RINGRAZIEMENTI
Il presente lavoro risultato dello studio condotto negli anni di dottorato, è stato possibile soprattutto grazie al contributo di
tante persone che hanno messo a disposizione il loro sapere ed il loro tempo.
Desidero innanzitutto ringraziare la prof.ssa Fernanda Cantone per i preziosi insegnamenti durante gli anni di dottorato,
per le numerose ore dedicate alla mia tesi, per la sua generosità e per avermi guidata sino alla fine di questo percorso; il
prof. Vittorio Fiore per la suD GLVSRQLELOLWj H SHU DYHUPL GDWR OD SRVVLELOLWj GL FROODERUDUH DO FRUVR GL ³7HFQRORJLH GHO
5HFXSHUR(GLOL]LR´ attuando sul caso studio, la sperimentazione della mia ricerca con il contributo di un gruppo di allievi
di cui sono stata tutor, la prof.ssa Paola Barbera per avermi fornito il materiale relativo a Palermo.
Ringrazio il personale della biblioteca della Facoltà di Architettura di Siracusa, della Facoltà di Ingegneria di Catania D.A.U., del Comune di Grammichele e di tutte le altre sedi (Bergamo, Napoli, ecc.) i tecnici degli uffici e gli abitanti del
quartiere della Borgata S. Lucia.
Inoltre, vorrei esprimere la mia sincera gratitudine ai miei colleghi, in particolare Gianluca De Francisci e Alessia
Giuffrida, per i numerosi consigli durante la stesura del presente lavoro, ai miei amici Miriam Cristofaro, Gisa La Rocca,
Melania Salpietro e Carla Senia, ai miei cugini Roberta Compagnone, Calogero Messina e Serena Murgana. Infine, ho
desiderio di ringraziare con affetto mia sorella Betti e i miei genitori per il sostegno ed il grande aiuto che mi hanno dato
ed in particolare per essermi stati vicino in ogni momento.
Alla mia famiglia
INDICE
6LQRVVL««««.«««««««««««««««««««.«
I
Abstract.........................................................................................
III
3UHPHVVD«««««««««««««««««««««««..
V
2ELHWWLYLHPHWRGRORJLDGLULFHUFD«««««««««««««...
XVI
ArticoOD]LRQHHFRQWHQXWL«««««««««««««««««.
XVIII
1. La periferia ³storicizzata´««««««««««««««..
1
1.1 Una definizione««««««««««««««««««..«««
1
1.2 3URFHVVRVWRULFRGLPHWDEROL]]D]LRQHXUEDQD««««««««...
6
1.2.1 Da periferia a periferia storicizzata«.«««««««««..
10
/¶HYROX]LRQHGHOODSHULIHULDVWRULFL]]DWD Italiana..««««...
11
1.3 Casi studio: organizzazione della conoscenza (Schede A)............................................................................................
13
1.4 Sintesi e confronto tra i casi - (Scheda sinottica A 8««.«...«
22
2. Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie
operative per il recupero delle periferie -
25
(Schede B)«««««««««««««««««««««««««
3ROLWLFKHG¶LQWHUYHQWRUHDOL]]DWHQHOOHSHULIHULHLWDOLDQH««««
25
2.1.1 PLDQL85%$1SHUOHSHULIHULH««..««««««««««
28
&RQWUDWWLGLTXDUWLHUH«««««««««««««««««
31
2.1.3 Programmi di Riqualificazione Urbana - 358««««««
35
2.1.4 Programmi Integrati di Intervento - 3,,«««««««««
40
2.1.5 Programmi di Recupero Urbano - 358«««««««.
45
2.1.6 Società di Trasformazione Urbana - 678««««««
50
2.1.7 Quadro sinottico - (Scheda sinottica B).««««.««««..
57
I
3. Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa (Scheda C)«««««««««««««««««««««««
59
3.1 Caratteri storico evolutivi«««««««««««««««.«
60
$QDOLVLDOODVFDODGHOODFLWWj««««««««««««««
60
$QDOLVLDOODVFDODGHOTXDUWLHUH«««««««««««««
62
&DUDWWHULGHOWHVVXWRHGLOL]LR«««««««««««««««
65
&DUDWWHULPRUIRORJLFL««««««««««««««««
65
3.2.2 Caratteri edilizi e stilistici«««««««««««««««
67
&DUDWWHULWHFQRORJLFLHPDWHULFL««««««««««««..
78
3.3 Borgata S. Lucia - (Schede C1 - C2)««««««««««««.
89
3.4 Confronto tra i casi studio e il caso pilota 6FKHGDVLQRWWLFD'««««««««««««««««««««
102
4. Strategie per la riqualificazione delle periferie
³VWRULFL]]DWH´ «««««««««««««««««
105
4.1 Strumenti normativi per la Borgata: scenari di applicazione 6FKHGD(«««««««««««««««««««««««««..
105
4.2 Lettura critica del Programma Integrato di Intervento alla Borgata..
109
4.3 Linee guida 6FKHGD)«««««««««««««««««..
110
BIBLIOGRAFIA«««««««««««««««««««««
118
II
SINOSSI
La tesi affronta il tema urgente delle periferie storiche, sia nazionali che
trasnazionali1, in chiave di recupero edilizio e tenta di fornire uno strumento
per la conoscenza delle possibilità di trasformazione di questa parte di città.
La ricerca prende spunto dalla consapevolezza della mancanza di
aggregazione tra centro e periferia storicizzata e delle difficoltà di intervento
in un contesto la cui valorizzazione non è ancora avvenuta. Se per i centri
storici il problema del recupero è stato risolto attraverso studi e
PHWRGRORJLH FKH QH KDQQR LQGLYLGXDWR OD PHPRULD H O¶LGHQWLWj SHU OH
periferie del passato, costruite con logiche meno percepibili e con finalità
prettamente abitative, il terreno risulta ancora fertile per studi che ne
individuino le possibilità di trasformazione e riqualificazione.
Frequentemente queste parti di città possedevano limiti fisici che le
isolavano dal contesto antico e che le spingevano ad assumere quindi il
ruolo di quartiere autosufficiente e ad ignorare altre parti di città.
I problemi maggiori, nella dicotomia tra centro storico e periferia
storicizzataULJXDUGDQRO¶LQDGHJXDWH]]DGHOOHLQGLFD]LRQLSURJUDPPDWLFKHH
O¶LQVXIILFLHQWH inquadramento in una politica di recupero urbano. A fronte di
ciò la ricerca si dirige verso strategie di intervento, motivate da scelte
sociali e culturali, nonché costruttive; tenta cioè di fornire linee guida
attraverso criteri che indirizzino il progetto di recupero.
La ricerca approfondisce il tema attraverso lo studio dei caratteri del
costruito periferico, e ne verifica la validità in casi nazionali e internazionali.
La ricerca applica le indicazioni rilevate su un contesto preciso: la
Borgata Santa Lucia a Siracusa, quartiere ottocentesco che rappresenta la
1
Gazzola A., Intorno alla città. Problemi delle periferie in Europa e in Italia, Liguori Editore,
2008, p.164.
I
nuova zona di HVSDQVLRQH GHOOD FLWWj GRSR O¶DEEDWWLPHQWR GHOOH PXUD GL
cinta. Essa, originariamente, ne costituiva la prima periferia, area
addossata alla città esistente, una parte di tessuto urbano che ha subito un
SURFHVVR GL ³VWRULFL]]D]LRQH´ GL DIILDQFDPHQWR DOOD città esistente, di
ampliamento ed espansione.
Si cerca quindi di affrontare il problema di relazione tra il costruito storico
e la periferia ³VWRULFL]]DWD´SHUfornire uno strumento informativo applicabile
a contesti similari, che attraverso la conoscenza, individui le possibili
trasformazioni da effettuare, per riportare i livelli qualitativi alla sufficienza.
II
ABSTRACT
The thesis approaches the pressing theme of the historic suburbs, national
and international2, in key of building recovery, trying to furnish a tool for the
knowledge of the transformation possibilities of this part of city.
The search takes RQH¶V FXH IURP the awareness of the lack of
aggregation between center and historic suburbs and of the difficulties of
intervention in a context whose valorization has not happened yet. If for the
historic centers the problem of the recovery has been resolved through
studies and methodologies that have detected the memory and the identity
of it, for the suburbs of the past the ground still results prolific for studies
that detect the possibilities of transformation and requalification.
These parts of city frequently had physical limits that isolated them from
the ancient context and that brought them to take therefore the role of selfsufficient district and to ignore other parts of city.
The greatest problems, in the dichotomy between historic center and
historic suburbs, concern the inadequacy of the programmatic indications
and the insufficient organization in a politics of urban recovery.
Consequently the search directs toward strategies of intervention,
motivated by social, cultural and constructive choices; it tries to furnish
guidelines through criteria that carry out the project of recovery.
The search deepens the theme through the study of the characters of the
suburbs, and verifies the validity of it in national and international cases.
The search applies these indications on a precise context: the Borgata
Saint Lucia in Syracuse, a nineteenth-century district that represents the
new zone of expansion of the city, after the demolition of the fortified wall.
It, originally constituted the first suburb of it, area close to the existing city, a
2
Gazzola A., Intorno alla città. Problemi delle periferie in Europa e in Italia, E-book, 2008,
p.164.
III
part of urban fabric that has suffered a trial of "historicization", of closeness
to the existing city, of amplification and expansion.
The thesis tries therefore to approach the problem of relationship among
the historic buildings and the historic suburbs, to furnish an applicable
informative tool to similar contexts, that through the knowledge detects the
possible transformations to do, to bring the qualitative levels to the
sufficiency.
IV
PREMESSA
©,O OXRJR VL FRQILJXUD VL FRQVHUYD VL WUDVIRUPD LQ UHOD]LRQH DOO¶essere
abitato. Un luogo non più abitato decade; non ha ragione per essere
conservato, si degrada, crolla si riduce a rovina e, se non trova altre ragioni
di sopravvivenza, infine scompare»3.
Esso viene inteso come habitat per O¶XRPR OD FXL LGHQWLWj GLSHQde
GDOO¶DSSDUWHQHQ]D DL OXRJKL4, per contro «il significato più profondo di ogni
luogo è il suo senso di relazione con la vita umana e, ancora di più, con il
mondo delle cose viventi»5.
Inoltre, anche O¶LGHQWLWj GL XQD FLWWj R GL XQ WHUULWRULR GLSHQGH GDL suoi
µOXRJKL¶ RYYHUR GD TXHOO¶LQVLHPH GL FDUDWWHULVWLFKH VRFLR-culturali,
architettoniche, di linguaggio, di tradizioni sintetizzabili nel concetto di
genius loci.
Per questo è necessario definire strategie di azione volte a salvaguardare
il rapporto luogRLGHQWLWj DEEDQGRQDQGR O¶LGHD UD]LRQDOLVWD GL VSD]LR
µYXRWR¶UHFXSHUDQGRHSUHVHUYDQGRLOVHQVRGHOODEHOOH]]DFKHFDUDWWHUL]]D
RJQL OXRJR DWWUDYHUVR LQWHUYHQWL µVLJQLILFDWLYL¶ 6H LQIDWWL VL GLVWUXJJH OD
memoria dei luoghi, come precisa C. Truppi in una conversazione con J.
Hillman, si rimane disorientati, si perdono ricordi ed immagini attraverso i
TXDOL LO OXRJR SDUOD GL Vp $O FRQWUDULR LQYHFH LO OXRJR µSDUOD¶
DOO¶LPPDJLQD]LRQH GHOO¶DUFKLWHWWR O¶DUFKLWHWWR GLYHQWD VHUYLWRUH GHOO¶DQLPD GL
quel luogo HO¶DUFKLWHWWXUDVLIDµOXRJRQHOOXRJR¶6.
3
Di Battista V., Ambiente costruito, Alinea Editrice, Firenze 2006, p. 214.
Cfr. Hillmann J., /¶DQLPDGHLOXRJKL. Conversazione con Carlo Truppi, Rizzoli, Milano,
2004.
5
Lynch K., Il senso del territorio, Il Saggiatore, Milano, 1981, p.55.
6
Hillman J., /¶DQLPDGHLOXRJKL, nota 3.
4
V
,'(17,7$¶
DEI LUOGHI
Un luogo cittadino, uno di quelli caratterizzanti, è la periferia, «un nuovo
modo di fare città nella città esistente»7.
DL TXHVWH DUHH VH QH ULFRQRVFH O¶LPSRUWDQ]D YL VL SXQWD O¶DWWHQ]LRQH,
soprattutto su quelle storicizzate, considerate oggi alla stregua del centro
storico, con la presenza, spesso, di edifici con caratteri formali e decorativi
più semplici e con materiali poco pregiati. In esse si trovano edifici costruiti
QHJOL DQQL ¶-¶, anni di grande libertà edilizia e di espansione
indiscriminata della città. Nascono le periferie che, per
la loro non
centralità, per O¶HVVHUH ³DGGRVVDWH´ DOOD FLWWj HVLVWHQWH sono diventate
terreno di trasformazioni ed espansioni.
Le periferie sono diventate storiche negli anni, sono nate spesso senza
uno strumento di pianificazione attendibile e hanno connaturato fortemente
il nostro territorio. Non è un caso che accanto a centri storici conservati e
preservati convivano esempi di edilizia diffusa, qualche volta spontanea,
che hanno barbaramente alterato il territorio, così come, di contro, esistono
realtà marginali pressoché intatte, che hanno convissuto e dialogato con i
centri storici per decine di anni.
Ci sono però casi in cui la periferia è vista come limite in senso negativo,
IL LIMITE
come realtà marginale. «Vedere che cosa capita ai margini, lo
spiazzamento e la dislocazione del punto di vista dal centro alla periferia,
ha corrisposto, ci pare, a un atteggiamento culturale, relativamente recente,
ma che ha alle spalle la lunga storia di chi ha cercato, con varie fortune, di
sciogliere i problemi aggredendoli dal limite, dalle linee di contorno, anziché
dai centri di irraggiamento. È un pensiero che si è soffermato sulle
differenze, piuttosto che sulle identità, sui vuoti e sugli interstizi più che sul
pieno e sul costruito, sulle crisi e sul silenzio, piuttosto che sulle forti del
linguaggio»8.
Di conseguenza nasce un percorso che analizza il concetto di tendenza
al limite9, attraverso teorie che hanno messo in evidenza i modi di
LQWHUYHQLUH DL ERUGL GL XQ VLVWHPD SHU PLJOLRUDUH O¶DVVHWWR JHQHUDOH della
città.
7
Gianmarco C., Isola A., Disegnare le periferie. Il progetto del limite, La Nuova Italiana
Scientifica, Roma, 1993, p.13.
8
Gianmarco C., 1993, p.19, op. cit.
9
Gianmarco C., 1993, p.19, op. cit.
VI
3HQVDUH GL µDELWDUH LO OLPLWH¶ QRQ YXROH HVVHUH XQD PHWDIRUD PD XQ
incentivo a «pensarlo e ridisegnarlo» 10, facendo in modo che, oggi esso,
attraverso esperienza e invenzione «apra e non chiuda»11.
Per arrivare ai nostri giorni, è necessaria una breve disamina dei processi
di costruzione e trasformazione della città e del territorio nel tempo,
mettendo in luce gli elementi di riconoscibilità, quelli caratterizzanti e quelli
che invece sono mutati nel tempo.
(OHPHQWR FKH GD VHPSUH JHQHUD O¶DVVHWWR GHOOD FLWWj q LO VXR LPSLDQWR IMPIANTO VIARIO
viario: basti pensare alla regolarità delle città egizie, di quelle greche di
fondazione e di quelle ideali del Rinascimento, al cardo e al decumano
romani, alle strade più minute e tortuose del Medioevo e alle città
islamiche. Altro elemento che caratterizza la città è la cinta fortificata di
mura che ha lo scopo di difendere il nucleo abitato dagli attacchi esterni.
Tale tema diventa più forte nel Medioevo, tanto che le città venivano
rappresentate anche solo dal perimetro murario e dalla croce di strade
interne. A queste si accostavano le strade dei cavalieri, di forma più
tortuosa e le strade dei pedoni, ad esse ortogonali.
Anche nelle citWjLVODPLFKHO¶HOHPHQWRGRPLQDQWHROWUHDOOHPRVFKHHqOD
FLQWD PXUDULD FRQ OH VXH SRUWH $OO¶LQWHUQR GL HVVD VL VYROJH XQ intrico di
VWUDGH UDPLILFDWH ³DG DOEHUR´ $QFKH QHL TXDUWLHUL SL SRSRODUL GL 6LUDFXVD
come ad esempio alla Graziella, ritroviamo LFDUDWWHULGHOO¶LPSLDQWRLVODPLFR
Agli inizi del 1400 si iniziano a superare gli schemi medioevali, si rinnova
la spazialità dei tessuti urbani e si fa sentire la necessità di realizzare
strade rettilinee e funzionali. Durante il Rinascimento numerosi sono anche
i teorici che si dedicano al disegno di una forma ideale di città. In essa sono
sempre presenti la cinta muraria, la piazza centrale e un impianto viario
regolare, ortogonale o circolare.
In età barocca, sotto la spinta delle nuove necessità legaWH DOO¶DXPHQWR
demografico, si preferisce ampliare le città esistenti, utilizzando spesso la
cinta muraria. Nel µ D IURQWH GL XQD FULVL JHQHUDOH GHOO¶DUFKLWHWWXUD
urbana, prevalgono i progetti di riqualificazione rivolti a singole porzioni di
città: si va verso il progresso e si assiste alla nascita della città
contemporanea, a rivoluzioni politiche, sociali, produttive e demografiche.
10
11
Gianmarco C., Isola A., 1993, p 27, op. cit.
Gianmarco C., Isola A., 1993, p. 27, op. cit.
VII
CINTA
FORTIFICATA
/¶DUFKLWHWWXUD VSHULPHQWD LPSLDQWL XUEDQL FKH ULQQRYDQR OH vecchie
geometrie, riqualifica gli spazi, si concentra su interventi strutturali,
LQDXJXUDQXRYHFRQFH]LRQLGHOO¶DELWDUH
NelO¶ con la Rivoluzione industriale e la strutturazione democraticoborghese della società, la trasformazione della città avviene in tempi più
brevi e si estende a porzioni vaste, spesso senza integrazioni. Nella
VHFRQGD PHWj GHOO¶ DYYHQJRQR SHUz DQFKH SURIRQGH RSHUH GL
TRASFORMAZIONE
DELLE GRANDI
&,77$¶
trasformazione di grandi città: Bruxelles (1867-71), Londra (1848-65),
Vienna (1859-72), Barcellona (dal 1859), Stoccarda (dal 1866), Berlino (dal
1862), Firenze (dal 1864). Invece «nel periodo di passaggio del sec. XIX
«VLSDVVDGDXQPHFFDQLVPRGLFUHVFLWDGHOODFLWWjFKHVLHVDXULVFHQHOOD
progressiva concentrazione di nuove aree urbane ai margini della città
esistente, ad un meccanismo prevalentemente basato sul decentramento
delle nuove quantità produttive e industriali» 12.
In età contemporanea si approfondisce il tema della città giardino
(quartiere Monte Sacro a Roma) di E. Howard, che prende piede
soprattutto in nord Europa e in America, con diversi esempi anglosassoni (il
primo è Hampstead Garden, Londra, 1907) diventati poi esempio per
realizzazioni di future strutture urbane per nuclei. In modelli di questo tipo,
le zone residenziali sono staccate dal centro urbano e rese autonome
grazie alla presenza dei servizi fondamentali; esse non vengono realizzate
in contrapposizione alla città ma in funzione di essa.
LA CARTA DI
ATENE
Un ulteriore fondamentale apporto deriva dalla Carta di Atene del 1933
che raccomanda di conservare tutte le testimonianze di architettura del
passato, DQFKHTXHOOHXPLOLHGLQRQRSHUDUHVHOH]LRQLULVSHWWRDOO¶HSRFDGL
FRVWUX]LRQH FRQVLGHUDWR FKH ©UHVWLWXLUH O¶XQLWj GL VWLOH QRQ q OR VFRSR GHO
restauro»13.
LA
RICOSTRUZIONE
'XUDQWHJOLDQQL¶DFDXVDGHJOLLQJHQWLGDQQLGRYXWLDLbombardamenti
della Seconda Guerra Mondiale, ci si chiede come operare la ricostruzione:
si individuano idee opposte tra urbanisti e restauratori, i primi interessati
alla costruzione ex novo in toto, i secondi alla conservazione.
In questo contesto così frammentario la ricostruzione post-bellica avviene
senza alcuna regola precisa, si seguono i dettami che ogni comune adotta
SHUO¶HVSDQVLRQHHGLOL]LD
12
Portoghesi, P., Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica, Istituto Editoriale
Romano, Roma, 1968, p. 326.
13
Fontana C., Recuperare le parole e le cose, Alinea Editrice, Firenze 1991, p.31.
VIII
©6RQR DQQL LQ FXL VL FRQIURQWDQR OD FXOWXUD µWHFQLFD¶ GHJOL XUEDQLVWL H
quella
µumanista¶
dei restauratori
e
si
rimarcano
divergenze
ed
incomunicabilità tra ragioni della tutela ed esigenze del rinnovamento»14.
,Q TXHVWR PRPHQWR VL DVVLVWH DOO¶DYYLR GL SURIRQGH ULIRUPH VRFLDOL FKH
tentano di sfociare in un riassetto globale degli insediamenti, attraverso
anche una considerazione nuova del genius loci HGHOUDSSRUWRWUDO¶XRPRH
O¶DPELHQWH
È VROR LQWRUQRDJOLDQQL¶FKHVLGLIIRQGHXQIHUPHQWRLQWHOOHWWXDOHFKH
coinvolge il recupero edilizio con lo scopo di porre un freno alla
incontrollata edificazione che in quel momento avveniva. Tutto ciò ha
O¶DSSRJJLRGLFRPSRVLWLYLHGXUEDQLVWL15, con il fine di dare quindi valore alla
città esistente senza sminuirla di fronte alla nuova edificazione.
2JJL ©LO GDWR GHOOD SUHFDULHWj GLYHQWD O¶HOHPHQWR VX FXL VL IRQGD LQ
qualche modo, la realtà urbana; una precarietà in cui sono durevoli, però, le
matrici, giacché è destinata a serbarsi nel tempo tutta una serie di elementi
fondanti. Ciò rappresenta il tipo di mutamento più profondo nella nozione di
FDPSR GHOO¶XUEDQLVWLFD /D FLWWj q GXQTXH XQD XQLWj FRO WHUULtorio cui
appartiene, sede di fenomeni che variano nel tempo, secondo continue
modificazioni qualitative e quantitative»16.
Inizialmente il rapporto con il territorio e con il costruito, ha influenzato la
caratterizzazione del luogo e della forma del territorio, come espresso da
C. Norberg Schultz in µLa forma della cittච(1964).
Le basi di queste teorie sono state ormai assimilate ed utilizzate in ambito
progettuale, nello studio delle dinamiche di trasformazione del territorio e
GHOO¶DPELHQWH H KDQQR FRQdotto a visioni composite e pluridisciplinari,
interessando ambiti quali
OD ILORVRILD OD JHRJUDILD O¶HFRQRPLD
e
O¶DQWURSRORJLD.
Aldo Rossi nel suo studio sulla città afferma che essa è costituita da ALDO ROSSI
µHOHPHQWL SULPDUL¶, ovvero aree, area-residenza, nuclei di aggregazione; si
tratta di elementi capaci di accelerare il processo di urbanizzazione della
stessa e «degli elementi caratterizzanti i processi di trasformazione
spaziale del territorio»17. Questi elementi hanno quindi un ruolo primario
nella dinamica della città, tramite essi il fatto urbano presenta una sua
14
Fontana C., 1991, p. 28, op. cit.
Fontana C., 1991, p. 29, op. cit.
16
Portoghesi, P., 1968, p. 340, op. cit.
17
Rossi A., /¶DUFKLWHWWXUDGHOODFLWWj, Città Studi Edizioni, Torino, 1995, p.107.
15
IX
qualità specifica, data dal suo insistere in un luogo, dallo svolgere una
precisa azione, dalla sua individualità.
/¶LQVLHPHGegli elementi primari «con le aree in termini di localizzazione e
di costruzione, di permanenze di piano e di permanenze di edifici, di fatti
naturali o di fatti costruiti, costituisce un insieme che è la struttura fisica
della città»18
Nell¶LQVLHPHXUEDQR, secondo Rossi, sono presenti tre funzioni principali:
la residenza, le attività fisse (caratterizzanti le attività primarie, come
i
magazzini, gli edifici pubblici e commerciali, O¶università, gli ospedali e le
scuole) e la circolazione19.
Secondo il suo studio, inoltre, la città è sia nella sua vastità che nella sua
bellezza una creazione nata da numerosi e diversi momenti di formazione;
O¶XQLWj GL TXHVWL PRPHQWL FRVWLWXLVFH O¶XQLWj XUEDQD QHO VXR FRPSOHVVR /D
possibilità di leggere la città con continuità risiede nel suo preminente
carattere formale e spaziale 20, leggibile attraverso O¶DQDOLVLPRUIRORJLFD
Generalmente nella città non esistono zone amorfe, la dove esistono,
esse sono il frutto di un processo di trasformazione e rappresentano i tempi
morti della dinamica urbana21.
,O µSLDQR YLVLYRµ FKH LQYHFH SURSRne Lynch per la città offre al disegno
KEVIN LYNCH
urbano un nuova svolta. Egli individua un nuovo modo di guardare la città e
GL UD]LRQDOL]]DUH O¶DWWLYLWj H GDUOH IRUPD determinando una metodologia
moderna per il disegno della città. Divide la sua immagine in percorso,
riferimento, margine, nodo, quartiere: questi elementi sono le materie prime
GHOO¶LPPDJLQHDVFDODurbana. Egli sostiene che è impossibile pianificare la
città, si tratterebbe sicuramente di un procedimento inefficace e per certi
versi anche irrazionale22.
Secondo Lynch ogni area urbana esistente e funzionante possiede una
VXD VWUXWWXUD H XQD VXD LGHQWLWj O¶DVVHWWR IRUPDOH GHOOD FLWWj FRVWLWXLVFH
LQYHFHLOULVXOWDWRGHOO¶LQWHUYHQWRGHOO¶XRPRVXOO¶DPELHQWHQDWXUDOHFKHWLHQH
conto quindi della sua esperienza percettiva.
&RPHGLFH/\QFKJOLHOHPHQWLFKHFDUDWWHUL]]DQRO¶LPPDJLQHGHOODFLWWjH
GLI ELEMENTI
attraverso i quali un luogo si identifica, sono dunque numerosi23:
ƒ
18
Percorsi e accessi;
Rossi A., /¶DUFKLWHWWXUDGHOODFLWWj, Città Studi Edizioni, Torino, 1995, p.105.
Rossi A., 1995, p.107, op. cit.
20
Rossi A., 1995, p.72, op. cit.
21
Rossi A., 1995, p.117, op. cit.
22
Lynch K., Il senso del territorio, Il Saggiatore, Milano, 1981, p.209, .
23
Lynch K., /¶LPPDJLQHGHOODFLWWj, Marsilio Editori, Venezia, 1964, p.65.
19
X
ƒ
margini;
ƒ
quartieri;
ƒ
nodi;
ƒ
riferimenti;
A questi elementi possiamo aggiungerne altri di fondamentale
importanza per lo studio della città o di parti di essa:
ƒ
orografia;
ƒ
morfologia urbana;
ƒ
costruito;
ƒ
tecniche costruttive;
ƒ
materiali.
ƒ
PERCORSI e ACCESSI: VRQR L FDQDOL OXQJR L TXDOL O¶RVVHUYDWRUH
abitualmente si muove e accede ad uQ¶DUHD 3RVVRQR HVVHUH OH
strade, le vie pedonali, le linee di trasporti pubblici, le ferrovie. La
gente osserva, si muove e vive la città attraverso essi24.
ƒ
MARGINI: sono elementi lineari, utilizzati come confini tra due diverse
fasi, interruzioni lineari di continuità 25. Possono essere le rive, le mura
o i margini di sviluppo edilizio. Questi hanno la capacità di avere la
funzione di barriere, dividono una zona dalO¶DOWUD RSSXUH VHUYRQR D
mettere in relazione una zona con O¶DOWUD/¶DFTXDROHPXUDSRVVRQo
costituire un margine poiché circondano la città.
ƒ
QUARTIERI: rappresentano le zone della città, possono essere di
media o ampia grandezza. Sono identificabili µdal di dentro¶26,
O¶RVVHUYDWRUHLQIDWWLHQWUDPHQWDOPHQWHµGHQWUR¶9HQJRQRDQFKH«usati
per riferimenti esterni, se visibili dal di fuori»27.
ƒ
NODI: costituiscono i punti strategici di una città. Sono i fuochi
LQWHQVLYL YHUVR L TXDOL O¶RVVHUYDWRUH VL PXRYH 3RVVRQR HVVHUH
PRPHQWL GL VFDPELR GD XQD VWUXWWXUD DOO¶DOWUD RSSXUH DO FRQWUDULR
avere ODIXQ]LRQHGLSXQWLGLFRQFHQWUD]LRQHOXRJKLGLXQ¶LQWHUUX]LRQH
nei trasporti, attraversamento o convergenza di percorsi28. Ogni
quartiere ha un suo nodo, esso ne diviene il simbolo.
ƒ
RIFERIMENTI:
vengono
considerati
elementi
puntiformi,
che
rimangono esterni, poiché visibili anche a distanza e da una pluralità
24
Lynch K., /¶LPPDJLQHGHOODFLWtà, Marsilio Editori, Venezia, 1964, p.65.
Lynch K., 1964, p. 65, op. cit.
26
Lynch K., 1964, p. 66, op. cit.
27
Lynch K., 1964, p. 66, op. cit.
28
Lynch K., 1964, p. 66, op. cit.
25
XI
di angolazioni. Possono essere gli edifici, un¶insegna, un negozio,
alberi, una montagna, etc. Persino il sole può essere un riferimento.
Sono posti internamente alla città o ad una distanza tale da indicare
una direzione o un riferimento. Vengono solitamente utilizzati come
«indizi di identità e persino di struttura, e sembrano offrire affidamento
FUHVFHQWH«»29.
ƒ
OROGRAFIA: descrive le caratteristiche dei rilievi montuosi30. È
O¶DQGDPHQWR orografico (terreno) sul quale una città o un quartiere sorge,
esprimendo la natura del sito.
ƒ
MORFOLOGIA URBANA: è il risultato della lettura del tessuto
urbano e «mira a individuare e restituire la dinamica del processo di
stratificazione e il grado di definizione fisico-morfologica e funzionale delle
parti di città e degli spazi. Va tenuto conto che le tipologie edilizie
contribuiscono alla qualificazione degli spazi» 31.
ƒ
COSTRUITO: costituisce O¶HGLILFDWR FKH FDUDWWHUL]]D XQ luogo,
ovvero il patrimonio edilizio esistente.
/¶LPPDJLQHGHOFRVWUXLWRSXzHVVHUHDQDOLzzata attraverso tre componenti
principali: identità, struttura e significato.
Il costruito non è altro che «la testimonianza di una tradizione, di un
passato, è la memoria che abbiamo perso e che dobbiamRSUHVHUYDUH«q
ancora quel complesso sistema di relazioni in cui prestazioni, esigenze e
UHTXLVLWL VL LQWHJUDQR O¶XQR FRQ O¶DOWUR SHU GDUH OXRJR DG XQ VLVWHPD
complesso»32. In questo caso è importante la funzione che ha il tempo, in
quanto non deve esserH YLVWR VROR FRPH µGHWHQWRUH¶ GHO ULFRUGR R GHOOD
PHPRULDEHQVuFRPHPDWHULDGHOO¶DUFKLWHWWXUD
ƒ
TECNICHE COSTRUTTIVE: sono patrimonio culturale di ogni
epoca e di ogni comunità che, ovviamente, nel tempo si evolvono. Gli
ambienti urbani storici sono ad esempio caratterizzati da elementi e
tecniche costruttive omogenee a differenza di quelli contemporanei. Si
tratta di osservare «dal di dentro»33 la struttura e gli elementi che la
compongono: murature, solai e tetti.
29
Lynch K., 1964, p. 67, op. cit.
Treccani.it Enciclopedia Italiana.
31
Nuti C. G., /DSURJHWWD]LRQHXUEDQLVWLFDQHOODIRUPD]LRQHGHOO¶DUFKLWHWWR, Aracne editrice,
Roma, 2003, 31.
32
Cantone F. (a cura di), Il recupero dei materiali della tradizione siciliana, VerbaVolant
edizioni, Siracusa, 2008, p. 13.
33
Giuffrè A. (a cura di), Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori
Laterza, Bari 2000, p.6.
30
XII
ƒ
MATERIALI: sono elementi che definiscono il carattere, ma
soprattutto la natura e O¶LGHQWLWjGHOOHFRVH e dei luoghi.
Tali
caratteri
identificativi
del
patrimonio
costruito,
costituiscono
µO¶HOHPHQWR GLVWLQWLYR¶ XQD TXDOLWj SURSULD GHOO¶DPELHQWH FKH OR
contraddistingue e lo differenzia dagli altri34.
Essi derivano da un insieme di fattori, in parte riferibili alla componente
fisica, in parte indotti dal sito naturale, in parte retaggio della cultura del
posto. La loro conservazione li fa diventare una risorsa e assume
XQ¶LPSRUWDQ]D IRQGDPentale perché consente di ristabilire una continuità
tra memoria e futuro35. Sono comunque tutti elementi che concorrono a
rendere ogni luogo un unicum, H D GHILQLUQH O¶LGHQWLWj H OD PHPRULD
disegnandone la sua immagine36. La conoscenza di tali elementi demanda
DG XQ¶DQDOLVL DOOD VFDOD ORFDOH XUEDQD H GHOO¶HGLILFLR, per essere poi
trasposta alla scala generale.
$OO¶LQWHUQRGHOTXDGURGHOLQHDWR37 la Borgata Santa Lucia a Siracusa, caso
pilota della ricerca, nasce da un progetto di edilizia minore destinata a
famiglie di lavoratori38; sorta sul luogo dove la tradizione cristiana ricorda il
martirio della Santa Patrona della città di Siracusa. Negli anni è sempre
stata comunemente denominata µBorgata¶. Il termine rappresenta un
«centro abitato di piccole dimensLRQL FXL ID FDSR GL VROLWR O¶DWWLYLWj
economica rurale di una zona limitata»39. o un «raggruppamento di edifici
suburbani, sviluppatosi come soluzione provvisoria in casi speciali (per
esempio sovrappopolamento di quartieri popolari, demolizione degli stessi)
da µborgo¶»40. Con il termine µERUJR¶ si indica invece un «un centro abitato di
PHGLD JUDQGH]]D H LPSRUWDQ]D FDUDWWHUL]]DWR VROLWDPHQWH GD XQ¶HFRQRPLD
commerciale e da una zona periferica prevalentemente agricola. Quartiere
cittadino fuori le mura o compreso in una cerchia più recente»41.
34
Cfr. Smithson A. and P., 1967.
Girard F., & Nijkamp, Studi urbani e regionali. Lo sviluppo sostenibile della città e del
territorio, Franco Angeli, Milano, 1997.
36
Gianmarco C. & Isola A., 1993, op. cit.
37
Portoghesi, P., 1968, pp. 295-340, op. cit.
38
Italia Nostra Onlus, La borgata S. Lucia. Indagine conoscitiva per un integrale recupero,
Due Elle Grafica , Siracusa, 2009, p. 5.
39
Devoto G., Oli G. C., Dizionario della lingua italiana, dizionari Le Monnier, Firenze, 1971.
40
Devoto G., Oli G. C., 1971, op. cit.
41
Devoto G., Oli G. C., Dizionario della lingua italiana, dizionari Le Monnier, Firenze, 1988,
in Ronzoni M. R., Il senso della periferia. Tecniche di riqualificazione ambientale, Alinea
Editrice, Firenze, 2001, p.16.
35
XIII
LA BORGATA
S. LUCIA A
SIRACUSA
Oggi la Borgata, considerata una periferia storica, costituisce un quartiere
di medie dimensioni, caratterizzato da un impianto regolare, a maglia
ortogonale, da una piazza centrale di forma rettangolare e dalla presenza
di beni edilizi di importanza storica e culturale: la Basilica e il Sepolcro di
6DQWD/XFLDOHFDWDFRPEHSRVWHVRWWRO¶DUHDFKHRFFXSDODSLD]]D
Il tema della ricerca si definisce sulle parti di città, sorte sulla scorta di
necessità di espansione, che vanno ad allinearsi accanto alla città
esistente, cercando di distaccarsene.
SHPEUD DIIHUPDUVL JUDGXDOPHQWH LQ ,WDOLD QHJOL DQQL ¶ «nella cultura
politica, amministrativa, tecnica e professionale implicata nei processi
urbani, anche se con scarsi e spesso contraddittori riscontri nelle pratiche
reali» O¶LGHD GHOOD FRQVHUYD]LRQH GHO SDWULPRQLR HGLILFDWR 42. Nonostante le
GLFKLDUD]LRQL G¶LQWHQWL O¶D]LRQH SXEEOLFD FRQWLQXD D FRQFHQWUDUVL VXOOD
produzione ex novo e gli interventi di recupero conservano un carattere
marginale, circoscritto, alcune volte costoso, in contrasto con le teorie
espresse; LQ TXHVWR SHULRGR O¶D]LRQH GL UHFXSHUR VL GLIIRQGH DWWUDYHUVR
GLI STRUMENTI
NORMATIVI
O¶LQWHUYHQWRVXLEHQLHGLOL]LSULYDWLLa legge 457/78 prende atto, con il ritardo
del mutamento nella cultura e nei comportamenti pubblici e privati in ordine
alla gestione del patrimonio edilizio, introducendo le nuove norme ed i
nuovi strumenti per agevolare il recupero edilizio. Fra gli strumenti, il Piano
di recupero.
«$OO¶LQWHUQR GHOOH JUDQGL Dree metropolitane i processi localizzativi e i
comportamenti spaziali delle famiglie e di una crescente varietà di imprese
VHPEUDQR VJDQFLDUVL GD PROWH UHJROH GL µSURVVLPLWj¶ VIUXWWDUH µFDPSL GL
HVWHUQDOLWj¶ YLD YLD SL HVWHVL H ULYHODUH XQDVHPSUHPDJJLRU µLQGLIIHUHQ]D¶
DICOTOMIA:
CENTRO STORICOPERIFERIA
alla distanza dal centro»43. I problemi maggiori , nella dicotomia tra centro
VWRULFR H SHULIHULD VWRULFD ULJXDUGDQR O¶LQDGHJXDWH]]D GHOOH LQGLFD]LRQL
SURJUDPPDWLFKH O¶LQVXIILFLHQWH LQTXDGUDPHQWR LQ XQD SROLWLFD GL UHFXSHUR
XUEDQR O¶LQDppropriatezza di molte scelte di intervento, assunte in
mancanza di figure professionali preparate
a compiti progettuali e di
44
programmazione degli interventi .
È venuto il momento di domandarci cosa fare degli ambienti urbani sorti
come periferie, di quella porzione di territorio edificato dove i caratteri
culturali, identitari e configurativi devono fare i conti con il passare del
42
Gianmarco C., Isola A., 1993, p.170, op. cit.
Gianmarco C., Isola A., 1993, p.172, op. cit.
44
Di Battista, V., Ambiente costruito, Alinea Editrice, Firenze 2006, p.126.
43
XIV
tempo, con la mancanza di funzionalità, con la necessità di una
riqualificazione. Le domande sono cosa e perché conservare, trasformare,
demolire oggi delle periferie storicizzate a stretto contatto con beni edilizi
ampiamente valorizzati. I temi sono quelli della riqualificazione e della
manutenzione, come strumenti per il
recupero e la conservazione, ma
anche la demolizione dei beni edilizi. In questo senso il progetto di
riqualificazione risulta chiaramente influenzato dalla presenza o assenza, PROGETTO DI
nel
passato,
di
una
visione
programmatica
del
territorio.
Tale
programmazione infatti conduce a sistemi abitativi più organizzati e
completi rispetto ad una costruzione casuale, stratificata e condotta con
pratiche speculative.
Il problema delle periferie storicizzate diventa elemento fondante di
questo processo di trasformazione avvalorato da necessità primarie per la
città e per i suoi abitanti.
Il concetto di progetto per O¶HVLVWHQWH DVVXPH dunque una valenza
diversa: esso è strettamente relazionato al luogo, inteso come elemento
fisico del sistema insediativo. Le relazioni che in esso si esplicano sono di
natura ambientale, prestazionale, culturale, sociale, emozionale 45, ecc. e
producono una struttura complessa, fortemente influenzata da fattori
culturali, identificativi, commemorativi, storici e materici.
45
Di Battista V., 2006, p. 141, op. cit.
XV
RIQUALIFICAZIONE
PERIFERIE
STORICIZZATE
O
OBIETTIVI e METODOLOGIA di
di RICE
RICERCA
La tesi affronta il problema, urgente, delle periferie storicizzate italiane46
attraverso uno studio basato sul costruito e sulle potenzialità che esso può
RIIULUH DO VLVWHPD FLWWj FRQ O¶RELHWWLYR GL ULTXDOLILFDUOR DWWUDYHUVR RSHUD]LRni
FRPSDWLELOLFRQLOVXRVWDWRG¶XVRHdi conservazione.
Le periferie storicizzate, parzialmente abbandonate e poco curate, perché
prive di quei caratteri aulici che le stratificazioni e il passare del tempo
producono, sono un enorme patrimonio da recuperare. La questione che ci
si pone riguarda il valore da attribuire a questi edifici, valore in termini di
ULTXDOLILFD]LRQHGLSRVVLELOLWjG¶XVRGLIUXL]LRQHGLDUHHLa base di partenza
è certamente la conoscenza, a più livelli, del costruito, nonché le condizioni
di vivibilità di queste zone.
La ricerca approfondisce il tema della periferia e del suo significato
DOO¶LQWHUQR GHOOD FLWWj LQL]LDOPHQWH DWWUDYHUVR O¶HYROX]LRQH XUEDQD per poi
TRASFORMAZIONI
individuare le trasformazioni determinate sui beni edilizi e sull¶DPELHQWH
espresse
dai
valori
sociali,
culturali,
e
sociologici
connessi;
le
WUDVIRUPD]LRQL VRQR YLVWH LQ WHUPLQL WHFQRORJLFL DWWUDYHUVR O¶LQGLYLGXD]LRQH
dei caratteri del costruito, delle manomissioni, delle relazioni tra esigenze e
prestazioni. Il sistema periferia viene analizzato attraverso la disamina di
più casi, individuati sia in grandi centri che in pLFFROLLQ,WDOLDHDOO¶HVWHUR
Attraverso lo studio di queste esperienze nazionali ed internazionali sono
CASI STUDIO
state individuate le strategie alla base di ogni intervento e ne sono stati
evidenziati i punti di forza e di debolezza, così come gli esiti delle
trasformazioni.
46
Gazzola A., Intorno alla città. Problemi delle periferie in Europa e in Italia,Liguori Editore,
2008, p.164.
XVI
Tali parziali conclusioni sono state contestualizzate e approfondite su un
caso studio locale: la Borgata Santa Lucia a Siracusa. Si tratta infatti di un
CASO STUDIO
LOCALE
piccolo TXDUWLHUH VWRULFL]]DWR VRUWR QHOOD VHFRQGD PHWj GHOO¶2WWRFHQWR
inteso FRPH OD SULPD ]RQD G¶HVSDQVLRQH GHOOD FLWWj H QRQ FRPH ]RQD
marginale.
È proprio in questi contesti periferici che viene espressa maggiormente la
necessità di capire come intervenire, quanto trasformare, quanto
conservare, quanto eventualmente demolire. La scarsa qualità tecnologica
con cui sono costruite queste zone e lo stato di degrado generale in cui
versano, pongono XUJHQWHPHQWHO¶DWWHQ]LRQHVXOOHVWHVVHQHOO¶RWWLFDGLXQD
comprensione delle possibilità di ricostruzione o di riqualificazione della
periferia storica.
In questo senso la ricerca pone questioni quali le trasformazioni del
costruito, la riqualificazione urbana in contesti significativi, O¶DJJLRUQDPHQWR
tecnologico e funzionale degli apparati e degli elementi tecnici,.
Dal punto di vista metodologico si distinguono tre fasi: conoscenza, LE FASI DELLA
analisi ed elaborazione delle informazioni acquisite, sintesi e conclusioni.
METODOLOGIA
Esse sono così articolate:
Fase I - conoscenza:
CONOSCENZA
- Approfondimenti VXOORVWDWRGHOO¶DUWH sul pensiero e sulle concezioni che
hanno indotto alla costruzione e alla realizzazione delle periferie
storicizzate, per individuare se le necessità per cui erano nate sono ancora
valide o necessitano di essere adeguate a concezioni contemporanee del
vivere quotidiano.
- Ricerche bibliografiche sulla periferia come aggregato urbano e come
luogo delle attività insediative, come memoria del tempo che passa, come
luogo da recuperare e/o riqualificare, come insieme di beni edilizi con
modelli, caratteri e morfologia definita.
- Analisi di casi studio di rilevanza nazionale e internazionale attraverso i
quali acquisire informazioni su contesti urbani differenti per dimensioni. I
sette casi esaminati e comparati sono il quartiere di Picanello a Catania, il
quartiere del Littorio a Palermo, il quartiere del Vomero a Napoli, il quartiere
di Loreto a Bergamo, il quartiere della Bastiglia a Parigi, il quartiere della
Barçeloneta a Barcellona, il quartiere di Kreuzberg a Berlino.
Attraverso lo studio degli interventi effettuati si intendono riconoscere gli
LQGLFDWRUL GL WUDVIRUPD]LRQH H O¶LPSDWWR FKH WDOL LQWHUYHQWL KDQQR DYXWR VXi
XVII
beni edilizi e sugli utenti. Questo momento di confronto sulO¶RSHUDWRmette
LQ HYLGHQ]D OH VWUDWHJLH FKH KDQQR FRQGRWWR DOO¶LQWHUYHQWR OD IDVH
programmatoria e di progetto, gli esiti di queste operazioni in termini di
vivibilità, di miglioramento delle condizioni abitative, di fornitura di servizi, di
ritorno economico.
- Studio della realtà locale con riferimento ai caratteri analizzati nei casi
studio e alla politica edilizia a tutte le scale. È il caso della Borgata Santa
Lucia che è diventata, dopo la quasi totale riqualificazione di Ortigia, il
luogo deputatR DOO¶DPSOLDPHQWR GHO FHQWUR VWRULFR VLUDFXVDQR /R VWDWR GL
fatto è piuttosto caotico e variegato e presenta una interessante ricchezza
di caratteri. Ecco che questo sistema edificato diventa il caso studio per
individuare trasformazioni, priorità e scenari di intervento.
Tutti i casi studio, compreso il caso pilota, sono stati analizzati
considerando le principali caratteristiche che li identificano, quali i caratteri
identitari dei beni edilizi, il sistema costruttivo e tecnologico, i modelli edilizi
e i caratteri formali e decorativi, nonché i materiali con cui sono stati
realizzati.
Lo studio effettuato sui singoli quartieri menzionati, è stato condotto
TIPI DI SCHEDE
tramite la progettazione di schede. Ne sono state progettate otto tipi - A, B,
C, C1, C2, D, E, F:
scheda A: relativa alla conoscenza dei casi studio (nazionali, esteri)
selezionati e alla loro sintesi e confronto - (A, A 1/8);
scheda B: individua descrive gli strumenti normativi per il recupero delle
periferie e ne individua obiettivi, interventi e sinergia pubblico-privato - (B
1/7);
schede C - C1 - C2: mettono in evidenza, contenuti e grafici tecnici, relativi
alla conoscenza del caso pilota: Borgata S. Lucia - (C, C1 - 1/6, C2 - 1/6);
scheda D: individua la sintesi e il confronto tra i casi studio e il caso pilota,
determinandone differenze, similitudini e analogie;
scheda E: indica gli strumenti normativi per la Borgata e gli scenari di
applicazione;
scheda F: determina le linee guida ed i criteri di intervento per il recupero
delle periferie storicizzate.
Le schede sono infine state rese identificabili in base a colori. Quelle
rosse identificano la fase di analisi sulle periferie, quelle gialle la fase di
confronto, quelle blu le linee guida.
XVIII
La prima scheda progettata, è stata denominata A ³Analisi´, la cui SCHEDA A
struttura mette in relazione ambiti tematici con fattori utili alla lettura:
ƒ
ANAGRAFICA - tessuto urbano;
ƒ
QUARTIERE - nascita e profilo storico.
ƒ
CARATTERI - edilizi, tecnologici e formali.
Tale scheda consente di sintetizzare informazioni di natura eterogenea,
utili alla conoscenza alla scala del quartiere.
XIX
Nella sezione ANAGRAFICA vengono catalogate informazioni e immagini relative alla
localizzazione geografica tramite individuazione planimetrica, alla datazione e ad i
caratteri che individuano la morfologia GHOO¶LPSLDQWR urbano, ai dati dimensionali relativi
DOO¶HVWHQVLRQH della superficie totale e agli elementi distintivi che identificano O¶RJJHWWR di
studio come quartiere.
I dati anagrafici vengono definiti tramite i seguenti fattori:
ƒ INQUADRAMENTO TERRITORIALE;
ƒ ANNO DI NASCITA;
ƒ TESSUTO URBANO.
ANAGRAFICA
IL QUARTIERE DI «$«ANALISI - A
QUARTIERE
In TXHVW¶DUHD vengono sintetizzati tutti gli avvenimenti che hanno segnato la storia del
quartiere: interventi di trasformazione urbana quali lottizzazioni, sventramenti,
modificazioni di tipo edilizio ed urbano, vicende che individuano il PROFILO STORICO.
Sono inoltre inserite immagini del QUARTIERE nel passato e nel presente.
MODELLI EDILIZI:
a) «
b) «
c) «
CARATTERI TECNOLOGICI:
ƒ 67587785$085$785$«
ƒ &23(5785$«
ƒ ,1),66,«
CARATTERI FORMALI E
DECORATIVI:
ƒ FINITURE:
- LQWRQDFL«
- ULYHVWLPHQWL«
Scheda A ± Analisi: Conoscenza alla scala del quartiere.
XX
CARATTERI
La sezione contiene informazioni sui modelli edilizi, sul sistema tecnologico (UNI 8290)
che definisce il lessico costruttivo (elementi tecnici). Si individuano cioè i CARATTERI che
identificano i sistemi edilizi (costruito) del quartiere in esame:
È stata effettuata una disamina degli strumenti normativi adottati per il
recupero delle periferie, condotta attraverso la compilazione della Scheda SCHEDA B
B³6WUXPHQWL1RUPDWLYL´, relativa alle informazioni riguardanti i «Programmi
Complessi»47 che si occupano di riqualificazione. La scheda B si presenta
così strutturata:
ƒ
DESCRIZIONE - anno di nascita e caratteristiche;
ƒ
OBIETTIVI - finalità e opportunità dello strumento;
ƒ
INTERVENTI;
ƒ
SINERGIA - rapporto pubblico/privato.
(Scheda B ± Strumenti Normativi).
47
www.cittasostenibili.it/html/Scheda_23.htm
XXI
La presente sezione individua e presenta gli INTERVENTI che è possibile attuare grazie
allo strumento normativo selezionato.
Si fa riferimento a tutti quegli interventi (ristrutturazione edilizia, urbana, risanamento,
adeguamento, ecc.) che contribuiscono a migliorare il degrado sociale, edilizio ed
architettonico della realtà in cui lo strumento viene applicato.
La sezione SINERGIA gestisce il rapporto pubblico - privato che lo strumento normativo
consente di creare una volta attuato. Si tengono in considerazione i tipi di finanziamento
(pubblico o privato), si individuano gli accordi di programma e le conferenze di servizi tra
comune e privati, al fine di stabilire e rafforzare tale rapporto.
Scheda B ± Strumenti Normativi: Conoscenza GHL3URJUDPPL³&RPSOHVVL´.
XXII
OBIETTIVI
1HOO¶DUHD OBIETTIVI si riassumono e descrivono informazioni relative alle
OPPORTUNITA¶ e alle ),1$/,7$¶ che lo strumento normativo considerato consente di
raggiungere.
Viene stabilito il tipo di intervento (pubblico o privato) da attuare, si evidenzia la possibilità
di trasformare il tessuto urbano ed il perché della trasformazione, si organizza la
distribuzione dei servizi e delle infrastrutture nello spazio.
INTERVENTI
ƒ ANNO DI NASCITA;
ƒ CARATTERISTICHE.
SINERGIA
Nella sezione DESCRIZIONE vengono sintetizzate le informazioni relative al periodo di
attuazione e DOO¶LQGLYLGXD]LRQH dei caratteri dello strumento normativo di riferimento.
Si determinano:
DESCRIZIONE
2
352*5$00,«STRUMENTI NORMATIVI - B
Il momento della conoscenza per la Borgata è stato invece articolato in
tre schede: C - C1 e C2, che forniscono informazioni generali alla scala
urbana e di tipo tecnologico alla scala edilizia.
La scheda C UHODWLYDDOO¶$QDOLVL denominata ³,O TXDUWLHUH GHOOD %RUJDWD SCHEDA C
Santa Lucia D 6LUDFXVD´ mette in relazione la tematica delle periferie
storicizzate con caratteri materici, formali e architettonici attraverso i
seguenti campi:
ƒ
ANAGRAFICA - tessuto urbano;
ƒ
QUARTIERE - nascita e profilo storico;
ƒ
CARATTERI - edilizi, tecnologici e stilistici;
La scheda C1 chiamata ³CONTENUTI´, confronta i dati relativi
DOO¶LGHQWLILFD]LRQHDOle informazioni catastali, al modello GHOO¶LVRODWRH del
bene edilizio, ai caratteri morfologici, dimensionali, lessicali, tecnologici,
definendone lo stato di conservazione. La scheda C1, corredata da foto
e schemi planimetrici, fornisce un quadro generale del bene edilizio .
Struttura scheda C1 ± CONTENUTI
ƒ
ANAGRAFICA: GDWLLGHQWLILFDWLYLHFDWDVWDOLLOOXRJRHO¶HGLILFLR.
-
Immagine:
LQGLYLGXD]LRQH IRWRJUDILFD GHOO¶XQità
abitativa
analizzata;
-
località/luogo/oggetto:
provincia,
Comune,
indirizzo,
definizione;
-
descrizione: sintetica evoluzione storica del bene edilizio;
-
dati
identificativi:
cronologia,
autore,
committente,
destinazione originaria, uso attuale,
ƒ
dati catastali: isolato, unità edilizia, foglio, particella.
QUALITÁ URBANA: descrive il rapporto isolato/quartiere.
-
rapporto
isolato/quartiere:
individuazione
fotografica
GHOO¶LVRODWR
-
tipologia isolato: chiuso, misto, blocco, corte, angolo;
-
dati occupazionali: occupazione dei vari piani;
-
qualità urbana: accessibilità - veicolare, pedonale. Opere di
urbanizzazione
primaria
-
condutture,
cavi,
tombini.
XXIII
SCHEDA C1
Attrezzature e servizi - chiese, negozi, botteghe, ecc.
(OHPHQWLG¶DUUHGR- verde, panche, illuminazione;
ƒ
dati quantitativi: numero delle unità edilizie, numero dei piani.
QUALITÁ¶(',/,=,$descrive il rapporto unità/isolato.
-
rapporto unità/isolato: LQGLYLGXD]LRQH IRWRJUDILFD GHOO¶XQLWj
abitativa;
-
sviluppo e pertinenze: numero dei piani e dei fronti, ampiezza
sezione stradale, pertinenze - cortili, chiostrine, verde privato;
-
GDWL G¶XVR GHVWLQD]LRQH G¶XVR GHL SLDQL - residenziale
commerciale;
-
qualità architettonica: evidenziazione dei caratteri decorativi,
posizione e ritmo prospettico;
ƒ
tipologia edilizia: struttura - portante, mista, telaio in c.a.
CARATTERI: GHVFULYH O¶HVSRVL]LRQH GHOO¶HGLILFLR OH FDUDWWHULVWLFKH
delle fronti, le altezze dei piani, il lessico architettonico e costruttivo,
il sistema tecnologico secondo la classificazione UNI 8290.
-
ambientali:
soleggiamento,
ventilazione,
orientamento,
presenza di schermature;
-
morfologici: edificio con superfetazioni, con fronti omogenei,
programmato, di sostituzione;
-
dimensionali: altezza, lunghezza, larghezza dei piani che
FRPSRQJRQRO¶HGLILFLR
-
lessicali:
lessico
architettonico
e
costruttivo
(partiti
architettonici e gli elementi costruttivi);
-
tecnologici: CLASSIFICAZIONE UNI 8290 - classe di unità
tecnologica, unità tecnologiche, classi di elementi tecnici.
ƒ
ANAGRAFICA TECNICA: descrive tutti gli elementi costruttivi che
FRPSRQJRQRO¶HGLILFLR
-
STRUTTURA:
stato
di
conservazione
-
conservato,
di
conservazione
-
conservato,
conservazione
-
conservato,
trasformato, alterato;
-
MURATURE:
stato
trasformato, alterato;
-
COPERTURE:
stato
trasformato, alterato;
XXIV
di
-
APERTURE:
stato
di
conservazione
-
conservato,
trasformato, alterato;
-
INFISSI: stato di conservazione - conservato, trasformato,
alterato,
-
BALCONI: stato di conservazione - conservato, trasformato,
alterato;
-
ELEMENTI DI PROTEZIONE: ringhiere, cornice, intonaco.
Stato di conservazione - conservato, trasformato, alterato.
La scheda C2 GHQRPLQDWD³GRAFICI TECNICI´, è tabella che riassume SCHEDA C2
le classi di esigenze e le prestazioni48, ponendo attenzione alla classe di
requisiti, ai requisiti dei singoli elementi analizzati e riassumendo le note
relative allo stato di conservazione.
Struttura scheda C2 - GRAFICI TECNICI - CLASSI di ESIGENZE e
PRESTAZIONI:
ƒ STRUTTURE PORTANTI - MURATURA (struttura di elevazione
verticale):
- Classe di requisiti;
- Requisiti;
- Note;
- Aspetto;
- Integrabilità.
ƒ
CHIUSURA ESTERNA (infissi esterni verticali):
- Classe di requisiti;
- Requisiti;
- Note;
- Aspetto;
- Benessere;
- Integrabilità.
ƒ IMPIANTI di FORNITURA SERVIZI (attrezzature - impianto elettrico
e di climatizzazione):
- Classe di requisiti;
- Requisiti;
- Note;
48
Gasparoli P. Talamo C., Manutenzione e Recupero. Criteri, metodi e strategie per
O¶LQWHUYHQWRVXOFRVWUXLWR, Alinea Editrice, Firenze 2006, pp. 20-25.
XXV
- Integrabilità;
- Gestione.
ƒ OPERE di FINITURA (intonaci):
- Classe di requisiti;
- Requisiti;
- Note;
- Aspetto;
- Integrabilità.
Tutti questi campi sono stati compilati per beni edilizi ricadenti nelle
lottizzazioni di cui vi è certezza, con relativa determinazione cronologica
delle opere eseguite.
Fase II: analisi ed elaborazione delle informazioni acquisite
ANALISI E
ELABORAZIONE
DATI
Le informazioni acquisite producono un sistema della conoscenza
articolato. Le informazioni acquisite, confrontate, nei caratteri, con i casi
nazionali ed internazionali esaminati e messi in relazione al caso pilota,
forniscono strategie di intervento e punti di forza e debolezza che possono
LQGLUL]]DUH O¶LQWHUYHQWR DWWUDYHUVR VFHQDUL GL SURJHWWR GD FRQWHVtualizzare
secondo parametri locali.
Da tale comparazione emergono peculiarità relative alla morfologia del
tessuto urbano originario, ai caratteri edilizi e tecnologici, al processo di
espansione urbana e alla crescita sociale. Lo studio condotto fa risaltare le
differenze e le analogie, i punti di forza e di debolezza.
SCHEDA D
Attraverso la scheda D denominata ³&RQIURQWR WUD L FDVL VWXGLR H LO FDVR
SLORWD´, si mette in evidenza un quadro sinottico contraddistinto dai seguenti
fattori:
SINTESI E
CONCLUSIONI
ƒ
I CARATTERI IDENTITARI e le PROBLEMATICHE;
ƒ
Le STRATEGIE di RIQUALIFICAZIONE;
ƒ
Gli ESITI.
Fase III: sintesi e conclusioni
La terza ed ultima fase intende fornire risposte relative agli strumenti
normativi applicabili al recupero delle periferie storicizzate: la scheda E
denominata ³6WUXPHQWL QRUPDWLYL SHU OD %RUJDWD´ rappresenta una sintesi
che evidenzia i possibili scenari normativi applicabili alla Borgata, studiati in
SCHEDA E
UHOD]LRQHDOO¶Dspetto urbano, edilizio e sociale. La scheda è così articolata:
ƒ STRUMENTI NORMATIVI:
XXVI
ƒ SCENARI DI APPLICAZIONE - ambito urbano, edilizio, sociale.
La scheda F, denominata ³Linee Guida - &ULWHUL GL ,QWHUYHQWR´, sintetizza SCHEDA F
le analisi relative alla conoscenza, e attua un processo selettivo al fine di
stabilire i Criteri di Intervento, in funzione di determinati fattori:
ƒ
Modelli edilizi;
ƒ
Scomposizione del Sistema Tecnologico;
ƒ
Classi di Elementi Tecnici;
ƒ
Trasformazioni;
ƒ
Problematiche;
ƒ
Interventi.
Si individua quindi uno strumento per la gestione del costruito esistente, STRUMENTO
in relazione alle zone periferiche (edificato storico-città diffusa), attraverso
indicazioni
incasellando
finalizzate
gli
alla
riqualificazione
interventi
in
delle
una
periferie
storiche,
logica
di
riqualificazione/conservazione/demolizione.
Il processo individuato potrebbe essere applicato a contesti edilizi
similari, dando forza a situazioni e stati fino ad oggi poco ponderate per
guidare il processo di riqualificazione entro range di convenienza
economica e culturale.
XXVII
ARTICOLAZIONE e CONTENUTI
1. /$3(5,)(5,$³6725,&,==$7$´
Il capitolo introduce il tema della periferia, mettendo in luce il processo
storico di metabolizzazione urbana e la modifica della concezione da
SHULIHULD D SHULIHULD ³VWRULFL]]DWD´ e individua O¶HYROX]LRQH GHOOD SHULIHULD
storicizzata italiana.
In questa disamina acquistano importanza le informazioni desunte da
casi studio nazionali ed internazionali. Per ogni caso studio si compila
una scheda denominata A, ³$QDOLVL´.
Dallo studio condotto sui vari casi, si produce un quadro sinottico
(sintesi e confronto) che mette in risalto la situazione originaria, le
strategie attuate e gli esiti ottenuti.
2. NUOVI ORIENTAMENTI, STRUMENTI NORMATIVI E
STRATEGIE OPERATIVE PER IL RECUPERO DELLE
PERIFIERIE
In questo capitolo vengono esposte le politiche di intervento realizzate
nelle periferie italiane. Sono stati studiati i 3URJUDPPL ³&RPSOHVVL´ che
FRLQYROJRQRO¶DPELWRXUEDQRHVRFLDOH, quali i Piani Urban per le periferie,
i Contratti di Quartiere, i Programmi di Riqualificazione Urbana ± P.R.U., i
Programmi Integrati di Intervento ± P.I.I., Programmi di Recupero Urbano
± P.R.U. e Società di Trasformazione Urbana ± S.T.U. Le informazioni
relative alla loro descrizione, agli obiettivi, agli interventi e alla sinergia
(rapporto pubblico - Privato), sono state sintetizzate in una scheda,
XXVIII
denominata B ³6WUXPHQWL 1RUPDWLYL´, compilata per ogni singolo
programma.
Attraverso un quadro sinottico si mette in evidenza il confronto tra gli
strumenti normativi menzionati, tenendo in considerazione caratteristiche,
strategie attuate ed esiti ottenuti.
3. IL CASO PILOTA: LA BORGATA SANTA LUCIA A
SIRACUSA
Il capitolo introduce la parte della tesi dedicata al caso pilota: la Borgata
Santa Lucia a Siracusa, in questa fase si mettono in luce i caratteri
storico evolutivi, alla scala della città, del quartiere, del bene edilizio. Si
evidenziano soprattutto i fattori che identificano il tessuto edilizio, al fine
di individuare i caratteri morfologici, e formali, tecnologici e materici.
$OO¶LQWHUQR GHOOD %RUJDWD sono state selezionate
risalenti a
diverse
lottizzazioni,
e
caratterizzate
sei unità edilizie,
da
un
lessico
architettonico e costruttivo differente, in maniera tale da poter
comprendere il processo evolutivo del quartiere.
La compilazione delle schede C1, GHQRPLQDWD ³FRQWHQXWL´ e C2,
FKLDPDWD ³*UDILFL 7HFQLFL´ VLQWHWL]]D ed evidenzia il confronto dei dati e
rende visibili i dettagli tecnologici, i caratteri e gli aspetti menzionati.
Per concludere questa fase, la scheda D rappresenta il confronto tra
tutti i casi studio e il caso pilota, in cui vengono messi in evidenza i
caratteri
identitari
e
le
relative
problematiche,
le
strategie
di
riqualificazione e gli esiti ottenuti, al fine di stabilire differenze, similitudini
e analogie.
4. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE ³STORICIZZATE´
In questa ultima fase, si individuano gli strumenti nomativi e gli scenari di
applicazione alla Borgata, viene realizzata la scheda E, denominata
³6WUXPHQWL QRUPDWLYL SHU OD %RUJDWD 6 /XFLD´. Ogni strumento viene
studiato in relazione alla sua applicazione in ambito urbano, edilizio e
XXIX
sociale, al fine di conoscere gli interventi e gli esiti ottenuti, una volta
applicati tali programmi. Infine si realizza un scheda )GHQRPLQDWD³/LQHH
Guida ± Criteri di Intervento´, in cui, una volta individuati caratteri, strategie
e punti di forza, si individuano gli ambiti di intervento per le seguenti
categorie:
a) realizzazione di nuovi volumi (sopraelevazione), b) superfici esterne
(finiture) integrazione di nuovi elementi.
XXX
LA PERIFERIA ³STORICIZZATA´
1.1 UNA DEFINIZIONE
La periferia è «la zona marginale di un¶area geograficamente o DEFINIZIONE
topograficamente
determinata,
con
particolare
riferimento ad un
agglomerato urbano»1.
Il termine deriva dal latino tardo, µperipheria¶ «circonferenza», in greco
ʌİȡȚԄ‫ܙ‬ȡİȚĮ deriva da ʌİȡȚԄ‫ܙ‬ȡȦ«portare intorno, girare»2. Generalmente
FRQTXHVWRWHUPLQHVLLQGLFDO¶LQVLHPHGHLTXDUWLHULGLXQFLWWjSLORQWDQL
dal centro. Tale termine ha in sé XQYDORUHQHJDWLYRFLzFKHµVWDDWWRUQR¶
ciò che perimetra e separa, che è margine e quindi e-marginato, che non
ha un valore proprio. La periferia come assenza e come vuoto. La
periferia intesa quindi come città moderna. Indica inoltre uno spazio
UDFFKLXVRGDXQDOLQHDFKLXVDHGHQRWDO¶LQVLHPHGHOOH]RQHGLXQDFLWWjDO
di fuori del suo centro storico.
/D SHULIHULD FRVWLWXLVFH LO SURJUHVVLYR DPSOLDPHQWR GHOO¶DUHD XUEDQD
verso la parte estrema e più marginale, contrapposta al centro, di uno
spazio fisico o di un territorio più o meno ampio.
In linea generale
individua aree urbanizzate a partire dalla seconda metà del XIX secolo,
LQVHJXLWRDOORVYLOXSSRGHPRJUDILFRHDOO¶LQXUED]LRQH Queste aree sono
generalmente svantaggiate rispetto al centro storico, sia dal punto di
vista funzionale che socio-economico3.
1
G. Devoto, G. C. Oli, Dizionario della lingua italiana, dizionari Le Monnier, Firenze,
1971.
2
Enciclopedia Italiana Treccani online.
3
Ferrarotti F., Macioti M. I., Periferie. Da problema a risorsa, Sandro Teti, Roma, 2009.
1
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Uno stimolo a risalire al significato etimologico della parola periferia, o
SIGNIFICATI
per meglio chiarire il senso del suo essere, nasce dal confronto con i
significati della parola in diverse realtà.
In Germania, ad esempio, per periferia si intende tutto ciò che sta al
margine GHOO¶DELWDWRLOFRQILQHWUDHGLILFDWRHFDPSDJQD4.
Non è sempre stato così: nel vocabolario di Jacob e Wilhelm Grimm5,
opera che comprende tutti i vocaboli presenti nella lingua tedesca dal
1838 al 1960, non sono riportati né il termine µPeripherie¶, (periferie), né il
termine
µStadtrand¶
(periferia),
compare
invece
il
termine
µStadterweiterung¶ (espansione urbana)6. /¶ampliamento sottintende una
diretta dipendenza da un centro, allude ad una crescita attorno a
qualcosa che già esiste ed è capace di supportare tale crescita e
soprattutto di interagire con essa. Si tratta quindi di un accorpamento di
QXRYHSDUWLDOO¶HVLVWHQWHSHUSUHILJXUDUHFRPXQLVYLOXSSLIXWXUL
Facendo invece riferimento ai vocabolari italiani7, il termine periferia
indica una zona urbaQDHVWHUQDULVSHWWRDOFHQWURWLSLFDGHOO¶XUEDQHVLPR
moderno; consultando l¶(QFLFORSHGLD Treccani8 emerge tale significato:
insieme dei quartieri di una città più lontani dal centro.
VLVWDODJHQHULFLWjGHOWHUPLQHSHULIHULDVLVHQWHO¶HVLJHQ]DGLDIILDncarlo
ad aggettivi che definiscano LO FDUDWWHUH DOO¶LQWHUQR GHOO¶DJJORPHUDWR
urbano. La periferia storica, ad esempio, rappresenta una periferia che
denota dei caratteri identitari consolidati. Spesso è costituita da un
impianto urbanistico con edificazione organizzata per isolati e per
blocchi. Si tratta di insediamenti realizzati ad opera della iniziativa privata,
DOO¶LQWHUQR GL XQ¶DUHD GL SURGX]LRQH H FRQVXPR UHJRODWD GDOOH OHJJL GHO
mercato. I residenti sono dotati di apprezzabili capacità di investimento e
VSHVVRVRQRSURSULHWDULGLUHWWLGHOO¶DELWD]LRQHRFFXSDWD9.
Ritornando al concetto di periferia, esso mette in evidenza il principio
della marginalità, della emarginazione e GHOO¶incapacità di interagire con
O¶HVLVWHQWH
4
Ronzoni M. R., Il senso della periferia. Tecniche di riqualificazione ambientale, Alinea
Editrice, Firenze, 2001, p.15.
5
Cfr. Deutsches WÖrterbuch von Jacob e Wilhelm Grimm; Deutsche Taschenbuch
9HUODJ0ȨQFKHQLQ5RQ]RQL05FLW
6
Cfr. Deutsches WÖrterbuch von Jacob e Wilhelm Grimm; Deutsche Taschenbuch
9HUODJ0ȨQFKHQLQ5RQ]RQi M. R., 2001, cit.
7
G. Devoto, G. C. Oli, Dizionario della lingua italiana, dizionari Le Monnier, Firenze,
1971.
8
Enciclopedia Italiana Treccani online.
9
Ronzoni M. R., Editrice, Firenze, 2001, pp. 21-22, op. cit.
2
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
La descrizione tipica della periferia individua un degrado urbano,
GRYXWRDOO¶LQVXIILFLHQ]DGHLVHUYL]LGHJOLVSD]LSXEEOLFLHGHLSDUFKHJJLe
da un fortedisagio economico, sociale e ambientale.
Termini come assi, reticoli, tracciati, bordo, confine etc., indicano i SEGNI
µVHJQL¶ H OH µJHRPHWULH¶ IRQGDPHQWDOL GHOO¶DUFKLWHWWXUD GHOOD FLWWj HG
E GEOMETRIE
evidenziano i caratteri o i luoghi della geografia urbana, per la periferia le
denominazioni sono quartiere, zona o porzione di città10.
/¶HVSDQVLRQH quantitativa H O¶HVWHQVLRQH della città contemporanea ha
causatola perdita della qualità architettonica e urbana e quindi della vita
in tali zone.
La mobilità urbana ha stravolto i rapporti tra centro e periferia, togliendo
al centro storico il ruolo di cuore della città, creando frammenti urbani
privi di una identità specifica a corollario del cuore pulsante della città.
)LQR D QRQ PROWL DQQL ID O¶HGLILFDWR HVWHUQR DOOD FLWWj VWRULFD SXU
conservando ancora nella memoria il limite fisico costituito dalle
CRESCITA
URBANA
perimetrazioni difensive, veniva identificato cRQ O¶HVSUHVVLRQH µfuori le
mura o fuori porta¶. Si trattava GL XQ¶HVSDQVLRQH XUEDQD ovvero di un
processo di crescita della città, avvenuto durante O¶Ottocento senza
quella continuità che il centro avrebbe richiesto. Le prime espansioni
sono scandite da piani che prevedono sventramenti nei quartieri antichi,
in maniera tale da costruire una città più consona alle nuove abitudini di
vita. Tali interventi distruggono parte del tessuto urbano della città storica
HTXLQGLGHOO¶LGHQWLWjHGHOODPHPRULDFRPXQH11.
Oggi gli edifici delle periferie, forse per una loro inadeguatezza di fondo
o per un rapido succedersi dei ritmi di vita, non sono in grado di
rispondere in maniera adeguata alle funzioni originarie per cui sono stati
pensati. Proprio gli edifici storici, ad esempio, sono stati disegnati e
realizzati per palesare il prestigio dei proprietari dimostrando, nel tempo,
una non comune capacità di adeguarsi a nuovi usi.
$JOL LQL]L GHO ;;, VHFROR VL SXz FRQVLGHUDUH FRQFOXVD O¶HUD LQGXVWULDOH
senza però esser riusciti a pensare e riprodurre una struttura urbana
corrispondente. Di conseguenza è indispensabile attivare un processo di
WUDVIRUPD]LRQH GHO WLSR HGLOL]LR FDSDFH GL GLDORJDUH FRQ O¶HVLVWHQWH
tenendo conto delle nuove esigenze
10
Gianmarco C. Isola A., Disegnare le periferie. Il progetto del limite, La Nuova Italia
Scientifica, 1993, Roma, p.45.
11
Ronzoni M. R., 2001, p. 46, op. cit.
3
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
EQUILIBRIO
DINAMICO
È possibile definire la periferia storica «FRPHLO OXRJRLQFXLO¶LQWHUHVVH
GHOVLQJRORSUHYDOHVXTXHOORGHOODFROOHWWLYLWjRULJLQDQGRVTXLOLEULQHOO¶XVR
e nelle funzioni degli spazi costruiti, in contrapposizione ai centri storici in
cui è stato raggiunto un equilibrio stabile trD O¶LQWHUHVVH GHO VLQJROR H
quello della collettività»12.
Sino allo scorso secolo, le aree interne alle mura, facenti parte della
città, erano costituite da spazi aventi una propria centralità ed una
determinata identità, ogni parte della città veniva vissuta e riusciva a
UHOD]LRQDUVL FRQ O¶LQWRUQR 6L WUDWWDYD GL XQ VLVWHPD LQ HTXLOLEULR
contraddittoriamente definito instabile, in cui la città andava nel tempo
spopolandosi e la campagna vedeva invece crescere i suoi abitanti
raccolti in borghi.
La periferia è quindi una realtà che si manifesta attraverso numerosi
VOLTI DELLA
PERIFERIA
YROWL GLIIHUHQWL O¶XQR GDOO¶DOWUR 7XWWL L WLSL GL periferia hanno un
GHQRPLQDWRUHFRPXQHFKHqODFRQGL]LRQHGLµGLVWDFFR¶ dal centro. Sono
spesso OXRJKL SULYL G¶LPPDJLQH GL RJQL LGHQWLWj VSazi della solitudine e
GHOO¶HPDUJLQD]LRQHVRFLDOH13.
DIBATTITO
ARCHITETTONICO
Marc Augé in /¶LQFHQGLRGL3DULJL sostiene che le periferie non possono
HVVHUH FRQVLGHUDWH GHL µQRQ OXRJKL¶ perché µQRQ OXRJR¶ q LO FRQWUDULR GL
luogo, ossia di uno spazio per il consumo, per la comunicazione. Ad
esempio le banlieue14 FRVWLWXLVFRQR GHL µQRQ OXRJKL¶ SHU la gente che
viene da fuori, e dei luoghi di vita per molte altre persone15.
La periferia, nella tradizione, rappresenta un luogo non definito se non
in relazione ad un centro urbano;è quella parte di città che comincia
laddove finisce il centro storico e che si allontana da esso.
AREA
MARGINALE
È ancora, XQ¶area marginale del centro urbano, né città, né campagna,
una città senza centro.
Più ci si allontana dal centro e più cambiano i tipi edilizi, l¶DUWLFROD]LRQH
delle facciate e dei prospetti, la definizione degli spazi pubblici, la
GLPHQVLRQHHODOLQHDULWjGHOOHVWUDGH6LPROWLSOLFDQRJOLVSD]LµRVPRWLFL¶
VSD]LUHVLGXDOLFKHµODVFLDQRVFRUUHUHODFLWWj¶WUDWWHQHQGRGLHVVDDSSHQD
12
Bellicini L., Ingersoll R., Periferia italiana, Melteni editore, Roma, 2001, p.12.
AA. VV. Rivista di Architettura, Periferie Hortus, Editoriale Aprile 2009.
14
Con il termine banlieue si intende una zona delimitata da comuni che si trovano
nelle adiacenze di una metropoli, caratterizzati da forti legami socio-economici con il
centro di riferimento. Ha un significato simile ai nostri sobborghi. Le banlieue sono
inoltre caratterizzate da territori più o meno ricchi, con varie economie e tenori di vita.
15
Augé M./¶LQFHQGLRGL3DULJL©0LFUR0HJDªQ 2005, in Editoriale 2009, cit.
13
4
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
qualche evocazione: uno slargo che non è piazza e che, adottato come
campo da gioco, reclama la dignità dello spazio pubblico.
La periferia pur nelle sue innumerevoli sembianze, denuncia la
mancanza di elementi essenziali ad una riconoscibilità urbana: «cultura
GHOO¶Dbitare, ordine, relazioni, valori, storia e progetto»16.
Costituisce la città senza identità, ossia un luogo «in cui le singole parti LUOGO
confinano superficialmente»17, è il luogo in cui manca un linguaggio
IBRIDO
architettonico condiviso ed unitario, è il luogo in cui «confinano i pezzi
GHOO¶HVSORVLRQH
della
molteplicità
e
della
banalità
edilizia
contemporanea»18 &RVWLWXLVFH TXLQGL XQ OXRJR µLEULGR¶ FKH VPXVVD OD
rottura creatasi tra città e campagna.
La periferia «è il luogo del grande intervento edilizio»19; le
trasIRUPD]LRQL FKH O¶KDQQR FRQWUDGGLVWLQWD VRQR OD FRQVHJXHQ]D GHOOD
notevole espansione e di uno sviluppo incontrollato che ha creato la
µFLWWjGLIIXVD¶20.
'DJOL DWWL GHO ƒVHPLQDULR LQWHUQD]LRQDOH LQWHUGLVFLSOLQDUH µ,O 9LYHUH DIVERSE
3HULIHULFR¶ VYROWRVL D 6LUDFXsa, emergono diverse considerazioni sul
CONSIDERAZIONI
concetto di periferia. Il professore Carmelo Strano sostiene che oggi la
cultura occidentale ha generato società caotiche, che apprezzano il
vivere fuori dai centri del lavoro, dando alla città una continuità dettata
dal passaggio integrato tra centro e periferia21.
Didier Rebois, Segretario generale di Europan Europa22, non parla di
periferia (concetto che presume una distinzione dal centro), ma di città
suburbana o città contemporanea. In Europa occidentale, Italia
compresa, queste zone sono generate dallo spostamento della gente
verso la periferia a causa della crisi economica e dei costi minori dei
sobborghi. È insito il desiderio di vivere in abitazioni unifamiliari, con aree
16
AA. VV. µCulture e trasformazioni della città e del territorio¶, Università degli Studi
Roma Tre, Dip.SU - Dipartimento di Studi Urbani, Scuola Dottorale: - Sezione ³3ROLWLFKH
WHUULWRULDOLH3URJHWWR/RFDOH´A.A. 2005-2006.
17
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 55, op. cit.
18
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 55, op. cit.
19
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 57, op. cit.
20
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 24, op. cit.
21
Strano C., I° Seminario interdisciplinare: Il vivere periferico, Facoltà di Architettura,
Università degli Studi di Catania, Siracusa 13-14-15 Marzo 2008.
22
EUROPAN è una Federazione europea, formata dalle Associazioni nazionali di più di
20 paesi europei, che organizza concorsi di idee, con cadenza
ELHQQDOHDSHUWLDLJLRYDQLDUFKLWHWWLGLWXWWD(XURSDFRQPHQRGLTXDUDQW¶DQQLGLHWj
XQDSURFHGXUDFRQFRUVXDOHFRRUGLQDWDGDOO¶RUJDQL]]D]LRQHHXURSHD(8523$1XQLFD
in Europa, che riunisce, in un organismo, le Associazioni nazionali che ne condividono
la missione.
5
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
a verde e servizi. I problemi che emergono sono legati alla mobilità
massiccia, alle µenclaves¶
John Foot, sottolinea come la periferia venga sempre definita in
negativo, per «quello che non è, e mai per quello che è»23.
A completamento del quadro sulle periferie è sintomatica la mancanza
di distinzione tra periferia e città che emerge dal dibattito architettonico
contemporaneo, ipotizzando equilibri complementari che evidenziano il
fenomeno della storicizzazione24.
1.2
PROCESSO STORICO DI METABOLIZZAZIONE
URBANA
Il trascorrere del tempo provoca interessanti relazioni tra parti diverse
CENTRO
E PERIFERIA
della città. In questo contesto sono rilevanti i legami tra il centro e la
periferia che acquisisce un ruolo centrale a causa della successiva
espansione edilizia. Quello che un tempo era nato come quartiere
satellite della città antica, con valenze economiche dettate da una
condizione lavorativa specifica, ha mantenuto un carattere distaccato e si
trova oggi ad essere rivalutato in base alla sua posizione centrale.
La crisi della città contemporanea, incapace di stabilire connessioni e
relazioni tra parti di città differenti non considera le periferie; questi
agglomerati intessono scarse relazioni con la città e vivono di vita propria
per molto tempo, fino a quando la saturazione edificatoria non li
trasforma in ricettacolo di microcriminalità, o in sistemi abitativi a basso
costo.
Da una prima disamina dei caratteri che definiscono la periferia, si
CARATTERI
evidenzia, il netto distacco dalla città consolidata, distacco che si
identifica con un parziale disordine, una casualità e una mancanza di
23
Prof. Foot J., Il vivere periferico, I° Seminario interdisciplinare, Facoltà di Architettura,
Università degli Studi di Catania, Siracusa 13-14-15 Marzo 2008.
24
Cfr. Moschini F., Il luogo-OLPLWHQHOO¶XWRSLDHQHOO¶DUWHClementi A., Perego F., (a cura
di), Eupopolis, la riqualificazione delle città in Europa. I periferie oggi, Biblioteca di
Cultura Moderna Laterza, Laterza, 1990, Bari, in Ronzoni M. R., 2001, cit.
6
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
coesione con il tessuto edilizio esistente, dovuti ad una limitata
progettazione25.
Leonardo Benevolo sostiene che: «la crescita rapidissima della città
QHOO¶HSRFD LQGXVWULDOH SURGXFH OD WUDVIRUPD]LRQH GHO QXFOHR SUHFHGHQWH
DIVERSE
CONCEZIONI
(che diventa il centro del nuovo organismo), e la formazione, intorno a
TXHVWRQXFOHRGLXQDQXRYDIDVFLDFRVWUXLWDODSHULIHULDǻ26. Il suddetto
nucleo, che mostra una sua struttura di base, presente nel Medioevo e
QHOO¶HWjPRGHUQa, è costituito da chiese e palazzi che dominano la città,
da strade troppo strette per poter contenere il traffico veicolare in
aumento, case troppo piccole e compatte per ospitare una popolazione
più densa. Di conseguenza le classi abbienti lasciano gradualmente il
centro e si stabiliscono in periferia, vendendo, affittando o abbandonando
i loro domicili precedenti e lasciandoli alla mercè di immigrati e povera
gente. Da questo momento la periferia diventa un territorio libero in cui si
insediano quartieri di lusso, quartieri poveri ecc.
«Le città hanno sempre e comunque contemplato la presenza di aree CONTORNO
SHULIHULFKH SHUFKp VHPSUH H FRPXQTXH HVLVWHYD XQ FRQWRUQR XQ¶DUHD
OLPLWH GL SDVVDJJLR WUD O¶HGLILFDWR H OD FDPSDJQD»27. Le aree interne alle
mura erano date dalla composizione di spazi ognuno avente una propria
centralità ed una precisa identità. La città veniva vissuta in ogni sua parte
HVLUHOD]LRQDYDFRQO¶LQWRUQR
In un primo momento gli interventi si limitano al singolo organismo
architettonico: scuole, musei, mercati, ospedDOLFDVHG¶DELWD]LRQHSHUOD
media borghesia.
1HOO¶LQYHFHVLSURJHWWDQROHSULPHHVSDQVLRQLVLDEEDWWRQROHPXUD ESPANSIONI
H OD FLWWj LQL]LD D SHUGHUH TXHOO¶DVSHWWR GL XQLWDULHWj FKH OD
contraddistingueva28.
Nel Novecento, vengono emanati i primi regolamenti edilizi; si
istituzionalizza infatti nel 1942 il Piano Regolatore, definito allora
PRIMI
REGOLAMENTI
EDLIZI
strumento urbanistico indispensabile per il controllo della crescita urbana.
Peraltro viene a mancare la capacità di coordinare e gestire la crescita
soprattutto per i nuovi ampliamenti; a tal proposito si giunge ad una
crescita quasi incontrollata e quindi invasiva per il territorio29.
25
Iacomoni A., 2009, p. 11, op. cit.
Cfr. Leonardo Benevolo, Storia della città, Editori Laterza, Bari, 1978, in Ronzoni M.
R., 2001, p. 47, cit.
27
Ronzoni M., 2001, p. 41, op. cit.
28
Ronzoni M., 2001, p. 43, op. cit.
26
7
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
«La città, così come è espressa dalla periferia, si presenta come un
semplice accostamento di parti incapaci e impossibilitate a generare
sinergie»30, parti quali le abitazioni, il verde, gli edifici specialistici, le
piazze, le strade etc. La città storica è ormai consolidata entro schemi e
relazioni solide, basate sulla comunicazione tra parti vicine, su modelli di
vita e di spostamento ancora validi, la periferia storica invece, nascendo
come agglomerato urbano separato, non riesce ad intessere relazioni e
ad esprimere un modello di vita consono al trascorrere del tempo. I
diversi tempi di edificazione, poi, concorrono ad una frantumazione
ulteriore del modello e immettono nel sistema ulteriori limiti alla continuità
urbana.
Attraverso la metabolizzazione di questo processo evolutivo, sul finire
del secolo scorso, emerge la complessità del tema periferia che si
esplicita:
ƒ
alla scala territoriale, attraverso le discontinuità dei tessuti
contigui;
ƒ
alla scala urbana, consolidando le relazioni con la città;
ƒ
alla scala edilizia, valutando le caratteristiche degli isolati e dei
singoli edifici.
La questione delle periferie è motivo di interesse ancKHDOO¶HVWHURGRYH
ASPETTI
è stata affrontata individuando molti aspetti importanti. Ad esempio gli
obiettivi principali degli interventi francesi sono stati quelli di ricreare
spazi a carattere urbano e di tipo complesso, con caratteristiche
e
articolazioni facilmente identificabili. Tutto ciò attraverso strategie di
recupero urbano che centralizzassero le trasformazioni degli spazi
esterni e di uso collettivo, DOILQHGLVROOHFLWDUHO¶DJJUHJD]LRQHXPDQDHOD
ricomposizione urbana.
I tedeschi invece hanno pensato ad un recupero urbano legato a piccoli
interventi finalizzati alla creazione di luoghi accessibili e tranquilli. La
realizzazione di una rete verde, alternativa a quella carrabile è stata la
prima operazione di piccola scala.
Un caso molto interessante, risulta essere quello della Spagna in cui la
qualità del progetto diventa il motore della riqualificazione urbana31. Gli
spagnoli hanno infatti posto al centro il tema della riqualificazione dello
29
Ronzoni M., 2001, p. 47, op. cit.
Ronzoni M., 2001, pp. 55-56, op. cit.
31
Iacomoni A., 2009, p. 13, op. cit.
30
8
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
spazio pubblico sia nella città consolidata che nelle aree marginali di più
recente urbanizzazione.
Ecco che la periferia, così come è avvenuto per la città storica,
ADEGUAMENTO
necessita di adeguamento ai nuovi canoni del vivere quotidiano, agli
VSD]L GHOOD VRFLDOL]]D]LRQH H GHOO¶DJJUHJD]LRQH FRQWHPSRUDQHDFLz YDOe
sia per lo spazio privato che per quello pubblico, questo deve perdere
quella caratteristica, recente, di luogo di µpassaggio¶, che lo connatura
attualmente. Questo implica una comprensione dei nuovi fenomeni di
aggregazione, in cui nuovi µcentri¶ si identificano con nuovi µpoli¶ di
socializzazione.
In questo contesto si evidenzia il ruolo fondamentale del progetto PROGETTO
ARCHITETTONICO
architettonico ed urbano, di
una progettazione integrata basata sul E URBANO
progetto di suolo come O¶HOHPHQWR GHWHUPLQDQWH GHO «nuovo significato
della periferia»32.
La logica con cui approcciarsi alla riqualificazione delle periferie
storiche italiane GHYH SHUVHJXLUH O¶LQWHJUD]LRQH GHOOH IXQ]LRQL H GHOOH
aspirazioni
degli
utenti,
arricchendo
il
progetto
architettonico e
tecnologico con quello del sistema ambientale e strutturando un insieme
di relazioni/collegamenti tra le parti, indispensabili per contestualizzare e
rendere vivibile tale ambito.
3HUFXLO¶RELHWWLYRoggi deve essere quello di raggiungere una migliore
qualità urbana delle periferie, passando attraverso una ridefinizione delle
tecnologie HGLOL]LHSUHVHQWLDWWUDYHUVRO¶LQVWDXUD]LRQHGLXQQXRYROHJDPH
con O¶intorno, il contesto e la città esistente.
1.2.1 DA PERIFERIA A PERIFERIA STORICIZZATA
Il concetto di periferia diviene chiaro quando, con la rivoluzione
industriale, si viene a creare una netta distinzione tra centro storico, città
borghese e città operaia. Essa assume il significato di spazio riempito e
unificato casualmente, di vuoto33.
32
Iacomoni A., 2009, p.13, op. cit.
Cao U., Il Vivere Periferico, I° Seminario internazionale interdisciplinare, Facoltà di
Architettura, Università degli Studi di Catania, Siracusa 13- 14-15 Marzo 2008.
33
9
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
PRIMO DISEGNO
DI PERIFERIA
Dopo gli esperimenti isolati deglLDQQL¶SHUODUHDOL]]D]LRQHGLQXRYL
quartieri, neJOLDQQL¶-¶VLGLVHJQDHVLSURJHWWDSHUODSULPDYROWDOD
periferia grazie ad una politica della casa (Legge 167/72, INA casa) che
vede la nascita di edifici a grande scala. Nascono nuove forme di
periferia, grandi occasioni di trasformazione urbana:
ƒ
NUOVE FORME
SHULIHULD FRPH µFLWWj GL PDUJLQH¶ LQ FRUULVSRQGHQ]D GHOOH
grandi aree legate alle stazioni ferroviarie o ai porti (ad es. a
Genova il tema del waterfront viene risolto creando una città di
qualità a ridosso del porto);
ƒ
SHULIHULD FRPH µFLWWj GHOOD GLVPLVVLRQH¶ QHOOD TXDOH OH
numerose fabbriche in disuso originano una sorta di rivoluzione
industriale al contrario;
ƒ
SHULIHULDFRPHµFLWWjGHOODVHJUHJD]LRQHHGHOOHHQFODYH¶, con
la distinzione fra situazioni di pregio, come quelle dei quartieri a
ville private, e quartieri di edilizia popolare o abusivi;
ƒ
periferia come µcittà della mobilità e delle relazioni¶ che si va
definendo intorno ai grandi poli della mobilità, come per esempio
autostrade e stazioni ferroviarie;
ƒ
periferia come µFLWWjGHOO¶HYHQWRHGHOODVSHULPHQWD]LRQH¶, che
si viene a creare per grandi eventi, come le olimpiadi, che portano
con sé sperimentazione architettonica e urbana34.
PERIFERIA
STORICIZZATA
In questo contesto la periferia storicizzata non è altro che una porzione
di città, parte di un perimetro definito che identifica il punto di contatto tra
FLWWj VWRULFD H FLWWj PRGHUQD 8Q¶DUHD GL FRQILQH FKH tenta di emulare,
senza riuscirvi, le aree residenziali borghesi. La periferia storicizzata non
rappresenta però «XQ¶DUHD PDUJLQDOH GHOOD FLWWj FHQWUDOH»35, individua
XQ¶DUHDOLPLWURIDDOFHQWUR.
Come dice Pérec, non si può non «riconoscere che le periferie hanno
una forte tendenza a non restare periferie»36; il passaggio da periferia a
periferia storica avviene quando essa acquista un valore che aumenta
con il passare del tempo, mentre si carica di valenze identitarie legate
alla memoria passata.
34
Dato Z., Il Vivere Periferico, I° Seminario internazionale interdisciplinare, Facoltà di
Architettura, Università degli Studi di Catania, Siracusa 13- 14-15 Marzo 2008.
35
'HYRWR2OLDOODYRFHµSHULIHULD¶LQ%HOOLFLQL/,QJHUVROO5S 33, cit.
36
Pérec, G., Specie di spazi, Torino, Bollati Boringhieri, 1989, p.73, in Bellicini L.,
Ingersoll R., 2001, p. 33, cit.
10
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
1.2.2 /¶(92/UZIONE DELLA PERIFERIA
STORICIZZATA ITALIANA
Durante gli anni ¶-¶ lo stato della periferia italiana mette in $11,¶50 - µ60
evidenza la mancanza di vere e proprie regole per un serio e disciplinato
sviluppo. Tutto ciò è collegato alla mancanza di una politica della casa
contraddistinta, da due fenomeniO¶DEXVLYLVPRe la speculazione edilizia.
Tale atteggiamento di distacco critico, a partire dalla fine degli anni
¶, ignora la µcittà che avanza¶, prendendo così le distanze dalla città
contemporaneità37.
Come afferma Franco Rella, la periferia è considerata come µO¶Dntro
della città¶, come incompiutezza, disordine, irriconoscibilità, bruttezza,
«una realtà abitativa senza limiti, né soglie, un dappertutto che è nessun
luogo»38. I suoi luoghi più esterni sono caratterizzati da limitata identità
architettonica e trasudano un esasperato senso di non appartenere ad
un particolare luogo39.
È con la presa di coscienza che la città non deve essere solo nuova
edificazione e con la riqualificazione dei centri storici che la periferia
perderà di intersse.
Intorno agli anni ¶-¶ entrano in vigore in Italia le leggi sXOO¶(GLOL]LD $11,¶70 - µ80
economica e popolare che consentono la realizzazione di interventi
pubblici in periferia: è la rivoluzione del progetto urbano. 1HJOL DQQL ¶
ogni insediamento tende a riprodurre storicamente, alle opportune scale,
le modalità di costruzione di una città; per cui ogni comune, frazione,
EUDQRGLWHUULWRULRHQXFOHRLQVHGLDWLYRDWWXDSLDQLSHUO¶HGLOL]LDHFRQRPLFD
e popolare, creando quartieri, sobborghi, espansioni, ecc.40. NHOO¶DUFR
temporale di circa dieci anni le città si ampliano ed il problema
GHOO¶DELWD]LRQHVHPEUDLQSDUWHULVROWR
È il periodo degli studi urbani, delle analisi sul rapporto tra tipologia
edilizia e morfologia urbana, delle riflessioni sulla permanenza dei
monumenti e dei tracciati, più in generale della µstoria dei fenomeni
urbani che è diventata la ragione stessa della trasformazione della città
37
Grassi G., Editoriale 2009, cit.
Rella F., Editoriale 2009, cit.
39
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 9, op. cit.
40
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.47, op. cit.
38
11
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
consolidata¶41, senza intaccare i margini indefiniti e conflittuali delle nuove
e vecchie periferie.
PERIFERIA
MODERNA
La periferia moderna nasce in contrapposizione con il centro storico.
Quando,
nel
1931,
Gustavo
Giovannoni
scriveva
FKH O¶DVSHWWR
caratteristico delle città o delle periferie ed il loro valore artistico e
culturale si rifletteva soprattutto nello schema topografico e nei
raggruppamenti edilizi, postulava tre fatti nuovi: il superamento
GHOO¶µDQWLFR¶, inteso come semplice archeologia, la qualità urbana,
considerata come esito di valori etici più che estetici ed infine i valori
sociali e popolari, SUHVHQWLDOO¶LQWHUQRGHOconcetto GLµFHQWURVWRULFR¶
Oggi in Italia il conflitto tra valori sociali e culturali e caratteri identitari
diviene sempre più complesso e difficile da dipanare. Solo in tempi
recenti, passando attraverso il recupero delle zone dismesse, si è ridato
valore alle periferie, che diventano elemento di innovazione e di
cambiamento per la città, luoghi in cui operare miglioramenti sociali e
culturali.
1.3 CASI STUDI
I casi studio in esame, riguardano quartieri che rientrano nelle µSHULIHULH
VWRULFL]]DWH¶, nazionali e internazionali. Si tratta di parti di città che, con
O¶HVSDQVLRQH VRQR VWDWH LQJOREDWH GDO FRVWUXLWR YHQHQGR LQWHJUDWH QHOOD
città storica.
La periferia come limite42 del costruito può essere caratterizzata da un
IL LIMITE
HOHPHQWR OLQHDUH FKH FRVWLWXLVFH XQ FRQILQH WUD GXH IDVL XQ¶LQWHUUX]LRQH
può divideUH XQD ]RQD GDOO¶DOWUD R SXz PHWWHUH LQ UHOD]LRQH GXH ]RQH H
addirittura collegarle.
La periferia intesa quindi come limite può assumere diverse
VIDFFHWWDWXUH H FRPSUHQGHUH UHDOWj GLVWLQWH FKH GHILQLVFRQR O¶LGHQWLWj H L
caratteri di un determinato tipo di periferia (suburbio); pertanto si
41
Cao U., Peri-Centri, Periferie? Paesaggi urbani in trasformazione, in Architettura e
Città, Di Baio Editore, 2007.
42
Lynch K., /¶LPPDJLQHGHOODFLWWj, Marsilio Editori, Venezia, 1964, pp. 65-66.
12
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
distinguono, tra le altre, la periferia storica, la periferia urbana, la periferia
industriale.
Lo studio in oggetto indaga le periferie µVWRULFKH¶, costituenti oggi parti di
città generalmente associate ad un'area urbana e individua casi nazionali
ed internazionali al fine di evidenziare caratteri e trasformazioni, punti di
forza e di debolezza.
I casi oggetto di studio sono:
CASI STUDIO
Casi nazionali:
ƒ
il quartiere di Picanello a Catania;
ƒ
il quartiere del Littorio a Palermo;
ƒ
il quartiere del Vomero a Napoli;
ƒ
il quartiere di Loreto a Bergamo;
Casi internazionali:
ƒ
il quartiere della Bastiglia a Parigi;
ƒ
il quartiere di Kreuzberg a Berlino;
ƒ
il quartiere della Barçeloneta a Barcellona.
La scelta dei summenzionati quartieri scaturisce dalla selezione di
contesti similari che presentano problematiche e caratteristiche simili. I I CARATTERI
casi, risalenti alla stessa epoca (XIX secolo), dal punto di vista
morfologico, presentano un impianto regolare a scacchiera, tipico della
città ottocentesca, e risentono quasi tutti di un forte degrado sociale,
edilizio e architettonico.
La lettura dei casi è organizzata attraverso fattori e fenomeni (fisici, FATTORI E
sociali, politici, ecc.):
ƒ
O¶inquadramento;
ƒ
la nascita del quartiere e le sue trasformazioni;
ƒ
i caratteri del tessuto urbano e degli isolati;
ƒ
i modelli edilizi;
ƒ
i FDUDWWHULWHFQRORJLFLGHOO¶HGLILFDWR
ƒ
gli interventi di riqualificazione operati;
ƒ
i piani.
FENOMENI
Lo studio effettuato sui singoli quartieri, è stato condotto tramite la
schedatura di alcuni elementi di rilievo. È stata progettata e compilata
una scheda generale SCHEDA A - ANALISI che, sintetizza i caratteri dei
SCHEDA A
quartieri. La scheda A comprende:
ANALISI
ƒ
ANAGRAFICA - tessuto urbano;
13
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
ƒ
QUARTIERE - nascita e profilo storico;
ƒ
CARATTERI - edilizi, tecnologici e stilistici.
Tale scheda consente di sintetizzare informazioni di natura eterogenea,
utili alla conoscenza alla scala del quartiere.
14
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
Scheda A 1 ± Il quartiere di Picanello a Catania
15
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Scheda A 2 ± Il quartiere del Littorio a Palermo
16
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
Scheda A 3 ± Il quartiere del Vomero a Napoli
17
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Scheda A 4 ± Il quartiere del Loreto a Bergamo
18
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
Scheda A 5 ± Il quartiere della Bastiglia a Parigi
19
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Scheda A 6 ± Il quartiere di Kreuzberg a Berlino
20
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
Scheda A 7 ± Il quartiere di Barçeloneta a Barcellona
21
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
1.4 SINTESI E CONFRONTO TRA I CASI
PREMESSA
Dai vari casi studio trattati, emergono determinati modelli urbanistici e
architettonici, ognuno con le proprie caratteristiche e con le relative
differenze e analogie.
4XDVL WXWWL L TXDUWLHUL HVDPLQDWL VRQR µLPPHGLDWH SHULIHULH¶ RYYHUR
quartieri nati dallo sviluppo del centro-città, proprio per questo e per i
caratteri che li identificano sono considerate periferie storiche.
Dalle analisi effettuate, relative ad esempi di quartieri ottocenteschi,
nazionali e transazionali, scaturisce una scheda di sintesi e confronto
dalla quale emergono:
ƒ
SITUAZIONE ORIGINARIA;
ƒ
STRATEGIE ATTUATE;
ƒ
ESITI.
Nel primo punto sono stati messi in evidenza i caratteri che identificano
la situazione originaria (caratteri identitari) del quartiere e le relative
dinamiche di sviluppo, nel secondo punto sono state trattate le strategie
di riqualificazione attuate, tenendo in considerazione i relativi piani, i
progetti e gli strumenti urbanistici e normativi di riferimento che hanno
favorito e regolato tali interventi. Infine, il terzo punto contiene gli esiti
ottenuti dalle strategie di riqualificazione analizzate.
CASI
NAZIONALI
Casi nazionali: Picanello, Littorio, Vomero e Loreto, sono quartieri
residenziali SHULIHULFL LQJOREDWL DO¶LQWHUQR GHOOD FLWWj pur essendo
inizialmente carenti dei principali servizi.
/DQDVFLWDHO¶HVLVWHQ]DGLWDOLTXDUWLHULVLGHYHD iniziative private che
ne hanno affrontato O¶DVSHWWRHFRQRPLFR/insediativo. Picanello è nato ad
esempio grazie ad un sistema di lottizzazioni private, il Littorio è stato
realizzato con contributi statali e manovre speculative, il Vomero nasce
da una nuova divisione amministrativa, infatti tutti i villaggi del Vomero
entrano a fa parte della città, la sua urbanizzazione si deve alla banca
Tiberina. Il Loreto, proviene invece, dalla demolizione dei vecchi e
originari edifici, realizzati in terre appartenenti ad un solo proprietario.
22
Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´
Tra i casi esteri, la Bastiglia, cresciuta secondo il modello di sviluppo CASI
radiocentrico, tipico della città medievale, sino al XIX secolo il suo tessuto
ESTERI
viario era caratterizzato da un labirinto di stradine.
Alla
Bastiglia,
Haussmann
impone
infatti
assi
e
piazze
geometricamente ispirate ai canoni barocchi, ma spazialmente e
volumetricamente coerenti con le esigenze della borghesia emergente.
Egli definisce così un grande telaio di viabilità che tratta la città
preesistente come materiale plastico da riconfigurare demolendo e
ricostruendo4XLGRPLQDO¶XQLIRUPLWjGHOOHIDFFLDWHÊGLYHQXWDRJJLXQD
triste lottizzazione caratterizzata da un impianto urbano a scacchiera e
piazza centrale di forma quadrata.
A Barceloneta, prevale un sistema di blocchi di case stretti e lunghi,
ampliamenti e facciate con sopraelevazioni. Diciamo che in entrambi i
quartieri si verificano situazioni simili. A Kreuzberg invece, oltre al
risanamento urbano, si applica una nuova idea di recupero, volta ad
LQWHUYHQWLSLGHWWDJOLDWLFKHFRLQYROJRQRO¶DPELWRWHFQRORJLFR
Originariamente il quartiere del Vomero si sviluppava su un tracciato
viario a maglia reticolare e schema radiale e quello della Bastiglia
seguiva un modello radiocentrico. Oggi, invece, tutti i casi analizzati,
mettono in evidenza un impianto urbano regolare, con strade dritte che si
intersecano ortogonalmente (impianto a scacchiera), tipico della città
ottocentesca.
Tutti i quartieri, al di là di elementi localistici derivanti da strategie di
riqualificazione attuate, attraverso piani, progetti, caratteri tipici dei
quartieri dormitorio, sono oggi accomunati da un destino che ha visto la
loro evoluzione da periferia a quartieri integrati nella città storicizzata,
conservino ancora la propriDLGHQWLWjFKHQHGHQXQFLDO¶RULJLQH
(Scheda sinottica A 8).
23
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Scheda sinottica A 8 ± Sintesi e confronto tra i casi nazionali e trasnazionali
24
NUOVI ORIENTAMENTI,
STRUMENTI NORMATIVI
E STRATEGIE OPERATIVE
2.1 32/,7,&+( '¶,17(59(172 5($/,==$7( 1(//(
PERIFERIE ITALIANE
INTRODUZIONE
1HJOLDQQL¶©Qel dibattito politico e culturale sui problemi della città RIQUALIFICAZIONE
in Italia, il termine riqualificazione urbana ha preso il sopravvento su
quello del recupero edilizio»1. Alla riqualificazione urbana si ispirano
proposte di modifica della legge 5 agosto 1978, n. 457 (primo e unico
PiaQRGHFHQQDOHSHUO¶HGLOL]LD, così come dure critiche a quanto fatto fino
ad ora. La necessità di nuove regole nella costruzione e nella
conservazione dei beni edilizi muove teorie che hanno intere parti di città
come protagonista2.
È da qui che O¶DWWHQzione politica e professionale si orienta anche verso
OHµSHULIHULH¶VLYDDOODULFHUFDGLµQXRYHUHJROH¶VLSXQWDDOODTXDOLWjQHOOD
costruzione della città3.
Dietro questo cambiamento sembra di poter scorgere qualcosa di più
concreto: O¶LGHDGLFLWWj e i rapporti che essa intrattiene, «nella riflessione
WHRULFD QHOOH SUDWLFKH XUEDQH H QHOO¶LPPDJLQDULR FROOHWWLYR FRQ LO
1
Gambino Roberto in Gianmarco C. Isola A., Disegnare le periferie, La Nuova Italia
Scientifica, Roma, 1993, p.167.
2
Gianmarco C. Isola A., 1993, p.167, op. cit.
3
Gianmarco C. Isola A., 1993, p.167, op. cit.
25
URBANA
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
patrimonio ereditario di cose, di memorie e di valori»4. Si vuole restituire
un valore economico e sociale al patrimonio esistente e creare il
CENTRO-PERIFERIA
dualismo «centro/periferia»5 che entra in relazione con la dicotomia
«vecchio-nuovo»6.
1HOOH HVSHULHQ]H GL TXHVWL DQQL ©LO FRQWHQLPHQWR GHOO¶HVSDQVLRQH
XUEDQD O¶XVR SDUVLPRQLRVR GHL VXROL DJULFROL OD GLIIXVLRQH GHL VHUYL]L
sociali, il decentramento delle attività produttive e del terziario
polarizzante si accompagnano al recupero delle vecchie periferie storiche
(spesso rimaste come sacche di degrado interne alla città), delle
preesistenze rurali abbandonate, dei villaggi operai della protoLQGXVWULDOL]]D]LRQH H DOOD GLIHVD GHOO¶LQWHJULWj ILVLFD H VRFLDOH GHL FHQWUL
storici»7. Obbiettivi in parte raggiunti. /¶RWWLFDqGLULDSSURSULDUVLGLWXWWDOD
città, di operare su quanto edificato e di restituire agli utenti beni edilizi
dismessi, dimenticati, ruderizzati.
Il percorso evolutivo delle politiche urbane può quindi essere letto
attraverso il rapporto stabilito con la città esistente, nel tentativo di
sperimentare e riqualificare insieme, per adeguare le politiche urbane alle
domande dei quartieri in crisi.
POLITICHE
URBANE
1HJOL DQQL ¶ VL DVVLVWH DG XQD «pluralizzazione del campo delle
politiche urbane»8, finalizzata alla riqualificazione dei quartieri periferici
degradati e di conseguenza emarginati. Il rischio di esclusione sociale
scatena un certo disagio, generando un luogo privilegiato che andasse
ben oltre le risposte quantitative al fabbisogno abitativo, o a quelle
omologanti di trattamento amministrativo dei bisogni.
&LzFRQVHQWHXQ¶LPSRVWD]LRQHGHJOLLQWHUYHQWLSXEEOLFLGLULTXDOLILFD]LRQH
più variegata e integrata.
Si tratta di mettere in pratica un rinnovamento delle politiche abitative e
di articolare nuovamente i centri storici, prendendo in considerazione tutti
quei quartieri, addossati alla città, oggi isolati ed emarginati, considerati
SHULIHULHHGLQJOREDUOLDOO¶HVLVWHQWH
4
Gianmarco C. Isola A., 1993, p.167, op. cit.
Gambino Roberto in Gianmarco C. Isola A., Disegnare le periferie, La Nuova Italia
Scientifica, Roma, 1993, p.168.
6
Gianmarco C. Isola A., 1993, p.168, op. cit.
7
Gianmarco C. Isola A., 1993, p.169, op. cit.
8
Laino G., in Governa S., Saccomani F., (a cura di), Periferie tra riqualificazione e
sviluppo locale. Un confronto sulle metodologie e sulle pratiche di intervento in Italia e in
Europa. Alinea, Firenze, 2002, pp. 71.
5
26
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
,O FRQWHQLPHQWR GHOO¶HVSDQVLRQH XUEDQD O¶XVR PRGHUDWR GHL VXROL
agricoli, la diffusione dei servizi sociali, il decentramento delle attività
SURGXWWLYH VRQRIDWWRULFKH VL DFFRPSDJQDQR DOUHFXSHUR GHOOH µSHULIerie PERIFERIE
VWRULFKH¶ ©VSHVVR ULPDVWH FRPH VDFFKH GL GHJUDGR LQWHUQH DOOD FLWWjª9,
STORICHE
delle preesistenze rurali abbandonate, dei villaggi operai e alla difesa
GHOO¶LQWHJULWjILVLFDHVRFLDOHGHLFHQWULVWRULFL
Si individuano a grandi linee i caratteri dei piani e degli strumenti STURMENTI
applicati, alle periferie, in ambito nazionale:
APPLICATI
1. Piani URBAN per le Periferie;
2. Contratti di Quartiere;
3. Programmi di Riqualificazione Urbana - P.R.U.;
4. Programmi Integrati di Intervento - P.I.I.;
5. Programmi di Recupero Urbano10 - P.R.U.;
6. Società di Trasformazione Urbana - S.T.U.
Si tratta di strumenti, in teoria, sensibili ai valori sociali, finalizzati al
miglioramento dei VHUYL]LGHOODVDQLWjHGHOO¶RUGLQHSXEEOLFR Sono volti al
recupero, alla riqualificazione urbana ed alla realizzazione di interventi di
manutenzione straordinaria (verde, servizi pubblici e privati, recupero di
edifici esistenti, ristrutturazione urbanistica, urbanizzazioni primarie e
secondarie etc.).
Le caratteristiche, i fattori e gli interventi previsti dai programmi
menzionati, sono esplicitati attraverso i seguenti punti:
ƒ
descrizione del programma;
ƒ
opportunità dello strumento;
ƒ
obiettivi e interventi;
ƒ
sinergia pubblico-privato;
ƒ
finanziamenti;
ƒ
localizzazione dei contratti e dei programmi;
ƒ
iter procedurale.
CARATTERISTICHE
AL µprogrammi FRPSOHVVL¶ hanno aderito Amministrazioni Comunali di
varie regioni, in condizioni diverse e con finalità diverse.
9
Gambino Roberto in Gianmarco C. Isola A., Disegnare le periferie, La Nuova Italia
Scientifica, Roma, 1993, p.169.
10
Bellicini L., Ingersoll R., Periferia Italiana, Meltemi, Roma, 2001, p.76.
27
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
2.1.1 PIANI URBAN PER LE PERIFERIE
/¶8QLRQH (XURSHD GD SDUHFFKL DQQL FRQWULEXLVFH DOO¶DWWXD]LRQH GL
politiche urbane sia a livello nazionale che regionale.
Per ampliare e coordinare gli interventi durante il periodo 1994-1999, il
2 Marzo 1994 l¶8QLRQH (XURSHD KD GHFLVR GL GDUH DYYLR DOO¶LQL]LDWLYD
URBAN.
DESCRIZIONE
Si tratta di un piano di finanziamenti per interventi di rilancio socioeconomico, favorendo anche il rinnovo di impianti ed infrastrutture e
PLJOLRUDQGR H ULTXDOLILFDQGR O¶DPELHQWH11. I servizi di riqualificazione
RIQUALIFICAZIONE
ambientale consistono nella definizione di un insieme integrato di
interventi organici per la sistemazione, la fruizione e gestione delle aree
degradate. Il fine della riqualificazione è, quindi, quello di progettare gli
spazi, rendendoli aree facilmente accessibili e fruibili, in grado di
rinnovarHO¶LPPDJLQHXUEDQDHQRQVROR
La riqualificazione di un sito genera HIIHWWL VXOO¶LQWRUQR QDWXUDOH R
antropizzato. Questi effetti riguardano la variazione di qualità urbana,
O¶accessibilità e la continuità eco-sistemica12.
OBIETTIVI ± INTERVENTI
I contenuti degli interventi possono essere raggruppati in tre grandi
temi13:
ƒ
riqualificazione ambientale;
ƒ
sviluppo economico;
ƒ
integrazione sociale.
I progetti finanziati riguardano O¶DYYLR GL DWWLYLWj HFRQRPLFKH OD
SURPR]LRQH GHOO¶RFFXSD]LRQH D OLYHOOR ORFDOH OD IRUPD]LRQH GL VHUYL]L
sociali, il miglioramento della sanità e delO¶Rrdine pubblico, delle
LQIUDVWUXWWXUHHGHOO¶DPELHQWHTXHVW¶XOWLPRIDWWRUHVWUHWWDPHQWHFRQQHVVR
con il recupero dei beni edilizi e degli spazi pubblici, compreso il verde.
11
Bellicini L., Ingersoll R., Periferia Italiana, Meltemi, Roma, 2001, p.76.
www.italplan.com/index.php?option=com_content...id...
13
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.77.
12
28
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
I progetti URBAN hanno durata generalmente quadriennale, devono
avere nei confronti delle altre zone un carattere prettamente dimostrativo,
inoltre vengono considerati i progetti più innovativi, facenti parte di
strategie di integrazione urbana a lungo termine.
/¶8QLRQH(XURSHDOLPLWDLOFR-finanziamento ai progetti urbani relativi a
quartieri identificati dal punto di vista geometrico o a unità amministrative.
I progetti devono essere relativi alle regioni il cui sviluppo economico è
in ritardo, realizzati in agglomerati urbani di oltre 100.000 abitanti e
destinati ad aree che presentano un elevato tasso di disoccupazione ed
un tessuto urbano disgregato, con alloggi precari e in ambiti in cui vi è la
mancanza di servizi sociali.
AMBITI
$ TXHVWD LQL]LDWLYD HXURSHD KDQQR SDUWHFLSDWR QHO FRUVR GHOO¶DQQR ADESIONI
1995, ben tredici comuni tra nord, centro e sud, quali: Genova, Venezia,
Roma, Napoli, Salerno, Bari, Foggia, Cosenza, Reggio Calabria,
Palermo, Catania, Siracusa e Cagliari. In un secondo momento si sono
aggiunte Trieste, Catanzaro e Lecce. (Scheda B 1).
29
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
B
1
INTERVENTI
Rilancio
Socio - Economico
Rinnovo Impianti e
Infrastrutture
MIGLIORAMENTO
della QUALITÁ della VITA
KWWKZdhE/d͛>>K^dZhDEdK͗
ƒ ů͛ŝŶĐĞŶƚŝǀŽĚŝŝŶƚĞƌǀĞŶƚŝĚŝƌŝůĂŶĐŝŽƐŽĐŝŽeconomico;
ƒ il rinnovo di impianti e di infrastrutture;
ƒ il miglioramento ambientale.
Riqualificazione
Ambientale
Sviluppo
Economico
CARATTERISTICHE:
Si tratta della realizzazione di un piano di
finanziamenti con durata quadriennale e
carattere prettamente dimostrativo. Applicati ad
aree che presentano un tessuto urbano
disgregato.
Hanno o scopo di:
ƒ cercare soluzioni per il grave problema sociale;
ƒ risolvere la crisi di molti quartieri urbani.
&/E>/d͛>>K^dZhDEdK͗
ƒ ů͛ĂǀǀŝŽĚŝĂƚƚŝǀŝƚăĞĐŽŶŽŵŝĐŚĞ͖
ƒ ůĂƉƌŽŵŽnjŝŽŶĞĚĞůů͛ŽĐĐƵƉĂnjŝŽŶĞĂůŝǀĞůůŽůŽĐĂůĞ͖
ƒ la formazione di servizi sociali;
ƒ ů͛ŝƐƚŝƚƵnjŝŽŶĞĚĞůůĂƐĂŶŝƚăĞů͛ŽƌĚŝŶĞƉƵďďůŝĐŽ͖
ƒ il miglioramento delle infrastrutture e
ĚĞůů͛ĂŵďŝĞŶƚĞ͘
SI PREVEDE:
ƒ Il restauro degli edifici, ovviamente ai fini
economici e sociali;
ƒ il recupero di spazi pubblici, incluso anche il
verde pubblico.
Riqualificazione
Ambientale
OBIETTIVI
SOCIALE
NASCITA:
ƒ Il 2 Marzo 1994 >͛hŶŝŽŶĞ Europea da avvio
Ăůů͛ŝŶŝnjŝĂƚŝǀĂ URBAN.
INTERVENTI
PIANO DI FINANZIAMENTI
DESCRIZIONE
I PIANI URBAN PER LE PERIFERIE
SINERGIA
RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO
Scheda B 1 ± I Piani Urban per le Periferie.
30
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
2.1.2 CONTRATTI DI QUARTIERE
Il C.E.R. (Comitato Edilizia Residenziale del Ministero dei Lavori C.E.R.
Pubblici) tramite una propria delibera, ha istituito nel giugno del 1997 un
nuovo tipo di piano-progetto denominato «Contratti di quartiere»14.
DESCRIZIONE
I Contratti di Quartiere sono piani che consistono in progetti di recupero PROGETTI DI
edilizio e urbano promossi dai Comuni in quartieri segnati da diffuso
RECUPERO
degrado e da carenze di servizi, in un contesto di scarsa coesione
sociale e di marcato disagio abitativo.
Prevedono quindi il recupero del patrimonio edilizio pubblico, di tipo
residenziale, in zone della città carenti per qualità ambientale e servizi.
Si tratta di interventi applLFDWL DO WHUULWRULR FRQ O¶RELHWWLYR GHO
risanamento urbano ed edilizio per il miglioramento delle condizioni
economiche e sociali della popolazione residente, con la possibilità di
aumento GHOO¶RFFXSD]LRQH15.
La delibera del C.E.R. è stata a sua volta recepita da un decreto del
Ministro dei Lavori Pubblici che contiene il bando rivolto ai Comuni per la
preparazione e presentazione dei progetti16.
23325781,7$¶'(//267580(172
La sperimentazione verte su quattro tematiche:
ƒ
qualità tecnico-progettuale;
ƒ
risparmio energetico;
ƒ
soddisfazione delle esigenze delle categorie sociali deboli;
Una novità dei Contratti di Quartiere è il tentativo di coinvolgere
GLUHWWDPHQWHJOLDELWDQWLGHOTXDUWLHUHQHOO¶HODERUD]LRQHGHLSURJHWWL
OBIETTIVI - INTERVENTI
Per la componente urbana, gli interventi promossi dai Contratti devono:
ƒ
rinnovare i caratteri edilizi;
ƒ
puntare al risparmio energetico (pannelli solari);
ƒ
aumentare i servizi di quartiere;
14
Bellicini L., Ingersoll R., Periferia Italiana, Meltemi, Roma, 2001, p.81.
www.oct.torino.it - officina Torino, Il progetto Periferie.
16
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.81, op. cit.
15
31
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
ƒ
migliorare la qualità abitativa e insediativa.
Gli interventi previsti possono essere di ³restauro e risanamento
conservativo´,
GL ³ristrutturazione
edilizia´
e
GL ³ristrutturazione
urbanistica´. /¶RELHWWLYRq TXHOOR GL VWLPRODUH, con gli interventi di edilizia
sovvenzionata e opere di urbanizzazione, altri finanziamenti pubblici e
privati per iniziative di carattere sociale.
Tali finalità possono essere raggiunte solo in aggiunta agli investimenti
di recupero attinenti aOO¶HGLOL]LD UHVLGHQ]LDOH SXEEOLFD e corredati da
iniziative poste in essere da altre Amministrazioni Pubbliche (ministeri,
regioni, enti locali, enti pubblici), e soggetti privati operanti nel settore del
lo sviluppo economico e sociale degli ambiti urbani degradati e da
riqualificare.
FINANZIAMENTI
3HU O¶DWWXD]LRQH GHL &RQWUDWWL GL TXDUWLHUH VRQR VWDWL DVVHJQDWL 0
miliardi di lire (articolo 2, comma 63 della legge n.662 del 23 dicembre
FROOHJDWD DOOD )LQDQ]LDULD ¶ GD WUH D YHQWL PLOLDUGL SHU FLDVFXQ
contratto. Il C.E.R. ha finanziato soltanto i contratti in grado di attivare cofinanziamenti comunali o reJLRQDOLSHUO¶HGLOL]LDSXEEOLFDRSHULQWHUYHQWLD
carattere sociale, come ad esempio la formazione professionale, il
UHFXSHUR GHOO¶HYDVLRQH VFRODVWLFD O¶DVVLVWHQ]D DJOL DQ]LDQL la
realizzazione di centri sportivi e sociali e centri di accoglienza17.
LOCALIZZAZIONE DEI CONTRATTI
,FRQWUDWWLGLTXDUWLHUHGHYRQRFRPXQTXHHVVHUHFRPSUHVLDOO¶LQWHUQRGL
piani di edilizia economico-popolare (legge 167/62); zone di recupero
(art. 27, legge 457/78); comparti di edifici particolarmente degradati (art.
18, legge 392/78); aree abusive soggette a recupero urbanistico (art. 29,
legge 47/85); aree aventi analoghe caratteristiche, individuate dalla
legislazione regionale)18.
I progetti presentati riguardano soprattutto opere finalizzate al
risanamento delle periferie popolari, ovvero zone emarginate dal resto
città perché degradate. Si effettuano così «interventi pubblici di edilizia
residenziale sovvenzionata sperimentale (nuova o di recupero) ai quali si
17
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.81, op. cit.
18
Bellicini L., Ingersoll R., Periferia Italiana, Meltemi, Roma, 2001, p.81.
32
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
affiancano interventi per edifici e spazi sociali, centri sportivi, centri di
assistenza, centri per ospitare attività commerciali e artigianali»19.
A questa iniziativa europea hanno aderito cinque comuni: Venezia,
Bologna, Bari, Palermo e Catania. (Scheda B 2).
19
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.82, op. cit.
33
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
B
2
I CONTRATTI DI QUARTIERE
INTERVENTI
in campo
Edilizio
Urbano
KWWKZdhE/d͛>>K^dZhDEdK͗
ƒ Qualità tecnico progettuale;
ƒ risparmio energetico;
ƒ soddisfazione delle esigenze delle categorie
sociali deboli;
ƒ sistema di qualità.
CARATTERISTICHE:
ƒ Costituiscono Ăůů͛ŝŶƚĞƌŶŽ dei comuni, dei piani di
recupero riservati a quei quartieri dove è
presente:
ƒ un diffuso degrado:
- ĚĞůů͛ĂŵďŝĞŶƚĞ urbano;
- delle costruzioni;
ƒ carenza di servizi;
ƒ scarsa coesione sociale;
ƒ notevole disagio abitativo.
&/E>/d͛>>K^dZhDEdK͗
ƒ Rinnovare i caratteri edilizi;
ƒ puntare al risparmio energetico;
ƒ aumentare i servizi di quartiere;
ƒ migliorare la qualità abitativa e insediativa.
OBIETTIVI
PROGETTI DI RECUPERO
DESCRIZIONE
NASCITA:
ƒ Introdotti con il Decreto del 22 ottobre1997.
Restauro
Risanamento
Conservativo
Edilizia
Ristrutturazione
INTERVENTI
SI PREVEDE:
COMUNE
ABITANTI del
QUARTIERE
RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO:
ƒ Accordi tra amministrazioni pubbliche e
operatori privati per il finanziamento;
ƒ realizzazione e gestione delle attività previste
nei progetti dei contratti di quartiere e preposte:
- ĂĚŝŶĐƌĞŵĞŶƚĂƌĞů͛ŽĐĐƵƉĂnjŝŽŶĞ͖
- ĂĨĂǀŽƌŝƌĞů͛ŝŶƚĞŐƌĂnjŝŽŶĞƐŽĐŝĂůĞ͘
INTERVENTI ai fini del
RECUPERO
Scheda B 2 ± Contratti di Quartiere.
34
SINERGIA
Urbana
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
2.1.3
PROGRAMMI
DI
RIQUALIFICAZIONE
URBANA - P.R.U.
I Programmi di riqualificazione urbana sono stati introdotti dall'art.10,
comma 2 bis, della legge 493/93, che ha modificato l'art. 2, comma 2,
della legge 179/92.
Sono entrati nella loro fase attuativa nel 1998. Il C.E.R. in comune ATTUAZIONE
accordo con la Conferenza Stato-Regioni, ha selezionato 76 proposte,
con un totale di 600 miliardi di finanziamenti, destinati ai piccoli, medi e
JUDQGLFRPXQL,SURWRFROOLG¶LQWHVa si sono chiusi alla fine del gennaio del
¶20.
DESCRIZIONE
I P.R.U. sono strumenti ordinari per la trasformazione di parti di città STRUMENTI
che hanno perso la loro originaria funzione o sono entrate in un processo
ORDINARI
di degrado edilizio ambientale e sociale.
Un numero considerevole di comuni grandi e piccoli opera interventi di
riqualificazione urbana avvantaggiandosi dei finanziamenti messi a
disposizione dal ministero dei Lavori pubblici attraverso i Piani di
riqualificazione urbana.
Sono programmi integrati pubblico-privati, realizzati anche in variante al
Piano Regolatore generale attraverso accordi di programma fra comune,
ministero e regione, e rappresentano uno strumento a cavallo fra il piano
urbanistico e il progetto edilizio.
Sono progetti complessi di trasformazione e riqualificazione di ambiti TRASFORMAZIONE
urbani. In questo tipo di interventi è stata prevista una forte integrazione
tra la progettazione e la trasformazione edilizia ed urbanistica e le
iniziative di carattere sociale, culturale ed economico. Sarà quindi
possibile,
nella fase di approfondimento dei progetti, fino alla
progettazione esecutiva, dare particolare rilievo alle esigenze sociali,
soprattutto dei bambini e degli adolescenti, anche attraverso forme di
consultazione e partecipazione.
20
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.94, op. cit.
35
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
23325781,7$¶'(//267580(172
I P.R.U. riguardano la riqualificazione urbanistico-edilizia di aree
dismesse e/o fortemente degradate, promuovendo tre tipologie di
integrazione:
ƒ
tra diverse funzioni, residenziale, terziaria, verde, servizi pubblici e
privati;
ƒ
tra diversi tipi di intervento, dal recupero di edifici esistenti, alla
ristrutturazione urbanistica, alle infrastrutture, alle urbanizzazioni primarie
e secondarie;
ƒ
tra investimenti pubblici e investimenti privati, su aree poco
appetibili per il solo intervento privato.
Molti P.R.U già finanziati riguardano il recupero di aree dismesse e/o
di aree di edilizia residenziale pubblica con la creazione di poli
artigianali, strutture a carattere culturale e museale, aree a verde,
servizi.
OBIETTIVI - INTERVENTI
FINALITÁ
I P.R.U. sono finalizzati al rinnovo e alla rifunzionalizzazione di parti
significative di città, atteso che in futuro l'attività edilizia dovrà rivolgersi e
ricercare risposte all'interno della città consolidata e al più ai suoi margini.
Le operazioni da applicare al caso sono costituite da una serie di
interventi articolati secondo una scala che va dalla manutenzione alla
ULVWUXWWXUD]LRQH XUEDQLVWLFD GDO ULVDQDPHQWR GHJOL HGLILFL DOO¶DUredo
urbano e alle sistemazioni ambientali.
I programmi di riqualificazione urbana, il cui principio ispiratore è
O¶LQWHJUD]LRQHIXQ]LRQDOHDPELHQWDOHILVLFDHVRFLDOHTXLQGLSUHYHGRQR
ƒ
l¶DFTXLVL]LRQHdi immobili per urbanizzazioni primarie e secondarie;
ƒ
la
realizzazione,
il
completamento
e
O¶adeguamento
di
urbanizzazioni primarie e secondarie;
ƒ
la sistemazione delle aree e degli spazi pubblici, comprensiva
GHOO¶arredo urbano;
ƒ
Il risanamento di parti comuni dei fabbricati residenziali;
ƒ
la manutenzione ordinaria e straordinaria, il restauro/risanamento
conservativo, la ristrutturazione edilizia dei fabbricati residenziali e
non.
36
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
Ai P.R.U. sono stati affiancati i Piani di Accompagnamento Sociale,
denominati P.A.S, i cui obiettivi sono21:
P.A.S.
ƒ
O¶LQIRUPD]LRQHe la comunicazione sugli interventi;
ƒ
la progettazione partecipata basata sul confronto con i cittadini;
ƒ
ORVYLOXSSRORFDOHWUDPLWHFRQWUDWWLHSDWWLFRQO¶$PPLQLVWUD]LRQH
ƒ
la cooperazione con gli attori locali e le forme innovative di accordo
tra la città e i cittadini.
SINERGIA PUBBLICO-PRIVATO
I P.R.U sostenuti dai P.A.S. prevedono il coinvolgimento diretto dei
cittadini nelle scelte di trasformazione riguardanti il loro quartiere e nelle
azioni volte a favorire lo sviluppo sociale ed economico della comunità
locale. La partecipazione in questo caso non ha soltanto valore
democratico di partecipazione al processo decisionale, ma è anche una
PLVXUD GL YDOXWD]LRQH GHOO¶HIILFDFLD GHOOH SROLWLFKH GL ULTXDOLILFD]LRQH
avviate.
Le azioni di sviluppo locale sono volte a:
ƒ
integrare la trasformazione urbanistica con iniziative a
AZIONI DI
SVILUPPO
carattere sociale;
ƒ
coinvolgere responsabilmente i cittadini singoli ed organizzati;
ƒ
utilizzare la partecipazione per valorizzare il patrimonio
conoscitivo degli abitanti.
FINANZIAMENTI
I fondi dei P.R.U sono assegnati direttamente dal Ministero dei Lavori FONDI
Pubblici, senza passare per la programmazione regionale.
Possono accedere al finanziamento i comuni con popolazione
superiore a 300.000 abitanti ed i comuni con essi confinanti, i comuni
capoluogo di provincia22.
A questi strumenti è stato assegnato un finanziamento di 288 miliardi,
portato
a
588
miliardi
con
il
decreto
legge
296/95
recepito
successivamente dalla legge n° 662 del 23 dicembre 1996.
21
22
ZZZFRPXQHWRULQRLW¾Bilancio
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.86, op. cit.
37
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
LOCALIZZAZIONE DEI PROGRAMMI
Il Ministero dei Lavori Pubblici ha bandito una gara nazionale per la
presentazione dei progetti da parte dei comuni, i quali a loro volta hanno
operato una selezione fra le proposte degli operatori privati.
La ripartizione tra i vari programmi decisa il 1 agosto 1996 dal ministero
dei Lavori Pubblici ha riguardato 76 programmi ripartiti fra 20 città.
Il Ministero dei Lavori Pubblici ha realizzato una guida ai Programmi di
riqualificazione urbana, che vuole costituire un contributo tecnico per
orientare le politiche di settore delle amministrazioni locali.
ITER PROCEDURALE
/¶LWHUEXURFUDWLFRSURFHGXUDOHSUHYHGH
ƒ
/¶DFFRUGRWUD5HJLRQHH&RPXQH
ƒ
La relazione programmatica;
ƒ
La scheda relativa ai fabbisogni ERP;
ƒ
/D FRQYHQ]LRQH SHU O¶XWLOL]]D]LRQH GHO ILQDQ]LDPHnto per lo
svolgimento di procedure concorsuali e partecipative e/o
O¶HODERUD]LRQHGHL3URJUDPPLGL5LTXDOLILFD]LRQH8UEDQD
ƒ
,OSURWRFROORG¶LQWHVD
A questa iniziativa europea hanno partecipato quattro comuni: Milano,
Genova, Bologna e Roma. (Scheda B 3).
38
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
RIQUALIFICAZIONE
Urbanistico - Edilizia
KWWKZdhE/d͛ DELLO STRUMENTO:
Promuovono tre tipologie di integrazione:
ƒ tra diverse funzioni, residenziale, terziaria,
verde, servizi pubblici e privati;
ƒ tra diversi tipi di intervento, dal recupero di
edifici esistenti, alla ristrutturazione urbanistica,
alle infrastrutture, alle urbanizzazioni primarie e
secondarie;
ƒ tra investimenti pubblici e investimenti privati,
su aree poco appetibili per il solo intervento
privato.
PROGETTAZIONE
TRASFORMAZIONE
edilizia
AMBIENTE URBANO
sociale;
culturale;
economico.
urbanistica
COMUNE
CITTADINI
INTERVENTI ai fini della
TRASFORMAZIONE
&/E>/d͛ DELLO STRUMENTO:
ƒ la riqualificazione urbanistico-edilizia di aree
dismesse e/o fortemente degradate.
DESCRIZIONE
Straordinaria e
Urbanizzazione
Ordinaria
SI PREVEDE:
ƒ ů͛ĂĐƋƵŝƐŝnjŝŽŶĞ ŝŵŵŽďŝůŝƉĞƌƵƌďĂŶŝnjnjĂnjŝŽŶŝ ƉƌŝŵĂƌŝĞ
e secondarie;
ƒ la realizzazione, completamento ed adeguamento
urbanizzazioni primarie e secondarie;
ƒ la sistemazione ambientale ed arredo urbano delle
aree e degli spazi pubblici;
ƒ il risanamento parti comuni dei fabbricati
residenziali;
ƒ la manutenzione ordinaria e straordinaria,
restauro/risanamento conservativo, ristrutturazione
edilizia fabbricati residenziali e non residenziali.
INTERVENTI
INTERVENTI
di Manutenzione
NASCITA:
ƒ Sono entrati nella loro fase attuativa nel 1998.
CARATTERISTICHE:
ƒ Sono strumenti ordinari per la trasformazione di
parti di città che hanno perso la loro originaria
funzione o sono entrate in un processo di degrado
edilizio ambientale e sociale.
ƒ Sono programmi integrati pubblico-privati,
realizzati in variante al P.R.G. attraverso accordi di
programma fra comune, ministero e regione, e
rappresentano uno strumento a cavallo fra il piano
urbanistico e il progetto edilizio.
ƒ Sono progetti complessi di trasformazione e
riqualificazione di ambiti urbani.
RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO:
ƒ coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte di
trasformazione riguardanti il loro quartiere e nelle
azioni volte a favorire lo sviluppo sociale ed
economico della comunità locale;
ƒ integrazione e trasformazione urbanistica con
iniziative a carattere sociale;
ƒ valorizzazione del patrimonio conoscitivo degli
abitanti.
SINERGIA
STRUMENTI ORDINARI
OBIETTIVI
PROGRAMMI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA - P.R.U.
2 B
3
Scheda B 3 ± Programmi di Riqualificazione Urbana - P.R.U.
39
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
2.1.4
PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO -
P.I.I.
/¶DUW GHOOD /HJJH Q9/199223 sancisce che i Comuni, al fine di
riqualificare il tessuto urbanistico, edilizio e ambientale, possono
SURPXRYHUHSURJUDPPLLQWHJUDWLG¶LQWHUYHQWR24.
DESCRIZIONE
STRUMENTI
URBANISTICI
Essenzialmente i P.I.I. sono strumenti urbanistici volti a decidere come
intervenire in una determinata porzione del territorio di un comune: quali
funzioni insediare, in che tipo di strutture, quali opere (strade, piazze,
impianti) sono necessarie, quali servizi devono accompagnare la
realizzazione delle opere.
Sono diventati il mezzo principale per pianificare il territorio, dopo i piani
regolatori.
Il programma integrato d'intervento è lo strumento facoltativo con il
quale l'amministrazione comunale, in attuazione del piano, individua le
trasformazioni del territorio da realizzare che per la loro rilevanza e
complessità necessitano di una esecuzione programmata.
È il comune a promuovere il programma, ad adottarlo ed infine ad
approvarlo, è però obbligatorio chiedere il parere della provincia.
La sua durata di validità si intende prorogata non oltre diciotto mesi
dall'entrata in carica della nuova Giunta comunale a seguito di nuove
elezioni, salvo diversa determinazione del Consiglio comunale.
23325781,7$¶'(//267580(172
Si tratta di un strumento urbanistico, quasi sempre in variante al piano
VARIANTE
regolatore, il cui contenuto è liberamente determinato dalle parti purché
funzionale alla realizzazione di una riqualificazione ambientale in senso
lato di un territorio circoscritto.
La funzione di riqualificazione urbanistico-edilizia-ambientale della zona
interessata viene fissata dal legislatore attraverso la previsione di diverse
23
Legge 17 Febbraio 1992 n. 179, Capo V Programmi Integrati - Art.16: Normativa che
introduce i Programmi integrati di intervento.
24
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.88, op. cit.
40
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
funzioni e tipologie di intervento, successivamente formalizzate nel
contenuto del contratto urbanistico.
,OSURJUDPPDLQWHJUDWRG¶LQWHUYHQWRYHUWHVXTXDWWURLQGLUL]]L
ƒ
realizzazione di nuovi edifici;
ƒ
potenziamento di infrastrutture pubbliche esistenti (allargamento
GLVWUDGHHULIDFLPHQWRGLPDUFLDSLHGLHGHOO¶DUUHGRXUEDQR
ƒ
realizzazione di opere pubbliche e di interesse pubblico (scuole,
teatri, parchi pubblici);
ƒ
recupero del patrimonio edilizio esistente che definisce le
GLYHUVHGHVWLQD]LRQLG¶XVRLQVHGLDELOLLQXQDGHWHUPLQDWDDUHD
Ovviamente è essenziale che tutti questi interventi costituenti il piano si
traducono in un programma integrato, affinché si verifichi una
riqualificazione territoriale, ovvero un miglioramento significativo della
TXDOLWj XUEDQD LQ VHQVR ODWR FKH VXFFHVVLYDPHQWH VL ULYHUEHUL VXOO¶LQWHUR
territorio.
OBIETTIVI - INTERVENTI
Il programma integrato d'intervento, in conformità con gli obiettivi, gli
indirizzi e i parametri di cui al terzo comma dell'articolo 2425, definisce gli
interventi da realizzare:
ƒ
la rete delle vie di comunicazione stradali, ferroviarie e FINALITÁ
navigabili e i relativi impianti, da realizzare o da trasformare nel
periodo di validità del piano;
ƒ
le aree destinate alla riorganizzazione urbana e le aree
destinate all'edificazione, da sottoporre, in tale periodo, ai piani
attuativi di cui all'articolo 3126, con indicazione dei vincoli e dei
caratteri da osservare in ciascuna zona;
ƒ
le aree destinate a spazi pubblici o di uso pubblico o sottoposte
a speciali servitù;
25
Legge 17 Febbraio 1992 n. 179, Capo VII Norme finali e transitorie - Art. 24: Relazione
sullo stato di attuazione. 1) Le regioni trasmettono al segretario generale del CER una
dettagliata relazione sullo stato di attuazione dei programmi di edilizia residenziale, con
SDUWLFRODUH ULIHULPHQWR DOO¶XWLOL]]D]LRQH GHL ILQDQ]LDPHQWL VHFRQGR DSSRVLWR VFKHPD
predisposto dal segretario generale del CER entro sei mesi dal ricevimento dello stesso.
2) Trascorso il termine di cui al comma 1, le regioni inadempienti sono escluse dalla
ripartizione dei finanziamenti di cui alla presente legge.
26
/HJJH)HEEUDLRQ1RUPHSHUO¶HGLOL]LDUHVLdenziale pubblica - Art 31: Per
le aree e gli immobili non assoggettati al piano di recupero e comunque non compresi in
questo si attuano gli interventi edilizi che non siano in contrasto con le previsioni degli
strumenti urbanistici generali.
41
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
ƒ
le aree da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico, nonché
ad opere e impianti di interesse collettivo o sociale;
ƒ
le norme per la propria attuazione.
SINERGIA PUBBLICO - PRIVATO
Il programma integrato d'intervento è completato dalla individuazione
delle risorse del territorio utilizzate e dalla valutazione degli effetti sui
sistemi ambientali, insediativi e socio-economici; dalla valutazione degli
effetti sugli atti di competenza del sindaco ai sensi dell'art. 36, terzo
comma, della legge 8 giugno 1990, n. 14227 e succ. mod.; dalla
valutazione della fattibilità economico-finanziaria delle trasformazioni
previste con particolare riferimento alla programmazione delle risorse
finanziarie del comune; dal piano urbano del traffico e dagli altri piani di
competenza comunale, previsti dalla legge regionale, aventi effetti
sull'uso e la tutela delle risorse del territorio.
FINANZIAMENTI
I programmi integrati di intervento sono gestiti direttamente dal
FONDI
Ministero dei Lavori Pubblici per il recupero di aree urbane degradate.
Secondo la delibera del 16 marzo 1994, i fondi assegnati dal C.I.P.E.
(Comitato
Interministeriale
per
la
Programmazione
Economica)
ammontano a 886 miliardi.
LOCALIZZAZIONE DEI PROGRAMMI
Le previsioni del programma integrato d'intervento decadono se, entro
DURATA
il termine di validità del programma, non sono state richieste le
concessioni edilizie, ovvero non sono stati approvati i progetti esecutivi
delle opere pubbliche o i piani attuativi previsti dal piano. Se quest'ultimo
prevede piani d'iniziativa privata, la decadenza si produce quando non
sia stata stipulata, entro il termine di validità del piano, la convenzione o i
proponenti non si siano impegnati, per quanto loro compete, con atto
unilaterale d'obbligo a favore del Comune.
27
Legge 8 Giugno 1990 n. 142 - Art. 36. Piani urbani del traffico e piani del traffico per la
viabilità extraurbana.
42
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
ITER PROCEDURALE
3HU O¶DWWXD]LRQH GHO SURJUDPPD LQWHJUDWR GL LQWHUYHQWR L VRJJHWWL ATTUAZIONE
attuatori ed il comune sottoscrivono una convenzione avente i contenuti
stabiliti GDOO¶DUWLFROR 28, in quanto compatibili con le disposizioni del
presente capo. La convenzione prevede altresì i reciproci diritti ed
obblighi dei diversi operatori pubblici e privati, nonché i tempi, comunque
non superiori a dieci anni, di realizzazione degli interventi contemplati nel
programma integrato di intervento.
Con la medesima convenzione sono stabilite le modalità di gestione
CONVENZIONE
delle attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale realizzate
e gestite dai soggetti privati, in particolare prevedendo gli obblighi a
carico del gestore e le relative sanzioni, le modalità di trasferimento a
WHU]L OH FRQGL]LRQL SHU O¶HYHQWXDOH DFTXLVL]LRQH GHO EHQH GD SDUWH GHO
comune e le opportune forme di garanzia a favore del comune stesso.
Decorso un anno dalla definitiva approvazione del programma integrato
di intervento senza che sia stata sottoscritta dagli operatori privati la
convenzione di cui al comma 1, il sindaco diffida i soggetti proponenti a
sottoscrivere entro un termine non superiore a novanta giorni la
convenzione annessa al programma integrato di intervento; in caso di
inutile decorso del termine assegnato, GLFKLDUD O¶LQWHUYHQXWD GHFDGHQ]D
del programma medesimo ad ogni effetto, compreso quello di variante
alla vigente strumentazione urbanistica. A questa iniziativa europea
hanno aderito i comuni di Torino, Palermo e Siracusa (rif. Borgata S.
Lucia). (Scheda B 4).
28
/HJJH )HEEUDLR Q 1RUPH SHU O¶HGLOL]LD UHVLGHQ]LDOH SXEEOLFD ± Art. 46
(come modificato dall'art. 13 della legge 29 dicembre 1990), n. 408) (Rendite e pensioni).
Per la costituzione di rendite la base imponibile è costituita dalla somma pagata o dal
valore dei beni ceduti dal beneficiario ovvero, se maggiore, dal valore della rendita;
per la costituzione di pensioni la base imponibile è costituita dal valore della pensione.
43
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
PROGRAMMI COMPLESSI
Considerati
strumenti di
PIANIFICAZIONE
ATTUAZIONE
Individuazione dei
soggetti che
dovrebbero effettuare
gli interventi previsti
Programmazione degli
interventi
UNA VOLTA APPROVATI POSSONO
COSTITUIRE:
VARIANTE
KWWKZdhE/d͛>>K^dZhDEdK͗
ƒ Riqualificazione urbanistico - edilizia - ambientale
della zona interessata.
&/E>/d͛>>K^dZhDEdK͗
ƒ Realizzazione di nuovi edifici;
ƒ potenziamento di infrastrutture pubbliche
esistenti (allargamento di strade e rifacimento di
ŵĂƌĐŝĂƉŝĞĚŝĞĚĞůů͛ĂƌƌĞĚŽƵƌďĂŶŽͿ͖
ƒ realizzazione di opere pubbliche e di interesse
pubblico (scuole, teatri, parchi pubblici);
ƒ recupero del patrimonio edilizio esistente.
SI PREVEDE:
ƒ rete delle vie di comunicazione stradali, ferroviarie
e navigabili e i relativi impianti, da realizzare o da
trasformare nel periodo di validità del piano;
ƒ aree destinate alla riorganizzazione urbana e
all'edificazione;
ƒ aree destinate a spazi pubblici o di uso pubblico o
sottoposte a speciali servitù;
ƒ aree da riservare ad edifici pubblici o di uso
pubblico, nonché ad opere e impianti di interesse
collettivo o sociale;
ƒ norme per la propria attuazione.
RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO:
I Programmi Integrati di Intervento ed i Programmi
Complessi, hanno permesso ai Comuni di
trasformare, in modo coordinato e controllato, il
MODIFICA = TERRITORIO proprio territorio attraverso:
ƒ la modifica degli strumenti urbanistici;
ƒ la risposta immediata alle esigenze della
popolazione.
RISPOSTA = POPOLAZIONE
Scheda B 4 ± Programmi Integrati di Intervento - P.I.I.
44
DESCRIZIONE
OBIETTIVI
RIQUALIFICAZIONE
Risorse
Private
=
͚ĞƐƚĞƚŝĐĂ͛
interventi
realizzati.
NASCITA:
ƒ Previsti ĚĂůů͛Ăƌƚ. 16 della legge n.179/1992.
CARATTERISTICHE:
ƒ Sono strumenti urbanistici volti a decidere cosa
fare nel territorio di un comune: quali funzioni
insediare, quali opere (strade, piazze, impianti)
sono
necessarie,
quali
servizi
devono
accompagnare la realizzazione delle opere.
ƒ Rappresentano lo strumento più rapido in grado
di registrare le trasformazioni del territorio e
aggiornare i P.R.G. in vigore.
ƒ Organizzano complessi interventi insediativi
attraverso la cooperazione tra risorse pubbliche e
private.
INTERVENTI
Risorse
Pubbliche
=
opere di
urbanizzaz.
REALIZZAZIONE
SINERGIA
PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO - P.I.I.
2 B
4
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
2.1.5
PROGRAMMI DI RECUPERO URBANO -
P.R.U.
DESCRIZIONE
,SURJUDPPLGLUHFXSHURXUEDQRFRPHSUHYLVWRGDOO¶DUWGHOODOHJJH
n.493/199329, si presentano come strumento per trasformare tessuti
urbani consolidati e degradati per favorire una più equilibrata
distribuzione dei servizi e delle infrastrutture e migliorare la qualità
ambientale e architettonica dello spazio urbano, al fine di eliminare le
condizioni di abbandono e di degrado edilizio, ambientale e sociale che
investono le aree urbanizzate.
Sono piani proposti ai Comuni da soggetti pubblici e privati. È compito
del Comune definire le priorità di tali programmi, al fine di stabilire i
SRVVLELOLLQWHUYHQWLGDHIIHWWXDUH,O&RPLWDWRGHOO¶(GLOL]LD5HVLGHQ]LDOHSHU
fare in modo che tali programmi vengano realizzati, stabilisce criteri e
modalità per la concessione di contributi, per poter individuare le zone
urbane interessate e le tipologie di intervento da realizzare30.
23325781,7$¶'(//267580(172
Verso la fine del '93, in fase di delibera di programmazione dell'edilizia POLITICHE
residenziale pubblica, si verifica un sostanziale cambiamento di rotta
URBANE
delle politiche centrali che divengono vere e proprie politiche urbane.
Il notevole salto in avanti compiuto dall'Amministrazione risiede
nell'aver dato contenuti e procedure ai nuovi strumenti complessi per la
trasformazione di parti di città e nell'aver spostato, di conseguenza, la
propria attenzione dal mondo tradizionale dell'imprenditoria della casa
all'ente territoriale competente per la politica urbana: il Comune31.
OBIETTIVI - INTERVENTI
Sono piani finalizzati alla realizzazione di interventi, distinti in pubblici e PUBBLICI
privati che riguardano in particolare32:
E PRIVATI
Legge 4 Dicembre 1993 n. 493 - Art.11: Normativa che istituisce i Programmi di
Recupero Urbano.
30
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 89, op. cit.
31
www.architettiroma.it/quaderni/fondi/shortmsg.asp?id=7
32
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 90, op. cit.
29
45
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
ƒ
O¶acquisizione di immobili da destinare ad urbanizzazioni primarie o
secondarie o edilizia residenziale pubblica mediante cessione gratuita,
cessione volontaria, espropriazione, permuta, etc.;
ƒ
la realizzazione, il completamento e O¶adeguamento delle opere di
urbanizzazione primaria e secondaria;
ƒ
le opere di sistemazione ambientale e di arredo urbano delle aree
e degli spazi pubblici;
ƒ
il risanamento delle parti comuni dei fabbricati residenziali;
ƒ
le opere di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e
risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia di fabbricati
residenziali e non residenziali;
ƒ
la realizzazione o ampliamento di fabbricati residenziali e non
residenziali;
ƒ
la ristrutturazione urbanistica.
SINERGIA PUBBLICO - PRIVATO
RISORSE
PRIVATE
L'apporto di risorse private è reso possibile da accordi di programma,
conferenze di servizi, tra comune e privati, in grado di assicurare
decisioni in tempi certi e accelerati.
Al soggetto privato è però richiesto di contribuire finanziariamente alla
realizzazione di opere pubbliche in misura ulteriore a quanto già previsto
per legge e in maniera proporzionale ai benefici economici che
consegue.
La misura di tale contribuzione non è stabilita µa priori¶ ma deve essere
determinata dal comune attraverso valutazioni che fanno capo a
parametri di tipo economico, che tengano prioritariamente conto della
propria strategia urbanistica.
FINANZIAMENTI
I programmi di recupero urbano sono finanziati con le risorse di cui
all'art. 2, comma 2, della legge 179/9233, pari a mld. 288. A tali risorse si
vanno ad aggiungere:
ƒ
mld. 300 di cui all'art. 2, comma 63, lett.a) della legge 662/96 FONDI
Misure di razionalizzazione della finanza pubblica;
33
46
Legge 17 Febbraio 1992 n. 179, Art. 2 - Copertura finanziaria.
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
ƒ
eventuali somme non utilizzate per contributi sui programmi ed
interventi previsti dall'art.18 del D.L.152/91, convertito con modifiche in
legge 203/91;
ƒ
mld. 120 di risorse comunitarie per i programmi presentati dai
comuni inseriti negli elenchi di cui all'obiettivo 1, aree depresse del
mezzogiorno, e all'obiettivo 2, zone in declino industriale.
In totale gli stanziamenti assegnati per tutte le regioni italiane ai fini dei
programmi di recupero sono stati pari a 1865 miliardi, come previsto dalla
delibera
del
Comitato
Interministeriale
per
la
Programmazione
(FRQRPLFDGHOPDU]RSHUO¶HGLOL]LDUHVLGHQ]LDOHSXEEOLFD34.
Possono richiedere i finanziamenti:
ƒ
i comuni con popolazione superiore 300.000 abitanti ed i comuni
con essi confinanti;
ƒ
i comuni capoluogo di provincia;
ƒ
gli altri comuni qualora la proposta di programma riguardi, per una
percentuale significativa, aree industriali dismesse;
ƒ
i comuni ricadenti in ambiti urbani sovra comunali interessati da
rilevanti fenomeni di trasformazione economica.
LOCALIZZAZIONE DEI PROGRAMMI
I Programmi di Recupero Urbano sono realizzati al servizio prevalente
del patrimonio SHU O¶Edilizia Residenziale Pubblica, nei piani ex legge
167/62, nel patrimonio di I.A.C.P. e nei Comuni non ricompresi in tali
piani o di altri enti locali o dello Stato; possono essere localizzati, inoltre
aree ad essi contigue o esterne purché funzionalmente connesse.
ITER PROCEDURALE
/¶DUW FRPPD O Q GHO 35, per far si che i programmi di
recupero urbano vengano realizzati, autorizza il CER (Comitato Edilizia
Residenziale) a determinare modalità e criteri generali per la concessione
GHLFRQWULEXWLSHUO¶LQGLYLGXD]LRQHGHOOH]RQHXUEDQHLQWHUHVVDWHHSHUOD
MODALITÁ
E CRITERI
determinazione delle tipologie di intervento.
La disposizione è stata attuata con decreto del Ministro dei lavori
pubblici 1° dicembre 1994 (Criteri per la concessione dei contributi), il
34
Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 90, op. cit.
Legge 4 Dicembre 1993 n. 493 - Art.11, comma 5: Normativa che introduce i
Programmi di Recupero Urbano.
35
47
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
quale a sua volta ha autorizzato il CER (art. 6, comma 3) a definire i
criteri e le procedure di formazione dei P.R.U., nonché «le condizioni di
ammissibilità dei soggetti proponenti»36 e gli elaborati da redigere. Il
Ministro dei lavori pubblici ha così adottato un secondo decreto,
DQFK¶HVVRLQGDWDƒGLFHPEUH&ULWHULHSURFHGXUHGLIRUPD]LRQH
I decreti del 1994 riconoscono alle Regioni, rilevanti competenze
amministrative di carattere programmatorio, concernenti principalmente
ODSURJUDPPD]LRQHGHOOHULVRUVHHO¶DVVHJQD]LRQHGHLIRQGL
(SCHEDA B 5).
36
Il Ministro dei lavori pubblici ha adottato i due decreti citati nella sua qualità di
presidente del CER.
48
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
2 B
5
PROGRAMMI DI RECUPERO URBANO - P.R.U.
RISORSE
Insieme Sistematico di Opere
FLQDOL]]DWH DOODDOO¶
Inserimento
Realizzazione
Manutenzione
Realizzazione
Elementi di
Arredo Urbano
Ammodernamento
COMPLESSI URBANISTICI
Integrazione Funzionale Complessi Edilizi
Opere di Urbanizzazione
primaria
secondaria
potenziamento - miglioramento - completamento
servizi primari - opere urbanizz. - tessuto ed. esistente
&/E>/d͛>>K ^dZhDEdK͗
Realizzazione nei quartieri degradati di:
ƒ interventi, distinti in pubblici e privati;
ƒ opere finalizzate al miglioramento dei servizi e
degli impianti a rete.
SI PREVEDE:
ƒ ů͛ĂĐƋƵŝƐŝnjŝŽŶĞ ĚŝŝŵŵŽďŝůŝĚĂĚĞƐƚŝŶĂƌĞ ĂĚ
urbanizzazioni primarie o secondarie o edilizia
residenziale pubblica mediante cessione gratuita,
cessione volontaria, espropriazione, permuta, etc.;
ƒ la realizzazione, il completamento e
ů͛ĂĚĞŐƵĂŵĞŶƚŽĚĞůůĞ ŽƉĞƌĞĚŝƵƌďĂŶŝnjnjĂnjŝŽŶĞ
primaria e secondaria;
ƒ ůĂƐŝƐƚĞŵĂnjŝŽŶĞĂŵďŝĞŶƚĂůĞ Ğů͛ĂƌƌĞĚŽ ƵƌďĂŶŽĚĞůůĞ
aree e degli spazi pubblici;
ƒ il risanamento delle parti comuni dei fabbricati
residenziali;
ƒ la ristrutturazione edilizia, ampliamento o
realizzazione di fabbricati residenziali e non
residenziali;
ƒ la ristrutturazione urbanistica.
ĞǀŽŶŽƉƌĞǀĞĚĞƌĞ ů͛ƵƚŝůŝnjnjŽĚŝFINANZIAMENTI:
RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO:
ƒ accordi di programma;
ƒ conferenze di servizi tra comune e privati, in
grado di assicurare decisioni in tempi certi e
accelerati.
ƒ PUBBLICI per:
- le opere al servizio del patrimonio residenziale
pubblico;
- la manutenzione delle case popolari.
ƒ PRIVATI per:
- Per le opere pubbliche.
Mediante opere di:
ƒ manutenzione ordinaria e straordinaria;
ƒ restauro e risanamento conservativo;
Al soggetto privato è richiesto di contribuire
finanziariamente alla realizzazione di opere
pubbliche in misura ulteriore a quanto già previsto
per legge e in maniera proporzionale ai benefici
economici che consegue.
DESCRIZIONE
OBIETTIVI
REALIZZATORI TEMPI
CARATTERISTICHE:
- Sono piani proposti ai Comuni da soggetti pubblici
e privati per individuare:
ƒ le zone urbane interessate;
ƒ le tipologie di intervento da realizzare.
- Sono lo strumento per:
ƒ trasformare tessuti urbani consolidati e degradati;
ƒ favorire una più equilibrata distribuzione dei
servizi e delle infrastrutture;
ƒ migliorare la qualità ambientale e architettonica
dello spazio urbano.
KWWKZdhE/d͛ >>K^dZhDEdK͗
ƒ TRASFORMAZIONE del tessuto urbano degradato;
ƒ DISTRIBUZIONE equilibrata dei servizi e delle
infrastrutture;
ƒ MIGLIORAMENTO della qualità architettonica e
ambientale dello spazio urbano.
INTERVENTI
INTERVENTI
SISTEMI INTEGRATI
NASCITA:
ƒ /ƐƚŝƚƵŝƚŝĚĂůů͛Ăƌƚ͘ϭϭĚĞůůĂůĞŐŐĞŶ͘ϰϵϯͬϭϵϵϯ͘
SINERGIA
Si riferiscono ad ampi AMBITI TERRITORIALI, non
vengono perimetrati ĞĂůů͛ŝŶƚĞƌŶŽĚŝĞƐƐŝƐŝ
programmano:
Scheda B 5 ± Programmi di Recupero Urbano - P.R.U.
49
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
2.1.6 SOCIETÁ DI TRASFORMAZIONE URBANA S.T.U.
Le S.T.U. sono state introdotte dall'art.17, comma 59, della legge 15
maggio 1997, n. 127, ora art. 120 del T.U.37 delle leggi sull'ordinamento
degli enti locali. Esse presentano i caratteri per divenire strumento
ordinario di intervento per operazioni di rilevante interesse urbanistico.
DESCRIZIONE
SOCIETÁ
PER AZIONI
Una società di trasformazione urbana (S.T.U.) è un particolare tipo di
società per azioni, promossa da un comune per dare attuazione al piano
regolatore (o altro tipo di pianificazione territoriale) in un'area specifica, in
collaborazione con almeno un socio privato, da scegliere con procedura
di evidenza pubblica.
Tali società sono finalizzate a realizzare interventi di trasformazione
urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti, attraverso
XQ¶DWWLYLWj GL D DFTXLVL]LRQH SUHYHQWLYD GHOOH DUHe da trasformare, b)
progettazione, c) realizzazione degli interventi, d) commercializzazione
delle aree riqualificate, e) gestione anche degli eventuali servizi
pubblici38.
La norma in questione ha la funzione di colmare una grave lacuna nella
situazione italiana nella quale manca una tradizione consolidata di
LQWHUYHQWLGLULTXDOLILFD]LRQHXUEDQDGLULXVRGHOO¶HVLVWHQWHHGLLQWHUYHQWLGL
trasformazione integrata; si inserisce nel più ampio contesto normativo
oramai consolidato quale è quello della esternalizzazione di attività,
servizi e funzioni pubbliche.39
Si possono quindi definire come «strumenti ordinari d'intervento che il
legislatore ha messo a disposizione degli enti locali per intervenire nelle
37
Legge 15 maggio 1997, n. 127, art.17, comma 59, abrogata. Ora Art. 120 del T.U.:
Normativa che introduce le Società di trasformazione urbana.
38
BERGONZINI G., Le società di trasformazione urbana (art. 17, comma 59, legge 127
del 1997), in Riv. Giur. Urb., 1997, p. 127.
39
DUGATO M., Oggetto e regime delle società di trasformazione urbana, in Diritto
Amministrativo, Riv. Trim., 3-4/1999, p. 512 ss.
50
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
aree urbane consolidate, in attuazione degli strumenti urbanistici
vigenti»40.
23325781,7$¶'(//267580(17241
La circolare ministeriale dell'11 dicembre 200042 evidenzia come il
comma 1 dell'articolo 120 prevede che la S.T.U, nella realizzazione degli
interventi di trasformazione urbana, operi in attuazione degli strumenti
urbanistici vigenti. Ciò significa che la società si pone come uno
strumento attuativo delle previsioni urbanistiche e che, come chiarisce il STRUMENTO
Ministero, l'intervento di cui la S.T.U. è titolare non deve essere
ATTUATIVO
necessariamente conforme alle previsioni dello strumento urbanistico
generale, ma può anche integrarne le previsioni negli stessi limiti e alle
medesime condizioni di un qualunque strumento attuativo.
In buona sostanza, quindi, si può arrivare a prevedere di demandare
alla S.T.U. l'esatta definizione di una serie di parametri urbanistici relativi
all'utilizzo del territorio. Nel concreto, pertanto, questo soggetto dovrà
provvedere a predisporre la progettazione urbanistica esecutiva,
necessaria per dare attuazione alle previsioni del piano regolatore
generale.
Questo aspetto, peraltro, è destinato ad assumere sempre maggiore
rilievo con il diffondersi di un modello di pianificazione urbanistica che
tende a individuare nel piano regolatore generale lo strumento per la
definizione delle VFHOWH GL IRQGR H µQRQ QHJR]LDELOL¶ UHODWLYDPHQWH DOO
XVR
del territorio; mentre la pianificazione di secondo livello è destinata a dare
concreta attuazione, in un arco temporale più limitato, a quelle scelte che
il piano regolatore ha definito in via generale.
40
41
Landini L., ingegneria.tesionline.it/ingegneria/glossario.jsp?GlossarioID=3280
Perticari R. Le società di trasformazione urbana. Articolo 9 Aprile 2003.
www.altalex.com/index.php?idnot=5903
42
Legge 11 dicembre 2000, comma 1 Art. 120: prevede che le società progettano e
realizzano gli interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici
vigenti. La società si pone quindi, come uno strumento che attua le previsioni generali del
piano regolatore, con la rilevante conseguenza che l'intervento che intende realizzare non
deve essere necessariamente conforme alle previsioni dello strumento urbanistico
generale ma nei limiti, può anche integrarne le previsioni.
51
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
OBIETTIVI - INTERVENTI
Per quanto riguarda le finalità della S.T.U. la norma, in primo luogo,
FINALITÁ
afferma che questa è creata per:
ƒ
O¶DFTXLVL]LRQH GHOOH DUHH FRQVHQVXDOPHQWH RWUDPLWH OH SURFHGXUH
di esproprio da parte del comune);
ƒ
la progettazione degli interventi (compresa quella urbanistica di
dettaglio);
ƒ
la materiale realizzazione degli interventi previsti;
ƒ
il marketing e la commercializzazione delle opere realizzate.
Per far si che avvenga ciò, è molto importante individuare le aree
particolarmente idonee per interventi di trasformazione urbana da attuare
con la S.T.U., quelle connotate da tipologie insediative che richiedono
interventi di ristrutturazione urbanistica prevalenti rispetto a quelli di
ristrutturazione edilizia. In particolare vengono indicate le aree comprese
WUD LO FHQWUR VWRULFR H O¶HVSDQVLRQH SRVW-bellica, nonché gli ambiti di
edilizia intensiva tipici del dopoguerra.
SINERGIA PUBBLICO - PRIVATO: (convenzione tra ente locale e
società)
La convenzione deve disciplinare i rapporti tra l'ente locale azionista e
la società.
I possibili contenuti di questa convenzione sono i più vari; essa può
contenere le prescrizioni e le modalità cui la società deve attenersi
nell'attuazione dell'intervento di trasformazione urbana, ma può giungere
al punto di contemplare anche cause di scioglimento del vincolo sociale o
anche clausole che riguardano più strettamente i rapporti tra i soci.
ITER PROCEDURALE
/¶DUWGHOGHFUHWROHJLVODWLYR43 contiene alcune indicazioni
VXOO¶LWHU SURcedurDOH GHOO¶LQWHUYHQWR O¶$PPLQLVWUD]LRQH LQ EDVH D TXDQWR
SUHYLVWRQHJOLVWUXPHQWLXUEDQLVWLFLYLJHQWLLQGLYLGXDO¶DUHDGDWUDVIRUPDUH
stabilisce di farlo attraverso la costituzione di una S.T.U., attribuisce a
questa la missione e fissa i criteri da seguire nella trasformazione che
viene progettata ed attuata dalla società.
43
Legge 11 dicembre 2000, comma 1 Art. 120 del decreto legislativo 267/2000 contiene:
indicazioni sull'iter procedimentale dell'intervento.
52
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
,OFRPPDGHOO¶DUWULFKLDPDWRSUHYHGHFKHOHVRFLHWjSURJHWWino e
PREVISIONI
realizzino gli interventi di trasformazione urbana in attuazione degli
strumenti urbanistici vigenti. Questo vuol dire che la società si pone come
uno strumento che attua le previsioni generali del piano regolatore, con la
ULOHYDQWH FRQVHJXHQ]D FKH O¶LQWHUYHQWR FKH LQWHQGH UHDOL]]DUH QRQ GHYH
essere necessariamente e puntualmente µconforme¶ alle previsioni dello
strumento urbanistico generale ma che, nei limiti ed alle condizioni di
qualunque strumento attuativo, può anche integrarne le previsioni. Infatti
in sede di piani attuativi possono essere contestualmente approvate
varianti allo strumento urbanistico generale che riguardino una diversa
allocazione di previsioni di dettaglio del piano regolatore, aventi cioè
carattere prevalentemente edilizio, ovvero riguardanti la dotazione di
opere pubbliche, ovvero di interesse generale.
Quindi in presenza di piani di natura strutturale, ovvero di normative
che consentano adeguamenti edilizi in fase esecutiva, è possibile
ULFRQGXUUHLOWHUPLQHµLQDWWXD]LRQHGHJOLVWUXPHQWLXUEDQLVWLFLYLJHQWL¶HQWUR
i confini interpretativi dei principi che sovrintendono alle finalità che
perseguono una maggiore continuità tra le scelte di pianificazione
WHUULWRULDOH H OD FRPSRQHQWH DWWXDWLYD FRQVHJXHQWH DOO¶DWWLYD]LRQH GHOOH
trasformazioni urbanistiche, anche con riferimento agli aspetti gestionali.
Con ciò si vuole individuare nel piano regolatore generale lo strumento
per la definizione delle scelte di fondo imprescindibili e non ¶negoziabili¶
e, contestualmente, se ne demanda a strumenti urbanistici di secondo
livello la concreta attuazione mediante la definizione di una serie di
parDPHWUL XUEDQLVWLFL FRQFHUQHQWL O¶XWLOL]]R GHO WHUULWRULR H OH VSHFLILFKH
condizioni edificatorie44: la S.T.U. provvede quindi ad eseguire lo
strumento urbanistico attuativo.
In tal senso si è espresso il giudice amministrativo45 ritenendo che:
1) la deliberazione che concerne la costituzione di una società di
WUDVIRUPD]LRQHXUEDQDGLFXLDOO¶DUWFRPPDGHOODOHJJHPDJJLR
1997, n.12746 non costituisce uno strumento urbanistico e non ha né
natura, né funzione di piano esecutivo;
44
Commento di R. MANGANI, Le Stu svincolate dalla legge Merloni per realizzare gli
interventi edilizi, in Edil. e Terr., 14/2001, p. 20 ss.
45
T.A.R. Marche 11 giugno 1998, n. 698, in Riv. Giur. Urb., nota di GARZIA,
Pianificazione urbanistica comunale e società di trasformazione urbana, p. 226.
46
legge 15 maggio 1997, n.127, Art. 17, comma 59: Misure urgenti per lo snellimento
dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo. Le città
53
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
2) questa società richiede la presenza di uno strumento urbanistico
generale e di uno attuativo, entrambi approvati. Il suddetto piano
attuativo è necessario in quanto il piano regolatore contiene, per lo più,
previsioni di larga massima ed una zonizzazione la cui definizione è
normalmente rinviata ai piani particolareggiati (o, in alternativa, ai piani di
lottizzazione);
3) la deliberazione di individuazione delle aree e di specificazione degli
interventi può essere adottata prima oppure nelle more della costituzione
della suddetta società;
4) è essenziale che la delibera di costituzione consideri in modo
XQLWDULRO¶LQWHUYHQWRGDUHDOL]]DUVLHGHVWHUQLOHILQDOLWjSHUVHJXLWH
In base al richiamato pronunciamento del giudice amministrativo
possiamo pertanto sviluppare le seguenti considerazioni:
a) la costituzione di una STU DSSDUH LSRWL]]DELOH VROR VH O¶DWWLYLWj FKH
pone in essere realizza le prescrizioni di un piano regolatore vigente.
1DWXUDOPHQWHQHOO¶LSRWHVLLQFXLO¶LQWHUYHQWRGLWUDVIRUPD]LRQHXUEDQDVL
ponga in contrasto con le previsioni di piano occorrerà procedere alla
PRGLILFDGLTXHVW¶XOWLPRFRQO¶DSSURYD]LRQHGLVSHFLILFKHYDULDQWL
b) la costituzione di una ST.U. è ammissibile in assenza di piani
attuativi del piano regolatore generale qualora si tratti di interventi da
realizzarsi su aree per le quali questo preveda un elevato grado di
analiticità delle prescrizioni; quindi, appare illegittima la costituzione di
una S.T.U. sulla base di generiche previsioni di un piano di indirizzo
generale;
c) la deliberazione di costituzione della S.T.U. deve rappresentare in
PRGR XQLWDULR O¶LQWHUYHQWR GL WUDVIRUPD]LRQH XUEDQD GD UHDOL]]DUVL FRQ
riferimento alle finalità che si intendono soddisfare.
,OFRPPDGHOO¶DUWVWDELOLVFHSRLFKHOD678GHYHSURYYHGHUHDOOD
µSUHYHQWLYD DFTXLVL]LRQH GHOOH DUHH LQWHUHVVDWH DOO¶LQWHUYHQWR¶ e che tale
acquisizione può avvenire consensualmente o tramite ricorso a
procedure espropriative.
1HOO¶LSRWHVL LQ FXL OH DUHH VLDQR GL SURSULHWj FRPXQDOH O¶DUW FRPPD
59, dispone che esse possano essere attribuite alla società a titolo di
concessione; ne consegue che, in virtù dei criteri e dei limiti fissati nella
metropolitane e i comuni, anche con la partecipazione della provincia e della regione,
possono costituire società per azioni per progettare e realizzare interventi di
trasformazione urbana, in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti.
54
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
concessione ovvero nella convenzione tra società e soggetti terzi
potranno eventualmente essere previsti rapporti di sub-concessione. Ciò
soprattutto quando si tratta di immobili aventi natura demaniale o
patrimoniale indisponibile; diversamente, nel caso di beni del patrimonio,
questi potranno essere ceduti alla S.T.U.
1HOO¶LSRWHVLGLSURSULHWjSULYDWDGLLPPRELOLFRPHDFFHQQDWRè prevista
una duplice possibilità, la cui scelta è rimessa alla STU: procedimento
espropriativo oppure procedura consensuale.
1HO SULPR FDVR F¶q XQ VRJJHWWR HVSURSULDQWH LO &RPXQH XQR
espropriato (il proprietario), uno beneficiario della procedura di
espropriazione (la S.T.U.).
I soci che possono partecipare alla società possono essere di tre tipi:
a) i proprietari delle aree o degli edifici che possono diventare azionisti
mediante conferimento delle aree cedute;
b) la regione o la provincia, come previsto dalla norma, o altri soggetti
pubblici che possono conferire i beni in proprietà o mediante concessione
del diritto di superficie;
c) altri soci privati scelti attraverso un procedimento di gara pubblica la
cui preferenza deriva da vari fattori: apporto al capitale, capacità
organizzativa e imprenditoriale.
Dal punto di vista operativo la S.T.U. può operare attraverso due
modalità:
ƒ
avvalersi di una propria organizzazione interna, che provveda MODALITÁ
direttamente alla progettazione ed alla costruzione;
ƒ
rLYROJHUVL DO PHUFDWR DWWUDYHUVR O¶DIILGDPHQWR DOO¶HVWHUQR GL
queste attività. (Scheda B 6).
55
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
promuove
62&,(7$¶
al fine:
STRUMENTO NORMATIVO
= P.R.G.
KWWKZdhE/d͛ >>K^dZhDEdK͗
ƒ previsione;
ƒ controllo;
ƒ monitoraggio;
ƒ gestione;
delle situazioni urbanistiche e degli strumenti
attuativi.
&/E>/d͛ >>K ^dZhDEdK͗
ƒ la trasformazione urbana in attuazione degli
strumenti urbanistici vigenti;
ƒ la riqualificazione urbana;
ƒ ŝůƌŝƵƐŽĚĞůů͛ĞƐŝƐƚĞŶƚĞ ĞĚŝŝŶƚĞƌǀĞŶƚŝ Ěŝ
trasformazione integrata;
S. T. U.
certezza
CARATTERISTICHE:
͛ƵŶĂSOCIETA͛ ƉĞƌĂnjŝŽŶŝ͕promossa da un
COMUNE per dare attuazione al PIANO
REGOLATORE o altro tipo di pianificazione
territoriale in un'area specifica, in collaborazione
con almeno un socio privato, da scegliere con
procedura di evidenza pubblica.
concretezza
QHOO¶DWWXD]LRQHGHOOH
SCELTE di PIANO
Negli ultimi anni molti Enti locali hanno
predisposto degli STUDI di &dd//>/d͛ per
la trasformazione delle aree con un notevole
incremento delle S.T.U. come strumento di
intervento sul territorio.
SI PREVEDE:
ƒ ů͛ĂĐƋƵŝƐŝnjŝŽŶĞ ĚĞůůĞĂƌĞĞ ĚĂƚƌĂƐĨŽƌŵĂƌĞ͖
ƒ la progettazione degli interventi;
ƒ la materiale realizzazione degli interventi previsti;
ƒ il marketing e la commercializzazione delle opere
realizzate;
ƒ la gestione degli eventuali servizi pubblici.
TRASFORMAZIONE
STUDI DI )$77,%,/,7$¶
IDEA - PROGETTO
DESCRIZIONE
= Comune
OBIETTIVI
ENTE
NASCITA:
ƒ Introdotte ĚĂůů͛Ăƌƚ. 17 della legge n.127/1997 e
riproposte nel Dlgs. N.267/2000.
INTERVENTI
62&,(7$¶DI TRASFORMAZIONE URBANA - S.T.U.
2 B
6
02'$/,7$¶ DI INTERVENTO
RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO
/ŶƚƌŽĚŽƚƚĞƉĞƌĨĂǀŽƌŝƌĞ ŶĞůů͛ĂŵďŝƚŽĚĞůůĂ
pianificazione, la nascita di società miste,
comprendenti la partecipazione di
RISORSE di tipo:
ƒ PUBBLICO;
ƒ PRIVATO.
OBIETTIVI
DEFINIRE
PROGETTARE
REALIZZARE
Gli Interventi previsti dagli
STRUMENTI NORMATIVI VIGENTI
Scheda B 6 ± Società di Trasformazione Urbana - S.T.U.
56
SINERGIA
Figura imprenditoriale
PUBBLICO - PRIVATA
Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle
periferie
2.1.7 QUADRO SINOTTICO
I programmi definiti ³complessi´: Piani Urban, Contratti di Quartiere,
Programmi di Riqualificazione Urbana ± P.R.U., Programmi Integrati di
Intervento ± P.I.I., Programmi di Recupero Urbano - P.R.U. e Società di
Trasformazione Urbana ± S.T.U., sono considerati strumenti normativi di
governo territoriale che forniscono le principali azioni di intervento da
DSSOLFDUHQHOOHSHULIHULHLWDOLDQHVYLOXSSDWHVLQHJOLDQQL¶
Dal loro studio scaturisce un quadro sinottico che ne permette il
confronto, esplicitato dai seguenti fattori:
ƒ
CARATTERISTICHE;
ƒ
STRATEGIE ATTUATE;
ƒ
ESITI.
FATTORI
Nel primo punto sono state indicate le caratteristiche dello strumento
normativo, le problematiche e le zone di applicazione. Nel secondo
invece, sono state esposte le strategie attuate, DOO¶LQWHUQRGHOOHTXali, tali
strumenti normativi sono stati messi in pratica; vengono infatti individuati i
Progetti, i Programmi, i Piani ed i fondi assegnati, indispensabili per la
loro esecuzione.
Infine, il terzo punto non è altro che la sintesi degli esiti ottenuti una
volta messe in atto le strategie.
È merito dei programmi ³complessi´, quello di concretizzare interventi, INTERVENTI
quali: la riqualificazione urbana, il risanamento delle periferie, il recupero
edilizio, la realizzazione di nuove opere di urbanizzazione primaria e
secondaria (bonifiche ambientali e igienico-sanitarie) e la realizzazione di
nuove costruzioni (scuole, teatri, ospedali, parcheggi, centri ricreativi).
Ogni strumento ha una sua attitudine e anche una sua scala di
rappresentazione (scala edilizia e scala urbana).
Gli interventi comunque scaturiti da tali programmi, sono volti al
miglioramento urbano, architettonico e sociale, alla modificazione delle
FRQGL]LRQLGHOO¶DPELHQWHHGHOODTXDOLWjGHOODYLWD
(Scheda sinottica B 7).
57
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
B
7
QUADRO SINOTTICO
STRUMENTI
NORMATIVI
CARATTERISTICHE
ƒ Relativi a regioni il cui
sviluppo economico è in ritardo.
PIANI URBAN Realizzati:
1994 - 1999 ƒ in agglomerati urbani di oltre
100.000 abitanti;
ƒ in aree con elevato tasso di
Hanno aderito:
disoccupazione, con tessuto
Catania, Siracusa,
urbano disgregato, in zone con
Palermo, Napoli
precarietà di alloggi e
mancanza di servizi sociali.
ƒ Promossi dai comuni in
CONTRATTI quartieri:
- segnati da diffuso degrado
di QUARTIERE GHOOHFRVWUX]LRQL HGHOO¶DPELHQWH
1997
urbano;
- carenti di servizi;
- con scarsa coesione sociale e
Hanno aderito:
Catania e Palermo marcato disagio abitativo.
P. R. U. - 1998
Programmi di
Riqualificazione
Urbana
P. I. I. - 1994
Programmi
Integrati di
Intervento
Ha aderito Palermo
P. R. U. - 1994
Programmi
di Recupero
Urbano
S. T. U. - 1997
Società di
Trasformazione
Urbana
STRATEGIE ATTUATE
ESITI
ƒ Interventi di rilancio socio economico;
ƒ soluzioni per risolvere il grave
problema sociale;
ƒ rinnovo di impianti e ed
infrastrutture;
ƒ PLJOLRUDPHQWR GHOO¶DPELHQWH
ƒ restauro di edifici a fini
economici e sociali;
ƒ recupero di spazi pubblici.
ƒDelibera del C.E.R. recepita da ƒ Recupero urbano;
un decreto del Ministro dei Lavori ƒ recupero edilizio e sociale;
ƒ risanamento delle periferie
Pubblici che contiene il bando
popolari degradate.
rivolto ai Comuni per la
presentazione delle proposte e
Realizzazione di:
dei progetti;
ƒ Nuovo tipo di piano - progetto; ƒ centri sportivi e sociali;
ƒ centri di accoglienza;
ƒProgetti di recupero;
ƒ centri per attività commerciali
ƒ Assegnazione di 200 miliardi.
e artigianali.
Realizzazione opere di:
ƒ Proponente del programma e ƒ Finanziamento di 600 miliardi
ƒ urbanizzazione primaria e
beneficiario, il Comune.
da parte del Ministro dei Lavori
secondaria (bonifiche ambientali
Pubblici.
e igienico - sanitarie, di
Finalizzati alle aree:
disinquinamento, consolidamenti
- periferiche o semiperiferiche del Programmi:
di natura geologica);
territorio cittadino;
ƒ di manutenzione;
ƒ miglioramento qualità della vita
- isolate e segnate dal degrado e ƒ di riqualificazione urbana;
(potenziare la funzione:
dal sottoutilizzo.
ƒ di risanamento;
commerciale, artigianale e
ƒ rivolti al sociale.
direzionale).
ƒ Gestiti direttamente dal
ƒ Assegnazione di fondi, 886
Realizzazione di:
Ministero dei Lavori Pubblici.
miliardi, assegnati dal C.I.P.E.
ƒ reti fognarie e impianti di
(Comitato Interministeriale per la illuminazione;
Finalizzati:
ƒ strade e verde attrezzato;
Programmazione Economica).
ƒ al recupero di aree urbane
ƒ impianti sportivi;
degradate;
ƒ centri ricreativi;
Programmi di:
ƒ alla realizzazione di nuovi
ƒ scuole e teatri;
ƒ urbanizzazione;
edifici ed infrastrutture;
ƒ parcheggi;
ƒ riorganizzazione urbana.
ƒ alla realizzazione di opere di
ƒ strutture alberghiere.
interesse pubblico.
ƒ rifacimento o integrazione delle
ƒ Proposti ai Comuni da soggetti ƒ Fondi stanziati, 1865 miliardi;
urbanizzazioni primarie;
pubblici e privati, compito del
ƒ sistemazione o ricostruzione di
Comune stabilire le priorità di tali Programmi di:
ƒ manutenzione edilizia e urbana; nuove strade, piazze, nuovi
programmi;
HOHPHQWL G¶DUUHGRXUEDQR
ƒ finalizzati al recupero
ƒ manutenzione ordinaria e
ƒ restauro e risanamento degli
GHOO¶HGLOL]LD UHVLGHQ]LDOH SXEEOLFD straordinaria.
edifici;
ƒ ristrutturazione edilizia;
ƒ ampliamento o realizzazioni di
fabbricati residenziali e non.
ƒ Piano Regolatore e altri
ƒ Società per azioni, promossa
ƒ Riqualificazione urbana;
strumenti urbanistici vigenti.
da un Comune per dare
ƒ trasformazione urbana;
attuazione ad un Piano, in
ƒ ULXVRGHOO¶HVLVWHQWH
Il Piano e gli strumenti, hanno il ƒ trasformazione integrata.
collaborazione con almeno un
compito di:
socio privato.
ƒ prevedere;
ƒ controllare;
ƒ monitorare;
ƒ gestire.
ƒ Progetto URBAN emesso
GDOO¶8QLRQH (XURSHD
ƒ Piano di finanziamenti.
Scheda B 7 ± Quadro sinottico tra gli strumenti normativi.
58
Scheda C ± Caso Pilota: Il quartiere della Borgata Santa Lucia a Siracusa
59
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
IL CASO PILOTA:
LA BORGATA SANTA LUCIA
A SIRACUSA
3.1 CARATTERI STORICO EVOLUTIVI
Lo sviluppo del tessuto urbano, a partire dalle mura di Ortigia, prende
ESPANSIONE
URBANA
avvio dal loro abbattimento. /¶LQWHQWRGLYROHUHVWHQGHUHO¶DUHDXUEDQDROWUH
Ortigia, era motivato da esigenze legate alla mancanza di salubrità delle
abitazioni di Ortigia, dalla necessità di dare alloggio a numerose famiglie
che vivevano in condizioni pessime. Per comprendere la nascita e
O¶HYROX]LRQH GHOOD %RUJDWD 6DQWD /XFLD q SULPD QHFHVVDULD XQD EUHYH
disamina delle fasi storichHGHOO¶LQWHUDFLttà di Siracusa.
3.1.1 A1$/,6,$//$6&$/$'(//$&,77$¶
SIRACUSA - CENNI STORICI
DXUDQWH OD VHFRQGD PHWj GHOO¶ prende DYYLR O¶HVSDQVLRQH SRLFKp
O¶DXPHQWR GHOOD SRSROD]LRQH SURYRFD JUDYL SUREOHPL VDQLWDUL H DELWDWLYL /D
vita in strade piccole e WRUWXRVH FRQ VHUL SUREOHPL G¶LJLHQH1 era diventata
LQVRVWHQLELOHQDVFHTXLQGLO¶HVLJHQ]DGLULFHUFDUHDUHHHGLILFDELOL e trasferire
parte della popolazione. Nel passato le necessità edilizie di Ortigia erano
state risolte attraverso la progressiva occupazione dei cortili e la
sopraelevazione degli edifici per cercare luce e vita, adesso è necessario
trovare nuovi spazi.
1
Cfr. Alagona S., &RQGL]LRQLLJLHQLFKHHVDQLWDULHGHO&RPXQHGL6LUDFXVDQHOO¶XOWLPR
ventiquattrennio, Tipografia del Tamburo, Siracusa, 1914.
60
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
$ 6LUDFXVD OD ULVROX]LRQH GHO SUREOHPD FRPSRUWDYD O¶HOLPLQD]LRQH GHOOD
cinta fortificata, non più indispensabile. Nel 1870 iniziano i lavori di
demolizione per creare passeggi pubblici e per facilitare il commercio2.
1885 - PRG
I PIANI
Il 4 dicembre del 1885, viene approvato il primo piano regolatore che
contiene due elementi importanti:
ƒ
una modesta zona di espansione urbana a partire da via Savoia e
GDOOD3LD]]DGHO3RSRORVXOO¶DQWLFRVLWRGHLEDOXDUGL6)LOLSSRH6/XFLD;
ƒ
un
grande
asse
viario
che
doveva
costituire
il
supporto
GHOO¶HVSDQVLRQH
1909 - PIANO MAUCERI
Il piano propone un quartiere di case popolari situato tra la Borgata Santa
Lucia e il convento dei Cappuccini3.
1914
-
REGIO
DECRETO:
COSTITUZIONE
ISTITUTO
CASE
POPOLARI
Nel 1914, un Regio decreto approva la costituzione dell'Istituto per le
Case Popolari a Siracusa anche se sussiste il problema relativo a dove
collocare gli alloggi popolari4.
1917 - PIANO CRISTINA
,O 3LDQR GHOO¶LQJ *DHWDQR &ULVWLQD GHO DSSURYDWR H LQ VHJXLWR
DGRWWDWR SUHYHGH O¶HVHFX]LRQH GHL VHJXHQWL ODYRUL FUHD]LRQH GL FDVH
popolari nella Borgata Santa Lucia, sistemazione della piazza presente e
sistemazione dei territori compresi tra la Borgata e la stazione e il
completamento degli edifici intorno alla piazza Santa Lucia.
1928 - PIANO BARBIERI
Il piano Barbieri, del 1928, propone O¶HOLPLQD]LRQHGHOODFLQWXUDIHUURYLDULD
e una serie di drastici sventramenti.5
1929 - PRIMO NUCLEO DI CASE POPOLARI
Nel 1929 viene realizzato il primo nucleo di case popolari alla Borgata S.
Lucia. I modelli edilizi utilizzati sono diversi e propongono alloggi di edilizia
2
Dato G., Collana 6WRULDG¶,WDOLD- /HUHJLRQLGDOO¶XQLWj ad oggi, La Sicilia.
Cfr. Adorno S., 1880-2000. Città, storia, piani, Edizioni Marsilio, Venezia, 2005.
4
/H FRVLGGHWWH µOHQ]H GL 6DQWD /XFLD¶ HUDQR GHOOH VWULVFH GL WHUUHQR GL FLUFD HWWDUL FKH
formavano lo spiazzo di fronte al convento della santa patrona. Confinavano a est con la
proprietà Del Bono, a Ovest con quelle di Leone e De Nicola, a Nord con il convento e a
Sud con il porto piccolo. Il luogo, a differenza di quelli che lo circondavano, non era sfruttato
dal punto di vista agricolo e non era recintato.
5
Cfr., Adorno S., 1880-2000. Città, storia, piani, Edizioni Marsilio, Venezia, 2005.
3
61
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
economica e popolare, edifici mono e bifamiliari, palazzetti. L'enfiteusi
rappresenta un modo, per i ceti meno abbienti, di acquistare una casa.
1967 - PIANO CABIANCA
I PIANI
Il Piano Cabianca del 1967, imposta e definisce il parco archeologico e
SUHYHGH SHU OD SLD]]D 6DQWD /XFLD H O¶DUHD GHOOR VWDGLR DWWUH]]ature
generali. Si tratta però di un progetto di massima mai adottato.
1989 - APPROVAZIONE PP
Nel maggio del 1989, viene approvato il piano particolareggiato per
Ortigia HYLHQHEORFFDWDO¶HGLILFD]LRQHVHOYDJJLDDOla Borgata promossa dal
Decreto Tepedino del 1976.
1998 - SCHEMA DI MASSIMA PRG
Lo schema di massima del piano regolatore generale del 1998 tracciava
le linee strategiche delle trasformazioni future, mirando alla riqualificazione
morfologica dei tessuti urbani, al rapporto tra città ed aree verdi e al
riequilibrio funzionale della città nel suo complesso.
Secondo il piano dei servizi e la calibratura degli standards, il piano
SUHYHGHYDGLLQVHGLDUHQHOO¶DUHDGHOOD%RUJDWDDOFXQLGHLVHUYL]LGLVXSSRUWR
agli insediamenti residenziali6.
2004 - PRG SR: ELABORAZIONE DEL PRG DEL 1998
Il PRG di Siracusa del 2004, elaborato in variante integrale al PRG del
UHGDWWR GDOO¶DUFKLWHWWR 3LHWUR &R]]DQL FRQ OD FRQVXOHQ]D GHO
professore architetto Bruno Gabrielli, considera la Borgata Santa Lucia
zona B (B1.2) WHVVXWR FRQVROLGDWR GL YDORUH DPELHQWDOH /¶DUHD YLHQH
individuata come zona degradata di valore storico e annoverata tra le zone
di recupero (aree o edifici, individuati ai sensi della legge n.457 del 1978
ove, per le condizioni di degrado, si rende opportuno il recupero del
patrimonio edilizio esistente).
La Borgata Santa Lucia, riconosciuta come parte del tessuto storico della
città ottocentesca è quindi sottoposta a vincolo storico, ambientale e
paesistico. Il vincolo è esteso a tutto il quartiere.
3.1.2 ANALISI ALLA SCALA DEL QUARTIERE
LA BORGATA
S. LUCIA
Dal VI secolo d. C. alla Borgata esisteva già uno dei primi insediamenti
monastici della città, quello di Santa Lucia extra moenia, dal nome della
6
62
Cfr., Adorno S., 1880-2000. Città, storia, piani, Edizioni Marsilio, Venezia, 2005.
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
santa patrona che, come vuole la tradizione, venne martirizzata e poi
seppellita in area suburbana.
Fino al XVII secolo la Borgata presentava un paesaggio tipicamente
agreste con piccole proprietà coltivate da agricoltori che risiedevano
DOO¶LQWHUQRGHOO¶LVRODG¶2UWLJLD
È il terremoto del 1693 a giustificare la prima edLILFD]LRQH QHOO¶DUHD,
QHOO¶XUJHQ]D GL PHWWHUVL Dl riparo da eventuali ulteriori scosse, vengono
realizzate delle costruzioni temporanee7.
1850 - NASCITA DELLA BORGATA S. LUCIA
/¶DUHD della Borgata Santa Lucia rappresenta la logica prosecuzione di
Ortigia attraverso la zona Umbertina, nonché un raccordo tra il Porto
Piccolo e la zona di Acradina. La Borgata viene interessata, tra il 1886 e il
1914, da una intensa attività edificatoria, compiuta tramite lottizzazioni
private:
ƒ
1886 - Lottizzazioni Leone Cuella e De Nicola;
ƒ
1891 - Lottizzazione Del Bono;
ƒ
1909/1911 - 1913/1914 - Lottizzazione Impellizzeri;
LOTTIZZAZIONI
1886 - PROGETTO DI TESSUTO URBANO - NASCITA PRIMI EDIFICI
Nel 1886 un giovane avvocato, Luigi Leone Cuella, con considerevoli
risorse economiche, progetta e realizza, in un fondo agricolo nei pressi
della Chiesa di S. Lucia, un µSLFFROREUDQRGLcittà¶FRQSLDQWDDVFDFFKLHUD8.
/¶DUHD JLj GRWDWD GL FDQDOL SHU O¶DFTXD SLRYDQD UDJJLXQJLELOH DWWUDYHUVR
O¶DWWXDOH via Piave, non risulta vincolata; q XQ¶Drea agricola coltivata a
vigneti, seminativi, mandorleti ed orti. Questa condizione è riscontrabile
nella pianta del Cavallari, pubblicata nel 1883, che rappresenta lo stato
della Borgata Santa Lucia a quella data9.
Nel 1886, VX SURSRVWD GHOO¶DYYRFDWR /Xigi Leone Cuella, esponente che
gestì il piano regolatore della città e anche la sua lottizzazione privata alla
Borgata, sorgono i primi edifici: il primo nucleo, SURJHWWDWR GDOO¶LQJHJQHUH
Scrofani, per rispondere alla esigenza di alloggi, realizza µXQD ERrgata
formata da piccole case economiche di due o tre tipi da vendersi a
FRQWDGLQLSHVFDWRULHFDUUHWWLHUL¶10.
8
Cfr. Il Movimento della provincia di Siracusa, Un sobborgo agricolo in Siracusa,Siracusa,
1886, n.4.
9
Cfr., Cavallari F.S., Topografia e archeologia di Siracusa7LSRJUDILDGHO*LRUQDOHµ/R
VWDWXWR¶3DOHUPR1883.
10
A.S.S. fondo Prefettura vol. 1113, 10-12-1989.
63
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Vengono previstLO¶DFTXLVWRGHOWHUUHQRODYHQGLWDUDWHDOHHODFRVWLWX]LRQH
di società di operai disposte alla costruzione. In breve tempo, a partire dal
primo nucleo del 1886, si attuano piani di lottizzazione privati, De Nicola,
Del Bono, Impellizzeri, che completano la conformazione urbana del
µERUJR¶ Per far ciò vengono cancellate ampie zone di terreno agricolo per
far posto alle costruzioni11.
/¶DUHD VX FXL LQVLVWH O¶DWWXDOH SLD]]D LQ TXHVWR PRPHQWR GL IHUPHQWR
HGLILFDWRULR GLYLHQH O¶RJJHWWR GHO FRQWHQGHUH WUD OD FRQWHVVD *DUJDOOR H LO
Comune che ne rivendicavano la proprietà. Tale area, detta delle µOHQ]HGL
6DQWD/XFLD¶, viene riconosciuta in parte alla famiglia Gargallo e in parte al
Comune SURSRQHQGRQH TXHVW¶XOWLPR GHL SLDQL GL ORWWL]]D]LRQH SHU OD
realizzazione di di complessi di edifici e di conseguenza per lo sviluppo
della città.
1909 - PIANO MAUCERI
I PIANI
Il piano Mauceri propone nel 1909 un quartiere di case popolari situato
tra la Borgata S. Lucia e il convento dei Cappuccini; il progetto non trova
riscontro e viene abbandonato. Nel 191712, il piano regolatore13, elaborato
GDOO¶LQJHJQHUH &ULVWLQD LPSRQH SHU OD SULPD YROWD QRUPH SHU le nuove
lottizzazioni e inserisce una zona per la realizzazione di edifici economici e
popolari, realizzati dal 1929 in poi. Il Comune interviene direttamente a
regolare e indirizzare la costruzione del quartiere.
1917- APPLICAZIONE PRG
)LQR DOO¶DSSOLFDzione del piano regolatore del 1917, la rete viaria della
Borgata S. Lucia mantiene gli assi viari14 delineatisi ai margini delle
proprietà. Gli interventi successivi, dettati dalla cultura igienista del tempo,
propongono strade ampie e rettilinee, grandi piazze, aria e luce.
Il quartiere, durante la seconda Guerra mondiale, nel 1943, è vittima di un
bombardamento anglo-americano che semina morte e distruzione.
11
Cfr., Archivio Notarile di Siracusa, 1886.
La conceVVLRQHYHQQHGHOLEHUDWDLQFRQVLJOLRFRPXQDOHLODSULOHHO¶DUHDIX
inserita nel piano regolatore del 1917 come destinata ad edilizia popolare.
13
Cfr., Archivio Storico di Siracusa, 1955, pp. 48-54.
14
Cfr. O¶RSXVFROR Per le case popolari in Siracusa, Siracusa, 1913, p.11.
12
64
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
3.2 CARATTERI DEL TESSUTO EDILIZIO
Le prescrizioni delle lottizzazioni hanno spesso portato, nelle mani di
pochi imprenditori edili, la realizzazione di grandi lotti di alloggi, con grandi
risparmi in termini di materiali, di aspetto delle superfici esterne e di decori.
Con il passare degli anni la Borgata Santa Lucia, alla luce della vera e
CARATTERI
propria speculazione edilizia, diviene una zona residenziale piccoloborghese, con case allineate su strade larghe e diritte in cui vanno ad
abitare famiglie attratte dalla modestia dei fitti, dalle comodità degli alloggi e
GDOO¶HVHQ]LRQHGHlle tasse di consumo sui commestibili15.
Intanto vengono a delinearsi nettamente i diversi modelli degli edifici che
presentano superfici esterne arricchite da decori liberty sulle vie principali,
per esempio via Buonriposo, oggi via Piave, e schemi di facciata semplici
ma ordinati nelle vie interne.
$OO¶LQL]LRGHO;;VHFRORO¶HGLILFD]LRQHè limitata ai piani terra e solo in anni SOPRELEVAZIONI
successivi vengono realizzate invece le soprelevazioni. Nel tempo, la
crescita in altezza ha portato, in alcuni casi, ad una occlusione dei cortili,
dando vita a modifiche di facciata piuttosto rilevanti.
3.2.1 CARATTERI MORFOLOGICI
/¶DUHDdella Borgata Santa Lucia ha un tessuto più o meno consolidato. Il
piano regolatore generale del 2004 (elaborazione del PRG del 1998), O¶KD
definita centro storico riconoscendone le qualità morfo-tipologiche. Il CARATTERI
carattere del suo attuale assetto deriva dal completamento del piano
RWWRFHQWHVFR RUJDQL]]DWR VHFRQGR O¶LVRODWR D EORFFR H O¶DOOLQHDPHQWR
stradale costante. La parte invece più recente a ridosso dello stadio,
presenta fondamentalmente isolati a corte chiusa.
,O SURJHWWR GLVHJQDWR GDOO¶LQJHJQHUH 6FURIDQL SUHYHGHYD XQD SUHFLVD
divisione e destinazione degli edifici, riguardava una superficie di circa
36.000 mq, disposti tra il convento di Santa Lucia e la ferrovia e indicava le
norme per una edificazione planimetrica regolare e stilisticamente ordinata
15
Articolo su Aretusa, 18-05-1913.
65
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
HIXQ]LRQDOHWLSLFDGHOO¶LPSLDQWRLSSRGDPHR(UDVWDWDLQROWUHSUHYLVWDXQD
specifica collocazione degli edifici legata alla loro destinazione funzionale16.
Due grandi vie di 14 m. ciascuna, tra loro parallele, con direzione NordSud, sarebbero state intersecate da 5 vie trasversali di 10 m. determinanti
12 grandi isolati. Il lato orientale sarebbe stato riservato ad abitazioni civili e
quello di ponente a quartiere agricolo con i relativi magazzini.
Rispetto a quel progetto, O¶assetto attuale presenta una simile
NUOVO ASSETTO
articolazione, è contraddistinto da una piazza centrale di forma
rettangolare, piazza S. Lucia, delineata da due grandi vie principali di 12
m.WUDORURSDUDOOHOHDOO¶DVVHPDJJLRUHGHOODSLD]]DHGDGXHYLHVHFRQGDULH
GLPFKHVHJXRQRLQYHFHO¶DQGDPHQWRGHOO¶DVVHPLQRUHGHOODVWHVVD/R
schema ortogonale GHOO¶LPSLDQWR XUEDQR, mette in evidenza un sistema di
DVVLSDUDOOHOLGLVSRVWLVHFRQGRO¶orientamento di piazza S. Lucia: nord ± sud;
essi definiscono isolati regolari, aventi forme riconducibili al quadrato e al
rettangolo a seconda del processo evolutivo del quartiere, infatti, ad
esempio gli isolati venutisi a creare in prossimità della piazza, sono di
forma quadrata e man mano che ci si allontana si riconducono alla forma
rettangolare.
Le superfici esterne, in base ai casi, distinguono diverse soluzioni di
SUPERFICI ESTERNE
finitura. SLULVFRQWUDODSUHVHQ]DGLLQWRQDFLGDOO¶DVSHWWRGHJUDGDWRGL varie
cromie e tonalità, o materiali di rivestimento quali bugne in pietra locale per
gli edifici di importanza storico-arcitettonica e maioliche o mattoncini rossi
impiegati nelle costruzioni più recenti.
La percezione dei beni edilizi è quindi oggi varia, non si ha una visione
BENI EDILIZI
unitaria né nello stile architettonico né nella tecnica costruttiva, poiché si
distinguono modelli edilizi relativi al periodo 1886/91, aventi valenza storica
e contraddistinti da un lessico costruttivo e architettonico che segue i
canoni della tradizione locale, e invece costruzioni recenti che risalgono al
periodo che va dal 1909 sino ai nostri giorni, che mostrano caratteri ed
elementi privi di armonia, in quanto sono il frutto di interventi effettuati
senza una determinata regola. Il quartiere, infatti, risulta essere oggi un
YDVWR³FDPSLRQDULR´SHUVWLOL e finiture.
16
Cfr. Il Movimento della provincia di Siracusa, Un sobborgo agricolo in Siracusa, Siracusa,
1886, n.4.
66
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
3.2.2 CARATTERI EDILIZI E STILISTICI
CARATTERI DEI BENI EDILIZI
GLI EDIFICI
La
Borgata
Santa
Lucia
si
connota
per
una
poco
armonica
organizzazione edilizia, che determina pieni e vuoti, difformità di livelli e di
DIFFORMITÁ
caratteri nei prospetti. Essa è caratterizzata da importanti preesistenze di
carattere religioso, la Basilica di Santa Lucia, il Sepolcro, le catacombe di
6DQWD /XFLD OD FLVWHUQD DOO¶LQWHUQR GHOOH FDWDFRPbe, che ne connotano
IRUWHPHQWH O¶DVSHWWR /DVXFFHVVLRQH GHJOL HGLILFL OD FRQVDSHYROH]]D GHOOH
testimonianze archeologiche che emergono, a volte durante lavori stradali
ad esempio di via Bainsizza, via Isonzo, via Cadorna, sono elementi
caratterizzanti il tessuto urbano.
/¶DELWD]LRQHWLSR, presenta una superficie compresa tra i 75 mq. e gli 85
ABITAZIONE TIPO
mq., una lunghezza standard di 16 m. o 20 m. e un fronte che va dai 4,5 m.
ai 5,5 m.; è composta da tre o quattro vani, più servizi, e da un terrazzo
soprastante raggiungibile attraverso una scala in legno.
A volte O¶HGLILFLRsi innalzava per una o due elevazioni ancora, indicando
necessità abitative e di confort legate ad XQ¶DFFUHVFLXWD FDSDFLWj
economica.
Alcuni modelli edilizi presentano cortili interni, chiostrine e verde privato.
La zona della Borgata presenta sempre più frequenti, segnali di
abbandono dovuti alla non rispondenza delle abitazioni alle mutate
esigenze degli utenti e a carenza di infrastrutture e servizi di quartiere. Se
in pianta si assiste ad una saturazione del tessuto, in alzato si evidenzia
XQFHUWRJUDGRGLµLQFRPSLXWH]]D¶GHOle superfici esterne e dei volumi (molti
edifici,
denominati
dal
P.R.G.
edifici
chiaramente un progetto non completato),
µSURJUDPPDWL¶ GHQXQFLDQR
risorsa da valorizzare per
recuperare qualità formale, spazi e servizi.
I MODELLI EDILIZI
/¶DUWLFRODWRWHVVXWRHGLOL]LRGHOTXDUWLHUHdella Borgata Santa Lucia è oggi
caratterizzato da quattro modelli principali:
a) µcasa terrana¶;
MODELLI EDILIZI
b) edificio a due elevazioni;
c) edificio a tre elevazioni;
67
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
d) edificio a cinque elevazioni.
Con LOWHUPLQHµFDVDWHUUDQD¶ si intende un edificio con elevazione limitata
MODELLO EDILIZIO a)
a un piano fuori terra, fronte strada stretto e sviluppo planimetrico in
profondità17. Tale modello edilizio alla Borgata è poco ricorrente.
Via V. Statella
Via Caltanissetta
/¶edificio a due elevazioni dHULYDGDOO¶HYROX]LRQHRGDOO¶DPSOLDPHQWRGHOOD
MODELLO EDILIZIO b)
µcasa terrana¶, per duplicazione dello schema del piano terra.
La disposizione dei vani è solitamente identica a quella del livello
inferiore. La scala costituisce il collegamento verticale ed è inclusa nel
corpo di fabbrica.
Nelle superfici esterne in base ai casi, si riscontrano diverse soluzioni di
finitura, sono presenti o intonaci di varia cromia e tonalità, o materiali di
rivestimento poco consoni ai caratteri del modello edilizioqULFRUUHQWHO¶XVR
dei mattoncini rossi. Sono inoltre caratterizzate da ampie e squadrate
aperture contraddistinte da saracinesche, nei modelli edilizi in cui è
riservata ai piani terra la funzione commerciale; da aperture delineate, da
cornici a tutto sesto o a sesto ribassato, realizzati in pietra da taglio, nelle
unità residenziali concentrate al piano terra e al primo piano. In alcuni casi
gli architravi, presentano decorazioni particolari. Si delineano inoltre,
balconi contraddistinti da mensole, cantonali e cornicioni, che presentano
caratteri stilistici ancora mantenuti in questo modello edilizio.
17
68
Pagello E., 1990, p.27, op. cit.
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
Il tessuto edilizio della Borgata Santa Lucia, si presenta prevalentemente
caratterizzato dal modello edilizio a due elevazioni.
Angolo via Caltanissetta - via Montegrappa
Via Isonzo
/¶edificio a tre elevazioni è invece composto da volumi su tre livelli.
MODELLO EDILIZIO c)
Costituisce un modello ricorrente. Lo schema di facciata dei primi edifici
realizzati, si presenta così articolato: al piano terra si individuano aperture
di accesso ai vani, realizzate con arco a sesto ribassato e aperture con
arco a tutto sesto evidenziano gli accessi alle abitazioni. Ai livelli superiori
le aperture seguono lo stesso ritmo di quelle sottostanti. Questo modello è
inoltre contraddistinto da caratteri stilistici già visti nei modelli precedenti,
quali, balconi, mensole, cornici, ecc, anche qui vengono in parte mantenuti.
Negli edifici più recenti questi elementi non vengono ripresi, si vengono a
creare infatti, soluzioni con ballatoi continui privi di mensole, aperture
squadrate senza stipiti, assenza di cornici, si definiscono nuovi modelli con
facciate asettiche, prive di armonia.
Via Montegrappa
Angolo via S. Agnese - via Enna
69
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
MODELLO EDILIZIO d)
L¶edificio a sei elevazioni, in alcuni casi dotato anche di piano interrato,
rappresenta il modello tipico di edilizLD GHJOL DQQL ¶ e costituisce un
modello frequente. Le superfici esterne dei piani terra, sono generalmente
scandite da ampie aperture squadrate, contraddistinte da saracinesche,
considerato che i locali sono destinati alla funzione commerciale; ai livelli
superiori, invece, la presenza di 2 o 3 balconi lineari per ogni piano,
inglobano aperture squadrate (2 o 3 per ogni balcone). In questo modello
edilizio si nota la presenza di nuovi caratteri stilistici.
Via Fuggetta
Angolo via V. Statella - via Fuggetta
/(81,7$¶TECNOLOGICHE
CLASSE DI ELEMENTI TECNICI COPERTURE
Diverse sono le soluzioni adottate per realizzare le strutture di
copertura. Dal punto di vista morfologico, la geometria di copertura più
GEOMETRIE
diffusa è quella a falde, con uno o due spioventi, ma sono presenti anche
solai piani.
Spesso su parti di copertura si riscontrano volumi minori, aggiunte e
ampliamenti realizzati con tecnologie diverse DOO¶HVLVWHQWH, per nuove
necessità. Si distinguono infatti volumi che occupano parzialmente il solaio
di copertura e sopraelevazioni o ampliamenti realizzati con soluzioni
costruttive diverse e con mezzi economici limitati.
Lo sviluppo delle coperture risente della loro localizzazione nel tessuto
edilizio, infatti situazioni di discontinuità tra i volumi impongono la scelta di
70
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
falde perché efficaci nel convogliamento delle acque meteoriche verso le
zone di raccolta18.
CARATTERI MORFOLOGICI E DECORATIVI
Gli edifici che identificano la Borgata Santa Lucia dal punto di vista
morfologico-decorativo, generalmente sono caratterizzati da elementi di
superficie realizzati da maestri scalpellini locali. Tra gli elementi decorativi ELEMENTI
che ornano alcune superfici esterne della Borgata, emergono mensole
DECORATIVI
che raffigurano volti femminili, figure caricaturali,19 fiori e festoni.
Generalmente motivi classici, vengono sostituiti da originali mescolanze
di girasoli, foglie di ricino, eucalipto, steli di cardi e baccelli, offrendo una
varietà di combinazioni. Alla Borgata queste combinazioni fanno riferimento
al Liberty che si manifesta in una semplificata sinuosità di linee fluttuanti,
nel rispetto delle simmetrie. In alcuni casi appare ispirato ai modelli inglesi
di Charles Voysey dove prevale la linea rigida generatrice di figure
astratte20.
Le superfici esterne hanno una uniformità cromatica frequente nelle
partizioni orizzontali e verticali delle membrature architettoniche e degli
aggetti: ORJJH EDOFRQL H FKLDYL G¶DUFo, etc. Il contrasto tra il rivestimento
lapideo ed il manto di protezione è dettato dal colore della calcarenite
ORFDOHHGDJOLLQHUWLSUHVHQWLQHOO¶LQWRQDFR21. Gli elementi lapidei di superficie
presentano sia funzione costruttiva che decorativa.
Nella costruzione e nella realizzazione degli elementi architettonici quali
mensole, archi, volte, architravi, stipiti, cornicioni ed apparati decorativi è
ULFRUUHQWHO¶XVRGHOODcalcarenite.
I partiti architettonici presi in esame sono: le aperture contornate da stipiti
in pietra da taglio, i cantonali, i balconi con mensole scolpite, le cornici e tra
gli elementi di protezione si distinguono le ringhiere.
18
Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza,
Bari, 2000, pp. 78-79.
19
Italia Nostra Onlus, La Borgata S. Lucia, indagine conoscitiva per un integrale recupero,
Due Elle Grafica, Siracusa, 2009, p. 17.
20
Italia Nostra Onlus, 2009, p. 23, op. cit.
21
Italia Nostra Onlus, 2009, p. 24, op. cit.
71
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
APERTURE
Nella maggior parte degli edifici, tutte le aperture sono realizzate con
stipiti in pietra da taglio, elemento che configura e rende percepibile
O¶DSHUWXUD
Le cornici solitamente sono composte da, due spalle e un architrave che
CORNICI
può essere retto o centinato e definite inferiormente da una soglia. Quelle
di dimensioni più grandi adempiono alla funzione di ingresso principale,
TXHOOHSLSLFFROHLQYHFHGHOLQHDQRO¶LQJUHVVRDOOHDELWD]LRQLRDOOHERWWHJKH
La geometria delle aperture più grandi è di solito ad arco a tutto sesto,
GEOMETRIE
realizzata con un numero variabile di conci, in alcuni casi anche decorati,
come nei casi dei conci di imposta e di chiave. Nelle aperture di luce più
PRGHVWDO¶DUFKLWUDYHHVWHUQRqLQPROWLFDVLUHWWLOLQHR
Le finestre presentano generalmente schemi geometrici più articolati:
ovale, quadrata, a bifora o mista22.
Angolo via Fuggetta - via Caltanissetta
Via Agnese
CANTONALI
Il termine, dal latino cantus, indica geneticamente «lo spigolo di una
DEFINIZIONE
costruzione di carattere mero o, più propriamente insieme degli elementi
che concorrono alla sua realizzazione soprattutto se, per forme, materiali,
lavorazioni e disposizioni, essi sottolineano ed enfatizzano il ruolo
22
Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza,
Bari, 2000, p.102-105.
72
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
VWUXWWXUDOHHVHUFLWDWRGDOORVSLJRORQHOODVWDELOLWj GHOO¶HGLIicio»23. Costituisce
CARATTERISTICHE
quindi XQHOHPHQWRGLULQIRU]RSRVWRVXOORVSLJRORRVXOFDQWRQHGHOO¶HGLILFLR
/HFDVHG¶DQJRORGHOOD%RUJDWD6DQWD/XFLDVRQRWXWWHFRQLOFDQWRQDOH,
realizzato in pietra da taglio, che ha la prerogativa di garantire compattezza
e rigore formale. La morfologia, nei diversi isolati, è caratterizzata da conci
posti LQµVRYUDVTXDGUR¶24.
Angolo via Fuggetta - via Caltanissetta
Angolo via Montegrappa - via V.Statella
I cantonali, spesso, presentano base di fusto capitello. La tecnologia che
TECNOLOGIA
definisce i cantonali, individua in base ai casi, elementi monolitici o
composti da più pezzi, di forma e dimensioni diverse, tra loro sovrapposti e
immorsati con le strutture murarie a cui essi appartengono.
BALCONI
Con il termine balcone «si intende un elemento costruttivo composito,
DEFINIZIONE
sporgente rispetto alla facciata di un edificio, in corrispondenza degli
orizzontamenti interni costituenti uno spazio praticabile, aperto o chiuso
accessibile
attraverso
porte-finestre,
protetto
da
un
parapetto
o
ringhiera»25. È un termine germanico balk, il vocabolo originariamente
GHVLJQDYD IRUVH XQD µWUDYH¶ H SHU HVWHQVLRQH XQ µSDOFR VFHQLFR 6HFRQGR
altre interpretazioni deriva dal termine persiano Bâla-khanek, che significa
µOXRJRVRSUDHOHYDWRRVSRUJHQWHGDOODFDVD¶ Secondo la classificazione
23
Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume
primo A-F, UTET, Torino, 2001, p.170.
24
Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza,
Bari, 2000, p.111.
25
Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., 2001, p.103, op. cit.
73
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
UNI 829026 GHOVLVWHPDWHFQRORJLFRO¶HOHPHQWRWHFQLFREDOFRQH
UNI 8290
DSSDUWLHQHDOODFODVVHGLXQLWjWHFQRORJLFDSDUWL]LRQHLQWHUQDHDOO¶XQLWj
tecnologiche partizione esterna orizzontale (3.4.2).
TIPO A 3
MENSOLE
Il balcone realizzato con mensole è costituito da una struttura composta,
le mensole lapidee sono incastrate nello spessore murario e sostengono le
lastre che formano il calpestio della parte esterna del balcone.
La mensola, ricavata da un concio squadrato, è costituita da due parti:
una prima, ben lavorata e decorata, sporge dal muro, una seconda, appena
sbozzata, destinata a rimanere inglobata nello spessore murario. Le
mensole possono variare da due e più, a seconda della grandezza e
imponenza del balcone e del suo ballatoio27. Il caso più frequente è un
ballatoio a tre mensole. Le lastre del ballatoio sono connesse tra loro
tramite incastri sulla mezzeria di ogni mensola.
Via Statella
Questo tipo di balconi a tre mensole, è tipico della cultura architettonica di
fine Ottocento ed è molto diffuso nel quartiere, per le dimensioni medie dei
ballatoi della Borgata28.
26
Norma UNI 8290 - metodi di classificazione e codificazione degli elementi tecnici della
costruzione. La normativa fa riferimento alla qualità degli elementi tecnici che delimitano e
conformano i singoli spazi del sistema edilizio. Le classi di esigenza previste sono:
sicurezza, benessere, fruibilità, aspetto, gestione, relazione/integrabilità, ottimizzazione
ULVRUVHPDWHULDOLVDOYDJXDUGLDGHOO¶DPELHQWH
27
Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza,
Bari, 2000, p. 117.
28
Giuffrè A., 2000, pp. 119-123, op. cit.
74
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
TIPO A 4
MENSOLE
Via Moscuzza
Alla borgata vi sono anche balconi in calcestruzzo armato, realizzati più
recentemente.
Via Agrigento
Via V. Statella
CORNICI
Il termine cornice «indica genericamente quelle parti di una costruzione
DEFINIZIONE
che, per ragioni decorative o costruttive, servono a interrompere la
superficie muraria e, nel caso siano posizionate DOO¶HVWHUQRDSURWHJJHUHOH
SDUWLPDJJLRUPHQWHHVSRVWHDOO¶D]LRQHGHJOLDJHQWLDWPRVIHULFLRGHOO¶XRPR
e quindi più facilmente soggette a guasti o consumi»29. Il termine deriva
dal latino corona o dal greco Kǀrǀne che significa curvatura, linea curva,
ecc., una membratura ordinata e combinata in maniera tale da sottolineare
il suo ruolo. Si tratta di un elemento sommitale che ha lo scopo di coronare
29
Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume
primo A-F, UTET, Torino, 2001, p.282.
75
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
la superficie esterna. Assume principalmente la funzione di allontanare
O¶DFTXDGDOPDQWRGLSURWH]LRQHHFRQclude il prospetto30.
Angolo via Fuggetta - via Caltanissetta
Angolo via Montegrappa - via V.Statella
Secondo la classificazione UNI 8290 GHOVLVWHPDWHFQRORJLFRO¶HOHPHQWR
UNI 8290
tecnico cornice, considerato elemento di protezione (3.4.1.1), appartiene
DOOD FODVVH GL XQLWj WHFQRORJLFD SDUWL]LRQH HVWHUQD H DOO¶XQLWj
tecnologiche partizione esterna verticale (3.4.1).
Le cornici più diffuse sono costituite da una fascia di conci squadrati che
CARATTERISTICHE
ha lo scopo di creare XQ¶DVVLVHGLSRVDUHJRODUHSHULOFRQFLRDJJHWWDQWH
$O GL VRSUD GHL FRQFL GL FRUQLFH YL q XQ¶DOWUD ILOD GL FRQFL VTXDGUDWL FKH
servono a nascondere la falda del tetto e la gronda.
NeL EHQL HGLOL]L G¶angolo la cornice è connessa al cantonale, formando
così un sistema piedritto-architrave che definisce la superficie esterna.
Il sistema di raccolta delle acque meteoriche consiste in un canale posto
GLHWUR O¶XOWLPD ILOD GL FRQFL, O¶DOYHR q UHDOL]]DWR WUDPLWH FRSSL LQ FRWWR LO
pluviale è esterno al termine della facciata e a volte è anche collocato al
centro della facciata31.
In parecchi casi il canale di gronda è direttamente collegato alla cornice,
DOWUH YROWH O¶LPERFFDWXUD q FDUDWWHUL]]DWD GD SDUWLFRODUL GHFRUD]LRQL DG
esempio da mascheroni in cui il canale di gronda si inserisce in maniera
armonica.
30
Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza,
Bari, 2000, p.101.
31
Giuffrè A., 2000, pp. 127-128, op. cit.
76
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
GLI ELELEMENTI DI PROTEZIONE
RINGHIERE
Con il termine ringhiera si indica una «struttura di protezione usata per
DEFINIZIONE
delimitare gli spazi che affacciano sul vuoto, per esempio balconi, terrazzi,
ballatoi, scale, terrazzamenti esterni, strade e marciapiedi. Si distingue dal
parapetto per la leggerezza e la prevalenza delle parti vuote su quelle
piene»32.
Le ringhiere sono realizzate in ferro quelle originarie, in profilato di MATERIALI
alluminio e alcune volte con struttura mista, generalmente in ferro e lastre
di vetro lavorato, le più recenti; si riscontrano infatti una varietà di tipi e
forme.
Via Moscuzza
Angolo via Moscuzaza - via Ibla
Secondo la classificazione UNI 8290 GHOVLVWHPDWHFQRORJLFRO¶HOHPHQWR UNI 8290
tecnico ringhiera, considerato elemento di protezione (3.4.1.1), appartiene
DOOD FODVVH GL XQLWj WHFQRORJLFD SDUWL]LRQH HVWHUQD H DOO¶XQLWj
tecnologiche partizione esterna verticale (3.4.1).
Particolare attenzione bisogna porre al fissaggio della ringhiera alla
FISSAGGIO
struttura muraria. Negli edifici realizzati in muratura, ad esempio, la
ringhiera è poggiata alla cornice del ballatoio e fissata alla muratura.
Negli edifici costruiti in calcestruzzo armato, invece, il terminale della
ringhiera, il cosiddétto montante, è murato tramite malta cementizia alla
muratura in fori già predisposti.
32
Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume
secondo G-R, UTET, Torino, 2001, p.785.
77
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
3.2.3 CARATTERI TECNOLOGICI E MATERICI
IL LESSICO COSTRUTTIVO
Nel processo di conoscenza sono state effettuate le analisi del lessico
LA CONOSCENZA
costruttivo che caratterizza gli edifici della Borgata Santa Lucia, facenti
parte delle lottizzazioni: Leone Cuella (1886), De Nicola (1886), Del Bono
(1891), Impellizzeri (1909-1914).
É stato possibile rilevare i caratteri tecnologici tramite uno studio delle
strutture di elevazione, delle partizioni orizzontali, degli elementi di finitura e
dei materiali di superficie che identificano gli edifici realizzati dal 1886 ad
oggi.
Sono oggetto di studio gli elementi costruttivi e strutturali peculiari
DOO¶HGLOL]LDGHOTXDUWLHUHGHOOD%RUJDWD6DQWD/XFLDHVVLVRQRVWDWLVWXGLDWLH
catalogati attraverso una campagna di rilievi mirati, condotti con il metodo
diretto su una vasta campionatura di edifici.
Sono stati esaminati i seguenti elementi tecnici: murature, coperture,
infissi, cantonali e martelli, individuandone i diversi tipi ed il lessico
costruttivo, i materiali e le trasformazioni subite nel tempo.
ELEMENTI TECNICI
MURATURE
Il termine muratura deriva dal latino tardo murare; «indica generalmente
DEFINIZIONE
qualunque struttura lapidea composta di pietre naturali o artificiali, tanto
che siano legate insieme con malta, tanto che siano semplicemente
appoggiate le une sulle altre»33.
TECNICA
COSTRUTTIVA
La tecnica costruttiva che caratterizza gli edifici della Borgata Santa
Lucia, risulta differente, a seconda dei casi si distinguono tre diversi tipi:
muratura portante, struttura in calcestruzzo armato o mista.
Gli edifici in muratura della Borgata, dal punto di vista costruttivo,
presentano caratteristiche simili a quelle degli edifici di Ortigia.
Le murature34 esaminate presentano uno spessore che va da 45 cm. a 70
cm. e un interasse tra i muri paralleli che varia da 4 m. a 6 m., ulteriori
33
Petrignani A., 1981, pag.172, in Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario
degli elementi costruttivi, Volume secondo G-R, UTET, Torino, 2001.
34
Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza,
Bari, 2000, p.74.
78
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
separazioni
sono
realizzate
con
divisori
leggeri,
strutturalmente
indipendenti dalla muratura.
1HOOD FRVWUX]LRQH GHOOH DSSDUHFFKLDWXUH PXUDULH LO PDWHULDOH G¶LPSLHJR
ricorrente è la pietra calcarea. /¶XVR GL TXHVWR WLSR GL PDWHULDOH q GRYXWR
alla sua facile reperibilità nelle vicinanze e alla sue caratteristiche di
lavorabilità. Si tratta di un calcarenite organogena e fossilifera35 che
MATERIALE
appartiene al Miocene e si trova in buone quantità nelle cave ancora attive.
Con tutta probabilità il materiale che costituisce le superfici esterne e le
murature è stato cavato nelle vicinanze di Siracusa, in una delle numerose
cave che in quel tempo erano attive.
Lo stato di conservazione di questo materiale è variabile, visibili e
DEGRADI
ricorrenti sono i fenomeni di degrado, quali: alveolizazione, esfoliazione,
patina biologica, crosta nera e deposito superficiale36.
Il sistema delle murature è composto da conci grossolanamente
squadrati di calcarenite sulle facce esterne e rari ripianamenti di pietrame di
pezzatura più piccola e malta di calce.
Via V. Statella
La muratura così composta si presenta in diverse varianti per
dimensione, tipo di sbozzatura, disposizione del pietrame e dei conci.
Le tramezzature interne negli edifici in muratura sono realizzate con muri
divisori in lastre di pietra squadrata dello spessore di 10 cm. o in materiali
leggeri quali canne e gesso.
35
Cantone F. Pietra e intonaco. Un osservatorio per le superfici esterne di Ortigia. Roma:
Gangemi Editore, 2012, p. 53.
36
Cfr. Giuffrida A., ,PDWHULDOLODSLGHLWUDGL]LRQDOLQHOO¶DUFKLWHWWXUDFRQWHPSRUDQHD/DSLHWUD
di Siracusa. 7HVLGLGRWWRUDWRGLULFHUFDLQ7HFQRORJLHGHOO¶$UFKLWHWWXUD;;,,,FLFOR2010, Facoltà di Architettura di Siracusa. Tutor: prof. arch. F. Cantone, cotutor: prof. E.
Ciliberto.
79
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Negli edifici invece realizzati in calcestruzzo armato, i tramezzi interni
sono realizzati in laterizio e presentano uno spessore di 10/15 cm.
COPERTURE
Con il termine copertura si intende «la struttura di chiusura superiore di
DEFINIZIONE
XQ YROXPH FRVWUXLWR SRVWD D VHSDUDUH OR VSD]LR FRQILQDWR GDOO¶DPELHQWH
esterno. La copertura protegge gli ambienti interni, in cui debbono essere
stabilizzate particolari condizioni termoigrometriche e acustiche»37.
Secondo la classificazione UNI 8290 del sistema tecnologico, l¶HOHPHQWR
UNI 8290
tecnico copertura (3.2.4.1), appartiene alla classe di unità tecnologica
FKLXVXUDHVWHUQDHDOO¶XQLWjWHFQRORJLFKHFKLXVXUDVXSHULRUH
Dal punto di vista tecnologico, le strutture di copertura a falde
TECNOLOGIA
caratterizzanti il quartiere in esame, presentano orditure principali molto
fitte, costituite da travi di legno di piccola sezione, inclinate secondo la
pendenza della falda e poggianti agli estremi della cimosa da una parte e
VXXQDWUDYHGLFROPRDQFK¶HVVDGLVH]LRQHULGRWWDGDOO¶DOWUD 6XOO¶RUGLWXUD
di travi inclinate poggia direttamente il sottomanto costituito da una stuoia
di canne, legate tra loro o inchiodate alle travi, e da una caldana di gesso
su cui poggia il manto di tegole, realizzato con coppi38.
Il tipo di copertura a doppia falda presenta una struttura a doppia orditura
con trave principale di colmo a giacitura orizzontale e puntoni inclinati
secondo la pendenza.
Nei solai invece il legno è stato sostituito nella seconda metà degli anni
¶dai profilati metallici e getto di calcestruzzo.
Per la ricostruzione dopo la Seconda guerra Mondiale e nelle successive
edificazioni la tecnica di costruzione è quella del cemento armato che viene
applicata principalmente per la sostituzione degli orizzontamenti. Il cemento
armato alla Borgata Santa Lucia, viene anche utilizzato per la realizzazione
di soprelevazioni, coperture piane ed edifici interamente concepiti con
struttura intelaiata39.
Per quanto riguarda il sistema di smaltimento delle acque meteoriche,
esso presenta soluzioni distinte in relazione alle diverse unità edilizie.
37
Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume
primo A-F, UTET, Torino, 2001, p.275.
38
Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza,
Bari, 2000, p.78.
39
Sersale R., La storia del cemento e del calcestruzzo, Napoli, 1998.
80
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
Frequenti sono quindi le soluzioni a gocciolatoio con aggetto in tegole
cave, soluzioni con gronde e pluviali in materiale plastico (PVC); sono
inoltre presenti soluzioni di convogliamento delle acque piovane inserite
nello spessore murario40.
Tra gli elementi di finitura più interessanti figurano le volte ad
FINITURE
incannucciato. Si tratta di controsoffitti con geometria a volta, realizzati con
canne e gesso, sorrette da FHQWLQH OLJQHH WDJOLDWH H FKLRGDWH O¶XQD
DOO¶DOWUD41.
INFISSI
Con il termine infisso si «indica la parte fissa della finestra o della porta-
DEFINIZIONE
finestra, connessa alla struttura muraria e destinata a realizzare il
collegamento della parte mobile, costituita dal serramento con il vano che
ORDFFRJOLH«,OWHUPLQH deriva dal latino infigere, che significa infiggere, con
ULIHULPHQWRDOODIXQ]LRQHGHOO¶HOHPHQWRHDOODVXDFROORFD]LRQHª42. È formato
da elementi verticali, denominati montanti, e da elementi orizzontali,
denominati traverse, variamente connessi.
6HFRQGRODFODVVLILFD]LRQH81,GHOVLVWHPDWHFQRORJLFRO¶HOHPHQWR UNI 8290
tecnico infisso (3.4.2.1), appartiene alla classe di unità tecnologica
partL]LRQH LQWHUQD H DOO¶XQLWj WHFQRORJLFKH SDUWL]LRQH HVWHUQD
orizzontale (3.4.2).
40
Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza,
Bari, 2000, p.80.
41
IVI, p.81.
42
Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume
secondo G-R, UTET, Torino, 2001, p.427.
81
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
/¶LQILVVRVL presenta come un sistema composto da vari dispositivi tecnici,
alloggiati in appositi vani, ognuno dei quali occupa un ruolo determinante
nel suo funzionamento generale.
INFISSI
Via Montegrappa
\
Via Agrigento
Il vasto campionario di infissi, caratterizzato da molteplicità e varietà di
soluzioni presenti nel quartiere, fa riferimento ad edifici di diversa
tecnologia e finitura.
I portali sono caratterizzati da portoni di accesso ai vani deOO¶HGLILFLR.
Quello originario, si presenta a doppia anta in legno con rosta in ferro
battuto e costituito da telaio fisso ancorato al muro tramite zanche di ferro.
PORTALI
Angolo via Isonzo - via Caltanissetta
TECNOLOGIA
Via Agrigento
Il telaio fisso è composto da profilati lavorati artigianalmente e assemblati
tramite incastri e chiodature; il telaio mobile è invece costituito da pannelli
82
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
in legno sagomati ed incastrati che, solo sul lato esterno, presentano
specchiature.
Per quanto riguarda i sistemi di movimentazione e manovra, sono
caratterizzati da sistemi VDOLVFHQGLVXOO¶DQWDGLEDWWXWDGDFHUQLHUHsul telaio
e da serrature di vario genere43. I portoni più recenti sono stati invece
realizzati in alluminio.
/¶LQJUHVVR DL piani terra avviene attraverso porte-finestre che hanno
anche la funzione di controllare la luminosità del vano di facciata.
PORTE - FINESTRE
Via V. Statella
Via Isonzo
*HQHUDOPHQWHO¶LQILVVRqFRVWLWXLWRGDXQWHODLRPRELOHLQOHJQRILVVDWRDOOD
TECNOLOGIA
struttura muraria mediante cerniere ad anello staffate al muro. Il telaio
mobile, con movimento di manovra YHUVRO¶LQWHUQRqFRVWLWXLWRGDuna parte
tamponata inferiore e da una parte vetrata superiore.
Il sistema di oscuramento avviene mediante ante mobili poste DOO¶LQWHUQR
e collegate tramite cerniere al telaio fisso. Nei locali in cui si concentrano
attività riservate al pubblico, vengono impiegati infissi a vetro, spesso
RSDFRFKHFRQGXFRQRODOXFHDOO¶LQWHUQRGHOO¶HGLILFLR.
Il meccanismo di movimentazione e di manovra è costituito da cerniere
saliscendi e chiavistelli di chiusura.
43
Caterina G., Il recupero degli infissi, UTET, Torino, 1995, pp.71-72.
83
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Sono inoltre presenti, per motivi di sicurezza, cancelli esterni, in ferro o in
alluminio, di morfologie differenti, spesso apribili YHUVRO¶HVWHUQR
CANCELLI
Via Fuggetta
Per quanto riguarda invece le finestre ed i balconi-finestre dei piani
superiori degli edifici, la tipologia costruttiva risulta essere simile alla portafinestra dei piani terra.
Il sistema di oscuramento è caratterizzato dal dispositivo delle persiane,
poste sul filo esterno e fissate con apposite cerniere al telaio esterno, per
IDFLOLWDUHHJDUDQWLUHDOPDVVLPRO¶LQJUHVVRGHOODOXFHuna volta aperte.
BALCONI - FINESTRE
PERSIANE
Via Ragusa
/HSHUVLDQHDSULELOLYHUVRO¶HVWHUQRVSHVVRVRQRDGXHEDWWHQWLFRQWHODLR
mobile diviso in due da una traversa intermedia. Il sistema di chiusura
interno della persiana, è costituito da una cremonese ad apertura
eccentrica.
84
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
Molte volte in assenza delle persiane è stata utilizzata la tenda veneziana
esterna, in alluminio.
Oltre ai tipi tradizionali sono frequenti infissi di concezione più moderna,
che presentano un telaio mobile, realizzato in alluminio ed un sistema di
oscuramento creato con il dispositivo a persiana avvolgibile costituita da
lamelle orizzontali.
BALCONI - FINESTRE
AVVOLGIBILE
Via Moscuzza
La persiana avvolgibile si apre raccogliendo le lamelle attorno ad un rullo
contenuto nel cassonetto, posto nella parte superiore del vano finestra.
$OFXQH YROWH O¶LQILVVR q FDUDWWHUL]]DWR GDOla presenza di persiane esterne
in alluminio anodizzato, aggiunte in un secondo momento.
In alcuni edifici, sono stati accostati nuovi infissi, a quelli originari in legno
RDOOXPLQLRVL YHQJRQRDFUHDUHFRVuL³GRSSL LQILVVL´IRUQLWLVROLWDPHQWHGL
vetro-camera; il nuovo profilo è stato posizionato sul filo esterno della
facciata.
CANTONALI E MARTELLI MURARI
Per valutare la qualità di collegamenti tra pareti ortogonali, si è posta
AMMORSATURA
attenzione alla morfologia dei cantonali.
La VROX]LRQH G¶DQJROR è realizzata con un sistema ordinato di pietra
tagliata, posta in opera con blocchi perfettamente squadrati e sottili giunti di
malta. I conci sono collocati prevalentemente in lunghezza PD O¶DVVHWWR
SUHYHGHXQ¶DOWHUQDQ]DGLVWUDWLSHUPLJOLRUDUHO¶DPPRUVDtura.
85
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Per quanto riguarda la continuità delle fronti, essa è resa con il
collegamento tra murature adiacenti, attraverso O¶DPPRUVDWXUD GHJOL
addentellati44. Su alcuni edifici della Borgata i martelli murari risultano
essere ben integrati alla muratura esistente.
CARATTERI MATERICI
MATERIALI: PIETRA
Le pietre delle costruzioni della Borgata Santa Lucia si distinguono in
IMPIEGO
EDVH DOO¶XVR D FXL VRQR GHVWLQDWH, il pietrame ordinario utilizzato nelle
murature è la pietra da taglio che trova impiego nelle decorazioni.
4XHVW¶XOWLPD SHUPHWWH GL HIIHWWXDUH XQD ODYRUD]LRQH ad intaglio che
consente di garantire perfezione e conservazione della forma assegnatale.
La pietra da muratura assicura buona resistenza allo schiacciamento e
durevolezza.
Il tipo di pietra che quindi viene utilizzata sia nelle strutture delle murature
CALCARENITE
che in ogni tipo di decorazione è la pietra calcarea, poiché possiede e
garantisce tutti i requisiti menzionati.
Tra i calcari pregiati si ricordano quelli della zona di Augusta e quelli di
Cassibile, si tratta di calcari miocenici, organogeni e fossiliferi della
Formazione di Palazzolo utilizzati per le mensole dei balconi, per i ballatoi e
per gli apparati decorativi. Sono presenti, sul territorio siracusano, diversi
tipi della stressa pietra che si distinguono anche per il colore leggermente
diverso. Alla borgata il colore dei manufatti lapidei è di un colore tendente
al giallo che individua pietra abbastanza resistente agli agenti atmosferici e
ai fattori antropici45.
Si ricordano inoltre la pietra di Melilli, molto dura e quindi più adatta alla
realizzazione di elementi strutturali e quella di Canicattini più tenera e meno
costosa, utilizzata più a scopo esclusivamente decorativo46.
44
Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bri,
2000, p.77.
45
Cantone F. Pietra e intonaco. Un osservatorio per le superfici esterne di Ortigia. Roma:
Gangemi Editore, 2012, pp. 53-54.
46
Cfr. Giuffrida A., I materiali lapidei tradizionali QHOO¶DUFKLWHWWXUDFRQWHPSRUDQHD/DSLHWUD
di Siracusa. 7HVLGLGRWWRUDWRGLULFHUFDLQ7HFQRORJLHGHOO¶$UFKLWHWWXUD;;,,,FLFOR2010, Facoltà di Architettura di Siracusa. Tutor: prof. arch. F. Cantone, cotutor: prof. E.
Ciliberto.
86
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
OPERE DI FINITURA: RIVESTIMENTI
Il termine rivestimento deriva «dal latino tardo revestire, significa
DEFINIZIONE
letteralmente coprire nuovamente, in maniera ripetuta. Genericamente con
ULYHVWLPHQWR VL LQWHQGH O¶RSHUD]LRQH H O¶HIIHWWR GHO ULYHVWLUH SL
comunemente però la denominazione indica il materiale o il prodotto con
cui è coperta una qualsiasi superficie»47.
Secondo la classificazione UNI 8290 del sistema tecnologico, appartiene UNI 8290
alla classe n.8.
Per quanto riguarda i rivestimenti (classe 8.3) degli edifici che identificano
la zona della Borgata sono, realizzati con intonaci (classe 8.1) di colore
giallo, rosa, azzurro.
Il termine intonaco indica uno «strato di malta di limitato spessore esteso
DEFINIZIONE
sulle murature per proteggerne, regolarizzarne e/o finirne la superficie.
'HULYD GDOO¶LWDOLDQR intonico, probabilmente legato al ODWLQR WXQLFD«
esprime genericamente un concetto di rivestimento»48.
/¶LQWRQDFR HUD UHDOL]]DWR D WUHVWUDWL49 di cui il primo di ancoraggio, detto CARATTERISTICHE
µVFDJOLDWD¶LOVHFRQGRdi livellamento, detto µDUUL]]DWD¶HORVWUDWRGLILQLWXUD
detto µPRQDFKLQD¶SRVDWR in due riprese. Ad oggi, molti elementi decorativi
sono appesantiti da strati di intonaco di diversi colori e di forte spessore
che snaturano la morfologia della superficie esterna.
In alcuni casi il paramento murario è invece rivestito da mattoni faccia
vista,
RIVESTIMENTI
Via Moscuzza
47
Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume
secondo G-R, UTET, Torino, 2001, p.790.
48
Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., 2001, p.437, op. cit.
49
Italia Nostra Onlus, 2009, p. 33, op. cit.
87
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
da piastrelle in ceramica, o da maioliche, poste a protezione di probabili
infiltrazioni umide.
RIVESTIMENTI
Angolo via V. Statella - via Montegrappa
88
Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
3.3 BORGATA S. LUCIA
Il momento conoscitivo per la Borgata è stato articolato in un percorso di LA CONOSCENZA
analisi dei molti spetti che contraddistinguono il quartiere.
Attraverso le schede C1 e C2, corredate da elaborati grafici, quali:
schemi planimetrici e particolari costruttivi, si illustrano e sintetizzano le
informazioni relative alla consistenza tecnologica dei modelli edilizi che
identificano il quartiere.
Le sei unità edilizie selezionate, fanno riferimento a diverse datazioni; le
lottizzazioni designate, individuano il processo evolutivo della Borgata dal
1886 al 1931.
89
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
3.4
CONFRONTO TRA I CASI STUDIO E IL CASO
PILOTA
COMPARAZIONE
Dalla comparazione tra i casi studio esaminati ed il caso pilota della
Borgata S. Lucia, emergono peculiarità relative alla conservazione del
tessuto urbano originario (morfologia) ed edilizio (caratteri edilizi e
tecnologici), al processo di espansione urbana e alla crescita sociale.
Lo studio mette in risalto le differenze e le analogie dei casi nazionali e
transazionali e rileva attraverso un quadro sinottico, i seguenti fattori,
sintetizzati nella scheda D:
CRITERI
CARATTERI
ƒ
I CARATTERI IDENTITARI e le PROBLEMATICHE;
ƒ
Le STRATEGIE di RIQUALIFICAZIONE;
ƒ
Gli ESITI OTTENUTI.
I caratteri identitari e le problematiche esplicitano la situazione
originaria, le condizioni di stato e i problemi del quartiere, nonché le
trasformazioni della sfera sociale, culturale e architettonica.
Le strategie di riqualificazione esaminano gli interventi che hanno
messo in atto procedure efficaci per il miglioramento della condizione
originaria. Gli esiti esprimono invece i risultati che tali interventi hanno
avuto.
ANALOGIE
Dal confronto emerge che si tratta di contesti coevi ('800) e
contraddistinti da caratteri similari (analogie). In quasi tutti i casi
HVDPLQDWLO¶HGLILFD]LRQHGHOTXDUWLHUHVLqEDVDWDVXOSULQFLSLRGLPDVVLPR
sfruttamento dei suoli, sulle divisioni particellari e sulle lottizzazioni
private. Dal punto di vista della morfologia urbana, si dà origine ad un
impianto regolare a scacchiera, tipico della città ottocentesca. Inoltre
sono tutti quartieri residenziali, sorti a corollario della città, e oggi,
considerati periferie storiche.
DIFFERENZE
Alcune differenze si riscontrano invece nel rapporto dimensionale, nella
realtà sociale, nel modo di attuare strategie di riqualificazione e
soprattutto nei modelli edilizi, nella tecnologia e nei materiali di finitura.
Tali quartieri definiti periferie ³storicL]]DWH´, sono divenuti oggi, parte
integrante della città esistente, essi rappresentano una prosecuzione, in
quanto occupano brevi distanze dal centro. Nonostante ciò, non sono vivi
come il centro città e presentano condizioni e caratteri che li identificano
102
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
come quartieri isolati/emarginati, soprattutto dal punto vista sociale e di
conseguenza architettonico ed edilizio.
Attraverso i tre criteri, si ottiene un quadro generale delle analogiesimilitudini e delle differenze. Si individuano i punti di forza e di debolezza
che intercorrono tra i casi esaminati e il caso pilota. Ad esempio, la
PUNTI DI FORZA
E DEBOLEZZA
realizzazione di nuove costruzioni e di sopraelevazioni, costituisce un
punto di forza, poiché mette in evidenza un processo di crescita del
quartiere, allo stesso tempo denota però un punto di debolezza,
considerato che, negli anni, la maggior parte dei modelli edilizi dei casi
studiati, non ha mantenuto lHWHFQLFKHFRVWUXWWLYHHGLPDWHULDOLG¶LPSiego,
infatti, i nuovi caratteri che li contraddistinguono, non li identificano come
beni edilizi RULJLQDULGHOOXRJR$QFKHO¶DOOLQHDPHQWRGHJOLHGLILFLDOODVHGH
VWUDGDOH DVVLHPH DOO¶XQLIRUPLWj VWLOLVWLFD RYH PDQWHQXWD UDSSUHVHQWDQR
punti di forza. Costituisce invece un altro punto di debolezza, il fenomeno
di massimo utilizzo del suolo, in quanto vengono a mancare gli spazi
DOO¶DSHUWR ULVHUYDWL DO YHUGH DWWUH]]DWR QH UDSSUHVHQWD però anche un
punto di forza, visto che nel quartiere si è verificata una edificazione
molto densa, che ha consentito un aumento del numero degli abitanti.
(Scheda sinottica D).
103
Capitolo 3 ± Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa
CONFRONTO TRA I CASI STUDIO E IL CASO PILOTA
CASI
STUDIO
PICANELLO
Catania
)LQHµ
LITTORIO
Palermo
1927
VOMERO
Napoli
)LQHµ
LORETO
Bergamo
)LQHµ
CARATTERI IDENTITARI
e PROBLEMATICHE
STRATEGIE di
RIQUALIFICAZIONE
ESITI
OTTENUTI
- maglia ortogonale;
- zona agricola;
- vicino al centro;
- lottizzazioni private;
- violenta urbanizzazione;
- struttura: pietra lavica e
ripianamento in laterizio;
- modelli edilizi: casa terrana,
palazzetto, villino.
- maglia ortogonale;
- zona residenziale;
- distante dal centro;
- contributi statali;
- speculazione edilizia
- struttura: portante in cls.
armato;
- modelli edilizi: blocco a
corte, villino, condominio.
- maglia radiale;
- zona agricola;
- vicino al centro;
- investim. banca Tiberina;
- struttura: portante in cls. arm.;
- modelli edilizi: palazzetto,
palazzo, condominio, villa.
- demolizioni;
- divisione particellare
dei suoli;
- massimo utilizzo del
suolo.
- zona residenziale;
- morfologia urbana
mantenuta;
- nuove costruzioni:
sopraelevazioni
GHOO¶HVLVWHQWH
- demolizioni.
- zona residenziale;
- morfologia urbana
mantenuta;
- nuove costruzioni:
condomini;
- miglioramento sociale.
- maglia ortogonale;
- zona agricola;
- vicino al centro;
- lottizzazione privata;
- speculazione edilizia;
- struttura: portante in cls. arm.;
- modelli edilizi: casa econom.
popolare, casa in linea, villa.
- demolizioni;
- rigore nel costruire;
- massimo utilizzo dei
suoli.
- zona residenziale;
- morfologia urbana
mantenuta;
- nuove costruzioni:
edifici popolari;
- allineamento degli edifici
alla sede stradale.
- demolizioni;
- WUDVIRUPD]LRQH GHOO¶LPSLDQWR
urbano originario;
- rigore nel costruire;
- massimo utilizzo dei
suoli.;
- zona residenziale;
- schema ortogonale;
- miglioramento urbano e
sociale.
- demolizioni;
- edificazione molto
densa;
- risanamento urbano.
- zona residenziale;
- morfologia urbana
mantenuta;
- nuove costruzioni
- miglioramento urbano e
sociale.
- demolizioni;
- ampliamenti.
- zona residenziale
estiva;
- tessuto urbano meno
denso;
- nuove costruzioni sopraelevazioni;
- miglioramento della
qualità residenziale.
- struttura orig. tipo medievale;
- zona residenziale;
BASTIGLIA - vicino al centro;
- lottizzazioni;
Parigi
- struttura: muratura portante, in
1605
cls. armato;
- modelli edilizi: palazzo, edif.
minore, edif. contemporaneo.
- maglia ortogonale;
- zona produttiva e
KREUZBERG residenziale;
- media distanza dal centro;
Berlino
- struttura: portante in cls. arm.;
1800
- modelli edilizi: casa-caserma,
edificio multipiano, casa per
abitazione.
- maglia ortogonale;
- borgo marinaro;
- distante dal centro;
BARCELONETA - lottizzazioni;
- struttura: in muratura portante,
Barcellona
in cls. armato;
1715
- modelli edilizi: casa mediana a
2 liv., casa con 4 appartamenti,
edif. multipiano.
- maglia ortogonale;
- borgo marinaro;
BORGATA - vicino al centro;
- lottizzazioni private;
S. LUCIA
- struttura: portante in muratura,
Siracusa
mista, in cls. armato.
- modelli edilizi: casa terrana,
1850
edificio a 2, 3 e 5 elevazioni.
- risanamento urbano;
- espansione.
- intensa attività edificatoria.
- zona residenziale;
- miglioramento sociale
urbano e residenziale;
- si interrompono le
regole.
- zona residenziale;
- morfologia urbana
mantenuta;
- nuove costruzioni: case
popolari e sopraelevaz.;
- allineamento edifici alla
sede stradale.
D
DIFFERENZE
SIMILITUDINI
ANALOGIE
X
X
X
X
X
X
X
X
Scheda sinottica D ± Confronto tra i casi studio e il caso pilota.
104
STRATEGIE PER LA
RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE ³6725,&,==$7(´
4.1
STRUMENTI NORMATIVI PER LA BORGATA:
SCENARI DI APPLICAZIONE
Sulla scorta della normativa vigente e tra gli strumenti urbanistici attuati
in contesti simili, si fa riferimento ai programmi ³complessi´ (Rif. cap. 2 par. 2.1). Ad essi si deve la capacità di distribuire in maniera equilibrata
servizi ed infrastrutture. È loro il merito di risolvere il problema sociale e
la crisi del quartiere1, di poter trasformare il tessuto urbano degradato, di
migliorare la qualità tecnologica e ambientale degli edifici e dello spazio
urbano. Lo strumento applicabile al contesto della Borgata è il Piano PIANO
INTEGRATO
DI INTERVENTO
Integrato di Intervento2 ± P.I.I.
La Borgata Santa Lucia è stata interessata dal PRG 2004, elaborazione
del PRG del 1998, definita come quartiere ricadente in zona B1.2, ne
diviene tessuto consolidato di valore ambientale. Il Piano Integrato di
Intervento già applicato alla Borgata, è uno strumento normativo
pianificatorio, istituito con la legge n. 179 del 17 febbraio 1992 per
consentire un riesame dei caratteri del tessuto esistente e tentare
soluzioni di intervento coordinate (anche fra più soggetti, pubblici e
privati) ed integrate (anche per una pluralità di funzioni) a corollario di
numerosi fattori che coinvolgono la fase di programmazione e di
definizione delle scelte di intervento. Essi agiscono anche in dettaglio,
1
2
Bellicini L., Ingersoll R., Periferia italiana, Melteni editore, Roma, 2001, pp. 67-68.
Art. 16 della legge n. 179/1992 - normativa che promuove i P.I.I.
105
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
sulO¶HGLOL]LDUHVLGHQ]LDOH per riqualificarne il tessuto e sul singolo edificio
per la conservazione delle caratteristiche morfologico-insediative dei
tessuti.
Tale normativa particolareggiata, applicata ad un quartiere, propone
quale tessuto consolidato di valore ambientale, parte integrante del
tessuto storico dell¶HVSDQVLRQH ottocentesca è sottoposto a vincolo
storico, ambientale e paesistico3.
In
funzione
delle
condizioni
al
contorno
che
hanno
dettato
O¶DSSOLFD]LRQH GL DOWUL strumenti normativi, si ritiene utile citare, per la
Borgata:
STRUMENTI
NORMATIVI
ƒ
CONTRATTI di QUARTIERE - (proposti dal Comune);
ƒ
PROGRAMMI
di
RIQUALIFICAZIONE
URBANA
(P.R.U.)
(proposti dal Comune);
ƒ
PROGRAMMI di RECUPERO URBANO (P.R.U.) (proposti ai
Comuni da soggetti pubblici e privati, gestiti dal Comune).
Gli strumenti normativi menzionati, possono essere applicati alla
Borgata, considerato che il quartiere versa oggi in stato di notevole
degrado, sia dal punto di vista sociale che edilizio ed urbano. Tutti gli
interventi non idonei effettuati negli ultimi anni, hanno peggiorato lo stato
GHLEHQLHGLOL]LFRPSURPHWWHQGRQHO¶DVSHWWRDUFKLWHWWRQLFR Il Contratto di
Quartiere, ad esempio, è efficace per contesti interessati da degrado
superficiale e urbano, da carenza di servizi, da scarsa coesione sociale.
Il Programma di Riqualificazione Urbana (P.R.U.) coinvolge aree
semiperiferiche, isolate e degradate ed è finalizzato a programmi di
manutenzione, di riqualificazione urbana e di risanamento.
Il Programma di Recupero Urbano (P.R.U.) invece è volto al recupero
del sociale e DOO¶DSSOLFD]ione di interventi manutentivi QHOO¶DPELWRHGLOL]LR
e urbano. Preso atto che i programmi ³complessi´ esaminati sono
strumenti finalizzati alla riqualificazione e considerate le problematiche
presenti alla Borgata Santa Lucia, quasi tutti potrebbero essere attuati,
DG HFFH]LRQH GHL 3LDQL 8UEDQ SHU OH SHULIHULH SURSRVWL GDOO¶8QLRQH
Europea), poiché necessitano di finanziamenti e sono applicabili ad
agglomerati di oltre 100.000 abitanti, in aree ad elevato tasso di
3
D.A. n. 6080 del 21 maggio 1999 - approvazione delle Linee Guida del Piano
Territoriale Paesistico Regionale.
106
Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´
disoccupazione, con tessuto urbano disgregato e mancanza di servizi
sociali. Altro strumento normativo, la Società di Trasformazione Urbana S.T.U., comporta il coinvolgimento di privati e la pianificazione di
strategie comuni con la Pubblica Amministrazione.
Tutti i programmi esaminati sono gestiti direttamente dai Comuni, ad
eccezione dei Piani Integrati di Intervento, coordinati direttamente dal
Ministero dei Lavori Pubblici.
Lo strumento che appare più consono e di facile gestione per il
UHFXSHUR GHOOD SHULIHULD ³VWRULFL]]DWD´ ULVXOWD HVVHre oggi, il Contratto di STRUMENTO
Quartiere. Si tratta, di una sorta di Piano-Progetto, caratterizzato da
APPLICABILE
interventi di rilancio socio-economico che tengono conto dello stato di
fatto del quartiere coinvolto. Gli interventi saranno volti al recupero
economico e sociale degli spazi pubblici e privati.
Grazie a questo programma sarà possibile applicare soluzioni che
mirano ad incrementare e migliorare i servizi del quartiere, a rinnovare i
caratteri edilizi e a potenziare la qualità abitativa ed insediativa.
(Scheda E).
107
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
STRUMENTI NORMATIVI PER LA BORGATA S. LUCIA
STRUMENTI
NORMATIVI
SCENARI di INTERVENTO
URBANO
- RECUPERO URBANO;
- RISANAMENTO URBANO.
EDILIZIO
- RECUPERO EDILIZIO;
- RISPARMIO ENERGETICO.
SOCIALE
- RECUPERO SOCIALE
Realizzazione
opere di urbanizzazione
secondaria e incremento dei
ƒ ristrutturazione edilizia;
servizi:
ƒ restauro e risanamento
ƒ centri sportivi - palestra;
conservativo (Chiesa, primi
ƒ centri sociali;
edifici edificati);
ƒ centri di accoglienza;
ƒ installazione di pannelli solari e ƒ messa in funzione
impianti fotovoltaici;
GHOO¶DWWXDOH VWDGLR'H6LPRQH
Realizzazione di:
ƒ miglioramento della qualità
ƒ centri per attività commerciali e abitativa, insediativa e
artigianali.
ambientale del quartiere.
- RECUPERO SOCIALE
- RECUPERO EDILIZIO
CONTRATTI
Interventi:
Interventi:
di QUARTIERE opere di urbanizzazione primaria: ƒ recupero degli edifici esistenti;
Possono
coinvolgere
QHOO¶HODERUD]LRQH
dei progetti gli
abitanti del
quartiere.
ƒ illuminazione pubblica;
ƒ recupero degli spazi pubblici;
ƒ del verde - zona piazza
S. Lucia;
ƒ arredo urbano;
ƒ allaccio alla rete del gas,
combustibile per uso domestico;
ƒ sostituzione rete elettrica.
- RIQUALIFICAZIONE URBANA;
- MANUTENZIONE.
- RISANAMENTO;
P. R. U.
Programmi di
Riqualificazione Interventi
opere di urbanizzazione primaria:
Urbana
ƒ illuminazione pubblica;
ƒ riqualificazione di piazza
Finalizzati alle aree S. Lucia;
semiperiferiche e ƒ creazione di aree a verde;
periferiche,
ƒ sistemazione arredo urbano e
coinvolgono i
spazi pubblici;
cittadini nelle scelte. ƒ allaccio alla rete del gas,
combustibile per uso domestico.
P. I. I.
Programmi
Integrati di
Intervento
Già applicati
alla Borgata
S. Lucia
P. R. U.
Programmi
di Recupero
Urbano
Interventi:
ƒ recupero edifici esistenti;
ƒ risanamento di parti comuni di
fabbricati residenziali;
ƒ manutenzione ordinaria e
straordinaria;
ƒ restauro e risanamento
conservativo; ristrutturazione
edilizia di fabbricati residenziali e
non.
Realizzazione:
ƒ strutture a carattere culturale.
Grazie agli interventi attuati
WUDPLWHO¶DSSOLFD]LRQH GLWDOH
strumento normativo, si è
riusciti in parte a:
ƒ RECUPERARE le zone
degradate del quartiere;
ƒ RIQUALIFICARE il tessuto e
O¶DPELHQWH
ƒ REALIZZARE, ampliare e
potenziare - le reti fognarie;
- gli impianti di illuminazione;
- le strade, la piazza e il verde.
Mettendo in pratica tali
programmi di intervento, si è
riusciti a:
- RECUPERO URBANO
- MANUTENZIONE URBANA
- RECUPERO EDILIZIO
- MANUTENZIONE EDILIZIA
Interventi di tipo urbano:
Interventi di tipo edilizio:
ƒ rifacimento o integrazione di
urbanizzazione primarie
(strade, reti fognarie e idriche)
ƒ pubblica illuminazione;
ƒ verde attrezzato;
ƒ arredo urbano;
ƒ sistemazione di spazi pubblici.
ƒ ristrutturazione;
ƒ ampliamento o realizzazione di
fabbricati residenziali e non;
ƒ restauro e risanamento degli
edifici (chiesa).
Tramite:
ƒ manutenzione ordinaria;
ƒ manutenzione straordinaria.
ƒ REALIZZARE nuovi edifici di
tipo residenziale: palazzoni e
edifici economico-popolari;
ƒ nuove infrastrutture.
Non si è riusciti a:
ƒ RECUPERARE il patrimonio
edilizio esistente;
Potenziare:
ƒ la funzione artigianale,
commerciale e direzionale;
ƒ i servizi in genere;
ƒ la qualità della vita.
Realizzazione , completamento
e adeguamento opere di
urbanizzazione secondaria:
ƒ scuole e chiese;
ƒ mercati di quartiere;
ƒ centri sociali;
ƒ strutture sanitarie.
Dal punto di vista sociale,
le condizioni della Borgata
sono riamaste invariate.
/¶DSSOLFD]LRQHGL
tali programmi non ha
minimamente influito a
migliorare la qualità della vita,
poiché questo tipo di
strumento, non è finalizzati al
sociale.
Il quartiere necessita di
interventi di RECUPERO,
in quanto versa in notevoli
condizioni di degrado.
Dal punto di vista sociale, i
P.R.U., pur non attenzionando,
questo aspetto, se messi in
pratica alla Borgata,
migliorerebbero notevolmente
la qualità della vita.
Scheda E ± Strumenti normativi per la Borgata S. Lucia.
108
E
Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´
4.2
LETTURA
CRITICA
DEL
PROGRAMMA
INTEGRATO DI INTERVENTO ALLA BORGATA
Premesso che i Programmi Integrati di Intervento ± (P.I.I.) sono
strumenti urbanistici che si SRQJRQRO¶RELHWWLYRGLrecuperare, riqualificare,
conservare i beni edilizi, essi già applicati alla Borgata, non hanno
imposto regole. Lo strumento è riuscito solo in minima parte ad attuare
una serie di interventi come la riqualificazione del tessuto edilizio ed il
recupero delle zone più degradate.
Dopo tali interventi, emergono una serie di criticità che delineano le CRITICITÁ
reali condizioni del quartiere, denunciando la mancata trasposizione dei
principi della conservazione.
Il patrimonio edilizio esistente non è stato infatti recuperato, né
conservato; infatti la realizzazione di nuovi edifici di tipo residenziale:
palazzoni, condomini ed edifici economico-popolari, ha fatto perdere le
caratteristiche morfologiche del tessuto originario.
Altro fattore negativo, gli interventi non controllati, effettuati negli anni
dagli utenti, per soddisfare esigenze personali, nel tentativo di migliorare
la qualità della loro vita. Pertanto oggi urge la stesura di uno strumento
che stabilisca regole elaborate a partire dalle problematiche rilevate.
109
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
4.3 LINEE GUIDA
PREMESSA
/H FRQGL]LRQL GL VWDWR GL PROWL µEHQL HGLOL]L¶4 della Borgata Santa Lucia,
risultano oggi essere gravemente compromesse per la totale assenza di
manutenzione HSHUO¶DSSOLFD]LRQHGLinterventi di recupero non idonei.
Da confronti emergono dati relativi ai modelli edilizi, alla natura del
sistema tecnologico, alle categorie di trasformazione. Lo studio condotto
associa alle problematiche, classi di intervento attraverso cui mettere a
punto linee.
Lo studio comparato tra modelli edilizi e morfologia degli isolati descrive
MODELLI EDILIZI
il ruolo della componente edilizia nella configurazione urbana e
O¶LQIOXHQ]D VXOOD compiutezza degli isolati 4XHVW¶XOWLPD YRFH, ricorrente
alla Borgata, in FDVL³QRQILQLWL´, è riconoscibile attraverso la presenza del
dispositivo tecnico di sostegno degli aggetti, detti PHQVROH ³DXJXUDOL´ in
funzione di una futura soprelevazione.
SCOMPOSIZIONE
SISTEMA EDIFICIO
Dalla scomposizione del sistema edificio, sono stati LQGLYLGXDWLO¶LQVLHPH
di elementi spaziali e di elementi tecnici che lo caratterizzano5 (sistema
ambientale e sistema tecnologico).
Per quanto riguarda le TRASFORMAZIONI (antropiche e naturali) si
TRASFORMAZIONI
individuano tre categorie:
a) Mancato Completamento (nuovi volumi - sopraelevazioni);
b) Superfici Esterne (finiture: intonaci e rivestimenti);
c) Integrazione di nuovi elementi (cavi elettrici, impianti di
climatizzazione, antenne paraboliche, ecc.).
Il mancato completamento individua la presenza di edifici incompiuti, in
FXL q SRVVLELOH VRSUDHOHYDUH XQ¶XOWHULRUH SLDQR DO YROXPH HVLVWHQWH
considerato che, essi, non sono stati mai portati a compimento,
Le superfici esterne dei beni edilizi, mostrano visibili degradi in facciata,
deposito superficiale e alterazioni cromatiche. Macchie e patina
biologica, dovute alla presenza di umidità, sono presenti in prossimità
4
Gasparoli P. Talamo C., Manutenzione e Recupero. Criteri, metodi e strategie per
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5
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110
Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´
della fascia basamentale e nei paramenti murari; a seconda dei casi, si
manifestano in maniera più o meno diffusa, seguendo forme irregolari.
È frequente DQFKH LO IHQRPHQR GHOO¶DOYHROL]]D]LRQH manifestatosi nei
seguenti elementi: basamenti, stipiti, mensole, cantonali e architravi,
realizzati in pietra (calcarenite). L¶HOHPHQWR, presenta infatti, cavità più o
meno regolari e profonde a seconda dell¶LQWensità del degrado.
Il rivestimento delle facciate dei nuovi edifici è stato realizzato, in alcuni
casi con tinte dai colori inadeguati R FRQ O¶LPSLHJR GL PDWHULDOL inadatti,
quali maioliche, piastrelle in ceramica e laterizi faccia vista di colore
rosso. Si riscontra la presenza di soluzioni basamentali di nuova
concezione (finti basamenti), infissi in alluminio, un nuovo sistema di
oscuramento ± il dispositivo a persiana avvolgibile e cancelli in ferro o
alluminio, realizzati con stili poco consoni. Ringhiere in profilato di
alluminio o con struttura mista, solitamente in ferro e vetro lavorato,
contraddistinguono invece i balconi dei nuovi edifici in cls. armato,
presentano una varietà di tipi e forme.
Le integrazioni effettuate, riguardano O¶LQstallazione, in facciata di
antenne paraboliche, corpo macchine - impianti di climatizzazione e cavi
relativi agli impianti menzionati ed elettrici.
Inoltre sono presenti numerose superfetazioni, esse costituiscono nuovi
volumi contraddistinti da morfologia, tecniche costruttive e materiali
incongrui al modello edilizio originario.
La trasformazione può esplicitarsi attraverso il rapporto tra le
problematiche e le soluzioni.
PROBLEMATICHE
Sono il risultato di una serie di interventi non coordinati, effettuati
GDOO¶utenza, per soddisfare esigenze individuali (la sicurezza, gli sbalzi ESIGENZE UTENZA
termici, il fattore umidità, la mancanza di spazi interni, ecc).
Ai fini della sicurezza, negli anni, sono stati ad esempio realizzate
realizzati: nuove recinzioni del verde privato e cancelli alle aperture dei
piani terra avulsi dalla cultura materiale locale; ai fini del benessere, il
comfort termico è stato assicurato da impianti di climatizzazione i cui
corpi macchina sono stati applicati sul prospetto senza un criterio; sono
stati sostituiti gli infissi originari con infissi in alluminio ai quali si affida,
erroneamente, la soluzione del problema della tenuta, non valutando le
ripercussioni su altre prestazioni compromesse. In IXQ]LRQHGHOO¶DVSHWWR
111
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
sulle superfici esterne, antenne paraboliche e impianti elettrici sono stati
installati senza alcun criterio.
In funzione della gestione, la mancata manutenzione lascia irrisolti
evidenti
fenomeni
di
degrado
(alterazioni
cromatiche,
deposito
superficiale, macchie). Ricorrente è il proEOHPDGHOO¶XPLGLWj, sia di risalita
che discendente; esso è stato individualmente risolto con soluzioni
DSSDUHQWHPHQWH GHILQLWLYH PD GHTXDOLILFDQWL SHU O¶DVSHWWR VXSHUILFLDOH
rivestimenti con materiali e colori inadeguati. In funzione della fruibilità, la
non rispondenza dello spazio alla numerosità del nucleo familiare
insediato ha indotto ad aumenti di volumi per sopperire alla mancanza di
spazi interni.
112
Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´
Tutte queste soluzioni adottate, hanno in parte risolto le esigenze
deOO¶XWHQ]Dma alterato i caratteri, inficiando la reversibilità. (Rif. Prospetti
su via Fuggetta).
PROBLEMATICHE - TRASFORMAZIONI
Prospetto su via Fuggetta n. 4/8 - 3ULPDGHOO¶LQtervento
Prospetto su via Fuggetta n. 9/10 - 3ULPDGHOO¶LQWHUYHQWR
113
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
INTERVENTI
Le Linee Guida per il progetto di recupero, articolano un ventaglio di
LINEE GUIDA
macrosoluzioni, ottimizzando le scelte di intervento, in un sistema di
soluzioni, visibilmente contemporaneo, ben integrato nel sistema
tecnologico e morfologico, senza riproporre pedissequamente elementi
formali e decorativi desunti da modelli. Questo metodo affida a dispositivi
ed elementi architettonici nuovi ruoli e nuove funzioni, riproponendone le
forme che li rendono riconoscibili e arricchiti da nuove prestazioni. Lo
scenario di progetto prevede anche l¶HOLPLQD]LRQHGHOOHSDUWLDJJLXQWHQHO
tempo senza alcuna regola che, hanno snaturato i caratteri del luogo.
Le categorie di interventi da effettuare, stabilite dalle Linee Guida, sono
riassumibili in tre categorie.
SOLUZIONI:
a) MANCATO COMPLETAMENTO
SOLUZIONI
Possibilità di sopraelevare unità edilizie incomplete che, in molti casi,
hanno già in nuce i dettami per il progetto delle parti mancanti. I
presupposti sono da ritrovare nella realizzazione di volumi, ripresi nelle
proporzioni e nelle regole compositive locali.
Il lessico architettonico, visibile nei modelli edilizi esistenti sarà
sintetizzato, in nuove soluzioni. Si propongono volumi privi di aggetti, con
facciate piane, prive di ballatoi e mensole, aperture tamponate in vetro
che risolvono la continuità delle fronti ricostituendone il ritmo.
Per quanto riguarda invece la cromia degli intonaci, si consigliano
tonalità chiare, volumi che VLLGHQWLILFDQRSHUO¶LPSLHJRGHLQXRYLPDWHULDOL
su forme e dimensioni tradizionali.
b) SUPERFICI ESTERNE
Si consigliano prodotti naturali, risananti e traspiranti, con proprietà
cromatiche ritrovabili nelle gamme tradizionali della realtà siracusana.
c) INTEGRAZIONI
Si propone la centralizzazione degli impianti di climatizzazione e O¶XVR
di nuovi impianti senza unità esterna.
114
Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´
Si FRQVLJOLD LO SRVL]LRQDPHQWR LQ ]RQH GHSXWDWH GHOO¶HGLILFLR GHOOH UHWL
impiantistiche compatibili, dotandole di sistemi di canalizzazione
ispezionabili.
INTERVENTI
Prospetto su via Fuggetta n. 4/8 - Dopo O¶LQWHUYHQWR
Prospetto su via Fuggetta n. 9/10 - Dopo O¶LQWHUYHQWR
115
IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA
Dallo studio condotto si mette in evidenza la flessibilità del metodo
SISTEMA
INFORMATIVO
APPLICABILE
adottata e la capacità di aver ottenuto un sistema informativo, applicabile
a contesti similari, FKH LQGLUL]]L O¶LQWHUYHQWR LQ IXQ]LRQH dei caratteri del
costruito.
Secondo le indicazioni stabilite, le Linee Guida mettono in atto una
serie di Interventi che si concretizzano con soluzioni per il miglioramento
della qualità architettonica e delle prestazioni dei beni edilizi.
116
Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´
Scheda F ± Linee Guida: Criteri di Intervento e Soluzioni.
117
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