Piano locale d’azione per l’uguaglianza tra donne e uomini 2013-2017 della Città di Merano 2 INDICE PREMESSA......................................................................................................................................................................... 7 ENTI, ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI PARTECIPANTI A FOCUS GROUP ............................................. 10 TABELLA DELLE TEMPISTICHE DI ATTUAZIONE ................................................................................................. 11 AREA D’INTERVENTO 1 SCUOLA E FORMAZIONE - ABBATTIMENTO DEGLI STEREOTIPI DI GENERE NELLA FORMAZIONE DI BAMBINI/E RAGAZZI/E, NELL'OTTICA DI UNA CULTURA DEL RISPETTO E DELLA VALORIZZAZIONE DI DONNE E UOMINI ........................................................................ 13 Obiettivo 1 Abbattimento degli stereotipi di genere nell'educazione e nella formazione della prima infanzia ...................................................................................................................................................... 15 Azione positiva 1 Percorso formativo per assistenti all'infanzia........................................................................... 15 Azione positiva 2 Comunicazione ai genitori dei contenuti del percorso formativo.............................................. 15 Obiettivo 2 Sensibilizzazione e formazione dei genitori relativamente alla lotta precoce agli stereotipi di genere ......................................................................................................................................... 15 Azione positiva 1 Serate informative e di sensibilizzazione per genitori .............................................................. 15 Azione positiva 2 Scaffali tematici con libri in materia di abbattimento degli stereotipi per gli asili nido .............. 16 Azione positiva 3 Diffusione di libri a tema nell’ambito della distribuzione dei Kit “Bookstart” ............................. 16 Obiettivo 3 Incentivazione del lavoro di rete tra istituzioni/associazioni che si occupano dell'educazione e della formazione nella prima infanzia........................................................................................ 16 Azione positiva 1 Tavolo di coordinamento in materia di educazione e formazione nella prima infanzia ............ 16 Obiettivo 4 Abbattimento degli stereotipi di genere nell'educazione e nella formazione di ragazze e ragazzi che frequentano la scuola secondaria di secondo grado ............................................................. 16 Azione positiva 1 Individuazione nel contesto urbano immagini e simboli riportanti stereotipi di genere............. 16 Azione positiva 2 Individuazione delle misure necessarie atte a rimuovere gli stereotipi individuati ................... 17 AREA D’INTERVENTO 2 SICUREZZA E PREVENZIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE.................. 19 Obiettivo 1 Costituzione di una “Rete contro la violenza sulle donne – Città di Merano”, coordinata dal Servizio politiche femminili, a cui parteciperanno istituzioni, forze dell'ordine e associazioni che operano nell’ambito della prevenzione della violenza ........................................................................ 20 Azione positiva 1 Costituzione della Rete contro la violenza sulle donne – Città di Merano ............................... 20 Azione positiva 2 Prosecuzione dei lavori della Rete attraverso regolari............................................................. 20 Obiettivo 2 Sottoscrizione di un Protocollo d'intesa tra gli enti/associazioni partecipanti alla “Rete contro la violenza sulle donne – Città di Merano”, coordinata dal Servizio politiche femminili.............. 20 Azione positiva 1 Individuazione dei contenuti del Protocollo nonché sottoscrizione pubblica dello stesso ........ 20 Obiettivo 3 Potenziamento del servizio Taxi rosa nel Comune di Merano, attraverso un incremento dei Comuni aderenti e una diffusione capillare dell'informazione tra le donne .................................... 20 Azione positiva 1 Potenziamento e migliore pubblicizzazione del servizio Taxi rosa .......................................... 21 Obiettivo 4 Contribuire alla sicurezza delle cittadine avviando un programma di prevenzione nelle scuole secondarie rivolto alle ragazze e finalizzato all'aumento dell'autostima e allo sviluppo dei meccanismi di autodifesa........................................................................................................................... 21 Azione positiva 1 Progetto di prevenzione “Io dico no/Ich sag nein” per le ragazze delle scuole medie ............. 21 Azione positiva 2 Realizzazione di corsi di autodifesa per ragazze..................................................................... 21 3 AREA D’INTERVENTO 3 INCLUSIONE E INTEGRAZIONE SOCIALE ............................................................ 23 Obiettivo 1 Permettere di acquisire autonomia, sicurezza, basi culturali e linguistiche alle donne migranti, al fine di fornire loro gli strumenti per una cittadinanza attiva .................................................. 24 Azione positiva 1 Creare centri di ascolto per donne migranti (progetto pilota all’interno dell’Orto interculturale) ................................................................................................................................................................ 24 Obiettivo 2 Potenziare la rete tra le istituzioni ed i rappresentanti delle diverse etnie, introducendo nella rilevazione dei bisogni un'ottica di genere ........................................................................................ 24 Azione positiva 1 Collaborare con il tavolo interistituzionale sollecitando misure di inclusione delle donne migranti .................................................................................................................................................................. 24 Obiettivo 3 Aprire un canale di comunicazione stabile e regolare con le donne elette nella Consulta immigrati................................................................................................................................................ 24 Azione positiva 1 Avviare incontri con le donne elette nella Consulta immigrati.................................................. 24 AREA D’INTERVENTO 4 RAPPRESENTANZA POLITICA E PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA E ALLO SVILUPPO ECONOMICO .................................................................................................... 25 Obiettivo 1 Favorire un’adeguata rappresentanza femminile negli organismi politici, negli organi decisionali e nelle posizioni apicali ........................................................................................................... 27 Azione positiva 1 Modifiche dello Statuto comunale sulla rappresentanza delle donne nei diversi organi collegiali ................................................................................................................................................................. 27 Azione positiva 2 Banca dati delle competenze femminili: promozione del progetto Interreg “Donne che decidono” ............................................................................................................................................................... 27 Obiettivo 2 Adottare una valutazione d’impatto sul genere delle politiche di bilancio, integrando la prospettiva di genere a tutti i livelli delle procedure di bilancio............................................................ 27 Azione positiva 1 Predisposizione di un bilancio di genere ................................................................................. 27 Obiettivo 3 Azione di sensibilizzazione sui differenziali retributivi tra donne e uomini e sulle relative conseguenze .................................................................................................................................. 27 Azione positiva 1 Adesione e partecipazione del Comune di Merano all’iniziativa internazionale "Equal Pay Day" ................................................................................................................................................................ 27 AREA D’INTERVENTO 5 CONCILIAZIONE TRA VITA FAMILIARE E VITA PROFESSIONALE.................. 29 Obiettivo 1 Valorizzazione del ruolo paterno ai fini della condivisione del lavoro di cura tra donne e uomini e, conseguentemente, della maggiore flessibilità conciliativa di entrambi i generi.................... 31 Azione positiva 1 Sostenere corsi di genitorialità volti a valorizzare il ruolo dei padri (“Cerchi dei papà”) ........... 31 Azione positiva 2 Sensibilizzazione e pubblicizzazione delle potenzialità insite nel ruolo paterno ...................... 31 Azione positiva 3 Progetti di coinvolgimento dei papà nelle attività ludico-didattiche nei nidi a gestione comunale ............................................................................................................................................................... 31 Obiettivo 2 Supporto logistico alla conciliazione tra accudimento dei figli e impegni lavorativi nei mesi estivi .................................................................................................................................................. 32 Azione positiva 1 Programma on line delle attività estive per bambini/e e ragazzi/e a supporto dei genitori che lavorano .......................................................................................................................................................... 32 Azione positiva 2 Mantenimento e incentivazione dell'attuale offerta di attività estive .........................................32 AREA D’INTERVENTO 6 IL COMUNE NEL SUO RUOLO DI DATORE DI LAVORO E COME ATTUATORE DI BUONE PRATICHE CON FUNZIONE ESEMPLARE ............................................................ 33 1) Il Comune nel ruolo di datore di lavoro ................................................................... 35 Obiettivo 1 Approvazione e implementazione di un Piano quinquennale delle azioni positive in materia di pari opportunità 2013-2017 che prosegua le scelte di buone prassi avviate con il Piano 2010-2012 .................................................................................................................................................. 35 Azione positiva 1 Redazione del Piano di azioni positive in materia di pari opportunità per il quinquennio 4 2013-2017.............................................................................................................................................................. 35 Azione positiva 2 Approvazione del Piano da parte della Giunta comunale nonché implementazione delle misure .................................................................................................................................................................... 35 Obiettivo 2 Creare sul luogo di lavoro un ambiente improntato al dialogo, al rispetto reciproco ed alle corrette relazioni interpersonali al fine di evitare discriminazioni e molestie .................................... 35 Azione positiva 1 Redazione e approvazione del Codice di comportamento in tandem con il Comune di Bolzano.................................................................................................................................................................. 35 Azione positiva 2 Individuazione tramite procedura selettiva della consigliera di fiducia, in tandem e in condivisione con il Comune di Bolzano.................................................................................................................. 35 Obiettivo 3 Favorire politiche di flessibilità conciliativa degli orari di lavoro nonché azioni di conciliazione tra vita professionale e vita familiare ................................................................................. 36 Azione positiva 1 Flessibilizzazione degli orari del personale in sintonia con i tempi della città e dell’utenza ........................................................................................................................................................................... 36 Azione positiva 2 Progetto pilota “Maggiordonna”: maggiordomo aziendale ....................................................... 36 Obiettivo 4 Sensibilizzazione sulle tematiche di genere attraverso l'organizzazione di iniziative ed eventi per i/le dipendenti comunali............................................................................................................ 36 Azione positiva 1 8 marzo: iniziative di sensibilizzazione del personale comunale sulle tematiche di genere.................................................................................................................................................................... 36 Azione positiva 2 25 novembre: “Campagna del fiocco bianco” .......................................................................... 36 2) Comune come attuatore di buone pratiche con funzione esemplare .................... 37 Obiettivo 1 Sensibilizzazione all'uso di un linguaggio non sessista e rispettoso delle differenze di genere......................................................................................................................................................... 37 Azione positiva 1 Istituzionalizzazione di un linguaggio non sessista e realizzazione di apposito vademecum ................................................................................................................................................................... 37 Obiettivo 2 Lotta alle immagini lesive della dignità della donna ............................................................. 37 Azione positiva 1 Iniziative di sensibilizzazione rispetto all’uso di immagini lesive della dignità della donna ...... 37 ALLEGATO - Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini di Angela Giungaio 5 6 PREMESSA La Carta europea per l'uguaglianza di donne e uomini nella vita locale e regionale è stata elaborata dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa (CCRE), in collaborazione con numerosi partner e con il sostegno della Commissione Europea. La Carta è stata poi adottata e sottoscritta dagli Stati Generali del CCRE il 12 maggio 2006 ad Innsbruck, che hanno in tal modo identificato metodologie e buone prassi per l'attuazione concreta di politiche per le pari opportunità a livello locale e regionale. L'uguaglianza tra uomini e donne è infatti un diritto costitutivo e fondamentale da riconoscere e tutelare sia dal punto di vista giuridico che culturale, politico e programmatico in tutte le sfere del vivere quotidiano, a maggior ragione in democrazie che si ispirano ai principi dell'uguaglianza e della parità quali quelle che contraddistinguono gli stati membri dell'Unione europea. L'elaborazione della Carta è stata improntata al concetto di sussidiarietà, dal momento che i suoi principi si applicano a tutti i livelli governativi, partendo dall'Unione Europea per arrivare agli Enti locali. E sono proprio questi ultimi ad avere la responsabilità ed il dovere di esercitare un'influenza positiva sui cittadini e sulle cittadine, indirizzando i propri sforzi verso una piena ed effettiva applicazione delle norme e dei principi contenuti nella Carta. La Carta detta i principi da seguire per il superamento degli stereotipi sessuali e di genere, nonché la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle decisioni in ogni campo d'azione dell'ente locale, partendo proprio dalla politica. Sono proprio gli enti firmatari della Carta a riconoscere per primi "l'uguaglianza e la parità nei diritti tra donna e uomo a partecipare alla vita politica, ad assumere un mandato pubblico ed a svolgere tutte le funzioni pubbliche ad ogni livello". Come recitano le premesse della Carta, inoltre, per assicurare la messa in atto degli impegni ogni firmatario dovrà redigere un Piano d'azione per l’uguaglianza che fissi le priorità, le azioni e le risorse necessarie alla sua realizzazione. Inoltre, ogni autorità firmataria s'impegna a collaborare con tutte le istituzioni e organizzazioni del territorio per promuovere concretamente l'instaurarsi di una vera uguaglianza. Non solo dunque si promuove la parità di genere - come del resto in molte altre fonti normative - ma si delineano le direttive specifiche che ogni ente locale deve seguire per mettere in pratica effettivamente e concretamente la parità fra uomo e donna. Il 25 novembre 2009 il Comune di Merano, nella persona del sindaco Günther Januth, ha sottoscritto la Carta davanti al Consiglio comunale e con il voto unanime dello stesso, impegnandosi in tal modo ad elaborare entro un congruo lasso di tempo un Piano d’azione. A questo scopo si è formato un gruppo di lavoro costituito dall’assessora alle Pari opportunità Gabriela Strohmer, dalla direttrice di Ripartizione Barbara Nesticò, dalla funzionaria dell’Ufficio politiche femminili Eva Maria Baur e dalla presidente del Comitato pari opportunità Claudia Tomio; il gruppo è stato moderato da Micki Gruber. Il gruppo di lavoro è partito dall’acquisizione degli esiti di un’indagine di genere che era stata affidata alla dott.ssa Angela Giungaio; l’indagine – di cui è disponibile il testo in allegato al presente Piano – è stata propedeutica e funzionale all’individuazione delle aree di intervento sulle quali il Comune di Merano intendeva lavorare, che sono le seguenti: 1) Scuola e formazione - abbattimento degli stereotipi di genere nella formazione di bambini/e e ragazzi/e, nell’ottica di una cultura del rispetto e della valorizzazione di donne e uomini 2) Sicurezza e prevenzione della violenza sulle donne 3) Inclusione e integrazione sociale 7 4) Rappresentanza politica e partecipazione alla vita pubblica e allo sviluppo economico 5) Conciliazione tra vita familiare e vita professionale 6) Il Comune nel suo ruolo di datore di lavoro e come attore di buone pratiche con funzione esemplare Fissate le aree di intervento, il gruppo di lavoro ha individuato per ciascuna di esse un focus group costituito da quelle istituzioni e associazioni già operanti a livello locale nei rispettivi ambiti di intervento. Assieme ai/alle partecipanti ai focus group è stato fatto il punto della situazione relativamente a quanto già realizzato o in fase di realizzazione sul territorio e sono stati individuati gli obiettivi comuni e le azioni prioritarie volte al loro raggiungimento. Questo percorso di partecipazione è stato di fondamentale importanza e si auspica che questo modus operandi garantisca la collaborazione di tutti i principali attori della città nella concretizzazione delle diverse misure. Il Comune di Merano può vantare per la verità un impegno pluriennale nell’ambito delle pari opportunità sia internamente, nel proprio ruolo di datore di lavoro attraverso il Comitato pari opportunità, sia a vantaggio della cittadinanza per mezzo dell’Ufficio politiche femminili. Desideriamo citare solo alcuni esempi: nel 2000, primo comune in Regione, Merano ha istituito il servizio Taxi Rosa, un’iniziativa alla quale successivamente hanno aderito altri nove comuni del circondario; da anni la nostra città partecipa alla manifestazione Equal Pay Day, volta a sensibilizzare la cittadinanza sulle disparità di trattamento economico tra uomini e donne; l’Amministrazione comunale ha sottoscritto una convenzione ventennale che assicura al Museo della donna, prestigiosa istituzione cittadina, la possibilità di occupare l’attuale sede. E ancora numerose sono le iniziative che il Comune di Merano organizza in occasione dell’8 marzo, Giornata della donna, e del 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Per quanto riguarda le attività interne all’Amministrazione, da anni grande attenzione è stata rivolta a far sì che il Comune adotti nella comunicazione sia esterna che interna un linguaggio non sessista, obiettivo oramai consolidato; numerosissime sono state le iniziative di formazione rivolte ai dipendenti ed alle dipendenti, ma anche agli amministratori ed alle amministratrici, mirate a sensibilizzare su tematiche relative alle differenze di genere; molte sono inoltre le misure conciliative messe in campo del Comune di Merano, ultima delle quali la recente introduzione del Maggiordomo aziendale. Il lavoro già svolto negli anni costituirà una solida base di partenza per la realizzazione del Piano d’azione per l’uguaglianza, per la quale ci si è dati un tempo di cinque anni. Concludendo: “L’uguaglianza delle donne e degli uomini è un diritto fondamentale per tutte e per tutti e rappresenta un valore determinante per la democrazia. Per essere compiuta pienamente non deve essere riconosciuta solo legalmente ma deve essere effettivamente esercitata e riguardare tutti gli aspetti della vita: politico, economico, sociale e culturale.....Per giungere all'instaurarsi di una società fondata sull'uguaglianza, è fondamentale che gli Enti Locali e regionali integrino completamente la dimensione di genere nelle proprie politiche, la propria organizzazione e nelle relative procedure. Nel mondo di oggi e di domani, una effettiva uguaglianza di donne e uomini rappresenta, inoltre la chiave del successo economico e sociale, non soltanto a livello europeo o nazionale, ma anche nelle nostre Regioni, nelle nostre Città e nei nostri Comuni.” (Tratto dalla Carta Europea) Le pari opportunità sono trasversali a tutti gli ambiti della politica: dal lavoro alla formazione, dalla salute al sociale, dalla sicurezza alla cultura, dai processi transculturali all'economia. Riguardano le scelte di governo del territorio, dell'ambiente e del benessere dei cittadini. Quando si governa un territorio, bisogna aver la capacità di anticipare le necessità delle persone. Per comprendere i bisogni e creare un cambiamento si deve promuovere la cittadinanza attiva per arricchire la politica locale grazie alle diverse sensibilità: di genere, di età, di reddito, di nazionalità e consegnare a tutte e a tutti i medesimi diritti e le medesime opportunità. L'uguaglianza e la solidarietà, l'abbattimento di pregiudizi e degli stereotipi, costituiscono per il Comune di Merano il fondamentale obiettivo del Piano d'azione per l’uguaglianza. 8 Il gruppo di lavoro del Comune di Merano per il Piano d'azione per l’uguaglianza Gabi Strohmer, assessora alle politiche femminili Eva Maria Baur, funzionaria del Servizio politiche femminili Barbara Nesticò, direttrice della Ripartizione V – Istruzione, Cultura e Servizi sociali Claudia Tomio, presidente del Comitato d’ente per le pari opportunità Micki Gruber, moderatrice Merano, 8 marzo 2013 l’Assessora Gabi Strohmer 9 ENTI, ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI PARTECIPANTI A FOCUS GROUP Un sincero ringraziamento a tutte le istituzioni e le associazioni che hanno partecipato con entusiasmo e interesse alla stesura del Piano: 1. Focus group: Piano territoriale per l’uguaglianza Museo delle Donne Merano Donne contro la violenza Frauen helfen Frauen Evangelischer Frauenverein Bethanien Katholische Frauenbewegung St. Nikolaus Katholische Frauenbewegung Maria Himmelfahrt Consultorio familiare Lilith Consultorio familiare Kolbe Associazione Trait d'Union Comunità comprensoriale Burgraviato Ufficio Servizi sociali del Comune di Merano Azienda sanitaria Alto Adige Caritas diocesi Bolzano-Bressanone 2. Focus group: Sicurezza e prevenzione della violenza Commissariato di Pubblica Sicurezza Comando Polizia Municipale Compagnia Carabinieri di Merano Donne contro la violenza Consultorio familiare Lilith Streetworker (Jugenddienst Meran) Comunità comprensoriale Burgraviato Ronda Atesina Coordinatore dei medici di base dell’Azienda sanitaria di Merano Coordinatore Pronto soccorso dell’Azienda sanitaria di Merano 3. Focus group: Inclusione e integrazione sociale Caritas diocesi Bolzano-Bressanone Comunità comprensoriale Burgraviato Donne contro la violenza Centro multilingue Associazione Trait d'Union Ufficio Servizi sociali Comune di Merano Consulta comunale delle cittadine e dei cittadini stranieri Cooperativa sociale Turandot Mediateca Multilingue 4. Focus group: Formazione e politiche di genere nelle scuole superiori Dirigenti scuole secondarie di secondo grado e professionali meranesi Sovrintendenza scolastica italiana Schulamt in deutscher Sprache Deutsches Bildungsressort - Innovation und Beratung Donne contro la violenza Consultorio familiare Lilith 5. 10 Focus group: Abbattimento degli stereotipi di genere nell'educazione e nella formazione della prima infanzia Direzione di Circolo di scuola per l'infanzia di Merano Deutsche Kindergartendirektion Coordinatrice Asilo Nido Die Kinderfreunde Südtirol Casa Bimbo - Tagesmutter Centro Bambini ViVa! Popele Baby Fantasy Eltern-Kind-Zentrum Freie Waldorfschule Die Kinderwelt La Coccinella Tagesmütter Die Pfütze TABELLA DELLE TEMPISTICHE DI ATTUAZIONE Area d’intervento 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 3 3 3 4 4 4 4 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 Scuola e formazione: Abbattimento degli stereotipi di genere Sicurezza e prevenzione della violenza sulle donne Inclusione e integrazione sociale Rappresentanza politica e partecipazione a vita pubblica e sviluppo economico Conciliazione tra vita familiare e vita professionale Il Comune nel ruolo di datore di lavoro e di attuatore di buone pratiche 1) Datore di lavoro 2) Buone pratiche Obiettivo Azione 1 1 2 2 2 3 4 4 1 1 2 3 4 4 1 2 3 1 1 2 3 1 1 1 2 2 1 1 2 2 3 3 4 4 1 2 2013 1° 2013 2° 2014 1° 2014 2° 2015 1° 2015 2° 2016 1° 2016 2° 2017 1° 2017 2° 1 2 1 2 3 1 1 2 1 2 1 1 1 2 1 1 1 1 2 1 1 1 2 3 1 2 1 2 1 2 1 2 1 2 1 1 11 12 AREA D’INTERVENTO 1 SCUOLA E FORMAZIONE Abbattimento degli stereotipi di genere nella formazione di bambini/e e ragazzi/e, nell’ottica di una cultura del rispetto e della valorizzazione di donne e uomini Il Comune di Merano ha individuato come uno degli assi prioritari della propria azione nel settore delle pari opportunità quello della promozione di ruoli di genere non discriminatori, nella convinzione che l’attuazione di quanto previsto dalla nostra Costituzione ed in particolare dal citatissimo articolo 3 (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”), ma anche dal proprio Statuto all’articolo 2, comma 2, (“Il Comune riconosce a tutte le persone il diritto inalienabile alla vita, salvaguarda il principio della pari dignità di ogni donna e di ogni uomo e garantisce il rispetto dei principi e eguaglianza e libertà”) necessiti di un profondo cambiamento culturale, che vede nel superamento degli stereotipi legati al genere, e che tendono ad irrigidire i ruoli, uno dei suoi fondamenti. Il concetto di ruolo e la differenziazione tra ruoli “tipicamente” maschili e/o femminili è spesso influenzato e ispirato da stereotipi, ovvero da visioni, rappresentazioni e credenze semplificate e largamente condivise che tendono a persistere e ad essere trasmesse da una generazione all’altra, quasi indifferenti alla realtà. Gli stereotipi in quanto luoghi comuni non solo possono condizionare le idee di gruppi di individui, ma possono anche avere conseguenze sul modo di agire e sulla percezione individuale e collettiva e sull’intera società. La più elevata presenza delle donne sul mercato del lavoro sta ad esempio modificando, almeno in parte, la divisione dei ruoli sulla base del genere affermatasi in passato che, in sintesi, vedeva l’uomo dedicarsi al lavoro retribuito e la donna a quello domestico e di cura. Così come la crescita del livello di istruzione, l’innalzamento dell’età del primo matrimonio, la riduzione del numero di figli, l’aumento dei divorzi, la presenza nel mercato del lavoro più stabile e continuativa mostrano come il ruolo delle donne stia cambiando e si amplino le loro possibilità di scelta di vita e relative al lavoro. Tuttavia, e senza negare questi cambiamenti, il “doppio ruolo” che le donne occupate si trovano a svolgere, divise tra impegni professionali e lavoro domestico e di cura e le numerose discriminazioni che subiscono sulla base del genere (l’essere penalizzate in termini di opportunità di carriera, di retribuzione, in un mondo del lavoro portatore di una cultura organizzativa maschile), possono essere interpretati sulla base di aspetti strutturali, ma anche culturali, quali il perdurare di stereotipi di genere. Le misure mirate all’abbattimento degli stereotipi di genere nell’educazione e nella formazione di bambini/e e ragazzi/e, decise dal Comune di Merano e di seguito descritte, discendono dalla preziosa collaborazione di diversi partner ed in primo luogo dei protagonisti del mondo della scuola, di diverso ordine e grado, che con passione si sono messi in gioco su questi temi senza pregiudizi ed hanno partecipato attivamente ai focus group organizzati dall’Amministrazione comunale, durante i quali sono stati individuati gli interventi ritenuti da tutte/i come prioritari. Nella consapevolezza di dover selezionare gli ambiti prioritari di intervento per ottimizzare le risorse a disposizione, si è deciso di concentrare tali azioni nella fascia di età della prima infanzia e in quella che comprende studenti e studentesse della scuola secondaria di secondo grado. Parallelamente si è concordato che le misure dovranno concentrarsi sulla formazione di educatori/educatrici del mondo scolastico, ma anche sulla famiglia, affinché a bambini/e e ragazzi/e arrivi un messaggio univoco. Relativamente alle azioni pensate per le ragazze e i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, si è ritenuto importante e strategico – anche su espressa indicazione del focus group dedicato – puntare sulla partecipazione diretta e attiva appunto dei/delle giovani. La misura individuata richiede infatti un coinvolgimento dei/delle partecipanti sia, in prima battuta, con una riflessione guidata sulle tematiche in oggetto sia, in seconda battuta, con un lavoro “sul campo” che vada ad incidere in modo visibile, efficace ed esemplare sull’immagine stessa della città. AREA D'INTERVENTO 1 SCUOLA E FORMAZIONE Abbattimento stereotipi di genere Obiettivo 1 Obiettivo 2 Obiettivo 3 Obiettivo 4 Abbattimento stereotipi di genere nell'educazione della prima infanzia Sensibilizzazione e formazione genitori Incentivazione lavoro di rete Abbattimento stereotipi di genere nella scuola secondaria di secondo grado Azione positiva 1 Azione positiva 1 Azione positiva 1 Azione positiva 1 Percorso formativo assistenti all'infanzia Serate informative per genitori Creazione Tavolo di coordinamento tra istituzioni e associazioni Individuazione immagini stereotipate nel contesto urbano Azione positiva 2 Azione positiva 2 Azione positiva 2 Comunicazione ai genitori Scaffali tematici di libri per l'infanzia Rimozione immagini stereotipate Azione positiva 3 Distribuzione bibliografia tematica 14 Obiettivo 1 ABBATTIMENTO DEGLI STEREOTIPI DI GENERE NELL’EDUCAZIONE E NELLA FORMAZIONE DELLA PRIMA INFANZIA. Azione positiva 1 Organizzazione di un percorso formativo per le/gli assistenti all’infanzia dell’asilo nido comunale e per il personale educativo delle microstrutture convenzionate con il Comune di Merano Soggetti coinvolti: asilo nido comunale, microstrutture convenzionate, Servizio politiche femminili, Ufficio personale Destinatari/e: educatori ed educatrici della prima infanzia Tempistica: 2014/II semestre-2017, (2 giorni all’anno, eventualmente in diverse sessioni sia in lingua tedesca che in lingua italiana). Budget e risorse necessarie Si propone di realizzare queste azioni con il supporto di consulenti esterne/i e attingendo al bilancio annuale previsto per la formazione del personale comunale (circa euro 1.000 all’anno) Risultati attesi • sensibilizzare le operatrici a non utilizzare o a trasmettere anche in modo inconsapevole stereotipi di genere nonché favorire precocemente la cultura del rispetto reciproco; • sensibilizzare le operatrici all’utilizzo di un linguaggio non sessista; • valorizzare nei bambini e nelle bambine la propria identità di genere al fine di renderli/e consapevoli/e delle reciproche differenze prescindendo dai comuni stereotipi. Azione positiva 2 Comunicazione regolare ai genitori da parte delle educatrici, e condivisione con essi, delle modalità acquisite nel percorso formativo previsto con l’Azione 1, descrivendo comportamenti e linguaggi corretti da adottare, mirati ad ottenere l’abbattimento precoce degli stereotipi di genere nella prima infanzia. Soggetti coinvolti: asilo nido comunale, microstrutture convenzionate, genitori dei bambini frequentanti Destinatari/e: genitori dei/delle bambini/e che frequentano l’asilo nido comunale e le microstrutture convenzionate Durata: 2015-2017 una volta all’anno Budget e risorse necessarie La misura non necessita di risorse finanziarie Risultati attesi • sensibilizzare gradualmente i genitori all’acquisizione, nella vita familiare, di comportamenti scevri da stereotipi di genere e di un linguaggio non sessista. Obiettivo 2 SENSIBILIZZAZIONE E FORMAZIONE DEI GENITORI RELATIVAMENTE ALLA LOTTA PRECOCE AGLI STEREOTIPI DI GENERE Azione positiva 1 Organizzazione di serate informative (1 all’anno) per genitori, volte a sensibilizzarli sull’importanza dei comportamenti in famiglia che anche inconsapevolmente trasmettono ai/alle bambini/e stereotipi di genere. Soggetti coinvolti: relatrice esterna, asilo nido comunale, microstrutture convenzionate, scuole dell’infanzia, genitori dei/delle bambini/e frequentanti, Servizio politiche femminili Destinatari/e: genitori dei/delle bambini/e frequentanti Tempistica: 2015/II semestre-2017, una volta all’anno Budget e risorse necessarie Costi relativi all’organizzazione dell’iniziativa, eventualmente da condividere con i servizi provinciali competenti per la formazione del personale educativo (ca. 1.000 euro all’anno). 15 Azione positiva 2 Predisposizione e diffusione di una bibliografia finalizzata alla realizzazione di scaffali tematici con libri per l’infanzia (destinati alle/ai bambini/e) e saggistica (destinata ai genitori) mirati a sensibilizzare in materia di abbattimento degli stereotipi di genere; tali scaffali tematici dovranno essere allestiti all’interno di asili nido, microstrutture convenzionate e scuole dell’infanzia Soggetti coinvolti: personale dell’asilo nido comunale, delle microstrutture convenzionate e delle scuole dell’infanzia, Biblioteca civica, Servizio politiche femminili Destinatari/e: bambini/e e genitori dei/delle bambini/e frequentanti l’asilo nido comunale, le microstrutture convenzionate e le scuole dell’infanzia Tempistica: 2014/I semestre con aggiornamenti biennali Budget e risorse necessarie L’azione è realizzabile con le risorse interne all’Amministrazione comunale. Azione positiva 3 Diffusione, in collaborazione con i servizi biblioteche provinciali, di almeno un libro a tema, nell’ambito della distribuzione dei Kit “Bookstart” che hanno per destinatarie tutte le famiglie in cui arriva un/a nuovo/a nato/a Soggetti coinvolti: Servizi biblioteche provinciali (ted. e it.), Biblioteca civica, Servizio politiche femminili Destinatari/e: famiglie in cui si verifica una nascita Tempistica: a partire da 2016/II semestre Budget e risorse necessarie: i costi necessari saranno ripartiti tra Provincia e Comune (su una previsione di circa 400 nuovi/e nati/e all’anno si può preventivare una spesa a carico del Comune di circa 3.000 euro all’anno). Risultati attesi • Sensibilizzare e formare i genitori, attraverso una bibliografia mirata, all’acquisizione nell’ambito familiare, di comportamenti scevri da stereotipi di genere e di un linguaggio non sessista. • Proporre ai bimbi, attraverso la visione di una bibliografia attenta alla neutralizzazione di stereotipi di genere, modelli comportamentali coerenti. Obiettivo 3 INCENTIVAZIONE DEL LAVORO DI RETE TRA ISTITUZIONI/ASSOCIAZIONI CHE SI OCCUPANO DELL’EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE NELLA PRIMA INFANZIA, FINALIZZATO ALLO SCAMBIO DI ESPERIENZE ED ALL’ATTIVAZIONE DI SINERGIE RELATIVAMENTE AL LAVORO COMUNE DI ABBATTIMENTO DEGLI STEREOTIPI DI GENERE. Azione positiva 1 Creazione di un Tavolo di coordinamento tra le istituzioni e le associazioni che si occupano di educazione e formazione nella prima infanzia, volto allo scambio regolare di esperienze, all’attivazione di collaborazioni e di sinergie, coordinato dal Servizio Politiche femminili del Comune di Merano Soggetti coinvolti: asili nido comunali, microstrutture convenzionate e associazioni educative, rappresentanti di scuole dell’infanzia eventualmente interessate, Servizio politiche femminili Destinatari/e: responsabili delle strutture sopra elencate Tempistica: 2014/I semestre-2017 (il tavolo stesso deciderà la cadenza degli incontri) Budget e risorse necessarie: Si tratta di attività che possono essere svolte con le risorse interne all’Amministrazione comunale. Obiettivo 4 ABBATTIMENTO DEGLI STEREOTIPI DI GENERE NELL’EDUCAZIONE E NELLA FORMAZIONE Di RAGAZZE E RAGAZZI CHE FREQUENTANO LA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO Azione positiva 1 Coinvolgimento della Consulta giovani e dei centri giovanili al fine di individuare nel contesto urbano immagini e simboli riportanti stereotipi di genere (ad es. semafori, segnaletica stradale, toilette, ecc.) 16 per sensibilizzare i giovani alle tematiche di genere rendendoli soggetti attivi. Soggetti coinvolti: Consulta dei giovani, centri giovanili, scuole secondarie di secondo grado, Servizio politiche femminili, relatrice/moderatrice esterna Tempistica: 2015/I semestre (una edizione nell’ambito della durata del Piano) Budget e risorse necessarie: onorario dell’esperta che accompagnerà il progetto (circa 2.000 euro). Azione positiva 2 Individuazione delle misure necessarie atte a rimuovere gli stereotipi individuati, con il supporto delle istituzioni competenti. Soggetti coinvolti: Consulta dei Giovani, centri giovanili, scuole secondarie di secondo grado, Servizio politiche femminili, varie istituzioni del territorio Destinatari/e: tutta la cittadinanza Tempistica: 2015/II semestre-2016/II semestre Budget e risorse necessarie: da definire a censimento completato. 17 18 AREA D’INTERVENTO 2 Sicurezza e prevenzione della violenza sulle donne La violenza sulle donne non ha tempo né confini, è endemica e non risparmia nessuna nazione o paese, industrializzato o in via di sviluppo che sia. Non conosce nemmeno differenze socio-culturali, vittime ed aggressori appartengono a tutte le classi sociali, perché al di là di quello che tutti i giorni viene mostrato dai media, il rischio maggiore sono i familiari, mariti e padri, seguiti dagli amici, vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro. Secondo l’OMS una donna su cinque ha subito, nella sua vita, abusi fisici o sessuali da parte di un uomo. L’Amministrazione comunale di Merano ha pertanto deciso di impegnarsi concretamente in questo preciso ambito, in quanto chi esercita violenza sulle donne viola un diritto umano fondamentale e, in ottemperanza al principio di partecipazione che è alla base della redazione del Piano locale d’azione, ha invitato ad un focus group istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che operano sul territorio nell’ambito della prevenzione della violenza, per valutare quali potessero essere le misure prioritarie da mettere in campo. Dal focus group è immediatamente emersa la necessità di migliorare la comunicazione ed attivare maggiori sinergie tra i partecipanti, attraverso la costituzione di una Rete contro la violenza sulle donne - Città di Merano, coordinata dall’Assessorato alle Politiche femminili, a cui parteciperanno istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che operano nell’ambito della prevenzione della violenza. Obiettivo della Rete sarà la realizzazione di connessioni stabili tra servizi, istituzioni e realtà della cittadinanza attiva, nonché l’individuazione di alcune misure che saranno ritenute prioritarie e che il Comune di Merano si impegnerà ad attivare o a sollecitare. I/le partecipanti alla Rete elaboreranno inoltre un protocollo d’intesa per fissare una serie di procedure al fine di ridurre le sovrapposizioni di interventi e dunque il dispendio di preziose energie. Il Piano inoltre desidera contribuire alla sicurezza delle cittadine potenziando il già più che collaudato e apprezzato servizio del Taxi Rosa nonché avviando un programma di prevenzione nelle scuole superiori primarie e secondarie rivolto alle ragazze e finalizzato all’aumento dell’autostima e allo sviluppo di meccanismi di autodifesa. AREA D'INTERVENTO 2 SICUREZZA E PREVENZIONE DELLA VIOLENZA SULLE DONNE Obiettivo 1 Obiettivo 2 Obiettivo 3 Obiettivo 4 Costituzione Rete contro la violenza sulle donne - Città di Merano Sottoscrizione di un Protocollo d'intesa della Rete contro la violenza Potenziamento Taxi rosa Programma di prevenzione nelle scuole e aumento dell'autostima per ragazze Azione 1 Azione 1 Azione 1 Azione 1 Costituzione della Rete Individuazione contenuti Protocollo d'intesa e sottoscrizione pubblica Ampliamento e potenziamento Servizio Taxi rosa Progetto "Io dico no/Ich sag nein"" Azione 2 Azione 2 Attività della Rete Progetto corsi di autodifesa per ragazze 19 Obiettivo 1 COSTITUZIONE DI UNA “RETE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE – CITTÀ DI MERANO”, COORDINATA DAL SERVIZIO POLITICHE FEMMINILI, A CUI PARTECIPERANNO ISTITUZIONI, FORZE DELL’ORDINE E ASSOCIAZIONI CHE OPERANO NELL’AMBITO DELLA PREVENZIONE DELLA VIOLENZA Azione positiva 1 Costituzione della Rete contro la violenza sulle donne – Città di Merano e definizione delle modalità operative nonché degli obiettivi della stessa. Soggetti coinvolti: istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che operano nell’ambito della prevenzione della violenza, Servizio politiche femminili del Comune di Merano Tempistiche: 2013/I semestre Budget e risorse necessarie: non si prevede la necessità di finanziamenti se non legati alla realizzazione di singole misure che verranno individuate dalla Rete; ogni Ente/Associazione partecipante metterà a disposizione il tempo dei propri referenti. Risultati attesi: • Favorire la comunicazione ed attivare maggiori sinergie tra Enti/Associazioni partecipanti. • Realizzare connessioni stabili tra servizi, istituzioni e realtà della cittadinanza attiva. • Individuare alcune misure che saranno ritenute prioritarie e che il Comune di Merano si impegnerà ad attivare o a sollecitare Azione positiva 2 Prosecuzione dei lavori della Rete attraverso regolari incontri – coordinati da una o più rappresentanti del Gruppo di pilotaggio – finalizzati all’individuazione di alcune misure ritenute prioritarie e che il Comune di Merano si impegnerà ad attivare o a sollecitare. Soggetti coinvolti: Istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che operano nell’ambito della prevenzione della violenza, rappresentanti del Gruppo di pilotaggio del Comune di Merano Tempistica: incontri bimestrali o trimestrali nel quinquennio 2013-2017 Budget e risorse necessarie: non si prevede la necessità di finanziamenti se non legati alla realizzazione di singole misure che verranno individuate dalla Rete; ogni Ente/Associazione partecipante metterà a disposizione il tempo dei propri referenti. Risultati attesi: • Implementazione di misure condivise volte a migliorare la sicurezza delle donne in città e a prevenire la violenza sulle donne anche in ambito familiare. Obiettivo 2 SOTTOSCRIZIONE DI UN PROTOCOLLO D’INTESA TRA GLI ENTI/ASSOCIAZIONI PARTECIPANTI ALLA “RETE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE – CITTÀ DI MERANO”, COORDINATA DAL SERVIZIO POLITICHE FEMMINILI Azione positiva 1 Individuazione dei contenuti del Protocollo d’intesa e delle procedure che necessitano di essere definite e monitorate nonché sottoscrizione pubblica del Protocollo d’intesa. Soggetti coinvolti: Istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che operano nell’ambito della prevenzione della violenza e Assessorato alle Politiche femminili del Comune di Merano Tempistica: entro 2014/I semestre Budget e risorse necessarie: non si prevede la necessità di finanziamenti. Ogni Ente/Associazione partecipante metterà a disposizione il tempo dei propri referenti. Obiettivo 3 POTENZIAMENTO DEL SERVIZIO TAXI ROSA NEL COMUNE DI MERANO, ATTRAVERSO UN INCREMENTO DEI COMUNI ADERENTI E UNA DIFFUSIONE CAPILLARE DELL’INFORMAZIONE 20 TRA LE DONNE. Azione positiva 1 Ampliamento del numero dei soggetti coinvolti ai fini del potenziamento e della migliore pubblicizzazione del servizio Taxi rosa. Soggetti coinvolti: Cooperativa tassisti, Servizi nightliner, Servizi autonoleggio, Assessorato alle pari opportunità del Comune di Merano, Comuni limitrofi Destinatari/e: donne residenti nel comune di Merano e nei Comuni limitrofi che aderiranno alla convenzione. Tempistica: entro il 2013/I semestre. Budget e risorse necessarie: si manterrà l’attuale budget annuale di 7.500 euro. Risultati attesi: • Aumento della sicurezza delle donne in orario notturno sul territorio comunale. Obiettivo 4 CONTRIBUIRE ALLA SICUREZZA DELLE CITTADINE AVVIANDO UN PROGRAMMA DI PREVENZIONE NELLE SCUOLE SECONDARIE RIVOLTO ALLE RAGAZZE E FINALIZZATO ALL’AUMENTO DELL’AUTOSTIMA E ALLO SVILUPPO DI MECCANISMI DI AUTODIFESA Azione positiva 1 Realizzazione del progetto di prevenzione “Io dico no/Ich sag nein” per le ragazze delle scuole medie di lingua italiana e tedesca, in collaborazione con il Centro Antiviolenza – Casa delle donne. Nei workshop, con parte pratica e teorica, si sensibilizzano le giovani ad individuare le situazioni dove è necessario reagire e, appunto, dire di no. Soggetti coinvolti: Centro antiviolenza – Casa delle donne, scuole secondarie di primo grado, Assessorato alle politiche femminili del Comune di Merano Destinatari/e: alunne delle terze classi della scuola secondaria di primo grado Tempistica: 2013/II semestre–2017 con le seguenti modalità: 5 moduli all’anno per un totale di 25 moduli nel quinquennio (ciascun modulo composto da 2 incontri da 3 ore a distanza di un mese l’uno dall’altro) in 5 classi di scuola secondaria di primo grado. Budget e risorse necessarie: costo ca. 2.000 Euro all’anno con eventuale contribuzione del Comune e delle istituzioni scolastiche Azione positiva 2 Realizzazione di corsi di autodifesa per ragazze volti a trasmettere tecniche semplici ma efficaci di autodifesa Soggetti coinvolti: Scuole secondarie di primo grado, Servizio politiche femminili del Comune di Merano, associazioni del territorio Destinatari/e: ragazze che frequentano la scuola secondaria di primo grado Tempistica: a partire dal 2013/II semestre con le seguenti modalità: 2 incontri da 3 ore per due classi di scuola secondaria di primo grado (1 italiana e 1 tedesca) Budget e risorse necessarie: il Comune contribuirà mettendo a disposizione le sale o palestre. 21 22 AREA D’INTERVENTO 3 Inclusione e integrazione sociale La presenza dei cittadini stranieri in città è in progressivo aumento e, attraverso i ricongiungimenti familiari, sta progressivamente assumendo le caratteristiche della stabilità. Di fronte a questa realtà è necessario agire su diversi livelli al fine di garantire uguaglianza di opportunità anche per le popolazioni immigrate, che costituiscono una significativa e inderogabile risorsa di sviluppo economico e culturale per il nostro territorio. L’apprendimento delle lingue locali deve essere uno degli obiettivi primari, e l’offerta deve estendersi a tutta la famiglia e non solo ai bambini o ad uno solo dei genitori. In particolare va tenuto conto, nella strutturazione dei numerosi corsi di lingua presenti sul territorio, delle esigenze particolari sia in termini di orari che di organizzazione familiare delle donne migranti. Le donne straniere nel nostro paese sono spesso discriminate almeno sotto tre aspetti: in quanto donne (soprattutto sul piano del riconoscimento di competenze professionali), in quanto immigrate (quindi sottoposte a tutti i processi di esclusione sociale che tipicamente colpiscono gli immigrati) e anche in quanto madri (se gli autoctoni risolvono il problema di un welfare debole con la rete parentale, le donne immigrate anche in questo senso sono penalizzate). Fornire opportunità d'inserimento lavorativo e sociale a queste donne, permettendo loro di acquisire autonomia, sicurezza, basi culturali e linguistiche, insomma trasmettere una reale capacità di cittadinanza attiva, deve essere uno degli obiettivi primari di un ente locale. Ciò costituisce un’opportunità importante per entrare a far parte della comunità con un ruolo di partecipazione e non passivo, non assistenziale, ma produttivo. Preme sottolineare, contestualmente, che è stata rilevata, sia all’interno del Focus group dedicato sia in altri contesti di scambio di esperienze e informazioni, una generalizzata difficoltà ad entrare in contatto con le donne migranti al fine non solo di proporre modalità di integrazione o assistenza ma anche di comprendere le loro reali necessità ed esigenze. Timori e diffidenza, timidezza o veti di carattere culturale o familiare/sociale fanno sì che molte donne siano difficilmente raggiungibili e coinvolgibili, laddove esistono naturalmente grandi differenze di approccio e apertura a seconda della cultura di appartenenza. Raggiungere le donne migranti e avviare con loro un dialogo proficuo sarà pertanto uno degli obiettivi trasversali di quest’area. È fondamentale favorire una maggiore consapevolezza per le donne migranti dei propri bisogni, nella sfera pubblica e in quella privata, attraverso l’attivazione nell’area di intervento di sportelli operativi e centri di ascolto diffusi sul territorio nei luoghi maggiormente frequentati. AREA D'INTERVENTO 3 INCLUSIONE E INTEGRAZIONE SOCIALE Obiettivo 1 Obiettivo 2 Obiettivo 3 Promozione dell'autonomia delle migranti Potenziamento del lavoro di rete Comunicazione stabile con le donne della Consulta immigrati Azione 1 Azione 1 Azione 1 Centri di ascolto per migranti Collaborazione al tavolo interistituzionale della Comunità comprensoriale Incontri regolari con le donne della Consulta 23 Obiettivo 1 PERMETTERE DI ACQUISIRE AUTONOMIA, SICUREZZA, BASI CULTURALI E LINGUISTICHE ALLE DONNE MIGRANTI, AL FINE DI FORNIRE LORO GLI STRUMENTI PER UNA CITTADINANZA ATTIVA. Azione positiva 1 Creare le condizioni per la nascita di alcuni centri di ascolto per donne migranti presso luoghi in cui esse sono solite incontrarsi (si partirà con un progetto pilota all’interno dell’Orto interculturale) in grado di svolgere due funzioni fondamentali: quella di interfaccia tra la persona e il sistema dei servizi, offrendo informazioni e contatti utili, e quella di accompagnamento all’autonomia delle donne. Soggetti coinvolti: Ufficio servizi sociali del Comune, Caritas, Consulta per gli immigrati, Servizio politiche femminili Destinatari/e: donne migranti Tempistica: tutta la durata prevista dalla convenzione relativa all’Orto interculturale a partire dal 2014/I semestre Budget e risorse necessarie: non è necessario un budget dedicato. Obiettivo 2 POTENZIARE LA RETE TRA LE ISTITUZIONI ED I RAPPRESENTANTI DELLE DIVERSE ETNIE, INTRODUCENDO NELLA RILEVAZIONE DEI BISOGNI UN’OTTICA DI GENERE Azione positiva 1 Collaborare con il tavolo interistituzionale già attivo presso la comunità comprensoriale delegando un rappresentante del Comune affinché rilevi e solleciti misure atte a migliorare l’inclusione sociale delle donne migranti. Soggetti coinvolti: Comunità comprensoriale del Burgraviato, Ufficio Servizi sociali del Comune, Consulenza per migranti Moca, Servizio politiche femminili del Comune Destinatari/e: Donne migranti Tempistica: a partire da 2013/I semestre per tutta la durata del presente Piano Budget e risorse necessarie: costi amministrativi del delegato del Comune Obiettivo 3 APRIRE UN CANALE DI COMUNICAZIONE STABILE E REGOLARE CON LE DONNE ELETTE NELLA CONSULTA IMMIGRATI Azione positiva 1 Avviare incontri con le donne elette nella Consulta immigrati al fine di individuare e focalizzare esigenze e/o problematiche delle donne da esse rappresentate nonché allo scopo di riuscire ad avvicinare le donne migranti. Soggetti coinvolti: una o più rappresentanti del gruppo di pilotaggio, donne elette nella consulta immigrati, referenti politici per l’immigrazione Destinatari/e: donne migranti Tempistica: a partire da 2014/I semestre per tutta la durata del presente Piano Budget e risorse necessarie: questa azione non prevede impegni finanziari 24 AREA D’INTERVENTO 4 Rappresentanza politica e partecipazione alla vita pubblica e allo sviluppo economico Non è questa la sede adatta per ospitare un’analisi circostanziata delle cause che determinano la tuttora eclatante mancanza di equilibrio numerico fra uomini e donne nella rappresentatività politica, nella presenza negli organi collegiali amministrativi locali, nelle posizioni apicali e decisionali di economia, finanza e società. Assodato è però che le donne, seppure di talento e competenti, fatichino a scalare le vette aziendali e ad affermarsi nelle massime cariche della politica. Si tratta di un fenomeno trasversale anche a livello geografico se si pensa che l’Italia è sì, spesso, il fanalino di coda delle indagini statistiche sulla rappresentatività femminile, ma che l’analisi dei dati dimostra che anche nelle più avanzate società d’oltralpe la situazione non è molto diversa: è del dicembre 2012 un comunicato della Commissione europea nel quale si legge che “nelle principali imprese europee soltanto un amministratore su 7 (il 13,7%) è donna. Il miglioramento rispetto all’11,8% registrato nel 2010 è troppo scarso: di questo passo, ci vorrebbero ancora circa 40 anni soltanto per avvicinarsi all’equilibrio di genere ai vertici delle aziende (entrambi i sessi rappresentati per almeno il 40%)”. Non consola sapere che le donne in Italia furono ammesse alle urne nel 1946 e che da allora di strada se ne è fatta davvero tanta, né consola sapere che le donne costituiscano ormai il 60% dei neolaureati, con risultati migliori dei loro compagni sia in termini di età di laurea che di punteggi. Poco cambia nella sostanza che come ostacolo e deterrente si indichino, a seconda dei casi e delle situazioni, la specificità biologica che dona alle donne la capacità procreativa e il peso del famoso doppio ruolo (o triplo ruolo per le donne che vogliano cimentarsi anche sul fronte politico), l‘iniqua suddivisione del lavoro di cura o il cosiddetto “soffitto di cristallo”. Se guardiamo ai dati di “casa nostra”, la rappresentanza delle donne nelle cariche politiche resta tuttora molto carente dal punto di vista numerico, se si pensa per esempio che sono guidati da una sindaca solo 10 dei 116 comuni dell’Alto Adige, il che corrisponde ad un magro 8,6%. Se si considera, inoltre, che la popolazione altoatesina è composta per oltre il 50% da donne, risulta evidente che urge attivarsi per avviare un cambiamento. A tutt’oggi l’unico sistema sicuro per ovviare a questa situazione di disparità risulta essere l’introduzione di quote riservate alle donne nei vari organi collegiali, le cosiddette “quote rosa”. Il legislatore regionale sta attualmente elaborando, in veste di istanza sovraordinata per i comuni, un disegno di legge che prevede l’introduzione di una quota rosa per la rappresentanza delle donne nei diversi organismi, mentre i comuni hanno già facoltà di riservare tramite i propri statuti una quota riservata alle donne. Va detto peraltro che le donne vengono sì chiamate tramite elezione a ricoprire delle cariche politiche, ma rimangono per lo più al palo quando si tratta di essere cooptate per posizioni politiche di spicco o per entrare a far parte di un consiglio di amministrazione. Per quanto concerne la composizione dei consigli di amministrazione è già in vigore una legge provinciale vincolante per i comuni che prescrive che nei consigli di amministrazione e di vigilanza nessuno dei due sessi sia rappresentato nella misura di oltre due terzi, pena la nullità della nomina (lp 19 gennaio 2012 n. 3). Se possibile ancor meno “rosea” è nella nostra Provincia la situazione della rappresentanza femminile ai vertici di posizioni apicali nel settore dell’economia: benché come detto le donne di norma non siano seconde a nessuno in quanto a competenza e preparazione, esse faticano a imporsi nelle “stanze dei bottoni” e a raggiungere posizioni dirigenziali, il che dipende sicuramente da vari fattori: senza dubbio il peso della specificità biologica e del doppio ruolo di madri e lavoratrici da un lato, ma dall’altro anche la poca disponibilità degli uomini a cedere il potere. Eppure sono sempre più numerosi gli studi che indicano come l’equilibrio di genere ai vertici aziendali 25 possa migliorare le prestazioni finanziarie delle imprese. Una maggiore presenza femminile ai posti strategici può concorrere a un ambiente di lavoro più produttivo e innovativo, con effetti positivi sull’insieme delle prestazioni aziendali. Il motivo risiede soprattutto nella mentalità più diversificata e collettiva introdotta dalla presenza femminile, che apre prospettive più ampie e permette di prendere decisioni più equilibrate. Al quadro fin qui descritto si aggiunge il problema del cosiddetto “Gender Pay Gap”, vale a dire la disparità retributiva tra lavoratrici e lavoratori. La discriminazione diretta – ovvero retribuzione differente per lo stesso lavoro – è vietata dalla legge. Ciò nonostante le donne sono ancora indirettamente discriminate: spesso non ottengono lo stesso accesso all’occupazione e alle posizioni, il loro lavoro è valutato di meno e pertanto sono pagate peggio per un lavoro dello stesso livello. In Alto Adige le donne guadagnano in media il 27% in meno degli uomini, dal momento che molte donne hanno un rapporto di lavoro part time. Del resto, però, se si raffrontano gli stipendi di una donna e di uomo impiegati a tempo pieno, la differenza retributiva risulta comunque di circa il 10% a sfavore delle donne per un lavoro dello stesso valore, vale a dire a parità di qualifica e di ore lavorate. Secondo le analisi sui redditi effettuate dall’Istituto Promozione Lavoratori (IPL/AFI) un uomo con diploma di maturità guadagna quasi quanto una donna laureata e un lavoratore con la scuola dell’obbligo guadagna di più di una donna diplomata. Benché tra i laureati le donne siano la maggioranza, ciò non si ripercuote in alcun modo sulle retribuzioni. Inoltre, tradizione e stereotipi fanno spesso scegliere alle donne percorsi scolastici e professionali che le relegano in lavori meno retribuiti e socialmente meno considerati. Per denunciare il problema dei differenziali retributivi e sollecitare l’individuazione dei necessari correttivi, nel 1988 negli Stati Uniti è stato introdotto l’appuntamento annuale con l’Equal Pay Day, una giornata dedicata alla parità di retribuzione e frattanto celebrata a livello internazionale. Anche il Comune di Merano aderisce all’Equal Pay Day. Gli obiettivi di seguito esposti mirano tutti a favorire l’affermarsi delle donne nel mondo del lavoro nonché nelle “stanze dei bottoni” della politica e dell’economia, contribuendo a superare modelli comportamentali e relazionali stereotipati e superati che, soprattutto, nuocciono alla crescita di una società moderna e democratica e recano pregiudizio alle strategie di crescita economica ed occupazionale. AREA DI INTERVENTO 4 RAPPRESENTANZA POLITICA E PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA E ALLO SVILUPPO ECONOMICO Obiettivo 1 Obiettivo 2 Obiettivo 3 Favorire un'adeguaza rappresentanza femminile negli organismi politici e negli organi decisionali Valutazione dell'impatto di genere Sensibilizzazione sui differenziali retributivi Azione positiva 1 Azione positiva 1 Azione positiva 1 Modifiche allo Statuto comunale e introduzione di una quota rosa Predisposizione di un Bilancio di genere Adesione al progetto Equal Pay Day Azione positiva 2 Progetto Interreg Donne che decidono 26 sulle politiche di bilancio Obiettivo 1 FAVORIRE UN’ADEGUATA RAPPRESENTANZA FEMMINILE NEGLI ORGANISMI POLITICI, NEGLI ORGANI DECISIONALI E NELLE POSIZIONI APICALI Azione positiva 1: Modifiche dello Statuto comunale relativamente alla rappresentanza delle donne nei diversi organi collegiali e introduzione di una “quota rosa” Destinatarie: donne attive in campo politico Tempistica: entro il 2014/II semestre Soggetti coinvolti: Assessorato alle politiche femminili, Giunta comunale, Consiglio comunale Budget e risorse necessarie: la misura non necessita di risorse finanziarie Azione positiva 2: Incremento numerico delle donne nelle posizioni decisionali e maggiore visibilità delle donne competenti nell’ambito di un banca dati delle competenze femminili. Sostegno attivo e promozione del progetto Interreg “Donne che decidono”, una piattaforma elettronica nella quale possono registrarsi tutte le donne interessate Soggetti coinvolti: Servizio donna della Provincia di Bolzano, Servizio politiche femminili del Comune di Merano Destinatarie: donne che desiderano valorizzare le proprie competenze in posizioni decisionali Tempistica: 2013-2014 con probabile proroga Budget e risorse necessarie: i costi sono finanziati nell’ambito del progetto Interreg Obiettivo 2 ADOTTARE UNA VALUTAZIONE D’IMPATTO SUL GENERE DELLE POLITICHE DI BILANCIO, INTEGRANDO LA PROSPETTIVA DI GENERE A TUTTI I LIVELLI DELLE PROCEDURE DI BILANCIO E RISTRUTTURANDO LE ENTRATE E LE USCITE AL FINE DI PROMUOVERE L’UGUAGLIANZA TRA UOMINI E DONNE Azione positiva 1: Predisposizione di un bilancio di genere ai fini della gestione delle risorse nel rispetto dei criteri di genere Soggetti coinvolti: Ufficio ragioneria, tutti gli uffici. Nella fase di implementazione è prevista la collaborazione con una università Destinatari/e: la popolazione tutta Tempistica: introduzione graduale a partire dal 2016/II semestre fino a tutto il 2017; successivamente prosecuzione a tempo indeterminato Budget e risorse necessarie: circa 3.000 € come rimborso spese per gli/le esperti/e dell’università Obiettivo 3 AZIONE DI SENSIBILIZZAZIONE SUI DIFFERENZIALI RETRIBUTIVI TRA DONNE E UOMINI E SULLE RELATIVE CONSEGUENZE Azione positiva 1: Adesione e partecipazione del Comune di Merano all’iniziativa internazionale "Equal Pay Day" Soggetti coinvolti: Servizio donna della Provincia di Bolzano, Servizio politiche femminili del Comune di Merano Destinatari/e: la popolazione tutta Tempistica: un giorno del mese di aprile ogni anno nel quinquennio 2013-2017 Budget e risorse necessarie: la misura non necessita di risorse finanziarie 27 28 AREA D’INTERVENTO 5 Conciliazione tra vita familiare e vita professionale Le politiche per la conciliazione rappresentano un importante fattore di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali e si ripropongono di fornire strumenti che, rendendo compatibili sfera lavorativa e sfera familiare, consentano a ciascun individuo di vivere al meglio i molteplici ruoli che gioca all'interno di società complesse. Esse interessano gli uomini, le donne e le organizzazioni, toccano la sfera privata, ma anche quella pubblica, politica e sociale e hanno un impatto evidente sul riequilibrio dei carichi di cura all'interno della coppia, sull'organizzazione del lavoro e dei tempi delle città nonché sul coordinamento dei servizi di interesse pubblico. La realizzazione di tali politiche risulta, perciò, prioritaria per la qualità della vita delle famiglie tanto che, sia a livello nazionale che europeo, sono state avviate molteplici iniziative, orientate a favorire il radicamento e lo scambio delle migliori esperienze, nonché la sperimentazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro. Anche il Comune di Merano ritiene che la conciliazione tra vita familiare e vita professionale sia un obiettivo fondamentale di ogni società o collettività moderna e avanzata. Le misure conciliative attuate a vari livelli e in vari contesti sono ormai moltissime, ma sono perlopiù rivolte alle donne come principali e “naturali” destinatarie delle stesse. Il cosiddetto “doppio ruolo” e il “fardello conciliativo” sono quasi esclusivamente un affare di donne. Per incrinare il binomio lavoro/conciliazione come problema ad esclusivo carico delle donne, il Comune di Merano ha deciso perciò di scommettere su una misura che, tra le tantissime possibili, promuova la conciliazione famiglia-lavoro puntando sul ruolo strategico dei padri. Da molti anni ormai si assiste a un rilevante cambiamento nella percezione del ruolo che la figura paterna dovrebbe avere e che, in casi sempre più numerosi, in effetti ha; magari in modo ancora incompleto, non sufficientemente consapevole, non abbastanza competente, ma sostanzialmente riscontrabile soprattutto nel desiderio, nella disponibilità a partecipare direttamente all'accudimento dei propri bambini. Ai nostri giorni, si può dire che l'immagine del padre prevalentemente come padre “procacciatore di risorse materiali” per la famiglia e come riferimento disciplinario è sempre meno diffusa. Le ragioni di questo cambiamento sono evidenti: anche le madri lavorano e - mentre contribuiscono al reddito familiare acquisendo così un peso del tutto nuovo, tendente al paritario rispetto al coniuge - il loro impegno nei confronti dei figli non può essere più totalitario come lo era nel passato. Di qui la necessità che il padre partecipi più direttamente alla gestione pratica della famiglia e in particolare all'allevamento e all'educazione dei figli. Ma accanto a questa fondamentale causa socioeconomica, vi sono anche altre, più profonde, meno esplicite ragioni del sempre maggiore coinvolgimento dei padri nei confronti dei propri bambini. Sinteticamente, si può riscontrare un crescente sentimento di paternità, non più limitato al desiderio, biologico, di assicurarsi una discendenza e di confermare la propria virilità, bensì di realizzare attraverso i propri bambini la parte migliore di sé, ciò che si sarebbe voluto essere e non si è stati, donando tutto ciò che si avrebbe voluto avere e non si è avuto. La valorizzazione del ruolo dei padri nella vita familiare costituisce pertanto sia un indispensabile supporto al doppio ruolo che oramai la donna svolge tra le mura domestiche e nel mondo del lavoro, sia un’esperienza irrinunciabile dal punto di vista emotivo e di crescita per i papà ed i propri bambini. Il secondo obiettivo che il Comune di Merano ha ritenuto opportuno inserire nel Piano locale di azione per l’uguaglianza è di natura più concreta e mira alla semplificazione organizzativa e logistica del compito di accudimento dei figli/e da parte delle mamme lavoratrici. O meglio, nello spirito di quanto affermato poc’anzi, delle mamme e dei papà che lavorano... anche nei mesi estivi. L’estate per le famiglie è infatti sinonimo di vacanza ma anche – oggigiorno e sempre più con il crescere del tasso di occupazione femminile – di grande affanno e fatica organizzativa. A fronte dei quasi tre mesi di chiusura estiva di scuole e scuole materne, i genitori si trovano a dover ricorrere a svariate forme di accudimento alternativo laddove si pone spesso anche il duplice problema dei costi da sostenere e della qualità dell’offerta. Il Comune di Merano è soggetto attivo con una serie di iniziative gestite in proprio come per esempio 29 Estate bambini. Da parte sua l’Amministrazione comunale di Merano cerca di venire in soccorso alle famiglie anche dal punto di vista organizzativo, facendosi carico di raccogliere e presentare in maniera tematica e sistematica – in un opuscolo - tutte le iniziative presenti sul territorio comunale. In tal modo le famiglie possono valutare attentamente l’offerta delle varie associazioni e dei vari soggetti promotori, i quali d’altro canto vedono valorizzata la propria attività. È uno strumento che nel presente contesto assume una valenza conciliativa e che l’Amministrazione intende potenziare e migliorare. AREA D'INTERVENTO 5 CONCILIAZIONE TRA VITA FAMILIARE E VITA PROFESSIONALE Obiettivo 1 Obiettivo 2 Valorizzazione del ruolo paterno ai fini della condivisione del lavoro di cura Supporto logistico alla conciliazione nei mesi estivi Azione 1 Azione 1 "Cerchi dei papà" Programma on line delle attività estive Azione 2 Azione 2 Iniziative di sensibilizzazione sulle potenzialità del ruolo paterno Mantenimento attuale offerta estiva e incentivazione iniziative Azione 3 Iniziative di coinvolgimento dei papà nei nidi a gestione comunale 30 Obiettivo 1 VALORIZZAZIONE DEL RUOLO PATERNO AI FINI DELLA CONDIVISIONE DEL LAVORO DI CURA TRA DONNE E UOMINI E, CONSEGUENTEMENTE, DELLA MAGGIORE FLESSIBILITÀ CONCILIATIVA DI ENTRAMBI I GENERI Azione positiva 1 Sostenere l’organizzazione, in collaborazione con i consultori pubblici e privati, di corsi di genitorialità volti a valorizzare il ruolo dei padri, sull’esempio dei “Cerchi dei papà” già diffusi a livello nazionale. Soggetti coinvolti: formatori esterni, consultori pubblici e privati, Servizio politiche femminili Destinatari/e: futuri padri, neopadri Tempistica: 2015/II semestre-2017 (massimo due edizioni all’anno, ciascuna di quattro incontri) Budget e risorse necessarie Le spese di organizzazione saranno a carico dei consultori ed il Comune interverrà con un contributo/partecipazione alle spese nell’ambito degli stanziamenti sul centro di costo relativo alle politiche femminili (se necessario). Risultati attesi • • • • • Offrire ai papà uno spazio in cui confrontare le proprie esperienze e condividere dubbi e aspettative Accrescere nei neopadri il grado di consapevolezza riguardo alla propria paternità e sostenerli nel delineare meglio la propria identità all’interno del nucleo familiare. Condividere la crescita dei figli in luoghi sociali, dove incontrare altri genitori e persone esperte, per non sentirsi soli e per arricchirsi dell’esperienza degli altri. Sostenere la donna nel proprio difficile e faticoso doppio ruolo attraverso la presenza al proprio fianco di padri consapevoli e collaborativi Aiutare i bambini, attraverso l’esempio paterno, a “crescere” come futuri padri più attenti, più affidabili, più centrati in questo ruolo. Azione positiva 2 Avviare iniziative di sensibilizzazione e pubblicizzazione delle potenzialità insite in un ruolo paterno vissuto con partecipazione e consapevolezza anche, ma non solo, al fine di sostenere la propria partner nel percorso di realizzazione professionale Soggetti coinvolti: padri che desiderano testimoniare la loro esperienza di paternità attiva e/o che hanno usufruito di congedi per paternità, consultori pubblici e privati, Servizio politiche femminili Destinatari/e: futuri padri, neopadri Tempistica: 2016/I semestre Budget e risorse necessarie: le spese di organizzazione saranno a carico del Comune per quanto riguarda il costo di un/una moderatore/trice della tavola rotonda nonché per i costi di pubblicizzazione dell’evento (ca. 1000 euro). Risultati attesi Avvio di buone prassi nel settore della condivisione fra uomo e donna dei carichi conciliativi e incoraggiamento ad usufruire dei congedi per paternità Azione positiva 3 Progetti di coinvolgimento dei papà nelle attività ludico-didattiche nei nidi a gestione comunale Soggetti coinvolti: Asili nido comunali, Servizio politiche femminili Destinatari/e: padri dei/delle bambini/e che frequentano l’asilo nido Tempistica: a partire dal 2013/II semestre Budget e risorse necessarie la misura non necessita di risorse necessarie 31 Obiettivo 2 SUPPORTO LOGISTICO ALLA CONCILIAZIONE TRA ACCUDIMENTO DEI FIGLI E IMPEGNI LAVORATIVI NEI MESI ESTIVI Azione positiva 1 Predisposizione di un programma on line delle attività estive per bambini/e e ragazzi/e a supporto dei genitori che lavorano Soggetti coinvolti: Ufficio scuole, istituzioni e associazioni che sul territorio organizzano attività estive rivolte a bambini/e e adolescenti Destinatari/e: genitori che lavorano Tempistica: ogni anno per la durata del Piano 2013-2017 Budget e risorse necessarie: la misura non necessita di risorse Risultati attesi • sostenere i genitori nel difficile compito di “organizzare” l’estate dei propri/e figli/e mettendo loro a disposizione uno strumento di consultazione agile ed esauriente che consenta loro di orientarsi al meglio e fare una scelta adeguata alle proprie esigenze e qualitativamente valida. Azione positiva 2 Impegno da parte del Comune di Merano a garantire il mantenimento e l’incentivazione dell’attuale offerta di attività estive ricreative rivolte a bambini/e e ragazzi/e tramite l’organizzazione diretta (p.e Estate bambini), l’assegnazione di contributi a sostegno delle iniziative di associazioni e istituzioni, la fornitura di servizi a supporto delle attività o la messa a disposizione di strutture Soggetti coinvolti: Servizio politiche femminili, Ufficio scuole, istituzioni e associazioni che sul territorio organizzano attività estive rivolte a bambini/e e adolescenti Destinatari/e: genitori che lavorano Tempistica: ogni anno per la durata del Piano 2013-2017 Budget e risorse necessarie: la misura non necessita di risorse ulteriori rispetto a quelle già previste per tali attività. Risultati attesi • sostenere i genitori nel difficile compito di “organizzare” l’estate dei propri/e figli/e offrendo una vasta gamma di attività e iniziative che facilitino la conciliazione e famiglia-lavoro. 32 AREA D’INTERVENTO 6 Il Comune nel suo ruolo di datore di lavoro e come attuatore di buone pratiche con funzione esemplare 1) Il Comune nel ruolo di datore di lavoro L’articolo 11 della Carta europea si occupa diffusamente degli enti locali nel loro ruolo di datori di lavoro che, in quanto tali, riconoscono “il diritto all’uguaglianza delle donne e degli uomini in tutti gli aspetti dell’occupazione, ivi comprese l’organizzazione e le condizioni del lavoro”. Ciò comporta che il presente Piano locale non indirizzi la propria sfera di intervento solo verso l’esterno, con azioni che incidano sul territorio, bensì anche verso l’interno dell’Amministrazione comunale. Un’amministrazione attenta alla valorizzazione dei generi si impegna, per esempio, ad assicurare a donne e uomini parità di condizioni nell’accesso al posto di lavoro, parità di retribuzione (ovvero salario uguale per un lavoro di valore equivalente), pari opportunità di sviluppo della carriera. Un’amministrazione attenta, inoltre, attua al suo interno politiche di conciliazione tra vita professionale e vita familiare e sociale sia tramite l’ottimizzazione del tempo di lavoro sia mediante altri interventi. Un’amministrazione attenta, infine, garantisce un ambiente di lavoro improntato al rispetto di tutte le persone dotandosi, per esempio, di un Codice di comportamento ai fini della tutela da discriminazioni e molestie sessuali. Il Comune di Merano può vantare da anni un’attenzione e una sensibilità particolari alle tematiche di genere e ciò grazie ad un Ufficio alle politiche femminili e ad un Comitato per le pari opportunità di ente molto attivi e motivati. Di seguito pertanto i singoli obiettivi e le relative azioni non avranno solo la funzione programmatica di definire interventi futuri bensì avranno anche la funzione di restituire una fotografia degli interventi pregressi e di quelli in atto nel campo delle pari opportunità. Il Comitato pari opportunità (CPO) è attualmente al suo secondo mandato e ha curato la stesura di un Piano triennale delle azioni positive in materia di Pari opportunità 2010-2012 per il Comune di Merano: in detto Piano sono incardinate le principali azioni nel settore in oggetto e alle più significative tra esse si farà esplicito riferimento nel presente Piano. Occorre inoltre ricordare che la stessa adesione del Comune di Merano alla Carta europea – peraltro primo ente firmatario nella Regione Trentino Alto Adige - va ricondotta alla precisa volontà del CPO in collaborazione con il competente assessorato. 2) Comune come attuatore di buone pratiche con funzione esemplare Va da sé che tutti gli obiettivi e le azioni previste nelle aree di intervento del presente Piano sono stati concepiti come singoli tasselli di un comune disegno strategico finalizzato al raggiungimento di una maggiore uguaglianza tra donne e uomini e, di conseguenza, di un generalizzato miglioramento della qualità della vita di tutta la comunità locale. Nell’Area di intervento 6 si sono tuttavia voluti inserire due obiettivi che, per carica innovativa e impatto mediatico, potranno incidere con particolare efficacia sulla formazione di una più attenta sensibilità di genere e di una cultura dell’attenzione e del rispetto reciproco. La prima misura in tal senso riguarda la precisa volontà dell’Amministrazione di utilizzare nei propri testi deliberativi, normativi e in generale nella comunicazione con la cittadinanza e verso l’esterno, un linguaggio che eviti un maschile falsamente “neutrale” a favore di formulazioni che diano visibilità e identità ad entrambi i generi. In attuazione dell’articolo 8 della legge provinciale 8 marzo 2010, n. 5 sulla parificazione e promozione delle donne, la Provincia di Bolzano ha emanato nel 2011 le Direttive per il rispetto di genere nei testi dell’Amministrazione provinciale, che contengono alcune regole generali per adottare un linguaggio che valorizzi l’identità di genere nei testi normativi e amministrativi, nella 33 modulistica come pure nei testi di carattere generale. L’Amministrazione comunale di Merano, dal canto suo, si prodiga da anni per garantire che nella propria comunicazione scritta traspaia il rispetto dell’identità di genere. Ai fini del raggiungimento di tale obiettivo in passato l’Assessorato alle politiche femminili ha organizzato dei corsi di formazione interna sull’uso di un linguaggio non sessista. Tale impegno dell’Amministrazione verrà ora “ufficializzato” dal presente Piano. La seconda misura con valenza esemplare riguarda l’impegno del Comune di Merano a combattere la diffusione di immagini lesive della dignità della donna contrastando l’affissione, negli spazi comunali, di pubblicità recanti immagini volgari e irrispettose nei confronti della dignità femminile. L’Amministrazione comunale intende pertanto opporre un deciso rifiuto alla diffusione sul proprio territorio di immagini femminili mercificate, vale a dire ridotte alla stessa stregua, per esempio, di un’auto o di una lavatrice, ritenendo che ciò rappresenti non solo una mancanza di rispetto alla dignità femminile ma incentivi una cultura retrograda della sopraffazione e, nel peggiore dei casi, della violenza. È ovviamente superfluo sottolineare, inoltre, il carattere fortemente diseducativo di tali immagini per le bambine e i bambini. AREA D'INTERVENTO 6 IL COMUNE NEL SUO RUOLO DI DATORE DI LAVORO E COME ATTUATORE DI BUONE PRATICHE CON FUNZIONE ESEMPLARE 1 COMUNE DATORE DI LAVORO 2 COMUNE ATTUATORE DI BUONE PRATICHE Obiettivo 1 Obiettivo 2 Obiettivo 3 Obiettivo 4 Obiettivo 1 Obiettivo 2 Piano di azioni positive 2013-17 Creazione di un ambiente di lavoro rispettoso Flessibilità conciliativa tra famiglia e lavoro Sensibilizzazione sulle tematiche di genere Sensibilizzazione all'uso di un linguaggio non sessista Lotta alle immagini lesive della dignità della donna 34 Azione 1 Azione 1 Azione 1 Azione 1 Azione 1 Azione 1 Redazione Piano Codice comportamentale Flessibilizzazione orari Iniziative Giornata della donna Redazione vademecum su linguaggio non sessista Iniziative di sensibilizzazione di cittadinanza e giovani Azione 2 Azione 2 Azione 2 Azione 2 Approvazione Piano Nomina consigliera di fiducia Progetto "Maggiordonna" Iniziative Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 1) Il Comune nel ruolo di datore di lavoro Obiettivo 1 APPROVAZIONE E IMPLEMENTAZIONE – CON IL SUPPORTO DEL CPO PER LA STESURA – DI UN PIANO QUINQUENNALE DELLE AZIONI POSITIVE IN MATERIA DI PARI OPPORTUNITÁ 201317 CHE PROSEGUA LE SCELTE DI BUONE PRASSI AVVIATE CON IL PIANO 2010-12 Azione positiva 1 Redazione del Piano quinquennale di azioni positive in materia di pari opportunità per il quinquennio 2013-2017 Soggetti coinvolti: CPO, consulente esterna, Amministrazione comunale Destinatari/e: dipendenti del Comune di Merano Tempistica: 2013/I semestre Budget e risorse necessarie: 3000 euro circa per la consulenza Azione positiva 2 Approvazione del Piano quinquennale 2013-17 da parte della Giunta comunale previa consultazione con tutti i soggetti coinvolti nonché successiva implementazione delle misure previste Soggetti coinvolti: CPO, Giunta comunale, assessori competenti, Ufficio personale, Sindacati Destinatari/e: dipendenti del Comune di Merano Tempistica: 2013/II semestre Budget e risorse necessarie: la presente misura non prevede necessità di finanziamento Risultati attesi: • valorizzazione delle differenze di genere e incentivazione delle pari opportunità all’interno dell’Amministrazione comunale • potenziamento delle politiche di conciliazione lavoro/famiglia all’interno dell’Ente Obiettivo 2 CREARE SUL LUOGO DI LAVORO UN AMBIENTE IMPRONTATO AL DIALOGO, AL RISPETTO RECIPROCO ED ALLE CORRETTE RELAZIONI INTERPERSONALI AL FINE DI EVITARE DISCRIMINAZIONI E MOLESTIE Azione positiva 1 Redazione e approvazione del Codice di comportamento in tandem con il Comune di Bolzano ed altri comuni eventualmente interessati Soggetti coinvolti: CPO del Comune di Merano, CPO del Comune di Bolzano, Uffici personale delle due amministrazioni, Sindacati, Destinatari/e: dipendenti dei Comuni di Merano e di Bolzano, Amministrazioni comunali di Merano e Bolzano e di altri comuni eventualmente interessati Tempistica: 2013/II semestre Budget e risorse necessarie: utilizzo di risorse interne. Azione positiva 2 Individuazione tramite procedura selettiva della figura professionalmente più adeguata per svolgere le funzioni di consigliera di fiducia, in tandem e in condivisione con il Comune di Bolzano Soggetti coinvolti: CPO di Merano e Bolzano, Uffici personale delle due amministrazioni Destinatari/e: dipendenti, Amministrazione comunale di Merano, altre amministrazioni comunali interessate Tempistica: 2014/I semestre Budget e risorse necessarie: compenso per la consigliera da definire in compartecipazione con il Comune di Bolzano (circa 2000 euro all’anno). Risultati attesi: Dotare l’Amministrazione e il personale di strumenti idonei (Codice di condotta e Consigliera di fiducia) 35 al fine di prevenire e rimuovere ogni eventuale forma di discriminazione, salvaguardando la salute e la sicurezza dei/delle dipendenti. Obiettivo 3 FAVORIRE POLITICHE DI FLESSIBILITÀ CONCILIATIVA DEGLI ORARI DI LAVORO NONCHÉ AZIONI DI CONCILIAZIONE TRA VITA PROFESSIONALE E VITA FAMILIARE Azione positiva 1 Progetto di flessibilizzazione e ottimizzazione degli orari del personale comunale in sintonia con i tempi della città e le esigenze e aspettative dell’utenza Soggetti coinvolti: CPO, Ufficio personale, URP, Sindacati Destinatari/e: dipendenti, Amministrazione comunale di Merano, utenti e cittadinanza Tempistica: 2015-2017 Budget e risorse necessarie: utilizzo di risorse interne Risultati attesi: Maggiore conciliazione tra vita professionale e vita familiare sia per il personale comunale sia per le/i cittadine/i nonché maggiore efficienza dei servizi erogati dal Comune Azione positiva 2 Progetto pilota “Maggiordonna”: maggiordomo aziendale con servizio interno di lavanderia, stireria e sartoria per i/le dipendenti comunali Soggetti coinvolti: CPO, Ufficio personale, cooperativa sociale Turandot Destinatari/e: dipendenti comunali Tempistica: 2013-2015 con eventuale prolungamento Budget e risorse necessarie: il servizio è a carico dei singoli utenti che ne usufruiscono fuori dell’orario di lavoro; l’Amministrazione comunale mette a disposizione gli ambienti necessari. Risultati attesi: Creare una buona pratica aziendale di conciliazione lavoro/famiglia Obiettivo 4 SENSIBILIZZAZIONE SULLE TEMATICHE DI GENERE ATTRAVERSO L’ORGANIZZAZIONE DI INIZIATIVE ED EVENTI PER I/LE DIPENDENTI COMUNALI Azione positiva 1 In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, organizzazione di iniziative di sensibilizzazione del personale comunale sulle tematiche di genere Soggetti coinvolti: CPO Destinatari/e: dipendenti comunali Tempistica: 2013-2017, azione a cadenza annuale Budget e risorse necessarie: i singoli eventi saranno se necessario finanziati tramite il budget a disposizione del CPO (a seconda del tipo di manifestazione da 0 a 500 euro). Risultati attesi: • Contribuire alla sensibilizzazione e attenzione per le tematiche di genere all’interno dell’Amministrazione comunale Azione positiva 2 In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, adesione alla “Campagna del fiocco bianco”, con distribuzione di materiale informativo dei fiocchi bianchi ai/alle dipendenti, agli amministratori/alle amministratrici e ai/alle rappresentanti politici/politiche di Giunta e Consiglio del Comune di Merano Soggetti coinvolti: CPO Destinatari/e: dipendenti comunali, amministratori, rappresentanti politici Tempistica: 2013-2017azione a cadenza annuale Budget e risorse necessarie: l’iniziativa non necessita di finanziamento. Risultati attesi: • Contribuire alla diffusione di una cultura del rispetto nei confronti delle donne 36 2) Comune come attuatore di buone pratiche con funzione esemplare Obiettivo 1 SENSIBILIZZAZIONE ALL’USO DI UN LINGUAGGIO NON SESSISTA E RISPETTOSO DELLE DIFFERENZE DI GENERE Azione positiva 1 Istituzionalizzazione dell’utilizzo sistematico e consapevole di un linguaggio non sessista in tutti i documenti e gli atti ufficiali dell’Amministrazione comunale nonché nella comunicazione verso l’esterno e in particolare verso le cittadine e i cittadini tramite invio di circolare e realizzazione di un apposito vademecum esplicativo Soggetti coinvolti: Servizio traduzioni, Servizio politiche femminili Destinatari/e: dipendenti, Amministrazione comunale di Merano, cittadinanza Tempistica: 2014/II semestre Budget e risorse necessarie: l’azione non necessita di finanziamento. Risultati attesi: • Grazie ad una visibilità linguistica e formale la donna acquista maggiore visibilità e diventa presenza esplicita e non più implicita Obiettivo 2 LOTTA ALLE IMMAGINI LESIVE DELLA DIGNITÀ DELLA DONNA Azione positiva 1 Iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza e soprattutto i giovani e le giovani rispetto all’uso di immagini lesive della dignità della donna sui mezzi di comunicazione e in particolare nei messaggi pubblicitari Soggetti coinvolti: Servizio politiche femminili, associazioni interessate, eventuale referente esterno/a Destinatari/e: cittadinanza, giovani Tempistica: 2015/I semestre Budget e risorse necessarie: ca. 1000 euro per la/il referente Risultati attesi: contribuire alla diffusione di una cultura del rispetto fra donna e uomo e, in generale, fra le persone nonché lotta precoce ai pregiudizi e ai cliché di genere. 37 Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini 2011 Indagine Gender Strategie per la parità tra donne e uomini Angela Giungaio 2011 Sommario Introduzione.....................................................................................................................................................................3 La struttura demografica................................................................................................................................................3 Parità economica fra donna e uomo...............................................................................................................................4 La formazione scolastica .................................................................................................................................................5 Vita quotidiana, famiglia e società .................................................................................................................................5 Uno sguardo sul mondo giovanile...................................................................................................................................6 La componente straniera ................................................................................................................................................7 Conclusioni.......................................................................................................................................................................7 Note metodologiche..........................................................................................................................................................8 Bibliografia.......................................................................................................................................................................8 2 Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini 2011 Introduzione La parità di opportunità fra donne e uomini è uno dei principi fondamentali dell’Unione Europea e una base di partenza imprescindibile per la crescita sociale ed economica della Comunità Europea e di ogni suo stato membro; è infatti uno 1 dei cinque valori su cui si fonda l'Unione, che deve assicurare la parità tra donne e uomini in tutte le sue attività . Nel 2010, per commemorare il 15° anniversario dell'adozione della dichiarazione e della piattaforma d'azione della Conferenza mondiale dell'ONU sulle donne, svoltasi a Pechino, e il 30° anniversario della Convenzione dell'ONU sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne, la Commissione ha adottato la Carta per le 2 donne , rinnovando il suo impegno per la parità tra generi e il potenziamento della prospettiva di genere in tutte le sue politiche. Negli ultimi anni si è dunque fatto molto in questa direzione; le politiche di gender-mainstreaming hanno portato notevoli cambiamenti sociali nella parificazione tra generi. Vi sono tendenze molto positive, come ad esempio un numero maggiore di donne sul mercato del lavoro e l’acquisizione da parte delle donne di una migliore istruzione e un migliore livello di formazione. Restano tuttavia ancora diversi settori nei quali la donna risulta tuttora svantaggiata. Principalmente le maggiori differenze di genere si riscontrano ancora sul mercato del lavoro, dove le donne sono sovrarappresentate nei lavori scarsamente retribuiti e sottorappresentate nelle posizioni decisionali. La maternità, inoltre, abbassa il tasso di occupazione femminile e in casa le donne lavorano senza retribuzione per più ore degli uomini. I ruoli maschili e femminili continuano a influenzare fondamentali decisioni individuali riguardanti l'istruzione, le scelte professionali, gli accordi di lavoro, la famiglia e la fecondità. Queste decisioni hanno a loro volta un impatto sull'economia e sulla società. È quindi nell'interesse della collettività che donne e uomini abbiano uguali possibilità di scelta nelle varie fasi della vita. Tali aspetti possono variare fra stati membri dell’Unione Europea, ma anche tra le singole regioni degli stessi e in diversi ambiti culturali. Proprio per questa influenza di molteplici fattori è importante un’analisi specifica e territoriale della questione. La struttura demografica Nel Comune di Merano, la componente femminile rappresenta il 52,0% della popolazione residente, percentuale che, come si può vedere dal grafico sottostante, varia a seconda delle classi di età. I diversi livelli di mortalità determinano una maggiore presenza femminile nelle classi di età degli over-cinquantacinquenni. Vi è dunque una maggiore percentuale di popolazione femminile anziana, dovuta alle migliori aspettative di vita. Le speranze di vita (alla nascita) sono infatti per l’uomo di 77,1 anni, per le donne, invece, di 83,5 anni. Popolazione residente a Merano per sesso – 2010 In Meran ansässige Bevölkerung nach Geschlecht – 2010 La diminuzione della fecondità, l’innalzamento della speranza di vita a tutte le classi di età e la riduzione del tasso di mortalità sono tra i fattori che, più di altri, spingono la nostra popolazione verso un progressivo invecchiamento demografico. A ringiovanire la popolazione residente interviene la componente straniera: a livello provinciale infatti, la popolazione straniera ha un’età media di poco superiore ai 30 anni. Quanto alla fecondità, si assiste in generale ad una diminuzione delle nascite e per la nuzialità ad uno slittamento verso un modello più tardivo; ciò è dovuto principalmente ad un maggiore livello di istruzione e ad un maggiore inserimento nel mondo del lavoro da parte delle donne. 1 2 Articoli 2 e 3 del trattato dell'Unione europea, articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. COM(2010) 078. 3 Anche la struttura delle famiglie sta cambiando: aumentano sempre più le famiglie composte da una sola persona, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, ed è diminuito nel tempo il numero medio di componenti delle famiglie. Questi due trend si rilevano maggiormente nei comuni urbani. Parità economica fra donna e uomo Analizzando il tasso di attività in Alto Adige emerge che, a fronte di un tasso di attività complessivo del 70%, quello degli uomini si attesta sull’80%, mentre le donne raggiungono il 60%. Risulta dunque in modo molto evidente, un divario fra genere. Oltre a ciò, anche nella popolazione occupata, vi sono differenze di genere, in particolare si parla di gap salariale. Il divario (o gap) salariale è dato dalla differenza tra il salario orario medio degli uomini e il salario orario medio delle donne, espressa in percentuale rispetto al salario orario medio degli uomini e indica, pertanto, quanto in percentuale le donne guadagnano in meno rispetto agli uomini. Se le differenze salariali fra genere prescindono da fattori come età, livello di istruzione, tipologia di lavoro, posizione professionale, anzianità lavorativa, settore di lavoro o dalla diversa produttività, il divario salariale è imputabile a comportamenti discriminatori non facilmente individuabili. Da un’indagine svolta nel 2008 dall’AFI-IPL sui lavoratori e le lavoratrici dipendenti, emerge come in termini retributivi vi siano differenze di genere molto marcate. Infatti l’8,7% delle donne altoatesine con contratto di lavoro a tempo pieno percepisce meno di 1.000 euro al mese rispetto all’1,9% degli uomini. La situazione si capovolge nelle classi più elevate di reddito, soprattutto nella classe oltre i 2.000 euro, dove si trovano solo il 9,3% delle donne a fronte del 17,6% degli 3 uomini. Questa differenza dipende sicuramente anche da altri fattori, oltre che dalla discriminazione di genere. Infatti, le donne sono occupate prevalentemente, oltre che nel pubblico impiego, in settori con livelli retributivi inferiori alla media, come il commercio, il turismo ed i servizi alle persone. Tuttavia, i differenziali retributivi permangono anche all’interno dei settori, quindi non è sbagliato affermare, che anche in Alto Adige, vi è una quota di “discriminazione” dovuta al fatto che, a parità di caratteristiche produttive, le donne vengono pagate meno degli uomini. Il divario retributivo deriva in parte anche dalla segregazione del mercato del lavoro, le donne e gli uomini tendono ancora a lavorare in settori/impieghi diversi. Spesso il divario salariale riflette altre disparità del mercato del lavoro, che vanno a svantaggio soprattutto delle donne. Il fattore principale in questo senso è la parte sproporzionata di responsabilità familiari da sostenere e le maggiori difficoltà a conciliare impegni lavorativi e vita privata. Analizzando i dati del lavoro a tempo parziale in Alto Adige, emergono notevoli differenze fra sessi; nel 2008 era infatti solo il 4,7% degli uomini, contro il 37,2% delle donne ad avere un lavoro a tempo parziale. La motivazione determinante la scelta di lavoro part-time evidenzia discrepanze ancora maggiori fra genere: per la donna il principale motivo sono i motivi familiari (25.800 donne contro 600 uomini). Di fatto il 62,8% della popolazione altoatesina - per la maggior parte donne - motiva la propria occupazione a tempo parziale con la necessità di prendersi cura dei figli, di altri bambini e/o di altre persone non autosufficienti ed il 12,6% con altri motivi familiari. Risulta, inoltre, che l’essere donna renda anche più difficile trovare lavoro a tempo pieno. Sono maggiormente le donne, infatti, ad aver affermato di lavorare part-time perché non hanno trovato lavoro a tempo pieno (5.200 donne contro 1.500 uomini). Il 6,9% desidera avere a disposizione più tempo libero ed il 3,9% di coloro che sono impiegati a tempo parziale indica come motivo una malattia o problemi di salute personali. Per queste motivazioni prevalgono gli uomini. Perché lavora a tempo parziale? Warum arbeiten Sie in einem Teilzeitverhältnis? Valori percentuali/Prozentwerte Molte donne lavorano a metà tempo o con contratti atipici. Anche la Commissione Europea, in sue ricerche, afferma che, 3 AFI/IPL pianeta conciliazione: Donne, lavoro e famiglia In Alto Adige – dicembre 2010 4 Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini 2011 se da un lato ciò consente alle donne di rimanere sul mercato del lavoro mentre gestiscono le responsabilità familiari, dall’altro questo può avere ripercussioni negative sulla loro retribuzione, sulla carriera professionale e sulle prospettive di promozione e pensione4. La formazione scolastica In generale si può affermare che nell’ultimo trentennio il grado di istruzione della popolazione sia a livello nazionale che locale, è aumentato. Si è assistito ad una crescita complessiva della scolarizzazione degli studenti residenti in provincia di Bolzano. Considerando tutti i livelli di istruzione, dalla scuola dell’infanzia all’università, complessivamente negli ultimi diciotto anni il tasso di scolarità è aumentato di quindici punti percentuali; in altre parole, se nell’anno scolastico 1991/92 63 altoatesini su 100 in età tra i 3 e i 25 anni erano impegnati in un ciclo di studi, nell’anno scolastico 2008/09 tale quota è salita al 79,0%. Dai dati si evince come sono principalmente le giovani donne ad aver non solo colmato la differenza di livello di istruzione con i maschi, ma addirittura di averli superati. Nella classe di età dai 20 ai 49 anni, è di gran lunga maggiore il numero di donne con un diploma di scuola secondaria superiore. Anche per il titolo universitario, nella classe di età da 20 ai 39 anni, la percentuale femminile è maggiore di quella maschile. Da anni ormai si rileva un trend di rialzo della presenza femminile nelle istituzioni formative; le percentuali di giovani donne superano quelle maschili in tutti i gradi di istruzione fuorché nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole medie. Il divario risulta particolarmente accentuato fra studenti universitari, dove la quota femminile supera quella maschile di 1,1 punti percentuali. Nelle università nel periodo dall’anno accademico 1991/92 all’anno accademico 2008/09 si è registrato un incremento complessivo di iscritti del 24,1%. Un ulteriore aspetto importante riguarda il successo e l’insuccesso scolastico. Negli ultimi anni si è assistito ad una diminuzione del numero di studenti respinti - e di conseguenza di ripetenti - nelle scuole primarie e secondarie di I grado, mentre nelle scuole secondarie di II grado la percentuale di respinti è aumentata. Ciò nonostante, negli anni dal 1991 al 2009 il numero dei 18-enni diplomati è cresciuto sensibilmente in generale ed in maniera più marcata tra le donne. In questo contesto emerge in particolar modo anche la differenza tra maschi e femmine, differenza che aumenta con il crescere del grado d’istruzione sia nel caso dei respinti, sia in quello dei licenziati, qualificati e diplomati. Tasso di successo scolastico nelle SE, SM, SS Erfolgsquote in GS, MS und OS Valori percentuali/Prozentwerte Vita quotidiana, famiglia società È il lavoro domestico, sommato a quello fuori casa, ad incidere maggiormente nell’economia quotidiana di ogni donna. Considerando esclusivamente la fascia di popolazione occupata, il lavoro femminile è nettamente superiore a quello maschile: 8 ore e 30 minuti rispetto alle 7 ore e 23 minuti impiegati dagli uomini. Nella concezione tradizionale della vita familiare, i lavori domestici e l’educazione dei figli sono stigmatizzati quali compiti femminili. Analizzando le ore di lavoro domestico/familiare, emerge infatti come tale impegno sia per le donne pari ad un lavoro a tempo pieno, mentre per gli uomini risulta essere per lo più un impegno occasionale. 4 Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni Strategia per la parità tra donne e uomini – settembre 2010 5 Collaborazione in casa per genere Mithilfe im Haushalt nach Geschlecht Valori percentuali, ore settimanali Le donne lavorano per lo più da 10 a 30 ore settimanali (36,8%) nel lavoro domestico, per gli uomini la risposta più frequente è invece fino a 10 ore settimanali (51,6%). Troviamo invece la situazione inversa nell’attività lavorativa fuori casa, dove è evidente il maggiore impegno, considerato in ore, del sesso maschile: il 38,6% degli uomini lavora fuori casa da 30 a 40 ore settimanali e il 15,5% oltre 40 ore. Oltre ai lavori prettamente domestici, anche la cura dei figli e di persone non autosufficienti è, nella maggior parte dei casi, svolta dalla donna. Come già evidenziato precedentemente, sono maggiormente le donne che lavorano part-time per motivi familiari legati alla cura di figli e/o di persone anziane-non autosufficienti. Sono infatti rari i casi in cui i padri usufruiscono del congedo parentale; a livello provinciale la percentuale di non utilizzo del congedo per paternità è del 90%. Questo riconferma quanto siano diffusi i sistemi di valori tradizionali. A determinare tale scelta sono principalmente ragionamenti di natura professionale, legati ai timori di perdere il proprio posto di lavoro o di vedere decurtato il proprio reddito. Risulta dunque evidente come delle buone politiche di welfare siano lo strumento migliore per venire incontro e alleggerire il doppio carico della popolazione femminile. Uno sguardo sul mondo giovanile Già in giovane età si evidenziano differenze nelle aspettative dei genitori nei confronti di figli maschi e figlie femmine. Per fare un esempio: l’81,8% delle figlie femmine tiene in ordine la camera contro il 50,6% dei figli maschi. Ma differenze più o meno marcate si osservano per tutte le tipologie di lavori domestici, fatta eccezione per quanto attiene il compiere le piccole riparazioni in casa e il buttare le immondizie, attività che vengono svolte più dai maschi che dalle femmine. Anche nella disponibilità di denaro vi sono già tra i giovani notevoli differenze di “paghetta”: I maschi risultano "più ricchi" delle femmine: quasi la metà (49,0%) dispone di oltre 200 € al mese contro il 39,6% delle femmine. Ciò nonostante, sembrano essere sempre i maschi a lamentarsi di disporre di poco denaro: il 15,4% dei maschi contro l’8,7% delle femmine dichiara di ricevere pochi soldi dal padre (rispetto alla madre rispettivamente il 15,9% dei maschi e il 5,4% delle femmine). Risulta invece la situazione inversa nel caso di “contributi” economici alla famiglia nel caso in cui i giovani lavorino. Si evidenzia infatti una leggera discrepanza tra il comportamento dei maschi e delle femmine, queste ultime risultano più inclini a devolvere parte del proprio guadagno alla famiglia d’origine: il 33,1% dei maschi contro il 26,9% delle femmine non dà soldi in famiglia pur lavorando. Da diversi indicatori emerge poi una certa sensazione di disagio delle giovani ragazze che si sentono più di frequente non completamente all’altezza delle diverse situazioni o meno sicure rispetto ai loro coetanei maschi. Il rapporto con il proprio fisico diverge fra uomini e donne: circa tre quarti degli uomini sono abbastanza soddisfatti del proprio fisico e del proprio peso, le donne si dichiarano contente solo nel 50% dei casi circa. Alla domanda come giudica il proprio peso, una donna su cinque risponde sostenendo di sentirsi troppo grassa. Nemmeno la metà delle donne si manifesta decisamente soddisfatta del proprio peso. Anche nei tentativi di perdere peso sono più frequentemente le giovani ragazze a ricorrere alle misure più pesanti. In realtà invece sono proprio le donne ad essere maggiormente interessate dal fenomeno del sottopeso, mentre sono più numerosi gli uomini in sovrappeso (BMI – Body Mass Index, Indagine multiscopo 2009, ASTAT). La maggiore importanza che le donne attribuiscono alla bella presenza emerge anche dalle risposte che danno circa l’aspetto fisico. Una donna su due (49,9%) si sente a suo agio solo se vestita e truccata bene ed una su cinque (20,7%) ricorrerebbe anche alla chirurgia estetica per migliorare il proprio aspetto fisico. Per l’ennesima volta emerge quindi quanto le donne risentano della pressione sociale riguardo a valori quali la bellezza e 6 Indagine Gender - Strategie per la parità tra donne e uomini 2011 la snellezza. A prescindere dal sesso degli intervistati, la questione che più affligge i giovani sono le aspettative esagerate riguardo al rendimento. In tal senso si sono espressi tre quarti degli intervistati (75,9%), facendo registrare un ulteriore incremento di cinque punti percentuali rispetto al 2004. Paure relative al futuro, il timore di ammalarsi, tristezza e solitudine sono fenomeni che riguardano oltre il 60% dei giovani. La mancanza di senso nella vita tormenta un giovane su due (50,4%), altrettanti sono assillati dalla paura di assumersi delle responsabilità (49,0%) oppure dal pensiero di rimanere disoccupati (47,8%). La componente straniera Negli ultimi due decenni anche in Alto Adige l’immigrazione è andata sempre aumentando. Da fine millennio circa 33.500 cittadini stranieri hanno fissato la propria residenza in uno dei comuni della provincia di Bolzano. Negli ultimi tre anni gli arrivi dall’estero hanno tuttavia subito un rallentamento. I ridotti flussi migratori sono riconducibili principalmente agli effetti della crisi economica. Inoltre, è prevedibile un aumento dell’affluenza di profughi dall’Africa e da altri territori colpiti da catastrofi naturali e guerre. Per questo motivo il calo temporaneo del saldo migratorio non può essere interpretato come un’inversione di tendenza. Al 31/12/2010, gli stranieri residenti in provincia di Bolzano ammontano a 41.699 unità con un aumento del 6,5% rispetto all’anno precedente e ben otto volte maggiore rispetto al 1990. Vi è inoltre una parte di stranieri che viene “naturalizzata”, nel senso che nello scorso decennio circa 3.500 stranieri hanno ottenuto la cittadinanza italiana: divenendo a tutti gli effetti cittadini italiani, non saranno più conteggiati nella statistica degli stranieri. La presenza di stranieri risulta maggiore nei centri urbani: nel capoluogo con 13.410 immigrati, vive quasi un terzo di tutti gli stranieri residenti in Alto Adige (32,2%), seguito da Merano con 5.665 (13,6%) e Bressanone con 1.968 persone (4,7%). Inoltre la popolazione straniera è caratterizzata da un elevato tasso di crescita determinato da un elevato tasso di natalità (16,8‰ rispetto al 10,1‰ della popolazione autoctona), accompagnato da un contenuto tasso di mortalità (2,4‰ contro l’8,1‰). L’andamento vivace delle nascite e la bassa mortalità di questa fascia della popolazione fungono da freno al crescente invecchiamento della nostra società. Purtroppo per quanto riguarda le donne straniere, non sono riuscita a reperire molti dati statistici di indagini demoscopiche. Le indagini sulla popolazione straniera riguardano ancora – principalmente – aspetti demografici, tralasciando spesso aspetti più propriamente demoscopici (in alcuni casi anche perché le donne straniere sono tuttora difficilmente raggiungibili/avvicinabili). Inoltre, per avere dati statisticamente validi, bisognerebbe comunque svolgere indagini suddivise per diverse etnie e ciò, per indagini quantitative, risulta metodologicamente piuttosto difficile. In letteratura si trovano per esempio marcate differenze di genere fra etnie per quanto concerne le iscrizioni scolastiche: la scelta di far studiare i figli indipendentemente dal genere è diffusa maggiormente nelle famiglie marocchine, albanesi, romene, ecuadoriane e cinesi, fra le quali si osserva una percentuale di femmine iscritte a scuola in linea con le femmine residenti. Sono invece le nazionalità indiana, egiziana, pakistana a presentare uno squilibrio tra gli iscritti a scuola a favore dei maschi. Si aggiungano infine altre nazionalità (che vedono gruppi di alunni meno numerosi) nelle quali spicca l’elevato tasso di mascolinità: Tunisia, Serbia-Montenegro, Senegal, Sri Lanka, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Camerun. Conclusioni Emerge quindi una situazione di varie differenze di genere che confermano la necessità di azioni mirate a situazioni definite e circoscritte, messe in atto per risolvere una particolare situazione di discriminazione. Oltre a ciò si richiedono azioni di sistema che mirino a trasformare cultura, politiche e strategie per introdurre cambiamenti a largo raggio e duraturi. Strategie che mirino a cambiamenti culturali che coinvolgano tutte le componenti dei sistemi in quanto prevedono che, prima che le decisioni siano prese, siano individuati i probabili impatti che queste possono avere sulle donne e sugli uomini. Sono quindi una strategia che mira alla qualità delle politiche e sposta l’attenzione dalle donne a tutte le componenti della società. I fattori cruciali per il cambiamento e per il gender-mainstreaming sono dunque: • la consapevolezza delle discriminazioni di genere e dei meccanismi che le sottintendono; • la volontà del mondo politico e dei vertici istituzionali; • la presenza di specifici piani di azione; • la disponibilità di strutture, meccanismi e risorse. Gli obiettivi principali per sostenere la promozione della parità di genere sono dunque: • • • adottare politiche per migliorare la parità di genere sul mercato del lavoro e l'inclusione sociale delle donne; promuovere l’imprenditorialità e il lavoro autonomo delle donne; valutare le disparità ancora esistenti per il diritto al congedo per motivi di famiglia, in particolare il congedo di paternità e il congedo per la prestazione di assistenza, e le eventuali possibilità per affrontarle; 7 • • promuovere la parità di genere anche in tutte le iniziative concernenti l'immigrazione e l'integrazione dei/delle migranti; incoraggiare le donne a scegliere percorsi formativi e professioni non tradizionali. Il Global Gender Gap è un indice che da qualche anno misura il gap tra generi nei Paesi; è frutto di quattro diversi sub indici in grado di radiografare un Paese attraverso le opportunità nel mercato del lavoro, l'economia, l'aspettativa di vita e lo stato di salute, la partecipazione politica e l'accesso all'istruzione superiore (universitaria e post). È stato elaborato dal World Economic Forum, in collaborazione con la Harvard University e la University of California. Il Global Gender Gap 2010 è stato presentato lo scorso ottobre. La Top Ten racconta di un Nord del mondo da tempo capace di conciliare le esigenze di genere. I primi posti della classifica sono occupati infatti dai Paesi dell'estremo nord; prima è l'Islanda, seguita da Norvegia, Finlandia e Svezia; quinta è la Nuova Zelanda, sesta l'Irlanda, settima la Danimarca. Ci sono poi tre new entry; Lesotho (ottavo), Filippine (al nono posto) e Svizzera (al decimo). Tra i Paesi europei la performance peggiore è della Francia che in un solo anno è passata dal 18esimo al 46esimo posto. L'Italia è 74esima, preceduta però da alcuni Paesi in via di sviluppo tra cui il Mozambico (22esimo) e il Botswana (62esimo). Fortunatamente in Provincia di Bolzano si possono rilevare notevoli differenze rispetto al livello nazionale. Dall’elaborato emerge infatti che per i quattro indici che compongono il Global Gender Gap la situazione è molto buona. Il mercato del lavoro presenta livelli di disoccupazione molto bassi, vi sono sì differenze di genere che rientrano comunque negli obiettivi della Commissione Europea del 2015. L’aspettativa di vita e lo stato di salute in Provincia di Bolzano presentano buoni indicatori rispetto anche al livello nazionale, come pure il livello di formazione delle donne che sempre più accedono anche ai livelli più alti di studio e di partecipazione politica. Pure gli aiuti alle famiglie, le strutture per l’infanzia e i servizi sociali raggiungono ottimi standard. Considerando che a Merano vi sono 145 posti negli asili nido, 1.157 iscritti alle scuole materne, oltre a varie strutture convenzionate, si può senza dubbio affermare l’ottimo grado del welfare state cittadino. Anche i servizi sociali, che a titolo esemplificativo per assistenza hanno offerto nel 2010 52.430 pasti a domicilio per 301 utenti, 15.213 pasti in mensa a 264 utenti e assistono ben 360 persone a domicilio, sono un validissimo aiuto non solo per le famiglie, ma anche per le persone anziane che, come abbiamo visto, sempre più spesso abitano da sole. Note metodologiche L’indagine si è posta quale obiettivo principale di studiare le differenze di genere nei settori cruciali della società. In particolare sono stati analizzati quegli indicatori che in letteratura sono considerati tipici delle indagini sul gender, che sono gli stessi indicatori considerati per il Global Gender Gap. Vista la richiesta dell’ente di sinteticità dell’elaborato, si espongono gli aspetti salienti e quelli sui quali le forze politiche e sociali possono avere una qualche influenza e incidere con strategie chiave, finalizzate a promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne. Sono stati trattati inoltre alcuni indicatori che dimostrano come vi sia ancora la necessità di cambiamenti culturali che coinvolgono tutte le componenti dei sistemi politici e sociali. I dati statistici esposti nel presente elaborato sono per lo più dati a livello provinciale o riferiti ai comuni urbani della provincia. Purtroppo non vi sono sufficienti dati demoscopici (già esistenti) a livello comunale, per poter analizzare i vari aspetti socio demografici e le diverse variabili trattate nell’elaborato. Inoltre, per alcune variabili, a livelli comunali non si avrebbe la numerosità necessaria per avere dati statisticamente significativi. È stata dunque svolta un’analisi secondaria interpretando dati a livello provinciale e/o dei comuni urbani della Provincia, che ritengo che siano tuttavia applicabili anche alla realtà meranese. Per avere una analisi prettamente “meranese” delle realtà di genere, sarebbe necessaria una rilevazione mediante un questionario pensato e sviluppato sulla realtà meranese, e successivamente i dati raccolti andrebbero pesati sulle principali variabili socio demografiche della popolazione residente nel Comune di Merano. Bibliografia o o o o o o o o Sozialportrait Südtirol 2009 - Quadro sociale dell’Alto Adige – 2009; Astat Istituto Provinciale di Statistica; Bolzano,2010 Genderbericht 2006 – Indagine Gender 2006 Astat Istituto Provinciale di Statistica; Bolzano Haushalte in Südtirol 2008 – Famiglie in Alto Adige 2008; Astat Istituto Provinciale di Statistica; Bolzano, 2009 Pianeta conciliazione: donne, lavoro e famiglia in Alto Adige, 2010 Istituto per la Promozione dei Lavoratori Jugendstudie 2009 – Indagine sui Giovani 2009; Astat Istituto Provinciale di Statistica; Bolzano,2010 Mehrzweckerhebung der Haushalte 2010 – Indagine multiscopo sulle famiglie 2010; Astat Istituto Provinciale di Statistica; Bolzano,2010 Articoli 2 e 3 del trattato dell'Unione europea, articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Dati ufficio statistico Comune di Merano – http://www.comune.merano.bz.it/it/infocitta Angela Giungaio, dott.ssa in sociologia Dal 2004 al 2008: ispettrice statistica presso l’Astat – Istituto provinciale di Statistica, Bolzano Dal 2008: direttrice amministrativa presso la sezione distaccata di Merano del Tribunale di Bolzano 8