1 Nido d’Infanzia Prosecco PROGETTO EDUCATIVO ANNO SCOLASTICO 2014—2015 LE FINALITA’ DELL’ASILO NIDO L’asilo nido nato negli anni settanta come servizio soprattutto per le donne lavoratrici è diventato nel corso degli anni un servizio socioeducativo di supporto concreto alle famiglie. E’ un ambiente dove il personale educativo necessita di una alta preparazione culturale pedagogica e didattica. A garanzia di questi requisiti tutto il personale degli asili nido della Regione F.V.G usufruisce ormai da anni di una formazione permanente. Il nido è un luogo di vita e di crescita per i bambini e le bambine che imparano insieme ad altri adulti a condividere esperienze, emozioni, sentimenti e relazioni. Il nido è un luogo del vivere quotidiano pensato per stare bene insieme dove si sperimentano giochi e apprendimenti nel rispetto dei diritti e dei bisogni di ciascuno. Il nido è un luogo di cura e di pensiero dove ogni bambino è pensato ed è presente nella mente degli adulti che si prendono cura di lui, dove i genitori possono condividere i loro pensieri, vedere adulti esperti interagire e giocare con i propri figli, manifestare dubbi, incertezze, ansie ed essere ascoltati. CONDIZIONI PER L’EDUCAZIONE - OSSERVARE, PROGETTARE, VALUTARE, DOCUMENTARE – Tutto ciò che avviene all’interno del servizio, è intenzionalmente educativo, ed è volto allo sviluppo cognitivo e relazionale dei piccoli. Da ciò deriva la necessità di progettare-programmare le attività. L’osservazione continua dei bambini rende evidenti i loro interessi, permette di programmare le proposte educative; i progetti vengono elaborati durante tutto l’anno scolastico, strutturati sulle indicazioni dei bambini. L’efficacia dei progetti educativi si desume dai risultati ottenuti e dal punto di vista della qualità percepita dalle famiglie. Lo scambio delle documentazioni relative alle attività svolte dai figli all’interno del nido rappresenta un momento importante per lo sviluppo del processo di partecipazione del genitore alle attività extra-familiari del bambino. Gli strumenti messi in opera dalle educatrici a questo scopo sono: 1. la programmazione scritta 2. il diario quotidiano 3. cartelloni con foto in occasione di eventi particolari (feste, compleanni, gite, passeggiate) 4. cartelloni con foto che documentano attività e giochi svolti dai bambini 5. elaborati dei bambini individuali o collettivi 6. opuscolo che illustra e spiega le attività e i giochi dei bambini. 7. video I MODI DELL’EDUCARE “L’asilo nido è teso a rispettare i ritmi biologici individuali del bambino. Perciò l’organizzazione della giornata, è strutturata in modo da rispettare, per quanto possibile, le differenze individuali. Si passa progressivamente dal tempo individuale, stabilito dai propri ritmi biologici o dalle proprie abitudini di casa, alle regole dell’istituzione”. /Borghi 1992) RELAZIONI Al nido le educatrici possono gestire in maniera individualizzata o nella situazione di piccolo gruppo molti degli eventi e delle attività in cui è impegnato il bambino durante la giornata; possono intrattenere conversazioni o situazioni di gioco individualizzate, o assistere con un ruolo di promozione e sostegno le interazioni, le attività e i giochi di coppia o di piccolo gruppo dei bambini; possono dare a ciascun bambino il proprio tempo e dirigere contemporaneamente altre situazioni o eventi (l’entrata di una coppia madre-bambino e sostegno al gioco di un piccolo gruppo di bambini); possono stare ad una distanza dal bambino o dal gruppo. Tale distanza permette l’osservazione dei contesti una modalità di rapporto molto diversa dal “lasciar fare” o dall’intervenire in maniera direttiva. INSEGNARE AD APPRENDERE Lo stile e le strategie delle educatrici sono dirette a promuovere i gesti della messa in gioco “faccia a faccia” fra adulto e bambino, con il contatto e la manipolazione corporea, i giochi di coppia, le routine conversazionaliche coinvolgono un oggetto, una circostanza, un evento (le chiacchere prima della colazione o del pranzo, il commento al racconto di una storia). E’ inoltre compito delle educatrici guidare le attività finalizzate all’acquisizione di determinate competenze di tipo senso-percettivo, psicomotorio e cognitivo, in ogni caso qualunque proposta di attività o di situazione di esperienza, non viene strutturata in maniera chiusa, ma con la disponibilità ad accogliere gli stimoli e le provocazioni dei bambini, scegliendo un ruolo di assistenza nelle situazioni sia di gioco libero che guidato, intervenendo soprattutto in caso di necessità, quale la contesa di un oggetto, un contrasto o un’interazione conflittuale che non riesce a risolversi in modo positivo, o il vagare solitario di un bambino. INSERIMENTO Possiamo definire l’inserimento all’asilo nido un evento importante nella vita del bambino e dei suoi genitori, è qualcosa d’inatteso e di nuovo che cambia la sua percezione del mondo, creandogli nuovi punti di riferimento. L’inserimento è un’esperienza che scatena emozioni più o meno intense e particolari in chi lo sta vivendo; proprio per questo si dà tanta attenzione a questo delicato momento di transizione che non può essere quindi proposto in modo casuale e superficiale. Nel nostro nido l’inserimento avviene in gruppo, uno o due gruppi a seconda del numero di bambini da inserire, i gruppi possono essere formati da 8-10 bambini. Il primo gruppo inizia nella seconda settimana di settembre, il secondo gruppo nella quarta settimana di settembre. L’obiettivo dell’inserimento nei confronti del bambino: Favorire Favorire Favorire Favorire il distacco dai genitori la conoscenza del nuovo ambiente la conoscenza degli educatori l’inserimento nel gruppo dei pari L’obiettivo dell’inserimento nei confronti dei genitori: Favorire un distacco graduale dal figlio Favorire la conoscenza del nuovo ambiente, dell’organizzazione della giornata al nido, delle scelte pedagogiche Favorire un atteggiamento di collaborazione con gli operatori del Nido L’obiettivo dell’inserimento nei confronti degli operatori: Favorire la conoscenza attraverso l’osservazione dei singoli bambini e dei loro rapporti con i genitori Favorire gradualmente lo spostamento dell’interesse dei bambini dai genitori a se stessi a ai coetanei Favorire un atteggiamento di collaborazione con i genitori Modalità di attuazione L’adattamento del bambino al nuovo ambiente è pensato e programmato, il suo percorso di ambientamento viene favorito dall’inserimento di gruppo, questa modalità aiuta sia i bambini che i genitori che si sostengono a vicenda. La durata dell’inserimento è di due settimane; ci possono essere delle variazioni legate al comportamento del bambino, alle sue reazioni al nuovo ambiente. Il periodo d’inserimento è indispensabile alle educatrici per la conoscenza dei nuovi bambini e delle loro abitudini. Durante l’inserimento anche i genitori hanno la possibilità di conoscere chi si occuperà del loro bambino, avviando un rapporto di fiducia e collaborazione indispensabili per il benessere di adulti e bambini. COLLOQUIO AL NIDO Prima dell’inizio del nido, viene proposto il primo colloquio con la famiglia. Gli scopi principali sono quelli di conoscere il nuovo bambino attraverso la sua famiglia, da parte nostra di fornire informazioni relative all’organizzazione del nido e consigli sull’atteggiamento da tenere durante l’inserimento. Incontrando la famiglia prima dell’inizio del nido, si dà la possibilità ai genitori di conoscere le persone che si prenderanno cura del loro bambino. Per rendere più fluido ed esaustivo l’incontro, abbiamo preparato un prospetto sulle cose da comunicare e da chiedere per una conoscenza reciproca valida. COLLOQUIO A CASA Il secondo incontro con la famiglia viene proposto a casa e due educatrici si recano in visita a casa del bambino: è importante che lui/lei sia presente durante l’incontro. Il colloquio a casa vuole essere uno scambio di informazioni sul bambino nella sua totalità, sui comportamenti e sulle scelte educative della famiglia anche rispetto l’esperienza di frequentare il nido. Inoltre permette di aprire un dialogo e di costruire una relazione nidofamiglia che porterà a condividere percorsi e strategie educative. L’incontro avviene, solitamente, nella seconda settimana si inserimento e prima che il bambino si fermi a dormire al nido. Per il bambino vederci nel suo ambiente familiare, tra le sue cose ed i suoi giochi, vedere come i suoi genitori ci accolgono, lo rassicura e gli dà quella fiducia necessaria per affrontare il suo percorso d’ambientamento. Per noi vederlo nel suo contesto familiare ci consente di avere più elementi e strategie per sostenerlo emotivamente. Nelle nostre riunioni collegiali, tutti gli educatori si confrontano sulle esperienze fatte nelle visite, in modo che tutto il gruppo di lavoro conosca lo svolgimento di ogni colloquio e sia in grado di affrontare in modo coerente le richieste del bambino, i bisogni delle famiglie ed il modo di relazionarsi con entrambi. PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE La famiglia protagonista assieme al nido dell’azione educativa Per le famiglie partecipare agli eventi del nido, ritagliando uno spazio da dedicare al proprio bambino, a se stessi, a tutti gli altri adulti e bambini, diventa un’occasione speciale ed indispensabile per condividere l’esperienza educativa che lo stesso bambino vive a casa e al nido. Il dialogo tra queste due entità diverse, la loro positiva interazione rappresenta la forma di sostegno migliore ad uno sviluppo armonico delle potenzialità infantili. I genitori sono sollecitati e stimolati nel condividere con gli educatori del nido e con gli altri genitori l’esperienza di educare i propri figli. I bambini dall’altra parte, fin dalla primissima età, hanno una straordinaria capacità di leggere le differenze che caratterizzano situazioni diverse; essi sono capaci di adattarsi alle differenze, sanno sfruttare positivamente e costruttivamente le situazioni. E’ compito degli adulti, genitori ed educatori, creare insieme continuità in un contesto capace di accogliere, sostenere ed accompagnare il bambino nel suo percorso di crescita. Stare insieme, fare insieme, condividere attività e giochi, cibo, esperienze, opinioni, capacità, amicizie al di fuori del proprio contesto familiare, riconoscersi negli altri sentendosi sostenuti e compresi, tutto questo attraverso varie iniziative: Primo incontro di gruppo con i nuovi accolti Primo colloquio individuale al nido Secondo incontro con la famiglia a casa Colloqui individuali al nido a metà percorso Giornate dedicate ai nonni Giornate dedicate alle mamme e ai papà con aperture al nido Cene o pranzi al nido organizzata insieme a tutte le famiglie Gita con le famiglie Uscite e passeggiate che possono essere organizzate durante l’anno il “presta libro”: in giorni prefissati si prestano libri della biblioteca del nido. L’integrazione delle bambine e dei bambini diversamente abili. I nidi d’Infanzia accolgono le bambine ed i bambini diversamente abili avendo cura di creare un ambiente rispondente ai bisogni dei singoli, considerati sempre in relazione ai gruppi d’appartenenza. Tali bisogni trovano risposta, innanzitutto, attraverso l’incremento del personale educativo all’interno delle strutture: un educatore viene aggiunto in supporto all’èquipe, garantendo così, di norma, l’intervento sul singolo in sintonia con il contesto ambientale e relazionale che va connotato e percepito in termini di unitarietà, di continuità e di condivisione di tutto il gruppo Nido. Tutto il personale educativo è quindi direttamente coinvolto nell’opera di integrazione del bambino all’interno del gruppo di coetanei e partecipa all’elaborazione della comune programmazione educativa e didattica. Sono previste azioni di prevenzione ed interventi mirati, in sinergia con i Servizi Sociali e Sanitari del Territorio, per affrontare in rete le problematiche connesse alla prevenzione e riduzione dell’handicap ed al sostegno, cura e riabilitazione dei bambini che presentano forme conclamate di deficit. Un piano specifico d’intervento viene elaborato in accordo con la famiglia, in base all’esito dei rapporti con i Servizi coinvolti, provvedendo alla costante verifica e valutazione dello stesso, partendo dall’assunto che ad ogni bambina e ad ogni bambino vanno offerte uguali opportunità educative e formative di crescita e sviluppo delle proprie potenzialità, senza alcuna distinzione di genere, di sesso, di appartenenza etnica, religiosa o culturale, i Nidi d’Infanzia promuovono, rendendola parte integrante del progetto educativo, la valorizzazione delle differenze e la promozione dell’integrazione dei bambini in situazione di svantaggio socioambientale e culturale, attraverso il rispetto di un programma di azioni. Il nido, preposto alla cura e all’educazione delle bambine e dei bambini frequentanti, ha come finalità e obiettivi “la prevenzione contro ogni forma di emarginazione derivante da svantaggio psico-fisico e sociale, tutelando e garantendo in particolare il diritto all’inserimento dei bambini/e disabili o in situazioni di disagio relazionale e socio-culturale” (Art. 2 Regolamento Nidi d’Infanzia del Comune di Trieste), coerentemente alla Legge Regionale n. 20 del 18 agosto 2005, “…il sistema integrato assicura: …. Il lavoro in continuità con i servizi sociali e sanitari presenti sul territorio”, dove per sistema integrato s’intende un sistema che tenda a garantire risposte unitarie e coerenti alla complessità dei bisogni dei bambini e delle bambine e delle loro famiglie mediante la messa in rete dei servizi socio-educativi per la prima infanzia. La continuità orizzontale mette in rete il lavoro con tutte le Istituzioni (pubbliche, private) che sono chiamate a intervenire sul minore contemporaneamente alla sua frequenza nell’istituzione Nidi d’Infanzia (la famiglia, Servizi Sociali, U.OB.A, Distretti Sanitari, Ospedale Infantile e tutte le altre agenzie presenti sul territorio coinvolte nel percorso di crescita dei bambini e delle bambine). Il Nido d’Infanzia è un servizio che sostiene e facilita le famiglie accolte nella cura e nelle scelte educative attraverso percorsi e progetti condivisi. Gruppi sezione : una sezione mista di 27 bambini 14 bambini dai 12 ai 23 mesi 13 bambini dai 24 ai 36 mesi I bambini non sono suddivisi in sezioni separate Spesso i bambini vengono suddivisi in gruppi, in particolare quelli più piccoli, che vengono raccolti per attività diversificate Sono previsti laboratori trasversali ORARI DEL PERSONALE EDUCATIVO: Ci sono tre educatrici a tempo pieno con il seguente orario: 7.20-13.20: due educatrici 8.30- 15.00: un’educatrice Ci sono quattro educatrici a part time: 8.30-12.30: un’educatrice Un’altra educatrice part time con orario : 14.30 17.30 ed una 14.3016.30, un’altra 13-16 Due operatori d’appoggio con il seguente orario: 7.30-15.12- 9.48-17.30. Un coordinatore pedagogico responsabile anche degli altri servizi educativi comunali dell'Altipiano (la scuola d’infanzia “M.Silvestri”, il nido d’infanzia “Frutti di Bosco” ed il ricreatorio “Fonda Savio”. Inoltre, un’operatrice addetta alla distribuzione dei pasti, in servizio per una cooperativa appaltata dalla nostra Amministrazione. MOMENTI DI CURA O ROUTINES I momenti dell’igiene personale, dei pasti e del sonno rappresentano occasioni importanti per il bambino per conquistare la propria autonomia, e per poter sperimentare le proprie potenzialità e i propri limiti, condividendo le esperienze con i coetanei, confortati dal sostegno di situazioni stabili entro uno schema prevedibile, cioè la regolarità e, spesso la ritualità dei momenti di cura, libera i bambini da ansie ed incertezze, strutturando dentro di loro un senso di continuità. I tempi, gli spazi e gli oggetti che rendono riconoscibili i diversi contesti di cura all’interno di una trama di situazioni organizzate sviluppano nei bambini una capacità di orientarsi attraverso una mappa degli eventi costruita in base a ciò che ogni momento della giornata è ragionevole attendersi. IL SONNO: questo momento è molto delicato per ogni bambino in quanto è caratterizzato dalla transizione da una situazione conosciuta e rassicurante ad un’altra di cui non si ha una percezione chiara. Questo passaggio ha bisogno di essere mediato da strategie, da gesti sempre uguali e da oggetti transizionali che offrono la rassicurazione necessaria ( ciuccio, peluche, cd rilassante). Questi gesti rassicurano i bambini creando dei rituali che rendono questo momento atteso e piacevole. Anche il risveglio è pensato in modo che in seguito i bambini possano gestire l’esperienza che vivono attraverso piccoli rituali: la tranquillità nel rivestirsi, l’abbandono degli oggetti, la preparazione alla merenda e al saluto. IL CAMBIO: la qualità della relazione durante il cambio va oltre il benessere che prova il bambino nel sentirsi accudito. Il legame gradualmente si amplifica si arricchisce di sensazioni ed emozioni profonde che favoriscono nel bambino il passaggio dal suo “BISOGNO DI CURE” al “DESIDERIO DI ESSERE ACCUDITO”. IL PASTO: Il pranzo oltre a soddisfare il bisogno della fame viene vissuto come momento di condivisa convivialità. Nell’aiutare i bambini l’adulto interviene con i più piccoli perché non hanno ancora raggiunto una maturazione nell’uso delle posate. Il lavoro dell’adulto è quello di imparare a contenere l’ansia di “DARE da MANGIARE” al bambino lasciando più spazio alle sue competenze garantendo a tutti cura, tempo e tranquillità. ATTIVITA’ GIOCO SIMBOLICO – Il gioco con gli oggetti e con i ruoli o simbolico ha una funzione importante nell’organizzazione della vita psichica infantile poiché, stabilendo punti di contatto tra la fantasia e la realtà aiuta il bambini a dominare le sue paure di minacce interne ed esterne e, a trasformare l’angoscia in piacere. Il mondo interno dei bambini ha, infatti, bisogno di integrazione ed equilibrio, il suo Io debole non è ancora capace di opporsi a pulsioni proibite e angoscianti. Nel gioco le vicende del mondo interno vengono esternate: il bambino drammatizza il conflitto ed assume i ruoli che gli consentono di ridurre l’angoscia e di trovare una soluzione positiva. Il gioco ha una funzione di liberazione da emozioni negative e, contemporaneamente, consente di affrontare in maniera personalizzata problemi di grande complessità (il distacco dalla madre, il bisogno di autonomia e ancora di simbiosi con il corpo materno, la nascita di un fratellino, visite mediche ed eventuali ospedalizzazioni). Ogni emozione dolorosa che il bambino è costretto a sperimentare viene con il gioco di finzione “digerita” e padroneggiata. Nel salone del nostro nido un grande spazio è riservato al gioco simbolico. Lo spazio-casetta con cucina e camera e l’angolo dei travestimenti, allestiti con i materiali e strumenti che rendono possibili ai bambini lo scambio delle parti e il rivestire ruoli diversi; lo spazio abbastanza ampio permette all’adulto di partecipare senza intrusione, di osservare lasciando fare, di sostenere e amplificare, permettendo al bambino o al gruppo di bambini di sperimentare fino in fondo le loro emozioni. - GIOCHI DI MANIPOLAZIONE E CON IL COLORE – Soddisfano il piacere dell’esplorazione e della trasformazione di se stessi e delle cose. Il colore, i materiali plastici e quelli naturali diventano strumenti per scoprire e costruire nuovi modi di esprimersi e di conoscere. La possibilità di pasticciare con materiali diversi, concentrandosi nel piacere che ne deriva, libera dalla paura di sporcarsi che oggi più che mai osserviamo in molti piccoli, paura che inibisce la loro voglia di esplorare, di sperimentare nuovi equilibri, quella curiosità gioiosa ed entusiasta che è alla base di ogni forma di espressione artistica. PERCHE’ LA NARRAZIONE DI STORIE AL NIDO? Perché attraverso le storie, l’adulto entra in contatto con le emozioni dei bambini Perché il bambino interiorizza la storia e questa diventa un occasione per esprimersi a più livelli: verbale, gestuale, ritmico, sonoro, visivo e grafico Perché attraverso le storie il bambino riesce a staccarsi dalla realtà ed entrare in un mondo fantastico dove può affrontare e risolvere le sue paure e ritornare nel mondo reale arricchito. “…. Questo è il messaggio che le fiabe comunicano al bambino in forme molteplici: che uno lotta contro le gravi difficoltà della vita è inevitabile, è una parte intrinseca dell’esistenza umana, che soltanto chi non si ritrae intimorito ma affronta risolutamente avversità inaspettate spesso può superare tutti gli ostacoli e riuscire vittorioso!....( da “il mondo incantato” di Bruno Bettelheim) Al nido sugli scaffali più bassi, raggiungibili dai bambini, stanno i libri a disposizione continua dei bambini, mentre sul quelli più in alto sono allineati i libri “importanti”, quelli che per la complessità dell’argomento e per la delicatezza dell’impaginazione, vengono letti al bambino dall’adulto. Questi libri si possono anche prendere in prestito per leggerli a casa con mamma e papà. A TUTTI GLI ADULTI: accudire un bambino significa anche nutrirlo di parole che lo aiuteranno a sviluppare immaginazione e creatività. La relazione affettiva tra genitori e bambini è dunque la matrice attraverso la quale si formerà in gran parte la sua personalità. Avviandolo alla comunicazione verbale e all’elaborazione del pensiero, i genitori contribuiranno a farlo diventare un individuo unico e irrepetibile e gli apriranno le porte verso la maturità. GIOCO EURISTICO Questa attività è la naturale prosecuzione del cestino dei tesori proposto dalla psicologa inglese E. Goldschmied che dalla sua osservazione degli interessi prevalenti nel secondo anno di vita, sostiene che questo gioco è l’attività che meglio risponde al bisogno di scoprire, esplorare, mettere in relazione gli oggetti tra di loro. Il materiale di questo gioco, assume grande importanza e gli oggetti sono proposti singolarmente ed anche combinati tra di loro, in modo che siano i bambini stessi a sceglierne l’uso. MATERIALI: materiale di recupero suddiviso e contenuto in sacchi di tela: anelli di legno, ottone, bigodini di varie misure, catenine fini e leggere di varie lunghezze, palline da ping pong, tappi di sughero, scatoline, tulle di bomboniere, pon pon di lana, cilindri di cartone di varie misure, barattoli di latta di diverse grandezze, nastri e ritagli di stoffa. ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI: occorre uno spazio libero, senza altro materiale che potrebbe distrarre i bambini nell’attività, è bene evitare l’affollamento: non più di 4 o 5 bambini alla volta. Si dispongono i sacchi già aperti sul pavimento ben distanziati fra di loro e i bambini scelgono liberamente gli oggetti e il loro uso. Terminata l’attività si riordina il materiale; questo momento è visto come un’attività a sé stante e divertente. RUOLO DELL’ADULTO: organizzatore, il suo sguardo deve essere attento, ma distaccato, disponibile, in grado di osservare i bambini ed incoraggiarli , se occorre, con lo sguardo. IL CESTINO DEI TESORI E. Goldschmied, psicologa inglese, sottolinea il valore della proposta di un contenitore “il cestino dei tesori”, nel quale siano raccolti oggetti, nessuno dei quali può essere definito come un vero e proprio giocattolo, ma piuttosto una ricca varietà di cose comuni proposte per stimolare percezioni ed esperienze diverse. Questo tipo di attività è indicata per bambini dagli otto ai quindici mesi, il suo naturale ampliamento è “ il gioco euristico” che è indicato per i bambini dai quindici ai ventiquattro mesi. La concentrazione sui materiali sollecita scoperte, connessioni, motricità e verbalizzazioni. Gli oggetti consigliati per il cestino escludono la plastica ma si consigliano materiali naturali che stimolano i sensi. Sono consigliati: oggetti in materiali naturali, in legno, metallo, pelle, tessuto. Pelo, gomma, carta, cartone. LE USCITE PROGRAMMATE Durante l’anno programmiamo diverse uscite per dare la possibilità ai bambini di conoscere anche luoghi al di fuori del nido: il borgo in cui è situato il nido, ambienti naturali a noi vicini e che sono facilmente raggiungibili a piedi, altre realtà educative, come per esempio il ricreatorio, librerie in cui si fa lettura specifica per bambini 0-3 anni, o altri luoghi del territorio dove vegnono proposte delle iniziative per i bambini della nostra fascia d’età. Le uscite in luoghi più distanti ci danno la possibilità di utilizzare l’autobus, che è un mezzo molto piacevole per i bambini specialmente se condiviso con gli altri compagni. Per alcune uscite chiediamo l’aiuto di qualche genitore disponibile per accompagnarci in modo di riuscire a portare un numero più elevato di bambini. La gita di fine anno la facciamo insieme alle famiglie e solitamente ci rechiamo in qualche fattoria didattica per vivere una giornata a contatto con la natura insieme agli amici del nido. VIVERE GLI SPAZI ESTERNI Il nostro nido è dotato di un grande spazio esterno adibito ad attività libere (fornito di tricicli, macchinine, palle), un piccolo orto, una zona con una grande sabbiera e di una piccola pineta con vialetti, panchine e una zona rocciosa tipicamente carsica. I bambini che frequentano il nostro nido hanno la possibilità di frequentare assiduamente gli spazi esterni, questo offre loro la possibilità di fare sempre nuove esperienze , come esplorazioni, ricerca di materiali naturali (foglie, sassi , legnetti, insetti) che variano a seconda delle stagioni. L’escursione in giardino è sempre un momento che suscita grande curiosità, divertimento, incontro. Gli spazi esterni non sono mai uguali, quindi danno sempre spunti nuovi dal punto di vista emozionale, sociale, motorio: l’incontro con piccoli insetti o con un guscio di noce è sempre motivo di stupore. Nei nostri spazi esterni i bambini del nido hanno anche la possibilità di incontrare i bambini dell’adiacente scuola dell’infanzia, poiché gli spazi del giardino sono comuni. Qui, possono seguire i bambini più grandi nei loro giochi. Cerchiamo di uscire molto spesso: in autunno si può giocare con le foglie e camminare nelle pozzanghere, raccogliere pigne ed altro, in inverno se c’è la neve si può fare un pupazzo di neve, in primavera possiamo piantare e seminare nel mini-orto, nella bella stagione si può giocare nella sabbiera e con l’acqua delle piscine. Quando la stagione lo permette usiamo lo spazio del giardino anche per mangiare all’aperto. Quando piove o fa molto freddo possiamo guardare gli spazi esterni dalle ampie vetrate (osserviamo il temporale e il formarsi delle pozzanghere, ascoltiamo il vento, ecc.). Portare i bambini a vivere in questo modo il giardino non si può dire che non sia faticoso: per saltare nelle pozzanghere è necessario mettere gli stivaletti, poi i bimbi si sporcano e bisogna cambiarli, svestirli, vestirli. Bisogna essere sempre attenti quando si arrampicano, scalano, corrono, ma ne vale la pena: per noi è importante scegliere di far vivere queste impagabili esperienze in modo più libero possibile, ogni uscita rimarrà nella memoria dei bambini come una bella esperienza. Certo è necessario creare con la famiglia complicità e collaborazione perché sperimentare “lo sporco, il bagnato, il freddo” non sempre è facile da fare recepire, l’importanza delle esperienze precoci, continuative e intense con la natura lasciano un segno indelebile nella crescita emotiva dei bimbi. “lontano dall’ambiente naturale il corpo e la mente rimangono privi di rela- zioni con quella che Thoren definiva la sorgente perenne della vita con il rischio di smarrire consapevolezza….”