Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 1
Enrico Resti
L’Università Bocconi
Memorie
di un testimone
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 2
Editing e aggiornamenti:
Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa
Associazione “Amici della Bocconi”, via Castelbarco, 2 - 20136 Milano
[email protected] - www.istitutojavottebocconi.it
In copertina: foto di Mario Ruggeri, Archivio Università Bocconi, edificio di Via Roentgen
Copyright © 2011 EGEA S.p.A.
Via Salasco, 5 – 20136 Milano
Tel. 02/5836.5751 – Fax 02/5836.5753
[email protected] – www.egeaonline.it
Tutti i diritti sono riservati, compresi la traduzione, l’adattamento totale o parziale, la
riproduzione, la comunicazione al pubblico e la messa a disposizione con qualsiasi
mezzo e/o su qualunque supporto (ivi compresi i microfilm, i film, le fotocopie, i
supporti elettronici o digitali), nonché la memorizzazione elettronica e qualsiasi
sistema di immagazzinamento e recupero di informazioni.
Per altre informazioni o richieste di riproduzione si veda il sito
www.egeaonline.it/fotocopie.htm
Date le caratteristiche di Internet, l’Editore non è responsabile per eventuali
variazioni di indirizzi e contenuti dei siti Internet menzionati
1^ edizione: ottobre 1999
2^ edizione: settembre 2000
3^ edizione: novembre 2005
4^ edizione: agosto 2011
ISBN 978–88–238–9107.4
Impaginazione e stampa: La Cartolitografica BTM – 20020 Arese (MI)
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 3
Indice
Introduzione di Luigi Guatri
5
Premessa dell’Autore di Enrico Resti
7
La libera Università per la crescita economica e morale
della Nazione di Giovanni Spadolini
10
La nascita della libera Università. Gli antefatti
13
I primi passi
24
Dal 1914 al 1922
29
Il ventennio fascista
36
La ricostruzione e gli anni Cinquanta
51
Gli anni Sessanta
58
Il Sessantotto e la contestazione
65
Gli anni Settanta
67
Gli anni Ottanta
76
Gli anni Novanta
90
Il Duemila: da cent’anni il futuro
109
Conclusioni dell’Autore
124
DOPO IL 2005
La Bocconi oggi
126
Presidenti e rettori dalla fondazione a oggi
141
Sezione fotografica
142
Indice dei nomi
153
Info utili
159
3
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 4
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 5
Introduzione
I
l libro che avete fra le mani è il frutto di un prezioso lavoro di ricerca e studio condotto da Enrico Resti in oltre 40 anni di lavoro
nell’Università Bocconi.
Resti è stato il nostro direttore amministrativo dal 1971 al 1994 ed
è scomparso il 6 marzo 2008, dopo una vita quasi interamente dedicata all’ateneo di via Sarfatti 25 che ha visto, da protagonista, crescere e svilupparsi. Ed è indubbiamente a lui, testimone fidato e attento della tradizione Bocconi, che dedichiamo questa quarta edizione.
Di pubblicazioni dedicate all’Università Bocconi ne sono state
scritte diverse, una fra tutte la prestigiosa Storia di una libera università di Marco Cattini, Aldo De Maddalena e Marzio Achille Romani, composta da ben tre volumi.
Tuttavia ho saputo che spesso i nostri docenti, studenti e dipendenti
– interessati a conoscere la storia della struttura in cui insegnano,
studiano e lavorano – hanno letto con piacere il libro di Resti L’Università Bocconi - Memorie di un testimone.
Scritto con uno stile narrativo semplice e chiaro, ma nello stesso
tempo in modo dettagliato e completo, il libro di Enrico Resti è tuttora considerato un valido strumento divulgativo della storia e della
tradizione Bocconi.
Questo libro viene infatti consegnato agli studenti delle scuole superiori in tutta Italia, durante le Giornate di Orientamento, dato in
omaggio ai visiting professor, distribuito nelle manifestazioni e nei
convegni Bocconi a relatori, ospiti e partecipanti.
Ma non solo: in un periodo in cui la velocità e la proiezione verso
il futuro diventano predominanti, quasi facendo passare in secondo
piano il presente e ancor più il passato, credo fortemente nell’utilità
di una lettura che ci riporti alle nostre origini e radici bocconiane. E
questa è una lettura che riconduce al passato, all’inizio del Novecento quando una famiglia milanese – consapevole di non poter lasciare eredi – destina tutto il suo patrimonio alla fondazione della
prima università di economia in Italia.
Leggendo queste pagine, avrete modo di ripercorrere anche gli ultimi 109 anni della storia italiana – da Einaudi e il periodo fascista
5
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 6
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
alla contestazione studentesca sessantottina, agli anni di piombo e a
tangentopoli fino alla globalizzazione dei giorni nostri – che, a diverso titolo, è transitata anche nelle aule Bocconi.
Questa nuova edizione del libro di Enrico Resti è composta principalmente dal testo da lui scritto e curato tra il 1999 e il 2005. In questa nuova edizione, sono stati aggiunti l’ultimo capitolo “La Bocconi oggi” e alcune foto legate all’attualità. A nome dell’Università
Bocconi e dell’Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa – Associazione “Amici della Bocconi”, che ha curato la pubblicazione di
questa edizione, voglio esprimere ai familiari di Enrico Resti tutta la
nostra gratitudine e il nostro affetto per questo prezioso materiale
sulla nostra storia lasciato in dono alla comunità bocconiana.
Siamo ben consapevoli che oggi l’informazione predilige sempre
più canali web come YouTube, Skype e Twitter, solo per citare alcuni esempi. Tutti canali presenti anche sul nostro portale web Bocconi, che vengono utilizzati quotidianamente da studenti, docenti e personale. Tuttavia, anche in questa era del Web, il libro cartaceo occupa un suo spazio importante e irrinunciabile, anche al fianco dei
“nuovi colleghi digitali” come gli ebook e relative tecnologie.
Auguro quindi che queste pagine contribuiscano a far conoscere, e
quindi stimare ed apprezzare, a un numero sempre più ampio di persone la nostra Bocconi, per quello
che realmente è, con i suoi ideali,
i suoi valori e le storie di uomini e
donne che da oltre 100 anni testimoniano con il loro studio, la loro
ricerca e il loro lavoro come l’economia e la finanza possano essere
vissuti con etica e morale.
Un impegno, questo, che era il
principale desiderio di Ferdinando Bocconi, già nel lontano 1902,
quando fondò la nostra università.
Luigi Guatri
Vicepresidente Università L. Bocconi
Presidente Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa
Associazione “Amici della Bocconi”
6
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 7
Premessa dell’Autore
Non omnis moriar.
Q. Orazio Flacco, Carmina, libro III, 30, 60
L’
Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano, prima istituzione in Italia ad elevare alla laurea gli studi in campo economico, è nata nel 1902 dall’iniziativa privata di Ferdinando
Bocconi, realizzata con l’aiuto di Leopoldo Sabbatini, allo scopo di ricondurre “l’armonia tra la scuola e la vita” e di educare e formare i
giovani alla conoscenza dei problemi economici.
Nel corso dei decenni ha sempre svolto la sua missione, in coerenza con i principi e i programmi del fondatore, restando una libera istituzione, aperta e pluralistica.
In quanto tale, ha cercato di mantenersi indipendente da ogni ideologia o forza esterna condizionante, autonoma sia dal punto di vista
economico che da quello scientifico e didattico, tesa al miglioramento dei servizi offerti ai propri studenti e ai propri laureati, rendendo così legittima la sua fama con il valore delle sue prestazioni.
Essa infatti ha sempre perseguito obiettivi di eccellenza nell’insegnamento, nella ricerca scientifica e nelle strutture, aggiornandosi e
migliorandosi continuamente in rapporto all’evoluzione degli scenari
economici nazionali e internazionali, nell’intento di favorire la formazione culturale e professionale dei giovani interessati agli studi economici, formazione non soltanto appagante dal punto di vista intellettuale, ma tale da creare nei giovani anche le condizioni per operare correttamente e incidere sulla realtà pubblica e privata.
I suoi sforzi sono pertanto tesi a dare al Paese una classe dirigente
nuova e a “educare cittadini davvero europei, responsabili, capaci di
interpretare la realtà e il cambiamento, di intervenire su di essi, di sentirsi parte di una comunità, nell’impresa così come nella società, nel
mondo del lavoro così come nella vita di tutti i giorni” (Mario Monti).
Negli anni Novanta, un articolato programma aveva disegnato il futuro dell’Università, progettato e proposto nel Piano Bocconi 2000, che
aveva previsto l’aggiornamento e l’adeguamento della didattica con
l’offerta di nuovi corsi, con l’incremento degli spazi disponibili per professori e per studenti (aule, ambienti di studio e di ricreazione, uffici).
7
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 8
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Successivamente nel 2004 la Bocconi, sotto la guida del rettore,
Angelo Provasoli, pur mantenendo fede al compito affidatole dai fondatori, ha voluto continuare a interrogarsi sul modo migliore per proseguire con coerenza il cammino nel nuovo secolo e adoperarsi perché
le giovani generazioni potessero adeguatamente prepararsi alle sfide
che incontreranno nel futuro. “Rinnovamento nella tradizione” potrebbe quindi esprimere il processo portante che caratterizza la strategia complessiva dell’Ateneo.
Per far fronte alle nuove istanze e alle future esigenze, anche gestionali, gli organi di governo dell’Università hanno deciso di avviare
un nuovo ciclo di programmazione strategica con un orizzonte decennale, il cui scopo finale è quello di definire nuovi obiettivi, posizionamento di mercato, tipologia di offerta, priorità, risorse, sulla base dei
risultati acquisiti e delle nuove situazioni emergenti, nonché nel rispetto del necessario equilibrio finanziario, prima garanzia di solidità
e indipendenza della nostra Università.
Questa è la sfida quotidiana che tutte le componenti bocconiane –
sotto la guida del Consiglio di amministrazione, delle Autorità accademiche e di un apposito Comitato per la programmazione strategica
– stanno affrontando.
Sfida particolarmente importante e delicata che richiede entusiasmo, spirito costruttivo e forte propensione all’innovazione; tutti fattori in stretta coerenza con il ruolo che ha sempre caratterizzato l’attività della Bocconi nei suoi oltre cento anni di storia.
Tornando all’attività didattica e di formazione possiamo dire che la
“Bocconi concepisce l’educazione come un processo permanente, che
continua e si proietta su tutto l’arco della vita professionale con l’acquisizione di nuove conoscenze ed esperienze”, e pertanto cura in particolar modo i corsi post lauream attraverso la SDA – Scuola di Direzione Aziendale, che ha dato alle sue molteplici iniziative di formazione e di ricerca un forte incremento qualitativo e quantitativo.
Ma è soprattutto ai suoi giovani studenti, italiani e stranieri, che la
Bocconi si preoccupa di trasmettere non solo speranze per il loro futuro, ma soprattutto certezze. Infatti negli ultimi anni l’Università ha
proposto nuovi corsi di laurea e ha riprogettato i corsi già in funzione,
adeguandone i contenuti e la didattica ai nuovi standard europei.
Inoltre essa offre ai giovani vari servizi per studiare e per vivere nel
miglior modo possibile il periodo universitario: dalla biblioteca alle
8
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 9
PREMESSA
D E L L ’A U T O R E
strutture informatiche modernissime, dallo studio delle lingue straniere alla fitta rete di contatti internazionali, dalle occasioni di incontro con
le realtà economiche e produttive, sia italiane che estere, al soddisfacimento degli interessi culturali nei vari campi del sapere (il riferimento
è al progetto extracurriculare Sapere a tutto campo). E poi ancora: dal
programma di ampliamento delle strutture edilizie all’aumento del numero dei docenti e dei vari collaboratori, dalla riorganizzazione di Istituti, Centri e Servizi allo sviluppo delle attività editoriali.
Non possiamo infine dimenticare che la Bocconi si preoccupa, attraverso l’ISU, del diritto allo studio, per dare la possibilità anche a studenti di condizioni economiche non agiate di frequentare l’Università
ed eventualmente ottenere una sistemazione nei vari collegi universitari. Oltre alla differenziazione dei contributi accademici a seconda del
reddito familiare, mette a disposizione degli studenti una serie di agevolazioni e interventi di sostegno all’accesso agli studi.
Dulcis in fundo, mi piace citare fra le molte iniziative culturali ed
editoriali a conclusione delle celebrazioni del Centenario, la riedizione del volume Storia di una libera Università di Cattini, De Maddalena e Romani, la cui pubblicazione vuole essere un gradito omaggio a
quanti studenti, laureati, docenti e amici dell’Università, le sono stati e
le sono vicini in questi anni di prestigiose affermazioni che danno un
tangibile consolidamento della sua fama e della sua eccellenza.
Infine un grazie sincero a Mirka Giacoletto Papas e alla Direzione
Centrale Sviluppo e Relazioni Esterne per le notizie e i dati forniti, utili per la redazione del volume, e a Salvatore Grillo e all’ISU Bocconi
per averne promosso e favorito la
pubblicazione.
Enrico Resti*
novembre 2005
* Direttore amministrativo dell’Università Bocconi dal 1971 al 1994 e autore di questo libro.
9
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 10
La libera Università per la crescita
economica e morale della Nazione
S
e Piero Gobetti avesse conosciuto a fondo – lui torinese e incantato dal modello della Fiat – la parabola intera di Ferdinando Bocconi, un protagonista della Milano post-unitaria, non
avrebbe certo esitato a comprenderlo fra “i solitari eroi del capitalismo”, in cui aveva collocato Giovanni Agnelli, con una scelta sostanzialmente condivisa da Gramsci. Ed in effetti la vita di Ferdinando
Bocconi come creatore di ricchezza è straordinaria ed emerge, con lineamenti peculiari e inconfondibili, dal paesaggio di quell’Italia povera che fu l’Italia fra il 1870 e il 1900, prima ancora che spiccasse il volo del capitalismo, direi, adolescenziale del primo Giovanni Agnelli, il
futuro senatore.
Ferdinando Bocconi si preparò a realizzare il grande magazzino
per la vendita di ogni genere di stoffe e di altri materiali di abbigliamento e, intorno alla metà degli anni Settanta, lo collocò nel centro di
Milano, sviluppandolo con un ritmo prodigioso.
Una crescita che anche nelle etichette ripercorse la storia dell’Italia
fanciulla. All’inizio, come eco della cultura francese predominante,
“Aux villes d’Italie”; successivamente intorno al 1880, dopo i primi
brividi di un nazionalismo e colonialismo che escludeva le ingerenze
straniere, l’italianizzazione del nome, la scelta di “Alle città d’Italia”.
E quelle città d’Italia accompagneranno la formazione di uno straordinario patrimonio, che culminerà nel termine dannunziano “Rinascente”, quasi in limine mortis dell’uscita della famiglia dai grandi magazzini, già scomparso da dieci anni il fondatore della fortuna, Ferdinando, nominato senatore.
Poche cifre danno il senso di una storia. Intorno al 1880 la casa
Bocconi occupava nella sede centrale circa trecento impiegati ripartiti
in trentuno sezioni, quante erano le categorie di merci vendute. E dava lavoro a circa duemila persone di Milano, oltre a quelli delle succursali di Torino, Genova, Trieste e Roma.
Dieci anni più tardi, intorno al 1889, quando si inaugurò la nuova
sede costruita appositamente in piazza Duomo e che era costata
5.500.000 lire, i magazzini Bocconi occupavano 1.432 persone e ave10
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 11
LA
LIBERA
UNIVERSITÀ
P E R L A C R E S C I TA EC O N O M I C A E M O R A L E D E L L A
NAZIONE
vano un’esposizione interna di merci per circa 2.300 metri: i reparti
più importanti erano le vendite di stoffe, abiti confezionati, biancheria,
merceria, giocattoli, arredamento e mobili, profumeria […].
Il successo negli affari fu mitigato da un rapporto sofferto e tormentato, che culminerà nella tragedia del figlio Luigi, cui l’Università Bocconi deve la sua nascita, e la sua conquistata e ben meritata fortuna. Il figlio primogenito partirà per l’Africa nel 1896 come inviato
della Riforma , il quotidiano crispino per eccellenza. Un po’ giornalista e un po’ combattente: inseguendo gli stessi sogni di evasione e di
grandezza che percorrevano allora i romanzi di Salgari. E sarà ucciso
ad Adua, in quella battaglia di Abbà Garimà del 1° marzo 1896, che
travolgerà le speranze e i fantasmi dell’Italia post-risorgimentale, iniziando la seconda e rattristata fase della vita di questo imprenditore geniale e instancabile […].
Ferdinando Bocconi, quale appare dalle pagine documentate e appassionate di Enrico Resti, fu un protagonista della vita economica milanese e quindi italiana. Anticipatore di molte teorie e tecniche della
moderna distribuzione commerciale, lavoratore esigentissimo con se
stesso e con i propri collaboratori e dipendenti, liberale nei convincimenti politici ma con qualche punta autoritaria nella gestione del suo
impero commerciale, sorretto da quella fede nell’uomo che riparava a
tutte le delusioni e compensava tutte le smentite.
E la libera università fu l’approdo del suo umanesimo imprenditoriale. Al termine della sua lunga e operosa giornata, fiaccato dal dolore della scomparsa del figlio primogenito nelle lande africane, volle legare i suoi beni e il nome della sua famiglia ad una prestigiosa istituzione: “nata per iniziativa privata, per un atto d’amore e a motivo di un
dolore”, fra le più severe ed esclusive d’Italia nel campo di quegli studi economici che egli continuava a chiamare, come i vecchi ambulanti da cui era partito, “commerciale”: la Bocconi, appunto.
L’Università Bocconi, la “sua” università, ha laureato negli scorsi
decenni tanta parte dell’élite del mondo economico, finanziario ed imprenditoriale italiano. Ed è tuttora una garanzia e un vanto la qualifica
di bocconiano, non incrinata dal generale scadimento che ha scosso in
tempi lontani e recenti tante università del nostro paese.
Già Leopoldo Sabbatini, che dell’ateneo fu il primo presidente e
rettore, ci ricordò che il merito principale di Bocconi, nell’impostare il
suo programma di studi universitari, non fu solo quello di aver voluto
11
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 12
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
ricondurre “l’armonia tra la scuola e la vita”, ma soprattutto quello di
aver intuito il ruolo preminente della cultura e della scienza quale fondamento della crescita economica e morale della nazione.
Il motto dell’azienda commerciale fondata da Ferdinando Bocconi
Fervet opus si addice ancora oggi, a tanti decenni di distanza, a tutti
quegli studiosi, ricercatori e laureati nelle discipline aziendali ed economiche dell’Università “Bocconi”, sempre in pieno fervore di iniziative e in crescente sviluppo.
È un motto che ci dice ancora qualcosa: come testimonianza di una
generazione di uomini forti che seppero avviare la trasformazione dell’Italia – un paese georgico ed arcadico, arretrato e provinciale – in una
nazione industriale moderna. Quella che sarebbe giunta alla posizione
di quinta potenza industriale nel mondo, nonostante tutti gli errori e le
insufficienze della classe dirigente di questi anni o decenni.
Giovanni Spadolini
1990*
* Questo intervento è tratto dalla prefazione di Giovanni Spadolini al volume di Enrico
Resti, Ferdinando Bocconi – il Fondatore (Egea, 1990).
12
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 13
La nascita della libera Università.
Gli antefatti
N
on ci si può accostare alla storia dell’Università Bocconi se prima non si risale a quella del suo ideatore e fondatore, Ferdinando Bocconi e ai motivi che ne hanno ispirato la sua istituzione. Né si può prescindere dal contesto storico in cui, agli inizi del secolo XX, sorse la libera Università con idee fortemente innovatrici nel
campo della formazione culturale e professionale delle future leve di
amministratori, di imprenditori e di operatori economici.
Se si vuole tentare una corretta biografia del fondatore dell’Università Bocconi ci si trova subito di fronte ad una questione controversa: il
suo luogo di nascita.
Infatti, anche se alcuni ritengono che egli sia nato a Lodi, la maggior parte degli autori indica invece Milano come città natale di Ferdinando Bocconi.
Per dirimere la controversa questione e fugare ogni dubbio sul
suo luogo di nascita, è bastato partire dall’esame degli atti esistenti presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Milano, dove risultano
il luogo e la data della sua nascita (Milano, 11 novembre 1836) e
quella della sua morte (5 febbraio 1908, sempre a Milano, in corso Venezia 70).
Presso l’Ufficio di Stato civile di Milano, infatti, è consultabile, con
permesso speciale, la pratica di Ferdinando Bocconi, che contiene tutti
i dati riguardanti il Nostro e i suoi familiari. Eccone la trascrizione:
Bocconi Ferdinando di Roberto e di Bolletti Carolina, nato a Milano l’11 novembre
1836, morto a Milano il 5 febbraio 1908, battezzato nella Parrocchia S. Alessandro.
Moglie: Griffini Claudia di Giovanni e di Mazzoni Elena, nata a Milano il 4 giugno 1847
crestaia, morta a Monza il 23 gennaio 1917 (Atti: 1570 PSC atto 9R2 Parte 2ªA).
Figli: Luigi Cesare Roberto, nato a Milano 1’8 novembre 1869, presunto morto il 1°
marzo 1896 (Atti 395 C II 79 del 1904); Ettore Ferdinando Achille, nato a Milano il 3
marzo 1871, morto a Milano nel 1932 (17 marzo); Ferdinando, nato a Milano il 25 febbraio 1873, morto a Milano il 26 dicembre 1913 (Atto 1491 R2 p. I n. 150).
E con ciò riteniamo sia definitivamente chiusa la questione controversa relativa al luogo di nascita di Ferdinando Bocconi.
13
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 14
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Se Ferdinando nacque a Milano, è però certo che a Lodi egli venne
presto, nei primi anni della sua infanzia, accompagnato dai genitori, ed
ivi frequentò la scuola primaria, della durata di tre anni. Dopo aver conseguito, come si usava allora, “l’Attestato di Proscioglimento”, si dedicò giovanissimo al lavoro. Suo padre era sarto, ma per arrotondare i
magri guadagni girava per le contrade, le borgate e i cascinali a vendere mercerie. Con Ferdinando vi erano i due fratelli, Giuseppe e Luigi,
che pure aiutavano il padre Roberto.
Costui rimase a Lodi ad esercitare i suoi commerci, poco più di un
decennio, sia perché gli affari non prosperavano dato che il mercato
delle campagne lodigiane non offriva grandi prospettive, sia per l’attrattiva che esercitava Milano verso quanti erano dediti alle industrie, ai
commerci e all’artigianato.
I Bocconi vennero quindi a Milano nella primavera del 1850, quando Ferdinando aveva quattordici anni, con molte idee in testa, anche se
con pochi soldi in tasca.
Dal 1850 al 1860, cioè dai 14 ai 24 anni, Ferdinando Bocconi assistette agli eventi che caratterizzarono quel decennio di storia italiana: la
reazione austriaca ai moti del 1848, le repressioni feroci e i gravami fiscali, l’atmosfera cupa di oppressione che avvolse Milano, fino alle riprese speranze del 1859 che divennero a poco a poco certezze. Anche
l’economia della città lombarda in quel decennio stagnò, risentendo
della situazione politica generale, finché, col 1859, fra periodi di alterne vicende economiche, si ebbero i primi segni della ripresa dei commerci e del fiorire delle prime industrie.
Ferdinando Bocconi, prima di gettarsi in nuove imprese imprenditoriali, fece parte nel 1861 della spedizione dell’esercito italiano nella
guerra contro il brigantaggio meridionale.
Dopo due anni e dopo l’esperienza militare, cominciò per Ferdinando Bocconi un periodo di intenso lavoro costruttivo e di nuove iniziative commerciali.
Nel 1865 cessò l’attività scomoda di venditore ambulante di stoffe
e tentò, col fratello Luigi, la grande e fortunata avventura degli abiti
pronti, reagendo a una mentalità conservatrice che allora imperava in
fatto di abbigliamento.
A quei tempi una schiera di artigiani lavorava a domicilio per i fratelli Bocconi, i quali decisero di metter bottega in via Santa Radegonda, la centralissima via accanto al Duomo, dove oggi si affaccia “la Ri14
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 15
LA
N A S C I TA D E L L A L I B E R A
UNIVERSITÀ. GLI
A N T E FAT T I
nascente”. L’avvenimento è fissato dai cronisti in data 4 giugno 1865.
L’emporio dei fratelli Bocconi costituì un richiamo per i milanesi e i forestieri per le novità presentate e per la varietà delle merci esposte. Si
dice anche che questo negozio fu il primo a Milano a provare l’esperimento della luce elettrica qualche anno dopo.
Ferdinando, dopo altri tre anni di intenso lavoro, sposò, nel 1868, il
29 ottobre, Claudia Griffini, una piacente crestaia di 21 anni, che teneva bottega nella stessa via Santa Radegonda e che fu per lui moglie
amorevole e valente collaboratrice.
Dal loro matrimonio nacquero tre figli: Luigi (1869-1896), Ettore
(1871-1932) e Ferdinando jr. (1873-1913).
Per cinque anni, dal 1865 al 1870, il primo negozio dei fratelli Bocconi rimase in via Santa Radegonda.
Nel 1870 i Bocconi si trasferirono in corso di Porta Nuova, aprendo
un nuovo negozio chiamato “Magazzino Livornese”, in cui si vendevano non solo abiti fatti e cappotti, ma anche biancheria, calzature e stoffe per arredamento. Qui si introdusse per la prima volta il “prezzo fisso”, novità che riscosse, dopo iniziali diffidenze, ampi consensi. Rimasero a Porta Nuova fino al 1877 e intanto maturavano tempi più propizi al commercio.
A Milano in quegli anni si era in agitazione per la sistemazione urbanistica da dare alla piazza del Duomo, a cui si affacciava la recente
galleria Vittorio Emanuele, fatta costruire dal Comune su progetto del
Mengoni e inaugurata il 15 settembre 1867.
Alcuni anni prima era stato costruito vicino al Duomo, in via Tommaso Grossi, un grande albergo di 400 stanze, il “Confortable”, moderno, con ascensori e montacarichi, acqua calda e fredda.
Ferdinando, resosi conto della posizione strategica che occupava
l’albergo, concepì l’idea di far diventare il palazzo sede della sua azienda commerciale. Così l’accordo fu concluso nel 1877.
L’insegna, all’ingresso dell’edificio, diceva “Aux Villes d’Italie”, titolo che cedeva al vezzo dell’epoca di copiare dai francesi, poiché si
credeva che tutto ciò che sapesse di moda e di costume non fosse pregiato se non provenisse dalla Francia. I Bocconi provvidero più tardi,
nel 1880, a mutarne la denominazione in “Alle città d’Italia”.
Nel decennio che va dal 1870 a1 1880, durante il quale i Magazzini Fratelli Bocconi prosperarono in corso di Porta Nuova (1870-1877)
e poi nell’ex albergo “Confortable”, altre succursali della casa madre
15
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 16
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
vennero aperte in diverse città: a Firenze, a Genova, a Trieste, a Roma,
a Livorno, a Palermo, a Torino, a Napoli e persino a Parigi.
Gli anni Ottanta furono ricchi di avvenimenti per Milano e per l’Italia, avvenimenti dei quali il Bocconi fu testimone e vigile osservatore. La sua consolidata posizione di imprenditore, infatti, lo rendeva sensibile a tutti i progressi economici, alla cui evoluzione egli stesso partecipava.
Nel 1881 fu realizzata a Milano la famosa Esposizione Nazionale,
manifestazione voluta dalla borghesia produttiva milanese per fare il
punto sulle conquiste economiche, tecniche, sociali e culturali del nostro Paese in un periodo storico di intensi cambiamenti.
Per la verità, già dieci anni prima si era svolta a Milano, nel 1871,
una Esposizione, per porre in mostra “una seria e laboriosa rassegna
delle forze produttrici del Paese, onde promuovere lo sviluppo delle
industrie nazionali e lo studio dei provvedimenti più opportuni al loro incremento” ma i risultati furono modesti e non conformi alle
aspettative.
A dieci anni di distanza, invece, l’Esposizione, inaugurata il 5 maggio e chiusa l’11 novembre 1881, ebbe straordinario successo.
L’azienda dei Fratelli Bocconi prese parte attiva all’importante manifestazione fieristica, non solo come espositrice, perché il Bocconi
stesso contribuì attivamente e anche finanziariamente alla realizzazione della mostra, quale autorevole esponente della Camera di Commercio locale.
Nell’anno 1887, anno in cui fu inaugurata la sede di Roma nel palazzo di piazza Colonna, si avviò la costruzione della nuova sede milanese dei Magazzini Bocconi, che si estendevano sul terreno acquistato
dal Bocconi tra via Santa Radegonda e via San Raffaele, fino all’omonima chiesa con la facciata principale lungo la fiancata del Duomo.
La costruzione si compì in due anni ed è rimasta ancora oggi in
quella sede: la cerimonia inaugurale della nuova sede dei Magazzini
Fratelli Bocconi avvenne il 22 ottobre 1889 alla presenza delle autorità
cittadine, dei rappresentanti del mondo industriale e commerciale e di
una folla di cittadini ammessi liberamente ai vari reparti.
La nuova sede era costata 5.500.000 lire di allora e aveva una esposizione di merci che si sviluppava per circa 2300 metri, impegnando
l’attività di 1.432 persone. Durante questi anni di sicuri successi commerciali Ferdinando Bocconi, con altri operatori economici del mo16
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 17
LA
N A S C I TA D E L L A L I B E R A
UNIVERSITÀ. GLI
A N T E FAT T I
mento, avvertì la necessità di creare qualche istituzione scolastica che
avviasse i giovani all’esercizio del commercio.
Egli stesso, nella sua azienda, concepì l’idea, quasi presago di una
realtà che sarebbe nata 10 anni dopo, di offrire ai diplomati delle scuole commerciali e ai responsabili delle varie imprese, l’opportunità di riunirsi per discutere temi professionali di comune interesse, per esaminare casi aziendali, per conoscere le possibilità di esportazione dei loro
prodotti, acquisto delle merci a prezzi più convenienti e finanziamenti da parte degli istituti di credito. Il tutto con l’apporto personale delle
esperienze dei vari interessati e con la consulenza di esperti, provenienti
dal mondo della scuola e dalla professione.
Gli ultimi anni del secolo XIX furono anni difficili per l’economia
italiana. Il periodo fu definito come la “grande depressione”, che ovviamente non si limitò all’Italia.
Non si fa fatica a credere che l’impresa di grande distribuzione concepita e attuata da Ferdinando Bocconi urtasse contro gli interessi di
tanti commercianti al minuto, degli addetti a un settore che già allora risultava pletorico, sovradimensionato rispetto alle esigenze dei consumatori milanesi.
Nonostante l’innegabile azione calmieratrice dei prezzi e la varietà
dei prodotti venduti nei magazzini, da quelli di largo consumo adatti a
tutte le borse, a quelli più raffinati e voluttuari, nonostante i meriti civici e sociali di Ferdinando Bocconi, che aveva avviato un’impresa che a
quei tempi dava lavoro a migliaia di persone (si pensi che solo a Milano arrivarono a 3.100), le critiche non gli mancarono mai.
Tuttavia continuò con tenacia e con successo a dirigere e a sviluppare la sua azienda, non trascurando comunque gli affetti familiari.
I figli infatti erano la ragione principale della sua vita. Per loro volle scuole serie, maestri severi, disciplina rigorosa formatrice del carattere, e li mandò spesso all’estero in Svizzera, in Germania, in Francia,
in Gran Bretagna e persino in America per apprendere non soltanto le
lingue straniere (egli da adulto aveva imparato bene solo il francese) ma
anche per prendere familiarità con i traffici e i commerci e per occuparsi delle imprese simili alla sua, per trarre ispirazione ed esempio per
eventuali migliorie da apportare nei sistemi di approvvigionamento e di
vendita.
Il primogenito Luigi, con la sua morte, fu causa di una realizzazione di portata internazionale: l’Università Bocconi.
17
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 18
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Il secondo, Ettore, sposatosi con una nobile sarda, Donna Javotte
Manca di Villahermosa (1879-1965), fu sempre al fianco del padre fino alla sua morte; nel 1914 assunse la presidenza dell’Università Bocconi e la esercitò fino al 1932, anno della sua morte.
Infine Ferdinando jr. collaborò nella conduzione dei magazzini per
circa 20 anni; purtroppo morì a 40 anni, il 26 dicembre 1913.
Alla fine del 1800 il motto Fervet opus, che Ferdinando Bocconi
aveva adottato, stava dimostrando la sua validità. L’attività commerciale infatti ferveva e tutte le migliori novità erano presenti nei Magazzini
Bocconi. Tre volte l’anno i Cataloghi, diffusi in diverse migliaia di copie, illustravano i prodotti in vendita. In fatto di abbigliamento i Cataloghi Bocconi svolgevano il ruolo che oggi giocano le riviste di moda.
Furono quindi anni positivi, nonostante la situazione politica del
Paese impegnato in imprese coloniali. Il credito e il rispetto che Ferdinando Bocconi godeva avevano varcato i limiti cittadini e regionali e
più volte, onorificenze a parte, erano a lui state rivolte proposte politiche perché mettesse a disposizione la sua esperienza non solo a favore dell’azienda, ma dell’intera collettività. Ma, in genere, egli fu sempre schivo dal comparire in veste di uomo politico, rifiutando di appartenere ad associazioni o a movimenti politici, divenire consigliere
comunale o provinciale, oppure ancora farsi candidare alla Camera dei
Deputati.
Nel 1896 il figlio Luigi aveva 27 anni. Pochi mesi prima egli aveva compiuto verso la famiglia un gesto che taluni definirono di ribellione e di insofferenza, ma che va certamente compreso nel suo vero
significato.
Luigi aveva tutto dalla vita, senza preoccupazioni per il futuro. Gli
mancava soltanto il contatto più da vicino con chi soffriva, con chi lavorava, con chi combatteva lontano da casa. Gli occorreva quindi un’esperienza di vita in un ambiente diverso dal suo, dove invece trovava risolto ogni problema. Sembra infatti che, in tema di questioni sociali,
egli non fosse del tutto d’accordo con l’impostazione paterna e che la
sua situazione economica privilegiata gli arrecasse disagio, specie
quando si confrontava con gran parte dei suoi coetanei.
Il motivo di questa sua latente ribellione si fece perciò palese quando divenne attuale la questione della guerra d’Africa e il suo dissenso
dalle idee borghesi, legate al suo ambiente familiare, si manifestò apertamente.
18
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 19
LA
N A S C I TA D E L L A L I B E R A
UNIVERSITÀ. GLI
A N T E FAT T I
Nei mesi precedenti l’insuccesso africano, Ferdinando Bocconi aveva a lungo discusso col figlio, senza che i loro pareri potessero trovare
un punto d’incontro; così Luigi si era allontanato da casa senza avvertire la famiglia, che era del resto abituata alle lunghe sue assenze dovute ai suoi viaggi. È infatti risaputo che egli, con l’intenzione di poter
prendere in futuro una parte attiva nella conduzione dell’azienda paterna, fu spesso all’estero per lo studio delle lingue e per perfezionarsi negli affari, soggiornando specialmente a Monaco, Berlino, Hannover,
Londra, Bradfort e New York.
Ufficialmente egli si fece mandare in Africa grazie all’interessamento di amici come inviato speciale de La Riforma , un giornale dell’epoca, al seguito delle truppe italiane. In realtà si dice che si fosse arruolato come volontario e che a sue spese avesse equipaggiato un reparto di ascari, cosa abbastanza normale per quei tempi quando i volontari si arruolavano insieme all’esercito regolare portando armi, cavalli e muli, masserizie e munizioni.
A Roma, al Ministero della Guerra, il suo gesto fu giudicato nobile
e disinteressato e costituì certamente un esempio per la gioventù dell’epoca.
Purtroppo la partecipazione alla campagna d’Africa si concluse tragicamente.
La versione ufficiale e più accreditata della fine di Luigi Bocconi
dice che al tramonto del 1° marzo 1896 in una fase avversa della battaglia di Adua, che grazie all’intervento degli ascari aveva avuto anche
momenti di successo, Luigi Bocconi e il Colonnello Airaghi, mentre
strenuamente si difendevano per coprire la ritirata dei loro uomini, furono uccisi sotto “il sicomoro maledetto” alle falde del Rajò.
Ferdinando Bocconi seppe della disgrazia da una lettera scrittagli
dallo stesso Luigi in data 28 gennaio 1896 da Roma, quasi fosse presago dell’imminente sua fine, e che sarebbe stata recapitata ai genitori
soltanto in caso di sua morte.
I Bocconi angustiati per l’evento fecero l’impossibile pur di accertare la sorte del proprio congiunto. Le notizie raccolte furono discordi:
chi lo riteneva prigioniero, chi lo giudicava ormai ucciso durante l’assalto: quel che è più probabile è che Luigi Bocconi sia scomparso durante la ritirata, sopraffatto dall’orda degli abissini che ne spogliarono
il cadavere e lo resero irriconoscibile. Conclusione tragica alla quale
purtroppo si dovette arrivare dopo l’esame delle varie testimonianze.
19
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 20
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Visto l’insuccesso delle ricerche nei luoghi della sua scomparsa,
delusa la speranza di ritrovare almeno il corpo del figlio e dargli una
degna sepoltura, il vecchio Bocconi si incupì nel suo dolore lasciando sempre più a curare gli interessi dell’azienda gli altri due figli, Ferdinando e Ettore, e dedicandosi al culto della memoria di quel figlio
ribelle.
L’animo prostrato, ma non domato, di Ferdinando Bocconi seppe
tuttavia reagire alla disgrazia.
Col coraggio e la forza di carattere che sempre lo contraddistinsero
concepì una realizzazione che, perpetuando la memoria del figlio, intitolasse a suo nome un istituto universitario per dare rigore scientifico
agli studi e alle tecniche commerciali. Per attuare l’iniziativa si avvalse
del consiglio di Leopoldo Sabbatini, che era allora Segretario della Camera di Commercio di Milano e ascoltò, come risulta dagli atti d’archivio dell’Università, il parere e i suggerimenti dei più importanti operatori economici milanesi dell’epoca.
È del marzo 1902 il primo documento reso pubblico che parla della fondazione dell’Ateneo. Eccone il testo:
Nel marzo del 1898, ricorrendo il secondo anniversario della battaglia di Adua, io
già aveva manifestato l’intenzione di onorare la memoria di mio Figlio Luigi, smarritosi in quell’infausta giornata, col dotare Milano di una Istituzione che da Lui
prendesse nome e tornasse davvero utile alla Città nostra e al Paese.
Incoraggiato dalle dimostrazioni di interessamento e di simpatia colle quali fu accolto il mio proposito, mi affermai nell’idea di fondare in Milano una scuola di studi commerciali e, convintomi della necessità che l’Istituzione dovesse essere veramente degna di un centro di tanta importanza commerciale e industriale come Milano, deliberai anzitutto di portare a L. 400.000 l’assegno per la fondazione, che
prima aveva stabilito nella somma di L. 200.000.
Gli studi per l’attuazione di tale idea mi persuasero della necessità che il nuovo Istituto dovesse sorgere ordinato in modo da assicurare quei risultati che sono, nella
aspettazione di tutti, e che costituiscono una grande speranza per l’avvenire economico della Nazione.
Dovetti poi convincermi, accogliendo il consiglio del dott. Leopoldo Sabbatini, che
avrei bene provveduto alle moderne esigenze di un’alta cultura per le classi commerciali e industriali dando vita, non a una Scuola commerciale di carattere professionale, come già ne esistono in Italia, ma ad un Istituto di carattere scientifico,
che porti negli studi commerciali il metodo e l’ordinamento accettati per unanime
20
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 21
LA
N A S C I TA D E L L A L I B E R A
UNIVERSITÀ. GLI
A N T E FAT T I
consenso in tutti i rami dell’istruzione superiore e raggiunga sviluppo e grado veramente universitario.
Il dott. Sabbatini si assunse il compito di svolgere e concretare un programma per
l’ordinamento dell’istituzione secondo i concetti su espressi. E siccome, ad attuarlo, i mezzi da me prima stabiliti non sarebbero stati sufficienti, considerata anche
la necessità di dare alla Scuola una sede propria e autonoma, così, nell’accettare il
programma Sabbatini, ho elevato a un milione la dotazione dell’istituto e fondo
l’Università Commerciale “Luigi Bocconi”.
Un mese dopo la sottoscrizione del documento, il 3 aprile 1902, egli comunicò alle Autorità, alla stampa, agli industriali e ai commercianti di tutta Italia, la prossima apertura dell’Università con una lettera. Essa dice:
Mi onoro di comunicare a V.S. Ill.ma che nel mese di ottobre del corrente anno l’Università Commerciale “Luigi Bocconi”, da me fondata in Milano, accogliendo il
programma del dott. Sabbatini, inizierà i suoi corsi di insegnamento.
Questa nuova istituzione viene – se non erro – a soddisfare ad una elevata esigenza del tempo nostro. Sembra infatti che a prendere parte attiva, in un posto
elevato, ai commerci e alle industrie più non basti quell’insegnamento di carattere prevalentemente professionale, pratico, che è proprio delle scuole speciali
ora esistenti.
Sembra assolutamente necessaria una completa preparazione dei giovani alla soluzione dei più alti problemi della moderna economia, alla scientifica valutazione
dei fenomeni economici e delle leggi che li governano.
L’Università Commerciale “Luigi Bocconi” intende appunto fornire quell’alto
grado di cultura economica che i tempi nuovi richiedono.
Mediante uno studio completo, organico, delle varie scienze che esaminano in tutte le sue molteplici manifestazioni la vita economica; coordinando ai più elevati
insegnamenti scientifici tutto un complesso di insegnamenti pratici, speciali, che
rendono completa l’educazione commerciale, l’Università “Luigi Bocconi” mira
a porre i giovani in grado di esercitare un’azione diretta sulla produttività e sui
traffici.
Io confido che questa Istituzione – così ordinata – possa divenire importante fattore della cultura nazionale e schiuda ai giovani volenterosi una nuova via. È perciò che non posso astenermi dal far voto che i giovani – in Italia troppo alieni dai
commerci e dalle industrie – vengano numerosi a chiedere al nuovo Istituto i fondamenti d’una cultura che gioverà all’avvenire economico del Paese e sarà anche
per essi di sicuro vantaggio.
21
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 22
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Così si arrivò al giorno della prima riunione del Consiglio direttivo dell’Università, convocato dal fondatore per il giorno 5 luglio 1902 alle ore 14.
Dopo le espressioni di gratitudine del presidente Sabbatini verso chi
volle dotare Milano e l’Italia di un così prestigioso istituto scientifico,
e dopo i vari interventi dei consiglieri di compiacimento e di augurio
per il successo e la prosperità dell’istituzione, si passò subito ad affrontare i problemi pratici connessi al funzionamento della Facoltà, in primis alla nomina dei professori e ai relativi aspetti economici.
Finalmente in ottobre venne il riconoscimento ministeriale: sulla
Gazzetta Ufficiale del Regno n. 252 del 29 ottobre 1902 comparve la
pubblicazione del R.D. 29 settembre 1902, istitutivo dell’Università,
eretta in ente morale.
Non bisogna dimenticare che un’iniziativa quale era quella promossa da Ferdinando Bocconi riusciva di grande utilità anche per lo
Stato, con ordinamenti ancora inadeguati in tema di istruzione universitaria nel campo delle scienze economiche e commerciali. È quindi
comprensibile come le Autorità ministeriali accogliessero con favore
un’iniziativa privata che si sarebbe accollata, a sue spese e a proprio rischio, l’avviamento di una Facoltà universitaria di cui andava manifestandosi sempre più l’esigenza.
Il 10 novembre dello stesso anno l’Università inaugurò i suoi corsi
nella sede di piazza Statuto, alla presenza dei rappresentanti del governo e delle autorità civili, accademiche, militari e religiose. Si trattò
di un avvenimento di importanza nazionale, tali furono il concorso di
pubblico qualificato e la cospicua adesione all’avvenimento attraverso
messaggi da ogni parte d’Italia e dall’estero, come si può desumere
dalla stampa dell’epoca.
Nel primo Statuto dell’Università, pubblicato nel marzo del 1902,
dopo l’enunciazione degli scopi e dei mezzi per conseguirli, con molto senso di responsabilità e prudenza il fondatore aveva inserito un articolo che così recitava:
Qualora al termine del primo decennio di esercizio scolastico si trovasse, a parere del Consiglio Direttivo, che la Scuola non avesse dato quei buoni risultati che
se ne ripromettono, il Fondatore avrà Facoltà di destinare la somma di L.
400.000, da lui versata come fondo patrimoniale intangibile, ad un altro scopo di
pubblica utilità, sempre restando il patrimonio di proprietà della “Fondazione
Luigi Bocconi”, che in nessun modo si dovrà perciò ritenere estinta.
22
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 23
LA
N A S C I TA D E L L A L I B E R A
UNIVERSITÀ. GLI
A N T E FAT T I
Come è a tutti noto, l’esperimento riuscì positivamente e, già un anno
dopo, il successo si profilò più che lusinghiero. Nel giro di pochi anni
si aggiunse il riconoscimento legale del diploma di laurea e lo Stato
stesso si adeguò allo schema programmatico della Bocconi quando
volle istituire presso le università statali le facoltà di economia e commercio.
Nella pubblicazione del 1902 contenente lo Statuto erano anche
precisati il Programma e le ragioni per le quali si era inteso istituire
una nuova Università e le caratteristiche distintive dell’Ateneo. Si tratta di un documento di indiscutibile valore storico che pone in luce lo
stato dell’istruzione tecnica e commerciale, l’opportunità di “innovare” in tale campo di studi in costante sviluppo, e la missione che la
nuova università si proponeva di assolvere.
Ferdinando Bocconi aveva così esaurito un voto e mantenuto una
promessa fatta alla memoria del figlio maggiore.
Il suo cuore era stato provato dalle fatiche di una vita spesa per il
lavoro e per il successo negli affari, ma soprattutto dal dolore per la
morte del figlio. Gradualmente, ma inesorabilmente, le sue condizioni di salute peggiorarono.
Dopo la realizzazione del suo desiderio di fondare l’Università gli
rimasero pochi anni di vita in cui ridusse enormemente l’attività lavorativa, affidata alle cure dei figli, e dedicò le poche energie rimaste a seguire con trepidazione e affetto i primi passi della sua nuova
creatura.
Negli ultimi tempi la malattia di cuore si aggravò e lentamente lo
condusse alla tomba. Il 5 febbraio 1908 egli si spense alle sei della sera, al tramonto di una giornata invernale e al tramonto di una lunga
operosa giornata come quella della sua vita, nel suo palazzo di corso
Venezia 70 a Milano.
23
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 24
I primi passi
G
razie Ferdinando Bocconi nacque così la libera Università
Commerciale “Luigi Bocconi” di Milano “da un’iniziativa
privata, per un atto d’amore e a motivo di un dolore: tre presupposti che basterebbero da soli a garantire il valore dell’istituzione, la validità della formula, la nobiltà dei fini” (F. Cicogna).
Per la verità vi era stato, nel maggio 1898, un precedente tentativo di istituire una Scuola Superiore di Commercio presso il Politecnico di Milano, a opera di Ferdinando Bocconi, Giuseppe Colombo, Ernesto De Angeli e Giovanni Battista Pirelli; ma la formula studiata da Leopoldo Sabbatini ebbe miglior seguito e maggiori consensi e pertanto l’istituzione di una scuola di livello superiore ebbe giustamente il nome di Università per indicare il suo
contenuto scientifico, le sue caratteristiche e il suo ordinamento tipicamente universitario.
Leopoldo Sabbatini, che dell’Ateneo fu fino al 1914 il primo
presidente e il primo rettore, ricordò che “il merito principale di
Ferdinando Bocconi, nell’impostare il suo programma di studi universitari, non fu solo quello di aver voluto ricondurre ‘l’armonia tra
la scuola e la vita’, ma soprattutto quello di aver intuito il ruolo
preminente della cultura e della scienza quale fondamento della
crescita economica e morale della nazione”.
È bene ricordare che prima del sorgere della Bocconi esistevano in Italia soltanto le tre Scuole Superiori di Commercio di Bari,
Genova e Venezia, alle dipendenze del Ministero dell’Agricoltura,
Industria e Commercio, con corsi biennali o triennali, aperte di fatto ai soli licenziati della sezione di Ragioneria degli Istituti tecnici. Tali scuole avevano precipuo carattere di specializzazione professionale nelle discipline contabili e amministrative e rilasciavano, al termine degli studi, un diploma di licenza – non di laurea –
che per la sezione speciale di Venezia costituiva titolo di abilitazione all’insegnamento della Ragioneria.
Il programma di Sabbatini si differenziava radicalmente da
quello delle esistenti tre Scuole Superiori di Commercio. Dopo
avere reso omaggio “ai grandi vantaggi che dette scuole avevano
apportato al Paese”, poneva in rilievo “come il loro indirizzo pro24
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 25
I
P R I M I PASS I
fessionale, diretto ad assicurare agli allievi una cultura di immediata
applicazione pratica, dovesse essere trasformato in un più alto insegnamento per lo studio dei fenomeni economici” e aggiungeva che
“per avere nella vita economica una parte effettiva era indispensabile essere in grado di conoscere, di valutare, di interpretare le leggi
che governano il mondo economico. A questo risultato poteva giungere soltanto una cultura strettamente scientifica diretta a impartire
ai giovani, forniti di conveniente preparazione intellettuale, quell’alto grado di cultura economica che può loro consentire di esercitare
un’azione direttiva nei traffici e nelle industrie”.
Nei propositi di Sabbatini, l’Università Bocconi doveva sorgere
come Istituto di alti studi economici, articolato su quattro anni di insegnamento, analogo a quello universitario, nel quale la cultura scientifica doveva
continuarsi e completarsi con una adeguata istruzione professionale al fine di
assicurare la completa preparazione dei giovani per i compiti direttivi ai quali sarebbero stati chiamati.
Gli imprenditori milanesi accolsero il sorgere della Bocconi con
simpatia, ma senza eccessivo entusiasmo. Riportandoci alla mentalità dell’epoca è facile comprendere come pochi si rendessero
esatto conto delle idee che Sabbatini aveva posto a base del suo
programma. I più favorevoli, riferendosi alla Bocconi e ai suoi futuri laureati, dicevano: “li vedremo alla prova”.
L’iniziativa della Bocconi incontrò, per contro, la piena ed efficace collaborazione dei più apprezzati docenti di discipline economiche, statistiche e giuridiche delle università dell’Italia settentrionale,
da Padova a Bologna, da Parma a Pavia, da Genova a Torino.
Bisogna anche tenere presente che la Bocconi, per quanto eretta in ente morale, era al suo sorgere una scuola privata nel senso
più rigoroso della parola, poiché il suo originario Statuto non prevedeva che dovesse conformarsi agli schemi dell’insegnamento superiore vigenti presso istituzioni statali e neppure che dovesse essere posta sotto la sorveglianza di alcun Ministero. In tal caso, con
lo Statuto allora vigente, aveva poco valore, dal punto di vista giuridico e pratico, il titolo di studio rilasciato, dopo un quadriennio
di studi, consistente in un semplice certificato di laurea.
Comunque l’avventura ebbe inizio sotto i migliori auspici.
25
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 26
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Il primo Consiglio direttivo della nuova Università, riunitosi il 5
luglio 1902, era composto, oltre che dal fondatore, rappresentato
dal figlio Ettore, dal presidente Sabbatini, da Giovanni Battista Pirelli, rappresentante della Provincia, da Massimiliano De Leva,
rappresentante della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde,
da Carlo Vanzetti, rappresentante della Camera di Commercio di
Milano, da Angelo Salmoiraghi, da Federico Weil, da Cesare Mangili e da un rappresentante del Comune.
Le attribuzioni e i compiti del Consiglio direttivo non erano ovviamente soltanto quelli della gestione finanziaria, amministrativa
e patrimoniale dell’Università, ma anche di quella didattica e pertanto le nomine, le conferme, le revoche del personale docente e
non docente spettavano a tale Consiglio, il quale aveva anche il
compito, che durò per pochi decenni, di approvare i programmi dei
corsi di insegnamento, gli orari delle lezioni, il calendario e le
commissioni degli esami, l’attribuzione delle borse di studio offerte da enti pubblici e privati. Delineato il programma, assicurato dal
fondatore il sostegno finanziario, ottenuta l’approvazione ministeriale, costituito il primo Consiglio direttivo, occorreva che l’Ateneo disponesse di una sede dignitosa e sponsor che lo sostenessero nelle iniziative e nei programmi e che finanziassero le borse di
studio da assegnare agli studenti più meritevoli di aiuto.
L’Università ebbe la prima sede in un palazzo appositamente costruito in largo Notari (piazza Statuto). Vi si accedeva attraverso un
atrio sontuoso, ricco di marmi e graniti, e si entrava in un vestibolo dal quale, per due corridoi disposti simmetricamente, si passava
alle sale dei professori e della segreteria, alle aule e all’Aula Magna. Dallo stesso atrio, mediante uno scalone in marmo, si accedeva ai piani superiori dove si aprivano, oltre ad altre aule, anche la
sala del Consiglio e la biblioteca. Autore del progetto architettonico del palazzo fu l’ing. Giorgio Dugnani, assessore municipale. La
sede rimase in funzione fino al 1941.
1906: Dottori in Scienze economiche
A proposito delle lunghe e laboriose pratiche per il riconoscimento legale del titolo di studio rilasciato dalla Bocconi, sorvolan26
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 27
I
P R I M I PASS I
do sulle complesse e alterne vicende svoltesi fra l’inizio del 1903
e la metà del 1906, Alessandro Croccolo, uno dei primi laureati
dell’Università Bocconi e poi presidente dell’Associazione dei
Laureati e consigliere delegato dell’Università dal 1957 al 1968, ha
ricordato che verso la fine di giugno del 1906, mentre stavano svolgendosi le ultime lezioni, i laureandi che per primi avrebbero concluso la loro carriera scolastica presso la Bocconi furono urgentemente chiamati in presidenza. Leopoldo Sabbatini comunicò loro,
non senza commozione, che essi sarebbero stati i primi dottori in
scienze economiche e commerciali. Aveva, infatti, ricevuto poche
ore prima una comunicazione dal Ministero annunciante che il decreto che approvava il regolamento interno dell’Università era stato firmato e che un articolo dello stesso recitava: “gli allievi, conseguendo la laurea, hanno il titolo di dottori in scienze economiche
e commerciali”.
Successivamente, il 15 luglio 1906, un regio decreto stabiliva
che anche agli allievi della sezione commerciale delle Scuole Superiori di Bari, Genova e Venezia venisse conferita, al termine dei
loro studi, la laurea di dottori in scienze applicate al commercio.
Altre modificazioni statutarie, approvate nel periodo intercorrente tra il 1906 e il 1914, inserirono definitivamente la Bocconi
nel quadro degli istituti universitari quale Istituto Superiore Libero
di Scienze economiche e commerciali, posto sotto la vigilanza del
Ministero della Pubblica Istruzione.
A partire dal 1908 altre Facoltà di Economia e Commercio sorsero presso le università di Stato, tutte più o meno organizzate sul
programma originario della Bocconi. Ne conseguì la necessità di
armonizzare le varie iniziative stabilendo un ordinamento degli
studi identico per tutti gli istituti universitari di Economia e Commercio. A questa finalità provvide poi il Testo Unico sull’ordinamento degli studi degli istituti superiori di Scienze economiche e
commerciali, con uno speciale capitolo riguardante gli istituti non
dipendenti dallo Stato.
Esso adottò come piano degli studi quello originale dell’Università Bocconi secondo il programma di Sabbatini che, nel corso
dei suoi primi tre lustri di applicazione, non aveva subìto varianti
degne di rilievo.
Con successiva disposizione anche il titolo accademico per le
27
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 28
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Facoltà di Economia e Commercio, Bocconi compresa, venne unificato nella dizione “dottore in Economia e Commercio”.
È di questi primi anni di vita del nostro Ateneo un progetto per l’istituzione a Milano di un “Museo sociale”, iniziativa promossa dalla Società Umanitaria e da altri enti e associazioni culturali milanesi, cui avrebbe dovuto partecipare attivamente anche la Bocconi.
In pratica si trattava di creare un “Osservatorio sociale” per raccogliere elementi di studio, pubblicazioni, ricerche e inchieste, utili per la soluzione dei problemi attinenti alla vita economica, politica e morale del momento.
Il progetto però non ebbe seguito per varie difficoltà frapposte
da diversi enti interessati e per la ferma posizione della Bocconi,
che intendeva mantenere all’iniziativa elevati scopi scientifici e
non voleva che essa si limitasse a servire “come strumento di educazione popolare con scopi di propaganda politico-culturale”.
Infine non si può passare sotto silenzio un avvenimento importante quale la creazione, nel gennaio 1903, della biblioteca, che iniziò con fondi messi a disposizione da Ferdinando Bocconi per l’acquisto di “molte opere specialmente moderne e straniere” e con
l’acquisizione in donazione di molti volumi da parte di enti, associazioni, studiosi e privati. La biblioteca della Bocconi si è, come
si vedrà più avanti, sensibilmente sviluppata, al punto da essere oggi considerata una delle più importanti d’Europa, per le pubblicazioni che riguardano i campi di interesse scientifico dell’Ateneo.
28
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 29
Dal 1914 al 1922
Nuovo Presidente e nuovi Rettori
Leopoldo Sabbatini morì il 6 giugno 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale, quando già l’Università Bocconi aveva al suo
attivo una felice esperienza più che decennale. Si legge infatti nel
verbale della riunione del Consiglio direttivo, che era stato convocato per esprimere il parere sull’eventuale continuazione dell’attività dell’università, che essa aveva dato “risultanze superiori alle
più liete aspettative, mostrando così di corrispondere realmente ai
fini dell’alta cultura economica e commerciale per i quali venne
creata”.
Il Consiglio direttivo dell’epoca affidò le cariche di presidente
e di rettore all’avv. Luigi Maino, noto giurista, consigliere comunale e vicesindaco di Milano. Egli però rimase in carica solo per
alcuni mesi, perché morì l’anno dopo. Il Consiglio direttivo ritenne allora più opportuno, per il corretto funzionamento dell’istituzione, separare le due cariche.
Alla prima fu chiamato Ettore Bocconi, che mantenne la presidenza dell’Ateneo fino al 1932.
Rettore fu nominato Pietro Bonfante, docente di Diritto romano
all’Università di Roma, allievo di Vittorio Scialoja, difensore della
severità degli studi e del valore del titolo accademico bocconiano
per l’ammissione ai pubblici concorsi statali.
Il rettorato di Pietro Bonfante durò soltanto due anni (1915-17).
Su sua proposta, per consentire al Ministero della Pubblica Istruzione di rendersi conto della preparazione dei laureati bocconiani,
il Consiglio direttivo chiamò a far parte dello stesso anche un rappresentante di tale Ministero.
Sei mesi prima della morte del Sabbatini era deceduto anche il
terzo figlio del fondatore, Ferdinando jr. (26 dicembre 1913), il
quale aveva lasciato un milione di lire all’Università perché continuasse nella sua attività accademica. Il documento recita così:
Lego un milione all’Università Commerciale Luigi Bocconi e desidero che
500.000 lire le siano versate per agevolare il suo continuo sviluppo e il suo
29
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 30
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
perfezionamento. Le altre 500.000 lire siano devolute ad agevolare con prestiti sulla sola parola d’onore il primo avviamento di giovani che, nel compimento degli studi presso l’Università, abbiano dimostrato altissimo valore intellettuale e morale e che meritino, per ragioni speciali di famiglia o di collocamento, questa forma particolare di sussidio.
Giova ricordare che oggi si parla molto dei famosi “prestiti sull’onore” quasi fossero una scoperta recente. Alla Bocconi furono istituiti più di novant’anni fa.
Nel primo decennio gli iscritti passarono da 65 del 1902-03 a
173 del 1905-06, anno in cui si ebbero i primi 38 laureati. Dieci anni dopo, nel 1912-13, gli studenti in corso erano già 333 e i laureati
erano diventati 314.
Durante la prima guerra mondiale furono chiamati alle armi circa 700 fra iscritti e laureati all’Università Bocconi.
I caduti durante la guerra furono 66 e i feriti 107; 43 furono i
prigionieri e 97 i decorati di medaglie al valore militare. Si tratta di
un contributo notevole dei giovani bocconiani alle vicende belliche
dell’Italia.
Gli iscritti negli anni successivi al conflitto, per il rientro dei richiamati, aumentarono notevolmente (oltre 800), per assestarsi poi
sulle 600 unità negli anni Venti.
Una breve considerazione sulla provenienza geografica degli
studenti del primo decennio di vita dell’Ateneo ci porta a concludere che, pur convenendo che per la maggior parte erano di origine milanese o lombarda, un’elevata percentuale proveniva da ogni
regione d’Italia e anche dall’estero, con titoli di studio rilasciati da
ogni ordine di scuole superiori.
Accanto a chi aveva una visione ottimistica sul futuro dell’Università vi era anche qualcuno che cominciava a temere che la Bocconi fosse perseguitata dalla sfortuna per gli eventi di quegli anni, funestati purtroppo dalla morte di Ferdinando Bocconi nel 1908, del
figlio Ferdinando jr. nel 1913, di Leopoldo Sabbatini nel 1914 e di
Luigi Maino, appena nominato rettore, nel 1915. Si pensi anche all’incendio dei “Magazzini F.lli Bocconi”, rinati come “la Rinascente”, e alla sessantina di giovani caduti in guerra. Ma questo
succedersi di brutte notizie fu del tutto casuale e fu d’altra parte
30
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 31
DAL 1914
AL
1922
compensato dal crescente successo dei corsi e dal notevole sviluppo delle iniziative del giovane Ateneo, già impostosi alla generale
considerazione nel mondo industriale, commerciale e finanziario
del Paese.
La nascita dell’ALUB
Non si può poi dimenticare la nascita dell’Associazione dei Laureati dell’Università Bocconi – ALUB, avvenuta nel 1906 ad opera
di Alessandro Croccolo e dei primi laureati dell’Ateneo. Lo scopo
era quello di riunire gli ex allievi in un’associazione che li tenesse informati sui problemi del mondo del lavoro, sulla loro Università, che
li seguisse durante la loro carriera, li tenesse vicini in spirito di amicizia oltre i banchi della scuola.
Il primo Bollettino dell’Associazione fu pubblicato nel giugno
1907 e, per quasi cento anni, salvo sporadiche interruzioni, sono
usciti i successivi, rivelando l’utilità e l’importanza di un mezzo di
comunicazione fra i soci, il senso di appartenenza a una radice culturale comune, il desiderio di mantenere negli anni legami di amicizia e di affetto verso l’Università. “Tali legami dimostrano in chi si è
laureato alla Bocconi la forza morale che irradia dalla nostra istituzione e l’orgoglio di averne fatto parte” (Mario Monti).
Sempre nel 1906 avvenne la visita alla Bocconi del re Vittorio
Emanuele III, che fu ricevuto da Ferdinando Bocconi, dal presidente e rettore Sabbatini, dai consiglieri, dal corpo accademico e dagli
studenti. Il re motivò la visita al nuovo Ateneo con il desiderio di incontrare “quanto di più elevato offre la vita scientifica ed economica di Milano” compiacendosi con i reggitori dell’Ateneo “per aver
provveduto così degnamente ed efficacemente alle più elevate esigenze della cultura economico-commerciale”.
I primi docenti
È bene ricordare i docenti che onorarono il primo periodo di vita dell’Ateneo con il loro insegnamento. Bisogna riconoscere che i
dirigenti della Bocconi si avvalsero con intelligenza e avvedutezza
dell’opera dei migliori docenti che vi fossero a disposizione in quegli anni nel mondo accademico, industriale, bancario e finanziario.
31
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 32
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
L’elenco dei professori sarebbe molto lungo e dobbiamo perciò
limitarci a ricordare i più famosi.
Per le discipline del gruppo economico citiamo: Ulisse Gobbi,
che diverrà poi rettore nel 1930, Luigi Einaudi, docente di Scienza
delle finanze, divenuto poi presidente della Repubblica. Einaudi lasciò nel 1926 la Bocconi, dove dal 1920 al 1926 fu anche direttore
dell’istituto di Economia politica, rifiutando di adeguarsi alle direttive del fascismo.
Sono noti a tutti la sua carriera accademica e politica e l’impegno civile durante gli anni in cui fu chiamato alla Presidenza della
Repubblica e alla sua morte, avvenuta il 30 ottobre 1961, il rettore
dell’epoca, Armando Sapori, nel corso della commemorazione ufficiale in Università, pose in luce la sua dirittura morale, il rigore
scientifico delle sue attività di ricerca e di insegnamento, esprimendo anche la gratitudine della Bocconi per l’alto magistero da
lui esercitato.
Ma torniamo ai docenti di quel periodo.
Ricordiamo Antonio Graziadei e Federico Flora per Contabilità
di Stato; Maffeo Pantaleoni e Camillo Supino per l’insegnamento
di Storia e critica dei principali istituti economici; Achille Loria
per Storia del commercio; Attilio Cabiati per Politica commerciale
e legislazione doganale; Giuseppe Prato per Storia economica;
Agostino Lanzillo per Politica monetaria; Pietro Bonfante per Storia del commercio (egli fu anche rettore nel periodo 1915-17); Rodolfo Benini e Francesco Coletti per Statistica metodologica, demografica ed economica.
Per le discipline economico-aziendali citiamo i seguenti docenti: Giovanni Maglione, Eugenio Greco, Ferdinando Adamoli, Daniele Venegoni.
Infine ricordiamo Sallustio Marchi per Geografia economica e
commerciale e Saul Piazza per Matematica.
Un breve accenno va fatto anche alle materie giuridiche, che ebbero prestigiosi docenti, avendo gli organi direttivi dell’Ateneo
scelto i migliori giuristi dell’epoca per insegnare nella facoltà appena istituita.
Ricordiamo pertanto Alfredo Ascoli per Diritto privato, Giovanni Pacchioni per Diritto civile, Leone Bolaffio per Diritto commerciale, Filippo Taiani e Alfredo Rocco per Legislazione com32
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 33
DAL 1914
AL
1922
merciale; Francesco Carnelutti per Legislazione del lavoro. Inoltre
va menzionato Gaetano Mosca, docente di Diritto amministrativo,
pubblico e costituzionale, che insegnò anche Scienza della politica
e Storia delle dottrine politiche, in quanto ritenuto da Luigi Einaudi il miglior politologo del momento.
Da ultimo, ma non per questo meno importante, vogliamo ricordare Angelo Sraffa per Diritto commerciale. Egli fu anche rettore dal 1917 al 1926 e di lui è stato detto che durante il suo rettorato l’Università Bocconi conobbe uno dei periodi più importanti e
costruttivi della sua storia.
I primi laureati
Oltre ai docenti più famosi vorremmo ricordare anche, fra i laureati del primo ventennio, alcuni che si sono affermati nella vita professionale e sociale. La loro presenza, infatti, nelle varie imprese,
banche ed enti è stata sempre influente anche nelle scelte della politica economica del Paese.
Oltre ad Alessandro Croccolo, non possiamo dimenticare Furio
Cicogna e ancora Pietro Vigorelli, Marcello Segre, Giuseppe Pero,
Dino Cardarelli, Giacomo Zonchello, Ugo Caprara, Federico Caproni, Enrico Parodi Delfino, Guglielmo Tagliacarne, Calogero Tumminelli, Marcello Boldrini, Riccardo Bauer e Carlo Faina.
A titolo di curiosità ricordiamo che nel primo decennio di vita
dell’Ateneo si laurearono sei donne: Giuditta Catelli (nel 1908), Elvira Dettoni (nel 1909), Matilde Branchini (nel 1910), Adelina Gallo (nel 1911), Clelia e Virginia Mauri (nel 1912). Ed oggi con estremo piacere constatiamo invece che la percentuale della di donne laureate in Bocconi ha raggiunto quella dei maschi.
Problemi di organizzazione didattica
L’impronta data agli studi da Leopoldo Sabbatini era molto severa e consona alle esigenze di una formazione culturale e professionale in armonia con i tempi e con i problemi del primo decennio del XX secolo.
I corsi erano organizzati in due bienni, con frequenza obbligatoria e con esami che si svolgevano soltanto in due sessioni, in lu33
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 34
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
glio e in ottobre. Si trattava di corsi generali obbligatori in materie
economiche, tecniche, giuridiche e linguistiche, e di corsi speciali
spesso facoltativi, o complementari (integrativi cioè, quanto a contenuti, dei corsi fondamentali). Vigeva in quegli anni il cosiddetto
“catenaccio”, per cui non si poteva passare al secondo biennio se
non dopo aver superato gli esami del primo.
Durante il rettorato di Pietro Bonfante (1915-17), per adeguare
gli studi alle realtà economiche e sociali del momento, fu affidato
lo studio di un progetto di riforma al prof. Francesco Coletti, che
suggerì l’istituzione di un “Laboratorio statistico-sociale” per dare
agli studenti stimoli efficaci per l’apprendimento e la ricerca e per
fornire loro nuovi metodi didattici, fonti statistiche e documenti,
seminari ed esercitazioni.
Il progetto fu proseguito nel 1917-18 dal rettore Angelo Sraffa,
il quale aveva intuito il rinnovamento economico che si sarebbe attuato al termine della prima guerra mondiale e aveva previsto i problemi che si sarebbero posti anche nel campo dell’insegnamento
universitario. Dopo molte discussioni, non sempre tranquille, le
conclusioni delle apposite commissioni di studio portarono alla
critica dell’eccessivo frazionamento dei corsi delle materie giuridiche e delle discipline specialistiche e al suggerimento di rivedere
l’insegnamento delle materie tecnico-aziendali, i cui corsi risultavano scoordinati e tenuti da docenti non sempre preparati al loro
compito in quanto dediti più alla professione che alla scuola. Anche l’insegnamento delle lingue straniere si sarebbe dovuto rinnovare con la scelta di docenti capaci e preferibilmente di madrelingua straniera.
Critiche vennero rivolte anche alle modalità di svolgimento degli
esami di profitto, che divennero pubblici, nonché al funzionamento
della biblioteca, retta da docenti e non da esperti bibliotecari.
E così pochi anni dopo la biblioteca fu affidata alle sapienti cure
del prof. Fausto Pagliari. Egli la diresse per oltre venticinque anni e le
sue capacità, la sua competenza e la sua erudizione furono considerate proverbiali da quanti lo hanno conosciuto e apprezzato. Morì i1
17 agosto 1960, fra il generale compianto.
Così dal primo ordinamento degli studi di Sabbatini si passò a
quello del 1914 e, infine, dopo un lungo processo di riforma, a
quello del 1922-23.
34
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 35
DAL 1914
AL
1922
Durante il rettorato di Angelo Sraffa avvenne la riorganizzazione degli studi e la chiamata di docenti di grande fama. Bagiotti ha
ricordato che “Angelo Sraffa ebbe cara l’Università sopra ogni cosa e di lui l’Ateneo conserva ancora venerata e operosa memoria
nell’Istituto di Diritto comparato, intitolato al suo nome”.
In quegli anni avvennero anche alcuni disordini fra gli studenti,
che turbarono la vita accademica.
Occorre tenere presente che, dopo il primo conflitto mondiale,
vi furono contrasti fra i reduci dalla guerra e coloro che non vi avevano partecipato; ricordiamo inoltre che gli studenti, per passare al
secondo biennio, dovevano aver superato gli esami del primo. Un
gruppo di loro, piuttosto modesto ma molto agitato, e non in regola con gli esami, accampando a giustificazione la condizione di ex
combattenti, pretese, e in parte ottenne, alcune facilitazioni rispetto al “catenaccio” in vigore.
Era un periodo alquanto confuso: le varie manifestazioni di
piazza, gli scioperi e i conflitti di partito fra socialisti, popolari e
fascisti contribuirono ad aumentare il clima di disordine. Alla Bocconi vi fu un’interpretazione ritenuta restrittiva delle norme sull’ammissione agli esami, più severe di quelle in vigore presso le
Università statali. E tale situazione causò molte proteste e aprì un
contenzioso che ebbe il momento culminante nella vera e propria
aggressione al rettore Angelo Sraffa, considerato anti-patriota da
parte di un manipolo di fascisti.
La vertenza fu affidata all’esame e al giudizio di una Commissione d’inchiesta composta da Giulio Bergmann, presidente della
Associazione nazionale dei Combattenti, da Benito Mussolini, allora direttore de Il Popolo d’Italia e da Alfredo Rocco, docente alla Bocconi.
La questione fu da loro risolta e sdrammatizzata presso i nuovi
governanti i quali stigmatizzarono gli eccessi dei manifestanti e riconobbero il corretto comportamento di Sraffa e dell’intera Facoltà, “retta con criteri assai più rigidi di quelli seguiti, ormai per abitudine nota, nelle Università dello Stato”. Si trattava quindi di un
importante riconoscimento dato a una libera università come la
Bocconi per la serietà dei suoi metodi e per la disciplina che vigeva nei suoi corsi.
35
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 36
Il ventennio fascista
Q
uando il fascismo giunse al potere, era rettore della Bocconi Angelo Sraffa, noto per le sue opinioni non certo favorevoli al nuovo regime. Non è questa la sede per passare in rassegna gli avvenimenti politici, i problemi economici e sociali e i rapporti fra Stato
e cittadini, che hanno caratterizzato la vita e la storia del nostro Paese
nel cosiddetto ventennio, conclusosi con le catastrofiche conseguenze
della seconda guerra mondiale.
Lasciando agli storici e agli studiosi di quel periodo il compito di
esprimere con maggiore competenza i loro pareri e i loro giudizi, ci
limiteremo a considerare gli influssi del fascismo sull’Università
Bocconi.
Didier Musiedlak, noto studioso francese, che ha esaminato il programma della Bocconi e la collocazione dei suoi laureati nei primi venticinque anni (edizione a cura dell’Ecole Française di Roma), ha sostenuto che il periodo del ventennio “influì gradualmente e segnatamente
sul modo di fare cultura e di gestire l’economia nel nostro Paese”, ma
che “negli anni che vanno dal 1925 al 1940 l’Università Bocconi riuscì
a difendere il prestigio scientifico e didattico che aveva conquistato sin
dalle sue origini. Non solo il regime faticò a interferire nella vita interna dell’Università, ma la Bocconi si mantenne un punto di riferimento
importante per il dibattito economico e per la formazione scientifica dei
giovani”, usciti dalla prima guerra mondiale e, dopo un periodo di relativa calma, avviati verso la seconda, ben più nefasta, guerra mondiale.
Non vi fu un convinto e generale contributo dei bocconiani ai fasti
del regime, come qualcuno sosteneva. Solo una minoranza di studenti
e di docenti si adeguò alle direttive del fascismo e vi partecipò. La maggioranza se ne astenne o rimase indifferente, anche se non apertamente ostile, continuando gli studi e la docenza senza eccessivo interesse
per la nuova ideologia imperante.
Valerio Castronovo a proposito del periodo fascista ha scritto:
La partecipazione dei bocconiani all’amministrazione fascista fu irrilevante e le
tendenze pianificatorie del regime finirono per ridurre le opportunità di carriera di quanti uscivano dall’istituto milanese. Ma l’indirizzo neoclassico a cui i
docenti della Bocconi rimasero fedeli non era certo in linea con gli orientamen36
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 37
IL
V E N T E N N I O FA S C I S TA
ti dirigistico-corporativi del regime cosicché, se il corpo docente della Bocconi
non si segnalò in quegli anni per particolari tendenze innovatrici in ordine ai
problemi non più teorici posti dal passaggio del sistema dal capitalismo concorrenziale al capitalismo organizzato, ebbe tuttavia il merito di non confondere la sua voce con il coro di quanti giunsero a vedere nel ruralismo, nell’autarchia e nella conquista di un “posto al sole” in qualche lembo d’Africa altrettante leve fondamentali della ricchezza e della potenza nazionali.
Libero Lenti, che visse alla Bocconi tutto il periodo del ventennio, ha
potuto rievocare gli avvenimenti di quegli anni, che
tra il 1922 e il 1929 trasformarono l’assetto politico del nostro Paese e non poterono lasciare indenne la Bocconi, nonostante la difesa elastica adottata in base alle
sue prerogative di Università libera. Alcuni professori furono costretti ad andarsene, altri vi arrivarono, ma mai scelti in base a indicazioni politiche. La maggioranza degli studenti, almeno fino al ’24, manifestava una generica simpatia per il fascismo, che del resto si presentava come un partito tra gli altri partiti, un partito che
sul piano interno si proponeva di sanare le ferite della guerra e su quello internazionale di vendicare la “vittoria mutilata”.
Infine, ci piace ricordare a questo proposito il pensiero del presidente
della Bocconi, Mario Monti, il quale ha scritto:
La dittatura fascista prima e la guerra poi non riuscirono a soffocare le doti morali
e l’anelito di libertà e indipendenza che avevano da sempre animato la Bocconi. Il
confronto con un regime totalitario, che esigeva fedeltà giurata da parte dei docenti e pretendeva di ingerirsi nell’indirizzo delle istituzioni chiave della società italiana, mal si conciliava con una realtà come quella bocconiana, permeata di un profondo attaccamento alla libertà della docenza e gelosa della propria autonomia culturale e gestionale. Una situazione oggettivamente pesante in cui si dimostrarono
decisivi, da un lato il pragmatismo e la prudenza dei rettori succedutisi in quel periodo, [...] nonché la presenza del filosofo del regime Giovanni Gentile nel Consiglio di Amministrazione, dall’altro la compattezza istituzionale e l’autentico disinteresse con cui ciascuno lavorò per la continuità e l’integrità dell’Ateneo.
Durante il ventennio furono presidenti dell’Università il figlio del fondatore, sen. Ettore Bocconi, morto nel 1932, al quale successe la vedova, Donna Javotte Bocconi Manca di Villahermosa, che resse il timone
dell’Università con fermezza fino al 1957.
37
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 38
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Il ruolo di Giovanni Gentile
Molto significativa fu l’opera compiuta durante il fascismo dal filosofo del regime, Giovanni Gentile. Vicepresidente dell’Università Bocconi dal 1930 al 1944 fu considerato il “parafulmine” che permise alla
Bocconi di uscire con pochi danni dal tormentato periodo. Anche secondo Spadolini, “Gentile riuscì a evitare ogni intromissione da Roma
e a mantenere libera l’Università nei limiti del possibile nel solco di una
tradizione che aveva visto il nostro Ateneo non piegarsi mai alle seduzioni del centralismo, bensì difendere orgogliosamente la propria autonomia anche a costo di sacrifici e di rinunce non piccole”.
Gentile era infatti un aperto sostenitore del regime, del quale fu noto come il filosofo “ufficiale”, ma era una notevole figura di intellettuale, tanto da saper percepire perfettamente l’importanza che, anche in
quella situazione, l’autonomia della cultura poteva avere per il Paese.
Fu dunque così che la sua presenza, lungi dal costituire un peso, rappresentò un doppio beneficio: quello di non allarmare le autorità politiche rispetto alla eccessiva autonomia della Bocconi e, al tempo stesso, quello di garantire, almeno nei limiti resi possibili dalle avverse circostanze, proprio quella stessa autonomia cui la nostra Università non
voleva rinunciare.
Di Giovanni Gentile si ricordano gli autorevoli interventi, in sede governativa e comunale, per assicurare una nuova degna sede all’Ateneo,
per difendere i docenti ebrei e antifascisti dalle persecuzioni del regime
e, in particolare, il prof. Giovanni Demaria, accusato di avere visioni e
prospettive in economia in contrasto con le teorie imperanti, che gli erano costate l’allontanamento dalla direzione della rivista “Giornale degli Economisti” . Ed è per questo che la Bocconi non potrà mai dimenticare l’opera di moderazione svolta dal filosofo siciliano che nell’aprile del 1944 fu assassinato da avversari politici sui colli di Firenze.
Il direttore amministrativo dell’Università di allora, Girolamo Palazzina, noto antifascista, scrisse che “Giovanni Gentile fu la necessaria tutela per salvaguardare il futuro della Bocconi esposta ai venti infidi del regime. E fu una grande fortuna per la nostra Università avere
un amico tanto affezionato, efficiente e sempre ben disposto”.
Esiste un nutrito carteggio agli atti dell’Università fra Giovanni
Gentile e Palazzina da cui emergono in tutta evidenza la passione e
l’impegno con cui Gentile rivestì la carica di vicepresidente dell’Ate38
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 39
IL
V E N T E N N I O FA S C I S TA
neo, carica che, di fatto, gli conferiva anche i poteri di un presidente.
Tale carteggio è stato, tra l’altro, oggetto di una pregevole pubblicazione a cura di Marzio A. Romani.
Studenti, laureati e docenti
Torniamo alle vicende della Bocconi sia per quanto concerne la popolazione studentesca che il corpo docente, la didattica, la ricerca, la
gestione amministrativa.
Nel 1922-23 gli iscritti in totale erano 779 e già 944 erano i laureati a partire dal 1906.
Dieci anni dopo, nell’anno accademico 1932-33, in pieno periodo
fascista, gli studenti, iscritti ai vari anni di corso, erano scesi a 527 e il
totale dei laureati dal 1906 al 1933 era di 1.762.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale (1939-40) gli studenti
in corso e fuori corso erano aumentati a 1.455 e i laureati dell’Ateneo a
2.424.
Un’indagine allora condotta circa la destinazione dei laureati nei vari settori di lavoro ci mostra che il 20% dei neodottori si era dedicato alla libera professione e che il 9% si era occupato in aziende proprie; il
32% si era impiegato in aziende private e il 22% sempre in aziende private, ma con mansioni e funzioni direttive. Infine, il 17% si era impiegato in amministrazioni pubbliche, il 7% dei quali a livello direttivo e
il 10% come funzionari o quadri.
Tra questi laureati vi sono molti nomi celebri di cui per brevità si
omette l’elenco, i quali, nel corso della loro carriera, pervennero alla
guida di grandi complessi industriali e commerciali, di banche, enti e
istituzioni, o si dedicarono alla carriera universitaria, e che rimasero
sempre legati alla loro Università finché vissero.
Accenniamo poi ai docenti del periodo fra le due guerre, limitandoci, per brevità, a ricordare i più importanti.
Nel settore delle discipline economiche, storiche, statistiche e matematiche, oltre ai già ricordati Ulisse Gobbi e Luigi Einaudi, hanno insegnato Giuseppe Prato, Vincenzo Porri, Attilio Cabiati, Gino Borgatta, Francesco Coletti, Giorgio Mortara, Giovanni Demaria, Ferdinando
Di Fenizio, Valentino Dominedò, Libero Lenti, Corrado Gini, Carlo
Bonferroni, Pietro Bonfante e Armando Sapori.
Nel settore delle discipline giuridiche ci limitiamo a ricordare i più
39
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 40
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
noti: Oreste Ranelletti, Santi Romano, Leone Bolaffio e Angelo Sraffa.
Infine, nelle discipline ragionieristiche e aziendali, ricordiamo, oltre a
Gino Zappa, di cui parleremo più avanti, Ugo Caprara, Tommaso Zerbi, Pietro Onida ed Ettore Lorusso.
Il rettore Ferruccio Bolchini
Dopo il rettorato di Angelo Sraffa, il Consiglio direttivo si premurò
di trovare un degno successore in Ferruccio Bolchini (rettore dal 1926 al
1930), persona che dallo stesso Sraffa e dal Consiglio di Amministrazione dell’Università era considerato l’uomo adatto a far fronte ai problemi posti dall’invadenza lenta ma decisa del fascismo nella sua parabola ascendente. Egli conosceva molti personaggi politici, emergenti nel
particolare momento storico e la sua scelta fu considerata quindi felice.
Nel frattempo l’Università Bocconi si arricchì dell’opera scientifica
e didattica di nuovi docenti, i quali trovarono la possibilità di dedicarsi
alla loro attività presso l’Istituto di Economia politica e di Scienze sociali, sorto nel 1920 e affidato alla direzione di Luigi Einaudi, coadiuvato dal vicedirettore Vincenzo Porri e da due assistenti: Raffaele Mattioli e Paolo Vita Finzi. Il primo, nota figura di banchiere umanista, divenne amministratore delegato e poi presidente della Banca Commerciale Italiana; il secondo fu anche giornalista e diplomatico.
Gino Zappa
Nel 1921 Gino Zappa, uno dei massimi cultori di economia aziendale, ebbe la direzione del “Laboratorio di Economia privata” per lo
sviluppo “degli studi in materia tecnico-amministrativa nelle aziende
industriali e commerciali” e “lo studio dei problemi economici di ragioneria teorica e applicata”.
Il Laboratorio assunse poi la denominazione di “Istituto di ricerche
tecnico-commerciali e di ragioneria”.
Di quel periodo ci parla Libero Lenti nel suo volume di memorie intitolato Le radici del tempo.
Egli ci descrive Zappa come personaggio alto, massiccio, sempre
vestito di scuro, un vero sacerdote della ragioneria, che per lui e per la
sua scuola doveva trasformarsi da una ragioneria puramente contabile
in una economia d’azienda. “L’esposizione di Gino Zappa era sempre
40
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 41
IL
V E N T E N N I O FA S C I S TA
molto chiara ma non altrettanto il suo testo, arricchito da un imponente apparato critico ed erudito, ma scritto in un italiano che ricordava
quello d’altri tempi”. Gli studenti perciò mandavano a memoria le frasi meno comprensibili.
Libero Lenti ci testimonia anche che “la potenza del suo insegnamento, o perfino quella del suo scrivere, faceva sì che gli allievi, quelli che scherzosamente si chiamavano la ‘Compagnia degli Zappatori’,
finivano con l’imitarne lo stile”.
È noto che Gino Zappa è stato unanimemente considerato il fondatore dell’Economia aziendale, dottrina che ha sostituito la Ragioneria e
che è stata irradiata dalla Bocconi in quasi tutte le più importanti università italiane e straniere.
Gino Zappa e Ulisse Gobbi furono i primi due professori di ruolo
della Bocconi nel 1929.
Il primo, che era già professore incaricato dal 1921, fu chiamato per
insegnare Computisteria e Ragioneria generale e applicata; il secondo,
già da anni pure in Bocconi, occupò la cattedra di Materie economiche.
Il rettorato di Ulisse Gobbi
Ulisse Gobbi nel 1922 diventerà anche rettore dell’Università, ruolo che ricoprì sino al 1934. Ordinario di Economia politica nell’Ateneo,
fu anche considerato “the right man in the right place” per la sua competenza e autorevolezza.
Il Consiglio di Amministrazione, presieduto sino al 1932 da Ettore
Bocconi e poi dalla sua vedova Donna Javotte Bocconi Manca di Villahermosa, fu rinnovato in gran parte in quegli anni, con l’ingresso di
Giovanni Gentile, Alfredo Rocco, Emilio Falck, Marcello Visconti di
Modrone, podestà (cioè sindaco) di Milano, e Sileno Fabbri, presidente della Provincia, oltre a Giovanni Battista Pirelli, Angelo Salmoiraghi,
Calogero Tumminelli e Angelo Sraffa.
Durante il rettorato di Ulisse Gobbi sono da ricordare, fra gli eventi più significativi, l’intitolazione dell’Istituto di Economia al nome di
Ettore Bocconi e il potenziamento delle sue attività scientifiche e didattiche, grazie anche a un cospicuo lascito della vedova Javotte Bocconi per finanziare un centro di studi di alta cultura economica, per
onorare la memoria del marito e per sovvenire alle difficoltà economiche del momento.
41
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 42
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Ancora ricordiamo la creazione di nuovi istituti scientifici come
quelli di Geografia economica e di Diritto commerciale comparato, oltre a quelli già esistenti di Economia aziendale, di Economia politica e
di Statistica.
Infine nel 1933 avvenne la riorganizzazione del piano di studi, in seguito all’emanazione del nuovo Testo Unico delle leggi sull’istruzione
superiore e continuata, nel 1936, previa regolare modifica statutaria.
Avvio dei rapporti internazionali
Durante il rettorato di Angelo Sraffa, di Ferruccio Bolchini e di Ulisse Gobbi, fu avviata una politica di relazioni internazionali, che costituì una novità per quei tempi e che in seguito avrebbe assunto proporzioni notevoli negli anni Settanta e successivi.
Si tratta della Serena Foundation, creata nel 1921 a Londra da Arturo Serena, un ricco uomo d’affari italiano emigrato in Inghilterra, che
rimase sempre legato al nostro Paese e che, attraverso la fondazione, finanziò cattedre di italiano in università inglesi e cattedre di inglese in
Italia, alla Bocconi e a Firenze.
Con un contributo di 500.000 lire, cui la Bocconi aggiunse un’ulteriore somma di 250.000 lire, fu avviata una serie di attività di scambio
tra docenti e studenti dei due Paesi per valorizzare la cultura e la civiltà italiana e quella inglese. L’incarico fu affidato al prof. Mario Hazon,
docente di Lingua inglese alla Bocconi per molti anni. Le principali attività consistettero in cicli di conferenze e seminari tenuti da docenti inglesi a Milano e da nostri docenti in Inghilterra, nonché nella concessione di borse di studio per scambi di studenti e laureati.
Già dagli anni Venti si ebbero intense relazioni tra la Fondazione e
la Bocconi favorite dall’Ambasciata di Inghilterra a Roma e dalla Banca Commerciale Italiana, sede di Londra.
Ma i rapporti, all’inizio felicemente avviati, si resero via via più difficili per la rigidità delle decisioni della segretaria della Fondazione,
Mrs. Janet Treveljan, per la sua pretesa di imporre scelte personali, per
la sua latente ostilità alla Bocconi; vi fu quindi un periodo in cui i rapporti si affievolirono, anche per i nuovi contatti avviati dalla Bocconi
con l’Italy-America Society, che dal 1923 al 1928 promosse nelle principali università italiane, fra cui la Bocconi, conferenze su problemi di
economia americana.
42
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 43
IL
V E N T E N N I O FA S C I S TA
I rapporti con la Serena Foundation ripresero agli inizi degli anni
Trenta con conferenze di Mario Hazon, Gustavo Del Vecchio, Giorgio
Mortara, Gioacchino Volpe, Marco Fanno, Pietro Bonfante, Arrigo Solmi; da parte inglese si ricorda la presenza in Bocconi, fra gli altri, di
Hezra Pound, poeta americano, critico e giornalista, che trattò argomenti di economia e di letteratura.
Fu un’esperienza che si concluse con la seconda guerra mondiale
per ovvie ragioni, ma costituì indubbiamente un valido esempio di avvio di relazioni internazionali da parte della nostra Università.
Alla ricerca di una nuova sede
In quegli anni ebbero inizio numerosi contatti con le autorità milanesi per la ricerca di una nuova sede più ampia e funzionale, dato
che la prima, in piazza Statuto, non bastava più a ospitare docenti, studenti, uffici, biblioteca e istituti scientifici. In cambio di un terreno e
di un edificio idoneo dislocato altrove, l’Ateneo avrebbe ceduto al
Comune di Milano quello di piazza Statuto, destinato poi all’Ufficio
d’Igiene. Le trattative richiesero alcuni anni perché i pareri erano discordi. Chi voleva sistemare l’Ateneo a Città Studi, chi al vecchio Politecnico di piazza Cavour; infine fu scelta un’area periferica nella zona sud della città a Porta Ludovica, al di là dei bastioni spagnoli, accanto al Parco Ravizza.
Agli accordi intervennero non solo i responsabili dell’Ateneo, ma
soprattutto le autorità comunali e ministeriali con la spinta decisiva del
Governo, che voleva definitivamente risolvere il problema. Si decise
così di costruire nella zona sopra indicata un vasto edificio la cui progettazione fu affidata all’arch. Giuseppe Pagano, vincitore del concorso per la costruzione della nuova sede, inserita in una migliore sistemazione urbanistica della zona e che fosse ampia e funzionale.
Dopo lunghe discussioni e diverse modifiche apportate al progetto
iniziale, finalmente gli scavi iniziarono nel settembre del 1937 sotto la
direzione dei lavori dell’Ufficio Tecnico comunale e all’arch. Pagano
si affiancò poi anche il valido collaboratore di studio ing. Predaval.
Sorse così un complesso edilizio moderno, con soluzioni originali e funzionali, che resistono ancora oggi all’usura del tempo. In quei
giorni Pagano, nell’illustrare il suo progetto, lo propose ottimisticamente come una soluzione logica e adatta:
43
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 44
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
a un’Università che ospita studenti civilmente orientati sul ritmo spirituale e morale della vita contemporanea. Questo evidente desiderio di armoniosa semplicità, questo abbandono di ogni senso di clausura, questa fiducia nella buona educazione del prossimo e questo ottimismo verso la gioventù ha dato a me e al mio collega molte e innegabili soddisfazioni, più che sufficienti per credere che questo
nostro lavoro possa rappresentare una dimostrazione di quel clima civile che
un’urbanistica veramente aggiornata dovrebbe creare in ogni angolo delle nostre
grandi e piccole città.
Giuseppe Pagano morì qualche anno dopo, deportato nel campo di
sterminio nazista di Mauthausen.
La spesa prevista era di 6,5 milioni di lire dell’epoca ed erano stati così reperiti: 3.330.000 lire dal Comune, a conguaglio del terreno e
del fabbricato di piazza Statuto ceduto dalla Bocconi; 1 milione di lire dall’Università Bocconi; 500.000 lire dal capo del Governo; la restante somma fu fornita da enti, istituzioni e privati.
I rettori Gustavo Del Vecchio e Paolo Greco
Al rettore Gobbi successe Gustavo Del Vecchio (1934-38). Sotto
il suo rettorato avvenne, per convenienza più che per convinzione,
l’adesione al fascismo di diversi docenti. La subordinazione del regime alla politica nazista culminò poi nell’allontanamento di validi
docenti ebrei dalla cattedra, come Giorgio Mortara e lo stesso Del
Vecchio. Agli atti dell’Università vi è una lettera di Giorgio Mortara
nella quale egli scrive:
Il regime fascista, nei primi anni della sua esistenza, non aveva praticato atti
d’ostilità contro gli ebrei, non pochi dei quali si erano iscritti al partito. [...]
Più tardi si andò svolgendo gradualmente una subdola campagna, a base di
menzogne, sul modello di quella che avevano condotto i nazisti. E, con l’avvicinamento politico del fascismo al nazismo, fomentato dall’azione francobritannica contro la conquista italiana dell’Etiopia, l’odio contro gli ebrei fu
sempre più palesemente e vigorosamente alimentato, fino a sboccare in quella barbara legislazione, che segnò il principio del boicottaggio degli ebrei e
di quella serie di persecuzioni che doveva culminare nelle deportazioni di
massa ai campi di sterminio.
44
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 45
IL
V E N T E N N I O FA S C I S TA
Il 2 settembre 1938 il Consiglio dei Ministri fascista varava la prima
legge razziale escludendo dalle scuole e dalle università non soltanto
i docenti, ma anche gli studenti di origine ebraica.
Fra gli avvenimenti più importanti durante il rettorato di Gustavo
Del Vecchio ricordiamo la donazione alla Bocconi della biblioteca
giuridica di Angelo Sraffa, dopo la sua morte avvenuta il 10 dicembre 1937, e il rinnovamento portato nell’insegnamento dell’economia
politica con l’attenzione dedicata ai problemi teorici, oltre alle applicazioni pratiche.
Gustavo Del Vecchio, perseguitato dalle leggi razziali, si rifugiò in
Svizzera e riprese l’insegnamento a Roma solo nel 1945. Nel 1947
divenne poi Ministro del Tesoro durante il quarto gabinetto De Gasperi, mentre Einaudi assunse il Ministero del Bilancio.
A Gustavo Del Vecchio, al momento di lasciare la Bocconi nel
1938, il Consiglio di Amministrazione, con il vicepresidente Giovanni Gentile, espresse il proprio rincrescimento e la forzata rassegnazione di fronte al doloroso episodio del suo allontanamento.
Nel 1938, dopo una respinta autocandidatura di Giovanni Demaria, gli successe come rettore Paolo Greco, docente di Diritto commerciale a Torino e alla Bocconi da molti anni. Egli fu inizialmente
osteggiato dal fascismo, in quanto discepolo di Angelo Sraffa, ma fu
poi riabilitato dal ministro Bottai.
Si preparava così un futuro incerto non solo per il nostro Paese, ma
per l’Europa intera e per il mondo. La Bocconi, in quegli anni, si arricchì dell’opera di docenti di chiara fama, tra cui, oltre a quelli in
precedenza citati: Enrico Redenti, Giorgio Pivato, Bruno Revel, Mario Rotondi, Marcello Boldrini, Remo Franceschelli, Gino Borgatta e
Giovanni Ricci.
Il “Giornale degli Economisti”
Diventa doveroso, a questo punto, parlare anche delle vicende della
più importante rivista di economia di quel periodo, il “Giornale degli
Economisti”. Fondata a Padova nell’aprile del 1875 da Luigi Luzzati,
si occupava inizialmente di problemi sociali, ma non escludeva interesse anche per problemi teorici. Dopo una breve interruzione dal 1878 al
1886, ne assunsero la direzione prima Alberto Zorli e poi Maffeo Pantaleoni con A. De Viti De Marco. Gli economisti di quegli anni influi45
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 46
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
rono in modo determinante sul risveglio delle scienze economiche e
sulla politica italiana dal 1860 fino agli inizi del nuovo secolo. Per
esempio, nel 1890 ebbe avvio la seconda serie con i suddetti economisti e nel 1910 iniziò con Giorgio Mortara la terza serie. Si ricordano,
inoltre, in quegli anni i contributi dei maggiori studiosi dell’epoca e in
particolare di Vilfredo Pareto, Maffeo Pantaleoni, Moisè Loria, Luigi
Einaudi, Attilio Cabiati e Corrado Gini.
Nel 1923 cominciò la quarta serie, che durò fino al 1938, sempre
sotto la guida di Giorgio Mortara e cioè fino a quando il docente dovette lasciare l’Italia per il Brasile, dove si spense nel 1967.
La nuova serie ebbe inizio con la fusione del “Giornale degli Economisti” con l’altra rivista Annali di Economia, che l’Università pubblicava dal 1924 e con la cessione del Giornale degli Economisti all’Università Bocconi. Essa fu diretta da Giovanni Demaria e fu sospesa dal
regime fascista nel 1942 perché un saggio di Epicarmo Corbino e uno
dello stesso Demaria non furono ritenuti in sintonia con le direttive del
Governo in fatto di politica economica. Così gli ultimi tre fascicoli del
1942 furono affidati alla direzione di Paolo Greco, a quell’epoca rettore dell’Ateneo e il Comitato scientifico fu affidato ad Alberto Beneduce, Rodolfo Benini, Giovanni Demaria e Giuseppe Ugo Papi. Demaria
ebbe durante quegli anni qualche disavventura con il regime per la sua
avversità al corporativismo e alla politica autarchica: nel 1941 a Pisa,
durante un convegno, sostenne idee originali trattando il tema “L’ordine
nuovo e il problema industriale del dopoguerra” e fu accusato di antifascismo. Fu aiutato a uscire dall’incidente da Giovanni Gentile, il nume
tutelare della Bocconi durante il fascismo, che ne evitò l’allontanamento dalla cattedra universitaria e che sdrammatizzò l’episodio, dopo averne parlato col ministro Bottai e col capo del Governo.
La nuova serie riprese nel 1946 sempre sotto la direzione di Demaria, che la mantenne sino al 1974, data del suo collocamento a riposo.
Successivamente il Comitato scientifico si circondò dei più importanti
economisti del momento, come Jannaccone, Papi, Baffi, Dominedò,
Corbino, Gasparini.
Dopo Giovanni Demaria hanno assunto via via nel tempo la direzione della rivista, che nel 2005 ha compiuto 135 anni di vita, Innocenzo Gasparini, Mario Monti e Franco Bruni.
Attraverso gli anni il “Giornale degli Economisti”, oltre che palestra
dei più illustri studiosi italiani di economia, ha sempre avuto un’im46
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 47
IL
V E N T E N N I O FA S C I S TA
portanza che ha valicato i confini nazionali imponendosi come una delle maggiori riviste scientifiche di economia del mondo.
La nuova sede
L’inaugurazione della nuova sede coincise con il quarantesimo anniversario della fondazione dell’Ateneo ed ebbe luogo il 21 dicembre
1941 e se ne leggono le cronache nella stampa cittadina dell’epoca e
nell’apposito volume pubblicato a cura dell’ateneo, dove si parla con
compiacimento del nuovo vigore e impulso che l’ateneo avrebbe tratto
dalla disponibilità di questa sede.
Pochi mesi dopo l’inaugurazione della nuova sede, la Bocconi ricevette per la seconda volta la visita del re d’Italia Vittorio Emanuele III,
alla presenza di tutte le autorità accademiche e cittadine. Era il 14 aprile 1942: dopo una sosta davanti alla lapide dei caduti della prima guerra mondiale, il sovrano visitò le sale e l’Aula Magna, accolto dai consiglieri d’amministrazione, dai professori e da molti studenti e laureati.
Il rettore dell’epoca, Paolo Greco, nell’accoglierlo con espressioni
di viva gratitudine e deferenza, gli ricordò la precedente sua visita alla
Bocconi nel 1906 “quando era agli inizi del suo fecondo sviluppo che
l’ha condotta, in meno di quarant’anni, ad occupare uno dei posti d’onore fra le Università italiane”.
A proposito della nuova sede, può essere interessante, oltre che curiosa, una breve digressione per ricordare che sui muri confinanti dell’edificio, in fregio alle vie Toniolo e Bocconi, vi erano, nello stile del
regime dell’epoca, due scritte.
La prima diceva: “Avrà ragione chi non fu mai stanco e non sarà mai
stanco”; la frase è stata attribuita a Gabriele D’Annunzio e il motto per
molti anni fu fatto proprio dalla Bocconi e dai bocconiani.
Sotto il porticato (trasformato negli anni Settanta dapprima in sede
del Circolo Bocconiano, del Movimento studentesco e poi della Cooperativa Editrice Libraria fino a quando negli anni Ottanta venne utilizzato per la costruzione di nuove aule) vi era invece un’altra scritta, attribuita a Mussolini: “Gioventù italiana, sii degna del tuo passato e del
tuo avvenire. I libri siano le armi della tua intelligenza, non il veleno
che la uccide. Fa’, o gioventù italiana di tutte le scuole e di tutti i cantieri, che la Patria non manchi al suo radioso avvenire”.
Entrambe le scritte sono scomparse durante i lavori di ricostruzione
47
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 48
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
e di riadattamento degli spazi e nella nuova sede di via Sarfatti; le autorità accademiche ebbero la felice idea di dedicare al fondatore, in doveroso riconoscimento dei suoi meriti, un monumento collocato inizialmente nel cortile posto a lato dell’ingresso principale dell’Università. Si tratta di una statua in marmo bianco di Carrara, di buona fattura,
che ritrae il “buon vecchio” assiso su una poltrona posta sopra un basamento di marmo nero a forma di cubo. Verso la fine degli anni Cinquanta, nel corso di una notte di follie goliardiche, un folto gruppo di
studenti del Politecnico la imbrattò con strisce di vernice di colore verde. La reazione fu immediata e analogo gesto fu compiuto pochi giorni dopo da studenti bocconiani in piazzale Leonardo da Vinci.
La statua fu poi portata nell’atrio del nostro Ateneo, sul lato sinistro,
ma anche qui, negli anni Sessanta, subì imbrattamenti vari questa volta di colore rosso da parte di alcuni non bene identificati studenti. Per
reazione i bocconiani andarono a imbrattare di vernice i muri dell’Università Cattolica e del Politecnico.
Dopo gli immancabili provvedimenti disciplinari del rettore, fu
quindi deciso di portare la statua nel cortiletto posto nell’edificio sede
della biblioteca e degli istituti, accanto a una piccola fontanella in una
zona verde, cortiletto che ora non esiste più. Oggi la statua ha trovato
una sistemazione, speriamo definitiva, nell’atrio del nuovo palazzo delle aule, così il “vegliardo errante” vigila sull’andirivieni di professori e
studenti che affollano gli ambienti universitari.
Sempre a proposito della sede di via Sarfatti, vorremmo permetterci un’ultima breve digressione.
Una curiosa abitudine, che vige in Bocconi dagli anni Quaranta, è
che nessuno studente, ad eccezione delle matricole inesperte, passa per
la porta centrale e fra i due leoni di ceramica verde, pregevole opera
dello scultore Arturo Martini. La voce diffusa è che porti sfortuna passare per quella porta e fra i due leoni, al punto che ne verrebbe ostacolato il conseguimento della laurea. Per questo motivo tutti gli studenti,
appena ne vengono a conoscenza, entrano ed escono attraverso le porte laterali.
Gli anni di guerra
La storia della Bocconi non poté estraniarsi in quegli anni difficili
dalle vicende belliche che sconvolsero il mondo. Dal 1940 al 1945 la
48
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 49
IL
V E N T E N N I O FA S C I S TA
Bocconi subì le nefaste conseguenze del conflitto mondiale che imperversava in Europa: moltissimi studenti furono chiamati alle armi e molti non tornarono più; anche molti docenti furono coinvolti nelle operazioni militari. Più volte la città di Milano subì bombardamenti aerei e le
strutture edilizie della nuova sede, da poco inaugurata, subirono gravi
danni, tanto che spesso le lezioni e gli esami si svolsero in aule prive di
vetri, di luce e di riscaldamento per mancanza di energia elettrica.
In quegli anni il Consiglio di Amministrazione, per le difficoltà di
spostamentio, gli impegni fuori sede di diversi consiglieri e lo stato di
emergenza che pervadeva ogni attività a causa del conflitto, poté riunirsi molto raramente. Mancano persino i verbali originali di tali incontri,
che spesso si limitavano, almeno fino al 1943, alla presenza di un ristretto Comitato Esecutivo composto da Donna Javotte Bocconi, il vicepresidente Giovanni Gentile, il consigliere delegato Venino, il rettore
Paolo Greco e l’onnipresente segretario Girolamo Palazzina. Ciò che
sappiamo di quegli anni lo desumiamo solo dai verbali del Consiglio di
Facoltà e dalla copia delle moltissime lettere di Palazzina.
Per la verità le lezioni invece si svolsero abbastanza regolarmente
con i professori incaricati, che venivano riconfermati ogni anno. L’attività scientifica degli istituti continuò a svolgersi nei limiti del possibile
e si bandirono ogni anno diversi concorsi a borse di studio, sia a carico
del bilancio universitario, sia con fondi messi a disposizione da enti, società e privati. Si provvide, come sempre, a far quadrare i bilanci, nei
quali la voce “costi” si era aggravata in quegli anni per far fronte alle
spese della nuova sede, inaugurata da poco, ma già danneggiata dai
bombardamenti.
Il 25 luglio 1943 cadde il governo di Mussolini in seguito al voto negativo del Gran Consiglio e l’8 settembre il generale Badoglio firmò
l’armistizio con gli alleati.
Durante la resistenza contro il fascismo, la Bocconi si distinse come
centro di assistenza ai perseguitati del regime, di aiuto ai partigiani e ai
membri del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) e di appoggio
ai giovani in difficoltà per la lontananza dalla sede universitaria. Per
questo sia il governo militare alleato che il CNL espressero alle autorità accademiche il loro compiacimento e la loro riconoscenza per il comportamento tenuto durante gli anni della Resistenza contro il nazismo e
il fascismo.
Al lettore attento ai fenomeni storici di quegli anni potrà interessare
49
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 50
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
rileggere alcuni passi del discorso del prorettore Giovanni Demaria nel
novembre 1945, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico
1945-46.
Ne ricorderemo alcuni tratti essenziali:
La nostra Università non subì alcun collasso in seguito al grande cataclisma, come invece toccò ad altre grandi istituzioni culturali del Paese, perché in tutti i suoi
anni di vita seppe mantenere con felice intuizione un atteggiamento spirituale
sempre consono agli inarrestabili principi di libertà. [...] I suoi programmi di studio e di azione non di meno dovranno essere alquanto modificati per favorire il
più possibile l’opera di ricostruzione e i fini culturali della nuova società nazionale e per un sempre più alto prestigio dei suoi studi. [...] Non dobbiamo dimenticare la lunga schiera di bocconiani che la guerra e le barbarie hanno falciato vicino
e lontano in tutto il mondo: quanti i fucilati, i seviziati, i massacrati nei campi di
concentramento e di deportazione e quanti coloro i quali nel periodo 1940-43,
combattendo in buona fede, caddero nell’immane uragano devastatore del conflitto durissimo. Perciò sentiamo come un imperativo morale il ricordarli insieme
nella fraternità della morte, ben certi che l’esempio del loro sacrificio costituirà la
forza maggiore della pacificazione di domani. [...] Cominciano ad affluire dalle
varie parti d’Italia e dall’estero i giovani reduci dalla guerra, dalla prigionia, dai
rastrellamenti, dai campi di concentramento, non pochi minorati fisicamente, tutti con la sensibilità lacerata da una serie di prove tremende, tutti in cerca di lavoro, ma anche di fraternità e di comprensione. Essi hanno sofferto nel corso di questi duri anni, indicibili sofferenze. Partiti per salvare il Paese che onestamente credevano in pericolo, partiti per amore di Patria, per quella che essi credevano la sua
grandezza e la grandezza delle nuove italiche generazioni, non debbono dopo tanti atti di eroismo e di fede trovare il nostro animo deserto. I nostri giovani che ritornano debbono trovare fratelli che li soccorrano e un’Università che nell’esaltazione non solo del vero, ma anche del buono, faciliti loro il duro cammino della
rinascita. [...] Noi non potremo ritrovare la vera base della vita sociale se manterremo una pericolosa divisione. Senza fiducia reciproca non potremo ricostruire
l’edificio della nostra vita nazionale e statale.
Si tratta di espressioni nobili che, in quel momento difficile e in quelle
circostanze drammatiche, contribuirono a confortare gli animi e a dar
loro una speranza che, con la fraternità, il lavoro comune e l’unità di intenti, sicuramente sarebbero seguiti tempi migliori.
50
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 51
La ricostruzione e gli anni Cinquanta
R
iacquistata la libertà dal nazifascismo, il dopoguerra in Italia fu segnato da grandi fermenti di rinnovamento nello sforzo di ricostruire il Paese e di passare da un’economia di
guerra a un’economia fortemente industrializzata. Caddero finalmente anche le barriere culturali, così che le idee e le opere di insigni pensatori e letterati trovarono facile penetrazione tra i giovani, soprattutto sotto la guida di validi cultori.
La laurea in Lingue
In quegli anni la Bocconi, sotto il rettorato di Giovanni Demaria
(1945-52), diede prova di essere particolarmente attenta ai fenomeni
culturali del suo tempo e alle principali istanze provenienti dalla società in cui essa operava.
Da un lato arricchì l’esistente Facoltà di Economia con l’introduzione di nuovi insegnamenti, con il raggruppamento di questi in aree
disciplinari composite e articolate, costituendo così la premessa al nascere di nuovi istituti scientifici che avrebbero conosciuto un sempre
maggiore sviluppo negli anni futuri.
Dall’altro diede l’avvio a un’iniziativa che, proprio a Milano, centro
commerciale, finanziario e di cultura, fu particolarmente sentita: l’istituzione della laurea in Lingue e letterature straniere, nata inizialmente
come sezione della Facoltà di Economia. La Bocconi venne autorizzata, a partire dal 1947, ad aprire un corso quadriennale di Lingue e letterature straniere e vi provvide con il consueto severo impegno nello
stabilire l’ordinamento degli studi, così che anche i laureati della nuova sezione della Bocconi poterono brillantemente affermarsi nella professione e particolarmente nei concorsi per l’insegnamento nelle scuole medie e superiori.
Nel nuovo corso di laurea furono chiamati, negli anni, i più famosi
docenti delle varie discipline. Per Letteratura italiana ricorderemo
Francesco Flora, Mario Fubini, Mario Bonfantini, Ferdinando Giannessi, Ettore Bonora, Mario Marcazzan.
Per Lingua e letteratura latina ricordiamo invece Luigi Castiglioni,
Ignazio Cazzaniga, Alberto Grilli.
51
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 52
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Per le materie filosofiche citiamo Antonio Banfi, Remo Cantoni,
Vittorio Enzo Alfieri.
Le discipline storiche videro l’opera di Nino Valeri e di Franco Catalano. Infine, per le materie linguistiche, ricorderemo: per Inglese, Mario Hazon, Aurelio Zanco, Sergio Rossi, Agostino Lombardo, Claudio
Gorlier; per Tedesco, Leonello Vincenti, Piero Meriggi, Giovanni Vittorio Amoretti, Emmy Rosenfeld, Vincenzo Villa; per Filologia germanica, Vittore Pisani, Carlo Grunanger, Enzo Evangelisti, Giorgio Dolfini; per Filologia romanza, Antonio Viscardi e Carla Cremonesi; per
Francese, Ferdinando Neri, Bruno Revel, Silvio Baridon, Enea Balmas,
Carlo Bo, Pasquale Jannini, Leandro Schena, Ugo Salati e Raffaele De
Cesare; infine, per Spagnolo, Juana Granados e Giuseppe Bellini.
Durante gli anni in cui Bellini insegnò Letteratura ispano-americana, intervennero più di una volta i due premi Nobel per la letteratura
Miguel Angel Asturias e Pablo Neruda, che intrattennero gli studenti
con interessanti conferenze.
L’opinione corrente, negli anni in cui la sezione Lingue, poi divenuta Facoltà, funzionò, riteneva che essa fosse la migliore d’Italia per la
severità degli studi, per l’originalità dei metodi e dei programmi, per il
valore dei suoi docenti.
Con la Facoltà di Lingue, sorta e sviluppatasi in presenza di rettori
come Giovanni Demaria e Armando Sapori i quali, oltre che essere specialisti in materie economiche, vantavano una larga cultura umanistica,
fu favorita la creazione di un’altra biblioteca specializzata in campo linguistico-letterario che, ampliatasi negli anni, ha costituito un prezioso
patrimonio, che è anche oggi un vanto e un prestigio per l’Ateneo.
Alla riorganizzazione degli studi presso le facoltà fecero seguito anche alcuni importanti avvenimenti in quegli anni di ricostruzione materiale e morale del Paese.
Istituto Javotte Bocconi – Associazione “Amici della Bocconi”
Sul finire del 1951 l’Associazione dei Laureati della Bocconi, d’accordo con Donna Javotte Bocconi Manca di Villahermosa, prese l’iniziativa di costituire l’“Associazione Amici della Bocconi”, avente come
scopo principale gli scambi culturali con l’estero e della quale facevano parte in larga maggioranza laureati della Bocconi. A questa Associazione (alla quale venne riconosciuta la personalità giuridica con
52
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 53
LA
RICOSTRUZIONE E GLI ANNI
C I N Q U A N TA
DPR 9 novembre 1955) Donna Javotte Bocconi donò la nuda proprietà dei quattro stabili di corso Venezia 46 e 48 e di via Borghetto 2 e 6.
In conseguenza di tale donazione, dal 1955 l’Associazione assunse la
denominazione di Istituto Javotte Bocconi – Associazione “Amici della Bocconi”.
Da quegli anni, con apposita modifica dello Statuto dell’Università,
la nomina del presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo
e dei nove membri di designazione degli eredi del fondatore spetta proprio all’ Associazione “Amici della Bocconi”. Con questa modifica statutaria il vincolo d’affetto e di collaborazione fra l’Università e i suoi
laureati si consolidò ancor più.
Nuova espansione
Nel 1952 fu deciso il riscatto dal Comune di Milano, mediante pagamento di congrua somma, della sede universitaria di via Sarfatti, ricevuta a titolo di uso perpetuo “quasi gratuito” contro la cessione della
vecchia sede di piazza Statuto. Furono eseguite anche la sopraelevazione della parte centrale della sede e una radicale trasformazione delle strutture esistenti per meglio adeguarle alle crescenti necessità di spazi. Nella stessa seduta del Consiglio di Amministrazione fu deliberato
di acquistare dal Comune un’area adiacente all’Università per circa altri 5500 mq, per la costruzione di una residenza per studenti, il Pensionato universitario, sorto poi nel 1956.
La decisione di riscattare dal Comune la proprietà della sede fu importante perché costituì una necessaria premessa per l’indipendenza
dell’Ateneo. Anche la decisione di acquistare il terreno adiacente mostrò la lungimiranza dei reggitori dell’Ateneo in previsione dei sicuri
sviluppi dello stesso.
Accenniamo ora brevemente anche al bilancio della Bocconi. Come
Università libera, nel primo cinquantennio di vita non ha mai ricevuto,
né richiesto, alcun contributo da parte dello Stato; ha acquisito un consistente patrimonio immobiliare; ha basato le sue forze sulle entrate ordinarie del bilancio, e cioè sui proventi delle tasse e dei contributi studenteschi, nonché sulle rendite patrimoniali. Ma soprattutto ha saputo
suscitare intorno a sé e alle sue attività l’appoggio di società, banche,
enti e privati che l’hanno aiutata a superare i momenti difficili, a sostenere iniziative culturali e assistenziali e a garantirne lo sviluppo.
53
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 54
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
La Bocconi compie 50 anni – Il rettorato Sapori
Il 15 dicembre 1952 la Bocconi celebrò il 50° anniversario della sua
fondazione.
La cerimonia accademica si svolse nell’Aula Magna dell’Ateneo,
alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi e delle
massime autorità politiche, civili e culturali, nonché di molti laureati e
studenti. Fra gli interventi ricordiamo quello del rettore Armando Sapori, succeduto nella carica a Giovanni Demaria.
Egli richiamò il “concetto di Università libera, che non significa soltanto non statale, ma indipendente nel suo orientamento didattico e
scientifico, Università che in cinquant’anni ha preparato gran parte degli uomini che in tutti i settori della vita economica del Paese hanno dato un’impronta personale”.
Il Capo dello Stato espresse il suo compiacimento, il suo ringraziamento e il suo augurio per le fortune dell’Ateneo e per l’ottima riuscita della cerimonia, nel corso della quale “si era sentito profondamente
commosso nel ritrovarsi fra le aule di un Ateneo dove aveva insegnato
per tanti anni e fra tante persone che in passato aveva avuto come colleghi o come allievi”.
In quella circostanza fu pubblicata una pregevole Storia della Bocconi opera di Tullio Biagiotti.
Quattro anni dopo, anche l’Associazione dei Laureati celebrò nel
1956 il suo 50° anniversario di fondazione nel corso di un’importante cerimonia in cui tennero memorabili discorsi celebrativi il rettore dell’epoca, Sapori, e il presidente dell’ALUB, Croccolo, che rievocò cinquant’anni di storia dell’istituzione. Nella stessa occasione fu anche inaugurata la lapide dei Caduti per la Patria nel secondo conflitto mondiale.
Negli anni Cinquanta furono in piena attività gli Istituti di Economia
politica, di Statistica, di Diritto comparato, di Storia economica, di Economia aziendale, di Economia delle aziende industriali e commerciali,
che erano sorti negli anni precedenti, e il nuovo Centro per la Ricerca
operativa.
Il Pensionato
In quegli anni, in considerazione dell’aumentata popolazione studentesca, proveniente da tutte le regioni d’Italia e dall’estero, il Consi54
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 55
LA
RICOSTRUZIONE E GLI ANNI
C I N Q U A N TA
glio di Amministrazione dell’Università sentì l’esigenza di offrire ai
giovani una valida esperienza di vita in comune in un ambiente confortevole e funzionale.
Fu costruito pertanto un edificio, progettato dall’arch. Reggiori, nelle adiacenze della sede centrale, sull’area in precedenza acquisita, capace di ospitare 360 studenti in camere singole. Il Pensionato studentesco disponeva di sale di soggiorno e di studio comuni, di un salone attrezzato per manifestazioni cinematografiche, teatrali e culturali e di
due palestre. Era inoltre dotato di una mensa, di una biblioteca interna
e di un ambulatorio medico. Il Pensionato, entrato in esercizio con l’anno accademico 1956-57 e costato complessivamente 800 milioni (arredamento compreso), è stato gestito direttamente dall’Università. Fu nominato direttore Italo Munari, segretario dell’Ateneo, successivamente
però il Pensionato si è rivelato insufficiente a far fronte alle richieste di
ospitalità, per cui il Consiglio di Amministrazione si è impegnato a rivedere il suo programma di investimenti immobiliari e ad ampliare i
collegi universitari, obiettivo raggiunto soltanto nel 2002.
Nuovi sviluppi e nuovi corsi
Possiamo concludere che, negli anni Cinquanta, la Bocconi ha continuato a dedicare particolari cure alle sue facoltà nell’intento di corrispondere sempre più alle esigenze degli studenti e dei docenti sviluppando corsi, seminari, esercitazioni e ricerche, potenziando le due biblioteche e ampliando la gamma di borse di studio per studenti meritevoli e per laureati e assistenti, attività questa che ha sempre caratterizzato la nostra Università sin dalla sua fondazione.
Non va dimenticato che negli anni precedenti gli immobili avevano
subito notevoli danni per gli eventi bellici e che la Bocconi non poté ottenere alcun intervento da parte dello Stato per il ripristino delle strutture danneggiate. A tali incombenze dovette provvedere l’amministrazione
con mezzi propri senza poter usufruire dei provvedimenti delle leggi sui
danni di guerra, come invece avvenne per le università dello Stato.
Presso la Facoltà di Economia fu istituito un corso di perfezionamento in Economia aziendale per la formazione dei quadri direttivi d’azienda che, dal 1954 al 1970, funzionò egregiamente, con notevole partecipazione di laureati e con l’apporto didattico e scientifico di validi
docenti. Il corso fu il primo tentativo di assicurare ai laureati una for55
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 56
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
mazione culturale e professionale permanente e costituì la base per la
fondazione, nel 1971, della nuova Scuola di Direzione Aziendale
(SDA).
Il CdA negli anni Cinquanta
Il 2 maggio 1957, Donna Javotte Bocconi decise di lasciare la presidenza effettiva del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo per
mantenere soltanto la presidenza onoraria. A lei successe Furio Cicogna e fu nominato consigliere delegato Alessandro Croccolo; l’on. Giuseppe Pella divenne vicepresidente in rappresentanza del Ministero della Pubblica Istruzione dal 28 febbraio 1955. Il nuovo Consiglio di Amministrazione era composto anche da personalità di rilievo, come Alessandro Casati, Carlo Faina, Paolo Greco, Gustavo Del Vecchio, Giovanni Battista Migliori, Virgilio Ferrari, Gaetano Marzotto di Valdagno,
Giordano Dell’Amore, Carlo Corti; altri ancora si aggiunsero nel corso del decennio in esame, come Raffaele Mattioli, Eugenio Radice Fossati, Alberto Ferrante, Giacomo Zonchello, Virgilio Bontadini, Giuseppe Corridori e Dino Cardarelli.
Le Associazioni studentesche
Anche la brillante associazione studentesca, denominata Circolo
Bocconiano, istituita nel 1947, ebbe vita felice negli anni Cinquanta e
svolse attività di feconda collaborazione con le autorità accademiche
in tutti i settori di sua particolare competenza. A proposito del Circolo Bocconiano e dello spirito goliardico che animava quegli studenti e
il loro organismo rappresentativo, si può piacevolmente accennare all’istituzione, nel 1949, dell’Ordine Goliardico della Taula, per rinsaldare i vincoli di amicizia fra gli studenti di quegli anni.
L’Ordine era legato al Circolo Bocconiano, il cui presidente diveniva contemporaneamente Gran Manovaldo dell’Ordine. I consiglieri
del Circolo divenivano Camerari e, scaduti dalla loro carica, entravano a far parte della Classe dei Campsores e infine dei Rationatores.
Lo stemma dell’Ordine era diviso in 4 quadranti. Nel primo erano
effigiati due Calamari cum penna in ricordo degli antichi notai; il secondo era di colore rosa come il berretto goliardico degli studenti di
Economia; il terzo era di colore rosso, della Facoltà di Lingue stranie56
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 57
LA
RICOSTRUZIONE E GLI ANNI
C I N Q U A N TA
re; nel quarto era raffigurato un pellicano, simbolo dell’Università.
L’Ordine, ricco di vitalità e di entusiasmo in più occasioni, non ebbe
però lunga vita e non l’ebbe neanche la stessa goliardia bocconiana.
Così pure l’AISEC (Associazione Italiana degli Studenti di Scienze Economiche e Commerciali) ha favorito numerosi stage per studenti e laureati per permettere loro di compiere un tirocinio presso
aziende italiane e straniere. Ha poi continuato negli anni successivi, e
con risultati sempre maggiori, la sua preziosa attività a favore degli
studenti.
Altrettanto benemerita e importante fu l’attività del CRUE (Centro
Relazioni Universitarie con l’Estero), che avviò fortunate iniziative di
scambi di studenti italiani all’estero con sconti e facilitazioni varie.
Infine, ricordiamo le numerose riviste legate alla Bocconi: oltre al
già citato Giornale degli Economisti – Annali di Economia, elenchiamo Prospettive economiche, Rivista del Diritto Commerciale, Rivista
Italiana di Scienze Commerciali, La Borsa valori, Letterature Moderne,
Rivista del diritto industriale, Il Risparmio. Esse testimoniano in quegli
anni la vitalità dell’Ateneo, l’intelligente attività dei loro direttori e collaboratori nell’elaborazione delle ricerche e degli studi pubblicati.
Studenti e laureati nel decennio
Agli inizi degli anni Cinquanta gli studenti di Economia erano
1.528, più 700 fuori corso. Quelli di Lingue e letterature straniere erano 1.955, più 320 fuori corso. Alla metà del decennio gli iscritti in corso e fuori corso erano 1.860 a Economia e 2.400 a Lingue. Al termine
del decennio, gli studenti di Economia erano in totale 2.300 e quelli di
Lingue 2.450. I laureati erano circa 150 all’anno in Economia e circa
200 all’anno in Lingue. Molti laureati di quegli anni oggi occupano importanti posti di ruolo nella carriera universitaria. Altri ancora occupano posizioni di prestigio a capo di aziende, di banche e di enti pubblici
e privati. Tutti sono fieri di essere bocconiani e grati alla loro Università per la formazione ricevuta.
Alla fine del decennio, collocato a riposo Girolamo Palazzina, sono
stati chiamati alla direzione amministrativa Carlo Baccarini (poi divenuto consigliere delegato nel 1968) e alla segreteria generale Enrico
Resti (poi divenuto direttore amministrativo nel 1970-71), entrambi
provenienti dall’Università Statale di Milano.
57
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 58
Gli anni Sessanta
G
li anni Sessanta sono da considerarsi molto importanti nella
storia dell’Università Bocconi per diversi motivi. Rinnovata
nei suoi organi direttivi e amministrativi, nei suoi corsi di insegnamento nelle due Facoltà e nel suo corpo docente con l’aumento dei professori di ruolo e incaricati, assistenti e lettori,la nostra università vide in quegli anni il potenziamento e la nuova sistemazione della biblioteca che, dai ristretti spazi della sede di via
Sarfatti, poté definitivamente trasferirsi in ambienti idonei ad accogliere studenti e studiosi.
Nuovi spazi
La necessità di nuovi spazi per le accresciute iniziative didattiche e di ricerca richiese la costruzione, nel 1966, sul terreno posto
tra le vie Sarfatti, Sabbatini e Gobbi, di un nuovo complesso edilizio, opera di Giovanni Muzio, in cui ebbero sede la biblioteca, gli
istituti scientifici, l’Aula Magna, oltre a vari servizi generali.
Il nuovo edificio occupa un’area coperta di 2.885 mq e in esso
furono inizialmente sistemati diversi istituti scientifici, dotati di locali di studio per il direttore e gli assistenti, di sale per riunioni e
seminari e biblioteche specializzate. La loro ampiezza era allora
ritenuta sufficiente anche per gli inevitabili futuri sviluppi dell’Ateneo, ma i tempi successivi hanno dimostrato che, per l’eccezionale crescita del numero degli studenti e dei docenti, la nuova sede
era sottodimensionata.
La biblioteca poté godere di un moderno magazzino librario capace di accogliere circa un milione di volumi. Ebbe inoltre a disposizione una vasta sala di consultazione, diverse aule di studio,
sale di lettura per riviste e periodici e ambienti appositi per schedari e attrezzature tecniche, nonché locali per gli uffici.
Nel nuovo complesso edilizio trovò anche posto l’Aula Magna
che fino al 2008, e in parte ancora oggi, viene utilizzata non solo
per alcune cerimonie accademiche, ma soprattutto per manifestazioni di alto interesse culturale nell’ambito delle attività scientifi58
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 59
GLI
ANNI
S E S S A N TA
che della Bocconi, come ad esempio congressi, conferenze, convegni, spettacoli e manifestazioni artistiche.
L’edificio di via Gobbi venne realizzato, malgrado non poche
difficoltà tecniche dovute alla sua modernissima struttura, in poco
più di due anni e il suo costo superò il miliardo e seicento milioni,
interamente coperti con uno sforzo finanziario veramente notevole di cui va dato merito al Consiglio di Amministrazione e al presidente dell’epoca Furio Cicogna.
Contemporaneamente alla costruzione e all’entrata in funzione
del nuovo complesso, si è provveduto a un riassetto della sede in
via Sarfatti per ricavarne nuovi e più ampi locali didattici in rapporto all’aumentata popolazione studentesca.
È importante ricordare i fatti salienti che hanno caratterizzato in
quegli anni l’attività della nostra istituzione, svoltasi sotto il rettorato di Armando Sapori, che rimase in carica fino al 1967.
Un primo avvenimento di rilievo fu la costruzione della chiesa
di S. Ferdinando, attigua alla Bocconi, voluta sin dal 1958 da Donna Javotte Bocconi Manca di Villahermosa, posta a disposizione
della Curia milanese, che provvede, tuttora, al suo funzionamento
senza interferenze né oneri da parte dell’Università. Essa fu inaugurata il 30 maggio 1962 dal Cardinale Arcivescovo di Milano
Giovanni Battista Montini.
Problemi economici e finanziari
Agli inizi degli anni Sessanta tornò a presentarsi all’attenzione
degli amministratori dell’Ateneo anche il problema economico-finanziario. La situazione infatti risultava tale da destare preoccupazioni: come è noto, le entrate dell’Università erano costituite dalle
rendite del capitale di fondazione investito in titoli di Stato, dal gettito delle tasse e infine da modestissimi contributi degli enti locali. Le tasse scolastiche, in ogni caso, nonostante qualche aumento
successivamente intervenuto, non coprivano che parzialmente l’effettivo costo di ogni studente. Le rendite patrimoniali si ridussero
rapidamente a pura espressione contabile e i contributi degli enti
locali non subirono alcuna rivalutazione.
A questo punto si dovette far ricorso alla sensibilizzazione, oltre che del Ministero, degli enti locali e delle principali aziende,
59
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 60
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
anche dei laureati e degli studenti, per superare il momento di crisi. In quegli anni fecero più volte sentire la loro voce in pubbliche
manifestazioni il presidente Cicogna, il consigliere delegato Croccolo e anche il rettore Armando Sapori. In più occasioni fu messa
in chiaro la natura giuridica dell’Università Bocconi, che era stata
un’università privata all’atto della sua fondazione, ma che, dopo il
riconoscimento da parte dello Stato del suo titolo accademico
avente pieno valore legale, come quello rilasciato dalle Università
statali, doveva essere ad ogni effetto considerata alla stregua di
quelle per le pubbliche funzioni svolte e per le sue finalità istituzionali e, di conseguenza, anche meritevole di interventi finanziari da parte del Ministero, sia pure a titolo straordinario. Anche perché con la sua attività la Bocconi sgravava lo Stato dalle spese per
istruire e formare gli studenti, che in quegli anni ammontavano a
circa 1 milione all’anno ciascuno, mentre le tasse versate non superavano la cifra di 250.000 lire.
Si chiariva così in modo definitivo quali fossero il ruolo e la posizione dell’Università Bocconi rispetto al sistema dell’istruzione
nazionale superiore. In quanto istituzione libera, la Bocconi era
parte dello stesso meccanismo nazionale: rilasciava titoli identici a
quelli delle altre università, aveva docenti di ruolo e si uniformava
alle direttive organizzative, programmatiche e di contenuti provenienti dal Ministero, conservando però una propria autonomia amministrativa ed economica, che le permetteva di fornire servizi e
“prodotti” di alta qualità. Veniva dunque a configurarsi come fornitrice di un servizio alla collettività e proprio in riconoscimento di
questo particolare ruolo, socialmente rilevante, si riteneva che dovesse ottenere quelle facilitazioni che le permettessero soprattutto
di estendere la propria offerta anche agli studenti che non potevano direttamente sostenerne i costi.
Continua la politica di rinnovamento
Nonostante le difficoltà del bilancio, l’Università Bocconi proseguì nella politica di rinnovamento e potenziamento delle attrezzature didattiche e scientifiche, di ampliamento delle strutture edilizie, di
aumento del numero dei docenti di ruolo e infine di assistenza agli
studenti meritevoli, con particolare attenzione all’attuazione del di60
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 61
GLI
ANNI
S E S S A N TA
ritto allo studio, con concessioni di esoneri dalle tasse, e attraverso
numerose borse per vitto e alloggio presso il Pensionato universitario, borse di perfezionamento all’estero, sussidi, premi di laurea, prestiti sull’onore, sia a carico del bilancio universitario che di quello
dell’Associazione “Amici della Bocconi”, dell’Opera Universitaria,
di enti e di privati.
Con legge 4 febbraio 1963, n. 80 fu istituito l’assegno universitario di studio, il cosiddetto presalario, i cui risultati furono però discutibili perché una gran quantità di denaro pubblico venne male impiegato, sia per l’inadeguatezza di molte strutture, come i collegi
universitari destinati all’assistenza degli studenti, sia per i diversi criteri di valutazione del merito scolastico e del bisogno, in uso presso
le diverse facoltà delle università italiane. La legge fu infatti emanata in tempi e modi affrettati, risentì lo stimolo di fatti contingenti, in
prossimità di elezioni politiche, con speculazioni da parte di tutti i
partiti per attribuirsi la maggior parte dei meriti.
L’azione di adeguamento delle strutture continuò per tutto il decennio. Già agli inizi degli anni Sessanta era stata avanzata al Comune una richiesta di cessione di un terreno situato a nord dell’attuale Pensionato universitario per fare posto a nuove aule e a nuovi
istituti. Il terreno fu ottenuto, solo in parte, dieci anni dopo, nel 1973.
Fu recintato molto a fatica per gli ostacoli frapposti da studenti contestatori, da occupanti abusivi e da gruppi di abitanti della zona; soltanto nel 1983 poté avviarsi la costruzione di un nuovo complesso
edilizio, destinato nel 1986 a sede della Scuola di Direzione Aziendale e degli Istituti di discipline aziendali. L’edificio fu progettato e
seguito con particolari cure dall’ing. Vittore Ceretti, noto e apprezzato professionista milanese.
Ci piace anche ricordare che, in quegli anni, operò attivamente,
come si è detto, il Circolo Bocconiano, con spirito di sana goliardia,
che purtroppo però scomparve alcuni anni dopo. Ricorderemo il periodo in cui ad animare le iniziative studentesche e la loro Associazione vi furono giovani come Nuccio Ambrosino, Nanni Svampa,
Ugo Ricci, Piero Di Gioacchino, Sandro Di Tonno e Giovanni Giuratrabocchetta: alcuni di loro offrirono alla comunità bocconiana
un’applauditissima rivista, un musical, con parodie, lazzi e canzoni
sui protagonisti della vita dell’Ateneo di cui fu fatta la caricatura con
molto gusto e senso umoristico.
61
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 62
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Studenti, docenti e laureati
Quanto al numero degli iscritti, alla metà degli anni Sessanta gli studenti di Economia erano arrivati a 2.720 e quelli di Lingue a 3.300, per
un totale di 6.020 unità.
Al termine del decennio gli studenti erano in totale 6.110, di cui
3.230 di Economia e 2.880 di Lingue (calo dovuto alla sospensione dei
corsi).
Agli istituti scientifici costituiti in precedenza si aggiunsero quello
di Finanza, diretto da Aldo Scotto, e quello di Matematica generale e finanziaria, diretto da Giovanni Ricci ed Eugenio Levi. Tutti gli istituti furono fervidi di iniziative didattiche e culturali e di attività scientifiche,
testimoniate dalle numerose pubblicazioni dei direttori e dei loro collaboratori.
L’Università in quegli anni si era inoltre arricchita dell’opera di nuovi validi docenti come Ariberto Mignoli, Luigi Guatri, Cesare Grassetti, Napoleone Rossi, Aldo Pagani, Angelo Pagani, Aldo Scotto, Egidio
Tosato, Paolo Biscaretti di Ruffia, Luigi Mengoni, Tancredi Bianchi,
Arnaldo Mauri.
Quegli anni furono caratterizzati dal sorgere dell’esigenza di una riforma degli studi di fronte alle istanze di una società in rapido mutamento. Ci si avviava alla fine del decennio verso quelle agitazioni studentesche che avrebbero vanificato ogni tentativo di riforma equilibrata e avrebbero coinvolto il paese in un periodo di tensioni politiche
e sociali.
Erano anche gli anni del boom economico, in cui ciascun laureato in
Economia e Commercio della Bocconi aveva l’imbarazzo della scelta
del proprio lavoro fra una settantina di posti a disposizione sul mercato.
Gli anni Sessanta furono anche quelli degli interventi di un grande
rettore e storico di fama, Armando Sapori, sempre vigile sui problemi
dell’Ateneo, sempre vicino ai suoi studenti, prodigo di consigli e di
esortazioni a quanti vivevano nell’università, che egli considerava una
grande famiglia, nella quale ognuno avvertiva la responsabilità di impegnare, con la sua opera, l’intera istituzione. Per lui il segreto delle
fortune bocconiane consisteva proprio in quella “comunione di sentire, di volere e di agire” che era la caratteristica della Bocconi in quegli anni. Più tardi, dai contestatori fu accusato di paternalismo e di
conservatorismo, ma certo la sua retta coscienza, il suo esempio di
62
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 63
GLI
ANNI
S E S S A N TA
onestà, di attaccamento al dovere di docente e di educatore lo hanno
posto nella storia dell’Università Bocconi come un rettore capace di
preparare degli uomini, di valorizzarne le qualità e le potenzialità, di
formarne la personalità, sia sotto l’aspetto culturale e professionale
che sotto quello morale.
Lutti universitari
Ci sembra doveroso ricordare che in quegli anni sono scomparse
persone che, con il loro insegnamento e la loro attività, hanno onorato l’Università Bocconi, come Bruno Revel, Gino Zappa, Luigi Einaudi, Giorgio Mortara, Eugenio Levi, Luigi Castiglioni, Francesco
Flora e Mario Marcazzan.
Un cenno particolare meritano Donna Javotte Bocconi e Alessandro Croccolo.
La prima, vedova di Ettore Bocconi, fu presidente dell’Ateneo
dal 1932 al 1957 e presidente onorario sino alla sua morte, avvenuta il 17 gennaio del 1965. Donna di squisiti sentimenti e di grande
fermezza, legò i suoi beni all’Università e dedicò ad essa le sue attenzioni e le sue cure con encomiabile impegno tanto che nel 1956
le venne conferita da parte del presidente della Repubblica la medaglia d’oro dei Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte. Del
resto si distinse sempre per molte opere di carità e per una profonda
sensibilità verso i problemi dei poveri, dei malati e degli emarginati.
Il generale riconoscimento della sua bontà fu consacrato nella attribuzione fattale nel 1963 del Cuor d’oro, premio istituito da Angelo
Motta “per chi eccelle nella generosità dell’animo”.
Armando Sapori commemorò la sua morte con toccanti e commosse parole: “La sua bella figura, aristocratica e umana, resterà nei
nostri cuori fino a che vivremo, e in quelli dei bocconiani che verranno dopo di noi. Una luce, Donna Javotte Bocconi, che non si è
spenta con la sua morte, ma che vive e aleggia sempre intorno a noi,
grazie a questa imperitura testimonianza della sua grande fede”.
Alessandro Croccolo è scomparso, dopo lunga e grave malattia,
il 15 febbraio 1968. Più volte abbiamo accennato alla sua opera e alle sue iniziative in Bocconi. Laureato nel 1906, era sempre rimasto
legato alla “sua” Università da vincoli di affetto e di collaborazione
per oltre sessant’anni, dedicandole disinteressatamente, e spesso con
63
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 64
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
personale sacrificio, gran parte della sua attività e dei suoi beni, partecipando fattivamente al governo amministrativo e finanziario dell’Ateneo e contribuendo a portarlo ai più alti livelli di prestigio.
La sospensione della Facoltà di Lingue
Alla fine degli anni Sessanta fu presa dal Consiglio di Amministrazione una decisione importante: la sospensione prima temporanea e poi
definitiva dei corsi presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere. Le
autorità accademiche si trovarono di fronte a una complessa serie di
problemi che richiesero decisioni dolorose ma inevitabili.
Innanzitutto, il costante incremento di iscrizioni che aveva portato la
Facoltà di Lingue a superare quella di Economia prospettava il mutamento della originaria natura della Bocconi, nata come istituto finalizzato allo studio dell’economia. La liberalizzazione degli accessi alle
università avrebbe poi condotto a un ulteriore incremento e le strutture
bocconiane non sarebbero state in grado di farvi fronte. Si rischiava, insomma, di importare quella serie di elementi di disagio che già stava
iniziando a pesare su tutto il sistema universitario italiano.
Si aggiunga che la sovrabbondanza di laureati in lingue minacciava
di incrementare la disoccupazione, poiché il mercato non dava segnali
di nuove capacità di assorbimento.
Queste difficoltà pesavano anche sul clima interno, causando una
conflittualità assai difficile da gestire e che poteva divenire endemica.
Le autorità accademiche presero pertanto la dolorosa decisione di
sospendere, a partire dall’anno accademico 1969-70, i corsi della Facoltà, pur assicurando a tutti gli allievi la possibilità di giungere sino alla laurea. Tornarono a dedicare, invece, i propri sforzi e le proprie cure
al settore dell’economia, del diritto e della gestione aziendale, secondo
i principi dettati dal fondatore e mai venuti meno nel corso degli anni.
La decisione suscitò ovviamente disappunto e dispiacere fra i docenti e gli studenti; seguirono momenti di tensione, fortunatamente risolti con molto buon senso e comprensione da parte di tutti.
Comunque la Facoltà, nei venticinque anni della sua attività, lasciò
un ricordo incancellabile per il valore dei suoi docenti e per lo zelo e il
profitto dimostrato dalle diverse migliaia di allievi, in maggioranza
donne, che si sono laureati e che hanno onorato nella professione il nome prestigioso della loro Università.
64
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 65
Il Sessantotto e la contestazione
E
ntriamo in un capitolo difficile e delicato per la storia non solo della Bocconi, ma di gran parte delle università italiane.
Quella che fu definita la contestazione studentesca aveva avuto le sue origini qualche anno prima del famoso Sessantotto (che
poi avrebbe simbolicamente dato il nome a tutto il movimento sviluppatosi anche negli anni successivi), inizialmente negli USA e
coinvolgendo in seguito gran parte del mondo occidentale. Il movimento degli studenti finì per coinvolgere, ideologicamente e politicamente, le istituzioni universitarie, scolastiche e produttive,
non solo del nostro Paese.
Le iniziali rivendicazioni, spesso comprensibili e condivisibili
in campo strettamente universitario, finirono successivamente per
radicalizzarsi su posizioni a volte estreme, dando vita a gruppi, associazioni e organizzazioni fortemente ideologizzate.
Iniziava così un lungo e tormentato periodo di conflitti sociali
che sarebbe durato per anni e che purtroppo avrebbe portato alcune frange alla scelta terrorista.
La contestazione, ricca di spinte e di fermenti nuovi e di aspetti positivi sul piano culturale, si fece via via faziosa e ostile verso
la cultura dominante e si tradusse anche in manifestazioni di piazza e in opposizioni spesso violente contro i cosiddetti baroni, contro gli esami, contro la goliardia degli anni precedenti.
Si chiesero e si ottennero promozioni facili, esami di gruppo, autogestioni durante le frequenti occupazioni degli Atenei; vi furono anche cedimenti da parte di alcuni docenti con la concessione di piani
di studio di libera scelta da parte degli studenti, con la sostituzione di
esami fondamentali e importanti per la propria formazione con altri
più facili e anche estranei al curriculum originario.
Il Sessantotto lasciò tracce profonde anche in Bocconi e, negli
anni immediatamente successivi, numerose furono le occupazioni
per protestare contro l’autoritarismo e il conservatorismo degli organi di governo dell’Ateneo, contro le norme di legge e i regolamenti, contro le tasse, gli esami, gli insegnanti e gli insegnamenti,
che non risultavano in sintonia con le nuove idee.
La già difficile situazione avrebbe poi raggiunto punti dramma65
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 66
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
tici quando il 23 gennaio 1973, nella tarda serata, fuori dall’Università, fu ferito in seguito a uno scontro con la polizia uno studente del Movimento studentesco, Roberto Franceschi, che morì
pochi giorni dopo fra lo sgomento e il compianto generale. Gli animi si infiammarono, la protesta aumentò e con essa le occupazioni e le violenze.
Solo il tempo consentì che la situazione si normalizzasse e che
l’attività universitaria, sospesa per un mese dalle autorità accademiche per l’inagibilità della sede, riprendesse.
A mitigare la violenza della protesta studentesca, portatrice di
fermenti nuovi, contribuì certamente il confronto che seguì tra le
forze estremamente innovatrici con altre, per così dire conservatrici, e proprio dallo scontro/incontro di queste due forze uscirono risultati positivi.
A più di trent’anni di distanza da quel tormentato periodo, studiosi e sociologi discutono e tentano di spiegare le cause e gli effetti di quella esplosione del disagio giovanile.
Non è questa la sede per riferire i loro pareri e i tentativi, da una
parte, di rivalutare l’importanza e il significato di quei “formidabili anni” (come li definì Mario Capanna) e, dall’altra, di valutare gli
effetti negativi, come da tante altre parti si sostiene, arrecati alla
scuola, alla società e alla cultura dal fenomeno esploso in quegli
anni.
È comunque opportuno ricordare, i danni causati, non solo al
funzionamento delle università, ma agli studenti stessi, dalla famosa legge del 1969 sulla liberalizzazione degli accessi alle varie facoltà universitarie con qualsiasi diploma di scuola media superiore, legge emanata senza prima provvedere a eliminare l’inadeguatezza delle strutture universitarie.
Gli anni più difficili furono comunque quelli del rettorato di
Giordano Dell’Amore (1967-73), di Gianguido Scalfi (1973-75) e
quelli in cui Innocenzo Gasparini fu preside della Facoltà di Economia e poi rettore (1975-84). Anni che tuttavia videro anche la ripresa. La presidenza dell’Ateneo fu nelle mani ferme di Furio Cicogna, una delle figure più rappresentative della storia dell’Università Bocconi e, dopo la sua morte, avvenuta nel dicembre del
1975, in quelle di Giovanni Spadolini, della cui opera si parlerà a
lungo.
66
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 67
Gli anni Settanta
L
a prima metà degli anni Settanta fu ancora contrassegnata
dalle agitazioni studentesche, aggravatesi via via nel tempo
con il tragico episodio della morte dello studente Roberto
Franceschi nel gennaio del 1973, con le numerose occupazioni dell’Ateneo da parte degli studenti del Movimento studentesco per i
motivi più diversi, con la posa di una bomba incendiaria nella biblioteca, fortunatamente scoperta prima che scoppiasse, e di un ordigno esplosivo che danneggiò i locali del Centro di calcolo pochi
anni dopo. Alle istanze degli studenti, alle richieste e, talvolta, alle
pretese di cambiamento, l’Università Bocconi rispose subito con
alcune iniziative di grande rilievo.
La riforma degli studi
Sensibile alle esigenze dei tempi e della vita economica del Paese la Bocconi provvide, ancora una volta prima fra gli Atenei italiani, a compiere un’incisiva riforma degli studi della Facoltà di
Economia con l’istituzione, accanto alla vecchia laurea in Economia e Commercio, che è rimasta in funzione ancora per qualche
anno, di due nuovi corsi di laurea: in Economia politica e in Economia aziendale. Essi, articolati in diversi indirizzi, hanno consentito agli studenti di realizzare e migliorare le proprie capacità e
aspirazioni e di raggiungere anche una specializzazione sempre più
richiesta dall’evoluzione della società.
La vecchia laurea, infatti, offriva allo studente poca libertà di
scelta fra le diverse discipline, inquadrate in un rigido piano di studi, divenuto disarmonico rispetto alla veloce dinamica della vita
economica e sociale. Pertanto i responsabili dell’Ateneo, resisi
conto della difficoltà di preparare adeguatamente le giovani generazioni seguendo l’ordinamento tradizionale della Facoltà, dopo un
attento e approfondito studio cui presero parte le varie componenti universitarie, risolsero di operare un rinnovamento rispetto al
passato introducendo, accanto alle materie fondamentali, formative e istituzionali, nuove discipline moderne e specializzate.
Inoltre, la Bocconi in quegli anni intravide, nel quadro del pro67
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 68
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
cesso di integrazione europea, l’urgenza di preparare giovani capaci di affrontare i complessi problemi della Comunità. E non vi è
dubbio che la Bocconi sia stata l’università più idonea a svolgere
un compito del genere, puntando alla creazione di laureati capaci
di inserirsi nel mercato del lavoro non solo italiano, ma europeo e
occidentale.
Il nuovo ordinamento dei corsi di laurea prevedeva, dopo tre semestri di base, comuni a tutti gli indirizzi, con insegnamenti a contenuto prevalentemente formativo nel campo storico, economico,
giuridico e matematico, materie di insegnamento fondamentali e
opzionali, proprio al fine di dare una maggiore possibilità di scelta agli allievi. Accanto alle lezioni tradizionali, hanno poi trovato
posto numerose esercitazioni, attività seminariali, ricerche e discussioni di gruppo presso gli istituti. Infine l’Università Bocconi,
che da tempo era collegata a calcolatori di grande potenza, si attrezzò per fruire direttamente in loco di un proprio calcolatore
adatto a finalità didattiche e di ricerca, per migliorare il lavoro di
formazione già felicemente avviato. La portata delle innovazioni
introdotte con le lauree specializzate ha poi permesso di ovviare al
divario troppo sensibile fra i progressi realizzati nella politica di
gestione delle aziende e l’insegnamento universitario, rimasto inadeguato ai tempi e alle istanze dell’economia interna e internazionale, delle forze produttive, degli operatori economici e del mondo
del lavoro.
La SDA e il DES
Nel 1971 la Scuola di Perfezionamento in Economia Aziendale
per la formazione dei quadri direttivi di azienda fu trasformata in
Scuola di Direzione Aziendale (SDA), rinnovata nei programmi e
nell’impostazione didattica; essa diede vita a un corso Master in
Direzione aziendale intensivo, a tempo pieno, per i manager del
domani, e a un corso biennale serale di Economia e gestione d’azienda, di general management.
Nel 1974 fu poi istituito il DES, corso di laurea di durata quinquennale in Discipline economiche e sociali, per promuovere la ricerca integrata con la partecipazione di economisti, sociologi, giuristi e storici al fine di offrire agli allievi una preparazione storico68
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 69
GLI
ANNI
S E T TA N TA
filosofica oltre che economica, aperta a tutta la problematica internazionale. Tale corso di laurea, portato poi a quattro anni, rimarrà
in funzione fino alla fine degli anni Novanta, per essere poi ripristinato nel 2001, incorporando anche il corso di laurea in Economia politica.
La struttura didattica e di ricerca
Negli anni Settanta la Bocconi, oltre a far fronte all’aumento del
numero degli studenti adeguando i suoi insegnamenti alle nuove
esigenze delle professioni e della formazione culturale, ha accresciuto l’impegno nella ricerca, divenuta sempre più legata a un lavoro di équipe. Ha poi aumentato sensibilmente il numero dei docenti di ruolo, portando una felice innovazione nella storia dell’università che, in passato, attingeva invece largamente ai docenti di
altre università. Ha cioè curato la formazione di giovani studiosi
per la ricerca di base e applicata, i quali, raggruppati in figure diverse (borsisti, contrattisti, ricercatori), hanno in parte sostituito gli
antichi assistenti e sono divenuti poi, a loro volta, docenti.
In seguito, precorrendo i provvedimenti ministeriali per le università statali, ha inserito fra i professori di ruolo e i giovani ricercatori una figura intermedia, ma di sicura dignità scientifica, come
quella del professore associato, e cioè un docente con esperienza di
insegnamento e con doti di studioso e di ricercatore comprovate da
requisiti di carriera e da un insieme di pubblicazioni valide, previo
naturalmente il superamento di un apposito concorso pubblico.
Ricordiamo inoltre un provvedimento di estrema importanza
adottato dalle autorità accademiche e di governo dell’Ateneo in
quegli anni: l’attuazione della sperimentazione dipartimentale, che
ha avuto applicazione sin dal 1975 con l’istituzione di due dipartimenti anticipando così di cinque anni la legislazione nazionale.
Nel 1974 si procedette alla ristrutturazione dell’Istituto di Economia delle Fonti di Energia, la cui fondazione risaliva al 1957
quando, ancora una volta precorrendo, come spesso le è accaduto,
i tempi, la Bocconi comprese l’importanza dei problemi connessi
all’economia delle fonti di energia e promosse così studi e ricerche
in questo specifico settore sotto la guida di Sergio Vaccà.
Sorsero poi altri istituti e centri con l’obiettivo di coprire diffe69
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 70
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
renti aree di ricerca: l’Istituto di studi economici e sociali per l’Asia Orientale (ISEAO), il Centro per lo studio dei problemi dell’economia del lavoro (CESPEL), il Centro di ricerche economicoaziendali (CREA), il Centro di studi sul Commercio (CESCOM),
l’Istituto di studi latino-americani (ISLA), il Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria (CERGAS), il Centro di ricerche sull’organizzazione aziendale (CRORA), il Centro di ricerche
sull’economia del settore pubblico (ECONPUBBLICA), l’Istituto
di Economia delle Aziende di Credito, l’Istituto di Metodi Quantitativi, in sostituzione del vecchio Istituto di Statistica, e più tardi,
in memoria del presidente Furio Cicogna, anche il Centro di Studi
sull’Imprenditorialità.
Nuovi professori di ruolo videro l’inquadramento presso la
Bocconi da altre sedi universitarie. Alcuni erano già stati incaricati da anni presso la nostra Facoltà, come Luigi Guatri, Innocenzo
Gasparini, Aldo De Maddalena, Adalberto Predetti, Ettore Lorusso, Tancredi Bianchi, Roberto Ruozi, Vittorio Coda e Gianguido
Scalfi.
Nel Consiglio di Amministrazione di quegli anni spiccano i nomi di Paolo Baffi, Senatore Borletti, Alighiero De Micheli, Giovanni Falck, Eugenio Radice Fossati, Marcello Segre, Vincenzo
Cazzaniga, Emanuele Dubini, Carlo Faina, Francesco Cingano,
Mario Pedini, Giuseppe Pellicanò, Giuseppe Orlando, Giancarlo
Lombardi, Reno Ferrara, Roberto Calvi.
La collaborazione con le imprese
Sin dal 1974 l’Università Bocconi ha affrontato il problema della collaborazione con le aziende, istituendo un Comitato dei Sostenitori, al quale hanno aderito aziende industriali, commerciali, bancarie, assicurative, enti pubblici e associazioni. Analoga iniziativa
è stata ripresa dalla metà degli anni Novanta.
Al Comitato venivano richiesti pareri e giudizi in ordine ai risultati conseguiti nelle varie attività didattiche e di ricerca svolte
dall’Università, nonché alla promozione di nuovi corsi o all’integrazione di quelli già esistenti, con teorie e tecniche più moderne
e aggiornate. I membri di tale Comitato si sono riuniti più volte,
impegnandosi a dare anche contributi finanziari per consentire al70
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 71
GLI
ANNI
S E T TA N TA
la Bocconi di far fronte agli aumentati costi dei servizi e all’insufficienza dei proventi delle tasse di iscrizione.
Alle aziende aderenti al Comitato è stata così offerta la possibilità di avere facili contatti con i laureandi o con gli iscritti ai corsi
di perfezionamento, al fine della loro assunzione. In tal modo le
aziende hanno potuto seguire gli allievi durante gli anni di corso
sin dalla preparazione della tesi di laurea, anche impegnandoli in
stage di lavoro per porli di fronte alla realtà aziendale già nella fase di formazione.
Alle imprese aderenti al Comitato dei Sostenitori l’Università
ha inviato, per alcuni anni, un notiziario bimestrale, la Lettera alle
Aziende, allo scopo di mantenere un filo diretto di informazioni
sulle attività svolte, o programmate per il futuro, e rendere conto
delle iniziative attuate.
Personaggi scomparsi
Anche in questo decennio sono purtroppo mancati personaggi
eminenti, protagonisti della storia e delle fortune del nostro Ateneo. Ricorderemo Girolamo Palazzina, Angelo Pagani, Gustavo
Del Vecchio, Carlo Baccarini, Giovanni Ricci, Napoleone Rossi,
Ferdinando Di Fenizio, Furio Cicogna, Armando Sapori e Marcello Segre.
Girolamo Palazzina era stato per oltre cinquant’anni, dal 1907
al 1958, segretario accademico e poi direttore amministrativo dell’Università. Migliaia di laureati, che oggi occupano nelle società
posti di responsabilità, gli sono riconoscenti per l’aiuto, i consigli
e la benevolenza che egli ha sempre loro dimostrato.
Ma il lutto che colpì maggiormente la Bocconi nel 1975 fu la
perdita di Furio Cicogna, presidente del Consiglio di Amministrazione, che alla Bocconi fu legato, si può dire, per tutta la vita. Laureato nel 1912, divenne membro del Consiglio di Amministrazione
dell’Ateneo assumendo prima la carica di consigliere delegato e,
dal 1957, quella di presidente, carica che ricoprì fino al giorno della sua morte (26 dicembre 1975). Fu anche presidente della Confindustria in anni di delicato equilibrio con il mondo politico.
Giovanni Spadolini ricordò che “con la scomparsa di Furio Cicogna il mondo dell’imprenditoria italiana ha perso uno dei suoi
71
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 72
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
esponenti più colti e illuminati. Nella presidenza dell’Università
Bocconi, esercitata fino agli ultimi istanti con assoluta dedizione e
con profondo scrupolo, Furio Cicogna aveva prodigato le sue doti
di saggezza e il suo devoto e appassionato amore per la cultura”.
Innocenzo Gasparini, rettore dell’epoca, scrisse che “vi era in
Cicogna la consapevolezza che la struttura delle imprese italiane
era decisamente mutata e che ulteriori mutamenti erano imposti
dall’essere la nostra economia partecipe a processi produttivi sempre più complessi e a una comunità internazionale sempre più
aperta. Da qui la necessità di sviluppare corsi di studi più articolati di quelli offerti dalle altre Facoltà di Economia e Commercio.
L’Università Bocconi è certa e consapevole che i molti semi da lui
lasciati hanno dato e continueranno a dare i loro frutti”.
Il rettore Giordano Dell’Amore
Dopo Armando Sapori ha assunto la carica di rettore Giordano
Dell’Amore, che la resse sino al 1973, in pieno periodo di agitazioni studentesche, e che si distinse per la sua fermezza e per la sua
incondizionata dedizione all’Università.
Dell’Amore fu una delle figure più rappresentative della storia
dell’Università, dove è stato docente di Tecnica bancaria e professionale e di Economia delle aziende di credito. Laureato a 23 anni, aveva subito abbracciato la carriera universitaria, ma si era anche dedicato a impegni di carattere sociale, civile e politico.
Nel 1951 fu anche presidente dell’Amministrazione Provinciale di Milano; per oltre 25 anni fu presidente della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, dove profuse la sua competenza
portando la banca a dimensione mondiale. Fu fine intenditore d’arte e mecenate di tante iniziative editoriali e artistiche. Docente mattiniero e zelantissimo, fu anche direttore dell’Istituto di Tecnica
bancaria prima e di Economia aziendale poi, nonché direttore del
Dipartimento di Economia aziendale e della SDA. Dal 1973 divenne presidente dell’Istituto Javotte Bocconi – Associazione
“Amici della Bocconi”.
Negli ultimi tempi la sua vita fu funestata da offese pubbliche a
lui recate da un’azione giudiziaria, risoltasi con il completo proscioglimento, purtroppo però solo post mortem. Egli morì il 6 gen72
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 73
GLI
ANNI
S E T TA N TA
naio 1981 e non è questa la sede per ricordare il valore scientifico
delle sue pubblicazioni e le sue capacità di docente e di maestro,
del resto ampiamente illustrate dai suoi allievi in tante circostanze.
Possiamo comunque affermare che i bocconiani lo ricordano
come il rettore dell’Ateneo in anni difficili, ma nei quali l’Università Bocconi continuò a crescere; ricordano il docente e lo studioso che ha creato una scuola e uno stuolo di allievi che ne hanno
continuato l’insegnamento; infine ricordano il suo impegno pubblico e civile come quello di uno dei migliori protagonisti dello sviluppo dell’Italia nel dopoguerra.
Nuovi rettori e presidenza di Giovanni Spadolini
Gianguido Scalfi, divenuto rettore nel 1974-75, era stato chiamato alla Bocconi nel novembre del 1969 quale ordinario di istituzioni
di diritto privato. Figura eminente di studioso e di docente, Scalfi era
considerato il maggior esperto nel campo del diritto delle assicurazioni; attività che egli coltivò con successo e che gli valse nel 1994 il
Premio Internazionale per il Diritto delle assicurazioni da parte della
Accademia Nazionale dei Lincei. Fu un filantropo generoso e disponibile verso ogni iniziativa umanitaria e di valore sociale, ricco di doti interiori e di profonda umanità, di amore per la libertà e per la giustizia. È scomparso a 71 anni nel 1995 e a lui successe come rettore
Innocenzo Gasparini, già preside della Facoltà di Economia, che fu
protagonista, per quasi un decennio, dei significativi cambiamenti avvenuti in quel periodo nella storia della nostra Università.
Il 22 febbraio 1976, dopo la morte di Furio Cicogna, divenne presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo Giovanni Spadolini, che già era vicepresidente dello stesso in rappresentanza del
Ministero della Pubblica Istruzione. Della sua incisiva opera al timone dell’Università avremo modo di parlare ampiamente.
La Conferenza di Ateneo del 1977
Un avvenimento significativo fu, nel marzo del 1977, l’organizzazione di una Conferenza d’Ateneo alla quale intervennero i rappresentanti di tutte le componenti universitarie sul tema “Il ruolo della libera
Università Bocconi nel sistema universitario italiano".
73
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 74
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Le agitazioni studentesche negli atenei si erano calmate: sopravvivevano solo alcune frange extraparlamentari e piccoli gruppi eversivi.
Ma la confusa e incerta situazione politica e la scarsa efficienza delle
strutture pubbliche causavano legittime preoccupazioni e gettavano
ombre sinistre sulla stabilità e credibilità delle istituzioni democratiche.
La Conferenza d’Ateneo ebbe così lo scopo di riunire le forze politiche e le forze sindacali alla componente studentesca e a tutti coloro
che fossero interessati al processo di rinnovamento dell’Università, in
vista di una riforma che sarebbe avvenuta negli anni successivi.
Inoltre confermò la scelta dell’organizzazione dipartimentale, che
alla Bocconi, meno vincolata dalle norme spesso impaccianti della regolamentazione burocratica centralista, era già stata avviata in forma
sperimentale da qualche anno. Previde poi una rigorosa definizione dei
doveri dei docenti, attraverso la disciplina delle incompatibilità e attraverso un’intelligente adozione del tempo pieno. Infine favorì l’istituzione del Dottorato di ricerca e del ruolo dei ricercatori, innovazioni
che il nostro Ateneo aveva anticipato e che poi sarebbero state recepite
dalla legislazione nazionale.
Ma soprattutto la Conferenza d’Ateneo pose nella dovuta considerazione la ricerca scientifica, che trovava un fertile terreno nei vari centri e istituti che già esistevano o che sarebbero sorti in quegli anni.
Dal confronto di tutte le idee e di tutte le proposte si è creata una
Bocconi dalla fisionomia e dalle caratteristiche nuove: maggiore apertura alla ricerca scientifica, sede naturale di convegni e dibattiti, promotrice di corsi di laurea e di indirizzi di specializzazione moderni,
aperta alla collaborazione con gli enti locali come la Regione, la Provincia, il Comune, la Camera di Commercio e, infine, coinvolta nel
processo di internazionalizzazione.
In quegli anni si intensificò anche l’automatizzazione dei servizi
della biblioteca, di quelli gestionali e amministrativi della segreteria,
dei centri e istituti scientifici, nonché della Scuola di Direzione Aziendale, che acquistò una struttura flessibile e agile, con docenti presi dal
mondo universitario e dalle aziende.
Nuovi e antichi problemi si sarebbero comunque presentati negli anni seguenti, come la necessità di adeguare l’ammontare delle tasse con
l’introduzione di una formula che graduasse i relativi importi a seconda delle condizioni economiche degli studenti e delle loro famiglie, formula tanto discussa inizialmente, ma fatta poi propria, anni dopo, an74
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 75
GLI
ANNI
S E T TA N TA
che dalle autorità regionali e ministeriali, con l’introduzione delle cosiddette fasce di reddito.
La “Giornata Bocconiana”
Dal 1978 venne finalmente ripresa la tradizionale cerimonia accademica per l’inaugurazione del nuovo anno, che era stata sospesa per
una decina d’anni a causa delle agitazioni studentesche. Fu chiamata
“Giornata Bocconiana” e si svolse poi regolarmente ogni anno, alla
presenza delle autorità, del corpo docente, dei laureati, degli studenti e
di personalità del mondo imprenditoriale, con lo scopo di presentare a
tutti la nostra Università, di rendere conto delle mete raggiunte e di far
conoscere le linee di sviluppo futuro dell’Ateneo.
In tale occasione sono state anche conferite, a cura dell’Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa – Associazione “Amici della
Bocconi”, le medaglie d’oro ai laureati di ogni anno con pieni voti assoluti e lode e spesso si sono organizzati incontri, tavole rotonde e conferenze su temi economici e su problemi riguardanti le funzioni dei laureati della nostra Università nella società.
Laureati veri e yuppies falsi
Fa piacere ricordare che molti laureati di quel periodo si sono affermati nella carriera accademica, sia presso la Bocconi che presso altre università, italiane e straniere. Altri si sono affermati con successo
alla guida di imprese, di enti pubblici e privati e di istituti di credito.
A tal proposito varrebbe forse la pena accennare anche a un fenomeno giovanile di rilevanza sociale, tipico degli anni Settanta e Ottanta, e cioè a quello del cosiddetto yuppismo, se non vi fosse stata indebitamente coinvolta la Bocconi da comici, cabarettisti e showmen, che
dipingevano lo studente e il laureato della Bocconi come un arrampicatore sociale, un presuntuoso che si credeva arrivato ai più alti gradini della scala del successo in campo manageriale, e che guardava agli
altri con sussiego, forse talvolta anche con disprezzo.
Il fenomeno fu per fortuna passeggero e anche se qualche laureato
può aver dato luogo a qualche atteggiamento criticabile, così da essere
messo in caricatura, l’assoluta maggioranza dei bocconiani studiò e lavorò con profitto e serietà, grazie a una preparazione severa e rigorosa.
75
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 76
Gli anni Ottanta
Le “Letture Mattioli”
Siamo così giunti agli anni Ottanta, ricchi di avvenimenti importanti e determinanti per la vita e per le affermazioni dell’Ateneo, e ne ricorderemo pertanto i principali.
Le “Letture Mattioli”, istituite con l’apporto prezioso della
Banca Commerciale Italiana, si affermarono come iniziativa di
grande rilievo nel quadro culturale italiano. Alle “Letture” assicurarono la loro autorevole presenza e i loro contributi scientifici,
raccolti in pregevoli volumi , i maggiori economisti e storici dell’economia e i più famosi premi Nobel per l’Economia. Dopo una
pausa negli anni Novanta, le “Letture” sono recentemente riprese.
Dall’Opera Universitaria all’ISU
L’Opera Universitaria, ente preposto al conferimento dell’assegno
universitario di studio e degli aiuti economici a favore degli studenti
meritevoli e bisognosi di aiuto, ha cambiato volto e denominazione.
Con legge 22 dicembre 1979, n. 642, le funzioni, il personale, gli interventi assistenziali dell’Opera Universitaria sono stati trasferiti alle
Regioni e con Legge regionale 19 gennaio 1981 è sorto l’ISU, Istituto per il Diritto allo Studio Universitario, al quale sono stati affidati i
compiti che prima erano dell’Opera Universitaria.
L’ISU non si è limitato a corrispondere agli studenti gli assegni di
studio, ma ha anche preso importanti iniziative culturali di poesia,
musica, teatro, cinema, letteratura, temi politici e sociali. Animatore
di tali manifestazioni è stato, ed è tuttora, con passione, dedizione e
competenza, l’instancabile Salvatore Grillo.
Nuovi spazi
Ricordiamo anche che agli inizi degli anni Ottanta è avvenuta la
costruzione di 6 nuove aule di lezione, per complessivi 700 posti,
lungo il lato dell’edificio in fregio alla via Bocconi, portando così
a quasi 5.000 i posti a disposizione degli studenti.
76
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 77
GLI
ANNI
OT TA N TA
Sempre negli anni Ottanta la Biblioteca si è molto sviluppata e
si è dotata delle più aggiornate pubblicazioni in ogni lingua. I volumi in dotazione hanno superato il numero di 450.000, più circa
4.000 titoli di riviste, di cui 2.000 in corso. In quegli anni la Biblioteca è stata anche ristrutturata con interventi che hanno migliorato la capienza delle sale di lettura, il magazzino librario e
l’accesso alle opere in consultazione, poste a libera consultazione
di docenti, studenti e studiosi.
Tutte le pubblicazioni inoltre sono state incluse nel sistema di
scambio prestiti fra le principali biblioteche nazionali ed estere. Infine i servizi della Biblioteca sono stati avviati alla completa automazione e informatizzazione.
Nuovi docenti
Per quanto riguarda il personale docente, possiamo dire che agli
inizi degli anni Ottanta insegnavano presso la Facoltà circa 300
professori, che sono divenuti 465 nell’anno accademico 1985-86 e
alla fine del decennio circa 600. Nel decennio sono stati confermati in Bocconi altri professori di ruolo, alcuni dei quali erano già
stati professori incaricati. Essi sono: Mario Monti, Paolo Mottura,
Marzio Achille Romani, Carlo Filippini, Cesare Pedrazzi, Piergaetano Marchetti, Sergio Pivato, Andrea Rugiadini, Alberto Bertoni,
Claudio Demattè, Sergio Vaccà, Michele Donato Cifarelli, Stefano
Podestà, Elio Borgonovi, Fabrizio Onida, Angelo Provasoli, Gualtiero Brugger, Carlo Secchi, Giuliano Urbani, Erio Castagnoli e
Franco Amigoni.
Anche i corsi della Scuola di Direzione Aziendale, frequentati
ogni anno da migliaia di laureati, si sono notevolmente ampliati
quanto a numero e a contenuti.
Inoltre si sono aggiunti corsi di perfezionamento su temi dell’economia del lavoro, dell’Asia Orientale, dell’economia turistica e,
infine, corsi per operatori sanitari.
La scomparsa di Innocenzo Gasparini e di Paolo Baffi
Altri protagonisti della vita dell’Ateneo, che hanno dato contributi determinanti all’Università, sono mancati in quegli anni.
77
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 78
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Innanzitutto Innocenzo Gasparini, che aveva lasciato il rettorato
il 31 ottobre 1984 per motivi di salute. Tre mesi dopo, e precisamente il 28 gennaio 1985, il suo cuore cessò di battere e il 31 gennaio dello stesso anno una folla di colleghi, di studenti, di amici e
di estimatori gli rese l’estremo saluto nell’atrio dell’Università.
Laureatosi in Bocconi nel 1944, Gasparini divenne subito assistente alla cattedra di Economia politica, poi perfezionò gli studi negli Stati Uniti e insegnò, al suo rientro, a Sassari, Padova, Venezia e
Trento e divenne infine presso la Bocconi titolare della cattedra di Politica economica dal 1965 e di Economia politica dal 1970. Fu anche
preside della Facoltà di Economia dal 1966 e rettore dell’Ateneo dal
1975 al 1984, nonché direttore dell’Istituto di Economia politica, del
Giornale degli Economisti – Annali di Economia e autorevole membro di molte istituzioni scientifiche e culturali, nazionali e straniere,
nonché presidente della Società Italiana degli Economisti.
A fianco di Giovanni Spadolini, nel “magico decennio” in cui la
Bocconi uscì dalle difficoltà della contestazione e si avviò verso il
rinnovamento e lo sviluppo, il suo nome e la sua opera costituiscono, da un lato, una pietra fondamentale nella storia della nostra
Università e, dall’altro, un’autorevole presenza nella comunità degli economisti italiani.
La sua vastissima produzione scientifica si è tradotta in pubblicazioni ed è stata divulgata dai suoi numerosi colleghi e allievi
sparsi in ogni università italiana e straniera, che a lui hanno sempre
guardato con devozione e con rispetto. Fautore di un dialogo ricco
di collaborazione e di risultati fecondi fra economisti e aziendalisti, fra studenti di opposte ideologie, egli proiettò la Bocconi verso
orizzonti internazionali favorendo accordi, scambi di docenti e di
allievi provenienti da Paesi diversi. Favorì altresì lo studio della
Storia del pensiero economico e dell’Economia industriale e dedicò le sue particolari cure all’istituzione del corso di laurea da lui
voluto, il DES.
Nell’agosto del 1989 è mancato Paolo Baffi, laureato in Bocconi nel 1932, che ha legato il suo nome alla storia del nostro Paese,
in qualità di direttore generale prima e poi di Governatore della
Banca d’Italia. Insigne studioso, responsabile per decenni ai massimi livelli della politica monetaria del Paese, fu un uomo dalla
limpida integrità, noto per il suo impegno civile e per la sua pro78
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 79
GLI
ANNI
OT TA N TA
fonda preparazione, tanto da essere considerato una figura indimenticabile che ha recato lustro e onore al Paese e alla Bocconi.
Presso l’Università divenne assistente subito dopo la laurea, ma si
dimise quando il suo maestro Giorgio Mortara fu allontanato dall’insegnamento per le persecuzioni razziali. Per tredici anni fu
membro del Consiglio di Amministrazione.
L’Università ha istituito e intitolato a suo nome il Centro di Economia monetaria e finanziaria per custodire e vivificare il messaggio che Paolo Baffi ha lasciato al mondo degli studi e al Paese.
La presidenza di Giovanni Spadolini
In quegli anni il presidente Giovanni Spadolini prese parte attiva
alla vita della Bocconi e, nonostante i frequenti gravosi impegni politici e di governo, fu sempre vicino a Milano e alla sua Bocconi.
Venne designato consigliere di Amministrazione dell’Ateneo il
1° novembre 1974, quale rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione, e fu subito nominato vicepresidente. Dopo la morte di
Furio Cicogna, fu nominato presidente dell’Università, il 22 gennaio
del 1976, dal Consiglio dell’Associazione “Amici della Bocconi”.
La situazione dell’Università in quel momento non era facile perché, se è vero che la Bocconi godeva di ampi riconoscimenti per la
sua tradizionale serietà e per il valore delle attività didattiche e di ricerca, è vero anche che attraversava una non equilibrata situazione
economica.
Spadolini fu costante e tenace assertore dell’autonomia dell’Università libera, delineando, agli inizi della sua presidenza, i principi
sui quali si doveva basare la missione e il successo della Bocconi.
Innanzitutto il culto della libertà, in quanto la Bocconi ha sempre
combattuto i condizionamenti esterni di carattere ideologico o politico. Essa doveva essere aperta al pluralismo delle idee e ferma custode della sua natura di Università non statale, cioè libera e autonoma; doveva vivere con mezzi propri ed evitare di dipendere da decisioni esterne, pur operando nel rispetto delle leggi dello Stato. Doveva, inoltre, continuare ad avere una mentalità imprenditoriale, rifuggendo da burocratismo e statalismo e presentarsi efficiente, agile
e dinamica.
Doveva, infine, avere in sé una forte carica innovativa nel campo
79
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 80
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
delle ricerche e dell’insegnamento, avere le capacità di sperimentare e anticipare i tempi e le soluzioni dei problemi, consapevole
del suo ruolo di Università all’avanguardia, di Università pilota
che ha studiato, sperimentato e innovato sempre a sue spese e a
suo rischio.
Per Spadolini la Bocconi doveva sempre mantenere rigore e severità negli studi, essendo suo precipuo compito non soltanto quello
di istruire e di formare, ma di preparare persone che non avrebbero
incontrato difficoltà nel presentarsi al mondo del lavoro.
Altra caratteristica che stava a cuore al presidente era il valore del
corpo docente. Egli voleva che la Bocconi si circondasse di docenti
selezionati e preparati che fossero costantemente aggiornati nei loro
studi, compiuti sia in Italia che all’estero, che fosse migliorato il loro trattamento economico, che dedicassero all’Università il pieno
tempo, pur cercando, ove possibile o necessario, di consentire a molti di loro l’esercizio della libera professione con evidenti vantaggi
anche per la didattica.
Soprattutto, l’Università Bocconi doveva avere un respiro europeo e internazionale. Infatti, essa si era fatta conoscere non solo in
Italia, ma anche e soprattutto all’estero, dove è sempre stata considerata una delle più importanti università del mondo per gli studi
economici.
Ricordiamo alcuni interventi svolti nel corso degli anni della
sua presidenza.
L’Università si è trovata di fronte a una scelta di identità rispetto ad un mondo
che cambiava e aveva il problema di restar fedele a se stessa, adeguando i suoi
ordinamenti con una serie di modifiche che fossero calcolate e calibrate da
non sembrare in nessun modo in contraddizione con il proprio passato, che
fossero di apertura al nuovo che avanzava. In questa silenziosa, lenta, graduale riforma noi dobbiamo collocare due punti fondamentali: uno l’adeguamento dei contributi accademici, l’altro la decisione del numero programmato.
Nel primo caso abbiamo potuto realizzare, col concorso del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio di Facoltà e con la libera disponibilità dei nostri
studenti, in questi anni, l’autosufficienza economica, attraverso il graduale
adeguamento dei contributi accademici rapportati al livello economico delle
famiglie. Il che ci ha permesso di sottrarci in parte al ricorso al mecenatismo
privato, con quell’orgoglio che sempre deriva dal saper trarre dalle proprie
80
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 81
GLI
ANNI
OT TA N TA
fonti di vita il sostegno principale. Il mio animo grato quindi va in primo luogo agli studenti, che hanno saputo affrontare e sostenere i maggiori oneri senza proteste e senza iattanza.
Per venire incontro al maggior numero di studenti possibile e garantire la frequenza all’Università anche a chi non godesse di redditi
elevati, la Bocconi ha applicato un sistema di contributi differenziato, commisurato alle effettive possibilità della famiglia di ciascuno
studente.
La Bocconi ha scelto, così, un sistema che consentisse di ridurre
l’incidenza del peso economico degli studi sulle fasce di reddito più
basso, sistema che è stato poi seguito anche da altre Università. Tuttavia, oltre alla differenziazione dei contributi accademici a seconda
delle possibilità di ciascuna famiglia, la Bocconi ha messo a disposizione degli studenti una serie di agevolazioni e interventi di sostegno all’accesso agli studi.
L’altro problema che si è imposto nella prima metà degli anni
Ottanta è stato quello dell’aumento sensibile delle immatricolazioni, per cui è stato necessario adeguare le stesse alla disponibilità
delle strutture e delle attrezzature didattiche e scientifiche e alle
reali possibilità ricettive degli ambienti. Ecco, al riguardo, il pensiero di Spadolini.
Si sono elevate da qualche parte voci contrarie alla introduzione del numero programmato alla nostra Università. È chiaro che ai sensi della nostra Costituzione
lo Stato deve rispondere alla domanda di istruzione predisponendo prima i mezzi, gli uomini e le strutture in maniera adeguata. Ma è qui che il discorso diventa complesso.
Credo sia molto più onesto per l’Università dichiarare subito, prima di accogliere i discenti, quali siano le strutture disponibili, le attrezzature, i servizi che
possono essere garantiti a coloro che chiedono di iscriversi ad una Facoltà.
La Bocconi lo ha fatto, con assoluta lealtà, con assoluta correttezza, confermando quell’impressione di onestà e di serietà che ne fa un istituto universitario apprezzato in tutto il mondo.
È giusto consentire a tutti quelli che desiderano iscriversi all’Università di farlo, ma non è giusto ingannarli, sapendo di non poter garantire loro il materiale
didattico, i servizi, le aule e, soprattutto, un corpo accademico elevato a corrispondente qualità.
81
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 82
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
È infatti noto a tutti che ogni anno la Bocconi stabilisce, per ciascun corso di laurea, il numero massimo di studenti che potranno
essere ammessi. Questa scelta presenta vantaggi soprattutto per gli
stessi studenti: innanzitutto perché chi ha superato la selezione ha
maggiore attitudine agli studi economici, e questo contribuisce a
elevare il livello qualitativo dei laureati, ad agevolare l’ingresso nel
mondo professionale e ad assicurare le migliori opportunità di buona riuscita.
Consente inoltre di studiare evitando il sovraffollamento che caratterizza gran parte degli atenei. La selezione è stata effettuata, fino al 2002, mediante una valutazione del curriculum scolastico
(voto di maturità e risultati conseguiti nel penultimo e terzultimo
anno di scuola superiore) e un test di ammissione.
Successivamente sono stati apportati al sistema opportuni aggiornamenti e modifiche richiesti da mutate disposizioni e dall’esperienza maturata.
La riforma del 1980
Con Dpr 8 luglio 1980, n. 382 è stata emanata la cosiddetta Legge di riforma universitaria la quale, pur con insufficienze e contraddizioni, ha avuto però un sostanziale rispetto per le università
libere, stabilendo anche per loro dei contributi annui, commisurati
al numero degli studenti e dei docenti e alle strutture didattiche e
di ricerca disponibili. Anche a questo proposito ricordiamo un passo di un discorso del presidente Spadolini.
Il pensiero della Bocconi in tema di intervento dello Stato è in sintesi questo:
è giusto e doveroso che lo Stato contribuisca in misura equa al mantenimento
degli studenti iscritti all’Università libera attraverso varie forme di aiuto per i
meritevoli e i meno agiati, a garanzia del diritto allo studio, attraverso finanziamenti finalizzati a precise attività rivolte agli studenti, come i libri della biblioteca, le attrezzature didattiche e scientifiche, i computer, le attività ricreative, culturali e sportive, cioè nei limiti fissati da quel diritto allo studio che
investe in eguale misura gli studenti di Atenei pubblici e di Atenei privati.
Tuttavia, se l’intervento dello Stato dovesse significare, attraverso l’apporto di
contributi finanziari, la pretesa da parte dello Stato stesso di ingerirsi nella
conduzione didattico-scientifica o nella gestione amministrativa dell’Ateneo,
82
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 83
GLI
ANNI
OT TA N TA
allora la Bocconi non sarebbe disposta in nessun caso a sacrificare la sua libertà in cambio di nessuna agevolazione. Le università libere come la Bocconi operano nel contesto universitario italiano nel completo rispetto delle leggi
dello Stato quanto al valore legale degli studi e dei titoli, ma sono gestite con
criteri che noi abbiamo il coraggio di rivendicare come privatistici e quindi
imprenditoriali, senza che questo voglia dire in nessun modo capitalistici, perché la libertà dell’impresa è parte essenziale dell’economia sociale e di mercato, e cioè sono lontane dal burocratismo e dallo schematismo statale e questa formula costituisce la principale ragione del loro successo e della considerazione di cui godono.
Esse hanno una propria origine, una propria tradizione e proprie finalità e non
sono in concorrenza o in contrasto con le Università statali, ma si affiancano
ad esse, tipiche espressioni del pluralismo culturale quasi in nobile gara per la
conquista e la diffusione del sapere. Ed ecco perché le proposte che noi abbiamo fatto alla autorità centrale di realizzare una certa forma di numero programmato rientrano nell’autonomia degli istituti universitari liberi e nella funzione che è propria degli istituti universitari di anticipare, come tante volte abbiamo fatto in questi anni, istituti che poi la legge possa recepire anche per le
altre università, senza pretendere che le nostre regole debbano estendersi agli
altri, ma anche senza essere rifiutate in partenza.
Il rettorato di Luigi Guatri
Dopo la scomparsa di Innocenzo Gasparini la carica di rettore
fu assunta da Luigi Guatri, docente alla Bocconi sin dagli anni Cinquanta e consigliere delegato dell’Ateneo dal 1974. Indubbiamente il periodo del rettorato di Guatri (1984-89) è stato uno dei più
importanti e costruttivi nella storia della Bocconi, non solo per
l’impulso da lui dato alle riforme e al potenziamento dei servizi e
delle strutture dell’Ateneo, ma anche per la felice coincidenza, nella stessa persona, della carica di rettore e di consigliere delegato,
che ha permesso una visione unitaria dei problemi e delle soluzioni possibili, tenuto conto delle esigenze impellenti di rinnovamento e delle forze su cui contare per realizzare il programma, nonché
per la conoscenza diretta di tutti i problemi amministrativi e finanziari connessi al progetto stesso.
Non entriamo nel merito della sua copiosa e originale produzione scientifica e delle sue capacità didattiche. È considerato un
83
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 84
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
caposcuola e molti suoi allievi, i cosiddetti “guatrini” usciti dall’Istituto di Economia delle aziende industriali e commerciali, occupano posti chiave nella carriera universitaria o nella professione. Ci
limitiamo a ricordare che Luigi Guatri ha affiancato il presidente
Spadolini per vent’anni e che l’intesa tra le due diverse personalità è stata sempre perfetta, l’identità di vedute è stata manifesta in
molte occasioni e quindi è stata facile la collaborazione fra i due
per preparare la Bocconi del 2000, operazione della quale Guatri è
stato il motore. Egli infatti ha posto le basi per una programmazione dell’attività futura e per verificare se i programmi in vigore aderissero ai fini istituzionali dell’ente e coinvolgessero in maniera
convincente le componenti universitarie chiamate poi a realizzarli,
ha pensato a una programmazione a medio-lungo termine avente
molteplici scopi: la revisione dei corsi di laurea per adeguarli alle
reali necessità della società; il rinnovo dei corsi di perfezionamento e di specializzazione attraverso l’attività della SDA, considerata
la vera dispensatrice di cultura manageriale avanzata; l’ampio spazio dato alla ricerca scientifica, che tuttavia doveva essere controllata e coordinata, per evitare sovrapposizioni e dispersioni. Tutto
ciò comportava la necessità di reperire mezzi adeguati per far fronte al problema del reclutamento e della formazione dei nuovi docenti, che dovevano essere selezionati e resi i migliori nelle discipline accademiche proprie della facoltà.
A ciò si aggiunga l’esigenza di reperire nuovi spazi per lo sviluppo e il funzionamento dell’Ateneo e di dedicare mezzi, strutture e personale alle nuove funzioni che si sono affacciate come l’informatica, le relazioni esterne, le attività editoriali, l’informazione
e la comunicazione, il controllo di gestione, la ricerca della migliore qualità, gli scambi e le relazioni internazionali. Un altro
obiettivo di Luigi Guatri è stato quello di puntare sull’autonomia,
e di considerare necessario il rapporto costante con il mondo industriale, bancario, commerciale e finanziario e con la pubblica amministrazione, ma ritenendosi sempre per principio indipendenti
da forze esterne e da condizionamenti politici o di gruppi di potere, di imprese e/o organizzazioni varie. Egli sosteneva che “non
esistono vera autonomia e vera indipendenza se l’istituzione universitaria è strettamente legata alle elargizioni e ai contributi esterni. L’autonomia e l’indipendenza divengono realtà operanti quando
84
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 85
GLI
ANNI
OT TA N TA
i bilanci si reggono sulle forze interne, cioè sulle tasse corrisposte
dagli studenti ed eventualmente sul rendimento dei mezzi propri.
In ciò sta l’essenziale punto di forza della nostra istituzione, nella
quale il 90% delle entrate ha tali origini, e dove nessun contributo
esterno (neppure quello pubblico) ha peso di rilievo”.
Il Piano Bocconi 2000
L’azione più significativa e incisiva del rettorato di Luigi Guatri è stata la presentazione del piano di sviluppo dell’Università
Bocconi, denominato Piano Bocconi 2000.
Il Piano ha previsto una profonda revisione degli studi con l’aumento del numero dei corsi di laurea, il riordino dei corsi esistenti
e l’apertura ad aree e discipline nuove, l’incentivazione della ricerca di base, il potenziamento dell’insegnamento post lauream e post
esperienza con nuovi corsi Master di netta conformazione internazionale, la valorizzazione dei dottorati di ricerca e l’avvio di programmi di PhD in collaborazione con atenei stranieri. Ha previsto
inoltre l’espansione del numero degli studenti iscritti ai vari corsi
di laurea, che sarebbero potuti passare dai 10.500 dell’epoca ai 1415.000, pur mantenendo il criterio del numero programmato con
opportuni miglioramenti organizzativi. Anche il corpo dei docenti
avrebbe avuto un notevole aumento, da 500 a circa 700 professori
a vario titolo, un’adeguata politica retributiva a loro favore e, infine, sarebbe stato previsto un sostanziale raddoppio degli spazi disponibili, con le conseguenti necessità finanziarie alle quali la Bocconi si preparava a far fronte.
La preparazione del Piano ha richiesto la collaborazione di un
nutrito gruppo di docenti ed esperti che ha lavorato per diversi mesi. I programmi didattici affrontati hanno avuto come caratteristica
principale la revisione del corso di laurea in Economia aziendale,
del corso di laurea in Economia politica e del corso di laurea in Discipline economiche e sociali. In aggiunta a questi sono stati istituiti altri corsi di laurea, come quello in Economia delle istituzioni
e dei mercati finanziari (CLEFIN), quello in Economia delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali (CLAPI)
e quello in Economia e legislazione per l’impresa (CLELI).
Nel Piano è stata prevista anche l’ipotesi di una collaborazione
85
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 86
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
multidisciplinare con la Facoltà di Ingegneria del Politecnico e con
una Facoltà di Giurisprudenza. La didattica poi doveva poggiare su
una rafforzata attività di ricerca svolta sia negli istituti che nei centri che costituiscono un’esperienza originale dell’Università.
Per quanto riguarda la formazione post lauream e post esperienza, essa è stata affidata prevalentemente alla SDA con l’istituzione di nuovi Master. Anche attraverso la revisione degli ordinamenti della SDA si è inteso perseguire lo scopo di integrarne più
efficacemente le attività negli obiettivi e nelle strategie di sviluppo
dell’Ateneo.
Durante gli anni del suo rettorato Guatri si è avvalso della collaborazione di due prorettori: Sergio Vaccà e Roberto Ruozi.
Bocconi Comunicazione ed EGEA
In quel periodo è stata decisa l’istituzione di Bocconi Comunicazione un servizio per le attività di comunicazione, informazione
e relazioni esterne con le istituzioni, le aziende, i laureati e in genere con il pubblico. L’ufficio, affidato a Mirka Giacoletto Papas,
oltre alle attività indicate, ha avviato, fra l’altro, la pubblicazione
di un notiziario per studenti e laureati della Bocconi, intitolato
Bocconi Notizie, e del Chi è della Bocconi contenente tutte le informazioni sul personale docente e tecno amministrativo operante
nella Facoltà e nei vari uffici dell’Ateneo. Bocconi Comunicazione
ha curato la pubblicazione di tutti i volumi, opuscoli e dépliant
contenenti le notizie riguardanti le attività dell’Università.
Accanto a questo servizio è entrato in funzione anche un Ufficio Laureati nella convinzione che i vecchi e i nuovi laureati debbano conservare rapporti non soltanto affettivi, ma collaborativi
con il loro Ateneo. È stata così potenziata anche l’organizzazione
dell’ALUB, che ha aumentato il numero dei propri soci.
In questo periodo è nata anche la casa editrice EGEA (Edizioni
Giuridiche Economiche Aziendali), in società con l’editore Giuffrè, della quale la Bocconi detiene il controllo. Alla presidenza della società è stato nominato Roberto Ruozi, che si è messo subito all’opera col suo ben noto dinamismo; alcuni anni dopo è stato chiamato alla presidenza Alberto Bertoni, mentre amministratore delegato è Mirka Giacoletto Papas.
86
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 87
GLI
ANNI
OT TA N TA
Bocconi Comunicazione è stata attiva dal primo gennaio 1986
al 31 dicembre 2003. Iniziata con 5 sole persone, alla festa del suo
18° compleanno, il personale aveva raggiunto circa 80 unità.
Legami internazionali e nuovi centri
Altro obiettivo del rettorato Guatri è stata la particolare cura posta
nella formazione degli studenti, chiamati a operare non tanto nel nostro Paese quanto in un contesto mondiale al quale sempre più portano le tendenze alla globalizzazione dei mercati e delle imprese.
Guatri ha poi siglato l’accordo per la fondazione a Leningrado di
una Business School, il Leningrad International Management Institute (LIMI). L’iniziativa è stata resa possibile dall’attiva partecipazione
della SDA e dal nuovo clima creatosi in Russia ed è potuta continuare anche dopo la caduta del muro di Berlino e dopo la crisi del comunismo, divenendo IMISP quando la città di Leningrado ha ripreso
l’antico nome di San Pietroburgo. Il progetto prevedeva scambi culturali fra il nostro Paese e il vastissimo mondo russo e ha permesso di
portare a San Pietroburgo, attraverso la partecipazione di docenti, la
cultura occidentale e, per contro, di far conoscere i complessi problemi economici, finanziari, industriali, bancari e commerciali di quel
grande Paese, che ha subìto in quegli anni un enorme rivolgimento
socio-politico. L’iniziativa è stata condotta con successo per una decina di anni.
Inoltre le forze dedite alla ricerca scientifica sono aumentate in
quegli anni anche con la costituzione di nuovi centri e di nuovi istituti impegnati, con quelli già esistenti, a fornire le basi sperimentali e
culturali alle iniziative altamente innovative da intraprendere.
Ricorderemo l’istituzione del NEWFIN (Centro di studi sull’innovazione finanziaria), del Centro di economia monetaria e finanziaria, del CESPRI (Centro di studi sui processi di internazionalizzazione), del CESAD (Centro di studi di amministrazione e direzione
aziendale), del CIRI (Centro di studi sull’innovazione e sulla riorganizzazione industriale), del CERTI (Centro di ricerche tributarie dell’impresa) e dell’Istituto Lorenzetti di Studi sulle Borse Valori, che ha
ripreso la sua attività, sospesa per alcuni anni.
Inoltre è sorto l’IGIER (Innocenzo Gasparini Institute for Economic Research), un importante Centro internazionale di ricerche eco87
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 88
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
nomiche che ha fra i suoi scopi sia quello di inviare nelle migliori università del mondo i giovani laureati più promettenti per il perfezionamento e l’educazione alla ricerca, sia quello di facilitare il rientro di
cervelli, richiamando economisti italiani oggi all’estero con borse di
studio di uno o due anni in vista di uno sbocco professionale in Italia,
per creare così un network di economisti italiani e europei, invitando
visiting e outside speakers per periodi fino a sei mesi.
Ha trovato nuovo impulso in quegli anni anche il programma di
scambi di studenti con le università straniere con criteri di reciprocità quanto ai corsi e agli esami, e l’obiettivo che il nostro Ateneo si era
posto negli ultimi anni per favorire l’internazionalizzazione ha tratto
notevole sviluppo con lo scambio di docenti presso università estere
e con la presenza nella nostra facoltà di visiting professor stranieri.
Nel corso degli anni Ottanta il consigliere delegato Luigi Guatri ha
assicurato il risanamento del bilancio, tanto che negli ultimi anni esso ha gradualmente assunto una solida struttura patrimoniale; anche
il conto economico è stato da tempo portato in equilibrio dopo tutti
gli opportuni accantonamenti. Ciò è dovuto alla contribuzione cui sono stati chiamati gli studenti e le loro famiglie, e a un’accurata e innovativa gestione delle risorse anche finanziarie, garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della Bocconi.
1989: il nuovo Ministero dell’Università (MURST)
Con la legge del 9 maggio 1989, n. 168 è stato costituito il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica
(MURST), che si è staccato dal Ministero della Pubblica Istruzione. Questa legge ha affermato il principio di autonomia delle università e degli enti di ricerca nella speranza che l’intera università
italiana, specialmente quella pubblica, potesse fruire di quella autonomia della quale ha particolarmente bisogno per poter meglio
funzionare.
Le libere università, che sono da sempre custodi gelose della loro autonomia, si sono vivamente compiaciute per tali attesi sviluppi della normativa. Tuttavia sono rimaste vigili per evitare il rischio
possibile di un’interpretazione burocratica dell’autonomia per tutti, la quale non deve significare in qualche modo una limitazione
della loro reale e operante autonomia.
88
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 89
GLI
ANNI
OT TA N TA
L’espansione continua
Agli inizi del decennio gli studenti erano circa 6.000 e a metà di
quegli anni gli studenti iscritti alla Facoltà di Economia, nei suoi vari
corsi di laurea, avevano raggiunto la bella cifra di 8.300; alla fine del
decennio gli iscritti sono diventati 10.200. I docenti avevano superato
le 500 unità. Per quanto riguarda la SDA, gli iscritti a vario titolo ai numerosi corsi e seminari organizzati dalla Scuola sono stati circa 10.000
e i docenti e i collaboratori esterni sono stati 260.
All’elenco dei professori si aggiungono i nomi di Roberto Artoni, Giancarlo Forestieri, Giuseppe Airoldi, Aldo Montesano, Giovanni Judica, Alfredo Viganò.
Negli anni Ottanta il Consiglio di Amministrazione dell’Università si è rinnovato quattro volte con la presenza di nomi illustri,
oltre a quelli del presidente Spadolini, del consigliere delegato
Guatri e dei rettori in carica. Ricordiamo Paolo Baffi, Francesco
Cingano, Libero Lenti, Emanuele Dubini, Giuseppe Pellicanò,
Giuseppe Orlando, Piero Bassetti, Ottorino Beltrami, Piero Schlesinger, Reno Ferrara, Nicolò Nefri. Anche uno studente è stato
chiamato a far parte del nostro Consiglio di Amministrazione: è
stato Giuseppe Guasconi, il primo rappresentante degli studenti,
purtroppo scomparso in giovane età il 26 luglio 1985.
In quegli anni sono stati continui e intensi, anche se non sempre
fruttuosi, i contatti e le trattative con il Comune di Milano, al fine di
ottenere l’effettiva disponibilità del terreno acquistato da tempo in via
Bocconi, dietro al Pensionato studentesco, nonché le necessarie autorizzazioni per la costruzione della sede della Scuola di Direzione
Aziendale e dell’Istituto di Economia aziendale. Soltanto dopo aver
superato lungaggini burocratiche, problemi tecnici connessi alla realizzazione del complesso edilizio e problemi finanziari, in gran parte
risolti grazie all’aiuto di un gruppo di Banche Popolari riunite dall’Istituto Centrale delle Banche Popolari italiane, è stato possibile realizzare, dal 1983 al 1986, l’importante progetto.
89
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 90
Gli anni Novanta
Il rettorato di Mario Monti
Il rettorato quinquennale di Luigi Guatri ha lasciato nella storia
della Università un’impronta indelebile per lo sviluppo dato all’Ateneo con la lungimirante introduzione di una programmazione
pluriennale, il risanamento del bilancio e con l’aver posto le premesse per l’espansione della Bocconi del 2000.
Dopo di lui è stato nominato rettore, nel novembre del 1989,
Mario Monti, che si è impegnato con grande solerzia, competenza
e saggezza nella realizzazione delle iniziative già programmate e
nell’avviarne di nuove, con il primario obiettivo di dare attuazione
in modo tempestivo al Piano programmatico Bocconi 2000, specie
per quanto riguarda gli aspetti edilizi e la riforma dei corsi.
Al riordino degli studi dei corsi di laurea della facoltà, ai quali
sono stati apportati miglioramenti e modifiche, è seguito il potenziamento dell’attività della Scuola Dirigenti con l’istituzione del
Master CEMS, programma al quale la Bocconi ha partecipato con
otto università europee, e del Master in International Economics
and Management (MIEM), tenuto in inglese da docenti italiani e
stranieri.
I nuovi programmi ministeriali, ampiamente anticipati e migliorati dalla Bocconi, prevedevano anche il potenziamento dei
dottorati di ricerca, dei quali la Bocconi ha avviato un nutrito programma, ritenendo sempre più necessaria l’educazione e la formazione dei laureati per favorirne la flessibilità e la capacità di acquisire nuove nozioni e competenze.
In questi anni sono 16 i dottorati cui la Bocconi ha partecipato,
alcuni dei quali con sede amministrativa presso l’Ateneo.
Una migliore didattica
Ai miglioramenti apportati alla didattica e ai servizi resi agli
studenti, previsti dal Piano Bocconi 2000, va aggiunta una grossa
novità. Pur nel rispetto dell’autonomia e della libertà dei singoli
docenti, si è cercato di migliorare sempre più la qualità dell’inse90
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 91
GLI
ANNI
N O VA N TA
gnamento avviando, in via sperimentale e graduale, un sistema di
valutazione della didattica, che è poi continuato con successo negli
anni seguenti. Gli studenti sono stati invitati, a metà e al termine
dei corsi, a compilare un questionario riguardante la didattica e a
formulare osservazioni e suggerimenti. La trattazione riservata di
quei dati ha permesso agli studenti di far conoscere ai singoli docenti elementi utili per lo svolgimento dei loro corsi e gli studenti
stessi sono risultati i beneficiari dei miglioramenti derivanti dal sistema di valutazione dei docenti e degli insegnamenti. I singoli docenti si sono così potuti dedicare al perfezionamento delle proprie
capacità didattiche, anche mediante l’aggiornamento sulle metodologie più avanzate.
Alla didattica sono stati affiancati dei servizi complementari,
come il Centro per lo sviluppo delle capacità didattiche e di apprendimento (CESDIA) istituito per promuovere il miglioramento
della didattica e per aiutare gli studenti ad acquisire più efficaci
metodi di studio.
La Biblioteca è stata potenziata e così pure il Centro di calcolo.
È stato avviato un Laboratorio linguistico costituito poi in Centro
Linguistico per un migliore insegnamento delle lingue estere: conoscere bene le lingue straniere è da sempre condizione essenziale
per qualunque scelta professionale ed è strumento di lavoro fondamentale soprattutto in ambito economico, nell’ottica della globalizzazione dei mercati e dell’internazionalizzazione del mondo
produttivo.
L’Ufficio Laureati, a sua volta, ha intensificato l’azione di informazione e di assistenza personalizzata ai giovani usciti dall’Ateneo per agevolare non soltanto il loro inserimento nel lavoro,
quanto per aiutarli nella scelta della loro carriera in un momento
delicato e importante della loro vita, in una situazione del mercato
del lavoro che si è fatta via via più difficile negli ultimi anni.
Servizi agli studenti e ai laureati
L’Istituto per il Diritto allo Studio Universitario (ISU), diretto
da più di trent’anni dall’infaticabile Salvatore Grillo, ha avviato
anche un servizio di tutoring svolto dagli studenti più anziani, scelti in base a concorso fra i più meritevoli, per poter dare indicazio91
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 92
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
ni e suggerimenti alle matricole e per favorire un migliore raccordo fra i discenti e il corpo docente.
In realtà i servizi ISU sono stati e sono quelli di fornire agli studenti agevolazioni per l’accesso e la permanenza in Università durante gli anni di studio (con borse di studio, assegni, esoneri dalle
tasse e dai contributi universitari) e ospitalità presso il Pensionato
Bocconi e le altre residenze per studenti, provvedendo a gestire il
servizio di mensa self-service a disposizione di tutti gli studenti,
con tariffe differenziate a seconda delle condizioni economiche familiari e fornendo servizi e supporti come iniziative di carattere
culturale e sportivo. Effettivamente il Pensionato studentesco è stato ed è l’ambiente ospitale in cui sono vissuti e si sono formati migliaia di bocconiani. E non solo: da anni i laureati che ivi si sono
conosciuti durante gli studi si ritrovano ancora per ricordare momenti felici della loro vita studentesca.
Uno di loro, Nando Dalla Chiesa, in occasione di un incontro, ha
voluto così ricordare la simpatica atmosfera che aleggiava in quel
periodo e in quel luogo:
Vengono a grappoli e moltissimi finiscono diritti tra le braccia del Grillo, il
deus ex machina del diritto allo studio all’università Bocconi; un pio e burbanzoso signore che dal 1970 coccola, insulta, incoraggia e sfotte i “suoi” studenti e poi se li cerca e segue nella vita, che diventino vip o sfortunati travet.
Sono i giovani attratti come fosse miele dal nome della prestigiosa università
di via Sarfatti.
E continua:
C’è un angolo in Bocconi che tanti ricordano con nostalgia e, se ne parlano, il
sorriso che ora smaglia il volto si fa sincero e disteso. È il Pensionato, nobile
architettura di piccole celle senza cesso per gli studenti dell’università più illustre e vanitosa dei nostri tempi. Cellette gloriose dove tutto è fluito: grandi
romanzi d’amore (alcuni a lietissimo fine, altri più truffaldini assai), ambizioni più ridimensionate che confermate, utopie generose e qualche volta folli,
piacevolezze e prepotenze goliardiche, notti spasmodiche non d’amore ma di
studio impasticcato, cenacoli e sbronze con finali musicali, battaglie navali
con brocca epiche e un tantino sceme, sagaci tattiche per superderbies di calcio e pallavolo. Insomma: abbiamo pensato di rivederci. Siamo sparsi ovun92
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 93
GLI
ANNI
N O VA N TA
que, la vita ci ha riservato le cose più diverse. Qualcuno è vivo nella nostra
memoria. Forse non siamo tutti amici, ma ciascuno di noi è uno spicchio della felicità degli altri.
In realtà, il Pensionato Bocconi è stato per molti un’esperienza di
vita, forse breve perché gli anni sono volati, ma comunque importante nel lungo e affascinante viaggio della vita: un periodo che
non si può più dimenticare.
Altri Centri di ricerca
Ai Centri precedenti si sono aggiunti il Laboratorio per la Comunicazione economica e finanziaria (LACEF), il Centro di Ricerche assicurative e previdenziali (CERAP) e il Centro europeo per
gli studi sulla protezione aziendale (SPACE), il Centro per lo sviluppo informatico della didattica e della ricerca (CIDER), il Centro
di studi e ricerche di politica comparata (POLEIS) e il Centro di
economia regionale dei trasporti e del turismo (CERTET).
Anche l’Istituto di Economia politica, diretto da Mario Monti, ha
avviato un’iniziativa congiunta con due ben note istituzioni di ricerca, il CEPR (Centre for Economics Policy Research di Londra)
e il NBER (National Bureau of Economic Research), per favorire
l’impegno in Europa di giovani economisti europei, e fra questi
molti bocconiani, su temi di ricerca economica di base. Per la realizzazione dell’iniziativa anche la Commissione della Comunità Europea ha accordato contributi.
Nuovi problemi si affacciano
Agli avvenimenti straordinari in campo internazionale – caduta
del muro di Berlino e dell’ideologia comunista, riunificazione delle due Germanie, smembramento dei Paesi dell’ex Unione Sovietica e dei Balcani, guerra del Golfo, conflitti etnici in Africa, in Asia
e in Europa – la Bocconi ha assistito non certo passivamente proseguendo, in un periodo di grandi rivolgimenti storici e politici,
nello studio e nella risoluzione dei suoi problemi economici e di
rinnovamento scientifico e didattico, con nuova energia e con nuove prospettive.
93
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 94
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
In campo universitario era stata anche avanzata in Parlamento la
proposta di una riforma impostata sul principio autonomistico, tradizionalmente caro alla Bocconi, esteso a tutti gli atenei, sia liberi
che statali (Legge 341/90). Poiché in quella norma si accennava all’opportunità di avviare maggiori rapporti con il mondo economico e imprenditoriale dal quale potevano essere assicurati contributi, anche finanziari, si levò un’ondata di critiche da parte di alcune
forze politiche, le quali temevano venisse snaturato il carattere
pubblico dell’insegnamento universitario. Scattarono, ovviamente,
le occupazioni studentesche, avvenute in vari atenei italiani a iniziativa della cosiddetta Pantera.
Si trattò però di una reazione errata, perché l’apporto delle imprese italiane era molto scarso e, visto in chiave europea, era mortificante per noi considerare che, laddove negli altri Stati della Comunità le iniziative private intervenivano in maniera sostanziosa
per supportare le istituzioni scolastiche e per favorire i contatti con
la vita reale e con le esigenze del mondo del lavoro, da noi, invece, si rifiutava questo approccio. Per la Bocconi i privati non dovevano sostituirsi allo Stato nella gestione della vita universitaria: ma
escludere il contributo dei privati soprattutto nell’ambito della ricerca sarebbe stato un errore tale da metterci in condizioni di grave inferiorità rispetto agli altri Paesi della Comunità Europea. In
effetti la Bocconi ha sempre auspicato, nel corso dei decenni della
sua storia, un giusto e equilibrato apporto coordinato di pubblico e
di privato, in quanto, come università libera, aperta e pluralista, ha
sempre favorito una fattiva collaborazione col mondo operativo italiano e internazionale.
I novant’anni della Bocconi
Il 7 novembre 1992 l’Università celebrò con solennità il 90° anniversario di fondazione. La giornata ebbe inizio con una cerimonia religiosa officiata dall’Arcivescovo di Milano, cardinale Carlo
Maria Martini, da cui venne il richiamo a non perdere mai di vista
valori come quelli dell’onestà, della verità, dell’etica nei rapporti
sociali ed economici. Il presidente della Repubblica onorò con la
sua presenza la Giornata Bocconiana, nel corso della quale Giovanni Spadolini e Mario Monti ricordarono che la Bocconi perse94
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 95
GLI
ANNI
N O VA N TA
gue da sempre il fine di formare “studenti educati come cittadini,
con forte senso di responsabilità e con una formazione che ne faccia dei manager e degli amministratori in grado di portare l’Italia
in Europa”.
Fra i risultati eccellenti raggiunti dalla Bocconi, e ricordati nella celebrazione, vi sono stati, in primo luogo, l’alto tasso di studenti che conseguono la laurea, e cioè il 90% degli iscritti, contro
una media nazionale del 30%.
In secondo luogo l’autonomia finanziaria: oltre due terzi delle
entrate dell’Ateneo sono costituiti dalle tasse e dai contributi versati dagli studenti, garanzia per evitare un assistenzialismo in cui
sono caduti altri atenei.
Al centro degli interessi dell’Università è continuato il costante
aggiornamento della didattica nei vari corsi di laurea, anche in
quelli di più recente istituzione, come Economia delle istituzioni e
dei mercati finanziari (CLEFIN), Economia delle amministrazioni
pubbliche e delle istituzioni internazionali (CLAPI) e Economia e
legislazione per l’impresa (CLELI). Ciò ha permesso di concretizzare una visione interdisciplinare delle materie strettamente economiche e aziendali con quelle giuridiche, sociali, politiche, tecnologiche, statistiche e informatiche.
Nel corso della cerimonia, il rettore Mario Monti ha illustrato anche alcuni concetti importanti per la vita dell’Ateneo:
Per anticipare le esigenze dei prossimi decenni, la Bocconi ha avviato quello
che possiamo considerare il ‘terzo ciclo’ di innovazione didattica della sua
storia.
Il “primo ciclo” coincide con la fondazione, nel 1902, del corso di laurea in
Scienze commerciali ed economiche (in seguito Economia e Commercio), il
cui piano di studi viene poi preso a modello da altri Istituti superiori e Università.
Il “secondo ciclo” è dei primi anni Settanta: sul vecchio tronco dell’Economia
e Commercio la Bocconi fa sorgere i corsi in Economia politica, in Economia
aziendale, in Discipline economiche e sociali, corsi poi adottati anche da altre
Università. Nasce in quegli anni anche la nuova Scuola di Direzione Aziendale, prima in Italia.
Il “terzo ciclo” è quello chiamato Piano Bocconi 2000. Esso prevede il passaggio ad altri corsi di laurea. Ma non come parcellizzazione del sapere. Al
95
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 96
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
contrario, come risposta alle esigenze appunto dei prossimi decenni, che richiederanno una più stretta integrazione culturale fra le discipline economiche
e quelle confinanti, quali le scienze politiche, il diritto, le scienze statistiche e
informatiche, la tecnologia.
Nuovi corsi di laurea e nuovi spazi
Oltre alla istituzione di nuovi corsi di laurea previsti dal Piano
di rinnovamento della Bocconi, durante il rettorato di Mario
Monti sono stati portati avanti altri notevoli progetti. È stato un
periodo denso di decisioni e di realizzazioni, nonostante un momento di crisi generale e di un incombente periodo di recessione.
La Bocconi ha voluto subito reagire con proposte innovative,
anticipando i tempi della possibile ripresa, attuando i programmi
del Piano Bocconi 2000, ricorrendo anche a soluzioni provvisorie per superare la ristrettezza degli spazi.
È di questi anni il ricorso al reperimento di alcune sedi, acquisite in locazione o in proprietà, non lontane dall’Ateneo, come quelle di via Balilla, via Calatafimi, viale Filippetti, via Salasco e viale Isonzo, in attesa di realizzare il piano definitivo di
ampliamento delle strutture dell’Ateneo, con la costruzione del
nuovo complesso edilizio avviato nel 1998 e in corso di completamento.
L’“addio” di Spadolini
Il 25 ottobre 1993 il presidente dell’Università Giovanni Spadolini pronunciò, per l’inaugurazione dell’anno accademico 199394, l’ultimo discorso ufficiale della sua ventennale presidenza. Dopo alcuni mesi di sofferenze, la morte lo colse a Roma il 4 agosto
1994. In quel suo illuminato discorso egli passò in rassegna i grandi eventi storici dei primi anni Novanta, dalla caduta del muro di
Berlino ai progetti di integrazione economica e politica europea,
dalla divisione della Cecoslovacchia alla riunione delle due Germanie, dall’allontanamento di Gorbaciov alle lotte pro e contro Eltsin, dalle guerre in Iraq, in Jugoslavia, in Somalia alla Dichiarazione dei princìpi, tra Israele e la Palestina, per l’avvio di trattative
di pace.
96
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 97
GLI
ANNI
N O VA N TA
Ne risultò un quadro non positivo del panorama internazionale,
acuito dalla crisi dei valori morali, dalla crisi dei partiti tradizionali in Italia, dai processi contro la corruzione, le note vicende di Mani pulite, dall’incapacità dimostrata nel nostro Paese di risolvere i
problemi attraverso la riforma elettorale, e infine dai gravi problemi del debito pubblico e dell’inasprimento della pressione fiscale.
Fu una lucida visione dei drammi sociali e politici del momento tracciata da chi stava per lasciare la vita politica e la vita terrena, ma anche un messaggio di speranza nella ripresa e nel futuro
europeo del nostro Paese, nonché un invito all’ottimismo e alla volontà di bene operare.
Per l’Università italiana e per la Bocconi in particolare egli vide nuove possibilità di affermazione dopo la fase di transizione vissuta:
Non dimentichiamo che il processo di unificazione e di liberalizzazione del
mercato europeo, con l’estensione della validità di titoli accademici al di là delle frontiere nazionali, tende ad ampliare il mercato del lavoro e dà vita ad una
nuova, stimolante, ma, in alcuni casi, anche aspra, competitività nel mondo
professionale che esige, quindi, cambiamenti anche radicali nelle strutture didattiche, scientifiche e universitarie.
E la Bocconi è impegnata da anni in questa sfida, secondo una linea che la contraddistingue da sempre: pensare e agire in una prospettiva internazionale [...].
Il nostro punto di riferimento inalterabile – e qui mi rivolgo soprattutto a voi
studenti che rappresentate il nostro futuro – è la fede nella cultura, nella sua
universalità e nella sua capacità di creare ponti fra i popoli, di superare le barriere divisorie, di annullare le catene di odio, di violenza e di vendetta.
All’inizio dell’anno accademico 1994-95 la sua figura e la sua opera furono commemorate dal presidente della Repubblica Oscar
Luigi Scalfaro, dal presidente del Senato Carlo Scognamiglio, dal
rettore Mario Monti e dal consigliere delegato Luigi Guatri.
La sua opera di presidente fu sempre improntata ad alcuni fondamentali principi, che ritornano con chiarezza in tutti i suoi interventi, sempre ribaditi e poi verificati nella loro applicazione, che si
ricollegano alle idee che avevano animato all’inizio del secolo i
fondatori della nostra Università e che Giovanni Spadolini ci ha
trasmesso con l’auspicio che la Bocconi, protesa all’innovazione,
sappia rinnovarsi sempre, ma “nella coscienza della tradizione”.
97
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 98
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
La crescita prosegue
Mario Monti, nel corso dei suo periodo di rettorato, si è avvalso
della collaborazione di alcuni prorettori: Vittorio Coda per i problemi riguardanti la ricerca e lo sviluppo del personale docente nonché
il miglioramento del processo educativo; Roberto Ruozi per l’orientamento e l’ammissione degli studenti e l’inserimento dei laureati
nel mondo del lavoro; Angelo Provasoli per i problemi della biblioteca e dell’informatica, e Fabrizio Onida, subentrato a Secchi (diventato senatore al Parlamento italiano e parlamentare europeo), per
i problemi della didattica e della formazione nonché per i rapporti
con gli organi universitari nazionali.
Sempre durante gli anni del rettorato di Mario Monti si è rafforzata la rappresentanza studentesca nel Consiglio di Facoltà dell’Ateneo, alle cui riunioni partecipavano tre studenti per la trattazione di
argomenti di preminente interesse per tale componente universitaria.
I rappresentanti degli studenti erano stati chiamati a far parte delle Giunte e dei Consigli di Dipartimento e del Consiglio di Amministrazione dell’ISU, nonché del Comitato per le attività sportive e dei
Comitati di coordinamento dei corsi di laurea.
Infine il corpo accademico si è arricchito in quegli anni di 18
nuovi professori ordinari: Franco Bruni, Giorgio Sacerdoti, Francesco Giavazzi, Marco Cattini, Giorgio Brunetti, Bruno Sitzia, Lanfranco Senn, Guido Tabellini, Lorenzo Peccati, Pierluigi Fabrizi, Angelo Porta, Severino Salvemini, Enrico Valdani, Salvatore Vicari,
Guido Rossi, Fabrizio Pezzani, Mario Massari e Mauro Bini.
Alle soglie del 2000 il corpo docente è ulteriormente aumentato,
con la chiamata di altri 10 professori ordinari: Vincenzo Perrone, Attilio Guarneri, Alberto Alessandri, Giuseppe Franco Ferrari, Franco
Malerba, Pietro Muliere, Franco Amatori, Luigi De Paoli, Stefano
Liebman e Sergio Paci.
Ai professori ordinari di prima fascia si aggiunsero poi una sessantina di professori associati, e circa un’ottantina di ricercatori di
ruolo.
Nel decennio hanno insegnato, a vario titolo, nella nostra Università circa 650 docenti ogni anno.
Attenta alla formazione intesa sempre più come processo permanente, la Scuola di Direzione Aziendale ha offerto ai laureati una
98
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 99
GLI
ANNI
N O VA N TA
gamma di programmi molto ampia, di diversa estensione e anche organizzati ad hoc a favore di imprese e di istituzioni. E sempre in
Bocconi, tramite le strutture della Facoltà e della SDA, sono stati avviati anche diversi corsi di perfezionamento dedicati a laureati interessati ad approfondire alcuni temi particolarmente aderenti alle
nuove esigenze delle imprese e della società.
Relazioni internazionali
In quegli anni l’Università Bocconi ha dato grande impulso alla sua politica di internazionalizzazione, siglando diversi accordi
con prestigiose istituzioni straniere al fine di intrattenere rapporti
di scambio con una cinquantina di università europee ed extraeuropee. Infatti, è di gran lunga aumentato il numero degli studenti
bocconiani scambisti e in forte crescita è diventato anche il numero degli studenti stranieri accolti. Sempre più numerosi sono stati i
visiting professor, la cui presenza in Università è più che raddoppiata negli ultimi anni.
A questo importante programma di scambi internazionali hanno collaborato attivamente non soltanto la facoltà, ma anche la
Scuola di Direzione Aziendale che ha posto in essere il programma Master Community of European Management Schools
(CEMS), nell’ambito del quale i laureati e i laureandi di 15 università europee, leader nell’insegnamento del management, hanno
trascorso un periodo di 6 mesi all’estero, suddiviso in 3 mesi accademici presso un’istituzione partner e 3 mesi di stage presso un’azienda.
Infine ricordiamo alcuni dati statistici relativi al periodo preso
in esame. Agli inizi degli anni Novanta gli iscritti ai vari corsi di
laurea erano saliti a 11.000 e i laureati a circa 1.500 all’anno. Nella seconda metà gli iscritti hanno raggiunto le 12.500 unità e i laureati si sono attestati sul numero di 1.600 ogni anno.
Manifestazioni scientifiche e culturali
Si sono tenuti presso l’Ateneo molti convegni, congressi, seminari e cicli di conferenze di rilevanza scientifica e culturale, sia nazionale sia internazionale, che testimoniano la vitalità e la validità
99
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 100
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
delle ricerche dei nostri docenti, attestate dalle numerose pubblicazioni edite ogni anno a cura dei dipartimenti, centri e istituti.
Ci limitiamo a ricordare che nel 1994 si è svolto a Milano, al
Teatro alla Scala, l’XI Congresso Mondiale di Storia economica,
presieduto da Aldo De Maddalena. Si è trattato di un evento di
straordinario significato culturale, cui hanno partecipato un migliaio di esponenti del mondo scientifico internazionale nel campo
delle discipline storiche e sociali.
La presidenza di Mario Monti e il rettorato di Roberto Ruozi
Dopo la morte del sen. Giovanni Spadolini, nel settembre del 1994,
è stato nominato presidente dell’Ateneo Mario Monti e dal 1° novembre ha assunto la carica di rettore Roberto Ruozi, ordinario di Economia delle aziende di credito, direttore dell’Istituto di Economia degli
Intermediari Finanziari e direttore del Centro di studi sull’Innovazione
Finanziaria (NEWFIN), che era già stato prorettore sotto il rettorato di
Mario Monti e quello di Luigi Guatri.
Durante il suo rettorato, Ruozi si è avvalso della collaborazione di
tre prorettori: Giuseppe Airoldi, delegato alla didattica; Aldo Montesano, delegato alla ricerca scientifica; Severino Salvemini, delegato, oltre
che alle attività extracurricolari, anche alle relazioni internazionali.
Concreto, operativo e dinamico, Ruozi, appena assunta la carica, ha fissato gli obiettivi del suo programma di “innovazione nella continuità”, dando attuazione al Piano Bocconi 2000 proponendo i seguenti punti:
– fedeltà alla nostra area di competenza, corrispondente alla missione che i fondatori della nostra Università le attribuirono all’atto della costituzione: missione che consiste nella formazione, qualificazione
e diffusione della cultura economica e nella preparazione di persone
che possono concorrere a una migliore gestione dell’economia e delle
singole istituzioni che la costituiscono;
– adeguamento di questa missione storica ai continui mutamenti
delle condizioni del sistema sociale ed economico e alle nuove esigenze degli operatori, tenendo conto, tra l’altro, dell’evoluzione tecnologica, delle condizioni ambientali, dei processi di internazionalizzazione, della necessità di costruire nuovi programmi didattici e di ri100
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 101
GLI
ANNI
N O VA N TA
cerca che colleghino più profondamente gli studi economici ad altre
aree del sapere;
– sviluppo e integrazione delle attività didattiche e di ricerca nel senso che la ricerca di base e quella applicata debbono rappresentare le
condizioni per una didattica efficace basata su programmi aggiornati e
rispondenti alle esigenze della società;
– riconoscimento dell’importanza della formazione permanente e
sviluppo a tal fine delle iniziative post lauream e post esperienza.
Si è poi continuato il confronto sul tema delle tecniche di comunicazione multimediali e certamente il diffondersi delle reti, in particolare
di Internet, ha portato mutamenti strutturali nelle tecniche di informazione e di trasmissione delle idee (Information Technologies – IT).
Queste nuove tecniche iniziavano a influire sui processi sociali, sui
comportamenti organizzativi e culturali, favorendo la ricerca in grado
di collegarsi in tempo reale con i più importanti centri di ricerca del
mondo.
La Bocconi, per il miglior utilizzo di tali strumenti, costituì un apposito Comitato per la multimedialità, per l’uso e lo sviluppo della cultura multimediale, sia nella ricerca scientifica e nella didattica, sia per
favorire la comunicazione fra gli studenti e con gli studenti.
Iniziative per gli studenti delle scuole medie superiori
Fra le tante iniziative prese dalla Bocconi a favore dei giovani, negli
ultimi anni, vi è quella dell’“orientamento degli studenti delle scuole
medie superiori”, che sono vicini alla maturità, per cercare di ridurre le
incertezze e i dubbi sulla scelta delle varie facoltà, per evidenziare le loro attitudini e i loro interessi, per analizzare le motivazioni di scelta di
questo o di quel corso di laurea.
Per cercare di sensibilizzare agli studi economici quegli studenti
che non hanno nessun insegnamento di materie economiche nei loro
piani di studi, è stato organizzato il cosiddetto B-game, un esercizio
competitivo computerizzato di simulazione di alcuni aspetti di gestione del bilancio familiare, iniziativa continuata da diversi anni, che
ha avuto uno straordinario successo coinvolgendo migliaia di giovani
studenti e diverse centinaia di docenti di moltissime scuole italiane e
straniere.
101
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 102
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Così pure sono stati organizzati ogni anno, a cura del centro
ELEUSI dell’Istituto di Metodi quantitativi, i Giochi matematici e i
Campionati Internazionali di Matematica ai quali hanno partecipato
migliaia di studenti delle scuole medie e superiori.
Inoltre la Bocconi ha rinnovato e potenziato l’Ufficio Laureati e Placement, struttura che traduce in programmi e iniziative la politica adottata per rispondere agli stimoli che emergono dal mondo economico e
produttivo e dall’esigenza di formare i futuri quadri dirigenti aziendali.
Sono stati ancora avviati in questi anni due importanti programmi,
denominati rispettivamente Advisor per la Bocconi e Partner per lo
sviluppo.
Col programma Advisor l’Università ha chiesto a imprenditori e a
giovani manager se, alla luce delle loro esperienze, le figure professionali dei laureati della Bocconi risultavano adeguate alle esigenze del
mercato. In base alle risposte la Bocconi ha aumentato l’offerta di attività didattiche e di corsi extracurriculari, destinati ad ampliare gli orizzonti culturali di ogni studente e a migliorare le sue capacità di relazione.
Per quanto concerne invece il programma Partner per lo sviluppo si
è ottenuta la partecipazione dei massimi esponenti di alcune decine di
aziende e di importanti enti italiani e stranieri, in uno sforzo di assistenza e di consiglio circa le più importanti decisioni strategiche prese
dalla Bocconi. E in ciò si è ripetuta e rinnovata l’esperienza positiva avviata negli anni Settanta con l’istituzione del Comitato delle aziende sostenitrici della Bocconi. Con i partecipanti a tale programma sono stati scelti temi di ricerca sui quali l’Università doveva investire i propri
sforzi e il proprio interesse, e il contributo dato dalle aziende è stato essenziale per sostenere il miglioramento della Bocconi in tutte le sue
manifestazioni.
I due programmi hanno rafforzato i legami tra l’Università e il mondo operativo, legami che si sono poi via via sempre più intensificati anche attraverso il perfezionamento e la moltiplicazione degli stage che i
nostri studenti effettuano presso varie aziende.
Iniziative culturali e extracurriculari – Sapere a tutto campo
Con l’ISU, ente regionale che presiede al diritto allo studio, l’Università Bocconi ha iniziato a promuovere varie iniziative culturali come
concerti, rappresentazioni teatrali e cinematografiche, mostre di pittura
102
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 103
GLI
ANNI
N O VA N TA
e di fotografia, incontri di studio e conferenze di vario genere, non più
solo nei settori in cui si imperniano i corsi di laurea, ma anche in altri
settori concernenti la formazione della persona.
Nell’ambito del progetto extracurriculare Sapere a tutto campo, citiamo innanzitutto il ciclo “Oltre la norma”, che si è concentrato in una
ricerca sull’uomo, sulle sue possibilità e sulle sue motivazioni e un altro importante ciclo costituito da incontri sull’etica intitolato “Il dovere
di rispondere”.
Nel primo caso sono stati organizzati incontri con i protagonisti del
nostro tempo, come scrittori, musicisti, sportivi, che hanno proposto la
loro esperienza.
Nel secondo, l’iniziativa è consistita in un ciclo di incontri dedicati
all’analisi di specifici temi di riflessione etica. Nel corso di questi ultimi anni sono poi stati avviati anche nuovi corsi extracurriculari di: arte, letteratura, musica, teatro, tecnologia dell’informazione, neuroscienze cognitive, antropologia, filosofia e geopolitica, che gli studenti
possono liberamente scegliere come impegno di approfondimento culturale allo scopo di arricchire il proprio percorso di studi altrimenti legato alla sola tradizionale formazione economico finanziaria.
Nel gennaio 1999, inoltre, circa 150 studenti provenienti da 40 Paesi dell’Europa e del Mediterraneo hanno partecipato, per iniziativa del
rettore del nostro Ateneo e dell’ISPI, al primo Young Leader Forum,
avente lo scopo di promuovere il dialogo fra i Paesi del bacino del Mediterraneo e favorire gli scambi fra università, di abbattere alcune barriere culturali e rigidità derivanti da integralismi religiosi. Alla manifestazione hanno portato il loro contributo le più alte autorità politiche e
culturali sia europee che italiane.
Vogliamo infine ricordare che la nostra Università ha stipulato, nel
dicembre 1999, una convenzione con l’Unioncamere Lombardia per
promuovere lo sviluppo congiunto e l’internazionalizzazione dell’economia lombarda, per favorire la ricerca scientifica, per progettare servizi innovativi per le imprese e per facilitare l’inserimento dei giovani
laureati nel mondo del lavoro.
Verso l’Università del Duemila
Il rettore Roberto Ruozi si è manifestato molto aperto e attento
al dialogo con gli studenti per la soluzione di ogni loro problema e
103
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 104
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
si è attivamente adoperato per cercare di chiarire, anche a livello
istituzionale, il ruolo delle università libere nel panorama universitario italiano, oltre ad avvicinare i mondi delle università libere e
delle università statali, grazie alla sua presenza come delegato delle università libere nel Comitato di Presidenza della Conferenza
dei Rettori delle Università Italiane.
Infine ha avviato una revisione dei corsi di laurea in sintonia
con le proposte di riforma universitaria, anticipandole a titolo sperimentale. Il nuovo percorso degli studi prevede l’obbligo di frequenza con corsi obbligatori di inglese e di informatica. Il primo
anno, caratterizzato da una forte base economica, comune a tutti i
corsi di laurea, con differenze minime solo in alcuni casi, consente poi successivamente la massima mobilità interna degli studenti.
Grazie all’introduzione del “sistema dei crediti”, previsto dalla
riforma universitaria nazionale proposta dal Ministero, la mobilità
è diventata anche internazionale.
Il presidente Mario Monti ha dichiarato: “Siamo in una fase di
innovazione intensa e la Bocconi, pur gelosa della sua indipendenza, ha sempre avviato sperimentazioni in casa propria, che poi si
sono rivelate utili per il resto del sistema universitario”.
Nuovi edifici
A questo punto vorremmo ritornare su un tema molto importante,
quello degli spazi. Il problema è stato sempre al centro della nostra attenzione, fra i numerosi affrontati dalle autorità accademiche nel corso dell’ultimo trentennio.
Nessuno si meravigli se diciamo trentennio, perché proprio a metà
degli anni Sessanta furono avviati i contatti con le autorità comunali ai
fini di ottenere un’ampia area per l’espansione dell’Ateneo, contatti
più volte sospesi poi per l’avvicendamento di uomini politici e di tecnici alla guida dell’amministrazione della città, per gli ostacoli frapposti da problemi tecnici e urbanistici e da gruppi locali, preoccupati
da possibili danni e non consapevoli dei vantaggi derivanti da un più
ampio insediamento universitario nel quartiere.
Gli amministratori della Bocconi non contano più gli incontri avuti nel corso degli anni con gli assessori e i funzionari del Comune di
Milano e del Consiglio di zona, al fine di ottenere un’area su cui rea104
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 105
GLI
ANNI
N O VA N TA
lizzare aule, servizi vari e parcheggi, fra la via Roentgen, viale Bligny
e via Bocconi.
Solo a metà degli anni Novanta, dopo laboriose trattative e la presentazione di progetti e di relazioni tecniche, è stato possibile raggiungere un’intesa e solo nel 1997, grazie a una legislazione diversa,
si è potuto far valere i diritti dell’Università Bocconi a esercitare le sue
attività di istruzione e di formazione, riconosciute di interesse pubblico. Si è pertanto concluso nel novembre 1997 tra Regione, Ministero
dei Lavori Pubblici, Comune di Milano e Bocconi un accordo per consentire l’ampliamento dell’Ateneo grazie allo snellimento e alla sburocratizzazione della normativa urbanistica e all’applicazione di nuovi istituti giuridici introdotti solo recentemente nel nostro ordinamento giuridico. In tal modo il progetto edilizio degli architetti Ignazio e
Jacopo Gardella è stato realizzato e ha costituito, nel quadro del Piano Bocconi 2000, un’iniziativa di notevole importanza anche sul piano urbanistico e territoriale per la città di Milano. La disponibilità del
Comune a cedere, in diritto di superficie, anche se non in proprietà,
un’area adiacente a quella attuale ha consentito così di evitare lo sdoppiamento dell’Ateneo e di migliorare l’offerta didattica dell’Università, che costituisce motivo di prestigio e di arricchimento della vita culturale non solo di Milano, ma dell’intero Paese.
Il nuovo complesso comprende tre fabbricati:
– un primo edificio (accanto a quello costruito negli anni Ottanta
su progetto dell’ing. Ceretti, ove ha avuto sede la SDA, ubicato lungo
via Bocconi) da cui si accede a un’autorimessa sotterranea di circa 700
posti, costruita sotto gli altri edifici e ricoperta da aree verdi. Questo
intervento ha anche consentito la sistemazione della libreria Egea, di
uffici, sale di riunione e di studio, servizi universitari generali ed aule;
– un secondo edificio, lungo via Roentgen, dove trovano posto dipartimenti, istituti e centri di ricerca, l’Aula Magna con locali adiacenti adibiti a foyer, sale di rappresentanza e di ritrovo per studenti e
docenti, spazio espositivo, atri spaziosi, impianti e servizi tecnici;
– un terzo edificio, al centro dell’area, a pianta ovale, di quattro piani fuori terra e di tre piani interrati, che dispone di 30 aule scolastiche,
spazi di studio e di ricreazione per studenti, corridoi, accessi sotterranei agli altri edifici e all’autorimessa. L’edificio, per la sua forma elissoidale, viene amichevolmente definito dagli studenti “Velodromo”.
105
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 106
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Non dimentichiamo poi che l’Università Bocconi disponeva di spazi
operativi collocati in una dozzina di edifici diversi gravitanti per la
maggior parte entro un raggio di un chilometro e mezzo intorno alla
sede storica di via Sarfatti. La realizzazione del Piano Bocconi 2000
ha così consentito una razionalizzazione complessiva e funzionale delle disponibilità di spazi da parte dell’ateneo, realizzando un campus
universitario tra il nucleo storico di via Sarfatti, via Gobbi, via Bocconi e il nuovo complesso tra le vie Roentgen, Bligny e Bocconi.
Protagonisti scomparsi
Per non dimenticare i meriti di alcuni protagonisti della storia
della Bocconi è doveroso ricordare, con rimpianto e gratitudine, alcune persone scomparse in questo decennio.
Nel marzo del 1990, all’età di 96 anni, è scomparso Ugo Caprara. Egli è stato uno dei grandi maestri dell’Economia aziendale, disciplina che ha insegnato per oltre 50 anni spaziando dalla
Tecnica commerciale all’Economia bancaria.
Il 5 maggio del 1993 è scomparso Libero Lenti, docente insigne, membro del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo e presidente per molti anni dell’Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa – Associazione “Amici della Bocconi”. Libero Lenti si
pone, a pieno titolo, nella schiera di coloro che hanno fatto grande
la Bocconi, con la sua opera di studioso e di docente, ma soprattutto con la dedizione e l’amore portato alla nostra Università, lungo l’intera vita, nella piena fedeltà ai suoi principi ispiratori.
Il 20 settembre 1995 è mancato Carlo Masini, professore emerito, eccellente allievo di Gino Zappa, personalità notevole per le
qualità umane e l’impegno di docente e di studioso. Presso la Bocconi ha insegnato per oltre 45 anni, prima Ragioneria generale e
applicata, poi Economia aziendale e ha anche partecipato attivamente al processo di rinnovamento della Bocconi.
Il 18 febbraio 1996 ci ha lasciati Francesco Brambilla. Anch’egli presso l’Università Bocconi ha percorso tutti i gradi della carriera universitaria, diventando titolare della cattedra di Statistica
metodologica. Ricordiamo la vastità della sua cultura, il suo impegno civile e politico, la sua appartenenza alle più importanti istituzioni scientifiche e culturali, sia italiane che straniere.
106
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 107
GLI
ANNI
N O VA N TA
Il 9 settembre 1997 è deceduto Giorgio Pivato. La sua collaborazione con la facoltà, a diversi livelli, è durata per oltre mezzo secolo con
l’insegnamento, prima di Tecnica industriale e commerciale e poi di
Economia delle aziende industriali. Inoltre è stato direttore e presidente del Centro di Studi sulle Borse Valori “A. Lorenzetti”, membro del
Comitato direttivo della SDA, membro del Consiglio di Amministrazione della Università e dell’Associazione “Amici della Bocconi”.
Infine nell’aprile 1998, all’età di 99 anni, è deceduto Giovanni Demaria. Chiamato alla Bocconi nel 1934, insegnò dapprima Statistica
economica e demografica e poi Politica economica e finanziaria e Economia politica, fino al 1975. Diresse l’Istituto di Economia Politica e il
Giornale degli Economisti – Annali di Economia. Fu prorettore dell’Ateneo nell’anno accademico 1945-46 e rettore dal 1946 al 1952.
Membro delle più importanti accademie e istituzioni scientifiche, sia
italiane che straniere, ha lasciato numerose e rilevanti pubblicazioni e
molti corsi monografici, croce e delizia dei suoi allievi, via via succedutisi nel corso dei suoi quarant’anni di insegnamento.
La visita al Pontefice
Un altro avvenimento storico ha concluso il decennio: la visita in
Vaticano della comunità bocconiana a Papa Giovanni Paolo II, avvenuta il 20 novembre 1999. Una rappresentanza di docenti, studenti e
personale tecno amministrativo ha partecipato a una udienza privata
del Santo Padre, il quale ha centrato il suo discorso sulla grande responsabilità di quanti si dedicano alla ricerca e allo studio delle discipline economiche nel porre le basi per una attività che crei prospettive durevoli di crescita e occupazione. Il Papa ha insistito sulla
necessità di armonizzare le esigenze dell’economia con quelle dell’etica, il bisogno di tutelare e promuovere il primato indiscutibile della
persona, l’utilità di un maggior coordinamento fra economia e politica, l’auspicio di un governo sovranazionale dell’economia e dell’avvento di una società civile internazionale capace di esprimere forme
di soggettività economica e politica ispirate alla solidarietà e alla ricerca del bene comune. Hanno guidato la delegazione bocconiana il
presidente Mario Monti e il rettore Roberto Ruozi. La messa è stata
celebrata in San Pietro dal Vicario generale della diocesi di Milano,
mons. Giovanni Giudici, bocconiano.
107
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 108
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Il CDA degli anni Novanta
Durante il decennio il Consiglio di Amministrazione ha accolto
fra i suoi componenti, oltre ai presidenti Spadolini e Monti, al consigliere delegato Guatri e al rettore Ruozi, anche altre autorevoli personalità, come Francesco Cingano, Emanuele Dubini, Giuseppe Pellicanò, Giancarlo Lombardi, Sergio Scalpelli, Ottorino Beltrami, Ennio Presutti, Roberto Mazzotta, Sandro Molinari, Marco Tronchetti
Provera, Lucio Stanca, Sergio Siglienti, Giuliano Urbani, Benito Benedini, Piero Bassetti, Nicolò Nefri, Giorgio Lunghini, Adalberto
Predetti, Mario Talamona, Carlo Sangalli, Giuseppe Guzzetti, Roberto Formigoni, Giovanni Pavese e Mario Jakober.
Nuovo Statuto e nuovi Regolamenti
Il nuovo Statuto dell’Ateneo, deliberato dal Consiglio di Amministrazione il 29 maggio 1998, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 23 luglio 1998. Il vecchio Statuto risaliva al 1925 e aveva già subìto molte integrazioni e modificazioni
nel corso degli anni successivi. Le nuove linee guida dell’Università,
espresse nel nuovo regolamento, mettono in evidenza sia i tradizionali valori bocconiani di libertà e autonomia, sia alcuni importanti
aspetti organizzativi: “Si tratta di un’innovazione di vasta portata – ha
detto il presidente Mario Monti – che ha dato sistematicità a una serie di Organi preposti alla gestione dell’Università nei suoi diversi
aspetti, che erano stati ‘inventati’ nel corso degli anni e che adesso
hanno trovato una collocazione logica nel nuovo Statuto”.
Nel maggio 1999 il Consiglio di Amministrazione, su proposta
del Consiglio di Facoltà, ha poi approvato, ai sensi del vigente Statuto, anche il Regolamento didattico di Ateneo, che disciplina l’ordinamento degli studi e l’organizzazione della didattica della Facoltà e dei vari corsi di laurea.
Recentemente è stato approvato inoltre il Regolamento generale di
Ateneo, previsto dallo Statuto (art. 1.2) e dalle vigenti disposizioni di
legge, e hanno seguito il normale iter burocratico gli altri Regolamenti, pure previsti dallo Statuto, riguardanti specifiche materie.
108
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 109
Il Duemila: da cent’anni il futuro
Innovazione ed eccellenza
Oltre cento anni fa, nel 1902, i fondatori avevano individuato le linee guida caratterizzanti la missione affidata all’Università Bocconi
nella centralità dell’attività scientifica, nell’attenzione alle tensioni
culturali, nella proiezione verso l’internazionalità, nel coraggio dell’innovazione e nel legame solidale con la realtà economico-sociale.
A oltre un secolo di distanza, queste linee guida si impongono di nuovo quali principi portanti dell’identità della Bocconi e del suo impegno per il futuro.
La celebrazione del Centenario è stata caratterizzata da una grande ricchezza di iniziative. Ma non è stato un anno vissuto in spirito di
compiacimento; anzi è prevalso l’impegno e la riflessione autocritica
perché è stato considerato come l’inizio del secondo centenario e non
solo come la conclusione del primo.
“Da cent’anni il futuro” è il motto che sintetizza i sentimenti con
i quali la Bocconi affronterà il secondo secolo di vita: uno sforzo continuo per l’innovazione e il perseguimento dell’eccellenza, che implica un rinnovamento costante, ma sempre coerente con la tradizione
dell’Ateneo.
Centenario Bocconi 1902–2002: i primi 100 anni
Il Centenario Bocconi si è svolto dall’ottobre 2001 al febbraio 2003
in un intensissimo calendario di appuntamenti accademici e culturali –
coordinato da Mirka Giacoletto Papas con il suo staff di Bocconi Comunicazione – e ha raccontato, per oltre un anno, la storia bocconiana
alla città di Milano, lungo tre filoni: scientifico, storico-culturale e civile-istituzionale.
Dopo la visita alla Cappella della tomba della Famiglia Bocconi, il
19 novembre 2001, al Cimitero Monumentale di Milano, con la cerimonia per l’inaugurazione dell’anno accademico 2001-02, il 20 ottobre,
l’Università ha celebrato ufficialmente il centesimo anno d’attività.
La cerimonia ha visto la partecipazione di molte autorità di Governo, rappresentanti del mondo politico, industriale, finanziario,
economico, docenti e studenti, anche internazionali.
109
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 110
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Mario Monti, presidente dell’Università e Commissario europeo, ha
ricordato il primo secolo di vita, la fedeltà ai princìpi del fondatore, la
straordinaria capacità di evolversi che ha portato la Bocconi fino ai traguardi e ai successi attuali: una riflessione sul passato, utile per rivolgersi con più fiducia e determinazione verso il futuro.
Il rettore ha poi tracciato un ampio quadro della Bocconi degli
Anni Duemila, sempre più orientata a confrontarsi con uno scenario
di livello europeo e mondiale e ha posto tra le prospettive future il
rinnovamento nella tradizione; l’attenzione alle tensioni culturali, sociali ed economiche; la proiezione verso l’internazionalità; il potenziamento delle attività scientifiche; l’adeguamento di massima ai
principi della Riforma universitaria; la realizzazione di nuove infrastrutture a favore degli studenti, della ricerca e dell’attività didattica;
l’applicazione delle tecnologie informatiche in continua evoluzione;
la ripresa di un più stretto dialogo con le imprese e con il mondo del
lavoro, da cui la Bocconi ha sempre ricevuto gli stimoli al miglioramento e allo sviluppo delle proprie attività, per mantenerle adeguate
alle esigenze della realtà.
La prolusione è stata tenuta da Lord Ralf Gustav Dahrendorf, già direttore della London School of Economics, il quale ha ricordato che le
università sono portatrici dei valori in cui crediamo, valori che, a differenza degli edifici o delle istituzioni, non possono venire distrutti dalla
malvagità degli uomini.
Il primo appuntamento in ateneo è stato il congresso linguistico internazionale dal titolo “Prospettive linguistiche della nuova Europa all’alba del Terzo Millennio” cui ha fatto seguito una convention dei laureati in Lingue e letterature straniere della Università Bocconi, sul tema
“Le lingue come strumento di integrazione tra i popoli”. A seguire, si è
celebrato il Meeting del Centenario per il personale amministrativo e
tecnico della Bocconi. Sempre a novembre è stato presentato il progetto “Bocconi–Lab”, in collaborazione con le scuole medie superiori,
per il miglioramento delle qualità della didattica. Il 6 dicembre si è ricordato il compianto presidente Sen. Giovanni Spadolini con l’intitolazione, da parte del Comune di Milano, di una via al suo nome. E alla
sua memoria è stata anche inaugurata una residenza universitaria, per
circa 330 studenti, gestita dall’ISU Bocconi.
Ancora in dicembre è stata conferita dal Comune di Milano alla nostra Università la “Grande Medaglia d’oro” in riconoscimento dei me110
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 111
IL DUEMILA:
D A C E N T ’A N N I I L F U T U R O
riti acquisiti in cento anni di attività, e inoltre è stato celebrato il 30° anniversario della Scuola di Direzione aziendale.
Nel gennaio 2002 è stato emesso un francobollo celebrativo del
Centenario della Bocconi e si è svolto un incontro con i partner e gli advisor dell’Università. Altro avvenimento di eccezionale importanza è
stato il convegno sul tema “Europa, spazio aperto” con gli interventi del
presidente della Commissione europea prof. Romano Prodi e del card.
Carlo Maria Martini; mentre nelle settimane successive si è svolto un
incontro con i presidi delle Facoltà di Economia e Scienze statistiche
delle università italiane.
Inoltre lo studio irlandese Grafton Architects si è aggiudicato la progettazione del complesso edilizio in via Roetgner che ha concluso il
Piano Bocconi 2000.
Le manifestazioni sono continuate poi con un Open Day per tutte le
istituzioni milanesi e lombarde e il Festival degli studenti con manifestazioni sportive, culturali, musicali ed artistiche. È stata poi la volta
della Giornata del Laureato con un incontro sul tema “L’organizzazione virtuale dentro e fuori l’azienda” e della Convention dei laureati della Bocconi con la proclamazione del “Bocconiano dell’anno”.
Il programma è proseguito con “Acquisitions: a Management Perspective”, la Mostra “Il Mondo Nuovo 1890-1915” al Palazzo Reale di
Milano dal dicembre 2002 al febbraio 2003, il convegno internazionale sul tema “Income Distribution and Welfare”, la presentazione del
progetto “Comunità scientifiche virtuali” e il concorso internazionale
di idee “Università Bocconi, un campus per il Terzo Millennio” che ha
visto anche l’inaugurazione della mostra dei migliori progetti presso
l’Urban Center del Comune di Milano.
Il convegno internazionale “Risk and stability in the financial
system: what rules for regulators, management and market discipline?”
e quello sul tema “Milano multietnica. Rischi e opportunità per lo sviluppo metropolitano del XXI secolo” hanno, invece, soffermato l’attenzione sulla necessità di sviluppare la dimensione di globalizzazione
o governance.
Vanno poi segnalati anche l’incontro della SDA Bocconi con le
scuole di management internazionali, il convegno internazionale sul tema “New Frontiers of Entrepreneurship”, il convegno sui rapporti fra
economia e diritto, il convegno internazionale sulla storia dell’impresa
organizzato in collaborazione con l’Associazione Studi Storici sull’Im111
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 112
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
presa (ASSI), il convegno internazionale su “Values and Prices of Intangible Assets: the Controversies that Matter for Companies and Markets” e l’incontro con le università aderenti al network PIM (Program
in International Management).
In ottobre il governatore del Distretto 2040 del Rotary International
ha conferito all’Ateneo la massima onorificenza rotariana, la “Paul
Harris Fellow” per onorare la Bocconi al compimento dei suoi cento
anni di vita, mentre in novembre il presidente della Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi ha presenziato alla cerimonia per l’inaugurazione dell’anno accademico 2002-03 (101° anno) .
Sempre in novembre ha avuto luogo il convegno AICUN “Oltre la
Comunicazione e il Marketing per un sistema strategico di relazioni
delle Università”, mentre a dicembre si è svolto un convegno internazionale sul tema “Corporate Governance and Firm Organisation: Nexuses and Frontiers”.
Infine a dicembre è uscito anche il terzo volume della Storia di una
libera università curato dai docenti dell’Istituto di Storia Economica
dell’Ateneo (Cattini, De Maddalena, Romani).
Il rettorato di Carlo Secchi 2000–2004
Per il biennio 2000-2002 il Consiglio d’Amministrazione dell’Ateneo ha nominato rettore Carlo Secchi, ordinario di Politica economica europea. A lui, confermato poi anche per il biennio successivo
2002-2004, è stato assegnato il compito di attuare la riforma universitaria, di difendere l’autonomia dell’Ateneo e di portare in Europa e
nel mondo l’eccellenza della Bocconi.
Secchi ha designato due prorettori come suoi stretti collaboratori:
Giancarlo Forestieri per la parte didattica e Francesco Giavazzi per la
ricerca, al quale poi nel 2002 è subentrato Lorenzo Peccati. Il rettore
ha anche conferito l’incarico di delegato per le attività extracurriculari, culturali e sportive a Bruno Busacca e di delegato per i corsi di
dottorato a Fulvio Ortu.
Sin dagli inizi del suo rettorato, Secchi ha affrontato i molti problemi connessi con la riforma universitaria, riguardanti la riorganizzazione dei corsi di laurea, il potenziamento delle infrastrutture e il
non facile passaggio al processo di innovazione che ha coinvolto l’intero sistema universitario italiano negli ultimi anni.
112
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 113
IL DUEMILA:
D A C E N T ’A N N I I L F U T U R O
L’impegno di Secchi è stato soprattutto quello di mantenere alto il
concetto di eccellenza, unanimemente riconosciuto alla Bocconi, il
cui prestigio si basa su alcuni obiettivi, più volte richiamati dal rettore: “una accelerazione nella proiezione internazionale dell’Ateneo,
una maggiore enfasi sulla ricerca e sulla preparazione del personale
docente, il rinnovo dell’offerta formativa sia nei corsi che nelle strutture e, infine, nuove forme di collaborazione e di contatto col mondo del lavoro”.
Il suo compito di far progredire la Bocconi nei ranking internazionali, di attuare la riforma universitaria e di far partire nuovi corsi,
come è accaduto con la prima laurea in Italia interamente in inglese
(il DIEM), è stato svolto con impegno e determinazione e ha riscosso il meritato successo.
Il prestigio di cui ha sempre goduto e gode la Bocconi è stato, nel
recente passato, confermato anche dal giudizio lusinghiero espresso
da un’indagine promossa da ricercatori dell’Université Libre de Bruxelles, che hanno classificato la Bocconi al secondo posto nel mondo, dopo Harvard, per la formazione dei migliori economisti e unica
università non anglosassone ad aver laureato più di un economista fra
i primi cento del mondo. A ciò si aggiunga poi anche la classifica
promossa in Italia dal CENSIS e stilata dai presidi di facoltà, che ha
posto la Bocconi in testa, con un punteggio superiore a quello di altri atenei statali e liberi.
Questi riconoscimenti e questi risultati raggiunti hanno costituito
motivo di grande soddisfazione, ma anche uno sprone a migliorare
per il conseguimento di ulteriori nuovi e ambiziosi obiettivi.
La riforma universitaria 2001–2004
Durante il rettorato di Roberto Ruozi e di Carlo Secchi è stata avviata la graduale attuazione della riforma universitaria italiana.
Nei primi anni Duemila, il modello di istruzione delle università in
Italia è profondamente mutato. Sono infatti cambiati in modo significativo, e sempre più velocemente, non solo l’ambiente nel quale opera
l’università, sotto la spinta dell’evoluzione del sistema socio-economico, ma anche la natura e la funzione dell’università stessa.
L’Università Bocconi ha recepito tempestivamente la riforma, secondo la sua “naturale” tempistica e così già al termine dell’anno acca113
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 114
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
demico 2003-04, i corsi di laurea triennali hanno completato il loro primo ciclo e con l’anno accademico 2004-05 sono iniziate le prime lauree biennali di secondo livello.
Nell’attuazione della riforma, la Bocconi è stata anche agevolata dal
fatto di aver introdotto il sistema dei crediti già dall’anno accademico
1999-00 e dall’aver riprogettato i percorsi formativi (allora quadriennali) con l’intento di portare la durata effettiva degli studi alla durata ufficiale del corso di laurea e, nel contempo, di elevare ulteriormente gli
standard qualitativi e il livello di preparazione degli studenti.
Fin da subito, la Bocconi non intendeva, infatti, fermarsi all’applicazione dei dettami della riforma, ma avvertiva già con forza e urgenza la necessità di avviare un nuovo ciclo di programmazione strategica.
Lo scopo era quello di definire nuovi obiettivi, il posizionamento di
mercato e la tipologia di offerta sulla base dei risultati acquisiti e delle
nuove situazioni emergenti, nel rispetto del necessario equilibrio finanziario, prima garanzia di solidità e indipendenza della nostra Università, come abbiamo già detto più volte.
La Bocconi, fin da subito, ha anche offerto agli studenti, oltre ai
nuovi corsi di laurea, maggiori possibilità di scambiare periodi di studi
con altre università estere, di effettuare stage in Italia o all’estero, di seguire studi multidisciplinari, di acquisire forti competenze nell’uso delle lingue e dell’informatica. Non solo: uno dei principali obiettivi è stato di rendere possibile il conseguimento della laurea nel tempo previsto
di durata del corso. La Bocconi riteneva e ritiene, infatti, che il fenomeno del “fuori corso” debba essere considerato un fatto eccezionale,
non la regola, e che tutti gli studenti debbano essere messi in grado di
terminare gli studi nel numero di anni previsto.
Nel 2003-04 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha deciso di riesaminare il problema della riforma, sia
per quanto riguarda l’articolazione degli studi, dopo le critiche e perplessità espresse da diversi atenei, sia per precisare i termini dell’autonomia concessa alle università e infine per il sistema attuale di reclutamento di docenti e ricercatori.
Nel novembre 2004 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il
Decreto di riordino del ciclo dei corsi (3+2) che modifica in parte le
precedenti disposizioni e introduce il percorso cosiddetto a Y che organizza meglio i vari corsi di laurea. Inoltre il Decreto del MIUR ha confermato la legittimità del titolo di “dottore” per i laureati triennali e di
114
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 115
IL DUEMILA:
D A C E N T ’A N N I I L F U T U R O
“dottore magistrale” dopo altri due anni, mentre alla fine del dottorato
di ricerca il titolo conseguito sarà quello di “dottore di ricerca”.
Queste novità introdotte sono state attuate gradualmente dalle singole Università e la Bocconi è stata la prima in tutta Italia ad applicarle ai propri corsi.
Il Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo in carica fino al
2006 risulta così composto: presidente Mario Monti, vicepresidente Luigi Guatri, consigliere delegato Giovanni Pavese, rettore Angelo Provasoli, nonchè i consiglieri Antonio Borges, Francesco
Cingano (deceduto il 10 maggio 2003) sostituito da Corrado Passera, Vittorio Coda, Emanuele Dubini, Lucio Stanca, Marco Tronchetti Provera e lo studente Alessandro Cavallera.
Ne facevano poi parte Mario Greco, in rappresentanza del
MIUR; Henry Richard Rizzi, in rappresentanza della Regione
Lombardia; Luigi Roth, per la Provincia di Milano; Massimo Sarmi, per il Comune di Milano; Giuseppe Guzzetti, per la Fondazione Cariplo; Carlo Sangalli, Michele Perini e Guido Galardi, per la
Camera di Commercio CIAA. Segretario del CdA era Mirka Giacoletto Papas.
La didattica
La Bocconi ha sempre offerto un’ampia scelta di corsi, a tutti i livelli dell’istruzione universitaria e post-universitaria e naturalmente
anche in linea con la riforma dell’Università. Fino al 2005 l’offerta
formativa della Bocconi, attraverso la facoltà e la SDA, esauriti i corsi quadriennali, comprende 9 corsi di laurea triennali, 11 corsi di laurea specialistica (in completa attivazione dal 2004-05), 20 Master
universitari e 11 Master SDA (cosiddetti postexperience), 11 corsi di
perfezionamento e di specializzazione, 6 dottorati di ricerca aventi
sede in Bocconi e 6 dottorati per i quali la Bocconi era consorziata
con altre università.
Ai corsi di laurea precedenti si è poi aggiunto anche il DES, che
aveva incorporato il corso di laurea in Economia politica e quello in
Scienze economiche, statistiche e sociali. E ancora, abbiamo i corsi
115
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 116
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
di laurea in Giurisprudenza, in Economia per le arti, la cultura e la
comunicazione, in Economia dei mercati internazionali e delle nuove tecnologie ed infine il DIEM, Degree in International Economics
and Management, corso interamente in inglese.
La ricerca e i servizi
Ai due Dipartimenti di Economia aziendale e di Economia politica
fanno capo diversi istituti, che coordinano l’attività didattica e scientifica.
Essi sono: l’Istituto di amministrazione, controllo e finanza
aziendale; l’Istituto di economia dei mercati e degli intermediari finanziari “Giordano Dell’Amore”; l’Istituto di economia e gestione
delle imprese “Giorgio Pivato”; l’Istituto di organizzazione e sistemi
informativi; l’Istituto di pubblica amministrazione e sanità “Carlo
Masini”; l’Istituto di strategia ed economia aziendale “Gino Zappa”;
l’Istituto di economia politica “Ettore Bocconi”; l’Istituto di metodi
quantitativi; l’Istituto di diritto comparato “Angelo Sraffa” e l’Istituto di storia economica.
La ricerca scientifica è affidata poi a 25 centri, sia dipartimentali che interdipartimentali o interuniversitari.
Non vanno poi dimenticate altre importanti strutture di servizio
come la Biblioteca, il Centro linguistico, il Centro per lo sviluppo
delle capacità didattiche e di apprendimento (CESDIA), l’Area sistemi informativi e telematici (ASIT) e il Servizio Relazioni internazionali.
Fra i principali servizi posti a disposizione degli studenti capaci e
meritevoli, anche se privi di mezzi, vi sono quelli gestiti da ISU Bocconi, Istituto per il diritto allo studio universitario, ente di diritto pubblico istituito dalla Regione, quando era stato studiato e proposto all’attuazione un programma di riorganizzazione del servizio e dei
problemi connessi al diritto allo studio, affidandone la gestione alle
singole università. Dotato quindi di autonomia amministrativa e funzionale, l’ISU Bocconi, in stretta collaborazione con l’Università, ha
promosso una vasta gamma di interventi che contribuiscono a determinare le migliori condizioni di vita e di studio per gli studenti come: borse di studio, contributi finanziari, mense e alloggi in residenze universitarie, attività culturali, artistiche, cinematografiche,
sportive e forme varie di assistenza agli studenti.
116
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 117
IL DUEMILA:
D A C E N T ’A N N I I L F U T U R O
Nuove strutture e nuovi spazi
La qualità delle strutture e dei servizi è, da sempre, un punto di forza
della nostra Università. Gli studenti, infatti, possono contare su ampi spazi destinati allo studio, alle attività ricreative e su di un’assistenza finalizzata a rendere piacevole e produttivo il tempo passato all’università.
Dalla fine degli anni Novanta il programma di ampliamento delle
strutture edilizie è continuato senza sosta e già nel 2005 sono entrati in
funzione due dei tre edifici previsti dal Piano Bocconi 2000 (lanciato
nel 2001 con un concorso internazionale per la progettazione del complesso edilizio d’ateneo) con la nuova libreria EGEA.
Vinto dallo studio di architettura irlandese Grafton, il Piano Bocconi 2000 ha sviluppato il nuovo edificio, in via Roentgen, che comprenderà l’Aula Magna, gli uffici per gli Istituti scientifici, sale di rappresentanza, foyer, spazi comuni per congressi e manifestazioni accademiche, culturali ed artistiche varie. Inoltre sono andate in porto anche le
trattative con l’ANAS per la cessione alla Bocconi del palazzo di piazza Sraffa 11/13, accanto al Pensionato e alle nuove aule, ed è stato acquistato dal Comune di Milano il palazzo di viale Bligny 22, che sarà
destinato ad alloggi per studenti. Si è inoltre proceduto all’acquisto e
successivo intervento di ristrutturazione, da parte dell’Istituto Javotte
Bocconi Manca di Villahermosa – Associazione “Amici della Bocconi”, del Pensionato San Carlo, in via Giovenale, ora Residenza Javotte
e gestita da ISU Bocconi.
Un altro importante progetto edilizio realizzato è stata la costruzione, nella nuova via intitolata a Giovanni Spadolini, di una residenza universitaria, anch’essa dedicata al presidente della Bocconi Spadolini, con
due immobili gemelli. Alla realizzazione del progetto ha contribuito finanziariamente anche la Regione Lombardia e il nuovo complesso, in
funzione dal 2002, è gestito da ISU Bocconi.
Realizzati tutti i progetti e dismessi gli edifici esterni del nucleo storico – tra i quali anche la sede dell’IGIER vicino all’Abbazia di Mirasole a Opera nei primi anni Novanta – ora la Bocconi dispone di spazi
sufficienti per lo svolgimento delle sue attività didattiche e scientifiche,
per gli uffici, gli istituti, i servizi generali e per le residenze studentesche.
Il sogno degli amministratori della Bocconi, che si sono avvicendati negli scorsi decenni e che si sono attivamente adoperati per la soluzione del problema degli spazi, sta così finalmente diventando realtà.
117
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 118
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
La Bocconi virtuale: MLM, Punti Blu & SEDIN
Merita un richiamo particolare lo sviluppo dei servizi informatici,
interattivi e multimediali, che sono entrati in tutti i settori dell’Università e che vengono utilizzati ampiamente da docenti, studenti e dal personale tecno amministrativo.
MLM (Multimedia Learning Management) è la struttura di ricerca
tecnologica e di servizi costituita dall’ASIT nel 1999 per supportare e
diffondere l'utilizzo delle piattaforme e-learning e per contribuire alla
realizzazione di progetti di didattica multimediale di interesse generale
per l'Ateneo.
In ogni corso di laurea, da anni, è inserito anche un corso di informatica di base, al termine del quale è necessario superare una prova di
idoneità. Così facendo, già dai primi anni Duemila, le attività caratterizzanti l’insegnamento dal materiale didattico, alle esercitazioni, ai lavori di gruppo, sono state progettate utilizzando prodotti multimediali
in grado di guidare, in modalità interattiva, i modelli didattici più diffusi in Ateneo.
Il SEDIN (Servizi didattici per l’informatica) è, invece, il centro di
servizi dell'Università Bocconi che gestisce la formazione informatica
erogando corsi, esami e certificazioni. Le sue attività comprendono:
corsi obbligatori inseriti nei piani studio dei corsi di laurea; corsi nell'ambito delle attività integrative offerte gratuitamente agli studenti
Bocconi per l'arricchimento del proprio curriculum; corsi extracurriculari a pagamento aperti agli studenti, al personale e agli esterni; l'erogazione delle certificazioni ECDL Core e Advanced ed anche corsi di
aggiornamento per il personale tecno amministrativo dell'Università.
Collaborano con il SEDIN circa una decina di docenti, tra i migliori
professionisti nel campo della formazione informatica e tutor selezionati tra gli studenti più brillanti dell'Università.
Poi ancora, è interessante sapere che diverse centinaia di pc con collegamento wireless sono a disposizione di studenti per scrivere, studiare, navigare sul web e collegarsi alla propria email.
Il sito web della Bocconi (www.unibocconi.it), interamente disponibile anche in inglese, fornisce poi informazioni e servizi sulle attività dell’Università: didattica, modalità di accesso e iscrizioni, struttura,
organizzazione e servizi. E non solo: anche alcune delle attività amministrative che accompagnano la vita dello studente (iscrizioni all’anno
118
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 119
IL DUEMILA:
D A C E N T ’A N N I I L F U T U R O
accademico, iscrizioni agli esami ecc.) sono eseguibili sia in particolari aree del sito web Bocconi che in postazioni nei corridoi, i cosiddetti
Punti Blu. Infine vanno sicuramente citati anche la sezione dell’agenda "yoU@B" e del sito “My portal” che offrono agli studenti Bocconi
la possibilità di accedere ad un’area on line personalizzata individualmente, nella quale trovano tutte le informazioni relative al loro curriculum di studio, ovunque si trovino.
Le attività editoriali e di comunicazione
La missione dell’Università di sviluppare e diffondere cultura economico-finanziaria si realizza anche grazie alle attività editoriali. Alla
Bocconi fanno capo numerosissime pubblicazioni – riviste e libri –
che raccolgono le ricerche e gli studi degli istituti, dei centri di ricerca
e della SDA.
Un efficace strumento di lavoro sia per l’attività didattica sia per la
ricerca è la casa editrice della Bocconi, EGEA, alla quale fa capo anche il marchio UBE (Università Bocconi Editore) nato nel 2005. Con
un catalogo di 700 titoli EGEA, dal 1988, dà voce alla produzione
scientifica, didattica e di saggistica dell’Università e svolge un ruolo
di stimolo alla circolazione della conoscenza fra i maggiori centri di
produzione scientifico-economica. La nuova grande libreria, inaugurata nell’ottobre 2001 in via Bocconi, è ormai un punto di riferimento
importante non solo per chi studia e opera nelle aree dell’economia,
ma anche per chiunque desideri essere aggiornato su pubblicazioni, libri e riviste, dei maggiori editori del mondo e di tutti gli italiani.
La Scuola di Direzione Aziendale
La Scuola di Direzione Aziendale è una delle prime scuole di management del mondo ed è il fiore all’occhiello della Bocconi. Dal 1971
è un centro originale di produzione del sapere manageriale dove l’esperienza concreta delle aziende si innesta sul solido tronco della ricerca scientifica dell’Università.
Il ruolo esercitato dalla SDA Bocconi e le sue iniziative costituiscono un punto di riferimento nel campo della management education, per
lo sviluppo di una formazione manageriale tanto aperta alle prospettive internazionali quanto radicata nelle esperienze della realtà impren119
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 120
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
ditoriale italiana. Va ricordato che la SDA Bocconi partecipa a numerosi consorzi internazionali che riuniscono le maggiori scuole di management e le aziende più importanti, sia italiane che internazionali e
svolge una funzione di guida e producendo progetti di formazione
che sono riconosciuti come uno standard qualitativo di riferimento
per il mercato.
Unica in Italia tra i centri di formazione manageriale, la SDA Bocconi ha ricevuto l’accreditamento di qualità EQUIS (European Quality
Improvement System), confermato anche nel 2003.
Insieme all’ESADE di Barcellona, all’Ecole Supérieure de Commerce de Paris, alla HEC School of Management, all’INSEAD e alla
London Business School, la SDA rientra nel gruppo dei primi sei istituti che hanno ottenuto la European Quality Label.
La classifica dei migliori istituti al mondo per la formazione manageriale, secondo il Financial Times, premia la Scuola di Direzione
Aziendale Bocconi che compare come l’unica scuola italiana presente
nella classifica; mentre nei corsi a catalogo risulta seconda in Europa.
Attualmente la SDA è strutturata con una presidenza, una direzione,
5 divisioni (Amministrazioni Pubbliche, Sanità e non-Profit; Intermediari Finanziari, Banche e Assicurazioni; Imprese; Master; Ricerche) e
12 aree (Amministrazione e Controllo, Intermediazione Finanziaria e
Assicurazioni, Economia, Finanza Aziendale e Immobiliare, Marketing, Metodi Quantitativi, Organizzazione e Personale, Pubblica Amministrazione, Sistemi Informativi, Strategia, Tecnologia e Produzione
ed infine Giuridica).
I corsi organizzati dalla SDA per laureati di varia estrazione, negli
ultimi anni hanno visto la partecipazione di circa 10.000 iscritti; così
pure quelli attuati su commessa delle aziende.
ALUB
Dell’Associazione dei Laureati dell’Università Bocconi (ALUB), abbiamo già ampiamente parlato, ma considerato che nel 2004 l’ALUB si
è impegnata nel dare uno “spirito” nuovo alla sua immagine e alle sue
iniziative, approfondiamo l’argomento.
Il nuovo piano di sviluppo offre all’Associazione la possibilità di far rivivere le finalità sociali, di perseguire la diffusione dei valori bocconiani e
di mantenere contatti fra i laureati e fra questi e l’Università, ma anche di
120
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 121
IL DUEMILA:
D A C E N T ’A N N I I L F U T U R O
convincere i bocconiani a partecipare attivamente al mantenimento e allo
sviluppo della posizione prestigiosa che la Bocconi occupa nel panorama
internazionale per la formazione universitaria e post-universitaria.
A tal fine l’ALUB si è dotata di una struttura adeguata, destinata ad offrire ai laureati maggiori servizi e occasioni d’incontro, il Servizio Relazioni con gli Alumni, che organizza riunioni periodiche fra soci, accoglienza ai nuovi arrivati, incontri culturali e convegni su temi socio-economici ed anche collaborazioni con enti e aziende.
Una menzione a parte merita l’annuale Convention indetta dall’ALUB, nel corso della quale il presidente in carica riferisce ai colleghi laureati e alle autorità accademiche in merito alle attività svolte e ai risultati
delle iniziative intraprese dall’Associazione. In tale circostanza viene proclamato il “Bocconiano dell’anno”, e cioè il laureato che si è distinto per
il prestigio conseguito e per le affermazioni in campo professionale, sociale e culturale portati avanti nello spirito della più autentica tradizione
dell’Ateneo.
Le relazioni internazionali
Altre importanti iniziative della Bocconi a favore degli studenti sono quelle prese in campo linguistico e nelle relazioni internazionali.
Con la riforma degli studi, con l’adozione del sistema dei crediti e
il rafforzamento dei contatti e degli scambi con realtà formative e lavorative internazionali, è ancor più indispensabile la conoscenza delle lingue straniere.
A tutti gli studenti è pertanto richiesta una elevata competenza della lingua inglese, da accertarsi mediante test internazionale. Lo studente potrà, inoltre, acquisire ulteriori crediti con la conoscenza a livello
medio, sempre accertata mediante test internazionale, di una seconda
lingua straniera.
Per tutti i corsi di laurea sono attivate anche classi in inglese, per
l’intero percorso di studi e l’incremento degli stage internazionali.
La Bocconi, che ha sempre riservato molta attenzione alla preparazione linguistica degli studenti, può contare su un Centro Linguistico
all’avanguardia, che offre la possibilità di studiare 8 lingue: inglese,
francese, spagnolo, tedesco, arabo, cinese, russo, giapponese. Inoltre
sono previsti anche corsi extracurricolari di italiano per studenti stranieri e di portoghese.
121
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 122
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
Alla Bocconi è inoltre possibile conseguire certificazioni internazionali, riconosciute in tutto il mondo, alcune delle quali sono indispensabili per chi desideri studiare o lavorare all’estero.
Qualunque sia la professione che un laureato bocconiano voglia intraprendere, essa non potrà che svolgersi in un orizzonte mondiale con
sempre meno confini e barriere, soprattutto per le professioni legate all’economia. È dunque indispensabile che la formazione universitaria
sia adeguatamente aperta sul mondo.
La Bocconi, rafforzando i momenti di contatto e scambio internazionali, vuole offrire ai propri studenti numerose ed efficaci opportunità per acquisire una formazione adeguata agli sviluppi dell’economia
globale.
Per questo ha creato, già da molti anni, un network internazionale
che comprende istituzioni accademiche e culturali di grande prestigio
in tutto il mondo, al servizio delle attività didattiche e di ricerca, e iniziative e programmi che mettono in grado gli studenti di integrare il loro curriculum accademico con esperienze di studio, lavoro e ricerca all’estero.
Nel corso degli anni, il numero dei partner internazionali è cresciuto coprendo differenti aree geografiche, fino a raggiungere il numero di
123 scuole con cui vengono scambiati circa 500 studenti ogni anno.
Circa 450 sono gli studenti stranieri che trascorrono un semestre
presso l’Università Bocconi. In media un laureato su due ha potuto usufruire di un’opportunità internazionale e recentemente anche in Cina.
Questi intensi legami internazionali si articolano in molti programmi di rilevante interesse per gli studenti, seguiti e coordinati dal Servizio Relazioni Internazionali, attivissimo e sempre a disposizione di chi
fosse interessato a tali servizi.
La Biblioteca
Come è noto, la Bocconi può vantare la più importante biblioteca in Italia nel campo economico e finanziario. Con i suoi oltre
600.000 volumi, i 6.800 titoli di periodici e i 580 posti, offre servizi
qualificati sia per lo studio che per la ricerca.
Dispone di numerosi collegamenti a banche dati in linea o in rete e
di collezioni specializzate (statistiche, bilanci ecc.). Inoltre sono state
introdotte rilevanti innovazioni tecnologiche: sistemi automatizzati per
122
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 123
IL DUEMILA:
D A C E N T ’A N N I I L F U T U R O
l’accesso alle sale di lettura e per l’auto-prestito dei libri, catalogo elettronico delle monografie e dei periodici, sito Internet.
Il personale tecnico-amministrativo
Le fortune e i successi della Bocconi, nel corso dei decenni, poggiano sicuramente su alcuni pilastri fondamentali, il Consiglio di Amministrazione, massimo organo di governo dell’Ateneo, i docenti e gli
studenti, ciascuno nel proprio ruolo. Ma poiché è doveroso unicuique
suum tribuere, è bene non dimenticare un altro pilastro, quello del
personale dirigente e del personale tecnico-amministrativo, che ha
contribuito, e tutt’ora contribuisce, a sostenere e a disciplinare la
complessa organizzazione dell’Ateneo.
Nell’impossibilità di elencare tutti i funzionari, gli impiegati e i
commessi, ricordiamo almeno i direttori che hanno amministrato l’Università fino a oggi: Luigi Cernezzi (1902-04), Guglielmo Castelli
(1904-07) e Girolamo Palazzina (1907-58), che si può definire l’eroe
dell’epoca romantica della Bocconi; Carlo Baccarini (1958-69), artefice della modernizzazione dell’Università; Enrico Resti (1970-94),
testimone e partecipe attivo dei grandi cambiamenti negli Settanta e
Ottanta; Umberto Dubini (1995-97), suo degnissimo continuatore
nell’azione di rinnovamento della Bocconi, e Giovanni Pavese, direttore generale in carica.*
* Nel 2005, data dell’ultimo aggiornamento dell’Autore, Giovanni Pavese era ancora direttore generale della
Bocconi, carica che rivestì ininterrottamente per un decennio, dal 1997 al 2007. (N.d.E,)
123
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 124
Conclusione dell’Autore
N
el corso di questo excursus storico, sintetico ma completo dell’Università Bocconi ho cercato di porre in luce, nel rispetto della realtà, le vicende dell’Ateneo con i suoi successi e con le sue
esperienze, anche negative, utili tuttavia al suo progredire, nel contesto
dell’istruzione universitaria in generale e negli studi economici in particolare.
Fatti, persone, foto e documenti sono passati in rassegna a testimonianza degli eventi principali della sua storia. I lettori si saranno resi
conto che, nel corso della sua esistenza, la Bocconi è stata sempre impegnata a seguire l’evoluzione della realtà economica e le nuove esigenze del mondo produttivo e a migliorare costantemente i suoi programmi didattici e scientifici, che ormai coprono una vasta gamma di
campi di interesse.
L’impegno di tutta la comunità bocconiana era e resta quella di coniugare la fedeltà alla tradizione, frutto del lavoro di tutti coloro che ne
hanno fatto (con piccoli o grandi contributi) la storia, con lo sforzo costante di adoperarsi affinché le nuove generazioni di bocconiani, e tutti quelli che seguono con interesse l’attività dell’Ateneo, possano adeguatamente prepararsi alle sfide del domani per contribuire alla costruzione di un futuro migliore.
Vorremmo formulare l’augurio di lunga vita all’Università, in un
crescendo di affermazioni: ne ha i requisiti e le capacità, perché non bisogna mai dimenticare le parole profetiche di Furio Cicogna: “L’Università Bocconi è nata da un’iniziativa privata, per un atto di amore e a
motivo di un dolore, tre presupposti che da soli garantiscono il valore
dell’istituzione, la validità della formula, la nobiltà dei suoi fini”. La
continuità della sua opera, perciò, è destinata a durare nel tempo e ad
affermarsi sempre più.
.
Enr ico Resti
2005
124
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 125
DOPO IL 2005
Enrico Resti ha concluso il suo libro nel novembre 2005. Da allora
molte cose sono successe in Bocconi: nuove iniziative culturali sono
state organizzate, diverse realizzazioni immobiliari sono state portate a termine, modifiche organizzative sono state introdotte e alcuni amici ci hanno lasciati.
Per dare continuità al lavoro di Enrico Resti, in questo nuovo capitolo, diamo un aggiornamento sulla Bocconi, così come si presenta
oggi.
125
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 126
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
La Bocconi oggi
Il Governo dell’Università
Il Consiglio d’Amministrazione della Bocconi, in carica per il
quadriennio 2010-2014, è composto dal presidente Mario Monti, dal
vicepresidente Luigi Guatri, dal rettore Guido Tabellini, dal consigliere delegato Bruno Pavesi, e dai consiglieri Antonio Borges, Diana Bracco, Bruno Ermolli, Angelo Giammario, Amos Nannini, Luca
Giuliante, Alberto Meomartini, Corrado Passera, Giovanni Pavese,
Alessandro Profumo, Carlo Sangalli, Marco Tronchetti Provera, Pier
Mario Vello, Salvatore Vicari, e dallo studente Antonio Aloisi. Segretario è Mirka Giacoletto Papas.
La struttura amministrativa e il patrimonio immobiliare
Lo staff dirigenziale Bocconi, organizzato in divisioni, servizi e
funzioni, è così articolato:
- 4 Divisioni: Studenti, Mercato, Didattica, Faculty e Ricerca
- 4 Servizi: Logistica, Infrastrutture e acquisti, Comunicazione e
affari istituzionali, biblioteca
- 4 Funzioni: Risorse umane, Amministrazione e finanza, Legale, pianificazione e controllo
- SDA Bocconi.
Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, con l’inaugurazione
della nuova sede in via Roengten progettata dallo studio Grafton e
inaugurata alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 28 novembre 2008, è possibile affermare che la Bocconi
sta diventando sempre più un vero e proprio campus. Sedi storiche –
come via Sarfatti e via Gobbi – e spazi nuovi – come la residenza universitaria “Emanuele Dubini” in via Buzzi, aperta dal gennaio 2010 –
si integrano nel tessuto urbano milanese in modo articolato.
Oggi le sedi sono 11 (ubicate in diverse vie tra le quali Sarfatti,
Sraffa, Gobbi, Bocconi e Roentgen), con l’aggiunta di 6 residenze
universitarie (Bocconi, Spadolini, Javotte, Dubini, Arcobaleno e
Kramer) per un totale di oltre 1.500 posti letto.
126
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 127
LA BOCCONI
OGGI
L’organizzazione accademica e l’offerta didattica
In base al nuovo Piano strategico 2010-2015, la Bocconi ha riformulato la propria offerta formativa in modo da assicurare maggiori opportunità di scelta, più flessibilità nella composizione dei
percorsi di studio e migliore adattabilità ai profili richiesti dal mercato del lavoro e dal contesto internazionale.
Le attività didattiche sono state ricondotte a 5 Scuole.
• Alla Scuola Universitaria (Undergraduate School) afferiscono i seguenti corsi di laurea triennali:
– Corso di Laurea in Economia Aziendale e Management
– (CLEAM)
– Corso di Laurea in Economia e Finanza (CLEF)
– Corso di Laurea in Economia e Scienze Sociali (CLES)
– Corso di Laurea in Economia e Management per arte, cultura
e comunicazione (CLEACC)
– Bachelor of International Economics and Management (BIEM)
– Bachelor of International Economics, Management and Finance
(BIEMF)
• Alla Scuola Superiore Universitaria (Graduate School) afferiscono 10 corsi di laurea specialistica-magistrale, di cui ben 6 corsi di
taglio internazionale impartiti in lingua inglese e 9 Master universitari pre-experience.
• Alla Scuola di Giurisprudenza (School of Law) afferiscono il corso di laurea in Giurisprudenza quinquennale a ciclo unico e gli altri
corsi dell'area giuridica.
• Alla Scuola di Dottorato (PhD School) afferiscono i dottorati di ricerca: Economia e Finanza – PhD in Economics and Finance; Economia aziendale – PhD in Business Administration and Management; Statistica – PhD in Statistics, Diritto internazionale dell’economia – PhD International Law and Economics e Diritto dell'impresa – PhD in Law of Business and Commerce e PhD in Economics and Finance.
• La Scuola di Direzione Aziendale (SDA Bocconi School of Management) continua nella sua attività più che trentennale di formazione post-experience.
127
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 128
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
La struttura accademica è articolata in 8 Dipartimenti:
• 1. Accounting
A questo dipartimento fanno capo 3 aree disciplinari: financial reporting and analysis; management accounting and control; auditing.
• 2. Economia " Ettore Bocconi"
Si occupa di studi di micro e macroeconomia, sviluppo delle politiche economiche, analisi delle istituzioni ed applicazione degli strumenti statistici, econometrici e sperimentali.
• 3. Finanza
Si occupa di finanza aziendale; gestione degli intermediari finanziari, bancari e non bancari; assetti, meccanismi di funzionamento
e regolamentazione dei mercati creditizi e mobiliari; analisi teorica
ed applicata dei mercati finanziari.
• 4. Management
Si articola nelle aree di strategia e imprenditorialità, organizzazione e
sistemi informativi, gestione della tecnologia, innovazione e operations.
• 5. Scienze delle decisioni
Il dipartimento studia e promuove l'uso di metodi quantitativi nell'analisi delle decisioni individuali e collettive e nei fenomeni economici e sociali da esse determinati.
• 6. Studi giur idici " Angelo Sraffa"
Spazia nelle molteplici aree dell'ordinamento giuridico, colte sotto
i profili sostanziali e processuali: dal diritto societario alla regolazione del mercato del lavoro e delle relazioni industriali, dalla disciplina dei servizi di investimento alla normativa antitrust.
• 7. Analisi istituzionale e management pubblico
Si articola in tre Istituti: Economia delle Istituzioni, Storia Economica e Management Pubblico.
• 8. Marketing
Con ben 11 aree tematiche di studio, il dipartimento, l’ultimo nato nell’agosto 2010, si propone come punto di riferimento in ambito europeo
nella ricerca e nella diffusione della conoscenza della disciplina.
128
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 129
LA BOCCONI
OGGI
SDA Bocconi School of Management
SDA Bocconi School of Management, come già scritto, dal 1972 ha
come missione la diffusione di una cultura manageriale fondata sui valori dell’eccellenza, del rigore scientifico, con una metodologia didattica all’avanguardia in un’ottica di forte internazionalizzazione.
Grazie alla sua ricca offerta formativa, SDA Bocconi oggi è in grado di soddisfare efficacemente sia le richieste individuali sia le richieste
di organizzazioni, società ed enti tramite MBA, Master Executive e Specialistici, Ricerche personalizzate, Programmi Executive e su Misura.
Per questi motivi, SDA Bocconi è riconosciuta come istituzione leader in Italia e tra le prime 40 business school nel mondo nei principali
ranking internazionali. SDA Bocconi è stata, inoltre, la prima in Italia a
ricevere, nel 1998, l’accreditamento EQUIS (European Quality Improvement System), poi confermato negli anni successivi.
I servizi agli studenti
a) Relazioni internazionali
È un impegno prioritario della Bocconi offrire ai propri studenti una
gamma sempre più ampia di opportunità di formazione e sviluppo internazionale. Complessivamente 2.848 studenti hanno preso parte, nell’a.a. 2009-10, ai programmi internazionali di studio e lavoro all’estero
(questi ultimi, sono in totale 856 ), mentre l’International Student Desk
ha accolto oltre 1.200 studenti in scambio da altre università, oltre a
supportare l’inserimento agli studenti stranieri regolarmente iscritti ai
corsi di laurea della Bocconi.
Con riferimento alle circa 2.000 opportunità di studio all’estero offerte nell’aa.aa. 2009-10 si segnala che:
– i programmi Study Abroad (Programma Scambi, Campus Abroad,
Free Mover ed International Competitions) hanno consentito a 1.851
studenti di trascorrere un periodo all’estero;
– il network delle scuole partner (190 in totale) si è arricchito di alcuni selezionati e prestigiosi nuovi accordi, tra cui le intese raggiunte
con le università di Yale, Princeton e con i Dipartimenti di Economia
di New York University e University of Pennsylvania, con la Kelley
School of Business di Indiana, con la Shanghai University of Finan129
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 130
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
ce and Economics, con Xiamen University, con la Lee Kuan Yew
School of Public Policy della National University of Singapore.
– oltre 140 studenti hanno preso parte ai programmi Global Alliances che includono, oltre ai Double Degree, anche i programmi
CEMS, MIM e Themis.
– sono stati consolidati i programmi Double Degree, che consentono di conseguire sia la laurea specialistica Bocconi sia l’analogo titolo rilasciato dalle Università Partner:
1. HEC, Francia
2. ESADE, Spagna
3. Rotterdam School of Management, Olanda
4. Copenhagen Business School, Danimarca
5. Université Catholique de Louvain, Belgio
6. Science Po, Francia
7. University of Geneva, Svizzera
8. St. Gallen University, Svizzera
9. Fudan University – School of Management, Cina
10. MGIMO, Russia
11. Indian Institute of Management Ahmedabad, India
12. New York State University at Albany, Albany – USA
13. Queen’s University, Kingston – Canada.
b) CESDIA
Altro servizio a disposizione degli studenti è il CESDIA, ovvero il
Centro per lo Sviluppo delle Capacità Didattiche e di Apprendimento,
dove vengono offerti servizi gratuiti finalizzati a facilitare l’inserimento nel contesto universitario, ottimizzare la resa nello studio, valorizzare le risorse personali e professionali e superare possibili situazioni
problematiche di disagio sia personale che universitario. Al CESDIA
gli studenti trovano interlocutori qualificati in grado di dare risposte alle varie esigenze. Se si desidera acquisire nuove abilità relazionali e/o
gestionali, per avere una marcia in più, essere più consapevole dei propri progetti personali o superare una fase difficile della vita universitaria, il CESDIA è il luogo in cui gli studenti possono trovare aiuto.
c) Career service
Grande sviluppo, in questi ultimi anni, ha avuto anche il Career Service Bocconi, nato nel 1988 per mettere a disposizione degli studenti e
130
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 131
LA BOCCONI
OGGI
delle imprese servizi e strumenti volti a promuovere la conoscenza reciproca. Il Servizio sostiene un’intensa collaborazione tra l’Ateneo e il
mondo del lavoro, con l’obiettivo di assistere gli studenti, i laureati e i
diplomati master nella fase di inserimento lavorativo e agevolare le
aziende e le istituzioni nei processi di recruiting di risorse qualificate.
Attraverso il Career Service gli studenti hanno infatti a loro disposizione numerose occasioni per conoscere e valutare le opportunità di
stage e di inserimento proposte dal mercato, rafforzare le abilità più richieste dal mondo del lavoro ed entrare in contatto con gli employer.
Diverse iniziative sono inoltre realizzate con il contributo e il diretto
intervento di professionisti e di manager delle aziende che collaborano con il servizio, per fornire ai bocconiani occasioni di orientamento e
formazione sul campo. Infine, dal sito web Bocconi, tramite l’area chiamata JobGate, le aziende possono inserire quotidianamente le loro opportunità di stage e di lavoro e gli studenti e i laureati Bocconi possono
individuare le offerte di loro interesse e proporre la propria candidatura
in real time.
Tra le iniziative più significative organizzate citiamo Bocconi&Jobs
e Career Event Bocconi, dedicato al recruiting. Articolato in due edizioni all’anno, è un’importante occasione in cui employer italiani e internazionali, provenienti da tutti i settori professionali, possono incontrare studenti e laureati di tutti i corsi di laurea e dei master universitari.
Ad un gruppo selezionato di aziende è offerta inoltre l’opportunità di
aderire al Programma Imprese Associate, che ha l'obiettivo di condividere l'impegno a lavorare per il miglior inserimento professionale possibile dei laureati e di soddisfare le esigenze aziendali di recruiting ed
employer branding.
Ecco alcuni dati relativi alle attività del Carrer Service nel 2009-10:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
14 in-company training
88 mock interviews
100 incontri di orientamento professionale
105 eventi di recruitment on campus
153 aziende hanno partecipato al Bocconi&Jobs
467 colloqui di orientamento attitudinale
900 employer esteri
1600 nuove aziende registrate in JobGate
oltre 3500 stage avviati
131
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 132
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
• 5000 studenti partecipanti a iniziative di orientamento al lavoro
• oltre 6900 offerte di stage e lavoro proposte, delle quali più di
1400 all’estero
• oltre 8400 tra studenti, laureati, diplomati master hanno partecipato al Bocconi&Jobs.
d) Campus Life
L'università Bocconi ritiene che l'eccellenza debba necessariamente basarsi sia sul profilo accademico, sia sul profilo culturale,
etico e valoriale di una persona. Solo l'insieme di questi elementi
determina la capacità degli studenti di raggiungere il successo personale e professionale. Per questo la Bocconi da sempre offre numerose attività culturali, sportive e di dibattito, organizzate, direttamente o in collaborazione con la città di Milano, quali ulteriori
occasioni per arricchire le proprie conoscenze, confrontarsi su tematiche di attualità e coltivare nuovi interessi.
Le attività organizzate da Campus Life sono aperte a studenti,
docenti e personale Bocconi e consentono di animare il clima aperto e di fertile partecipazione da parte di tutti coloro che vivono l'Università, creando la propria esperienza individuale di Bocconi.
Bocconiani dell’anno e Alumni Bocconi
Il 13 dicembre 2009 è nata Alumni Bocconi, organizzazione in cui
sono confluite l’ALUB (la storica associazione dei laureati Bocconi)
e l’AMSDA (l’associazione degli MBA della SDA Bocconi). Alumni Bocconi, con presidente Pietro Guindani e direttore Gianfranco
Minutolo, si propone come punto di riferimento per gli oltre 80.000
laureati Bocconi, PhD, diplomati master e MBA Bocconi che vivono
e lavorano in diverse parti del mondo.
Tra le sue iniziative, la più importante è sicuramente quella del
“Bocconiano dell’anno” durante la quale viene premiato il laureato
che si è distinto per il prestigio conseguito e per le affermazioni in
campo professionale, sociale e culturale, affermazioni conseguite
nello spirito della più autentica tradizione dell’Ateneo, nell’anno in
corso.
L’iniziativa, avviata dall’ALUB Bocconi nel 1987, anno in cui è stato premiato Roberto Mazzotta, ha visto premiati negli anni successivi:
132
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 133
LA BOCCONI
OGGI
Giordano Zucchi, Tommaso Padoa Schioppa, Jody Vender, Lucio Stanca, Giovanni Giudici, Marco Tronchetti Provera, Carlo Scognamiglio,
Isabella Ventura, Emma Marcegaglia, Alessandro Profumo, Emma Bonino, Renato Soru, Corrado Passera, Marco Drago, Paolo Scaroni, Vittorio Colao, Claudio Costamagna, Vittorio Grilli, Enrico Cucchiani, Alberto Cribiore, Nourill Roubini, Diego Piacentini (2010).
Curiosità bocconiane
Chi ha studiato e vissuto in Bocconi sa che qui c’è spazio anche per
le leggende e gli aneddoti. In questo spazio vorremmo raccontarvene
uno, fra tutti sicuramente il più famoso, a cui si è già brevemente accennato anche nelle pagine precedenti. Nessun studente Bocconi durante gli
anni universitari passa “tra i leoni” (le due statue di ceramica verde all’ingresso dell’atrio di via Sarfatti 25) per entrare o uscire dalla sede principale della Bocconi; anche se soprappensiero, perché magari impegnato in una discussione con un altro compagno di studi, qualsiasi studente
frena bruscamente il passo e si dirige a destra o a sinistra dei leoni, ma
tra i leoni proprio non passa. Superstizione o meno, la leggenda, che si
perde nella notte dei tempi, narra che lo studente che passa dall’ingresso
principale, delimitato appunto dai due leoni di Arturo Martini, invece di
optare per i due corridoi laterali, mai si laureerà in Bocconi.
A parte questo simpatico e divertente aneddoto, vorremmo anche citare alcuni dei Bocconiani “atipici”, quelle persone cioè che mai nessuno direbbe essersi laureate in Bocconi.
Tutti conoscono Marco Tronchetti Provera, Corrado Passera e Alessandro Profumo e sanno che sono bocconiani; pochi sanno invece – solo
per citare alcuni esempi – che il vicario generale della Diocesi di Milano
fino al 2003 ed ora vescovo di Pavia, mons. Giovanni Giudici, si è laureato in Lingue in Bocconi nel 1972; quasi nessuno ricorda che Emma
Bonino, la pasionaria dei radicali, compagna di tutte le battaglie di Marco Pannella, con un lungo curriculum di incarichi istituzionali tra cui quello di Commissario europeo ed oggi di vicepresidente del Senato italiano,
è una bocconiana, laureata in Lingue, anche lei come Giudici, nel 1972.
E poi, ancora, potremmo citare Nedo Fiano, uno dei pochissimi ebrei
sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz, ritornato in Italia allo
stremo delle forze, quando pesava solo 37 chili, per apprendere che tutta la
sua famiglia era stata sterminata. Si è poi laureato in Lingue in Bocconi nel
133
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 134
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
1968, quando era già un affermato professionista e padre di famiglia. C’è
anche il frate bocconiano, Norberto Villa, prima commercialista e poeta,
che nel 1976 ha scelto la vita monastica e ha preso i voti benedettini, coniugando perfettamente il motto benedettino hora et labora. A lui si aggiungono diversi altri frati, sacerdoti e suore laureati in Bocconi.
Oppure possiamo citare uno dei fondatori del gruppo musicale “i Gufi”,
Nanni Svampa, cantautore dialettale milanese, laureato in Economia in
Bocconi, mentre traduceva dal francese al milanese Georges Brassens.
Ci sono altre storie ancora, che si scoprono leggendo il libro Via Bocconi 12, storia del pensionato universitario più famoso d’Italia (Melampo editore) scritto dal direttore dell’ISU Bocconi, Salvatore Grillo,
bocconiano che racconta fantastiche storie di bocconiani sempre facendone nome e cognome. Per esempio, il sessantottino Carlo Giannini, difensore dei più deboli e poveri del Pensionato Bocconi, divenuto poi docente di econometria in diversi atenei fino ad arrivare all’Università di
Pavia, quando un tumore al polmone lo ha fatto morire, ancora giovane,
lasciando questo messaggio ai suoi compagni di corso e di Pensionato:
“Quando queste parole verranno lette dal grande ufficiale di cerimonie,
esimio dottor Salvatore Grillo, io starò probabilmente vomitando quel
che mi rimane dell’anima, in conseguenza della chemio, ma mi auguro
che non vi sia capitato di rinc…rvi al punto di essere diventati leghisti o
berlusconiani, anche se mi vergogno un po’ della sinistra che ci ritroviamo… In caso contrario Amen…”.
Oppure ancora, leggiamo nel libro di Grillo, la tragedia avvenuta la sera del 23 gennaio 1973, quando fu ucciso Roberto Franceschi, il bocconiano membro del Movimento Studentesco milanese al quale è dedicato un monumento in via Bocconi.
E a proposito di Via Bocconi 12, è bello precisare che tutti i diritti di
autore sono interamente devoluti alla Fondazione Antonio e Giannina
Grillo onlus, che persegue finalità di solidarietà sociale, attraverso un
centro di aggregazione giovanile per la promozione di servizi di accoglienza ed ospitalità con finalità educative e formative, nonché di studio,
ricreazione e raccoglimento spirituale per giovani e studenti. Maggiori
informazioni su www.fondazionegrillo.it
Infine, vorremmo concludere questa breve carrellata con Andrea
Borghi (ASIT) e Barbara Alfieri (SDA), due dipendenti Bocconi che lavorano qui da anni. Colleghi, oltre che marito e moglie, hanno fondato
con una coppia di amici, dopo quasi 10 anni di volontariato, Idea Onlus
134
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 135
LA BOCCONI
OGGI
(www.ideaonlus.org), un’associazione che sviluppa progetti di adozione
a distanza, di assistenza sociale e sanitaria e di promozione della scolarità in Bangladesh.
Entrata in attività nel 2008, Idea onlus opera in tutto il mondo e, attualmente, ha in attivo progetti in America Latina, nel Mato Grosso brasiliano
e nel Bangladesh. Uno di questi, svolto in collaborazione con l’organizzazione bangladese Banchte Shekha Ong e nato come progetto di adozione a
distanza per l’assistenza socio-sanitaria dei bambini, si è posto l’obiettivo
di salvare un’intera comunità di Jogahati, un villaggio di pescatori.
Insomma tutte storie, queste, che testimoniano come lo stereotipo del
Bocconiano “solo carriera e daneé” stia troppo stretto a chi si è laureato
o lavora in Bocconi.
I numeri della Bocconi (aggiornati al 2010)
1 facoltà (Economia)
1 corso di laurea a ciclo unico (Giurisprudenza)
1,3 mesi tempo di attesa per la prima occupazione dalla laurea per i graduate. A un anno dalla laurea il 97% lavora, 1% procede con gli studi
1,8 mesi il tempo di attesa per la prima occupazione dalla laurea
per gli undergraduate
5 corsi di laurea triennale (di cui uno in inglese)
5 dottorati di ricerca
6 residenze per studenti
8 dipartimenti
9 master universitari pre experience
10 corsi di laurea specialistica (di cui 6 in inglese)
10 master universitari (8 di primo livello, 2 di secondo)
11 sede tra le vie Sarfatti, Sraffa, Bocconi, Gobbi e Roentgen
12 double degree (per le lauree specialistiche)
19 centri di ricerca
20 master post experience
23 corsi interamente in inglese
60% ha già un lavoro il giorno dalla laurea per il graduate
100 merit awards (borse di studio per merito)
180 scuole internazionali partner
600 postazioni in biblioteca
784 uffici e spazi comuni nell’edificio Grafton in via Roentgen
135
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 136
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
1.000 posti a sedere Aula Magna via Roentgen
1.212 studenti internazionali incoming
1.274 borse di studio ISU
1.400 docenti
1.550 posti letto nelle varie residenze universitarie
1902 anno della fondazione
2.848 studenti Bocconi outgoing
3.100 stage avviati
10.000 offerte di stage e lavoro
13.747 studenti iscritti all’a.a. 2010-11 (di cui 1.472 stranieri)
28.000 titoli di periodici cartacei e in formato digitale in Biblioteca
68.629 metri quadrati edificio Grafton in via Roentgen
83.900 laureati dal 1906 al 2010 (compresi anche Master e PhD)
750.000 volumi in Biblioteca.
La Bocconi vista dagli occhi di uno studente
“Ricordo molto bene i miei primi mesi di lezione, quando della
Bocconi conoscevo ben poco.
La mia mente era affollata da lezioni, studio e preparazione per gli
esami. Era giusto così, tuttavia ero anche incuriosito da un’altra espressione della nostra istituzione: l’associazionismo studentesco.
I primi giorni di marzo del 2008 mi avvicino ad un gazebo accanto
alla biblioteca, uno dei tanti che si vedono durante l’anno accademico.
Un gruppo di studenti promuove le sue attività e mi invita a partecipare alle prossime riunioni. Colgo al volo l’opportunità e il mercoledì successivo mi presento all’incontro.
Da allora è stato un susseguirsi di discussioni stimolanti, approfondimenti e confronti. Soprattutto sulla nostra Bocconi, sui suoi pregi e
difetti. Solo così ho scoperto la comunità bocconiana – che pensavo di
conoscere già – complessa nei suoi meccanismi e equilibri.
Lo stesso gruppo che mi aveva accolto da matricola mi ha accompagnato alle elezioni universitarie del 2009, nelle quali sono stato eletto rappresentante degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell’Università Bocconi. Quest’esperienza è straordinaria: l’opportunità di
avvicinarmi, oltre ai componenti del Consiglio di Amministrazione, a
un gran numero di studenti e alla Bocconi più vera, fatta da docenti e
personale tecno amministrativo che l’hanno coltivata e costruita negli
136
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 137
LA BOCCONI
OGGI
ultimi decenni. E questi ultimi si riconoscono a prima vista. Un esempio, tra i molti: gli insegnamenti di persone come Salvatore Grillo sono un bagaglio fondamentale che porti con te tutta la vita.
Infine, il confronto con altri gruppi di rappresentanza studentesca
mi ha permesso di conoscere i miei limiti, di superare i pregiudizi e di
capire che da tutti è possibile imparare.
Per questo sento di appartenere alla Bocconi, che rimarrà un riferimento anche al termine dei miei studi, come lo è stato per molti che mi
hanno preceduto.
Da quel marzo, l’esperienza Bocconiana è diventata per me completa e totalizzante e, dopo due anni, sento di essere una persona del tutto differente.
Per questo penso che l’associazionismo, e tutte le attività extracurriculari che la Bocconi ci offre, vadano favorite, partecipate e apprezzate.
In fondo l’obiettivo di un’università, Bocconi compresa, deve essere
quello di formare le persone, rendendole consapevoli degli strumenti e
delle conoscenza che hanno a loro disposizione affinché possano contribuire a migliorare il futuro. E tutto questo non può certo avvenire solo nelle aule ma anche, e direi soprattutto, fuori.
Io amo e sogno un’Università Bocconi in cui l’impegno degli studenti venga riconosciuto come uno dei pilastri dell’istituzione così come lo sono i docenti e il personale tecno amministrativo, e che consideri gli studenti come persone, nella loro interezza. Questo significa
anche nelle nostre aspirazioni più ampie, nelle nostre esigenze di socialità e, perché no, anche nelle nostre debolezze e paure.
C’è molto da lavorare, ma credo siamo sulla strada giusta. E anche
questa nuova edizione lo dimostra”.
Giovanni Salvucci
Rappresentante studenti nel CDA Università Bocconi dal 2009 al 2011
Gli amici scomparsi
Come già scritto in alcuni capitoli precedenti, vogliamo chiudere
questa breve storia della Bocconi ricordando gli amici scomparsi.
CLAUDIO DEMATTÉ (1942-2004)
Nato a Trento nel 1942, Claudio Dematté era ordinario di Economia
aziendale alla Bocconi e nel 1971, sviluppando la Scuola di Perfezio137
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 138
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
namento per i quadri direttivi aziendali ideata e voluta dal rettore della
Bocconi Giordano Dell’Amore, fondò la Scuola di Direzione Aziendale, di cui fu prima direttore generale (dal 1973 al 1990) e poi presidente (dal 1996 al 2002). Nel 1988 fondò anche la rivista Economia & Management (Etas), di cui è stato direttore editoriale fino al 2004.
Nonostante gli impegni accademici e di studioso, Dematté ha sempre ricoperto anche altri prestigiosi incarichi aziendali come ad esempio
la presidenza della RAI nel 1993 e la presidenza nel 1998 delle Ferrovie dello Stato. Fu membro di numerosi consigli di amministrazione,
presidente di E. Capital Partners, società di advisoring nel corporate finance e nella finanza etica e di AIFI, l’Associazione Italiana Private
Equity e Venture Capital. Colpito da ictus nella notte tra il 18 e il 19
marzo 2004, morì poco dopo il ricovero all'ospedale Niguarda. I funerali vennero celebrati nella chiesa della Bocconi, alla presenza di centinaia di studenti, dipendenti, colleghi ed amici.
In un editoriale sul Corriere della Sera, l’amico e collega Francesco
Giavazzi lo ricordava così: “Fu il primo a capire che l'università non può
fermarsi alla formazione dei giovani laureati, ma deve occuparsi anche
di chi è già entrato nel mondo del lavoro. Un’idea comune negli Stati
Uniti, che però in Italia, prima di lui, aveva avuto solo pochi esempi. Ma
non solo: Demattè andò più in là ancora, integrando le attività di formazione postlaurea fino a creare la SDA la Scuola di direzione aziendale, l'unica vera business school italiana e una delle prime in Europa”.
CESARE PEDRAZZI (1927-2005)
Curioso di ogni sapere, i suoi interessi spaziavano dalla storia all' economia, dalla letteratura alla musica, alla filosofia e all' arte visiva. Cesare
Pedrazzi, laureato in giurisprudenza alla Cattolica di Milano a soli 21 anni nel 1948, ha ricoperto la cattedra di Diritto penale nelle Università di
Trieste, Pavia, alla Statale di Milano e in Bocconi. Direttore responsabile della Rivista italiana di diritto e procedura penale, di collane editoriali specialistiche e della Rivista di diritto penale dell' economia, scrisse
centinaia di interventi e pubblicazioni, tra cui Inganno ed errore nei delitti contro il patrimonio. E’ scomparso nel 2005.
ENRICO RESTI (1925-2008)
Resti è stato il segretario – ma è meglio definirlo vicedirettore – della
Bocconi con Carlo Baccarini dal 1958 al 1971, fino a quando fu nomi138
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 139
LA BOCCONI OGGI
nato direttore amministrativo, carica che ricoprì fino al 1994. Pur essendosi laureato alla Statale di Milano, ha sempre considerato la Bocconi la sua università e l’affetto e la gratitudine che provava per questo
ateneo si respira anche in questo suo libro, scritto con amore e sagacia
dal 1999 al 2005 e giunto ormai alla quarta edizione. Resti è scomparso il 6 marzo 2008, dopo una vita quasi interamente dedicata all’ateneo
di via Sarfatti 25 che ha visto crescere e svilupparsi, in particolar modo
durante gli anni della contestazione studentesca e la chiusura, suo malgrado, della Facoltà di lingue. Resti ha anche curato l’iter delle specializzazioni dei corsi di laurea tenendo contatti con il Ministero e la realizzazione dell’archivio fotografico digitale della Bocconi che è consultabile sul sito www.unibocconi.it nella sezione della biblioteca.
EMANUELE DUBINI (1908-2008)
Nato a Milano nel 1908, laureato in Bocconi nel 1929 e dirigente della
Pirelli, è stato membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bocconi dal 1959 al 2006 e presidente dell’Istituto Javotte Bocconi
Manca di Villahermosa – Associazione “Amici della Bocconi” dal 1993
al 2005. Medaglia d’oro del Comune di Milano 1985, è stato presidente di Assolombarda, Assonime, Camera di Commercio di Milano e vicepresidente di Confindustria. Scomparso nel 2008, il CdA dell’Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa ha deliberato di intitolargli
la nuova residenza universitaria in via Buzzi a Milano. Appassionato di
sport, ha fatto anche parte della squadra italiana di sci ai Mondiali invernali nel 1929. Era il nonno di 8 nipoti tra i quali il regista Silvio Soldini e il velista Giovanni Soldini.
ALDO DE MADDALENA (1921-2009)
“Un uomo di grande sensibilità e generosità, molto impulsivo, e un eccezionale studioso”: così Marzio Romani, ordinario di Storia economica alla Bocconi e suo allievo, ricorda Aldo De Maddalena, professore
emerito dell’ateneo, scomparso il 2 agosto del 2009 all’età di 88 anni.
De Maddalena, laureato in Economia alla Bocconi nel giugno 1944 e
professore ordinario dal 1957, è stato direttore dell’Istituto di storia economica della Bocconi dal suo arrivo nell’ateneo, nel 1971, fino al 1996.
Professore emerito dal 1997, è stato presidente dell’Associazione nazionale e dell’Associazione mondiale degli storici economici. Amico
dello storico Fernand Braudel, Aldo De Maddalena è stato un grande
139
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 140
L’Università Bocconi - Memorie di un testimone
studioso di storia economica e in particolare della Milano dell’epoca
moderna, tra il ‘400 e il ‘600. Era anche un musicista e fece della storia
e della musica le sue ragioni di vita.
TOMMASO PADOA-SCHIOPPA (1940-2010)
Tommaso Padoa-Schioppa è stato definito l'impeto intellettuale dietro
la nascita dell'euro e il padre fondatore della nuova moneta, quando in
uno suo articolo pubblicato 1982 fece notare per primo che per un gruppo di Paesi come l'Unione Europea era impossibile aspirare contemporaneamente a libero commercio estero, mobilità dei capitali, politiche
monetarie nazionali indipendenti e tassi di cambio fissi, senza una moneta unica.
Padoa-Schioppa ha fatto parte delle più alte istituzioni finanziarie
italiane (Banca d'Italia) ed europee (Commissione e BCE). Convinto
europeista, ha fatto parte del Comitato Delors che ha disegnato la strada per la creazione della moneta unica. È stato anche Ministro dell'Economia e delle Finanze nel governo Prodi II e dirigente del Fondo Monetario Internazionale.
Nato a Belluno, luogo di villeggiatura estiva della sua famiglia milanese, TPS (come era simpaticamente chiamato dagli amici) si è laureato in Bocconi nel 1966 e conseguì poi un Master al MIT di Boston
nel 1970. In sua memoria la Bocconi il 1° febbraio 2011 ha organizzato una commemorazione alla quale hanno preso parte, tra gli altri, anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, lo storico presidente della Commissione europea Jacques Delors, due ministri in carica (Roberto Maroni e Giulio Tremonti), tre banchieri centrali (Mario
Draghi, Mugur Isarescu e Georgios Provopoulos) e tre ex capi di Stato
e di governo (Massimo D’Alema, Guy Verhofstadt ed Ernesto Zedillo).
140
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 141
Presidenti e rettori dalla fondazione a oggi
Presidenti
Leopoldo Sabbatini
Ettore Bocconi
Donna Javotte Bocconi Manca di Villahermosa
Furio Cicogna
Giovanni Spadolini
Mario Monti
dal 1902 al 1914
dal 1914 al 1932
dal 1932 al 1957
dal 1957 al 1975
dal 1975 al 1994
dal 1994
attualmente in carica
Rettori
Leopoldo Sabbatini
Luigi Maino
Pietro Bonfante
Angelo Sraffa
Ferruccio Bolchini
Ulisse Gobbi
Gustavo Del Vecchio
Paolo Greco
Giovanni Demaria
Prorettore
Rettore
Armando Sapori
Giordano Dell’Amore
Gianguido Scalfi
Prorettore
Rettore
Innocenzo Gasparini
Luigi Guatri
Mario Monti
Roberto Ruozi
Carlo Secchi
Angelo Provasoli
Guido Tabellini
dal 1902 al 1914
dal 1914 al 1915
dal 1915 al 1917
dal 1917 al 1926
dal 1926 al 1930
dal 1930 al 1934
dal 1934 al 1938
dal 1938 al 1945
dal 1945 al 1946
dal 1946 al 1952
dal 1952 al 1967
dal 1967 al 1973
dal 1973 al 1974
dal 1974 al 1975
dal 1975 al 1984
dal 1984 al 1989
dal 1989 al 1994
dal 1994 al 2000
dal 2000 al 2004
dal 2004 al 2008
dal 2008
attualmente in carica
141
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 142
SEZIONE
FOTOGRAFICA
▲ Il fondatore dell’Università Bocconi
Ferdinando Bocconi
▲ Luigi Bocconi, figlio di Ferdinando disperso
ad Adua nel 1896, al quale è stata dedicata
l’Università Bocconi nel 1902
▲ Ettore Bocconi, figlio di Ferdinando e presidente
dell’Università Bocconi dal 1914 al 1932
▲ Javotte Boccconi Manca di Villahermosa,
moglie di Ettore e presidente dell’Università
Bocconi dal 1932 al 1957
142
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 143
SEZIONE
FOTOGRAFICA
▲ Il palazzo della Famiglia Bocconi in corso Venezia
▼
▼ La sede di via Sarfatti 25
▼ I primi laureandi dell’Università, anno accademico 1905–1906
143
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 144
SEZIONE
FOTOGRAFICA
▲ Leopoldo Sabbatini, primo presidente e primo
rettore dell’Università Bocconi
▲ 15 dicembre 1952 – Il presidente della Repubblica
Luigi Einaudi all’inaugurazione dell’anno
accademico 1952–53
▲ 1988. Da sinistra il rettore e consigliere delegato Luigi Guatri, il presidente Giovanni Spadolini e il direttore
amministrativo Enrico Resti
▼ Milano 1989 – Mikhail Gorbaciov riceve da Giovanni Spadolini il diploma di socio d’onore dell’Università Bocconi
144
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 145
SEZIONE
FOTOGRAFICA
▲ Festa di laurea del bocconiano Peppino Casale al ristorante “Giannina”, 3 luglio 1973
▼ Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
all’inaugurazione dell’anno accademico 2002-03.
Le iniziative nell’ambito delle celebrazioni per il
Centenario Bocconi si sono svolte da ottobre 2001
a gennaio 2003
▲ L’edifico progettato da Ignazio Gardella,
inaugurato nel 2001, dedicato alla didattica
145
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 146
SEZIONE
FOTOGRAFICA
▲ Studenti partecipanti al gioco internazionale “Economix”
▼
▼ Vedute della sede in via Roentgen,
progettata dallo studio
irlandese Grafton e inaugurata nel 2008
146
▲ Stand informativi nel corso dell’evento
“Bocconi &Jobs” durante il quale gli
studenti incontrano le aziende
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 147
SEZIONE
FOTOGRAFICA
▼ Scala che porta ai dipartimenti ed istituti di ricerca all’interno dell’edificio in via Roentgen
▲ Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il presidente della Commissione europea José Manuel
Barroso, al termine dell’inaugurazione dell’anno accademico 2008-09
▼ Il foyer dell’Aula Magna nell’edificio Grafton in via Roentgen
147
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 148
SEZIONE
FOTOGRAFICA
Studenti durante una lezione nell’edificio Aule
▼
▲ Studenti nel porticato dell’edificio Grafton in via Roentgen
▼ Il pubblico presente nella nuova Aula Magna durante un convegno
148
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 149
SEZIONE
FOTOGRAFICA
▼
Studentesse escono dalla nuova Aula Magna
▼ Studenti Bocconi al parco Ravizza
▼ La cerimonia di consegna dei diplomi di Master alla SDA Bocconi
149
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 150
SEZIONE
FOTOGRAFICA
L’home page del sito
web Bocconi,
www.unibocconi.it
▼
▼ Studenti alla SDA Bocconi
▲ La sede SDA Bocconi, in via Bocconi 8, dove si svolgono corsi executive e Master
150
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 151
SEZIONE
FOTOGRAFICA
▼ La residenza universitaria “Emanuele Dubini” di via Buzzi aperta nel gennaio 2010
▼ Due simulazioni grafiche di come sarà l’area antistante l’ingresso principale dell’Università Bocconi tra via
Sarfatti e via Gobbi
151
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 152
152
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 153
INDICE DEI NOMI
A
Adamoli Ferdinando, 32
Agnelli Giovanni, 10
Airoldi Giuseppe, 89, 100
Alessandri Alberto, 98
Alfieri Barbara, 124
Alfieri Vittorio Enzo, 52
Aloisi Antonio, 126
Amatori Franco, 98
Ambrosino Nuccio, 61
Amigoni Franco, 77
Amoretti Giovanni Vittorio, 52
Artoni Roberto, 89
Ascoli Alfredo, 32
Asturias Miguel Angel, 52
B
Baccarini Carlo, 57, 71, 123, 138
Baffi Paolo, 46, 70, 77, 78, 79, 89
Balmas Enea, 52
Banfi Antonio, 52
Baridon Silvio, 52
Barroso José Manuel, 147
Bassetti Piero, 89, 108
Bauer Riccardo, 33
Bellini Giuseppe, 52
Beltrami Ottorino, 89, 108
Benedini Benito, 108
Beneduce Alberto, 46
Benini Rodolfo, 32, 46
Bergmann Giulio, 35
Bertoni Alberto, 77, 86
Biagiotti Tullio, 54
Bianchi Tancredi, 62, 70
Bini Mauro, 98
Biscaretti di Ruffia Paolo, 62
Bo Carlo, 52
Bocconi Ettore, 18, 29, 37, 48,
63, 141, 142
Bocconi Ferdinando, 6, 7, 10, 11,
12, 13, 14, 16, 17, 18, 19, 20, 22,
23, 24, 28, 30, 31, 142
Bocconi Ferdinando jr., 15, 18,
29, 30
Bocconi Giuseppe, 14
Bocconi Luigi, 11, 13, 14, 15, 17,
18, 19, 20, 142
Bocconi Roberto, 14
Bolaffio Leone, 32, 40
Bolchini Ferruccio, 40, 42, 141
Boldrini Marcello, 33, 45
Bonfante Pietro, 29, 32, 34, 39,
43, 141
Bonfantini Mario, 51
Bonferroni Carlo, 39
Bonino Emma, 133
Bonora Ettore, 51
Bontadini Virgilio, 56
Borgatta Gino, 39, 45
Borges Antonio, 115, 126
Borghi Andrea, 134
Borgonovi Elio, 77
Borletti Senatore, 70
Bottai Giuseppe, 45, 46
Bracco Diana, 126
Brambilla Francesco, 106
Brassens Georges, 134
Braudel Fernand, 139
Brugger Gualtiero, 77
Brunetti Giorgio, 98
Bruni Franco, 46, 98
Busacca Bruno, 112
C
Cabiati Attilio, 32, 39, 46
Calvi Roberto, 70
Cantoni Remo, 52
153
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 154
INDICE
DEI NOMI
Capanna Mario, 66
Caprara Ugo, 33, 40, 106
Caproni Federico, 33
Cardarelli Dino, 33, 56
Carnelutti Francesco, 33
Casale Peppino, 145
Casati Alessandro, 56
Castagnoli Erio, 77
Castelli Guglielmo, 123
Castiglioni Luigi, 51, 63
Castronovo Valerio, 36
Cattini Marco, 5, 9, 98, 112
Cavallera Alessandro, 115
Cazzaniga Ignazio, 51
Cazzaniga Vincenzo, 70
Ceretti Vittore, 61, 105
Cernezzi Luigi, 123
Ciampi Carlo Azeglio, 145
Cicogna Furio, 24, 33, 56, 59, 60,
66, 70, 71, 72, 73, 79, 124, 141
Cifarelli Michele Donato, 77
Cingano Francesco, 70, 89, 108,
115
Coda Vittorio, 70, 98, 115
Colao Vittorio, 133
Coletti Francesco, 32, 34, 39
Corbino Epicarmo, 46
Corridori Giuseppe, 56
Corti Carlo, 56
Costamagna Claudio, 133
Cremonesi Carla, 52
Cribiore Alberto, 133
Croccolo Alessandro, 27, 31, 33, 54,
56, 60, 63
Cucchiani Enrico, 133
D
D’Alema Massimo, 140
Dahrendorf Ralf Gustav, 110
Dalla Chiesa Nando, 92
154
De Cesare Raffaele, 52
De Gasperi Alcide, 45
De Leva Massimiliano, 26
De Maddalena Aldo, 5, 9, 70, 100,
112, 139-140
De Micheli Alighiero, 70
De Paoli Luigi, 98
De Viti De Marco Antonio, 45
Del Vecchio Gustavo, 43, 44, 45,
56, 71, 141
Dell’Amore Giordano, 56, 66, 71,
137, 141
Delors Jacques, 140
Demaria Giovanni, 38, 39, 45, 46,
50, 51, 52, 54, 107, 141
Demattè Claudio, 77, 137-138
Di Fenizio Ferdinando, 39, 71
Di Gioacchino Piero, 61
Di Tonno Sandro, 61
Dolfini Giorgio, 52
Dominedò Valentino, 39, 46
Draghi Mario, 140
Drago Marco, 133
Dubini Emanuele, 70, 89, 108, 115,
126, 139
Dubini Umberto, 123
Dugnani Giorgio, 26
E
Einaudi Luigi, 5, 32, 33, 39, 40, 45,
46, 54, 63, 144
Eltsin Boris, 96
Ermolli Bruno, 126
Evangelisti Enzo, 52
F
Fabbri Sileno, 41
Fabrizi Pierluigi, 98
Faina Carlo, 33, 56, 70
Falck Emilio, 41
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 155
INDICE
Falck Giovanni, 70
Fanno Marco, 43
Ferrante Alberto, 56
Ferrara Reno, 70, 89
Ferrari Giuseppe Franco, 98
Ferrari Virgilio, 56
Fiano Nedo, 133
Filippini Carlo, 77
Finzi Vita Paolo, 40
Flora Federico, 32
Flora Francesco, 51, 63
Forestieri Giancarlo, 89, 112
Formigoni Roberto, 108
Franceschelli Remo, 45
Franceschi Roberto, 66, 67, 134
Fubini Mario, 51
G
Galardi Guido, 115
Gardella Ignazio, 145
Gardella Jacopo, 105
Gasparini Innocenzo, 46, 66, 70, 72,
73, 77, 78, 83, 87, 115, 126, 141
Gentile Giovanni, 37, 38, 41, 45,
46, 49
Giacoletto Papas Mirka, 9, 86, 87,
109
Giammario Angelo, 126
Giannessi Ferdinando, 51
Giannini Carlo, 134
Giavazzi Francesco, 98, 112, 138
Gini Corrado, 39, 46
Giovanni Paolo II, 107
Giudici Giovanni, 107, 132, 133
Giuliante Luca, 126
Giuratrabocchetta Giovanni, 61
Gobbi Ulisse, 32, 39, 41, 42, 44,
58, 141
Gobetti Piero, 10
Gorbaciov Mikhail, 96, 144
DEI NOMI
Gorlier Claudio, 52
Granados Juana, 52
Grassetti Cesare, 62
Graziadei Antonio, 32
Greco Eugenio, 32
Greco Mario, 115
Greco Paolo, 44, 45, 46, 47, 49,
56, 141
Grilli Alberto, 51
Grilli Vittorio, 133
Grillo Salvatore, 9, 76, 91, 92,
134, 136
Grunanger Carlo, 52
Guarneri Attilio, 98
Guasconi Giuseppe, 89
Guatri Luigi, 3, 6, 62, 70, 83, 84,
85, 86, 87, 88, 89, 90, 97, 100,
108, 115, 126, 141, 144
Guindani Pietro, 132
Guzzetti Giuseppe, 108, 115
H
Hazon Mario, 42, 43, 52
I
Isarescu Mugur, 140
J
Jakober Mario, 108
Jannaccone Pasquale, 46
Jannini Pasquale, 52
Judica Giovanni, 89
L
Lanzillo Agostino, 32
Lenti Libero, 37, 39, 40, 41, 89, 106
Levi Eugenio, 62, 63
Liebman Stefano, 98
Lombardi Giancarlo, 70, 108
Lombardo Agostino, 52
155
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 156
INDICE
DEI NOMI
Loria Achille, 32
Loria Moisé, 46
Lorusso Ettore, 40, 70
Lunghini Giorgio, 108
Luzzati Luigi, 45
M
Maglione Giovanni, 32
Maino Luigi, 29, 30, 141
Malerba Franco, 98
Manca di Villahermosa Donna Javotte,
18, 37, 41, 49, 52, 53, 56, 59, 63,
141, 142
Mangili Cesare, 26
Marcazzan Mario, 51, 63
Marcegaglia Emma, 133
Marchetti Piergaetano, 77
Marchi Sallustio, 32
Maroni Roberto, 140
Martini Arturo, 48, 133
Martini Carlo Maria, 94, 111
Marzotto di Valdagno Gaetano, 56
Masini Carlo, 106, 116
Massari Mario, 98
Mattioli Raffaele, 40, 56
Mauri Arnaldo, 62
Mauri Virginia, 33
Mazzotta Roberto, 108, 132
Mengoni Luigi, 15, 62
Meomartini Alberto, 126
Meriggi Piero, 52
Migliori Giovanni Battista, 56
Mignoli Ariberto, 62
Minutolo Gianfranco, 132
Molinari Sandro, 108
Montesano Aldo, 89, 100
Monti Mario, 7, 31, 37, 46, 77, 90,
93, 94, 95, 96, 97, 98, 100, 104,
107, 108, 110, 115, 126, 141
Montini Giovanni Battista, 59
156
Mortara Giorgio, 39, 43, 44, 46,
63, 79
Mosca Gaetano, 33
Mottura Paolo, 77
Muliere Pietro, 98
Munari Italo, 55
Musiedlak Didier, 36
Mussolini Benito, 35, 47
Muzio Giovanni, 58
N
Nannini Amos, 126
Napolitano Giorgio, 126, 140, 147
Nefri Nicolò, 89, 108
Neri Ferdinando, 52
Neruda Pablo, 52
O
Onida Fabrizio, 77, 98
Onida Pietro, 40
Orlando Giuseppe, 70, 89
Ortu Fulvio, 112
P
Pacchioni Giovanni, 32
Paci Sergio, 98
Padoa-Schioppa Tommaso, 133, 140
Pagani Aldo, 62
Pagani Angelo, 62, 71
Pagano Giuseppe, 43, 44
Pagliari Fausto, 34
Palazzina Girolamo, 34, 49, 57,
71, 123
Pannella Marco, 133
Pantaleoni Maffeo, 32, 45, 46
Papi Giuseppe Ugo, 46
Pareto Vilfredo, 46
Parodi Delfino Enrico, 33
Passera Corrado, 115, 126, 133
Pavese Giovanni, 108, 115, 123, 126
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 157
INDICE
Pavesi Bruno, 126
Peccati Lorenzo, 96, 112
Pedini Mario, 70
Pedrazzi Cesare, 87, 138
Pella Giuseppe, 56
Pellicanò Giuseppe, 70, 89, 108
Perini Michele, 115
Pero Giuseppe, 33
Perrone Vincenzo, 98
Pezzani Fabrizio, 98
Piacentini Diego, 133
Piazza Saul, 32
Pirelli Giovanni Battista, 24, 26, 41
Pisani Vittore, 52
Pivato Giorgio, 45, 107, 116
Pivato Sergio, 77
Podestà Stefano, 77
Porri Vincenzo, 39, 40
Porta Angelo, 98
Pound Hezra, 43
Prato Giuseppe, 32, 39
Predetti Adalberto, 70, 108
Presutti Ennio, 108
Prodi Romano, 111
Profumo Alessandro, 126, 133
Provasoli Angelo, 8, 77, 98, 115,
141
Provopoulos Georgios, 140
R
Radice Fossati Eugenio, 56, 70
Ranelletti Oreste, 40
Redenti Enrico, 45
Resti Enrico, 5, 6, 9, 11, 12, 57,
123, 124, 125, 138-139, 144
Revel Bruno, 45, 52, 63
Ricci Giovanni, 45, 62, 71
Ricci Ugo, 61
Rizzi Henry Richard, 115
Rocco Alfredo, 32, 35, 41
DEI NOMI
Romani Marzio A., 5, 9, 39, 77,
112, 139
Rosenfeld Emmy, 52
Rossi Guido, 98
Rossi Napoleone, 62, 71
Rossi Sergio, 52
Roth Luigi, 115
Rotondi Mario, 45
Roubini Nourill, 133
Rugiadini Andrea, 77
Ruozi Roberto, 70, 86, 98, 100,
103, 107, 108, 113, 141
S
Sabbatini Leopoldo, 7, 11, 20, 21,
22, 24, 25, 26, 27, 29, 30, 31, 33,
34, 58, 141, 144
Sacerdoti Giorgio, 98
Salati Ugo, 52
Salmoraighi Angelo, 26
Salvemini Severino, 98, 100
Salvucci Giovanni, 137
Sangalli Carlo, 108, 115, 126
Santi Romano, 40
Sapori Armando, 32, 39, 52, 54, 59,
60, 62, 63, 71, 72, 141
Sarmi Massimo, 115
Scalfaro Luigi Oscar, 97
Scalfi Gianguido, 66, 70, 73, 141
Scalpelli Sergio, 108
Scaroni Paolo, 133
Schena Leandro, 52
Schlesinger Piero, 89
Scialoja Vittorio, 29
Scognamiglio Carlo, 97, 133
Scotto Aldo, 62
Secchi Carlo, 77, 98, 112, 113, 141
Segre Marcello, 33, 70, 71
Senn Lanfranco, 98
Siglienti Sergio, 108
157
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 158
INDICE
DEI NOMI
Sitzia Bruno, 98
Solmi Arrigo, 43
Soru Renato, 133
Spadolini Giovanni, 12, 38, 66, 71,
73, 78, 79, 80, 81, 82,84, 89, 94,
96, 97, 100, 108, 110, 117, 126,
141, 144
Sraffa Angelo, 33, 34, 35, 36, 40,
41, 42, 45, 116, 141
Stanca Lucio, 108, 115, 133
Supino Camillo, 32
Svampa Nanni, 61, 134
T
Tabellini Guido, 98, 126, 141
Tagliacarne Guglielmo, 33
Taiani Filippo, 32
Talamona Mario, 108
Tosato Egidio, 62
Tremonti Giulio, 140
Treveljan Janet, 42
Tronchetti Provera Marco, 108,
115, 126, 132, 133
Tumminelli Calogero, 33, 41
U
Urbani Giuliano, 87, 108
V
Vaccà Sergio, 69, 77, 86
158
Valdani Enrico, 98
Vello Pier Mario, 126
Vender Jody, 133
Venegoni Daniele, 32
Venino Pier Gaetano, 49
Ventura Isabella, 133
Verhofstadt Guy, 140
Vicari Salvatore, 98, 126
Viganò Alfredo, 89
Vigorelli Pietro, 33
Villa Norberto, 134
Villa Vincenzo, 52
Vincenti Leonello, 52
Viscardi Antonio, 52
Visconti di Modrone Marcello, 41
Vittorio Emanuele III, 31, 47
Volpe Gioacchino, 43
W
Weil Federico, 26
Z
Zanco Aurelio, 52
Zappa Gino, 40, 41, 63,
106, 116
Zedillo Ernesto, 140
Zerbi Tommaso, 40
Zonchello Giacomo, 33, 56
Zorli Alberto, 45
Zucchi Giordano, 133
Resti_Interno_nuova_vers_Resti_Interno_30_agosto_2011- 17/10/11 09:38 Pagina 159
INFO UTILI
Università commerciale “Luigi Bocconi”
Via Sarfatti 25
20136 Milano
Call center 0258363434
• www.unibocconi.it
• www.sdabocconi.it
• www.youtube.com/unibocconi
• www.facebook.com/pages/Milano–Italy/Universita–Bocconi–Italian/
110834482294116
• twitter.com/unibocconi
159
Scarica

L`Università Bocconi - Istituto Javotte Bocconi