINI:
“Mi riferisco alla recente inaugurazione del Reparto di Degenza
Oncologica
dell’Ospedale
di
Rimini, perché desidero ringraziare
tutti i volontari della sede riminese
dello IOR - che oggi sono qui numerosissimi: cinquantasei! - e tutti i
volontari dell’Istituto. Grazie a loro,
siamo riusciti a realizzare in breve
tempo un’opera che in passato
avrebbe richiesto attese più lunghe.
Ora anche l’Unità di Rimini è pronta per essere messa “in rete” con
l’Istituto a carattere scientifico di
Meldola. Dobbiamo completare la
Radioterapia, ma il progetto è già in
corso d’esecuzione. E’ qui presente
il dott. Emiliani, il quale ha chiesto
dalla nostra Ausl di farne un punto
di consulenza radioterapeutica collegato al suo Gruppo. Una seconda
notazione: questa mattina i nostri
medici ci hanno fatto vedere come
sta
evolvendo
l’Assistenza
Domiciliare. Dalle loro parole è
emersa una rinnovata importanza dei
“Centri d’Ascolto”. Sotto questo
aspetto, credo che la dott. Patrizia
Buda abbia portato all’interno
dell’Istituto un seme che merita di
diventare oggetto di rinnovate cure.
Infine, un accenno alla formazione e
ai “quadri” giovani professionali. Il
livello che abbiamo raggiunto come
Istituto è tale da indurci ad intensificare la formazione: siamo una realtà
troppo importante per non inserire
nella rete della comunicazione i giovani medici che stanno affacciandosi ora alla professione. Se non lo
facessimo, nei prossimi anni
potremmo scoprirci indeboliti.
Dagli omaggi natalizi alla solidarietà
Il sindaco Vidmer Mercatali all’inaugurazione della sede di Ravenna
Lo IOR unisce la Romagna
S
abato 10 marzo è stata inaugurata a Ravenna, al numero 36/38 di
via Salara (telefono e fax 054434299), la nuova sede dell’Istituto
Oncologico Romagnolo. Alla cerimonia sono intervenute le massime
autorità ravennati, il prefetto dott.
Stefano Scammacca, il presidente
della Provincia dott. Gabriele
Albonetti, il sindaco dott. Vidmer
Mercatali,
il
vice
sindaco
Giannantonio Mingozzi, il dott.
Bacigalupo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, don Matteo Solaroli direttore
dell’Opera Santa Teresa del Bambin
Gesù, don Alberto Graziani vicario
dell’archidiocesi. Hanno fatto gli
onori di casa il presidente on. avv.
Roberto Pinza, il dott. Maurizio
Marangolo coordinatore del Comitato Medico Scientifico, il dott.
Carlo Naldoni del Centro di
Prevenzione Oncologica dell’Ospedale di Ravenna, la signora Adalgisa
Longo Mazzacani e il dott. Mario
Pretolani del Consiglio d’amministrazione dell’Istituto Oncologico
Romagnolo. Ad essi si sono uniti
volontari della sede, amici dell’Istituto e cittadini interessati dall’avvenimento in corso. Dopo il taglio del
nastro inaugurale, il presidente
Pinza ha illustrato le ragioni che
hanno indotto la sede ravennate ad
aprire una sede confortevole e capace di maggiore ricettività di quella
precedente, in grado di corrispondere meglio alle esigenze della popolazione, dei volontari stessi e di quanti partecipano, in forme e circostanze varie, alle attività dello IOR.
L’on. Pinza ha espresso stima e
apprezzamento nei confronti del
volontariato, una vera forza che
attraversa e caratterizza la Romagna
e che ha consentito l’approdo
all’Istituto Scientifico di Ricerca e
Cura dei Tumori in Meldola, attorno
al quale si è realizzato il consenso
del mondo bancario, economico,
amministrativo e dell’imprenditoria,
del quale due esponenti di punta
quali il CONAD e la “Barilla” - ha
fatto notare il presidente - hanno
assunto la sponsorizzazione del progetto esecutivo di ammodernamento
e ampliamento dello stabile dell’ex
ospedale meldolese, destinato ad
ospitare il nuovo Istituto a carattere
scientifico. Dal canto suo, il sindaco
dott. Mercatali ha colto l’occasione
per affermare che lo IOR, con le sue
attività e la sua incidenza in campo
sanitario, sta unificando le città della Romagna. E’ un segno di civiltà ha detto - per il quale è doveroso ringraziare i volontari e i dirigenti in
prima persona: la città avverte la
presenza di chi si dedica all’altro e
ne segue l’operatività
con affetto, ammirazione e partecipazione.
Poi, ha preso la parola il
dott. Marangolo, che ha
espresso la propria soddisfazione per l’obiettivo raggiunto, sognato
da tempo: la nuova
sede, funzionale e accogliente darà nuovo
smalto alle attività
dell’Istituto, coronando
concretamente il momento in cui va realizzandosi l’Istituto a
carattere Scientifico.
Infine, il Vicario, don
Graziani, impartendo la
benedizione ai locali,
ha indicato nella figura
del Cristo il modello
della disponibilità e della solidarietà,
doti che accompagnano e distinguono l’operato di chi ha scelto la via
del volontariato e, in particolare, della condivisione della sofferenza
umana.
Al centro: Adalgisa Longo, consigliere IOR, taglia il naustro tricolore. Alle sue spalle il presidente
on. avv. Roberto Pinza. Nella foto
piccola, il dott. Maurizio
Marangolo e il sindaco Vidmer
Mercatali.
Per anni fu la colonna portante dello IOR a Rimini
Luigi Forlivesi, l’umanità dei grandi
I
l 3 novembre dell’anno 2000, è
morto il prof. LUIGI FORLIVESI.
Nato a Bagnacavallo il 12 aprile
1937, era cresciuto a Roma dove
aveva completato gli studi fino a laurearsi a pieni voti in Medicina e
Chirurgia nel 1962, allievo del prof.
Pietro Valdoni. Nel 1968 divenne
Assistente Incaricato presso la
Cattedra di Semeiotica Chirurgica
dell’Ateneo romano, diretta dal prof.
Fegiz. Successivamente fu nominato
Assistente Ordinario e, nello stesso
anno, conseguì il diploma di specializzazione in Chirurgia Generale.
Nel 1969 ottenne l’idoneità alla
Libera Docenza in Semeiotica
Chirurgica. Poi, nel 1971 accettò di
trasferirsi a Trieste, come Aiuto alla
Cattedra di Clinica e Terapia
Chirurgica dell’Università giuliana.
Qui incontrerà la compagna della
sua vita e qui nasceranno i suoi due
figli. Nel 1975 conseguì l’idoneità a
Primario di Chirurgia Generale e
fino al 1983 tenne l’insegnamento di
Chirurgia Teorica nella Scuola di
Specializzazione triestina. Nel 1980
vinse il concorso di Primario
Chirurgo presso l’Ospedale degli
“Infermi” di Rimini e divenne coordinatore dell’appena fondata Associazione dei Chirurghi Ospedalieri.
Partecipò a numerosi congressi
nazionali e internazionali in qualità di
relatore e di presidente. Scrisse centoquaranta pubblicazioni come primo
autore e molte altre come coautore.
Prese parte attiva alla stesura di alcuni capitoli di testi di Chirurgia
(Chirurgia della mammella, il Cancro
dello stomaco negli ospedali italiani,
il Cancro del colon, Chirurgia laparoscopica, Chirurgia ambulatoriale,
Ernia); scrisse monografie (Chirurgia
conservativa delle lesioni traumatiche
della milza, Ernie e Laparoceli,
Chirurgia della milza).
A Rimini, il prof. Forlivesi conobbe
Marcello Cappellini e, con lui,
l’Istituto Oncologico Romagnolo
entrando a farne parte quale componente il Comitato Medico Scientifico. “L’entusiasmo che sosteneva
Cappellini - dirà, in sua memoria,
nel gennaio 1989 - è ciò che mi colpì
fin dal nostro primo incontro.
Ricordo che al mio assenso a collaborare fui letteralmente investito da
proposte e richieste: sembrava che
egli avesse trovato finalmente la
persona con cui spartire quella che
riteneva la responsabilità “oncologica” per Rimini. Da quel momento,
il suo entusiasmo ed il suo senso di
responsabilità cominciarono a
costruire ed a cementare fra noi un
rapporto sincero e quanto mai
profondo, facendo sì che anche
quando qualcosa di contingente ci
ritrovava su posizioni diverse, non
mancasse la mia ammirazione e il
mio rispetto per lui”. Uomo coraggioso, impersonando lo IOR il prof.
Forlivesi seppe battersi in prima
linea, non temendo d’assumere posizioni controcorrente: “Nella nostra
città - disse pubblicamente nel 1984
commentando l’allarmante livello di
diffusione raggiunto dai tumori nella sua Rimini - bisognerebbe parlare meno di turismo e assai più di
cancro. Bisognerebbe dire ad alta
voce che non esiste, neppure a livello politico, una sufficiente considerazione e attenzione al problema;
che per far fronte ad una diagnosi
precoce ci sono a disposizione strutture limitatissime; che, infine, il chirurgo interviene sul malato di cancro quando non c’è più niente da
fare”. Per anni, rappresentò la colonna portante della sede riminese dello
IOR e tale restò fino al momento in
cui - era il mese di giugno 1989 avvenne la costituzione del Reparto
di Oncologia nell’Ospedale degli
“Infermi” con la nomina del dott.
Alberto Ravaioli a Primario della
nuova struttura. “Sono un chirurgo disse allora - ed ora che Oncologia è
sorta, il mio compito è terminato” e,
con l’umiltà dei grandi, si trasse in
disparte pur continuando a far parte
del Comitato Medico-Scientifico
dell’Istituto Oncologico Romagnolo
ancora per qualche anno.
Di lui rimarrà profondo e permanente il “segno” impresso dalla militanza a fianco di uomini generosi.
A sinistra, il prof. Luigi Forlivesi.
Facciamo memoria di Antonia e Rosa
Lutto fra i Volontari riminesi
dell’Istituto Oncologico Romagnolo: nei primi giorni dell’anno è morta ROSA ANTONIOLI GIULIETTI, suscitando vasto cordoglio e
profondo rimpianto. I suoi concittadini le hanno tributato un riconoscente omaggio accompagnandolo
con una raccolta di fondi a sostegno
di quegli stessi ideali e di quegli
stessi valori nei quali Rosa credeva
ardentemente. Ringraziando pubblicamente quanti hanno voluto compiere il nobile gesto di saluto, i suoi
amici volontari l’hanno ricordata
con affetto, esprimendo viva riconoscenza per il tempo trascorso insieme e per la gioia di vivere che lei,
nonostante i gravi problemi di salute, aveva sempre trasmesso in loro.
“Ciao, Rosy! ricorderemo sempre il
tuo dolce sorriso”.
A metà febbraio di quest’anno, nel
Reparto di Oncologia Medica del
Presidio Ospedaliero di Ravenna, è
stata fatta memoria di MARIA
ANTONIA ZIMELLI, coordinatrice
del Servizio di Assistenza Domiciliare e Ospedaliera, deceduta il 15
luglio 1999. Una commossa cerimonia, sottolineata dall’esposizione di
un mosaico e dalle parole del dott.
Maurizio Marangolo (nella foto,
assieme al direttore dott. Vincenzo
Erroi), ha riportato fra i presenti
l’immagine viva di Antonia, “una
persona unica - scrisse Riccardo,
volontario IOR a Ravenna - la cui
esperienza, la cui umanità e la cui
disponibilità ci hanno permesso di
formarci, crescere e resistere alle
difficoltà”.
Esposizione di un mosaico commemorativo di Antonia Zimelli
nel Reparto di Oncologia
dell’Ospedale di Ravenna.
7
L’assemblea annuale dei Soci dell’Istituto Oncologico Romagnolo
Unanime approvazione del bilancio
CONVEGNI E INIZIATIVE SCIENTIFICHE
A RAVENNA, nell’Aula Magna dell’Ospedale, sabato
21 ottobre 2000 si è tenuto un incontro scientifico promosso dall’Istituto Oncologico Romagnolo su “Nuovi
indirizzi nella stimolazione dell’eritropoiesi in oncologia
ed ematologia”. Hanno tenuto le relazioni il prof. Mario
Cazzola, Divisione di Ematologia IRCSS Policlinico San
Matteo, Università di Pisa (“Eritropoietina: mecanismo
d’azione ed impegni clinici in Oncologia”) e il dott.
Alfonso Zaccaria, Unità Operativa di Ematologia
Dipartimento di Oncologia ed Ematologia Ospedale di
Ravenna (“Eritropoietina nelle emopatie oncologiche”.
Ha introdotto il dott. Maurizio Marangolo, Unità
Operativa di Oncologia Medica Dipartimento di
Oncologia ed Ematologia Ospedale di Ravenna. Ha tracciato le conclusioni il prof. Sante Tura, Istituto di
Ematologia ed Oncologia Medica “L. e A. Séragnoli”
Università di Bologna.
V
8
enerdì 13 aprile ha avuto luogo,
nella sala “aragosta” della
Camera di Commercio di Forlì, l’assemblea annuale generale dei Soci
dell’Istituto Oncologico Romagnolo.
L’assise ha provveduto all’approvazione della relazione contabile e del
bilancio consuntivo dell’esercizio
2000, che hanno messo in luce un
andamento generale rigorosamente
coerente con le finalità istituzionali
dello IOR: ricerca scientifica, assistenza e cure palliative. E’ intervenuta la Società “Hermes” di Forlì, incaricata della revisione e della certificazione del Bilancio, che, nella relazione finale, ha definito tale bilancio
esatto e veritiero, rispecchiando in
modo corretto la situazione patrimoniale e finanziaria dell’esercizio
chiuso il 31 dicembre 2000.
Unanime approvazione ha riscosso
la relazione del Comitato Medico
Scientifico, esposta dal prof. Dino
Amadori, con la presentazione delle
attività di ricerca realizzate nell’anno
2000 e, in particolare, dell’Istituto
Scientifico Romagnolo per lo studio
e la cura dei tumori - IRST - in
Meldola, nel quale saranno concentrati buona parte dei laboratori di
PARTITE ATTIVE (in milioni di lire)
Offerte
Manifestazioni
Aderenti
Contributi pubblici e simili
Finanziarie
Donazioni/Legati e simili
Varie/Sopravvenienze
TOTALE GENERALE
ricerca, oltre 40 letti per sperimentazioni cliniche particolari, una radioterapia avanzata, la sede del Registro
Tumori di Romagna per tutte le
ricerche epidemiologiche, la sede
della Direzione e del Comitato scientifico. Strettamente collegati col
“Centro” saranno i dipartimenti di
Oncologia della Romagna, i quali, in
tal modo, costituiranno la rete oncologica distribuita sul territorio, in
grado di assicurare, da una parte, un
uniforme trattamento ai pazienti e,
dall’altra, un utilizzo per fini scientifici a favore di un vasto bacino d’utenza. A tal fine, l’Istituto Oncologico Romagnolo ha impegnato la
cifra complessiva di 3 miliardi di lire
in tre anni, provvedendo nel 2000 al
primo versamento nel capitale sociale, pari a 900 milioni.
Tutti coloro che desiderassero copia
del Bilancio Analitico 2000, possono
recarsi alla più vicina sede IOR. Da
parte nostra, ne pubblichiamo un
prospetto sintetico.
In alto, il prof. Dino Amadori illustra la relazione del Comitato
Medico Scientifico. Al suo fianco, il
dott. Vincenzo Erroi e il vice presidente Rositano Tarlazzi.
1999
2.600
1.038
79
2.234
74
60
474
6.559
2.000
2.833
1.091
76
2.402
27
5
25
6.459
COMPARAZIONE DELLA RIPARTIZIONE PERCENTUALE
DEI COSTI RISPETTO AI RICAVI (in milioni di lire)
1999 %
2000
dei ricavi
%
dei ricavi
Ricerca Scientifica
Assistenza domiciliare
Ammortamenti
TOTALE PARZIALE 1
2.593
1.553
655
4.801
39.31%
23.54%
9.93%
72.97%
2.777
1.204
619
4/600
43.00%
18.64%
9.50%
71.23%
Personale dipendente amministrativo
Spese consulenze e aggiornamenti
Spese Servizi
Spese amministrative
Varie, imposte e tasse
IRAP
TOTALE PARZIALE 2
635
56
213
220
28
26
1.178
9.63%
0.95%
3.50%
3.34%
0.42%
0.39%
17.86%
653
57
243
225
21
74
1.273
10.11%
0.88%
3.76%
3.49%
0.33%
1.15%
19.71%
Spese promozionali e di informazione
TOTALE al netto dell’utile/perdita dell’es.
100.00%
617
6.596
9.35%
585
100.00% 6.458
Acquisto attrezzature scientifiche
Investimento per IRST Meldola
TOTALE GENERALE
248
/
6.844
305
900
7.663
9.06%
A FORLI’, all’Hotel della Città, venerdì 10 novembre
2000 si è svolto un meeting di “Aggiornamenti in
Oncologia” sul tema “Alte dosi nel carcinoma ovarico:
quali indicazioni? Presentazione protocollo OVCAT”.
Promosso dall’Unità di Degenza per la Terapia ad Alte
Dosi e dal Dipartimento di Oncologia del Presidio
Ospedaliero “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, l’incontro
scientifico è stato organizzato in collaborazione con
l’European Group for Blood and Marrow Transplantation,
l’Istituto Oncologico Romagnolo e il Gruppo Italiano per
il Trapianto di Midollo Osseo. Introdotto dal dott. Luca
Frassineti, Dipartimento di Oncologia Azienda Usl di
Forlì, il convegno si è sviluppato attraverso cinque relazioni tenute dal dott. Gianfranco Gori, Unità Operativa
Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Usl di Forlì; dott.
Stefano Cascinu, Divisione di Oncologia Medica Azienda
Ospedaliera di Parma; dott. Carmelo Bengala,
Dipartimento di Oncologia Azienda Ospedaliera Pisana;
dott. Giovanni Rosti, Dipartimento di Oncologia ed
Ematologia Azienda Usl di Ravenna; e dallo stesso dott.
Luca Frassineti. Le conclusioni sono state dettate dal prof.
Dino Amadori, Dipartimento di Oncologia Azienda Usl di
Forlì.
A RIMINI, venerdì 10 novembre 2000 ha avuto luogo la
IV Riunione Interregionale SICP, Società Italiana Cure
Palliative, promossa dall’Istituto Oncologico Romagnolo,
dalla SICP e dalla Federazione Cure Palliative Onlus, nel
corso della quale è avvenuta la presentazione degli atti del
Convegno “Le cure palliative: in cammino per una cura
globale”. “Il progetto che è alla base delle Cure Palliative
- ha scritto la dott. Patrizia Buda presentando la Riunione
Interregionale impostata sul tema “Gli Hospices: quale
formazione per quali operatori” - è un progetto di accoglienza della persona non solo con i suoi problemi fisici,
biologici ma con quelli psicologici, relazionali, spirituali
e sociali, in una parola di umanizzazione dell’assistenza.
La persona entra con la sua storia e solo con un impegno
omogeneo di tutti gli operatori è possibile raggiungere lo
scopo di comprenderla. Il confronto e la formazione di
équipe sono fondamentali per aggiungere elementi alla
storia del paziente, uscirne più attrezzati nella propria
competenza, saperne un po’ di più”.
A FORLÌ, lunedì 13 novembre 2000, nella Sala
“Zambelli” della Camera di Commercio si è svolto un
Convegno impostato su di un tema assai stimolante:
“Lavorare in Sanità: per passione o per mestiere?”.
L’incontro, aperto alla cittadinanza, si è sviluppato lungo
due relazioni tenute dal dott. Lino Nardozzi, direttore
generale dell’Ausl di Forlì “Etica ed aziendalizzazione” e
dal dott. Felice Achilli, presidente nazionale
dell’Associazione Medicina e Persona “La professione
del medico nell’alleanza medico-paziente”. Ha introdotto
i lavori il dott. Marco Maltoni referente del Gruppo Cure
Palliative dello IOR; ha portato il saluto dell’Ordine dei
Medici della provincia di Forlì-Cesena la presidente dott.
Annalisa Ronchi; ha concluso l’incontro il prof. Dino
Amadori primario del Dipartimento di Oncologia Medica
dell’Ospedale “Pierantoni” di Forlì. Organizzazione:
Istituto Oncologico Romagnolo Gruppo Cure Palliative,
Associazione “Medicina e Persona”; patrocinio: Ausl di
Forlì, Ordine dei Medici della provincia Forlì-Cesena,
Camera di Commercio di Forlì-Cesena, Istituto “Veritatis
Splendor” di Bologna.
A RAVENNA, nella sala Forum, nei giorni 18 e 25
novembre si è svolto un ciclo di conferenze organizzato
dalla Circoscrizione Prima. Nella prima, “Il fumo: implicazioni sulla salute e risvolti giuridici della nuova normativa” sono intervenuti il dott. Gianmaria Fiorentini
oncologo dell’Ospedale di Ravenna, il dott. Girolamo
Spitali cardiologo dell’Ospedale di Ravenna, l’avv.
Gianni Fresia. Nella seconda, “I tumori della tiroide: prevenzione, diagnosi e terapia” ha preso parte il dott. Pietro
Riva primario del Servizio di Medicina Nucleare
dell’Ospedale “Bufalini” di Cesena. Ha presieduto,
Alessandra Maltoni, della Circoscrizione Prima.
A FILO D’ARGENTA, martedì 13 marzo 2001, nella
Casa del Popolo si è tenuto un incontro pubblico intitolato “Passato e futuro dell’Istituto Oncologico Romagnolo”,
nel corso del quale sono state illustrate le iniziative attivate dallo IOR nel territorio lughese grazie all’impegno di
tutta la popolazione. Vi hanno preso parte Rositano
Tarlazzi vice presidente dell’Istituto, Enrico Natali
responsabile del Punto IOR di Filo d’Argenta e Vincenzo
Erroi direttore dell’Istituto. La cittadinanza ha risposto
bene all’invito onorando lo stretto legame che da anni
intercorre fra lo IOR e i filesi, che puntualmente viene a
rinnovarsi con la “Sagra del Pesce Azzurro”, una manifestazione che fa affluire i propri utili all’Istituto
Oncologico Romagnolo assommando importi di notevole
entità in rapporto al numero degli abitanti del paese, nell’ordine di settemila lire a persona. Un’identica somma
viene donata, durante l’anno, in occasione di offerte e
donazioni.
A RAVENNA, giovedì 5 aprile 2001, alla “Casa Matha”
di piazzale Costa, si è svolto un incontro pubblico promosso dall’Istituto Oncologico Romagnolo sul tema “Pro
e contro nella visita di controllo del paziente oncologico:
considerazioni mediche e psicologiche”. Hanno tenuto le
relazioni il dott. Maurizio Leoni dell’Oncologia Medica
dell’Ospedale di Ravenna e la dott. Giselle Cavallari psicologa dello IOR.
A RIMINI, dal 6 all’8 giugno 2001 si terrà al Centro
Congressi del Grand Hotel il III Convegno nazionale
“L’Approccio Globale al paziente oncologico: dai trattamenti innovativi alle Cure Palliative” promosso dal
Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale “Pierantoni” di
Forlì e dall’Istituto Oncologico Romagnolo, col patrocinio di: Ministero della Sanità, Assessorato Sanità Regione
Emilia-Romagna, Agenzia Sanitaria Regione EmiliaRomagna, Associazione Italiana Oncologia Medica,
Associazione “Vittorio Tison”, Fondazione “Calabresi”,
Società Italiana Cure Palliative, Società Italiana PsicoOncologia, Ordine dei Medici della provincia di ForlìCesena, dall’Azienda Usl di Forlì e dalla Federazione
Cure Palliative Onlus. Presidente del Convegno, il prof.
Dino Amadori. Comitato Scientifico, D. Amadori, F. De
Conno, V. Erroi, M. Marangolo, A. Ravaioli, R. Rosso, R.
Silvestrini, M. Tonato, G. Trizzino. Segreteria scientifica:
Marco Maltoni, Alejandra Berardi, Stefania Derni, Laura
Fabbri, Maria Teresa Rinieri, Elisabetta Sansoni, Patrizia
Buda.
COME SMETTERE DI FUMARE - La sede del’Istituto
Oncologico Romagnolo di Cattolica ha promosso l’iniziativa pubblica “Liberi dal fumo”. Particolarmente interessante appare l’istituzione di corsi preserali e serali per
smettere di fumare. Per essere ammessi occorre presentarsi ad un colloquio di informazione di valutazione della
motivazione a smettere di fumare e del grado di dipendenza dalla nicotina. Entro la prima settimana del corso è previsto un esame radiografico del torace (durante il colloquio iniziale saranno date istruzioni in proposito). Per lo
svolgimento del corso sarà costituito un gruppo da 7 a 15
persone. Saranno tenuti 12 incontri, più tre verifiche successive di follow-up. Informazioni e iscrizioni: tutte le
mattine, piazzale Roosevelt 17 (sede della Polizia
Municipale) in Cattolica, telefono 0541-953666: dottoresse M. Muccini e M. S. Di Marco.
Il tumore si contrasta con maggiore efficacia incontrandosi
Tre servizi per chi è solo
attiva anche grazie a te. Punto d’ascolto IDA presso la sede dell’Istituto
Oncologico Romagnolo di Forlì, corso
Mazzini 65, telefono 0543-35929, fax
0543-21467, e-mail: [email protected], ogni mercoledì dalle 16 alle
18. Informazioni, da lunedì a venerdì
8,30-12,30 / 14,30-18,30. Ricordati
che il primo passo verso la salute è il
sostegno reciproco.
AFFRONTARE UN CANCRO AL SENO da sola è difficile; insieme è possibile. Non mancano le occasioni per “camminare al
fianco” di qualcuno. Ma ce n’è una
molto importante: non isolarti, non
restare da sola. Per questo, puoi contare su IDA (Informazione, Dialogo e
Aiuto), un progetto di sostegno reciproco per chi sta affrontando i problemi che probabilmente stai vivendo tu.
Il Progetto IDA è ospitato presso la
sede IOR di Forlì, promosso da un
Gruppo di donne che in passato hanno
già vissuto l’esperienza della malattia.
Queste persone, coadiuvate da medici
e specialisti, sapranno starti vicino
dandoti un sostegno per un miglior
recupero psicofisico. L’obiettivo principale del Progetto è quello di creare
un Punto d’Ascolto al quale potranno
rivolgersi le pazienti colpite dalla
malattia, non solo per ricevere informazioni adeguate sui Servizi a loro
disposizione, ma anche per avere un
supporto emotivo nel loro percorso di
malattia e di vita. Rivolgiti tranquillamente a IDA: oggi riceverai aiuto e in
futuro un’altra donna potrà tornare
SPESA? Il Comune di Forlì
Assessorato alle Politiche Sociali,
COOP Adriatica, AUSER libera associazione “Anziani Primavera”, le
Circoscrizioni 2, 4, 5 svolgono AUSILIO, un servizio gratuito di accompagnamento o consegna a domicilio
della spesa a persone in condizioni di
bisogno. Realizzato da volontari, si
rivolge alle persone colpite da handicap fisici o psichici, o che si trovino
ridotta - anche temporaneamente - la
loro capacità di provvedere da sole
agli acquisti; alle persone sole oltre i
75 anni; alle persone oltre i 60 anni
non autosufficienti; a nuclei familiari
composti da ultrasessantenni conviventi con handicappati o invalidi. I
volontari sono presenti presso il
Supermercato di Forlì-Curiel dalle
14,30 alle 17 del martedì e del giovedì.
L’Ufficio AUSILIO ha il numero di
telefono 0543-67221. Puoi chiedere
altre informazioni, o far segnalazioni
di casi bisognosi d’aiuto chiamando
“Auser-Filo d’Argento” 0543-712091;
filo diretto numero verde gratuito 800857084.
PARLIAMO INSIEME
HAI BISOGNO DI ASSISTENZA? L’Istituto Oncologico
Romagnolo, fra le diverse attività di
volontariato, ha istituito un Servizio
di Volontariato Sociale e Assistenziale, del tutto gratuito, che segue i
pazienti oncologici sia a domicilio che
in ospedale. I Volontari IOR, con
discrezione ed in “punta di piedi”,
offrono la propria compagnia al
paziente ed ai familiari per contribuire
a rendere meno faticose le lunghe ore
della malattia. Per avere maggiori
informazioni può prendere contatto
con i nostri Uffici: chiama la sede
dell’Istituto Oncologico Romagnolo
di Forlì, corso Mazzini 65, telefono
0543-35929, [email protected]. HAI
BISOGNO, invece, DI FARE LA
è un
programma di sostegno e ascolto rivolto ai familiari dei pazienti oncologici,
realizzato dalle sedi IOR di Rimini e
Riccione. Il progetto è nato dall’esperienza di questi anni nel campo dell’assistenza psicologica e del sostegno al
volontariato, non solo ai pazienti ma
anche ai loro familiari: quando in una
famiglia “esplode l’evento cancro” è la
famiglia intera che va in crisi ed ha
bisogno di supporto per riorganizzarsi
e ritrovare la speranza e le energie positive. L’iniziativa è rivolta a tutti coloro
che condividono il cammino di persone
malate, in qualsiasi momento della
malattia: dalla comunicazione alla diagnosi, alle fasi delle terapie, ai momenti critici ed anche nel momento che precede la guarigione. Ogni lunedì pomeriggio, dalle 16,30 alle 19,30 presso le
sedi IOR di Rimini e di Riccione, i
volontari e le psicologhe dell’Istituto
sono a disposizione dei familiari per
colloqui individuali e per incontri di
gruppo tra familiari che stanno vivendo
la stessa esperienza.
L’ASSOCIAZIONE “V. TISON” SU INTERNET
L’Associazione “Vittorio Tison” ha in programma, per il prossimo
mese di settembre, l’allestimento di uno spettacolo teatrale “Oggi le
coliche”, parodia della vita in Ospedale, da un’idea di Monalisa
Ferrari, Silvana Federici, Francesco Di Lorenzo e Giacomo Galli.
Regia di Pier Luca Ceccarelli. Interpreti principali: gli ammalati,
Patrizia Mingozzi e Stefano Faenza; i primari, Francesco Di
Lorenzo e Andrea Pession; la caposala, Silvana Federici. Prosegue,
intanto, l’attività dei componenti l’Associazione impegnati in
Tanzania nella conduzione del Laboratorio di Istologia e Anatomia
Patologica “Vittorio Tison” nell’Ospedale Bugando di Mwanza. E’
stato aperto un sito Internet: www.Tison.org. (Nella foto, il dott.
Francesco Callea, consigliere dell’Associazione, primario di
Anatomia Patologica dell’ospedale di Brescia e realizzatore del
Laboratorio “Vittorio Tison” nell’Ospedale di Mwanza.
Assieme a lui, il Vescovo Aloysious Balina responsabile delle attività sanitarie della Conferenza Episcopale Tanzana, e il cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di Daar es Salam)
Livio Fantinelli festeggia con un’asta benefica i 50 anni di mestiere
Barba e capelli al signor sindaco
Quando ci s’imbatte in persone e fatti
di straordinaria originalità, è doveroso
divulgare le sensazioni provate. Il più
delle volte si finisce col riconciliarsi
col mondo, un mondo di cui vediamo
solo la parte negativa, perché è quella
che fa rumore. La persona incontrata è
Livio Fantinelli, di professione
“acconciatore maschile” (un tempo si
diceva “barbiere”, ma tant’è: i tempi
cambiano) con esercizio in Ravenna.
Livio ha raggiunto i cinquant’anni di
esperienza professionale, un lungo
periodo di tempo durante il quale ha
raccolto quadri, oggetti artistici e
ricordi vari. Per festeggiare il traguardo, ha messo tutto in mostra alla
Saletta di Vicolo degli Ariani , ha invitato un buon numero di ravennati e di
amici della natìa Roncalceci e si è affidato a “chi sa di lettere”. E così, nel
pomeriggio di venerdì 3 novembre:
Danilo Varetto, responsabile stampa e
Relazioni esterne della CNA provinciale di Ravenna ha dichiarato aperta
l’esposizione; Alberto Cassani, assessore alla Cultura del Comune di
Ravenna, ha parlato di Livio, suo barbiere da oltre vent’anni; Augusto
Mari, giornalista de “Il Resto del
Carlino” ha presentato l’iniziativa.
Poi, ha... dato tre giorni di tempo per
visitare la mostra, trascorsi i quali,
lunedì sera 6 novembre ha messo tutto
all’asta ed ha interamente devoluto il
ricavato all’Associazione Italiana
contgro l’Epilessia e all’Istituto
Oncologico Romagnolo. Fra i presenti, c’era anche il sindaco di
Ravenna Vidmer Mercatali, che non
è riuscito ad evitare un servizio
completo di barba e capelli.
Piacevole finale!
Per l’occasione, Livio Fantinelli ha
dato alle stampe una divertente pubblicazione “La mia vita attraverso le
mie cadute”. Così, Natalino Gigante,
direttore della CNA di Ravenna, ne ha
tratteggiato la figura nella prefazione
al libretto: “Chi vive con estrema sem-
plicità la propria vita, le proprie esperienze non può mai dire con esattezza
quanto, di ciò che vive, appartenga
solo a lui e quanto, invece, appartenga all’ambiente che lo circonda, o alle
sue compagnie.Vivere, lavorare, creare così come cadere e rialzarsi: questo
conta! Gli stessi brevissimi racconti di
Livio esprimono, con la loro linearità,
la voglia e la volontà di rialzarsi
costantemente per ricominciare, ogni
volta, a correre ed a vivere. Da queste
pagine traspare il piacere di una vita
vissuta e la convinzione delle scelte
che il viverla ha comportato. Un tracciato lineare e semplice dell’attaccamento al suo mondo, che lo ha portato a diventare, dal “barberi” di
Roncalceci, un artigiano conosciuto
da tutti e da tutti apprezzato”.
9
in breve
Nel mese di dicembre 2000, gli organizzatori della “Sagra del Tortellone”
di San Patrizio di Conselice hanno
consegnato la somma di 18.000.000 di
lire raccolta in occasione del 16ª edizione della tradizionale manifestazione. Sedici anni consecutivi di collaborazione con lo IOR meriterebbero ben
più di una citazione su “L’Informatore”, ma a San Patrizio si usa dire,
come in tutta la Romagna, “Tot da dé,
gnit da cmandé”. Grazie, amici.
La “Work Art Events”, unitamente al
Comune di Lugo, ha organizzato il 14
ottobre 2000 al Teatro “Rossini” un
defilée di estrema raffinatezza imperniato sul tema “Quando la Moda incontra il
Teatro”. Ha presentato Alessandro
Bonora; è intervenuto in qualità di ospite d’onore “Valentino” da “Striscia la
Notizia”; ha curato la regia Enza
Patruno; le coreografie sono state ideate
e messe a punto da Le Industrie di Lugo.
Parte del ricavato è stato versato allo
IOR (2 milioni e mezzo).
Un’idea originale nata dalla fervida fantasia dei volontari IOR della sede
di Rimini è stata la manifestazione denominata “Nutella Party” allestita
in occasione della festa di San Gaudenzo, il 14 ottobre. Panini da record
attendono sulla bancarella di essere spalmati della dolce delizia.
“Dieci anni di solidarietà” è l’ intitolazione della torta allestita per festeggiare la lunga attività di volontariato svolta dagli amici di Misano
Adriatico. Il dolce ha “onorato” una cena di beneficenza, conclusa con la
raccolta di circa 3 milioni. Nella foto: Maria, Aurora, Elvira, Giuliana.
Foto di gruppo dei Volontari del Punto IOR di Coriano, assieme al responsabile organizzativo Igeo Vanni (ultimo a destra). L’immagine risale alla manifestazione “Fiera dell’Oliva” che si è svolta nei giorni 19 e 26 novembre 2000.
L’utile netto dell’iniziativa è stato di 3 milioni 111 mila lire.
Un’immagine della manifestazione natalizia organizzata a Godo di Ravenna.
Il Mercatino della Bontà allestito per l’occasione ha realizzato un incasso di
7 milioni 200.000 lire. Un plauso ai bravi volontari che hanno promosso l’iniziativa e che si sono impegnati a fondo per la sua riuscita.
Un altro Mercatino della Bontà che si è concluso con un bel successo è quello che si è tenuto dall’8 al 9 dicembre 2000 all’Art Arte Fiera di Rimini, promosso e organizzato a sostegno delle attività istituzionali dello IOR e per la
sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla lotta contro il cancro.
Anche a Russi - ne abbiamo dato notizia in prima pagina per sottolineare l’importanza di queste iniziative - è stato allestito il Mercatino della
Bontà. Un forte incasso, 9 milioni 252.000 lire, ha premiato la solerzia e
le capacità dimostrate dai Volontari dell’Istituto Oncologico Romagnolo.
Si moltiplicano le “Strenne di Natale” a favore dell’Istituto Oncologico
Romagnolo. Qui vediamo la consegna di un assegno da parte della Ditta
Ricci s.r.l. di Riccione - forniture di materiali idraulici e sanitari - destinato al fondo per il finanziamento delle attività di assistenza oncologica.
Foto di una delle tantissime feste natalizie organizzate dai volontari dello IOR e dai molti amici che di volta in volta ne affiancano gli intenti. Qui
vediamo il dott. Carlo Naldoni, del Centro di Prevenzione Oncologica
dell’Ospedale di Ravenna, mentre illustra le attività dell’Istituto.
Nei giorni 21, 22 e 25 ottobre 2000, si è
svolta a San Mauro Pascoli la tradizionale festa patronale di San Crispino. I
volontari del Punto IOR sammaurese
hanno organizzato una pesca di beneficienza (incasso 8 milioni e mezzo) utilizzando premi e oggetti regalo offerti dai
negozianti e dagli albergatori della zona.
10
In novembre, la Contrada Borgo di
Mondaino ha raccolto e inviato allo IOR
la somma di 1.000.000 di lire. Grazie,
amici: la spontaneità del vostro gesto
rappresenta uno dei mille motivi che
inducono lo IOR a intensificare ogni
giorno di più la lotta contro il cancro che
affligge la nostra Terra.
Sabato 9 dicembre 2000 si è svolta
all’Hotel Punta Nord di Torre Pedrera la
“Cena degli Auguri” organizzata dallo
IOR e dal Circolo Ricreativo Culturale
“Torre Saracena”.
A Forlì (4 dicembre 2000) nella sede
della CNA e a Cesena (12 dicembre) in
quella della Confartigianato, è stata presentata la seconda edizione del libro
“Trama e ordito” (mamme che tessono
la vita) di Maria Cristina Muccioli, edizioni “Il Ponte” Rimini. La manifestazione è stata promossa in collaborazione
con l’Associazione Stampatori Tele
Romagnole. Sono intervenuti alcuni coautori del libr; gli artigiani si sono esibiti in dimostrazioni delle loro capacità.
Hanno patrocinato la manifestazione la
Provincia di Forlì-Cesena, i Comuni di
Forlì e di Cesena, Cna e Confartigianato,
Istituto Oncologico Riomagnolo,
Fondazione Carisbo Bologna.
Sabato 23 dicembre 2000 ha avuto luogo
al Teatro Novelli di Rimini il “Concerto
di Natale” con l’Orchestra Pro Arte
Marche diretta da Giorgio Leardini.
Sono state seguite musiche di
Tchaikovsky (Lo Schiaccianoci), Johan
e Joseph Strauss (i motivi più divertenti
che si possono ascoltare durante il celeberrimo Concerto di Capodanno di
Vienna). La tradizionale iniziativa è stata promossa dallo IOR in collaborazione
con la Provincia e il Comune di Rimini.
Durante le festività natalizie, i Volontari
della sede di Cesena e dei Punti IOR di
Gambettola, Cervia e Savignano hanno
compiuto alcune uscite augurali offrendo stelle di Natale, vischio, fiori secchi e
confezioni varie.
(segue a pag.11)
in breve
La raccolta di fondi ha avuto buon esito:
Punto IOR Gambettola £. 613.100,
Punto IOR Cervia £. 1.307.000, Punto
IOR Savignano £. 87.600, Sede IOR di
Cesena £.692.700.
Un’immagine del Mercatino di “Natale 2000” allestito dal 2 al 10 dicembre nella Galleria Fabbri (via Armando Diaz) a Ravenna. L’iniziativa
nota sotto la denominazione di “Mercatino della Bontà” ha assunto
caratterizzazioni diverse a seconda delle circostanze, ma nulla è mutato.
Un’altra simpatica iniziativa è... andata in scena al Centro Sociale “Il
Salice” di Mezzano il 26 gennaio 2001. Intitolata nientepopodimeno che
“La Corrida”, la serata ha riportato un bel successo di partecipanti ed è
stata l’occasione per una raccolta di fondi per un milione e mezzo.
Nel mese di dicembre sono state consegnate allo IOR 1 milione 600.000 lire
raccolte in occasione della gara di Go
Kart “3° Memorial Alfredo Melandri,
organizzata a Pinarella di Cervia. Della
manifestazione avevamo dato notizie
sull’ultimo numero de “L’Informatore”.
A Casola Valsenio, un gruppo di volontari ha messo in vendita un quantitativo
di stelle di Natale realizzando un incasso
di 800.000 lire, a favore dell’Istituto
Oncologico Romagnolo.
Il 6 gennaio 2001, a Villanova di
Ravenna, una “Befana diversa a favore
dello IOR” organizzata dal Circolo
Endas. Giochi, animazione, musica con
“Martina”. Dolcetti, Coca Cola. Si è esibito dal vivo il Gruppo “Frequenza
Media”.
Al Cinema-Teatro “Corso” di Rimini,
dal 25 gennaio all’1 marzo 2001, sono
andate in scena quattro commedie dialettali, “E parsott de Signor”, “I voltagabena”, “La Rufianéda” e “E pustèin dla
Barafanda”. L’utile netto degli spettacoli è stato devoluto all’Istituto Oncologico Romagnolo.
La consegna dell’importo di 500.000 lire da parte della Polisportiva
“Consolini” di San Giovanni in Marignano, organizzatrice di una simpatica
festa. A sinistra, Marina Giannini responsabile IOR Riccione e il dott. Filippo
Petrella, sindaco di San Giovanni in Marignano e volontario IOR.
Un’ immagine della cena di beneficenza che si è svolta il 3 febbraio 2001 per
approfondire la conoscenza delle finalità dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Nell’ordine: Marina Giannini, il dott. Alberto Ravaioli ed Elio Pari, presentatore della serata che si è conclusa con la raccolta di 10 milioni.
Il Veglionissimo di Carnevale, organizzato al Cinema Senio dai volontari del
Punto IOR di Casola il 25 febbraio 2001
ha consentito di raccogliere 1.200.000.
Gli stessi volontari, assieme a quelli di
Riolo, hanno organizzato il 4 marzo, al
Teatro Comunale di Riolo Terme, lo
spettacolo “Il calderone” rappresentato
dalla Compagnia teatrale “Chiarazula
Marazula e Orchestra” a favore
dell’Istituto (1.200.000).
Brunella Faggi e Giuliano Bagnara di
Gualdo di Meldola, in occasione del loro
matrimonio (3 marzo 2001) hanno offerto un milione allo IOR. E’ un’usanza che
continua a farsi strada: i nostri giovani
hanno capito il valore di partecipare alla
lotta contro il cancro e contribuiscono
generosamente.
RIMINI: consegna dell’autovettura in palio, quale primo premio assoluto, nella LOTTERIA di NATALE organizzata dalla sede IOR riminese.
L’auto è stata vinta da Carlo Soci. Complimenti signor Soci, soprattutto
per la sconfinata amicizia che nutre nei suoi confronti la dea bendata.
Un’altra foto scattata in occasione della cena di beneficenza organizzata a
Riccione a favore dell’Istituto Oncologico Romagnolo. A conclusione della
serata, associandosi alle parole del dott. Ravaioli, il dott. Enzo Pasquini ha
salutato tutti gli intervenuti, ringraziandoli per la loro generosità.
In occasione della Festa della Donna, le
donne di Giovecca hanno raccolto mezzo milione. Quasi altrettanto hanno messo assieme i clienti della Cooperativa
Adriatica di Fusignano aderendo all’iniziativa organizzata in questa stessa giornata dal Comitato Soci e acquistando
mimose.
Sabato 24 marzo si è tenuta al Ristorante
“Il Mulino” di Misano Adriatico la cena
di beneficenza “Primaverissima”, organizzata dai volontari del Punto IOR di
Cattolica per festeggiare assieme la primavera in arrivo. Ha allietato la serata
Pino al Piano bar. Hanno partecipato l’équipe oncologica dell’Ospedale di
Cattolica, il dott. Ravaioli e il direttore
dello IOR dott. Erroi. La somma raccolta è di 2.800.000 lire.
Un’altra foto scattata nel giorno della consegna del primo premio della
Lotteria di Natale organizzata dalla sede riminese dello IOR, ci presenta
un simpaticissimo duo di clown davvero interesssante. Avete riconosciuto
chi si cela sotto il trucco? Suvvia! che ci vuole. Ancora uno sforzo e poi...
Flash sull’inaugurazione - avvenuta alla presenza di Omero Lippi, presidente della Circoscrizione - del Mercatino della Bontà allestito a Mezzano di
Ravenna dal 1° al 7 aprile 2001, in collaborazione con la Circoscrizione di
Mezzano. Il ricavato delle vendite ha raggiunto quota 3.700.000 lire.
Sabato 7 aprile 2001, nella chiesa parrocchiale di Traversara, in occasione
della “Festa di Primavera in fiore”, si è
svolto il concerto di musica classica dei
giovani interpreti, in memoria del maestro Armando Ronconi. La manifestazione è stata ripetuta nel pomeriggio della domenica. Il ricavato è stato devoluto
allo IOR.
11
N° 56 APRILE 2001 - NUOVA SERIE
dell’ ISTITUTO ONCOLOGICO ROMAGNOLO
per la lotta contro il cancro in Romagna
l’informatore
Trimestrale - Dir. resp. Luciano Foglietta - Red. C.so Mazzini, 65 - FORLÌ - tel. 0543/35929 - Reg. Tribunale
Forlì n. 568 del 18/3/1980 - Spedi-zione abbon. postale - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Pubblicità
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Stampa n. 06027 del 30/10/1997 - Codice di Impresa 08013.
FEDERAZIONE
CURE
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SEDE DI CESENA: £. 18.118.400 (nel 1999 £. 20.576.750):
Cimitero Urbano 12.276.900 (18.298.9650), cimitero di
Borello 3.074. 550 (1.831.800), Ufficio 1.319.000 (446.000),
Punto IOR Cervia, cimitero nuovo 997.950.
PUNTO IOR GAMBETTOLA: £. 14.901.000 (nel 1999 £.
11.386.000):
Gambettola 5.313.800, Bulgaria 2.943.500, Sant’Angelo
2.778.000, Gattolino 1.582.000, Massa Longiano 1.185.800,
Gatteo 832.400, Longiano 256.600.
PUNTO IOR SAN MAURO PASCOLI: £. 7.843.000 (nel
1999 £. 7.036.600).
PUNTO IOR SAVIGNANO: £. 9.304.650 (nel 1999 £.
8.500.150):
Savignano 8.881.900 (8.100.000), Sogliano 422.750
(400.150).
PUNTO IOR CERVIA (Cesenatico, Cervia, Ruffio) £.
6.200.500 (nel 1999 £. 8.103.700):
Cesenatico, Cervia, Ruffio 4.867.350 (5.943.700), Sala
1.333.150 (2.160.000).
TOTALE GENERALE £. 56.367.650 (nel 1999 £.
55.605.800).
————————————
FAENZA (cimitero) £. 9.291.000 - CASOLA (cimitero) £.
2.325.000 - REDA £. 257.000 - TREDOZIO (cimitero) £.
562.000 - BRISIGHELLA (cimitero) £. 1.466.000 - SAN
CASSIANO (cimitero) £. 406.000 - CASTELBOLOGNESE £. 233.000 - SOLAROLO £. 1.028.000
SOSTENENDO L’ISTITUTO ONCOLOGICO ROMAGNOLO
LA NOSTRA GENTE FA MEMORIA DEI DEFUNTI
per la lotta contro il cancro in Romagna
ISTITUTO ONCOLOGICO ROMAGNOLO
L”Informatore” si ripresenta ai lettori con una
nuova veste grafica. Da tempo nelle sue pagine si
avvertiva una certa monotonia, una ripetitività...
soporifera: tipograficamente “pulite”, ma di volta
in volta troppo uguali a se stesse. Tanto che il
cambiamento era ormai divenuto
improcrastinabile. L’operazione compiuta dovrebbe
consentire ora una migliore condizione di lettura.
Se così non fosse, avvertiteci: scrivete, telefonate,
usate e-mail, come volete. Indirizzateci comunque
anche le valutazioni positive. Delle prime faremo
tesoro; dalle seconde, trarremo motivo per
cancellare alcuni dei mille dubbi che
accompagnano sempre imprese di questo tipo.
Per il numero che segna la “svolta” abbiamo scelto
una copertina giovane, l’immagine di due ragazze
della ICOT Volley di Forlì, lanciate verso una
schiacciata. La foto è bella, ma c’è un motivo più
diretto che giustifica una tale scelta: queste
giovani donne gareggiano portando sulla casacca
l’emblema dell’Istituto Oncologico Romagnolo.
Guardate bene in prossimità della spalla destra
della schiacciatrice e lo scoprirete. Dunque, una
ragione soprattutto di riconoscenza che
esprimiamo facendo tantissimi auguri alla ICOT
Volley, che, nel momento in cui “L’Informatore” va
in macchina, vola verso la conclusione della
regular season. Play off-assicurati, si prepara allo
sprint finale con qualche probabilità (non
tantissime, ma facciamo gli scongiuri).
Auguri, ICOT. E auguri anche all’”Informatore”, per
il cammino e il compito che l’attendono.
Al passo con i tempi...
Trimestrale - Dir. resp. Luciano Foglietta - Red. C.so Mazzini, 65 - FORLÌ - tel. 0543/35929 - Reg. Tribunale Forlì n. 568 del 18/3/1980 - Spedi-zione abbon. postale - 45% - art. 2 comma 20/B
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