Scheda per la progettazione di dettaglio degli Interventi e dei Servizi PIANO DI ZONA – I triennio Annualità: I ann. II ann. III ann. Progetto di durata triennale x AMBITO TERRITORIALE N.1: Comuni di Altamura, Gravina di Puglia, Poggiorsini, Santeramo in Colle PROV BARI (BA) ASL BA/3 1.1 Informazioni generali Denominazione intervento/servizio DONNE E MINORI – CENTRI ANTI VIOLENZA Area prioritaria di intervento: ABUSO E MALTRATTAMENTO Azione di sistema: Num. progressivo Progetto: 1 1.2 Soggetto titolare1 ed enti coinvolti – Localizzazione del servizio Nota: Specificare se l’intervento/servizio interessa l’intero ambito territoriale, più Comuni dell’ambito ovvero un solo Comune. Il soggetto titolare sarà il Comune capofila, nel caso in cui l’intervento/servizio abbia un’area di interesse sovracomunale o di ambito; il singolo Comune, nel caso in cui l’intervento/servizio abbia dimensione comunale o subcomunale. Laddove il servizio interessi specifiche aree/quartieri dei Comuni interessati, specificare. Il Presente Progetto interessa l’intero Ambito Territoriale n.1. Il soggetto titolare e responsabile della gestione è il Comune di Altamura, Comune capofila dell’Ambito, così come stabilito dalla convenzione. Il progetto si integra con gli altri interventi e servizi che si andranno ad attuare nell’area abuso e maltrattamento al fine di favorire il percorso di inclusione sociale dei soggetti con problemi di abuso e/o maltrattamento evidenziando i nodi da sciogliere per una qualità di vita soddisfacente cercando di agire in un’ottica di globalizzazione delle risposte offerte al cittadino - utente nel tentativo di evitare scoordinamenti e frammentazioni. La progettazione di Ambito non riveste un significato astratto ma rimanda ad un lavoro di collaborazione tra i vari attori istituzionali quali Enti Locali, Scuole, AUSL, ecc. e 1 non istituzionali, quali le forze del volontariato, del privato sociale ed il singolo cittadino, ciascuno per i servizi di propria competenza. Pertanto, attraverso la metodologia del lavoro di rete è stato elaborato il presente progetto di Ambito che fa riferimento all’area operativa dipendenze. Il presente servizio, per quanto attiene le competenze prettamente di ordine sanitario, si avvarrà del contributo professionale degli operatori della Ausl /Ba 3. 1.3 Modalità di gestione dell’intervento/servizio Convenzione tra Enti - stipulata ai sensi del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 - che ha per oggetto l’esercizio coordinato delle funzioni amministrative e la gestione in forma integrata dei servizi e delle attività previste nel Piano di Zona dei servizi socio-sanitari da parte degli enti convenzionati, nonché la gestione integrata con l’ASL ai sensi del DPCM 14/02/01 e allegato 1C del DPCM 29/11/01 (LEA) che ha per oggetto la compartecipazione alla gestione dei servizi integrati sociali e sanitari da parte dei comuni e delle ASL. La modalità di gestione scelta è l’affidamento del servizio a soggetti terzi mediante l’espletamento di gara pubblica, così come prevista nel Regolamento per l’affidamento dei servizi approvato dall’intero Ambito Territoriale n.1 con delibere di Consiglio Comunale di ciascun comune. Il servizio si realizzerà presso i quattro comuni costituenti l’Ambito n. 1 anche se spetterà al Comune di Altamura curare l’aspetto burocratico - amministrativo del presente servizio. 1.4 Tipologia di soggetto attuatore e modalità di affidamento Nota: Se il Soggetto titolare si avvarrà di soggetti terzi, in questa fase non è richiesta la puntuale individuazione del soggetto attuatore, ma la definizione della tipologia di soggetto, cioè se si tratterà di associazioni di cooperative sociali, aziende pubbliche di servizi, altri soggetti privati, ecc…, con quali specifiche esperienze, dotazioni di risorse umane, caratteristiche organizzative, ecc… Il coordinamento e la gestione delle procedure d’appalto unitaria sono affidate al Comune di Altamura. Il servizio sarà attuato con la modalità dell’affidamento a soggetti terzi (organizzazioni del privato-sociale) individuati con i criteri previsti per l’accreditamento fissati 2 dall’ambito e dalle successive regolamentazioni regionali. L’ente attuatore sarà un organismo del privato sociale in possesso di struttura adeguata per ospitare donne e/o minori abusati e di una equipè costituita da un legale, da uno psicologo, da educatori, volontari, assistenti sociali. L’ente dovrà garantire il servizio di ricovero c/o case rifugio. I soggetti di gestione, dovranno coordinarsi con i Segretariati Sociali comunali. L’intervento sanitario integrato sarà svolto dall’ASL. 1.5 Obiettivi dell’intervento/servizio o Realizzazione di attività di mediazione ai sensi della L. 154/01 sulla violenza intrafamigliare; o Favorire l’attività di raccordo tra servizi delle diverse Istituzioni operanti nel Distretto; o Potenziamento dei servizi esistenti mediante l’attivazione della rete territoriale; o Analisi e interventi sul disagio familiare con particolare attenzione alle problematiche minorili; o Realizzazione di servizi di accoglienza per donne e minori che hanno subito violenza e/o maltrattamenti o che si trovino in situazioni di conflittualità intrafamiliare difficilmente gestibili raccordandosi con le Istituzioni Sanitarie presenti sul territorio; o Creazione di una Rete dei Servizi Antiviolenza, che intende sviluppare le competenze e le capacità delle operatrici e degli operatori cheintervengono nella prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza; o Prevenzione e contrasto alle diverse forme di violenza; o Fornire un luogo di relazione in cui sia possibile per la donna esprimere i propri bisogni, raccontare e leggere la violenza e il maltrattamento subiti, ricostruendo le basi per il recupero della fiducia e della stima di sé e dove possa tracciare insieme all’operatrice una strategia di fuoriuscita dalla violenza; o Fornire consulenza legale. 3 1.6 Risultati attesi (qualitativi e quantitativi*) *riportare una stima dei risultati attesi quantitativi utilizzando gli indicatori di cui all’Allegato B del Piano Regionale o Il Centro di ascolto fungerà da centro servizi e allo stesso tempo da centro di raccordo di tutte le risorse presenti nel territorio; o Mediante l’azione di raccordo si ha la possibilità di informare tutto il territorio dei servizi esistenti ed allo stesso tempo di poter contare su una rete di risorse che, coordinata, faciliterà sia gli operatori che lavorano nel territorio che i singoli cittadini, consentendo ad essi di usufruire dei servizi in maniera mirata; o Realizzazione di servizi di preparazione e di sostegno alla relazione genitori figli, vittime della violenza; o Azioni di sostegno al minore ed ai componenti della famiglia al fine di realizzare un’efficace azione di prevenzione delle situazioni di crisi e di rischio psico-sociale anche mediante il potenziamento dei servizi di rete per interventi domiciliari, diurni, educativi territoriali, di sostegno alla frequenza scolastica e per quelli di pronto intervento; o Realizzare servizi e case di accoglienza per donne in difficoltà con figli minori o che subiscono maltrattamenti e violenza; o Intervenire nei casi di abuso o di sfruttamento sessuale, di abbandono, di maltrattamento e violenza su minori e donne con figli minori; o Attivare interventi di recupero della relazione familiare in special modo delle situazioni di conflittualità tra figure genitoriali; o Conquista dell’autonomia personale, economica e relazionale della donna che, da una situazione di vittima, diventa protagonista delle sue scelte facendo emergere le risorse nascoste e imparando a riconoscere le sue potenzialità personali e sociali. 1.7 Tipologia di utenza per l’intervento/servizio e stima del bacino di utenza Il progetto è rivolto a tutti quei nuclei familiari che si trovano a vivere situazioni di maltrattamento, e/o violenza. Per la sua articolazione e l’ampio raggio d’intervento che include anche l’ambito preventivo, il presente progetto è indirizzato alla popolazione nel suo insieme consentendo così una promozione di una cultura della non violenza e la tutela dei diritti dei minori. In particolare saranno interessati agli interventi progettuali, 4 che prevedono l’accoglienza nei centri anti-violenza, l’insieme dei minori e di madri con minori. 1.8 Principali attività previste II progetto è strutturato in diverse fasi operative che hanno come fulcro centrale la realizzazione di un Centro antiviolenza che va a svolgere l’azione ascolto, collaborando con case rifugio o case di accoglienza. Si intende valorizzare, attraverso una formazione specifica, risorse già presenti sul territorio, al fine di renderne più qualificato il servizio di aiuto alla persona. Si tratta dunque di fornire agli operatori sia gli strumenti più idonei per una prima lettura del bisogno emergente, che la possibilità di avere punti di riferimento immediati, da attivare all’interno della rete dei servizi in merito alla problematica specifica. Gli interventi tutelano e forniscono opportunità di sviluppo e di autonomia personale. In una prima fase, circoscritta temporalmente, il soggetto (sperimentando l’accoglienza, la tutela, il sostegno e la condivisione della propria problematica) inizia a proiettare se stesso in una dimensione che rende pensabile il cambiamento. Perché tale cambiamento possa essere elaborato e concretizzato in tutti i suoi vari aspetti, l’utente andrà sostenuto nelle varie fasi del processo di aiuto dagli operatori coinvolti. Ciò dovrà avvenire secondo una logica di integrazione degli interventi, al fine di evitare la frammentazione e la sovrapposizione degli stessi. ATTIVITÀ DI ASCOLTO, ACCOGLIENZA, MEDIAZIONE E CONSULENZA LEGALE In questa prima fase si accolgono le problematiche dell’utente. Qualora esse coincidano con quella identificata in termini di abuso e/o violenza e/o maltrattamento a carico di donne con minori (o sul minore stesso), l’assistente sociale del comune, che accoglie il caso, dovrà affidarlo all’ente attuatore che valuterà e attuerà le modalità di soluzione del caso. In alcune situazioni che si qualificano alla lettura dell’ all’ente attuatore con caratteristiche di urgenza - emergenza (es. minore/madre afferente al servizio che mostri segni evidenti di violenza fisica, o che necessiti comunque di una protezione immediata), è ipotizzabile un invio immediato presso case rifugio. L’utilizzo specifico 5 delle tecniche di ascolto è necessario, dunque, per creare le basi per una cultura operativa del lavoro di rete, a partire dalla capacita di poter svolgere una prima lettura del bisogno, finalizzata ad effettuare un corretto invio al servizio si consulenza territoriale. IL CENTRO DI ASCOLTO PREVEDE: o Presa in carico del caso; o Analisi del bisogno; o Valutazione delle risorse; o Predisposizione di un Progetto di intervento; o Verifica in itinere e globale del Progetto di intervento. Dopo la predisposizione di un progetto di intervento il centro di ascolto affiderà il caso all’ente attuatore che si avvarrà delle case di accoglienza o delle case rifugio a seconda del caso. CASE DI ACCOGLIENZA La Casa di Accoglienza si costituisce come uno dei nodi di possibile attivazione all’interno della rete di interventi che sostengano e forniscano opportunità di crescita individuale e sociale per il soggetto accolto. La caratteristica principale è quella di costituire un intervento a termine rivolto a donne con minori, e/o adolescenti, in situazioni di disagio, che (oltre alle caratteristiche già delineate in termini di violenza, abuso, ecc.) possa genericamente configurarsi come avente una matrice intrafamiliare non altrimenti gestibile se non con l’allontanamento temporaneo dal nucleo in cui si e manifestato il disagio stesso. La permanenza all’internoCasa di accoglienza non dovrà superare i sei mesi, se non in casi particolari valutati di volta in volta dall’équipe. Operativamente, l’équipe dovrà porsi comunque come riferimento un periodo massimo di tre mesi per la valutazione del caso e l’attivazione di tutti gli interventi possibili. Si prevede inoltre la strutturazione di uno spazio di gioco e/o comunque costituito "a misura di bambino". 6 CASA RIFUGIO Per Casa Rifugio si intende una struttura protetta (casa-appartamento) con la funzione di sopperire con tempestività a situazioni di emergenza, che si caratterizzano per un bisogno immediato e temporaneo di ospitalità, mantenimento e protezione del soggetto. La casa deve garantire adeguato sostegno, soccorso e solidarietà a donne con minori, che subiscano maltrattamenti fisici e/o psicologici, stupri, abusi sessuali extra o intrafamiliari o che comunque si trovino esposti a minacce di violenza similari. La casa deve essere in grado, all’interno di un clima di accoglienza e sostegno, di fornire agli ospiti aiuti pratici e immediati per sottrarli alle situazioni di pericolo, al fine di favorirne l’autonomia e consentire il superamento delle condizioni preesistenti. La casa rifugio offre orientamenti legali, consulenza psicologica, familiare, neuropsichiatrica (attraverso le strutture territoriali competenti), assistenza sociale all’interno di una cornice di sostegno agli utenti in quelle azioni che si riterrà necessario intraprendere. La permanenza all’interno della Casa Rifugio non dovrà superare i sei mesi, se non in casi particolari valutati di volta in volta dall’équipe. Operativamente, l’équipe dovrà porsi comunque come riferimento un periodo massimo di tre mesi per la valutazione del caso e l’attivazione di tutti gli interventi possibili. Devono essere svolte: • attività di formazione, qualificazione e aggiornamento professionale per donne svantaggiate, disoccupate o inoccupate al fine di garantirne il reinserimento sociale e lavorativo; • attività culturali e servizi di animazione socioculturale per donne svantaggiate in ragione della loro difficoltà scolastica e/o sociale realizzando attività di sostegno a tutela dell' infanzia e dell' adolescenza mediante progetti di prevenzione e progetti educativi attuabili presso le scuole, nei centri educativi diurni o nella comunità locale. La formazione degli operatori sulle problematiche di cui si è detto costituisce parte fondamentale di questo progetto. 7 ATTIVITA'DI PREVENZIONE L’attività di prevenzione può configurarsi su due livelli: Il primo livello prevede l’attuazione di una campagna informativa e di pubblicizzazione sui servizi esistenti, che intervengono sulla problematica di questo progetto. Ciò avverrà attraverso la diffusione di notizie sui servizi già attivi, tramite mass-media, manifesti murali nei quartieri cittadini e nei paesi dell’ambito. Tale attività è rivolta alla totalità della popolazione. Si prevede anche la creazione e la divulgazione di un opuscolo (Carta dei Servizi) che fornisca un quadro completo di tutto l’esistente in termini di servizi socio-assistenziali, sanitari e volontariato organizzato. Il secondo livello prevede attività che incidano in modo più capillare nella comunità territoriale (quartieri, piccoli gruppi, associazioni giovanili, gruppi spontanei, scuola, ecc.) con l’obiettivo di creare una sensibilizzazione attiva verso una "Cultura della Non Violenza". 1.9 Durata complessiva dell’intervento/servizio Nota: Specificare se il Progetto riguarda solo la prima annualità di attuazione ovvero se si estende fino alla seconda annualità. Illustrare le modalità di apertura e/o di erogazione del servizio. Il progetto riguarda la terza annualità. La rete antiviolenza sarà istituita nell’ambito a partire dal mese di gennaio 2007 sino al 31 dicembre 2008. ogni Comune dell’ambito avrà uno sportello di front – office, all’interno dell’Ambito sarà istituito un servizio di back – office. 1.10 Spesa totale prevista Costo totale(*): Euro 139.974,21 - di cui Risorse FNPS Euro € 50.025,79 - di cui Risorse Fondo Regionale Euro € 70.000,00 - di cui Risorse proprie dei Comuni Euro € 19.948,42 - di cui altre Risorse Euro 0,00 (*) i dati riportati in questa parte della scheda devono coincidere con quelli riportati nella Scheda B del Quadro finanziario per Progetti 8 MACROVOCI DI SPESA - risorse umane Euro 129.974,21 - attrezzature Euro 0,00 - spese di gestione Euro 0,00 - utenze e consumi Euro 0,00 - comunicazione Euro 10.000,00 - altri costi generali Euro 0,00 1.10 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione dell’intervento/servizio 2 Psicologi, 2 consulenti familiari, 1 consulente Legale, 7 assistenti sociali (in prima fase personale del comune), 2 educatori professionali, volontari con esperienza in campo sociale. 1.12 Indicatori previsti per la valutazione del Progetto Nota: Specificare gli indicatori di attività, di risultato e di impatto che si intende assumere a riferimento per il monitoraggio e la valutazione del Progetto e dei servizi erogati, utilizzando tra gli altri gli indicatori di cui all’Allegato B del Piano Regionale e dettagliati nel Nomenclatore dei Servizi Sociali per la Puglia (http://welfare.formez.it/puglia.html) Momenti essenziali per il monitoraggio e la valutazione della riuscita del progetto servono a definire i reali effetti prodotti sull’utenza e sul territorio. In tali momenti si avrà cura di verificare: Maggiore attenzione da parte degli “osservatori privilegiati” rispetto ad una acquisita capacità di lettura degli “indicatori” di abuso e/ maltrattamento; Maggiore fiducia da parte delle donne nei confronti degli operatori dei Servizi Territoriali e conseguenzialmente emersione del problema “abuso”; Il livello di interazione e di raccordo raggiunto tra gli operatori del Servizio e tra questi e gli altri soggetti istituzionali e non, coinvolti nell’azione; il grado di conoscenza del Servizio da parte delle altre Istituzioni territoriali; la percezione dell’utilità del Servizio da parte degli enti coinvolti. 9 Gli indicatori che si intendono assumere sono i seguenti Indicatori di attività: N. operatori impegnati nelle attività: − N 1 Psicologo/ Psicoterapeuta con funzioni Coordinamento; − N. 4 Assistenti Sociali referenti comuni d’Ambito; − N. 1 Psicologo/Psicoterapeuta del Consultorio familare; − N. 4 Assistente Sociale del Consultorio familiare; − N. 2 Ginecologo del distretto socio-sanitario n. 6; − n. 1 Consulente legale; − N. ……. Volontari; Indicatori di risultato: − n. casi pervenuti − n. casi risolti − Giornate di apertura del servizio − Giornate uomo lavorate Indicatore di impatto: N. colloqui effettuati; N. casi conclusi; N. incontri di formazione e sensibilizzazione effettuati; N. denunce inoltrate alla Magistratura. 10 Scheda per la progettazione di dettaglio degli Interventi e dei Servizi PIANO DI ZONA – I triennio Annualità: I ann. II ann. III ann. Progetto di durata triennale AMBITO TERRITORIALE N.1: Comuni di Altamura, Gravina di Puglia, Poggiorsini, Santeramo in Colle PROV BARI (BA) ASL BA/3 1.1 Informazioni generali Denominazione intervento/servizio: RETTE DI INSERIMENTO IN STRUTTURE DI ACCOGLIENZA Area prioritaria di intervento: ABUSO E MALTRATTAMENTO Azione di sistema: Num. progressivo Progetto: 2 1.2 Soggetto titolare2 ed enti coinvolti – Localizzazione del servizio Nota: Specificare se l’intervento/servizio interessa l’intero ambito territoriale, più Comuni dell’ambito ovvero un solo Comune. Il soggetto titolare sarà il Comune capofila, nel caso in cui l’intervento/servizio abbia un’area di interesse sovracomunale o di ambito; il singolo Comune, nel caso in cui l’intervento/servizio abbia dimensione comunale o subcomunale. Laddove il servizio interessi specifiche aree/quartieri dei Comuni interessati, specificare. Il Presente Progetto interessa l’intero Ambito Territoriale n.1. Il soggetto titolare e responsabile della gestione è il Comune di Altamura, Comune capofila dell’Ambito, così come stabilito dalla convenzione. Il progetto si integra con gli altri interventi e servizi che si andranno ad attuare nell’area abuso e maltrattamento al fine di favorire il percorso di inclusione sociale dei soggetti con problemi di abuso e/o maltrattamento evidenziando i nodi da sciogliere per una qualità di vita soddisfacente cercando di agire in un’ottica di globalizzazione delle risposte offerte al cittadino - utente nel tentativo di evitare scoordinamenti e frammentazioni. La progettazione di Ambito non riveste un significato astratto ma rimanda ad un lavoro di collaborazione tra i vari attori istituzionali quali Enti Locali, Scuole, AUSL, ecc. e 11 non istituzionali, quali le forze del volontariato, del privato sociale ed il singolo cittadino, ciascuno per i servizi di propria competenza. Pertanto, attraverso la metodologia del lavoro di rete è stato elaborato il presente progetto di Ambito che fa riferimento all’area operativa dipendenze. Il presente servizio, per quanto attiene le competenze prettamente di ordine sanitario, si avvarrà del contributo professionale degli operatori della Ausl /Ba 3. 1.3 Modalità di gestione dell’intervento/servizio Convenzione tra Enti - stipulata ai sensi del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 - che ha per oggetto l’esercizio coordinato delle funzioni amministrative e la gestione in forma integrata dei servizi e delle attività previste nel Piano di Zona dei servizi socio-sanitari da parte degli enti convenzionati, nonché la gestione integrata con l’ASL ai sensi del DPCM 14/02/01 e allegato 1C del DPCM 29/11/01 (LEA) che ha per oggetto la compartecipazione alla gestione dei servizi integrati sociali e sanitari da parte dei comuni e delle ASL. La modalità di gestione scelta è la gestione diretta del servizio, così come prevista nel Regolamento per l’affidamento dei servizi approvato dall’intero Ambito Territoriale n.1 con delibere di Consiglio Comunale di ciascun comune. Il servizio si realizzerà presso i quattro comuni costituenti l’Ambito n. 1 anche se spetterà al Comune di Altamura curare l’aspetto burocratico - amministrativo del presente servizio. 1.4 Tipologia di soggetto attuatore e modalità di affidamento Nota: Se il Soggetto titolare si avvarrà di soggetti terzi, in questa fase non è richiesta la puntuale individuazione del soggetto attuatore, ma la definizione della tipologia di soggetto, cioè se si tratterà di associazioni di cooperative sociali, aziende pubbliche di servizi, altri soggetti privati, ecc…, con quali specifiche esperienze, dotazioni di risorse umane, caratteristiche organizzative, ecc… Il coordinamento e la gestione delle procedure di gestione sono affidate al Comune di Altamura. Il servizio sarà attuato con la modalità della gestione diretta. I soggetti di gestione, dovranno coordinarsi con i Segretariati Sociali comunali. L’intervento sanitario integrato sarà svolto dall’ASL. 12 1.5 Obiettivi dell’intervento/servizio Combattere ogni forma di violenza, maltrattamento, abuso, sfruttamento dei minori e donne attraverso programmi educativi ed attività concrete; offrire accoglienza e ospitalità a vittime di abuso e maltrattamento in luogo protetto, presso il quale, con l’attivazione della rete dei servizi di riferimento e la presa in carico del nucleo operativo interdisciplinare, sia possibile fronteggiare l’emergenza e consentire la realizzazione del piano di trattamento in sistema di protezione, ove necessario; Promuovere la cultura dell’accoglienza e del mutuo-aiuto; Collaborare con le agenzie sociali pubbliche e private che promuovono forme diverse di solidarietà e realizzare tra esse rapporti di coordinamento e integrazione; Intervenire nelle situazioni di violenza e disagio intrafamiliare, prostituzione minorile, devianza minorile, fughe da casa, comportamenti autodistruttivi, disturbi mentali in età evolutiva; Servizio di diagnosi e trattamento individuale e familiare per situazioni di abuso e maltrattamento di soggetti in età evolutiva, un Servizio di Pronta Accoglienza Residenziale e un servizio di consulenza legale altamente specialistica per gli operatori dei servizi territoriali; Fornire uno spazio specialistico per l’ascolto giudiziario e l’osservazione delle relazioni del minore vittima/testimone di abusi e maltrattamento, onde tutelarne lo stato psicologico; Acquisire capacità di lettura/diagnosi del maltrattamento e dell’abuso; Migliorare la presa in carico delle situazioni di maltrattamento e abuso: Favorire l’acquisizione di una modalità omogenea di intervento sociale e clinico per le situazioni di maltrattamento e abuso. 1.6 Risultati attesi (qualitativi e quantitativi*) *riportare una stima dei risultati attesi quantitativi utilizzando gli indicatori di cui all’Allegato B del Piano Regionale Il servizio, mediante erogazione di contributi economici, garantisce ospitalità presso le strutture di accoglienza per soggetti che hanno subito o subiscono abusi e maltrattamenti 13 Risultati attesi: o Realizzazione di servizi di preparazione e di sostegno alla relazione genitori figli, vittime della violenza; o Azioni di sostegno al minore ed ai componenti della famiglia al fine di realizzare un’efficace azione di prevenzione delle situazioni di crisi e di rischio psico-sociale anche mediante il potenziamento dei servizi di rete per interventi domiciliari, diurni, educativi territoriali, di sostegno alla frequenza scolastica e per quelli di pronto intervento; o Intervenire nei casi di abuso o di sfruttamento sessuale, di abbandono, di maltrattamento e violenza su minori e donne con figli minori; o Attivare interventi di recupero della relazione familiare in special modo delle situazioni di conflittualità tra figure genitoriali; o Conquista dell’autonomia personale, economica e relazionale della donna che, da una situazione di vittima, diventa protagonista delle sue scelte facendo emergere le risorse nascoste e imparando a riconoscere le sue potenzialità personali e sociali. 1.7 Tipologia di utenza per l’intervento/servizio e stima del bacino di utenza Il progetto è rivolto a coloro che per problemi di carattere psicofisico, familiare o sociale in genere, non possono più restare al proprio domicilio e per i quali si rende necessario un inserimento presso una struttura residenziale o semiresidenziale. 1.8 Principali attività previste Il Servizio consiste nell’erogazione da parte dei Comuni, singoli o associati, di contributi economici per l’inserimento in strutture residenziali, gestite direttamente ed autonomamente da altri e diversi soggetti, pubblici e privati, tra cui istituti religiosi ed organismi del volontariato, che offrono ospitalità ed alloggio a soggetti con fragilità psichica, temporaneamente lontani e/o allontanati dal proprio contesto familiare e parentale o che vivono situazioni di abuso o maltrattamento e che necessitano di essere integrati nel contesto sociale. 14 Si accede al servizio presentando una richiesta specifica su apposita modulistica presso l’Ufficio Servizio Sociali del Comune di residenza, e/o presso il Segretariato Sociale di riferimento. Si tratta di interventi di inserimento in strutture residenziali (possibilmente di tipo familiare) o di accoglienza per rispondere a situazioni di emergenza, sulla base di un progetto individualizzato c/o su mandato del Tribunale per i Minori. Le attività riferite alle Strutture di accoglienza si estendono a tutti i comuni dell’ambito e riguardano specificamente : - Oltre ad un tempestivo intervento di contenimento emotivo del soggetto traumatizzato, l’avvio di una prima rete di sostegno sanitario, sociale e giudiziario; - il potenziamento delle attività di Pronto intervento e di prima accoglienza a sostegno di minori sottoposti ad abuso e maltrattamento, in collaborazione con l’ASL, il Tribunale per i Minorenni, i S.I.S.T, i Segretariati sociali e i servizi sociali comunali, le istituzioni scolastiche e le organizzazioni territoriali di volontariato operanti nel campo della tutela dei minori, con cui si definiranno appositi accordi operativi di rete; - servizio di prima accoglienza per bambini ed adolescenti vittime di un trauma o che si trovino a vivere una situazione di emergenza, per le prime 48 ore successive all' evento; - Consulenze e sostegno al minore ed ai suoi familiari per la prevenzione delle situazioni di crisi; - Sensibilizzazione, diffusione e promozione dell’affido; - Supporto e valorizzazione delle capacità genitoriali (educazione alla genitorialità) per la promozione del benessere psicologico e la prevenzione del disagio (baby care); - Lotta alla dispersione/evasione scolastica con iniziative di riaffezione per gli alunni che hanno subito abusi; - Consulenza per problematiche legali (maltrattamenti, assegni familiari, etc.); - Consulenza psico sociale; - Gruppi di autoaiuto; - Attivazione servizio di tutela e cura; 15 - Avviare i processi di omogeneizzazione nelle modalità di intervento sul territorio, valorizzando la collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti nel progetto e in particolare attraverso l’attivazione del gruppo tecnico multidisciplinare ed interistituzionale; - interventi di formazione per le Forze dell’ordine sull’ascolto empatico del minore; - Implementazione delle attività di informazione/sensibilizzazione nelle scuole e negli altri contesti educativi. 1.9 Durata complessiva dell’intervento/servizio Nota: Specificare se il Progetto riguarda solo la prima annualità di attuazione ovvero se si estende fino alla seconda annualità. Illustrare le modalità di apertura e/o di erogazione del servizio. Il progetto riguarda la terza annualità. La rette di inserimento in strutture di accoglienza saranno istituite nell’ambito a partire dal mese di gennaio 2007 sino al 31 dicembre 2008. 1.10 Spesa totale prevista Costo totale(*): Euro 1.324.584,05 - di cui Risorse FNPS Euro 100.000,00 - di cui Risorse Fondo Regionale Euro 49.842,09 - di cui Risorse proprie dei Comuni Euro 1.174.741,96 - di cui altre Risorse Euro 0,00 (*) i dati riportati in questa parte della scheda devono coincidere con quelli riportati nella Scheda B del Quadro finanziario per Progetti MACROVOCI DI SPESA - risorse umane Euro 0,00 - attrezzature Euro 0,00 - spese di gestione Euro 0,00 - utenze e consumi Euro 0,00 - comunicazione Euro 0,00 - altri costi generali (rette) Euro 1.324.584,05 16 1.10 Profilo degli operatori richiesti per la realizzazione dell’intervento/servizio Assistenti Sociali Psicologo Consulente legale Giudice minorile Rappresentanti forze dell’ordine Organismi di volontariato 1.12 Indicatori previsti per la valutazione del Progetto Nota: Specificare gli indicatori di attività, di risultato e di impatto che si intende assumere a riferimento per il monitoraggio e la valutazione del Progetto e dei servizi erogati, utilizzando tra gli altri gli indicatori di cui all’Allegato B del Piano Regionale e dettagliati nel Nomenclatore dei Servizi Sociali per la Puglia (http://welfare.formez.it/puglia.html) Gli indicatori che si intendono assumere sono i seguenti Indicatori di attività: N. operatori impegnati nelle attività: − N 1 Psicologo/ Psicoterapeuta con funzioni Coordinamento; − N. 4 Assistenti Sociali referenti comuni d’Ambito; − N. 1 Consulente legale − N. 1 Giudice minorile − Rappresentanti forze dell’ordine − Organismi di volontariato − N. 1 Psicologo/Psicoterapeuta del Consultorio familare; − N. 4 Assistente Sociale del Consultorio familiare; Indicatori di risultato: − n. casi pervenuti − n. casi risolti − Giornate di apertura del servizio − Giornate uomo lavorate 17 Indicatore di impatto: N. colloqui effettuati; N. casi conclusi; N. incontri di formazione e sensibilizzazione effettuati; N. denunce inoltrate alla Magistratura. 18