ENERGIA: DALLE POLITICHE EUROPEE E NAZIONALI ALLE REALTA' IN LOTTA NEI TERRITORI Consumi e produzione energetica in Europa e in Italia Analisi delle politiche energetiche su scala europea e nazionale: privatizzazioni e liberalizzazione del mercato energetico; Stato attuale e prospettive Roma - 13 ottobre 2007 Consumo di Energia e Sviluppo Umano Pasternak, 2000: Global Energy Futures and Human Development: A Framework for Analysis Confronto consumi energia elettrica Riserve energetiche Capacità di Generazione delle Fonti Convenzionali di Energia Capacità di Generazione [TWh] 7000000 6000000 5000000 4000000 3000000 2000000 1000000 0 TWh Petrolio Gas Carbone Nucleare (risorse certe) Nucleare (speculative) Fabbisogno Primario 2003 2170660 2059992 6087649 183965 392642 120000 Figura 2. Capacità di generazione delle fonti convenzionali di energia, in base alle risorse certe, paragonata al fabbisogno primario di energia. Petrolio e gas hanno una capacità di circa 18 volte il fabbisogno del 2003, il carbone di circa 50, l’uranio di 1.5 (poco meno di 5 includendo anche le risorse speculative, ovvero quelle che sarebbero convenienti con tecnologie attualmente non disponibili). Consumi di energia elettrica per abitante nelle Regioni d’Italia: variazione 1995 - 2005 Consumi domestici di energia elettrica per abitante nelle Regioni d’Italia: variazione 1995 - 2005 Richiesta energia elettrica Richiesta energia elettrica (Lazio) Produzione Energia Elettrica Produzione Energia Termoelettrica Produzione da Rifiuti e Biomasse Potenza efficiente degli impianti elettrici di generazione Potenza efficiente degli impianti elettrici di generazione Potenza efficiente lorda degli impianti da fonti rinnovabili Ritiri obbligati del GRTN – CIP6 (GWh) Dettaglio dei ritiri di energia da fonti assimilate negli anni 2002-2005 (GWh) Peculiarità di produzione trasporto e distribuzione dell’energia elettrica L’energia elettrica non si può accumulare, è necessario il dispacciamento La fragilità della rete ed il Ruolo strategico del gestore della rete di trasporto nazionale Distribuzione delle risorse e della distribuzione. Necessità e limiti dell’integrazione nazionale ed internazionale Il problema energia non può avere soluzione locale Aziende Municipalizzate: la nascita di AEM La decisione di costruire un impianto municipale di produzione di energia elettrica maturò nella Milano dei primi del ‘900 dopo che a Palazzo Marino si fu insediata l’Alleanza dei Partiti Popolari, (radicali, socialisti e repubblicani). Il panorama cittadino dell’elettricità era stato fino a quel momento completamente dominato dalla società EDISON, che a partire dalla costruzione nel 1883 della Centrale Elettrica di Santa Radegonda aveva detenuto il monopolio della produzione. Edison aveva approfittato di questa situazione di monopolio, Milano aveva le tariffe più alte per il kWh elettrico fra tutte le città italiane (1 lira al kWh). Grazie anche al movimento di opinione che aveva portato alla legge del 1903 sulla municipalizzazione dei servizi pubblici (similmente a quanto successo in Inghilterra e in Germania), alla fine di quell'anno venne deliberato di non rinnovare il contratto di fornitura di energia per la illuminazione pubblica alla Edison e di costruire una centrale termoelettrica comunale per la produzione dell'energia necessaria non solo ai servizi pubblici, ma anche per la distribuzione di elettricità ai privati. Ancor prima che l'impianto fosse completato Edison decise di abbassare le tariffe per fronteggiarne la concorrenza; nell'arco di due anni, dal 1904 al 1906, il prezzo dell'energia elettrica venduta dalla Edison scese fino a 0,65 lire al kWh, allineandosi ai valori medi italiani. AEM fu ufficialmente costituita, il 8 dicembre 1910 http://www.storiadimilano.it La nascita di ENEL 27 novembre 1962, la Camera dei Deputati approva in via definitiva il provvedimento di nazionalizzazione del sistema elettrico, con l'obiettivo di utilizzare in modo ottimale le risorse, di soddisfare la crescente domanda di energia e di consentire condizioni uniformi di trattamento. Il 6 dicembre dello stesso anno il provvedimento diventa legge: nasce così ENEL, Ente Nazionale per l'Energia Elettrica, al quale la legge riserva il compito di esercitare le attività di produzione, importazione ed esportazione, trasporto, trasformazione, distribuzione e vendita dell'energia elettrica. La legistazione Europea (1) L’inizio del processo di privatizzazione dell’energia in Europa si può far risalire alla Direttiva Europea 96/92/CE del 19 dicembre 1996, concernente norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica, che ha come precedente una proposta della Commissione che risale al 1992 (GU C65 14/03/92). Con la direttiva citata si stabiliscono le regole per la libera circolazione della merce “energia elettrica” sul mercato europeo, nella prospettiva di conseguire un mercato concorrenziale e non discriminatorio per quanto riguarda obblighi e diritti delle imprese elettriche. La liberalizzazione del mercato del gas viene sancita due anni dopo dalla Direttiva Europea 98/30/CE. Viene definita la figura dei clienti idonei, cioè quelli che hanno un consumo abbastanza elevato (sopra una soglia fissata in Italia a 100 MWh l’anno), ai quali deve essere garantito il diritto alla contrattazione e all’acquisto diretto dell’energia dai produttori/fornitori. La legistazione Europea (2) La liberalizzazione del mercato dell’energia prosegue con le Direttive 2003/54/CE, relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica, che abroga la direttiva 96/92/CE, e 2003/55/CE, relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale, che abroga la direttiva 98/30/CE. A partire dal gennaio 2007 il mercato energetico sarà completamente aperto, consentendo “ad ogni consumatore la libera scelta dei fornitori e a ogni fornitore la libera scelta dei propri clienti”. Le direttive citate definiscono inoltre che i gestori dei sistemi di distribuzione di energia elettrica e gas dovranno essere indipendenti, dal punto di vista giuridico (non da quello della proprietà), dalle aziende che svolgono attività non connesse alla distribuzione, come produzione o commercio di energia, e garantire pari condizioni di accesso agli utenti della rete di distribuzione. Electricity Market Shares in Western Europe 1998-2002 100 90 27 80 39 39 37 34 70 60 50 40 30 3 3 3 3 4 3 3 3 3 4 10 10 3 4 4 2 3 9 3 3 4 4 3 4 4 4 6 8 8 11 7 9 10 12 20 20 20 19 19 1998 1999 2000 2001 2002* 7 National Power Vattenfall EoN RWE 20 10 Endesa ENEL 9 8 Iberdrola Electrobel 8 9 8 Other 0 EdF La legistazione Italiana La direttiva europea 96/92/CE viene recepita in Italia dal decreto Bersani: liberalizzazione del mercato elettrico (D.L. 79, 16 marzo 1999). Dal 1 gennaio 2003 a nessun soggetto è consentito di produrre o importare più del 50% dell’energia elettrica prodotta e importata in Italia. A tale scopo, entro la stessa data, ENEL S.p.a. deve cedere non meno di 15000 MW della propria capacità produttiva. L’ENEL viene societarizzata, costituendo società per azioni separate per lo svolgimento delle diverse attività connesse al mercato elettrico. Le aziende distributrici hanno l’obbligo di connettere alle proprie reti tutti i soggetti che ne facciano richiesta. Le società di distribuzione partecipate dagli enti locali possono chiedere a ENEL la cessione dei rami d’azienda dedicati all’attività di distribuzione nei comuni nei quali le predette società servano almeno il 20% degli utenti. La direttiva europea 98/30/CE viene recepita in Italia dal decreto Letta: liberalizzazione del mercato interno del gas naturale (D.L. 164, 23 maggio 2000). Contributo dei principali operatori alla produzione nazionale lorda Disponibilità di capacità lorda per i maggiori gruppi MW; anno 2005 Contributo dei primi operatori nazionali alla generazione per fonte rinnovabile (2005) Connessioni fra i produttori EDF EDISON AEM-MI EDIPOWER ASM-BS Endesa It ENEL ENDESA ACEA-Roma ELECTRABEL Energia HERA TirrenoPower Operazioni Societarie: Europa • Gli ex-monopolisti nazionali cedono settori di mercato nazionale per acquisirne altri a livello Europeo attraverso fusioni, acquisizioni societarie e realizzazioni di nuovi impianti. • I principali ex-monopolisti conservano/assumono dimensioni di aziende energetiche multinazionali • Il potere dei grandi gruppi energetici non viene intaccato ma assume modi e comportamenti da azienda privata. Spesso gli ex-monopolisti vengono supportati/protetti dai governi nazionali, in quanto aziende di interesse strategico. • Dai monopoli nazionali ad un oligopolio europeo Proprietà Enel e Terna ENEL Terna Operazioni Societarie: Italia • Enel e Terna sono privatizzate. Il Tesoro mantiene un pacchetto azionario di minoranza di controllo. • Enel opera importanti acquisizioni a livello europeo. • Le ex-municipalizzate sono trasformate in s.p.a. e parzialmente privatizzate • Le ex-municipalizzate “grandi” (AEM, ASM, ACEA) entrano nel Business energetico attraverso consorzi con società straniere per acquisire produzione/distribuzione dismessa da ENEL. • Le ex-municipalizzate “piccole” danno vita a consorzi locali (HERA, Linea Group,…) per costruire multiutilities prevalentemente interessate ad un mercato locale integrato: energia, acqua, rifiuti. Stato del processo di privatizzazione in Italia Il primo gennaio 2007 ha chiuso la prima fase del processo di privatizzazione del mercato energetico italiano. In questa data il mercato è stato completamente liberalizzato per tutti gli utenti/consumatori, che possono acquistare energia elettrica dal ”migliore offerente”, indipendentemente dal contratto di fornitura esistente con il distributore locale. Questa situazione del mercato energetico (la fornitura di gas è stata liberalizzata in modo analogo) cancella definitivamente il ruolo tradizionale delle aziende energetiche municipali di piccole e medie dimensioni che, in mancanza di trasformazioni di ruolo, rischiano di trasformarsi in semplici concessionarie per la gestione delle rete di distribuzione locale. Le posizioni dominanti nel governo Prodi non esprimono alcuna revisione critica del processo di privatizzazione/liberalizzazione. Continuano ad aderire all’assunto che un mercato fortemente liberalizzato e concorrenziale produca efficienza, innovazione e migliori il servizio al cittadino. Comportamento di fronte alla liberalizzazione Percentuali di risposte alla domanda: “La vostra azienda come si è comportata a fronte della liberalizzazione del mercato?” Nuova proposta di legge Europea (1) Nuova proposta di legge Europea (2) • Disaggregazione delle attività di produzione/distribuzione dell’energia, da un lato, e della proprietà delle reti di trasporto, dall’altro. • La Commissione riconosce l'importanza strategica della politica energetica. Nell'ipotesi in cui vogliano acquisire un interesse significativo o il controllo su una rete dell'UE, le imprese di paesi terzi devono dimostrare di conformarsi alle norme di disaggregazione applicate alle imprese dell’UE. • Semplificazione degli scambi transfrontalieri d'energia. Istituzione di un‘agenzia di cooperazione delle autorità di regolamentazione nazionali • Miglioramento dell'efficienza delle autorità di regolamentazione. • promozione della collaborazione e degli investimenti transfrontalieri. Una nuova Rete europea dei gestori delle reti. • miglioramento della trasparenza: misure volte ad aumentare la trasparenza del mercato sotto il profilo della gestione e dell'approvvigionamento delle reti. • rafforzamento della solidarietà fra gli stati: il ravvicinamento dei mercati nazionali permetterà agli Stati membri di portarsi reciproca assistenza nell’eventualità di una minaccia per la sicurezza dell'approvvigionamento • carta degli utenti dell'energia, prevista per il 2008. Disegno di legge Bersani 691 (1) Delega al Governo per completare la liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del gas naturale e per il rilancio del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili, in attuazione delle direttive comunitarie 2003/54/CE, 2003/55/CE e 2004/67/CE Non si delinea un nuovo piano energetico nazionale, ma si demandano implicitamente le scelte al mercato, fatta salva un’attenzione al risparmio energetico ed alle fonti rinnovabili, che sembra però riguardare unicamente i consumi familiari e non scelte complessive di produzione e consumo dell’energia. Articolo 1 Disposizioni per il completamento del processo di liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del gas ulteriore liberalizzazione del sistema, spinta allo sviluppo economico e finanziario realizzazione di nuovi impianti di trasporto, stoccaggio e trasformazione di combustibili fossili, in modo da far diventare l’Italia polo di transito del gas che dovrà essere venduto in Europa centrale Per fare accettare la realizzazione degli impianti (rigassificatori, gasdotti e impianti di stoccaggio) si pensa a misure di compensazione che facciano pervenire i “vantaggi” dirittamente ai cittadini. Disegno di legge Bersani 691 (2) Stimolo dei processi di accorpamento degli operatori di distribuzione locale dell’energia. Si tratta sostanzialmente della strategia DS Emiliana e basso padana di supporto a operazioni di privatizzazione/accorpamento di exmunicipalizzate “piccole e medie” quali HERA e Linea Group. Articolo 2: Delega al Governo per il rilancio del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili I provvedimenti intervengono solo “in basso”, promuovendo solare termico e “tecnologie energetiche efficienti” nelle abitazione senza intervenire a livello di obiettivi generali di riduzione dei consumi e sul sistema di produzione dell’energia. Non si parla di quote da realizzare per le rinnovabili. promuovere biocarburanti e metano senza l’obiettivo di ridurre il trasporto su gomma (sia passeggeri che merci) induce l’idea sbagliata che veicoli e combustibili a minor impatto ambientale possano risolvere problemi energetici e di inquinamento atmosferico. Articolo 3: Interventi sulla fiscalità energetica Utilizzo extragettito per finanziare infrastrutture energetiche Sintesi (1) • Nonostante il processo di privatizzazione la fetta maggioritaria di produzione e distribuzione di energia elettrica e gas è sotto il controllo diretto o indiretto (attraverso società partecipate) di società per azioni a controllo pubblico: Enel, ENI, ASM Brescia, AEM Milano, ACEA,… • Trasformazione delle aziende locali in s.p.a. con l’obiettivo di massimizzazione del profitto e scomparsa degli scopi “sociali”. • Riduzione degli investimenti in ricerca e sviluppo • Assenza di un organismo che si occupi della pianificazione del sistema energetico nazionale (necessità di costruire nuovi impianti, loro localizzazione sul territorio, compatibilità ambientale, politica dei combustibili). La regolazione del sistema è demandata al libero mercato ed agli organismi di controllo. • Numero elevato di richieste di costruzione di nuovi impianti in totale assenza di un piano energetico o di una politica energetica nazionale. Mancanza di strumenti adeguati di governo per gli enti locali. Sintesi (2) Le promesse disattese: • Diminuzione delle tariffe • Trasparenza nelle scelte di politica energetica • Maggior peso dei vincoli sociali e ambientali • Rottura dei monopoli, apertura di spazi all’iniziativa privata: innovazione tecnologica e sviluppo energie rinnovabili Opportunità aperte dalla liberalizzazione? • Consumo critico di energia • Lo stato avanzato del processo di privatizzazione rende difficile individuare strategie di difesa dell’energia come bene comune • E’ necessario partire dai limiti dimostrati dal sistema liberalizzato per costruire un’inversione di tendenza