Lettere&Commenti
l'Adige
I
La tutela del paesaggio
Alle parole seguano i fatti
ono una persona attenta alle dinamiche politiche e territoriali
che si succedono in Trentino, con
particolare attenzione alle problematiche ambientali e legate al paesaggio.
Ancor di più dopo i due corsi diligentemente organizzati da SAT/TAM/Accademia della montagna, che offrono
una miriade di spunti e competenze su
questi delicati temi quali appunto il
paesaggio e la sua gestione. Posso dire che, in questi ultimi tempi, anche le
politiche provinciali si sono orientate
su questo e anche i loro intenti legislativi sulla tutela del paesaggio, hanno
l’intento di focalizzare i futuri processi di sviluppo stando attenti al grande
e vitale valore del nostro ambiente.
Però devo anche sottolineare che come sempre a livello dirigenziale e di
esponenti politici, le decisioni o i progetti territoriali non combaciano molto, se non per niente, con quanto viene «predicato».
Potrei farvi molti esempi. Due lampanti sono quelli riportati dall’Adige di
martedì («Campiglio via fune-il sogno
di Dimaro») e mercoledì («Centri storici e paesaggio da tutelare») ... I dubbi spero sorgano spontanei! Abbiamo
da una parte la spinta di un sindaco di
Dimaro che vuole impianti a fune per
collegare i vari centri sciistici della zona con conseguente aumento delle piste.
Dall’altra, il giorno dopo, «I comuni
convergono sul piano territoriale» (recupero dei centri storici,difesa del paesaggio tradizionale,freno al consumo
di territorio)... eppure la comunità è
rappresentata dalla conferenza dei sindaci, no? Proprio Dimaro pensa di interrare le linee elettriche in paese! Ma
pensa di interrare anche gli impianti a
fune? In conclusione: siamo o no d’accordo di andare tutti in una direzione
oppure basta sventolare la bandiera
dell’ambientalista solo quando serve?
Il nuovo PA.S.SO del Trentino darà veramente delle linee guida concrete sulla sostenibilità delle nostre azioni presenti e future strettamente legate al valore del territorio e al paesaggio?
Ed infine, provocatoriamente...i nostri
politici sanno cosa significa la tanto
acclamata sostenibilità?
Stefano Moltrer
S
I
A scuola assemblee
sempre vicino alle feste
aro direttore, l’altro giorno sono
a casa con la mia bambina perché a scuola c’è un’assemblea
sindacale. Mi sono dovuto organizza-
C
re, spostare appuntamenti, cambiare
la mia giornata per permettere agli insegnati della scuola di fare la loro assemblea sindacale.
Sono anch’io un rappresentante sindacale e conosco le dinamiche e le difficoltà di avere una corretta rappresentanza sindacale ma pongo alcuni
quesiti.
Per tutto giugno gli insegnanti (potranno) dovranno essere a disposizione,
avranno molto tempo a disposizione
senza mette in difficoltà le famiglie. Abbiamo già avuto altre assemblee sindacali messe in giornate tatticamente
interessanti per anticipare o prolungare i ponti di festività.
Non le pare che i diritti sindacali attuati in questa maniera sono irrispettosi
degli allievi, delle famiglie e del servizio che dovrebbero garantire.
Queste rendite di posizione, questi atteggiamenti non aiutano il sindacato
ma lo fanno assomigliare ad un istituzione burocratica autoreferenziale,
scollegata dalla realtà dove opera, dove l’orario ed il lavoro non è garantito
a tanti (troppi!).
Corrado Poli - Levico Terme
I
Sull’ospedale di Borgo
non serve il controllo Upt
da un po’ che non faccio polemica, ma la promessa di vigilanza
sui lavori di ristrutturazione dell’ospedale San Lorenzo di Borgo fatta
dal coordinamento dell’Upt di Valle, a
firma del proprio responsabile Walter
Motter, appare francamente fuori luogo.
Innanzitutto dovrei capire per quale
investitura divina dovrebbe essere il
coordinamento partitico a vigilare sulle opere pubbliche, visto che se ne
stanno già ampiamente e con competenza occupando, se permette il signor
Motter, sia il Comune di Borgo, dove
tra l’altro si trova l’ospedale San Lorenzo, nella figura del suo sindaco ed
anche la neo costituita Comunità di
Valle, in capo alla quale vi è anche il
Consiglio per la Salute, guidato dal presidente Sandro Dandrea.
Mi pare un’uscita francamente irrispettosa anche nei confronti dell’Azienda
sanitaria stessa; mi piacerebbe sentire il giudizio dell’assessore Rossi, che
per quanto mi riguarda è sempre stato presente e chiaro nell’esposizione
dei progetti in corso.
In secondo luogo, dalla stampa, è apparso chiaro che sia il Comune di Borgo sia la Comunità di Valle non stanno
vigilando abbastanza e questo francamente appare offensivo; se chi ha scritto fosse pienamente a conoscenza di
tutto il lavoro svolto sia dal sindaco di
Borgo sia dal presidente Sandro Dan-
È
(segue dalla prima pagina)
Oppure si informano e si
responsabilizzano i genitori, in modo che
la scelta sia attiva, con serie
documentazioni di validità e di efficienza
(3).
Il padre mi chiede se questa proposta
«ufficiale» è una cosa seria, dato che sul
libro «Bambini sani e felici» (che da 30
anni diamo e commentiamo ai genitori
dei neonati) sta scritto che nel caso delle
frequenti infezioni catarrali dei bambini
occorre diffidare dalla prevenzione «di
tipo 2» (i rimedi della nonna, i tanti
prodotti omeopatici, vaccini di dubbia
efficacia e anche le cure termali). Nel
mondo la vera e «corretta» prevenzione
(3) si attua oggi evitando contagi e
ambienti chiusi o inquinati (no fumo!),
col lavaggio delle mani, una sana
alimentazione e un sano movimento.
Quanto all’efficacia delle acque termali,
mi ero interessato personalmente del
problema una decina di anni fa e avevo
chiesto pareri a pediatri immunologi e
pneumologi universitari: le inalazioni di
acque termali possono essere utili nel
caso di bronchiti croniche (negli adulti),
ma non per prevenire o curare le normali
infezioni catarrali dei bambini.
Anche le vantate acque delle terme di
Sirmione non si usano nei normali casi di
tosse e raffreddore (possono essere utili
solo in rare condizioni per drenare
catarri). I lavaggi nasali si fanno con
A2060696
drea che, forse è necessario ricordare, appartiene pure lui all’Upt, avrebbe scelto un altro tempismo, sicuramente.
Auspico che la vigilanza, che così generosamente vuole mettere in campo
l’Upt locale sia, innanzitutto, più feconda di quella messa in campo nel 2006,
quando ci hanno portato via la maternità ed in secondo luogo possa essere più efficace a livello provinciale, visto che l’Upt è partito di governo in
Trentino e non di opposizione come
invece potrei essere io stesso!
Secondo me il signor Walter Motter,
che sicuramente svolge con entusiasmo il proprio lavoro, ha perso una
buona occasione per tacere, ovvero
intervenire magari anche su altre «magagne» di questa Valle, come viabilità,
traffico, occupazione ed ambiente.
Buon lavoro all’Upt, per le elezioni comunali a Borgo ci vorranno ancora tre
anni, forse si stanno preparando per
le provinciali del 2013, tanti auguri!
Fabio Dalledonne
Sindaco di Borgo Valsugana
I
Videotrappole per gli orsi
E la privacy dei cittadini?
o visto con curiosità il filmato
trasmesso dal TG3 regionale che
ritraeva l’orso ed i cuccioli di
passaggio nell’area sotto controllo della videocamera.
A tal proposito chiedo se sia tutelata
la privacy del comune cittadino che
transita in tale area.
Se sono segnalate le zone di video sorveglianza con gli appositi cartelli.
Attilio Farinati - Trento
H
I
Vivere con l’orso in casa
non è più vivere
anno tutti i paladini degli orsi,
l’avessero lasciati dove erano.
Vorrei vedere loro abitare in quei
luoghi dove l’orso ha fatto razzia di
animali domestici, arnie e quant’altro
dentro i paesi, sotto le case di abitazione dove vivono bambini e anziani,
è come se ci fosse il coprifuoco: dopo
una certa ora nessuno si azzarda a fare passeggiate, non si va più nei «nostri» boschi.
Questo dovrebbe essere «amare la natura»? Senza contare tutti i danni arrecati, chi li paga? Noi.
E sono centinaia di migliaia di euro. E
si deve pagare anche tutto l’apparato
provinciale che segue questa «reintroduzione».
Nessuno dice quanto costa tutto ciò.
Se a suo tempo l’orso è stato eliminato un motivo ci sarà stato, e non ditemi per fame, gli altri animali selvatici
F
non sono spariti, anzi gli ungulati stanno aumentando creando anche loro
problemi sulle strade. In futuro, chi
avrà il coraggio di portare la notizia ai
famigliari che un «buon» orso ha attaccato e magari ucciso un loro caro? Perché non è stato liberato anche sulle
montagne sopra Trento?
Paura? O perché lì vive gente che vuole stare tranquilla.
Mettetevi nei panni di chi convive tutti i giorni con questa fobia. Non è la natura che fa il suo corso. Si è voluto intervenire forzandola, ma ricordatevi
che la natura prima o poi si ribella. Vivere con un orso sotto casa non è vivere.
Felice Sartori - Vezzano
I
Non vi piace l’orso?
Andate a vivere in città
orrei gentilmente chiedere agli
amici della Val Rendena che tanto odiano l’orso alcune cose. Perché, pur vivendo in montagna, non riescono ad accettare di dover convivere con l’orso,sarebbe come se un milanese non sopportasse il traffico o un
riminese non sopportasse il mare. Se
non vi va, andate a vivere in città!
Dicono che l’orso l’ha reintrodotto la
Provincia, ma sfugge il fatto che l’orso è stato estinto dall’uomo con la caccia, quindi la reintroduzione ha solo
ripristinato uno stato di fatto già esistente.
Dicono che uccide asini e pecore, ma
mi sfugge il fatto per cui la vita dell’asino debba valere più della vita dell’orso.
Mi sfugge il fatto per cui in Canada,
America, Romania, Slovenia, la gente
riesce a convivere con gli orsi, mentre
i trentini, che si reputano grandi e forti, duri e puri, no, ne hanno paura.
E in ultima mi preme di far sapere alla
Provincia che quando certe uccisioni
di animali domestici sono fatte dai cani selvatici, volpi, faine, la colpa viene
sempre addossata all’orso per prendere i soldi della Provincia.
Paolo Odorizzi - Cles
V
I
Tassare i cani? Ci sarebbe
un boom di abbandoni
gregio direttore, seguo da alcuni
giorni sull’Adige le opinioni sulla necessità, da parte di chi non
ama gli animali, e sull’inutilità, da parte di chi li ama, di tassare gli amici a
quattro zampe: ma stiamo scherzando?
Non abbiamo abbastanza abbandoni?
L’opulenta città di Trento ha un canile che, nonostante i bravissimi volontari, dire che è fatiscente, è un eufemi-
E
Provincia, pubblicità non vera
Acque di Levico: non è prevenzione
DINO PEDROTTI
soluzione fisiologica
semplice.
Capisco che Comuni e
Provincia (padrona
delle Terme) abbiano
evidenti interessi
commerciali e che vi
siano anche interessi
vitali da parte di molte
persone impiegate
nella struttura e nel
turismo. La salute
però è una cosa seria e
soprattutto non è
questo il tempo di
sprecare denari.
Capisco che ditte
private pubblicizzino
inutili acque minerali,
vantando la presenza
di «microelementi
essenziali per la
crescita» o acque che «non affaticano i
reni del neonato»… Capisco anche che le
Terme arrivino a descrivere le loro acque
come «ideali per organismi in crescita».
giovedì 7 giugno 2012
Ma non capisco la
firma della Provincia e
la disponibilità del
Sistema sanitario a
pagare discutibili
trattamenti. So bene
che vi sono studi
«interessati» («con
conflitti di interesse»),
che dicono che di
anno in anno i bambini
trattati migliorano; ma
dopo i 3-4 anni
migliorano anche i non
trattati… Quanto a
prevenzione di
malattie, anche
«vaccini
immunomodulatori» e
«fermenti lattici
probiotici» vantano
vantaggi, ma non sono
validati da studi scientifici a livello
internazionale.
Le istituzioni non possono pubblicizzare
e sprecare risorse per una prevenzione
53
smo. Vogliamo che venga rimpinguato? Perché cosi sarà se verrà istituita
la tassa sui cani.
Quante persone anziane vedo passeggiare col loro cagnetto e magari, o purtroppo senza magari, perché alcune le
conosco, vivono con la pensione da fame ma sono sole e la compagnia di un
animale per loro è tutto.
Il Comune non ha soldi per i sacchetti? Basta un pezzetto di carta e la buona volontà dei padroni per ovviare. Io,
personalmente, mai ne ho usato uno
perché sono scomodi e avendo un cane grosso devo farcela con una sola
mano ma posso assicurare di non aver
mai lasciato sporco.
Bene, sarebbe invece che si intensificassero i controlli da parte di chi dovrebbe farli, sai quanto beneficio ne
trarrebbero le casse del Comune? Prima di finire vorrei dire che condivido
in pieno quanto detto sul giornale, l’altro giorno, dalla signora Pisani riguardo alla nausea che abbiamo, penso
quasi tutti noi cittadini, nel pagare gli
innumerevoli balzelli che ci vengono
imposti.
Miranda Paolini - Trento
I
Sms solidale per il sisma
Ma i soldi che fine fanno?
ome ad ogni evento catastrofico, in questi ultimi anni si ricorre all’uso degli sms per aiutare
le popolazioni colpite. Nel caso del recente terremoto in Emilia, mandando
un sms al 45500 si donano 2 euro alle
popolazioni colpite dal terremoto. Per
una mente semplice come la mia, significa che quei 2 euro verranno usati per interventi immediati che possono essere sia di ricostruzione che di
sostegno con generi di prima necessità.
Purtroppo sembra non sia così. Come
al solito i telegiornali preferiscono stare lontani da notizie scomode. Infatti,
basta fare una semplice ricerca nella
rete per scoprire che quei soldi vanno
alla protezione civile che poi, presterà..., avete letto bene, presterà alle persone ad un tasso molto agevolato.
Quindi, quei soldi ritorneranno nelle
casse della protezione civile, addirittura con gli interessi.
Spero di gran cuore che qualcuno possa smentire questa notizia, magari ho
interpretato male l’articolo, insomma,
vorrei sentire la controparte, nel frattempo non posso fare altro che mettervi il link per andare a leggere direttamente nella rete. Sia ben chiaro, non
sto accusando nessuno, voglio solo
cercare di capire.
http://it.notizie.yahoo.com/aiuti-terremoto-mezzi-migliori.html?nc
Luciano Ciechi - Rovereto
C
discutibile.
Secondo me una prevenzione
responsabile si deve proporre ai genitori
fin dai corsi pre-nascita, dando loro una
bussola per orientarsi nella confusione
delle proposte che troveranno in
televisione e nelle farmacie. Devono
poter scegliere tra i tre tipi di
prevenzione in modo motivato.
Discutibile quel che si fa oggi nei punti
nascita, fornendo ad ogni genitore ben
cinque opuscoli diversi su vaccini,
incidenti, viaggi in auto, 120 pagine
sull’alimentazione (come fare lo strudel
alla trentina?) e ben 50 pagine per le cure
dentarie: 800 grammi di carta! Sempre
secondo me, occorre dare e commentare
un ABC della prevenzione, con proposte
di scelte critiche tra vari modelli, quelli
proposti dalla tradizione (1), quelli
proposti dall’attuale consumismo (2) e
quelli più seri, orientati alla vera salute
del bambino, col minimo di impegno
finanziario (3). Mi fa piacere che un
padre abbia capito che la parola
«prevenzione» era stata usata in modo
scorretto!
Sulle ambiguità della parola
«prevenzione», ma anche su altre come
«salute», «medicina», «vaccini» e su cento
altre parole viste dal Grandi (1) dal ceto
medio (2) e dai Piccoli (3) discuteremo
oggi giovedì 7 ad ore 17 presso la
Biblioteca di Trento. L’incontro è
dedicato alla «Parola di Bambino».
[email protected]
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