Mandato ai catechisti ed animatori Domenica 26 novembre ORE 15,30 INCONTRO SPIRITUALE presso la chiesa dell’Adorazione ( Piazza della Repubblica) Esperienza di lectio divina guidata dal Vescovo ORE 18 CELEBRAZIONE EUCARISTICA e Mandato Catechistico presieduta dal Vescovo Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi ANNO LIV- N. 39 “C Settimanale d’informazione Euro 1 DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145 Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi DOMENICA 12 NOVEMBRE 2006 Matteo, piccolo seme che muore per dare buoni frutti e l’abbiamo davanti agli occhi…abbiamo trascorso insieme due mesi…è difficile convincersi che Matteo è morto- mi dice, costernata, al telefono Giulia Formato, una delle sue maestre di prima elementare alla scuola Gemma Perchi- Pensavamo di preparare anche un banco speciale per accoglierlo con la sedia a rotelle, in modo che potesse continuare a frequentare le lezioni regolarmente…”. Incredulità, sgomento, dolore soprattutto- espressi da un’intera comunità - hanno accompagnato i risvolti drammatici della bruttissima caduta che Matteo Fiordelmondo, un bambino jesino di sei anni, si era procurato sabato 28 ottobre alla festa organizzata a Corinaldo per Halloween, nel tentativo di raggiungere precipitosamente le braccia della mamma dopo essersi spaventato per una maschera terrificante sbucata all’improvviso. Sembrava che tutto si fosse risolto con l’ingessatura del braccio e della gamba e la permanenza di Matteo in ospedale per due giorni; invece, a casa, le condizioni di salute del bambino sono via via peggiorate, sino a rendere necessario un altro ricovero. Questa volta, però, l’ospedalizzazione è durata solo due brevi ore perché il cuoricino di Matteo ha cessato di battere alle 16 di venerdì 3 novembre. L’ipotesi di un’embolia – che sarà verificata in questi giorni con l’esame autoptico disposto dalla Procura che intanto ha avviato un’inchiesta- tenta di motivare l’inaspettato decesso. Molti gli interrogativi su “cosa non è stato fatto” e “di chi è la colpa” da parte di genitori e cittadini, sgomenti di fronte alle conseguenze mortali a cui può portare la banale frattura degli arti. È emerso, in effetti, che in tali circostanze può aver luogo un’embolia che può essere liquida, di origine sanguigna; oppure di origine solida o gassosa. Nel primo caso- ha spiegato Leonardo Sanchioni, medico legale- si tratta di un grumo di sangue che può provocare un infarto polmonare o celebrale, che tuttavia si riesce a scongiurare con la somministrazione di farmaci anticoagulanti; nel secondo, di un pezzettino di midollo dell’osso lungo che si stacca, o altro corpo estraneo; o di una bolla d’aria. Da sottolineare che la prescrizione e la somministrazione dei farmaci anticoagulanti, valida solo per il primo caso e obbligatoria per gli adulti, è- nell’Ortopedia pediatrica- soggettiva dell’ortopedico che se ne occupa, ossia è conseguente alla valutazione che questi ha fatto dei parametri del paziente e del suo vissuto sanitario. Un campanello d’allarme, sia pure debole perché il bambino aveva il raffreddore, potevano essere il vomito e l’eccessiva sudorazione. Centrale resta- qualunque sia l’esito dell’autopsia- la perdita di un figlio, di un bambino di sei anni. Una perdita che infligge un dolore indicibile al genitore che la vive. Il dolore più grande in assoluto. E nessuna parola, nessun gesto può porvi conforto, alleviarla. Solo il tempo, forse… e la volontà, il desiderio di dare un valore, un significato alla morte di questo piccolo: Matteo non sarà morto invano se dal suo caso fioriranno atteggiamenti positivi, costruttivi; riflessioni profonde che conducano ad una maggiore consapevolezza e migliore gestione delle responsabilità –sia per la salute e l’incolumità, sia educative- che noi adulti ci assumiamo nei confronti del minore; ad una maggiore disponibilità alla previsione, alla “profezia” per ridurre al minimo le possibilità di pericolo, e che viene richiesta al nostro ruolo di adulti in quanto testimoni- educatori dei bambini. Questa drammatica vicenda ha posto anche l’interrogativo su come dire ad un bambino della morte di un bambino, sull’opportunità o meno di far partecipare i compagni di Matteo al funerale che sarà celebrato nella Chiesa di San Giuseppe… Forse sottovalutiamo troppo i bambini, forse non li conosciamo affatto: pensando che siano attratti dal mistero e dai fantasmi, gli facciamo vedere maschere orribili e disgustose…intanto, pensando pure che siano fragili, evitiamo i discorsi sulla morte e la visita ai defunti al cimitero…ma i bambini ascoltano, sanno, capiscono…e accolgono e comprendono serenamente tutto ciò che gli viene spiegato bene, a cui viene dato senso, significatività. Pertanto, dovrebbe tornare naturale ad essi accettare anche che un bimbo possa morire, “andare in cielo”- importante è la collocazione: il bambino deve “vedere-sapere” che il corpo sta da qualche parte, che non è sparito nel nulla - perché la morte è comunque un evento naturale, fa parte della vita …non lo è invece tutto ciò che è “macabrità”, sadismo, cattiveria, crudeltà. Paola Cocola In alto l’elefantino eseguito da Matteo con la tecnica del collage A destra l’albero del Merlo Giulio adornato di 23 foglioline “E tante resteranno perché Matteo fa sempre parte della classe” dice una sua maestra In basso un autoritratto di Matteo Mondo del lavoro Coniugare flessibilità e diritti “S enza dignità, senza futuro” è uno dei tanti slogan che centomila lavoratori del precariato hanno gridato a Roma sabato scorso durante una manifestazione per ottenere dal governo l’abolizione della legge 30 ed altro. Il fatto che alla protesta hanno partecipato anche esponenti di primo piano della maggioranza, compresi vice ministri e sottosegretari, ha dato luogo anche ad un’ampia gamma di interpretazioni politiche: dall’accusa di un governo che grida contro se stesso a quella di una rapida cancellazione di una legge voluta da Berlusconi tre anni fa. Ma a noi in questa sede interessa considerare il motivo di fondo della protesta e della sollecitazione insieme, cioè la rilevante flessibilità introdotta dalla legge 30/2003 nel mondo del lavoro ( assunzioni, condizioni giuridiche nell’espletamento del lavoro, licenziamenti ecc) che ha determinato disagio e assenza di prospettive di lavoro rassicurante in centinaia di migliaia di giovani. I quali, proprio in forza della normativa vigente, trovano sì, forse con minore difficoltà che nel passato, un lavoro dipendente, ma trattasi di lavoro precario sia nel tempo che nella natura giuridica. In estrema sintesi ricordiamo che la legge 30 corregge radicalmente le precedenti leggi sul lavoro, a cominciare dalla Statuto dei lavoratori del ’70 per finire a quelle successive che gradualmente, soprattutto dagli anni ’90 in poi, hanno sempre più puntato alla flessibilità nelle assunzioni e nei licenziamenti, attutendo i diritti del lavoratore e lasciando ampia libertà di chiamata e di revoca al datore di lavoro. Una tendenza culturale della legislazione presente da sempre negli Stati Uniti e ormai anche negli Stati economicamente più sviluppati, a cominciare da quelli europei. Una tendenza che i governi giustificano, anche sull’esempio degli Usa, nel costatare che la precarietà più facilmente incrementa i posti di lavoro, anche se, diciamo subito, a rimetterci è il dipendente che non vede prospettive di sicurezza e di stabilità. Può essere assunto per alcu- ni giorni o per alcuni mesi allo scopo di realizzare “un progetto”, terminato il quale, viene licenziato. Accade, di fatto, che spesso il datore di lavoro assume sistematicamente per sei mesi o un anno per poi licenziare assumendo altri: crea un precariato permanente che lo libera da molti gravami e doveri verso il lavoratore. Il problema non è di facile soluzione perché la globalizzazione crea costantemente nuove situazioni economicosociali che solo un’ampia flessibilità e capacità di adattamento tempestivo permettono di soddisfare. Nel contempo non si può troncare la serenità di una prospettiva di lavoro – che vuol dire famiglia, risparmio, impegno sociale, volontariato - ad un giovane o ad un dipendente delle ultime leve in generale. C’è solo da auspicare un tavolo di mediazione che aiuti le parti in causa ad un reciproco sforzo per quadrare il cerchio. Vittorio Massaccesi 2 12 novembre 2006 Jesi e Vallesina Majolati Spontini Domenica 12 novembre Iniziata la prevendita Concerto di Natale al Pergolesi E’ iniziata la vendita dei biglietti del Concerto di Natale, il tradizionale appuntamento sinfonico al Teatro Pergolesi di Jesi che si terrà quest’anno giovedì 7 dicembre alle ore 21. In programma la novità assoluta del Trittico di Natale di Luciano Di Giandomenico (nella foto) e la Suite op. 71a tratta dal balletto Lo schiaccianoci di Čajkovskij, fra le pagine più conosciute e amate del compositore russo. Sul podio, alla guida della FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana, il direttore Dejac Savic. Le voci sono del soprano Ivanna Speranza e il mezzosoprano Erin Elisabeth Smi- Adeste Fideles, a Quanno nascette Ninno di tradizione partenopea con l’orchestra che imita le zampogne e ciaramelle, strumenti tipici della tradizione musicale popolare, fino al testo tratto dal Cantico dei Cantici riproposto in modo originale e accattivante sul ritmo della rumba. Alla novità del Trittico segue la più ‘classica’ Suite op. 71a dal balletto Lo schiaccianoci di Čajkovskij, terzo ed ultimo dei grandi balletti del compositore russo terminato nel 1892 e andato in scena per la prima volta al teatro Marinskij di Pietroburgo il 6 dicembre 1892 con le coreografie di Marius Petipa e Lev Ivanov; tuttavia già il 7 marzo precedente ne era stata eseguita con enorme successo, sempre a Pietroburgo, la Suite sinfonica che ascolteremo in questa occasione. In tema con la serata ‘natalizia’, l ’a r g o m e n t o del balletto si basa su un adattamento di Alexandre Dumas del racconto Lo schiaccianoci e il re dei topi di E.T.A. Hoffmann; la musica di Čaikovskij evoca l’atmosfera fiabesca e infantile della vicenda, che è quella del th. Coinvolti anche i cori di Jesi e sogno fatto da una bambina addorMaiolati Spontini, selezionati fra le mentatasi presso l’albero di Natale. migliori corali amatoriali del territo- INFORMAZIONI: tel. +39 rio. 0731/202944; Biglietteria: tel. +39 Strutturato in tre pannelli, il Tritti- 0731/206888. Biglietti da 20 a 12 euro co, una cantata per soprano, mezzo- (e mail: [email protected]). Per soprano, coro ed orchestra si evolve tutti i biglietti verrà applicato il disulle melodie di alcuni canti natalizi ritto di prevendita di 1 euro fino al della nostra cultura: da Stille Nacht e giorno precedente lo spettacolo. Le celebrazioni per l’anniversario della nascita di Gaspare Spontini I l prossimo 14 novembre ricorrerà il CCXXXII anniversario della nascita dell’illustre majolatese Gaspare Spontini e come tradizione ci sarà una celebrazione che ha da sempre richiamato, intorno alla Reggenza delle Opere Pie, la cittadinanza, le autorità cittadine e gli appassionati di musica. È una giornata importante d’unione in ricordo dell’amato musicista. Le Opere Pie, fondate grazie all’amore di Spontini per il proprio paese nel 1843, hanno invitato, con apposita pubblicistica, tutti i Majolatesi a partecipare, domenica 12 novembre, alla consueta giornata commemorativa che prende spunto dal gesto effettuato dallo stesso Spontini quando si recò presso la casa natale dove, tra le lacrime, ringraziò Dio di averlo elevato, da quella misera casupola, ai più grandi onori delle corti europee. La messa sarà celebrata dal Vescovo di Jesi, mons. Gerardo Rocconi e dal parroco di Majolati don Fabio Belelli, nella chiesa par- rocchiale Santo Stefano. Come di consueto, al termine della celebrazione si raggiungerà in corteo la Casa Natale di Gaspare Spontini dove si svolgerà il rito di commemorazione e lì sarà intonato dalla Società Filarmonica “Gaspare Spontini” l’ “Allegro Marziale” noto brano tratto dal primo atto dell’opera spontiniana “La Vestale”. Questo è un momento molto particolare per le Istituzioni spontiniane alle prese con la ristrutturazione e riqualificazione dell’Ospizio di Carità Spontini. Ora l’Ospizio ha riacquistato la struttura originaria, infatti sono stati demoliti i tramezzi e i servizi realizzati in precedenza. Praticamente siamo già nell’anno anniversario del “La Vestale”; con molta probabilità sia l’Amministrazione comunale, sia la Fondazione Spontini Pergolesi, attueranno una serie di avvenimenti finalizzati alla ricerca storiografica e alla celebrazione dell’evento. Sara Palmolella Concorso letterario per gli studenti I mezzi di comunicazione L’ AIART (Associazione Spettatori) ha tra le sue finalità quella di contribuire all’educazione e alla formazione degli utenti dei media per favorire lo sviluppo alla conoscenza e capacità critica nel rispetto dei principi di pluralismo, veridicità, correttezza dell’informazione e non violenza, come pure delle libertà civili e religiose tutelate dall’ordinamento giuridico italiano. Con questi propositi e allo scopo di sollecitare l’interesse dei giovani nei confronti dei media indice la seconda edizione del Concorso Letterario ‘Amedeo Fanesi’, destinato agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Il concorso consiste nello svolgimento di un tema ed è articolato in due sezioni: Prima sezione – Per gli studenti della SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Tema: “Comunicazione e nuovi media: come usare le immagini senza farsi usare” Seconda sezione – per gli studenti della SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO Tema: “I mezzi di comunicazione sociale (stampa, radio, TV, Internet), come ogni realtà umana contengono elementi positivi ed elementi negativi, dell’utile e del nocivo. Dipende dal loro uso responsabile farli diventare occasione di crescita personale”. Si suggerisce l’elaborazione del tema in classe, inserendo il titolo nella gamma di quelli normalmente proposti per le verifiche, o con eventuale altra modalità ritenuta opportuna. Gli elaborati, ciascuno completo di cognome e nome dello studente, denominazione dell’istituto scolastico, classe e sezione, visionati e vistati dal docente (di lettere, lingue o di religione), raggruppati per classe dovranno pervenire entro il 31 marzo 2007 al seguente indirizzo: AIART – c/o Maria Battoni Nicoletti – Via Panoramica 11 – 60123 ANCONA Gli elaborati saranno valutati da un’apposita commissione. Per l’una e per l’altra sezione sono in palio premi consistenti in una coppa per il primo classificato; una targa ricordo o altro premio simile al secondo ed altri eventuali premi minori. Alle scuole concorrenti, tramite le quali i vincitori saranno informati, verrà rilasciato un attestato di partecipazione. La premiazione avrà luogo in Ancona, nel corso di una cerimonia prevista verso la fine dell’anno scolastico. a.f.c. Per la prima volta al Pergolesi in versione originale Carmen, tra sogno e realtà B izet non visitò mai la Spagna. Non volle. Preferì immaginarla, temendo probabilmente che la realtà avrebbe condizionato, alterato o imprigionato la sua fantasia. Si appassionò molto però allo studio della musica e del folklore iberico. Conobbe anche compositori spagnoli richiamati a Parigi dall’imperatrice Eugenia e tanto rimase impressionato dal romanzo ‘Carmen’ di Mérimée da chiedere subito a H. Meilhac e a L. Halévy di ricavarne un libretto d’opera. Quella che la sua musica descriverà sarà una Spagna più vera del vero. Entrerà nell’immaginario collettivo con una smagliante, appassionata se pure trasfigurata hispanidad. E la seducente gitana diventerà un mito senza tempo. Frequentemente “Carmen” è apparsa sul palcoscenico del Pergolesi, mai però, come è stato in questa ultima edizione, nella versione originale, in francese e con i recitativi parlati, cioè quale la videro per la prima volta i parigini. Si è inteso così valorizzare lo stile efficace e conciso del libretto, evidenziando ugualmente il rapporto che intercorre fra parola e musica. Spesso in effetti sfugge allo spettatore che proprio dalla parola, dal suo intimo significato e dalla sua naturale musicalità scatu- risce l’ispirazione. Questo lodevole intendimento ha fatto tuttavia passare in secondo piano il resto, soprattutto l’ambientazione, costruita con scene essenziali, prive di magari simboliche allusioni ad una realtà pure vividamente descritta dalla parola. Carmen si è mossa perciò in una dimensione quasi metafisica, estranea ad effetti di acceso colorismo, di appassionata enfasi, di fascinosa malia. L’ultima scena rarefatta, dove i due protagonisti, soli, si sfidano faccia a faccia di fronte all’arena è tuttavia quella in cui meglio, nell’essenzialità, si concentra visivamente la tensione drammatica. Personaggi di primo e di se- ‘V. Bellini e quello di voci bianche della Scuola Pergolesi condo piano sono state messi – musicalmente ineccepibili. Wolfram Kremer ha curato in luce da un cast composto con sobrietà la regia, attento soprattutto all’uso delle luci. di interpreti provenienti pre- Attenendosi al particolare stile impresso a questa lettura valentemente dal teatro barocco, abituati ad una diversa il M° Christopher Franklin ha condotto en souplesse, con vocalità, ma che hanno offerto apprezzabili prestazioni. agilità e disinvoltura, la Filarmonica Marchigiana. Più elegante che sensuale la Carmen di Laura Polverelli; Era questa in ogni modo la Spagna sognata da Bizet? caratterizzata come un personaggio di fiaba la Micaela Non proprio; ma Carmen resiste a tutte le stagioni e redi Amanda Squintieri; un Don José da applausi quello di sta sempre ‘un insondabile prodigio’. Rubens Pelizzari, che è da attendere però in altre proAugusta Franco Cardinali ve per un giudizio più fermo; non diversamente l’Escamillo di Umberto Chiummo. Sarebbero da ricordare in Nella foto a sinistra il regista Wolfram Kremer e il diretpositivo altri nomi. Non spesso è dato ascoltare terzetti tore artistico Federico Pupo; sopra il tenore Rubens Pele quintetti (difficilissimi!) così ben eseguiti; né cori - il lizzari con Laura Polverelli (foto Anna V. Vincenzoni) Attualità 12 novembre 2005 A ¬ntra' /unt i Rapimenti e sequestri nel giornalismo IL SILENZIOSO GRIDO DELLA LIBERTA’ Halloween G di guerra, libertà e democrazia. di Riccardo Ceccarelli iornali e televisioni l’hanno reclamizzata per giorni. Notevolissimo il suo indotto economico. Altrimenti non l’avrebbero fatto. Celebrata in tutto il mondo il 31 ottobre, la festa di Halloween è più globalizzata del Natale e del carnevale. Ce l’hanno fatta vivere così, in fondo senza sapere quello che si faceva, magari nell’esclusivo adagio dei bambini che, vestiti da piccoli fantasmi, si sono presentati nelle case dicendo “Dolcetto o scherzetto?” È una festa antica, di origini pagane, celebrata nel nord Europa già nel primo secolo avanti Cristo tra le popolazioni celtiche. La dizione “Halloween” deriva dalla contrazione di All Hallow’s Eve (vigilia di Ognissanti), divenuta Hallow’s Even poi Halloween. Dal nord Europa passò nel nord America. Negli ultimi decenni, dall’America ha invaso il mondo. Il 31 ottobre segnava la fine dell’estate, le ombre dei morti potevano ritornare nelle loro case, meglio lasciar loro qualcosa da mangiare fuori della porta per non farli arrabbiare. Le zucche erano usate come lanterne dai druidi (sacerdoti dei Celti) che andavano accendendo fuochi per impedire il ritorno devastante dei morti. La Chiesa volendo dare un senso nuovo e più profondo alla festa pagana istituì la festa di Tutti i Santi (Ognissanti) e la Commemorazione dei defunti, dove la vita e la morte in stretto rapporto entrassero con la loro verità ed il loro senso cristiano nel discorso dell’esistenza di ogni uomo. La riproposizione della festa di Halloween circuitando secoli di questo “sentire cristiano”, ci dà l’illusione di scoprire una tradizione che noi non abbiamo mai avuto, risultando invece una scimmiottatura di altre culture, una festa insomma estranea alla nostra cultura che unisce streghe, fantasmi, scheletri, gatti neri e dolciumi. Oggi essa è vissuta esclusivamente nel clima del consumismo globalizzato Avesse almeno qualcosa di folcloristico che affonda la sue radici in quell’humus millenario che è la nostra cultura, fosse pure pagana. Niente di tutto questo. Una festa d’importazione cui pure si potrebbe soprassedere se non rischiasse di minare alle radici – ma in questo clima di estrema superficialità quanti se ne accorgono? – il rapporto serio con il vivere ed il morire, “facendo della morte, come scrive Marcello Veneziani, una caricatura, una pagliacciata, come se la vita fosse una farsa e l’uscita di scena un atto comico e gaudente.” Se a qualcuno possono apparire forse troppi ed eccessivi i significati attribuiti a questa festa, c’è da dire che la possibilità di banalizzare la morte in quei rituali fra streghe, scheletri, fantasmi e paure non è molto lontana. “È anche umano, continua Veneziani, volere esorcizzare la morte con frizzi e lazzi, lo facevano ai tempi dei Carmina burana, in pieno Medioevo. Ma questo è un modo per profanarla, ridicolizzarla, renderla superficiale, come un genere di consumo”, nel contesto appunto di quel vituperato, condannato e goduto consumismo dove ormai tutti siamo immersi, nuotandoci felicemente dentro, capaci di shakerare vita e morte, lacrime e sorrisi, speranze e certezze. Consumatori e consumati senza alcuna identità. Uno spettacolo vale l’altro. Meglio se è globale, come in questo caso la festa di Halloween, o in mondovisione. “Una forma di stupidità in mondovisione, conclude Veneziani, non cessa di essere un’idiozia solo perché planetaria, al contrario si ingigantisce”. Zucche globalizzate che, se non scacciano inesistenti streghe o fantasmi, esprimono, questo sì, vuoti a perdere. E nzo Baldoni, Giuliana Sgrena e per moltissime persone si sono radunate datornare più indietro nel tempo Ila- vanti alla casa dei familiari del giornalista ria Alpi. Sono questi i nomi più noti che e in un cartello posto all’angolo di piazza sono venuti alla mente di molti italia- Don Tonino Bello, la piazza principale ni nel momento in cui hanno sentito la del paese, si legge: “Gabriele, tanta paunotizia del rapimento del fotoreporter ra, tantissima speranza, immensa gioia”. italiano Gabriele Torsello, senza sape- “Non ho mai visto la luce, durante il mio sere che nel solo Iraq sono morti circa 60 questro”- dice all’intervistatore e aggiungegiornalisti, più del totale di quelli dece- “Pensavo sempre alla mia famiglia quanduti in Vietnam. Tutti giornalisti, lavora- do ero prigioniero, tanto che per dei petori, uomini e donne impegnati in zone riodi riuscivo ad assentarmi e a immagidi guerra per dare voce ai più deboli e nare di essere altrove. Poi mi vedevo le denunciare gli avvenimenti che coin- catene ai piedi e mi rendevo conto che volgono quelle zone del mondo troppo era solo un sogno. Ho sempre mangiato.”. spesso dimenticate, non coperte dai me- La vicenda di Torsello però fa sorgere dia, o, peggio, ignorati. Purtroppo non spontanea una domanda: la libertà di accade spesso ma questa volta, e ne sia- stampa sul piano internazionale è commo immensamente contenti, il buon sen- promessa? Secondo Stefano Neri, diso ha vinto. Rapito in Afghanistan il 12 rettore di Informazioni Senza Frontiere, ottobre scorso, Torsello è stato liberato. un’associazione che si occupa della liberTira un sospiro di sollievo tutto il paese tà di stampa e di espressione nel mondo di Alessano, in provincia di Lecce, dove “solo in 30 Paesi questa è garantita.”- si legge sul sito ufficiale dell’associazione- “Il giornalista che opera nei teatri di guerra spesso si trova impossibilitato a svolgere il proprio lavoro a causa di leggi liberticide di sovrani e dittatori che lo spingono, con minacce o intimidazioni, a non diffondere notizie, costringendolo, quindi, all’autocensura”. Un giornalista sa solo quello che vede in modo diretto dopo averlo verificato, la sua testimonianza è fondamentale perché sarà poi l’insieme di più punti di vista a permettere alla gente di farsi un’opinione su quello che accade. Sono proprio questa possibilità e il non doversi limitare nel manifestarla i pilastri fondamentali del principio di democrazia, il contenitore di tutte le libertà. Per dirla come il grande giornalista Enzo Biagi: “la libertà, come la poesia, non ha bisogno di aggettivi. E’ la libertà”. Eleonora Dottori Dall’11 novembre la mostra di Alberto Berti al Classico Tracce di identità comuni A lberto Berti inaugura sabato 11 novembre alle ore 16 presso il liceo classico di Jesi in corso Matteotti la sua personale di “Opere recenti”. La mostra resterà aperta fino al 25 novembre e potrà essere visitata dal lunedì al sabato dalle 10 alle 12,30 oltre al lunedì, martedì, giovedì e sabato dalle 16 alle 18,30. La dirigente del liceo classico ha accolto con entusiasmo la proposta di un numeroso gruppo di ex alunni che lo hanno frequentato nel passato, di presentare alla cittadinanza una sintesi delle opere e del percorso artistico del dott. Alberto Berti. I successi professionali e le proposte figurative dell’artista hanno varcato, negli anni, i confini nazionali e trovano oggi un posto d’onore nel liceo che lo ha visto studente. Il talento che contraddistingue l’arte di Berti visita i luoghi della sua formazione e lascia linfa viva ai giovani, ai compagni di classe, alla gente che possono riconoscere in esso tracce di identità comuni. Alberto Berti ha realizzato importanti mostre personali a Pisa, Roma, Volterra, Montecatini, Verona, Il Cairo, Helsinki ed una collettiva al Coliseum di New York. Associazione nazionale dei comuni virtuosi Risparmiare e guadagnare R isparmiare (guadagnare…) 1,5 milioni di euro l’anno nella bolletta energetica, a Padova, attraverso un progetto di ‘ristrutturazione energetica’ degli edifici comunali e dell’illuminazione pubblica attraverso il meccanismo delle ESCO, e il cambio delle luci dei semafori con lampade a led. Risparmiare (guadagnare…) decine di migliaia di euro di minor differimento in discarica, a Montebelluna, con la raccolta differenziata dei rifiuti ‘porta a porta’, passando da 276kg di produzione annua pro capite a 125kg, con una percentuale di differenziata del 77%. Risparmiare (guadagnare…) e aiutare concretamente l’ambiente, a Reggio Emilia, con gli ‘Acquisti Verdi’, attraverso una seria politica di riduzione degli sprechi e di nuove procedure ‘sostenibili’ negli appalti di forniture e servizi. Utopie realizzabili che si trasformano in progetti concreti. Che, in tempi di ristrettezze di bilancio, non possono che essere ben accolte. Di queste, ed altre numerose iniziative nel campo della sostenibilità ambientale, della cooperazione e della partecipazione si è parlato lo scorso week end nel suggestivo scenario della Reggia di Colorno (PR), in occasione della 1° edizione del ‘Festival della decrescita felice’, organizzato dalla ‘Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi’, con il contributo del Co- mune di Colorno e della Regione Emilia Romagna. Una ‘tre giorni’ che ha visto la partecipazione di rappresentanti di associazioni e Comuni da tutta Italia, con dibattiti, testimonianze e spettacoli. Sindaci, assessori, associazioni si sono confrontati, con gli interventi, tra gli altri, dell’eurodeputato Vittorio Agnoletto, dell’on. Paolo Cacciari e di padre Ottavio Raimondi, direttore dell’EMI. “Siamo particolarmente soddisfatti - afferma Gianluca Fioretti, sindaco di Monsano e presidente dell’associazione, intervenuto sabato -, abbiamo ricevuto una grande risposta in termini di partecipazione e qualità degli interventi.”. ATTUALITA’ - Notizie in breve dall’Italia e dal mondo Processo a Saddam Hussein “Il popolo iracheno è diviso sulla condanna a morte di Saddam Hussein, a Baghdad la tensione è alta” dice il vescovo ausiliare della capitale irachena che continua: “Chiediamo per la popolazione riconciliazione, pace, sicurezza e stabilità”. “L’Italia è contraria alla pena di morte - ha detto il premier Prodi - ed ancora di più in un caso drammatico come quello relativo a Saddam Hussein pensiamo che l’esecuazione capitale sia assolutamente da evitare”. gerà tra il 13 e il 17 novembre. Chiunque sia interessato può telefonare per prenotare una visita al centro più vicino al proprio domicilio, chiamando il numero verde 800126731. Informazioni sono disponibili sul sito www.siucp.org. Napoli: il sangue e la speranza La Commissione europea promuove la Finanziaria ma il suo è un via libera carico di preoccupazioni. L’Italia quest’anno avrà un deficit di bilancio pari al 4,7% del prodotto interno lordo che l’anno prossimo dovrebbe scendere al 2.9%. Il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe ha chiesto di vivere un giorno in cui le azioni quotidiane possano avere un altro ritmo, diverso da quello usuale della fretta, della superficialità, dell’incoscienza, della dimenticanza, per fermarsi e dire che i giorni della violenza e del disordine, degli assassinii di camorra, della microcriminalità e delle giovani vite spezzate o perdute, dei rifiuti accumulati e delle illegalità diffuse, non devono essere tollerati come “normalità” nè devono far considerare Napoli persa. Processi I testimoni della fede Nei prossimi cinque anni più del 90% dei processi è destinato a finire nel nulla perchè le sentenze non saranno eseguibili a causa dell’indulto. E’ il Consiglio Superiore della Magistratura a lanciare l’allarme. Rapinatori nella missione dei Gesuiti in Mozambico. Un gesuita brasiliano e una laica missionaria portoghese sono stati uccisi lunedì 6 novembre mentre il 31 ottobre è stato ucciso un sacerdote “Fidei donum” in Costa d’Avorio. Medicina: visite gratis in ospedale Fondo per i vaccini “L’intestino pigro è una vera e propria malattia sociale, dato che colpisce ben 13 milioni di italiani e che incide pesantemente sulla qualità della vita degli italiani” osserva il presidente della Società italiana di colonproctologia presentando la settimana nazionale per la diagnosi e cura dell’intestino pigro che si svol- Il 7 novembre a Londra sono stati messi in vendita i “bond”, le obbligazioni dell’International Financing Facility for Immunisation, uno strumento finanziario, ideato del ministro britannico dell’economia, per raccogliere un miliardo di dollari da destinare ai poveri più poveri per vaccinazioni su larga scala. Politica economica 4 Cultura 12 novembre 2006 storia della tradizione teatrale musicale a jesi di Gianni Gualdoni M Il “teatro senza teatro” la musica si fa popolare a è l’altro dei due semi citati -più che quello, pur interessante e importantissimo, delle Accademie- a dare forse i più floridi germogli per lo sviluppo della tradizione musicale: anche se le rispettive inflorescenze, come si vedrà, sono spesso inestricate tra loro. IL FILONE DEVOZIONALE Dopo la sua prima apparizione nelle Marche a S. Severino nel 1579 e un successivo rapido espandersi in regione, nel 1644 la Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri si insedia anche a Jesi, presso l’abitazione di uno dei promotori locali, padre Castagnacci: in zona Posterma, dalle parti della Cattedrale. È qui che prende il via l’attività della Comunità, informata dei precetti semplici ma intensi del fondatore, secondo i quali l’elevazione spirituale e la preghiera non solo possono avvalersi anche del mezzo artistico -architettura, poesia, pittura, musica- ma ne traggono forse il modo migliore di attuazione. In quei locali angusti si comincia a esercitare la formula filippina: sermoni alternati a pratica musicale, laudi eseguite su pochi strumenti, suonati da membri stessi della congregazione. La partecipazione è aperta a tutti, l’intenzione edificante e spirituale, secondo toni accattivanti ma non espressamente ludici. Dopo pochi anni quell’esperienza intima e intensa prende corpo e si fa di grande rilievo, in concomitanza con il trasloco della Comunità nell’attuale Chiesa di S. Giovanni Battista, ancora oggi meglio conosciuta come “S. Filippo”. Dal 1659 l’oratorio è una pratica abituale, che coinvolge ampi strati di fedeli e a cui partecipano il Vescovo, il Governatore, il Magistrato; si tiene ogni domenica dal 1 novembre (festa di Tutti i Santi) a Pasqua, nonché nelle feste solenni, assommando così ad almeno una ventina di eventi e costituendo pertanto per nobili e popolani un importante appuntamento ricorrente con la fede, ma anche con la musica. Aperto da un piccolo sermone recitato da un bambino, cui replica tra la prima e la seconda parte dell’esecuzione la predica di un oratore adulto, l’oratorio era ormai una sorta di vero e proprio dramma sacro, senza scene né azione ma con un suo intreccio riguardante la vita dei martiri o storie tratte dalla Bibbia: un autentico “teatro senza teatro”, mantenendo l’argomento una chiara finalità edificante e di fede. TRA IL SERMONE E L’OPERA BAROCCA La forma musicale in uso muta nel volgere dei tempi, a partire da semplici laude in lingua volgare –com’è l’uso musicale del tardo ‘500- che però non sono più cantate in polifonia, per agevolare il più possibile la comprensione dei testi, spesso di nuova composizione letteraria ma adattati su musiche preesistenti, secondo la pratica del “travestimento spirituale”: anche se a Jesi giunge solo a metà ‘600, non dimentichiamo infatti l’origine dell’oratorio (Roma, 1575), con i suoi primi repertori musicali di riferimento. Tanto per intenderci, proprio all’oratorio della Vallicella a Roma, centro della Congregazione, debutta nel febbraio del 1600 la “Rappresentazione di Anima e di Corpo” di Emilio de’ Cavalieri, lavoro stilisticamente di transizione tra la lauda drammatica e il melodramma, da molti storici indicato come uno dei titoli di esordio del nuovo genere dell’opera in musica. Sviluppandosene velocemente la pratica, tanto più dopo il trasferimento nella nuova e maggiore sede a S. Giovanni Battista (1659), l’oratorio viene pian piano a mutuare la “nuova moda” del tempo: quella della prima opera barocca, con i suoi cantori, i cori, gli “affetti” espressivi. Le voci -tutte maschili- forse sono quelle della Cappella del Duomo o di “dilettanti” locali: infatti, l’oratorio filippino non è uno spettacolo e non concepisce pagamento. Si tratta di canto e musica senza azione scenica, in “un culto largo e continuo di poesia, di musica, di canto e di suono, in cui i religiosi faceano le prime figure”, cosicché “avevamo il teatro senza il teatro”, ci ricorda lo storico Annibaldi nel suo famoso studio “Il teatro di Jesi”. Normalmente i cantori erano vari (per voce e per numero, anche fino a una decina), con funzioni solistiche e corali, alcuni dei quali potevano costituire un secondo coro dislocato in un’altra cantoria rispetto a quella presso l’organo, offrendo così un effetto acustico spaziale di notevole suggestione. L’orchestra è da immaginare molto ristretta: la sezione d’archi, con basso continuo e forse qualche fiato. Ciò che colpisce è la frequenza: vista la grande varietà della proposta, molti oratori erano certo composti da poeti e musicisti della Comunità stessa, ma non potendo creare in continuazione e non potendosi reiterare più di tanto repliche parafrasi e “travestimenti”, parecchi lavori dovevano essere di autori “forestieri”, per esempio il Maestro di cappella della Congregazione di Roma, com’è attestato. Si conoscono testi a firma di Baldassini, Petrucci, Aquilini, lo stesso Cardinal Cybo; per le musiche, si sa del maestro di cappella della Cattedrale, Gamberini, e di quello della Chiesa della Morte, Mascara. Quanto al livello artistico dei lavori eseguiti, è da rilevare il fatto che la programmazione oratoriale dei Filippini di Jesi risulta, almeno per certi periodi documentati, identica a quella in sedi ben più importanti, quali Roma, Firenze, Venezia, Napoli. L’identità di repertorio può significare l’importanza dell’oratorio di Jesi nel panorama contemporaneo, così come testimoniare il pur intuibile collegamento tra le varie comunità filippine, nel cui “circuito culturale” -perché tale a tutti gli effetti può essere considerata l’esperienza filippina, proposta e praticata nella diffusa rete dei suoi presidii- appare logico trovare a volte le medesime composizioni. In tale contesto, una nota distintiva è da riconoscersi all’ambito jesino per la consistenza e lo spessore culturale che si possono ravvisare in quei testi di autori locali -nella fattispecie Petrucci e Cybo- che sappiamo giunti alla “dignità” di essere musicati da compositori importanti, a Roma: il cui nome, pertanto, è lecito ritenere ben conosciuto e apprezzato anche negli altri centri del circuito “produttivo” filippino nazionale. “INTELLIGHENZIA” LAICA ED ECCLESIASTICA Lo stesso monsignor Pier Matteo Petrucci -vera anima della Congregazione jesinafu membro dell’Accademia dei Riverenti come lo fu Girolamo Moriconi, anch’egli attivo nella Comunità filippina come clavicembalista, e lo fu Tommaso Baldassini così come Angelo Tondi, Flerido Grizi, Benedetto Colocci, che entrò in seguito nella Congregazione di Roma. Tra gli accademici, d’altro canto, troviamo figure come Francesco Benigni, Priore del Capitolo della Cattedrale di Jesi, nonché Raimondo Pellegrini, canonico teologo della Cattedrale medesima. Molti altri degli accademici erano anch’essi religiosi; tutti gli accademici erano comunque “intellettuali”: dottori di legge, di lettere, di astronomia, di matematica. Particolarmente interessante risulta proprio questo ricorrere dei nomi ed intrecciarsi delle “appartenenze”, considerando la quasi perfetta coincidenza temporale della nascita a Jesi sia dell’Oratorio che delle Accademie: ciò aiuta non poco ad individuare le direttive preferenziali di riferimento culturale esterno, rispetto al ristretto e “provinciale” contesto locale. Si vede infatti dalla biografia dei singoli intellettuali qual è il contatto che può aver portato a Jesi l’esigenza culturale specifica, il bisogno intellettuale, il modo di trattarlo e di esaudirlo, fino a rintracciare le possibili vie di realizzazione, come può essere il taglio rappresentativo o il titolo stesso di uno spettacolo da proporre. È evidente che per molti il legame è Roma: o per motivi di pratica legale o per contatti con la Curia Papale, per appartenenza ad altre Accademie o per incarichi in seno a istituzioni religiose; per altri il legame è invece scolastico e in questo caso a Roma si accostano anche Macerata e Urbino. Ma l’esempio più esplicito è quello di Pier Francesco De Magistris, Accademico Disposto: che non è uno jesino collegato a Roma, ma un romano “importato”, con tutto il suo bagaglio di cultura e conoscenza della capitale, oltre che con l’esperienza di partecipazione a ben due Accademie nell’Urbe, quella degli Infecondi e quella degli Intrecciati. (5.continua) [email protected] Azienda affermata nella lavorazione delle lamiere cerca personale altamente qualificato per proprio reparto di PIEGATURA LAMIERE. Ottime prospettive. Per informazioni chiamare la Sig.ra Lidia Chiucconi allo 071-933971 Vita ecclesiale 12 novembre 2006 5 Conferenza del 14 ottobre al Meic Movimento ecclesiale di impegno culturale Dialogo interreligioso: la clessidra - 3 G iunti all’ultima tappa del nostro viaggio, con la ragione illuminata dalla fede affermiamo che il dialogo interreligioso è possibile sulla base del progetto divino di salvezza per tutta l’umanità, in Cristo; progetto di comunicazione e di comunione misteriosa nello Spirito, che si realizzerà nella pienezza solo alla fine dei tempi, ma che oggi, nella storia umana, è affidato all’impegno di tutti: al lavoro di teologi, storici, filosofi, antropologi… per lo studio delle diverse tradizioni religiose e la ricerca di convergenze compatibili sul piano dottrinale fra il cristianesimo e le altre religioni, alla luce dello Spirito e in sintonia con il Magistero ecumenico. Ma nella prassi quotidiana il dialogo è compito di tutti: persone di ogni età, cultura, lingua , tradizione… Come praticare concretamente e rettamente il dialogo interreligioso oggi? quali le modalità? nus Jesus” della Congregazione per la Dottrina della fede, ha precisato che se il cristiano non può considerare i testi sacri delle altre religioni ispirati come l’Antico Testamento, tuttavia deve rispettarne la sacralità . Ma in questo cammino di apertura al dialogo con i seguaci di altre tradizioni religiose, il cristiano deve fare i conti…con l’identità. “Noi occidentali-afferma il relatore- siamo caduti nel relativismo, non abbiamo più coscienza della nostra identità, abbiamo separato ragione e fede affermando una ragione assoluta che non si regge. In occidente c’è bisogno di una fede consapevole che abbracci la ragione e riconosca la bontà e la necessità della fede per la dignità completa dell’uomo”. Ed ecco, direi, la Carta d’identità del cristiano, il Vangelo nel mondo d’oggi:” Non tutte le religioni sono uguali. Noi cristiani rifiutiamo ogni fondamentalismo, ogni fideismo, ogni imposizione della fede, ogni forma di violenza della CARTA D’IDENTITA’ fede contro altre fedi. Ogni forma di violenza e di guerra Nella sua conferenza il teologo Campana ha sottolineato fatta in nome della fede contraddice la ragione e la fede. anzitutto che il dialogo esige il superamento della ideologia Affermiamo che il dialogo, la testimonianza, la collaboradel nemico, perché siamo tutti figli di Dio, il riconoscimen- zione, l’amicizia, lo studio sono necessari. Ma questo non to della dignità di ogni persona, il rispetto delle diversità lo affermiamo a discapito della fede e del martirio (il marculturali, dei simboli della fede e dei testi sacri delle varie tire è l’opposto del kamikaze che uccide gli altri; il martire religioni. A questo proposito, con riferimento alla “Domi- preferisce morire lui piuttosto che far morire gli altri); non Non bramare fratello se non ami il dolore quel brivido divino che consacra il poeta. Ricorda non c’è angoscia più acuta che vivere una vita non tua per scomparire nel mistero dell’uomo velato di singhiozzi e peccato.(*) Don Mario Bagnacavalli nelle sue poesie ha cantato gli uomini con i loro strazi ed i loro limiti, i candori, le stanchezze, le inevitabili sconfitte. È riuscito a riproporre in modo irripetibile la pena del moderno “Ulisse” in perpetuo viaggio nelle profondità dell’inconscio alla ricerca di “Itaca”, cioè dell’approdo sempre invocato e mai posseduto. Come la maggior parte degli autori del Novecento, egli pone al centro della sua ispirazione un’umanità dolente nella quale tuttavia affiora il cammino che conduce alla percezione dell’Assoluto. Don Mario umilmente confessa l’incapacità di accendere nelle sue parole la gioia totale della presenza di Dio nell’universo, ma si affida sul piano formale, come altri grandi poeti contemporanei, alla poetica dell’oggetto e dell’ana- IL PAESE DELL’ANIMA Itaca logia: anziché parlare di sé traspone le sue emozioni in oggetti nitidamente definiti, come elementi del paesaggio, piccole cose di ogni giorno, la musica, la luce. La luce sta delineando i miei confini sul muro; ma l’altra luce, dentro, cancella i segni della mia prigionia.(*) D pure nel suo stile di vita sobrio , connotato da una povertà che aveva saputo spogliarsi del superfluo per gustare la vera bellezza della vita. Il suo io vibra di una superiore saggezza quando denuncia la scoperta del vero che trionfa su ogni rovina, sul tempo che consuma e rapisce ogni cosa. Scoprire Cristo che entra nella Storia per trasumanarla e portare questa verità agli uomini sfiduciati e distratti è stata la missione di Don Mario artista e sacerdote. Lontano da ogni compiacimento estetizzante, egli non si è abbandonato alle immagini che sapeva creare ma ha rivolto il suo slancio verso Cristo presente nel mistero dell’Eucaristia e nel volto dei fratelli sofferenti che incontrava e sembravano dirgli: “Guardami, ho bisogno di te”. M. Costanza Santacroce Cestaro I suoi versi rifiutano la rima, il lessico è essenziale e discorsivo, ma ogni parola ha un canto segreto nel narrare la vicenda che lega uomini e cose. Don Mario, lettore colto e appassionato ha amato i classici dai quali ha mediato arte e sapere il cui succo prezioso nutre la sua poesia come una linfa segreta. Movenze pascoliane e crepuscolari segnano la trama dei suoi sentimenti, l’intreccio delle sue speranze e delle sue malinconie. Nel nitore di certi suoi paesaggi possiamo cogliere eleganze dal tocco oraziano, come (*) Mario Bagnacavalli: Poesie. Arti Grafiche Jesine- aprile 1999 CON LA MADONNA DE LE GRAZIE etto fatto: questa volta a sparire dalla circolazione era stato S. Floriano. S. Settimio, apprensivo com’era, più passavano i giorni e più era diventato nervoso ed intrattabile. Dopo 15 giorni, S. Floriano non fece in tempo a mettere il naso dentro il Duomo che S. Settimio lo investì: “Dove sei stato?” “Perché?” Rispose S. Floriano con finta innocenza. “Come perché. Perché tu non puoi fare quel che ti pare, Capito? - Lo rimproverò con severità – Andar via per 15 giorni senza lasciar detto a nessuno dove vai. E se io avessi avuto bisogno di te? Eh? Dove sei stato?” “A Cupra Montana.” “Per 15 giorni? Non potevi telefonare?” “Pé’ dilla para, semo partidi coll’intenzió’ de stacce de meno, ma dopo, quanno semo stadi lì…” S. Settimio non lo lasciò terminare e continuò ad inveire contro il povero S. Floriano: “Con chi ci sei andato?” “Có’ la Madonna de le Grazzie.” “Tutto questo tempo?” a discapito della nostra identità perché abbiamo la coscienza che Cristo è l’Unico Salvatore. Se rimane il cristianesimo, c’è una salvezza; solo se opera lo Spirito di Cristo, tutti sono in qualche modo raggiunti dalla fede”. Una metafora pedagogica della fede? Afferma il cristiano Campana: “Io ricorro spesso all’immagine della clessidra: il forellino è Cristo, attraverso cui passa il granellino di sabbia. Solo in questo passaggio si può avere la salvezza. La salvezza è universale. Gesù ha dato la vita per tutti . Qualcuno può non saperlo…, non accoglierlo, ma è per tutti”. La separazione fra religione e politica non vuol dire assoluta estraneità, come avviene oggi in Occidente, né confusione ( come accade oggi in Oriente quando islamismo, induismo e buddismo diventano religioni di Stato). Purtroppo l’Islam e l’Induismo associano Occidente e Cristianesimo, guerrafondai e cristiani, capitalismo e cristianesimo… Ma questi sono problemi culturali, politici ed economici, non religiosi. .Il cristiano non può vivere da “religioso interreligiosamente, senza pretendere nulla…”.Cristo, quando tornerà, troverà ancora fede sulla terra?”. Dobbiamo portare avanti il dialogo e l’annuncio. Maria Crisafulli bastado.” “Cioè? Spiegati.” “I predi avea fatto tutto ‘n bel programma… oggi chi, domani de là… insomma ‘na robbetta su non c’è male; ma a la gente non j’è bastado” “Davvero?” “No? E vedessi la gente! A S. Marco… a S. Michele… dentro la Chiesetta del Moro… a Poggio Cupro… giù i Fradi Neri… E po’ non semo polsudi gi’ al Beato Angelo!! E tutte le sante sere ‘na massa de gente. Vedessi!” S. Settimio al saper che S. Floriano era stato assieme alla Madonna delle Grazie s’era calmato: “Interessante. E che facevate?” “Come?” “Cosa facevate, dico, ogni sera?” “Niente: se dicea la corona, le littanie e po’ la messa. Que altro doveamo fa’?” S. Settimio mise su un’aria da saccente che a S Floriano non gli spianò affatto. “Sai chi me venìa pensado quanno vedeo tutta quella gran gente davanti al quadro de la Madonna?” Aggiunse S. Floriano con la sua solita aria scojonada. “A chi?” “Ma no: ce doveamo fermà’ ‘na “A vualtri. A vualtri che fade la… settimana solo, ma dopo…” come se dice… Eh? La lettura “Dopo?” divina… Que fade? “ “Dopo c’ha toccado a stacce 15 “ La lectio divina!” giorni.” “Brao: propio quella! E me venia “E perché?” tanto da ride’”. “Perché a la gente non j’è m.f. Notizie brevi zona di cupramontana Condivisione D omenica 19 novembre, le undici parrocchie della Zona Pastorale di Cupramontana si ritroveranno a Maiolati Spontini nella Chiesa di S. Stefano per l’avvio ufficiale dell’anno pastorale. La celebrazione eucaristica sarà presieduta, alle ore 11,15, dal vescovo Mons. Gerardo Rocconi e concelebrata da tutti i parroci e sacerdoti delle rispettive parrocchie. Per la zona pastorale la celebrazione comunitaria della Messa che segna l’inizio delle attività è ormai una tradizione: ad essa sono tutti invitati, in particolare i componenti dei singoli Consigli Pastorali Parrocchiali, i ragazzi ed i giovani. Vuole essere un’occasione privilegiata ed importante per far prendere coscienza a tutte le comunità della Zona che esse possono trarre maggior vigore ed entusiasmo nel loro operare se si superano le strette ombre dei propri campanili con una visione più ampia sia dei problemi che delle relative soluzioni. L’iniziativa di questa celebrazione fu presa ormai da quasi un decennio dal Consiglio Pastorale Zonale che, dopo esser stato per lungo tempo presieduto da Don Maurizio Fileni, parroco di San Lorenzo di Cupramontana, è ora guidato da Don Fabio Belelli, parroco di Maiolati, la cui indicazione, fatta dai sacerdoti della zona in settembre, è stata confermata dal vescovo. Gli incontri del Consiglio Pastorale Zonale sono periodici, in essi vengono discusse le iniziative comuni per l’intera Zona ma anche elaborate modalità di intervento su alcuni temi ed interventi che riguardano tutti. Il processo di collaborazione ma soprattutto quello di superare le barriere dei confini parrocchiali non è facile, è comunque quello più necessario ed urgente sia per la progressiva riduzione del numero dei sacerdoti, specie in prospettiva futura, sia per dare ai laici specifiche responsabilità nelle singole comunità. La necessità di un sentire cristiano più profondo, di una sensibilità maggiore, di una partecipazione più convinta, di una testimonianza più serena, segna il cammino di tutte le comunità parrocchiali con in impegno progressivo di laici e sacerdoti. Un cammino che vede come impellente l’urgenza di integrare l’identità di ogni singola comunità e delle sue specifiche tradizioni con un rapporto più stretto con le altre realtà della stessa zona: un’esigenza questa avvertita anche a livello civile. L’incontro-celebrazione di domenica 19, con la presenza autorevole del vescovo, fa parte di questo percorso che non può essere che condiviso. r. c. CHIESA dell’ADORAZIONE luogo di adorazione e di ascolto Dal lunedì al venerdì, dalle ore 16 alle 19, un sacerdote è a disposizione nella Chiesa dell’Adorazione per le confessioni e il colloquio spirituale. Questo servizio, offerto a tutti, vuol essere in modo particolare una opportunità data ai giovani. Viene indicato il sacerdote presente per ciascun giorno: Giovedì9 nov. Padre Carmelitano Venerdì 10 nov. Don Mario Massaccio Lunedì 13 nov. Don Fabio Belelli Martedì 14 nov. Don Giovanni Ferracci Mercol. 15 nov. Don Michele Cobzaru Giovedì16 nov. Don Giuseppe Quagliani Venerdì 17 nov. Don Gianfranco Rossetti Il circolo Ferrini ricorda i defunti Il 21 novembre alle ore 18 nella chiesa dell’Adorazione a Jesi, i soci del Circolo Ferrini ricorderanno i soci defunti. E’ questa una tradizione da mantenere per ricordare quanti ci hanno preceduto nel segno della fede e che ora dormono il sonno della pace. Radio Maria a Jesi Il 17 novembre alle ore 16,40 Radio Maria trasmetterà in diretta, dalla cappella dell’ospedale “Murri” un incontro di spiritualità e di riflessione. La radio copre con le sue frequenze il 98% del territorio nazionale e raggiunge milioni di ascoltatori in Italia e nel mondo. La scelta di trasmettere dal Murri gratifica il lavoro del cappellano padre Nicola Abbruciati, cappuccino, dei volontari e del personale che operano nella struttura. Chi vorrà, potrà ascoltare dalle frequenze di Radio Maria (107.600 - 107.900) o partecipare all’incontro dalle 16,40 alle 17,40. 6 Vita Ecclesiale 12 novembre 2006 Vangelo 21 novembre 2006 xxxii del tempo ordinario Dal Vangelo secondo Marco I n quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave”. E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: “In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella Agenda Pastorale del Vescovo sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”. Quale fede? O stentazione e semplicità. Cupidigia e generosità. Ricchi di sé e ricchi di Dio. Questi i contrasti stridenti che emergono dai personaggi contrapposti nel brano evangelico: gli scribi, riconosciuti da tutti come guide spirituali, e una povera vedova che non ha alcun peso nella società. Come un abile regista, Marco punta la sua cinepresa sui primi, seguendoli in alcuni momenti della loro giornata. Li vediamo messi a fuoco mentre passeggiano nei luoghi più frequentati, pavoneggiandosi nelle loro ampie vesti e compiaciuti della riverenza con cui la gente li saluta; li vediamo poi seduti ai posti d’onore (protoklisíai) nei banchetti a cui sono invitati, e in prima fila (protokathedríai) nelle sinagoghe durante le assemblee liturgiche. Questo è quello che “amano” (il verbo thélo ci parla di un desiderio che si fa volontà): il riconoscimento del loro “contare”. Fin qui potrebbero essere accusati solo di vanagloria, ridicola vanità. Più grave è che dietro questa apparenza c’è un comportamento ignobile: la loro religiosità è puramente esteriore, le loro preghiere pubbliche non vengono dal cuore ma sono solo un pretesto (próphasis) per essere ammirati; e, loro che dovrebbero essere dalla parte dei deboli, non si fanno scrupolo di “divorare le case”delle vedove, di arricchirsi a loro danno. Ribaltando, come sempre, l’ottica comune, Gesù indica proprio una vedova come maestra da imitare: nella sua indigenza lei versa nel tesoro del tempio appena due spiccioli, una somma irrisoria, ma che in realtà è tutto quello che ha per vivere. Esempio di generosità semplice e autentica, di vera religiosità. “Guardatevi dagli scribi” dice Gesù. Guardatevi dal vivere la religiosità come ostentazione. Perché Dio ama una fede semplice, profonda, senza calcoli, fatta di abbandono e fiducia. Ama gli uomini dal cuore sincero, che sanno riconoscere la loro “povertà”, e sono certi che nel momento in cui la consegnano a Dio, essa diventa una grande ricchezza. Adriana Borgognoni Meic - Il multiculturalismo e l’identità cristiana Liberi in Cristo Venerdì 10 novembre ore 10.30: Incontro con un gruppo di ragazzi di Angeli di Rosora Sabato 11 novembre ore 19: S. Messa e incontro con le “Opere della Compagnia” Domenica 12 novembre ore 11.30: S. Messa a Maiolati Spontini ore 15.30: Scout: apertura anno sociale a Monsano ore 17.30: Conclusione festa del ringraziamento a Pianello Lunedì 13 novembre ore 19: S. Messa al Santuario delle Grazie Martedì 14 novembre ore 15-18: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza appuntamento Mercoledì 15 novembre ore 21: Incontro con il Gruppo missionario Giovedì 16 novembre Mattino: ritiro con i sacerdoti più giovani di Ordinazione ore 16: Incontro con la Caritas della Parrocchia di San Francesco di Assisi Sabato 18 novembre Pomeriggio: Incontro e Santa messa con l’Ordine Francescano secolare presso la parrocchia di S. Pietro Martire Domenica 19 novembre ore 10: S. Messa a Castelrosino ore 11.30: S. Messa a Maiolati Spontini Jesi - Parrocchia San Pietro Martire In occasione del decimo anniversario n occasione del 10° anniversario di fondazione del gruppo Ireligiosa di preghiera di San Padre Pio da Pietrelcina, la comunità e parrocchiale si è riunita per un incontro a cui ha partecipato anche il Vescovo. Mons. Gerardo ho sottolineato con sollecitudine “una testimonianza incisiva per un vero rinnovamento spirituale, medicina efficace per il nostro tempo”. Il 21 ottobre, invece, padre Guglielmo Alimonti, responsabile interregionale dei gruppi di preghiera, ha richiamato agli insegnamenti del “Santo di tutti” per un avvenire migliore di pace e di fraternità tra i popoli. Al termine dell’incontro, cui era presente anche il gruppo dei cantori di Pescara, si è svolto un momento di festa. Il gruppo invita a partecipare agli incontri che si svolgono ogni terzo sabato del mese alle ore 17,30 con l’adorazione eucaristica e la celebrazione della Messa nella chiesa parrocchiale di san Pietro Martire. Padre Umberto Bastianelli La lettura di due brani, rispettivamente dal libro”Senza radici” di M. Pera e di J. Ratzinger, e dal libro “Tu sei bastardo” di G. Lerner, ha introdotto con riferimenti alla “razionalità occidentale”da una parte, e al “multiculturalismo come meticciamento”dall’altra, il tema “Multiculturalismo e identità cristiana”. Una problematica interessante e di grande attualità, affrontata con competenza dal prof. Gabriele Bevilacqua, pedagogista e collaboratore del “Centro volontari per il mondo” di Ancona (per l’educazione interculturale), il 24 ottobre, a Palazzo Ripanti, nell’incontro promosso dal Meic di Jesi. Alcuni autori danno al termine “multiculuralismo” un significato descrittivo, altri prescrittivo, cioè di “un valore, un modello da perseguire”; ciò vale anche per i concetti di cultura e di etnia, in cui l’appartenenza viene prima della persona. Quanto al significato di”identità”, il relatore ha affermato che, se per lo psicologo l’identità è un processo continuo e quindi dinamico” di costruzione del sé”, per l’ideologia multiculturalista invece è un valore “ nel momento in cui non è ancorata ad alcuna consapevolezza delle proprie tradizioni e radici; è quella meticcia, in un continuo rimescolamento di soggetti, appartenenze, diritti collettivi…”. Il prof. Bevilacqua ha proposto molti spunti di riflessione che qui riportiamo per flash: 1. Spaesamento: le radici, “elemento fondamentale per la salute della collettività, non devono diventare elemento nostalgico, identitario”. Il cristiano deve porsi ”oltre” e conservare autonomia di giudizio e di discernimento per agire ed essere lievito nel mondo. 2. Individualismo cristiano: di fronte alla predominanza del collettivo in chiave post- moderna (culture di appartenenza), occorre ribadire il primato della persona. Modello è Cristo,”potenza individuale che rompe le appartenenze collettive e le rappresentanze…”. Il cristianesimo ha una funzione liberatoria perché aiuta la persona a liberarsi dalle culture, dalle chiusure Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 collettive ed a recuperare la dimensione affettiva e le proprie potenzialità spirituali. 3. Universalismo cristiano: è ”quel sostrato di radicale umanità che unisce gli uomini, ma non cancella le divisioni delle contingenze storiche…” E allora? Solo “il realismo cristiano-afferma Bevilacquaindica la strada: è l’azione che dà senso alla ricerca di orizzonti di convivenza, perché nella pratica io posso vedere anche il rispetto delle regole e dei valori”. 4. Identità cristiana e pluralismo: quale rapporto? E’ auspicabile ”non un accostamento di differenze che non si parlano, ma una pluralità interessata, che si basa sul dialogo e sul confronto delle cose migliori di ciascuno, per giungere ad una pluralità di spiritualità, di modelli di perfezione etica”. Dalla relazione é emersa anche la tematica “laicità e cristianesimo”sulla quale il prof. Bevilacqua, con evidente riferimento alla desacralizzazione delle strutture religiose, come quella del “tempio”, per un culto di Dio ”in spirito e verità”, ha osservato che “il Vangelo narra un Cristo laico, una laicità del regno di Dio che si oppone al fondamentalismo, al confessionalismo, all’imbracatura farisaica del mondo da parte delle autorità religiose e politiche del tempo”. Infine l’impegno del cristiano a portare nel mondo la speranza del Risorto, ma con la consapevolezza che l’identità cristiana rimanda sempre alla escatologia della Parusia: “Vieni, Signore Gesù” (Ap. 22,20). La conferenza ha provocato un acceso dibattito, ma a placare gli animi è giunta, da parte di un professionista jesino la proposta di rileggere la “preghiera dei fedeli” (di una domenica di ottobre) che il prof. Bevilacqua aveva presentata all’assemblea: “Incoraggia, o Signore, la Chiesa, che è invitata a confrontarsi con sfide nuove e a dialogare con culture e religioni diverse, cercando di costruire insieme con persone di buona volontà la civile convivenza tra i popoli”. Assunta Tittarelli Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 email: [email protected] Internet: www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - quadrimestrale 12 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale, forniti all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento o diversamente acquisiti sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Tali dati saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali nonchè per conformarsi ad obblighi di legge. 12 novembre 2006 Diocesi 7 Don Luigi Carrescia, sacerdote Fidei Donum in Brasile Grazie al gruppo missionario di Maiolati G entilissima Signora Ivonne e collaboratrici del Gruppo Volontariato Missionário, mi ricordo che quando andavo a scuola mi insegnavano che il giorno 12 di ottobre é stata scoperta l’America. Ma quando sono venuto qua, con mia grande sorpresa ho visto che in questo giorno qui non si fa festa per la “scoperta” di questo continente, ma per due altri motivi: primo perchè è festa della Madonna “Nossa Senhora Aparecida” (“aparecida” = “apparsa”, perchè la statuetta della Madonna (che assomiglia molto a quella di Loreto) è “venuta fuori” della rete di alcuni pescatori sul rio Tieté che bagna São Paulo, e secondo perchè é festa dei bambini. (Per i meno attualizzati - come lo ero io quando stavo in Itália - la “scoperta” del Brasile si attribuisce a Pedro Álvaro Cabral il giorno 21 aprile dell’anno 1500 ma questo giorno é appena “ricordato” sui libri, perchè in realtà non é stata tanto una scoperta quanto una “conquista” Siccome Nossa Senhora Aparecida é Patrona del Brasile, é festeggiata com grande solennità ovunque. Anche nella nostra Parrocchia le celebrazioni sono state particolarmen- “C te festose e partecipate anche perchè le SS. Missioni Popolari - terminate circa un mese fa - hanno “scosso” molte persone dal torpore o apatia spirituale e sembra che lo Spirito Santo abbia lavorato molto in quei giorni. Alla festa religiosa si unisce la festa sociale: é festa dei bambini. L’attenzione é rivolta a questi piccoli che per la loro semplicità e curiosità di sapere, sono proposti da Gesù come esempio per chi vuol entrare nel Regno dei cieli. La nostra società purtroppo non dà molta attenzione ai bambini, sono persone che “non producono”, a volte sono addirittura abbandonate, maltrattate, usate (ricordate il caso dei bambini di Altamira raccontato da Pe. Sávio?), Ma il giorno 12 tutti mostrano attenzione e buon cuore verso i bambini, moltissimi distribuiscono regalini (giochini) e merenda; alcuni educatori e pedagoghi approfittano della stampa per offrire riflessioni e domande inquietanti ai responsabili publici che non danno interesse né offrono spazi appropriati per questi piccoli. La nostra missione evangelizzatrice ci spinge a supplire a questa carenza pubblica e a offrire ai bambini e agli adolescenti e giovani non solo una struttura appropriata ma anche un progetto educativo che li aiuti a crescere sani, in buona salute, onesti, cittadini a pieno titolo di questa grande nazione e membri vivi della Chiesa, costruttori domani di una società migliore dove i valori del Regno (la vita, la giustizia, la pace, ...) facciano parte della loro vita. Prima della fine dell’anno - come già sapete - inizieremo la costruzione di un asilo per i bambini e di alcune sale per attivi- tà educative con adolescenti, giovani e adulti. La vostra generosa offerta (4.000,00 euro) fatta giorni fa mi rallegra e aumenta il mio sentimento di riconoscenza verso questo bel Gruppo di Volontariato Missionario che ogni anno (in un modo sempre più consistente) continua a ricordarsi di questa missione brasiliana. So dei bei lavoretti di cucito, di ricamo, di lavori in bianco che varie Signore oggi non più giovani producono, e so anche che moltissime persone hanno collaborato in moli modi per realizzare questa mostra della solidarietà, dell’arte del cucito e del ricamo. Nella persona della Signora Ivonne - instancabile animatrice dell’iniziativa - complimento e ringrazio tutto il Gruppo di Volontariato Missionário, don Fabio, e tutti i maiolatesi e non, che hanno collaborato per questa bella iniziativa. Sarete tutti particolarmente presenti nella mia preghiera Un abbraccio cordiale e fraterno a tutti, ome la vita, il Battesimo Pianello- Il Vescovo Don Gerardo incontra il gruppo famiglie è un dono di Dio e ci rende sui figli”, così il Vescovo don Gerardo si è rivolto al gruppo famiglie, sabato 4 novembre viene comunicata la vita del Risorto per come è avvenuto per Gesù. presso l’oratorio della chiesa di Pianello ereditare la sua stessa sorte. Gesù risorto Se siamo figli possiamo vivere da figli. Vallesina, incontro organizzato dal par- non muore più e anche noi, vivi per sem- Per questo possiamo rivolgerci a Dio e roco don Gianni Piersimoni e dal gruppo pre, diventiamo eredi del cielo. chiamarlo: Abbà, Padre! ”. famiglie. I battezzati formano la “famiglia di Dio” Don Gerardo ha semplificato dicen“La Chiesa battezza i bambini per im- che è la Chiesa. Mediante il battesimo do che vivere la Vita nuova nello Spirito, mergerli in Gesù, fino al punto di diven- entriamo a far parte della Chiesa. Di essa significa vivere da risorti, da figli deltare un tutt’uno con Lui: una scintilla si diventa pietre vive, facendosi carico la nuova creazione cominciata con la divina è in noi!” afferma Don Gerardo e della sua testimonianza e del servizio al- Resurrezione di Gesù. Una vita caratcontinua:”Uniti a Gesù, noi risorgiamo l’umanità. Per il battesimo siamo già ri- terizzata dalla Carità, dalla speranza e con Gesù. Nascendo entriamo in una sorti in quanto abbiamo ricevuto la vita dalla gioia propria di chi si sente figli e umanità destinata alla morte. Battezzati dei figli di Dio: ora siamo nell’attesa della grida:”Abba, Padre!”. in Gesù muore la morte che è in noi e ci piena glorificazione della nostra persona, Prima che don Gerardo iniziasse la sua Don Luigi Carrescia esegesi, il gruppo famiglie ha colto l’occasione per informarlo delle numerose attività che da anni svolgono nella parrocchia di Pianello. Il cammino di formazione è ricco di iniziative: si raccolgono e leggono testi sacri, invitano personaggi esterni, organizzano uscite con altre comunità. I temi sono parecchi: la famiglia, il matrimonio, la sessualità, l’educazione dei figli. Queste attività in cui credono, porteranno l’oratorio ad essere punto di riferimento per i giovani che potranno vivere momenti sereni e di crescita. Con il battesimo Gesù ci dona una vita nuova Giulia Benigni Dal MOVIMENTO LAICALE dei Fratelli della MISERICORDIA Invito a nuovi volontari C irca dieci anni fa, il Collegio Pergolesi, ha fatto una scelta coraggiosa. Ha cercato di aprire le porte per il variegato mondo degli anziani. Per questa ragione si è dovuto ristrutturare buona parte dell’edificio in modo da renderlo pratico, gradevole ed efficiente per qualsiasi necessità. Dal momento che le porte si sono aperte per accettare ospiti, le richieste d’entrata hanno avuto inizio. Prima lentamente, poi, il numero ha incominciato a crescere sino ad avere oggi un numero stabile di circa quarantacinque pazienti, tra autosufficienti e semi autosufficienti. Alla Casa Famiglia per Anziani, vi sono circa quindici persone assunte a tempo pieno, tutte dedite all’assistenza dei pazienti. Questo personale lavora insieme ai Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, assicurando tutte le cure e le attenzioni necessarie agli ospiti, sia di giorno che di notte. La Congregazione dei Fratelli di N.S. della Misericordia è stata fondata dal sacerdote belga mons. Vittore Scheppers, a beneficio dei malati, degli orfani, degli anziani, dei senza tetto, degli emarginati e persino dei carcerati, opere di miseri- cordia, di cui la società dei suoi tempi aveva un bisogno vitale; lo stesso scenario ci viene presentato dalla società odierna e quindi esiste la stessa necessità di aprire il cuore alla Misericordia di Dio e donarLa al nostro prossimo per lenirne le piaghe. Necessita industriarsi a trovare i modi e i metodi per prevenire i problemi sociali, morali e religiosi che esistono oggi. ll lavoro che si presenta alla Casa Famiglia per Anziani è importante; richiede professionalità, capacità coordinative e sempre forti motivazioni. Accompagnare l’anziano per fare una passeggiatina, per esempio, come pure l’animazione del gruppo, sono servizi molto importanti perchè aiutano l’individuo ad uscire dalla solitudine e aiutano chi li dona a sentirsi meglio perché cooperatori di un piano d’amore ed estensione della mano di Dio. Ciò che ora sta sempre più emergendo e che di conseguenza si cerca di attuare con la dovuta preparazione, è la formazione spirituale di persone, uomini e donne, che, acquistando e condividendo lo spirito della nostra Congregazione, lo Spirito della Misericordia, si rendano disponibili ad offrire aiuto all’anziano, senza fine di lucro, e ad offrire i propri talenti per servire nelle varie e multiformi attività dell’opera. La motivazione di tale servizio dovrà essere dettata dall’amore di Dio e della persona umana, Sua creatura. L’opera dei Cooperatori e delle Cooperatrici, in diversi centri dei Fratelli è in atto da dieci anni; qui a Jesi il progetto è stato introdotto sei anni or sono. Per queste persone che sentono nell’animo il desiderio e il forte richiamo al servizio, già esiste un particolare statuto (ad hoc), che offre le garanzie per una preparazione e per un cammino spirituale, sempre necessari per poter servire con costanza e con fedeltà nel tempo. Con queste righe facciamo appello alle persone che sentono una vocazione verso le opere di misericordia e che intendono abbracciare lo spirito del Fondatore, spirito attinto dal Vangelo stesso, affinché questi uomini e queste donne di buona volontà, si rendano disponibili per un impegno di preparazione introduttiva. Siamo certi che questo cammino di carità darà tanta gioia, non solo ai pazienti della struttura, ma ancor più a chi farà il dono delle proprie abilità e del proprio tempo. Per informazioni sul Movimento Laicale, Cooperatori e Cooperatrici dei Fratelli di N.S. della Misericordia, rivolgersi al Direttore del Collegio Pergolesi, dove appunto si svolge l’opera di carità verso gli anziani. I Cooperatori e le Cooperatrici, il 26 novembre, Festa di Cristo Re dell’Universo, alle ore 10.30, faranno il Rinnovamento delle Promesse e vi saranno i primi ingressi. Chi volesse iniziare il cammino con noi, in questa data, chiami la Direzione: 0731.64444. Ognuno è invitato alla Festa. Fr. Lodovico Albanesi 8 Jesi e Vallesina 12 novembre 2006 Mostra itinerante del Teatro Pirata Un sogno di latta “R isvegliare nei più grandi le emozioni dell’infanzia, generare stupore nei più piccoli”. Questi gli obiettivi dell’affascinante mostra “scenografata” di giocattoli di latta della collezione del Teatro Pirata e di altre collezioni private, inaugurata sabato 4 novembre alla Salara del Palazzo della Signoria, dove sarà visitabile fino al 12. Previsti e proposti all’interno, laboratori di animazione teatrale sul gioco per bambini, curati dalla Ludoteca Comunale Di Jesi “La girandola”che ha collaborato alla realizzazione dell’iniziativa. Articolata in nove colorate ambientazioni- il mare, le nuvole, la ferrovia, la città, il Far West, il circo, le giostre, l’Africa, il paesaggio lunare: tutte create dalla scenografa della compagnia Marina Montelli- la mostra rivela una miriade di piccoli giocattoli che appartengono ad un mondo fantastico custodito solo nei ricordi degli adulti. Giochi a molla, a spinta, a corda: meccanismi semplici, lontani dalle nuove tecnologie, e capaci di offrire un gioco essenzialmente fatto di fantasia e illusione. Com’è appunto “Il mondo di Oscar”- ultima produzione del Teatro Pirata, e che ha poi dato vita alla mostra- dove queste minuscole creazioni si animano per raccontare brevi storie e strabilianti numeri di destrezza. Oscar è un grande piccolo uomo che non ha mai rinunciato a sognare; vive in una specie di circo in miniatura, sulla cui piccola pista si alternano- con l’abilità e l’eccentricità di Silvano Fiordelmondoelefanti, lumache, ragni, pinguini acrobati, foche giocoliere, scimmie dispettose, motoristi pazzi e altro ancora. Una produzione che si ispira al famoso “Le cirque calder”, unico circo in miniatura frutto della pas- sione e della “fascinazione” di Alexander Calder per il mondo circense. Costruito dal famoso artista- laureato in ingegneria e figlio di uno scultore e di una pittricetra il 1926 e il 1930, “Le cirque calder”, esposto in modo permanente al Whitney Museum of American Art di New York, è composto da minuscoli personaggi in fil di ferro, sughero, legno, stoffa, carta e stringhe, articolati ingegnosamente e manipolati dalle abili mani dell’artista in modo da camminare in equilibrio sulla corda, danzare, fare acrobazie, volteggiare sui trapezi. Proiettato, nella mostra, anche un filmato realizzato da Carlos Vilardebo nel 1961. Fotoservizio Paola Cocola Con gli studenti a teatro Ragazzi, all’opera! “C elestialmente stregante”. Così, un secolo e mezzo fa, definì ‘Carmen’ Hans von Bülow, uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi. Altri personaggi – musicisti, letterati, intellettuali – rimasero folgorati da quest’opera. Brahms la vide venti volte; Bismarck ventisette. Ciaikovskij confessava: ‘Non posso suonare l’ultimo atto senza piangere’. Nietzsche scrisse trattati a riguardo; Wagner, ascoltandola, ebbe ad esclamare: “Grazie a Dio qui c’è finalmente qualcuno con idee in testa!”. Carmen fu anche soggetto di un quadro di Monet. Eppure l’opera fu inizialmente accolta con freddezza; complice soprattutto una cattiva pubblicità fatta da coristi, orchestra e persino dal direttore dell’Opéra Comique, spaventati tutti dalle difficoltà d’esecuzione e dall’ardita novità del soggetto. Prima che calasse il sipario sull’ultimo atto, tutti gli spettatori erano già usciti dal teatro. In sala erano rimasti solo pochi amici del compositore. Ma come viene recepita oggi quest’opera da chi la vede per la prima volta?. Abbiamo cercato di scoprirlo nel corso dell’anteprima riservata agli studenti coinvolti con l’iniziativa ‘Ragazzi, all’opera!’. Sono venuti in tanti, ma quasi nessuno di loro conosceva ‘Carmen’ prima di questa esperienza che è stata preceduta da lezioni propedeutiche e da un incontro con il regista, a cui pure in molti sono intervenuti. Ai risultati è evidente la validità del progetto. Da segnalare: è così che si può veramente riuscire a formare il nuovo pubblico del teatro d’opera. Prima di incontrare i ragazzi durante l’intervallo Elena Cervigni, responsabile dell’iniziativa, avverte che gli studenti provengono da scuole diverse medie e superiori di Jesi e della provincia. Le adesioni sono state circa milletrecento: un numero tanto elevato che è stato necessario scaglionare i ragazzi nelle due prove generali previste. Spiega poi che durante gli incontri propedeutici sono stati presi in esame il romanzo di Mérimée da cui è tratta l’opera, il libretto e le caratteristiche del suo linguaggio, la musica di Bizet e l’interpretazione esemplificata dall’ascolto. Termina intanto il secondo atto. Applausi scroscianti; poi i ragazzi sciamano fuori o restano in sala, a parlare a bassa voce, a commentare. E’ già questa una buona impressione. Evidentemente non sono venuti in teatro per far gazzarra. Hanno lasciato fuori Halloween e le sue streghe. C’è poco tempo a disposizione; poche saranno quindi le domande, a breve risposta, rivolte ad alcuni di loro: “Conoscevi quest’opera?”, “Ne avevi viste altre?”, “Che cosa ti colpisce di più dello spettacolo?”, “Ti piace?”. E’ Sofia che risponde per prima. Viene dalla scuola media di Apiro. Semplicemente nota: “E’ bello. Mi piace tutto; interpretazione, canto, musica…” Vicino a lei c’è Martina. Frequenta il secondo anno del Liceo Classico: “Ho conosciuto Carmen con il film di Carlos Saura, ma non l’avevo mai vista a teatro. Mi piace, mi interessa in particolare il linguaggio. Lo abbiamo esaminato a scuola, con il prof. Cipriani”. Nell’ingresso un ragazzo e due ragazze sostano accanto al busto di Pergolesi. Il primo viene da molto lontano. E’ estone, si chiama Alexander Veiderm. Frequenta lo Scientifico Tecnologico: “Prima di ‘Carmen’ ho visto la stessa scuola: “La musica e la musicalità della lingua in ‘Turandot’ allo Sferisterio. quest’opera sono affascinanti. Precedentemente avevo visto Sono stato anche all’incontro ‘Nabucco’, ma ero impreparata. Carmen è più accessibile alla con il regista. Trovo special- comprensione”. mente interessante l’ambien- Ecco Matilde. Viene dal Liceo Classico di Senigallia: “Ho tazione”. Anche Valentina veduto finora ‘Il ratto dal serraglio’, ‘Traviata’ e ora ‘Carmen’. viene dal Liceo Scientifico: A scuola abbiamo anche letto il romanzo di Mérimée”. Giulia, “Mi colpisce il modo in cui che frequenta la stessa scuola aggiunge soltanto: “Bellissisono resi in musica i senti- mo!” prima che si spengano di nuovo le luci in sala. menti e le emozioni e come Ma chi ha detto che ai ragazzi l’opera lirica non piace? pure li ha interpretati il regi- Può essere per loro una scoperta meravigliosa. E’ accadusta. Sì, è la prima esperienza to, al Pergolesi. per me, e mi piace moltissimo”. Federica frequenta Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Unione dei comuni della Media Vallesina Nasce il servizio “Telefono amico” L’ Unione dei Comuni, l’organismo che riunisce, per la gestione di alcuni servizi, le amministrazioni di Maiolati Spontini, Castelplanio, Castelbellino, Monteroberto, San Paolo di Jesi e Poggio San Marcello, ha lanciato il progetto Filo d’argento. “E’ un percorso ancora in fase sperimentale – spiega l’assessore ai Servizi sociali dell’Unione nonché sindaco di Castelbellino Demetrio Papadopoulos – ma dai primi riscontri possiamo già dire che sarà un’attività destinata ad avere un grande interesse negli anziani e nelle loro famiglie”. Si tratta, in sostanza, di un “Telefono amico” destinato agli anziani che si propone di vincere la solitudine e l’emarginazione attraverso l’ascolto telefonico, capace di unire le persone e combattere il disagio. L’attività si avvale dei volontari dell’Auser di Moie che svolgono servizi di compagnia agli anziani in difficoltà, li informano sui servizi socio-assostenziali locali e sulle attività del trasporto sociale. “Si telefona al Filo d’Argento in caso di bisogno – spiega Papadopoulos – o soltanto per comunicare con una persona amica, per trovare comprensione e disponibilità”. Il servizio è raggiungibile al numero gratuito 800.99.59.88 (solo da telefoni fissi) nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 16 alle ore 18. Il progetto Filo d’argento si inserisce nelle iniziative dell’assessorato ai Servizi sociali dell’Unione. Fra gli altri ambiti di intervento vi sono anche il servizio di trasporto sociale, gestito sempre con l’associazione Auser di Moie, e le colonie marine, che grazie all’Unione possono ora contare su un unico centro gestionale, con la determinare di una tariffa unica per tutto il territorio di competenza.. Speciale famiglia 12 novembre 2006 9 il movimento dei focolari promuove una petizione La raccolta delle firme si concluderà il 26 novembre Famiglia al centro della società I l Movimento dei Focolari, attivo da decenni in varie città delle Marche, ha realizzato in questi ultimi anni iniziative che hanno posto l’accento in modo significativo sulla realtà familiare, cellula base della società. In particolare in questa regione è attivo il Movimento Famiglie Nuove, nato nel 1967, che ha lavorato per mettere a punto un nuovo modo di essere famiglia e una innovativa cultura familiare costruita lungo quattro linee guida: educazione, formazione, socialità e solidarietà. Famiglie Nuove con i suoi gruppi di famiglie è presente in tutta la Regione Marche sia nelle città più grandi che nei piccoli centri, anche a Jesi, ed ha sedi ad Ancona e ad Ascoli Piceno. Tutto parte dall’impegno dei suoi membri a vivere con radicalità la spiritualità dei Focolari, quella dell’unità. Una “vocazione” che, in famiglia, è anche formazione. Il rapporto di profonda unione che i genitori costruiscono giorno per giorno diventa un forte riferimento educativo per i figli. E in questa cornice anche la differenza tra generazioni non è più scontro fra opposti, ma positivo scambio di doni. “La famiglia non si chiude in se stessa – diceva Igino Giordani, da Chiara Lubich considerato co-fondatore di Famiglie Nuove – ma si espande come cellula che vive per sé di quanto convive coi fratelli. La società nuova nasce, come da fonte sacra naturale, dalla famiglia che vive il Vangelo.” Tra i congressi internazionali a tema con cadenza periodica, caratterizzati da scambio e confronto tra famiglie ed esperti a livello mondiale, particolare risalto ha avuto il Familyfest, un meeting internazionale che si svolge ogni 12 anni. L’ultimo: Familyfest 2005 ... al Papa della famiglia, ha avuto luogo nel mese di aprile, poco dopo la dipartita di Giovanni Paolo II, dedicato a Lui in segno di gratitudine. E’ stato un unico avvenimento internazionale formato da una rete di 200 meeting, in altrettante città e capitali di 78 Paesi nei 5 continenti, in diretta RAI Uno. Per le Marche la città sede dell’evento è stata Loreto, luogo nel quale oltre un migliaio di persone hanno vissuto una giornata importante di riflessioni e suggestioni, da cui è emersa la fisionomia di una famiglia in trasformazione, orientata al dialogo ed all’apertura, candidata ad essere risorsa nella società. Da quel convegno era scaturito l’impegno ad elaborare un documento, che sottolineasse la necessità di interventi specifici a favore della famiglia, da sottoporre a politici ed amministratori della regione, per contribuire a darle nuova dignità e cittadinanza. Il successivo convegno, realizzato lo scorso 21 maggio dal titolo “Famiglia scommessa di valore”, si è rivolto alle famiglie della regione quali soggetti capaci, se operano in rete, di dar vita ad una corrente di rinnovamento del tessuto sociale. Preceduto da incontri culturali tematici e da un laboratorio di politiche familiari, svoltosi nella sala consigliare del comune di Pesaro, ha goduto di significative relazioni di esperti nazionali e locali, che hanno messo a fuoco non solo la situazione della famiglia nelle Marche, che riporteremo nel prossimo numero di Voce, ma anche prospettive e binari sui quali far leva per favorire una corrente di rinnovamento del tessuto sociale. A conclusione del convegno è stata presentata ufficialmente una petizione rivolta ai politici della regione Marche, per interventi più mirati che mettano al centro la famiglia come elemento fondativo della comunità civile. Tale petizione, che ha goduto nella sua stesura dell’apporto di esponenti del Forum delle Associazioni familiari delle Marche, di politici e persone qualificate, è posta all’attenzione di quanti intendano sottoscriverla, per avvalorarne i contenuti, per poi essere consegnata ufficialmente al Presidente della Regione Marche. La raccolta delle firme, tutt’ora in corso nella regione, verrà conclusa il 26 novembre. Di seguito il testo della petizione e la lettera del Vescovo di Jesi, che accompagna con la sua benedizione tale iniziativa. Per informazioni ci si può rivolgere a: Mara e Paolo Perticaroli, tel. 0731/702854, cell. 340/2211296; Teresa e Sauro Carbonari, tel 0731/204137, cell.328/4114314. il messaggio di mons. vescovo gerardo rocconi Ringrazio e sostengo la famiglia 14 novembre E’ il compleanno del nostro vescovo mons. Gerardo Rocconi Auguri, meglio: augurissimi!! C redo fermamente nel valore della famiglia fondata sul matrimonio. Nello stesso tempo vedo quante sono le difficoltà per le famiglie di oggi. Esiste la difficoltà dei giovani a formare una famiglia perchè mancano i mezzi ed ogni sicurezza per la mancanza di lavoro o di casa. Esiste la difficoltà di una coppia a mettere al mondo i figli per i costi enormi che un figlio comporta e ancora per l’insicurezza nel lavoro. Esiste la difficoltà della famiglia nel reperire servizi che le permettano una crescita armoniosa e serena. Per questo sento di dover incoraggiare tutte quelle forme di impegno che aiutino la famiglia a svolgere nel modo migliore il suo ruolo sociale nonchè religioso. In particolare sento di dover approvare i fedeli laici, a cui compete in maniera più specifica un impegno nelle cose temporali, a trovare fra le vie di difesa/ promozíone della famiglia anche quella politica. Per questo ringrazio e sostengo, e invito a fare altrettanto, coloro che si adoperano affinchè si attui una politica familiare tale che siano giuste e lungimiranti le leggi che sostengono la famiglia. il testo della PETIZIONE PER UNA NUOVA POLITICA FAMILIARE “La famiglia, soggetto sociale, al centro delle politiche regionali” I temi che riguardano la famiglia richiedono chiarezza di scelte e una forte capacità di progettazione non solo del nostro presente ma soprattutto del n ostro futuro: questo futuro dev’essere riprogettato dando centralità alla famiglia. Rimettere la famiglia al centro come elemento fondativo della comunità civile. Porre l’accento sul soggetto famiglia significa finalizzare le attuali forme di stato sociale per attuare interventi coraggiosi di carattere strutturale e promozionale, avendo come soggetto non i singoli membri del nucleo familiare, bensì la famiglia in quanto tale; significa individuare interventi che promuovano le relazioni e le funzioni sociali della famiglia stessa; significa affrontare politiche mirate a potenziare la famiglia, al suo formarsi e al suo mantenersi; significa recare benessere all’intera comunità locale, all’intera società. Il riconoscimento reale della cittadinanza sociale ed economica della famiglia richiede: a) promozione di una nuova cultura della famiglia, allo scopo di sollecitare la famiglia stessa a riscoprire il proprio fondamentale ruolo educativo e sociale; riproposta ai giovani dell’importanza e del valore della scelta familiare, mediante messaggi e interventi di diverso genere: celebrazione della giornata internazionale della famiglia, spazi d’incontro delle famiglie, predisposizione di una carta dei servizi per la famiglia. b) la realizzazione di politiche per la normalità della famiglia e non di emergenza o “pronto soccorso”; c) il sostegno al formarsi e al mantenersi della famiglia, attraverso una nuova politica della natalità e della maternità, che consideri il figlio valore e bene sociale ed economico dell’intera comunità; d) interventi che favoriscano fortemente il sostegno alla famiglia nella sua fase nascente e alle giovani coppie; e) sostegno delle scelte di paternità e di maternità attraverso un potenziamento dei servizi per l’infanzia e un riassetto dei servizi di educazione e cura secondo il principio di sussidiarietà; f) sviluppo delle politiche del lavoro finalizzate al mantenimento del posto di lavoro e al reinserimento nel mercato del lavoro (dopo la nascita dei figli), prevedendo forme di flessibilità lavorativa legata ai carichi familiari; g) riconoscimento del lavoro familiare, commisurando servizi e orari che tengano conto dei tempi della famiglia e delle sue esigenze quotidiane; h) riconoscimento dei carichi famigliari in materia fiscale e tariffaria; avvio di politiche creditizie a favore della famiglia per progetti; i) impulso alle reti di solidarietà familiare (gruppi di self-help, mamma di giorno, buon vicinato etc) attraverso campagne di sensibilizzazione, corsi di informazione, reperimento di sedi etc; l) promozione delle forme di autogestione dei servizi per l’infanzia (nidi-famiglia, asili-nido, nidi condominiali, scuole dell’infanzia) attraverso forme di accreditamento del servizio riconosciuto come valenza pubblica; m) valorizzazione della funzione dei consultori a livello territoriale per il sostegno della famiglia in tutte le sue fasi evolutive; attivazione di momenti aggregativi dei genitori per riflettere su come essere educatori (scuola dei genitori); n) promozione del ruolo delle associazioni familiari in rete; o) creazione di tavoli di confronto paritetici tra l’associazionismo in rete e le istituzioni pubbliche, con funzioni di programmazione di nuove politiche familiari; In modo particolare nell’immediato si chiede: 1) sostegno economico per le giovani coppie che si sposano, attraverso l’abbattimento degli interessi sui mutui per l’acquisto della prima casa, nonché forme di priorità nell’assegnazione dell’edilizia popolare o convenzionata; 2) un contributo, concesso almeno fino al primo e/o secondo anno di vita del bambino, finalizzato al sostegno per compiti di cura familiare, per i genitori che decidono di non mandare i figli all’asilo nido e che si pongono in congedo facoltativo per figli. È indifferente quale genitore si ponga in congedo. La quota è fissa per tutti senza verifica del reddito. Il contributo si potrà estendere fino a tre anni del bambino, legato però ad un impiego part-time del genitore, compensando la differenza del reddito tra full e part time. (Vedi esempio “Un anno in famiglia” Comune di Bologna) 3) sostegno del part-time, che consiste nell’integrazione per un anno dello stipendio per coloro che scelgono questa forma di lavoro per poter accudire e seguire il figlio. L’integrazione verrà erogata indifferentemente al padre o alla madre e le famiglie ne potranno usufruire per un anno, fino agli 8 anni del bambino. (Vedi esempio Forlì. Molti ne usufruiscono per seguire meglio il figlio nel passaggio dalla materna alla prima elementare). 4) attivazione delle risorse per i nidi condominiali (Vedi esempio Comune di Milano) 5) servizi di sollievo temporaneo alle famiglie in difficoltà (presenza di malati psichici, handicappati, malati terminali, malattie gravemente invalidanti, e anziani non autosufficienti …). 10 Jesi e Vallesina 12 novembre 2006 azienda sanitaria regionale- zona territoriale di jesi Campagna vaccinazioni influenzale E’ appena iniziata la campagna vaccinale antinfluenzale nella Vallesina, coordinata dal Servizio di Igiene e Sanità pubblica dell’Azienda Sanitaria, zona territoriale di Jesi. Per approfondire l’argomento “vaccinazione” di cui tanto sentiamo parlare, abbiamo incontrato la dott.ssa Liviana Agostinelli, responsabile del servizio e la dott.ssa Francesca Pasqualini, dirigente del settore. Iniziamo dall’inizio: che cosa si intende per influenza? L’influenza è una malattia virale acuta, altamente contagiosa, che si trasmette per via aerea, con lo starnuto, la tosse e durante la conversazione con le goccioline di saliva. Possiamo dire di avere l’influenza quando abbiamo una infezione respiratoria acuta, febbre superiore a 38° accompagnata da mal di testa, malessere generalizzato, mal di gola, congestione nasale e tosse. Questa sintomatologia dura da quattro a sette giorni. Ma raffreddore ed influenza non sono la stessa cosa? Nell’influenza è presente contemporaneamente la maggior parte dei sintomi che abbiamo indicato. Il raffreddore, invece, interessa per lo più le alte vie respiratorie, conn congestione nasale e quasi sempre con assenza di febbre. L’influenza si manifesta sem- A coloro che hanno cpmpiuto il 65esimo anno di età, ai cardiopatici, a chi è affetto da malattie dell’apparato respiratorio, ai diabetici, ai dializzati e a chi soffre di insufficenza renale, a chi è affetto da malattie che comportano un deficit immunitario, ai bambini affetti da malattie croniche, al personale e di assistenza, ai soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo, al personale che, per motivi occupazionali, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. pre allo stesso modo? Il virus che causa l’influenza cambia nel tempo: i molti passaggi che fa dall’uomo all’animale fanno cambiare alcune parti del suo genoma così che ogni anno l’organismo deve produrre nuovi e differenti anticorpi per contrastarlo. è un vaccino inattivato, spento e quindi non è mai possibile contrarre la malattia del vaccino. Alcune volte, nei due giorni dopo la vaccinazione, si possono presentare un arrossamento o una leggera tumefazione nel punto di inoculo o, più raramente, una febbricola. Che cosa sono i vaccini? I vaccini sono preparati costituiti da antigeni che inducono una resistenza specifica verso virus, batteri o tossine. Il virus o i batteri vengono trattati e resi inoffensivi ma restano in grado di stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi. Una volta vaccinati, si è sicuri di essere protetti? I vaccini antinfluenzali hanno un’efficacia variabile dal 70 al 90% negli adulti sani; negli anziani e in chi ha malattie croniche questi vaccini sono comunque efficaci nel prevenire le complicanze dell’influenza e nel ridurre la mortalità legata all’influenza del 70-80%. Chi si sottopone al vaccino, può ammalarsi della malattia del vaccino stesso? Quello che viene somministrato A chi è maggiormente indicata la vaccinazione? Interventi a favore della famiglia Auguri Famiglia Piombetti in festa sabato 11 per i cento anni di nonno Adelelmo. In via Clementina, dove Adelelmo Piombetti ha sempre vissuto, si ritroveranno i quattro figli Idreno, Bruno, Ottavio e Quartina, insieme ai sei nipoti, i tre pronipoti, parenti ed amici per congratularsi con il centenario e formulargli i migliori auguri di buon compleanno. Interverranno anche gli assessori Paolo Cingolani e Leonello Rocchetti per portare ad Adelelmo gli auguri di tutta la città Benvenuta alla vita! Sono arrivata il 18 ottobre per far compagnia a Leonardo e portare la gioia a mamma Stefania e a papà Andrea. Caterina Lombardi Le domande per accedere ai contributi in favore della famiglia devono pervenire all’Ufficio Protocollo del Comune di Jesi ovvero presso l’Ufficio Reazioni con il Pubblico entro il termine perentorio del 29/12/2006. Requisiti per accedere sono: essere residenti; situazione economica equivalente (ISEE) inferiore al limite fissato di € 6.000,00 per l’intervento per disagio economico; situazione economica equivalente (ISEE) inferiore al limite massimo di € 8.000,00 per nascita o adozione figli. Queste categorie devono pagare il tiket? No, queste categorie di persone hanno diritto alla sommistrazione del vaccino anti-influenzale in forma gratuita. Ci sono, invece, persone che non possono vaccinarsi? Non devono sottoporsi a questa vaccinazione i lattanti al di sotto dei sei mesi di vita, chi ha un grave problema di allergia alle proteine dell’uovo e chi, in passato, ha avuto gravi reazioni al vaccino antinfluenzale. Quale è la risposta nella Vallesina a questa campagna? Negli ultimi anni hanno risposto a questo invito alla vaccinazione quasi tutti i soggetti che ne hanno diritto. b.t. Dove vaccinarsi Il vaccino è gratuito per i soggetti di età pari o superiore a 65 anni e per i soggetti in età infantile ed adulta che abbiano una specifica prescrizione medica dovuta a particolari condizioni di salute. Le vaccinazioni sono effettuate: - dai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta i quali effettueranno le vaccinazioni nei propri ambulatori, - dal personale delle strutture distrettuali della Zona Territoriale nei seguenti giorni ed orari: Distretto Ambito “A”: • sede di Jesi, via Guerri: dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle ore 12 • sede di Jesi, via San Francesco: dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle ore 10,30 (si precisa che nel presidio di via San Francesco la vaccinazione sarà effettuata esclusivamente nei soggetti ultrasessantacinquenni) Distretto Ambito “B”: • sede di Cingoli: lunedì dalle ore 15,30 alle ore 17 – Giovedì dalle ore 9 alle ore 11 • sede di Filottrano: martedì dalle ore 15 alle ore 17,30 Distretto Ambito “C”: • sede di Moie di Maiolati Spontini: martedì e giovedì dalle ore 8,30 alle ore 10 • sede di Montecarotto: 1° e 3° mercoledì del mese dalle ore 9,30 alle ore 10,30 • sede di Cupra Montana: lunedì dalle ore 9 alle ore 10,30. 12 Territorio 12 novembre 2006 Amministrazione di Jesi Iniziative contro l’inquinamento da polveri sottili IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI E ACCESSORI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 Auto con più passeggeri: è possibile? Q uante persone vanno ogni giorno in centro per lavoro? Tante, tantissime. Ognuno, generalmente, si muove con la propria auto: casalavoro-casa. È possibile studiare un piano che individui soluzioni alternative per ridurre questo spostamento, attraverso car-pooling (auto con più passeggeri), agevolazioni tariffarie del trasporto pubblico o altre forme similari? È questo il compito di una indagine che ha avviato il Comune di Jesi dopo aver vinto un bando regionale per progetti ed iniziative contro l’inquinamento da polveri sottili (le cosiddette Pm10). L’indagine si svilupperà su tre fasi: coinvolgimento dei lavoratori, raccolta ed elaborazione dei dati, defi- nizione delle leve di azione e delle strategie. L’obiettivo principale è quello di studiare la rete degli spostamenti quotidiani del personale dipendente, mettendoli a confronto con l’offerta di mobilità, per andare poi alla concertazione, intorno ad un tavolo permanentemente aperto, di azioni concrete da intraprendere attraverso protocolli d’intesa fra dipendenti, enti interessati, società di trasporto, autorità locali. Primo passo di questa operazione è stato un incontro che ha visto la partecipazione di rappresentanti di tutti quei soggetti che hanno nel loro organico più di dieci dipendenti. L’assessore all’ambiente Daniele Olivi ha illustrato il progetto che si inserisce nell’ambito delle iniziative di Agenda 21 Locale, distribuendo un questionario che servirà per compiere una prima mappatura dei movimenti e delle esigenze che i dipendenti manifestano per una migliore mobilità. Altri incontri saranno fissati allo scopo di avere un quadro completo degli spostamenti verso il centro storico da parte di chi svolge una attività lavorativa. L’analisi di questi dati permetterà poi di affrontare la seconda fase, vale a dire la verifica dell’attuale offerta della mobilità per capirne criticità e limiti. Un incrocio di dati che servirà per mettere sul campo proposte operative da condividere con tutti i lavoratori interessati. corso interattivo rivolto ai genitori di figli di qualsiasi eta’ Mettersi in gioco o mettersi a giocare? U n corso sul problema della giusta comunicazione con i figli viene proposto da Rimaden - disturbi alimentari e disagio socio affettivo di Jesi e sarà tenuto dal dr. Sergio Contadini e dalla dr.ssa Elisabetta Collamati. l corso verterà sul ruolo e le prospettive del genitore in questo periodo storico spesso caratterizzato dalla mancanza di tempo e da problematiche quotidiane che rendono difficile l’adeguata autostima e la capacità educativa dei genitori stessi. Il titolo provocatorio del corso in tre appuntamenti serali il 27 I novembre, il 4 e l’11 dicembre (ore 21.15 presso i locali di Rimaden in Via Colocci, 12a, a Jesi) è: Genitori, mettersi in gioco o mettersi a giocare? I temi trattati nelle tre serate saranno più in particolare: 1. Il tempo dei genitori senza più tempo ovvero il problema di essere genitori in questo tempo, 2. Amici, caporali o genitori? Ovvero, a quale specie appartiene il genitore? 3. Mettersi in gioco o mettersi a giocare? Ovvero, essere genitori non significa sentirsi……. colpevoli. Il corso è un momento di pausa, di riflessione e di confronto per i genitori sul proprio ruolo educativo. Attraverso la modalità interattiva utilizzata, l’intento vuole essere quello di infondere fiducia e serenità a questo affascinante compito del genitore rendendo possibile una relazione sincera, rispettosa di sé e dei figli e, soprattutto, nuovamente serena. Per informazioni anche relative al costo del corso e per le iscrizioni (per partecipare occorre iscriversi entro il 20 novembre) si può telefonare tutti i giorni (eccetto sabato, domenica e festivi) dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 al numero 0731 59005 o scrivere all’indirizzo mail rimaden@rimaden. it. SPILLI Abbasso le rotatorie di Jesi? C’è chi ha scoperto che le rotatorie di Jesi non sono fatte bene, non sono poi così funzionali ecc. Trattasi di perfetta cecità e smemoratezza. Le rotatorie realizzate in due-tre anni sono molte e tutte utilissime, comprese proprio quelle più sacrificate perché mancanti di adeguato spazio: quelle di via XXIV Maggio e di via Gallodoro. Si pensi alle code di un tempo! D’altra parte non si possono fare miracoli con le rotatorie venute successivamente alle strade e alle case. Incredibile, ma vero Avete mai provato a prendere un taxi alla stazione di Roma? Provateci, se ci riuscite. Perchè a Roma ci sono due taxi ogni mille abitanti contro i cinque di NewYork e gli otto di Londra. E tuttavia, nonostante la recente legge sulle liberalizzazioni, i tassisti di Roma, a colpi di incredibile prepotenza, non intendono accettare una licenza in più. Più mafia di questa? Pur di difendere i propri straordinari interessi, si nega un servizio alla città. E che città! civis Azienda Sanitaria Pronta valutazione delle artriti P rosegue il corso teorico-pratico sugli interventi precoci nelle artriti croniche organizzato dalla Clinica Reumatologica dell’ospedale di Jesi. Nei giorni scorsi si è infatti tenuta la seconda sessione di seminari rivolta ad infermieri e specialisti per sviluppare una diagnosi precoce nell’ “Early Arthritis Clinic”: il primo centro nella regione, per una pronta valutazione, un inquadramento mirato ed una tempestiva terapia sul modello statunitense e anglosassone che è stato attivato dalla Clinica Reumatologica. Il corso amplia il collegamento tra medici di medicina generale e specialisti reumatologi per preparare il medico di base a riconoscere prontamente le “red flags”, cioè quei segnali di allarme che, una volta accertati nel paziente, giustificano una pronta ed approfondita valutazione presso la “Early Arthritis Clinic”. Nell’arco di una settimana, attraverso tecnologie d’avanguardia (come un sofisticato apparato di ecografia tridimensionale di ultima generazione), ciò potrà garantire un corretto inquadramento diagnostico ed un percorso assistenziale mirato, evitando lunghe attese, visite ed esami radiologici e di laboratorio inappropriati, inutili e costosi. La filiale delle Poste Italiane di Ancona e il Comune di Poggio San Marcello promuovono piccoli risparmiatori Giornata Mondiale del Risparmio I l risparmio quale elemento di for- della scuola elementare (27 alunni) mazione dei futuri cittadini di una del paese un libretto postale riservacomunità locale. La filiale di Anco- to ai minori. na di Poste Italiane ed il comune di Si tratta di Libretti di Risparmio PoPoggio San Marcello celebrano l’82ª stale destinati a chi non ha ancora Giornata Mondiale del Risparmio compiuto diciotto anni, con caratcon un’iniziativa rivolta ai minori teristiche diverse a seconda della faper far scoprire il valore del rispar- scia di età alla quale si rivolgono: “Io mio. Il direttore della filiale di An- cresco” da zero a 12 anni compiuti, cona Carmine Arancio ha messo a “Io conosco” da 12 a 14 anni compunto con Tiziano Consoli, sindaco piuti, “Io capisco” dai 14 ai 18 anni di Poggio San Marcello un momen- compiuti. to dedicato ai bambini della comu- Come i tradizionali Libretti di Rinità locale: il primo cittadino ha sparmio, sono esenti da imposta di deciso di intestare a tutti gli scolari bollo e non presentano spese di ge- stione: apertura, prelievo, versamento sono gratuiti. Sviluppare la virtù del risparmio, educare alla gestione delle risorse disponibili, significa rendere responsabili le nuove generazioni delle scelte necessarie al raggiungimento dei propri obiettivi. “Il valore del risparmio – ricordano Tiziano Consoli e Carmine Arancio - è tanto più evidente se proiettato nel futuro dei nostri figli; ciò che consente loro di contare su una base concreta per meglio realizzare i progetti di studio, di lavoro o familiari”. 13 Jesi e Vallesina 12 novembre 2005 Giovedì 9 novembre alle ore 17,30 Assemblea degli industriali aperta a tutti L’orgoglio di essere industria di Paolo Marcozzi Oberdan Gugliemo (Via, da Martino a Porta Farina) Patriota (Trieste, 1858-1882). A Vienna per studio (1877), fuggì a Roma (1878) per sottrarsi al servizio militare quando l’Austria mobilitò per occupare la Bosnia-Erzegovina. Deciso ad attentare alla vita dell’imperatore Francesco Giuseppe, partì per Trieste (1882) con l’istriano Donato Ragosa, ma fu arrestato dalla polizia austriaca, mentre Ragosa riuscì a fuggire. Processato, fu impiccato. Conosciuta come Piazza Padella, aperta in fondo e con il suo manico, costituito da Via San Martino, sbocca su quella che, una volta, si chiamava Porta Padella, oggi Porta Farina. Olanda (Via, da Via Cupetta a Via san Francesco) Portano questo nome due province dei Paesi Bassi. L’Olanda Meridionale (Rotterdam, L’Aia) e l’Olanda Settentrionale (Amsterdam), quasi per intero al di sotto del livello del mare. Orfanotrofio (dell’) (Via, da Via Mura Occidentali a Viale della Vittoria) Fino al secolo XIX vi era situato l’orfanotrofio femminile che poi fu trasferito in quella che ora è Via Suor Maria Mannori; ma prendiamolo con beneficio d’inventario e salva smentita da parte di qualche attento lettore. VIII Marzo (Piazza, da Via Castelfidardo) Nell’inverno del 1908, a New York, le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono chiedendo migliori condizioni di lavoro. Lo sciopero durò alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte dell’opificio e imprigionò le scioperanti nella fabbrica, alla quale venne appiccato il fuoco. Le 129 operaie morirono, arse dalle fiamme. Fu Rosa Luxemburg a proporre, in ricordo della tragedia, la data dell’8 marzo come giornata di lotta internazionale. Pace (della) (Via, da Via Paradiso a Via dei Colli) Una via molto invocata, ma sempre irrealizzata (e non certo per l’asfalto). Pace (della) (Vicolo, da Piazza Federico II a Via Rincrocca) Così chiamato probabilmente perché era la strada che, dalle parti basse della città vecchia, portava al Duomo. Paladini Egisto (Via, da Via S. Francesco a Via M.L. King) (Treia, Macerata, 1819 – Jesi, 1879) Discendente da una nobile famiglia treiese. Vissuto tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, fu un uomo di scuola e svolse la sua attività di docente in diversi istituti della penisola, finché ottenne la cattedra di latino e greco nel prestigioso Liceo Classico di Jesi; in questa città morì nel 1938. Fu espertissimo epigrafista, valente traduttore (è da ricordare la traduzione dell’Apologia pro Galileo di Tommaso Galileo), scrittore così in italiano come in latino (due saggi su Ovidio), compositore di versi latini di cui pubblicò due raccolte. Palestro (Via, da Corso Matteotti a Piazza Oberdan) Comune in provincia di Pavia (Lombardia), con 2014 abitanti (2001), noto perché fu teatro nel 1859 di uno scontro tra franco-piemontesi e austriaci, in seguito al quale i primi, vittoriosi, riuscirono a entrare in Lombardia. Pantiere (Via, da Via Roma al Ponte delle Pantiere) Frazione di Jesi sulla strada per Roma. Il suo nome deriva da pantano, equivalente di moja, il terreno alluvionale lungo il fiume. (continua al prossimo numero) “Q uarantamila persone legate all’industria su una popolazione di centoventi mila abitanti della Vallesina. Questi alcuni numeri dell’industria a Jesi, di quell’industria di cui spesso sembriamo vergognarci e che comunque sottovalutiamo. E’ l’industria l’identità di Jesi, ciò che la caratterizza e la differenzia e che deve essere difesa e valorizzata”: questi sono alcuni degli elementi emersi nel corso della conferenza stampa di lunedì scorso. Gian Franco Berti, presidente del Comitato Territoriale di Assindustria Ancona che comprende duecento associati, ne ha presentato il ruolo e le finalità e ha introdotto l’iniziativa caratterizzante del nuovo consiglio direttivo: un’assemblea degli industriali aperta a coloro che sono portatori di interessi diversi per rapportarsi con le istituzioni, la stampa, la scuola, l’università, la politica, il sindacato, la finanza … “Non un convegno ma un’assemblea allargata: convinti che il momento attuale richiede di conservare piuttosto che pensare allo sviluppo”: così Andrea Pieralisi, vicepresidente del Comitato, ha evidenziato la situazione problematica delle aziende, convinto che la città di Jesi debba essere consapevole del grande valore dell’industria e in particolare del settore manifatturiero, della sua storia industriale. “La prima fornace risale al 1800 e la prima cartiera al 1806; siamo alla sesta generazione di industriali e non possiamo rischiare di consumare l’eredità delle generazioni passate” ha continuato Pieralisi. L’incontro con la stampa è continuato presentando l’assemblea che si svolgerà giovedì 9 novembre all’hotel Federico II di Jesi alle ore 17,30, al quale sono invitati tutti coloro che sono interessati al ruolo dell’impresa e al suo stretto collegamento con tutta la società civile. “Il futuro s’industria” e “Orgogliosi di essere industria” sono le parole chiave di quella che è stata definita “Industrial pride” in cui orgoglio sta per coscienza di ciò che si è, essere industria come parte di una stessa storia e riconoscersi nella stessa identità, consapevoli, ha concluso Berti, citando Piero Godetti, che “la fabbrica è la più perfetta scuola di orgoglio e di umiltà” b.t. Nella foto da sinistra Andrea Pieralisi e Paolo Agostinelli, portavoce del comitato Moie - Grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio, un corso di italiano per gli stranieri Nessuno si senta ancora straniero E’ iniziato il Corso di lingua italiana per adulti immigrati organizzato dall’Istituto Comprensivo “Carlo Urbani” di Moie-Castelplanio-Poggio S.Marcello, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi: un’attività educativa interculturale finalizzata ad accogliere ed integrare i numerosi adulti stranieri che vivono nel territorio della Vallesina. Il Corso propone l’insegnamento della lingua italiana in due livelli (base-avanzato) e una specifica attività di laboratorio per la realizzazione della Guida al territorio per lo straniero: un opuscolo informativo sui servizi del territorio per gli immigrati. Le lezioni sono iniziate il 17 ottobre e termineranno il 20 dicembre prossimo e sono tenute dalle operatrici Marina Mangiaterra –corso base- e Antonella Carboni –corso avanzato-; gli incontri si svolgono nei giorni di martedì e mercoledì, dalle ore 17 alle 19 presso la sede Centrale di Moie-scuola Media “G. Spontini”. Referente del progetto è l’insegnante Patrizia Renzi, responsabile del corso il dirigente scolastico Luigina Massaria. Significative sono le presenze degli iscritti: 19 al corso base e 11 al corso avanzato, e le richieste di iscrizione giungono anche in itinere; diverse le nazionalità di provenienza: Bangladesh, Ucraina, Cina, Inghilterra, Polonia, Argentina, Belgio,Germania, Olanda. L’età dei partecipanti ai corsi varia dai 21 ai 62 anni; sono soprattutto giovani operai, casalinghe, domestiche, ma anche lavoratori autonomi e alcuni pensionati. Gli iscritti risiedono attualmente a Moie, Castelplanio, Cupramontana, Montecarotto, Genga, Rosora, Mergo, Poggio S. Marcello. Nelle classi, durante le lezioni, non è raro vedere seduti nei banchi di scuola, accanto agli adulti, i figli che fungono da discreti interpreti quando una frase, una spiegazione, un concetto risultano di difficile comprensione; per i bambini, che frequentano la scuola italiana e quotidianamente sono “immersi” nella nostra lingua, è semplice tradurre a mamma e papà la lezione e aiutarli a svolgere i compiti. Per alcuni stranieri, soprattutto per chi non svolge ancora un’attività lavorativa stabile – soprat- tutto donne, giunte in Italia da poco tempo – apprendere la lingua italiana è molto impegnativo, eppure vi è la consapevolezza della sua necessità per l’inserimento nel tessuto sociale e per una integrazione culturale nel nostro ambiente spesso lontano, non solo geograficamente, dalla realtà di provenienza. Voglia di imparare, sguardi curiosi e attenti: l’alfabetizzazione non rappresenta la meta finale, né l’inizio dell’educazione, ma è certamente un mezzo importante per iniziare quella progressiva convergenza di valori e di cultura capace di creare lo spazio vitale in cui nessuno si senta ancora straniero. Tiziana Tobaldi Il Quattro Novembre a Maiolati Spontini Cerimonia solenne a ricordare le Forze Armate “Alle Forze armate di oggi gli italiani riconoscono valori di fedeltà e coraggio, di umanità e solidarietà. La credibilità e il prestigio dei militari italiani si sono affermati e si stanno affermando in impegni, in cui le nostre Forze armate si distinguono per professionalità e senso di umanità” Con queste parole il Sindaco di Maiolati Spontini, Giancarlo Carbini, ha voluto sottolineare l’importanza delle celebrazioni del 4 novembre. Una cerimonia molto sentita, sia a Moie che a Maiolati, quella di domenica scorsa, in entrambi i Comuni si è svolta una messa a ricordare i Caduti seguita da un corteo accompagnato dalle bande musicali cittadine. Al termine di ciascun corteo, a Moie, Maiolati e Scisciano la deposizione di una corona Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 www.fazibattaglia.com davanti al monumento dei Caduti: “Quando parliamo di Forze Armate non dobbiamo pensare solo a quelli che hanno combattuto per riconquistare o difendere la nostra libertà” ha proseguito Carbini “dobbiamo anche pensare a chi ogni giorno opera con umiltà e dedizione al nostro fianco per garantirci la sicurezza ed il rispetto dei diritti di ognuno”. Parole forti, quelle del sindaco, mirate a valorizzare il profondo senso di umanità di chi si è messo al servizio del proprio Paese. Si tratta, ha infatti concluso, di “Uomini che profondono impegno con spirito di abnegazione, con professionalità, costituendo un riferimento sicuro per tutti i cittadini”. Un grande esempio da cui prendere spunto, da non relegare dunque alla sola data del 4 novembre. Cristiano Marasca 14 12 novembre 2006 Pagina aperta 15 Novembre: 75° anniversario della nascita di Valeria Moriconi AGENDA IL SANTO DEL GIORNO Venerdì 10 novembre san Leone Magno, sabato 11 san Martino di Tours, domenica 12 san Diego, lunedì 13 sant’Agostna, martedì 14 santo Stefano, mercoledì 15 sant’Alberto Magno, giovedì 16 santa Margherita di Scozia, venerdì 17 santa Elisabetta di Ungheria, sabato 18 san Frediano, domenica 19 santa Matilde. Farmacie di turno a Jesi Venerdì 10 novembre: farmacia delle Grazie (Fausto Coppi) Corso Matteotti n° 43 Tel. 0731/209076 Sabato 11: farmacia Comunale 1 Via San Francesco Tel. 0731//207066 - 208286 Domenica 12: farmacia Castellani Via Garibaldi n° 48 Tel. 0731/53793 Lunedì 13: farmacia Comunale 2 Corso Matteotti n° 85 Tel. 0731/57656 Martedì 14: farmacia Grammercato Via Marconi n° 6 Tel. 0731/56516 Mercoledì 15: farmacia Fausto Coppi Via F. Coppi n° 31 Tel. 0731/200858 Giovedì 16: farmacia Moretti Corso Matteotti n° 13 Tel. 0731/209162 - 211894 Venerdì 17: farmacia Barba Gaetano (Fausto Coppi) Via Roma n° 162/A Tel. 0731/204579 Sabato 18: farmacia Martini (Fausto Coppi) Corso Matteotti n° 29 Tel. 0731/59790 208842 Domenica 19: farmacia Calcatelli Viale Puccini n° 5 Tel. 0731/56482 Tra parentesi la farmacia che effettua il servizio notturno. Farmacie di turno in Vallesina Venerdì 10 novembre Macine, sabato 11 Moie (Lucarelli), domenica 12 Angeli, lunedì 13 Poggio San Marcello, martedì 14 Castelbellino, mercoledì 15 Pianello, giovedì 16 Montecarotto, venerdì 17 Moie (Angelico), sabato 18 Macine, domenica 19 Moie (Lucarelli). indirizzare a: Voce della Vallesina Piazza Federico II, 8 60035 Jesi fax 0731.208145 e-mail [email protected] i Lettori scrivono... Valeria e il teatro delle scelte di Franco Cecchini* Il 15 novembre Valeria Moriconi avrebbe festeggiato i suoi 75 anni. Tra le carte raccolte nella sua casa di via Mura Orientali a Jesi e ora depositate al teatro Pergolesi è spuntato anche il bigliettino a stampa del 1931, decorato in rosa, sobrio ed elegante, con cui Angelo e Oliviera Abbruzzetti partecipavano la nascita di Valeria. Lo pubblichiamo, in occasione dell’anniversario, come omaggio all’attrice che, nelle tante interviste (ne abbiamo già elencate più di trecento nel suo archivio), evocava spesso la sua infanzia, la sua casa di Jesi, mitizzata come il suo Eden privato: “Ho radici profonde nella casa della mia infanzia. Pensa le case che ho avute… Ma nel mio giorno di riposo io vado a Jesi, che credi. E dormo nel letto dove sono nata, che credi. E vado ad annusare le piante che mi hanno vista bambina. Le mie radici sono lì e mi ritengo fortunata e felice. Perché so dove tornare. Ecco, ad un certo punto è importante sapere dove tornare.” (Domenica del Corriere 30.3.1978). In realtà, giunta “ad un certo punto” cruciale della sua malattia – che aveva a lungo fronteggiato in solitudine e con estrema riservatezza, ma anche con la lucidità che sempre l’aveva contraddistinta nella vita e che sperava di conservare fino all’ultimo – capì che era importante “tornare a casa”. Era il 17 maggio 2005. Si spense il 15 giugno. Ma al di là dei riferimenti biografici, strettamente personali, è l’attrice che vogliamo ricordare, il suo straordinario talento, la sua splendida avventura artistica, vissuta sempre con passione ma anche con intelligenza, con estrema consapevolezza professionale. E lo facciamo dandole nuovamente la parola, pubblicando un “breve consuntivo del proprio lavoro” da lei stessa tracciato per “raccontare quarant’anni di teatro, concentrandolo in poche righe”. È un suo manoscritto autografo, ritrovato in fotocopia tra le sue carte e forse da lei inviato a qualche organo di stampa, presumibilmente nel corso del 1997, dal momento che il debutto teatrale della Moriconi da protagonista avvenne, com’è noto, il 26 aprile 1957 al Teatro dei Servi di Roma in De Pretore Vincenzo di Eduardo De Filippo (nel Fondo conserviamo anche il bigliettino del grande autore e regista dello spettacolo per il * direttore delle attività teatrali della battesimo teatrale di Valeria alla sera del- Fondazione Pergolesi Spontini Ancora sul Partito Democratico Agli amici Pentericci e Zagaglia Avete criticato, più o meno aspramente, una mia espressione che chiama voi in prima persona nell’impegno politico in vista della realizzazione o meno del Partito Democratico. Riconosco che le mie tre righe da voi respinte erano un po’ garibaldine nella forma, ma positive nella sostanza se si considera che quanto riferito a Pentericci voleva sottolineare le sue capacità organizzative all’interno della Margherita ( tanto è vero che in una intervista si è presentato, di fatto, come il responsabile numero uno del comitato contro l’attuazione della fusione dei due partiti) e voleva anche richiamare l’attenzione sulla vostra intesa, da sempre, sia sul piano umano che politico. Tutto questo premesso e chiarito, confermo , al di là di ogni interpretazione del mio comportamento e delle mie intenzioni, l’amicizia che per me è e rimane non solo verso di voi, ma verso tutti coloro che – dopo un lungo cammino di comune militanza nel passato dc – hanno poi scelto impegni politici diversi da quelli proposti dal partito popolare prima e dalla Margherita poi. Non è difficile individuare le testimonianze. A cominciare da quella di Gianni Cerioni che, pur non condividendo egli quasi nulla di quanto io sostengo nei miei articoli, accoglie la possibilità di un comune incontro, come da me proposto, per approfondire temi e problemi a livello super-pre-partitico, nel contesto della concezione sociologica cristiana, nostra comune radice. Mi auguro che la proposta possa concretizzarsi con precise indicazioni entro Natale per attuarsi poi nei primi mesi del 2007. Chi ha idee e proposte si faccia avanti. Soprattutto chi è e si sente super partes. Vittorio Massaccesi la prima: “Vai a cuor tranquillo. Un abbraccio. Eduardo”). Un anno critico e di svolta il 1997 per la Moriconi. Dopo La rosa tatuata di Tennessee Williams per la regia di Vacis, si consuma la sua rottura con la Tee e lo Stabile delle Marche. “Lo Stabile sono io. La mia direzione artistica non si tocca. La Tee si dimetta” aveva attaccato con forza sui giornali. Finchè il 1 dicembre è lei che si dimette e il Comune di Jesi scioglie la convenzione. Per la Moriconi è la fine di un sogno in cui aveva investito tutta se stessa, soprattutto per il futuro (ci sono documenti nel Fondo estremamente significativi a questo proposito). Ed è in questo contesto, forse, che Valeria stila il suo “consuntivo”, riaffermando con orgoglio la centralità dell’attore, la necessità di un “Teatro delle Scelte”, la validità delle proprie scelte e la volontà di andare avanti su questa strada, più sola e disillusa, ma con la determinazione di sempre e lanciando i suoi violenti j’accuse. Mi pare che, al di là di tutto, questo messaggio – sostanziato di vita teatrale ai massimi livelli – conservi molti spunti di attualità e meriti una riflessione, anche alla luce di quanto avviene nel mondo del teatro a livello locale, regionale e nazionale. Come pure potrà risultare altrettanto interessante, e per certi aspetti avvincente, ripercorrere la straordinaria vicenda artistica ed esistenziale della Moriconi attraverso la sua diretta testimonianza, le sue parole. Sarà lei stessa a raccontarsi, a raccontare le sue scelte di teatro e di vita, in una raccolta e selezione delle sue interviste a cui stiamo lavorando e che – con il titolo “Valeria Moriconi. Come in uno specchio” – dovrebbe essere pubblicata nella collana “Quaderni per la memoria” diretta da Emilio Pozzi per l’ editore Quattroventi di Urbino, nel prossimo anno, a 50 anni dal suo debutto teatrale e a 15 anni dalla gestazione e nascita del “suo” Stabile. Ma, oltre al volume, è auspicabile che, nel nome di Valeria, si possa insieme dar vita ad altri progetti con cui valorizzare la sua eredità ideale e, nello stesso tempo, contribuire a realizzare quel “Teatro delle Scelte coraggiose” da lei rivendicato. Per questo il Teatro Stabile delle Marche potrebbe avere un ruolo insostituibile, determinante e, forse, anche dovuto, se si recupera il senso della memoria storica. notizie brevi Pagamento diritti sanitari La Giunta Regionale delle Marche ha di recente aggiornato il tariffario relativo agli accertamenti e alle indagini espletate dai Dipartimenti di Prevenzione delle Zone Territoriali dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale a favore dei privati in materia di Igiene e Sanità Pubblica, di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione e della Sicurezza negli Ambienti di Lavoro. Il tariffario ha sostituito quello precedente ed è entrato in vigore dal 1° settembre scorso. Per quanto riguarda la Zona Territoriale n. 5 di Jesi i nuovi tariffari sono consultabili sul sito internet www.asurzona5. marche.it alla voce Dipartimento di Prevenzione, nella colonna di sinistra, e poi cliccando, in basso, sul Servizio di interesse. Si precisa inoltre che per il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica è possibile scaricare dal sito anche i moduli per il pagamento dei diritti sanitari relativi alle prestazioni effettuate. Proroga per la tassa rifiuti Ci sarà tempo fino al prossimo 15 novembre per pagare i ruoli suppletivi della Tarsu, vale a dire i bollettini di pagamento relativi agli anni pregressi recapitati nei giorni scorsi da Ancona Tributi (e non dunque il bollettino della tassa rifiuti ordinaria). Lo ha deciso l’Amministrazione comunale, prorogando dunque di due settimane la scadenza prevista, dopo aver constatato che il nuovo concessionario ha provveduto ad Anniversario “Servo buono e fedele, entrato nel gaudio del suo Signore” 26-12-1913 31-10-1991 Don Giuseppe Palmolella Rigido esecutore della Legge di Dio, dedicò la sua opera al popolo, ma in modo particolare ai bisognosi e alla gioventù ricevendo stima, affetto e sostegno per il suo impegno. Anniversario 31-7-1916 30-10-2002 Adolfo Alessandrini Lo ricordano con umano rimpianto, nella speranza di ritrovarlo nella luce di Dio. I suoi familiari e gli amici In ricordo 22-03-1919 30-10-2006 inviare in ritardo i tagliandi, malgrado il Comune avesse inviato l’intera documentazione nei tempi previsti. Pagamento diritti sanitari La primavera della nazione Il prof. Roberto Balzani, ordinario di storia contemporanea dell’Università di Bologna, martedì 15 novembre alle ore 17,30 al centro direzionale San Francesco di Jesi presenterà il volume “La primavera della Nazione – la Repubblica Romana nel 1849” a cura di Marco Severini. Introdurrà il prof. Enrico Ciuffolotti del Centro Studi Marchigiano, sezione storica Raffaele Molinelli. La Fondazione cerca comparse La Fondazione Pergolesi Spontini cerca donne e uomini fra i 25 e i 40 anni per la selezione di figuranti in occasione dell’allestimento dell’opera Rigoletto di Giuseppe Verdi in scena al Teatro Pergolesi di Jesi l’1, 3, e 5 dicembre (con anteprima giovani il 29 novembre). I candidati dovranno sapersi muovere in modo disinvolto, gli uomini dovranno in particolare avere altezza minima di m. 1,75; ai figuranti scelti si richiede massima disponibilità delle prove previste per il mattino, pomeriggio e sera. Gli interessati dovranno presentarsi domenica 12 novembre p.v. alle ore 19 presso le Sale Pergolesiane del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi (An), Piazza della Repubblica 9 (entrata vicolo laterale destro), dove avverrà la selezione. Magnoni Isolina vedova Cesaroni Ministro straordinario dell’Eucaristia operava nella parrocchia Regina della Pace di Jesi. Partecipava quotidianamente alla Santa Messa e al Santo Rosario. Era impegnata attivamente nei gruppi parrocchiali dello Apostolato della Preghiera e dell’ Azione Cattolica. Si prestava anche agli umili servizi di pulizia e di addobbo della Chiesa. Con semplicità e impegno ha trasmesso tanti valori alla sua famiglia e all’intera comunità. Il parroco e i suoi familiari 15 Non solo sport 12 novembre 2006 BASKET “Tagliato” l’americano Stanton Con un euro salvi dieci bambini in Madagascar I nviando un sms al 48583 al costo di 1 Euro dai telefoni cellulare Tim, Vodafone, Wind, Tre (H3G) o da rete fissa Telecom, fino al 26 novembre, si possono salvare dieci bambini in Madagascar e contribuire alla campagna di vaccinazioni contro la schistosomiasi e la el- raccolto poco meno di 140.000 euro a beneficio di quasi un milione e mezzo di bambini vietnamiti.Parte così la seconda edizione della campagna di Aicu OnlusAssociazione Italiana Carlo Urbani- costituita dalla moglie Giuliana Chiorrini Urbani, dalla mamma del medico Maria Scaglione, dai suoi amici e colleghi più stretti. La sede si trova a Castelplanio, paese natale di Urbani. L’iniziativa è stata presentata dal segretario Mauro Ragaini, dal sindaco di Castelplanio Luciano Pittori, dagli sponsor Banca Popolare di Ancona e Esinplast e da Datamarche, la società che si occupa della promozione. La Banca Popolare di Ancona è sponsor dei valori e per essa la solidarietà costituisce un valore assoluto di questo inizio del terzo millennio e il modo più importante per affermare la propria vicinanza al territorio: in esso ci si riconosce e si impegna per il suo sviluppo. L’edizione 2006 prosegue su questa linea che è ritenuta importante anche da tutti gli attori sopra citati della telefonia mobile; un segno dei tempi di come sia possibile sviluppare la solidarietà in maniera intelligente e continuativa. mintiasi intestinale, malattie parassitarie Oggi la Banca Popolare di Ancona vive endemiche che colpiscono circa il 50% la solidarietà come sua motivazione di della popolazione, motivo per cui Carlo intervento sociale indirizzandolo verso il Urbani ha dedicato la sua vita a studiar- mondo dei giovani che va curato, inforle e combatterle. L’obiettivo è curare i mato e coinvolto sugli elementi fondanti bambini malgasci, sostenendo le strut- dell’esistenza, perché è nell’educazione ture sanitarie locali al fine di assicurare al sapere e al fare che attecchisce il seme un trattamento continuato nel tempo e del sano sviluppo sociale. scongiurare ripetute infezioni. L’anno Giulia Benigni scorso il “Novembre solidale Aicu”, ha Foto Anna V. Vincenzoni Csi CAMPIONATI PROVINCIALI Calcio A5 e pallavolo CALCIO A 5 Juniores Nella prima giornata di gara, vittorie dell’Oratorio Maris Stella di Falconara su Amici Oratorio di Montignano e della ASD Monterado Zerocinque sulla Pol. Clementina nel girone Arancio. Nel girone Blu l’Oratorio S. Gaspare del Bufalo ha avuto la meglio sul CSI Champion di Castelbellino e il CSI Portone di Senigallia sull’Oratorio Serra dè Conti Allievi Anche per la categoria Allievi si è svolta la prima giornata di gara. Nel girone Arancio vincono CSI Champion , G.S. Don Bosco Cristo Redentore e Oratorio S. Gaspare del Bufalo. Nel girone Blu sono a punteggio pieno l’ASD Castellano e l’Oratorio Maris Stella. Open In serie A1 girone Arancio la Termoidraulica Mosca batte l’A .S. Real di Chiaravalle e si conferma prima in classifica, dopo la 3^ giornata di gara, a punteggio pie- no. Nel girone Blu, la situazione in testa alla classifica è più incerta; ben 4 squadre sono a 6 punti dopo che il Montecarotto è riuscito a superare per 4 a 3 la capolista Push & Pull. In serie A2 il derby fra Pol. Clementina B e Pol.Clementina A ha visto la vittoria per 3 a 2 di quest’ultima che si è portata così in testa alla classifica insieme a Castel Red e CSI Gaudio. Ottimo il comportamento degli atleti in campo; nelle dieci partite disputate sono state rilevate soltanto due ammonizioni. PALLAVOLO Open Misto Questi i risultati della prima giornata di gara:: Fly Over Volley – Antystress 3-0, CSI Champion – I Leoni di S. Marco/S. Sabino 3-1, Clementina – Angels 3-2 e Hands Out Volley – CSI Gaudio 3-1. Nella prossima giornata sarà la Pol. Clementina a cercare di contrastare il cammino dell’Hands out Volley verso la riconferma di campione provinciale.. s.g. Fileni Bpa sullo Stretto con la novità Hoover È tornato il sorriso in casa Fileni Bpa, proprio nel momento più delicato. Gli arancio-blu domenica scorsa al PalaTriccoli si sono aggiudicati lo scontro salvezza con il Castelletto Ticino (82-63). “E’ stata una partita difficile – ha detto coach Subotic – Noi l’abbiamo giocata con la testa, difendendo”. Mercoledì 1° novembre gli arancio-blu erano incappati in una nuova sconfitta. A Faenza, era finita 68 a 59 per i padroni di casa dell’Imola. La debacle in terra romagnola era costata il “taglio” all’americano Stanton. A rimpiazzarlo è stato chiamato Ryan Hoover, guardia-play statunitense di 188 cm. Classe ‘74, Hoover lo scorso anno ha giocato con Pavia. La classifica dopo il settimo turno di andata: Caserta 14 punti; Ferrara, Rimini, Rieti e Pesaro 10; Soresina, Imola e Pavia 8; Montecatini e Fabriano 6; Reggio Calabria, Novara, Casale Monferrato, Sassari e Fileni Bpa Jesi 4; Castelletto Ticino 2 punti. Oggi, domenica 12 novembre, gli jesini sono di scena a Reggio Calabria (ore 18.15). Allenato dal giovane tecnico Moretti, il team calabrese può contare su due americani validi come Bunn e Williams. Sullo Stretto farà il suo debutto in arancioblu il nuovo acquisto Hoover. L’Aurora Basket ha raggiunto un accordo di sponsorizzazione con la Hydropo, azienda del gruppo Caterpillar. Giuseppe Papadia VOLLEY Conclusa la fase eliminatoria di Coppa Monte Schiavo senza Elisa Cella per due mesi L a travagliata Coppa Italia della Monte Schiavo Banca Marche si è conclusa con una sconfitta. Domenica scorsa ad Altamura le “prilline”, in formazione sperimentale, si sono arrese 3 a 1 (parziali: 25-13, 25-13, 1825, 25-22) alle padrone di casa. La classifica finale del girone C: Santeramo 14 punti; Perugia 13; Monte Schiavo Banca Marche Jesi 6; Altamura 3 punti. (Santeramo e Perugia qualificate alle finali). Al di là della mancata qualificazione alle finali, in casa rossoblu a preoccupare è lo stop imposto dai medici ad Elisa Cella (nella foto di Magliola). La visita effettuata dalla giocatrice a Roma per ottenere l’idoneità fisica, ha avuto esito negativo, perciò la Monte Schiavo dovrà fare a meno della schiacciatrice toscana. “Alla base di tutto – racconta la Cella – c’è un problema di ordine cardiaco che forse ho sempre avuto, fin dalla nascita, e che adesso, per motivi ancora da stabilire, si è aggravato. Dovrò rimanere ferma per due mesi: entro fine anno avrò un ulteriore esame per vedere se la situazione è migliorata oppure no”. La giocatrice continuerà a fare parte del gruppo, lavorando a parte. “Saranno due mesi di riposo attivo – afferma la giocatrice toscana – in cui comunque potrò fare del lavoro di mantenimento della forma, senza caricare troppo, un lavoro utile a non ripartire poi da zero”. La dirigenza jesina ha escluso un ritorno sul mercato. Gip Calcio Eccellenza C’è chi parla di crisi L a Jesina non va, ci si lamenta da ogni parte e a Monturano lo conferma, perdendo (2-0). Il Real Vallesina, in casa, raffazzona soltanto uno 0-0, tra le critiche di tanti. Real Vallesina Poteva essere l’occasione per una virata energica da parte dei nostri che giocavano a Moie nel Pierucci, il loro stadio. Invece, soprattutto per colpa delle assenze molteplici, il mister deve ricorrere agli juniores, con la conseguente carenza di gente esperta: spesso si dice che bisogna schierare di più i giocatori più giovani, ma non sempre il conto ritorna. E con la squadra zeppa di under il Real ha favorito il bunker montegiorgese che si è eretto invalicabilmente. Inizio a tutto gas da parte dei nostri, che stanno per segnare in apertura, ma, a portiere quasi battuto, soccorre un difensore sulla linea di porta. Dall’altro lato, gli ospiti arrivano un paio di volte ad impegnare il nostro guardiano Montini, che compie prodezze, salvando la rete. E così via, le due compagini ci provano con azioni alterne, ma raramente pericolose e decisive. All’ultimo momento, il Real avrebbe l’occasione con Tigano e con il giovane Tittarelli, ma lo zero a zero non si schioda! Jesina I leoncelli hanno giocato sabato a Monturano (ultima in classifica), ma l’anticipo ha portato male ai nostri: un brutto sgambetto, che ha provocato rabbiose contesta- zioni da parte dei tifosi, scesi nella bassa Marca a sostenere la squadra. I locali si sono spinti immediatamente all’attacco e Cacciatori al 7’ fa partire un missile da più di trenta metri, al quale Pieralisi non sa rispondere adeguatamente: ed è 1-0 inaspettato. I nostri provano a reagire, ma non convincono. Anzi, arriva anche la seconda batosta e questa volta c’è una papera di Pieralisi a contribuire malamente: 2-0 allo scadere del primo tempo. Nella ripresa, contro gli attacchi mai decisivi dei leoncelli, i padroni di casa difendono il risultato con le unghie e con i denti ed il 2-0 rimane congelato, senza neppure il gol della bandiera da parte jesina. Ora la classifica ci pone quasi a metà con otto punti dall’Urbino. C’è da correre ai ripari! Vir Promozione A Castelplanio stavolta si festeggia. L’Ostra, una parigrado in classifica, viene rimandata a casa con un 4-2 irrevocabile. Applausi vivissimi a Congiu, che ha segnato tutto il poker! Prima categoria Bella vittoria a San Marcello (3-0) sul Mondolfo. Il derby Spes-Cupra è un pari senza reti (0-0). Monserra in casa cede (0-1) con la capolista Filottrano. Seconda categoria Sampaolese batte l’Atletico (2-1). Pareggio tra Monsano e Borgo Minonna (1-1). L’Aesina pareggia a Candia (1-1). Castelbellino perde a Staffolo (2-0). Faticata vittoria dell’Aurora con la litigiosa Cameratese (4-2). WWWBPAIT Novembre solidale AICU- Associazione Italiana Carlo Urbani