Marzo-Aprile-Maggio 2015 9OK_Gabbia impaginato 24/02/15 17:10 Pagina 1
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Anno 53 - n. 24 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Livorno
Periodico di informazione, attualità, cultura
marzo - aprile - maggio 2015 - n. 24 - € 3 copia omaggio
Anche
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marzo - aprile - maggio 2015
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Questa primavera
9 Editoriale: disegniamo il nostro futuro di Ivio Barlettani
10 Cevital merci, merci beaucoup di Luca Goerg
12 Oggi parlo io…
14 La finestra di Giampaolo Talani
15 Fesso chi legge di Fabio Canessa
16 Elezioni: si affilano le lame di Fiorenzo Bucci
18 Cadelago, imprenditore di successo di Luca Goerg
24 Fatti & persone (Porto: in arrivo 20 milioni)
25 Fatti & persone (Astorino in Legacoop)
26 Fatti & persone (I 70 anni della Coop)
27 Fatti & persone (Pubblica Assistenza)
28 Silvia Velo, la donna del mare di Luca Goerg
30 Cevital, ventata di ottimismo di Mirko Lami
31 Intervista a Pasquinelli del M5s di Luca Goerg
32 Fedeli, politica senza proclami di Francesca Barone
34 Carletti & Mussi, fuoriclasse con i nostri trofei
35 Speciale Personaggio dell’Anno
40 Relax di Paolo Pachi
41 La bottega vintage del “fratino” di Francesca Barone
42 Il gas della bellezza di Riccardo Vigetti
42 Rafforzare le nostre difese di Allegra Ciaponi
43 In cucina: tortino di carciofi di Simona Grossi
43 In giardino: voglia di ortensie di Simona Grossi
44 Sergio Signori e le sue foto di Pierluigi Galassi
46 La magia dell’Arte di Daniele Toncelli
48 Franco Parietti, un galantuomo di Luigi Cappelli
50 Miscellanea
51 Il ciuccio di Enzo Biagioni
52 Mani in pasta da tre generazioni di Francesca Barone
54 Rugby Piombino: hip hip hurrà! di Emilio Guardavilla
56 In libreria di Emilio Guardavilla
58 Luca Leonetti e i suoi disegni di Daniele Toncelli
59 La sassaiola di Viareggio di Franco Biegi
60 La parola ai lettori
61 La festa della donna di Giuseppina Toncelli
62 I naufragi nell’Arcipelago Toscano (4) di Emilio Guardavilla
Anno 53 - n. 24
marzo - aprile - maggio 2015
Periodico trimestrale
di informazione,
attualità, cultura
Direttore responsabile
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Coordinatore redazionale
Stefano Sanna
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Opus Piombino
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Gli articoli firmati
o con pseudonimo riflettono
unicamente le opinioni dell’autore
Chiuso in tipografia,
27 febbraio 2015
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le
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ed
di Ivio Barlettani
Disegniamo insieme il nostro futuro
È giunta l’ora delle decisioni importanti per
uscire definitivamente
da quel tunnel che –
fino a poco tempo fa –
sembrava non aver sbocco. Dopo le delusioni
di annunci faraonici del
tutto disillusi dal pessimo
Khaled oggi abbiamo
un gruppo industriale
serio che intende investire nel nostro territorio.
Sembra quasi che debba
avere la bacchetta magica: tutto e subito però
non è possibile.
Se Cevital ha investito
in Spagna e in Francia,
raggiungendo ottimi risultati, perché dovrebbe
fare male proprio qui
da noi? E se viene preso
del tempo per fare ulteriori valutazioni importanti, questo non significa che non abbiano
le idee chiare. È necessario naturalmente far
rispettare l’accordo di
Costa Etrusca è distribuito
gratuitamente. Le prime
copie vanno agli studenti
e agli insegnanti delle
nostre scuole. È inviato a
tutti i vecchi abbonati sparsi
nel mondo. È possibile trovarlo nei centri di maggiore
aggregazione sociale, nelle
principali edicole del territorio e in tutti i punti vendita Unicoop Tirreno e nelle
filiali della Banca di Credito
Cooperativo di Castagneto
Carducci.
programma e vigilare
su tutte le operazioni
che seguiranno con una
perfetta cabina di regia.
Abbiamo voluto pubblicare il pensiero di
Mirko Lami, segretario
regionale Cgil, in merito
alla eventuale riaccensione dell’altoforno che
Cevital starebbe valutando.
In città si sono scatenate
fazioni favorevoli e contrarie. La dialettica è
stata vivace. Importante
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comunque, aldilà delle
parole e delle idee, lavorare tutti insieme: sindacati, azienda e istituzioni affinchè si trovi
la soluzione migliore
per il futuro del polo siderurgico.
Tante lotte per arrivare
fino ad oggi. Il futuro
va scritto tutti insieme:
non facciamoci trovare
impreparati. Ora più che
mai dobbiamo sapere
disegnare la strada della
Piombino che sarà.
Non vogliamo sostituirci a nessuno.
L’informazione è ormai veicolata
da una molteplicità di strumenti,
tanti che talvolta ci si può smarrire.
La nostra aspirazione è quella di
dare un contributo di approfondimento e di riflessione sui molti
problemi del nostro territorio.
INSERZIONISTI:
Amplifon 16; Asiu 64; Assicurazione UnipolSai divisione La Fondiaria (Luca Ardenghi) 63; Assicurazione
UnipolSai divisione Unipol (Lami & Bruscolini) 59; Ass. Pubblica Assistenza Piombino 50; Automeccanica
23; Banca Credito Cooperativo Castagneto Carducci 66; Calidario Terme Etrusche 8; Coop Unicoop Tirreno 4;
Da Rosa Alimentari 17; Edilcoop Fiorenzani 17; Gioielleria Bussotti 23; Gioielleria Rosignoli 52; Grassi
Arredamenti 45; Il Crogiuolo Alimentazione Biologica 42; Immobiliare Cristiani 54; Immobiliare il Gioiello
8; Lampogas Tirrena 61; Libreria la Fenice 7; L’Immobiliare del Corso 58; Marina di Salivoli Rta 2; Marisa
Gastronomia 43; Martini Professionale 29; Medical Group 68; Mobo Impianti 17; Olio Eleonora di Toledo 67;
Park Albatros 61; Podere Tre Cipressi Casa Vacanze 49; Residenza I Giunchi 3; Residenza San Giuseppe 3;
Ristorante Il Garibaldi Innamorato 48; Ristorante Pizzeria La Rocchetta 14; Ristorante Pizzeria Mum and Dad
55; Ristorante Otello 41; Sefi 8; Style 33; Studio Medico Libra 54; Super Casa Bucciantini 5.
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Costa Etrusca: «Dalle parole passare ai fatti»
Cevital merci, merci beaucoup
di Luca Goerg
ister Rebrab sorride. È in piazza
Verdi a Piombino.
Abbraccia un cartello che lo
ringrazia per aver investito
sul nostro territorio. Questa
è la foto scattata da Mirko
Lami, segretario di Cgil Toscana, che ha fatto il giro del
mondo. In poco tempo l’immagine, inserita sui principali social network, è stata
condivisa da moltissimi
utenti. Il magnate, dopo
aver notato uno dei cartelli
allestiti da Costa Etrusca, ha
chiesto che gli fosse scattata
una foto simbolica da mandare in Algeria per metterla
sul sito aziendale.
Dalla sua il direttore Ivio Barlettani dopo l’accaduto ha dichiarato all’Ansa: «A seguito
delle grandi lotte per salvare
lo stabilimento e della firma
per l'acquisto della Lucchini
ci è sembrato doveroso, a
nome dei nostri lettori e della
città, ringraziare Issad Rebrab.
Ora è il momento di tenere
ancora viva l'attenzione su
Piombino – ha concluso Barlettani –, affinché dalle belle
parole si passi ai fatti».
Esattamente un anno fa, marzo
2014, Costa Etrusca ha presentato ai suoi lettori una copertina simbolica: l’immagine
del nostro porto con i lavori
di ampliamento avviati, una
colata d’acciaio e il relitto
della Costa Concordia ancorato
all’isola del Giglio. Il nostro
buon auspicio riportava a tutta
Mamma fabbrica era morta, solo vecchia ferraglia.
Al vaglio gli scenari per il rilancio dell’azienda.
Il magnate e la foto che ha fatto il giro del mondo
pagina: «Acciaio, porto, Concordia: tris vincente». A distanza di un anno il tris vincente si è rivelato un bis vincente. Meglio di niente. Infatti,
se il sogno di portare la Concordia nel nostro porto si è
volatilizzato a favore di Genova, acciaio e porto invece
sono possibilità concrete.
Ma fino a questa estate niente
sembrava concretizzarsi all’orizzonte per il nostro territorio. Piombino era spacciata.
La situazione tragica. La copertina estiva di Costa Etrusca,
firmata da Francesco Masangui, non riportava allegre famiglie al mare e sulla spiaggia
ma raffigurava un operaio,
padre di famiglia, che con gli
occhi pieni di malinconia non
aveva il coraggio di guardare
negli occhi sua figlia. Lui con
il giubbotto Lucchini, lei con
la maglia con cui gli studenti
hanno sfilato in piazza per
difendere il lavoro dei genitori.
Sullo sfondo l’altoforno ormai
spento. Ormai morto. Mamma
fabbrica ridotta a un ammasso
di vecchia ferraglia.
In realtà il malessere, di cui
la nostra copertina d’autore
era efficace testimone, non si
è presentato nel giro di poche
settimane alle porte delle
nostre famiglie. È stato il
frutto di anni, se non decenni,
di mala gestione dell’economia
locale e di decisioni sbagliate
prese dalla politica.
Solo quando ci siamo trovati
con l’acqua alla gola e lo stomaco che bubbolava per la
fame, allora ci siamo arrampicati sui tetti, abbiamo occupato i simboli della nostra
città, gli studenti sono scesi
in piazza. Solo allora è stata
lotta e denuncia sociale. Il
malessere e la povertà, complice anche la crisi economica
internazionale, hanno pesato
moltissimo e tuttora pesano
da noi più che altrove. Tuttavia
come una fenice dalle sue ceneri Piombino e la Val di Cornia dicono stiano per rinascere.
Dicono, perché la cassa integrazione c’è sempre, le ditte
dell’indotto arrancano o falliscono, i disoccupati sono
troppi e la povertà dilaga
(basta andare alla mensa di
via Landi).
Un anno fa, in piena campagna
elettorale, il piazzale della
Lucchini è finito sulle televisioni e le prime pagine nazionali. Sul piazzale non c’erano solo gli operai, non sarebbero accorsi così velocemente le prime firme dei quotidiani e i volti noti della tv,
bensì c’era la politica. Beppe
Grillo, leader del MoVimento
Cinque Stelle tuonava: «Siamo
qui per fare il funerale a una
mentalità tipica italiana, di
una politica che si è disinteressata, celebriamo la morte
dei sindacati. Siamo in questa
situazione perché voi avete
creduto a questa gente qua.
La politica ha pensato di darvi
la speranza: è con la speranza
che ve l'hanno messa nel culo.
Voi non dovete più sperare.
Se noi avessimo vinto le politiche – rivendicava Grillo –
oggi avremmo il reddito di
cittadinanza e voi non sareste
più sottoposti al ricatto del
lavoro. Io non sono qua per
chiedere voti. Se volete, continuate a votare Pd – poi il
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leader pentastellato concludeva
con una frase passata alla
storia –. Questo è il regno
schifoso della peste rossa. Abbiate coraggio. Non voglio
voti da voi se credete ancora
nei sindacati, nella sinistra e
nel vostro presidente della regione Rossi (…)».
Dalla sua Matteo Renzi, memore
di un territorio a lui ostile (nel
2012 ai sostenitori dell’attuale
premier fu impedito il volantinaggio durante la Festa del
Pd), non si sbilanciò più di
tanto e dopo aver dato dello
«sciacallo» a Grillo fece sfumare
la sua visita a Piombino.
Il tempo così passava e il
nostro territorio non vedeva
neanche lontanamente un segno di rinascita. Molti immigrati che lavoravano da anni
nel nostro territorio erano già
partiti, altri erano pronti a
farlo. Anche i toscani doc davano un’occhiata alle offerte
di lavoro al nord Italia o all’estero. La scritta “Piombino
non deve chiudere” sembrava
un auspicio finito proprio
male. Un amuleto frutto di
un sortilegio da fattucchiera
che si era ritorto contro.
Ma proprio quando un Natale
molto triste era alle porte ed
eravamo ancora scottati dall’illusione Khaled il cielo
sopra Piombino è tornato selitta di un mese la firma del contratto di vendita della Lucchini. Cevital
ha bisogno di tempo per
completare i lavori di rilevamento per acquisire tutte le informazioni necessarie sullo stabilimento. Fonti sindacali confermano
all’interno della fabbrica
piombinese la presenza di
aziende di consulenza per
verificare tutte le potenzialità del sito produttivo.
L’accordo di programma intanto rimane in essere e si
auspica un controllo stretto sugli ultimi sviluppi, soprattutto intensificando il
ruolo della cabina di regia
regionale affinché possa
garantire il buon esito delle trattative e il corretto
S
reno. Ecco Mister Rebrab,
magnate algerino. Molto diverso dal signor Lucchini,
bresciano dal braccio di ferro
e dal parolaio Mordashov. Il
tre dicembre in un’intervista
al sito Tout sur l'Algérie il
manager africano ha affermato:
«Possiamo ora disporre di
560 ettari e di un porto recentemente ampliato dal governo italiano a Piombino, di
cui due banchine saranno a
nostra disposizione. Le utilizzeremo per i bisogni del
complesso siderurgico – ha
continuato il magnate –, ma
anche per la piattaforma logistica e per altri investimenti
nell’industria agroalimentare
in Italia. E poi ci permetterà
di sviluppare tutta l’industria
meccanica in Algeria, per
l’uso di acciai speciali prodotti
a Piombino, dove abbiamo
così acquisito un savoir-faire
che gli italiani hanno accumulato lungo secoli».
Il ricordo di Grillo che denunciava la peste rossa è ormai
lontano. Renzi intanto gongola
e annuncia nel salotto di Bruno
Questa foto, scattata dal sindacalista Mirko Lami, ha fatto
il giro del mondo. È stata, infatti, pubblicata su molti giornali e riviste internazionali. I cartelloni e la foto stessa
hanno suscitato anche un acceso dibattito. Una parte di
cittadini non ha condiviso l’iniziativa di Costa Etrusca e in
modo particolare l’uso della parola merci.
Il futuro della ex Lucchini
procedere dei lavori. Aferpi
(questo il nuovo nome della ex Lucchini), al momento di andare in stampa, è
ancora incerta se andare
avanti col piano originario
(due forni elettrici in Padule) oppure rimettere in marcia l’altoforno oltre a un
forno elettrico.
Valerio Fabiani, segretario
della Federazione Pd Val di
Cornia-Elba, non entra sulla questione delle scelte
che spettano all’azienda
algerina ma afferma: «Serve maggiore prudenza. Per
noi è inaccettabile lo
scambio lavoro-ambiente»,
anche se la sinistra al go-
verno di Piombino e territorio limitrofo non ha mai
brillato per politiche ambientaliste negli ultimi decenni. Pane e fumo è sempre convenuto a tutti a
Piombino.
Ma perché Rebrab compra
aziende italiane, francesi e
spagnole? Le ragioni sono
molte, lo stesso Rebrab ha
affermato: «Si possono
comprare delle fabbriche
per un tozzo di pane. Con
la crisi in atto in Europa
esistono delle opportunità
che si possono presentare
una volta ogni secolo. Non
tutti i giorni l’Europa è in
crisi. Oggi siamo facilitati
Vespa che comincerà un giro
di ascolto in tutta Italia visitando le aree di crisi e di ripartenza del Paese. Prima fra
tutte Piombino.
Il 2015 è iniziato con questo
mantra: «Bisogna esportare
il modello Piombino. Bisogna
fare come a Piombino». Lo
annuncia Renzi in televisione.
Lo grida Franchi, presidente
della nostra provincia, contrapponendoci a Livorno, città
socialmente distrutta. Lo urla
il presidente Rossi in piena
campagna per la rielezione
in regione. Siamo davvero diventati un esempio? Un modello da esportare? Siamo tornati a essere l’isola felice? I
lavoratori e le loro famiglie
oggi possono sperare. Piombino è pronta a tornare quel
centro industriale e d’impresa
di primo piano a livello nazionale. La ex comunista Livorno sogna di impregnarsi
della “peste rossa” piombinese.
Il Pd locale continua a risultare
vincente in politica economica.
Renzi ha il coraggio di tornare
da noi, questa volta da vincitore, con una utilissima passerella mediatica. A chi devono
tutto ciò? È semplice, lo devono a quel Rebrab che come
manna è caduto dal cielo sul
grigiore di Piombino. Mister
Rebrab merci, merci beaucoup.
nell’acquisizione di imprese che possiedono un’altissima tecnologia e che ci
permettono non solo di acquisire questa tecnologia,
ma anche di sviluppare le
nostre attività in Algeria.
Con Fagor Brandt (multinazionale spagnola, ndr), per
esempio, ora abbiamo
1300 brevetti, quattro marchi prestigiosi a livello
mondiale e una rete di distribuzione globale».
Riguardo al nuovo shopping italiano Rebrab ha
promesso di voler fare di
Piombino «una stella del
Mediterraneo – ha poi concluso – non ho mai avuto
paura dei fallimenti, i miei
unici fallimenti sono stati
colpa del terrorismo».
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Oggi pa
marzo - aprile - maggio 2015
Annalisa
Annalisa Petri, suveretana, classe ‘92, studentessa. Nipote di Michele
Petri, profondo conoscitore del territorio, consigliere comunale per tanti
anni a Suvereto e anima del Comitato festeggiamenti che ha fatto nascere la Sagra del cinghiale.
Aspirazioni: «Crearmi una buona e dignitosa posizione economica, lavorativa e sociale. Anche se fare l’opinionista a Buona Domenica non mi
sarebbe dispiaciuto».
Il tuo paese: «È la casa di una grande famiglia, ci conosciamo tutti e
trovi sempre qualcuno con cui far due chiacchiere!».
Cosa manca in Val di Cornia: «Perché non un bel festival del Cinema?».
Cosa vorresti? «Raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata».
Domanda ai politici? «Non ho domande da fare a nessuno».
Cosa auguri al nostro territorio? «Auguro, in particolare al mio paese,
Suvereto, di non dimenticare mai il proprio valore storico-culturale e di
rinnovarsi senza buttare via le proprie tradizioni».
Due parole sull’economia locale: «Valorizzare il Made in Tuscany».
Renzi: «Genio del male».
Grillo: «Si è auto definito “oltre Hitler”, perché correggerlo?».
Berlusconi: «Dopo il matrimonio cambierà il cognome in Pascale?».
Salvini: «Mi chiedo come faccia ad avere una vita privata, tra viaggi,
talk show e social. Mi mette ansia, è un iperattivo. Cosa c’entra con
noi italiani?».
Roberto
Loris
Roberto Magazzini, Suveretano, 44 anni, impiegato Martini
Professionale a Venturina. Istruttore di sopravvivenza, consigliere comunale Assemblea popolare.
Aspirazioni: «Condurre un programma sulle tecniche di sopravvivenza in una grande emittente televisiva».
Il tuo paese: «A Suvereto ci si sta bene. Il posto ideale dove
vivere».
Cosa manca in Val di Cornia: «Una pianificazione generale
tra tutti i Comuni».
Cosa vorresti: «Che finisse la crisi e che l’Italia tornasse ai
fasti di un tempo».
Domanda al sindaco Parodi: «Tra cinque anni si ripresenterebbe?».
Cosa auguri al nostro territorio: «Maggiore crescita del turismo, valorizzazione delle nostre bellezze storiche, archeologiche e ambientali che sono il nostro oro».
Due parole sull’economia locale: «È auspicabile una ripresa
delle acciaierie e un maggior impulso alla diversificazione turistica. Puntare sulle terme e scommettere su tutto ciò che
di bello ci circonda».
Renzi: «Faccia le riforme e continui a liberarsi dalla vecchia
nomenclatura».
Grillo: «Lo ritengo solo un grande comico».
Berlusconi: «Non è riuscito a crearsi un successore».
Salvini: «Certi aspetti della sua politica potrebbero essere
condivisibili, ma i modi sono sbagliati. Troppo estremista».
Loris Marchettini, dipendente ArcelorMittal, 46 anni
sposato con Giovanna Simonetti, padre di due gemelli
di otto anni, Gianni e Mattia.
Aspirazioni:«Che i miei figli abbiano una vita migliore
della mia».
La tua città: «Una città con alte potenzialità, poco
sfruttate».
Cosa manca a Piombino: «Mancano i locali per i giovani e volendo anche per persone più mature».
Cosa vorresti: «Vedere una Piombino con meno degrado e più servizi».
Domanda al sindaco Giuliani: «Maggiore attenzione al
decoro urbano».
Cosa auguri a Piombino: «Una ripresa in tutti i settori:
industria, commercio e turismo».
Due parole sulle acciaierie: «Oggi percepiamo più ottimismo. Speriamo si risollevi tutto il polo siderurgico».
Renzi: «Era partito bene, ora mi sembra un po’ borioso».
Grillo: «Lo preferivo prima».
Berlusconi: «Fa sempre quello che gli pare, intoccabile».
Salvini: «Meglio un giorno da profughi che un giorno
da Salvini».
arlo io...
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Melisanda
Melisanda Massei
Autunnali, piombinese, 37 anni, scrittrice e critico musicale. Addetta stampa federazione Pd
Val di Cornia-Elba.
Aspirazioni: «Mi piace scrivere, vorrei riuscire a dare sempre voce ai miei
progetti letterari».
La tua città: «Si trova in un momento
di forte cambiamento. Abbiamo più prospettive e certezze
rispetto a pochi mesi fa».
Cosa manca a
Piombino: «Maggiore fiducia in se
stessa».
Cosa vorresti: «Il ritorno del liceo classico a Piombino».
Domanda al sindaco Giuliani: «Che i locali degli ex licei potessero tornare ad essere un bene vivo della città».
Cosa auguri a Piombino:«Di saper sfruttare a pieno il cambiamento che abbiamo davanti».
Due parole sulle acciaierie: «Appartengono alla nostra storia
ed oggi assistiamo ad una loro imprescindibile evoluzione».
Renzi: «Mi piace che il presidente del Consiglio abbia solo
quarant’anni. Vediamo cosa riuscirà a fare».
Grillo: «Il pensiero distruttivo non funziona».
Berlusconi: «Le cose finiscono».
Salvini: «Portatore di un populismo becero».
Enzo
Franchino
Luigi Bellatalla, (detto Franchino) 50 anni (ben portati
ndr.), titolare bar Pluto’s e Brulotto. Vive con Monica e
il figlio Filippo, 20 anni.
Aspirazioni: «Di vedere presto Piombino su due poli: siderurgico e turistico».
La tua città:«Che assomigliasse un po’ di più alle località dell’Emilia Romagna dove c’è fermento e vita».
Cosa manca a Piombino: «Le idee chiare».
Cosa vorresti: «Chi di dovere dovrebbe ascoltare maggiormente i nostri giovani».
Domanda al sindaco Giuliani: «Dove sei?».
Cosa auguri a Piombino: «Risollevare la testa e lo spirito».
Due parole sulle acciaierie: «La mia famiglia operaia ha
sempre lavorato in fabbrica. Ora, dopo la grande crisi,
la grande speranza di ripresa. Grazie a Cevital per essere venuta nel nostro territorio».
Renzi: «Un menestrello fiorentino».
Grillo: «Poverino…»
Berlusconi: «Barcolla ma non molla».
Salvini: «Emergente: staremo a vedere».
Enzo Biagioni, piombinese di ritorno, 70 anni, per molti anni via per lavoro. Coniugato, con una figlia e un nipotino meraviglioso.
Aspirazioni: «Evitare per quanto possibile le banalità».
La tua città: «Meravigliosa, ho addirittura scritto un libro per renderle l’omaggio dovuto».
Cosa manca a Piombino? «Non le manca proprio nulla, ha tutte le potenzialità necessarie».
Cosa vorresti? «Abolizione assoluta delle frasi fatte».
Domanda al sindaco Giuliani: «Molti ritengono che non sia molto visibile. Per me è un
bene».
Cosa auguri a Piombino? «Chi di dovere faccia le cose a modino…».
Due parole sulle acciaierie: «Non c’era più niente all’orizzonte, non c’era nemmeno
più l’orizzonte. Cevital ci offre un approdo abbastanza credibile… approfittiamone».
Renzi: «Assolutamente imbattibile, come la Juve. Mai visto perdere uno che si è fatto
le ossa nei boy-scout».
Grillo: «Credeva in tutti coloro che sapevano usare il computer senza chiedersi se erano capaci di leggere e scrivere. Alcuni infatti non lo erano...».
Berlusconi: «Di grande simpatia. Doveva capire per tempo che in molti ridevano alle
sue battute solo perchè un po’ ruffiani».
Salvini: «È una forma di vita padana… di impossibile comprensione per qualsiasi toscano. Non escludo che anche lui mandi i figli all’università di Timisoara».
14
marzo - aprile - maggio 2015
ladi Giampaolo
finestra
Talani
N
Noi... aggrediti dalle tasse
oi cerchiamo di
stare sereni e ci fa
piacere che la lotta
all'evasione si sia fatta più
aggressiva, ma le tasse
stanno aumentando ad ogni
angolo e così gli aggrediti
siamo noi di nuovo, non gli
evasori. Loro sono ancora
più stimolati a nascondere
soldi e noi istigati a seguirne l'esempio, per sopravvivere come molti di loro del
resto. In tutta serenità pare
che sia un po' contraddittoria la formula del meno
evasione perché più tassazione. Saremmo più sereni
se i nostri contributi ci fossero almeno ridistribuiti o
meglio, risarciti dai privilegi dei privilegiati che pare
non abbiano ancora fine.
Serenamente stiamo aspettando ancora che si attenda
alle nostre attese mentre
l'Iva rischia di aumentare
di nuovo. Quindi tutti un
po' meno sereni ultimamente pur con la voglia di
avere ancora fede, muovendoci però sempre di più
a ridosso dei muri nel timore che la serenità ci sorprenda improvvisa da dietro, e non per baciarci sul
collo.
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15
e
g
g
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l
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c
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s
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Fe
di Fabio Canessa
N
on sempre le
scritte sui muri
delle città sono
un segno di volgarità e
inciviltà. Chi vada alla
ricerca delle frasi più interessanti e originali che
i vari grafomani, sfaccendati o repressi, geniali
o coglioni, hanno vergato
con lo spray o il pennarello
come messaggi in bottiglia
per i passanti, vi troverà
anche esempi di creatività,
occasioni di divertimento
e riflessione. Attraversando le vie di Piombino,
è possibile raccogliere alcune perle, che ho provveduto a selezionare fino
ad arrivare a una hit
parade delle prime tre,
corredata dall’ubicazione
della scritta. Una sorta
di “The best of imbrattatori” o di “Greatest hits
of writer’s genious”.
Premio alla carriera
POTERE AGLI SCONVOLTI (via Cavour)
La scritta è adesso scomparsa, ma ha campeggiato per anni sul fianco sinistro del portone del vecchio liceo scientifico.
Potente slogan liberatorio che getta il cuore della politica ben oltre l’ostacolo. Senza promesse, annunci e demagogia, scardina con forza ogni progettualità, spariglia destra e sinistra, dribbla qualsiasi programma e supera i concetti uggiosi di sostenibile e insostenibile. Europa, euro, tasse,
scuola, lavoro e spread invecchiano di colpo: quello che conta non sono le
idee ma lo stato d’animo febbricitante. L’unico in grado di essere in sintonia con i nostri tempi confusi, anzi di oltrepassarli in disordine e pericolosità. Una cura omeopatica contro il caos. Ci salveranno gli sconvolti: così incasinati e fuori di testa da far sembrare lo stato attuale, al loro confronto, l’Atene di Pericle.
Primo premio
STRI (via Cellini)
denaI MAIALI SONO NO
degli adoratori del dio
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di una nuova destra,
Rivendicazione a mu
hiara- ro. Il segnale
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liceità
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con il mos della giu
liberalismo collegata
us agricolo
maiorum, cioè l’hum
a romana
im
della nostra storia, pr
an
ist te dallo
poi italiana. Equid
ic con la puzsnobismo radical ch
ure i maiali
za sotto il naso (epp
to dal capinon profumano) quan
ce
i mentificatalismo selvaggio de
Secondo premio
Erede dell’atellana e dei fescennini, prime forme latine
di teatro e di umorismo, l’annuncio tragicomico si presta a
vari livelli di lettura: uno sberleffo polemico contro l’esagerata dilatazione giornalistica
che fa di ogni scomparso un
genio insostituibile che merita
È MORTO CACAIA (via Fucini)
di riempire le prime sei pagine
di tutti i quotidiani, un graffio
sarcastico di sfogo postumo
verso un conoscente passato a
miglior vita di cui l’autore
aveva stima talmente scarsa
da affibbiargli un soprannome
così poco nobile, una malinconica elegia sul declino della
diarrea e l’affermarsi della stitichezza.
L
16
marzo - aprile - maggio 2015
di Fiorenzo Bucci
e previsioni indicano
che, salvo terremoti
imprevedibili, due dei
quattro consiglieri regionali
eletti nel collegio della provincia di Livorno saranno del
Pd. Gli altri due, con ogni probabilità, sventoleranno le bandiere del Movimento Cinque
Stelle e della coalizione di
centrodestra capeggiata da
Forza Italia. Se i numeri sono
prevedibili, non altrettanto lo
sono i nomi che andranno a
riempire le liste presentate dai
partiti per le elezioni regionale
del prossimo maggio. Ogni
raggruppamento presenterà il
candidato presidente, unico
per tutti i 13 collegi provinciali
e potrà poi gareggiare con una
lista di nomi nella giostra per
conquistare i seggi a livello
di ogni singolo capoluogo. A
Livorno a fronte di quattro
consiglieri da eleggere si potranno presentare liste da un
minimo di quattro a un massimo di otto nominativi.
Si affilano le lame per le regionali
Quattro le poltrone
per la nostra provincia
Pd
Il partito democratico ha
scelto da tempo l’indicazione
di cinque nomi proposti da
Livorno e di tre scelti dalla
federazione Piombino Elba.
Il gruppo dirigente guidato
da Valerio Fabiani è fermo
da tempo sulle possibili candidature dell’ex sindaco Gianni Anselmi, che ha ricucito
recenti frizioni con i vertici
federali, del consigliere uscente Matteo Tortolini e della
renziana Carla Maestrini (la
presenza femminile è obbligatoria). Esistono pressioni
elbane per una rappresentanza
dell’isola e soprattutto di recente è spuntato il nome di
Luciano Guerrieri di prossima
uscita dall’esperienza all’Autorità portuale. Guerrieri potrebbe essere il candidato in
grado di scongiurare il dua-
lismo Tortolini-Anselmi che,
secondo alcuni, potrebbe portare ad una frammentazione
nell’elettorato Pd.
Forza Italia
Forza Italia ha annunciato
da tempo un accordo col Nuovo centrodestra per la candidatura del presidente della
Camera di commercio di
Grosseto, Gianni Lamioni,
in antitesi al governatore
uscente Rossi. In provincia
di Livorno si sta lavorando
alla lista per la quale si sono
rincorsi nelle ultime settimane
i nomi del coordinatore provinciale Paolo Barabino e
degli elbani Ruggero Barbetti
e Andrei Ciumei i quali si
troverebbero in compagnia
dell’altro isolano Luigi Lanera,
già ufficialmente candidato
da An – Fratelli d’Italia.
Movimento cinque stelle
Decisa attraverso la Rete la
candidatura a governatore di
Giacomo Giannarelli, i grillini
stanno lavorando alle liste
provinciali nelle quali – Livorno del sindaco Nogarin
compresa – non dovrebbero
mancare diversi volti finora
sconosciuti alla politica.
Lega Nord
L’accordo di Fi con Ncd ha
stoppato ogni possibilità di
un alleanza del partito con
gli azzurri. La Lega medita
di allineare nella sfida a Rossi
il professor Claudio Borghi
Aquilini.
Sel
Non ancora nomi ma una
strategia già decisa per Sel
che ha recentemente sancito
nella sua assemblea regionale
la fine dell’esperienza del
centrosinistra in Toscana. Il
partito correrà in solitario
con la probabile candidatura
del coordinatore Giuseppe
Brogi.
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Franco Cadelago, l’uomo che non si ferma mai
18
marzo - aprile - maggio 2015
Da ferroviere
a imprenditore
di successo
apraia. Estate 2014.
Un gruppo di operai
è a terra, sul molo di
imbarco dei traghetti. Sopra
la nave c’è il loro capo David Meucci. Lui è sul parapetto che saluta i suoi dipendenti. Hanno appena chiuso
il cantiere, il lavoro è proceduto a gonfie vele e rimane
solo da prendere gli attrezzi
e i macchinari da riportare a
Piombino. Per domani sarà
tutto finito, anche gli operai
torneranno a casa. Quando,
però, David si accende una
sigaretta e la nave è già verso l’imboccatura del porto,
vede una scena curiosa. I
suoi dipendenti, per la soddisfazione di aver finito il
lavoro, di averlo fatto bene e
di aver ricevuto tanti complimenti si gettano in mare,
nell’acqua cristallina dell’isola. Sfogano la loro felicità
e la loro contentezza facendo un bagno liberatorio, tutti
completamente vestiti, con
le tute da lavoro e gli elmetti. Ridono e scherzano. Sono soddisfatti del lavoro appena concluso. David, la sera stessa, racconta incredulo
la scena a Flavia Cadelago,
sua moglie. Ha i “lucciconi”
agli occhi, è fiero dei suoi
ragazzi. Il giorno dopo, tutti
quanti di nuovo a Piombino,
in azienda a Montegemoli.
Pronti a ricominciare, pronti
a lavorare, fianco a fianco
con la famiglia Cadelago.
Franco Cadelago ha 87 anni
ed è il pilastro della sua ditta
fondata nel 1957. Ogni mattina si sveglia all’alba, beve
latte e caffè e mangia una
fetta biscottata col burro.
Una veloce lettura al giornale e subito a Suvereto, in cava. Stessa routine per tutta
la sua famiglia: le due figlie
Cristina e Flavia agli uffici
in via Tellini, il cognato David Meucci, invece, alla sede dell’azienda a Montegemoli, i nipoti Giacomo e Lorenzo, anche loro, in ditta. A
scuola Camilla, la più picco-
Chi è Franco Cadelago
Franco Cadelago nasce da mamma Malvina e babbo Camillo in un podere della
campagna piombinese il 26 giugno 1927.
Ha due sorelle Franca e Rita che lavoreranno sempre con lui nella sua azienda.
Nel 1943, durante la guerra, entra in ferrovia. È alla stazione di Portovecchio fino
al 1955. Si sposa con Naga Bartoli, l’amore di una vita. Chiede l’aspettativa alle
Ferrovie italiane e si lancia in un’impresa
di costruzioni strade. Il primo lavoro sarà
la strada che da Pratoranieri porta fino al
centro di Follonica. Nel 1960 l’iscrizione
all’albo degli appaltatori. Ha due figlie: Cri-
la dei nipoti e, in ambulatorio, in piazza della Costituzione, il marito di Cristina,
il noto medico piombinese
Andrea Fagioli. Nella grande casa a Montelupinaio, sopra il Conad di Piombino,
dopo colazione rimane solo
Naga: moglie, mamma e
nonna. È lei, la sposa di
Franco, l’anima di tutto. La
donna con la collana di perle
e la felpa di lana rossa che
ogni giorno, sul tavolo di legno in cucina, prepara pasta,
pane e zuppa per il suo grande clan, per la sua grande famiglia. La donna che non ha
mai fatto un giorno di ferie
perché «mio marito è sempre a lavoro – sorride Naga
–. Abbiamo provato a concederci un’ora di sole, almeno d’estate, ma il tempo di
arrivare a Baratti che il telefono di Franco squillava e
stina, nata nel 1957 e Flavia, nata nel
1959. La prima si sposa col noto medico
piombinese Andrea Fagioli, l’altra con David Meucci, all’epoca commerciante. Oggi
David è all’interno dell’azienda nei quadri
dirigenziali, sua moglie Flavia cura l’amministrazione e Cristina dirige gran parte dei
lavori della ditta. Il figlio di Flavia, Giacomo Meucci (25 anni) è geometra e lavora
in azienda. Il primogenito di Cristina, Lorenzo Fagioli (anche lui 25 anni), lavora
nella sede suveretana della ditta. Camilla,
la secondogenita di Cristina, ha 19 anni
ed è all’ultimo anno di Ragioneria.
bisognava subito tornare in
azienda». La famosa grande
donna che sta dietro ogni
grande uomo.
Franco Cadelago è un uomo
robusto, con gli occhi vispi
e la concretezza che affiora
da ogni gesto delle sue mani
mentre parla e racconta la
sua vita a Costa Etrusca. È
un imprenditore lontano dagli stereotipi. Vicino alla
cultura contadina e sincera
della nostra terra, nella quale oltretutto è nato: «Sono
del ‘26. Piombino all’epoca
era un paesotto. Iniziava al
cimitero e finiva al bar Nanfi (oggi via della Repubblica, ndr). Qualche palazzo, il
corso e piazza Bovio – afferma –. Nient’altro. Parecchio lontano dal centro i primi insediamenti della grande fabbrica che sarebbe diventata la seconda acciaieria
Naga, Franco, Cristina, Flavia
italiana. Mamma fabbrica
che avrebbe dato da mangiare a oltre 10mila operai e
altrettante famiglie. Lontano
da tutto questo, dopo parecchi campi a coltivare, tra la
vecchia Piombino e Baratti,
c’era Salivoli. Da quassù,
con l’occhio che si perde nel
mare e l’Elba all’orizzonte,
il podere dove sono nato e
dove vivo tuttora». In questo casolare Franco è cresciuto insieme a due sorelle:
«Si chiamavano Franca e
Rita. Intanto, mentre io e loro crescevamo, anche Piombino cresceva, tanto che
d’un tratto il nostro podere
di campagna si trovava proprio nel bel mezzo della città».
Era il ’43, la guerra al culmine, Franco è un giovanotto e trova il suo primo impiego: «Sono entrato in fer-
씯
C
di Luca Goerg
19
20
marzo - aprile - maggio 2015
rovia, questa la mia prima
volta nel mondo del lavoro.
Ero alla stazione di Portovecchio». Ma il tempo passa
e la città continua a crescere
all’ombra della grande fabbrica: «Erano gli anni Cinquanta, anni d’oro e il boom
era alle porte. Ebbi un’intuizione e chiesi l’aspettativa.
Il governo e i politici locali
avevano grandi progetti, ne
volevo fare parte». C’era da
ricostruire un Paese, da costruirlo da zero, per farlo diventare una potenza economica. «Ho deciso quindi di
mettermi in gioco: ho affittato camion e betoniere –
racconta orgoglioso Franco
– e intrapresi il mio primo
lavoro edile. Costruire la
strada che costeggia il mare,
da Pratoranieri fino al cen-
La cava di marmo a Suvereto
tro di Follonica. Fu un’esperienza positiva così, dopo
quel lavoro, decisi di continuare». E pensare che la prima opera di questo imprenditore tutto piombinese e figlio della sua città è stata
realizzata nel comune di
Follonica. Infatti incalza:
«La mia strada oggi è interamente nel comune di Follonica. Ci siamo fatti fregare
troppo: prima, le nostre terre
andavano dal Lido di Follonica fino al Nido dell’Aquila, a Rimigliano!». Ma poco
importa per un piombinese
concreto e rivolto sempre al
Botta e risposta
di Umberto Barlettani Il più bel ricordo da bam-
Dono di natura che vorrebbe avere?
Sapere dipingere.
Il tratto principale del suo
carattere?
Bonario.
Un suo difetto?
Lo deve chiedere agli altri.
Stato attuale del suo animo?
Felice.
La persona a cui chiederebbe consiglio?
La mia famiglia.
Il giorno più felice della
sua vita?
La fine della guerra.
E il più infelice?
La perdita di mia madre.
Di cosa ha bisogno per essere felice?
Tranquillità.
Una cosa che non ha mai
capito della gente?
L’invidia.
Il vero lusso è?
La libertà.
bino?
La fine della scuola.
Cosa voleva fare a 12 anni?
Già facevo il fornaio dal
Giusti.
Un consiglio ai giovani
d’oggi?
Essere lungimiranti.
L’incontrò che le ha cambiato la vita?
Con l’impresa Giovannetti
che mi appaltò il primo lavoro.
Città preferita?
Piombino.
Il piatto che predilige?
Gnocchi.
E la bevanda?
Acqua gassata con vino
bianco.
La qualità che preferisce
in un uomo?
Sincerità.
E di una donna?
Onestà.
Quel che detesta di più?
L’invidia.
futuro come Franco.
Flavia Cadelago, la secondogenita, guarda il padre
raccontare la storia della loro azienda e della loro famiglia con occhi orgogliosi e
sinceri: «Io e mia sorella
Cristina, da piccine, si respirava un’aria strana in casa.
Nostro babbo era in perenne
fermento. C’era un lavoro,
la ditta lo realizzava e tutti si
tirava un sospiro di sollievo.
Pronti, magari, a qualche
giorno di relax. Niente da
fare, lui era già a rovistare le
carte per preparare un nuovo progetto, una nuova impresa. E con l’avanzare
dell’età non è cambiato proprio niente, anzi!». In realtà
è cambiato tutto, se non la
voglia di fare e di inventare
del signor Cadelago, di sicu-
Franco
Cadelago
Personaggio storico più
ammirato?
Indro Montanelli.
Con quale personaggio
politico vorrebbe parlare?
Giorgio Napolitano.
Ha il potere assoluto per
un giorno: la prima cosa
che fa?
Mettere d’accordo i politici.
Film cult?
Il vecchio e il mare.
Attori preferiti?
John Wayne.
Cantanti preferiti?
Modugno.
Pittore preferito?
Van Gogh.
Una frase che porterebbe
sulla t-shirt?
Vivi e lascia vivere.
Libri preferiti?
Navi e poltrone.
La soddisfazione più
grande?
Vivere in famiglia.
Hobby?
Mare.
Programma televisivo
preferito?
Forum.
Il regalo più bello che ha
ricevuto?
Quello che mi faranno.
Un suo rimpianto?
Non aver girato il mondo.
Le colpe che le ispirano
maggior indulgenza?
Vivere da gigolò.
Se non avesse fatto l’imprenditore?
L’imbarcato marittimo.
Pensa di restare simpatico
o antipatico?
Simpatico.
L’amico più caro?
Oriano Ottanelli detto Fifi.
Ciò di cui non può fare a
meno?
La famiglia.
Nella vita a chi deve dire
grazie?
Ancora una volta a tutta la
mia famiglia.
Io vorrei?
Che i popoli del mondo trovassero la pace.
21
ro è cambiato ciò che ci circonda. Il podere di campagna dove è nata la famiglia
Cadelago oggi è una casa in
mezzo ad altre mille case.
Piombino non finisce più al
bar Nanfi. Le acciaierie ci
sono sempre, per ora addormentate, ma pronte a ripartire: «Negli anni Sessanta
quando lavoravo come
azienda appaltatrice – interviene Franco Cadelago – all’interno degli stabilimenti,
la mia ditta era arrivata ad
avere circa cento dipendenti
tra autotrasporti, lavori industriali, stradali e sui binari. La cosa strana era che
eravamo una delle poche
aziende piombinesi. In tanti
sono venuti a mangiare nella nostra città da fuori. E ora
chi si vede più? Speriamo
soltanto che la nostra Piombino riparta, e tutti noi con
lei. Mia madre Malvina –
prosegue Cadelago – diceva
che dopo le vacche magre
arrivano sempre le vacche
grasse. Le stiamo aspettando, da un po’ troppo sinceramente, ma sono sicuro che
arriveranno queste benedette vacche grasse».
«E diceva sempre – interviene Cristina, la primogenita –, hai mai visto un uomo in bocca ad un altro?
No? Allora non c’è d’avere
paura. Speriamo bene. Soprattutto per il lavoro. Sudiamo sangue per pagare
ogni mese puntuali i nostri
dipendenti. Facciamo lavorare tutti, un po’ di meno,
ma lavorano tutti. Abbiamo
il pensiero sempre fisso ai
nostri operai e alle loro famiglie. Vediamo le loro facce e pensiamo ai loro mutui,
alle loro bollette e ci sentiamo coinvolti, responsabili».
«E non solo adesso con questa crisi – interviene Flavia
–. Nostro padre ci ha sempre
insegnato il rispetto.
“Tratta i tuoi simili come
vorresti essere trattato te” ci
ha sempre detto. L’impiegato è la materia prima dell’impresa, “prima ci sono gli
Alcuni dipendenti alla sede di Montegemoli
operai” è il suo motto».
«Le nostre bambine – interviene Naga, la moglie di
Franco – sono cresciute con
i figli dei nostri dipendenti,
è stato spontaneo. Loro vendemmiavano nelle nostre
terre e ci portavano il cinghiale appena cacciato. Ci
sono famiglie che lavorano
da tre generazioni nella no-
stra ditta. Da parte nostra
c’è sempre stato affetto,
qualcuno si sposava? Noi ci
tenevamo a fare il servizio
d’argento più bello. E lo
stesso loro a noi». «Si! Il giradischi, ricordi Flavia? Il
giradischi, che bel regalo –
interrompe Cristina –. E le
estati passate in campagna a
giocare con gli altri bimbi?
Alcuni dipendenti alla sede di Montegemoli
Ricordi? Bei tempi… avevamo le treccine», ride.
Ma la ditta Cadelago nasconde anche una storia tutta al femminile. Negli anni
Sessanta, i dipendenti più
vecchi o in pensione lo ricorderanno, c’erano altre
due donne fondamentali in
azienda. Se oggi con Franco
ci sono le figlie Cristina e
Flavia, prima c’erano le loro
zie, le sorelle di Franco appunto: Rita e Franca. «Zia
Rita la chiamavano santa
Rita perché ogni dieci del
mese era lei a pagare gli stipendi. Si occupava dell’amministrazione. Ogni dieci
del mese in ditta tutti a gridare: “Oggi è santa Rita, sia
benedetta!”», racconta Flavia mentre sua sorella Cristina ricorda: «Zia Franca,
invece, con l’elmetto sempre in testa si occupava dei
vari cantieri e affiancava in
tutto quanto suo fratello
Franco, nostro padre». E oggi, girando tra gli uffici, la
cava dell’azienda a Suvereto e la sede di Montegemoli
le cose non sembrano cambiate affatto: «È vero lo dicono tutti – affermano all’unisono Flavia e Cristina –
noi due siamo la Franca e la
Rita del Duemila. Abbiamo
22
marzo - aprile - maggio 2015
effettivamente preso i loro
posti. Ma non poteva essere
altrimenti, ci hanno insegnato tutto loro».
Mentre erano all’università
a Pisa, hanno deciso di interrompere gli studi e dedicarsi all’azienda di famiglia.
«Così io oggi mi occupo
dell’amministrazione, proprio come mia zia e, ogni
dieci del mese, ora chiamano me santa Rita» dice ridendo Flavia. «E io, come
zia Franca, ho sempre l’elmetto in testa e mi occupo
dei nostri cantieri» afferma
Cristina.
Oggi la Cadelago è un’azienda del nostro territorio
che dà lavoro a trenta dipendenti.
La ditta nel tempo ha saputo
diversificare e attualmente
si struttura in tre diversi rami d’azione. La Cadelago
sas che si occupa di società
di costruzioni per complessi
abitativi. La Ica Impianti
che opera nel settore autotrasporti, lavori industriali,
stradali, di movimento terra
L’azienda
La Cadelago sas nasce nel
1957 per volere di Franco
Cadelago. A fianco dell’imprenditore le due sorelle Rita e Franca. L’impresa si
specializza sin da subito
nell’ambito degli autotrasporti e dei lavori industriali.
Al 1960 risale l’iscrizione all’albo degli appaltatori. In
seguito amplia la propria attività sia in ambito portuale,
stradale che ferroviario. È
una delle aziende appaltatrici, una delle poche di Piombino, all’interno degli stabilimenti siderurgici. Nel tempo
si specializza nel movimento terra e nell’edilizia industriale. Negli anni Settanta
nasce la Ica srl per la fornitura di calcestruzzo preconfezionato, asfalto e conglomerati bituminosi e inerti.
Oggi è proprietaria di una
cava di marmo a monte Peloso (Suvereto) e esporta in
tutto il mondo. Nel corso degli anni la Cadelago ha anche costituito diverse società di costruzioni per l’edificazione di complessi abitati-
Davide Meucci e un cantiere
e edilizia industriale. La Ica
Cava, nata nel 2007, ha rilanciato, grazie a investimenti importanti, l’estrazione del marmo nella cava di
monte Peloso a Suvereto.
«Vado in cava ogni mattina
– dice Franco –. Tiriamo
fuori pezzi di marmo da fare
invidia. Sono bellissimi.
Vendiamo a cinesi, indiani e
americani. Io ci parlo in inglese, dopo tutto ho studiato
a Oxford – ride –, ma la cosa che apprezzano di più? I
marmi della nostra terra?
Macchè, i carciofini che gli
spedisce mia moglie. Così
buoni non li fanno nemmeno in America!».
E cos’è in fondo la storia di
questa azienda se non proprio quei carciofini, così
semplici e concreti? Cos’è
questa azienda se non i sorrisi dei suoi dipendenti che
stanchi e soddisfatti, si gettano nel mare di Capraia a
conclusione di un lavoro?
Cos’è questa azienda se non
la voglia di sbarrare la strada al pessimismo e di non
mollare mai, perché c’è sì
da guadagnare ma anche da
vi. Oggi, in azienda, Franco
lavora con le figlie Cristina e
Flavia. C’è anche David
Meucci, marito di Flavia e
colonna portante per il futuro dell’azienda.
va. Il marmo estratto è della
tipologia “noisette fleury”. I
marmi di monte Peloso, ance se meno famosi di quelli
di Carrara, godono di grande
fama e vengono esportati
nel nord America sin dagli
anni Ottanta, principalmente in Canada e Usa. Oggi,
grazie alla globalizzazione,
questo materiale di pregio
ha conosciuto nuovi mercati
come l’India e la Cina. Il progetto futuro di questa porzione del nostro territorio,
terminata l’estrazione, sarà
quello di tornare campagna
intatta.
La cava
La cava di estrazione di marmo dell’azienda Cadelago si
trova nella località di monte
Peloso, nel comune di Suvereto. Nasce alla fine degli
anni Cinquanta sui terreni di
un’antica famiglia di origine
fiamminga, discesa in Italia
al tempo di Carlo VIII. Il sito
estrattivo e i terreni circostanti sono caratterizzati
dalla presenza di un’estesa
oliveta, molto suggestiva.
Infatti, gli olivi sembrano avvolgere in un ideale abbraccio l’area dedicata all’estrazione del marmo. Nel 2007
Ica Cava, di proprietà della
Cadelago sas, acquisisce la
cava e i terreni circostanti rivitalizzando con nuovi investimenti l’estrazione del
marmo e contemporaneamente l’attività agricola per
la produzione dell’olio di oli-
Forza di un uomo
Un imprenditore non si ferma mai e Franco Cadelago
ne è l’esempio: «Abbiamo
cominciato con l’asfaltatura
delle strade – racconta la figlia Flavia –, ma dovevamo
comprare l’asfalto. Allora
babbo ha preso, è andato a
Ravenna e ha rilevato un cementificio. Ci serviva la materia prima, il pietrisco. Ce
lo facevano pagare troppo,
a dir suo. Allora babbo ha
pagare gli stipendi a persone
che contano su di te? Cos’è
la storia di questa azienda e
di questa famiglia se non
mamma Naga, che con la
collana di perle e la felpa di
lana rossa, ogni mattina rimane a casa, in cucina, e
prepara pasta, pane e zuppa
per tutto il clan Cadelago? E
un’oretta la passa pure a inscatolare i carciofini per gli
americani e gli indiani? Sì,
la ditta Cadelago è questa
famiglia e questa famiglia è
un pezzo di storia della nostra città.
preso e ha comprato una
cava. Il calcestruzzo? Ci serviva e babbo che fa? Prende
e rileva un impianto per la
produzione di calcestruzzo.
Chi pecora si fa lupo si mangia ha sempre detto».
I modi di dire
Parlando con la famiglia Cadelago sono scaturiti diversi
termini, frasi e modi di dire
tipici del nostro territorio.
Frutto della cultura della nostra provincia e del nostro
modo di vivere. Di seguito i
più significativi. Che sia
questo modus pensandi la
chiave del successo?
«Chi pecora si fa, lupo lo
mangia».
«Sudare sangue e andare
avanti».
«Dopo le vacche magre arrivano sempre le vacche grasse».
«L’hai mai visto un uomo in
bocca a un altro? No? Allora
non c’è da temere nulla».
«Quando c’è tanta carne al
fuoco si mangia. Quando
c’è miseria nemmeno due
bracioline».
23
AUTOMECCANICA snc
Autocarrozzeria VANNUCCI sas
Livio Cristiani
(Agente immobiliare):
«Ho conosciuto anni fa
Franco Cadelago per motivi professionali ed ho subito capito che la sua storia
aveva del leggendario. Come imprenditore nasce negli anni Cinquanta, animato, da par suo, da una
straordinaria lungimiranza,
supportata da una grande
capacità di rischio e di sacrificio. Su queste basi ha
costruito un’impresa solida, i cui interessi spaziano
dalle cave alle costruzioni
edili, stradali, industriali ed
altro. Produce anche un ottimo olio d’oliva, che ho
avuto il privilegio di apprezzare. Credo che la forza interiore che a tutt’oggi
esprime sia scaturita dall’amore, ricambiato, verso la
famiglia, che nel tempo è
cresciuta. Penso che abbia
ancora l’abitudine di riunirla quotidianamente a
pranzo, come si usava una
Loc. Montecaselli, 14 - Piombino
Tel. 0565 221471 - 0565 221481
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Dicono di lui
volta: un esempio di tradizione, qualità umane e visioni moderne, che hanno
fatto grande l’uomo e l’imprenditore. Ce ne vorrebbero tanti come lui».
Bruno Pietrini
(Imprenditore):
«Conosco da tanti anni
Franco Cadelago. L’ho sempre visto lavorare con grande passione e professionalità. Franco ha avuto la fortuna di avere al suo fianco una
gran bella famiglia che ha
così contribuito al successo
delle sue aziende. In poche
parole Franco si è rivelato
un bravo e serio imprenditore. Uomini come lui sono
indispensabili per la crescita
della nostra terra».
Leonardo Savio
(Dipendente Cadelago sas):
«Da ventisei anni lavoro
con la ditta Cadelago. Per
me è come una grande famiglia. Non ho mai avuto alcun problema. Tutto è sempre filato nel modo migliore. Spesso ho lavorato fianco a fianco con Franco, il titolare, instaurando con lui
un bel rapporto. Ringrazio
anche le figlie Cristina e
Flavia, David e gli altri
componenti della famiglia
per aver creato un clima sereno in azienda».
BUSSOTTI
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Venturina Terme (LI)
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Enzo Grandi
(Titolare Etrusca Profilati):
«Ho sempre ammirato Franco Cadelago per la sua capacità organizzativa nel predisporre i vari cantieri di lavoro. Dotato di grande intuito,
è passato con estrema facilità dai lavori stradali, alle costruzioni civili per finire alla
estrazione di marmo pregiato dalla cava di Suvereto.
Complimenti vivissimi a
Franco che si è rivelato un
imprenditore di valore».
Creazioni
personalizzate
di gioielli
24
marzo - aprile - maggio 2015
fatti & persone
Porto: in arrivo 20 milioni
l presidente del Consiglio
Matteo Renzi e il sottosegretario alla Presidenza
del consiglio Luca Lotti hanno
firmato il provvedimento che
assegna 20 milioni di euro
alla riqualificazione del porto
per lo smantellamento delle
navi, già approvati dal Cipe
nell'agosto scorso. Il Cipe
metterà adesso i 20 milioni
a disposizione della Regione
Toscana che, a sua volta,
provvederà a trasferirli all'Autorità portuale di Piombino. Sarà quest'ultima
infatti, ad indire la gara di
appalto per il completamento
delle banchine necessarie
alla demolizione e per il refitting delle navi militari. «A
questo punto – così il sindaco
di Piombino Massimo Giuliani
I
– si può davvero cominciare
a parlare di rottamazione e
refitting delle navi militari.
Il porto di Piombino assume
un'importanza strategica
per l'Europa per il Mediterraneo. I porti che si occupano
di smantellamento navale
saranno infatti strategici,
in linea anche con le nuove
norme europee che dovranno
stabilire i requisiti necessari
Casalis, nuovo primario
Michele Casalis è il nuovo
direttore dell’Unità di Anestesia e rianimazione
Piombino-Elba. È nato a
Piombino nel 1966 e vive
a Venturina. Casalis ha
svolto la sua professione
a Pisa e per dieci anni all’ospedale di Grosseto dove è stato responsabile
del progetto di donazione
degli organi e referente
ospedaliero del progetto
ospedale senza dolore. Ha
maturato negli anni una
lunga esperienza nella
anestesia in chirurgia robotica e laparoscopica
avanzata. Specializzato
anche in medicina legale
delle assicurazioni. Ha
conseguito infine un master in management e sanità conseguito al laboratorio MeS della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.
Al neo primario l’incarico
quindi di rilanciare un reparto delicato come quello di anestesia e rianimazione. Una sfida importante che Casalis si appresta
ad affrontare: «Sono contento di mettere a disposizione della collettività
della mia terra l’esperienza che ho maturato in
questi anni. Conosco tante persone che si aspettano molto da me e non voglio deluderle. In ospedale ci sono le risorse giuste sulle quali fare affidamento, c’è la voglia di fare gioco di squadra e di lavorare in team».
alle navi per solcare le acque
del Mediterraneo. L'obiettivo
– conclude Giuliani – è infatti
anche quello di salvaguardare
sempre più il bacino del
Mediterraneo dal punto di
vista ambientale e l'impegno
del governo italiano e del
ministero dell'ambiente in
tale direzione sono estremamente importanti e significativi».
Libri ai neonati
da Soroptimist
Un libro per ogni bambino
nato nel 2014.
Questa l’iniziativa del Club
Soroptimist di Piombino, che
si inserisce nel progetto
“Nati per leggere”.
Un gesto di benvenuto al
nuovo cittadino per promuovere la lettura ai più piccoli
fin dai primi mesi di vita.
La proposta, realizzata in
collaborazione con Usl6 e
l’associazione pediatri, è
stata sposata dall’amministrazione comunale piombinese. A Soroptimist quindi
il compito di acquistare i
libri per i 187 nuovi nati lo
scorso anno.
I volumi saranno poi distribuiti
dai pediatri, a partire da
maggio.
Bus gratis verso i Parchi
In gita ai Parchi della Val di Cornia con lo scuolabus. Il Comune di Campiglia offre agli alunni delle sue scuole la possibilità di visitare i parchi con una gita scolastica in cui il
viaggio è gratuito, offerto dall’amministrazione comunale
che ha rinnovato l’accordo con la ditta appaltatrice del servizio che mette a disposizione dieci corse. Tale disponibilità
di viaggio si è scelto di indirizzarla verso un progetto di conoscenza dei Parchi della Val di Cornia.
Le uscite sono state programmate per il periodo che va da
marzo a maggio e saranno circa 350 i ragazzi coinvolti. A
questa iniziativa, la Parchi ha abbinato un’agevolazione per
i ragazzi: per le visite/laboratorio dal costo uguale o superiore ai 15 euro, verrà consegnato a ogni studente, al posto del
semplice biglietto, la parcheopass residenti. Per le visite di
costo inferiore, integrando l’importo con la cifra mancante,
potrà essere ugualmente consegnata la parcheopass residenti che dà diritto all’ingresso illimitato nel tempo ai Parchi
e ai Musei archeologici della Val di Cornia.
25
fatti & persone
Cambio al vertice
al Consorzio
L’ingegnere Roberto Benvenuto
alla guida del Consorzio 5 Toscana. A seguito della riforma
regionale, sono stati unificati i
territori precedentemente affidati
al Consorzio di Bonifica Alta Maremma, al Consorzio di Bonifica
Colline Livornesi e all’Unione
Montana dell’Alta Val di Cecina.
Il nuovo direttore generale, 40
anni, dottore in ingegneria per
l’ambiente ed il territorio, è stato,
dal 2005 al 2010, alla guida
del Consorzio di Bonifica Alta
Maremma, dal 2011 direttore
unico Consorzio Bonifica Grossetana e da febbraio 2014 vice
direttore generale del neo costituito
Consorzio 6 Toscana Sud.
Hotel dell’Elba
premiati alla Bit
L’Oscar dell’ecoturismo di Legambiente assegnato a quattro
hotel elbani alla Bit di Milano,
la principale borsa internazionale
italiana del turismo. I prestigiosi
riconoscimenti sono stati assegnati all’hotel del Golfo di Procchio
per l’ottima gestione ambientale.
All’hotel Gallo Nero di Sant’Andrea
per la creazione di un orto messo
a disposizione anche dei propri
ospiti. L’hotel Montemerlo di
Fetovaia è stato premiato per
il canale televisivo interno che
mostra i comportamenti ecocompatibili che il cliente può rispettare. Infine l’hotel Barracuda
di Marina di Campo per l’impegno
nella ricerca degli ingredienti
dei cibi, come la marmellata
bio e i sali aromatizzati di produzione propria.
Astorino in Legacoop
mportante incarico per Assunta Astorino, presidente
della Cooperativa sociale
Cuore di Piombino. È stata
infatti eletta a Firenze vicepresidente di Legacoop Toscana.
La Cooperativa Cuore è nata
a Piombino nel 1988 ed
oggi è una tra le realtà più
importanti della cooperazione
in Toscana con una forza
lavoro di oltre 350 persone
tra soci e dipendenti. Opera
nel settore sociosanitario
ed educativo ponendo i bisogni delle persone al centro
della propria attività: dai
servizi infermieristici, a quelli
rivolti all’infanzia, agli anziani,
I
all’assistenza domiciliare,
all’handicap, al disagio psichico. Gestisce anche residenze sanitarie assistite sui
territori delle province di Livorno e Grosseto e il progetto
“Mai soli” in sinergia con
la Pubblica Assistenza di
Il nostro vino in vetrina
La Camera di Commercio
di Livorno prosegue la
sua attività di valorizzazione del settore vitivinicolo della provincia. Produttori vitivinicoli locali e
buyers stranieri si sono
infatti incontrati a Piombino e a Livorno in due
giornate dedicate alla
promozione e valorizzazione di un comparto
sempre più strategico
del nostro territorio con
l’obiettivo di allargarne il
mercato.
La prima giornata del
tour, organizzata dal
Consorzio di tutela vino
doc Val di Cornia, ha visto i 29 buyers stranieri
fare visita alle aziende vitivinicole di Campiglia,
Suvereto e poi a Piombino con la conclusione al
Castello dove hanno potuto apprezzare la bontà
dei vini presentati dalle
associazioni di sommelier Ais e Fisar. La seconda giornata gli operatori
stranieri si sono spostati
a Livorno dove hanno incontrato le aziende rappresentative di tutte le
zone Doc della provincia.
Piombino.
«Si tratta di un importante
riconoscimento per il lavoro
che la cooperativa ha portato
avanti in questi anni – sottolinea Assunta Astorino –
per contribuire a migliorare
la qualità della vita dei
territori in cui opera nonché
all’incremento dell’occupazione. Rappresenta anche
uno stimolo ad impegnarci
ulteriormente per fornire
servizi sempre più mirati e
innovativi – prosegue la presidente – facendo rete con
le istituzioni, con altre cooperative sociali, con le associazioni di volontariato e
con la comunità».
Giovani e lavoro,
arriva Policoro
È sbarcato anche nella diocesi di
Massa Marittima e Piombino il progetto Policoro, nato per volontà
della Chiesa cattolica italiana come
aiuto ai giovani disoccupati del
sud.
Promosso dalla Cei a metà anni
Novanta, il progetto, nato in provincia
di Matera, e inizialmente rivolto ai
giovani del sud, si è piano piano
esteso al centro nord. Non un ufficio
di collocamento, ma un percorso
concreto per aiutare i giovani che
hanno delle idee valide a inserirsi
nel mondo del lavoro. Ad oggi il
progetto Policoro ha promosso la
nascita di circa 800 esperienze lavorative che hanno dato un'occupazione a migliaia di giovani. La
figura centrale è quella dell’animatore
di comunità, che la diocesi di Piombino ha individuato in Francesca
Pottieri (34 anni). Sarà suo compito
scoprire e valorizzare le potenzialità
dei ragazzi del territorio, aiutare a
districarsi tra i cavilli burocratici e
valutare, a seconda del progetto
da realizzare, la possibilità di
accedere ad aiuti regionali, statali
o europei. A Piombino la segreteria
del progetto Policoro si trova nella
sede della Caritas, a Fiorentina
(tel. 0565 276149).
26
marzo - aprile - maggio 2015
fatti & persone
Campani confermato
aurilio Campani è stato riconfermato presidente della
Sezione soci Coop di
Piombino-Riotorto. Tre i vicepresidenti: Pablo Gorini,
Simona Romanelli e Tiziana
Valeriani. Gabriele Campinoti è stato designato
tesoriere. Questi gli eletti
del nuovo direttivo: Giuliano
Fedi, Maura Fratti, Eraldo
Ridi, Piero Ruffoli, Carlo Salvadori, Anna Tempestini, Piero
Tortolini, Marco Iantosca, Anna
Montagnani, Rodolfo Simonelli,
Fausto Bianchi e Giuseppe Rinaldi.
Tra i primi impegni del nuovo comitato l’assemblea annuale autonoma dei soci tenutasi
proprio in occasione della celebrazione del
70° anno della Cooperativa, La Proletaria,
nata a Piombino il 26 febbraio 1945. Sono
stati illustrati il bilancio preventivo 2015
di Unicoop Tirreno, i programmi di attività
della sezione soci e le azioni commerciali
che la cooperativa metterà in campo per
tutelare soci e clienti.
Nell’anno del 70° anniversario, Unicoop
Tirreno intende rafforzare il suo impegno
nell’efficienza aziendale offrendo ai soci e
M
consumatori prodotti di qualità, sicuri
e convenienti, sempre all’insegna
dei valori di eticità. Infine il
forte legame da sempre con
il territorio, consolidando i
rapporti con i produttori locali.
Nel corso delle celebrazioni
l’intervista al presidente
Marco Lami Unicoop Tirreno condotta dal direttore
dei quotidiani Finegil Roberto
Bernabò, il concerto dei Nomadi e lo spettacolo del Teatro
dell’Aglio “C’era una volta e ancora
c’è”, sulla nascita della Cooperativa La
Proletaria.
È uscito il cd dei Malamanera
È uscito “Il primo passo”, il disco dei Malamanera, gruppo
formato da musicisti della Val di Cornia. L'album raccoglie
brani originali scritti da Letizia Papi (voce) e Gianluca De Vito
(chitarra e voce) e arrangiati con l'apporto di Emiliano Pasquinucci
(tastiere, fisarmonica, flauto), Jury Carmignani (basso) e
Leonardo Orlandi (batteria). Il disco è autoprodotto con l'utilizzo
della formula del crowdfunding, cioè un sistema di micro-finanziamento dal basso tramite piattaforma web, che consente
agli artisti di affrontare i costi di produzione senza sottostare
alle logiche commerciali. L’operazione si distingue anche per
la scelta pionieristica di affidarsi a Soundreef, il sistema
alternativo alla Siae.
Concorso Sefi
paniere delizie
La società comunale Sefi, gestore
della biblioteca dei ragazzi “Il
palazzo dei racconti”, organizza,
nell’ambito di Campiglia per Milano Expo 2015, il concorso fotografico e letterario “Il paniere
delle delizie”. Bando e moduli
sono scaricabili dal sito www.sefifiere.it. Info: tel. 0565 838470;
email [email protected].
Solidarietà,
donazioni Lions
Il Lions club di Piombino ha donato all’Opera Padre Giustino
Senni un videoproiettore completo
di impianto audio e schermo
(costo mille euro) per l’intrattenimento dei diciannove ragazzi
in affidamento all’Istituto. Alla
scuola materna Roberto Spranger,
invece, il Lions ha corrisposto
un contributo di 4.500 euro.
Storiche residenze in vendita
Due storiche residente
piombinesi, splendide terrazze affacciate sulle isole
dell’arcipelago. Due immobili in cerca di nuovi acquirenti. Si tratta di Villa Vittoria (nella foto) e Villa il Canaletto, entrambe in vendita sul portale per immobili
di alto pregio Lionard Exlusive Real Estate, con sede
a Firenze.
A picco sul mare, Villa il Canaletto è quotata tra i 4 e 5
milioni di euro. Progettata e
realizzata nel 1926 dal barone e architetto
fiorentino Vittorio
L’Hermite, come
sua dimora marina, è stata acquistata,
una
quarantina di anni fa, dalla fami-
glia Lippi Calonaci.
Il prezzo di Villa Vittoria, invece, si sa che è compreso
fra cinque e dieci milioni di
euro. Da questo edificio,
ubicato sulla sommità di
Cittadella, è passata la storia: da Elisa Bonaparte Baciocchi a Leonardo da Vinci. Negli anni Duemila, dopo la famiglia Lucchini, è
subentrata la Fondazione
Kepha, un’organizzazione
per la diffusione della cultura cristiana e legata al Vaticano.
27
fatti & persone
Tempestini alla Pubblica Assistenza
’ex assessore alle politiche sociali, Anna Tempestini è la presidente
della Pubblica Assistenza
di Piombino. Lo ha stabilito
il nuovo consiglio direttivo,
risultato delle recenti votazioni. Dino Franceschini, presidente uscente, è stato nominato vice. Gli altri consiglieri
sono Sauro Amerighi, Luca
Carrara, Deanna Del Punta,
Romolo Ricci, Anna Tafi,
Renzo Papini e Michela Corsini. Il collegio dei sindaci
revisori è composto da Laura
Baroni, Matteo Tonietti e
Leonardo Carolini.
Soddisfatta e determinata
così Anna Tempestini in una
nota: «L’incarico che ho assunto nella Pubblica Assistenza rappresenta per me
un modo per continuare ad
occuparmi del settore sociale,
L
in continuità con l’impegno
che ho avuto per 10 anni
come assessore, anche se
ovviamente con altre modalità. La Pubblica Assistenza
è un’associazione storica
della nostra città, conta oltre
4mila iscritti e opera in settori
che toccano da vicino i bisogni
delle persone, la malattia,
il disagio e la perdita di persone care. Settori delicatissimi che richiedono impegno,
professionalità e sensibilità.
Per questo ringrazio tutti coloro che operano nell’associazione, dai dipendenti ai
volontari. Il lavoro che ci
aspetta – prosegue la presidente – è importante ed
impegnativo, in un momento
delicato per la nostra città,
dove le esigenze aumentano
al pari delle difficoltà economiche che ovviamente ri-
produce energia, riscalda,
rinfresca, amico dell’ecologia
cadono anche sul funzionamento delle associazioni.
Sono soddisfatta della composizione del consiglio che
rappresenta in parte la continuità con il precedente,
con la presenza di vecchi
consiglieri che supportano
i nuovi nella conoscenza dei
problemi e con i nuovi che
stanno lavorando con impegno e competenza. Stiamo
definendo gli obiettivi specifici
per l’anno 2015 ma credo
che l’obiettivo principale sia
quello di mantenere e sviluppare la presenza dell’associazione cercando di allargare la base sociale ai
giovani, mantenendo i servizi
al meglio della qualità e continuando a garantire tariffe
contenute per quelli di natura
privata. Vorrei sottolineare
– conclude Tempestini –
LAMPOGAS TIRRENA srl
come il volontariato rappresenta il valore aggiunto dell’associazione e come sia
fondamentale per la garanzia
dei servizi che eroghiamo
che ci siano sempre volontari
che vogliono impegnarsi nelle
tante attività che svolgiamo.
Spero di poter contribuire
anche con il mio impegno
e con quello del nuovo consiglio alla crescita dell’associazione».
Via Aurelia km 245 - Venturina Terme - Tel. 0565 851452 - [email protected]
28
marzo - aprile - maggio 2015
Silvia Velo, la donna del mare
O
di Luca Goerg
rmai è primavera e
si stanno scaldando
i motori per la stagione estiva 2015. Buona?
Cattiva? Ai posteri l’ardua
sentenza. Intanto la politica
prova a muoversi e a stare
sul territorio. A San Vincenzo si è svolta l’iniziativa di
Rifare l’Italia: “Partiamo
dai territori. Quale sviluppo?”. Si tratta di un evento
organizzato dal sottosegretario all’Ambiente Silvia
Velo con il sostegno del suo
consigliere Paolo Foti: «Il
nostro territorio è baciato
dalla fortuna – ha esordito il
consigliere Foti –. Mare,
enogastronomia e cultura
sono le basi per sviluppare
un turismo ecosostenibile. E
in questo l’onorevole Velo è
un’esperta». Un momento di
confronto tra istituzioni,
amministratori, imprenditori e operatori del mare. Mare
inteso come motore di sviluppo per il litorale della
Costa degli Etruschi attra-
Importante convegno per rilanciare il turismo.
Sbrilli, presidente Parchi: «Manca sinergia
tra pubblico e privato. Pensare in modo nuovo»
verso la chiave della sostenibilità. Il sindaco Massimo
Bandini ha dato poi il benvenuto alla sala gremita del
teatro Verdi: «Sono lieto di
ospitare questa iniziativa nel
mio comune. San Vincenzo
è il comune leader nella provincia per presenze turistiche».
A confrontarsi sul palco, tra
l’altro, due modelli diversi
di sviluppo costiero: quello
romagnolo e quello toscano.
A rappresentare la costa
adriatica la deputata Pd e assessore al bilancio dell’Emilia Romagna Emma Petitti:
«Il distretto turistico della
Romagna può essere preso
come modello di sburocratizzazione e semplificazione
da esportare in tutti i territori costieri – ha affermato la
parlamentare romagnola –.
Sono anche convinta che le
politiche nazionali sul turismo debbano essere riformate in toto. Innanzitutto bisogna aiutare le piccole e
medie imprese del settore
con una facilitazione all’accesso al credito». A farle eco
il coordinatore di “Unione
di Prodotto Costa Adriatica”
Antonio Carasso, consulente turistico di fama internazionale e fautore del
brand romagnolo “Riviera
dei Parchi” che sul nostro
territorio ha detto: «L’elenco dei motivi per venire in
vacanza sulla Costa degli
Etruschi è senza dubbio
molto più lungo di quello
della Costa Adriatica. La
vostra materia prima non ha
eguali al mondo». Su questa
base si è poi sviluppato il dibattito, riconoscendo i pregi
e le potenzialità della Costa
Etrusca: poco sfruttati a li-
vello di marketing turistico
ma potenzialmente enormi.
Niente di nuovo.
«Ma come è possibile stare
nel golfo di Baratti – ha incalzato Fabrizio Lotti, presidente dei balneari toscani
e operatore in Costa Est – se
dopo una certa ora non ci
sono più servizi? Come è
possibile parlare di piste ciclabili che dopo un po’ si interrompono? Serve un deciso cambio di passo». Della
stessa opinione Luca Sbrilli, presidente della Parchi
Val di Cornia: «Il turismo è
da ripensare in modo nuovo.
Manca sinergia. La Parchi
prova a fare rete gestendo
sia il patrimonio naturale
del nostro territorio sia facendo promozione». «Pubblico e privato devono creare una forte rete d’impresa»
ha in seguito affermato anche il consigliere regionale
Matteo Tortolini, riallacciandosi all’argomento. Anche Samuele Lippi, sindaco
di Cecina, ha detto che «la
crisi è un’opportunità, dob-
29
Da sx: Sbrilli, Lotti, Giuliani e Fabiani
biamo cancellare i campanilismi e creare rete sul territorio in senso vasto». Lorenzo Bacci, segretario Pd
della Federazione di Livorno e sindaco di Collesalvetti
ha aggiunto: «Occorre creare un brand, un marchio comune. Bisogna promuovere
le nostre potenzialità».
Il vero punto di svolta nel
dibattito si è poi avuto con
l’intervento di Silvia Velo:
«Il premier Matteo Renzi ci
ha chiesto di lavorare a un
Green Act, un insieme di
leggi da portare in Consiglio
dei Ministri, rivolte al cambio di rotta sulle politiche
energetiche italiane. Più
ecosostenibilità – ha affermato l’onorevole –. Dalla
mia, ho detto al primo ministro che vorrei impegnarmi
affinchè il Green Act possa
diventare anche un Blue
Act: il mare è una risorsa, la
nostra più grande risorsa».
È stato poi il momento di
approfondire gli altri due
grandi temi del nostro territorio: la realtà industriale e
portuale. Il sindaco di Piombino Massimo Giuliani ha
detto: «Buona politica è
mettere in rete le vocazioni
e le risorse di un territorio.
La vocazione metallurgica
di Piombino passa da una
reindustrializzazione ecosostenibile. Basti pensare alle
nuove realtà imprenditoriali: il golfo di Piombino e
Follonica su cui si affacciano proprio le acciaierie è oggi tra i primi posti nell’industria alimentare della maricoltura». Il presidente della
Provincia
Alessandro
Franchi (sindaco di Rosignano) ha risposto: «Piombino è un esempio virtuoso
per l’Italia. Questa città, con
la sua nuova realtà industriale pronta a ripartire, sarà un modello per tutti, soprattutto per Livorno».
Luciano Guerrieri, commissario della Port Authority di Piombino e isola
d’Elba ha aggiunto: «Il
grande sviluppo del porto
piombinese, grazie all’accordo di programma siglato
dal governo, sarà il volano
per il nostro territorio e per
aziende come Cevital. Non
deve esistere competizione
tra i porti della costa – ha
continuato Guerrieri – con
diatribe assurde come quella
tra Piombino e Livorno, ma
solo sinergia».
Tra gli altri sono intervenuti
anche Valerio Fabiani, segretario della Federazione
Pd Val di Cornia-Elba che
sempre sul tema del lavoro,
ha ricordato: «Il movimento
operaio e contadino della
nostra terra ha già rotto le
catene della schiavitù. Lottiamo senza paura. È inaccettabile che queste catene
ritornino, né per gli italiani
né per gli stranieri. Il lavoro
e i diritti al centro». L’assessore regionale Gianfranco
Simoncini, invece, si è soffermato sull’occupazione:
«La Toscana è la prima regione italiana per quanto riguarda l’export. Resistiamo».
Alla fine del convegno, la
deputata Silvia Velo, promotrice dell’evento ha twittato al premiere Renzi un
aforisma di Cristoforo Colombo: «Il mare concederà a
ogni uomo nuove speranze,
come il sonno porta i sogni». Nell’attesa dei sogni,
la Costa degli Etruschi
aspetta fiduciosa il Blue Act
e la nuova stagione turistica.
30
marzo - aprile - maggio 2015
Mirko Lami, segretario CGIL Toscana, parla della ex Lucchini
C
«Cevital, una ventata di ottimismo»
di Mirko Lami*
Sotto la lente di ingrandimento le mosse
della nuova proprietà. Si torna a parlare
dell’altoforno. Quel cuore batte ancora
osta Estrusca mi ha
chiesto un parere riguardo la vicenda Lucchini/Cevital e volentieri provo
a portare un contributo.
Certamente l'avvento di Cevital
per cercare di acquisire lo stabilimento di Piombino, ha
portato una ventata di ottimismo perchè andrebbe a rispondere a tante domande,
l'occupazione e ciò che si
aspettava da anni, la diversificazione, mollando la monocultura industriale dell'acciaio per andare verso altri
mondi, in questo caso Cevital
andrebbe verso l'agroindustriale. Adesso accade che
Cevital sta muovendosi su
più fronti e vediamo quali:
• Mettere a punto il contratto
di acquisto definitivo dello
stabilimento.
• Il mercato del costo energia
nel nostro Paese è dispersivo,
quindi Cevital chiede, al governo italiano, di avere un
costo dell'energia uguale ai
produttori di acciaio del nord
Italia. Organizzazioni sindacali, Regione, Comune
pensano ad un progetto di
“consorzio” tra le aziende
energivore per abbattere i
costi attraverso alti consumi
con contratti di lungo periodo,
proprio per avere il costo
uguale in tutta Italia.
• Cevital si sta preparando a
partire con la laminazione
e la logistica dal primo di
aprile 2015, attraverso degli
incontri con la struttura sindacale aziendale per mettere
a punto quella organizzazione
di lavoro che intende mettere
in atto.
• Assume i lavoratori attraverso
l'articolo 2112 del codice
civile che prevede un passaggio diretto con dei punti
fondamentali, il contratto
nazionale dei metalmeccanici,
il livello attuale che ogni lavoratore possiede e la mansione dove esiste. Il resto,
che fa parte della storia di
«Si tratta sicuramente di qualcosa che riguarda alcune operazioni che stanno facendo
su quell'impianto, come lo
smontaggio delle tubiere ed
altro ancora, ma vedere quel
fievole fumo significa che dentro c'è ancora una lieve temperatura. Quel cuore batte
ancora. In questi giorni abbiamo
sentito spesso la voce che
Cevital sta valutando di riaccendere l'altoforno, in attesa
della operatività di uno dei
forni elettrici che saranno costruiti per ritornare a produrre
acciaio. Mi verrebbe da pensare
che hanno letto alcuni nostri
interventi, fatti sulla stampa,
dove scrivevamo di non abbandonare l'unico altoforno
europeo sul mare, e che la
Germania stava risistemando
i suoi per essere pronta alla
ripresa. Sarebbe davvero una
genialità riaccendere quell'altoforno (dopo chiaramente
l'adeguato ripristino impiantistico), per produrre quella
ghisa necessaria per realizzare
l'acciaio di altissima qualità
che serve a Cevital - e anche
a tutto il comprensorio di
Piombino - per ridare quel
tanto atteso lavoro nel giro
di pochi mesi, circa 8/9. Perché, nonostante la vertenza
abbia preso un verso positivo
con l'avvento di Cevital, il
tempo passa e le scadenze
dei mutui e delle bollette,
non si fermano, arrivano precise alla scadenza con una
puntualità ineccepibile. Non
so se potrà ripartire anche
la cokeria o se dovranno acquistare coke per alimentare
l'altoforno, ma so che sarebbe
una manna dal cielo anche
per la centrale Edison che,
richiamando i suoi lavoratori,
riavvierebbe le turbine, e sarebbe una cosa positiva anche
per l'impianto Tap che avrebbe
pane per i suoi denti. Il tutto
servirebbe a ragionare con
più calma di tutti quegli aspetti
che hanno bisogno di tempo
per essere sviscerati, approfonditi e consolidati. Quei fumacchi bianchi, che qualche
anno fa erano tradotti in 'Fumo
e Pane', possono essere utili
a tutti noi e mi auguro che si
riaccenda anche temporaneamente quell'altoforno senza
mettere in discussione la diversificazione che Cevital intende avviare attraverso la
piattaforma agroindustriale.
Tra l'altro in questi giorni è
stato siglato un importantissimo accordo di collaborazione
tra i ministeri dell'agricoltura
italiano e algerino, che darebbe
ogni lavoratore, deve essere
discusso nuovamente, attraverso una trattativa tra organizzazioni sindacali e
azienda ma penso che, per
alcuni punti, ci siano spazi
per fare cose migliori del
passato.
Poi ci sono aspetti ancora da
definire come, le bonifiche,
l'area portuale che sta modellando il nostro porto facendolo
divenire uno dei più importanti
del Mediterraneo, la costruzione del bacino per la rottamazioni delle navi, la Tap che
è uno strumento mangiascorie
ma anche produttore di una
pavimentazione utile ad esempio alla piattaforma agroalimentare di Cevital, ed infine
la parte logistica che dovrà
far arrivare la strada 398 ma
prevedere anche la ferrovia
sulle banchine, come i porti
più competitivi del mondo.
Mentre riguardo al fumo bianco che esce dall'altoforno e
le voci che girano intorno, ho
scritto un mio pensiero.
opportunità alla nostra agricoltura e alle attività che si
possono affacciare nel porto
di Piombino soprattutto attraverso una nuova logistica.
La riaccensione dell'altoforno
forse resterà un sogno nel
cassetto, forse rimarrà una
pia illusione, ma sarebbe una
concreta e veloce soluzione
in attesa del nuovo ciclo di
produzione acciaio».
*Segretario CGIL Toscana
di Luca Goerg
Come è andato questo primo anno all’interno delle
stanze comunali?
«È iniziata male e continua
male».
Il sindaco Giuliani?
«Ha cominciato il suo mandato affermando che sarebbe stato il sindaco di tutti.
Ad oggi lui e la sua amministrazione hanno avuto solamente un atteggiamento padronale».
E le altre opposizioni?
«Trattiamo con loro sui singoli temi. Stiamo cercando
di fare squadra con tutti. Il
più delle volte c’è dialogo,
altre molto meno. Ad esempio Ascolta Piombino di Gelichi è un’emanazione diretta del Pd, non è opposizione».
Da dipendente delle acciaierie e da capogruppo
del movimento come guarda Cevital?
«Con molta preoccupazione. È sicuramente un’azienda con una disponibilità finanziaria enorme ma sono
in grado di gestire un’acciaieria? Mister Rebrab sa
dell’esistenza di un cartello
dell’acciaio che impedisce
l’approvvigionamento del
materiale primo per la sua
produzione? Si stanno improvvisando. Ci vorrebbe un
monitoraggio da Roma».
A chi si riferisce?
«Silvia Velo. Lei è in Parlamento in quanto rappresentante del nostro territorio.
Abbiamo parlato con i deputati del MoVimento Cinque Stelle che sono a Roma.
Non ci sono stati versi, non
sono riusciti a scoprire niente. Rimane tutto nelle segrete stanze».
Una cosa che siete riusciti
a realizzare, come M5s, in
questo anno di attività?
«Asa, secondo la sentenza
della Corte costituzionale
335, doveva rimborsare degli illeciti fatturati in bolletta. Il nostro ordine del giorno, bocciato tout court dalla
Intervista al portavoce M5s Piombino
31
Pasquinelli: «Il Pd crea
un blocco ai piombinesi»
Daniele Pasquinelli, quarantuno anni, è il portavoce
del MoVimento Cinque Stelle Piombino. Dipendente
da quasi venti anni Lucchini, reparto cokeria. Oggi
è in solidarietà. Diplomato all’Itc Einaudi cittadino.
Sin da giovane si interessa alla politica, infatti
afferma: «Non ho mai votato Pd. La mia area tradizionale
di riferimento è stata, in passato, Rifondazione.
Oggi, grazie a Beppe Grillo, ho potuto superare le
barriere ideologiche. Non volevo contestare guardando
o giudicando da una parte, volevo essere attivo».
È stato membro attivo del movimento grillino sin dal
suo nascere. Oggi, dopo le elezioni del 2014, siede
nel consiglio comunale con altri suoi tre colleghi
pentastellati. «Ora ho il coraggio di guardarmi allo
specchio – afferma –, con il mio impegno politico
lavoro quotidianamente per lasciare qualcosa di
buono ai nostri figli».
maggioranza, chiedeva che
tale rimborso venisse erogato automaticamente. Allora
noi siamo scesi in periferia,
Cotone e Fiorentina in primis, e con il nostro gazebo e
un computer abbiamo invitato i cittadini a compilare,
col nostro aiuto, le pratiche
per i rimborsi. Siamo riusciti a far ottenere 22mila euro
di rimborso (un’azienda ha
incassato 9mila euro). Questo grazie al nostro aiuto.
Siamo arrivati là dove la
convenienza politica, esercitata da questo Pd padronale,
non arriva».
Che cosa non siete riusciti
a relizzare?
«Abbiamo rinunciato al nostro gettone di presenza. Alla fine dell’anno i 2800 euro
risparmiati, non avendo noi
incassato questa indennità,
sono finiti nelle casse comunali. Il nostro ordine del
giorno di destinarlo alle
scuole elementari è stato respinto, proprio dal Pd. Vergognoso».
Perché non avete incassato
l’indennità e non l’avete
devoluta privatamente alle
scuole?
«Questa sarebbe beneficenza. Quei soldi invece sono
pubblici, devono arrivare ai
cittadini attraverso le manovre comunali, non attraverso
un gesto privato».
Questione Asiu e Tap.
«La Tap è un problema,
Asiu un altro. Se fossi stato
in consiglio dieci anni fa sarei stato il primo a sostenere
l’idea di Murzi: recuperare i
rifiuti generati dai processi
siderurgici locali per creare
un prodotto, il conglomix,
impiegabile nella costruzione di strade. Insomma un
prodotto concorrenziale a
Sales, fantastico. Quello che
contestiamo a Asiu non è
questa idea che poi ha portato all’enorme buco di bilancio, tutto è dipeso dalla crisi
Lucchini. Noi contestiamo a
Asiu di aver fallito nella sua
mission principale: pulire le
strade e gestire i rifiuti. Le
nostre discariche si sono riempite troppo velocemente
e la raccolta differenziata
non va bene. E questo fallimento non glielo contestano
i Comuni o il governo, bensì
l’Europa».
Con chi riuscite ad avere
maggiore dialogo nella
maggioranza?
«Per le tematiche trattate
con l’assessore alle politi-
che sociali Margherita di
Giorgi».
Un’opera della nostra città che contestate.
«L’approdo turistico di Salivoli. Ha portato solo cemento. Pochi posti di lavoro e
turismo neanche a parlarne.
Serve come posto barca alla
fascia medio alta della popolazione. Inoltre addio
spiaggia».
Due parole su altre persone della maggioranza che
vedete in consiglio?
«Martina Pietrelli è la grande assente, per essere il
principale esponente dell’ala renziana si vede poco in
consiglio. Stefano Ferrini è
un’enclave. Porta avanti le
sue faccende, tira dritto».
Un giudizio sul Partito democratico.
«Crea un blocco mentale ai
piombinesi, li tranquillizza
con slogan come quello sulla Concordia, ma in realtà,
nel concreto, c’è poco o nulla».
Questo blocco mentale a
Livorno non esiste? Là il
MoVimento 5 Stelle ha
vinto, qui no.
«Ho molta fiducia in Nogarin, abbiamo contatti diretti
con lui. È molto difficile gestire l’apparato di una città
ereditato da settanta anni di
monopolio. Cerchiamo di
creare una partnership strategica con l’M5s livornese,
può essere l’apripista per
una rivoluzione pentastellata in tutta la provincia».
32
marzo - aprile - maggio 2015
Dalla scuola a vicepresidente del consiglio regionale
P
Fedeli, la politica senza proclami
di Francesca Barone
acato, attento, riservato, non incline alla
propaganda. Preferisce che a parlare siano i fatti. Invece, a volte, capita
che le parole di altri parlino
per lui, anzi di lui e del suo
impegno. Così è accaduto a
dicembre scorso, durante
una seduta del consiglio regionale della Toscana. In
quell'occasione
Alberto
Monaci, presidente dell'organo legislativo, ha dichiarato di sentire il “dovere di
ringraziare pubblicamente”
il suo vicepresidente che,
“senza proclami, come è
nel suo stile, ha seriamente
contribuito all'esito della
vicenda Lucchini. Questo è
esercitare il nostro ruolo di
consiglieri”.
Il vicepresidente in questione è Giuliano Fedeli, elbano di nascita, ma da sempre
piombinese. Eppure, alcuni
in Val di Cornia non sanno
ancora che dal 2010 Fedeli
è membro del consiglio regionale. Ed è lui che, a seguito della richiesta di un
amico, conoscente del collaboratore di Rebrab, ha ac-
Giuliano Fedeli con il figlio Gianluca
compagnato gli algerini di
Cevital dal governatore
Rossi, perché interessati alle acciaierie. «Poi però –
spiega Fedeli – ho fatto un
passo indietro perché ritenevo giusto che fosse Rossi
a gestire la faccenda. Mi
sono messo dietro le quinte,
ma ho continuato a collaborare affinché le cose andassero a buon fine».
E così è stato anche per il
porto di Piombino. Fedeli
ha preso in mano la situazione quando si è trattato
di far velocemente approvare, in Regione, il piano
urbanistico. A lui si è rivolto il presidente dell'autorità portuale di Piombino.
Consiglio Regione Toscana
«È vero – conferma Fedeli
– sono andato dalle opposizioni e ho garantito sul
mio onore che non c'era
niente di strano nel piano
urbanistico del porto. Le
opposizioni, fidandosi di
me, lo hanno votato all'unanimità». Fedeli è un uomo di poche parole. Al vicepresidente del consiglio
regionale interessano solo
i fatti. «Quando – dice –
davanti ad un problema, si
lavora in sinergia istituzionale e politica, il problema
si risolve nella maniera
giusta. Sono pagato per
stare in Regione, sono consigliere di tutti i toscani e
allora le cose devo farle e
nel migliore dei modi».
Un pensiero questo che lo
ha accompagnato anche durante la sua lunga carriera
di insegnante. Fedeli ha trascorso ben 37 anni nella
scuola. «Ho amato il mio
lavoro – dice – ma sono andato in pensione perché
odiavo l'istituzione scolastica. Fai carriera solo per
anzianità, anche se sei un
cialtrone». Ma i ragazzi gli
mancano ancora oggi. E
molti di loro continuano a
cercarlo, anche per farsi
sposare: «Ho officiato i matrimoni di 23 miei ex allievi. L'ultimo qualche mese
fa a Firenze».
33
La famiglia e la scuola hanno scandito la maggior parte della sua vita. La politica
infatti è arrivata per caso, a
53 anni. Mai iscritto ad un
partito, nel 1995, dietro invito di Carlo Torlai, si è
presentato alle amministrative con la lista civica Nuova Piombino. È entrato in
consiglio comunale e, confermato anche nella legislatura successiva, è stato poi
nominato assessore dall'allora sindaco Anselmi, che
dopo un anno, però, ne ha
revocato la nomina. «Ad
Anselmi – dice – lo frega
un po' il carattere, è permaloso, però è un bravo amministratore. Per questo ho
firmato per la sua candidatura alle prossime regionali».
Ma l'incontro che ha segnato il suo percorso politico è
stato quello con Antonio Di
Pietro. Nel 1994, infatti,
Fedeli, da semplice cittadino, scrive una lettera a Di
Pietro per sostenerlo nella
sua azione da magistrato.
«Lui mi rispose – racconta
Fedeli – chiedendo la mia
collaborazione per il movimento che stava costituendo, “Mani pulite”. Ho aderito e sono diventato responsabile per la Toscana.
Poi è nato il partito Italia
dei Valori, di cui sono stato
segretario regionale. Oggi
non esiste più. Purtroppo
quando ci si ingrandisce velocemente, non si può controllare tutte le persone che
entrano. E così ci siamo
trovati una manica di mascalzoni anche noi, come
tutti i partiti. Con Antonio,
però, è rimasto un bel rapporto di amicizia».
In Regione, il gruppo a cui
appartiene Fedeli, da giugno 2014, è stato rinominato Toscana civica riformista. Con le elezioni regionali del prossimo maggio,
la sua carica di consigliere
e di vicepresidente cesserà.
«Mi si potrà dire anche che
non sono stato troppo capa-
Chi è Giuliano Fedeli
Giuliano Fedeli nasce a Procchio, Comune
di Marciana, l'8 aprile 1942, da madre elbana e padre aretino. A 7 anni si trasferisce con i genitori a Piombino.
Conseguito il diploma di perito meccanico, inizia ad insegnare all'Ipsia Volta di
Piombino.
Nel 1976, dopo aver vinto il concorso per
le scuole medie (su 12mila concorrenti arriva secondo in provincia di Livorno), ottiene la cattedra di educazione tecnica alle
scuole Dieci Settembre di Piombino, dove
ricopre anche il ruolo di vicepreside. Va in
pensione nel 1997, dopo 37 anni di lavoro.
Da anni ha una tesi in antropologia ferma
in un cassetto, in attesa di essere discus-
ce – dice Fedeli – ma in
questi cinque anni ho messo tutto il mio impegno, a
tempo pieno, dal lunedì alla
domenica. Non ho mai
guardato se una proposta
avesse un colore o un altro,
ne ho solo valutato la bontà. Credo di aver operato
bene, facendo gli interessi
della comunità, però mi
sa per ottenere la laurea in pedagogia.
Per sette anni è segretario regionale di Italia dei valori. Nel 2009 viene nominato assessore ai trasporti della Provincia di Firenze. Nel 2010, come esponente Idv, entra a
far parte del consiglio regionale della Toscana, nel quale, durante la prima seduta,
viene eletto all'unanimità vicepresidente.
Amante dei viaggi, Fedeli è camperista da
48 anni.
Sposato con Serenella Ventura, ha un figlio, Gianluca, membro dei corpi antiterrorismo della Guardia di finanza (ha partecipato a due missioni in Afghanistan), che da
pochi mesi lo ha reso nonno del piccolo Lorenzo.
rendo conto che spesso
queste cose non pagano. I
voti vanno a chi arriva all'ultimo minuto, a chi fa la
sfilata, a chi dietro ha un
partito e tanti soldi. Il mondo politico italiano è proprio buffo!». «In questi cinque anni – continua – ho
sempre utilizzato la mia auto, mai quella di servizio,
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se non per le cerimonie ufficiali. A scuola con cosa
andavo? Con la mia auto! E
così in Regione. L'ho comprata nel 2011, oggi ha
110mila chilometri. Nel
2013 per le spese di rappresentanza sono segnate 392
euro. Preferisco pagare di
tasca mia. Però, quando
esco dal portone della Regione, per la gente sono come tutti gli altri».
Fedeli, che, insieme ad altri
suoi colleghi consiglieri, ha
rinunciato al vitalizio, non
è convinto di presentarsi alle regionali di maggio. «Il
mio gruppo – spiega – ha
fatto un accordo con il segretario regionale del Pd e
Rossi: entriamo in coalizione a patto di essere l'unica
lista civica del presidente.
Riguardo a me, invece,
chiederò alla gente se candidarmi o no. Proseguo solo se vedo che nei cittadini
c'è un riconoscimento del
lavoro fatto. Insomma, prima voglio capire. Noi, con
la gente, si dà troppe cose
per scontato ed è sbagliato». E un' ipotesi di assessorato? «Non accetterei –
risponde sicuro – sarebbe
un massacro. Non mi lascio
spingere da queste ambizioni. Preferirei sicuramente
chiudere la parentesi politica e fare il nonno a tempo
pieno».
34
marzo - aprile - maggio 2015
dal 1962
a
ostra te
n
a
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e
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il giornal
Periodico di informazione, attualità, cultura
presenta
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Premiazione giornalista e scrittore Luigi Carletti Personaggio dell’Anno
e dell’on. Fabio Mussi Premio alla Carriera
Venerdi 30 gennaio 2015 - ore 18.00 Centro Giovani De Andrè - Piombino
I due fuoriclasse insieme con i nostri trofei
Il Premio Personaggio dell’Anno
(alla sua quinta edizione) viene assegnato
al giornalista e scrittore Luigi Carletti,
figlio di Piombino e della nostra terra.
Un giovane partito dalla provincia che
ha girato tutto il mondo grazie al suo
talento e alla sua tenacia.
Ha lavorato con Il Tirreno, La Repubblica,
La Gazzetta di Reggio Emilia, Il Centro
e La Provincia Pavese. Direttore di Kataweb, inviato dell’agenzia Agl, direttore
editoriale di Finegil/Espresso con
incarichi nazionali e all’estero, amministratore delegato di StudioVit. Vincitore
del premio giornalistico Il Premiolino
per le sue numerose inchieste che
hanno lasciato il segno nel giornalismo
italiano. Oggi è anche un affermato
scrittore che ha sfornato molti libri di
successo. L’ultimo è Supernotes che
diventerà un film Hollywoodiano.
Da Piombino a Hollywood, Luigi Carletti
è una storia di libertà, successo e professionalità che deve rendere orgoglioso
il nostro territorio.
Con affetto,
Costa Etrusca e i suoi lettori
Il Premio alla Carriera
viene conferito al politico e uomo di
cultura Fabio Mussi, piombinese doc
e orgoglio del territorio. Anche quest’anno
una personalità che ha portato alta la
bandiera della nostra terra a livello nazionale e internazionale.
A soli venti anni nel Comitato Centrale
del Pci, vicedirettore di Rinascita, condirettore del l’Unità, parlamentare, vicepresidente della Camera dei deputati
e Ministro dell’Università e della Ricerca.
Oggi, è sempre sul campo, a sondare
gli umori della base come membro
dell’Assemblea Nazionale di Sel.
Questo Premio alla Carriera celebra
Mussi non solo per il suo curriculum
unico ma, soprattutto, per essere un
uomo leale, carismatico e amato dalla
gente. Un uomo che non smette mai
di combattere, che non appartiene a
un’altra epoca e che ancora oggi ha
la forza della sua giovinezza e il coraggio di dire proprio ai giovani: «Ribellatevi».
Con affetto,
Costa Etrusca e i suoi lettori
Conduce Fabio Cana, coordina Umberto Barlani,
interviene il giornalista Stefano Tamburini
modera il dibaito il dirore di Costa Etrusca Ivio Barlani
Patrocinio
Comune Piombino
SIDER piombino S.p.A.
LETTI
R
LUIGI CA ELL’ANNO
AGGIO D
PERSON
FA
PREMIO BIO MUSSI
ALLA CA
RRIERA
35
LUIGI CARLETTI PERSONAGGIO DELL’ANNO
Luigi Carletti
nasce a
Piombino il 16 luglio 1960. Studia all’elementare Silvio Mina di
Salivoli, alla Manzoni di Cittadella e al liceo scientifico Marconi
vicino a Marina. Nel frattempo
gioca a calcio, prima nel Salivoli,
poi nel Piombino.
A diciott’anni ancora da compiere, mentre sta per cominciare la
quinta liceo, la folgorazione del
giornalismo. Il Tirreno cerca collaboratori all’isola d’Elba. Luigi
comincia così la sua attività che
prosegue poi al Tirreno di Piombino.
Nel frattempo termina il liceo, va
all’università a Pisa ma continua
a lavorare in redazione. Impara
che nel giornalismo è importante saper scrivere, certo, ma serve soprattutto capire le notizie e
saperne analizzare i risvolti e le
implicazioni.
Nel 1985 arriva la chiamata del
Gruppo Espresso per far parte
di una task force che fondi nuove testate. Luigi s’imbarca e
parte. È l’inizio di una carriera
che lo porterà in giro per l’Italia
Paolo Bertini, Unicoop Tirreno premia Luigi Carletti
attraverso incarichi di scrittura,
direzione e management editoriale. Nel 1993 è il più giovane
direttore d’Italia con la nomina
al quotidiano La Provincia Pavese. Nel 1995 vince il prestigioso “Premiolino” come miglior giornalista italiano.
Dal 2000 è a Roma come direttore internet dei quotidiani locali
del Gruppo Espresso e poi di Kataweb-Elemedia. Oggi è un libero professionista che, all’attività
di scrittore, affianca quella di digital strategist e docente di comunicazione multimediale. La
scrittura resta la sua prima, invincibile passione. Dal 1996 a
oggi ha pubblicato otto romanzi,
dei quali l’ultimo – Supernotes –
è diventato un caso mondiale,
con traduzioni in numerosi paesi
e un film di produzione americana già in lavorazione.
FABIO MUSSI PREMIO ALLA CARRIERA
Fabio Mussi è nato a Piombino il 22 gennaio 1948 da una
famiglia operaia. Frequenta il liceo
classico della città diplomandosi
con la terza miglior pagella d'Italia.
Nel 1967 vince il concorso d'ammissione alla Scuola Normale Superiore di Pisa dove conosce Massimo D'Alema. Dopo aver passato
del tempo in Germania, presso
l'università di Friburgo, si laurea
con una tesi su Adorno e la Scuola
di Francoforte. Intanto la passione
politica, che vede il suo culmine
negli anni caldi del 1968, prende
il sopravvento: a soli venti anni
entra a far parte del Comitato Centrale del Pci. Nello stesso anno
entra nella redazione del giornale
Rinascita, di cui diviene prima,
responsabile delle pagine culturali
e in seguito vicedirettore.
Dal 1980 al 1984 è segretario regionale del Pci in Calabria, in
seguito entra nella Direzione Nazionale del partito. Dal 1986 al
1988 è condirettore de l'Unità al
fianco di Gerardo Chiaromonte.
Favorevole alla "svolta della Bolognina", viene eletto deputato
Giuliano Fedeli consegna il premio a Fabio Mussi
nelle file del Partito Democratico
della Sinistra nel 1992, per la circoscrizione Pisa-Livorno-LuccaMassa. Nel 1996, dopo la vittoria
della coalizione di sinistra, è nominato capogruppo.
L'impegno politico continua poi
nei Ds. Nel 2001 è eletto vicepresidente della Camera dei deputati.
Nel 2006, nel governo Prodi II,
ricopre il ruolo di Ministro dell'Università e della Ricerca.
Infine decide di non seguire la
maggioranza del partito nel co-
stituire il Partito Democratico ma,
nel 2007, decide di voler fondare
un movimento più a sinistra del
Pd: Sinistra Democratica. Nel 2009
il movimento confluisce in Sinistra
Ecologia e Libertà, di cui è membro
del Coordinamento Nazionale.
36
marzo - aprile - maggio 2015
a quinta edizione del
Personaggio dell’Anno
e del Premio alla Carriera di Costa Etrusca è
stata un successo. Personaggio dell'Anno è stato
premiato Luigi Carletti, giornalista e scrittore. Fabio
Mussi (politico), invece, é
stato omaggiato con il Premio alla Carriera. Ancora
una volta due volti del territorio che sono arrivati ai
massimi livelli, nel proprio
settore, grazie alla loro professionalità.
Fabio Mussi, insieme al
giornalista e critico cinematografico Fabio Canessa, ha ripercorso la sua
carriera politica e la sua
vita. La folla presente attraverso il fotoracconto
proiettato sullo schermo
é riuscita ad immedesimarsi con la vita di Mussi:
nato al Capezzòlo (borgata operaia di Piombino,
ndr), diplomato al liceo
classico cittadino e ammesso alla Scuola Normale di Pisa. Grazie alle sue
capacità umane e a una
vita spesa per la politica è
riuscito a portare avanti il
proprio ideale senza scendere mai a compromessi.
Ha raccontato del Pci, del
Sessantotto, della carriera giornalistica a Rinascita e l’Unità. Ha emozionato parlando degli anni duri, sotto scorta, spesi in
una terra difficile come la
Calabria. Ha ripercorso la
storia della sinistra italiana, toccando nel profondo
L
molte personalità politiche presenti in sala: la
“svolta della Bolognina”,
il Pds, i Ds, gli anni in Parlamento, l’esperienza di
Ministro dell’Università e
della Ricerca nel governo
Prodi II e infine la decisione di fondare Sel con l’amico Nichi Vendola.
Sul palco, poi, è stata la
volta di Luigi Carletti, Personaggio dell’Anno 2014.
Per l’occasione è salito in
tribuna l’amico e collega
Stefano Tamburini (giornalista del gruppo l’Espresso), con il quale ha
intavolato una piacevole
conversazione. Carletti è
nato professionalmente a
diciotto anni nella redazione piombinese del Tirreno
e, ad oggi, è arrivato alle
più alte sfere dell'editoria
italiana. Giornalista affermato del gruppo Repubblica-l’Espresso, è anche
scrittore di fama internazionale, con all’attivo ben
otto romanzi. E proprio il
trailer del suo ultimo bestseller Mondadori ha tenuto col fiato sospeso il
pubblico in sala: si tratta
di Supernotes, un caso
mondiale, di cui è già in
lavorazione a Hollywood il
film. Carletti, insieme a
Tamburini, ha inoltre ricordato le tante inchieste di
cui è stato autore durante
la sua carriera, veri e propri reportage che hanno
fatto la storia del giornalismo italiano.
Da sx Bertini, Carletti, Pellegrini, Mussi, Fedeli, Barlettani, Can
Costa Etrusca prem
Un ringraziamento ai nostri fotografi: Patrick Donati,
Pierluigi Galassi, Guido Morelli e Raffaello Spanò.
Ivio Barlettan
i, Mussi, Can
essa e Carle
tti
vani
al Centro Gio
Sala gremita
37
Tutti i vincitori
Le precedenti edizioni del premio Personaggio dell’Anno, indette da Costa Etrusca, sono state vinte dal pittore sanvincenzino Giampaolo Talani, dalla scrittrice
premio Campiello Silvia Avallone, dall’intraprendente
industriale Bruno Pietrini e dal calciatore Andrea Luci.
Il Premio alla Carriera è stato assegnato in ordine di
tempo al cineasta Luciano Tovoli, all’ex calciatore-allenatore-opinionista sportivo Aldo Agroppi, al direttore
del Vernacoliere Mario Cardinali e all’imitatrice-attrice
Gianna Martorella.
Grazie di cuore
nessa
mia Carletti e Mussi
Il successo di questa
quinta edizione ha come
sempre un nome: squadra. Fare squadra è il
mantra di Costa Etrusca.
Un grazie di cuore allo
sponsor Unicoop Tirreno
che da anni sostiene le
nostre iniziative. Un grazie inoltre agli altri sponsor: Bertocci, Calidario e
Siderpiombino.
Un doveroso ringraziamento al Comitato festeggiamenti piombinese
e al gruppo della Comunità irpina ben diretto
dall’infaticabile presidente Giovanni Di Pietro.
Grazie agli illustri ospiti:
Giuliano Fedeli e Stefano
Tamburini. Grazie infine
allo zoccolo duro della
nostra squadra: Umberto
Barlettani, Luca Goerg,
Fabio Canessa, Francesca Barone, Marcello
Cardinali, Claudio Mazzola, Roberto Galante, Edo
Marchionni.
tti
Claudio Carle
ni intervista
ri
bu
m
Ta
no
Stefa
Canessa e M
ussi durante
il dibattito
38
marzo - aprile - maggio 2015
Il saluto del sindaco Giuliani
Gentile Direttore,
voglio ringraziare Lei, il conduttore prof.
Fabio Canessa, e tutti gli intervenuti a
questa importante manifestazione
culturale della nostra Città alla quale, con
dispiacere, non potrò partecipare a causa
improrogabili impegni istituzionali.
Costa Etrusca, lo storico periodico da Lei
diretto, è da sempre protagonista di tante
iniziative nate per valorizzare le grandi
potenzialità espresse dal nostro territorio.
Tra queste, l’evento che oggi si tiene al
Centro Giovani il quale, in continuità con
le edizioni precedenti, costituisce
occasione per valorizzare le molte
capacità che hanno saputo rendere
Piombino protagonista in vari campi del
sapere a livello locale e nazionale. In
questo senso Le rinnovo la mia
gratitudine, estendendola a tutti coloro
che si sono spesi per sponsorizzare la
premiazione odierna.
Pur rammaricandomi della mia assenza,
mi preme sottolinearLe la forte attenzione
e vicinanza dell’intera Amministrazione
comunale all’evento che, già alla sua
quinta edizione, è ormai un punto fermo
per l’intero comprensorio. Desidero
inoltre complimentarmi con i vincitori di
Personaggio dell’Anno e del Premio alla
Carriera, rispettivamente Luigi Carletti e
Fabio Mussi.
Luigi Carletti, giornalista e scrittore di
successo, rappresenta un elemento di
orgoglio per la nostra città. La sua
carriera è il frutto di una forte dedizione e
di un appassionato lavoro di studio nel
mondo della carta stampata e
dell’editoria.
Fabio Mussi, da sempre impegnato nel
mondo della politica, ha dato un
contributo di grande rilievo alla crescita e
allo sviluppo della nostra città nei suoi
anni di dedizione al bene comune,
raggiungendo i massimi livelli politico
istituzionali e conservando allo stesso
tempo un forte rapporto di vicinanza con
Piombino e con i suoi cittadini.
Certo del felice esito di questa meritevole
iniziativa, porgo a Lei e a tutti i
partecipanti i miei migliori saluti
Il sindaco di Piombino
Massimo Giuliani
L’emozione di Mussi
È stato il vicepresidente del consiglio regionale Giuliano Fedeli a premiare Fabio Mussi con il Premio alla Carriera di Costa
Etrusca: «È un onore consegnare questo premio ad un uomo
che come me ha speso la propria vita per la politica. In quanto rappresentante della Toscana e tuo conterraneo è per me
ancora più emozionante essere qui, vicino a te caro Fabio, per
festeggiare la tua carriera. In questo momento ti dicono grazie, non solo i tuoi concittadini ma anche le persone del nostro territorio, di qualunque pensiero politico siano. Infatti sono molti gli uomini che si riconoscono in te e che ogni giorno
lottano per portare avanti il proprio ideale».
Auguri a Carletti
Il presidente dell’Unicoop Tirreno Marco Lami è stato trattenuto per impegni lavorativi di rilievo nazionale a Firenze la sera della premiazione. Quindi non è potuto essere presente,
come ormai sin dalla prima edizione. Al suo posto c’era il suo
braccio destro Paolo Bertini, responsabile delle relazioni
esterne di Unicoop Tirreno: «Carletti è un esempio da seguire,
la parte bella del nostro territorio che funziona. È un piacere
premiarlo personalmente – afferma Bertini – perché rende orgoglioso me e la nostra azienda. Come ogni anno è bello passare queste serate con la redazione e i lettori di Costa Etrusca a Piombino e scoprire i volti positivi della nostra terra. Auguri Luigi e al prossimo successo!».
Barlettani ringrazia
Ivio Barlettani, direttore di
Costa Etrusca e patron dell'evento, ha coordinato il dibattito con la stampa intervenuta nella sala del Centro Giovani De Andrè di Piombino.
Dopo la presentazione dei
due premiati, infatti, sono intervenuti Giorgio Pasquinucci, ex redattore del Tirreno di
Piombino e Umberto Barlettani per Costa Etrusca.
Il direttore ha tra l'altro ringraziato gli sponsor che ormai da ben cinque anni rendono possibile la realizzazione di un evento di notevole importanza e dimensione
come questo: «Cinque anni
sono tanti, soprattutto per
una realtà come la nostra
provincia.
Tutto questo non sarebbe
stato possibile senza l’impegno concreto di molte aziende come Unicoop Tirreno,
Bertocci, Calidario Terme
Etrusche e SiderPiombino.
Un sentito ringraziamento anche all’amministrazione comunale di Piombino per il patrocinio, al personale del
Centro Giovani De Andrè, al
Comitato
festeggiamenti
piombinese e al gruppo della
Comunità Irpina».
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Sorpresa per Canessa
L’assessore alla cultura del comune di Piombino Paola Pellegrini è
intervenuta durante le premiazioni per una sorpresa. Costa Etrusca,
infatti, ha voluto omaggiare il collaboratore Fabio Canessa (giornalista e critico cinematografico) con una targa per l’impegno e la dedizione dimostrata verso la testata. L’assessore ha inoltre aggiunto: «Ringrazio Canessa per l’impegno e i progetti che porta avanti
nel nostro comune e nelle scuole. È una figura importante e di riferimento per tutta la popolazione. Per quanto riguarda, invece, Costa
Etrusca non posso far altro che rallegrarmi per un giornale vivace e
attivo come quello del direttore Ivio Barlettani – ha affermato l’assessore -. Un periodico attento al clima sociale e alla realtà del nostro territorio. Gli innumerevoli eventi organizzati dalla redazione sono un ricco patrimonio per il territorio: “Un giorno… insieme”, la festa per i diversamente abili e gli anziani del territorio, giunta alla
sua decima edizione, è un appuntamento fisso per le associazioni
e le istituzioni locali. I premi di stasera riconfermano l’attenzione
del giornale per l’eccellenza che la nostra terra riesce a produrre facendo parlare di sé oltre i confini regionali e nazionali. Ed è anche
doveroso – ha continuato Pellegrini – ricordare il Pranzo della Solidarietà, manifestazione organizzata in collaborazione con i sindacati per tutte le persone che hanno partecipato alla difesa dell’identità industriale della Val di Cornia. Questo in tempi meno rosei rispetto ad oggi. Costa Etrusca è stata vicino agli ultimi e a chi chiedeva
voce nel campo del lavoro sempre. E ricordiamo tutti, anche, la magnifica serata in cui proprio Costa Etrusca ha tenuto a battesimo la
rinnovata piazza Bovio, simbolo e orgoglio cittadino, con una festa
senza precedenti».
La cenetta dell’amicizia del Comitato
Al termine delle premiazioni gli invitati sono stati
graditi ospiti della redazione di Costa Etrusca alla “cenetta dell'amicizia”
per festeggiare insieme i
premiati. Il party si é tenuto nei saloni del Comitato festeggiamenti piom-
binese. Volti noti del territorio si sono seduti a tavola con i lettori di Costa
Etrusca e naturalmente i
due fuoriclasse premiati
di questa edizione da record. La nota imitatriceattrice Gianna Martorella,
già premio alla Carriera
2013, a sorpresa, ha intrattenuto i presenti con
la sua comicità dirompente. Con la sua simpatia è
riuscita a coinvolgere proprio tutti, dai cucinieri che
sono sbucati dalle cucine, al personale di sala
(gli instancabili volontari
della Comunità Irpina), ai
lettori, agli imprenditori e
politici locali presenti.
Sotto la risata e l'amicizia
targata Costa Etrusca il
menù è volato da una portata all’altra fino ad arrivare al brindisi finale. Un
grande successo!
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marzo - aprile - maggio 2015
♥
♣
Le pillole di Paolo Pachi
Come apro bocca c’è un cretino che parla.
Non capirai mai gli altri se non li ascolti.
Nella tua vita il sole porta gli amici, le
nuvole la solitudine.
Il gambero se non sa di essere guardato,
cammina in avanti.
Se ha la corrente a favore la lampadina si
mette in luce.
Doppia nazionalità: di giorno italiana, ma
russa di notte.
Se la prima volta non ti va bene, non
pensarci più al paracadutismo.
Un comico di Belgrado ha sempre una
battuta in serbo.
La tv si è guastata. Non fa che trasmettere
buone notizie.
Ho visto una pecora tutta arrossata. Era
allergica alla lana.
Il mal di schiena è un vigliacco che attacca
alle spalle.
PAROLE INCROCIATE (di Paolo Pachi)
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ORIZZONTALI
1. Prefisso che vale sei – 4. Sport nazionale italiano – 10. Cremona
– 12. Si dice di azioni atte a scongiurare – 15. Secondo romano – 16.
Figlio di Abramo e Sara – 17. Ridotta Attitudine Militare – 18. Sondrio – 19. L’aiutante di colore di Mandrake – 20. Comune in prov.
Di Ferrara – 21. Telegiornale – 22. Si lavava col sangue – 23. Consorzio Livornese – 24. Articolo spagnolo – 25. Non classificato –
27. Braciola… inglese – 29. Ha un’alea che si corre – 31. Mota argilla – 32. Sudiciume – 33. Mezzo ritiro – 34. Vale noi in grammatica – 35. Terribili personaggi, quasi orchi – 38. Esercito Italiano –
39. Congiunzione inglese – 41. Ebrei senza testa – 42. Laboratorio
Oftalmico Ligure – 44. Nome d’uomo – 45. Sigla associazioni senza
scopo di lucro – 47. Padre Eterno – 49. Un liquore che ha molti gradi
– 50. Ente Autonomo occidentale – 51. Denominazione Italiana
Agro Originale – 52. Olivicoltori Associati.
VERTICALI
1. Resistere in mancanza di estremi – 2. Scilinguagnolo – 3. Iniziali
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di Aleardi – 4. Coincidenza – 5. L’onorevole che ha camminato sui
carboni ardenti – 6. La prima composizione di Carosone al Festival
di Sanremo – 7. Concerto senza vocali – 8. Andato con il poeta – 9. Sconfitta di misura – 10. Il personaggio di Charlie Chaplin – 11. Romolo lo usò per guadare il Tevere – 13. Lo fa il giocatore di poker – 14. Un gancio pugilistico all’inglese – 26.
Il casato di Enrico di Borbone – 27. Croce Rossa Italiana – 28. Non è dispari – 30. Sede operativa – 31. Il verso del grillo –
34. Producono degli effetti – 36. Carnaio senza limiti – 37. È proprio un asino – 38. Dà propulsione al motoscafo – 40. Poi
– 43. Un sentimento devastante – 48. Pareggio a reti inviolate.
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Scusate, signore, potreste darmi una mano?
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Da sessantacinque anni vestaglie, calze e mutandoni
L
La bottega vintage del “fratino”
di Francesca Barone
o trovi lì, dal martedì
al sabato, nella sua
bottega in via Giordano Bruno. Il vecchio bancone è quasi del tutto sommerso da scatole di biancheria. Ne rimane libero solo un
piccolo lato, giusto lo spazio
necessario per mostrare la
merce ai clienti e per sfogliare il quotidiano in attesa
che qualcuno entri in negozio. Lui è lì, un giacchetto
nero sulle spalle e in testa un
cappellino con la tesa, da
cui sbucano lunghi ciuffi
bianchi. È concentrato nella
lettura delle notizie, soprattutto di quelle che riguardano la sua città. È nato a
Piombino, al Castello, nelle
case che la gente chiamava
“di legno”, ma che in realtà
il legno lo avevano solo sul
pavimento. Ha 79 anni ed è
un commerciante da sempre. Commercianti erano
anche i suoi genitori. E la
sua bottega porta sulle spalle una lunga storia, le cui
tracce si ritrovano sulle vecchie scatoline polverose delle sigarette da cucito Filofort tre cerchi rossi.
Piombino, 1950. In via Costa apre una merceria. La titolare è Pietrina Rabacchi.
Ha 42 anni ed è mamma di
Franco e Mario. Il marito, il
sassetano Orlandino Donati,
da oltre vent'anni fa l'ambulante, prima con la bicicletta
per le campagne e poi nei
paesi con il carretto. Nel
1952 Pietrina trasferisce la
sua attività in via Giordano
Bruno, nel fondo lasciato libero dal macellaio Parietti.
Trascorrono gli anni, la città
piano piano si trasforma, ma
Pietrina è ogni giorno dietro
il bancone. Allestisce con
cura le due piccole vetrine ai
lati dell'ingresso, soprattutto
quando è tempo della fiera
del bianco, consiglia le sue
clienti sul cotone da uncinetto o sui colori dei gomitoli di lana. Partono persino
dall'Eba e da Venturina per
servirsi da lei. Pietrina è dedita al suo lavoro, fino all'ultimo giorno della sua vita, fino al 1984, quando, a
76 anni, muore.
Piombino, 2015. La vecchia bottega di Pietrina è
sempre lì, in via Giordano
Bruno. Il figlio Franco alle
8,30 è già dentro, dietro all'unico spicchio di bancone
rimasto libero. Il pavimento,
le luci e gli scaffali di legno
sono i soliti, da sempre. La
bottega continua ad indossare lo stesso abito da sessant'anni. E in alto, tra i ripiani
polverosi, trovano ancora
spazio vecchie scatole, dimenticate lì da decenni. Tutto è uguale, ma niente è come prima. Le vetrine, un
tempo allestite con cura da
Pietrina, oggi sono coperte
da vestagline che sventolano all'aria. Fuori nessuna insegna. Ma tutti, ormai da
sempre, conoscono il negozio come “il fratino”. Un soprannome che arriva da Sassetta. Un appellativo cucito
addosso a Orlandino, come
il saio che indossava da ragazzo, durante gli anni del
seminario. Un saio che aveva ispirato i sui compaesani
a chiamarlo “il fratino”. Un
soprannome che poi è toccato al figlio Franco, fin da
giovane al lavoro nella merceria della madre Pietrina e
in estate, per oltre vent'anni,
a vendere, insieme al padre,
i cappelli sul porto.
Anche se oggi Franco ha 79
anni, non ha alcuna intenzione di chiudere la saracinesca
della sua amata bottega. Ha
ancora i suoi clienti storici,
che vengono da lui persino
da Salivoli e dal Cotone. Lui
si sente un'istituzione a
Piombino, perchè, come sostiene con fierezza, «da me
si possono ancora trovare i
mutandoni di lana!».
L
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marzo - aprile - maggio 2015
di Riccardo Vigetti*
a carbossiterapia è una
metodica che utilizza
l’erogazione dell’anidride carbonica sul piano sottocutaneo per migliorare numerosi inestetismi: in particolare la cosiddetta cellulite,
l’insufficienza venosa e le
smagliature. Questo gas una
volta iniettato ha la capacità
di ridurre le adiposità, migliora
il microcircolo, aumenta lo
spessore del derma e l’elasticità
cutanea. L’anidride carbonica
provoca l’apertura degli sfinteri
precapillari, perciò si ha una
vasodilatazione ed aumento
del flusso ematico. Si ha un
aumento del PH e pertanto un
aumento della cessione di ossigeno ai tessuti. La tecnica
è praticamente priva di effetti
collaterali, gli unici disturbi
I
di Allegra Ciaponi*
l nostro sistema immunitario ci protegge da batteri,
virus e altri organismi cause di malattie. Le vitamine,
in paricolare la vitamina C,
contenute nella frutta e nella
verdura sono i primi alleati
della nostra salute ma non gli
unici a garantire il benessere
del sistema immunitario. È
essenziale innanzitutto fornire
all'organismo la giusta quantità
di calorie. L’apporto di energia
sembra incidere in modo significativo sull’attività immunitaria, infatti la popolazione
sottoalimentata è più esposta
al rischio di infezioni. Anche
i regimi dimagranti troppo rigidi (inferiori alle 1200 kcal)
o squilibrati possono indebolire
la funzione immunitaria, per
questa ragione è importante
ANIDRIDE CARBONICA
Il gas della bellezza
possono essere: modestissimo
senso di bruciore e/o dolenzia
durante l’infusione, modestissimo senso di peso agli arti
inferiori alla fine del trattamento
per circa 5/10 minuti, possibilità
di ecchimosi dovuta all’iniezione. Di solito sono necessarie
10-15 sedute a cadenza settimanale e la durata varia dai
20 ai 30 minuti. La terapia si
è dimostrata eccellente anche
ED ORA LA PAROLA PASSA ALLA DIETISTA
Rafforzare le nostre difese
perdere peso in modo graduale
evitando le dannose diete "fai
da te". Per contro, anche un
eccessivo apporto di energia
può compromettere la capacità
del sistema immunitario di
combattere le infezioni. Un'a-
limentazione ricca di grassi
saturi, può causare, oltre ad
un aumento del peso corporeo,
un indebolimento della reazione immunitaria. Pertanto
è consigliabile privilegiare
grassi insaturi contenuti pre-
Alimentazione Biologica & Naturale
Prodotti per intolleranze
Via Giordano Bruno, 35
Piombino (Li)
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per contrastare l’invecchiamento della pelle, migliorare
il colore cutaneo, ridisegnare
l’ovale del volto, ridurre le
rughe superficiali, ridare turgore
al collo e al décolleté, per
compattare la pelle delle braccia
e delle gambe.
L’anidride carbonica oltre a
favorire lo smaltimento di scorie e di tossine, svolge la funzione antiaging intervenendo
nel processo di rigenerazione
cellulare, lasciando la pelle
più tonica e compatta. Viene
per questo utilizzata anche
nelle patologie (tipo psoriasi
e fenomeno di Raynoud).
La carbossiterapia può essere
associata ad altre metodiche
medico estetiche come peeling,
biostimolazioni, mesoterapia,
filler o tossina botulinica.
*Medico estetico
valentemente negli oli vegetali
e acidi grassi omega-3 e omega-6 definiti essenziali e importantissimi per la nostra salute. Non dimentichiamo inoltre di arricchire la dieta quotidiana con quegli alimenti
che aiutano a ripristinare la
flora batterica e ad aumentare
le difese immunitarie quali
ad esempio i cosiddetti fermenti
attivi probiotici che troviamo
nello yogurt o nel Kefir.
La sola alimentazione tuttavia
non è sufficiente a mantenerci
sani, è indispensabile ridurre
lo stress che indebolisce i globuli bianchi abbassando le
loro capacità di attivarsi contro
le infiammazioni e lasciandoci
quindi più esposti alle malattie.
Un motivo in più per prendere
la vita con più leggerezza!
*Dottoressa, dietista
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di Simona Grossi
dori, colori, sapori,
profumi ci avvolgono intensi e superbi
quando la primavera esplode prepotente rendendo feconda e ricca madre terra
che ciclicamente si offre a
noi generosa.
Ecco quindi che nell'elenco
dei prodotti agroalimentari
tradizionali della regione Toscana il carciofo che viene
prodotto in grande quantità
nella piana di Venturina, prende la denominazione di “
Carciofo del Litorale Livor-
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di Simona Grossi
n primavera alberi, arbusti, piante rampicanti,
piante in vaso o a terra
danno il meglio di loro stessi e non è necessario essere
dei professionisti per ottenere ottimi risultati soprattutto quando ci occupiamo
delle ortensie.
Con esse possiamo ornare una
stanza o un terrazzo o creare
scenografie suggestive nei
giardini. Bianche, rosa, azzurre,
nese” dal sapore lievemente
dolce e dal retrogusto amarognolo, conosciuto anche
come carciofo violetto della
Val di Cornia.
Si tratta di una coltivazione
tipica della zona da oltre quaranta anni e deve la sua tradizionalità, squisita bontà e
qualità alla tecnica di produzione rimasta invariata nel
tempo.
Il carciofo con la sua spinosa
e rude bellezza si accompagna
a molte virtù nutritive e curative: prezioso ingrediente
in cucina è ambasciatore e
simbolo di questa stagione.
In gastronomia è estremamente versatile, ottimo per
i primi piatti come per i secondi o crudo in pinzimonio
o ancora sott'olio.
Con il suo sapore unico diventa protagonista assoluto
di questo tortino.
Preparazione
Pulite i carciofi eliminando i
gambi, le foglie più esterne
e le punte. Tagliateli a fettine
dello spessore di 1,5 cm. togliendo con cura “ il fieno”
interno e passateli nella farina.
Sbattete le uova aggiungendo
un pizzico di sale, il prezzemolo tritato e il pepe. In una
padella versate un filo d'olio,
unite lo spicchio d'aglio leggermente schiacciato e fate
rosolare le fettine per una decina di minuti o comunque
la scelta è individuale, mentre
per ritornare vigorose e fiorifere
le ortensie in marzo richiedono
una potatura al momento dello
sviluppo della vegetazione.
Così toglieremo i resti delle
infiorescenze rimaste dall'inverno che hanno protetto le
gemme, taglieremo i
rami vecchi ed elimineremo
i rami secchi. Qualora
i rami si fossero
gelati durante un inverno
rigido non crediate che la
pianta sia morta e affinchè si
riprenda taglieremo tutti i rami
raso il terreno. L'arbusto si
riformerà durante la primavera
e l'estate e rifiorirà l'anno suc-
cessivo.
Quando le vogliamo in casa
teniamole in una stanza luminosa lontana dai raggi solari
e annaffiamole ogni due giorni
senza che l'acqua nel piatto
rimanga in modo permanente.
Invece quando le travasiamo in giardino dopo la
fioritura,
esponiamole
a mezz'ombra, collocandole in
piena terra in un
suolo leggero migliorato con terra di brughiera
e terriccio. Se il suolo è molto
calcareo, facciamo uno scavo
30x30x30 cm. ponendo nel
fondo della buca un foglio di
plastica forato allo scopo di
far evacuare l'acqua.
Ingredienti
8 carciofi violetti.
6 uova.
1 spicchio d'aglio.
Farina 00 quanto basta.
Prezzemolo quanto basta.
Sale e pepe quanto basta.
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva.
Polleria • Gastronomia
fino a quando non saranno
rosolate per poi poggiarle in
una teglia da forno. Aggiustate
di sale. Preriscaldate il forno
a 180 gradi. Versate le uova
sbattute sui carciofi, spolverate
leggermente di pepe e infornate
per 10/15 minuti. Servite il
tortino ancora caldo.
Facile no? Un piatto di sicuro
successo che potrete proporre
anche come antipasto, accompagnato da fette di pane abbrustolite e che immancabilmente delizierà il vostro palato
e quello dei vostri amici.
A questo punto innaffiamole
con regolarità preferibilmente
di sera. Con queste semplici
mosse le vostre piante saranno
sempre ricche di fiori.
Per mantenere il colore delle
soavi ortensie blu da un anno
all'altro spargete intorno al
piede della pianta il bleu di
Francia, sale di allume o il
solfato di alluminio una o due
volte durante la primavera.
Prodotti che reperiremo da
fioristi, centri di giardinaggio
e vivai.
Facili da curare, mantenere
e creare centrotavola eleganti,
non sono adatte da portare in
regalo per un invito a cena o
a chi si ama, infatti sembra
che il loro significato indichi
l'intenzione di “tagliare la corda” in qualunque circostanza...
quindi meglio evitare!
chezza
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marzo - aprile - maggio 2015
di Pierluigi Galassi
In pensione si avvicina alla fotografia.
Autodidatta lontano da circoli e scuole.
Scatta con le sue Nikon e gira il mondo
SERGIO SIGNORI
Foto e natura,
grande passione
e istinto puro
SAFARI E “MAL D’AFRICA”
NELLE SUE IMMAGINI
n’attrezzatura di prim’ordine, due Nikon D80
e D5000 al servizio della sensibilità (e non viceversa) riscontrabile solo nei “veri” fotografi”. Questo è Sergio Signori, fotoamatore piombinese,
classe 1937, magari non noto ai più, ma che come pochi riesce a veicolare emozioni e sensazioni attraverso
le sue immagini.
Sergio si è avvicinato alla fotografia relativamente tardi, dopo una vita trascorsa nel mondo dell’edilizia che
lo ha visto, non solo metaforicamente, costruire insieme ad altri impresari (Marchi, Danesi, Gherardini, Pecchioli, Quadrelli, Marchionni, Gentilini) gran parte
delle abitazioni di Piombino. Giunto all’età pensionabile, comincia a girare il mondo e a catturarne l’anima
col suo occhio fotografico. Fra le tante immagini che
ho avuto modo di visionare e dalle quali ho selezionato
quelle illustrate in queste pagine, sono rimasto colpito
dai suoi safari fotografici in Africa.
Da queste traspare tutto l’amore di Sergio per questa
terra, quello che in letteratura viene definito il “mal
d’Africa”; il suo modo di fare fotografia è immediato,
nel senso etimologico del termine; non c’è infatti mediazione alcuna in quanto Sergio è autodidatta puro,
lontano da circoli e scuole fotografiche, cosa che gli ha
consentito di sviluppare e affidarsi esclusivamente al
suo innato istinto fotografico; la fotocamera come strumento, come mezzo e non come fine.
Benché la sua ricerca fotografica sia su un differente
piano rispetto a quella di chi vi scrive, mi sento molto
vicino all’immediatezza di Sergio, magari perché abbiamo visto le prime immagini del mondo grazie all’esperte mani della mitica ostetrica Adalinda; e allo stesso tempo colgo l’occasione di ringraziarlo perché, col
suo percorso fotografico, ci insegna non solo come non
sia mai troppo tardi, ma anche e soprattutto, attraverso
la sua modestia, che non occorre ricercare visibilità per
essere un bravo fotografo.
Complimenti Sergio, sono contento di averti conosciuto.
Galassi, il decano dei fotoamatori
presenta Gabriele Tinalli
Pierluigi Galassi è il decano dei fotoamatori di Piombino.
È presidente della sezione fotografica del Centro culturale Sant’Antimo. Dopo
la presentazione di Domenico Finno, Sergio Tanfani, Nino Marchi, Guido
Morelli, Oreste Malvisi, Luigi Tozzi, Roberto Baroni, Stefano Valdiserri, Davide
Bedini, Corrado Coppetta, Luca Ruffoli, Patrick Donati, Fabio Del Ghianda,
Manuela Innocenti, Enrico Genovesi, Eleonora Carlesi, Luca Vangelisti, Massimo
Daddi, Alessio e Matilde Ricci, Asia Giannelli, Francesco Livi, Francesco
Masangui, Gabriele Tinalli porta oggi alla ribalta Sergio Signori.
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Gli scatti
di Sergio Signori
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marzo - aprile - maggio 2015
La magia...
Furio Cavallini
La nostalgia del ricordo
Furio Cavallini è nato a Piombino
nel 1929 ed è morto a Cecina nel
2012, dove era tornato dopo aver vissuto e insegnato a Milano. Nel 1952
ha esposto per la prima volta a Firenze e nel 1957 ha ottenuto il Premio Editori alla Mostra del Fiorino.
Ha esposto a Milano, Firenze, Bologna, Piombino, Grosseto, Fiesole,
Como, Brescia e in Germania.
Il nostro territorio ha dato i natali ad
artisti che si sono distinti per il loro
grande talento. Tra questi Furio Cavallini è stato indubbiamente uno dei
più conosciuti e affermati. La sua pittura è un vortice di emozioni e sentimenti trasmessi con un impeto di
pennellate intrise di un colore violento e passionale. La sua arte nasce dal
profondo del suo ego, che trasforma
la realtà sublimandola nella sintesi di
forme che rappresentano il mondo
esteriore attraverso l'emozione.
Ha dipinto gli interni con gli oggetti
più comuni come le poltrone, le sedie, le giacche appese insieme ai nudi sensuali e ai paesaggi.
I paesaggi toscani, quelli dipinti dai
primi macchiaioli, quando a Castiglioncello erano ospiti di Diego Martelli. Sono i luoghi della sua gioventù, l'alta Maremma tra Cecina e Volterra, visti con gli occhi dell'artista
che crea suggestivi scorci di tramonti
infuocati, cieli tempestosi e alberi
mossi dal vento. Angoli che appartengono ai suoi ricordi più cari, come
la grotta, lo smorto, il leccione, la belora, che ci vengono proposti accarezzati dalla memoria in una sintesi
estrema della forma e del colore. Sintesi senza alcuna malizia, che del resto scopriamo in tutti i suoi soggetti
che riescono ad offrirci il sapore della memoria attraverso la malinconia
e la solitudine.
Roberto Sguanci
I riti contadini
Roberto Sguanci è nato a Firenze
nel 1948. Ha frequentato fino al
1968 i corsi della scuola d'arte e si è
dedicato alla grafica pubblicitaria
fino al 1973. E' stato allievo di Serafini e ha esposto a Roma, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Firenze,
Forte dei Marmi, Livorno, Ferrara,
Montecatini Terme, Reggio Emilia,
Perugia, Paestum, Prato, New York,
Padova e Bari
Il pittore fiorentino Roberto Sguanci
rappresenta nelle sue opere un mondo
arcano, amato e sofferto, trasmesso
con l'intensità della poesia pura. Il caleidoscopio della sua arte ci propone
una vasta gamma di colori che armoniosamente si distendono sulle tele
creando il sapore antico della vita che
scorre. In questo contesto appaiono i
suoi personaggi carichi di profonda
umanità e coinvolti nelle folcloristiche rappresentazioni prevalentemente agresti. La figura umana domina le
scene sgargianti nei suoi cromatismi
e nelle trasposizioni dei sentimenti
più puri, come la famiglia, l'amicizia,
il lavoro nei campi, il tempo libero, le
tradizioni.
Scene come Il riposo del contadino,
Sull'aia, Aratura, La giostra, Ballo
contadino, ci ricordano le nostre origini e forse anche gli ideali di una vita più vera e umana. Pur facendo rife-
rimento alla purezza delle immagini
del mondo naif, Sguanci non può essere considerato tale, perché i suoi dipinti traggono esempio dalla storia
dell'arte toscana, che dal Trecento in
poi, da Cimabue a Giotto, da Masaccio a Michelangelo portano a Ligabue
che è stato un grande espressionista.
Roberto con i suoi colori e le sue atmosfere crea una realtà trasformata
perché immersa nel misterioso silenzio della pittura metafisica e del ricordo.
47
dell’Arte
a cura di D a n i e l e T o n c e l l i
Stefano Fontana
La vita che diventa arte
Stefano Fontana è nato a Campiglia
Marittima nel 1955. Fondatore nel
1982 del “Gruppo di Piombino” insieme
a Falci e a Modica, ha collaborato in
importanti iniziative culturali, teatrali
e di filmografia.
Ha esposto a Roma, Milano, Firenze,
Madrid, Biennale di Venezia, Napoli,
Genova, Bologna, Los Angeles, Campiglia, Piombino, Suvereto, Pisa, Livorno e in Belgio
Entrare nello studio di Stefano Fontana,
che poi è lo stesso di Pino Modica, è
un vero piacere. È uno spazio dove il
tempo non si ferma mai, per l'impulso
vitale di idee che nascono in quelle
stanze. Lì, insieme a due gatti, abita
l'arte, in varie forme, teatro, musica,
cinema, installazioni e sviluppo di tanti
progetti, pensati quasi casualmente,
ma sviluppati con maestria e intelligenza.
Fontana ha voluto allontanarsi dai
concetti dell'arte degli anni Ottanta e
perfino dalla stessa transavanguardia.
Ha infatti compiuto un intervento che
trascina la realtà del quotidiano in opere
creative, facendo diventare protagonista
il fruitore della stessa. Gli ignari passanti
di una strada, di una piazza, di una
scuola, di un negozio o di un'officina,
vengono coinvolti dalle strategie suggerite
con geniale fantasia, da oggetti installati
appositamente.
È un'operazione artistica che prevede
l'invenzione del progetto, l'installazione, la provocazione di questa al
pubblico e la sua reazione e infine
l'esposizione in galleria dell'oggetto
accompagnata dai grafici, le foto e
tutti i cambiamenti creati inconsapevolmente dai passanti. Citiamo tra
le tante opere: Oggetti smarriti (dove
i cittadini raccoglievano triangoli di
legno disseminati a random e li posizionavano su una lavagna), Passaggi,
Prove di resistenza (esposta alla Biennale di Venezia), Unione depauperati
consapevoli (creazione di uno pseudo
partito) e il manifesto con il falso
annuncio della diga a Suvereto.
Lucia Fabiani
Dalla realtà all’astratto
Lucia Fabiani è nata a Piombino nel
1982. Dopo aver ottenuto il diploma
al liceo classico prima e artistico dopo, si è laureata con centodieci all'accademia delle Belle Arti di Firenze
frequentando la facoltà di pittura ad
olio e studio del nudo. Nel 2009 inizia
a tenere corsi di pittura e disegno e
nel 2013 trasferisce la sua scuola nello studio di via Garibaldi, insieme a
Gargano. Ha realizzato scenografie e
installazioni e collabora con il comune di Piombino
Cercando nuovi talenti, sono andato a
conoscere la pittrice piombinese Lucia Fabiani. La giovane artista ha lo
studio in via Garibaldi n. 17. Qui tiene lezioni di pittura, disegno e recitazione per bambini, ragazzi e adulti,
insieme a Daniele Gargano. Il loro
corso “Prendi l'arte & mettila ovunque” è nato per utilizzare l'arte come
sviluppo di potenzialità e atteggiamenti attivi, propositivi e stimolo alle
capacità di scelta. Per raggiungere
questo scopo vengono
utilizzati oltre alla pittura e al teatro, anche nuovi linguaggi come performances, foto, video,
installazioni e design
grafico. Sono i mezzi
espressivi che caratterizzano la fantastica ricerca di Lucia, che dopo
gli studi accademici ha
continuato in un primo
momento lo studio del
nudo che si è evoluto raggiungendo
valori di un espressionismo anche
drammatico. Dipinge su tavola e cartone preparando le superfici con gesso, stucco, foglia d'oro e anche carta
scottex. Le forme hanno una grafica
decisa e personale anche quando varia i suoi soggetti. Ne sono esempio
gli eleganti e fantasiosi gatti e i ritratti
legati al mondo dei fumetti. Interessanti sono i volti che compaiono sui
fondi finto marmo e la serie di Lady
Oscar.
Sei dipinti dedicati alle
donne rappresentate con
colori ed espressioni diverse. Nella sua recente
esposizione al Rivellino
ha presentato una eccezionale ricerca sulle forme del polpo che gradualmente dalla realtà
raggiungono l'astratto in
un incanto di colori caldi
e freddi.
48
marzo - aprile - maggio 2015
È stato per molto tempo un bravo agente della Reale Mutua
M
Franco Parietti, un galantuomo
di Luigi Cappelli
olti ricorderanno
Franco Parietti. È
stato agente generale di Piombino della Reale
Mutua, per molti anni, scapolo d’oro e assiduo frequentatore del Ciucheba, locale cult degli anni Settanta,
fino a quando incontrò Marisol, il grande amore della
sua vita, che è stata con lui
nei momenti più felici e negli anni di totale disperazione, assistendolo fino al giorno della sua morte.
Sono stato suo amico, suo
avvocato e, mio malgrado,
suo esecutore testamentario.
La grave depressione in cui
cadde, a causa dei fatti accaduti tra il 2003 e il 2004, fu
solo la premessa della grave
malattia che lo colpì, portandoselo via in pochi mesi.
Prima di morire mi consegnò una busta, chiedendomi
di aprirla solo dopo la sua
morte. Per volontà di Franco, devo oggi rendere pubblica una parte di quella lettera, nella quale, dopo avermi chiesto di tutelare i diritti
di sua moglie, mi affidava il
compito di riabilitare la sua
memoria agli occhi dell’opinione pubblica.
Ci sono voluti undici anni
per ottenere, dal Tribunale,
il riconoscimento dei suoi
diritti, caparbiamente negati
dalla Reale Mutua. Oggi, finalmente, dopo che sua moglie ha avuto ciò che le spettava, può essere fatta chia-
rezza e può essere raccontato ciò che realmente è accaduto in quegli anni. Questa
triste vicenda, infatti, è legata ad una serie di gravi truffe
compiute, tra il 2001 e il
2002, dall’allora sub-agente
della Reale Mutua. Franco,
che era l’agente generale di
Piombino, naturalmente, si
trovò immediatamente coin-
volto nelle indagini, nonostante la sua totale estraneità a quei fatti. La notizia
scoppiò, con tutta la sua forza mediatica, nel 2004,
quando una giovane donna,
gravemente danneggiata dal
sub-agente, andò, come
ospite, alla trasmissione “Mi
manda Rai Tre”, condotta
dall’allora “taglia teste” Pie-
Il Garibaldi
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ro Marrazzo che, come tutti
sanno, dopo pochi anni è salito anch’esso, agli onori
delle cronache, per fatti non
propriamente edificanti. Nel
corso della trasmissione, come da copione, Franco fu
trattato da approfittatore e
delinquente e, nei giorni
successivi, i giornali locali e
nazionali, non mancarono di
amplificare la notizia.
La Reale Mutua chiese a
Franco di non partecipare
alla trasmissione, promettendo che avrebbe mandato
un proprio rappresentante,
con il compito di spiegare
esattamente come si fossero
svolti i fatti. In realtà, durante la trasmissione, non solo
quel signore si preoccupò
solo di salvaguardare l’immagine della compagnia,
scaricando le responsabilità
sull’agenzia, ma omise anche di dire che gli ispettori
della Reale Mutua, nei giorni immediatamente precedenti la trasmissione, avevano eseguito una verifica nei
locali dell’agenzia di Piombino, nel corso della quale
non avevano trovato nessuna prova e nessun indizio di
responsabilità del loro agente generale. Nel corso di
quell’ispezione, i vertici
della compagnia, ben sapendo di non poter revocare il
mandato di agenzia, chiesero a Franco di collaborare
con loro, dando le dimissioni, con la promessa che lo
avrebbero tutelato, sia personalmente che economica-
49
mente. Lui, stupidamente,
accettò.
Nessuno si è più preoccupato né della sua dignità, né
dei suoi diritti. Franco Parietti fu prosciolto da ogni
accusa subito dopo l’avvio
dell’istruttoria, con una richiesta di archiviazione del
pubblico ministero, che non
ammetteva dubbi: fu dichiarato estraneo ad ogni
azione criminosa e venne
accertato che l’autore dei
reati aveva sempre agito in
piena autonomia e all’insaputa dell’agente generale.
L’archiviazione però, per
un uomo dell’onestà di
Franco Parietti, non bastava
a lavare il disonore che lo
aveva colpito.
Ricordo di un pomeriggio
che venne nel mio studio;
non aveva più un lavoro e si
vergognava a girare per la
sua città. La depressione gli
aveva tolto ogni gioia di vivere e, l’unica cosa che sapeva fare, era piangere. Fui
io a prendere l’appuntamen-
to da un medico, perché lo
curasse.
Dopo alcuni mesi gli fu diagnosticato un tumore del
polmone.
Io, oggi, non so quale sia il
modo migliore per riabilitare la memoria di una persona così onesta e così ingiustamente accusata. Posso dire che, quando scoppiò il caso, non ho avuto bisogno di
leggere le carte, per sapere
che Franco era innocente.
Bisognava conoscerlo per
comprendere il senso di
queste mie parole. Franco
era un uomo raffinato e di
bell’aspetto, la poliomielite
lo aveva colpito da bambino, lasciandogli una grave
invalidità ma, nonostante il
suo passo claudicante, vi era
nel suo portamento un’eleganza impareggiabile e, i
suoi modi, erano quelli di un
signore di altri tempi. Quando morì, un suo amico del
quale purtroppo non ricordo
il nome, lo paragonò al personaggio del “vecchio
frack” di Modugno. Doveva
conoscerlo veramente bene,
perché io stesso non saprei
trovare un paragone più appropriato. I suoi modi erano
lo specchio della sua anima:
era onesto, gentile, generoso, e riservato.
È stata proprio la sua onestà
e il suo anacronistico senso
dell’onore a tradirlo. Non
poteva nemmeno concepire
che le persone con le quali
lavorava e alle quali era affezionato, potessero tradirlo. Si fidava di tutti e, questa
sua ingenuità, è quella che
lo ha distrutto.
Avrei voluto scrivere queste
cose subito dopo la sua morte, quando tutti ancora lo ricordavano, ma solo oggi gli
esiti dei processi mi consentono di dire, anche a coloro
che non lo conoscevano, che
il processo penale non lo ha
mai coinvolto e quello civile
ha riconosciuto il suo legittimo diritto a percepire quei
compensi che la compagnia
per la quale aveva lavorato
tutta la vita, gli aveva ostinatamente e ingiustamente
negato.
Ho chiesto di pubblicare
questo ricordo di Franco,
ben sapendo che le parole
scritte sui giornali, sia quando colpiscono che quando
promuovono, durano giusto
il tempo di una fugace lettura, mentre il ricordo delle
persone care dura per sempre.
È risultato
estraneo
ad una serie
di gravi truffe,
compiute
a sua insaputa,
da un sub-agente.
Dopo la vergogna
e la depressione
un tumore
lo ha portato via
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50
marzo - aprile - maggio 2015
a
e
n
a
l
l
e
c
s
i
M
Luigi Coppola
l’infaticabile
Luigi Coppola, segretario provinciale dell’Udc, è stato trombato alle ultime elezioni comunali di Piombino. Eppure
continua ad essere il più
vivace tra gli oppositori della
maggioranza Pd. Anche se
impegnato col proprio lavoro
all’Elba (d’estate è sull’isola
per gestire un camping, d’inverno gira l’Europa per promuovere la sua attività turistica
a Lacona, oltre ad essere dirigente regionale Faita Federcamping) risulta essere il più
attivo politico del comune.
Quasi ogni mattina il suo
ufficio invia comunicati, punzecchiando e stimolando il
sopito scenario politico del
territorio. «Non essendo di
sinistra ho perso alle elezioni
per il sindaco di Piombino –
afferma Coppola raggiunto
telefonicamente dalla redazione
di Costa Etrusca –. Ma non
importa è stata una bella
campagna. Spumeggiante.
Ho la fortuna di essere veloce
nello scrivere, così, non perdo
occasione per continuare il
mio servizio alla comunità».
Intanto è entrato nel direttivo
del Parco dell’Arcipelago Toscano, nominato dal ministero
dell’Ambiente. Buon lavoro
Coppola!
Anagramma del nome
Sergio Mattarella:
“Matteo si rallegra”
Un grazie di cuore dal Maestro Franco
Biegi e dai suoi allievi Daniele Casillo e
Andrea Fedeli alla dirigenza del Tennis
Club Donoratico per la cortesia e la disponibilità dimostrata.
È davvero curioso il constatare come vocali e consonanti di Sergio Mattarella,
il nostro nuovo Presidente della Repubblica, si riposizionino in “Matteo si
rallegra”. È superfluo, a questo punto, spiegare chi è quel Matteo…
ASSOCIAZIONE
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TESSERAMENTO 2015
PIOMBINO
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51
I
il
o
i
c
c
ciu
di Enzo Biagioni
l ciuccio è uno di quegli
oggetti che servono e
quindi non hanno bisogno di una grande promozione pubblicitaria. Servono
dalla notte dei tempi e per
un periodo che varia da un
mese di vita talvolta fino ai
4 anni. L'ultima ricerca di
una delle solite università
americane definisce che il
tempo di utilizzo deve andare da un mese ad un anno di
vita del nascituro e questo
fino a quando un altro studio
non suggerirà qualcosa di
diverso.
Il ciuccio o ciucciotto o succhietto ha, nella prevalenza
dei casi delle varie lingue al
mondo, un suono onomatopeico, chupete, sucette,
schunuller e così via. Gli
arabi lo chiamano lahaia,
qualcosa che distrae. Come
al solito sono stati gli anglosassoni che negli Usa nel
1930 lo hanno prodotto e
distribuito al mondo nella
forma che adesso tutti usiamo. Loro quando si tratta di
vendere e produrre sono essenziali e infatti il succhietto per loro è il comforter per
dare il senso del benessere
che ne ricava il neonato ed è
anche il pacifier, l'oggetto
che pacifica tutti. Il neonato
succhia, il babbo guarda la
Champion League e la
mamma è su Facebook.
Hanno questo di bello, ren-
Suggerimenti per i genitori che non riescono
a togliere il “vizio” del ciuccio ai loro figli.
Non esageriamo, può creare conseguenze
dono efficace la loro lingua
che non è certo il massimo.
Dalla notte dei tempi fino ad
inizio secolo la soluzione
più classica era il panno di
cotone imbevuto in una bevanda dolciastra oppure nel
miele. Per la mia generazione dalle nostre parti il vecchio ciuccio di caucciù veniva continuamente intinto
nella zuccheriera e riabboccato al bambino che magicamente si zittiva… almeno
fino a quando non finiva il
dolce e quindi nuova inzuppatina e tutto questo per la
gioia dei dentisti che si sono
arricchiti. Oggi in commercio ne esistono di ben disegnati ed anatomicamente
perfetti ad un prezzo assolutamente accessibile.
Il ciuccio è talvolta oggetto
di discussione in famiglia in
merito all'uso più o meno
improprio che se ne fa, insomma quelle belle litigate
di una volta del tipo “io lo
sveglio perchè deve mangiare alla sua ora” e la replica “se dorme è già un ristoro
come un pasto”. Con queste
dispute si sono spesso incrinate molte amicizie. Il succhietto infine simboleggia la
nascita in maniera perfetta e
molti campioni dello sport
comunicano al mondo la nascita del proprio figlio succhiando il pollice in occasione del loro exploit. Totti è
l'esempio più eclatante e
adesso anche il ciclista Nibali usa questo messaggio di
gran moda e di grande tenerezza. Nel calcio sono penalizzati i giocatori della dife-
sa che raramente realizzano
il gol che li rende ambiti
dalla telecamera.
Nell'ambito della famiglia,
anche per angolazioni generazionali, possono capitare
delle discussioni sull'uso più
opportuno del ciuccio. Fortunatamente si arriva sempre al compromesso più giusto perchè, grazie al cielo, il
soggetto è il neonato e il suo
benessere e anche perchè,
siamo sinceri, quando non si
è al meglio il pianto di un
bambino può essere devastante.
Siamo stati attenti, in questa
esposizione, a parlare sempre di succhietto e non di
succhiotto che sarebbe
ugualmente un termine corretto anche perchè dalle nostre parti il succhiotto è
quello che facevamo noi
maschietti nel collo delle
nostre fidanzatine e che loro
nascondevano alle mamme
con un po' di cipria.
Attenzione a non abusarne!
Il ciuccio è un antidoto
alla paura e al senso di
solitudine che è comune nel lattante, ma anche quando il bambino
è più grande. Per questo motivo abituarlo
a cercare il ciuccio
non è dannoso:
l’importante è non abusarne,
per non renderne poi troppo difficile l’abbandono. È una sorta di
autoconsolazione quando la mamma non
c’è, ma è sbagliato ricorrervi come ancora
di salvezza ogni volta che piange.
In commercio ci sono tantissimi tipi di ciucci ma gli specialisti consigliano quello anatomico, cioè a forma di goccia, schiacciata
e ricurva verso l’alto, disegnata per
adattarsi meglio alla forma del
palato del bambino. L’uso costante e prolungato comunque,
può influire negativamente sullo
sviluppo dei denti e del palato.
52
marzo - aprile - maggio 2015
La Chiccheria, una storia lunga quarantasei anni
U
Mani in pasta da tre generazioni
di Francesca Barone
na vecchia agenda
dalle pagine ingiallite. Sulla pelle
marrone della copertina,
tracce di impronte, di mani
che lavorano, che impastano uova e farina. Mani legate da una stessa passione
e unite nella stessa famiglia: quella di Delfo Bianchi, classe 1928, proprietario del panificio Bianchi,
uno dei primi aperti in
Piombino dopo la guerra, il
primo a Salivoli. Quella
vecchia agenda è passata
dalle mani di Delfo e di sua
moglie Franca, a quelle della figlia Donatella e di suo
suo marito Roberto Ferrari.
Poi, alle loro impronte, si
sono aggiunte quelle di
Alessandra, figlia di Donatella e Roberto.
Le pagine ingiallite di quella vecchia agenda custodiscono i segreti della pasticceria. Ingredienti, dosi,
tempi di cottura, che ancora
oggi Alessandra segue
scrupolosamente.
La sua pasticceria, la Chiccheria, è lì, sul lungomare
Marconi, dal 1969, quando,
come lei stessa racconta,
«nonno Delfo, dopo aver
messo tutti i familiari al lavoro nei suoi panifici, comprò questi fondi». Prima fu
il Logi, poi il Quercetani e
dopo ancora il Falciano a
guidare la pasticceria. Fino
al 1985, quando Donatella
e Roberto, che lavoravano
Nella vasta esposizione,
le migliori porcellane,
cristalli
e articoli da regalo
Delfo Bianchi aprì il primo panificio di Salivoli.
Ancora oggi Alessandra segue le ricette del nonno.
La pasticceria fa anche produzione all'ingrosso
Da sx Roberto, Alessandra e Donatella
al panificio, vollero tentare quella della chiccheria.
una nuova strada e così, do- «Sono cresciuta qua dentro
po aver ristrutturato i loca- – racconta la Ferrari – uno
li, inaugurarono la Chic- dei miei primi ricordi è il
cheria, pasticceria (anche profumo dei biscotti di frolall'ingrosso) e gelateria. la. Da bambina traNegli anni Noventa il ban- scorrevo
i
cone dei gelati ha poi la- miei posciato spazio a quello del m e r i g g i
bar. Nel 2007, in società qui, facecon i genitori, è entrata an- vo i comche Alessandra, oggi trenta- piti, giocaduenne. In realtà la vita di vo e mi divertivo a reaAle (così la chiamano tutti) lizzare i pizzicotti di
è da sempre intrecciata a pasta di mandorle.
Un nome di fiducia dal 1954
Amo da sempre questo luogo. Quando volevano farmi
un regalo, i miei genitori di
notte mi portavano al lavoro con loro e io poi mi addormentavo sui sacchi di
farina».
Poi sono arrivati gli anni
dell'adolescenza. In inverno Alessandra frequentava
il liceo scientifico e in estate, contro il volere dei genitori, lavorava nei ristoranti
come aiuto cuoco. «Durante l'università – racconta –
mi sono resa conto che in
realtà avrei voluto aprire un
ristorante. Ho preso coraggio e con grande sincerità
l'ho detto ai miei». Una volta abbandonati gli studi,
Alessandra nel 2003, dopo
la morte di nonno Delfo,
inizia a dare una mano in
pasticceria. «Sapevo – spiega – che i miei genitori non
erano affatto contenti, perché conoscevano perfettamente i disagi che questo
lavoro può comportare, soprattutto il tempo che ruba
alla famiglia: le notti in laboratorio, i giorni di festa
dietro al bancone. Per loro
è stato un grosso sacrificio,
ma io, devo dirlo, da bambina non mi sono mai
sentita trascurata.
La mia vita si è
svolta qui dentro, in questa
“casa”. I miei
ricordi vivono qui. Tutta
la mia famiglia
gravitava tra il pa-
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nificio e la
pasticceria.
Anche nonno Vinicio,
il padre di
mio padre, ha
sempre aiutato i
miei genitori, con le consegne notturne e la manutenzione dei macchinari».
Quando parla del suo lavoro e della sua famiglia, ad
Alessandra brillano gli occhi. Il suo entusiasmo è
contagioso. Anche oggi,
che è mamma di Noah, 6
anni, e Nathan, 4 e mezzo,
è carica come una ragazzina alla prima esperienza.
Lavora di notte e di giorno,
partecipa continuamente a
corsi di pasticceria in giro
per l'Italia, ha mille passioni, ed è anche vicepresidente del Centro commerciale
naturale Salivoli.
Il suo ingresso in pasticceria, a fianco di Donatella e
Roberto, ha portato ad un
ristrutturazione del sistema
di lavoro: aperti al pubblico
solo la mattina e ingrosso
sette giorni su
sette. Ma non
chiedetele di rivisitare il suo modo di operare!
«A volte – spiega – presi
dalla stanchezza, abbiamo
anche pensato di automatizzare la produzione, ma la
soddisfazione di vedere le
nostre brioche, fatte a mano
una per una, ci ha sempre
stimolato ad andare avanti
così. Lo stesso vale per i biscotti: non abbiamo una
macchina che li produce,
ma lo stampino che usa anche la massaia! Non usiamo
conservanti, mai fatto. Come diceva sempre nonno
Delfo, più la lista degli ingredienti è corta e più il
prodotto è genuino».
Ed è con questo spirito che
qualche anno fa Alessandra
e la sua famiglia sono tornati a produrre, rigorosa-
a voglia di valorizzare il proprio quartiere, la determinazione di alcuni
esercenti, un appuntamento estivo
settimanale e, infine, un centro commerciale naturale. Un percorso, questo, intrapreso da chi, come Alessandra Ferrari, ha creduto, e continua a
farlo, nelle potenzialità di Salivoli. E così, due anni fa, la giovane pasticcera,
insieme al farmacista Marco Viti, alla
fiorista Manuela Ciarli e alla negoziante Paola Minelli, ha cercato di dare
nuova vita al suo quartiere.
«Ci chiedevamo continuamente – racconta Alessandra – perché tutte le iniziative si svolgessero solo nel centro
di Piombino, trascurando questa bella
parte della città, che in fondo conta
circa 4mila abitanti. Qua non è mai
stato pensato di portare un mercatino, una festa, una manifestazione o
addirittura il mercato settimanale.
Perché? Una domanda che due anni
fa abbiamo poi rivolto all'amministrazione comunale. Allora, ci venne detto
che noi commercianti di Salivoli eravamo più pigri rispetto a quelli del
centro. Una risposta che mi fece ribollire il sangue. Quel giorno – continua
– con Marco, Manuela e Paola abbiamo deciso di fare qualcosa.
Goffi, ma uniti dalla stessa convinzione, cioè che Salivoli ha potenzialità
L
Delfo Bianchi con la moglie Franca
mente in maniera artigianale, pandori, panettoni, colombe e uova di Pasqua.
«Come mi vedo tra 30
anni? Stanca, senza
pensione, ma di certo orgogliosa della mia scelta».
Alessandra
attiva per Salivoli
inespresse e persone in gamba, ci siamo rimboccati le maniche. Era il 2013.
Con tanta paura e con la preziosa collaborazione delle associazioni presenti
nel quartiere, abbiamo ideato “Salivoli
di sera”».
Da luglio a settembre, tutti i giovedì
dalle 21 alle 24 i commercianti proponevamo ai clienti offerte speciali, mentre le associazioni aprivano le porte dei
propri mondi. E poi spettacoli, sfilate e
mostre.
«La risposta degli abitanti di Salivoli e
Ghiaccioni – continua – è stata forte,
ma soprattutto inaspettata. Questo ci
ha invogliato e stimolato». E così, la
scorsa estate, “Salivoli di sera” è stata nuovamente riproposta, ma con un
programma più ricco, che ha riscosso
tra la gente un successo ancora maggiore. «A novembre 2014 – spiega
Alessandra – siamo stati finalmente riconosciuti come Centro commerciale
naturale Salivoli. Marco Viti è il presidente».
Le iniziative non servono solo per autofinanziare il Ccn, ma soprattutto per
sostenere il fondo sociale istituito dal
Quartiere per aiutare le famiglie in difficoltà che abitano a Salivoli.
«Stiamo mettendo tutto l'impegno possibile per dare nuova linfa a questa
bellissima zona – sottolinea la pasticcera – nessuno può darci dei pigri. Ora
però abbiamo bisogno anche del sostegno dell'amministrazione pubblica.
È bello vedere che la gente ha voglia di
qualcosa – conclude la Ferrari – gli abitanti di Salivoli, e non solo, chiedono
già cosa organizzeremo per la prossima estate. Questa è la nostra più grande gratificazione!».
(f.b.)
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Union Rugby Piombino: hip hip hurrà!
L
di Emilio Guardavilla
’A.s.d. Union Rugby
Club Tirreno nasce nel
2005 grazie alla fusione
dello Sporting Club Rugby
Etruria, fondato agli inizi del
1969 a Campiglia da Francesco
Sorbi, e l’Amatori Rugby Cecina con l’intento di suddividere e gestire al meglio le risorse umane del territorio. La
strategia risultò essere particolarmente azzeccata visto
che il nuovo club, già nella
stagione successiva, si guadagnò la promozione al campionato nazionale di serie B,
dove tutt’ora milita con una
rosa interamente composta
da giocatori piombinesi e del
comprensorio. A partire dalla
stagione 2012/2013 l’Amatori
Rugby Cecina esce dal progetto
“Union” e la gestione delle
squadre rimane esclusiva pertinenza di Union Rugby Club
Tirreno che si avvale del supporto del Rugby Etruria Piombino.L’attività sportiva è diretta
e coordinata da istruttori laureati in scienze motorie con
patentino di allenatore conseguito presso la Federazione
Italiana Rugby. Sotto la direzione tecnica di Stefano
Ghini, nella stagione in corso,
il Rugby Piombino è impegnato: Settore Propaganda
(Rugby Etruria Piombino):
Under 6, Under 8, Under 10.
Settore Minirugby (Union
Rugby Club Tirreno Piombino): Under 12. Rugby di Formazione (Union Rugby Club
Tirreno): Under 14, Under
16.Rugby Seniores (Union
Rugby Club Tirreno): Under
18, Serie C, Serie B.Rugby
Femminile (Rugby Etruria
Piombino): Under 16, Seniores.Nell’ambito delle iniziative
sociali svolte dalle società si
inseriscono le attività di collaborazione volontaria con
Amnesty International, l’Amministrazione comunale di
Piombino, le scuole locali,
l’Asl 6, gli istituti di acco-
glienza e tutela dei minori in
difficoltà.
Tutti i progetti coinvolgono
non solo i ragazzi ma anche
le famiglie in conferenze e
dibattiti sullo sport e il mondo che lo circonda, l’integrazione multietnica e la
pubblicazione di opuscoli,
l’ultimo dei quali riguardante
l’alimentazione. Tra le iniziative di maggior rilevanza
dell’Union Rugby Club Tirreno è “Palla difettosa”, in
collaborazione con l’Istituto
di pena di Porto Azzurro,
patrocinata dal Ministero
di grazia e giustizia e dalla
Fir e vede coinvolti atleti,
allenatori e reclusi.
STUDIO MEDICO LIBRA
CORSO ITALIA, 87 - PIOMBINO
Medicina Estetica dr. R. Vigetti Cell. 338 3186467
Omeopatia dr. R. Moretti
Cell. 338 9343261
Osteopatia dr. M. Bernardini
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Dietista dr.ssa S. Cubattoli
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Psicoterapeuta dr.ssa A. Lenzerini
Cell. 339 8668408
Le squadre Rugby Etruria
Piombino – Presidente Giovanni Carpino.
Under 6 – Allenatori: Marzucchi Riccardo, Pisani Filippo.
Giocatori: Anselmi Yari, Bientinesi Davide, Borrelli Manuel,
Ceccarelli Jacopo, Olusanya
Olusagun Grat, Paladini Leonardo.
Under 8 – Allenatore: Tognoni
Alessandra. Giocatori: Attanasio Giuseppe, Baroncelli
Matteo, Bollaro Maurizio,
D’Arco Angelo, Dauda Ibra,
El Moufati Mohamed Amine,
Giusti Leonardo, Lucarelli
Alessio, Marzucchi Leonardo,
Meucci Pietro, Pastore Alessandro, Pellegrini Pietro, Pintus
Daniele, Vitiello Edoardo.
Under 10 – Allenatori: Paladini
Franco, Catta Federico. Giocatori: Cataldo Marco, Cosimi
Valentino, Cutini Daniele,
Dolce Jacopo, Guarguaglini
Lorenzo, Iacopini Tommaso,
Meini Emanuele, Pagano
Endry, Repeti Giacomo, Sterpin Giovanni, Tono Matthias.
Femminile Under 16 – Allenatore: Velasco Raffaele.
Giocatrici: Canaccini Marina,
Capece Fatima, De Francesco
Marina, Dimiziani Carlotta,
Ferrarini Jessica, Grieco Benedetta, Leggieri Margherita,
Magri Camilla, Quarta Giorgia,
Sciuto Chiara,
Femminile Seniores– Allenatore: Velasco Raffaele. Giocatrici: Angelini Alessia, Bertini
Vanessa, Bonadio Virginia,
Borgia Giulia, Busisi Daniela,
Bussotti Serena, Bussotti
Silvia, Canaccini Gaia, Coppetta Veronica, Covelli Beatrice, Guidi Alice, Marconcini
Gaia, Mazzei Marta, Nespoli
Louise Emma, Puoti Annapaola, Puoti Simona, Romano
Anita, Sterpin Emma, Tognoni
Ecco i quadri
della società
Alessandra, Vanni Arianna.
me, Batranu Alexandru, Berti
Le squadre Union Rugby Maycol, Carnevali Luca, Del
Club Tirreno Piombino – Chiappa Andrea, Demi Giulio,
Presidente Milo Bernardini.
D’Orto Cristian, D’Orto PasUnder 12 – Allenatore: Ve- quale, Fabbri Vittorio, Failla
lasco Raffaele. Giocatori: Ar- Giovanni, Gavetti Lorenzo,
rigoni Giacomo, Batistoni Giovannini Elia, Iacci Lorenzo,
Matteo, Becherini Tommaso, Klymyuk Nazar, Landi Diego,
Bezzini Francesco, Calò An- Lavista Alberto, Lavista Alesdrea, Carpino Davide, Casta- sandro, Pampana Davide, Ragnini Mirko, Damiani Matteo, spanti Leonardo, Romano AnDomenichetti Antonio, Fiorino drea, Sanità Andrea, Ticciati
Gabriele, Gavetti Federico, Alessandro, Vallini Matteo,
Ghisu Jacopo, Giomi Nicola, Xhahysa Armend.
Mazzuferi Giordano, Olivoni Under 18 – Allenatori: Bellini
Francesco, Oretti Niccolò, Vincenzo, Puliti Lorenzo. GioPastore Gaetano, Rofi Lo- catori: Amodei Simone, Bafrenzo, Sozzi Jacopo, Uklala lestri Riccardo, Banti FranRonaldo, Vanni Gabriele.
cesco, Benvenuti Federico,
Under 14 – Allenatori: Volpi Cerofolini Michelangelo, DiValerio, Paladini Valerio. Gio- miziani Andrea, Fasolo Giacatori: Agostini Sasha, Annovi como, Fiorino Luca, Franci
Gabriele, Barsotti Federico, Federico, Frascolla Giovanni,
Casini Lorenzo, Chigiotti Gre- Giannellini Diego, Grandi
gorio, Da Silva Rubens, Gian- Marco, Grieco Ariele, La Vista
nellini Matteo, Giomi Matteo, Lorenzo, Luciano Luca, Lupi
Grandi Edoardo, Lippi Marco, Galindo Hinojosa Daniele,
Lorenzini Niccolò, Mariani Mancuso Bruno, Mannocci
Alessio, Mazzei Mirco, Mei Paolo, Massari Simone, Mazzei
Armando, Meini Federico, Matteo, Mei Federico, Minardi
Micunco Gabriele, Milazzo Alessio, Orsi Gabriele, Pontes
Riccardo, Nocerino Giuseppe, Lopes Alan Leodonio, Ricucci
Pisani Niccolò, Ricciardi Gabriele, Salvasdori Lorenzo,
Edoardo, Salama Rachid, Sar- Serafini Leonardo, Seravalle
cina Simon Nicolas, Scaffai Nicolas.
Michael, Scaffai Tommaso, Serie C – Allenatori: Bertelli
Terrosi Vagnoli Matteo, Ukala Matteo, Villani Emiliano. GioElvis, Vanacore
Foto Carlo Canaccini
Andrea, Veniero
Raffaele.
Under 16 – Allenatori: Tognoni
Sauro, Bezzini
Alex. Giocatori:
Andreini Mattia,
Allescia Carlo,
Arena Alessandro, Atqaoui Ai-
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Tel. 0565 702233
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55
catori: Alessi Francesco, Amoroso Raffaele, Banti Francesco,
Batini Niccolò, Bernardini
Francesco, Bezzini Alex, Bianchi Gabriele, Bisso Claudio,
Buti Francesco, Canaccini
Matteo, Candida Gabriele,
Colazzo Cosimo, Congedo
Gianluca, Costagli Tommaso,
Donea Ion Sergiu, Drago Massimiliano, Esposito Christian,
Ferrini Alessio, Ferrini Tommaso, Gaggiolini Luca, Gambelunghe Enea, Gasperini
Matteo, Grossi Mattia, Guiterrez Hector, Lupi Antonio,
Marchetti Andrea, Marconi
Alessandro, Oretti Cosimo,
Orlando Giuseppe, Paladini
Valerio, Pepi Simone, Piacentini Simone, Pieretti Federico, Pizzi Alessio, Puliti
Sandro, Riccucci Alessio, Ripaccioli Simone, Satta Vincenzo, Sinibaldi Umberto Maria, Tognoni Daniele, Tronconi
Luca, Vagelli Nicola, Venturucci Riccardo, Villani Emiliano.
Serie B – Allenatori: Bezzini
Massimo, Vignali Stephen.
Giocatori: Catta Federico,
Cilembrini Alberto, Daddi
Riccardo, Danzi Federico,
Dellorusso Marco, Di Iorio
Jacopo, Dominici Dario, Ercolani Luca, Favilli Gianni,
Ferretti Marco, Ghini Alessandro, Ghini Francesco,
Iseni Harris, Kolaj Cristiano,
Leggieri Federico, Mannocci
Francesco, Martinelli Riccardo, Marzucchi Matteo,
Niccolini Dario, Paladini
Leonardo, Pallotta Davide, Passante Carmine,
Pisani Filippo, Pizzi Jacopo, Puliti Lorenzo, Rosignoli Leonardo, Seravalle Nicolas, Tiberi Lorenzo, Vivarelli Stefano,
Volpi Valerio.
56
marzo - aprile - maggio 2015
in libreria
Undicesima pubblicazione di Stelio Montomoli
La strega di Baratti
Continua la saga etrusca di Stelio
Montomoli con la sua undicesima
pubblicazione autonoma. A poco
tempo dall’uscita de La rivolta di
Hampsicora e Josto, ancora per i tipi
della Ouverture Edizioni di Scarlino,
è in libreria La strega di Baratti, un
romanzo ispirato dagli esiti sorprendenti degli scavi archeologici di Baratti eseguiti nel 2011 per ricerca della tomba di San Cerbone. In quell’occasione l’equipe di archeologi guidati
dal dottor Alfonso Forgione dell’Università dell’Aquila in collaborazione
con Andrea Camilli della Soprintendenza e col finanziamento delle Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno
nonché dell’Associazione Amici di
Populonia furono riportate alla luce
dopo otto secoli le spoglie di due giovani donne le cui inumazioni suscitano tuttora l’interesse degli addetti ai
lavori di tutto il mondo. Lo scrittore
piombinese si concentra sulla “strega”, il corpo seppellito con 7 chiodi
ricurvi in bocca e 13 attorno allo
scheletro infissi nel terreno per immobilizzarne le vesti e costruisce intorno ad essa un duplice plot che si
dipana sincronizzato nel presente e
nel passato. Ai giorni nostri le vicende di Denise e Matteo che indagano
per ricostruire un passato dalle apparenze nebulizzate da religione, stregoneria e superstizione e nel tredicesimo secolo quelle dei protagonisti
medievali con le loro intriganti e tor-
mentate esistenze per delineare un
presente intelligibile in grado di sciogliere tutti gli enigmi del caso. In ambedue le narrazioni il fascino di Baratti e dei suoi scorci paesaggistici
più singolari lievita in ogni capitolo e
innesca nel lettore curiosità inaspettate e coinvolgimenti legittimi.
La strega di Baratti, Ouverture Edizioni, pagine 196, € 13.50.
Lavoro corale per un secolo di storia
Passato e futuro della Parrocchia dell’Immacolata
Tra gli eventi previsti per il centenario della parrocchia dell’Immacolata
anche la pubblicazione di un volume
commemorativo presentato al circolo San Francesco da Fabio Canessa.
Era l’agosto del 1914 quando nasceva “la chiesa dei frati”, una parrocchia francescana che celebra il suo
primo secolo di attività quando al
vertice della cristianità professa il
papa di nome Francesco. Tale coincidenza ha ispirato la comunità religiosa a celebrare questa ricorrenza
come una tappa di un cammino di
crescita spirituale in continua evoluzione e, come facilmente si intuisce
dal titolo, a proiettarsi nel futuro
con quel ruolo trainante che l’ha
sempre contraddistinta.
La stesura del libro, disseminato da
numerose citazioni di Papa Bergoglio e arricchito da una consistente e
preziosa parte fotografica, è stata
coordinata da Patrizia Becherini.
Come definito durante la prima di
presentazione si tratta di un lavoro
corale.
La parte storica infatti, oltre che da
Mauro Carrara, è stata curata da religiosi (suor Annalisa Colli, i frati
Marco Sebastiani e Guido Fineschi),
teologi (Anna Giorgi) e parrocchiani
come Alberto Pecorini, Cristina
Mettini, Giuliana Orsini e Giovanni
Torchioni. Maria Dell’Amico rievoca le attività della parrocchia nei periodi bellici, Fabrizio Sandroni tratta gli anni Settanta, Lucilla Lazzerini relaziona sull’operato del gruppo
assistenti volontari mentre Cristina
Mettini ripercorre la storia della Casa del Fanciullo.
Tutte queste sezioni convergono in
maniera univoca sulle figure che nel
corso degli anni ne hanno impersonato lo natura, padre Giustino Senni, padre Fiorenzo Locatelli e padre
Sergio Persici.
Passato – Futuro. Il cammino di una
Parrocchia, una Parrocchia in cammino, Bandecchi & Vivaldi, pagine
170.
57
a cura di Emilio Guardavilla
Gordiano Lupi celebra il cinema comico
Soprassediamo! Franco e Ciccio story
Con la collaborazione di Giacomo Di
Nicolò e Matteo Mancini lo scrittore
ed editore piombinese Gordiano Lupi
celebra la carriera di due mostri sacri
del nostro cinema comico. Franco
Franchi e Ciccio Ingrassia, conosciuti
da tutti, appassionati e non, semplicemente come Franco e Ciccio, sono stati per decenni il binomio vincente di
quel genere cinematografico che ha
fatto epoca oltre che sorridere una nazione non sempre nelle condizioni og-
gettive di poterlo fare; due artisti che
nel loro prolifico affiatamento non
hanno conosciuto in una così lunga attività soluzione di continuità nei successi di botteghino e che soprattutto
hanno voluto essere, in anni di grande
controversie politiche e sociali, solo ed
esclusivamente attori comici.
Un duo tanto amato dal pubblico
quanto sottovalutato e disprezzato dalla critica specializzata che con troppa
leggerezza lo ha relegato ai margini
della comicità italiana con recensioni
nella maggior parte dei casi negative.
Alle accuse di volgarità e pochezza
della vena comica di Franco e Ciccio
mosse dalla critica istituzionalizzata
del tempo il libro di Gordiano Lupi fa
da contraltare con il duplice intento di
rendere la meritata dignità artistica al
momento opportuno negata e far conoscere al grande pubblico e alle nuove generazioni il genio dei due attori
siciliani. A tale scopo l’autore si produce in una considerevole ricerca di
tutto il materiale inerente la filmografia, dal recupero delle locandine originali fino all’analisi, ed è in questo contesto che Lupi compie il vero atto d’amore in quanto imparziale ed appassionata, di ogni singola pellicola rivissuta come la prima volta.
Soprassediamo! Franco e Ciccio
story, Il cinema comico-parodistico
di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Edizioni Il foglio letterario, pagine 530, € 18.
Il nuovo libro di Sergio Galligani
Ateo e credente
La formula narrativa scelta da Sergio
Galligani per la sua ultima pubblicazione è il dialogo. Come si evince dal
titolo ossimorico e al contempo ammiccante gli stereotipi scelti per la
conversazione si distinguono per i rispettivi credi religiosi. Opposti, contrastanti o complementari che si vedano le due voci permettono all’autore che le ha concepite di analizzare
gli argomenti intavolati dalle rispettive angolazioni apportando un valore
aggiunto consistente al processo conoscitivo della materia trattata. A
maggior ragione, se l’estrazione socio-culturale dei due è medio-bassa
come in questo caso, l’espediente risulta essere tanto proficuo quanto stimolante per il lettore. Si tratta di uno
scambio di opinioni su temi comuni e
di più ampio respiro filosofico, dal
quotidiano al metafisico, che ha la capacità di raccontare l’uomo moderno
per quello che veramente è grazie ai
suoi dubbi e alle sue convinzioni e alle scelte che ha fatto per gestire entrambi. Leggendo Ateo e credente,
seppur in poltrona, su una panchina o
in riva al mare si ha l’impressione di
trovarsi «nei bar, circoli sociali e nelle piazze» per citare l’autore stesso
nella presentazione del suo nuovo lavoro. Tutto ciò in conseguenza del
fatto che i poli opposti all’approccio
religioso rappresentano completandosi vicendevolmente i due spaccati
di quella umanità semplice ma genui-
na, spontanea ma sincera, mediocre
(nel senso etimologico del termine)
ma speranzosa che ci ospita ogni santo giorno di questa nostra dimensione
terrena. Con La Bancarella Editrice
Sergio Galligani ha pubblicato nel
2005 Raddrizzavano i chiodi e nel
2006 Tre racconti e un poema.
Ateo e credente, La Bancarella Edizioni, pagine 117, € 10.
58
marzo - aprile - maggio 2015
Luca Leonetti e i suoi disegni
D
di Daniele Toncelli
a alcune edizioni la
nostra rivista Costa
Etrusca è arricchita
da pregevoli disegni che illustrano articoli o racconti.
Sono artistiche immagini
realizzate da Luca Leonetti.
Luca è un giovane grafico
piombinese che con passione e capacità, cerca di trasmettere pensieri e sentimenti attraverso il linguaggio fantasioso del fumetto. I
suoi enigmatici personaggi
rappresentano i nostri stati
d’animo, le nostre inquietudini, i nostri pensieri, immersi in atmosfere irreali,
silenziose e forse ancora
senza una vera storia che li
unisca. Il segno che li delinea è sicuro, essenziale, elegante, ma anche molto incisivo nella stilizzazione e
semplificazione delle forme.
Le linee sono arricchite quasi con tenerezza, da una delicata gamma di colori che
creano una tavolozza poetica e suggestiva. Si avvale di
una tecnica mista molto appropriata, quale l’acquarello
e la china, che gli consente
di creare sfondi astratti che
accolgono in spazi non reali,
le sue figure di uomini, donne e animali.
Leonetti vuole trasmettere
con le sue invenzioni, le
stesse sensazioni che provoca la musica. Ritiene che
questa sia più efficace del
disegno nel coinvolgimento emozionale e proprio
per questo studia i ritmi e
le melodie musicali per
evocarli attraverso le forme e i colori.
Disegna così centinaia di
volti, mai uguali, colti nell’attimo fuggente della loro
introspezione psicologica
che li accomuna ai loro stessi corpi.
Le linee sono arricchite con tenerezza
da una delicata gamma di splendidi colori
Chi è Luca Leonetti
Luca Leonetti è nato a Piombino nel 1980 e si è diplomato alla scuola internazionale di Comics di Firenze nel
2006. Ha pubblicato la sua prima graphic novel per la Nicola Pesce editore e ha realizzato strisce a fumetti con
messaggi a sfondo sociale. Ha esposto nel 2011 presso
L’Agorà e a Palazzo Appiani e nel 2015 al Caffè Nanni.
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59
N
Il racconto di uno spareggio passato alla storia
Quella sassaiola di Viareggio
di Franco Biegi
ella
primavera
dell’anno 1931 la
maestra Targetti mi
seguiva in prima elementare
per riempire di aste le pagine dei miei quaderni. Nel
frattempo la Federazione
Italiana Gioco Calcio stava
riorganizzando i suoi campionati, e stava per nascere
un nuovo girone di prima divisione per squadre del centro Italia. Fra le squadre toscane in attesa della sospirata chiamata il Piombino e il
Grosseto che stavano preparandosi per disputare un torneo di qualificazione insieme con altre squadre. La
sorte volle che proprio
Piombino e Grosseto dovessero giocare una contro l’altra nella prima gara di spareggio.
Così il 29 marzo 1931, sul
campo neutro di Viareggio,
dopo il tradizionale e rispettoso omaggio delle autorità
al monumento ai caduti scesero in campo le rivali di
sempre.
Le squadre furono accompagnate, anzi, direi scortate,
dalle due tifoserie convenute nella città del carnevale
su due treni appositamente
approntati per l’evento. E
quella partita salì sulla ribalta del calcio toscano… burrascosamente.
Le notizie di cronaca meramente sportive non furono
molte, si sa che a prevalere
furono i nerazzurri di Piom-
bino per 2 a 1 e che l’incontro fu, per così dire, un po’
“ricco di intensità”, come
tutti gli spareggi che si rispettino. Forse un tantino di
più, soprattutto dopo il gol
della bandiera del grossetano Arnaldi che, come si dice
adesso, riapriva la partita
dopo il duplice vantaggio
piombinese con Iaconi e
Chiavacci. Il finale dell’incontro non fu proprio all’arma bianca ma non ci mancò
molto.
E adesso, finiti i resoconti
tecnici e documentabili dagli almanacchi, iniziano i ricordi e le parole di coloro
che ne hanno sentito parlare
mille e mille volte e, forse,
con più di uno “sfondone”
vista l’alternanza dei relatori, testimoni più o meno diretti. C’è chi parlò di guar-
die in campo con i manganelli, tristemente protagonisti di quegli anni, ancor prima che il gioco si fermasse
ad inseguire i bisnonni degli
attuali ultras che avevano
scavalcato le recinzioni, e i
progenitori degli attuali steward, cioè i volontari del
passato regime chiamati a
sostenere il servizio d’ordine, che formavano cordoni
di sicurezza. C’è chi descrisse con dovizia di particolari, anche troppi e progressivamente “infiocchettati” da nuove aggiunte di
aneddoti, il tragitto che riportava i cortei dei tifosi
dallo stadio alla stazione.
Caos, urla, spintoni, fugoni
e qualche mano un po’ troppo alta fino a quando i due
gruppi non raggiunsero i
treni inopportunamente po-
Lami & Bruscolini srl
agenti di assicurazioni
sti su binari vicini. E quando
il primo sasso colpì con fragore il treno dei rivali cominciarono a piovere pietre
come se grandinasse. Con
l’intervento delle forze
dell’ordine ritornò, non senza qualche affanno, la calma. I due treni poterono
mettersi in moto e l’uno, carico di delusione e qualche
cerotto, e l’altro, inebriato
di gioia ma un po’ ammaccato anch’esso, riuscirono a
rientrare a casa.
I racconti e gli aneddoti legati alla trasferta in Versilia
giravano ancora in città a distanza di molti anni, anche
quando io avevo finito di disegnare aste sul quaderno di
prima elementare e più tragici avvenimenti si stavano
affacciando sullo scenario
della storia. Poi ci pensarono i successi della squadra
nei primi anni Cinquanta a
farci parlare, con soddisfazione, di altre partite e di altri momenti esaltanti. Ma
c’era ancora qualcuno, nella
generazione di tifosi prima
della mia, che nelle lunghe
serate a chiacchiera in piazza Verdi aggiungeva qualche piccolo dettaglio sullo
spareggio con i torelli grossetani, aumentando le dimensioni del sasso lanciato
o fantasticando sul numero
di avversari messi k.o. con
un colpo solo.
E tutti i racconti si concludevano con un “bimbi, io
c’ero…” pieno di nostalgico
orgoglio.
60
marzo - aprile - maggio 2015
Questa rubrica è libera. Il
contenuto delle lettere può
non collimare col pensiero
del giornale. Costa Etrusca si riserva di ridurre le
lettere e di eliminare
espressioni che possano
integrare ipotesi di diffamazione. Gli autori, purchè noti alla direzione, potranno chiedere che la loro
firma sia omessa.
Precisazioni o rettifiche saranno pubblicate.
SFRATTI DALLE CASE
Proprietari immobili
poco tutelati
Tutti si commuovono per le
famiglie sfrattate per morosità. Nessuno si preoccupa del
proprietario dell’abitazione.
Per lo più sono comuni cittadini che hanno investito i risparmi in quella casa per arrotondare lo stipendio o la
pensione. Questi si trovano a
perdere anni di affitto, a spendere quattrini e tempo in avvocati e cause civili. E devono comunque pagare le tasse
che uno Stato sempre più vorace impone sugli immobili.
Renato Palmieri
a farlo per emulazione. Si
dovrebbero allora vietare
sparatorie, risse e violenze
per non istigare gli spettatori. Il problema del fumo è
certamente grave: sarebbe
meglio tentare di risolverlo
con una seria campagna di
informazione soprattutto
nelle scuole.
Mauro Chiostri
BESTEMMIE
La blasfemia,
reato fino al 1999
POMPE DI BENZINA
Mancano gli addetti,
ormai solo self-service
Rimpiango la figura del benzinaio di un tempo. Faceva il
pieno, se richiesto puliva il parabrezza, controllava l’olio,
rabboccava il livello del liquido di raffreddamento o del
lavavetro e controllava la pressione delle gomme. Ormai
tutte le pompe esibiscono il cartello «Fai da te», che
significa «Arrangiati». E alcuni distributori non sono neanche
più presidiati dal gestore. Credo che questo sistema
diminuisca di molto la quotidiana sicurezza in auto di tutti
noi. Io stesso ho scoperto casualmente che viaggiavo con
le gomme mezze sgonfie e con il livello dell’olio al limite.
Sono convinto che se ai distributori ritornasse la figura di
un addetto che, su richiesta, si prestasse a fornire un
servizio che un tempo costituiva la norma, grazie alle
mance nell’arco della giornata, guadagnerebbe non poco
e non graverebbe sui costi di gestione dell’esercente.
CANONE RAI
Paolo Novaresi
Quel referendum
mai rispettato
Non è necessario ripensare
le modalità di riscossione
del canone Rai: la Rai andrebbe privatizzata, con la
conseguente abolizione dell’odiato canone. Ma questo
non lo si vuole fare, nonostante il referendum.
Antonio Massioni
CONTRATTI DI LAVORO
Assenze per malattia,
colpito chi si ammala
Qualcuno auspica il ritorno al
non pagamento del primo giorno
di malattia. Il mio contratto nazionale (azienda privata) prevede
una graduale riduzione della
cifra percepita a partire dal
terzo giorno di malattia con un
ulteriore aggravio della terza
malattia durante lo stesso anno.
Non è equo colpire chi si ammala seriamente. Sarebbe forse
il caso di usare maggiormente
i contratti da parte delle aziende
sia pubbliche sia private.
Luca Dimuni
.RISCHI PER I GIOVANI
Informare nelle scuole
sui danni del fumo
Ha fatto molto discutere la
proposta di Beatrice Lorenzin di vietare che nei film si
vedano fumare i personaggi
in quanto, soprattutto i giovani, potrebbero cominciare
Vorrei si ricordasse, quando
si parla di blasfemia e di libertà di espressione, che in
Italia fino al 1999 la bestemmia era considerata reato.
Maurizio Carra
PARLAMENTO
Classe politica
assenteista
Lo spettacolo penoso del
parlamento italiano semivuoto durante la relazione
del ministro dell’Interno sui
drammatici fatti francesi dà
ancora una volta la misura
della pochezza e dell’ignoranza politica dei nostri sedicenti onorevoli. I quali sono invece attivissimi quando si tratta di perpetuare la
difesa dei parassiti dell’apparato pubblico (vedasi la
pronta difesa dell’impiego
pubblico davanti alla timida
minaccia che qualche nullafacente possa esser licenziato in base alle nuove norme). Tema che sta evidentemente a cuore, costituendo
l’impiego pubblico il serbatoio del voto clientelare e di
scambio. Ma quale speranza
di salvezza può avere il Paese con una simile classe politica?
Maurizio Bernardi
S
La festa mondiale delle donne
di Giuseppina Toncelli
cienziate,
medici,
scrittrici, staffette
della Resistenza, infaticabili madri, infermiere, suore missionarie, insegnanti. Sono molte le donne che hanno svolto al meglio il loro mestiere. L’Otto
marzo è l’occasione per riflettere su queste figure
femminili.
Una fra tutte è Madre Teresa di Calcutta. In occasione
della sua beatificazione (19
ottobre 2003) sono state
raccolte le testimonianze
delle sue visite in Toscana.
A Massa Marittima, nel
1991, confidò al vescovo
Comastri di voler aprire una
casa di preghiera per le sue
suore a Piombino. Con stupore il vescovo accettò e a
febbraio dell’anno successivo fu aperta la comunità
nella chiesina del Desco.
Oggi è un punto di riferimento spirituale e di aiuto
concreto molto importante
Da Santa Madre Teresa
a Chicchi, la partigiana
per tutto il territorio.
Un’altra testimonianza ci
parla di quando nel 1986, in
visita al carcere di Pianosa,
insistette per visitare tutti i
detenuti, compresi quelli del
“braccio proibito”, un luogo
sempre negato anche alle
suore. Alla fine i dirigenti
cedettero e Madre Teresa,
minuta e piccola com’era,
sparì circondata da un gruppetto di ergastolani attenti a
ogni sua parola.
Passando a un’altra figura
femminile da ricordare c’è
un’altra Teresa: si tratta di
Teresa Mattei, comandante
di compagnia a Firenze durante la resistenza nella for-
Come è nata la festa della donna
e origini della festa dell’Otto marzo risalgono al 1908.
Pochi giorni prima di questa data, a New York, le operarie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni lavorative a cui erano
costrette. Lo scioperò durò diversi giorni, finchè l’otto
marzo il proprietario della fabbrica Mister Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie
di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le
centoventinove operaie prigioniere all’interno morirono
arse dalle fiamme.
Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne.
L
61
mazione garibaldina Fronte
della Gioventù. Il suo nome
di battaglia era Chicchi. È
stata, poi, la più giovane deputata dell’Assemblea Costituente nel 1946, a soli
venticinque anni. A lei dobbiamo l’idea della mimosa
per celebrare questa festa.
Diceva di aver pensato a
questo fiore perché i partigiani lo regalavano alle staffette. Un fiore povero che
poteva essere raccolto a
mazzi ovunque e gratuitamente.
Queste sono donne il cui ricordo non si appannerà col
tempo. Buon Otto marzo!
Sulla Costa degli Etruschi,
in una splendida e immensa pineta secolare,
il Park Albatros è un gioiello
incastonato tra il meraviglioso golfo di Baratti
e i tipici paesini medievali.
Loc. Pineta di Torre Nuova, 2
57027 San Vincenzo (Li)
Tel. 0565.701018
e-mail: [email protected]
CAMPING VILLAGES IN ITALY
62
marzo - aprile - maggio 2015
Anche in questo numero
Costa Etrusca presenta la
storia dei naufragi avvenuti
nelle acque dell’Arcipelago
Toscano nell’epoca moderna. In questa quarta parte
vengono trattati gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale avvenuti nell’Arcipelago nelle latitudini
comprese tra Marina di Cecina e Livorno.
Storia dei naufragi
nell’Arcipelago Toscano
Destinazioni mai raggiunte dalle imbarcazioni,
tesori e relitti inabissati nel blu più profondo
di Emilio Guardavilla
n tempo di guerra l’indifferenza del mare rappresenta un nemico in più
per i marittimi che hanno
giurato eterna fedeltà ad
una bandiera imposta dal
destino. La neutralità connaturata di cui può far vanto perde progressivamente il suo spessore e, a fasi
alterne prive di ogni logica
interpretabile, si schiera o
si oppone senza ascoltare
le preghiere di nessun marinaio. È una terza forza in
campo senza mire e senza ideali, né nemici da
sconfiggere né alleati da
supportare, scevro da
strategie pianificate ed obbiettivi da perseguire; incapace di riconoscere colori che sventolano senza
gioia o insegne che campeggiano senza voce,
ignora le misere velleità
degli schieramenti e delle
ridicole missioni delle rispettive unità, anche
quando non ne hanno.
Non navigava di certo con
propositi offensivi quell’imbarcazione che oggi è
conosciuta come “Il relitto
dei marmi” e che giace
frantumata sui dolci fondali di Marina di Cecina,
poco più di 30 metri a
qualche miglio dalla costa. Le due ancore pressoché intatte nelle vicinanze della carcassa, l’elica ancora in asse ma soprattutto il carico di lastre
di marmo lavorate per ben
altre messe in opera parlano di un cabotaggio innocente e ignaro anche se
I
governato da un equipaggio dall’animo affogato
nella paura. A detta dei
sub esperti in grado di visitarlo, è anche per questo motivo che l’immersione sul Relitto dei marmi risulta essere emozionante
e suggestiva, memorabile
se effettuata nei rari casi
di buona visibilità.
Insistendo nelle basse coste di questa zona ci si imbatte nello sventurato destino del rimorchiatore di
109 tonnellate (25.27 per
5.64 metri) Carmelo Noli,
naufragato il 23 settembre del ’41 a seguito della
collisione con una mina
vagante durante un’operazione di sminamento. L’ordigno, tutto lascia pensare ad una mina difensiva
da 200kg di tritolo, fu capace di inabissare la costruzione del 1930 in brevissimo tempo e senza
possibilità di scampo lasciando lo scafo con assetto praticamente intatto
sul fondale sabbioso di
30 metri.
Nelle stesse acque, al
tempo rese infide da sbarramenti impenetrabili e letali da campi minati dalla
densità elevatissima data
la loro importanza nella logistica bellica, si perdono
le tracce nel dicembre del
1942 del Tabarca, una
motonave costruita a Glasgow nel 1917 dai lunghi
trascorsi e dai numerosi
ammainabandiera. Le cronache riportano l’affondamento di questa unità,
l’ultima immatricolazione
risale al settembre ’42 nei
registri del naviglio ausiliario della Regia Marina come trasporto bestiame, intorno alla mezzanotte del
giorno 1 mentre le ipotesi
sulle cause sono ancora
discordanti. Secondo le
fonti il naufragio avvenuto
durante la rotta tra Livorno
e Bastia potrebbe essere
stato causato da un siluramento, dall’urto di una
mina o addirittura da una
grave avaria non gestita al
meglio anche se l’analisi
dei registri e dei reperti,
nonché le testimonianze e
le documentazioni recuperate, accreditano l’urto
con una mina come causa
principale. Verosimilmente il Tabarca incappò in
una delle 140 mine convenzionali e magnetiche
che il posamine inglese
Maxman lasciò a sud di Livorno il 24 agosto del
1941 e su cui, circa un
anno prima, era già saltato in aria il dragamine Carmelo Noli. Il Tabarca, che
navigava in convoglio con
il Capitano Sauro e la torpediniera di scorta Carini,
stava trasportando 233
militari di truppa italiani e
tedeschi, ammassati sottocoperta e molti dei quali
addormentati; trovarono
eterno riposo a 6 miglia
dalla costa in poco più di
20 metri di acqua.
Anche quel tratto costiero
di Mar Ligure compreso
tra le foci dei fiumi Fine e
Cecina, conosciuto dai naviganti come “Le secche
di Vada” è stato teatro di
sciagure e disastri marittimi di varia entità. Durante
il periodo bellico hanno
completato la loro ultima
rotta la U Boote Jäger
2223 (ex corvetta Marangone C 52 della Marina
Italiana impostata nel
1943, catturata in fase di
in allestimento ed incorporata nella Kriegsmarine
nel settembre dello stesso anno), il piroscafo
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Campopisano e la nave da
carico Genepesca. Della
UJ2223 sappiamo per certo essere stata vittima
nella notte tra il 14 e il 15
maggio 1944 della motosilurante PT-218 (comandante Robert A. Allan della
Royal Naval Volunteer Reserve) che ne provocò l’affondamento e la morte di
41 membri dell’equipaggio mentre del piroscafo di
344 tonnellate Campopisano, il cui relitto non è
stato mai localizzato, risultano pesanti danneggiamenti dalle incursioni del
17, 18 e 19 a seguito delle quali si capovolse e si
inabissò il giorno 22. Il
Genepesca fu varato nel
1940 come peschereccio
d’altura e si presentava al
galleggiamento con 78
metri di lunghezza, 12 di
larghezza e una stazza lorda di 1630 tonnellate.
Nell’agosto del ‘40 fu requisito dalla Marina Militare Italiana e nel ‘42 pitturato per sfuggire agli aerei
alleati che pattugliavano il
tratto di mare toscano. Il
26 maggio 1945, in navigazione da Tunisi a Livorno per un trasporto di alimenti, incrociò un campo
minato e affondò spezzato
in due tronconi. Oggi, a
seguito di un malsano tentativo di recupero non registrato, la parte prodiera
(55 metri di lunghezza)
dista da quella poppiera
(lunga 20 metri) circa 40
metri (ne è testimonianza
una gomena di notevole
diametro), entrambi adagiati su un fondale di circa
30 metri.
Poco distante dagli scogli
affioranti e i fondali sabbiosi delle secche, in alcu-
ni punti si raggiunge una
profondità minima di 2.5,
si trova anche la carcassa
di un De Havilland Mosquito, il versatile velivolo della Royal Air Force, bombardiere medio e d’assalto,
ricognitore a lungo raggio
e caccia pesante notturno, rinomato per la sua
straordinaria velocità. Il
Mosquito fu abbattuto durante l’attacco alle polveriere della pineta di Vada
nel 1944.
Pochi gradi più a nord, a
circa 200 metri dalla costa di Castiglioncello giace a 16 metri il relitto
dell’incrociatore ausiliario
Piero Foscari. Una così
esigua distanza dalla riva
è spiegata dalla dinamica
del suo naufragio avvenuto nei giorni dell’armistizio
quando fu colpita a più riprese dall’inaspettato nemico. La ex motonave mista di 3423 tonnellate di
stazza lorda, costruita nel
1928 per la Società di Navigazione San Marco ed
immatricolata nel luglio
1941, fu bersagliata dai
posamine tedeschi Pommern e Brandenburg e da
batterie costiere il 9 set-
tembre mentre faceva rotta da Genova per Piombino. I danni riportati, tanto
gravi da indurre il comandante ad un disperato tentativo di incaglio, gli furono fatali ed il giorno 10 capitolò sotto i colpi del
Brandenburg. Negli scontri
a fuoco di quei giorni convulsi trovò la morte anche
un membro dell’equipaggio civile del Foscari, il giovanotto di coperta Emanuele De Carne.
Il mare che bagna la città
di Livorno, a causa dell’importanza strategica del
suo porto, ha assistito a
numerosi naufragi e affondamenti durante l’ultimo
conflitto. Il 19 dicembre
1940, dopo aver urtato
una mina, si inabissarono
a un’ora di distanza l’uno
dall’altro i piroscafi di 160
metri Geierfels e Freienfels, localizzati nel 2013 a
140 metri di profondità,
15 miglia da Livorno e 3.5
a est della Gorgona.
Nei pressi della Meloria si
trovano il Pertinace, ex Iela, yacht privato di Vittorio
Emanuele III dal 1914, ex
Rannoch (1902), requisito
nel 1941 e registrato co-
me AS113, affondato da
aerei tedeschi il 9 settembre 1943, e una chiatta di
40 metri per dieci dallo
scafo ancora integro conosciuta negli ambienti di diving banalmente con il nome Chiattone (profondità
15 metri). Sempre al
1943 risalgono gli affondamenti del rimorchiatore
di 100 tonnellate Costante Neri (18 giugno), cannoneggiato dal sommergibile
britannico Sickle, del famigerato Brandenburg (21
settembre) ad opera
dell’Unseen e l’ammaraggio dell’idrovolante tedesco Arado AR 196-A, questi ultimi nelle vicinanze
dell’isola di Capraia.
L’anno successivo, per
ironia della sorte il 25
aprile, veniva auto-affondata la Torpedoboote Ausland 23 (“torpediniere
straniere” catturate dai tedeschi e immatricolate
nella Kriegsmarine, in
questo caso l’Impavido
della Classe Ciclone) in
seguito ad un incidente
durante le operazioni di
minamento che ne mise
fuori uso l’apparato propulsivo e al contemporaneo attacco delle unità
della Royal Navy operanti
nella zona.
4) continua
Uomo libero
sempre avrai
caro il mare.
Charles
Baudelaire,
L’uomo e il mare,
1857
DIFFERENZIARE BENE È IL PUNTO DI PARTENZA
PER ARRIVARE AL RICICLO
marzo - aprile - maggio 2015
ASIU INFORMA
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Il primo passo lo fanno i cittadini (che differenziano)
La raccolta differenziata è una
pratica importante e negli ultimi
anni anche la legislazione le
ha dato sempre più credito. Si
tratta ad ogni modo di un primo
passo nel circuito virtuoso che
trasforma i rifiuti in risorse da
impiegare nuovamente in cicli
di produzione e che possono
così dar vita ad oggetti derivanti
appunto da materie prime non
recepite in natura.
Questo primo passo è sicuramente tra i più importanti ed è
compito di tutti i cittadini compierlo in maniera corretta. Senza
una accurata raccolta differenziata, infatti, è impossibile proseguire nella direzione che porta
ad un effettivo riciclo.
È bene quindi rimarcare come
si debba porre la massima attenzione a ciò che si getta nei
vari contenitori, perché i materiali raccolti siano di qualità.
Da qui nasce la possibilità di
avviare a riciclo, che non
viene effettuato appunto dai
cittadini e che non va assolutamente confuso con il differenziare i rifiuti. Sono due
azioni diverse e hanno responsabilità diverse.
Molto spesso, infatti, si tende
a confondere un mezzo con il
fine, e si finisce per credere
che una volta che si sia effettuata
una corretta raccolta differenziata
le problematiche legate al tema
dei rifiuti, soprattutto per quanto
riguarda il loro smaltimento o
il loro riciclo appunto, siano
finite. Ciò risulta vero a patto
però che i materiali raccolti in
maniera differenziata trovino
una loro adeguata collocazione
nel mercato delle materie prime
seconde; se cioè esiste un mercato di oggetti derivati da riciclo
di materia.
ASIU è quotidianamente impegnata affinché sempre più
rifiuti siano avviati a recupero,
ma perché si abbia veramente
la trasformazione dei rifiuti
raccolti in maniera differenziata
in risorse, ovvero materie prime,
è necessario che vi sia attenzione
a ciò che effettivamente si deposita in ogni cassonetto, così
che possa essere avviato a recupero e diventare un nuovo
prodotto.
LE RACCOLTE DIFFERENZIATE DI ASIU
Come, perché e cosa diventano
MULTIMATERIALE:
Cosa SI’: I rifiuti compresi nel multi materiale sono
tutti gli imballaggi, quindi contenitori in:
• Plastica (bottiglie, flaconi ecc.)
• Alluminio (lattine)
• banda stagnata (barattoli, scatolette ecc)
• tetrapack (brik di succhi, latte ecc.)
• polistirolo (vassoi e altri imballaggi)
• cellophane e nylon (buste, sacchi ecc)
Per diventare nuove risorse e non essere scartati
i flaconi, le bottiglie e le lattine non devono
contenere residui all’interno.
E’ importante che all’interno della campana vadano
solo gli imballaggi, quindi solo i contenitori.
Come si raccoglie: Attraverso campane di colore
verde posizionate lungo le strade e con bidoncini
per la metodologia porta a porta nelle zone dei
vari Comuni interessate dal servizio.
Cosa diventa: Il mutlimateriale, raccolto da REVET
per conto di ASIU, viene portato ad un impianto di
selezione a Pontedera. Qui vengono divisi tutti i
materiali presenti nelle campane, a seconda della
tipologia. Una volta intercettate le frazioni omogenee
vengono inviate, tramite gli accordi con i vari
consorzi, alle aziende che si occuperanno della
loro lavorazione e trasformazione in nuovi oggetti.
Attraverso apposito impianto le plastiche tornano
a dar vita a profilati per la realizzazione di manufatti
di arredo. Altre divengono parti per veicoli o anche
utensili per la casa.
Alcuni esempi: dalle bottiglie di plastica si possono ottenere abiti in
pile, interni per auto,
oggetti di arredo urbano come tavoli, panchine, parchi giochi.
Dalle lattine telai di
biciclette, pentole,
padelle. Il tetrapak,
inviato ad apposite
cartiere produce
un’ottima carta.
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VETRO:
Cosa SI’: Tutti gli imballaggi in vetro,
come bottiglie, falconi, barattoli, ecc.
Come si raccoglie: Attraverso campane
di colore giallo posizionate lungo le
strade. La raccolta di vetro, viene svolta
anche presso gli esercizi commerciali
quali bar, ristoranti e pizzerie, con la
modalità porta a porta, tramite bidoni
da 120 lt.
Cosa diventa: Il vetro raccolto in maniera
differenziata viene avviato ad un impianto
di selezione che lo trasforma in rottame
da avviare alle vetrerie.
Alcuni esempi: Dal rottame di vetro si
possono ottenere altri oggetti in vetro
che garantiscano uguale qualità.
CARTA E CARTONE:
Cosa SI’: Carta dei giornali, delle riviste,
dei libri e dei quaderni. Non è la carta
fotografica, plastificata, o la carta chimica
di fax e scontrini, oppure carta sporca
o oleosa. La carta deve essere pulita.
Come si raccoglie: Con cassonetti
stradali di colore azzurro e con bidoncini
di colore azzurro con modalità porta a
porta domestico. Il cartone viene poi
raccolto presso gli esercizi commerciali
del Comune di Piombino e Campiglia
tramite apposite postazioni dislocate
in vari punti della città o con metodo
porta a porta.
Cosa diventa: Viene inviata ad un
impianto di selezione che provvede ad
eliminare tutto ciò che non è cellulosa
e carta o cartone sporchi. Viene pressata
ed inviata, tramite gli accordi con CONAI,
alle cartiere che ne ricavano altri oggetti
in carta e cartone.
Alcuni esempi: La carta riciclata è usata
moltissimo in commercio per quaderni,
risme di fogli, cartoncini, agende, o per
fabbricare penne in cartoncino, righelli
ed altri complementi da ufficio.
Cosa SI’: scarti alimentari, avanzi di
cibo, potature, foglie, fiori, fondi di te
o caffè, fibre tessili naturali in piccole
quantità come lana o cotone
Come si raccoglie: la raccolta differenziata
dell’organico viene effettuata tramite i
cassonetti con il coperchio di colore
marrone o porta a porta con bidoncini
dello stesso colore, e si rivolge all’utenza
domestica.
Viene effettuata anche con la modalità
porta a porta per le grandi utenze, con
bidoni da 120 lt (grande distribuzione
e ristoranti).
Cosa diventa: ASIU tratta direttamente
i rifiuti provenienti da cassonetto marrone,
e da grande utenza come mercati, supermercati ortofrutticoli e ristoranti trasformandoli in compost.
Alcuni esempi: Il compost di qualità
viene utilizzato internamente all’impianto
ASIU come materiale di copertura.
Cosa SI’: le isole ecologiche sono
strutture attrezzate all’interno delle quali
è possibile conferire differenziatamente
i rifiuti che di norma non possono andare
nei cassonetti stradali
Quali rifiuti: Alle isole ecologiche si
possono conferire ingombranti, legno,
ferro, sfalci di potature, elettrodomestici,
elettronici, oli minerali o vegetali, batterie,
pile, farmaci scaduti ecc.
Cosa diventano: I rifiuti che ASIU raccoglie
differenziatamene tramite le isole eco-
ORGANICO
ISOLE ECOLOGICHE
logiche seguono tutti un percorso diverso
tra loro, che porta ogni materiale al recupero e al riutilizzo, tramite i consorzi
di filiera, aziende specializzate nel trattamento o direttamente tramite l’impianto
di Ischia di Crociano.
RITIRO DOMICILIARE INGOMBRANTI ED ELETTRONICI
Cosa SI’: Per rifiuti ingombranti si intendono tutti i rifiuti di grosse dimensioni
che rappresentano l’arredo delle abitazioni;
quindi divani, letti, reti, materassi ecc.
I Raee sono invece tutti i rifiuti elettrici
ed elettronici come frigo, lavatrici, TV
ecc.
Come funziona il servizio: Sia per gli
elettrodomestici che per i rifiuti ingombranti è possibile prenotarne il ritiro
domiciliare gratuito attraverso il centralino
aziendale, telefonando al numero 0565
277111. Un operatore ASIU fisserà un
appuntamento per il ritiro, che avverrà
su strada (di norma al civico dell’utente).
Cosa diventano: I rifiuti elettronici e gli
ingombranti vengono raccolti in modo
separato, così come prescritto dalla
normativa, e inviati direttamente ai vari
consorzi di filiera che provvedono al
loro disassemblaggio e al recupero dei
materiali.
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Fin dal tempo degli etruschi
l’olio si chiamava oro verde,
rappresentava e rappresenta
la base di un’ottima cucina
Tenuta Eleonora di Toledo
Località Bandita, 51 - Campiglia Marittima (Li)
Tel. 339 8113977 - [email protected]
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