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: d'ora, Le im;io i più corUEJ UBERI MURATORI' n ' ITALIA
nell'imrnediato r~.lopoouerra,
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de 1 q ua 1e i 1 processo d'inregrazio- te 11..Jt".fficoltà, il tr~mato di unione
no le comunità esistenti
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GRAN DE ORIENTE D'ITALIA
vtctnanza con t1- porto e con i
ne economica è destinato a sYolpolitica (ossia il parlamento), os- de com merce", disposti a favorire,
BE~Hi.DE"t"fA GALASS l BERlA
(PAI.AZZO . GIUs>i'JNIANl)
grossi clienti del triangdlo indugersi in assebza di ·unione costitu - serva ·u ri che nop si potrebbero
striale, e apparve · subito il centro
i ion:J!e. Alla (teoricame.qte) ugua- neppure copiare, per la bomba, le
più dtale della siderurgia italiale sovr:lnità oei governi e dei partre comunità esistenti. S1' dovrebbe
n;.l . . T.liJ stabilimento, che impiega
1
inventare "une. commum1.uté d' ~ '=l
lamenti nazton~li . i accompacrna·
l'
\q
, 1
;;~~~ .. ::_r .L persone produrrà nel- •
....
tvpe origina!" : •$na comunìtà, nc:r.
l'<inno in cors<J· due mi'lioni di to'nun legame delle economie inedla quale "deux Pt.Hssances, la Fra n·
nellate d'acdaio e un mmohe e
tabilmente ineguale perché l'hri·
ce .et la Grande Bretagne, nietmezzo di tonnellate di ghisa a
Yersibi]jtà del processo d'integratraient en commun leur ressources
· 1e. • ziòne economica non opera per tut- et .1eurs - tec h mquts.
·
L'Allemagne,
prezzi di mercato internaztona
E' probabilmente la più importanti i p;tesi membri nella stessa mizone stratégique exposée, l'ltalie,
·
s.·ura.
Mette~e in crisi il Mec per
·
· 1
• 11 e
te acciaieria
d'Europa, e come tecpays d e ·_proc1uctton
1noustne
1
tut elare dtali intet,'essi è meno fa
plus restreinte, le Henelux, comnica, modernità e valore d'impiail.ti rappresenta, nel grigiore delle
cile per gli Stati più deboli. Qucposé d'Etat~ iildividuellement trop
industrie genovesi, un'eccezione sin- sto è ùn \·ero· e · p roprio "fattore di
petits renonceraient à_ poutsuivre
accrescimentd'', se così posso dire,
eux-r,ncmes les fabrications atomigolare.
Singolare anche come p~ rsonale,
del maggior peso or~~inario dei pifi qucs et donneraient au couplc
grossi; ed è un fattore insito nello France-Grande Bretagne une délédipendenti e quadri, e come orgastesso congegno comunitario, qua- · gation po1,.1r leur défep-sè .par ce,s
nizzazione interna. Per vincere le
resistenze ; Ila sua nasdta del capitalismo locale, che reclamava per
se i fondi riservati al nuovo impianto, venne stabiHto dal'l'inizio centro-stntstra accresceva il presti- clesiastid, uomini di legge e tecd'impiegarvi maestranze reclutate
gio di questa prpspera azienda nici deli'IRJ, progetto forse velin altre zone sn indicazioni di
IRI nella città che più di ogni leitario ma caratteristico d'una cerp:moò e c~rabinieri: i compensi altra ha ·s perimentato ·i "salvatag- ta mentalità ge~ovese. ì:Italsider, '
per la destra genovese furono la
gi" ddi'IRI fra il 1929 e il 1933. ad esempio, è apprezzata non per
rott~ra del frohte sindacale ''rosIl primo complimento di Genova . i pregi ma per 'i difetti, perché goso" e la possibilità d'aumentare a all'Italsider fu fatto in occasione verna i suoi dipendenti con mailo
Genova i suffragi conservatori. An- d'un concorso per la grande strada fbrte. Viene invece scartato ciò di
cora oggi, dopo l'ingresso a Corni- sopraelevata intorno al \'ec<:hio por- cui Genova ha veramente bisogno,
gliano di un buon numero d'ope- to, che costerà più di sette mi- una soluzione . politica nel ·senso
rai liguri, 'la C.G.I.-L. vi raccoglie liardi: ·quando, infatti, I'Italsider più alto de'l termihe, che muti in
solo j.J 25 per cento dei voti, e a presentò un suo progetto fu subito meglio i rapporti fra i· cittadini, e
Cornegliano infatti non si scio~ dichiar<ita vihcitrice, a trattativa attenui i disagi, gli· squilibri e 'le
Il più grande parro di Roma, i'unica grande .villa barocca superstite, Villa
pera. Una disciplina severissima privata. Un solo accenno dell'Ital- tensioni così e,~identi nei ''ari grupDoria
Pamphily, è in vendita. Nel parco, che misura circa 170 ettari, .e che
legata al solito mito dell'.efficienza sider di voler costruire un gratta- ·pi sociali.
rappresenta
un incomparabile patrimonio naturale, soho compr_esi un palazzo
aziendale distingue poi quest'im- cielo fuori., . anzi contro il piano
Ricordo un comizio di Vittorio
seicentesco costrUito da Alessandro Algaroì, un prezioso giardino all'italiana e .
presa dalle altre dine pubbliche e regolatore, ha riscosso il . plauso Foa al teatro Carlo Felice davanti
resti archeologici d1. grandis·simo valore.
private, dove la gente è pagata dei responsabili cittadini : ' non c'è a una folla di ·meta'llurgici. Foa soDi frOI)te ai pericolo che, a seguito della vendita, la Villa possa essere
pe ugio ma non costretta al rigore manifestazione dove i suoi tecnici steneva che oggi, più dei miglio,.,
.
l'
sottratta
al godiniento della cittadinanza, l'AssociaZ'ione v: Italia Nostra~ è già
-da caserma che regna a Corntg ta- non siano chiamati a intervenire, ramenti economid, contano gli
intervenuta pressò le autorità perehé al ~più presto la Villa stessa venga acquino, esteso al tempo libero e alla ' non c'è ente che non ne solleciti orari di lavoro, la dignità operaià
stata e aperta al pubblico-. Ora, sollecitata da numerosi cittadini, «Italia Nostra»
vita privata dei dipendenti, indi- la partecipazibne alle proprie ini- in fabbrica, previdenze, case e serindlre una puqblica sottoscriZlione per raccogliere fondi da destinarsi allo scopo.
viduabili uno per uno perché e- ziative. Mi diteva un avvocato che vizi, dalle scuole al verde pubblico,
Le somme rosi raooolte verranno mesSe a disposizione del Comune: lesse
stranei, di fatto, all'ambiente. Pre- Genova risponde oggi ai desideri · dai trasport'i ai mercati alimentari.
tes·timonieranno l'interessamento della popo~azione a questo grande problema
videnze, assistenze, e svaghi sono ddl'Italsider cbme nel '700 un gen- Non ottenne alcun successo, procittadino e f~ppresenteranno· un contributo concretu ed un incorag-giamento
qui molto superiori a'lln norma, ti_luomo francese r.ispondeva ai de- Yocò anzi l'impazienza di molti
det~rminante
a"ll'·azione già intrapreSa daU'Amministrazione Capitolina per assipagati però con un maggior grado . sideri della regina: cc maestà, se è ascoltatori. Solo quando parlò decurare a Roma, rosi povemmente Jdotata di giardim, il godimento dell'intera
di soggezione e di. "alienazione". possibilè è fatto, se non è possi- · gli aumenti di salario la gente -fu
splendida Villa.
con lui·: ·quella massa ostinata e
L'azienda ha vissuto a lungo se- bile sarà fatto )l.
L'acquisiziooe di Villa Doria Pamphily al patrimonio cittadino sarà un
L'operazione
dovrebbe
sfociare
davvero
primitiva
riteneva
imposgregata dalla città, con una pt;ogrande
avvenimento per la vita della città: OOCO·r re risalire a oltre 60 anni fa,
t1ella nascita tH un grosso "trust" sibile un migliore contratto sociapria porzione del porto, una proa quando fu acqùistata la Villa Botghese, per ritrovare nella storia urbanistica
fra
capitalismo
privato
e
rapprele
con
i
ceti
abbienti,
reclamando
pria flotta, ·un mercato di ven'
di Rom~ un intervento ·di paragonabile importanza.
sentanti sul posto delle imprese solo maggiori guadagni ed · esidite fuori Genova, un persohale
pubbliche, che paghi il conto de- stenze indi:viduali più agiate. EsiNotaio TltO ST ADERINI
Sen. UMBERTO ZANOTTI BIANCO 1
e una di·rezione centrale forestiegli investimenti non compiuti e ste a Genova un caso umano che,
per la Sezione di Roma dell'Associazione
Presidente dell'Associazione <~ Italia Nostra >>
ri. I suoi dirigenti ambivano a assicuri maggiori guadagni con in tutt'altro ambiente, riflette la
Hanno dato la loro pubblica adesione: VINÌCIO BALDELÙ; Presidente dell'Associazione N ~zionale
non confondèrsi con gli impten- minori rischi', conciHando tra i stessà sfiducia, quello del marchese
Centri Storici • EMILIO BATIISTA, Presidente dell'Istituto Naziortale d'Architettura - FILIPPO
. ditori del posto, per un complesso buoni affari i dissensi dei singoli Giorgio Doria, pa trizio ligure, conCARACCIOLO, Presidente dell'Automobile club d'Italia - NICOLO' CARANDINI, Presidente dell' Alitalia • GINO CASSINIS, Presidente dell 1Accademia dei Lincei • CESARE CHIODI, Presidente
di superiorità . senz'altro giustifi- imprenditori . .E' una risposta delte di !Montaldeo, capo della più
del Touring Club Italiano - GIUSEPPE DELLA CHIESA, Presidente della Cassa di Risparmio di
la destra al centro-sinistra, non
illustre e nobi'le casata genovese.
cato, ma a un certo punto lo sviRoiria · . FELICE l't'POLITO, Segretario del domitato Nazionale per l'Energia Nucleare • GIUSEPPE
luppo impetuoso della produzione, nuova perché anche altrove grandi Questo gentiluomo è un fervente
NICOLOSI, Direttc!ite dell'Istituto di Urbanistica della Facoltà d'lrtgegneria di Roma • GIOV ,4.NNI
MUZIO Vice Presidente dell'Accademia di S. L\Jca - GIULIO ONESTI, Presidertte del Comitato Oliml'ingresso in fabbrica di maestran- aziende e gruppi· finanziari si muo- comuni·sta, ha incarichi elevati nelpico N~ionale Italiano - ARTURO OSI~, Presidente della Ba:néa Romana. - FERDINANJ?O. PERR~NE,
ze liguri, il bisogno di contatti con vono nello stesso seriso, acquistan- la federazione e rappresenta il parPresidente dell'Associazione fra i Romam • GibVANNI POLVANI, PreSidente del Cons1gho NaziOnale
altre ditte, il comune .e le. banche, do, ad esempio, larghe partecipa- tito in consiglio comunale. Anche
delle Ricerche • CAMILLO RIPAMO?I.'TI, Presidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica - GIOVANNI
BATTISTA SACCHE'ITI Presidente del Banco di S. Spirito .• MARIO .SALMI, Presidente del Conhanno cominciato a rompere il zioni . azionarie della società IRI, lui ha perduto ogr1i speranza nelJe
classi
alte
de'Ila
sua
città:
è
siglio Superiore Antichità' e Belle Arti • PASQUALE SARACENO, Presi~ente dell' ~ss~iazione ~~ lo
ghiaccio. E ' entrato così nell' "esta- senza ricalcare però in modo così
Svilupp<i- Industriale del Mezzogiorno - - STEFANO SIGLIENTI, PfesJdente del! Istituto Mobiliare
passato infatti dall'altra parte-della
blishment" genovese uno stato mag- scolastico la vecchia aspirazione a
Italiano - RAFFAELE TRAVAGLINI, Presidente del! 'Ente Provinciale Turismo di Roma • VITTORINO
giore di tecnocrati, capaci, orgo- capitalizzare gli utili> socializzanòo barricata e nel PCI avversa qualVERONESE, Presidentd del Banco di Roma.
siasi
forma
di
revisionismo
e
.
di
g-liosi dei loro meriti e del loro lé perdite. Si mira, in sostanz~, a
i '
.successo, abituati all'autorità -pro- una pianificaZione fatta in casa, possibilismo, dichiarandosi convinto
Le ·sottoscrisio'itl r»otronno essere Yèrsote direttamente oli' AIIOèinione «ITALIA. NOStRA.»
pria e all'obbedienza altrui, qt.ian- a un gol'lismo locale veramente pri- seguace della linea "cinese".
in Vlo Mor~lo 8 e Piano Libertà 4, ·o. c:i messo c, c. postale . n. 1l 41401, oppure presso
·<lo l'avvicinarsi del governo di vo di "grandeur", fra armatori, ec- l
PAOI,lO PA VOUNI
le ionche Romane che hanno aderito oll'lnlslotiYa. ,
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Acqoìstìamo l'ILLA DOilll PlliPBILY
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ENOV A si distin~ue dalle · altre grandi città del
Nord per una caratteristica fondamentale: non
vi si nota,_ infatti, alcun
miracolo economico, ed il mediocre sviluppo della sua economia
procede lentamente, a rimorchio
degli altri due vertici ·del "triangolo", Milano, cioè, e Torino. Mentre a Mi'lano e a Torino, dalla fine della ~uerra ad oggi · t'occupazione nelle industrie, nei commerci e .negli impieghi è cresciuta, rispetu va mente, del 40 e del 38 per
cento, l'incremento genovese è so.ltanto del 22 per cento : come numero di occupati• e di imprese Genova è oggi al sesto posto fra le
provirtce italiane, mentre prima
della guerra si · trova va al terzo.
La proporzione delle donne che
la vorano è a· Genova di una donna ogni sei uomini, uno degli indici più bassi d'Italia, al pari• dì
quello degli apprendisti, appena la
metà della media nazionale: e fra
gli apprendisti 1a giovane manodopera femminile rappresenta appena lo 0,7 per cento della popolaZione attiva, una quota infima,
superiore soltanto a quella · della
·sardegna. Anche a Genova, come
a Milano e a Torino, arri\'ano gli
emigranti del Mezzogiorno, ma in
numero molto inferiore (160 mi'la
fra il 1951 e il 1961). Contemporaneamente molti genovesi hanno
abbandonato la città (80 mila in
dieci . anni•), sicché la somma algebrica fra chi arriva e chi part~ si
.Chiude qui con un saldo attivo che
è fra i peggiori di tutto il Nord
industriale.
Gl'indici individuali dei consumi alimentari presentanÒ, a Genova, aspetti al'larmanti. Soltanto il
pollame e il pesce sono stati comprati nel 1962 in misura uguale al
1961, mentre gli acquisti pro capite di carne sono calati di· un 25
per cento, i consumi d'insaccati
- del 7, il burro dell'l1, il formaggio
del 12, i biscotti de'l 33, il cioccola-to del 34. Nello stesso periodo
Genova ha registrato il maggior
aumento percentuale di tutto n
Non\ nel costo della vita: pane,
uova e formag~i sono rincarati del
4 per cento, i grassi del 7, la carne
ddl'8, la frutta del 32, gli orta~gi
addirittura del 95. Il costo de~li
affitti, che a Milano fra il 1961 e il
1962 è salito del 15 per cento, è
cresciuto a Genova di quasi· un
quinto.
Come si spie~a quesòlternath·a,
così poco incorag):!;iante, di mediocrissimi progressi, eli stasi e di ritirate? Dalla ti..-~
'
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uel.lOYa tonoo gran pane: uc:1 liUu
benessere r.ulle industrie di guerra,
tanto che nel 1917 fu chiamata
"l'arsenale dell'lntes:t", e divenne
poi l'arsenale di tutte le anenture
del ventennio. La crisi della Ban-
UE
IL MONDO · 26 Marzo 1963 . Pag. 3
tura sensazionale: dagli otto milioni di ronnel'late del 1951 siamo
giunti infatti ai entotto milioni
del 1962, un successo, nell'aspetto.
luminoso. Ma basta un breve esame di questo tonnellaggio per ridimensibnare qualsiasi ottimismo,
perché H suo incremento dipende
soprattutto dal petrolio e da i miner:tli di ferro, carichi che sul
commercio ,portuale vero e proprio
banno un'incidenza modestissima.
Il petrolio si ferma sulle banchine quel tanto che basta per ,-enir
trasportato altrove., mentre lo scarico dei minerali' ferrosi alimenta, in
pratica, una sola fabbr.ica che vende fuori Genm'a quasi tutto l'acciaio prodotto. Il vero lavoro del
porto, dalla cernita allo smistamento del'le merci, dall'immagazzinag~o alla preparazione delk derrate,
dalle compra,·endite alle riparazioni, l'attivi•tà, insomma, che riguarda le cosiddette merci in colli o
merci varie, rappresenta o~gi meno di un settimo dell'intero traffico, mentre ne'l 1951 arrivava a un
terzo del totale. Il porto di Geno·va è più simile, oggi, a una staz.ione ferro\'Ìaria che ;:t una grande
are:i d'industrie, di depositi e d'im- ·
pianti, secondo i modelli di Rotterd:tm, d'Amburgo e di Londra: di
conseguenza un commercio che, da
solo, potrebbe far vi vere, e bene,
l'intera cittadinanza di Genova è
ridotto a una frazione imponar~te,
ma non decisi ,·a, della sua economi:~. La fortuna, dan·ero incompar:thile, di trovarsi, rebtivamente
in pochi, nel punto più a nord del
Tirreno, con un retroterra che ,-a
dalla Lombardia al Piemonte, dalla
Svizzera alla Ruhr, viene sfruttata
in minima parte da una città di
soli ottocentomila abitanti, che utilizzando meglio questa risorsa potrebbe raggiun~ere un grado di
opulenza fra i piì1 alti d'Europa.
Dal culmine delle colline e dalle
r?tonde che si af~accia~10 ~ul mare,
s1 scorgono quas1 ogm gwrno decine e decine di na,·i ferme davanti al molo, in attesa di un ponte o di una banchina libera: spettacolo indubbiamente pittoresco,
-m:1 anche chiara testimoni•a nza de·
gli .in~Z,oq~hi che frenano il porto
riclucendone il lavoro e i profitti~
E ogni giorno cresce su1le calate
l'ingombro delle merci 'accumulate sotto bordo, un'altra prova de: r
gli intoppi e delle strozzature che ,:
fren'a no il più importante scalo
del Mediterraneo. L'entità dei mancati guadagni merita un'analisi
particol~reggiata. Occorre segnalar~, anzitutto, le modeste dimensioni di questo poeto, ~ba ""=-':6:>.-__.....,_,__ __ _
o vc-" t d i•ll'acciaicria di· Cornij!;liano
- -e ad est dai padiglioni della Fiera
del mare, due bl0cchi di cemento
che un criterio non lungimirante
ha fatto ~~rgere troppo a ridosso
ncora peggiore H destino clell'IIva, il cui unico impianto rimasto intatto è la brutta sede centrale eli via Corsica, in puro stile
littorio: delle sue ferriere restano, si
può dire, solo poche tracce. La bellissima acciaieria di Cornigliano,
creata ex novo nel 1952, ha potuto
fermare la crisi della sicleruq:1;ia
genovese, consentendo d'impiegare
nel nuovo stabilimento un numero
d'operai · uguale ai licenziati del•
l'llva: i siderurgici, a Genova, erano circa dodicimila nel 1938 e il
. loro numero non è calato. Nel
complesso, però, i due grandi settori dell'industria pubblica, · raggruppati nella Fin~ider, nel'la Finmeccanica e nella Fincantieri, lamentano una perdita di oltre ventimila unità, dal dopoguerra ad
oggi.
A
ni
SERGIO ANTONUCCI
Genova. Libera uscita.
LE CAPITALI DEL ''MIRACOLO,,
I MI.STERI DEL PORTO
HA
EU
AH
cenziati e dei non assunti, fissati controlla più del 60 per cento del- armatori, cattivo per. la nostra madal progresso delle regioni vicine l'intera flotta italiana, un patrimo- rina, pessimo per i cantieri. Nel
jn quest'area incerta e provvisoria: .nio stimato oltre rniTle miliardi, qibattit,o parlamentare dell'autunno
sono i ·lavoratori generosamente de- con uh personale di bordo che su- scorso, l'on. Adamoli ha rivelato
finiti "terziari" dalla celebre inter- pera le sessantamila unità.
che la costru7ione eli navi era capretazione del defunto on. TarnUn patrimonio, aggiungeremo, lata dal mezzo milione di tonnellabroni. I clipencl<;nti dalle industrie - notevolmente dissestato. La nostra te del 1958 ·alle sessanta mila del
private di una certa mole, quelle flotta mercantile, quarta del mon- 1962. Sono i fr,utti eli una politica
cioè con più eli cinquecento addet- do nel 1939, è regreclita oggi al che ha preferito sovvenzionare l'arti, non superano, infatti, i diecimi- ~ettimo posto, dopo la Grecia, ed mamento pri ~ to piuttosto che
la. Tra queste ditte, dodici in tut- è composta, in gran parte, da navi l'ammodernam<Jnto dei cantieri
to, la maggiore ~ la vecchia ferrie- decrepite. Quasi la metà del na~ (iniziat<;>, e m lto pigramente, sora eli Bruzzo, con 1.400 operai, viglio ita1iano è infatti di costru- lo ne~Ji· ultiml mesi) provocando
mentre le tre raffinerie più grandi, zione prebellica o bellica (Liber- u~a rf1 P!.da d~aclenza, a _spir~le,
Shell, Esso e Garrone, impiegano, t ): sono le famose "carrette", or- clt qu~st tnclust ta. Un canttere 111ciascuna, dai 900 ai 700 dipenden- mai fuori dal mercato dei noli vecchi<\l to non uò, ovviamente, riti, la conceria eli Bocciardo ne ha Per ·la, loro lentezza e il loro costo durre 'i costi delle na vi, eh~ vencirca 800, I'Elah (caramelle) e la d'esercizio, tenute quasi sempre in gono quindi , cquistate all'estero,
Saiwa (biscotti) sono entrambe sui disarmo, ma non ancora demolite · diminuendo il Yolume delle ordi550, e la ~Mira . Lanza (sapone e perché gli armatori continuano a nazioni alle imprese nazionali. La
clentifrici)"'sfiora le 700 unità. Un'al- sperare che un improvviso rial zo deficienza delle commesse aumentra prova della scarsa consistenza dei noli, provocato da un peggio- ta, a sua mlta, il prezzo delle coeli quest'industria privata è data ramento dei rapporti internazio- struzioni navali, perché solo la\'0dalla bassa media di dipendenti nali-, possa rilanciare lungo le' rot- rando a pieno ritmo un cantiere
per impresa, 4Z appena, contro gli te questi scafi vetusti, come av,·en- riesce a contenere i suoi costi. La
81 di Milano e i 92 di' Torino. Nel ne al tempo della guerra coreana scelta, a questo punto, è fra la li1951 1a media milanese per azien- e della crisi di Suez. La veterana quidazione dei cantieri e la loro
da era sui 55 addetti, è salita per- della marina genovese è la Franca gra ma sopravvivenza, grazie a susciò di circa il 45 per cento, mentre C. di Costa, un bastimetl(o per sidi economicamente improclutth·i,
la media genoYese è calàta dai 45 trasporto passeggeri eli quaranta- ed è stata questa, infatti, per quinaddetti ai 42.
nove anni (fu varato nel 1914) che dici anni, la sorte dei nostri can·
tieri. Con le con!leguenze di un
Veniamo ora alla grande area d'estat~ incrocia nelle acque del
del .comrpercio marittimo, arma- Mediterraneo e d'inverno batte i progressi vo affievoHmento di tutta
mento e allestimento, navi e can- mari delle Antille : la Franca C. la marina mercantile, come dimo·
tieri. Genova è, in ogni senso, la ha cambiato di1 recente i fumaioli, stra, tra l'altro, il costante dec1ino
capitale della marineria italiana, e ed è· l'unico restauro d'una certa clelia bandiera itaHana in ogni portutto ciò che, in un modo o nel- importanza compiuto su questo va- to del mondo, compresi i porti dell'altro, ha un rapporto col mare pore durante la sua lunga esistenza. l:t penisola.
Dal 1945 ad oggi gli armatori
dipende in misura preminente da
ra i porti, tuttavi·a, quello di
questa città. Sui' cinque milioni e hanno acquistato all'estero navi per
Genova presenta un bihmcio
mezzo di tonnellate del .naviglio un milione e ottocentomi'la tonnelnazionale, poco meno dell'a metà late, con un'età media di 19 anni pt ù che confortante, almeno sulla
sono registrate nel compartimento per i piroscafi da carico secco e 12 . ca rta. Vi la vorano oltre trentamila
genO\·ese, mentre un altro milione anni per le petroliere: in genere persone con entrate nettamente su·
di tonnellate dell'armamento 'ligu- vapori di scarto, tJagati in lnrga periori a quelle degli occupnti nel.
re figura, per motivi fiscaE, sui . parte con sovvenzioni governative. le categorie corrispondenti, e l'a umento dei traffici appare addirit·
registri sici·l iani: Genova, dunque, E' stato un ottimo affare per gli
E
L'iniziativa privata non ha saputo, o voluto, colmare i vuoti delle imprese clit Stato. A Genova restano, e non · sempre, i padroni
delle industrie, ma g'li stabilimenti
emigrano; in Toscana, in Lombardia, nel Veneto, magari soltanto al
di là dell'Appennino, depauperando la città di capitàli1 e d'iniziative. In città sono sorte, negli ultimi anni, alcune raffinerie di petrolio, i cui autotreni però prendono quasi tutte le vie del Nord; né
vi ~siste a1cuna fabbrica eli- automobili, motociclette o fri:z;oriferi
che utilizzi il lamierino prodotto
clall*Italsicler a Cornigliano e impiegato dagli stabilimenti eli Milano e eli Torino. Nei vari rami clelIa produzione industriale solo. Ie
aziende chimiche non denunciano
perdite di personale, fermo da dieci anni sulle 7.000 unità, mentre
il settore alimentare è calato, nello
stesso periodo, dai '6.000 ai 4.500
addètti, quello dei tessili dai 6.500
ai 6.000, quello del cemento, late·
rizi, legno e vetro dai 5.000 ai
4.000, quello minerario dai 600 ai
500. In questo panorama grigio
l'edi.Jizia rappresenta l'unica nota
lieta: ~e i dipendenti dell'industria
genovese sono passati in un decennio dai 110 ai 126 mila, la prima
causa dell'aumento è da ricercare
ne'Ilo sviluppo delle imprese edili
che impiegano oggi1 26 mila persone al posto delle 14 mila del
UE
DI PAOLO PAVOLINl
AH
U
-
re, anzltutto, le modeste dimensio·
di
1951.
Un puld11colo d'iniziative nuove
con tre o quattro dipendenti ha
fornito al proletariato di Geno\'a
un'altra linea di ripiegamento. Nel
sottobosco delle picco1e riparazioni·, del piccolo commercio, del lavord collaterale e supplementare,
ha t.rO\·a to asilo gran parte dei li-
T
que s< ~
•
·
,.. ____
•
-dall'acciaieria eli> Cornig,liano
e ad est dai padiglioni della Fiera
del mare, due blocchi di cemento
che un criterio non lungimirante
ha fatto sorgere troppo a riclosso
delle banchine, costrette in una superficie di soli• ,·enti chilometri,
con pochissimi tratti (meno di tre. mila metri) di . fondali profondi,
impianti insufficienti e, al soli•to,
vecchissimi.
Su 314 fra elevatrici e gru, 20
soltanto hanno una portata fra le
tre e le sei tonnellate, mentre le
altre non riescono a sollevare più
eli una tonnellata e mezzo. Trentanove gru lavorano dal 1888, diciassette dal 1902 e su ventotto
eleva trici elettri·che, dieci sono state impiantate nel 1907 : una prim:J
scorta eli mezzi moderni entrerà
in funzione solo fra molti mesi.
In tutto il porto esistono soltanto
tre frigoriferi (e molto piccoli, per
giunta), ciò che rende impossibili
le soste prolungate dì carni e di
frutta; la superficie coperta dai
magazzini dai 290 mila metri quadrati del 1939 è calata oggi a 260
mila metri quadrati . Il porto è
· servito da una sola linea ferroviaria con 'locomotke a vapore e
scambi costruiti all'epoca della
guerra libica: sui binari la maggior parte delle mano\,re si svolge
ancora con carrelli a spinta. La
penuria di banchine costringe poi
a servirsi di' chiatte e pontoni (oltre 600) con un aumento dei costi
che una maggiore superfice dei
moli, a eui le navi potrebbero affiancarsi direttamente, annul'lerebbe al cçnto per cento. Da un'inchiesta Doxa sul porto di Genova stralciamo la frase seguente: cc Vi
spira un'aria meciioeva)e di YetUstà, quasi eli monastero, che rin- .
fresca ricordi di tempi passati,
quando il posto era un emporio
che riceve,•a mercanzie dal LeYante e da l Ponente. 0\'unque stanza·
ni alti e corridoi ampi e vuoti,
perché mal sfruttabi,Ji, scaloni consunti da_gli zoccoli degli scaricatori, arnesi eli solle\'amento confo·r·
mi all'ambiente, e, nel complesso,
spazi enormi incomprensibilmente
sprecati )l.
Tutto il porto è circondato da
cancellate e d a muri, alti quanto
basta per impedire o~ni sguardo
indiscreto, in curiosa armonia con
·molti dei suoi aspetti, avvolti da
fittissimi ve'li eli mistero. A differenza dei porti nordeuropei amministrati da aziende muni cipali,
simili quindi alle società dei trams,
la suprema autorità portuale è, a
Genova, un consorzio, i cui membri' vengono nominati dal gon:rovest
EU
...-
cati guadagni merita ;~,;;;~~i·i;i
p:1rticol~reggiata . Occorre segnala-
p•--.;;J'tn---'i --.._. ~.,."" n -• •vr~•uu-r'«f ·--tm
così poco incoraJZ;giante, di mediocrissi mi progressi, di . sta si e di ritirate? Dalla fir"" ·Y9 !1:•. .~ ·· · - ~ f·•D- " t
, ·1tqrssod eun :> t.\ ;>u:>
-Ge'll"m"':'ITOTiOO gran pitrtC UC I liuu
benessere sulk industrie di guerra,
tanto che nel 1917 fu chiamata
"l'arsenale dell'ln,tesa", e divenne
poi l'arsenale di tutte le avventure '
del ventennio. L:t crisi della Banca di Sconto, fr<t il 1929 e il 1933, ·
travolse i proprietari del'I'Ilva e
dell' Ansaldo, ma non queste grosse fucine d'armi, salvate dal governo d'allora per · equipaggiare
nuove corazzate e nuove divisioni .
Fu la sconfitta del 1945 a dare il
colpo di grazia alle due fabbriche,
in una città mezza rovina ta dai
bombardamenti, con i cantieri deserti e sconvolti, il porto bloccato
. dalle macerie, dal· rottami e dalle
mine: dalle conse~enze di que:
colpo, GenoYa noh è ancora riuscita a rialzarsi.
·
La prima~ responsabilità spetta
indubbiamente alla politica avara
dei governi centristi, gestori diretti delle imprese statali, cardini dell'industria genovese. L' Ansaldo, ad
esempio, contava ancora quilrantamila dipendenti nel 1945: oggi dà
lavoro a quindicimila persone. Più
volte smembrata c ricomposta con
quel che restava della San Giorgio,
l'Ansaldo ha liquidato definitivamente la fabbrica di trattori del
Fos~a ti e il cantiere di Cerusa.
L'altro cantiere, quello di Sestri,
solo a partire dall'anno prossimo
potrà costruire navi a . prezzi di
merca'to internazionale, grazie al
finanziamento di sette milimdi con.
cesso finalmente dallo Stato, a patto però di ridurre le maestranze a
3,800 unità {nel 1958 superavano
ancora 'le 5.000): e si può essere
certi che la riconversione e l'ammodernamento delle altre vecchie
officine dell' Ansalclo imporrà nuo\·i ·c drastici licenzi>amenti.
HA
---::---"~_._,....,.,..... "-~'....
IL MONDO · 26 Marzo 1963 . Pag. 4
•
LETTERESCARLATIE
NAZIONALISMO O EUROPEISMO~
HA
UE
AH
HA
EU
EU
L
E
Caro Direttore,
sono lieto che la mia "Lettera
scarlatta" itbbia contribuito ad apri re un dibattito. Sono rammaricato,
inoltre, nei constatare nuovameme
che nel nostro Paese, purtroppo, è
difficile discutere senza tacciare lo
interlocutore di epiteti insultanti,
quale, nei caso mio, quelli di "nazionalista", " gollista'', ''libidinoso
di· poteni a", "autoritario'~, '"prote·
zionista" ecc. Tanto più poi che
questi aggettivi, in sostanza, ne
.richi:1mano uno, per me aberrante,
,qyello di "fascista''. Non mi la·
scerò tentare dalla facilità e farò
il possibile per restare serenamen.te nel tema, senza usare il tono
paternalistico che perYade l'artico·
!
·lo di Spinelli. Desidero, premettee regole, in porto, sono simili a
re, inoltre, che scri\·o a nome perguelle di un'onorata società, e
sonale e non · anche a nome dei
le lotte sindacali ricordano i conmiei amici, che Spinelli inde.licatrasti fra la mafi;I dà mercati e la
t:lmente e inopportunamente ritiemafia dej giardini, con il ~ancio
ne appmtenere . alla F arnesina. Pri del ''carnaio" che . sostituisce, talma di rispondere, in dettaglio vor·
volta, Ja lupara del picciotto. Di
rei
discutere alcune afferm;zioni
fronte· air terzi l'omertà e la solida·contenute neU:articolo di Spinelli.
rietà delle due frazioni ~ono per<>
· l. - Non è esatto che de Gaulle
ferree. I la,·oratori, ad esempio, non
vqglia « porre all'Europa il fine
protestano se la società dei· rimordella potenz<l nucleare assoluta e
chia tori iscrive i propri n a tanti nei
quindi, della potenza nucleare au~
re~istri sardi, per incassare .(a Getonoma >l. Egli, finora, ha posto
nova!) i' sussidi della Cassa del
questo fine allo Stato naziona ~F
Mezzogiorno, o se i piloti del porfrancese e non all'Europa unita.
to (22 in tutto, con guadagni per
Non vecio, quindi, c~me si poss:1
ciascuno d'oltre un milione al me·
a~comu.nare a d~ Gan:pe, chi sdse) impongono alle navi quattro
sttene tl contrano corr;e il sottorimorchiatori quando ne basterebscritto. Vorrei aggiungè.re che il
bero due. In cambio i padroni no;1
programma nucleare militare delprotestano se la Compagnia dei
1
lavoratori reclama j.J pagamento . ;a Francia è .stato costantementd:
perseguito
e
·difeso
da t11tti i gdd'inesistenti ore di lavoro straordiYern\
francesi
'
di
si
nistra
~o di d qnario, o impone -supplementi di lastra. Aggiungerò di più. ;Gli stc.voro notturno per imbarchi e sbar!'i socialisti, allorché erari:> al p chi compiuti alla luce del sole. E
tere nel 1956 tifiutarono !igli eurocome i padroni delle chiatte si
peisti
la possibilità, tramit l'Eudoppongono alla costruzione di nuotom, di· interr.runQer.è le aJplicazi vi moli ·c he renderebbero meno
ni militari nazionali o alcneno ,jj
utili Ì loro mezzi, così L portuali
europeizzarle.
si oppongono ai nastri trasportato·
2. - Non è esatto che wi Stati
.~ri e ai carrelli meccanid, che riélurrebbero la quantità della mano d'o-. Uniti siano ostili alla Hea dell'Europa come ·p otenza .nucleare
pera: ecco perché ,. . il porto di• Ge:mtonoma, in un quadro di ùnità
no,·a manca di moli, di nastri e
politica. Kennedy lo fece ià comdi moderni carrelli. Proteste e repréndere per la prima v ta nelb
silìtenze, fino~;:a, non sono servite
sua conferenza stampa c l 5 lua nulla: se una nave rifiuta di paglio 1962. Il suo massi
consigare ore di lavoro che non esistoglien~ per i problemi mili , ri Bun~ ,
~
~·"'':'tta gità saldati,
dv lo ribjlllì o.wùch.e. setti \ wa ..J.2iì! •
e urume operaztom dd cari 0 :rutardt. Ma, pili importante ancora,
biscono, inspiegabilmente, una sesopr;Hturto dopo Nassau, ! la - rerie di ritardi, e il \·apore, 'perciò,
cente conferma di Kenn:dy du ~on . parte; meglio, a questo punto,
rante la confetenza stamp. del 14
ltq4l>Òare una fattura di mezzo
fe:bhraio. in cui egli ha dchiarato
milione che perderne dieci per . un
testualmente:
.
1
.
giorno di sosta.
" Nn; cnP ... 1,., •.v,., ,..\... ,.. 1 .... c..... ~ ... _.. ... 1
ne so vietica. L 'armamento convenzionale doveva costituire soltanto
una specie di campanello di allarl
.
' mostrarst. d'tspoj a. >l. .. <~ B
• 1sognera
me. Il possesso di armi nucleari e
stt a chstmpegnare milirarmente gli
vettori sempre più potehti da parte
Swti Uniti dall'Europa, e accettadei Russi e la conseguente. fine del
re la denudearizzazione di quemon.opolio statunitense, hanno prosta.. . ('·· Il Mulino, A. Spinelli.
Yocato una profonda redsione di
Pa!tò Atlantico e Unità europea~
questa semplice strategia.
Settembre 1%2 e A. Spinelli, L'EuI rischi di un conflitto ~Homico
mpa non cade dal ciclo, p. 350).
per la nazione statunitense sono
4. - Non ' è esatto che il pericolo enormemente aumen.tati ed hanno
<lr una guerra in Europa e quindi
capm·olto la concezione strategica
la necessità della difesa europea
d.ell' Al'leanza atlantica. Lungi dal
siano diminuite dai tempi della
ncorrere immediatamente alla riC.E.D. Ogni esperto bene informasposta nucleare, si devono moltiplito sostiene il contrario. Del resto
care i gradini dell'escalation (risposoltanto due mesi or sono, Spinelste con armi cotwenzionali, con
li era cl'accordo con queste tesi.
armi nucleari tattiche, con armi
E ci to:
riucleari strategiche); le forze con« La ri\'alità tra America e UnioY~nzionali sono riqlutate e riprine Sovietica e i loro rispetth·i alstinate nel1a loro funzione di spada,
le;.ni permane, 'e permane perciò la
bddoYe i missili a testata nucleare
possibilità . di conflitti, anzi bisodonebbero ormai soltanto costigna çlir che la possibilità di un
tuire lo scudo, la estrema risorsa
C'o1_1Aitt~ t~tale è acutissima )). · (A.
ih casi disperati.
Sptnelh, L Europa tra armamento
Ciò ha portato in Europa il dubatomico e armamemo convenzionabio, condiviso dagli ambienti più
le, Il Mulino, Dicembre 1962).
responsabili, e motiYato anche da
5. - Non è esatto che ' io abbia dichiarazioni di autore,·oli personalità statunitensi, che gli Stati Uniti,
sostenuto la necessità che la federazio~e europea possa esistere <( solsiano ciecisi sì a correre il rischio
tatuo se ·animata nelle sue più proatomico quando i loro interessi vifonde fibre dal desiderio di possetali sono in giuoco, ma lo siano
dere )a massima potenza possibimolto meno · e per ragioni comle n, né che io sia in favore della
prensibili · quando sono :in giuoco
(( potenza come mèta da perseguigli interessi vitali' dei Paesi eurore per un suo intrinseco valore aspei. In definiti,·a; dal momento in
saluto a cui subordinare gli .altri
cui gli Stati Uniti sono stati espovalori >>. Ll libertà è per chi scrhe
sti al rischio di rappresaglie aw·
un ,·alore assoluto molto più immiche, è lecito rlubitare che essi
portante della potenza. Ma la iis!~n? . pronti, oggi e sempre, al
bertà non si ha senza i mezzi per
stuctclw per la . difes<l di altri Paesi, anche se alleati.
difenclerla.
6. - Non è esatto che le armi
A questi dubbi, si sono aggiunnudcari, a differenza· delle armi
te le nuO\·e possibilità offerte dalla
prosperità economica della Europa
convenzionali:, . abbia n'o un caratter. dal parallelo ristagno relativo dcre esclush·amente offensi~·o. Al contrario, soprattutto nella situazion
gh Stati Uniti. Ciò ha fatto pÌtl
attuale, la strategia atomica del-· fortemente sentire la necessità di
· potre bb e h asarsi uni- una riforma dell'Alle.,nz,
l'E uropa umta
"' ·l atl,...'' nr-1••
camente sul potere deterrente dica, anche allo scopo di equilibrare
fensivo tlella sua forza nucleare: la
le responsabilità politiche e finanziaric e soprattutto eli evitare tencosiddetta J·eco11d Jtrike capahility.
7
denze centrifughe nazionaliste, del
· - Non comptendo poi perché
tipo francese, in~lese o tedesco, che
l'Europa armata convenzionalmenpossono distruggerne le fondamcnta. E' inutile nascondere che se gli
te fino ai denti s~1rebbe automaticamen:~ d_emocrauc.af ~1e~tre una
Stati europei hanno quar-i complcfederazlO~c ~urope.t .t.rnl.u~ nu- t<tmente cancellato la loro dipenc.learme~ . f~Hebbe a~sat fot;tt tna- .... , ,,denza economica degli Stani. Uni ti
AH
U
n o, dai comuni e dalle province
vicine, oltre che df1 vari emi, una
varietà rli designaziotù che lo rende., di fatto, incontrollabile dal'l 'esterno. All'interno, poi, bisogna
fare i conti con forze potenti• e
ancor più incontrollabili, che finiscono con l'imporsi al consorzio
stesso e al suo presidente, un genera le settantenne. Sono forze di
due specie: organismi padronali
da una parte, proprietari di chiatte, di- rimorchiatori e silos, cinque
o sei in tutto (Imar, Sisa, Sai, Esat,
Si'lomar ecc.) fusi però, in pratica,
in un unico monopolio, di,visò in
t:ioti consi~li d'amministrazione
oove figurano sempre gli stessi
nomi, i \'ari C~chero, Ga varone,
Durante, Rosini, Rissa, Pescetto.
Sulla sponda opposta troviamo una
sola corporazione ~li lavoratori, la
Compagnié,l Unica, altrettanto autonoma, autorevole e indipendente
dal sodalizio padronale. Insieme i
due g~:uppi formano un solido
fronte del porto, che ness~no finora è riuscito né a dirigere, né, di
fatto, · a- conoscere.
·
r ).
r" .. . .,; ,];
tt auton >,lfl.
In o<>nt
caso
l·t
d :, .
,.,
'·
'
'
felic
uckarc comporta un numero
. f
111 eriore di . ~enerali e militari, di
quanto non presuppon~a la difesa
cotlYenzionale oggi, sempre dato e
cohcesso che i militari siano autotnaticamente dei reazionari. ·
R • Vn.-.... ; ,.,.. .., r;n~on ,lo-a :t ~:
11
.é 1OrO
ra
· ·
pOSIZlOfle
ffil·t·ltare
resta, ne!-'
·
mtsura
in cui essi sono pri\'i di
un armamento atomico, .q \Jella di
Paesi Yassalìi.
10. · Spinelli - e per questo certo
non lo accuso di satellitismo euro. r:~o - vuole supplire a questo stato
fa tto che. i Paesi europei trovano
comodo adagiarsi nella irresponsabilità derivante rbl sapere che, in
ogni caso, la decisione dell'impiego
dell 'arma atomica, e quindi la effettiva responsabilità della' difesa
dell'Europa, risiede nelle mani degli Stati Uniti e nella loro Yolont3
di utilizzarla. Questa situazione è
pericolosa, in quanto i Paesi eur0pei sono incoraggiati alla ricerca
di· soluzioni nazionali dell'armamento atomico. 'E così che, prinn
b Gran Bretagna, poi la Franéia,
domani, forse, la Germania, sono
spinte a sen·irsi del ricatto nucleare per garantirsi l'interYento statunitense. E' inutile che mi dilunghi sulla pericolosità di un a·rmamento !lucleare nazionale, perché
su yuesto è d'accordo anche Spinelli. Gli Stflti europei sono dunque di fronte ad una alternativa
che ,·of:lla o non voglia Spinelii,
di viene sempre più evidente. Es.~ i
possono cullarsi nell'irresponsabilità e nel satellitismo, lasciando lJ
rrspon~abilità della loro difesa a·
tomica, unicamente agli Stati Uniti . Oppure, essi possono armarsi
nuclearmente, nell'ambito ristretto del territorio nazionale, compiendo uno sforzo in ogni caso insufficiente, pericoloso e inutile. E'
la via. che sta costando caro ai britannici e che, iniziata dai gm·erni·
precedenti. a de Gaulle, è continuata ora con gran clamore dal Genera ie.
che un' Alleanza atlantica centrata
sulla potenza nucleare statunitense
riuscirà forse per qualche anno ad
impedire la guerra, ma · non co·
struirà la pace. E' per questo che
io oso ritenere che, malgrado tu tto, la sola soluzione, tanto più nella situazione politica attÙale, sia
quella di una Europa democratica
e federale, .integrata, quindi, economicamente, pol~ticamente, m.ili·
tarmente e assoctata nel quadro
dell'Alleanza atlantica agli Stati
Uniti.
Questa Europa feder;1le non awebbe difficoltà ad armarsi conYenzionalmente e nuclearmeme. Es·
sa ootrebbe proporre, e forse questa ,·olw con possibilità òi succe~ ­
so, una sua rinunzia all'armamento atomico, in cambio, naturalmente, di una contemporanea rinunzia
dell';:: rm::tmento atomico russo e
stJtunitense. Rinunziare e senza
contropartita nucleare all':lrmamento nucleare, e ancora più auspic;J ·
re un d.isarmo completo unilaterale significa fare il giuoco dei comunisti e di dc Gaulle. Il giuoco
dei comunisti, perché accettare inrlefinitamente di essere protetti · ato·
micamente dagli Stati Uniti allorché Yi è una possibilità di i~dipen­
denza, significa giusti,fic;Jre la politica so,, ·i etica ed incoraggiare la
sua aggressività; il giuoco di dc
Gaulle, perché accettare indefinitamenre il monopolio statunitensè
significa fa vori re l'assurda soluzio~
ne dell':irmamento nucleare nazionale. L:1 storia insegna che non vi
è migliore alle<'ltO dei difensori di
soluzioni comuniste o reazionari e
di coloro che propongono cle.lle so·
luzioni cosicldette "democratiche",
incoerenti e irresponsabi·li.
I l . · Spine! li - e coloro che propongono di limitare l'armamentn
dell'Europ:1 alle armi cotwenzionàli - vorrebbero sfuggire a questo
dilemma. E il loro sforzo è lodeYole. Ma temo che la loro soluzione sia anacronistica - in quanto · d
sono almeno due Paesi in Europa,
13. · Vorrei poi ossen·are ' che
che desiderano m<tntenere un aril lancio della nuo,·a teoria sulla
mamento nucleare - e, sia, sopratnecessità delia d ifesa esclushamentutto, tecnicamente e politicamente comenzionale. dell'Europa si è
te inefficace. Ho g_ià accennato, inaccompagnato co'n l'effettivo ritiro
fatti, che proprio la mancanza di ·delle armi atomièhe dal continenautonomia nudeare, toglie ai note. Prima sono stati smomati ~
stri Stati ogni senso della responmissili nudeari dalla Gran Breta ·
sabilità della propria difesa e, quin~ria, poi dall'Italia e dalla Turchi<J.
di, ogni \'Olontà effettiva di dar>i
Ben presto anche i .! bombardie ri
un arm:tmento convenzionale adeatorriici partiranno. A WashiJlgton
guato. E' appunto ia mancanza ·di
non ci si difende nemmeno pitJ,
tale autonomia nucleare che toglie
allorché il GO\·erno statunitense è
ai nostri cittadini quella fiduci-a
accusato di preparare un ,·asto pia· nell a propria capacità di' resistere
no Rapacki, che questa volta com:1 qu:1lunqtie .attacco che è la prc·
prenderebbe tutta l'Europa. Ma, almessa psicologica indispensabile a
lora, il discorso è un altro. Si dica
volersi difendere davvero e sia pufrancamente che si n1t,>le fare delre solo cotwenzionalmente, e ad
. l'Europa una grande zona neutraaffrontare i sacrifici ed i rischi
lizzata. Non credo che sia nell'inre lati d.
teresse dell'Occidente - ·e personal12. - D'altra pélrte, una guerra mente non riteng<;> nemmeno sia
probabi le, n r. desiderabile - che
com·enzionale in Europa, anebbe
effetti distrutti ,.i w li d:t · • --~ ._..
'
.·-. r ·• l'aspirazione
-·· · l " t
- - - - ·- ··- , .• !.! • ~
h pratica distruzione del
,.... .. JoJs OfOJ::)S l;) P ::m~.T~ .po•Hlcér, fJer'
accetti di combatterla su
J
G:··.... •
,r è 'uropa non abterritorio. La tesi dell'armamento
h~:-~ ~lato negli anni pa~sati esempt dt saggezz:1. Ma ne ·hanno semsoltanto c01wenzionale della Europa · anche se senza dubbio bene
pre forniti gli Stati Uniti e la
accetta ag~i . a~ericani e, ancora
Russia ? Abbiamo gi·~ ..~e~to che ia
• -d
.
'
.
jlli!..
arot.
a, p1u importante ancor , ,
soprattutto dopo N a. sau, ~ la . recente conferma di Kenn:dy d urante la conferenza stamp. del 14
ft:hhr:tio. in cui egli ha d chiarato
testualmente:
•
1
<< Noi ~ pe riamo che la fo~a mul~
tilaterale atlantica, che tbbiamo
proposto a Nassau, soddi:ferà gli
europei. Ma se ciò non f~se, sia-.
mo pronti a tonsiderare 1ualsiasi
altra proposta che sia elé.~orata .. .~
per costituire una forza atomica
europea sarà necessario un sostanzi:~Ie svi l~ppo 'po_Jitico.. in Europa.
Cto . potra . an·emre e, se :1ccadc;
1
noi saremriw lieti di studia·e i modi per as~ociarci aj:!,li euro~'ei o per
cooperarr con loro in quasias.i· sistema che essi desiderane• elaborare n.
l'Europa armata convenzionalmente fino ai denti sarebbe automaticamente democratica~ mentre una
federaziorfc europea armata nuclearmt:n ~ 31nebbe a~sai fO'f;ti tm:ti autori~art. In ogm caso la difc!'i<l nud~arc comporta un nu1ner
inferiore di . ~enerali e militari, di
quanto non presupponga la difesa
con,·enzionale oggi, sempre dato e
concesso t he i militari siano auto
maticamente dei reazionari. ·
L
invece rimasta in , coda: se tutto
andrà bene avrà le autostrade a
partire dal 1967. Una buona testimonianza dei danni provocati• da
questi ritardi è fornita dai grandi
parchi d'autobotti, ferme a migliaia da vanti ai cancelli del porto, lungo le vie cittadine e su~
tornanti delle pessime strade li guri, per gli arresti continui, le difficoltà degli · scambi e g-li incidenti. Con conseguenze facilmente
i mmaginabili pèr il commercio,
ma addirittura imprevedibili per il
turismo, che a Genova, mal grado
l'incanto del Tigullio, regredisce
invece di progredire.
Industrie e commerci, navi e
cantieri, strade, turi·s mo e tenor
di vita: ogni ingrarraggio del'l'economia genovese appare inquinato
dalla polvere, dalla ruggine, dai
detriti. Nel quadro del vistoso svi·
luppo nazionale, il bilancio di• Genova si chiude sostanzialmente in
passivo. Si capisce, a questo punto, perché Genova sia la città più
EU
tempi di Crispi, quando si · pensava che le cattive comunicazioni
della Riviera di Ponent~ avrebbero
ostacolato un attacco di sOt'presa
da parte della Franci,t.
Fra le strade è sempre i'l traedato consolare dell'Aurelia la via
principale delle comunicazioni liguri da Est a Ovest. Una sola autostrada unisce Genova al Nord,
quella fra Serraval'le e Milano, non
del tutto · raddoppiata (lo sarà, si
confida, fra un anno): .all'altra autostrada genovese, quella per Sa,·ona, mancano ancora il primo e
l'ultimo tratto. Intanto il semicerchio montuoso del'!'Appennino che
circonda l'intera regione è superabile solp da valichi storici, tracciati dai geometri del Regno Sardo: si pensi, ad esempio, al lunghissimo passo del Bracco con il
suo tormentato viavai di cur ve,
Nel programma autostradale italiano, deciso da anni, Genova, che
grazie al porto poteva aspirare alla
precedenza su ogni altra città, è
AH
U
E
HA
EU
8. - Vorrei ora riprendere il di
scorso là dove è stato effettivamen
,te b sciato con la mia ''Letter<
sejrJatta". Tra l'estremo del mono
·polio atomico americano - che com
porta un atlantismo s.labbrato, cen
·tralizzato e conser\'atore, nonch
il pericolo eli un satellismo europe
- e . l'altro estremo d'ella prolifera
zio(,le di' forze atomiche naziona i
in Europa, facevo cdmprend~re eh
forse, non vi - era altra Yia eh
nuella di una forza atomica eur0o
~~ea, inquadr:1ta in una costruzione politièa federale, e strettamente
3. - Non è esatto che chi scrive . · coordinata con quell a statunitense
nel quadro dell'Alleanza atlantica.
s osten~a l'opportunità di una forQuesta da, inoltre, avrebbe avu o
za nucleare elirope<l,, dùsohata da
quella degli Stati Uniti, c me po· . il pregio di permettere una riprç·
sa della lotta per l'unificazione eutrehbe fare ritenere il con nuo riropea.
petere dell'J ggettiYo l'forza nucleare· autonoma", usato da Spinelli'.
. 9. - Pur non essendo un esperto
Ho ~empre sostenutd, a differenza
mtlitare · ma dopo tutto, non ocdi Spine!li,. che h1 difesa europea
corre esse re una ga1 lina per sapere
deYe essere strettamente associata,
se un uovo · è marcio - vorrei, ora,
in seno al Patto atlantico, ·a quell~
tentare di dimostrare che le tesi
sostenute da Spinelli con tanta veestatunitense, poic* il destino deil'Occidente è in ,-isibile. E cito
menza e sicurezza di sé, sono ~r
Spindli:
1o meno discutibili, tecnicamente e
<l Poiché l'amici ia tra \.America
politicamente. Fino a qualche a l ed Europa occide ta e è più imno orsono, la sicurezza atlantica ef'.
affidata alle forze nucleari angloportante della parqcolare .fo)rma che
essa ha assunto nel ' Alleanza Atlanamericane, che aHebbero do\·uto
tica, conviene prepararsi .1 lasciar
fornire una risposta massic~L!
cadere questa per !mantenere quel(mrwive retaliation) all'aggressio-
~·-~.........~-----,,~·olerst ilitenctere a\\"eroe sm·-,-,'"~----r;mcamente c e st ,·uo e f~le tipo francese, inglese o tedesco, che re solo cOtwenzionalmente, e a d
l'Europa una gr:tnde zona neutra l
· h'l
possono distruggerne e fondamen, · :1ffrontare i sacrifici ed i nsc
liz 7.a ta. Non credo che sia ne Il ''Hl·
ta. E' inutil e nascon d ere che se gd
1
· h
·
1
relatid.
teresse òell'Occidente · e persona ·
Stati europei anno qu:v.;; comp c.
riteng9 nemmeno s.ta
tarnente cancellato la loro clipeo12. . D 'al tra parte, una guerra mente non
·
h
hl:~e
J:lrobabile, né desiderabile - c e
··
~ . den za economica cle,gl i Stani. U nltl,
con,·enziona ]e in E uropa,
ane
••
ali
;Juio:>
·
:
Ol
UJ:..---;t
.l'aspirazione
1
la loro posizione militare r sta, ne.effetti distruttid tali da
. .....J~ :.J. ~- ~
10 ~ 1 r :.s~~.nu;:,~ - muJn
là misura in cui essi sono pri ,.i di
b pratica distruz ione del
-·
' ' f>OlHh.a, j.Jcr
010
un armamento atomico, qu ella di
accetti di combatterla su
~'='(f.<?~~~- ~::>s (JP }u~\tropa non abPaesi yassalli.
·
territorio. La tesi clell'armamento
bia dato negli anni passa ti esemsoltanto com·enzionale della Europi di saggezza. Ma ne ·hanno sem10. - Sninelli - e per questo certo
· · g }'1 S tatt· Urutt
· · e .a
1
a - anche se senza dubbio bene
pre f ornm
P
non lo :-1ccuso di satellidsmo euroR ussta
· .? Ho~.bb.1amo gt·a
., d etto ch e la
accetta agi! americani e, ancora
·
· e non
. p ~o - vuole supplire a questo stato
i\ ai sodecici _ non mi sem b ra,
pace nposa
su Il' equt'l 1'h no
P 1
di Yassallagnio
cqn
un
rafforza·
·
·
d'
l' or"'
quindi resistere ad un . esame t_ec.sut Yuott
1 potenza mentre
mento d,.Jl'armamento
conYenzio·
rnico, militare psicologico e po1ltl ·
gant· zzaz10ne
c1e 11'0cc1'dente b asanale. E qui sta la mia perplessit~,
·, m1· sem h ra ch e c~ ta su <1t t' ttn"',., •··tssocl·
"'Zt'one tr·t• ...,..,
~> ou •a •
co. Per eli p:u,
•
..
, condivisa da .molti altri europeisti
]'
., raptc
· 1a cd
sa, .;;e condotta alle sue ultime con·
t USA
• ·E uropa e' 1a ptu
.a:
·
(Raymond Aron, Maurice Faure, . segmenze, porti direttamente al neuemcace
,-Ja
per un accor d o con
Pierre U ri ecc.), federalisti eli d el'E st e 1a pace.
tr:1Iismo o al disarmo uni'laterale.
stra e sinistra (come il Chici-Ba• ch e h a senno
.
14. · _ ·Ed or."',
. te.11 1,
recentemente . Queste due ultime politiche, che
.• per concl·•derc,
u
~, uh ottimo saggio), socialìHi lai~i c gli europeisti hanno sempre com- permetta Spinelli, un su,gg-erimenclttolici (André. Philip, Maurke
battuto, ritenendole illusorie, perito dell'« incauto nazionalista euro' JJun~rger, Domenach, ecç.): tut:i
colose e, irresponsabili - a~che se
peo, sostenitore dell'Europa nucleaferventi antigollisri'. Del resto, ' in
altamente rispettabili · sono molto
re, aberrante. autoritaria e prorepitt coerenti. Costano eli meno (nel
· ·
·
1 mt•
uh certo senso, questa esigenza c'
zwmsta
>>. L a . pross1ma
vota
sentita anche dal nostro attuale Gocaso del disarmo unilaterale) e si
faccia la grazia di evitare, per co
Yerno e ~la tutti quei . GoYerni che
ammantano di un significato m ose serie, una fraseologia non m ehanno voluto la forza multil ate··
ra)e di ind ubbio "alare.
ditata. Soprattutto, non identifichi
rale atlantica, dimostrando così di
Ho sempre ritenuto che il migliosuperficialmente ecl un poco supe.rritenere insufficiente un armameore contributo dell'Europa alla dihamente i sostenitori dell'armaw puramente com·enzionale.
srensione, allo sviluppo democraumento convenzionale come "demo- ·
.
h'
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l'
co,
·
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Hbertà
e,
quindi
alla
pace
cratici"
e ''uomini di sinistra'',
,S w c .taro: tuttana, c e arma , 1
11 d b 1
' d 1·
non e lato
c1a a e o ezza, ne a
tnen tre t' f.·1utort' clell',··trm .". mento
mento atomico non de,·e andare ::1
·
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neutralismo o dal pacifismo ,-elleitlucle:J· r"'- europeo come "reazi.Ott
scapao
c..J
un a d e~uato armamento
- .".. rl·
tario, m a da una politica attiva,
· ··• . Co ~e c1asst·fi care, a Il ora,
cmwenzionale. Un armamento a.fasctsn
diretta a provocare un nuoYo equi- ·Bevan, ' traeh eyi D
tomico che non sia completato da
. omenac h ' 1,_.,
vtac.
1
librio
in
Europa
e
nel
mondo,
atmilJ.
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Du,:erg~r,
Aro11 ecc ... eh··~
un armamento convenztona e por·
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stro Continente. Il migliore im·ito
di un armamento nucleare nazionaztona e.
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e a 11 a guerra e' creanaie dei loro rispettivi Paesi euroV a le f orse 1a pena ·d i ricordare
1
1 ll'E
upei o di un armamento nucleare
to dal fatto ahe a centro c e
che le più f orti di ffi. coltà che si
1
ropa vi ·sono P aesi ancora dh·isi c
europeo .~ Ne.>n Yorra', per c.·tso, co11.
sono incontrate negli anni· passari
e che si incontrano tuttora . per
d eboli.
questo criterio, fare acquistare la
Queste del neutralismo e del diYerginità democr.·.Jtt·c.·I :1 tuttt' cocui anche il modesto obietti vo di
1
·
·
loto che !iono contro le .·trmt' nus:1rmo uni aterale sono conttnue
trenra .di dsioni in Europa non è
d.
tentazioni; c si
eve ammettere
cleari, come, ad esempio, i comu,
smto raggiunto - sono dovute :1l
che, di fronte ad un olocausto nu. .
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mstt, e c e non a caso anno r:d
l
c eare, queste tentazioni sono avpreso nt:i loro fogli ampi brani
\·ero forti. · Eppure,
non desco
d. e 11 e test· ' c1·1 · pme li i. Lasci star:!
h
. bb' a
tdscurata dag-li economisti ufficiosi, quelli-, per parlar chiaro, legati com·incerrm . c e queste tesl a · la- anche l'accomunamento per non
no un Yalore politico. L'Europa, dir altro eccessivo tra chi scrive e
alla Confindustria. La sua i mporche è l:t posta principale nel conflitto tra i due blocchi, non pu~)
tanza è troppo grande perché i fatde Gaulle. Sarebbe fac:ile rispondeti che la riguardano restino sen za
uscire dalla storia. D 'altro canto,
te che chi, come Spinelli, vuoie
l'uscita dal Patto Atlantico .·ed ·un
echi: meglio, quindi, nascondere
anche se essa potesse compiere quele .cifre che sconfessano l'ottiin.isto atto di dgliaccheria, non ritenpatto con la Rus~ia basato sull'ab ·
·' sopra - bandono delie truppe statunitemi
srrio dei padroni del vapore (in
go · per quanto <etto
i
ptu
che ciò contribuirebbe a ridurre
dall'E'uropa è molto più nazionali questo caso non metaforici) e l'aula tensione internnionale e i rista europeo e gollista del sotto· .
toesaltazione delle loro benemerenze: "a servizio del bene comune",
schi di una guerra.
·
scritto.
cotne ha detto il presidente Furio
Piì• di· una mlta, e . a ragione, è
Cicogna nel'l'ultima assemblea gestato ripetuto che non sono gli arnerale dei soci. L a stasi di Genova
m amenti che determinano la posoffre poi un'ottima chiave per comsibilità di guerra, ma è la possibi N ella "Lettera scarlatt:1'' di Bino
prenderne i malumori e i risentilità delle guerre - conseJ.,JUenza a
menti, le paure della borghesia e
Olivi, pubblicata nel "Mondo" del
sua volta del disordine internazio.il cupo rancore del suo ruvido pro- mJle - che spinge fatalmente agli 12 marzo, il proto è . incorso in
un errore. Nell a frase cc e ciò apletariato. La sollevazione del luarmamenti, e in un certo senso E
punto perché le istituzioni comurende necessari. E' per questo che
glio 1960 non fu soltanto una pro·
nitarie sono quanto di meno gaulgli europeisti si sono sempre preoctesta contro i'l congresso fascista:
li·sta esista oggi al mo!"1do, sia nelgiuocarono altri motivi d'insoddi- cupati del problema della org-anizla lìtruttura sia nel modo cÒn cui
zazione dell'Occidente e della cosfazione su cui occorrerà tornare
si nora h anno funzionato n, aÌcune
struzione europea ed hanno afferquando ci occuperemo delle persoparoìe sono saltate, cosicché il senmato la necessità di una evoluzione dopo aver parlato delle cose
ne bipolare dell'Alleanza atlantica. , so del discorso ne è risulta w digenovesi.
storto. Ci scusi:1 mo con Olivi.
PAOLO PAVOLINI
E' sta to a Yarie riprese sottolineato
•
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7. - Non comprendo poi perché
AH
l'Europa come poten za n_uc. e;~r~
· un a.u·'1dro d.,t unna
nutonoma. tn
. . . Kennedy lo fece 'gla com·
po l 1t1c.1.
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rendere per la prt ma ,. ta ne ,
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lu sua conferenY:n stampa . c
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mil 'arl Bun.
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gliere per t prob emL-
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rehbero la quantità . el a man<:> c
pera : ecco perché "ti . por~o d t• ~e­
no,·a manca di molt, eh nastrt e
di moderni carrelli. Proteste e : esi!'te nze, fino~;a, non sono se.rvlte
a nulla : se una nave rifiuta d1. pauare ore c\,i lavoro che non esiste;
.-~-e'"'~~-=--f·~-~~·:-::-;L'
·,' .sal au _
~
tscono, inspiegabilmente, una serie di ritardi, e il ''apore, perciò,
non parte;· meglio, a questo punto,
liq~i•cbre una fattura di mezzo
milione che perderne dieci per un
giorno eli sosta.
Un perfetto gioco delle parti si
riscontra quando bisogna affidarsi, per i carichi, ai· "pesatori giura6", su cui nessuno è disposto a
giurare da . quando si è scoperto che
i sacchi di cafflè, imbarcati in Brasile, calano da sessanta a quarantacinque chili nel viaggio da Santos a. Génova. Qualche importatore ha. citato in tribunale la Compagnia dei Ja,·oratori•, che però, contratto alla mano, ha potuto dimostrare la sua innocenza: per contratto, · infatti, sono responsabili i
singoli lavoratori, non la Compagnia. Richiesti all.ora di far nomi
e cognomi, i rappresentantr della
-\,ompa~nia hanno precisato. che,
per statuto, la corporazione non
può rivelare l'identità dei suoi soci, e i giudici han dm·uto dare. ragione a loro.
·
Gli armatori riescono a recuperare con la mano sinistra quanto
perdono con 'la mano destra, i sindacati non osano colpire la consorteria più potente e aggressiva fra
i lavoratori genovesi: il fronte del
porto continua PS!rciò a incassare
tutte le sue taglie. Non stupisce,
quindi, che Genova sia di·v enuto il
porto più caro dell'Italia settentrionale e che le societ~ assicuratrici
straniere aumentino i prezzi per
le navi che devono farvi scalo. Da
qua'lche tempo Genova subisce la
concorrenza crescente di Savona
per lo scatolame, d~- Livorno per
le pelJi. e di Trieste per il caffè, un
utile decentramento se fosse stato
promosso in un piano di riforma
ciel nostro commercio mantttmo,
e che è sorto, invece, come un rimedio casuale, improv,,isato e improdutti\'o. E, per tornare 'a l porto
genovese, occorre poi accennare a
-deficienze d'altro genere, non e-mendabili con H ·miglioramento del! ~
attrezzature e la revisione de~li
statuti.
Un porto non vive solo di banchine, eli gru e di serietà commerciale, vive anchè di strade e di
fe rrovie. Lo statuto del porto di
Genova risale ai primi del secolo,
cd è contemporaneo alla corrente
trifase che, a sessant'anni di elistanza, seguita a spingere i lentis·stmt treni de'Ila Liguria. Fra le
linee ferroviarie la più lenta di
tutte è quella per Ventimiglia, ancor:J a un solo hinario, in omr.ggio
:1 una tcori:t . strategica elaho,rma ai
s
s·
*
../
•
IL MONDO • 26 . febbraio 1963 · Pag. 3
GGI E' USO in lta·lia
·fare il _pro~esso. al}a sci~.n­
za costltuztonalistlca francese. Già al tempo della
terza, ma più ancora al
tempo del1a quarta repubbHca, ia
critica ddl'università dì Francia,
agilissima e spregiudicata a1'l'estremo, .non ri5lparmiò né classi politiche né istituzioni. Per uni versale consenso, erano critiche a~sai
ben meritate, e . nessuno ha mai
potuto mettere in dubbio la bontà delle intenziOni• dei vari autoti
che le movevano. Ma alla quarta
successe ·la quinta repubb1ica; a una
democrazia inefficiente e degenerata nel padamentarìsmo successe
un regime forse efficiente ma privo
perfino deJ,?;li scarni· attributi di democraticità dell'assetto politico che
l'aveva .preceduto. E allora, la critica dei costituzionalisti francesi
- questo è . i1 ca•po d'accusa -, per
giusta che fosse, non fu per lo meno inopportuna? non contribuì al
discredito e quindi al cro11o della
quarta repubblka?
Davvero queste <fccuse, questi
processi, lasciano freddi, se non perplessi sul conto degli accusatori.
La frutta marcia cade dall'albero
;:rl primo scroi'Joile o al primo soffio di vento perohé è marcia, rion
certo perché qualcuno lo va a dire
in giro. La quarta repubblica cadde perché le sue istituzioni erano
inadeguate, perché i suoi uomini
politici erano inetti e irresnonsabili• (unica grossa eccezione Pierre
Mendès-France). E se per que1le
istituzioni e per queg'li uomini il
francese medio non nutrì simpatia
né fiducia, fu unicamente ·perché
non ne meritavano.
Con ciò non si nega quello che
unche le persone più caute nel fandare accuse non potranno mai negare: pet - lo meno, la strana impressione provata, dopo il 28 ottobre di De Gaulle, ne'l rileggere in
versione italiana. La VI République
et le RéJ!,ime prhidentiel di Maurice Duverger (La V·I repubb1ica e
il regime presidenziale - Comunità
1962), nel leggere que'l che ]:] Duverger viene sàivendo ancor oggi
sulle colonne d~] quotidiano r< Le
Monòe >1, nel riandare con il pensiero ad altre più vecchie letture di
vari a:J.tri scritti dello stesso Du, verger o del Ved el. Quel che fa ·
impressione, direi, non è la siiniglianza, ben scarsa qel resto, tra
l'ultima edizione deJ.Ia quinta re pubblica e le proposte fin dal 1956
avanzate dal Vede'!, per un verso,
e da'l Duverger, per un ahro. Fa
impressione semmai l'astrattezza di
quelle proposte che dopo i fatti
<>dierni appare lampante.
Tra i sistemi di governo auspi·
cati da quegli autori e I'<Jttuale asC'P .... ,..,.
.--
.....·: .......... : ..... _
...
1_
c____
_
•
HA
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[Q]
nati, altri molto disciplinati, ma
tutti erano minoritari e potevano
trovarsi concordi e costituire una
maggioranza solo di volta in volta. su singoli problemi. Il funzionamento complessivo quindi del
sistema particico americano e francese era molto simi1e. Ora, con siffatto sistema; non è · pos!\ibile che
in regime parlamentare si formino
governi secondo volontà popo1ar~.
In regime parlamentare a questo nsultato si giunge solo quando i par~
titi · sono due o, molto disciplinati, riconoscano ognuno un proprio leader: a votazione ayvenuta, l'uno o l'altro dei due partit~
avrà la maggioranza e il leader dt
quello vincitore sa rà automaticamente primo ministro. Così vanno
le cose in lngl1i'lterra O\'e appunto esistono queste altre condizioni.
In America allo stesso risultato si
giunge, in cond_izion~ op~ste, co?
il sistema prest_denzJa:le: ll1 regime di maggior:tnze fluide, conclude,·a il Vede!, è questo i'l . sistema
che assicura la formazione del go.verno .secondo volontà . popo'larc,
con annesso e connesso prestigio,
stabilità ed efficienza. Di qui . la
proposta ·f:-1mosa : ·
enonché il ved el, tanto acuto
nel cogliere le affinità tra il sistema partitico americano e quello francese, nOJ) tenne conto de1ie
grosse differenze. _Cqratteristica del
sistema americano, oltre al'la fluidità ddle ·maggioranze nel congresso, è anche la quasi assoluta identità ideologica de11e forze
politiche. Per questo la netta separazione tra esecutivo e legislativo non crea grandi prob'lemi di
unità d'indirizzo politico; ondè un
presidente . repubblicano può governare più o meno. tranquillo con
un congresso democratico (o viceversa). In Francii1 invece quest'altra condizione essenzia11e non
è mai esistita dal tempo della ~ran­
de rivoluzione ad oggi, chè anzi, .
sotto questo profi'lo, il sistema partitico francese si può dire proprio
l'opposto di quello americano. Il
risultato sicuro· del funzionamento
eli un sistema presidenziale da paese ci vile e democratico (senza _sciogHmento e, ovviamente, senz~ fiducia), in Francia sarebbe Ja ,· paralisi. Il sistema parlamentare "di
tipo nuovo", escogitato dal Duverger nel 1956, si difende meglio
da queste critiche, perché, accanto
all'elezione del capo del governo
ad una con l'elezione dell'a~sem­
blea ammette gli strumenti di coo:-din;mento dei 'sistemi· parhtnentari, scioglimento e fidu_cia. Tl!tta~
via scioglimento, fiducta, elez10111
del capo del governo, elezioni del-
S
UE
.Lrn:- ~nn·~ ~~-
a TI'eleztone del capo de go,·erno
ad una con l'elezione dell'a~sem­
blea, ammette gJi strumenti di coo:·dinamento dei sistemi parlamentari, scioglimento e fiducia. Tuttavia scioglimento, fiducia, elezioni
ciel capo del governo, elezioni del- '
l'assemb'lea, nella proposta del Duverger sono tutte cose concatenate:
l'assemblea che vota b sfiducia è
automa ticamente dissdlta, n governo che scioglie deve affrontare i
rischi d'un'elezione. E' evidente che
in taH condizioni non si troverà
mai un'assemblea disposta a votare la sfiducia, ~e non in situazioni, dd tutto eccezionali; né .un
capo del governo disposto a sciogliere; se non quando sarà sulla
crest:i dell'onda e quindi sicuro di
essere ridetto con maggiore probabilità in quel momehto che in
a'ltro successi vo. In a1t•e parole:
solo jn via d'eccezione scioglimento
e fiducia nel sistema parlamentare
"di tipo nuovo" sarebbero strumenti di ·coordinamento tra governo e
assemblea. Quindi se la proposta
del Duverger si difende meglio
dalla critica ·già rivdlta alla proposta del Vede!, neppure . se ne
sottrae: è :proprio .la critica che,,
autorevdlmerite, vi mosse qualche
anno fa · il nostro Morta ti.
Ma .Ja natura del sistema partitico ·francese legittima critiche anche più gravi a entrambe quelle
•
proposte (e soprattQttO a quella del
Vede!). L'estrema tensione politica
centrale potrà essere scavalcata con tra i partiti, pronti a servirsi degli strumenti del · potere per elimimaggiore faci'lità, ma è destinata
a perdurare. Quella oppdsta dai narsi a vicenda, autorizza ad esgruppi di pressione Potrebbe invece , sere diffidenti al massimo nei confronti di un troppo... sciolto ese- venir meno al .prhho imprevisto.
1
In conclusione: è un dato di cutivo persona le. Un esecutivo cdlsarà
più
debole ~ meno
legiale
fatto sicuro che nel quadro istipronto nel deCidere, ma a1meno.
tuzionale ·francese mancava nd
1956 (e manca a maggior ragione offre nella sua stessa struttura qualoggi) qualsiasi contrappeso al po- che maggiore garanzia.
Se a tutto ciò si aggiungono le
', ere di un governo persoriak
1
Ma ci sono a'ltri dati di fatto speciali tradizioni francesi ·(e il
a >,•.he più importanti. Prima di discorso potrebbe valere anche per
tutt..">, la natura ddle forze politi- noi, purtroppo!), si avrà il quadro
che. Nel 1956 i1 Vede! ~iunse a completo dei pericoli deilt'esecutiformulare la propòsta di un go- vo persoùale. In In~hilterra a'! go·
verno presidenziale propdo in ba- verno del premier si è pervenuti
gradualmente in un secolare pro·
se alrle affinità da lui acJtamente
riscontrate ·fra il sistema partiti- cesso: a poco a poco il centro del
co francese e queBo americano. potere si è spostato dal parlamento al governo e a poco a poco il
Negli Stati Uniti, a livelld federale, il - dipartitismo è so1o apparen- ·potere del premier neiWambito del
te: i due partiU nazionali america- governo . è divenuto sempre mag. ni ~~ono in reali\ due gros!le conrfe- ~iore. Ne'l'la . stessa unione nordderazioni d~ partiti statali. Anche a americana le cose non sono andalivel·lo statale la ' .i'iscipHna di par- te troppo diversame,nte: anche gli
tito per lo più è\. scarsa; n livello Stati Uniti hanno conosciuto H lofederale è nuHa. Nel congresso le ro periodo !'parlamentare", di remaggioranze, fluid~ al1'esttemo, si . lativa preminenza del congresso, e
formano e si dissolvono Hi volta solo al tempo di Jackson il cenin volta, molto diverse sul diversi tro del si"Stema cominciò a spoproblemi. Sotto questo profilo H si- starsi 'Sul presidente. In tutti i .paestema partitico amèncano è in ef· si ove i11 potere personale non ha
fetti assai simile a .quello fran- dato luogo a inconvenienti· _di sorcese · della quarta l-epubbHca: più ta, non vi si è pervenuti di coiprecisamente in Francia esistevano, po ma per lenta trasformazioiie deilnccanto a partiti rt10'1to ' indiscipli- le istituzioni e solo dopo un lun-
AH
LA FRANCIA PRESIDENZIALE
HA
EU
ILPOP-OLO.EIL GOVERNO
DI SILVIO BASILE
del premier sono invece meno <~ p·
pariscenti, ma forse hanno perfi·
no maggiore consistenza. In Fran·
eia invece, per tradizione ormai secolare, non esistono né magistrati
verameiue sovrani né poteri locJli.
E
di· sostanza: è la di1fferenza che
p:lssa tra . pubblico e privato. ! Gli
interessi 'locali possono benissimo
essere considerati interessi particolari rispetto a quelli dcll'inter; società, ma non possono per que.J:o
essere assi!llHati agli interessi, mé
ramente privati. li potere c'he viene
proposito dell'assenza di po- .attribuito da'lil'ordinamento giuriteri locali, il Duverger, in vero, dico a·lrla periferia è sottratto al
previene l'obbiez1one. Oggi, egli centro nell'interesse generale. 11 poasserisce, i più forti limiti al go· · tere che di fatto hanno i gruppi di
verno centrale non sono più nei po- pressione, non certo nel1'interesse
teri locali ma nei gruppi' di pres- generale non si trova in mano al
sione . .
governo. L'azione congiunta dei
Come sempre nel Duverger, il poteri locali è del tutto normale
rilievo è acuto e stimolante. 'Ma che faccia vailere l'interesse genenon ·lascia persuasi. L'esistenza di rale (questione in fondo di definipotentissimi gruppi di pressione zioni l). Ma, a differenza che aldimostra bene la neces~ità di un
trove, non direi che in Francia
vigoroso governo centrale .in gra·
gruppi di questo tipo siano nudo di resistervi: uno dei guai del- merosi e particolarmente potenti,
la terza ·più ancora della qu~.rta tanto da poter costituire .un limirepubblica fu proprio il continuo te considerevole aH'azione dei gosovrapporsi di interessi privati al- verni.
l'interesse pubblico nell'azione dei
E per chiudere con questo argogoverni a .causa deHa loro debo·lez- mento, anc~e a prescindere da1la
za. Questo è esatto; ma non si può differenza del fine dei gn' )J>Ì di
capovolgere in quest'altro discor- pressione rispetto ai poter' locali,
so: l'esistenza di un troppo forte
vorrei far notare un'altra )Sa: i
governo centrale postula a ·contrap- gruppi d~ pressione oggi
:ranno
peso (per la difesa di interessi r, i- essere centomila volte piùt potenvari contro quello pubblico?) l'c. i- ti dei governi :)oca1i, ma questi
stenza di potenth;simi gruppi· ; i ultimi sono istituzioni giuridiche
pressione.
e delle istituzioni giuridiche hanno
La differenza tra i poteri locaii tutta 1a stabilità. La barriera che
e quelH dei gruppi di pressione è essi possono opporre al . governo
A
AH
U
idea del governo personale direttamente detto dai popolo. Oggi il
Duverger H invita ad accettare il
voto del 28 ottobre e a battersi per
trasformare il sistema di go 71!rnO
attuale in un sistema presidenziale da paese democratico e civilé.
Ma lo stesso autore sa bene c!lt:
il suo invito non troverà ascolto
presso di loro, e non se lo nasconde.
Ma c'è di peggio. Non solo le
proposte del Vede1 e dei Duvetger non avrebbero potuto essere
accolte dalla sinistra democratica,
ma avrebbero benissimo potuto e~­
serlo dalla destra reazionaria con
adattamento a ben altri fini. L'idea
del governo personale direttamente
eletto dai popolo è stata fatta prdpria da De Gaulle e adattata ~i
particolari fini di De Gau1le. Artche questo è un dato di fatto ~j­
curo!
E ancora: il governo presidertziale (e questo vale in qualche mddo anc'he per il governo del premier) presuppone a1tri centri di
potere · accanto all'esecutivo e dl
1egislativo centrale. Essenzialmer. te, presuppone una magistratura sdvrana e molti centri di potere . l dcale. Nel sistema americano questi contrappesi al potere del go v-c:rno centrale sono evidentissimi nel
federalismo e nella suprema corte; nel sistema inglese di goYe:ntJ
EU
c--n ;:---pa opv;,cç-
llVélfl Z3te dal Vede1, per un verso,
e da'l Duverger, per un a'ltro. F a
impressione semmai l'astrattezza di
quelle proposte che dopo i faLti
-od ierni appare lampante.
Tra i sistemi di governo auspicati da quegli autori e I':Htuale assetto cosr'ituzionale francese, 'in comune · c'è solo i'l principio (oggi
per altro non ancora applicato · in
vrati<::a) ddl'dwività popo1a•e diretta di un organo costituzionale
persona)e. Ma quest'organo, nella
·proposta del Vede! era poi un presidente aH'americana, in quel'la del
Duverger una sorta di premier inglese, mentre . nella realtà attua'le è
un assai ·strano dittatore democraticamente eletto per 5ette anni che
non governa con il terrore, e forse
neppure con la corruzione, ma con
l'innegabHc sua capacità di mette. re la gente di fronte a una scelta
obbligata servendosi del!1i strumenti costituzionali che all'uopo si è
fatto apprestare.
Orbene, se la pratica attuazione dell'idea dell'elettività popo'lare diretta del capo del governo è
stata quella che è stata, è perché
altro non poteva · ne11a situazione
politica france5e. O, più esattamente: poteva ·forse peggio, non meglio. Il Duverger e i~ V ede1, cosi
• acuti nel diagnosticare i mali segreti della quarta repubblica, non lo
furono altrettanto nel proporre rimedi.
Non si sta a negare éhe le nostre democrazie - quella francese della quarta repubblica, que1la
italiana attuale • siano cattive democrazie tra l'altro perché i1 popolo non interviene in Glcun modo
nella formazione de1 ~Z;overno e nella giornata del'le elezioni non opera alcuna reale scelta politica ma
contribuisce soltanto a determinare
i rapporti di ,forza tra chi, ìn suo
nome, opererà poi le scelte · politiche di volta in volta possibili. E
neppure si sta a negare che il rafforzamento dell'esecutivo, in tem~
pi di programmazione economica,
è assai più un'esi·genza progressi- .
sta che non una conservatrice o .reazionaria. Anzi, perfino 'le asserzioni
del Duverger suHa personHicazione
del potere potrebbero essere sottoscritte con pochissime riserve. Ma
tutto questo non esclude che, fatta da sinistra, la proposta di creazione d'un governo personale direttamente eletto dal popolo, ne11a
Francia dei 1956 e degli anni successivi, fosse dd tutto astratta. E
per varie ragioni.
Prima di tutto, · perché quella
propo,sta, almeno a livello di éli·
tes politiche, non avrebbe potuto
essere accolta da'Ila sinistra democratica. A ragione o a torto, non
ha importanza per ora. E' però un
dato di fatto sicuro: i quadFi di ·
rigenti dei partiti democratici, oggi
.come nel 1956, sono contrari alb
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1
•
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IL MONDO • 26 febbraio 1963 • Pa,. -'
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In altre parole: chi' non vuole
armamenti nucleari nell'area europea non vuole molto probabilmente l'Europa; chi vuole Stati eurO..
pei con armamenti . nucleari nazionali non vuole l'Europa; · chi
vuole soltanto la ' forza multilate·
rale . NATO vuole certamente la
Comunità Atlantica, ma si' può
dire che vo~lia ancora la · Comunità Europea? In . q_u~sto Ci\SO, co·me d'altronde in' tutti, la . chiarez7~1 del lin~ua~~io politico porta
alla chiarificazione politica.
Pare dunque a noi dimostrabile
e dimostrato che il probler:na dell'Europa, la crisi e il dramma che
viviamo, è altra cosa la quesdone dell'in~resso o meno della Gran
Breta~na in un'Europa, che ancora
non sappiamo bene che cosa sia
e che potrebbe anche ~ià non essere più niente, senza che ce ne
fossimo accorti. Vuole la Gran
Bretagna entrare in Europa con
l':tmbizione di mantenere indipen- .
dente (e cioè non europeo) il
suo. deterrent, e con la riserva men- .
tale di farlo diventare un annesso
del deterrent . americano, qualora
non riesca a conservarne l'indipendenza? E come risponde la . Francia oggi (e forse la Germania domani) alla stessa domanda? E'
dalle risposte che otterremo a domande di' .questo ~enere, che biso·
gna presto o tardi avere il corag. gio di porre; è dalla possibilità di
· ~iuscire a evitare si:1 gli armamenti nucleari nazionali, sia un acconlo anglofrancese ai danni degli a Itri Paesi europei, sia la cessione all'America della sovninità
europea nel . campo della difesa, è
da tutto questo che giudiCheremo
se sìa ancora politicamente possibile parlare di una Europa unita,
o se si sia trattato di una gene- .
rosa illusione.
E perciò a noi sembra che la
battaglia che la democrazia italiana e le altre forze democratiche
in Europa de,·ono ora condurre
non sia da farsi in nome dell'ingresso tout court della Gran Bretagna in 'Europa, ma di una certa
Gran Bretagna in una certa Europ;!. E', forse, tempo che la demo·
crnzia ita'liana abbia una sua po·
sizione in materia di armamenti
nucleari; non è più cosÌ bambina
Parigi. Concerto dell'Armata della ; Salute:'
che davanti a lei non si possa par~
} te poco ·f ondata: non si sono mai lare dei falli della IIÌta. Il probleviste ~uerre scatenate dai piccoli, ma dell'Italia è iflscindibile da
ma sempre dai grandi col pretesto quello del'la formazione di un'Eu·dei piccoli. La teoria ' comunque (ropa unita; anche la conservazione della democrazia è, alla lunga,
non ri~ ponde ad alcune domande:
funzione di una reale -unificazione
se
In
Cina
(o
l'India,
o
che
fare
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e quest'ultima non potrà
Israele) si procurano un armamenC'" l
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to nucleare? Faremo la ~erra, aversit senza una soluzione europea del problema della difesa numagari nucleare, per impedirgHeEUROPEISMO, ATLANTISMO E NAZION.A:LISMO
cleare. Mi rJare che dobbiamo
lo? Che fare con quei Paesi che
prendere coscienza di questo imgià
.
nr~:t,men!i nucleari e
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di
Bruxelles
sembra\'a
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dei'I'Europa
unila
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di
·che
Caro- Direttore,
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J!.O periodo di potere istiwzionalizzato che aveva già creato ostacoli
insormontabili ad ogni velleità autm:itaria. E in Francia? In Francia si pretende di arrivare subito
(stracciando un pezzo di carta e
sporcandone un altro) dove altri
paesi sono pervenuti con gli sforzi di intere generazioni. L' es~rien­
za ddl'assolutismo re~io e di· tre
o quattro regimi dispotici ha creato nelle ' élite democratiche uno
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lo? Che fare con quei Paesi che
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o quattro regimi dispotici ha crea- Caro Direttore,
nica• di Bruxelles sembrava climoparlare. dei'I'Euro. pa unita e d( che
~anno . J,?;ià . . armamenti nucleari e
to nelle ' élite · democratiche uno
il Convegno degli Amici del strare che si poteva evitare questo cosa fare per la ·Europlp se non ~, s1an~ cap~c1. dello. sforzo po'li•tico
stato d'animo . di continua diffiMondo sull'Europa ha sollevato
rischio . certamente grave. Ma se chiaro al~..no_ questo:_ r~~e.. la Eu
e . _fmanztano ., per . P';rfezion.arli?
denza rverso l'esecutivo che ha im- una serie dii scottanti problemi, che il Governo americano è a~cora
ropa umta 51 fa dmtnj:!;uendo. · Eststono prohferaz10m ammesse
pedito lo sviluppo fisiologico del- la ristrettezz~ del tempo del Con- d'avviso che 'l'Europa. allarJ,?;ata de- anche dagli' Stati Uniti d\America,
(caso lngh~~terra) e non ammesse
Ja democrazia moderna: anche
vegno non ha permesso di approve essere una so1ida. entità, perchè o.ltre che dall'Unione Sovietica dal(caso Francta)?
questi sono 'Clati ·d i fatto! Ma, .fondire. Due parole si sono udite\ aprire la polemica con' l'accusa the la Cina, da l'l'India eccetera.' PriLa realtà è forse, purtroppo, una
per contro, quella dibfidenza per- raramente: America ed armamenti
un'Europa a Sei è ineluttabilmente mum vivere : cioè prima a vere , una sola: nell'èra in cui1 vi vi amo si
tiene sì alila patdlogia dei regimi nucleari. Eppure; a me, e ad alautarchica? Perchè attaccare con
identità; h1 quale non esclude, co- . stan!1o creando du~ cate~orie di
democratici e tuttavia non è del
violenza la politica agricola comume detto più sopra, )'amicizi-,1 e · Statl. Una è formata da~li Stati
cuoi amici in nome dei quali1 le
t~tto ingius.ificata perchè l'espes_crivo, •sem~ra privo di o~n~ reane? _Perchè tanta fretta per met- l'alleanza con gli Stati Uniti d'Ache hanno un :~rsena·Je nucleare;
nenza dei dispotismi passati e hs~o un dtscorso sull'Europa che \ tere m moto la trattativa doganale · merica, perchè questo è nell'iutenon ,.vi è bisogn,o che sia compiedell'inefificenza dei regimi di. lioggi astragga da questi due fatti.
del Trade Expansion Act? Perchè
r~sse òe!'l'Emopa e perchè Ja. so- to, l .Importante 'C che permetta lobertà che ad es.si si sono aher-.
Deglil · Stati Uniti d'America per gli attacchi all'associazione dei pravviven'za dell'Occidente è i nel i- ro d1 ·s fuggire al cosiddetto ''ricat·
nati hanno tenuto viva la · tra - la verità si è parlato nel Convegno, Paesi africani' ex-coloniali? Dio ci
visibile.
· to nucleare''; essi' possono sceglied~zione del_ di~potismo, l'aspirama .ne'll'otrica della pol'itica "atlangu~rdi dal pensare che tutto ciò
Ma se, come titluni comment'l- . re molto più liberamente la loro
zwne al. dispotismo. Si possono
t~c~'~· E' certo uno dei risultati po- che la C.E.E. fa è perfetto, soprat· tori politici improvvis:Jmente co;1_ poli~ica. Gli altri sono ~l'i Stati .
dimenticare certe cose nel pro-' s~t1v1 del Conve~no c~e si~ stat~
t\H~o. ~ si tien como delle ;respon·-1 \·ertiti dal. nc:utralismo all'atlanti- nuclearmente disarmati: essi o viporre · rimedi a·lla malattia che
nconfermata da molu1 esponenti
sabthta che essa ha verso 1l resto smo, non si vède altra salvezza per
v?no come ~lienti sotto una proterrava~lia la Francia?
d_ell~ ~inistra italiana, inclusi i ~o- del mondo. Ma l'aÙeggiamcnto sfug~ire al'la padella gollista che zwne ;~tomJc;l esterna o hanno
Il Vede'! e H Duv'(rger hanno aahst~, l'accettazione de'Ila politica americano ha potuto offrire il fiall- precipitarsi nella brace dell'ati·• _ quell'efftmero terzo sesso che è la
errato perchè hanno J.{Uardato lona_tla~u'ca. · Ma al Teatro Eliseo co ai' dubbi, perplessità e processi tismo indiscriminato, che si abbia neutr:tlità. E la questione è cluntano. Hanno indicato una meta
st. dtscuteva dell'Europa, e il pun- alle intenzioni: a cui si sono agper lo meno il .coraggio di dirlo que tn quale delle due categorie
da raggiungere, ma hanno pre: to cruciale della discussione: <(quagiunti i dubbi che sono nati, so- apertamente, e se ne chiMir;inno i debbano porsi gli Stati europei o,
teso che la si raggiungesse a'l gale Europa e quale America all'inpra~tutto in Germania, clalla ''nuo- con.ve~ni che hanno come tema se vi sarà mai, l'Europa unita.
loppo quando era necessario, perterno del quadro atlantico? J) è va strategia".
··
!'.Europa e che cosa per l'Europa
L~ solu_zione ~i. questo . probleohè non ·scoppiasse il cuore a l stato appena sfiorato.
ma c assa1 sempltce. Prendiamo la
Nessuno può tuttavia di·re fino- s1 debba fare.· Non crediamo inpovero sfiancato ·ronzirto, cercare
. Eppure a noi sembra ~he questo
ra, in piena coscienza, che si trarfatti che Al.tiero SpineiH pensa~se
ipotesi che i due Sta~ euro~ei
di avvicinarvisi a· passo. Un vigosta uno dei due punti: cruciali per
ti di un preciso disegno, nato dal- a questo ne'll:l ·carcere di Vento- (Gran Bretagna e Francw) che 10
roso esecutivo personale diretta- · por~e correttamen~e il 'problema
l'eqforia di Cuba, · anche se un ostene.
qu~to momento hanno o tentamente eletto da1 popolo o codell Europa. Se st deve rendere
ser ;atore spassionato della realtà
A questo punto si obietta da tano ~i a~ere un armamento nucleamunque de'signato per una ine- omaggio agli spiriti liberi che tra
int, rnazionale non dovrebbe sor- !uni che l'Europa ind'pendente"' è re nusctssero a conservarlo nel fuqu'Ìvocabile scelta popolare é l'ele due guerre, e poi durante la
prendersi·, nè . scandalizzarsi se
s~ desi'derabile, ma non è possi- turo e a c~nserv~rlo i?~ipendentesigenza costituziona'le più impor- opp,r~ss.ione nazista, e Hnalmente
trattasse ef.fettivamente di un prebtle: e da altri, che e divenisse
~ent~ daglt Stati Umu: nessuno
tante de'1la dep1ocrazia moderna.
allmtZio de1 dopoguerra lancia- ciso disegno. Nelle cose politiche il
possibile allora non sarebbe più de- dJ tah due Stati avrebbe alcun inIl Ved el e il ' · Ihl\·erger hanno
rono l'id~a ~eli'E~ropa u_nita, nesmetodo più sicuro è sempre quelsiderabile: e che tutto ciò dipende
teresse a un'Europa unita e tanto
saputo indicaila con chiarezza e suno puo dtmenttcare ctè> che il lo di evitare i processi alle inten- dal fatto che nel mondo moderno
meno federata, .e neppure a un:1
si ·deve dissentire dalle loro ~ro­
progresso pratico di essa dovette
zi()ni, ma tenersi .fermamente alla misura della indipendenza sta
vera ~omu~ità. ,atlantica .. · Se invec~
poste ma non si può negare loro
per molti' anni all'impulso · e · a1- l'esame delle conseJ,tuenze obiettive
nel pos.sesso _di• e~ficad armament.i ( - nelltp~test ptu probabile ~ .q1_1es.tl'
di merito. Con l'appog~io dei Governi americani.
questo titolo
di certe azioni. Non sarà vero
n?clean. Qut appunto il problema
d1_1e Sta~J (e c?me loro tut~t gh alma~or senso dd concreto si saFra tutti i tipi di organizzazione quello che de Gau1le dice e cioè
diventa moltephce. Per alcuni, J,?;li
tn St~tt del! Europa occtdentale)
rebbero dovuti indi~are i mezzi
europea, Washington favorì . coche gli Americani vo~li~no di- aromamenti nucleari sono il ma~e
non nescano ad aver.e e a manper raggiungete quel fine: i mez- stantemente quel'lo più .i ntegrato, sciogliere ·l 'Europa con l'aiuto deassoluto e nei loro confronti Ja
tenere indipendentemente l'arma·
zi più acconci per e'liminare ie · ~refercndo. l'~uropa dei Sei ,~1~
gli Inglesi in una larga e slabunica posizione ammissibile è mento nucleare, allora si· danno
.cause di ten~ione sociaqe e quindi
~ Eur~pa dt upo slegato, cara agh brata Comunità atlantièa: la quale quella dell'obiettore di coscienza. due possibilità. O i singoli Stati
politica ne'l paese, in modo da
mglest.
·
.
.
. · .
d'altronde non raggiungerebbe mai Qualunque' ne s~a il valore mo~'Europa trovano rilfu~io in una
.creare i presupposti del fair play
Nessuno, tuttavta, st sentirebbe
lo sta'd io federale e rimarrebbe
ra1e, questa non è una posizione
nconferm• ta Alleanza atlantica,
tra p~rtiti· •politici; i mezzi più
di a~ermare con sicurezza che la
dunque sempre allo stato di siste- della quale si può fare politica:
che port~ i'l nuovo nome di . "foracconct · per la creazione di al- Washmgton della "nuova frontiema planetario aggh·antesi intorno lo si sarebbe visto chiaramente se
za mululaterale NATO"; e alloleanze stabili tra partiti e, al Hra" la pen~i ancora così.. Il Goal sole americano. Tuttavia, è ,n~.] recente coqflitto in~o-cinese ]a
n~ . si apr~ un. ventaglio ~i pos_si·
mite, per la creazione di un ordiv~rno amenca!'lo ha ~atto i'l possi~ c~iaro che ciò finirebbe per avve- Cma avesse potuto mtnacciare di hthtà .reor~che, dalla ~nfederazw·
nato ·sistema bipartitico; i mezzi ~nle ~er convmcer~ 1- conservatori
mre, lo vo~liano gli Americani 0
offese nucleari una India nuclear- ne At1anttca al satelhsmo nu'd o e
più acconci per rompere i'assurda
mgles1 a port~re ~l lo~o Paese in no,. se g'li Europei non vo~liono mente disarmata. ·
crudo; ma, in Of(ni caso, il concentra:Iizzazione francese e artiE1_1ropa, e gli europei' ad accodectsamente il contrario: e cioè
Per altri, gli an-Pamenti• nucleari
cetto stesso di' Europa unita scomcolare la vita politica . in .effettivi
~h~rlo: ~ove . anni', ~a, q~ando Pa. se :ssi. non agiscono in modo da sono un minor male, se essi . resta- pare. O gli Stati' europei compiopoteri locali; i mezzi più acconci
ngt st nfiutava ~Il eserctto eurocostttutre una Europa unita polino esclusivamente nene mani di no l'enorme sforzo su sè stessi
per trasformare l'ordine giudiziapeo, perchè l'In~hilterra non vi
ticamente, militarmente ' ed 'econoAmericani e Russi._ E'_ una teoria
sulle resistenze interne e sulle pres:
rio da un corpo di obbedienti funpartecipava,
Dulles minacciò la 'micamente' che sia cosa diversa
. d"
ch e h. a una sua 1o_g~ca m bocca a p- sioni esterne, che li porti ad avere
zionari in un corpo di magi's trati
F rancm 1 tutti i suoi 'fulmini amdall'.A mcrica decisa a respintrere
1 Americani e ai 'l'.Ussi;
n
,punto agi
una di'fesa comune (e cioè un arsovrani· neH)esercizio' deNe :~loro
m_ onend o la_ .a lno_n) f are tante sto,- insier · ooni
, · minaccia al mondo. se l·1 re d'I ngh"]
I terra avesse potuto
mamento nucleare europeo) e che
f~nzioni. Ma . forse troppi errod
neUper gCo
I mg est
libert fintantodlè tale minaccia
1j portii per conse~uenza ad avere
. ·
manten~re per se' ,1a scoperta d'l
st erano accumulati sulle istitu· na
mumtà europea estesa
durer. E' cosa che gli 'Europei
Ruggero Bacone avrebbe anche lui
un Governo comune e un Parlazioni del1a quarta repubbllica er·
d e]) a non-pro·
'
.
s.f e agli scandì- devor,, decidere da soli: è finito\ bt.d·
·· uo ·1a d ottrma
mento comune · che tale
Governo e
rori di dltre un secolo e rr:ezzo alla_ Gran Bretagna
·
d eJl a. po1ve_re .d a s. paro.
·
navt non s1 tr.a · orm_ a di per ciò in ogni ca,so -il · temp·o in cui .si 1·' eraz10ne
tale politica di' difesa e 1a pol.itica
di storia. Forse la malattia de'l'la
s.tesso ·(c_ome st. sosuene a P arigi) veniva .s pinti dao]i
Francia çra irrimedìiabHe e . anche
,., Americani ver- 1. a paura .ch e g1I statt mmon pos- estera che ne discende possa concon i migliori medici l'ammalato m un
so l'unità.
. ststéma economico privo di
; ano fac detonare 'la guerra nutrollare: allora e solo in questa
-era destinato a morir~
coeswne e aperto a tutti i venti:
Tutto questo è detto per SOttO- . ]eare ~razte
· a11'"lmpie~O di_· q. uaJ/·
' corrett,amente pa'ripotesi,_ lt'lOSSiarno
SILVIO BASILE
prova ne. 'Sia c h. ç la trattativa teclineare che i: inutile e t"m·proprt'o i ch.e hombe tt~ sembra stotncamen- lare dt ' ~"'Europa unita :
1
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(ropa umta; -;r.nc~r:m-T!;tl'·-,..·vmr.rrr~--..,.n-------­
ne della democrazia è, alla lunga,
funzi·one di una reale -unificazione
europea; e quest'ultima non potrà
aversi' senza una soluzione europea del problema de'Ila difesa nucleare. Mi pare che dobbiamo
prendere cosck~nza di questo imperativo dei nostri tempi': alla fine, non sarà possibile sfuggirvi t
ne suhiremo le consèguerize, in .. un· senso o nell'altro:
ACHILLE ALBONETTI
Il ARCHIVIO
Il
FIGLI DI DIO - " Ho ripensato · con molta nostal,gia · a certe
riunioni domenicali di tanti anni
fa in ca<sa Betti. Quieti ·e meravigliosi pomeriggi durante i quali
ci si accendeva per battaglie ideali. E Diego sembrò a tutti la
splen!tlida bm1diera di •un teatro
spirituaile, re'Hgioso, cattolico. E
nella sua battaglia ~o sostenemmo,
con,;inti '<iella sua sincerità, della
chjarezza della sua vita. Nello
studio di Betti rivedo :1ncora trotterellare Giovannino · e ascolto la
voce {1e1,Ja dolcissima signora Fabbri, che insegnava alle Maestre
Pie e conquistava con la sua bontà, la sua ·p rdfonda fede tutte le
allieve. Signora Andreina Betti,
A•lberto Perrini, Turi V a sile, Siro
An~eli, Gius~ppe Amone1li, che
cosa ne è di . que! _giorni passati?
Diego scrive l'Ape Ref(ina dove
una donna sessualmente ingorda
distrugge H marito, a\li)'ombra della tonaca nera di suo zio prete e
difende Viridiana. E tutto questo
nel nome della libertà d'arte. La
libertà vi .farà J.iberi e ifi,goli di Dio.
No, Diego, questo ti'po di libertà
non ci farà nè liberi nè tanto meno figli di Dion. (Da "Orizzonti").
CONSlGLI PRATICI - ((Di
passaggio per Como, abbiamò ascdltato la Messa nella Oliesa dei
Somaschi. Essendo l'ultima domenica dell'anno, la predica è stata
destinata ad un bilancio· delle attività dell'oratorio e dei parroc·
chiani con qualche rilievo anche
duro e con consigli assai pratici
(ad esempio qtlello di fare in tempo il testamento). Vi è anche odl'oratoria sacra e nell'azione pastorale una grande differenza tra j.J
nord. d'Italia e il resto. C'è qualcosa che ricorda il m~todo sacerdotale americano ),, (Da· "Concre·
tezza").
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BBIAMO ricev uto dal S.'i. gnor Samuil Rosin dell'.~ge~lZia Stampa Novosa dt Mosca la seguen. te lettera : .
Il si gnor Enzo T <lgliacozzo h a
p ubblicato .in un numero òello
scot;so · febbraio della ri vista "11
Mondo" un ·articolo in dtolato
" Russia antisemita". Questo titolo
suon<l per lo meno strano. NeJla
Russi a sovietica sin dai primi
_giorni· della sua es isten za sono di venute un:1 legge inalienabile òelb vita l'uguagli anza. e l'amicizia
eli turri i popoli che abitano il
paese . U n siffatto titolo avrebbe
.msci ta to meraviglia anche 50-60 .
anni. fa. Dia, Sig. Tagliacozzo,
un'occhi ata ;1 qualsiasi enciclopedia. Lei troverà la descrizione del
processo giudiziario a carico dell'ebreo Bei-lis, organizz<lto òal goYerno zarista. Lei si convincerà facilmente che persino in quell'epoGl nera la Russia non era antisemita. Il popolo russo mai è st:Ho
:mtisem ita . In quell 'epoc:l levò la
sua ,·oce contro le provocazioni
J ei ce nton eri tut W l'opinione pubblica de mocratica clelia Russi~l. Definire oggi l'Unione Sovietica un
paese antisemita significa non solo
..::d unni a, per non dir altro, ma
a nche ignor:ll17.a crassa. Per quan to riguard a la Russia so\'Ìetica,
'recentemente si è espresso in merito molto bene il primo ministro
Nikit:l Krusciov in una lettera a
.Bertrand Russe! l: ,, Nell 'Unione Sovietica non ,.i è stata e non ,.j è
politica antisemita, poichè il caratrere stesso del nosr.ro plurina:t.ional e St:lto socialista escl ude la
possibilità di una politica del genere. La nostra costitu'ljone pro<:b ma l" u);?.uagli ~lllza dei cittadini
deii'URSS, senza distinzion e di 11azionalità e di razza ''·
lo penso çhe il libro di François
Fcjt6 cui si riferisce più ,·olte nel
suo :Hticolo il Sig. Tagliacozzo,
gli ha fatto fare una brutta figura.
Prrend.i;uno,. per esempio, la ~~ue­
stionc dell'<lssimibzione degli e'hrei ndl'URSS. L'articolista afferma che " le autorità sovietiche do\'ettero inoltre constatare con ama rez:t.a che il processo di :tssim ila zione delk masse ebr;Jichc nella
società russa :1\·e,·:l suhìto una battuta d'arresto"· Ma un po' in giù
:~pprendi:tmo çon la nostra mera vigl i:t che nell ' Unione SO\·ietica si
cerca di " bruciare k tappe con
misure ammini·s tr:lti,·e... di un processo di :lssimilnionc che è in
corso "· 11 Sig. Tagliacozzo contradd ice se stesso quando affer ma
che la politica <li discrimin:1zione
r: lllc nt ;l _l.:.•... fw..i.orv.'- d.e~tli ...':'hr,"''• art1
· ton: dell 'articolo si perde f:lcilmcn tc nei propri r;1gionamcnti .
Il orocesso eli :tssimilazione dc-
UE
IL MON DO .
'l
Apri le 1%3
- Pag. :~
di Londr:1, e l'altro ...Th c status of
the Jews in the So,·iet Union" di
M oshe Dener.. pubblicato nel numero di genn:lÌo 1%3 dell'autofe,·ole ri,·ista new yor kese '' Forejgn
Aff:ùrs". Ma bas t:l colla bibliogr:lliç e cerchi amo ora d i ,·edere se
le critiche che j] Rosin muove alb
mi:1 rece nsione siano fondate. In n:tn:t.i rurro egli c:tdlla su l titolo
''Russia :tntisemita" :tcc usandomi
<l .1 ;)1·er sostenuto che 1-1. popolol
russo è in· blocco antisemita . Ora
chiunque legga :tnche i primi pa ra ,(!r: tfi del mio articolo mi darà
:mo che ho inteso parbre soltanto
di " e.~i ste n za nella Russia so,·ieti ca
d i episodi cl'intolle ranz:l :mtisemit:t
e di fo rme eli discriminazione an tiehraica n . Il titolo di " Russi:1 an·
tise rni t;~'', nel contesto d e ll ':trtko~
lo, equi1·ale all':dtro "Episodi d' inro llcr:lllza antisemi tic:1''. E cotwi cnc fnmar.~i .~u qu esti ultimi, c
no n caca re di co nfond ere le carte
:tCc us:t ndomi
d'a,-ere calunnia to
i'inrcro popolo russo. E' chiaro che
un popolo non pu(, esse re in blocco :lllrisem it:l. Perfino delb Gcrm:mta hitl erian a si dn·c dire che
molti ted eschi furon o :rrnisemi ri.
che il .~o,·e rno fel't' un :1 puli tic:t di
:lntiscm it ichc, ' non
persecuzi oni
ce no che rutt i i tedeschi furorw
:rn1iscmiti negli annt tn cui Hirlcr in,i;t\·:r nelle camere a g:ts mr lio ni di ebrei.
Ne l suo :t.elo. sembra che i l Rosi n 1·og lia negare non .~o l o che
ndi: r Russ i:l odicrn:1 ,.i si:1no m:t·
niksra:~.ioni
di : tntiscmiti~mo l '
rhc n c~li ultimi ann i dcll :t dirt:ttura sL.tl ini an:t !:1 pcrscc u:t.ionc dcgli ebrei :1ssu nse forrnc p: tro~si .~t iche. m:t perfino che nell:t Rll.~ s i :r
tkg li Z:tr 1·i si:tno ~ ta le ond:rtc popol:!ri di :tntisenùt ismo. O r:1 qu c.~to si gnifica men:tre per il n:tsc•
i k ttori del Mondo . Scgui:tmo ii
consiglio del Rosin cd :tpri:tmo
urt \ :ncicl opcdi:L N ella Uritan nica,
.tll. t n•cc "Pogrom" lq.,: gi: tm o:
,, Po.f.!.rnm ~ utt:J paro l:t russ:t che
p:1ssi1 in altre linJ.!lll' intomo :d
I'X l3-llJ05. Lt p:rrol:t " pogrom" si ·
gnific.tt tt c lcmpesta , fint co i te mpo
per indi c rrc ogni d c ,· : t~l : tzion e n
dcsol nionc: 1;oi pitr specific:t ·
'flléntc le r:tpinc c ~li ;rssasstl ll t
prcnrdin:tti :1 da nno di ebrei inno·
ccnt i d:t p:1nc dei loro ,·icini russ i
di e1ro isrig:t:t.ionl' o l·ol l': tppro,·a:
zionc de l UO\'lTilO .. . L'occasione che
offrì conK: contributo dc lb cult ur:t
z:trist:t l:t p:rro l: t puf.!.rom :tllc li ngu e di lutto il mondo fu h dc1·a·
sta:t.ion e perpc tr;1t:1 ai dann i degl i
chrei a Kishin c,·. in Ucr: tin:r, ncll'; rprilc del 19fn "· 11 Rosi n trflr --· · : .. - . . • , ._li., __ • ·o " '
. l,,( l 'l.;
,,_.; ,.t ..
un :r serie eli pol,!ro ms su txcss i 1·i.
da qu ell e, di c ; om~.: l dt!l!'agosto
]903 :ri "pn!,!roms· p:itrioti ici" ~~~i ­
dati dal le "Ccntin:ti:l di Neri" :d
z. t'fl't-:J- 1, p:lt'(ll:l ]Jcfl[!'om ;!Tic 1-n --- d i t u iiO il 111ontlo f u !.1 dc\·;, .
!!,ll t'
.~t:ti'. ion c pcrpt·tr: tt:l :1 i dann i deg li
chrci .1 Ki shine,·. in Ut-rai n:t, nel l"; qJri lc dd 19fH ... I l Rosi11 !rn-
1 --,. ....~~-·-· :... __ ........._,..J.L...._ ' """~~ LJ ' :...., .;~- L·---_
u11;1 .~cri.: di poj.!rotns suc.·css i \'Ì.
UE
misure amministrati,·e .. . di un IJfO·
cesso di assimibzionc che è in
corso "· Il Sig. T:1glia coz z o cont:raddicc se stesso quando afferma
che la politica di discrimina zione
:1lL'U1< b_Jusi.oru· dey, l h, ,r,:RJ,~ir,m.l..
rore dell':lrticolo si perde f;lcilmente nei propri ragionamenti.
Il oroce.sso eli :1ssimilazione d egli ebrei nell'Unione So\'ietica a\·vienc c prosegue oggi .spont;llleam ente. Studiando oggetriY:lmente
b ,·ita so,·ieticl, non si puè> non
\'Celere che il rianicin:1mento delle culture c dell e lingue d ei vari
popoli dell'Unione SoYictica an·iene su principi di ,·olonrai·ierà e
. di democrati smo. Storicamente si
~ CtTata una situazione in cui gli
ebrei wno sparsi su tutto l'immenso territorio d ell'URSS. Essi
prendono parte arti,·a alla ·ira economica, polidc:-~ c culturale di
qm·lle repubbliche don:: risiedono.
Ciò n;Jturalmente f;l\'Oriscc il loro
ria vv icinamento con r:lpprcscnt:mri
delle altre tWi'.Ì.onalità insicine ai
quali law>rano in bbbricr o in
·ufficio, o si in contrano nella dt:l
quotidi;ma.
Nel p;1ese dei Sm·ier il processo di assimilazione non ,·iene
affatto fo rz:no . Ciè> sarebbe il contrasto con la natUra e lo spiri to
del regime sociale sm·ietico.
non h;~nno bisogno dg;t· comJ.>:lsProprio il c: t.~o :Kca duro a Hui Pros~gucndo,.. E,nzo Tagliaco~v.o , sione d.çl Sig. _ Enzo T a gli;lcozzo.
naksk ("" detto a proposito che
sàive . che,. ~. ~mezzt'i mil.iorie ci'rc;J. ·. ~'mp- a ·'lorò di~posiz~.oot 187 libri
Buinabk, co nrr;rri a m ente :1 quan · di ebr~·i · he:~ì~I~~ano -:"m~Br:~ . praù~ :eli . :11.11ori ehre'i ·pubqlic:ari . 'ri egli ul to :1fferma il Sig. T :1gl iacou.o, non
c.are. i·l cu:ltq:;-iji~)~ako e · sono i-:inìa -:'· ~ t in1i .Qtto, · anni. Clalle •case editrici
ì.: c:~pita l e del D ~rghesta n , ma solo
sti .. tbh:'lc"e·fneri·Fe.; ~,~tacçati alla ) in:· ..- SO\·.(er·lche: . in TJingua yi(i çlisch .,.9 in
un :~ (Omunc citw din<l di provin gu,c1
culm,r·[l : Yiddi~~b' "· Di · nuQ.. _trad~-z.i•onç· ru~~a con un'a . drarur:.l
cia) dimostr;1 una ,·olt:l di più che
\O confus_ion'~ :: Infagj·, d.urJ,ite _il . · comples~i-v·a ,di .ll_ milioni di caRie.
l':lntise mitismo nell'U RSS L: assorensirilenro . della pcipolazioi1~· 11el
M lgli;,i ;l· c! i 'ebrei re-~g~r'io. nel h ll·i1 lu t:rmenre inroll er:tbile.
1959 circa mezzo milione di ebrei
gtfd tn atenw )a dvista ebraÌL'él, "SoNon \'Ì è bisogno sofferm ~1rsi
hanno dichiarato ch e lo yiddisch
\Ttisch H eimbncl '', nei di·eci nu su t ul'te le tesi d el Sig. Tagliacoz. a ;l la loro lingua materna. Ma ciò
meri della quale sono state pubzo. Qua nto ,-,r) go no, per ese mpio,
blicate 320 opere di oltre 100 scrit. non significa aff:mo che . çutti essi
le sue im·enzi oni sugli articoli a nsono credenti. Un grnn numero di
l-ori ebrei rés ide nti in Yarie città
tisemiti nella st;lmJXl sO\·ietica (mai
; d lrei .~o,·ierici conoscono henc, adel paese. Gli amatori della letter ì sono app;~rsi c non pote'·" essemano e le ggono la letteratura
ratura ehraic~t possono usufruire
re di,· ers:~mente), "s ul principio
ebraica; ma non hanno alcun t·ap·· [ibe,ra mente di-- un ·r.i ccò· fondo di
proporziot1ale'' ch e esisterebbe nel porto ' cori' ' h! rèligjone. E ,·i on perl.i hri ebraici press'o .1~ biblioteche.
le scuol e superiori nei ri l{UMdi dechè che qu:dcuno' glielo impedisce.
Fra la popolazione ebréJica sono
gli ebrei, sulle wie che d e,·ono
Le cose stanno ben cfi,-ersamentt'.
molto popolari numerosi çomples.~ubire gli ebrei con h qualifi ca di
L' URSS è un paese con un'ideosi cqncertistici e . compagnie tea''ebreo'' sui passaporti ecc.
'logia m:ueri:di st:J . Nell'apprendert·
tral i che si esibiscdno con progra m.. .In ~enere una persona è molto
. la verità, gli uomini stessi rinun- mi ebraici in lingua yiddisch. En- ridicola con le ,·esti di un \1 lrr:.r.
ciano alle convinzioni religiose.
zo Tagliacoz?.O ha rispol verato un
Enzo T agliacozzo ne h a proprio
. Lo Stato sm·ietico ha un :megcaso di · tr.e :1nni fa , an-.enu.to nd
ru rro l'aspetto. Egli h:1 preso per
:giamento leale nei' confronti della
Daghesta n. Sì, è vero, l'articolo
oro cohro il libro di Fr:mçois
~e ligione, non interferisce negli· af- da lui menzionato, ,·enne effettiYa· Fejtri.
bri interni della chiesa. Lr fecle è
mente
pubblic;no ch1l
,giornale
SAM u n. Ros JN
un affare personale di ogni citta" Korhmunist" di Huinaksk. Ma
dino sodetico. A titolo di infor- il Sig. Tagliacozzo, non si sa permazione L e comunichiamo, Sig.
chè, passa sono silenzio il fatto
SENTIRE il Signor S:lTa.gliacozz9, ·che. ,.,n_ell'Unione · Soche:· i .c òlpevoH soho s,t<HÌ seYè,r-"'1muil Rosi n dell' Agenz iél
\,'ieti( :{ esi~~orig :,97. ·:~inagog~e,' ' dov~- .n\e~Ì:e p'lun1ti. In(?ltre, l'auto~e-.:·d~l­
Sta mpa Novosti di Movengono ce,lebrate lib~r:J_nkntc -le J•anicolo · D .. 'M élkhrriudm· non .· er1-l
sc;J sembrerebbe che, rel'll;esse... ,
· · ·
,,. , -aH~1ttÒ, 'c ome lo afferma iJ Sig. T ace nsendo il libro di Fr:m, Per qua ntq concerne gli_, ebrei · gli.~Ìcozzo,' st;_gretario ::: d ella · •.·s~zi'O~
çoi s Fe jro "Gli ebrei e l'antisemi~-'in(ac.c~ti ·
lingua e. cultura
tié loéille· d'él'·.:p ili-ti t'o cpmunista.'~.
rismo nei paesi comunisti " (libro
viddisch':, ·hs i, dico·. fra.nc;unefÙc,
'Egli>. mai' è ·st:Jto iscritto' ·al' PCl:JS .
costiruito per una buo na metà di
~
RUSSIA.A
l
AH
ISEMITA
HA
EU
DI .ENZO T A )L/A COZZO
HA
EU
AH
U
E
e:
testimonianze, prese di
se t·orrisponclenze che l'esperto el i
zione, brani di articoli rra - cose russe Edward Cr: tkshaw h:1
dél i giorna li russi , elenchi di
Jcdicato in questi ultimi :Inni a
di :-~ nicoli :Jnri·s emiti apparsi
qu esto probl em;,l e che snno com srampa russa) io fossi ca du to
parse nel lonclinese Ob ..-rrt't'r.
uamente in u_tl tranell o, ed
E ' :rlquano stra no che un fun ·
i ripetuto pass i,·amente le in i'.ion a ri o di un' :tgt~ tlzi;t russa di
zioni del Fejtci ci rca presunti
noti:t.i c sia comnle ta m en tc all'osn.1 ·
sodi di inroll er;Jni'.a :lllti se mita
ro di qu:111t O ac.ctde nel suo p:lt'M.:.
Russia esistenti solt:~llto nell:t
Se per caso così fosse pregherei
r:1 sia malén:J di qu esto storico.
Rosin di leggere il ,·olumt· di
consenta il Signor Rosin di
.)74 pagine di RZ. Golclberg puhgl i che i suoi 1~1etodi polemici
blic rro :1 New York nel 1% 1
o altretta nto grossolani quanto
(Crown Puhlishcrs lnc.) illtiml:no :
nui.
'The Jewish Problem ·in the So-.
ella sua quafi rà di funziona'iet U nion''. E ove il Rosin non
di un'agenzia giornalisti c i l:he
potesse d ed ica re t:lilto d el suo pn.:come uno dei suoi compiti
i'.ioso te mpo a leggere un libro
o di confut:-~re le accuse di
ros r lungo, \'Ì sono pubblicazioni
se mir.ismo che sì leva no con p i ti reeemi e p.i ù hre,·i m a dense
uamente in molti paesi contro
di fa rr i e ben document;nc ch e sela politica degli :mu:1 li dirigenti J.:n:Jio alla sua atteni'.Ìone. L egga
sq ·ietici", il Signor Rosin sa benis- ad es. il numero di dice mbre 1962
si~1o che sul doloroso prohlemél
d ella rassegna periodici di a n-ed Ila situ;Jzione d egl i ebrei nelb
nimemi che riguardano gli ebrei
Russia Sm·ietica esiste oramai una
n ei paesi d el blocco sovietico inti iniera biblioteca di libri, opuscoli, tolato .. Jews in Eastern Europe''.
ra ·colte ,·arie di mat erial e attinto
Credo che non sar à difficile a lui
chlln starnp<l russa . Nel libro di
o all':ttt;lché culcurale sovierico a
Fcjtii ho soh1menre tTo,·ato la con - Londra procurarsene una copi:1.
fe ma di quello che :1\·e vo già apMa sospetto ch e il Signor Rosin
preso da altre fonti. Forse Rosjn
conosca queste pubblicazioni com e
conosce la • serie di articoli ch e
me e meglio di m e. Vorrei :1ncor:1
H arrisori Sal isbury puhhlicè> ci rca
segn:dargli due articoli ruu':dtro
u n a nn o fa nel N ew Y ork T ime..che faziosi : quello ''The Sm·ier
al suo ritorno dall'URSS, uno d~ i
Jewish Minority'' puhbljca to cb Equ;Jli trattava appunto dell 'a mi ·
manuel Lirvinoff, nel numero del
sep1itismo in •Russia , nonchè diYcr - 3 gennaio 1963. eli . "The Lisrener"
*
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cl:! qu c·ll o d i (~ome! dell 'agosto
]903 ai ""pol!rnms· patriott ici"" j.!UÌ cbri cLtl le .. Cc n tin:1ia di N eri .. :d
.:.:rido rli: " l nemici di Cr isto sono
i sol i nc 111 ici d ello Zar "· l);dl.t
t"bssic l "History of rhe Jnvs" di
Ceri l Rot h (Ne w Yor k. Shock c n
Books. 1% 1) ric t\'i :tm o che in un
periodo di qu:1ttro :111n i ;1 partire
cbl 19(13 ,, furono perpetrati mass:Jni i n non m ·nn di lRO ·i ttà rus·
se. cd il numero rot:d c delle ,·itti;llC fu calcolato di '50.000 ••. (p.
35.3). A proposi to del pron.: s~o a
carico d ell'ebreo Bcilis che i lcrtori
de l Mondo non so no l'l'n uti a conost-erc, ecco cosa seri ,.c nel suo
libro il Roth: " Nel 1911 , un po\'LTO 1:1\· orator~ .eb reo, Mend cl Hei lis, fu a rres t:lto a Kin sotto l":IL'·
cusa :1rbitrari:1 di :1\'l'J' ass:t~s inato
tlll
fa nei ullo cr isti:~ no pe r sw pi
ri1u:rli . Nottosuntc fosse IK' n ris:J puio ch e ;rurorc del clclitln era st:t ·
to lltl noto ma lvi,·e n tc , Bcilis lu
accusato c con lui. in n ·rto ~nso.
l' inter:t p<;~lOlaziotll' eh r:1i ca. Il prnccsso si tr:1scinèl per du e ;tnn i, c
fu :IL'L·omp:lgn:Jto d:1 un a \'iolc lll :l
c:tmp:1on;r :tntiselllita in rutta h
Russia:"' c qu:mdo, fin:dmentc l'i n·
fel ice pr igioni ero fu assolto -per
rn:l ll ClllZ:J di prmT, lo fu in mani cr:t rale da gètt:tn.: sospetti c d iscredito su tutti i ~ uoi cnrreligion:rri " (pp . .353-354).
Rus~i ._l ''non
Per pro,·at-c che
,·i i.· stal';l c non ,., c polt ti L":t :r ntise mit :t'" il Rosin cira le pnrole
rassicuratrici · delln stesso Krusdo ,·
in rispo~ta alla recente lettera in dirizz:rr:tgli da Hertr:111d Russell.
M a egli si è guardato bene d al
riferir~ quel ch e è nella memori a
di nrtti perchè lo scambio di lettere è :J\'\'el.1Uto poche settimane
or sono c ne hanno .parlato i giornali, e cioè che Krusci o ,· rispon de,·;! :rd una lett era d el Russell in
r ui il filosofo lo prq~:t,· a d'inten·enire personalmente per far cessare
le manifestazioni di antisemitismo
in Russia . Noi ci a uguriamo cal damenre che l'azione di Ru ssell abbia un risultato positivo. Qualcosa
in effetti è l,!;ià .~tato · ottenuto da
Russe ll. P er la prima · volta i maggiori giornali russi hanno pubblicato le parole di Kruscio,- di <.'Oli da nna clell'antisemitismo. M::r è
e\·idenr:e che non si condanna qua lcosa che non esiste. Del resto, in
occ:1sione della visita di una deleo-azi one del P éutito Socialista fran ~se S.F:1.0. :-~ Mosca nel 1956 ·
Kru sci m · a mmise esplicitamente in ,: ·
!n,
~_.)
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