sommario Benedetto XVI e Papa Francesco: volontari della Fede di Alberto Abbuonandi Il Cammino dell’Arcangelo di Vilma Tarantino L’AID in campo per i disturbi specifici dell’apprendimento di Cinzia De Cicco All’Università con l’ASUA di Maria Masone Tutti insieme a Cavallo di Petronilla Liucci “Dalla parte dei minori” di Carla Miele Prevenzione malattie ed educazione sessuale di Olimpia Luongo Perchè donare di Saverio Cardillo 3 Anno V n. 2 Marzo / Aprile 2013 4 Direttore Editoriale Antonio Meola 7 8 9 10 Hanno collaborato: Vilma Tarantino Cinzia De Cicco 11 Maria Masone Petronilla Liucci Carla Miele Olimpia Luongo Saverio Cardillo Mariaserena Pellegrini 13 Giuseppe Schipani Carlo Principe Silvana Leone La salute vien mangiando... bene di Mariaserena Pellegrini 15 Bando micro progettazione sociale 2011 di Olimpia Luongo 19 Un senso per la vita di Giuseppe Schipani 20 2 - n. 2 - marzo - aprile 2013 Caporedattore Alberto ABBUONANDI 14 Ben. Gio.: opportunità per i giovani del Sannio di Silvana Leone Direttore Responsabile Antonio Meola Wand collettivo LGBT Benevento di C.R. e L.P. Un servizio alla maternità in difesa della vita di Carlo Principe Autorizzazione Tribunale di Benevento n° 5 del 2007 Editore Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Benevento “Cantieri di Gratuita” Viale Mellusi, 68 - 82100 Benevento Tel. 0824.310092 - Fax 0824.359795 21 Grafica e Stampa NVR srl Viale P. di Napoli, 45 82100 Benevento 22 Tel. 0824.28950 L’Editoriale di Alberto Abbuonandi Benedetto XVI e Papa Francesco: volontari della Fede (Da un Papa pellegrino ad un Papa dei poveri) Serviva un gesto eccezionale per far capire al mondo intero che vi è bisogno di preghiera e, obbediente, Benedetto XVI si è rivolto ai fratelli, corpo della Chiesa viva, per passare la mano e dimettersi, e continuare a pregare in solitudine. Un gesto straordinario e coraggioso che servirà certamente a dare forza alla Chiesa. Le sue dimissioni cambieranno la percezione del Papato per far riflettere che, in fondo, i Papi che si succedono non devono essere considerati come Padreterni, ma uomini, umili servitori per altri uomini. E mentre dietro di lui si chiudeva il portone che indicava la “sede vacante” sussurrava “Sono un umile lavoratore, un operaio, ma oltretutto un pellegrino stanco in cerca di un angolo per riposare e dedicarsi interamente alla Fede” . Papa Ratzingher, quindi, lascia il Pontificato coerente col suo profilo umano e da Papa umile, come quello medioevale del gran rifiuto, si spoglia degli abiti del successore di Pietro e abdica portandosi con sè speculazioni, chiacchiere e teorie “inverosimili” presenti nella Curia Romana. E forse, lascia, per meglio favorire la scelta di un suo successore, senza remore mistiche, proprio perchè “ il papato è una funzione importante ma non è l’ultima istanza. L’ultima istanza è il Signore”. In perfetta linea con le leggi della Chiesa, va via un grande teologo consapevole, anche in futuro, di poter servire la Chiesa di Dio con una vita ancora dedicata alla preghiera. E ci dona quest’ultimo messaggio :”Occorre, ora, un uomo che abbia vigore fisico e sia santo.” Ed eccolo l’uomo : Francesco, semplicemente Papa Francesco che , appena dopo l’attesa fumata bianca, si affaccia per dire, semplicemente, “Buona sera , a tutti voi” e poi per augurare la buona notte. Al Papa pellegrino, volontario della Fede, subentra il Papa dei semplici e dei poveri, povero come i poveri, come San Francesco: che non rincorre simboli, rifiuta di sedersi sul soglio di Pietro e che, prima di indossare i vestiti da Papa, si è raccolto in preghiera dinanzi alla Madonna: “ la preghiera innanzitutto.” Papa Francesco da Vescovo, gesuita, andava da solo a fare la spesa, in autobus e visitava le periferie con le baraccopoli nella sua Argentina , e che ripete “ Non mi servono le guardie, non sono un indifeso” e che rinuncia alla croce d’oro per tenersi quella di ferro, da vescovo. Figlio di emigranti oggi porta, nella patria di S. Francesco, la ventata di umiltà che sembrava smarrita da tempo, dai più, sorprendendo tutti con la sua estemporaneità comunicativa, informale ma efficace attestandosi, così, contro le abitudini rituali dei cerimoniali. Un pastore semplice, quindi , come insegna la sua professione perpetua nei Gesuiti. “ Miserando atque eligendo” è il motto che scelse da vescovo inserendo nel suo stemma il cristogramma IHS, simbolo della compagnia di Gesù. I Gesuiti: un ordine spesso e , a torto, malvisto per la sua origine e presenza nelle variegate fasi della sua storia che , infine, la Storia, proprio essa,gli ha dato tutto il credito che meritava. I Gesuiti si sono sempre distinti per la cultura e l’educazione dei giovani” Fortiter in re, suaviter in modo” (“Forte nell’azione, soave nei modi”). Sarà, crediamo, proprio questa la forza di Papa Francesco per guardare con occhi più attenti al decadere dell’Europa e dell’Occidente;a rappresentare la Chiesa a più ampi orizzonti in un mondo globale dove il Cristianesimo farà breccia e sarà di esempio. E non solo: lo aspetta un confronto con un società più a misura d’uomo, una società con tante urgenze in campo economico e con una Chiesa più credibile che si rinnovi sui valori, appunto, della economia e della produzione. “ La Chiesa deve camminare nella presenza e con la croce del Signore” ha detto Francesco nella sua prima Messa da Papa. Ed a tutti è apparso come un messaggio verso un itinerario parallelo a quello già tracciato da Benedetto XVI . Da un Pellegrino all’altro ma entrambi sicuri ed efficaci volontari sul cammino della Fede. n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 3 Un percorso della via Francigena da Benevento a Monte S.Angelo Il cammino dell’Arcangelo Il Cammino dell’Arcangelo, da Benevento a Monte Sant’Angelo, 200 km nel cuore del meridione d’Italia, attraverso il Sannio, l’Irpinia e la Daunia fino al promontorio garganico. Un percorso storico, culturale e spirituale che mette insieme diversi aspetti di terre per lo più sconosciute. Giunti a Benevento si passa a visitare i monumenti di questa splendida e antica città: il Teatro Romano, la chiesa di Santa Sofia, l’Hortus Conclusus, le Mura Longobarde, la chiesa di Sant’Ilario e tanti altri piccoli gioielli raccordati da un centro storico elegante ed ospitale.Il Cammino parte dall’Arco di Traiano di Benevento, dopo la convalida della credenziale e la benedizione nella chiesa di San Bartolomeo, e scende per via san Pasquale, alla volta di Pietrelcina, paese natale di Padre Pio. Dopo aver superato Ponte Valentino, ponte romano ben conservato, alla confluenza del fiume Tammaro nel fiume Calore, si sale tra i secolari uliveti al centro di Pietrelcina, dove si respirano aria di sacralità, pensieri di pace sulla forte e composita figura del grande Santo. Il giorno seguente, dopo un’ora di cammino, si arriva nel cuore del mistero di padre Pio, a Piana Romana; dopo 4 - n. 2 - marzo - aprile 2013 un paio di chilometri si incontra la chiesetta,di San Michele (secolo XI), costruita con pietre di diverse epoche, con iscrizioni latine e pregiati bassorilievi. La seconda tappa è tra le più impegnative di tutto il Cammino ma anche tra le più suggestive per gli ampi scenari che si aprono sui paesaggi dell’entroterra sannita. Guadato il fiume Tammaro lo si costeggia per un paio di chilometri, fino al frantoio Minicozzi, punto di squisita accoglienza. Si prende poi un sentiero in salita che porta nel comune di Sant’Arcangelo Trimonte, a ridosso di uno splendido altipiano che, secondo studi recenti, coincide con la traccia autentica della Traiana. Attraverso Ponte San Marco e Ponte dei Ladroni (ruderi romani) si giunge a Buonalbergo, piccolo centro sannita ristrutturato in pietra bianca, dove è d’obbligo la visita alla Madonna della Macchia, statua lignea del XII secolo. Il monumento più importante resta tuttavia il Ponte delle Chianche, ponte romano a sei arcate con lastricato intatto sopra le arcate. Seguendo il fiume Miscano, con la terza tappa, si lascia il Sannio e si entra in terra d’Irpinia. Antica terra di transito, con insediamenti risalenti al Neolitico posizionati su colline di gesso come quello della starza di Ariano Irpino. Terra di misteri e leggende che affiorano discreti come le bolle della Malvizza di Montecalvo Irpino, “mofeta”di origine vulcanica , prospiciente un antico santuario della dea Mefite.Guadato ancora il fiume Miscano, si risale fino ad Aequum Tuticum (Ariano Irpino), il varco per le Puglie. Aequum Tuticum mostra i suoi scavi che molti autori riconducono alla leggendaria Touxion, capitale giuridica, militare e spirituale degli antichi e temuti Sanniti, affacciata sulla valle del Miscano, in lontananza la vallata dove sorge Benevento, in fondo verso nord il massiccio del Matese, a meridione l’inconfondibile colore azzurrognolo di Montevergine (Partenio) e ancora verso sud i monti Picentini.La quarta tappa è forse la più affascinante, a cavallo tra due regioni e tre province, e ci porta definitivamente in Puglia. È la tappa che meglio rappresenta la transizione, si avverte a pelle il passaggio verso est, il territo- rio diventa brullo e disabitato. Salendo verso località San Vito sembra non ci sia altro che il vento a portare sapori e profumi di questa terra nuova e affascinante. Raggiunto, qui, il punto più alto del cammino (m.1015), si svalica con un paesaggio mozzafiato: la piana di Foggia ai nostri piedi e all’orizzonte si intravede il profilo del Sacro Monte. Dal valico si scende verso la taverna del “Cancarro”, sul vecchio tracciato della Traiana e si prosegue per Troia attraverso strade sterrate e tratturelli. Troia è la prima cittadina che incontriamo in Puglia: il pellegrino con il suo bordone orgogliosamente attraversa il corso principale, fino alla splendida cattedrale in stile romanico con il suo rosone, suddiviso in 11 spicchi da altrettante colonne. Costruita tra 1093 e 1125, è dedicata alla Beata Maria Vergine Assunta e reca le preziose porte in bronzo di Oderisio da Benevento.La quinta tappa ci porta a Lucera, nel cuore del basso Tavoliere, sterminati campi di grano ondeggiano al sole e chi ha il privilegio di andare a piedi scopre che il Tavoliere nasconde dolci rilievi invisibili ai più. Per secoli terre di pascoli e di greggi, cuore della transumanza ma anche terre di conquista e di bonifiche. Lucera incanta per le sue bellissime chiese e cattedrali, di rilievo il castello di Federico II, che svetta sulla parte alta della cittadina.Dal castello di Federico II comincia la sesta tappa, un sentiero in discesa nella pineta e poi una sterrata conduce il pellegrino ancora tra l’inebriante colore del grano fino a San Severo, il centro più florido della Daunia, fondato tra l’età longobarda e quella bizantina proprio grazie al continuo afflusso di pellegrini diretti alla Grotta dell’Arcangelo. La settima tappa conduce al Santuario di Stignano, praticamente ai piedi del Gargano. Finisce così la parte più dura, quella purificatoria del cammino, dove le parole sono più rare e più intense: è il momento della riflessione. Con l’ottava tappa tutto cambia, il cuore è più leggero e la meta si fa più vicina. Dal santuario allegramente si affronta l’ascesa, ripida e simbolica, del promontorio garganico tra indimenticabili scenari, prati trapuntati di margherite, orchidee dai colori più svariati, aromi di timo ed origano. Torna il verde dei boschi e la sua frescura. Si è nel cuore del Parco regionale del Gargano. Si arriva al Convento di San Matteo per una breve sosta e poi di nuovo nell’incanto del bosco che salendo si dirada e dà spazio al cuore calcareo del Gargano con le sue bianche rocce. Giunti a “Coppa l’Arena” (936 metri) si gode di uno splendido paesaggio con tutta la Capitanata ai piedi e davanti la macchia bianca di San Giovanni Rotondo. L’arrivo a San Giovanni è veramente suggestivo, si arriva dalla montagna e si scende direttamente nel centro spirituale del paese con una connessione quasi immediata alla sacralità del luogo. Il pellegrino godrà dei luoghi di Padre Pio, della bellissima opera di Renzo Piano con i ricchi mosaici in oro, si tufferà nei percorsi di tanti altri pellegrini ma sosterà all’ombra della croce davanti alla vecchia chiesa, unico reperto immodificato negli anni. Si è pronti per l’ultima tappa, la Grotta dell’Arcangelo.Il sentiero è godibilissimo: si passa nei pressi dei ruderi della chiesetta di Sant’Egidio e di San Nicola (XI secolo), poi si sale dolcemente fino alla sommità con a destra il golfo di Manfredonia, l’antica Siponto che evoca immagini di pellegrini, crociati e mercanti che un millennio fa percorrevano lo stesso sentiero. Una piccola sosta alla chiesetta di Santa Maria degli Angeli per sistemarsi, ritoccarsi e poi avviarsi in silenzio verso il terribilis locus. L’arcangelo Michele con la spada nella mano destra e la bilancia a sinistra accoglie nel suo speco i pellegrini, ai suoi piedi il Maligno ad indicare l’infinita ed eterna lotta di tutta l’umanità contro il male. Il male da dissacrare, da allontanare, il male che ci limita, ci offende ma che a volte anche ci seduce, ma quando è il momento della verità l’Angelo, guerriero e stratega, è lì ad attenderci. Chissà se il pellegrino moderno avrà dato risposta alle sue attese, se dopo giorni di cammino avrà compreso le ragioni del suo andare? Certamente avrà conosciuto ed amato un territorio segreto e meraviglioso come l’animo di chi ha ceduto al richiamo di questo Cammino. Ognuno cammina con il suo bagaglio … per ognuno c’è una meta imperscrutabile, tante sono le dinamiche di chi costruisce i contenuti del suo viaggio passo dopo passo. Noi possiamo rilevare il grande interesse suscitato sul territorio solo per aver dato n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 5 una traccia, un possibile itinerario, l’entusiasmo a collaborare delle amministrazioni locali per il recupero di piccoli gioielli architettonici e per la possibilità concreta di mostrare i tanti siti archeologici interessantissimi, ma lasciati soli in balia del sole e della pioggia, come reperti definitivamente archiviati dopo brevi e passeggeri entusiasmi, perché manca un piano integrato per farli splendere. Abbiamo visto negli occhi degli studiosi riaccendersi la speranza che la storia possa essere raccontata ancora a qualcuno ma in modo nuovo, interattivo, perché chi sceglie di camminare lentamente attraverso un territorio, dei luoghi attraversati vuole portare via un senso compiuto, vuole conoscere storie, leggende, cultura e tradizioni, vuole gustare i sapori, i profumi, vuole incontrare la gente e ascoltare le voci, i suoni, vuole respirare il significato profondo di una diversità, a fronte di un mondo che ogni giorno sembra essere uguale dappertutto a qualsiasi latitudine perché se ne vogliono eliminare le diversità mediante processi di progressiva semplificazione ed omologazione. Piccoli centri dell’entroterra hanno compreso il significato del passaggio di gente attraverso il proprio territorio e in tanti si sono attivati ad allestire l’accoglienza: sono nati ostelli, piccoli rifugi per dare conforto al pellegrino/trekkista… è questo un segno della vivacità sopita di un popolo a cui è stata istillata, come un veleno, la convinzione che l’unica speranza potesse essere l’industrializzazione o l’emigrazione, e che invece scopre con incanto la bellezza del proprio territorio, del proprio passato, la bellezza di quelle tradizioni, di quelle nenie ad un solo passo dall’oblio. Il Cammino dell’Arcangelo è servito a questo. Con nostro stupore abbiamo constatato che le pietre sanno ancora raccontare e che la storia non è solo nei testi, ma anche e soprattutto su quei sentieri che come arteriole nutrono un territorio. È questa la sfida che il Cammino dell’Arcangelo, inconsapevolmente, ha lanciato ad una classe politica che non mostra sensibilità e rispetto per il fascino intrinseco del proprio territorio. La gente, le associazioni, le piccole amministrazioni in questi quattro anni l’hanno compreso e sono in cammino con noi. Vilma Tarantino “Terre Alte” CAI Benevento 6 - n. 2 - marzo - aprile 2013 Si è svolto il 2° convegno provinciale sui DSA L’AID in campo per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento Numerosa la partecipazione al 2° Convegno Provinciale sul tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, organizzato dalla sezione provinciale dell’Associazione Italiana Dislessia, tenutosi il 22 febbraio presso il Seminario Arcivescovile di Benevento. Erano presenti in sala più di quattrocento persone, tra docenti, dirigenti scolastici, famiglie e operatori. Il Convegno, oltre a fare il punto sulle opportunità che la Legge 170/2010 offre alla scuola, ha posto una particolare attenzione sul coinvolgimento dei docenti, riguardo all’ individuazione precoce del disturbo, alla didattica personalizzata e all’uso degli strumenti compensativi. Sono intervenuti il prof. Giacomo Stella (nella foto) (Università di Modena e Reggio Emilia, uno dei massimi esponenti della comunità scientifica che si occupa dei Disturbi Specifici di Apprendimento), la dott.ssa Antonella Amodio, psicologa, pedagogista, docente, il dott.Luca Grandi, responsabile del Centro Ricerche Anastasis di Bologna e la prof.ssa Maria Buonaguro, Dirigente Scolastica. Molti bambini, nel corso del loro iter scolastico, s’imbattono in difficoltà nell’apprendimento delle abilità di base, lettura, scrittura e calcolo, che, spesso, possono essere scambiate dai loro insegnanti e dalle loro famiglie come scarso impegno, pigrizia o semplice svogliatezza. Tale abbaglio genera nei bambini un graduale disinteresse nei confronti della scuola e dell’apprendere e una serie di problematiche sul versante emotivo-relazionale che possono sfociare nel disagio scolastico e, in ultima analisi, anche nell’ abbandono della scuola. Queste difficoltà coinvolgono una non trascurabile percentuale della popolazione scolastica, per l’Italia, secondo gli ultimi sondaggi, tali valori oscillano tra l’1,5 e il 5%. L’opera di sensibilizzazione svolta da molte realtà scientifiche e professionali italiane, hanno indotto il Parlamento italiano, attraverso la Consensus Conference, ad emanare la Legge 8 ottobre 2010, n.170. “nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”. Tale norma, nel generare una maggiore condivisione delle conoscenze, raccomandazioni, prassi e linee guide tra mondo scientifico e scuola, ha determinato un maggiore riconoscimento e una più adeguata tutela dei soggetti affetti dai DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA). L’ obiettivo del Convegno, è stato quello di sensibilizzare la scuola e le famiglie, rispetto ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, affinché nessun bambino possa arrivare a dire: “Io non sono un bambino da scuola” ma, che possa trarre dalla scuola le adeguate conoscenze e competenze che lo aiutino, da adulto, a realizzare il proprio progetto di vita. Cinzia De Cicco - Presidente Provinciale Associazione Italiana Dislessia n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 7 L’ASUA “rifonda” le offerte per i sordi e riparte da Via dei Mulini All’Università con l’ASUA L’ASUA (Associazione per il Diritto allo Studio Universitario degli Audiolesi) con sede in Via dei Mulini, opera dal 2001 in Benevento presso l’Università degli Studi del Sannio, con un’esperienza e collaborazioni proficue, molto interessanti. L’accumulo di un patrimonio professionale, sociale e specializzato, spinge l’ASUA ora, in questo contesto storico instabile, a riproporre una serie di servizi in maniera più puntuale come illustrato nell’art 2 dello Statuto scritto dai fondatori con entusiasmo e speranza; la serie di cambiamenti socioculturali ed economici verificatisi, spinge l’ASUA a riflettere sul costante regresso dei sordi sul piano della formazione oggi ancora più penalizzati dai tagli di spese per le prestazioni socio sanitarie. I sordi in età scolare soffrono per una discontinuità sperimentale in aula, dal momento che usufruiscono di una didattica generica e vuota e di interventi psicosociali minimi, non incisivi nonostante gli sforzi immani di operatori che li affiancano con buona volontà e dedizione indiscutibile. Il sordo, invece, ha necessità urgente e non più rimandata di interventi diretti e centrati su di lui. Necessita di una socializzazione sensibile e attenta che invece è spesso vaga e non espansiva. Al di fuori della scuola, i sordi si raggruppano in isole improduttive. In maniera blanda e non chiaramente incisiva, il sordo vive tutti gli svantaggi indotti dall’isolamento reale e quotidiano, un isolamento determinato dalle stesse deboli offerte del processo didattico e culturale a lui proposte, e spesso confuso con l’inserimento che è una sorta di limbo indistinto. Il sordo, di conseguenza, acquisisce scarse competenze e comportamenti di rifiuto, di disattenzione e di iperattività nonché di emarginazione. L’ ASUA in forza della sua decennale osservazione dei disagi e dei vuoti esistenziali degli alunni sordi, ripropone il proprio Statuto molto puntuale in stretta connessione con l’Università,la CILIS,l’ANIMU, il CeSVoB, e aggiorna lo staff operativo con il rinnovamento del Consiglio mirando alle forze giovani e specializzate. L’ASUA si propone di offrire attraverso la rete, servizi puntuali e pregressi rispetto alla scelta universitaria,con una presenza garantita nella sede in Via dei Mulini 59/c in Benevento, dove si è attrezzata per i seguenti servizi gratuiti: 1.recupero scolastico gratuito per studenti audiolesi frequentanti la scuola primaria e secondaria; 2.sportello di supporto psicologico; 3.aiuto postscolastico pomeridiano. In attesa di richieste l’ASUA continua a specializzarsi, ad osservare, a seguire gli studenti sordi all’Università del Sannio e guarda con ammirazione l’esperienza della scuola per i sordi che sorse in Via dei Mulini 59 b e dalla quale trasse amore e rispetto per i sordi e per gli operatori. Maria Masone Presidente ASUA 8 - n. 2 - marzo - aprile 2013 Esperienze relazionali e terapeutiche di successo… “Tutti insieme a Cavallo” L’Unione Sportiva ACLI di Benevento con la Referente del settore Salute Benessere Petronilla Liucci, ha organizzato una giornata di conoscenza dell’ippoterapia, presso il ‘Centro ippico Adriana’ in collaborazione con il C.O.N.I. e il settore P. I. del Comune. L’interessante iniziativa è stata rivolta ai bambini delle scuole elementari di Benevento e nell’occasione, sono stati invitati in qualità di osservatori per la didattica, , gli studenti del V° anno dell’Istituto superiore ‘Guacci’ indirizzo socio psico-pedagogico, accompagnati dai docenti M. Ciccopiedi, A. Viscusi e F. Milano.Si è quindi svolto un workshop pratico di alfabetizzazione a cavallo , a cura di Michele Ruscitto, Istruttore federale F.I.S.E. e del dott. Gagliardi, veterinario ippiatra Paralimpico. L’accoglienza al maneggio è stata curata dallo Psicologo Mauro Pulzella insieme con la presidente dell’associazione, la dott.ssa Adriana Donatiello. Dopo un saluto di benvenuto, gli studenti sono stati accompagnati per una visita alle scuderie,dove hanno vissuto l’emozione suggestiva ed affascinante dell’ incontro con l’elegante muso dei cavalli, che affacciati ai box , attendevano di essere accarezzati.Tante le domande poste dai ragazzi lungo il percorso, a volte solo di curiosità, tutte soddisfatte con prontezza da Michele Ruscitto, esperto cavaliere e Tecnico di Riabilitazione Equestre che ha suscitato molto interesse e coinvolgimento. Dopo circa due ore di teoria, il gruppo di studenti, si è avviato per una lunga passeggiata fino al recinto del maneggio, dove i “cavalieri provetti” più entusiasti si sono cimentati nella prova pratica a cavallo. Al termine tutti i ragazzi hanno espresso entusiasmo per questa insolita esperienza, soprattutto coloro che hanno montato il pony,e che hanno poi raccontato le propri eemozioni e sensazioni, attraverso una scritta tracciata su un enorme cuore rosso. Il presidente provinciale dell’USAcli Michele Fusco e l’assessore provinciale Annachiara Palmieri, hanno ringraziato docenti e studenti per la partecipazione e in ricordo di questa splendida giornata, hanno consegnato ad ogni referente d’Istituto un gagliardetto dell’USAcli. La Dott.ssa Donatiello ha voluto sottolineare la presenza al maneggio di tanti esponenti del mondo giovanile, ai quali ha consegnato in omaggio una coccarda a suggello di una lezione speciale, all’insegna dell’ impegno, della curiosità per la voglia di scoprire e scoprirsi, ma soprattutto una lezione di educazione ad una relazione di rispetto per un animale nobile e molto sensibile come il cavallo. Il programma è proseguito il giorno successivo con un incontro presso la sala dell’auditorium Vergineo del Museo del Sannio. Gli studenti, accolti dal Pres. Prov. US ACLI Michele Fusco, hanno assistito alla proiezione dei video ufficiali riguardanti le esperienze nazionali di Torino e di Roma sulla Riabilitazione equestre. I lavori sono stati conclusi dall’avv. Mario Collarile, delegato provinciale C.O.N.I., che simpaticamente ha intrattenuto i ragazzi con una riflessione sui benefici di un corretto stile di vita, fondamentale per una sana ed armoniosa crescita personale. La referente provinciale, del settore Salute e Benessere, Petronilla Liucci nel salutare e ringraziare gli intervenuti, ha sottolineato che con questo evento, ha finaalmente realizzato un piccolo sogno: l’aver avvicinato i ragazzi al mondo equestre, una realtà che ha ancora tanto da insegnare agli uomini; una dimensione nella quale il cavallo, animale libero e potente per natura, si adatta con pazienza e sostegno, ad andare in soccorso alle necessità di equilibrio dell’uomo in difficoltà, nel rispetto della reciproca sensibilità, nella ricerca di un equilibrio condiviso Petronilla Liucci US ACLI. n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 9 Si è svolto il X corso di formazione di CAM Telefono Azzurro “Dalla parte dei minori” I l X corso di formazione, “ Dalla parte dei Minori”, organizzato dal Centro Aiuto al Minore Telefono Azzurro di Benevento è terminato il 7 marzo. Interessanti ed esaustive tutte le relazioni tenute sulle tre aree: sociale, psicopedagogica e giuridica. Preoccupante e inquietante la denuncia fatta dal Garante Regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dott. Cesare Romano, intervistato da “Otto Pagine” prima del suo intervento su: “La violenza sui minori tra cultura e politiche Sociali ”; la più grande violazione dei Diritti dei Minori, ha detto, soprattutto in Campania, è fatta dalla politica per la sua assenza. Il Sannio è un’isola felice, ha proseguito, dove ancora sopravvivono giusti valori culturali; noi vogliamo crederci e auspichiamo un quadro meno negativo pur se c’è tanto ancora da fare! I componenti dell’Associazione che all’inizio aderiscono con entusiasmo alle attività di Volontariato, dopo un po’ di tempo avvertono 10 - n. 2 - marzo - aprile 2013 la sensazione e la convinzione che l’impegno da loro profuso sia stato vano e di conseguenza si scoraggiano. Le frustrazioni nascono dal rapporto, nel nostro territorio, con le Istituzioni Pubbliche che non riescono, nonostante le volontà espresse, a supportarci adeguatamente. Le aspettative dei volontari, ci auguriamo, non vengano deluse; certamente i rapporti positivi che si instaurano con le persone che si interessano dei problemi dei Minori, sono una fonte di gratificazione e sono sufficienti a farci perseverare nel nostro impegno. Io sono convinta che tutto ciò che si fa per la “ tutela dei minori” è necessario, nulla è inutile! Il C.A.M. Telefono Azzurro, nonostante la mancanza di risorse economiche, ha organizzato, per poter crescere, corsi di formazione e seminari, non solo per i propri Volontari ma per tutti gli operatori sociali; ciò è stato possibile grazie al CeSVoB che ci ha messo a disposizione la sala Convegni e grazie a tutti i relatori che, gratuitamente, hanno messo a nostra disposizione la loro professionalità e il loro tempo. Il Corso ha usufruito del Patrocinio Morale dell’Ufficio Scolastico Provinciale, della Provincia, del Comune di Benevento e del Centro Servizi al Volontariato “Cantieri di Gratuità” A tutti loro va il mio Grazie e quello di tutti i soci. I Minori sono sempre i più deboli, i più esposti agli effetti negativi della società; molti di essi non sono tutelati e ascoltati neppure dalle Istituzioni. La decima edizione del corso di formazione “ Dalla parte dei Minori” ha soddisfatto le aspettative delle corsiste; dopo aver preso visione del questionario di uscita, da loro compilato, possiamo ritenerci soddisfatte perché hanno ritenuto il corso esauriente e formativo, utile per la propria professione essendo quasi tutte impegnate nel sociale come assistenti sociali, psicologhe, operatrici sociali, avvocati… Anche noi lo siamo e nel futuro continueremo ad operare affinché i Minori siano sempre protetti e possano diventare Speranza per un futuro migliore. Carla Miele Presidente Cam Telefono Azzurro Corso di formazione sulla sessualtià presso il CeSVoB Prevenzione malattie ed educazione sessuale L’idea di un corso sulla prevenzione delle malattie ed in particolare sull’educazione sessuale nasce dai feed-back positivi di un primo corso realizzato dal CeSVoB nelle scorse annualità e dal forte interesse per le tematiche trattate. La tematica della prevenzione e quella della sessualità sono state approfondite dalle esperte sotto differenti punti di vista. La dr.ssa Rosita Feleppa per quello psicologico, la dr.ssa Maria Adelaide De Silva per quello ginecologico e la dr.ssa Ketty Giangregorio per quello farmacologico. La sessualità è’ stata presentata libera dalla dipendenza del ciclo della fertilità, come “insieme di comportamenti di relazione e comunicazione”, come dimensione di scelta, in quanto espressione del desiderio più che del bisogno. Una sessualità non più legata alla sola funzione riproduttiva ma alla relazione con l’altro, all’abbandonarsi all’altro, in una totalità che coinvolge tutti i canali sensoriali: la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto. Ogni uomo liberamente sceglie come inserire il benessere sessuale personale e di coppia nel proprio progetto esistenziale. La dr.ssa Feleppa ha presentato le funzioni sessuali dal punto di vista psicologico, in particolare ha mostrato tre tipi di funzioni: - Funzione ludica, dove la sessualità viene intesa non solo nella sua espressione genitale ma, intermini più ampi, come comunicazionescambio-rapporto gioioso con l’altro. Sessualità intesa come dialogo e gioco di corpi che danno e ricevono piacere. - Funzione relazionale-affettiva, qui la comunicazione con se stesso costituisce la premessa alla comunicazione con l’altro. La ricerca dell’altro è per l’essere umano l’espressione del desiderio. - Funzione riproduttiva: in cui all’interno del progetto esistenziale della coppia può trovare spazio la procreazione. Il desiderio di un figlio può rappresentare un’aspirazione al completamento di un rapporto già stabile, collaudato e proiettato nel futuro. Le esperienze della gravidanza e del parto costituiscono un momento estremamente importante nella vita della coppia. I futuri genitori devono costruire insieme un nuovo equilibrio. In ogni rapporto il figlio si pone all’interno della relazione, facendo da costruttore delle relazioni stesse. Pertanto la sessualità adulta viene intesa come scambio, l’altro diventa parte essenziale per la mia autoconsapevolezza, una sorta di dono, ovvero, dono qualcosa ad una persona diversa da me e dono rinunciando ad una parte di me. La sessualità di una coppia comprende tutte le emozioni e sensazioni piacevoli, partendo dai preliminari amorosi per giungere ad un piacevole abbandono fino a raggiungere uno stato di totale sicurezza. Questo tipo di rapporto rappresenta la base per mantenere in piedi la coppia. La sessualità diventa il luogo di un rapporto d’amore da cui nascono il piacere, il gioco, la fantasia, la creatività che mutano la qualità della vita e permettono alla coppia di crescere; la fedeltà, pertanto rappresenta una comunicazione autentica con il partner, una scelta autonoma di lealtà che fa diminuire le possibilità di contagio da malattie dipese da rapporti promiscui con soggetti portatori di malattie veneree. La dr.ssa De Silva ha affrontato il tema della sessualità e delle varie tipologie di sessualità e dei possibili rischi ad essa legati. Al momento della nascita ogni individuo è riconosciuto come maschio o femmina (gli è cioè attribuita l’appartenenza ad un genere sessuale) mediante l’osservazione dei genitali esterni. Questo rappresenta l’inizio di un percorso che segnerà l’intera esistenza dell’essere umano; è il primo passo per il costituirsi dell’identità sessuale. Le tappe attraverso le quali si forma l’identità sessuale costituiscono quindi il processo d’autoidentificazione sessuale, ossia il raggiungimento della convinzione intima della propria mascolinità o femminilità. Questa convinzione è un elemento centrale del modo che ognuno ha di sentire “chi è”, nel profondo di se stesso. Un altro importante aspetto della nostra sessualità è l’orientamento sessuale che indica verso chi è orientato il nostro interesse sessuale: verso il sesso opposto (eterosessuale), verso una persona del nostro stesso sesso (omosessuale) o entrambi (bisessuale). E’ facile però n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 11 rendersi conto che non sono soltanto i genitali che fanno di noi un uomo o una donna. Accanto a questi elementi biologici si aggiungono quelli sociali. Essi consistono nel diverso modo che l’ambiente ha di interagire con le persone, in relazione al sesso cui un individuo appartiene. Durante gli incontri sono state approfondite le distinzioni di genere e l’identificazione sessuale. Sono stati presentati i metodi per prevenire il contagio da eventuali malattie e si è parlato nel dettaglio delle malattie e la dr.ssa Giangregorio ha mostrato le innovazioni in campo farmacologico. I due sessi, quello maschile e quello femminile, sono diversi anatomicamente e fisiologicamente. Dal punto di vista anatomico il sesso femminile ed il maschile sono fra loro complementari. L’apparato genitale femminile è indipendente dall’apparato urinario. La donna ha una fertilità ciclica e limitata nel tempo: dal menarca alla menopausa. L’uomo è, al contrario, fertile per molto tempo ed in maniera continua; con l’età diminuiscono il numero degli spermatozoi e la loro vitalità, ma molto lentamente: non esiste una 12 - n. 2 - marzo - aprile 2013 menopausa maschile. Si è approfondito il discorso sui metodi contraccettivi, sia quelli per ridurre il rischio di contrarre malattie sia quelli per la regolazione delle nascite. Oggi i metodi contraccettivi a disposizione si dividono in tre categorie: * I metodi ormonali: la pillola * I metodi meccanici: la spirale, il diaframma, il profilattico (o preservativo o condom) maschile o femminile * I metodi naturali: temperatura basale, Billings, ecc. Bisogna però ribadire come sottolineato durante il corso che fare l’amore comporta dei rischi. Esistono alcune malattie che possono essere trasmesse attraverso il rapporto sessuale; si è approfondito il discorso relativo alla prevenzione e alla sicurezza nei comportamenti e negli stili di vita sessuali, che restano sempre parte fondamentale per il raggiungimento di quello stato di benessere psicofisico e sociale, come richiamato dalla definizione dall’O.M.S. Olimpia Luongo Il Gruppo Donatori Sangue di Benevento premia i ragazzi del Rampone Perchè donare Il 28 Febbraio, un vivace gruppo di allievi ha riempito con entusiasmo l’aula magna dell’Istituto Tecnico Palmieri Rampone, per accogliere l’associazione Gruppo Fratres Donatori Sangue di Benevento. L’incontro era finalizzato alla consegna del manifesto vincitore del concorso “Perchè donare”, promosso dall’associazione, con la collaborazione del CeSVoB , il patrocinio dell’USP Ambito XIII, della Provincia, dell’Azienda Ospedaliera “G.Rummo”, rivolto agli allievi delle scuole superiori del Sannio. Il Gruppo Fratres per sensibilizzare i giovani, ha ideato un bando che richiedeva la realizzazione di un manifesto, per una campagna sociale sul tema della donazione del sangue. Come ha illustrato il Vicepresidente Saverio Cardillo durante l’incontro, in Campania siamo in stato di emergenza da molti anni per la scorta di sangue, perchè manca una cultura della donazione, soprattutto manca la consapevolezza che donare il sangue significa fare del bene prima a se stessi. Di fronte ad una platea rispettosamente attenta, il vicepresidente Cardillo ha spiegato che noi meridionali non dobbiamo deludere chi ci definisce gente “calorosa”, disponibile con il prossimo, mentre siamo nei fatti, al di sotto della media dei donatori, in una classifica che vede al primo posto i “freddi” settentrionali. Dobbiamo impegnarci e sviluppare una coscienza sociale che ci manca, mentre nei paesi nordici d’Italia e d’Europa, è molto presente ed efficace, tant’è che sono questi paesi a soccorrerci nei rifornimenti; quando poi l’emergenza sangue diventa davvero tragica, capita che a fronte di un’operazione, i medici sono costretti a chiedere con insistenza , ai familiari e parenti di donare sangue, per rifocillare le scorte e procurare quello necessario al paziente. Quindi, maturare la scelta di diventare donatori, significa fare del bene a se stessi, ai propri cari, e a tutta la comunità, perchè tutti noi possiamo trovarci nello stato di bisogno. Un altro beneficio che il donatore ottiene, è il monitoraggio del proprio stato di salute, grazie ad una serie di esami ed analisi , anche costosi, ai quali normalmente non pensiamo di sottoporci. Esami sentinella che invece sono una fondamentale strategia di prevenzione, soprattutto per il tempismo, la frequenza e lo scrupolo con il quale vengono eseguiti, per garantire l’idoneità del sangue donato e la salute dei riceventi. Un breve spazio alle domande dei ragazzi è stato seguito dalla consegna del manifesto vincitore, realizzato da Chiara Petrillo e Flora Aloi, tra gli applausi dei loro orgogliosi compagni. Il manifesto sarà affisso a breve nella città ed in provincia per lanciare un messaggio giovane sulla donazione del sangue. Gli incontri successivi si sono svolti presso le altre scuole partecipanti: il Liceo Virgilio sede di Foglianise, l’Ist. G.Alberti di Benevento e l’Ist. Sup. E.Fermi di Montesarchio. Quest’ultimo istituto si è contraddistinto perchè, grazie alla sensibilità della vicepreside Prof.ssa Concetta Bortone, donatrice di sangue da anni, si è creato un gruppo di giovanissimi donatori tra gli allievi.E all’incontro con la Fratres per la consegna del manifesto, alcuni ragazzi del gruppo,hanno raccontato ai numerosi compagni presenti, la propria esperienza presso il Centro Trasfusionale dell’Az.Opsedaliera G.Rummo. Una vera lezione di vita, nell’ottica della solidarietà e del senso civico, che è stata accompagnata dalal proeizione id foto molto incisive. Il vicepresidente della Fratres Cardillo, si è dichiarato molto soddisfatto di questi incontri nelle scuole, perchè, statisticamente parlando, le informazioni e la sensibilizzazione offerti, se potessero incoraggiare un ragazzo per ciascuna classe, avremmo dei nuovi donatori all’attivo:una goccia nell’oceano, ma senza tante gocce, l’oceano non esisterebbe. Saverio Cardillo vicepresidente Gruppo Fratres Benevento n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 13 Una Iniziativa nata da ragazzi per dar voce ad un tabù WAND collettivo LGBT Benevento Sentiamo spesso definire le nuove generazioni indolenti e prive d’iniziativa. I giovani di oggi sono una delle categorie più bersagliate dal brontolio popolare: manca loro l’ardire, dicono, di immaginare una società diversa e di impegnarsi per realizzarla. Ebbene il collettivo W.A.N.D. (acronimo di We Are Not Different) è una realtà che contraddice queste teorie. Nasce da un’idea di ragazzi meno che diciottenni, compagni di scuola, amici. L’intenzione è quella di manifestare la presenza dell’omosessualità non solo nel pettegolezzo di paese, ma come realtà alla quale conferire dignità sociale; costruire qualcosa di nuovo, in un ambiente abbastanza chiuso, come è quello beneventano; portare all’attenzione di tutti tematiche fortemente attuali, come il riconoscimento dei diritti delle coppie lesbiche e gay e la lotta all’omofobia. Circa un anno fa è stato organizzata un’iniziativa contro l’omofobia in una scuola superiore beneventana ed un cineforum a tema LGBT e dal successo riscontrato nasce l’idea di proseguire su quella strada. Da allora il collettivo ha partecipato (e parteciperà anche quest’anno) alla Giornata internazionale contro l’omofobia e alla Giornata dello Spirito (ospiti della festa del volontariato) in ricordo delle vittime dell’omofobia, ha realizzato due Free Hugs a tema e ha collaborato con l’associazione “Il Quinto Elemento” nell’ambito dell’iniziativa Mutazione Reversibile. Inoltre il collettivo ha organizzato una raccolta firme portata avanti da “Amnesty International”, si è confrontato con la cittadinanza beneventana rendendola partecipe ad attività creative (abbellire un albero di Natale o decorare un telo lasciando un proprio messaggio) ed ha organizzato in questa città anche un flash mob. Ora il collettivo ha anche un sito e una pagina facebook (vedi sotto)… e non si fermerà qui.. vuole ancora fare tanta strada grazie all’entusiasmo e al volersi mettere in gioco dei componenti del collettivo! Chi vuole può inoltre collaborare ed entrare a far parte di questo movimento di giovani. Va sottolineato il fatto che il collettivo non è (almeno fino ad ora) un’associazione riconosciuta, è distaccato rispetto all’Arcigay e non esprime nessuna ideologia politica o appartenenza partitica. L’obiettivo principale è quello di acquisire visibilità e allargare la portata degli eventi, ma non solo. Oltre alla valenza pubblica del contatto con la cittadinanza e della sensibilizzazione sociale, il collettivo ha una valenza in sé stesso, per quello che rappresenta per ogni persona lesbica o gay. In una realtà come quella di Benevento (ma purtroppo è un problema su scala nazionale!), in cui è difficile vivere la propria omosessualità con serenità in cui non sempre la diversità è accettata, in cui un omosessuale ha difficoltà a riconoscersi in un gruppo sociale, vista l’omertà che circonda questa tematica, la presenza di un collettivo che lotta perché cadano queste inutili barriere, perché ogni ragazzo o ragazza possa venire allo scoperto o, come si dice, fare “coming out” e sentirsi appoggiato e sostenuto è fondamentale. Ed è il vero motivo per cui un coraggioso e determinato gruppo di 14 - n. 2 - marzo - aprile 2013 ragazzi, contro tutte le difficoltà e gli ostacoli, ancora passeggia per le strade gremite di Benevento con un cartello colorato, regalando abbracci, ancora grida al megafono l’orrore delle vittime dell’omofobia, ancora distribuisce nastrini viola nella Giornata dello spirito. E ancora abbiamo in programma un cineforum alla libreria Luidig, un concorso fotografico, e molte altre iniziative. Inoltre ha e collaborerà con associazioni sia a livello locale, sia nazionale che internazionale. Parlando di associazioni internazionali, il collettivo WAND ha un forte contatto con un’associazione LGBT dell’Asturia, principato autonomo della Spagna settentrionale. Il tutto è sempre accompagnato da interessanti articoli di giornali locali i quali si sono sempre messi a disposizione per raccontare una Benevento alternativa, partecipando in molti casi alle nostre iniziative. Nello statuto dell’associazione si legge: “Il Collettivo WAND è un’associazione locale di promozione sociale senza fini di lucro, che opera per la costruzione di una società democratica in cui le libertà individuali ed i diritti umani e civili siano riconosciuti, promossi e garantiti senza discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale, l’identità di genere ed ogni altra condizione personale e sociale. WAND è l’acronimo di We Are Not Different. E’ nato nel Dicembre 2011 ed è il primo collettivo LGBT formatosi a Benevento. E’ stato creato da ragazzi e studenti liceali interessati alla tematica e che hanno voluto mettersi in gioco. In poco tempo ciò che era un piccolo gruppo si è allargato e si è fatto conoscere principalmente sui social network. Il collettivo è indipendente da qualsiasi governo, ideologia politica, interesse economico o religioso ed è finanziato principalmente dai componenti o da donazioni esterne.” Sito Web: http://wand-bn.org/ Pagina facebook: https://www.facebook.com/Wand.bn C.R e L.P. (attivisti WAND) Presentata a Benevento la ricerca sugli stili alimentari La salute vien mangiando... bene “La salute vien mangiando” è il titolo che è stato attribuito alla giornata di studi, tenutasi lunedì 15 aprile al Centro Studi “Polo Musa” di Benevento, incentrato sul rilevamento statistico delle abitudini alimentari della popolazione della provincia di Benevento, con il coordinamento di Ettore Varricchio, docente dell’Università degli Studi del Sannio, e di Pina Pedà, nutrizionista dell’ Az. Ospedaliera G.Rummo, la cooperazione del CeSVoB, con il presidente Antonio Meola, e l’intervento del Settore Relazioni Istituzionali della Provincia con la dirigente Irma Di Donato. Il progetto promosso dal CeSVoB è stato condotto da un gruppo di lavoro multidisciplinare, in varie fasi, tra le quali, l’intervista di un campione di 3.000 cittadini appartenenti a fasce di età dai 7 anni agli over 60, distribuiti su tutto il territorio del Sannio. I dati emersi dai questionari somministrati sono stati elaborati dalla Dott.ssa Barbara Pellegrini, avvalendosi di grafici ed illustrazioni, commentati durante la manifestazione. La dott.ssa Pellegrini ha puntato i riflettori sul campione di alunni di scuole elementari e medie, rilevando una notevole presenza di obesità e sovrappeso e una carenza di nutrienti fondamentali nell’alimentazione quotidiana, soppiantata dal consumo di merendine dolci e dall’assunzione di grassi e zuccheri superiore al fabbisogno giornaliero. Lo scopo principale, del progetto di ricerca, dopo l’analisi dei dati è quello di svolgere un’adeguata azione in - formativa che supporti la giusta prevenzione contro le malattie del benessere che nel corso degli anni anticipano la loro comparsa a causa della sedentarietà e della scorretta alimentazione. Gli studenti del campione saranno seguiti dall’inizio alla fine dell’anno scolastico,con controlli periodici, per monitorare la corretta alimentazione e approfondire momenti di formazione tramite la distribuzione di opuscoli, proiezioni, dibattiti aperti, per verificare nel tempo l’andamento della sperimentazione,attraverso ulteriori schede alimentari. Ad inaugurare il convegno, il Presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, che ha manifestato il suo entusiasmo per la presenza di 25 istituti scolastici sanniti nella Rete Unesco ed, in particolare, per le tematiche su cui sono stati impegnati per specifici progetti sullo sviluppo sostenibile ed il patrimonio naturale. “E’ significativo - ha detto - lo sforzo che il sistema formativo provinciale sta facendo soprattutto sull’educazione alimentare e sui valori Unesco con particolare riferimento ai sistemi alimentari sostenibili ed all’organizzazione della produzione locale. Infatti, il progetto si è preoccupato soprattutto di entrare nelle scuole, per iniziare a tutelare la salute alimentare dei più piccoli e prevenire danni futuri, come ha sottolineato la Dott. ssa Pina Pedà, pronosticando che questi dati dell’obesità precoce infantile significano che questi giovanissimi si ammaleranno anche in anticipo; su questo ci sono già dati importanti che ci dimostrano come nelle società occidentali, la popolazione presenta patologie collegate alla iperalimentazione, con un anticipo di 30 anni rispetto alle precedenti generazioni. Il monito lanciato dalla Dott.ssa Pedà è rivolto alle Istituzioni, che devono preoccuparsi di più di predisporre programmi di educazione alimentare nelle scuole, ma la preoccupazione maggiore è indirizzata alle maestre, alle famiglie, ai genitori, che anche se presenti non sono attenti alla corretta alimentazione dei propri ragazzi, ma è proprio da loro che deve partire una svolta nelle abitudini alimentari di tutti i giorni, co- n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 15 minciando dal recupero di alimenti sani e preparati in maniera sana, abolendo i prodotti industriali, sostituendoli con quelli che fanno parte delle nostra Dieta Mediterranea , non a caso riconosciuta patrimonio universale dall’Unesco. La dott.ssa Pedà ha illustrato di seguito, una buona prassi per la sperimentazione di una corretta alimentazione , con il percorso del CeSVoB, presso l’IPSAR Le Streghe, dal titolo “Gruppo volontariato studenti: Giovani chef alla difesa della Dieta Mediterranea”. Il gruppo di allievi delle classi prime e seconde, ha testimoniato la valenza di questa esperienza presentando la videoproiezione della loro attività, raccontata da immagini, musiche e parole che hanno saputo emozionare i presenti e destare le coscienze. Il percorso di conoscenza delle produzioni di alcuni alimenti è avvenuto presso la Fattoria Didattica La Cinta , con l’esperto Dott. Tullio Zullo. Come la Dott.ssa Pedà, anche il Il prof. Ettore Varricchio ha lanciato un appello alle famiglie e a tutti coloro che rivestono un ruolo strategico nell’educazione dei ragazzi e alle istituzioni, affinché si promuova in rete con forza una dieta mediterranea dell’entroterra, cioè quella che ci appartiene, fatta di cibi sani e 16 - n. 2 - marzo - aprile 2013 produzioni di eccellenza. Il professor Varricchio ha inoltre condotto un intervento molto interessante e formativo sul funzionamento del nostro organismo attraverso l’alimentazione,evidenziando come negli anni le cattive abitudini alimentari stiano stravolgendo la “macchina” umana perfettamente progettata, aumentando le statistiche di patologie sempre più complesse. Subito dopo, la Dott.ssa Antonella Cassisi della Commissione Nazionale Unesco, ha presentato la propria agenzia educativa di appartenenza, fondata dall’ONU nel dopoguerra, ringraziando il CeSVoB, le nostre istituzioni e le scuole associate, per aver affrontato un progetto così importante , non solo per il coinvolgimento di ben 25 scuole associate del Sannio,, caso unico in Italia, ma proprio per la tematica, che visto l’allarme lanciato, è fondamentale trattare con urgenza e priorità, ed in questo l’Unesco ci sarà. Ultimo intervento quello della Vicepresidente del Coordinamento Nazionale dei CSV Francesca Danese (CSV Net), che ha subito dichiarato un particolare affetto per il CeSVoB, per il Presidente Antonio Meola, per le iniziative di qualità ed innovative, tra cui questo progetto di ricerca, che le consente di pralare con orgogliuo del sud La Dott.ssa Danese ha dichiarato di aver assistito a molti progetti, ma di ritenere il progetto a cui è stata dedicata la giornata di studi, il migliore che abbia mai visto, il più bello, fatto da volontari, supportato da una rete locale, una trama di solidarietà e amore per il territorio incredibile. Lo stesso amore per il territorio che ha dimostrato il presidente del CeSVoB Antonio Meola ricordando che sia la ricerca che l’attività del gruppo volontariato studenti è stata inserita nella programmazione 2012 del CeSVoB, e ringraziando i rappresentanti delle istituzioni e i partecipanti, con l’augurio che la ricerca possa continuare con una collaborazione fattiva degli enti locali e che la stessa possa essere condivisa con gli studenti presentandola negli istituti sanniti. Per la Fondazione Iacocca è intervenuto il Presidente Dott. Francesco Cocca, che ha condiviso il progetto, mostrando tutta al sua disponibilità per una collaborazione sulla ricerca e sottolineando che La salute vien mangiando ...bene! La manifestazione si è conclusa con un buffet preparato degli studenti dell’ IPSAR Le Streghe, è stato studiato con alimenti mediterranei: un primo piatto di fusilli ai broccoli e fagioli, con pochissimo condimento e un secondo di straccetti di carne con rucola e pomodorini, piatti gustosissimi, appaganti e al tempo stesso nutrienti. La scelta del menù non è un caso, ma si è voluto dimostrare come si può rinunciare a piatti grassi, conditi, iper calorici e iperproteici, per nutrirsi meglio, scegliendo, sin dalla spesa al supermercato, alimenti sani e salutari. Il cibo deve essere considerato una vera e propria medicina, durante i vent’anni di benessere ci si ammalava dai 50 anni in poi, si mangiava di meno e ci si muoveva di più. Oggi ci si ammala a 20anni, c’è più sedentarietà, ognuno mangia ciò che vuole senza controllo e si generano sempre più carenze alimentari che ci privano delle difese immunitarie necessarie.Se non volessimo considerare i danni psico-fisici di una scorretta alimentazione, basterebbe pensare ai danni che generano anche all’economia. Si discorre sempre più di crisi e si bada a fare tagli sugli acquisti, ma ciò non avviene quando si tratta della spesa alimentare e i nostri carrelli sono sempre più pieni di prodotti poco sani e nutrienti. Ciò implica anche conseguenti spese sanitarie notevoli, costi individuali per cure onerose. Il bilancio stimato negli ultimi anni è spaventoso : le spese maggiori che si affrontano sono per il cibo. Spendiamo molto e inutilmente per cose che il più delle volte ci fanno male, per una gratificazione effimera e passeggera. I lavori sono stati chiusi dal presidente del CeSVoB Antonio Meola ricordando che sia la ricerca che l’attività del gruppo volontariato studenti sono state inserite nella programmazione 2012 del CeSVoB, ha ringraziato rappresentanti delle istituzioni e i partecipanti augurandosi che la ricerca possa continuare con una collaborazione fattiva degli enti locali e che la stessa possa essere condivisa con gli studenti presentandola negli istituti sanniti. Importante sarà coinvolgere le famiglie nell’educazione al cibo perché i genitori dovrebbero essere supportati per diventare dei buoni modelli per i loro figli. Mariaserena Pellegrini Ringraziamenti La Dott.ssa Irma Di Donato, Dirigente dell’Ufficio Relazioni Istituzionali ed Internazionali della Provincia di Benevento, ha voluto ringraziare la Dott.ssa Antonella Cassisi, della Commissione Nazionale Unesco, per la sua presenza a Benevento in occasione della presentazione della ricerca sugli Stili di Vita “La Salute vien … Mangiando”, promossa dal CeSVoB in collaborazione con l’Ente Provincia, l’Università degli Studi del Sannio, la Camera di Commercio e presentata con la Fondazione Lee Iacocca. Ha sottolineato che la scelta del Centro Studi presso il Polo MUSA, nato nel 2009, ha supportato le strategie progettuali, i piani ed i programmi della “politica provinciale”, ha contribuito a trasferire i risultati della ricerca applicata, ha collaborato al percorso formativo pre e post laurea al fine di aumentare i livelli di professionalità dei laureandi e dei neolaureati. Organizzato in diverse sezioni il centro abbraccia varie aree di competenza per una efficace integrazione tra ricerca e territorio: dalle biotecnologie applicate, alle produzioni agricole, zootecniche, faunistiche ed alimentari, all’agricoltura e sviluppo rurale, per lo sviluppo di attività e di pianificazione ambientale ed infrastrutturale. In 4 anni sono state assegnate ben 12 borse di studio dalla Provincia ai laureati e laureandi dell’Università del Sannio, i risultati di tale ricerca nei vari settori, sono stati presentati in seminari, incontri tematici ed eventi, allo scopo di mettere a confronto le associazioni di categorie e le aziende. Un’azione di valorizzazione delle produzioni locali in modo biologico in culture non intensive ed inoltre, in sperimentazione di avanguardia per produzioni di prodotti alimentari locali finalizzati alla salute dell’uomo, alla qualità e alla sicurezza alimentare, in collaborazione con l’Unesco , il sostegno attraverso la dieta mediterranea, con prodotti tipici sanniti. Da tale confronto si è registrato un par- ticolare interesse per le nuove tecnologie utilizzate ai fini del miglioramento dei processi produttivi e della qualità delle produzioni agroalimentari, nell’ottica di un nuovo modello di sviluppo sostenibile del territorio provinciale. In particolare i risultati nel campo agroalimentare delle attività di studio e di ricerca condotte, si sono concretizzate in numerose pubblicazioni, con la responsabilità scientifica del Prof. Ettore Varricchio, ben 26 sono state riportate su riviste scientifiche ed atti di convegni nazionali ed internazionali, inoltre 27 tesi di laurea redatte su argomenti riguardante l’agroalimentare. Infine un ringraziamento particolare, è rivolto al Presidente prof. Aniello Cimitile che con la sua lungimiranza e competenza ha consentito di intraprendere un percorso di crescita a favore dello sviluppo territoriale basato sulla green economy, che può rappresentare una via di uscita dall’attuale crisi economica. n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 17 18 - n. 2 - marzo - aprile 2013 La progettazione sociale del CeSVoB Bando micro progettazione sociale 2011 Il bando di Microprogettazione sociale ha rappresentato, per le associazioni della provincia di Benevento, una opportunità importante per poter realizzare azioni utili ed innovative. Ben 17 associazioni potranno realizzare i progetti, presentati ed ammessi a finanziamento dal CESVOB “Cantieri di Gratuità”, per un totale di 70.000,00. Le associazioni hanno avuto la possibilità per più di tre mesi di preparare un progetto per realizzare iniziative tese a favorire la sperimentazione ed il potenziamento di buone prassi del volontariato con particolare attenzione all’attivazione di processi di cittadinanza attiva, inclusione sociale ed animazione territoriale. Sono stati presentati 26 progetti: 10 per le iniziative in rete, con almeno il 50% di partnership associativa volontaria, e 16 per quelli con capofila una singola OdV 266/91. Nei giorni 25 e 26 Marzo 2013 si è riunita la commissione tecnica di valutazione nominata dal presidente del CSV, Antonio Meola, e dal C.D. e composta da 3 esperti: * un esperto del mondo del Terzo settore; * un esperto del Csv.Net, Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato; * ed un esperto di nomina del Comitato di Gestione, del Fondo Speciale per il Volontariato campano. La commissione dopo l’istruttoria formale e la valutazione della documentazione pervenuta ha proceduto con la definizione delle graduatorie delle due tipologie di proposte (singole OdV o/e partenariato) fino all’esaurimento del fondo a disposizione. Sono state premiate le proposte con una incidenza concreta dell’attività sul territorio, con un congruo piano economico e con un buon coinvolgimento di risorse umane di qualità. Valutato positivamente anche la capacità di fare rete e la valorizzazione dell’apporto volontario. Di seguito il dettaglio dei progetti che partiranno nei prossimi mesi: PROGETTI SINGOLA ODV: DA 1 A 3 MESI 1. ASS. PROGETTO FAMIGLIA AFFIDO A. CANCELLIERI- FAMILIAMO 2. ASS. AUSER BENEVENTO- CULTUR AUSER 3. ASS.GRUPPO FRATRES DUGENTA- GIORNATA DELLA SALUTE 4. ASS. SIMPOSIO IMMIGRATI- SPORTELLO DOIM 5. ASS. C.A.M. TELEFONO AZZURRO- CENTRO ASCOLTO “PARLARE FA STARE BENE” 6. ASS. IL BAMBINO INCOMPRESO- UNA PALESTRA PER LA MENTE 7. ASS. FOLIANUS (*) - VIVA I CARRI (*)PROGETTO FINANZIATO PARZIALMENTE PROGETTI IN PARTENARIATO: DA 9 A 12 MESI 1. ASS. SAN GIUSEPPE MOSCATI - A SCUOLA DI ...TEATRO 2. ASS. A.S.U.A. - SEGNI DI COMUNICAZIONE 3. ASS. DITAUBI - SOCIAL POST-IT 4. ASS. CONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI SOLOPACA - IO TI ACCOMPAGNO! 5. ASS. AGROSANNITE - DIMMI COSA MANGI E SCOPRIRO’ CHI SEI 6. ASS. A.V.O. - UN LIBRO UN VOLONTARIO PER AMICO: LEGGERE FA BENE ALLA SALUTE 7. ASS. CASA NEL SOLE - LA FAMIGLIA E LE SUE DIFFICOLTA’: NUOVE E EVECCHIE DIPENDENZE... 8. ASS. CAUDIUM HORSES - UNA CAVALCATA NEL PASSATO 9. ASS. M.D.C. - FAMIGLIA CONSUMATORI & SOCIETA’...ISTRUZIONI PER L’USO 10. ASS. ANTEAS SANNIO SOLIDARIETA’ - FARE BENE PER FAR BENE Le aree di intervento delle proposte presentate spaziano in vari settori si va dal sociale al socio-sanitario, all’ambiente fino alla tutela dei diritti. Le azioni sono rivolte ai minori e giovani, agli anziani e alle persone non autosufficienti, alle donne immigrate e alle fasce deboli. Il 12 Aprile si è tenuto un incontro con tutte le OdV ammesse a finanziamento e con i partner di progetto. Tutte le OdV hanno accettato di realizzare il progetto siglando una convenzione con il CESVOB che, in qualità di centro di costo, non erogherà un contributo monetario diretto ma provvederà al finanziamento delle spese sostenute dalle associazioni per la realizzazione dei progetti. Lo staff del CESVOB si occuperà del monitoraggio, della valutazione e dell’accompagnamento dei progetti sia in città sia in provincia. Le attività progettuali potranno cominciare nel mese di Aprile 2013 e terminare entro il 30 Aprile 2014 al massimo. Olimpia Luongo n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 19 L’associazione in campo per la prevenzione della sordità Un senso per la vita Una recente pubblicazione del Ministero della Salute documenta che le forme patologiche maggiormente invalidanti sono in ordine di frequenza: le cardiovascolari, le artritiche e reumatiche, le malattie mentali, la sordità. Quest’ultima occupa il quarto posto dimostrando un’elevata incidenza soprattutto nell’adulto e nell’anziano. Se gli indubbi progressi della medicina preventiva hanno consentito di contenere il numero dei bambini sordi congeniti o di limitare, nella prima e seconda infanzia, i danni uditivi derivanti dai vari fattori virali, tossici e batteriologici, è pur vero che il costante spostamento della durata della vita media verso età più avanzate ha inevitabilmente comportato un sostanziale incremento di quelle ipoacusie particolari dovute sia da un invecchiamento fisiologico dell’apparato uditivo, sia dalla concomitante presenza di alterazioni vascolari o nervose, sia infine dall’azione costante di fattori esterni nocivi, primo fra tutti il rumore ( inquinamento acustico ) nell’ambiente stesso che ci circonda. L’udito è una funzionalità sensoriale indispensabile per l’acquisizione dei messaggi che successivamente vengono elaborati dalle aree corticali del cervello permettendoci, così, di sentire, capire e memorizzare suoni e parole e fra tutte le infermità sensoriali, la riduzione della capacità uditiva è, ancor prima della 20 - n. 2 - marzo - aprile 2013 visiva, la più debilitante, in quanto, ostacolando la comunicazione audio-verbale porta gradualmente il soggetto, soprattutto se anziano, ad una rinuncia all’ascolto, che spesso sfocia nella depressione e nell’isolamento sociale. Se a questi dati si aggiunge l’obbligo che deve avere la Società di evitare l’emarginazione parziale o totale del soggetto sordo, se si tiene conto, inoltre, dell’enorme progresso raggiunto dalle tecniche diagnostiche e di recupero del paziente affetto da danno uditivo, si potrà allora facilmente comprendere come sia importante promuovere dei programmi di prevenzione e di educazione sanitaria . L’Istituto Nazionale di Ricerca per la Sordità “ Un Senso per la Vita ONLUS “ è un’associazione non lucrativa di utilità sociale , che svolge la propria attività socio-sanitaria per favorire lo studio , la diagnosi e la terapia di tutte le malattie dell’orecchio che causano sordità. Tanti sono i progetti che l’associazione ha promosso negli anni di attività, in collaborazione con Università, Aziende Ospedaliere ed Enti Pubblici e Privati, per lottare contro un fenomeno in continua espansione e che compromette notevolmente la qualità di vita di tantissimi Italiani. Attualmente è impegnata in un progetto di Prevenzione sociosanitaria “La Conservazione dell’Udito nella Terza e Quarta Età”, che nasce dall’esigenza di riuscire a stabilire una casistica nazionale reale, non più determinata in relazione ai dati acquisiti dalle persone che afferivano in strutture sanitarie ( casistica parziale ) ma esaminando a tappeto l’intero tessuto sociale con più alta incidenza ( 55-90 anni ). In collaborazione con Policlinici Universitari, Aziende Ospedaliere, Aziende Sanitarie Locali e con vari Enti Pubblici e Privati, l’associazione propone un servizio di consulenza medica specialistica gratuita.Il protocollo operativo prevede l’acquisizione della storia clinica del/la Paziente - Anamnesi; un esame obiettivo; l’esame audiometrico tonale; l’esame impedenzometrico; la relativa informazione al paziente delle conclusioni diagnostiche e delle indicazioni terapeutiche; ed un servizio di educazione e prevenzione sanitaria. L’associazione si sta impegnando a svolgere le attività gratuitamente, senza percepire alcun contributo pubblico, avvalendosi della collaborazione volontaria di medici specialisti in otorinolaringoiatria o in audiologia, tecnici audiometristi o audio protesisti e professionisti amministrativi. Gli obiettivi che l’associazione intende perseguire possono essere messi in relazione ad una più ampia rivisitazione del ruolo e delle funzioni delle organizzazioni del mondo del Volontariato, rispetto alle concrete carenze degli Enti Pubblici che, a causa delle restrizioni finanziarie, non riescono più a garantire servizi necessari per la Collettività. Giuseppe Schipani Centro di Aiuto alla Vita Un servizio alla maternità in difesa della vita Oltre mille bambini aiutati a nascere e a crescere in aggiunta ai quasi 400 strappati all’aborto. Questo, in sintesi il risultato del lavoro svolto dal Centro di Aiuto alla Vita (CAV) in 20 anni di presenza presso l’Ospedale di Benevento con cui è convenzionato. Certo, magari, come in molte cose della vita, non sarà tutto facile per una mamma, ma sarà sicuramente è meno difficile per lei affrontare le sue difficoltà sapendo di poter contare su persone che le saranno vicine. E offrire questa certezza, significa spesso allontanare ogni paura ed evitare la ferita dell’aborto. Con una decina di volontarie, Il CAV è sull’ospedale per questo: stare accanto alla donna tentata al rifiuto del figlio. E per dire, con Madre Teresa di Calcutta, che nella Città di Benevento “nessuna donna deve sentirsi costretta ad abortire”. Ma i bambini - e le loro mamme - salvati dal Centro di Aiuto alla Vita dall’aborto vanno ben oltre i quasi 400 registrati dal 1992. Ce lo dicono I dati dell’Ospedale: ogni anno 60/70 mamme, su 600/700 che prenotano l’aborto presso il “Rummo”, cambiano idea. Tutte (o quasi) hanno un contatto, un colloquio, o almeno una parola buona, un opuscolo informativo e inneggiante alla Vita, con una volontaria del CAV presente ogni giorno fin dalle prime ore del mattino. Di queste, una quindicina in media diventano “assistite” del CAV. Per le altre è sconosciuto il motivo del loro ripensamento, ma è certo che il Centro non è estraneo al loro sì alla Vita. Alcune di queste mamme si fanno vive successivamente, anche mesi dopo, col figlio in braccio per ringraziarci per la parola amica ricevuta in un momento critico e per averle aiutate ad accogliere quel bimbo. Ma c’è un’altra, e più numerosa, galassia di mamme che cerca un aiuto nel CAV. Sono quelle, quasi un centinaio l’anno, che hanno già superato i condizionamenti che le avrebbero indotte all’aborto e che mai le vedresti nei pressi del reparto IVG. Ora cercano un aiuto concreto per crescere il figlio. Sono storie di maternità difficili. C’è la mamma che viene accompagnata al CAV da medici o da assistenti sociali dell’ospedale o dei Consultori, dopo la rinuncia all’aborto. O quella in attesa del quinto figlio che non ha un reddito stabile o ha perso il lavoro. O la ragazza madre che di fronte al partner che la costringe ad abortire lei rifiuta, ma paga il prezzo con l’abbandono e la solitudine. E tantissime altre ancora. A questo lavoro svolto in 26 anni, di cui 20 sull’ospedale Rummo, al servizio della donna e del bimbo non nato, si aggiunge la irrinunciabile attività culturale fatta di incontri e momenti formativi, di manifestazioni pubbliche e di diffusione di materiale di sensibilizzazione. I giovani rappresentano i destinatari più importanti del messaggio che il CAV intende lanciare al servizio della Vita. Per questo, ogni anno incontra circa 200 coppie di fidanzati nei numerosi corsi di preparazione al matrimonio cui viene invitato, dove vengono proposti filmati e testimonianze. Quest’anno, inoltre, ha avviato una importante iniziativa con le scuole medie superiori della Provincia di Benevento per promuovere incontri con gli studenti sul tema della sessualità, affettività e bioetica. Infine, il CAV è fortemente impegnato a promuovere la Marcia Nazionale per la Vita una manifestazione pubblica che si tiene ogni anno a Roma nella seconda domenica di maggio. Alla marcia di quest’anno, lo scorso 13 maggio hanno partecipato ben 15. 000 persone e l’Arcidiocesi di Benevento ha contribuito con ben 12 bus, 600 persone, gran parte giovani, per testimoniare che la Vita umana è un dono di Dio indisponibile e sacro. E ora si accinge a preparare quella che si terrà il 12 maggio 2013. Le Parrocchie, associazioni e scuole sono tutte coinvolte e invitate a organizzare almeno un bus. Tutto per scuotere le coscienze sul grave oltraggio della Vita innocente con milioni di aborti e allontanare la peggiore delle maledizioni: il silenzio e l’assuefazione sul grave problema dell’aborto che, purtroppo, tocca sempre più da vicino i giovanissimi, cui sono tentate perfino parrocchie e associazioni che magari si mobilitano su temi come legalità, ambiente, lavoro, ecc. ma sono fredde sulla ingiustizia e sul peccato più grave in assoluto: l’abominevole delitto dell’aborto (Gaudium et Spes). Carlo Principe Presidente del Centro di Aiuto alla Vita ONLUS Benevento n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 21 Sviluppo e prospettive del progetto BEN.GIO. Ben.Gio.: opportunità per i giovani del Sannio I l progetto BEN.GIO. mira a tracciare brevemente il contesto entro il quale la popolazione giovanile della provincia di Benevento si muove. L’intento è quello di guardare oltre le semplificazioni e gli allarmismi che il mondo ci offre, cercando di non enfatizzare i problemi della devianza e della trasgressione giovanile ma di trovare valide soluzioni.Il ruolo di tutti gli attori di questo progetto non è solo quello di offrire un’analisi attenta e costruttiva delle problematiche giovanili e della loro evoluzione, non è solo quello di cofinanziare questo intervento ma vuole essere il primo passo verso un tentativo di correggere le deformazioni delle rappresentazioni sociali correnti sui giovani, al fine di costruire un’immagine attendibile di quale sia la realtà nel mondo giovanile in Provincia di Benevento. La nostra azione vuole proiettarsi in un ambito particolarmente dinamico, ricco di fermenti e nuove progettualità, sulle problematiche giovanili. Nato per studiare ed occuparsi dei temi importanti della vita dei ragazzi, oggi l’osservatorio del progetto BEN. GIO. rappresenta un’innovazione senza precedenti, nell’ambito della provincia di Benevento. Partendo dal quadro descritto nelle pagine 22 - n. 2 - marzo - aprile 2013 precedenti, la Provincia di Benevento e la Cooperativa Sociale TANDEM si sono attivate per elaborare risposte concrete alle sfide che i giovani palesano. In questo senso, successivamente a questo progetto, si intendono promuovere ulteriori interventi che si rivolgono ai giovani, ponendo l’accento sulle principali tematiche inerenti loro quali: l’istruzione, l’occupazione, la creatività, l’imprenditorialità, l’ambito sociale, la salute e lo sport, la partecipazione civica e il volontariato, attraverso nuovi strumenti educativi di facile utilizzo per i giovani come la PEER EDUCATION. La necessità di questo tipo di interventi è oggi resa più evidente dall’attuale crisi economica del paese che rende più urgente che mai l’esigenza di favorire lo sviluppo del “capitale umano” delle giovani generazioni, da cui dipende il futuro del nostro paese. Le prospettive di questo progetto si delineano in una serie di interventi a favore soprattutto dei giovani studenti, capaci di accogliere le sfide che l’attuale sistema offre loro, al fine di fornire alle future generazioni strumenti validi per risolvere i loro problemi. La Provincia di Benevento e la Cooperativa Sociale TANDEM si fanno portavoce di nuovi interventi progettuali sia di natura cognitiva, fondati cioè su aspetti di ordine logico e razionale, che di natura creativa che richiedono, cioè, l’attivazione di percorsi mai sperimentati.E’ dalla capacità di interazione continua tra queste dimensioni, nonché tra quella che si riuscirà a creare tra i vari soggetti partecipanti al progetto, tenuto conto anche delle risorse finanziarie che si riusciranno a reperire, che deriverà la costruzione di un nuovo progetto, di più ampia portata, capace di intervenire in termini strutturali sulle situazioni di bisogno dei giovani, allargando l’azione a più istituti scolastici e a più paesi della Provincia di Benevento. Il futuro progetto tenderà a coinvolgere tutto il territorio provinciale, generando interazioni tra i diversi soggetti che vorranno partecipare – Provincia, Scuole, ASL, stockholders del settore, altri – ed inducendo evoluzioni e cambiamenti tesi a modificare la morfologia del contesto di riferimento, la Provincia di Benevento. Si vuole, in questa sede, ipotizzare una scelta metodologica nuova, fatta di interazioni tra i vari soggetti produttori di processi innovativi ma anche riproporre e diffondere lo strumento della PEER EDUCATION, già sperimentato con validi risultati. Si punterà alla possibilità di coinvolgere altri soggetti istituzionali, ricercando anche soggetti finanziatori dell’iniziativa. La Provincia di Benevento e la Cooperativa Sociale TANDEM cercheranno di sviluppare dei percorsi conoscitivi in cui siano presenti più attori sociali, parte attiva all’analisi ed alla comprensione dei fenomeni su cui ci si propone di intervenire. Si cercherà di individuare le principali tematiche che coinvolgono i giovani, puntando a cogliere le loro prospettive future al fine di rilevare alcuni fenomeni tipicamente giovanili che oggi sono già presenti ma che potrebbero aumentare: quelli che caratterizzano il mondo della scuola, dell’università ed altre. Precondizione delle future iniziative di questo progetto, è il rilancio di uno sviluppo in grado di creare in tutta la Provincia di Benevento nuove e ulteriori opportunità per i giovani sanniti, offrendo loro valide risposte, in termini di garanzie, di tutela e di aiuto per i giovani sanniti. A tal fine, le strategie di sviluppo del futuro progetto BEN.GIO. punteranno a: * Consolidare l’assetto organizzativo dell’equipe lavorativa dei diversi soggetti partecipanti al progetto, mediante incontri periodici; * Potenziare la comunicazione e diffusione dei risultati del progetto, anche attraverso la divulgazione della presente pubblicazione; * Adattare al cambiamento le varie azioni proposte negli istituti scolastici, con diversificazione delle attività, a seconda delle esigenze dei soggetti coinvolti; * Sviluppare la raccolta fondi e/o individuare le potenziali e future forme di finanziamento sia pubbliche che private. La cooperativa Sociale TANDEM, quale esponente del Terzo Settore, ribadisce, già in questa sede, la sua piena disponibilità, sia professionale che come soggetto cofinanziatore, alle future iniziative del progetto BEN.GIO. in tutta la provincia di Benevento. Silvana Leone n. 2 - MARZO - APRILE 2013 - 23 CSV BENEVENTO VIALE MELLUSI 68 Sportello Territoriale VALLE CAUDINA AIROLA (BN) - PIAZZA SAN CARLO 1 Sportello Territoriale VALLE TELESINA FRASSO TELESINO (BN) - VIA FOSSO 40/42 24 - n. 2 - marzo - aprile 2013