Mandato ai catechisti ed animatori
Domenica 26 novembre
ORE 15,30 INCONTRO SPIRITUALE
presso la chiesa dell’Adorazione ( Piazza della Repubblica)
Esperienza di lectio divina guidata dal Vescovo
ORE 18 CELEBRAZIONE EUCARISTICA
e Mandato Catechistico presieduta dal Vescovo
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
ANNO LIV- N. 39
“C
Settimanale d’informazione
Euro 1
DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145
Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi
DOMENICA 12 NOVEMBRE 2006
Matteo, piccolo seme che
muore per dare buoni frutti
e l’abbiamo davanti agli occhi…abbiamo trascorso
insieme due mesi…è difficile convincersi che Matteo è
morto- mi dice, costernata, al telefono Giulia Formato, una
delle sue maestre di prima elementare alla scuola Gemma
Perchi- Pensavamo di preparare anche un banco speciale
per accoglierlo con la sedia a rotelle, in modo che potesse
continuare a frequentare le lezioni regolarmente…”.
Incredulità, sgomento, dolore soprattutto- espressi da
un’intera comunità - hanno accompagnato i risvolti
drammatici della bruttissima caduta che Matteo
Fiordelmondo, un bambino jesino di sei anni, si era
procurato sabato 28 ottobre alla festa organizzata a
Corinaldo per Halloween, nel tentativo di raggiungere
precipitosamente le braccia della mamma dopo essersi
spaventato per una maschera terrificante sbucata
all’improvviso.
Sembrava che tutto si fosse risolto con l’ingessatura del
braccio e della gamba e la permanenza di Matteo in ospedale
per due giorni; invece, a casa, le condizioni di salute del
bambino sono via via peggiorate, sino a rendere necessario
un altro ricovero. Questa volta, però, l’ospedalizzazione è
durata solo due brevi ore perché il cuoricino di Matteo ha
cessato di battere alle 16 di venerdì 3 novembre.
L’ipotesi di un’embolia – che sarà verificata in questi giorni
con l’esame autoptico disposto dalla Procura che intanto
ha avviato un’inchiesta- tenta di motivare l’inaspettato
decesso. Molti gli interrogativi su “cosa non è stato fatto” e
“di chi è la colpa” da parte di genitori e cittadini, sgomenti
di fronte alle conseguenze mortali a cui può portare la
banale frattura degli arti. È emerso, in effetti, che in tali
circostanze può aver luogo un’embolia che può essere
liquida, di origine sanguigna; oppure di origine solida o
gassosa. Nel primo caso- ha spiegato Leonardo Sanchioni,
medico legale- si tratta di un grumo di sangue che può
provocare un infarto polmonare o celebrale, che tuttavia
si riesce a scongiurare con la somministrazione di farmaci
anticoagulanti; nel secondo, di un pezzettino di midollo
dell’osso lungo che si stacca, o altro corpo estraneo; o di
una bolla d’aria. Da sottolineare che la prescrizione e la
somministrazione dei farmaci anticoagulanti, valida solo per
il primo caso e obbligatoria per gli adulti, è- nell’Ortopedia
pediatrica- soggettiva dell’ortopedico che se ne occupa,
ossia è conseguente alla valutazione che questi ha fatto
dei parametri del paziente e del suo vissuto sanitario. Un
campanello d’allarme, sia pure debole perché il bambino
aveva il raffreddore, potevano essere il vomito e l’eccessiva
sudorazione.
Centrale resta- qualunque sia l’esito dell’autopsia- la perdita
di un figlio, di un bambino di sei anni. Una perdita che
infligge un dolore indicibile al genitore che la vive. Il dolore
più grande in assoluto.
E nessuna parola, nessun gesto può porvi conforto, alleviarla.
Solo il tempo, forse… e la volontà, il desiderio di dare
un valore, un significato alla morte di questo piccolo:
Matteo non sarà morto invano se dal suo caso fioriranno
atteggiamenti positivi, costruttivi; riflessioni profonde che
conducano ad una maggiore consapevolezza e migliore
gestione delle responsabilità –sia per la salute e l’incolumità,
sia educative- che noi adulti ci assumiamo nei confronti del
minore; ad una maggiore disponibilità alla previsione, alla
“profezia” per ridurre al minimo le possibilità di pericolo,
e che viene richiesta al nostro ruolo di adulti in quanto
testimoni- educatori dei bambini.
Questa drammatica vicenda ha posto anche l’interrogativo
su come dire ad un bambino della morte di un bambino,
sull’opportunità o meno di far partecipare i compagni di
Matteo al funerale che sarà celebrato nella Chiesa di San
Giuseppe… Forse sottovalutiamo troppo i bambini, forse
non li conosciamo affatto: pensando che siano attratti
dal mistero e dai fantasmi, gli facciamo vedere maschere
orribili e disgustose…intanto, pensando pure che siano
fragili, evitiamo i discorsi sulla morte e la visita ai defunti
al cimitero…ma i bambini ascoltano, sanno, capiscono…e
accolgono e comprendono serenamente tutto ciò che gli
viene spiegato bene, a cui viene dato senso, significatività.
Pertanto, dovrebbe tornare naturale ad essi accettare anche
che un bimbo possa morire, “andare in cielo”- importante è
la collocazione: il bambino deve “vedere-sapere” che il corpo
sta da qualche parte, che non è sparito nel nulla - perché
la morte è comunque un evento naturale, fa parte della
vita …non lo è invece tutto ciò che è “macabrità”, sadismo,
cattiveria, crudeltà.
Paola Cocola
In alto l’elefantino eseguito da Matteo con la tecnica del collage
A destra l’albero del Merlo Giulio adornato di 23 foglioline
“E tante resteranno perché Matteo fa sempre parte della classe” dice una sua maestra
In basso un autoritratto di Matteo
Mondo del lavoro
Coniugare flessibilità e diritti
“S
enza dignità, senza futuro” è uno
dei tanti slogan che centomila lavoratori del precariato hanno gridato
a Roma sabato scorso durante una manifestazione per ottenere dal governo
l’abolizione della legge 30 ed altro. Il
fatto che alla protesta hanno partecipato anche esponenti di primo piano della maggioranza, compresi vice ministri
e sottosegretari, ha dato luogo anche
ad un’ampia gamma di interpretazioni politiche: dall’accusa di un governo
che grida contro se stesso a quella di
una rapida cancellazione di una legge
voluta da Berlusconi tre anni fa.
Ma a noi in questa sede interessa considerare il motivo di fondo della protesta e della sollecitazione insieme, cioè
la rilevante flessibilità introdotta dalla
legge 30/2003 nel mondo del lavoro
( assunzioni, condizioni giuridiche
nell’espletamento del lavoro, licenziamenti ecc) che ha determinato disagio
e assenza di prospettive di lavoro rassicurante in centinaia di migliaia di
giovani. I quali, proprio in forza della
normativa vigente, trovano sì, forse
con minore difficoltà che nel passato,
un lavoro dipendente, ma trattasi di
lavoro precario sia nel tempo che nella
natura giuridica.
In estrema sintesi ricordiamo che la
legge 30 corregge radicalmente le precedenti leggi sul lavoro, a cominciare
dalla Statuto dei lavoratori del ’70 per
finire a quelle successive che gradualmente, soprattutto dagli anni ’90 in
poi, hanno sempre più puntato alla
flessibilità nelle assunzioni e nei licenziamenti, attutendo i diritti del lavoratore e lasciando ampia libertà di
chiamata e di revoca al datore di lavoro. Una tendenza culturale della legislazione presente da sempre negli Stati
Uniti e ormai anche negli Stati economicamente più sviluppati, a cominciare da quelli europei. Una tendenza
che i governi giustificano, anche sull’esempio degli Usa, nel costatare che
la precarietà più facilmente incrementa i posti di lavoro, anche se, diciamo
subito, a rimetterci è il dipendente che
non vede prospettive di sicurezza e di
stabilità. Può essere assunto per alcu-
ni giorni o per alcuni mesi allo scopo
di realizzare “un progetto”, terminato
il quale, viene licenziato. Accade, di
fatto, che spesso il datore di lavoro assume sistematicamente per sei mesi o
un anno per poi licenziare assumendo
altri: crea un precariato permanente
che lo libera da molti gravami e doveri
verso il lavoratore.
Il problema non è di facile soluzione
perché la globalizzazione crea costantemente nuove situazioni economicosociali che solo un’ampia flessibilità e
capacità di adattamento tempestivo
permettono di soddisfare. Nel contempo non si può troncare la serenità
di una prospettiva di lavoro – che vuol
dire famiglia, risparmio, impegno sociale, volontariato - ad un giovane o
ad un dipendente delle ultime leve in
generale.
C’è solo da auspicare un tavolo di mediazione che aiuti le parti in causa ad
un reciproco sforzo per quadrare il
cerchio.
Vittorio Massaccesi
2
12 novembre 2006
Jesi e Vallesina
Majolati Spontini Domenica 12 novembre
Iniziata la prevendita
Concerto di Natale al Pergolesi
E’
iniziata la vendita dei biglietti del
Concerto di Natale, il tradizionale appuntamento sinfonico al Teatro
Pergolesi di Jesi che si terrà quest’anno giovedì 7 dicembre alle ore 21.
In programma la novità assoluta del
Trittico di Natale di Luciano Di Giandomenico (nella foto) e la Suite op.
71a tratta dal balletto Lo schiaccianoci
di Čajkovskij, fra le pagine più conosciute e amate del compositore russo.
Sul podio, alla guida della FORM
– Orchestra Filarmonica Marchigiana, il direttore Dejac Savic. Le voci
sono del soprano Ivanna Speranza e
il mezzosoprano Erin Elisabeth Smi-
Adeste Fideles, a Quanno nascette Ninno di tradizione partenopea con l’orchestra che imita le zampogne e ciaramelle, strumenti tipici della tradizione musicale popolare, fino al testo
tratto dal Cantico dei Cantici riproposto in modo originale e accattivante
sul ritmo della rumba.
Alla novità del Trittico segue la più
‘classica’ Suite op. 71a dal balletto Lo
schiaccianoci di Čajkovskij, terzo ed
ultimo dei grandi balletti del compositore russo terminato nel 1892 e
andato in scena per la prima volta al
teatro Marinskij di Pietroburgo il 6
dicembre 1892 con le coreografie di
Marius Petipa
e Lev Ivanov;
tuttavia già il
7 marzo precedente ne era
stata eseguita
con enorme
successo, sempre a Pietroburgo, la Suite
sinfonica che
ascolteremo in
questa occasione. In tema
con la serata
‘natalizia’,
l ’a r g o m e n t o
del
balletto
si basa su un
adattamento di Alexandre
Dumas
del racconto
Lo
schiaccianoci e il re dei
topi di E.T.A.
Hoffmann;
la musica di
Čaikovskij
evoca l’atmosfera fiabesca
e infantile della vicenda, che
è quella del
th. Coinvolti anche i cori di Jesi e sogno fatto da una bambina addorMaiolati Spontini, selezionati fra le mentatasi presso l’albero di Natale.
migliori corali amatoriali del territo- INFORMAZIONI:
tel.
+39
rio.
0731/202944; Biglietteria: tel. +39
Strutturato in tre pannelli, il Tritti- 0731/206888. Biglietti da 20 a 12 euro
co, una cantata per soprano, mezzo- (e mail: [email protected]). Per
soprano, coro ed orchestra si evolve tutti i biglietti verrà applicato il disulle melodie di alcuni canti natalizi ritto di prevendita di 1 euro fino al
della nostra cultura: da Stille Nacht e giorno precedente lo spettacolo.
Le celebrazioni per l’anniversario
della nascita di Gaspare Spontini
I
l prossimo 14 novembre ricorrerà il
CCXXXII anniversario della nascita
dell’illustre majolatese Gaspare Spontini e
come tradizione ci sarà una celebrazione
che ha da sempre richiamato, intorno alla
Reggenza delle Opere Pie, la cittadinanza,
le autorità cittadine e gli appassionati di
musica.
È una giornata importante d’unione in ricordo dell’amato musicista.
Le Opere Pie, fondate grazie all’amore
di Spontini per il proprio paese nel 1843,
hanno invitato, con apposita pubblicistica,
tutti i Majolatesi a partecipare, domenica
12 novembre, alla consueta giornata commemorativa che prende spunto dal gesto
effettuato dallo stesso Spontini quando si
recò presso la casa natale dove, tra le lacrime, ringraziò Dio di averlo elevato, da
quella misera casupola, ai più grandi onori
delle corti europee.
La messa sarà celebrata dal Vescovo di Jesi,
mons. Gerardo Rocconi e dal parroco di
Majolati don Fabio Belelli, nella chiesa par-
rocchiale Santo Stefano. Come di consueto,
al termine della celebrazione si raggiungerà in corteo la Casa Natale di Gaspare
Spontini dove si svolgerà il rito di commemorazione e lì sarà intonato dalla Società
Filarmonica “Gaspare Spontini” l’ “Allegro
Marziale” noto brano tratto dal primo atto
dell’opera spontiniana “La Vestale”.
Questo è un momento molto particolare per le Istituzioni spontiniane alle prese
con la ristrutturazione e riqualificazione
dell’Ospizio di Carità Spontini. Ora l’Ospizio ha riacquistato la struttura originaria,
infatti sono stati demoliti i tramezzi e i
servizi realizzati in precedenza.
Praticamente siamo già nell’anno anniversario del “La Vestale”; con molta probabilità sia l’Amministrazione comunale, sia la
Fondazione Spontini Pergolesi, attueranno
una serie di avvenimenti finalizzati alla ricerca storiografica e alla celebrazione dell’evento.
Sara Palmolella
Concorso letterario per gli studenti
I mezzi di comunicazione
L’
AIART (Associazione Spettatori) ha tra
le sue finalità quella di contribuire all’educazione e alla formazione degli utenti
dei media per favorire lo sviluppo alla conoscenza e capacità critica nel rispetto dei
principi di pluralismo, veridicità, correttezza dell’informazione e non violenza, come
pure delle libertà civili e religiose tutelate
dall’ordinamento giuridico italiano. Con
questi propositi e allo scopo di sollecitare
l’interesse dei giovani nei confronti dei media indice la seconda edizione del Concorso
Letterario ‘Amedeo Fanesi’, destinato agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Il concorso consiste nello svolgimento di un
tema ed è articolato in due sezioni:
Prima sezione – Per gli studenti della SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO
GRADO
Tema: “Comunicazione e nuovi media:
come usare le immagini senza farsi usare”
Seconda sezione – per gli studenti della
SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO
GRADO
Tema: “I mezzi di comunicazione sociale
(stampa, radio, TV, Internet), come ogni
realtà umana contengono elementi positivi
ed elementi negativi, dell’utile e del nocivo.
Dipende dal loro uso responsabile farli diventare occasione di crescita personale”.
Si suggerisce l’elaborazione del tema in classe, inserendo il titolo nella gamma di quelli normalmente proposti per le verifiche, o
con eventuale altra modalità ritenuta opportuna.
Gli elaborati, ciascuno completo di cognome e nome dello studente, denominazione
dell’istituto scolastico, classe e sezione, visionati e vistati dal docente (di lettere, lingue o di religione), raggruppati per classe
dovranno pervenire entro il 31 marzo 2007
al seguente indirizzo:
AIART – c/o Maria Battoni Nicoletti – Via
Panoramica 11 – 60123 ANCONA
Gli elaborati saranno valutati da un’apposita
commissione. Per l’una e per l’altra sezione
sono in palio premi consistenti in una coppa per il primo classificato; una targa ricordo o altro premio simile al secondo ed altri
eventuali premi minori. Alle scuole concorrenti, tramite le quali i vincitori saranno informati, verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
La premiazione avrà luogo in Ancona, nel
corso di una cerimonia prevista verso la fine
dell’anno scolastico.
a.f.c.
Per la prima volta al Pergolesi in versione originale
Carmen, tra sogno e realtà
B
izet non visitò mai la Spagna. Non volle. Preferì
immaginarla, temendo probabilmente che la realtà avrebbe condizionato, alterato o imprigionato la sua
fantasia. Si appassionò molto però allo studio della musica e del folklore iberico.
Conobbe anche compositori spagnoli richiamati
a Parigi dall’imperatrice
Eugenia e tanto rimase
impressionato dal romanzo ‘Carmen’ di Mérimée da chiedere subito a
H. Meilhac e a L. Halévy
di ricavarne un libretto
d’opera. Quella che la sua
musica descriverà sarà
una Spagna più vera del
vero. Entrerà nell’immaginario collettivo con una
smagliante, appassionata
se pure trasfigurata hispanidad. E la seducente
gitana diventerà un mito senza tempo.
Frequentemente “Carmen” è apparsa sul palcoscenico
del Pergolesi, mai però, come è stato in questa ultima
edizione, nella versione originale, in francese e con i
recitativi parlati, cioè quale la videro per la prima volta
i parigini. Si è inteso così valorizzare lo stile efficace e
conciso del libretto, evidenziando ugualmente il rapporto che intercorre fra parola e musica. Spesso in effetti
sfugge allo spettatore che proprio dalla parola, dal suo
intimo significato e dalla sua naturale musicalità scatu-
risce l’ispirazione. Questo lodevole intendimento ha fatto tuttavia passare in secondo piano il resto, soprattutto
l’ambientazione, costruita con scene essenziali, prive di
magari simboliche allusioni ad una realtà pure vividamente descritta dalla parola.
Carmen si è mossa perciò in
una dimensione quasi metafisica, estranea ad effetti di
acceso colorismo, di appassionata enfasi, di fascinosa
malia. L’ultima scena rarefatta, dove i due protagonisti,
soli, si sfidano faccia a faccia
di fronte all’arena è tuttavia
quella in cui meglio, nell’essenzialità, si concentra visivamente la tensione drammatica.
Personaggi di primo e di se- ‘V. Bellini e quello di voci bianche della Scuola Pergolesi
condo piano sono state messi – musicalmente ineccepibili. Wolfram Kremer ha curato
in luce da un cast composto con sobrietà la regia, attento soprattutto all’uso delle luci.
di interpreti provenienti pre- Attenendosi al particolare stile impresso a questa lettura
valentemente dal teatro barocco, abituati ad una diversa il M° Christopher Franklin ha condotto en souplesse, con
vocalità, ma che hanno offerto apprezzabili prestazioni. agilità e disinvoltura, la Filarmonica Marchigiana.
Più elegante che sensuale la Carmen di Laura Polverelli; Era questa in ogni modo la Spagna sognata da Bizet?
caratterizzata come un personaggio di fiaba la Micaela Non proprio; ma Carmen resiste a tutte le stagioni e redi Amanda Squintieri; un Don José da applausi quello di sta sempre ‘un insondabile prodigio’.
Rubens Pelizzari, che è da attendere però in altre proAugusta Franco Cardinali
ve per un giudizio più fermo; non diversamente l’Escamillo di Umberto Chiummo. Sarebbero da ricordare in Nella foto a sinistra il regista Wolfram Kremer e il diretpositivo altri nomi. Non spesso è dato ascoltare terzetti tore artistico Federico Pupo; sopra il tenore Rubens Pele quintetti (difficilissimi!) così ben eseguiti; né cori - il lizzari con Laura Polverelli (foto Anna V. Vincenzoni)
Attualità
12 novembre 2005
A ¬ntra' /unt i Rapimenti e sequestri nel giornalismo
IL SILENZIOSO GRIDO DELLA LIBERTA’
Halloween
G
di guerra, libertà e democrazia.
di Riccardo Ceccarelli
iornali e televisioni l’hanno reclamizzata per giorni. Notevolissimo il suo indotto economico. Altrimenti non l’avrebbero fatto. Celebrata
in tutto il mondo il 31 ottobre, la festa
di Halloween è più globalizzata del
Natale e del carnevale. Ce l’hanno fatta vivere così, in fondo senza sapere
quello che si faceva, magari nell’esclusivo adagio dei bambini che, vestiti
da piccoli fantasmi, si sono presentati
nelle case dicendo “Dolcetto o scherzetto?” È una festa antica, di origini
pagane, celebrata nel nord Europa già
nel primo secolo avanti Cristo tra le
popolazioni celtiche. La dizione “Halloween” deriva dalla contrazione di
All Hallow’s Eve (vigilia di Ognissanti),
divenuta Hallow’s Even poi Halloween.
Dal nord Europa passò nel nord America. Negli ultimi decenni, dall’America ha invaso il mondo. Il 31 ottobre
segnava la fine dell’estate, le ombre
dei morti potevano ritornare nelle
loro case, meglio lasciar loro qualcosa
da mangiare fuori della porta per non
farli arrabbiare. Le zucche erano usate come lanterne dai druidi (sacerdoti
dei Celti) che andavano accendendo
fuochi per impedire il ritorno devastante dei morti. La Chiesa volendo
dare un senso nuovo e più profondo
alla festa pagana istituì la festa di
Tutti i Santi (Ognissanti) e la Commemorazione dei defunti, dove la vita e
la morte in stretto rapporto entrassero con la loro verità ed il loro senso
cristiano nel discorso dell’esistenza di
ogni uomo. La riproposizione della
festa di Halloween circuitando secoli
di questo “sentire cristiano”, ci dà
l’illusione di scoprire una tradizione
che noi non abbiamo mai avuto, risultando invece una scimmiottatura
di altre culture, una festa insomma
estranea alla nostra cultura che unisce streghe, fantasmi, scheletri, gatti
neri e dolciumi. Oggi essa è vissuta
esclusivamente nel clima del consumismo globalizzato Avesse almeno
qualcosa di folcloristico che affonda
la sue radici in quell’humus millenario che è la nostra cultura, fosse pure
pagana. Niente di tutto questo. Una
festa d’importazione cui pure si potrebbe soprassedere se non rischiasse
di minare alle radici – ma in questo
clima di estrema superficialità quanti
se ne accorgono? – il rapporto serio
con il vivere ed il morire, “facendo
della morte, come scrive Marcello Veneziani, una caricatura, una
pagliacciata, come se la vita fosse
una farsa e l’uscita di scena un atto
comico e gaudente.” Se a qualcuno
possono apparire forse troppi ed eccessivi i significati attribuiti a questa
festa, c’è da dire che la possibilità di
banalizzare la morte in quei rituali fra
streghe, scheletri, fantasmi e paure
non è molto lontana. “È anche umano,
continua Veneziani, volere esorcizzare la morte con frizzi e lazzi, lo facevano ai tempi dei Carmina burana,
in pieno Medioevo. Ma questo è un
modo per profanarla, ridicolizzarla,
renderla superficiale, come un genere
di consumo”, nel contesto appunto di
quel vituperato, condannato e goduto
consumismo dove ormai tutti siamo
immersi, nuotandoci felicemente
dentro, capaci di shakerare vita e
morte, lacrime e sorrisi, speranze e
certezze. Consumatori e consumati
senza alcuna identità. Uno spettacolo
vale l’altro. Meglio se è globale, come
in questo caso la festa di Halloween, o
in mondovisione. “Una forma di stupidità in mondovisione, conclude Veneziani, non cessa di essere un’idiozia
solo perché planetaria, al contrario
si ingigantisce”. Zucche globalizzate
che, se non scacciano inesistenti streghe o fantasmi, esprimono, questo sì,
vuoti a perdere.
E
nzo Baldoni, Giuliana Sgrena e per moltissime persone si sono radunate datornare più indietro nel tempo Ila- vanti alla casa dei familiari del giornalista
ria Alpi. Sono questi i nomi più noti che e in un cartello posto all’angolo di piazza
sono venuti alla mente di molti italia- Don Tonino Bello, la piazza principale
ni nel momento in cui hanno sentito la del paese, si legge: “Gabriele, tanta paunotizia del rapimento del fotoreporter ra, tantissima speranza, immensa gioia”.
italiano Gabriele Torsello, senza sape- “Non ho mai visto la luce, durante il mio sere che nel solo Iraq sono morti circa 60 questro”- dice all’intervistatore e aggiungegiornalisti, più del totale di quelli dece- “Pensavo sempre alla mia famiglia quanduti in Vietnam. Tutti giornalisti, lavora- do ero prigioniero, tanto che per dei petori, uomini e donne impegnati in zone riodi riuscivo ad assentarmi e a immagidi guerra per dare voce ai più deboli e nare di essere altrove. Poi mi vedevo le
denunciare gli avvenimenti che coin- catene ai piedi e mi rendevo conto che
volgono quelle zone del mondo troppo era solo un sogno. Ho sempre mangiato.”.
spesso dimenticate, non coperte dai me- La vicenda di Torsello però fa sorgere
dia, o, peggio, ignorati. Purtroppo non spontanea una domanda: la libertà di
accade spesso ma questa volta, e ne sia- stampa sul piano internazionale è commo immensamente contenti, il buon sen- promessa? Secondo Stefano Neri, diso ha vinto. Rapito in Afghanistan il 12 rettore di Informazioni Senza Frontiere,
ottobre scorso, Torsello è stato liberato. un’associazione che si occupa della liberTira un sospiro di sollievo tutto il paese tà di stampa e di espressione nel mondo
di Alessano, in provincia di Lecce, dove “solo in 30 Paesi questa è garantita.”- si
legge sul sito ufficiale dell’associazione- “Il giornalista che opera nei teatri di
guerra spesso si trova impossibilitato a
svolgere il proprio lavoro a causa di leggi liberticide di sovrani e dittatori che lo
spingono, con minacce o intimidazioni,
a non diffondere notizie, costringendolo,
quindi, all’autocensura”.
Un giornalista sa solo quello che vede in
modo diretto dopo averlo verificato, la
sua testimonianza è fondamentale perché sarà poi l’insieme di più punti di vista
a permettere alla gente di farsi un’opinione su quello che accade. Sono proprio
questa possibilità e il non doversi limitare nel manifestarla i pilastri fondamentali del principio di democrazia, il contenitore di tutte le libertà. Per dirla come il
grande giornalista Enzo Biagi: “la libertà,
come la poesia, non ha bisogno di aggettivi. E’ la libertà”.
Eleonora Dottori
Dall’11 novembre la mostra di Alberto Berti al Classico
Tracce di identità comuni
A
lberto Berti inaugura sabato 11
novembre alle ore 16 presso il liceo
classico di Jesi in corso Matteotti la sua
personale di “Opere recenti”. La mostra
resterà aperta fino al 25 novembre
e potrà essere visitata dal lunedì al
sabato dalle 10 alle 12,30 oltre al lunedì,
martedì, giovedì e sabato dalle 16 alle
18,30. La dirigente del liceo classico ha
accolto con entusiasmo la proposta di
un numeroso gruppo di ex alunni che
lo hanno frequentato nel passato, di
presentare alla cittadinanza una sintesi
delle opere e del percorso artistico
del dott. Alberto Berti. I successi
professionali e le proposte figurative
dell’artista hanno varcato, negli anni,
i confini nazionali e trovano oggi un
posto d’onore nel liceo che lo ha visto
studente. Il talento che contraddistingue
l’arte di Berti visita i luoghi della sua
formazione e lascia linfa viva ai giovani,
ai compagni di classe, alla gente che
possono riconoscere in esso tracce di
identità comuni.
Alberto Berti ha realizzato importanti
mostre personali a Pisa, Roma, Volterra,
Montecatini, Verona, Il Cairo, Helsinki
ed una collettiva al Coliseum di New
York.
Associazione nazionale dei comuni virtuosi
Risparmiare e guadagnare
R
isparmiare (guadagnare…) 1,5 milioni
di euro l’anno nella bolletta energetica,
a Padova, attraverso un progetto di ‘ristrutturazione energetica’ degli edifici comunali
e dell’illuminazione pubblica attraverso il
meccanismo delle ESCO, e il cambio delle
luci dei semafori con lampade a led.
Risparmiare (guadagnare…) decine di
migliaia di euro di minor differimento in
discarica, a Montebelluna, con la raccolta
differenziata dei rifiuti ‘porta a porta’, passando da 276kg di produzione annua pro
capite a 125kg, con una percentuale di differenziata del 77%.
Risparmiare (guadagnare…) e aiutare concretamente l’ambiente, a Reggio Emilia,
con gli ‘Acquisti Verdi’, attraverso una seria politica di riduzione degli sprechi e di
nuove procedure ‘sostenibili’ negli appalti
di forniture e servizi.
Utopie realizzabili che si trasformano in
progetti concreti. Che, in tempi di ristrettezze di bilancio, non possono che essere
ben accolte. Di queste, ed altre numerose iniziative nel campo della sostenibilità
ambientale, della cooperazione e della
partecipazione si è parlato lo scorso week
end nel suggestivo scenario della Reggia
di Colorno (PR), in occasione della 1° edizione del ‘Festival della decrescita felice’, organizzato dalla ‘Associazione nazionale dei
Comuni Virtuosi’, con il contributo del Co-
mune di Colorno e della Regione Emilia
Romagna. Una ‘tre giorni’ che ha visto la
partecipazione di rappresentanti di associazioni e Comuni da tutta Italia, con dibattiti, testimonianze e spettacoli. Sindaci,
assessori, associazioni si sono confrontati,
con gli interventi, tra gli altri, dell’eurodeputato Vittorio Agnoletto, dell’on. Paolo
Cacciari e di padre Ottavio Raimondi, direttore dell’EMI.
“Siamo particolarmente soddisfatti - afferma Gianluca Fioretti, sindaco di Monsano
e presidente dell’associazione, intervenuto
sabato -, abbiamo ricevuto una grande risposta in termini di partecipazione e qualità
degli interventi.”.
ATTUALITA’ - Notizie in breve dall’Italia e dal mondo
Processo a Saddam Hussein
“Il popolo iracheno è diviso sulla condanna a morte di Saddam
Hussein, a Baghdad la tensione è alta” dice il vescovo ausiliare
della capitale irachena che continua: “Chiediamo per la popolazione riconciliazione, pace, sicurezza e stabilità”. “L’Italia è contraria alla pena di morte - ha detto il premier Prodi - ed ancora
di più in un caso drammatico come quello relativo a Saddam
Hussein pensiamo che l’esecuazione capitale sia assolutamente
da evitare”.
gerà tra il 13 e il 17 novembre. Chiunque sia interessato può telefonare per prenotare una visita al centro più vicino al proprio
domicilio, chiamando il numero verde 800126731. Informazioni
sono disponibili sul sito www.siucp.org.
Napoli: il sangue e la speranza
La Commissione europea promuove la Finanziaria ma il suo
è un via libera carico di preoccupazioni. L’Italia quest’anno
avrà un deficit di bilancio pari al 4,7% del prodotto interno
lordo che l’anno prossimo dovrebbe scendere al 2.9%.
Il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe ha chiesto di
vivere un giorno in cui le azioni quotidiane possano avere un altro ritmo, diverso da quello usuale della fretta, della superficialità, dell’incoscienza, della dimenticanza, per fermarsi e dire che i
giorni della violenza e del disordine, degli assassinii di camorra,
della microcriminalità e delle giovani vite spezzate o perdute,
dei rifiuti accumulati e delle illegalità diffuse, non devono essere tollerati come “normalità” nè devono far considerare Napoli
persa.
Processi
I testimoni della fede
Nei prossimi cinque anni più del 90% dei processi è
destinato a finire nel nulla perchè le sentenze non saranno
eseguibili a causa dell’indulto. E’ il Consiglio Superiore della
Magistratura a lanciare l’allarme.
Rapinatori nella missione dei Gesuiti in Mozambico. Un gesuita
brasiliano e una laica missionaria portoghese sono stati uccisi
lunedì 6 novembre mentre il 31 ottobre è stato ucciso un sacerdote “Fidei donum” in Costa d’Avorio.
Medicina: visite gratis in ospedale
Fondo per i vaccini
“L’intestino pigro è una vera e propria malattia sociale, dato che
colpisce ben 13 milioni di italiani e che incide pesantemente
sulla qualità della vita degli italiani” osserva il presidente della
Società italiana di colonproctologia presentando la settimana
nazionale per la diagnosi e cura dell’intestino pigro che si svol-
Il 7 novembre a Londra sono stati messi in vendita i “bond”, le
obbligazioni dell’International Financing Facility for Immunisation, uno strumento finanziario, ideato del ministro britannico
dell’economia, per raccogliere un miliardo di dollari da destinare ai poveri più poveri per vaccinazioni su larga scala.
Politica economica
4
Cultura
12 novembre 2006
storia della tradizione teatrale musicale a jesi
di Gianni Gualdoni
M
Il “teatro senza teatro”
la musica si fa popolare
a è l’altro dei due semi citati -più che
quello, pur interessante e importantissimo, delle Accademie- a dare forse i
più floridi germogli per lo sviluppo della
tradizione musicale: anche se le rispettive
inflorescenze, come si vedrà, sono spesso
inestricate tra loro.
IL FILONE DEVOZIONALE
Dopo la sua prima apparizione nelle Marche a S. Severino nel 1579 e un successivo
rapido espandersi in regione, nel 1644 la
Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo
Neri si insedia anche a Jesi, presso l’abitazione di uno dei promotori locali, padre
Castagnacci: in zona Posterma, dalle parti
della Cattedrale. È qui che prende il via
l’attività della Comunità, informata dei
precetti semplici ma intensi del fondatore, secondo i quali l’elevazione spirituale
e la preghiera non solo possono avvalersi anche del mezzo artistico -architettura,
poesia, pittura, musica- ma ne traggono
forse il modo migliore di attuazione. In
quei locali angusti si comincia a esercitare
la formula filippina: sermoni alternati a
pratica musicale, laudi eseguite su pochi
strumenti, suonati da membri stessi della
congregazione. La partecipazione è aperta a tutti, l’intenzione edificante e spirituale, secondo toni accattivanti ma non
espressamente ludici. Dopo pochi anni
quell’esperienza intima e intensa prende
corpo e si fa di grande rilievo, in concomitanza con il trasloco della Comunità
nell’attuale Chiesa di S. Giovanni Battista,
ancora oggi meglio conosciuta come “S.
Filippo”. Dal 1659 l’oratorio è una pratica abituale, che coinvolge ampi strati di
fedeli e a cui partecipano il Vescovo, il
Governatore, il Magistrato; si tiene ogni
domenica dal 1 novembre (festa di Tutti i
Santi) a Pasqua, nonché nelle feste solenni, assommando così ad almeno una ventina di eventi e costituendo pertanto per
nobili e popolani un importante appuntamento ricorrente con la fede, ma anche
con la musica.
Aperto da un piccolo sermone recitato da
un bambino, cui replica tra la prima e la
seconda parte dell’esecuzione la predica
di un oratore adulto, l’oratorio era ormai
una sorta di vero e proprio dramma sacro, senza scene né azione ma con un suo
intreccio riguardante la vita dei martiri
o storie tratte dalla Bibbia: un autentico
“teatro senza teatro”, mantenendo l’argomento una chiara finalità edificante e di
fede.
TRA IL SERMONE E L’OPERA BAROCCA
La forma musicale in uso muta nel volgere dei tempi, a partire da semplici laude
in lingua volgare –com’è l’uso musicale
del tardo ‘500- che però non sono più
cantate in polifonia, per agevolare il più
possibile la comprensione dei testi, spesso di nuova composizione letteraria ma
adattati su musiche preesistenti, secondo
la pratica del “travestimento spirituale”:
anche se a Jesi giunge solo a metà ‘600,
non dimentichiamo infatti l’origine dell’oratorio (Roma, 1575), con i suoi primi
repertori musicali di riferimento. Tanto
per intenderci, proprio all’oratorio della
Vallicella a Roma, centro della Congregazione, debutta nel febbraio del 1600 la
“Rappresentazione di Anima e di Corpo” di
Emilio de’ Cavalieri, lavoro stilisticamente
di transizione tra la lauda drammatica e
il melodramma, da molti storici indicato
come uno dei titoli di esordio del nuovo
genere dell’opera in musica. Sviluppandosene velocemente la pratica, tanto più
dopo il trasferimento nella nuova e maggiore sede a S. Giovanni Battista (1659),
l’oratorio viene pian piano a mutuare la
“nuova moda” del tempo: quella della
prima opera barocca, con i suoi cantori, i
cori, gli “affetti” espressivi. Le voci -tutte
maschili- forse sono quelle della Cappella
del Duomo o di “dilettanti” locali: infatti,
l’oratorio filippino non è uno spettacolo
e non concepisce pagamento. Si tratta di
canto e musica senza azione scenica, in
“un culto largo e continuo di poesia, di
musica, di canto e di suono, in cui i religiosi faceano le prime figure”, cosicché
“avevamo il teatro senza il teatro”, ci ricorda lo storico Annibaldi nel suo famoso
studio “Il teatro di Jesi”. Normalmente i
cantori erano vari (per voce e per numero,
anche fino a una decina), con funzioni solistiche e corali, alcuni dei quali potevano
costituire un secondo coro dislocato in
un’altra cantoria rispetto a quella presso
l’organo, offrendo così
un effetto acustico
spaziale di notevole
suggestione. L’orchestra è da immaginare molto ristretta: la
sezione d’archi, con
basso continuo e
forse qualche fiato.
Ciò che colpisce è la
frequenza: vista la
grande varietà della
proposta, molti oratori erano certo composti da poeti e musicisti della Comunità
stessa, ma non potendo creare in continuazione e non potendosi reiterare più di
tanto repliche parafrasi e “travestimenti”,
parecchi lavori dovevano essere di autori “forestieri”, per esempio il Maestro di
cappella della Congregazione di Roma,
com’è attestato. Si conoscono testi a firma di Baldassini, Petrucci, Aquilini, lo
stesso Cardinal Cybo; per le musiche, si
sa del maestro di cappella della Cattedrale, Gamberini, e di quello della Chiesa
della Morte, Mascara. Quanto al livello
artistico dei lavori eseguiti, è da rilevare
il fatto che la programmazione oratoriale dei Filippini di Jesi risulta, almeno
per certi periodi documentati, identica a
quella in sedi ben più importanti, quali
Roma, Firenze, Venezia, Napoli. L’identità di repertorio può significare l’importanza dell’oratorio di Jesi nel panorama
contemporaneo, così come testimoniare
il pur intuibile collegamento tra le varie
comunità filippine, nel cui “circuito culturale” -perché tale a tutti gli effetti può
essere considerata l’esperienza filippina,
proposta e praticata nella diffusa rete
dei suoi presidii- appare logico trovare a
volte le medesime composizioni. In tale
contesto, una nota distintiva è da riconoscersi all’ambito jesino per la consistenza
e lo spessore culturale che si possono ravvisare in quei testi di autori locali -nella
fattispecie Petrucci e Cybo- che sappiamo
giunti alla “dignità” di essere musicati
da compositori importanti, a Roma: il
cui nome, pertanto, è lecito ritenere ben
conosciuto e apprezzato anche negli altri
centri del circuito “produttivo” filippino
nazionale.
“INTELLIGHENZIA” LAICA ED ECCLESIASTICA
Lo stesso monsignor Pier Matteo Petrucci
-vera anima della Congregazione jesinafu membro dell’Accademia dei Riverenti
come lo fu Girolamo Moriconi, anch’egli
attivo nella Comunità filippina come clavicembalista, e lo fu Tommaso Baldassini
così come Angelo Tondi, Flerido Grizi, Benedetto Colocci, che entrò in seguito nella Congregazione di Roma. Tra gli accademici, d’altro canto, troviamo figure come
Francesco Benigni, Priore del Capitolo
della Cattedrale di Jesi, nonché Raimondo Pellegrini, canonico teologo della Cattedrale medesima. Molti
altri degli accademici
erano anch’essi religiosi;
tutti gli accademici erano comunque “intellettuali”: dottori di legge,
di lettere, di astronomia,
di matematica. Particolarmente interessante
risulta proprio questo
ricorrere dei nomi ed
intrecciarsi delle “appartenenze”, considerando
la quasi perfetta coincidenza temporale della
nascita a Jesi sia dell’Oratorio che delle Accademie: ciò aiuta non
poco ad individuare le
direttive preferenziali di
riferimento culturale esterno, rispetto al
ristretto e “provinciale” contesto locale. Si
vede infatti dalla biografia dei singoli intellettuali qual è il contatto che può aver
portato a Jesi l’esigenza culturale specifica, il bisogno intellettuale, il modo di
trattarlo e di esaudirlo, fino a rintracciare le possibili vie di realizzazione, come
può essere il taglio rappresentativo o il
titolo stesso di uno spettacolo da proporre. È evidente che per molti il legame è
Roma: o per motivi di pratica legale o per
contatti con la Curia Papale, per appartenenza ad altre Accademie o per incarichi
in seno a istituzioni religiose; per altri il
legame è invece scolastico e in questo
caso a Roma si accostano anche Macerata e Urbino. Ma l’esempio più esplicito
è quello di Pier Francesco De Magistris,
Accademico Disposto: che non è uno jesino collegato a Roma, ma un romano
“importato”, con tutto il suo bagaglio di
cultura e conoscenza della capitale, oltre
che con l’esperienza di partecipazione
a ben due Accademie nell’Urbe, quella
degli Infecondi e quella degli Intrecciati.
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Vita ecclesiale
12 novembre 2006
5
Conferenza del 14 ottobre al Meic Movimento ecclesiale di impegno culturale
Dialogo interreligioso: la clessidra - 3
G
iunti all’ultima tappa del nostro viaggio, con la ragione
illuminata dalla fede affermiamo che il dialogo interreligioso è possibile sulla base del progetto divino di salvezza
per tutta l’umanità, in Cristo; progetto di comunicazione
e di comunione misteriosa nello Spirito, che si realizzerà
nella pienezza solo alla fine dei tempi, ma che oggi, nella
storia umana, è affidato all’impegno di tutti: al lavoro di
teologi, storici, filosofi, antropologi… per lo studio delle
diverse tradizioni religiose e la ricerca di convergenze compatibili sul piano dottrinale fra il cristianesimo e le altre religioni, alla luce dello Spirito e in sintonia con il Magistero
ecumenico. Ma nella prassi quotidiana il dialogo è compito
di tutti: persone di ogni età, cultura, lingua , tradizione…
Come praticare concretamente e rettamente il dialogo interreligioso oggi? quali le modalità?
nus Jesus” della Congregazione per la Dottrina della fede,
ha precisato che se il cristiano non può considerare i testi
sacri delle altre religioni ispirati come l’Antico Testamento,
tuttavia deve rispettarne la sacralità . Ma in questo cammino di apertura al dialogo con i seguaci di altre tradizioni
religiose, il cristiano deve fare i conti…con l’identità. “Noi
occidentali-afferma il relatore- siamo caduti nel relativismo,
non abbiamo più coscienza della nostra identità, abbiamo
separato ragione e fede affermando una ragione assoluta
che non si regge. In occidente c’è bisogno di una fede consapevole che abbracci la ragione e riconosca la bontà e la
necessità della fede per la dignità completa dell’uomo”. Ed
ecco, direi, la Carta d’identità del cristiano, il Vangelo nel
mondo d’oggi:” Non tutte le religioni sono uguali. Noi cristiani rifiutiamo ogni fondamentalismo, ogni fideismo,
ogni imposizione della fede, ogni forma di violenza della
CARTA D’IDENTITA’
fede contro altre fedi. Ogni forma di violenza e di guerra
Nella sua conferenza il teologo Campana ha sottolineato fatta in nome della fede contraddice la ragione e la fede.
anzitutto che il dialogo esige il superamento della ideologia Affermiamo che il dialogo, la testimonianza, la collaboradel nemico, perché siamo tutti figli di Dio, il riconoscimen- zione, l’amicizia, lo studio sono necessari. Ma questo non
to della dignità di ogni persona, il rispetto delle diversità lo affermiamo a discapito della fede e del martirio (il marculturali, dei simboli della fede e dei testi sacri delle varie tire è l’opposto del kamikaze che uccide gli altri; il martire
religioni. A questo proposito, con riferimento alla “Domi- preferisce morire lui piuttosto che far morire gli altri); non
Non bramare fratello
se non ami il dolore
quel brivido divino
che consacra il poeta.
Ricorda
non c’è angoscia
più acuta
che vivere una vita non tua
per scomparire
nel mistero dell’uomo
velato
di singhiozzi e peccato.(*)
Don Mario Bagnacavalli nelle sue poesie ha cantato gli uomini con i loro strazi ed i loro limiti, i candori, le stanchezze, le inevitabili sconfitte. È riuscito a riproporre in modo
irripetibile la pena del moderno “Ulisse” in perpetuo viaggio nelle profondità dell’inconscio alla ricerca di “Itaca”,
cioè dell’approdo sempre invocato e mai posseduto. Come
la maggior parte degli autori del Novecento, egli pone al
centro della sua ispirazione un’umanità dolente nella quale tuttavia affiora il cammino che conduce alla percezione
dell’Assoluto.
Don Mario umilmente confessa l’incapacità di accendere
nelle sue parole la gioia totale della presenza di Dio nell’universo, ma si affida sul piano formale, come altri grandi
poeti contemporanei, alla poetica dell’oggetto e dell’ana-
IL PAESE DELL’ANIMA
Itaca
logia: anziché parlare di sé traspone le sue emozioni in
oggetti nitidamente definiti, come elementi del paesaggio,
piccole cose di ogni giorno, la musica, la luce.
La luce
sta delineando
i miei confini
sul muro;
ma l’altra luce,
dentro,
cancella i segni
della mia prigionia.(*)
D
pure nel suo stile di vita
sobrio , connotato da
una povertà che aveva
saputo spogliarsi del superfluo per gustare la
vera bellezza della vita.
Il suo io vibra di una superiore saggezza quando
denuncia la scoperta del
vero che trionfa su ogni
rovina, sul tempo che
consuma e rapisce ogni
cosa. Scoprire Cristo
che entra nella Storia per
trasumanarla e portare
questa verità agli uomini sfiduciati e distratti è
stata la missione di Don
Mario artista e sacerdote. Lontano da ogni compiacimento
estetizzante, egli non si è abbandonato alle immagini che
sapeva creare ma ha rivolto il suo slancio verso Cristo presente nel mistero dell’Eucaristia e nel volto dei fratelli sofferenti che incontrava e sembravano dirgli: “Guardami, ho
bisogno di te”.
M. Costanza Santacroce Cestaro
I suoi versi rifiutano la rima, il lessico è essenziale e discorsivo, ma ogni parola ha un canto segreto nel narrare la vicenda che lega uomini e cose. Don Mario, lettore colto e
appassionato ha amato i classici dai quali ha mediato arte
e sapere il cui succo prezioso nutre la sua poesia come una
linfa segreta. Movenze pascoliane e crepuscolari segnano
la trama dei suoi sentimenti, l’intreccio delle sue speranze e delle sue malinconie. Nel nitore di certi suoi paesaggi possiamo cogliere eleganze dal tocco oraziano, come (*) Mario Bagnacavalli: Poesie. Arti Grafiche Jesine- aprile 1999
CON LA MADONNA DE LE GRAZIE
etto fatto: questa volta a
sparire dalla circolazione
era stato S. Floriano.
S.
Settimio,
apprensivo
com’era, più passavano i
giorni e più era diventato
nervoso ed intrattabile.
Dopo 15 giorni, S. Floriano
non fece in tempo a mettere
il naso dentro il Duomo che S.
Settimio lo investì:
“Dove sei stato?”
“Perché?” Rispose S. Floriano
con finta innocenza.
“Come perché. Perché tu non
puoi fare quel che ti pare,
Capito? - Lo rimproverò con
severità – Andar via per 15
giorni senza lasciar detto
a nessuno dove vai. E se io
avessi avuto bisogno di te?
Eh? Dove sei stato?”
“A Cupra Montana.”
“Per 15 giorni? Non potevi
telefonare?”
“Pé’ dilla para, semo partidi
coll’intenzió’ de stacce de meno,
ma dopo, quanno semo stadi
lì…”
S. Settimio non lo lasciò
terminare e continuò ad
inveire contro il povero
S. Floriano: “Con chi ci sei
andato?”
“Có’ la Madonna de le Grazzie.”
“Tutto questo tempo?”
a discapito della nostra identità perché abbiamo la coscienza che Cristo è l’Unico Salvatore. Se rimane il cristianesimo, c’è una salvezza; solo se opera lo Spirito di Cristo, tutti
sono in qualche modo raggiunti dalla fede”.
Una metafora pedagogica della fede? Afferma il cristiano
Campana: “Io ricorro spesso all’immagine della clessidra: il
forellino è Cristo, attraverso cui passa il granellino di sabbia.
Solo in questo passaggio si può avere la salvezza. La salvezza è universale. Gesù ha dato la vita per tutti . Qualcuno
può non saperlo…, non accoglierlo, ma è per tutti”.
La separazione fra religione e politica non vuol dire assoluta estraneità, come avviene oggi in Occidente, né confusione ( come accade oggi in Oriente quando islamismo, induismo e buddismo diventano religioni di Stato). Purtroppo
l’Islam e l’Induismo associano Occidente e Cristianesimo,
guerrafondai e cristiani, capitalismo e cristianesimo… Ma
questi sono problemi culturali, politici ed economici, non
religiosi.
.Il cristiano non può vivere da “religioso interreligiosamente, senza pretendere nulla…”.Cristo, quando tornerà, troverà ancora fede sulla terra?”. Dobbiamo portare avanti il
dialogo e l’annuncio.
Maria Crisafulli
bastado.”
“Cioè? Spiegati.”
“I predi avea fatto tutto ‘n bel
programma… oggi chi, domani
de là… insomma ‘na robbetta
su non c’è male; ma a la gente
non j’è bastado”
“Davvero?”
“No? E vedessi la gente! A S.
Marco… a S. Michele… dentro
la Chiesetta del Moro… a
Poggio Cupro… giù i Fradi
Neri… E po’ non semo polsudi
gi’ al Beato Angelo!! E tutte le
sante sere ‘na massa de gente.
Vedessi!”
S. Settimio al saper che S. Floriano era stato assieme alla
Madonna delle Grazie s’era
calmato: “Interessante. E che
facevate?”
“Come?”
“Cosa facevate, dico, ogni
sera?”
“Niente: se dicea la corona, le
littanie e po’ la messa. Que
altro doveamo fa’?”
S. Settimio mise su un’aria da
saccente che a S Floriano non
gli spianò affatto.
“Sai chi me venìa pensado
quanno vedeo tutta quella
gran gente davanti al quadro
de la Madonna?” Aggiunse S.
Floriano con la sua solita aria
scojonada.
“A chi?”
“Ma no: ce doveamo fermà’ ‘na “A vualtri. A vualtri che fade la…
settimana solo, ma dopo…”
come se dice… Eh? La lettura
“Dopo?”
divina… Que fade? “
“Dopo c’ha toccado a stacce 15 “ La lectio divina!”
giorni.”
“Brao: propio quella! E me venia
“E perché?”
tanto da ride’”.
“Perché a la gente non j’è
m.f.
Notizie brevi
zona di cupramontana
Condivisione
D
omenica 19 novembre, le undici parrocchie della
Zona Pastorale di Cupramontana si ritroveranno a
Maiolati Spontini nella Chiesa di S. Stefano per l’avvio
ufficiale dell’anno pastorale. La celebrazione eucaristica
sarà presieduta, alle ore 11,15, dal vescovo Mons. Gerardo
Rocconi e concelebrata da tutti i parroci e sacerdoti
delle rispettive parrocchie. Per la zona pastorale la
celebrazione comunitaria della Messa che segna l’inizio
delle attività è ormai una tradizione: ad essa sono tutti
invitati, in particolare i componenti dei singoli Consigli
Pastorali Parrocchiali, i ragazzi ed i giovani. Vuole essere
un’occasione privilegiata ed importante per far prendere
coscienza a tutte le comunità della Zona che esse possono
trarre maggior vigore ed entusiasmo nel loro operare se
si superano le strette ombre dei propri campanili con
una visione più ampia sia dei problemi che delle relative
soluzioni. L’iniziativa di questa celebrazione fu presa ormai
da quasi un decennio dal Consiglio Pastorale Zonale
che, dopo esser stato per lungo tempo presieduto da Don
Maurizio Fileni, parroco di San Lorenzo di Cupramontana,
è ora guidato da Don Fabio Belelli, parroco di Maiolati, la
cui indicazione, fatta dai sacerdoti della zona in settembre,
è stata confermata dal vescovo. Gli incontri del Consiglio
Pastorale Zonale sono periodici, in essi vengono discusse
le iniziative comuni per l’intera Zona ma anche elaborate
modalità di intervento su alcuni temi ed interventi
che riguardano tutti. Il processo di collaborazione ma
soprattutto quello di superare le barriere dei confini
parrocchiali non è facile, è comunque quello più necessario
ed urgente sia per la progressiva riduzione del numero
dei sacerdoti, specie in prospettiva futura, sia per dare
ai laici specifiche responsabilità nelle singole comunità.
La necessità di un sentire cristiano più profondo, di una
sensibilità maggiore, di una partecipazione più convinta, di
una testimonianza più serena, segna il cammino di tutte le
comunità parrocchiali con in impegno progressivo di laici e
sacerdoti. Un cammino che vede come impellente l’urgenza
di integrare l’identità di ogni singola comunità e delle sue
specifiche tradizioni con un rapporto più stretto con le altre
realtà della stessa zona: un’esigenza questa avvertita anche a
livello civile. L’incontro-celebrazione di domenica 19, con la
presenza autorevole del vescovo, fa parte di questo percorso
che non può essere che condiviso.
r. c.
CHIESA dell’ADORAZIONE
luogo di adorazione e di ascolto
Dal lunedì al venerdì, dalle ore 16 alle
19, un sacerdote è a disposizione nella
Chiesa dell’Adorazione per le confessioni
e il colloquio spirituale. Questo servizio,
offerto a tutti, vuol essere in modo particolare una opportunità data ai giovani.
Viene indicato il sacerdote presente per
ciascun giorno:
Giovedì9 nov. Padre Carmelitano
Venerdì 10 nov. Don Mario Massaccio
Lunedì 13 nov. Don Fabio Belelli
Martedì 14 nov. Don Giovanni Ferracci
Mercol. 15 nov. Don Michele Cobzaru
Giovedì16 nov. Don Giuseppe Quagliani
Venerdì 17 nov. Don Gianfranco Rossetti
Il circolo Ferrini ricorda i defunti
Il 21 novembre alle ore 18 nella chiesa
dell’Adorazione a Jesi, i soci del Circolo Ferrini ricorderanno i soci defunti. E’
questa una tradizione da mantenere per
ricordare quanti ci hanno preceduto nel
segno della fede e che ora dormono il
sonno della pace.
Radio Maria a Jesi
Il 17 novembre alle ore 16,40 Radio Maria trasmetterà in diretta, dalla cappella
dell’ospedale “Murri” un incontro di spiritualità e di riflessione. La radio copre
con le sue frequenze il 98% del territorio
nazionale e raggiunge milioni di ascoltatori in Italia e nel mondo. La scelta di
trasmettere dal Murri gratifica il lavoro
del cappellano padre Nicola Abbruciati,
cappuccino, dei volontari e del personale che operano nella struttura. Chi vorrà,
potrà ascoltare dalle frequenze di Radio
Maria (107.600 - 107.900) o partecipare
all’incontro dalle 16,40 alle 17,40.
6
Vita Ecclesiale
12 novembre 2006
Vangelo
21
novembre
2006
xxxii del tempo ordinario Dal Vangelo secondo Marco
I
n quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: “Guardatevi
dagli scribi, che amano passeggiare
in lunghe vesti, ricevere saluti nelle
piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e
ostentano di fare lunghe preghiere;
essi riceveranno una condanna più
grave”.
E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete
nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera
vedova vi gettò due spiccioli, cioè un
quattrino.
Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: “In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato
del loro superfluo, essa invece, nella
Agenda
Pastorale
del Vescovo
sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per
vivere”.
Quale fede?
O
stentazione e semplicità. Cupidigia e generosità. Ricchi di sé e
ricchi di Dio.
Questi i contrasti stridenti che emergono dai personaggi contrapposti
nel brano evangelico: gli scribi, riconosciuti da tutti come guide spirituali, e una povera vedova che non
ha alcun peso nella società. Come
un abile regista, Marco punta la sua
cinepresa sui primi, seguendoli in alcuni momenti della loro giornata. Li
vediamo messi a fuoco mentre passeggiano nei luoghi più frequentati,
pavoneggiandosi nelle loro ampie
vesti e compiaciuti della riverenza
con cui la gente li saluta; li vediamo
poi seduti ai posti d’onore (protoklisíai) nei banchetti a cui sono invitati, e in prima fila (protokathedríai)
nelle sinagoghe durante le assemblee liturgiche. Questo è quello che
“amano” (il verbo thélo ci parla di un
desiderio che si fa volontà): il riconoscimento del loro “contare”. Fin
qui potrebbero essere accusati solo
di vanagloria, ridicola vanità. Più
grave è che dietro questa apparenza
c’è un comportamento ignobile: la
loro religiosità è puramente esteriore, le loro preghiere pubbliche non
vengono dal cuore ma sono solo un
pretesto (próphasis) per essere ammirati; e, loro che dovrebbero essere
dalla parte dei deboli, non si fanno
scrupolo di “divorare le case”delle
vedove, di arricchirsi a loro danno.
Ribaltando, come sempre, l’ottica
comune, Gesù indica proprio una
vedova come maestra da imitare:
nella sua indigenza lei versa nel tesoro del tempio appena due spiccioli, una somma irrisoria, ma che in
realtà è tutto quello che ha per vivere. Esempio di generosità semplice e
autentica, di vera religiosità.
“Guardatevi dagli scribi” dice Gesù.
Guardatevi dal vivere la religiosità
come ostentazione. Perché Dio ama
una fede semplice, profonda, senza
calcoli, fatta di abbandono e fiducia.
Ama gli uomini dal cuore sincero,
che sanno riconoscere la loro “povertà”, e sono certi che nel momento in cui la consegnano a Dio, essa
diventa una grande ricchezza.
Adriana Borgognoni
Meic - Il multiculturalismo e l’identità cristiana
Liberi in Cristo
Venerdì 10 novembre
ore 10.30: Incontro con un
gruppo di ragazzi di Angeli di Rosora
Sabato 11 novembre
ore 19: S. Messa e incontro con le “Opere della
Compagnia”
Domenica 12 novembre
ore 11.30: S. Messa a Maiolati Spontini
ore 15.30: Scout: apertura anno sociale a
Monsano
ore 17.30: Conclusione festa del ringraziamento a
Pianello
Lunedì 13 novembre
ore 19: S. Messa al Santuario delle Grazie
Martedì 14 novembre
ore 15-18: il Vescovo riceve nella cappella di
San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano
confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza
appuntamento
Mercoledì 15 novembre
ore 21: Incontro con il Gruppo missionario
Giovedì 16 novembre
Mattino: ritiro con i sacerdoti più giovani
di Ordinazione
ore 16: Incontro con la Caritas della Parrocchia di
San Francesco di Assisi
Sabato 18 novembre
Pomeriggio: Incontro e Santa messa con l’Ordine
Francescano secolare presso la parrocchia di S.
Pietro Martire
Domenica 19 novembre
ore 10: S. Messa a Castelrosino
ore 11.30: S. Messa a Maiolati Spontini
Jesi - Parrocchia San Pietro Martire
In occasione
del decimo anniversario
n occasione del 10° anniversario di fondazione del gruppo
Ireligiosa
di preghiera di San Padre Pio da Pietrelcina, la comunità
e parrocchiale si è riunita per un incontro a cui ha
partecipato anche il Vescovo. Mons. Gerardo ho sottolineato
con sollecitudine “una testimonianza incisiva per un vero
rinnovamento
spirituale, medicina efficace
per il nostro
tempo”. Il 21
ottobre, invece,
padre Guglielmo Alimonti,
responsabile
interregionale
dei gruppi di
preghiera, ha
richiamato agli
insegnamenti
del “Santo di
tutti” per un avvenire migliore
di pace e di fraternità tra i popoli. Al termine
dell’incontro,
cui era presente
anche il gruppo
dei cantori di
Pescara, si è svolto un momento di festa.
Il gruppo invita a partecipare agli incontri che si svolgono
ogni terzo sabato del mese alle ore 17,30 con l’adorazione
eucaristica e la celebrazione della Messa nella chiesa parrocchiale di san Pietro Martire.
Padre Umberto Bastianelli
La lettura di due brani, rispettivamente dal
libro”Senza radici” di M. Pera e di J. Ratzinger,
e dal libro “Tu sei bastardo” di G. Lerner, ha
introdotto con riferimenti alla “razionalità
occidentale”da una parte, e al “multiculturalismo
come meticciamento”dall’altra, il tema
“Multiculturalismo e identità cristiana”. Una
problematica interessante e di grande attualità,
affrontata con competenza dal prof. Gabriele
Bevilacqua, pedagogista e collaboratore del
“Centro volontari per il mondo” di Ancona (per
l’educazione interculturale), il 24 ottobre, a
Palazzo Ripanti, nell’incontro promosso dal Meic
di Jesi.
Alcuni autori danno al termine “multiculuralismo”
un significato descrittivo, altri prescrittivo, cioè
di “un valore, un modello da perseguire”; ciò vale
anche per i concetti di cultura e di etnia, in cui
l’appartenenza viene prima della persona. Quanto
al significato di”identità”, il relatore ha affermato
che, se per lo psicologo l’identità è un processo
continuo e quindi dinamico” di costruzione del sé”,
per l’ideologia multiculturalista invece è un valore
“ nel momento in cui non è ancorata ad alcuna
consapevolezza delle proprie tradizioni e radici; è
quella meticcia, in un continuo rimescolamento di
soggetti, appartenenze, diritti collettivi…”.
Il prof. Bevilacqua ha proposto molti spunti di
riflessione che qui riportiamo per flash:
1. Spaesamento: le radici, “elemento
fondamentale per la salute della
collettività, non devono diventare
elemento nostalgico, identitario”. Il
cristiano deve porsi ”oltre” e conservare
autonomia di giudizio e di discernimento
per agire ed essere lievito nel mondo.
2. Individualismo cristiano: di fronte alla
predominanza del collettivo in chiave
post- moderna
(culture di appartenenza), occorre
ribadire il primato della persona.
Modello è Cristo,”potenza individuale
che rompe le appartenenze collettive e le
rappresentanze…”.
Il cristianesimo ha una funzione
liberatoria perché aiuta la persona a
liberarsi dalle culture, dalle chiusure
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
collettive ed a recuperare la dimensione
affettiva e le proprie potenzialità spirituali.
3. Universalismo cristiano: è ”quel sostrato
di radicale umanità che unisce gli
uomini, ma non cancella le divisioni delle
contingenze storiche…” E allora? Solo “il
realismo cristiano-afferma Bevilacquaindica la strada: è l’azione che dà senso
alla ricerca di orizzonti di convivenza,
perché nella pratica io posso vedere anche
il rispetto delle regole e dei valori”.
4. Identità cristiana e pluralismo: quale
rapporto? E’ auspicabile ”non un
accostamento di differenze che non si
parlano, ma una pluralità interessata, che
si basa sul dialogo e sul confronto delle
cose migliori di ciascuno, per giungere ad
una pluralità di spiritualità, di modelli di
perfezione etica”.
Dalla relazione é emersa anche la tematica
“laicità e cristianesimo”sulla quale il prof.
Bevilacqua, con evidente riferimento alla
desacralizzazione delle strutture religiose,
come quella del “tempio”, per un culto
di Dio ”in spirito e verità”, ha osservato
che “il Vangelo narra un Cristo laico, una
laicità del regno di Dio che si oppone al
fondamentalismo, al confessionalismo,
all’imbracatura farisaica del mondo da parte
delle autorità religiose e politiche del tempo”.
Infine l’impegno del cristiano a portare nel
mondo la speranza del Risorto, ma con
la consapevolezza che l’identità cristiana
rimanda sempre alla escatologia della Parusia:
“Vieni, Signore Gesù” (Ap. 22,20).
La conferenza ha provocato un acceso
dibattito, ma a placare gli animi è giunta, da
parte di un professionista jesino la proposta
di rileggere la “preghiera dei fedeli” (di una
domenica di ottobre) che il prof. Bevilacqua
aveva presentata all’assemblea: “Incoraggia,
o Signore, la Chiesa, che è invitata a
confrontarsi con sfide nuove e a dialogare
con culture e religioni diverse, cercando
di costruire insieme con persone di buona
volontà la civile convivenza tra i popoli”.
Assunta Tittarelli
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
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12 novembre 2006
Diocesi
7
Don Luigi Carrescia, sacerdote Fidei Donum in Brasile
Grazie al gruppo missionario di Maiolati
G
entilissima Signora Ivonne e collaboratrici del Gruppo Volontariato Missionário, mi ricordo che quando
andavo a scuola mi insegnavano che il giorno 12 di ottobre
é stata scoperta l’America. Ma quando sono venuto qua,
con mia grande sorpresa ho visto che in questo giorno qui
non si fa festa per la “scoperta” di questo continente, ma
per due altri motivi: primo perchè è festa della Madonna “Nossa Senhora Aparecida” (“aparecida” = “apparsa”, perchè
la statuetta della Madonna (che assomiglia molto a quella
di Loreto) è “venuta fuori” della rete di alcuni pescatori sul
rio Tieté che bagna São Paulo, e secondo perchè é festa dei
bambini. (Per i meno attualizzati - come lo ero io quando stavo in Itália - la “scoperta” del Brasile si attribuisce a
Pedro Álvaro Cabral il giorno 21 aprile dell’anno 1500 ma
questo giorno é appena “ricordato” sui libri, perchè in realtà non é stata tanto una scoperta quanto una “conquista”
Siccome Nossa Senhora Aparecida é Patrona del Brasile,
é festeggiata com grande solennità ovunque. Anche nella
nostra Parrocchia le celebrazioni sono state particolarmen-
“C
te festose e partecipate anche perchè le SS.
Missioni Popolari - terminate circa un mese
fa - hanno “scosso” molte persone dal torpore o apatia spirituale e sembra che lo Spirito Santo abbia lavorato molto in quei giorni.
Alla festa religiosa si unisce la festa sociale:
é festa dei bambini. L’attenzione é rivolta
a questi piccoli che per la loro semplicità e curiosità di sapere, sono proposti da
Gesù come esempio per chi vuol entrare
nel Regno dei cieli. La nostra società purtroppo non dà molta attenzione ai bambini, sono persone che “non producono”, a
volte sono addirittura abbandonate, maltrattate, usate (ricordate il caso dei bambini di Altamira raccontato da Pe. Sávio?),
Ma il giorno 12 tutti mostrano attenzione
e buon cuore verso i bambini, moltissimi
distribuiscono regalini (giochini) e merenda; alcuni educatori e
pedagoghi approfittano
della stampa per offrire
riflessioni e domande inquietanti ai responsabili publici che
non danno interesse né offrono spazi appropriati per questi piccoli.
La nostra missione evangelizzatrice ci
spinge a supplire a questa carenza pubblica e a offrire ai bambini e agli adolescenti e giovani non solo una struttura appropriata ma anche un progetto
educativo che li aiuti a crescere sani,
in buona salute, onesti, cittadini a pieno titolo di questa grande nazione e
membri vivi della Chiesa, costruttori
domani di una società migliore dove i
valori del Regno (la vita, la giustizia, la
pace, ...) facciano parte della loro vita.
Prima della fine dell’anno - come
già sapete - inizieremo la costruzione di un asilo per i bambini e di alcune sale per attivi-
tà educative con adolescenti, giovani e adulti.
La vostra generosa offerta (4.000,00 euro) fatta giorni fa
mi rallegra e aumenta il mio sentimento di riconoscenza
verso questo bel Gruppo di Volontariato Missionario che
ogni anno (in un modo sempre più consistente) continua
a ricordarsi di questa missione brasiliana. So dei bei lavoretti di cucito, di ricamo, di lavori in bianco che varie
Signore oggi non più giovani producono, e so anche che
moltissime persone hanno collaborato in moli modi per
realizzare questa mostra della solidarietà, dell’arte del cucito e del ricamo.
Nella persona della Signora Ivonne - instancabile animatrice dell’iniziativa - complimento e ringrazio tutto il
Gruppo di Volontariato Missionário, don Fabio, e tutti i
maiolatesi e non, che hanno collaborato per questa bella
iniziativa. Sarete tutti particolarmente presenti nella mia
preghiera Un abbraccio cordiale e fraterno a tutti,
ome la vita, il Battesimo Pianello- Il Vescovo Don Gerardo incontra il gruppo famiglie
è un dono di Dio e ci
rende sui figli”, così il Vescovo don Gerardo si è rivolto
al gruppo famiglie, sabato 4 novembre viene comunicata la vita del Risorto per come è avvenuto per Gesù.
presso l’oratorio della chiesa di Pianello ereditare la sua stessa sorte. Gesù risorto Se siamo figli possiamo vivere da figli.
Vallesina, incontro organizzato dal par- non muore più e anche noi, vivi per sem- Per questo possiamo rivolgerci a Dio e
roco don Gianni Piersimoni e dal gruppo pre, diventiamo eredi del cielo.
chiamarlo: Abbà, Padre! ”.
famiglie.
I battezzati formano la “famiglia di Dio” Don Gerardo ha semplificato dicen“La Chiesa battezza i bambini per im- che è la Chiesa. Mediante il battesimo do che vivere la Vita nuova nello Spirito,
mergerli in Gesù, fino al punto di diven- entriamo a far parte della Chiesa. Di essa significa vivere da risorti, da figli deltare un tutt’uno con Lui: una scintilla si diventa pietre vive, facendosi carico la nuova creazione cominciata con la
divina è in noi!” afferma Don Gerardo e della sua testimonianza e del servizio al- Resurrezione di Gesù. Una vita caratcontinua:”Uniti a Gesù, noi risorgiamo l’umanità. Per il battesimo siamo già ri- terizzata dalla Carità, dalla speranza e
con Gesù. Nascendo entriamo in una sorti in quanto abbiamo ricevuto la vita dalla gioia propria di chi si sente figli e
umanità destinata alla morte. Battezzati dei figli di Dio: ora siamo nell’attesa della grida:”Abba, Padre!”.
in Gesù muore la morte che è in noi e ci piena glorificazione della nostra persona, Prima che don Gerardo iniziasse la sua
Don Luigi Carrescia
esegesi, il gruppo famiglie ha
colto l’occasione per informarlo delle numerose attività che da anni svolgono nella
parrocchia di Pianello. Il cammino di
formazione è ricco di iniziative: si raccolgono e leggono testi sacri, invitano
personaggi esterni, organizzano uscite
con altre comunità. I temi sono parecchi:
la famiglia, il matrimonio, la sessualità, l’educazione dei figli. Queste attività
in cui credono, porteranno l’oratorio ad
essere punto di riferimento per i giovani
che potranno vivere momenti sereni e di
crescita.
Con il battesimo Gesù ci dona una vita nuova
Giulia Benigni
Dal MOVIMENTO LAICALE dei Fratelli della MISERICORDIA
Invito a nuovi volontari
C
irca dieci anni fa, il Collegio Pergolesi, ha fatto una scelta coraggiosa.
Ha cercato di aprire le porte per il variegato mondo degli anziani. Per questa
ragione si è dovuto ristrutturare buona
parte dell’edificio in modo da renderlo pratico, gradevole ed efficiente per
qualsiasi necessità. Dal momento che le
porte si sono aperte per accettare ospiti,
le richieste d’entrata hanno avuto inizio.
Prima lentamente, poi, il numero ha incominciato a crescere sino ad avere oggi
un numero stabile di circa quarantacinque pazienti, tra autosufficienti e semi
autosufficienti.
Alla Casa Famiglia per Anziani, vi sono
circa quindici persone assunte a tempo
pieno, tutte dedite all’assistenza dei pazienti. Questo personale lavora insieme
ai Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, assicurando tutte le cure e le
attenzioni necessarie agli ospiti, sia di
giorno che di notte.
La Congregazione dei Fratelli di N.S.
della Misericordia è stata fondata dal sacerdote belga mons. Vittore Scheppers,
a beneficio dei malati, degli orfani, degli
anziani, dei senza tetto, degli emarginati
e persino dei carcerati, opere di miseri-
cordia, di cui la società dei suoi tempi
aveva un bisogno vitale; lo stesso scenario ci viene presentato dalla società
odierna e quindi esiste la stessa necessità di aprire il cuore alla Misericordia
di Dio e donarLa al nostro prossimo per
lenirne le piaghe. Necessita industriarsi
a trovare i modi e i metodi per prevenire
i problemi sociali, morali e religiosi che
esistono oggi.
ll lavoro che si presenta alla Casa Famiglia per Anziani è importante; richiede
professionalità, capacità coordinative e
sempre forti motivazioni. Accompagnare l’anziano per fare una passeggiatina,
per esempio, come pure l’animazione
del gruppo, sono servizi molto importanti perchè aiutano l’individuo ad uscire dalla solitudine e aiutano chi li dona a
sentirsi meglio perché cooperatori di un
piano d’amore ed estensione della mano
di Dio.
Ciò che ora sta sempre più emergendo
e che di conseguenza si cerca di attuare con la dovuta preparazione, è la formazione spirituale di persone, uomini e
donne, che, acquistando e condividendo
lo spirito della nostra Congregazione, lo
Spirito della Misericordia, si rendano
disponibili ad offrire aiuto
all’anziano, senza fine di
lucro, e ad offrire i propri
talenti per servire nelle
varie e multiformi attività
dell’opera.
La motivazione di tale servizio dovrà essere dettata
dall’amore di Dio e della
persona umana, Sua creatura.
L’opera dei Cooperatori e
delle Cooperatrici, in diversi centri dei Fratelli è in
atto da dieci anni; qui a Jesi il progetto
è stato introdotto sei anni or sono. Per
queste persone che sentono nell’animo il
desiderio e il forte richiamo al servizio,
già esiste un particolare statuto (ad hoc),
che offre le garanzie per una preparazione e per un cammino spirituale, sempre
necessari per poter servire con costanza
e con fedeltà nel tempo.
Con queste righe facciamo appello alle
persone che sentono una vocazione
verso le opere di misericordia e che intendono abbracciare lo spirito del Fondatore, spirito attinto dal Vangelo stesso,
affinché questi uomini e queste donne
di buona volontà, si
rendano disponibili
per un impegno di
preparazione introduttiva. Siamo certi
che questo cammino
di carità darà tanta gioia, non solo ai
pazienti della struttura, ma ancor più a
chi farà il dono delle
proprie abilità e del
proprio tempo.
Per
informazioni
sul Movimento Laicale, Cooperatori
e Cooperatrici dei Fratelli di N.S. della Misericordia, rivolgersi al Direttore
del Collegio Pergolesi, dove appunto si
svolge l’opera di carità verso gli anziani.
I Cooperatori e le Cooperatrici, il 26 novembre, Festa di Cristo Re dell’Universo,
alle ore 10.30, faranno il Rinnovamento
delle Promesse e vi saranno i primi ingressi. Chi volesse iniziare il cammino
con noi, in questa data, chiami la Direzione: 0731.64444.
Ognuno è invitato alla Festa.
Fr. Lodovico Albanesi
8
Jesi e Vallesina
12 novembre 2006
Mostra itinerante del Teatro Pirata
Un sogno di latta
“R
isvegliare nei più grandi le emozioni dell’infanzia,
generare stupore nei più piccoli”. Questi gli obiettivi dell’affascinante mostra “scenografata” di giocattoli
di latta della collezione del Teatro Pirata e di altre collezioni private, inaugurata sabato 4 novembre alla Salara
del Palazzo della Signoria, dove sarà visitabile fino al 12.
Previsti e proposti all’interno, laboratori di animazione
teatrale sul gioco per bambini, curati dalla Ludoteca
Comunale Di Jesi “La girandola”che ha collaborato alla
realizzazione dell’iniziativa.
Articolata in nove colorate ambientazioni- il mare, le
nuvole, la ferrovia, la città, il Far West, il circo, le giostre,
l’Africa, il paesaggio lunare: tutte create dalla scenografa
della compagnia Marina Montelli- la mostra rivela una
miriade di piccoli giocattoli che appartengono ad un
mondo fantastico custodito solo nei ricordi degli
adulti. Giochi a molla, a spinta, a corda: meccanismi semplici, lontani dalle nuove tecnologie, e
capaci di offrire un gioco essenzialmente fatto di
fantasia e illusione. Com’è appunto “Il mondo di
Oscar”- ultima produzione del Teatro Pirata, e
che ha poi dato vita alla mostra- dove queste minuscole creazioni si animano per raccontare brevi storie e strabilianti numeri di destrezza. Oscar
è un grande piccolo uomo che non ha mai rinunciato a sognare; vive in una specie di circo in miniatura, sulla cui piccola pista si alternano- con
l’abilità e l’eccentricità di Silvano Fiordelmondoelefanti, lumache, ragni, pinguini acrobati, foche
giocoliere, scimmie dispettose, motoristi pazzi e
altro ancora.
Una produzione che si ispira al famoso “Le cirque
calder”, unico circo in miniatura frutto della pas-
sione e della “fascinazione” di Alexander Calder per il
mondo circense. Costruito dal famoso artista- laureato
in ingegneria e figlio di uno scultore e di una pittricetra il 1926 e il 1930, “Le cirque calder”, esposto in modo
permanente al Whitney Museum of American Art di
New York, è composto da minuscoli personaggi in fil di
ferro, sughero, legno, stoffa, carta e stringhe, articolati
ingegnosamente e manipolati dalle abili mani dell’artista in modo da camminare in equilibrio sulla corda,
danzare, fare acrobazie, volteggiare sui trapezi.
Proiettato, nella mostra, anche un filmato realizzato da
Carlos Vilardebo nel 1961.
Fotoservizio Paola Cocola
Con gli studenti a teatro
Ragazzi, all’opera!
“C
elestialmente stregante”. Così, un secolo e mezzo fa,
definì ‘Carmen’ Hans von Bülow, uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi. Altri personaggi
– musicisti, letterati, intellettuali – rimasero folgorati da
quest’opera. Brahms la vide venti volte; Bismarck ventisette. Ciaikovskij confessava: ‘Non posso suonare l’ultimo
atto senza piangere’. Nietzsche scrisse trattati a riguardo;
Wagner, ascoltandola, ebbe ad esclamare: “Grazie a Dio
qui c’è finalmente qualcuno con idee in testa!”. Carmen fu
anche soggetto di un quadro di Monet.
Eppure l’opera fu inizialmente accolta con freddezza;
complice soprattutto una cattiva pubblicità fatta da coristi, orchestra e persino dal direttore dell’Opéra Comique,
spaventati tutti dalle difficoltà d’esecuzione e dall’ardita
novità del soggetto. Prima che calasse il sipario sull’ultimo atto, tutti gli spettatori erano già usciti dal teatro. In
sala erano rimasti solo pochi amici del compositore.
Ma come viene recepita oggi quest’opera da chi la vede
per la prima volta?. Abbiamo cercato di scoprirlo nel
corso dell’anteprima riservata agli studenti coinvolti con
l’iniziativa ‘Ragazzi, all’opera!’. Sono venuti in tanti, ma
quasi nessuno di loro conosceva ‘Carmen’ prima di questa
esperienza che è stata preceduta da lezioni propedeutiche
e da un incontro con il regista, a cui pure in molti sono
intervenuti. Ai risultati
è evidente la validità del
progetto. Da segnalare:
è così che si può veramente riuscire a formare il nuovo pubblico del
teatro d’opera.
Prima di incontrare i
ragazzi durante l’intervallo Elena Cervigni,
responsabile
dell’iniziativa, avverte che gli
studenti provengono da
scuole diverse medie e
superiori di Jesi e della
provincia. Le adesioni
sono state circa milletrecento: un numero
tanto elevato che è stato
necessario scaglionare i ragazzi nelle due prove generali
previste. Spiega poi che durante gli incontri propedeutici
sono stati presi in esame il romanzo di Mérimée da cui
è tratta l’opera, il libretto e le caratteristiche del suo linguaggio, la musica di Bizet e l’interpretazione esemplificata dall’ascolto.
Termina intanto il secondo atto. Applausi scroscianti; poi
i ragazzi sciamano fuori o restano in sala, a parlare a bassa
voce, a commentare. E’ già questa una buona impressione.
Evidentemente non sono venuti in teatro per far gazzarra.
Hanno lasciato fuori Halloween e le sue streghe. C’è poco
tempo a disposizione; poche saranno quindi le domande,
a breve risposta, rivolte ad alcuni di loro: “Conoscevi quest’opera?”, “Ne avevi viste altre?”, “Che cosa ti colpisce di
più dello spettacolo?”, “Ti piace?”.
E’ Sofia che risponde per prima. Viene dalla scuola media
di Apiro. Semplicemente nota: “E’ bello. Mi piace tutto; interpretazione, canto, musica…”
Vicino a lei c’è Martina. Frequenta il secondo anno del Liceo Classico: “Ho conosciuto Carmen con il film di Carlos
Saura, ma non l’avevo mai vista a teatro. Mi piace, mi interessa in particolare il linguaggio. Lo abbiamo esaminato a
scuola, con il prof. Cipriani”.
Nell’ingresso un ragazzo e due ragazze sostano accanto al
busto di Pergolesi. Il primo
viene da molto lontano. E’
estone, si chiama Alexander Veiderm. Frequenta
lo Scientifico Tecnologico:
“Prima di ‘Carmen’ ho visto la stessa scuola: “La musica e la musicalità della lingua in
‘Turandot’ allo Sferisterio. quest’opera sono affascinanti. Precedentemente avevo visto
Sono stato anche all’incontro ‘Nabucco’, ma ero impreparata. Carmen è più accessibile alla
con il regista. Trovo special- comprensione”.
mente interessante l’ambien- Ecco Matilde. Viene dal Liceo Classico di Senigallia: “Ho
tazione”. Anche Valentina veduto finora ‘Il ratto dal serraglio’, ‘Traviata’ e ora ‘Carmen’.
viene dal Liceo Scientifico: A scuola abbiamo anche letto il romanzo di Mérimée”. Giulia,
“Mi colpisce il modo in cui che frequenta la stessa scuola aggiunge soltanto: “Bellissisono resi in musica i senti- mo!” prima che si spengano di nuovo le luci in sala.
menti e le emozioni e come Ma chi ha detto che ai ragazzi l’opera lirica non piace?
pure li ha interpretati il regi- Può essere per loro una scoperta meravigliosa. E’ accadusta. Sì, è la prima esperienza to, al Pergolesi.
per me, e mi piace moltissimo”. Federica frequenta
Fotoservizio Augusta Franco Cardinali
Unione dei comuni della Media Vallesina
Nasce il servizio “Telefono amico”
L’
Unione dei Comuni, l’organismo che riunisce, per
la gestione di alcuni servizi, le amministrazioni
di Maiolati Spontini, Castelplanio, Castelbellino,
Monteroberto, San Paolo di Jesi e Poggio San Marcello,
ha lanciato il progetto Filo d’argento. “E’ un percorso
ancora in fase sperimentale – spiega l’assessore
ai Servizi sociali dell’Unione nonché sindaco di
Castelbellino Demetrio Papadopoulos – ma dai primi
riscontri possiamo già dire che sarà un’attività destinata
ad avere un grande interesse negli anziani e nelle loro
famiglie”.
Si tratta, in sostanza, di un “Telefono amico” destinato
agli anziani che si propone di vincere la solitudine e
l’emarginazione attraverso l’ascolto telefonico, capace
di unire le persone e combattere il disagio. L’attività si
avvale dei volontari dell’Auser di Moie che svolgono
servizi di compagnia agli anziani in difficoltà, li
informano sui servizi socio-assostenziali locali e
sulle attività del trasporto sociale. “Si telefona al Filo
d’Argento in caso di bisogno – spiega Papadopoulos
– o soltanto per comunicare con una persona amica,
per trovare comprensione e disponibilità”.
Il servizio è raggiungibile al numero gratuito
800.99.59.88 (solo da telefoni fissi) nei giorni di lunedì,
mercoledì e venerdì, dalle ore 16 alle ore 18.
Il progetto Filo d’argento si inserisce nelle iniziative
dell’assessorato ai Servizi sociali dell’Unione. Fra gli
altri ambiti di intervento vi sono anche il servizio di
trasporto sociale, gestito sempre con l’associazione
Auser di Moie, e le colonie marine, che grazie
all’Unione possono ora contare su un unico centro
gestionale, con la determinare di una tariffa unica per
tutto il territorio di competenza..
Speciale famiglia
12 novembre 2006
9
il movimento dei focolari promuove una petizione La raccolta delle firme si concluderà il 26 novembre
Famiglia al centro della società
I
l Movimento dei Focolari, attivo da decenni in varie
città delle Marche, ha realizzato in questi ultimi anni
iniziative che hanno posto l’accento in modo significativo sulla realtà familiare, cellula base della società. In particolare in questa regione è attivo il Movimento Famiglie
Nuove, nato nel 1967, che ha lavorato per mettere a punto un nuovo modo di essere famiglia e una innovativa
cultura familiare costruita lungo quattro linee guida:
educazione, formazione, socialità e solidarietà. Famiglie
Nuove con i suoi gruppi di famiglie è presente in tutta la
Regione Marche sia nelle città più grandi che nei piccoli centri, anche a Jesi, ed ha sedi ad Ancona e ad Ascoli
Piceno.
Tutto parte dall’impegno dei suoi membri a vivere con
radicalità la spiritualità dei Focolari, quella dell’unità.
Una “vocazione” che, in famiglia, è anche formazione. Il
rapporto di profonda unione che i genitori costruiscono
giorno per giorno diventa un forte riferimento educativo per i figli. E in questa cornice anche la differenza tra
generazioni non è più scontro fra opposti, ma positivo
scambio di doni.
“La famiglia non si chiude in se stessa – diceva Igino
Giordani, da Chiara Lubich considerato co-fondatore di
Famiglie Nuove – ma si espande come cellula che vive
per sé di quanto convive coi fratelli. La società nuova nasce, come da fonte sacra naturale, dalla famiglia che vive
il Vangelo.”
Tra i congressi internazionali a tema con cadenza periodica, caratterizzati da scambio e confronto tra famiglie
ed esperti a livello mondiale, particolare risalto ha avuto
il Familyfest, un meeting internazionale che si svolge
ogni 12 anni. L’ultimo: Familyfest 2005 ... al Papa della
famiglia, ha avuto luogo nel mese di aprile, poco dopo la
dipartita di Giovanni Paolo II, dedicato a Lui in segno di
gratitudine. E’ stato un unico avvenimento internazionale formato da una rete di 200 meeting, in altrettante città
e capitali di 78 Paesi nei 5 continenti, in diretta RAI Uno.
Per le Marche la città sede dell’evento è stata Loreto, luogo nel quale oltre un migliaio di persone hanno vissuto
una giornata importante di riflessioni e suggestioni, da
cui è emersa la fisionomia di una famiglia in trasformazione, orientata al dialogo ed all’apertura, candidata ad
essere risorsa nella società. Da quel convegno era scaturito l’impegno ad elaborare un documento, che sottolineasse la necessità di interventi specifici a favore della
famiglia, da sottoporre a politici ed amministratori della
regione, per contribuire a darle nuova dignità e cittadinanza.
Il successivo convegno, realizzato lo scorso 21 maggio dal
titolo “Famiglia scommessa di valore”, si è rivolto alle
famiglie della regione quali soggetti capaci, se operano
in rete, di dar vita ad una corrente di rinnovamento del
tessuto sociale. Preceduto da incontri culturali tematici
e da un laboratorio di politiche familiari, svoltosi nella
sala consigliare del comune di Pesaro, ha goduto di significative relazioni di esperti nazionali e locali, che hanno
messo a fuoco non solo la situazione della famiglia nelle
Marche, che riporteremo nel prossimo numero di Voce,
ma anche prospettive e binari sui quali far leva per favorire una corrente di rinnovamento del tessuto sociale. A
conclusione del convegno è stata presentata ufficialmente una petizione rivolta ai politici della regione Marche,
per interventi più mirati che mettano al centro la famiglia come elemento fondativo della comunità civile. Tale
petizione, che ha goduto nella sua stesura dell’apporto di
esponenti del Forum delle Associazioni familiari delle
Marche, di politici e persone qualificate, è posta all’attenzione di quanti intendano sottoscriverla, per avvalorarne i contenuti, per poi essere consegnata ufficialmente al
Presidente della Regione Marche. La raccolta delle firme,
tutt’ora in corso nella regione, verrà conclusa il 26 novembre. Di seguito il testo della petizione e la lettera del
Vescovo di Jesi, che accompagna con la sua benedizione
tale iniziativa.
Per informazioni ci si può rivolgere a:
Mara e Paolo Perticaroli, tel. 0731/702854, cell.
340/2211296;
Teresa e Sauro Carbonari, tel 0731/204137,
cell.328/4114314.
il messaggio di mons. vescovo gerardo rocconi
Ringrazio e sostengo la famiglia
14 novembre
E’ il compleanno
del nostro vescovo
mons. Gerardo
Rocconi
Auguri, meglio:
augurissimi!!
C
redo fermamente nel valore della
famiglia fondata sul matrimonio.
Nello stesso tempo vedo quante sono le
difficoltà per le famiglie di oggi.
Esiste la difficoltà dei giovani a formare
una famiglia perchè mancano i mezzi
ed ogni sicurezza per la mancanza di
lavoro o di casa.
Esiste la difficoltà di una coppia a
mettere al mondo i figli per i costi
enormi che un figlio comporta e ancora
per l’insicurezza nel lavoro.
Esiste la difficoltà della famiglia nel
reperire servizi che le permettano una
crescita armoniosa e serena.
Per questo sento di dover incoraggiare
tutte quelle forme di impegno che
aiutino la famiglia a svolgere nel modo
migliore il suo ruolo sociale nonchè
religioso.
In particolare sento di dover approvare
i fedeli laici, a cui compete in maniera
più specifica un impegno nelle cose
temporali, a trovare fra le vie di difesa/
promozíone della famiglia anche quella
politica.
Per questo ringrazio e sostengo, e
invito a fare altrettanto, coloro che si
adoperano affinchè si attui una politica
familiare tale che siano giuste e
lungimiranti le leggi che sostengono la
famiglia.
il testo della PETIZIONE PER UNA NUOVA POLITICA FAMILIARE
“La famiglia, soggetto sociale, al centro delle politiche regionali”
I
temi che riguardano la famiglia richiedono chiarezza di scelte e una forte capacità di
progettazione non solo del nostro presente ma soprattutto del n ostro futuro: questo
futuro dev’essere riprogettato dando centralità alla famiglia.
Rimettere la famiglia al centro come elemento fondativo della comunità civile.
Porre l’accento sul soggetto famiglia significa finalizzare le attuali forme di stato sociale per attuare interventi coraggiosi di carattere strutturale e promozionale, avendo
come soggetto non i singoli membri del nucleo familiare, bensì la famiglia in quanto
tale; significa individuare interventi che promuovano le relazioni e le funzioni sociali
della famiglia stessa; significa affrontare politiche mirate a potenziare la famiglia, al
suo formarsi e al suo mantenersi; significa recare benessere all’intera comunità locale,
all’intera società.
Il riconoscimento reale della cittadinanza sociale ed economica della famiglia richiede:
a) promozione di una nuova cultura della famiglia, allo scopo di sollecitare la famiglia stessa a riscoprire il proprio fondamentale ruolo educativo e sociale; riproposta ai
giovani dell’importanza e del valore della scelta familiare, mediante messaggi e interventi di diverso genere: celebrazione della giornata internazionale della famiglia, spazi
d’incontro delle famiglie, predisposizione di una carta dei servizi per la famiglia.
b) la realizzazione di politiche per la normalità della famiglia e non di emergenza
o “pronto soccorso”;
c) il sostegno al formarsi e al mantenersi della famiglia, attraverso una nuova politica della natalità e della maternità, che consideri il figlio valore e bene sociale ed
economico dell’intera comunità;
d) interventi che favoriscano fortemente il sostegno alla famiglia nella sua fase nascente e alle giovani coppie;
e) sostegno delle scelte di paternità e di maternità attraverso un potenziamento dei
servizi per l’infanzia e un riassetto dei servizi di educazione e cura secondo il principio
di sussidiarietà;
f) sviluppo delle politiche del lavoro finalizzate al mantenimento del posto di lavoro
e
al reinserimento nel mercato del lavoro (dopo la nascita dei figli), prevedendo forme di
flessibilità lavorativa legata ai carichi familiari;
g) riconoscimento del lavoro familiare, commisurando servizi e orari che tengano
conto dei tempi della famiglia e delle sue esigenze quotidiane;
h) riconoscimento dei carichi famigliari in materia fiscale e tariffaria; avvio di politiche creditizie a favore della famiglia per progetti;
i) impulso alle reti di solidarietà familiare (gruppi di self-help, mamma di giorno,
buon vicinato etc) attraverso campagne di sensibilizzazione, corsi di informazione, reperimento di sedi etc;
l) promozione delle forme di autogestione dei servizi per l’infanzia (nidi-famiglia,
asili-nido, nidi condominiali, scuole dell’infanzia) attraverso forme di accreditamento
del servizio riconosciuto come valenza pubblica;
m) valorizzazione della funzione dei consultori a livello territoriale per il sostegno
della famiglia in tutte le sue fasi evolutive; attivazione di momenti aggregativi dei genitori per riflettere su come essere educatori (scuola dei genitori);
n) promozione del ruolo delle associazioni familiari in rete;
o) creazione di tavoli di confronto paritetici tra l’associazionismo in rete e le istituzioni pubbliche, con funzioni di programmazione di nuove politiche familiari;
In modo particolare nell’immediato si chiede:
1) sostegno economico per le giovani coppie che si sposano, attraverso l’abbattimento degli interessi sui mutui per l’acquisto della prima casa, nonché forme di priorità nell’assegnazione dell’edilizia popolare o convenzionata;
2) un contributo, concesso almeno fino al primo e/o secondo anno di vita del bambino, finalizzato al sostegno per compiti di cura familiare, per i genitori che decidono di non mandare i figli all’asilo nido e che si pongono in congedo facoltativo per
figli. È indifferente quale genitore si ponga in congedo. La quota è fissa per tutti senza
verifica del reddito. Il contributo si potrà estendere fino a tre anni del bambino, legato
però ad un impiego part-time del genitore, compensando la differenza del reddito tra
full e part time. (Vedi esempio “Un anno in famiglia” Comune di Bologna)
3) sostegno del part-time, che consiste nell’integrazione per un anno dello stipendio
per coloro che scelgono questa forma di lavoro per poter accudire e seguire il figlio.
L’integrazione verrà erogata indifferentemente al padre o alla madre e le famiglie ne
potranno usufruire per un anno, fino agli 8 anni del bambino.
(Vedi esempio Forlì. Molti ne usufruiscono per seguire meglio il figlio nel passaggio
dalla materna alla prima elementare).
4) attivazione delle risorse per i nidi condominiali (Vedi esempio Comune di Milano)
5) servizi di sollievo temporaneo alle famiglie in difficoltà (presenza di malati psichici, handicappati, malati terminali, malattie gravemente invalidanti, e anziani non
autosufficienti …).
10
Jesi e Vallesina
12 novembre 2006
azienda sanitaria regionale- zona territoriale di jesi
Campagna vaccinazioni influenzale
E’
appena iniziata la campagna vaccinale antinfluenzale nella Vallesina, coordinata dal Servizio di Igiene e
Sanità pubblica dell’Azienda
Sanitaria, zona territoriale di
Jesi. Per approfondire l’argomento “vaccinazione” di cui
tanto sentiamo parlare, abbiamo incontrato la dott.ssa
Liviana Agostinelli, responsabile del servizio e la dott.ssa
Francesca Pasqualini, dirigente del settore.
Iniziamo dall’inizio: che
cosa si intende per influenza?
L’influenza è una malattia virale acuta, altamente contagiosa, che si trasmette per via
aerea, con lo starnuto, la tosse e
durante la conversazione con le
goccioline di saliva. Possiamo
dire di avere l’influenza quando
abbiamo una infezione respiratoria acuta, febbre superiore a 38°
accompagnata da mal di testa,
malessere generalizzato, mal di
gola, congestione nasale e tosse.
Questa sintomatologia dura da
quattro a sette giorni.
Ma raffreddore ed influenza
non sono la stessa cosa?
Nell’influenza è presente contemporaneamente la maggior
parte dei sintomi che abbiamo
indicato. Il raffreddore, invece,
interessa per lo più le alte vie respiratorie, conn congestione nasale e quasi sempre con assenza
di febbre.
L’influenza si manifesta sem-
A coloro che hanno cpmpiuto il 65esimo anno di età, ai
cardiopatici, a chi è affetto da
malattie dell’apparato respiratorio, ai diabetici, ai dializzati
e a chi soffre di insufficenza
renale, a chi è affetto da malattie che comportano un deficit immunitario, ai bambini
affetti da malattie croniche,
al personale e di assistenza,
ai soggetti addetti a servizi
pubblici di primario interesse collettivo, al personale che,
per motivi occupazionali, è a
contatto con animali che potrebbero costituire fonte di
infezione da virus influenzali
non umani.
pre allo stesso modo?
Il virus che causa l’influenza
cambia nel tempo: i molti passaggi che fa dall’uomo all’animale fanno cambiare alcune parti
del suo genoma così che ogni
anno l’organismo deve produrre
nuovi e differenti anticorpi per
contrastarlo.
è un vaccino inattivato, spento e
quindi non è mai possibile contrarre la malattia del vaccino. Alcune volte, nei due giorni dopo
la vaccinazione, si possono presentare un arrossamento o una
leggera tumefazione nel punto
di inoculo o, più raramente, una
febbricola.
Che cosa sono i vaccini?
I vaccini sono preparati costituiti da antigeni che inducono una
resistenza specifica verso virus,
batteri o tossine. Il virus o i batteri vengono trattati e resi inoffensivi ma restano in grado di
stimolare il sistema immunitario
a produrre anticorpi.
Una volta vaccinati, si è sicuri
di essere protetti?
I vaccini antinfluenzali hanno
un’efficacia variabile dal 70 al
90% negli adulti sani; negli anziani e in chi ha malattie croniche
questi vaccini sono comunque
efficaci nel prevenire le complicanze dell’influenza e nel ridurre
la mortalità legata all’influenza
del 70-80%.
Chi si sottopone al vaccino,
può ammalarsi della malattia
del vaccino stesso?
Quello che viene somministrato
A chi è maggiormente indicata
la vaccinazione?
Interventi a favore
della famiglia
Auguri
Famiglia Piombetti in festa
sabato 11 per i
cento anni di
nonno Adelelmo.
In via Clementina, dove Adelelmo Piombetti ha
sempre vissuto,
si ritroveranno
i quattro figli
Idreno, Bruno,
Ottavio e Quartina, insieme ai
sei nipoti, i tre pronipoti, parenti ed amici per congratularsi con il centenario e formulargli i migliori auguri
di buon compleanno. Interverranno anche gli assessori Paolo Cingolani e Leonello Rocchetti per portare ad
Adelelmo gli auguri di tutta la città
Benvenuta
alla vita!
Sono arrivata il
18 ottobre per far
compagnia a Leonardo e portare
la gioia a mamma
Stefania e a papà
Andrea.
Caterina Lombardi
Le domande per accedere
ai contributi in favore della
famiglia devono pervenire all’Ufficio Protocollo del
Comune di Jesi ovvero presso l’Ufficio Reazioni con il
Pubblico entro il termine
perentorio del 29/12/2006.
Requisiti per accedere sono:
essere residenti; situazione
economica equivalente (ISEE)
inferiore al limite fissato di €
6.000,00 per l’intervento per
disagio economico;
situazione economica equivalente (ISEE) inferiore al limite massimo di € 8.000,00
per nascita o adozione figli.
Queste categorie devono
pagare il tiket?
No, queste categorie di persone
hanno diritto alla sommistrazione del vaccino anti-influenzale in
forma gratuita.
Ci sono, invece, persone che
non possono vaccinarsi?
Non devono sottoporsi a questa
vaccinazione i lattanti al di sotto dei sei mesi di vita, chi ha un
grave problema di allergia alle
proteine dell’uovo e chi, in passato, ha avuto gravi reazioni al
vaccino antinfluenzale.
Quale è la risposta nella Vallesina a questa campagna?
Negli ultimi anni hanno risposto
a questo invito alla vaccinazione
quasi tutti i soggetti che ne hanno diritto.
b.t.
Dove vaccinarsi
Il vaccino è gratuito per i soggetti di
età pari o superiore a 65 anni e per i
soggetti in età infantile ed adulta che
abbiano una specifica prescrizione
medica dovuta a particolari condizioni di salute.
Le vaccinazioni sono effettuate:
- dai medici di medicina generale
e pediatri di libera scelta i quali
effettueranno le vaccinazioni nei
propri ambulatori,
- dal personale delle strutture distrettuali della Zona Territoriale
nei seguenti giorni ed orari:
Distretto Ambito “A”:
• sede di Jesi, via Guerri: dal lunedì
al sabato dalle ore 9 alle ore 12
• sede di Jesi, via San Francesco: dal
lunedì al sabato dalle ore 9 alle ore
10,30
(si precisa che nel presidio di via
San Francesco la vaccinazione
sarà effettuata esclusivamente nei
soggetti ultrasessantacinquenni)
Distretto Ambito “B”:
• sede di Cingoli: lunedì dalle ore
15,30 alle ore 17 – Giovedì dalle
ore 9 alle ore 11
• sede di Filottrano: martedì dalle
ore 15 alle ore 17,30
Distretto Ambito “C”:
• sede di Moie di Maiolati Spontini:
martedì e giovedì dalle ore 8,30
alle ore 10
• sede di Montecarotto: 1° e 3° mercoledì del mese dalle ore 9,30 alle
ore 10,30
• sede di Cupra Montana: lunedì
dalle ore 9 alle ore 10,30.
12
Territorio
12 novembre 2006
Amministrazione di Jesi Iniziative contro l’inquinamento da polveri sottili
IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA
MATERIALI E ACCESSORI PER BAGNI
TERMOIDRO
di GIANFRANCO MUZI
Via Giuseppe Guerri, 17 JESI
Tel. 0731 200337 - 335.247108
Auto con più passeggeri: è possibile?
Q
uante persone vanno ogni giorno in centro per lavoro? Tante,
tantissime. Ognuno, generalmente,
si muove con la propria auto: casalavoro-casa. È possibile studiare un
piano che individui soluzioni alternative per ridurre questo spostamento, attraverso car-pooling (auto
con più passeggeri), agevolazioni tariffarie del trasporto pubblico o altre forme similari? È questo il compito di una indagine che ha avviato
il Comune di Jesi dopo aver vinto
un bando regionale per progetti ed
iniziative contro l’inquinamento da
polveri sottili (le cosiddette Pm10).
L’indagine si svilupperà su tre fasi:
coinvolgimento dei lavoratori, raccolta ed elaborazione dei dati, defi-
nizione delle leve di azione e delle
strategie. L’obiettivo principale è
quello di studiare la rete degli spostamenti quotidiani del personale
dipendente, mettendoli a confronto
con l’offerta di mobilità, per andare
poi alla concertazione, intorno ad
un tavolo permanentemente aperto,
di azioni concrete da intraprendere
attraverso protocolli d’intesa fra dipendenti, enti interessati, società di
trasporto, autorità locali.
Primo passo di questa operazione
è stato un incontro che ha visto la
partecipazione di rappresentanti
di tutti quei soggetti che hanno nel
loro organico più di dieci dipendenti. L’assessore all’ambiente Daniele
Olivi ha illustrato il progetto che si
inserisce nell’ambito delle iniziative
di Agenda 21 Locale, distribuendo un questionario che servirà per
compiere una prima mappatura
dei movimenti e delle esigenze che
i dipendenti manifestano per una
migliore mobilità. Altri incontri saranno fissati allo scopo di avere un
quadro completo degli spostamenti
verso il centro storico da parte di
chi svolge una attività lavorativa.
L’analisi di questi dati permetterà
poi di affrontare la seconda fase,
vale a dire la verifica dell’attuale
offerta della mobilità per capirne
criticità e limiti. Un incrocio di dati
che servirà per mettere sul campo
proposte operative da condividere
con tutti i lavoratori interessati.
corso interattivo rivolto ai genitori di figli di qualsiasi eta’
Mettersi in gioco o mettersi a giocare?
U
n corso sul problema della giusta
comunicazione con i figli viene
proposto da Rimaden - disturbi
alimentari e disagio socio affettivo
di Jesi e sarà tenuto dal dr. Sergio
Contadini e dalla dr.ssa Elisabetta
Collamati.
l corso verterà sul ruolo e le
prospettive del genitore in questo
periodo storico spesso caratterizzato
dalla mancanza di tempo e da
problematiche
quotidiane
che
rendono
difficile
l’adeguata
autostima e la capacità educativa dei
genitori stessi.
Il titolo provocatorio del corso
in tre appuntamenti serali il 27
I
novembre, il 4 e l’11 dicembre (ore
21.15 presso i locali di Rimaden in
Via Colocci, 12a, a Jesi) è: Genitori,
mettersi in gioco o mettersi a giocare? I
temi trattati nelle tre serate saranno
più in particolare:
1. Il tempo dei genitori senza più tempo
ovvero il problema di essere genitori in
questo tempo,
2. Amici, caporali o genitori? Ovvero, a
quale specie appartiene il genitore?
3. Mettersi in gioco o mettersi a
giocare? Ovvero, essere genitori non
significa sentirsi……. colpevoli.
Il corso è un momento di pausa,
di riflessione e di confronto per i
genitori sul proprio ruolo educativo.
Attraverso la modalità interattiva
utilizzata, l’intento vuole essere
quello di infondere fiducia e serenità
a questo affascinante compito del
genitore rendendo possibile una
relazione sincera, rispettosa di sé e
dei figli e, soprattutto, nuovamente
serena.
Per informazioni anche relative al
costo del corso e per le iscrizioni (per
partecipare occorre iscriversi entro il
20 novembre) si può telefonare tutti
i giorni (eccetto sabato, domenica e
festivi) dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle
19 al numero 0731 59005 o scrivere
all’indirizzo mail rimaden@rimaden.
it.
SPILLI
Abbasso le rotatorie di Jesi?
C’è chi ha scoperto che le rotatorie di Jesi non
sono fatte bene, non sono poi così funzionali ecc.
Trattasi di perfetta cecità e smemoratezza. Le
rotatorie realizzate in due-tre anni sono molte
e tutte utilissime, comprese proprio quelle più
sacrificate perché mancanti di adeguato spazio:
quelle di via XXIV Maggio e di via Gallodoro.
Si pensi alle code di un tempo! D’altra parte non
si possono fare miracoli con le rotatorie venute
successivamente alle strade e alle case.
Incredibile, ma vero
Avete mai provato a prendere un taxi alla stazione
di Roma? Provateci, se ci riuscite.
Perchè a Roma ci sono due taxi ogni mille
abitanti contro i cinque di NewYork e gli otto di
Londra. E tuttavia, nonostante la recente legge
sulle liberalizzazioni, i tassisti di Roma, a colpi di
incredibile prepotenza, non intendono accettare
una licenza in più. Più mafia di questa? Pur di
difendere i propri straordinari interessi, si nega
un servizio alla città. E che città!
civis
Azienda Sanitaria
Pronta valutazione delle artriti
P
rosegue il corso teorico-pratico sugli interventi precoci
nelle artriti croniche organizzato dalla Clinica Reumatologica
dell’ospedale di Jesi.
Nei giorni scorsi si è infatti tenuta la seconda sessione di seminari rivolta ad infermieri e
specialisti per sviluppare una
diagnosi precoce nell’ “Early Arthritis Clinic”: il primo centro
nella regione, per una pronta
valutazione, un inquadramento
mirato ed una tempestiva terapia sul modello statunitense e
anglosassone che è stato attivato dalla Clinica Reumatologica.
Il corso amplia il collegamento
tra medici di medicina generale e specialisti reumatologi per
preparare il medico di base a
riconoscere prontamente le “red
flags”, cioè quei segnali di allarme che, una volta accertati nel
paziente, giustificano una pronta ed approfondita valutazione
presso la “Early Arthritis Clinic”. Nell’arco di una settimana,
attraverso tecnologie d’avanguardia (come un sofisticato
apparato di ecografia tridimensionale di ultima generazione),
ciò potrà garantire un corretto
inquadramento diagnostico ed
un percorso assistenziale mirato, evitando lunghe attese, visite
ed esami radiologici e di laboratorio inappropriati, inutili e
costosi.
La filiale delle Poste Italiane di Ancona e il Comune di Poggio San Marcello promuovono piccoli risparmiatori
Giornata Mondiale del Risparmio
I
l risparmio quale elemento di for- della scuola elementare (27 alunni)
mazione dei futuri cittadini di una del paese un libretto postale riservacomunità locale. La filiale di Anco- to ai minori.
na di Poste Italiane ed il comune di Si tratta di Libretti di Risparmio PoPoggio San Marcello celebrano l’82ª stale destinati a chi non ha ancora
Giornata Mondiale del Risparmio compiuto diciotto anni, con caratcon un’iniziativa rivolta ai minori teristiche diverse a seconda della faper far scoprire il valore del rispar- scia di età alla quale si rivolgono: “Io
mio. Il direttore della filiale di An- cresco” da zero a 12 anni compiuti,
cona Carmine Arancio ha messo a “Io conosco” da 12 a 14 anni compunto con Tiziano Consoli, sindaco piuti, “Io capisco” dai 14 ai 18 anni
di Poggio San Marcello un momen- compiuti.
to dedicato ai bambini della comu- Come i tradizionali Libretti di Rinità locale: il primo cittadino ha sparmio, sono esenti da imposta di
deciso di intestare a tutti gli scolari bollo e non presentano spese di ge-
stione: apertura, prelievo, versamento sono gratuiti.
Sviluppare la virtù del risparmio,
educare alla gestione delle risorse
disponibili, significa rendere responsabili le nuove generazioni
delle scelte necessarie al raggiungimento dei propri obiettivi. “Il valore
del risparmio – ricordano Tiziano
Consoli e Carmine Arancio - è tanto
più evidente se proiettato nel futuro
dei nostri figli; ciò che consente loro
di contare su una base concreta per
meglio realizzare i progetti di studio,
di lavoro o familiari”.
13
Jesi e Vallesina
12 novembre 2005
Giovedì 9 novembre alle ore 17,30 Assemblea degli industriali aperta a tutti
L’orgoglio di essere industria
di
Paolo
Marcozzi
Oberdan Gugliemo (Via, da Martino a Porta Farina)
Patriota (Trieste, 1858-1882). A Vienna per studio
(1877), fuggì a Roma (1878) per sottrarsi al servizio
militare quando l’Austria mobilitò per occupare la
Bosnia-Erzegovina. Deciso ad attentare alla vita
dell’imperatore Francesco Giuseppe, partì per
Trieste (1882) con l’istriano Donato Ragosa, ma
fu arrestato dalla polizia austriaca, mentre Ragosa
riuscì a fuggire. Processato, fu impiccato.
Conosciuta come Piazza Padella, aperta in fondo
e con il suo manico, costituito da Via San Martino,
sbocca su quella che, una volta, si chiamava Porta
Padella, oggi Porta Farina.
Olanda (Via, da Via Cupetta a Via san Francesco)
Portano questo nome due province dei Paesi Bassi.
L’Olanda Meridionale (Rotterdam, L’Aia) e l’Olanda
Settentrionale (Amsterdam), quasi per intero al di
sotto del livello del mare.
Orfanotrofio (dell’) (Via, da Via Mura Occidentali a
Viale della Vittoria) Fino al secolo XIX vi era situato
l’orfanotrofio femminile che poi fu trasferito in
quella che ora è Via Suor Maria Mannori; ma
prendiamolo con beneficio d’inventario e salva
smentita da parte di qualche attento lettore.
VIII Marzo (Piazza, da Via Castelfidardo)
Nell’inverno del 1908, a New York, le operaie
dell’industria
tessile
Cotton
scioperarono
chiedendo migliori condizioni di lavoro. Lo
sciopero durò alcuni giorni, finché l’8 marzo il
proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte
dell’opificio e imprigionò le scioperanti nella
fabbrica, alla quale venne appiccato il fuoco. Le
129 operaie morirono, arse dalle fiamme. Fu Rosa
Luxemburg a proporre, in ricordo della tragedia,
la data dell’8 marzo come giornata di lotta
internazionale.
Pace (della) (Via, da Via Paradiso a Via dei Colli)
Una via molto invocata, ma sempre irrealizzata (e
non certo per l’asfalto).
Pace (della) (Vicolo, da Piazza Federico II a Via
Rincrocca) Così chiamato probabilmente perché era
la strada che, dalle parti basse della città vecchia,
portava al Duomo.
Paladini Egisto (Via, da Via S. Francesco a
Via M.L. King) (Treia, Macerata, 1819 – Jesi,
1879) Discendente da una nobile famiglia treiese.
Vissuto tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, fu un
uomo di scuola e svolse la sua attività di docente
in diversi istituti della penisola, finché ottenne
la cattedra di latino e greco nel prestigioso Liceo
Classico di Jesi; in questa città morì nel 1938. Fu
espertissimo epigrafista, valente traduttore (è da
ricordare la traduzione dell’Apologia pro Galileo di
Tommaso Galileo), scrittore così in italiano come
in latino (due saggi su Ovidio), compositore di
versi latini di cui pubblicò due raccolte.
Palestro (Via, da Corso Matteotti a Piazza Oberdan)
Comune in provincia di Pavia (Lombardia), con
2014 abitanti (2001), noto perché fu teatro nel 1859
di uno scontro tra franco-piemontesi e austriaci,
in seguito al quale i primi, vittoriosi, riuscirono a
entrare in Lombardia.
Pantiere (Via, da Via Roma al Ponte delle Pantiere)
Frazione di Jesi sulla strada per Roma. Il suo nome
deriva da pantano, equivalente di moja, il terreno
alluvionale lungo il fiume.
(continua al prossimo numero)
“Q
uarantamila persone legate all’industria su una popolazione di
centoventi mila abitanti della Vallesina.
Questi alcuni numeri dell’industria a Jesi,
di quell’industria di cui spesso sembriamo vergognarci e che comunque sottovalutiamo. E’ l’industria l’identità di Jesi,
ciò che la caratterizza e la differenzia
e che deve essere difesa e valorizzata”:
questi sono alcuni degli elementi emersi nel corso della conferenza stampa di
lunedì scorso. Gian Franco Berti, presidente del Comitato
Territoriale di Assindustria Ancona
che
comprende
duecento associati,
ne ha presentato il
ruolo e le finalità e
ha introdotto l’iniziativa caratterizzante del nuovo
consiglio direttivo:
un’assemblea degli industriali aperta a
coloro che sono portatori di interessi diversi per rapportarsi con le istituzioni, la
stampa, la scuola, l’università, la politica,
il sindacato, la finanza …
“Non un convegno ma un’assemblea allargata: convinti che il momento attuale richiede di conservare piuttosto che
pensare allo sviluppo”: così Andrea Pieralisi, vicepresidente del Comitato, ha
evidenziato la situazione problematica
delle aziende, convinto che la città di Jesi
debba essere consapevole del grande valore dell’industria e in
particolare del settore
manifatturiero, della
sua storia industriale.
“La prima fornace risale al 1800 e la prima
cartiera al 1806; siamo
alla sesta generazione di industriali e non
possiamo rischiare di consumare l’eredità delle generazioni passate” ha continuato Pieralisi. L’incontro con la stampa
è continuato presentando l’assemblea
che si svolgerà giovedì 9 novembre all’hotel Federico II di Jesi alle ore 17,30, al
quale sono invitati tutti coloro che sono
interessati al ruolo dell’impresa e al suo
stretto collegamento con tutta la società civile. “Il futuro s’industria” e “Orgogliosi di essere industria” sono le parole
chiave di quella che è stata definita “Industrial pride” in cui orgoglio sta per
coscienza di ciò che si è, essere industria
come parte di una stessa storia e riconoscersi nella stessa identità, consapevoli,
ha concluso Berti, citando Piero Godetti,
che “la fabbrica è la più perfetta scuola
di orgoglio e di umiltà”
b.t.
Nella foto da sinistra Andrea Pieralisi
e Paolo Agostinelli, portavoce del comitato
Moie - Grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio, un corso di italiano per gli stranieri
Nessuno si senta ancora straniero
E’
iniziato il Corso di lingua italiana per adulti immigrati organizzato dall’Istituto Comprensivo “Carlo
Urbani” di Moie-Castelplanio-Poggio
S.Marcello, grazie al contributo della
Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi:
un’attività educativa interculturale finalizzata ad accogliere ed integrare i numerosi adulti stranieri che vivono nel
territorio della Vallesina.
Il Corso propone l’insegnamento della
lingua italiana in due livelli (base-avanzato) e una specifica attività di laboratorio per la realizzazione della Guida al
territorio per lo straniero: un opuscolo
informativo sui servizi del territorio per
gli immigrati.
Le lezioni sono iniziate il 17 ottobre e
termineranno il 20 dicembre prossimo
e sono tenute dalle operatrici Marina
Mangiaterra –corso base- e Antonella
Carboni –corso avanzato-; gli incontri si svolgono nei giorni di martedì e
mercoledì, dalle ore 17 alle 19 presso
la sede Centrale di Moie-scuola Media
“G. Spontini”. Referente del progetto è
l’insegnante Patrizia Renzi, responsabile
del corso il dirigente scolastico Luigina
Massaria. Significative sono le presenze degli iscritti: 19 al corso base e 11 al
corso avanzato, e le richieste di iscrizione giungono anche in itinere; diverse le
nazionalità di provenienza: Bangladesh,
Ucraina, Cina, Inghilterra, Polonia, Argentina, Belgio,Germania, Olanda. L’età
dei partecipanti ai corsi varia dai 21 ai
62 anni; sono soprattutto giovani operai,
casalinghe, domestiche, ma anche lavoratori autonomi e alcuni pensionati. Gli
iscritti risiedono attualmente a Moie,
Castelplanio, Cupramontana, Montecarotto, Genga, Rosora, Mergo, Poggio S.
Marcello.
Nelle classi, durante le lezioni, non è
raro vedere seduti nei banchi di scuola,
accanto agli adulti, i figli che fungono
da discreti interpreti quando una frase,
una spiegazione, un concetto risultano
di difficile comprensione; per i bambini, che frequentano la scuola italiana e
quotidianamente sono “immersi” nella nostra lingua, è semplice tradurre
a mamma e papà la lezione e aiutarli a
svolgere i compiti. Per alcuni stranieri,
soprattutto per chi non svolge ancora
un’attività lavorativa stabile – soprat-
tutto donne, giunte in Italia da poco
tempo – apprendere la lingua italiana è
molto impegnativo, eppure vi è la consapevolezza della sua necessità per l’inserimento nel tessuto sociale e per una
integrazione culturale nel nostro ambiente spesso lontano, non solo geograficamente, dalla realtà di provenienza.
Voglia di imparare, sguardi curiosi e attenti: l’alfabetizzazione non rappresenta
la meta finale, né l’inizio dell’educazione,
ma è certamente un mezzo importante
per iniziare quella progressiva convergenza di valori e di cultura capace di
creare lo spazio vitale in cui nessuno si
senta ancora straniero.
Tiziana Tobaldi
Il Quattro Novembre a Maiolati Spontini
Cerimonia solenne a ricordare le Forze Armate
“Alle Forze armate di oggi gli italiani riconoscono valori di fedeltà
e coraggio, di umanità e solidarietà. La credibilità e il prestigio
dei militari italiani si sono affermati e si stanno affermando in
impegni, in cui le nostre Forze armate si distinguono per professionalità e senso di umanità”
Con queste parole il Sindaco di Maiolati Spontini, Giancarlo
Carbini, ha voluto sottolineare l’importanza delle celebrazioni del 4 novembre.
Una cerimonia molto sentita, sia a Moie che a Maiolati, quella di domenica scorsa, in entrambi i Comuni si è svolta una
messa a ricordare i Caduti seguita da un corteo accompagnato dalle bande musicali cittadine. Al termine di ciascun corteo, a Moie, Maiolati e Scisciano la deposizione di una corona
Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149
www.fazibattaglia.com
davanti al monumento dei Caduti: “Quando parliamo di Forze
Armate non dobbiamo pensare solo a quelli che hanno combattuto per riconquistare o difendere la nostra libertà” ha proseguito Carbini “dobbiamo anche pensare a chi ogni giorno opera con
umiltà e dedizione al nostro fianco per garantirci la sicurezza ed
il rispetto dei diritti di ognuno”. Parole forti, quelle del sindaco, mirate a valorizzare il profondo senso di umanità di chi
si è messo al servizio del proprio Paese. Si tratta, ha infatti
concluso, di “Uomini che profondono impegno con spirito di abnegazione, con professionalità, costituendo un riferimento sicuro
per tutti i cittadini”. Un grande esempio da cui prendere spunto, da non relegare dunque alla sola data del 4 novembre.
Cristiano Marasca
14
12 novembre 2006
Pagina aperta
15 Novembre: 75° anniversario della nascita di Valeria Moriconi
AGENDA
IL SANTO DEL GIORNO
Venerdì 10 novembre san Leone Magno, sabato 11 san Martino di Tours, domenica 12 san
Diego, lunedì 13 sant’Agostna, martedì 14 santo Stefano, mercoledì 15 sant’Alberto Magno,
giovedì 16 santa Margherita di Scozia, venerdì
17 santa Elisabetta di Ungheria, sabato 18 san
Frediano, domenica 19 santa Matilde.
Farmacie di turno a Jesi
Venerdì 10 novembre: farmacia delle Grazie
(Fausto Coppi) Corso Matteotti n° 43 Tel.
0731/209076
Sabato 11: farmacia Comunale 1 Via San
Francesco Tel. 0731//207066 - 208286
Domenica 12:
farmacia Castellani Via
Garibaldi n° 48 Tel. 0731/53793
Lunedì 13: farmacia Comunale 2 Corso
Matteotti n° 85 Tel. 0731/57656
Martedì 14: farmacia Grammercato Via
Marconi n° 6 Tel. 0731/56516
Mercoledì 15: farmacia Fausto Coppi Via F.
Coppi n° 31 Tel. 0731/200858
Giovedì 16: farmacia Moretti Corso Matteotti
n° 13 Tel. 0731/209162 - 211894
Venerdì 17: farmacia Barba Gaetano (Fausto
Coppi) Via Roma n° 162/A Tel. 0731/204579
Sabato 18: farmacia Martini (Fausto Coppi)
Corso Matteotti n° 29 Tel. 0731/59790 208842
Domenica 19: farmacia Calcatelli Viale
Puccini n° 5 Tel. 0731/56482
Tra parentesi la farmacia che effettua il servizio notturno.
Farmacie di turno in Vallesina
Venerdì 10 novembre Macine, sabato 11
Moie (Lucarelli), domenica 12 Angeli, lunedì
13 Poggio San Marcello, martedì 14 Castelbellino, mercoledì 15 Pianello, giovedì 16
Montecarotto, venerdì 17 Moie (Angelico),
sabato 18 Macine, domenica 19 Moie (Lucarelli).
indirizzare a: Voce della Vallesina
Piazza Federico II, 8
60035 Jesi
fax 0731.208145
e-mail [email protected]
i Lettori scrivono...
Valeria e il teatro delle scelte
di Franco Cecchini*
Il 15 novembre Valeria Moriconi avrebbe festeggiato i suoi 75 anni. Tra le carte raccolte nella sua casa di via Mura
Orientali a Jesi e ora depositate al teatro
Pergolesi è spuntato anche il bigliettino a
stampa del 1931, decorato in rosa, sobrio
ed elegante, con cui Angelo e Oliviera
Abbruzzetti partecipavano la nascita di
Valeria.
Lo pubblichiamo, in occasione dell’anniversario, come omaggio all’attrice che,
nelle tante interviste (ne abbiamo già
elencate più di trecento nel suo archivio),
evocava spesso la sua infanzia, la sua
casa di Jesi, mitizzata come il suo Eden
privato: “Ho radici profonde nella casa
della mia infanzia. Pensa le case che ho
avute… Ma nel mio giorno di riposo io
vado a Jesi, che credi. E dormo nel letto
dove sono nata, che credi. E vado ad annusare le piante che mi hanno vista bambina. Le mie radici sono lì e mi ritengo
fortunata e felice. Perché so dove tornare.
Ecco, ad un certo punto è importante sapere dove tornare.” (Domenica del Corriere 30.3.1978).
In realtà, giunta “ad un certo punto” cruciale della sua malattia – che aveva a lungo fronteggiato in solitudine e con estrema riservatezza, ma anche con la lucidità
che sempre l’aveva contraddistinta nella
vita e che sperava di conservare fino all’ultimo – capì che era importante “tornare a casa”. Era il 17 maggio 2005. Si
spense il 15 giugno.
Ma al di là dei riferimenti biografici,
strettamente personali, è l’attrice che vogliamo ricordare, il suo straordinario talento, la sua splendida avventura artistica,
vissuta sempre con passione ma anche
con intelligenza, con estrema consapevolezza professionale. E lo facciamo dandole nuovamente la parola, pubblicando
un “breve consuntivo del proprio lavoro”
da lei stessa tracciato per “raccontare
quarant’anni di teatro, concentrandolo in
poche righe”.
È un suo manoscritto autografo, ritrovato in fotocopia tra le sue carte e forse
da lei inviato a qualche organo di stampa, presumibilmente nel corso del 1997,
dal momento che il debutto teatrale della
Moriconi da protagonista avvenne, com’è noto, il 26 aprile 1957 al Teatro dei
Servi di Roma in De Pretore Vincenzo
di Eduardo De Filippo (nel Fondo conserviamo anche il bigliettino del grande
autore e regista dello spettacolo per il * direttore delle attività teatrali della
battesimo teatrale di Valeria alla sera del- Fondazione Pergolesi Spontini
Ancora sul Partito Democratico
Agli amici Pentericci e Zagaglia
Avete criticato, più o meno aspramente, una mia
espressione che chiama voi in prima persona nell’impegno politico in vista della realizzazione o
meno del Partito Democratico. Riconosco che le
mie tre righe da voi respinte erano un po’ garibaldine nella forma, ma positive nella sostanza se si
considera che quanto riferito a Pentericci voleva
sottolineare le sue capacità organizzative all’interno della Margherita ( tanto è vero che in una intervista si è presentato, di fatto, come il responsabile
numero uno del comitato contro l’attuazione della
fusione dei due partiti) e voleva anche richiamare
l’attenzione sulla vostra intesa, da sempre, sia sul
piano umano che politico.
Tutto questo premesso e chiarito, confermo ,
al di là di ogni interpretazione del mio comportamento e delle mie intenzioni, l’amicizia che per
me è e rimane non solo verso di voi, ma verso tutti
coloro che – dopo un lungo cammino di comune
militanza nel passato dc – hanno poi scelto impegni politici diversi da quelli proposti dal partito
popolare prima e dalla Margherita poi. Non è difficile individuare le testimonianze. A cominciare
da quella di Gianni Cerioni che, pur non condividendo egli quasi nulla di quanto io sostengo nei
miei articoli, accoglie la possibilità di un comune
incontro, come da me proposto, per approfondire
temi e problemi a livello super-pre-partitico, nel
contesto della concezione sociologica cristiana,
nostra comune radice. Mi auguro che la proposta
possa concretizzarsi con precise indicazioni entro
Natale per attuarsi poi nei primi mesi del 2007.
Chi ha idee e proposte si faccia avanti. Soprattutto
chi è e si sente super partes.
Vittorio Massaccesi
la prima: “Vai a cuor tranquillo. Un abbraccio. Eduardo”).
Un anno critico e di svolta il 1997 per la
Moriconi. Dopo La rosa tatuata di Tennessee Williams per la regia di Vacis, si
consuma la sua rottura con la Tee e lo
Stabile delle Marche. “Lo Stabile sono io.
La mia direzione artistica non si tocca. La
Tee si dimetta” aveva attaccato con forza
sui giornali. Finchè il 1 dicembre è lei che
si dimette e il Comune di Jesi scioglie la
convenzione. Per la Moriconi è la fine di
un sogno in cui aveva investito tutta se
stessa, soprattutto per il futuro (ci sono
documenti nel Fondo estremamente significativi a questo proposito). Ed è in
questo contesto, forse, che Valeria stila
il suo “consuntivo”, riaffermando con orgoglio la centralità dell’attore, la necessità di un “Teatro delle Scelte”, la validità
delle proprie scelte e la volontà di andare
avanti su questa strada, più sola e disillusa, ma con la determinazione di sempre e
lanciando i suoi violenti j’accuse.
Mi pare che, al di là di tutto, questo messaggio – sostanziato di vita teatrale ai
massimi livelli – conservi molti spunti di
attualità e meriti una riflessione, anche
alla luce di quanto avviene nel mondo del
teatro a livello locale, regionale e nazionale.
Come pure potrà risultare altrettanto interessante, e per certi aspetti avvincente,
ripercorrere la straordinaria vicenda artistica ed esistenziale della Moriconi attraverso la sua diretta testimonianza, le sue
parole. Sarà lei stessa a raccontarsi, a raccontare le sue scelte di teatro e di vita, in
una raccolta e selezione delle sue interviste a cui stiamo lavorando e che – con
il titolo “Valeria Moriconi. Come in uno
specchio” – dovrebbe essere pubblicata
nella collana “Quaderni per la memoria” diretta da Emilio Pozzi per l’ editore Quattroventi di Urbino, nel prossimo
anno, a 50 anni dal suo debutto teatrale
e a 15 anni dalla gestazione e nascita del
“suo” Stabile.
Ma, oltre al volume, è auspicabile che,
nel nome di Valeria, si possa insieme dar
vita ad altri progetti con cui valorizzare
la sua eredità ideale e, nello stesso tempo,
contribuire a realizzare quel “Teatro delle Scelte coraggiose” da lei rivendicato.
Per questo il Teatro Stabile delle Marche
potrebbe avere un ruolo insostituibile,
determinante e, forse, anche dovuto, se si
recupera il senso della memoria storica.
notizie brevi
Pagamento diritti sanitari
La Giunta Regionale delle Marche ha
di recente aggiornato il tariffario relativo agli accertamenti e alle indagini
espletate dai Dipartimenti di Prevenzione delle Zone Territoriali dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale a favore
dei privati in materia di Igiene e Sanità Pubblica, di Igiene degli Alimenti e
della Nutrizione e della Sicurezza negli
Ambienti di Lavoro. Il tariffario ha sostituito quello precedente ed è entrato
in vigore dal 1° settembre scorso.
Per quanto riguarda la Zona Territoriale
n. 5 di Jesi i nuovi tariffari sono consultabili sul sito internet www.asurzona5.
marche.it alla voce Dipartimento di
Prevenzione, nella colonna di sinistra,
e poi cliccando, in basso, sul Servizio di
interesse.
Si precisa inoltre che per il Servizio di
Igiene e Sanità Pubblica è possibile scaricare dal sito anche i moduli per il pagamento dei diritti sanitari relativi alle
prestazioni effettuate.
Proroga per la tassa rifiuti
Ci sarà tempo fino al prossimo 15 novembre per pagare i ruoli suppletivi
della Tarsu, vale a dire i bollettini di
pagamento relativi agli anni pregressi
recapitati nei giorni scorsi da Ancona
Tributi (e non dunque il bollettino della tassa rifiuti ordinaria). Lo ha deciso
l’Amministrazione comunale, prorogando dunque di due settimane la scadenza prevista, dopo aver constatato che il
nuovo concessionario ha provveduto ad
Anniversario
“Servo buono e fedele,
entrato nel gaudio del suo
Signore”
26-12-1913 31-10-1991
Don Giuseppe Palmolella
Rigido esecutore della
Legge di Dio, dedicò la
sua opera al popolo, ma in
modo particolare ai bisognosi e alla gioventù ricevendo stima, affetto e sostegno per il suo impegno.
Anniversario
31-7-1916 30-10-2002
Adolfo Alessandrini
Lo ricordano con umano
rimpianto, nella speranza
di ritrovarlo nella luce di
Dio.
I suoi familiari e gli amici
In ricordo
22-03-1919
30-10-2006
inviare in ritardo i tagliandi, malgrado
il Comune avesse inviato l’intera documentazione nei tempi previsti.
Pagamento diritti sanitari
La primavera della nazione
Il prof. Roberto Balzani, ordinario di
storia contemporanea dell’Università di
Bologna, martedì 15 novembre alle ore
17,30 al centro direzionale San Francesco di Jesi presenterà il volume “La primavera della Nazione – la Repubblica
Romana nel 1849” a cura di Marco Severini. Introdurrà il prof. Enrico Ciuffolotti del Centro Studi Marchigiano, sezione storica Raffaele Molinelli.
La Fondazione cerca comparse
La Fondazione Pergolesi Spontini cerca
donne e uomini fra i 25 e i 40 anni per
la selezione di figuranti in occasione
dell’allestimento dell’opera Rigoletto di
Giuseppe Verdi in scena al Teatro Pergolesi di Jesi l’1, 3, e 5 dicembre (con
anteprima giovani il 29 novembre). I
candidati dovranno sapersi muovere in
modo disinvolto, gli uomini dovranno
in particolare avere altezza minima di
m. 1,75; ai figuranti scelti si richiede
massima disponibilità delle prove previste per il mattino, pomeriggio e sera.
Gli interessati dovranno presentarsi
domenica 12 novembre p.v. alle ore 19
presso le Sale Pergolesiane del Teatro
G.B. Pergolesi di Jesi (An), Piazza della
Repubblica 9 (entrata vicolo laterale
destro), dove avverrà la selezione.
Magnoni Isolina
vedova Cesaroni
Ministro
straordinario
dell’Eucaristia
operava
nella parrocchia Regina
della Pace di Jesi. Partecipava quotidianamente alla
Santa Messa e al Santo
Rosario. Era impegnata
attivamente nei gruppi
parrocchiali dello Apostolato della Preghiera e dell’
Azione Cattolica.
Si prestava anche agli umili servizi di pulizia e di addobbo della Chiesa.
Con semplicità e impegno
ha trasmesso tanti valori
alla sua famiglia e all’intera comunità.
Il parroco e i suoi familiari
15
Non solo sport
12 novembre 2006
BASKET “Tagliato” l’americano Stanton
Con un euro salvi dieci bambini in Madagascar
I
nviando un sms al 48583 al costo di 1
Euro dai telefoni cellulare Tim, Vodafone, Wind, Tre (H3G) o da rete fissa
Telecom, fino al 26 novembre, si possono salvare dieci bambini in Madagascar
e contribuire alla campagna di vaccinazioni contro la schistosomiasi e la el-
raccolto poco meno di 140.000 euro a
beneficio di quasi un milione e mezzo di
bambini vietnamiti.Parte così la seconda
edizione della campagna di Aicu OnlusAssociazione Italiana Carlo Urbani- costituita dalla moglie Giuliana Chiorrini
Urbani, dalla mamma del medico Maria
Scaglione, dai suoi amici
e colleghi più stretti. La
sede si trova a Castelplanio, paese natale di
Urbani. L’iniziativa è stata presentata dal segretario Mauro Ragaini, dal
sindaco di Castelplanio
Luciano Pittori, dagli
sponsor Banca Popolare
di Ancona e Esinplast e
da Datamarche, la società che si occupa della
promozione.
La Banca Popolare di
Ancona è sponsor dei
valori e per essa la solidarietà
costituisce
un valore assoluto di
questo inizio del terzo
millennio e il modo più
importante per affermare la propria vicinanza
al territorio: in esso ci si
riconosce e si impegna
per il suo sviluppo.
L’edizione 2006 prosegue su questa linea che
è ritenuta importante
anche da tutti gli attori
sopra citati della telefonia mobile; un segno dei
tempi di come sia possibile sviluppare la solidarietà in maniera intelligente e continuativa.
mintiasi intestinale, malattie parassitarie Oggi la Banca Popolare di Ancona vive
endemiche che colpiscono circa il 50% la solidarietà come sua motivazione di
della popolazione, motivo per cui Carlo intervento sociale indirizzandolo verso il
Urbani ha dedicato la sua vita a studiar- mondo dei giovani che va curato, inforle e combatterle. L’obiettivo è curare i mato e coinvolto sugli elementi fondanti
bambini malgasci, sostenendo le strut- dell’esistenza, perché è nell’educazione
ture sanitarie locali al fine di assicurare al sapere e al fare che attecchisce il seme
un trattamento continuato nel tempo e del sano sviluppo sociale.
scongiurare ripetute infezioni. L’anno
Giulia Benigni
scorso il “Novembre solidale Aicu”, ha
Foto Anna V. Vincenzoni
Csi CAMPIONATI PROVINCIALI
Calcio A5 e pallavolo
CALCIO A 5
Juniores
Nella prima giornata di gara, vittorie
dell’Oratorio Maris Stella di Falconara
su Amici Oratorio di Montignano e della ASD Monterado Zerocinque sulla Pol.
Clementina nel girone Arancio. Nel girone Blu l’Oratorio S. Gaspare del Bufalo
ha avuto la meglio sul CSI Champion di
Castelbellino e il CSI Portone di Senigallia sull’Oratorio Serra dè Conti
Allievi
Anche per la categoria Allievi si è svolta la
prima giornata di gara. Nel girone Arancio vincono CSI Champion , G.S. Don
Bosco Cristo Redentore e Oratorio S. Gaspare del Bufalo. Nel girone Blu sono a
punteggio pieno l’ASD Castellano e l’Oratorio Maris Stella.
Open
In serie A1 girone Arancio la Termoidraulica Mosca batte l’A .S. Real di Chiaravalle
e si conferma prima in classifica, dopo
la 3^ giornata di gara, a punteggio pie-
no. Nel girone Blu, la situazione in testa
alla classifica è più incerta; ben 4 squadre
sono a 6 punti dopo che il Montecarotto
è riuscito a superare per 4 a 3 la capolista
Push & Pull.
In serie A2 il derby fra Pol. Clementina B
e Pol.Clementina A ha visto la vittoria per
3 a 2 di quest’ultima che si è portata così
in testa alla classifica insieme a Castel Red
e CSI Gaudio.
Ottimo il comportamento degli atleti in
campo; nelle dieci partite disputate sono
state rilevate soltanto due ammonizioni.
PALLAVOLO
Open Misto
Questi i risultati della prima giornata di
gara:: Fly Over Volley – Antystress 3-0,
CSI Champion – I Leoni di S. Marco/S.
Sabino 3-1, Clementina – Angels 3-2 e
Hands Out Volley – CSI Gaudio 3-1. Nella prossima giornata sarà la Pol. Clementina a cercare di contrastare il cammino
dell’Hands out Volley verso la riconferma
di campione provinciale..
s.g.
Fileni Bpa sullo Stretto con la novità Hoover
È
tornato il sorriso in casa Fileni Bpa,
proprio nel momento più delicato. Gli
arancio-blu domenica scorsa al PalaTriccoli si sono aggiudicati lo scontro salvezza
con il Castelletto Ticino (82-63). “E’ stata
una partita difficile – ha detto coach Subotic – Noi l’abbiamo giocata con la testa,
difendendo”.
Mercoledì 1° novembre gli arancio-blu
erano incappati in una nuova sconfitta. A
Faenza, era finita 68 a 59 per i padroni di
casa dell’Imola. La debacle in terra romagnola era costata il “taglio” all’americano
Stanton. A rimpiazzarlo è stato chiamato
Ryan Hoover, guardia-play statunitense di
188 cm. Classe ‘74, Hoover lo scorso anno
ha giocato con Pavia. La classifica dopo il
settimo turno di andata: Caserta 14 punti;
Ferrara, Rimini, Rieti e Pesaro 10; Soresina,
Imola e Pavia 8; Montecatini e Fabriano 6;
Reggio Calabria, Novara, Casale Monferrato, Sassari e Fileni Bpa Jesi 4; Castelletto
Ticino 2 punti.
Oggi, domenica 12 novembre, gli jesini sono di scena a Reggio Calabria (ore
18.15). Allenato dal giovane tecnico Moretti, il team calabrese può contare su due
americani validi come Bunn e Williams.
Sullo Stretto farà il suo debutto in arancioblu il nuovo acquisto Hoover.
L’Aurora Basket ha raggiunto un accordo di sponsorizzazione con la Hydropo,
azienda del gruppo Caterpillar.
Giuseppe Papadia
VOLLEY Conclusa la fase eliminatoria di Coppa
Monte Schiavo senza Elisa Cella per due mesi
L
a travagliata Coppa Italia della Monte
Schiavo Banca Marche si è conclusa con
una sconfitta. Domenica scorsa ad Altamura
le “prilline”, in formazione sperimentale, si
sono arrese 3 a 1 (parziali: 25-13, 25-13, 1825, 25-22) alle padrone di
casa. La classifica finale del
girone C: Santeramo 14 punti; Perugia 13; Monte Schiavo Banca Marche Jesi 6; Altamura 3 punti. (Santeramo e
Perugia qualificate alle finali).
Al di là della mancata qualificazione alle finali, in casa
rossoblu a preoccupare è lo
stop imposto dai medici ad
Elisa Cella (nella foto di Magliola). La visita effettuata
dalla giocatrice a Roma per
ottenere l’idoneità fisica, ha
avuto esito negativo, perciò
la Monte Schiavo dovrà fare
a meno della schiacciatrice
toscana. “Alla base di tutto – racconta la Cella – c’è un problema di ordine cardiaco che
forse ho sempre avuto, fin dalla nascita, e che
adesso, per motivi ancora da stabilire, si è aggravato. Dovrò rimanere ferma per due mesi:
entro fine anno avrò un
ulteriore esame per vedere
se la situazione è migliorata oppure no”.
La giocatrice continuerà a
fare parte del gruppo, lavorando a parte. “Saranno
due mesi di riposo attivo
– afferma la giocatrice toscana – in cui comunque
potrò fare del lavoro di
mantenimento della forma,
senza caricare troppo, un
lavoro utile a non ripartire
poi da zero”. La dirigenza
jesina ha escluso un ritorno sul mercato.
Gip
Calcio Eccellenza
C’è chi parla di crisi
L
a Jesina non va, ci si lamenta da ogni
parte e a Monturano lo conferma, perdendo (2-0). Il Real Vallesina, in casa, raffazzona soltanto uno 0-0, tra le critiche di
tanti.
Real Vallesina
Poteva essere l’occasione per una virata
energica da parte dei nostri che giocavano
a Moie nel Pierucci, il loro stadio. Invece,
soprattutto per colpa delle assenze molteplici, il mister deve ricorrere agli juniores, con la conseguente carenza di gente
esperta: spesso si dice che bisogna schierare di più i giocatori più giovani, ma non
sempre il conto ritorna. E con la squadra
zeppa di under il Real ha favorito il bunker
montegiorgese che si è eretto invalicabilmente.
Inizio a tutto gas da parte dei nostri, che
stanno per segnare in apertura, ma, a portiere quasi battuto, soccorre un difensore
sulla linea di porta. Dall’altro lato, gli ospiti arrivano un paio di volte ad impegnare
il nostro guardiano Montini, che compie
prodezze, salvando la rete. E così via, le
due compagini ci provano con azioni alterne, ma raramente pericolose e decisive.
All’ultimo momento, il Real avrebbe l’occasione con Tigano e con il giovane Tittarelli, ma lo zero a zero non si schioda!
Jesina
I leoncelli hanno giocato sabato a Monturano (ultima in classifica), ma l’anticipo ha
portato male ai nostri: un brutto sgambetto, che ha provocato rabbiose contesta-
zioni da parte dei tifosi, scesi nella bassa
Marca a sostenere la squadra. I locali si
sono spinti immediatamente all’attacco
e Cacciatori al 7’ fa partire un missile da
più di trenta metri, al quale Pieralisi non
sa rispondere adeguatamente: ed è 1-0
inaspettato. I nostri provano a reagire,
ma non convincono. Anzi, arriva anche
la seconda batosta e questa volta c’è una
papera di Pieralisi a contribuire malamente: 2-0 allo scadere del primo tempo. Nella ripresa, contro gli attacchi mai decisivi
dei leoncelli, i padroni di casa difendono
il risultato con le unghie e con i denti ed il
2-0 rimane congelato, senza neppure il gol
della bandiera da parte jesina. Ora la classifica ci pone quasi a metà con otto punti
dall’Urbino. C’è da correre ai ripari!
Vir
Promozione
A Castelplanio stavolta si festeggia. L’Ostra,
una parigrado in classifica, viene rimandata a casa con un 4-2 irrevocabile. Applausi
vivissimi a Congiu, che ha segnato tutto il
poker!
Prima categoria
Bella vittoria a San Marcello (3-0) sul Mondolfo. Il derby Spes-Cupra è un pari senza
reti (0-0). Monserra in casa cede (0-1) con
la capolista Filottrano.
Seconda categoria
Sampaolese batte l’Atletico (2-1). Pareggio
tra Monsano e Borgo Minonna (1-1). L’Aesina pareggia a Candia (1-1). Castelbellino
perde a Staffolo (2-0). Faticata vittoria dell’Aurora con la litigiosa Cameratese (4-2).
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Novembre solidale AICU- Associazione Italiana Carlo Urbani
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