EDITEE INEDITE
RH
DI
PAOL
FRANCESCO
CARLI
INTRODUZIONE
CON
DI
TORELLO
FANCIULLACCI
VENEZIA
TIPOGRAFIA
EMILIANA
1907.
Digitized
by
XtoinHHiHao
Dee.
r'
'''r
Digitized
by
INTRODUZIONE
Chi
che
Lucardesi
di
il
turbare
morte?
E
il
Se
le
notizie
poche
in
raccogliere
il torto
tristi
tanto
di
due
ricerche,
di
ore
al
peggio
per
sia
quella
che
sarebbe
di
rare
procuun
con
che
fama
rimando
quale
che
e
pure
al faceto
lui
la
vita?
sua
Valdinievole
d'Averno
lo
se
secoli,
biografiche
allietare,
permesso
qualsiasi
circa
quell'opuscolo,
Paolo
affrettato
Carli
tentativo
costante
sogno
sarebbe
ebbero
gli
sudate
Giovan
a
riposo, inasprendo
Francesco
un
di
opuscolo
fu
che
lui, dopo
a
si
secolare
suo
Paol
immaginato
detto
alcuno
ferite
quelle
mai
l'avrebbe
per
mi
fu
altrove,
per
dato
ebbe
breve,
le
monsummanese,
ora
sente
tutta
Digitized by
la
6
"
del
amarezza
e
tutt'altro che
sono,
che
volete? io
Fattenzione
dover
le
che
porre
quali,ad
nel
posso
pi"
vero,
par-
chiare.
lo
frivole,
assai
loro
posso negar
so
;
quel-
crede
altri,ad esempio,
di
di poesie,
disseppellimento
di
onta
ataviche
gacee
non
non
ai
questioni che
su
in fondo,
Questioni,
ma
io
disinganno;ma
ritornare
non
"
certe
molto
ortopedici
fenomeni
e
graziosi,continuano
a
fun-
escrescenze
chiamarsi
prendo
(non com-
come) petrarcheggianti. Anch'io,
"
e
Carli stesso,potreipubblicareun
del
cosiffatte
cospicuo di
il bene
e
che
Mi
e
rade
che
sono
se
notevoli
sacre,
non
volte
di
c'" mai
la
un
non
guardo.
ne
i
ancora
di
un
in compenso,
volitare di farfalle
petalidi
paese,
mezzo
e
di
fiori freschi che nel
disdicono
menti
mo-
episodioletterario,
l'ombra
sbizzarrirci in
e
muse
me
per
pensiero
compostezza dignitosadi
immagine, abbiamo,
i
" del mio
piace, invece, additare
pi"
in cui
poesie;ma
voglioa lui,che
alle muse,
mero
nu-
certo. Che
a
di che
un
una
crearci
ri-
stico
fanta-
grillivia
per
giardinodelle
importa
Digitized
by
a
me
che
del Carli
la fama
tutta del
infinit" di
a
non
so
se
riso
Ora
colpa fu
i suoi
migliori
in
ebbe
" forse vano,
ed
generale diffidenza
i
verso
poeti del
il Nostro,
quelliche,come
particolanaente
e
Prima
una
vogliadi andarlo
la
o
" tardi
fra il faceto
tramezzarono
"
La
macchia, celandosi
il tempo
"
la
Toscana?
pseudonimi,nei qualinessuno
scoprire.
data
abbia, si pu" dire,
poeta che compose
versi satirici alla
mai
"
non
i limiti della
varcato
'
7
"
di indurvi
il satirico.
e
fare amicizia
a
con
un
ci
poeta giocoso,(parlodei morti, s'intende),
vuol
tutta!
si
^li
della vita
amarezze
armonizzate
su
tappate Forecchie
per
la
millesima
r ineluttabile
la
tradisce spesso
coglierecon
lato
e
e
r
che
del
solite nenie
destino!
cose
delle rime
e
sono
e
sul-
Eppure
della forma
fatto dal
finzioni
contrasti che
essenza
le
talora sdatta
astute
zie
argu-
poc'anziforse udirono
volta
e
le
voi vi
plettrobernesco, e
lo sforzo
ridicolo delle
ed
barzellette
con
avversit"
nuda
semplicit"
lenirvi
presenta per
poeta per
contrasti
degli uomini
appunto il
carliane.
Digitized
by
il
zioni
; finvanto
8
"
Ora
domando
Svinatura
io: la
poemetto che
un
"
si possa
pendentement
leggereindi-
dai sonetti che lo
o
fra
seguirono e
direbbe
quali esso
" sufficiente ad
chi
come,
il
e
interpretarlo
del Lucardesi
famigerato sonetto
La
spicca
prefazione di poche righe
apprezzarlouna
provoc" ?
precedettero
i flessibili viburni
Virgilio,fra
cipresso?Ed
col
i
" proprio
pu"
non
risposta
che lo
essere
non
gativa,
ne-
" il membro
pensiche quel ditirambo
pi" vigoroso d'un organismo complesso,
dal
staccato
il senso
e
quale perde
balordi
i tratti che
della
beffa
contengono
bietolonica
giano ^).
La
da
pezzo
"
a
un
fatto
s'ebbe
il cui ricordo
*) n nomignolodi
divenne
mazione
subli-
chi
a
noto
del
Borgo
non
"
come
di lui furono abituale
perdere
forse
quellodi
non
aveva
pazienza
lezione
una
Bietolone"
la
Bug-
a
pedanteriadi questo
parecchi,ma
severa,
la
parte dei tiri giocatidal Carli
gran
all'insoffribile maestro
gi"
la vita
con
il valore,giacch"apparisconooscuri
e
conosca
insieme
troppo
morr",
dato dal
Carli al Lucardesi
altri infeliciche
della
bersaglio
satira.
Digitized
by
solo
prima
9
"
nella chiesa del
Marcellino
si lasci" scappare
cardesi
il
composto
Predicar
trovava
impacciato nella
di coniar
o
l'uopo
al-
trino;
che si
volta
della rima
ricerca
lusso
vocaboli, un
s' era
preso talora anche
il
di altri per
senso
e
abitudine,ogni
sua
il Lu-
sonetto
un
Cristo crocifisso
era
che
in
Borgo,
dre
pa-
famigerato verso:
giacch"
conveniente,
predicadi
della
neiroccasione
che
dopo
"
Dante,
di torcere
o
dei suoi poveri
comodo
versi.
Pertanto
fosse ritornato
di
il
Francesco
uno
lev" di sentimento
Fuor
con
lo
scritto
addensare
di
metafora,
violenta
una
s'era
proposto
polemico
il
era
di Anton
verso
altro
un
chi n'
che
eleganzedella Val-
Le
Bertini,quando
fece
dire
ancora
dopo
sereno
cui il Lucardesi
con
censurare
^)La
poteva
suscitata da
burrasca
delsa,
si
non
dato
ricor-
su
che
uragano
stato la
il maestro
causa
del
^).
Borgo
la prima volta
Oiampag"lagginefa pubblicata
scritto del
Colonia,tre anni
Lucardesi
prima
che
nel
1708, colla falsa data di
il noto
sonetto
desse
ai versi satirici del Carli.
Digitized
by
origine
10
"
di fresco malconcio
uscito
in prosa
in
dov"
da
ben
cui, come
fatto la
aveva
figurad'un
polemica
una
dice il Galassini,
stonate,
che tiri a ba-
orbo
le
raccoglieretutte
lui
un'altra,per
sostenerne
per
"
forze
sue
molto
pi"
ardua, in versi ^).
Ora
del
perch", mi
Carli
e
della
discorrendo
domandai,
poesia ditirambica,solo nel
alla satira bie1711, quando si die' principio
tolonica,nel Giornale
si cominci"
della
dei Letterati
in dubbio
mettere
a
Giampagolaggine
Domanda,
Bertini?^).
come
a
una
fondo
minaccia
la nota
richiede
affaccia
") A.
e
Varie
polemica
pag. 667.
*) La
"
che
di
a
chi
presa
va
trattare
cui sola bibliografia
ma
particolare,
voglia gettare
di A, F.
Giampagolaggine
BassegnaNazionale, 16 dicembre
:
il
veramente
riprendere e
studio
uno
autore
se
non
questionela
spontanea
Galassini
fosse
d'Italia^
La
fa ristampata
nel
Giampagolaggine
da Giov. Paolo Giovanelli che V attribu" al
1756
a
si
un
Bertini
1886,
Firenze
Bertini,al quale
si propose di rivendicarla definitivamente ilBacci neiropera
:
di A, F. BerHni con uno sitidiosuUa vita
La Giampagolaggine
e
scrittipolemici
deOf autore; Prato,1883.
siigli
Digitized
by
11
"
luce
po' di
sugliscritti
n
composto
Accademici
Francesco
Scherno
per
giacch" in
tale
dello
e
i
disagicol Carli
canonico
esser
dagli
la
festa del
impresa divise
Pier
il canonico
Tocci, lodato prosatore e poeta.
le prove
Ma
doveva
di cui
Campanaccio sonatosi
Cristo Trino;
le fatiche
"
di
questa cooperazione del
dere
potrebbe chie-
ci sono?
fiorentino
alcuno.
Mi
velie
sia lecito riferire
Letterarie,in
Tocci
passato nel
cui
1742
un
passo delle
migliorvita.
Menzini
dopo Benedetto
"
dire che
la nostra
lirico s" elevato
e
citt"
di fantasia
al volo
s'accostano
stileancora
si conosce
la
sue
ed
canzoni
e
poetiche,
e
prosa
al buono
e lo scherzo,
come
piacevolezza
dalla
scritta contro
altro
Nella
pindarico.
congiunta all'erudizione
aveva
pu"
cos" vivace
veramente
idilli pieni d'espressioni
che
si
ha avuto
non
testificano le
infiammata, come
^o-
l'elogiodel
si tesse
a
e
sua
Giov.
celebre
Paolo
Giampagolaggine
Lucardesi
*)Ncyv"Ue Letterarie,1742, col. 763,
num.
"
^).
48."
Lami.
dby
12
"
Lasciamo
il Menzini
stare
Pindaro
e
un
po' enfatiche
parecchieespressioni
solo
del Tocci ;
"
ma
in
polemica che
del dottor
il nome
pu"
fondo, non
Tocci
"
un
Occorrenza
coprirela poca solidit" del
Ma
a
ad
forse,continuassero
del
Bacci, anche
del
Moreni
*)n
stampato
2) L.
subito
"
a
del
e
Parere
"
1813, pag.
:
che
dovesse
^).
qualcuno, tutti,
l'opinione
riferiti alcuni
passi
Fabroni^),importerebbe
intomo
D"Ue
160.
nubio
quel con-
contenuto
alla
voce
Firenze,dal Matini,nel
MoBBNi
voce
pedantesca,
non
accettare
dopo
desimo
me-
cui nel passo
a
ripeto,che
me^
alla
intorno
"
fittizio,
quasi maschera
non
ch"
alcun-
avere
leggessedel
chi
; dottrina
riferito si accenna
bara
per chi abbia
deve
non
col brio
dottrina
cogliersi
ac-
Bertini,quell'
elogio,
Parere
"
da
comunemente
va
avvertirebbe
"
della
brio
e
esagerato.Cos"
di
che
fatto
un
stare
depostisulla
fiori
come
letto la prosa
sotto
che
proprioper nulla;lasciamo
c'entran
non
"
tre sontuose
"
Mons.
A.
**
Occorrenza
"
fu
1707.
renze,
CappeUe Medicee,FiFabroni
dice :
egli
"
Digitized
by
13
"
poco; mi
"
molto,invece,se
dispiacerebbe
inflitta dal
condanna
scritture
che
alle
Tocci
ridotto
avevano
frenesiail predettoLiicardesi
epigrammi,
venti
per
ulteriore
a
ai
si volesse
madrigali,
sonetti,
ditirambiche
frottole
soggetto gli
numerose
non
un'allusione evidente
scorgere
nella
errori
veri
e
a-
le vicende
supposte di Bietolone.
Tali scherzi
poeticivenivano
inviati all'abate
Carli che, dopo averli riveduti
li trascriveva
Accademia
ormai
rompa
pertanto che
riusc" cos" bene
che
laggine fosse
di
suo
se
(scusate
si
(Tocci)
penti di
assunse
avere
piet"
autore
vero
il
si
il
la difesa
V"iae
dare
ad
Giampago-
Bertini,tutt'al pi" facendo
sospetto che
opera
e
tutto il resto
dell'amico^non
dell'amico ;
il
quel libro,
il Bertini
la stizza provocata
che
poco!)fosse
scritto
al Tocci
di
della
di Bietolone
censure
"
tempo
mentre
prima volta
ci mettesse
non
dalle
sua
la
in alcuni
nascere
"
cui
l'incantesimo.
Io concludo
intendere
negliattidella sedicente
Scherno^ di
dello
e modificati,
ma
pi"
tardi si
che " da attribuirsialla
Itdorum, T. VII,
pag.
236.
Digitized
by
14
"
"
tenersi
gli fu pi" possibile
dopo, nei
alcuni anni
suddetta Accademia
misteriosi recessi della
cominciarono
quelleciambelle
buco, che
naccio
costituire
labbra
l'autore ! si
i nomi
di
riuscivano
degli autori
erano
tre?
di
S'ho
dello Scherno
alla famosa
a
"
"
le ciambelle
solito.
il "
Risoluto
"
credere
fosse
che
Congrega
riflessionimi
ma
altri;
addussero
V Accademia
"
dei
il
di simile
Bozzi
un
", i
nome,
sopran-
Dondolone^
"
^
pi" mature
a
e
prima
dap-
qualche cosa
Voglioroso",
ed
erano
dire il vero
a
componenti prendevano pure
come
Ma
"
cinquanta,sessanta
erano
pi"?
sulle
correvano
quando
del
pi" saporite
propendevo
"
Campar
"
tori!
gridava; fuori gli au-
massime
tutti,
fors' anche
il
il
".
E
cui
larsi
manipo-
a
squisite,
quasitutte col
dovevano
Fuori
due?
quando,
nascosto
e
concludere
ghe
lunben
diversamente.
Amerigo Seghierine parlacome
vera
e
propria accademia
iscritti quanti burloni
e
alla
di
una
quale fossero
vivevano
nei castelli della Valdinievole \
Digitized
by
nelle terre
e
avrebbe
16
"
avuto
quelle togate
come
mai
dal
inesauribile
di
opinione,a
didentalmente
chiam"
una
quando, toccando
in-
Paol
che per
al povero
Lucardesi
Seghieri,V
della
accaduto
villa
il Carli soleva
Monsummano,
prima
cola
quella combric-
pi" anni
^).
Arlia ed
dettero la
Dunque
"
condo
se-
altri sarebbe
Ferroni
a
recarsi
con
quello
che
avvenuto
era
Carli,lo
Francesco
di tutta
duce
e
pi"
di burloni
secolo
con
di presso, ebbe
un
Arlia
di
capo
il
da
nivano
rifi-
meravigliosa fecondit"
veramente
e
Bietolone
tartassare
Costantino
dove
soci ordinari
suoi
poeticischerzi.....^).
Tale
baia
i
corrispondentii quali tutti non
e
tardi
"
Bellavista,
alcuni amici
circa
del
mezzo
palazzo
di
Cristina di Svezia.
Ora
a
non
credere
con
comprendere
che tutti
id
Pemero
si arrivi
come
quei begli umori
la medesima
1) Vida
Nuova
so
"
sero
dettas-
facilit"
poesiedi
vario
Livorno
1863, pag.
283
serie.
") Letture
di
Famiglia;anno
XXXV,
86, pag. 666^-
Digitized
by
"
16
"
cui " da notare
in
metro
classica
il Carli
loro
si
nonostante
la
pu"
si
di
forse
artistica
poesie che
per
lo stesso
ambedue
poetidotti,
mente
a
in
Scrittura,componessero
comunanza
essere
parafrasibibliche.
il Tocci
e
preti,che sapevan
la Sacra
spesso Terudizione
le
quasi sempre
e
Che
"
lo
quella
parecchianni,
somigliano per
molti
rispetti,
del primo
superiorit"
anche
ammettere;
meno
leggieria
dovesse
al
condo,
se-
bisogna
ma
che
supporre
di tutti
accadere
dei
nessuno
di
tutta
quali si pot" mai
gli altri,
conoscere
il nome.
Sicch"
mio,
parer
a
Val
di
di
parve
del Lucardesi
A
"
dover
Serchio
che
"
in
a
si riducono
questi
aggiungere
Bertini,perch" quel Gohho
sonetti della raccolta
alla
lettore se,
due: il Carli ed il Tocci.
del
nome
meravigliil
i canzonatori
altra volta mi
il
si
non
testa
a
tre
di
soli
mi richiam"
bietolonica,
mente, [un altro gobbo, quello di San
Casciano, nelle
cui
aveva
diretto contro
scritto
polemico
vesti
l'egregiomedico
Girolamo
intitolato
la
Manfredi
Falsit"
Digitized
by
lo
Sco-
17
"
perta;
"
d'altra parte per
ma
di indizi sicm^i
poetico,mi
sembra
numero
notevole
sul suo
altri
ch'eglifosse
di
al lasciar
desi
di
attribuire
di
cui
"
l'ammise
a
indubbiamente
il
anche
rapporto col
al Bertini
"
di
al Lucarebbe
Bacci, ma
la
questo
^);
ebbe
non
non
gione
ra-
cun
al-
aveva
di rivendicare
assunto
suo
torto
il Carli
autore
che
dei
uno
di Bietolone,
lui il lamento
di affermare
gine.
addosso
primo l'Arlia,ma
suppose
un
sonetti^).
dettero
che
di
autore
Quanto al Tocci, che egli fosse
begli umori
lore
va-
l'escluderlo
preferibile
dall'Accademia
senz'altro
ad
mancanza
di testimonianze
e
credere
la
paternit"della Giampagolag-
Il lettore che
ha
la
avuta
pazienza
seguirmi fin qui pu" giudicarse proprio
vi sia alcun
non
1)n
Tocci
"
Bertini
Critone
Se
rapporto^).
in Arcadia
Geonio
"
e
era
il Carli
del cardinale Savio
segretario
") Letture
di
^
non
Arohemio
"
che
Anteate
il
"
Mellini.
Famiglia; anno
d' Ancona,
,
Coridone Marachio
XXXV,
86, pag. 566-69,
nota.
3) Preludio
"
il
1883, pag. 281.
Digitized
by
18
"
tutte le
lettore avrebbe
che mi occupo
"
faccenda
conclusione
dare
a
pseudonimo,
di
garbo
Mio
Giuro
nel
e
mi
l'
del-
po-
prudenza solita
del
a
tempo,
terza
del
apparisce dalla seguente
oltre al
dettata
in
uno
gettar luce
stile
pieno
di brio.
Padrone
Sig/,Sig/^ e
in
parola d'uomo
leggereil Maggio
potei trattenere
che
quando
particolariche
prima per la
come
questione,"
"
che
persona,
geva
diri-
all'andamento
inedita,la quale
lettera
una
probabile,
negli scritti polemici
la persona
lasciava
ad
lettere che
e
tagonista;
pro-
questa
nelle
comprometterlo, con
verificarsi
tutta
meno
intomo
notizie
in
addivenire
alla medesima
Accademia
sulla
che
del mio
per lo
Carli,dunque,
tratto
tean
o
che
osservarmi
le spese il canonico
si vuole
concreta
sempre
era
ragione "
meglio faccia
fiorentino,se
n
ragionidi
del Tocci
pi"
la
e
"
ridusse
raccogliereil
grande
un
a
segno
di
Rev,"^^
d'onore
a
di Bietolone
scroscio
non
V. S.
non
di risa
poter quasi
fiato.
Digitized
by
20
"
deglielogiche
forse
faccia sarebbe
che
Pantilio
1111.
voglia
Bietolone da
di M.
Viene
"
T
perci"pregato
ingegnosissimo
considerare
la Accademia
altro,il quale
appiccare in
se
tolo
detto ti-
adattato,altrimenti
sia veramente
che
da
Beffa
medesimo
dal
grande
tanto
a
dello Scherno per
festa del Cristo Trino
L""cardOy Vanno
Raccolta
questo: Il Campanaccio
dagli Accademici
sonatosi
la
vansi facendo
pi" proprio titolo
il
uomo,
alla
pensando che^
" andato
il Beffa
Campanaccio, perocch"
al
Dico
deir Autore.
"
pensia
verr"
con-
cercarne
un
calzi alla materia
veramente
dell'Opera.
E
qui
la
mia
al
solito
avr"
finire,rassegnando a V. S.
per
reverente
vita
e
obbligatissimaservit",
riprotestoche
e
MonmmmanOj
pi"
8
oltre
se
sono
si
e
sar"
finch"
pu"
maggio1713.
devmo,
Paol
e
"bhhmo
Fbanobsco
Digitized
by
Cabli"
21
"
Carli,a
Il
si teneva
riservava
s" la facolt"
via
nel
pullulandogli
sotto
dell'onomastica
Se
" mai
cela il
gonnelle della
nomi
d'un
toscana.
osserv"
f Che
nel
n" mezza,
la
1717
rapidamente
la lontananza
del
al
1) Gaetano
la Poesia
a
a-
bigia^).
geva
vol-
tramonto, sia perch"
le toglievail
protagonista
Buggiano,
L"bebt
n"
poteva
poesia bietolonica
principal
nutrimento,come
Borgo
della
Carli,il quale era prete,
giustamente Tlmbert, non
la barba
Ma
il
della
accademico, chi
quel Barbigi Barbabigia autore
Svinatura
chettona,
bac-
nili
femmi-
ogni pseudonimo
nome
vello,
cer-
rimpiattava
contadinesca
veramente
Raccolta
.
le
si
glialtri
contare
senza
al
gli altri
Zea^ della Dianora, della Mea
Nencia
vere
pseudonimo,
di sostituire al
di variet"
volentieri
e
il collega
del Beffa tutti
via
amor
per
spesso
dello stesso
abituale
venivano
e
avviso, mentre
pago
per
nomignolo
che
mio
"
:
Il Bacco
quando
sia
risiedeva
perch", a
in Toscana
diffe-
di F. Bedi
Ditirambica,1890, pag. 125, nota.
Digitized
by
e
22
"
Carli che
del
renza
di
smania
sentiva
da
gi"
resisteva
non
in
luce,il collegaPantilio
si
la
causa
tormentava
la
crudele
da
anni
si
non
parl" pi"
Perci"
colla
spesso
codice
di
Campanaccio.
nella
dei
le testimonianze
il pentimento del Tocci
dei
palatino307,
menti
componi-
originaria^)
raccolta
quei componimenti
lettere dirette
usare
passi biblici
dal
un
lo
fece
in testa
hanno
che
pseudonimo Pantilio,osservando
di
doveva
ne
se
non
progressivadiminuzione
nel
il
^),allora
circa
che, cos"
come
persecuzioneche
conciliando
contemporanei
tima
fu ul-
non
i battenti all'Accademia
pi" nulla;si misero
e
scienza;
co-
della
nuova
Lucardesi, della quale
del
la
rimordere
pezzo
un
quando poi giunse
morte
pi" dalla
Campanaccio
lo stesso
porre
di darsi in
grado
"
Carli
a
non
e
sono
che
sificazioni
ver-
che lo stile delle
Pantilio "
sempliceabate
verso
quale
il
ca-
*)Letture di Famiglia; anno XXXV, 36,pag. 566-69.
" possebench" molto assottigliata,
^) Questa raccolta,
duta
dal cav. Camillo Vitelliche la mide a mia disposizione.
Digitized
by
23
"
nonico
della
stabilire
che
la
in
quale
di
collegiata
gli
poc'anzi,a
rimangono
e
espiatorio,
attribuire
Tale
mi
sar"
il
grato
il Tocci,
sfuggiti
Carli,al quale si
il modo
miglioredi
da
toccata
creder"
ed
d'
differenza
il Carli
Terudizione
uno
r
del
*
collega cui
arguzia costringevasempre
vena
il difetto
giare,
sdottoregtre fonti
classica,la Sacra Scrittura
"
osceno
a
poteva attingerea
giocosa.
di
i miei
abbagli.
*
A
recchi
pa-
narla
di illumi-
altrimenti,
rilevando,sia pure,
errori
solvere
ri-
approfonditada alcuno;
chiunque
a
:
i versi
questione che,
fu mai
non
che
due
il resto.
tutto
sembra
una
e
Bietoloneide,
tre
comprendere ol-
originedoveva
non
al fuoco
deve
Lorenzo, si pu"
della
autori
supponemmo
di cui
S*
migliaiodi poesie,si riducono,
mezzo
come
-
Quando
gli veniva
e
nel
banale, come
un
sonetto
Digitized
by
la
meno
questitre elementi,egli cadeva
o
:
nel-
in
24
--
cui afferma
che
--
coloro
quali fanno
i
tanto
chiasso
Contro ohi ficca io
Cristo
mai
Se
Che
che
senza
seatisser Bietolon
dentro
dere
i tre
se
in
sonetti
un
io
o
la
unico
non
convien
Carli
pur
si
fon*
i
getto iridescente,
suoi
poesia,ma
che
verso
e
dalla
la contenenza
conosca
brio
ci sia
vero
vogliono
questo ",
se
dai
potrebbe ricavare
che l'arte del
una
sonetti
narrazione
arguzia e
rende
del
cit"
comi-
maggiormente
^).
^) Alla
riscontro
di
che
riconoscere
quel
d'ilarit".
trionfo
quanto
si
della
scintillante di
efficaci
scalpore.
a
so
in prosa
vacuit"
trino
u"
zampilliegliriusciva
nell' opinione di alcuni
versione
dottore
il lor
conseguivano un
Ora,
fuori,
raonieohia
ne
ve
pur
resti
pel ne
un
certo
Triplicherebber
Ma
comuDichino
on
un
satira bietolonicapotrebbefare in certa
gruppo
guisa
di sonetti che alcuni letterati
fiorentini
scrissero in difesa d'un
loro
giovaneamico
e
nardo
poeta, Leo-
i suoi
Salviati (1540-1689).
Questi,infatti,
{mbblicati
Digitized
by
25
"
Questo accade
"
Svinatura
Io
"
particolarmente della
".
dubito
me
per
la
nonostante
assai
dottrina
sua
quei frammenti
conoscere
su
cui la beata
di
erudizione
Questo "
"
versi sulla morte
che
uno
non
stuolo di
solo
che
certo
la
torno
in-
natura
ingegno
dei
eglida quelle
sicch" si form"
Lacardeai,
Varchi^
pi" deglialtriassalito dal Corbinelli. Poich" questo nome
prestava ai sali
e
alle invettive
poesiache potremmo
secondo me,
vivacit",
ma,
24, 1905
; Un
^)Alcuni
n.
di
lib.
coro
citano
ma
se
come
"
ne
degliavversari,
corvina
s^iza
di male
d'Orazio,la
Seneca;
dire
I
mente
aspra-
meno
corifeo Benedetto
era
dette
cre-
di Cosimo
Garzia,figlio
fosse il Bertini dal
cui
di
greci,
tempo
JacopoCorbinellinon
da
poeti,di
briga
proprie teorie
al
di Don
precoce
de' Medici,fu censurato
d'un
le
destinato
^).
la
poetico che
genere
aver
pareva
Greci
un
mai
di ditirambi
poter fondare
ad
Carli,
il
lo studio solerte
e
degli antichi,si prendesse
che
venne
una
piena di garbo e
^
Vedi:
spirito.
si
di
li^Ateneo N. 22-
del prf.Lobknzoni.
fiareniine
lingue
esempi di ditirambi V
25." del III.
l'entusiasmo
che relazione ci pu"
essere
"
e
un
dell' "Edipo,,
coro
temperato
fra
ode 19.^ del
e
il metro
e la vera
questi
ditirambica?
Digitized
by
golare
re-
poesia
26
"
si tenne
teor"e
tano,
quanto fu pi" possibilelon-
trascurando
il
come
in Toscana
giovargli.Se
in
"
Svinatura
insieme
Redi, fu perch" i
la
la
due
blicata
pube
in
col
capolavoro
del
diverse
vie
e
verse
di-
con
in
ottenere
secolo
Nel
il
fu
pi" propizioed
cio
accon-
quelle lisciature
fatto,con
effeminatezze
svenevoli
e
ad
tempo
un
dire
aspiri pi"
al
Svinatura
",
e
senza
in
una
bandita
"
veste
di
bella
e
festa
dei
Svinatura
fu
^)La
e la seconda
(Gelopoli)
n
o
a
"
quello
il Carli nella
ogni
frase del
umile,ma
senza
al
le
e dipingere
scolpire
^^
1760
salotti
intonata
presti
sa-
in Toscana
Bax^co
; al contrario
scuciture
propone
pi"
",
"
plauso dei
delle Accademie
"
il
se
ed
con
non
quel sussiegoaulico classicheggiante,
ben
un
settesimo
svolgimento del quale,il dicias-
allo
"
fu
"
fiorentine
intenzioni,si poteva
^).
tuto
po-
poemetti rappresentano
perfezione,che, per
genere,
avrebbero
",
quattro edizioni
napoletana
una
quei modelli,i quali,
anche
Bacco
"
"
sone
cas-
toppe
soggetto
scene
si
della
campi.
la prima volta nel
pubblicata
1815 (Firenze,
LuigiMagheri).
sola
nel
Digitized
by
28
"
C'erano
audaci
i tentativi
Nisieli,col
"
cicalate
ne
scherzi
e
del Gualterotti
e
lui r imit".
non
era
e
Y arte
che
o
suo
acquist"garbo
elementi
da
che
geniale e
avrebbe
del
necessario
')Per
che lo
arte
di ricavare
creazione
destare
tutto
novit", quest'arte che
non
la trov"
in
il Carli
influssi
tutto
a
se, data
l'indole
ditirambo, che doveva
suo
poteva procedere
per"
mani
sue
disparatiuna
parte
gli
dei
alle
venuto
^).
D'altra
rusticana
Villani ;
disporrequel che
potuto dargli nessuno,
s" medesimo
mise
di
perci" doveva
della
r interesse
quelliprudenti
Y
leggiadria,
e
se
"
specialmentedel
Ma
sue
poetici ; perci" non
anche
e
",
Panciatichi,colle
c'erano
valse; ma
nedetto
di Be-
bislacchi
e
PoUfemo Briaco
"
Lorenzo
sopratutto di
"
della
con
sentire
ri-
poesia dialettale,
maggiore speditezza,
l' impegno
che
conseguire accanto
gli pareva
smo
all'entusia-
volghi r approvazione dei
le relazioni fra il ditirambo del Redi
vedi
e seguirono
precedettero
89, 97, 17 e passim.
:
G.
dotti.
e
glialtri
Imbert,o.
Digitized
by
e.
pag.
29
"
li scriveva
I sonetti
stesso ;
la
della
quando gli
Cosi
solo
alcuni
d'aver
parve
cui
idea
minci"
co-
fino
dai
mordi
pri-
anni
raccolto
e
egli
si determin"
dopo,
elementi
di forma.
dagli antichi,particolarmente da
tolse
Virgilio,
nel
versi
e
in mostra
pi"
la
esordio
suo
litudini
imagini,simi-
Y ambizione
per
di mettere
propria dottrina,la quale
sciupato le poesie giovanilidi soggetto
aveva
anw)roso,
bisogno;
pianta pi"
fra
contrasto
burlesco
meglio
che
dai
perch"
nostri
versi
ed
sentisse
ne
sommi
un
poeti prese
emistichi,
perch" dal
la maest"
frivolo della
e
di
sua
quellie
il fondo
satira,
emergesse
il ridicolo.
Non
"
inutile
a
questo proposito la
seguente lettera inedita
"
la
ore
giando
passeg-
ci attesta
capo
di contenenza
bastevoli
nelle
poesia bietolonica,egli
stendere
a
di
Svinatura,
"
sonno,
", come
frullargli
pel
a
vero
camera
la
ma
spesso
isfuggireil
pi" calde, per
per
"
PantUio
"
da
lui
diretta
:
Digitized
by
a
30
"
Mio
"
La
Sig.re
settimana
di scrivere
sonetto;
V. S.
a
Padrone
River.nao
passata
ebbi
Missioni,i quali
tutto
il
notte, n" mi
presente per
minuzie
in
e
di
che
ho
stendere
simil
ma
bisogno
di
" lecito sperare.
che
in
breve
architettando
del nostro
abbia
Lei
il
a
porzione
pro-
piaccia
richiederebbe
"
il che
Pu"
avrei
vena
per
bensi
e
ci" che
ho
ora
essere
intanto
fare, per gloriasempre
eroe,
il
queste
rilievo
farlo di
tal sorte
colla mente
al
consaputo soggetto,
quiete di mente,
mi
di
il
per
non
fo
soverchio
a
componimento
e
qualche prolissit"
lo
di
qualche pensiero di
Idillio sopra
un
di
forze,ove
padri
un'ora
farlo,cosi
maggior
Avrei
"
ad
di servir V. S. in
di
cose
delle mie
comandarmi.
fino
i
trattengono
sera
differir
non
genio grande
la
in Chiesa
riusci
abbiamo
qui
delle
popolo
intenzione
di inviarle il seguente
e
siccome
ma
"
vo
nimo
nell'a-
maggiore
quale, per altro,parmi
Digitized
by
che
Si-
"
abbia
posto V animo
fare orecchie
a
" il
Questo
mi
che
resta
in pace
da
che
pi"
8
novembre
dia
ditirambica
seppero
reverenza.
a
poesia
e
deci-
che
nell'aspetto
meno
ruzzo,
quellavena, quel succedersi
ci
sgradevole,dandogli cio" quel
che
ce
lineamenti
volgari e
1'hanno
in bocca
sono,
talvolta
lo rendono
quasi tutti
in
che
per
talora
interminabili
una
di motti
e
simpatico,
rappresentatone'
suoi
dogli
brutali,mettennessi;
sproloqui scon-
parola, quei monologhi
e' " dato
via
e
udire
ionadattiche^si
dianamente
quasi quotila continua
che, per
storpiaturadel linguaggioe
voci
"
pochissimi
mentre
riesce
ditirambici
la
tutta
de' secoli decimosettimo
che,
Carli.
Francesco
ritrarre Tubbriaco
di facezie
non
e
1715.
un' occhiata
s' accorge
mottavo
.
io desidero
Paol
Chi
soluto
si sia ri-
mercante
farle devotissima
Monstimmano,
e
direbbe
la
frequenza
che
di
gano
apparten-
piuttostoalla poesia burchiellesca.
Digitized
by
82
--
n
Redi, dunque,
"
il Carli
ed
di
6
entusiasmo
dell' uve
amabile
del
pago
cui
fervido inno
suo
da
Bietolone
alla
senari
chitarrino
di
non
svinatura,in
alla
cati
bloc-
bruscamente
di
gliare
pi-
e, afferrato
qualche cosa
mano
in
il sangue
"
endecasillabo,ha bisogno
un
in
il filo
graziadell'ottonario
dalla
egli passa
tare
sal-
si risolve
per
; laddove
"
fuga precipitedei
e
perde mai
palo in frasca,non
crescente
col
Bacco, in quel suo
lui,in fondo, l'ebbrezza
per
un
che
notevole
in
gli altri,ma
questo s'avvantaggianosu
divario
anche
Ciapo, inizia egli stesso
il
i cori
le danze.
Io
come
qua
e
so
non
nel
alcuno
Bacco
l" il tentativo
fra loro i due
ditirambica
al
se
:
elementi
mai
Toscana
di mettere
vato
osser-
si avverta
in contrasto
essenziali della
poesia
il patetico
ch"
e
l'orgiastico
^); sic-
diapason,dir" cos",dell'ebbrezza
dietro,come
per
*)Si potrebbecitare
effetto di
propriaautorit" per
reazione,
esempio il
come
rappresentatoil risentimento
la
in
abbia
di
tratto
che
Bacco
colpa del
**'
vede
tien
una
in cui "
messa
comproFasano
superbo
",
Digitized
by
33
"
specie di cupo
fumi
del
"
raccoglimento prodotto dai
vino, i quali,per", i liquidirubini
del Chianti
diradano
subito.
v' " dubbio
Non
dei
che
uscito
molto
vicino
che
vero
vita
all'ellenico.
avventurosa,
al
sonni
eccentrici
all' altare
estensione,anche
per
poteva
privarsidel
senza
la vita
e
rampoll" pi"
"
bevuto
il bel
pi"
avrebbe
canto
del
potuto
digiuno^);e
*) Vedi:
se
tardi
bisogno,faceva
cantarlo
i
i
si
e,
divinit",non
passionale,
la
esso
traeva
tragedia.
"
tare
can-
dopo
averne
male
perch"
ugualmente bene
popolani dell'Eliade
Ateneo, XIV,
quei
che
opportuno di
di Dioniso
verse
di-
Dioniso
da cui
credeva
Se Archiloco
di
di altre
germe
in
coro
all' elemento
rinunciare
"
se
guastarono
Aristofane,il
canuto
dinanzi
cantava
che
ne
tutto
pass" per
di morire
trasformazioni,
prima
melodrammi
in
Giacch"
"
de' Greci
il ditirambo
tuosi
lut-
casi
componimento
un
lo
nume,
di alcuni
occorsiglinella
sarebbe
Redi, approfittando
del
vaneggiamenti
fatto risovvenire
avesse
il
se
a
trae-
p. 638.
8
34
"
alle
vano
vicenda
feste
dal
dionisiache,reggendosi
troppo vino
loro che
per
Io
r
bevuto, tanto
avrebbero
all'altare del
"
"
in
nume
me
per
dovuto
della
e
festa,"fosse
si possa
spiritodel
scita
per la riu-
su
^).
"
po' addentro
un
ditirambo
italiano
e
nello
vedere
m
stia la Svmatu/ra
esso
con
rambo
diti-
questo punto perch"
penetrare
relazione
al
estranea
proprio necessaria
non
dizioni.
con-
conside-
essere
elemento
piace insistere
Mi
quale
buon
un
tarsi
presen-
col Croiset ohe
penso
ebbrezza, la quale poteva
rarta solo come
gio
peg-
decenti
pi"
a
del Nostro.
Orbene;
servire
il modello
ai nostri
poeti del
ha
che, al solito,
entusiasti
indegno
d'un
che
non
lo
avuto
*)Histoire
avrebbe
sei
potuto
settecento
e
e
ratori
agli ammi-
accanto
quelliche l'hanno giudicato
poeta, " il
antico
i dotti
sanno
possa attribuirsi ad
rifer" ;
che
giacch"
se
de la lUt"rature
per
quaM ragioni
cui Eliano
Arione, a
si
pu"
mento
fram-
noto
credere
Tomo
gr"cque,
UE,
dby
col
pag. 31.
36
-
Invece,
"
da
messo
tale
banda
i nostri autori di ditirambi
; sicch"
estremi
dai
due
un
lato
il verismo
scrivere
dopo
di coloro
che
del
irregolarit"
argomenti che,
Costa
pi"
e
in altre
quanti
e'
in
B.
era
di
ad
vanni
Gio-
richiedevan
Grilli,
elegiaca.
; e, per
Boemia,
Vendemmie,
sero
rivol-
ditirambico
di G.
parti del mondo,
le
e
di
la veste
tosto
tutti i Bacco
su
quali,per
V Artemisia
come
eccezione
Qualche
i
s' accingessero
metro
il Penteo
e
da
tro
ubbriacati,e dall'al-
essersi
le velleit" idealistiche
la
passarono
potrestivedere
riuscir bene, si direbbe
a
mento,
componi-
pio,
esem-
in America
tutti i Baccanali
su
sui ditirambi
della
pipa, del cioccolato,del tabacco, del caff",
nonch"
vizi
quellisuggeritidai sontuosi straqualche cardinale eminentissimo,si
su
di
solleva
di molto
la Madreselva
dall'Imbert
Magalotti,giustamentelodata
dal
Fermi,
formit" del metro
primie
teratura
il
quale le
non
alla tristezza
si
Lorenzo
di
riconosce
la
vaghezza
prestiagualmentealla
degliultimi
e
versi. Manuale
Greca, pag. 231.
Digitized
by
letizia dei
d"tta Lei*
37
"
delle
la
immagini,
padronanza
delle
mia
"
dello
festevolezza
la
del
^);
metro
stile,
chiamarla
ma
pi" grazioseed elegantiche
cose
il
fece
letteratura,come
abbia
la
Fanfani
ci sento
2)," troppo ; io per me
che
l" quella frequenza di pulsazioni
qua
e
non
mi
nostra
par
di
dal
ispirati
non
Fra
cui
quel linfatismo,da
vino
si mise
strada
solitaria,
componendo
indole
narrativa,con
di metafore
in
di
al
la
coro
parolebizzarramente
audaci
quel genere
dair
e
per
di tutti
poetico erano
una
azione
parte
senzialmente
es-
talora
e
composte,
quei
vezzi
che
tradizionali.
Riassumendo,
il dire che il Carli
intemperanza
della satira
seriet" del filosofo o, in
sparate
di-
poemetto di
un
ditirambica, usando
abusando
di
principiodi
un
drammatica, affidando
incrocio
e
il Carli
tendenze
i ditirambi
affetti.
furono
confusione
tanta
tomi
i sin-
anche
ci vedo
naturale,e
assurse
personale alla
ogni modo,
a
quel-
') G. Imbert: o. e, pag. 115. Stefano Fermi : Lorenzo
MagcUoUiscienziato e letterato(1637-1712),
pag. 237, Firenze.
I. pag. 467, Firenze,1863.
*) J/ B(yrghini"\
"
Digitized
by
38
"
Taltezza che rende
pale, sarebbe
di indole
la satira
cosi
il negare
~
erroneo
sarebbe
come
che, tanto
in alcuni
quanto nel ditirambo," ottimamente
la caricatura
di
di tutti i
riuscita
e
il
tempi.
asino
furono
affibbiati ai
comuni
gli epitetipi"
poeti,che prima
dopo
e
sempre
pedanti
del nostro
mon-
ebbero, per colpa di quelligrattacapi
summanese
molestie
e
Ne
Di
sonetti,
grottesco che caratterizzano
Bestia,bue, pecora,
dai
giusto
in-
quella pettorutabaldanza
di
quel gergo
pedante
gene*
daremo
Giovanni
Contro
:
due
Casa:
Della
un
esempi.
poetacelo prosuntuoso.
certo
Nascesti nel contado
di Vicenza
imparastiIn una barca;
Or vuoi far versi a guisa di Petrarca,
Privo d*ognisaper, d'ogni esperienza?
B
Ve'
A
Di
a
scrivere
se
le Muse
poca coscienza
tu duca e monarca
han
consentir che
quante bestie usciron di quell'arca,
Componga
versi in
linguadi
Fiorenza.
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99
"
Di
Giusti:
Giueeppe
Ad
Se
barba
Se
1*estro
grammatica
mi
non
sempre
Di dizionari e
d* altre
sollevi contro
ribdle
mi
presta;
suona
bestia in dotta
Accademica
mi
Toso
due
o
alla
In
Tu
pedante.
un
Tocabob
un
"
a
pelle;
bagattelle
tempesta,
una
Quasi, scrivendo,mi sia fitto in
Di rinnovar
E
per
di
l'imbroglio
Alla misura
mi
Tutto
Come!
che
orbo
S'attenta
alla
e
tonsurato?
sullo
va
al
figurae
nel
ruma
Babelle,
cervellino
vuoi mozzato
un
Ruma,
del tuo
testa
lasciato,
t'avr"
pelo che
un
festa,
stampino
panneggiato)
pentolo,imbianchino!
"
Certo
e
di
cose
non
" da
quel
ma
siamo
festivit"
tutte
Eppure
i loro
nomi
le storie letterarie
discorre
a
altri uomini
il Carli
tempo
copiosadella
: quanti poetie
giusti
poeti potrebbero sottrarsi
?
ad
tristissimo
rivolgessela
satira ;
che
dolersi
lungo !
A
e
a
sono
sua
non
questo rimprovero
ricordati
di alcuni
intrattenermi
in
anche
sul
Digitized
by
si
mio
40
"
-^
fui indotto
dimenticato
compaesano
di
dalla speranza
ciottolo r edifizio
sia pure
accrescere
della
ciclopico
s",ma
letteraria,
(bello
si
abusa),quanto
ragione evidente
di
giustizia.
che
il
da
Se
non
molto
Carli,con
riesce
non
agro-dolce,
a
"
voluto
avrebbe
che
illustre;
summanese
contenti,per
e
! lo
chi
una
smorfia
una
vedo
di lui scrivesse
ma
da
sorrisetto
un
celare
Eh
significativa.
un
la metafora
come
non
d'
storia
nostra
tempo
di cui
tanto
non
un
;
egli
mon-
troppo vuole
si
gegno
questa volta,in luogo dell' in-
dell' arte
di Ferdinando
queste pagine povere,
ma
Martini,di
di molta
fatica,
T. F.
Digitized
by
41
"
Sonetto
di Q.
P.
su' sacri
Sen
Fa
al
vada
Vada
Agostino,
un
Marcellino
spirtodi
Fiorenza.
veemenza
con
Cristo
Predicar
e trino;
crocefisso
vuol sentir;Atene, Arpii^o
se
Cede
Sapienza
Borgo, dove
vuol sentir
se
Vada
o
rostri,
dello
pompa
Lucardesi.
udire la
Chiunque brama
Orar
"
alla
dottrina ed
sua
eloquenza.
Questi tonando, i pi" scabri intelletti
Spaventa,mentre
Ferisce
E
V* ha
E
poco
Oh 1
tutto
i sozzi affetti.
nelle barbe
chi
d'
cura
il cieco
ama
un
desio
suo
i detti?
tant* uomo
indegno,scellerato
cuore
in Dio
quanto
e
rio 1
Risposta.
Noi
direbbe
Ci" che
ha
un
spazzinodi Sapienza
di Sant'
Eremitano
Marcellino
detto del Padre
Agostino,
letterato nobil di Fiorenza.
Un
Quando
predic"mai
veemenza
con
Quel frate Cristo crocifisso
e
trino?
Qui s" vorrei dell'orator d' Arpino
Per
Fumo
Mai
Ma
canzonarlo
di
tutta
l'eloquenza.
pedagogiciintelletti
pi" salisca ad offuscare Iddio
sol si aggirifra lor sozzi affetti;
.
Io per" che
Esciamando
0
ravviso
oggi il desio
in questidetti :
prorompo
prete bue, scimunito
e
rio !
Digitized
by
42
"
Oli
"
di Bietolone.
errori
ha tant* agliPrato
Non
SparagiPescia
Roma
e Montelupo piatti,
indulgenze
Fogli di
Non
o
Siena
matti,
Scarperiacoltelli,
e
Colie
carta
e
ombrelli ;
Lucca
miagolan d* inverna tanti gatti.
tanti il maggio raglianoasineli!,
di luglio
tanti pagliai
son
fatti,
si piglian
d' ottobre tanti uccelli ;
Non
Non
N"
Non
frittate la
fa tante
Non
Certosa,
tant' impiastri
un
compon
tanti testi storpi"ms" la
N"
ciarlatano,
glosa.
Quanti dice in latino ed in toscano
e in prosa
Spropositisolenni in verso
Bietolon pedagogo da Buggiano.
II
Pantilio
Presepio.
pel prossimo Natale
Anch*io
il Presepioe fino
per far sono
in qua m'affanno e mi tapino
Da un mese
In prepararvitutto il materiale.
mio
Ho
gi" di stucco fatto al naturale
la Vergine,il Bambino,
San Giuseppe,
n quale" per" unico e non trino
Come
Ho
La
E
Ma
lo vuol cotesto mio stivale.
i tre
magi e con lor bestie e pers^one,
Capannuccia e masserizie sue
di greggie pastori
uno
squadrone ;
perch"io
Mandatemi
Il
qualmi
di
non
ho T asino
e
il bue
graziaBietolone,
servir" per tuttidue.
Digitized
by
44
"
La
Nenc"a
Uhi
che
Che
cosa
a
tanta
con
ha
detto^
levare il rispetto
cosa
scortesia?
pi"
un
perfidoebreo
Al Turco
E
mai, che
prete simile angheria
cadde
cadde in petto mai, non
ad
Non
Al
detto
gliabbiate
trattarlo
Fare
C. T"
ai cr"tici dei
gentacce, Vergine Maria;
ha
Perch"
E
Zea
"
da
ghetto
durar
sempre, ha da
Questo bordello? Ohi via povero
Finitela e lasciatelo campare!
prete
Ch'ha
da
da
'mportarea voi, ch'ha
Se Cristo
A
"
uno
Difesa
degli
"
voi, l'avete
Che
N"
non
a
Siccome
Ond'"
voi da
lo
ire
a
Scherno
sapete
Corinto,
il crin di lauri
avere
un
'mportare
fare?
dello
ben
ormai
tutti " dato
pu"
ognun
a
Accademici
Signor maestro,
durare
quindici?l'avete
o
far le spese
petto
della Turchia.
pi" crudel
ch'ha
giriil
che
in
l'avete.
in qua
pezzo
cinto.
ragionci riprendete
visto dipinto
Che niun di noi n" men
accinto
Abbia il parlartoscano e ognuno
Siasi a scriver di voi quel che leggete.
che
con
Compatitecialmeno;
Non
"
per
Vocaboli
Non
E
ce
ne
Quando
noi, che solo abbiamo
cos" di grossa
Siam
s" vasta
arte
pasta;
cruscanti insomma
crepa
ti diam
il
cuor
appresi
; ma
del bue
o
pur
d' essere
Lucardesi
ci basta
intesi.
Digitized
by
""
46
"
Il
Vidi r altr'"er
Col"
In
nel
onor
Fatto
"
Simposio.
mio
sommo
con
Borgo il pubblicobanchetto
quel Cristo benedetto
gi" trin dal cognitomessere.
di
Quivi ei magistralmente
era
In
piacere
sedere
a
nobil sedia di rasetto,
una
Facendo
del
pompa
Alla sinistra del
suo
grave
aspetto
gonfaloniere.
perch*eimacinava a due palmenti
Senza dar pur respiroair ampia gola
10 dissi ad un di quei ch*eran presenti:
Ma
f"' costui co' suoi
goffiargomenti
Cristo in tre pezzie opr" la linguasola
O pensa tu s'egli
adoprava 1 denti.
Se
naviotdaiL
Impleyemnt ambas
Qnoa
mergerentnr
paene
vioiset Simon
Petms
prooidit
ita ut
oom
-
ad
genoa
quia homo
la gran preda ed
ricolma la barchetta
Veduta
Era
Piero
non
Mai
la
stiam
in
vedr"
posterit"
me
a
Che
par
Disse,ben
Con
Exi
a
peocator som, domine
(Luca, 6).
qual segno
angusta,
fusta;
un
medesmo
il
pi" degno
legno.
l'et" vetusta.
conveniente
cosa
stiati appresso
Ci" udito
11
bene
te, n"'l vide mai
N"
"
grid":Signor,lascia la
Noi
Di
a
dioens:
Jesn
un
giusta
peccator s" indegno.
e
Bietolon,quel pescatore.
lesto fu che
dalla barca
pretestos" bel cacci" il Signore;
vero
fu che
Sentendola
di
quei pescicarca
crollar,
pel sol timore,
Di Cristo ch'era
trin voleala
scarca.
Digitized
by
me
".
Il lamento
Un
d" mesto
Dentro
Ove
del sol
nemmen
Del
soletto
e
folto boschetto
un
B"etolon
Bietolone.
di
da
lo
sgaardoi^
Lu cardo,
il semideo
Pindo
tosco
giungea
canoro,
Facea
dell'arpad'oro
Sulle corde gementi
Passeggiare in tal guisa
Con armonico
piede i suoi
lamenti.
Infelice Bietolone!
Che
mi
giova
le scienze
Se
A
per
passar
Ma
pi" di
mi
han
un
minchione
ridotto
?
infelice
me
Sei tu, bella
Con
s" dotto?
esser
Yirtude, a cui
lice
non
peregrineprove
Nostre
scuole
col tuo
N"
Delle
arricchir
cose
nove,
ingegno
vasto
strade
di
uscir del segno.
battute
Bella virt",per te
La
alzando
mente
D'un
Cristo ch'era
n'avrei
E
Di
Chianti
Ma
son
voi.
a
sol
feci
ne
tre;
fatti ancor
col
liquorcento
saltati
di
pi",
su
Certi stitici umor.
Che
dicon
E
il buon
quanto pi"
Or
Che
Come
si buono
se
in
lui
non
dire
"
non
"
e
mai
n'ha
se
contro
error
un
sentito ho
Eppur
Che
eh' "
mi
la F"'.
sovviene
troppo,
pi"
si sta
bene;
Cristo
si pu"
dar
nulla di
tristo"
pu" dir taluno
Digitized
by
457
"
Che
In questo
E
tre che
meglio averne
aia
non
"
uno?
fracasso
un
chiasso
e
strepito
Si forte si fa
Oh*
ogni uomo
Mi
tien per
e
ragazzo
un
pazzo;
qual " colpain me
contesa
Se in questa teologica
Ma
si accorda
Non
la Santa
me
con
Chiesa I
Si
pu" sentir temerit" maggiore,
A
un
nobil precettore,ad
un
frate
Ora
un
Far
dietro lo fischiate? Ah!
Far"
A
prete, ora
un
giurammiol
io
ben
veder
par mio
queste gentarelle
S*io
Questa
"
non
visto in
Ho
Di
Tappaltatordelle girelle.
son
facezia:
breviario
un
stampa di Venezia
Disegnatoil Calvario,
Dove
son
Yolea
seguir,quando
Interruppele
Un
Che
le croci
tre confitti su
con
altre voci
sue
asinel vicino
ascoltava i suoi detti
oh
glidisse ragliando:
Del Golgota sul suolo
E
Furon
tre croci " ver,
Queglialtri che
Son
....
due
ma
capo chino;
se' il gran buel
a
un
Cristo
solo;
v'hai visti
ladron,corbello,non
due
Cristi.
by
Digitized
48
"
d" Q.
Sonetto
Giuditta
"
P.
taglia la
Lucardesi.
di Golia.
testa
pi" felice e pi" prudente,
Vergine bella,se nel fior deglianni
Chi
di te
Mostri
Che
ciascun d*intender
a
il mondo
Perci"
"
chiaramente
pien d'insidie
e
di malanni?
toglidalla volgargente
i vanni
A tempo ed alzi gloriosa
Per gir col" dove virtude ardente
Si ride degli affettipi" tiranni.
Or
tu
ti
Giuditta
nuova
Spinta ne*
forte
e
pia
e
chiostri da celeste zelo
la testa di Golia.
Reciderai
Vanne; Marta
Gi"
prepara il sacro
tu trionfi della colpa ria:
Che
un
breve
Sonetto
Oh!
passo
ori^^inato dal
precedente"
il nostro
erudito
curiosai
arcipedante
decollasse il filisteogigante
Che
Di Betulia la vedova
Di
dalla cella al cielo.
"
questa s",perraio,che T"
Vuole
Se
velo;
vi "
qualcun che
graziace ne dia
animosa.
letta abbia tal
lume
cosa
bastante
Acci"
pur noi trovarla a carte tante
Possiam nel sacro
testo o nella glosa.
Ma
se
Del
crocif"sso di
figlio
F"*
un
lo stesso Bietolon
Gerion
ristessa licenza in
Pu"
ben
Far
anche
di
prima
Maria
forzato dalla rima,
Per
o
da
poesia
stima
poter fors'egli
di Oloferne
ora
un
Golia.
Digitized
by
49
Sullo
Toi
gi" diceste,o
Che
Cristo " tr"n
Parve
E
di
uom
Tenite
Davidde
Or
a
ancor
Per
Che
Ed
siete
un
castron
orecchio
vi
me
scovo
capecchio;
buon
prete trovo
vecchio
nel testamento
bue
un
quello
io per
ed
suono
mio
infatti,
che
Per"
ardita
ogni buon
letterataccio di
un
scimunita
e
cui nel gran duello
garzon tolse la vita.
ad
mal
un
empia
udita
Giuditta ammazz"
queste cose
Fanno
tal sentenza
e
colla penna
adesso
Oolia feroce
bello,
mio
pochissimocervello.
scriver che
A
Bietolon
ciafscuno ed
a
da
ar^romento.
stesso
nel testamento
novo.
Sonetto.
Il nostro
La
di cui
zucca
da
Lucardo,
un'ampia biblioteca.
Aron
"
linguatosca vuol, latina
In
Un
E
Barbam
idioma
far misto
questo poi gliha
A
deirasin
greca
bastardo.
e
servir per dardo
si alla cieca
da
color che
traf"gger
Spintida una deforme
Gli d"n
e
invidia
senz' alcun
e
bieca
riguardo.
Con
qualche stravagante novitade
Dee
senza
dubbio
a
far
nuove
batoste
Questo trino
linguaggioaprirle strade;
io mi
desinare alFoste
Ed
Che
costui
Ora
vuole
gioco un
che
storpi"la Trinitade
sciuparla Pentecoste.
Digitized
by
50
"
Eccellenza
Appena
della
nostro
Che
il
Per
tutta
dottrina
colla tonante
entr"
Bietolon
d" Bietolone"
voce
sbalordir le scuole
a
grande scoppiorimbomb"
quanta la
lo Scita
Trem"
U ultima
Tuie
E
dove
e
mole.
l'Alpedi Lanciole,
si fer tutti il segno
nasce
veloce
l'Affrican feroce,
e
e
terrestre
"
dove
quand'eiCristo
Ma
"
della
croce
il sole.
muore
Trin
dichiar"
poi
Tutti
bufali,buoi, vacche
I lor
muggitiaccompagnare
Fino
il toro eh* ha in ciel stellata
Anch' ei
maior
Pater
pelle
di Bietolone.
r
osservato
ad
f"'
che
autor
S'accinse
est". Cristo gi" disse;
me
che avendo
Presso
una
nuova
Bietolone
l'Apocalisse
operazione.
si scrisse,
come
triplic",
di far pargliragione.
ora
figlio,
Poich"
II
Acci"
Dei
Ma
s'ei
fra lor
padre
se
Che
E
a' suoi.
mugg"
Acume
n
vitelle
per dimostrare a noi
il saper d*un tanfuom
giunge alle stelle.
Che
4C
e
la
non
ancor
nascati
la
Cos" da
o
maggioranzaei glivuol
almen
risse
moltiplicazione.
glid" Cristo,non
almeno
gare
lo dee
dare
pu" farlo trino
quadruplicare.
questo ingegno pellegrino
Fra
n
pochigiornisi vedr" spacciare
padre eterno a noi per un quattrino.
Digitized
by
52
"
"
Sonetto.
Sapete perch" il papa a tutte Tore
Spalancaa benefizio universale
Il
erario
sacro
Di ciascun
n*"
e
altro
predecessore?
suo
scovati Bietolon
Perch"
Altri due
i morti
spirituale
d'ambo
Essendo
cosa
Che
ebbero
non
certa
Un'abbondanza
Quind'
dottore
Cristi,
aggiuntial capitale
Deir antico tesor
Ha
pi" liberale
mai
a
quei del Redentore.
e
manifesta
T et"
passate
a questa,
simigliante
a' nostri d"
scialacquate
Tante
tante indulgenzee ad ogni festa
e
I giubilei
si gettano a palate.
Cap"tolo
"
che
di
al
fra
^'
priore Bo^srenna
**
Quel sonetto
Del
Per"
padre Marcellin dal Lucardesi
che in
esso
in verit"
un
Che
Sono
che
fa tremare
insignee
Boccaccio?
bel
d' agosto;
bisognaconfessare
il Lucardesi
un
;
riconobbi tosto
pi" fervidi ingegnianco
Che
E
""
segno allor che intesi
che in lode fu composto
Quel profondosaper
E
Amaravalde
Discussio
feci il santo
Mi
I
son
"
di dottrina
un'
arca
terribil baccalare;
Che
paio e
Dante?
mezzo
Che
Petrarca?
di stivali
Appetto al nostro gran Oinnasiarca.
Digitized
by
,"
53
"
I
"
SQoi,S",8011 sonetti modernali
brio
fan d* on maestoso
pompa
di concetti gravi e badiali.
Che
E
" per"
in
che
ver
coi
quel di
io
pari'
troppo mi quadr" la triade nuova
Gh*ei vi ficc" dell'umanato
Dio;
Non
qui gatta ci
E
fra
O
costui cosi crede
Ovver
Su
ci"
Ma
A
;
cos" stima
e
noi vuol far la prova;
il crediam
se
cova
giudicaieh' eglivolesse in prima
scriver divino,
suo
quel bel verso
Poi
E
dissi :
me
buona
con
che
della
grana
le
ostasser
onde
s"llabe,
scriver fosse astretto
Di nella penna
trino
glirestasse
e
nella testa
e
rima;
vino.
Abbasrl"o di Bietolone.
In
un
Son
dotto
pi"
non
cose
antiche iscrizioni accumulate,
All'uso di
E
Museo, fra l'altre
quei secoli
poco
abbreviate
ad intendersi scabrose.
queste Bietolone il guardo pose
TRI
E lettovi : CRIS
grid": guardate
In
.
Se Cristo
detto
Trino
ed
imparate
invidiose.
Linguaccieignorantissime,
Dunque
"
solo
un
minchion
Mostrarsi
ignaro del
II nostro
Cristo Trin
eh' abbia
desire
latino
sermon
pu" contradire;
ch'era a lui vicino
Jacopetti
vuol dire
TRI
disse : quel CRIS
Ridendo
Crispotribuno,bue, non Cristo Trino.
Ma
.
Digitized
by
54
"
Ca^r"one
Un
di
Del
buon
cui
Bietolone
Cristo
Trino
per
"
"
poich"trincato
ebbe
sua
De* rai visivi
tiene.
vita viene
distrazione
confusione
tanta
e
gliparver pi" Cristi
tutti in pene.
e
ei stimossi in estasi
rapito,
f"' quel sonetto
dopo tal vision
Nel
assai bene
casa
quel signorche dalla
Fece negliocchi suoi tal
E
".
attenzione
Ma
Ond'
detto
trebbiano,il saggioBietolone
Si pose a rimirar con
Un crocefisso che in
Che
ha
qual Cristo
Trino
esser
Qnal meravigliadunque
S" grosso farfallon? Lo
Innacquiil vino
asserito.
s' egliha detto
"
scimunito
schietto.
lo beva
non
e
ci ha
Sonetto.
Fra
i curati del Ponte
Son
dei contrasti
Se
a
Cristo Uomo
della
Fosse
van
e
son
Poich"
Cristo vivendo
Che
Non
con
pure
seppe
Poich"
palese
V
unguem
ora.
contese
ebbe
tuttora
dirla alla
sue
papale.
scienze in conclusione
quel che pi" gliera
nemmen
e
l'acquistataancora.
e
ver, per
tante
ognora
in so comprese
Colla scienza beata
" per"
ad
debolissime
Queste
L'infusa
crescendo
quaggi" nota
morte
sua
Buggianese
per
essenziale;
immaginazione
Seppe mai d' esser trin,se d' esser
Non imparava alfin da Bietolone.
tale
Digitized
by
LA
S"-
"
"'
SVINATURA
BurlescaMusa,
Fiato
".
ornai diasi alla Piva
ad ognuno
alquantomaggior: non
Piaccion
li scherzi
le facezie
e
umili;
Bietolonesia Bietolone
Di consci degno. Incominciamo, o Musa.
Correva la stagionealma e gioconda,
Se
cantiam
In cui dair onda
Sta intorno
Uscito
a' tini : allor che
spasso
a
a
d" fuor di
un
iin stradello tortuoso
Verso
vini
lento passo
Buggiano
Toscano, s'invi" bel bello
L'Ennio
Per
vene
s' astiene,e de' fumanti
Ognun
10
dell' equoree
un
e
stretto,
poggetto,in sul cui verde tergo
l'albergoil suo compar Menghino
Gran contadino, il qual con
quattro buoi
I proprisuoi,non
glialtrui campi arava, i)
Che coronava
lungo i gran contorni *)
Avea
Cento
30
e
cent' orni di feconde
Che de'
muggitifea delle
Suonar
la
valle,e
sue
viti.
stalle
e a quelle
queste piaggio,
a
le cime ;
pecorelle
biancheggiar
Uomo
sublime tra la rozza plebe,
Qual tra le glebesorge alpestre
balza,
Di
0
qual s'innalza
de' viburni appresso
Dritto
Del
Giunto omai vicino
cipresso.
suo
Menghino alla rural magione
Ser
a
Bietolone,
D'
allegra
gente un
Con urli unito
30
lui feri repente
Ond'
egliavanti
Diessi
Che
e
a
rumor
gran
risa alte
verso
e
l'udito
sonanti ;
il buon
compare
n'andava,
trottare,e s" leggier
mal toccava
con
le
punte appena
Digitized
by
66
"
pi"r
De'
arena:
Parea librato an
Cotanto
da
e
"
pi" d'un
serafin sull*ale.
tale d' arrivare anch'
e
il cui
quellee quegli,
Tra
Punsel
mirato
egli
baccano
desio. Sulle vent'ore
udio,
appunto
Si trov"
40
giuntoalla festiva baia
Nella tinaia,
ove
Menghin svinando
Ed imbottando il buon liquordi Bacco,
Fatto gi"stracco iltino avea
turato,*)
Ed ivi allato assiso a un ampio desco
Come
un
Stava
a
Tedesco
la
con
tregenda
sua
merenda.
Oh 1 oh 1 ben venga, allor tutti in un subito
ben venga il nostro capo Cicero :
Disser,
Qual buon vento
Menghino: E
Indi
50
" mai
quel,eh* a
chi creduto
noi conducevi ^
avrebbesi,
Che il compar Bietolon senza
invitarcelo
Venuto fosse a visitar la povera
Cantina nostra,e il nostro vii tugurio)
Venite qua Messer, venite
Purch" aggiuntoci
voi noi
Noi
La
sarem
comar
Siasi come
n compare
Intanto
a
tavola.
non
siam tredici.
pi" (tosto
risposegli
^)
Betta)ai sol conta per quindici.
si vuol,Menghin risposele,
" compar:
tu mangia,e chetati.
Bietolon dopo asciugatosi
trenta
e
Le stilledel sudor dalla front*umida
60
Anch'
In
Un
E
esso
coloro entr" in
con
tempo che
nemmen
^)
combriccola,.
finitoaveano
di polmone,e fegato
:
antipasto
volto sereno
con
e giovialissimo
Simile in tutto
Dando
uno
Incominci"
Ben
quel del IMo di Lamsaeo
sguardo alla brigatain circola
a
cosi dall'alto
trovati : buon
trespolo
^).
pr" ; dunque travasasi
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67
"
Q recente da voi
"
liquordi Bromio,
vinai si chiama V inclito
tripudio
?
Rettor del BoggianeseArchiginnasio
Ma graziea Dio, che pur m' ha fatto giungereAd otta appunto a questo gran simposio,
Che appena, per quant'io posso comprender"
Mangiatoavete il salaceterholeo.
Ors", porgimiqua, Menghin,quelcantero.
N" al
70
Che
Ma
spuma del novel tuo seminettare:
fa* che in man
te ne resti il manico.
non
quantislam qui diasi lo spruzzolo.
qnalpanciaglif"* V industre figulo,
Onde
Oh
SO
a
al vivo espresse il simbolo
di Semole l
Del corpacciuto
dio,figlio
Oh
in
come
esso
Ecco che a' labbri miei le labbra accostomi
Dell* ampia bassar"a
E
seudo-maiolica,
tutti voi fo,cari amici,un brindisi.
a
pr", buon pr",tre volte allor risposero^
Buon
pr", coloro
Buon
Viva il nostro
Yen"to
lui tutti ed unanimi.
galantee
al mondo
buon
pretozzolo
sol per farciridere.
lui,soggiunseTofano
e' parochi,
Tutti i maestri,i confessori,
S*e* fusser
90
a
Che
come
fanno i sopracci"
dei nosU*i
Dovremmo
a
ognun
di lor fare
Popoli,
una
statua^
Anzi, replic"
Pippo,un tabernacolo,
E tenerli tra noi
reliquie.
Intanto Bietolon colmo d*applausi,
che tenea per aria pendolo
Dairorciuol,
Traeva il sangue de* premutigrappoli.
N"
come
cess" mai finch" suirarse v"scere
Cader
100 Poscia
non
n*ebbe fatto
depostoil vaso,
Con tre dita la
Tempo fatto un
ampio diluvio.
indi nettatosi
bocca,e nel medesimo
canchero
Oh, disse,
gran scoppio:
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!
58
"
questo " vino
Oh
Ohe
da
Bevuto
che
Ma
Sia tua
qua, ch'io giunsial sacerdozio,
ho vin quanto in s" d'acquaha il Tevere,
poi in
migliordi questoio mai gustassine.
ricordomi.
o Menghin,io non
gloria,
un
Or lasciando tra noi le
110
l
galantuomini
" vin da
da prete nobile,
professor,
da
Giuro
"
cerimonie,
Non fia male assaggiarcos" per transito
Qualche vivanda; e
m
primis, assaporisi
che composto sembrami
guazzetto,
Di capidi cornacchie e d'anitroccoli fO.
Oos" pianpiancon un cucchiar di bossolo,
Gran parte a s" tir" di queirintingolo.
Cui dio tosto ripiego:
indi avventatosi
Di ghiria uno
e di coniglioli.
stufato,
Questo
Di pepe american
120
sparso e di zenzero
Fece prove da Marte, e ad un buon numero
Di storni cotti arrosto,e a certe Gazzere
Oopertedi lasagnee
di coriandoli
guasto minor, n" punto astennesi
Da cibo alcun,finch" non venner
gliultimi
Frutti,che noci fur cotogne e zizzole;
Non
dio
al boccalon la
Pur sempre
Tenendo
intrepida
ferma, e spesso alto levandolo,
Fintanto che
Ed allor fu
Ricominciare
130
mano
sgocciolo.
che tatti a pienocoro
a strepitar
coloro,
glidio
l'ultimo
canzoni.
Farsi sgambetti,
urtoni.
e darsi degli
A
dir stramb"tti
e
borbottar
Pisciarsi in tasca,e intridersi le facce
Con
le vinacce. Ed
ecco
:
Sangue d'un becco,
Bietolon
Giacch"
dice.
a
ognun
lice.
Oggi insanire.
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by
"
60
"
Proprioda lanzo eran le brache sue
Di fustagno tan", che a mostacciuoli
d*Aracne gi" tessuto fue :
Per man
N" si sa ben se calze o bigoncioli
che in piediavea
Fosser quelle,
quelgiorno
Con le sue scarpettine
a sette suoli.
Or dunque Tuomo
in abito s" adorno
180
Fatta mostra
Con
di s", si accinse al canto
al suon
di un corno
somigliante
Ma prima disse: Rinfreschiamci alquanto
L'aride fauci,
e gliorganicanori ;
voce
E ad
un
beccai di yin dato lo
spianto,
Suona, disse: o Giapin:zitti,
Signori.
Viva, viva il buon padre No",
Che del vino Tusanza trov",
E
quelFasin
pi" saggiodi me.
Che primierola vite piant".
190
Chi " si
Che
stolido.
consideri
non
Qual brio,qualgiubilo
n vinci d"?
E
accorgasi,
non
Che
beveme
senza
Mal ponno
gliuomini
Reggersiin pi"?
Viva, viva il buon Padre No"
Il vin
200
daglianimi
Pi" malinconici
L'egramestizia
Partir
fa:
ne
E '1 cor
letifica
Come
di Solima
Nelle
sue
pagine
^
Scrisse un
gran Re:
Viva, viva il buon Padre No".
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by
--
61
"
voi,Villan Tangheri,
Perci"
portatesugliomeri
Che
spumosi carichi,
Del Li"o preziosissimo
Del mio compar Menghin,
Badate che una gocciola
'210 Questi
In terra pur
Ma
tutto
quanto imbottisi
niente
Senza
cadane.
non
perderne.
Finch" si gettail tin.
Su
Ma
220
E
bene,
empietegli
doglie metrete,
lagene,
" trulle e
E
empiete,
yia tosto
noi,che cantiamo.
Intanto beviamo.
Cedan
pur
cedano
tutti,
Ispanoe Tunghero,
n vino
n greco, il franco,il siculo,
E il falerno col massico
A
questo nostro vin
Onor
230
E
di Valdinievole,
delle tosche
Ove
in acqua
Non
men
Nevi
che
rinfrescasi
tra le
gelide
dell'Appennin.
via tosto
Su
bombole.
Egli "
Il veder
empiete,ecc.
pure il bel sollazzo
s" differenti
Masser"zie
ed
istrumenti.
per arte e per natura
Seco traq la svinatura.
Che
240
tini,e qui tinelli,
Qui son
botti,e botticelli.
Qui bigonce,e qui barili.
Qui
son
by
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62
"
"
e qui sedili,
puntelli,
Scale e predelle.
Qai
Docce
cannelle
e
Bambage
^),
sugheri,
e
turaccioli.
Bicchieri e ciotole.
Tappi
e
Scodelle
250
Del
pentole
e
vin, che cade,
Egli " pure
Quegli al
riparareil guazzo;
a
il bel sollazzo !
tin fermo
soggiorna,
Questi va, queir altro torna,
Chi '1 barile
E
chi il
empie, chi
numero
ne
'1
Tuota,
nota.
braccio,e chi in ispalla.
Chi tentenna, e chi traballa.
Chi in tinaia,e chi in cantina,
Altri beve, ed altri orina,
Chi Tha
260
in
Biagiocantuzza,
Meo
saltelluzza,
Il vin
scialaquasi.
sgocciola.
Il tin si
Ognun
Menghin
E
in
d"
ne
tutto in
bombola,
gongola,
allegriava
il mondo.
pure il bel sollazzo !
Al nominar eh' ei fece il Dio
Oh
e...
^)
Egli "
Tutti
quei svinatori
morti.
per le risa a cader
molte donne.
Perocch"
270 Ebbero
Ch'ivi
Davano
in succinte gonne
aiuto a' lieti lor
quante ad
Tutte
un
tra
Che
lavori.
tratto
Gli strillarono in faccia:
E
degliorti,.
Uh
prete matto^
glialtri Menghino,
il turacciolo in
mano
avea
del
tino.
Digitized
by
pel troppo riso,e
andar
Lasciossi
scorticossi il
Sulla cannella
280
a
casa
naso.
Queir alto ridere,
Quel forte stridere,
che
Eer
n
ch"tar"no
Di
E
Ciapino
a
cadesse,
man
il
che
Cos"
prendesse
scordato
Il
beflfeggiato
Arcipoeta
faccia invetriata
Con
290
E
cos"
che
Tornasse
Non
senza
sonare
saper
quel mai
a
peggio a
suon
ridete,amici,
lieta,
mente
e
cantare-
no,
gola,
Se da questa arsiccia
Quella lubrica parola
disgraziane
Non
ridete,amici,no.
Mentre
Bacco
Esclamando
a
qui,
onoriam
fatt' io,
fallo avr"
mai
Qual
300
scapp" !
Per
quellodio ***),
eglistesso gener" ?
Non ridete,amici,no. "")
Ch'
E
Che
voi,madonne, insiem
deir ultime stilleil tin
Itene tutte
Cercando
maritate
e
in
questigiovani^
gi" vuotano.
con
vedove
e
queste bande
D' intesservi
ghirlande
D' edera, di papavero,
e
d' abrotano
Ch' io vo' che insin che il sol neir onde
Ce la
310
passiamo in feste baccanali.
Cos" disse V etrusco
Occupatoda
Ma
non
cali
ancor
Febo
e
da
Orazio
Fiacco
Len"o,
ben stracco
by
Digitized
"
D*
E
ponto sordi
quei non
tutti concordi
Sbucar
Uomini
donne
e
fuor della
Unaia,
all'aia.
pecchiein mezzo
Quivi ciascun di lor sen gi"cogliendo
e l" varie verzare,
Qui fior,
qua fronde,
Le fronti lor cingendo
acconciature ;
Di mille stravaganti
Come
320
-^
quei viilan scherzo plebeo.
di
esser
64
sciame di
un
E al dotto Bietolone
gran coroncione
Di farfare intrecciato e di sambuco
Fatto
Lo
un
posero a cavai sopra d*
Eglialto a ridere
un
ciuco.
Subito diedesi
Come
credessesi
Qual Dionisio
330
Tra
Fauni
Baccanti
Tornar
e
Satiri,
Menadi
e
dall' auree
Sponde gangetiche
;
E allor queirustici
i sibili
Alzando
Incominciarono
Dietro al ndicolo
Prete da M itera
A
340
zufoli,
suonar
Sampogne
Sambuchi
Crotali
e
e
e
pifferi,
flauti.
cembali
Con
tale
strepito,
Che
non
V avrebbero
Mai
fatto simile
Tremila
Diavoli
Sciolti dal Tartaro.
by
Digitized
^S6
"
Tamagokio, eCfhtoiBJio
Di qa"
350
di l" il re^eT^aq,
e
gaidaTa^i
Tomasetto
Per la
V
eaTana
B Batto
asino,
nn-pangolo
"oa
Per di dietro frncffralo;
V ottimo
sopca tirtti
Menghino era in suo segoito.
Ma
Che al fianco
Con
Di
una
orribile
yinoareipienissima
il fegato,
rinfrescargli
Per
360
znooa
oamrmn"yagU
o non
bifognoavetsene.
bisogno,
Tatti glialtri facevano,
Ch* eran ben renti,o ventidnqaein pamero
Qnand' ei
Donne, ragazze ed uomini.
Intorno T animai
amplissimocircolo,
Un
Cantando
yavie frottole
or
deglistmmenti
rustici,
Al
rauco
Or
danzando, or correndo,or appressandosi
suon
Al gran
370
Bietolonigero
In
messer,
a
mezzo
Per
che trionfeindo andavano
flemmatica,
lor sulla chin"a
qualchescherzo,e
fargli
Chi di
more
di lui ridersi.
tingevagli
Del ceffo elefant"n la gran
Chi per V anche tiravalo
proboscide.
Per trarlo d' equilibrio
;
Altri al
pigroquadrupede
Raddoppiavanli stimdi
Perch"
andasse
di
instino,
pestasseal cavalier le natiche.
380 Altri quasi spargendolo
E ben
D' erbe
Addosso
e
fiori odoriferi,
gligettavano
6
by
Digitized
66
"
"
d*ebulo.
Lappole,cardi,e ingratefoglie
insin con pertiche
Questi con pali,
e questi
Dandoglide* punzonia' fianchi e agliomeri^
Mostra facean d* appuntellarlo
e reggerlo,
Perch" in terra non fesse un capitombolo
;
Ed ei bench"
S"
890
s" strane cerimonie
a
di boria,e
gonfiasse
Pur
si
godessene,
che
recidevafacile
La
a
pazienza
Ed
a
lasciarsi uscir dal
manico,
dir cose, che per retto tramite
Ivano a terminar posciain bestemmie.
Ma
Mengh"n pietosissimo,
Che da lui non
Col
formidabile
zuccon
ogniquattropassiabbeverandolo
Ad
Gli facea in
400
scostavasi.
Dal generoso
E lo rendeva
cuor
volte
la
partir
collera
**)
al
solito,
naturai,dolce
Giusta il suo
Tre
attimo
un
e
e
pacifico.
quattroomai
La pompa trionfai di Bietolone
U eminente pagliaio
avea
girato
;
Ed ei
incantato
come
Dal soverchio
D' andar per
Allor che
Che
410
un
di Meo
Punger del
piacergi" si credea
mezzo
Tebe
a
processione
;
ragazzuolo.
Pancianera
nudo
era
figliuolo,
piede
Sentitosi il calcagno
Da
un
riccio di
castagno,
e ratto qualbaleno
pigliollo,
Al bigiopalafreno
Te lo piant"di botto
Infra la coda, e quelche a lei sta sotto.
In
La
man
che si sente
bestia,
Digitized
by
Fortemente
annaspava^
E co*
pi"sgambettava,
Per trarsi fuor di qaella
Paglia,che glitoglieafio la favella.
Fusti la prima tu, lesta Cecchina,
Che lo chiappasti
per la destra gamba,
Togno Stramba,
E teco
460
Che
Ed
saldo Tafierr" per la
tirando
amendue
Feste
mancina,
da Orlando.
prove
poi Lello,Drea, Meo, Gk)dto,e Nencio,
Nanni con Bobbi, Mon, Nardo, e Batino,
Maso, Pippo, e Giapino,
Yenner
E
Bista,e Gero,
Insieme
470
Bette, e Geppe,
la
Gi",la Sandra,
La
Lena, la Cassandra,
La
Monica, la Piera,
La
Creizia,e la Gat"ra,
E delle Donne
infin tutta la mandra.
pigli"Bietolon
Chi per
un
Chi per
un
Cendo,
scaltri :
e
sopraggiunserpur
Chi
e
molt'altri
con
Veloci,arditi
E
e
per
una
coscia.
braccio,e chi per una spalla.
fianco,insomma
ognun facea
Quel pi",che hr potea;
Ma
cotante
persone
lor tal
Cagionavan tra
480
Che
confusione,
il tentar di trar lui fuor del
Giusf
era
Pur, come
pagliaio,
pestar Tacqua nel mortaio.
volle il Giel,tolto Batino
un
lungo perticone
Ritorto in cima a guisad'un onoino,
Un
Fra la schiena
Tanto
Di
e
il groppone
ch'ebbe
glielstropicci",
i calzon
pigliargli
ventura
per la cintura.
Digitized
by
Allor forte
I
490
puntati
suolo
piedial
forte
e
a
traendo,
so
II molto Reverendo
"i f"* sbucar; ma
famose
E le brache
Fama
le
in
" che
serra,
in terra.
andaro
queir"staate
''')
in cotal r"so
Stelle
nascose
improvviso
gallinee d'oche.
ad assordir: anzi
N'ebbero
di
S'unio schiamazzo
Che
trapp"la
brigatadesse
La gran
Che
si
con
e
sonore
fioche
Voci
500
gridare,evviva,
che appariva
Mirando
Al tirar del tendone
ignotascena
orribilmente
D'ampia campagna
Bello allora
Bietolone
loppa e
Qual bracco
ansar
in atto,che
Se
mi
non
0
di
pagliume aspersi,
il flato,
per ripigliare
parea
date
volesse
il Pilucca
:
Menghino" o Menghino, o
Che
se
corri qua
non
dire.
ber sto per morire.
Presto,disse
510
vedersi
straccato,
Co' cr"n di
E
a
^^).
amena
non
t'avvedi
colla tua zucca.
Senz'anima costui ci cade a' piedi?
ratto,e offerta al buon
Quei v'and"
La
nobil fiasca ortense;
prese l'umor tosto
fosse ambra
Quasi liquida
Ei
compare
ne
E stralunando
Tal fece
suon
a
trincare.
cretense;
gliocchi
col gozzo, che
pia d'uno
Sospett"che Menghino
520
Dato
in
Gli
avesse
Ma
non
vece
in
vi fu
di vino
quellazucca
a
ber ranocchi.
nessuno
Digitized
by
70
-r
Per"
di s" gran
--
branco,
piotate
Alle brache,che a' pi"glieran calate
ilfianco.
Desse la man
per rivestirgli
Che mossosi
n
a
Bevve
sei volte
nuovo
Anacreonte
e
sette
al nobil
Senza ficcarvi il naso,
e
non
vaso
ristette
giammai Talma bevanda,
Finch" rigurgitando
Il vin gliand" calando
530 Dal tracannar
banda
Del bel bocch"n dall'una all'altra
eglial compare
Spezz"la zucca in sulla zucca,
Un certo sfogofare
In quellacongiuntura
i^).
Allora
Certo contro
Per
non
e
volle
natura.
stimato ebro n" folle.
esser
Suonate,disse.
540
Vostri strumenti.
Festose
genti,
Ch'io vo' danzare.
Su via su tutti a
suonare.
coloro
Ripigliaron
Diversi ordigni
loro,
e chi marroni,
vanghe, chi badili,
E facendoli insiem fare agliurtoni,
Chi
Si dolce
550 Che
Ed
suon
si ud"
non
ecco
Muover
n'uscia,
giammai tal sinfonia.
che alla danza
volendo Bietolone il piede
Sei trova
e allor s'avvede.
inviluppato
Che i suoi braconi
avean
senza
licenza
quelsuon fatta la lor cadenza.
Or quiviinviperito
e a golaaperta.
E' li strappacoi calci,
Pria di
by
Digitized
71
^
Urlando
s",ohe si sarebbe udito
Fin da' lidi di Gaza
560
Comincia
^mbo i calcagni,
compagni
Stimolato da Bacco
Prorompe
Ah
Biserta,
traballando
E contro i suoi
Ah
di
o
batter sul terreno
A
-*
e
dalle Furie
alfine in cos" fatte ingiurie
:
villanzoni,
mascalzoni
Becchi
coU'effe,
Voi farvi beffe
Cos" di
570
Per
me
?
Dio,per Dio
Sapr"ben'io
Farvi
imparare.
Come
trattare
Da voi si debba
un
gentiluomopar mio.
Forse credete.
Bestie
indiscrete,
Ch*io sia briaco,
0 infettiil baco
Di frenesia
580
Lamento
Voi
mia?
e
pazzisiete,
Villanacci cornuti
sobrio. e
or
Cos" dicendo tolse
ve
un
sano
la
suono.
coreggiate,
mani.
Ed alzatolo in aria ad ambe
Cominci"
A
la vetta
con
dar dietro
a
color,che in
tutta
Chi in qua chi in l" mostrar
Ond'ei
con
Se taluno
590
io sono;.
fretta.
tutti fuggire
;
doppioardire.
arrivava,
peggioilchioccava ^) ;
E intanto proseguiva
invettiva.
L'intrapresa
Alla
Digitized
by
w
"
"
su,
Tangherottopiglia
Questo colpoyieiie a te,
Gh" chi fa dispregio
a me
Taato merta, ed anco
pi".
Tieni
e
tu
Sopra la
questa
testa
Percossa eh'io ti ""
600
:
E tu
quest'altra
Scansa se puoi,
Brutto bifolco
Da* lombi
tuoi,
sappidir se vi ti lascia
Vi colgala saetta.
Canagliamaledetta.
E
Voglioa
tutta mia
i nervi
Spolparvi
e
il solco.
possa
fracassarvi Tossa.
bricconi,
Furbi,,
610 Ladri,assassini.
Porci,poltroni,
scappate?
Perch"
n
pi"fermate.
Voltate "ccia;
Un
di scuola " che vi seaccku
sol mastro
Corpo
Genia
....
Sangue
e
perversa
fella;
che m'ha creato ^^^
quelloD
Che a quantisiete vo' levare il fiato.
In tal guisagridando
In giroiva rotando
Giuro per
620
Budella!
....
La
vermena
Ma
'1 suo
.
non
Or la
.
furore insano
colpiandare invanow
quanto a
Percotea
.
funesta.
Gli facea molti
Se
"
se
stesso
bene spesso
i lombi,ed
ora
schiena,
or
la testa.
Digitized
by
73
~
"
'1 prodecampione
Onde
Dato in
630
disperazione
Rinneg" il Ghirie,e il Ghriste eleisonno,
E aglinomini dicendo: andate in chiasso
Con
nn
fracasso
nuovo
Tutto si diede ad assalir le donne.
Queste,che gi" munite
Di forche e di bidenti,
Di
di vari altri strumenti.
e
pungoli,
parte in
Da
drappelstavansi unite.
un
Al nostro Rodomonte
Con risoluto ardir volser la fronte
640
eglivibrando
Il pendoloflagel
Tasta
con
:
E mentre
far lor paura,.
Cred"
Si
dar"
tutte
mosser
quante.
demoni,e
Come
a
lui fecersi avante.
E la Gecchina ardita
Gli si strinse alla
E
650
vita,
sul
la man
postagli
coreggiato.
N'afferr" la
calocchia,
E stretta in
man
tenne
ne
Bietolone airincontro
Si dimena
e
possessor
Uomini
e
ambo
donne
Largo teatro
Fero
tutta forza
dell'asta;
ognun di lor pugna
veleno e con ira.
E mentre
Si pongon
capocchia.
si sforza
Per mantenersi
Con
a
la
a
fare
a
e
contrasta
tira tira.
allora
intorno
a' due
combattenti,
E al feroce duel stettero attenti,
660
Degno
d'un
Bietolone
nuovo
e
non
cadente
giorno.
sbuffando,
La Cocchina
ponzando
by
Digitized
74
"
"
Facean Tult"me prove,
Con
ignotee
arti
alFaltro ilbaston per trar di
L*ano
Ma
ciaschedan
Oib"l
nuove,
di lor tenendol
mano:
forte,
ci fu modo
non
di venirne al fin ; fincli"per sorte
e rottoli nodo,
La coreggia
strappossi,
Mai
670
rest" col
Ognun
Ma
randello in pugno.
suo
questo divario,
con
sol batt" nel grugno,
Che la Cocchina
E il preteil suol batt" col tafanario.
e* si vide in terra
Quando
Privo
d'ognisua gloria,
E Tavversaria
Restata
in
Si diede
a
sua
di tanta guerra,
ud" gridar:
Vittoria;
piedi,
voltolarsi in
mezzo
all'aia
guisad'un porcello,
680 A cui dolgail budello,o l'anguinaia.
E prima miagolando,
E posciataroccando
Si pose alfine il saggioBaccalare
in tal guisae bestemmiare.
Stranamente
Non c'" pi" Cristo per me.
A
Come
s'io Cristian
non
fussi,
Eppur io fui,che m'indussi
D'un ch'egli
era
a farne tre :
Non c'" pi" Cristo per me.
Che una poltrona
690
Vacca sgualdrina.
Che
Meco
Cocchina
una
nel contrastar
Com'esser
Non
c'"
pu" ?
non
pi" Cristo
porticorona
aff" :
lo capisco,
per
me.
possanza di Dio,
n"bile e dotto,
Che un uom
Ah
by
Digitized
76
"
Per"
^
via su
pregatedi buou
n nostro Salvatare^
Questo mio Crocifisso,
Che qaeldiavol d'abisso,
(n qualnon
so
Chi nel ventre
740
cuore
y"
ficc")
Yi libericol sonno, acci" dipoi
Restiate sano, e ritorniate in voi:
Sparge me Domine esopo e monda"o.
Scappa fuor da costui Ser Tibidabo :
Ma perch"per la fretta
Non avea
presa Tacqua benedetta.
Rivoltosi in queldire a Tommasino
:
sbruffalo col vino ") ;
Presto,soggiunse,
E quegli,
che un boccale
ben grande e pieno,
Gi" ne teneva in man
Senza mettervi punto olio
750
N'aspersea
Ei
n"
sale,
Bietolon la faccia
e
il seno.
tosto,che cosi
Innaffiar si senti,per
nuova
rabbia
Stringendoambe le labbia,
orribilmente gliocchi.
E spalancando
Si rizz" su' ginocchi,
E
animo
con
Dell'una
Ficcato
e
vindice
l'altra man
il dito grosso
tra '1 medio
l'indice
e
:
Inalzo
quanto posso,
760 Disse,le pugna al Ciel,Stelle nemiche,
E
vi fo sul mostaccio
"
Stelle,
Gi"
il mio
vostro
sapete ch'"
un
par di f
.
.
.
disprezzo;
un
gran pezzo,
Ch' i'ebbi l'ordin d' esorcista :
Come
or
dunque sopportate,
Stelle rie scomunicate,
Ch' esoroijBBatosia da
un'ateista)
Digitized
by
.
77
"
ateista? irato
Come
Gli disse allor
770
Poi
Dio;
compassione:
a
Messer
battezieato
e
ta fasti col vino.
raeqaa^ e
con
mosso
Ah
Menghino :
che o^"
Io credo
10 fai
"
Bietolone,
soggianse,vi prego
dal laccio
A sciogliervi
Di cotesto spiritaccio,
Che vi fa dir tante pazzie,
no
se
Or ora per oompar
qui vi rinnego.
Seguitapoi :
Gli
780
Ser Bietolone,
che
Ecco
voi
a
Quel Dio, che per noi
Dal Diavol
nero
Passione,
della
nel Venerd"
Mori
a
liberarvi torna;
Coma.
risponde: Coma,
Gli replica
Menghino :
Compar, badate bene
E
Bietolon
vi sta dentro
11 Demonio
790
noi
vel
Da
dosso
Se
negate adoprare
non
le vene,
possiam cavare,
Santa;
E Bietolon soggiunge: Canta, Conia.
Compar, compare, a dir Menghin ritorna,
I rimedi che
Adesso
qui
Altro che
Credete
d"
la Chiesa
ci vuole
canta
canta, e
in Cristo ?
coma
coma.
Bietolone ; V credo.
e
Eccolo
Gli
qui presente.
replicaMenghino, ed eglia
hai, io l'ho per
Cristo Trino,
S'altri Cristi
800 Io credo
E
in
non
questo tuo, Menghino, "
Ch'io
non
lui
lo stimo
un
un
:
niente.
Cristo
solo.
gusciodi lupino.
by
Digitized
78
"
E
lo stimi ta, tu se*
se
Bietolone,state
in taono
buon
Qaesto, eh*
i* tengo in
Non
810
ora
Cristo
un
col fame
Bens"
siete buon
Tu
menti
ne
Villano)
la
per
ordinato
Perch"
mano
bello,e buono.
voi stima s" vile.
Cristian,n" mercantile"
gola,
il prete,
Furfanton, soggiunse
camice
a
ed
a
stola
di te
vaglio,e pi" di quantisiete.
1 oh matto 1
pazzacchione
Pi"
Oh
forse cotesta
Ti par
Imagin del
Il qual per
mio
Cristo
esser
ritratto^)?
Trino,
esser
for^e e di l" dall*Appennino
Di qua
anni "
gi",eh* e* se ne suona
Togli via dagliocchi miei
eh* " falsissima.
Questa effigie,
Rigettatae dannatissima
Dal popol de* Pagani e de* Giudei.
Tre
n
Cristo Trin
vero
Dal
Padre
Per
me
Com*
830
fagiaolo.
un
(Gliraffibbiail
Egli "
820
"
io
un
Non
fo conto
terzo
L* aborrisco
E
s"
predicato,
gi" pi" non e* ",
dicea poc*anzi,e di
Che
forse
e
per
cotesto
^)
" dell*intero,.
meno
zero,
lo detesto ;
e
che ci" sia
un
festa.
celebrato.
s"
Marcellin
a
verit",
di
Cospettaccio
D... cos" si fa.
S" disse,e infuriato
Pi"
che
libico
drago
Quel briaco cornuto
Verso
la
Imago
ampia bocca
sacra
Scocc" dair
un
forte sputo ;.
Digitized
by
79
"
perch'era
Ma
"
dal vino
acceccato,
dall'ira,
e
la mira ;
pigli"ben
840 Non
yia
cambiando
Per"
"
schifo,
Queir escremento
di Maria,
figlio
batto nel grifo.
Allo scongiurator
Egli al caso improvviso
Dai compagni deriso
(Falloinsolito a lui)dio in un eccesso
intatto il
Lasciando
Di
sdegno, e al tempo istesso
Col Crocifisso
850
Forte
U
tra vivo
E tra morto
Col volto
Tutti
e
muso
;
a
tetro,
cornuto
1
e
cadde indietro.
in
quelpunto
lui,che giunto
spirarl'ultimo fiato;
corsero
Credevano
Ma
e
Becco
soccorrer
morto,
e
svenuto.
oscuro
Disse: Ah
860
nel
Bietolon
percosse
qual pallidoe smorto,
Mezzo
A
cos" deluso
suo
trovato
Ch'era in stato
Di
potereancor
guarire
D'ognimal
sol col
Certi di lor
se
E
a
letto lo
lo
dormire.
in spalla,
pigliare
portardentro la stalla.
Ci" che avvenisse
In
Ma
poi
noi sappiam noi ;
quell'infermeria
fosse
E per
non
o
bene, o mal, per buona
pace,
la Musa
s'arrossir,
^).
tace
by
Digitized
NOTE
1) Yariante:
I
2)
La
raccolta
originaria
Ohe
8)
Il
cod.
palat.
307
Ho
accettato
il tino
stracco
gi"
ci Siam
di
lasciato.
ayea
6) Nella
Sul
Yar.:
8)
Bacc.
0)
L*edis.
"
la
i
:
U
aggiunto
del
stampa
manoscritti,
cni
verso
piantato gi"
qnal
Su
nn
1815; tatte
verso
plebeo
posto
seder
a
:
s* era
s^era
per
per
cattedra.
cattedra.
Anaticoli
doghe
orig.:
del
1816
E
Ma
secondo
secondo
hanno,
orig.
race
7)
lezione
riapoaegU.
toeto
sarem,
giova ripetere.
non
0. P.
tredici;
trenta
questa
edizioni
altre
che
dei
qnei contorni
Inngo
P.:
Pi"
le
aia^a.
:
Non
6)
gli altri can^
non
ha:
coronava
Fatto
4)0.
suoi
propri
con
versi
modificati
cannelle.
e
ha:
in
tntto
correzione
questa
seguenti
sarebbe
e
i
anche
allegria
anche
piacevole
scena
Tutti
pano.
comprendono
ogni motivo
le
di
allnsioni
riso. Seno
368-770:
w.
Alla
si
non
tolto
il mondo
va
Ebbero
morti
cader
a
improvvisa
e
svinatori
quei
dalle
risa.
10) Yar.:
disciogliendo
Ohe
U) Nella
race.
orig.
Ors"
Di
rustico
nel
e
via
Quella
P. "
0.
aggiunta
da*
Tognin
piena
sembr".
tua
far
sentirla
la
seguente strofetta:
qua
barchetta
fa* presto perch"
Ha
12)
voi
a
mio
il canto
ho
fretta
glo gi".
Yar.:
collera
Passar
la
GKusta
il suo
naturai
calmo
e
pacifica
18) Yar.:
Aiaza
gli
orecchi
e
tenta
di
scappare.
Digitizedby
81
"
"
14) 0. P.:
Mosse
dasomi
dar
a
pietosaaita.
15)0. P.:
la via
Coi
S
16) Var.
che
Tiuia
impedita,
era
T altra
e
mano.
:
Mole
17) Baco.
che
gli togliea fin
orig.e C. F. :
La brigata non
Tal
Ma
che
Pin
le
alte
600-Ofi mancano
w.
riso
anche
all'improvviso
1* oche
fioche
e
in nn
ad assordir le stelle
vi nnisser
galline e
la favella.
desse
pnr
arrivasse
che
Voci
18) I
dMmplorarla
vibrando
e
d'ali
in alcnne
elle.
snon
edisioni
19) C. P.:
snoi dall*ima
Be' labbri
aU' altra banda.
90) Var.:
21) L' edizione
Alla
peggio
del
1"L6 ha:
Oinro
22) Var.
crocchiava.
mi
sebben
trovi
in qnesto stato.
:
Presto,soggiunse,sprnasalo o(d vino.
28) Secondo
Ted"Eione
del 1816:
Disse, le
al
pugna
Oiel,Oorpo
0 stelle rie vi faccio qnesto
di
Bacco,
smacco.
24) C. P.:
Gli
rafabbia
Menghino.
25) C. P.:
Imagin
Essere
del
mio
Oristo
ritratto ?
oppnr
26) Altre edijB.:
Per
me
Oom'
e' ",
gi" pi" non
test",e di codesto
io dicea
27) Var.:
Guardate
anime
rie come
ti fa.
28) C. P.:
Questi al colpo repente ed improvviso.
29) Var.:
Stanca
gi"
di cantar
la Mnsa
tace.
Digitized
by
82
"
"
Sonetto.
d" che Bietolone
Un
Fuor
del solito
tanto
o
in cervello.
stava
suo
quanto
o
Tal
col pennello
qnal suol figurarsi
Veduto
a caso
uno
santo,
spirito
Spirtodivin,glidisse,io
jy
Che
E
grand*uom,
esser
ma
pur
saputo far trin
ho
mi
non
vanto
alfin
son
quello
fratello
vostro
sapr" far di voi pi" che altrettanto.
Pregovi che vogliateo prima
poi
o
Far
dan la baia
ne
crepar quei che me
Acciocch" il lor gracchiarpi" non
mi noi ;
Ch*io
Di darmi
E
mai
ha
giurose
tutto
fin tal chiucchiurlaia
voi
moltiplicar
a
di farne un' intera colombaia.
di Bietolone.
Morte
r
Giunta
fatale in cui dovea
ora
Bietolon da Lucardo
La
morte
N"
come
si trov"
torgliY
L' oprar V usata
Cosa
"
SMo
gliporgo
uscir di vita
smarrita
mezzo
alma
ancor
sapea.
falce,ella dicea,
troppo comune
e
troppo trita;
il velen resto
schernita
pu" che la triaca ei bea.
Perch*
esser
Dietro
un
pai,ma
potreificcargli
Morte
non
N"
il buttarlo in
Pensa
Di
s' usa
e
Ch* " il
fra* Cristiani par suoi.
pozzo "
un
ripensaalfin
darglicon
vero
un
modo
questa
mazzo
risolse
onesta.
cosa
poi
sulla testa
d* ammazzare
i buoi.
Digitized
by
84
-^
Cortesia
Yien
Che
dal diavolo
usata
Bietolone.
a
addosso,
qua, Bietolon mio, montami
ti vuol passare.
se Caronte non
p"*oh'io
dubitar
8* io
ti
volessi,
pur
Per aria valicare
Foss*
eglipare
Perch"
portare
questo smisurato fosso.
Di l" da
Non
to" ti vuo'
spallea
Io sulle
E
"
il nero
pi" di
Certo che
ogni graa
o
al mondo
era
far lo posso,
potreifare
Cristo " Trin
se
Quando
ben
e
mare
fosse il rosso.
come
tu il fai
nelF et" virile
te pesava
assai ;
" pur da luogoassai lontano e umile
d' un batter d' oeebio lo portai
In men
Dal
tempiofino in
al
cima
11 diavolo
a
Campanile.
Bietolone.
hai Bietolon per naturale
chi ti vuol far del bene.
n disprezzar
Insomma
Ed " bene
Chi ti fa
Or va'
un
gran
pa2zo da cat"ne
V hai per male.
bene, mentre
dunque ; e
se
puoi mettiti V
alo
Per passar d' Acheronte air altre arene,
Ch" certo io non vo* pi" sulle mie schiene
"^)rtare
E
se
si gran pezzo d' animale.
un
del tuo
pretesoCristo Trino
Stimi d' esser
Che
pi" grave, in breve, spero
il proverai,
povero meschino :
Ognun
E che
Un
si pesa in
non
questo regno
nero
troverassi io m' indovino
che di te sia stato
pi"leggiero.
Digitized
by
86
-
Il diavolo
dichiara
-
Isrnorante Bietolooii.
Chi " colui che fa si gran fracasso
E m'introna le corna? " Bietolone,
RisposeBelzeb",o Satanasso;
E quei:che fa quaggi"questo minchione?
Replic"Taltro
"r
Per
troppo nel mondo
Die* Cristo p^
E
ei n*" venuto
:
il Salomone
sua
asso
salvazione.
eglifu
soggiunse:
sempre
and" cercando
Col Cristo Trino
;
tre,quand'eraun
un
perdo il punto di
Satan
al basso
un
bue,
guai?1
Oli dia la rabbia ; imparia spese
sue
;
So che tre volte io
fu lo
E sempre
gliho
Non
gi"Cristo tentai,
stesso ; glialtri due
visti e
mai
Apparizione
non
li seppi mai.
di Bietolone.
in visione
ler notte mi comparve
Un'anima
dannata al fooco eterno
E
del
quell'era
Onde
di
ancor
quondam " Bietolone
spavento mi squinterno.
"
Fratel,mi disse,io
N"
trovo
qui neirinferno,
impiegoalcun sol per cagione
Che tu del
Che
Deh ! se
mio tal fostischerno
nome
stimato ci
sto
son
per
un
minchione.
sei di
piet"privoaffatto
Fammi
di palinodia
sonettino
un
matto.
Per far capirlaggi"che non
son
non
Si,risposMo;lo
Ma
vuoi tosco
intendiamci,
per", con
o
latino?
questopatto
Che abiuri l'Eresia del Cristo Trino ;
Digitized
by
Eglistette
un
tantino ;
Replic"poi:questo mai ver non sia;
Egli " trino,arcitr"no e spar"vial
di
Bietolone.
Maest", magno
Plutone,
Supplica
Tartarea
Ricorre
a
voi,come
^
Bietolone
Il tosco Luccardese
Prete
SignorPotente^
a
dotto,ingegnosoed eloquente.
E
genuflessochiedevi umilmente
Qualche impiego con buona provvisione,
Per viver qui fra i morti allegramente
Secondo
Se
Ma
sua
nobil condizione.
qualchescuola
Per
La
la
fesseci vacante
erudir marmotte
stimeria per
se
la Maest"
me
e
cetriuoli
posto bastante.
vostra
ha
Pi" volentier farei lor da
Per istruirlia fare i
figliuoli
pedante
raviggiuoli;
Se
In
poi non n'ha consoli
altra guisail povero
Cristiano
Col dichiararlo almen
suo
Cappellano.
Digitized
by
,
87
"
--
DIANDRA
LA
Epicedio.
Deh l chi mi vien col zufolo davanti
Acci" ch*io canti in dolorose rime
Quella che opprimeor s" Tanima
Pena
ilcanchero
alla Morte
Venga
aspra
mia
e
ria?
nell*ossa
possa scorticata viva
Mentr'oggiprivadel pi" beiringegno
Ed
esser
D*Etruria il Regno.
n'andasti
Dove
fior di
o
pedagoghi
E per qnailuoghior Tombra tua si aggira?
L'eterna lira che fra gliastri appare
Gisti
E noi restiam
bocche
Con
sonare?
a
quaggi"per la tua
morte
urli al cielo
storte,a mandar
Cantando al velo tuo sul colascione
Il Lazzeronef
Ma
pure ad onta della dea sdentata
Che divorata ha una s" nobil vita,
erudita il tuo
Fama
porta sull'ale
immortale
Nome
l
Qual popolmai fra i lidi dell'Aurora
E l'onda Mora
Cui
non
" s" da noi remoto
sia noto
un
tanto illustree chiaro
Baccalare?
Gran
Nacque
costui sulla famosa
D'una cert'onda
Del
qualein
o
mente
sponda
sia fiume
or
Non
non
o
torrente
mi torna
si sa
il nome,
come.
by
Digitized
88
^
Si
sa
ebbe
ch*egli
bens"
E che
madre
sua
Ma port" gonna
-
un
oome
Fa
fonte
sacro
dal curato
fu
me
all'uso
padre
per
donna,
signorile,
Ltove
AI
aom
e
sottilel
quando interrogato
col " vis baptizari
" ?
In scioltie chiari accenti il buon
figliolo
Rispose:"nolo".
deirerror del tenero
Ma
Fece
il padrinosuo
bambino
la correzione
E in conclusione il pretea
largamano
Lo f"' Cristiano.
Furo
i suoi studi
e primi
puerili
Degni e sublimi e sovra ^lialtritutti
Ingenuiputtiebbe a giocardiletto
A cappelletto.
Poscia
imparatoa
Tirato
un
Perda
p...in faccia all'altrescuole,
chi
vuole,disse,indarno Tore
Gi"
In
l'alfabeto
mente
dottore.
son
guisatale addottorato
;
il nostro
Di scienza mostro, tosto seppe dire
Quanto gi" udire f"r nel loro idioma
Atene
e
Roma
Di tutti i fonti di Filosofia
Lodando
gi"generalmentel'acque
Ma pi"glipiacqueancorch'assai men
puro
Quel d'Epicuro.
ei
Quindi s'appese
una
E ilbiondo
Da cui col
tiorba al collo
si diede"
Apolloa seguitar
piedemai non ste' lontano
Un
trar di
mano.
Digitized
by
incontr" mal
Nel greco sempre
f"' prove
nel Latino
Ma
Sempre imitando
Merlin
Se volle
calamaio
e
Goccaio.
poi talor toscaneggiare,
Seppe accordare
e
nobil arte,a
Con
Orlando,
da
penna
a
destino,
favellare in carta.
guisadi Fidenzio,
Dante
Terenzio.
e
Qnai YevB" oh ! qualiudir queste pendici
Alme
e
friiciallor
Quelle che
avea
ch'egli
esprimea
nel
si vive
cor
fu che innamorato
Anch'ei del brio di
dell'erbosa
Fuor
b^e.
fiammelle
D'amor
Talora
e
1
il rio,
si vezzosa,
musa
piccolagrotta
sua
Corse
acqua
cotta 1
E fu talor che per dolcezza i
vepri.
cardi,pugnitopi
Pruni,ginepri,
Ai nuovi tropis'infiorar glisteli
Di succiameli.
Oh I
quante notti
Carca
Ed
e
quante
Onde
Pel
che dir" del
acclamato
suo
quantimodi
in faccia
io frattanto glisonavo
Ma
in
col canto 1
di lodi mi rend"
La
e
Pentolaccia.
professcnr"to,
fu sin nel Brasile
acuto e penetrante
pi" sottile,
Arcipedante?
Dir" ch'ei sol eolla profession
sua
Venir la bua fece all'asinitade
pi" dottori
maggio fiori1
E han le eootrade nostre
Che
or
by
Digitized
90
"
"
Qaal meraviglia
dunque " ch*ei passasse
Da
questebasse alle celesti cose
Allor che pose in campo il poverino
Quel Cristo Trino?
Quel Cristo Trin per cui tanta tempesta
Sulla
Che
testa diluvi" di
sua
fra noi riman
del gran conquasso
L'alto fracasso?
ancor
finalmente abbia
Ma
poi
luogoil vero
suo
Color che fero
quels" gran
Poi
morse
ne
se
sono
frastuono
le mani
ambe
cani.
Peggio che
Perch"
mostr"
Ch'egliera
E
un
lor Bietolon di botto
dotto nobil fiorentino
ci" il Trino
con
;
a
Cristo da lui dato
Rest"
provato.
Cosi rinvidia altruirest" delusa;
A bocca chiusa bestemmi"
Che si era
messa
a
stessa
se
scorbacchiar per matto
Un
si
uom
fatto;
E la virt" di cosi gran campione,
a forza di bracciali,
Quasi pallone
Come
avess'ali,
pelferoce assalto
Sali pi" alto.
Prova
ne
fanno ben tante onorate
Carte
vergateda famosi versi
Tutti
in
cospersi
mille var" modi
Delle
Ma
che
Il gran
non
sue
lodi.
pu" sopra di noi la Parca?
monarca
Se qua nel solco
o
il povero bifolco
o
l" sul trono arriva
Di vita
priva.
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92
"
E tu di Bietdone
--
bella
anima
Che alla tua st^la unita in oiel ti stai
Se f"
e a* preghitnoi
prestai
senti i m"ei.
Dehl
Da
qneltuo
cedei
Cristo Trin
vero
sognato
o
Ch*ora ti " dato il contemplarnell'Etra
Grazia
che
m'impetra,
N(m
le nostre scuole
restin sole :
egliabbia del side
N" un animale sia fiero e superbo
Sotto il em nerbo striUin come
pazzi
Nostri ragazzi.
Ch'abbian maestro, ed
Che in Poesia
Di far
Perch"
pretendae si diletti
sonetti in linguatoscanese.
spese sian sempre ridenti
Le nostre genti.
a sue
Che in er"ticare questo ed
Si mostri scaltro
Per
questa via
si
e
quest'altro
or
in verit"
sia;
non
acquistaun Talentuoflio
D'elogiun
tomo.
Se
graziatale o Bietolon yerraeoi,
Con campanacd, pifferi
e sambuche
Fra l'altrebuche a quellaove tu posi
festosi.
Yerrem
E
quivifra
coi^^enti ad armonie
L'ave
marie,i pater nostri,i credi
Saran
mercedi
di
quel ben
Volesti
die
e
a
noi
vuoi.
Quivi vedransi i moccoletti aceensi
Quivi gl'incensi
e balsami fumare
E diluviare eul famoso
avello
Croco
e
Nappello.
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E
se
D*onda
lustrale
anch'io
aspergerovvi
Del fonte mio per Tuna
e
Nettare
Tale " il mio
n mesto
ferale
Tarna
altri aspergeran
voto
e
piantoche
Ti lascio in pace
e
per
mi
per
Men
Taltra canna,
e
manna.
temprare alquanto
strugge e sface
lena
ripigliar
vado
a
cena.
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94
"
IL
da
composto
BIETOLONE
DI
MAGGIO
"
ToccL
Francesco
Pier
il mese
era
Prinoipiato
i fagioli
Che nascono
Ingrossanoi piselli
Pongonsii cetrioli
i baccelli,
E di fava si gonfiano
Allorch" Bietolone inalberato
fatto a
triangolo
In compagnia di certi maggiaioli
Diedesi per un angolo
Val di Nievole,
Dell'ampia
Un
crocefisso
suo
In
voce
or
alta
Al
suon
di
cornamusa
Colla
E
sua
or
fievole
e
bella barba
giuntoun giornoal
Le
Gli
gentidel
corser
a
di tiorba
far la birba ;
Ponte
Buggianese
paese
tutte
onde
intorno,
F"' sentir questa frottola
che
Lo stesso Bietolone
Ecco
avea
il suo
coro
apposta
composta.
noi tornato "
maggio
fratelcarnale.
Ch'" d'aprii
Quel mesetto almo e gioviale
Che di Flora " primo paggio;
Ecco a noi tornato " maggio.
a
Lo saluta il rosignuolo,
Il cuculo,il filinguello,
La
calandra,
l'asinelio,
Bench"
sia d'un altro stuolo ;
Lo saluta il rosignuolo.
by
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96
"
"
Ancor noi lo salutiamo
E
il benvenuto,
glidiamo
Ck"me pure
saluto
un
anco
gente a voi facciamo
Buona
;
noi lo salutiamo.
Ancor
Rieda sempre un s" bel mese
Lieto intorno a' vostri campi
Ed in
il ciel vi
esso
Dalla rogna
e
Rieda
scampi
mal francese ;
un
sempre
Fin ch^ei dura il sol
Ogni d"
come
Acciocch"
E
uno
s" bel
mese.
risplenda
specchio^
secchi il capecchio
graniscala polenda;
Fin ch'ei dura il sol
risplenda.
Faccia ricche le campagne
D'alte
spighesmisurate,
Perch" a luglio
poipossiate
:
Satollarvidi lasagne
Faccia ricche le campagne*
Cos"
vogliaquesto Cristo
noi
Che portatoabbiam
con
Gi" ben noto
voi,
Bench"
mai
Cos"
a
tutti
l'abbiate visto;
vogliaquesto Cristo.
quelgran Cristo
Ritrovato da quelprete
Questo
"
Che in
Buggian,come
Trino
sapete,
In volgarparlalatino.
Questo "
quelgran
Cristo Trino.
by
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96
"
"
Questo " il Cristo s" famoso
Di tre Cristi uniti in uno,
ciascuno
Approvato da
Per assai
miracoloso;
Questo " il Cristo s" famoso.
Quest'
noi
vogliam pregare
Che a voi lieto il maggio dia,
Purch" qualchecortesia
Anche a noi vogliate
osare
;
Quest' or noi vogliampregare.
or
Qui fece pausa
Che
in
il coro
teneva
man
Prese ad andar
Fra le persone
La
limosina
a
e
Bietolone
gran bac"i
un
d^ottone,
girando
ivi affollate e spesse,
far tutti esortando,
Al Cristo Trin per celebrarne messe;
E seppe
s" ben
fare
e
s" ben
dire
Che
quellaturba in un devota e stolta
Fece tosto raccolta,
Col suo gracchiar,
lire.
di ben parecchie
Allor tutto brillante
Per rinterna
e tutto bello,
allegrezza
Tornossi al suo drappello
e giuntoappena
Fece sentir quest'altra
cantilena.
Cristo cortese
Che tanto
puoie sai,
Questo bel
Deh
!
Dacci
Del
non
un
tuo
mese
finisca mai !
tal
saggio
poter divino
:
Ben
venga maggio ;
Evviva Cristo Trino!
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"
97
"
Qual sorte oh ! quale
Di
queiche godersanno
Se
un
mese
tale
Durasse tutto Tanno 1
Oh!
qualvantaggio
N'avrebbe ogniuomo
Ben venga maggio
Evviva
fino !
Cristo Trino !
Deh ! fa' Signore
Che
questabuona
gente
A tutte l'ore
Tal
abbia presente,
mese
N" mai
passaggio
Faccia oltre l'appennino;
Ben
venga
Evviva
maggio!
Cristo Trino !
Se si potesse
Tal
graziaconseguire
Oh ! quante messe
Avremmoti
a
far dire!
Nel sol
viaggio
D'un di
pieno" 11 bacino
Ben
;
maggio!
venga
Evviva Cristo Trino!
Cess" di
nuovo
ilcanto
E Bietolone intanto il qualsa l'arte
Di
sonare
il quagliere
in
su
la parte
tale strumento
Pigli"
Il quale" un borsellino piendi
^
vento ;
per dar segno omai della
Fatta
a
partenza,
la riverenza,
quell'assemblea
Con quanto fiatoavea
dentro la
gola
""-
,
il quagliare
Sonando
voglioavvertire
Nel nostro partire,
Vi
Genia
Che
credula
troppo e tropposanta
in
ogni paese
" maggio un bel mese^
Ma " pi" bello assai per
S" disse
e
maggiaioli
color volt" le spalle
;
valle i buon figlioli
tosto insiem
E col Cristo
a
E per ristessa
chi lo canta.
co'
patiandi gotte
Tornare al Borgo a un quarto d*or di
E quivitutti in festa e in allegria
Che
non
Celebraron
le
messe
notte
all'osteria.
by
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100
"
Al
Del
"
S"g, Lorenzo
limpid'Amo mio
Gioiellate di f"or le
Valler".
calcai
mentre
sponde d'oro
il sai.
Teneri scherzi,e tu Lorenzo
Espressiairarmonie
Ma
del Tebro
d'Eden
l'umor
sonoro.
poiche gustai
Questo labbro lasci" d'esser canoro,
E de' soli latini a' torvi rai
Su
questo crin s'inarid" l'alloro.
invano tu tenti
Onde
invan tent'io
l'adriaca Dori
lusingar
lascivetti carmi il geniomio;
Movere
Con
e
a
Che al notturno
doppierspentigliardori
Depostigliarchi
e
licenziata Clio
Sovra la cetra mia dormon
Rosa
La
Incoronata
In
Da
grandezza.
la mondana
ovvero
d'or,d'ostro ammantata
tron siede fastosa
verdeggiante
di spineivi guardata
falangi
La reina de'
Con
l'amena Rosa.
f"or,
vassalla umiltade
Dalla
E da'
Della
Ma
gliamori.
essa
adorata
plebefoltissimaodorosa
loquacizeffiriadulata
sua
maest"^godeorgogliosa.
fra brev'ora in sull'erboso
piano
Cade dal soglio
e more
illanguidita
vien da pie'villano;
E calpestata
Impara, o grande; efimero splendore
" quelche ti circonda;il fasto umano
Ha
per simbolo
suo
caduco
un
fiore.
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101
-
-
Il pane.
Gi" vicina
nel solco
Ecco
Recisa, eccola
la spica;
impallidir
poinell'aia aprica
v"Uan
flagello
Da
Atomi
Indi
a
falce temuta
provar
a
gemer
battuta.
in polvereminuta
fatta,
ridurla vien cote nemica,
E
ricompostaancor
"
da pugno
"
dall^onda amica
crudel franta
e
premuta.
Alf"n
poich"prov" prigioneignita
E che la trucidar ferri taglienti
Divorata,in un ventre " seppellita
;
Mortai,nel
S'anco in
Altro
non
mondo
invan
spericontenti
quelcibo
onde
tu tra la vita
sai che meditar tormenti.
Il
a
Stringe
razzo.
sottilnodo
canna
tenace
Racchiuso in carta fr"l polvenitrosa.
Onde
fa scaturir fiamma
ingegnosa,
Sulfureo filcui rode arder
S*ei^eil calamo
Seminando
al ciel converso
in face
di rai la notte
E col sibilo suo,
ombrosa,
linguafocosa,
che mostra
Il giubilo
Cosi scorrendo
Con
vorace.
anche
in luminose
festive follieTaereo
Privo alf"n di
Semplicechi
tace.
non
str"sce
campo
splendorscoppiae
dal duol trovare
vanisce ;
scampo
goder lungamentein terra ambisce.
Mentre son Tallegrezze
e scoppioe lampo.
E
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102
"
Avvenimento
-
di
Palinuro.
in sulle nabi acquose^
i venti ;
Stanchi del vaneggiardormono
i Tanni
Piegati
Oiace Anf trite e fra le braccia ondose
Lega
in mutola
Palinnr le vie spumose
Vola il buon
Trattando
Di Cuma
con
e
le vele
gi"presso
Frange con
Ma
i fluttialgenti.
quiete
poppa
aure
innocenti^
le rive erbose
d*or i salsi argenti.
ottien di lui la
poich"il sonno
palma.
Serrati i lumi alle stellate scorte
Nel
Oh!
Se
mar
trabocca
e
ivi Hoensia Palma.
infausta sorte
infelice,
gliapprestanaufragianche la calma,
dell*uomo
Se ad occhi chiusi ancor
trova la morte.
by
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Rime Edite e Inedite