RINGRAZIEMENTI Il presente lavoro risultato dello studio condotto negli anni di dottorato, è stato possibile soprattutto grazie al contributo di tante persone che hanno messo a disposizione il loro sapere ed il loro tempo. Desidero innanzitutto ringraziare la prof.ssa Fernanda Cantone per i preziosi insegnamenti durante gli anni di dottorato, per le numerose ore dedicate alla mia tesi, per la sua generosità e per avermi guidata sino alla fine di questo percorso; il prof. Vittorio Fiore per la suD GLVSRQLELOLWj H SHU DYHUPL GDWR OD SRVVLELOLWj GL FROODERUDUH DO FRUVR GL ³7HFQRORJLH GHO 5HFXSHUR(GLOL]LR´ attuando sul caso studio, la sperimentazione della mia ricerca con il contributo di un gruppo di allievi di cui sono stata tutor, la prof.ssa Paola Barbera per avermi fornito il materiale relativo a Palermo. Ringrazio il personale della biblioteca della Facoltà di Architettura di Siracusa, della Facoltà di Ingegneria di Catania D.A.U., del Comune di Grammichele e di tutte le altre sedi (Bergamo, Napoli, ecc.) i tecnici degli uffici e gli abitanti del quartiere della Borgata S. Lucia. Inoltre, vorrei esprimere la mia sincera gratitudine ai miei colleghi, in particolare Gianluca De Francisci e Alessia Giuffrida, per i numerosi consigli durante la stesura del presente lavoro, ai miei amici Miriam Cristofaro, Gisa La Rocca, Melania Salpietro e Carla Senia, ai miei cugini Roberta Compagnone, Calogero Messina e Serena Murgana. Infine, ho desiderio di ringraziare con affetto mia sorella Betti e i miei genitori per il sostegno ed il grande aiuto che mi hanno dato ed in particolare per essermi stati vicino in ogni momento. Alla mia famiglia INDICE 6LQRVVL««««.«««««««««««««««««««.« I Abstract......................................................................................... III 3UHPHVVD«««««««««««««««««««««««.. V 2ELHWWLYLHPHWRGRORJLDGLULFHUFD«««««««««««««... XVI ArticoOD]LRQHHFRQWHQXWL«««««««««««««««««. XVIII 1. La periferia ³storicizzata´««««««««««««««.. 1 1.1 Una definizione««««««««««««««««««..««« 1 1.2 3URFHVVRVWRULFRGLPHWDEROL]]D]LRQHXUEDQD««««««««... 6 1.2.1 Da periferia a periferia storicizzata«.«««««««««.. 10 /¶HYROX]LRQHGHOODSHULIHULDVWRULFL]]DWD Italiana..««««... 11 1.3 Casi studio: organizzazione della conoscenza (Schede A)............................................................................................ 13 1.4 Sintesi e confronto tra i casi - (Scheda sinottica A 8««.«...« 22 2. Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie operative per il recupero delle periferie - 25 (Schede B)««««««««««««««««««««««««« 3ROLWLFKHG¶LQWHUYHQWRUHDOL]]DWHQHOOHSHULIHULHLWDOLDQH«««« 25 2.1.1 PLDQL85%$1SHUOHSHULIHULH««..«««««««««« 28 &RQWUDWWLGLTXDUWLHUH««««««««««««««««« 31 2.1.3 Programmi di Riqualificazione Urbana - 358«««««« 35 2.1.4 Programmi Integrati di Intervento - 3,,««««««««« 40 2.1.5 Programmi di Recupero Urbano - 358«««««««. 45 2.1.6 Società di Trasformazione Urbana - 678«««««« 50 2.1.7 Quadro sinottico - (Scheda sinottica B).««««.««««.. 57 I 3. Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa (Scheda C)««««««««««««««««««««««« 59 3.1 Caratteri storico evolutivi«««««««««««««««.« 60 $QDOLVLDOODVFDODGHOODFLWWj«««««««««««««« 60 $QDOLVLDOODVFDODGHOTXDUWLHUH««««««««««««« 62 &DUDWWHULGHOWHVVXWRHGLOL]LR««««««««««««««« 65 &DUDWWHULPRUIRORJLFL«««««««««««««««« 65 3.2.2 Caratteri edilizi e stilistici««««««««««««««« 67 &DUDWWHULWHFQRORJLFLHPDWHULFL««««««««««««.. 78 3.3 Borgata S. Lucia - (Schede C1 - C2)««««««««««««. 89 3.4 Confronto tra i casi studio e il caso pilota 6FKHGDVLQRWWLFD'«««««««««««««««««««« 102 4. Strategie per la riqualificazione delle periferie ³VWRULFL]]DWH´ ««««««««««««««««« 105 4.1 Strumenti normativi per la Borgata: scenari di applicazione 6FKHGD(«««««««««««««««««««««««««.. 105 4.2 Lettura critica del Programma Integrato di Intervento alla Borgata.. 109 4.3 Linee guida 6FKHGD)«««««««««««««««««.. 110 BIBLIOGRAFIA««««««««««««««««««««« 118 II SINOSSI La tesi affronta il tema urgente delle periferie storiche, sia nazionali che trasnazionali1, in chiave di recupero edilizio e tenta di fornire uno strumento per la conoscenza delle possibilità di trasformazione di questa parte di città. La ricerca prende spunto dalla consapevolezza della mancanza di aggregazione tra centro e periferia storicizzata e delle difficoltà di intervento in un contesto la cui valorizzazione non è ancora avvenuta. Se per i centri storici il problema del recupero è stato risolto attraverso studi e PHWRGRORJLH FKH QH KDQQR LQGLYLGXDWR OD PHPRULD H O¶LGHQWLWj SHU OH periferie del passato, costruite con logiche meno percepibili e con finalità prettamente abitative, il terreno risulta ancora fertile per studi che ne individuino le possibilità di trasformazione e riqualificazione. Frequentemente queste parti di città possedevano limiti fisici che le isolavano dal contesto antico e che le spingevano ad assumere quindi il ruolo di quartiere autosufficiente e ad ignorare altre parti di città. I problemi maggiori, nella dicotomia tra centro storico e periferia storicizzataULJXDUGDQRO¶LQDGHJXDWH]]DGHOOHLQGLFD]LRQLSURJUDPPDWLFKHH O¶LQVXIILFLHQWH inquadramento in una politica di recupero urbano. A fronte di ciò la ricerca si dirige verso strategie di intervento, motivate da scelte sociali e culturali, nonché costruttive; tenta cioè di fornire linee guida attraverso criteri che indirizzino il progetto di recupero. La ricerca approfondisce il tema attraverso lo studio dei caratteri del costruito periferico, e ne verifica la validità in casi nazionali e internazionali. La ricerca applica le indicazioni rilevate su un contesto preciso: la Borgata Santa Lucia a Siracusa, quartiere ottocentesco che rappresenta la 1 Gazzola A., Intorno alla città. Problemi delle periferie in Europa e in Italia, Liguori Editore, 2008, p.164. I nuova zona di HVSDQVLRQH GHOOD FLWWj GRSR O¶DEEDWWLPHQWR GHOOH PXUD GL cinta. Essa, originariamente, ne costituiva la prima periferia, area addossata alla città esistente, una parte di tessuto urbano che ha subito un SURFHVVR GL ³VWRULFL]]D]LRQH´ GL DIILDQFDPHQWR DOOD città esistente, di ampliamento ed espansione. Si cerca quindi di affrontare il problema di relazione tra il costruito storico e la periferia ³VWRULFL]]DWD´SHUfornire uno strumento informativo applicabile a contesti similari, che attraverso la conoscenza, individui le possibili trasformazioni da effettuare, per riportare i livelli qualitativi alla sufficienza. II ABSTRACT The thesis approaches the pressing theme of the historic suburbs, national and international2, in key of building recovery, trying to furnish a tool for the knowledge of the transformation possibilities of this part of city. The search takes RQH¶V FXH IURP the awareness of the lack of aggregation between center and historic suburbs and of the difficulties of intervention in a context whose valorization has not happened yet. If for the historic centers the problem of the recovery has been resolved through studies and methodologies that have detected the memory and the identity of it, for the suburbs of the past the ground still results prolific for studies that detect the possibilities of transformation and requalification. These parts of city frequently had physical limits that isolated them from the ancient context and that brought them to take therefore the role of selfsufficient district and to ignore other parts of city. The greatest problems, in the dichotomy between historic center and historic suburbs, concern the inadequacy of the programmatic indications and the insufficient organization in a politics of urban recovery. Consequently the search directs toward strategies of intervention, motivated by social, cultural and constructive choices; it tries to furnish guidelines through criteria that carry out the project of recovery. The search deepens the theme through the study of the characters of the suburbs, and verifies the validity of it in national and international cases. The search applies these indications on a precise context: the Borgata Saint Lucia in Syracuse, a nineteenth-century district that represents the new zone of expansion of the city, after the demolition of the fortified wall. It, originally constituted the first suburb of it, area close to the existing city, a 2 Gazzola A., Intorno alla città. Problemi delle periferie in Europa e in Italia, E-book, 2008, p.164. III part of urban fabric that has suffered a trial of "historicization", of closeness to the existing city, of amplification and expansion. The thesis tries therefore to approach the problem of relationship among the historic buildings and the historic suburbs, to furnish an applicable informative tool to similar contexts, that through the knowledge detects the possible transformations to do, to bring the qualitative levels to the sufficiency. IV PREMESSA ©,O OXRJR VL FRQILJXUD VL FRQVHUYD VL WUDVIRUPD LQ UHOD]LRQH DOO¶essere abitato. Un luogo non più abitato decade; non ha ragione per essere conservato, si degrada, crolla si riduce a rovina e, se non trova altre ragioni di sopravvivenza, infine scompare»3. Esso viene inteso come habitat per O¶XRPR OD FXL LGHQWLWj GLSHQde GDOO¶DSSDUWHQHQ]D DL OXRJKL4, per contro «il significato più profondo di ogni luogo è il suo senso di relazione con la vita umana e, ancora di più, con il mondo delle cose viventi»5. Inoltre, anche O¶LGHQWLWj GL XQD FLWWj R GL XQ WHUULWRULR GLSHQGH GDL suoi µOXRJKL¶ RYYHUR GD TXHOO¶LQVLHPH GL FDUDWWHULVWLFKH VRFLR-culturali, architettoniche, di linguaggio, di tradizioni sintetizzabili nel concetto di genius loci. Per questo è necessario definire strategie di azione volte a salvaguardare il rapporto luogRLGHQWLWj DEEDQGRQDQGR O¶LGHD UD]LRQDOLVWD GL VSD]LR µYXRWR¶UHFXSHUDQGRHSUHVHUYDQGRLOVHQVRGHOODEHOOH]]DFKHFDUDWWHUL]]D RJQL OXRJR DWWUDYHUVR LQWHUYHQWL µVLJQLILFDWLYL¶ 6H LQIDWWL VL GLVWUXJJH OD memoria dei luoghi, come precisa C. Truppi in una conversazione con J. Hillman, si rimane disorientati, si perdono ricordi ed immagini attraverso i TXDOL LO OXRJR SDUOD GL Vp $O FRQWUDULR LQYHFH LO OXRJR µSDUOD¶ DOO¶LPPDJLQD]LRQH GHOO¶DUFKLWHWWR O¶DUFKLWHWWR GLYHQWD VHUYLWRUH GHOO¶DQLPD GL quel luogo HO¶DUFKLWHWWXUDVLIDµOXRJRQHOOXRJR¶6. 3 Di Battista V., Ambiente costruito, Alinea Editrice, Firenze 2006, p. 214. Cfr. Hillmann J., /¶DQLPDGHLOXRJKL. Conversazione con Carlo Truppi, Rizzoli, Milano, 2004. 5 Lynch K., Il senso del territorio, Il Saggiatore, Milano, 1981, p.55. 6 Hillman J., /¶DQLPDGHLOXRJKL, nota 3. 4 V ,'(17,7$¶ DEI LUOGHI Un luogo cittadino, uno di quelli caratterizzanti, è la periferia, «un nuovo modo di fare città nella città esistente»7. DL TXHVWH DUHH VH QH ULFRQRVFH O¶LPSRUWDQ]D YL VL SXQWD O¶DWWHQ]LRQH, soprattutto su quelle storicizzate, considerate oggi alla stregua del centro storico, con la presenza, spesso, di edifici con caratteri formali e decorativi più semplici e con materiali poco pregiati. In esse si trovano edifici costruiti QHJOL DQQL ¶-¶, anni di grande libertà edilizia e di espansione indiscriminata della città. Nascono le periferie che, per la loro non centralità, per O¶HVVHUH ³DGGRVVDWH´ DOOD FLWWj HVLVWHQWH sono diventate terreno di trasformazioni ed espansioni. Le periferie sono diventate storiche negli anni, sono nate spesso senza uno strumento di pianificazione attendibile e hanno connaturato fortemente il nostro territorio. Non è un caso che accanto a centri storici conservati e preservati convivano esempi di edilizia diffusa, qualche volta spontanea, che hanno barbaramente alterato il territorio, così come, di contro, esistono realtà marginali pressoché intatte, che hanno convissuto e dialogato con i centri storici per decine di anni. Ci sono però casi in cui la periferia è vista come limite in senso negativo, IL LIMITE come realtà marginale. «Vedere che cosa capita ai margini, lo spiazzamento e la dislocazione del punto di vista dal centro alla periferia, ha corrisposto, ci pare, a un atteggiamento culturale, relativamente recente, ma che ha alle spalle la lunga storia di chi ha cercato, con varie fortune, di sciogliere i problemi aggredendoli dal limite, dalle linee di contorno, anziché dai centri di irraggiamento. È un pensiero che si è soffermato sulle differenze, piuttosto che sulle identità, sui vuoti e sugli interstizi più che sul pieno e sul costruito, sulle crisi e sul silenzio, piuttosto che sulle forti del linguaggio»8. Di conseguenza nasce un percorso che analizza il concetto di tendenza al limite9, attraverso teorie che hanno messo in evidenza i modi di LQWHUYHQLUH DL ERUGL GL XQ VLVWHPD SHU PLJOLRUDUH O¶DVVHWWR JHQHUDOH della città. 7 Gianmarco C., Isola A., Disegnare le periferie. Il progetto del limite, La Nuova Italiana Scientifica, Roma, 1993, p.13. 8 Gianmarco C., 1993, p.19, op. cit. 9 Gianmarco C., 1993, p.19, op. cit. VI 3HQVDUH GL µDELWDUH LO OLPLWH¶ QRQ YXROH HVVHUH XQD PHWDIRUD PD XQ incentivo a «pensarlo e ridisegnarlo» 10, facendo in modo che, oggi esso, attraverso esperienza e invenzione «apra e non chiuda»11. Per arrivare ai nostri giorni, è necessaria una breve disamina dei processi di costruzione e trasformazione della città e del territorio nel tempo, mettendo in luce gli elementi di riconoscibilità, quelli caratterizzanti e quelli che invece sono mutati nel tempo. (OHPHQWR FKH GD VHPSUH JHQHUD O¶DVVHWWR GHOOD FLWWj q LO VXR LPSLDQWR IMPIANTO VIARIO viario: basti pensare alla regolarità delle città egizie, di quelle greche di fondazione e di quelle ideali del Rinascimento, al cardo e al decumano romani, alle strade più minute e tortuose del Medioevo e alle città islamiche. Altro elemento che caratterizza la città è la cinta fortificata di mura che ha lo scopo di difendere il nucleo abitato dagli attacchi esterni. Tale tema diventa più forte nel Medioevo, tanto che le città venivano rappresentate anche solo dal perimetro murario e dalla croce di strade interne. A queste si accostavano le strade dei cavalieri, di forma più tortuosa e le strade dei pedoni, ad esse ortogonali. Anche nelle citWjLVODPLFKHO¶HOHPHQWRGRPLQDQWHROWUHDOOHPRVFKHHqOD FLQWD PXUDULD FRQ OH VXH SRUWH $OO¶LQWHUQR GL HVVD VL VYROJH XQ intrico di VWUDGH UDPLILFDWH ³DG DOEHUR´ $QFKH QHL TXDUWLHUL SL SRSRODUL GL 6LUDFXVD come ad esempio alla Graziella, ritroviamo LFDUDWWHULGHOO¶LPSLDQWRLVODPLFR Agli inizi del 1400 si iniziano a superare gli schemi medioevali, si rinnova la spazialità dei tessuti urbani e si fa sentire la necessità di realizzare strade rettilinee e funzionali. Durante il Rinascimento numerosi sono anche i teorici che si dedicano al disegno di una forma ideale di città. In essa sono sempre presenti la cinta muraria, la piazza centrale e un impianto viario regolare, ortogonale o circolare. In età barocca, sotto la spinta delle nuove necessità legaWH DOO¶DXPHQWR demografico, si preferisce ampliare le città esistenti, utilizzando spesso la cinta muraria. Nel µ D IURQWH GL XQD FULVL JHQHUDOH GHOO¶DUFKLWHWWXUD urbana, prevalgono i progetti di riqualificazione rivolti a singole porzioni di città: si va verso il progresso e si assiste alla nascita della città contemporanea, a rivoluzioni politiche, sociali, produttive e demografiche. 10 11 Gianmarco C., Isola A., 1993, p 27, op. cit. Gianmarco C., Isola A., 1993, p. 27, op. cit. VII CINTA FORTIFICATA /¶DUFKLWHWWXUD VSHULPHQWD LPSLDQWL XUEDQL FKH ULQQRYDQR OH vecchie geometrie, riqualifica gli spazi, si concentra su interventi strutturali, LQDXJXUDQXRYHFRQFH]LRQLGHOO¶DELWDUH NelO¶ con la Rivoluzione industriale e la strutturazione democraticoborghese della società, la trasformazione della città avviene in tempi più brevi e si estende a porzioni vaste, spesso senza integrazioni. Nella VHFRQGD PHWj GHOO¶ DYYHQJRQR SHUz DQFKH SURIRQGH RSHUH GL TRASFORMAZIONE DELLE GRANDI &,77$¶ trasformazione di grandi città: Bruxelles (1867-71), Londra (1848-65), Vienna (1859-72), Barcellona (dal 1859), Stoccarda (dal 1866), Berlino (dal 1862), Firenze (dal 1864). Invece «nel periodo di passaggio del sec. XIX «VLSDVVDGDXQPHFFDQLVPRGLFUHVFLWDGHOODFLWWjFKHVLHVDXULVFHQHOOD progressiva concentrazione di nuove aree urbane ai margini della città esistente, ad un meccanismo prevalentemente basato sul decentramento delle nuove quantità produttive e industriali» 12. In età contemporanea si approfondisce il tema della città giardino (quartiere Monte Sacro a Roma) di E. Howard, che prende piede soprattutto in nord Europa e in America, con diversi esempi anglosassoni (il primo è Hampstead Garden, Londra, 1907) diventati poi esempio per realizzazioni di future strutture urbane per nuclei. In modelli di questo tipo, le zone residenziali sono staccate dal centro urbano e rese autonome grazie alla presenza dei servizi fondamentali; esse non vengono realizzate in contrapposizione alla città ma in funzione di essa. LA CARTA DI ATENE Un ulteriore fondamentale apporto deriva dalla Carta di Atene del 1933 che raccomanda di conservare tutte le testimonianze di architettura del passato, DQFKHTXHOOHXPLOLHGLQRQRSHUDUHVHOH]LRQLULVSHWWRDOO¶HSRFDGL FRVWUX]LRQH FRQVLGHUDWR FKH ©UHVWLWXLUH O¶XQLWj GL VWLOH QRQ q OR VFRSR GHO restauro»13. LA RICOSTRUZIONE 'XUDQWHJOLDQQL¶DFDXVDGHJOLLQJHQWLGDQQLGRYXWLDLbombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ci si chiede come operare la ricostruzione: si individuano idee opposte tra urbanisti e restauratori, i primi interessati alla costruzione ex novo in toto, i secondi alla conservazione. In questo contesto così frammentario la ricostruzione post-bellica avviene senza alcuna regola precisa, si seguono i dettami che ogni comune adotta SHUO¶HVSDQVLRQHHGLOL]LD 12 Portoghesi, P., Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica, Istituto Editoriale Romano, Roma, 1968, p. 326. 13 Fontana C., Recuperare le parole e le cose, Alinea Editrice, Firenze 1991, p.31. VIII ©6RQR DQQL LQ FXL VL FRQIURQWDQR OD FXOWXUD µWHFQLFD¶ GHJOL XUEDQLVWL H quella µumanista¶ dei restauratori e si rimarcano divergenze ed incomunicabilità tra ragioni della tutela ed esigenze del rinnovamento»14. ,Q TXHVWR PRPHQWR VL DVVLVWH DOO¶DYYLR GL SURIRQGH ULIRUPH VRFLDOL FKH tentano di sfociare in un riassetto globale degli insediamenti, attraverso anche una considerazione nuova del genius loci HGHOUDSSRUWRWUDO¶XRPRH O¶DPELHQWH È VROR LQWRUQRDJOLDQQL¶FKHVLGLIIRQGHXQIHUPHQWRLQWHOOHWWXDOHFKH coinvolge il recupero edilizio con lo scopo di porre un freno alla incontrollata edificazione che in quel momento avveniva. Tutto ciò ha O¶DSSRJJLRGLFRPSRVLWLYLHGXUEDQLVWL15, con il fine di dare quindi valore alla città esistente senza sminuirla di fronte alla nuova edificazione. 2JJL ©LO GDWR GHOOD SUHFDULHWj GLYHQWD O¶HOHPHQWR VX FXL VL IRQGD LQ qualche modo, la realtà urbana; una precarietà in cui sono durevoli, però, le matrici, giacché è destinata a serbarsi nel tempo tutta una serie di elementi fondanti. Ciò rappresenta il tipo di mutamento più profondo nella nozione di FDPSR GHOO¶XUEDQLVWLFD /D FLWWj q GXQTXH XQD XQLWj FRO WHUULtorio cui appartiene, sede di fenomeni che variano nel tempo, secondo continue modificazioni qualitative e quantitative»16. Inizialmente il rapporto con il territorio e con il costruito, ha influenzato la caratterizzazione del luogo e della forma del territorio, come espresso da C. Norberg Schultz in µLa forma della cittච(1964). Le basi di queste teorie sono state ormai assimilate ed utilizzate in ambito progettuale, nello studio delle dinamiche di trasformazione del territorio e GHOO¶DPELHQWH H KDQQR FRQdotto a visioni composite e pluridisciplinari, interessando ambiti quali OD ILORVRILD OD JHRJUDILD O¶HFRQRPLD e O¶DQWURSRORJLD. Aldo Rossi nel suo studio sulla città afferma che essa è costituita da ALDO ROSSI µHOHPHQWL SULPDUL¶, ovvero aree, area-residenza, nuclei di aggregazione; si tratta di elementi capaci di accelerare il processo di urbanizzazione della stessa e «degli elementi caratterizzanti i processi di trasformazione spaziale del territorio»17. Questi elementi hanno quindi un ruolo primario nella dinamica della città, tramite essi il fatto urbano presenta una sua 14 Fontana C., 1991, p. 28, op. cit. Fontana C., 1991, p. 29, op. cit. 16 Portoghesi, P., 1968, p. 340, op. cit. 17 Rossi A., /¶DUFKLWHWWXUDGHOODFLWWj, Città Studi Edizioni, Torino, 1995, p.107. 15 IX qualità specifica, data dal suo insistere in un luogo, dallo svolgere una precisa azione, dalla sua individualità. /¶LQVLHPHGegli elementi primari «con le aree in termini di localizzazione e di costruzione, di permanenze di piano e di permanenze di edifici, di fatti naturali o di fatti costruiti, costituisce un insieme che è la struttura fisica della città»18 Nell¶LQVLHPHXUEDQR, secondo Rossi, sono presenti tre funzioni principali: la residenza, le attività fisse (caratterizzanti le attività primarie, come i magazzini, gli edifici pubblici e commerciali, O¶università, gli ospedali e le scuole) e la circolazione19. Secondo il suo studio, inoltre, la città è sia nella sua vastità che nella sua bellezza una creazione nata da numerosi e diversi momenti di formazione; O¶XQLWj GL TXHVWL PRPHQWL FRVWLWXLVFH O¶XQLWj XUEDQD QHO VXR FRPSOHVVR /D possibilità di leggere la città con continuità risiede nel suo preminente carattere formale e spaziale 20, leggibile attraverso O¶DQDOLVLPRUIRORJLFD Generalmente nella città non esistono zone amorfe, la dove esistono, esse sono il frutto di un processo di trasformazione e rappresentano i tempi morti della dinamica urbana21. ,O µSLDQR YLVLYRµ FKH LQYHFH SURSRne Lynch per la città offre al disegno KEVIN LYNCH urbano un nuova svolta. Egli individua un nuovo modo di guardare la città e GL UD]LRQDOL]]DUH O¶DWWLYLWj H GDUOH IRUPD determinando una metodologia moderna per il disegno della città. Divide la sua immagine in percorso, riferimento, margine, nodo, quartiere: questi elementi sono le materie prime GHOO¶LPPDJLQHDVFDODurbana. Egli sostiene che è impossibile pianificare la città, si tratterebbe sicuramente di un procedimento inefficace e per certi versi anche irrazionale22. Secondo Lynch ogni area urbana esistente e funzionante possiede una VXD VWUXWWXUD H XQD VXD LGHQWLWj O¶DVVHWWR IRUPDOH GHOOD FLWWj FRVWLWXLVFH LQYHFHLOULVXOWDWRGHOO¶LQWHUYHQWRGHOO¶XRPRVXOO¶DPELHQWHQDWXUDOHFKHWLHQH conto quindi della sua esperienza percettiva. &RPHGLFH/\QFKJOLHOHPHQWLFKHFDUDWWHUL]]DQRO¶LPPDJLQHGHOODFLWWjH GLI ELEMENTI attraverso i quali un luogo si identifica, sono dunque numerosi23: 18 Percorsi e accessi; Rossi A., /¶DUFKLWHWWXUDGHOODFLWWj, Città Studi Edizioni, Torino, 1995, p.105. Rossi A., 1995, p.107, op. cit. 20 Rossi A., 1995, p.72, op. cit. 21 Rossi A., 1995, p.117, op. cit. 22 Lynch K., Il senso del territorio, Il Saggiatore, Milano, 1981, p.209, . 23 Lynch K., /¶LPPDJLQHGHOODFLWWj, Marsilio Editori, Venezia, 1964, p.65. 19 X margini; quartieri; nodi; riferimenti; A questi elementi possiamo aggiungerne altri di fondamentale importanza per lo studio della città o di parti di essa: orografia; morfologia urbana; costruito; tecniche costruttive; materiali. PERCORSI e ACCESSI: VRQR L FDQDOL OXQJR L TXDOL O¶RVVHUYDWRUH abitualmente si muove e accede ad uQ¶DUHD 3RVVRQR HVVHUH OH strade, le vie pedonali, le linee di trasporti pubblici, le ferrovie. La gente osserva, si muove e vive la città attraverso essi24. MARGINI: sono elementi lineari, utilizzati come confini tra due diverse fasi, interruzioni lineari di continuità 25. Possono essere le rive, le mura o i margini di sviluppo edilizio. Questi hanno la capacità di avere la funzione di barriere, dividono una zona dalO¶DOWUD RSSXUH VHUYRQR D mettere in relazione una zona con O¶DOWUD/¶DFTXDROHPXUDSRVVRQo costituire un margine poiché circondano la città. QUARTIERI: rappresentano le zone della città, possono essere di media o ampia grandezza. Sono identificabili µdal di dentro¶26, O¶RVVHUYDWRUHLQIDWWLHQWUDPHQWDOPHQWHµGHQWUR¶9HQJRQRDQFKH«usati per riferimenti esterni, se visibili dal di fuori»27. NODI: costituiscono i punti strategici di una città. Sono i fuochi LQWHQVLYL YHUVR L TXDOL O¶RVVHUYDWRUH VL PXRYH 3RVVRQR HVVHUH PRPHQWL GL VFDPELR GD XQD VWUXWWXUD DOO¶DOWUD RSSXUH DO FRQWUDULR avere ODIXQ]LRQHGLSXQWLGLFRQFHQWUD]LRQHOXRJKLGLXQ¶LQWHUUX]LRQH nei trasporti, attraversamento o convergenza di percorsi28. Ogni quartiere ha un suo nodo, esso ne diviene il simbolo. RIFERIMENTI: vengono considerati elementi puntiformi, che rimangono esterni, poiché visibili anche a distanza e da una pluralità 24 Lynch K., /¶LPPDJLQHGHOODFLWtà, Marsilio Editori, Venezia, 1964, p.65. Lynch K., 1964, p. 65, op. cit. 26 Lynch K., 1964, p. 66, op. cit. 27 Lynch K., 1964, p. 66, op. cit. 28 Lynch K., 1964, p. 66, op. cit. 25 XI di angolazioni. Possono essere gli edifici, un¶insegna, un negozio, alberi, una montagna, etc. Persino il sole può essere un riferimento. Sono posti internamente alla città o ad una distanza tale da indicare una direzione o un riferimento. Vengono solitamente utilizzati come «indizi di identità e persino di struttura, e sembrano offrire affidamento FUHVFHQWH«»29. OROGRAFIA: descrive le caratteristiche dei rilievi montuosi30. È O¶DQGDPHQWR orografico (terreno) sul quale una città o un quartiere sorge, esprimendo la natura del sito. MORFOLOGIA URBANA: è il risultato della lettura del tessuto urbano e «mira a individuare e restituire la dinamica del processo di stratificazione e il grado di definizione fisico-morfologica e funzionale delle parti di città e degli spazi. Va tenuto conto che le tipologie edilizie contribuiscono alla qualificazione degli spazi» 31. COSTRUITO: costituisce O¶HGLILFDWR FKH FDUDWWHUL]]D XQ luogo, ovvero il patrimonio edilizio esistente. /¶LPPDJLQHGHOFRVWUXLWRSXzHVVHUHDQDOLzzata attraverso tre componenti principali: identità, struttura e significato. Il costruito non è altro che «la testimonianza di una tradizione, di un passato, è la memoria che abbiamo perso e che dobbiamRSUHVHUYDUH«q ancora quel complesso sistema di relazioni in cui prestazioni, esigenze e UHTXLVLWL VL LQWHJUDQR O¶XQR FRQ O¶DOWUR SHU GDUH OXRJR DG XQ VLVWHPD complesso»32. In questo caso è importante la funzione che ha il tempo, in quanto non deve esserH YLVWR VROR FRPH µGHWHQWRUH¶ GHO ULFRUGR R GHOOD PHPRULDEHQVuFRPHPDWHULDGHOO¶DUFKLWHWWXUD TECNICHE COSTRUTTIVE: sono patrimonio culturale di ogni epoca e di ogni comunità che, ovviamente, nel tempo si evolvono. Gli ambienti urbani storici sono ad esempio caratterizzati da elementi e tecniche costruttive omogenee a differenza di quelli contemporanei. Si tratta di osservare «dal di dentro»33 la struttura e gli elementi che la compongono: murature, solai e tetti. 29 Lynch K., 1964, p. 67, op. cit. Treccani.it Enciclopedia Italiana. 31 Nuti C. G., /DSURJHWWD]LRQHXUEDQLVWLFDQHOODIRUPD]LRQHGHOO¶DUFKLWHWWR, Aracne editrice, Roma, 2003, 31. 32 Cantone F. (a cura di), Il recupero dei materiali della tradizione siciliana, VerbaVolant edizioni, Siracusa, 2008, p. 13. 33 Giuffrè A. (a cura di), Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bari 2000, p.6. 30 XII MATERIALI: sono elementi che definiscono il carattere, ma soprattutto la natura e O¶LGHQWLWjGHOOHFRVH e dei luoghi. Tali caratteri identificativi del patrimonio costruito, costituiscono µO¶HOHPHQWR GLVWLQWLYR¶ XQD TXDOLWj SURSULD GHOO¶DPELHQWH FKH OR contraddistingue e lo differenzia dagli altri34. Essi derivano da un insieme di fattori, in parte riferibili alla componente fisica, in parte indotti dal sito naturale, in parte retaggio della cultura del posto. La loro conservazione li fa diventare una risorsa e assume XQ¶LPSRUWDQ]D IRQGDPentale perché consente di ristabilire una continuità tra memoria e futuro35. Sono comunque tutti elementi che concorrono a rendere ogni luogo un unicum, H D GHILQLUQH O¶LGHQWLWj H OD PHPRULD disegnandone la sua immagine36. La conoscenza di tali elementi demanda DG XQ¶DQDOLVL DOOD VFDOD ORFDOH XUEDQD H GHOO¶HGLILFLR, per essere poi trasposta alla scala generale. $OO¶LQWHUQRGHOTXDGURGHOLQHDWR37 la Borgata Santa Lucia a Siracusa, caso pilota della ricerca, nasce da un progetto di edilizia minore destinata a famiglie di lavoratori38; sorta sul luogo dove la tradizione cristiana ricorda il martirio della Santa Patrona della città di Siracusa. Negli anni è sempre stata comunemente denominata µBorgata¶. Il termine rappresenta un «centro abitato di piccole dimensLRQL FXL ID FDSR GL VROLWR O¶DWWLYLWj economica rurale di una zona limitata»39. o un «raggruppamento di edifici suburbani, sviluppatosi come soluzione provvisoria in casi speciali (per esempio sovrappopolamento di quartieri popolari, demolizione degli stessi) da µborgo¶»40. Con il termine µERUJR¶ si indica invece un «un centro abitato di PHGLD JUDQGH]]D H LPSRUWDQ]D FDUDWWHUL]]DWR VROLWDPHQWH GD XQ¶HFRQRPLD commerciale e da una zona periferica prevalentemente agricola. Quartiere cittadino fuori le mura o compreso in una cerchia più recente»41. 34 Cfr. Smithson A. and P., 1967. Girard F., & Nijkamp, Studi urbani e regionali. Lo sviluppo sostenibile della città e del territorio, Franco Angeli, Milano, 1997. 36 Gianmarco C. & Isola A., 1993, op. cit. 37 Portoghesi, P., 1968, pp. 295-340, op. cit. 38 Italia Nostra Onlus, La borgata S. Lucia. Indagine conoscitiva per un integrale recupero, Due Elle Grafica , Siracusa, 2009, p. 5. 39 Devoto G., Oli G. C., Dizionario della lingua italiana, dizionari Le Monnier, Firenze, 1971. 40 Devoto G., Oli G. C., 1971, op. cit. 41 Devoto G., Oli G. C., Dizionario della lingua italiana, dizionari Le Monnier, Firenze, 1988, in Ronzoni M. R., Il senso della periferia. Tecniche di riqualificazione ambientale, Alinea Editrice, Firenze, 2001, p.16. 35 XIII LA BORGATA S. LUCIA A SIRACUSA Oggi la Borgata, considerata una periferia storica, costituisce un quartiere di medie dimensioni, caratterizzato da un impianto regolare, a maglia ortogonale, da una piazza centrale di forma rettangolare e dalla presenza di beni edilizi di importanza storica e culturale: la Basilica e il Sepolcro di 6DQWD/XFLDOHFDWDFRPEHSRVWHVRWWRO¶DUHDFKHRFFXSDODSLD]]D Il tema della ricerca si definisce sulle parti di città, sorte sulla scorta di necessità di espansione, che vanno ad allinearsi accanto alla città esistente, cercando di distaccarsene. SHPEUD DIIHUPDUVL JUDGXDOPHQWH LQ ,WDOLD QHJOL DQQL ¶ «nella cultura politica, amministrativa, tecnica e professionale implicata nei processi urbani, anche se con scarsi e spesso contraddittori riscontri nelle pratiche reali» O¶LGHD GHOOD FRQVHUYD]LRQH GHO SDWULPRQLR HGLILFDWR 42. Nonostante le GLFKLDUD]LRQL G¶LQWHQWL O¶D]LRQH SXEEOLFD FRQWLQXD D FRQFHQWUDUVL VXOOD produzione ex novo e gli interventi di recupero conservano un carattere marginale, circoscritto, alcune volte costoso, in contrasto con le teorie espresse; LQ TXHVWR SHULRGR O¶D]LRQH GL UHFXSHUR VL GLIIRQGH DWWUDYHUVR GLI STRUMENTI NORMATIVI O¶LQWHUYHQWRVXLEHQLHGLOL]LSULYDWLLa legge 457/78 prende atto, con il ritardo del mutamento nella cultura e nei comportamenti pubblici e privati in ordine alla gestione del patrimonio edilizio, introducendo le nuove norme ed i nuovi strumenti per agevolare il recupero edilizio. Fra gli strumenti, il Piano di recupero. «$OO¶LQWHUQR GHOOH JUDQGL Dree metropolitane i processi localizzativi e i comportamenti spaziali delle famiglie e di una crescente varietà di imprese VHPEUDQR VJDQFLDUVL GD PROWH UHJROH GL µSURVVLPLWj¶ VIUXWWDUH µFDPSL GL HVWHUQDOLWj¶ YLD YLD SL HVWHVL H ULYHODUH XQDVHPSUHPDJJLRU µLQGLIIHUHQ]D¶ DICOTOMIA: CENTRO STORICOPERIFERIA alla distanza dal centro»43. I problemi maggiori , nella dicotomia tra centro VWRULFR H SHULIHULD VWRULFD ULJXDUGDQR O¶LQDGHJXDWH]]D GHOOH LQGLFD]LRQL SURJUDPPDWLFKH O¶LQVXIILFLHQWH LQTXDGUDPHQWR LQ XQD SROLWLFD GL UHFXSHUR XUEDQR O¶LQDppropriatezza di molte scelte di intervento, assunte in mancanza di figure professionali preparate a compiti progettuali e di 44 programmazione degli interventi . È venuto il momento di domandarci cosa fare degli ambienti urbani sorti come periferie, di quella porzione di territorio edificato dove i caratteri culturali, identitari e configurativi devono fare i conti con il passare del 42 Gianmarco C., Isola A., 1993, p.170, op. cit. Gianmarco C., Isola A., 1993, p.172, op. cit. 44 Di Battista, V., Ambiente costruito, Alinea Editrice, Firenze 2006, p.126. 43 XIV tempo, con la mancanza di funzionalità, con la necessità di una riqualificazione. Le domande sono cosa e perché conservare, trasformare, demolire oggi delle periferie storicizzate a stretto contatto con beni edilizi ampiamente valorizzati. I temi sono quelli della riqualificazione e della manutenzione, come strumenti per il recupero e la conservazione, ma anche la demolizione dei beni edilizi. In questo senso il progetto di riqualificazione risulta chiaramente influenzato dalla presenza o assenza, PROGETTO DI nel passato, di una visione programmatica del territorio. Tale programmazione infatti conduce a sistemi abitativi più organizzati e completi rispetto ad una costruzione casuale, stratificata e condotta con pratiche speculative. Il problema delle periferie storicizzate diventa elemento fondante di questo processo di trasformazione avvalorato da necessità primarie per la città e per i suoi abitanti. Il concetto di progetto per O¶HVLVWHQWH DVVXPH dunque una valenza diversa: esso è strettamente relazionato al luogo, inteso come elemento fisico del sistema insediativo. Le relazioni che in esso si esplicano sono di natura ambientale, prestazionale, culturale, sociale, emozionale 45, ecc. e producono una struttura complessa, fortemente influenzata da fattori culturali, identificativi, commemorativi, storici e materici. 45 Di Battista V., 2006, p. 141, op. cit. XV RIQUALIFICAZIONE PERIFERIE STORICIZZATE O OBIETTIVI e METODOLOGIA di di RICE RICERCA La tesi affronta il problema, urgente, delle periferie storicizzate italiane46 attraverso uno studio basato sul costruito e sulle potenzialità che esso può RIIULUH DO VLVWHPD FLWWj FRQ O¶RELHWWLYR GL ULTXDOLILFDUOR DWWUDYHUVR RSHUD]LRni FRPSDWLELOLFRQLOVXRVWDWRG¶XVRHdi conservazione. Le periferie storicizzate, parzialmente abbandonate e poco curate, perché prive di quei caratteri aulici che le stratificazioni e il passare del tempo producono, sono un enorme patrimonio da recuperare. La questione che ci si pone riguarda il valore da attribuire a questi edifici, valore in termini di ULTXDOLILFD]LRQHGLSRVVLELOLWjG¶XVRGLIUXL]LRQHGLDUHHLa base di partenza è certamente la conoscenza, a più livelli, del costruito, nonché le condizioni di vivibilità di queste zone. La ricerca approfondisce il tema della periferia e del suo significato DOO¶LQWHUQR GHOOD FLWWj LQL]LDOPHQWH DWWUDYHUVR O¶HYROX]LRQH XUEDQD per poi TRASFORMAZIONI individuare le trasformazioni determinate sui beni edilizi e sull¶DPELHQWH espresse dai valori sociali, culturali, e sociologici connessi; le WUDVIRUPD]LRQL VRQR YLVWH LQ WHUPLQL WHFQRORJLFL DWWUDYHUVR O¶LQGLYLGXD]LRQH dei caratteri del costruito, delle manomissioni, delle relazioni tra esigenze e prestazioni. Il sistema periferia viene analizzato attraverso la disamina di più casi, individuati sia in grandi centri che in pLFFROLLQ,WDOLDHDOO¶HVWHUR Attraverso lo studio di queste esperienze nazionali ed internazionali sono CASI STUDIO state individuate le strategie alla base di ogni intervento e ne sono stati evidenziati i punti di forza e di debolezza, così come gli esiti delle trasformazioni. 46 Gazzola A., Intorno alla città. Problemi delle periferie in Europa e in Italia,Liguori Editore, 2008, p.164. XVI Tali parziali conclusioni sono state contestualizzate e approfondite su un caso studio locale: la Borgata Santa Lucia a Siracusa. Si tratta infatti di un CASO STUDIO LOCALE piccolo TXDUWLHUH VWRULFL]]DWR VRUWR QHOOD VHFRQGD PHWj GHOO¶2WWRFHQWR inteso FRPH OD SULPD ]RQD G¶HVSDQVLRQH GHOOD FLWWj H QRQ FRPH ]RQD marginale. È proprio in questi contesti periferici che viene espressa maggiormente la necessità di capire come intervenire, quanto trasformare, quanto conservare, quanto eventualmente demolire. La scarsa qualità tecnologica con cui sono costruite queste zone e lo stato di degrado generale in cui versano, pongono XUJHQWHPHQWHO¶DWWHQ]LRQHVXOOHVWHVVHQHOO¶RWWLFDGLXQD comprensione delle possibilità di ricostruzione o di riqualificazione della periferia storica. In questo senso la ricerca pone questioni quali le trasformazioni del costruito, la riqualificazione urbana in contesti significativi, O¶DJJLRUQDPHQWR tecnologico e funzionale degli apparati e degli elementi tecnici,. Dal punto di vista metodologico si distinguono tre fasi: conoscenza, LE FASI DELLA analisi ed elaborazione delle informazioni acquisite, sintesi e conclusioni. METODOLOGIA Esse sono così articolate: Fase I - conoscenza: CONOSCENZA - Approfondimenti VXOORVWDWRGHOO¶DUWH sul pensiero e sulle concezioni che hanno indotto alla costruzione e alla realizzazione delle periferie storicizzate, per individuare se le necessità per cui erano nate sono ancora valide o necessitano di essere adeguate a concezioni contemporanee del vivere quotidiano. - Ricerche bibliografiche sulla periferia come aggregato urbano e come luogo delle attività insediative, come memoria del tempo che passa, come luogo da recuperare e/o riqualificare, come insieme di beni edilizi con modelli, caratteri e morfologia definita. - Analisi di casi studio di rilevanza nazionale e internazionale attraverso i quali acquisire informazioni su contesti urbani differenti per dimensioni. I sette casi esaminati e comparati sono il quartiere di Picanello a Catania, il quartiere del Littorio a Palermo, il quartiere del Vomero a Napoli, il quartiere di Loreto a Bergamo, il quartiere della Bastiglia a Parigi, il quartiere della Barçeloneta a Barcellona, il quartiere di Kreuzberg a Berlino. Attraverso lo studio degli interventi effettuati si intendono riconoscere gli LQGLFDWRUL GL WUDVIRUPD]LRQH H O¶LPSDWWR FKH WDOL LQWHUYHQWL KDQQR DYXWR VXi XVII beni edilizi e sugli utenti. Questo momento di confronto sulO¶RSHUDWRmette LQ HYLGHQ]D OH VWUDWHJLH FKH KDQQR FRQGRWWR DOO¶LQWHUYHQWR OD IDVH programmatoria e di progetto, gli esiti di queste operazioni in termini di vivibilità, di miglioramento delle condizioni abitative, di fornitura di servizi, di ritorno economico. - Studio della realtà locale con riferimento ai caratteri analizzati nei casi studio e alla politica edilizia a tutte le scale. È il caso della Borgata Santa Lucia che è diventata, dopo la quasi totale riqualificazione di Ortigia, il luogo deputatR DOO¶DPSOLDPHQWR GHO FHQWUR VWRULFR VLUDFXVDQR /R VWDWR GL fatto è piuttosto caotico e variegato e presenta una interessante ricchezza di caratteri. Ecco che questo sistema edificato diventa il caso studio per individuare trasformazioni, priorità e scenari di intervento. Tutti i casi studio, compreso il caso pilota, sono stati analizzati considerando le principali caratteristiche che li identificano, quali i caratteri identitari dei beni edilizi, il sistema costruttivo e tecnologico, i modelli edilizi e i caratteri formali e decorativi, nonché i materiali con cui sono stati realizzati. Lo studio effettuato sui singoli quartieri menzionati, è stato condotto TIPI DI SCHEDE tramite la progettazione di schede. Ne sono state progettate otto tipi - A, B, C, C1, C2, D, E, F: scheda A: relativa alla conoscenza dei casi studio (nazionali, esteri) selezionati e alla loro sintesi e confronto - (A, A 1/8); scheda B: individua descrive gli strumenti normativi per il recupero delle periferie e ne individua obiettivi, interventi e sinergia pubblico-privato - (B 1/7); schede C - C1 - C2: mettono in evidenza, contenuti e grafici tecnici, relativi alla conoscenza del caso pilota: Borgata S. Lucia - (C, C1 - 1/6, C2 - 1/6); scheda D: individua la sintesi e il confronto tra i casi studio e il caso pilota, determinandone differenze, similitudini e analogie; scheda E: indica gli strumenti normativi per la Borgata e gli scenari di applicazione; scheda F: determina le linee guida ed i criteri di intervento per il recupero delle periferie storicizzate. Le schede sono infine state rese identificabili in base a colori. Quelle rosse identificano la fase di analisi sulle periferie, quelle gialle la fase di confronto, quelle blu le linee guida. XVIII La prima scheda progettata, è stata denominata A ³Analisi´, la cui SCHEDA A struttura mette in relazione ambiti tematici con fattori utili alla lettura: ANAGRAFICA - tessuto urbano; QUARTIERE - nascita e profilo storico. CARATTERI - edilizi, tecnologici e formali. Tale scheda consente di sintetizzare informazioni di natura eterogenea, utili alla conoscenza alla scala del quartiere. XIX Nella sezione ANAGRAFICA vengono catalogate informazioni e immagini relative alla localizzazione geografica tramite individuazione planimetrica, alla datazione e ad i caratteri che individuano la morfologia GHOO¶LPSLDQWR urbano, ai dati dimensionali relativi DOO¶HVWHQVLRQH della superficie totale e agli elementi distintivi che identificano O¶RJJHWWR di studio come quartiere. I dati anagrafici vengono definiti tramite i seguenti fattori: INQUADRAMENTO TERRITORIALE; ANNO DI NASCITA; TESSUTO URBANO. ANAGRAFICA IL QUARTIERE DI «$«ANALISI - A QUARTIERE In TXHVW¶DUHD vengono sintetizzati tutti gli avvenimenti che hanno segnato la storia del quartiere: interventi di trasformazione urbana quali lottizzazioni, sventramenti, modificazioni di tipo edilizio ed urbano, vicende che individuano il PROFILO STORICO. Sono inoltre inserite immagini del QUARTIERE nel passato e nel presente. MODELLI EDILIZI: a) « b) « c) « CARATTERI TECNOLOGICI: 67587785$085$785$« &23(5785$« ,1),66,« CARATTERI FORMALI E DECORATIVI: FINITURE: - LQWRQDFL« - ULYHVWLPHQWL« Scheda A ± Analisi: Conoscenza alla scala del quartiere. XX CARATTERI La sezione contiene informazioni sui modelli edilizi, sul sistema tecnologico (UNI 8290) che definisce il lessico costruttivo (elementi tecnici). Si individuano cioè i CARATTERI che identificano i sistemi edilizi (costruito) del quartiere in esame: È stata effettuata una disamina degli strumenti normativi adottati per il recupero delle periferie, condotta attraverso la compilazione della Scheda SCHEDA B B³6WUXPHQWL1RUPDWLYL´, relativa alle informazioni riguardanti i «Programmi Complessi»47 che si occupano di riqualificazione. La scheda B si presenta così strutturata: DESCRIZIONE - anno di nascita e caratteristiche; OBIETTIVI - finalità e opportunità dello strumento; INTERVENTI; SINERGIA - rapporto pubblico/privato. (Scheda B ± Strumenti Normativi). 47 www.cittasostenibili.it/html/Scheda_23.htm XXI La presente sezione individua e presenta gli INTERVENTI che è possibile attuare grazie allo strumento normativo selezionato. Si fa riferimento a tutti quegli interventi (ristrutturazione edilizia, urbana, risanamento, adeguamento, ecc.) che contribuiscono a migliorare il degrado sociale, edilizio ed architettonico della realtà in cui lo strumento viene applicato. La sezione SINERGIA gestisce il rapporto pubblico - privato che lo strumento normativo consente di creare una volta attuato. Si tengono in considerazione i tipi di finanziamento (pubblico o privato), si individuano gli accordi di programma e le conferenze di servizi tra comune e privati, al fine di stabilire e rafforzare tale rapporto. Scheda B ± Strumenti Normativi: Conoscenza GHL3URJUDPPL³&RPSOHVVL´. XXII OBIETTIVI 1HOO¶DUHD OBIETTIVI si riassumono e descrivono informazioni relative alle OPPORTUNITA¶ e alle ),1$/,7$¶ che lo strumento normativo considerato consente di raggiungere. Viene stabilito il tipo di intervento (pubblico o privato) da attuare, si evidenzia la possibilità di trasformare il tessuto urbano ed il perché della trasformazione, si organizza la distribuzione dei servizi e delle infrastrutture nello spazio. INTERVENTI ANNO DI NASCITA; CARATTERISTICHE. SINERGIA Nella sezione DESCRIZIONE vengono sintetizzate le informazioni relative al periodo di attuazione e DOO¶LQGLYLGXD]LRQH dei caratteri dello strumento normativo di riferimento. Si determinano: DESCRIZIONE 2 352*5$00,«STRUMENTI NORMATIVI - B Il momento della conoscenza per la Borgata è stato invece articolato in tre schede: C - C1 e C2, che forniscono informazioni generali alla scala urbana e di tipo tecnologico alla scala edilizia. La scheda C UHODWLYDDOO¶$QDOLVL denominata ³,O TXDUWLHUH GHOOD %RUJDWD SCHEDA C Santa Lucia D 6LUDFXVD´ mette in relazione la tematica delle periferie storicizzate con caratteri materici, formali e architettonici attraverso i seguenti campi: ANAGRAFICA - tessuto urbano; QUARTIERE - nascita e profilo storico; CARATTERI - edilizi, tecnologici e stilistici; La scheda C1 chiamata ³CONTENUTI´, confronta i dati relativi DOO¶LGHQWLILFD]LRQHDOle informazioni catastali, al modello GHOO¶LVRODWRH del bene edilizio, ai caratteri morfologici, dimensionali, lessicali, tecnologici, definendone lo stato di conservazione. La scheda C1, corredata da foto e schemi planimetrici, fornisce un quadro generale del bene edilizio . Struttura scheda C1 ± CONTENUTI ANAGRAFICA: GDWLLGHQWLILFDWLYLHFDWDVWDOLLOOXRJRHO¶HGLILFLR. - Immagine: LQGLYLGXD]LRQH IRWRJUDILFD GHOO¶XQità abitativa analizzata; - località/luogo/oggetto: provincia, Comune, indirizzo, definizione; - descrizione: sintetica evoluzione storica del bene edilizio; - dati identificativi: cronologia, autore, committente, destinazione originaria, uso attuale, dati catastali: isolato, unità edilizia, foglio, particella. QUALITÁ URBANA: descrive il rapporto isolato/quartiere. - rapporto isolato/quartiere: individuazione fotografica GHOO¶LVRODWR - tipologia isolato: chiuso, misto, blocco, corte, angolo; - dati occupazionali: occupazione dei vari piani; - qualità urbana: accessibilità - veicolare, pedonale. Opere di urbanizzazione primaria - condutture, cavi, tombini. XXIII SCHEDA C1 Attrezzature e servizi - chiese, negozi, botteghe, ecc. (OHPHQWLG¶DUUHGR- verde, panche, illuminazione; dati quantitativi: numero delle unità edilizie, numero dei piani. QUALITÁ¶(',/,=,$descrive il rapporto unità/isolato. - rapporto unità/isolato: LQGLYLGXD]LRQH IRWRJUDILFD GHOO¶XQLWj abitativa; - sviluppo e pertinenze: numero dei piani e dei fronti, ampiezza sezione stradale, pertinenze - cortili, chiostrine, verde privato; - GDWL G¶XVR GHVWLQD]LRQH G¶XVR GHL SLDQL - residenziale commerciale; - qualità architettonica: evidenziazione dei caratteri decorativi, posizione e ritmo prospettico; tipologia edilizia: struttura - portante, mista, telaio in c.a. CARATTERI: GHVFULYH O¶HVSRVL]LRQH GHOO¶HGLILFLR OH FDUDWWHULVWLFKH delle fronti, le altezze dei piani, il lessico architettonico e costruttivo, il sistema tecnologico secondo la classificazione UNI 8290. - ambientali: soleggiamento, ventilazione, orientamento, presenza di schermature; - morfologici: edificio con superfetazioni, con fronti omogenei, programmato, di sostituzione; - dimensionali: altezza, lunghezza, larghezza dei piani che FRPSRQJRQRO¶HGLILFLR - lessicali: lessico architettonico e costruttivo (partiti architettonici e gli elementi costruttivi); - tecnologici: CLASSIFICAZIONE UNI 8290 - classe di unità tecnologica, unità tecnologiche, classi di elementi tecnici. ANAGRAFICA TECNICA: descrive tutti gli elementi costruttivi che FRPSRQJRQRO¶HGLILFLR - STRUTTURA: stato di conservazione - conservato, di conservazione - conservato, conservazione - conservato, trasformato, alterato; - MURATURE: stato trasformato, alterato; - COPERTURE: stato trasformato, alterato; XXIV di - APERTURE: stato di conservazione - conservato, trasformato, alterato; - INFISSI: stato di conservazione - conservato, trasformato, alterato, - BALCONI: stato di conservazione - conservato, trasformato, alterato; - ELEMENTI DI PROTEZIONE: ringhiere, cornice, intonaco. Stato di conservazione - conservato, trasformato, alterato. La scheda C2 GHQRPLQDWD³GRAFICI TECNICI´, è tabella che riassume SCHEDA C2 le classi di esigenze e le prestazioni48, ponendo attenzione alla classe di requisiti, ai requisiti dei singoli elementi analizzati e riassumendo le note relative allo stato di conservazione. Struttura scheda C2 - GRAFICI TECNICI - CLASSI di ESIGENZE e PRESTAZIONI: STRUTTURE PORTANTI - MURATURA (struttura di elevazione verticale): - Classe di requisiti; - Requisiti; - Note; - Aspetto; - Integrabilità. CHIUSURA ESTERNA (infissi esterni verticali): - Classe di requisiti; - Requisiti; - Note; - Aspetto; - Benessere; - Integrabilità. IMPIANTI di FORNITURA SERVIZI (attrezzature - impianto elettrico e di climatizzazione): - Classe di requisiti; - Requisiti; - Note; 48 Gasparoli P. Talamo C., Manutenzione e Recupero. Criteri, metodi e strategie per O¶LQWHUYHQWRVXOFRVWUXLWR, Alinea Editrice, Firenze 2006, pp. 20-25. XXV - Integrabilità; - Gestione. OPERE di FINITURA (intonaci): - Classe di requisiti; - Requisiti; - Note; - Aspetto; - Integrabilità. Tutti questi campi sono stati compilati per beni edilizi ricadenti nelle lottizzazioni di cui vi è certezza, con relativa determinazione cronologica delle opere eseguite. Fase II: analisi ed elaborazione delle informazioni acquisite ANALISI E ELABORAZIONE DATI Le informazioni acquisite producono un sistema della conoscenza articolato. Le informazioni acquisite, confrontate, nei caratteri, con i casi nazionali ed internazionali esaminati e messi in relazione al caso pilota, forniscono strategie di intervento e punti di forza e debolezza che possono LQGLUL]]DUH O¶LQWHUYHQWR DWWUDYHUVR VFHQDUL GL SURJHWWR GD FRQWHVtualizzare secondo parametri locali. Da tale comparazione emergono peculiarità relative alla morfologia del tessuto urbano originario, ai caratteri edilizi e tecnologici, al processo di espansione urbana e alla crescita sociale. Lo studio condotto fa risaltare le differenze e le analogie, i punti di forza e di debolezza. SCHEDA D Attraverso la scheda D denominata ³&RQIURQWR WUD L FDVL VWXGLR H LO FDVR SLORWD´, si mette in evidenza un quadro sinottico contraddistinto dai seguenti fattori: SINTESI E CONCLUSIONI I CARATTERI IDENTITARI e le PROBLEMATICHE; Le STRATEGIE di RIQUALIFICAZIONE; Gli ESITI. Fase III: sintesi e conclusioni La terza ed ultima fase intende fornire risposte relative agli strumenti normativi applicabili al recupero delle periferie storicizzate: la scheda E denominata ³6WUXPHQWL QRUPDWLYL SHU OD %RUJDWD´ rappresenta una sintesi che evidenzia i possibili scenari normativi applicabili alla Borgata, studiati in SCHEDA E UHOD]LRQHDOO¶Dspetto urbano, edilizio e sociale. La scheda è così articolata: STRUMENTI NORMATIVI: XXVI SCENARI DI APPLICAZIONE - ambito urbano, edilizio, sociale. La scheda F, denominata ³Linee Guida - &ULWHUL GL ,QWHUYHQWR´, sintetizza SCHEDA F le analisi relative alla conoscenza, e attua un processo selettivo al fine di stabilire i Criteri di Intervento, in funzione di determinati fattori: Modelli edilizi; Scomposizione del Sistema Tecnologico; Classi di Elementi Tecnici; Trasformazioni; Problematiche; Interventi. Si individua quindi uno strumento per la gestione del costruito esistente, STRUMENTO in relazione alle zone periferiche (edificato storico-città diffusa), attraverso indicazioni incasellando finalizzate gli alla riqualificazione interventi in delle una periferie storiche, logica di riqualificazione/conservazione/demolizione. Il processo individuato potrebbe essere applicato a contesti edilizi similari, dando forza a situazioni e stati fino ad oggi poco ponderate per guidare il processo di riqualificazione entro range di convenienza economica e culturale. XXVII ARTICOLAZIONE e CONTENUTI 1. /$3(5,)(5,$³6725,&,==$7$´ Il capitolo introduce il tema della periferia, mettendo in luce il processo storico di metabolizzazione urbana e la modifica della concezione da SHULIHULD D SHULIHULD ³VWRULFL]]DWD´ e individua O¶HYROX]LRQH GHOOD SHULIHULD storicizzata italiana. In questa disamina acquistano importanza le informazioni desunte da casi studio nazionali ed internazionali. Per ogni caso studio si compila una scheda denominata A, ³$QDOLVL´. Dallo studio condotto sui vari casi, si produce un quadro sinottico (sintesi e confronto) che mette in risalto la situazione originaria, le strategie attuate e gli esiti ottenuti. 2. NUOVI ORIENTAMENTI, STRUMENTI NORMATIVI E STRATEGIE OPERATIVE PER IL RECUPERO DELLE PERIFIERIE In questo capitolo vengono esposte le politiche di intervento realizzate nelle periferie italiane. Sono stati studiati i 3URJUDPPL ³&RPSOHVVL´ che FRLQYROJRQRO¶DPELWRXUEDQRHVRFLDOH, quali i Piani Urban per le periferie, i Contratti di Quartiere, i Programmi di Riqualificazione Urbana ± P.R.U., i Programmi Integrati di Intervento ± P.I.I., Programmi di Recupero Urbano ± P.R.U. e Società di Trasformazione Urbana ± S.T.U. Le informazioni relative alla loro descrizione, agli obiettivi, agli interventi e alla sinergia (rapporto pubblico - Privato), sono state sintetizzate in una scheda, XXVIII denominata B ³6WUXPHQWL 1RUPDWLYL´, compilata per ogni singolo programma. Attraverso un quadro sinottico si mette in evidenza il confronto tra gli strumenti normativi menzionati, tenendo in considerazione caratteristiche, strategie attuate ed esiti ottenuti. 3. IL CASO PILOTA: LA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Il capitolo introduce la parte della tesi dedicata al caso pilota: la Borgata Santa Lucia a Siracusa, in questa fase si mettono in luce i caratteri storico evolutivi, alla scala della città, del quartiere, del bene edilizio. Si evidenziano soprattutto i fattori che identificano il tessuto edilizio, al fine di individuare i caratteri morfologici, e formali, tecnologici e materici. $OO¶LQWHUQR GHOOD %RUJDWD sono state selezionate risalenti a diverse lottizzazioni, e caratterizzate sei unità edilizie, da un lessico architettonico e costruttivo differente, in maniera tale da poter comprendere il processo evolutivo del quartiere. La compilazione delle schede C1, GHQRPLQDWD ³FRQWHQXWL´ e C2, FKLDPDWD ³*UDILFL 7HFQLFL´ VLQWHWL]]D ed evidenzia il confronto dei dati e rende visibili i dettagli tecnologici, i caratteri e gli aspetti menzionati. Per concludere questa fase, la scheda D rappresenta il confronto tra tutti i casi studio e il caso pilota, in cui vengono messi in evidenza i caratteri identitari e le relative problematiche, le strategie di riqualificazione e gli esiti ottenuti, al fine di stabilire differenze, similitudini e analogie. 4. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE ³STORICIZZATE´ In questa ultima fase, si individuano gli strumenti nomativi e gli scenari di applicazione alla Borgata, viene realizzata la scheda E, denominata ³6WUXPHQWL QRUPDWLYL SHU OD %RUJDWD 6 /XFLD´. Ogni strumento viene studiato in relazione alla sua applicazione in ambito urbano, edilizio e XXIX sociale, al fine di conoscere gli interventi e gli esiti ottenuti, una volta applicati tali programmi. Infine si realizza un scheda )GHQRPLQDWD³/LQHH Guida ± Criteri di Intervento´, in cui, una volta individuati caratteri, strategie e punti di forza, si individuano gli ambiti di intervento per le seguenti categorie: a) realizzazione di nuovi volumi (sopraelevazione), b) superfici esterne (finiture) integrazione di nuovi elementi. XXX LA PERIFERIA ³STORICIZZATA´ 1.1 UNA DEFINIZIONE La periferia è «la zona marginale di un¶area geograficamente o DEFINIZIONE topograficamente determinata, con particolare riferimento ad un agglomerato urbano»1. Il termine deriva dal latino tardo, µperipheria¶ «circonferenza», in greco ʌİȡȚԄܙȡİȚĮ deriva da ʌİȡȚԄܙȡȦ«portare intorno, girare»2. Generalmente FRQTXHVWRWHUPLQHVLLQGLFDO¶LQVLHPHGHLTXDUWLHULGLXQFLWWjSLORQWDQL dal centro. Tale termine ha in sé XQYDORUHQHJDWLYRFLzFKHµVWDDWWRUQR¶ ciò che perimetra e separa, che è margine e quindi e-marginato, che non ha un valore proprio. La periferia come assenza e come vuoto. La periferia intesa quindi come città moderna. Indica inoltre uno spazio UDFFKLXVRGDXQDOLQHDFKLXVDHGHQRWDO¶LQVLHPHGHOOH]RQHGLXQDFLWWjDO di fuori del suo centro storico. /D SHULIHULD FRVWLWXLVFH LO SURJUHVVLYR DPSOLDPHQWR GHOO¶DUHD XUEDQD verso la parte estrema e più marginale, contrapposta al centro, di uno spazio fisico o di un territorio più o meno ampio. In linea generale individua aree urbanizzate a partire dalla seconda metà del XIX secolo, LQVHJXLWRDOORVYLOXSSRGHPRJUDILFRHDOO¶LQXUED]LRQH Queste aree sono generalmente svantaggiate rispetto al centro storico, sia dal punto di vista funzionale che socio-economico3. 1 G. Devoto, G. C. Oli, Dizionario della lingua italiana, dizionari Le Monnier, Firenze, 1971. 2 Enciclopedia Italiana Treccani online. 3 Ferrarotti F., Macioti M. I., Periferie. Da problema a risorsa, Sandro Teti, Roma, 2009. 1 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Uno stimolo a risalire al significato etimologico della parola periferia, o SIGNIFICATI per meglio chiarire il senso del suo essere, nasce dal confronto con i significati della parola in diverse realtà. In Germania, ad esempio, per periferia si intende tutto ciò che sta al margine GHOO¶DELWDWRLOFRQILQHWUDHGLILFDWRHFDPSDJQD4. Non è sempre stato così: nel vocabolario di Jacob e Wilhelm Grimm5, opera che comprende tutti i vocaboli presenti nella lingua tedesca dal 1838 al 1960, non sono riportati né il termine µPeripherie¶, (periferie), né il termine µStadtrand¶ (periferia), compare invece il termine µStadterweiterung¶ (espansione urbana)6. /¶ampliamento sottintende una diretta dipendenza da un centro, allude ad una crescita attorno a qualcosa che già esiste ed è capace di supportare tale crescita e soprattutto di interagire con essa. Si tratta quindi di un accorpamento di QXRYHSDUWLDOO¶HVLVWHQWHSHUSUHILJXUDUHFRPXQLVYLOXSSLIXWXUL Facendo invece riferimento ai vocabolari italiani7, il termine periferia indica una zona urbaQDHVWHUQDULVSHWWRDOFHQWURWLSLFDGHOO¶XUEDQHVLPR moderno; consultando l¶(QFLFORSHGLD Treccani8 emerge tale significato: insieme dei quartieri di una città più lontani dal centro. VLVWDODJHQHULFLWjGHOWHUPLQHSHULIHULDVLVHQWHO¶HVLJHQ]DGLDIILDncarlo ad aggettivi che definiscano LO FDUDWWHUH DOO¶LQWHUQR GHOO¶DJJORPHUDWR urbano. La periferia storica, ad esempio, rappresenta una periferia che denota dei caratteri identitari consolidati. Spesso è costituita da un impianto urbanistico con edificazione organizzata per isolati e per blocchi. Si tratta di insediamenti realizzati ad opera della iniziativa privata, DOO¶LQWHUQR GL XQ¶DUHD GL SURGX]LRQH H FRQVXPR UHJRODWD GDOOH OHJJL GHO mercato. I residenti sono dotati di apprezzabili capacità di investimento e VSHVVRVRQRSURSULHWDULGLUHWWLGHOO¶DELWD]LRQHRFFXSDWD9. Ritornando al concetto di periferia, esso mette in evidenza il principio della marginalità, della emarginazione e GHOO¶incapacità di interagire con O¶HVLVWHQWH 4 Ronzoni M. R., Il senso della periferia. Tecniche di riqualificazione ambientale, Alinea Editrice, Firenze, 2001, p.15. 5 Cfr. Deutsches WÖrterbuch von Jacob e Wilhelm Grimm; Deutsche Taschenbuch 9HUODJ0ȨQFKHQLQ5RQ]RQL05FLW 6 Cfr. Deutsches WÖrterbuch von Jacob e Wilhelm Grimm; Deutsche Taschenbuch 9HUODJ0ȨQFKHQLQ5RQ]RQi M. R., 2001, cit. 7 G. Devoto, G. C. Oli, Dizionario della lingua italiana, dizionari Le Monnier, Firenze, 1971. 8 Enciclopedia Italiana Treccani online. 9 Ronzoni M. R., Editrice, Firenze, 2001, pp. 21-22, op. cit. 2 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ La descrizione tipica della periferia individua un degrado urbano, GRYXWRDOO¶LQVXIILFLHQ]DGHLVHUYL]LGHJOLVSD]LSXEEOLFLHGHLSDUFKHJJLe da un fortedisagio economico, sociale e ambientale. Termini come assi, reticoli, tracciati, bordo, confine etc., indicano i SEGNI µVHJQL¶ H OH µJHRPHWULH¶ IRQGDPHQWDOL GHOO¶DUFKLWHWWXUD GHOOD FLWWj HG E GEOMETRIE evidenziano i caratteri o i luoghi della geografia urbana, per la periferia le denominazioni sono quartiere, zona o porzione di città10. /¶HVSDQVLRQH quantitativa H O¶HVWHQVLRQH della città contemporanea ha causatola perdita della qualità architettonica e urbana e quindi della vita in tali zone. La mobilità urbana ha stravolto i rapporti tra centro e periferia, togliendo al centro storico il ruolo di cuore della città, creando frammenti urbani privi di una identità specifica a corollario del cuore pulsante della città. )LQR D QRQ PROWL DQQL ID O¶HGLILFDWR HVWHUQR DOOD FLWWj VWRULFD SXU conservando ancora nella memoria il limite fisico costituito dalle CRESCITA URBANA perimetrazioni difensive, veniva identificato cRQ O¶HVSUHVVLRQH µfuori le mura o fuori porta¶. Si trattava GL XQ¶HVSDQVLRQH XUEDQD ovvero di un processo di crescita della città, avvenuto durante O¶Ottocento senza quella continuità che il centro avrebbe richiesto. Le prime espansioni sono scandite da piani che prevedono sventramenti nei quartieri antichi, in maniera tale da costruire una città più consona alle nuove abitudini di vita. Tali interventi distruggono parte del tessuto urbano della città storica HTXLQGLGHOO¶LGHQWLWjHGHOODPHPRULDFRPXQH11. Oggi gli edifici delle periferie, forse per una loro inadeguatezza di fondo o per un rapido succedersi dei ritmi di vita, non sono in grado di rispondere in maniera adeguata alle funzioni originarie per cui sono stati pensati. Proprio gli edifici storici, ad esempio, sono stati disegnati e realizzati per palesare il prestigio dei proprietari dimostrando, nel tempo, una non comune capacità di adeguarsi a nuovi usi. $JOL LQL]L GHO ;;, VHFROR VL SXz FRQVLGHUDUH FRQFOXVD O¶HUD LQGXVWULDOH senza però esser riusciti a pensare e riprodurre una struttura urbana corrispondente. Di conseguenza è indispensabile attivare un processo di WUDVIRUPD]LRQH GHO WLSR HGLOL]LR FDSDFH GL GLDORJDUH FRQ O¶HVLVWHQWH tenendo conto delle nuove esigenze 10 Gianmarco C. Isola A., Disegnare le periferie. Il progetto del limite, La Nuova Italia Scientifica, 1993, Roma, p.45. 11 Ronzoni M. R., 2001, p. 46, op. cit. 3 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA EQUILIBRIO DINAMICO È possibile definire la periferia storica «FRPHLO OXRJRLQFXLO¶LQWHUHVVH GHOVLQJRORSUHYDOHVXTXHOORGHOODFROOHWWLYLWjRULJLQDQGRVTXLOLEULQHOO¶XVR e nelle funzioni degli spazi costruiti, in contrapposizione ai centri storici in cui è stato raggiunto un equilibrio stabile trD O¶LQWHUHVVH GHO VLQJROR H quello della collettività»12. Sino allo scorso secolo, le aree interne alle mura, facenti parte della città, erano costituite da spazi aventi una propria centralità ed una determinata identità, ogni parte della città veniva vissuta e riusciva a UHOD]LRQDUVL FRQ O¶LQWRUQR 6L WUDWWDYD GL XQ VLVWHPD LQ HTXLOLEULR contraddittoriamente definito instabile, in cui la città andava nel tempo spopolandosi e la campagna vedeva invece crescere i suoi abitanti raccolti in borghi. La periferia è quindi una realtà che si manifesta attraverso numerosi VOLTI DELLA PERIFERIA YROWL GLIIHUHQWL O¶XQR GDOO¶DOWUR 7XWWL L WLSL GL periferia hanno un GHQRPLQDWRUHFRPXQHFKHqODFRQGL]LRQHGLµGLVWDFFR¶ dal centro. Sono spesso OXRJKL SULYL G¶LPPDJLQH GL RJQL LGHQWLWj VSazi della solitudine e GHOO¶HPDUJLQD]LRQHVRFLDOH13. DIBATTITO ARCHITETTONICO Marc Augé in /¶LQFHQGLRGL3DULJL sostiene che le periferie non possono HVVHUH FRQVLGHUDWH GHL µQRQ OXRJKL¶ perché µQRQ OXRJR¶ q LO FRQWUDULR GL luogo, ossia di uno spazio per il consumo, per la comunicazione. Ad esempio le banlieue14 FRVWLWXLVFRQR GHL µQRQ OXRJKL¶ SHU la gente che viene da fuori, e dei luoghi di vita per molte altre persone15. La periferia, nella tradizione, rappresenta un luogo non definito se non in relazione ad un centro urbano;è quella parte di città che comincia laddove finisce il centro storico e che si allontana da esso. AREA MARGINALE È ancora, XQ¶area marginale del centro urbano, né città, né campagna, una città senza centro. Più ci si allontana dal centro e più cambiano i tipi edilizi, l¶DUWLFROD]LRQH delle facciate e dei prospetti, la definizione degli spazi pubblici, la GLPHQVLRQHHODOLQHDULWjGHOOHVWUDGH6LPROWLSOLFDQRJOLVSD]LµRVPRWLFL¶ VSD]LUHVLGXDOLFKHµODVFLDQRVFRUUHUHODFLWWj¶WUDWWHQHQGRGLHVVDDSSHQD 12 Bellicini L., Ingersoll R., Periferia italiana, Melteni editore, Roma, 2001, p.12. AA. VV. Rivista di Architettura, Periferie Hortus, Editoriale Aprile 2009. 14 Con il termine banlieue si intende una zona delimitata da comuni che si trovano nelle adiacenze di una metropoli, caratterizzati da forti legami socio-economici con il centro di riferimento. Ha un significato simile ai nostri sobborghi. Le banlieue sono inoltre caratterizzate da territori più o meno ricchi, con varie economie e tenori di vita. 15 Augé M./¶LQFHQGLRGL3DULJL©0LFUR0HJDªQ 2005, in Editoriale 2009, cit. 13 4 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ qualche evocazione: uno slargo che non è piazza e che, adottato come campo da gioco, reclama la dignità dello spazio pubblico. La periferia pur nelle sue innumerevoli sembianze, denuncia la mancanza di elementi essenziali ad una riconoscibilità urbana: «cultura GHOO¶Dbitare, ordine, relazioni, valori, storia e progetto»16. Costituisce la città senza identità, ossia un luogo «in cui le singole parti LUOGO confinano superficialmente»17, è il luogo in cui manca un linguaggio IBRIDO architettonico condiviso ed unitario, è il luogo in cui «confinano i pezzi GHOO¶HVSORVLRQH della molteplicità e della banalità edilizia contemporanea»18 &RVWLWXLVFH TXLQGL XQ OXRJR µLEULGR¶ FKH VPXVVD OD rottura creatasi tra città e campagna. La periferia «è il luogo del grande intervento edilizio»19; le trasIRUPD]LRQL FKH O¶KDQQR FRQWUDGGLVWLQWD VRQR OD FRQVHJXHQ]D GHOOD notevole espansione e di uno sviluppo incontrollato che ha creato la µFLWWjGLIIXVD¶20. 'DJOL DWWL GHO VHPLQDULR LQWHUQD]LRQDOH LQWHUGLVFLSOLQDUH µ,O 9LYHUH DIVERSE 3HULIHULFR¶ VYROWRVL D 6LUDFXsa, emergono diverse considerazioni sul CONSIDERAZIONI concetto di periferia. Il professore Carmelo Strano sostiene che oggi la cultura occidentale ha generato società caotiche, che apprezzano il vivere fuori dai centri del lavoro, dando alla città una continuità dettata dal passaggio integrato tra centro e periferia21. Didier Rebois, Segretario generale di Europan Europa22, non parla di periferia (concetto che presume una distinzione dal centro), ma di città suburbana o città contemporanea. In Europa occidentale, Italia compresa, queste zone sono generate dallo spostamento della gente verso la periferia a causa della crisi economica e dei costi minori dei sobborghi. È insito il desiderio di vivere in abitazioni unifamiliari, con aree 16 AA. VV. µCulture e trasformazioni della città e del territorio¶, Università degli Studi Roma Tre, Dip.SU - Dipartimento di Studi Urbani, Scuola Dottorale: - Sezione ³3ROLWLFKH WHUULWRULDOLH3URJHWWR/RFDOH´A.A. 2005-2006. 17 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 55, op. cit. 18 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 55, op. cit. 19 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 57, op. cit. 20 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 24, op. cit. 21 Strano C., I° Seminario interdisciplinare: Il vivere periferico, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Catania, Siracusa 13-14-15 Marzo 2008. 22 EUROPAN è una Federazione europea, formata dalle Associazioni nazionali di più di 20 paesi europei, che organizza concorsi di idee, con cadenza ELHQQDOHDSHUWLDLJLRYDQLDUFKLWHWWLGLWXWWD(XURSDFRQPHQRGLTXDUDQW¶DQQLGLHWj XQDSURFHGXUDFRQFRUVXDOHFRRUGLQDWDGDOO¶RUJDQL]]D]LRQHHXURSHD(8523$1XQLFD in Europa, che riunisce, in un organismo, le Associazioni nazionali che ne condividono la missione. 5 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA a verde e servizi. I problemi che emergono sono legati alla mobilità massiccia, alle µenclaves¶ John Foot, sottolinea come la periferia venga sempre definita in negativo, per «quello che non è, e mai per quello che è»23. A completamento del quadro sulle periferie è sintomatica la mancanza di distinzione tra periferia e città che emerge dal dibattito architettonico contemporaneo, ipotizzando equilibri complementari che evidenziano il fenomeno della storicizzazione24. 1.2 PROCESSO STORICO DI METABOLIZZAZIONE URBANA Il trascorrere del tempo provoca interessanti relazioni tra parti diverse CENTRO E PERIFERIA della città. In questo contesto sono rilevanti i legami tra il centro e la periferia che acquisisce un ruolo centrale a causa della successiva espansione edilizia. Quello che un tempo era nato come quartiere satellite della città antica, con valenze economiche dettate da una condizione lavorativa specifica, ha mantenuto un carattere distaccato e si trova oggi ad essere rivalutato in base alla sua posizione centrale. La crisi della città contemporanea, incapace di stabilire connessioni e relazioni tra parti di città differenti non considera le periferie; questi agglomerati intessono scarse relazioni con la città e vivono di vita propria per molto tempo, fino a quando la saturazione edificatoria non li trasforma in ricettacolo di microcriminalità, o in sistemi abitativi a basso costo. Da una prima disamina dei caratteri che definiscono la periferia, si CARATTERI evidenzia, il netto distacco dalla città consolidata, distacco che si identifica con un parziale disordine, una casualità e una mancanza di 23 Prof. Foot J., Il vivere periferico, I° Seminario interdisciplinare, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Catania, Siracusa 13-14-15 Marzo 2008. 24 Cfr. Moschini F., Il luogo-OLPLWHQHOO¶XWRSLDHQHOO¶DUWHClementi A., Perego F., (a cura di), Eupopolis, la riqualificazione delle città in Europa. I periferie oggi, Biblioteca di Cultura Moderna Laterza, Laterza, 1990, Bari, in Ronzoni M. R., 2001, cit. 6 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ coesione con il tessuto edilizio esistente, dovuti ad una limitata progettazione25. Leonardo Benevolo sostiene che: «la crescita rapidissima della città QHOO¶HSRFD LQGXVWULDOH SURGXFH OD WUDVIRUPD]LRQH GHO QXFOHR SUHFHGHQWH DIVERSE CONCEZIONI (che diventa il centro del nuovo organismo), e la formazione, intorno a TXHVWRQXFOHRGLXQDQXRYDIDVFLDFRVWUXLWDODSHULIHULD«ª26. Il suddetto nucleo, che mostra una sua struttura di base, presente nel Medioevo e QHOO¶HWjPRGHUQa, è costituito da chiese e palazzi che dominano la città, da strade troppo strette per poter contenere il traffico veicolare in aumento, case troppo piccole e compatte per ospitare una popolazione più densa. Di conseguenza le classi abbienti lasciano gradualmente il centro e si stabiliscono in periferia, vendendo, affittando o abbandonando i loro domicili precedenti e lasciandoli alla mercè di immigrati e povera gente. Da questo momento la periferia diventa un territorio libero in cui si insediano quartieri di lusso, quartieri poveri ecc. «Le città hanno sempre e comunque contemplato la presenza di aree CONTORNO SHULIHULFKH SHUFKp VHPSUH H FRPXQTXH HVLVWHYD XQ FRQWRUQR XQ¶DUHD OLPLWH GL SDVVDJJLR WUD O¶HGLILFDWR H OD FDPSDJQD»27. Le aree interne alle mura erano date dalla composizione di spazi ognuno avente una propria centralità ed una precisa identità. La città veniva vissuta in ogni sua parte HVLUHOD]LRQDYDFRQO¶LQWRUQR In un primo momento gli interventi si limitano al singolo organismo architettonico: scuole, musei, mercati, ospedDOLFDVHG¶DELWD]LRQHSHUOD media borghesia. 1HOO¶LQYHFHVLSURJHWWDQROHSULPHHVSDQVLRQLVLDEEDWWRQROHPXUD ESPANSIONI H OD FLWWj LQL]LD D SHUGHUH TXHOO¶DVSHWWR GL XQLWDULHWj FKH OD contraddistingueva28. Nel Novecento, vengono emanati i primi regolamenti edilizi; si istituzionalizza infatti nel 1942 il Piano Regolatore, definito allora PRIMI REGOLAMENTI EDLIZI strumento urbanistico indispensabile per il controllo della crescita urbana. Peraltro viene a mancare la capacità di coordinare e gestire la crescita soprattutto per i nuovi ampliamenti; a tal proposito si giunge ad una crescita quasi incontrollata e quindi invasiva per il territorio29. 25 Iacomoni A., 2009, p. 11, op. cit. Cfr. Leonardo Benevolo, Storia della città, Editori Laterza, Bari, 1978, in Ronzoni M. R., 2001, p. 47, cit. 27 Ronzoni M., 2001, p. 41, op. cit. 28 Ronzoni M., 2001, p. 43, op. cit. 26 7 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA «La città, così come è espressa dalla periferia, si presenta come un semplice accostamento di parti incapaci e impossibilitate a generare sinergie»30, parti quali le abitazioni, il verde, gli edifici specialistici, le piazze, le strade etc. La città storica è ormai consolidata entro schemi e relazioni solide, basate sulla comunicazione tra parti vicine, su modelli di vita e di spostamento ancora validi, la periferia storica invece, nascendo come agglomerato urbano separato, non riesce ad intessere relazioni e ad esprimere un modello di vita consono al trascorrere del tempo. I diversi tempi di edificazione, poi, concorrono ad una frantumazione ulteriore del modello e immettono nel sistema ulteriori limiti alla continuità urbana. Attraverso la metabolizzazione di questo processo evolutivo, sul finire del secolo scorso, emerge la complessità del tema periferia che si esplicita: alla scala territoriale, attraverso le discontinuità dei tessuti contigui; alla scala urbana, consolidando le relazioni con la città; alla scala edilizia, valutando le caratteristiche degli isolati e dei singoli edifici. La questione delle periferie è motivo di interesse ancKHDOO¶HVWHURGRYH ASPETTI è stata affrontata individuando molti aspetti importanti. Ad esempio gli obiettivi principali degli interventi francesi sono stati quelli di ricreare spazi a carattere urbano e di tipo complesso, con caratteristiche e articolazioni facilmente identificabili. Tutto ciò attraverso strategie di recupero urbano che centralizzassero le trasformazioni degli spazi esterni e di uso collettivo, DOILQHGLVROOHFLWDUHO¶DJJUHJD]LRQHXPDQDHOD ricomposizione urbana. I tedeschi invece hanno pensato ad un recupero urbano legato a piccoli interventi finalizzati alla creazione di luoghi accessibili e tranquilli. La realizzazione di una rete verde, alternativa a quella carrabile è stata la prima operazione di piccola scala. Un caso molto interessante, risulta essere quello della Spagna in cui la qualità del progetto diventa il motore della riqualificazione urbana31. Gli spagnoli hanno infatti posto al centro il tema della riqualificazione dello 29 Ronzoni M., 2001, p. 47, op. cit. Ronzoni M., 2001, pp. 55-56, op. cit. 31 Iacomoni A., 2009, p. 13, op. cit. 30 8 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ spazio pubblico sia nella città consolidata che nelle aree marginali di più recente urbanizzazione. Ecco che la periferia, così come è avvenuto per la città storica, ADEGUAMENTO necessita di adeguamento ai nuovi canoni del vivere quotidiano, agli VSD]L GHOOD VRFLDOL]]D]LRQH H GHOO¶DJJUHJD]LRQH FRQWHPSRUDQHDFLz YDOe sia per lo spazio privato che per quello pubblico, questo deve perdere quella caratteristica, recente, di luogo di µpassaggio¶, che lo connatura attualmente. Questo implica una comprensione dei nuovi fenomeni di aggregazione, in cui nuovi µcentri¶ si identificano con nuovi µpoli¶ di socializzazione. In questo contesto si evidenzia il ruolo fondamentale del progetto PROGETTO ARCHITETTONICO architettonico ed urbano, di una progettazione integrata basata sul E URBANO progetto di suolo come O¶HOHPHQWR GHWHUPLQDQWH GHO «nuovo significato della periferia»32. La logica con cui approcciarsi alla riqualificazione delle periferie storiche italiane GHYH SHUVHJXLUH O¶LQWHJUD]LRQH GHOOH IXQ]LRQL H GHOOH aspirazioni degli utenti, arricchendo il progetto architettonico e tecnologico con quello del sistema ambientale e strutturando un insieme di relazioni/collegamenti tra le parti, indispensabili per contestualizzare e rendere vivibile tale ambito. 3HUFXLO¶RELHWWLYRoggi deve essere quello di raggiungere una migliore qualità urbana delle periferie, passando attraverso una ridefinizione delle tecnologie HGLOL]LHSUHVHQWLDWWUDYHUVRO¶LQVWDXUD]LRQHGLXQQXRYROHJDPH con O¶intorno, il contesto e la città esistente. 1.2.1 DA PERIFERIA A PERIFERIA STORICIZZATA Il concetto di periferia diviene chiaro quando, con la rivoluzione industriale, si viene a creare una netta distinzione tra centro storico, città borghese e città operaia. Essa assume il significato di spazio riempito e unificato casualmente, di vuoto33. 32 Iacomoni A., 2009, p.13, op. cit. Cao U., Il Vivere Periferico, I° Seminario internazionale interdisciplinare, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Catania, Siracusa 13- 14-15 Marzo 2008. 33 9 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA PRIMO DISEGNO DI PERIFERIA Dopo gli esperimenti isolati deglLDQQL¶SHUODUHDOL]]D]LRQHGLQXRYL quartieri, neJOLDQQL¶-¶VLGLVHJQDHVLSURJHWWDSHUODSULPDYROWDOD periferia grazie ad una politica della casa (Legge 167/72, INA casa) che vede la nascita di edifici a grande scala. Nascono nuove forme di periferia, grandi occasioni di trasformazione urbana: NUOVE FORME SHULIHULD FRPH µFLWWj GL PDUJLQH¶ LQ FRUULVSRQGHQ]D GHOOH grandi aree legate alle stazioni ferroviarie o ai porti (ad es. a Genova il tema del waterfront viene risolto creando una città di qualità a ridosso del porto); SHULIHULD FRPH µFLWWj GHOOD GLVPLVVLRQH¶ QHOOD TXDOH OH numerose fabbriche in disuso originano una sorta di rivoluzione industriale al contrario; SHULIHULDFRPHµFLWWjGHOODVHJUHJD]LRQHHGHOOHHQFODYH¶, con la distinzione fra situazioni di pregio, come quelle dei quartieri a ville private, e quartieri di edilizia popolare o abusivi; periferia come µcittà della mobilità e delle relazioni¶ che si va definendo intorno ai grandi poli della mobilità, come per esempio autostrade e stazioni ferroviarie; periferia come µFLWWjGHOO¶HYHQWRHGHOODVSHULPHQWD]LRQH¶, che si viene a creare per grandi eventi, come le olimpiadi, che portano con sé sperimentazione architettonica e urbana34. PERIFERIA STORICIZZATA In questo contesto la periferia storicizzata non è altro che una porzione di città, parte di un perimetro definito che identifica il punto di contatto tra FLWWj VWRULFD H FLWWj PRGHUQD 8Q¶DUHD GL FRQILQH FKH tenta di emulare, senza riuscirvi, le aree residenziali borghesi. La periferia storicizzata non rappresenta però «XQ¶DUHD PDUJLQDOH GHOOD FLWWj FHQWUDOH»35, individua XQ¶DUHDOLPLWURIDDOFHQWUR. Come dice Pérec, non si può non «riconoscere che le periferie hanno una forte tendenza a non restare periferie»36; il passaggio da periferia a periferia storica avviene quando essa acquista un valore che aumenta con il passare del tempo, mentre si carica di valenze identitarie legate alla memoria passata. 34 Dato Z., Il Vivere Periferico, I° Seminario internazionale interdisciplinare, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Catania, Siracusa 13- 14-15 Marzo 2008. 35 'HYRWR2OLDOODYRFHµSHULIHULD¶LQ%HOOLFLQL/,QJHUVROO5S 33, cit. 36 Pérec, G., Specie di spazi, Torino, Bollati Boringhieri, 1989, p.73, in Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 33, cit. 10 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ 1.2.2 /¶(92/UZIONE DELLA PERIFERIA STORICIZZATA ITALIANA Durante gli anni ¶-¶ lo stato della periferia italiana mette in $11,¶50 - µ60 evidenza la mancanza di vere e proprie regole per un serio e disciplinato sviluppo. Tutto ciò è collegato alla mancanza di una politica della casa contraddistinta, da due fenomeniO¶DEXVLYLVPRe la speculazione edilizia. Tale atteggiamento di distacco critico, a partire dalla fine degli anni ¶, ignora la µcittà che avanza¶, prendendo così le distanze dalla città contemporaneità37. Come afferma Franco Rella, la periferia è considerata come µO¶Dntro della città¶, come incompiutezza, disordine, irriconoscibilità, bruttezza, «una realtà abitativa senza limiti, né soglie, un dappertutto che è nessun luogo»38. I suoi luoghi più esterni sono caratterizzati da limitata identità architettonica e trasudano un esasperato senso di non appartenere ad un particolare luogo39. È con la presa di coscienza che la città non deve essere solo nuova edificazione e con la riqualificazione dei centri storici che la periferia perderà di intersse. Intorno agli anni ¶-¶ entrano in vigore in Italia le leggi sXOO¶(GLOL]LD $11,¶70 - µ80 economica e popolare che consentono la realizzazione di interventi pubblici in periferia: è la rivoluzione del progetto urbano. 1HJOL DQQL ¶ ogni insediamento tende a riprodurre storicamente, alle opportune scale, le modalità di costruzione di una città; per cui ogni comune, frazione, EUDQRGLWHUULWRULRHQXFOHRLQVHGLDWLYRDWWXDSLDQLSHUO¶HGLOL]LDHFRQRPLFD e popolare, creando quartieri, sobborghi, espansioni, ecc.40. NHOO¶DUFR temporale di circa dieci anni le città si ampliano ed il problema GHOO¶DELWD]LRQHVHPEUDLQSDUWHULVROWR È il periodo degli studi urbani, delle analisi sul rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana, delle riflessioni sulla permanenza dei monumenti e dei tracciati, più in generale della µstoria dei fenomeni urbani che è diventata la ragione stessa della trasformazione della città 37 Grassi G., Editoriale 2009, cit. Rella F., Editoriale 2009, cit. 39 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 9, op. cit. 40 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.47, op. cit. 38 11 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA consolidata¶41, senza intaccare i margini indefiniti e conflittuali delle nuove e vecchie periferie. PERIFERIA MODERNA La periferia moderna nasce in contrapposizione con il centro storico. Quando, nel 1931, Gustavo Giovannoni scriveva FKH O¶DVSHWWR caratteristico delle città o delle periferie ed il loro valore artistico e culturale si rifletteva soprattutto nello schema topografico e nei raggruppamenti edilizi, postulava tre fatti nuovi: il superamento GHOO¶µDQWLFR¶, inteso come semplice archeologia, la qualità urbana, considerata come esito di valori etici più che estetici ed infine i valori sociali e popolari, SUHVHQWLDOO¶LQWHUQRGHOconcetto GLµFHQWURVWRULFR¶ Oggi in Italia il conflitto tra valori sociali e culturali e caratteri identitari diviene sempre più complesso e difficile da dipanare. Solo in tempi recenti, passando attraverso il recupero delle zone dismesse, si è ridato valore alle periferie, che diventano elemento di innovazione e di cambiamento per la città, luoghi in cui operare miglioramenti sociali e culturali. 1.3 CASI STUDI I casi studio in esame, riguardano quartieri che rientrano nelle µSHULIHULH VWRULFL]]DWH¶, nazionali e internazionali. Si tratta di parti di città che, con O¶HVSDQVLRQH VRQR VWDWH LQJOREDWH GDO FRVWUXLWR YHQHQGR LQWHJUDWH QHOOD città storica. La periferia come limite42 del costruito può essere caratterizzata da un IL LIMITE HOHPHQWR OLQHDUH FKH FRVWLWXLVFH XQ FRQILQH WUD GXH IDVL XQ¶LQWHUUX]LRQH può divideUH XQD ]RQD GDOO¶DOWUD R SXz PHWWHUH LQ UHOD]LRQH GXH ]RQH H addirittura collegarle. La periferia intesa quindi come limite può assumere diverse VIDFFHWWDWXUH H FRPSUHQGHUH UHDOWj GLVWLQWH FKH GHILQLVFRQR O¶LGHQWLWj H L caratteri di un determinato tipo di periferia (suburbio); pertanto si 41 Cao U., Peri-Centri, Periferie? Paesaggi urbani in trasformazione, in Architettura e Città, Di Baio Editore, 2007. 42 Lynch K., /¶LPPDJLQHGHOODFLWWj, Marsilio Editori, Venezia, 1964, pp. 65-66. 12 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ distinguono, tra le altre, la periferia storica, la periferia urbana, la periferia industriale. Lo studio in oggetto indaga le periferie µVWRULFKH¶, costituenti oggi parti di città generalmente associate ad un'area urbana e individua casi nazionali ed internazionali al fine di evidenziare caratteri e trasformazioni, punti di forza e di debolezza. I casi oggetto di studio sono: CASI STUDIO Casi nazionali: il quartiere di Picanello a Catania; il quartiere del Littorio a Palermo; il quartiere del Vomero a Napoli; il quartiere di Loreto a Bergamo; Casi internazionali: il quartiere della Bastiglia a Parigi; il quartiere di Kreuzberg a Berlino; il quartiere della Barçeloneta a Barcellona. La scelta dei summenzionati quartieri scaturisce dalla selezione di contesti similari che presentano problematiche e caratteristiche simili. I I CARATTERI casi, risalenti alla stessa epoca (XIX secolo), dal punto di vista morfologico, presentano un impianto regolare a scacchiera, tipico della città ottocentesca, e risentono quasi tutti di un forte degrado sociale, edilizio e architettonico. La lettura dei casi è organizzata attraverso fattori e fenomeni (fisici, FATTORI E sociali, politici, ecc.): O¶inquadramento; la nascita del quartiere e le sue trasformazioni; i caratteri del tessuto urbano e degli isolati; i modelli edilizi; i FDUDWWHULWHFQRORJLFLGHOO¶HGLILFDWR gli interventi di riqualificazione operati; i piani. FENOMENI Lo studio effettuato sui singoli quartieri, è stato condotto tramite la schedatura di alcuni elementi di rilievo. È stata progettata e compilata una scheda generale SCHEDA A - ANALISI che, sintetizza i caratteri dei SCHEDA A quartieri. La scheda A comprende: ANALISI ANAGRAFICA - tessuto urbano; 13 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA QUARTIERE - nascita e profilo storico; CARATTERI - edilizi, tecnologici e stilistici. Tale scheda consente di sintetizzare informazioni di natura eterogenea, utili alla conoscenza alla scala del quartiere. 14 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ Scheda A 1 ± Il quartiere di Picanello a Catania 15 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Scheda A 2 ± Il quartiere del Littorio a Palermo 16 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ Scheda A 3 ± Il quartiere del Vomero a Napoli 17 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Scheda A 4 ± Il quartiere del Loreto a Bergamo 18 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ Scheda A 5 ± Il quartiere della Bastiglia a Parigi 19 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Scheda A 6 ± Il quartiere di Kreuzberg a Berlino 20 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ Scheda A 7 ± Il quartiere di Barçeloneta a Barcellona 21 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 1.4 SINTESI E CONFRONTO TRA I CASI PREMESSA Dai vari casi studio trattati, emergono determinati modelli urbanistici e architettonici, ognuno con le proprie caratteristiche e con le relative differenze e analogie. 4XDVL WXWWL L TXDUWLHUL HVDPLQDWL VRQR µLPPHGLDWH SHULIHULH¶ RYYHUR quartieri nati dallo sviluppo del centro-città, proprio per questo e per i caratteri che li identificano sono considerate periferie storiche. Dalle analisi effettuate, relative ad esempi di quartieri ottocenteschi, nazionali e transazionali, scaturisce una scheda di sintesi e confronto dalla quale emergono: SITUAZIONE ORIGINARIA; STRATEGIE ATTUATE; ESITI. Nel primo punto sono stati messi in evidenza i caratteri che identificano la situazione originaria (caratteri identitari) del quartiere e le relative dinamiche di sviluppo, nel secondo punto sono state trattate le strategie di riqualificazione attuate, tenendo in considerazione i relativi piani, i progetti e gli strumenti urbanistici e normativi di riferimento che hanno favorito e regolato tali interventi. Infine, il terzo punto contiene gli esiti ottenuti dalle strategie di riqualificazione analizzate. CASI NAZIONALI Casi nazionali: Picanello, Littorio, Vomero e Loreto, sono quartieri residenziali SHULIHULFL LQJOREDWL DO¶LQWHUQR GHOOD FLWWj pur essendo inizialmente carenti dei principali servizi. /DQDVFLWDHO¶HVLVWHQ]DGLWDOLTXDUWLHULVLGHYHD iniziative private che ne hanno affrontato O¶DVSHWWRHFRQRPLFR/insediativo. Picanello è nato ad esempio grazie ad un sistema di lottizzazioni private, il Littorio è stato realizzato con contributi statali e manovre speculative, il Vomero nasce da una nuova divisione amministrativa, infatti tutti i villaggi del Vomero entrano a fa parte della città, la sua urbanizzazione si deve alla banca Tiberina. Il Loreto, proviene invece, dalla demolizione dei vecchi e originari edifici, realizzati in terre appartenenti ad un solo proprietario. 22 Capitolo 1 ± La periferia ³storicizzata´ Tra i casi esteri, la Bastiglia, cresciuta secondo il modello di sviluppo CASI radiocentrico, tipico della città medievale, sino al XIX secolo il suo tessuto ESTERI viario era caratterizzato da un labirinto di stradine. Alla Bastiglia, Haussmann impone infatti assi e piazze geometricamente ispirate ai canoni barocchi, ma spazialmente e volumetricamente coerenti con le esigenze della borghesia emergente. Egli definisce così un grande telaio di viabilità che tratta la città preesistente come materiale plastico da riconfigurare demolendo e ricostruendo4XLGRPLQDO¶XQLIRUPLWjGHOOHIDFFLDWHÊGLYHQXWDRJJLXQD triste lottizzazione caratterizzata da un impianto urbano a scacchiera e piazza centrale di forma quadrata. A Barceloneta, prevale un sistema di blocchi di case stretti e lunghi, ampliamenti e facciate con sopraelevazioni. Diciamo che in entrambi i quartieri si verificano situazioni simili. A Kreuzberg invece, oltre al risanamento urbano, si applica una nuova idea di recupero, volta ad LQWHUYHQWLSLGHWWDJOLDWLFKHFRLQYROJRQRO¶DPELWRWHFQRORJLFR Originariamente il quartiere del Vomero si sviluppava su un tracciato viario a maglia reticolare e schema radiale e quello della Bastiglia seguiva un modello radiocentrico. Oggi, invece, tutti i casi analizzati, mettono in evidenza un impianto urbano regolare, con strade dritte che si intersecano ortogonalmente (impianto a scacchiera), tipico della città ottocentesca. Tutti i quartieri, al di là di elementi localistici derivanti da strategie di riqualificazione attuate, attraverso piani, progetti, caratteri tipici dei quartieri dormitorio, sono oggi accomunati da un destino che ha visto la loro evoluzione da periferia a quartieri integrati nella città storicizzata, conservino ancora la propriDLGHQWLWjFKHQHGHQXQFLDO¶RULJLQH (Scheda sinottica A 8). 23 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Scheda sinottica A 8 ± Sintesi e confronto tra i casi nazionali e trasnazionali 24 NUOVI ORIENTAMENTI, STRUMENTI NORMATIVI E STRATEGIE OPERATIVE 2.1 32/,7,&+( '¶,17(59(172 5($/,==$7( 1(//( PERIFERIE ITALIANE INTRODUZIONE 1HJOLDQQL¶©Qel dibattito politico e culturale sui problemi della città RIQUALIFICAZIONE in Italia, il termine riqualificazione urbana ha preso il sopravvento su quello del recupero edilizio»1. Alla riqualificazione urbana si ispirano proposte di modifica della legge 5 agosto 1978, n. 457 (primo e unico PiaQRGHFHQQDOHSHUO¶HGLOL]LD, così come dure critiche a quanto fatto fino ad ora. La necessità di nuove regole nella costruzione e nella conservazione dei beni edilizi muove teorie che hanno intere parti di città come protagonista2. È da qui che O¶DWWHQzione politica e professionale si orienta anche verso OHµSHULIHULH¶VLYDDOODULFHUFDGLµQXRYHUHJROH¶VLSXQWDDOODTXDOLWjQHOOD costruzione della città3. Dietro questo cambiamento sembra di poter scorgere qualcosa di più concreto: O¶LGHDGLFLWWj e i rapporti che essa intrattiene, «nella riflessione WHRULFD QHOOH SUDWLFKH XUEDQH H QHOO¶LPPDJLQDULR FROOHWWLYR FRQ LO 1 Gambino Roberto in Gianmarco C. Isola A., Disegnare le periferie, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1993, p.167. 2 Gianmarco C. Isola A., 1993, p.167, op. cit. 3 Gianmarco C. Isola A., 1993, p.167, op. cit. 25 URBANA IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA patrimonio ereditario di cose, di memorie e di valori»4. Si vuole restituire un valore economico e sociale al patrimonio esistente e creare il CENTRO-PERIFERIA dualismo «centro/periferia»5 che entra in relazione con la dicotomia «vecchio-nuovo»6. 1HOOH HVSHULHQ]H GL TXHVWL DQQL ©LO FRQWHQLPHQWR GHOO¶HVSDQVLRQH XUEDQD O¶XVR SDUVLPRQLRVR GHL VXROL DJULFROL OD GLIIXVLRQH GHL VHUYL]L sociali, il decentramento delle attività produttive e del terziario polarizzante si accompagnano al recupero delle vecchie periferie storiche (spesso rimaste come sacche di degrado interne alla città), delle preesistenze rurali abbandonate, dei villaggi operai della protoLQGXVWULDOL]]D]LRQH H DOOD GLIHVD GHOO¶LQWHJULWj ILVLFD H VRFLDOH GHL FHQWUL storici»7. Obbiettivi in parte raggiunti. /¶RWWLFDqGLULDSSURSULDUVLGLWXWWDOD città, di operare su quanto edificato e di restituire agli utenti beni edilizi dismessi, dimenticati, ruderizzati. Il percorso evolutivo delle politiche urbane può quindi essere letto attraverso il rapporto stabilito con la città esistente, nel tentativo di sperimentare e riqualificare insieme, per adeguare le politiche urbane alle domande dei quartieri in crisi. POLITICHE URBANE 1HJOL DQQL ¶ VL DVVLVWH DG XQD «pluralizzazione del campo delle politiche urbane»8, finalizzata alla riqualificazione dei quartieri periferici degradati e di conseguenza emarginati. Il rischio di esclusione sociale scatena un certo disagio, generando un luogo privilegiato che andasse ben oltre le risposte quantitative al fabbisogno abitativo, o a quelle omologanti di trattamento amministrativo dei bisogni. &LzFRQVHQWHXQ¶LPSRVWD]LRQHGHJOLLQWHUYHQWLSXEEOLFLGLULTXDOLILFD]LRQH più variegata e integrata. Si tratta di mettere in pratica un rinnovamento delle politiche abitative e di articolare nuovamente i centri storici, prendendo in considerazione tutti quei quartieri, addossati alla città, oggi isolati ed emarginati, considerati SHULIHULHHGLQJOREDUOLDOO¶HVLVWHQWH 4 Gianmarco C. Isola A., 1993, p.167, op. cit. Gambino Roberto in Gianmarco C. Isola A., Disegnare le periferie, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1993, p.168. 6 Gianmarco C. Isola A., 1993, p.168, op. cit. 7 Gianmarco C. Isola A., 1993, p.169, op. cit. 8 Laino G., in Governa S., Saccomani F., (a cura di), Periferie tra riqualificazione e sviluppo locale. Un confronto sulle metodologie e sulle pratiche di intervento in Italia e in Europa. Alinea, Firenze, 2002, pp. 71. 5 26 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie ,O FRQWHQLPHQWR GHOO¶HVSDQVLRQH XUEDQD O¶XVR PRGHUDWR GHL VXROL agricoli, la diffusione dei servizi sociali, il decentramento delle attività SURGXWWLYH VRQRIDWWRULFKH VL DFFRPSDJQDQR DOUHFXSHUR GHOOH µSHULIerie PERIFERIE VWRULFKH¶ ©VSHVVR ULPDVWH FRPH VDFFKH GL GHJUDGR LQWHUQH DOOD FLWWjª9, STORICHE delle preesistenze rurali abbandonate, dei villaggi operai e alla difesa GHOO¶LQWHJULWjILVLFDHVRFLDOHGHLFHQWULVWRULFL Si individuano a grandi linee i caratteri dei piani e degli strumenti STURMENTI applicati, alle periferie, in ambito nazionale: APPLICATI 1. Piani URBAN per le Periferie; 2. Contratti di Quartiere; 3. Programmi di Riqualificazione Urbana - P.R.U.; 4. Programmi Integrati di Intervento - P.I.I.; 5. Programmi di Recupero Urbano10 - P.R.U.; 6. Società di Trasformazione Urbana - S.T.U. Si tratta di strumenti, in teoria, sensibili ai valori sociali, finalizzati al miglioramento dei VHUYL]LGHOODVDQLWjHGHOO¶RUGLQHSXEEOLFR Sono volti al recupero, alla riqualificazione urbana ed alla realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria (verde, servizi pubblici e privati, recupero di edifici esistenti, ristrutturazione urbanistica, urbanizzazioni primarie e secondarie etc.). Le caratteristiche, i fattori e gli interventi previsti dai programmi menzionati, sono esplicitati attraverso i seguenti punti: descrizione del programma; opportunità dello strumento; obiettivi e interventi; sinergia pubblico-privato; finanziamenti; localizzazione dei contratti e dei programmi; iter procedurale. CARATTERISTICHE AL µprogrammi FRPSOHVVL¶ hanno aderito Amministrazioni Comunali di varie regioni, in condizioni diverse e con finalità diverse. 9 Gambino Roberto in Gianmarco C. Isola A., Disegnare le periferie, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1993, p.169. 10 Bellicini L., Ingersoll R., Periferia Italiana, Meltemi, Roma, 2001, p.76. 27 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 2.1.1 PIANI URBAN PER LE PERIFERIE /¶8QLRQH (XURSHD GD SDUHFFKL DQQL FRQWULEXLVFH DOO¶DWWXD]LRQH GL politiche urbane sia a livello nazionale che regionale. Per ampliare e coordinare gli interventi durante il periodo 1994-1999, il 2 Marzo 1994 l¶8QLRQH (XURSHD KD GHFLVR GL GDUH DYYLR DOO¶LQL]LDWLYD URBAN. DESCRIZIONE Si tratta di un piano di finanziamenti per interventi di rilancio socioeconomico, favorendo anche il rinnovo di impianti ed infrastrutture e PLJOLRUDQGR H ULTXDOLILFDQGR O¶DPELHQWH11. I servizi di riqualificazione RIQUALIFICAZIONE ambientale consistono nella definizione di un insieme integrato di interventi organici per la sistemazione, la fruizione e gestione delle aree degradate. Il fine della riqualificazione è, quindi, quello di progettare gli spazi, rendendoli aree facilmente accessibili e fruibili, in grado di rinnovarHO¶LPPDJLQHXUEDQDHQRQVROR La riqualificazione di un sito genera HIIHWWL VXOO¶LQWRUQR QDWXUDOH R antropizzato. Questi effetti riguardano la variazione di qualità urbana, O¶accessibilità e la continuità eco-sistemica12. OBIETTIVI ± INTERVENTI I contenuti degli interventi possono essere raggruppati in tre grandi temi13: riqualificazione ambientale; sviluppo economico; integrazione sociale. I progetti finanziati riguardano O¶DYYLR GL DWWLYLWj HFRQRPLFKH OD SURPR]LRQH GHOO¶RFFXSD]LRQH D OLYHOOR ORFDOH OD IRUPD]LRQH GL VHUYL]L sociali, il miglioramento della sanità e delO¶Rrdine pubblico, delle LQIUDVWUXWWXUHHGHOO¶DPELHQWHTXHVW¶XOWLPRIDWWRUHVWUHWWDPHQWHFRQQHVVR con il recupero dei beni edilizi e degli spazi pubblici, compreso il verde. 11 Bellicini L., Ingersoll R., Periferia Italiana, Meltemi, Roma, 2001, p.76. www.italplan.com/index.php?option=com_content...id... 13 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.77. 12 28 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie I progetti URBAN hanno durata generalmente quadriennale, devono avere nei confronti delle altre zone un carattere prettamente dimostrativo, inoltre vengono considerati i progetti più innovativi, facenti parte di strategie di integrazione urbana a lungo termine. /¶8QLRQH(XURSHDOLPLWDLOFR-finanziamento ai progetti urbani relativi a quartieri identificati dal punto di vista geometrico o a unità amministrative. I progetti devono essere relativi alle regioni il cui sviluppo economico è in ritardo, realizzati in agglomerati urbani di oltre 100.000 abitanti e destinati ad aree che presentano un elevato tasso di disoccupazione ed un tessuto urbano disgregato, con alloggi precari e in ambiti in cui vi è la mancanza di servizi sociali. AMBITI $ TXHVWD LQL]LDWLYD HXURSHD KDQQR SDUWHFLSDWR QHO FRUVR GHOO¶DQQR ADESIONI 1995, ben tredici comuni tra nord, centro e sud, quali: Genova, Venezia, Roma, Napoli, Salerno, Bari, Foggia, Cosenza, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Siracusa e Cagliari. In un secondo momento si sono aggiunte Trieste, Catanzaro e Lecce. (Scheda B 1). 29 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA B 1 INTERVENTI Rilancio Socio - Economico Rinnovo Impianti e Infrastrutture MIGLIORAMENTO della QUALITÁ della VITA KWWKZdhE/d͛>>K^dZhDEdK͗ ů͛ŝŶĐĞŶƚŝǀŽĚŝŝŶƚĞƌǀĞŶƚŝĚŝƌŝůĂŶĐŝŽƐŽĐŝŽeconomico; il rinnovo di impianti e di infrastrutture; il miglioramento ambientale. Riqualificazione Ambientale Sviluppo Economico CARATTERISTICHE: Si tratta della realizzazione di un piano di finanziamenti con durata quadriennale e carattere prettamente dimostrativo. Applicati ad aree che presentano un tessuto urbano disgregato. Hanno o scopo di: cercare soluzioni per il grave problema sociale; risolvere la crisi di molti quartieri urbani. &/E>/d͛>>K^dZhDEdK͗ ů͛ĂǀǀŝŽĚŝĂƚƚŝǀŝƚăĞĐŽŶŽŵŝĐŚĞ͖ ůĂƉƌŽŵŽnjŝŽŶĞĚĞůů͛ŽĐĐƵƉĂnjŝŽŶĞĂůŝǀĞůůŽůŽĐĂůĞ͖ la formazione di servizi sociali; ů͛ŝƐƚŝƚƵnjŝŽŶĞĚĞůůĂƐĂŶŝƚăĞů͛ŽƌĚŝŶĞƉƵďďůŝĐŽ͖ il miglioramento delle infrastrutture e ĚĞůů͛ĂŵďŝĞŶƚĞ͘ SI PREVEDE: Il restauro degli edifici, ovviamente ai fini economici e sociali; il recupero di spazi pubblici, incluso anche il verde pubblico. Riqualificazione Ambientale OBIETTIVI SOCIALE NASCITA: Il 2 Marzo 1994 >͛hŶŝŽŶĞ Europea da avvio Ăůů͛ŝŶŝnjŝĂƚŝǀĂ URBAN. INTERVENTI PIANO DI FINANZIAMENTI DESCRIZIONE I PIANI URBAN PER LE PERIFERIE SINERGIA RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO Scheda B 1 ± I Piani Urban per le Periferie. 30 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie 2.1.2 CONTRATTI DI QUARTIERE Il C.E.R. (Comitato Edilizia Residenziale del Ministero dei Lavori C.E.R. Pubblici) tramite una propria delibera, ha istituito nel giugno del 1997 un nuovo tipo di piano-progetto denominato «Contratti di quartiere»14. DESCRIZIONE I Contratti di Quartiere sono piani che consistono in progetti di recupero PROGETTI DI edilizio e urbano promossi dai Comuni in quartieri segnati da diffuso RECUPERO degrado e da carenze di servizi, in un contesto di scarsa coesione sociale e di marcato disagio abitativo. Prevedono quindi il recupero del patrimonio edilizio pubblico, di tipo residenziale, in zone della città carenti per qualità ambientale e servizi. Si tratta di interventi applLFDWL DO WHUULWRULR FRQ O¶RELHWWLYR GHO risanamento urbano ed edilizio per il miglioramento delle condizioni economiche e sociali della popolazione residente, con la possibilità di aumento GHOO¶RFFXSD]LRQH15. La delibera del C.E.R. è stata a sua volta recepita da un decreto del Ministro dei Lavori Pubblici che contiene il bando rivolto ai Comuni per la preparazione e presentazione dei progetti16. 23325781,7$¶'(//267580(172 La sperimentazione verte su quattro tematiche: qualità tecnico-progettuale; risparmio energetico; soddisfazione delle esigenze delle categorie sociali deboli; Una novità dei Contratti di Quartiere è il tentativo di coinvolgere GLUHWWDPHQWHJOLDELWDQWLGHOTXDUWLHUHQHOO¶HODERUD]LRQHGHLSURJHWWL OBIETTIVI - INTERVENTI Per la componente urbana, gli interventi promossi dai Contratti devono: rinnovare i caratteri edilizi; puntare al risparmio energetico (pannelli solari); aumentare i servizi di quartiere; 14 Bellicini L., Ingersoll R., Periferia Italiana, Meltemi, Roma, 2001, p.81. www.oct.torino.it - officina Torino, Il progetto Periferie. 16 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.81, op. cit. 15 31 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA migliorare la qualità abitativa e insediativa. Gli interventi previsti possono essere di ³restauro e risanamento conservativo´, GL ³ristrutturazione edilizia´ e GL ³ristrutturazione urbanistica´. /¶RELHWWLYRq TXHOOR GL VWLPRODUH, con gli interventi di edilizia sovvenzionata e opere di urbanizzazione, altri finanziamenti pubblici e privati per iniziative di carattere sociale. Tali finalità possono essere raggiunte solo in aggiunta agli investimenti di recupero attinenti aOO¶HGLOL]LD UHVLGHQ]LDOH SXEEOLFD e corredati da iniziative poste in essere da altre Amministrazioni Pubbliche (ministeri, regioni, enti locali, enti pubblici), e soggetti privati operanti nel settore del lo sviluppo economico e sociale degli ambiti urbani degradati e da riqualificare. FINANZIAMENTI 3HU O¶DWWXD]LRQH GHL &RQWUDWWL GL TXDUWLHUH VRQR VWDWL DVVHJQDWL 0 miliardi di lire (articolo 2, comma 63 della legge n.662 del 23 dicembre FROOHJDWD DOOD )LQDQ]LDULD ¶ GD WUH D YHQWL PLOLDUGL SHU FLDVFXQ contratto. Il C.E.R. ha finanziato soltanto i contratti in grado di attivare cofinanziamenti comunali o reJLRQDOLSHUO¶HGLOL]LDSXEEOLFDRSHULQWHUYHQWLD carattere sociale, come ad esempio la formazione professionale, il UHFXSHUR GHOO¶HYDVLRQH VFRODVWLFD O¶DVVLVWHQ]D DJOL DQ]LDQL la realizzazione di centri sportivi e sociali e centri di accoglienza17. LOCALIZZAZIONE DEI CONTRATTI ,FRQWUDWWLGLTXDUWLHUHGHYRQRFRPXQTXHHVVHUHFRPSUHVLDOO¶LQWHUQRGL piani di edilizia economico-popolare (legge 167/62); zone di recupero (art. 27, legge 457/78); comparti di edifici particolarmente degradati (art. 18, legge 392/78); aree abusive soggette a recupero urbanistico (art. 29, legge 47/85); aree aventi analoghe caratteristiche, individuate dalla legislazione regionale)18. I progetti presentati riguardano soprattutto opere finalizzate al risanamento delle periferie popolari, ovvero zone emarginate dal resto città perché degradate. Si effettuano così «interventi pubblici di edilizia residenziale sovvenzionata sperimentale (nuova o di recupero) ai quali si 17 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.81, op. cit. 18 Bellicini L., Ingersoll R., Periferia Italiana, Meltemi, Roma, 2001, p.81. 32 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie affiancano interventi per edifici e spazi sociali, centri sportivi, centri di assistenza, centri per ospitare attività commerciali e artigianali»19. A questa iniziativa europea hanno aderito cinque comuni: Venezia, Bologna, Bari, Palermo e Catania. (Scheda B 2). 19 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.82, op. cit. 33 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA B 2 I CONTRATTI DI QUARTIERE INTERVENTI in campo Edilizio Urbano KWWKZdhE/d͛>>K^dZhDEdK͗ Qualità tecnico progettuale; risparmio energetico; soddisfazione delle esigenze delle categorie sociali deboli; sistema di qualità. CARATTERISTICHE: Costituiscono Ăůů͛ŝŶƚĞƌŶŽ dei comuni, dei piani di recupero riservati a quei quartieri dove è presente: un diffuso degrado: - ĚĞůů͛ĂŵďŝĞŶƚĞ urbano; - delle costruzioni; carenza di servizi; scarsa coesione sociale; notevole disagio abitativo. &/E>/d͛>>K^dZhDEdK͗ Rinnovare i caratteri edilizi; puntare al risparmio energetico; aumentare i servizi di quartiere; migliorare la qualità abitativa e insediativa. OBIETTIVI PROGETTI DI RECUPERO DESCRIZIONE NASCITA: Introdotti con il Decreto del 22 ottobre1997. Restauro Risanamento Conservativo Edilizia Ristrutturazione INTERVENTI SI PREVEDE: COMUNE ABITANTI del QUARTIERE RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO: Accordi tra amministrazioni pubbliche e operatori privati per il finanziamento; realizzazione e gestione delle attività previste nei progetti dei contratti di quartiere e preposte: - ĂĚŝŶĐƌĞŵĞŶƚĂƌĞů͛ŽĐĐƵƉĂnjŝŽŶĞ͖ - ĂĨĂǀŽƌŝƌĞů͛ŝŶƚĞŐƌĂnjŝŽŶĞƐŽĐŝĂůĞ͘ INTERVENTI ai fini del RECUPERO Scheda B 2 ± Contratti di Quartiere. 34 SINERGIA Urbana Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie 2.1.3 PROGRAMMI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA - P.R.U. I Programmi di riqualificazione urbana sono stati introdotti dall'art.10, comma 2 bis, della legge 493/93, che ha modificato l'art. 2, comma 2, della legge 179/92. Sono entrati nella loro fase attuativa nel 1998. Il C.E.R. in comune ATTUAZIONE accordo con la Conferenza Stato-Regioni, ha selezionato 76 proposte, con un totale di 600 miliardi di finanziamenti, destinati ai piccoli, medi e JUDQGLFRPXQL,SURWRFROOLG¶LQWHVa si sono chiusi alla fine del gennaio del ¶20. DESCRIZIONE I P.R.U. sono strumenti ordinari per la trasformazione di parti di città STRUMENTI che hanno perso la loro originaria funzione o sono entrate in un processo ORDINARI di degrado edilizio ambientale e sociale. Un numero considerevole di comuni grandi e piccoli opera interventi di riqualificazione urbana avvantaggiandosi dei finanziamenti messi a disposizione dal ministero dei Lavori pubblici attraverso i Piani di riqualificazione urbana. Sono programmi integrati pubblico-privati, realizzati anche in variante al Piano Regolatore generale attraverso accordi di programma fra comune, ministero e regione, e rappresentano uno strumento a cavallo fra il piano urbanistico e il progetto edilizio. Sono progetti complessi di trasformazione e riqualificazione di ambiti TRASFORMAZIONE urbani. In questo tipo di interventi è stata prevista una forte integrazione tra la progettazione e la trasformazione edilizia ed urbanistica e le iniziative di carattere sociale, culturale ed economico. Sarà quindi possibile, nella fase di approfondimento dei progetti, fino alla progettazione esecutiva, dare particolare rilievo alle esigenze sociali, soprattutto dei bambini e degli adolescenti, anche attraverso forme di consultazione e partecipazione. 20 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.94, op. cit. 35 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 23325781,7$¶'(//267580(172 I P.R.U. riguardano la riqualificazione urbanistico-edilizia di aree dismesse e/o fortemente degradate, promuovendo tre tipologie di integrazione: tra diverse funzioni, residenziale, terziaria, verde, servizi pubblici e privati; tra diversi tipi di intervento, dal recupero di edifici esistenti, alla ristrutturazione urbanistica, alle infrastrutture, alle urbanizzazioni primarie e secondarie; tra investimenti pubblici e investimenti privati, su aree poco appetibili per il solo intervento privato. Molti P.R.U già finanziati riguardano il recupero di aree dismesse e/o di aree di edilizia residenziale pubblica con la creazione di poli artigianali, strutture a carattere culturale e museale, aree a verde, servizi. OBIETTIVI - INTERVENTI FINALITÁ I P.R.U. sono finalizzati al rinnovo e alla rifunzionalizzazione di parti significative di città, atteso che in futuro l'attività edilizia dovrà rivolgersi e ricercare risposte all'interno della città consolidata e al più ai suoi margini. Le operazioni da applicare al caso sono costituite da una serie di interventi articolati secondo una scala che va dalla manutenzione alla ULVWUXWWXUD]LRQH XUEDQLVWLFD GDO ULVDQDPHQWR GHJOL HGLILFL DOO¶DUredo urbano e alle sistemazioni ambientali. I programmi di riqualificazione urbana, il cui principio ispiratore è O¶LQWHJUD]LRQHIXQ]LRQDOHDPELHQWDOHILVLFDHVRFLDOHTXLQGLSUHYHGRQR l¶DFTXLVL]LRQHdi immobili per urbanizzazioni primarie e secondarie; la realizzazione, il completamento e O¶adeguamento di urbanizzazioni primarie e secondarie; la sistemazione delle aree e degli spazi pubblici, comprensiva GHOO¶arredo urbano; Il risanamento di parti comuni dei fabbricati residenziali; la manutenzione ordinaria e straordinaria, il restauro/risanamento conservativo, la ristrutturazione edilizia dei fabbricati residenziali e non. 36 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie Ai P.R.U. sono stati affiancati i Piani di Accompagnamento Sociale, denominati P.A.S, i cui obiettivi sono21: P.A.S. O¶LQIRUPD]LRQHe la comunicazione sugli interventi; la progettazione partecipata basata sul confronto con i cittadini; ORVYLOXSSRORFDOHWUDPLWHFRQWUDWWLHSDWWLFRQO¶$PPLQLVWUD]LRQH la cooperazione con gli attori locali e le forme innovative di accordo tra la città e i cittadini. SINERGIA PUBBLICO-PRIVATO I P.R.U sostenuti dai P.A.S. prevedono il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte di trasformazione riguardanti il loro quartiere e nelle azioni volte a favorire lo sviluppo sociale ed economico della comunità locale. La partecipazione in questo caso non ha soltanto valore democratico di partecipazione al processo decisionale, ma è anche una PLVXUD GL YDOXWD]LRQH GHOO¶HIILFDFLD GHOOH SROLWLFKH GL ULTXDOLILFD]LRQH avviate. Le azioni di sviluppo locale sono volte a: integrare la trasformazione urbanistica con iniziative a AZIONI DI SVILUPPO carattere sociale; coinvolgere responsabilmente i cittadini singoli ed organizzati; utilizzare la partecipazione per valorizzare il patrimonio conoscitivo degli abitanti. FINANZIAMENTI I fondi dei P.R.U sono assegnati direttamente dal Ministero dei Lavori FONDI Pubblici, senza passare per la programmazione regionale. Possono accedere al finanziamento i comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti ed i comuni con essi confinanti, i comuni capoluogo di provincia22. A questi strumenti è stato assegnato un finanziamento di 288 miliardi, portato a 588 miliardi con il decreto legge 296/95 recepito successivamente dalla legge n° 662 del 23 dicembre 1996. 21 22 ZZZFRPXQHWRULQRLW¾Bilancio Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.86, op. cit. 37 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA LOCALIZZAZIONE DEI PROGRAMMI Il Ministero dei Lavori Pubblici ha bandito una gara nazionale per la presentazione dei progetti da parte dei comuni, i quali a loro volta hanno operato una selezione fra le proposte degli operatori privati. La ripartizione tra i vari programmi decisa il 1 agosto 1996 dal ministero dei Lavori Pubblici ha riguardato 76 programmi ripartiti fra 20 città. Il Ministero dei Lavori Pubblici ha realizzato una guida ai Programmi di riqualificazione urbana, che vuole costituire un contributo tecnico per orientare le politiche di settore delle amministrazioni locali. ITER PROCEDURALE /¶LWHUEXURFUDWLFRSURFHGXUDOHSUHYHGH /¶DFFRUGRWUD5HJLRQHH&RPXQH La relazione programmatica; La scheda relativa ai fabbisogni ERP; /D FRQYHQ]LRQH SHU O¶XWLOL]]D]LRQH GHO ILQDQ]LDPHnto per lo svolgimento di procedure concorsuali e partecipative e/o O¶HODERUD]LRQHGHL3URJUDPPLGL5LTXDOLILFD]LRQH8UEDQD ,OSURWRFROORG¶LQWHVD A questa iniziativa europea hanno partecipato quattro comuni: Milano, Genova, Bologna e Roma. (Scheda B 3). 38 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie RIQUALIFICAZIONE Urbanistico - Edilizia KWWKZdhE/d͛ DELLO STRUMENTO: Promuovono tre tipologie di integrazione: tra diverse funzioni, residenziale, terziaria, verde, servizi pubblici e privati; tra diversi tipi di intervento, dal recupero di edifici esistenti, alla ristrutturazione urbanistica, alle infrastrutture, alle urbanizzazioni primarie e secondarie; tra investimenti pubblici e investimenti privati, su aree poco appetibili per il solo intervento privato. PROGETTAZIONE TRASFORMAZIONE edilizia AMBIENTE URBANO sociale; culturale; economico. urbanistica COMUNE CITTADINI INTERVENTI ai fini della TRASFORMAZIONE &/E>/d͛ DELLO STRUMENTO: la riqualificazione urbanistico-edilizia di aree dismesse e/o fortemente degradate. DESCRIZIONE Straordinaria e Urbanizzazione Ordinaria SI PREVEDE: ů͛ĂĐƋƵŝƐŝnjŝŽŶĞ ŝŵŵŽďŝůŝƉĞƌƵƌďĂŶŝnjnjĂnjŝŽŶŝ ƉƌŝŵĂƌŝĞ e secondarie; la realizzazione, completamento ed adeguamento urbanizzazioni primarie e secondarie; la sistemazione ambientale ed arredo urbano delle aree e degli spazi pubblici; il risanamento parti comuni dei fabbricati residenziali; la manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro/risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia fabbricati residenziali e non residenziali. INTERVENTI INTERVENTI di Manutenzione NASCITA: Sono entrati nella loro fase attuativa nel 1998. CARATTERISTICHE: Sono strumenti ordinari per la trasformazione di parti di città che hanno perso la loro originaria funzione o sono entrate in un processo di degrado edilizio ambientale e sociale. Sono programmi integrati pubblico-privati, realizzati in variante al P.R.G. attraverso accordi di programma fra comune, ministero e regione, e rappresentano uno strumento a cavallo fra il piano urbanistico e il progetto edilizio. Sono progetti complessi di trasformazione e riqualificazione di ambiti urbani. RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO: coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte di trasformazione riguardanti il loro quartiere e nelle azioni volte a favorire lo sviluppo sociale ed economico della comunità locale; integrazione e trasformazione urbanistica con iniziative a carattere sociale; valorizzazione del patrimonio conoscitivo degli abitanti. SINERGIA STRUMENTI ORDINARI OBIETTIVI PROGRAMMI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA - P.R.U. 2 B 3 Scheda B 3 ± Programmi di Riqualificazione Urbana - P.R.U. 39 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 2.1.4 PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO - P.I.I. /¶DUW GHOOD /HJJH Q9/199223 sancisce che i Comuni, al fine di riqualificare il tessuto urbanistico, edilizio e ambientale, possono SURPXRYHUHSURJUDPPLLQWHJUDWLG¶LQWHUYHQWR24. DESCRIZIONE STRUMENTI URBANISTICI Essenzialmente i P.I.I. sono strumenti urbanistici volti a decidere come intervenire in una determinata porzione del territorio di un comune: quali funzioni insediare, in che tipo di strutture, quali opere (strade, piazze, impianti) sono necessarie, quali servizi devono accompagnare la realizzazione delle opere. Sono diventati il mezzo principale per pianificare il territorio, dopo i piani regolatori. Il programma integrato d'intervento è lo strumento facoltativo con il quale l'amministrazione comunale, in attuazione del piano, individua le trasformazioni del territorio da realizzare che per la loro rilevanza e complessità necessitano di una esecuzione programmata. È il comune a promuovere il programma, ad adottarlo ed infine ad approvarlo, è però obbligatorio chiedere il parere della provincia. La sua durata di validità si intende prorogata non oltre diciotto mesi dall'entrata in carica della nuova Giunta comunale a seguito di nuove elezioni, salvo diversa determinazione del Consiglio comunale. 23325781,7$¶'(//267580(172 Si tratta di un strumento urbanistico, quasi sempre in variante al piano VARIANTE regolatore, il cui contenuto è liberamente determinato dalle parti purché funzionale alla realizzazione di una riqualificazione ambientale in senso lato di un territorio circoscritto. La funzione di riqualificazione urbanistico-edilizia-ambientale della zona interessata viene fissata dal legislatore attraverso la previsione di diverse 23 Legge 17 Febbraio 1992 n. 179, Capo V Programmi Integrati - Art.16: Normativa che introduce i Programmi integrati di intervento. 24 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p.88, op. cit. 40 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie funzioni e tipologie di intervento, successivamente formalizzate nel contenuto del contratto urbanistico. ,OSURJUDPPDLQWHJUDWRG¶LQWHUYHQWRYHUWHVXTXDWWURLQGLUL]]L realizzazione di nuovi edifici; potenziamento di infrastrutture pubbliche esistenti (allargamento GLVWUDGHHULIDFLPHQWRGLPDUFLDSLHGLHGHOO¶DUUHGRXUEDQR realizzazione di opere pubbliche e di interesse pubblico (scuole, teatri, parchi pubblici); recupero del patrimonio edilizio esistente che definisce le GLYHUVHGHVWLQD]LRQLG¶XVRLQVHGLDELOLLQXQDGHWHUPLQDWDDUHD Ovviamente è essenziale che tutti questi interventi costituenti il piano si traducono in un programma integrato, affinché si verifichi una riqualificazione territoriale, ovvero un miglioramento significativo della TXDOLWj XUEDQD LQ VHQVR ODWR FKH VXFFHVVLYDPHQWH VL ULYHUEHUL VXOO¶LQWHUR territorio. OBIETTIVI - INTERVENTI Il programma integrato d'intervento, in conformità con gli obiettivi, gli indirizzi e i parametri di cui al terzo comma dell'articolo 2425, definisce gli interventi da realizzare: la rete delle vie di comunicazione stradali, ferroviarie e FINALITÁ navigabili e i relativi impianti, da realizzare o da trasformare nel periodo di validità del piano; le aree destinate alla riorganizzazione urbana e le aree destinate all'edificazione, da sottoporre, in tale periodo, ai piani attuativi di cui all'articolo 3126, con indicazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona; le aree destinate a spazi pubblici o di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù; 25 Legge 17 Febbraio 1992 n. 179, Capo VII Norme finali e transitorie - Art. 24: Relazione sullo stato di attuazione. 1) Le regioni trasmettono al segretario generale del CER una dettagliata relazione sullo stato di attuazione dei programmi di edilizia residenziale, con SDUWLFRODUH ULIHULPHQWR DOO¶XWLOL]]D]LRQH GHL ILQDQ]LDPHQWL VHFRQGR DSSRVLWR VFKHPD predisposto dal segretario generale del CER entro sei mesi dal ricevimento dello stesso. 2) Trascorso il termine di cui al comma 1, le regioni inadempienti sono escluse dalla ripartizione dei finanziamenti di cui alla presente legge. 26 /HJJH)HEEUDLRQ1RUPHSHUO¶HGLOL]LDUHVLdenziale pubblica - Art 31: Per le aree e gli immobili non assoggettati al piano di recupero e comunque non compresi in questo si attuano gli interventi edilizi che non siano in contrasto con le previsioni degli strumenti urbanistici generali. 41 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA le aree da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico, nonché ad opere e impianti di interesse collettivo o sociale; le norme per la propria attuazione. SINERGIA PUBBLICO - PRIVATO Il programma integrato d'intervento è completato dalla individuazione delle risorse del territorio utilizzate e dalla valutazione degli effetti sui sistemi ambientali, insediativi e socio-economici; dalla valutazione degli effetti sugli atti di competenza del sindaco ai sensi dell'art. 36, terzo comma, della legge 8 giugno 1990, n. 14227 e succ. mod.; dalla valutazione della fattibilità economico-finanziaria delle trasformazioni previste con particolare riferimento alla programmazione delle risorse finanziarie del comune; dal piano urbano del traffico e dagli altri piani di competenza comunale, previsti dalla legge regionale, aventi effetti sull'uso e la tutela delle risorse del territorio. FINANZIAMENTI I programmi integrati di intervento sono gestiti direttamente dal FONDI Ministero dei Lavori Pubblici per il recupero di aree urbane degradate. Secondo la delibera del 16 marzo 1994, i fondi assegnati dal C.I.P.E. (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ammontano a 886 miliardi. LOCALIZZAZIONE DEI PROGRAMMI Le previsioni del programma integrato d'intervento decadono se, entro DURATA il termine di validità del programma, non sono state richieste le concessioni edilizie, ovvero non sono stati approvati i progetti esecutivi delle opere pubbliche o i piani attuativi previsti dal piano. Se quest'ultimo prevede piani d'iniziativa privata, la decadenza si produce quando non sia stata stipulata, entro il termine di validità del piano, la convenzione o i proponenti non si siano impegnati, per quanto loro compete, con atto unilaterale d'obbligo a favore del Comune. 27 Legge 8 Giugno 1990 n. 142 - Art. 36. Piani urbani del traffico e piani del traffico per la viabilità extraurbana. 42 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie ITER PROCEDURALE 3HU O¶DWWXD]LRQH GHO SURJUDPPD LQWHJUDWR GL LQWHUYHQWR L VRJJHWWL ATTUAZIONE attuatori ed il comune sottoscrivono una convenzione avente i contenuti stabiliti GDOO¶DUWLFROR 28, in quanto compatibili con le disposizioni del presente capo. La convenzione prevede altresì i reciproci diritti ed obblighi dei diversi operatori pubblici e privati, nonché i tempi, comunque non superiori a dieci anni, di realizzazione degli interventi contemplati nel programma integrato di intervento. Con la medesima convenzione sono stabilite le modalità di gestione CONVENZIONE delle attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale realizzate e gestite dai soggetti privati, in particolare prevedendo gli obblighi a carico del gestore e le relative sanzioni, le modalità di trasferimento a WHU]L OH FRQGL]LRQL SHU O¶HYHQWXDOH DFTXLVL]LRQH GHO EHQH GD SDUWH GHO comune e le opportune forme di garanzia a favore del comune stesso. Decorso un anno dalla definitiva approvazione del programma integrato di intervento senza che sia stata sottoscritta dagli operatori privati la convenzione di cui al comma 1, il sindaco diffida i soggetti proponenti a sottoscrivere entro un termine non superiore a novanta giorni la convenzione annessa al programma integrato di intervento; in caso di inutile decorso del termine assegnato, GLFKLDUD O¶LQWHUYHQXWD GHFDGHQ]D del programma medesimo ad ogni effetto, compreso quello di variante alla vigente strumentazione urbanistica. A questa iniziativa europea hanno aderito i comuni di Torino, Palermo e Siracusa (rif. Borgata S. Lucia). (Scheda B 4). 28 /HJJH )HEEUDLR Q 1RUPH SHU O¶HGLOL]LD UHVLGHQ]LDOH SXEEOLFD ± Art. 46 (come modificato dall'art. 13 della legge 29 dicembre 1990), n. 408) (Rendite e pensioni). Per la costituzione di rendite la base imponibile è costituita dalla somma pagata o dal valore dei beni ceduti dal beneficiario ovvero, se maggiore, dal valore della rendita; per la costituzione di pensioni la base imponibile è costituita dal valore della pensione. 43 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA PROGRAMMI COMPLESSI Considerati strumenti di PIANIFICAZIONE ATTUAZIONE Individuazione dei soggetti che dovrebbero effettuare gli interventi previsti Programmazione degli interventi UNA VOLTA APPROVATI POSSONO COSTITUIRE: VARIANTE KWWKZdhE/d͛>>K^dZhDEdK͗ Riqualificazione urbanistico - edilizia - ambientale della zona interessata. &/E>/d͛>>K^dZhDEdK͗ Realizzazione di nuovi edifici; potenziamento di infrastrutture pubbliche esistenti (allargamento di strade e rifacimento di ŵĂƌĐŝĂƉŝĞĚŝĞĚĞůů͛ĂƌƌĞĚŽƵƌďĂŶŽͿ͖ realizzazione di opere pubbliche e di interesse pubblico (scuole, teatri, parchi pubblici); recupero del patrimonio edilizio esistente. SI PREVEDE: rete delle vie di comunicazione stradali, ferroviarie e navigabili e i relativi impianti, da realizzare o da trasformare nel periodo di validità del piano; aree destinate alla riorganizzazione urbana e all'edificazione; aree destinate a spazi pubblici o di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù; aree da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico, nonché ad opere e impianti di interesse collettivo o sociale; norme per la propria attuazione. RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO: I Programmi Integrati di Intervento ed i Programmi Complessi, hanno permesso ai Comuni di trasformare, in modo coordinato e controllato, il MODIFICA = TERRITORIO proprio territorio attraverso: la modifica degli strumenti urbanistici; la risposta immediata alle esigenze della popolazione. RISPOSTA = POPOLAZIONE Scheda B 4 ± Programmi Integrati di Intervento - P.I.I. 44 DESCRIZIONE OBIETTIVI RIQUALIFICAZIONE Risorse Private = ͚ĞƐƚĞƚŝĐĂ͛ interventi realizzati. NASCITA: Previsti ĚĂůů͛Ăƌƚ. 16 della legge n.179/1992. CARATTERISTICHE: Sono strumenti urbanistici volti a decidere cosa fare nel territorio di un comune: quali funzioni insediare, quali opere (strade, piazze, impianti) sono necessarie, quali servizi devono accompagnare la realizzazione delle opere. Rappresentano lo strumento più rapido in grado di registrare le trasformazioni del territorio e aggiornare i P.R.G. in vigore. Organizzano complessi interventi insediativi attraverso la cooperazione tra risorse pubbliche e private. INTERVENTI Risorse Pubbliche = opere di urbanizzaz. REALIZZAZIONE SINERGIA PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO - P.I.I. 2 B 4 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie 2.1.5 PROGRAMMI DI RECUPERO URBANO - P.R.U. DESCRIZIONE ,SURJUDPPLGLUHFXSHURXUEDQRFRPHSUHYLVWRGDOO¶DUWGHOODOHJJH n.493/199329, si presentano come strumento per trasformare tessuti urbani consolidati e degradati per favorire una più equilibrata distribuzione dei servizi e delle infrastrutture e migliorare la qualità ambientale e architettonica dello spazio urbano, al fine di eliminare le condizioni di abbandono e di degrado edilizio, ambientale e sociale che investono le aree urbanizzate. Sono piani proposti ai Comuni da soggetti pubblici e privati. È compito del Comune definire le priorità di tali programmi, al fine di stabilire i SRVVLELOLLQWHUYHQWLGDHIIHWWXDUH,O&RPLWDWRGHOO¶(GLOL]LD5HVLGHQ]LDOHSHU fare in modo che tali programmi vengano realizzati, stabilisce criteri e modalità per la concessione di contributi, per poter individuare le zone urbane interessate e le tipologie di intervento da realizzare30. 23325781,7$¶'(//267580(172 Verso la fine del '93, in fase di delibera di programmazione dell'edilizia POLITICHE residenziale pubblica, si verifica un sostanziale cambiamento di rotta URBANE delle politiche centrali che divengono vere e proprie politiche urbane. Il notevole salto in avanti compiuto dall'Amministrazione risiede nell'aver dato contenuti e procedure ai nuovi strumenti complessi per la trasformazione di parti di città e nell'aver spostato, di conseguenza, la propria attenzione dal mondo tradizionale dell'imprenditoria della casa all'ente territoriale competente per la politica urbana: il Comune31. OBIETTIVI - INTERVENTI Sono piani finalizzati alla realizzazione di interventi, distinti in pubblici e PUBBLICI privati che riguardano in particolare32: E PRIVATI Legge 4 Dicembre 1993 n. 493 - Art.11: Normativa che istituisce i Programmi di Recupero Urbano. 30 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 89, op. cit. 31 www.architettiroma.it/quaderni/fondi/shortmsg.asp?id=7 32 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 90, op. cit. 29 45 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA O¶acquisizione di immobili da destinare ad urbanizzazioni primarie o secondarie o edilizia residenziale pubblica mediante cessione gratuita, cessione volontaria, espropriazione, permuta, etc.; la realizzazione, il completamento e O¶adeguamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria; le opere di sistemazione ambientale e di arredo urbano delle aree e degli spazi pubblici; il risanamento delle parti comuni dei fabbricati residenziali; le opere di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia di fabbricati residenziali e non residenziali; la realizzazione o ampliamento di fabbricati residenziali e non residenziali; la ristrutturazione urbanistica. SINERGIA PUBBLICO - PRIVATO RISORSE PRIVATE L'apporto di risorse private è reso possibile da accordi di programma, conferenze di servizi, tra comune e privati, in grado di assicurare decisioni in tempi certi e accelerati. Al soggetto privato è però richiesto di contribuire finanziariamente alla realizzazione di opere pubbliche in misura ulteriore a quanto già previsto per legge e in maniera proporzionale ai benefici economici che consegue. La misura di tale contribuzione non è stabilita µa priori¶ ma deve essere determinata dal comune attraverso valutazioni che fanno capo a parametri di tipo economico, che tengano prioritariamente conto della propria strategia urbanistica. FINANZIAMENTI I programmi di recupero urbano sono finanziati con le risorse di cui all'art. 2, comma 2, della legge 179/9233, pari a mld. 288. A tali risorse si vanno ad aggiungere: mld. 300 di cui all'art. 2, comma 63, lett.a) della legge 662/96 FONDI Misure di razionalizzazione della finanza pubblica; 33 46 Legge 17 Febbraio 1992 n. 179, Art. 2 - Copertura finanziaria. Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie eventuali somme non utilizzate per contributi sui programmi ed interventi previsti dall'art.18 del D.L.152/91, convertito con modifiche in legge 203/91; mld. 120 di risorse comunitarie per i programmi presentati dai comuni inseriti negli elenchi di cui all'obiettivo 1, aree depresse del mezzogiorno, e all'obiettivo 2, zone in declino industriale. In totale gli stanziamenti assegnati per tutte le regioni italiane ai fini dei programmi di recupero sono stati pari a 1865 miliardi, come previsto dalla delibera del Comitato Interministeriale per la Programmazione (FRQRPLFDGHOPDU]RSHUO¶HGLOL]LDUHVLGHQ]LDOHSXEEOLFD34. Possono richiedere i finanziamenti: i comuni con popolazione superiore 300.000 abitanti ed i comuni con essi confinanti; i comuni capoluogo di provincia; gli altri comuni qualora la proposta di programma riguardi, per una percentuale significativa, aree industriali dismesse; i comuni ricadenti in ambiti urbani sovra comunali interessati da rilevanti fenomeni di trasformazione economica. LOCALIZZAZIONE DEI PROGRAMMI I Programmi di Recupero Urbano sono realizzati al servizio prevalente del patrimonio SHU O¶Edilizia Residenziale Pubblica, nei piani ex legge 167/62, nel patrimonio di I.A.C.P. e nei Comuni non ricompresi in tali piani o di altri enti locali o dello Stato; possono essere localizzati, inoltre aree ad essi contigue o esterne purché funzionalmente connesse. ITER PROCEDURALE /¶DUW FRPPD O Q GHO 35, per far si che i programmi di recupero urbano vengano realizzati, autorizza il CER (Comitato Edilizia Residenziale) a determinare modalità e criteri generali per la concessione GHLFRQWULEXWLSHUO¶LQGLYLGXD]LRQHGHOOH]RQHXUEDQHLQWHUHVVDWHHSHUOD MODALITÁ E CRITERI determinazione delle tipologie di intervento. La disposizione è stata attuata con decreto del Ministro dei lavori pubblici 1° dicembre 1994 (Criteri per la concessione dei contributi), il 34 Bellicini L., Ingersoll R., 2001, p. 90, op. cit. Legge 4 Dicembre 1993 n. 493 - Art.11, comma 5: Normativa che introduce i Programmi di Recupero Urbano. 35 47 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA quale a sua volta ha autorizzato il CER (art. 6, comma 3) a definire i criteri e le procedure di formazione dei P.R.U., nonché «le condizioni di ammissibilità dei soggetti proponenti»36 e gli elaborati da redigere. Il Ministro dei lavori pubblici ha così adottato un secondo decreto, DQFK¶HVVRLQGDWDGLFHPEUH&ULWHULHSURFHGXUHGLIRUPD]LRQH I decreti del 1994 riconoscono alle Regioni, rilevanti competenze amministrative di carattere programmatorio, concernenti principalmente ODSURJUDPPD]LRQHGHOOHULVRUVHHO¶DVVHJQD]LRQHGHLIRQGL (SCHEDA B 5). 36 Il Ministro dei lavori pubblici ha adottato i due decreti citati nella sua qualità di presidente del CER. 48 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie 2 B 5 PROGRAMMI DI RECUPERO URBANO - P.R.U. RISORSE Insieme Sistematico di Opere FLQDOL]]DWH DOODDOO¶ Inserimento Realizzazione Manutenzione Realizzazione Elementi di Arredo Urbano Ammodernamento COMPLESSI URBANISTICI Integrazione Funzionale Complessi Edilizi Opere di Urbanizzazione primaria secondaria potenziamento - miglioramento - completamento servizi primari - opere urbanizz. - tessuto ed. esistente &/E>/d͛>>K ^dZhDEdK͗ Realizzazione nei quartieri degradati di: interventi, distinti in pubblici e privati; opere finalizzate al miglioramento dei servizi e degli impianti a rete. SI PREVEDE: ů͛ĂĐƋƵŝƐŝnjŝŽŶĞ ĚŝŝŵŵŽďŝůŝĚĂĚĞƐƚŝŶĂƌĞ ĂĚ urbanizzazioni primarie o secondarie o edilizia residenziale pubblica mediante cessione gratuita, cessione volontaria, espropriazione, permuta, etc.; la realizzazione, il completamento e ů͛ĂĚĞŐƵĂŵĞŶƚŽĚĞůůĞ ŽƉĞƌĞĚŝƵƌďĂŶŝnjnjĂnjŝŽŶĞ primaria e secondaria; ůĂƐŝƐƚĞŵĂnjŝŽŶĞĂŵďŝĞŶƚĂůĞ Ğů͛ĂƌƌĞĚŽ ƵƌďĂŶŽĚĞůůĞ aree e degli spazi pubblici; il risanamento delle parti comuni dei fabbricati residenziali; la ristrutturazione edilizia, ampliamento o realizzazione di fabbricati residenziali e non residenziali; la ristrutturazione urbanistica. ĞǀŽŶŽƉƌĞǀĞĚĞƌĞ ů͛ƵƚŝůŝnjnjŽĚŝFINANZIAMENTI: RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO: accordi di programma; conferenze di servizi tra comune e privati, in grado di assicurare decisioni in tempi certi e accelerati. PUBBLICI per: - le opere al servizio del patrimonio residenziale pubblico; - la manutenzione delle case popolari. PRIVATI per: - Per le opere pubbliche. Mediante opere di: manutenzione ordinaria e straordinaria; restauro e risanamento conservativo; Al soggetto privato è richiesto di contribuire finanziariamente alla realizzazione di opere pubbliche in misura ulteriore a quanto già previsto per legge e in maniera proporzionale ai benefici economici che consegue. DESCRIZIONE OBIETTIVI REALIZZATORI TEMPI CARATTERISTICHE: - Sono piani proposti ai Comuni da soggetti pubblici e privati per individuare: le zone urbane interessate; le tipologie di intervento da realizzare. - Sono lo strumento per: trasformare tessuti urbani consolidati e degradati; favorire una più equilibrata distribuzione dei servizi e delle infrastrutture; migliorare la qualità ambientale e architettonica dello spazio urbano. KWWKZdhE/d͛ >>K^dZhDEdK͗ TRASFORMAZIONE del tessuto urbano degradato; DISTRIBUZIONE equilibrata dei servizi e delle infrastrutture; MIGLIORAMENTO della qualità architettonica e ambientale dello spazio urbano. INTERVENTI INTERVENTI SISTEMI INTEGRATI NASCITA: /ƐƚŝƚƵŝƚŝĚĂůů͛Ăƌƚ͘ϭϭĚĞůůĂůĞŐŐĞŶ͘ϰϵϯͬϭϵϵϯ͘ SINERGIA Si riferiscono ad ampi AMBITI TERRITORIALI, non vengono perimetrati ĞĂůů͛ŝŶƚĞƌŶŽĚŝĞƐƐŝƐŝ programmano: Scheda B 5 ± Programmi di Recupero Urbano - P.R.U. 49 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 2.1.6 SOCIETÁ DI TRASFORMAZIONE URBANA S.T.U. Le S.T.U. sono state introdotte dall'art.17, comma 59, della legge 15 maggio 1997, n. 127, ora art. 120 del T.U.37 delle leggi sull'ordinamento degli enti locali. Esse presentano i caratteri per divenire strumento ordinario di intervento per operazioni di rilevante interesse urbanistico. DESCRIZIONE SOCIETÁ PER AZIONI Una società di trasformazione urbana (S.T.U.) è un particolare tipo di società per azioni, promossa da un comune per dare attuazione al piano regolatore (o altro tipo di pianificazione territoriale) in un'area specifica, in collaborazione con almeno un socio privato, da scegliere con procedura di evidenza pubblica. Tali società sono finalizzate a realizzare interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti, attraverso XQ¶DWWLYLWj GL D DFTXLVL]LRQH SUHYHQWLYD GHOOH DUHe da trasformare, b) progettazione, c) realizzazione degli interventi, d) commercializzazione delle aree riqualificate, e) gestione anche degli eventuali servizi pubblici38. La norma in questione ha la funzione di colmare una grave lacuna nella situazione italiana nella quale manca una tradizione consolidata di LQWHUYHQWLGLULTXDOLILFD]LRQHXUEDQDGLULXVRGHOO¶HVLVWHQWHHGLLQWHUYHQWLGL trasformazione integrata; si inserisce nel più ampio contesto normativo oramai consolidato quale è quello della esternalizzazione di attività, servizi e funzioni pubbliche.39 Si possono quindi definire come «strumenti ordinari d'intervento che il legislatore ha messo a disposizione degli enti locali per intervenire nelle 37 Legge 15 maggio 1997, n. 127, art.17, comma 59, abrogata. Ora Art. 120 del T.U.: Normativa che introduce le Società di trasformazione urbana. 38 BERGONZINI G., Le società di trasformazione urbana (art. 17, comma 59, legge 127 del 1997), in Riv. Giur. Urb., 1997, p. 127. 39 DUGATO M., Oggetto e regime delle società di trasformazione urbana, in Diritto Amministrativo, Riv. Trim., 3-4/1999, p. 512 ss. 50 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie aree urbane consolidate, in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti»40. 23325781,7$¶'(//267580(17241 La circolare ministeriale dell'11 dicembre 200042 evidenzia come il comma 1 dell'articolo 120 prevede che la S.T.U, nella realizzazione degli interventi di trasformazione urbana, operi in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti. Ciò significa che la società si pone come uno strumento attuativo delle previsioni urbanistiche e che, come chiarisce il STRUMENTO Ministero, l'intervento di cui la S.T.U. è titolare non deve essere ATTUATIVO necessariamente conforme alle previsioni dello strumento urbanistico generale, ma può anche integrarne le previsioni negli stessi limiti e alle medesime condizioni di un qualunque strumento attuativo. In buona sostanza, quindi, si può arrivare a prevedere di demandare alla S.T.U. l'esatta definizione di una serie di parametri urbanistici relativi all'utilizzo del territorio. Nel concreto, pertanto, questo soggetto dovrà provvedere a predisporre la progettazione urbanistica esecutiva, necessaria per dare attuazione alle previsioni del piano regolatore generale. Questo aspetto, peraltro, è destinato ad assumere sempre maggiore rilievo con il diffondersi di un modello di pianificazione urbanistica che tende a individuare nel piano regolatore generale lo strumento per la definizione delle VFHOWH GL IRQGR H µQRQ QHJR]LDELOL¶ UHODWLYDPHQWH DOO XVR del territorio; mentre la pianificazione di secondo livello è destinata a dare concreta attuazione, in un arco temporale più limitato, a quelle scelte che il piano regolatore ha definito in via generale. 40 41 Landini L., ingegneria.tesionline.it/ingegneria/glossario.jsp?GlossarioID=3280 Perticari R. Le società di trasformazione urbana. Articolo 9 Aprile 2003. www.altalex.com/index.php?idnot=5903 42 Legge 11 dicembre 2000, comma 1 Art. 120: prevede che le società progettano e realizzano gli interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti. La società si pone quindi, come uno strumento che attua le previsioni generali del piano regolatore, con la rilevante conseguenza che l'intervento che intende realizzare non deve essere necessariamente conforme alle previsioni dello strumento urbanistico generale ma nei limiti, può anche integrarne le previsioni. 51 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA OBIETTIVI - INTERVENTI Per quanto riguarda le finalità della S.T.U. la norma, in primo luogo, FINALITÁ afferma che questa è creata per: O¶DFTXLVL]LRQH GHOOH DUHH FRQVHQVXDOPHQWH RWUDPLWH OH SURFHGXUH di esproprio da parte del comune); la progettazione degli interventi (compresa quella urbanistica di dettaglio); la materiale realizzazione degli interventi previsti; il marketing e la commercializzazione delle opere realizzate. Per far si che avvenga ciò, è molto importante individuare le aree particolarmente idonee per interventi di trasformazione urbana da attuare con la S.T.U., quelle connotate da tipologie insediative che richiedono interventi di ristrutturazione urbanistica prevalenti rispetto a quelli di ristrutturazione edilizia. In particolare vengono indicate le aree comprese WUD LO FHQWUR VWRULFR H O¶HVSDQVLRQH SRVW-bellica, nonché gli ambiti di edilizia intensiva tipici del dopoguerra. SINERGIA PUBBLICO - PRIVATO: (convenzione tra ente locale e società) La convenzione deve disciplinare i rapporti tra l'ente locale azionista e la società. I possibili contenuti di questa convenzione sono i più vari; essa può contenere le prescrizioni e le modalità cui la società deve attenersi nell'attuazione dell'intervento di trasformazione urbana, ma può giungere al punto di contemplare anche cause di scioglimento del vincolo sociale o anche clausole che riguardano più strettamente i rapporti tra i soci. ITER PROCEDURALE /¶DUWGHOGHFUHWROHJLVODWLYR43 contiene alcune indicazioni VXOO¶LWHU SURcedurDOH GHOO¶LQWHUYHQWR O¶$PPLQLVWUD]LRQH LQ EDVH D TXDQWR SUHYLVWRQHJOLVWUXPHQWLXUEDQLVWLFLYLJHQWLLQGLYLGXDO¶DUHDGDWUDVIRUPDUH stabilisce di farlo attraverso la costituzione di una S.T.U., attribuisce a questa la missione e fissa i criteri da seguire nella trasformazione che viene progettata ed attuata dalla società. 43 Legge 11 dicembre 2000, comma 1 Art. 120 del decreto legislativo 267/2000 contiene: indicazioni sull'iter procedimentale dell'intervento. 52 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie ,OFRPPDGHOO¶DUWULFKLDPDWRSUHYHGHFKHOHVRFLHWjSURJHWWino e PREVISIONI realizzino gli interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti. Questo vuol dire che la società si pone come uno strumento che attua le previsioni generali del piano regolatore, con la ULOHYDQWH FRQVHJXHQ]D FKH O¶LQWHUYHQWR FKH LQWHQGH UHDOL]]DUH QRQ GHYH essere necessariamente e puntualmente µconforme¶ alle previsioni dello strumento urbanistico generale ma che, nei limiti ed alle condizioni di qualunque strumento attuativo, può anche integrarne le previsioni. Infatti in sede di piani attuativi possono essere contestualmente approvate varianti allo strumento urbanistico generale che riguardino una diversa allocazione di previsioni di dettaglio del piano regolatore, aventi cioè carattere prevalentemente edilizio, ovvero riguardanti la dotazione di opere pubbliche, ovvero di interesse generale. Quindi in presenza di piani di natura strutturale, ovvero di normative che consentano adeguamenti edilizi in fase esecutiva, è possibile ULFRQGXUUHLOWHUPLQHµLQDWWXD]LRQHGHJOLVWUXPHQWLXUEDQLVWLFLYLJHQWL¶HQWUR i confini interpretativi dei principi che sovrintendono alle finalità che perseguono una maggiore continuità tra le scelte di pianificazione WHUULWRULDOH H OD FRPSRQHQWH DWWXDWLYD FRQVHJXHQWH DOO¶DWWLYD]LRQH GHOOH trasformazioni urbanistiche, anche con riferimento agli aspetti gestionali. Con ciò si vuole individuare nel piano regolatore generale lo strumento per la definizione delle scelte di fondo imprescindibili e non ¶negoziabili¶ e, contestualmente, se ne demanda a strumenti urbanistici di secondo livello la concreta attuazione mediante la definizione di una serie di parDPHWUL XUEDQLVWLFL FRQFHUQHQWL O¶XWLOL]]R GHO WHUULWRULR H OH VSHFLILFKH condizioni edificatorie44: la S.T.U. provvede quindi ad eseguire lo strumento urbanistico attuativo. In tal senso si è espresso il giudice amministrativo45 ritenendo che: 1) la deliberazione che concerne la costituzione di una società di WUDVIRUPD]LRQHXUEDQDGLFXLDOO¶DUWFRPPDGHOODOHJJHPDJJLR 1997, n.12746 non costituisce uno strumento urbanistico e non ha né natura, né funzione di piano esecutivo; 44 Commento di R. MANGANI, Le Stu svincolate dalla legge Merloni per realizzare gli interventi edilizi, in Edil. e Terr., 14/2001, p. 20 ss. 45 T.A.R. Marche 11 giugno 1998, n. 698, in Riv. Giur. Urb., nota di GARZIA, Pianificazione urbanistica comunale e società di trasformazione urbana, p. 226. 46 legge 15 maggio 1997, n.127, Art. 17, comma 59: Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo. Le città 53 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 2) questa società richiede la presenza di uno strumento urbanistico generale e di uno attuativo, entrambi approvati. Il suddetto piano attuativo è necessario in quanto il piano regolatore contiene, per lo più, previsioni di larga massima ed una zonizzazione la cui definizione è normalmente rinviata ai piani particolareggiati (o, in alternativa, ai piani di lottizzazione); 3) la deliberazione di individuazione delle aree e di specificazione degli interventi può essere adottata prima oppure nelle more della costituzione della suddetta società; 4) è essenziale che la delibera di costituzione consideri in modo XQLWDULRO¶LQWHUYHQWRGDUHDOL]]DUVLHGHVWHUQLOHILQDOLWjSHUVHJXLWH In base al richiamato pronunciamento del giudice amministrativo possiamo pertanto sviluppare le seguenti considerazioni: a) la costituzione di una STU DSSDUH LSRWL]]DELOH VROR VH O¶DWWLYLWj FKH pone in essere realizza le prescrizioni di un piano regolatore vigente. 1DWXUDOPHQWHQHOO¶LSRWHVLLQFXLO¶LQWHUYHQWRGLWUDVIRUPD]LRQHXUEDQDVL ponga in contrasto con le previsioni di piano occorrerà procedere alla PRGLILFDGLTXHVW¶XOWLPRFRQO¶DSSURYD]LRQHGLVSHFLILFKHYDULDQWL b) la costituzione di una ST.U. è ammissibile in assenza di piani attuativi del piano regolatore generale qualora si tratti di interventi da realizzarsi su aree per le quali questo preveda un elevato grado di analiticità delle prescrizioni; quindi, appare illegittima la costituzione di una S.T.U. sulla base di generiche previsioni di un piano di indirizzo generale; c) la deliberazione di costituzione della S.T.U. deve rappresentare in PRGR XQLWDULR O¶LQWHUYHQWR GL WUDVIRUPD]LRQH XUEDQD GD UHDOL]]DUVL FRQ riferimento alle finalità che si intendono soddisfare. ,OFRPPDGHOO¶DUWVWDELOLVFHSRLFKHOD678GHYHSURYYHGHUHDOOD µSUHYHQWLYD DFTXLVL]LRQH GHOOH DUHH LQWHUHVVDWH DOO¶LQWHUYHQWR¶ e che tale acquisizione può avvenire consensualmente o tramite ricorso a procedure espropriative. 1HOO¶LSRWHVL LQ FXL OH DUHH VLDQR GL SURSULHWj FRPXQDOH O¶DUW FRPPD 59, dispone che esse possano essere attribuite alla società a titolo di concessione; ne consegue che, in virtù dei criteri e dei limiti fissati nella metropolitane e i comuni, anche con la partecipazione della provincia e della regione, possono costituire società per azioni per progettare e realizzare interventi di trasformazione urbana, in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti. 54 Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie concessione ovvero nella convenzione tra società e soggetti terzi potranno eventualmente essere previsti rapporti di sub-concessione. Ciò soprattutto quando si tratta di immobili aventi natura demaniale o patrimoniale indisponibile; diversamente, nel caso di beni del patrimonio, questi potranno essere ceduti alla S.T.U. 1HOO¶LSRWHVLGLSURSULHWjSULYDWDGLLPPRELOLFRPHDFFHQQDWRè prevista una duplice possibilità, la cui scelta è rimessa alla STU: procedimento espropriativo oppure procedura consensuale. 1HO SULPR FDVR F¶q XQ VRJJHWWR HVSURSULDQWH LO &RPXQH XQR espropriato (il proprietario), uno beneficiario della procedura di espropriazione (la S.T.U.). I soci che possono partecipare alla società possono essere di tre tipi: a) i proprietari delle aree o degli edifici che possono diventare azionisti mediante conferimento delle aree cedute; b) la regione o la provincia, come previsto dalla norma, o altri soggetti pubblici che possono conferire i beni in proprietà o mediante concessione del diritto di superficie; c) altri soci privati scelti attraverso un procedimento di gara pubblica la cui preferenza deriva da vari fattori: apporto al capitale, capacità organizzativa e imprenditoriale. Dal punto di vista operativo la S.T.U. può operare attraverso due modalità: avvalersi di una propria organizzazione interna, che provveda MODALITÁ direttamente alla progettazione ed alla costruzione; rLYROJHUVL DO PHUFDWR DWWUDYHUVR O¶DIILGDPHQWR DOO¶HVWHUQR GL queste attività. (Scheda B 6). 55 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA promuove 62&,(7$¶ al fine: STRUMENTO NORMATIVO = P.R.G. KWWKZdhE/d͛ >>K^dZhDEdK͗ previsione; controllo; monitoraggio; gestione; delle situazioni urbanistiche e degli strumenti attuativi. &/E>/d͛ >>K ^dZhDEdK͗ la trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti; la riqualificazione urbana; ŝůƌŝƵƐŽĚĞůů͛ĞƐŝƐƚĞŶƚĞ ĞĚŝŝŶƚĞƌǀĞŶƚŝ Ěŝ trasformazione integrata; S. T. U. certezza CARATTERISTICHE: ͛ƵŶĂSOCIETA͛ ƉĞƌĂnjŝŽŶŝ͕promossa da un COMUNE per dare attuazione al PIANO REGOLATORE o altro tipo di pianificazione territoriale in un'area specifica, in collaborazione con almeno un socio privato, da scegliere con procedura di evidenza pubblica. concretezza QHOO¶DWWXD]LRQHGHOOH SCELTE di PIANO Negli ultimi anni molti Enti locali hanno predisposto degli STUDI di &dd//>/d͛ per la trasformazione delle aree con un notevole incremento delle S.T.U. come strumento di intervento sul territorio. SI PREVEDE: ů͛ĂĐƋƵŝƐŝnjŝŽŶĞ ĚĞůůĞĂƌĞĞ ĚĂƚƌĂƐĨŽƌŵĂƌĞ͖ la progettazione degli interventi; la materiale realizzazione degli interventi previsti; il marketing e la commercializzazione delle opere realizzate; la gestione degli eventuali servizi pubblici. TRASFORMAZIONE STUDI DI )$77,%,/,7$¶ IDEA - PROGETTO DESCRIZIONE = Comune OBIETTIVI ENTE NASCITA: Introdotte ĚĂůů͛Ăƌƚ. 17 della legge n.127/1997 e riproposte nel Dlgs. N.267/2000. INTERVENTI 62&,(7$¶DI TRASFORMAZIONE URBANA - S.T.U. 2 B 6 02'$/,7$¶ DI INTERVENTO RAPPORTO PUBBLICO - PRIVATO /ŶƚƌŽĚŽƚƚĞƉĞƌĨĂǀŽƌŝƌĞ ŶĞůů͛ĂŵďŝƚŽĚĞůůĂ pianificazione, la nascita di società miste, comprendenti la partecipazione di RISORSE di tipo: PUBBLICO; PRIVATO. OBIETTIVI DEFINIRE PROGETTARE REALIZZARE Gli Interventi previsti dagli STRUMENTI NORMATIVI VIGENTI Scheda B 6 ± Società di Trasformazione Urbana - S.T.U. 56 SINERGIA Figura imprenditoriale PUBBLICO - PRIVATA Capitolo 2 ± Nuovi orientamenti, strumenti normativi e strategie per il recupero delle periferie 2.1.7 QUADRO SINOTTICO I programmi definiti ³complessi´: Piani Urban, Contratti di Quartiere, Programmi di Riqualificazione Urbana ± P.R.U., Programmi Integrati di Intervento ± P.I.I., Programmi di Recupero Urbano - P.R.U. e Società di Trasformazione Urbana ± S.T.U., sono considerati strumenti normativi di governo territoriale che forniscono le principali azioni di intervento da DSSOLFDUHQHOOHSHULIHULHLWDOLDQHVYLOXSSDWHVLQHJOLDQQL¶ Dal loro studio scaturisce un quadro sinottico che ne permette il confronto, esplicitato dai seguenti fattori: CARATTERISTICHE; STRATEGIE ATTUATE; ESITI. FATTORI Nel primo punto sono state indicate le caratteristiche dello strumento normativo, le problematiche e le zone di applicazione. Nel secondo invece, sono state esposte le strategie attuate, DOO¶LQWHUQRGHOOHTXali, tali strumenti normativi sono stati messi in pratica; vengono infatti individuati i Progetti, i Programmi, i Piani ed i fondi assegnati, indispensabili per la loro esecuzione. Infine, il terzo punto non è altro che la sintesi degli esiti ottenuti una volta messe in atto le strategie. È merito dei programmi ³complessi´, quello di concretizzare interventi, INTERVENTI quali: la riqualificazione urbana, il risanamento delle periferie, il recupero edilizio, la realizzazione di nuove opere di urbanizzazione primaria e secondaria (bonifiche ambientali e igienico-sanitarie) e la realizzazione di nuove costruzioni (scuole, teatri, ospedali, parcheggi, centri ricreativi). Ogni strumento ha una sua attitudine e anche una sua scala di rappresentazione (scala edilizia e scala urbana). Gli interventi comunque scaturiti da tali programmi, sono volti al miglioramento urbano, architettonico e sociale, alla modificazione delle FRQGL]LRQLGHOO¶DPELHQWHHGHOODTXDOLWjGHOODYLWD (Scheda sinottica B 7). 57 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA B 7 QUADRO SINOTTICO STRUMENTI NORMATIVI CARATTERISTICHE Relativi a regioni il cui sviluppo economico è in ritardo. PIANI URBAN Realizzati: 1994 - 1999 in agglomerati urbani di oltre 100.000 abitanti; in aree con elevato tasso di Hanno aderito: disoccupazione, con tessuto Catania, Siracusa, urbano disgregato, in zone con Palermo, Napoli precarietà di alloggi e mancanza di servizi sociali. Promossi dai comuni in CONTRATTI quartieri: - segnati da diffuso degrado di QUARTIERE GHOOHFRVWUX]LRQL HGHOO¶DPELHQWH 1997 urbano; - carenti di servizi; - con scarsa coesione sociale e Hanno aderito: Catania e Palermo marcato disagio abitativo. P. R. U. - 1998 Programmi di Riqualificazione Urbana P. I. I. - 1994 Programmi Integrati di Intervento Ha aderito Palermo P. R. U. - 1994 Programmi di Recupero Urbano S. T. U. - 1997 Società di Trasformazione Urbana STRATEGIE ATTUATE ESITI Interventi di rilancio socio economico; soluzioni per risolvere il grave problema sociale; rinnovo di impianti e ed infrastrutture; PLJOLRUDPHQWR GHOO¶DPELHQWH restauro di edifici a fini economici e sociali; recupero di spazi pubblici. Delibera del C.E.R. recepita da Recupero urbano; un decreto del Ministro dei Lavori recupero edilizio e sociale; risanamento delle periferie Pubblici che contiene il bando popolari degradate. rivolto ai Comuni per la presentazione delle proposte e Realizzazione di: dei progetti; Nuovo tipo di piano - progetto; centri sportivi e sociali; centri di accoglienza; Progetti di recupero; centri per attività commerciali Assegnazione di 200 miliardi. e artigianali. Realizzazione opere di: Proponente del programma e Finanziamento di 600 miliardi urbanizzazione primaria e beneficiario, il Comune. da parte del Ministro dei Lavori secondaria (bonifiche ambientali Pubblici. e igienico - sanitarie, di Finalizzati alle aree: disinquinamento, consolidamenti - periferiche o semiperiferiche del Programmi: di natura geologica); territorio cittadino; di manutenzione; miglioramento qualità della vita - isolate e segnate dal degrado e di riqualificazione urbana; (potenziare la funzione: dal sottoutilizzo. di risanamento; commerciale, artigianale e rivolti al sociale. direzionale). Gestiti direttamente dal Assegnazione di fondi, 886 Realizzazione di: Ministero dei Lavori Pubblici. miliardi, assegnati dal C.I.P.E. reti fognarie e impianti di (Comitato Interministeriale per la illuminazione; Finalizzati: strade e verde attrezzato; Programmazione Economica). al recupero di aree urbane impianti sportivi; degradate; centri ricreativi; Programmi di: alla realizzazione di nuovi scuole e teatri; urbanizzazione; edifici ed infrastrutture; parcheggi; riorganizzazione urbana. alla realizzazione di opere di strutture alberghiere. interesse pubblico. rifacimento o integrazione delle Proposti ai Comuni da soggetti Fondi stanziati, 1865 miliardi; urbanizzazioni primarie; pubblici e privati, compito del sistemazione o ricostruzione di Comune stabilire le priorità di tali Programmi di: manutenzione edilizia e urbana; nuove strade, piazze, nuovi programmi; HOHPHQWL G¶DUUHGRXUEDQR finalizzati al recupero manutenzione ordinaria e restauro e risanamento degli GHOO¶HGLOL]LD UHVLGHQ]LDOH SXEEOLFD straordinaria. edifici; ristrutturazione edilizia; ampliamento o realizzazioni di fabbricati residenziali e non. Piano Regolatore e altri Società per azioni, promossa Riqualificazione urbana; strumenti urbanistici vigenti. da un Comune per dare trasformazione urbana; attuazione ad un Piano, in ULXVRGHOO¶HVLVWHQWH Il Piano e gli strumenti, hanno il trasformazione integrata. collaborazione con almeno un compito di: socio privato. prevedere; controllare; monitorare; gestire. Progetto URBAN emesso GDOO¶8QLRQH (XURSHD Piano di finanziamenti. Scheda B 7 ± Quadro sinottico tra gli strumenti normativi. 58 Scheda C ± Caso Pilota: Il quartiere della Borgata Santa Lucia a Siracusa 59 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA IL CASO PILOTA: LA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 3.1 CARATTERI STORICO EVOLUTIVI Lo sviluppo del tessuto urbano, a partire dalle mura di Ortigia, prende ESPANSIONE URBANA avvio dal loro abbattimento. /¶LQWHQWRGLYROHUHVWHQGHUHO¶DUHDXUEDQDROWUH Ortigia, era motivato da esigenze legate alla mancanza di salubrità delle abitazioni di Ortigia, dalla necessità di dare alloggio a numerose famiglie che vivevano in condizioni pessime. Per comprendere la nascita e O¶HYROX]LRQH GHOOD %RUJDWD 6DQWD /XFLD q SULPD QHFHVVDULD XQD EUHYH disamina delle fasi storichHGHOO¶LQWHUDFLttà di Siracusa. 3.1.1 A1$/,6,$//$6&$/$'(//$&,77$¶ SIRACUSA - CENNI STORICI DXUDQWH OD VHFRQGD PHWj GHOO¶ prende DYYLR O¶HVSDQVLRQH SRLFKp O¶DXPHQWR GHOOD SRSROD]LRQH SURYRFD JUDYL SUREOHPL VDQLWDUL H DELWDWLYL /D vita in strade piccole e WRUWXRVH FRQ VHUL SUREOHPL G¶LJLHQH1 era diventata LQVRVWHQLELOHQDVFHTXLQGLO¶HVLJHQ]DGLULFHUFDUHDUHHHGLILFDELOL e trasferire parte della popolazione. Nel passato le necessità edilizie di Ortigia erano state risolte attraverso la progressiva occupazione dei cortili e la sopraelevazione degli edifici per cercare luce e vita, adesso è necessario trovare nuovi spazi. 1 Cfr. Alagona S., &RQGL]LRQLLJLHQLFKHHVDQLWDULHGHO&RPXQHGL6LUDFXVDQHOO¶XOWLPR ventiquattrennio, Tipografia del Tamburo, Siracusa, 1914. 60 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa $ 6LUDFXVD OD ULVROX]LRQH GHO SUREOHPD FRPSRUWDYD O¶HOLPLQD]LRQH GHOOD cinta fortificata, non più indispensabile. Nel 1870 iniziano i lavori di demolizione per creare passeggi pubblici e per facilitare il commercio2. 1885 - PRG I PIANI Il 4 dicembre del 1885, viene approvato il primo piano regolatore che contiene due elementi importanti: una modesta zona di espansione urbana a partire da via Savoia e GDOOD3LD]]DGHO3RSRORVXOO¶DQWLFRVLWRGHLEDOXDUGL6)LOLSSRH6/XFLD; un grande asse viario che doveva costituire il supporto GHOO¶HVSDQVLRQH 1909 - PIANO MAUCERI Il piano propone un quartiere di case popolari situato tra la Borgata Santa Lucia e il convento dei Cappuccini3. 1914 - REGIO DECRETO: COSTITUZIONE ISTITUTO CASE POPOLARI Nel 1914, un Regio decreto approva la costituzione dell'Istituto per le Case Popolari a Siracusa anche se sussiste il problema relativo a dove collocare gli alloggi popolari4. 1917 - PIANO CRISTINA ,O 3LDQR GHOO¶LQJ *DHWDQR &ULVWLQD GHO DSSURYDWR H LQ VHJXLWR DGRWWDWR SUHYHGH O¶HVHFX]LRQH GHL VHJXHQWL ODYRUL FUHD]LRQH GL FDVH popolari nella Borgata Santa Lucia, sistemazione della piazza presente e sistemazione dei territori compresi tra la Borgata e la stazione e il completamento degli edifici intorno alla piazza Santa Lucia. 1928 - PIANO BARBIERI Il piano Barbieri, del 1928, propone O¶HOLPLQD]LRQHGHOODFLQWXUDIHUURYLDULD e una serie di drastici sventramenti.5 1929 - PRIMO NUCLEO DI CASE POPOLARI Nel 1929 viene realizzato il primo nucleo di case popolari alla Borgata S. Lucia. I modelli edilizi utilizzati sono diversi e propongono alloggi di edilizia 2 Dato G., Collana 6WRULDG¶,WDOLD- /HUHJLRQLGDOO¶XQLWj ad oggi, La Sicilia. Cfr. Adorno S., 1880-2000. Città, storia, piani, Edizioni Marsilio, Venezia, 2005. 4 /H FRVLGGHWWH µOHQ]H GL 6DQWD /XFLD¶ HUDQR GHOOH VWULVFH GL WHUUHQR GL FLUFD HWWDUL FKH formavano lo spiazzo di fronte al convento della santa patrona. Confinavano a est con la proprietà Del Bono, a Ovest con quelle di Leone e De Nicola, a Nord con il convento e a Sud con il porto piccolo. Il luogo, a differenza di quelli che lo circondavano, non era sfruttato dal punto di vista agricolo e non era recintato. 5 Cfr., Adorno S., 1880-2000. Città, storia, piani, Edizioni Marsilio, Venezia, 2005. 3 61 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA economica e popolare, edifici mono e bifamiliari, palazzetti. L'enfiteusi rappresenta un modo, per i ceti meno abbienti, di acquistare una casa. 1967 - PIANO CABIANCA I PIANI Il Piano Cabianca del 1967, imposta e definisce il parco archeologico e SUHYHGH SHU OD SLD]]D 6DQWD /XFLD H O¶DUHD GHOOR VWDGLR DWWUH]]ature generali. Si tratta però di un progetto di massima mai adottato. 1989 - APPROVAZIONE PP Nel maggio del 1989, viene approvato il piano particolareggiato per Ortigia HYLHQHEORFFDWDO¶HGLILFD]LRQHVHOYDJJLDDOla Borgata promossa dal Decreto Tepedino del 1976. 1998 - SCHEMA DI MASSIMA PRG Lo schema di massima del piano regolatore generale del 1998 tracciava le linee strategiche delle trasformazioni future, mirando alla riqualificazione morfologica dei tessuti urbani, al rapporto tra città ed aree verdi e al riequilibrio funzionale della città nel suo complesso. Secondo il piano dei servizi e la calibratura degli standards, il piano SUHYHGHYDGLLQVHGLDUHQHOO¶DUHDGHOOD%RUJDWDDOFXQLGHLVHUYL]LGLVXSSRUWR agli insediamenti residenziali6. 2004 - PRG SR: ELABORAZIONE DEL PRG DEL 1998 Il PRG di Siracusa del 2004, elaborato in variante integrale al PRG del UHGDWWR GDOO¶DUFKLWHWWR 3LHWUR &R]]DQL FRQ OD FRQVXOHQ]D GHO professore architetto Bruno Gabrielli, considera la Borgata Santa Lucia zona B (B1.2) WHVVXWR FRQVROLGDWR GL YDORUH DPELHQWDOH /¶DUHD YLHQH individuata come zona degradata di valore storico e annoverata tra le zone di recupero (aree o edifici, individuati ai sensi della legge n.457 del 1978 ove, per le condizioni di degrado, si rende opportuno il recupero del patrimonio edilizio esistente). La Borgata Santa Lucia, riconosciuta come parte del tessuto storico della città ottocentesca è quindi sottoposta a vincolo storico, ambientale e paesistico. Il vincolo è esteso a tutto il quartiere. 3.1.2 ANALISI ALLA SCALA DEL QUARTIERE LA BORGATA S. LUCIA Dal VI secolo d. C. alla Borgata esisteva già uno dei primi insediamenti monastici della città, quello di Santa Lucia extra moenia, dal nome della 6 62 Cfr., Adorno S., 1880-2000. Città, storia, piani, Edizioni Marsilio, Venezia, 2005. Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa santa patrona che, come vuole la tradizione, venne martirizzata e poi seppellita in area suburbana. Fino al XVII secolo la Borgata presentava un paesaggio tipicamente agreste con piccole proprietà coltivate da agricoltori che risiedevano DOO¶LQWHUQRGHOO¶LVRODG¶2UWLJLD È il terremoto del 1693 a giustificare la prima edLILFD]LRQH QHOO¶DUHD, QHOO¶XUJHQ]D GL PHWWHUVL Dl riparo da eventuali ulteriori scosse, vengono realizzate delle costruzioni temporanee7. 1850 - NASCITA DELLA BORGATA S. LUCIA /¶DUHD della Borgata Santa Lucia rappresenta la logica prosecuzione di Ortigia attraverso la zona Umbertina, nonché un raccordo tra il Porto Piccolo e la zona di Acradina. La Borgata viene interessata, tra il 1886 e il 1914, da una intensa attività edificatoria, compiuta tramite lottizzazioni private: 1886 - Lottizzazioni Leone Cuella e De Nicola; 1891 - Lottizzazione Del Bono; 1909/1911 - 1913/1914 - Lottizzazione Impellizzeri; LOTTIZZAZIONI 1886 - PROGETTO DI TESSUTO URBANO - NASCITA PRIMI EDIFICI Nel 1886 un giovane avvocato, Luigi Leone Cuella, con considerevoli risorse economiche, progetta e realizza, in un fondo agricolo nei pressi della Chiesa di S. Lucia, un µSLFFROREUDQRGLcittà¶FRQSLDQWDDVFDFFKLHUD8. /¶DUHD JLj GRWDWD GL FDQDOL SHU O¶DFTXD SLRYDQD UDJJLXQJLELOH DWWUDYHUVR O¶DWWXDOH via Piave, non risulta vincolata; q XQ¶Drea agricola coltivata a vigneti, seminativi, mandorleti ed orti. Questa condizione è riscontrabile nella pianta del Cavallari, pubblicata nel 1883, che rappresenta lo stato della Borgata Santa Lucia a quella data9. Nel 1886, VX SURSRVWD GHOO¶DYYRFDWR /Xigi Leone Cuella, esponente che gestì il piano regolatore della città e anche la sua lottizzazione privata alla Borgata, sorgono i primi edifici: il primo nucleo, SURJHWWDWR GDOO¶LQJHJQHUH Scrofani, per rispondere alla esigenza di alloggi, realizza µXQD ERrgata formata da piccole case economiche di due o tre tipi da vendersi a FRQWDGLQLSHVFDWRULHFDUUHWWLHUL¶10. 8 Cfr. Il Movimento della provincia di Siracusa, Un sobborgo agricolo in Siracusa,Siracusa, 1886, n.4. 9 Cfr., Cavallari F.S., Topografia e archeologia di Siracusa7LSRJUDILDGHO*LRUQDOHµ/R VWDWXWR¶3DOHUPR1883. 10 A.S.S. fondo Prefettura vol. 1113, 10-12-1989. 63 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Vengono previstLO¶DFTXLVWRGHOWHUUHQRODYHQGLWDUDWHDOHHODFRVWLWX]LRQH di società di operai disposte alla costruzione. In breve tempo, a partire dal primo nucleo del 1886, si attuano piani di lottizzazione privati, De Nicola, Del Bono, Impellizzeri, che completano la conformazione urbana del µERUJR¶ Per far ciò vengono cancellate ampie zone di terreno agricolo per far posto alle costruzioni11. /¶DUHD VX FXL LQVLVWH O¶DWWXDOH SLD]]D LQ TXHVWR PRPHQWR GL IHUPHQWR HGLILFDWRULR GLYLHQH O¶RJJHWWR GHO FRQWHQGHUH WUD OD FRQWHVVD *DUJDOOR H LO Comune che ne rivendicavano la proprietà. Tale area, detta delle µOHQ]HGL 6DQWD/XFLD¶, viene riconosciuta in parte alla famiglia Gargallo e in parte al Comune SURSRQHQGRQH TXHVW¶XOWLPR GHL SLDQL GL ORWWL]]D]LRQH SHU OD realizzazione di di complessi di edifici e di conseguenza per lo sviluppo della città. 1909 - PIANO MAUCERI I PIANI Il piano Mauceri propone nel 1909 un quartiere di case popolari situato tra la Borgata S. Lucia e il convento dei Cappuccini; il progetto non trova riscontro e viene abbandonato. Nel 191712, il piano regolatore13, elaborato GDOO¶LQJHJQHUH &ULVWLQD LPSRQH SHU OD SULPD YROWD QRUPH SHU le nuove lottizzazioni e inserisce una zona per la realizzazione di edifici economici e popolari, realizzati dal 1929 in poi. Il Comune interviene direttamente a regolare e indirizzare la costruzione del quartiere. 1917- APPLICAZIONE PRG )LQR DOO¶DSSOLFDzione del piano regolatore del 1917, la rete viaria della Borgata S. Lucia mantiene gli assi viari14 delineatisi ai margini delle proprietà. Gli interventi successivi, dettati dalla cultura igienista del tempo, propongono strade ampie e rettilinee, grandi piazze, aria e luce. Il quartiere, durante la seconda Guerra mondiale, nel 1943, è vittima di un bombardamento anglo-americano che semina morte e distruzione. 11 Cfr., Archivio Notarile di Siracusa, 1886. La conceVVLRQHYHQQHGHOLEHUDWDLQFRQVLJOLRFRPXQDOHLODSULOHHO¶DUHDIX inserita nel piano regolatore del 1917 come destinata ad edilizia popolare. 13 Cfr., Archivio Storico di Siracusa, 1955, pp. 48-54. 14 Cfr. O¶RSXVFROR Per le case popolari in Siracusa, Siracusa, 1913, p.11. 12 64 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa 3.2 CARATTERI DEL TESSUTO EDILIZIO Le prescrizioni delle lottizzazioni hanno spesso portato, nelle mani di pochi imprenditori edili, la realizzazione di grandi lotti di alloggi, con grandi risparmi in termini di materiali, di aspetto delle superfici esterne e di decori. Con il passare degli anni la Borgata Santa Lucia, alla luce della vera e CARATTERI propria speculazione edilizia, diviene una zona residenziale piccoloborghese, con case allineate su strade larghe e diritte in cui vanno ad abitare famiglie attratte dalla modestia dei fitti, dalle comodità degli alloggi e GDOO¶HVHQ]LRQHGHlle tasse di consumo sui commestibili15. Intanto vengono a delinearsi nettamente i diversi modelli degli edifici che presentano superfici esterne arricchite da decori liberty sulle vie principali, per esempio via Buonriposo, oggi via Piave, e schemi di facciata semplici ma ordinati nelle vie interne. $OO¶LQL]LRGHO;;VHFRORO¶HGLILFD]LRQHè limitata ai piani terra e solo in anni SOPRELEVAZIONI successivi vengono realizzate invece le soprelevazioni. Nel tempo, la crescita in altezza ha portato, in alcuni casi, ad una occlusione dei cortili, dando vita a modifiche di facciata piuttosto rilevanti. 3.2.1 CARATTERI MORFOLOGICI /¶DUHDdella Borgata Santa Lucia ha un tessuto più o meno consolidato. Il piano regolatore generale del 2004 (elaborazione del PRG del 1998), O¶KD definita centro storico riconoscendone le qualità morfo-tipologiche. Il CARATTERI carattere del suo attuale assetto deriva dal completamento del piano RWWRFHQWHVFR RUJDQL]]DWR VHFRQGR O¶LVRODWR D EORFFR H O¶DOOLQHDPHQWR stradale costante. La parte invece più recente a ridosso dello stadio, presenta fondamentalmente isolati a corte chiusa. ,O SURJHWWR GLVHJQDWR GDOO¶LQJHJQHUH 6FURIDQL SUHYHGHYD XQD SUHFLVD divisione e destinazione degli edifici, riguardava una superficie di circa 36.000 mq, disposti tra il convento di Santa Lucia e la ferrovia e indicava le norme per una edificazione planimetrica regolare e stilisticamente ordinata 15 Articolo su Aretusa, 18-05-1913. 65 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA HIXQ]LRQDOHWLSLFDGHOO¶LPSLDQWRLSSRGDPHR(UDVWDWDLQROWUHSUHYLVWDXQD specifica collocazione degli edifici legata alla loro destinazione funzionale16. Due grandi vie di 14 m. ciascuna, tra loro parallele, con direzione NordSud, sarebbero state intersecate da 5 vie trasversali di 10 m. determinanti 12 grandi isolati. Il lato orientale sarebbe stato riservato ad abitazioni civili e quello di ponente a quartiere agricolo con i relativi magazzini. Rispetto a quel progetto, O¶assetto attuale presenta una simile NUOVO ASSETTO articolazione, è contraddistinto da una piazza centrale di forma rettangolare, piazza S. Lucia, delineata da due grandi vie principali di 12 m.WUDORURSDUDOOHOHDOO¶DVVHPDJJLRUHGHOODSLD]]DHGDGXHYLHVHFRQGDULH GLPFKHVHJXRQRLQYHFHO¶DQGDPHQWRGHOO¶DVVHPLQRUHGHOODVWHVVD/R schema ortogonale GHOO¶LPSLDQWR XUEDQR, mette in evidenza un sistema di DVVLSDUDOOHOLGLVSRVWLVHFRQGRO¶orientamento di piazza S. Lucia: nord ± sud; essi definiscono isolati regolari, aventi forme riconducibili al quadrato e al rettangolo a seconda del processo evolutivo del quartiere, infatti, ad esempio gli isolati venutisi a creare in prossimità della piazza, sono di forma quadrata e man mano che ci si allontana si riconducono alla forma rettangolare. Le superfici esterne, in base ai casi, distinguono diverse soluzioni di SUPERFICI ESTERNE finitura. SLULVFRQWUDODSUHVHQ]DGLLQWRQDFLGDOO¶DVSHWWRGHJUDGDWRGL varie cromie e tonalità, o materiali di rivestimento quali bugne in pietra locale per gli edifici di importanza storico-arcitettonica e maioliche o mattoncini rossi impiegati nelle costruzioni più recenti. La percezione dei beni edilizi è quindi oggi varia, non si ha una visione BENI EDILIZI unitaria né nello stile architettonico né nella tecnica costruttiva, poiché si distinguono modelli edilizi relativi al periodo 1886/91, aventi valenza storica e contraddistinti da un lessico costruttivo e architettonico che segue i canoni della tradizione locale, e invece costruzioni recenti che risalgono al periodo che va dal 1909 sino ai nostri giorni, che mostrano caratteri ed elementi privi di armonia, in quanto sono il frutto di interventi effettuati senza una determinata regola. Il quartiere, infatti, risulta essere oggi un YDVWR³FDPSLRQDULR´SHUVWLOL e finiture. 16 Cfr. Il Movimento della provincia di Siracusa, Un sobborgo agricolo in Siracusa, Siracusa, 1886, n.4. 66 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa 3.2.2 CARATTERI EDILIZI E STILISTICI CARATTERI DEI BENI EDILIZI GLI EDIFICI La Borgata Santa Lucia si connota per una poco armonica organizzazione edilizia, che determina pieni e vuoti, difformità di livelli e di DIFFORMITÁ caratteri nei prospetti. Essa è caratterizzata da importanti preesistenze di carattere religioso, la Basilica di Santa Lucia, il Sepolcro, le catacombe di 6DQWD /XFLD OD FLVWHUQD DOO¶LQWHUQR GHOOH FDWDFRPbe, che ne connotano IRUWHPHQWH O¶DVSHWWR /DVXFFHVVLRQH GHJOL HGLILFL OD FRQVDSHYROH]]D GHOOH testimonianze archeologiche che emergono, a volte durante lavori stradali ad esempio di via Bainsizza, via Isonzo, via Cadorna, sono elementi caratterizzanti il tessuto urbano. /¶DELWD]LRQHWLSR, presenta una superficie compresa tra i 75 mq. e gli 85 ABITAZIONE TIPO mq., una lunghezza standard di 16 m. o 20 m. e un fronte che va dai 4,5 m. ai 5,5 m.; è composta da tre o quattro vani, più servizi, e da un terrazzo soprastante raggiungibile attraverso una scala in legno. A volte O¶HGLILFLRsi innalzava per una o due elevazioni ancora, indicando necessità abitative e di confort legate ad XQ¶DFFUHVFLXWD FDSDFLWj economica. Alcuni modelli edilizi presentano cortili interni, chiostrine e verde privato. La zona della Borgata presenta sempre più frequenti, segnali di abbandono dovuti alla non rispondenza delle abitazioni alle mutate esigenze degli utenti e a carenza di infrastrutture e servizi di quartiere. Se in pianta si assiste ad una saturazione del tessuto, in alzato si evidenzia XQFHUWRJUDGRGLµLQFRPSLXWH]]D¶GHOle superfici esterne e dei volumi (molti edifici, denominati dal P.R.G. edifici chiaramente un progetto non completato), µSURJUDPPDWL¶ GHQXQFLDQR risorsa da valorizzare per recuperare qualità formale, spazi e servizi. I MODELLI EDILIZI /¶DUWLFRODWRWHVVXWRHGLOL]LRGHOTXDUWLHUHdella Borgata Santa Lucia è oggi caratterizzato da quattro modelli principali: a) µcasa terrana¶; MODELLI EDILIZI b) edificio a due elevazioni; c) edificio a tre elevazioni; 67 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA d) edificio a cinque elevazioni. Con LOWHUPLQHµFDVDWHUUDQD¶ si intende un edificio con elevazione limitata MODELLO EDILIZIO a) a un piano fuori terra, fronte strada stretto e sviluppo planimetrico in profondità17. Tale modello edilizio alla Borgata è poco ricorrente. Via V. Statella Via Caltanissetta /¶edificio a due elevazioni dHULYDGDOO¶HYROX]LRQHRGDOO¶DPSOLDPHQWRGHOOD MODELLO EDILIZIO b) µcasa terrana¶, per duplicazione dello schema del piano terra. La disposizione dei vani è solitamente identica a quella del livello inferiore. La scala costituisce il collegamento verticale ed è inclusa nel corpo di fabbrica. Nelle superfici esterne in base ai casi, si riscontrano diverse soluzioni di finitura, sono presenti o intonaci di varia cromia e tonalità, o materiali di rivestimento poco consoni ai caratteri del modello edilizioqULFRUUHQWHO¶XVR dei mattoncini rossi. Sono inoltre caratterizzate da ampie e squadrate aperture contraddistinte da saracinesche, nei modelli edilizi in cui è riservata ai piani terra la funzione commerciale; da aperture delineate, da cornici a tutto sesto o a sesto ribassato, realizzati in pietra da taglio, nelle unità residenziali concentrate al piano terra e al primo piano. In alcuni casi gli architravi, presentano decorazioni particolari. Si delineano inoltre, balconi contraddistinti da mensole, cantonali e cornicioni, che presentano caratteri stilistici ancora mantenuti in questo modello edilizio. 17 68 Pagello E., 1990, p.27, op. cit. Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa Il tessuto edilizio della Borgata Santa Lucia, si presenta prevalentemente caratterizzato dal modello edilizio a due elevazioni. Angolo via Caltanissetta - via Montegrappa Via Isonzo /¶edificio a tre elevazioni è invece composto da volumi su tre livelli. MODELLO EDILIZIO c) Costituisce un modello ricorrente. Lo schema di facciata dei primi edifici realizzati, si presenta così articolato: al piano terra si individuano aperture di accesso ai vani, realizzate con arco a sesto ribassato e aperture con arco a tutto sesto evidenziano gli accessi alle abitazioni. Ai livelli superiori le aperture seguono lo stesso ritmo di quelle sottostanti. Questo modello è inoltre contraddistinto da caratteri stilistici già visti nei modelli precedenti, quali, balconi, mensole, cornici, ecc, anche qui vengono in parte mantenuti. Negli edifici più recenti questi elementi non vengono ripresi, si vengono a creare infatti, soluzioni con ballatoi continui privi di mensole, aperture squadrate senza stipiti, assenza di cornici, si definiscono nuovi modelli con facciate asettiche, prive di armonia. Via Montegrappa Angolo via S. Agnese - via Enna 69 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA MODELLO EDILIZIO d) L¶edificio a sei elevazioni, in alcuni casi dotato anche di piano interrato, rappresenta il modello tipico di edilizLD GHJOL DQQL ¶ e costituisce un modello frequente. Le superfici esterne dei piani terra, sono generalmente scandite da ampie aperture squadrate, contraddistinte da saracinesche, considerato che i locali sono destinati alla funzione commerciale; ai livelli superiori, invece, la presenza di 2 o 3 balconi lineari per ogni piano, inglobano aperture squadrate (2 o 3 per ogni balcone). In questo modello edilizio si nota la presenza di nuovi caratteri stilistici. Via Fuggetta Angolo via V. Statella - via Fuggetta /(81,7$¶TECNOLOGICHE CLASSE DI ELEMENTI TECNICI COPERTURE Diverse sono le soluzioni adottate per realizzare le strutture di copertura. Dal punto di vista morfologico, la geometria di copertura più GEOMETRIE diffusa è quella a falde, con uno o due spioventi, ma sono presenti anche solai piani. Spesso su parti di copertura si riscontrano volumi minori, aggiunte e ampliamenti realizzati con tecnologie diverse DOO¶HVLVWHQWH, per nuove necessità. Si distinguono infatti volumi che occupano parzialmente il solaio di copertura e sopraelevazioni o ampliamenti realizzati con soluzioni costruttive diverse e con mezzi economici limitati. Lo sviluppo delle coperture risente della loro localizzazione nel tessuto edilizio, infatti situazioni di discontinuità tra i volumi impongono la scelta di 70 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa falde perché efficaci nel convogliamento delle acque meteoriche verso le zone di raccolta18. CARATTERI MORFOLOGICI E DECORATIVI Gli edifici che identificano la Borgata Santa Lucia dal punto di vista morfologico-decorativo, generalmente sono caratterizzati da elementi di superficie realizzati da maestri scalpellini locali. Tra gli elementi decorativi ELEMENTI che ornano alcune superfici esterne della Borgata, emergono mensole DECORATIVI che raffigurano volti femminili, figure caricaturali,19 fiori e festoni. Generalmente motivi classici, vengono sostituiti da originali mescolanze di girasoli, foglie di ricino, eucalipto, steli di cardi e baccelli, offrendo una varietà di combinazioni. Alla Borgata queste combinazioni fanno riferimento al Liberty che si manifesta in una semplificata sinuosità di linee fluttuanti, nel rispetto delle simmetrie. In alcuni casi appare ispirato ai modelli inglesi di Charles Voysey dove prevale la linea rigida generatrice di figure astratte20. Le superfici esterne hanno una uniformità cromatica frequente nelle partizioni orizzontali e verticali delle membrature architettoniche e degli aggetti: ORJJH EDOFRQL H FKLDYL G¶DUFo, etc. Il contrasto tra il rivestimento lapideo ed il manto di protezione è dettato dal colore della calcarenite ORFDOHHGDJOLLQHUWLSUHVHQWLQHOO¶LQWRQDFR21. Gli elementi lapidei di superficie presentano sia funzione costruttiva che decorativa. Nella costruzione e nella realizzazione degli elementi architettonici quali mensole, archi, volte, architravi, stipiti, cornicioni ed apparati decorativi è ULFRUUHQWHO¶XVRGHOODcalcarenite. I partiti architettonici presi in esame sono: le aperture contornate da stipiti in pietra da taglio, i cantonali, i balconi con mensole scolpite, le cornici e tra gli elementi di protezione si distinguono le ringhiere. 18 Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bari, 2000, pp. 78-79. 19 Italia Nostra Onlus, La Borgata S. Lucia, indagine conoscitiva per un integrale recupero, Due Elle Grafica, Siracusa, 2009, p. 17. 20 Italia Nostra Onlus, 2009, p. 23, op. cit. 21 Italia Nostra Onlus, 2009, p. 24, op. cit. 71 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA APERTURE Nella maggior parte degli edifici, tutte le aperture sono realizzate con stipiti in pietra da taglio, elemento che configura e rende percepibile O¶DSHUWXUD Le cornici solitamente sono composte da, due spalle e un architrave che CORNICI può essere retto o centinato e definite inferiormente da una soglia. Quelle di dimensioni più grandi adempiono alla funzione di ingresso principale, TXHOOHSLSLFFROHLQYHFHGHOLQHDQRO¶LQJUHVVRDOOHDELWD]LRQLRDOOHERWWHJKH La geometria delle aperture più grandi è di solito ad arco a tutto sesto, GEOMETRIE realizzata con un numero variabile di conci, in alcuni casi anche decorati, come nei casi dei conci di imposta e di chiave. Nelle aperture di luce più PRGHVWDO¶DUFKLWUDYHHVWHUQRqLQPROWLFDVLUHWWLOLQHR Le finestre presentano generalmente schemi geometrici più articolati: ovale, quadrata, a bifora o mista22. Angolo via Fuggetta - via Caltanissetta Via Agnese CANTONALI Il termine, dal latino cantus, indica geneticamente «lo spigolo di una DEFINIZIONE costruzione di carattere mero o, più propriamente insieme degli elementi che concorrono alla sua realizzazione soprattutto se, per forme, materiali, lavorazioni e disposizioni, essi sottolineano ed enfatizzano il ruolo 22 Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bari, 2000, p.102-105. 72 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa VWUXWWXUDOHHVHUFLWDWRGDOORVSLJRORQHOODVWDELOLWj GHOO¶HGLIicio»23. Costituisce CARATTERISTICHE quindi XQHOHPHQWRGLULQIRU]RSRVWRVXOORVSLJRORRVXOFDQWRQHGHOO¶HGLILFLR /HFDVHG¶DQJRORGHOOD%RUJDWD6DQWD/XFLDVRQRWXWWHFRQLOFDQWRQDOH, realizzato in pietra da taglio, che ha la prerogativa di garantire compattezza e rigore formale. La morfologia, nei diversi isolati, è caratterizzata da conci posti LQµVRYUDVTXDGUR¶24. Angolo via Fuggetta - via Caltanissetta Angolo via Montegrappa - via V.Statella I cantonali, spesso, presentano base di fusto capitello. La tecnologia che TECNOLOGIA definisce i cantonali, individua in base ai casi, elementi monolitici o composti da più pezzi, di forma e dimensioni diverse, tra loro sovrapposti e immorsati con le strutture murarie a cui essi appartengono. BALCONI Con il termine balcone «si intende un elemento costruttivo composito, DEFINIZIONE sporgente rispetto alla facciata di un edificio, in corrispondenza degli orizzontamenti interni costituenti uno spazio praticabile, aperto o chiuso accessibile attraverso porte-finestre, protetto da un parapetto o ringhiera»25. È un termine germanico balk, il vocabolo originariamente GHVLJQDYD IRUVH XQD µWUDYH¶ H SHU HVWHQVLRQH XQ µSDOFR VFHQLFR 6HFRQGR altre interpretazioni deriva dal termine persiano Bâla-khanek, che significa µOXRJRVRSUDHOHYDWRRVSRUJHQWHGDOODFDVD¶ Secondo la classificazione 23 Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume primo A-F, UTET, Torino, 2001, p.170. 24 Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bari, 2000, p.111. 25 Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., 2001, p.103, op. cit. 73 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA UNI 829026 GHOVLVWHPDWHFQRORJLFRO¶HOHPHQWRWHFQLFREDOFRQH UNI 8290 DSSDUWLHQHDOODFODVVHGLXQLWjWHFQRORJLFDSDUWL]LRQHLQWHUQDHDOO¶XQLWj tecnologiche partizione esterna orizzontale (3.4.2). TIPO A 3 MENSOLE Il balcone realizzato con mensole è costituito da una struttura composta, le mensole lapidee sono incastrate nello spessore murario e sostengono le lastre che formano il calpestio della parte esterna del balcone. La mensola, ricavata da un concio squadrato, è costituita da due parti: una prima, ben lavorata e decorata, sporge dal muro, una seconda, appena sbozzata, destinata a rimanere inglobata nello spessore murario. Le mensole possono variare da due e più, a seconda della grandezza e imponenza del balcone e del suo ballatoio27. Il caso più frequente è un ballatoio a tre mensole. Le lastre del ballatoio sono connesse tra loro tramite incastri sulla mezzeria di ogni mensola. Via Statella Questo tipo di balconi a tre mensole, è tipico della cultura architettonica di fine Ottocento ed è molto diffuso nel quartiere, per le dimensioni medie dei ballatoi della Borgata28. 26 Norma UNI 8290 - metodi di classificazione e codificazione degli elementi tecnici della costruzione. La normativa fa riferimento alla qualità degli elementi tecnici che delimitano e conformano i singoli spazi del sistema edilizio. Le classi di esigenza previste sono: sicurezza, benessere, fruibilità, aspetto, gestione, relazione/integrabilità, ottimizzazione ULVRUVHPDWHULDOLVDOYDJXDUGLDGHOO¶DPELHQWH 27 Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bari, 2000, p. 117. 28 Giuffrè A., 2000, pp. 119-123, op. cit. 74 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa TIPO A 4 MENSOLE Via Moscuzza Alla borgata vi sono anche balconi in calcestruzzo armato, realizzati più recentemente. Via Agrigento Via V. Statella CORNICI Il termine cornice «indica genericamente quelle parti di una costruzione DEFINIZIONE che, per ragioni decorative o costruttive, servono a interrompere la superficie muraria e, nel caso siano posizionate DOO¶HVWHUQRDSURWHJJHUHOH SDUWLPDJJLRUPHQWHHVSRVWHDOO¶D]LRQHGHJOLDJHQWLDWPRVIHULFLRGHOO¶XRPR e quindi più facilmente soggette a guasti o consumi»29. Il termine deriva dal latino corona o dal greco Kǀrǀne che significa curvatura, linea curva, ecc., una membratura ordinata e combinata in maniera tale da sottolineare il suo ruolo. Si tratta di un elemento sommitale che ha lo scopo di coronare 29 Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume primo A-F, UTET, Torino, 2001, p.282. 75 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA la superficie esterna. Assume principalmente la funzione di allontanare O¶DFTXDGDOPDQWRGLSURWH]LRQHHFRQclude il prospetto30. Angolo via Fuggetta - via Caltanissetta Angolo via Montegrappa - via V.Statella Secondo la classificazione UNI 8290 GHOVLVWHPDWHFQRORJLFRO¶HOHPHQWR UNI 8290 tecnico cornice, considerato elemento di protezione (3.4.1.1), appartiene DOOD FODVVH GL XQLWj WHFQRORJLFD SDUWL]LRQH HVWHUQD H DOO¶XQLWj tecnologiche partizione esterna verticale (3.4.1). Le cornici più diffuse sono costituite da una fascia di conci squadrati che CARATTERISTICHE ha lo scopo di creare XQ¶DVVLVHGLSRVDUHJRODUHSHULOFRQFLRDJJHWWDQWH $O GL VRSUD GHL FRQFL GL FRUQLFH YL q XQ¶DOWUD ILOD GL FRQFL VTXDGUDWL FKH servono a nascondere la falda del tetto e la gronda. NeL EHQL HGLOL]L G¶angolo la cornice è connessa al cantonale, formando così un sistema piedritto-architrave che definisce la superficie esterna. Il sistema di raccolta delle acque meteoriche consiste in un canale posto GLHWUR O¶XOWLPD ILOD GL FRQFL, O¶DOYHR q UHDOL]]DWR WUDPLWH FRSSL LQ FRWWR LO pluviale è esterno al termine della facciata e a volte è anche collocato al centro della facciata31. In parecchi casi il canale di gronda è direttamente collegato alla cornice, DOWUH YROWH O¶LPERFFDWXUD q FDUDWWHUL]]DWD GD SDUWLFRODUL GHFRUD]LRQL DG esempio da mascheroni in cui il canale di gronda si inserisce in maniera armonica. 30 Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bari, 2000, p.101. 31 Giuffrè A., 2000, pp. 127-128, op. cit. 76 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa GLI ELELEMENTI DI PROTEZIONE RINGHIERE Con il termine ringhiera si indica una «struttura di protezione usata per DEFINIZIONE delimitare gli spazi che affacciano sul vuoto, per esempio balconi, terrazzi, ballatoi, scale, terrazzamenti esterni, strade e marciapiedi. Si distingue dal parapetto per la leggerezza e la prevalenza delle parti vuote su quelle piene»32. Le ringhiere sono realizzate in ferro quelle originarie, in profilato di MATERIALI alluminio e alcune volte con struttura mista, generalmente in ferro e lastre di vetro lavorato, le più recenti; si riscontrano infatti una varietà di tipi e forme. Via Moscuzza Angolo via Moscuzaza - via Ibla Secondo la classificazione UNI 8290 GHOVLVWHPDWHFQRORJLFRO¶HOHPHQWR UNI 8290 tecnico ringhiera, considerato elemento di protezione (3.4.1.1), appartiene DOOD FODVVH GL XQLWj WHFQRORJLFD SDUWL]LRQH HVWHUQD H DOO¶XQLWj tecnologiche partizione esterna verticale (3.4.1). Particolare attenzione bisogna porre al fissaggio della ringhiera alla FISSAGGIO struttura muraria. Negli edifici realizzati in muratura, ad esempio, la ringhiera è poggiata alla cornice del ballatoio e fissata alla muratura. Negli edifici costruiti in calcestruzzo armato, invece, il terminale della ringhiera, il cosiddétto montante, è murato tramite malta cementizia alla muratura in fori già predisposti. 32 Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume secondo G-R, UTET, Torino, 2001, p.785. 77 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 3.2.3 CARATTERI TECNOLOGICI E MATERICI IL LESSICO COSTRUTTIVO Nel processo di conoscenza sono state effettuate le analisi del lessico LA CONOSCENZA costruttivo che caratterizza gli edifici della Borgata Santa Lucia, facenti parte delle lottizzazioni: Leone Cuella (1886), De Nicola (1886), Del Bono (1891), Impellizzeri (1909-1914). É stato possibile rilevare i caratteri tecnologici tramite uno studio delle strutture di elevazione, delle partizioni orizzontali, degli elementi di finitura e dei materiali di superficie che identificano gli edifici realizzati dal 1886 ad oggi. Sono oggetto di studio gli elementi costruttivi e strutturali peculiari DOO¶HGLOL]LDGHOTXDUWLHUHGHOOD%RUJDWD6DQWD/XFLDHVVLVRQRVWDWLVWXGLDWLH catalogati attraverso una campagna di rilievi mirati, condotti con il metodo diretto su una vasta campionatura di edifici. Sono stati esaminati i seguenti elementi tecnici: murature, coperture, infissi, cantonali e martelli, individuandone i diversi tipi ed il lessico costruttivo, i materiali e le trasformazioni subite nel tempo. ELEMENTI TECNICI MURATURE Il termine muratura deriva dal latino tardo murare; «indica generalmente DEFINIZIONE qualunque struttura lapidea composta di pietre naturali o artificiali, tanto che siano legate insieme con malta, tanto che siano semplicemente appoggiate le une sulle altre»33. TECNICA COSTRUTTIVA La tecnica costruttiva che caratterizza gli edifici della Borgata Santa Lucia, risulta differente, a seconda dei casi si distinguono tre diversi tipi: muratura portante, struttura in calcestruzzo armato o mista. Gli edifici in muratura della Borgata, dal punto di vista costruttivo, presentano caratteristiche simili a quelle degli edifici di Ortigia. Le murature34 esaminate presentano uno spessore che va da 45 cm. a 70 cm. e un interasse tra i muri paralleli che varia da 4 m. a 6 m., ulteriori 33 Petrignani A., 1981, pag.172, in Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume secondo G-R, UTET, Torino, 2001. 34 Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bari, 2000, p.74. 78 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa separazioni sono realizzate con divisori leggeri, strutturalmente indipendenti dalla muratura. 1HOOD FRVWUX]LRQH GHOOH DSSDUHFFKLDWXUH PXUDULH LO PDWHULDOH G¶LPSLHJR ricorrente è la pietra calcarea. /¶XVR GL TXHVWR WLSR GL PDWHULDOH q GRYXWR alla sua facile reperibilità nelle vicinanze e alla sue caratteristiche di lavorabilità. Si tratta di un calcarenite organogena e fossilifera35 che MATERIALE appartiene al Miocene e si trova in buone quantità nelle cave ancora attive. Con tutta probabilità il materiale che costituisce le superfici esterne e le murature è stato cavato nelle vicinanze di Siracusa, in una delle numerose cave che in quel tempo erano attive. Lo stato di conservazione di questo materiale è variabile, visibili e DEGRADI ricorrenti sono i fenomeni di degrado, quali: alveolizazione, esfoliazione, patina biologica, crosta nera e deposito superficiale36. Il sistema delle murature è composto da conci grossolanamente squadrati di calcarenite sulle facce esterne e rari ripianamenti di pietrame di pezzatura più piccola e malta di calce. Via V. Statella La muratura così composta si presenta in diverse varianti per dimensione, tipo di sbozzatura, disposizione del pietrame e dei conci. Le tramezzature interne negli edifici in muratura sono realizzate con muri divisori in lastre di pietra squadrata dello spessore di 10 cm. o in materiali leggeri quali canne e gesso. 35 Cantone F. Pietra e intonaco. Un osservatorio per le superfici esterne di Ortigia. Roma: Gangemi Editore, 2012, p. 53. 36 Cfr. Giuffrida A., ,PDWHULDOLODSLGHLWUDGL]LRQDOLQHOO¶DUFKLWHWWXUDFRQWHPSRUDQHD/DSLHWUD di Siracusa. 7HVLGLGRWWRUDWRGLULFHUFDLQ7HFQRORJLHGHOO¶$UFKLWHWWXUD;;,,,FLFOR2010, Facoltà di Architettura di Siracusa. Tutor: prof. arch. F. Cantone, cotutor: prof. E. Ciliberto. 79 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Negli edifici invece realizzati in calcestruzzo armato, i tramezzi interni sono realizzati in laterizio e presentano uno spessore di 10/15 cm. COPERTURE Con il termine copertura si intende «la struttura di chiusura superiore di DEFINIZIONE XQ YROXPH FRVWUXLWR SRVWD D VHSDUDUH OR VSD]LR FRQILQDWR GDOO¶DPELHQWH esterno. La copertura protegge gli ambienti interni, in cui debbono essere stabilizzate particolari condizioni termoigrometriche e acustiche»37. Secondo la classificazione UNI 8290 del sistema tecnologico, l¶HOHPHQWR UNI 8290 tecnico copertura (3.2.4.1), appartiene alla classe di unità tecnologica FKLXVXUDHVWHUQDHDOO¶XQLWjWHFQRORJLFKHFKLXVXUDVXSHULRUH Dal punto di vista tecnologico, le strutture di copertura a falde TECNOLOGIA caratterizzanti il quartiere in esame, presentano orditure principali molto fitte, costituite da travi di legno di piccola sezione, inclinate secondo la pendenza della falda e poggianti agli estremi della cimosa da una parte e VXXQDWUDYHGLFROPRDQFK¶HVVDGLVH]LRQHULGRWWDGDOO¶DOWUD 6XOO¶RUGLWXUD di travi inclinate poggia direttamente il sottomanto costituito da una stuoia di canne, legate tra loro o inchiodate alle travi, e da una caldana di gesso su cui poggia il manto di tegole, realizzato con coppi38. Il tipo di copertura a doppia falda presenta una struttura a doppia orditura con trave principale di colmo a giacitura orizzontale e puntoni inclinati secondo la pendenza. Nei solai invece il legno è stato sostituito nella seconda metà degli anni ¶dai profilati metallici e getto di calcestruzzo. Per la ricostruzione dopo la Seconda guerra Mondiale e nelle successive edificazioni la tecnica di costruzione è quella del cemento armato che viene applicata principalmente per la sostituzione degli orizzontamenti. Il cemento armato alla Borgata Santa Lucia, viene anche utilizzato per la realizzazione di soprelevazioni, coperture piane ed edifici interamente concepiti con struttura intelaiata39. Per quanto riguarda il sistema di smaltimento delle acque meteoriche, esso presenta soluzioni distinte in relazione alle diverse unità edilizie. 37 Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume primo A-F, UTET, Torino, 2001, p.275. 38 Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bari, 2000, p.78. 39 Sersale R., La storia del cemento e del calcestruzzo, Napoli, 1998. 80 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa Frequenti sono quindi le soluzioni a gocciolatoio con aggetto in tegole cave, soluzioni con gronde e pluviali in materiale plastico (PVC); sono inoltre presenti soluzioni di convogliamento delle acque piovane inserite nello spessore murario40. Tra gli elementi di finitura più interessanti figurano le volte ad FINITURE incannucciato. Si tratta di controsoffitti con geometria a volta, realizzati con canne e gesso, sorrette da FHQWLQH OLJQHH WDJOLDWH H FKLRGDWH O¶XQD DOO¶DOWUD41. INFISSI Con il termine infisso si «indica la parte fissa della finestra o della porta- DEFINIZIONE finestra, connessa alla struttura muraria e destinata a realizzare il collegamento della parte mobile, costituita dal serramento con il vano che ORDFFRJOLH«,OWHUPLQH deriva dal latino infigere, che significa infiggere, con ULIHULPHQWRDOODIXQ]LRQHGHOO¶HOHPHQWRHDOODVXDFROORFD]LRQHª42. È formato da elementi verticali, denominati montanti, e da elementi orizzontali, denominati traverse, variamente connessi. 6HFRQGRODFODVVLILFD]LRQH81,GHOVLVWHPDWHFQRORJLFRO¶HOHPHQWR UNI 8290 tecnico infisso (3.4.2.1), appartiene alla classe di unità tecnologica partL]LRQH LQWHUQD H DOO¶XQLWj WHFQRORJLFKH SDUWL]LRQH HVWHUQD orizzontale (3.4.2). 40 Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bari, 2000, p.80. 41 IVI, p.81. 42 Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume secondo G-R, UTET, Torino, 2001, p.427. 81 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA /¶LQILVVRVL presenta come un sistema composto da vari dispositivi tecnici, alloggiati in appositi vani, ognuno dei quali occupa un ruolo determinante nel suo funzionamento generale. INFISSI Via Montegrappa \ Via Agrigento Il vasto campionario di infissi, caratterizzato da molteplicità e varietà di soluzioni presenti nel quartiere, fa riferimento ad edifici di diversa tecnologia e finitura. I portali sono caratterizzati da portoni di accesso ai vani deOO¶HGLILFLR. Quello originario, si presenta a doppia anta in legno con rosta in ferro battuto e costituito da telaio fisso ancorato al muro tramite zanche di ferro. PORTALI Angolo via Isonzo - via Caltanissetta TECNOLOGIA Via Agrigento Il telaio fisso è composto da profilati lavorati artigianalmente e assemblati tramite incastri e chiodature; il telaio mobile è invece costituito da pannelli 82 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa in legno sagomati ed incastrati che, solo sul lato esterno, presentano specchiature. Per quanto riguarda i sistemi di movimentazione e manovra, sono caratterizzati da sistemi VDOLVFHQGLVXOO¶DQWDGLEDWWXWDGDFHUQLHUHsul telaio e da serrature di vario genere43. I portoni più recenti sono stati invece realizzati in alluminio. /¶LQJUHVVR DL piani terra avviene attraverso porte-finestre che hanno anche la funzione di controllare la luminosità del vano di facciata. PORTE - FINESTRE Via V. Statella Via Isonzo *HQHUDOPHQWHO¶LQILVVRqFRVWLWXLWRGDXQWHODLRPRELOHLQOHJQRILVVDWRDOOD TECNOLOGIA struttura muraria mediante cerniere ad anello staffate al muro. Il telaio mobile, con movimento di manovra YHUVRO¶LQWHUQRqFRVWLWXLWRGDuna parte tamponata inferiore e da una parte vetrata superiore. Il sistema di oscuramento avviene mediante ante mobili poste DOO¶LQWHUQR e collegate tramite cerniere al telaio fisso. Nei locali in cui si concentrano attività riservate al pubblico, vengono impiegati infissi a vetro, spesso RSDFRFKHFRQGXFRQRODOXFHDOO¶LQWHUQRGHOO¶HGLILFLR. Il meccanismo di movimentazione e di manovra è costituito da cerniere saliscendi e chiavistelli di chiusura. 43 Caterina G., Il recupero degli infissi, UTET, Torino, 1995, pp.71-72. 83 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Sono inoltre presenti, per motivi di sicurezza, cancelli esterni, in ferro o in alluminio, di morfologie differenti, spesso apribili YHUVRO¶HVWHUQR CANCELLI Via Fuggetta Per quanto riguarda invece le finestre ed i balconi-finestre dei piani superiori degli edifici, la tipologia costruttiva risulta essere simile alla portafinestra dei piani terra. Il sistema di oscuramento è caratterizzato dal dispositivo delle persiane, poste sul filo esterno e fissate con apposite cerniere al telaio esterno, per IDFLOLWDUHHJDUDQWLUHDOPDVVLPRO¶LQJUHVVRGHOODOXFHuna volta aperte. BALCONI - FINESTRE PERSIANE Via Ragusa /HSHUVLDQHDSULELOLYHUVRO¶HVWHUQRVSHVVRVRQRDGXHEDWWHQWLFRQWHODLR mobile diviso in due da una traversa intermedia. Il sistema di chiusura interno della persiana, è costituito da una cremonese ad apertura eccentrica. 84 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa Molte volte in assenza delle persiane è stata utilizzata la tenda veneziana esterna, in alluminio. Oltre ai tipi tradizionali sono frequenti infissi di concezione più moderna, che presentano un telaio mobile, realizzato in alluminio ed un sistema di oscuramento creato con il dispositivo a persiana avvolgibile costituita da lamelle orizzontali. BALCONI - FINESTRE AVVOLGIBILE Via Moscuzza La persiana avvolgibile si apre raccogliendo le lamelle attorno ad un rullo contenuto nel cassonetto, posto nella parte superiore del vano finestra. $OFXQH YROWH O¶LQILVVR q FDUDWWHUL]]DWR GDOla presenza di persiane esterne in alluminio anodizzato, aggiunte in un secondo momento. In alcuni edifici, sono stati accostati nuovi infissi, a quelli originari in legno RDOOXPLQLRVL YHQJRQRDFUHDUHFRVuL³GRSSL LQILVVL´IRUQLWLVROLWDPHQWHGL vetro-camera; il nuovo profilo è stato posizionato sul filo esterno della facciata. CANTONALI E MARTELLI MURARI Per valutare la qualità di collegamenti tra pareti ortogonali, si è posta AMMORSATURA attenzione alla morfologia dei cantonali. La VROX]LRQH G¶DQJROR è realizzata con un sistema ordinato di pietra tagliata, posta in opera con blocchi perfettamente squadrati e sottili giunti di malta. I conci sono collocati prevalentemente in lunghezza PD O¶DVVHWWR SUHYHGHXQ¶DOWHUQDQ]DGLVWUDWLSHUPLJOLRUDUHO¶DPPRUVDtura. 85 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Per quanto riguarda la continuità delle fronti, essa è resa con il collegamento tra murature adiacenti, attraverso O¶DPPRUVDWXUD GHJOL addentellati44. Su alcuni edifici della Borgata i martelli murari risultano essere ben integrati alla muratura esistente. CARATTERI MATERICI MATERIALI: PIETRA Le pietre delle costruzioni della Borgata Santa Lucia si distinguono in IMPIEGO EDVH DOO¶XVR D FXL VRQR GHVWLQDWH, il pietrame ordinario utilizzato nelle murature è la pietra da taglio che trova impiego nelle decorazioni. 4XHVW¶XOWLPD SHUPHWWH GL HIIHWWXDUH XQD ODYRUD]LRQH ad intaglio che consente di garantire perfezione e conservazione della forma assegnatale. La pietra da muratura assicura buona resistenza allo schiacciamento e durevolezza. Il tipo di pietra che quindi viene utilizzata sia nelle strutture delle murature CALCARENITE che in ogni tipo di decorazione è la pietra calcarea, poiché possiede e garantisce tutti i requisiti menzionati. Tra i calcari pregiati si ricordano quelli della zona di Augusta e quelli di Cassibile, si tratta di calcari miocenici, organogeni e fossiliferi della Formazione di Palazzolo utilizzati per le mensole dei balconi, per i ballatoi e per gli apparati decorativi. Sono presenti, sul territorio siracusano, diversi tipi della stressa pietra che si distinguono anche per il colore leggermente diverso. Alla borgata il colore dei manufatti lapidei è di un colore tendente al giallo che individua pietra abbastanza resistente agli agenti atmosferici e ai fattori antropici45. Si ricordano inoltre la pietra di Melilli, molto dura e quindi più adatta alla realizzazione di elementi strutturali e quella di Canicattini più tenera e meno costosa, utilizzata più a scopo esclusivamente decorativo46. 44 Giuffrè A., Sicurezza e conservazione dei centri storici. Il caso Ortigia, Editori Laterza, Bri, 2000, p.77. 45 Cantone F. Pietra e intonaco. Un osservatorio per le superfici esterne di Ortigia. Roma: Gangemi Editore, 2012, pp. 53-54. 46 Cfr. Giuffrida A., I materiali lapidei tradizionali QHOO¶DUFKLWHWWXUDFRQWHPSRUDQHD/DSLHWUD di Siracusa. 7HVLGLGRWWRUDWRGLULFHUFDLQ7HFQRORJLHGHOO¶$UFKLWHWWXUD;;,,,FLFOR2010, Facoltà di Architettura di Siracusa. Tutor: prof. arch. F. Cantone, cotutor: prof. E. Ciliberto. 86 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa OPERE DI FINITURA: RIVESTIMENTI Il termine rivestimento deriva «dal latino tardo revestire, significa DEFINIZIONE letteralmente coprire nuovamente, in maniera ripetuta. Genericamente con ULYHVWLPHQWR VL LQWHQGH O¶RSHUD]LRQH H O¶HIIHWWR GHO ULYHVWLUH SL comunemente però la denominazione indica il materiale o il prodotto con cui è coperta una qualsiasi superficie»47. Secondo la classificazione UNI 8290 del sistema tecnologico, appartiene UNI 8290 alla classe n.8. Per quanto riguarda i rivestimenti (classe 8.3) degli edifici che identificano la zona della Borgata sono, realizzati con intonaci (classe 8.1) di colore giallo, rosa, azzurro. Il termine intonaco indica uno «strato di malta di limitato spessore esteso DEFINIZIONE sulle murature per proteggerne, regolarizzarne e/o finirne la superficie. 'HULYD GDOO¶LWDOLDQR intonico, probabilmente legato al ODWLQR WXQLFD« esprime genericamente un concetto di rivestimento»48. /¶LQWRQDFR HUD UHDOL]]DWR D WUHVWUDWL49 di cui il primo di ancoraggio, detto CARATTERISTICHE µVFDJOLDWD¶LOVHFRQGRdi livellamento, detto µDUUL]]DWD¶HORVWUDWRGLILQLWXUD detto µPRQDFKLQD¶SRVDWR in due riprese. Ad oggi, molti elementi decorativi sono appesantiti da strati di intonaco di diversi colori e di forte spessore che snaturano la morfologia della superficie esterna. In alcuni casi il paramento murario è invece rivestito da mattoni faccia vista, RIVESTIMENTI Via Moscuzza 47 Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., Dizionario degli elementi costruttivi, Volume secondo G-R, UTET, Torino, 2001, p.790. 48 Galliani G. V., musso F., Franco G., Mor G., 2001, p.437, op. cit. 49 Italia Nostra Onlus, 2009, p. 33, op. cit. 87 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA da piastrelle in ceramica, o da maioliche, poste a protezione di probabili infiltrazioni umide. RIVESTIMENTI Angolo via V. Statella - via Montegrappa 88 Capitolo 3 - Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa 3.3 BORGATA S. LUCIA Il momento conoscitivo per la Borgata è stato articolato in un percorso di LA CONOSCENZA analisi dei molti spetti che contraddistinguono il quartiere. Attraverso le schede C1 e C2, corredate da elaborati grafici, quali: schemi planimetrici e particolari costruttivi, si illustrano e sintetizzano le informazioni relative alla consistenza tecnologica dei modelli edilizi che identificano il quartiere. Le sei unità edilizie selezionate, fanno riferimento a diverse datazioni; le lottizzazioni designate, individuano il processo evolutivo della Borgata dal 1886 al 1931. 89 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 3.4 CONFRONTO TRA I CASI STUDIO E IL CASO PILOTA COMPARAZIONE Dalla comparazione tra i casi studio esaminati ed il caso pilota della Borgata S. Lucia, emergono peculiarità relative alla conservazione del tessuto urbano originario (morfologia) ed edilizio (caratteri edilizi e tecnologici), al processo di espansione urbana e alla crescita sociale. Lo studio mette in risalto le differenze e le analogie dei casi nazionali e transazionali e rileva attraverso un quadro sinottico, i seguenti fattori, sintetizzati nella scheda D: CRITERI CARATTERI I CARATTERI IDENTITARI e le PROBLEMATICHE; Le STRATEGIE di RIQUALIFICAZIONE; Gli ESITI OTTENUTI. I caratteri identitari e le problematiche esplicitano la situazione originaria, le condizioni di stato e i problemi del quartiere, nonché le trasformazioni della sfera sociale, culturale e architettonica. Le strategie di riqualificazione esaminano gli interventi che hanno messo in atto procedure efficaci per il miglioramento della condizione originaria. Gli esiti esprimono invece i risultati che tali interventi hanno avuto. ANALOGIE Dal confronto emerge che si tratta di contesti coevi ('800) e contraddistinti da caratteri similari (analogie). In quasi tutti i casi HVDPLQDWLO¶HGLILFD]LRQHGHOTXDUWLHUHVLqEDVDWDVXOSULQFLSLRGLPDVVLPR sfruttamento dei suoli, sulle divisioni particellari e sulle lottizzazioni private. Dal punto di vista della morfologia urbana, si dà origine ad un impianto regolare a scacchiera, tipico della città ottocentesca. Inoltre sono tutti quartieri residenziali, sorti a corollario della città, e oggi, considerati periferie storiche. DIFFERENZE Alcune differenze si riscontrano invece nel rapporto dimensionale, nella realtà sociale, nel modo di attuare strategie di riqualificazione e soprattutto nei modelli edilizi, nella tecnologia e nei materiali di finitura. Tali quartieri definiti periferie ³storicL]]DWH´, sono divenuti oggi, parte integrante della città esistente, essi rappresentano una prosecuzione, in quanto occupano brevi distanze dal centro. Nonostante ciò, non sono vivi come il centro città e presentano condizioni e caratteri che li identificano 102 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA come quartieri isolati/emarginati, soprattutto dal punto vista sociale e di conseguenza architettonico ed edilizio. Attraverso i tre criteri, si ottiene un quadro generale delle analogiesimilitudini e delle differenze. Si individuano i punti di forza e di debolezza che intercorrono tra i casi esaminati e il caso pilota. Ad esempio, la PUNTI DI FORZA E DEBOLEZZA realizzazione di nuove costruzioni e di sopraelevazioni, costituisce un punto di forza, poiché mette in evidenza un processo di crescita del quartiere, allo stesso tempo denota però un punto di debolezza, considerato che, negli anni, la maggior parte dei modelli edilizi dei casi studiati, non ha mantenuto lHWHFQLFKHFRVWUXWWLYHHGLPDWHULDOLG¶LPSiego, infatti, i nuovi caratteri che li contraddistinguono, non li identificano come beni edilizi RULJLQDULGHOOXRJR$QFKHO¶DOOLQHDPHQWRGHJOLHGLILFLDOODVHGH VWUDGDOH DVVLHPH DOO¶XQLIRUPLWj VWLOLVWLFD RYH PDQWHQXWD UDSSUHVHQWDQR punti di forza. Costituisce invece un altro punto di debolezza, il fenomeno di massimo utilizzo del suolo, in quanto vengono a mancare gli spazi DOO¶DSHUWR ULVHUYDWL DO YHUGH DWWUH]]DWR QH UDSSUHVHQWD però anche un punto di forza, visto che nel quartiere si è verificata una edificazione molto densa, che ha consentito un aumento del numero degli abitanti. (Scheda sinottica D). 103 Capitolo 3 ± Il caso pilota: La Borgata Santa Lucia a Siracusa CONFRONTO TRA I CASI STUDIO E IL CASO PILOTA CASI STUDIO PICANELLO Catania )LQHµ LITTORIO Palermo 1927 VOMERO Napoli )LQHµ LORETO Bergamo )LQHµ CARATTERI IDENTITARI e PROBLEMATICHE STRATEGIE di RIQUALIFICAZIONE ESITI OTTENUTI - maglia ortogonale; - zona agricola; - vicino al centro; - lottizzazioni private; - violenta urbanizzazione; - struttura: pietra lavica e ripianamento in laterizio; - modelli edilizi: casa terrana, palazzetto, villino. - maglia ortogonale; - zona residenziale; - distante dal centro; - contributi statali; - speculazione edilizia - struttura: portante in cls. armato; - modelli edilizi: blocco a corte, villino, condominio. - maglia radiale; - zona agricola; - vicino al centro; - investim. banca Tiberina; - struttura: portante in cls. arm.; - modelli edilizi: palazzetto, palazzo, condominio, villa. - demolizioni; - divisione particellare dei suoli; - massimo utilizzo del suolo. - zona residenziale; - morfologia urbana mantenuta; - nuove costruzioni: sopraelevazioni GHOO¶HVLVWHQWH - demolizioni. - zona residenziale; - morfologia urbana mantenuta; - nuove costruzioni: condomini; - miglioramento sociale. - maglia ortogonale; - zona agricola; - vicino al centro; - lottizzazione privata; - speculazione edilizia; - struttura: portante in cls. arm.; - modelli edilizi: casa econom. popolare, casa in linea, villa. - demolizioni; - rigore nel costruire; - massimo utilizzo dei suoli. - zona residenziale; - morfologia urbana mantenuta; - nuove costruzioni: edifici popolari; - allineamento degli edifici alla sede stradale. - demolizioni; - WUDVIRUPD]LRQH GHOO¶LPSLDQWR urbano originario; - rigore nel costruire; - massimo utilizzo dei suoli.; - zona residenziale; - schema ortogonale; - miglioramento urbano e sociale. - demolizioni; - edificazione molto densa; - risanamento urbano. - zona residenziale; - morfologia urbana mantenuta; - nuove costruzioni - miglioramento urbano e sociale. - demolizioni; - ampliamenti. - zona residenziale estiva; - tessuto urbano meno denso; - nuove costruzioni sopraelevazioni; - miglioramento della qualità residenziale. - struttura orig. tipo medievale; - zona residenziale; BASTIGLIA - vicino al centro; - lottizzazioni; Parigi - struttura: muratura portante, in 1605 cls. armato; - modelli edilizi: palazzo, edif. minore, edif. contemporaneo. - maglia ortogonale; - zona produttiva e KREUZBERG residenziale; - media distanza dal centro; Berlino - struttura: portante in cls. arm.; 1800 - modelli edilizi: casa-caserma, edificio multipiano, casa per abitazione. - maglia ortogonale; - borgo marinaro; - distante dal centro; BARCELONETA - lottizzazioni; - struttura: in muratura portante, Barcellona in cls. armato; 1715 - modelli edilizi: casa mediana a 2 liv., casa con 4 appartamenti, edif. multipiano. - maglia ortogonale; - borgo marinaro; BORGATA - vicino al centro; - lottizzazioni private; S. LUCIA - struttura: portante in muratura, Siracusa mista, in cls. armato. - modelli edilizi: casa terrana, 1850 edificio a 2, 3 e 5 elevazioni. - risanamento urbano; - espansione. - intensa attività edificatoria. - zona residenziale; - miglioramento sociale urbano e residenziale; - si interrompono le regole. - zona residenziale; - morfologia urbana mantenuta; - nuove costruzioni: case popolari e sopraelevaz.; - allineamento edifici alla sede stradale. D DIFFERENZE SIMILITUDINI ANALOGIE X X X X X X X X Scheda sinottica D ± Confronto tra i casi studio e il caso pilota. 104 STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE ³6725,&,==$7(´ 4.1 STRUMENTI NORMATIVI PER LA BORGATA: SCENARI DI APPLICAZIONE Sulla scorta della normativa vigente e tra gli strumenti urbanistici attuati in contesti simili, si fa riferimento ai programmi ³complessi´ (Rif. cap. 2 par. 2.1). Ad essi si deve la capacità di distribuire in maniera equilibrata servizi ed infrastrutture. È loro il merito di risolvere il problema sociale e la crisi del quartiere1, di poter trasformare il tessuto urbano degradato, di migliorare la qualità tecnologica e ambientale degli edifici e dello spazio urbano. Lo strumento applicabile al contesto della Borgata è il Piano PIANO INTEGRATO DI INTERVENTO Integrato di Intervento2 ± P.I.I. La Borgata Santa Lucia è stata interessata dal PRG 2004, elaborazione del PRG del 1998, definita come quartiere ricadente in zona B1.2, ne diviene tessuto consolidato di valore ambientale. Il Piano Integrato di Intervento già applicato alla Borgata, è uno strumento normativo pianificatorio, istituito con la legge n. 179 del 17 febbraio 1992 per consentire un riesame dei caratteri del tessuto esistente e tentare soluzioni di intervento coordinate (anche fra più soggetti, pubblici e privati) ed integrate (anche per una pluralità di funzioni) a corollario di numerosi fattori che coinvolgono la fase di programmazione e di definizione delle scelte di intervento. Essi agiscono anche in dettaglio, 1 2 Bellicini L., Ingersoll R., Periferia italiana, Melteni editore, Roma, 2001, pp. 67-68. Art. 16 della legge n. 179/1992 - normativa che promuove i P.I.I. 105 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA sulO¶HGLOL]LDUHVLGHQ]LDOH per riqualificarne il tessuto e sul singolo edificio per la conservazione delle caratteristiche morfologico-insediative dei tessuti. Tale normativa particolareggiata, applicata ad un quartiere, propone quale tessuto consolidato di valore ambientale, parte integrante del tessuto storico dell¶HVSDQVLRQH ottocentesca è sottoposto a vincolo storico, ambientale e paesistico3. In funzione delle condizioni al contorno che hanno dettato O¶DSSOLFD]LRQH GL DOWUL strumenti normativi, si ritiene utile citare, per la Borgata: STRUMENTI NORMATIVI CONTRATTI di QUARTIERE - (proposti dal Comune); PROGRAMMI di RIQUALIFICAZIONE URBANA (P.R.U.) (proposti dal Comune); PROGRAMMI di RECUPERO URBANO (P.R.U.) (proposti ai Comuni da soggetti pubblici e privati, gestiti dal Comune). Gli strumenti normativi menzionati, possono essere applicati alla Borgata, considerato che il quartiere versa oggi in stato di notevole degrado, sia dal punto di vista sociale che edilizio ed urbano. Tutti gli interventi non idonei effettuati negli ultimi anni, hanno peggiorato lo stato GHLEHQLHGLOL]LFRPSURPHWWHQGRQHO¶DVSHWWRDUFKLWHWWRQLFR Il Contratto di Quartiere, ad esempio, è efficace per contesti interessati da degrado superficiale e urbano, da carenza di servizi, da scarsa coesione sociale. Il Programma di Riqualificazione Urbana (P.R.U.) coinvolge aree semiperiferiche, isolate e degradate ed è finalizzato a programmi di manutenzione, di riqualificazione urbana e di risanamento. Il Programma di Recupero Urbano (P.R.U.) invece è volto al recupero del sociale e DOO¶DSSOLFD]ione di interventi manutentivi QHOO¶DPELWRHGLOL]LR e urbano. Preso atto che i programmi ³complessi´ esaminati sono strumenti finalizzati alla riqualificazione e considerate le problematiche presenti alla Borgata Santa Lucia, quasi tutti potrebbero essere attuati, DG HFFH]LRQH GHL 3LDQL 8UEDQ SHU OH SHULIHULH SURSRVWL GDOO¶8QLRQH Europea), poiché necessitano di finanziamenti e sono applicabili ad agglomerati di oltre 100.000 abitanti, in aree ad elevato tasso di 3 D.A. n. 6080 del 21 maggio 1999 - approvazione delle Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale. 106 Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´ disoccupazione, con tessuto urbano disgregato e mancanza di servizi sociali. Altro strumento normativo, la Società di Trasformazione Urbana S.T.U., comporta il coinvolgimento di privati e la pianificazione di strategie comuni con la Pubblica Amministrazione. Tutti i programmi esaminati sono gestiti direttamente dai Comuni, ad eccezione dei Piani Integrati di Intervento, coordinati direttamente dal Ministero dei Lavori Pubblici. Lo strumento che appare più consono e di facile gestione per il UHFXSHUR GHOOD SHULIHULD ³VWRULFL]]DWD´ ULVXOWD HVVHre oggi, il Contratto di STRUMENTO Quartiere. Si tratta, di una sorta di Piano-Progetto, caratterizzato da APPLICABILE interventi di rilancio socio-economico che tengono conto dello stato di fatto del quartiere coinvolto. Gli interventi saranno volti al recupero economico e sociale degli spazi pubblici e privati. Grazie a questo programma sarà possibile applicare soluzioni che mirano ad incrementare e migliorare i servizi del quartiere, a rinnovare i caratteri edilizi e a potenziare la qualità abitativa ed insediativa. (Scheda E). 107 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA STRUMENTI NORMATIVI PER LA BORGATA S. LUCIA STRUMENTI NORMATIVI SCENARI di INTERVENTO URBANO - RECUPERO URBANO; - RISANAMENTO URBANO. EDILIZIO - RECUPERO EDILIZIO; - RISPARMIO ENERGETICO. SOCIALE - RECUPERO SOCIALE Realizzazione opere di urbanizzazione secondaria e incremento dei ristrutturazione edilizia; servizi: restauro e risanamento centri sportivi - palestra; conservativo (Chiesa, primi centri sociali; edifici edificati); centri di accoglienza; installazione di pannelli solari e messa in funzione impianti fotovoltaici; GHOO¶DWWXDOH VWDGLR'H6LPRQH Realizzazione di: miglioramento della qualità centri per attività commerciali e abitativa, insediativa e artigianali. ambientale del quartiere. - RECUPERO SOCIALE - RECUPERO EDILIZIO CONTRATTI Interventi: Interventi: di QUARTIERE opere di urbanizzazione primaria: recupero degli edifici esistenti; Possono coinvolgere QHOO¶HODERUD]LRQH dei progetti gli abitanti del quartiere. illuminazione pubblica; recupero degli spazi pubblici; del verde - zona piazza S. Lucia; arredo urbano; allaccio alla rete del gas, combustibile per uso domestico; sostituzione rete elettrica. - RIQUALIFICAZIONE URBANA; - MANUTENZIONE. - RISANAMENTO; P. R. U. Programmi di Riqualificazione Interventi opere di urbanizzazione primaria: Urbana illuminazione pubblica; riqualificazione di piazza Finalizzati alle aree S. Lucia; semiperiferiche e creazione di aree a verde; periferiche, sistemazione arredo urbano e coinvolgono i spazi pubblici; cittadini nelle scelte. allaccio alla rete del gas, combustibile per uso domestico. P. I. I. Programmi Integrati di Intervento Già applicati alla Borgata S. Lucia P. R. U. Programmi di Recupero Urbano Interventi: recupero edifici esistenti; risanamento di parti comuni di fabbricati residenziali; manutenzione ordinaria e straordinaria; restauro e risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia di fabbricati residenziali e non. Realizzazione: strutture a carattere culturale. Grazie agli interventi attuati WUDPLWHO¶DSSOLFD]LRQH GLWDOH strumento normativo, si è riusciti in parte a: RECUPERARE le zone degradate del quartiere; RIQUALIFICARE il tessuto e O¶DPELHQWH REALIZZARE, ampliare e potenziare - le reti fognarie; - gli impianti di illuminazione; - le strade, la piazza e il verde. Mettendo in pratica tali programmi di intervento, si è riusciti a: - RECUPERO URBANO - MANUTENZIONE URBANA - RECUPERO EDILIZIO - MANUTENZIONE EDILIZIA Interventi di tipo urbano: Interventi di tipo edilizio: rifacimento o integrazione di urbanizzazione primarie (strade, reti fognarie e idriche) pubblica illuminazione; verde attrezzato; arredo urbano; sistemazione di spazi pubblici. ristrutturazione; ampliamento o realizzazione di fabbricati residenziali e non; restauro e risanamento degli edifici (chiesa). Tramite: manutenzione ordinaria; manutenzione straordinaria. REALIZZARE nuovi edifici di tipo residenziale: palazzoni e edifici economico-popolari; nuove infrastrutture. Non si è riusciti a: RECUPERARE il patrimonio edilizio esistente; Potenziare: la funzione artigianale, commerciale e direzionale; i servizi in genere; la qualità della vita. Realizzazione , completamento e adeguamento opere di urbanizzazione secondaria: scuole e chiese; mercati di quartiere; centri sociali; strutture sanitarie. Dal punto di vista sociale, le condizioni della Borgata sono riamaste invariate. /¶DSSOLFD]LRQHGL tali programmi non ha minimamente influito a migliorare la qualità della vita, poiché questo tipo di strumento, non è finalizzati al sociale. Il quartiere necessita di interventi di RECUPERO, in quanto versa in notevoli condizioni di degrado. Dal punto di vista sociale, i P.R.U., pur non attenzionando, questo aspetto, se messi in pratica alla Borgata, migliorerebbero notevolmente la qualità della vita. Scheda E ± Strumenti normativi per la Borgata S. Lucia. 108 E Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´ 4.2 LETTURA CRITICA DEL PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO ALLA BORGATA Premesso che i Programmi Integrati di Intervento ± (P.I.I.) sono strumenti urbanistici che si SRQJRQRO¶RELHWWLYRGLrecuperare, riqualificare, conservare i beni edilizi, essi già applicati alla Borgata, non hanno imposto regole. Lo strumento è riuscito solo in minima parte ad attuare una serie di interventi come la riqualificazione del tessuto edilizio ed il recupero delle zone più degradate. Dopo tali interventi, emergono una serie di criticità che delineano le CRITICITÁ reali condizioni del quartiere, denunciando la mancata trasposizione dei principi della conservazione. Il patrimonio edilizio esistente non è stato infatti recuperato, né conservato; infatti la realizzazione di nuovi edifici di tipo residenziale: palazzoni, condomini ed edifici economico-popolari, ha fatto perdere le caratteristiche morfologiche del tessuto originario. Altro fattore negativo, gli interventi non controllati, effettuati negli anni dagli utenti, per soddisfare esigenze personali, nel tentativo di migliorare la qualità della loro vita. Pertanto oggi urge la stesura di uno strumento che stabilisca regole elaborate a partire dalle problematiche rilevate. 109 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA 4.3 LINEE GUIDA PREMESSA /H FRQGL]LRQL GL VWDWR GL PROWL µEHQL HGLOL]L¶4 della Borgata Santa Lucia, risultano oggi essere gravemente compromesse per la totale assenza di manutenzione HSHUO¶DSSOLFD]LRQHGLinterventi di recupero non idonei. Da confronti emergono dati relativi ai modelli edilizi, alla natura del sistema tecnologico, alle categorie di trasformazione. Lo studio condotto associa alle problematiche, classi di intervento attraverso cui mettere a punto linee. Lo studio comparato tra modelli edilizi e morfologia degli isolati descrive MODELLI EDILIZI il ruolo della componente edilizia nella configurazione urbana e O¶LQIOXHQ]D VXOOD compiutezza degli isolati 4XHVW¶XOWLPD YRFH, ricorrente alla Borgata, in FDVL³QRQILQLWL´, è riconoscibile attraverso la presenza del dispositivo tecnico di sostegno degli aggetti, detti PHQVROH ³DXJXUDOL´ in funzione di una futura soprelevazione. SCOMPOSIZIONE SISTEMA EDIFICIO Dalla scomposizione del sistema edificio, sono stati LQGLYLGXDWLO¶LQVLHPH di elementi spaziali e di elementi tecnici che lo caratterizzano5 (sistema ambientale e sistema tecnologico). Per quanto riguarda le TRASFORMAZIONI (antropiche e naturali) si TRASFORMAZIONI individuano tre categorie: a) Mancato Completamento (nuovi volumi - sopraelevazioni); b) Superfici Esterne (finiture: intonaci e rivestimenti); c) Integrazione di nuovi elementi (cavi elettrici, impianti di climatizzazione, antenne paraboliche, ecc.). Il mancato completamento individua la presenza di edifici incompiuti, in FXL q SRVVLELOH VRSUDHOHYDUH XQ¶XOWHULRUH SLDQR DO YROXPH HVLVWHQWH considerato che, essi, non sono stati mai portati a compimento, Le superfici esterne dei beni edilizi, mostrano visibili degradi in facciata, deposito superficiale e alterazioni cromatiche. Macchie e patina biologica, dovute alla presenza di umidità, sono presenti in prossimità 4 Gasparoli P. Talamo C., Manutenzione e Recupero. Criteri, metodi e strategie per O¶LQWHUYHQWRVXOFRVWUXLWR, Alinea Editrice, Firenze 2006. 5 Zaffagnini F., (a cura di), Manuale di Progettazione Edilizia. Fondamenti, strumenti, norme, Vol. 4 ± Tecnologie: Requisiti, Soluzioni, Esecuzione, Prestazioni, Editore ULRICO Hoepli, Milano, 1978, p. 4. 110 Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´ della fascia basamentale e nei paramenti murari; a seconda dei casi, si manifestano in maniera più o meno diffusa, seguendo forme irregolari. È frequente DQFKH LO IHQRPHQR GHOO¶DOYHROL]]D]LRQH manifestatosi nei seguenti elementi: basamenti, stipiti, mensole, cantonali e architravi, realizzati in pietra (calcarenite). L¶HOHPHQWR, presenta infatti, cavità più o meno regolari e profonde a seconda dell¶LQWensità del degrado. Il rivestimento delle facciate dei nuovi edifici è stato realizzato, in alcuni casi con tinte dai colori inadeguati R FRQ O¶LPSLHJR GL PDWHULDOL inadatti, quali maioliche, piastrelle in ceramica e laterizi faccia vista di colore rosso. Si riscontra la presenza di soluzioni basamentali di nuova concezione (finti basamenti), infissi in alluminio, un nuovo sistema di oscuramento ± il dispositivo a persiana avvolgibile e cancelli in ferro o alluminio, realizzati con stili poco consoni. Ringhiere in profilato di alluminio o con struttura mista, solitamente in ferro e vetro lavorato, contraddistinguono invece i balconi dei nuovi edifici in cls. armato, presentano una varietà di tipi e forme. Le integrazioni effettuate, riguardano O¶LQstallazione, in facciata di antenne paraboliche, corpo macchine - impianti di climatizzazione e cavi relativi agli impianti menzionati ed elettrici. Inoltre sono presenti numerose superfetazioni, esse costituiscono nuovi volumi contraddistinti da morfologia, tecniche costruttive e materiali incongrui al modello edilizio originario. La trasformazione può esplicitarsi attraverso il rapporto tra le problematiche e le soluzioni. PROBLEMATICHE Sono il risultato di una serie di interventi non coordinati, effettuati GDOO¶utenza, per soddisfare esigenze individuali (la sicurezza, gli sbalzi ESIGENZE UTENZA termici, il fattore umidità, la mancanza di spazi interni, ecc). Ai fini della sicurezza, negli anni, sono stati ad esempio realizzate realizzati: nuove recinzioni del verde privato e cancelli alle aperture dei piani terra avulsi dalla cultura materiale locale; ai fini del benessere, il comfort termico è stato assicurato da impianti di climatizzazione i cui corpi macchina sono stati applicati sul prospetto senza un criterio; sono stati sostituiti gli infissi originari con infissi in alluminio ai quali si affida, erroneamente, la soluzione del problema della tenuta, non valutando le ripercussioni su altre prestazioni compromesse. In IXQ]LRQHGHOO¶DVSHWWR 111 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA sulle superfici esterne, antenne paraboliche e impianti elettrici sono stati installati senza alcun criterio. In funzione della gestione, la mancata manutenzione lascia irrisolti evidenti fenomeni di degrado (alterazioni cromatiche, deposito superficiale, macchie). Ricorrente è il proEOHPDGHOO¶XPLGLWj, sia di risalita che discendente; esso è stato individualmente risolto con soluzioni DSSDUHQWHPHQWH GHILQLWLYH PD GHTXDOLILFDQWL SHU O¶DVSHWWR VXSHUILFLDOH rivestimenti con materiali e colori inadeguati. In funzione della fruibilità, la non rispondenza dello spazio alla numerosità del nucleo familiare insediato ha indotto ad aumenti di volumi per sopperire alla mancanza di spazi interni. 112 Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´ Tutte queste soluzioni adottate, hanno in parte risolto le esigenze deOO¶XWHQ]Dma alterato i caratteri, inficiando la reversibilità. (Rif. Prospetti su via Fuggetta). PROBLEMATICHE - TRASFORMAZIONI Prospetto su via Fuggetta n. 4/8 - 3ULPDGHOO¶LQtervento Prospetto su via Fuggetta n. 9/10 - 3ULPDGHOO¶LQWHUYHQWR 113 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA INTERVENTI Le Linee Guida per il progetto di recupero, articolano un ventaglio di LINEE GUIDA macrosoluzioni, ottimizzando le scelte di intervento, in un sistema di soluzioni, visibilmente contemporaneo, ben integrato nel sistema tecnologico e morfologico, senza riproporre pedissequamente elementi formali e decorativi desunti da modelli. Questo metodo affida a dispositivi ed elementi architettonici nuovi ruoli e nuove funzioni, riproponendone le forme che li rendono riconoscibili e arricchiti da nuove prestazioni. Lo scenario di progetto prevede anche l¶HOLPLQD]LRQHGHOOHSDUWLDJJLXQWHQHO tempo senza alcuna regola che, hanno snaturato i caratteri del luogo. Le categorie di interventi da effettuare, stabilite dalle Linee Guida, sono riassumibili in tre categorie. SOLUZIONI: a) MANCATO COMPLETAMENTO SOLUZIONI Possibilità di sopraelevare unità edilizie incomplete che, in molti casi, hanno già in nuce i dettami per il progetto delle parti mancanti. I presupposti sono da ritrovare nella realizzazione di volumi, ripresi nelle proporzioni e nelle regole compositive locali. Il lessico architettonico, visibile nei modelli edilizi esistenti sarà sintetizzato, in nuove soluzioni. Si propongono volumi privi di aggetti, con facciate piane, prive di ballatoi e mensole, aperture tamponate in vetro che risolvono la continuità delle fronti ricostituendone il ritmo. Per quanto riguarda invece la cromia degli intonaci, si consigliano tonalità chiare, volumi che VLLGHQWLILFDQRSHUO¶LPSLHJRGHLQXRYLPDWHULDOL su forme e dimensioni tradizionali. b) SUPERFICI ESTERNE Si consigliano prodotti naturali, risananti e traspiranti, con proprietà cromatiche ritrovabili nelle gamme tradizionali della realtà siracusana. c) INTEGRAZIONI Si propone la centralizzazione degli impianti di climatizzazione e O¶XVR di nuovi impianti senza unità esterna. 114 Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´ Si FRQVLJOLD LO SRVL]LRQDPHQWR LQ ]RQH GHSXWDWH GHOO¶HGLILFLR GHOOH UHWL impiantistiche compatibili, dotandole di sistemi di canalizzazione ispezionabili. INTERVENTI Prospetto su via Fuggetta n. 4/8 - Dopo O¶LQWHUYHQWR Prospetto su via Fuggetta n. 9/10 - Dopo O¶LQWHUYHQWR 115 IL RECUPERO DEL XIX SECOLO. STRATEGIE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE PERIFERIE STORICHE. IL CASO DELLA BORGATA SANTA LUCIA A SIRACUSA Dallo studio condotto si mette in evidenza la flessibilità del metodo SISTEMA INFORMATIVO APPLICABILE adottata e la capacità di aver ottenuto un sistema informativo, applicabile a contesti similari, FKH LQGLUL]]L O¶LQWHUYHQWR LQ IXQ]LRQH dei caratteri del costruito. Secondo le indicazioni stabilite, le Linee Guida mettono in atto una serie di Interventi che si concretizzano con soluzioni per il miglioramento della qualità architettonica e delle prestazioni dei beni edilizi. 116 Capitolo 4 ± 6WUDWHJLHSHUODULTXDOLILFD]LRQHGHOOHSHULIHULH³VWRULFL]]DWH´ Scheda F ± Linee Guida: Criteri di Intervento e Soluzioni. 117 BIBLIOGRAFIA Il recupero edilizio ed urbano: i riferimenti culturali CATERINA G., DE JOANNA P., ,O5HDO$OEHUJRGH¶3RYHULGL1DSROL La conoscenza del costruito per una strategia di riuso, Liguori Editore, Napoli, 2007; GASPAROLI P., TALAMO C., Manutenzione e recupero. 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