Mercoledì 30 novembre 2011 Il maxiprocesso Regge l’impianto accusatorio della Dda contro le cosche egemoni a Reggio Calabria Meta, condanne fino a 15 anni Carcere per 17 imputati, un’assoluzione e risarcimenti milionari alle parti civili | LA SCHEDA | di CLAUDIO CORDOVA DICIASSETTE condannati su diciotto imputati. Regge, al primo, vero, “esame”, l’inchiesta “Meta”, culminata con un’operazione del Ros dei Carabinieri del giugno 2010. Il Gup di Reggio Calabria, Adriana Trapani, condannando quasi tutti i soggetti alla sbarra nel processo celebrato con rito abbreviato ha dunque scritto una prima pagina sui nuovi assetti con cui si sarebbe strutturata la ‘ndrangheta nella città di Reggio Calabria. Il Gup ha dunque inflitto 8 anni di reclusione a Demetrio Condello, 15 a Pasquale Buda, 9 ad Antonino Cianci, 10 anni e 4 mesi a Domenico Barbieri, 13 anni e 4 mesi a Rocco Zito, 9 anni a Domenico Corsaro, 13 anni e 8 mesi a Santo Le Pera, 10 anni a Francesco Priore, 9 anni a Domenico Cambareri, 2 anni e 4 mesi a Francesco Condello, 2 anni e 4 mesi a Domenico Francesco Condello, 9 anni a Francesco Rodà, 5 anni a Giuseppe Greco classe 1960, 9 anni e 8 mesi a Vitaliano Grillo Brancati, 3 anni a Salvatore Mazzitelli, 2 anni (pena sospesa) a Giovanni Canale e 9 anni a Giandomenico Condello. Unico assolto Rocco Creazzo. Il Gup Trapani ha dunque avvalorato l’impianto accusatorio messo in piedi e portato avanti dal pubblico ministero Giuseppe Lombardo, sostituto procuratore della Dda reggina che da anni indaga sulle nuove gerarchie criminali a Reggio Calabria. E l’indagine “Meta” è proprio il fulcro dell’impostazione di cui Lombardo si sta facendo promotore: dopo la guerra di mafia che ha insanguinato Reggio Calabria dal 1985 al 1991, le cosche si sarebbero strette attorno a una pax, stipulata e mantenuta grazie al controllo totale dell’economia cittadina. A gestire le attività, un “direttorio” composto dalle grandi famiglie De Stefano, Tegano, Condello e Libri. Poi le altre famiglie “periferiche”, che avrebbero comunque la propria fetta della torta. L’accoglimento dell’impianto accusatorio è dunque un primo punto messo a segno dalla Dda di Reggio Calabria, che con il pm Lombardo sta anche affrontando il difficile e lungo processo ordinario, in cui vi sono imputati soggetti del calibro di Peppe De Stefano, Pasquale Libri, Giovanni Tegano e Pasquale Condello, il “Supremo”. E proprio dalle investigazioni messe in atto per catturare Condello nasce l’indagine “Meta”, che ha svelato un sistema criminale molto articolato: i reati contestati agli imputati dei due tronconi, infatti, vanno dall’associazione a delinquere, all’estorsione, passando per l’intestazione fittizia di beni patrimoniali e la turbativa d’asta. Dure condanne, dunque, quelle inflitte dal Gup Adriana Trapani. La pena più severa è stata comminata per Pasquale Buda, punito con 15 anni di reclusione. Dure condanne anche per Rocco Zito (13 anni e 4 mesi) e Santo Le Pera, che affrontava il giudizio a piede libero. L’uomo, condannato a 13 anni e 8 mesi di reclusione, è stato tratto in arresto in aula, dopo la lettura del dispositivo. Una sentenza arrivata dopo le 19, al termine di diverse ore di camera di consiglio, con un folto gruppo di parenti ad attendere, in trepidazione, fuori dall’aula bunker. A poco sono valse, nella mattinata, le dichiarazioni spontanee di Domenico Barbieri e Rocco Zito, che avevano professato la propria innocenza, anche a fronte di un passato criminale. Condannato anche Salvatore Mazzitelli, il “Barone”, il gestore del lido-discoteca “Calajunco”, che sarebbe stato, in realtà, nella piena disponibilità del boss Cosimo Alvaro, uomo venuto da Sinopoli per allacciare rapporti proficui con imprenditori e politici. Il Gup Trapani ha anche liquidato dei maxirisarcimenti nei confronti delle parti civili costituite: due milioni di euro ciascuno per lo Stato Italiano, la Regione Calabria e la Provincia di Reggio Calabria, due milioni per il Comune di Reggio Calabria, cinquecentomila euro ciascuno per il Comune di San Roberto e per il Comune di Fiumara di Muro, un milione di euro per il Comune di Villa San Giovanni. Vittoria anche per l’associazione antimafia “Libera”, che verrà risarcita con cinquecentomila euro. A Libera di Ciotti 500mila euro Agli enti locali fino a 2 milioni Nelle carte dell’inchiesta la ’ndrangheta si fa impresa di GIUSEPPE BALDESSARRO REGGIO CALABRIA - Non è un’inchiesta qualsiasi “Meta”. E’ l’inchiesta più importante fatta negli ultimi dieci anni, sulle cosche della città. Un’indagine chiave che, almeno nella sua impostazione generale, spiega come la ‘ndrangheta del capoluogo si sia riorganizzata dopo la pax mafiosa dei primi anni ‘90. Il pm della Dda Giuseppe Lombardo, grazie al meticoloso lavoro degli uomini del Ros, è infatti riuscito a spiegare la ragione dei nuovi equilibri tra le famiglie egemoni e, soprattutto, come funzioni la gestione della riscossione delle tangenti. Un nuovo metodo dunque, che mette in soffitta gli strumenti della ‘ndrangheta tradizionale per adottare un sistema inedito e moderno. Finita l’era dei vecchi padrini, oggi a Reggio i boss si sarebbero adattati ad un sistema manageriale. Secondo l’indagine “Meta” ci sarebbe un’inedito modello di spartizione del pizzo. Nelle carte di Lombardo affiora un meccanismo oleato, capace di produrre utili in maniera quasi automatica. Niente parole, niente richieste esplicite di mazzette, tutto funzionava a partire da regole condivise e consolidate, regole che erano note negli ambienti e tra commercianti ed imprenditori. A Reggio tutti pagavano (e pagano ancora) la tangente. Paradossalmente anche i mafiosi che si trovavano a lavorare fuori zona. I soldi poi arrivano ad una cassa comune per tornare alle famiglie mafiose in funzione della loro influenza territoriale e della loro autorevolezza criminale. Naturalmente ogni clan continuava a tenere saldamente il controllo del proprio territorio, ma ogni cosa è regolata dall’alto. Insomma business secondo le regole di una sorta di Spa, che ha un proprio consiglio di amministrazione di cui facevano parte i Tegano, i Condello e i Libri, ma che di fatto era governata da un Il pm Giuseppe Lombardo amministratore delegato che era Peppe De Stefano, il giovane figlio del vecchio boss don Paolino. E’ stato lui a dare lo stop alle “regalie” o alle “estorsioni in natura”. Ora boss e picciotti, non vanno più nei ristoranti a mangiare gratis, non si vestono più con capi firmati ottenuti a scrocco. Pagano ogni cosa, e non vogliono neppure lo sconto. A fine mese però gli esattori pretendono dai commercianti che il pizzosia “puntuale”. Niente sconti per nessuno. La rivoluzione voluta da Peppe De Stefano è di tipo “imprenditoriale”. La vecchia mafia è morta, ora regna l’impresa mafiosa. Un’azienda che neppure la chiede la mazzetta, ma che crea le condizioni perchè venga pagata “volontariamente”. E’il terrore che detta le regole. La prova di quanto sostenuto dai magistrati si trova in una intercettazione traunimprenditore piùvolteminacciato e un uomo del clan De Stefano. La vittima è Salvatore Augusto Pellicanò, ti- tolare della Opel di Pellaro. Chi parla con lui è Angelo Chirico, personaggio che lavora nello stesso settore, ritenuto dagliinquirenti«uomo deiDeStefano». Pellicanò ha subito una serie di danneggiamenti, ma nessuna richiesta estorsiva. E non sa bene come comportarsi. Glielo spiega Chirico in maniera chiara. E dice: «Ora loro, questa gente, si sono organizzati vi sembra strano, io vi avevo accennato una volta, circa un anno fa, e me lo aveva detto l’avvocato Benedetto. e me lo aveva detto mio cugino Gaetano così. Gli ho detto io ma Gaetano ma ... non si fa più come una volta... le estorsioni dice si fanno.. si agisce in un altro modo,si faquelloche sidevefare neiminimi ... poi se la persona non capisce, e non trova il filone giusto ... perché se vuole lo trova! Perché non è che sono cretine le persone diciamo. Si fa dice un secondo “round” quanto per dire insommapiù eclatantepiù...però senzaandare a chiedere ... nessuno si presenterà maiachiedere niente,perchénonesiste più». Da qui per spiegare: «Deve essere lui il ... diciamo quello che subisce il danno, a chiedere aiuto...». Chirico passa quindi a spiegare la nuova strategia: «...la impostano, ormai l’hanno impostata a livello industria... l’hanno impostata in questo modo ...Peppe De Stefano che ha cambiato tutte le regole, gli ha detto... dice: in giro non si deve andare più, quando vi presentate nei magazzini, pagate ... quanto viene il pantalone? ... o il vestito? Ottocento euro, una volte dice se ne usciva, sapete prendetevi questo vestito ...dice, non voglio niente compare, portatevelo ...No! Il vestito io te lo pago ... ottocento euro e non voglio neanche lo sconto ... però, a fine mese. Perché una volta dice, erano abituati male...». E infine: «la gente, facevano i porci comodi suoi, dice basta, il vestito si paga,le scarpe si pagano e uno quando va in un ristorante paga....». Pagano uno e prendono cento i boss, sempre. LE CONDANNE GLI IMPUTATI Pene da 2 a 15 anni di reclusione Pasquale Buda Domenico Cambareri Antonino Cianci Demetrio Condello Domenico Corsaro Francesco Rodà Vitaliano Grillo Brancati Salvatore Mazzitelli Santo Le Pera Giuseppe Greco DEMETRIO Condello (8 anni); Pasquale Buda, (15 anni); Antonino Cianci (9 anni); Domenico Barbieri (10 anni e 4 mesi); Rocco Zito (13 anni e 4); Domenico Corsaro (9 anni); Santo Le Pera (13 anni e 8 mesi); Francesco Priore (10 anni); Rocco Creazzo (assolto); Domenico Cambareri (9 anni); Francesco Condello (2 anni e 4 mesi); Domenico Francesco Condello (2 anni e 4 mesi); Francesco Rodà (9 anni); Giuseppe Greco (5 anni); Vitaliano Grillo Brancati (9 anni e 8 mesi); Salvatore Mazzitelli, (3 anni); Giovanni Canale (2 anni, sospesa); Giandomenico Condello (9 anni). E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 8 Primo piano Emergenza ambiente Incrementato di 100 tonnellate il conferimento giornaliero Rifiuti, Catanzaro respira Il commissario Speranza dispone l’apertura della discarica di Pianopoli di domenica di TERESA ALOI CATANZARO - In sette, otto giorni al massimo, il capoluogo sarà ripulito in ogni angolo. Porta la data di ieri, e il numero di protocollo15812, l’atto inviato dal commissario delegato per l’emergenza ambientale, Vincenzo Maria Speranza - in accoglimento della richiesta formulatadal sindaco Michele Traversa - alla Eco Inerti (società che gestisce la discarica di Pianopoli) e al Comune che mette fine, almeno nell’immediatezza, all’emergenza rifiuti che da giorni sta assillando Catanzaro. Intanto,la discaricadi Pianopoliresterà aperta tutte le domeniche di dicembre «così come concordato - si legge nel provvedimento - al fine di consentire il ripristino in ordine al conferimento dei rifiuti solidi urbani prodotti dalla città di Catanzaro, in funzione delle esigenze dello stesso e con modalità che saranno di volta in volta comunicate». Poi, «considerata la possibilità tecnica manifestata dal gestore della discarica, si dispone il conferimento giornaliero del Comune di Catanzaro di un quantitativo pari a circa 100 tonnellate in più rispettoa quello già autorizzato». Cento tonnellate giornaliere di rifiuti in aggiunta alle 140 già autorizzate, fino all’eliminazione della spazzaturaaccumulata acausa della chiusura dell’impiantodi Alli,non ècerto pocacosa se si pensa alla emergenza che il capoluogo ha vissuto. Fino ad oggi, infatti, la discarica di Pianopoli era aperta fino alle 12,30 un orario che non permetteva di conferire tutte le tonnellate prodotte dal capoluogo sia per l’esiguità dei mezzi di trasporti e sia per i tempi d’attesa che sfioravano, a volte anche le cinque ore. Ora, le decisioni del commissario Speranza, consentono al Comune di partire con il piano straordinarioche vedràimpegnati tutti i mezzi e tutti gli uomini a disposizione dell’Aimeri e dell’Ambiente e Servizi. Già oggi pomeriggio nel corso di una riunione operativa che sarà presieduta dal sindaco Michele Traversa e dall’assessore all’Ambiente Franco Nania saranno messi a punto i definitivi dettagli discussi. «La previsione – si legge in una nota di Palazzo De Nobili – è quella di eliminare i cumuli di spazzatura, quartiere per quartiere, nell’arco diuna settimana: mentre Aimeri svolgerà la raccolta ordinaria, comprese le domeniche, Ambiente e Servizi provvederà con i propri mezzi a ritirare i sacchetti accumulati ai lati dei cassonetti o nei cassoni gialli destinati alla raccolta differenziata dell’umido. Parallelamente si provvederà a bonificare e disinfettare i cassonetti e le piattaforme, sostituendo quei contenitori che risultino danneggiati». Parla il legale «Sulla misura interdittiva ricorreremo al Riesame» Un’immagine della discarica di Alli durante il nubifragio del 22 novembre scorso | LA SITUAZIONE | Avviate le analisi su tutte le strutture L’ex questore al primo giorno di lavoro tra incontri e soluzioni urgenti di SAVERIO PUCCIO CATANZARO - Un lavoro programmato secondo un ordine ben preciso, passando all'analisi di ogni discarica o impianto situato in Calabria, affrontando il singolo caso partendo dalle problematiche e fino a trovare le soluzioni adeguate. Il primo giorno di lavoro del neo commissario per l'emergenza rifiuti in Calabria, Vincenzo Speranza, è trascorso tra riunioni e incontri necessari per prendere coscienza della grave situazione che si registra in Calabria. Non informazioni confuse su tutto, ma singoli incontri per ogni problematica. Questa la linea scelta dell'ex questore che ha provato a mettere Per oggi la decisione del giudice sui vertici Enertech ordine alla infinita mole di interventi che servono per ristabilire un minimo di normalità alla regione. La prima emergenza era quella di Alli di Catanzaro, dove le inchieste giudiziarie, i sequestri e le condizioni delle discariche hanno messo a dura prova il sistema di conferimento dei rifiuti. Così, al termine della giornata, è arrivato il primo accordo con il Comune di Catanzaro. Nel corso della riunione è stato preso in esame la condizione di Alli e alcuni aspetti relativi alle inchieste giudiziarie che hanno portato al sequestro. Ora si procederà per gradi e si affronteranno altri intoppi. Il sistema, d'altronde, sembra caratterizzato da anni di rinvii e mancate decisioni. Le poche discariche presenti non riescono più a sopportare il carico di spazzatura che arriva dai comuni, quindi occorre trovare nuove soluzioni e adottare i necessari provvedimenti per tempo. Intanto è attesa per oggi la decisione del Tribunale del Riesame davanti al quale ieri sono state discusse le posizioni di Stefano Gavioli, 54 anni di Venezia, proprietario della Enertech (l’imprenditore è difeso dagli avvocati Danilo Iannello e Francesco Murgia); di Enrico Prandin, 49 anni, di Rovigo, amministratore della società (difeso dagli avvocati Leopoldo Marchese e Luca Scaramuzzino); del legale dell’azienda, Giancarlo Tonetto, di 56, di San Donà di Piave (difeso dall’avvocato Aldo Casalinuovo) e di Paolo Bellamio, commercialista di Venezia. Gavioli è detenuto in carcere, Prandin e Tonetto si trovano ai domiciliari mentre Bellamio è sottoposto all’obbligo di presentazione alla pg nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione della discarica di Catanzaro. CATANZARO - «La misura interdittiva è stata applicata all'ingegnere Richichi all'esito di un interrogatorio apparso alla difesa più condizione di procedibilità che strumento di garanzia» ha spiegato l’avvocato Giuseppe Fonte difensore delgenerale Melandri e dell'ingegnere Domenico Richichi.« Avevamo già preso atto, con la lettura del provvedimento motivato di fissazione dell'interrogatorio, di una valutazione dei fatti di causa, da parte del giudicante, in assoluta adesione alla tesi d'accusa. In questo senso, in quella sede - aggiunge il legale - in alcuna considerazione sono state prese ognuna delle serie e specifiche giustificazioni addotte dall'indagato a sua discolpa. Ciò posto, nell'assoluta consapevolezza della completa estraneità dell'indagato ai fatti contestati, adiremo, in sede di appello, il Tribunale della Libertà di Catanzaro confidando in una valutazione terza dei fatti di causa. Quanto alla vicenda investigativa che ha portato alle dimissioni del generale Melandri dalle funzioni di Commissario, ritengo, in qualità di suo difensore, che l'errore giudiziario commesso nei suoi confronti, abbia avuto, quali persone offese dall'errore, soprattutto noi cittadini calabresi». E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Primo piano 9 Mercoledì 30 novembre 2011 Mercoledì 30 novembre 2011 24 ore in Calabria I rilievi dei tecnici dei ministeri e del comitato dei Lea dal verbale dell’ultimo incontro sulla sanità Quei pasticci al tavolo Massicci Assunzioni che non si potevano fare e norme in contrasto con il Piano di ADRIANO MOLLO CATANZARO - Solo pochi giorni fa il tavolo di verifica “Massicci” ha deliberato lo sblocco dei fondi Fas e delle premialità pregresse per circa 2 miliardi di euro alle regioni Lazio e Campania, entrambe sottoposte a piano di rientro. Se la Calabrianon ne ha beneficato è per i ritardi accumulati nell’attuazione del piano. Del resto Lazio e Campania hanno sottoscritto quasi due anni prima il piano di rientro. Che non ci fosse la Calabria, però non è una novità perché così era stato deciso nella seduta del tavolo del 24 ottobre scorso. I ritardi sono dovuti sia a procedure complesse, ma anche, secondo quanto emerge dall’ultimo verbale, per disfunzioni organizzative sopraggiunte tra l'ufficio del commissario e la struttura dirigenziale del dipartimento. In primo luogo - è scritto nel verbale ufficiale - sono stati adottati dal consiglio regionale e dal dipartimento, atti in palese contrasto con gli obiettivi di piano e ciò ha comportato a sta comportando non pochi ritardi e lungaggini burocratiche. Però dal verbale redatto dal tavolo tecnico (i rappresentanti di tutti i ministeri competenti) e del Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, emergono anche diverse positività. «Le azioni concretamente messe in at- to al fine di certificare la posizione debitoria pregressa e le azioni di potenziamento del monitoraggio dei fatti contabili regionali e aziendali» - è scritto «stanno comportando progressivamente un miglioramento nella tempestività, nella regolarità e nell'attendibilitàdella lororappresentazione».Insomma dalla «contabilità orale» si sta arrivando alla normalità, ma il percorso ancora è tutto in salita. Diverse le disfunzioni, alcune addirittura evitabili, come l’approvazione sulla Fondazione Campanella che presenta lacune impressionanti perché in palese contrasto con il Piano di rientro in quanto «deroga alle assunzioni». Infatti «fino al 31/12/ 2013» vige il «blocco delle assunzioni a tempo indeterminato in seguito al disavanzo non coperto sia per l'anno 2009 e che per il 2010». Inoltre, sulla Campanella, il tavolo ha chiesto lanatura del presidio, cioèse strutturato su base ospedaliera e quali sono i rapporti con l'azienda ospedaliera universitaria Mater Domini. Aspetti questi che il presidente Scopelliti ha deciso di approfondire in sede tecnica in un confronto tra Regione e ministeri. Tra i rilievi - e qui siamo al paradosso - anche alcune aspetti prettamente giuridici che non sono stati rispettati dalla burocrazia come la nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie che andavano fatte con delibera di giunta e non con decreto commissariale. Poi c'è tutta la vicenda delle nuove assunzioni che ha causato non poche tensioni al tavolo. Sono state fatte nel 2011 «all'insaputa dell'ufficio del commissario» e da parte dei direttori generali 215 assunzioni a tempo determinato e 65 a tempo indeterminato. Se da una parte si tratta - è scritto nel verbale - di obblighi di legge, ovvero sostituzioni per maternità, mobilità esterna e d interna, sugli altri casi, il Tavolo ha messo i paletti e chiesto ala Struttura commissariale «quali iniziative intende intraprendere nei confronti degli amministratori coinvolti» nelle assunzioni. Altro problema riguarda il rimborso delle persone che hanno contratto malattie con le trasfusioni o vaccinazioni. Essendo i fondi assegnati dal ministero insufficienti, si è proceduto ad imputare la maggiore spesa dal Fondo sanitario e questo è in palese violazione delle norme. Ma il punto su cui il tavolo insiste ovviamente è la riorganizzazione della rete ospedaliera. Il tavolo Massicci Chiesti provvedimenti per i direttori chiede in modo perentorio l'attuazione del decreto 18. Questo vuol dire che bisognariconvertire18 ospedaliin4nosocomi di Montagna e 13 in Centri si assistenza primaria territoriale (è scomparsa la dicitura Case della Salute) e uno in centro di riabilitazione. Il Tavolo ha chiesto al commissario chiarimenti sull'utilizzo del personale degli ospedali chiusi e una relazione sull'impatto delle strutture organizzative e sulle riduzioni ed accorpamenti delle unità organizzative. Inoltre il tavolo ha chiesto una tabella riepilogativa di tutti i posti letto per ogni singolo ospedale con una comparazione tra prima e dopo i provvedimenti presi. Su un punto il tavolo è stato chiaro: il “decreto 106” più volte citato da parte di alcuni esponenti politici non è stato nemmeno preso in considerazione alla data dell’incontro (24 ottobre) e se ne parlerà al prossimo tavolo di verifica, anche se il Tavolo e il Comitato hanno evidenziato che «permangono diverse criticità il relazione al modello proposto per la struttura organizzativa delle aziende e al numero di strutture semplici da attivare. Non a caso in queste ore dirigenti dell’ufficio del commissario e l'Agenas stanno lavorando per rivedere il decreto. Nel complesso la Calabria risulta inadempiente a partire dall’anno 2005 e fino 2010 in molti punti. Dopo l’’entrata nel Governo Piazzale Clodio dopo la nomina a sottosegretario D’Andrea e il Pd scompaginato Pignatone in corsa per sostituire Ferrara di GIULIA VELTRI di MICHELE INSERRA CATANZARO - Calabria di nuovo protagonista nella formazione del governo Monti. Non a pieno titolo, come è accaduto per l'indicazione di Antonio Catricalà a sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma indirettamente coinvolta nelle scelte del primo ministro per il completamento della squadra di governo. Ha origini calabresi, ad esempio, e per l'esattezza di Filadelfia in provincia di Vibo Valentia, Saverio Ruperto, neo delegato all'Interno a fianco della Cancellieri, Così come ha un passato di impegno professionale in Calabria, Roberto Cecchi, oggi sottosegretario alla Cultura ed ex sovrintendente alle Belli arti in Calabria. Le novità più sostanziali, però, riguardano il Pd. Giampaolo D'Andrea, infatti, diventa sottosegretario del Governo Monti e per il Pd calabrese si ricomincia nella ricerca di un equilibrio interno, dopo le dimissioni da commisario regionale di Adriano Musi, che ha lasciato la Calabria ormai oltre un mese fa. La delicata partita sulle postazioni di sottogoverno si è conclusa due giorni fa, e nel pacchetto di nomine tra le poltrone di palazzo Chigi c'è anche il nome di D'Andrea, incaricato di occuparsi dei Rapporti con il Parlamento. Sfuma, così, un suo incarico politico alla guida del Pd calabrese, sebbene il suo - già sottosegretario nel governo Prodi, lucano di origini ed espressione dell'area REGGIO CALABRIA - La nomina del procuratore di Roma Giovanni Ferrara a sottosegretarioagli Interninelgoverno Monti porta adesso il Consiglio Superiore della Magistratura a stringere i tempi per designare il nuovo vertice di piazzale Clodio. E secondo indiscrezioni trapelate negli ambienti romani il più accreditato alla successione di Ferrara (che andava in pensione ad aprile 2012), è il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone. Da ieri il timone della procura capitolina è affidato ad interim all’aggiunto Giancarlo Capalbo, il magistrato che coordinava l’inchiesta su Enav-Finmeccanica, costretto poi a lasciare l’indagine dopo le rivelazioni del deputato Marco Milanese su un pranzo tra il magistrato e l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Un caso che adesso è approdato davanti alla prima commissione del Csm. Per Capalbo, insomma, la possibilità di guidare la procura di Roma, è ridotta al lumicino. Il Csm ha l’urgenza di ridisegnare anzitempo l’assetto della principale procura italiana.Entro lametà digennaio dovrebbe pronunciarsi la terza commissione del Csm. La lotta interna tra le toghe romane, potrebbe trovare oggi un vincitore che con la Capitale non c'entra nulla. Secondo le ultime indiscrezioni sembra sempre più concreta la possibilità che tra i 23 candidati in corsa, la poltrona sarà occupata con tutta probabilità da Giuseppe Pignatone diventato simbolo nazionale nella lotta alla criminalità or- Giampaolo D’Andrea Franceschini degli ex popolari - sia stato fino ad oggi quello più accreditato per prendere il posto di Musi, e accompagnare il partito verso l'apertura della stagione congressuale. Oggi o al massimo domani, comunque, a via Sant'Andrea della Fratte è attesa la ripresa sulla vita di partito e si terrà una riunione con i maggiorenti calabresi e i riferimenti nazionali per decidere per l'immediato futuro. Ciò che filtra in queste ore da Roma è che non si cederà sulla formula di un commissario, per quanto sarà affiancato da un coordinamento aperto alle componenti, e che il tabellino di marcia - al di là delle indicazioni che in questi giorni sono emerse nel corso delle manifestazioni - preveder prima la celebrazione dei congressi locali, e quindi provinciali e di circolo, e poi si passerà al livello regionale. Il procuratore Pignatone ganizzata. Pignatone è in magistratura dal 1974 ed ha svolto funzioni di pretore a Caltanissetta e di pm a Palermo, dedicandosi anche alla direzione distrettuale antimafia. «La sua eccezionale capacità lavorativa e la sua tenacia nell'espletamento delle funzioni - si legge nella delibera del Csm che lo portò alla sua nomina alla guida della procura di Reggio Pgn" vtkigukoq" fgnnc" ueqo/ rctuc"fgn Fqvv0"UGTCHKPQ" OCTCUEQ k" hcoknkctk" nq" tkeqtfcpq" kp" wpc" oguuc" c" uwhhtcikq"" pgnnc" Ejkguc" fk" Ucp" Ikq/ xcppk"Dcvvkuvc"kp"Ncrrcpq" kn"4"fkegodtg"qtg"38022"g" tkpitc|kcpq" swcpvk" jcppq" rctvgekrcvq"cn"nqtq"fqnqtg0 Calabria - si sono tradotte in un determinante contributo nello scompaginamento delle file di Cosa Nostra e nella cattura dei più pericolosi esponenti, dopo il periodo buio delle stragi del 1992”. Un curriculum che si è ulteriormente arricchito in Calabria. Dalla sua vanta i notevoli risultati conseguiti nel contrasto alla ‘ndrangheta, la generale stimadicui godeel’appartenenza alla corrente maggioritaria della magistratura “Unità per la costituzione”. L’unico che potrebbe dare filo da torcere a Pignatone è Nello Rossi, a capo del pool di sostituti della Procura di Roma che si occupano dei reati economici. Ex segretario dell'Anm, Rossi dovrebbe essere l'unico favorito tra i candidati capitolini, poiché oltre ai voti di Area, la componente di centrosinistra del Csm che comprende Magistratura democratica e Verdi, la toga dovrebbe ottenere consensi anche da Unicost e Magistratura indipendente. Insomma, alla fine la ”sfida”a 23, potrebbe ridursi in un duello a due Pignatone-Rossi. Kn" Tgvvqtg." kn" Fktgvvqtg"Cook/ pkuvtcvkxq."k"Fqegpvk."k"Vgepkek" g" ink" Cookpkuvtcvkxk" fgnn闇Wpk/ xgtukv " fgnnc" Ecncdtkc" uqpq" chhgvvwqucogpvg"xkekpk"cn"uki0" Ectokpg" UKEKNKCPQ" rgt" nc" rgtfkvc"fgnnc"ectc"ocooc CPIGNKPC Ctecxcecvc"fk"Tgpfg."4;"pqxgodtg"4233 Patto Stato-’ndrine Gratteri «Non risulta ma faremo verifiche» SIDERNO - Spunta l'ipotesi di una trattativa tra Stato e 'ndrangheta. Un'ipotesi che, durante la trasmissione di “Gli Intoccabili”, il programma di inchiesta condotto da Gianluigi Nuzzi, andato in onda ieri sul “LA7”, ha anche un poco spiazzato il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri che sulla possibilità, avanzata dal conduttore, di una sorta di lavoro sinergico tra pezzi dello Stato e uomini dei clan attivato per trovare una soluzione alla guerra di mafia che portò alla strage di Duisburg, ha risposto di non sapere nulla in proposito, ma poi ha anche aggiunto: «Sull'apertura di un fascicolo sulla vicenda ne parlerò con il capo dell'ufficio, il procuratore Pignatone, e poi vedremo. Io lo farei perchè le trattative corrodono le indagini ed è anche una perdita di immagine per noi. Con le trattative - ha detto ancora Gratteri - si può solo arginare o pareggiare la partita. La trattativa non è la strada. Mi disturba e mi mette a disagio sapere che ci sia stata: non mi è parso che ci siano state imbeccate nell'indagine sulla strage di Duisburg». Dunque Nicola Gratteri esclude per adesso l'intervento delle istituzioni tramite una trattativa con la 'ndrangheta, all'insaputa della magistratura, per evitare una guerra di mafia dopo la strage di Duisburg del 2007, ma assicura che farà di tutto per vederci chiaro confrontadosi con il procuratore capo della Dda reggina Pignatone. p.v. Ikqxcppk"Fgn"Ikwfkeg G闇" wp" ogug" ejg" pqp" ugk" rḱ" vtc"pqk"g"kn"vwq"tkeqtfq"ek"fqpc" nweg." eqphqtvq" g" urgtcp|c" kp" qipk"kuvcpvg."uqrtcvvwvvq"rgt"kn" vwq"uqttkuq"g"nc"vwc"ikqxkcnkv 0 K" hcoknkctk" tkeqtfcpfqnq" g" rc/ tgpvk"g"cokek"hctcppq"egngdtc/ tg" wpc" U0" Oguuc" kp" uwhhtcikq" fgnnc" uwc" cpkoc" qiik" 52" pq/ xgodtg" 4233" pgnnc" ejkguc" fk" U0" Ikqxcppk" Dcvvkuvc" kp" xkc" Fg" Tcfc" kp" Equgp|c" cnng" qtg" 39.220 E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 12 BREVI IN UN QUARTIERE REGGINO ACCUSATO DI AVER SPARATO AL GESTORE FIRMATA UN’INTESA Fuoco in una casa, ustionato un uomo Delitto al bar chiesti 16 anni per il minore Calabria e Marocco si alleano UN incendio, provocato probabilmente da una stufa a gas, ha distrutto il primo piano di un’edificio ad Ortì superiore di Reggio Calabria. Il proprietario, C.F., di 47 anni, ha riportato ustioni ed è ricoverato nel reparto di dermatologia degli Ospedali Riuniti. UNA condanna a 16 anni è stata chiesta nel processo abbreviato al quindicenne, accusato dell’omicidio di Antonio Battaglia, di 28 anni, titolare di un bar di Taurianova, morì il 15 febbraio dopo essere stato ferito due giorni prima con un colpo di pistola alla testa nel suo locale. E' STATO siglato a Roma un protocollo d’intesa tra l’assessore regionale all’Internazionalizzazione Fabrizio Capua e l’ambasciatore del Regno del Marocco in Italia Hassan Abouyoub per sostenere progetti di partnership commerciali e industriali tra i due territori. Sit-in a Lamezia dopo il blocco dei servizi di assistenza nella struttura fondata da don Giacomo Panizza Progetto Sud, i tagli e la rivolta Le famiglie dei disabili si dicono pronte a denunciare l’Asp e la Regione anno. Non si possono negare di GIANLUCA GAMBARDELLA cure essenziali a chi dipende LAMEZIA TERME - Ieri han- da essee mi auguroche presto no protestato davanti alla se- possano essere ripristinate le de dell’Asp estamattina siriu- terapie cancellate per il 2011 e niranno nella sede in cui ven- possa esseredefinita positivagono prestati i vari servizi di mente la programmazione riabilitazione a cura della per il prossimo anno». Il responsabi“Progetto Sud” i le della “Progetdisabili e i loro to Sud”, don familiari (alcuGiacomo Panizni dei quali, paza, a fine inconradossalmente, tro traccia così ieri hanno sole prossime stenuto anche i azioni: «Il grupcolloqui dell'Apo di advocacy sp per il rinnovo serve subito, e dell'accreditanon dopo come mento alle teraavevamo previpie). A causa del sto, perché, se blocco dei servisembra che vozi autorizzati cogliano riprenmandato dall'Adere a breve i sp dicono di esservizi per i picsere pronti a intentare le vie le- La protesta della Malgrado tutto coli, per gli altri non sappiamo gali nei confronti dell'azienda sanitaria e ancora.Al momentoci èimpedella Regione. Contestano in- dito di fare l'assistenza profatti l'interruzione delle cure grammata per dicembre, quemediche nel mese di dicembre sto è passibile di denuncia pera causa del cambiamento del ché il pubblico non può taglianumero massimo di presta- re terapie in alcuni casi vitali». zioni erogabili annualmente, Già lunedì Don Giacomo avesottoscritto ad agosto ma con va ipotizzato di parlare con il valenza retroattiva. Tra pa- procuratore perché «prima di zienti e parenti ieri erano un discutere delle programmacentinaio da tutto il lametino a zione per il 2012, dovremmo protestare davanti agli uffici vedere se questo atteggiaamministrativi lametini del- mento garantisce o meno lel'Asp, senza però aver trovato galmente il diritto alla salute una soluzione che acconten- che secondo noi sta venendo tasse entrambe le parti, con negato a queste persone». Mario Catalano, direttore sanitario da settembre, a ritenere «inopportuno e fuori luogo lo svolgersi di questa manifestazione, per quanto riguarda l'Asp, perché il budget viene sottoscritto dalla Regione, i contratti sono stati firmati liberamente, ed eventuali deroghe devono essere autorizzate dalla Regione. E' con loro che dovete parlare». Se da un lato la Progetto Sud - struttura fondata da don Giadi ANTONIO ANASTASI como Panizza e finita più volte nel mirino dei clan tanto da di- CROTONE - E' la conferma ventare protagonista in tv di dell'assoluzione dall'accusa una delle puntate della tra- di concorso esterno in assosmissione di Saviano e Fazio - ciazione mafiosa per l'imrimarca come l'Asp abbia prenditore Raffaele Vrenna la chiesto per iscritto di inter- decisione che balza più all'atrompere le prestazioni sia per tenzione fra quelle assunte iei più piccoli che per i più gran- ri dalla Corte di Cassazione nei di da metà novembre, Catala- confronti di dieci imputati del no sostiene invece che «per i processo Puma che in primo più piccoli il servizio è stato grado scelsero il rito abbreviaprorogato in deroga sfruttan- to. Ma per lui, come per gli aldo il risparmio prodotto in al- tri “colletti bianchi”approdati tre strutture, per i più grandi al giudizio della Suprema Corpotremmo indicare altre te, il processo scaturito dalla strutture», negando che «esi- maxi indagine del pm Pierstano liste d'attesa che impe- paolo Bruni è da rifare per i cadiscano le cure per un mese a pi d'imputazione per cui fu questi pazienti». condannato, e in particolare I familiari dei disabili però quelli di corruzione e falso sostengono che in lista d'atte- esclusa l'aggravante mafiosa. sa nel pubblico come nel priva- In Appello, nel settembre to ci siano centinaia di perso- 2009, affondò la tesi accusatone e rivendicano la bontà delle ria della contiguità tra i colletterapie effettuate presso la ti bianchi e la 'ndrangheta e Progetto Sud, con personale cadde l'ipotesi di concorso che da anni assiste al meglio i esterno in associazione mafiopazienti avendone così anche sa contestata a Vrenna, per il la fiducia, cosa importante quale la pena scese da quattro specie per i minorenni. Spet- anni a un anno e otto mesi. Ma tatori della protesta sono stati le accuse dicollusione coi clan ieri il sindaco, Gianni Speran- caddero anche per l'ex sindaza, e l'assessore alle politiche co di Botricello Giovanni Pucsociali, Rosario Piccioni, che cio (ex Ds), assolto, posizione hanno promesso un interven- non impugnata, per l'ex asto nei confronti dei vertici del- sessore provinciale di Crotone l'Asp per sollecitare un incon- Giuseppe Puccio (autosospetro. Il sindaco si è detto «preoc- so dal Prc), pena ridotta a un cupato chei tagli diquesti me- anno e quattro mesi, mentre si possano essere l'anticipa- l'exconsigliere regionaleDiozione di tagli ancora più gravi nisio Gallo (ex Udc poi passato e consistenti per il prossimo al Pdl) fu scagionato da una INCHIESTA ARABA FENICE Brancaccio e Gioia Tauro, asse di mafia La Mobile di Palermo filma gli incontri fra Gioacchino Piromalli e Cesare Lupo di GIOVANNI VERDUCI SIDERNO – Cosa nostra stava provando a riorganizzarsi, a rinascere come l’Araba fenice dopo l’arresto di Binnu Provenzano,eperfarlo sitenevaincontatto con alcuni esponenti della ‘ndrangheta: l’organizzazione criminale più potente presente sul panorama nazionale. Anche gli ultimi arresti effettuati a Palermo, nell’ambito di un blitz antimafia che ha disarticolato le famiglie di Brancaccio e quelle degli “scappati”, hanno portato alla luce i rapporti che intercorrono fra gli esponenti della mafia palermitana e delle ‘ndrine calabresi. Dalle immagini riprese dalle telecamere piazzate dagli investigatori della Squadra mobile palermitana, infatti, sono emersi almeno un paio di incontri sostenuti da alcuni componenti della famiglia di Brancaccio con un componente della cosca Piromalli di Gioia Tauro. Gli uomini di Maurizio Calvino hanno registrato e fotografato, durante le indagini che hanno dato corpo all’inchiesta “Araba fenice”, almeno un paio di incontri a Palermo fra Gioacchino Piromalli eCesare Lupo.Gli investigatori della Mobile, però,non hanno appurato se fra la mafia siciliana e le cosche della rio titolodi associazionemafiosa, estorPiana di Gioia Tauro vi fossero in corso sioneetraffico distupefacenti.Dalleindei rapporti di “affari” per la commis- dagini emerge la forza criminale dei sione di reati fine, ma le indagini stanno fratelli Graviano, capimafia dell'ala andando avanti per chiudere il cerchio stragista di Cosa nostra, che comandaanche su questo aspetto particolare no nel quartiere palermitano di Brancaccio. Filippo e Giusepdell’inchiesta seguita dai pe, boss detenuti da anni, magistrati della Direzioreggono le redini del ne distrettuale antimafia mandamento con l'aiuto palermitana. Gli incontri della sorella Nunzia torregistrati risalirebbero a nata, dopo una condantre anni addietro. I rapna per mafia, a gestire gli porti fra Piromalli ed i affari della famiglia. boss siciliani, infatti, non L'operazione, a cui sono una novità investihanno contribuito divergativa ma un dato accersi pentiti, ha anche inditato anchenegli annipasviduato i fiancheggiatosati e l’esito delle ultime ri dei boss e gli esattori indagini confermerebbe del pizzo. Diversi i sumquesta tendenza. Insieme mitorganizzati perrisola Cesare Lupo, che si savere i contrasti tra le corebbe laureato in carcere, sche ascoltati in diretta Piromalli, anche lui con dagli investigatori grauna laurea in giurispru- Gioacchino Piromalli zie alle intercettazioni. denza conseguita a Messina, ha passato un periodo di carcera- L'indagine ha messo in luce momenti di grave frizione tra le diverse anime di Cozione. L’inchiesta della Dda di Palermo ha sa nostra ancora prive di una figura caapertole portedellecarceriitaliane a36 rismatica di riferimento dopo le catture esponenti delle famiglie mafiose paler- dei padrini latitanti: più volte, nel corso mitane di Brancaccio, San Lorenzo, Re- dell'inchiesta, gli inquirenti hanno tesuttana e Passo di Rigano, accusati a va- muto per un ritorno in armi dei clan. Crotone. Tra gli imputati anche Vrenna e Gallo Processo Puma da rifare per i “colletti bianchi” Raffaele Vrenna serie di episodi di corruzione elettorale, ruotanti attorno agli interventi previsti per il villaggio turistico Praialongaall'epocain cuieraassessore, per cui la sua condanna scese da quattro a due anni. Per Gallo è stato accolto il ricorso della Procura ma anche quello della difesa per cui anche la sua condanna è stata annullata con rinvio. Annullamento con rinvio anche per l'ex assessore provinciale Puccio, essendo stato accolto il ricorso difensivo. Rigettati i ricorsi difensivi, per cui le pene divengono definitive, per gli esponenti di vertice della cosca Maesano di Isola Capo Rizzuto accusati del controllo di Praialonga: Luigi Maesano, per il quale sono stati confermati sette anni e otto mesi per mafia e estorsione; Antonio Zicchinello, sei anni sei mesi per mafia e armi; Paolo Zicchinello, sei anni e sei mesi per mafia, estorsione, armi e voto di scambio. Annullate con rinvio, sempre in accoglimento dei ricorsi difensivi, le condanne per Luigi Foglia, promoter crotonese, che in Appello ebbe un anno per corruzione esclusa l'aggravante mafiosa; Giuseppe Clarà, imprenditore crotonese, che in Appello ebbe un anno e quattro mesi per le stesse accuse; Salvatore Tassone, ingegnere di Pallagorio, che in Appello ebbe otto mesi per falso; Luigi Cotrone, di Strongoli, che in Appello ebbe un anno e quattro mesi per corruzione esclusa l'aggravante mafiosa. Il condominio Praialonga, rappresentato dall'avvocato Leo Sulla, parte civile, ieri si è associato alle richieste della Procura generale. Davanti alla Suprema Corte hanno anche discusso gli avvocati Francesco Gambardella e Franco Coppi (per Vrenna), Giancarlo Pittelli e Gaetano Pecorella (per Gallo), Giuseppe Sciumbata e Nicola Cantafora (Puccio), Francesco Verri (per Foglia difeso anche dagli avvocati Vincenzo Cardone e Giovanni Allevato), Arturo Bova (per gli Zicchinello difesi anche da Luigi Villirilli), Aldo Truncè (per Clarà), Luigi Falcone e Pietro Pitari (per Maesano), Enzo Vrenna (per Tassone), Pino Napoli (per Cotrone). Tribunale di Castrovillari Esec. Imm. n. 154/93 R.G.E. G.E. Dr.ssa Teresa Reggio Professionista Delegato Dott. Corrado Sabatino Lotto 1: terreno di are 66, centiare 50 per un totale di mq 6650, ricadente nel Comune di San Lorenzo del Vallo. Vendita senza incanto 19.01.2012 ore 11.00 presso o studio del professionista delegato Dott. 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Scettici intellettuali, amministratori e giornalisti Troppi rischi, “Striscia” molla La denuncia di Ricci: «Non trovo inviati». Le reazioni: «Attenti ai luoghi comuni» di GIULIA VELTRI CATANZARO - Calabria terra persa, Calabria terra di frontiera, difficile da raccontare e rischiosa, a tale punto che anche una trasmissionedi grido come “Striscia la notizia” non riesce a reperire un inviato? Ebbene sì, stando alle denunce pubbliche di Antonio Ricci, fondatore del programma che sbanca tutte le classifiche di ascolto, la Calabria non avrebbe molte chance di emancipazione e, di certo, non c'è speranza di vedere con frequenza da queste parti il faccione del Gabibbo. Ricci dalle colonne del quotidiano “Italia oggi”, proprio ieri, punta il dito contro la Calabria: «Non riesco a trovare una persona che si occupi di questa regione - queste le dichiarazioni del regista - perché la Calabria è un territorio paradossale per lavisione della legalità. Lì è pericoloso. A fare satira politica non si rischia nulla. Invece, se tratti con gente che per 300 euro ti brucia la macchina o ti dà il cacciavite nella giugulare, allora diventa duro e difficile». Insomma, la regione rischia di diventare marginale anche per una trasmissione la cui cifra è legata alla denuncia di sprechi, illegalità diffuse, opere incompiute e madornali trasgressioni. Proprio qui, insomma dove il “materiale” da lavoro abbonda, il tg satirico fa un passo indietro. E' cronaca il fatto che in più occasioni, inviati e troupe televisive si siano imbattute in spintoni, botte e minacce a tutti gli effetti. Basti, in ultimo l'assalto ai giornalisti delle Iene avvenuto qualche settimanada aIsolaCapo Rizzutonell'ambito di un'inchiesta sugli abusi edilizi. Ma è, poi, vero che la Calabria non voglia essere raccontata e che l'oggettiva emergenza legalitaria impedisca e disincentivi l'impegno e la denuncia? Cosa c'è di vero, insomma, nelle dichiarazioni di Ricci, provocatore per professione ma anche osservatore attento? «Ricci è una persona seria ed intelligente per cui non bisogna mai sottovalutare ciò che dice - afferma, ad esempio, Gianantonio Stella, tra le firmepiù prestigiosedelgiornalismo italiano, scrittore, oggi Gianantonio Stella Antonio Ricci, ideatore e regista di “Striscia la notizia” al Corriere della sera e conoscitore della calabresità in tutti i suoi aspetti - ed è vero, fra l'altro, che il tratto della diffidenza è tipico del calabrese. Detto questo, rimanendo fermo alla mia esperienza, posso dire di non avere mai incontrato difficoltà a muovermi in questa regione. L'impatto delle telecamere è ben diverso, però, da quello della carta stam- pata. La “plebe”, nel senso più antico del termine, conosce molto bene il Gabibbo, ma magari non sa chi siano Ezio Mauro o Eugenio Scalfari». Altolà ai luoghi comuni arriva da Silvio Gambino e Tonino Perna. Il primo, attuale direttore della Scuola superiore di scienze della pubblica amministrazione all'Unical e già preside di Scienze politiche, Elisabetta Tripodi Tonino Perna Silvio Gambino invita Ricci alla cautela di giudizi, «non vorrei - dice - che la sua fosse una nota di colore, perché ci sono molti giovani calabresi oggi impegnati nel mondo dell'informazione, a testimonianza di un coraggio e di unaspinta legalitaria veri e diffusi. Non possiamo, poi, non negare che il rapporto con la giustizia e la legge rappresenti il grande nodo irri- solto di questa regione, che non può essere affrontato - però- con le sole provocazioni. Dire che denunciare è troppo rischioso rappresenta la via più breve per mollare la spugna». Tonino Perna, invece, è docente di Sociologia a Messina e con i suoi modelli virtuosi ha raggiunto molti traguardi importanti, ad esempio da presidente del Parco dell'Aspromonte: «Le parole di Ricci - sostiene - contengono un elemento di verità e tratti da “luogo comune”, perché è fuor di dubbio che la Calabria sia una terra borderline. La paura e l'omertà sono punti distintivi ma trovo la dichiarazione un po' pretestuosa e intrisa di banalità. Porto a testimonianza delle mie ragioni il libro di Giuseppe Trimarchi, “Calabria ribelle”, di cui ho curato la prefazione e nel quale vengono raccontate storie di imprenditori e cittadini calabresi che hanno trovato il coraggio di denunciare. Senza contare, i casi di giornalisti calabresi intimiditi nell'esercizio della propria professione e che non per questo hanno smesso di lavorare». Chi con il coraggio della denuncia è costretta a misurarsi ogni giorno è Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, cuore della Piana di Gioia Tauro, più volte finita sull'altare della cronaca per le intimidazioni subite da amministratore: «E' vero - afferma il sindaco far rispettare la legge in Calabria costa sacrifici e tanta abnegazione ma non sono d'accordo con l'impostazione di Ricci, tutta piegata sulla visione di una Calabria persa, ormai irrecuperabile, regno indiscusso della negatività. Questa visione ammazza ogni germe di positività e di risveglio». Aveva 46 anni. L’incidente ha coinvolto due auto e un furgone ed è avvenuto lungo la Tangenziale Scontro frontale a Catanzaro: muore un operaio CATANZARO - E’ morto nella tarda mattina di ieri l’uomo che era rimasto ferito in un terribile incidente avvenuto sulla Tangenziale Ovest alle porte del capoluogo di regione. La vittima si chiamava Salvatore Chiriaco e aveva 46 anni abitava in rione Fortuna lavorava in un negozio di ricambi. L’impatto, avvenuto tra due macchine e un furgone, è stato fortissimo e fin dalle prime battute l’impatto violento ha lasciato poco scampo alla speranza per il povero operaio catanzarese. Ieri mattina, infatti, attorno alle 9 mentre alla guida di una Ford Fiesta si stava recando in ospedale al capezzale del padre ammalato è stato coinvolto nel tragi- Era successo pure a ottobre. In aula a febbraio co incidente con una Toyota Corolla e un furgoncino. Ancora poco chiare le dinamiche dell'impatto in cui sono rimaste contuse in maniera non grave altre persone, ora tocca alle forze inquirenti fare luce sull’accaduto. E' stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco e circa mezzora di tempo per estrarlo dalle lamiere. Il pronto trasporto nel vicino nosocomio e l'intervento dei sanitarii non è bastato a salvargli la vita e così per l’uomo non c’è stato nulla da fare. A causa dell’impatto avvenuto in una delle vie principali della città, per tutta la mattinata si sono registrati notevoli disagi nella circolazione. Il giudice sarà trasferito solo dopo il verdetto Poseidone, altro rinvio Why not, il processo per difetti di notifica ha rischiato di ripartire CATANZARO - Così come era accaduto nel corso della scorsa udienza, ad ottobre, è slittato a causa di difetti di notifica, il processo per i 23 imputati coinvolti nell'inchiesta “Poseidone”, su presunti illeciti che sarebbero stati commessi nel settore della depurazione in Calabria. E così, si torna in aula il prossimo 3 febbraio esattamente a 8 mesi di distanza dal rinvio a giudizio quando lo scorso 3 giugno, il giudice per le udienze preliminari sentenziò anche 11 proscioglimenti, nonché una condanna ed un'assoluzione nei confronti degli unici due indagati che scelsero di avvalersi del rito abbreviato ovvero Giovanni Angotti, componente della commissione giudicante per l'affidamento dell’appalto per la costruzione del nuovo impianto di depurazione di Catanzaro Lido, condannato a dieci mesi di reclusione, e Domenico Sodaro, assolto. Tra le persone mandate sul banco degli imputati c'è Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Giunta regionale calabrese, nonchè legale rappresentante pro tempore del Commissariato straordinario per l'emergenza ambientale; Domenico Antonio Basile, ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria; Giovambattista Papello, ex responsabile unico del procedimento presso l'ufficio del commissario. E poi, ancora, diversi funzionari pubblici ed imprenditori. t.a. di TERESA ALOI CATANZARO - Se solo il presidente del tribunale di Catanzaro, Domenico Ielasi, non avesse chiesto l'applicazione del giudice Antonio Battaglia che è passato al tribunale di Palmi, fino al completamento del processo, il procedimento “Why not” che ruota attorno ad un presunto comitato d'affari che avrebbe illecitamente gestito i soldi destinati allo sviluppo della Calabria rischiava l'azzeramento. Perché di fatto dopo 15 udienze, svariate attività processuali compiute e numerose testimonianze già acquisite, il trasferimento del presidente del collegio giudicante, appunto il giudice Antonio Battaglia avrebbe comportato la necessità di rifare tutto da capo davanti ad una terna in diversa composizione, se i numerosi difensori impegnati non prestavano il consenso a proseguire. Un rischio, oggi sfatato considerato che anche il presidente del tribunale di Palmi ha dato parere favorevole così come i consigli giudiziari e di Catanzaro e Reggio Calabria. E nell'attesa della formalizzazione dell'atto l'udienza è stata rinviata al prossimo 6 dicembre quando con la deposizione del maresciallo Giuseppe Chiaravalloti, riprenderà il processo a carico di 27 persone tra funzionari ed ex amministratori regionali, imprenditori e professionisti. L’auto accartocciata durante lo scontro Avviso di vendita Fallimento n. 19/2011 Vendita del complesso aziendale esercitante l’attività sanitaria in regime di accreditamento per 75 posti letto nelle discipline sotto specificate: PLOrdinari 12 18 18 15 63 PL DH/DS 3 4 5 0 12 Totale 15 22 23 15 75 Disciplina Cardiologia Chirurgia Generale Medicina Generale Lungodegenza Totale (Decreto n. 1 del 05/01/2011 Regione Delibera ASP di Cosenza N. 4857 del 12/11/2009) Il complesso aziendale comprende la piena proprietà dei beni per come risultano dalla consulenza estimativa redatta dal dott. Luigi Vizza (depositata nel fascicolo fallimentare in data 24/10/2011) che si intende per letteralmente trascritta, con esonero di ogni responsabilità in capo alla curatela per vizi o mancanza di qualità palesi o occulti; dalla vendita sono esclusi i crediti ed i debiti esistenti alla data di dichiarazione di fallimento. L’acquirente, giusto impegno assunto nei confronti della curatela, potrà stipulare contratto di locazione con la proprietà dell’immobile sito in Cosenza via L. Ariosto n. 10, “Immobiliare Villa Ortensia S.R.L.”, alle seguenti condizioni: durata della locazione anni tre; canone mensile Euro 17.500,00 oltre iva). Vendita con incanto 16.12.2011 ore 12,00 nell’ufficio del Giudice delegato Dott. Giuseppe Greco presso il Tribunale di Cosenza Prezzo base: Euro 902.000,00 (oltre Iva se dovuta) Offerte minime in aumento Euro 10.000,00. Presentare domanda presso la Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Cosenza, unitamente alla ricevuta attestante il versamento della somma di Euro 250.000,00, a mezzo assegno circolare intestato alla curatela del fallimento (a titolo di cauzione, per il 50% ed anticipo sulle spese di trasferimento, per il residuo 50%. Ulteriori informazioni potranno essere richiesti al Curatore fallimentare: Dott. Aldo Rizzuti tel. 0984/402140 cell.: 348 7323175 Informazioni in Cancelleria fallimentare, siti www.asteannunci.it e www.asteavvisi.it, al numero verde 800630663 Curatore fallimentare : Dott. Aldo Rizzuti E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Calabria 15 24 ore Mercoledì 30 novembre 2011 La Filca-Cisl incalza l’Università dopo l’esito dei periti sul progetto della “Casa dello studente” «L’ateneo risolva il problema» Botta: «Danni ingenti sia alle imprese che ai lavoratori rimasti disoccupati» «DOPO tanti anni, gli scheletri di cemento armato collocati lungo l’argine della fiumara dell’Annunziata avrebbero trovato la loro pubblica paternità. Stando alle risultanze delle perizie disposte dal Tribunale Civile di Reggio Calabria, sarebbero stati individuati gravi errori di progettazione e i relativi responsabili». Lo dice Antonino Botta, segretario generale della Filca-Cisl Reggio Calabria, a seguito delle notizie pubblicate da “il Qutodiano” nell’edizione di ieri. Secondo quanto documentato infatti, nelle scorse settimane i periti del Tribunale hanno depositato un documento nel quale si evince che nel progetto della casa dello studenti furono fatti una serie di errori. Errori che portarono a sottostimare la spesa reale per la realizzazione dell’opera. Tanto che l’appalto doveva essere confezionato con una base d’asta superiore di 4 miliardi di lire rispetto a come invece avvenne. «Adesso - si chiede Botta dobbiamo chiederci come sia stato possibile che ciò sia avvenuto dopo tanti anni e quali le conseguenze di questo accertamento? Dal 2000 ad Antonino Botta della Cisl. A destra la “Casa dello studente” oggi le imprese impegnate in quell’opera sono state messe in gravi difficoltà finanziarie e 50 operai hanno persoil postodi lavoro.Molti di essi forse anche i loro crediti. La città ha smarrito una grande occasione e l’Università ha manifestato rara insipienza, continuando a pagare, come nulla fosse, fitti ormai insostenibili». Gli investimenti a suo tempo previsti - aggiunge il segretario del sindacato «dovranno essere ritrovati nei meandri dei bilanci degli enti interessati, e gli unici ad avvantaggiarsi sono stati professori e progettisti, che hanno percepito i compensi e, dopo qualche anno, per una stranezza incomprensibile,alcunidi lorochiamatia riprogettare la costruzione». Mentre cittadini e studenti «sono stati e saranno chiamati a sobbarcarsi i costi (milioni di Euro) e i guai di un’opera che forse non vedrà mai la luce. I ferri arrugginiti lungo la fiumara sono un monumento all’inefficienza, allo spreco, all’assenza di controlli e all’impunità, vera padrona di questa città». Adesso, conclude Botta «l’Università Mediterranea è senza più alibi. Recuperi il tempo perduto: applichi il codice degli appalti, cioè la legge; si faccia risarcire tutti i danni subiti; progetti altrove quest’opera e la consegni agli operai e agli studenti di questa città, invece che ai soliti noti. Come organizzazio- Museo della ‘ndrangheta, ritorna “La ferita” L’ARRESTO Complicità e collussioni ecco l’area grigia dei clan di DOMENICO GRILLONE SOTTOl’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica il Museo della ndrangheta, da dicembre a marzo 2012, ha organizzato la seconda edizione del convegno “La ferita”. Questa volta il tema è di grande attualità. “L’area grigia della ’ndrangheta. Relazioni di complicità e collusione tra cultura economia e politica”. Un tema per il quale si discuterà, in tutte le sue sfaccettature, a partire dal 5 dicembre nella sala conferenze del palazzo della Provincia. Qui i lavori, presieduti dal prefetto Luigi Varratta e moderati dal coordinatore del Museo Claudio La Camera, verteranno sull’associazionismo antimafia. Diversi gli interventi istituzionali ai massimi livelli, (presidente Giuseppe Scopelliti, Procuratore generale Salvatore Di Landro, Procuratore Giuseppe Pignatone, questore Carmelo Casabona, il presidente della Provincia Giuseppe Raffa, il sindaco Demi Arena, presidente del Tribunale Luciano Gerardis, presidente della Camera di commercio reggina Lucio Dattola, Vicario generale della diocesi reggina mons. Antonino Iachino), come pure per i rappresentanti delle associazioni calabresi Adriana Musella (Associazione Riferimenti)Viviana Frisina (Museo della ndrangheta) Mimmo Nasone (Libera Reggio) Danilo Chirico (Associazione da sud) Peppe Angelone (Reggio non tace) Antonio Napoli (Cooperativa Valle del Marro) Benno Plassmann (Echolot-Berlino) Maria Teresa Morano (Associazione Antiracket Lamezia. Nella seconda sessione si discuterà di “Società e agenzie educative” e si avvarrà della re- lazione di Nicola Gratteri (Procuratore aggiunto Reggio Calabria), Francesco Tallarico (presidente del Consiglio Regionale della Calabria) Luigi Lombardi Satriani (antropologo) Antonio Nicaso (giornalista e saggista) Vincenzo Geria (direttore dell’Ufficio scolastico provinciale. Durante i giorni 6 e 7 si alterneranno esperti, magistrati, professori universitari, studiosi, giornalisti, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, impossibile citarli tutti, su temi come “Realtà e prospettive sui beni confiscati e sequestrati a Reggio Calabria. le azioni di contrasto”e “Problematiche e prospettive per i minori”. A seguire due appuntamenti importanti: il primo previsto per il 9 dicembre all’Ibm Forum di Milano per la presentazione del progetto del Museo; il secondo al palazzo dei Congressi a Roma, l’11 dicembre, per presentare durante la Fiera del libro il volume “Vincere la ndrangheta”, cioè la pubblicazione degli atti del primo convegno “La ferita”. Il 16 gennaio del 2012 avverrà la presentazione del progetto del Museo della ndrangheta all’Università della Calabria con l’intervento del Procuratore Giuseppe Pignatone ed il professore Fulvio Librandi. Al “cuore” del tema si arriverà il primo febbraio, quando si discuterà sulla “dimensione criminale dell’area grigia e i reati dei colletti bianchi”. Il giorno seguente il tema verterà su “relazioni ed affari dell’area grigia” e nel pomeriggio si parlerà di “imma- ne sindacale vigileremo con scrupolosa attenzione perchè ciò non accada più, pronti a denunziare in tempo nuovi sprechi ed inefficienze». Più specificatamente, la vicenda ruota attorno alla alla costruzione della struttura che doveva ospitare gli alloggi per gli studenti dell’Università Mediterranea. Si tratta, per intenderci, del manufatto abbandonato da anni sul letto della fiumara Annunziata. A suo tempo la Chiodi aveva vinto l’appalto per la realizzazione dell’edifico. Aperti i cantieri tuttavia, l’impresa si era accorta che esistevano carenze progettuali consistenti e che i soldi calcolati per la realizzazione delle opere non erano sufficienti. Da qui il blocco dei lavori e il conseguente contenzioso davanti alla seconda sezione civile del Tribunale. Bene, l’ingegner Barreca, perito dei magistrati, nello svolgere il proprio lavoro attinse a piene mani dalla relazione che la stessa Ardis aveva chiesto in proprio all’ingegner Ballotta negli scorsi anni, sostenendo nei fatti che già quella era sufficiente a dimostrare una serie di errori progettuali. Due anni e 11 mesi per furto e rapina Fulvio Librandi e Claudio Lacamera gini e rappresentazioni sociali della ndrangheta”, anche qui con la presenza di tutti gli attori coinvolti nella guerra contro la ndrangheta. Infine il 3 febbraio con la quarta sessione del convegno su “la criminalità dei potenti tra mafia e poli- tica” e le conclusioni del convegno alle quali parteciperà, tra l’altro, il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Per il 7 marzo al Consiglio regionale è prevista invece la presentazione del “Libro bianco sulla ndrangheta”. NELLA giornata di lunedì i carabinieri della stazione di Reggio Calabria Principale, hanno tratto in arresto su ordine di carcerazione e contestuale sottoposizione alla detenzione domiciliare M.M., 48 anni, per espiare una pena di due anni e 11 mesi di reclusione, per i reati di furto e rapina. Tragedia sfiorata nella frazione di Ortì Superiore. Determinante l’intervento dei vigili del fuoco Stufa difettosa, casa in fiamme: un uomo ustionato di FABIO PAPALIA SE l’è cavata con lievi ustioni e quindici giorni di prognosi il proprietario di un appartamento andato completamente distrutto da un incendio che si è sviluppati la scorsa notte nella frazione di Ortì Superiore. Una tragedia sfiorata e determinante è stato l’intervento di carabinieri e vigili del fuoco. Oltre alle ferite per l’uomo, C.F. di 47 anni, il bilancio totale del violento incendio è del primo piano interamente andato distrutto. L’allarme è stato dato all’alba, intorno alle ore 6.50, dai Carabinieri della Stazione di Ortì, i quali avvisati da alcuni abitanti del luogo, hanno immediatamente allertato la Sala operativa del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di via Sbarre Superiori, e quella del Servizio d’urgenza ed emergenza medica 118. L’uomo è stato trasportato in ambulanza presso il pronto soccorso degli Ospedali Riuniti, per essere poi ricoverato nel reparto di dermatologia dello stesso nosocomio a causa di alcune ustioni riportate, fortunatamente per lui i sanitari hanno stilato una prognosi di quindici giorni. I Vigili del Fuoco hanno domato le fiamme ricostruendo poi le cause dell’incendio, che presumibilmente è stato provocato da una stufa a gas. Il fuoco ha divorato interamente gli arredi e le suppellettili dell’abitazione, causando anche alterazioni alla struttura dell’edificio in cemento armato. I tecnici dei Vigili del Fuoco, dopo le operazioni di spegnimento, effettuati i rilevi di rito, hanno interdetto l’uso dell’abitazione, in attesa delle opere di ripristino che consentiranno di rimettere in sicurezza l’immobile. Il proprietario se l’è cavata con 15 giorni di prognosi L’intervento dei vigili del fuoco nell’abitazione E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Reggio 25 Mercoledì 30 novembre 2011 Mercoledì 30 novembre 2011 La richiesta in aula del pubblico ministero Maria Luisa Miranda accolta dal giudice Olga Tarsia Urbanistica, due tronconi riuniti In undici alla sbarra per l’inchiesta sul giro di tangenti negli uffici comunali di GIUSEPPE BALDESSARRO SONO stati riuniti i due tronconi del processo “Urbanistica” in corso davanti alla seconda sezione del Tribunale di Reggio Calabria. Ieri mattina, all’inizio dell’udienza della parte di procedimento che era partito per effetto del rito immediato, il pm Maria Luisa Miranda ha chiesto che a questo venga riunificato la parte dell’inchiesta per la quale nei giorni scorsi il Gup Tiziana Barillà, aveva deciso il rinvio a giudizio. Richiesta accolta dalla presidente della corte Olga Tarsia (a latere Bennato e Minniti) che ha formalizzato l’inizio dell’intero processo per il prossimo 21 dicembre. Alla sbarra 11 tra professionisti interni ed esterni all’amministrazione. E in particolare Giuseppe Melchini; Pasquale D’Ascoli; Giuseppe Chirico; Giovanni Tornatola; Antonio Demetrio Artuso; Carmelo Maria Lo Rè; Francesco Calì; Marilena Mastrandrea; Marco Condò; Antonino Smeraldo e Pietro Paolo Condò. Ovviamente si tratta di posizione molto diverse tra di loro, e anche le accuse vanno da quella più grave L’ufficio Urbanistica del Comune dell’associazione delinquere all’abuso. L’indagine, nella scorsa primavera, porto all’emissione di alcune misure cautelari in carcere e svelò una seri di imbrogli che venivano fatti all’Ufficio urbanistica. Secondo quanto accertato dai magistrati i funzionari della pubblica amministrazione erano al centro di un giro di tangenti, in cambio delle quali venivano fornite autorizzazioni a costruire dove non si poteva, condoni edilizi fasulli per sanare abusi d’ogni genere e certificati di abitalità taroccati. Lo scempio di Reggio Calabria quindi, secondo l’inchiesta, passava dai tecnici del Comune. Così mentre le tasche di alcuni funzio- nari di Palazzo San Giorgio si riempivano di soldi, sul territorio andava in scena il sacco della città. Accuse complessive che, come accennato, vanno con responsabilità diverse, dall’associazione a delinquere al falso, dalla truffa alla corruzione. Secondo il provvedimento di arresto firmato a suo tempo dal Gip veniva fuori «uno sconcertante spaccato di illegalità diffusa». Gli indagati interpretavano la cosa pubblica come «famelica opportunità per costringere o indurre a dare, a se o a un terzo, utilità non dovute». In pratica i dipendenti comunali si occupavano di aggiustare le carte e indirizzavano i cittadini a studi professionali amici, che potevano risolvere le pastoie burocratiche in poche settimane invece che in anni. Da una parte si avvantaggiava chi pagava, dall’altra le pratiche di cittadini comuni finivano nel dimenticatoio affossate negli archivi. L’indagine è stata svolta dalla Squadra Mobile diretta da Renato Cortese, che riuscì a mettere le microspie sia negli uffici del comune che negli studi privati di alcuni professionisti. Le cimici registrano colloqui in cui si parlava di soldi da chiedere e di come spartirseli. In altre conversazione poi si parlava esplicitamente di una sorta di prezziario. La cricca era in grado di fare qualsiasi cosa, paradossalmente facendo risparmiare alcuni clienti come nel caso delle oblazioni da versare alle casse comunali. Il capo della Scientifica ha deposto nel processo Agathos Diego Trotta racconta in aula l’indagine contro la cosca Tegano E’ STATA la giornata di Diego Trotta al processo con Agathos. Ieri pomeriggio, per oltre 6 ore, il capo della polizia scientifica della Polizia di Stato, che all’epoca dell’inchiesta guidava la sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile ha ripercorso le tappe fondamentali dell’inchiesta coordinta dal pm Giuseppe Lombardo. Alla sbarra del processo che si sta svolgendo con il rito ordinario gli ultimi tre imputati (tutti gli altri sono stati condannati con il rito abbreviato a pene pesantissime). Ossia Carmelo Murina, Giuseppe Morabito e Santo Trimboli. Diego Trotta ha dunque ripercorso i passaggi salienti dell’indagine che mise al centro dell’attenzione investigativa la potente cosca Tegano, originaria di Archi, ma capace di estendere i propri tentacoli su gran parte del centro cittadino. L’inchiesta scatto in parallelo le attività svolte proprio per la cattura del super latitante Giovanni Tegano. Da li gli investigatori partirono per tentare di capire gli interessi e le commistioni degli uomini della cosca. Stando alle risultanze dell’indagine, infatti, i clan aveva messo le mani sulla manutenzione e la pulizia dei convogli ferroviari presso la stazione di Reggio Calabria. La Società Cooperativa “New Labor”, associata al “Consorzio Kalos”, e incaricata da Trenitalia del servizio di pulizia dei vagoni ferroviari era di fatto nelle mani di Tegano. La ‘ndrina aveva assunto, da tempo, il controllo dell’attività economica, decidendo su assunzioni e licenziamenti delle maestranze e richiedendo una tangente mensile non inferiore alle 20mila euro. In questo senso furono L’arresto di Tegano e la conferenza stampa bravi gli uomini della mobile che riuscirono a registrare tuti i dettagli dei pagamenti delle tangenti, seguendo i generi di Tegano e fingendo controlli casuali che portarono a scoprire il possesso del denaro in contanti. Un’inchiesta insomma da manuale, tant’è che gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato sono giù stati condannati in primo grado. Non solo. L’arresto degli uomini della cosca, come ad esempio Roberto Moio, nipote di Tegano ha dato un frutto aggiuntivo. Moio infatti si è pentito poche settimane dopo e, oltre a confermare le intuizioni della Dda, ha contribuito a consolidare tutta una serie di altre inchieste. Il nipote del mammasantissima Giovanni decise di iniziare la propria collaborazione con la giustizia, aiu- tando il pm Lombardo e i suoi colleghi a ricostruire le dinamiche criminali cittadine. Anche grazie alle sue dichiarazioni, la Dda ha potuto, a metà aprile, condurre l'inchiesta “Archi”, con il fermo di una ventina di soggetti. Delitto di Bagaladi Chiesto in appello la conferma della pena SEDICI anni di reclusione, così come deciso in primo grado. La Procura Generale ha avanzato la richiesta di conferma della condanna nei confronti del giovane Carmelo Megale, ritenuto responsabile dell’omicidio del coetaneo Antonino Russo. Un delitto, avvenuto a Bagaladi nell’estate 2010, che sarebbe maturato come vendetta di una lite tra i due, dovuta a problemi di natura sentimentale. Tali vicende, infatti, avevano incrinato il rapporto tra i due giovani, che per un lungo periodo erano stati amici. Nei giorni antecedenti al fatto di sangue, peraltro, i due avevano avuto una dura lite, in cui Russo, la vittima, aveva avuto la meglio nei confronti di Megale, che aveva riportato alcune ferite, curate presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. In una calda serata di metà agosto, Megale avrebbe dunque attinto con diversi colpi di pistola calibro 7 il proprio rivale, chenon ebbescampo,morendo quasi all’istante. Furono proprio i Carabinieri di Bagaladi a stringere il cerchio attorno a Megale che, dopo un breve periodo di irreperibilità, si presentò ai militari dell’Arma. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Francesco Tripodi, riuscirono dunque ad accertare la responsabilità di Megale, che venne condannato in primo grado a sedici anni di reclusione. Una richiesta che, secondo la Procura Generale, va ora confermata. Nel corso della prossima udienza, la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria ascolterà le ragioni della difesa, poi entrerà in camera di consiglio per la decisione. cla.cor. Secondo il Cids si tratta di un istituto inefficace e inutile «La conciliazione va abrogata» «IL DECRETO che ha istituito l’Istituto della mediazione e Conciliazione deve essere abrogato». Lo sostiene il Cids (Comitato Interprovinciale per il diritto alla sicurezza) attraverso le parole del presidente Demetrio Costantino, che chiede alle istituzioni di intervenire. «Non si comprende questo silenzio - prosegue Costantino - Volevano incidere sul carico di cause civili pendenti ma hanno solo aggravato la situazione. Questo Istituto ritarda i processi, stanca i cittadini e crea clientelismo. Bisogna intervenire con urgenza». L’istituto della mediazione civile, in vigore dallo scorso 21 marzo, ha prodotto finora un crollo verticale del contenzioso giudiziario ma anche quello di mettere gli ordini professionali l’uno contro l’altro e di spaccare gli avvocati. «Sembrerebbe un risultato grandioso - spiega l’ex presidente della Federazione nazionale Ordini forensi, Paolo Federico - Ma la legge aveva altre finalità. In cinquantenni di carrie- ra non ricordo un solo caso in cui la mediazione sia servita. È un istituto che si è rivelato completamente inutile. Anzi, in Italia c’è stato l’effetto opposto, sono raddoppiati i tempi e i costi del processo». Questa normativa - «complicatissima, un romanzo», la definisce Federico consentirebbe di ritardare i tempi processuali agli avvocati che avessero l’interesse a farlo. «Se persino Maurizio De Tilla, presidente dell’Oua (Organismo uni- L’incontro del Cids tario avvocatura italiana) ha definito questo decreto uno sconcio - sottolinea fatta non è mai stato in un’aula di tribunale», Costantino - allora bisognerà porsi il proble- commenta ancora Federico. A supporto della ma. È solo uno strumento farraginoso che col- tesi del Cids, anche diverse sentenze del Tar, pisce ancora i più deboli». Insomma, non è li- secondo cui alcune disposizioni del provvedimitando il numero di processi che si garanti- mento contrasterebbero con gli articoli 24 e 77 sce giustizia, né tantomeno l’efficienza e la ra- della Costituzione. pidità del suo sistema giudiziario. «Chi l’ha e. dg. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 26 Reggio Piana Mercoledì 30 novembre 2011 Protesta alla Provincia i cittadini di San Giorgio Morgeto contro il dimensionamento scolastico Un forte no all’accorpamento Da rivedere il progetto di unificare l’istituto “Florimo” con le scuole di Cittanova di SIMONA GERACE SAN GIORGIO MORGETO - Il sit in di protesta organizzato ieri della comunità sangiorgese davanti al “Palazzo Foti” di Reggio Calabria, ha portato al rinvio del piano scolastico provinciale. Erano più di 150 i cittadini di San Giorgio giunti a Reggio per protestare contro l'accorpamento dell'Istituto “Florimo”, alle scuole “Marvasi” e “Chitti” di Cittanova. Una soluzione questa, che era giunta come un fulmine a ciel sereno dopo la proposta da parte dell'attuale sindaco, Carlo Cleri, all'assessore provinciale all'Istruzione, Giovanni Calabrese, di treeventualità: il mantenimento dell'autonomia con l'accorpamento alla scuola di studenti in eccedenza nei comuni viciniori, l'accorpamento all'Istituto di Melicucco o a quello di Cinquefrondi. Alla fine però, la Provincia aveva optato per l'accorpamento alle due scuole di Cittanova, e tale decisione era stata contestata prima in un consiglio comunale straordinario e urgente, poi con una missiva firmata dai genitori. La fase più calda dell'agitazione invece, è stata raggiunta in occasione del consiglio provinciale di ieri, in cui si sarebbe dovuto discutere, anche del nuovo piano scolastico. Poco prima delle 14, orario d'inizio dell'adunata, una delegazione composta dal sindaco, Carlo Cleri, dal vicesindaco, Andrea Carpentiere, dall'assessore Michele Guerrisi, dal parroco, don Salvatore Larocca e da alcuni insegnanti e genitori, ha incontrato l'assessore provinciale Calabrese, comunicando le proprie necessità e rendendolo edotto dei disagi che l'accorpamento alle due scuole di Cittanova potrebbe creare San Giorgio Morgeto. Poi l'iniziodei lavori del consiglio, mentre i sangiorgesi continuavano la loro protesta davanti al palazzo reggino. Nella seduta si sarebbe dovuto anche discutere di un emendamento proposto dal consigliere Prc, Giuseppe Longo in cui veniva chiesto l'accorpamento dell'intero Istituto “Florimo” alla scuola “Marvasi” e la cessione di due plessi della scuola “Sant'Antonio” dalla “Marvasi” alla “Chitti”, così da impedire lo smembramento in due scuole diverse della comunità sangiorgese. A ciò sarebbe dovuto seguire un ordine del giorno, presentato sempre da Longo, in cui si chiedeva alla Provincia di impegnarsi per promuovere le esigenze del centro montano, chiedendo all'Ufficio scolastico provinciale di spostare la dirigenza della “Mar- vasi” da Cittanova a San Giorgio. Ma in realtà, non c'è stato tempo per la discussione. La protesta, ha spinto l'assessore Calabrese a rinviare il punto per rivedere il piano e cercare di andare incontro alle esigenze di tutti. Alla notizia del rinvio della discussione dunque, i sangiorgesi hanno sospeso l'agitazione e sono tornati a casa, giurando però di mantenersi vigili e di restare sul piede di guerra. «Torniamo a San Giorgio rammaricati - hanno dichiarato i fautori della protesta qualcuno ci ha accusato di esserci fatti strumentalizzare, qualcun'altro ci ha consigliato di dichiarare che il nostro paese è ad alta densità mafiosa. Non ci arrenderemo, lotteremo per la nostra scuola». Illustrate le proprie ragioni a Calabrese La protesta alla Provincia di Reggio Calabria Nel Tribunale dei minori il processo per l’assassinio di Toni Battaglia Uccise barista per venti euro Chiesti sedici anni di carcere TAURIANOVA - Una condanna a 16 anni di reclusione è stata chiesta dal pm della Procura per i minorenni di Reggio Calabria, Francesca Stilla, nel processo con rito abbreviato a Giacomo S., il quindicenne, accusato dell'omicidio di Antonio Battaglia, di 28 anni. L'uomo, titolare di un bar di Taurianova, morì il 15 febbraio scorso dopo essere stato ferito due giorni prima con un colpo di pistola alla testa nel suo locale. Dopo l'intervento del pm ha preso la parola uno dei legali del minore, l'avvocata Clara Veneto, che ha chiesto il proscioglimento per vizio di mente in base alla perizia disposta dal Tribunale o, in subordine, il riconoscimento del vizio parziale di mente con la prevalenza delle attenuanti sull'aggravante dei futili motivi e la condanna al minimo della pena. L'arringa del secondo difensore del minore, l'avvocato Armando Veneto, è fissata per il 21 dicembre prossimo, giorno in cui ci sarà la sentenza. Battaglia, secondo l'accusa, fu ucciso dal minorenne dopo che il titolare gli aveva chiesto di saldare un conto da 20 euro che aveva accumulato nel corso degli ultimi giorni. Il ragazzo, per tutta risposta, davanti agli altri avventori, gli sparò con una pistola calibro 6.35 colpendolo alla testa e provocandogli danni cerebrali irreversibili. Il commerciante fu portato negli Ospedali riuniti di Reggio Calabria in stato di coma e morì due giorni dopo. Dopo avere sparato al barista, il giovane era fuggito, ma nelle ore successive, manifestando segni di pentimento, aveva accolto il consiglio dei familiari e si era costituito alla polizia. I familiari del ragazzo avevano poi chiesto ai difensori del minore di farsi portavoce con i parenti di Antonio Battaglia della loro richiesta di perdono, parlando di “tragedia assurda e terribile». A Cinquefrondi la protesta dei genitori degli studenti per il ritardo sui tempi di costruzione Liceo musicale, i lavori non partono Nel mirino la Provincia: «Ancora oggi costretti a studiare in una struttura inadeguata» di FRANCESCO PAPASIDERO CINQUEFRONDI - Scrivono, i genitori degli allievi del liceo musicale di Cinquefrondi. E se la prendono con la Provincia. Il motivo è il ritardo nell'avvio dei lavori per la costruzione della nuova sede della scuola. Una lettera aperta, quindi, alle autorità competenti, affinchè si faccia chiarezza sull'avvio dei lavori per la costruzione della nuova sede scolastica. La lettera dei genitori parte da lontano. E cioè daquando, versola fine del ciclo di studi presso le scuole medie del territorio, nel leggere l'opuscolo informativo del “Musicale” la scelta per il proseguo degli studi era caduta proprio su questa scuola, ritenuta all'altezza delle esigenze dei propri figli, in particolar modo perché «permette di potenziare le attitudini artistico - musicali dei discenti, attraverso uno studio specifico e approfondito del linguaggio musicale supportato dalleattività dilaboratorio». «I diversi profili professionali - si legge nella lettera - e gli sbocchi lavorativi sono quindi vari e molto ricchi di prospettive. Oltre alla carriera musicale come libero professionista, vi è la possibilità di completare «In Calabria la cultura in secondo piano» Gli allievi del liceo musicale gli studi accademici del Conservatorio di Musica. La possibilità di accedere a qualsiasi facoltà universitaria lascia, poi, la possibilità di carriera estremamente aperta». Ed ecco che si arriva al “cuore” del problema: lastruttura. Unastruttura, quella che attualmente ospita i locali del liceo definita «inadeguata». Ma lo scorsomarzo, venne presentato il progetto per la realizzazione della nuova sede, per tre milioni di euro di importo, totalmente a carico della Provincia di Reggio Calabria. «Un progetto davvero unico e avveniristico quello del nuovo Liceo Musicale, che costituirà una risorsa preziosa per tutto il territorio della nostra Provincia, ma soprattutto per la cittadina che lo ospiterà. Così tuonavano tutti i politici e i vari amministratori». Ma da marzo ad oggi sono passati nove mesi. E per questo adesso, inizia a montare la rabbia dei genitori, che, a distanza di quasi un anno, vedono quasi svanire la speranza che la scuolache ospitai proprifigli pos- sa essere degna di questo nome. «Questo è il motivo per il quale, noi genitori, abbiamo deciso di scrivere questa lettera: portare a conoscenza l'opinione pubblica che, ancora una volta in Calabria vi è un anello della catena che difetta! Eppure il giorno successivo si era già provveduto a far apportate dall'architetto Arena (uno dei progettisti dell'opera, ndc), delle modifiche funzionali interne suggerite dal Dirigente Scolastico Laruffa e dal referente per il musicale, il professor Cannizzaro, modifiche che avrebbero ulteriormente migliorato la funzionalità della didattica musicale e si era ipotizzato che entro tre - quattro mesi sarebbero andati in appalto i lavori». Sia il preside che i docenti preposti, avevano più volte sollecitato gli organi competenti per accelerare sull'indizione della gara d'appalto. Stesso concetto espresso dal sindaco di Cinquefrondi, interpellato anch'egli dai genitori e dagli alunni. In pratica il problema, adesso, è della Provincia. «Quanta amarezza, per noi genitori, apprendere che la cultura dei nostri ragazzi, cosa per noi prioritaria, passi, invece, in secondo piano. Non vogliamo dilungarci oltre stancando con le nostre chiacchiere. Desidereremo, però, richiedere un urgente incontro con l'Assessore Provinciale al fine di portarci a conoscenza delle problematiche che, a nove mesi di distanza, hanno impedito l'inizio dei lavori». A Molochio Inaugurato circolo di Idv MOLOCHIO - Nasce un nuovo circolo Idv nella Piana. E' stata formalizzata, infatti, alla presenza dei commissari regionali di Italia dei Valori, Giuseppe Giordano ed Enzo Tromba, e del coordinatore provinciale, Antonio Marrapodi, la costituzione del circolo Idv di Molochio. Presidente Alessandro Demaria, giovane avvocato, referente cittadino idv nella città della Piana. L'incontro è stato anche occasione per evidenziare alcunedelle piùimportanti problematiche locali che affiggono il territorio e per le quali i componenti del neo circolo, entusiasti per la nuova avventura ed il lavoro che li attende, intendono lavorare sin da subito. «La presenza del nostro circolo - affermano i componenti - risponde alla voglia di cambiamento che da sempre invocano i cittadini che abitano queste zone. Noi ci riconosciamo nel programma, nello statuto, nei leader di Italia dei Valori, un partito da sempre in prima linea nelle lotte alla legalità, giustizia sociale enella difesadei diritti. E' giunto il momento che la cittadinanza faccia la propria parte divenendo parte attiva del processo di cambiamento, ecco perché il circolo di Molochio sarà un luogo aperto a tutti, a tutta la gente onesta e per bene che lotta quotidianamente per lo sviluppo economico,sociale e politico della propria terra». Soddisfazione è stata, anche, espressa dai rappresentanti regionali del partito, Giordano e Tromba, la nascita di un circolo è un fenomeno che risponde al bisogno di cambiamento intrinseco della gente e alle esigenze di lavoro comune per un fine collettivo, ecco perchè il circolo di Molochio, diviene una presenza importante del partito nel territoriodella Piana, espressione dei principi di legalità, etica e democrazia E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro 40 Reggio 50 Idee e società Mercoledì 30 novembre 2011 La Calabria non lo amava ma Scorsese lo invitò al Tribeca film festival Il presidente della Cineteca della Calabria rievoca il rapporto del regista con la regione Un artista controcorrente Le tracce calabresi di Vittorio De Seta di EDVIGE VITALIANO La nipote: «Si diceva un agricoltore» AD INCONTRARLO ti colpiva quel suo voler stare sempre nell'ombra. Schivo come pochi; come quel suo sguardo celato dietro gli occhiali da miope e quel sorriso sempre misurato. Quasi, solo accennato. Vittorio de Seta, raro esempio non solo di intellettuale della macchina da presa ma di uomo che per scelta sta nell'ombraenell'ombra brilladiluce propria. Tra quelli che ne hanno condiviso una parte del viaggio, Eugenio Attanasio, presidente della Cineteca della Calabria. Con lui ricostruiamo il De Seta “catanzarese”, legato al capoluogo anche per via di quel blasonatissimo nonno che fu quel Francesco De Seta sindaco a cui è intitolata l' “affacciata” più bella della città: via Francesco De Seta a Bellavista, appunto. «Il mio primo contatto, quasi inconsapevole, con il suo cinema fu quando da bambino, vidi in televisione “Diario di un maestro”, quattro puntate trasmesse dalla Rai nel febbraio 1973 che registrarono uno straordinario indice d'ascolto comincia col ricordare Attanasio Raccontava la vicenda di un gruppo di ragazzi difficili delle borgate romane, una storia che mi coinvolgeva perché anch'io frequentavo le elementari proprio come i giovani protagonisti». Poi, negli anni '80 quando già «da qualche anno avevo iniziato ad interessarmi di cinema, Carlo, un amico che veniva alle proiezioni che facevamo al Supercinema di Catanzaro, mi chiamò per presentarmi un anziano regista che si era ritirato in una residenza vicino a casa sua, a Sellia Marina a fare il contadino. Il primo incontro non fu facile: mi apparve quest'uomo maestoso, con gli occhiali spessi, che si era lasciato alle spalle quel mondo in cui, invece, io cercavo disperatamente di entrare. Per un giovane cinefilo quale io ero, De Seta destrutturava la mia concezione teorica e sacrale del cinema, parlandomi di Fellini, al quale aveva presentato Ernst Behrnard, lo psicanalista che tanto influì nelle opere del maestro riminese, raccontandomi di quella cerchia ristretta di amici e conoscenti che lavoravano nel settore; di Goffedo Fofi che lo aveva stroncato a Venezia con “Un uomo a metà”. E ancora dei pastori orgolesi, dei contadini siciliani, di come ritenesse “vuoto”il cinema di Antonioni: il mio idolo di allora. Il trauma fu per me, però, una rivelazione perché mi si schiusero le porte di una cultura che fino ad allora trattavo con atteggiamento snobistico, eccessivamente selettivo». «Lui, De Seta si ritrovava nelle campagne di Sellia cercando l'amicizia dei contadini, come Leone Tolstoj, rifuggendo l'aristocratica società romana e la buona borghesia catanzarese, con la quale era però imparentato - prosegue commuovendosi nel ricordo Attanasio - Mi fece vedere quei documentari straordinari, girati tra il 1954 e il 1959 nelle regioni meridionali, che oggi custodiamo gelosamente negli archivi della Cineteca: quegli autentici capolavori che tutto il mondo riconosce tali. E pensare che gli davano del matto quando girava in cinemascope scene di ordinaria vita rurale, perché sapeva che di lì a qualche anno sarebbe finito tutto, con l'avvento della civiltà industriale». Attanasio ricorda una proiezione di “Banditi ad Orgosolo”, al cinema Odeon di Catanzaro «ventiquattro anni dopo quella che gli aveva dedicato il circolo Gobetti, di cui faceva parte Gianni Amelio, che sarà poi suo assistente di “Un uomo a metà”. Fu una proiezione-evento con il sapore di un ritorno al cinema, a Catanzaro e in Calabria». Fu così che Attanasio iniziò, in un cer- di BRUNETTO APICELLA UNA persona discreta, riservata a volte “austera” ma soprattutto unica. In poche parole un'artista, un'intellettuale dal quale poter apprendere ogni giorno qualcosa di nuovo, di diverso e i cui insegnamenti resteranno scolpiti per sempre nel profondo del cuore. Vittorio De Seta era così, unico nel suo stile e allo stesso tempo «riservato, austero quasi severo e rispettato da tutti. Aveva proprio una sua autorità, ad esempio, non esisteva che lo disturbassi prima delle quattro di pomeriggio». Vera Dragone, nipote del regista scomparso (in foto) l'altro giorno, ricorda così il nonno. Quel nonno famoso, conosciuto da tutti, amante del cinema e dell'arte e per Vera: «L'uomo più importante della mia vita». Quando pronuncia questa frase Vera fa un respiro profondo accompagnato da un minuto di silenzio per pronunciare subito dopo le parole «so già che mi mancherà tantissimo». Mentre parla, Vera guarda la stanza in cui è “custodita”la salma del suo nonno. Un nonno che giorno dopo giorno le ha insegnato a lottare e a portare avanti i propri sogni. Perché se è vero che Vittorio De Seta era una persona discreta, riservata e a volte austera è anche vero che nutriva un amore profondo verso sua nipote Vera. Quella Vera che dopo ogni trasferta dalla capitale (dove lavora e ha intrapreso anche lei il lavoro nel mondo della televisione e dello spettacolo), dopo ogni viaggio correva sempre a casa sua nella località feudo di Sellia Marina. Per abbracciarlo, ma soprattutto per parlarci. Ore e ore di conversazione passate a discutere e a confrontarsi sui più svariati temi: «Parlavamo sempre e parlavamo di tutto» racconta oggi Vera ricordando in particolare quella passione per l'arte e verso il mondo della letteratura che nonno Vittorio è stato capace di darle. Il tutto accompagnato da quella passione verso la lettura che sin da piccola le ha trasmessa e soprat- tutto verso quell'autore che forse più di tutti ha apprezzato: Lev Tolstoj. «Ricordo ancora adesso quando a sette anni mi fece leggere “Le favole” di Tolstoj”». E proprio lo scrittore russo era quello che più di tutti amava leggere. «Lui leggeva tantissimo ma sicuramente Tolstoj ha rappresentato quel qualcosa in più» per arrivare quasi a definirlo come «quel compagno costante della sua vita». Vittorio De Seta amava la lettura, leggeva tantissimo e nello stesso tempo amava la campagna al punto che racconta Vera, «sulla carta d'identità alla voce professione aveva voluto inserire la parole agricoltore». De Seta passava tanto tempo in campagna ma nello stesso tempo usciva con i suoi amici e fino a quando ha potuto non disdegnava una serata al teatro Politeama di Catanzaro. «L'ultimo spettacolo che ha visto al Politeama è stata la serata con Sakamoto» racconta chi gli è stato vicino negli ultimi anni. Con Vera, però, nonno Vittorio, ha avuto sempre quella che lei definisce «una certa affinità elettiva». Vera porta lo stesso nome della moglie scomparsa diversi anni fa di Vittorio De Seta, Vera Gherarducci, artista e interprete nei lavori del regista. «È stato lui a farmi pensare e poi che avrei potuto fare lo stesso lavoro. Ci teneva tanto». Anche per questo il rammarico più grande di Vera è che quel nonno verso il quale prova «un affetto smisurato», adesso, «non potrà vedere il lavoro che porterò avanti nei prossimi mesi». Intanto oggi alle 15 nella Chiesa del Rosario di Sellia Marina, la comunità, darà l'ultimo saluto all'artista Vittorio De Seta. Alle esequie funebri oltre alla comunità e all'amministrazione comunale guidata dal sindaco, Giuseppe Amelio, che, proprio ieri ha fatto affiggere alcuni manifesti per le vie del paese, saranno presenti anche quegli artisti e quelle personalità che nel corso degli anni hanno avuto modo di lavorare con il regista. «È stato l’uomo più importante della mia vita» to senso, ad accompagnare De Seta nel percorso creativo di quello che sarebbe diventato “In Calabria”: il documentario che fotografa la nostra regione agli inizi degli anni '90. Un modo, forse, per saldare il suo debito con la terra d'origine. «Viene fuori il ritratto di una regione a metà tra mancato sviluppo industriale e permanere di una civiltà contadina, in bilico tra passato e futuro ma con un presente carico di contraddizioni», sottolinea ancora Attanasio aggiungendo: «Il nostro rapporto viveva di periodi di lontananza, di incomprensioni, ma è stato comunque fondamentale per il prosieguo del mio cammino futuro. Improvvisamente ci si ritrovava; qualche anno dopo quando avevamo già ristrutturato il cinema Masciari. lo invitai per una proiezione de “Diario di un Maestro” alla presenza di una scolaresca. Ricordo che nella scena finale del film - quella che fa scappare le lacrime, quando il maestro torna e i suoi alunni gli vanno incontro e lo abbracciano - la giovane platea si scatenòin unfragoroso applausoe lui candidamente, mi guardava chiedendomi lumi». Non un caso, dunque, che in “Melissa 49/99”, la prima opera cinematografica della Cineteca della Calabria De Seta viene ricordato come : «il maestro nell'uliveto, accompagnato dai discepoli, che spiega l'importanza di un cinema che parli ancora del mondo contadino, quasi a “cristallizzare” il percorso della Cineteca della Calabria verso il recupero della memoria storica del cinema e della cultura del territorio, che proprio lui ci ha insegnato». Tra gli episodi “catanzaresi” che hanno visto il Maestro protagonista, anche la festa per i suoi ottant'anni al complesso del San Giovanni a Catanzaro.«Inquell'occasione cifula sua riappacificazione ufficiale con Goffedo Fofi, che scese appositamente da Roma per quella serata dedicata al Maestro». Non solo Catanzaro. «Un altro momento importante in cui mi volle accanto - prosegue Si ritirò a fare il contadino nella residenza di Sellia Il ricordo del sovrintendente del Politeama, Foglietti. Il cineasta diceva: «La civiltà industriale ha fallito» segue dalla prima Il manifesto mortuario affisso al citofono della sua casa di Sellia; nella foto grande: il maestro al lavoro Attanasio - fu durante il conferimento della laurea honoris causa a Martin Scorsese da parte dell'Università di Bologna, nel 2005. C'era la lectio magistralis, con il senato accademico in ermellino e fuori iniziava a nevicare, era curiosamente la fine di novembre e Scorsese discuteva la sua tesi, soffermandosi su Vittorio De Seta e sulle immagini dei primi documentari, che tanto lo avevano colpito. Le parole rimasero scolpite: “Erano ifiglidiSisifo, che aveva imprigionato Thanatos per evitare il decesso dei mortali, i figli di Prometeo, che aveva rubato il fuoco agli dei per donarlo ai mortali, e per questo erano stati puniti per l'eternità. Gente che cercava la redenzione attraverso illavoro manuale: nelle viscere della terra (Surfarara), in mare aperto (Contadini del mare), sulle colline (Parabola d'oro) -tirando le reti, tagliandoil grano, estraendo lo zolfo. Gente che sembrava pregare attraverso la fatica delle mani. Di cosa era composta questa alchimia? Era il cinema nella sua essenza..”Ma De Seta, aristrocraticamente, si era già allontanato, adducendo una scusa, proprio in quel momento». Però, quell'anno stesso, Scorsese lo invitava dall'amico Robert De Niro a New York per il Tribeca Film festival: «era anche il riconoscimento del fastoso cinema americano, forse tardivo, per lui che aveva amato rappresentare invece gli umili, i dimenticati». Infine il successo di “Lettere dal Sahara”. «La proiezione di quel lavoro venne accolta con un calorosissimo saluto del pubblico che aveva riempito il Comunale di Catanzaro chiosa Attanasio tanto che il buon Franco Proto aveva dovuto riaprire la galleria e i palchi, chiusi da più di dieci anni. E' così che mi piace ricordarlo. Grazie Vittorio per averci insegnato a vedere con rigore documentario e sentire con sensibilità artistica». E ieri sera , la Cineteca della Calabria ha voluto commemorare De Seta alla Casa del Cinema con la proiezione di “Banditi ad Orgosolo”. Il nonno fu sindaco di Catanzaro Numerosi i messaggi di cordoglio per il maestro «Era un uomo raffinato ma vicino alla gente umile» «DESETAcome Viscontieraunraffinatissimo uomonelprivato e, però, pubblicamente la sua cultura marxsista lo avvicinava alla gente umile. Il Cinema di Vittorio è stato un Cinema molto legato al sociale da “Banditi ad Orgosolo” fino a “In Calabria” che in qualche misura io ho spinto a girare. Con la sua scomparsa perdo uno degli uomini più cari della mia vita». Queste le parole del sovrintendente del Politeama Mario Foglietti all'indomani della scomparsa di Vittorio De Seta. E diversi sono stati i messaggi di cordoglio arrivati nella giornata di ieri. Tra questi il sindaco Michele Traversa ha espresso il cordoglio della città di Catanzaro . «De Seta - ha ricordato Traversa - era molto legato alla nostra città, non solo perché aveva deciso di vivere nella vicina Sellia Marina, ma soprattutto perché era discendente del grande sindaco Francesco De Seta e quindi sentiva come sua Catanzaro. Lo ricorderemo sempre per la sua semplicità, la sua umanità, la sua capacità di trasferire entusiasmo ai giovani». Ad intervenire anche l’ex sindaco di Catanzaro Rosario Olivo che commenta: «Con la dipartita di Vittorio de Seta scompare una delle figure più impegnate e rappresentative del cinema italiano». Cordoglio an- Loiero «Accenti di verità su di noi» che dalconsigliere comunaleAntonio Argirò,già assessorecomunale alla Cultura di CatanzaroAntonio Argirò: «de Seta non ha unicamente scritto la storia del cinema italiano, ma ha lasciato una straordinaria eredità di sapere e di luminescenza intellettuale». «Con la scomparsa di De Seta la Calabria perde un grande artista che si è occupato della nostra regione con accenti di verità e con immagini di straordinaria bellezza», ha affermato, invece, Agazio Loiero, coordinatore politico nazionale del Mpm. Anche Ulixes, esprime il proprio cordoglio così come il coordinatore della Casa del Cinema di Catanzaro, Davide Cosco. Legambiente Calabria, invece, ricorda come De Seta «oltre ad essere il più grande documentarista italiano è stato un punto di riferimento culturale dell' “umanesimo ambientalista” meridionale. Proprio per questo è stato scelto dall'associazione del Cigno Verde per «CarAlabria», carovana della bellezza e della qualità, come testimonial d'eccezione». Nuccio Barillà della direzione nazionale di Legambiente sottolinea come «a motivazione di quel premio c'è tutto il senso e l'attualità del richiamo a un agire individuale e collettivo». L’omaggio e il premio di Legambiente De Seta. Un intellettuale e un regista di cui s'è interessato con entulenti, quasi per tenere a distanza un siasmo Martin Scorsese coinvolmondo che non gli piaceva. S'infila- gendo nell'esperimento Robert De va la mattina presto nell'edicola, e Niro. Non un cineasta dell' Italietta dopo un buongiorno sibilato appe- lesta ad affidarsi a Leghe incolte e na e il giornale fra le mani, tornava leader fracassoni, ma un guru del nella sua casa di Feudo. In faccia al- cinema mondiale. Scorsese, alla rilo Ionio, lì dove un tempo c' era un cerca della propria identità d'itafondo di quaranta ettari, prima che loamericano di successo, ha avvervenisse diviso fra gli eredi, acqui- tito il bisogno di conoscere meglio stato da suo zio, un prefetto di Pa- le pellicole bianconere di De Seta lermo al tempo di Crispi che mante- più centrate sulla realtà profonda neva l'altro suo fratello impegnato della persona umana e “per rivedein politica. Ed il cui incanto antico re”, ha spiegato, “la cultura dei mie si può ancora intuire, sbirciando avi al termine della sua storia e sul dalla “106” poco prima di Cropani, punto di entrare nel mito”. L'ha vola grande casa padronale dove il re- luto nel 2005 al Tribeca Festival di gista, che tra gli scrittori preferiva New York con l'impegno di elaboraTolstoj - “Ha anticipato tutti - diceva re iniziative comuni, ma soprattutil maestro - specie quello degli scrit- to per riascoltare i minatori di Cozti morali che sono completamente ignorati” - ha vissuto fino alla fine. A pranzo questa icona del meridionalismo narrato con fatica e con realismo a volte crudo, lo si incontrava spesso al “Faro Blu”. Gli piaceva quel ristorante di fronte al mare aperto di Sellia Marina, dove Pasquale gli serviva pesce fresco e un bicchiere di bianco. Lì, lui che tra i suoi film prediligeva “Diario di un maestro”, era solito chiacchierare. I contadini e la loro cultura erano per lui un valore assoluto: “Sono stato per due anni prigioniero dei nazisti, dal '43 al '45, in Germania. - raccontava Lì ho conosciuti i contadini, io che provenivo da un mondo privilegiato, aristocratico, rozzo. Ho conosciuto un mondo che altrimenti non avrei mai avvicinato”. Qualche anno fa mi disse, con la sicurezza di chi ha meditato molto Vittorio De Seta al lavoro sull'argomento: “La civiltà industriale è fonte di guai, non offre alternative alle za Disi, i pescatori di Ganzirri e le guerre. La società industriale ci im- proteste dei contadini calabresi delpoverisce tutti. I partiti politici la seconda metà del secolo breve. Un hanno rimosso la cultura contadi- passato a cui gli Stati Uniti hanno na e molti intellettuali sfoggiano restituito la dignità che in Italia un protagonismo inconsistente. continua ad essere negata, nonoQuella contadina è una cultura. stante i festeggiamenti dei 150 anQuella della civiltà industriale non ni. Eppure, non è difficile capire che lo è. Per quanto le apparenze possano far sembrare il contrario. Tutti i senza fare i conti con la propria stoPaesi occidentali hanno rimosso le ria, impedendo che sia inghiottita loro origini, sicché è nata una cul- nel buco nero del tempo, non si fa tura urbana fittizia. Una cultura, molta strada. In questo senso, non in fondo, senza originalità”. La aver compreso il disagio dei persomancanza di Vittorio De Seta, un naggi su cui il cinema antropologigigante del cinema che ancora ad co di De Seta ha insistito, è stato uno ottantotto anni suonati faceva par- sbaglio. Aver poi seppellito in vita, lare di sé soprattutto negli Stati questo straordinario regista, come Uniti, è probabile però che non l'av- hanno fatto un Paese frastornato vertirà nessuno. Né a Sellia Mari- ed una regione che, se non vuole na, dove da anni si muoveva come morire, deve riprendere in fretta il un fantasma, senza mai suscitare dialogo con le dinamiche culturali l'attenzione che avrebbe meritato. del presente, suona come un delitNé in questa Calabria che, pur es- to. Alcuni tratti della lezione di De sendo la sua terra d'adozione, lui Seta meriterebbero un approfondiche era nato a Palermo, non l'ha mai mento. Meglio tardi che mai. Anni né amato né vezzeggiato. Alle prese fa, mi colpirono alcune sue riflescontinuamente con le sagre della sioni quasi profetiche che mi parvepatata e delle zeppole, che interesse ro esagerate, ma che oggi sembravolete che annettesse all'attualità no verità incontrovertibili. Quel fidi “Un uomo a metà” (film dedicato ne documentarista, già allora avea Ernest Bernhard, il caposcuola va capito la valanga precipitata suljunghiano in Italia), “Banditi ad l'Occidente e la crisi che lo stritola Orgosolo”, “Vinni lu tempu de li pi- “e che non è solo economica”. Andai sci spata”, “Un giorno in Barba- a trovarlo nella sua casa di campagia”, “Isole di fuoco”, “Sulfarara”, gna. Era assorbito dall'agricoltu“Pasqua in Sicilia”, “Contadini del ra, mi disse: “Credo di avere realizmare”, “Parabola d'oro”, “Pesche- zato un buon uliveto”. Mi raccontò recci”, “I dimenticati”? C'è un filo di suo nonno, che è stato sindaco di rosso che lega la dimenticanza di Catanzaro. Di sua madre, che era Vittorio De Seta già in vita alla fran- toscana mentre il nonno materno tumazione d'ogni identità di questa piemontese. Quando gli domandai, terra e a tutta la problematica sul accanto al camino acceso, perché destino doppio del meridionale, og- fosse uscito dal circuito dei cineasti gi come mai segnato da un'inquie- di grido, mi rispose secco: “Mi semtudine rovinosa su cui si sofferma brava di non aver niente da dire e da tempo l'antropologia, soprattut- poi dovevo mettere ordine nei miei to quel maestro del “paese sdoppia- pensieri”. Cosa pensasse della Calato” che è Vito Teti. Proprio l'essere bria, me lo aveva detto in un'altra la Calabria ancora nel guado, tra occasione: “Secondo me, bisogna l'arcaico passato intriso di una cul- capovolgere completamente l'imtura contadina salda nei suoi prin- magine che si ha della Calabria. cipi e una modernità dai riflessi Vorrei uscire da questa polemica pacchiani e consumistici, non l'ha trita e sterile circa le responsabilità messa nelle condizioni di appren- del Nord o del Sud. E dire semplicedere appieno la lezione di Vittorio mente che è la civiltà industriale che sta fallendo. Noi meridionali ci siamo in un certo senso inoltrati di meno in una strada sbagliata. Quando vediamo un milione di iraniani manifestare contro le direttive del loro governo sulla guerra del Golfo, non è che siano meno civili dei popoli democratici dei Paesi occidentali, reagiscono a un fatto culturale. Sentono che la loro cultura è minacciata dal consumismo della società industriale e reagiscono a una crisi di identità. Queste cose è giusto che le diciamo noi italiani, perché noi siamo l'unico Paese al mondo in cui coesistono un primo, secondo e terzo mondo, perché parlare dei sobborghi di Reggio Calabria o di Gela, di Catania o di Palermo, è parlare di terzo mondo. A me piacerebbe raccontare la Calabria, far conoscere la sua gente, perché qui siamo al punto che la gente non viene più per paura. C'è una specie di demonizzazione che sta coinvolgendo tutti. Io non voglio tirar fuori vecchie retoriche sulla grande civiltà che c'è stata da queste parti, ma è un fatto che la cultura contadina che si è conservata qui è una cultura vera. Da noi, per esempio, non c'è disintegrazione sociale e quando c'è, guarda caso, si verifica in posti dove ci sono stati insediamenti industriali: Crotone, Gioia Tauro, Reggio Calabria”. E sulla mafia: “Non è il Mezzogiorno che esporta quella specie di morbo autoctono che sarebbe la mafia, è il mondo industriale che arriva qui e ammorba tutto”. Pensieri controcorrente. Come questo: “Io credo molto nella territorialità. Sento che si fa già una gran fatica a cercare di capire il proprio ambiente. Insomma, c'è in me una forte spinta anticosmopolita. Nel senso che è molto importante la cultura locale, radicarsi, elaborare, capire. In fondo, è ciò che ho fatto in tutti questi anni. Quando ho fatto il documentario su Alessandria del Carretto, nel '59, la gente del posto si chiedeva perché mai lo girassi. Quando poi lo hanno visto, e tutti si sono riconosciuti, non mi volevano più restituire l'unica pellicola che avevo. Con quel documentario hanno riscoperto la loro identità, perché il mondo contadino è portatore inconsapevole di una cultura profonda”. Gli chiesi delle lotte contadine e dei comunisti, ma lui non esitò a stopparmi: “Occorrerebbe un'attenzione più forte verso le culture locali. Il mondo contadino è stato sempre rifiutato, rimosso anche dai comunisti. Ed è stato rimosso anche per vergogna, perché legato a ricordi personali. Tutti i Paesi occidentali hanno rimosso la loro estrazione, le loro radici”. Anche sull'uomo della provvidenza, sulla litania dei talenti e sul culto della personalità, De Seta aveva idee illuminanti: “Secondo me, bisogna levare di mezzo questa specie di culto della personalità che è una balla. C'è oggi, e lo si vede di più in televisione, un protagonismo inconsistente, anticulturale, un feticismo. Ammesso che uno abbia un po' d'ingegno, non è certo per merito suo. Ho sempre pensato all'arte come a qualcosa di utile. Ho detestato sempre l'arte fine a se stessa». E poi citò un passo dei Vangelo: “ beato tu che hai rivelato queste cose ai semplici e le hai nascoste agli intelligenti e ai sapienti. Anch'io, quando sono venuto qui, ancora credevo che esistessero dei livelli, delle differenze tra persone. Oggi, invece, devo riconoscere che un contadino ha un bagaglio di parole limitato, ma spesso capisce meglio di noi ciò che accade intorno, e poi è meno corrotto”. Romano Pitaro E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro LA FAMIGLIA Idee e società 51 Mercoledì 30 novembre 2011 33 Email: [email protected] - Amantea E-mail [email protected] - [email protected] Paola E-mail [email protected], [email protected], [email protected] San Lucido Email [email protected] Scalea Email [email protected] Belvedere Email [email protected] Acquappesa E-mail [email protected] Istituto Papa Giovanni. Disposto l’accompagnamento coattivo per monsignor Agostino Don Luberto fa scena muta L’ex presidente, teste al processo, non ha risposto alle domande del pm di PAOLO VILARDI PAOLA – Solo il tempo di avvalersi della facoltà di non rispondere. Don Alfredo Luberto, principale imputato del processo sull’istituto Papa Giovanni XXIII di Serra D’Aiello, ieri mattina si è seduto sul banco dei testimoni, ma ha inteso non rispondere alle domande del sostituto procuratore Giovanni Calamita, insediatosi nel procedimento al posto del Pm Eugenio Facciolla, titolare dell’inchiesta che riscontrò una situazione di degrado e un pessimo stato igienico – sanitario nella struttura che ospitava la Fondazione; una sorta di lager per i malcapitati pazienti. Altro testimone di lusso assente al processo, che si celebra davanti al collegio del Tribunale di Paola, è stato monsignor Giuseppe Agostino, arcivescovo emerito della diocesi Cosenza – Bisignano; nei suoi confronti i giudici hanno disposto l’accompagnamento coattivo. Don Alfredo Luberto, ex presidente dell’Ipg, era stato condannato in primo grado con il rito abbreviato il 6 novembre del 2009, quando il Gup di Paola gli comminò una pena di 7 anni di reclusione. Nella stessa data il giudice sentenziò condanne minori ad altri quattro imputati e dispose il rinvio a giudizio per altre 11 persone, gli imputati dell’attuale dibattimento: Antonio Marafioti, Audino Caputo, Fausto Arcuri, Ettore Notti, Eliodoro Tricoli, Roberta Scervo, Luca Rendace, Luca Anania, Giuseppe Perrotta e Rossana Gaudio. Per molti di loro l’accusa principale è l’associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di una L’istituto Papa Giovanni Don Luberto lunga serie di reati, tra i quali appropriazione indebita, truffa aggravata, utilizzazione di diffuse fatturazioni per operazioni inesistenti, falsificazioni di documenti contabili ed altro. Luberto, che ha presentato ricorso in Appello per la condanna ricevuta, era stato chiamato a testimoniare dalla pubblica accusa nel processo col rito ordinario in corso a Paola in quanto reo confesso. Avrebbe quindi potuto fornire particolari importanti ai giudici del collegio, a sostegno del teorema accusatorio che coinvolge gli 11 imputati. Monsignor Agostino, invece, era stato scelto come teste dal Pm per riferire delle eventuali comunicazioni che giunsero in diocesi sulle condizioni in cui Paola. Il Popolo della Libertà, invece, propone il rimborso dell’Iva sulla Tarsu Comune, stangata per fare cassa La Giunta prevede una tassa retroattiva su Ici e terreni da chiedere ai cittadini di FRANCESCO STORINO PAOLA - Il Comune“spreme”i contribuenti paolani, e approva una stangata per Natale al fine di fare cassa. E il Pdl chiede di tutelarli e di rimborsarli, secondo la legge, in una fase di crisi economica come questa. «I cittadini non possono pagare ingiustamente i debiti provocati in questi anni. Se si tratta di “prendere”dai cittadini l’amministrazione comunale si attiva subito ed anche con strumenti discutibili sul piano amministrativo, ma quando si tratta di “dare” o meglio di restituire la giunta è immobile». A tale proposito il capogruppo del Pdl in consiglio comunale, Basilio Ferrari ha presentato un emendamento per prevedere in bilancio la somma necessaria per restituire ai cittadini il 10% di IVA sulla Tassa dei Rifiuti Solidi Urbani. In particolare, il capogruppo Ferrari ha proposto all’amministrazione comunale di prevedere, nell’atto di assestamento 2011 del bilancio di previsione del comune di Paola, l’iscrizione delle somme complessive da restituire ai cittadini per la Tassa dei Rifiuti SolidiUrbani,nonché laprevisionedi minore entrata IVA derivante dalle variazioni sulle prossime fatture. Tale proposta del Pdl nasce dal fatto che «la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che la tassa sui rifiuti solidi urbani è di fatto una tassa e non una tariffa; che di conseguenza i Comuni hanno applicato l’IVA su un importo dove non doveva essere applicata in quanto appunto "tassa"; che pertanto tutti gli utenti hanno diritto al rimborso del 10% dei 10 anni retroattivi. Il Pdl contesta invece il fatto che, tale proposta di restituzione, ragionevole ed applicabile, non è stata inserita nell’assestamento di bilancio dalla giunta, pur essendo un diritto dei cittadini, e pur mettendo a rischio di contenzioso il Comune, vista la decisione della Suprema Corte. Non solo, l’am- Paola. Sindaci e avvocati uniti nella protesta La Procura è a rischio nonostante la mole di lavoro PAOLA – L’emendamento che consente al Governo di rivisitare la distribuzione degli uffici di giustizia mette a repentaglio la Procura della Repubblica nel palazzo di Giustizia di Via Falcone e Borsellino, che potrebbeessere accorpata a quella di Cosenza. Se questa legge delega sulla riorganizzazione giudiziaria dovesse passare i 32 comuni di competenza perderebbero un presidio di legalità presente sul territorio dal 1965, quando venne istituito a seguito di una forte mobilitazione politica e civile. Il provvedimento potrebbe oggi essere attuato nonostante i dati della commissione Antimafia riconoscono nella zona la presenza di tre cosche malavitose, nonché un netto incremento di criminalità nel periodo estivo che interessa l’alto Tirreno. Sorgerebbero altresì disagi di carattere prettamente logistico, dal momento che il comprensorio del Tirreno cosentino si versava l’Istituto di Serra d’Aiello prima della chiusura. A seguito dell’assenza di ieri il collegio dei giudici, presidente Paola Del Giudice, a latere Antonietta Dodaro e Nicoletta Campanaro, come già riferito ha disposto l’accompagnamento coattivo, l’atto con cui la forza pubblica, all’occorrenza anche con la costrizione fisica, conduce un soggetto davanti all’autorità giudiziaria. Sia don Luberto sia monsignor Agostino erano stati presenti all’udienza flash dello scorso mese di luglio, rinviata per l’impossibilità del Pm a partecipare, impegnato in altro procedimento. L’arcivescovo emerito sarà sentito nella prossima udienza, da celebrare il prossimo 20 dicembre. presenta lungo e stretto. Altro rilievo, che si legge in una comunicazione dei legali della zona: «La paventata soppressione, originata dalla necessità di razionalizzazionedella spesapubblica, provocherebbe, per converso, un ulteriore aggravio di spesa, dovendosi dotare altra sede di Tribunale, magari già prossima al collasso, quantomeno di nuove strutture edilizie atte ad ospitare il crescente numero di magistrati, avvocati, personale di cancelleria, nonché l’enorme mole di utenti provenienti dalle più disparate porzioni di territorio». Per tali motivi i sindaci e l’ordine degli Avvocati di Paola si preparano a dare battaglia affinché i comuni non siano interessati da questa penalizzante riorganizzazione. Dopo l’allarme dei giorni scorsile partihannofissato datae ora del vertice già concordato, che si terrà venerdì prossimo alle 10 nell’aula “Beccaria” del tribunale Il governo sta ripensando la rete degli uffici giudiziari paolano. Nel corso dei lavori si farà innanzitutto il punto sulla situazione. Si raccoglieranno poi le proposte per organizzare la protesta. Al momento, in segno di contestazione, i legali della costa si asterranno dalle udienze neiprossimi 2, 3 e 5 dicembre. Vito Caldiero, presidente dell’ordine di Paola, sensibilizza La Procura di Paola l’opinione pubblica alla problematica: «Nel sistema giudi- tici e società civile si riuscì a istiziario non può prelevare ceca- tuire il Tribunale, dando al nostro mente il principio del risparmio. territorio - ha concluso il presiLa giustizia è un servizio che deve dente degli Avvocati di Paola - distare vicino ai cittadini, non devo- gnità sociale e certezza di diritti». Contrariamente ai rischi di acno essere i cittadini a rincorrerla. Ovviamente siamo responsabili e corpamento della Procura ben diconsapevoli che vi è un problema versa è la situazione del Tribunale di spesa considerevole – ha prose- di Paola, che smentisce i timori dei guito Caldiero –che potrebbe esse- giorni scorsi. Si è difatti appreso re risolto con un’adeguata otti- che a rischio sono le strutture con mizzazione delle risorse al fine di meno di 15 giudici. Il palazzo di ottenere risparmio ed efficienza. giustizia di Via Falcone e BorselliOggi rischiamo di fare un passo no ne ha 17, pertanto non sarà inindietro, dopo che nel 1965 grazie teressato dalla riorganizzazione. ad un comitato spontaneo di polip. v. ministrazione comunale, al contrario, ha deciso praticamente di modificare il bilancio comunale prevedendo un conguaglio per i cittadini che dovranno pagare maggiore Ici sui terreni». Un “regalo” di Natale fatto di tasse. «L’amministrazione comunale infatti - spiega il Pdl - con delibera dell’8 novembre 2011 ha attribuito un nuovo valore Ici ai terreni solo potenzialmente edificabili, precedentemente agricoli. Tutto ciò senza prendere in considerazione l’approvazione del Psc. Tutto ciò prevedendo un’entrata di oltre 2 milioni che dovrebbero, attraverso un conguaglio, pagare i paolani, anche in forma retroattiva». Convegno Fidapa sulle Pari opportunità AMANTEA - “Pari opportunita'… occasione sui generis?” Questo il titolo del convegno, tenutosi nell'aula consiliare del comune e promosso dalla Fidapa. Un appuntamento che, peraltro, arriva quasi in contemporanea con l'approvazione da parte del civico consesso di Amantea, della “consulta delle pari opportunità”. E' stata la stessa presidente dell’associazione, Franca Dora Mannarino, aspiegare le motivazioni delforum: «credo sia stata la giusta occasione - ha dichiarato - per affermare un diritto di opportunità, nel pieno rispetto della partecipazione e presa di responsabilità della cittadinanza attiva, tema nazionale della Fidapa». I lavori hanno consentito anche alla presidente del consiglio comunale di Amantea, Monica Sabatino, di spiegare l'impianto della consulta per le pari opportunità, che sarà formata da 7 membri provenienti dal mondo politico, imprenditoriale, sindacale, delle associazioni, dall'Asp e dal comune. Particolarmente interessante è stata poi la relazione di Katia Stancato, portavoce del forum terzo settore Calabria. «Rispetto l'Europa - ha spiegato - abbiamo un ritardo di 23 anni: meno del 50% delle donne lavora, percentuale che scende ad un terzo se guardiamo a sud». E' stata infine l'on. Doris Lo Moro, dopo essersi soffermata sul rapporto donne-potere, a sottolineare le note di speranza che arrivano anche dal sud. r. m. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Tirreno Mercoledì 30 novembre 2011 36 Mercoledì 30 novembre 2011 REDAZIONE: via Vittorio Emanuele, 32 - 88900 Crotone - Tel. 0962/901334 - Fax 0962/905185 - e-mail: [email protected] Processo Puma. Annullate con rinvio le condanne per l’ex patron rossoblù, Gallo e Puccio “Colletti bianchi” da rivalutare Confermata l’assoluzione dell’imprenditore Vrenna dall’accusa di mafia di ANTONIO ANASTASI E' LA CONFERMA dell'assoluzione dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per l'imprenditore Raffaele Vrenna la decisione che balza più all'attenzione fra quelle prese ieri dalla Corte di Cassazione nei confronti di dieci imputati del processo Puma che in primo grado scelsero il rito abbreviato. Ma per lui, come per gli altri “colletti bianchi” approdati al giudizio della Suprema Corte, il processo è da rifare per i capi d'imputazione per cui fu condannato, e in particolare quelli di corruzione e falso esclusa l'aggrvante mafiosa. In Appello, nel settembre 2009, era affondata la tesi accusatoria della contiguità tra i colletti bianchi e la 'ndrangheta e cadde l'ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa contestata all'imprenditore Vrenna, per il quale la pena scese da quattro anni a un anno e otto mesi. Ma le accuse di collusione coi clan caddero anche per l'ex sindaco di Botricello Giovanni Puccio (ex Ds), assolto, posizione non impugnata, per l'ex assessore provinciale di Crotone Giuseppe Puccio (autosospeso dal Prc), pena ridotta a un anno e quattro mesi, mentre l'ex consigliere regionale Dionisio Gallo (ex Udc poi passato al Pdl) fu scagionato da una serie di episodi di corruzione elettorale, ruotanti attorno agli interventi previsti per il villaggio turistico Praialonga all'epoca in cui era assessore, per cui la sua condanna scese da quattro a due anni e gli venne concesso anche il beneficio della sospensione condizionale. Per Gallo è stato accolto il ricorso della Procura generale ma anche quello della difesa per cui anche la sua condanna è stata annullata con rinvio. Annullamento con rinvio anche per l'ex assessore provinciale Puccio, essendo stato accolto il ricorso difensivo. Rigettati i ricorsi difensivi, per cui le condanne divengono definitive, per gli esponenti di vertice della cosca Maesano di Isola Capo Rizzuto: Luigi Maesano, per il quale sono stati confermati sette anni e otto mesi per mafia e estorsione; Antonio Zicchinello, sei anni sei mesi per mafia e armi; Paolo Zicchinello, sei anni e sei mesi per mafia, estorsione, armi e voto di scambio. Annullate con rinvio, sempre in accoglimento dei ricorsi difensivi, le condanne per Luigi Foglia, promoter crotonese, che in Appello ebbe un anno per corruzione esclusa l'aggravante mafiosa; Giuseppe Clarà, imprenditore crotonese, che in Appello ebbe un anno e quattro mesi per le stesse accuse; Salvatore Tassone, ingegnere di Pallagorio, che in Appello ebbe una pena di otto mesi per falso; Luigi Cotrone, di Strongoli, che in Appello ebbe un anno e quattro mesi sempre per corruzione esclusa l'aggravante mafiosa. In Appello, nel settembre 2009, erano salite da 33 a 35 le assoluzioni: a quelle di primo grado, del giugno 2008, si aggiunsero quelle “piene” dell'ex sindaco Puccio e dell'imprenditore di Isola Capo Rizzuto Carmine Piscitelli. Scesero da 16 a 14 le condanne, alcune delle quali ridotte. Condanne e assoluzioni non impugnate sono ormai definitive. Una sentenza, quella emessa ieri dalla sesta sezione della Corte Raffaele Vrenna Dionisio Gallo Antonio Zicchinello Paolo Zicchinello di Cassazione, che giunge poche ore prima che si definisca il troncone del processo col rito ordinario ancora in primo grado, pendente davanti al Tribunale penale di Crotone che dallo scorso lunedì è in camera di consiglio e deve pronunciarsi su 23 richieste di condanna e tre di assoluzione formulate dal pm Antimafia Pierpaolo Bruni. Sulla sentenza d'Appello del troncone degli abbreviati incise molto il rigetto della richiesta di riapertura dell'istruttoria dibat- timentale avanzata dal procuratore generale che, con particolare riferimento alla posizione dell'imprenditore Vrenna, aveva chiesto l'acquisizione dei verbali di tre collaboratori di giustizia gestiti dal pm Bruni, che aveva condotto le indagini preliminari e il processo di primo grado. Ma se in Appello il pg aveva chiesto che non fossero concesse attenuanti generiche agli imputati condannati in primo grado e aveva proposto l'elevazione della pena per i 16 ritenuti colpevoli dal gup distrettuale, in Cassazione la Procura ha chiesto una riforma in peggio soltanto per Vrenna, Carcere ormai definitivo per Maesano Giuseppe Puccio Luigi Maesano Luigi Foglia Gallo e Giuseppe Puccio. Gli imputati eccellenti, ovvero l'ex presidente di Confindustria Crotone e del Crotone calcio ed ex vicepresidente di Confindustria Calabria, Vrenna, e l'ex consigliere regionale Gallo avevano perso le loro postazioni per effetto della sentenza di primo grado. Continua a reggere, essendo state confermate le pene per Maesano e i due Zicchinello, la parte dell'inchiesta incentrata sulla tesi del monopolio, da parte del clan Maesano, del villaggio Nuovo giudizio anche per il promoter LE POSIZIONI Le decisioni della Cassazione Ecco tutte le posizioni degli imputati. In parentesi la decisione di primo grado. In neretto la decisione della Cassazione. Luigi Maesano, di Isola, di 56 anni: (7 anni e 8 mesi per mafia e estorsione): in Appello 7 anni e 8 mesi per mafia e estorsione. Conferma. Luigi Foglia, di Crotone, 54 anni, promoter (2 anni per corruzione aggravata dal metodo mafioso): in Appello pena ridotta a 1 anno esclusa l'aggravante mafiosa. Annullata con rinvio. Salvatore Tassone, di Pallagorio, di 61 anni, ingegnere, accusato di falso (1 anno e 4 mesi per falso): in Appello pena ridotta a 8 mesi. Annullata con rinvio. Dionisio Gallo, di Crotone, di 55 anni, ex consigliere regionale (4 anni per corruzione elettorale, esclusa l'aggravante ma- fiosa): in Appello assolto da alcune accuse di voto di scambio, pena ridotta a 2 anni con la sospensione condizionale. Annullata con rinvio. Paolo Zicchinello, di Isola, di 29 anni, imprenditore (8 anni per mafia, estorsione, armi, voto di scambio aggravati): in Appello assolto dall'accusa di corruzione, pena ridotta a 6 anni e 6 mesi. Conferma. Antonio Zicchinello, di Isola, di 57 anni, portiere (7 anni e 10 mesi per mafia, armi): in Appello pena ridotta a sei anni e sei mesi. Conferma. Raffaele Vrenna, di Crotone, di 52 anni, imprenditore (quattro anni per falso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale aggravata): in Appello assolto all'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e dall'aggravante mafiosa; pena sospesa e ridotta a 1 anno e 8 mesi. Praialonga. Le accuse hanno retto anche in secondo grado per gli affiliati. Ma l'impianto che al primo vaglio del gup era stato in buona parte confermato, in Appello si è ridimensionato. La Cassazione, invece, chiede a una diversa sezione della Corte d'Appello di Catanzaro di rivalutare sette posizioni. In primo grado, si ricorderà, Vrenna era stato condannato a quattro anni e per lui era rimasta in piedi anche l'ipotesi di associazione mafiosa nella fattispecie del concorso esterno, oltre che quella di corruzione elettorale con l'aggravante del metodo mafioso e falso, che ressero in Appello. Gallo, ex consigliere regionale, era stato anche lui condannato a quattro anni ma per episodi di corruzione elettorale, ciò che comportò la sospensione dalla carica, e non per concorso esterno in associazione mafiosa, secondo l'originaria impostazione accusatoria. L'ex assessore provinciale di Crotone Giuseppe Puccio, autosospeso dal Prc, fu condannato a tre anni di reclusione ma le ipotesi di corruzione elettorale e voto di scambio furono riqualificate in quelle di abuso d'ufficio e resse per lui l'aggravante mafiosa, in Appello viene meno. Pene pesanti furono inflitte dal gup anche agli esponenti del clan, ma quelle ressero anche in secondo grado. Nella sua requisitoria nel processo di primo grado il pm Bruni aveva auspicato - e il gup condivise quest'impostazione - che non fossero condannati soltanto i presunti affiliati e non venissero scagionati coloro che, sempre secondo l'accusa, facevano affari con i mafiosi. L'inchiesta, che portò a una retata sul finire del 2006, fece luce sul monopolio delle attività economiche all'interno di Praialonga in seguito all'estromissione, da parte del clan, dell'ex amministratore Stefano Forleo. Il condominio Praialonga, rappresentato dall'avvocato Leo Sulla, è parte civile e ieri si è associato alle richieste della Procura generale. Davanti alla Suprema Corte hanno anche discusso gli avvocati Francesco Gambardella e Franco Coppi (per Vrenna), Giancarlo Pittelli e Gaetano Pecorella (per Gallo), Giuseppe Sciumbata e Nicola Cantafora (Puccio), Francesco Verri (per Foglia difeso anche dagli avvocati Vincenzo Cardone e Giovanni Allevato), Arturo Bova (per gli Zicchinello difesi anche da Luigi Villirilli), Aldo Truncè (per Clarà), Luigi Falcone e Pietro Pitari (per Maesano), Enzo Vrenna (per Tassone), Pino Napoli (per Cotrone). Annullata con rinvio. Giuseppe Puccio, di Botricello, di 65 anni, ex assessore provinciale (3 anni per concorso esterno, abuso d'ufficio aggravato dal metodo mafioso previa riqualificazione delle ipotesi di voto di scambio): in Appello assolto dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, pena sospesa e ridotta a 1 anno e 4 mesi. Annullata con rinvio. Giuseppe Clarà, di Crotone, 45 anni (1 anno e 8 mesi per corruzione esclusa l'aggravante mafiosa): in Appello assolto da accuse di corruzione con l'aggravante e pena rideterminata a 1 anno e 4 mesi. Annullata con rinvio. Luigi Cotrone, di Strongoli, 58 anni (1 anno e 8 mesi per corruzione esclusa l'aggravante mafiosa): in Appello pena ridotta a 1 anno e 4 mesi. Annullata con rinvio. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Crotone Accusato di essersi spacciato per medico. Convalidato il fermo ma disposto l’obbligo di dimora Mario Cipriano risponde al gip Ha ammesso di non essere in possesso della laurea ma di avere diversi attestati di GIANLUCA PRESTIA HA risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari di Vibo, Cristina De Luca, fornendo la sua personale versione dei fatti che lo hanno portato a finire sugli organi di stampa. Mario Cipriano, 57enne di Zungri, arrestato con l’accusa di truffa ed esercizio abusivo della professione, si è quindi difeso in sede di interrogatorio. Assistito dal suo legale, l’avvocato Antonio Porcelli, l’uomo, ha presentato tutta una documentazione a supporto delle sue affermazioni ed inerente al rilascio di attestazioni per svolgere attività di fisioterapista e massoterapista, nonché visagista. Ha, quindi, riferito che dell’inesistenza di alcuna attrezzatura di tipo odontoiatrico all’interno del laboratorio presso il quale riceveva la gente e che il trapano sequestrato dai carabinieri della stazione, al termine di un’indagine avviata dopo la denuncia di una donna del luogo, veniva impiegato per la cura dei calli dei piedi e non per attività di tipo odontoiatrico. L’indagato ha, successivamente, precisato di non aver mai svolto l’attività medica precisando che, nel momento in cui si presentavano i “pazienti”, era solito indirizzarli, dopo averne ascoltato i sintomi, presso sanitari specializzati. In sede di convalida il pubblico ministero Santi Cutroneo, che ha coordinato l’attività investigativa dell’Arma, aveva chiesto, nei confronti di Cipriano, la conferma sia del provvedimento di arresto che del- la misura detentiva presso la propria abitazione di Zungri, mentre l’avvocato Porcelli si era espresso per una misura più gradata. Il gip De Luca, quindi, ha confermato l’arresto per il 57enne ma al contempo ha disposto la sospensione del regime della detenzione in casa sostituendola con quella dell’obbligo di dimora. Il caso aveva destato non poco scalpore tra la popolazione non solo zungrese, anche per il fatto che Cipriano è persona conosciuta. L’inchiesta era, come detto, partita a seguito della denuncia di una donna che l’aveva presentata dopo essersi recata presso l’ambulatorio, sito al piano terra del palazzo in L’inchiesta nata dalla denuncia di una donna cui ha sede anche l’abitazione dell’indagato. Qualcosa l’aveva insospettita inducendola a segnalare il tutto agli uomini del maresciallo Dario Randazzo. La conseguente ’attività investigativa, esperita attraverso osservazioni del luogo indicato ed escussioni di testimoni aveva fatto emergere «gravi indizi di colpevolezza» a carico dell’uomo che era stato tratto in arresto intorno alle 2 di notte di martedì scorso. Nel corso della perquisizione il personale della Benemerita aveva anche proceduto al sequestro di alcune attrezzature presenti all’interno del laboratorio (tra cui anche il trapano per la pedicure) oltre ad alcuni bigliettini da visita che l’indagato rilasciava alle persone che si recavano presso lo studio. Il 57enne Mario Cipriano. A lato parte degli strumenti sequestrati nel suo laboratorio Corpo forestale. Una terza deferita per danneggiamento e taglio abusivo di piante Pascolo abusivo, denunciate due persone LAcostante presenza del Corpo Forestale dello Stato sul territorio della provincia vibonese continua a dare i suoi frutti. Denunciate tre persone a piede libero. Le ultime attività, risalenti a giorni addietro e condotte dagli agenti del Comando stazione di Vallelonga (VV), hanno avuto come esito finale, oltre al deferimento delle tre persone anche il sequestro di un ingente quantitativo di materiale legnoso. In località Monte Impiccato di Vallelonga (VV) veniva riscontrato, all'interno di un bosco ceduo di castagno di proprietà comunale, il pascolo abusivo di un gregge incustodito di animali ovi-caprini. Tramite marche auricolari, gli Agenti potevano risalire al proprietario, S.C. da Simbario, il quale veniva deferito all'Au- torità Giudiziaria per pascolo abusivo e danneggiamento. Analoga situazione veniva accertata, a seguito segnalazione, in località Pendina di Vallelonga. Anche in tal caso il detentore degli animali, M.R. da Vallelonga, veniva denunciato a piede libero presso la competente Autorità Giudiziaria; anch'egli dovrà rispondere in ordine al reato di pascolo abusivo e danneggiamento. Ancora, in località Trigne di San Nicola da Crissa si appurava l'abbattimento indiscriminato di 110 piante conifere. Prontamente individuato, l'autore, C.G. da Capistrano, titolare di una ditta boschiva, non era in grado di esibire alcuna autorizzazione al taglio rilasciata dagli organi preposti. A questo punto, come detto, gli uomin agli ordini del comandante provinciale Gaetano Lorenzo Lopez, hanno, pertanto, proceduto a porre sotto sequestro tutto il materiale legnoso, ancora depositato in loco segnalando, di conseguenza, il responsabile presso la competente Autorità Giudiziaria. Lo stesso dovrà rispondere in ordine ai reati di danneggiamento e taglio abusivo di piante, nonché di violazione ai vincoli paesaggistico ambientale ed idrogeologico. L’attività svolta dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato contro i reati rientra in un più ampio ed articolato servizio di controllo del territorio finalizzato al rispetto delle norme in materia ambientale. gl. p. I carabinieri della stazione di San Calogero hanno arrestato un uomo Possibile l’incontro odierno Depurazione i lavoratori Tre ordigni, cartucce per pistola e per fucile di vario calibro dal prefetto Scoperta una Santabarbara IMPRESSIONANTE. Questo il temine che viene, immediato, alla mente, nell’istante in cui i carabinieri hanno rinvenuto una vera e propria “Santabarbara”. Tre ordigni e munizioni per pistola e fucili di vario calibro che hanno portato all’arresto di una persona. L’attività dei carabinieri è avvenuti nel corso di un servizio di controllo del territorio disposto dal comandante della Compagnia di Tropea, Francesco Di Pinto e condotta sul campo dagli uomini della stazione di San Calogero unitamente ai colleghi dell’Aliquota radiomobile della cittadina costiera. Ad essere arrestato in flagranza di reato Cosma Cosma Damiano Sibio Damiano Sibio, 44 anni, con l’accusa di detenzione illegale materiale esplodente. I militari dell’Arma , nel corso di una circostanziata perquisizione hanno, infatti, rinvenuto, all’interno di una cava di proprietà dell’arrestato, un grosso quantitativo di materiale esplo- di DOMENICO MANTELLA Uno degli ordigni rinvenuti dai carabinieri dente di rilevante consistenza. Nello specifico sono stati trovati una bomba a mano a frammentazione di costruzione americana mod. mk2, probabile residuato bellico; un ordigno esplosivo confezionato artigianalmente costituito da recipiente in vetro contenente 5 chilogrammi di sostanza gelatinosa esplosiva innescata con detonatore; un ordigno pirotecnico contenente 1 chilogrammo circa polvere pirica; 14 cartucce cal.12 caricate a pallettoni; una cartuccia calibro 12 caricata a pallini; 11 cartucce calibro 9x21 per pistola; 8 cartucce calibro 7.65 per pistola. Il tutto è stato preso in consegna dal personale della Benemerita che lo ha inviato ai laboratori specializzati dell’Arma per consentire gli opportuni accertamenti, mente Cosma Damiano Sibio è stato tradotto presso l’istituto penitenziario di Vibo Valentia. gl. p. CONTINUA la protesta dei 23 operai che gestiscono, per conto della Cosenza Crati Scarl, i 22 impianti di depurazione delle acque e le 52 stazioni di sollevamento dei 17 comuni facenti parte del liquidando Ato n. 4 della provincia di Vibo. I lavoratori, dopo l’incontro avvenuto ieri mattina con l’amministratore unico della ditta Raffaele Romeo, accompagnato dall’avvocato Mazzotta, insoddisfatti dalle risposte ricevute, sia per quanto riguarda il pagamento delle mensilità arretrate sia per la continuità lavorativa, hanno deciso all’unanimità di proseguire nella loro protesta. «Noi riusciamo a capire – hanno dichiarato alcuni di essi – come la ditta non riesca ad onorare gli impegni con le maestranze. Siamo delusi – hanno continuato le tute blu – per quanto è accaduto negli ultimi mesi, con tante riunioni ai vari livelli che purtroppo non hanno portato ad un cambiamento di rotta, ma a soltanto a soluzioni temporanee». Per cercare di risolvere lla situazione in tarda mattinata potrebbe esserci un incontro, non ancora confermato al momento di andare in stampa, nell’Ufficio territoriale del Governo tra le parti in causa. Si spera che la trattativa possa avere gli esiti sperati, affinchè i lavoratori tornino ai loro posti di lavoro e gli impianti depurativi continuino ad avere una normale attività di monitoraggio. BREVI A FRANCESCO TASSONE Annullata l’ordinanza di custodia cautelare LA seconda sezione penale del tribunale del riesame di Catanzaro (Presidente Rinardo; giudici Perri e Tarantini) ha annullato limitatamente al reato di associazione l’ordinanza di custodia cautelare disposta nei riguardi di Francesco Tassone, 21 anni, di Soriano, detenuto in regime di arresti domiciliari e coinvolto nell’operazione “Business Cars” su un presunto giro di usura ai danni di tre titolari di autosaloni della provincia vibonese. Durante l’udienza camerale il procuratore Mario Spagnuolo aveva effettuato una cospicua produzione documentale sostenendo l’esistenza di un sodalizio criminale e la partecipazione attiva dello stesso Tassone, figlio di Giovanni Battista indicato quale il capo dell’associazione, difeso dagli avvocati Diego Brancia e Valeria Primerano. Condotta associativa finalizzata all’estorsione e all’usura che quindi, resta contestata, oltre al genitore dell’indagato, anche a Girolamo Macrì, Nazzareno Pugliese e Luigi Caré. LA PRECISAZIONE Vincenzo Lo Tartoro non è stato indagato VINCENZO Lo Tartoro non risulta indagato nell’inchiesta della Guardia di Finanza su una presunta truffa per la prescrizione di medicinali a persone defunte. A renderlo noto è l’avvocato della famiglia Lo Tortoro, per volontà della vedova dell’uomo. Il legale, Giovannina Lo Cane precisa «che nessuna indagine è stata effettuata dalla procura di Vibo». Prendiamo atto della dichiarazione dell’avvocato ma precisiamo che il nome figurava nell’avviso di conclusione delle indagini. E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro Vibo 21 Mercoledì 30 novembre 2011 Poste Italiane SpA - Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1, comma 1, DR/CBPA-SUD/CS/56/2006 valida dal 06/04/2006 direttore piero sansonetti anno VI numero 330 mercoledì 30 novembre 2011 € 1,00 PALERMO La cupola di Cosa nostra si appoggiava ai Piromalli quotidiano d’informazione regionale PALERMO Decapitati i vertici della nuova cupola di Cosa nostra che aveva messo radici a Palermo. Si tratta di vecchi mafiosi usciti dal carcere e nuove leve pronte a riconquistare il terreno perduto. Un gruppo criminale con mire di egemonia che è stato stroncato da un’operazione di polizia che ha portato a 37 arresti. Avevano chiesto aiuto ai Piromalli per gestrire il narcotraffico. OGGI Sanità, stop agli atti Asp COSENZA Tanti i nodi per la Sanità: anche le linee guida degli atti aziendali delle Asp nel mirino del “Massicci”. > pagina 5 > pagina 15 ’Ndrine e politica 140 anni di carcere all’interno di SPECIALE L’ORA del LAVORO a cura di Porto, pressing sul governo Monti Si è concluso con 17 condanne e un’assoluzione il processo Meta nei confronti di presunti affiliati alle cosche di Reggio Calabria Il processo “Meta” contro soggetti ritenuti al vertice delle consorterie mafiose di Reggio Calabria e provincia tiene alla prova processuale. Ieri il gup Trapani ha condannato gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato ad una pena complessiva di 140 anni di carcere. Solo Rocco Creazzo è stato assolto. Viene confermata, dunque, la bontà dell’indagine condotta dal pm Giuseppe Lombardo anche se le condanne risultano inferiori rispetto alle richieste presentate dal magistrato. Il procedimento, infatti, vede alla sbarra il gotha delle 'ndrine ed ha messo in luce i rapporti tra mafia, politica e la cosiddetta "zona grigia". Risultano coinvolti anche imprenditori e professionisti. L’ADDIO Il dolce suicidio di Lucio Magri > pagina 16 DI PIERO SANSONETTI Lunedì sera a Zurigo, è morto Lucio Magri, a 79 anni. E’ morto per eutanasia, cioè per suicidio assistito in clinica. Aveva “rotto” con la vita dopo la morte della moglie. E’ stato per mezzo secolo una delle figure più originali e affascinanti di comunista. > pagina 4 > pagina 7 REGGIO > pagina 10 Uccise per 20 euro Chiesti sedici anni GIOIA T. Sedici anni di reclusione: questa la richiesta che il pm ha formulato nei confronti di Giacomo S. il quindicenne che uccise con un colpo di pistola di piccolo calibro il giovane Tony Battaglia, titolare del bar sala giochi. Mafia e poteri collusi Macrì sta con Lombardo > pagina 7 MORIRE DI LAVORO Damiano, ammazzato dai “profumi” della Eternit > pagine 12 e 13 GIOIA TAURO Nuovo tavolo alla Regione con tutti gli attori istituzionali sul futuro del porto di Gioia Tauro: elaborato un documento di sintesi con le richieste da presentare al governo Monti. Tra le richieste spiccano gli sgravi per il transhipment e anche la riduzione della banchina a Mct, in modo da consentire una maggiore concorrenza nello scalo. La storia di Damiano Toscano, emigrato nel 1968, a 19 anni, per andare a lavorare nello stabilimento Eternit di Niederurnen, in Svizzera. Dodici anni passati a modellare materiali e scaricare sacchi pieni di polveri di amianto, che alla fine non gli hanno lasciato scampo. Damiano è morto il 19 maggio scorso, di mesotelioma pleurico. Avrebbe compiuto 62 anni ad agosto. La moglie Cettina e il figlio Marco raccontano il calvario vissuto in un anno e mezzo, tanto è il tempo trascorso dalla scoperta della malattia alla morte. Un anno e mezzo passato a girare l’Italia per esami e terapie. Neppure l’intervento chirurgico è riuscito a salvarlo. Perché per il mesotelioma, la malattia dell’amianto, non esistono cure. “Why Not” Giudice trasferito Slitta l’udienza CATANZARO E’ slittata l’udienza Why not. Un rinvio che si è reso necessario dopo il trasferimento del giudice Battaglia. > pagina 9 > pagina 14 Commissario del Pd In pole c’è Bubbico COSENZA Grandi manovre in casa Pd per il dopo-Musi in Calabria. Venerdì i big calabresi dovrebbero essere a Roma per un confronto con il partito nazionale, mentre come nuovo commissario spunta il nome dell’ex sottosegretario Bubbico. LUNA ROSSA di Pasquino Le unghie Nell'ordine dei lavori delle istituzioni elettive c'è sempre un argomento che ha diritto di precedenza sul resto e c'è sempre un argomento che può essere procrastinato. Per esempio, non c'è fretta a legiferare sui tagli alla politica. Il Consiglio regionale della Calabria ci ha abituati ad attendere per domani ciò che non sarà fatto oggi. L'unica cosa certa è che i consiglieri regionali sono disposti solo e soltanto a farsi tagliare le unghie. Che sono cellule morte. 5 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 M E R I D I A N I & calabria ora P A R A L L E L I cronaca roma Le mamme degli allievi: «Scattone prof modello» Trentasei in manette. I boss puntavano agli affari di Zamparini Se la mafia siciliana si rivolge alle ’ndrine In foto il bacio sulle labbra tra il boss Giulio Caporrimo e Giuseppe Serio In alto a destra alcuni esponenti della Cupola in uno dei diversi incontri che avvenivano periodicamente PALERMO I nuovi capi delle famiglie mafiose di Palermo si riunivano in una delle sale trattenimento più note della città, Villa Pensabene. Facevano grandi pranzi, con l’immancabile antipasto di ostriche e panelle, intanto discutevano del futuro di Cosa nostra siciliana. Spesso e volentieri però si rivolgevano alla ’ndrangheta per ciò che concerneva lo spaccio. Non immaginavano certo di essere pedinati e intercettati. E invece, adesso, c’è un lungo film che ritrae le ultime riunioni della Cupola mafiosa: gli uomini che avanzano sulla scena con aria sicura sono vecchi mafiosi appena usciti dal carcere, ma anche insospettabili, sono i rappresentanti dei tre mandamenti più autorevoli di Cosa nostra: Tommaso Natale, Brancaccio e Passo di Rigano. La scorsa notte, 36 fra capi e gregari sono stati fermati da polizia, carabinieri e guardia di finanza su ordine della Procura distrettuale antimafia di Palermo diretta da Francesco Messineo e coordinata dagli aggiunti Antonio Ingroia e Ignazio De Francisci. Nella parte occidentale della città, fra Tommaso Natale e Resuttana, comandava un boss tornato in libertà da appena un anno, Giulio Caporrimo: la domenica, era spesso nella tribuna vip dello stadio Barbera, grazie ai biglietti che gli procurava un suo insospettabile fidato, il gestore del bar dello stadio, Giovanni Li Causi, arrestato pure lui. Secon- inchiesta iblis do la ricostruzione dei carabinie- vare le giuste raccomandazioni. ri del Nucleo Investigativo, Li Causi avrebbe tentato di piazzaIl tesoro di Cosa nostra re ditte vicine a Cosa nostra ne- C’era un manager d’eccezione a gli spazi espositivi del nuovo cen- gestire il patrimonio milionario tro commerciale del presidente di una delle famiglie storiche di del Palermo Maurizio Zampari- Cosa nostra siciliana: Nunzia ni, in corso di realizzazione. I Graviano, la sorella dei boss Fiboss puntavano anche a gestire i lippo e Giuseppe, condannati per lavori del nuovo stadio: il cantie- le stragi del 1992-1993 e rinchiure deve essere ancora aperto, ma si al carcere duro. La sezione Crigià i boss cercavano di mettere le minalità organizzata della squadra mobile ha seguito alcuni mamani sui subappalti. Fra gli insospettabili del clan di fiosi di Brancaccio fino a Roma, Tommaso Natale, il nucleo spe- dove risiedeva Nunzia Graviano, ciale di polizia valutaria della Fi- in un'elegante palazzina di via nanza ha scoperto anche un pen- Santa Maria Goretti 16: i boss avevano il comsionato delpito di consel’Amat, l’azienda Gli eredi gnare alla dontrasporti della dei Graviano na il denaro delcittà: Calogero le estorsiorni e Di Stefano è un avevano quello proveex responsabile continui contatti niente dalla gedel movimento con i Piromalli stione del patricristiano lavoramonio immobitori, come lo era stato un altro boss, l’architetto liare. Poi, ripartivano immeditaGiuseppe Liga, in carcere ormai mente per la Sicilia. A Palermo, da un anno. L’indagine su Tom- gli eredi dei Graviano incontramaso Natale è stata coordinata vano anche rappresentanti della dai pm Francesco Del Bene, Gae- ’ndrangheta specialisti nel traffitano Paci, Annamaria Picozzi, co di droga, come Gioacchino PiLia Sava e Marcello Viola. Capor- romalli. E intanto, continuavano rimo e il suo clan puntavano a a fare la loro vita da insospettabirealizzare un grande locale sul li: Giuseppe Arduino, consideramare di Sferracavallo, e per que- to al vertice del mandamento, sto avevano bisogno di diverse era ufficialmente solo un fattoriautorizzazioni amministrative. no dell’hotel San Paolo Palace, Sembra che fossero già riusciti a confiscato negli anni Novanta contattare alcuni politici per tro- proprio ai fratelli Graviano. caso ianniciello Per il concorso esterno chiesta Ucciso per una partita di calcio l’archiviazione di Lombardo Fermato il padre del killer CATANIA La Procura della Repubblica di Catania ha formalizzato la richiesta di archiviazione dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lom- bardo (in foto), e per suo fratello Angelo, deputato Mpa alla Camera. La richiesta è stata firmata qualche giorno fa dal procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e dal coordinatore della Dda per l’area Santapaola, Carmelo Zuccaro. La proposta, che passao ora all’esame del Gip, è stata formulata dopo il pronunciamento del Csm, che all’inizio dell’autunno aveva ritenuto che «l’esercizio dell’azione penale per un reato diverso da quello originariamente ipotizzato non esime dall’obbligo di richiedere l’archiviazione anche per i fatti che non risultino inclusi nella nuova qualificazione giuridica privilegiata dal procuratore della Repubblica». Per fratelli Lombardo, infatti, la Procura nell’ambito dell’inchiesta “Iblis” aveva deciso di contestare il voto di scambio, fissando l'udienza dinanzi al giudice monocratico per il 14 dicembre prossimo. sa. fa. CASERTA E’ ritenuto responsabile di omicidio e tentato omicidio in concorso con il figlio, Ferruccio Topa, padre di Raffaele, il giovane che lo scorso 22 giugno, durante una lite scoppiata al termine di una partita di calcetto a Sant’Arpino, nel Caserta- no, ferì a morte con un coltello Elpidio Ianniciello (in foto) - deceduto prima di giungere in ospedale - e un altro giovane, Giulio Iorio, finito in prognosi riservata dopo un delicato intervento chirurgico. Ieri, la squadra mobile di Caserta - diretta dal vice questore Angelo Morabito ha eseguito nei confronti di Ferruccio Topa, 44enne di Grumo Nevano (Napoli), un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura della Repubblica. Raffaele Topa fu arrestato il giorno dopo l’omicidio ma le indagini sul padre - che ha precedenti per azioni violente compiute nel corso di competizioni sportive e destinatario di provvedimento di divieto di accedere alle manifestazioni sportive (Daspo), emesso dal Questore di Napoli - sono proseguite per mesi consentendo agli investigatori di individuare le sue responsabilità nella vicenda. MILANO I genitori degli allievi di due classi del liceo romano, in cui da settembre insegna l’ex assistente universitario de La Sapienza condannato a 5 anni e 7 mesi per l’omicidio di Marta Russo, non vogliono che se ne vada. Anzi chiedono “insistentemente” che resti perché «è un professore modello». La famiglia di Marta si era indignata per il fatto che Scattone insegnasse nella stessa scuola un tempo frequentata dalla figlia. «Basta polemiche e strumentalizzazioni. Giovanni Scattone è un professore modello, chiediamo insistentemente che resti al Cavour» dice una madre, Daniela Polito. «Ci fidiamo di lui», seguita a spiegare la signora Polito. riccione Party con l’ecstasy: diciottenne in coma RICCIONE Per festeggiare il suo diciottesimo compleanno aveva organizzato una serata in discoteca. Cocktail, musica, ragazze e una pasticca di ecstasy che per un soffio non gli ha rubato la vita. Ora il giovane, originario di Cattolica, sta lottando contro la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Riccione. Quando è arrivato in pronto soccorso, le sue condizioni erano disperate. Al momento la prognosi resta riservata, ma i medici sono ottimisti. Il referto, scrive il quotidiano “Il Resto del Carlino”, parla di intossicazione da mentanfetamina, il principio attivo dell’ecstasy. Non è chiaro come il neomaggiorenne abbia assunto la sostanza, se in una pasticca o sciolto in un maxi beverone letale. L’unica cosa certa è la reazione sul giovane: i tremori, le allucinazioni e il malore. I medici hanno subito sedato e intubato il ragazzo, poi la dialisi e il coma farmacologico indotto. Ora si attendono i miglioramenti, ma in ospedale tutti sono fiduciosi. rai Risparmi per 85 milioni Si tratta con la Lega Calcio MILANO Il Cda della Rai ha approvato all’unanimità una serie di interventi di natura straordinaria proposti dal direttore generale, Lorenza Lei. Lo comunica l’azienda in una nota. Un pacchetto di interventi e azioni di risanamento per lo sviluppo pari, a regime, a cira 85 milioni. Gli interventi varati saranno seguiti da altre misure nel budget 2012 e troveranno completamento nel Piano Industriale 2012-2014 attualmente in fase di predisposizione. «Complesse trattative con la Lega Calcio» sono ancora in corso in relazione ai diritti tv per la messa in onda di trasmissioni sportive, ovvero legate al campionato di calcio. dal POLLINO alloSTRETTO calabria ora MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 PAGINA 7 emergenza giustizia INDAGARE la “zona grigia” incidere effettivamente e significativamente sulla conservazione o sul rafforzamento delle capacità operative dell’organizzazione criminale di tipo mafioso (o di sue articolazioni settoriali o territoriali) e sul perseguimento, anche parziale, del suo programma criminoso». Secondo il magistrato, dunque, «appare evidente che il condizionamento che il politico subisce per effetto di tale condotta non può che portare alla certa assunzione di impegni verso l’organizzazione, anche se non esplicitati nel corso del singolo incontro intercettato, la cui serietà e concretezza deriva dalla serietà e concretezza dell’interlocutore mafioso». L’annotazione tecnica diventa quasi obbligatoria: «Nel nostro sistema normativo non è codificato il fatto-tipico in esame, è un reato che la giurisprudenza ha creato facendo buon uso della portata estensiva dell’istituto del concorso di persone nel reato, di cui all’art. 110 c.p., sul precetto di cui all’art. 416bis c.p.. L’essere delitto di creazione giurisprudenziale vuol dire che è stata la stessa magistratura a creare il delitto ed a delinearne le caratteristiche, i confini applicativi e gli ambiti di rilevanza penale». Lombardo si chiede, quindi se «siamo sicuri che la stessa giurisprudenza non fosse in grado di fare di più? Siamo siNon posso che curi che, dopo una iniziale tenessere pienamente denza ad allargare i confini della rilevanza penale, l’aver d’accordo con scelto di restringere l’ambito quanto il collega di applicazione di tale figura Lombardo delittuosa, sulla base delle più recenti sentenze sul punto, ha detto a Bologna fosse l’unica via percorribile La zona grigia per evitare l’eccessivo, e quinnon sfugga alla di incontrollato, allargamento applicativo della predetta fatdoverosa attenzione tispecie?». Lombardo è coninvetigativa DECISO Il procuratore generale di Ancona,Vincenzo Macrì vinto che «l’attuale assetto della giurisprudenza mantieriale». Parole chiare, dunque, quelle di Macrì: il quale si integra il reato di concorso esterno ne al di fuori dalla rilevanza penale condotte nessuno pensi che, solo perché eletto, possa in associazione mafiosa per il politico che si ri- che, per l’evidente disvalore che le caratterizassumere comportamenti che si confanno al volge al mafioso e ne rafforza il potere dando za, andrebbero ampiamente sanzionate». Un sistema mafioso. Tanto più chi, per risultare spazio all’antistato. «L’aver legittimato l’inter- concetto molto chiaro e che trova già parecchi vincitore alla competizione elettorale, chiede locutore mafioso, a mio modo di vedere – spie- riscontri negli ambienti giudiziari, convinti col’appoggio dei boss. Come abbiamo anticipa- ga Lombardo – deve divenire evento punibile me si è che certi comportamenti non possano to ieri, infatti, il pm Lombardo, nel corso del a titolo di concorso esterno nel delitto di cui al- rimanere impuniti. suo intervento al convegno di Bologna, ha vo- l’art. 416bis c.p. e quella del politico deve esseCONSOLATO MINNITI luto anche spiegare tecnicamente il motivo per re qualificata condotta causalmente in grado di [email protected] Il procuratore Macrì rilancia il monito del magistrato Lombardo contro i colleghi che si fermano davanti alle collusioni mafia-politica REGGIO CALABRIA «Uniformità ed indipendenza davanti ai poteri forti». È uno abituato a non parlare per frasi fatte il procuratore generale di Ancona, Vincenzo Macrì. Lui che è stato pubblico ministero antindrangheta a Reggio Calabria e poi aggiunto alla Direzione nazionale guidata da Piero Grasso, sa benissimo come funzionano i meccanismi che governano i rapporti tra mafia e politica. Macrì sa e per questo non fa fatica a precisare un concetto: «Non posso che essere pienamente d’accordo con quanto il collega Lombardo ha detto a Bologna al convegno indetto da Libera». Il magistrato non fa sconti e, interpellato da Calabria Ora, rilancia alla grande le parole pronunciate dal pm della Dda reggina. «Prescindendo, ovviamente, da ogni riferimento a fatti e vicende reali, deve convenirsi con il primato di principi costituzionali quali quello dell’obbligatorietà, dell’azione penale e dell’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Ciò comporta – spiega Macrì – che il metro di giudizio usato dal giudice deve essere uniforme sia che si tratti del fruttivendolo che aderisce ad una cosca per ignoranza o necessità, sia che si tratti di esponente politico apicale, che ha tutti i mezzi per essere correttamente informato e valutare la portata e le conseguenze dei suoi comportamenti». Il procuratore generale di Ancona entra ancor più nel dettaglio e afferma che «la valutazione va fatta caso per caso, e dunque non vi sono regole generali in materia, l’importante è che vi sia uniformità nei criteri di applicazione della legge e assoluta indipendenza del magistrato, requirente o giudicante, nei confronti dei poteri forti di ogni genere. Questo mi pare di leggere nelle parole del giovane collega, parole che in questo momento storico appaiono di straordinaria attualità e rilevanza». Vi è un altro aspetto delle parole di Lombardo che, a giudizio di Macrì, deve essere ripreso e rilanciato: «Pertinente il richiamo all’obbligo dell’investigazione, che costituisce componente essenziale dell’esercizio obbligatorio dell’azione penale, così come alla lesione della giurisdizione che si produce allorché l’inerzia investigativa le precluda, in tutto o in parte, la possibilità di pronunciarsi su una determinata vicenda». Poi l’affondo durissimo nei riguardi di quella che viene ormai definita “zona grigia”: «Ogni caso fa storia a sé, anche con riguardo alla individuazione della fattispecie di reato rinvenibile in concreto, ma certamente vi è l’esigenza che l’area della politica, la famosa zona grigia di cui tanto si parla nei convegni, non sfugga alla doverosa attenzione investigativa e che la legittimazione elettorale non può autorizzare comportamenti oggettivamente integrati nel sistema mafioso territo- le donne delle cosche Le quote rosa della ’ndrangheta: storie d’onore e ribellione Il punto in un convegno organizzato dalla Fondazione Marisa Belisario a Reggio Calabria REGGIO CALABRIA L’altra metà del cielo della ’ndrangheta, le donne, sono «complici consapevoli» e «testimoni silenziose». In prima linea nella gestione degli affari di famiglia, quelle che tengono saldi i legami parentali. Su questo argomento la Fondazione Marisa Bellisario ha organizzato il convegno che si è svolto ieri mattina a palazzo Campanella. La presidente Lella Golfo ricorda che le donne di potere sostengono i latitanti e si spendono in prima persona nei traffici illeciti, «sono donne che educano i loro figli alla vendetta, che trasmettono loro i codici mafiosi. Madri che offrono all’esercito della ’ndrangheta una generazione cresciuta nell’illegalità e che nell’illegalità cerca e trova il proprio futuro». Ma parla anche degli esempi positivi, delle donne che si sono ribellate come Rita Di Giovine, Lea Garofalo, Tita Buccafusca e Maria Concetta Cacciola. L’idea del convegno è nata all’indomani delle immagini delle donne della cosca Tegano che applaudivano al boss e lo invocavano come uomo di pace. Il presidente Giuseppe Scopelliti ha posto l’accento sulla necessità per gli uomini politici e delle istituzioni di una amministrazione trasparente e affermato che «i ragazzi hanno capacità di scegliere, bisogna però offrire loro modelli positivi». Sono stati presentati i risultati di un’indagine condotta su mille italiani da Euromedia Research su come vengono viste le donne di ’ndrangheta. «Al nord e al centro pensano che le donne possano scegliere, a una condizione libera della donna che può essere artefice del proprio destino. Al sud invece gli uomini vedono le donne relegate in un ruolo marginale pur conoscendo e prendendo coscienza dell’importanza che loro stesse tessono nell’organizzazione ’ndranghetista» ha spiegato Alessandra Ghisleri. Il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone ha letto l’intercettazione di una donna di Seminara che dopo la morte del marito, ucciso in un agguato, ha chiamato la figlia che si era trasferita in una regione del nord cercando di rifarsi una vita lontana minacciandola se non si fosse precipitata in Calabria “altrimenti considerate che non avete più famiglia”. Il vice capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Simonetta Matone ha riportato alcuni dati: le detenute donne di alta sicurezza sono in tutto 222 in Italia, di cui 132 nate in Campania, 23 in Calabria, 18 in Puglia e 18 in Sicilia. Nessuna calabrese è in regime di carcere duro. Annalia Incoronato 8 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 D A L P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O Meta, inflitti 140 anni di carcere Regge l’impianto accusatorio della Dda: solo un’assoluzione, 17 le condanne REGGIO CALABRIAUna sentenza durissima, più nella sostanza che nella quantità di anni di carcere inflitti. Regge alla grande l’impianto accusatorio di “Meta”. Dopo sette ore di camera di consiglio, il gup Adriana Trapani ha letto il dispositivo con il quale ha condannato diciassette soggetti ed assolto soltanto Rocco Creazzo da tutti i capi d’imputazione a lui ascritti. È un provvedimento complesso quello stilato dal gup Trapani. Gli anni di carcere inflitti totalmente sono 140, e risultano inferiori rispetto alle richieste del sostituto procuratore Giuseppe Lombardo. Tuttavia, la condanna di tutti gli imputati certifica la bontà dell’inchiesta nata dalle indagini sulla cattura del boss Pasquale Condello. La pena più pesante (15 anni) è stata inflitta a Pasquale Buda il quale, secondo l’accusa, ha un ruolo direttivo in seno alla cosca Buda-Imerti attiva Risarcimenti nei comuni di Villa milionari per lo San Giovanni e Fiumara di Muro. Stato e gli enti Stangata anche per locali costituiti Santo Le Pera, ritenuparte civile to uomo di vertice dalla cosca Rugolino, operante nei territori di Catona e Sambatello. Per lui il gup ha deciso una condanna a 13 anni e otto mesi di reclusione. Le Pera, presente in aula alla lettura del dispositivo, è stato tratto in arresto dagli uomini dell’Arma. Pena assai pesante anche per l’altro boss Rocco Zito, che dovrà scontare 13 anni e quattro mesi di prigione. A poco sono servite le sue dichiarazioni spontanee ieri, prima della camera di consiglio, dove l’uomo ha proclamato la propria innocenza. Una condanna di rilievo è arrivata anche per l’avvocato Vitaliano Grillo Brancati accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e turbata libertà degli incanti. Il professionista dovrà scontare nove anni e otto mesi di reclusione. IL VERDETTO Dopo sette ore di camera di consiglio il gup Trapani ha letto il dispositivo. Nella foto l’aula bunker di Reggio dove si è celebrato il proceso Condannati anche tutti gli appartenenti alla famiglia Condello. L’unico a rimediare l’assoluzione per un singolo capo d’imputazione (l’estorsione a Frascati) è Demetrio Condello che è stato condannato a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa. Nei confronti di Francesco Condello (difeso dagli avvocati Gianfranco Giunta e Francesco Calabrese), invece, il gup ha derubricato il reato di associazione mafiosa in favoreggiamento semplice e lo ha condannato alla pena di due anni e quattro mesi di carcere a fronte dei 10 richiesti dall’accusa. Assolti da singoli capi d’imputazione anche Giuseppe Greco e Francesco Rodà. Pena dimezzata, rispetto alle richieste, per il “barone” Salvatore Mazzitelli, condannato a 3 anni di reclusione per intestazione fittizia di beni. Mazzitelli è il proprietario del lido “Calajunco”, sottoposto a sequestro dalla magistratura perché ritenuto di proprietà del boss Cosimo Alvaro. Il gup Trapani, infine, ha disposto la sospensione della pena per Giovanni Canale, condannato a due anni SENTENZA DI PRIMO GRADO LE CONDANNE Demetrio Condello 15 anni Antonino Cianci 9 anni Domenico Barbieri 10 anni e 4 mesi Rocco Zito 13 anni e 4 mesi Domenico Corsaro 9 anni Santo Le Pera 13 anni e 8 mesi Francesco Priore 10 anni Rocco Creazzo assolto Domenico Cambareri 9 anni Francesco Condello 2 anni e 4 mesi Domenico Fr. Condello 2 anni e 4 mesi Francesco Rodà 9 anni Giuseppe Greco (1960) 5 anni Vitaliano Grillo Brancati 9 anni e 8 mesi Salvatore Mazzitelli 3 anni Giovanni Canale 2 anni Giandomenico Condello 9 anni di prigione. Il giudice ha poi deciso pesantissimi risarcimenti del danno nei confronti delle parti civili. Per lo Stato Italiano, la Regione Calabria e la Provincia, l’importo è di due milioni di euro a testa. Viene risarcita anche l’associazione “Libera” con 500mila euro; per il Comune di Reggio, invece, arrivano due milioni di euro; 500mila euro ciascuno per i comuni di San Roberto e Fiumara di Muro e un milione per quello di Villa San Giovanni. bito un incendio e di aver incontrato nella sua gioielleria, qualche giorno dopo, Ginese il quale gli avrebbe detto: «Sono tempi brutti, prepara qualcosa per la famiglia altrimenti ti daranno fastidio». E, dopo quell’evento, Curto fu vittima di un furto presso la propria abitazione. I legali hanno mostrato ieri le denunce sporte all’epoca: quella dell’incendio datata 5 gennaio e quella del furto datata 8 gennaio. Deducendo, quindi, che gli unici giorni in cui avrebbe potuto incontrare Ginese sarebbero stati o il 6 gennaio (Epifania) o il 7 (all’epoca domenica) e in entrambi i casi si trattava, a dire della difesa, di giornate in cui la gioielleria era chiusa. Da qui gli avvocati hanno poi contestato il presunto legame tra Ginese e gli Straface, soffermandosi anche su quanto riferito in merito dai collaboratori di giustizia, le cui dichiarazioni sarebbero inattendibili nonché discordanti poiché, anche su elementi rilevanti, non vi sarebbe la cosiddetta “convergenza del molteplice”. Sulla inattendibilità dei pentiti sono state in gran parte incentrate anche le arringhe di altri legali, tra cui gli avvocati Raffaella Accroglianò e Enzo Galeota difensori di Antonio Piccoli. L’avvocato Lucio Esbardo, difensore di Giuseppe Presta e Attilio Martorelli, ha parlato di genericità della chiamata in reità fatta dai collabo- CONSOLATO MINNITI [email protected] gratteri Santa Tecla, la difesa contesta le accuse dell’imprenditore Curto CORIGLIANO (CS) Sempre più agguerrito il collegio difensivo, che oggi si appresta a concludere la fase delle arringhe nell’ambito del giudizio con il rito abbreviato a carico di 73 persone coinvolte nella maxioperazione antimafia “Santa Tecla”, che ha inferto un duro colpo al “locale” di Corigliano. Dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro Tiziana Macrì, all’udienza di ieri la difesa ha duramente contestaEccepita to le accuse mosse dall’inattendibilità l’imprenditore Pino Curto (presunta vittima di dei pentiti. Oggi estorsione e parte civile ultime arringhe nel processo unitamente della difesa alla moglie) nei confronti dell’imputato Carmine Ginese, per poi soffermarsi anche sulla inattendibilità dei collaboratori di giustizia nonché sulle discordanze nelle loro propalazioni. Nel particolare, gli avvocati Giovanni Zagarese e Pasquale Di Iacovo, difensori di Ginese (detenuto a L’Aquila in regime di 41bis, dove di recente ha anche accusato un malore) hanno illustrato al gup una circostanza specifica tentando di smontare il castello accusatorio nonché le dichiarazioni dello stesso Curto che accusava Ginese di averlo minacciato. In pratica, l’imprenditore avrebbe riferito di aver su- 8 anni Pasquale Buda «Nessuna trattativa per evitare Duisburg» Carmine Ginese ratori nei confronti del “gruppo Presta”, soffermandosi poi sulle captazioni telefoniche poste alla base delle contestazioni mosse a Martorelli che ha definito prive di elementi dai quali si può evincere l’organicità del proprio assistito alla cosca. Le discussioni sono proseguite poi con le arringhe degli avvocati Claudia Conidi e Ennio Curcio (difensori del collaboratore di giustizia Antonio Di Dieco) nonché dei difensori di alcuni imputati del cosiddetto “filone milanese”. Le arringhe della difesa si concluderanno all’udienza di oggi, mentre la sentenza di primo grado è prevista per il prossimo 16 dicembre. ROSSELLA MOLINARI [email protected] L’intervento delle istituzioni tramite una trattativa con la ’ndrangheta, all’insaputa della magistratura, per evitare una guerra di mafia dopo la strage di Duisburg del 2007: questo il tema centrale della prima puntata de “Gli Intoccabili”, il programma di inchieste condotto da Gianluigi Nuzzi, andato in onda ieri sera su LA7. «E’ la prima volta - ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, ospite in studio - che sento di una trattativa». «È la prima volta Sull’aperche sento di una tura di un fascicolo in trattativa con le proposito istituzioni per Gratteri ha evitare la strage» aggiunto: «Domani ne parlo con il capo dell’ufficio, il procuratore, e vediamo. Io lo farei perché le trattative corrodono le indagini ed è anche una perdita di immagine per noi». «Sono arrabbiato. Con le trattative - ha detto ancora Gratteri - si può solo arginare o pareggiare la partita. La trattativa non è la strada. Mi disturba e mi mette a disagio sapere che ci sia stata: non mi è parso che ci siano state imbeccate nell’indagine sulla strage di Duisburg». 9 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 D A L CATANZARO «Ma io il dottor Cipri neppure lo conosco. E poi di questo concorso per primario di Neurochirurgia ai Riuniti di Reggio ho saputo solo leggendo l’informazione di garanzia…». Il sorriso di Saverio Zavettieri malcela il disappunto per la scocciatura. Ha appena lasciato gli uffici della Procura di Catanzaro dove, accompagnato dall’avvocato Gioconda Soluri, è stato interrogato dal pm Gerardo Dominijanni. Il procedimento che l’ha risucchiato si profila come uno dei più singolari della storia recente. I fatti risalgono a sei anni addietro, quando il vecchio leone socialista era assessore nella giunta regionale di Giuseppe Chiaravalloti. Allora manager dell’Asp di Reggio era Renato Carullo che - secondo l’accusa - venne licenziato dalla Regione dopo essersi rifiutato di proclamare vincitore del concorso il dottor Saverio Cipri, camice bianco di prestigio nel campo dell’alta neurochirurgia endoscopica. Per tutto ciò Saverio Zavettieri, unitamente all’ex governatore Chiaravalloti, agli allora colleghi di giunta Alberto Sarra e Gianfranco Luzzo e allo stesso dottor Cipri, è finito sul registro degli indagati per tentata concussione. Ma l’aspetto più sorprendente della vicenda viene dopo, perché a seguito della rimozione, l’ex dg Carullo fu vittima, unitamente alla moglie ed alla figlia, di alcuni gravi atti intimidatori: gomme delle auto squarciate ed una tanica di benzina sistemata nelle vicinanze. Danneggiamenti e minacce, con tanto di aggravanti, per i quali sono oggi indagati nientemeno che Sarra e Cipri. La premessa è d’obbligo ed appartiene all’avvocato Soluri: «Il pm Dominijanni - dice - è un magistrato serio e fa il suo lavoro con scrupolo. Il disappunto dell’onorevole Zavettieri è per la vicenda in sé e per i fatti che lo vedono chiamato in causa ingiustamente». E così via allo sfogo, che ripercorre i punti dell’interrogatorio, durato circa venti minuti, reso al pubblico ministero. «Non so chi sia il dottor Cipri e, quindi, figuriamoci che interesse avrei avuto affinché fosse nominato primario all’esito di un concorso del quale ignoravo pure l’esistenza». E il dottor Carullo?: «L’ho visto solo una volta, nel corso di un incontro al quale partecipai per una mera casualità. Il dot- CATANZARO È slittata l’udienza Why not a carico delle 27 persone rinviate a giudizio nell’ambito dell’inchiesta su presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblci. Un rinvio che si è reso necessario dopo il trasferimento del giudice del Tribunale collegiale Antonio Battaglia al Palazzo di giustizia di Palmi. Per evitare situazioni di “stop and go” in un procedimento già in corso, in queste ore si sta formalizzando la procedura perché il magistrato possa essere applicato nel capoluogo calabrese solo ed unicamente per continuare a seguire il processo Why not. La richiesta è stata inoltrata dal presidente del Tribunale Domenico Ielasi e intanto hanno già fornito in merito parere favorevole il presidente del Tribunale di Palmi e i Consigli giudiziari di Catanzaro e Reggio, in attesa che si pronunci in maniera definitiva il Csm. Nella prossima udienza, fissata per il prossimo 6 dicembre, è prevista la deposizione del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Chiaravalloti, nei cui confronti si ipotizza l’apertura di un’indagine dopo che il giudice per le udienze preliminari, Abigail Mellace, aveva chiesto la trasmissione degli atti alla Pro- P O L L I N O calabria A L L O ora S T R E T T O Zavettieri: «Io parte lesa sono stato calunniato» Lo strano caso “Sarra-Cipri”. L’ex assessore interrogato dal pm Io il dottor Cipri neppure lo conosco. Di questo concorso per primario di Neurochirurgia ai Riuniti di Reggio ho saputo solo leggendo l’informativa... Le intimidazioni che subì Carullo risalgono al maggio del 2005, ma il mandato della giunta Chiaravalloti finì a marzo Il pm Gerardo Dominijanni Saverio Zavettieri, indagato per tentata concussione Saverio Zavettieri tor Carullo - spiega Zavettieri - era sponsorizzato da Sarra, che lo portò da Chiaravalloti. Quando io dissi che uscivo dalla stanza il presidente mi invitò a restare perché non aveva nulla da nascondere». E qui le cose s’ingarbugliano: ma Sarra non sponsorizzava Cipri? E come faceva ad essere amico di Carullo se poi gli avrebbe tagliato le gomme delle auto di famiglia? «Se sponsorizzava Cipri non lo so, di certo ricordo che Carullo era, diciamo, espressione di Sarra. E siccome Carullo, e siamo ai primi mesi del 2005 se non ricordo male, si lasciò andare sulla stampa ad accuse fuoriluogo contro la Regione, Sarra volle quell’incontro con Chiaravalloti perché, ci disse, Carullo voleva scusarsi e chiarire…». E qui Zavettieri finì, suo malgrado, in mezzo a questa storia. «Carullo provò a dire qualcosa ma Chiaravalloti gliene disse di tutti i colori perché le critiche che quel dg mosse pubblicamente alla Regione al presidente non andarono giù. Io assistetti per puro caso e non si parlò né di Cipri, né di primariati, né di altro. E quando se ne andò Chiaravalloti non gli diede neppure la mano. Ora, ditemi, io che c’entro?». Ma Zavettieri non firmò quella delibera con cui Carullo fu defenestrato dall’Asp di Reggio? «Ma quando mai - sbotta - io non c’ero proprio quel giorno…». Un’idea, su tutta questa storia, però se l’è fatta: «Mi dichiaro parte lesa, perché qualcuno, e qui salvo la buona fede del pm Dominijanni, mi ha calunniato. Io non c’entro niente e, benché non mi competa, mi pare che neppure gli al- tri c’entrino qualcosa. Per logica, e solo per logica, guardando alle date: le intimidazioni che subì Carullo, leggo dall’avviso di garanzia, risalgono al maggio del 2005, ma il mandato della giunta Chiaravalloti finì a marzo. Come si fa a contestualizzare quei fatti con la revoca del mandato del dg dell’Asp di Reggio e con quel concorso per primario?». Sarra e Cipri sono stati già interrogati sabato scorso. Chiaravalloti lo sarà nei prossimi giorni. E Luzzo? «Non ha ricevuto alcun invito a comparire - spiega l’avvocato Francesco Gambardella, suo difensore di fiducia - Non è stato sentito né credo lo sarà, lui è fuori da questa storia». Slitta Why not, trasferito il giudice Il presidente del Tribunale: Battaglia sia applicato al processo Si attende ora il parere del Csm per evitare che tutto ricominci daccapo cura di Catanzaro per valutare se il sottufficiale, durante le indagini, avesse commesso delle violazioni. In particolare il giudice aveva fatto riferimento ai rapporti intercorsi tra Chiaravalloti e Caterina Merante, la principale teste d’accusa e imputata nel pro- cesso. Dagli atti inviati alla Procura emergerebbe che la Merante avrebbe indicato al maresciallo dei carabinieri i nomi da inserire in un decreto di perquisizione. Nel corso dell’ultima udienza, che risale al 20 ottobre scorso, sono stati sentiti alcuni lavoratori della Why Not i quali hanno raccontato le attività svolte nell’ambito dei progetti finanziati dalla Regione Calabria con i fondi pubblici. Sul banco degli imputati siedono le 27 persone rinviate a giudizio il 2 marzo PIETRO COMITO [email protected] del 2010. Tra queste anche Caterina Merante (difesa dall’avvocato Noemi Balsamo),considerata testimone chiave dell’inchiesta “Why Not” chiamata a rispondere dell’unico capo d’accusa che l’è stato contestato: una contravvenzione alle leggi in materia di lavoro. Il 2 marzo scorso il giudice dell’udienza preliminare si pronunciò con 8 condanne e 34 assoluzioni in merito ai giudizi abbreviati chiesti da diversi imputati, 16 dei quali compariranno il primo dicembre davanti alla Corte d’appello di Catanzaro, per il giudizio di secondo grado. Gabriella Passariello illeciti nella depurazione Secondo rinvio per “Poseidone”: si tornerà in aula tra tre mesi CATANZARO Ancora un altro rinvio. È la seconda volta in due mesi che a Palazzo Ferlaino slitta il processo a carico dei 23 imputati coinvolti nell’inchiesta Poseidone su presunti illeciti nella gestione della depurazione in Calabria. Si ritornerà in aula tra tre mesi, esattamente il 3 febbraio 2012, dove davanti al tribunale collegiale, gli imputati dovranno rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, concussione, falsità ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, omessa denuncia di rea- to da parte del pubblico ufficiale, favoreggiamento personale, truffa, tentata turbata libertà degli incanti e abuso d’ufficio. Sul banco degli incolpati, tra gli altri, Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della giunta regionale calabrese, Domenico Antonio Basile, ex assessore all’Ambiente della Regione Calabria e Giovambattista Papello, ex responsabile unico del procedimento all’ufficio del commissario. L’inchiesta “Poseidone” fu avviata nel 2005 dall’allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Lui- gi de Magistris, oggi sindaco di Napoli. Nel 2007, dopo che la delega all’indagine fu revocata a De Magistris, il caso passò al collega Salvatore Curcio, fino ad arrivare, nel 2009 nelle mani del procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, che in 5 mesi l’ha portata a compimento con un avviso di conclusione delle indagini emesso a settembre 2009. Il processo di appello per coloro che sono stati già giudicati in primo grado con rito abbreviato è stato fissato per il prossimo 19 gennaio. (g.p.) 10 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 D A L P O L L I N O A L L O calabria ora S T R E T T O «Sedici anni al minorenne» La richiesta del pm per il 15enne che ammazzò un barista per pochi euro GIOIA TAURO (RC) Sedici anni di reclusione da scontare, per intero, in una comunità terapeutica: questa la richiesta che il sostituto procuratore minorile di Reggio Calabria, Francesca Stilla ha formulato nei confronti di Giacomo S. il quindicenne che, nel febbraio scorso, uccise con un colpo di pistola di piccolo calibro il giovane Tony Battaglia, titolare del bar sala giochi Las Vegas in pieno centro a Taurianova. Il pubblico ministero nel corso dell’udienza con la formula del rito abbreviato, ha richiesto al presidente del tribunale per i minori Roberto Di Bella, il massimo della pena prevista dal codice per il delitto di omicidio aggravato: una richiesta motivata dai futili motivi (secondo l’ipotesi accusatoria infatti l’adolescente, arrivato già completamente ubriaco all’interno del locale gestito da Battaglia, avrebbe sparato spinto dalla richiesta di saldare un debito di 21 euro e dal diniego, da parte della vittima, di cambiare 50 euro in monetine (per giocare alle slot machines presenti nel locale) e aggravata dalle successive minacce che lo stesso sparatore rivolse a Giosuè Battaglia (il fratello del barista che si era chinato sulla vittima nel tentativo, poi rivelatosi inutile, di prestargli soccorso) e dal possesso stesso della pistola calibro 6,35. La procura minorile inoltre, ha trasmesso alla Procura della repubblica di Palmi i fascicoli riguardanti Taverna, Sposato e Moscato, i tre gestori di locali a Taurianova che avrebbero somministrato alcool (il ragazzo aveva bevuto infatti diverse grappe e numerosi Campari e gin) al giovane assalitore. Somministrazione, il ragazzo era ubriaco Nelle mani della procura ordinaria i fascicoli dei gestori dei bar che avrebbero fatto bere il minorenne Il Las Vegas Bar, teatro dell’omicidio a Taurianova ha concluso l’accusa, continuata anche quando il minore era già abbondantemente ubriaco. Durante il processo, all’adolescente taurianovese, che proviene da una famiglia ritenuta dagli inquirenti vicina al crimine organizzato cittadino, è sta- to diagnosticato, dal perito nominato dal tribunale un vizio parziale di mente (perizia che potrebbe comportare una riduzione della pena e a cui si è aggrappata nella sua arringa difensiva l’avvocato Clara Veneto). Lo stesso perito però ha anche stabilito che Giacomo S. debba considerarsi come individuo estremamente pericoloso. Una brutta storia quella dell’omicidio di Tony Battaglia, il 28enne barista morto dopo due giorni di agonia nel reparto di terapia intensiva degli ospedali Riuniti di Reggio Calabria, a causa della gravità delle ferite causate dall’unico colpo sparato dall’adolescen- te. Una brutta storia che colpì in modo profondo la città che, attraverso una delibera della terna prefettizia che allora gestiva il comune, proclamò il lutto cittadino e che si strinse ai familiari della vittima in occasione dei funerali che si svolsero nell’aula consiliare, in quella occasione piena come un uovo. Vicinanza poi rinsaldata dalla fiaccolata per le vie cittadine organizzata pochi giorni dopo la morte di Battaglia. Il processo è stato rinviato al prossimo 21 di dicembre, data nella quale l’avvocato Armando Veneto esporrà le sue ragioni difensive al presidente e data in cui si dovrà arrivare a sentenza. Una sentenza attesa su cui potrebbe influire anche la memoria presentata ieri dai legali della famiglia Battaglia. VINCENZO IMPERITURA [email protected] CASTROVILLARI CASTROVILLARI (CS) Il gip del Tribunale di Castrovillari ha convalidato il fermo per Carmine Francesco Oliveto, il 50enne reo confesso dell’omicidio del rumeno Adrian Anghel, ucciso a colpi di accetta, e ne ha disposto la custodia cautelare in carcere. L’ordinanza è stata emessa dopo l’udienza di convalida di ieri mattina, tenutasi davanti al giudice per le indagini preliminari, alla pubblica accusa e alla difesa dell’imputato (avvocato Luca Donadio del Foro di Castrovillari). Oliveto, nel corso dell’interrogatorio, ha ripetuto la versione che aveva fornito al pm Maria Grazia Anastasia e ai carabinieri subito dopo l’ omicidio: una serata passata con il suo amico nella visione di un film a luci rosse e a bere tanto, fino a che Anghel avrebbe tentato un approccio sessuale nei suoi confronti. Ma l’uomo, nel corso dell’esposizione, ha anche aggiunto alcuni particolari: Anghel non voleva andare più via da casa sua fino a che, forse nei fumi dell’alcool, ha provato un approccio Uccise l’amico, convalidato il fermo per Oliveto sessuale nei suoi confronti. Non solo, ma l’avrebbe malmenato colpendolo più volte in viso e alle costole. Nell’immediatezza dell’arresto, infatti, Oliveto ha dovuto ricorrere anche alle cure dell’infermeria del carcere di contrada Petrosa a Castrovillari, poiché lamentava forti dolori. Altro particolare aggiunto è stato quello che Anghel, in quei momenti concitati, si sarebbe sfogato anche contro il forno e il frigorifero di casa sua che avrebbe preso a calci. Tutti particolari che i carabinieri della compagnia di Castrovillari e la Procura avranno modo di riscontrare. La versione non giustifica di certo il gesto dell’omicidio a colpi di accetta, ma per il momento sembra trovare anche l’ok da parte degli inquirenti. I primi riscontri alla versione fornita da Oliveto, infatti, erano già stati trovati sulla scena del delitto dai militari diretti dal capitano Sabato Santorelli (i dvd porno trovati in casa). Una versione che sembra coinvolgere anche gli inquirenti. Al momento Oliveto è accusato di omicidio volontario senza aggravanti. L’uomo ha una recidiva: nel 1998 colpì mortalmente un uomo di Laino Borgo a martellate. Allora, per gli investigatori, il movente fu la gelosia. Per lui Carmine Francesco Oliveto si aprirono le porte del carcere dopo una condanna a 16 anni fino a che, per sconti di pena vari, uscì definitivamente nel 2006. A breve il pm Anastasia (di concerto con il Procuratore Franco Giacomantonio) conferirà l’incarico per lo svolgimento dell’autopsia sul cadavere di Anghel. LUIGI BRINDISI [email protected] Baby prostitute, fissato il rito abbreviato Il prossimo 14 dicembre sei imputati compariranno dinanzi al gup di Catanzaro CORIGLIANO (CS) Si divide ulte- ventunenne G.M., sorella delle due minoriormente il cammino processuale degli ri che, secondo l’accusa sarebbero state imputati coinvolti nell’operazione “Flesh indotte a prostituirsi consumando rapmarket”, portata a termiporti sessuali con vari ne dai carabinieri la scorclienti) per le altre quatsa primavera contro un tro è già stato notificato l’avviso di conclusione presunto giro di prostitudelle indagini. zione minorile. Mentre è Con provvedimento in corso il giudizio immedepositato nei giorni diato dinanzi al Tribunascorsi, il giudice distretle penale collegiale di tuale Emma Sonni ha acRossano per sette impucolto le richieste di giuditati, per altri sei è stato zio abbreviato per gli imfissato per il 14 dicembre putati: Pietro Berardi, 47 l’inizio del giudizio con il anni; Antonio Coschirito abbreviato dinanzi al gnano, 68 anni; Vittorio gup di Catanzaro Emma Carcione, 57 anni; GianSonni, che ha invece riSi divide franco Curcio, 35 anni; gettato le richieste di abil cammino Pasqualino Foglia, 59 anbreviato per altre quattro ni; Giuseppe La Pietra, posizioni, rinviandole a processuale degli 34 anni. Per questi ultidibattimento dinanzi al imputati coinvolti mi due si procederà alTribunale ordinario di in Flesh market l’abbreviato condizionaRossano per l’udienza del to a produzione docu21 dicembre. Per quel che riguarda le altre cinque posizioni stralcia- mentale ed escussioni testimoniali, mente, infine, mentre per una vi è la richiesta tre per i primi quattro si farà l’abbreviato di archiviazione da parte del pm (per la secco all’udienza del 14 dicembre. Inizieranno il dibattimento a Rossano il 21 dicembre, invece, gli imputati: Damiano Collefiorito, 51 anni; Santo Bagnato, 70 anni; Giuseppe Brina, 58 anni; Cosimo La Grotta, 65 anni. Il prossimo 6 dicembre, intanto, riprende il giudizio immediato (a carico degli imputati Giuseppe Russo, Natale Musacchio, Maurizio Franco Magno, Italo Le Pera, Vincenzo Novelli, Saverio La Camera, nonché della ventiquattrenne N.M. sorella delle due minori) dinanzi al Tribunale penale collegiale di Rossano, nell’ambito del quale, aperta l’istruttoria alla passata udienza e disposto che si proceda a porte chiuse data la minore età delle due presunte vittime, saranno sentiti altri testi del pm. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giovanni Zagarese, Giuseppe Zumpano, Maurizio Minnicelli, Andrea Salcina, Francesco Paolo Oranges, Emanuele Monte, Libero Bellintani, Pasquale Di Iacovo, Francesco Calabrò, Pierpaolo Cassiano, Giuseppe Falbo, Cinzia Mazzuca, Lucio Esbardo, Mauro Cordasco, Maria Zucarelli, Giuseppe Mainieri. ROSSELLA MOLINARI [email protected] 20 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 calabria ora R E G G I O Così seguivano gli affiliati Processo Agathos, udienza con l’investigatore della squadra mobile Trotta Seguiti, pedinati, osservati nei movimenti. Gli investigatori della squadra mobile stavano costantemente dietro agli indagati finiti nel processo Agathos. Ne hanno ricostruito contatti e rapporti tramite intercettazioni telefoniche e verifiche incrociate con il gps. Nell’udienza che si è svolta ieri al Cedir nell’ambito del processo ordinario è stato sentito Diego Trotta, all’epoca dei fatti vicecapo della squadra mobile. La sua escussione è servita a ricostruire i collegamenti tra Giancarlo Siciliano e Carmine Polimeni, i fratelli Fracapane, Michele Crudo. Sicilia- Giancarlo Siciliano no, come è noto, che era ritenuta una persona molto vici- cusa era la tangente estorta na all’allora latitante Giovan- alla New Labor, la società che ni Tegano, allargava il siste- si occupava della pulizia dei ma dei contatti e delle treni ed era tenuta sotto scaccomunicazioni per timore co dalla cosca e dal sindacadelle interlista Antonio cettazioni. Barillà (conLa mazzetta Da un’interdannato nel della New Labor cettazione troncone deldel dicembre l’abbreviato) trovata grazie 2009, ha racche chiedeva a un finto contato Trotuna sua parposto di blocco ta, gli investiticolare pargatori avevacella. Si decino avuto notizia di un incon- se allora di fare una verifica tro tra Siciliano e Carmine simulando un posto di blocPolimeni, intraneo alla cosca. co di una pattuglia della PoE’ stato osservato lo scambio lizia di Stato. Gli agenti trovadi un pacco che secondo l’ac- rono nell’auto osservata Carmine Polimeni 25mila euro divisi in blocchi di banconote chiuse con la fascetta e un gran numero di assegni. C’erano addirittura cinquemila euro in più rispetto ai ventimila che sarebbero stati richiesti dalla cosca. Le banconote non vennero tuttavia sequestrate per ragioni investigative. Su questo punto il Tribunale ha disposto l’acquisizione della relazione dei servizio dei poliziotti che hanno operato perché si tratta di una prova irripetibile. I poliziotti capirono che l’intuizione era giusta. Nel precedente mese di settem- bre un contatto apparentemente innocuo tra Carmelo Fracapane e Siciliano li aveva messi in guardia poiché videro che all’appuntamento che si erano dati si presentò anche Siciliano, che parcheggiò la sua auto distante per non essere indicato come partecipe all’incontro. Il luogo convenuto era vicino al Lido, dove pochi mesi più tardi sarà consegnata una tangente della New Labor. Gli investigatori hanno deciso, dopo la conferma ai sospetti di questi contatti, di installare una serie di telecamere per riprendere alcuni luoghi strategici. Ad esempio nella zona di San Cristoforo, dove abita Siciliano, per avere contezza di suoi spostamenti. Nel corso della mattinata era finita l’escussione del sovrintendente Crucitti, al quale è stato chiesto se gli investigatori hanno sentito parlare di Carmelo Murina nelle intercettazioni per la cattura di Giovanni Tegano, depositate agli atti del processo. La risposta è negativa. Così come anche nelle intercettazioni in cui parla Roberto Moio, il collaboratore di giustizia che ha indicato Murina come reggente della cosca Tegano a Santa Caterina. r.r. armi Custodiva arsenale in casa Sentiti in aula i carabinieri Sono state ricostruite ieri in aula le fasi delle indagini che hanno portato al ritrovamento di un arsenale di armi clandestine a Bocale, sulla via Nazionale. Il 3 giugno 2010 era stato arrestato Carmelo Latella, di 46 anni, trovato in possesso di fucili, pistole, una pistola mitragliatrice e addirittura materiale esplosivo. Il ritrovamento era stato effettuato al termine di una delicata attività di intelligence in cui i protagonisti erano stati i carabinieri della Stazione di Pellaro. Sono stati proprio loro ieri a essere sentiti nel corso dell’udienza che si è svolta in tribunale. Il giudice ha sentito in particolare il luogotenente Salvatore Piazza, comandante della caserma dei carabinieri, e due brigadieri suoi collaboratori. Gli investigatori dell’Arma hanno risposto alle domande del pubblico ministero Marco Colamonici e ricostruito le tappe dell’in- Le armi ritrovate a Bocale dagine che hanno portato allo straordinario ritrovamento. Carmelo Latella viene ritenuto vicino alla cosca Ficara-Latella che esercita il suo potere nella zona sud della città. E’ stato colpito anche da un provvedimento cautelare emesso dalla magistratura reggina nell’operazione denominata proprio “Reggio Sud”, che è stata eseguita dai carabinieri e dalla Guardia di Finanza nel giugno di quest’anno. 21 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 calabria ora R E G G I O Chiesta la conferma a 16 anni di carcere università Rinvio per il processo al professore Nesi In appello il procedimento per l’omicidio Russo «Confermare la condanna di primo grado per Carmelo Megale». E’ quanto la procura generale ha chiesto nell’udienza che si è svolta ieri nell’aula di piazza Castello nei confronti del ragazzo di 25 anni che ha ucciso a Bagaladi Antonino Russo di 21 anni per una ragazza contesa. La tragedia si è consumata nell’estate dell’anno scorso. A poche ore dal giorno di Ferragosto la spensieratezza di quei momenti è stata sporcata dall’inconsulto gesto del giovane che ha sparato per amore. Antonino Megale è stato freddato con divesi colpi di pistola calibro 6,35. Sette proiettili lo hanno trafitto all’uscita da una pizzeria. Una serata trascorsa con gli amici si è trasformata negli ultimi istanti terreni di un ragazzo che ha avuto la sola colpa di innamorarsi della donna sbagliata. Il suo carnefice, un tempo amico, ha aspettato Russo fuori dal locale. I due hanno discusso, i toni si sono accesi sempre di più e alla fine si è La sede della Procura generale e nel riquadro Carmelo Megale manifestata la tragedia. A un certo punto Carmelo Megale ha estratto la pistola e ha fatto fuoco. Per sette volte ha piegato il dito sul grilletto, non lasciando scampo al 21enne. I carabinieri hanno individuato il responsabile in poco tempo. Come da prassi, in questi casi si sentono familiari, amici e conoscenti. Il quadro è risultato essere da subito chiaro agli investigatori quando hanno appreso della donna contesa tra i due. Nei giorni immediatamente precedenti al terribile epilogo, Megale e Russo avevano litigato. Violentemente. Al punto che Megale dovette ricorrere alle cure dell’ospedale per farsi curare le ferite. Forse è stato anche questo ad accecarlo di rabbia e spingerlo ad andare incontro all’ex ami- co con un’arma. Non c’ha pensato due volte a esplodere tutta la sua ira conto Russo e lo ha freddato in una calda sera d’estate in quella strada in penombra di Bagaladi. Il caso si è risolto in dodici ore e Megale è finito in carcere. Sentitosi alle strette, è stato lo stesso omicida a contattare il suo avvocato con il quale ha poi informato i carabinieeri dell’intenzione di costituirsi e rispondere alla giustizia per il delitto di cui si era macchiato. Dopo il fermo dell’agosto dello scorso anno, è iniziato subito il processo a suo carico che si è concluso nel gennaio di quest’anno con una condanna in primo grado a 16 anni di reclusione. La strategia difensiva lo ha condotto a scegliere di essere giudicato con il rito abbreviato. Ora il procedimento sta per conoscere il suo esito in appello. Per il momento è certa la richiesta della procura generale: confermare la condanna. a.i. Casa in fiamme a Ortì Salvo il proprietario, l’origine forse è una stufa a gas Poteva finire in tragedia l’incendio di un’abitazione avvenuta ieri mattina presto a Ortì. Le fiamme si sono proagate da una casa nella frazione superiore. Sono stati i vicini a segnalare il fumo che usciva dall’appartamento al primo piano dell’immobile intorno alle 6.50. La loro prima telefonata è stata indirizzata ai carabinieri della Stazione vicina, i quali hanno povveduto immediatamente ad allertare i vigili del fuoco per un intervento sul posto. La squadra dei vigili del fuoco è giunta nella frazione e le tute rosse sono riuscite a spegnere le fiamme. Nel frattempo sul posto è arrivata ancbe l’ambulanza del 118 che ha soccorso l’uomo che si trovava all’interno dell’abitazione. Fortunatamente per il pro- L’intervento dei vigili del fuoco accorsi per domare l’incendio sviluppatosi a Ortì prietario dell’abitazione C. F. di 47 anni le conseguenze non si sono rivelate gravissime. L’uomo è stato trasportato agli ospedali riuniti e si trova ricoverato nel reparto di dermatologia per farsi curare le ustioni riportate nell’incendio. Secondo quanto emerso dai primissimi accertamenti, la causa del rogo potrebbe dipendere da una stufa a gas in una stanza della casa. Le fiamme hanno completamente distrutto gli arredi e le suppellettili dell’abitazione. I vigili del fuoco hanno anche verificato alterazioni alla struttu- ra in cemento armato dell’immobile. I tecnici, dopo le operazioni di spegnimento, hanno eseguito tutti i rilievi di rito e deciso l’interdizione all’uso dell’abitazione per motivi di iscurezza, in attesa delle opere di ripristino. a.i. maremonti Stenta ad avviarsi il processo che vede alla sbarra degli imputati Attilio Nesi, il docente dell’università Mediterranea accusato insieme a Carmen Francesca Giglio di aver commesso irregolarità nel concorso per l’assegnazione di un posto di ricercatore all’ateneo in riva allo Stretto, alla facoltà di architettura. L’architetto è stato rinviato a giudizio e il processo avrebbe dovuto prendere l’avvio ieri, tuttavia è stato rinviato per un difetto di notifica che riguarda lo stesso professore. Il fatto da cui Nesi e la Giglio sono chiamati a difendersi davanti al Tribunale riguarda il concorso per l’assegnazione del posto di ricercatore. A quella selezione partecipò anche Carmen Francesca Giglio e il professore Attilio Nesi era in commissione. La cosa strana risiede nel fatto che questi ricevette dal comune di Fuscaldo, nel cosentino, un incarico per la progettazione di piazza De Seta. Il responsabile dell’ufficio tecnico comunale si chiama Giglio di cognome: è il padre dell’aspirante assegnista di ricerca. Ma non solo. In quella stessa vicenda Carmen Francesca Giglio venne inserita nel gruppo di lavoro dell’architetto Nesi in virtù di una norma che obbligava l’inserimento di un architetto iscritto all’albo da meno di dieci anni per agevolare la crescita professionale dei giovani. Il Tribunale dovrà decidere se sono state compiute irregolarità nella valutazione della Giglio durante la procedura di selezione per l’assegno di ricerca. In particolare si risolverà la questione relativa alla considerazione se il suo punteggio sia stato sovradimensionato rispetto alle reali conoscenze e capacità della giovane architetto. Se ne riparlerà con l’anno nuovo. La prossima udienza è stata fissata al 6 marzo. r.r. furto e rapina Deve scontare pena Va ai domiciliari L’accusa chiama Federico La Corte d’appello si è riservata la decisione Il sostituto procuratore Franco Mollace (foto) ha chiesto l’audizione del teste Lorenzo Federico nel processo Maremonti che si sta celebrando in cosrte d’appello. Nell’udienza che si è tenuta ieri nel tribunale di piazza Castello la presidente Iside Russo si è riservata sulla necessità espressa dalla pubblica accusa. La sua decisione sarà resa nota nella prossima udienza del 6 dicembre. Il processo Maremonti è nato da un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia nei confronti della cosca Serraino. La VI sezione della L’architetto Attilio Nesi Corte di Cassazione aveva accolto il ricorso presentato dagli avvocati difensori e annullato con rinvio la sentenza il 9 luglio 2003 nei confronti degli imputati che erano stati giudicati con il rito abbreviato. Lo stesso giorno la Corte d’appello, in composizione diversa, si era pronunciata invece per gli imputati del rito ordinario ritenendo insussistente l’imputazione di associazione per delinquere di stampo mafioso, assolvendo gli imputati. Tanto è bastato per consentire agli avvocati di far rilevare alla Cassazione la diversità nel metro di giudizio. In pratica, se l’impianto accusatorio è identico non è possibile che i due filoni dell’ordinario e dell’abbreviato seguano esiti diversi. Imputati innocenti per un verso e colpevoli per l’altro sotto il profilo associativo. A questo punto, la Suprema Corte ha accolto le tesi degli avvocati rinviando alla Corte d’appello per il nuovo giudizio. I carabinieri della Stazione di Reggio Calabria principale, diretti al luogotenente Cosimo Sframeli, hanno eseguito ieri un arresto di carcerazione nei confronti di un soggetto condannato per i reati di furto e rapina. I militari hanno eseguito il provvedimento che prevede la contestuale sottoposizione alla detenzione domiciliare per M. M. di 48 anni. L’uomo, che è residente nella città dello Stretto, deve espiare una pena di due anni e 11 mesi di reclusione. MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 PAGINA 32 l’ora della Piana Piazza Primo Maggio 17, Palmi Tel. e Fax: 0966 55861 Mail: [email protected] PORTO AUTORITA PORTUALE OSPEDALI 0966 588637 GIOIA TAURO CAPITANERIA DI PORTO 0966 562911 0966 765369 DOGANA GUARDIA DI FINANZA 0966 51123 POLIZIA DI FRONTIERA 0966 7610 CARABINIERI 0966 52972 VIGILI DEL FUOCO 0966 52111 FARMACIE 0966 52203 PALMI 0966 267611 CITTANOVA 0966 660488 OPPIDO 0966 86004 POLISTENA 0966 942111 TAURIANOVA 0966 618911 Rosarno Ioculano 0966 51909 Rechichi 0966 52891 Tripodi 0966 500461 Alessio 0966 773237 Borgese 0966 712574 Cianci 0966 774494 Paparatti 0966 773046 Palmi Barone Galluzzo Saffioti Scerra Stassi 0966 479470 0966 22742 0966 22692 0966 22897 0966 22651 Taurianova Ascioti 0966 643269 Covelli 0966 610700 D’Agostino 0966611944 Panato 0966 638486 Oppido, ospedale a rischio Ieri blitz dei Nas e del Noe Ispezione igienico-sanitaria, l’esito non sarebbe positivo OPPIDO MAMERTINA Dalle barricate effettuate nel 2006 quando rischiò la chiusura, passando per i diversi piani sanitari che ne hanno decretato il progressivo ridimensionamento, fino al blitz di ieri mattina dei Nas e del Noe, che potrebbe fare profilare all’orizzonte scenari del tutto impensabili fino a pochi giorni fa. Il blitz Il presidio ospedaliero di Oppido Mamertina, infatti, ha subito nella giornata di ieri un lungo e approfondito accertamento da parte dei due Nuclei speciali dei carabinieri che, dalle prime ore del mattino, sono stati impegnati in una ricognizione nella quale sono passati al vaglio dei militari dell’Arma sia le condizioni igienico-sanitarie che quelle prettamente strutturali. Un blitz, quello dei carabinieri di Noe e Nas, che è proseguito per tutto l’arco della giornata e non si è concluso prima della tarda serata. Circa una decina i militari impegnati negli accertamenti che per tutta la giornata han- RISCHIO Il presidio ospedaliero di Oppido no riguardato la vecchia struttura che ospita il presidio ospedaliero cittadino. Secondo quanto appreso alla fine dell’ispezione, pare che i militari abbiano riscontrato delle carenze strutturali; un risultato che interni all’ospedale hanno definito «non positivo». la struttura La ricognizione è partita dal Punto di primo intervento h 24, tornato operativo solo da poche settimane, precisamente il 10 novembre scorso. Una piccola grande vittoria, quella, per i cittadini e sanitari che operano a Oppido, che soddisfa però solo il fabbisogno di utenti che presentano patologie non gravi. Per quanto riguarda il presidio ospedaliero, invece, va fatto un discorso a parte. In passato aveva molti reparti – come tutti gli altri sparsi sul territorio della Piana e fortemente ridimensionati nel corso degli anni - ma adesso è rimasto solo quello di lungodegenza che accoglie CINEMA Gioia Tauro malati affetti da patologie croniche e che, entro marzo 2012, dovrebbe essere trasformato, in reparto di lungodegenza/riabilitazione, con un incremento dei 20 posti letto attuali. I sanitari del reparto, oltre a occuparsi di medicina interna e cardiologia, effettuano ecografie addominali, doppler e ecocardiografie: il servizio è rivolto non solo ai degenti, ma anche all’utenza esterna. All’interno del nosocomio sono inoltre presenti gli ambulatori internistici di chirurgia generale e di ginecologia, un punto prelievi e la radiologia h 12. L’esito Tutti i reparti sopraindicati, sono stati passati al setaccio dai carabinieri e, alla fine della ricognizione, i militari del Nas e del Noe hanno stilato un verbale i cui contenuti, però, non sono stati ancora resi noti. Dalle poche indiscrezioni trapelate, però, non ci sarebbe nulla di buono all’orizzonte. FRANCESCO ALTOMONTE [email protected] Gioia Tauro “Politeama” 0966 51498 Chiuso Cittanova “Gentile” 0966 661894 Chiuso Polistena “Garibaldi” 0966 932622 Chiuso Laureana “Aurora” Chiuso PALMI/CRISI IDRICA Ritrovato il filo di rame vicino alla cabina elettrica PALMI Quasi tutto il filo di rame trafugato alla centrale elettrica dell’Enel di contrada San Vito a Palmi è stato ritrovato nella giornata di ieri. Sono all’incirca 900 metri di cavo, rinvenuto dai carabinieri di Seminara e dagli operai dell’Enel. I militari dell’Arma stavano perlustrando la zona in cerca di elementi utili alle indagini quando, nascosto nella vegetazione, è stato scoperto il rame che era stato trafugati sabato scorso. Secondo quanto appreso nella giornata di ieri da fonti investigative, i ladri non avrebbero fatto in tempo a caricare tutto il rame sul mezzo e ne avrebbero tagliato solo un pezzo lascindo la maggior parte del cavo nascosto a poche centinaia di metri della centrale. Il furto, ricordiamo, aveva provocato l’interruzione dell’erogazione dell’acqua a tutta la zona nord di Palmi, per l’impossibilità di fare funzionare le pompe di sollevamento dell’acquedotto Sorical in località “San Vito”. La zona nord di Palmi è rimasta senza acqua per circa 72 ore. La ripresa del servizio è avvenuta solo nel pomeriggio di ieri. E ieri, infatti, c’è stato il ritorno alla normalità con la riapertura delle scuole e i comunicati diramati dal comune di Palmi e dall’Enel. Il commissario Antonia Bellomo, che guida l’ente, nel comunicare la riattivazione del servizio, ha voluto ringraziare tutti i soggetti che hanno prestato servizio nei giorni passati - dalla prociv, ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine - e ai comini di Gioia Tauro, Bagnara e Cittanova, che hanno messo a disposizione i loro mezzi per soccorrere i cittadini di Palmi. In serata è giunto, infine, anche il comunicato dell’Enel. «Lavorando dall’alba fino a tarda sera - scrive la società - oggi pomeriggio (ieri per chi legge ndr) i tecnici Enel hanno potuto rialimentare la fornitura di energia elettrica a servizio delle pompe di sollevamento dell’acquedottto della Sorical che fornisce acqua potabile al centro urbano di Palmi ed alcune contrade dello stesso Comune. Il ripristino effettuato consentirà di porre fine all’emergenza idrica che l’uso di alcuni gruppi elettrogeni non aveva consentito in questi giorni di risolvere». Per fare in fretta, però, il ripristino effettuato è provvisorio. «Nelle prossime settimane, in accordo con i tecnici della Sorical - conclude la nota - sarà necessario programmare alcune interruzioni di energia elettrica all’impianto per completare alcune attività che, per l’urgenza, non sono state in questi giorni effettuate». fral centro salute mentale «Siamo punto d’eccellenza» Palmi, parla la responsabile della struttura Anna Bagalà PALMI «Un centro d’eccellenza a servizio dei pazienti». Questo il centro di salute mentale di Palmi, cosi come lo descrive la responsabile Anna Bagalà, che spiega come «a fronte di un ristretto numero di operatori sanitari riusciamo a fornire un servizio all’altezza ai pazienti provenienti dai più popolosi centri della Piana». Non è solo la dottoressa ad affermare queste cose, infatti in un recente intervento su CO Tiziana Vissicchio, parente di un paziente del Csm, scriveva che «la gestione dei malati psichiatrici diventa una re- sponsabilità non solo di carattere sanitario, ma anche e soprattutto di carattere sociale. Questo è il messaggio forte che il centro di salute mentale di Palmi ha voluto trasmettere con la realizzazione dei due progetti “Super….Abile” e “Lavora Attiva…Mente”». Apprezzamento dunque per un impegno che permette al Centro di salute mentale di Palmi «la possibilità di coniugare attività assistenziali, scientifica, di ricerca e di emergenza – ha continuato la Bagalà che consentono di erogare prestazioni pluridiversificate di alto livello qualitativo». L’idea guida del cen- tro è quella di porre al centro dell’operato il paziente, con l’obiettivo di valorizzare la sua vita e di reinserirlo attivamente nella società. In quest’ottica il Csm palmese «si è fatto promotore di due progetti – ha spiegato la dirigente -, “Super….Abile” e “Lavora Attiva…Mente” insieme all’ente morale di Oppido “Casa famiglia Germanò“. Grazie a questi due progetti 30 utenti del Centro sono stati reinseriti nella società ed hanno trovato una collocazione lavorativa in aziende del nostro territorio. Un percorso terapeutico-riabilitativo – ha detto la Bagalà – che si sta rivelando positivo al di la del ORGOGLIOSA Bagalà previsto: sia rispetto all’adesione dei pazienti che vedono il loro mondo aprirsi a nuove prospettive di vita che vanno oltre il percorso farmacologico-terapeutico; sia per le famiglie che si sentono meno sole e si vedono supportate nella gestione quotidiana ed emotivo-razionale della patologia. Ciò dimostra che anche nella nostra realtà si stanno vincendo i muri di ritrosia e diffidenza, e si concretizza un ambio di cultura nella cura del disagio mentale». Il Csm di Palmi è l’unico centro sul territorio che, oltre alle attività relative alla psichiatria, svolge altri due servizi di grande importanza: il centro Uva e il centro per le cefalee e i disturbi di adattamento. L’Uva e l’unità operativa pertinente alle demenze, punto di riferimento per il territorio dell’ex Asl 10. Unico su tutta la costa tirrenica invece il centro per il trattamento delle cefalee, integrato nella rete regionale istituita per la gestione specialistica delle cefalee, e centro pilota rispetto alla combinazione tra disturbi psichiatrici e cefalee. MAURO NASTRI [email protected] 40 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 M A C O calabria N D ora O addioalmaestro Vittorio De Seta l’occhio della realtà A 88 anni muore quello che è considerato il vero padre dei documentaristi Da trent’anni la sua casa era la Calabria D al buen ritiro di Sellia Marina Vittorio De Seta a 88 anni lascia un patrimonio inestimabile e un sogno coltivato, così come faceva per i suoi campi, che, però, non è mai fiorito: un film sul brigantaggio al Sud nel periodo post-unitario. «Spesso sull’argomento vengono dette e scritte cose distorte» aveva detto in un’intervista rilasciata a Calabria Ora nel 2008. Al maestro di origini calabresi e per metà siculo, è toccata la sorte di altri autori osannati per il loro passato e disdegnati per il loro futuro. Un anno esatto fa Mario Monicelli gettò il cinema italiano nel lutto lanciandosi dal quarto piano del reparto di urologia dell’ospedale San Giovanni dov’era ricoverato. Voleva emanciparsi da una vecchiaia insopportabile per lui. De Seta il suo fardello l’ha sopportato in modo diverso: vivendo. Anche quando alla fine degli anni 70 diede addio per sempre alla sua compagna Vera Gherarducci. Quel dolore lo avrebbe portato qui in Calabria, a Sellia. Quel periodo lo raccontò a CO così: «Nel 1981 decisi di venire a vivere nella tenuta di mia madre. Per dodici anni smisi di fare cinema. Fu un periodo particolare, difficile. Mi dedicai alla terra, feci il contadino, coltivavo e mi occupavo degli ulivi. E poi dopo molto tempo girai il documentario “In Calabria”». Una montagna imprecisata della Sila, un gregge, il silenzio perso dei pini lontani, mani ruvide che con tenace delicatezza preparano la ricotta. Quelle Tutte le opere dell’autore mani di somma maestria sono incastonate in una sequenza commovente di “In Calabria” un primo piano che assume le forme di una panoramica intera, quella della sua poetica documentaristica: forte, appassionata, melanconica. Un uomo della terra, sincero come le stagioni. Mai lontano dagli schemi neorealisti, Vittorio, il maestro, ci ha regalato una grande eredità, la semplicità del fare. In molti sono stati accompagnati dal suo narrare per immagini, il cinema moderno ha riconosciuto il documentario come espressione sublime della Settima arte e non più solo come fratello minore. Il patto di sangue ha saputo germogliare, oggi sono molti i registi figli di De Seta, uno su tutti Kiarostami che ha saputo cogliere la potenza del suo cinema, l’importanza del suo racconto. “Diario di un maestro”, ne è l’esempio immediato. Aveva la pelle dura e un carattere che non gli permetteva di guardare troppo a quello che non era riuscito a fare ma a quello che poteva ancora dare. La dimostrazione è quel “Lettere dal Sahara” presentato fuori concorso alla Mostra internazionale del cinema di Venezia che la Rai gli rifiutò e che solo Martin Scorsese riuscì a sbloccare dalle beghe di produzione. L’accezione di “padre dei documentaristi” italiani non è oggi un facile appellativo post mortem perché una generazione di registi in questi anni ha fatto spesso a tappa nella Film 1961. Banditi a Orgosolo. 1966. Un uomo a metà. 1969. L'invitata. 1972. Diario di un maestro 2006. Lettere dal Sahara. Documentari sua dimora di Sellia per scambiare quattro chiacchiere con lui. Tenace, di poche parole, spesso criticato per quel suo modo sperimentale di rileggere un genere di nicchia e per questo considerato intoccabile. Iniziò nel 1953, come secondo aiuto regia per un episodio del film “Amori di mezzo secolo”, di Mario Chiari. Poi l’amore per i documentari prese il sopravvento. Innamorato della realtà, ambienta i suoi primi lavori nella sua Sicilia e in Sardegna ricevendo i primi riconoscimenti (“Isola di fuoco” viene premiato come miglior documentario al Festival di Cannes del '’55). “Vinni lu tempu de li pisci spata” di soli 11 minuti, “Pescherecci” e “Contadini del mare” sono il manifesto del suo cinema innamorato della semplicità di personaggi umili. La realtà De Seta la guarda, la carpisce, la riprende, la racconta lasciando la poesia delle immagini alla sensibilità di chi guarda. “Banditi a Orgosolo”, film del 1961 segna una tappa fondamentale della vita artistica di De Seta. La pellicola che ispirerà Martin Scorsese per il suo “Easy Rider” è scritto a quattro mani con la moglie Vera Gherarducci e si aggiudica il premio Opera prima al Festival di Venezia e il Nastro d'Argento alla migliore fotografia. «E pensare che si trattava di una produzione quasi artigianale, come la maggior parte dei miei lavori - ci disse -. Partimmo da Roma con una troupe di sole quattro persone. Questo è il mio cinema: idee e SPERIMENTATORE Vittorio De Seta s’è spento a Sellia all’età di 88 anni pochi mezzi». “Un uomo a metà” è del 1966, anche questo è sceneggiato insieme alla compagna e a Fabio Carpi, le musiche sono del maestro Ennio Morricone. Il film fu accusato da alcuni critici di eccessivo formalismo e bollato come incomprensibile. Anche “L’invitata”, accolto con entusiasmo da Moravia e Pasolini, non riceverà l’accoglienza di pubblico e critica che De Seta si aspettava. Nel 1972 arriva sugli schermi Rai il suo sceneggiato in quattro puntate che resta una delle sue opere più amate: “Diario di un maestro”, con Bruno Cirino nei panni del maestro Bruno D’Angelo, passionale insegnante alle prese con i ragazzi “difficili” delle borgate romane. Trasferitosi a Sellia firma “In Calabria” nel 1993. Nel 2006 arriva “Lettere dal Sahara”, sulla vita di un migrante africano in Italia. Nel 2003 e nel 2008 firma i suoi ultimi due documentari: “Dedicato ad Antonino Uccello” e “Articolo 23”. I funerali si celebreranno oggi alle 15 a Sellia. Per l’ultima scena ha scelto ancora la sua Calabria. Alessia Principe la proposta UN PREMIO per i filmaker? De Seta non era solo l’autore di documentari e lungometraggi, era un poeta del realismo in immagini. In molti lo considerano un mentore, da tutti è riconosciuto come un maestro. La Calabria è una terra fertile per i documentaristi. Ce ne sono di talentuosi come Calopresti e Frammartino. Ma girare pellicole del genere non è semplice e soprattutto non trattandosi di un prodotto puramente commerciale spesso è difficile per i giovani filmaker trovare spazi. Di certo sarebbe un bel gesto se la Calabria Film Com- * 1954. Vinni lu tempu de li pisci spata * 1954. Isola di fuoco * 1955. Sulfarara * 1955. Pasqua in Sicilia * 1955. Contadini del mare * 1955. Parabola d'oro * 1958. Pescherecci * 1958. Pastori di Orgosolo * 1958. Un giorno in Barbagia mission istituisse un premio dedicato alla memoria di Vittorio De Seta istituendo un concorso, costruito con tutti i crismi, per documentaristi calabresi magari prevedendo anche un premio in denaro per permettere di produrne un secondo. Alla facile replica di: ma non ci sono soldi , voglio ricordare come risparmiando su una starlette pronta a sfilare sul red carpet di turno per non meno di 2mila/5mila euro il problema sarebbe risolto. Non ci vogliono grandi mezzi e poi lo disse una volta anche il maestro De Seta: «Quando si tratta di produrre pellicole di giovani esordienti di talento le difficoltà nel trovare qualcuno disposto a scommettere su di loro si moltiplicano». Ma si è sempre in tempo per cambiare musica. al.princ. * 1959. I dimenticati * 1977-1980. Quando la scuola cambia * 1980. La Sicilia rivisitata * 1980. Hong Kong, città di profughi * 1983. Un carnevale per Venezia * 1993. In Calabria * 2003. Dedicato ad Antonino Uccello * 2008. Articolo 23 - Pentedattilo 41 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 M A C O calabria N D ora O addioalmaestro FRAMMARTINO: «Mi sono ispirato a lui» «Un grande maestro che se ne va. E con lui un modo unico di guardare le cose, irripetibile forse». Così Michelangelo Frammartino (in foto) alla notizia della scomparsa di Vittorio De Seta. Un ricordo privo di retorica, ma denso di autentica ammirazione per il grande documentarista-poeta, cui Frammartino tanto somiglia nella maniera di intendere la cinematografia. «Con la sua morte si perde un patrimonio enorme in termini di capacità di comprendere e guardare il mondo. Per fortuna, rimane moltissimo di lui; una produzione vasta, ricca, preziosa che, ora più che mai, dobbiamo essere capaci di tenere presente, viva» aggiunge il regista di origine calabrese. «Il nostro sguardo sta cambiando, i nostri occhi stanno perdendo curiosità; lo straordinario universo documentaristico di De Seta, con la sua visuale acuta, profonda, in questo momento, appare ineguagliabile». E sottolinea come omaggiarlo sia doveroso, ma ancor più importante è fare tesoro della grande eredità che ha lasciato. «Ci sono ancora in Italia alcuni “coraggiosi” del do- cumentario, ma sono davvero pochi - dice - perché oggi le immagini sono connesse con il potere, devono sedurre e cercare consenso, non verità. Sono pochi gli sguardi liberi, quasi sempre si preferisce “svendersi” per strade più facili. De Seta ha speso tutta la sua vita per il documentario e questo è un fatto eccezionale, coraggioso appunto, perché avrebbe potuto benissimo fare altro, dedicandosi magari alla “fiction”, di sicuro con maggiori vantaggi. Ma per lui documentare è stata una missione. E tutta la sua opera oggi è per noi un regalo, un dono che non ci potremmo perdonare se lo sciupassimo, se ci rivelassimo incapaci di accoglierlo». Non è mai riuscito a incontrarlo, De Seta, e se ne dispiace. «Un paio di volte non ci siamo incrociati per un soffio, ma mi sarebbe piaciuto molto potergli dire la mia ammirazione per il suo sguardo incisivo sulle cose, per il suo modo di intendere il cinema - aggiunge Frammartino -. Gli ho reso omaggio nel mio “Le quattro volte”. De Seta, nel 1959, ha girato ad Alessandria del Carretto “I dimenticati”, una pellicola bellissima su quel paesino inaccessibile, chiuso e per questo custode di incredibili realtà, e sulla festa dell'albero che poi ho appunto ripreso nel mio lavoro. Per Alessandria del Carretto De Seta ha rivestito un’importanza enorme. Il suo arrivo e il suo documento cinematografico hanno dato agli abitanti di quel luogo identità e coscienza collettiva, li ha addirittura portati a uno sciopero per chiedere il sacrosanto diritto di avere una strada che li togliesse dall'isolamento. Uno sciopero che ha filmato e che, nella sua opera, è divenuto la scena del ritorno a casa dopo la festa». E il ricordo di quell'esperienza è ormai divenuto parte della storia del piccolo centro in provincia di Cosenza che, nel 2009, ha dato a De Seta la cittadinanza onoraria. «Grazie a lui, ad Alessandria del Carretto abbiamo ricevuto una calorosissima accoglienza, grazie al ricordo e alla riconoscenza che quella popolazione ha ancora, a distanza di tantissimi anni, verso di lui. La stessa gratitudine di tutti noi». Maria Teresa D'Agostino Il regista siculo che lo raccontò in una pellicola Cuccia: Scorsese è pazzo di lui Salvo Cuccia De Seta l’ha raccontato. E l’ha fatto con il suo documentario “Détour De Seta”, presentato da Martin Scorsese al Tribeca Film Festival a New York, e al Full Frame Documentary Film Festival di Durham. «De Seta ha raccontato la trasformazione della realtà. E’ stato uno sperimentatore audace. I suoi lavori hanno cambiato l’intero genere documentaristico». Cuccia ricorda come tutto partì nel ‘95 con una retrospettiva sulle opere di De Seta promossa dal comune di Palermo. «Fu il critico Marco Maria Gazzano a suggerirmi di approfondire lo studio delle pellicole di De Seta». Da lì all’idea di girare un documentario sulle sue opere è stato breve. Il risultato è in quel “Détour De Seta” osannato da Martin Scorsese. «Quello a Durhan fu incontro molto emozionante - racconta Cuccia -. Ricordo come dietro le quinte De Seta e Scorsese discettassero di John Cassavetes che entrambi stimavano mol- to. Fu Scorsese ad aiutare De Seta che stava girando “Lettere dal Sahara” ma che non riusciva a finire per beghe burocratiche». Cuccia racconta poi del secondo incontro tra i due registi. «Accadde al Tribeca a New York. Mentre De Seta raccontava aneddoti che riguardavano lui e Fellini, Scorsese si girava verso il pubblico con una faccia compiaciuta e orgogliosa. Era come se volesse dire: guardate chi vi ho portato stasera, che personaggio! Quello è un altro dei momenti che conservo gelosamente nel cuore». Cuccia racconta del suo rapporto con l’autore. «Non era semplice stargli accanto, aveva scelto di restare ai margini, lontano da luci e paillettes. Ha conosciuto il dolore e non ha avuto una vita semplice. La sua opera, posso dire che mi ha influenzato moltissimo per il modo in cui lui riusciva ad armonizzare suono e immagini quasi a completare un cerchio magico». al.princ. A NEW YORK da sx Cuccia, Scorsese e De Seta CATANZARO LO CELEBRA Ospite nella nostra regione di numerose proiezioni in suo omaggio, De Seta spiegò così la sua idea de “I dimenticati”, opera del 1959 che racconta la festa sulla montagna per celebrare il rapporto con la natura: «I contadini, abitanti di un “luogo di sventura”, non sapevano di essere portatori di cultura - ha detto - perché finiti vittime del genocidio dei dialetti e delle tradizioni locali protratto dai modelli ufficiali. Un eccesso di retorica che è frutto, probabilmente, di quel processo di estraneazione delle comunità montane calabresi dal resto d’Italia». Dopo il grande successo di “Banditi a Orgosolo”, celebrato ieri sera alla Casa del Cinema di Catanzaro, e della miniserie televisiva “Diario di un maestro”, ritratto della rivoluzione culturale in atto nel mondo della scuola, il regista abbandonò il cinema negli anni ‘80, in seguito alla morte della moglie, Vera Gherarducci, trasferendosi a Sellia per dedicarsi al mestiere di agricoltore. Nell’ultimo lavoro del 2006 dal titolo “Lettere dal Sahara”, storia disperata di un migrante africano in Italia, De Seta conser- va intatto il suo sguardo crudo sul mito della modernizzazione che porta con sé le radici del degrado ambientale e dell’odio. Nonostante tutto il regista, intervenuto di recente a Catanzaro in occasione della carovana “Caralabria” promossa da Legambiente, aveva ribadito come il popolo calabrese «sia in grado di conservare, allora come oggi, una cultura fatta di valori come la dignità e la solidarietà». De Seta lascia un vuoto nel mondo del cinema, ma la sua lezione - riassunta dal maestro in poche parole - resterà un dono prezioso: «Tanti documentaristi contemporanei non hanno perso l'idea dell'arte come funzione essenziale dello spirito - aveva detto in una delle sue ultime dichiarazioni pubblicate su cinemaitaliano.info -, come mezzo per capire la realtà e non solo per raccontarla. Credo sia questo ciò che ha pagato, non tanto il mio talento, quanto l'aver messo il cinema a servizio della verità, tenendo presente un orientamento: “La verità vi farà liberi”». Domenico Iozzo le reazioni L'associazione Ulixes, in una nota, esprime il proprio cordoglio per la scomparsa del maestro Vittorio De Seta: «Ha raccontato - prosegue la nota di Ulixes - i pregi e i difetti della nostra terra con estrema semplicità, ma dettagliatamente, mostrando al pubblico quegli strati della società nostrana, talvolta trascurati ma dotati di tali potenzialità da non poter passare inosservate all'occhio attento di un uomo sensibile e preparato come il maestro De Seta». "«Con la dipartita di Vittorio de Seta scompare una delle figure più impegnate e rappresentative del cinema italiano". Lo afferma in una nota l'ex sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo. Dolore e commozione sono espressi in una nota da Le- gambiente per la morte del regista Vittorio De Seta che "oltre ad essere il più grande documentarista italiano è stato un punto di riferimento culturale dell'umanesimo ambientalista meridionale». «Con la sua scomparsa la Calabria perde un grande artista che si è occupato della nostra regione con accenti di verità» ha scritto Agazio Loiero. 34 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 calabria ora R O S S A N O Dust, per Greco si riparte dall’udienza preliminare Stesso destino anche per il coriglianese Luigi Zampino Si ricomincia dall’udienza preliminare. A distanza di tredici anni dal blitz conclusivo dell’operazione “Dust”, che nel 1998 portò all'esecuzione di provvedimenti cautelari a carico di 33 persone, incastrate dagli inquirenti grazie anche alle rivelazioni dei pentiti Antonio Cicciù, Rocco Covello e Salvatore Aloisio, per due imputati il processo riprenderà dalla fase dell’udienza preliminare. Così ha deciso nei giorni scorsi la suprema Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza d’appello per nove imputati e annullato il processo per il cinquantacinquenne di Mandatoriccio Francesco Greco e per il coriglianese Luigi Pasquale Zampino, disponendo il rinvio per nuovo esame dinanzi al Tribunale penale di Rossano. Dato che entrambi erano accusati solo di reati fine e non di associazione come gli altri imputati, gli ermellini hanno sancito la separazione delle posizioni, disponendo quindi che per i due il processo ricominci dal primo grado con la trasmissione degli atti al pm. In pratica, la Corte di Cassazione ha ritenuto fondata l’eccezione di nullità della sentenza avanzata dall’avvocato Dario Cornicello, difensore di Greco, il quale rilevava che «l’annullamento della sentenza della Corte d’Assise di Cosenza, per incompetenza per materia per difetto di connessione, pronunciata dalla Corte d’Assise di appello di Catanzaro, avrebbe dovuto trasmettere gli atti, anche per Greco non attinto dall’ipotesi associativa, al pm presso il giudice competente e non già a quest’ultimo». Nello specifico, l’avvoca- to Cornicello ha sostenuto, nei motivi del ricorso, che la mancata trasmissione degli atti al pm, nonostante l’eccezione fosse stata avanzata nuovamente dinanzi al Tribunale di Rossano e poi riproposta anche in Appello, abbia comportato una lesione del diritto di difesa, ad esempio «precludendo – spiega il difensore – all’imputato, in caso di trasmissione degli atti al giudice ritenuto competente, la possibilità di richiedere l’instaurazione di un rito comportante notevoli benefici premiali, qual è, per esempio, il giudizio abbreviato». Non solo. Secondo la difesa i reati contestati a Francesco Greco (si tratta di singoli episodi di spaccio tra il 1988 e il 1990) si sarebbero già prescritti nel categorie protette Recuperato un concorso per dare impulso al lavoro L’Amministrazione recupera un concorso indetto, e lasciato morire di nenia, dalla passata amministrazione Filareto e lo rilancia per offrire – affermano un palazzo di Città – un contributo, seppur minimo, alla grande necessità di lavoro del nostro tempo. Al via, dunque, un concorso per la copertura di un posto da geometra riservato alle categorie protette. Ribadita la massima attenzione alle esigenze delle classi sociali più deboli. La prima prova scritta si svolgerà giovedì 15 dicembre 2011, alle ore 9.00, presso la sede della ex delegazione comunale di piazza Montalti, allo Scalo. L’intero procedimento concorsuale (che prevede prima la prova scritta e poi quella orale) sarà chiuso – assicurano dal municipio - entro febbraio 2012. «L’Amministrazione comunale – si legge in una nota stampa dell’ente ha voluto dar seguito ad un provvedimento avviato dalla precedente giunta nel giugno del 2010. L’obiettivo è quello di dare, pur nei limiti del possibile, una risposta concreta al grande bisogno lavorativo che caratterizza il difficile momento di crisi attuale. Con una considerazione maggiore verso chi ha più bisogno». Il concorso prevede l’assunzione, a seguito di una procedura ad esami scritta e orale, di un istruttore tecnico geometra, ex sesta qualifica categoria C1, riservato a quanti sono in possesso dei requisiti previsti dall’Art. 18 della legge n.68/99 (orfani e coniugi superstiti per coloro che siano deceduti per cause di lavoro, guerra o servizio; coniugi e figli di soggetti riconosciuti grandi invalidi per cause di guerra, di servizio, di lavoro; e dei profughi italiani rimpatriati). La commissione d’esame, nominata lo scorso 2 novembre 2011, è composta dal Presidente Giuseppe Graziani (dirigente comunale), dagli esperti, Nilo Domanico ed Enrico Graziano, dal Segretario Eugenio Felicetti e dal membro aggiunto per la prova di lingua, Anna Rosa Federico. 2009 durante lo svolgimento del processo di appello, per come prevede la nuova normativa sui tempi di prescrizione. In ogni caso, sia per Greco sia per Zampino, il prosieguo del procedimento sarà deciso all’udienza preliminare che dovrà essere fissata dinanzi al gup di Rossano. Dove “continua” la storia dell’operazione Dust, che sventò un consistente traffico di stupefacenti, gestito tra il 1988 e il 1996, nell'interesse dei “locali” di 'ndrangheta di Cirò e Corigliano, già alleati nella guerra di mafia che portò alla defenestrazione dell'allora boss della Sibaritide, Giuseppe Cirillo. ROSSELLA MOLINARI [email protected] area urbana Depuratore, proficuo incontro tra Antoniotti e i commissari Depuratore consortile, Pisl, ospedale nuovo, ribadita massima collaborazione tra le due città dell’Area urbana. Il Comune di Corigliano ha confermato la disponibilità a realizzare l’impianto unico di smaltimento reflui. A breve sarà sottoscritto un protocollo d’intesa da sottoporre alla Regione Calabria. Intanto l’Asp di Cosenza rassicura sui tempi di costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide. E’ quanto è emerso dall’incontro tenutosi ieri pomeriggio (lunedì, 28 novembre) presso la sede municipale di Corigliano, tra il sindaco Giuseppe Antoniotti, i tre commissari straordinari del comune di Corigliano, Rosalba Scialla, Eufemia Tarsia, Saverio Buda, alcuni membri del comitato per il Nuovo ospedale, il rappresentante dell’Asp Gennaro Sosto e rappresentanti sindacali. Una riunione – afferma il primo cittadino – che conferma la disponibilità e la volontà di questo esecutivo a realizzare, nei fatti, l’Area urbana. Nonostante nella vicina Corigliano si avverta l’assenza di un organismo politico di governo, ritengo essenziale coltivare il rapporto di stretta collaborazione con chi, oggi, è chiamato ad amministrare quella importante comunità. Vi sono – conclude Antoniotti – diverse progettualità in cantiere che hanno necessità di essere realizzare insieme: dall’ospedale nuovo, all’impianto sportivo di Insiti, dal depuratore consortile ad una nuova pianificazione economica e produttiva condivisa. Il sindaco di Rossano ha, quindi, esortato il Comune di Corigliano a cooperare con gli altri partner (le città di Cassano Ionio, Calopezzati e Crosia) nella predisposizione dei Pisl. Attraverso un documento a firma dei tre commissari straordinari, di Corigliano ha ratificato ufficialmente la disponibilità a costruire l’impianto di depurazione consortile da realizzarsi tra le due realtà urbane. A breve sarà dunque predisposto un protocollo d’intesa da sottoporre al Dipartimento politiche dell’Ambiente. Contestualmente sono stati invitati tutti i professionisti, che all’epoca redissero il progetto dell’impianto di smaltimento reflui, ad aggiornare e ad adeguare il piano di costruzione. Nel corso della riunione, infine, il rappresentante dell’Azienda sanitaria Gennaro Sosto ha indicato le prossime tappe che porteranno alla realizzazione del nuovo ospedale. Nelle prossime settimane saranno, infatti, predisposti i progetti esecutivi prima dell’inizio ufficiale dei lavori. Il laboratorio delle emozioni Al Paolella seminario si concentra sui disagi relazionali dei bimbi A conclusione del progetto “per il contrasto alla dispersione scolastica e di sostegno agli alunni con disagi relazionali”, la scuola materna paritaria “il Giardino dell’infanzia”, ha organizzato un convegno intitolato “Laboratorio delle emozioni”, lunedì pomeriggio, presso il Teatro nazionale Paolella nel centro storico. Fortemente voluto ed organizzato dalla coordinatrice didattica della scuola, Erminia Sommario, in collaborazione con il centro studi “Anthropos” e patrocinato dal Comune di Rossano, il seminario si è rivelato estremamente interessante, portando in città una vera e propria autorità in materia: Angela Costabile, docente ordinario di psicologia dello sviluppo e dell’educazione, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria. Accanto a lei ed alla già citata coordinatrice dell’evento, Un momento del seminario al teatro Paolella al tavolo di Presidenza: Francesco Fusca, Ispettore dirigente Ministero IUR, più bravi degli adulti a cogliere le emo- l’importanza della materia trattata e dell’assessore alla Cultura e alla Pubblica zioni. Le emozioni non si possono repri- l’abbandono delle emozioni e dei sentiistruzione Stella Pizzuti, e la giornalista, mere, ma vanno espresse ed è molto im- menti nel nostro tempo. «Poterne parportante, oltre al rap- lare – ha dichiarato – è fondamentale. moderatrice, Anna Russo. porto con i genitori, La scuola dell’infanzia lascia il segno «Mi fa piacere partecipare Evento curato anche il rapporto, con perché agisce su una personalità in evoa questo evento – ha didalla direttrice i coetanei. Inoltre - ha luzione. La Montessori diceva che l’età chiarato la Costabile - poiconcluso – all’Unical d’oro è tra i 3 e i 4 anni, fase in cui gioché conclude un progetto de “Il giardino stiamo svolgendo de- cando si imparano le lingue, la musica ben condotto in cui si pardell’infanzia” gli studi sull’espres- ecc., tutto con gran facilità, grazie all’elala di emozioni che coinvolSommario sione delle emozioni sticità della mente. Ecco perché – ha gono i piccoli dai tre ai sei nei bambini pre-ter- concluso – nella scuola dell’infanzia deanni. Le emozioni trovano il primo spazio di espressione nel conte- mine, che nascono del peso di un kg o vono lavorare professionisti competensto familiare e successivamente nel con- un kg e mezzo e che sono simili a quel- ti e titolati, perché si va ad agire sulla costruzione della personalità». testo scolastico. Nei primi diciotto mesi le del feto». Le conclusioni sono state affidate alil bambino prova emozioni, le assimila GIUSJ DE LUCA e ha già la capacità di esprimerle. Sono l’ispettore Fusca, che ha sottolineato [email protected] 37 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 calabria ora SERRA D’AIELLO - AMANTEA - CAMPORA - LONGOBARDI Ipg, don Luberto tace in aula L’ex direttore ha scelto il silenzio, assente monsignor Giuseppe Agostino SERRA D’AIELLO Quella di ieri doveva essere una delle udienze più interessanti del processo relativo alla chiusura dell’Istituto Papa Giovanni XXIII considerando che avrebbero dovuto testimoniare don Alfredo Luberto, ex direttore della struttura serrese (condannato con il rito abbreviato a 7 anni di reclusione, più altre pene accessorie); e monsignor Giuseppe Agostino, all’epoca dei fatti vescovo dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, la cui posizione giudiziaria è stata archiviata. Putroppo, però, in sede di udienza: don Alfredo Luberto si è avvalso della facoltà di non rispondere; mentre monsignor Agostino non si è presentato. Tale assenza ha spinto i giudici a dichiarare la contumacia del teste con conseguente ordine di accompagnamento coatto per la prossima udienza, fissata per il 20 dicembre, poco prima di Natale. E’ dal 13 luglio del 2011 che il collegio penale del tribunale di Paola sta cercando di sentire i due religiosi, ma a causa di tutta una serie di intoppi burocratici, o per assenza dei testi, fino ad oggi non è stato possibile. Almeno, per Luberto non ci sarà nessun’altra occasione, visto che lo stesso ha deciso di non partecipare attivamente al processo, resta da comprendere se anche monsignor Agostino si comporterà nello stesso modo. Per il processo in questione, lo ricordiamo, sono stati rinviati a giudizio undici persone: Antonio Marafioti, Audino Caputo, Fausto Arcuri, Ettore Notti, Luca Rendace, prossima udienza prima di natale Per il religioso è stata disposta la “scorta” dei carabinieri per garantirne la presenza in tribunale L’ingresso del Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello Giuseppe Perrotta, Luca Anania, Roberta Scervo, Eliodoro Tricoli, Rossana Gaudio e Sergio Principe. Gli stessi sono accusati, a vario titolo, di asso- ciazione a delinquere finalizzata alla consumazione di una serie indeterminata di reati; dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri do- cumenti contabili; falsità materiale; abbandono di persone minori o incapaci; inosservanza dei provvedimenti dell’autorità; riciclaggio ed altro. Sconcertanti le relazioni dell’ex commissario dell’Ipg, Assunta Signorelli, relativamente alle condizioni in cui erano tenuti i pazienti. “Marina ha nove paia di calze ai piedi, una nell'altra, e piange come una bambina perché non c'è chi le compri le scarpe nuove. Antonio saltella, nudo, lungo i corridoi del reparto, ma nessuno fa niente per rivestirlo. Abiti che arrivano dalla Caritas, tra armadi ammaccati, muri che sembrano quelli di una casa colpita da una granata, letti senza lenzuola, sedie sgangherate, porte spaccate. La puzza, invece, per fortuna non si respira più né dentro né fuori l'Istituto. La prima volta, ho vomitato. L'aria era letteralmente impregnata di cattivi odori, escrementi, rifiuti, medicinali: una miscela insopportabile". Questi sono stati alcuni deimotivi che hanno spinto la Procura a chiudere l’Ipg. STEFANIA SAPIENZA [email protected] AMANTEA Sarà una mega pista ciclabile L’opera partirà da Amantea per raggiungere Campora Una pista ciclabile che collega il re per un importo di euro lungomare di Amantea con quello di 1.650.000,00. La decisione, da parte Campora San Giovanni. Un progetto del Comune di Amantea, è stata asdi cui si era discusso prima dell’arri- sunta definitivamente allorquando la vo dei commissari Regione Calabria (il prefettizi ad Aman27 febbraio del 2010) Il costo stimato tea ma che adesso sta aveva definito il quaper la struttura per diventare realtà. dro delle risorse fiA dimostrazione di nanziarie disponibili va oltre il ciò la delibera di ed i criteri di riparto milione e mezzo giunta n.263 del 17 territoriale per il fidi euro novembre 2011, nanziamento dei avente ad oggetto progetti integrati di “Realizzazione di una pista ciclabile sviluppo locale. In quella occasione con annessa area di sosta e attrezza- alla Provincia di Cosenza venne aste. approvazione progetto prelimina- segnato, per lo scopo, un budget di euro 144.226.460,12. In virtù di ciò, pertanto, i comuni di Amantea, Aiello Calabro, Belmonte Calabro, Serra d’Aiello e Lago, appartenenti all’ambito territoriale n.36, avevano manifestato l’interesse all’avvio di un partenariato di tre progetti integrati di sviluppo locale incentrati sullo sviluppo sostenibile del turismo, sul miglioramento della qualità della vita e sulla valorizzazione dei centri storici di eccellenza del territorio. Il Comune di Amantea, in particolar modo, ha presentato il progetto - appartenente alla tipologia 2Sistemi turistici” - riguardante, appunto, la realizzazio- AMANTEA/2 ne della pista ciclabile. Inoltre, nei giorni scorsi, sempre nell’abito dei Pisl, l’Ente locale aveva approvato il progetto preliminare per la riqualificazione delle aree insistenti nei pressi della cinta muraria, per un importo di circa tre milioni di euro. s. s. LONGOBARDI Scuola, un documento contro il dimensionamento La delibera dell’amministrazione comunale sarebbe «ingiusta, illegittima e “fuori legge”» In attesa che l’amministrazione comunale di Amantea porti all’attenzione della Provincia di Cosenza la delibera n.240 del 21 ottobre 2011, con la quale si stabilisce l’accorpamento della scuola 2A. Longo” di Campora San Giovanni con la “A. Manzoni” di Amantea, un nutrito gruppo di genitori camporesi ha fatto pervenire all’Ente locale una missiva nella quale vengono esposti i motivi della protesta. Con la stessa, inoltre, è stato chiesto l’annullamento in autotutela e7o rettifica della delibera incriminata, avente ad oggetto, appunto “Dimensionamento scolastico - proposta di riorganizzazione per gli istituti scolastici di scuola per l’infanzia, primaria e secondaria di primo grado”. Le motivazioni alla base dell’istanza sono «diverse e tutte conducono a ritenere la delibera 240 del 21/10/2011 ingiusta, illegittima ed assunta in palese violazione di legge». Con il documento di giunta, in buona sostanza, è stato deliberato di «approvare il piano di dimensionamento scolastico, ossia, prevedendo due istituti comprensivi, in luogo delle istituzioni scolastiche esistenti. I due istituti sarebbero, quindi, il “G. Mameli” e “A. Manzoni”». Ebbene, già da una prima lettura, scrivono i genitori Il lungomare di Amantea Scorcio di Amantea degli alunni frequentanti l’istituto “A. Longo” di Campora San Giovanni «la delibera appare contraddittoria. Infatti, prevedendo i due sopradetti istituti, si disattende proprio parte della premessa, dove vengono richiamati gli “indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa della Regione per il quinquennio 2011/20122015/2016”». Tali indirizzi, secondo quanto riportato nella delibera «consentono di mantenere l’autonomia alle isti- tuzioni scolastiche che contino un numero di alunni compreso tra i 500 ed i 900. Nel caso dell’istituto “Longo” tali numeri sono pienamente rispettati. Difatti il numero di alunni iscritti è di 503», quindi, «si sarebbe dovuta mantenere l’autonomia della frazione». Ai camporesi «sembra davvero assurdo sopprimere un istituto scolastico che è già istituto comprensivo per accorparlo ad un altro che non lo è mai stato, a tutto discapito del primo che verrebbe ad essere dislocato nello stesso comune ma in un altro territorio con gravi disagi e ripercussioni, sia per quanto riguarda la completa assenza di dialogo con la direzione scolastica da parte dei genitori, sia per quanto riguarda le ripercussioni verso gli alunni che sarebbero i primi a subire le conseguenze di una mancata vicinanza con gli organi amministrativi e dirigenziali della loro scuola». Infine: «invece, violando palesemente gli indirizzi predetti, l’istituzione scolastica del territorio camporese è stata inserita nel “Manzoni”, ma quest’ultimo non è mai stato istituto comprensivo. Ciò appare strano visto che nella delibera si dice che “bisogna preservare la fisionomia identitaria della stessa”». s. s. Piano emergenza-rischi Arriva il sì della Giunta L’amministrazione comunale di Longobardi, di cui è sindaco Giacinto Mannarino, nei giorni scorsi, ha adottato il documento di valutazione dei rischi e piano di emergenza e di evacuazione. Il documento, tra le altre cose, contiene: una relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa; l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuati ed adottati; il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonchè dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati i soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri; Giacinto Mannarino l’indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e del medico che ha partecipato alla valutazione del rischio; e, infine, individuazione delle mansioni cui vengono esposti i lavoratori a rischi specifici che richiedono capacità professionale, esperienza, formazione e addestramento. 35 MERCOLEDÌ 30 novembre 2011 calabria ora V I B O Golden house, la lunga deposizione di Versace Il tecnico: le linee guida del Piano non attuate del tutto Ha ripercorso il cammino fin dall’inizio, Pasquale Versace. Ha illustrato cosa fosse, e come agisse, il Camilab. Ha riferito a quando risaliva il suo incarico, conferitogli con un’ordinanza del commissario delegato all’emergenza. Ed ha spiegato, nel dettaglio, quale fosse il suo compito e come è stato effettivamente svolto. Il docente universitario, chiamato ad occuparsi del post alluvione di Vibo, nell’udienza di ieri è stato interrogato per quattro ore dal pm Mario Spagnuolo e dagli avvocati degli imputati nel processo “Golden house” che devono rispondere di abuso d’atti d’ufficio e abuso in materia edilizia. Lui era l’ultimo teste dell’accusa. Il lavoro di Versace e della sua squadra è stato avviato con un’analisi dei fossi presenti nel territorio, per capire - ed indicare - quali fossero gli interventi da effettuare, come «la regimentazione delle acque bianche e nere» che di fatto non esisteva. Una situazione «inadeguata» che ha causato la riduzione del flusso di acqua all’interno dei canali. Versace ha rilevato poi come in alcune zone, sul percorso dei torrenti, vi fossero delle costruzioni che di fatto «ne deviavano il percorso». Nella fase iniziale di redazione del Piano, ha spiegato di avere fatto presente ai suoi interlocutori la necessità di effettuare un intervento di regimentazione delle acque dato che molti paesi ne erano sprovvisti. «Data la quantità d’acqua caduta al suolo in sole tre ore, si è trattato di un evento del tutto eccezionale»: così ha definito l’alluvione del 3 luglio 2006, senza precedenti «negli antecedenti 50 anni». Poi ha affermato come nella zona alta, cioè nei pressi di Vibo città, erano già presenti «condizioni di dissesto», mentre nelle Marinate le inondazioni avevano causato «alcuni squilibri». Le «priorità», dunque, non potevano che essere quelle di una sistemazione, sotto il profilo idrografico, innanzitutto di torrenti come il Sant’Anna. Ma uno dei passaggi più impor- tanti è quello in cui il teste ha riferito che per il Comune sarebbe stato necessario non rilasciare autorizzazioni a costruire, assunto basato prevalentemente sulle linee guida del Piano di assetto idrogeologico ma con qualche modifica dato il caso particolare. Il Piano Versace 1, dunque, si è occupato principalmente di scattare una fotografia dello stato dell’arte del territorio sotto il profilo idrogeologico. Mentre il Piano Versace 2, ha spiegato sempre il teste, si doveva occupare di gestire la fase post, quella in cui bisognava ripartire. Fase in cui la struttura del tecnico non avrebbe avuto rapporti col Comune, come testimoniato dal teste. Il quale ha poi spiegato che, per quanto riguarda il piano di delocalizzazione delle imprese colpite, ci si è avvalsi della collaborazione della Camera di commercio. Il secondo passaggio rilevante è stato quello in cui Versace ha riferito, su domanda del pm, che il Piano «non è stato perfettamente aderente» ai dettami contenuti nelle linee guida. Infine è toccato alle difese intervenire. L’avvocato Fuscà ha chiesto al teste lumi sullo studio di determinazione di portata, conferitogli, ha risposto, «dall’ingegnere Niccoli», spiegando che sulla redazione del Piano Versace 2 il Comune di Vibo non era stato coinvolto. Sulla delocalizzazione ha dichiarato che questa «era prevista già prima dell’alluvione», e che l’area individuata per dirottare le aziende era, pure questa, «toccata dall’alluvione». L’avvocato Galati ha fatto visionare una foto al teste, dalla quale emergeva, in questo caso, che le costruzioni erano lontane dal torrente. Rispondendo a un’altra domanda dell’avvocato Silipo, Versace ha spiegato che il Piano non prevedeva uno studio per localizzare vincoli di inedificabilità, e che la perimetrazione doveva avvenire in base al rischio idrogeologico di ogni singola zona. L’udienza quindi si è conclusa, ed il giudice De Luca ha disposto il rinvio al prossimo 13 dicembre. carabinieri in azione Per Tassone nessun vincolo associativo La seconda sezione del Tribunale del riesame di Catanzaro (presidente Rinardo, a latere Perri e Tarantini), ha annullato, limitatamente al capo H (vicenda associativa), l’ordinanza cautelare disposta nei confronti di Francesco Tassone, classe 1990, detenuto agli arresti domiciliari e coinvolto nell’operazione “Business car”. Durante l’udienza camerale era comparso anche il procuratore capo di Vibo, Mario Spagnuolo, fornendo una cospicua produzione documentale, sostenendo nella lunga ed articolata requisitoria l’esistenza di un sodalizio criminale e la partecipazione attiva di Francesco Tassone, difeso dagli avvocati Diego Brancia e Valeria Primerano. La condotta associativa finalizzata all’usura e all’estorsione è stata contestata, oltre che a Francesco Tassone, anche a Giovan Battista Tassone, Girolamo Macrì, Nazzareno Pugliese e Luigi Carè. L’augurio di Caridi al presidente Gentile L’assessore regionale alle Attività produttive, Antonio Caridi, esprime le proprie felicitazioni al neoeletto presidente di Confindustria Vibo, Antonio Gentile. «Un imprenditore - si legge nel messaggio dell’amministratore dalle indubbie capacità professionali ed indiscusse qualità umane. L’elezione di Gentile, unitamente agli altri componenti del direttivo, potrà offrire un nuovo impulso all’associazione anche in termini di partecipazione nei processi decisionali che attengono allo sviluppo della Regione. I quadri dirigenziali di Confindustria Vibo, infatti, si presentano come un team di livello assoluto e di rilevanti capacità manageriali che non mancherà di apportare un consistente contributo nel percorso di crescita e di rilancio del sistema produttivo regionale. Una nuova classe imprenditoriale - aggiunge Caridi sta ormai guadagnando una meritata ribalta, dimostrando sempre più capacità di imprimere un’autentica svolta culturale nella gestione delle aziende. Si tratta di dirigenti in grado di competere anche a livello nazionale ed internazionale, che possono aspirare ad avviare una nuova fase di competitività e di sviluppo. A Confindustria di Vibo, così come alle associazioni delle altre province, non sarà mai negato un fattivo rapporto di L’assessore Antonio Caridi Il presidente Antonio Gentile collaborazione da parte dell’assessorato alle Attività produttive, finalizzato a soddisfare le istanze dell’imprenditoria calabrese, in un’ottica di confronto, di positiva concertazione e di una sinergia produttiva». Secondo Caridi, dunque, «si potrà così contribuire, tutti insieme, a creare una nuova classe dirigente in Calabria, che sappia essere artefice della propria crescita». la decisione Bomba a mano ed esplosivo dentro una cava, un arresto I militari con l’esplosivo sequestrato elezione in confindustria I militari della stazione carabinieri di San Calogero, unitamente ai colleghi dell’aliquota radiomobile della compagnia di Tropea, a seguito di un predisposto servizio finalizzato alla ricerca di materiale esplodente, hanno tratto in arresto, con flagranza di reato, Cosma Damiano Sibio, 44enne pregiudicato di San Calogero, poiché si è reso responsabile di detenzione illegale di materiale esplosivo. In particolare i militari hanno rinvenuto all’interno di una cava di proprietà dell’arrestato, un grosso quantitativo di materiale esplodente consistente in una bomba a mano a frammentazione, di costruzione americana modello mk2, probabile residuato bellico; un ordigno esplosivo confezionato artigianalmente, costituito da recipiente in vetro contenente 5 chilogrammi di sostanza gelatinosa esplosiva innescata con detonatore; un ordigno pirotècnico contenente 1 chilogrammo circa polvere pirica; 14 cartucce calibro12 caricate a pallettoni; 1 cartuccia calibro 12 caricata a pallini; 11 cartucce calibro 9x21 per pistola e 8 proiettili calibro 7.65 per pistola. Una parte dei reperti, previa campionatura, è stata distrutta, mentre per la restante parte è stata sottoposta a sequestro e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria. Truffa, convalidato dal gip il fermo del “falso medico” Il materiale medico rinvenuto. Nel riquadro Mario Cipriano Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo Valentia ha convalidato il fermo di Mario Cipriano, il falso medico cosentino, di 54 anni, arrestato dai Carabinieri di Zungri, diretti dal maresciallo Mario Randazzo. Il falso professionista, infatti, difeso dall’avvocato Antonio Porcelli, è comparso stamattina davanti al Gip, il quale, appunto, ha convalidato il fermo con l’obbligo di dimora nel comune di Zungri. Nel frattempo il laboratorio e l’attrezzatura ivi presente è stata sottoposta a sequestro. Il Cipriano si è difeso sostenendo di essere in possesso di alcune specializzazioni e che solo sui biglietti da visita aveva aggiunto il titolo di dottore in quanto tutti lo chiamavano così. Il Corpo forestale accerta nuovi reati contro l’ambiente Continuano incessantemente i controlli degli agenti del Corpo forestale, guidati dal comandante Gaetano Lorenzo Lopez. Le ultime attività, condotte dagli agenti del comando di Vallelonga, hanno avuto come esito finale la denuncia a piede libero di tre persone e il sequestro di un ingente quantitativo di materiale legnoso. In località Monte Impiccato di Vallelonga veniva riscontrato, all’interno di un bosco ceduo di castagno di proprietà comunale, il pascolo abusivo di un gregge incustodito di animali ovicaprini. Il proprietario del gregge, è stato deferito all’autorità giudiziaria per pascolo abusivo e danneggiamento. Analoga situazione in località Pendina di Vallelonga. In località Trigne di San Nicola da Crissa, poi, è stato accertato l’abbattimento di 110 piante conifere. Individuato, l’autore, C. G. da Capistrano, è stato denunciato mentre il materiale è stato sequestrato. Ogni mattina in Calabria sempre al prezzo di euro 1,00 www.gazzettadelsud.it Anno 60 N° 330 Mercoledì 30 Novembre 2011 Euro 1,00 REGGIO TAURIANOVA Dal Pm Francesca Stilla LOCRI Inchiesta “Oro Nero” Chiesti sedici anni per l’assassino di Battaglia Convalidato il sequestro dei beni dei fratelli Camastra Cronache pag. 29 Cronache pag. 43 Toni Battaglia fu ucciso per futili motivi da un quindicenne La conferenza stampa dell’inchiesta “Oro Nero”, il 16 novembre scorso LA CRISI FINANZIARIA E I SUOI PESANTI CONTRACCOLPI NEL NOSTRO PAESE. LA PREVIDENZA NEL “MIRINO” Manovra da 20 mld, sale l’anzianità Lunedì il varo delle prime misure. Berlusconi contro la patrimoniale, disponibile sull’Ici RILEVAZIONI ISTAT Retribuzioni congelate mentre i prezzi galoppano ROMA. Gli stipendi degli italiani non riescono più a tenere il passo del caro vita. A ottobre la forbice tra il fiacco ritmo di crescita dei salari e la corsa dell’inflazione tocca un nuovo record, raggiungendo il divario maggiore da almeno quattordici anni, ovvero dal 1997. L'ULTIMA RILEVAZIONE dell’Istat registra retribuzioni fredde: ferme su settembre e in rialzo dell’1,7% su base annua, lo stesso livello segnato già nei tre mesi precedenti. Intanto, sempre a ottobre, i prezzi sono balzati al 3,4%, spinti dalla bolletta energetica e dall’incremento dell’aliquota Iva. IN QUESTO SCENARIO, sul pubblico impiego grava per legge il blocco della contrattazione fino al 2014 e secondo la manovra di luglio potrebbe andare avanti anche per il triennio 2015-2017. Ci sono poi 31 accordi contrattuali da rinnovare, per un totale di dipendenti pari a 4,3 milioni di persone, ovvero quasi un lavoratore su tre. Inoltre, l’attesa per l'aggiornamento degli accordi si fa più lunga, sfiorando i due anni (22,4 mesi), un periodo doppio a confronto con lo scorso anno. PAG. 3 ROMA. La correzione dei conti pub- blici diventa più corposa: da un’ipotesi iniziale di circa 13 miliardi si passa infatti a circa 20, inclusi i 4 della delega fiscale. Il primo esempio dei sacrifici che dovranno essere fatti arriva dal Parlamento: contributivo per tutti i “nuovi” e in pensione più tardi. E mentre Mario Monti, nella sua veste di ministro dell’Economia, ha incassato a livello europeo la “promozione” del piano di interventi da adottare in Italia, si va definendo meglio il pacchetto di interventi legati alla previdenza: blocco totale del recupero dell’inflazione per le pensioni per il 2012 (vale 5-6 miliardi) e l’aumento di due punti delle aliquote per i lavoratori autonomi (ora al 20-21% rispetto al 33% dei dipendenti) per fare cassa. Poi aumento dell’età per le pensioni di anzianità anche oltre i 40 anni, anticipo delle misure per portare l’età delle donne a 65 anni. Ma dall’Europa le richieste (11 miliardi circa quelli indicati nel rapporto di Olli Rehn) sono ancora tante e riguardano, ad esempio, la maggior flessibilità in uscita nel mercato del lavoro (art.18). Note anche le altre misure allo studio: patrimoniale (netto no di Berlusconi) e Ici sulla prima casa (l’ex premier è disposto a discuterne), aumento dell’Iva, liberalizzazioni, privatizzazioni. Il primo pacchetto arriverà lunedì 5 dicembre in Consiglio dei ministri. Poi un esame lampo in Parlamento.PAGG. 2 e 3 REGGIO - L’indagine della Dda regge davanti al gup All’interno Processo Meta, 17 condanne MARCO ROSSI-DORIA PAGINA 4 CARCERI AFFOLLATE Severino rilancia il braccialetto elettronico PAGINA 5 IN UN SUPERMERCATO Roma, camion rompe i freni Due donne uccise Si è concluso con 17 condanne e un’assoluzione il processo con rito abbreviato svoltosi nell’aula bunker di viale Calabria (foto) nei confronti di presunti affiliati alle cosche reggine coinvolti nell’operazione Meta. Il gup, Adriana Trapani, dopo 8 ore di camera di consiglio, ha condannato Pasquale Buda a 15 anni di reclusione; Santo Le Pera (foto piccola) a 13 anni e 8 mesi; Rocco Zito a 13 anni e 4 mesi; Domenico Barbieri a 10 anni e 4 mesi; Vitaliano Grillo Brancati a 9 anni e 8 mesi; An- PARMA. Cesare Geronzi, fino a MORTO IL GRANDE DOCUMENTARISTA 88ENNE Addio a Vittorio De Seta “cantore” del Meridione PAG. 18 chiesto sette anni. Un altro personaggio illustre della finanza italiana, Matteo Arpe, al tempo amministratore delegato di Capitalia, ha avuto tre anni e sette mesi. L’accusa aveva chiesto per Show al S. Paolo È STATA UNA SCELTA radicale quella di Lucio Magri, 79 anni, fondatore del Manifesto e storico leader della sinistra: il suicidio assistito in Svizzera, per uscire per sempre dalla terribile depressione che lo aveva colpito dopo la morte della moglie. La scelta di Magri ha scatenato inevitabili polemiche tra chi chiede di rispettare comunque la sua volontà e chi attacca la strada della «dolce morte». La salma di Magri rientrerà in Italia per essere sepolto a Recanati, accanto all’amata Mara. PAG. 9 lui due anni e sei mesi considerando le attenuanti generiche, negate invece a Geronzi. Otto imputati e otto condanne pesanti, dunque, per quello che fu il brutto affare Ciappazzi, combinato secondo l’accusa tra il gruppo Ciarrapico e la Parmalat di Calisto Tanzi su pressione forte e dunque illecita di Cesare Geronzi che nel 2002 indusse Tanzi ad acquistare la società messinese di acque minerali, che era in completo sfacelo, a un prezzo gonfiato per poter ottenere dalla Banca di Roma-Capitalia un finanziamento da 50 milioni di euro che sarebbe servito a tenere a galla il settore turismo della Parmalat.PAG. 5 PALERMO 36 arresti in 3 operazioni I tentacoli di Cosa nostra sugli affari di Zamparini Svizzera, suicidio assistito del creatore del Manifesto Lucio Magri in una vecchia foto tonio Cianci, Domenico Corsaro, Francesco Priore, Gian Domenico Condello, Domenico Cambareri e Francesco Rodà a 9 anni; Demetrio Condello a 8 anni; Giuseppe Greco, a 5 anni; Salvatore Mazzitelli a 3 anni; Francesco Condello e Domenico Francesco Condello a 2 anni e 4 mesi; Giovanni Canale a 2 anni. Assolto Rocco Creazzo. Gli imputati dovranno risarcire la Regione, la Provincia di Reggio, i Comuni di Reggio, S. Roberto, Fiumara, Villa S. Giovanni e l’associazione Libera.PAG. 27 Acque Ciappazzi, cinque anni a Geronzi Lucio Magri a 79 anni dà l’ultimo forfait REGGIO Nuovo mercato Vertice tra Arena e Varratta PAGINA 7 CRAC PARMALAT Il banchiere indusse Tanzi a comprare la società a valori gonfiati pochi mesi fa certamente uno degli uomini più potenti in Italia, è stato condannato a cinque anni di reclusione a conclusione del processo Ciappazzi, il filone nato dall’inchiesta sul crac Parmalat del 2003. Per l’ex numero uno di Banca di Roma-Capitalia il pm Vincenzo Picciotti, unico componente dell’originario pool di magistrati che diede inizio all’inchiesta sul dissesto del gruppo di Collecchio, aveva “Maestro di strada” sottosegretario all’Istruzione Napoli-Juve 3-3 La Juventus si conferma grande e allunga in classifica (+2 sul Milan) grazie al pareggio conquistato sul campo del Napoli nel recupero della 11.giornata. È finita 3-3 con i bianconeri capaci di rimontare due gol grazie a Estigarribia e Pepe (nella foto).PAG. 19 PALERMO. Trentasei arresti in tre operazioni delle forze dell’ordine contro altrettante cosche palermitane. Dall’inchiesta è emerso che i boss dettavano legge nella gestione del centro commerciale che il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, sta realizzando allo Zen stabilendo chi sarebbe stato assunto e a chi sarebbero andati gli spazi commerciali. E i tentacoli delle cosche si stavano allungando anche sul denaro «mosso» dall’imprenditore friulano per la realizzazione del nuovo stadio.PAG. 10 Lunedì si chiude Fiorello (col fratello) “incassa” altri 12 mln di telespettatori PAGINA 15 ANDRÀ IN MANICOMIO Oslo, l’autore del massacro eviterà la prigione PAGINA 11 CREATO IN OLANDA Super-virus più pericoloso dell’antrace PAGINA 11 MODELLO POMIGLIANO Fiat, il tavolo sul contratto parte senza Fiom Il centro agro-alimentare di Mortara PAGINA 33 M. DI GIOIOSA Restituiti agli Aquino ville, auto e un albergo PAGINA 13 SU CANALE 5 Checco Zalone imiterà Saviano e Michele Misseri PAGINA 15 L’hotel Miramare di Marina di Gioiosa PAGINA 45 Mercoledì 30 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 10 Calabria . REGGIO Il gup Adriana Trapani ha convalidato il castello accusatorio costruito dalla Procura antimafia nell’operazione Meta e ha inflitto 138 anni di carcere ’Ndrangheta e affari, diciassette condanne Assolto solo Rocco Creazzo. I colpevoli dovranno anche risarcire le Istituzioni e l’Associazione Libera Paolo Toscano REGGIO CALABRIA Centotrentotto anni e quattro mesi. A tanto ammontano le 17 condanne, a pene variabili da 15 a 2 anni di reclusione, inflitte dal gup Adriana Trapani a conclusione del troncone degli abbreviati del processo “Meta”. Un solo imputato, Rocco Creazzo, è stato assolto. Il processo nasceva dall’inchiesta della Dda sulle attività delle cosche della ’ndrangheta attive in città. La scelta del rito abbreviato ha assicurato lo sconto di un terzo della pena. Il gup Adriana Trapani ha letto il dispositivo in serata, rientrando nell’aula bunker di viale Calabria dopo la rituale camera di consiglio durata otto ore. Il giudice dell’udienza preliminare ha condannato Pasquale Buda a 15 anni di reclusione; Santo Fortunato Le Pera a 13 anni e 8 mesi; Rocco Zito a 13 anni e 4 mesi; Domenico Barbieri a 10 anni e 4 mesi; Vitaliano Grillo Brancati a 9 anni e 8 mesi; Antonio Cianci, Domenico Corsaro, Francesco Priore, Giandomenico Condello, Domenico Cambareri e Francesco Rodà a 9 anni ciascuno; Demetrio Condello a 8 anni; Giuseppe Greco (cl. 1960), a 5 anni; Salvatore Mazzitelli a 3 anni; Francesco Condello e Domenico Francesco Condello a 2 anni e 4 mesi; Giovanni Canale a 2 anni. Il giudice ha anche condannato gli imputati al pagamento del risarcimento del danno in favore della Regione Calabria (2 milioni), della Provincia di Reggio (2 milioni), di Libera (500 mila euro), del Comune di Reggio (2 milioni), del comune di San Roberto (500 mila euro), del comune di Fiumara di Muro (500 mila euro), del comune di Villa San Giovanni (un milione). L’operazione “Meta” era stata condotta il 22 giugno del 2010 con l’arresto di 43 dei 73 indagati. Le accuse andavano dall’associazione mafiosa alla turbata libertà degli incanti, dal trasferimento fraudolento di valori all'estorsione. Era stata un’inchiesta dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio, con il coordinamento del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Giuseppe Lombardo, a ricostruire i nuovi assetti delle cosche attive in città e nell’hinterland e a fare luce sugli intrecci tra ’ndrangheta, politica e affari. Gli investigatori dell’Arma avevano ricostruito la rete di rapporti tra boss e gregari, ma anche gli intrecci con il mondo dell’imprenditoria, e la politica. Dall’indagine era emerso che in riva allo Stretto la stagione dello scontro feroce per assicurarsi il predominio era definitivamente tramontata con la pacificazione del 1992. Così, la contrapposizione tra il cartello De Stefano-Tegano-Libri da una parte e lo schieramento Condello-Imerti-Serraino-Rosmini dall'altra, alla base dello scontro feroce che aveva insanguinato la città e l'hinterland era diventata solo un ricordo. Da quel momento le organizzazioni criminali che si erano diviso il territorio cittadino avevano cominciato a operare in perfetta sintonia con un solo obiettivo: assicurarsi il massimo di profitti controllando tutte le attività lecite e illecite. Le principali famiglie di ’ndrangheta si muovevano in perfetta sintonia mettendo in campo sinergie criminali per controllare le attività illecite. Una gestione che assicurava a tutte le cosche la partecipazione ai guadagni soprattutto legati alle estorsioni e al controllo degli appalti nel settore privato. In sede di udienza preliminare il processo era stato diviso in due tronconi. I personaggi dalla caratura criminale più importante avevano imboccato la via del rito ordinario. Praticamente il gotha della ’ndrangheta reggina era stato rinviato a giudizio. E nel processo che si sta celebrando davanti al Tribunale sono imputati i boss Giuseppe De Stefano, Pasquale Condello, Pasquale Libri e Giovanni Tegano, tutti collocati ai vertici delle rispettive famiglie mafiose. La sentenza Il gup ha condannato Pasquale Buda a 15 anni; Santo Fortunato Le Pera a 13 anni e 8 mesi; Rocco Zito a 13 anni e 4 mesi; Domenico Barbieri a 10 anni e 4 mesi; Vitaliano Grillo Brancati a 9 anni e 8 mesi; Antonio Cianci, Domenico Corsaro, Francesco Priore, Giandomenico Condello, Domenico Cambareri e Francesco Rodà a 9 anni ciascuno; Demetrio Condello a 8 anni; Giuseppe Greco (cl. 1960), a 5 anni; Salvatore Mazzitelli a 3 anni; Francesco Condello e Domenico Francesco Condello a 2 anni e 4 mesi; Giovanni Canale a 2 anni. Risarcimento. Il gup ha condannato gli imputati al risarcimento del danno in favore di Regione (2 mln), Provincia di Reggio (2 mln), di Libera (500 mila), dei Comuni di Reggio (2 mln), San Roberto (500 mila), Fiumara (500 mila), e Villa S. Giovanni (un mln). Il gup Adriana Trapani ha letto la sentenza nell’aula bunker del viale Calabria dopo otto ore di camera di consiglio CATANZARO Chiesta l’applicazione Giudice trasferito “Why Not” a rischio CATANZARO. Stop forzato del processo a carico delle 27 persone rinviate a giudizio a seguito dell’inchiesta “Why not” su un presunto comitato d’affari che avrebbe illecitamente gestito i soldi destinati allo sviluppo della Calabria. A causa del trasferimento del presidente del collegio, il giudice Antonio Battaglia, al tribunale di Palmi, il presidente del Tribunale di Catanzaro, Domenico Ielasi, ha già avviato le procedure per ottenere l’applicazione del giudice Battaglia, limitatamente a questo processo, a Catanzaro. Ciò al fine di evitare di mettere l’intero processo a ri- schio azzeramento in quanto i legali delle 27 persone coinvolte potrebbero non prestare il consenso alla rilettura degli atti e, di conseguenza, fa ripartire il processo da zero dopo le già 15 udienze che avevano portato a buon punto il processo. Una mole di udienze che sarebbe a rischio. Il presidente del Tribunale ha già ottenuto il “sì” del collega del tribunale di Palmi e dei Consigli giudiziari di Reggio Calabria e Catanzaro. In attesa dell’autorizzazione all’applicazione del giudice il dibattimento è stato aggiornato al 6 dicembre prossimo. Sul banco degli imputati siedono le persone rinviate a giudizio il 2 marzo 2010, tra le quali anche Caterina Merante, testimone chiave dell'inchiesta "Why Not", chiamata a rispondere dell' unico capo d'accusa contestatole: una contravvenzione alle leggi in materia di lavoro. Gli altri sono Aldo Curto, Marino Magarò, Gennaro Ditto, Francesco Morelli, Antonio Mazza, Rosario Caccuri Baffa, Giorgio Cevenini, Rosalia Marasco, Ennio Morrone, Cesare Carlo Romano, Rosario Calvano, Dionisio Gallo, Domenico Basile, Giancarlo Franzè, Antonio Gargano, Filomeno Pometti, Michelangelo Spataro, Michele Montagnese, Pasquale Citrigno, Pasquale Marafioti, Clara Magurno, Alfonso Esposito, Giuseppe Pascale, Ernesto Caselli, Nicola Adamo, Antonino Giuseppe Gatto.(g.m.) FAIDA DI S. LUCA Il magistrato ieri in tv Trattativa con le ’ndrine? Gratteri non conferma REGGIO CALABRIA. Un ipotetico intervento delle istituzioni in una trattativa con la 'ndrangheta, all’insaputa della magistratura, per evitare una guerra di mafia dopo la strage di Duisburg, il Ferragosto del 2007. Se n’è parlato ieri sera del corso della prima puntata de «Gli Intoccabili», il programma condotto da Gianluigi Nuzzi su LA7. «È la prima volta – ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Nicola Gratteri, ospite in studio – che sento parlare di una trattativa». Sull'apertura di un fascicolo in proposito Gratteri ha aggiunto: «Domani ne parlo con il capo dell’ufficio, il procuratore, e vediamo. Io lo farei, perchè le trattative Il capo della Dda reggina ha tenuto una lectio magistralis alla Bocconi sugli effetti dell’azione pervasiva della criminalità organizzata Pignatone: le mafie mettono le mani sull’economia REGGIO CALABRIA . Una vita tra- scorsa a combattere la criminalità organizzata. Giuseppe Pignatone per 30 anni a Palermo e, dall’aprile 2008, a Reggio Calabria, «nelle città dove – ama ripetere – hanno la loro sede sociale Cosa nostra siciliana e la ’ndrangheta calabrese». Il capo della Dda reggina è senza dubbio uno dei massimi esperti del fenomeno mafioso. E in questa veste ha tenuto una lectio magistralis alla Bocconi, ospite del Centro “Paolo Baffi”, sul tema “I rapporti delle mafie con l’economia e in particolare con gli imprenditori”. «Il pentito Antonino Giuffrè – ha esordito –, per spiegare la strategia di Salvatore Riina e dei suoi alleati che avrebbe portato alla guerra di mafia, all’inizio degli anni ’80, ha detto che “i corleonesi avevano le idee chiare sulla situazione, con un interesse ben preciso, mettersi nelle mani l’economia di Palermo prima e della Sicilia dopo …”. Lo stesso collaboratore aveva del resto già affermato che “Cosa nostra esiste per arricchirsi”». E sugli effetti dell’azione mafiosa nell’economia nazionale, Pignatone ha ricordato una dichiarazio- ne dell’ex Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi secondo cui in 30 anni la criminalità organizzata ha fatto perdere all’Italia vari punti di Pil, in larga parte ascrivibile a mancati investimenti: «Per salvaguardare l’economia – ha suggerito –, ma anche la democrazia, nel nostro paese, occorre impiegare risorse al Sud, per contrastare la forza delle mafie là dove è il centro vitale di accumulazione del loro potere criminale ed economico; contemporaneamente però esse vanno contrastate con lo stesso impegno nelle altre regioni d’Italia, specie quelle più ricche, dove hanno sviluppato le loro propaggini». Poi ha ricordato uno studioso siciliano, Umberto Santino che calcola in circa 5-6 mila gli affiliati a Cosa nostra, ma in alcune centinaia di migliaia il blocco sociale di riferimento al cui interno si colloca anche quella che ormai viene chiamata “borghesia mafiosa”: «Sono numeri drammatici – ha commentato – e in Calabria la situazione è ancora più grave. A Rosarno, cittadina di circa 15 mila abitanti, vi sono 250 affiliati alle cosche; persone cioè che sono state “battezzate” e fanno parte dell’associazione. Se consideriamo poi il numero di altre persone a queste legate da vincoli di parentela, amicizia, interesse o dipendenza economica è facile capire come essi siano in grado di condizionare, anche senza il ricorso alla violenza, ogni aspetto della vita politica, amministrativa ed economica della città». Ma le mafie non si esauriscono nella forza militare: «Se così fosse – ha proseguito – sarebbero state sconfitte da decenni. Ma le mafie godono di un certo consenso sociale. Mantenere questo consenso è per i capi dell’organizzazione una preoccupazione costante». Pignatone ha ricordato che l’organizzazione criminale ritiene essenziale il rapporto con la politica e la pubblica amministrazione: «Ne sono ben consapevoli – ha spiegato – i grandi capimafia. Ce lo conferma un “pizzino” di Bernardo Provenzano a uno dei suoi luogotenenti. È con politici e pubblici amministratori che i mafiosi devono misurarsi per deviare i flussi di denaro e la distribuzione delle risorse in direzione delle cosche e dei loro referenti imprenditoriali». E sul te- Giuseppe Pignatone ma delle relazioni esterne entra in gioco un’altra delle caratteristiche della mafia siciliana e di quella calabrese: il suo carattere unitario. Un dato ormai acquisito, a partire dalle rivelazioni di Tommaso Buscetta a Giovanni Falcone e dal maxiprocesso del 1984, ma è una caratteristica anche della ’ndrangheta come ha dimostrato l’indagine “Crimine”. Tornando ai rapporti delle mafie con l’economia Pigna- tone ha evidenziato: «Sono gli imprenditori che costituiscono il tramite privilegiato che consente alle mafie di investire e riciclare le loro enormi disponibilità finanziarie e di entrare in contatto con le altre componenti della società. Basta ricordare i “pizzini”che avevano Bernardo Provenzano e Pasquale Condello al momento dell’arresto». Il magistrato ha poi ricordato Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia: «Ha più volte dichiarato che è stata l’efficacia e la continuità dell’attività di repressione culminata con gli arresti di Provenzano e Lo Piccolo e la disarticolazione del livello medio-alto dell’organizzazione mafiosa che ha dato alle forze sane della società, che già esistevano, una libertà d’azione che prima non avevano. Abbiamo così registrato l’adozione dei codici etici, l’espulsione degli imprenditori collusi, fenomeni come Addiopizzo». Oggi la Banca d’Italia calcola che il riciclaggio abbia per oggetto somme di denaro di importo pari al 10% del Pil provenienti, in prevalenza, oltre che dalla criminalità organizzata, dall’evasione fiscale e dalla corruzione: «È indispensabile una conoscenza sempre più approfondita del fenomeno mafioso e delle conseguenze negative sull’economia. È essenziale che anche i singoli operatori comprendano che comportamenti agnostici od opportunistici nei confronti dell’inquinamento mafioso dell’economia rischiano di essere controproducenti». Pignatone ha chiuso con due citazioni: «La prima è tratta dal libro di Umberto Ambrosoli quando afferma che “Per quanto la società affini le proprie regole per contrastare i soprusi, come in una sorta di evoluzione darwiniana, anche chi queste regole vuole aggirare si affina creando sistemi sempre più articolati per affermare se stesso e i propri interessi. Senza la coscienza civile dei singoli che scelgono di rispettare le norme, e con esse la convivenza civile, le leggi da sole non bastano a salvare una società”. La seconda, per un siciliano come me, non può che essere di Padre Pino Puglisi: “Se ognuno facesse qualcosa, se ognuno si mettesse in gioco, se ognuno rifiutasse di farsi spettatore di un mondo che sta morendo, tutto sarebbe diverso”».(p.t.) corrodono le indagini ed è anche una perdita di immagine per noi. Sono arrabbiato – ha detto ancora Gratteri in trasmissione –. perché la trattativa non è la strada. Mi disturba sapere che ci sia stata: non mi è parso che ci siano state imbeccate nell’indagine sulla strage di Duisburg». Da noi interpellato il magistrato ha precisato il suo pensiero: «È chiaro che chi diffonde una notizia del genere deve essere pronto ad assumersi la responsabilità. Duisburg è stato l’ultimo atto della faida di San Luca, tutte le responsabilità di associazione mafiosa sono state accertate attraverso indagini sul campo e intercettazioni». REGIONE CALABRIA AZIENDA OSPEDALIERA (Bianchi-Melacrino-Morelli) REGGIO CALABRIA AVVISO L’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria, indice “Manifestazione di interesse per l’individuazione di una organizzazione di volontariato per il reperimento di n. 48 unità di personale” da utilizzare nelle 24 ore per lo svolgimento delle attività di portantini e/o barellieri e/o di commissioni generiche all’interno dell’Azienda Ospedaliera. Codice CIG: 3620906228. I requisiti di partecipazione sono: a) iscrizione da almeno sei mesi nell’apposito Registro delle Organizzazioni di Volontariato; b) avere sede legale e/o operativa nella Provincia di Reggio Calabria; c) essere in possesso di attestazioni relative allo svolgimento presso strutture sanitarie pubbliche di servizio analogo a quello richiesto. Il Bando della manifestazione di interesse e lo schema di convenzione sono visionabili sul sito internet dell’Azienda Ospedaliera “B.M.M.” di Reggio Calabria all’indirizzo: www.ospedalerc.it. Contributo annuo rimborso spese a unità di personale: Euro 4.000,00. Data di scadenza presentazione delle istanze di partecipazione giorno 21 dicembre 2011, ore 12, a pena di esclusione. Il responsabile del Procedimento: Geom. Giuseppe Romeo. Tel. 0965397518 - Fax 0965397529. IL DIRETTORE UOC ACQUISIZIONE BENI E SERVIZI (Avv. Angelo Rabotti) IL DIRETTORE GENERALE Dott. Carmelo Bellinvia Gazzetta del Sud Mercoledì 30 Novembre 2011 29 Primo Piano . REGGIO Il tema è stato discusso al convegno organizzato a Palazzo Campanella dalla Fondazione “Marisa Bellisario” presieduta dall’on. Lella Golfo Donne “valore aggiunto” della ‘ndrangheta Ma per fortuna ci sono anche gli esempi positivi. La speranza di un futuro diverso passa dai banchi di scuola Indagine condotta da Euromedia Research Tonio Licordari REGGIO CALABRIA La donna oggi purtroppo ha un ruolo attivo all’interno delle cosche della 'ndrangheta: non sarebbe artefice né vittima ma complice consapevole e testimone silenziosa, è un "valore aggiunto" in negativo. Può collocarsi insomma in una sorta di "terra di mezzo". Ma non mancano gli esempi positivi, di donne cioé che si ribellano sino a pagare con la morte la loro rincorsa alla legalità. La speranza che si possa credere in un futuro diverso passa dai banchi di scuola. La cultura può contribuire a sostenere l’azione di Magistratura e Forze di Polizia rafforzando i percorsi di prevenzione. Emergono spunti interessanti e propositivi nel convegno "Le donne, le cosche, il potere", promosso dalla Fondazione "Marisa Bellisario", che si è svolto ieri all’auditorium "Nicola Calipari" di Palazzo Campanella, dedicato soprattutto ai ragazzi delle scuole. La base della discussione è la ricerca, sul tema "L'altra metà del cielo della 'ndrangheta" (leggere servizio in questa pagina), condotta da Euromedia Research, che esprime sensazioni che invitano a profonde riflessioni. Il primo messaggio che parte dal convegno è quello di Marisa Bellisario, la top manager, morta all’età di 51 anni, la quale aveva preso in mano la fabbrica Italtel, destinata alla rottamazione, trasformandola in pochi anni in un modello di tecnologia e di produzione. Nel suo nome l’on. Lella Golfo, attuale parlamentare del Pdl, ha dato vita ad una Fondazione che in venti anni di attività ha esaltato e continua ad esaltare il ruolo delle donne e dei talenti femminili. Il convegno reggino rappresenta una tappa significativa. L’on. Lella Golfo, alla quale giungono i messaggi di incoraggiamento dei ministri Anna Maria Cancellieri (Interno) e Paola Severino (Giustizia), nonché degli ex ministri Roberto Maroni e Francesco Nitto Palma, spiega nella sua relazione introduttiva da dove nasce l’idea di questo convegno: dalle immagini televisive che diffondono in tutta Italia gli applausi, davanti alla Questura di Reggio, da parte di un gruppo di donne, all’uscita del boss Giovanni Tegano, esaltato come "uomo di pace". E poi ancora dall’operazione di Rosarno contro il clan Pesce, nella quale sono coinvolte sette donne. Una spinta arriva anche da quelle donne coraggiose che hanno deciso di passare il Rubicone, collaborando con la giustizia: da Giuseppina Pesce, a Maria Concetta Cacciola costretta a suicidarsi, a Lea Garofalo. Il convegno, coordinato da Silvia Vaccarezza (Tg2), attraversa un percorso articolato e stimolante. Il vice presidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, nel È sempre meno marginale il ruolo femminile nelle strategie delle cosche REGGIO CALABRIA . Un’indagine Il tavolo della presidenza al convegno su “Le donne, le cosche, il potere” che si è tenuto ieri nell’auditorium Calipari di Palazzo Campanella suo saluto istituzinale, esalta la prevenzione e, quindi, assegna un ruolo importante al mondo della scuola. Lella Golfo descrive la pericolosità della 'ndrangheta che ha «un fatturato annuo di 44 miliardi, controlla quasi tutta la cocaina che circola in Europa con un ricavato di 27,240 milioni di euro all’anno». Per fortuna ci sono i risultati che incoraggiano: «Negli ultimi tre anni la sinergia tra il ministro Maroni, le istituzioni e le forze dell’ordine ha segnato un punto di svolta epocale nella lotta alla 'ndrangheta: 46 mila beni sequestati, 2500 aziende e 21 miliardi e mezzo di euro confiscati, più di 30 latitanti di massima pericolosità arrestati». Sul futuro l’on. Lella Golfo è fiduciosa: «La regione Calabria con il suo presidente Scopelliti sta costruendo un percorso in cui alla cultura della legalità si affianca l’offerta di opportunità concrete di lavoro per i nostri giovani. E si stanno ottenendo risultati concreti e significativi». La seconda parte viene dedicata ad una tavola rotonda, coordinata da Francesco Guidara (giornalista Class Cnbc) e Safiria Leccese (Mediaset). Domande incalzanti e brevi riflessioni. Apre il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, il quale intende subito mettere in luce un particolare: «Nel pomeriggio della stessa giornata - dice - in cui si è registrato l’episodio delle donne che hanno applaudito il boss Tegano, 250 giovani reggini si sono radunati in corteo davanti al palazzo della Questura applaudendo il questore Casabona e dei suoi uomini. Purtroppo è stato dato rilievo solo L’on. Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario al primo episodio». Il governatore si rivolge poi ai giovani: «Siete la risorsa, la base del nostro futuro. E noi ci stiamo adoperando per fare in modo che i nostri giovani siano un modello della comunità. In Calabria poi esistono tante donne di valore. Personalmente ho voluto Antonella Stasi, una nota e capace imprenditrice, alla vice presidenza della Giunta e il 50 per cento delle figure strategiche della Regione scelte da me è composto da donne». Interessante e concreto l’intervento del procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, il quale più che «le sensazioni della ricerca» preferisce far parlare «le carte per segnalare le ormai scontate presenze femminile nelle cosche della 'ndrangheta». Per il capo della Dda reggina «oggi la don- na costituisce, in negativo s'intende, il valore aggiunto dei clan». Un esempio? «Una donna di Seminara, dopo che il marito era sfuggito ad un attentato, ha scritto ai suoi figli che ormai vivevano al Nord: "Se non tornate, vi potete dimenticare questa casa". Più che un messaggio minaccioso è una vera e propria chiamata alle armi». Il dott. Pignatone ricorda Roberta, una diciassettenne che con il padre mafioso condannato all’ergastolo ha scelto la via della legalità, trovando l’approvazione della madre. «Esistono, per fortuna, anche i casi positivi». Il riferimento va a Giuseppina Pesce. E alla siciliana Carmela Ioculano che cambia vita dichiarando «i miei figli mi hanno fatto diventare un piccolo verme». Simonetta Matone, vice capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, afferma che nessuna donna è in carcere con il regime del 41 bis. Sono 23 le donne calabresi in carcere per questioni di 'ndrangheta». Significativi anche gli altri interventi: Giusi Princi (dirigente scolastico del liceo scientifico "da Vinci"), sottolinea il valore della scuola, vero veicolo di legalità; Stefano Mieli (direttore centrale per la vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia), affronta la questione ecomomica delle cosche nella quale le donne hanno un ruolo rilevante; Francesca Internite (ad della Centrale di Taranto Latte) si sofferma sulla piaga di "sorella omertà" che rende difficile ogni indagine; Paola Balducci (avvocato penalista) ribadisce il valore della scuola; Caterina Autelitano (dirigente scolastica di Motta) racconta la sua esperienza. Era assessore al Bilancio del comune di Bova Marina. E ha dovuto lasciare perchè minacciata di morte; Francesco Manganaro (docente all’Università Mediterranea) si sofferma soprattutto sul fenomeno della corruzione collegata alla criminalità organizzata. La terza e ultima parte è dedicata alla premiazione dei cinque temi ritenuti migliori. Il concorso, che aveva come punto di riferimento la 'ndrangheta, ha visto la partecipazione di 50 ragazzi delle scuole reggine. Sono stati premiati i primi cinque: Rachele Catalano e Arianna Isola ("Da Vinci"), Adele Nostro ("Campanella"), Maria Cuzzola ("Gulli"), Dario Spanò ("Righi") e Federica Saccà ("Volta"). condotta da Euromedia Research di Alessandra Ghisleri a partire dall’11 novembre, su un campione di mille persone, rileva che il 62,3% dei cittadini meridionali concorda con le affermazioni del Sostituto Procuratore Giuseppe Lombardo («la moglie del boss latitante è l'alter ego del capo, ne assume di fatto il posto; non si possono più fare indagini moderne trascurando l'altra metà del cielo») e il 44,3% delle donne è convinto che il ruolo femminile nella 'ndrangheta si sia evoluto. I dati sono stati esposti in occasione del convegno "L'altra metà della 'ndrangheta: le donne, le cosce, il potere" promosso dalla Fondazione Bellisario e svolto ieri a Reggio Calabria. «Gli esperti concordano che le donne di ndrangheta sono ormai donne istruite», è il commento di Lella Golfo, Presidente della Fondazione Bellisario, «che trasferiscono i latitanti e trattano l'acquisto di armi, gestiscono conti correnti, fanno operazioni finanziarie, vigilano sulle estorsioni, creano imprese. E, soprattutto, sono donne che educano i loro figli alla vendetta, che trasmettono loro i codici mafiosi. Madri che offrono all'esercito della 'ndrangheta una generazione cresciuta nell’illegalità e che nell'illegalità cerca e trova il proprio futuro». L'immagine che la maggioranza del target associa alle donne della 'ndrangheta è quella che immortala le mogli dei boss arrestati che inveiscono contro le Forze dell'Ordine, donne fredde e tutte d'un pezzo, indurite dalla violenza con cui convivono, e che difendono l'onore della propria famiglia (17,4). E la maggioranza degli intervistati non esita ad attribuire alle donne un ruolo attivo: «risorsa operativa e forza lavoro qualificata» per il 28,7% e «strumento per sostenere e difendere i valori della cosca» per un altro 20,6%. Tra le attività che secondo il campione vedono le donne assolute protagoniste, l'83% indica quelle collegate alla gestione e all'amministrazione del denaro. Nelle definizioni fornite dal campione, le donne della 'ndrangheta sembrano collocarsi in una sorta di "terra di mezzo": non sarebbero artefici, né tantomeno vittime, ma complici consapevoli e testimoni silenziose. Tanto che per il 51% degli intervistati le donne non rappresentano l'anello debole della mafia calabrese ma una parte ormai inte- TAURIANOVA È La conclusione della requisitoria articolata dal pubblico ministero della Procura per i minorenni di Reggio Chiesti 16 anni di carcere per il giovane che uccise Toni Battaglia Domenico Zito TAURIANOVA Sedici anni di reclusione: è questa la richiesta di condanna formulata dal pm della Procura per i minorenni di Reggio Calabria, dott.ssa Francesca Stilla, nel processo con rito abbreviato nei confronti di G.S., il quindicenne, accusato dell’omicidio di Antonino, meglio conosciuto come Tony, Battaglia, di 28 anni. Quest’ultimo, titolare del Bar Las Vegas di Taurianova, morì il 15 febbraio scorso dopo due giorni di agonia in ospedale in conseguenza delle ferite alla testa procurategli dal giovane che lo aveva colpito con un colpo di pistola calibro 6.35. Il delitto aveva destato un grande clamore in città, che si era mobilitata per manifestare la vicinanza alla famiglia della vittima e per stigmatizzare l’incredibile vicenda che aveva visto come protagonista negativo un quindicenne. Sia ai funerali, celebrati eccezionalmente nell’aula consiliare messa a disposizione dalla Commissione Straordinaria che all’epoca amministrava la città, sia alle successive fiaccolate che alle manifestazioni svoltesi durante la scorsa estate in ricordo del barista si era registrata una Il manifesto esposto sulle strade di Taurianova per ricordare Toni Battaglia massiccia partecipazione di taurianovesi. Anche il principale stadio cittadino è stato intitolato a Battaglia, a dimostrazione tangibile che la città non vuole dimenticare l’episodio. All’udienza di ieri, dopo l’intervento del pm ha preso la parola uno dei legali del minore, l’avv. Clara Veneto, che ha chiesto il proscioglimento per vizio di mente in base ad una perizia disposta dal Tribunale o, in subordine, il riconoscimento del vizio parziale di mente con la prevalenza delle attenuanti sull'aggravante dei futili motivi e la condanna al minimo della pena. L'arringa del secondo difensore del minore, grante del suo meccanismo di potere. Secondo il 35,8% degli intervistati la donna diventa parte della struttura criminale non tanto per una scelta ma per i condizionamenti del contesto di illegalità in cui vive e cresce e solo il 4,2% dei meridionali ritiene che si tratti di una decisione frutto della volontà femminile. Una sorte di brodo di cultura in cui le donne trasmettono i codici mafiosi ai propri figli e ne sono a loro volta condizionate e irretite, senza possibilità di fuga. Quanto alla speranza di un cambiamento, le opinioni segnano una significativa divaricazione: se al Nord il 43,7% del campione non vede nelle nuove generazioni di donne appartenenti alle famiglie della Alessandro Nicolò, vicepresidente del Consiglio regionale «Il ruolo femminile nella ‘ndrangheta si è evoluto» per il 44,3% delle donne intervistate 'ndrangheta una maggiore propensione a collaborare con la giustizia, giustificata dall'impossibilità di queste giovani donne dì ribellarsi al proprio destino e ai vincoli imposti dalla famiglia e dal contesto di origine, il 41,8% dei meridionali è convinto del contrario e identifica nella nuova generazione dì donne la speranza di sconfiggere la 'ndrangheta. Al Sud - commenta la Presidente della Fondazione Bellisario - permane con forza la consapevolezza che esiste l'altra faccia della 'ndrangheta al femminile e la ricerca ci conferma che è da lì che dobbiamo partire. Condannando con forza le donne che restano dall'altra parte e “illuminando” i tanti esempi positivi: le collaboratrici di giustizia, le donne delle istituzioni e forze dell'ordine, le imprenditrici che si ribellano al pizzo, i sindaci che sfidano la criminalità. L'antimafia conclude - non riguarda pochi eroi e ognuno di noi deve sentire dentro di sé l'obbligo della conoscenza, il dovere civile della denuncia e dell'insegnamento, perché da quest'impegno condiviso dipende il futuro delle giovani generazioni meridionali». l’avv. Armando Veneto, è fissata per il 21 dicembre prossimo, giorno in cui ci sarà la sentenza. Secondo la ricostruzione fatta dalla pubblica accusa, Battaglia fu ucciso dal minorenne dopo che il titolare gli aveva chiesto di saldare un conto da 20 euro che aveva accumulato nel corso degli ultimi giorni. Il ragazzo, per tutta risposta, davanti agli altri avventori, sparò con una pistola calibro 6.35 colpendo alla testa il barista e provocandogli danni cerebrali irreversibili. Sempre secondo il pm, dopo avere sparato, il giovane era fuggito, ma nelle ore successive, manifestando segni di pentimento, aveva accolto il consiglio dei familiari e si era costituito al Commissariato di Polizia, guidato dal vicequestore Andrea Ludovico, che già era sulle sue tracce. Gazzetta del Sud Mercoledì 30 Novembre 2011 31 Cronaca di Reggio . PROVINCIA Il Piano per l’organizzazione della rete e dell’offerta formativa non supera l’esame del Consiglio La scuola apre crepe nel centrodestra Il centrosinistra esce dall’Aula e alla maggioranza mancano i numeri Piero Gaeta Alla fine, preso atto che i numeri non c’erano, il balbettante centrodestra che è maggioranza nel Consiglio provinciale ha deciso di rinviare l’approvazione del “Piano provinciale di organizzazione della rete scolastica e dell’offerta formativa” al prossimo Consiglio provinciale. Ma, forse, questo rinvio giunge anche fuori tempo massimo, dal momento che la Provincia aveva tempo fino allo scorso 20 novembre per approvare questo Piano cui l’assessore Giovanni Calabrese si era dedicato con grande passione e attenzione cercando di «lavorare con criteri oggettivi e non soggettivi, perché questa è una legge fatta contro la scuola – ha dichiarato Calabrese – ed è stata pensata soltanto per cercare di risparmiare tagliando i posti da dirigente che nel nostro territorio, seguendo le disposizioni della legge, devono scendere da 96 a 59». «Abbiamo lavorato con i Comuni, le scuole e i sindacati – ha continuato l’assessore senza nascondere una certa delusione per la mancata approvazione – per cercare di tutelare i posti di lavoro ma capisco bene che i criteri oggettivi che abbiamo adot- L’assessore Giovanni Calabrese svolge la sua relazione e il vicepresidente Giovanni Verduci tato si scontrano con troppe esigenze soggettive». È facile, infatti, immaginare quanti scontenti possa creare un Piano del genere. Non solo tra i dirigenti ma anche sul territorio. E sul territorio i consiglieri provinciali devono coltivare il loro consenso elettorale. E ora cosa succederà? «Chiederemo una proroga alla Regione – risponde Calabrese –, altri- menti sarà nominato , come già successo con l’Amministrazione Morabito, un commissario ad acta per attuare il Piano». Mentre l’assessore Calabrese svolgeva la sua relazione, i consiglieri di centrosinistra si defilavano all’inglese abbandonando l’aula («dobbiamo segnare la nostra differenza da loro e se non hanno i numeri per approvare il Piano sono problemi loro», ha detto Mimmo Battaglia) andando ad aggiungersi ad assenze pesanti registrate tra i banchi del centrodestra (il gruppo “Scopelliti presidente” non si è presentato mentre il “suo” assessore riferiva in Aula!). Terminata la relazione di Calabrese, la presidente della terza commissione Maria Alessandra Polimeno ribadiva che «in commissione è stato fatto un gran la- voro tenendo presenti quelle che erano le esigenze del territorio». Quindi chiedeva la parola Giovanni Barone (Udc) che attaccava a tutto spiano: «In questo piano sono stati tutelati interessi personalistici e non del territorio. Non si possono tutelare le posizioni dei dirigenti, bisogna pensare, invece, agli studenti e alla tutela dei posti di lavoro. E poi qualsiasi Piano – ha insistito – diventa secondario rispetto a risorse spese male, perché non si possono spendere ogni anno due milioni di euro in affitti per le scuole. Inoltre non si possono prevedere nella stessa area istituti fotocopia». Sulla stessa lunghezza d’onda di Barone anche Francesco Cananzi (Pdl) che sottolineava l’importanza di puntare «sulla riqualificazione degli studi e degli istituti». Considerato che non spirava buon vento, il presidente Eroi passava ai saluti finali e chiudeva in fretta la seduta rinviando al prossimo Consiglio. Prima che deragliasse in vista della fermata del Piano scolastico, il treno del centrodestra aveva corso velocemente ratificando a colpi di maggioranza una serie di delibere di variazioni di Bilancio. CONFARTIGIANATO Dalle 10 fino alle 20.30 al Consiglio regionale l’esibizione dei pasticcieri dell’Apar Una “dolce Calabria” per la decima rassegna Demetrio Battaglia e Pasquale Laurendi alla presentazione Una torta lunga oltre 12 metri che raffigura la Calabria intera e sulla quale, in corrispondenza di ogni località, sarà possibile individuare il dolce tipico dei singoli territori. Con questa novità accattivante, si presenta ai nastri di partenza la rassegna del dolce artigianale reggino in programma oggi a Palazzo Campanella, organizzata da Confartigianato ed Apar, (associazione pasticceri artigiani reggini che raggruppa cinquanta imprese cittadine e della provincia). Dunque, decisamente una bella sfida all’occhio, ma al tempo stesso anche un messaggio di significativa compattezza da parte dell’arte pasticciera e della creatività nostrana; di invito, in tempi difficili come questi, a fare squa- Agenda telefonica cittadina FARMACIE DI TURNO DIURNO Dal 27 novembre 2011 al 3 dicembre 2011 (8.30-20) POSTORINO - Via De Nava, 116 - Tel. 0965891753 COSTA - Via Andiloro - Spirito Santo - Tel. 096527811 FARMACIE NOTTURNE (20-8.30) CENTRALE - Corso Garibaldi, 455 - Tel. 0965332332 CARIDI/FATA MORGANA - Corso Garibaldi, 327 - Tel. 096524013 GUARDIA MEDICA FESTIVA E NOTTURNA ACCIARELLO tel. 751356 BAGNARA CALABRA tel. 372251 BOVA MARINA tel. 761500 CALANNA tel. 742336 CARDETO tel. 343771 CATAFORIO tel. 341300 CONDOFURI tel. 727085 FOSSATO tel. 785490 GALLICO tel. 370804 MELITO PORTO SALVO tel. 781581 MODENA tel. 347432 MOTTA S. GIOVANNI tel. 711397 ORTI’ tel. 336436 PELLARO tel. 358385 RAVAGNESE tel. 644379 REGGIO (ex Eca) tel. 347052 REGGIO (ex Vigili) tel. 347432 ROCCAFORTE DEL GRECO tel. 722987 SAN LORENZO tel. 721143 SAN PROCOPIO tel. 333180 SAN ROBERTO tel. 753347 S. STEFANO D’ASPROM. tel. 740057 SCILLA tel. 754830. TELEFONO AMICO Il Telefono Amico svolge il servizio tutti i giorni 24 ore su 24 chiamando ai seguenti numeri: 0965812000 800848444 (numero verde). AZIENDA OSPEDALIERA Centro prenotazione 800198629 AVIS Corso Garibaldi 404 - 0965/813250 ADSPEM-FIDAS c/o Servizio Trasfusionale dell’Ospedale Morelli in Viale Europa tel. e fax 0965393822 - tel. 096554446. CROCE ROSSA Via Generale Tommasini 0965/330089 - 24444 ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO L’EPILESSIA Sezione Regionale Calabria Unità Operativa di Neurologia. Presidio ospedaliero OO.RR. via G. Melacrino, 0965/397972 CONTRO LA TRATTA A SCOPO DI SFRUTTAMENTO SESSUALE Numero verde: 800.290.290. ASSOCIAZIONE AI.BI. Ente autorizzato per l’adozione internazionale. Sportello in via Paolo Pellicano 21/H, attivo dal lunedì al ven. (ore 9-13) tel. 0965/894706 Il grande schermo CINEMA LUMIÈRE MULTISALA - Viale La Boccetta - Reggio Calabria - Info: Tel. 0965/51036 - Cell. 3938131781 www.multisalalumiere.it. Sala De Curtis: «The twilight saga: Breaking dawn - Parte 1» con R. Pattinson, C. Stewart. Spett. ore: 16 18.10 - 20.20 - 22.30. (NB: sono sospese tessere e omaggi). Sala Sordi: «Il re leone in 3D» animazione Disney. Unico spettacolo ore 16.30*. (Sono disponibili proiezioni mattutine per le scuole materne / elementari / medie dietro appuntamento. Prezzo scontato Euro 8,00). Segue: «Real Steel, Cuori d’acciaio» - azione di S. Levy, con J. Huckman, D. Goyo. Orari: 18.10 - 20.30 - 22.50. Sala De Sica:«Tower Heist, colpo ad alto livello» - commedia, di B. Ratner, con B. Stiller, E. Murphy. Orari: 16.30 18.30 - 20.40 - 22.55. Sala Mastroianni: «Happy Feet 2»animazione NO 3D. Orari: 16.15 18.15 - 20.10. Segue «Anonymus» dramma di R. Emmerich con V. Redgrave, R. Ifans. Unico spett. ore: 22* (sono disponibili proiezioni mattutine per le scuole materne/ elementari/ medie dietro appuntamento. Prezzo scontato Euro 5,00). lun. a ven., € 6,00. CINEMA TEATRO ODEON Reggio Calabria - Tel. 0965898168 www.odeonrc.it: «Anche se è amore non si vede» (genere: commedia) con Ficarra & Picone. Orario spettacoli: 16 - 18 - 20 22. Lunedì ingresso ridotto € 5,00. CINEMA NUOVA PERGOLA Tel. 096521515 - Infoline: 347/5359831 http://cinemanuovapergola.it: «The twilight saga: Breaking dawn Parte 1» con R. Pattinson, C. Stewart. Spett. ore: 16.30 - 18.40 - 20.50 - 23. N.B.: sono sospese tessere e omaggi . CINEMA AURORA Reggio Calabria Tel. 096545373 fax 0965883456 - Info: 3400661061 - indirizzo internet: www.cinemaaurora.it - e-mail: [email protected] «Scialla (Stai sereno)» commedia, con Filippo Scicchitano, Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova. Orario spettacoli: 16.30 - 18.30 - 20.30 - 22.30. Lunedì sala riservata Circolo cinema C. Zavattini. Il martedì prezzo ridotto € 6,00. Over 60, da Mercoledì ingresso ridotto € 5. Lunedì e mercoledì ingresso € 6,50 - In 3D € 9,50 - In digitale € 7,00. Dal lunedì al giovedì per gli Over60 ingresso € 6,50. Attività promozionale: c/o il botteghino le Card-Abbonamento. dra, pur rispettando ed esaltando le singole tipicità. Ebbene, in questa direzione sono andati gli interventi di presentazione dell’evento che si sono susseguiti nella Sala Giuditta Levato; Demetrio Battaglia, presidente di Confartigianato e una delegazione del consiglio direttivo dell’Apar rappresentata dal presidente Pasquale Laurendi e da Angelo Musolino e Antonello Fragomeni. «Si tratta della decima edizione e, a pensarci bene, non è cosa da poco – esordisce Battaglia –. Vuol dire che l’iniziativa è valida e che, di anno in anno, ha saputo accattivarsi le simpatie della gente. In fondo, la scommessa è, attraverso l’Apar, riuscire a promuovere il dolce artigianale. E se oggi siamo qui – considera – vuol dire che sia- mo riusciti in questo obiettivo, facendo leva anche su una produzione di qualità; su un ottimo rapporto con i costi e su una grande forza lavoro». Parole, queste del presidente Battaglia che arrivano a poche ore dall’alzata del sipario (dalle 10 di questa mattina alle 20.30 quando il gruppo del direttivo ospiterà i colleghi delle provincie). Ed ecco la voce dei pasticcieri. «Realizzando questa grande torta che riproduce l'immagine della nostra terra intendiamo rappresentare quello che è nella sua interezza, il dolce calabrese». Ma le novità non si fermano alla torta “stellare”: per la prima volta, i pasticceri, durante tutta la manifestazione, si esibiranno in una serie di preparazioni dal vivo. Fulvio Librandi e Claudio La Camera Organizzato dal Museo della ’ndrangheta Da lunedì alla Provincia si riapre “La ferita” sulla zona grigia La fenomenologia mafiosa, nel suo complesso e nei suoi singoli aspetti criminali, negli ultimi tempi è diventata oggetto di approfondimento costante. Le trasmissioni televisive che affrontano il problema fanno segnare quasi sempre indici di ascolto elevati, a testimonianza di quanto sia avvertita tra la gente una necessità di conoscere questa organizzazione. Per tanti versi, si può affermare che il passaggio da un silenzio totale a una discussione indiscriminata sia stato velocissimo e, probabilmente, non privo di punti di criticità. Occorre infatti segnalare che il mezzo televisivo, il cui linguaggio è spesso veloce e “ad effetto”, non sempre riesce a veicolare quelle nozioni chiave che servono per inquadrare il fenomeno al netto della sua portata mitica. Il convegno “La ferita”, tenutosi un anno fa a Reggio Calabria, è riuscito invece a contemperare le esigenze di utilizzare un linguaggio adeguato e parlare a una platea vasta. La pubblicazione degli atti e le discussioni che questi hanno provocato in diverse sedi hanno consentito di allargare ancora l’orizzonte delle persone coinvolte, e sono diversi i riscontri che consentono di misurare la bontà e, soprattutto, l’efficacia dell’iniziativa. Facendo seguito a quanto ci si era ripromessi nelle giornate finali di quell’incontro, ma anche per andare incontro alle aspettative che sono maturate, il comitato organizzatore ha deciso di riproporre una nuova edizione del convegno. L’intento è quello di mante- nere una linea di discussione rigorosa e una elevata soglia critica, senza cedere a facili mitizzazioni. Facendo tesoro della precedente esperienza, in questa nuova edizione si è adottata una linea meno generalista, proponendo un convegno tematico con la prospettiva di coniugare sempre gli aspetti di analisi con quelli riguardanti le politiche e le attività di contrasto. Si comincia, dunque, il prossimo lunedì nel salone della Provincia, dove il prefetto Luigi Varratta presiederà l’incontro moderato da Claudio La Camera (Museo della ndrangheta). Gli interventi istituzionali saranno di Salvatore di Landro (procuratore generale), Giuseppe Pignatone (procuratore della Repubblica, Dda), Carmelo Casabona (questore), Giuseppe Scopelliti (presidente della Regione Calabria), Giuseppe Raffa (presidente della Provincia), Demetrio Arena (sindaco), Lucio Dattola (presidente Camera di Commercio), mons. Antonino Iachino (Vicario generale Curia Arcivescovile), Luciano Gerardis (presidente del Tribunale). Seguirà una tavola rotonda moderata da Arturo Capone (Università Mediterranea) cui parteciperanno Adriana Musella (Riferimenti), Viviana Frisina (Museo della ndrangheta), Mimmo Nasone (Libera Reggio), Danilo Chirico (Da sud), Peppe Angelone (Reggionontace), Antonio Napoli (Coop Valle del Marro), Benno Plassmann (Echolot-Berlino), Maria Teresa Morano (Associazione Antiracket Lamezia). Mercoledì 30 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 36 Cronaca di Reggio . STRALCIO AGATHOS Ieri, davanti ai giudici del Tribunale, il vicequestore della Polizia ha ripercorso le fasi dell’inchiesta sul gruppo criminale di Archi Trotta delinea la struttura del clan Tegano La maxi tangente imposta alla “New Labor” e i 1800 euro estorti mensilmente dal sindacalista Barillà Paolo Toscano Nello stralcio del processo “Agathos”, in corso di celebrazione davanti al Tribunale (Olga Tarzia presidente), ieri è stato di scena il vicequestore Diego Trotta. Il funzionario della Polizia di Stato ha deposto sugli esiti delle indagini sulle attività della cosca Tegano, avviate per giungere alla cattura del boss Giovanni Tegano (obiettivo centrato il 26 aprile del 2010, in contrada Batìa di Terreti) e su quelle sfociate nell’operazione “Agathos”. I primi riflessi processuali si sono colti nella sentenza del gup Silvana Grasso con pesanti condanne. Trotta, all’epoca delle indagini era dirigente della sezione criminalità organizzata della squadra mobile. Il funzionario, rispondendo alle domande del pm Giuseppe Lombardo ha ripercorso le tappe dell’operazione “Agathos”. Come si ricorderà, il 1 ottobre 2010, all’esito delle investigazioni, il gip Sabatini, accogliendo le richieste della Dda, aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 12 indagati tutti accusati di appartenere alla struttura decisionale di vertice ’ndrina Tegano, operante nel “locale” di Archi: «Un “locale” – ha spiegato Trotta – tra i più influenti del capoluogo e dell’intera provincia». Il funzionario ha passato in rassegna i personaggi finiti dietro le sbarre. Anche gli insospettabili, come Antonino Barillà a cui viene contestato di avere costretto i quadri dirigenti della ditta denominata “New Labor”, associata al consorzio “Kalos” e incaricata da Trenitalia in qualità di stazione appaltante di gestire i lavori di manutenzione e pulizia dei convogli ferroviari nella stazione stazione centrale, a versare mensilmente, a titolo di tangente 1.800 euro impegnandosi a non trasmettere, quale atto del proprio ufficio, in qualità di sindacalista, la segnalazione di violazioni al testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’estorsione contestata a Barillà, come ha ricordato Trotta, andava ad appesantire la situazione della New Labor, già costretta a pagare al clan Tegano una tangente di 20-25 mila euro al mese. Tutti gli altri indagati, a cominciare dal boss Giovanni Tegano, come d’altronde già emerso nei capi d’imputazione del decreto di fermo eseguito il 28 settembre 2010, sono ritenuti, a vario titolo, responsabili del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al controllo di attività economiche esercitate a Reggio Calabria, anche attraverso la gestione di interi settori imprenditoriali e commerciali, con particolare riferimento al controllo delle assunzioni, dei licenziamenti, delle maestranze, dei finanziamenti pubblici e degli accordi sindacali dell’impresa denominata “New Labor”. Ma anche al conseguimento di ulteriori ingen- Decisione del Tribunale del riesame Dissequestrati i beni riconducibili a Claudio Ficara Il boss Giovanni Tegano era stato catturato dalla squadra mobile il 26 aprile del 2010 in un’abitazione di contrada Batìa di Terreti IN SINTESI Il vicequestore della Polizia di Stato Diego Trotta ti profitti e vantaggi ingiusti. L’operazione del 1 ottobre 2010, con i dodici arresti, aveva segnato la conclusione dell’operazione “Agathos”. Era stata la denominazione del consorzio “Kalos”, che secondo la filosofia della Grecia classica indicava il mito del “bello” e dell’esteOlga Tarzia è la presidente del Tribunale nello stralcio di “Agathos” Antonino Barillà il sindacalista accusato di avere intascato tangenti dalla New Labor CORTE D’APPELLO Sarà sentito il pentito? Maremonti, il pg chiede l’audizione di Federico Il pentito Lorenzo Federico potrebbe essere sentito nel processo “Maremonti” che, su rinvio della Cassazione, si sta celebrando in Corte d’appello. A chiedere l’audizione del collaboratore di giustizia è stato il sostituto procuratore generale Francesco Mollace. Lo ha fatto nel corso dell’udienza celebrata ieri davanti alla Corte presieduta da Iside Russo che si è riservata la decisione su quanto richiesto dalla pubblica accusa. La decisione della Corte sarà resa nota nella prossima udienza, programmata per il 6 dicembre prossimo. Il processo “Maremonti” è nato da una vecchia inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sulle attività della cosca Serraino. Era stata la quarta sezione della Cassazione ad accogliere il ricorso presentato dagli avvocati difensori e ad annullare con rinvio la sentenza il 9 luglio 2003 nei confronti degli imputati che erano stati giudicati con il rito abbreviato. Lo stesso giorno la Corte d’appello, in composizione diversa, si tica, a suggerire la scelta del termine “Agathos”. Il mito del “Kalos kai Agathos” è, secondo Platone, il luogo del pensiero dove il bello ed il giusto (l’Agathos, appunto si incontrano. Il luogo dove la bellezza diviene giustizia). L’attività d’indagine aveva consentito alla squadra mobile della Questura di svelare una delle fonti reddituali principali della ’ndrina Tegano, fonte costituita, come è stato dimostrato, dal controllo assoluto e capillare della “New Labor”, che avrebbe garantito per anni un costante afflusso di capitali “monetizzabili” ed immediatamente impiegabili da parte della consorteria. «Abbiamo trovato conferma – ha dichiarato Trotta – che le cosche reggine hanno raggiunto elevati livelli organizzativi grazie era pronunciata invece per gli imputati per i quali si procedeva con il rito ordinario. I giudici di secondo grado avevano ritenuto insussistente l’imputazione di associazione per delinquere di stampo mafioso, assolvendo tutti gli imputati. Tanto era bastato per consentire agli avvocati di quanti avevano scelto l’abbreviato di far rilevare alla Cassazione la diversità nel metro di giudizio. I legali avevano sostenuto che non era possibile adottare due peri e due misure tenuto conto che i due filoni dell’ordinario e dell’abbreviato avevano la stessa matrice. Dopo l’annullamento disposto della Cassazione era iniziata la battaglia dei difensori, durata parecchi anni, per arrivare alla fissazione del nuovo processo.(p.t.) Il pm Giuseppe Lombardo ai quali gestiscono ingenti risorse economiche e controllano rilevanti settori economici, tra cui, soprattutto, quello dei pubblici appalti e delle imprese che li gestiscono; e ciò attraverso meccanismi raffinati e collaudati che consentono anche di assicurare rilevanti erogazioni di denaro proveniente da pubbliche commesse, nella fattispecie Trenitalia e le società collegate, e mediante una fitta rete di rapporti imprenditoriali in diversi settori, tra cui, certamente, anche quelli della gestione dei trasporti». Lo stralcio del processo “Agathos” è stato aggiornato al 15 dicembre per la prosecuzione della testimonianza del vicequestore Trotta. Nell’occasione si parlerà della cattura del boss Giovanni Tegano. IL CLAN «Un “locale” – ha spiegato Trotta – tra i più influenti del capoluogo e dell’intera provincia». Il vicequestore ha porto l’accento, ad esempio, sul ruolo di un “insospettabile” come Antonino Barillà, cui viene contestato di aver costretto i quadri dirigenti della ditta “New Labor”, associata al consorzio “Kalos” e incaricata da Trenitalia di gestire i lavori di manutenzione dei convogli ferroviari – a versare mensilmente, a titolo di tangente 1.800 euro impegnandosi a non trasmettere, in qualità di sindacalista, la segnalazione di violazioni delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Tribunale della libertà di Reggio Calabria (Catalano Presidente, Aliquò e Amodeo Giudici) avallando il ricorso proposto dagli avvocati Giuseppe Putortì e Maria Leonardo ha disposto la restituzione di tutti i beni di proprietà o comunque nella disponibilità di Claudio Candeloro Ficara, 43 anni di Reggio Calabria. L’uomo era stato colpito da ordinanza di custodia cautelare nell’ambito della operazione denominata Reggio Sud, condotta dai carabinieri e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia che attraverso una mole di intercettazioni telefoniche ed ambientali aveva contestato a numerose persone il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, struttura criminosa questa operante nella zona Sud di Reggio Calabria. Con la emissione della ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Ficara era stato eseguito anche il sequestro preventivo di tutti i beni (società di autotrasporti, beni immobili, conti correnti, autovetture) sul presupposto che il detto patrimonio non fosse altro che il reimpiego di attività illecite dell’indagato. Il Tribunale della libertà (Bandiera Presidente, Aliquò e Amodeo Giudici), sollecitato a decidere sull’istanza di riesame avanzata dagli avvocati Leonardo e Putortì, aveva disposto l’immediata revoca dell’ordinanza di custodia cautelare, mantenendo però il sequestro dei beni. I due penalisti reggini immediatamente dopo la scarcerazione del Ficara si erano rivolti al Gip, chiedendo la restituzione del patrimonio sul presupposto che «i beni di cui risultava titolare o che comunque erano nella disponibilità dell’indagato, dovevano considerarsi frutto di attività lecita, soprattutto in considerazione della copiosa documentazione che era stata allegata all’istanza con la quale si dimostrava la totale liceità dei beni». Il Gip, però, aveva rigettato allo stato l’istanza difensiva chiedendo ulteriori approfondimenti circa la costituzione delle società agli amministratori che erano stati nominati al momento del sequestro preventivo. Contro tale decisione i due penalisti hanno proposto appello al Tribunale della Libertà La sede del Tribunale (Cedir) a Reggio Calabria chiedendo il dissequestro del patrimonio sul presupposto che Ficara era stato scarcerato per assenza dei gravi indizi di colpevolezza, in ordine a tutti i reati contestati per cui nulla autorizzava a ritenere ancora che il patrimonio riferibile all’indagato fosse di provenienza illecita. In sede di discussione gli avvocati hanno illustrato tutta la copiosa documentazione con la quale «si dimostrava la lecita provenienza dell’intero patrimonio riferibile a Claudio Ficara ed alla sua famiglia». Il Tribunale ha disposto l’immediato dissequestro dei beni.(p.t) IL POTERE L’attività d’indagine aveva consentito alla Squadra mobile di svelare come il controllo assoluto e capillare della “New Labor” avrebbe garantito per anni un costante afflusso di capitali “monetizzabili”. «Abbiamo trovato conferma – ha detto ancora Trotta – che le cosche reggine hanno raggiunto elevati livelli organizzativi grazie ai quali gestiscono ingenti risorse economiche e controllano rilevanti settori economici, tra cui, soprattutto, quello dei pubblici appalti e delle imprese che li gestiscono». La conferenza stampa dell’operazione “Reggio Sud” Lo ha deciso il Tribunale della Libertà Il processo contro Carmelo Latella Processo Urbanistica scarcerato Chirico Arsenale a Pellaro sentiti tre sottufficiali Giuseppe Chirico è tornato libero. La decisione è stata adottata dal Tribunale della Libertà che ha accolto la richiesta presentata dagli avvocati Michele Priolo e Giuseppe Runci, difensori dell’imputato nel processo nato dall’inchiesta sul malaffare a Urbanistica. Proprio ieri, in occasione della prima udienza del processo, il Tribunale ha proceduto all’unificazione dei due tronconi del procedimento (agli imputati erano state elevate nuove accuse).(p.t.) È proseguita ieri in Tribunale l’istruttoria dibattimentale nel processo relativo all’arsenale di armi e munizioni scoperto il 3 giugno dello scorso anno in località Fiumarella di Pellaro, all'interno di un casolare utilizzato come deposito di attrezzi agricoli. Alla sbarra l’imprenditore Carmelo Latella, 47 anni, di Pellaro. Il suo rinvio a giudizio era stato deciso dal gup Silvana Grasso su richiesta del pubblico ministero Marco Colamonici. Il ritrovamento delle armi Giuseppe Chirico aveva portato all'arresto i Carmelo Latella e del padre Giovanni, 89 anni, che era stato poi prosciolto in sede di indagini preliminari. Era stata una lettera anonima giunta ai carabinieri di Pellaro a far scattare le indagini. E ieri sono stati chiamati a testimoniare il comandante della stazione di Pellaro, luogotenente Salvatore Piazza, e altri due sottufficiali che hanno ripercorso le fasi delle indagini sfociate nel ritrovamento dell’arsenale.(p.t.) Mercoledì 30 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 38 Reggio Tirrenica . A QUASI DUE ANNI DALLA RIVOLTA Un migliaio di lavoratori stagionali per la raccolta delle clementine. Irrisolti i problemi dell’accoglienza Migranti a Rosarno, il solito triste copione Ancora chiuso il campo di contrada Testa dell’Acqua, molti vivono nelle campagne. Interrogazione di Fli Giuseppe Lacquaniti ROSARNO Continuano ad arrivare i giovani africani, ancora una volta richiamati dalla stagione delle arance. Per molti di loro è un ritorno, nonostante la devastante crisi dell’agricoltura stia facendo sprofondare nella miseria migliaia di piccoli agricoltori locali, destinati ad abbandonare le campagne, non essendo più possibile coltivare i fondi per il progressivo calo dei prezzi di vendita della materia prima. Chi gira per la Piana di Rosarno vede ancora sugli alberi tonnellate di clementine invendute. «I prezzi non vanno al di là dei 20 centesimi a chilo – ci dice un agricoltore – ce ne vogliono almeno 10 per la sola raccolta, come si fa con i pochi centesimi che restano a compensare le spese affrontate durante l’intero anno per la coltivazione?». Per gli africani che ritornano, anche se il lavoro scarseggia, ancora una volta si pone il problema dell’alloggio. Il migliaio di giovani, provenienti soprattutto dalle regioni sub sahariane, che si stima siano presenti in questo momento nel comprensorio pianigiano, vivono sparsi per le campagne, mentre è limitato il numero di coloro che riescono a trovare una dimora, seppure precaria, in paese. Ancora non è stato aperto il centro di accoglienza di contrada Testa dell’Acqua, realizzato dalla Regione Calabria e dal Comune di Rosarno, che dal febbraio all’aprile 2011 ha offerto ospitalità a circa 80 migranti. Già presso gli sportelli dei Servizi sociali comunali sono state raccolte 216 domande presentate da altrettanti giovani migranti che desiderano essere alloggiati nella struttura. Ma non mancano i problemi per la sua riapertura, come si evince da un’interrogazione presentata al sindaco Elisabetta Tripodi dal Circolo Fli. Il documento ricorda che «il presidente della Regione Scopelliti si era fatto carico delle spese inerenti al trasporto e il montaggio, mentre per le opere di urbanizzazione, acqua, fogne, luce e controllo del campo, aveva investito l’amministrazione comunale di Rosarno, assicurando la copertura delle spese da questa sostenute nell’allestimento e nel controllo dello stesso»; la nota - a firma del coordinatore Aurelio Timpani - fa presente che «a tutt’oggi, l’associazione di volontariato che aveva vinto l’appalto per il controllo del campo container, non è stata ancora saldata. Non c’è dato sapere, inoltre, se i costi sostenuti dal Comune per le opere di cui sopra, siano stati rimborsati come annunciato e promesso». Fli rileva che nessuna somma pare sia stata stanziata dalla Regione per la riapertura del campo, per cui la situazione potrebbe degenerare ed «innescare problematiche tali da turbare l’ordine pubblico e la pacifica convivenza». Se i container, si domanda Fli, «possono accogliere solamente 80 persone, dato che a farne domanda sono stati fino a giorni fa più di 250, disconoscendo il criterio di graduatoria per l’assegnazione stessa, siamo sicuri che gli esclusi staranno quieti, silenziosi e pacifici? La situazione potrebbe generare un malcontento tale da indurre la rimanente popolazione migrante, munita di permesso di soggiorno, a ribellarsi». Il circolo Fli chiede al sindaco Tripodi «quali misure intende adottare per dare alloggio agli aventi diritto, e per evitare una probabile rivolta degli esclusi». BOTTINO 40 EUR0 Ambulante bulgara rapinata a Rosarno GIOIA TAURO. Soltanto quaran- Il campo di accoglienza è ancora chiuso Immigrati impegnati nella raccolta di arance e clementine ROSARNO Tra i temi in consiglio comunale la realizzazione del rigassificatore “Ping-pong” tra maggioranza e opposizione ROSARNO. Si è protratta fino a tarda sera la seduta del Consiglio comunale, convocato dal presidente Antonio Bottiglieri. Risultano presenti 17 consiglieri su 20 e 5 assessori. Ad inizio di seduta è stata ufficializzata la costituzione di un nuovo gruppo consiliare di minoranza, il “Grande Sud”, formato da Aldo Borgese (capogruppo), Rosanna Careri e Giacomo Saccomanno. Tredici i punti portati in discussione, la maggior parte dei quali riguardanti il riconoscimento di debiti fuori bilancio scaturiti da vertenze giudiziarie, per un importo di 47.415 euro, secondo i dati riferiti dal vice sindaco Carmelo Cannatà. Di ordinaria amministrazione la discussione sull’assestamento di bilancio, approvato, previa relazione del consigliere Pd Filippo Italiano, con 17 voti favorevoli e 6 astenuti. Fuori dall’ordinario invece gli ultimi 3 punti, che si riferiscono all’approvazione del nuovo regolamento del cimitero; alle comunicazioni del Presidente sulla ri- chiesta avanzata dall’Udc di istituire una “Commissione straordinaria di indagine e d’inchiesta” circa la nota questione del taglio degli alberi di ulivo di proprietà comunale in contrada Bosco; e infine la determinazioni del Consiglio in merito al rigassificatore da realizzare nel Porto di Gioia Tauro. Nel corso del dibattito non sono mancati gli spunti polemici tra la maggioranza e le opposizioni, ma circa i dettagli della seduta rimandiamo all’edizione di domani.(g.l) Una recente seduta del Consiglio ta euro, ovvero il magro incasso di una giornata trascorsa davanti ad una bancarella di prodotti alimentari, costituisce il bottino dell’ennesima rapina consumata in pieno centro abitato a Rosarno. L’episodio, ultimo di una serie ormai fin troppo lunga, si è verificato in Piazza Valarioti nella tarda serata di lunedì. Ne è rimasta vittima una venditrice ambulante di nazionalita bulgara, provvista di regolare permesso di soggiorno e di licenza di commercio, T.D., 49 anni, che si accingeva a sistemare la merce su un’auto per fare rientro a casa quando è stata affrontata da due giovani, entrambi col volto coperto da passamontagna, uno dei quali armato di pistola, che l’hanno costretta a consegnare un marsupio nel quale era custodito il denaro. I due malviventi si sono poi allontanati a piedi facendo subito perdere le proprie tracce. Qualche minuto dopo alcuni passanti, transitando per Piazza Valarioti, che è ubicata proprio nel centro di Rosarno, si sono resi conto che la donna era in un grande stato di agitazione ed appreso quanto era accaduto hanno provveduto ad informare telefonicamente attraverso il 112 la locale Tenenza dei crabinieri. (g.s) In breve CINQUEFRONDI Ha ottenuto 20.000 euro per quattro mesi di arresti domiciliari PALMI La tragedia di Chiata Gambettola Ingiusta detenzione, agricoltore risarcito Morì dopo il parto Gioacchino Saccà GIOIA TAURO Ventimila euro di indennizzo per ingiusta detenzione, ovvero per avere trascorso circa quattro mesi agli arresti domiciliari ai quali era stato asse gnato dopo l’arresto, perché ritenuto responsabile di coltivazione di canapa indiana. Protagonista della vicenda Ernesto Mallamaci, 63 anni, agricoltore di Cinquefrondi che è stato difeso ed assistito nelle sue peripezie giudiziarie dagli avvocati Gregorio Cacciola e Domenico Bellocco. Mallamaci era stato arrestato nel mese di giugno 2010 dai carabinieri della stazione di Cinquefrondi nel corso di un’operazione durante la quale era stato notato in prossimità Arrestato per coltivazione di marijuana della sua piccola azienda agricola, ovvero su un terreno contiguo alla sua proprietà sul quale era stata localizzata una piantagione di cannabis indica. Secondo gli stessi carabinieri teneva un atteggiamento sospetto che faceva pensare ad un suo diretto interessamento alla piantagione per cui erano scattate le manette in flagranza di reato. Il processo era iniziato nell’autunno del 2010 e nel frattempo per Mallamaci era stata disposta la remissione in libertà. Il processo, dopo l’escussione di numerosi testimoni, si era poi concluso nel febbraio di quest’anno ed Ernesto Mallamaci era stato assolto con formula piena, ovvero perché considerato estraneo a tutta la vicenda della piantagione, così come nel corso del dibattimento avevano sostenuto i suoi difensori. Per il periodo di detenzione, ovvero per il tempo trascorso in carcere e per i circa 4 mesi trascorsi fra le mura domestiche, i suoi legali hanno chiesto ed ottenuto un indennizzo pari a ventimila euro accordato a titolo di risarcimento dalla Corte di Appello di Reggio Calabria. L'avvocato Gregorio Cacciola, commentando il provvedimento, ha sottolineato: «Non c'è alcuna somma di denaro che possa ripagare per le sofferenze di una detenzione indebita. Ma come fatto simbolico il risarcimento che arriva dallo Stato restituisce allo stesso interessato parte di quell'immagine che il reato contestato ma non commesso aveva offuscato». PALMI Il sodalizio “Amici Casa Repaci” ha celebrato dieci anni di attività e iniziative Un’associazione che promuove la cultura PALMI. È stata un’occasione importante per ricordare le più rilevanti iniziative realizzate nel primo decennale di attività dall’associazione “Amici Casa Repaci”, la cerimonia di consegna di una targa da parte dei rappresentanti dell’amministrazione provinciale, Giovanni Barone e Giuseppe Saletta, all’assemblea dei soci e degli abbonati alla rivista Itaca. L’incontro si è tenuto presso la Pro Loco ed è stato introdotto dal presidente Rocco Deodato, Nell’elegante salone della Pro Loco, introdotti dal presidente Deodato che ha inquadrato l’iniziativa nella costante strategia di promozione della città, impegnandosi peraltro ad acquisire per i soci la rivista Itaca. Si sono quindi alternati il dottor Antonio Papalia che, portando gli auguri del consigliere Saletta, ha richiamato l’attualità del significato del logo dell’associazione, simbolicamente individuato nella statuina presepiali dell’asino recalcitrante, ed il consigliere Barone che, dopo aver ricordata la figura di Repaci come uno dei più grandi ed illustri letterati del 900, ha dichiarato l’intento dell’Amministrazione Provin- ciale di utilizzare il film “La Carne inquieta” - tratto dal romanzo di Repaci ed ambientato nella Calabria più povera - per ricordare anche agli studenti le condizioni economiche e sociali dell’epoca. È stata la poetessa Maria Frisina ad introdurre una relazione sulle attività sin qui condotte partendo dal giugno 2001 allorquando un primo nucleo di cittadini non solo palmesi, ha aderito all’idea di un impegno culturale nel nome di Leonida Repaci, assumendo il memorabile discorso dell’ottobre 1984, pronunciato dallo scrittore in occasione della inti- tolazione della Casa della Cultura, come proprio manifesto. A concludere i lavori il vice presidente dell’associazione Rocco Militano, in rappresentanza del presidente Antonio Minasi impegnato a Milano Militano ha ribadito l’esigenza «di pensare a soluzioni organizzative istituzionali che permettano il coinvolgimento operativo di Provincia e Regione in un progetto culturale alto che veda riaperta al ruolo imposto dalla donazione anche la Villa Pietrosa» oltre al necessario impegno per la Casa della Cultura. (i.p.) udienza del processo al ginecologo Ivan Pugliese PALMI È cominciato dinanzi al giudice monocratico di Cinquefrondi, Bruno Finocchiaro, competente territorialmente, il procedimento nei confronti del dottor Ivan Ciaccio, il medico della clinica “Villa Elisa” chiamato a rispondere di omicidio colposo e falsità materiale in atto pubblico. Secondo la tesi accusatoria della Procura di Palmi, pubblico ministero presente in aula Luigi Iglio, nella clinica “Villa Elisa” di Cinquefrondi il 15 agosto del 2009 si registrò la morte di Chiarina Gambettola, dopo che la donna aveva appena dato alla luce il suo quarto figlio, per causa imputabile al dottor Ciancio (assistito dall’avvocato Emanuela Trimarchi). Nello scorso mese di maggio il rinvio a giudizio stabilito dal Gup del Tribunale di Palmi, Paolo Ramondino, che aveva anche ammesso la costituzione delle parti civili nelle persone di Claudio Romagnosi (marito della vittima) in rappresentanza anche del piccolo figlio Lorenzo, di Francesca e Fortunata Romagnosi, di Giulia Gambettola, tutti assistiti dall’avvocato Domenico Infantino, e Antonella Romagnosi rappresentata invece dall’avvocato Luciano Vizzari. Nella prima udienza di ieri il procedimento è stato incardinato. Costituita in giudizio, per tramite del suo legale avvocato Ettore Tigani, anche la clinica “Villa Elisa”, che era stata citata per responsabilità civile dagli avvocati che rappresentano la famiglia della Gambettola. Le parti hanno così provveduto alla richieste di ammissioni delle prove, della documentazione, del deposito delle liste testi e della nomina dei consulenti di parte. Nella prossima udienza inizieranno a sfilare i primi 5 testimoni della lista dell’accusa, tra i quali, il maresciallo capo Massimo Miozzo che si occupò delle indagini. La richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del ginecologo era giunta al termine di indagini caratterizzate da approfonditi accertamenti tecnici diretti a verificare eventuali errori, omissioni o ritardi nella condotta dei sanitari. La relazione collegiale depositata dagli esperti avrebbe messo in evidenza una pluralità di omissioni e ritardi. In particolare, i consulenti della Procura hanno rilevato come, si legge nella relazione, «la condotta del ginecologo sia professionalmente censurabile per aver posto in essere un comportamento colposamente negligente, in quanto omissivo delle indispensabili indagini cliniche e di laboratorio atte a valutare l’entità dell’emorragia in corso e per non avere posto in essere adeguate e tempestive misure terapeutiche farmacologiche, necessarie a contrastare la perdita ematica». Una tesi che dovrà essere dimostrata dall’accusa o smontata dalla difesa.(i.p.) ROSARNO Deve scontare 38 mesi di carcere UN OPERAIO di 36 anni, P.M. di Rosarno, deve scontare una pena a tre anni e due mesi per un cumulo di pene perché riconosciuto responsabile di reati diversi commessi nel 2008. I carabinieri si sono portati ieri presso la sua abitazione posta in via Provinciale, apprendendo che lo stesso si trova ricoverato nel reparto di medicina dell’ospedale di Polistena per problemi di salute. I militari gli hanno notificato in ospedale il provvedimento restrittivo emesso dalla Procura Generale di Reggio Calabria. Quando sarà nelle condizioni di lasciare l’ospedale sarà trasferito al carcere di Palmi. (g.s) FEROLETO DELLA CHIESA Pensionato condannato a 2 anni UN PENSIONATO originario di Taurianova, N.L.,65 anni, ufficialmente però domiciliato a Feroleto della Chiesa, è stato condannato in via definitiva a due anni di reclusione perché ritenuto responsabile dei reati di violenza in famiglia e lesioni personali aggravate, fatti avvenuti nell’autunno del 2009. Lo stesso è ospite della casa-famiglia “Bephel” di Maropati presso la quale dovrà restare per scontare la detenzione domiciliare disposta, in via del tutto eccezionale, dal Tribunale di sorveglianza di Reggio Calabria. (g.s) Gazzetta del Sud Mercoledì 30 Novembre 2011 43 Reggio Ionica . LOCRI Disposto nell’ambito dell’operazione “Oro nero” per un presunto traffico di gasolio “agevolato” Camastra, convalidato il sequestro Restano “sotto tutela” beni per 350 milioni dei due fratelli imprenditori Rocco Muscari LOCRI Convalidato il sequestro dei beni a carico dei fratelli Giovanni e Domenico Camastra. Lo ha disposto il giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Locri, giudice Caterina Capitò, accogliendo la richiesta della Direzione distrettuale antimafia reggina, formulata nell’ambito del decreto di fermo e contestuale sequestro preventivo d’urgenza, denominato “Oro Nero”, eseguito il 16 novembre scorso dai militari del Gruppo tutela finanza pubblica e del Gruppo tutela economia del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coadiuvati dai colleghi dello Scico di Roma e del Gruppo di Frascati. Sotto sequestro rimangono la holding, le sei società del Gruppo Camastra, altre due imprese coinvolte nel presunto illecito traffico di carburante, nonché i beni aziendali delle predette società e quelli personali dei soci, quali immobili, conti correnti, autoveicoli e quote societarie per un valore complessivo di oltre 350 milioni di euro. Un duro colpo al patrimonio dei fratelli Camastra che, secondo l’accusa della Dda di Reggio Calabria, in particolare del procuratore capo Giuseppe Pignatone, del procuratore aggiunto Michele Prestipino e del sostituto Roberto Di Palma, avrebbero promosso un articolato sistema di contrabbando di gasolio “agevolato”, aggirando il fisco sottraendo l’accertamento e quindi il pagamento dell’accisa e dell’Iva, tanto da riuscire ad evadere tasse per milioni di Antonino Russo, la vittima Carmelo Megale, l’assassino BAGALADI Il barbere Megale è reo confesso Omicidio Russo, il pg chiede la conferma della pena (16 anni) L’inchiesta ha fatto luce su un presunto “giro” illegale di nafta euro, anche grazie alla presunta responsabilità di altre quaranta persone, tutte iscritte nel registro degli indagati. Nel contesto delle indagini, eseguite dalle Fiamme Gialle, è emerso che alcuni esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese avrebbero partecipato al lucroso e ilIl giudice delle indagini preliminari Caterina Capitò lecito affare del commercio di gasolio “agevolato”, intervenendo nelle varie fasi della filiera commerciale nella veste di intermediari, ovvero di clienti finali, traendo, pertanto, profitto dalla illecita attività. Le aziende del Gruppo Camastra e quelli a loro collegate rimangono, al momento, nella disponibilità dei cinque custodi nominati dalla Distrettuale con il compito di operare nell’ambito dell’ordinario funzionamento delle attività commerciali e nel rispet- to dei contratti vigenti nei vari settori in cui attualmente operano, quali la commercializzazione di prodotti petroliferi in Calabria e in altre regioni del Centro e Nord Italia, nonché nel settore della grande distribuzione alimentare per conto di importanti società nazionali. A seguito del deposito dell’ordinanza di convalida del sequestro gli atti sono stati trasmessi, per competenza, alla Distrettuale. Giovanni e Domenico Camastra si trovano attualmente in libertà, dopo che lo stesso gip Caterina Capitò, a tre giorni del fermo, non ha convalidato la misura cautelare in carcere richiesta dai magistrati della Distrettuale, evidenziando, tra l’altro, la mancanza delle esigenze cautelari, escludendo per entrambi i fratelli la “genericità” della contestata aggravante mafiosa. Avverso l’ordinanza di sequestro, i difensori dei Camastra, avvocato Antonio Alvaro e professor Mario Murone, hanno 10 giorni di tempo dalla notifica a proporre ricorso al Tribunale del Riesame. BAGALADI . È approdato alle battute conclusive il processo di appello per l’omicidio di Antonino Russo, avvenuto a Bagaladi la notte di Ferragosto dello scorso anno. In primo grado era arrivata una condanna a 16 anni di reclusione per Carmelo Megale, 24 anni, barbiere, compaesano della vittima. Nella giornata di ieri, a chiusura della propria requisitoria, il procuratore generale Francesco Scuderi ha chiesto la conferma della pena che il giudice dell’udienza preliminare, Silvana Grasso, aveva inflitto il 23 gennaio di quest’anno, al termine del processo di primo grado. La prossima udienza – che, molto probabilmente, metterà la parola fine al secondo atto processuale d’appello – è stata fissata per il 13 dicembre prossimo. A prendere la parola sarà il rappresentante della difesa, l’avvocato Emanuele Genovese. La linea che il legale dovrebbe tenere, potrebbe essere improntata sulla richiesta di un ridimensionamento della pena, tenendo conto delle circostanze attenuanti e del contesto in cui il fatto si è verificato. Lo stesso giorno potrebbe essere emessa la sentenza. Su scelta dell’imputato, reo confesso, il processo di primo grado era stato celebrato col rito abbreviato (il pubblico ministero non si era opposto). La sua condanna all’epoca era stata invocata dal rappresentante dell’accusa, Francesco Tripodi, che aveva chiesto per lui 15 anni di carcere. Rientrata in aula dopo più di quattro ore di camera di consiglio, il giudice dell’udienza preliminare aveva letto il dispositivo della sentenza, fissando però la condanna a 16 anni, a 3 anni di libertà vigilata da scontare all’esito della reclusione e al risarcimento delle parti civili, che tuttavia doveva essere liquidato in separata sede. A costituirsi parte civile erano stati i parenti della vittima, con l’assistenza legale dall’avvocato Francesco Floccari. Antonino Russo era stato ucciso a colpi di pistola al culmine di una lite avvenuta alle porte del centro abitato di Bagaladi.(g.t.) LOCRI Per ciascuno dei tre imputati la Procura della Dda ha chiesto l’ergastolo BOVALINO CONDOFURI Oggi alle 14 al “Rempicci” Omicidio di Cordì “u cinesi”, alle 12 il verdetto Oggi seduta “urgente” Savica: «Non ci sarò» Pisl, la commissione invita la cittadinanza a decidere insieme LOCRI. È prevista per oggi a mez- zogiorno in punto, la lettura del dispositivo della sentenza a carico dei presunti esecutori materiali dell’omicidio di Salvatore Cordì, inteso “u cinesi”, commesso il 31 maggio del 2005 a Siderno. Dopo cinque giorni di camera di consiglio la Corte d’assise di Locri (presidente Amelia Monteleone, giudice a latere Angelo Ambrosio) deciderà della sorte di Michele Curciarello e Antonio Martino, presunti killer, e di Antonio Panetta, ritenuto uno degli organizzatori dell’omicidio e accusato anche di associazione per delinquere di stampo mafioso. Per ciascuno dei tre imputati il sostituto procuratore della Distrettuale antimafia, dott. Antonio De Bernardo, al termine della requisitoria, ha chiesto la pena dell’ergastolo. Per l’accusa sussistono infatti i presupposti per la condanna alla massima pena prevista dal codice di rito. La prova della colpevolezza dei tre imputati, secondo il pm De Bernardo, si ravvisa nel duplice movente di cosca e personale, come emerso nel corso delle indagini che hanno portato all’emissione della misura cautelare del dicembre del 2008, denominata “Operazione Pioggia”. Alle risultanze investigative si sono aggiunte, nel corso del processo iniziato nel giugno del 2009, le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Vincenzo Marino e Domenico Oppedisano, che avrebbero rafforzato le tesi di Bruno Piccolo e Domenico Novella. Contro la tesi dell’accusa i difensori hanno rilevato la mancanza di elementi certi a ca- Salvatore Cordì rico dei propri assistiti. Per quanto riguarda Curciarello e Martino, difesi dagli avvocati Salvatore Staiano, Cosimo Albanese e Mario Mazza, hanno chiesto l’assoluzione sostenendo che le prove a carico di zio e nipote sono «suggestive e lacunose». Mentre per gli avvocati Luca Maio e Giuseppe Mammoliti Antonio Panetta deve essere assolto perché nel processo mancano anche gli indizi per sostenere una condanna. La sentenza odierna assume una rilevanza fondamentale anche per la posizione di Antonio Cataldo, inteso “Papuzzedda”, condannato in abbreviato a 30 anni di reclusione, quale presunto mandante del delitto, nei confronti del quale la Cassazione ha fissato la discussione all’8 maggio.(r.m.) LOCRI Trovato un accordo sul fondo di produttività, resta il nodo degli incentivi 2010 Dipendenti comunali, riparte la contrattazione Pino Lombardo LOCRI Ieri mattina si sono incontrate in municipio la delegazione sindacale composta da Paolo Fragomeni, Stefania Sgambellone, Renato Scordino, Rocco Prestia, Eugenio Luciano, in rappresentanza di Cgil-Fp, Uil e Diccap-Sulpm, nonché Gaetano Carpentieri, Cosimo Romeo, Antonio Verteramo, Domenico Vollero in qualità di Rsu comunali, e la delegazione di parte pubblica guidata dal segretario generale Arturo Tre Soldi e composta dai dirigenti Teresa Naimo, Giuseppe Larosa e Sergio Mara- sco. Oggetto dell’incontro il pagamento del fondo di produttività relativo agli anni 2007/9. L’incontro è stato un «utile momento di apertura di un dialogo che forse non è stato mai avviato correttamente». Infatti le due delegazioni hanno dato vita ad un «confronto costruttivo» finalizzato non solo a creare le condizioni per affrontare il confronto inerente il contratto decentrato 2010/2011 ma anche per eliminare “l’ostacolo”, costituito dalla mancanza della scheda di valutazione, che, fino ad oggi, ha impedito che potesse essere erogato, nonostante le risorse ci siano, il fondo di produttività 2007/2009. Questione che sarebbe stata risolta. Le delegazioni hanno infatti approvato la “scheda di valutazione” in base alla quale verranno assegnati i fondi ai dipendenti. L’incontro di ieri è servito anche ad iniziare a sgombrare il campo da alcune “anomalie” tecnico-amministrative che rischiano di paralizzare la contrattazione decentrata per il biennio 2010/11. Da quanto va emergendo il “nodo” sarebbe costituito dal fondo inerente la contrattazione decentrata relativo al 2010. Per quell’anno nel fondo incentivante, quantificato in 329 mila euro, non venivano conteggiati i 42 dipendenti stabilizzati, il che comportava un “ammanco” di 102 mila euro. L’amministrazione avrebbe provveduto con una delibera a rettificare la cifra. La rettifica, a quanto sembra, sarebbe però rimasta solo nominale dal momento che non fu effettuata la variazione di bilancio. Per il 2011, il fondo incentivante è stato quantificato in circa 304 mila euro. «Questo è un fatto positivo – hanno sottolineato i rappresentanti sindacali – ma se non si sblocca la partita 2010, la trattativa non va avanti». La vertenza è stata aggiornata al 16 dicembre. Giuseppe Pipicella BOVALINO È prevista per oggi pomeriggio alle 17 una riunione straordinaria e urgente del Consiglio comunale, durante la quale, tra l’altro, si dovrà prendere atto dell’assegnazione di alcuni immobili confiscati e acquisirli al patrimonio del Comune. Il Consiglio dovrà pure procedere alla ratifica di due delibere di Giunta su variazioni di bilancio. Altro argomento da trattare è il rinnovo della convenzione con il Comune di Benestare per la gestione associata del servizio economico. Sulle modalità e sui tempi di convocazione il consigliere di minoranza Domenico Savica ha presentato le sue rimostranze e la sua decisione di non partecipare. Savica contesta la definizione riunione «straordinaria e urgente» e in una lettera aperta sottolinea: «Non è la prima né la seconda volta che il sottoscritto fa presente che questa amministrazione non rispetta le regole. Sapendo che determinate delibere hanno scadenze ben precise, qual è il problema che impedisce di riunire il Consiglio in tempo dovuto? Per questi motivi non sarò presente». Insomma, Savica ritiene che la riunione avrebbe dovuto essere convocata in sessione ordinaria, in modo da avere i canonici cinque giorni per visionare gli atti portati in discussione. CONDOFURI. Anche sul Piano strutturale in forma associata la commissione straordinaria ha deciso di coinvolgere la cittadinanza. L’apertura consentirà di raccogliere le proposte dei cittadini, di registrarne le istanze, di cogliere i suggerimenti. Il tutto poi sarà valutato dal punto di vista tecnico ed eventualmente recepito in fase di progettazione. L’incontro per parlare dello strumento che sostituirà il vecchio piano regolatore comunale è previsto per le 14 di oggi nella sala convegni del Centro giovanile “Padre Valerio Rempicci” di Condofuri Marina. L’invito a partecipare è stato rivolto anche agli attori economici, politici e sociali impegnati sul territorio. «Nell’occasione – spiega la triade commissariale composta da Giuseppe Castaldo, Antonia Surace e Maria Laura Tortorella – sarà presentato il percorso partecipativo finalizzato alla redazione del Piano strutturale, nuovo strumento di pianificazione urbanistica e territoriale previsto dalla legge regionale 19/2002. Tale strumento, che sostituisce il vecchio Piano regolatore o programma di fabbricazione, ha l’obiettivo di individuare le scelte strategiche di assetto e sviluppo e di tutelare l’integrità fisica, ambientale e culturale del territorio di riferimento». Il Comune di Condofuri redigerà il proprio Piano strutturale associato con altri sette Castaldo, Surace e Tortorella centri dell’Area grecanica: Melito Porto Salvo, Bagaladi, Bova, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo e Staiti. «Durante l’incontro – viene evidenziato – sarà distribuito un questionario finalizzato a raccogliere le opinioni e le aspettative della popolazione e dei soggetti che operano nel territorio comunale. Le risposte al questionario, che rimarranno anonime e saranno utilizzate dall’ufficio unico di piano, che si trova presso il Comune capofila, per costruire tabelle statistiche aggregate, saranno di ausilio alla redazione del documento preliminare del nuovo Piano strutturale associato. Per condividere la valenza di tale percorso, finalizzato a favorire lo sviluppo del territorio progettando insieme il futuro, si invita tutta la popolazione a partecipare».(g.t.) 25 Gazzetta del Sud Mercoledì 30 Novembre 2011 . Il 2 dicembre per iniziativa del Dipartimento di Scienze Giuridiche e della Fondazione Mezzogiorno Europa Focus sulle politiche europee di coesione In Aula Magna docenti, esperti e studiosi da tutta Italia. Patrocinio del Parlamento europeo Un importante convegno per celebrare il biennio dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Un confronto, con docenti universitari, parlamentari, esperti di questioni internazionali, proposto però secondo una particolare e diversa prospettiva: quella delle regioni del Mezzogiorno europeo. Stiamo parlando dell’atteso evento in programma il prossimo 2 dicembre nell’Aula Magna, sul tema: “A due anni da Lisbona: le politiche europee di coesione e la cooperazione internazionale”, che il Dipartimento di Scienze Giuridiche “C. Mortati” ha promosso in collaborazione con la Fondazione Mezzogiorno Europa e con il Patrocinio del Parlamento Europeo. «L’Università della Calabria - sottolinea il Direttore del Dipartimento Enrico Caterini tramite il Convegno e la progettazione di un “Osservatorio per le politiche di coesione e cooperazione internazionale”, intende proporsi quale centro di iniziativa e coordinamento di azioni, di analisi e progettazione in tutti i settori dai quali possano derivare elementi di sviluppo per l’economia e la coesione sociale e territoriale del mezzogiorno d’Italia. Particolare attenzione - continua Caterini - sarà rivolta ai temi della gestione delle politiche migratorie e di integrazione dei cittadini non comunitari nel tessuto sociale ed economico del Paese. senza tralasciare i temi concernenti la cooperazione interregionale - aggiunge ancora Caterini - l’iniziativa intende affrontare i nuovi aspetti problematici che emergono dalle recenti vicende politiche che stanno interessando i paesi dell’Africa settentrionale, in particolare, e tutti i paesi non comunitari affacciati sul Mediterraneo. Tali temi - conclude il prof. Caterini - riguardano, tra l’altro, lo studio di vecchi e nuovi strumenti di gestione delle relazioni esterne dell’Unione e lo sviluppo della cooperazione giuridica, economica e sociale con i suddetti paesi». Il convegno viene organizzato in un momento importante per l’Europa. La contingenza storica ed economica interna e internazionale, infatti, rende particolarmente urgenti i temi della riforma delle politiche di coesione e delle relazioni internazionali. La sede del Parlamento europeo a Bruxelles Sul fronte della politica di coesione, i negoziati sul nuovo quadro finanziario pluriennale che partirà dal prossimo anno sollevano questioni di interesse specifico per le regioni del mezzogiorno italiano. Le iniziative adottate dall’Università della Calabria, in particolare, intendono offrire un contributo con rifles- sioni su temi concernenti i contenuti delle politiche interne e internazionali dell’Unione Europea, facendo riferimento tanto al contesto creato dal Quadro Strategico Nazionale 2007 – 2013 e quanto al nuovo negoziato in corso sul quadro finanziario pluriennale 2014 – 2020, in cui si sottolinea la centralità delle politiche di coesione dell’Unione per lo sviluppo e la crescita economica e sociale di tutta l’Unione stessa. Come noto, la strategia nazionale del nuovo QSN 2007-2013 ha inteso affrontare gli elementi di difficoltà di crescita e mira agli obiettivi di maggiore produttività, competitività, innovazione da perseguire in un’ottica di sviluppo sostenibile, qualificando e integrando le linee di intervento già avviate con il precedente quadro di programmazione. Il Convegno vuole aprire una riflessione - da approfondire in occasioni successive sulle politiche volte alla attuale posizione delle persone migranti. In particolare, difficili profili di analisi emergono dalle connessioni intercorrenti tra le politiche dell’immigrazione e quelle tese a garantire adeguate garanzie ai cittadini stranieri. Il Comitato scientifico del convegno è composto dai professori Luigi Ferrari Bravo, Fabrizio Criscuolo, Enrico Caterini e Alfredo Rizzo. Fanno parte della Segreteria organizzativa, invece, Paola Helzel, Anna Lasso, Claudia Grimaldi, Francesco Greco e Mauro F. Magnelli. Plauso da “Il Sole24ORE.it” per i brillanti risultati ottenuti al Working Capital-Premio Nazionale Innovazione Adesso tutti elogiano il modello Arcavacata Francesco Kostner Parole che non hanno bisogno di commento. Le ha scritte qualche giorno fa su “Il Sole 24 Ore.it” il giornalista Vitaliano D’Angerio. Riguardano il brillante e, per molti aspetti, storico risultato ottenuto a Torino, due settimane fa, nell’ambito della edizione 2011 di Working Capital-Premio Nazionale Innovazione, dalla nostra Università e dal suo sistema di trasferimento tecnologico, attraverso “EcoCloud” e “Altilia Srl”. Due società che hanno avuto modo di mettersi in evidenza grazie alle attività avviate dall’incubatore di imprese dell’Ateneo, TechNest”, a partire da “StartCup Calabria”, finalizzate a mettere in luce le migliori idee imprendito- riali innovative. A Torino è stato un trionfo. Alla “EcoCloud” e ad “Altilia Srl” sono andati non solo due premi da un milione di euro ma, soprattutto, il riconoscimento dell’ottima progettualità presentata, nonchè del “fiuto” che “TechNest”, attraverso i suoi responsabili, in primis il prof. Riccardo Barberi, che della struttura è il “deus ex machina”, ha dimostrato di avere, selezionandole e proponendole ai livelli più alti della valutazione. Ma ecco le parole di Vitaliano D’Angelo: “Prima o poi mi toccherà fare un salto nel campus di Arcavacata, l’università calabrese di Rende, in provincia di Cosenza (http://www.unical.it/portale/). Sapevo già da amici che era una specie di “laboratorio” che sforna a getto continuo bravissimi ingegneri. E ora anche start up di successo. Sono state due imprese nate proprio dal campus di Arcavacata a vincere a Torino l’edizione 2011 di Working Capital - Premio Nazionale Innovazione. EcoCloud e Altilia Srl si sono aggiudicate il premio speciale da un milione di euro in equity messo a disposizione da Quantica Sgr, venture capital con sede a Milano. Altilia srl è una società di Cosenza che realizza tecnologie semantiche per l’acquisizione di contenuti dal web. EcoCloud, sempre di Cosenza, è un’impresa che crea software per modernizzare i data center aziendali e sfruttare potenzialità del cloud computing con l’obiettivo di ottenere un notevole risparmio di Domani mattina consegna degli attestati ai partecipanti Sarà don Luigi Ciotti a concludere il corso “A scuola di antimafia” Sarà don Luigi Ciotti, domani mattina, a chiudere la giornata finale del corso “A scuola di antimafia. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati”, organizzato dalla Scuola superiore di Scienze delle Amministrazioni pubbliche dell’UniCal, dalla Facoltà di Scienze Politiche, dal Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica e da Libera, Associazioni nomi e numeri contro le mafie, ai quali si sono aggiunti Magistratura Democratica, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e il Centro servizi per il volontariato di Cosenza. La giornata inizierà alle 10 con i saluti del Rettore, Giovanni Latorre, del Preside della facoltà di Scienze Politiche, Guerino D’Ignazio, del Prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, del Direttore del Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica, Pietro Fantozzi, di Donatella Loprieno e Maria Annunziata Longo, rispettivamente della Scuola superiore di Scienze delle Amministrazioni Il presidente nazionale di Libera don Luigi Ciotti pubbliche e del Centro servizi per il volontariato di Cosenza. seguiranno gli interventi di Ercole Giap Parini, responsabile scientifico del corso, di Fabio Regolo, di Magistratura Democratica, di Dario Caputo, dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, di Sabrina Garofalo, di Libera Associazioni. Uno spazio sarà riservato anche alle corsiste e ai corsisti che hanno seguito l’iniziativa, ai quali successivamente saranno consegnati gli attestati di partecipazione. Il corso “A scuola di antimafia Il riutilizzo sociale dei beni confiscati”, è stato pensato per fornire contenuti conoscitivi utili per consolidare le prospettive dell’antimafia sociale, coniugando i nuovi strumenti che la legi- Il prof. Riccardo Barberi slazione offre in tema di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata con le chiavi di lettura del fenomeno mafioso. In particolare, il Corso ha inteso fornire, attraverso un approccio interdisciplinare, elementi di conoscenza utili all’elaborazione di proposte concrete, a partire dai contesti territoriali. Durante il Corso sono state utilizzate le metodologie classiche dell’alta formazione (lezioni frontali, studio e discussione di casi, testimonianze/confronto con esperti del settore) e una serie di strumenti laboratoriali che hanno avuto come obiettivo la progettazione per un riutilizzo concreto dei beni confiscati. Le sessanta persone che vi hanno potuto prendere parte provengono da tutta le province calabresi e sono rappresentative di differenti fasce d’età (i più giovani sono studenti universitari che da poco hanno superato i vent’anni e i più anziani sono affermati professionisti, in alcuni casi over sessanta) ed estrazione professionale: dal mondo della scuola a quello istituzionale amministrativo a quello delle professioni (avvocati e commercialisti in prevalenza e operatori del mondo dell’informazione). Da sottolineare anche una significativa presenza di persone che operano nell’ambito delle forze dell’ordine e della sicurezza. energia dei server. Bravi questi giovani calabresi e ottima università meridionale. Di questi tempi non è poco”. Che dire di più? Come detto, i giudizi di Vitaliano D’Angelo, che di certe cose s’intende, bastano e avanzano. Forse al giornalista de “Il Sole 24 Ore” possiamo chiedere di passare dalle intenzioni ai fatti al più presto. Avrà la possibilità di vedere tante cose. Certamente “TechNest” e la grande sfida che rappresenta nel panorama scientifico e imprenditoriale italiano. Ma tutto un mondo, effervescente, dinamico, prestigioso, che brilla per le tante eccellenze presenti in ogni angolo e in tutte le facoltà del Campus, di cui la Calabria mena giustamente vanto. L’Ing. Attilio Pedrazzoli ed il Prof. Francesco Altimari Linguistica con il gruppo GSi EDU Research La didattica on line si arricchisce di nuovi strumenti Nell’Aula Multimediale del Dipartimento di Linguistica il prof. Francesco Altimari, Direttore del Dipartimento di Linguistica, l’ing. Attilio Pedrazzoli, e la dott.ssa Luisa dall’Acqua, del GSi EDU Research Group International (Svizzera) hanno presentato la nuova piattaforma di e-learning phi.unical.it. Si tratta di uno strumento concepito con l’intento con l’intento di aiutare i nostri studenti ad usufruire di una migliore qualità del loro percorso didattico. Già da alcuni anni presso il Dipartimento di Linguistica è presente la piattaforma di e-learning Elea, che conta ad oggi 4000 iscritti circa. La sua diffusione crescente e il gradimento degli studenti hanno dato l’impulso alla ricerca di nuove forme e risorse per una didattica online. La piattaforma PHI completa tale impegno dell’Università, secondo i più moderni approcci internazionali. Essa presenta un ambiente di apprendimento contestualizzato, coinvolgente e rilevante, in cui è possibile connettere tra loro conoscenze, competenze, comunicazioni e tecnologie. Tale ambiente è dotato, inoltre, degli strumenti di collaborazione e di progettualità più avanzati presenti nella rete. «Gli studenti sono condotti alla realizzazione di artefatti, progetti e ricerche mirate, con lo scopo in un approccio educativo all’avanguardia educativa», ha spiegato la dott.ssa dall’Acqua, «la conoscenza è gestita come dinamica e coinvolgente, sviluppata sulla base della riflessione, della creati- vità espressiva e dell’esplorazione di nuove prospettive e idee. Questi sono i componenti fondamentali del nostro agire, che, uniti all’educazione alla progettualità, determinano la crescita nei nostri Studenti di professionalità e padronanza del loro sapere». La piattaforma si presenta divisa in 4 aree. Una dedicata allo studio, dove gli Studenti svolgono i propri corsi e le attività di laboratorio; una dedicata al tutoraggio (umano e artificiale); una dedicata all’insegnamento, dove i docenti dispongono di una libreria didattica di corsi online internazionali e materiale didattico pluridisciplinare, sistemi di videoconferenza avanzati e strumenti didattici dedicati alla progettualità, creazione e gestione di corsi e classi. Infine una quarta è un’area personale di studenti e docenti: un portfolio di riflessione e raccolta di dati, storia di percorso didattico, connessioni e relazioni personalizzate. «L’Università della Calabria ha dimostrato una grande attenzione all’innovazione e alla ottimizzazione delle prestazioni dei propri Studenti», ha commentato l’Ing. Pedrazzoli, «il supporto di agenti di Intelligenza Artificiale, di cui è dotata la piattaforma PHI, sarà da noi pienamente messo a disposizione dell’Università, quale valore aggiunto alla didattica offerta. Esso consente di realizzare progetti didattici dinamici e adattivi, secondo le esigenze diversificate di apprendimento degli studenti e offre la possibilità di un tutoraggio intelligente che affianca quello umano». Accreditata Ecm Ieri mattina Per due giorni Iniziativa formativa al centro sanitario Lectio di Tesauro nell’aula Caldora Storici a confronto sul lessico medievale Il 5, 6 e 7 dicembre 2011 presso il Centro Sanitario dell’Università della Calabria si terrà il Corso di Psico – Oncologia: Risonanze emotive nell’operatore di fronte alla Persona malata. L’evento formativo è accreditato ECM dal Provider J&B in partenariato con la scuola no profit “FOCUS – FOrmazione Continua Universitaria in Sanità”, associazione nata per iniziativa dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza e dell’Università della Calabria. I responsabili scientifici dell’evento, prof.ssa Angela Costabile e dott.ssa Anita Caruso, insieme ai relatori prof. Francesco Bruno e dott.ssa Angela Piattelli, affronteranno i temi della gestione del paziente malato con l’obiettivo di far acquisire specifiche conoscenze psicologiche in ambito oncologico all’operatore sanitario. Ieri mattina nell’Aula Caldora la Facoltà di Scienze Politiche inaugurazione dell’anno accademico 2011/2012 con una lectio magistralis del Prof. Giuseppe Tesauro, Giudice della corte costituzionale, il quale ha affrontato il tema “l’Unione Europea come comunità di diritto”. Il Prof. Tesauro, che rappresenta una delle voci più autorevoli della dottrina italiana ed internazionale, ha analizzato i principi sui quali si fonda l’ordinamento giuridico dell’Unione Europea, a partire dal principio delle «competenze di attribuzione», in virtù del quale le istituzioni agiscono, e quindi intervengono, nei limiti delle competenze espressamente previste dal Trattato di Lisbona, che ha favorito un notevole ampliamento delle stesse competenze dell’UE. Si terrà giovedì e venerdi, nell’aula Caldora dell’UniCal, il convegno internazionale sul tema “Lessico, corpo, affettività nel Medioevo europeo”. L’iniziativa è organizzata dal Dipartimento di Linguistica e dal laboratorio di Filologia informatica. Previste a partire dalle 9.30 di giovedì ben sei sessioni scientifiche con le relazioni di alcuni dei più importanti studiosi europei della materia. Previsti gli interventi di Antonelli (Sapienza), Distilo (UniCal), Canettieri (Sapienza), Squillacioti (Cnr), Brea (Università di Santiago), Paradisi (UniCal), Riviello (UniCal), Gallo (Università di Bari), Gubbini (Sapienza), Conte (Tor vergata), Atturo (Sapienza), Rea (Sapienza), Punzi (Sapienza), Tavani (Sapienza), Cosrtantini (UniCal), Viel (UniCal). Gazzetta del Sud Mercoledì 30 Novembre 2011 29 Cronaca di Catanzaro Largo Serravalle, 9 - Cap 88100 Tel 0961.723010 / Fax 0961.723012 [email protected] Concessionaria: Publikompass S.p.A. Largo Serravalle, 9 - Cap 88100 Tel. 0961.724090 / Fax 0961.744317 Diritto romano, oggi terminano i corsi Si concludono oggi all’Ateneo i corsi di Diritto romano con la presenza del professore Oliverio Diliberto [email protected] . PARCO ROMANI La “Gatto Costruzioni” ha intimato alla “Catanzaro Servzi” di onorare il debito contratto Tangenziale ovest: la vittima è un 46enne Muore in un incidente dopo la nottata Materia del contendere l’acquisto d’una superficie. Oggi seduta di Consiglio al capezzale del padre Dopo le diffide c’è l’atto di precetto Paolo Cannizzaro Un milione 750mila euro. Più spiccioli. È la cifra che sintetizza l’ultimo capitolo della complicata vicenda del Parco Romani. La Gatto Costruzioni Srl ha notificato ieri a Palazzo De Nobili un atto di precetto con cui la “Catanzaro Servizi”, società partecipata al 100% dal Comune, di saldare la somma pattuita (appunto 1,754 milioni) relativa all’acquisto di una parte del costruendo Parco commerciale di Catanzaro Sala. Dieci i giorni di tempo concessi. L’atto di precetto segue di una ventina di giorni la diffida a suo tempo inoltrata e che dava 15 giorni di tempo per il saldo del debito. Si arricchisce così una storia senza fine già abbastanza complicata e irta di insidie per le casse comunali. Più in particolare la vicenda è legata all’ipotesi di localizzazione del Centro fieristico (originariamente previsto a Germaneto, e per il quale vi era disponibile un finanziamento ministeriale) nella costruenda struttura di Sala. Per questioni logistiche era necessario individuare, nel Parco commerciale, una porzione sufficientemente ampia - 2.500 mq - e distribuita su un unico piano. Condizioni che la “Catanzaro Servizi” avrebbe potuto soddisfare entrando in possesso di alcune superfici destinate a uffici che in precedenza erano state acquisite dagli imprenditori Giu- seppe Gatto e Giuseppe Speziali. A Gatto e a Speziali venne chiesto di cederle con quella finalità, e i due acconsentirono, pattuendo tra l’altro un prezzo identico a quello di acquisto (nessuna pur legittima speculazione edilizia, quindi), con le sole spese aggiuntive della corrente rivalutazione monetaria e notarili. Per il pagamento si concordarono alcune scadenze; per farvi fronte la “Catanzaro Servizi” puntava sul finanziamento ministeriale. Più in dettaglio, la “Catanzaro Servizi” avrebbe dovuto corrispondere alla "Gatto Costruzioni" 250.000 euro il 31 luglio 2011, e 1.500.000 euro entro il termine massimo del 31 ottobre 2011. Cose che non è avvenuta dal momento che del finanziamento ministeriale ancora non c’è una lira ed anzi non si hanno notizie certe ormai da tempo. Ma - si potrebbe obiettare perché l’atto è stato notificato a Palazzo De Nobili? Per un motivo semplicissmo. Anzi per due motivi: il primo è che la “Catanzaro Servizi” ha sede legale nel Palazzo Municipale; ma anche perché il Comune s’era impegnato (vi è traccia di ciò nel verbale dell’assemblea della Catanzaro Servizi in cui venne decisa l’operazione Centro fieristico - Parco Romani), nel caso di ritardo nella erogazione del finanziamento ministeriale, ad anticipare il dovuto. E dunque ora il Comune viene indirettamente chiamato in causa. Giuseppe Lo Re I lavori sono ormai fermi da mesi nel cantiere del Parco commerciale I guai potrebbero non essere finiti qui: dal momento che un paio di giorni dopo la “Gatto Costruzioni” anche la “Aurora” di speziali ha diffidato la “Catanzaro Servizi” per il pagamento del dovuto (si tratta di una somma leggermente inferiore), non è da escludere che entro questa stessa settimana a Palazzo De Nobili venga recapitato l’atto di precetL’imprenditore Giuseppe Gatto ha chiesto il pagamento di quanto pattuito L’operazione “Isola felice” avviata dalla procura di Lamezia Terme to del dott. Speziali. Ma intanto, che fine ha fatto il finanziamento del ministero delle Attività produttive? Il sospetto è che qualcuno remi contri e ciò spiegherebbe i ritardi fin qui accumulati. Di certo c’è una pratica ancora in istruttoria, e di certo c’è anche che a Palazzo De Nobili è arrivata da Roma la richiesta di qualche tonnellata di documenti. Il primo dei quali pare sia la delibera del Consiglio comunale con cui viene stabilito di localizzare, in alternativa a Germaneto, il Centro fieristico nel Parco commerciale Romani. Delibera che - dettaglio non pro- prio ininfluente - semplicemente non esiste. Del resto è stato proprio questo uno dei punti-chiave della relazione che nei giorni scorsi il segretario generale del Comune Sergio Pietramala e il dirigente del settore Avvocatura Saverio Molica hanno inviato al presidente del Consiglio comunale e ai capigruppo consiliari. Stamane il Consiglio comunale torna a riunirsi. Per parlare di altro, sulla scorta di un ordine del giorno a suo tempo definito; ma non è detto che la questione non venga alla fine in qualche modo affrontata. FALLIMENTO US Parlano gli avvocati Patenti facili, discussi i ricorsi Dalla Suprema Corte Si sono riservati la decisione i giudici del tribunale del Riesame (Adalgisa Rinardo presidente, Sergio Natale e Ilaria Tarantino a latere) in merito a dodici posizioni delle altrettanti persone indagate nell’inchiesta della Procura di Lamezia Terme sul rilascio di “patenti facili”, sfociata nell’operazione “Isola felice” compiuta dalla polizia stradale su delega del sostituto procuratore Domenico Galletta. Davanti ai giudici hanno effettuato la loro arringa difensiva gli avvocati Spinelli (per la posizione di Vincenzo De Sensi, 49 anni, titolare di una scuola guida di Lamezia; Achille Amendola, 40 anni, collaboratore di De Sensi; Rosina Sgrò, 41 anni, di Lamezia Terme, tito- lare di una scuola guida), Villella e Spinelli (per Gennaro Vecchi, 37 anni, di Lamezia Terme, titolare di una scuola guida), Viscomi (per Andrea Scalzo, 32 anni, di Catanzaro; Nicola Sola, 45 anni, di Mormanno; Andrea Cristini, 21 anni, di Catanzaro; tutti titolari di una scuola guida), Pullano e Russano (per Gaetano De Salvo, 51 anni, di Messina, direttore facente funzioni della Motorizzazione civile di Catanzaro), Mancuso (per Luigi Zullo, 65 anni, pensionato di Catanzaro, definito dagli inquirenti il "faccendiere"), Chiodo (per Francesco Laudadio, 62 anni di Catanzaro, dipendente della Motorizzazione), Oliverio (per Nicola Oliverio, 56 anni, di Saracena), Marino e Carnovale (per Sebastiano Fruci, 58 anni, titolare di un'autoscuola a Curinga). Tutti i difensori hanno chiesto l’annullamento del provvedimento cautelare che ha posto i loro assistiti o gli arresti domiciliari o l’obbligo di dimora. Le accuse complessivamente contestate nell'inchiesta sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all'abuso d'ufficio, al falso ed alla truffa ai danni dello Stato. Sono state in tutto 17 le persone arrestate e 144 quelle indagate in stato di libertà per diversi reati tutti mirati a fare avere le patenti facili truccando esami di guida, in cambio di mazzette fino a 3 mila euro.(g.m.) motivi di soddisfazione Soddisfazione per l’esito favorevole della vicenda è stata espressa dagli avvocati Antonietta Denicolò Gigliotti e Giuseppe Fonte, circa la decisione della Suprema corte di Cassazione di rigettare il ricorso del Pm avverso la sentenza del Riesame di annullamento del sequestro dei beni degli amministratori della Us Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della Società. Gli avvocati Denicolò e Fonte, difensori di Domenico Cavallaro e del dott. Giuseppe Ierace, hanno sottolineato come la Camera di consiglio del 22 novembre della II Sezione OMICIDIO DURO I legali hanno chiesto di porre in libertà Ornella Bevilacqua Mancano gli elementi per la custodia in carcere Revoca della misura cautelare in carcere in quanto mancano gli elementi per l’applicazione o, in subordine, l’alleggerimento. È quanto ha chiesto l’avvocato Antonio Ludovico (anche a nome del collega Salvatore Staiano), legali di Ornella Bevilacqua, 38 anni, ai giudici del Tribunale del Riesame dove ieri si è discusso il ricorso avverso l’ordinanza emessa subito dopo l’emissione della sentenza per l'omicidio di Nicola Duro, l'idraulico incensurato di 26 anni, ucciso il 17 giugno 2010 davanti un bar di viale Isonzo, nella zona sud del capoluogo. Ornella Bevilacqua La donna è stata arrestata dagli agenti della Squadra mobile, che hanno così eseguito un provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del sostituto procuratore Simona Rossi (la stessa che ha condotto le indagini sull'omicidio Duro), in base ad un asserito pericolo di fuga dell'imputata, nonchè di reiterazione del reato. Proprio questi ultimi due punti sono stati confutati dalla difesa della donna in quanto non solo non ci sarebbero le prove della possibilità di reiterazione del reato ma non sussisterebbe il pericolo di fuga in quanto Ornella Bevilacqua ha seguito la maggior parte delle fasi del processo da persona libera (senza nessun tipo di applicazione di misura cautelare) e, di conseguenza, avrebbe potuto sottrarsi alla giustizia in qualsiasi momento. Cose che non è avvenuta. La donna è stata condannata circa dieci giorni fa a 30 anni di reclusione dal giudice dell'udienza preliminare Tiziana Macrì, al termine dei giudizi abbreviati che sono valsi agli imputati lo sconto di pena di un terzo.(g.m.) penale della Corte di Cassazione abbia dichiarato «l'inammissibilità del ricorso proposto dal Pm per le posizioni dei nostri patrocinati». Come abbiamo riferito nei giorni scorsi la Suprema Corte, per altre posizioni, ha annullato con rinvio al Tribunale per un nuovo esame limitatamente ad un approfondito esame della natura dei contributi ricevuti dall'Us e concessi dalla Figc, la Federazione italiana gioco calcio, considerato dalla magistratura inquirente alla stregua di ente pubblico nel mentre, secondo lo Statuto della Federazione, è di diritto privato. Passata la notte in ospedale dov’è ricoverato l’anziano padre, era andato a casa per fare una doccia. E al Pugliese stava ritornando in macchina quando ha trovato la morte sulla tangenziale ovest a causa di un terribile incidente stradale. La tragedia si è consumata ieri mattina, non molto distante dal nosocomio cittadino: la vittima è Salvatore Chiriaco, 46 anni, dipendente di una ditta che si occupa della fornitura di autoricambi. La dinamica dell’incidente, sulla quale stanno ancora lavorando i Carabinieri, ha coinvolto almeno tre veicoli. L’allarme è scattato di primo mattino, quando alcuni testimoni hanno chiesto l’intervento del 118 e delle forze dell’ordine. Sul posto sono giunti quindi i sanitari del servizio medico di emergenza, i militari dell’Arma ed i Vigili del fuoco: lo scenario che si è presentato ai loro occhi ha manifestato subito la gravità della situazione. Sparsi nell’arco dell’intera carreggiata della tangenziale c’erano i rottami di una Ford Fiesta, di una Toyota Corolla e di un furgoncino. Quasi completamente distrutti i tre mezzi, i Vigili del fuoco del comando provinciale hanno dovuto faticare non poco prima di riuscire ad estrarre Chiriaco dalle lamiere contorte della Fiesta su cui viaggiava. Per prestare i necessari soccorsi è stato necessario chiudere momentaneamente al traffico il tratto stradale interessato dallo scontro; inevitabile, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, che si formassero in breve tempo lunghi incolonnamenti. Il 46enne, apparso subito in condizioni disperate, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Pugliese, dove poco dopo è spirato. Non c’è stato nulla da fare per i medici che l’hanno preso in cura: troppo gravi le ferite riportate a seguito del violentissimo impatto. Prima di morire Chiriaco avrebbe detto qualcosa ai sanitari, riferendosi probabilmente alla dinamica dell’incidente. Altri due feriti sono stati trasportati in ospedale: le loro condizioni, però, non destano particolari condizioni. Spetterà ai Carabinieri, che lavorano senza sosta da ieri mattina, chiarire con esattezza cos’è accaduto ieri mattina Salvatore Chiriaco morto in ospedale su quel tratto della tangenziale ovest. Quasi certamente almeno due dei tre mezzi distrutti viaggiavano in direzione opposta: lo scontro, stando fra l’altro ai danni riportati dalla Ford Fiesta, è stato molto violento. Tracce di frenata sarebbero state individuate sull’asfalto, ma bisogna individuare l’auto alle quali apparterrebbero. La Procura della Repubblica - di turno è il pm Valeria Biscottini - ha ovviamente aperto un’inchiesta sull’incidente mortale. È probabile che i conducenti del furgoncino e della Toyota Corolla verranno iscritti nel registro degli indagati: sarà un passaggio a loro garanzia, in modo da poter essere coinvolti in ogni accertamento diretto a chiarire dinamica ed eventuali responsabilità. Importante potrebbe risultare la ricostruzione di eventuali testimoni oculari dell’incidente, avvenuto peraltro in un orario nel quale la tangenziale ovest è piuttosto trafficata. Il corpo di Chiriaco è a disposizione dell’autorità giudiziaria: non è da escludere che già nelle prossime ore la Procura disponga l’esecuzione dell’autopsia, anch’essa un passaggio tecnico importante per capire cos’è realmente accaduto e soprattutto com’è deceduto il 46enne. L’uomo, dipendente di una ditta di autoricambi, viveva con la famiglia nel rione Fortuna. Molto noto e benvoluto, la sua morte è arrivata come un fulmine a ciel sereno gettando nello sconforto familiari e amici. I funerali saranno organizzati a cura dell’agenzia funebre di Roberto Mercurio non appena la salma verrà consegnata alla famiglia, al termine dunque degli accertamenti che la magistratura riterrà necessari. Mercoledì 30 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 30 Cronaca di Catanzaro . È terminata a tarda ora l’udienza al Riesame sugli appelli di quattro indagati (presente Gavioli) colpiti dal provvedimento di custodia cautelare Discarica, Domenico Richichi ricorrerà al Tdl L’avvocato Fonte: nessuna giustificazione dell’indagato è stata presa nella dovuta considerazione Giuseppe Mercurio «Nell’assoluta consapevolezza della completa estraneità dell’indagato ai fatti contestati, adiremo, in sede di appello, il Tribunale della Libertà di Catanzaro confidando in una valutazione terza dei fatti di causa». Lo ha affermato, in una dichiarazione, l’avvocato Giuseppe Fonte, difensore del generale Graziano Melandri, ex Commissario per l'emergenza ambientale in Calabria, dimessosi dall’incarico proprio perchè coinvolto nell’inchiesta “Pecunia non olet” sulla gestione della discarica di Alli, e dell’ingegnere Domenico Richichi, quest’ultimo raggiunto nelle scorse ore insieme a Simone Lo Piccolo da una misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio. Entrambi nella qualità di funzionari dell'Ufficio del commissario per l'emergenza ambientale in Calabria. «La misura interdittiva – ha proseguito l’avvocato Fonte – è stata applicata all’ing. Richichi all’esito di un interrogatorio apparso alla difesa più condizione di procedibilità che strumento di garanzia. Avevamo già preso atto, con la lettura del provvedimento motivato di fissazione dell’interrogatorio, di una valutazione dei fatti di causa, da parte del giudicante, in assoluta adesione alla tesi d’accusa. In questo senso, in quella sede, in alcuna considerazione sono Gli impianti per il trattamento dei rifiuti all’interno della discarica di Alli state prese ognuna delle serie e specifiche giustificazioni addotte dall’indagato a sua discolpa». «Quanto alla vicenda investigativa che ha portato alle dimissioni del Generale Melandri dalle funzioni di Commissario. ritengo - ha concluso l’avvocato Fonte – in qualità di suo difensore, che l’errore giudiziario commesso nei suoi confronti abbia avuto, quali persone offese dall’errore, soprattutto noi cittadini calabresi». Intanto, è terminata a tarda ora l’udienza davanti al Tribu- Istanza dei negozianti al vaglio del Comune nale del Riesame (Adalgisa Rinardo presidente, Sergio Natale e Ilaria Tarantino a latere) che ha discusso gli appelli di Stefano Gavioli (avvocato Danilo Iannello), 54 anni, di Venezia, proprietario della società Enertech che gestiva la discarica di Alli (presente fisicamente all’udienza); Giancarlo Tonetto (avvocati Antonio Franchini del foro di Venezia e Aldo Casalinuovo), 56, di San Donà di Piave (Venezia), avvocato della Enertech; Enrico Prandin (avvocati Luca Scaramuzzino e Leopoldo Marchese), 49, di Ro- vigo, sindaco e/o revisore dei conti delle società guidate da Gavioli; Paolo Bellamio (avvocato Alessandro Rampinelli del foro di Venezia), 47, commercialista di Gavioli. I quattro sono stati colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Abigail Mellace che ha mandato Gavioli in carcere; ai domiciliari Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi, Tonetto e Prandin; e sottoposti all'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria Antonio Garruba, un tecnico della società Eneter- ch che gestisce l'impianto di Alli, e Bellamio. I legali hanno posto l’accento nelle loro discussioni sull’insussistenza delle esigenze cautelari come descritte dall’accusa e sulla mancanza di gravità indiziaria. Per quanto riguarda la posizione di Tonetto, è stato rimarcato dai suoi legali che l’avvocato ha semplicemente svolto il suo ruolo di legale. Al termine degli interventi degli avvocati ha preso la parola anche il sostituto procuratore della repubblica Carlo Villani contestando le tesi difensive. La parola ora spetta ai giudici del Tribunale del Riesame che dovranno pronunciarsi non solo sugli appelli presentati dai legali degli indagati ma anche in merito alla richiesta di dissequestro dell'impianto di Alli, avanzata dai difensori della Enertech a seguito del provvedimento eseguito il 14 ottobre. Anche in questo caso il sostituto procuratore Carlo Villani aveva chiesto che venisse rigettata la richiesta dei legali della Enertech e aveva depositato la relazione di un perito nella quale sono illustrate le presunte violazioni commesse. In particolare la Procura sostiene che il percolato prodotto dalla discarica veniva scaricato nel fiume Alli per poi finire a mare. La decisione, in ogni caso, non deve essere necessariamente contestuale. Il deposito delle decisioni è previsto nelle prossime ore. AUTORIZZAZIONE DEL NEO COMMISSARIO Altre 100 tonnellate al giorno saranno smaltite a Pianopoli Le risposte reclamate dal sindaco Michele Traversa sono arrivate. Il nuovo commissario per l’emergenza ambientale in Calabria, Vincenzo Speranza, ha autorizzato il Comune a conferire nella discarica di Pianopoli ulteriori 100 tonnellate giornaliere di rifiuti, in aggiunta alle 140 già autorizzate, fino all’eliminazione della spazzatura accumulata a causa della chiusura dell’impianto di Alli. Sempre con l’obiettivo di azzerare la situazione, anche in vista delle festività natalizie (che segnano un aumento dei consumi e quindi degli rsu), il commissario ha accolto anche la richiesta di fare conferire i rifiuti del capoluogo a Pianopoli nelle giornate di domenica fino al 31 dicembre. Le decisioni del commissario Speranza, a cui il sindaco si era rivolto già all’atto dell’insediamento, consentono ora al Comune di partire con il piano straordinario che vedrà impegnati tutti i mezzi e gli uomini a disposizione dell’Aimeri e dell’Ambiente & Servizi. I dettagli definitivi saranno messi a punto già questo pomeriggio nel corso di una riunione operativa che sarà presieduta dal sindaco e dall’assessore all’ambiente Nania. La previsione è eli- minare i cumuli di spazzatura, quartiere per quartiere, nell’arco di una settimana: mentre Aimeri svolgerà la raccolta ordinaria, comprese le domeniche, Ambiente & Servizi provvederà con i propri mezzi a ritirare i sacchetti accumulati ai lati dei cassonetti o nei cassoni gialli destinati alla raccolta differenziata dell’umido. Parallelamente si provvederà a bonificare e disinfettare i cassonetti e le piattaforme, sostituendo i contenitori che danneggiati. Il sindaco Traversa ha voluto ringraziare il commissario Speranza che «a sole 24 ore dal suo insediamento ha recepito il grido di allarme che veniva dal capoluogo. La nuova situazione che si è determinata – ha detto ancora il sindaco – ci consente di guardare con più serenità all’azione di recupero della discarica di Alli, affidata ad un custode giudiziario che è anche un tecnico esperto in materia ambientale. Dopo la messa in sicurezza dell’area, fase prioritaria per evitare rischi ambientali, si dovrà pensare a rimettere in funzione, su nuove e più serie basi, l’impianto. La soluzione che noi auspichiamo è un affidamento diretto della gestione al Comune». Giudicata «infondata» la notizia di reato a carico degli agenti di pg Gallo e Sanseviero. Ecco le motivazioni L’isola pedonale rischia Il gip: nessuna indagine persecutoria contro Ambrosio di scomparire a Natale «Sospendere temporaneamente l’isola pedonale e riaprire al traffico corso Mazzini nel periodo natalizio, fra il giorno dell’Immacolata e l’Epifania». È su questa richiesta dei commercianti del centro storico che ieri mattina si è tenuto un incontro al quale hanno partecipato il sindaco Michele Traversa, i vertici della Polizia municipale (il comandante Giuseppe Antonio Salerno, il suo vice Amedeo Cardamone e il responsabile del settore viabilità Salvatore Tarantino) e l’amministratore unico dell’Amc. «La riunione – riferisce una nota di Palazzo De Nobili – ha fatto seguito all’incontro tenuto nei giorni scorsi tra i rappresentanti di tutte le sigle dei commercianti, gli assessori comunali alla mobilità, Massimo Lomonaco, e alle attività produttive, Ermanno Ferragina, e il Comando dei Vigili urbani». In quella sede, ma anche con diverse petizioni giunte a Palazzo De Nobili, i commercianti «hanno chiesto unanimemente la sospensione dell’isola pedonale su corso Mazzini, per rendere il centro più facilmente raggiungibile dai cittadini in coincidenza con il periodo dello shopping natalizio». Nel corso della riunione di ieri mattina, «si sono valutate – riferisce sempre il Comune – tutte le problematiche legate all’apertura al traffico del corso, che potrebbe partire già dopo la prima settimana di dicembre, da lunedì a venerdì. Si è discusso, in particolare, dell’opportunità di garantire una maggiore sorveglianza sul corso da parte dei Vigili urbani, dell’esigenza di adeguare il sistema del parcheggio a pagamento nelle “strisce blu”, ma anche della necessità di potenziare il servizio di trasporto pubblico dell’Amc. A tal proposito si è valutato di aumentare il numero di piccoli bus navetta nell’orario pomeridiano e serale, dirottando su via Milelli le corse dei bus di maggiori dimensioni». Nessun abuso d’ufficio, la notizia di reato a loro carico «va ritenuta infondata». Il gip Maria Rosaria Di Girolamo chiude con l’archiviazione il caso riguardante i due agenti di polizia giudiziaria Fiorentino Gallo e Vincenzo Sanseviero, fino a ieri formalmente indagati con l’accusa di abuso d’ufficio. Il provvedimento del giudice per le indagini preliminari segue la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica e la conseguente opposizione formalizzata dalla presunta parte offesa, l’ex dirigente comunale coordinatore dell’area tecnica, Luigi Ambrosio. La vicenda, lunga e complessa, trae origine da tre procedimenti penali al termine dei quali Ambrosio è stato assolto e da un altro processo a carico dell’ex sindaco Sergio Abramo (anch’egli assolto con formula piena) che ha portato alla trasmissione alla Procura degli atti relativamente alla posizione del comandante della Polizia municipale, Giuseppe Antonio Salerno, pure lui suc- cessivamente assolto con formula piena. Secondo la denuncia di Ambrosio contro Gallo e Sanseviero, le indagini dei due agenti di polizia giudiziaria sull’ex dirigente comunale sarebbero state condotte «con l’intento di castigare – sostiene il gip nel provvedimento di archiviazione – l’ing. Ambrosio per avere osato occuparsi del dott. Salerno». In buona sostanza, Ambrosio ha teorizzato nella denuncia di aver subìto i procedimenti penali in questione «nonostante la mancanza di prove» a suo carico. Un ragionamento che, però, non ha convinto il giudice per le indagini preliminari, il quale ha accolto piuttosto le tesi sostenute con forza dall’avvocato Carlo Petitto, difensore di Gallo e Sanseviero, che ha fra l’altro depositato una memoria nella quale si analizzano i passi delle relazioni di servizio dei due agenti riportati nella denuncia con l’intento di dimostrarne l’assoluta “regolarità”. «Nel caso di specie – scrive il gip nell’archiviazione – si deve rilevare che l’ipo- Agenda telefonica cittadina FARMACIE DI TURNO MITTIGA - Corso Mazzini, 27 GIUSTI - Viale Cassiodoro (Santa Maria) COLACE - Viale Crotone (Lido) FARMACIE NOTTURNE MICELI - Via Tommaso Campanella (Mater Domini) LEONE - Corso Mazzini, 176 DI STEFANO - Via Gullì (Lido) GUARDIE MEDICHE Dalle ore 14 del sabato alle ore 8 del lunedì successivo CATANZARO I (Centro e Nord) - Via Acri tel. 0961745833 CATANZARO II (Sud - Sala e S. Maria) tel. 096163146 CATANZARO LIDO - Viale Crotone tel. 0961737562 ALBI - Viale Trieste, 0961923075 AMARONI tel. 0961913157 BADOLATO tel. 096785010 BELCASTRO tel. 0961932116 BORGIA tel. 0961951318 BOTRICELLO tel. 0961963069 CARDINALE tel. 0967938217 CHIARAVALLE tel. 0967999416 CICALA tel. 096885061 CROPANI tel. 0961965309 DAVOLI tel. 0967533101 GASPERINA tel. 0961486101 GIMIGLIANO tel. 0961995015 GIRIFALCO tel. 0968747219 GUARDAVALLE tel. 096782024 ISCA JONIO tel. 096744168 MIGLIERINA tel. 0961993144 MONTAURO tel. 0967486101 MONTEPAONE tel. 0967576391 PALERMITI tel. 0961917542 PENTONE tel. 0961925041 PETRONÀ tel. 0961933402 SAN PIETRO A. tel. 0961994050 SAN SOSTENE tel. 0967533101 SANTA CATERINA J. tel. 096784307 SANT’ANDREA J. tel. 096744168 SAN VITO JONIO tel. 096796194 SATRIANO tel. 0967543012 SELLIA MARINA tel. 0961964514 SERSALE tel. 0961931292 SETTINGIANO tel. 0961953193 SIMERI CRICHI tel. 0961481282 SOVERATO tel. 0967539406 SQUILLACE tel. 0961912052 STALETTÌ tel. 0961918012 TAVERNA tel. 0961927401 TIRIOLO tel. 0961992285 VALLEFIORITA tel. 0961919355 ZAGARISE tel. 0961937042 ORARIO CAMPUS UNIVERSITÀ DI GERMANETO LINEA 46 AMC ANDATA da FF.SS. CZ Sala: 7.00 - 7.30 tesi di reato formulata poggia in sostanza sul fatto che sarebbero stati effettuati dei favoritismo nei confronti di Salerno e che gli operanti di pg adottarono un comportamento persecutorio nei confronti dell’ing. Ambrosio, portando avanti delle indagini nei suoi confronti basate si elementi insussistenti. Quanto agli asseriti intenti persecutori si deve rilevare che detti intenti non possono desumersi dalle testimonianze rese da Gallo e Sanseviero nell’ambito del procedimento nel quale Salerno era parte offesa, poiché in quel procedimento il Tribunale, analizzati in maniera assolutamente dettagliata tutte le circostanze e gli elementi probatori acquisiti, dispose la trasmissione di copia degli atti al pm solo per Salerno e non anche per Gallo e Sanseviero. Diversamente – continua il gip – qualora fossero emersi elementi attestanti la realizzazione di reati da parte dei due operanti di pg, il Tribunale avrebbe potuto trasmettere anche per essi copia Il grande schermo - 7.45 - 8.00 - 8.15 - 8.45 - 9.15 - 9.45 10.15 - 10.45 - 11.15 - 11.55 - 12.25 12.55 - 13.30 - 14.00 - 14.30 - 15.30 16.30 - 17.30 - 18.30 - 19.30. RITORNO da “Campus Università”: 7.35 - 8.05 - 8.20 - 8.35 - 8.50 - 9.20 - 9.50 10.20 - 10.50 - 11.20 - 11.50 - 12.30 13.00 - 13.30 - 14.05 - 14.35 - 15.05 16.05 - 17.05 - 18.05 - 19.05 - 20.05. LINEA 47 AMC ANDATA da Bambinello Gesù: 7.00 7.30 - 7.45 - 8.00 - 8.15 - 8.45 - 9.15 9.45 - 10.15 - 10.45 - 11.15 - 11.45 12.25 - 12.55 - 13.30 - 14.00 - 14.30 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30 - 19.30. RITORNO da “Campus Università”: 7.40 - 8.10 - 8.25 - 8.40 - 8.55 - 9.25 - 9.55 10.25 - 10.55 - 11.25 - 11.55 - 12.35 13.05 - 13.35 - 14.10 - 14.40 - 15.10 16.10 - 17.10 - 18.10 - 19.10 - 20.10. LINEA 48 AMC ANDATA da Gagliano: 7.00 - 7.30 - 8.00 - 8.25 - 8.55 - 9.45 - 10.35 - 11.20 12.00 - 13.00 - 13.40 - 14.30 - 15.30 16.30 - 17.00 - 18.00 - 18.30 - 19.05. RITORNO da “Campus Università”: 7.30 - 8.00 - 8.30 - 8.55 - 9.25 - 10.15 11.05 - 11.50 - 12.30 - 14.10 - 15.00 16.00 - 17.00 - 17.30 - 18.30 - 19.00 19.30. Il servizio si effettua esclusivamente nei giorni feriali. SELLIA MARINA A cura dei gestori sui quali ricade la responsabilità dell’improvviso cambio di programmazione. CARABINIERI Comando compagnia tel. 0961964103 Sellia Marina tel. 0961/964103 Simeri Crichi tel. 0961/481007 Zagarise tel. 0961/937003 Petronà tel. 0961/933016 Sersale tel. 0961/931012 Belcastro tel. 0961932041 Cropani tel. 0961/965096 Botricello tel. 0961/963110 SUPERCINEMA Via XX Settembre 18, tel. 09611725964 GUARDIA DI FINANZA Comando Brigata (Sellia Marina) tel. 0961/968760 SALA A: «The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 1.» di Bill Condon, con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Ashley Greene. Spett. ore 16 - 18 - 20 22. SALA B: «Real Steel» di Shawn Levy. Con Hugh Jackman, Evangeline Lilly, Dakota Goyo, Anthony Mackie. Spett. ore: 16 - 18 20 - 22. Chiusura settimanale mercoledì. SOVERATO FARMACIA DI TURNO SANGIULIANO - Soverato CARABINIERI Comando compagnia tel. 0961/21766 Soverato tel. 0961/721458 Gasperina tel. 0961/748096 Petrizzi tel. 096794005 Davoli tel. 0967533186 Sant’Andrea Apostolo Jonio tel. 0961/744101 «Lezioni di cioccolato 2» di Alessio Maria Federici. Con Luca Argentero, Hassani Shapi, Nabika Akkari, Angela Finocchiaro. Spett.: 16 - 18 - 20 - 22. Chiusura settimanale martedì. CINEMA MASCIARI Piazza Lepera, tel. 09611721490. CINEMA COMUNALE: Corso Mazzini, 74 - Tel. 0961741241. «Anche se è amore non si vede» di Ficarra e Picone. Con Ficarra e Picone, Ambra Angiolini, Sascha Zacharias. Spett. ore: 16 - 18 - 20 - 22.15. Chiusura settimanale giovedì. degli atti al pm, avendo avuto contezza, durante la celebrazione del dibattimento, di tutto ciò che era stato effettuato in fase d’indagine. Nè ulteriori circostanze possono essere ricavate dal fatto che i tre procedimenti a carico di Ambrosio si conclusero tutti con sentenze di assoluzione. Con dette sentenze – affonda la dott.ssa Di Girolamo – peraltro pronunciate all’esito di giudizi abbreviati e, quindi, allo stato degli atti, si ritenne di poter formulare un giudizio assolutorio valutando gli elementi di prova acquisiti». Se dunque «proprio gli atti d’indagine effettuati dalla polizia giudiziaria furono sufficienti per pronunciare le assoluzioni», secondo il gip «appare difficile ipotizzare la realizzazione del reato di abuso d’ufficio da Luigi Ambrosio ha denunciato i due agenti di polizia giudiziaria parte di Gallo e Sanseviero, neanche sotto il profilo di una falsa rappresentazione della realtà. Ciò che semmai viene in evidenza – rileva ancora il gip – è che gli operanti di pg effettuarono, nelle varie informative, una serie di valutazioni in merito alla sussistenza delle ipotesi di reato dalle quali scaturirono poi le richieste di rinvio a giudizio. Sotto tale profilo si tuttavia rilevare che allorchè la pg effettua le indagini nell’ambito dell’attività delegata dal pm ha l’unico compito di acquisire gli elementi di prova mentre spetta esclusiva al pm la valutazione di detti elementi»; infatti, «anche qualora Gallo e Sanseviero avessero inserito nelle varie informative delle valutazioni, ciò non avrebbe potuto in alcun modo pregiudicare l’ing. Ambrosio, atteso che dette valutazioni avrebbero dovuto comunque essere vagliate dall’autorità giudiziaria, non potendo peraltro incidere in alcun modo sull’esito dei procedimenti».(g.l.r.) Intanto la Corte d’Appello fissa il processo Poseidone, slitta l’udienza a causa di difetti di notifica È stato rinviato per la seconda volta in due mesi il processo scaturito dall’inchiesta “Poseidone” su presunti illeciti nella gestione della depurazione in Calabria. Il Tribunale collegiale, così come successe il 10 ottobre, ha dovuto prendere atto che c’erano dei difetti di notifica e che quindi il processo a carico dei 23 imputati non si sarebbe potuto tenere. L’udienza è stata quindi rinviata al 3 febbraio. Tra gli imputati l’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, l’ex subcom- missario per l’emergenza ambientale in Calabria, Giovambattista Papello, e l’ex assessore all’ambiente della Giunta regionale di centrodestra di Chiaravalloti, Domenico Basile. I fatti contestati riguardano essenzialmente l’aggiudicazione di appalti per i depuratori ed altri lavori nel settore della depurazione in Calabria. Intanto, la Corte d’Appello ha fissato il processo di secondo grado per gli imputati giudicati col rito abbreviato: il 19 gennaio.(g.m.) Mercoledì 30 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 40 Cronaca di Crotone . Rigettati i ricorsi di tre imputati riconosciuti in Appello colpevoli di associazione mafiosa Calabrodental La Cassazione annulla con rinvio condanne e assoluzioni di Puma Delegazione marocchina in visita a struttura odontoiatrica Nuovo giudizio (corruzione) per Raffaele Vrenna e Dionisio Gallo Tre ricorsi rigettati e annullamento con rinvio per le altre posizioni impugnate dalla Procura generale o dalle difese. Cosi ha deciso la Corte di Cassazione ha pronunciato ieri a tarda sera il terzo grado di giudizio su uno dei due procedimenti scaturiti dall’inchiesta antimafia denominata “Puma”. Il blitz venne messo a segno dai carabinieri il 28 dicembre 2006 contro presunti affiliati o collusi con la cosca Maesano di Isola Capo Rizzuto, che nella lettura accusatoria avrebbe gestito illecitamente il villaggio turistico Praialonga. Ma nel procedimento oltre a questo si ipotizzavano anche colleganze e scambi di voti con favori fra presunti esponenti della 'ndrangheta, politici, uomini delle istituzioni e imprenditori. Ebbene, per tre degli imputati giudicati col rito abbreviato la Corte di Cassazione ha scritto ieri la parola fine. Diventano esecutive le condanne di Luigi Maesano al quale anche in Appello vennero inflitti il 28 settembre 2009, 7 anni e 8 mesi di reclusione e di Paolo e Antonio Zicchinello, ambedue condannati a 6 anni e 6 di reclusione. I loro ricorsi presentati dagli avvocati Arturo Bova e Luigi Villirilli, sono stati rigettati. Ha rinunciato invece al ricorso Tommaso Zicchinello condannato definitivamente a 7 anni e 10 mesi. Dovranno essere nuovamente processati da un’altra sezione della Corte d’Appello di Catanzaro gli altri imputati che optarono per il rito abbreviato le cui sentenze di condanna o di assoluzione furono impugnate dalla Procura generale o dai difensori. La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Pg per quel che riguarda Serata al circolo “Le cento città”; a destra Francesco Perri Un “veejay set” con Belvedere e Dascola Alle “Cento città” il racconto di un’epoca nella storia del rock Ambrogio Ryllo La mattina del 28 dicembre del 2006 (Operazione Puma) carabinieri dall’ingresso del villaggio Praialonga l’assoluzione dell’ex assessore regionale Dionisio Gallo da un’accusa di corruzione ed ha annullato l’assoluzione con rinvio. Ma i giudici contestualmente hanno annullato con rinvio anche la condanna a due anni di reclusione di Gallo per un’altra fattispecie corruttiva, accogliendo il ricorso avanzato dall’avv. prof. gaetano Pecorella e dall’avv. Giancarlo Pittelli. È stato accolto anche il ricorso presentato dagli avvocati Franco Coppi e Francesco Gambardella per conto dell’imprenditore Raffaele Vrenna che era stato condannato in Appello a un anno e 8 mesi per corruzione e falso. La condanna di Vrenna è stata annullata con rinvio mentre è stata confermata l’assoluzione dell’imprenditore crotonese dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. È stata infatti rigetta- Un’aula della Corte di Cassazione È stata accolta la richiesta del pubblico ministero Pierpaolo Bruni Pino Vrenna testimonierà in aula il 15 dicembre al processo Pandora L’ex boss e ora collaboratore di giustizia Pino Vrenna testimonierà il 15 dicembre prossimo al processo con rito ordinario scaturito dall’operazione coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia ed eseguita dalla Polizia di Stato denominata “Pandora” messa a segno il 26 novembre del 2009 ad Isola Capo Rizzuto. Il Blitz messo a segno dagli uomini della Squadra mobile portò due anni or sono a 34 arresti di presunti affiliati ai clan Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto. È quanto ha deciso ieri il Tribunale presieduto da Mas- Pino Vrenna simo Forciniti (Michele Ciociola e Franco Russo Guarro a latere; cancelliere: Giovanna Morabito), che accolto la richiesta presentata dal Pm della Dda Pierpaolo Bruni ai sensi dell’art 507 del Cpp. Si era opposto alla richiesta l’avv. Saverio Loiero al quale si sono poi associati gli altri componenti del collegio di difesa. Associazione mafiosa, droga, armi, estorsioni, danneggiamenti: questi i reati contestati a vario titolo ai 15 imputati. Devono rispondere dei reati loro contestati: Giuseppe Fazio (54 anni, difeso dall'avv. Mario Prato); Carmelo La Porta (42, avv. Mario Prato); Ni- to per Vrenna il ricorso proposto dalla Procura generale. Annullata con rinvio anche la condanna dell’ex assessore provinciale Giovanni Puccio che era stato condannato ad un anno e 4 mesi di reclusione per corruzione. Sono stati inoltre accolti i ricorsi degli difensori di altri imputati che saranno di nuovo giudicati dai giudici del Secondo grado. I giudici hanno annullato con rinvio la condanna ad un anno di reclusione di Luigi Foglia, assistito in Cassazione dagli avvocati Francesco Verri e Vincenzo Cardone, di Salvatore Tassone (8 mesi di reclusione), di Giuseppe Clarà e Luigi Cotrone. Ambedue, condannati a un anno e 8 mesi di reclusione ciascuno, Clarà è stato difeso dall’avv. Aldo Truncè mentre Cotrone è stato assistito dall’avv. Pino Napoli.(l. ab.) cola Lentini (24, avvocati Pietro Pitari e Saverio Loiero); Paolo Lentini (37, avv. Loiero); Graziella Manfredi (51, res. a Borgarello nel Pavese, avv. Rocco Corda); Luigi Manfredi (37, classe '74, avv. Pitari e Corda); Pasquale Manfredi (34, avvocati Giancarlo Pittelli e Loiero); Tommaso Manfredi (60, avvocati Pitari e Prato); Fedele Martino (57, Strongoli residente a Vedano Olona nel Varesotto, avvocati Corrado Viazzo e Domenico Sirianni); Carmine Vittimberga (51, res. a Borgarello nel Pavese, avv. Pitari e Corda); Angelo Salvatore Cortese (46, Cutro, collaboratore di giustizia, avv. Salvino Greco); Federico Periti (33, avv. Domenico Magnolia); Franco Pugliese (54, avvocati Gregorio Viscomi e Prato); Doriana Pugliese (27, avv. Viscomi e Prato); Mirko Pugliese (23, avvocati Salvatore Staiano).(l. ab.) Sono stati presentati alla Regione nell’ambito del Por Calabria Cinque progetti della Provincia per produrre energie rinnovabili Nell’ambito del Por Calabria Fers 2007-2013 la Provincia ha reso noto di avere presentato 5 progetti all’assessorato Attività produttive (settore politiche energetiche) della Regione Calabria per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e per l’efficientamento energetico di alcune strutture provinciali. L’importo totale dei progetti è di 4.500.000 euro. Nella prima linea di intervento (la 2.1.1.1.) sono stati presentati 3 progetti che prevedono la realizzazione di altrettanti impianti fotovoltaici: Istituto “Santoni” Crotone, Istituto “Lucifero” Crotone, “Liceo” di Mesoraca. Nell’altra linea di intervento (la 2.1.2.1.) sono stati presentati 2 progetti che prevedono l’efficientamento. «La Regione dispone di circa 22 milioni da destinare alle energie rinnovabili – ha dichiarato il presidente della Provincia Stano Zurlo – e pensiamo di poter vincere questo bando». Zurlo ha aggiunto: «L’Amministrazione che presiedo, in questi 2 anni e mezzo circa di governo, ha sempre lavorato per recepire finanziamenti nazionali ed europei. Lo abbiamo fattosoprattutto guardando a settori strategici». Dal canto suo il vicepresidente Ubaldo Prati con delega all’ambiente ha commentato: «Si tratta di progetti importanti in quanto permetteranno, da un lato di risparmiare sui costi dell’energia, dall’altro contribuiranno ad abbattere notevolmente l’emissione di CO2 nell’atmosfera». Stanislao Zurlo E’stata un’iniziativa che viene usualmente definita “deejay set” e “veejay set” nel corso della quale è stata riproposta quell’arte che – grazie a televisori, computer o al web – dagli anni Sessanta viene mescolata con la tecnologia e forma espressiva in cui, ad esempio, ad un tempo la musica viene ascoltata guardando un video. E’ quanto ha fatto il duo dei “Losingate” (ne fanno parte il cutrese Vincenzo Belvedere ed il reggino Nino Dascola) che, l’altra sera, è stato ospite al Circolo Arci “Le cento città” presentando il suo “On the road project”. I due artisti performers sono stati accolti – oltre che da soci e spettatori intervenuti alla serata – dall’entusiasmo contagioso e dalla capacità di aggregare persone dei due anfitrioni Francesco Perri e Giuseppe Bombardieri, rispettivamente presidente e vice presidente de “Le Cento Città”, che dal 20 del mese scorso, giorno dell’inaugurazione di questa nuova struttura “costola” dell’ Arci, hanno già organizzato le serate con il gruppo dei “Just friends” ed il cantautore crotonese Pompilio Turtoro. Il significato della performance è stato chiarito da Nino Dasco- la: «Nel progetto c’è l’intento di raccontare la storia del rock n roll dagli anni ’50 ad oggi riconducendo la musica all’evento che ne ha causato la nascita: stasera noi abbiamo presentato filmati dei fenomeni che hanno coinvolto le generazioni del Novecento, fra l’altro il femminismo e le battaglie per il divorzio, ma anche il terremoto nella Valle del Belice in Sicilia, “mixati” con la musica prodotta dagli stessi eventi». «Tanto per intenderci – ha continuato Dascola – se non ci fosse stata la guerra del Vietnam e la contestazione giovanile nel 68, non ci sarebbero state le canzoni di Joan Baez o di Bob Dylan ed i “pezzi” ineguagliabili dei grandi protagonisti del rock come i Who o Joe Cocker, Jimi Hendrix, Richie Evans a Woodstock, riconoscibilissimi nel video insieme a personaggi quali Bob Kennedy, Martin Luther King, Malcom X e tanti altri ». Da parte sua Vincenzo Belvedere, ha annunciato che “On the road project” potrà prevedere anche un format televisivo per premiare le band musicali emergenti. Ed ha spiegato: «Per queste serate “dee jay” e “vee jay” utilizziamo due proiettori, quattro personal computers e due consolle da “disc jockey”». Presso la sede del Gruppo Marrelli, è stato ricevuto una delegazione del Marocco guidata da Fouad Fattah, presidente di Bladi Services, un’associazione che da anni svolge attività di sostegno e supporto logistico alle comunità marocchine in Olanda. Oggi l’associazione, grazie ad una serie di accordi con istituzioni ed attività imprenditoriali d’eccellenza italiane, vuole rafforzare i legami di amicizia tra Italia e Marocco e soprattutto sostenere eventuali forme di interscambio anche di carattere economico tra le due realtà. Fouade Fattah ha spiegato come il Marocco vuole creare importanti sinergia con l’Italia. Ha visitato la realtà aziendale del Gruppo Marrelli, si è detto molto interessato a conoscere più da vicino il settore dentale, e quello che l’azienda crotonese rappresenta da oltre 32 anni. La lunga e approfondita visita della struttura clinica, dei laboratori di ricerca, gli innovativi reparti di produzione ed il centro di formazione, tutto dedicato al settore del dentale, ha entusiasmato gli esponenti del nord Africa, che hanno da subito prospettato una collaborazione sia dal punto di vista medico e scientifico, sia sotto l’aspetto della formazione odontotecnica che medico-specialistica. Tutto ciò potrebbe perciò rappresentare un riferimento per l’implementazione in Marocco di innovazione tecnologica e clinica d’avanguardia per la cura e la diagnosi di ogni tipo di malattia del cavo orale. Al “Filolao” si è tenuta una due giorni promossa da Atp e Asp Gli insegnanti delle elementari alle lezioni di “Giocatletica” Il Coordinamento Educazione motoria, fisica e sportiva dell’ex ufficio scolastico provinciale oggi Atp in collaborazione con l’Asp “Magna Grecia” ha organizzato, nei giorni scorsi nella palestra del Liceo Scientifico “Filolao” due giornate di aggiornamento per gli insegnanti della scuola primaria sull’apprendimento del “Giocatletica” da proporre poi ad allievi della quarta elementare. L’iniziativa che rientra nell’ambito del progetto “Scuola e sanità, da una Regione in movimento alla promozione della salute come proposta pedagogica stabile” è stata introdotta da Carmine Spadafora, responsabile dell’Educazione sanitaria dell’Asp Magna Grecia. Spadafora ha parlato dell’importanza dell’attività motoria come prevenzione all’obesità infantile. Ha proseguito il corso Vincenzo Caira, docente di Educazione fisica e tecnico nazionale Fidal, ribadendo che l’atletica leggera è fondamentale e propedeutica per tutti i tipi di sport perché, nella sua gestualità essenziale del correre, saltare e lanciare, sviluppa e potenzia gli schemi motori di base e le capacità fisiche indispensabili per l’acquisizione di tutte le discipline sportive. Per il coordinatore per l’Educazione fisica dell’Atp di Crotone, Santino Mariano, il corso ha cercato di soddisfare le richieste degli insegnanti che hanno voglia di imparare, sperimentare e soprattutto di dare nuovi stimoli didattici e un bagaglio di competenze più ricco ai loro piccoli allievi. «Molto spesso – ha spiegato Scolari in una gara di atletica organizzata dal Coordinamento educazione fisica Mariano – l’insegnante della scuola primaria affronta l’attività motoria con una sorta di scoraggiamento a causa della carenza di spazi idonei per praticarla e di attrezzature specifiche. Il contributo offerto da questi incontri è stato quello di suggerire strategie per insegnare la corsa veloce, la corsa di resistenza, la corsa ad ostacoli, il salto in lungo, il getto del peso e il lancio del vortex, utilizzando anche piccoli attrezzi di fortuna , un pò di creatività e uno spazio soprattutto all’aria aperta». «Il taglio del corso – ha precisato Mariano – è stato prettamente pratico: una progressione di esercizi e giochi da proporre agli allievi ma anche input per riflessioni ed approfondimenti metodologico didattici». Hanno partecipato al corso: Corrado Sacco D.d. I Circolo Isola Capo Rizzuto; Alfredo Marino D. Didattica III Circolo Crotone; Teresa Scaramuzzino Alcmeone Crotone; Maria Rosa Mesoraca D Didattica VII Circolo Papanice; Giuseppina Sergio, Maria Antonietta Sergio D. Didattica Cutro; Rosina Carvelli I. Comprensivo “M.g. Cutuli” Crotone; Luciana La Vecchia I. Comprensivo “Rosmini” Crotone; Luana Siniscalchi I. Comprensivo “Don Milani” Crotone; Caterina Cortese I. Comprensivo Casopero Ii Cirò M.; Genoveffa Vigliante I. Comprensivo “Lamanna” Mesoraca; Rosa Cosentino, Domenico Basta, Maria Ceraudo, Domenica Laurenzano Omn Strongoli; Mario Curcio Ss San Mauro Marchesato; Raffaele Vizza Omn S. Severina; Francesco Poerio I. Comprensivo Scandale; Francesca Zizza I. Comprensivo Alfieri; Eligia Leva, Maria Rosa Aprigliano, Sebastiano Placco, Teresa Riganello Direzione didattica X Circolo Crotone. 42 Mercoledì 30 Novembre 2011 Gazzetta del Sud Cronaca di Vibo Via M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900 Tel. 0963.44034-472005 / Fax 0963.44192 [email protected] Dossier emigrazione oggi la presentazione Pomeriggio (ore 16) al Centro diocesano sarà presentato il dossier della Caritas sull’emigrazione Concessionaria: Publikompass S.p.A. Via M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900 Tel./Fax 0963.45551 [email protected] . GOLDEN HOUSE Il direttore del Camilab riferisce davanti al Tribunale sulla disastrosa situazione “fotografata” dopo l’alluvione del 3 luglio 2006 Versace: la messa in sicurezza non c’è stata «La delocalizzazione degli insediamenti è stato un progetto strategico per rilanciare le attività produttive» Nicola Lopreiato ELABORATI CONDIVISI MA MAI APPROVATI Il giorno in cui il prof. Pasquale Versace, direttore del Camilab, laboratorio all’interno del Dipartimento della difesa del suolo dell’Università della Calabria, ha ricevuto dal commissario delegato per l’emergenza alluvione l’incarico per redigere uno studio sugli effetti al suolo del violento nubifragio che il 3 luglio 2006 si è abbattuto sul territorio vibonese, lasciando morti e devastazione, non avrebbe mai immaginato che si sarebbe dovuto presentare in un’aula di Tribunale per spiegare quello studio e gli effetti che lo stesso avrebbe dovuto produrre sul territorio. E invece ieri il docente dell’Unical, che è anche componente della commissione nazionale grandi rischi, in modo piuttosto semplice, ha risposto punto su punto alle domande del pm prima e degli avvocati della difesa dopo, senza dover mai rifugiarsi dietro quella formula tanto semplice quanto a volte comoda del «non ricordo». Nel racconto di Versace si intersecano tre punti fondamentali attorno ai quali ruota tutto il processo in corso scaturito dall’operazione denominata Golden House e che vede imputate cinque persone: gli imprenditori Francesco Mirabello, Antonio La Gamba (deceduto) e Pietro Naso, nonché Gioele Pelagi, progettista del complesso posto sotto sequestro sull’area ex Gaslini di Vibo Marina e l’arch. Giacomo Consoli, all’epoca dei fatti dirigente della ripartizione urbanistica di palazzo “Luigi Razza”. Primo fra tutti il piano Versace 1, seguito dallo studio sulle portate dei torrenti e poi la delocalizzazione degli insediamenti produttivi. Attraverso il primo studio veniva fotografata la disastrosa realtà territoriale dopo l’alluvione: le frane, il fango, i danni, le esondazioni dei torrenti e gli allagamenti. Uno studio che nelle sue risposte il docente ha analizzato in maniera precisa, confermando che di fatto gli elaborati non prevedevano alcuna perimetrazione delle aree di rischio (potere che spetta all’Autorità di bacino). Lo stesso direttore del Camilab entrando nel merito dei danni ha confermato di avere fatto una stima (110 milioni di Lo studio sulle portate consegnato nel luglio 2008 Un esercizio commerciale di Bivona e la strada principale completamente invasi dal fango nel luglio del 2006 te aveva potuto toccare con mano la quasi totale impermeabilizzazione di moltissime aree, la mancanza di regimentazione delle acque, i fossi ostruiti, se non addirittura strozzati in alcuni tratti da deviazioni o costruzioni. Ma tutto questo in che misura può avere influito sulle aree dove sono state effettuate le costruzioni (120 appartamenti sull’ex Gaslini e alcuni corpi di fabbrica a Bivona dove era in atto la realizzazione del complesso le Marinate) sequestrate dalla Guardia di finanza, che ha ipotizzato il reato di abuso e violazioni in materia urbanistica ed ambientale a carico delle persone coinvolte nel processo? Per il prof. Versace, rispondendo ad una domanda dell’avvocato Antonio Galati, le aree in questione erano allagate, ma non interessate ad esondazioni, specificando in tal senso che il torrente Sant’Anna, se da una parte non poteva invadere il complesso “Le Marinate” dall’altra lo stesso aveva rotto gli argini in più punti anche nella parte alta. Nel spiegazioni del prof. Versace il secondo studio, quello che poggiava sull’articolo 5 dell’ordinanza di Protezione civile, che puntava al rilancio delle attività produttive, mettendo in essere un piano per delocalizzare le aziende più vulnerabili. Studio approvato con ordinanza del commissario delegato per l’emergenza alluvione l’8 luglio del 2008. In questo caso il piano, che il prof. Versace PROVINCIA L’annuncio durante il consiglio comunale di Filadelfia all’interno di questo Consiglio, mi riapproprio della mia libertà di scelta, di pensiero, di comportamento, assumendo una posizione responsabile, ma autonoma e indipendente rispetto agli schieramenti di maggioranza e di minoranza qui presenti e costituiti. Le forti perplessità – prosegue – espresse da più voci sui metodi e sui criteri che avevano portato prima alla scelta del sindaco di un altro De Nisi, e poi all’allestimento in solitario della lista con l’imposizione a sorpresa della candidatura sotto il simbolo del Pd di un noto esponente della Destra locale, sono passate nella totale indifferenza del partito. Il bagaglio formativo e culturale – continua – del Pd continua ad essere di origine comunista e democristiana, poichè il mio orizzonte politico non è fatto di poltrone da occupare, ho dichiarato al sindaco che aveva pensato a me quale sostituto di un assessore dimissionario la mia indisponibilità a ricoprire qualsiasi tipo di incarico all’interno della sua amministrazione». euro) in tutti i comuni colpiti dal violento nubifragio. Il primo studio del prof. Versace fu approvato il 5 aprile 2007 con ordinanza del commissario delegato. Venivano indicati i rimedi da prendere per fronteggiare quel grave dissesto idrogeologico scaturito dallo stato di abbandono e dal degrado che per decenni avevano caratterizzato il territorio. In particolare il docenL’avvocato Antonello Fuscà difensore di uno degli imputati nel procedimento Golden House Filippis si autosospende dal Pd Da tempo in disaccordo con De Nisi Antonio Sisca Ha scelto il consiglio comunale di Filadelfia per annunciare una decisione che nessuno si aspettava, cogliendo tutti di sorpresa, maggioranza e minoranza, quella cioè di essersi autosospeso dal Pd. Francesco Filippis, consigliere provinciale, da tempo era in aperto disaccordo con il presidente Francesco De Nisi e con chi a Filadelfia detiene le redini del Pd, ma nessuno si aspettava che ieri sera, nel corso della riunione del Consiglio, avrebbe fatto dichiarazioni di fuoco annunciando la sua uscita dal partito di Bersani. «Le determinazioni a cui sono pervenuto già da diverso tempo – ha spiegato Filippis nel suo intervento – ho ritenuto opportuno di doverlo fare in modo pubblico ed ufficiale nella sede opportuna, anche per il rispetto del ruolo di consigliere che ricopro. Come ben sapete, in seguito alla note vicende che hanno interessato l’ultima rimodulazione della giunta provinciale, per intenderci, quella prima comunicata ufficialmente, poi qualche giorno dopo ritirata e rifatta con il recupero di ben sette assessori uscenti su otto, e con la sola sostituzione dell’ultimo personaggio politico dell’era Bruni ritenuto ingombrante, sono pervenuto alla sofferta ma ben ponderata decisione di autosospendermi dal Pd». Filippis, deciso a non ritornare sui suoi passi aggiunge: «Naturalmente, l’autosospensione dal partito, come è ovvio che sia, investe anche il livello amministrativo locale, per cui, da oggi in poi, Francesco Filippis ha definito strategico, interessava quasi tutti quegli insediamenti ubicati nell’area di Vibo Marina. In questo caso le aziende dovevano essere spostate a Portosalvo o nella zona di Maierato e procedere alla bonifica dei siti per come in precedenza evidenziato dall’Arpacal. Versace, incalzato dagli avvocati della difesa, ha confermato che sulle aree dismesse si potevano realizzare insediamenti per servizi. Lo stesso ha lamentato che nella fase post-alluvione non c’è stata un’unica regia e che ogni soggetto attuatore ha proceduto in maniera piuttosto autonoma. Ad una specifica domanda del pm lo stesso docente ha riferito che ad oggi il territorio non è stato messo in sicurezza. Non c’erano solo il piano Versace Uno e il Piano sulla delocalizzazione degli insediamenti produttivi (piano Versace due) al centro delle domande che gli avvocati della difesa ieri hanno posto al direttore del Camilab. Ma anche una serie di chiarimenti sul calcolo delle portate dei torrenti, che il docente dell’Unical ha insistito a voler collocare all’interno del stesso piano Versace uno. Ma per la difesa (in particolare l’avvocato Antonello Fuscà, difensore dell’architetto Giacomo Consoli) le date non possono permettere di prendere per “buona” la ricostruzione fatta dal docente dell’Unical. Lo studio, infatti, attraverso il quale il prof. Versace non individuava soltanto la portata delle aste fluviali ma esprimeva anche «l’opportunità a non edificare» allo scopo di non aumentare il carico antropico fino a quando in fossi e torrenti non erano stati completati gli interventi di messa in sicurezza, è arrivato nel luglio del 2008. Mentre il piano Versace uno era stato approvato il 5 aprile del 2007. E in un procedimento dove le parti sono molte attente agli studi disposti dall’allora commissario delegato per l’emergenza alluvione quanto emerso ieri non non sarà certo cosa di poco conto. Sullo stesso argomento il prof. Versace ha riferito che lo stesso studio era stato condiviso ma mai approvato. E rispondendo ad una domanda dell’avv. Domenico Colaci, lo stesso docente ha riferito che sullo studio delle portate dei fossi i metodi di studio «sono diversi». Inoltre sempre a su alcuni quesiti posti dallo stesso legale relativamente al ruolo del prof. Versace su tutti gli studi effettuati, lo stesso direttore del Camilab ha chiarito di avere agito «da esperto e non come soggetto titolato ad imporre vincoli sul territorio». A una domanda posta Il giudice Cristina De Luca Mario Spagnuolo dall’avv. Domenico Silipo relativamente al ruolo dell’Autorità di bacino, il prof. Versace ha riferito che l’Abr non era in condizioni di procedere alla perimetrazione delle aree perché in sostanza il piano studiava gli effetti al suolo». Dopo alcune domande del presidente del Tribunale Cristina De Luca, il processo è stato calendarizzato allo scopo di chiudere il procedimento entro la fine dell’anno per non incappare in una diversa composizione del collegio. Pertanto si tornerà in aula il 13 e 14 dicembre. In quell’occasione saranno sentiti i consulenti di parte: l’ing. Domenico Antonio Basile e l’ing. Pierluigi Claps e il prof. Alberto Bizzarri.(n.l.) Incontro lunedì prossimo alla presenza dell’assessore Stillitani La Regione scende in campo per rilanciare le politiche del lavoro L’assessore regionale al Lavoro, Francescantonio Stillitani, interverrà al convegno sul tema “Il rafforzamento della governance delle amministrazioni per il miglioramento delle politiche per il lavoro” che si terrà lunedì prossimo a Vibo Marina, nella sala congressi dell’Hotel Cala del Porto, con inizio alle ore 9,30. L’incontro, – spiega una nota della Regione – proposto nell’ambito del progetto “Vespro” (Valutazione dell’efficacia delle strutture e delle politiche rivolte all’occupabilità), realizzato da Formez PA su incarico del Ministero del Lavoro nelle regioni dell’Obiettivo convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), rappresenta un momento di riflessione che, in un periodo di crisi, ha lo scopo di studiare il modo per rafforzare il processo di innovazione all’interno delle pubbliche amministrazioni e di sostenere le politiche per il rilancio dell’occupazione nel Sud, dove due giovani su tre sono senza lavoro. Il dibattito, che sarà coordinato dal responsabile del progetto “Vespro” Giuseppe Raffa, si articolerà in due sessioni: “Il contesto e le azioni” e “le esperienze e le iniziative del territorio”. All’iniziativa parteciperanno inoltre: Aldo Rocca, Arturo Siniscalchi, Bruno Calvetta, gli assessori al Lavoro delle Province di Catanzaro e Vibo Valentia, Sergio Polisicchio e Michelangelo Mirabello; Antonio Viscomi e Pietro Putame. Concluderà i lavori Loriano Bigi, dirigente del Ministero del Lavoro. L’assessore Francescantonio Stillitani Mercoledì 30 Novembre 2011 Gazzetta del Sud 44 Cronaca di Vibo . Risponde alle domande del gip, che convalida l’arresto, Mario Cipriano di Zungri. Esibiti titoli e attestati che lo abilitano a svolgere l’attività di fitoterapeuta «Mai esercitato la professione medica» Il trapano sequestrato nello studio non era per cure dentarie ma del tipo a rullo per rimuovere i duroni Marialucia Conistabile È stato rimesso in libertà dal giudice Cristina De Luca che, pur convalidando l’arresto e riconoscendo la gravità indiziaria a carico di Mario Cipriano, 54 anni, originario di San Benedetto Ullano (in provincia di Cosenza) ma residente da tempo a Zungri, ha disposto nei suoi confronti il solo obbligo di dimora nel comune di residenza. In pratica il gip, accogliendo l’istanza della difesa – rappresentata dall’avvocato Antonio Porcelli – non ha ritenuto ci fossero nei confronti di Cipriano esigenze cautelari. L’applicazione della misura cautelare era stata invece chiesta dal pm Santi Cutroneo. Truffa ed esercizio abusivo della professione i reati contestati a Mario Cipriano, il quale ieri è comparso davanti al gip del Tribunale per l’udienza di convalida dell’arresto. Da qualche giorno, infatti, l’indagato si trovava ai domiciliari a seguito di un’attività dei carabinieri della Stazione di Zungri finalizzata ad accertare se Cipriano avesse i titoli per svolgere l’attività medica, conclusasi con un blitz nello studio e l’arresto. Ma nel corso dell’udienza di convalida l’indagato, che ha risposto alle domande del giudice, ha avuto modo di fornire spiegazioni circa la sua attività. In particolare, assistito dall’avvocato Porcelli, Cirpiano ha sottolineato di non avere mai esercitato la professione di medico, bensì quella di fitoterapeuta. A tal proposito ha esibito attestati e riconoscimenti che lo abilitano a questa professione. Al contempo altra documentazione, sottoposta all’attenzione del giudice, lo abilita a effettuare massaggi fisioterapici. Nel corso dell’udienza di con- valida dell’arresto, inoltre, Mario Cipriano ha escluso categoricamente di aver mai sottoposto i pazienti a cure odontoiatriche. Tant’è che nel corso della perquisizione nel suo studio di Zungri è stata sequestrata attrezzatura, ma non da odontoiatra. Infatti il trapano sequestrato non era del tipo che viene utilizzato per le cure dentarie, ma si tratta di un trapano a rullo usato per la rimozione dei duroni. In merito al rinvenimento nello studio di un apparecchio per la misurazione della pressione – corredato da relativo fonendoscopio – l’avv. Porcelli ha fatto presente che apparecchiature simili si trovano i ogni abitazione. Relativamente alla qualifica di medico di cui Cipriano si fregiava sui bigliettini da visita, la difesa ha sostenuto la tesi del millantato credito, anziché della truffa, evidenziando che l’indagato si sarebbe qualificato come tale pensando di poter trarre qualche vantaggio nell’attività di fitoterapeuta. Al momento dell’irruzione dei carabinieri di Zungri, nello studio medico, che rimane sotto sequestro, la donna che si apprestava a uscire e che è stata sentita dagli uomini del maresciallo Dario Randazzo – nell’ambito dell’operazione coordinata dal cap. Francesco Di Pinto, comandante della Compagnia di Tropea – avrebbe detto d’essere stata visitata da Mario Cipriano che si sarebbe qualificato come dottore. Nelle scorse settimane a fare scattare l’indagine sul fitoterapeuta erano state alcune voci raccolte nel centro del Vibonese che sollevavano dubbi circa l’abilitazione dell’uomo a esercitare la professione medica. Attività che, comunque, Cipriano, pur qualificandosi come tale, non avrebbe esercitato. In breve COMUNE Edilizia popolare Venerdì Consiglio Il Piano di edilizia popolare e l’odg del gruppo Pd sull’affitto di due immobili a palazzo Gagliardi per uso commerciale, sono gli argomenti all’odg del consiglio comunale in programma venerdì (ore 15,30) in prima convocazione e lunedì 5 dicembre in seconda, sempre alla stessa ora. SISTEMA BIBLIOTECARIO Atmosfere in nero di Mario Merlino Il talloncino di “medico in visita” esibito da Cirpiano sull’auto Alcuni dei prodotti a base di erbe sequestrati nello studio BUSINESS CARS Nei confronti di Francesco Tassone ma solo per il reato associativo Usura, annullata dal Tdl un’ordinanza cautelare Annullata, ma per un solo capo d’imputazione (vicenda associativa) l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Francesco Tassone, 21 anni di Soriano. A disporlo il Tribunale del riesame di Catanzaro (presidente Rinardo, giudici Perri e Tarantini) dinnanzi al quale gli avvocati Diego Brancia e Valeria Primerano, che difendono il giovane (il quale si trova ai domiciliari), hanno proposto istanza. Nel corso dell’udienza a sostenere la pubblica accusa è stato il procuratore Mario Spagnuolo il quale, nella sua requisitoria, ha sostenuto l’esistenza di un sodalizio criminale operante sia sul versante jonico reggino sia su quello tirrenico vibonese, nel quale anche Francesco Tassone avrebbe avuto un ruolo attivo. Il giovane di Soriano lo scorso 10 novembre era rimasto coinvolto nell’operazione denominata “Business cars” condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e dai carabinieri di Vibo Valentia. Dieci le ordinanze di DINASTY 2 Ecco perché il notaio Scordamaglia è stato prosciolto con formula piena custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale Gabriella Lupoli su richiesta della Procura, di cui 6 in carcere e 4 ai domiciliari. Regime quest’ultimo al quale è stato sottoposto Francesco Tassone. Inoltre la condotta associativa, finalizzata all’usura e all’estorsione, viene contestata ad altri quattro vibonesi: Giovanni Battista Tassone, 56 anni (padre di Francesco); Girolamo Macrì, 33 anni (domiciliari); Nazzareno Pugliese, 62 di San Costantino e Luigi Carè, 47 di Serra.(m.c.) Domenica (ore 17) presentazione al Sistema bibliotecario (palazzo Santa Chiara) del nuovo libro di Mario Michele Merlino “Atmosfere in nero” e di Rodolfo Sideri “La rivoluzione ideale di Alfredo Oriani”. All’iniziativa promossa dall’associazione “Robert Brasillach” saranno presenti gli autori. ALTERNATIVAMENTE Il logo ideato dall’orafo Lo Bianco Un logo, quello dello spettacolo “Alternativamente spettacolo - in arte Divi” ideato dall’orafo Michele Lo Bianco che lo ha non solo realizzato ma trasformato in gioiello. Un incrocio di forme geometriche alle quali il tocco artistico dà un aspetto leggero come fosse un merletto. Francesco Tassone Il progetto promosso da Protezione civile e Cittadinanzattiva Un “falso innocuo” senza rilievo penale Gli alunni del “Maria Immacolata” Un’assoluzione con formula piena in quanto se falso c’è stato è quello tecnicamente definito “falso innocuo”, cioè senza alcun rilievo penale. Questo ha sostenuto davanti ai giudici del Tribunale di Salerno l’avvocato Giuseppe Di Renzo, a difesa del notaio Domenico Scordamaglia che è stato prosciolto da ogni accusa insieme al presidente del consiglio comunale di Lamezia Terme Francesco Muraca. La vicenda per la quale il professionista era finito davanti ai giudici di Salerno riguardava la realizzazione del complesso turistico Melograno Village; inchiesta (denominata Dinasty 2) che tirava in ballo, tra gli altri, anche l’ex presidente della Se- L’avvocato Giuseppe Di Renzo zione civile del Tribunale Patrizia Pasquin. Per cui trattandosi di un magistrato del distretto di Catanzaro a essere giurisdizionalmente competenti sono i giudici salernitani. In particolare l’episodio che vedeva coinvolto il professionista era legato alla stipula di un atto per la vendita del terreno sul quale il Melograno Village avrebbe dovuto essere edificato. Terreno di proprietà di Muraca. Atto che, secondo l’accusa, sarebbe stato stipulato il 5 luglio del 2006 ma sul quale sarebbe stata apposta la data del 4 luglio 2006. Ciò al fine di aggirare i vincoli del decreto Bersani. Una vicenda emersa nel corso di alcuni colloqui tra Patrizia Pasquin e Settimia Castagna in- tercettati dagli investigatori. Ma di errore prettamente materiale ha parlato davanti ai giudici l’avv. Di Renzo il quale però non ha voluto aggiungere nient’altro in merito rilevando soltanto «di essere in attesa di leggere le motivazioni della sentenza». Una sentenza che, comunque, rappresenta un risultato più che positivo per la difesa del notaio Scordamaglia – del quale è stata sottolineata una condotta «ligia alle regole e altamente professionale», tutto fuorché vicina alle indicazioni di Castagna e Pasquin – anche in considerazione del fatto che altri imputati in concorso nel presunto falso sono stati per questo condannati.(m.c.) Agenda telefonica cittadina FARMACIA DI TURNO FARMACIA CENTRALE - Corso Vittorio Emanuele III n. 51 - Tel. 096342042 FARMACIA NOTTURNA IORFIDA - Viale delle Industrie (Vibo Marina) - Tel. 0963572581 GUARDIA MEDICA Orario: prefestivi: dalle ore 10 alle ore 20; festivi: dalle ore 8 alle ore 20; notturni: dalle 20 alle 8 all’Ufficio sanitario, tel. 93808 e Vibo Marina tel. 572621 ACQUARO tel. 353289 ARENA tel. 355312 BRIATICO tel. 391946 CAPISTRANO tel. 325548 CESSANITI tel. 501005 DINAMI tel. 0966/904478 DRAPIA (Brattirò) tel. 68455 FABRIZIA tel. 314156 FILADELFIA tel. 0968/724425 GEROCARNE (Ciano) tel. 356314 JOPPOLO tel. 883336 LIMBADI tel. 85990 MAIERATO tel. 253399 MILETO tel. 336303 MONGIANA tel. 311214 MONTEROSSO CALABRO, 325557 NARDODIPACE tel. 313135 NICOTERA tel. 886222 PIZZO tel. 534102 PIZZONI tel. 358688 POLIA tel. 321157 RICADI tel. 663818 ROMBIOLO tel. 366011 SAN CALOGERO tel. 361092 SAN COSTANTINO CAL., 331574 SAN GREGORIO D’IPPONA 261483 SAN NICOLA DA CRISSA, 73013 SANT’ONOFRIO tel. 267214 SERRA SAN BRUNO tel. 71354 SIMBARIO-SPADOLA tel. 74776 SORIANO CALABRO tel. 351433 SPILINGA tel. 65500 STEFANACONI tel. 508637 TROPEA tel. 61366 VIBO VALENTIA tel. 41774 VIBO VALENTIA MARINA tel. 572621 ZAMBRONE tel. 392450 ZUNGRI tel. 664404 COMUNE Tel. 0963/599111 BENZINAIO NOTTURNO Self-Serv. TAMOIL Mesiano di Filandari CONSULTORIO FAMILIARE Viale Matteotti - Tel. 0963 42014-472105 OSPEDALE CIVILE DI PIZZO Centralino - Tel. 0963/962983 AMBULANZE Croce Rossa italiana tel. 43843. Mimmo Polistena Onlus, 0963/94420 TELEFONO AZZURRO Linea di emergenza tel. 19696 (gratuito) Linea istituzionale tel. 051/481048 «118» Servizio d’emergenza sanitaria. EMERGENZA INFANZIA tel. 114 (24 ore su 24) sulla salute psico-fisica di bambini e adolescenti in pericolo immediato. OSPEDALE CIVILE Centralino tel. 9621 Pronto soccorso tel. 962352 CARITAS - CENTRO SERVIZI Piazza Luigi Razza, 10 (Santa Maria del socc.) tel. 0963/471750 CHIAMATA TAXI Tel. 41490 IGIENE PUBBLICA Tel. 0963 962541-962537 ITALGAS Ufficio guasti tel. 800 900 999 POLIZIA MUNICIPALE Tel. 0963/599606 VIGILI DEL FUOCO Chiamata di soccorso 115 Sala operativa tel. 0963/9969 Uffici tel. 0963591648 Distaccamento portuale 0963572900 OSPEDALE CIVILE DI SORIANO Centralino - Tel. 0963/962700 OSPEDALE CIVILE DI SERRA SAN BRUNO Centralino - Tel. 0963/777111 OSPEDALE CIVILE DI TROPEA Centralino - Tel. 0963/962800 CARABINIERI Via Pellicanò, 19 tel. 0963/592404 Pronto intervento, 112 QUESTURA Via S. Aloe, tel. 0963/965111 Pronto intervento, 113 Ufficio stranieri tel. 0963/965515 Ufficio Relazione Pubb., 0963/965549 POLSTRADA Via Manzoni, tel. 0963/996611 ADMO Via ipponio, 10 tel. e fax 0963/43075. a lezione di sicurezza antisisma In concomitanza con la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole gli alunni dell’Istituto Maria Immacolata hanno incontrato i rappresentanti della Protezione civile nazionale e di Cittadinanzattiva. Nel corso del incontro, tecnici della Protezione civile, si sono soffermati sui comportamenti da tenere in caso di terremoto e calamità naturale. Importante l’apporto di Cittadinanzattiva all’organizzazione dell’incontro che – ha precisato la presidente provinciale Tina Priolo – nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Imparare Sicuri” promossa dalla rete scuola di Cittadinanza attiva, in collaborazione con la Protezione civile nazionale. L’iniziativa punta ad educare i giovani a una gestione consapevole dei rischi legati al territorio di appartenenza». Nella Calabria hanno aderito all’iniziativa 50 scuole che, in questi giorni, stanno ricevendo una grossa mole di materiale didattivo-informativo fornito da Cittadinanzattiva e dalla protezione civile nazionale. In città al progetto Scuola Sicura ha partecipato anche l’Istituto Maria Immacolata. Il progetto Scuola Sicura è entrato nell’Istituto grazie alla disponibilità di suor Francesca la quale, in collaborazione con gli insegnanti, ha promosso una serie di progetti ed iniziative tesi alla formazione e alla crescita culturale dei ragazzi che sen- Gli alunni dell’Istituto Maria Immacolata za dubbio rappresentano la società del domani. Mai come in questo momento la scuola si deve fare carico delle gravi emergenze che incombono sulla società, che rischia la deriva se non si interviene con progetti educativi di respiro nazionale. Gli insegnanti dell’Istituto Maria Immacolata, prima dell’incontro, hanno discusso con gli alunni sull’importanza della sicurezza nell’ambito scolastico. All’iniziativa è intervenuto anche il funzionario del Dipartimento nazionale della protezione civile Andrea Duro il quale si è soffermato sulla sicurezza, dentro e fuori della scuola e sui comportamenti da assumere nel momento in cui si verifica un terremoto. Sia gli alunni che gli insegnanti si sono dimostrati mol- to interessati all’iniziativa. Numerose le domande che hanno posto al dott. Andrea Duro. Il dott. Duro, dal canto suo, si è congratulato con i ragazzi per la curiosità che hanno dimostrato sui tempi della sicurezza in caso di eventi catastrofici. «Bisogna – ha sottolineato il funzionario della Protezione civile nazionale – educare alla sicurezza i ragazzi sin dalla più tenera età. Occorre costruire dentro di loro atteggiamenti di responsabilità, autocontrollo, esame della realtà, valutazione del rischio e coscienza dei propri limiti. Solo in questo modo le future generazioni vengono formate ad un corretto comportamento in caso di terremoto o altri eventi calamitosi che si scateno nei luoghi dove vivono».(l.f.)