SCELTA DI CURIOSITÀ LETTERARIE INEDITE 0 DAI SECOLO RARE \1U AL XVII XCVI. Dispensa PREZZO L. I, 50 ri f-l^ ùl Di SCELTA questa all'anno: in 202 : fogli il di la numero prezzo usciranno otto tiratura essi di uniformato sarà ciascheduna e lumetti voguita ese- esemplari al dispensa dieci verrà di maggiore non o num. alla dei quantità , degli uguali esemplari al presente tirati: sesto, carta e caratteri, fascicolo. Gaetano Romagnoli. LÀ CONTENZIONE DI E COSTiZA E \1ESS. TRE DI BIAGIO CANZONI BERNARDO GIAMBLLLARI ?(^03 BOL.OG.\A PRESSO GAETANO ROMAGNOLI 1868 di Edizione soli 202 ordinatamente numerati. N. Regia Tipografia, esemplari 23 AVVERTENZA Debbo letterato d' cortesia alla in abitante oggi illustre un Roma, gli , che opuscoli Acciò volumetto. co' al gli che debbono scritto vedere le la rivedesse dovea stampa, sia la ma volte tre pur risposta. ma e' stata, ritornarmi; proposito, ancor di cagione questo che ben per bozze ancor in egli quello pubblico, mandai qual eh' occhi proprii uscire in contengonsi gli s' Ad ha fu da ogni checché sia modo, in qui ed gravi delle veraci confidiamoci cotali usciranno mende lettere GAETANO luoghi al e i ecco mente diligente- Bologna: nullostante oscuri, voglia, riveduti opuscoli predetti che, si incerti pubblico graditi ai za sen- cultori italiane. ROMAGNOLI. # LA CONTENZIONE PUOSSI E Tor chi Il vedi seguir Chi mi Dove i' ho villanello Chiamossi; Perchè Del e il podere far non Ond'ella no lui ; e udirassi a l'olio fa poi letto : operetta lei Costanza mona contenzione, gran facea a bastanza e fuor intenzione: sua a grande lo nato, stato nel con non suggello; vedovella. e fumo villano il Bene villano, dalo. effetto è questa della e il Biagio natura versi è esser ogni con ma composta Del Como quel ha altro vedi compilar fa natura d'un tempo distinto d'usanza. esclamazione condusse il BIAGIO COMMEDIA die quel o E DI COSTANZA IN destin un accidenle, Non Con può pianeto sotto E MONA FARE si non d'un Chi DI al tenore. rettore, Biagio Dallo buon '1 Come sta giorno tutta la ! bene cosi Se mona Costanza Egli Ma Che stanno mia stali la ve in collina Wa ho mi e' ben l'olio manca Non r Non puoi ha' tu tu eli' cara; fatto farlo fanciugli mia in que' la donna è cespugli. : odorosa: molto condilla. da ancor? senza ; insalata i Risponde l'I' nsalata rei; una ieri colscn Quinamonte è tempi recato : ; Bartola questi ho v' Biagio miei i la enno pure : : che non colei. mona brigata? Risponde E die, a : vostra Risponde Oh dice: Dimmi eh" i' una sia 'n cosa villa ? lìispoììde Sì che 'I dite E farei: S'io poi dite Non chi so Ed io, La cosa; vi al va aspettaivi. mi lei e rilla. fo vel non patisca ne gelosa. la meno o che per siele i' non eh' mogliema, Di vi v'aspetto, non Voi voi ma ch'io poi Biagio: assapere fo il dovere. più il disagio prete accattano : adagio meno dice: fallo fallo. , la Risponde Ahi, Che E ben Che tu Il Da tuo Sì E m' che in un non questo è il che lavori. posso aver ti ha poder si più vo" n' dar è ito; sodo: sta pigliar Ond' marito modo. questo tempo di forza fattoio. non in tanto punto altro un trattalo viene, non torre è costallo. impiccaloio, chi ma diman in Sicché sta: Biagio, farò ti ad : Credimi, detto, fatto si pari L'olio stato n'hai mio D'oggi Di è m' io volta questa a I fellon fellone, donila partito io mi pazienza licenza. rodo ; 8 Tu ed Quest'atto; E Dell'olio, Dove La parte Non ho mia, avuto. ho eh' E fa pensier r vo' io che Intenda: 0 fa Ch' s'io me cagione Di S' lo non Lasciatemi Ve voi non ne ho il far potrete, posso modo l'olio, e Plagio: però feci il far, che e modo, mio a pigliale vi sodo, tal contenta voi perch'io me, io che prigione, in o pegno Risponde Diancin, sentenza. la in chiami ne differenza tal darà podere. ragione. a restare tal mio licenza lecita che di del meco ho quel darmi i' star tolta vedere ultimo podestà '1 pensier di niun per di e sarà do ti barami niente tua di fiutto mente a ed Intendo trar a della e ricolta tenete confo; volta paziente, della di': col d'una seuiprc buon mi slam Si E tu più giù pur sul e noi Lui io mai sempre Se fatto l'hai me dover avale e saravvi carne farne posso ve poi vostro. lo mostro. ritrarne entro il vostro. ? la Risponde Io Che non t'abbia Tu sai Ma è chi Chi facci Sa 1 è la Come quel e fatti che fia Si io eh' mi Non noi Come è se' tu. a tal persone vaiti che ti al Se vuoi spesa, non servir tu oltre : donna podestà Avviati mio. pericolìo. la più: Non menate, tua fate; in peccato a risponde Risponde Gli costa. star del posta sua gli più ha non provato, a caro vo mettete che ha valermi colei, mona passato: avere se ingrato. verità ed Biagio 0 pezzo sezzo. troppo se' panni, non non- disposta son fu tempo sua e un il sempre la questi in se' ben pel bisogni, sua E ita aspettato ho ma dico io : più^omodità far: a s' tu e quante so Mi i' eh' facci, lo tu lo far vo' non donna con : ingrate Dio; stesso mandi '1 messo, IO Biagio diancene Oh Forse Che di si ella Quand' ella V eh' dirò ella sarà crede aval meco serviva Con a infinite son A propporre E quella lite La Che m' l' Non Nel Tanto nella alla gola. al podestà. tua avendo con altri, i' con non villano questo un da costui e per tiene in oscuri questi pene vorre' e pezzo in tempo poder presenza dichiarazione. straziata un presenza contenzione. dalla è ha eh' tua mia tua mia mio la ; magnificenza sua inlesa sono sola era dice una Ratifico riscuotere. raccomandazione. venuta V scuotere. errata per donna fece potrà ella menta La percuotere: si volta ella Sanità voler ella mi se. labiata una meco da infìstolala! è de' bugie questa S' la me che so A che ch'ella 1' farò dicendo va panni, servila con lui affanni più mano. vita Il £ ini ch'io or che Ed che tien Ed io dondol a m'ho il Veramente più ben Pensate Che, il chiamo, quando Ch'ella in v' le o^ni lo l'ho La state, La Tanto ella eh' il fatto m' i' ha so codesto. proprio roba quanto l'ho che egli lasciato ho l'agresto. vin, potuto quand' v' questo. mia, il grano, bugia. la è non la mai rizza. podestà. tuttavia e si fatica sempre verno piacere. stizza a mio, sua casa servita non il biade, il è il parere. tutto detto, in L'olio, in ha tien man Mettendo E podestà, lo mio al Biagio Messer n'ha se d'averne Lo i' dovere) '1 fanciulla al s' nulla trastulla; lui una stima farne a mi e fussi io s" farebbe Ne danno : l•e^to. mio farmi e pur, risentila onesto capo vuol danni, son ogni il non miei mi diemi ha che de" parrai e e non quel Mi strazia, meco lui (Come mi Ficenziato, conti E accorta mio '1 hoili) Che sono messo è piovuto. perder del dotta mio. 1-2 Parvi lavori Si s' E s' io lavoro fa Ma lo Perch' io le ho (ih' io Gli era Ch' io Egli Sì furia io di (.he si Con pece me Ch' i" Perchè Le cose non farà' la di disposta son tu ed impari aver a far qualche stretta. un colai esso il giuoco fartel raendare: con diligenza soffcienza. poco, mostrare donna: codesto tu la inverniciare. forse o fretta però con Risponde A orlo vuol mei colla, cieco con randel acconciar polre' o buio nell' non e randello. vedello. al col reco però son dovuto schiantato ella, la meco alberello. che col non guazzo. a broncio me entro i' detti gli i' è Dice so innanzi era Gli non avessi non eh' rollo coperto: pazzo, oltre il percotessi vi son avale in caricare Per che rio il caccio proso barbotta e grosso mi ha ? lavorio venga e pescar, ella il brontola la contentarla, Per allotta guasti io, non mi Ella si e io E che onesto pero fuoco. 13 PAnrjio E" Perchè r vi non Si rifarei rifarai voleva ed modo. quel a clie pioveva; e' Feci bestia la fu n'sponile per Risponde la giusta rifarò Ch' i' perchè ire potevo far a Risponde Oh. si non metton Se I' Gli' si piove, lavorai io può sia. è onesto; eh' avesse la donna quanto con turai voi. quella è : Biagio che Questo piove. . scoperto allo buca altrove quando 1' opre lavorare : Biagio: Risponde Non presto mia. donna cosa non più questo. Risponde Non via far per cole nulla se ir io Mena : tutto è dietro giorno un corto pur al forno. ? li vi Ch'e i\e traeva ancora, sono non Ch' egli Fate ciò Di Saperò villan; voi, quand' egli Lo ripigliate ; e tutt* debba In L" tutto r dice fatto ha ['glie l'ho Ed bolle E riturato Ma E lei per e messo il sempre e me ristoro pien. s" ha aval atalo di non son cacciato troppo m" molle: risciacquato truogol qui volle. bucato; cavato 1' tua: ella eh' mese per mese dua : 1' ho ciò far anno a tacere. io podestà, lo fare. dovere del Biagio Messer la su uscissi lui a giudicare. a di' sua avuto inteso i' abbi pur, : ragion avete arò v' eh' quel Seguita E i' eh' cesso, gridare senza le qui insieme che poi che il dice podestà : dica mi Ognun Di cosa una presso buca quella // corno. diavol il slato allato era M suonavavi e sare' vi Che diserto che vento un ha folle: sotto. condotto. 10 convien E' L' Ed stringer ognuno adopra Se tant' del fattoio // più, Non Non so di il che 1' è cavelle E n' arò più chiarirovvi Non la di Con vi Biagio la bisogna iscriltura, arguire o far donna: intendere. di parte il e costui. podestà : difendere provare : da ragion : volete se pigliando lui Risponde E' hai spezza. lei Risponde r a tu infìnga, dolcezza si dice più: non sue. una non podestà pinga. ne se stringa bue. forze le che lo ognuno non olio vien dietro ben nell'altro l'un che su due; farlo a 1" altro tocchi e nello Che Ne metta, spali uno Poi Se vel che un sieno che pur altrui. vendere. la Risponde Voi E vedrete lo poi farò lo ve toccar // 1' l'arò Come le satisfanno Non altro bisogna E' dar dar Della Si ragion scuote Uscirne la non r l'ho E parevagli Quando il Di ed vino s\io olio pegno. ; ingrato Calo sollecitudine, ed ed aiutalo dulcitudinc veniva ne prezza ingegno suo riposto gran pur patti ingratitudine) servito sempre non perfido, mia i lutti a onor della mai la lui senza e padre fussi donna: sul villan, averebbe Non che sodo è ben lui crede e pur senza (Che di : chiarezza. buona più ma : asinacclo L' Se n'ho ch'io So ? atti gli e Risponde fatti. a' contezza parole a : oltre or da voi mano. risponde caro: avete n' strano con podestà molto : paia vi non : donna or in non casa si a cogna vergogna. L' Che Aiutarmi le dà Si ravviluppa di ho r facevo Che Chi E era Che E Oh. freddo, se l'ho me quel volte era fussi 'n eh' casa aveva ! stropicciato rinvenuto. agghiaccialo sarebbe non ; incontrato svenuto 1' ho man io. toglie. ho era messo proprio mei non molte son ricoglie costui egli pure quante Di Di che fo che so ci e come debolezza proprie le Tanto r la per con tempo, altri ricolte, mio al mio volte lavorio, le fatto volte quante Oh, panni quante nel il far s' suo' Oh, prezzali saprebbon ripongo, lo ne' e entrar non nel imbratto barbagianni. stento presso lavora tratto un lavorare: a ferri, fare per non stato infingardo. che quel Quand' a' troppo a lui qualche questo fatto Come è piglio è Egli da mpre s altri E' fallo rassettare. che dove Riraan ha chiamare mai cose sapete egli come potresti verrebbe non Voi voi sua opera L' dio infingaidaceio. Lo '1 mio e mio aiuto rivestito marito. ! !9 E De' ha Che non L' osa che casa Son A nudo è ; queste ho avuto tutti 1 voi I l' fatti ra' bisogni vostri, lavoro lavoro, Voi vi io eh' volete ; buona Potete voi E' è La non parte tenervi giusto sua sul il condotto. podestà: che della semenza costui coscienza "? d'altrui quel partecipi : ricorre con e che ghiollo. riporre. cosa donna, il fare mal Risponde Ahi, ducisi fallo in e vento. sotto. Biagio son ogni al stimare"? le e ; tanto avete drento riparare Risponde E presta e cacciato a sempre suo' uscito non 1' ho me lesta. all'acqua, da cose io eh' dice già messomelo e vada non in nulla subila io ricoperto ho lo mai scimunilo. ma ; portar ed sua, richiesla. esser figliuol volle casa In E bel un quante Di senz' servilo io l' ho già bisogni sua Egli E volle quante ? 20 S' i' Debbo E fare Con voi ne ve io Biagio Fate io eh' pur Il lo vcl In fatto farò, s' quel podestà che Quell'ora eh' Pur i' esca Troppo Se ci dovessi mi giova metter : donna : vedere abbi il vi piace questa Risponde mio. io. posso come di il mantenere la un : risponde non ogu' piacere. netto vuol, e voi Acconciatemi arò giudicherò che struggo ne me n' cavi Risponde lo donna: risponde ne ella netto. la eh' prego, lui. effetto riuscirne ma sentenza e all' Risponde V mia a venire e voi esso reUa dovere il fare vovvel dar poter ho V il contumace. podestà mettervi ben disio. suo d' del : accordo mio. 21 Ma voglia Che Cosi Mentre il Del pover' Si fa il Che ad Attendete servir a teoetevel più 1' drento: Risponde Podestà Di mia, poter .Ma per parole quanto per vi non Che pur Adoperale Farvi voi a sia col il piacere mio che me, e mai modo, credibile par meritarvi. fussi me tempo in donna: mi bramo e spento lodo. (a non con M'offero E e' sia accresca. cosi e rincresca l'altro un possibile ristorarvi. dire incredibile satisfarvi. spero fia mi ne esca. detrimento debito voglia n' se che vo' il la poi e voi che lavorar podere. drente a uom, di del uscir aver ed : vogl'io. dovere, bisogno, il che lavorìo tuo il podere mutar che quel tenelevelo che sordo al ricordo. col abbi voi può voi facendole non cosi Non che sì, dello fatene e si fa tu E E di ognun adopri Che abbi non sentenzio Biagio, T' i' eh' fate grazia sarò sazia. 22 Risponde Messer Che in' Che mi Da' Se podestà, lo dovete Voi avete tremavan v' voi piacere accade mai in starete Stimate Ed E Di Ed vi fare' servirsi 1' io il ed me. Sicché me: per e nel è voi qui dire tanto del ognun voi usanza. sempre proverrò io letto. rispetto. senza licenza prego Costanza, infin altro altro bisogna La Da T detto. mona piacer un fidanza, m'hai voi, a bue. e podestà: a tu ricliiedrei vi io Provate Non dico altro quassue, asino teco come mentre cavelle, vostro farei stiraerotti Non Ch' così io desidero: i' Risponde venire. '1 e officio i' sia eh' assidero un budella le farvi poter Che d' cavato valente; uom un : considero, ben se pur esser pur Biagio pel tra ; noi. podestà. sia vostro licenziato onore LE CAN20NE TRE mia. GìuliaDa DI GiuliaDa mia, Tu Don m' esci di fantasia; Tu non m' esci di fantasia. Tu Ne' si hai m' tuo' lacci un pesce Paio io Mentre eh' io Che ebbi di : legato cuor avvilupato eh' IS' avviluppato il Mentre vo' la per vo' perdetti Poiché GIULIANA per la '1 podere, dispiacere, tanto manicar o Non mi do più Non mi do più via, bere ricadia, ricadia. via. : BELLA 2G Notte mio Il le veggio, ti Non di e vò e si cuor caiendo vo : guaiendo strviggendo va Per tu' amor, Giuliana mia. Por tu' amor, Giuliana mia. ti i' S' il notte Tutta odo io Com' Me dintorno vo ne casa a m' can annasa. Masa mona vo : Giuliana mia. ijiuliana mia, , Me ne I' vo, mi Hovvi alla torno quel Suono d' zufol un spanna una far per la , nanna tuttavia chiamando Te capanna; , tuttavia. chiamando Te Così, mentre addormento M' dirti Parmi io eh' e poi mio il zampogno, ti bisogno. Tu sai ben la voglia mia, Tu sai ben la voglia mia. Tornerà Che tu io t' , sai. come venga ormai tempo quel sogno: accompagnai Sai quand' Ch' eri stata all' aia mia, Ch" eri stata all' aia min. IJiSnte E volte dicevo poi qui : tornai. lasciai , E baciai valico quel Per tuo amor. Giuliana mia, l'er tuo amor, Giuliana mia. Chi m' Otto tu giorni Chti detto avesse Giuliana Gli starai vedrai non avrei fatto mai. villania , Gli fatto avrei Aval mie Le tanto stato sono di ogni Che villania. te per ho pene io messo Perchè loda chinche sia. Perchè loda chinche sia. Chinche sia Da tua E verralti andrà V canto cantando valicando, casa mio Del pianto. ho ricordando amor cotal per via . mio Del Stu Increscati Se amor mi vuoi, delle quinccntro cotal per Giuliana, mie via. ben»* pene; viene nessun , Mi saluta chinche sia , •Mi saluta chinche sia. S' io avessi Di te Mi starei di nuove soppiatto, chiatto, poi Senza darmi ricadia. Senza darmi ricadia. lo t' non Per non Che le Che dirian ho chiatto; dir a mettersi genti ^ trailo un per cavelle novelle 'n sì enno felle follia qualche . dirian Che Giglio bel in collo bel Di follia. qualche mattino sul maggio giardino , Il tuo Entro '1 Entro "1 sul hi Ferroncino servo cuor sempre ti sia. cuor sempre li sia. di modo : Non so perchè si sia. II. leggiadre Vaghe, Qua!' è Quar La Savia, è è mia Giuliana è fiore il voi di saccente: e più che fresca ella damigelle, belle. delle quantunque Giuliana, grassa gentil e come taglia, voi siete voi sol 'I che vedete ella cuce. luce. 29 bel Ogni lavorio ella conduce , E ne Non sia Sia io Ma non vo' Notte giorno, e toccar Vorrei Più E fare, lutti Lasciare 0 di v' cor fiori sia non buoi e' pastura. volesse, tesser mai fussi ventura, la per chi o io pecore andar avesse, io Bench' eh' le state raorbidelle. altra e curate di e carni curare le e verno sarei vorrei rotendol po' tue morbidezze tu' cuore di contento non E il bellezze tue innamorate. alle devigliere fa pelle. la le che gente i' penso quando l'invito lasciar potrei le udito. tener Giuliana, tutte Hanno scambietto, l'ha chi ognun i' vi sai, Ben Me con marito; tale fo petto, a avesse e maravigliar fo forse Che benché ballo e cavalle. vadia mi che vuol, salto Ch' 'ntiieiro mai nessuna si qual Ch'io E lascia non cura ghirlandelle. dove aval già fui , Spero E Non di pregoti, doni ritrovarti Giuliana, il tuo di un amor che vicino: ad che altrui a Ferroncino ; ."0 Chft giorno Ti // chiama, sul canta e modo da notte, e di: sera tue mattino belle. canzone le Vaghe e monlanioe pastorelle. e Ili. Mal mi Non Lasso volta questa come sia tolta eh' i* \ivor del la via. — mai creduto arei non , E duolmi che Che amor mi Che viver non dal Cotanto Fuoco Che '1 Pe' tuo' io ho doglia è disfatto '1 e piacente atto. mi gratto tigna la il ghigna '1 veramente . penso e tuttavia. giuro occhi - tanto che Ferroncin, Giuliana, ti dolce tuo bocca Torso ch'arde cuore il guai, tanti — begli gran 0 lassi. te paese mio Quando La mi eh" ogni Per per s'accese Credimi Ed dessi dilungassi mi io Bench' provassi, '1 poi : cuore ha ricadia. seguitai lassai. podere e non l;i vidi mai. DE' CANTO di Donne, vorrà Chi Noi Chi Ch'e' '1 Tutto Nel Entri (*) Questo del Biajrio poi 1509 Buonaccorsi, è gli andò Canto il di che facci passata. palla dove cacci vuo' buona !a bene si se fare. impacci, strigna man colpir Quando s' non manico in : stiene. le bisogna che ben tutti dure ha maestri l'addestri noi di quest'arte Di buon e sappiam 'I non E saeppolarc perfetti Siam (*; SAEPPOLATI scoccata pare. fuori 4 in febbraio, Firenze e nel lo nevale Car- compose Se "1 saeppolo Corto ha Tiensi in Senza darti E farà Ti trae Starà un si Né La Che Ti E Bene se se più fallisce cosi colui spesso nocchio : nespola becco aperto diserto, mezzo aiutare. troppo trarre assai stretta questa sanza può coUeppola a pallotloliera si macchione questa al importg Non ogni ne se può Perchè saeppola. poco di Fuor qualche chi a becca chi Ma occhio. pollone sempre chi onore maneggiare. nel bene Foran Egli buon ha di vette Servon E grande un ha più piacere dolore. ancora Giova migliore: per mai se Quando Certe sol man trarre, nel è egli grosso, e tenicre '1 far la cosa palla della mira, che tira può errare. ; mai netta, getta 35 si Non Il vuol che incordato, saeppolo Lascerebbesi Come fra è Spunta r Tutte E' Ch' Di Poi ha che e' trae Ed ognor Nò vorrete contento in voi bisogna far islento con mano prima non si affallicato adoperare poi avete fa si provato mai di su. ha e resta Chi via, troppo poco Sicché Di V chi sa Quaud' sia sempre pian piano, aver pur cura rottura ; rispetto, senza altro ; ? paura qualche cresce mano '1 ma' diletto fare. ; OI^TJSOOLI Il Giovanni di Libro La degli Paradiso di PUBBLICAZIONE PROSSIMA DI di di Leggenda francese Prato. da Ballo a Ritrovi Alberti, Maestro fronte e inediti del buon da in Vergognia la Storia secolo. Ragionamenti del 1389 Prefazione). Doni, , fe"ti i° (Voi. e Ferrara, prosa di e Giuda testo in verso, inedito col Iscariotte, testo