12-13 maggio 2001: torna una tradizionale manifestazione La festa della mamma S abato 12 e domenica 13 maggio, in occasione della tradizionale “Festa della Mamma”, i volontari dell’Istituto Oncologico Romagnolo saranno presenti nelle piazze di città e paesi, in aree pubbliche e private, aree parrocchiali, centri commerciali, supermercati ed esercizi di commercio. E’ un lungo elenco che vi presentiamo - suddiviso nei sette ambiti di competenza quanto meno come riconoscimento indiretto del radicamento dello IOR nel territorio. A tutti i cittadini che nelle due giornate raccoglieranno l’invito a lottare insieme contro il cancro, i nostri volontari ricambieranno il gesto di solidarietà offrendo azalee fiorite ed un opuscolo sulla prevenzione dei tumori. FORLI’ piazza Saffi; piazza Giovanni XXIII; Centri Commerciali di via Balzella, via Curiel e via Tina Gori; Cava Centro Conad via Conca/piazzale don Mario Ricca. Castrocaro Terme viale G. Marconi (ingresso Terme); piazzale Conad. Terra del Sole piazza d’Armi. Dovadola piazza della Vittoria. Rocca San Casciano piazza Garibaldi. Galeata piazza Aldo Palareti. Civitella piazza Matteotti. Santa Sofia parrocchia Santa Lucia. Premilcuore via Roma. Forlimpopoli piazza Garibaldi. Meldola piazza Orsini. Bertinoro piazza della Libertà. Predappio piazza Garibaldi. San Giovanni in Marignano piazza Silvagni. Coriano piazza don Minzoni. RAVENNA piazza XX Settembre; largo Porta Adriana; piazza Anita Garibaldi, angolo via Di Roma. Cervia piazza Pisacane. Milano Marittima rotonda 1° Maggio (zona Rolo Banca). Marina di Ravenna piazza Dora Markus (ex piazza dei Mille). Russi piazza Farini. San Pietro in Vincoli. Campiano. San Zaccaria. Mezzano Mini Coop via Bassa 34. Santo Stefano. Castiglione di Ravenna. Savarna Mini Coop via dei Martiri 1. FAENZA piazza del Popolo. Brisighella piazza Carducci. Castelbolognese piazza Bernardi. Casola Valsenio piazza Oriani. Modigliana corso Garibaldi. Riolo Terme corso Matteotti. Tredozio via XX Settembre. Solarolo piazza Gonzaga. San Cassiano. RIMINI Coop via XXIII Settembre 128; Coop via Circonvallazione Occidentale 48; piazzale Fellini; piazza Cavour; Miramare. Viserba piazza Pascoli. Torre Pedrera piazza Anita Sacchini. Bellaria Isola dei Platani. Santarcangelo piazza Ganganelli. Villa Verucchio piazza 1° Maggio. LUGO logge Pavaglione/largo della Repubblica; parcheggio IperCoop. Alfonsine piazza Gramsci; piazza V. Monti; piazzale Coop. Bagnacavallo via Mazzini 3 (portico Opere Pie); Centro Commerciale “La Pieve”. Bagnara piazza Marconi. Barbiano piazza Alberico. Belricetto parcheggio Bar Moderno. Bizzuno area Bar Cooperativa Culturale. Conselice piazza Foresti. Cotignola piazza Vittorio Emanuele II. Filo d’Argenta parco Unità. Fusignano piazza Corelli. Giovecca area Negozio Alimentari. Maiano area Parrucchiere Alex. Masiera parcheggio Bar Layla. Massalombarda piazza Matteotti. Rossetta area Negozio Alimentari. Sant’Agata sul Santerno piazza Umberto I. San Bernardino piazza San Bernardino. San Lorenzo piazza 8 Marzo. San Potito area Forno. Santa Maria in Fabriago piazza Versari. Traversara parcheggio chiesa. Villa San Martino piazzetta dott. Montevecchi. Villanova di Bagnacavallo piazza Martiri. Voltana piazza Unità. RICCIONE viale Ceccarini, angolo via Dante; piazzale Acli corso fratelli Cervi. Cattolica piazzale Nettuno. Misano Adriatico piazza della Repubblica. Sulle aree degli esercizi commerciali e dei supermercati, la distribuzione delle piante avrà luogo soltanto nella giornata di sabato 12 maggio. CESENA piazza del Popolo; corso Sozzi angolo via Vescovado. Longiano piazza del Municipio. Gambettola corso Mazzini (Mostra Scambio). Savignano corso Vendemini; piazza Borghesi; piazza Falcone. Gatteo piazzale della chiesa. Sant’Angelo di Gatteo piazzale della chiesa. San Mauro Pascoli piazza Battaglini. La Romagna in fiore contro il cancro. Le piazze, i centri commerciali, le parrocchie Nuove apparecchiature scientifiche Oncologia a Lugo 1 i mercatini della bontà Nel mese di dicembre si sono svolti cinque “Mercatini”: a Faenza, con 22 milioni d’incasso; a Ravenna con 8.873.500; a Russi, con 7.200.000; a Godo, con 9.252.000; a Rimini, all’”Arte e Fiera”. Dal 1° al 7 aprile, in collaborazione con la circoscrizione di Mezzano, con 3.700.000 d’incasso. Infine, dal 21 aprile al 6 maggio a Cesena, in piazza del Popolo (col prossimo numero daremo informazioni precise sulla cifra realizzata). L’Istituto Oncologico Romagnolo ringrazia la “SIGNORI & VILLA” s. r. l. raccorderia inox per enologia, di Lugo (via Bonsi 9, telefono 0545-35018), per aver fabbricato e donato alla Sede di Lugo 34 cassettine per le offerte destinate allo IOR raccolte durante i funerali. S abato 21 ottobre 2000, in occasione delle celebrazioni indette per il centenario della costruzione dell’Ospedale “Umberto I” di Lugo, è avvenuta la consegna delle apparecchiature scientifiche donate all’Ausl dall’Associazione Pro-Chirurgia e dall’Istituto Oncologico Romagnolo, che consentiranno di effettuare diagnosi specializzate delle lesioni del seno individuate nell’ambito dello screening in atto sulla popolazione femminile del territorio lughese. Sono intervenuti il presidente della “Pro Chirurgia” ing. Giuseppe Sangiorgi, il direttore del Dipartimento di Chirurgia dott. Giovanni Gardini, la responsabile del progetto di screening mammografico dott. Patrizia Bravetti e il primario dell’Unità operativa Oncologica dell’Ospedale di Lugo dott. Giorgio Cruciani, il vice presidente dell’Istituto Oncologico Romagnolo Rositano Tarlazzi (nelle due foto piccole) “Sono onorato - ha detto Tarlazzi - di rappresentare oggi il Consiglio d’amministrazione dello IOR, il Comitato Medico-Scientifico, i soci e le forze del volontariato che fanno capo all’Istituto. Ho il gradito compito di consegnare una strumentazione diagnostica del valore di 70 milioni di lire, donata dallo IOR, che va a completare l’apparecchiatura donata dall’Associazione Pro-Chirurgia, il “Mammotone” una sofisticata attrezzatura sanitaria costata 270 milioni, unica nella provincia di Ravenna, che permetterà di limitare al minimo l’intervento chirurgico al seno. L’Istituto Oncologico Romagnolo è impegnato a Lugo fin dagli anni ‘80. Durante la sua prima presenza ha svolto una funzione sensibilizzatrice presso le amministrazioni locali e regionali per l’istituzione di un servizio di Oncologia nell’ospedale lughese. Successivamente, in occasione dell’apertura dell’ambulatorio e dei dayhospital, acquistò la necessaria strumentazione diagnostica e gli arredi. Poi, col trasferimento del Servizio negli ambienti ristrutturati dell’Umberto I, finanziò la dotazione sanitaria investendo 200 milioni di lire. E se in questi giorni, l’ospedale di Lugo è salito agli onori della cronaca nazionale per essere stato classificato fra le strutture più accoglienti del Paese, una parte di merito va certamente riconosciuta all’Istituto Oncologico Romagnolo”. A sinistra, il mammografo acquistato dallo IOR e consegnato all’Ospedale di Lugo. Curare il rischio per sconfiggere il cancro La Ricerca Scientifica D Riccione, nuova sede D 2 omenica 8 ottobre 2000, nel corso della “Festa d’Autunno” organizzata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’Istituto Oncologico Romagnolo, è stata inaugurata la rinnovata sede IOR di Riccione, in piazza Matteotti. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Daniele Imola, il presidente on. avv. Roberto Pinza, il primario di Oncologia dott. Alberto Ravaioli, i rappresentanti delle categorie economiche e delle Forze dell’Ordine, che in precedenza avevano presenziato all’inaugurazione del nuovo arredo urbano di viale Diaz. Tanti gli interventi. Il sindaco Imola ha sottolineato l’importanza del volontariato ed ha rinnovato la disponibilità del Comune ad offrire il proprio contributo. L’on. Pinza, a sua volta, ha messo in risalto l’opera che medici, infermieri e psicologi IOR svolgono nella lotta contro il cancro. A questo proposito, ha illustrato gli scopi e le finalità che saranno perseguiti dall’istituendo Istituto Scientifico di Ricerca e Cura di Meldola. Infine, Marina Giannini, responsabile della sede riccionese dello IOR, ha definito i rinnovati ambienti come un punto irrinunciabile di riferimento per chiunque abbia necessità sia d’informazioni, sia d’ascolto. In alto, il sindaco Daniele Imola mentre taglia il nastro inaugurale. A destra, il presidente on. avv. Roberto Pinza; a sinistra il dott. Alberto Ravaioli. Coop Adriatica e IOR O ltre diecimila soci di COOP Adriatica hanno deciso liberamente di destinare il loro ristorno per un totale di 170 milioni di lire ad Associazioni del Volontariato che si adoperano per sostenere la Ricerca Scientifica contro il cancro e per alleviare le sofferenze ai malati e alle persone non autosufficienti. Il “ristorno” è quella quota che la Cooperativa restituisce ogni anno ai suoi soci sotto forma di buono-spesa. Per il 1999 tale quota è stata pari allo 0,60 per cento. Un bel segnale che ci conferma come la cooperazione, che storicamente è stata una delle principali “culle” della solidarietà, può ancora contare su quella cultura e su quello spirito solidaristico. La somma è stata ripartita fra otto strutture associative individuate nel territorio romagnolo, fra cui lo IOR, al quale, in base alla scelta compiuta da 1.557 soci Coop, è stato attribuito l’impor- to di 23.461.000 lire. La consegna delle quote (le altre sono andate all’Auser per le attività di spesa a domicilio a favore degli anziani e per l’assistenza a malati terminali) è avvenuta giovedì 26 ottobre 2000, nella sede dell’Istituto dove si sono riuniti i Consigli di Zona dell’Area Roma-gna della Coop, presente il direttore Soci Giuseppe Baraldi. Durante tale incontro è stato consegnato allo IOR un ulteriore importo di 25.000.000, quale contributo direttamente stanziato dalla COOP Adriatica. La circostanza ha rappresentato una proficua occasione per far conoscere più compiutamente ai rappresentanti sociali Coop le attività svolte dall’Istituto. Sotto: Giuseppe Baraldi, dirigente Coop Adriatica, consegna il contributo nelle mani della dott. Serena Martissa consigliere IOR. A sinistra, il dott. Vincenzo Erroi. omenica 5 novembre 2000, nell’ambito della “Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro”, si è svolto a Forlì, nella sala Santa Caterina - così come è avvenuto in altre 70 città italiane - un incontro aperto ai cittadini finalizzato a fare chiarezza su quanto di concreto è stato fatto e quanto resta ancora da fare in tema di prevenzione del cancro. Fra gli intervenuti: personalità civili e militari, medici, ricercatori, uomini impegnati in politica; due i relatori: il prof. Dino Amadori, primario della Divisione di Oncologia Medica dell’Ospedale “Pierantoni” di Forlì e membro del Comitato Medico-Scientifico dello IOR e la dott. Grazia Daidone del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Nazionale Tumori. Conduttore dell’incontro: il dott. Vincenzo Erroi direttore dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Il prof. Amadori ha messo in evidenza l’estrema complessità della malattia. Il cancro, infatti, si configura come un’entità difficilmente classificabile e, perciò, difficilmente controllabile. Il numero dei fattori che entrano in gioco è molto elevato e le cause che possono dare origine alla malattia sono di natura diversa (fisiche, biologiche, genetiche) e differenti sono le forme neoplastiche nelle quali si concretizzano. Inoltre, anche il dato quantitativo è estremamente importante, in quanto il cancro è la malattia che determina il più alto numero di anni di vita perduti: è noto come la mortalità fra i 35 e i 60 anni sia assai più elevata rispetto a quella causata da ogni altra malattia. Tuttavia, negli ultimi anni sono aumentate le possibilità di sopravvivenza determinando una incoraggiante - seppure ancora modesta diminuzione del numero dei decessi. Ciò è dovuto sia al progresso delle conoscenze scientifiche, sia ad un migliore utilizzo delle risorse preventive e diagnostiche. Su questo aspetto, pur dichiarandosi ottimista su ulteriori sviluppi, il prof. Amadori non ha nascosto la sua critica al “sistema” sostenendo che l’Italia è inadeguata alle esigenze scientifiche: “La cultura politica ha detto - appare inadeguata a comprendere l’importanza della ricerca scientifica: i progressi che ci aspettiamo di compiere nel prossimo futuro arriveranno soltanto se risorse consistenti potranno essere investite in questa direzione, per avere, poi, una ricaduta positiva sul fronte terapeutico”. Diagnosi precoce, prevenzione primaria, chemio-prevenzione rappresentano le armi più efficaci a contrastare le neoplasie. Analoga indicazione è venuta da parte della dott. Daidone che ha impostato la parte centrale del proprio intervento sulla prevenzione, che “da sola - ha detto - potrebbe far diminuire il numero dei decessi del 30-40 per cento. Di fronte alle previsioni di 20 milioni di nuovi malati nell’anno 2020, a livello mondiale, prende ulteriore forza l’urgenza di interventi finanziari adeguati”. Rispondendo ad alcune interrogazioni del pubblico presente, il prof. Amadori ha fatto riferimento all’Istituto Scientifico di Ricerca e Cura che sorgerà a Meldola, fonte di nuove speranze per tutta la Romagna. Qui a sinistra, la dott. Grazia Daidone; il prof. Dino Amadori. Approvata la legge per l’impiego dei farmaci oppiacei Contro il dolore I l 19 febbraio 2001 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 12/2001 intitolata “Norme per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore”, che modifica in modo sostanziale la legge 309/1990 in materia di disciplina dell’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope. Nella giusta preoccupazione di regolare l’utilizzo voluttuario degli oppioidi, la normativa precedente non distingueva alcuna “facilitazione” legislativa per l’utilizzo terapeutico di quei farmaci. La bozza della nuova legge che nella sua forma definitiva rappresenta, ovviamente, la sintesi della proposta tecnica nella sua forma iniziale e di tutte le modifiche effettuate nelle sedi istituzionalmente e politicamente preposte - è stata messa a punto da una commissione di esperti promossa dalla Commissione Farmaci, coordinata dal prof. Dino Amadori. La proposta delle modifiche normative ha costituito uno dei tre filoni di attività del gruppo di lavoro; gli altri due - tuttora in corso - riguardano,da una parte, formazione e informazione a professionisti della Sanità e al pubblico e, dall’altra, suggerimenti per una maggiore disponibilità e rimborsabilità di farmaci antidolorifici nel nostro Paese. Per questo, la commissione ha stimolato l’istituzione pubblica a provvedere alla rimborsabilità di un maggior numero di farmaci antidolorifici e adiuvanti e all’ampliamento di indicazioni di alcuni farmaci adiuvanti. Inoltre, ha promosso il dialogo con Aziende farmacologiche per la produzione e l’immissione in commercio di formulazioni attualmente non presenti in Italia. E’ innegabile, però, che il prodotto più “eclatante” del lavoro di gruppo è rappresentato dalla legge 12/2001, della quale riportiamo sinteticamente i contenuti. Le modifiche che la nuova legge ha apportato alle precedenti normative riguardano dieci farmaci elencati nell’allegato III bis (tutti quelli più frequentemente utilizzati nella terapia del dolore in cure palliative), per i pazienti “affetti da dolore severo in corso di patologia neoplastica o degenerativa”. L’articolo 41, concernente la consegna di farmaci oppioidi, autorizza che essi vengano dati a domicilio anche da operatori sanitari di programmi di Assistenza Domiciliare, con dichiarazione sottoscritta dal medico (di Medicina Generale, di Continuità Assistenziale; Ospedaliero). Il comma 2 bis dell’articolo 43 autorizza la ricettazione in duplice copia a ricalco per i farmaci non forniti dal Servizio Sanitario nazionale e in triplice copia a ricalco per quelli forniti dallo stesso SSN. Il comma 3 bis dell’articolo 43 recita che la prescrizione può comprendere fino a due preparazioni o dosaggi per cura, di durata non superiore a 30 giorni. Il comma 5 dell’ar- ticolo 43 consente esplicitamente l’autoricettazione da parte del medico per approvvigionamento e detenzione di quantità di oppioidi per uso professionale. I commi 5 bis e 5 ter dell’articolo autorizzano esplicitamente la consegna a domicilio di oppioidi da parte del personale e degli infermieri professionali dei distretti, dei servizi territoriali o degli ospedali pubblici e accreditati, quando accompagnata da certificazione medica. L’articolo 45, infine, contempla la depenalizzazione per errori formali del farmacista. Merita, inoltre, di essere ricordato che la legge riguarda il dolore cronico severo oncologico e non, venendosi così a sottolineare il fatto che anche in questo secondo tipo di patologia dolorosa assurge alla dignità di “sindrome” anziché di mera sintomatologia. E’ evidente, comunque, che nel complesso la nuova normativa rappresenta un segnale del fatto che le istituzioni hanno accolto le sollecitazioni provenienti dalla società civile, dalle associazioni di volontariato e dalle società scientifiche, sull’inadeguato trattamento del dolore cronico, nel nostro Paese. A tale presa d’atto di tipo normativo, dovrà necessariamente seguire un’opera di educazione sanitaria e culturale per tutti gli operatori della sanità, affinché la pratica clinica sia sempre più uniformata agli standard scientifici di una corretta terapia del dolore cronico più severo. Il nuovo Reparto di degenza e cura per pazienti oncologici ed ematologici Degenza Oncologica a Rimini L unedì 5 febbraio 2001, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità arch. Giovanni Bissoni, è stato inaugurato il nuovo Reparto di Degenza Oncologica ed Oncoematologica dell’Ospedale degli “Infermi” di Rimini. Fino a quella data, l’Unità Operativa si era avvalsa, per gli aspetti terapeutici, dell’attività del Day Hospital; ora, tale attività proseguirà affiancata dal nuovo Reparto, comprendente 10 posti letto di degenza ordinaria, ripartiti in camere doppie con relativi servizi igienici e quattro camere singole semisterili dotate di telecamere a circuito chiuso per l’isolamento di alcune particolari figure di pazienti. Il Servizio è preposto alla cura e all’assistenza specialistica di pazienti oncologici ed ematologici sottoposti a terapie convenzionali - quali l’antiblastica, l’ormonale e l’immunologica - e, grazie alla presenza delle camere semisterili, alle procedure di trapianto autologo di midollo osseo. Anche i pazienti gravemente compromessi dal punto di vista ematologico-midollare possono usufruire di un adeguato servizio specialistico. Un’appropriata schermatura delle camere semisterili, la disponibilità di servizi di disinfezione per il materiale che entra a contatto col paziente e le stesse telecamere a circuito chiuso assicurano il necessario isolamento dei degenti e il monitoraggio continuo della situazione clinica. Il personale medico-infermieristico comprende 4 medici specialisti sia in campo oncologico che oncoematologico, 12 infermieri professionali e una caposala, tutte figure di sicura e prolungata esperienza in entrambi i settori. A tali profili professionali si affianca la figura dello psicologo, sempre più richiesto e presente in strutture ospedaliere a carattere provinciale. Il nuovo Reparto consente di ampliare la già vasta attività clinica di terapie moderne e innovative con la partecipazione a studi clinici nazionali ed internazionali, col supporto ed il potenziamento della figura del “data manager” per la gestione e la raccolta dei dati e il controllo della qualità dei risultati. Saranno messi in opera nuovi tipi di trattamento; infatti, oltre alle terapie tradizionali, saranno introdotti schemi di terapia che prevedono infusioni continue di farmaci, monitoraggio ininterrotto di alcuni parametri clinici durante il trattamento e l’adattamento dei dosaggi farmacologici al variare dei parametri stessi. Oltre alla possibilità di trapianto di midollo osseo, il nuovo Reparto metterà in linea anche altre forma di trattamento, fino ad oggi attuate solo in parte, come quelle loco-regionali, biologiche, vacciniche e cellulari, in stretta collaborazione con l’Istituto a carattere scientifico di Meldola e in rete con le Oncologie romagnole. Anche l’attuale utenza potrà, così, contare su di un servizio maggiormente specializzato e su di una struttura più rispondente alle necessità standard e dell’innovazione. Entro il 2002 avverrà il completamento dell’Unità Operativa di Oncologia e Oncoematologia con l’attivazione di Radioterapia e di Medicina Nucleare. Questa, l’organizzazione del nuovo Reparto: direttore dott. Alberto RAVAIOLI; responsabile reparto degenza e modulo ematologia dott. Pier Paolo FATTORI; responsabile presidio oncologico Cattolica dott. Enzo PASQUINI; responsabile modulo di prevenzione oncologica dott. Franco DESIDERIO; responsabile day-hospital oncologico dott. Davide TASSINARI; responsabile day-hospital onco-ematologico e laboratorio biologico dott. Lorenzo GIANNI; responsabile attività ambulatoriale dott. Giovanni OLIVERIO; referente attività laboratorio dott. Franco MONTI. L’Istituto Oncologico Romagnolo ha svolto un ruolo determinante nelle attività di sostegno all’Oncologia pubblica riminese. Oltre alle attrezzature scientifiche - del valore di 500 milioni di lire - offerte in comodato all’Azienda USL, lo IOR ha provveduto anche all’esecuzione dei lavori di fornitura e messa in opera di arredi, di finitura di impiantistica elettrica e termotecnica nel corridoio antistante il Reparto, per un importo pari a 55 milioni di lire. Tali opere sono state eseguite e consegnate a titolo di donazione. Tutto cominciò nel mese di novembre 1997, quando l’Istituto Oncologico Romagnolo mise in atto una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica riminese per l’apertura del Reparto di degenza nell’Ospedale degli “Infermi”. In quell’occasione, il dott. Alberto Ravaioli, primario della Divisione di Oncologia, ebbe a dire: “Lo specialista può elencare cento motivi, il malato ne ha uno solo: essere curato e curato bene. L’istituzione di un Reparto di degenza è il naturale completamento delle strutture oncologiche e la condizione indispensabile e insostituibile per poter offrire cura e assistenza ai pazienti delle città della provincia di Rimini”. La campagna di stampa, che fu denominata “Oggi, Rimini è diversa”, ebbe successo (l’obiettivo fissato era indicato in 500 milioni): nacquero iniziative di spettacolo, imprese e aziende si mobilitarono, i cittadini risposero in maniera eccellente. Nel corso di questi ultimi anni, più volte “L’Informatore” ha pubblicato nomi e ha dato notizia di quanto stava accadendo. Ricordiamo, a titolo emblematico, un nome per tutti, quello della COCIF di Longiano, che all’inizio del 1999 compì una donazione per oltre 50 milioni di lire. In poco meno di quattro anni, l’Unità Operativa di Oncologia è divenuta realtà e nell’arco del 2002 vedrà il suo completamento. 3 In alto, l’assessore regionale Giovanni Bissoni inaugura il reparto. La Scala per l’Istituto di Meldola V enerdì 16 febbraio, al Teatro “Diego Fabbri” di Forlì ha avuto luogo un concerto dell’Accademia di perfezionamento del Teatro alla Scala per professori d’orchestra, direttore e viola solista Danilo Rossi, violino Myriam Dal Don. E’ stata la prima iniziativa pubblica lanciata dall’Istituto Oncologico Romagnolo per la raccolta di fondi a favore della realizzazione dell’Istituto Scientifico di Ricerca e Cura Tumori di Meldola, nei locali dell’ex ospedale civile. Elemento caratterizzante del progetto sarà l’affiancamento e il supporto alle consolidate terapie di assistenza e alle metodiche di prevenzione, di un’importante attività di sperimentazione, ricerca e formazione in ambito medico, infermieristico, fisioterapico e farmaceutico, tale da inserire in futuro la struttura romagnola nel circuito degli Istituti di ricerca italiani e internazionali. Il concerto ha avuto pieno successo. Particolare non secondario: per evitare che gli inevitabili costi legati all’iniziativa (nonostante la disponibilità dei concertisti), finissero col ridurre la somma ricavata dalla ven- dita dei biglietti, un pool di sponsor ha provveduto a farsi carico delle spese. Ricordiamo, a questo proposito, Conad Romagna-Marche, Barilla, Salaroli piastrelle, Litotipografia Filograf, Ras “Stadium”, Rolo Banca, Banca Popolare Emilia Romagna. Sono state eseguite l’Ouverture da “Die Zauberflöte” di Mozart, la Sinfonia in Si minore “L’incompiuta” di Schubert e la Sinfonia Concertante in Mi bemolle maggiore per violino e viola K 364 di Mozart. L’Accademia di Perfezionamento del Teatro alla Scala, sorta nel maggio dell’anno scorso col finanziamento del Fondo Sociale Europeo, è composta da novanta strumentisti provenienti da tutta Italia ed ha lo scopo di preparare giovani musicisti ad affrontare concorsi e selezioni per l’inserimento in orchestre stabili nazionali e internazionali. Lezioni ed esercitazioni si alternano a stages finalizzati alla preparazione di concerti durante i quali gli allievi si esibiscono pubblicamente in formazioni sinfoniche e da camera. L’Accademia opera sotto la guida del presidente onorario maestro Riccardo Muti e del responsabile artistico Stefano Renzani; direttore dei Corsi è Pietro Scardillo. La direzione dei concerti e le esercitazioni sono affidate a giovani e già affermati professionisti (Daniele Callegari, Roberto Rizzi Brignoli, Corrado Rovaris); le lezioni di tecnica e musica da camera sono impartite anche dalle prime parti dell’Orchestra del Teatro alla Scala, fra le quali il forlivese Danilo Rossi, prima viola del glorioso teatro milanese. Danilo Rossi, vincitore di concorsi nazionali e internazionali (fra gli altri, quelli di Vittorio Veneto, Stresa e Mosca), si è esibito nei più importanti Festival (Ravenna, Ferrara, St. Moritz, Vicenza) con i maestri Tortelier, Brandis, Brunello, Canino, Chung, Muti. Tra le sue numerose interpretazioni solistiche, si ricordano il Concerto di Bartòk con la “Filarmonica’ diretta da Riccardo Muti, i Concerti con i “Solisti di Mosca” e con le Orchestre dei Teatri “Massimo” e “La Fenice”. Ha inciso numerosi CD solistici e da camera. Suona la viola Mancini del 1600 appartenuta al grande violista Dino Asciolla. Myriam Dal Don è nata a Belluno, si è diplomata al Conservatorio “Gianferrari” di Trento ed ha vinto nell’88 il Concorso nazionale di Vittorio Veneto. Nel 1986 è entrata a far parte dell’Orchestra Giovanile della Comunità Europea sotto la direzione dei maestri Accardo, Petracchi e Kaiser. Ha al suo attivo incisioni con la Radiotelevisione Italiana; dal 1994 è violinista dei “Solisti Veneti”. Insegna al Conservatorio di Matera. A sinistra: il presidente on. avv. Pinza ringrazia il maestro Danilo Rossi, al centro il dott. Erroi. A destra, il prof. Amadori illustra l’Istituto di Meldola. Domenica 18 febbraio 2001: XV Convegno Volontari IOR Nuovo Millennio… Le testimonianze dei rappresentanti di Sedi e Punti IOR D 4 omenica 18 febbraio 2001 si è svolto a Forlì, al Cinema “Mazzini”, il XVI Convegno annuale dei Volontari IOR. I lavori sono stati introdotti dal presidente on. avv. Roberto Pinza, che ha dato ragione del cambiamento di data dell’incontro rispetto a quella tradizionale d’inizio autunno, dovuto al desiderio vivissimo - rimasto purtroppo soltanto tale, a causa delle note vicende che vanno sotto il nome di “mucca pazza” - di avere a Forlì il Ministro della Sanità prof. Umberto Veronesi, al quale l’Istituto avrebbe voluto testimoniare la propria riconoscenza per l’impegno profuso a favore dell’Istituto Scientifico di Ricerca e Cura. Poi sono cominciate le prime relazioni, che sono state svolte dal dott. Pier Paolo Fattori (“I nuovi spazi del Volontariato”) e dai dott. Giorgio Cruciani, Marco Maltoni e Andrea Rossi (“Dall’assistenza domiciliare alle cure palliative: il ruolo del volontario”). Importanti sono i compiti del volontario in Oncologia: opera per il benessere e la dignità della persona; non cerca di imporre i propri valori morali, fa ciò che serve e non tanto quello che lo gratifica; agisce senza fini di lucro anche indiretto, collabora con gli altri volontari; partecipa alla vita associativa e alla formazione permanente; è vincolato all’osservanza del segreto professionale. Egli non deve mai dimenticare che la sua opera non è sostituiva di altre presenze, in particolare del personale infermieristico: la sua è una funzione specifica che s’intreccia con quella degli operatori sanitari. Varie sono le forme di volontariato: domiciliare (rilevamento problemi sociali, aiuto e cura della persona, aiuto spostamento del malato, aiuto per nutrizione, incombenze esterne), di trasporto di pazienti autosufficienti (attitudine alla guida, attesa con i pazienti), ospedaliera (accoglienza calorosa e garbata, informazioni sulla vita del reparto, individuazione casi speciali, supporto umano, risoluzione di problemi pratici, collegamento coi servizi interni, aiuto al malato allettato, aiuto per commissioni esterne). Dall’assistenza domiciliare alle cure palliative: l’obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita per i pazienti e le loro famiglie. La sofferenza non è mai solo una questione fisica ma coinvolge la corporeità e la spiri- tualità. Nulla sfigura il corpo di fronte agli uomini più della sofferenza, ma nulla di fronte a Dio avvilisce l’anima di chi soffre. Nel momento della sofferenza deve, allora, scattare una forte solidarietà fra il paziente e chi gli sta intorno, non solo il personale sanitario e la famiglia, ma anche il volontario, attraverso la comunicazione, il dialogo e soprattutto l’ascolto. Dice Hans Kung: “Dio non è venuto per togliere la sofferenza, ma per riempirla della sua presenza”. Sul piano pratico va detto che alla scadenza del tempo concesso dal Piano Sanitario - settembre 2000 - il Ministero ha cominciato l’esame dei Progetti di ristrutturazione di 118 strutture residenziali per le cure palliative pervenuti attraverso le Regioni, esame non ancora completato. In Romagna sono stati previsti 4 Hospice nell’area di Ravenna, 2 in quella di Forlì-Cesena e 1 in quella di Rimini, ai quali sono stati accordati finanziamenti per la riconversione della struttura. Ce ne sono altri, entrati nel Piano regionale senza finanziamento, in quanto già coperti; ne esistono altri ancora del tutto indipendenti che procederanno parallelamente al Piano stesso. Al volontariato, intanto, viene chiesto di attivarsi per la formazione del personale. Dobbiamo cominciare a ragionare in termini di “Unità di Terapie Palliative” composte dall’Assistenza domiciliare e dall’Hospice, due strutture che debbono assolutamente integrarsi. Il paziente che si trova in assistenza a domicilio può trovarsi - per varie ragioni e tutte importanti - nella necessità di essere assistito in una struttura di tipo ospedaliero: oggi si reca al Pronto Soccorso e viene assegnato a Reparti specifici; con la fine dell’iter burocratico tuttora in atto, tale paziente verrà avviato in Hospice, qui non ci sarano orari di visita: familiari ed assistenti potranno sempre essere presenti. Importante è la presenza dell’Istituto Oncologico Romagnolo anche in campo nazionale, quale aderente alla Federazione Italiana per le Cure Palliative, di cui tre anni fa, assieme ad altre cinque organizzazioni, è stato socio fondatore. Attualmente aderiscono a tale organismo ben 36 associazioni. In alto: il tavolo della presidenza del Convegno. Nella pagina accanto flash sui partecipanti. ArcangeloVIGNOLI di Faenza: Parlo a nome dell’Associazione “Stare assieme” operante nel Basso Faentino, Circoscrizione di Granarolo. “Stare assieme” è nata una decina d’anni fa per il coordinamento delle attività esistenti nella zona, quali la “Festa Paesana di Ambiente e di Caccia” oggi alla 20ª edizione, il “Carnevale dei Ragazzi” organizzato quest’anno per la 48ª volta. L’unione delle forze del volontariato locale ha fatto sì che si armonizzassero tutte le attività, nel frattempo cresciute fino ad essere divenute 12. “Stare assieme” è distaccata dall’organizzazione dello IOR, tuttavia fin dal suo nascere si è dato il compito di provvedere alla destinazione degli utili derivanti da queste attività ricreative e culturali e il primo indirizzo, riconosciuto all’unanimità, è stato quello dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Questo è stato il motivo dominante dell’espansione della “Festa Paesana” che si svolge nella Settimana in cui ricorre la festività di San Martino, sottolineata da una corona di mostre, di iniziative sportive e a sfondo storico. E’ una grande occasione di aggregazione popolare (durante la scorsa edizione, ad esempio, sono stati distribuiti 5.000 pasti) che ha come filo conduttore il sostegno alle attività dell’Istituto. E’ un comune sentire che va al di là di ogni altra considerazione e che in questi venti anni ci ha consentito di consegnare allo IOR oltre 200 milioni di lire per l’assistenza domiciliare. Abbiamo imparato che è bene diffondere l’operato di questo Istituto che svolge una funzione molto sentita dalla gente, toccata da vicino dalla presenza devastante del tumore. Per questo, centinaia e centinaia di persone danno il proprio apporto soprattutto in occasione dei due grandi avvenimenti: è un maturare collettivo, un fatto innegabile di crescita per tutto il paese. Tanto da farci riconoscere che non siamo stati noi a dare “qualcosa”allo IOR, ma che lo IOR ha dato “qualcosa” a noi. Questo è un grande motivo per continuare a stare assieme in una zona che, grazie ad un impegno corale, ha fatto grandi passi avanti, culturalmente, socialmente, storicamente. (Per la cronaca, il 12 novembre 2000, sono stati versati 10.000.000, ricavato dell’edizione 1999 della Sagra di Ambiente e Caccia) Gabriella CARATTONI di Ravenna: sono una volontaria di Ravenna e faccio parte del Gruppo I.D.A., costituito da donne che, come me, sono state operate al seno diversi anni fa. La nostra esperienza ci ha spronato a formare un’équipe di sostegno per donne che, come noi, hanno avuto la sfortuna di ammalarsi di tumore al seno. Abbiamo la certezza che il nostro percorso è stato complesso: ecco perché comprendiamo le difficoltà di tutte le donne che oggi vivono questo difficile momento; ci rendiamo conto che non sempre è facile decidere di parlare con altri di cose così intime e personali, però siamo convinte che chiudersi in sé stesse non sia per niente utile; anzi, l’aprirsi, col tempo, aiuta a superare meglio il problema. Dobbiamo ringraziare la dottoressa Strada e altri medici per il prezioso aiuto che ci hanno dato nel formare il Gruppo I.D.A., che signi- fica “Informazione - Dialogo Aiuto”. Un ringraziamento sentito e riconoscente va all’Istituto Oncologico Romagnolo di Ravenna per la disponibilità mostrata continuamente nei nostri confronti. Non siamo né medici, né psicologhe, ma volontarie che con tanta umiltà danno testimonianza della loro esperienza diretta. Questo è il nostro slogan: “Oggi riceverai aiuto? In futuro un’altra donna potrà tornare attiva anche grazie a te”. Anna GHISELLI di Cesena: Sono stata chiamata per essere presente alla Festa provinciale del Volontariato, che si è svolta nel mese di ottobre a Cesena. Prima di sedermi al tavolo riservato allo IOR ho fatto un giro sotto il tendone dell’esposizione: un accostamento multicolore di manifesti, insegne fluorescenti a caratteri cubitali, Croce Rossa, Croce Verde, crocerossine con cuffie svolazzanti, persone in tuta coloratissima, grande ressa alla tavola dei pescatori di Cesenatico che offrivano la “rustìda”. Multiformi aspetti del volontariato, gran bella festa! Allo IOR era stato riservato uno spazio di circa 80-90 centimetri lineari, alla fine di una paratia, con poca luce. Alle spalle del tavolo, un nostro manifesto, quello con le mani giunte a palmo che sorreggono alcuni teneri pulcini, con la scritta “Aiutiamoli a crescere”. Ecco, io chiedo scusa per la mia incompetenza in fatto di grafica, ma quel manifesto mi faceva pensare a tutt’altro e non certo a quello che voleva rappresentare. Vi prego di perdonarmi, perché so che con i nostri manifesti sono stati vinti anche dei concorsi, ma spesso questi nostri manifesti sono ermetici, difficili da interpretare, quasi fossero rivolti soltanto agli addetti ai lavori. La gente - come i pubblicitari insegnano - ha bisogno di richiami forti, di impatto immediato e di chiara evidenza! Insomma, in quelle tre ore nelle quali sono stata seduta a quel tavolo, con tutti i nostri depliants esposti, davanti a me si sono fermate due o tre persone in tutto e soltanto per chiedere se potevano prendere degli insulsi portachiavi che erano sul tavolo. Sono tornata a casa sgomenta, perché ci si interessa dello IOR solo quando o in prima persona, o un familiare, o un amico viene colpito dalla malattia; oppure il timore, o il sospetto di essa fa chiedere subito una visita medica o un esame specifico e ci si lamenta se non è sempre possibile ottenerli al più presto? Il volontario deve spesso affrontare l’indifferenza e il disinteresse, grossi ostacoli per superare i quali ha sempre bisogno di nuovi stimoli e motivazioni per proseguire, per mantenere vivi i contatti con la gente. La ricerca, la lotta contro le malattie, lo studio di sempre nuovi metodi di terapia sono impegni di grande rilievo, ma richiedono anche grosse risorse economiche. Per noi volontari dello IOR la realizzazione dell’Istituto Scientifico per lo Studio e la Cura dei Tumori diventa un nuovo e più significativo motivo d’orgoglio che dobbiamo trasmettere alle persone che avvicineremo; ma questo grande progetto che si sta realizzando deve essere fin da ora divulgato, pubblicizzato, oserei dire sbandierato, perché la gente una volta di più capisca la differenza fra quelli che con estrema abnegazione e serietà si prodigano per la nostra salute e i profittatori e i venditori di fumo! Marisa PAGANI di Forlì: A volte capita al volontario di sentirsi chiedere “perché lo fai?”; la domanda viene rivolta con ammirazione, incredulità, stupore, sincera difficoltà a capire. In effetti, non è facile spiegare perché si scelga di andare a conoscere e poi frequentare, aiutare, sostenere qualcuno che sta per morire, che a volte è già deturpato nella mente e nel corpo, che può anche non essere più in grado di parlare e di ascoltare, o magari semplicemente non averne più voglia. Cosa ci spinge a visitare famiglie provate dal dolore e dalla solitudine, o in reparto d’ospedale, dove è difficile incontrare speranza e fiducia nel futuro? Tutti i volontari, almeno una volta, hanno risposto “è molto più quello che si riceve di quello che si offre”; chiunque abbia fatto esperienze di questo tipo sa che è vero, che la sensazione è di essersi molto arricchiti avendo dato poco. Più difficile è cercare di capire che cosa si dà e che cosa si prende. Il malato viene a trovarsi costretto dentro un sistema di relazioni con molte persone (solo in parte scelte da lui), da un lato i tecnici che per professione cercano di curare, o almeno di ridurre gli effetti negativi della malattia (medici, infermieri, assistenti, psicologi, sacerdoti); dall’altro lato, i familiari e gli amici (quando questi ultimi non sono troppo spaventati e si allontanano). Come entra il volontario in questo sistema? In punta di piedi: non porta ricette più o meno miracolose per far cessare il dolore del corpo e dell’anima, non ha nessun obbligo professionale o morale da compiere; forse, è qualcosa di simile ad un amico ma è un nuovo amico senza nessuna storia in comune, senza nessun debito di riconoscenza. Quindi, lo spazio in cui si svolgono gli incontri fra il volontario e l’ammalato è una zona neutra, una condizione in cui entrambi possono sentire più facilmente e più liberamente il fluire delle proprie emozioni, una situazione ideale per raggiungere una vera condizione di vicinanza. Ciò che il volontario dà è una parte del suo tempo, sottraendolo alla famiglia, agli impegni quotidiani, ma non è una rinuncia, è anzi una riconquista, un modo per restituire valore al nostro tempo. Il volontario non ha altro da offrire se non il suo essere persona: è soltanto una persona che si avvicina ad un’altra persona per cercare assieme di rendere meno triste l’esperienza della morte, della sofferenza, della solitudine. E nel farlo, entra in contatto con la parte migliore di sé. Per mia esperienza personale, sicuramente condivisa dai miei colleghi, posso testimoniare che si può trovare più verità, più umanità nel sorriso di un sofferente che in giorni o mesi di vita quotidiana vissuta fra il lavoro, la famiglia, le relazioni sociali. Nella MONDAINI di Cattolica: Sono una volontaria del Punto IOR di Cattolica, ma parlo a nome anche dei volontari della sede di Riccione. Dall’ottobre del 1999, anno in cui è stato inaugurato il Punto IOR cattolichino, sollecitata da alcune amiche, sono entrata a far parte del Domenica 18 febbraio 2001: XV Convegno Volontari IOR Nuovo Volontariato gruppo del Volontariato. Oggi posso dire che la mia esperienza nel campo delle iniziative per la raccolta dei fondi è stata positiva; soprattutto mi sono sentita realizzata e motivata ad impegnarmi per questa nobile finalità. A nome mio e di volontarie di altri Punti IOR, vorrei sottolineare la necessità di organizzare il corso di formazione all’ascolto di pazienti oncologici e delle loro famiglie, completando così la nostra attività di volontari. Credo che questa sia la sede giusta per sottolineare una situazione che sta preoccupando il volontariato e lo sta demotivando: il nuovo indirizzo dell’Assistenza domiciliare. Secondo il nostro punto di vista, sarà sempre più difficile raccogliere fondi e motivare i volontari se non parte un’informazione forte, altrimenti un rilevante introito come quello delle offerte in memoria di defunti assistiti dallo IOR verrà sicuramente a mancare. Noi oggi chiediamo delle motivazioni valide, affinché si possa continuare determinati con lo stesso spirito con cui siamo entrati in questa opera di volontariato. Mirella GALASSI di Forlì: Sono una volontaria del Gruppo I.D.A. di Forlì, che ha le stesse finalità del Gruppo di Ravenna. La nostra non è una testimonianza, ma la presentazione di una nuova forma di volontariato. Il Gruppo I.D.A. è composto da donne che hanno affrontato il cancro al seno e si sono riunite per aiutare altre donne colpite dalla stessa malattia. Il nostro percorso è iniziato più di un anno fa, presso la sede IOR di Forlì, alla presenza di due psicologhe che con il loro sostegno ci hanno guidato verso una crescita sia individuale che collettiva, completato in seguito da un corso formativo supportato da medici e operatori sanitari. Il cammino è stato difficile; a volte angosciante, perché non è facile imparare a convivere con una realtà così drammatica come un tumore. Ma insieme, parlando, affrontando i momenti in cui dubbi, paure, difficoltà, incertezze sono affiorate, durante i nostri incontri, siamo riuscite a condividere le stesse ansie, gli stessi timori e ne siamo uscite più forti, più sicure e soprattutto meno sole. Perché la solitudine a cui ti porta questo tipo di malattia è la parte più difficile da superare. Ecco perché pensiamo che il nostro “progetto” possa aiutare altre donne a sentirsi capite, aiutate anche nella praticità, ma soprattutto meno isolate all’interno della famiglia e della società, più forti nell’affrontare la malattia, giorno dopo giorno, meno sole. Il nostro Gruppo può dare una parola, un consiglio, un sorriso, un supporto psicologico e un sostegno che diventa reciproco e che permette anche a noi di rafforzarci e insieme di affrontare con coraggio la vita. Finalmente, il “progetto” sta per realizzarsi praticamente; infatti, a breve sarà operativo nella sede IOR di Forlì un punto d’ascolto dedicato alle donne che si troveranno a dover superare l’impatto con una malattia che incute ancora paure e ansie, anche se la ricerca e la prevenzione insieme sono in grado di dare buone prospettive di guarigione. Enrico NATALI di LUGO: Vengo da Filo d’Argenta, un paese di meno di 2.000 abitanti, a 25 chilometri da Lugo, 50 da Ferrara e 40 da Ravenna, diviso a metà fra le province di Ferrara e di Ravenna. Io credo che gli abitanti, o i volontari di Filo possano essere presi come esempio per il volontariato, perché noi operiamo sapendo di essere fuori dalla giurisdizione dello IOR (siamo tutti, o quasi, in provincia di Ferrara!).Nonostante questo, noi, in maggio, facciamo da 16 anni la “Sagra del Pesce Azzurro”, durante la quale riusciamo a distribuire 1800 pasti. In questi 16 anni crediamo di aver dato all’Istituto qualcosa come 200 milioni di lire. La nostra è un’attività che non si ferma qui, ma continua per dodici mesi all’anno: c’è un Punto IOR, vendiamo le azalee, facciamo un po’ di tutto. Sedici anni fa un gruppo di persone impegnate nella locale Polisportiva, pensarono che fosse venuto il momento di fare qualcosa a scopo benefico. Modellandoci sull’esempio di Lavezzola - dove già si organizzava una Sagra - abbiamo chiamato alcuni responsabili dello IOR, che ci hanno convinto dandoci la prima “spinta”. Inizialmente abbiamo incontrato alcune difficoltà, ma le abbiamo superate ed oggi vediamo che a Filo, in occasione della Sagra, sono presenti molti forestieri. Ma come abbiamo potuto scegliere il pesce azzurro, dove regnano salsicce e salame? Ancora ce lo chiediamo, anche se vediamo che l’iniziativa non conosce tramonto. Confesso che un po’... bariamo dicendo che tutto è pesce azzurro, ma la minestra richiede un altro tipo di pesce perché sia buona. Da due anni a questa parte, poi, abbiamo creato una “zuppetta” che sta avendo grande successo: ma avete mai visto una zuppetta... di pesce azzurro? Abbiamo deciso, per la prossima Sagra, di fare una debita correzione che metta tutto in chiaro, qualcosa come “Sagra del Pesce azzurro e non”, perché a questa manifestazione ci teniamo molto: abbiamo 420 posti a sedere, 24 camerieri, molti dei quali sono giovani! La data dell’edizione 2001? presto detto: 11,12,13 maggio. Prendete nota! E se da queste parti venisse il ministro Veronesi, saremmo lietissimi d’incontrarlo e di preparare un tavolo anche per lui. (Per la cronaca, in settembre erano state consegnate 11 milioni di lire raccolte in occasione della 15ª edizione della Sagra) Cristina MUCCIOLI di RIMINI: due anni fa ero al Convegno di Bellaria, in platea, come giornalista de “Il Resto del Carlino” incaricata di fare un servizio sull’Istituto Oncologico Romagnolo. Non avrei mai pensato di trovarmi qui, oggi, con un microfono in mano, inviata, questa volta, come “portabandiera” della sede IOR di Rimini. Onestamente, anche se sono abituata a parlare al pubblico, mi sento un po’ in difficoltà e vorrei che gli amici riminesi mi dessero un segno: vi prego, alzate la mano; dove siete? Vedo molte mani alzate: ecco la dimostrazione di che cos’è l’Istituto Oncologico Romagnolo a Rimini. Potrei chiudere qui il mio intervento, ma mi piace dirvi che mi sento parte del gruppo; in un certo senso, sono stata adottata da questo gruppo in cui riconosco i miei fratelli e le mie sorelle maggiori. Come volontaria porto la mia esperienza di giornalista; non sono una volontaria di quelle che io definisco “angeli”, non riesco ad esserlo. Forse non riuscirei neppure per mio padre e mia madre, ma so poi che nel momento del bisogno vengono fuori tante potenzialità inimmaginate. Quando ho conosciuto lo IOR, in particolare Vinicio Paganini, Atalia Ravaioli sono stata “toccata” dal loro darsi da fare. Quella volta ero andata alla Festa della Mamma per fare un’intervista: non mi piacciono i comunicati stampa, preferisco andare sul posto, fra i protagonisti. Mi sono fermata a guardare il modo di agire di questi “pazzi”; pazzi dico, perché vedere la moglie del primario di Oncologia intenta ad offrire azalee è stata una vera sorpresa: la pensavo piuttosto dietro una scrivania, pronta a ricevere la gente. Dopo due ore, le azalee erano finite e nonostante questo... erano riuscite a vendermene due. Alla fine è venuto un bell’articolo: per forza, ero dentro quella notizia! Ma loro non mi hanno più “mollato” e Vinicio mi ha nominato “volontaria ad honorem”. Così è nata la mia collaborazione: dapprima un libro, poi un altro e gli introiti delle vendite hanno preso la via dell’Istituto. Dunque, dò la mia risorsa e credo che i volontari debbano essere tali nel segno della positività, quel segno che a Rimini - così mi sembra - consente ai volontari IOR di distinguersi. Guardiamo, allora, con speranza al futuro. Nella sua relazione, il dott. Fattori ha detto che fra i requisiti del volontario assai importante è quello della positività; io rilancio e dico che proprio quello è un requisito indispensabile anche ai medici: quando sono ricoverata in ospedale, vedo arrivare in visita il gruppo capeggiato dal primario, con al seguito gli assistenti e consentono loro di prepararsi ad un futuro prossimo. Sono ragazzi che hanno appena qualche anno in più delle mie due figlie e che fanno già tanto. Sogno che da qualche parte, forse il compagno di scuola di mia figlia, c’è un giovane che fra sei o sette anni sarà destinatario di una borsa di studio dello IOR: le mie 100.000 lire serviranno a pagare una quota di quella borsa di studio a quel ragazzino che scoprirà, quel giorno, la cura del cancro. gli aiuto, ho la sensazione quasi di dovermi mettere sull’attenti, ...ma fatemi un sorriso, costa così poco! Da ultimo: si parlava fra noi della nuova legge sul servizio civile; vorrei dire, a questo proposito, che anche le donne potranno farne parte, ed è previsto anche uno stipendio di un milione al mese, oltre che ad un abbuono in crediti formativi per l’Università e l’accesso al lavoro. E’ un’opportunità per lo IOR, che non va persa. Finisco esternandovi un mio sogno, quantificando il mio aiuto all’Istituto in 100.000 lire: sono affascinata dai molti giovani qui presenti e penso alle borse di studio che impedire il confluire di risorse economiche private già in via di prima definizione. Partiva, così, il procedimento che avrebbe aperto la strada all’affluenza massiccia del capitale privato, mentre si dava avvio alla sensibilizzazione del territorio riuscendo nello scopo di mettere assieme una Cooperativa sociale lo IOR, le Ausl delle tre province e le Fondazioni delle Casse di Risparmio romagnole, un risultato i cui riflessi si proiettarono sulla grande stampa interessando in particolare l’autorevole quotidiano economico “Il Sole24 Ore”. Fu creata una Società che, grazie all’intervento del direttore La seconda parte del Convegno è stata dedicata alla presentazione dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori di Meldola. Ha provveduto a tracciare una sorta di “prologo” il presidente on. Pinza compiendo una sintesi dell’intenso lavoro che ha dato origine e corpo al progetto. I primi accenni risalgono ad un intervento del prof. Amadori ad un Convegno di Volontari di molti anni fa, che accennava alla opportunità di costituire un Istituto a carattere scientifico, proposta che fu accolta da tutti i medici dello IOR, una “formidabile squadra accreditata scientificamente anche a livello mondiale”. Fu questa la base indispensabile per la realizzazione di un simile progetto. Occorrevano, però, altri due presupposti: convincere il territorio ad impegnarsi a fondo e convincere l’Ente Regione e lo Stato Centrale. Primo a sostenere la nuova ipotesi operativa fu l’assessore regionale alla Sanità Giovanni Bissoni. Partì allora “l’attacco” allo Stato, che richiese un’enorme mole di lavoro e d’impegno. Venne invitata a Forlì l’allora ministro della Sanità Rosy Bindi, che vide la realtà dell’Istituto Oncologico Romagnolo e assicurò il suo intervento soprattutto in funzione della modifica di una legge che prevedeva un’enorme partecipazione pubblica a queste imprese, tale da generale dell’Ausl di Forlì, dott. Lino Nardozzi, acquisì in proprietà l’Ospedale di Meldola il cui valore fece salire a 15 miliardi il patrimonio messo a disposizione dai partecipanti all’impresa. Costituiti gli organismi direttivi - amministratore delegato il dott. Erroi e direttore scientifico il prof. Amadori - si passò alla fase progettuale della struttura. Intervennero, a questo punto, CONAD e “Barilla” in qualità di sponsor del progetto (costo previsto 800 milioni) che sarà pronto entro l’estate di quest’anno. I particolari della grande operazione sono stati illustrati dal dott. Erroi (“Nascita della Società e obiettivi a medio termine”), dal prof. Amadori (“Programmi scientifici e prospettive di sviluppo”) e dal dott. Marangolo (“Operatività in rete”). Alla costituita Società è stato dato un Consiglio d’Amministrazione composto da 13 membri, il Comitato Scientifico di cui fanno parte il prof. Amadori, il dott. Ravaioli, il dott. Marangolo, la prof. Silvestrini e due consulenti, il prof. Giaccone, oncologo che opera ad Amsterdam e il prof. Balducci che esercita negli Stati Uniti d’America. Ora si sta lavorando per il progetto esecutivo, per il quale la presenza dei due forti sponsor, Conad e Barilla, sta a dimostrare la forza di una collaborazione in atto da 22 anni. Ai progettisti è stato chiesto di procedere secondo un’idea-forza: “Al centro dell’intera struttura deve esservi la persona del malato e l’apporto dei volontari che confluiranno a rendere più tangibile l’umanizzazione. Il prof. Amadori ha esordito facendo memoria dei precursori: “Vorrei che oggi fossero qui con noi Vittorio Tison, Marcello Cappellini, gli amici Casta, Faraone, Antonia Zimelli e tanti altri: lo IOR non sarebbe esistito se non avesse avuto un forte volontariato capace di farsi promotore della raccolta di fondi e soprattutto di rappresentare un importante movimento d’opinione. Senza il volontariato non sarebbe potuto nascere in Romagna un Istituto di Ricerca e Cura a carattere scientifico”. “Il cancro - ha detto - non è una malattia ma un fenomeno estremamente complesso che porta con sé aspetti biologici, psicologici, sociali; un fenomeno che coinvolge la persona a tutti i livelli e la società intera. Soltanto avendo chiaro questo concetto siamo riusciti a realizzare in Romagna, nei confronti dei malati oncologici, una rete assistenziale all’avanguardia nel nostro Paese, forte di una rilevante attività di ricerca scientifica. E attraverso l’apporto delle nostre esperienze, siamo riusciti anche ad intervenire sul piano nazionale, contribuendo alla formazione della recente legge sugli Hospis. All’indomani della vicenda Di Bella, proponemmo all’allora ministro della Sanità Bindi - che ci aveva interpellati per capire che fare per i malati senza più possibilità di guarigione - un progetto sulle cure palliative, che di fatto è entrato a far parte della legge sulle norme per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nelle terapie del dolore approvata in via definitiva dalla Commissione Sanità del senato il 25 gennaio. In forza di questo provvedisegue a pag. 6 5 Domenica 18 febbraio 2001 - XVI Convegno Volontari IOR Sensibilizzare la nostra gente 6 mento, il nostro Paese non è più al terz’ultimo posto su scala mondiale cancellando una legislazione errata che attribuiva alla patologia oncologica le categorie di giudizio stabilite per le tossicodipendenze: oggi è possibile prescrivere e portare al domicilio dei pazienti farmaci contro il dolore, soprattutto quelli a base di morfina. Nel momento della mia presenza nella Commissione tecnica del Farmaco e in forza del ruolo in essa rivestito, ho raccolto le istanze espresse da tutte le Società Scientifiche Italiane - accantonate e dimenticate negli ambienti ministeriali - e, con l’approvazione dello stesso ministro Bindi, ho costituito un Gruppo di lavoro composto da 12 persone, oncologi, palliatori, farmacisti, veterinari e figure collaterali, che ha elaborato proposte di modifica alla legge preesistente, proposte approvate dal Parlamento nel mese di febbraio di quest’anno. A questo proposito, sento il dovere di ringraziare gli onorevoli Marina Bolognesi, Monica Vettori e lo stesso presidente del Senato Mancino”. “Dalla convinzione - ha detto ancora il prof. Amadori - che non può esistere una buona assistenza se non c’è una buona ricerca, siamo passati a teorizzare l’opportunità di organizzare un Istituto di Ricerca e Cura fortemente collegato con tutte le realtà oncologiche della Romagna, con un progetto unico nel Paese e unico fra gli Istituti a carattere scientifico, che - grazie all’Istituto Oncologico Romagnolo - vede le Oncologie romagnole presenti in modo integrale. Sono stati costituiti 6 gruppi di lavoro e definiti 6 programmi di ricerca: epidemiologia, studi clinici su tutte le patologie e sulla migliore idoneità dei farmaci, studi ematologici, studi in campo radioterapico, sulle cure palliative e, in particolare, sulla ricerca traslazionale finalizzata al rapido trasferimento alla fase clinica di tutti i risultati delle ricerche avanzate in Oncologia. L’Istituto conterrà la maggior parte dei laboratori di ricerca, 45 posti letto di degenza, una forte radioterapia e una diagnostica di qualità; vi lavoreranno 150 dipendenti. Ringrazio tutti i colleghi oncologi che in questi lunghi anni hanno collaborato all’elaborazione dell’idea più corretta di Istituto Scientifico”. Al dott. Marangolo, il compito di concludere l’illustrazione del progetto, oggi in fase di realizzazione. Si poteva correre il grosso rischio di innescare un meccanismo di arroccamento sulle rispettive posizioni da parte delle Aziende Usl romagnole che in questi anni hanno investito molto sull’Oncologia. Probabilmente, se si fosse creato un unico, grande Istituto, esse ne avrebbero sofferto e nessuna delle quattro Aziende avrebbe accettato una tale situazione. Abbiamo fatto leva sulla necessità di coniugare questa realtà non solo col mantenimento delle strutture già esistenti ma col proseguimento del loro sviluppo. Ci stiamo riuscendo: un Istituto radicato in un tessuto sociale, come quello romagnolo che offre la presenza di tre forti Dipartimenti, Rimini, Ravenna (con Faenza e Lugo) e Forlì (con Cesena) i quali entreranno a far parte dell’Istituto in virtù di un collegamento diretto e costante assicurato dall’efficienza delle moderne tecnologie, soprattutto per quanto prodotto dai laboratori dell’Istituto stesso, che sarà trasferito alle strutture oggi esistenti, ognuna delle quali sarà ulteriormente valorizzata. Provvederà a tale compito il formidabile Gruppo di Statistica Medica, in cui è maestra la dott. Oriana Nanni, e un’équipe di Data Manager. Sono ottimista: così strutturato, l’Istituto crescerà come gli altri Istituti Tumori, ma unico nella sua esperienza. Conclusa anche la seconda parte del convegno, la parola è tornata ai partecipanti. Fanny MORGANTI responsabile Punto IOR di GALEATA: Rappresento le volontarie che dal 1992 operano nella Vallata. Il nostro compito è nell’impegno della raccolta fondi. Il territorio è vasto, da Cusercoli a Civitella, Galeata, Pianetto, Santa Sofia, Corniolo, San Zeno, ci spingiamo sino a Premilcuore. Così articolato, il nostro volontariato è complesso, come potete immaginare: siamo sempre in macchina, trasportiamo piante, cerchiamo collaborazione nei singoli paesi, ci facciamo aiutare da chi, come noi, condivide il nostro impegno per far sì che le “campa- gne” indette dall’Istituto si concludano felicemente, anche con il “porta a porta” se è necessario. Faccio riferimento alla Festa della Mamma e a quella del Natale. In settembre, autonomamente, organizziamo un “Mercatino” in piazza. Vi faccio notare che Galeata è un paesino di 2000 persone, quindi, affrontare questo discorso è addirittura avveniristico perché 2000 persone si sa cosa potranno mai dare. Ricami, pizzi, intagli, tutto fatto rigorosamente a mano da noi volontarie e da persone del paese che collaborano con noi. Organizziamo una piccola lotteria e ne vendiamo i biglietti arrivando sino a San Piero, dove le volontarie IOR ci assicurano la loro collaborazione. L’impegno è notevole. Se a tutto questo aggiungiamo i funerali, ai quali - se richieste - partecipiamo. E’ doveroso per una capo-gruppo sottolineare che tutte le volontarie di Galeata si sono sempre impegnate in prima persona dando gratuitamente la loro collaborazione. La risposta della Valle in questi ultimi anni - e questo è molto importante è stata generosissima e ci ha permesso di portare a termine con successo le iniziative che abbiamo proposto. Ma la dolente nota è che siamo state lasciate troppo sole a gestire tutto questo. Perdonate se questa è una nota “no”, tuttavia occorre anche avere il coraggio di dire quando è “no”. Decentrate dalla sede per condizione geografica, nonostante le varie richieste di contatti in loco da parte dell’Istituto siamo state sempre disattese. I tempi cambiano; c’è difficoltà nel trovare collaborazione; nuovi gruppi di volontariato si formano rendendo più difficile il nostro lavoro. Sensibilizzare la gente è importante; altrettanto è far capire quali sono i progetti da realizzare, ma non si può delegare tutto questo a noi volontari. Nuovo millennnio, nuovo volontariato; io aggiungo: nuovo rapporto con la Valle del Bidente. Qualificazione maggiore del volontario: questo sì. C’è bisogno di un preciso impegno da parte dello IOR di fare informazione. Oggi, noi siamo qui per fare questa richiesta: dobbiamo avvicinare la Valle a tutti i progetti IOR, da Meldola con l’Istituto Scientifico Ricerca e Cura dei Tumori all’Assistenza domiciliare, alle Cure CNA e assistenza D a alcuni anni, la presidenza provinciale della CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato, ha deciso di devolvere ad iniziative benefiche a valenza sociale le somme che in passato venivano destinate all’acquisto di omaggi natalizi. La quota stanziata per l’anno 2000 ha avuto una duplice destinazione, una di carattere locale ed una di intervento internazionale. Le donazioni sono state effettuate nel corso di un incontro che si è svolto mercoledì 27 dicembre nella sede della stessa CNA forlivese. Erano presenti il presidente confederale ing. Franco Giuliani, il direttore Tiziano Tampellini e i rappresentanti degli enti destinatari, il dott. Vincenzo Erroi direttore dell’Istituto Oncologico Romagnolo, di cui da tempo la CNA è sostenitrice e la dott. Yertha Patron della Comunità di Jyothi Nilaya in India. Otto milioni sono stati consegnati allo IOR a favore del servizio di assistenza domiciliare ai malati; altri 8 sono andati alla Comunità indiana, gestita dalle Suore Orsoline che fanno capo al Centro di Somasco nel lecchese e supportata da alcuni anni, nella sua attività di assistenza, da un gruppo di volontari laici di Forlì, fra i quali un collaboratore della CNA. I fondi che vengono periodicamente inviati a questa organizzazione sono impiegati nell’aiuto a dieci orfani ospitati dalla Comunità e ai bambini assisti- ti soprattutto nel periodo estivo. La Comunità è inoltre sede di una Scuola per sarte e di un Istituto scolastico frequentato da circa 200 alunni e gestisce importanti azioni di tutela delle donne e dei bambini dei villaggi limitrofi. Grazie a questi aiuti sono stati finanziati microprogetti, fra i quali l’acquisto di un’autobotte, alcune adozioni a distanza, un intervento di cardiochirurgia ad una bimba malata. A conclusione delle festività natalizie e di fine anno, alcuni volontari hanno fatto visita alla Comunità portando materiali didattici predisposti dalla CNA. Qui a destra, il presidente della CNA dott. Franco Giuliani e il direttore IOR dott. Vincenzo Erroi. Palliative che sono il nuovo, grande progetto. Solo così terremo sollecitato l’interesse verso questi importanti progetti, creando quel clima di scambio, di fiducia che è la base di ogni rapporto costruttivo: questo deve essere fatto dall’Istituto. Naturalmente, con il nostro apporto di volontari che non abbiamo mai risparmiato. Rositano TARLAZZI vice presidente IOR: Vorrei fare ad alta voce una riflessione che, forse, fra qualche anno saremo chiamati a compierere, quando in piena era di globalizzazione passeremo alla storia come “il fenomeno Romagna”, o “il fenomeno IOR”. Credo che molti di noi, qui presenti, non si rendano conto di ciò che siamo riusciti a fare. Se qualcuno ci chiedesse come abbiamo fatto, forse non saremmo in grado di rispondere. E a proposito di questo, voglio fare una riflessione sull’intervento di Cristina Muccioli: cerchiamo di essere positivi, torniamo a casa da questo convegno con una carica che ci servirà nel futuro per continuare a convincere la gente, a farla credere nello IOR soprattutto quando l’avviciniamo per chiedere offerte. Lo IOR è riuscito a divenire una grande realtà perché ha saputo fare alcune scelte di qualità: non soffermandosi nel luogo in cui è nato, mettendo assieme tutti i medici oncologi della Romagna, aprendo le sedi periferiche, scegliendo dipendenti giusti, che oggi formano una staff invidiabile, capace di infondere sicurezza a chi bussa alle nostre porte. Siamo riusciti a raccogliere miliardi e lo dobbiamo a questa grande “rete” fatta di volontari, di dipendenti, di medici. Ma lo dobbiamo certamente anche al direttore, una persona, il dott. Vincenzo Erroi al quale abbiamo deciso di affidarci.Bogna riconoscere che quella è stata una scelta assai ben riuscita. Già avevamo fatto una scelta ugualmente importante designando l’avv. Roberto Pinza a succedere all’avv. Salvatore Lombardo. Quando il nostro presidente si trovò a rivestire, nel Governo presieduto dall’attuale presidente della Repubblica Azelio Ciampi, il ruolo di Sottosegretario, confesso che non mancarono le perplessità. Ci si poteva chiedere, da provinciali quali eravamo, che farse- ne di un Sottosegretario? Ma non tardammo a capire che un buon presidente deve riuscire a stabilire collegamenti a livello nazionale e internazionale, come lui stava facendo. Allora abbiamo gioito, come facemmo, poi, quando il prof. Amadori fu chiamato a far parte della Commissione per la sperimentazione della “Cura Di Bella”. Lo IOR oggi è grande perché abbiamo pensato in grande, abbandonando il “piccolo” nel quale un tempo ci riconoscevamo. Per questo domani saremo citati come “il fenomeno Romagna”, un esercito completo, con una truppa infaticabile, buoni ufficiali e bravi generali. Dott. Alberto RAVAIOLI - RIMINI: “Mi riferisco alla recente inaugurazione del Reparto di Degenza Oncologica dell’Ospedale di Rimini, perché desidero ringraziare tutti i volontari della sede riminese dello IOR - che oggi sono qui numerosissimi: cinquantasei! - e tutti i volontari dell’Istituto. Grazie a loro, siamo riusciti a realizzare in breve tempo un’opera che in passato avrebbe richiesto attese più lunghe. Ora anche l’Unità di Rimini è pronta per essere messa “in rete” con l’Istituto a carattere scientifico di Meldola. Dobbiamo completare la Radioterapia, ma il progetto è già in corso d’esecuzione. E’ qui presente il dott. Emiliani, il quale ha chiesto dalla nostra Ausl di farne un punto di consulenza radioterapeutica collegato al suo Gruppo. Una seconda notazione: questa mattina i nostri medici ci hanno fatto vedere come sta evolvendo l’Assistenza Domiciliare. Dalle loro parole è emersa una rinnovata importanza dei “Centri d’Ascolto”. Sotto questo aspetto, credo che la dott. Patrizia Buda abbia portato all’interno dell’Istituto un seme che merita di diventare oggetto di rinnovate cure. Infine, un accenno alla formazione e ai “quadri” giovani professionali. Il livello che abbiamo raggiunto come Istituto è tale da indurci ad intensificare la formazione: siamo una realtà troppo importante per non inserire nella rete della comunicazione i giovani medici che stanno affacciandosi ora alla professione. Se non lo facessimo, nei prossimi anni potremmo scoprirci indeboliti. Dagli omaggi natalizi alla solidarietà Il sindaco Vidmer Mercatali all’inaugurazione della sede di Ravenna Lo IOR unisce la Romagna S abato 10 marzo è stata inaugurata a Ravenna, al numero 36/38 di via Salara (telefono e fax 054434299), la nuova sede dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Alla cerimonia sono intervenute le massime autorità ravennati, il prefetto dott. Stefano Scammacca, il presidente della Provincia dott. Gabriele Albonetti, il sindaco dott. Vidmer Mercatali, il vice sindaco Giannantonio Mingozzi, il dott. Bacigalupo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, don Matteo Solaroli direttore dell’Opera Santa Teresa del Bambin Gesù, don Alberto Graziani vicario dell’archidiocesi. Hanno fatto gli onori di casa il presidente on. avv. Roberto Pinza, il dott. Maurizio Marangolo coordinatore del Comitato Medico Scientifico, il dott. Carlo Naldoni del Centro di Prevenzione Oncologica dell’Ospedale di Ravenna, la signora Adalgisa Longo Mazzacani e il dott. Mario Pretolani del Consiglio d’amministrazione dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Ad essi si sono uniti volontari della sede, amici dell’Istituto e cittadini interessati dall’avvenimento in corso. Dopo il taglio del nastro inaugurale, il presidente Pinza ha illustrato le ragioni che hanno indotto la sede ravennate ad aprire una sede confortevole e capace di maggiore ricettività di quella precedente, in grado di corrispondere meglio alle esigenze della popolazione, dei volontari stessi e di quanti partecipano, in forme e circostanze varie, alle attività dello IOR. L’on. Pinza ha espresso stima e apprezzamento nei confronti del volontariato, una vera forza che attraversa e caratterizza la Romagna e che ha consentito l’approdo all’Istituto Scientifico di Ricerca e Cura dei Tumori in Meldola, attorno al quale si è realizzato il consenso del mondo bancario, economico, amministrativo e dell’imprenditoria, del quale due esponenti di punta quali il CONAD e la “Barilla” - ha fatto notare il presidente - hanno assunto la sponsorizzazione del progetto esecutivo di ammodernamento e ampliamento dello stabile dell’ex ospedale meldolese, destinato ad ospitare il nuovo Istituto a carattere scientifico. Dal canto suo, il sindaco dott. Mercatali ha colto l’occasione per affermare che lo IOR, con le sue attività e la sua incidenza in campo sanitario, sta unificando le città della Romagna. E’ un segno di civiltà ha detto - per il quale è doveroso ringraziare i volontari e i dirigenti in prima persona: la città avverte la presenza di chi si dedica all’altro e ne segue l’operatività con affetto, ammirazione e partecipazione. Poi, ha preso la parola il dott. Marangolo, che ha espresso la propria soddisfazione per l’obiettivo raggiunto, sognato da tempo: la nuova sede, funzionale e accogliente darà nuovo smalto alle attività dell’Istituto, coronando concretamente il momento in cui va realizzandosi l’Istituto a carattere Scientifico. Infine, il Vicario, don Graziani, impartendo la benedizione ai locali, ha indicato nella figura del Cristo il modello della disponibilità e della solidarietà, doti che accompagnano e distinguono l’operato di chi ha scelto la via del volontariato e, in particolare, della condivisione della sofferenza umana. Al centro: Adalgisa Longo, consigliere IOR, taglia il naustro tricolore. Alle sue spalle il presidente on. avv. Roberto Pinza. Nella foto piccola, il dott. Maurizio Marangolo e il sindaco Vidmer Mercatali. Per anni fu la colonna portante dello IOR a Rimini Luigi Forlivesi, l’umanità dei grandi I l 3 novembre dell’anno 2000, è morto il prof. LUIGI FORLIVESI. Nato a Bagnacavallo il 12 aprile 1937, era cresciuto a Roma dove aveva completato gli studi fino a laurearsi a pieni voti in Medicina e Chirurgia nel 1962, allievo del prof. Pietro Valdoni. Nel 1968 divenne Assistente Incaricato presso la Cattedra di Semeiotica Chirurgica dell’Ateneo romano, diretta dal prof. Fegiz. Successivamente fu nominato Assistente Ordinario e, nello stesso anno, conseguì il diploma di specializzazione in Chirurgia Generale. Nel 1969 ottenne l’idoneità alla Libera Docenza in Semeiotica Chirurgica. Poi, nel 1971 accettò di trasferirsi a Trieste, come Aiuto alla Cattedra di Clinica e Terapia Chirurgica dell’Università giuliana. Qui incontrerà la compagna della sua vita e qui nasceranno i suoi due figli. Nel 1975 conseguì l’idoneità a Primario di Chirurgia Generale e fino al 1983 tenne l’insegnamento di Chirurgia Teorica nella Scuola di Specializzazione triestina. Nel 1980 vinse il concorso di Primario Chirurgo presso l’Ospedale degli “Infermi” di Rimini e divenne coordinatore dell’appena fondata Associazione dei Chirurghi Ospedalieri. Partecipò a numerosi congressi nazionali e internazionali in qualità di relatore e di presidente. Scrisse centoquaranta pubblicazioni come primo autore e molte altre come coautore. Prese parte attiva alla stesura di alcuni capitoli di testi di Chirurgia (Chirurgia della mammella, il Cancro dello stomaco negli ospedali italiani, il Cancro del colon, Chirurgia laparoscopica, Chirurgia ambulatoriale, Ernia); scrisse monografie (Chirurgia conservativa delle lesioni traumatiche della milza, Ernie e Laparoceli, Chirurgia della milza). A Rimini, il prof. Forlivesi conobbe Marcello Cappellini e, con lui, l’Istituto Oncologico Romagnolo entrando a farne parte quale componente il Comitato Medico Scientifico. “L’entusiasmo che sosteneva Cappellini - dirà, in sua memoria, nel gennaio 1989 - è ciò che mi colpì fin dal nostro primo incontro. Ricordo che al mio assenso a collaborare fui letteralmente investito da proposte e richieste: sembrava che egli avesse trovato finalmente la persona con cui spartire quella che riteneva la responsabilità “oncologica” per Rimini. Da quel momento, il suo entusiasmo ed il suo senso di responsabilità cominciarono a costruire ed a cementare fra noi un rapporto sincero e quanto mai profondo, facendo sì che anche quando qualcosa di contingente ci ritrovava su posizioni diverse, non mancasse la mia ammirazione e il mio rispetto per lui”. Uomo coraggioso, impersonando lo IOR il prof. Forlivesi seppe battersi in prima linea, non temendo d’assumere posizioni controcorrente: “Nella nostra città - disse pubblicamente nel 1984 commentando l’allarmante livello di diffusione raggiunto dai tumori nella sua Rimini - bisognerebbe parlare meno di turismo e assai più di cancro. Bisognerebbe dire ad alta voce che non esiste, neppure a livello politico, una sufficiente considerazione e attenzione al problema; che per far fronte ad una diagnosi precoce ci sono a disposizione strutture limitatissime; che, infine, il chirurgo interviene sul malato di cancro quando non c’è più niente da fare”. Per anni, rappresentò la colonna portante della sede riminese dello IOR e tale restò fino al momento in cui - era il mese di giugno 1989 avvenne la costituzione del Reparto di Oncologia nell’Ospedale degli “Infermi” con la nomina del dott. Alberto Ravaioli a Primario della nuova struttura. “Sono un chirurgo disse allora - ed ora che Oncologia è sorta, il mio compito è terminato” e, con l’umiltà dei grandi, si trasse in disparte pur continuando a far parte del Comitato Medico-Scientifico dell’Istituto Oncologico Romagnolo ancora per qualche anno. Di lui rimarrà profondo e permanente il “segno” impresso dalla militanza a fianco di uomini generosi. A sinistra, il prof. Luigi Forlivesi. Facciamo memoria di Antonia e Rosa Lutto fra i Volontari riminesi dell’Istituto Oncologico Romagnolo: nei primi giorni dell’anno è morta ROSA ANTONIOLI GIULIETTI, suscitando vasto cordoglio e profondo rimpianto. I suoi concittadini le hanno tributato un riconoscente omaggio accompagnandolo con una raccolta di fondi a sostegno di quegli stessi ideali e di quegli stessi valori nei quali Rosa credeva ardentemente. Ringraziando pubblicamente quanti hanno voluto compiere il nobile gesto di saluto, i suoi amici volontari l’hanno ricordata con affetto, esprimendo viva riconoscenza per il tempo trascorso insieme e per la gioia di vivere che lei, nonostante i gravi problemi di salute, aveva sempre trasmesso in loro. “Ciao, Rosy! ricorderemo sempre il tuo dolce sorriso”. A metà febbraio di quest’anno, nel Reparto di Oncologia Medica del Presidio Ospedaliero di Ravenna, è stata fatta memoria di MARIA ANTONIA ZIMELLI, coordinatrice del Servizio di Assistenza Domiciliare e Ospedaliera, deceduta il 15 luglio 1999. Una commossa cerimonia, sottolineata dall’esposizione di un mosaico e dalle parole del dott. Maurizio Marangolo (nella foto, assieme al direttore dott. Vincenzo Erroi), ha riportato fra i presenti l’immagine viva di Antonia, “una persona unica - scrisse Riccardo, volontario IOR a Ravenna - la cui esperienza, la cui umanità e la cui disponibilità ci hanno permesso di formarci, crescere e resistere alle difficoltà”. Esposizione di un mosaico commemorativo di Antonia Zimelli nel Reparto di Oncologia dell’Ospedale di Ravenna. 7 L’assemblea annuale dei Soci dell’Istituto Oncologico Romagnolo Unanime approvazione del bilancio CONVEGNI E INIZIATIVE SCIENTIFICHE A RAVENNA, nell’Aula Magna dell’Ospedale, sabato 21 ottobre 2000 si è tenuto un incontro scientifico promosso dall’Istituto Oncologico Romagnolo su “Nuovi indirizzi nella stimolazione dell’eritropoiesi in oncologia ed ematologia”. Hanno tenuto le relazioni il prof. Mario Cazzola, Divisione di Ematologia IRCSS Policlinico San Matteo, Università di Pisa (“Eritropoietina: mecanismo d’azione ed impegni clinici in Oncologia”) e il dott. Alfonso Zaccaria, Unità Operativa di Ematologia Dipartimento di Oncologia ed Ematologia Ospedale di Ravenna (“Eritropoietina nelle emopatie oncologiche”. Ha introdotto il dott. Maurizio Marangolo, Unità Operativa di Oncologia Medica Dipartimento di Oncologia ed Ematologia Ospedale di Ravenna. Ha tracciato le conclusioni il prof. Sante Tura, Istituto di Ematologia ed Oncologia Medica “L. e A. Séragnoli” Università di Bologna. V 8 enerdì 13 aprile ha avuto luogo, nella sala “aragosta” della Camera di Commercio di Forlì, l’assemblea annuale generale dei Soci dell’Istituto Oncologico Romagnolo. L’assise ha provveduto all’approvazione della relazione contabile e del bilancio consuntivo dell’esercizio 2000, che hanno messo in luce un andamento generale rigorosamente coerente con le finalità istituzionali dello IOR: ricerca scientifica, assistenza e cure palliative. E’ intervenuta la Società “Hermes” di Forlì, incaricata della revisione e della certificazione del Bilancio, che, nella relazione finale, ha definito tale bilancio esatto e veritiero, rispecchiando in modo corretto la situazione patrimoniale e finanziaria dell’esercizio chiuso il 31 dicembre 2000. Unanime approvazione ha riscosso la relazione del Comitato Medico Scientifico, esposta dal prof. Dino Amadori, con la presentazione delle attività di ricerca realizzate nell’anno 2000 e, in particolare, dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori - IRST - in Meldola, nel quale saranno concentrati buona parte dei laboratori di PARTITE ATTIVE (in milioni di lire) Offerte Manifestazioni Aderenti Contributi pubblici e simili Finanziarie Donazioni/Legati e simili Varie/Sopravvenienze TOTALE GENERALE ricerca, oltre 40 letti per sperimentazioni cliniche particolari, una radioterapia avanzata, la sede del Registro Tumori di Romagna per tutte le ricerche epidemiologiche, la sede della Direzione e del Comitato scientifico. Strettamente collegati col “Centro” saranno i dipartimenti di Oncologia della Romagna, i quali, in tal modo, costituiranno la rete oncologica distribuita sul territorio, in grado di assicurare, da una parte, un uniforme trattamento ai pazienti e, dall’altra, un utilizzo per fini scientifici a favore di un vasto bacino d’utenza. A tal fine, l’Istituto Oncologico Romagnolo ha impegnato la cifra complessiva di 3 miliardi di lire in tre anni, provvedendo nel 2000 al primo versamento nel capitale sociale, pari a 900 milioni. Tutti coloro che desiderassero copia del Bilancio Analitico 2000, possono recarsi alla più vicina sede IOR. Da parte nostra, ne pubblichiamo un prospetto sintetico. In alto, il prof. Dino Amadori illustra la relazione del Comitato Medico Scientifico. Al suo fianco, il dott. Vincenzo Erroi e il vice presidente Rositano Tarlazzi. 1999 2.600 1.038 79 2.234 74 60 474 6.559 2.000 2.833 1.091 76 2.402 27 5 25 6.459 COMPARAZIONE DELLA RIPARTIZIONE PERCENTUALE DEI COSTI RISPETTO AI RICAVI (in milioni di lire) 1999 % 2000 dei ricavi % dei ricavi Ricerca Scientifica Assistenza domiciliare Ammortamenti TOTALE PARZIALE 1 2.593 1.553 655 4.801 39.31% 23.54% 9.93% 72.97% 2.777 1.204 619 4/600 43.00% 18.64% 9.50% 71.23% Personale dipendente amministrativo Spese consulenze e aggiornamenti Spese Servizi Spese amministrative Varie, imposte e tasse IRAP TOTALE PARZIALE 2 635 56 213 220 28 26 1.178 9.63% 0.95% 3.50% 3.34% 0.42% 0.39% 17.86% 653 57 243 225 21 74 1.273 10.11% 0.88% 3.76% 3.49% 0.33% 1.15% 19.71% Spese promozionali e di informazione TOTALE al netto dell’utile/perdita dell’es. 100.00% 617 6.596 9.35% 585 100.00% 6.458 Acquisto attrezzature scientifiche Investimento per IRST Meldola TOTALE GENERALE 248 / 6.844 305 900 7.663 9.06% A FORLI’, all’Hotel della Città, venerdì 10 novembre 2000 si è svolto un meeting di “Aggiornamenti in Oncologia” sul tema “Alte dosi nel carcinoma ovarico: quali indicazioni? Presentazione protocollo OVCAT”. Promosso dall’Unità di Degenza per la Terapia ad Alte Dosi e dal Dipartimento di Oncologia del Presidio Ospedaliero “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, l’incontro scientifico è stato organizzato in collaborazione con l’European Group for Blood and Marrow Transplantation, l’Istituto Oncologico Romagnolo e il Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo. Introdotto dal dott. Luca Frassineti, Dipartimento di Oncologia Azienda Usl di Forlì, il convegno si è sviluppato attraverso cinque relazioni tenute dal dott. Gianfranco Gori, Unità Operativa Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Usl di Forlì; dott. Stefano Cascinu, Divisione di Oncologia Medica Azienda Ospedaliera di Parma; dott. Carmelo Bengala, Dipartimento di Oncologia Azienda Ospedaliera Pisana; dott. Giovanni Rosti, Dipartimento di Oncologia ed Ematologia Azienda Usl di Ravenna; e dallo stesso dott. Luca Frassineti. Le conclusioni sono state dettate dal prof. Dino Amadori, Dipartimento di Oncologia Azienda Usl di Forlì. A RIMINI, venerdì 10 novembre 2000 ha avuto luogo la IV Riunione Interregionale SICP, Società Italiana Cure Palliative, promossa dall’Istituto Oncologico Romagnolo, dalla SICP e dalla Federazione Cure Palliative Onlus, nel corso della quale è avvenuta la presentazione degli atti del Convegno “Le cure palliative: in cammino per una cura globale”. “Il progetto che è alla base delle Cure Palliative - ha scritto la dott. Patrizia Buda presentando la Riunione Interregionale impostata sul tema “Gli Hospices: quale formazione per quali operatori” - è un progetto di accoglienza della persona non solo con i suoi problemi fisici, biologici ma con quelli psicologici, relazionali, spirituali e sociali, in una parola di umanizzazione dell’assistenza. La persona entra con la sua storia e solo con un impegno omogeneo di tutti gli operatori è possibile raggiungere lo scopo di comprenderla. Il confronto e la formazione di équipe sono fondamentali per aggiungere elementi alla storia del paziente, uscirne più attrezzati nella propria competenza, saperne un po’ di più”. A FORLÌ, lunedì 13 novembre 2000, nella Sala “Zambelli” della Camera di Commercio si è svolto un Convegno impostato su di un tema assai stimolante: “Lavorare in Sanità: per passione o per mestiere?”. L’incontro, aperto alla cittadinanza, si è sviluppato lungo due relazioni tenute dal dott. Lino Nardozzi, direttore generale dell’Ausl di Forlì “Etica ed aziendalizzazione” e dal dott. Felice Achilli, presidente nazionale dell’Associazione Medicina e Persona “La professione del medico nell’alleanza medico-paziente”. Ha introdotto i lavori il dott. Marco Maltoni referente del Gruppo Cure Palliative dello IOR; ha portato il saluto dell’Ordine dei Medici della provincia di Forlì-Cesena la presidente dott. Annalisa Ronchi; ha concluso l’incontro il prof. Dino Amadori primario del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Ospedale “Pierantoni” di Forlì. Organizzazione: Istituto Oncologico Romagnolo Gruppo Cure Palliative, Associazione “Medicina e Persona”; patrocinio: Ausl di Forlì, Ordine dei Medici della provincia Forlì-Cesena, Camera di Commercio di Forlì-Cesena, Istituto “Veritatis Splendor” di Bologna. A RAVENNA, nella sala Forum, nei giorni 18 e 25 novembre si è svolto un ciclo di conferenze organizzato dalla Circoscrizione Prima. Nella prima, “Il fumo: implicazioni sulla salute e risvolti giuridici della nuova normativa” sono intervenuti il dott. Gianmaria Fiorentini oncologo dell’Ospedale di Ravenna, il dott. Girolamo Spitali cardiologo dell’Ospedale di Ravenna, l’avv. Gianni Fresia. Nella seconda, “I tumori della tiroide: prevenzione, diagnosi e terapia” ha preso parte il dott. Pietro Riva primario del Servizio di Medicina Nucleare dell’Ospedale “Bufalini” di Cesena. Ha presieduto, Alessandra Maltoni, della Circoscrizione Prima. A FILO D’ARGENTA, martedì 13 marzo 2001, nella Casa del Popolo si è tenuto un incontro pubblico intitolato “Passato e futuro dell’Istituto Oncologico Romagnolo”, nel corso del quale sono state illustrate le iniziative attivate dallo IOR nel territorio lughese grazie all’impegno di tutta la popolazione. Vi hanno preso parte Rositano Tarlazzi vice presidente dell’Istituto, Enrico Natali responsabile del Punto IOR di Filo d’Argenta e Vincenzo Erroi direttore dell’Istituto. La cittadinanza ha risposto bene all’invito onorando lo stretto legame che da anni intercorre fra lo IOR e i filesi, che puntualmente viene a rinnovarsi con la “Sagra del Pesce Azzurro”, una manifestazione che fa affluire i propri utili all’Istituto Oncologico Romagnolo assommando importi di notevole entità in rapporto al numero degli abitanti del paese, nell’ordine di settemila lire a persona. Un’identica somma viene donata, durante l’anno, in occasione di offerte e donazioni. A RAVENNA, giovedì 5 aprile 2001, alla “Casa Matha” di piazzale Costa, si è svolto un incontro pubblico promosso dall’Istituto Oncologico Romagnolo sul tema “Pro e contro nella visita di controllo del paziente oncologico: considerazioni mediche e psicologiche”. Hanno tenuto le relazioni il dott. Maurizio Leoni dell’Oncologia Medica dell’Ospedale di Ravenna e la dott. Giselle Cavallari psicologa dello IOR. A RIMINI, dal 6 all’8 giugno 2001 si terrà al Centro Congressi del Grand Hotel il III Convegno nazionale “L’Approccio Globale al paziente oncologico: dai trattamenti innovativi alle Cure Palliative” promosso dal Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale “Pierantoni” di Forlì e dall’Istituto Oncologico Romagnolo, col patrocinio di: Ministero della Sanità, Assessorato Sanità Regione Emilia-Romagna, Agenzia Sanitaria Regione EmiliaRomagna, Associazione Italiana Oncologia Medica, Associazione “Vittorio Tison”, Fondazione “Calabresi”, Società Italiana Cure Palliative, Società Italiana PsicoOncologia, Ordine dei Medici della provincia di ForlìCesena, dall’Azienda Usl di Forlì e dalla Federazione Cure Palliative Onlus. Presidente del Convegno, il prof. Dino Amadori. Comitato Scientifico, D. Amadori, F. De Conno, V. Erroi, M. Marangolo, A. Ravaioli, R. Rosso, R. Silvestrini, M. Tonato, G. Trizzino. Segreteria scientifica: Marco Maltoni, Alejandra Berardi, Stefania Derni, Laura Fabbri, Maria Teresa Rinieri, Elisabetta Sansoni, Patrizia Buda. COME SMETTERE DI FUMARE - La sede del’Istituto Oncologico Romagnolo di Cattolica ha promosso l’iniziativa pubblica “Liberi dal fumo”. Particolarmente interessante appare l’istituzione di corsi preserali e serali per smettere di fumare. Per essere ammessi occorre presentarsi ad un colloquio di informazione di valutazione della motivazione a smettere di fumare e del grado di dipendenza dalla nicotina. Entro la prima settimana del corso è previsto un esame radiografico del torace (durante il colloquio iniziale saranno date istruzioni in proposito). Per lo svolgimento del corso sarà costituito un gruppo da 7 a 15 persone. Saranno tenuti 12 incontri, più tre verifiche successive di follow-up. Informazioni e iscrizioni: tutte le mattine, piazzale Roosevelt 17 (sede della Polizia Municipale) in Cattolica, telefono 0541-953666: dottoresse M. Muccini e M. S. Di Marco. Il tumore si contrasta con maggiore efficacia incontrandosi Tre servizi per chi è solo attiva anche grazie a te. Punto d’ascolto IDA presso la sede dell’Istituto Oncologico Romagnolo di Forlì, corso Mazzini 65, telefono 0543-35929, fax 0543-21467, e-mail: [email protected], ogni mercoledì dalle 16 alle 18. Informazioni, da lunedì a venerdì 8,30-12,30 / 14,30-18,30. Ricordati che il primo passo verso la salute è il sostegno reciproco. AFFRONTARE UN CANCRO AL SENO da sola è difficile; insieme è possibile. Non mancano le occasioni per “camminare al fianco” di qualcuno. Ma ce n’è una molto importante: non isolarti, non restare da sola. Per questo, puoi contare su IDA (Informazione, Dialogo e Aiuto), un progetto di sostegno reciproco per chi sta affrontando i problemi che probabilmente stai vivendo tu. Il Progetto IDA è ospitato presso la sede IOR di Forlì, promosso da un Gruppo di donne che in passato hanno già vissuto l’esperienza della malattia. Queste persone, coadiuvate da medici e specialisti, sapranno starti vicino dandoti un sostegno per un miglior recupero psicofisico. L’obiettivo principale del Progetto è quello di creare un Punto d’Ascolto al quale potranno rivolgersi le pazienti colpite dalla malattia, non solo per ricevere informazioni adeguate sui Servizi a loro disposizione, ma anche per avere un supporto emotivo nel loro percorso di malattia e di vita. Rivolgiti tranquillamente a IDA: oggi riceverai aiuto e in futuro un’altra donna potrà tornare SPESA? Il Comune di Forlì Assessorato alle Politiche Sociali, COOP Adriatica, AUSER libera associazione “Anziani Primavera”, le Circoscrizioni 2, 4, 5 svolgono AUSILIO, un servizio gratuito di accompagnamento o consegna a domicilio della spesa a persone in condizioni di bisogno. Realizzato da volontari, si rivolge alle persone colpite da handicap fisici o psichici, o che si trovino ridotta - anche temporaneamente - la loro capacità di provvedere da sole agli acquisti; alle persone sole oltre i 75 anni; alle persone oltre i 60 anni non autosufficienti; a nuclei familiari composti da ultrasessantenni conviventi con handicappati o invalidi. I volontari sono presenti presso il Supermercato di Forlì-Curiel dalle 14,30 alle 17 del martedì e del giovedì. L’Ufficio AUSILIO ha il numero di telefono 0543-67221. Puoi chiedere altre informazioni, o far segnalazioni di casi bisognosi d’aiuto chiamando “Auser-Filo d’Argento” 0543-712091; filo diretto numero verde gratuito 800857084. PARLIAMO INSIEME HAI BISOGNO DI ASSISTENZA? L’Istituto Oncologico Romagnolo, fra le diverse attività di volontariato, ha istituito un Servizio di Volontariato Sociale e Assistenziale, del tutto gratuito, che segue i pazienti oncologici sia a domicilio che in ospedale. I Volontari IOR, con discrezione ed in “punta di piedi”, offrono la propria compagnia al paziente ed ai familiari per contribuire a rendere meno faticose le lunghe ore della malattia. Per avere maggiori informazioni può prendere contatto con i nostri Uffici: chiama la sede dell’Istituto Oncologico Romagnolo di Forlì, corso Mazzini 65, telefono 0543-35929, [email protected]. HAI BISOGNO, invece, DI FARE LA è un programma di sostegno e ascolto rivolto ai familiari dei pazienti oncologici, realizzato dalle sedi IOR di Rimini e Riccione. Il progetto è nato dall’esperienza di questi anni nel campo dell’assistenza psicologica e del sostegno al volontariato, non solo ai pazienti ma anche ai loro familiari: quando in una famiglia “esplode l’evento cancro” è la famiglia intera che va in crisi ed ha bisogno di supporto per riorganizzarsi e ritrovare la speranza e le energie positive. L’iniziativa è rivolta a tutti coloro che condividono il cammino di persone malate, in qualsiasi momento della malattia: dalla comunicazione alla diagnosi, alle fasi delle terapie, ai momenti critici ed anche nel momento che precede la guarigione. Ogni lunedì pomeriggio, dalle 16,30 alle 19,30 presso le sedi IOR di Rimini e di Riccione, i volontari e le psicologhe dell’Istituto sono a disposizione dei familiari per colloqui individuali e per incontri di gruppo tra familiari che stanno vivendo la stessa esperienza. L’ASSOCIAZIONE “V. TISON” SU INTERNET L’Associazione “Vittorio Tison” ha in programma, per il prossimo mese di settembre, l’allestimento di uno spettacolo teatrale “Oggi le coliche”, parodia della vita in Ospedale, da un’idea di Monalisa Ferrari, Silvana Federici, Francesco Di Lorenzo e Giacomo Galli. Regia di Pier Luca Ceccarelli. Interpreti principali: gli ammalati, Patrizia Mingozzi e Stefano Faenza; i primari, Francesco Di Lorenzo e Andrea Pession; la caposala, Silvana Federici. Prosegue, intanto, l’attività dei componenti l’Associazione impegnati in Tanzania nella conduzione del Laboratorio di Istologia e Anatomia Patologica “Vittorio Tison” nell’Ospedale Bugando di Mwanza. E’ stato aperto un sito Internet: www.Tison.org. (Nella foto, il dott. Francesco Callea, consigliere dell’Associazione, primario di Anatomia Patologica dell’ospedale di Brescia e realizzatore del Laboratorio “Vittorio Tison” nell’Ospedale di Mwanza. Assieme a lui, il Vescovo Aloysious Balina responsabile delle attività sanitarie della Conferenza Episcopale Tanzana, e il cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di Daar es Salam) Livio Fantinelli festeggia con un’asta benefica i 50 anni di mestiere Barba e capelli al signor sindaco Quando ci s’imbatte in persone e fatti di straordinaria originalità, è doveroso divulgare le sensazioni provate. Il più delle volte si finisce col riconciliarsi col mondo, un mondo di cui vediamo solo la parte negativa, perché è quella che fa rumore. La persona incontrata è Livio Fantinelli, di professione “acconciatore maschile” (un tempo si diceva “barbiere”, ma tant’è: i tempi cambiano) con esercizio in Ravenna. Livio ha raggiunto i cinquant’anni di esperienza professionale, un lungo periodo di tempo durante il quale ha raccolto quadri, oggetti artistici e ricordi vari. Per festeggiare il traguardo, ha messo tutto in mostra alla Saletta di Vicolo degli Ariani , ha invitato un buon numero di ravennati e di amici della natìa Roncalceci e si è affidato a “chi sa di lettere”. E così, nel pomeriggio di venerdì 3 novembre: Danilo Varetto, responsabile stampa e Relazioni esterne della CNA provinciale di Ravenna ha dichiarato aperta l’esposizione; Alberto Cassani, assessore alla Cultura del Comune di Ravenna, ha parlato di Livio, suo barbiere da oltre vent’anni; Augusto Mari, giornalista de “Il Resto del Carlino” ha presentato l’iniziativa. Poi, ha... dato tre giorni di tempo per visitare la mostra, trascorsi i quali, lunedì sera 6 novembre ha messo tutto all’asta ed ha interamente devoluto il ricavato all’Associazione Italiana contgro l’Epilessia e all’Istituto Oncologico Romagnolo. Fra i presenti, c’era anche il sindaco di Ravenna Vidmer Mercatali, che non è riuscito ad evitare un servizio completo di barba e capelli. Piacevole finale! Per l’occasione, Livio Fantinelli ha dato alle stampe una divertente pubblicazione “La mia vita attraverso le mie cadute”. Così, Natalino Gigante, direttore della CNA di Ravenna, ne ha tratteggiato la figura nella prefazione al libretto: “Chi vive con estrema sem- plicità la propria vita, le proprie esperienze non può mai dire con esattezza quanto, di ciò che vive, appartenga solo a lui e quanto, invece, appartenga all’ambiente che lo circonda, o alle sue compagnie.Vivere, lavorare, creare così come cadere e rialzarsi: questo conta! Gli stessi brevissimi racconti di Livio esprimono, con la loro linearità, la voglia e la volontà di rialzarsi costantemente per ricominciare, ogni volta, a correre ed a vivere. Da queste pagine traspare il piacere di una vita vissuta e la convinzione delle scelte che il viverla ha comportato. Un tracciato lineare e semplice dell’attaccamento al suo mondo, che lo ha portato a diventare, dal “barberi” di Roncalceci, un artigiano conosciuto da tutti e da tutti apprezzato”. 9 in breve Nel mese di dicembre 2000, gli organizzatori della “Sagra del Tortellone” di San Patrizio di Conselice hanno consegnato la somma di 18.000.000 di lire raccolta in occasione del 16ª edizione della tradizionale manifestazione. Sedici anni consecutivi di collaborazione con lo IOR meriterebbero ben più di una citazione su “L’Informatore”, ma a San Patrizio si usa dire, come in tutta la Romagna, “Tot da dé, gnit da cmandé”. Grazie, amici. La “Work Art Events”, unitamente al Comune di Lugo, ha organizzato il 14 ottobre 2000 al Teatro “Rossini” un defilée di estrema raffinatezza imperniato sul tema “Quando la Moda incontra il Teatro”. Ha presentato Alessandro Bonora; è intervenuto in qualità di ospite d’onore “Valentino” da “Striscia la Notizia”; ha curato la regia Enza Patruno; le coreografie sono state ideate e messe a punto da Le Industrie di Lugo. Parte del ricavato è stato versato allo IOR (2 milioni e mezzo). Un’idea originale nata dalla fervida fantasia dei volontari IOR della sede di Rimini è stata la manifestazione denominata “Nutella Party” allestita in occasione della festa di San Gaudenzo, il 14 ottobre. Panini da record attendono sulla bancarella di essere spalmati della dolce delizia. “Dieci anni di solidarietà” è l’ intitolazione della torta allestita per festeggiare la lunga attività di volontariato svolta dagli amici di Misano Adriatico. Il dolce ha “onorato” una cena di beneficenza, conclusa con la raccolta di circa 3 milioni. Nella foto: Maria, Aurora, Elvira, Giuliana. Foto di gruppo dei Volontari del Punto IOR di Coriano, assieme al responsabile organizzativo Igeo Vanni (ultimo a destra). L’immagine risale alla manifestazione “Fiera dell’Oliva” che si è svolta nei giorni 19 e 26 novembre 2000. L’utile netto dell’iniziativa è stato di 3 milioni 111 mila lire. Un’immagine della manifestazione natalizia organizzata a Godo di Ravenna. Il Mercatino della Bontà allestito per l’occasione ha realizzato un incasso di 7 milioni 200.000 lire. Un plauso ai bravi volontari che hanno promosso l’iniziativa e che si sono impegnati a fondo per la sua riuscita. Un altro Mercatino della Bontà che si è concluso con un bel successo è quello che si è tenuto dall’8 al 9 dicembre 2000 all’Art Arte Fiera di Rimini, promosso e organizzato a sostegno delle attività istituzionali dello IOR e per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla lotta contro il cancro. Anche a Russi - ne abbiamo dato notizia in prima pagina per sottolineare l’importanza di queste iniziative - è stato allestito il Mercatino della Bontà. Un forte incasso, 9 milioni 252.000 lire, ha premiato la solerzia e le capacità dimostrate dai Volontari dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Si moltiplicano le “Strenne di Natale” a favore dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Qui vediamo la consegna di un assegno da parte della Ditta Ricci s.r.l. di Riccione - forniture di materiali idraulici e sanitari - destinato al fondo per il finanziamento delle attività di assistenza oncologica. Foto di una delle tantissime feste natalizie organizzate dai volontari dello IOR e dai molti amici che di volta in volta ne affiancano gli intenti. Qui vediamo il dott. Carlo Naldoni, del Centro di Prevenzione Oncologica dell’Ospedale di Ravenna, mentre illustra le attività dell’Istituto. Nei giorni 21, 22 e 25 ottobre 2000, si è svolta a San Mauro Pascoli la tradizionale festa patronale di San Crispino. I volontari del Punto IOR sammaurese hanno organizzato una pesca di beneficienza (incasso 8 milioni e mezzo) utilizzando premi e oggetti regalo offerti dai negozianti e dagli albergatori della zona. 10 In novembre, la Contrada Borgo di Mondaino ha raccolto e inviato allo IOR la somma di 1.000.000 di lire. Grazie, amici: la spontaneità del vostro gesto rappresenta uno dei mille motivi che inducono lo IOR a intensificare ogni giorno di più la lotta contro il cancro che affligge la nostra Terra. Sabato 9 dicembre 2000 si è svolta all’Hotel Punta Nord di Torre Pedrera la “Cena degli Auguri” organizzata dallo IOR e dal Circolo Ricreativo Culturale “Torre Saracena”. A Forlì (4 dicembre 2000) nella sede della CNA e a Cesena (12 dicembre) in quella della Confartigianato, è stata presentata la seconda edizione del libro “Trama e ordito” (mamme che tessono la vita) di Maria Cristina Muccioli, edizioni “Il Ponte” Rimini. La manifestazione è stata promossa in collaborazione con l’Associazione Stampatori Tele Romagnole. Sono intervenuti alcuni coautori del libr; gli artigiani si sono esibiti in dimostrazioni delle loro capacità. Hanno patrocinato la manifestazione la Provincia di Forlì-Cesena, i Comuni di Forlì e di Cesena, Cna e Confartigianato, Istituto Oncologico Riomagnolo, Fondazione Carisbo Bologna. Sabato 23 dicembre 2000 ha avuto luogo al Teatro Novelli di Rimini il “Concerto di Natale” con l’Orchestra Pro Arte Marche diretta da Giorgio Leardini. Sono state seguite musiche di Tchaikovsky (Lo Schiaccianoci), Johan e Joseph Strauss (i motivi più divertenti che si possono ascoltare durante il celeberrimo Concerto di Capodanno di Vienna). La tradizionale iniziativa è stata promossa dallo IOR in collaborazione con la Provincia e il Comune di Rimini. Durante le festività natalizie, i Volontari della sede di Cesena e dei Punti IOR di Gambettola, Cervia e Savignano hanno compiuto alcune uscite augurali offrendo stelle di Natale, vischio, fiori secchi e confezioni varie. (segue a pag.11) in breve La raccolta di fondi ha avuto buon esito: Punto IOR Gambettola £. 613.100, Punto IOR Cervia £. 1.307.000, Punto IOR Savignano £. 87.600, Sede IOR di Cesena £.692.700. Un’immagine del Mercatino di “Natale 2000” allestito dal 2 al 10 dicembre nella Galleria Fabbri (via Armando Diaz) a Ravenna. L’iniziativa nota sotto la denominazione di “Mercatino della Bontà” ha assunto caratterizzazioni diverse a seconda delle circostanze, ma nulla è mutato. Un’altra simpatica iniziativa è... andata in scena al Centro Sociale “Il Salice” di Mezzano il 26 gennaio 2001. Intitolata nientepopodimeno che “La Corrida”, la serata ha riportato un bel successo di partecipanti ed è stata l’occasione per una raccolta di fondi per un milione e mezzo. Nel mese di dicembre sono state consegnate allo IOR 1 milione 600.000 lire raccolte in occasione della gara di Go Kart “3° Memorial Alfredo Melandri, organizzata a Pinarella di Cervia. Della manifestazione avevamo dato notizie sull’ultimo numero de “L’Informatore”. A Casola Valsenio, un gruppo di volontari ha messo in vendita un quantitativo di stelle di Natale realizzando un incasso di 800.000 lire, a favore dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Il 6 gennaio 2001, a Villanova di Ravenna, una “Befana diversa a favore dello IOR” organizzata dal Circolo Endas. Giochi, animazione, musica con “Martina”. Dolcetti, Coca Cola. Si è esibito dal vivo il Gruppo “Frequenza Media”. Al Cinema-Teatro “Corso” di Rimini, dal 25 gennaio all’1 marzo 2001, sono andate in scena quattro commedie dialettali, “E parsott de Signor”, “I voltagabena”, “La Rufianéda” e “E pustèin dla Barafanda”. L’utile netto degli spettacoli è stato devoluto all’Istituto Oncologico Romagnolo. La consegna dell’importo di 500.000 lire da parte della Polisportiva “Consolini” di San Giovanni in Marignano, organizzatrice di una simpatica festa. A sinistra, Marina Giannini responsabile IOR Riccione e il dott. Filippo Petrella, sindaco di San Giovanni in Marignano e volontario IOR. Un’ immagine della cena di beneficenza che si è svolta il 3 febbraio 2001 per approfondire la conoscenza delle finalità dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Nell’ordine: Marina Giannini, il dott. Alberto Ravaioli ed Elio Pari, presentatore della serata che si è conclusa con la raccolta di 10 milioni. Il Veglionissimo di Carnevale, organizzato al Cinema Senio dai volontari del Punto IOR di Casola il 25 febbraio 2001 ha consentito di raccogliere 1.200.000. Gli stessi volontari, assieme a quelli di Riolo, hanno organizzato il 4 marzo, al Teatro Comunale di Riolo Terme, lo spettacolo “Il calderone” rappresentato dalla Compagnia teatrale “Chiarazula Marazula e Orchestra” a favore dell’Istituto (1.200.000). Brunella Faggi e Giuliano Bagnara di Gualdo di Meldola, in occasione del loro matrimonio (3 marzo 2001) hanno offerto un milione allo IOR. E’ un’usanza che continua a farsi strada: i nostri giovani hanno capito il valore di partecipare alla lotta contro il cancro e contribuiscono generosamente. RIMINI: consegna dell’autovettura in palio, quale primo premio assoluto, nella LOTTERIA di NATALE organizzata dalla sede IOR riminese. L’auto è stata vinta da Carlo Soci. Complimenti signor Soci, soprattutto per la sconfinata amicizia che nutre nei suoi confronti la dea bendata. Un’altra foto scattata in occasione della cena di beneficenza organizzata a Riccione a favore dell’Istituto Oncologico Romagnolo. A conclusione della serata, associandosi alle parole del dott. Ravaioli, il dott. Enzo Pasquini ha salutato tutti gli intervenuti, ringraziandoli per la loro generosità. In occasione della Festa della Donna, le donne di Giovecca hanno raccolto mezzo milione. Quasi altrettanto hanno messo assieme i clienti della Cooperativa Adriatica di Fusignano aderendo all’iniziativa organizzata in questa stessa giornata dal Comitato Soci e acquistando mimose. Sabato 24 marzo si è tenuta al Ristorante “Il Mulino” di Misano Adriatico la cena di beneficenza “Primaverissima”, organizzata dai volontari del Punto IOR di Cattolica per festeggiare assieme la primavera in arrivo. Ha allietato la serata Pino al Piano bar. Hanno partecipato l’équipe oncologica dell’Ospedale di Cattolica, il dott. Ravaioli e il direttore dello IOR dott. Erroi. La somma raccolta è di 2.800.000 lire. Un’altra foto scattata nel giorno della consegna del primo premio della Lotteria di Natale organizzata dalla sede riminese dello IOR, ci presenta un simpaticissimo duo di clown davvero interesssante. Avete riconosciuto chi si cela sotto il trucco? Suvvia! che ci vuole. Ancora uno sforzo e poi... Flash sull’inaugurazione - avvenuta alla presenza di Omero Lippi, presidente della Circoscrizione - del Mercatino della Bontà allestito a Mezzano di Ravenna dal 1° al 7 aprile 2001, in collaborazione con la Circoscrizione di Mezzano. Il ricavato delle vendite ha raggiunto quota 3.700.000 lire. Sabato 7 aprile 2001, nella chiesa parrocchiale di Traversara, in occasione della “Festa di Primavera in fiore”, si è svolto il concerto di musica classica dei giovani interpreti, in memoria del maestro Armando Ronconi. La manifestazione è stata ripetuta nel pomeriggio della domenica. Il ricavato è stato devoluto allo IOR. 11 N° 56 APRILE 2001 - NUOVA SERIE dell’ ISTITUTO ONCOLOGICO ROMAGNOLO per la lotta contro il cancro in Romagna l’informatore Trimestrale - Dir. resp. Luciano Foglietta - Red. C.so Mazzini, 65 - FORLÌ - tel. 0543/35929 - Reg. Tribunale Forlì n. 568 del 18/3/1980 - Spedi-zione abbon. postale - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Pubblicità inferiore 45% - Filiale di Forlì - Stampa FILOGRAF LITOGRAFIA s.r.l. Iscr. Registro Nazionale della Stampa n. 06027 del 30/10/1997 - Codice di Impresa 08013. FEDERAZIONE CURE PALLIATIVE ONLUS SOCIO FONDATORE SEDE DI CESENA: £. 18.118.400 (nel 1999 £. 20.576.750): Cimitero Urbano 12.276.900 (18.298.9650), cimitero di Borello 3.074. 550 (1.831.800), Ufficio 1.319.000 (446.000), Punto IOR Cervia, cimitero nuovo 997.950. PUNTO IOR GAMBETTOLA: £. 14.901.000 (nel 1999 £. 11.386.000): Gambettola 5.313.800, Bulgaria 2.943.500, Sant’Angelo 2.778.000, Gattolino 1.582.000, Massa Longiano 1.185.800, Gatteo 832.400, Longiano 256.600. PUNTO IOR SAN MAURO PASCOLI: £. 7.843.000 (nel 1999 £. 7.036.600). PUNTO IOR SAVIGNANO: £. 9.304.650 (nel 1999 £. 8.500.150): Savignano 8.881.900 (8.100.000), Sogliano 422.750 (400.150). PUNTO IOR CERVIA (Cesenatico, Cervia, Ruffio) £. 6.200.500 (nel 1999 £. 8.103.700): Cesenatico, Cervia, Ruffio 4.867.350 (5.943.700), Sala 1.333.150 (2.160.000). TOTALE GENERALE £. 56.367.650 (nel 1999 £. 55.605.800). ———————————— FAENZA (cimitero) £. 9.291.000 - CASOLA (cimitero) £. 2.325.000 - REDA £. 257.000 - TREDOZIO (cimitero) £. 562.000 - BRISIGHELLA (cimitero) £. 1.466.000 - SAN CASSIANO (cimitero) £. 406.000 - CASTELBOLOGNESE £. 233.000 - SOLAROLO £. 1.028.000 SOSTENENDO L’ISTITUTO ONCOLOGICO ROMAGNOLO LA NOSTRA GENTE FA MEMORIA DEI DEFUNTI per la lotta contro il cancro in Romagna ISTITUTO ONCOLOGICO ROMAGNOLO L”Informatore” si ripresenta ai lettori con una nuova veste grafica. Da tempo nelle sue pagine si avvertiva una certa monotonia, una ripetitività... soporifera: tipograficamente “pulite”, ma di volta in volta troppo uguali a se stesse. Tanto che il cambiamento era ormai divenuto improcrastinabile. L’operazione compiuta dovrebbe consentire ora una migliore condizione di lettura. Se così non fosse, avvertiteci: scrivete, telefonate, usate e-mail, come volete. Indirizzateci comunque anche le valutazioni positive. Delle prime faremo tesoro; dalle seconde, trarremo motivo per cancellare alcuni dei mille dubbi che accompagnano sempre imprese di questo tipo. Per il numero che segna la “svolta” abbiamo scelto una copertina giovane, l’immagine di due ragazze della ICOT Volley di Forlì, lanciate verso una schiacciata. La foto è bella, ma c’è un motivo più diretto che giustifica una tale scelta: queste giovani donne gareggiano portando sulla casacca l’emblema dell’Istituto Oncologico Romagnolo. Guardate bene in prossimità della spalla destra della schiacciatrice e lo scoprirete. Dunque, una ragione soprattutto di riconoscenza che esprimiamo facendo tantissimi auguri alla ICOT Volley, che, nel momento in cui “L’Informatore” va in macchina, vola verso la conclusione della regular season. Play off-assicurati, si prepara allo sprint finale con qualche probabilità (non tantissime, ma facciamo gli scongiuri). Auguri, ICOT. E auguri anche all’”Informatore”, per il cammino e il compito che l’attendono. Al passo con i tempi... Trimestrale - Dir. resp. Luciano Foglietta - Red. C.so Mazzini, 65 - FORLÌ - tel. 0543/35929 - Reg. Tribunale Forlì n. 568 del 18/3/1980 - Spedi-zione abbon. postale - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Pubblicità inferiore 45% - Filiale di Forlì - Stampa FILOGRAF LITOGRAFIA s.r.l. Iscr. Registro Nazionale della Stampa n. 06027 del 30/10/1997 - Codice di Impresa 08013. l’informatore N° 56 APRILE 2001 - NUOVA SERIE