NEWS CASA E CITTA' 4 - 2011 a cura del Dipartimento Ambiente e Territorio Area Politiche della casa e degli insediamenti urbani e-mail: [email protected] In questo numero: ■ Federalismo: decreto respinto alla Camera ma approvato dal Consiglio dei Ministri ■ Senato: bocciato l'emendamento sul condono edilizio ■ Senato: Riforma del condominio ■ Commissione europea: come uscire dalla povertà ■ Esperienze di social housing in Italia Federalismo: approvato il decreto dal Consiglio dei Ministri Il Decreto attuativo del federalismo, respinto dalla Commissione bicamerale, ha avuto il via libera dal Consiglio dei Ministri. La maggioranza parla di “tenuta”, l'opposizione di un “colpo di mano”. Il provvedimento dovrà comunque ora essere firmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Nell'ultima versione del testo, che ha subito una radicale trasformazione rispetto a quello approvato dal Governo in prima lettura, le novità riguardavano: IMU (imposta municipale unica) sul possesso dell'abitazione, prevista dal 2014 in sostituzione di ICI e Irpef sui redditi fondiari, con un'aliquota del 7,6 per mille che potrà essere variata dai Comuni in misura del 3 per mille; cedolare secca sugli affitti al 21% sui canoni liberi e al 19% su quelli concordati, con una quota di compartecipazione ai Comuni del 21,7% nel 2011e del 21,6% nel 2012 pensata per trasferire allo Stato eventuali perdite di gettito; sblocco delle addizionali Irpef nei limiti dello 0,4% possibili due mesi dopo l'entrata in vigore del Decreto se l'economia non vara un regolamento specifico entro 60 giorni; imposta di scopo sulle opere pubbliche, un prelievo aggiuntivo restituito ai cittadini se l'opera (quelle finanziabili dovranno essere fissate da un regolamento entro 60 giorni) non viene completata; tassa di soggiorno con un tetto di 5 euro chiesto ai turisti per ogni pernottamento e in percentuale sul prezzo della stanza; Passa la proposta di introdurre una ceimposta municipale secondaria, da istituire con delibera dolare secca sui redditi da locazione, del Consiglio comunale, prevista dal 2014, che sostituirà la sopprimendo i 400 milioni da destinare tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche, l'imposta agli inquilini con figli a carico, che facomunale sulla pubblicità ed i diritti sulle pubbliche affissioni; vorisce i proprietari più ricchi senza compartecipazione per i Comuni all'IVA in misura del contropartita in termini sociali: nessu2% del gettito Irpef. na misura per abbassare il livello dei Dal 2011 al 2013 sarà un attivo un Fondo sperimentale di riecanoni, nè forme di sostegno agli inquilibrio (Fsr) per consentire soprattutto ai Comuni più piccoli quilini come la possibilità di detrarre di non risentire degli effetti negativi della riduzione dei trasfel'affitto dal reddito, né la previsione di rimenti statali, sostituito dal 2014 dal Fondo di perequazione una dotazione adeguata del Fondo per previsto dalla legge istitutiva del federalismo fiscale. l'affitto, oggi praticamente azzerato. 1 No al nuovo condono edilizio Le Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio hanno giudicato inammissibile, perchè non inerente alla materia del Milleproroghe, l’emendamento proposto da diciassette senatori del PdL, che riapriva i termi ni per la sanatoria degli immobili abusivi, dando la possibilità di presentare fino al 31 dicembre 2011 domanda di sanatoria per abusi edilizi commessi entro il 31 marzo 2003, anche in aree tutelate dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. E' stato respinto anche lo stop alle demolizioni degli edifici abusivi in Campania. Critiche all'emendamento era state mosse dall'opposizione, ma anche da esponenti di ordini professionali, istituti di ricerca e membri dell’associazionismo ambientalista: l’Italia sarebbe l’unico paese europeo ad aver approvato tre condoni e l’esperienza dimostra che a questo tipo di sanatorie seguono una corsa all'illegalità e agli abusi, nonché un considerevole consumo di suolo (INU), sanando l'insanabile e, come è sempre accaduto in questi casi, mandando un devastante segnale al paese di via libera al cemento abusivo e all'illegalità (PD);inoltre nella politica dei condoni c'è un alto rischio per l'assetto idrogeologico italiano, (Legambiente). Infine il condono rappresenta una resa dello stato alle attività illegittime dal momento che non esisterebbero ragioni di interesse pubblico per consentire la legalizzazione degli abusi edilizi (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori). I contenuti bocciati dal Senato Con la prima parte del testo sarebbe diventato possibile modificare la L. 326/2003, ammettendo nel 2011 la sanatoria delle opere edilizie realizzate entro il 31 marzo 2003 in aree tutelate dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, D.lgs. 42/2004. Il condono avrebbe ammesso anche i soggetti che si erano precedentemente visti rigettare l’istanza di regolarizzazione. Per questo motivo l’emendamento aveva previsto la sospensione dei procedimenti sanzionatori di natura penale e amministrativa, anche se già avviati o riferiti a sentenze passate in giudicato. Con l’approvazione della seconda parte, in Campania sarebbero state sospese fino al 31 dicembre 2011 le demolizioni degli immobili realizzati in violazione dei vincoli paesaggistici a fini non speculativi e utilizzati come prima abitazione da soggetti sforniti di un altro alloggio, mentre l'abbattimento sarebbe stato confermato solo in caso di pericolo per la sicurezza pubblica e privata. Riforma del condominio Il Senato ha approvato il 26 gennaio la riforma del condominio, con l'obiettivo di rendere più snella e trasparente la gestione condominiale, ridurre l'elevata litigiosità che si riscontra nella materia e deflazionare l'arretrato dei processi civili. Le liti in materia di condominio rappresentano, infatti, una delle fonti principali di contenzioso civile in Italia ed evidenziano l'esigenza di rendere la relativa normativa più rispondente alla realtà: 43 milioni di italiani, oltre l’85% delle famiglie che vivono nelle grandi città avranno una nuova norma tiva di regolazione dei rapporti condominiali, che sostituisce quella attuale ferma all’immediato dopoguerra. Il Ddl approvato dal Senato ha diversi limiti che andranno corretti nel dibattito alla Camera: con proposte di integrazione e di modifica, in un contesto finalizzato alla rapida approvazione della legge che è valutabile positivamente per diversi aspetti, fra i quali: - rafforzamento e maggiore responsabilizzazione del ruolo dell’amministratore condominiale, assoggettato alla prestazione di una garanzia assicurativa, - potenziale riduzione delle liti condominiali, anche attraverso la valorizzazione dell’Istituto della Conciliazione stragiudiziale, - maggiore attenzione ai temi della sicurezza, salubrità degli edifici e all’esigenza di risparmio energetico. C’é poi l’obbligo per gli amministratori di iscriversi a un elenco presso le Camere di commercio, la possibilità di rendere più incisive le procedure per il recupero dei crediti. Ma anche, rispetto agli aspetti edilizi: la modifica della destinazione d’uso delle parti comuni del condominio potrà essere approvata dall’assemblea con la maggioranza dei condomini presenti, che devono rappresentare almeno i due terzi dell’edificio; il singolo condomino ha facoltà di staccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato, se l’operazione non comporta oneri aggiuntivi per il resto del condominio, caso in cui dovrà partecipare alle spese di manutenzione dell’impianto centralizzato; le migliorie per le parti comuni, interventi di eliminazione delle barriere architettoniche ed installazione di impianti centralizzati per la ricezione di stazioni televisive potranno essere approvate dalla maggioranza dei condomini in assemblea; le opere effettuate da un condomino all’interno del proprio appartamento, anche in caso non violino le normative, non potranno essere eseguite se questi lavori andranno a danneggiare le parti comuni dell’edificio;le installazioni nelle parti comuni, dovranno rispettare tassativamente le vigenti normative in materia di sicurezza negli edifici. 2 Commissione europea: come uscire dalla povertà L'anno europeo 2010 della lotta alla povertà e all'esclusione sociale ha visto l'evento di chiusura il 16 e 17 dicembre a Bruxelles, occasione nella quale sono stati evidenziati, oltre agli elementi critici, buone prassi ed eventi chiave dell'Anno. L'Europa è infatti una delle regioni più ricche del mondo, con un'economia che fornisce uno standard di vita elevato e una ricchezza che permette a molti dei suoi cittadini di godere di un'assistenza sanitaria di buona qualità, istruzione e assistenza sociale. Tuttavia si stima che nell'Unione europea circa 84 milioni di persone (17%) sono a rischio di povertà ed esclusione sociale, disponendo ancora di risorse limitate e non riuscendo a soddisfare le proprie necessità primarie. L'opuscolo pubblicato in occasione della manifestazione di chiusura, mette in mostra una serie di progetti e iniziative finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita. Tratta vari argomenti - educazione, occupazione, , isolamento rurale, salute, abitazione, inclusione finanziaria e, tra le buone pratiche, cita l'esempio del programma di La Chanca di risanamento e restauro del più antico quartiere di Almeria nel sud della Spagna. L'opuscolo si conclude: "[...] una chiave importante per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale è quello di migliorare le condizioni di vita delle persone svantaggiate in luoghi in cui vivono, compreso l'accesso a un alloggio adeguato. Programmi di riqualificazione urbana integrata hanno il grande vantaggio di migliorare contemporaneamente la coesione sociale e territoriale ". Il Programma di riabilitazione di Chanca ha intrapreso un restauro radicale del quartiere più antico di Alme ria, nel sud della Spagna con l'obiettivo di migliorare condizioni di salute, alloggio, istruzione, occupazione dei suoi 12.000 cittadini. Il Piano è stato istituito in risposta all'instancabile azione dei residenti e con un pro fondo impegno del Governo andaluso ed è stato adottato nel 1990. La Chanca è una città storica, un tempo di pescatori, quarto tra i più importanti porti del Califfato di Cordoba. Nel 20esimo secolo, si insediarono zingari nei ruderi abbandonati del borgo antico (oggi il 23% della popolazione). La pianta della città non è molto cambiata nel tempo, comprese le “case-grotta” scavate sulle scogliere dove vivevano i più poveri. Ora, circa 1000 case sono state restaurate e circa 250 costruite in affitto, soprattutto per i residenti di “case-grotta” che hanno dovuto essere abbandonate. Il Governo andaluso ha investito 45 milioni di euro in lavori di ristrutturazione, e circa 48 milioni sono stati stanziati per il lavoro futuro. La Chanca è un progetto complesso, con finalità tanto sociali che architettoniche, è gestito a livello locale, e coinvolge attivamente le persone che vi abitano. Ha finalità inclusive in cui differenti nazionalità, religioni e credenze coesistono. Qui i cittadini, riuniti in gruppi, hanno con successo assunto il ruolo di autorità municipali sui temi dell'istruzione, della sanità e sicurezza, hanno affrontato i commercianti di droga del quartiere, andando di casa in casa ed espellendo i trafficanti e hanno cercato di migliorare le proprie condizioni, anche attraverso la costruzione o il ripristino di quelle che spesso erano case molto primitive. Esistono ancora problemi di disoccupazione, di lavoro inadeguato, famiglie disagiate. Le abitazioni ancora non bastano, molte sono sovraffollate e in cattive condizioni, con mancanza di bagni e servizi igienici di base. Questa provincia del sud dell'Andalusia ha il clima più secco della Spagna, ma la sua storia non è tutta durezza e aridità, è anche un progetto unico di sociale, economico e fisico riabilitazione che ha mantenuto in vita il cuore e l'anima di un quartiere. La Chanca vive. Secondo le recenti relazioni europee e internazionali, una chiave importante per la lotta alla povertà e l'esclusione sociale è quello di migliorare il tenore di vita di persone svantaggiate in luoghi in cui in cui vivono, compreso l'accesso a un alloggio adeguato. Programmi di riqualificazione urbana integrata sono il grande vantaggio per migliorare contemporaneamente coesione sociale e territoriale. 3 Lombardia A Vimodrone al posto di immobili degradati, con impianti non a norma e obsoleti e la mancanza dei requisiti minimi di efficienza energetica (assenza di coibentazione, di doppi vetri, di cappotto nelle murature) sorgeranno 337 alloggi (al posto dei 168 attuali) di ultimissima generazione, di diversa metratura, per rispondere alle esigenze più diversificate: 168 saranno destinati al canone sociale, 24 a canone moderato e i rimanenti 145 a canone convenzionato per almeno 10 anni con patto di futura vendita. E' un intervento che vuole risolvere problemi che ancora oggi non trovano una risposta, evitando un'eccessiva concentrazione di persone anziane e creando quel mix abitativo necessario ad evitare la ghettizzazione della zona I canoni di affitto verranno diversificati a seconda delle esigenze dei futuri inquilini. L'intervento permetterà di inserire nel quartiere anche negozi, nuove infrastrutture, aree a verde pubblico, scuole e asili. Abruzzo Regioni La Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, assieme alle Fondazioni di Pescara (Pescarabruzzo), Rieti (Varrone) e Teramo (Tercas), hanno sottoscritto un protocollo per il varo di un fondo immobiliare che punta a raccogliere oltre 100 milioni destinati all'edilizia abitativa sociale. La gestione sarà affidata a Investire Immobiliare Sgr, la società del gruppo Banca Finnat che gestisce, tra gli altri, il Fip, il fondo immobili pubblici. E' il primo fondo interregionale che nasce su territori omogenei. Le quattro Fondazioni puntano a conferire al Fondo, tra immobili e risorse liquide, circa 30-35 milioni ciascuna. il Fondo sarà a comparti e prevede la possibilità di aggregare altre Fondazioni attive tra Marche, Abruzzo e Lazio nonchè le amministrazioni locali. Per rafforzare la propria capacità finanziaria il Fondo si candiderà all'investimento da parte del 'sistema integrato di fondi (il cosiddetto Piano casa nazionale). Umbria Esperienze di social housing La Giunta regionale dell’Umbria ha destinato 5,4 milioni di euro per l’acquisto di alloggi di edilizia residenziale pubblica e a sostegno dei programmi di riqualificazione urbana, ai quali vanno ad aggiungersi fondi per interventi e programmi, alcuni dei quali già in corso. L’obiettivo è quello di fronteggiare il bisogno di nuove abitazioni a canoni accessibili sia in relazione al fenomeno degli sfratti che a quello della richiesta di case in particolare per le giovani coppie. Le risorse nazionali saranno utilizzate in parte (3.470.078 euro) per realizzare circa 100 alloggi di bioarchitettura e in parte per finanziare i PUC2 di Città di Castello e Marciano che, utilmente piazzati in graduatoria, erano rimasti esclusi per mancanza di fondi dal finanziamento precedente. E’ inoltre prevista la realizzazione di uno studio di fattibilità funzionale alla costituzione di un “Fondo immobiliare locale” al servizio, con caratteri innovativi e “sociali”, di acquirenti, cooperative e imprese costruttrici di case. Dipartimento Ambiente e Territorio – Area Casa e Insediamenti urbani 4