EDITEE INEDITE RH DI PAOL FRANCESCO CARLI INTRODUZIONE CON DI TORELLO FANCIULLACCI VENEZIA TIPOGRAFIA EMILIANA 1907. Digitized by XtoinHHiHao Dee. r' '''r Digitized by INTRODUZIONE Chi che Lucardesi di il turbare morte? E il Se le notizie poche in raccogliere il torto tristi tanto di due ricerche, di ore al peggio per sia quella che sarebbe di rare procuun con che fama rimando quale che e pure al faceto lui la vita? sua Valdinievole d'Averno lo se secoli, biografiche allietare, permesso qualsiasi circa quell'opuscolo, Paolo affrettato Carli tentativo costante sogno sarebbe ebbero gli sudate Giovan a riposo, inasprendo Francesco un di opuscolo fu che lui, dopo a si secolare suo Paol immaginato detto alcuno ferite quelle mai l'avrebbe per mi fu altrove, per dato ebbe breve, le monsummanese, ora sente tutta Digitized by la 6 " del amarezza e tutt'altro che sono, che volete? io Fattenzione dover le che porre quali,ad nel posso pi" vero, par- chiare. lo frivole, assai loro posso negar so ; quel- crede altri,ad esempio, di di poesie, disseppellimento di onta ataviche gacee non non ai questioni che su in fondo, Questioni, ma io disinganno;ma ritornare non " certe molto ortopedici fenomeni e graziosi,continuano a fun- escrescenze chiamarsi prendo (non com- come) petrarcheggianti. Anch'io, " e Carli stesso,potreipubblicareun del cosiffatte cospicuo di il bene e che Mi e rade che sono se notevoli sacre, non volte di c'" mai la un non guardo. ne i ancora di un in compenso, volitare di farfalle petalidi paese, mezzo e di fiori freschi che nel disdicono menti mo- episodioletterario, l'ombra sbizzarrirci in e muse me per pensiero compostezza dignitosadi immagine, abbiamo, i " del mio piace, invece, additare pi" in cui poesie;ma voglioa lui,che alle muse, mero nu- certo. Che a di che un una crearci ri- stico fanta- grillivia per giardinodelle importa Digitized by a me che del Carli la fama tutta del infinit" di a non so se riso Ora colpa fu i suoi migliori in ebbe " forse vano, ed generale diffidenza i verso poeti del il Nostro, quelliche,come particolanaente e Prima una vogliadi andarlo la o " tardi fra il faceto tramezzarono " La macchia, celandosi il tempo " la Toscana? pseudonimi,nei qualinessuno scoprire. data abbia, si pu" dire, poeta che compose versi satirici alla mai " non i limiti della varcato ' 7 " di indurvi il satirico. e fare amicizia a con un ci poeta giocoso,(parlodei morti, s'intende), vuol tutta! si ^li della vita amarezze armonizzate su tappate Forecchie per la millesima r ineluttabile la tradisce spesso coglierecon lato e e r che del solite nenie destino! cose delle rime e sono e sul- Eppure della forma fatto dal finzioni contrasti che essenza le talora sdatta astute zie argu- poc'anziforse udirono volta e le voi vi plettrobernesco, e lo sforzo ridicolo delle ed barzellette con avversit" nuda semplicit" lenirvi presenta per poeta per contrasti degli uomini appunto il carliane. Digitized by il zioni ; finvanto 8 " Ora domando Svinatura io: la poemetto che un " si possa pendentement leggereindi- dai sonetti che lo o fra seguirono e direbbe quali esso " sufficiente ad chi come, il e interpretarlo del Lucardesi famigerato sonetto La spicca prefazione di poche righe apprezzarlouna provoc" ? precedettero i flessibili viburni Virgilio,fra cipresso?Ed col i " proprio pu" non risposta che lo essere non gativa, ne- " il membro pensiche quel ditirambo pi" vigoroso d'un organismo complesso, dal staccato il senso e quale perde balordi i tratti che della beffa contengono bietolonica giano ^). La da pezzo " a un fatto s'ebbe il cui ricordo *) n nomignolodi divenne mazione subli- chi a noto del Borgo non " come di lui furono abituale perdere forse quellodi non aveva pazienza lezione una Bietolone" la Bug- a pedanteriadi questo parecchi,ma severa, la parte dei tiri giocatidal Carli gran all'insoffribile maestro gi" la vita con il valore,giacch"apparisconooscuri e conosca insieme troppo morr", dato dal Carli al Lucardesi altri infeliciche della bersaglio satira. Digitized by solo prima 9 " nella chiesa del Marcellino si lasci" scappare cardesi il composto Predicar trovava impacciato nella di coniar o l'uopo al- trino; che si volta della rima ricerca lusso vocaboli, un s' era preso talora anche il di altri per senso e abitudine,ogni sua il Lu- sonetto un Cristo crocifisso era che in Borgo, dre pa- famigerato verso: giacch" conveniente, predicadi della neiroccasione che dopo " Dante, di torcere o dei suoi poveri comodo versi. Pertanto fosse ritornato di il Francesco uno lev" di sentimento Fuor con lo scritto addensare di metafora, violenta una s'era proposto polemico il era di Anton verso altro un chi n' che eleganzedella Val- Le Bertini,quando fece dire ancora dopo sereno cui il Lucardesi con censurare ^)La poteva suscitata da burrasca delsa, si non dato ricor- su che uragano stato la il maestro causa del ^). Borgo la prima volta Oiampag"lagginefa pubblicata scritto del Colonia,tre anni Lucardesi prima che nel 1708, colla falsa data di il noto sonetto desse ai versi satirici del Carli. Digitized by origine 10 " di fresco malconcio uscito in prosa in dov" da ben cui, come fatto la aveva figurad'un polemica una dice il Galassini, stonate, che tiri a ba- orbo le raccoglieretutte lui un'altra,per sostenerne per " forze sue molto pi" ardua, in versi ^). Ora del perch", mi Carli e della discorrendo domandai, poesia ditirambica,solo nel alla satira bie1711, quando si die' principio tolonica,nel Giornale si cominci" della dei Letterati in dubbio mettere a Giampagolaggine Domanda, Bertini?^). come a una fondo minaccia la nota richiede affaccia ") A. e Varie polemica pag. 667. *) La " che di a chi presa va trattare cui sola bibliografia ma particolare, voglia gettare di A, F. Giampagolaggine BassegnaNazionale, 16 dicembre : il veramente riprendere e studio uno autore se non questionela spontanea Galassini fosse d'Italia^ La fa ristampata nel Giampagolaggine da Giov. Paolo Giovanelli che V attribu" al 1756 a si un Bertini 1886, Firenze Bertini,al quale si propose di rivendicarla definitivamente ilBacci neiropera : di A, F. BerHni con uno sitidiosuUa vita La Giampagolaggine e scrittipolemici deOf autore; Prato,1883. siigli Digitized by 11 " luce po' di sugliscritti n composto Accademici Francesco Scherno per giacch" in tale dello e i disagicol Carli canonico esser dagli la festa del impresa divise Pier il canonico Tocci, lodato prosatore e poeta. le prove Ma doveva di cui Campanaccio sonatosi Cristo Trino; le fatiche " di questa cooperazione del dere potrebbe chie- ci sono? fiorentino alcuno. Mi velie sia lecito riferire Letterarie,in Tocci passato nel cui 1742 un passo delle migliorvita. Menzini dopo Benedetto " dire che la nostra lirico s" elevato e citt" di fantasia al volo s'accostano stileancora si conosce la sue ed canzoni e poetiche, e prosa al buono e lo scherzo, come piacevolezza dalla scritta contro altro Nella pindarico. congiunta all'erudizione aveva pu" cos" vivace veramente idilli pieni d'espressioni che si ha avuto non testificano le infiammata, come ^o- l'elogiodel si tesse a e sua Giov. celebre Paolo Giampagolaggine Lucardesi *)Ncyv"Ue Letterarie,1742, col. 763, num. " ^). 48." Lami. dby 12 " Lasciamo il Menzini stare Pindaro e un po' enfatiche parecchieespressioni solo del Tocci ; " ma in polemica che del dottor il nome pu" fondo, non Tocci " un Occorrenza coprirela poca solidit" del Ma a ad forse,continuassero del Bacci, anche del Moreni *)n stampato 2) L. subito " a del e Parere " 1813, pag. : che dovesse ^). qualcuno, tutti, l'opinione riferiti alcuni passi Fabroni^),importerebbe intomo D"Ue 160. nubio quel con- contenuto alla voce Firenze,dal Matini,nel MoBBNi voce pedantesca, non accettare dopo desimo me- cui nel passo a ripeto,che me^ alla intorno " fittizio, quasi maschera non ch" alcun- avere leggessedel chi ; dottrina riferito si accenna bara per chi abbia deve non col brio dottrina cogliersi ac- Bertini,quell' elogio, Parere " da comunemente va avvertirebbe " della brio e esagerato.Cos" di che fatto un stare depostisulla fiori come letto la prosa sotto che proprioper nulla;lasciamo c'entran non " tre sontuose " Mons. A. ** Occorrenza " fu 1707. renze, CappeUe Medicee,FiFabroni dice : egli " Digitized by 13 " poco; mi " molto,invece,se dispiacerebbe inflitta dal condanna scritture che alle Tocci ridotto avevano frenesiail predettoLiicardesi epigrammi, venti per ulteriore a ai si volesse madrigali, sonetti, ditirambiche frottole soggetto gli numerose non un'allusione evidente scorgere nella errori veri e a- le vicende supposte di Bietolone. Tali scherzi poeticivenivano inviati all'abate Carli che, dopo averli riveduti li trascriveva Accademia ormai rompa pertanto che riusc" cos" bene che laggine fosse di suo se (scusate si (Tocci) penti di assunse avere piet" autore vero il si il la difesa V"iae dare ad Giampago- Bertini,tutt'al pi" facendo sospetto che opera e tutto il resto dell'amico^non dell'amico ; il quel libro, il Bertini la stizza provocata che poco!)fosse scritto al Tocci di della di Bietolone censure " tempo mentre prima volta ci mettesse non dalle sua la in alcuni nascere " cui l'incantesimo. Io concludo intendere negliattidella sedicente Scherno^ di dello e modificati, ma pi" tardi si che " da attribuirsialla Itdorum, T. VII, pag. 236. Digitized by 14 " " tenersi gli fu pi" possibile dopo, nei alcuni anni suddetta Accademia misteriosi recessi della cominciarono quelleciambelle buco, che naccio costituire labbra l'autore ! si i nomi di riuscivano degli autori erano tre? di S'ho dello Scherno alla famosa a " " le ciambelle solito. il " Risoluto " credere fosse che Congrega riflessionimi ma altri; addussero V Accademia " dei il di simile Bozzi un ", i nome, sopran- Dondolone^ " ^ pi" mature a e prima dap- qualche cosa Voglioroso", ed erano dire il vero a componenti prendevano pure come Ma " cinquanta,sessanta erano pi"? sulle correvano quando del pi" saporite propendevo " Campar " tori! gridava; fuori gli au- massime tutti, fors' anche il il ". E cui larsi manipo- a squisite, quasitutte col dovevano Fuori due? quando, nascosto e concludere ghe lunben diversamente. Amerigo Seghierine parlacome vera e propria accademia iscritti quanti burloni e alla di una quale fossero vivevano nei castelli della Valdinievole \ Digitized by nelle terre e avrebbe 16 " avuto quelle togate come mai dal inesauribile di opinione,a didentalmente chiam" una quando, toccando in- Paol che per al povero Lucardesi Seghieri,V della accaduto villa il Carli soleva Monsummano, prima cola quella combric- pi" anni ^). Arlia ed dettero la Dunque " condo se- altri sarebbe Ferroni a recarsi con quello che avvenuto era Carli,lo Francesco di tutta duce e pi" di burloni secolo con di presso, ebbe un Arlia di capo il da nivano rifi- meravigliosa fecondit" veramente e Bietolone tartassare Costantino dove soci ordinari suoi poeticischerzi.....^). Tale baia i corrispondentii quali tutti non e tardi " Bellavista, alcuni amici circa del mezzo palazzo di Cristina di Svezia. Ora a non credere con comprendere che tutti id Pemero si arrivi come quei begli umori la medesima 1) Vida Nuova so " sero dettas- facilit" poesiedi vario Livorno 1863, pag. 283 serie. ") Letture di Famiglia;anno XXXV, 86, pag. 666^- Digitized by " 16 " cui " da notare in metro classica il Carli loro si nonostante la pu" si di forse artistica poesie che per lo stesso ambedue poetidotti, mente a in Scrittura,componessero comunanza essere parafrasibibliche. il Tocci e preti,che sapevan la Sacra spesso Terudizione le quasi sempre e Che " lo quella parecchianni, somigliano per molti rispetti, del primo superiorit" anche ammettere; meno leggieria dovesse al condo, se- bisogna ma che supporre di tutti accadere dei nessuno di tutta quali si pot" mai gli altri, conoscere il nome. Sicch" mio, parer a Val di di parve del Lucardesi A " dover Serchio che " in a si riducono questi aggiungere Bertini,perch" quel Gohho sonetti della raccolta alla lettore se, due: il Carli ed il Tocci. del nome meravigliil i canzonatori altra volta mi il si non testa a tre di soli mi richiam" bietolonica, mente, [un altro gobbo, quello di San Casciano, nelle cui aveva diretto contro scritto polemico vesti l'egregiomedico Girolamo intitolato la Manfredi Falsit" Digitized by lo Sco- 17 " perta; " d'altra parte per ma di indizi sicm^i poetico,mi sembra numero notevole sul suo altri ch'eglifosse di al lasciar desi di attribuire di cui " l'ammise a indubbiamente il anche rapporto col al Bertini " di al Lucarebbe Bacci, ma la questo ^); ebbe non non gione ra- cun al- aveva di rivendicare assunto suo torto il Carli autore che dei uno di Bietolone, lui il lamento di affermare gine. addosso primo l'Arlia,ma suppose un sonetti^). dettero che di autore Quanto al Tocci, che egli fosse begli umori lore va- l'escluderlo preferibile dall'Accademia senz'altro ad mancanza di testimonianze e credere la paternit"della Giampagolag- Il lettore che ha la avuta pazienza seguirmi fin qui pu" giudicarse proprio vi sia alcun non 1)n Tocci " Bertini Critone Se rapporto^). in Arcadia Geonio " e era il Carli del cardinale Savio segretario ") Letture di ^ non Arohemio " che Anteate il " Mellini. Famiglia; anno d' Ancona, , Coridone Marachio XXXV, 86, pag. 566-69, nota. 3) Preludio " il 1883, pag. 281. Digitized by 18 " tutte le lettore avrebbe che mi occupo " faccenda conclusione dare a pseudonimo, di garbo Mio Giuro nel e mi l' del- po- prudenza solita del a tempo, terza del apparisce dalla seguente oltre al dettata in uno gettar luce stile pieno di brio. Padrone Sig/,Sig/^ e in parola d'uomo leggereil Maggio potei trattenere che quando particolariche prima per la come questione," " che persona, geva diri- all'andamento inedita,la quale lettera una probabile, negli scritti polemici la persona lasciava ad lettere che e tagonista; pro- questa nelle comprometterlo, con verificarsi tutta meno intomo notizie in addivenire alla medesima Accademia sulla che del mio per lo Carli,dunque, tratto tean o che osservarmi le spese il canonico si vuole concreta sempre era ragione " meglio faccia fiorentino,se n ragionidi del Tocci pi" la e " ridusse raccogliereil grande un a segno di Rev,"^^ d'onore a di Bietolone scroscio non V. S. non di risa poter quasi fiato. Digitized by 20 " deglielogiche forse faccia sarebbe che Pantilio 1111. voglia Bietolone da di M. Viene " T perci"pregato ingegnosissimo considerare la Accademia altro,il quale appiccare in se tolo detto ti- adattato,altrimenti sia veramente che da Beffa medesimo dal grande tanto a dello Scherno per festa del Cristo Trino L""cardOy Vanno Raccolta questo: Il Campanaccio dagli Accademici sonatosi la vansi facendo pi" proprio titolo il uomo, alla pensando che^ " andato il Beffa Campanaccio, perocch" al Dico deir Autore. " pensia verr" con- cercarne un calzi alla materia veramente dell'Opera. E qui la mia al solito avr" finire,rassegnando a V. S. per reverente vita e obbligatissimaservit", riprotestoche e MonmmmanOj pi" 8 oltre se sono si e sar" finch" pu" maggio1713. devmo, Paol e "bhhmo Fbanobsco Digitized by Cabli" 21 " Carli,a Il si teneva riservava s" la facolt" via nel pullulandogli sotto dell'onomastica Se " mai cela il gonnelle della nomi d'un toscana. osserv" f Che nel n" mezza, la 1717 rapidamente la lontananza del al 1) Gaetano la Poesia a a- bigia^). geva vol- tramonto, sia perch" le toglievail protagonista Buggiano, L"bebt n" poteva poesia bietolonica principal nutrimento,come Borgo della Carli,il quale era prete, giustamente Tlmbert, non la barba Ma il della accademico, chi quel Barbigi Barbabigia autore Svinatura chettona, bac- nili femmi- ogni pseudonimo nome vello, cer- rimpiattava contadinesca veramente Raccolta . le si glialtri contare senza al gli altri Zea^ della Dianora, della Mea Nencia vere pseudonimo, di sostituire al di variet" volentieri e il collega del Beffa tutti via amor per spesso dello stesso abituale venivano e avviso, mentre pago per nomignolo che mio " : Il Bacco quando sia risiedeva perch", a in Toscana diffe- di F. Bedi Ditirambica,1890, pag. 125, nota. Digitized by e 22 " Carli che del renza di smania sentiva da gi" resisteva non in luce,il collegaPantilio si la causa tormentava la crudele da anni si non parl" pi" Perci" colla spesso codice di Campanaccio. nella dei le testimonianze il pentimento del Tocci dei palatino307, menti componi- originaria^) raccolta quei componimenti lettere dirette usare passi biblici dal un lo fece in testa hanno che pseudonimo Pantilio,osservando di doveva ne se non progressivadiminuzione nel il ^),allora circa che, cos" come persecuzioneche conciliando contemporanei tima fu ul- non i battenti all'Accademia pi" nulla;si misero e scienza; co- della nuova Lucardesi, della quale del la rimordere pezzo un quando poi giunse morte pi" dalla Campanaccio lo stesso porre di darsi in grado " Carli a non e sono che sificazioni ver- che lo stile delle Pantilio " sempliceabate verso quale il ca- *)Letture di Famiglia; anno XXXV, 36,pag. 566-69. " possebench" molto assottigliata, ^) Questa raccolta, duta dal cav. Camillo Vitelliche la mide a mia disposizione. Digitized by 23 " nonico della stabilire che la in quale di collegiata gli poc'anzi,a rimangono e espiatorio, attribuire Tale mi sar" il grato il Tocci, sfuggiti Carli,al quale si il modo miglioredi da toccata creder" ed d' differenza il Carli Terudizione uno r del * collega cui arguzia costringevasempre vena il difetto giare, sdottoregtre fonti classica,la Sacra Scrittura " osceno a poteva attingerea giocosa. di i miei abbagli. * A recchi pa- narla di illumi- altrimenti, rilevando,sia pure, errori solvere ri- approfonditada alcuno; chiunque a : i versi questione che, fu mai non che due il resto. tutto sembra una e Bietoloneide, tre comprendere ol- originedoveva non al fuoco deve Lorenzo, si pu" della autori supponemmo di cui S* migliaiodi poesie,si riducono, mezzo come - Quando gli veniva e nel banale, come un sonetto Digitized by la meno questitre elementi,egli cadeva o : nel- in 24 -- cui afferma che -- coloro quali fanno i tanto chiasso Contro ohi ficca io Cristo mai Se Che che senza seatisser Bietolon dentro dere i tre se in sonetti un io o la unico non convien Carli pur si fon* i getto iridescente, suoi poesia,ma che verso e dalla la contenenza conosca brio ci sia vero vogliono questo ", se dai potrebbe ricavare che l'arte del una sonetti narrazione arguzia e rende del cit" comi- maggiormente ^). ^) Alla riscontro di che riconoscere quel d'ilarit". trionfo quanto si della scintillante di efficaci scalpore. a so in prosa vacuit" trino u" zampilliegliriusciva nell' opinione di alcuni versione dottore il lor conseguivano un Ora, fuori, raonieohia ne ve pur resti pel ne un certo Triplicherebber Ma comuDichino on un satira bietolonicapotrebbefare in certa gruppo guisa di sonetti che alcuni letterati fiorentini scrissero in difesa d'un loro giovaneamico e nardo poeta, Leo- i suoi Salviati (1540-1689). Questi,infatti, {mbblicati Digitized by 25 " Questo accade " Svinatura Io " particolarmente della ". dubito me per la nonostante assai dottrina sua quei frammenti conoscere su cui la beata di erudizione Questo " " versi sulla morte che uno non stuolo di solo che certo la torno in- natura ingegno dei eglida quelle sicch" si form" Lacardeai, Varchi^ pi" deglialtriassalito dal Corbinelli. Poich" questo nome prestava ai sali e alle invettive poesiache potremmo secondo me, vivacit", ma, 24, 1905 ; Un ^)Alcuni n. di lib. coro citano ma se come " ne degliavversari, corvina s^iza di male d'Orazio,la Seneca; dire I mente aspra- meno corifeo Benedetto era dette cre- di Cosimo Garzia,figlio fosse il Bertini dal cui di greci, tempo JacopoCorbinellinon da poeti,di briga proprie teorie al di Don precoce de' Medici,fu censurato d'un le destinato ^). la poetico che genere aver pareva Greci un mai di ditirambi poter fondare ad Carli, il lo studio solerte e degli antichi,si prendesse che venne una piena di garbo e ^ Vedi: spirito. si di li^Ateneo N. 22- del prf.Lobknzoni. fiareniine lingue esempi di ditirambi V 25." del III. l'entusiasmo che relazione ci pu" essere " e un dell' "Edipo,, coro temperato fra ode 19.^ del e il metro e la vera questi ditirambica? Digitized by golare re- poesia 26 " si tenne teor"e tano, quanto fu pi" possibilelon- trascurando il come in Toscana giovargli.Se in " Svinatura insieme Redi, fu perch" i la la due blicata pube in col capolavoro del diverse vie e verse di- con in ottenere secolo Nel il fu pi" propizioed cio accon- quelle lisciature fatto,con effeminatezze svenevoli e ad tempo un dire aspiri pi" al Svinatura ", e senza in una bandita " veste di bella e festa dei Svinatura fu ^)La e la seconda (Gelopoli) n o a " quello il Carli nella ogni frase del umile,ma senza al le e dipingere scolpire ^^ 1760 salotti intonata presti sa- in Toscana Bax^co ; al contrario scuciture propone pi" ", " plauso dei delle Accademie " il se ed con non quel sussiegoaulico classicheggiante, ben un settesimo svolgimento del quale,il dicias- allo " fu " fiorentine intenzioni,si poteva ^). tuto po- poemetti rappresentano perfezione,che, per genere, avrebbero ", quattro edizioni napoletana una quei modelli,i quali, anche Bacco " " sone cas- toppe soggetto scene si della campi. la prima volta nel pubblicata 1815 (Firenze, LuigiMagheri). sola nel Digitized by 28 " C'erano audaci i tentativi Nisieli,col " cicalate ne scherzi e del Gualterotti e lui r imit". non era e Y arte che o suo acquist"garbo elementi da che geniale e avrebbe del necessario ')Per che lo arte di ricavare creazione destare tutto novit", quest'arte che non la trov" in il Carli influssi tutto a se, data l'indole ditirambo, che doveva suo poteva procedere per" mani sue disparatiuna parte gli dei alle venuto ^). D'altra rusticana Villani ; disporrequel che potuto dargli nessuno, s" medesimo mise di perci" doveva della r interesse quelliprudenti Y leggiadria, e se " specialmentedel Ma sue poetici ; perci" non anche e ", Panciatichi,colle c'erano valse; ma nedetto di Be- bislacchi e PoUfemo Briaco " Lorenzo sopratutto di " della con sentire ri- poesia dialettale, maggiore speditezza, l' impegno che conseguire accanto gli pareva smo all'entusia- volghi r approvazione dei le relazioni fra il ditirambo del Redi vedi e seguirono precedettero 89, 97, 17 e passim. : G. dotti. e glialtri Imbert,o. Digitized by e. pag. 29 " li scriveva I sonetti stesso ; la della quando gli Cosi solo alcuni d'aver parve cui idea minci" co- fino dai mordi pri- anni raccolto e egli si determin" dopo, elementi di forma. dagli antichi,particolarmente da tolse Virgilio, nel versi e in mostra pi" la esordio suo litudini imagini,simi- Y ambizione per di mettere propria dottrina,la quale sciupato le poesie giovanilidi soggetto aveva anw)roso, bisogno; pianta pi" fra contrasto burlesco meglio che dai perch" nostri versi ed sentisse ne sommi un poeti prese emistichi, perch" dal la maest" frivolo della e di sua quellie il fondo satira, emergesse il ridicolo. Non " inutile a questo proposito la seguente lettera inedita " la ore giando passeg- ci attesta capo di contenenza bastevoli nelle poesia bietolonica,egli stendere a di Svinatura, " sonno, ", come frullargli pel a vero camera la ma spesso isfuggireil pi" calde, per per " PantUio " da lui diretta : Digitized by a 30 " Mio " La Sig.re settimana di scrivere sonetto; V. S. a Padrone River.nao passata ebbi Missioni,i quali tutto il notte, n" mi presente per minuzie in e di che ho stendere simil ma bisogno di " lecito sperare. che in breve architettando del nostro abbia Lei il a porzione pro- piaccia richiederebbe " il che Pu" avrei vena per bensi e ci" che ho ora essere intanto fare, per gloriasempre eroe, il queste rilievo farlo di tal sorte colla mente al consaputo soggetto, quiete di mente, mi di il per non fo soverchio a componimento e qualche prolissit" lo di qualche pensiero di Idillio sopra un di forze,ove padri un'ora farlo,cosi maggior Avrei " ad di servir V. S. in di cose delle mie comandarmi. fino i trattengono sera differir non genio grande la in Chiesa riusci abbiamo qui delle popolo intenzione di inviarle il seguente e siccome ma " vo nimo nell'a- maggiore quale, per altro,parmi Digitized by che Si- " abbia posto V animo fare orecchie a " il Questo mi che resta in pace da che pi" 8 novembre dia ditirambica seppero reverenza. a poesia e deci- che nell'aspetto meno ruzzo, quellavena, quel succedersi ci sgradevole,dandogli cio" quel che ce lineamenti volgari e 1'hanno in bocca sono, talvolta lo rendono quasi tutti in che per talora interminabili una di motti e simpatico, rappresentatone' suoi dogli brutali,mettennessi; sproloqui scon- parola, quei monologhi e' " dato via e udire ionadattiche^si dianamente quasi quotila continua che, per storpiaturadel linguaggioe voci " pochissimi mentre riesce ditirambici la tutta de' secoli decimosettimo che, Carli. Francesco ritrarre Tubbriaco di facezie non e 1715. un' occhiata s' accorge mottavo . io desidero Paol Chi soluto si sia ri- mercante farle devotissima Monstimmano, e direbbe la frequenza che di gano apparten- piuttostoalla poesia burchiellesca. Digitized by 82 -- n Redi, dunque, " il Carli ed di 6 entusiasmo dell' uve amabile del pago cui fervido inno suo da Bietolone alla senari chitarrino di non svinatura,in alla cati bloc- bruscamente di gliare pi- e, afferrato qualche cosa mano in il sangue " endecasillabo,ha bisogno un in il filo graziadell'ottonario dalla egli passa tare sal- si risolve per ; laddove " fuga precipitedei e perde mai palo in frasca,non crescente col Bacco, in quel suo lui,in fondo, l'ebbrezza per un che notevole in gli altri,ma questo s'avvantaggianosu divario anche Ciapo, inizia egli stesso il i cori le danze. Io come qua e so non nel alcuno Bacco l" il tentativo fra loro i due ditirambica al se : elementi mai Toscana di mettere vato osser- si avverta in contrasto essenziali della poesia il patetico ch" e l'orgiastico ^); sic- diapason,dir" cos",dell'ebbrezza dietro,come per *)Si potrebbecitare effetto di propriaautorit" per reazione, esempio il come rappresentatoil risentimento la in abbia di tratto che Bacco colpa del **' vede tien una in cui " messa comproFasano superbo ", Digitized by 33 " specie di cupo fumi del " raccoglimento prodotto dai vino, i quali,per", i liquidirubini del Chianti diradano subito. v' " dubbio Non dei che uscito molto vicino che vero vita all'ellenico. avventurosa, al sonni eccentrici all' altare estensione,anche per poteva privarsidel senza la vita e rampoll" pi" " bevuto il bel pi" avrebbe canto del potuto digiuno^);e *) Vedi: se tardi bisogno,faceva cantarlo i i si e, divinit",non passionale, la esso traeva tragedia. " tare can- dopo averne male perch" ugualmente bene popolani dell'Eliade Ateneo, XIV, quei che opportuno di di Dioniso verse di- Dioniso da cui credeva Se Archiloco di di altre germe in coro all' elemento rinunciare " se guastarono Aristofane,il canuto dinanzi cantava che ne tutto pass" per di morire trasformazioni, prima melodrammi in Giacch" " de' Greci il ditirambo tuosi lut- casi componimento un lo nume, di alcuni occorsiglinella sarebbe Redi, approfittando del vaneggiamenti fatto risovvenire avesse il se a trae- p. 638. 8 34 " alle vano vicenda feste dal dionisiache,reggendosi troppo vino loro che per Io r bevuto, tanto avrebbero all'altare del " " in nume me per dovuto della e festa,"fosse si possa spiritodel scita per la riu- su ^). " po' addentro un ditirambo italiano e nello vedere m stia la Svmatu/ra esso con rambo diti- questo punto perch" penetrare relazione al estranea proprio necessaria non dizioni. con- conside- essere elemento piace insistere Mi quale buon un tarsi presen- col Croiset ohe penso ebbrezza, la quale poteva rarta solo come gio peg- decenti pi" a del Nostro. Orbene; servire il modello ai nostri poeti del ha che, al solito, entusiasti indegno d'un che non lo avuto *)Histoire avrebbe sei potuto settecento e e ratori agli ammi- accanto quelliche l'hanno giudicato poeta, " il antico i dotti sanno possa attribuirsi ad rifer" ; che giacch" se de la lUt"rature per quaM ragioni cui Eliano Arione, a si pu" mento fram- noto credere Tomo gr"cque, UE, dby col pag. 31. 36 - Invece, " da messo tale banda i nostri autori di ditirambi ; sicch" estremi dai due un lato il verismo scrivere dopo di coloro che del irregolarit" argomenti che, Costa pi" e in altre quanti e' in B. era di ad vanni Gio- richiedevan Grilli, elegiaca. ; e, per Boemia, Vendemmie, sero rivol- ditirambico di G. parti del mondo, le e di la veste tosto tutti i Bacco su quali,per V Artemisia come eccezione Qualche i s' accingessero metro il Penteo e da tro ubbriacati,e dall'al- essersi le velleit" idealistiche la passarono potrestivedere riuscir bene, si direbbe a mento, componi- pio, esem- in America tutti i Baccanali su sui ditirambi della pipa, del cioccolato,del tabacco, del caff", nonch" vizi quellisuggeritidai sontuosi straqualche cardinale eminentissimo,si su di solleva di molto la Madreselva dall'Imbert Magalotti,giustamentelodata dal Fermi, formit" del metro primie teratura il quale le non alla tristezza si Lorenzo di riconosce la vaghezza prestiagualmentealla degliultimi e versi. Manuale Greca, pag. 231. Digitized by letizia dei d"tta Lei* 37 " delle la immagini, padronanza delle mia " dello festevolezza la del ^); metro stile, chiamarla ma pi" grazioseed elegantiche cose il fece letteratura,come abbia la Fanfani ci sento 2)," troppo ; io per me che l" quella frequenza di pulsazioni qua e non mi nostra par di dal ispirati non Fra cui quel linfatismo,da vino si mise strada solitaria, componendo indole narrativa,con di metafore in di al la coro parolebizzarramente audaci quel genere dair e per di tutti poetico erano una azione parte senzialmente es- talora e composte, quei vezzi che tradizionali. Riassumendo, il dire che il Carli intemperanza della satira seriet" del filosofo o, in sparate di- poemetto di un ditirambica, usando abusando di principiodi un drammatica, affidando incrocio e il Carli tendenze i ditirambi affetti. furono confusione tanta tomi i sin- anche ci vedo naturale,e assurse personale alla ogni modo, a quel- ') G. Imbert: o. e, pag. 115. Stefano Fermi : Lorenzo MagcUoUiscienziato e letterato(1637-1712), pag. 237, Firenze. I. pag. 467, Firenze,1863. *) J/ B(yrghini"\ " Digitized by 38 " Taltezza che rende pale, sarebbe di indole la satira cosi il negare ~ erroneo sarebbe come che, tanto in alcuni quanto nel ditirambo," ottimamente la caricatura di di tutti i riuscita e il tempi. asino furono affibbiati ai comuni gli epitetipi" poeti,che prima dopo e sempre pedanti del nostro mon- ebbero, per colpa di quelligrattacapi summanese molestie e Ne Di sonetti, grottesco che caratterizzano Bestia,bue, pecora, dai giusto in- quella pettorutabaldanza di quel gergo pedante gene* daremo Giovanni Contro : due Casa: Della un esempi. poetacelo prosuntuoso. certo Nascesti nel contado di Vicenza imparastiIn una barca; Or vuoi far versi a guisa di Petrarca, Privo d*ognisaper, d'ogni esperienza? B Ve' A Di a scrivere se le Muse poca coscienza tu duca e monarca han consentir che quante bestie usciron di quell'arca, Componga versi in linguadi Fiorenza. Digitized by 99 " Di Giusti: Giueeppe Ad Se barba Se 1*estro grammatica mi non sempre Di dizionari e d* altre sollevi contro ribdle mi presta; suona bestia in dotta Accademica mi Toso due o alla In Tu pedante. un Tocabob un " a pelle; bagattelle tempesta, una Quasi, scrivendo,mi sia fitto in Di rinnovar E per di l'imbroglio Alla misura mi Tutto Come! che orbo S'attenta alla e tonsurato? sullo va al figurae nel ruma Babelle, cervellino vuoi mozzato un Ruma, del tuo testa lasciato, t'avr" pelo che un festa, stampino panneggiato) pentolo,imbianchino! " Certo e di cose non " da quel ma siamo festivit" tutte Eppure i loro nomi le storie letterarie discorre a altri uomini il Carli tempo copiosadella : quanti poetie giusti poeti potrebbero sottrarsi ? ad tristissimo rivolgessela satira ; che dolersi lungo ! A e a sono sua non questo rimprovero ricordati di alcuni intrattenermi in anche sul Digitized by si mio 40 " -^ fui indotto dimenticato compaesano di dalla speranza ciottolo r edifizio sia pure accrescere della ciclopico s",ma letteraria, (bello si abusa),quanto ragione evidente di giustizia. che il da Se non molto Carli,con riesce non agro-dolce, a " voluto avrebbe che illustre; summanese contenti,per e ! lo chi una smorfia una vedo di lui scrivesse ma da sorrisetto un celare Eh significativa. un la metafora come non d' storia nostra tempo di cui tanto non un ; egli mon- troppo vuole si gegno questa volta,in luogo dell' in- dell' arte di Ferdinando queste pagine povere, ma Martini,di di molta fatica, T. F. Digitized by 41 " Sonetto di Q. P. su' sacri Sen Fa al vada Vada Agostino, un Marcellino spirtodi Fiorenza. veemenza con Cristo Predicar e trino; crocefisso vuol sentir;Atene, Arpii^o se Cede Sapienza Borgo, dove vuol sentir se Vada o rostri, dello pompa Lucardesi. udire la Chiunque brama Orar " alla dottrina ed sua eloquenza. Questi tonando, i pi" scabri intelletti Spaventa,mentre Ferisce E V* ha E poco Oh 1 tutto i sozzi affetti. nelle barbe chi d' cura il cieco ama un desio suo i detti? tant* uomo indegno,scellerato cuore in Dio quanto e rio 1 Risposta. Noi direbbe Ci" che ha un spazzinodi Sapienza di Sant' Eremitano Marcellino detto del Padre Agostino, letterato nobil di Fiorenza. Un Quando predic"mai veemenza con Quel frate Cristo crocifisso e trino? Qui s" vorrei dell'orator d' Arpino Per Fumo Mai Ma canzonarlo di tutta l'eloquenza. pedagogiciintelletti pi" salisca ad offuscare Iddio sol si aggirifra lor sozzi affetti; . Io per" che Esciamando 0 ravviso oggi il desio in questidetti : prorompo prete bue, scimunito e rio ! Digitized by 42 " Oli " di Bietolone. errori ha tant* agliPrato Non SparagiPescia Roma e Montelupo piatti, indulgenze Fogli di Non o Siena matti, Scarperiacoltelli, e Colie carta e ombrelli ; Lucca miagolan d* inverna tanti gatti. tanti il maggio raglianoasineli!, di luglio tanti pagliai son fatti, si piglian d' ottobre tanti uccelli ; Non Non N" Non frittate la fa tante Non Certosa, tant' impiastri un compon tanti testi storpi"ms" la N" ciarlatano, glosa. Quanti dice in latino ed in toscano e in prosa Spropositisolenni in verso Bietolon pedagogo da Buggiano. II Pantilio Presepio. pel prossimo Natale Anch*io il Presepioe fino per far sono in qua m'affanno e mi tapino Da un mese In prepararvitutto il materiale. mio Ho gi" di stucco fatto al naturale la Vergine,il Bambino, San Giuseppe, n quale" per" unico e non trino Come Ho La E Ma lo vuol cotesto mio stivale. i tre magi e con lor bestie e pers^one, Capannuccia e masserizie sue di greggie pastori uno squadrone ; perch"io Mandatemi Il qualmi di non ho T asino e il bue graziaBietolone, servir" per tuttidue. Digitized by 44 " La Nenc"a Uhi che Che cosa a tanta con ha detto^ levare il rispetto cosa scortesia? pi" un perfidoebreo Al Turco E mai, che prete simile angheria cadde cadde in petto mai, non ad Non Al detto gliabbiate trattarlo Fare C. T" ai cr"tici dei gentacce, Vergine Maria; ha Perch" E Zea " da ghetto durar sempre, ha da Questo bordello? Ohi via povero Finitela e lasciatelo campare! prete Ch'ha da da 'mportarea voi, ch'ha Se Cristo A " uno Difesa degli " voi, l'avete Che N" non a Siccome Ond'" voi da lo ire a Scherno sapete Corinto, il crin di lauri avere un 'mportare fare? dello ben ormai tutti " dato pu" ognun a Accademici Signor maestro, durare quindici?l'avete o far le spese petto della Turchia. pi" crudel ch'ha giriil che in l'avete. in qua pezzo cinto. ragionci riprendete visto dipinto Che niun di noi n" men accinto Abbia il parlartoscano e ognuno Siasi a scriver di voi quel che leggete. che con Compatitecialmeno; Non " per Vocaboli Non E ce ne Quando noi, che solo abbiamo cos" di grossa Siam s" vasta arte pasta; cruscanti insomma crepa ti diam il cuor appresi ; ma del bue o pur d' essere Lucardesi ci basta intesi. Digitized by "" 46 " Il Vidi r altr'"er Col" In nel onor Fatto " Simposio. mio sommo con Borgo il pubblicobanchetto quel Cristo benedetto gi" trin dal cognitomessere. di Quivi ei magistralmente era In piacere sedere a nobil sedia di rasetto, una Facendo del pompa Alla sinistra del suo grave aspetto gonfaloniere. perch*eimacinava a due palmenti Senza dar pur respiroair ampia gola 10 dissi ad un di quei ch*eran presenti: Ma f"' costui co' suoi goffiargomenti Cristo in tre pezzie opr" la linguasola O pensa tu s'egli adoprava 1 denti. Se naviotdaiL Impleyemnt ambas Qnoa mergerentnr paene vioiset Simon Petms prooidit ita ut oom - ad genoa quia homo la gran preda ed ricolma la barchetta Veduta Era Piero non Mai la stiam in vedr" posterit" me a Che par Disse,ben Con Exi a peocator som, domine (Luca, 6). qual segno angusta, fusta; un medesmo il pi" degno legno. l'et" vetusta. conveniente cosa stiati appresso Ci" udito 11 bene te, n"'l vide mai N" " grid":Signor,lascia la Noi Di a dioens: Jesn un giusta peccator s" indegno. e Bietolon,quel pescatore. lesto fu che dalla barca pretestos" bel cacci" il Signore; vero fu che Sentendola di quei pescicarca crollar, pel sol timore, Di Cristo ch'era trin voleala scarca. Digitized by me ". Il lamento Un d" mesto Dentro Ove del sol nemmen Del soletto e folto boschetto un B"etolon Bietolone. di da lo sgaardoi^ Lu cardo, il semideo Pindo tosco giungea canoro, Facea dell'arpad'oro Sulle corde gementi Passeggiare in tal guisa Con armonico piede i suoi lamenti. Infelice Bietolone! Che mi giova le scienze Se A per passar Ma pi" di mi han un minchione ridotto ? infelice me Sei tu, bella Con s" dotto? esser Yirtude, a cui lice non peregrineprove Nostre scuole col tuo N" Delle arricchir cose nove, ingegno vasto strade di uscir del segno. battute Bella virt",per te La alzando mente D'un Cristo ch'era n'avrei E Di Chianti Ma son voi. a sol feci ne tre; fatti ancor col liquorcento saltati di pi", su Certi stitici umor. Che dicon E il buon quanto pi" Or Che Come si buono se in lui non dire " non " e mai n'ha se contro error un sentito ho Eppur Che eh' " mi la F"'. sovviene troppo, pi" si sta bene; Cristo si pu" dar nulla di tristo" pu" dir taluno Digitized by 457 " Che In questo E tre che meglio averne aia non " uno? fracasso un chiasso e strepito Si forte si fa Oh* ogni uomo Mi tien per e ragazzo un pazzo; qual " colpain me contesa Se in questa teologica Ma si accorda Non la Santa me con Chiesa I Si pu" sentir temerit" maggiore, A un nobil precettore,ad un frate Ora un Far dietro lo fischiate? Ah! Far" A prete, ora un giurammiol io ben veder par mio queste gentarelle S*io Questa " non visto in Ho Di Tappaltatordelle girelle. son facezia: breviario un stampa di Venezia Disegnatoil Calvario, Dove son Yolea seguir,quando Interruppele Un Che le croci tre confitti su con altre voci sue asinel vicino ascoltava i suoi detti oh glidisse ragliando: Del Golgota sul suolo E Furon tre croci " ver, Queglialtri che Son .... due ma capo chino; se' il gran buel a un Cristo solo; v'hai visti ladron,corbello,non due Cristi. by Digitized 48 " d" Q. Sonetto Giuditta " P. taglia la Lucardesi. di Golia. testa pi" felice e pi" prudente, Vergine bella,se nel fior deglianni Chi di te Mostri Che ciascun d*intender a il mondo Perci" " chiaramente pien d'insidie e di malanni? toglidalla volgargente i vanni A tempo ed alzi gloriosa Per gir col" dove virtude ardente Si ride degli affettipi" tiranni. Or tu ti Giuditta nuova Spinta ne* forte e pia e chiostri da celeste zelo la testa di Golia. Reciderai Vanne; Marta Gi" prepara il sacro tu trionfi della colpa ria: Che un breve Sonetto Oh! passo ori^^inato dal precedente" il nostro erudito curiosai arcipedante decollasse il filisteogigante Che Di Betulia la vedova Di dalla cella al cielo. " questa s",perraio,che T" Vuole Se velo; vi " qualcun che graziace ne dia animosa. letta abbia tal lume cosa bastante Acci" pur noi trovarla a carte tante Possiam nel sacro testo o nella glosa. Ma se Del crocif"sso di figlio F"* un lo stesso Bietolon Gerion ristessa licenza in Pu" ben Far anche di prima Maria forzato dalla rima, Per o da poesia stima poter fors'egli di Oloferne ora un Golia. Digitized by 49 Sullo Toi gi" diceste,o Che Cristo " tr"n Parve E di uom Tenite Davidde Or a ancor Per Che Ed siete un castron orecchio vi me scovo capecchio; buon prete trovo vecchio nel testamento bue un quello io per ed suono mio infatti, che Per" ardita ogni buon letterataccio di un scimunita e cui nel gran duello garzon tolse la vita. ad mal un empia udita Giuditta ammazz" queste cose Fanno tal sentenza e colla penna adesso Oolia feroce bello, mio pochissimocervello. scriver che A Bietolon ciafscuno ed a da ar^romento. stesso nel testamento novo. Sonetto. Il nostro La di cui zucca da Lucardo, un'ampia biblioteca. Aron " linguatosca vuol, latina In Un E Barbam idioma far misto questo poi gliha A deirasin greca bastardo. e servir per dardo si alla cieca da color che traf"gger Spintida una deforme Gli d"n e invidia senz' alcun e bieca riguardo. Con qualche stravagante novitade Dee senza dubbio a far nuove batoste Questo trino linguaggioaprirle strade; io mi desinare alFoste Ed Che costui Ora vuole gioco un che storpi"la Trinitade sciuparla Pentecoste. Digitized by 50 " Eccellenza Appena della nostro Che il Per tutta dottrina colla tonante entr" Bietolon d" Bietolone" voce sbalordir le scuole a grande scoppiorimbomb" quanta la lo Scita Trem" U ultima Tuie E dove e mole. l'Alpedi Lanciole, si fer tutti il segno nasce veloce l'Affrican feroce, e e terrestre " dove quand'eiCristo Ma " della croce il sole. muore Trin dichiar" poi Tutti bufali,buoi, vacche I lor muggitiaccompagnare Fino il toro eh* ha in ciel stellata Anch' ei maior Pater pelle di Bietolone. r osservato ad f"' che autor S'accinse est". Cristo gi" disse; me che avendo Presso una nuova Bietolone l'Apocalisse operazione. si scrisse, come triplic", di far pargliragione. ora figlio, Poich" II Acci" Dei Ma s'ei fra lor padre se Che E a' suoi. mugg" Acume n vitelle per dimostrare a noi il saper d*un tanfuom giunge alle stelle. Che 4C e la non ancor nascati la Cos" da o maggioranzaei glivuol almen risse moltiplicazione. glid" Cristo,non almeno gare lo dee dare pu" farlo trino quadruplicare. questo ingegno pellegrino Fra n pochigiornisi vedr" spacciare padre eterno a noi per un quattrino. Digitized by 52 " " Sonetto. Sapete perch" il papa a tutte Tore Spalancaa benefizio universale Il erario sacro Di ciascun n*" e altro predecessore? suo scovati Bietolon Perch" Altri due i morti spirituale d'ambo Essendo cosa Che ebbero non certa Un'abbondanza Quind' dottore Cristi, aggiuntial capitale Deir antico tesor Ha pi" liberale mai a quei del Redentore. e manifesta T et" passate a questa, simigliante a' nostri d" scialacquate Tante tante indulgenzee ad ogni festa e I giubilei si gettano a palate. Cap"tolo " che di al fra ^' priore Bo^srenna ** Quel sonetto Del Per" padre Marcellin dal Lucardesi che in esso in verit" un Che Sono che fa tremare insignee Boccaccio? bel d' agosto; bisognaconfessare il Lucardesi un ; riconobbi tosto pi" fervidi ingegnianco Che E "" segno allor che intesi che in lode fu composto Quel profondosaper E Amaravalde Discussio feci il santo Mi I son " di dottrina un' arca terribil baccalare; Che paio e Dante? mezzo Che Petrarca? di stivali Appetto al nostro gran Oinnasiarca. Digitized by ," 53 " I " SQoi,S",8011 sonetti modernali brio fan d* on maestoso pompa di concetti gravi e badiali. Che E " per" in che ver coi quel di io pari' troppo mi quadr" la triade nuova Gh*ei vi ficc" dell'umanato Dio; Non qui gatta ci E fra O costui cosi crede Ovver Su ci" Ma A ; cos" stima e noi vuol far la prova; il crediam se cova giudicaieh' eglivolesse in prima scriver divino, suo quel bel verso Poi E dissi : me buona con che della grana le ostasser onde s"llabe, scriver fosse astretto Di nella penna trino glirestasse e nella testa e rima; vino. Abbasrl"o di Bietolone. In un Son dotto pi" non cose antiche iscrizioni accumulate, All'uso di E Museo, fra l'altre quei secoli poco abbreviate ad intendersi scabrose. queste Bietolone il guardo pose TRI E lettovi : CRIS grid": guardate In . Se Cristo detto Trino ed imparate invidiose. Linguaccieignorantissime, Dunque " solo un minchion Mostrarsi ignaro del II nostro Cristo Trin eh' abbia desire latino sermon pu" contradire; ch'era a lui vicino Jacopetti vuol dire TRI disse : quel CRIS Ridendo Crispotribuno,bue, non Cristo Trino. Ma . Digitized by 54 " Ca^r"one Un di Del buon cui Bietolone Cristo Trino per " " poich"trincato ebbe sua De* rai visivi tiene. vita viene distrazione confusione tanta e gliparver pi" Cristi tutti in pene. e ei stimossi in estasi rapito, f"' quel sonetto dopo tal vision Nel assai bene casa quel signorche dalla Fece negliocchi suoi tal E ". attenzione Ma Ond' detto trebbiano,il saggioBietolone Si pose a rimirar con Un crocefisso che in Che ha qual Cristo Trino esser Qnal meravigliadunque S" grosso farfallon? Lo Innacquiil vino asserito. s' egliha detto " scimunito schietto. lo beva non e ci ha Sonetto. Fra i curati del Ponte Son dei contrasti Se a Cristo Uomo della Fosse van e son Poich" Cristo vivendo Che Non con pure seppe Poich" palese V unguem ora. contese ebbe tuttora dirla alla sue papale. scienze in conclusione quel che pi" gliera nemmen e l'acquistataancora. e ver, per tante ognora in so comprese Colla scienza beata " per" ad debolissime Queste L'infusa crescendo quaggi" nota morte sua Buggianese per essenziale; immaginazione Seppe mai d' esser trin,se d' esser Non imparava alfin da Bietolone. tale Digitized by LA S"- " "' SVINATURA BurlescaMusa, Fiato ". ornai diasi alla Piva ad ognuno alquantomaggior: non Piaccion li scherzi le facezie e umili; Bietolonesia Bietolone Di consci degno. Incominciamo, o Musa. Correva la stagionealma e gioconda, Se cantiam In cui dair onda Sta intorno Uscito a' tini : allor che spasso a a d" fuor di un iin stradello tortuoso Verso vini lento passo Buggiano Toscano, s'invi" bel bello L'Ennio Per vene s' astiene,e de' fumanti Ognun 10 dell' equoree un e stretto, poggetto,in sul cui verde tergo l'albergoil suo compar Menghino Gran contadino, il qual con quattro buoi I proprisuoi,non glialtrui campi arava, i) Che coronava lungo i gran contorni *) Avea Cento 30 e cent' orni di feconde Che de' muggitifea delle Suonar la valle,e sue viti. stalle e a quelle queste piaggio, a le cime ; pecorelle biancheggiar Uomo sublime tra la rozza plebe, Qual tra le glebesorge alpestre balza, Di 0 qual s'innalza de' viburni appresso Dritto Del Giunto omai vicino cipresso. suo Menghino alla rural magione Ser a Bietolone, D' allegra gente un Con urli unito 30 lui feri repente Ond' egliavanti Diessi Che e a rumor gran risa alte verso e l'udito sonanti ; il buon compare n'andava, trottare,e s" leggier mal toccava con le punte appena Digitized by 66 " pi"r De' arena: Parea librato an Cotanto da e " pi" d'un serafin sull*ale. tale d' arrivare anch' e il cui quellee quegli, Tra Punsel mirato egli baccano desio. Sulle vent'ore udio, appunto Si trov" 40 giuntoalla festiva baia Nella tinaia, ove Menghin svinando Ed imbottando il buon liquordi Bacco, Fatto gi"stracco iltino avea turato,*) Ed ivi allato assiso a un ampio desco Come un Stava a Tedesco la con tregenda sua merenda. Oh 1 oh 1 ben venga, allor tutti in un subito ben venga il nostro capo Cicero : Disser, Qual buon vento Menghino: E Indi 50 " mai quel,eh* a chi creduto noi conducevi ^ avrebbesi, Che il compar Bietolon senza invitarcelo Venuto fosse a visitar la povera Cantina nostra,e il nostro vii tugurio) Venite qua Messer, venite Purch" aggiuntoci voi noi Noi La sarem comar Siasi come n compare Intanto a tavola. non siam tredici. pi" (tosto risposegli ^) Betta)ai sol conta per quindici. si vuol,Menghin risposele, " compar: tu mangia,e chetati. Bietolon dopo asciugatosi trenta e Le stilledel sudor dalla front*umida 60 Anch' In Un E esso coloro entr" in con tempo che nemmen ^) combriccola,. finitoaveano di polmone,e fegato : antipasto volto sereno con e giovialissimo Simile in tutto Dando uno Incominci" Ben quel del IMo di Lamsaeo sguardo alla brigatain circola a cosi dall'alto trovati : buon trespolo ^). pr" ; dunque travasasi Digitized by 67 " Q recente da voi " liquordi Bromio, vinai si chiama V inclito tripudio ? Rettor del BoggianeseArchiginnasio Ma graziea Dio, che pur m' ha fatto giungereAd otta appunto a questo gran simposio, Che appena, per quant'io posso comprender" Mangiatoavete il salaceterholeo. Ors", porgimiqua, Menghin,quelcantero. N" al 70 Che Ma spuma del novel tuo seminettare: fa* che in man te ne resti il manico. non quantislam qui diasi lo spruzzolo. qnalpanciaglif"* V industre figulo, Onde Oh SO a al vivo espresse il simbolo di Semole l Del corpacciuto dio,figlio Oh in come esso Ecco che a' labbri miei le labbra accostomi Dell* ampia bassar"a E seudo-maiolica, tutti voi fo,cari amici,un brindisi. a pr", buon pr",tre volte allor risposero^ Buon pr", coloro Buon Viva il nostro Yen"to lui tutti ed unanimi. galantee al mondo buon pretozzolo sol per farciridere. lui,soggiunseTofano e' parochi, Tutti i maestri,i confessori, S*e* fusser 90 a Che come fanno i sopracci" dei nosU*i Dovremmo a ognun di lor fare Popoli, una statua^ Anzi, replic" Pippo,un tabernacolo, E tenerli tra noi reliquie. Intanto Bietolon colmo d*applausi, che tenea per aria pendolo Dairorciuol, Traeva il sangue de* premutigrappoli. N" come cess" mai finch" suirarse v"scere Cader 100 Poscia non n*ebbe fatto depostoil vaso, Con tre dita la Tempo fatto un ampio diluvio. indi nettatosi bocca,e nel medesimo canchero Oh, disse, gran scoppio: Digitized by ! 58 " questo " vino Oh Ohe da Bevuto che Ma Sia tua qua, ch'io giunsial sacerdozio, ho vin quanto in s" d'acquaha il Tevere, poi in migliordi questoio mai gustassine. ricordomi. o Menghin,io non gloria, un Or lasciando tra noi le 110 l galantuomini " vin da da prete nobile, professor, da Giuro " cerimonie, Non fia male assaggiarcos" per transito Qualche vivanda; e m primis, assaporisi che composto sembrami guazzetto, Di capidi cornacchie e d'anitroccoli fO. Oos" pianpiancon un cucchiar di bossolo, Gran parte a s" tir" di queirintingolo. Cui dio tosto ripiego: indi avventatosi Di ghiria uno e di coniglioli. stufato, Questo Di pepe american 120 sparso e di zenzero Fece prove da Marte, e ad un buon numero Di storni cotti arrosto,e a certe Gazzere Oopertedi lasagnee di coriandoli guasto minor, n" punto astennesi Da cibo alcun,finch" non venner gliultimi Frutti,che noci fur cotogne e zizzole; Non dio al boccalon la Pur sempre Tenendo intrepida ferma, e spesso alto levandolo, Fintanto che Ed allor fu Ricominciare 130 mano sgocciolo. che tatti a pienocoro a strepitar coloro, glidio l'ultimo canzoni. Farsi sgambetti, urtoni. e darsi degli A dir stramb"tti e borbottar Pisciarsi in tasca,e intridersi le facce Con le vinacce. Ed ecco : Sangue d'un becco, Bietolon Giacch" dice. a ognun lice. Oggi insanire. Digitized by " 60 " Proprioda lanzo eran le brache sue Di fustagno tan", che a mostacciuoli d*Aracne gi" tessuto fue : Per man N" si sa ben se calze o bigoncioli che in piediavea Fosser quelle, quelgiorno Con le sue scarpettine a sette suoli. Or dunque Tuomo in abito s" adorno 180 Fatta mostra Con di s", si accinse al canto al suon di un corno somigliante Ma prima disse: Rinfreschiamci alquanto L'aride fauci, e gliorganicanori ; voce E ad un beccai di yin dato lo spianto, Suona, disse: o Giapin:zitti, Signori. Viva, viva il buon padre No", Che del vino Tusanza trov", E quelFasin pi" saggiodi me. Che primierola vite piant". 190 Chi " si Che stolido. consideri non Qual brio,qualgiubilo n vinci d"? E accorgasi, non Che beveme senza Mal ponno gliuomini Reggersiin pi"? Viva, viva il buon Padre No" Il vin 200 daglianimi Pi" malinconici L'egramestizia Partir fa: ne E '1 cor letifica Come di Solima Nelle sue pagine ^ Scrisse un gran Re: Viva, viva il buon Padre No". Digitized by -- 61 " voi,Villan Tangheri, Perci" portatesugliomeri Che spumosi carichi, Del Li"o preziosissimo Del mio compar Menghin, Badate che una gocciola '210 Questi In terra pur Ma tutto quanto imbottisi niente Senza cadane. non perderne. Finch" si gettail tin. Su Ma 220 E bene, empietegli doglie metrete, lagene, " trulle e E empiete, yia tosto noi,che cantiamo. Intanto beviamo. Cedan pur cedano tutti, Ispanoe Tunghero, n vino n greco, il franco,il siculo, E il falerno col massico A questo nostro vin Onor 230 E di Valdinievole, delle tosche Ove in acqua Non men Nevi che rinfrescasi tra le gelide dell'Appennin. via tosto Su bombole. Egli " Il veder empiete,ecc. pure il bel sollazzo s" differenti Masser"zie ed istrumenti. per arte e per natura Seco traq la svinatura. Che 240 tini,e qui tinelli, Qui son botti,e botticelli. Qui bigonce,e qui barili. Qui son by Digitized 62 " " e qui sedili, puntelli, Scale e predelle. Qai Docce cannelle e Bambage ^), sugheri, e turaccioli. Bicchieri e ciotole. Tappi e Scodelle 250 Del pentole e vin, che cade, Egli " pure Quegli al riparareil guazzo; a il bel sollazzo ! tin fermo soggiorna, Questi va, queir altro torna, Chi '1 barile E chi il empie, chi numero ne '1 Tuota, nota. braccio,e chi in ispalla. Chi tentenna, e chi traballa. Chi in tinaia,e chi in cantina, Altri beve, ed altri orina, Chi Tha 260 in Biagiocantuzza, Meo saltelluzza, Il vin scialaquasi. sgocciola. Il tin si Ognun Menghin E in d" ne tutto in bombola, gongola, allegriava il mondo. pure il bel sollazzo ! Al nominar eh' ei fece il Dio Oh e... ^) Egli " Tutti quei svinatori morti. per le risa a cader molte donne. Perocch" 270 Ebbero Ch'ivi Davano in succinte gonne aiuto a' lieti lor quante ad Tutte un tra Che lavori. tratto Gli strillarono in faccia: E degliorti,. Uh prete matto^ glialtri Menghino, il turacciolo in mano avea del tino. Digitized by pel troppo riso,e andar Lasciossi scorticossi il Sulla cannella 280 a casa naso. Queir alto ridere, Quel forte stridere, che Eer n ch"tar"no Di E Ciapino a cadesse, man il che Cos" prendesse scordato Il beflfeggiato Arcipoeta faccia invetriata Con 290 E cos" che Tornasse Non senza sonare saper quel mai a peggio a suon ridete,amici, lieta, mente e cantare- no, gola, Se da questa arsiccia Quella lubrica parola disgraziane Non ridete,amici,no. Mentre Bacco Esclamando a qui, onoriam fatt' io, fallo avr" mai Qual 300 scapp" ! Per quellodio ***), eglistesso gener" ? Non ridete,amici,no. "") Ch' E Che voi,madonne, insiem deir ultime stilleil tin Itene tutte Cercando maritate e in questigiovani^ gi" vuotano. con vedove e queste bande D' intesservi ghirlande D' edera, di papavero, e d' abrotano Ch' io vo' che insin che il sol neir onde Ce la 310 passiamo in feste baccanali. Cos" disse V etrusco Occupatoda Ma non cali ancor Febo e da Orazio Fiacco Len"o, ben stracco by Digitized " D* E ponto sordi quei non tutti concordi Sbucar Uomini donne e fuor della Unaia, all'aia. pecchiein mezzo Quivi ciascun di lor sen gi"cogliendo e l" varie verzare, Qui fior, qua fronde, Le fronti lor cingendo acconciature ; Di mille stravaganti Come 320 -^ quei viilan scherzo plebeo. di esser 64 sciame di un E al dotto Bietolone gran coroncione Di farfare intrecciato e di sambuco Fatto Lo un posero a cavai sopra d* Eglialto a ridere un ciuco. Subito diedesi Come credessesi Qual Dionisio 330 Tra Fauni Baccanti Tornar e Satiri, Menadi e dall' auree Sponde gangetiche ; E allor queirustici i sibili Alzando Incominciarono Dietro al ndicolo Prete da M itera A 340 zufoli, suonar Sampogne Sambuchi Crotali e e e pifferi, flauti. cembali Con tale strepito, Che non V avrebbero Mai fatto simile Tremila Diavoli Sciolti dal Tartaro. by Digitized ^S6 " Tamagokio, eCfhtoiBJio Di qa" 350 di l" il re^eT^aq, e gaidaTa^i Tomasetto Per la V eaTana B Batto asino, nn-pangolo "oa Per di dietro frncffralo; V ottimo sopca tirtti Menghino era in suo segoito. Ma Che al fianco Con Di una orribile yinoareipienissima il fegato, rinfrescargli Per 360 znooa oamrmn"yagU o non bifognoavetsene. bisogno, Tatti glialtri facevano, Ch* eran ben renti,o ventidnqaein pamero Qnand' ei Donne, ragazze ed uomini. Intorno T animai amplissimocircolo, Un Cantando yavie frottole or deglistmmenti rustici, Al rauco Or danzando, or correndo,or appressandosi suon Al gran 370 Bietolonigero In messer, a mezzo Per che trionfeindo andavano flemmatica, lor sulla chin"a qualchescherzo,e fargli Chi di more di lui ridersi. tingevagli Del ceffo elefant"n la gran Chi per V anche tiravalo proboscide. Per trarlo d' equilibrio ; Altri al pigroquadrupede Raddoppiavanli stimdi Perch" andasse di instino, pestasseal cavalier le natiche. 380 Altri quasi spargendolo E ben D' erbe Addosso e fiori odoriferi, gligettavano 6 by Digitized 66 " " d*ebulo. Lappole,cardi,e ingratefoglie insin con pertiche Questi con pali, e questi Dandoglide* punzonia' fianchi e agliomeri^ Mostra facean d* appuntellarlo e reggerlo, Perch" in terra non fesse un capitombolo ; Ed ei bench" S" 890 s" strane cerimonie a di boria,e gonfiasse Pur si godessene, che recidevafacile La a pazienza Ed a lasciarsi uscir dal manico, dir cose, che per retto tramite Ivano a terminar posciain bestemmie. Ma Mengh"n pietosissimo, Che da lui non Col formidabile zuccon ogniquattropassiabbeverandolo Ad Gli facea in 400 scostavasi. Dal generoso E lo rendeva cuor volte la partir collera **) al solito, naturai,dolce Giusta il suo Tre attimo un e e pacifico. quattroomai La pompa trionfai di Bietolone U eminente pagliaio avea girato ; Ed ei incantato come Dal soverchio D' andar per Allor che Che 410 un di Meo Punger del piacergi" si credea mezzo Tebe a processione ; ragazzuolo. Pancianera nudo era figliuolo, piede Sentitosi il calcagno Da un riccio di castagno, e ratto qualbaleno pigliollo, Al bigiopalafreno Te lo piant"di botto Infra la coda, e quelche a lei sta sotto. In La man che si sente bestia, Digitized by Fortemente annaspava^ E co* pi"sgambettava, Per trarsi fuor di qaella Paglia,che glitoglieafio la favella. Fusti la prima tu, lesta Cecchina, Che lo chiappasti per la destra gamba, Togno Stramba, E teco 460 Che Ed saldo Tafierr" per la tirando amendue Feste mancina, da Orlando. prove poi Lello,Drea, Meo, Gk)dto,e Nencio, Nanni con Bobbi, Mon, Nardo, e Batino, Maso, Pippo, e Giapino, Yenner E Bista,e Gero, Insieme 470 Bette, e Geppe, la Gi",la Sandra, La Lena, la Cassandra, La Monica, la Piera, La Creizia,e la Gat"ra, E delle Donne infin tutta la mandra. pigli"Bietolon Chi per un Chi per un Cendo, scaltri : e sopraggiunserpur Chi e molt'altri con Veloci,arditi E e per una coscia. braccio,e chi per una spalla. fianco,insomma ognun facea Quel pi",che hr potea; Ma cotante persone lor tal Cagionavan tra 480 Che confusione, il tentar di trar lui fuor del Giusf era Pur, come pagliaio, pestar Tacqua nel mortaio. volle il Giel,tolto Batino un lungo perticone Ritorto in cima a guisad'un onoino, Un Fra la schiena Tanto Di e il groppone ch'ebbe glielstropicci", i calzon pigliargli ventura per la cintura. Digitized by Allor forte I 490 puntati suolo piedial forte e a traendo, so II molto Reverendo "i f"* sbucar; ma famose E le brache Fama le in " che serra, in terra. andaro queir"staate ''') in cotal r"so Stelle nascose improvviso gallinee d'oche. ad assordir: anzi N'ebbero di S'unio schiamazzo Che trapp"la brigatadesse La gran Che si con e sonore fioche Voci 500 gridare,evviva, che appariva Mirando Al tirar del tendone ignotascena orribilmente D'ampia campagna Bello allora Bietolone loppa e Qual bracco ansar in atto,che Se mi non 0 di pagliume aspersi, il flato, per ripigliare parea date volesse il Pilucca : Menghino" o Menghino, o Che se corri qua non dire. ber sto per morire. Presto,disse 510 vedersi straccato, Co' cr"n di E a ^^). amena non t'avvedi colla tua zucca. Senz'anima costui ci cade a' piedi? ratto,e offerta al buon Quei v'and" La nobil fiasca ortense; prese l'umor tosto fosse ambra Quasi liquida Ei compare ne E stralunando Tal fece suon a trincare. cretense; gliocchi col gozzo, che pia d'uno Sospett"che Menghino 520 Dato in Gli avesse Ma non vece in vi fu di vino quellazucca a ber ranocchi. nessuno Digitized by 70 -r Per" di s" gran -- branco, piotate Alle brache,che a' pi"glieran calate ilfianco. Desse la man per rivestirgli Che mossosi n a Bevve sei volte nuovo Anacreonte e sette al nobil Senza ficcarvi il naso, e non vaso ristette giammai Talma bevanda, Finch" rigurgitando Il vin gliand" calando 530 Dal tracannar banda Del bel bocch"n dall'una all'altra eglial compare Spezz"la zucca in sulla zucca, Un certo sfogofare In quellacongiuntura i^). Allora Certo contro Per non e volle natura. stimato ebro n" folle. esser Suonate,disse. 540 Vostri strumenti. Festose genti, Ch'io vo' danzare. Su via su tutti a suonare. coloro Ripigliaron Diversi ordigni loro, e chi marroni, vanghe, chi badili, E facendoli insiem fare agliurtoni, Chi Si dolce 550 Che Ed suon si ud" non ecco Muover n'uscia, giammai tal sinfonia. che alla danza volendo Bietolone il piede Sei trova e allor s'avvede. inviluppato Che i suoi braconi avean senza licenza quelsuon fatta la lor cadenza. Or quiviinviperito e a golaaperta. E' li strappacoi calci, Pria di by Digitized 71 ^ Urlando s",ohe si sarebbe udito Fin da' lidi di Gaza 560 Comincia ^mbo i calcagni, compagni Stimolato da Bacco Prorompe Ah Biserta, traballando E contro i suoi Ah di o batter sul terreno A -* e dalle Furie alfine in cos" fatte ingiurie : villanzoni, mascalzoni Becchi coU'effe, Voi farvi beffe Cos" di 570 Per me ? Dio,per Dio Sapr"ben'io Farvi imparare. Come trattare Da voi si debba un gentiluomopar mio. Forse credete. Bestie indiscrete, Ch*io sia briaco, 0 infettiil baco Di frenesia 580 Lamento Voi mia? e pazzisiete, Villanacci cornuti sobrio. e or Cos" dicendo tolse ve un sano la suono. coreggiate, mani. Ed alzatolo in aria ad ambe Cominci" A la vetta con dar dietro a color,che in tutta Chi in qua chi in l" mostrar Ond'ei con Se taluno 590 io sono;. fretta. tutti fuggire ; doppioardire. arrivava, peggioilchioccava ^) ; E intanto proseguiva invettiva. L'intrapresa Alla Digitized by w " " su, Tangherottopiglia Questo colpoyieiie a te, Gh" chi fa dispregio a me Taato merta, ed anco pi". Tieni e tu Sopra la questa testa Percossa eh'io ti "" 600 : E tu quest'altra Scansa se puoi, Brutto bifolco Da* lombi tuoi, sappidir se vi ti lascia Vi colgala saetta. Canagliamaledetta. E Voglioa tutta mia i nervi Spolparvi e il solco. possa fracassarvi Tossa. bricconi, Furbi,, 610 Ladri,assassini. Porci,poltroni, scappate? Perch" n pi"fermate. Voltate "ccia; Un di scuola " che vi seaccku sol mastro Corpo Genia .... Sangue e perversa fella; che m'ha creato ^^^ quelloD Che a quantisiete vo' levare il fiato. In tal guisagridando In giroiva rotando Giuro per 620 Budella! .... La vermena Ma '1 suo . non Or la . furore insano colpiandare invanow quanto a Percotea . funesta. Gli facea molti Se " se stesso bene spesso i lombi,ed ora schiena, or la testa. Digitized by 73 ~ " '1 prodecampione Onde Dato in 630 disperazione Rinneg" il Ghirie,e il Ghriste eleisonno, E aglinomini dicendo: andate in chiasso Con nn fracasso nuovo Tutto si diede ad assalir le donne. Queste,che gi" munite Di forche e di bidenti, Di di vari altri strumenti. e pungoli, parte in Da drappelstavansi unite. un Al nostro Rodomonte Con risoluto ardir volser la fronte 640 eglivibrando Il pendoloflagel Tasta con : E mentre far lor paura,. Cred" Si dar" tutte mosser quante. demoni,e Come a lui fecersi avante. E la Gecchina ardita Gli si strinse alla E 650 vita, sul la man postagli coreggiato. N'afferr" la calocchia, E stretta in man tenne ne Bietolone airincontro Si dimena e possessor Uomini e ambo donne Largo teatro Fero tutta forza dell'asta; ognun di lor pugna veleno e con ira. E mentre Si pongon capocchia. si sforza Per mantenersi Con a la a fare a e contrasta tira tira. allora intorno a' due combattenti, E al feroce duel stettero attenti, 660 Degno d'un Bietolone nuovo e non cadente giorno. sbuffando, La Cocchina ponzando by Digitized 74 " " Facean Tult"me prove, Con ignotee arti alFaltro ilbaston per trar di L*ano Ma ciaschedan Oib"l nuove, di lor tenendol mano: forte, ci fu modo non di venirne al fin ; fincli"per sorte e rottoli nodo, La coreggia strappossi, Mai 670 rest" col Ognun Ma randello in pugno. suo questo divario, con sol batt" nel grugno, Che la Cocchina E il preteil suol batt" col tafanario. e* si vide in terra Quando Privo d'ognisua gloria, E Tavversaria Restata in Si diede a sua di tanta guerra, ud" gridar: Vittoria; piedi, voltolarsi in mezzo all'aia guisad'un porcello, 680 A cui dolgail budello,o l'anguinaia. E prima miagolando, E posciataroccando Si pose alfine il saggioBaccalare in tal guisae bestemmiare. Stranamente Non c'" pi" Cristo per me. A Come s'io Cristian non fussi, Eppur io fui,che m'indussi D'un ch'egli era a farne tre : Non c'" pi" Cristo per me. Che una poltrona 690 Vacca sgualdrina. Che Meco Cocchina una nel contrastar Com'esser Non c'" pu" ? non pi" Cristo porticorona aff" : lo capisco, per me. possanza di Dio, n"bile e dotto, Che un uom Ah by Digitized 76 " Per" ^ via su pregatedi buou n nostro Salvatare^ Questo mio Crocifisso, Che qaeldiavol d'abisso, (n qualnon so Chi nel ventre 740 cuore y" ficc") Yi libericol sonno, acci" dipoi Restiate sano, e ritorniate in voi: Sparge me Domine esopo e monda"o. Scappa fuor da costui Ser Tibidabo : Ma perch"per la fretta Non avea presa Tacqua benedetta. Rivoltosi in queldire a Tommasino : sbruffalo col vino ") ; Presto,soggiunse, E quegli, che un boccale ben grande e pieno, Gi" ne teneva in man Senza mettervi punto olio 750 N'aspersea Ei n" sale, Bietolon la faccia e il seno. tosto,che cosi Innaffiar si senti,per nuova rabbia Stringendoambe le labbia, orribilmente gliocchi. E spalancando Si rizz" su' ginocchi, E animo con Dell'una Ficcato e vindice l'altra man il dito grosso tra '1 medio l'indice e : Inalzo quanto posso, 760 Disse,le pugna al Ciel,Stelle nemiche, E vi fo sul mostaccio " Stelle, Gi" il mio vostro sapete ch'" un par di f . . . disprezzo; un gran pezzo, Ch' i'ebbi l'ordin d' esorcista : Come or dunque sopportate, Stelle rie scomunicate, Ch' esoroijBBatosia da un'ateista) Digitized by . 77 " ateista? irato Come Gli disse allor 770 Poi Dio; compassione: a Messer battezieato e ta fasti col vino. raeqaa^ e con mosso Ah Menghino : che o^" Io credo 10 fai " Bietolone, soggianse,vi prego dal laccio A sciogliervi Di cotesto spiritaccio, Che vi fa dir tante pazzie, no se Or ora per oompar qui vi rinnego. Seguitapoi : Gli 780 Ser Bietolone, che Ecco voi a Quel Dio, che per noi Dal Diavol nero Passione, della nel Venerd" Mori a liberarvi torna; Coma. risponde: Coma, Gli replica Menghino : Compar, badate bene E Bietolon vi sta dentro 11 Demonio 790 noi vel Da dosso Se negate adoprare non le vene, possiam cavare, Santa; E Bietolon soggiunge: Canta, Conia. Compar, compare, a dir Menghin ritorna, I rimedi che Adesso qui Altro che Credete d" la Chiesa ci vuole canta canta, e in Cristo ? coma coma. Bietolone ; V credo. e Eccolo Gli qui presente. replicaMenghino, ed eglia hai, io l'ho per Cristo Trino, S'altri Cristi 800 Io credo E in non questo tuo, Menghino, " Ch'io non lui lo stimo un un : niente. Cristo solo. gusciodi lupino. by Digitized 78 " E lo stimi ta, tu se* se Bietolone,state in taono buon Qaesto, eh* i* tengo in Non 810 ora Cristo un col fame Bens" siete buon Tu menti ne Villano) la per ordinato Perch" mano bello,e buono. voi stima s" vile. Cristian,n" mercantile" gola, il prete, Furfanton, soggiunse camice a ed a stola di te vaglio,e pi" di quantisiete. 1 oh matto 1 pazzacchione Pi" Oh forse cotesta Ti par Imagin del Il qual per mio Cristo esser ritratto^)? Trino, esser for^e e di l" dall*Appennino Di qua anni " gi",eh* e* se ne suona Togli via dagliocchi miei eh* " falsissima. Questa effigie, Rigettatae dannatissima Dal popol de* Pagani e de* Giudei. Tre n Cristo Trin vero Dal Padre Per me Com* 830 fagiaolo. un (Gliraffibbiail Egli " 820 " io un Non fo conto terzo L* aborrisco E s" predicato, gi" pi" non e* ", dicea poc*anzi,e di Che forse e per cotesto ^) " dell*intero,. meno zero, lo detesto ; e che ci" sia un festa. celebrato. s" Marcellin a verit", di Cospettaccio D... cos" si fa. S" disse,e infuriato Pi" che libico drago Quel briaco cornuto Verso la Imago ampia bocca sacra Scocc" dair un forte sputo ;. Digitized by 79 " perch'era Ma " dal vino acceccato, dall'ira, e la mira ; pigli"ben 840 Non yia cambiando Per" " schifo, Queir escremento di Maria, figlio batto nel grifo. Allo scongiurator Egli al caso improvviso Dai compagni deriso (Falloinsolito a lui)dio in un eccesso intatto il Lasciando Di sdegno, e al tempo istesso Col Crocifisso 850 Forte U tra vivo E tra morto Col volto Tutti e muso ; a tetro, cornuto 1 e cadde indietro. in quelpunto lui,che giunto spirarl'ultimo fiato; corsero Credevano Ma e Becco soccorrer morto, e svenuto. oscuro Disse: Ah 860 nel Bietolon percosse qual pallidoe smorto, Mezzo A cos" deluso suo trovato Ch'era in stato Di potereancor guarire D'ognimal sol col Certi di lor se E a letto lo lo dormire. in spalla, pigliare portardentro la stalla. Ci" che avvenisse In Ma poi noi sappiam noi ; quell'infermeria fosse E per non o bene, o mal, per buona pace, la Musa s'arrossir, ^). tace by Digitized NOTE 1) Yariante: I 2) La raccolta originaria Ohe 8) Il cod. palat. 307 Ho accettato il tino stracco gi" ci Siam di lasciato. ayea 6) Nella Sul Yar.: 8) Bacc. 0) L*edis. " la i : U aggiunto del stampa manoscritti, cni verso piantato gi" qnal Su nn 1815; tatte verso plebeo posto seder a : s* era s^era per per cattedra. cattedra. Anaticoli doghe orig.: del 1816 E Ma secondo secondo hanno, orig. race 7) lezione riapoaegU. toeto sarem, giova ripetere. non 0. P. tredici; trenta questa edizioni altre che dei qnei contorni Inngo P.: Pi" le aia^a. : Non 6) gli altri can^ non ha: coronava Fatto 4)0. suoi propri con versi modificati cannelle. e ha: in tntto correzione questa seguenti sarebbe e i anche allegria anche piacevole scena Tutti pano. comprendono ogni motivo le di allnsioni riso. Seno 368-770: w. Alla si non tolto il mondo va Ebbero morti cader a improvvisa e svinatori quei dalle risa. 10) Yar.: disciogliendo Ohe U) Nella race. orig. Ors" Di rustico nel e via Quella P. " 0. aggiunta da* Tognin piena sembr". tua far sentirla la seguente strofetta: qua barchetta fa* presto perch" Ha 12) voi a mio il canto ho fretta glo gi". Yar.: collera Passar la GKusta il suo naturai calmo e pacifica 18) Yar.: Aiaza gli orecchi e tenta di scappare. Digitizedby 81 " " 14) 0. P.: Mosse dasomi dar a pietosaaita. 15)0. P.: la via Coi S 16) Var. che Tiuia impedita, era T altra e mano. : Mole 17) Baco. che gli togliea fin orig.e C. F. : La brigata non Tal Ma che Pin le alte 600-Ofi mancano w. riso anche all'improvviso 1* oche fioche e in nn ad assordir le stelle vi nnisser galline e la favella. desse pnr arrivasse che Voci 18) I dMmplorarla vibrando e d'ali in alcnne elle. snon edisioni 19) C. P.: snoi dall*ima Be' labbri aU' altra banda. 90) Var.: 21) L' edizione Alla peggio del 1"L6 ha: Oinro 22) Var. crocchiava. mi sebben trovi in qnesto stato. : Presto,soggiunse,sprnasalo o(d vino. 28) Secondo Ted"Eione del 1816: Disse, le al pugna Oiel,Oorpo 0 stelle rie vi faccio qnesto di Bacco, smacco. 24) C. P.: Gli rafabbia Menghino. 25) C. P.: Imagin Essere del mio Oristo ritratto ? oppnr 26) Altre edijB.: Per me Oom' e' ", gi" pi" non test",e di codesto io dicea 27) Var.: Guardate anime rie come ti fa. 28) C. P.: Questi al colpo repente ed improvviso. 29) Var.: Stanca gi" di cantar la Mnsa tace. Digitized by 82 " " Sonetto. d" che Bietolone Un Fuor del solito tanto o in cervello. stava suo quanto o Tal col pennello qnal suol figurarsi Veduto a caso uno santo, spirito Spirtodivin,glidisse,io jy Che E grand*uom, esser ma pur saputo far trin ho mi non vanto alfin son quello fratello vostro sapr" far di voi pi" che altrettanto. Pregovi che vogliateo prima poi o Far dan la baia ne crepar quei che me Acciocch" il lor gracchiarpi" non mi noi ; Ch*io Di darmi E mai ha giurose tutto fin tal chiucchiurlaia voi moltiplicar a di farne un' intera colombaia. di Bietolone. Morte r Giunta fatale in cui dovea ora Bietolon da Lucardo La morte N" come si trov" torgliY L' oprar V usata Cosa " SMo gliporgo uscir di vita smarrita mezzo alma ancor sapea. falce,ella dicea, troppo comune e troppo trita; il velen resto schernita pu" che la triaca ei bea. Perch* esser Dietro un pai,ma potreificcargli Morte non N" il buttarlo in Pensa Di s' usa e Ch* " il fra* Cristiani par suoi. pozzo " un ripensaalfin darglicon vero un modo questa mazzo risolse onesta. cosa poi sulla testa d* ammazzare i buoi. Digitized by 84 -^ Cortesia Yien Che dal diavolo usata Bietolone. a addosso, qua, Bietolon mio, montami ti vuol passare. se Caronte non p"*oh'io dubitar 8* io ti volessi, pur Per aria valicare Foss* eglipare Perch" portare questo smisurato fosso. Di l" da Non to" ti vuo' spallea Io sulle E " il nero pi" di Certo che ogni graa o al mondo era far lo posso, potreifare Cristo " Trin se Quando ben e mare fosse il rosso. come tu il fai nelF et" virile te pesava assai ; " pur da luogoassai lontano e umile d' un batter d' oeebio lo portai In men Dal tempiofino in al cima 11 diavolo a Campanile. Bietolone. hai Bietolon per naturale chi ti vuol far del bene. n disprezzar Insomma Ed " bene Chi ti fa Or va' un gran pa2zo da cat"ne V hai per male. bene, mentre dunque ; e se puoi mettiti V alo Per passar d' Acheronte air altre arene, Ch" certo io non vo* pi" sulle mie schiene "^)rtare E se si gran pezzo d' animale. un del tuo pretesoCristo Trino Stimi d' esser Che pi" grave, in breve, spero il proverai, povero meschino : Ognun E che Un si pesa in non questo regno nero troverassi io m' indovino che di te sia stato pi"leggiero. Digitized by 86 - Il diavolo dichiara - Isrnorante Bietolooii. Chi " colui che fa si gran fracasso E m'introna le corna? " Bietolone, RisposeBelzeb",o Satanasso; E quei:che fa quaggi"questo minchione? Replic"Taltro "r Per troppo nel mondo Die* Cristo p^ E ei n*" venuto : il Salomone sua asso salvazione. eglifu soggiunse: sempre and" cercando Col Cristo Trino ; tre,quand'eraun un perdo il punto di Satan al basso un bue, guai?1 Oli dia la rabbia ; imparia spese sue ; So che tre volte io fu lo E sempre gliho Non gi"Cristo tentai, stesso ; glialtri due visti e mai Apparizione non li seppi mai. di Bietolone. in visione ler notte mi comparve Un'anima dannata al fooco eterno E del quell'era Onde di ancor quondam " Bietolone spavento mi squinterno. " Fratel,mi disse,io N" trovo qui neirinferno, impiegoalcun sol per cagione Che tu del Che Deh ! se mio tal fostischerno nome stimato ci sto son per un minchione. sei di piet"privoaffatto Fammi di palinodia sonettino un matto. Per far capirlaggi"che non son non Si,risposMo;lo Ma vuoi tosco intendiamci, per", con o latino? questopatto Che abiuri l'Eresia del Cristo Trino ; Digitized by Eglistette un tantino ; Replic"poi:questo mai ver non sia; Egli " trino,arcitr"no e spar"vial di Bietolone. Maest", magno Plutone, Supplica Tartarea Ricorre a voi,come ^ Bietolone Il tosco Luccardese Prete SignorPotente^ a dotto,ingegnosoed eloquente. E genuflessochiedevi umilmente Qualche impiego con buona provvisione, Per viver qui fra i morti allegramente Secondo Se Ma sua nobil condizione. qualchescuola Per La la fesseci vacante erudir marmotte stimeria per se la Maest" me e cetriuoli posto bastante. vostra ha Pi" volentier farei lor da Per istruirlia fare i figliuoli pedante raviggiuoli; Se In poi non n'ha consoli altra guisail povero Cristiano Col dichiararlo almen suo Cappellano. Digitized by , 87 " -- DIANDRA LA Epicedio. Deh l chi mi vien col zufolo davanti Acci" ch*io canti in dolorose rime Quella che opprimeor s" Tanima Pena ilcanchero alla Morte Venga aspra mia e ria? nell*ossa possa scorticata viva Mentr'oggiprivadel pi" beiringegno Ed esser D*Etruria il Regno. n'andasti Dove fior di o pedagoghi E per qnailuoghior Tombra tua si aggira? L'eterna lira che fra gliastri appare Gisti E noi restiam bocche Con sonare? a quaggi"per la tua morte urli al cielo storte,a mandar Cantando al velo tuo sul colascione Il Lazzeronef Ma pure ad onta della dea sdentata Che divorata ha una s" nobil vita, erudita il tuo Fama porta sull'ale immortale Nome l Qual popolmai fra i lidi dell'Aurora E l'onda Mora Cui non " s" da noi remoto sia noto un tanto illustree chiaro Baccalare? Gran Nacque costui sulla famosa D'una cert'onda Del qualein o mente sponda sia fiume or Non non o torrente mi torna si sa il nome, come. by Digitized 88 ^ Si sa ebbe ch*egli bens" E che madre sua Ma port" gonna - un oome Fa fonte sacro dal curato fu me all'uso padre per donna, signorile, Ltove AI aom e sottilel quando interrogato col " vis baptizari " ? In scioltie chiari accenti il buon figliolo Rispose:"nolo". deirerror del tenero Ma Fece il padrinosuo bambino la correzione E in conclusione il pretea largamano Lo f"' Cristiano. Furo i suoi studi e primi puerili Degni e sublimi e sovra ^lialtritutti Ingenuiputtiebbe a giocardiletto A cappelletto. Poscia imparatoa Tirato un Perda p...in faccia all'altrescuole, chi vuole,disse,indarno Tore Gi" In l'alfabeto mente dottore. son guisatale addottorato ; il nostro Di scienza mostro, tosto seppe dire Quanto gi" udire f"r nel loro idioma Atene e Roma Di tutti i fonti di Filosofia Lodando gi"generalmentel'acque Ma pi"glipiacqueancorch'assai men puro Quel d'Epicuro. ei Quindi s'appese una E ilbiondo Da cui col tiorba al collo si diede" Apolloa seguitar piedemai non ste' lontano Un trar di mano. Digitized by incontr" mal Nel greco sempre f"' prove nel Latino Ma Sempre imitando Merlin Se volle calamaio e Goccaio. poi talor toscaneggiare, Seppe accordare e nobil arte,a Con Orlando, da penna a destino, favellare in carta. guisadi Fidenzio, Dante Terenzio. e Qnai YevB" oh ! qualiudir queste pendici Alme e friiciallor Quelle che avea ch'egli esprimea nel si vive cor fu che innamorato Anch'ei del brio di dell'erbosa Fuor b^e. fiammelle D'amor Talora e 1 il rio, si vezzosa, musa piccolagrotta sua Corse acqua cotta 1 E fu talor che per dolcezza i vepri. cardi,pugnitopi Pruni,ginepri, Ai nuovi tropis'infiorar glisteli Di succiameli. Oh I quante notti Carca Ed e quante Onde Pel che dir" del acclamato suo quantimodi in faccia io frattanto glisonavo Ma in col canto 1 di lodi mi rend" La e Pentolaccia. professcnr"to, fu sin nel Brasile acuto e penetrante pi" sottile, Arcipedante? Dir" ch'ei sol eolla profession sua Venir la bua fece all'asinitade pi" dottori maggio fiori1 E han le eootrade nostre Che or by Digitized 90 " " Qaal meraviglia dunque " ch*ei passasse Da questebasse alle celesti cose Allor che pose in campo il poverino Quel Cristo Trino? Quel Cristo Trin per cui tanta tempesta Sulla Che testa diluvi" di sua fra noi riman del gran conquasso L'alto fracasso? ancor finalmente abbia Ma poi luogoil vero suo Color che fero quels" gran Poi morse ne se sono frastuono le mani ambe cani. Peggio che Perch" mostr" Ch'egliera E un lor Bietolon di botto dotto nobil fiorentino ci" il Trino con ; a Cristo da lui dato Rest" provato. Cosi rinvidia altruirest" delusa; A bocca chiusa bestemmi" Che si era messa a stessa se scorbacchiar per matto Un si uom fatto; E la virt" di cosi gran campione, a forza di bracciali, Quasi pallone Come avess'ali, pelferoce assalto Sali pi" alto. Prova ne fanno ben tante onorate Carte vergateda famosi versi Tutti in cospersi mille var" modi Delle Ma che Il gran non sue lodi. pu" sopra di noi la Parca? monarca Se qua nel solco o il povero bifolco o l" sul trono arriva Di vita priva. Digitized by 92 " E tu di Bietdone -- bella anima Che alla tua st^la unita in oiel ti stai Se f" e a* preghitnoi prestai senti i m"ei. Dehl Da qneltuo cedei Cristo Trin vero sognato o Ch*ora ti " dato il contemplarnell'Etra Grazia che m'impetra, N(m le nostre scuole restin sole : egliabbia del side N" un animale sia fiero e superbo Sotto il em nerbo striUin come pazzi Nostri ragazzi. Ch'abbian maestro, ed Che in Poesia Di far Perch" pretendae si diletti sonetti in linguatoscanese. spese sian sempre ridenti Le nostre genti. a sue Che in er"ticare questo ed Si mostri scaltro Per questa via si e quest'altro or in verit" sia; non acquistaun Talentuoflio D'elogiun tomo. Se graziatale o Bietolon yerraeoi, Con campanacd, pifferi e sambuche Fra l'altrebuche a quellaove tu posi festosi. Yerrem E quivifra coi^^enti ad armonie L'ave marie,i pater nostri,i credi Saran mercedi di quel ben Volesti die e a noi vuoi. Quivi vedransi i moccoletti aceensi Quivi gl'incensi e balsami fumare E diluviare eul famoso avello Croco e Nappello. Digitized by E se D*onda lustrale anch'io aspergerovvi Del fonte mio per Tuna e Nettare Tale " il mio n mesto ferale Tarna altri aspergeran voto e piantoche Ti lascio in pace e per mi per Men Taltra canna, e manna. temprare alquanto strugge e sface lena ripigliar vado a cena. by Digitized 94 " IL da composto BIETOLONE DI MAGGIO " ToccL Francesco Pier il mese era Prinoipiato i fagioli Che nascono Ingrossanoi piselli Pongonsii cetrioli i baccelli, E di fava si gonfiano Allorch" Bietolone inalberato fatto a triangolo In compagnia di certi maggiaioli Diedesi per un angolo Val di Nievole, Dell'ampia Un crocefisso suo In voce or alta Al suon di cornamusa Colla E sua or fievole e bella barba giuntoun giornoal Le Gli gentidel corser a di tiorba far la birba ; Ponte Buggianese paese tutte onde intorno, F"' sentir questa frottola che Lo stesso Bietolone Ecco avea il suo coro apposta composta. noi tornato " maggio fratelcarnale. Ch'" d'aprii Quel mesetto almo e gioviale Che di Flora " primo paggio; Ecco a noi tornato " maggio. a Lo saluta il rosignuolo, Il cuculo,il filinguello, La calandra, l'asinelio, Bench" sia d'un altro stuolo ; Lo saluta il rosignuolo. by Digitized 96 " " Ancor noi lo salutiamo E il benvenuto, glidiamo Ck"me pure saluto un anco gente a voi facciamo Buona ; noi lo salutiamo. Ancor Rieda sempre un s" bel mese Lieto intorno a' vostri campi Ed in il ciel vi esso Dalla rogna e Rieda scampi mal francese ; un sempre Fin ch^ei dura il sol Ogni d" come Acciocch" E uno s" bel mese. risplenda specchio^ secchi il capecchio graniscala polenda; Fin ch'ei dura il sol risplenda. Faccia ricche le campagne D'alte spighesmisurate, Perch" a luglio poipossiate : Satollarvidi lasagne Faccia ricche le campagne* Cos" vogliaquesto Cristo noi Che portatoabbiam con Gi" ben noto voi, Bench" mai Cos" a tutti l'abbiate visto; vogliaquesto Cristo. quelgran Cristo Ritrovato da quelprete Questo " Che in Buggian,come Trino sapete, In volgarparlalatino. Questo " quelgran Cristo Trino. by Digitized 96 " " Questo " il Cristo s" famoso Di tre Cristi uniti in uno, ciascuno Approvato da Per assai miracoloso; Questo " il Cristo s" famoso. Quest' noi vogliam pregare Che a voi lieto il maggio dia, Purch" qualchecortesia Anche a noi vogliate osare ; Quest' or noi vogliampregare. or Qui fece pausa Che in il coro teneva man Prese ad andar Fra le persone La limosina a e Bietolone gran bac"i un d^ottone, girando ivi affollate e spesse, far tutti esortando, Al Cristo Trin per celebrarne messe; E seppe s" ben fare e s" ben dire Che quellaturba in un devota e stolta Fece tosto raccolta, Col suo gracchiar, lire. di ben parecchie Allor tutto brillante Per rinterna e tutto bello, allegrezza Tornossi al suo drappello e giuntoappena Fece sentir quest'altra cantilena. Cristo cortese Che tanto puoie sai, Questo bel Deh ! Dacci Del non un tuo mese finisca mai ! tal saggio poter divino : Ben venga maggio ; Evviva Cristo Trino! Digitized by " 97 " Qual sorte oh ! quale Di queiche godersanno Se un mese tale Durasse tutto Tanno 1 Oh! qualvantaggio N'avrebbe ogniuomo Ben venga maggio Evviva fino ! Cristo Trino ! Deh ! fa' Signore Che questabuona gente A tutte l'ore Tal abbia presente, mese N" mai passaggio Faccia oltre l'appennino; Ben venga Evviva maggio! Cristo Trino ! Se si potesse Tal graziaconseguire Oh ! quante messe Avremmoti a far dire! Nel sol viaggio D'un di pieno" 11 bacino Ben ; maggio! venga Evviva Cristo Trino! Cess" di nuovo ilcanto E Bietolone intanto il qualsa l'arte Di sonare il quagliere in su la parte tale strumento Pigli" Il quale" un borsellino piendi ^ vento ; per dar segno omai della Fatta a partenza, la riverenza, quell'assemblea Con quanto fiatoavea dentro la gola ""- , il quagliare Sonando voglioavvertire Nel nostro partire, Vi Genia Che credula troppo e tropposanta in ogni paese " maggio un bel mese^ Ma " pi" bello assai per S" disse e maggiaioli color volt" le spalle ; valle i buon figlioli tosto insiem E col Cristo a E per ristessa chi lo canta. co' patiandi gotte Tornare al Borgo a un quarto d*or di E quivitutti in festa e in allegria Che non Celebraron le messe notte all'osteria. by Digitized 100 " Al Del " S"g, Lorenzo limpid'Amo mio Gioiellate di f"or le Valler". calcai mentre sponde d'oro il sai. Teneri scherzi,e tu Lorenzo Espressiairarmonie Ma del Tebro d'Eden l'umor sonoro. poiche gustai Questo labbro lasci" d'esser canoro, E de' soli latini a' torvi rai Su questo crin s'inarid" l'alloro. invano tu tenti Onde invan tent'io l'adriaca Dori lusingar lascivetti carmi il geniomio; Movere Con e a Che al notturno doppierspentigliardori Depostigliarchi e licenziata Clio Sovra la cetra mia dormon Rosa La Incoronata In Da grandezza. la mondana ovvero d'or,d'ostro ammantata tron siede fastosa verdeggiante di spineivi guardata falangi La reina de' Con l'amena Rosa. f"or, vassalla umiltade Dalla E da' Della Ma gliamori. essa adorata plebefoltissimaodorosa loquacizeffiriadulata sua maest"^godeorgogliosa. fra brev'ora in sull'erboso piano Cade dal soglio e more illanguidita vien da pie'villano; E calpestata Impara, o grande; efimero splendore " quelche ti circonda;il fasto umano Ha per simbolo suo caduco un fiore. Digitized by 101 - - Il pane. Gi" vicina nel solco Ecco Recisa, eccola la spica; impallidir poinell'aia aprica v"Uan flagello Da Atomi Indi a falce temuta provar a gemer battuta. in polvereminuta fatta, ridurla vien cote nemica, E ricompostaancor " da pugno " dall^onda amica crudel franta e premuta. Alf"n poich"prov" prigioneignita E che la trucidar ferri taglienti Divorata,in un ventre " seppellita ; Mortai,nel S'anco in Altro non mondo invan spericontenti quelcibo onde tu tra la vita sai che meditar tormenti. Il a Stringe razzo. sottilnodo canna tenace Racchiuso in carta fr"l polvenitrosa. Onde fa scaturir fiamma ingegnosa, Sulfureo filcui rode arder S*ei^eil calamo Seminando al ciel converso in face di rai la notte E col sibilo suo, ombrosa, linguafocosa, che mostra Il giubilo Cosi scorrendo Con vorace. anche in luminose festive follieTaereo Privo alf"n di Semplicechi tace. non str"sce campo splendorscoppiae dal duol trovare vanisce ; scampo goder lungamentein terra ambisce. Mentre son Tallegrezze e scoppioe lampo. E Digitized by 102 " Avvenimento - di Palinuro. in sulle nabi acquose^ i venti ; Stanchi del vaneggiardormono i Tanni Piegati Oiace Anf trite e fra le braccia ondose Lega in mutola Palinnr le vie spumose Vola il buon Trattando Di Cuma con e le vele gi"presso Frange con Ma i fluttialgenti. quiete poppa aure innocenti^ le rive erbose d*or i salsi argenti. ottien di lui la poich"il sonno palma. Serrati i lumi alle stellate scorte Nel Oh! Se mar trabocca e ivi Hoensia Palma. infausta sorte infelice, gliapprestanaufragianche la calma, dell*uomo Se ad occhi chiusi ancor trova la morte. by Digitized