LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI Regione Sardegna ENTE PUBBLICO Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica Il Tabacco: Una storia da raccontare Con il Patrocinio dell’Assessorato Regionale1dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale Introduzione “La LILT della Sardegna ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo opuscolo” “Non fumare; se fumi, smetti. Se non riesci a smettere, non fumare in presenza di non fumatori” Così recita il primo punto del Nuovo Codice Europeo contro il Cancro. CITAZIONI SUL FUMO Si inizia a fumare sempre più precocemente. I giovani fumano a scuola, nei locali, a casa e con gli amici, comunque sempre in compagnia. E’ necessario far capire quali danni le sigarette comportino nell’organismo. Per prevenire i danni del fumo è importante intervenire sin dall’età scolare. La sigaretta è un tubo con un incendio ad una estremità e uno sciocco dall’altra (Anonimo) Smettere di fumare è la cosa più facile del mondo. Lo so perché l ho fatto migliaia di volte. (Mark Twain) La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) ha da sempre il merito di diffondere in modo semplice e capillare le informazioni sulle attività da porre in essere nella battaglia contro il cancro, considerando la prevenzione e l’ambiente scolastico i punti nodali anche nella lotta contro il fumo. Prima della scoperta del fuoco, quanto erano nervosi i fumatori? (Kazzener) Nella convinzione che una corretta informazione possa migliorare la salute di tutti i cittadini, la LILT aderisce alla Giornata Mondiale senza Tabacco indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ricorre il 31 maggio di ogni anno, impegnandosi con attività ed iniziative su tutto il territorio nazionale, attraverso il quotidiano impegno di migliaia tra volontari e sostenitori. Dapprima Dio creò l’uomo, poi la donna. Dopo l’uomo gli fece pena e gli diede una sigaretta. (Mark Twain) Agire efficacemente contro il tabagismo e ottenere risultati è, tuttavia,un compito complesso, che richiede un grande impegno e lo sviluppo di politiche e interventi in ambiti diversi da quello strettamente sanitario. “Ho smesso di fumare!” (Gianfranco Funari in una intervista doppia delle Iene rispondendo alla domanda “Cosa vorresti fosse scritto sulla tua tomba?”) Ogni passo avanti nel ridurre il consumo di tabacco costituisce un enorme risultato in termini di salute e qualità della vita di tutti i cittadini e ad essi, in questo senso, la LILT della Sardegna dedica questo opuscolo, rivolto a raccontare una storia, ma soprattutto a fornire qualche utile informazione che possa contribuire a ridurre il numero dei fumatori. Alfredo Schirru Presidente Sezione Provinciale di Cagliari 2 3 Prefazione Il compito della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori è quello di divulgare ogni notizia utile all’utenza al fine di conoscere i meccanismi della Prevenzione Primaria e, ove possibile, i sistemi di Prevenzione secondari messi a disposizione delle aziende sanitarie pubbliche soprattutto attraverso gli screening che coinvolgono larghe fasce di popolazione. La Prevenzione Primaria permette di conoscere le prime cause che espongono l’uomo al rischi di ammalare di tumore, cioè il “peccato originale”, nel senso che molto influiscono le nostre scelte di vita, le nostre abitudini ormai consolidate soprattutto nei paesi industrializzati dove le mode, la comodità, la rapidità delle nostre azioni di lavoro e di vita in genere ci portano a scelte non sempre corrette ma che si perpetuano per consuetudine nelle generazioni che si susseguono nel tempo. Conoscere tali abitudini , capire quali sostanze e quali azioni sono dannose per la nostra salute è fondamentale per evitare o almeno ridurre l’incidenza dei tumori e delle altre malattie correlate al consumo di tali sostanze frequentemente di consumo quotidiano. Pertanto trattare argomenti quali l’alimentazione, intesa come quantità di calorie introdotte, qualità del cibo e le modalità di conservazione, il consumo di sostanze alcoliche e del Tabacco è fondamentale. I Ricercatori affermano che eliminando dall’uso quotidiano del tabacco si ridurrebbero dell’80% i tumori del polmone, ma si avrebbe una grande riduzione di quelli vescicali e pancreatici . Tabacco ed alcool sono ritenuti causa dei tumori con maggiore incidenza nella popolazione mondiale ed anche delle malattie cardiovascolari . Si pensi che nei paesi industrializzati il 50% di tutti i decessi è causato dalle malattie cardiovascolari e dai tumori . Anche l’eccesso alimentare è causa di malattia neoplastica assieme alla qualità del cibo consumato, intendendo per qualità il modo di conservare gli alimenti , gli additivi chimici , la quantità di grassi animali contenuta etc., mentre l’esagerazione nel consumare il cibo comporta un aumento energetico che attiva fattori di crescita che favoriscono l’insorgere di tumori del colon-retto, della mammella, dell’endometrio etc…, ma che mettono anche a rischio la funzionalità renale, epatica e pancreatica generando quella sindrome di alterato metabolismo lipidico e glucidico assai frequente nel nostro paese soprattutto nella popolazione anziana. Si comprende perciò l’estrema attenzione medica verso questo problema, che comporta dispendio economico e di vite umane, e la necessità di promuovere la disassuefazione da tali sostanze e , quando non sia possibile, almeno indurre all’uso intelligente al fine di ridurre l’incidenza delle patologie menzionate più sopra. Dott. Marco Rais Consigliere LILT Cagliari 4 Il Tabacco: una storia da raccontare E’ veramente incredibile che una pianta che finoa tutto il 1400 cresceva solo in una piccola parte dell’America, a causa dell’intervento umano, si sia diffusa in tutto il mondo con conseguenze negative planetarie. La WHO ha definito la diffusione del Tabacco uno dei maggiori disastri della storia dell’umanità. Cos’è il Tabacco. La pianta del Tabacco ha origini molto lontane, si ritiene che fosse presente nel Pleistocene, 2,5 milioni di anni fà, e che abbia cominciato a crescere in America nella forma che oggi conosciamo, da circa 8000 - 6000 anni. Appartiene alla famiglia delle solanacee assieme alla patata, al pomodoro, alla melanzana. E’ stata per secoli coltivata in America con significato sacrale mentre fu introdotta in Europa inizialmente per uso medicamentoso e successivamente voluttuario e ricreativo. E’ presente sottoforma di circa 50 specie ibride, ma la più usata dalle popolazioni indigene era la “Nicotiana Rustica” con maggiore contenuto di 5 nicotina il cui uso produceva allucinazioni e che per qualche secolo in Europa fu coltivata per ricavare Tabacco da fiuto. Altre varietà sono la Nicotiana Tabacum che produce foglie per tabacco da fumo, e la Nicotiana Petunoides per uso ornamentale. Le foglie del Tabacco vengono fatte essiccare, originariamente al sole, oggi con metodi industriali; tale processo favorisce la formazione di composti aromatici (IPA) che da un lato conferiscono piacevole sapore al fumo, dall’altro trasformano gli amidi in zuccheri più semplici che unendosi alle proteine producono una caramellizzazione che dà aroma intenso al prodotto ma alla quale, alcuni ricercatori attribuiscono capacità oncogena sulle cellule dei diversi organi e lesiva delle pareti delle arterie. Più recentemente, verso gli anni sessanta, fu scoperta la presenza di Polonio nel tabacco. Il Polonio è sostanza radioattiva presente in piccole quantità nel terreno 6 e che,assorbita dalle radici, si fissa alle foglie. Si calcola che ogni giorno vengano fumate 5,7 x 1012 sigarette ognuna contenente 0,04 pico Curie di Polonio 210 e che la sostanza radioattiva aspirata con il fumo si depositi nelle biforcazioni bronchiali formando gli Hot-Spots (aree calde) (New Engl. 1965), sedi nelle quali può insorgere il tumore. Il polonio fissato nel terreno deriverebbe dal Radon presente nell’atmosfera e dal piombo radioattivo presente anch’esso nel terreno. Anche i fertilizzanti fosfati ricavati dalle apatiti, utilizzati per la coltivazione del tabacco, contengono piccole quantità di Radon, pertanto oggi si sostiene che la combustione del tabacco produca sostanze chimiche cancerogene e liberi anche sostanze radioattive che, boccata dopo boccata,si accumulano nell’albero bronchiale inducendo alterazioni del genoma cellulare. Il fumo nell’antichità Nell’antichità ricorreva l’uso rituale delle erbe fumate e del fumo che innalzandosi verso il cielo rivelava agli uomini il gradimento da parte degli Dei. Gli antichi Egizi bruciavano erbe profumate durante i sacrifici e ne aspiravano i fumi, i greci bruciavano incenso; negli scritti di Plinio il vecchio e di Plutarco si legge che greci e Romani erano soliti aspirare il fumo di erbe aromatiche bruciate tramite un cannello a “Y” inserito nelle narici. Anche i nativi americani usavano aspirare il fumo con simili cannelli. In Asia si aspirava il fumo della canapa combusta. Agli inizi dell’era Cristiana, gli indigeni americani erano soliti fumare il tabacco, aspirarne la polvere ricavata dalle foglie secche tritate, masticarle, bere tisane, strofinare le foglie sul corpo, praticare clisteri allucinogeni. Ma il primo popolo che ha lasciato testimonianza di tale usanza fu quello Maya. I Maya erano soliti arrotolare e legare le foglie secche di tabacco a formare un rozzo sigaro, oppure le trituravano e le accendevano in una pipa di pietra o ancora le avvolgevano in foglie di palma o di mais come oggi si fa con la carta della sigaretta. Per questo popolo il fumo non era un vezzo ma un mezzo per entrare in trance e comunicare con gli Dei. L’origine di interpretare il fumo come mezzo di comunicazione enteogena si fa risalire alla credenza che l’uomo fosse stato creato dal sangue degli Dei e perciò i Maya donavano il proprio sangue nel quale immergevano pezzi di stoffa che poi bruciavano in modo che il fumo salisse verso l’alto: il fumo che saliva in cielo era segno di gradimento degli Dei, con un significato simile a quello dei sacrifici animali sulle are dei nostri antichi antenati e, se vogliamo, simile all’uso dell’incenso nei riti degli antichi greci e delle ceri- 7 monie cristiane. Bassorilievi rinvenuti in Guatemala ed in Messico, risalenti al VII°secolo A.C., riproducono fumatori di tabacco, in particolare guerrieri che usavano il fumo di tabacco per aumentare la loro capacità di combattimento in quanto le forti dosi di nicotina assorbite aumentavano la loro aggressività. Negli anni compresi tra il 470 e 630 D.C., i Maya migrarono nella valle del Mississipi e contagiarono l’abitudine dell’uso del tabacco alle popolazioni locali che ne iniziarono la coltivazione. Le popolazioni indigene nordamericane credevano che il grande spirito avesse inviato sulla terra una bellissima donna per portare agli uomini l’uso della pipa o “Calumet”. Ella l’accese ed offrì il fumo in dono al cielo, alla terra ed ai venti, poi ordinò che questa fosse costruita sempre e solo con la stessa pietra rossa e che il capo tribù ne garantisse il rispetto e la conservazione. Essa doveva essere usata per sancire la pace fra le tribù o, usata dallo stregone, per curare i malati. Lo stesso grande spirito avrebbe plasmato la pipa 8 sul Red Pipe Rock in Minnesota e l’avrebbe fumata indirizzando il fumo ai quattro punti cardinali. Tra gli indiani americani si usava fumare il “calumet” con i personaggi importanti, nelle occasioni rituali e per invocare gli spiriti per la pace, la pioggia, la caccia, la guerra ed inoltre seguiva ogni indiano anche nella tomba. Anche gli Atzechi usavano fumare il tabacco, soprattutto nel periodo dei sacrifici umani al Dio Tezcatlipoca (specchio fumante). Non tutti sanno che la parola sigaro, derivata dallo spagnolo “cigale”, abbia le sue origini dalla parola Atzeca “Zig-ar”con cui veniva chiamato il Dio del Tabacco e che lo stesso Dio per i Maya era chiamato “Zig-Ahuan”; da qui, in lingua sarda la parola “Zigarru” appellativo del sigaro. Le popolazione del Rio delle Amazzoni e dell’Orinoco sostenevano che l’uso del tabacco purificasse gli umori cerebrali e togliesse per un poco di tempo il senso della fame e lo usavano come sostanza allucinogena consumando fino a 30 sigari al giorno per stimolare il viaggio verso i loro spiriti. La parola tabacco forse deriva da Tabago, sorta di cannello ad “Y” usato per aspirare fumo dal naso, o da Tabaco, termine spagnolo indicante le erbe officinali, o ancora da Tabbaq, termine arabo indicante erbe di vario tipo. Per noi Europei la conoscenza del tabacco coincide con la scoperta dell’America, quando a Cristoforo Colombo sbarcato nell’Isola di Guanahani (San Salvador) 12 ottobre 1492, furono donate foglie secche di una pianta a lui sconosciuta che, una volta reimbarcato, fece gettare a mare ritenendo tale dono privo d’importanza. Egli scrisse che numerosi abitanti dell’isola tenevano in mano un“carbone ardente costituito da foglie secche avvolte da un’altra foglia anch’essa secca, acceso ad una estremità e dall’altra la gente succhiava aspirando il fumo”. Gli Indigeni chiamavano Tabacos quei carboni ardenti ricavati da una pianta che chiamavano Cohiva alla quale attribuivano un valore sovrannaturale e dedicavano il fumo del tabacco in onore degli Dei, per suggellare alleanze, per i riti, per curare malattie ed attenuare il dolore. Due marinai di Colombo, Rodrigo de Jerez e Luis Torre, riferirono che i nativi cubani erano soliti arrotolare foglie secche di una pianta chiamata Petum, in foglie di palma o di mais e, dopo averne acceso una estremità, “bevevano il fumo” sprigionato dall’altra. Bartolomeo de la Casas nella sua Storia generale delle Indie scriveva:” ...gli Indiani mischiano il fiato con il fumo di un’erba chiamata Petum e soffiano come dannati”. Rodrigo de Jerez divenne fumatore e continuò questa abitudine anche quando rientrò in patria ma, il fumo che usciva dalla bocca e dal naso terrorizzò talmente i suoi vicini che lo denunciarono alla santa inquisizione che gli comminò una pena di sette anni di carcere. 9 Il Tabacco in Europa. Il Tabacco fu importato in Europa nel 1518 dal frate spagnolo Ramon Pane che regalò i semi all’imperatore Carlo V° di Spagna; la pianta coltivata apparve per la prima volta nei giardini del Belgio (1550), allora possedimento spagnolo. La pianta comparve poi nel giardino Reale di Lisbona. L’uso del tabacco si diffuse rapidamente in Francia. L’esploratore francese Jacques Cartier descrisse così l’abitudine dei nativi del Canadà: “ In estate raccolgono grandi quantità di un’erba che fanno essiccare al sole. Gli uomini la portano sempre con sé e quando ne hanno voglia, la polverizzano, l’accendono e poi aspirano il fumo così a lungo da riempire i loro corpi fino a farlo uscire dalla bocca e dal naso come da una ciminiera. Essi affermano che ciò li riscalda e li fa sentire bene”. Il tabacco ebbe tale successo in Europa che solo 40 anni dopo la sua scoperta era già di moda in Spa- 10 gna e gli spagnoli iniziarono a coltivare la Nicotiana Rustica a Santo Domingo e la Nicotiana Tabacum a Cuba e, più tardi i Portoghesi la coltivarono nella Francia Antartica oggi Brasile. Nel 1556 il frate francescano Andrè Thevet , al rientro dal Brasile portò in Francia i semi della pianta chiamata “Petum” (Nicotiana Tabacum) che piantò nel suo giardino di Angouleme. Nel 1560 Jean Nicot di Villemain, ambasciatore francese in Portogallo, regalò un esemplare della pianta a Caterina de’Medici, Regina di Francia, che usò le foglie per curare, pare con successo, le sue cefalee e che la pub- blicizzò con il nome di “Herba Regina”. Il naturalista Francese Jean Liebault nel suo libro “Agricoltura e casa rustica” scrisse che, in onore di Jean Nicot che l’aveva regalata alla Regina di Francia, la pianta dovesse chiamarsi Nicotiana. Due secoli dopo Linneo ufficializzò questo nome inserendolo nella sua classificazione botanica e successivamente, nel 1828, l’alcaloide isolato da due studenti dell’Università di Heidelberg, Ludwig Reiman e Wilhelm Heinrich Posselt, fu chiamato Nicotina e fu definito un potente veleno. Grande disappunto colse il frate Thevet, che fu il primo vero importatore della pianta in Francia, e che lasciò scritto nella sua Cosmografia Universale pubblicata a Parigi nel 1575 “... posso vantarmi di essere stato il primo a portare e seminare in Francia i semi di questa pianta. Poi uno che non ha mai fatto il viaggio, quasi dieci anni dopo il mio ritorno da quel paese, gli dà il nome”. Nel 1561 il cardinale Prospero Pubblicola di Santa Croce, Nunzio apostolico di Lisbona, donò i semi del Tabacco al papa Pio IV° che li fece piantare dai monaci cistercensi nelle campagne vicino a Roma e che chiamarono la pianta con il nome di “Erba di Santa Croce” o “Erba Santa” per le sue capacità curative. Circa dieci anni dopo, il vescovo Nicolò Tornabuoni portò da Parigi i semi della Nicotiana Tabacum a Cosimo I° de’Medici che li fece coltivare per uso medico e chiamò la pianta “Erba Tornabuona”. Infusi, decotti, clisteri a base di foglie di tabacco furono prescritti da tutti i medici europei per curare ogni genere di malattie anche 11 se qualcuno come il medico senese Pietro Andrea Mattioli ne sconsigliasse l’uso definendo la pianta come “un’erba velenosa”. Era convinzione generale che il tabacco fumato o inalato o masticato fosse utile per l’ulcera gastrica, per le piaghe, per l’asma, e, secondo il medico spagnolo Monardez di Siviglia, per il morso dei serpenti velenosi, per la puntura degli insetti, per i raffreddori, per i reumatismi, per l’apoplessia e le vertigini, insomma una panacea per tutti i mali. In Inghilterra fu usato anche contro la peste. Nel 1585 Walter Raileigh fondò una colonia che chiamò Virginia in onore della Regina d’Inghilterra; in quella colonia imparò a fumare e continuò a farlo una volta rientrato in patria, dove contribuì a diffonderne l’uso avendo portato un carico di pipe ed un indiano che insegnasse agli Inglesi a fumare il tabacco. Fu per tale motivo imprigio12 nato e successivamente decapitato. Più tardi, agli inizi del XVII° secolo, il Re Giacomo I° contrario al vizio del fumo, forse anche per la concorrenza dei nemici spagnoli, pubblicò un articolo nel quale indicava i danni prodotti dall’uso del tabacco :” abitudine odiosa per il naso, nociva per il cervello, pericolosa per i polmoni... e nella sua puzza ricorda l’orrido fumo proveniente dallo Stige”. Un lungimirante vaticinio empirico poi suffragato dalla scienza. Inoltre applicò una tassa allo scopo di arginarne l’uso e regolamentò la coltivazione e la vendita del tabacco limitando l’acquisto per singola persona a 100 volte il suo peso. Più tardi impose il monopolio reale. Nonostante queste restrizioni l’esportazione del tabacco dalla Virginia aumentò vertiginosamente: nel 1614 furono importate in Inghilterra poche tonnellate di tabacco che diventarono 10 cinque anni dopo e 90 nel 1624. Nel 1680 ne furono importate 11.340 tonnellate. La produzione di tabacco in Virginia crebbe in maniera esponenziale grazie anche all’impegno di John Rolfe e di sua moglie Pocahontas, figlia del capo indiano dei Powhatan, che si procurarono i semi della Nicotiana Tabacum. Pocahontas seguì il marito in un viaggio d’affari a Londra dove morì di malattia a soli 22 anni. La coltivazione di tabacco in Virginia prosperò a tal punto da richiedere ulteriore mano d’opera che aprì le porte allo schiavismo d’Africa. In Francia l’uso del tabacco si propagò rapidamente e perciò il cardinale Richelieu (1629) impose i diritti di dogana per i prodotti d’importazione ed incentivò la coltura del tabacco locale; in seguito il re Luigi XIV° istituì il monopolio dei tabacchi. Stante l’eccessivo uso del tabacco e dei suoi effetti allucinogeni, i governi delle diverse nazioni iniziarono a legiferare per arginare il fenomeno crescente e per limitarne le importazioni che favorivano l’arricchimento delle nazioni produttrici ed importatrici del tabacco. In Russia il fumo fu proibito nel 1613 e successivamente si comminarono punizioni quali frustate, taglio delle labbra e del naso, oppure la deportazione in Siberia e la pena di morte; ma verso la fine del secolo, lo Zar Pietro il Grande abrogò queste leggi in quanto egli stesso era fumatore. Nello Stato Pontificio il Papa Urbano VIII° minacciò la scomunica per i fumatori di Tabacco ritenendone gli effetti troppo vicini all’estasi sessuale ed inoltre proibì di fumare nelle chiese. In Spagna tre frati, scoperti a fumare in chiesa, furono murati vivi. In Mongolia fu decretata la pena di morte per i fumatori. 13 In Turchia venivano giustiziati anche 18 fumatori al giorno, ma quando il divieto fu abolito, il tabacco divenne uno dei quattro piaceri assieme al vino, al caffè ed all’oppio. In Cina i fumatori venivano puniti con la decapitazione. Anche in Francia. durante le campagne repressive contro l’uso del tabacco le 14 donne presero posizione, ed a Baionne nel 1610, riferendosi all’abitudine di molti maschi di masticare tabacco, in quel tempo di qualità scadente che rendeva meleodorante il fiato ed i denti marci, dicevano : “ E’ meglio il deretano del diavolo che la bocca dei nostri mariti”. Nel 1665 la peste infuriò a Londra e le autorità invitarono i cittadini a fumare tabacco per prevenirne il contagio. Nel XVIII°secolo si diffuse la moda di fiutare la polvere di tabacco soprattutto tra i nobili che la custodivano in preziose tabacchiere tascabili, talora veri gioielli d’oreficeria. Si dice che Napoleone Bonaparte ne consumasse 3 chili al mese e che dopo le battaglie vinte regalasse tabacchiere preziose ai suoi generali. Il vezzo di fiutare il tabacco fino ad allora riservato agli uomini, si diffuse anche tra le donne che fondarono,appunto, l’ordine della tabacchiera. L’uso del tabacco da fiuto colpì anche gli anatomici del tempo che chiamarono “Tabacchiera Anatomica” lo spazio del polso compreso tra i tendini estensori lungo e corto del pollice, spazio nel quale veniva poggiata la polvere di tabacco per essere più facilmente fiutata. Nel 1700 Bernardino Ramazzini, docente all’Università di Pavia, affermò che i lavoratori del tabacco ammalavano di malattie professionali in quanto dalla lavorazione delle foglie si liberavano nell’ambiente sostanze nocive sottoforma di polveri e vapori. Nel 1760 aprì la prima fabbrica di sigari in Inghilterra e successivamente a New York. Nel contempo il tabacco fu una delle cause della guerra d’indipendenza Americana (1776), infatti i coltivatori erano vessati dalle tasse imposte dall’Inghilterra, ma fu anche il mezzo che finanziò tale guerra in quanto Benjamin Franklin o tenne un prestito dalla Francia in cambio del tabacco della Virginia e Thomas Jefferson acquistò armi vendendo il tabacco del Kentucky al granducato di Toscana. Fu però George Washington che ispirò il modo di ottenere finanziamenti dagli altri stati dicendo:”Se non avete soldi, date tabacco”. Non dobbiamo meravigliarci che la guerra d’indipendenza americana sia stata finanziata da una sostanza come il Tabacco, sappiamo bene che molte guerre e rivoluzioni del nostro tempo sono sostenute dal ricavato della vendita di sostanze stupefacenti e dal petrolio! Anche durante la rivoluzione francese il tabacco assunse significato distintivo 15 La Sigaretta. tra gli aristocratici ed i popolani, infatti questi ultimi preferivano il fumo dei “cigaritos” spagnoli al tabacco da fiuto. Nel 1761 il medico inglese John Hill avvertì che l’uso smodato del tabacco da fiuto arrecava danni alle vie respiratorie; Percivall Pott, studioso della tubercolosi, ipotizzò che esisteva rapporto tra cancro ed esposizione alla fuliggine. S.Thomas von Sommering segnalò casi di cancro del labbro nei fumatori di pipa. Il XIX°secolo segnò la diffusione del fumo di sigaro che fino ad allora era in uso solo in Spagna. I migliori sigari erano prodotti a Cuba, nelle Filippine ed a Sumatra. Si pensi che nel 1826 il consumo di sigari in Europa era di 11 tonnellate e che solo quattro anni dopo l’importazione degli stessi fu di 110.000 tonnellate! In Inghilterra il fumo di sigaro era molto diffuso tra i gentlemen, ma il tabacco, non raffinato come quello attuale, produceva odore sgradito ai non fumatori, perciò era riservata una stanza nella quale gli uomini, soprattutto dopo i pasti, si ritiravano a fumare e per non impregnare i propri indumen16 ti con l’odore del fumo, indossavano una giacca detta “Smoking” che toglievano dopo avere fumato per riunirsi agli altri commensali. Un aneddoto ricorda che nell’estate del 1815 il tabacco Kentucky ammassato in un cortile di Firenze fu bagnato da un acquazzone improvviso ed andò incontro a fermentazione. Poteva essere una perdita di enorme valore, ma l’inventiva tutta Italiana e la paura di perdere un così grande capitale economico, portò ad usare questo tabacco come ripieno di sigari che a fumarli avevano sapore particolarmente gradito al pubblico. Nacque così il sigaro toscano e, data la richiesta, per la loro produzione fu necessario istituire una manifattura tabacchi nel convento di S.Orsola. Nel 1827 John Walker ideò i fiammiferi che si accendevano per strofinamento, ma solo nel 1912 l Diamond &Co, brevettò e commercializzò i fiammiferi in scatola. Nel 1932 fu prodotto lo zippo, accendino a prova di vento che tanto successo ebbe dal 2° conflitto mondiale in poi. Già nel 1600 i mendicanti di Siviglia raccoglievano i mozziconi di sigaro e li avvolgevano in pezzi di carta detti “papelitos”, ma la vera origine della sigaretta si fa risalire ad alcuni artificieri egiziani che durante la guerra contro i turchi ( guerra Egizio-Ottomana 1839-1841) avevano aumentato la loro capacità di sparare preparando in anticipo le dosi di polvere da sparo in tubetti di carta. Furono premiati con una libbra di tabacco ma, non avendo pipe per fumarlo, dopo averlo frantumato, lo inserirono nei tubetti di carta preparati per la il detto “fumare come i Turchi”. A fine guerra i reduci di quella missione importarono l’uso delle sigarette in Europa dove la moda si diffuse rapidamente per la manifestata comodità. Intanto nel 1847 Philip Morris aprì una tabaccheria a Londra, in Marlborough street, che divenne il centro commerciale del tabacco più importante in Inghilterra. Nel 1848 i milanesi indissero lo sciopero del fumo per produrre danno economico all’Austria, mentre i militari asburgici ricevettero l’ordine di polvere da sparo. La loro brillante idea si diffuse rapidamente tra i soldati dei due fronti opposti. Durante la guerra in Crimea(1853 - 1856), i soldati di Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna impararono a fumare i “Papirossi”, così venivano chiamati i tubetti di carta con dentro il tabacco, dai soldati Turchi prigionieri, da qui 17 fumare il sigaro per le strade; ne sorsero tafferugli violenti che portarono all’insurrezione nota come le cinque giornate di Milano. Nel 1862, solo un anno dopo la costituzione del Regno D’Italia, venne istituito il Regio Monopolio Tabacchi . Nel 1880 il giovane James Albert Bonsack brevettò la macchina per confezionare automaticamente le sigarette, ben 200 al minuto. Intanto fumare in pubblico che fino ad allora era riservato esclusivamente agli uomini, cominciò a diffondersi anche alle donne, le prime che lo fecero furono le “Lorettes” prostitute parigine che stazionavano nei pressi della cattedrale di Notre Dame de Lorettes. Anche George Sand, amante di Chopin, era solita fumare. La commercializzazione delle sigarette a basso costo confezionate con la nuova macchina permise un incremento del consumo di tabacco, si pensi che nei primi venti anni del XX° secolo negli Stati Uniti d’America si passò da 2,4 miliardi di sigarette vendute a 122,4 miliardi , ciò trasformò il 18 commercio del tabacco in un vero e proprio impero economico, sostenuto da una pubblicità esplicita, ma anche nascosta soprattutto nel cinema, rappresentata da attori che fumavano durante la recitazione interpretando ruoli di uomini con forte personalità, molto maturi, spesso ricchi, spregiudicati e molto virili che suscitavano il senso della emulazione negli spettatori. Di conseguenza il gettito fiscale prodotto dalle accise sulla vendita del Tabacco incrementarono le entrate erariale delle nazioni coinvolte in tale commercio, si pensi che alla fine del XIX° secolo le imposte sul commercio del tabacco rappresentavano 1/3 delle entrate dell’erario degli Stati Uniti d’America. Le due guerre mondiali contribuirono in maniera determinante a diffondere l’abitudine al fumo di sigaretta. Nel primo conflitto mondiale si triplicò il numero di sigarette prodotte, in quanto venivano acquistate dall’esercito americano e distribuite gratuitamente ai soldati combattenti che, fini- ta la guerra, continuarono a fumare anche dopo il rientro in patria. Nel 1924 fu commercializzata la prima sigaretta per le donne con il motto “Dolce come maggio”, era la Marlboro in onore di Marlborough Street , dove sorse la prima tabaccheria londinese. “Giacchè mi farà male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l’ultima volta. Accesi una sigaretta e mi sentii subito liberato dall’inquietudine. Le mie giornate finirono con l’essere piene di sigarette e di propositi di non fumare più” . Le parole del personaggio di Italo Svevo (La coscienza di Zeno) sono più che attuali nonostante siano trascorsi oltre 80 anni dalla pubblicazione del testo. Anche S.Freud era un accanito fumatore che diceva “sto meglio quando riesco a non fumare, ma sono meno felice”. Entrambi gli aneddoti alludono con chiarezza al fenomeno della as sue faz ione e dipendenza dalla nicotina che crea quello stato, anche sottile, di eccitazione tipico delle droghe: una boccata di fumo è il veicolo necessario per introdurre la nicotina. Mark Twain era solito ripetere che “Smettere di fumare è semplicissimo, io ci sono riuscito almeno venti volte”. Nel 1914 T.A.Edison sospettò che l’effetto nocivo della sigaretta fosse dovuto alla combustione della carta che avvolgeva il tabacco con “violenta azione sui centri nervosi e degenerazione delle cellule cerebrali”. 19 Già nel terzo decennio del XX° secolo cominciò ad emergere l’evidenza che tra i reduci del fronte, tutti fumatori, era presente una maggiore incidenza di tumori polmonari, la cui publicizzazione non fu gradita alla Philip Morris che consigliò invece di continuare a fumare ed utilizzò come veicolo pubblicitario gli stessi medici anch’essi fumatori; negli USA fecero comparsa manifesti con la scritta “ Più medici fumano Camels “, ma anche riproducevano immagini di attori, politici ed anche di bambini che trasmettevano segnali rassicuranti per gli effetti del fumo sulla salute. Intanto le riviste scientifiche ban- 20 dirono la pubblicità delle sigarette dalle loro pagine e nel 1939 comparve l’articolo del Dott. F.Muller “cattivo uso del tabacco e cancro polmonare” dove l’autore attribuiva al consumo di tabacco l’aumentata incidenza del tumore polmonare. F.Likint indicò come “strada del fumo” il tratto anatomico che va dal labbro al polmone e pose attenzione anche sui rischi del fumo passivo. Nel 1945 dalla Mayo Clinic si indicarono i danni da fumo sul sistema cardio-vascolare. Nel periodo fascista e nazista , stante la prevalente provenienza inglese ed americana del tabacco, non ne fu favorito l’uso e perciò iniziarono le campagne dissuasive anche con il divieto del fumo ai minori di 18 anni. Nel contempo si incrementò la produzione autarchica di tabacco e si distribuirono ai soldati le sigarette “Milit”, non gradite per il sapore aspro di un tabacco di scadente qualità. La seconda guerra mondiale permise una ancor più massiccia diffusione del vizio del fumo e soprattutto nel dopoguerra, le truppe d’occupazione potendo acquistare stecche di sigarette per pochi centesimi di dollaro le barattavano con qualsiasi altro prodotto volessero acquistare; con questi scambi si diffuse capillarmente il 21 consumo di tabacco con prevalenza di quello prodotto in America, di gusto più amabile ed iniziò anche il contrabbando e la vendita abusiva. Ma le cose iniziarono a cambiare con le campagne contro il fumo. Intorno agli anni ‘50 molti ricercatori pubblicarono articoli scientifici che sostenevano che oltre il 90% dei pazienti portatori di tumore polmonare era costituito da fumatori e si affermava anche che questi avessero un rischio di ammalare di cancro polmonare di 50 volte superiore ai non fumatori. Perciò si provvide a dotare le sigarette di filtro di cellulosa che trattenesse il particolato prodotto dalla combustione del tabacco e della carta che lo avvolgeva; nel 1952 furono commercializzate le sigarette Kent fornite di filtro in micronite, pubblicizzato 22 come altamente protettivo per la salute ed efficace nel trattenere le particelle combuste. Era in realtà prodotto con l’amianto! In seguito la Lorillard, società produttrice delle Kent, fu condannata al risarcimento economico di due milioni di dollari agli eredi di un fumatore deceduto per mesotelioma pleurico, riconoscendo il nesso causale tra l’asbesto contenuto nei filtri delle sigarette ed il tumore pleurico. La ricerca scientifica negli anni a seguire ha permesso di avere certezze sulle patologie indotte dal fumo di tabacco e sono stati redatti numerosi rapporti che le puntualizzano, ne elenchiamo alcune: “Fumo e malattie cardiache” 1967, “Rischi da fumo di pipa e sigaro” 1973, “Rischi da tabacco non fumato”1979, “Fumo e coronaropatie”1983, “Fumo e BPCO”1984, “Conseguenze da fumo passivo” 1986. Come per nemesi, il primo proprietario della Marlboro è morto di tumore polmonare! E di recente la stampa ha riportato che anche il Cow-Boy rappresentato nel manifesto pubblicitario della Marlboro è deceduto per Tumore polmonare. Nel 1975 la legge Italiana ha proibito il fumo nei luoghi pubblici chiusi (Ospedali, Musei, Cinema, Scuole etc...) in quanto comprovato scientificamente che l’esposizione ambientale al fumo di tabacco può provocare cancro anche nei non fumatori. In un rapporto della Protezione Ambientale del 1993 si sono stigmatizzati gli effetti respiratori del fumo passivo e si è dichiarato il fumo di tabacco come sostanza sicuramente cancerogena e perciò inserita nella classe A, dell’Agenzia Internazionale Contro il Cancro (AICC), delle sostanze nocive. Attualmente nei paesi più industria- lizzati l’abitudine al fumo è in diminuzione, mentre è in forte aumento nei paesi in via di sviluppo, in Asia, Africa e Sud America. In ambito mondiale la Cina da sola produce circa il 35% delle sigarette in commercio e ne consuma il 31%.; nel mondo fuma oltre un miliardo di persone, per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica come priorità per la salvaguardia della salute umana, la riduzione e, se possibile, la fine dell’uso voluttuario del tabacco. La storia del tabacco continua, in questo caso positivamente, in quanto una industria farmaceutica statunitense ha isolato una sostanza dalle foglie del tabacco che interferisce con la replicazione del virus Ebola. Gli esperimenti sul topo hanno dato risultati interessanti e la somministrazione a due religiosi infettati provenienti dall’Africa ha ridotto in maniera drastica la sintomatologia emorragica. 23 La tratta degli schiavi. Nella discussione sul tabacco non può essere dimenticata una delle pagine più nere della storia dell’era moderna che riguarda la riduzione in schiavitù di uomini e donne che per legge non erano considerati uguali ma proprietà di altri uomini per i quali avevano il dovere di lavorare anche in condizioni di vita precarie e spesso sotto i maltrattamenti dei padroni. La coltivazione del tabacco assieme a quella del cotone, della canna da zucchero, del caffè e del cacao è stata la causa principale della schiavitù della popolazione nera dell’Africa. La schiavitù in passato è sempre esistita ma, solo dopo la scoperta dell’America ha assunto dimensioni impressionanti diventando un commercio tra i più redditizi. I primi mercanti europei di schiavi furono i Portoghesi, seguiti ben presto da quelli delle altre nazioni che avevano possedimenti in America: spagnoli, inglesi, francesi e olandesi. Gli schiavi africani costituivano una risorsa economica di notevole valore in quanto rappresentavano mano d’opera a basso costo. Inizialmente si tentò di ridurre in schiavitù le popolazioni autoctone ma erano costituite da un numero scarso di uomini che non resistevano alla fatica ed alle molte malattie importate dall’Europa. Furono anche impiegati i criminali condannati ai lavori forzati e 24 coloro che arrivavano in America con viaggio pagato, i quali lavoravano fino all’estinzione del debito. Con l’aumentare della richiesta di materie prime, occorreva aumentare anche il numero dei lavoratori ed il ricorso ai negrieri diventò una necessità in quanto i neri resistevano maggiormente ai climi caldi, costavano poco e producevano molto, ma per l’Africa fu una vera catastrofe con lo spopolamento di intere regioni degli uomini e donne più validi, cosa che ha limitato lo sviluppo di quelle regioni con conseguenze economiche, aggravate dal successivo colonialismo, che pesano ancora oggi su quel continente. Ci limitiamo, però, a trattare questo argomento esclusivamente per quanto riguarda la storia del tabacco. I primi 30 schiavi di pelle nera arrivarono in Virginia nel 1619 e diventarono proprietà privata a vita dell’acquirente, pure diventava schiavo il nato da madre schiava chiunque fosse il padre. Gli schiavi venivano catturati in Africa con la collaborazione di tribù locali che organizzavano razzie contro altre tribù nemiche. I prigionieri venivano incatenati, incolonnati e costretti con marce forzate a raggiungere il punto d’imbarco. Venivano marchiati con un ferro rovente e quindi stivati nelle navi in spazi angusti, l’uno accanto all’altro, senza quasi potersi muovere. La traversata durava anche due-tre mesi e la mortalità era altissima per le malattie contratte, per le condizioni di vita precarie, per la ristrettezza degli spazi, per la sporcizia, per la inadeguata alimentazione. All’arrivo venivano tutti ripuliti e cosparsi di olio per apparire integri alla vendita all’asta. Una stima riferita da “Distribution of slaves in US History” (http://thomaslegioncherockee. tripod.com), riporta che nel 1790 il numero degli schiavi era di 697.681 mentre nel 1860 era di 3.953.760. Lavorare nelle piantagioni era lavoro assai faticoso spesso reso ancora più difficile per i maltrattamenti dovuti a padroni spietati. Le leggi vigenti erano inflessibili, una di esse recitava che lo schiavo era “ un essere umano che è privato per legge della sua libertà a vita ed è proprietà di qualcuno” (da: Slave code for the District of Columbia 1740 - 1860) Il 25 marzo 1807 la Gran Bretagna fu il primo stato a mettere fuorilegge la schiavitù, ma solo dopo la guerra civile americana, con la ratifica del 13°emendamento ebbe fine la schiavitù negli USA (1865), ma da quel momento iniziò la segregazione razziale in atto fino a pochi decenni fà. Il 24 febbraio 2007, l’assemblea della Virginia ha passato all’unanimità la risoluzione 728, con la quale ha riconosciuto ufficialmente “... il dolore prodotto alla popolazione di colore in schiavitù e con profondo rammarico la servitù involontaria degli africani e lo sfruttamento dei nativi americani, e chiediamo la riconciliazione con tutti gli abitanti della Virginia”. (L.O’Dell, Virginia Apologized for Role in Slavery. http://Washingtonpost./wp-dyn/content/ article/2007/02) Il 30 luglio 2008 la camera dei rappresentanti USA ha presentato un testo ufficiale con il quale si porgono le scuse per la schiavitù e le conseguenti discriminazioni razziali consentite legalmente (Congress Apologized for Slavery.- http://www.npr.org/templates/story). 25 Conclusioni. Nel 1992 la facoltà di legge dell’Università del Minnesota ha istruito un processo, in costume d’epoca, nel quale l’imputato era un Italiano di 541 anni, di nome Cristoforo Colombo. Il processo si imperniava su ben dieci capi d’accusa, tra i quali i più importanti erano omicidio, sfruttamento di schiavi, genocidio, stupro, terrorismo internazionale. L’imputato fu condannato per sfruttamento Europeo del nuovo mondo che ha causato la morte di oltre 20 milioni di indigeni. La pena comminata è stata di 350 anni da espiare tramite i servizi sociali. In Minnesota non è mai stata in vigore la pena di morte. Successivamente, nel 1998, analogo processo espletato a Tegucigalpa in Honduras, decretò la condanna a morte di Colombo in quanto riconosciuto colpevole di stupro, rapimento, genocidio anche culturale e traffico di schiavi. Un plotone di indiani armati di arco e frecce eseguì la sentenza su un manichino raffigurante Cristoforo Colombo. In sostanza è stata attribuita a Colombo la colpa di avere innescato, con la scoperta dell’America, una catena di eventi nefasti quali l’eccidio delle popolazioni autoctone dell’America centrale e del Sud, ma anche della popolazione indiana residente nell’America del nord, non solo con le armi ma anche con il contagio di malattie sconosciute in quelle latitudini ma 26 presenti in Europa (TBC, Rosolia, Difterite etc.) ed anche della riduzione in schiavitù di popolazione nera dell’Africa per trarre lucro dalle coltivazioni intensive di Tabacco, cotone e canna da zucchero. Cristoforo Colombo ha subito, dai posteri, una pesante condanna morale, ma quei tribunali forse non hanno considerato che i veri colpevoli sono stati l’ingordigia e la cupidigia dei colonizzatori che hanno prodotto e producono ancora oggi danni sull’economia di molti popoli. Abbiamo voluto raccontare una breve storia del tabacco percorrendo un itinerario che abbracciasse i momenti salienti che hanno permesso la sua diffusione ed il consumo nelle diverse forme, nei secoli. Avremmo potuto raccontare altri aspetti storici che avrebbero permesso di meglio puntualizzare perché la popolazione di allora ed attuale si sia lasciata attrarre da un’abitudine che da tempo è stata riconosciuta dannosa per la salute. Ed ancora avremmo potuto scrivere una storia sul ruolo che personaggi appartenuti alle diverse istituzioni, religiose e statali, hanno avuto nella diffusione di tale usanza e di quegli imprenditori che hanno costruito un impero economico mondiale sul commercio del tabacco con l’assenso dei governi di allora e di oggi, con gua- dagno di grandi ricchezze ed enormi entrate per l’erario, consapevoli entrambi di avere lucrato sulla salute della gente con la vendita di una droga legalizzata: infatti la nicotina crea una situazione temporanea di benessere fisico ed il desiderio di accendere un’altra sigaretta per prolungarne l’effetto, ma arreca grave danno alle cellule cerebrali ed all’apparato cardiocircolatorio, mentre le sostanze volatili e particolate liberate dalla combustione del tabacco ed aspirate con il fumo provocano il cancro in molteplici organi ed apparati. Abbiamo preferito trattare l’argomento in maniera generale, elencando fatti storici, eventi ed aneddoti meno conosciuti con senso speculativo senza esprimere giudizi su eventuali errori ed interessi intercorsi, che ciascun lettore, con peso diverso, potrà valutare nei significati e nei risultati nel tempo, secondo la propria cultura, il proprio punto di vista e la propria morale. Dr. Masrco Rais già Primario Anatomia Patologica ASL Cagliari 27 LE OSSERVAZIONI DEL PNEUMOLOGO Che il fumo sia dannoso per la salute credo sia un’affermazione condivisa da tutti. Il problema della diffusione del fumo in una così alta percentuale della popolazione, soprattutto giovane, è legato ad altre affermazioni che legittimano il fumatore a continuare a fumare: - Si ammala, ad esempio di cancro, anche chi non ha mai fumato! - Mio nonno ha fumato tutta la vita ed è morto di vecchiaia a 90 anni! - L’ambiente in cui viviamo è inquinato, quindi, anche se non fumo, respiro aria inquinata! - Se smetto di fumare presto, faccio in tempo a non ammalarmi! - Fumo poco, 5-10 sigarette al giorno! - Non aspiro mai la sigaretta! Come prima cosa vorrei spiegare che i Polmoni sono gli organi deputati alla respirazione, che si compone in 2 fasi: 1. inspirazione ed espirazione, che permettono l’ingresso di ossigeno ne gli alveoli e la fuoriuscita di anidride carbonica con l’aria espirata. 2. Passaggio di ossigeno dall’aria alveolare al sangue e dell’anidride carbonica nell’aria alveolare eliminata dal sangue. Sono inoltre organi molto importanti per il mantenimento (assieme ai reni) dell’omeostasi (cioè il mantenimento di un ambiente idoneo alla vita cellulare) di tutto l’organismo, in quanto eliminano idrogenioni acidi. Per ottemperare a tutte queste importanti funzioni, i polmoni rappresentano gli organi che sono a maggior contatto con l’ambiente esterno: infatti la superficie totale dei 2 polmoni di un individuo di taglia mediaè di circa 100-150 m2, sicuramente maggiore rispetto a quella della cute. Questo comporta che i polmoni siano dotati di sistemi di protezione (da qualunque danno proveniente dall’esterno) altamente sofisticati, e ve ne elenco alcuni: - Il collegamento tra naso/bocca e superficie respiratoria degli alveoli è assicurato da tubi, i bronchi, di diverso diametro, costituiti anche da cellule muscolari che hanno la capacità di contrarsi e quindi limitare che una sostanza altamente tossica, come un acido o una base forte, arrivi nei polmoni. - Sono dotati di cellule che: o mangiano le polveri e i microrganismi eventualmente introdotti con la respirazione (es. macrofagi). o Producono anticorpi contro microrganismi e protozoi - Il sistema muscolare del diaframma è il più potente dell’organismo ed è in grado, con la sua contrazione improvvisa, di espellere sostanze solide o irritanti (tosse). Il riflesso della tosse può essere in certi casi tanto forte da provocare fratture di costole o addirittura rottura di bolle alveolari 28 - - con comparsa di aria nella pleura (pneumotorace). Le cellule delle ghiandole producono muco che riveste l’epitelio dei bronchi, ingloba le particelle o microbi, riducendo il contatto di queste con i bronchi e gli alveoli Il sistema delle cellule ciliate che rivestono i bronchi, rivestito del muco di cui sopra, effettua un movimento continuo verso l’esterno che comporta una continua pulizia del lume dei bronchi, assicurando ne la pervietà. A questo punto spero che la figura che voi avete dei polmoni non sia più quella di semplici sacchi elastici contenenti ossigeno. Potete inoltre capire come certe persone, non tutte per fortuna, possono permettersi di fumare, cioè di introdurre nel polmone grandi quantità di sostanze tossiche (che nel fumo di sigaretta sono centinaia) e nonostante questo continuare a vivere, lavorare, avere rapporti sociali, viaggiare ecc. Il fumo di sigaretta però rappresenta la causa maggiore di malattie in tutti gli organi del corpo umano, ma in particolare dei polmoni che sono la porta d’ingresso delle sostanze tossiche contenute nel fumo. Infatti i fumatori vanno incontro a patologie respiratorie con un rischio da 2 a 5 volte superiore rispetto al non fumatore, e certe patologie sono presenti in percentuali elevatissime nei fumatori: La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), caratterizzata da una continua ostruzione del flusso aereo che causa inizialmente TOSSE ed ESPETTORAZIONE (catarro), ma che evolve negli anni in un danno del polmone permanente con distruzione degli alveoli fino a portare all’ENFISEMA polmonare, con insufficienza respiratoria e necessità di OSSIGENO-TERAPIA permanente. Questo è causa di grave disabilità cronica (che può durare diversi anni), con riduzione dell’ indipendenza, della capacità di camminare per lunghi tratti, salire le scale ecc). causa principale della BPCO è il Particolato molecolare fine (PM2,510), prodotto della combustione, che può penetrare attraverso i polmoni e determinare danni acuti e cronici sia dei bronchi, sia del parenchima polmonare. Tale sostanza è responsabile inoltre dei danni da fumo passivo, cioè il respirare vicino ad un fumatore comporta l’assorbimento di PM, che è causa di patologie prevalentemente respiratorie come Asma bronchiale, Bronchite acuta, patologie infettive delle alte e basse vie respiratorie. Questa malattia è presente nel 30-35% dei fumatori, ma quello che più ci fa capire come sia collegata con il fumo di sigaretta è il fatto che il 90% dei BPCO è od è stato un fumatore. Inoltre la BPCO è una malattia in continua ascesa (sta per diventare la 3° causa di mortalità e morbilità) e colpisce entrambi i sessi, perché l’abitudine al fumo è equamente distribuita tra maschi e femmine. Altre patologie polmonari correlate con il fumo di sigaretta sono le infezioni polmonari (Polmoniti, Bronchiti, Broncopolmoniti e Pleuriti), che colpiscono 29 LE OSSERVAZIONI DEL CARDIOLOGO con maggior frequenza i fumatori in quanto il fumo di sigaretta distrugge e limita il lavoro dei sistemi di difesa, con riduzione del riflesso della tosse, riduzione del buon funzionamento del sistema muco ciliare che riveste sempre meno i bronchi, e per una minor azione di difesa delle cellule come i macrofagi, che ci difendono dalle sostanze estranee introdotte con l’aria. Il tumore polmonare è la patologia neoplastica più frequente nei maschi e la seconda tra le donne. Rappresenta una patologia molto temuta, in quanto la possibilità di fare diagnosi precoce è difficile (non dà sintomi fino a quando non è cresciuto a volte tanto da non essere più curabile) e le terapie che ne permettono la guarigione sono poche (soprattutto mediche) e la chirurgi può lasciare forti riduzioni della funzionalità respiratoria. Sicuramente è una patologia correlata con l’abitudine al fumo, in quanto le sostanze radioattive Polonio 210 e Radon, quelle chimiche come cadmio, cromo, nichel, arsenico, catrame, vengono assorbite e ristagnano nei tessuti (come si evidenzia nei polmoni dei fumatori che rimangono tatuati e anneriti ), dove producono un’azione irritante cronica che può causare in alcune cellule la trasformazione in cellule tumorali. Il fumo tra i bambini compromette lo sviluppo, in primo luogo aumentando l’incidenza di infezioni respiratorie durante l’infanzia. Poiché le malattie associate al fumo sono in relazione a quanto e da quanto tempo una persona fuma, iniziare a fumare da giovani aumenta il rischio potenziale sulla salute; circa metà delle persone che fumano in adolescenza sarà fumatore all’età di 35 anni e tenderà a sviluppare malattie croniche respiratorie già dopo 10 anni di fumo continuo. Ma il fumo fa male anche a chi si sente sano. Infatti se noi facciamo degli esami che misurano la quantità di aria che riusciamo a mobilizzare con un respiro forzato, come la spirometria, vediamo che chi fuma e non sente nessun disturbo (affanno, tosse o catarro) ha valori di aria espirata dalle vie respiratorie più piccole ridotti rispetto ad un soggetto di pari età non fumatore. Questo perché il sistema di pulizia bronchiale del fumatore non riesce a liberare continuamente del muco che produciamo giornalmente. Questo è causa di riduzione del lume dei bronchi, soprattutto di quelli più piccoli, cosa che possiamo misurare con una spirometria. Dr. Stefano Salis Dirigente Medico Pneumologo ASL Cagliari 30 Il fumo di tabacco è considerato la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile nel mondo occidentale ed anche nel nostro Paese. L’impatto sulla salute comporta costi molto elevati. In Italia, circa 85 000 decessi all’anno, di cui il 25% in età compresa tra 35 e 65 anni, sono attribuibili al fumo, che rappresenta la più frequente singola causa di morte prematura. In media, l’aspettativa di vita di un fumatore si riduce di 13.2 anni per gli uomini e di 14.5 anni per le donne. I principali settori in cui il fumo è responsabile di malattie, sono quello respiratorio e cardiovascolare, negli ultimi 30 anni la prevalenza nei maschi fumatori si è abbassata, passando dal 55% al 30%, nelle donne al contrario, vi è stato un incremento pari al 21%; tra gli adolescenti la diffusione del fumo è andata aumentando, la maggior parte dei ragazzi inizia a fumare prima dei 18 anni, tuttavia chi non ha ancora iniziato a fumare a quest’età, difficilmente inizierà più tardi. Il fumo è responsabile del 20 - 25% di tutti gli accidenti cardiovascolari, del 30% di tutti tumori, dell’80 - 85% delle bronchiti croniche e del 90 - 95% dei tumori polmonari. Numerose sono le sostanze contenute nel tabacco e/o liberate in seguito alla sua combustione, ne state identificate circa 2500, che per effetto della combustione diventano 4000 (pare, che insieme a quelle non identificate, si arrivi a circa 12.000 sostanze) e di queste le componenti più tossiche, per la genesi della coronaropatia, sono risultate la nicotina e il monossido di carbonio. La nicotina è in grado di aumentare la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa attraverso l’attivazione del sistema ortosimpatico. Il fumo inoltre favorisce la produzione di lipoproteine (LDL) ossidate piccole e dense, importanti fattori di promozione e sviluppo dei processi di aterosclerosi; mentre le sostanze catramose sono particolarmente pericolose per la genesi del cancro al polmone, inoltre sono presenti numerose altre sostanze irritanti che causano bronchiti croniche e asma, vi sono poi sostanze radioattive, ad esempio il Polonio 210 (fumare 30 sigarette al giorno equivale, in un anno, a 300 radiografie al torace). Il fumo è in grado di aumentare del 100% il rischio di coronaropatia, ictus ed impotenza su base vascolare. L’aumento del rischio di morte per coronaropatia non diagnosticata è del 300%, al pari di quello di insorgenza di arteriopatia periferica, e del 400% per la formazione di aneurisma aortico. Anche il fumo passivo, comporta gravi rischi per la salute; sempre in ambito cardiovascolare, il rischio di cardiopatie coronariche è maggiore del 25-30% nei soggetti esposti a fumo passivo ed anche l’ictus sembra essere favorito da questa condizione. E’ stato dimostrato che il fumo esercita la sua influenza in tutti gli stadi dell’a31 OSSERVAZIONI DELL’ONCOLOGO terosclerosi, pertanto, è del tutto superfluo sottolineare l’enorme importanza che riveste l’invito ad abolire il fumo. Nel complesso i fumatori presentano una mortalità per coronaropatia maggiore del 70% rispetto ai non fumatori; i fumatori di due pacchetti di sigarette al giorno hanno un’incidenza di morte per cardiopatia ischemica di 2-3 volte maggiore rispetto ai non fumatori. Il rischio di coronaropatia aumenta con l’aumentare dell’esposizione al fumo (numero di sigarette giornaliero, numero di anni, precocità di inizio); Il fumo agisce in maniera sinergica con altri fattori di rischio. Le fumatrici che fanno uso di contraccettivi orali hanno un rischio maggiore di 10 volte rispetto alle non fumatrici che non fanno uso di contraccettivi. La cessazione del fumo rappresenta quindi una componente fondamentale, ma spesso trascurata in termini di prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria. Infatti l’interruzione del fumo determina una significativa riduzione della mortalità per coronaropatia rispetto ai non fumatori; dopo un anno il rischio di malattia cardiovascolare si dimezza, dopo qualche anno il rischio dovuto al fumo scompare (la mortalità totale degli ex fumatori dopo 15 anni di sospensione è simile a quella dei non fumatori). Prof. Carlo Lai già Primario Cardiologia ASL Cagliari 32 Il fumo è un vizio diffuso nel Mondo; si stima i fumatori siano circa 1.100.000.000 (nel 2025 saranno 1.600.000.000). La mortalità da fumo in ambito mondiale è importante: si stima che ogni anno muoiano 4.000.000 di persone , cioè oltre 10.000 morti al giorno, per una media di 1 morto ogni 8 secondi. Questi dati purtroppo sono destinati a peggiorare. Infatti nel 2020 si stima una mortalità di circa 10.000.000 con oltre 25.000 morti al giorno, per una media di 1 ogni 3 secondi. In alcuni paesi le campagne di sensibilizzazione hanno prodotto una riduzione del numero di fumatori Negli U.S.A. la percentuale dei fumatori è pari al 25% (dati del 1995) con una flessione di 17 punti percentuali rispetto al 1965. Negli ultimi anni, tale percentuale si è ulteriormente ridotta e si è attestata intorno al 16-17%. In Italia i fumatori sono circa 14.000.000, di cui circa 5.500.000 fumano più di 20 sigarette al giorno. La mortalità per fumo è di circa 90.000 per anno. Anche in Italia la percentuale di fumatori è in diminuzione: 24,1% nel 2000 rispetto al 25,4 del 1993 e riguarda i maschi (31,5% nel 2000 rispetto al 35,1% del 1993), mentre è cresciuta la percentuale tra le donne (17,2% nel 2000 rispetto al 16,4% del 1993). Nel nostro Paese fuma oltre 1/5 dei giovani , il 21,3% dei ragazzi tra i 14 ed i 20 anni; a 19 anni un giovane su cinque già fuma. Il cancro del polmone è la prima causa di morte per tumore nei maschi e la terza nelle femmine, ma tra queste ultime è in rapida ascesa. Il rischio di morire di cancro ai polmoni è 22 volte maggiore negli uomini che fumano sigarette e 12 volte nelle donne fumatrici, rispetto ai non fumatori. Il fumo della sigaretta incrementa il rischio di molti tipi di cancro inclusi i cancri: delle labbra, del cavo orale, della faringe, della laringe, dell’esofago, del pancreas, della cervice uterina, delle vie urinarie e dei reni. Il fumo è il responsabile di 9 casi su 10 di tumore ai polmoni !! Un fumatore ogni due subisce una diminuzione di 10-15 anni nell’aspettativa di vita a causa del cancro, in particolare quello al polmone. Il fumo passivo è un grandissimo nemico della nostra salute, ma è sottovalutato. Si tende a considerarlo un rischio minore, ma non è così: soprattutto per i bambini. Infatti: - aumenta del 20% la probabilità di essere colpiti da malattie coronariche e attacchi cardiaci - chi ha colleghi tabagisti che fumano sul posto di lavoro corre un rischio maggiore del 19% di sviluppare un tumore - il partner di un fumatore ha dal 20 al 30% in più di possibilità di ammalarsi di cancro del polmone 33 PER SMETTERE DI FUMARE NON È MAI TROPPO TARDI. ECCO COSA SUCCEDE NEL VOSTRO FISICO QUANDO NON FUMATE DA: 8 ore i livelli di nicotina e monossido di carbonio nel sangue si riducono della metà e i livelli di ossigeno ritornano normali 24 ore il monossido di carbonio viene eliminato dal corpo e i polmoni iniziano ad espellere le sostanze nocive depositate nel tessuto 48 ore non c’è più traccia di nicotina nel corpo. Si riscoprono odori e sapori 72 ore il respiro diventa più facile; vi è un progressivo rilassamento bronchiale e proverete una diffusa sensazione di benessere 2 settimane migliorano i parametri della circolazione sanguigna 6 mesi la pelle del viso riacquista colorito, tonicità ed elasticità recuperando 10 anni di età biologica 9 mesi le ciglia vibranti dell’apparato respiratorio precedentemente paralizzate dal catrame riprendono la loro attività per difendere dalle infezioni 5 anni il rischio di problemi cardiaci e polmonari si dimezza 10 anni il rischio di problemi cardiaci e polmonari diminuisce e si allinea a quello di chi non ha mai fumato. Fonte Lega Italiana contro i Tumori SMETTERE DI FUMARE CONVIENE!! Dr. Alberto Desogus già Primario Oncologia Medica ASL Cagliari 34 In Sardegna LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI COORDINAMENTO DELL’UNIONE DELLE SEZIONI PROVINCIALI DELLA SARDEGNA Coordinatore: Alberto Desogus SEZIONE DI CAGLIARI SEZIONE DI SASSARI via Machiavelli, 47 Cagliari -Tel. Fax 070/495558 C.C.P. nr. 17399098 C/C nr. 43488 Banco di Sardegna-Sede Cagliari [email protected] IBAN IT 94 D 01015 04800 000000043488 via Amendola, 40/L Sassari -Tel. Fax 079/214688 C.C.P. nr. 10204071 C/C nr. 14353 Banco di Sardegna-Ag. l Sassari [email protected] IBAN IT 17U01015172010000000l4353 • Presidente: Schirru Alfredo • Vice Presidente: Cabula Carlo • Cara Carla • Rais Marco • Kappler Roberta • Presidente: Bisail Marco • Vice Presidente: Scarduzio Salvatore • Gadau Rossana • Meloni Giovanni Battista • Scano Giovanni Revisori dei conti: Salvatore Doro (Presidente), Lina Maludrottu, Isabella Milella Revisori dei Conti Enrico Sedda, Guido Cali,Giovanni Pistis SEZIONE DI ORISTANO via D. Petri, 9 Oristano - Tel.0783/74368 C.C.P. nr. 15810096 C/C nr. 17439 Banco di Sardegna - Sede Oristano [email protected] IBAN IT 13R0101517400000070236721 Consulenti Commercialista responsabile: Ugo Cappellacci Educazione alla Salute Responsabile: Silvana Tilocca Scuola Laringectomìzzatì Responsabile: Giuseppe Spissu Referente scolastica alla salute: M.Antonia Sanna Consulta Femminile Responsabile: Michela Barca Ambulatori Responsabile: Elia Carboni Comitato Scientifico Dott.ssa Franca Adamo, Dott. Giorgio Astara, Dott. Carlo Cabula, Prof. Giuseppe Casula, Prof. Gavino Faa, Dott. Carlo Floris, Dott. Enrico Giua, Sig.ra Maria Rosaria Lai, Dott. Piero Loriga, Prof. Bruno Massidda, Prof. G.Benedetto Melis, Dott. Antonio Muggiano, Dott. Patrizio Mulas, Prof.ssa A.Maria Paoletti, Dott. Antonio Piga, Dott. Gabriele Podda, Sig.ra Franca Pretta, Dott. Manlio Sanna,Dott. Giorgio Tore • Presidente: Mercedes Eralda Licheri • Vice Presidente: Antonello Gallus • Tito Sedda • Bianca Maria Falchi • Irene Pozzato Revisori dei Conti: Alberto Annis (Presidente), Arianna Renolfi, Marcello Siddu SEZIONE DI NUORO via Cagliari 54, Desulo - Tel. Fax 0784/619249-619747 C/C nr 96588240 Banca Com.lt.- Sede Nuoro [email protected] BANCO DI SARDEGNA IBAN IT 7380101586530000000000570 • Presidente: Vicari Gaetana • Vice Presidente: Ladu Anna • Congias Maria Assunta • Garau Manuela • Floris Salvatore Comitato Esecutivo: Gaetana Vicari, Anna Ladu Salvatore Floris Revisori Dei Conti:, Massimo Frau, Rosanna Mannu Franca Fulgheri 35 LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI Coordinamento Regionale della Sardegna ANCHE QUEST’ANNO AIUTACI Dona il 5 per mille alla Lega Italiana per la Lotta contri i tumori Sezione Provinciale di Cagliari C.F. 92085840921 Sezione Provinciale di Sassari C.F. 01107520908 Sezione Provinciale di Nuoro C.F. 01188340911 Sezione Provinciale di Oristano C.F. 00717950950 36