LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI
Regione Sardegna
ENTE PUBBLICO
Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica
Il Tabacco:
Una storia da raccontare
Con il Patrocinio dell’Assessorato Regionale1dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale
Introduzione
“La LILT della Sardegna ringrazia
tutti coloro che hanno contribuito
alla realizzazione di questo opuscolo”
“Non fumare; se fumi, smetti. Se non riesci a smettere, non fumare in presenza di
non fumatori”
Così recita il primo punto del Nuovo Codice Europeo contro il Cancro.
CITAZIONI SUL FUMO
Si inizia a fumare sempre più precocemente. I giovani fumano a scuola, nei locali, a
casa e con gli amici, comunque sempre in compagnia. E’ necessario far capire quali
danni le sigarette comportino nell’organismo.
Per prevenire i danni del fumo è importante intervenire sin dall’età scolare.
La sigaretta è un tubo con un incendio ad una estremità e uno sciocco dall’altra
(Anonimo)
Smettere di fumare è la cosa più facile del mondo.
Lo so perché l ho fatto migliaia di volte.
(Mark Twain)
La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ha da sempre il merito di diffondere in modo semplice e capillare le informazioni sulle attività da porre in essere
nella battaglia contro il cancro, considerando la prevenzione e l’ambiente scolastico i punti nodali anche nella lotta contro il fumo.
Prima della scoperta del fuoco, quanto erano nervosi i fumatori?
(Kazzener)
Nella convinzione che una corretta informazione possa migliorare la salute di tutti
i cittadini, la LILT aderisce alla Giornata Mondiale senza Tabacco indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ricorre il 31 maggio di ogni anno,
impegnandosi con attività ed iniziative su tutto il territorio nazionale, attraverso il
quotidiano impegno di migliaia tra volontari e sostenitori.
Dapprima Dio creò l’uomo, poi la donna. Dopo l’uomo gli fece pena e gli diede
una sigaretta.
(Mark Twain)
Agire efficacemente contro il tabagismo e ottenere risultati è, tuttavia,un compito
complesso, che richiede un grande impegno e lo sviluppo di politiche e interventi in
ambiti diversi da quello strettamente sanitario.
“Ho smesso di fumare!”
(Gianfranco Funari in una intervista doppia delle Iene
rispondendo alla domanda “Cosa vorresti fosse scritto sulla tua tomba?”)
Ogni passo avanti nel ridurre il consumo di tabacco costituisce un enorme risultato
in termini di salute e qualità della vita di tutti i cittadini e ad essi, in questo senso,
la LILT della Sardegna dedica questo opuscolo, rivolto a raccontare una storia, ma
soprattutto a fornire qualche utile informazione che possa contribuire a ridurre il
numero dei fumatori.
Alfredo Schirru
Presidente Sezione Provinciale di Cagliari
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Prefazione
Il compito della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori è quello di divulgare ogni
notizia utile all’utenza al fine di conoscere i meccanismi della Prevenzione Primaria
e, ove possibile, i sistemi di Prevenzione secondari messi a disposizione delle aziende sanitarie pubbliche soprattutto attraverso gli screening che coinvolgono larghe
fasce di popolazione. La Prevenzione Primaria permette di conoscere le prime cause
che espongono l’uomo al rischi di ammalare di tumore, cioè il “peccato originale”, nel
senso che molto influiscono le nostre scelte di vita, le nostre abitudini ormai consolidate soprattutto nei paesi industrializzati dove le mode, la comodità, la rapidità delle
nostre azioni di lavoro e di vita in genere ci portano a scelte non sempre corrette ma
che si perpetuano per consuetudine nelle generazioni che si susseguono nel tempo.
Conoscere tali abitudini , capire quali sostanze e quali azioni sono dannose per la
nostra salute è fondamentale per evitare o almeno ridurre l’incidenza dei tumori e
delle altre malattie correlate al consumo di tali sostanze frequentemente di consumo
quotidiano. Pertanto trattare argomenti quali l’alimentazione, intesa come quantità
di calorie introdotte, qualità del cibo e le modalità di conservazione, il consumo di
sostanze alcoliche e del Tabacco è fondamentale.
I Ricercatori affermano che eliminando dall’uso quotidiano del tabacco si ridurrebbero dell’80% i tumori del polmone, ma si avrebbe una grande riduzione di quelli
vescicali e pancreatici . Tabacco ed alcool sono ritenuti causa dei tumori con maggiore incidenza nella popolazione mondiale ed anche delle malattie cardiovascolari
. Si pensi che nei paesi industrializzati il 50% di tutti i decessi è causato dalle malattie
cardiovascolari e dai tumori . Anche l’eccesso alimentare è causa
di malattia neoplastica assieme alla qualità del cibo consumato, intendendo per
qualità il modo di conservare gli alimenti , gli additivi chimici , la quantità di grassi
animali contenuta etc., mentre l’esagerazione nel consumare il cibo comporta un aumento energetico che attiva fattori di crescita che favoriscono l’insorgere di tumori
del colon-retto, della mammella, dell’endometrio etc…, ma che mettono anche a
rischio la funzionalità renale, epatica e pancreatica generando quella sindrome di alterato metabolismo lipidico e glucidico assai frequente nel nostro paese soprattutto
nella popolazione anziana. Si comprende perciò l’estrema attenzione medica verso
questo problema, che comporta dispendio economico e di vite umane, e la necessità
di promuovere la disassuefazione da tali sostanze e , quando non sia possibile, almeno indurre all’uso intelligente al fine di ridurre l’incidenza delle patologie menzionate
più sopra.
Dott. Marco Rais
Consigliere LILT Cagliari
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Il Tabacco:
una storia da raccontare
E’ veramente incredibile che una pianta che finoa tutto il 1400 cresceva solo
in una piccola parte dell’America, a
causa dell’intervento umano, si sia diffusa in tutto il mondo con conseguenze negative planetarie.
La WHO ha definito la diffusione del
Tabacco uno dei maggiori disastri della storia dell’umanità.
Cos’è il Tabacco.
La pianta del Tabacco ha origini molto
lontane, si ritiene che fosse presente
nel Pleistocene, 2,5 milioni di anni fà,
e che abbia cominciato a crescere in
America nella forma che oggi conosciamo, da circa 8000 - 6000 anni.
Appartiene alla famiglia delle solanacee assieme alla patata, al pomodoro,
alla melanzana.
E’ stata per secoli coltivata in America con significato sacrale mentre fu
introdotta in Europa inizialmente per
uso medicamentoso e successivamente voluttuario e ricreativo.
E’ presente sottoforma di circa 50 specie ibride, ma la più usata dalle popolazioni indigene era la “Nicotiana
Rustica” con maggiore contenuto di
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nicotina il cui uso produceva allucinazioni e che per qualche secolo in Europa fu coltivata per ricavare Tabacco da
fiuto. Altre varietà sono la Nicotiana
Tabacum che produce foglie per tabacco da fumo, e la Nicotiana Petunoides per uso ornamentale.
Le foglie del Tabacco vengono fatte essiccare, originariamente al sole,
oggi con metodi industriali; tale
processo favorisce la formazione di
composti aromatici (IPA) che da un
lato conferiscono piacevole sapore al
fumo, dall’altro trasformano gli amidi
in zuccheri più semplici che unendosi
alle proteine producono una caramellizzazione che dà aroma intenso al
prodotto ma alla quale, alcuni ricercatori attribuiscono capacità oncogena
sulle cellule dei diversi organi e lesiva
delle pareti delle arterie.
Più recentemente, verso gli anni sessanta, fu scoperta la presenza di Polonio nel tabacco.
Il Polonio è sostanza radioattiva presente in piccole quantità nel terreno
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e che,assorbita dalle radici, si fissa
alle foglie. Si calcola che ogni giorno
vengano fumate 5,7 x 1012 sigarette
ognuna contenente 0,04 pico Curie di
Polonio 210 e che la sostanza
radioattiva aspirata con il fumo si depositi nelle biforcazioni bronchiali
formando gli Hot-Spots (aree calde)
(New Engl. 1965), sedi nelle quali può
insorgere il tumore.
Il polonio fissato nel terreno deriverebbe dal Radon presente nell’atmosfera e dal piombo radioattivo presente anch’esso nel terreno.
Anche i fertilizzanti fosfati ricavati dalle apatiti, utilizzati per la coltivazione del tabacco, contengono piccole
quantità di Radon, pertanto oggi si
sostiene che la combustione del tabacco produca sostanze chimiche
cancerogene e liberi anche sostanze
radioattive che, boccata dopo boccata,si accumulano nell’albero bronchiale inducendo alterazioni del genoma cellulare.
Il fumo nell’antichità
Nell’antichità ricorreva l’uso rituale
delle erbe fumate e del fumo che innalzandosi verso il cielo rivelava agli
uomini il gradimento da parte degli
Dei. Gli antichi Egizi bruciavano erbe
profumate durante i sacrifici e ne aspiravano i fumi, i greci bruciavano incenso; negli scritti di Plinio il vecchio e
di Plutarco si legge che greci e Romani
erano soliti aspirare il fumo di erbe
aromatiche bruciate tramite un cannello a “Y” inserito nelle narici. Anche
i nativi americani usavano aspirare il
fumo con simili cannelli. In Asia si aspirava il fumo della canapa combusta.
Agli inizi dell’era Cristiana, gli indigeni
americani erano soliti fumare il tabacco, aspirarne la polvere ricavata dalle
foglie secche tritate, masticarle, bere
tisane, strofinare le foglie sul corpo,
praticare clisteri allucinogeni.
Ma il primo popolo che ha lasciato testimonianza di tale usanza fu quello
Maya.
I Maya erano soliti arrotolare e legare
le foglie secche di tabacco a formare
un rozzo sigaro, oppure le trituravano
e le accendevano in una pipa di pietra
o ancora le avvolgevano in foglie di
palma o di mais come oggi si fa con la
carta della sigaretta.
Per questo popolo il fumo non era
un vezzo ma un mezzo per entrare in
trance e comunicare con gli Dei.
L’origine di interpretare il fumo come
mezzo di comunicazione enteogena
si fa risalire alla credenza che l’uomo
fosse stato creato dal sangue degli
Dei e perciò i Maya donavano il proprio sangue nel quale immergevano
pezzi di stoffa che poi bruciavano in
modo che il fumo salisse verso l’alto:
il fumo che saliva in cielo era segno di
gradimento degli Dei, con un significato simile a quello dei sacrifici animali sulle are dei nostri antichi antenati e,
se vogliamo, simile all’uso dell’incenso
nei riti degli antichi greci e delle ceri-
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monie cristiane.
Bassorilievi rinvenuti in Guatemala ed
in Messico, risalenti al VII°secolo A.C.,
riproducono fumatori di tabacco, in
particolare guerrieri che usavano il
fumo di tabacco per aumentare la loro
capacità di combattimento in quanto
le forti dosi di nicotina assorbite aumentavano la loro aggressività.
Negli anni compresi tra il 470 e 630
D.C., i Maya migrarono nella valle del
Mississipi e contagiarono l’abitudine
dell’uso del tabacco alle popolazioni
locali che ne iniziarono la coltivazione.
Le popolazioni indigene nordamericane credevano che il grande spirito
avesse inviato sulla terra una bellissima donna per portare agli uomini l’uso della pipa o “Calumet”. Ella l’accese
ed offrì il fumo in dono al cielo, alla
terra ed ai venti, poi ordinò che questa fosse costruita sempre e solo con
la stessa pietra rossa e che il capo tribù
ne garantisse il rispetto e la conservazione.
Essa doveva essere usata per sancire la
pace fra le tribù o, usata dallo stregone, per curare i malati. Lo stesso grande spirito avrebbe plasmato la pipa
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sul Red Pipe Rock in Minnesota e l’avrebbe fumata indirizzando il fumo ai
quattro punti cardinali. Tra gli indiani
americani si usava fumare il “calumet”
con i personaggi importanti, nelle occasioni rituali e per invocare gli spiriti per la pace, la pioggia, la caccia, la
guerra ed inoltre seguiva ogni indiano
anche nella tomba.
Anche gli Atzechi usavano fumare il
tabacco, soprattutto nel periodo dei
sacrifici umani al Dio Tezcatlipoca
(specchio fumante). Non tutti sanno
che la parola sigaro, derivata dallo
spagnolo “cigale”, abbia le sue origini
dalla parola Atzeca “Zig-ar”con cui veniva chiamato il Dio del Tabacco e che
lo stesso Dio per i Maya era chiamato
“Zig-Ahuan”; da qui, in lingua sarda la
parola “Zigarru” appellativo del sigaro.
Le popolazione del Rio delle Amazzoni
e dell’Orinoco sostenevano che l’uso
del tabacco purificasse gli umori cerebrali e togliesse per un poco di tempo
il senso della fame e lo usavano come
sostanza allucinogena consumando
fino a 30 sigari al giorno per stimolare
il viaggio verso i loro spiriti. La parola
tabacco forse deriva da Tabago, sorta
di cannello ad “Y” usato per aspirare
fumo dal naso, o da Tabaco, termine
spagnolo indicante le erbe officinali, o
ancora da Tabbaq, termine arabo indicante erbe di vario tipo.
Per noi Europei la conoscenza del tabacco coincide con la scoperta dell’America, quando a Cristoforo Colombo
sbarcato nell’Isola di Guanahani (San
Salvador) 12 ottobre 1492, furono donate foglie secche di una pianta a lui
sconosciuta che, una volta reimbarcato, fece gettare a mare ritenendo tale
dono privo d’importanza. Egli scrisse
che numerosi abitanti dell’isola tenevano in mano un“carbone ardente
costituito da foglie secche avvolte da
un’altra foglia anch’essa secca, acceso
ad una estremità e dall’altra la gente
succhiava aspirando il fumo”.
Gli Indigeni chiamavano Tabacos quei
carboni ardenti ricavati da una pianta
che chiamavano Cohiva alla quale attribuivano un valore sovrannaturale
e dedicavano il fumo del tabacco in
onore degli Dei, per suggellare alleanze, per i riti, per curare malattie ed
attenuare il dolore. Due marinai di
Colombo, Rodrigo de Jerez e Luis Torre, riferirono che i nativi cubani erano
soliti arrotolare foglie secche di una
pianta chiamata Petum, in foglie di
palma o di mais e, dopo averne acceso una estremità, “bevevano il fumo”
sprigionato dall’altra.
Bartolomeo de la Casas nella sua Storia generale delle Indie scriveva:” ...gli
Indiani mischiano il fiato con il fumo
di un’erba chiamata Petum e soffiano come dannati”. Rodrigo de Jerez
divenne fumatore e continuò questa
abitudine anche quando rientrò in patria ma, il fumo che usciva dalla bocca
e dal naso terrorizzò talmente i suoi vicini che lo denunciarono alla santa inquisizione che gli comminò una pena
di sette anni di carcere.
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Il Tabacco in Europa.
Il Tabacco fu importato in Europa nel
1518 dal frate spagnolo Ramon Pane
che regalò i semi all’imperatore Carlo
V° di Spagna; la pianta coltivata apparve per la prima volta nei giardini
del Belgio (1550), allora possedimento
spagnolo. La pianta comparve poi nel
giardino Reale di Lisbona.
L’uso del tabacco si diffuse rapidamente in Francia. L’esploratore francese
Jacques Cartier descrisse così l’abitudine dei nativi del Canadà: “ In estate
raccolgono grandi quantità di un’erba
che fanno essiccare al sole. Gli uomini
la portano sempre con sé e quando ne
hanno voglia, la polverizzano, l’accendono e poi aspirano il fumo così a lungo da riempire i loro corpi fino a farlo
uscire dalla bocca e dal naso come da
una ciminiera.
Essi affermano che ciò li riscalda e li fa
sentire bene”. Il tabacco ebbe tale successo in Europa che solo 40 anni dopo
la sua scoperta era già di moda in Spa-
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gna e gli spagnoli iniziarono a coltivare
la Nicotiana Rustica a Santo Domingo
e la Nicotiana Tabacum a Cuba e, più
tardi i Portoghesi la coltivarono nella
Francia Antartica oggi Brasile.
Nel 1556 il frate francescano Andrè
Thevet , al rientro dal Brasile portò in
Francia i semi della pianta chiamata “Petum” (Nicotiana Tabacum) che
piantò nel suo giardino di Angouleme.
Nel 1560 Jean Nicot di Villemain, ambasciatore francese in Portogallo,
regalò un esemplare della pianta a
Caterina de’Medici, Regina di Francia,
che usò le foglie per curare, pare con
successo, le sue cefalee e che la pub-
blicizzò con il nome di “Herba
Regina”.
Il naturalista Francese Jean
Liebault nel suo libro “Agricoltura e casa rustica”
scrisse che, in onore di
Jean Nicot che l’aveva
regalata alla Regina di
Francia, la pianta dovesse chiamarsi Nicotiana. Due secoli dopo
Linneo
ufficializzò
questo nome inserendolo nella sua classificazione botanica e
successivamente, nel 1828, l’alcaloide
isolato da due studenti dell’Università di Heidelberg, Ludwig Reiman e
Wilhelm Heinrich Posselt, fu chiamato
Nicotina e fu definito un potente veleno. Grande disappunto colse il frate
Thevet, che fu il primo vero importatore della pianta in Francia, e che lasciò
scritto nella sua Cosmografia Universale pubblicata a Parigi nel 1575 “...
posso vantarmi di essere stato il primo
a portare e seminare in Francia i semi
di questa pianta. Poi
uno che non ha mai
fatto il viaggio, quasi
dieci anni dopo il mio ritorno da quel paese, gli
dà il nome”.
Nel 1561 il cardinale
Prospero Pubblicola di Santa Croce,
Nunzio apostolico di
Lisbona, donò i semi
del Tabacco al papa
Pio IV° che li fece piantare
dai monaci cistercensi nelle campagne vicino a Roma e che chiamarono
la pianta con il nome di “Erba di Santa
Croce” o “Erba Santa” per le sue capacità curative. Circa dieci anni dopo, il
vescovo Nicolò Tornabuoni portò da
Parigi i semi della Nicotiana Tabacum a
Cosimo I° de’Medici che li fece coltivare per uso medico e chiamò la pianta
“Erba Tornabuona”. Infusi, decotti, clisteri a base di foglie di tabacco furono
prescritti da tutti i medici europei per
curare ogni genere di malattie anche
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se qualcuno come il medico senese
Pietro Andrea Mattioli ne sconsigliasse
l’uso definendo la pianta come “un’erba velenosa”. Era convinzione generale
che il tabacco fumato o inalato o masticato fosse utile per l’ulcera gastrica,
per le piaghe, per l’asma, e, secondo il
medico spagnolo Monardez di Siviglia,
per il morso dei serpenti velenosi, per
la puntura degli insetti, per i raffreddori, per i reumatismi, per l’apoplessia e
le vertigini, insomma una panacea per
tutti i mali. In Inghilterra fu usato anche contro la peste.
Nel 1585 Walter Raileigh fondò una
colonia che chiamò Virginia in onore
della Regina d’Inghilterra; in quella
colonia imparò a fumare e continuò a
farlo una volta rientrato in patria, dove
contribuì a diffonderne l’uso avendo
portato un carico di pipe ed un indiano che insegnasse agli Inglesi a fumare
il tabacco. Fu per tale motivo imprigio12
nato e successivamente decapitato.
Più tardi, agli inizi del XVII° secolo, il Re
Giacomo I° contrario al vizio del fumo,
forse anche per la concorrenza dei nemici spagnoli, pubblicò un articolo nel
quale indicava i danni prodotti dall’uso del tabacco :” abitudine odiosa per
il naso, nociva per il cervello, pericolosa per i polmoni... e nella sua puzza ricorda l’orrido fumo proveniente
dallo Stige”. Un lungimirante vaticinio
empirico poi suffragato dalla scienza.
Inoltre applicò una tassa allo scopo di
arginarne l’uso e regolamentò la coltivazione e la vendita del tabacco limitando l’acquisto per singola persona a
100 volte il suo peso. Più tardi impose
il monopolio reale.
Nonostante queste restrizioni l’esportazione del tabacco dalla Virginia aumentò vertiginosamente: nel 1614
furono importate in Inghilterra poche
tonnellate di tabacco che diventarono
10 cinque anni dopo e 90 nel 1624.
Nel 1680 ne furono importate 11.340
tonnellate. La produzione di tabacco
in Virginia crebbe in maniera esponenziale grazie anche all’impegno di John
Rolfe e di sua moglie Pocahontas, figlia
del capo indiano dei Powhatan, che si
procurarono i semi della Nicotiana Tabacum. Pocahontas seguì il marito in
un viaggio d’affari a Londra dove morì
di malattia a soli 22 anni. La coltivazione di tabacco in Virginia prosperò a tal
punto da richiedere ulteriore mano
d’opera che aprì le porte allo schiavismo d’Africa.
In Francia l’uso del tabacco si propagò rapidamente e perciò il cardinale
Richelieu (1629) impose i diritti di dogana per i prodotti d’importazione ed
incentivò la coltura del tabacco locale;
in seguito il re Luigi XIV° istituì il monopolio dei tabacchi.
Stante l’eccessivo uso del tabacco e dei
suoi effetti allucinogeni, i governi delle
diverse nazioni iniziarono a legiferare
per arginare il fenomeno crescente e
per limitarne le importazioni che favorivano l’arricchimento delle nazioni
produttrici ed importatrici del tabacco.
In Russia il fumo fu proibito nel 1613 e
successivamente si comminarono punizioni quali frustate, taglio delle labbra e del naso, oppure la deportazione
in Siberia e la pena di morte; ma verso
la fine del secolo, lo Zar Pietro il Grande abrogò queste leggi in quanto egli
stesso era fumatore.
Nello Stato Pontificio il Papa Urbano
VIII° minacciò la scomunica per i fumatori di Tabacco ritenendone gli effetti
troppo vicini all’estasi sessuale ed inoltre proibì di fumare nelle chiese.
In Spagna tre frati, scoperti a fumare in
chiesa, furono murati vivi.
In Mongolia fu decretata la pena di
morte per i fumatori.
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In Turchia venivano giustiziati anche
18 fumatori al giorno, ma quando il divieto fu abolito, il tabacco divenne uno
dei quattro piaceri assieme al vino, al
caffè ed all’oppio.
In Cina i fumatori venivano puniti con
la decapitazione.
Anche in Francia. durante le campagne
repressive contro l’uso del tabacco le
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donne presero posizione, ed a Baionne nel 1610, riferendosi all’abitudine
di molti maschi di masticare tabacco, in quel tempo di qualità scadente
che rendeva meleodorante il fiato ed
i denti marci, dicevano : “ E’ meglio il
deretano del diavolo che la bocca dei
nostri mariti”.
Nel 1665 la peste infuriò a Londra e le
autorità invitarono i cittadini a fumare
tabacco per prevenirne il contagio.
Nel XVIII°secolo si diffuse la moda di
fiutare la polvere di tabacco soprattutto tra i nobili che la custodivano in preziose tabacchiere tascabili, talora veri
gioielli d’oreficeria. Si dice che Napoleone Bonaparte ne consumasse 3 chili
al mese e che dopo le battaglie vinte
regalasse tabacchiere preziose ai suoi
generali.
Il vezzo di fiutare il tabacco fino ad
allora riservato agli uomini, si diffuse
anche tra le donne che fondarono,appunto, l’ordine della tabacchiera.
L’uso del tabacco da fiuto colpì anche
gli anatomici del tempo che chiamarono “Tabacchiera Anatomica” lo spazio
del polso compreso tra i tendini estensori lungo e corto del pollice, spazio
nel quale veniva poggiata la polvere
di tabacco per essere più facilmente
fiutata.
Nel 1700 Bernardino Ramazzini, docente all’Università di Pavia, affermò
che i lavoratori del tabacco ammalavano di malattie professionali in quanto
dalla lavorazione delle foglie si liberavano nell’ambiente sostanze nocive
sottoforma di polveri e vapori.
Nel 1760 aprì la prima fabbrica di sigari in Inghilterra e successivamente a
New York.
Nel contempo il tabacco fu una delle cause della guerra d’indipendenza
Americana (1776), infatti i coltivatori erano vessati dalle tasse imposte
dall’Inghilterra, ma fu anche il mezzo che finanziò tale guerra in quanto
Benjamin Franklin o tenne un prestito
dalla Francia in cambio del tabacco
della Virginia e Thomas Jefferson acquistò armi vendendo il tabacco del
Kentucky al granducato di Toscana. Fu
però George Washington che ispirò il
modo di ottenere finanziamenti dagli
altri stati dicendo:”Se non avete soldi,
date tabacco”. Non dobbiamo meravigliarci che la guerra d’indipendenza
americana sia stata finanziata da una
sostanza come il Tabacco, sappiamo
bene che molte guerre e rivoluzioni
del nostro tempo sono sostenute dal
ricavato della vendita di sostanze stupefacenti e dal petrolio!
Anche durante la rivoluzione francese
il tabacco assunse significato distintivo
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La Sigaretta.
tra gli aristocratici ed i popolani, infatti questi ultimi preferivano il fumo dei
“cigaritos” spagnoli al tabacco da fiuto.
Nel 1761 il medico inglese John Hill avvertì che l’uso smodato del tabacco da
fiuto arrecava danni alle vie respiratorie; Percivall Pott, studioso della tubercolosi, ipotizzò che esisteva rapporto
tra cancro ed esposizione alla fuliggine. S.Thomas von Sommering segnalò
casi di cancro del labbro nei fumatori
di pipa. Il XIX°secolo segnò la diffusione del fumo di sigaro che fino ad allora era in uso solo in Spagna. I migliori
sigari erano prodotti a Cuba, nelle Filippine ed a Sumatra. Si pensi che nel
1826 il consumo di sigari in Europa
era di 11 tonnellate e che solo quattro
anni dopo l’importazione degli stessi
fu di 110.000 tonnellate!
In Inghilterra il fumo di sigaro era molto diffuso tra i gentlemen, ma il tabacco, non raffinato come quello attuale,
produceva odore sgradito ai non fumatori, perciò era riservata una stanza nella quale gli uomini, soprattutto
dopo i pasti, si ritiravano a fumare e
per non impregnare i propri indumen16
ti con l’odore del fumo, indossavano
una giacca detta “Smoking” che toglievano dopo avere fumato per riunirsi
agli altri commensali.
Un aneddoto ricorda che nell’estate
del 1815 il tabacco Kentucky ammassato in un cortile di Firenze fu bagnato
da un acquazzone improvviso ed andò
incontro a fermentazione. Poteva essere una perdita di enorme valore, ma
l’inventiva
tutta Italiana e la paura di perdere un
così grande capitale economico, portò
ad usare questo tabacco come ripieno
di sigari che a fumarli avevano sapore
particolarmente gradito al pubblico.
Nacque così il sigaro toscano e, data
la richiesta, per la loro produzione fu
necessario istituire una manifattura tabacchi nel convento di S.Orsola.
Nel 1827 John Walker ideò i fiammiferi
che si accendevano per strofinamento, ma solo nel 1912 l Diamond &Co,
brevettò e commercializzò
i fiammiferi in scatola.
Nel 1932 fu prodotto lo zippo, accendino a prova di vento che tanto successo
ebbe dal 2° conflitto mondiale in poi.
Già nel 1600 i mendicanti di
Siviglia raccoglievano i mozziconi di sigaro e li avvolgevano in pezzi di carta detti
“papelitos”, ma la vera origine della sigaretta si fa risalire ad
alcuni artificieri egiziani che durante
la guerra contro i turchi ( guerra Egizio-Ottomana 1839-1841) avevano
aumentato la loro capacità di sparare
preparando in anticipo le dosi di polvere da sparo in tubetti di carta. Furono premiati con una libbra di tabacco
ma, non avendo pipe per fumarlo,
dopo averlo frantumato, lo inserirono nei tubetti di carta preparati per la
il detto “fumare come i Turchi”.
A fine guerra i reduci di quella missione importarono l’uso delle sigarette in
Europa dove la moda si diffuse rapidamente per la manifestata comodità.
Intanto nel 1847 Philip Morris aprì una
tabaccheria a Londra, in Marlborough
street, che divenne il centro commerciale del tabacco più importante in
Inghilterra.
Nel 1848 i milanesi indissero lo sciopero del fumo per produrre danno
economico all’Austria, mentre i militari asburgici ricevettero l’ordine di
polvere da sparo. La loro brillante idea
si diffuse rapidamente tra i soldati dei
due fronti opposti. Durante la guerra
in Crimea(1853 - 1856), i soldati
di Francia, Gran Bretagna e
Regno di Sardegna impararono a fumare i “Papirossi”, così venivano
chiamati i tubetti di
carta con dentro il tabacco, dai soldati Turchi prigionieri, da qui
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fumare il sigaro per le strade; ne sorsero tafferugli violenti che portarono
all’insurrezione nota come le cinque
giornate di Milano.
Nel 1862, solo un anno dopo la costituzione del Regno D’Italia, venne istituito il Regio Monopolio Tabacchi .
Nel 1880 il giovane James Albert Bonsack brevettò la macchina per confezionare automaticamente le sigarette,
ben 200 al minuto.
Intanto fumare in pubblico che fino
ad allora era riservato esclusivamente
agli uomini, cominciò a diffondersi anche alle donne, le prime che lo fecero
furono le “Lorettes” prostitute parigine che stazionavano nei pressi della
cattedrale di Notre Dame de Lorettes.
Anche George Sand, amante di Chopin, era solita fumare.
La commercializzazione delle sigarette a basso costo confezionate con
la nuova macchina permise un incremento del consumo di tabacco, si
pensi che nei primi venti anni del XX°
secolo negli Stati Uniti d’America si
passò da 2,4 miliardi di sigarette vendute a 122,4 miliardi , ciò trasformò il
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commercio del tabacco in un vero e
proprio impero economico, sostenuto da una pubblicità esplicita, ma anche nascosta soprattutto nel cinema,
rappresentata da attori che fumavano
durante la recitazione interpretando
ruoli di uomini con forte personalità,
molto maturi, spesso ricchi, spregiudicati e molto virili che suscitavano il
senso della emulazione negli spettatori.
Di conseguenza il gettito fiscale prodotto dalle accise sulla vendita del
Tabacco incrementarono le entrate
erariale delle nazioni coinvolte in tale
commercio, si pensi che alla fine del
XIX° secolo le imposte sul commercio
del tabacco rappresentavano 1/3 delle entrate dell’erario degli Stati Uniti
d’America.
Le due guerre mondiali contribuirono in maniera determinante a diffondere l’abitudine al fumo di sigaretta.
Nel primo conflitto mondiale si triplicò il numero di sigarette prodotte, in
quanto venivano acquistate dall’esercito americano e distribuite gratuitamente ai soldati combattenti che, fini-
ta la guerra, continuarono a fumare
anche dopo il rientro in patria.
Nel 1924 fu commercializzata la prima sigaretta per le donne con il motto “Dolce come maggio”, era la Marlboro in onore di Marlborough Street
, dove sorse la prima tabaccheria londinese. “Giacchè mi farà male non
fumerò mai più, ma prima voglio
farlo per l’ultima volta. Accesi una
sigaretta e mi sentii subito liberato
dall’inquietudine. Le mie giornate finirono con l’essere piene di sigarette
e di propositi di non fumare più” . Le
parole del personaggio di Italo Svevo
(La coscienza di Zeno) sono più che
attuali nonostante siano trascorsi oltre 80 anni dalla pubblicazione del
testo. Anche S.Freud era un accanito fumatore che diceva “sto meglio
quando riesco a non fumare, ma
sono meno felice”.
Entrambi gli aneddoti alludono con
chiarezza al fenomeno della as sue
faz ione e dipendenza dalla nicotina
che crea quello stato, anche sottile,
di eccitazione tipico delle droghe:
una boccata di fumo è il veicolo necessario per introdurre la nicotina.
Mark Twain era solito ripetere che
“Smettere di fumare è semplicissimo,
io ci sono riuscito almeno venti volte”.
Nel 1914 T.A.Edison sospettò che
l’effetto nocivo della sigaretta fosse
dovuto alla combustione della carta
che avvolgeva il tabacco con “violenta azione sui centri nervosi e degenerazione delle cellule cerebrali”.
19
Già nel terzo decennio del
XX° secolo cominciò ad
emergere l’evidenza che
tra i reduci del fronte,
tutti fumatori, era presente una maggiore incidenza di tumori polmonari, la cui publicizzazione
non fu gradita alla Philip
Morris che consigliò invece di continuare a
fumare ed utilizzò come veicolo pubblicitario gli stessi medici anch’essi
fumatori; negli USA fecero comparsa
manifesti con la scritta “ Più medici
fumano Camels “, ma anche riproducevano immagini di attori, politici ed
anche di bambini che trasmettevano
segnali rassicuranti per gli effetti del
fumo sulla salute.
Intanto le riviste scientifiche ban-
20
dirono la pubblicità delle
sigarette dalle loro pagine e nel 1939 comparve
l’articolo del Dott. F.Muller “cattivo uso del tabacco e cancro polmonare”
dove l’autore attribuiva al
consumo di tabacco l’aumentata incidenza del tumore polmonare. F.Likint
indicò come “strada del
fumo” il tratto anatomico che va dal
labbro al polmone e pose attenzione
anche sui rischi del fumo passivo.
Nel 1945 dalla Mayo Clinic si indicarono i danni da fumo sul sistema cardio-vascolare.
Nel periodo fascista e nazista , stante la prevalente provenienza inglese
ed americana del tabacco, non ne
fu favorito l’uso e perciò iniziarono
le campagne dissuasive anche con il
divieto del fumo ai minori di 18 anni.
Nel contempo si incrementò la produzione autarchica di tabacco e si distribuirono ai soldati le sigarette “Milit”, non gradite per il sapore aspro di
un tabacco di scadente qualità.
La seconda guerra mondiale permise
una ancor più massiccia diffusione
del vizio del fumo e soprattutto nel
dopoguerra, le truppe d’occupazione
potendo acquistare stecche di sigarette per pochi centesimi di dollaro le
barattavano con qualsiasi altro prodotto volessero acquistare; con questi scambi si diffuse capillarmente il
21
consumo di tabacco con prevalenza
di quello prodotto in America, di gusto più amabile ed iniziò anche il contrabbando e la vendita abusiva.
Ma le cose iniziarono a cambiare con
le campagne contro il fumo.
Intorno agli anni ‘50 molti ricercatori
pubblicarono articoli scientifici che
sostenevano che oltre il 90% dei pazienti portatori di tumore polmonare
era costituito da fumatori e si affermava anche che questi avessero un
rischio di ammalare di cancro polmonare di 50 volte superiore ai non
fumatori.
Perciò si provvide a dotare le sigarette di filtro di cellulosa che trattenesse
il particolato prodotto dalla combustione del tabacco e della carta che
lo avvolgeva; nel 1952 furono commercializzate le sigarette Kent fornite
di filtro in micronite, pubblicizzato
22
come altamente protettivo per la salute ed efficace nel trattenere le particelle combuste. Era in realtà prodotto con l’amianto!
In seguito la Lorillard, società produttrice delle Kent, fu condannata al risarcimento economico di due milioni
di dollari agli eredi di un fumatore
deceduto per mesotelioma pleurico,
riconoscendo il nesso causale tra l’asbesto contenuto nei filtri delle sigarette ed il tumore pleurico.
La ricerca scientifica negli anni a seguire ha permesso di avere certezze
sulle patologie indotte dal fumo di
tabacco e sono stati redatti numerosi rapporti che le puntualizzano, ne
elenchiamo alcune:
“Fumo e malattie cardiache” 1967,
“Rischi da fumo di pipa e sigaro” 1973,
“Rischi da tabacco non fumato”1979,
“Fumo e coronaropatie”1983, “Fumo
e BPCO”1984, “Conseguenze da fumo
passivo” 1986.
Come per nemesi, il primo proprietario della Marlboro è morto di tumore
polmonare! E di recente la stampa ha
riportato che anche il Cow-Boy rappresentato nel manifesto pubblicitario della Marlboro è deceduto per
Tumore polmonare.
Nel 1975 la legge Italiana ha proibito il fumo nei luoghi pubblici chiusi
(Ospedali, Musei, Cinema, Scuole
etc...) in quanto comprovato scientificamente che l’esposizione ambientale al fumo di tabacco può provocare
cancro anche nei non fumatori. In un
rapporto della Protezione Ambientale del 1993 si sono stigmatizzati gli
effetti respiratori del fumo passivo
e si è dichiarato il fumo di tabacco
come sostanza sicuramente cancerogena e perciò inserita nella classe
A, dell’Agenzia Internazionale Contro
il Cancro (AICC), delle sostanze nocive.
Attualmente nei paesi più industria-
lizzati l’abitudine al fumo è in diminuzione, mentre è in forte aumento
nei paesi in via di sviluppo, in Asia,
Africa e Sud America. In ambito mondiale la Cina da sola produce circa il
35% delle sigarette
in commercio e ne consuma il 31%.;
nel mondo fuma oltre un miliardo
di persone, per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità
indica come priorità per la salvaguardia della salute umana, la riduzione e,
se possibile, la fine dell’uso voluttuario del tabacco.
La storia del tabacco continua, in
questo caso positivamente, in quanto una industria farmaceutica statunitense ha isolato una sostanza dalle
foglie del tabacco che interferisce
con la replicazione del virus Ebola.
Gli esperimenti sul topo hanno dato
risultati interessanti e la somministrazione a due religiosi infettati
provenienti dall’Africa ha ridotto in
maniera drastica la sintomatologia
emorragica.
23
La tratta degli schiavi.
Nella discussione sul tabacco non
può essere dimenticata una delle pagine più nere della storia
dell’era moderna che riguarda
la riduzione in schiavitù di uomini e donne che per legge
non erano considerati uguali
ma proprietà di altri uomini per
i quali avevano il dovere di lavorare
anche in condizioni di vita precarie e
spesso sotto i maltrattamenti dei padroni. La coltivazione del tabacco assieme a quella del cotone, della canna
da zucchero, del caffè e del cacao è
stata la causa principale della schiavitù della popolazione nera dell’Africa.
La schiavitù in passato è sempre esistita ma, solo dopo la scoperta dell’America ha assunto dimensioni impressionanti diventando un commercio
tra i più redditizi. I primi mercanti europei di schiavi furono i Portoghesi,
seguiti ben presto da quelli delle altre
nazioni che avevano possedimenti in
America: spagnoli, inglesi, francesi e
olandesi.
Gli schiavi africani costituivano una
risorsa economica di notevole valore
in quanto rappresentavano mano d’opera a basso costo.
Inizialmente si tentò di ridurre in
schiavitù le popolazioni autoctone ma
erano costituite da un numero scarso
di uomini che non resistevano alla fatica ed alle molte malattie importate
dall’Europa. Furono anche impiegati i
criminali condannati ai lavori forzati e
24
coloro che arrivavano in America con
viaggio pagato, i quali lavoravano fino
all’estinzione del debito.
Con l’aumentare della richiesta di materie prime, occorreva aumentare anche il numero dei lavoratori ed il ricorso ai negrieri diventò una necessità
in quanto i neri resistevano maggiormente ai climi caldi, costavano poco
e producevano molto, ma per l’Africa
fu una vera catastrofe con lo spopolamento di intere regioni degli uomini e
donne più validi, cosa che ha limitato
lo sviluppo di quelle regioni con conseguenze economiche, aggravate dal
successivo colonialismo, che pesano
ancora oggi su quel continente.
Ci limitiamo, però, a trattare questo
argomento esclusivamente per quanto riguarda la storia del tabacco.
I primi 30 schiavi di pelle nera arrivarono in Virginia nel 1619 e diventarono proprietà privata a vita dell’acquirente, pure diventava schiavo il nato
da madre schiava chiunque fosse il
padre.
Gli schiavi venivano catturati in Africa
con la collaborazione di tribù locali
che organizzavano razzie contro altre
tribù nemiche. I prigionieri venivano
incatenati, incolonnati e costretti con
marce forzate a raggiungere il punto
d’imbarco. Venivano marchiati con un
ferro rovente e quindi stivati nelle navi
in spazi angusti, l’uno accanto all’altro,
senza quasi potersi muovere. La traversata durava anche due-tre mesi e
la mortalità era altissima per le malattie contratte, per le condizioni di vita
precarie, per la ristrettezza degli spazi,
per la sporcizia, per la inadeguata alimentazione. All’arrivo venivano tutti
ripuliti e cosparsi di olio per apparire
integri alla vendita all’asta.
Una stima riferita da “Distribution of
slaves in US History” (http://thomaslegioncherockee. tripod.com), riporta
che nel 1790 il numero degli schiavi
era di 697.681 mentre nel 1860 era di
3.953.760.
Lavorare nelle piantagioni era lavoro
assai faticoso spesso reso ancora più
difficile per i maltrattamenti dovuti a
padroni spietati. Le leggi vigenti erano inflessibili, una di esse recitava che
lo schiavo era “ un essere umano che
è privato per legge della sua libertà a
vita ed è proprietà di qualcuno” (da:
Slave code for the District of Columbia
1740 - 1860) Il 25 marzo 1807 la Gran
Bretagna fu il primo stato a mettere
fuorilegge la schiavitù, ma solo dopo
la guerra civile americana, con la ratifica del 13°emendamento ebbe fine
la schiavitù negli USA (1865), ma da
quel momento iniziò la segregazione
razziale in atto fino a pochi decenni fà.
Il 24 febbraio 2007, l’assemblea della Virginia ha passato all’unanimità
la risoluzione 728, con la quale ha riconosciuto ufficialmente “... il dolore
prodotto alla popolazione di colore in
schiavitù e con profondo rammarico
la servitù involontaria degli africani e
lo sfruttamento dei nativi americani, e
chiediamo la riconciliazione con tutti
gli abitanti della Virginia”. (L.O’Dell, Virginia Apologized for Role in Slavery.
http://Washingtonpost./wp-dyn/content/ article/2007/02)
Il 30 luglio 2008 la camera dei rappresentanti USA ha presentato un testo
ufficiale con il quale si porgono le
scuse per la schiavitù e le conseguenti discriminazioni razziali consentite
legalmente (Congress Apologized for
Slavery.- http://www.npr.org/templates/story).
25
Conclusioni.
Nel 1992 la facoltà di legge dell’Università del Minnesota ha istruito un
processo, in costume d’epoca, nel
quale l’imputato era un Italiano di 541
anni, di nome Cristoforo Colombo.
Il processo si imperniava su ben dieci
capi d’accusa, tra i quali i più importanti erano omicidio, sfruttamento di
schiavi, genocidio, stupro, terrorismo
internazionale.
L’imputato fu condannato per sfruttamento Europeo del nuovo mondo
che ha causato la morte di oltre 20 milioni di indigeni. La pena comminata
è stata di 350 anni da espiare tramite i
servizi sociali. In Minnesota non è mai
stata in vigore la pena di morte.
Successivamente, nel 1998, analogo processo espletato a Tegucigalpa
in Honduras, decretò la condanna a
morte di Colombo in quanto riconosciuto colpevole di stupro, rapimento,
genocidio anche culturale e traffico di
schiavi. Un plotone di indiani armati di
arco e frecce eseguì la sentenza su un
manichino raffigurante Cristoforo Colombo. In sostanza è stata attribuita a
Colombo la colpa di avere innescato,
con la scoperta dell’America, una catena di eventi nefasti quali l’eccidio delle popolazioni autoctone dell’America
centrale e del Sud, ma anche della
popolazione indiana residente nell’America del nord, non solo con le armi
ma anche con il contagio di malattie
sconosciute in quelle latitudini ma
26
presenti in Europa (TBC, Rosolia, Difterite etc.) ed anche della riduzione in
schiavitù di popolazione nera dell’Africa per trarre lucro dalle coltivazioni
intensive di Tabacco, cotone e canna
da zucchero.
Cristoforo Colombo ha subito, dai posteri, una pesante condanna morale,
ma quei tribunali forse non hanno
considerato che i veri colpevoli sono
stati l’ingordigia e la cupidigia dei colonizzatori che hanno prodotto e producono ancora oggi danni sull’economia di molti popoli.
Abbiamo voluto raccontare una breve storia del tabacco percorrendo un
itinerario che abbracciasse i momenti salienti che hanno permesso la sua
diffusione ed il consumo nelle diverse
forme, nei secoli.
Avremmo potuto raccontare altri
aspetti storici che avrebbero permesso di meglio puntualizzare perché la
popolazione di allora ed attuale si sia
lasciata attrarre da un’abitudine che
da tempo è stata riconosciuta dannosa per la salute.
Ed ancora avremmo potuto scrivere
una storia sul ruolo che personaggi
appartenuti alle diverse istituzioni,
religiose e statali, hanno avuto nella
diffusione di tale usanza e di quegli
imprenditori che hanno costruito un
impero economico mondiale sul commercio del tabacco con l’assenso dei
governi di allora e di oggi, con gua-
dagno di grandi ricchezze ed enormi entrate per l’erario, consapevoli
entrambi di avere lucrato sulla salute
della gente con la vendita di una droga legalizzata: infatti la nicotina crea
una situazione temporanea di benessere fisico ed il desiderio di accendere
un’altra sigaretta per prolungarne l’effetto, ma arreca grave danno alle cellule cerebrali ed all’apparato cardiocircolatorio, mentre le sostanze volatili e
particolate liberate dalla combustione
del tabacco ed aspirate con il fumo
provocano il cancro in molteplici organi ed apparati.
Abbiamo preferito trattare l’argomento in maniera generale, elencando fatti storici, eventi ed aneddoti meno conosciuti con senso speculativo senza
esprimere giudizi su eventuali errori
ed interessi intercorsi, che ciascun lettore, con peso diverso, potrà valutare
nei significati e nei risultati nel tempo,
secondo la propria cultura, il proprio
punto di vista e la propria morale.
Dr. Masrco Rais
già Primario Anatomia Patologica
ASL Cagliari
27
LE OSSERVAZIONI DEL PNEUMOLOGO
Che il fumo sia dannoso per la salute credo sia un’affermazione condivisa da
tutti.
Il problema della diffusione del fumo in una così alta percentuale della popolazione, soprattutto giovane, è legato ad altre affermazioni che legittimano il
fumatore a continuare a fumare:
- Si ammala, ad esempio di cancro, anche chi non ha mai fumato!
- Mio nonno ha fumato tutta la vita ed è morto di vecchiaia a 90 anni!
- L’ambiente in cui viviamo è inquinato, quindi, anche se non fumo, respiro
aria inquinata!
- Se smetto di fumare presto, faccio in tempo a non ammalarmi!
- Fumo poco, 5-10 sigarette al giorno!
- Non aspiro mai la sigaretta!
Come prima cosa vorrei spiegare che i Polmoni sono gli organi deputati alla
respirazione, che si compone in 2 fasi:
1. inspirazione ed espirazione, che permettono l’ingresso di ossigeno ne
gli alveoli e la fuoriuscita di anidride carbonica con l’aria espirata.
2. Passaggio di ossigeno dall’aria alveolare al sangue e dell’anidride
carbonica nell’aria alveolare eliminata dal sangue.
Sono inoltre organi molto importanti per il mantenimento (assieme ai reni)
dell’omeostasi (cioè il mantenimento di un ambiente idoneo alla vita cellulare)
di tutto l’organismo, in quanto eliminano idrogenioni acidi.
Per ottemperare a tutte queste importanti funzioni, i polmoni rappresentano
gli organi che sono a maggior contatto con l’ambiente esterno: infatti la superficie totale dei 2 polmoni di un individuo di taglia mediaè di circa 100-150 m2,
sicuramente maggiore rispetto a quella della cute.
Questo comporta che i polmoni siano dotati di sistemi di protezione (da qualunque danno proveniente dall’esterno) altamente sofisticati, e ve ne elenco
alcuni:
- Il collegamento tra naso/bocca e superficie respiratoria degli alveoli è
assicurato da tubi, i bronchi, di diverso diametro, costituiti anche da cellule
muscolari che hanno la capacità di contrarsi e quindi limitare che una
sostanza altamente tossica, come un acido o una base forte, arrivi nei
polmoni.
- Sono dotati di cellule che:
o mangiano le polveri e i microrganismi eventualmente introdotti con
la respirazione (es. macrofagi).
o Producono anticorpi contro microrganismi e protozoi
- Il sistema muscolare del diaframma è il più potente dell’organismo ed è in grado, con la sua contrazione improvvisa, di espellere sostanze
solide o irritanti (tosse). Il riflesso della tosse può essere in certi casi tanto
forte da provocare fratture di costole o addirittura rottura di bolle alveolari
28
-
-
con comparsa di aria nella pleura (pneumotorace).
Le cellule delle ghiandole producono muco che riveste l’epitelio dei bronchi, ingloba le particelle o microbi, riducendo il contatto di queste con
i bronchi e gli alveoli
Il sistema delle cellule ciliate che rivestono i bronchi, rivestito del muco di
cui sopra, effettua un movimento continuo verso l’esterno che comporta
una continua pulizia del lume dei bronchi, assicurando ne la pervietà.
A questo punto spero che la figura che voi avete dei polmoni non sia più quella
di semplici sacchi elastici contenenti ossigeno. Potete inoltre capire come certe
persone, non tutte per fortuna, possono permettersi di fumare, cioè di introdurre nel polmone grandi quantità di sostanze tossiche (che nel fumo di sigaretta sono centinaia) e nonostante questo continuare a vivere, lavorare, avere
rapporti sociali, viaggiare ecc.
Il fumo di sigaretta però rappresenta la causa maggiore di malattie in tutti gli
organi del corpo umano, ma in particolare dei polmoni che sono la porta d’ingresso delle sostanze tossiche contenute nel fumo. Infatti i fumatori vanno incontro a patologie respiratorie con un rischio da 2 a 5 volte superiore rispetto
al non fumatore, e certe patologie sono presenti in percentuali elevatissime nei
fumatori:
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), caratterizzata da una continua ostruzione del flusso aereo che causa inizialmente TOSSE ed ESPETTORAZIONE (catarro), ma che evolve negli anni in un danno del polmone permanente con distruzione degli alveoli fino a portare all’ENFISEMA polmonare,
con insufficienza respiratoria e necessità di OSSIGENO-TERAPIA permanente.
Questo è causa di grave disabilità cronica (che può durare diversi anni), con riduzione dell’ indipendenza, della capacità di camminare per lunghi tratti, salire
le scale ecc). causa principale della BPCO è il Particolato molecolare fine (PM2,510), prodotto della combustione, che può penetrare attraverso i polmoni e determinare danni acuti e cronici sia dei bronchi, sia del parenchima polmonare.
Tale sostanza è responsabile inoltre dei danni da fumo passivo, cioè il respirare
vicino ad un fumatore comporta l’assorbimento di PM, che è causa di patologie
prevalentemente respiratorie come Asma bronchiale, Bronchite acuta, patologie infettive delle alte e basse vie respiratorie. Questa malattia è presente nel
30-35% dei fumatori, ma quello che più ci fa capire come sia collegata con il
fumo di sigaretta è il fatto che il 90% dei BPCO è od è stato un fumatore. Inoltre la BPCO è una malattia in continua ascesa (sta per diventare la 3° causa di
mortalità e morbilità) e colpisce entrambi i sessi, perché l’abitudine al fumo è
equamente distribuita tra maschi e femmine.
Altre patologie polmonari correlate con il fumo di sigaretta sono le infezioni
polmonari (Polmoniti, Bronchiti, Broncopolmoniti e Pleuriti), che colpiscono
29
LE OSSERVAZIONI DEL CARDIOLOGO
con maggior frequenza i fumatori in quanto il fumo di sigaretta distrugge e limita il lavoro dei sistemi di difesa, con riduzione del riflesso della tosse, riduzione del buon funzionamento del sistema muco ciliare che riveste sempre meno
i bronchi, e per una minor azione di difesa delle cellule come i macrofagi, che ci
difendono dalle sostanze estranee introdotte con l’aria.
Il tumore polmonare è la patologia neoplastica più frequente nei maschi e la
seconda tra le donne. Rappresenta una patologia molto temuta, in quanto la
possibilità di fare diagnosi precoce è difficile (non dà sintomi fino a quando
non è cresciuto a volte tanto da non essere più curabile) e le terapie che ne
permettono la guarigione sono poche (soprattutto mediche) e la chirurgi può
lasciare forti riduzioni della funzionalità respiratoria. Sicuramente è una patologia correlata con l’abitudine al fumo, in quanto le sostanze radioattive Polonio
210 e Radon, quelle chimiche come cadmio, cromo, nichel, arsenico, catrame,
vengono assorbite e ristagnano nei tessuti (come si evidenzia nei polmoni dei
fumatori che rimangono tatuati e anneriti ), dove producono un’azione irritante
cronica che può causare in alcune cellule la trasformazione in cellule tumorali.
Il fumo tra i bambini compromette lo sviluppo, in primo luogo aumentando
l’incidenza di infezioni respiratorie durante l’infanzia. Poiché le malattie associate al fumo sono in relazione a quanto e da quanto tempo una persona fuma,
iniziare a fumare da giovani aumenta il rischio potenziale sulla salute; circa
metà delle persone che fumano in adolescenza sarà fumatore all’età di 35 anni
e tenderà a sviluppare malattie croniche respiratorie già dopo 10 anni di fumo
continuo.
Ma il fumo fa male anche a chi si sente sano. Infatti se noi facciamo degli esami
che misurano la quantità di aria che riusciamo a mobilizzare con un respiro forzato, come la spirometria, vediamo che chi fuma e non sente nessun disturbo
(affanno, tosse o catarro) ha valori di aria espirata dalle vie respiratorie più piccole ridotti rispetto ad un soggetto di pari età non fumatore. Questo perché il
sistema di pulizia bronchiale del fumatore non riesce a liberare continuamente
del muco che produciamo giornalmente. Questo è causa di riduzione del lume
dei bronchi, soprattutto di quelli più piccoli, cosa che possiamo misurare con
una spirometria.
Dr. Stefano Salis
Dirigente Medico Pneumologo
ASL Cagliari
30
Il fumo di tabacco è considerato la principale causa di morbosità e mortalità
prevenibile nel mondo occidentale ed anche nel nostro Paese. L’impatto sulla
salute comporta costi molto elevati. In Italia, circa 85 000 decessi all’anno, di cui
il 25% in età compresa tra 35 e 65 anni, sono attribuibili al fumo, che rappresenta la più frequente singola causa di morte prematura. In media, l’aspettativa
di vita di un fumatore si riduce di 13.2 anni per gli uomini e di 14.5 anni per le
donne. I principali settori in cui il fumo è responsabile di malattie, sono quello
respiratorio e cardiovascolare, negli ultimi 30 anni la prevalenza nei maschi
fumatori si è abbassata, passando dal 55% al 30%, nelle donne al contrario, vi
è stato un incremento pari al 21%; tra gli adolescenti la diffusione del fumo
è andata aumentando, la maggior parte dei ragazzi inizia a fumare prima dei
18 anni, tuttavia chi non ha ancora iniziato a fumare a quest’età, difficilmente
inizierà più tardi. Il fumo è responsabile del 20 - 25% di tutti gli accidenti cardiovascolari, del 30% di tutti tumori, dell’80 - 85% delle bronchiti croniche e del
90 - 95% dei tumori polmonari.
Numerose sono le sostanze contenute nel tabacco e/o liberate in seguito alla
sua combustione, ne state identificate circa 2500, che per effetto della combustione diventano 4000 (pare, che insieme a quelle non identificate, si arrivi
a circa 12.000 sostanze) e di queste le componenti più tossiche, per la genesi
della coronaropatia, sono risultate la nicotina e il monossido di carbonio.
La nicotina è in grado di aumentare la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa attraverso l’attivazione del sistema ortosimpatico. Il fumo inoltre favorisce
la produzione di lipoproteine (LDL) ossidate piccole e dense, importanti fattori
di promozione e sviluppo dei processi di aterosclerosi; mentre le sostanze catramose sono particolarmente pericolose per la genesi del cancro al polmone,
inoltre sono presenti numerose altre sostanze irritanti che causano bronchiti
croniche e asma, vi sono poi sostanze radioattive, ad esempio il Polonio 210
(fumare 30 sigarette al giorno equivale, in un anno, a 300 radiografie al torace).
Il fumo è in grado di aumentare del 100% il rischio di coronaropatia, ictus ed
impotenza su base vascolare. L’aumento del rischio di morte per coronaropatia
non diagnosticata è del 300%, al pari di quello di insorgenza di arteriopatia periferica, e del 400% per la formazione di aneurisma aortico.
Anche il fumo passivo, comporta gravi rischi per la salute; sempre in ambito
cardiovascolare, il rischio di cardiopatie coronariche è maggiore del 25-30% nei
soggetti esposti a fumo passivo ed anche l’ictus sembra essere favorito da questa condizione.
E’ stato dimostrato che il fumo esercita la sua influenza in tutti gli stadi dell’a31
OSSERVAZIONI DELL’ONCOLOGO
terosclerosi, pertanto, è del tutto superfluo sottolineare l’enorme importanza
che riveste l’invito ad abolire il fumo. Nel complesso i fumatori presentano una
mortalità per coronaropatia maggiore del 70% rispetto ai non fumatori; i fumatori di due pacchetti di sigarette al giorno hanno un’incidenza di morte per
cardiopatia ischemica di 2-3 volte maggiore rispetto ai non fumatori. Il rischio
di coronaropatia aumenta con l’aumentare dell’esposizione al fumo (numero di
sigarette giornaliero, numero di anni, precocità di inizio); Il fumo agisce in maniera sinergica con altri fattori di rischio. Le fumatrici che fanno uso di contraccettivi orali hanno un rischio maggiore di 10 volte rispetto alle non fumatrici
che non fanno uso di contraccettivi.
La cessazione del fumo rappresenta quindi una componente fondamentale,
ma spesso trascurata in termini di prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria.
Infatti l’interruzione del fumo determina una significativa riduzione della mortalità per coronaropatia rispetto ai non fumatori; dopo un anno il rischio di malattia cardiovascolare si dimezza, dopo qualche anno il rischio dovuto al fumo
scompare (la mortalità totale degli ex fumatori dopo 15 anni di sospensione è
simile a quella dei non fumatori).
Prof. Carlo Lai
già Primario Cardiologia
ASL Cagliari
32
Il fumo è un vizio diffuso nel Mondo; si stima i fumatori siano circa 1.100.000.000
(nel 2025 saranno 1.600.000.000).
La mortalità da fumo in ambito mondiale è importante: si stima che ogni anno
muoiano 4.000.000 di persone , cioè oltre 10.000 morti al giorno, per una media
di 1 morto ogni 8 secondi.
Questi dati purtroppo sono destinati a peggiorare. Infatti nel 2020 si stima una
mortalità di circa 10.000.000 con oltre 25.000 morti al giorno, per una media di
1 ogni 3 secondi. In alcuni paesi le campagne di sensibilizzazione hanno prodotto una riduzione del numero di fumatori
Negli U.S.A. la percentuale dei fumatori è pari al 25% (dati del 1995) con una
flessione di 17 punti percentuali rispetto al 1965. Negli ultimi anni, tale percentuale si è ulteriormente ridotta e si è attestata intorno al 16-17%.
In Italia i fumatori sono circa 14.000.000, di cui circa 5.500.000 fumano più di 20
sigarette al giorno.
La mortalità per fumo è di circa 90.000 per anno.
Anche in Italia la percentuale di fumatori è in diminuzione: 24,1% nel 2000 rispetto al 25,4 del 1993 e riguarda i maschi (31,5% nel 2000 rispetto al 35,1% del
1993), mentre è cresciuta la percentuale tra le donne (17,2% nel 2000 rispetto
al 16,4% del 1993). Nel nostro Paese fuma oltre 1/5 dei giovani , il 21,3% dei
ragazzi tra i 14 ed i 20 anni; a 19 anni un giovane su cinque già fuma.
Il cancro del polmone è la prima causa di morte per tumore nei maschi e la
terza nelle femmine, ma tra queste ultime è in rapida ascesa.
Il rischio di morire di cancro ai polmoni è 22 volte maggiore negli uomini che
fumano sigarette e 12 volte nelle donne fumatrici, rispetto ai non fumatori.
Il fumo della sigaretta incrementa il rischio di molti tipi di cancro inclusi i cancri:
delle labbra, del cavo orale, della faringe, della laringe, dell’esofago, del pancreas, della cervice uterina, delle vie urinarie e dei reni.
Il fumo è il responsabile di 9 casi su 10 di tumore ai polmoni !!
Un fumatore ogni due subisce una diminuzione di 10-15 anni nell’aspettativa
di vita a causa del cancro, in particolare quello al polmone.
Il fumo passivo è un grandissimo nemico della nostra salute, ma è sottovalutato. Si tende a considerarlo un rischio minore, ma non è così: soprattutto per i
bambini. Infatti:
- aumenta del 20% la probabilità di essere colpiti da malattie coronariche e attacchi cardiaci
- chi ha colleghi tabagisti che fumano sul posto di lavoro corre un rischio maggiore del 19% di sviluppare un tumore
- il partner di un fumatore ha dal 20 al 30% in più di possibilità di ammalarsi di
cancro del polmone
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PER SMETTERE DI FUMARE NON È MAI TROPPO TARDI.
ECCO COSA SUCCEDE NEL VOSTRO FISICO
QUANDO NON FUMATE DA:
8 ore i livelli di nicotina e monossido di carbonio nel sangue si riducono
della metà e i livelli di ossigeno ritornano normali
24 ore il monossido di carbonio viene eliminato dal corpo e i polmoni iniziano ad espellere le sostanze nocive depositate nel tessuto
48 ore non c’è più traccia di nicotina nel corpo. Si riscoprono odori e sapori
72 ore il respiro diventa più facile; vi è un progressivo rilassamento bronchiale e proverete una diffusa sensazione di benessere
2 settimane migliorano i parametri della circolazione sanguigna
6 mesi la pelle del viso riacquista colorito, tonicità ed elasticità recuperando 10 anni di età biologica
9 mesi le ciglia vibranti dell’apparato respiratorio precedentemente paralizzate dal catrame riprendono la loro attività per difendere dalle infezioni
5 anni il rischio di problemi cardiaci e polmonari si dimezza
10 anni il rischio di problemi cardiaci e polmonari diminuisce e si allinea
a quello di chi non ha mai fumato.
Fonte Lega Italiana contro i Tumori
SMETTERE DI FUMARE CONVIENE!!
Dr. Alberto Desogus
già Primario Oncologia Medica
ASL Cagliari
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In Sardegna
LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI
COORDINAMENTO DELL’UNIONE DELLE SEZIONI PROVINCIALI DELLA SARDEGNA
Coordinatore: Alberto Desogus
SEZIONE DI CAGLIARI
SEZIONE DI SASSARI
via Machiavelli, 47 Cagliari -Tel. Fax 070/495558
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• Presidente: Schirru Alfredo
• Vice Presidente: Cabula Carlo
• Cara Carla
• Rais Marco
• Kappler Roberta
• Presidente: Bisail Marco
• Vice Presidente: Scarduzio Salvatore
• Gadau Rossana
• Meloni Giovanni Battista
• Scano Giovanni
Revisori dei conti: Salvatore Doro (Presidente),
Lina Maludrottu, Isabella Milella
Revisori dei Conti
Enrico Sedda, Guido Cali,Giovanni Pistis
SEZIONE DI ORISTANO
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Consulenti
Commercialista responsabile: Ugo Cappellacci
Educazione alla Salute Responsabile:
Silvana Tilocca
Scuola Laringectomìzzatì Responsabile:
Giuseppe Spissu
Referente scolastica alla salute: M.Antonia Sanna
Consulta Femminile Responsabile: Michela Barca
Ambulatori Responsabile: Elia Carboni
Comitato Scientifico
Dott.ssa Franca Adamo, Dott. Giorgio Astara,
Dott. Carlo Cabula, Prof. Giuseppe Casula,
Prof. Gavino Faa, Dott. Carlo Floris, Dott. Enrico
Giua,
Sig.ra Maria Rosaria Lai, Dott. Piero Loriga,
Prof. Bruno Massidda, Prof. G.Benedetto Melis,
Dott. Antonio Muggiano,
Dott. Patrizio Mulas, Prof.ssa A.Maria Paoletti,
Dott. Antonio Piga, Dott. Gabriele Podda,
Sig.ra Franca Pretta, Dott. Manlio
Sanna,Dott. Giorgio Tore
• Presidente: Mercedes Eralda Licheri
• Vice Presidente: Antonello Gallus
• Tito Sedda
• Bianca Maria Falchi
• Irene Pozzato
Revisori dei Conti: Alberto Annis (Presidente),
Arianna Renolfi, Marcello Siddu
SEZIONE DI NUORO
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• Presidente: Vicari Gaetana
• Vice Presidente: Ladu Anna
• Congias Maria Assunta
• Garau Manuela
• Floris Salvatore
Comitato Esecutivo: Gaetana Vicari, Anna Ladu
Salvatore Floris
Revisori Dei Conti:, Massimo Frau, Rosanna Mannu
Franca Fulgheri
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LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI
Coordinamento Regionale della Sardegna
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