Il volume è a cura della
Direzione Tutela
Ambientale della
Provincia di Firenze
La ricerca ed
elaborazione dati e
stesura del testo del
rapporto sono a cura
dell’Istituto di Ricerche
Ambiente Italia Milano
Hanno collaborato:
Elio Altese
Duccio Bianchi
Giulio Lazzerini
Hanno contribuito alla
redazione del capitolo
delle “Politiche per
l’Ambiente”, oltre alla
Direzione Tutela
Ambientale, la
Direzione Rifiuti e
Bonifiche, Direzione
Territorio e Servizi
Urbanistici, Direzione
Difesa del suolo,
bonifica e risorse
idriche, Assessorato
Edilizia, Assessorato
Trasporti, Laboratorio di
didattica Ambientale
della Provincia di
Firenze.
hanno contribuito
inoltre:
Agenzia Fiorentina per
l’Energia
LINNÆA ambiente Srl.
Il capitolo Ambiente e
Salute è stato redatto
dai Dipartimenti della
Prevenzione della ASL
10 (Area Fiorentina) e
della ASL 11 (Area
Empolese-Valdelsa).
Si ringraziano:
ARPAT - Dipartimento
di Firenze, la Direzione
Territorio e Servizi
Urbanistici, la Direzione
P.I. e Turismo, la
direzione Agricoltura e
Foreste della Provincia
di Firenze, l’ARSIA e
tutti gli altri Enti che
hanno collaborato e
fornito i dati del
rapporto.
Coordinamento
redazionale ed editing:
Lorella Lentucci
Paola Muti
emilio galanti
Immagine coordinata:
art direction
Marco Capaccioli
impaginazione
Paolo Denti,
Leonardo Pili
Stampa:
Grafiche Martinelli,
Vallina
Stampato su carta
completamente biodegradabile
e/o riciclabile
2
Provincia di Firenze
Assessorato
all’Ambiente
4
INDICE
Presentazione Riccardo Gori
Assessore all’Ambiente della Provincia di Firenze
9
INTRODUZIONE
13
LISTA E RIPARTIZIONE INDICATORI
17
FATTORI ANTROPICI: ENERGIA
consumi energetici
consumi elettrici
intensita' energetica
23
24
26
28
FATTORI ANTROPICI: INDUSTRIA E TURISMO
effetti ambientali dell’industria
industrie a rischio di incidente rilevante
infortuni sul lavoro e malattie professionali
impianti soggetti alle norme ippc
sistemi di gestione ambientale
presenza e pressione turistica
turismo: offerta ricettiva
agriturismo
29
30
31
32
33
34
35
37
37
FATTORI ANTROPICI: AGRICOLTURA
tipo di utilizzazione del suolo agricolo
utilizzazione degli input chimici di sintesi (fertilizzanti )
utilizzazione degli input chimici di sintesi (fitosanitari)
pericolosità ambientale prodotti fitosanitari
carichi trofici potenziali
consumi idrici in agricoltura
bilancio input/output azoto
qualita’ delle produzioni alimentari
agricoltura biologica
40
41
43
44
45
47
49
51
53
55
FATTORI ANTROPICI : TRASPORTI
motorizzazione privata
traffico aereo
consumi per la mobilita'
infrastrutture e offerta di trasporto su ferrovia
incidentalita' stradale
qualita' ambientale del parco auto
57
58
60
61
62
64
65
FATTORI ANTROPICI: POPOLAZIONE E INSEDIAMENTI
struttura dell’uso del suolo
densita di popolazione
66
67
69
INDICE
Rapporto sullo Stato
dell’ Ambiente
5
INDICE
6
patrimonio edilizio
produzione edilizia
71
73
FATTORI ANTROPICI : RIFIUTI
rifiuti urbani
rifiuti speciali
raccolta differenziata
capacita' di smaltimento dei rifiuti
bonifica dei suoli
75
76
78
80
80
83
FATTORI ANTROPICI: INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
evoluzione delle sorgenti di campi elettromagnetici
controlli dei livelli di potenza e dell'esposizione della popolazione
84
85
86
COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA E CLIMA
emissioni inquinanti atmosferici per sorgente
emissioni gas serra per sorgente
contributo all’effetto serra
meteorologia
superamento dei valori obiettivo di qualità dell’aria
concentrazioni medie annue di inquinanti atmosferici
biomonitoraggio della qualità dell’aria
concentrazioni di ozono troposferico
aree a rischio di qualità dell'aria
rete di monitoraggio della qualità dell’aria
classificazione della diffusività atmosferica nella provincia di firenze
90
92
94
95
97
99
101
103
105
107
109
111
COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUE
prelievi e risorse idriche
consumi idrici
qualità delle acque sotterranee
qualità delle acque superficiali
capacita' di depurazione
112
113
115
117
119
122
COMPONENTI AMBIENTALI: CLIMA ACUSTICO
inquinamento acustico
inquinamento acustico da infrastrutture di trasporto
classificazione acustica
123
124
126
128
COMPONENTI AMBIENTALI: PAESAGGIO
aree disturbate per la qualita’ visiva del paesaggio
infrastrutture ecologiche del paesaggio
la diversità delle aree agricole
diversita' del paesaggio agro-forestale
aree soggette a vincoli paesaggistici
129
130
132
134
135
137
COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITA’
struttura della superficie forestale
superficie forestale e altre aree boscate
incendi boschivi
aree protette di interesse naturalistico
138
139
141
143
145
aree faunistiche e pressione venatoria
specie animali e vegetali presenti in liste d’attenzione
habitat naturali e seminaturali minacciati
147
149
151
COMPONENTI AMBIENTALI: SUOLO E RISCHIO IDROGEOLOGICO
attività estrattiva
esposizione a fenomeni alluvionali
esposizione a rischio di frana
interventi per la riduzione del rischio idraulico e da frana
153
154
156
160
162
COMPONENTI AMBIENTALI: AREE URBANE
consumo di territorio per abitante
accessibilita aree ricreative
accessibilita dei servizi locali
164
165
166
168
Le politiche per l’ambiente
della Provincia di Firenze
1
PREMESSA
170
2
IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE
2.1 Il SIT dell’ Area delle Politiche del territorio
2.2 Il progetto SIRA
2.2.1. Gli archivi SIRA
2.3 Diffusione delle informazioni di carattere ambientale
174
174
175
3
IL TERRITORIO
3.1 Il Piano Territoriale di coordinamento Provinciale
3.2 Le Aree protette
3.3 Difesa del suolo e corretto utilizzo delle risorse idriche
176
176
176
177
4
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
4.1 Agenda 21 e istituzioni locali
4.1.1 Il Progetto FI 21 “Ag. 21 locale per lo sviluppo
sostenibile della Provincia”
4.2 La bioarchitettura per un’edilizia sostenibile
4.3 Educazione ambientale
4.3.1 Il laboratorio didattico ambientale
4.3.2 Riciclabilandia
4.3.3 Il Riciclone
4.3.4 Camminare nel verde
4.4 Mobilità sostenibile
4.4.1 Iniziative per migliorare l’accessibilità al Trasporto
Pubblico Locale
4.4.2 Iniziative per favorire la mobilità secondaria ciclabile
178
178
SISTEMI AMBIENTALI
5.1 La gestione dei rifiuti
5.1.1 Riduzione della produzione di rifiuti
186
186
180
181
INDICE
5
175
184
7
6
5.1.2 Cofinanziamenti di progetti in materia di raccolta
differenziata e riduzione della produzione di rifiuti
5.2 Il sistema aria e la tutela dall’ inquinamento atmosferico
5.2.1 Il sistema permanente integrato per il monitoraggio
della qualità dell’aria
5.2.1.1.Risultati ottenuti nel periodo 2000/2002
5.2.1.2.Prospettive 2003/2004
5.3 Il sistema acqua
190
ALTRI PROGETTI
6.1 Progetto qualità
6.2 Progetto energia
6.3 Progetto elettrosmog
191
191
192
193
188
INDICE
Ambiente e salute
8
IL PIANO SANITARIO REGIONALE 2002-2004 DELLA REGIONE TOSCANA
197
LE VALUTAZIONI SULLA SALUTE E IL BENESSERE
DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE NELL’ASL 10
199
LE VALUTAZIONI SULLA SALUTE E IL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE
RESIDENTE NELL’ASL 11
211
PRESENTAZIONE
Agenda 21 provinciale. In sostanza, l’illustrazione
della quantità/qualità ambientale delle nostre aree
a predisposizione della Relazione sullo Stato
L
urbane, industriali, agricole, e delle risposte attuali
dell’Ambiente della Provincia di Firenze del
alle varie problematiche e/o emergenze, servirà da
2003 ha coinciso con la più vistosa
base conoscitiva su cui impostare una discussione
dimostrazione, su scala continentale, dei
che avrà da un lato il compito di “validare”
cambiamenti climatici in corso sul nostro pianeta.
(confermandolo e/o arricchendolo) il quadro dei
Dalla tarda primavera fino alle soglie dell’autunno di
parametri ambientali e dei dati stessi; dall’altro il
quest’anno, i parametri ambientali fondamentali –
compito di concorrere, in modo partecipato, alla
acqua, aria, suolo – in quasi tutta Europa sono stati
predisposizione del Piano Provinciale di azione
condizionati e sconvolti dalla cosiddetta “bolla
ambientale, che dovrà costituire, a nostro avviso, un
africana”, così come è accaduto allo stato di salute
severo e realistico sforzo di portare più avanti la
psico-fisica di molte persone.
difesa e, laddove necessario, la riqualificazione del
Gli esperti ci dicono che questo stato di cose non è
nostro contesto ambientale: patrimonio prezioso per
un’eccezione, ma è destinato a diventare la regola, e
tutta la nostra comunità.
i più sono convinti che ciò dipenda dall’azione
Ci è sembrato utile, infine, coinvolgere in maniera più
dell’uomo nel corso dell’ultimo secolo.
organica la scuola in questa conoscenza dei dati
Soltanto politiche ambientali “forti” e coraggiose
dell’ambiente provinciale. Ciò significa che ci sarà
degli Stati, secondo questi esperti, possono riuscire
anche una relazione sullo stato dell’ambiente in
di invertire questa tendenza negativa ed evitare,
versione didattica, sia per le scuole medie-superiori,
almeno in parte, scenari catastrofici per l’intera
sia per le medie inferiori e per le elementari, con la
umanità. Il richiamo dunque è per ognuno a fare
segreta ambizione di poter presto attivare anche una
qualcosa, nel contesto e alla scala in cui ciascuno si
AGENDA 21 per e nelle scuole.
trova a operare: noi siamo d’accordo.
In fondo sono proprio i giovani e i ragazzi – anche se
La presentazione degli elementi e dei dati sullo stato
sovente non lo si fa loro ben sapere – il valore
del nostro Ambiente, vuol rappresentare non un
aggiunto in grado di muovere davvero gli Stati a
passaggio “amministrativo” e puramente canonico,
quelle politiche coraggiose in campo ambientale
bensì, proprio in forza di emergenze come quella
capaci di assicurare un futuro meno incerto ed
recentemente vissuta, un’occasione per
oscuro proprio alle giovani generazioni e all’umanità
“apparecchiare” un tavolo di lavoro impegnativo
intera.
attorno al quale chiamare i decisori politici, il mondo
del sapere, i tecnici interni ed esterni alle istituzioni,
la pubblica opinione, così come i vari soggetti
economici e sociali.
Riccardo Gori
A tal fine, parallelamente alla presentazione della
Assessore all’ambiente della Provincia
Relazione, noi intendiamo attivare il processo di
di Firenze
9
Rapporto
sullo Stato
dell’ Ambiente
12
INTRODUZIONE
L’elaborazione e la presentazione del rapporto sullo stato
dell’ambiente, accompagna, oggi, l’avvio del percorso di
Agenda 21, cioè di un percorso di elaborazione di uno
scenario di sostenibilità ambientale e sociale e di un
insieme di specifiche azioni positive e concrete, condotto
assieme dalle istituzioni locali e dalle varie forze sociali.
Il rapporto sullo stato dell’ambiente è, infatti, uno dei
molti strumenti necessari alle politiche ambientali e di
sostenibilità. Non è l’archivio della molteplicità delle
informazioni ambientali disponibili. E’ invece, in primo
luogo, uno strumento di monitoraggio, descrizione e
interpretazione sia della qualità delle risorse ambientali
che dei fattori umani che influenzano e modificano l’ambiente.
Che cosa sta succedendo ? Perché sta succedendo ?
Stiamo vedendo dei cambiamenti ? Quanto sono efficaci
le nostre azioni e politiche ambientali ? Queste sono le
domande chiave a cui il rapporto sullo stato dell’ambiente - e il sistema di indicatori che lo compone - cerca di
fornire delle risposte. Al centro della nostra impostazione
del rapporto sullo stato dell’ambiente stanno dunque le
relazioni tra le attività umane - i consumi energetici, i trasporti, le attività produttive, gli insediamenti urbani - e le
risorse ambientali, la qualità dell’aria, delle acque, del
paesaggio.
Per questa ragione, il rapporto sullo stato dell’ambiente è
anche uno strumento per verificare i miglioramenti e i
peggioramenti che si sono verificati nel tempo, le criticità e le opportunità, la capacità di integrare le considerazioni ambientali nelle azioni pubbliche e private, delle
amministrazioni locali, delle imprese, di tutti noi singoli
cittadini e consumatori.
Questo rapporto ci restituisce un quadro complesso della
condizione ambientale della provincia di Firenze.
La qualità delle risorse ambientali e la loro integrazione
con un ricco patrimonio storico e artistico costituiscono
l’essenza dell’immagine della provincia di Firenze.
Non è una immagine stereotipata. Anche se non è possibile tradurre in indicatori alcuni valori estetici, la provincia di Firenze è dotata di una elevata presenza di aree
boscate e di alto pregio naturale, di paesaggi agrari diversificati, di un tessuto di aree agricole con una presenza
rilevante di infrastrutture ecologiche, di una articolazione
di centri urbani e borghi e aree minori che - pur talvolta
segnati dal declino - hanno mantenuto una loro identità e
vivacità.
Il valore di queste risorse e di queste qualità ambientali
non solo contribuisce al “marchio” per l’insieme dei prodotti e del lavoro locale, ma è anche - e in maniera crescente - una fonte diretta di reddito e un motore di attività economiche.
Si pensi, intanto, alla crescita forte - e inattesa - del turi-
smo (+ 20% di presenze in soli cinque anni) concentrata
e trainata soprattutto dalle aree rurali (su una crescita di
1,6 milioni di presenze, le aree esterne a Firenze ne
hanno intercettate 1,1 milioni) e soddisfatta in primo
luogo dall’offerta ricettiva basata su agriturismi, appartamenti e altre modalità più soft, fondate sul recupero dell’esistente piuttosto che sulla realizzazione di nuovi complessi.
Si pensi ancora alla spettacolare crescita del settore dell’agricoltura (e dell’allevamento) biologica, incrementata
del 40% tra il 1999 e il 2002, giunta oggi a coprire il 18%
della superficie agricola utile, un valore più che doppio
rispetto alla media nazionale.
In questi settori - anche molto esposti alla domanda estera (e alla sensibilità ambientale estera) - si è avviata una
conversione in senso ambientale, che sta producendo un
vantaggio sia economico che ecologico. Crea nuove aree
di mercato espansive e, al tempo stesso, contribuisce al
miglioramento della qualità ambientale, al mantenimento
del paesaggio, al ripristino territoriale.
In altre aree, invece, la provincia di Firenze condivide
senza eccellenze le tendenze dominanti dell’Italia e non
sfrutta le proprie potenzialità.
Il sistema industriale, pur non rappresentando la principale fonte di impatto, mostra un non elevato dinamismo
ambientale e solo di recente si sono manifestati segni di
risveglio con il varo di alcuni programmi di certificazione
dei sistemi di gestione ambientale.
Più in generale, i fattori di pressione tradizionali (o,
meglio, le “driving forces”, le forze motrici dell’economia
e dell’attività umana) sono tutti sotto il segno della crescita: crescono i consumi energetici, cresce la mobilità,
cresce la produzione di rifiuti.
La struttura della mobilità non è evoluta verso i trasporti
collettivi, le rotaie o verso un più diffuso impiego delle
biciclette (anche se nelle aree urbane sono state attuate
misure di limitazione del traffico, di pedonalizzazione, di
tariffazione della sosta, di impiego di nuovi mezzi). Il
sistema energetico, con una parziale sostituzione tra olio
combustibile e metano, è rimasto incentrato sui combustibili fossili e non ha conosciuto alcun apprezzabile sviluppo delle fonti rinnovabili (eolico, solare, biomasse) sia
nella produzione elettrica che termica.
E cresce di conseguenza - con una intensità doppia
rispetto alla media nazionale - il contributo della provincia di Firenze alle emissioni climalteranti e all’effetto
serra, che rappresenta la principale e più consistente
minaccia ambientale su scala globale.
Il miglioramento tecnologico (soprattutto del parco macchine) e della qualità dei combustibili ha però limitato gli
effetti negativi della crescita dei consumi energetici e in
particolare della mobilità. Per la gran parte degli inquinanti atmosferici si registra una riduzione delle concen-
13
trazioni, pur permanendo una situazione di criticità
soprattutto per il PM10 e per l’ozono (in crescita). Dal
1999, per ossidi di azoto e monossido di carbonio non si
registrano più superamenti dei limiti di legge.
La contrazione o la stabilizzazione delle emissioni idriche
industriali e domestiche ha contenuto o ridotto i carichi
inquinanti sui corpi idrici, ma la qualità dei corsi d’acqua
- e in particolare quella dell’Arno – limitatamente al tratto a valle della città di Firenze, comincia a manifestare
segni consistenti di miglioramento con l’attivazione dell’impianto di depurazione di San Colombano che, una
volta a regime, dovrebbe colmare il gravissimo deficit di
depurazione che per decenni ha drammaticamente alterato le condizioni dell’Arno.
Una notevole crescita si registra invece nella produzione
dei rifiuti urbani (+ 20% solo nel periodo 1997 - 2000),
nonostante i livelli procapite già tra i più alti d’Italia.
L’estensione e il successo della raccolta differenziata, che
ha superato il 25% (più di dieci punti percentuali sopra la
media nazionale), non è però sufficiente a ridurre la quantità totale di rifiuti residui. Anche la produzione di rifiuti
speciali risulta sostenuta, anche se è difficile valutarne le
tendenze.
Questi fattori di impatto si manifestano nelle forme più
acute nelle aree urbane. Ma è la stessa urbanizzazione a
costituire un fattore di impatto significativo e da controllare. La crescita dell’artificializzazione del territorio, dei
perimetri urbani e delle aree edificate, è proseguita anche
nel corso dell’ultimo decennio (+3,5%), nonostante il
declino demografico (-1,1%). Il consumo di suolo procapite non è indifferente (e varia dai 110 mq/ab in comuni
a forte densità agli oltre 600 mq/ab di comuni con insediamenti estensivi e declino demografico). La dispersione
di centri abitati e infrastrutture di trasporto determina una
frammentazione delle aree naturali e agricole e un “disturbo” che investe una area molto ampia della provincia
(ca. il 40% della superficie provinciale, variando tra il
60% dell’area fiorentina e il 20% nel Mugello).
Una notevole porzione del territorio è sottoposto a instabilità geomorfologica e rischio di frana. Oltre il 10% del
territoriale provinciale è ancora esposto a rischio idraulico elevato o molto elevato. In tal senso il risanamento e
la messa in sicurezza del bacino dell’Arno costituisce una
delle grandi priorità ambientali. Nonostante la scarsità
delle risorse disponibili, rispetto ad un fabbisogno stimato di 1,9 mld. di , i Consorzi di bonifica, l’Autorità di
bacino del fiume Arno e gli Enti locali hanno avviato un
piano di risanamento di vasto respiro.
Gli indicatori ambientali - che vorremmo trasformare fin
dal prossimo anno in indicatori di sostenibilità (ambientale, ma anche sociale ed economica) - mostrano i progressi realizzati. Mostrano anche, però, l’urgenza di una
integrazione degli obiettivi ambientali nell’insieme delle
politiche e delle attività economiche e di una più forte
conversione dei comportamenti pubblici e privati, indivi-
14
duali e collettivi. E segnalano la necessità che le politiche
pubbliche - sia a scala nazionale che locale - siano più
consapevoli dell’importanza della qualità ambientale
anche come fattore di sviluppo economico e di miglioramento della qualità della vita.
Sotto il profilo metodologico, questo rapporto sullo stato
dell’ambiente si articola in un insieme organizzato e commentato di indicatori, periodicamente aggiornabili.
Nell’articolazione del sistema di indicatori si sono individuate 14 tematiche raggruppate in:
- “fattori antropici” che identificano essenzialmente le
attività antropiche e alcuni specifici fattori di impatto
trasversali a varie attività antropiche (energia; industria e turismo; agricoltura; trasporti; popolazione e
insediamenti; rifiuti; inquinamento elettromagnetico),
- “componenti ambientali” che identificano risorse e
aspetti ambientali oggetto di impatto (aria e clima;
acque; clima acustico; paesaggio; biodiversità; suolo
e rischio idrogeologico; aree urbane).
Nella struttura delle tematiche, rispetto ai report più tradizionali, vi è una maggiore attenzione agli aspetti relativi alle aree e agli insediamenti urbane e al paesaggio, che
appaiono temi di particolare rilievo nella provincia di
Firenze.
La ripartizione per tematiche semplifica l’organizzazione
del set di indicatori, ma sacrifica purtroppo la complessità delle relazioni. Alcuni indicatori sono infatti funzionali a
caratterizzare e comprendere più aspetti ambientali. Ad
esempio, gli indicatori di qualità dell’aria e di inquinamento acustico sono caratterizzanti anche in maniera
specifica della qualità ambientale delle aree urbane.
Una scheda di sintesi, in apertura di ciascun capitolo
tematico, sintetizza i risultati mostrati dagli indicatori in
relazione soprattutto all’andamento temporale, alla criticità del fenomeno e alla presenza di azioni correttive. La
scheda costituisce una sintetica guida alla lettura e all’interpretazione delle dinamiche registrate per quella specifica componenete ambientale o per fattore antropico.
La struttura del sistema di indicatori della provincia di
Firenze si basa sull’approccio DPSIR, sviluppato
dall’Agenzia europea per l’ambiente, che considera le
relazioni e i rapporti causali tra:
(a) Determinanti (caratterizzazione delle attività antropiche che hanno conseguenze ambientali: produzione
industriale, agricoltura, energia, trasporti…),
(b) Pressioni (rilasci nell’ambiente e uso delle risorse)
(c) Stato delle componenti ambientali (quantità e qualità
delle risorse in termini fisici, biologici e chimici)
(d) Impatti (effetti dei cambiamenti intervenuti sulla disponibilità, qualità, salute delle risorse ambientali e
umane)
(e) Risposta (politiche e interventi, di soggetti pubblici e
privati, per migliorare l’ambiente o ridurre gli impatti)
Gli indicatori impiegati sono di tre tipi:
(a) indicatori descrittivi, costituiti da indicatori elementari che misurano “cosa sta succedendo” in relazione
alle varie componenti ambientali: sono i tipici indicatori di base per la caratterizzazione della situazione
ambientale
(b) indicatori prestazionali, che misurano la distanza (per
questo sono anche conosciuti come indicatori “distance-to-target”) della situazione attuale rispetto a
valori di riferimento (obiettivi), che possono essere
fondati su obiettivi politici nazionali o locali o su
obiettivi internazionali
(c) indicatori di efficienza, costituiti generalmente da
indicatori derivati che misurano l’efficienza di uso
delle risorse (o di generazione di inquinamento) per
unità di prodotto, di processo, di reddito
La scelta degli indicatori ha seguito i tradizionali criteri
della rilevanza, della consistenza analitica, della capacità di
comunicare, della capacità di orientamento, della misurabilità e aggiornabilità e della disponibilità a costi accettabili.
La scelta degli indicatori è comunque, anche in questo
caso, il frutto di un inevitabile compromesso tra i fabbisogni conoscitivi (i teorici indicatori che sarebbero necessari)
e la disponibilità reale di fonti informative.
Gli indicatori rappresentati sono in parte tratti da fonti
pubblicate o da studi condotti dall’Amministrazione
Provincale o dall’Arpat, in parte sono rielaborazioni (o
stime) di Ambiente Italia su dati disponibili presso le varie
fonti, in parte sono elaborazioni originali condotte appositamente per questo rapporto.
Particolare attenzione, nella scelta degli indicatori, è stata
posta a sviluppare quegli “indicatori di integrazione settoriale” raccomandati dall’Unione Europea, fin dal Report
on environment and integration indicators to the
Helsinki Summit , per “legare le preoccupazioni ambientali con le attività del settore” e “fornire uno strumento
per monitorare e comparare l’attuazione della strategia di
integrazione”.
Questi indicatori – che in parte si basano su nuovi indicatori elementari e in gran parte rappresentano una revisione o una nuova formulazione di indicatori basati su
dati disponibili – sono generalmente orientati verso indicatori di prestazione e efficienza o verso indicatori
descrittivi che intrinsecamente rappresentano una coniugazione tra sostenibilità ambientale e sostenibilità socioeconomica (per il settore di appartenenza).
Ulteriori sviluppi in questa direzione sono attesi nei prossimi rapporti della Provincia di Firenze, con un più ampio
sviluppo degli indicatori comuni europei sull’ambiente
urbano, degli indicatori di integrazione e degli indicatori
di sostenibilità sociale ed economica.
15
16
LISTA
E RIPARTIZIONE
INDICATORI
Legenda:
D = indicatore di determinanti
P = indicatore di pressione
S = indicatore di stato
I = indicatore di impatto
R = indicatore di risposta
D
P
S
I
R
FATTORI ANTROPICI: ENERGIA
consumi energetici
x
consumi elettrici
x
intensita' energetica
x
x
FATTORI ANTROPICI: INDUSTRIA E TURISMO
effetti ambientali dell'industria
x
industrie a rischio di incidente rilevante
x
infortuni sul lavoro e malattie professionali
x
imprese soggette alle norme IPPC
sistemi di gestione ambientale
x
presenza e pressione turistica
x
turismo: offerta ricettiva
x
x
agriturismo
x
FATTORI ANTROPICI: AGRICOLTURA
tipo di utilizzazione del suolo agricolo
x
x
input chimici di sintesi (fertilizzanti )
x
input chimici di sintesi (fitosanitari)
x
pericolosità ambientale prodotti fitosanitari
x
carichi trofici potenziali
x
consumi idrici in agricoltura
x
bilancio input/output azoto
x
qualita' delle produzioni alimentari
x
agricoltura biologica
x
FATTORI ANTROPICI : TRASPORTI
motorizzazione privata
x
traffico aereo
x
infrastrutture e offerta di trasporto su ferrovia
x
consumi per la mobilita'
x
x
17
D
P
S
incidentalita' stradale
I
R
x
qualita' ambientale del parco auto
x
FATTORI ANTROPICI: POPOLAZIONE E INSEDIAMENTI
struttura dell'uso del suolo
x
densita di popolazione
x
patrimonio edilizio
x
produzione edilizia
x
FATTORI ANTROPICI : RIFIUTI
rifiuti urbani
x
rifiuti speciali
x
raccolta differenziata
x
capacita' di smaltimento dei rifiuti
x
bonifica dei suoli
x
COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA E CLIMA
emissioni inquinanti atmosferici per sorgente
x
emissioni gas serra per sorgente
x
contributo all'effetto serra
x
meteorologia
superamento dei valori obiettivo di qualità dell'aria
x
concentrazioni medie annue di inquinanti atmosferici
x
biomonitoraggio della qualità dell'aria
x
concentrazioni di ozono troposferico
x
aree a rischio di qualità dell'aria
x
rete di monitoraggio della qualità dell'aria
x
classificazione della diffusività atmosferica nella provincia di Firenze
x
COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUE
prelievi e risorse idriche
x
consumi idrici
x
qualità delle acque sotterranee
x
qualità delle acque superficiali
x
capacita' di depurazione
x
COMPONENTI AMBIENTALI: CLIMA ACUSTICO
inquinamento acustico urbano
x
inquinamento acustico da infrastrutture di trasporto
x
classificazione acustica
x
COMPONENTI AMBIENTALI: PAESAGGIO
aree disturbate per la qualita' visiva del paesaggio
x
infrastrutture ecologiche del paesaggio
x
la diversità delle aree agricole
x
18
D
P
diversita' del paesaggio agro-forestale
S
I
R
x
aree soggette a vincoli paesaggistici
x
COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITA'
struttura della superficie forestale
x
superficie forestale e altre aree boscate
x
incendi boschivi
x
aree protette di interesse naturalistico
aree faunistiche e pressione venatoria
x
x
x
specie animali e vegetali presenti in liste d'attenzione
x
habitat naturali e seminaturali minacciati
x
COMPONENTI AMBIENTALI: RISCHIO IDROGEOLOGICO
attività estrattive
x
esposizione a fenomeni alluvionali
x
x
esposizione a rischio di frana
x
x
interventi per la riduzione del rischio idraulico e da frana
x
COMPONENTI AMBIENTALI: AREE URBANE
consumo di territorio per abitante
x
accessibilita aree ricreative
x
accessibilita dei servizi locali
x
19
Fattori
antropici
22
FATTORI ANTROPICI: ENERGIA
Tendenza nel tempo
Legenda
☺
migliora
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
Criticità
☺
Situazione positiva
Risposte/azioni
☺
risposte in atto adeguate
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
necessita di ulteriori
indagini
Significativi, ma
inferiori alla media
nazionale e regionale
Attuazione limitata
misure di risparmio
Significativi, ma
inferiori alla media
nazionale e regionale
Attuazione limitata
misure di risparmio
Significativa, ma
inferiore alla media
nazionale
Non risultano impianti
significativi nè elettrici
nè termici
risposte in atto da
rafforzare
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
Energia
Consumi
energetici
In crescita, ma ridotta
negli ultimi due anni
Consumi
Elettrici
Crescita continua
Intensità
Energetica
Crescita intensità, ma
misurata su pochi anni
Fonti
Rinnovabili
Dati non disponibili
Limitata risposta a
misure di incentivo
23
CONSUMI ENERGETICI
Consumi per settore e per vettore, totali e procapite
Consumi energetici ed elettrici procapite
(cumulato province Firenze e Prato)
5
4,5
4
tep/ab, MWh/ab
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
1990
1991
1992
1993
1994
Totale consumi energetici (tep/ab)
1995
1996
1997
1998
1999
2000
Totale consumi elettrici (MWh/ab)
Descrizione
Metodologia
Nel periodo 1990 - 2000 i consumi energetici totali (calcolati in energia primaria) hanno conosciuto una crescita di
ca. il 21%, determinata da una crescita sostenuta dei consumi industriali (+27%, soprattutto nell'area pratese) e dei
trasporti.
La crescita è stata superiore alla media nazionale.
Al 2000, gli usi civili (residenziali e terziari) assorbono il
41% dei consumi, l'industria il 32% e i trasporti il 26%.
Nella sola area della provincia di Firenze i consumi energetici ed elettrici procapite risultano più contenuti rispetto
alla provincia di Prato, con una incidenza inferiore dei consumi industriali (27% del totale) e superiore dei trasporti
(33% del totale).
Sotto il profilo delle fonti consumate si è registrata una crescita notevole sia dei consumi elettrici che dei consumi di
gas naturale (+33%), mentre si è dimezzato il ricorso agli
oli combustibili.
Nel 2000 si è registrata una contrazione dei consumi derivante da una flessione dei consumi di benzine e di oli combustibili.
L'indicatore rappresenta i consumi di energia primaria
(consumo interno lordo).
I dati sono tratti da Bollettino Petrolifero, GRTN (consumi
elettrici), Snam (gas naturale).
I consumi energetici sono convertiti in Tep secondo i fattori di conversione impiegati nel Bilancio Energetico nazionale. Per l'energia elettrica, la conversione in energia primaria considera i rendimenti di trasformazione medi nazionali (convenzionalmente 1 GWh = 220 Tep). Per il 2000 i consumi di gas naturale, nell'indisponibilità di dati disaggregati provinciali, sono stimati assumendo la stessa evoluzione
registrata su scala nazionale. Non sono disponibili dati
relativi ai consumi di fonti energetiche rinnovabili (solare
termico, biomasse etc) e al consumo di carbone.
24
Consumi energetici per usi finali
Consumi energetici per fonte
(cumulato province Firenze e Prato)
(cumulato province Firenze e Prato)
3.500.000
3.000.000
3.000.000
2.500.000
2.500.000
2.000.000
2.000.000
tep
tep
3.500.000
1.500.000
1.500.000
1.000.000
1.000.000
500.000
500.000
0
1994
agricoltura
industria
trasporti
1998
2000
usi civili (res + terz)
elettrico
0
1990
1992
1994
benzine
gasolio
gpl
1996
1998
oli combustibili
2000
gas naturale
Consumi energetici per fonte (tep di energia primaria), province di Firenze e Prato
elettrico
benzine
oli combustibili
gpl
gasolio
gas naturale
Totale
1990
908.556
384.743
135.400
37.833
417.270
670.514
2.554.315
1995
1.022.054
468.126
75.280
56.634
442.712
827.015
2.891.819
1996
1.039.984
474.572
72.325
54.466
386.814
841.276
2.869.436
1997
1.087.460
460.866
80.835
58.632
379.815
833.866
2.901.475
1998
1.115.268
476.429
102.980
91.067
396.583
877.505
3.059.832
1999
1.141.052
465.659
112.525
89.706
410.027
897.792
3.116.761
2000
1.178.936
443.175
67.241
84.620
422.828
894.035
3.090.834
Consumi energetici per uso finale (tep di energia primaria), province di Firenze e Prato
agricoltura
industria
trasporti
usi civili
Totale
1990
19.510
776.925
664.536
1.093.344
2.554.315
1995
23.647
854.998
834.029
1.179.146
2.891.819
1996
22.713
868.767
796.564
1.181.392
2.869.436
1997
20.772
922.775
795.694
1.162.233
2.901.475
1998
23.189
949.749
844.243
1.242.650
3.059.832
1999
25.691
993.548
829.137
1.268.386
3.116.761
2000
26.741
987.424
813.422
1.263.247
3.090.834
25
CONSUMI ELETTRICI
Consumi per settore, totali e procapite
Consumi elettrici
(indice base 1990 = 100) cumulato Firenze e Prato
160
1990 = 100
140
120
100
60
40
1980
1983
1986
totale
1989
ndustria
1992
residenziale
1995
1998
2001
terziario
Descrizione
Metodologia
Nel periodo 1990 - 2001 (sull'insieme delle province di
Firenze e Prato) i consumi elettrici sono cresciuti del 33%,
rispetto al 1980 la crescita è pari al 70%.
Dal 1990 è particolarmente accentuata la crescita dei consumi elettrici nel settore terziario (+60%) e nell'industria
(+34%), mentre nel settore residenziale gli aumenti sono
stati contenuti (+9%).
Nonostante la dinamica di crescita, i consumi procapite
della provincia di Firenze, ca. 4 MWh/ab, risultano inferiori
sia alla media regionale che nazionale.
Nella sola provincia di Firenze i consumi elettrici sono concentrati per il 39% nell'industria, per il 33% nel terziario e
per il 27% nel residenziale. Nel periodo 1996 - 2001, i consumi sono cresciuti del 16%, con una particolare intensità
nel settore terziario (+ 25%).
I consumi di energia elettrica dipendono quasi integralmente da produzioni esterne all'area, essendo la produzione interna (ca. il 2% dei consumi) limitata a una ridotta
quota di produzione idroelettrica, tre impianti di cogenerazione a gas e due impianti di trattamento rifiuti.
L'indicatore si basa sui dati Enel (dal 2000 GRTN) dei consumi elettrici. Dal 1996 sono disponibili dati disaggregati
per le province di Firenze e Prato.
26
Consumi di energia elettrica (GWh), province di Firenze e Prato
agricoltura
industria
residenziale
terziario
Totale
1980
1990
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2.001
20
1.626
1.085
498
3.228
24
1.937
1.197
971
4.130
29
2.200
1.233
1.183
4.646
27
2.218
1.244
1.239
4.727
29
2.350
1.260
1.304
4.943
32
2.383
1.264
1.391
5.069
33
2.411
1.293
1.450
5.187
34
2.512
1.314
1.498
5.359
34
2.598
1.307
1.555
5.494
Consumi di energia elettrica (GWh), provincia di Firenze
agricoltura
industria
residenziale
terziario
Totale
1996
26
1.337
1.017
1.044
3.425
1997
27
1.394
1.030
1.101
3.553
1998
30
1.447
1.051
1.154
3.682
1999
31
1.478
1.066
1.208
3.782
2000
32
1.509
1.077
1.252
3.871
2.001
32
1.568
1.067
1.309
3.976
27
INTENSITA' ENERGETICA
Intensità energetica ed elettrica, totale e per settore
Intensità energetica, totale e industriale
Intensità energetica, totale e industriale
(provincia di Firenze)
200
200
175
175
150
150
125
125
tep/ miliardo di lire di v.a.
tep/ miliardo di lire di v.a.
(cumulato province Firenze e Prato)
100
75
100
75
50
50
25
25
0
0
1995
1996
1997
totale
1998
1999
2000
1998
industria
1999
totale
2000
industria
Descrizione
Metodologia
L'intensità energetica - cioè il consumo di energia in rapporto al reddito generato (misurato come prodotto interno
lordo o come valore aggiunto) - della provincia di Firenze
risulta inferiore alla media nazionale. Nella seconda metà
degli anni '90 l'efficienza energetica dell'economia locale
non appare però migliorare, sia rispetto all'insieme dei
consumi energetici, che ai consumi del settore industriale.
Il settore industriale, in particolare nell'area pratese, sembra richiedere quantità di energia crescenti, ad un ritmo
superiore alla crescita del valore aggiunto.
I bassi costi reali dell'energia (in particolare dell'energia
elettrica) non favoriscono l'adozione di tecnologie e processi gestionali funzionali al risparmio energetico.
L'indicatore “Intensità energetica'' si basa sui dati dei consumi energetici e sulle stime del valore aggiunto provinciale (totale); l'indicatore è espresso in Tep (o MWh) /
Miliardo di lire, normalizzando i dati del valore aggiunto
provinciale su un anno base (coefficiente deflattivo Istat
della Regione Toscana per il Pil).
L'intensità energetica esprime la quantità di energia impiegata per la generazione di una data quantità di reddito.
28
FATTORI ANTROPICI: INDUSTRIA E TURISMO
Tendenza nel tempo
Legenda
☺
$
#
"
migliora
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
Criticità
☺
$
#
"
Situazione positiva
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
necessita di ulteriori
indagini
Risposte/azioni
☺
$
Risposte in atto adeguate
Risposte in atto da
rafforzare
# norme non attivate
innovative da
" azioni
identificare
Risposte previste da
Industria
"
Probabilmente in
riduzione per molti
parametri
Significativi, ma non
costituiscono la
principale fonte di
impatti
$
Potenzialità di recupero
rifiuti e di ottimizzazione
tecnologica e gestionale
Rischio
tecnologico
"
E' stato oggetto di
modifiche normative
$
In provincia di Firenze
non vi sono alte
concentrazioni
☺
Normativa applicata e
avvio delle procedure
IPPC
Infortuni e
malattie
$
Stabili infortuni, in
riduzione malattie
$
Significativi, ma
inferiori alla media
nazionale
$
Attuazione limitata
misure di sicurezza
Sistemi di
gestione
ambientale
#
Crescita ben inferiore
alla media nazionale
ai livelli
# Diffusione
minimi in Italia
#
Forte crescita presenze
anche in aree "sature"
$
Crescita dell'offerta, ma
decentrata e con riuso
strutture esistenti
Emissioni e
consumi
" supporto da attivare
Azioni di promozione e
Turismo
Presenze
Offerta
Agriturismo
☺
Crescita molto elevata
$
Densità elevata, ma nel
decennio si è registrata
una redistribuzione
☺
Le modalità della
nuova offerta non
hanno comportato
carichi aggiuntivi
importanti
☺
Diffusione elevata che
ha minimizzato gli
impatti dello sviluppo
turistico e favorito la
tutela ambienti rurali
$
L'evoluzione dell'offerta
ha minimizzato gli
impatti, potenzialmente
molto elevati
☺
Le normative e gli
strumenti attuali sono
stati efficaci
☺
Le normative e gli
strumenti attuali sono
stati efficaci
17
29
EFFETTI AMBIENTALI DELL’INDUSTRIA
Contributo delle attività industriali alle emissioni e ai consumi totali
Effetti ambientali delle attività industriali: contributo alle
emissioni e consumi totali (%)
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
emissioni Nox
emissioni
PM10
emissioni CO2
consumi
energetici
consumi idrici
rifiuti totali
Contributo del settore industriale ad alcuni effetti ambientali
Emissioni atmosferiche (1995)
CO
Rifiuti (1998 – 1999)
1% Rifiuti totali (1998)
NOx
27% Rifiuti pericolosi (1999)
PM10
15 %
SO2
Acque (metà anni '90)
56% Prelievi non restituiti
Effetto serra (2000)
CO2
19%
53%
17%
Energia (2000)
29% Consumi energetici
27%
Descrizione
Metodologia
Il settore industriale contribuisce in maniera variabile ai
carichi ambientali, ma generalmente non costituisce più la
principale fonte di impatti né sotto il profilo dei consumi né
sotto quello delle emissioni. I cambiamenti strutturali e le
migliori tecnologie di produzione e di trattamento hanno
generalmente migliorato l’intensità d’uso delle risorse e, in
molti casi, consentita una stabilizzazione o una riduzione
assoluta delle emissioni.
Le emissioni atmosferiche generate dal settore industriale
sono basate sulle stime Arpat del rapporto IRSE e riferite al
1995. Le emissioni di CO2 da usi energetici del settore
industriale sono basate sulla stima ambiente italia. La
quota sui rifiuti totali è determinato come la stima ARRR di
rifiuti da attività industriali (escluse attività di smaltimento
dei rifiuti e riciclaggio) sul totale dei rifiuti speciali e urbani
per il 1998. Per i rifiuti speciali è la quota da attività industriali sul totale speciali. I consumi idrici sono considerati
come il saldo tra prelievi e restituzioni nel bacino dell’Arno
come stimato dall’Autorità di bacino (1998). I consumi
energetici includono consumi elettrici e da fonti fossili e
sono riferiti al 2000 per la sola provincia di Firenze.
30
INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE
Aziende sottoposte agli obblighi ex art. 6 e art. 8 Dlgs 334/99 (Seveso bis)
Industrie a rischio di incidente rilevante
45
40
35
30
25
Firenze
20
Toscana
15
10
5
0
art 6 (notifica)
art 8 (rapporto sicurezza)
Descrizione
Metodologia
La presenza in un territorio di attività umane connesse ad
impianti produttivi, infrastrutture e reti tecnologiche può
costituire una fonte di pericolo per l’uomo e l’ambiente circostante e determinare quello che si chiama un "rischio
tecnologico".
In Provincia di Firenze si registra oggi un numero limitato
di stabilimenti che presentano un rischio di incidente rilevante, secondo la definizione e i limiti (relativi alla quantità
e pericolosità di sostanze depositate e impiegate nei processi) del Dlgs 334/1999 conosciuto come "Seveso bis". Al
marzo 2003 sono presenti complessivamente 10 stabilimenti, principalmente depositi di oli minerali o gas liquefatti e stabilimenti chimici, quattro dei quali assoggettati
all'obbligo di un rapporto di sicurezza e sei solo all'obbligo
di notifica. In Toscana gli stabilimenti a rischio di incidente
rilevante sono complessivamente 60, analogamente costituiti sempre da depositi di gas e prodotti petroliferi e da
stabilimenti chimici e petrolchimici.
L’indicatore si basa sulla definizione di stabilimento a
rischio rilevante fornita dal D.Lgs 334/99 (che innova la
legge Seveso del 1988). Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono individuati in base alla quantità e alla
pericolosità intrinseca delle sostanze e dei preparati prodotti, utilizzati, manipolati o depositati, compresi quelli che
possono generarsi in caso d’incidente. Le sostanze considerate sono circa trenta, per ciascuna delle quali sono indicati due valori soglia. Inoltre il decreto legislativo individua,
sulla base del superamento dei diversi livelli di soglia, gli
obblighi spettanti al gestore e in particolare una notifica
(art.6) oppure anche un rapporto di sicurezza (art.8), attestante l’avvenuta valutazione dei rischi.
31
INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE PROFESSIONALI
Eventi denunciati dalle aziende
18000
600
17500
550
17000
500
16500
450
16000
400
15500
350
15000
300
1996
1997
1998
infortuni sul lavoro
1999
malattie (eventi denunciati)
infortuni (eventi denunciati)
Infortuni e malattie professionali
2000
malattie professionali
Descrizione
Metodologia
Nel corso degli ultimi anni, gli infortuni sul lavoro sono
rimasti sostanzialmente costanti e non si osserva una evoluzione univoca (con un incremento nel periodo 1999 2000, che segue una riduzione del biennio precedente). Il
numero di eventi denunciati è pari a ca. il 4,5% degli
addetti.
Le malattie professionali denunciate proseguono invece un
trend decrescente, più sensibile di quello registrato su
scala nazionale.
L'incidenza per addetto è, in entrambi i casi, lievemente
inferiore alla media nazionale.
I dati sugli infortuni e le malattie professionali derivano dall'archivio INAIL e rappresentano gli eventi denunciati dalle
aziende (e non gli eventi indennizzati dall'Inail).
32
IMPIANTI SOGGETTI ALLE NORME IPPC
Impianti soggetti all'applicazione del Dlgs 372/99.
Ripartizione degli impianti soggetti a IPCC
tessile
13%
gestione rifiuti
37%
produzione e
trasformazione
metalli
13%
industria chimica
13%
industria dei prodotti
minerali
24%
Descrizione
Metodologia
Il Dlgs 372/99 di recepimento della direttiva IPPC
(Integrated Prevention and Pollution Control") è finalizzato
al raggiungimento di un elevato livello di protezione
ambientale e di efficienza ambientale delle imprese,
mediante la prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento con l'applicazione delle migliori tecniche disponibili. La normativa si applica ad alcune tipologie di attività
industriali e di servizi.
I gestori degli impianti dovranno effettuare una analisi e
revisione dei consumi e delle emissioni per minimizzare
tutti gli impatti, al fine di ottenere il rilascio o il rinnovo della
Autorizzazione Integrata Ambientale. L'applicazione della
norma dovrebbe favorire l'introduzione di tecnologie più
pulite nei processi produttivi riducendo gli impatti delle
attività industriali.
In Provincia di Firenze risultano 17 impianti assoggettati
alle norme IPPC.
I dati si basano sulle comunicazioni fornite alla Regione
Toscana e sono aggiornate al 2003.
33
SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE
Aziende ed enti certificati ISO 14001 e Emas
Aziende certificate con sistema di gestione ambientale
25
20
15
10
5
per anno
2003
(marzo)
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
0
cumulato
Descrizione
Metodologia
Nel 2002 la provincia di Firenze ha recuperato parte del
ritardo accumulato nella diffusione dei sistemi di gestione
ambientale. Complessivamente, nel marzo 2003 risultano
19 siti certificati ISO 14001 ( a fronte di 2480 su scala
nazionale) e 1 impresa (MPS Banca Verde) certificata Emas
(su 153 a scala nazionale).
I 19 siti registrati sono costituiti in parte da imprese manifatturiere (in massima parte estranee ai settori dell'industria tipica) e in parte da imprese di servizi.
I sistemi di gestione ambientale - sia secondo la norma ISO
14001 che secondo lo schema di certificazione Emas
dell'Unione Europea (due procedure che hanno molti
aspetti comuni) - sono applicabili sia alle imprese industriale che ad altre organizzazioni (incluse le pubbliche
amministrazioni) e rappresentano uno strumento di miglioramento e controllo delle prestazioni ambientali.
I dati fanno riferimento ai siti con sistemi di gestione
ambientale certificato secondo la norma ISO 14001 o il
regolamento Emas. Fonti: Sincert, per i dati ISO 14001;
comitato Ecolabel-ecoaudit per i dati Emas.
34
PRESENZA E PRESSIONE TURISTICA
Presenze turistiche e densità rispetto ai residenti e alla superficie territoriale
Rapporto tra turisti e residenti
(minima, media, massima mensile)
12,0%
presenze / abitanti
10,0%
8,0%
6,0%
4,0%
2,0%
0,0%
Firenze
Area fior.
Chianti
minima
Valdelsa
media
Mugello
Valdarno
Provincia
massima
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia
Descrizione
Metodologia
Le presenze turistiche nella provincia di Firenze sono state
pari, nel 2000, a poco meno di 10 milioni, più di un quarto
dell'intero flusso turistico regionale.
Nonostante i livelli già molto elevati, nel solo periodo 1996
- 2000 le presenze turistiche sono cresciute del 20%. Nella
città di Firenze, diffusamente giudicata ormai "satura" le
presenze sono cresciute di un ulteriore 9%, mentre in alcune aree rurali sono cresciute di oltre il 60%.
La presenza di turisti incide, come media annua, per circa
il 3% della popolazione residente e raggiunge picchi di
concentrazione di ca. il 6% nella città di Firenze e del 12%
nel Valdarno.
In termini di densità territoriale, a Firenze città la densità
turistica oscilla tra 100 e 230 ab/kmq, con una media provinciale di ca. 8 ab/kmq.
La densità turistica costituisce, potenzialmente, un rilevante fattore di pressione ambientale.
Pur con una forte concentrazione sulla città di Firenze, l'aumento delle presenze ha interessato in maniera diversificata il territorio provinciale ed ha favorito una redistribuzione dei carichi, con una forte espansione delle aree del
Valdarno, della valdelsa e del Chianti. In soli cinque anni, la
quota fiorentina delle presenze turistiche si è contratta dal
76% al 69%.
I dati sono basati sulle statistiche elaborate dalla Provincia
di Firenze, "Movimento turistico nella provincia di Firenze
1996 - 2000". La densità rispetto agli abitanti è calcolata
dividendo le presenze giornaliere per gli abitanti. La densità territoriale è calcolata dividendo le presenze giornaliere
per i kmq di superficie.
35
Presenze turistiche (migliaia)
1996
6.322
587
286
399
374
363
8.331
Firenze
Area fiorentina
Chianti
Mugello
Valdarno
Valdelsa
Provincia
1997
6.417
589
294
396
460
393
8.549
1998
6.349
636
321
448
532
458
8.744
1999
6.581
703
372
508
491
530
9.185
2000
6.874
821
414
536
671
599
9.915
Fonte: Provincia di Firenze, Progetto Turismo, "Movimento turistico nella provincia di Firenze 1996 - 2000"
Densità territoriale delle presenze turistiche (turista/kmq)
Minimo
mensile
105,5
3,4
0,5
0,3
0,4
0,8
3,8
Firenze
Area fiorentina
Chianti
Valdelsa
Mugello
Valdarno
Provincia
Media
annua
183,9
6,0
2,5
2,2
0,9
6,7
7,7
Massimo
mensile
231,1
8,1
5,5
5,1
1,9
18,3
10,8
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia
Indice di crescita delle presenze turistiche 96 - 01
190
180
indice 1996 = 100
170
160
150
140
130
120
1
1996
1997
prov
36
1998
firenze
chianti
1999
darno
2000
valdelsa
TURISMO: OFFERTA RICETTIVA
Esercizi e posti letto per area
Offerta ricettiva 96 - 01: posti letto
Offerta ricettiva 96 - 01: esercizi
35000
900
800
30000
700
25000
n. esercizi
posti letto
600
20000
15000
500
400
300
10000
200
5000
100
0
0
1996 extra
Firenze
2000 extra
Firenze
alberghi e
campeggi e villaggi turistici
1996 città
Firenze
2000 città
Firenze
camere, residenze, app. vac
agriturismo e rifugi
1996 extra 2000 extra 1996 città 2000 città
Firenze
Firenze
Firenze
Firenze
alberghi e
campeggi e villaggi turistici
camere, residenze, app. vac
agriturismo e rifugi
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia
Descrizione
Metodologia
Nel periodo 1996 - 2000 l'offerta ricettiva in provincia di
Firenze è ulteriormente cresciuta sia in termini di esercizi
(+30%), che di posti letto (+16%).
Il 60% dell'offerta ricettiva (in termini di posti letto) è di tipo
alberghiero, il 15% nei campeggi, il 6% negli agriturismo,
il 19% in camere , appartamenti vacanze e altre residenze
extra-alberghiere.
L'incremento dell'offerta ricettiva si è concentrato nelle
tipologie non alberghiere che hanno complessivamente
assorbito il 72% della nuova offerta ricettiva), con una forte
crescita di agriturismi (+60% di posti letto nel periodo 96 2000, assorbendo il 16% della nuova offerta), camere e
appartamenti (+ 37% nel periodo 96-2000, assorbendo il
36% della nuova offerta) e in misura minore di campeggi.
Anche sotto il profilo territoriale, la nuova ricettività si è
concentrata nelle aree rurali dove sono stati creati il 72%
dei nuovi posti-letto della provincia.
Le modalità della crescita della ricettività, in parte rilevante basata sul riuso di strutture esistenti e più decentrata, ha
minimizzato i potenziali impatti legati allo sviluppo delle
attività turistiche.
I dati sono basati sulle statistiche elaborate dalla Provincia
di Firenze, "Movimento turistico nella provincia di Firenze
1996 - 2000"..
37
Posti letto offerti per area e tipologia 1996
Provincia
Firenze
Area fiorentina
Mugello
Valdarno
Valdelsa
Chianti
alberghi
32.337
24336
2682
2.154
1.775
776
614
agriturismi
2.188
26
128
330
301
602
801
campeggi
7.200
1704
723
1.794
1.480
395
1.104
altri extra- alberghieri
7.861
4324
254
464
414
1.818
587
Totale
49.586
30.390
3.787
4.742
3.970
3.591
3.106
campeggi
8.883
1883
762
1.844
2.664
609
1.121
altri extra- alberghieri
10.795
5168
543
697
746
2.537
1.104
Totale
57.848
32.767
4.859
5.596
5.609
4.910
4.107
Posti letto offerti per area e tipologia 2000
Provincia
Firenze
Area fiorentina
Mugello
Valdarno
Valdelsa
Chianti
Alberghi
34.662
25678
3356
2.265
1.809
959
595
Agriturismi
3.508
38
198
790
390
805
1.287
Posti letto offerti per area e tipologia: saldo 2000 - 1996
Provincia
Firenze
Area fiorentina
Mugello
Valdarno
Valdelsa
Chianti
38
alberghi
2.325
1.342
674
111
34
183
-19
agriturismi
1.320
12
70
460
89
203
486
Campeggi
1.683
179
39
50
1.184
214
17
altri extra- alberghieri
2.934
844
289
233
332
719
517
Totale
8.262
2.377
1.072
854
1.639
1.319
1.001
AGRITURISMO
Presenze in strutture agrituristiche, per area
Presenze in agriturismo, per area
450.000
400.000
presenze annue
350.000
300.000
250.000
valdelsa
200.000
150.000
100.000
chianti
50.000
0
1996
1997
area fiorentina
1998
chianti
mugello
1999
valdarno
2000
valdelsa
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia
Descrizione
Metodologia
Nella seconda metà degli anni '90 in provincia di Firenze si
è registrato un forte decollo del fenomeno agri-turistico,
con la creazione di 141 nuovi esercizi e 1320 posti-letto.
Lo sviluppo dell'agriturismo è stato molto concentrato nel
Chianti (dove è diventato la forma dominante di ricettività)
e nella Valdelsa.
Più limitato lo sviluppo agrituristico nel Mugello (dove però
si registra una consistente crescita della ricettività) e nel
Valdarno.
Allo sviluppo dell'agriturismo è in parte associata la crescita della ricettività extralberghiere in appartamenti privati.
Le attività agrituristiche, anche se in molti casi ormai prevalenti rispetto alle attività agricole, hanno rappresentato
una forma di diversificazione e integrazione del reddito in
aree rurali e uno strumento di valorizzazione e conservazione del patrimonio architettonico e del paesaggio.
I dati sono basati sulle statistiche elaborate dalla Provincia
di Firenze, "Movimento turistico nella provincia di Firenze
1996 - 2000".
39
FATTORI ANTROPICI: AGRICOLTURA
Tendenza nel tempo
Legenda
☺
$
#
"
migliora
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
Criticità
☺
$
non valutabile per
assenza serie storiche
#
"
peggiora
Situazione positiva
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
necessita di ulteriori
indagini
Risposte/azioni
☺
$
risposte in atto adeguate
risposte in atto da
rafforzare
previste da
# risposte
norme non attivate
innovative da
" azioni
identificare
Agricoltura
Impiego
fertilizzanti
#
Trend negativo, anche se
in miglioramento
nell’ultimo anno
inferiore a
$ Criticità
quella regionale
Risposte in atto da
$ rafforzare
Impiego
fitosanitari
☺
Riduzione evidente
superiore a
# Criticità
quella regionale
in atto da
$ Risposte
rafforzare
Carico trofico
#
Tendenza evidente per
alcune categorie animali
"
Consumi idrici
$
Tendenza non evidente
alla riduzione
#
Qualità prodotti
alimentari
Bilancio azoto
Agricoltura
biologica
Necessità di mettere in
relazione il carico
trofico con la
vulnerabilità degli
acquiferi
I consumi idrici
restano elevati e i
principali prelievi sono
a scopo agricolo
non evidente,
Non valutabile
$ tendenza
anche se in diminuzione "
inferiore a
"
$ Criticità
quella regionale
☺
Evidente aumento
☺
Situazione positiva,
anche se non in tutte le
realtà agricole della
provincia
in atto da
$ Risposte
rafforzare
in atto da
$ risposte
rafforzare
"
risposte in atto da
$ rafforzare
di politica
☺ risposte
agricola in atto adeguate
28
40
TIPO DI UTILIZZAZIONE DEL SUOLO AGRICOLO
Variazione della superficie agricola
Ripartizione della superficie agricola totale 1982-2000 (ha)
350.000
300.000
250.000
200.000
150.000
100.000
50.000
0
Superficie agricola
utilizzata
Boschi
Altra superficie
2000
1990
Descrizione
Nel 2000 la superficie agricola totale copre il 67% del territorio provinciale. I dati dell’ultimo Censimento dell’agricoltura 2000 dimostrano una riduzione della superficie
agricola totale del 14% negli ultimi 10 anni e di oltre il 20%
negli ultimi 20 anni. Una riduzione, poco meno rilevante, ha
intertessato anche la superficie agricola utilizzata (SAU).
Ciò dimostra che tale riduzione sia da ascrivere meno alle
superfici aziendali effettivamente coltivate e più a quelle
non coltivate. Il peso maggiore della riduzione della superficie coltivata è da imputare alle superfici foraggere (19.1%
Superficie agricola
totale
1982
nell’ultimo decennio). Sia per la SAT che per la SAU la maggiore diminuzione riguarda l’Area Fiorentina e il Mugello.
Per le superfici boscate la maggiore diminuzione riguarda
sempre il Mugello e il Valdarno Empolese.
Metodologia
La caratterizzazione dell’uso del suolo agricolo ha l’obiettivo di valutare l’evoluzione delle pratiche agricole nel corso
degli anni. A tal fine ci siamo serviti dell’analisi ISTAT derivante dalle rilevazioni censuarie 1982-2000.
Ripartizione dell’uso del suolo agricolo nel 2000-1982
2000
Seminativi
Coltivazioni arboree
Prati permanenti e pascoli
Superficie agricola utilizzata
Boschi
Altra superficie
Superficie agricola totale
%Superficie agricola/sup.
territoriale
1990
50.546
49.368
24.039
123.953
97.283
14.135
235.371
67,0
57.043
53.829
29.726
140.597
112.112
21.025
273.734
77,9
1982
66.043
59.638
24.755
150.437
114.644
33.705
298.786
85,0
Var. 00-90
-11%
-8%
-19%
-12%
-13%
-33%
-14%
Var
00-82
-23%
-17%
-3%
-18%
-15%
-58%
-21%
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Censimento Generale dell’Agricoltura
41
Superficie agricola utilizzata
2000
1990
15.481
16.464
23.534
25.015
19.204
20.817
9.013
9.831
10.186
11.342
33.380
41.404
13.156
15.723
123.953
140.597
Superficie boscata
2000
1990
6.018
7.171
10.708
10.370
13.497
14.567
9.158
8.237
15.014
16.080
35.322
49.175
5.733
6.511
95.451
112.112
Superficie agricola totale
2000
1990
23.319
25.610
38.001
39.138
35.197
38.646
19.301
19.788
27.260
29.937
72.051
96.210
20.240
24.406
235.371
273.734
Valdarno Empolese
Val d'Elsa
Chianti e Val di Pesa
Valdarno superiore Fiorentino
Val di Sieve
Mugello e Romagna Toscana
Firenze e Area Fiorentina
TOTALE FIRENZE
Valdarno Empolese
Val d'Elsa
Chianti e Val di Pesa
Valdarno superiore Fiorentino
Val di Sieve
Mugello e Romagna Toscana
Firenze e Area Fiorentina
TOTALE FIRENZE
Valdarno Empolese
Val d'Elsa
Chianti e Val di Pesa
Valdarno superiore Fiorentino
Val di Sieve
Mugello e Romagna Toscana
Firenze e Area Fiorentina
TOTALE FIRENZE
1982
17.952
26.477
22.310
10.614
12.101
42.932
18.052
150.437
var. 00-82
-14%
-11%
-14%
-15%
-16%
-22%
-27%
-18%
1982
8.191
11.394
14.733
8.704
15.776
48.882
6.962
114.644
var. 00-82
-27%
-6%
-8%
5%
-5%
-28%
-18%
-17%
1982
27.845
41.105
40.075
20.708
29.970
96.871
42.212
298.786
var. 00-82
-16%
-8%
-12%
-7%
-9%
-26%
-52%
-21%
Evoluzione della superficie agricola totale 1982 - 2000
120.000
100.000
ha
80.000
60.000
40.000
2000
1990
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Censimento Generale dell’Agricoltura
’
42
1982
Area
Fiorentina
Val di Sieve
Valdarno
sup.
Chianti e
ValPesa
Val d'Elsa
Vald.
Empolese
0
Mugello
20.000
UTILIZZAZIONE DEGLI INPUT CHIMICI DI SINTESI (FERTILIZZANTI)
Fonte: Elaborazione su dati Annuario Statistico Agricooltura - ISTAT
Carico di azoto ad ettaro di superficie concimabile 1991-2000
55
50
kg/ha
45
40
35
30
25
1991
1994
1997
1999
2000
Fonte: Elaborazione su dati Annuario Statistico Agricooltura - ISTAT
Descrizione
Metodologia
Il consumo di fertilizzanti azotati ha apparentemente conosciuto una crescita nel corso degli ultimi anni. Il carico per
ettaro di azoto, in provincia di Firenze, cresce tra il 1991 e
il 2000, mentre a livello regionale è in diminuzione. Il carico per ettaro in provincia di Firenze è comunque inferiore
ai valori medi regionali e il carico complessivo è pari solo
al 12.2% del totale regionale nel 2000. Come mostra un
successivo indicatore il bilancio input-output di azoto
mostra ancora un deficit per la provincia di Firenze.
I consumi di fosfati e potassio risultano invece in contrazione.
La valutazione del consumo di elementi fertilizzanti è stata
fatta utilizzando i dati ISTAT dell’Annuario Statistico degli
anni 1991- 2000, definendo il carico per ettaro superficie
concimabile di azoto e fosforo.
Carico di azoto (come elemento nutritivo) derivante dai fertilizzanti
Firenze
Toscana
% sulla Toscana
1991
2000
Carico (Kg) Kg/ha superficie
concimabile
4.873.400
34,7
52.833.600 57,0
9,2
Carico (Kg) Kg/ha superficie
concimabile
5.534.700
44,7
45.394.800
52,9
12,2
Fonte: elaborazione su dati annuario statistico agricoltura - Istat
43
UTILIZZAZIONE DEGLI INPUT CHIMICI DI SINTESI (FITOSANITARI)
Prodotti fitosanitari venduti nel 1991-99 (tonnellate), provincia
Firenze
1.600
1.400
1.200
1.000
800
600
400
200
0
1991
1994
1995
1996
1997
1998
1999
Prodotti fitosanitari venduti e carico ad ettaro nel periodo 1991-99 (kg)
1991
1994
1996
1998
1999
Quantità di prodotti fitosanitari (tonnellate)
Toscana
Firenze
6.612
1.244
789
4.243
5.875
1.191
1.330
8.294
1.393
7.941
Variazione 1991-99
Carico unitario (kg/ha) 1991
Carico unitario (kg/ha) 1999
12%
8,8
11,2
20%
7,1
9,3
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT
Descrizione
Metodologia
Il consumo di prodotti fitosanitari, dopo una contrazione
nella prima metà degli anni '90 è tornato a crescere e nel
1999 i consumi risultavano superiori sia in valore assoluto
che specifico (ad ettaro) rispetto al 1991. I consumi unitari
registrati in provincia di Firenze risulrtano superiori a quelli medi regionali. Nel periodo 1998 - 1999 anche in
Toscana si registra una marcata crescita dei consumi (o,
più esattamente, delle vendite).
Le valutazione sull’uso dei prodotti fitosanitari può essere
affrontata sia a livello quantitativa che quantitativo. Nel
primo caso viene definito il carico di prodotti fitosanitari a
livello provinciale, utilizzando i dati ISTAT di vendite, mentre nel secondo caso viene definita la pericolosità ambientale dei prodotti fitosanitari utilizzando i dati SIAN che consentono di elaborare un indice complessivo per l’ambiente
“ICRA” . Quest’ultimo indice viene di seguito descritto.
I dati sull’uso dei prodotti fitosanitari utilizzati per definire
l’andamento dei consumi sono le vendite fornite da ISTAT
per il periodo 1991 - 99.
44
PERICOLOSITÀ AMBIENTALE PRODOTTI FITOSANITARI
Indice di rischio complessivo per l’ambiente (ICRA)
Pericolosità ambientale prodotti fitosanitari provincia di Firenze
numero
1100
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
1062,6
483 05
483,05
1997
408 65
408,65
carico
1998
ICRA
ICRA normalizzato
Descrizione
Metodologia
I prodotti fitosanitari impiegati sono caratterizzati da indice
di pericolosità ambientale differenziati. Una effettiva valutazione del rischio ambientale deve ponderare le quantità
rilasciate con la pericolosità dei principi attivi usati. Una
analisi disponibile solo sulle due annualità 1997 e 1998 (e
quindi insufficiente ad apprezzare le evoluzioni) mostra un
aumento della pericolosità ambientale dei principi attivi
venduti in provincia di Firenze (ICRA, ICRA normalizzato).
Nella tabella sotto riportata vengono indicati il primi 40
principi attivi con più alto valore di ICRA normalizzato.
L’indicatore risulta dalla sommatoria dell’indice indice di
rischio complessivo per l’ambiente (ICRA) di ogni principio
attivo di ogni prodotto commerciale, sulla base dei dati di vendita degli 1997, 1998. L’ICRA prevede la seguente formula:
ICRA = (((D(W+sed/2) * Tw *W) + (DA + S/2) * Tte * W) + (Ds
* Tti * W)) * P * B *RA)*Wq
Dove:
D(W+SED/2) = media dei punteggi relativi ai parametri di distribuzione ambientale secondo il modello di fugacità (I livello)
per l’acqua e i sedimenti
D(A+S/2) = media dei punteggi relativi ai parametri di distribuzione ambientale secondo il modello di fugacità (I livello) per
l’aria e il suolo
Ds = media del punteggio relativo alla distribuzione ambientale secondo il modello di fugacità (I livello) per il suolo
Tw = punteggio ottenuto dalla sostanza per il comparto acqua
Tte = punteggio ottenuto dalla sostanza per il comparto terrestre epigeo
Tti = punteggio ottenuto dalla sostanza per il comparto terrestre ipogeo
W = peso attribuito in funzione del rischio per un ogni comparto
P = punteggio relativo alla persistenza
B = punteggio relativo al potenziale di bioaccumulo
RA = punteggio relativo alla rata di applicazione
Wq= punteggio relativo al quantitativo di principio attivo venduto
45
Pericolosità ambientale dei primi 40 principi attivi prodotti fitosanitari venduti in
provincia di Firenze nel 1997 e 1998
1998
1997
Sostanza
WARFARIN
MCPA
GUAZATINA
PENDIMETALIN
QUIZALOFOP ETILE
IOXINIL
PENCICURON
FLUTRIAFOL
DIFLUFENICAN
BENTAZONE
TRICLOPIR
PROCIMIDONE
ESACONAZOLO
PROPAMOCARB
AZINFOS METILE
PROPACLOR
BROMOXINIL
OTTANOATO
ALACLOR
FLUROXIPIR
DODEMORF
BENFLURALIN
DIFLUBENZURON
ISOPROPALIN
TIRAM
PROPICONAZOLO
LINURON
CIMOXANIL
NUARIMOL
OXADIAZON
DICLOFOP METILE
FENPROPIMORF
PIRIDAFENTION
FLUAZIFOP-P BUTILE
DODINA
CHINOMETIONATO
DINITRAMINA
DIMETOATO
CLOROTALONIL
SIMAZINA
ETIOFENCARB
Fonte: Elaborazione su dati ARPAT
46
ICRA
normalizzato
26,6
26,5
21,5
20,7
20,0
19,8
16,9
16,5
14,3
13,3
13,0
12,9
12,7
12,0
11,7
11,5
11,1
11,0
10,4
10,4
10,3
10,2
10,2
10,2
10,0
10,0
9,9
9,8
9,0
8,7
8,5
8,5
8,4
8,4
8,3
8,3
8,2
8,2
8,1
8,1
Sostanza
DICLOFOP METILE
BUPROFEZIN
SIMAZINA
ALACLOR
MCPA
BENALAXIL
DICOFOL
ACLONIFEN
TOLCLOFOS METILE
BROMACILE
PENCONAZOLO
FORATE
DODEMORF
CLORIDAZON
TIOCARBAZIL
CIPROCONAZOLO
DAZOMET
ETOFUMESATE
DIFENAMIDE
PICLORAM
CIFLUTRIN
CIMOXANIL
TIRAM
TRIFLURALIN
DALAPON
PROCLORAZ
NEBURON
SETOSSIDIM
ETIOFENCARB
QUIZALOFOP ETILE DISOMERO
QUIZALOFOP ETILE
PROPAMOCARB
DINITRAMINA
AMITRAZ
CLOROTALONIL
TRIASULFURON
TERBUTRINA
NAPROPAMIDE
FENMEDIFAM
DICAMBA
ICRA
normalizzato
22,0
21,5
20,0
17,9
17,2
16,9
16,2
14,3
13,7
12,9
12,9
12,7
12,4
12,4
12,3
11,7
11,7
11,6
11,4
11,2
10,9
10,6
10,6
10,5
10,5
10,5
10,4
10,4
10,3
10,2
10,2
10,2
10,0
9,7
9,7
9,6
8,9
8,8
8,7
8,6
CARICHI TROFICI POTENZIALI
Carico organico di origine zootecnica
Variazione 2000-1982 del carico trofico potenziale
0
-10
% variazione
-20
-30
-40
-50
-60
-70
Totale
avicoli
caprini
ovini
suini
equini
bovini
-80
Descrizione
Metodologia
Ad una riduzione dell'entità degli allevamenti corrisponde
una contrazione del carico trofico potenziale di origine zootecnico, per tutte le diverse tipologie animali. Ma a questo
dato corrisponde anche, in particolare per i bovini e per i
suini, un aumento della concentrazione territoriale degli
allevamenti (e quindi delle deiezioni e dei carichi trofici) .
Infatti la specializzazione delle produzioni ha favorito una
crescita dimensionale delle imprese e il numero di
capi/azienda nel periodo 1982 - 2000 è più che raddoppiato per i bovini e aumentato del 40% per i suini. A livello
territoriale l’aumento del numero di capi per azienda
riguarda il Valdarno Fiorentino e il Chianti per i bovini, il
Chianti e il Valdarno Empolese per i suini, il Mugello e il
Chianti per i caprini.
La determinazione del carico trofico potenziale di origine
zootecnica è stata fatta tramite il metodo proposto
dall’IRSA che prende in considerazione gli scarichi idrici
degli allevamenti ed il rischio di inquinamento delle acque
da essi derivati. Il carico trofico è stato messo in relazione
poi con il carico di animali allevati ad azienda. A tal fine ci
siamo serviti dell’analisi ISTAT (rilevazione censuarie
1982-2000)
47
Capi per azienda (variazione % 1982 - 2000)
Firenze e Area Fiorentina
Valdarno Empolese
Val d'Elsa
Valdarno Sup. Fiorentino
Chianti e Val di Pesa
Mugello, Romagna
Toscana
Val di Sieve
Provincia
Bovini
suini
ovini
Caprini
equini
avicoli
46,8
-11,7
-4,4
152,3
116,2
96,6
45,7
280,0
-60,6
-83,4
121,0
97,4
-27,2
11,9
14,5
24,2
84,6
-23,3
32,3
48,6
-20,0
22,7
109,9
129,9
58,7
-23,6
-44,5
21,4
33,2
-17,1
40,5
97,4
-74,1
264,8
-43,2
-47,0
144,3
111,5
-73,2
41,9
-61,7
-14,3
-10,4
45
-32,2
-8,0
-39,7
-12,8
Carico trofico (variazione % 1982 - 2000)
Firenze e Area Fiorentina
Valdarno Empolese
Val d'Elsa
Valdarno Sup. Fiorentino
Chianti e Val di Pesa
Mugello, Romagna
Toscana
Val di Sieve
Provincia
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT
48
Bovini
suini
ovini
Caprini
equini
Avicoli
Totale
-84,4
-71,1
-56,9
-42,4
-72,7
-31,0
-76,8
-30,7
-89,0
-96,7
-85,2
-54,2
-59,9
11,9
-12,2
-8,2
-28,4
-31,3
-36,0
-55,1
-61,7
-45,0
-56,7
2,8
-8,8
25,1
7,2
51,7
27,7
-20,5
-50,1
-10,4
-86,5
27,7
-88,9
-73,2
-65%
-30%
-72%
-21%
-76%
-37%
-34,0
-42,9
-92,6
-71,5
-65,5
-33
-37,8
-37,1
9,1
-0,8
-67,3
-63,1
-53%
-49%
CONSUMI IDRICI IN AGRICOLTURA
Stima del consumo di acqua irrigua
Consumi idrici (.000 mc)
Superficie agricola irrigata 1990 - 2000
1400
12000
1200
10000
1000
8000
800
1990
Altre colture
mais
ortive
2000
Frumento
1990
Fruttteti
0
girasole
0
girasole
200
Foraggere
2000
Fruttteti
400
ortive
4000
mais
600
Altre colture
6000
Foraggere
ha
14000
2000
Fonte: Stima su dati IRPET e ARSIA
Descrizione
Metodologia
Nel periodo 1990 – 2000 si osserva una riduzione della
superficie irrigua del 13%, pur mantenendosi invariata la
percentuale di superficie irrigata rispetto alla superficie
agricola utilizzata (4.1%). Anche il consumo di acqua irrigua è in diminuzione nel periodo 1990-2000 dello 0.14%.
La stima dei consumi irrigui è stata fatta sulla base dei dati
forniti dall’istat sulle superfci irrigate per ogni coltura degli
anni 1990 – 2000 che vengono moltiplicati per un consumo medio, rilevato da uno studio arsia su alcune aree irrigue in toscana1.
1 ARSIA, 2000 – Giannini A., Bagnoli V.
49
Colture irrigate e stima del consumo irriguo nel 1990-2000
Colture irrigate
Frumento
mais
Patata
Barbabietola
girasole
Soia
ortive
Foraggere
vite
Fruttteti
Altre colture
Sup. irrigata
% Sup. irrigata/SAU
% consumi 2000-1900
Fonte: Stima su dati IRPET e ARSIA
50
Superficie irrigata (ha)
1990
145,2
1178,49
0
0
246,91
80,97
534,86
309,94
79,7
417,27
718,52
5701,86
4,1
2000
377,51
815,93
15,67
7
93,77
0
387,26
142,85
107,66
301,76
779,36
5028,77
4,1
Var.% '90-'00
62
-44
100
100
-163
-38
-117
26
-38
8
-13
Consumi irrigui (.000 mc)
1990
2000
4296
29
16
188
0
2362
357
54
1098
11690
20090
6205
0
0
494
324
3263
775
40
1519
10778
23396
-0,14
BILANCIO INPUT/OUTPUT AZOTO
Equilibrio dell’azoto nel suolo (N surplus)
Surplus di azoto provincia di Firenze
0
Kg/ha
-10
Firenze
-20
Toscana
-30
-40
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT
Descrizione
Metodologia
Il bilancio di azoto - condotto secondo la metodologia
Eurostat per il bilancio input/output - mostra un deficit per
la Provincia di Firenze. La rimozione e l'assorbimento di
azoto da parte delle colture erbacee ed arboree e dalla
produzione foraggere è superiore agli apporti derivanti da
fertilizzanti, deiezioni animali, deposizioni atmosferiche. Il
deficit registrato nella provincia di Firenze è di -12 Kg/ha,
più basso del valore regionale (-34 Kg/ha). Il rapporto output/input è 1.1 in Provincia di Firenze, 1.2 in Toscana.
La determinazione del surplus di azoto, derivante dalla differenza fra gli input e gli output di azoto stesso, segue la
metodologia proposta dall’EUROSTAT in Theme 8 –
16/2000 Environmental and Energy.
La metodologia per la determinazione del bilancio di azoto
a livello del suolo prevede la determinazione:
INPUT DI AZOTO:
Azoto delle deposizioni atmosferiche secche e umide: il
valore dell'azoto delle deposizioni atmosferiche secche e
umide è stimato per i nostri ambienti, pari a 10-15 Kg/ha
(D.M. 19 aprile 1999 - Approvazione del Codice di Buona
Pratica Agricola)
Azoto derivante dalle deiezioni animali: si moltiplica il
quantitativo di azoto per capo (Kg N/animali x anno) per il
numero di capi allevati.2
Azoto derivante dalla fissazione biologica: valore proposto
per l’Italia da Eurostat, 2000 – Nitrogen balance in
Agricolture.
Azoto derivante dai Fertilizzanti: dati di vendita Annuario
Statistico 1994
OUTPUT DI AZOTO:
Azoto derivante dalle produzioni foraggere: è il contenuto di
azoto rimosso dal terreno con le produzioni, espresso in ➜
2 I coefficienti (Kg N/animali*anno) sono quelli proposti per il 1997 nella proposta metodologica dell’EUROSTAT in Theme 8 – 16/2000 Environmental and Energy
51
Bilancio dell’azoto provincia di Firenze
input (Kg/ha)
Output /Kg/ha)
N deposizioni N deiezioni N fissazione
N
Totale
N
N
Totale Surplus Output/
atmosferiche animali
biologica fertilizzanti input foraggere coltivazioni output di azoto input
15
20,2
55
50
140
91
61
152
-12
1,1
15
32,1
55
72
174
140
69
209
-34
1,2
Firenze
Toscana
TOTALE
Legenda:
(1) il valore dell'azoto delle deposizioni atmosferiche secche e umide è pari a 10-15 Kg/ha (fonte: D.M. 19
aprile 1999 - Approvazione del Codice di Buona Pratica Agricola)
(2) Bellini 1987(35-75)
(3) dati Annuario statistico 1994
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT
Kg/ha. Si determina moltiplicando la produzione foraggera
(dati ISTAT 2000) per la relativa asportazione di N.
Azoto derivante dalle coltivazioni: è il contenuto di azoto
rimosso dal terreno con le produzioni, espresso in Kg/ha. Si
determina moltiplicando la produzione derivante delle coltivazioni erbacee ed arboree (dati ISTAT 2000) per la relativa asportazione di N.
52
QUALITA’ DELLE PRODUZIONI ALIMENTARI
Indice di qualità residui fitofarmaci negli alimenti (IqR)
Indice di qualità per i Residui (IqR) alimenti Area Fiorentina
90
80
70
60
%
50
1999
40
2000
30
2001
20
10
0
ottima IqR=0 buona IqR>00,6
sufficiente
IqR 0,6-1
insufficiente
IqR>1
Fonte: Elaborazione su dati ARPAT
Fonte: Elaborazione su dati ARPAT
53
Descrizione
Metodologia
Nel periodo 1999 – 2001 l’IqR in percentuale sul totale dei
campioni, risulta in diminuzione per classe buona (IqR 00.6), in aumento la classe sufficiente (IqR 0.6 – 1) e quella
insufficiente (>1). Oltre l’80% dei campioni presenta una
qualità buona per l’IqR. L’IqR medio risulta lievemente in
aumento fra il 1999 e il 2001, dimostrando un mantenimento sostanziale della qualità dei prodotti orto-frutticoli.
Occorre rilevare inoltre come nel 2000 i campioni con residui oltre il limite previsto dalla legge erano 5, nel 2001 era
solo 1. I campioni con residui inferiori al limite erano nel
2000 108, mentre nel 2001 erano 62.
L’indicatore di qualità per i residui di fitofarmaci negli alimenti (Iqr) è utilizzato per definire la qualità degli alimenti
rispetto alla presenza di residui di fitofarmaci. Viene determinato come sommatoria dei termini che si ottengono dal
residuo di prodotti fitosanitari, rispetto al proprio valore
limite (lmr)3. Con questa semplice indicazione il consumatore diventa pienamente cosciente della quantità di residui
presenti nell’alimento che consuma, ed impone quindi al
produttore obblighi maggiori, oltre a quelli previsti dalla
legge: maggiore autocontrollo dei trattamenti fitosanitari,
con riduzione del numero o con un allungamento dei tempi
di carenza. I dati riguardano il bacino di utenza dell’area
fiorentina (Firenze, Prato, Pistoia).
3 Lorenzin M., 1998. Un nuovo parametro per una valutazione della qualità degl ialiemnti: Indice di qualità per i Residui (IqR). La rivista di Scienza
dell’Alimentazione. Luglio-settembre 1998 – anno 27.
54
AGRICOLTURA BIOLOGICA
Evoluzione della superficie ad agricoltura biologica
Superficie ad agricoltura biologica e in conversione
(in ha e % sulla superficie agricola utilizzata)
25000
18,0%
16,0%
20000
15000
ha
12,0%
21915
10000
14771
5000
10,0%
% su sau
14,0%
16816
8,0%
12078
6,0%
4,0%
0
1999
2000
2001
2002 agosto
Fonte: Elaborazione su dati ARSIA
Descrizione
Metodologia
Nell’agosto 2002 il numero complessivo di aziende iscritte
all’albo regionale delle aziende biologiche (in conversione,
miste, biologiche) è di 767, in aumento del 47.2% rispetto
al 1999, quelle biologiche sono di 389 in aumento del
76.1%, percentuale maggiore rispetto alla media regionale. Complessivamente a livello provinciale la superficie a
biologico è pari a 21915 ettari, in aumento di oltre il 40%
dal 1999 e pari al 18% della superficie agricola utilizzata.
L'area con la maggiore presenza di agricoltura biologica è
il mugello, con oltre il 42% di superficie agricola biologica
o in conversione. Nel Mugello si concentrano anche il 36%
degli operatori e il 65% della superficie biologica provinciale.
La valutazione dell’applicazione delle tecniche di produzioni biologica è fatta tramite l’archivio ARSIA sugli operatori
biologici che riporta le aziende suddivise in sezioni:
sez.1.produttori agricoli (aziende in conversione, miste,
biologiche), sez.2. preparatori, sez.3 raccoglitori.
L’indicatore esprime l’evoluzione della superficie biologica
degli anni 1997-2002 e la ripartizione, per il 2002 della
superficie per le diverse tipologie colturali.
55
Numero di operatori biologici e superficie agricola per sistema territoriale locale
Numero imprese
In conversione
Biologiche
Firenze e Area Fiorentina
Valdarno Empolese
Val d’Elsa
Valdarno Sup. Fiorentino
Chianti e Val di Pesa
Mugello, Romagna
Toscana
Val di Sieve
Provincia di Firenze
Firenze e Area Fiorentina
Valdarno Empolese
Val d’Elsa
Valdarno Sup. Fiorentino
Chianti e Val di Pesa
Mugello, Romagna
Toscana
Val di Sieve
Provincia di Firenze
42
29
24
24
59
104
33
24
47
25
45
171
Preparatori Totale
e miste
10
85
12
65
16
87
2
5 1
26
130
13
288
40
322
Superficie (ha)
In conversione
44
389
6
85
Biologiche
237
247
101
125
592
4.263
860
592
2.414
389
1.206
9.587
Preparatori
e miste
303
265
95
13
343
338
211
5.776
657
15.706
36
1.393
9 0
796
% totale
10,7%
8,2%
10,9%
6,4%
16,3%
36,2%
11,3%
100 %
% totale
Totale
1.098
839
2.515
514
1.910
14.137
5%
4%
11%
2%
9%
65%
902
21.915
4%
100%
Fonte: Elaborazione su dati ARSIA
Superficie agricola biologica, come % della SAU, per sistema
territoriale nel 2002
45%
40%
35%
30%
25%
42%
20%
15%
10%
5%
8%
11%
6%
5%
10%
9%
0%
Firenze e
Area
Fiorentina
56
Valdarno
Empolese
Val d’Elsa
Valdarno
Sup.
Fiorentino
Chianti e Val
di Pesa
Mugello,
Romagna
Toscana
Val di Sieve
FATTORI ANTROPICI : TRASPORTI
Tendenza nel tempo
Legenda
☺
migliora
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
Criticità
☺
Situazione positiva
Risposte/azioni
☺
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
necessita di ulteriori
indagini
La domanda è
soddisfatta dal
trasporto privato
La domanda è
soddisfatta dal
trasporto su gomma
Il rapporto
veicoli:abitanti è
prossimo ad 1 e
superiore alla media
nazionale
I consumi per i
trasporti sono
complessivamente
molto elevati
Pur con una quota di
auto a norma Euro più
elevata della medi
nazionale, la qualità
ambientale resta
modesta rispetto alla
media europea
risposte in atto adeguate
risposte in atto da
rafforzare
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
Trasporti
Domanda di
mobilità persone
Domanda
mobilità merci
Motorizzazione
privata
Consumi per
trasporti
Qualità parco auto
Incidenti e
mortalità
Infrastrutture
Crescente indice di
motorizzazione,
soprattutto su due ruote
Negli ultimi due anni si
assiste ad una
stabilizzazione
☺
La qualità ambientale
del parco auto è
migliorata nel periodo
1995 - 2000
Si registra una
contrazione degli
incidenti e della
mortalità, aumentano i
feriti
Il tasso di incidentalità
e mortalità è inferiore
alla media nazionale
La rete infrastrutturale
non si è potenziata e
riequilibrata
La rete su ferro (a tutti
i livelli) è insufficiente
per riequilibrare la
struttura dei trasporti.
Interventi infrastrutturali
e di gestione della
mobilità nelle aree
urbane
Interventi infrastrutturali
per riequilibrare le
modalità
Non sono ancora sufficienti
gli interventi dispiegati
tesi a scoraggiare
la mobilità privata
Non sono stati dispiegati
interventi sull'efficienza
energetica
E' stata incentivata la
trasformazione del parco
auto pubblico. Ancora
parziali gli interventi
sul parco auto privato
Sono avviati o previsti
interventi infrastrutturali
sia sulle lunghe
percorrenze che per le
aree urbane
57
MOTORIZZAZIONE PRIVATA
Dimensioni, densità e caratteristiche ambientali del parco circolante (autovetture,
veicoli industriali, moto e ciclomotori)
Indice di motorizzazione (provincia di Firenze)
100
90
veicoli per 100 abitanti
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1994
1995
autovetture
1996
1997
veicoli industriali
1998
moto
1999
2000
ciclomotori
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Aci e ANCMA
Descrizione
Metodologia
La motorizzazione privata in provincia di Firenze ha raggiunto nel 2000 il livello di 59 autovetture, 30 moto e ciclomotori e 7 veicoli industriali ogni 100 abitanti. Il rapporto
tra mezzi privati e abitanti (compresi i bambini) è ormai
prossimo al livello di 1:1. Nel corso dell'ultimo decennio
non si registra una ulteriore significativa espansione nel
possesso di autovetture (+2%), mentre più avvertita appare la diffusione di moto e ciclo motori (+ 15% nel periodo
94-2000).
Eccezionalmente elevato, rispetto anche alla media italiana, risulta la densità di moto e ciclomotori nell'area fiorentina, l'area urbana con la maggiore densità a livello italiano (e verosimilmente europeo). Moto e ciclomotori, in virtù
di questa diffusione, contribuiscono in maniera consistente alle emissioni atmosferiche da traffico e all'inquinamento acustico.
Nell'area fiorentina è importante anche l'incremento dei
veicoli industriali (+23% nel periodo 1994 - 2000), con una
particolare crescita (+ 50%) del numero di motrici per
rimorchi.
I dati relativi al parco circolante sono basati su fonte ACI.
Per i ciclomotori i dati sono una stima basata su dati
ANCMA relativi alle registrazioni, disponibili per provincia,
e al circolante effettivo nazionale (assumendo per la provincia di Firenze lo stesso rapporto "registrazioni/circolante" stimato su scala nazionale).
58
Parco circolante, provincia di Firenze
Autovetture
Autoveicoli industriali
di cui
autocarri
motrici e trattori
autobus
Motocicli e motocarri
ciclomotori
1994
558.814
52.734
1995
561.709
53.219
1996
553.769
55.781
1997
549.067
57.747
1998
554.350
58.998
1999
558.159
58.418
2000
567.392
64.687
50.489
737
1.508
79.029
173.368
50.967
761
1.491
79.029
175.822
53.434
841
1.506
76.531
185.588
55.128
941
1.678
73.865
193.717
56.371
1.042
1.585
75.625
197.297
55.715
1.044
1.659
78.991
200.005
61.816
1.170
1.701
91.583
198.562
59
TRAFFICO AEREO
Passeggeri e movimenti di aereomobili all'aereoporto di Firenze - Peretola
Traffico aereo (Firenze Peretola)
1.700.000
35000
1.500.000
30000
25000
1.100.000
20000
900.000
n. aereomobili
passeggeri
1.300.000
15000
700.000
500.000
10000
1995
1996
1997
1998
passeggeri
1999
2000
2001
aereomobili
Descrizione
Metodologia
Nel periodo 1995 - 2001 il numero di trasportati imbarcati
e sbarcati all'aeroporto di Firenze Peretola è raddoppiato e
lo scalo fiorentino è divenuto il principale scalo regionale,
superando l'aeroporto di Pisa. Nonostante la sua crescita,
il trasporto aereo copre una frazione marginale degli spostamenti che gravitano sull'area fiorentina.
Nel 2000 e 2001 - e anche nei primi mesi del 2002 - il traffico aereo si è sostanzialmente stabilizzato.
Per le limitazioni derivanti dalle capacità di pista, la crescita del traffico passeggeri si accompagna anche ad una
crescita del numero di decolli e atterraggi aerei, con i conseguenti effetti sull'inquinamento acustico nell'area soggetta alle rotte.
La fonte dei dati è la società di gestone dell'aereoporto di
Firenze Amerigo Vespucci
60
CONSUMI PER LA MOBILITA'
Consumi di carburante per autotrazione
Consumi di carburante per autotrazione
(province di Firenze e Prato)
900.000
800.000
700.000
600.000
tep
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
1990
1991
1992
1993
1994
benzine
1995
gasoli
1996
Gpl
1997
1998
1999
2000
2001
metano
Descrizione
Metodologia
I consumi energetici per i trasporti, un indicatore indiretto
anche dell’evoluzione della mobilità, mostrano una crescita del 24% nel periodo 1990 – 2001.
L'entità della crescita dei consumi - in presenza di un
modesto aumento del parco circolante e nonostante la
maggiore efficienza dei mezzi - è indice dell'incremento
delle percorrenze totali sia per il trasporto persone che –
soprattutto – per il trasporto merci. Negli ultimi cinque anni
si registra una crescita sostenuta dei consumi di gasolio
(+30%) e una flessione dei consumi di benzina (-7%), in
connessione con l’evoluzione del parco auto e la crescita
del trasporto merci.
Negli ultimi tre anni (1999 -2001) i consumi per autotrazione sono sostanzialmente stabilizzati. La riduzione dei
consumi di benzina è consistente nel 2000 e nel 2001, in
presenza anche di alti costi dei carburanti. In tutto il periodo restano marginali i consumi di gpl e metano (i cui consumi non sono determinabili dopo il 1999).
Identifica i consumi di combustibile per la soddisfazione
dei fabbisogni di mobilità su gomma. Costituisce un indicatore dell'impatto della mobilità.
E' espresso in termini di tep di combustibile impiegato per
autotrazione, ripartito per fonte (benzine, gasolio, metano,
gpl). I dati derivano da Bollettino Petrolifero e Eni (metano).
61
INFRASTRUTTURE E OFFERTA DI TRASPORTO SU FERROVIA
Rapporto tra estensione della rete e
popolazione
1,6
1,6
1,4
1,4
1,2
1,2
1
1
Italia = 1
indice Italia = 1
Rapporto tra estensione della
rete e Pil
0,8
0,8
0,6
0,6
0,4
0,4
0,2
0,2
0
0
Firenze
Toscana
Italia
Firenze
Toscana
Italia
Descrizione
Metodologia
La rete ferroviaria della provincia di Firenze ha una estensione di 290 km, circa il 21% del totale della rete regionale. Con il 63% della rete dotata di doppio binario elettrificata, la provincia di Firenze presenta uno standard superiore alla media regionale (50%) e nazionale. Ciò nonostante, l'estensione complessiva della rete è inferiore sia
alla media nazionale che a quella regionale quando rapportata alla popolazione e al reddito.
L'offerta di trasporto è concentrata sulla linea Bologna Roma e, con treni regionali, sulle linee Firenze - Viareggio
e Firenze - Pisa - Livorno.
I dati riportati sono tratti dal rapporto CSST del luglio 2002
sul trasporto in Toscana.
La struttura della rete è riferita al 1999; l'offerta di trasporto passeggeri fa riferimento al 2001 - 2002 e l'offerta di
trasporto merci al 1999.
62
Struttura dell'infrastruttura ferroviaria
Firenze
Toscana
Singolo non
Doppio non
Singolo
Doppio
% doppio elet.
su totale
elettrificato
elettrificato
elettrificato
elettrificato
93,5
14,3
182,6
63%
50%
517,2
14,3
164,9
705,6
Offerta di trasporto ferroviario. Numero di treni/giorno
Eurostar
Bologna - Firenze
Firenze - Roma
Firenze - Viareggio
Firenze - Faenza
Firenze - Vicchio
Empoli - Siena
Firenze - Livorno
Intercity
27
27
passeggeri
Espresso
Diretto
10
4
11
7
1
merci
Regionale
0
7
13
30
40
19
15
19
60
80
56
2
2
24
63
INCIDENTALITA' STRADALE
Numero di incidenti, morti e feriti
Incidenti stradali, morti, feriti
incidenti stradali, morti, feriti
(Firenze, valori assoluti)
9500
150
9000
140
150
130
8500
125
120
8000
110
7500
100
7000
90
6500
n. morti
n. incidenti, n, feriti
(cumulato Firenze e Prato, indici base 1990)
100
80
75
6000
70
5500
60
5000
50
1995 1996 1997 1998 1999 2000
incidenti
feriti
50
1990
morti
1995 1996 1997 1998 1999 2000
incidenti
morti
feriti
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia
Descrizione
Metodologia
Nel periodo 1995 - 2000 sulle strade della provincia di
Firenze si sono registrati ca. 100 morti e 8.700 feriti all'anno, in maniera rilevante concentrati in ambito urbano.
Considerando il periodo 1990 - 2000 (e cumulando provincia di Firenze e Prato), la mortalità e l'incidentalità appaiono in diminuzione, mentre cresce il numero di feriti.
La mortalità registrata sulla rete stradale della provincia di
Firenze, nonostante gli importanti flussi di attraversamento, è significativamente inferiore alla media nazionale, sia
in rapporto agli abitanti che al numero di autovetture.
I dati, di fonte Istat, fanno riferimento al rilevamento degli
incidenti stradali delle forze di polizia. A causa dei tempi e
delle modalità di rilevamento, la mortalità attribuita è inferiore a quella risultante dalle statistiche sanitarie (tra il
22% e il 35% in meno negli anni 91-98).
64
QUALITA' AMBIENTALE DEL PARCO AUTO
Quota di autovetture, benzina e diesel, Euro 1 e Euro 2 sul parco circolante.
Caratteristiche ambientali del parco autoveicoli
2000
1995
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
non catalizzate (b) convenzionali (d)
70%
euro 1
80%
90%
100%
euro 2
Descrizione
Metodologia
La qualità ambientale del parco circolante in provincia di
Firenze è significativamente migliore rispetto alla media
nazionale
Nel periodo 1995 - 2000 si registra un significativo rinnovo del parco autoveicolare. Se nel 1995 le autovetture non
catalizzate (e i diesel convenzionali) rappresentavano
ancora il 75% del parco, nel 2000 i mezzi conformi alle
nuove norme Euro 1 e Euro 2 sono oltre il 60% del parco
(rispetto al 50% della media nazionale e al 57% delle
regioni nord-occidentali).
La qualità ambientale del parco autoveicoli 2000 è basata
sulla classificazione Copert elaborata da Aci e si riferiscono alla sola quota di autovetture a benzina e diesel. Per il
1995 la nostra stima assume come auto conformi alla
norma Euro 1tutte le autovetture immatricolate dopo il
1993 (data da cui divenne obbligatoria la vendita di auto
Euro 1) e per gli anni precedenti una stima pari al 5% delle
immatricolazione 1990, il 6% per il 1991 e il 12% per il
1992, in accordo con i consumi di benzina verde sulla sola
rete stradale ordinaria.
65
FATTORI ANTROPICI: POPOLAZIONE E INSEDIAMENTI
Tendenza nel tempo
Legenda
Popolazione
Abitazioni
occupate/non
occupate
Produzione
edilizia
66
Risposte/azioni
☺
Migliora
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
Tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
risposte in atto da
rafforzare
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
necessita di ulteriori
indagini
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
Uso del suolo
Criticità
Peggiora
Non valutabile per
assenza serie storiche
Crescita continua delle
aree modellate
artificialmente, anche
nell’ultimo decennio,
seppur in maniera
limitata
Tendenza non uniforme
nei diversi ambiti
territoriali. Crescita in
tutte le aree con
l’eccezione di Firenze e
del Mugello (-21,3% tra
1951-2001)
Il dato provvisorio
relativo al censimento
2001 evidenzia per la
prima volta dal 1951 un
aumento della
percentuale di abitazioni
occupate sul totale del
patrimonio.
Nonostante gli
andamenti demografici
non si registra una
riduzione della
produzione edilizia.
Aumenta la quota di
produzione a fini non
residenziali.
☺
Oltre il 50% del
territorio provinciale è
costituito da aree di
elevato pregio (aree
boscate)
Tutti i comuni della
Provincia (con
l’eccezione di Firenze
e Campi Bisenzio) con
densità inferiore ai
1.000 ab/kmq. Il
Mugello ha densità
media di 50 ab/kmq
A livello provinciale, il
91,5% delle abitazioni
risultano occupate,
sopra la media
regionale. In Mugello
tasso di occupazione
anche sotto il 50%.
Tra le province della
Toscana, quella di
Firenze ha registrato
nel periodo 1995-2000
la più elevata
produzione assoluta,
ma una delle minori
procapite.
☺
Gli strumenti di
pianificazione di livello
regionale (PIT) e
provinciale (PTCP)
dettano specifiche
disposizioni volte alla
limitazione del consumo
di suolo e alla tutela delle
aree agricole e non
urbanizzate
Azioni da identificare e/o
a livello
definire
comunale
Azioni da identificare e/o
definire a livello
comunale
STRUTTURA DELL’USO DEL SUOLO
Classificazione del territorio
sulla base della metodologia
Corine Land Cover
Leg nda
Uso
Clas
rovin
one
Te
Firen e
Land 1995
i modellati artificial ente
i agricoli
Te
i boscati e ambienti seminatur li
Zo
Li
munale
N
10
0
10
ilom ters
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Regione Toscana
Descrizione
Metodologia
A livello provinciale, il 51,4% del territorio è caratterizzato
dalla presenza di aree di elevato pregio naturale (boscate).
In particolare nelle aree del Mugello e della Val di Sieve le
superficie boscate coprono più del 70% della superficie
complessiva. Oltre il 43% è inoltre costituito dalle aree
agricole, particolarmente consistenti nelle aree empolese e
valdelsa.
Le aree artificializzate, urbane e industriali costituiscono il
4,6% della superficie provinciale complessiva. La percentuale è evidentemente molto più elevata nel comune di
Firenze, dove circa il 46% della superficie risulta artificializzata, così come nell’area fiorentina (10%).
Nel decennio 1992 - 2001, secondo il recente aggiornamento della cartografia di uso del suolo condotto della
Regione Toscana, si registra (pur a fronte di un declino
demografico) un aumento delle aree urbanizzate di circa
560 ha (+3,5%) e una diminuzione delle aree boscate di
140,5 ha (-0,08%).
La classificazione del territorio provinciale è stata effettuata attraverso l’utilizzo della carta di uso del suolo elaborata nel 1995 dalla Regione Toscana attraverso l’utilizzo della
metodologia Corine Land-Cover, a partire dall’interpretazione di immagini da satellite nel periodo 1990-1992 e
dalla fotointerpretazione di immagini di voli areei condotti
nel periodo 1988-1989. Recentemente, la Regione ha condotto un aggiornamento di tale cartografia al 2001, di cui
si riportano i primi dati attualmente disponibili.
Variazione 1991-2001 delle superfici artificiali e delle aree boscate in Provincia
di Firenze
Superfici artificiali (ha)
Superfici boscate (ha)
1991
2001
Variazione
16.197
180.482
16.759
180.342
%
3,5%
-0,08%
Fonte: Regione Toscana
Uso del suolo per ambito territoriale - Distribuzione percentuale
100%
80%
60%
40%
20%
0%
e
nz
re
Fi
68
t.
en
r
fio
i
t
an
i
Ch
o
ell
ug
M
ea
Ar
Territori modellati artificialmente
Territori boscati e amb. seminaturali
Corpi idrici
a
ve
e
els
ld
Va
les
sie
Em
po
i
ald
V
Territori agricoli
Zone umide
.
no
OV
ar
ld
Va
TO
T
R
.P
Fonte: Elaborazione
Ambiente Italia su
dati Regione
Toscana, Provincia di
Firenze
DENSITÀ DI POPOLAZIONE
Densità per Comune
e andamento nel tempo
Legenda
Densità di popolazione
per Comune (ab/Kmq)
11 - 125
125 - 250
250 - 500
500 - 1000
1000 - 3444
N
10
0
10 Km
W
E
S
Fonte: Provincia di Firenze, ISTAT
Descrizione
Metodologia
Negli ultimi 50 anni si è in parte ridisegnato l'assetto degli
insediamenti e dunque della densità demografica nelle
varie aree. Nella città di Firenze, dopo un ventennio di
costante crescita, a partire dal 1971 si registra una costante perdita di popolazione (-23% nel periodo 1971-2001, 6% sul periodo 1951-2001), a cui fanno riscontro una forte
crescita degli insediamenti nell'area fiorentina (+99%) e
nell'empolese (+40%). Nel Mugello si registra invece una
forte contrazione, caratteristica di tutte le aree montane e
interne (-21,3% tra 1951 e 2001).
Nel suo insieme, la Provincia di Firenze a partire dalla metà
degli anni '80 registra un progressivo declino demografico.
L'ultimo censimento ISTAT 2001 evidenzia i valori massimi
di densità di popolazione nei comuni di Firenze (3.439
ab/kmq) e di Campi Bisenzio (1.298 ab/kmq), dove negli
ultimi cinquanta anni si è registrata una crescita degli abitanti del 132% (da 16.000 a 37.000). Quattro comuni
(Scandicci, Sesto Fiorentino, Empoli, Signa) hanno densità
tra 500 - 1000 ab/kmq, mentre tutti gli altri comuni presentano densità inferiori. In alcuni comuni, per effetto dello
spopolamento registrato, si registrano densità inferiori a 20
ab/kmq. L’area del mugello evidenzia complessivamente
una densità di popolazione molto bassa (51 ab/kmq)
rispetto a tutti gli altri ambiti.
L’indicatore, rapportando la popolazione alle dimensioni del
territorio comunale, consente di evidenziare l’entità della
concentrazione e quindi della pressione esercitata dai residenti sulle risorse ambientali nonché le relative variazioni
nel tempo. Tale pressione deve intendersi come richiesta di
beni o spazi connessi alle esigenze umane che, con l’aumentare della densità di popolazione, determina un elevato sovraccarico interno ed anche un coinvolgimento del
territorio esterno. Per il calcolo della densità, effettuato a
livello comunale e per le diverse aree della Provincia, sono
stati utilizzati i dati di popolazione ricavati dai censimenti
ISTAT negli ultimi 50 anni (1951-2001).
69
Andamento della popolazione per area (1951-2001)
1.000.000
900.000
800.000
Popolazione
700.000
600.000
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
1951
Firenze
Area fiorentina
1961
Chianti
1971
Mugello
1981
Valdelsa
Empolese
1991
Valdisieve
2001
Valdarno
Andamento della densità di popolazione per area (1951-2001)
10.000
ab/Kmq
1.000
100
10
1951
1971
1981
1991
Firenze
Area fiorentina
Chianti
Mugello
Valdelsa
Empolese
Valdisieve
Valdarno
Fonte: Provincia di Firenze, ISTAT
70
1961
2001
PATRIMONIO EDILIZIO
Abitazioni censite per ambito
territoriale e stato di utilizzo
Legenda
Percentuale abitazioni occupate
(Abit. occupate/Abit. totali)
0 - 50
50 - 75
75 - 85
85 - 93
93 - 100
N
10
0
10 Kilometers
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Provincia Firenze, ISTAT
Descrizione
Nel periodo 1951-2001 il numero delle abitazioni censite o
stimate è aumentato sensibilmente. In particolare, il tasso
di crescita appare elevato nei decenni 1951-1961 e 19611971 (+28% circa), è poi diminuito costantemente sino a
raggiungere il livello più contenuto negli ultimi dieci anni
(+4,1%).
Analogo andamento si rileva per quanto riguarda il numero di vani per abitante, anche se con tassi di crescita più
omogenei nel tempo. Anche in questo caso, l’ultimo
decennio è stato quello caratterizzato dalla crescita più
bassa (8,3%, dato stimato, vedi metodologia), mentre il
tasso più elevato è quello raggiunto nel decennio 19711981 (+20,7%). In particolare, nell’ultimo anno preso in
considerazione si evidenzia un numero di vani/abitante pari
a 2.
Di particolare interesse il rapporto tra abitazioni occupate e
non occupate, che sembra evidenziare, per la prima volta a
partire dal 1951, un miglioramento della situazione. Infatti,
nel 2001, a livello provinciale, il 91,5% delle abitazioni
risultano occupate, con un aumento del 2,8% rispetto al
1991. Una percentuale più elevata si ritrova solo risalendo
al 1961. Una conferma di tale andamento sarà possibile
solo al momento della disponibilità del dato definitivo del
censimento 2001, il dato attuale, ancora provvisorio,
potrebbe infatti contenere un certo margine di errore.
Analizzando tale dato su base territoriale, si rileva un elevato grado di occupazione (superiore al 93%) a Firenze e
nell’area empolese fiorentina. I valori più elevati si riscontrano a Lastra a Signa e Calenzano (97,9%), Sesto
Fiorentino (97,1%). Particolarmente significativa la situazione riguardante molti comuni dell’area del Mugello, che
rivelano dati di occupazione inferiori al 50%, come San
Godenzo (48,3%) e Palazzolo sul Senio (49,6%) o poco
superiori, come Firenzuola (50,7%), Londa (62,4%) e
Marradi (64,2%). Tale situazione appare come diretta conseguenza della progressiva perdita di popolazione registrata in tali comuni nel periodo considerato (vedi indicatore
“densità di popolazione”).
Metodologia
L’indicatore relativo all’offerta delle abitazioni è rappresentato come numero di abitazioni esistenti, rapporto tra abitazioni occupate e non occupate e rapporto tra numero di
stanze e residenti. Tale indicatore consente di evidenziare
le variazioni della disponibilità teorica del patrimonio residenziale. L’analisi è svolta assumendo quale riferimento
l’obiettivo generale di dare risposte alla domanda di alloggi e di migliorare la dotazione dello spazio abitabile pro
capite, attraverso azioni dirette di recupero e nuova realizzazione o indirette di contrasto della tendenza al non utilizzo o al cambio di destinazione d’uso del patrimonio residenziale.
Per il calcolo si è fatto riferimento ai dati provenienti dai ➜
71
Abitazioni occupate e vani/abitante (1951-2001)
400.000
5,0
350.000
Abitazioni
250.000
3,0
200.000
2,0
150.000
100.000
1,0
50.000
0
0,0
1951
1961
Abitazioni occupate
1971
Abitazioni non occupate
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT
Censimenti popolazione negli ultimi 50 anni. Per quanto
riguarda il calcolo del numero di vani nel 2001, in assenza
del dato dell’ultimo censimento, si è proceduto ad una
stima basata sui dati ISTAT di produzione edilizia, sommando al dato 1991 il numero di vani prodotti nel periodo
1992-2000. Per quanto riguarda il 2000 si è fatto riferimento al dato provvisorio pubblicato da ISTAT. Per il 2001,
in assenza del dato si è assunta una produzione analoga a
quella dell’anno precedente.
72
1981
1991
2001
Vani/abitante
Vani/ab
4,0
300.000
PRODUZIONE EDILIZIA
Volume dei fabbricati costruiti annualmente per tipologia e ambito territoriale
Produzione edilizia in provincia di Firenze (1989-2000)
3.000.000
m3/anno
2.500.000
2.000.000
1.500.000
1.000.000
500.000
0
1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000
Residenziale
Non residenziale
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT
Descrizione
Metodologia
Tra le province della Toscana, quella di Firenze ha registrato nel periodo 1995-2000 la produzione edilizia più elevata in valori assoluti. Analizzando il livello di produzione in
rapporto al numero di abitanti presenti sul territorio provinciale, si evidenzia tuttavia un valore superiore solo a quello registrato per la Provincia di Massa Carrara. Per quanto
riguarda l’andamento temporale, nel periodo preso in considerazione (1989-2000) non si evidenzia una tendenza
alla diminuzione della produzione edilizia complessiva.
Sembra emergere, all’interno della produzione, una progressivo aumento del peso degli utilizzi di tipo pubblico,
produttivo, terziario rispetto alla produzione a fini residenziali Si passa infatti da percentuali del 50-60% (1989:
56%, 1991: 48%, 1992: 51%), a percentuali più alte, anche
superiori al 70% (dato 2000).
L’area fiorentina e quella empolese presentano i livelli di
produzione più alti. In particolare, per quanto riguarda l’area fiorentina, si evidenzia una notevole variabilità annuale, con dei picchi di produzione notevoli (1999: 976.066
m3, 1991: 885.421 m3). Tale andamento è probabile conseguenza di interventi significativi di carattere puntuale
che hanno avuto luogo nell’ultimo decennio in tale area
(insediamenti produttivi, centri commerciali, etc).
L’indicatore relativo alla produzione edilizia è restituito
come volume dei fabbricati costruiti annualmente, per
nuova edificazione o per ampliamento dell’esistente,
distinto tra quelli residenziali e non residenziali. Tale indicatore, che rappresenta la pressione sull’ambiente connessa all’incremento della massa degli edifici4 (da associare alla sottrazione di spazio ed al consumo delle risorse
utilizzate per la costruzione), consente di evidenziare le
dinamiche ed il peso dei fabbricati residenziali e non residenziali sul totale della produzione edilizia. La valutazione
è condotta assumendo quale riferimento l’obiettivo generale di contenere la crescita dell’edificato e di rispondere al
fabbisogno edilizio attraverso processi di recupero strutturale e funzionale del patrimonio esistente. Per il calcolo si
è fatto riferimento alle statistiche ISTAT sull’attività edilizia.
Per quanto riguarda il 2000 il dato fornito è quello provvisorio.
4 Nella valutazione si dovrebbe considerare anche il volume degli edifici demoliti annualmente per ricavare il dato dell’effettivo incremento del
volume edificato.
73
Produzione edilizia in provincia di Firenze per ambito
territoriale (1989-2000)
3.000.000
2.500.000
m3/anno
2.000.000
1.500.000
0
1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000
Empolese
Firenze
Chianti
Mugello
Valdelsa
Valdisieve
Valdarno
Area fiorentina
Produzione edilizia in provincia di Firenze per ambito
territoriale (1989-2000)
3.000.000
m3/anno
2.500.000
2.000.000
1.500.000
0
1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000
Empolese
Firenze
Chianti
Mugello
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT
74
Valdelsa
Valdisieve
Valdarno
Area fiorentina
FATTORI ANTROPICI : RIFIUTI
Tendenza nel tempo
Legenda
migliora
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
risposte in atto da
rafforzare
Criticità elevata o
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
Produzione rifiuti
urbani
La produzione è
crescente
Produzione rifiuti
speciali
Dati consolidati non
sono disponibili
☺
Recuperi e raccolte
differenziate sono in
crescita e conformi agli
obiettivi di legge
Incrementata la
diversificazione, ma
insufficiente la chiusura
dei cicli
☺
Le azioni di bonifiche
sono strutturate e
crescenti
Smaltimento dei
rifiuti
Bonifiche
Risposte/azioni
☺
Recupero
Criticità
media o
superiore
situazione negativa
di ulteriori
necessita
indagini
La produzione
procapite è tra le più
alte d'Italia
La produzione è
comunque rilevante
Problemi sulle politiche
di assimilazione
dei rifiuti speciali
agli urbani
Forte dipendenza dalla
discarica e scarsa
autosufficienza
La criticità delle
contaminazioni non
sembra elevata, ma
sono difficili le
comparazioni
Ritardo e contraddizioni
nella regolamentazione e
nel passaggio a tariffa.
Avviate azioni per la
prevenzione/ riduzione
☺
Risultati positivi già
conseguiti che possono
essere rafforzati
Pianificazione definita.
Ritardi e conflitti
nell'attuazione.
☺
La regolamentazione e le
azioni avviate con buona
efficacia sono esemplari
per l'Italia
75
RIFIUTI URBANI
Rifiuti prodotti, residui e recuperati; totale, procapite e per area
indice dei rifiuti urbani prodotti e
residui (1997 = 100)
Produzione totale di rifiuti
125
600.000
120
149.835
500.000
115
101.044
41.612
76.582
110
400.000
1
tonnellate
indice 1997 = 100
64.291
100
95
300.000
469.849
90
441.421 435.795
448.167
200.000
85
100.000
80
75
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
indice residuo
0
1997 1998 1999 2000 2001
indice rifiuti urbani
urbani residui
RD (urbani recuperati)
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia
Descrizione
Metodologia
La provincia di Firenze, con una produzione media procapite di 627 kg/ab (ma 669 kg/ab nell'area fiorentina), è una
delle aree italiane con la maggiore intensità di produzione
dei rifiuti.
Alla contrazione della produzione di rifiuti registrata tra il
1995 e il 1997 ( - 2,2%) è seguita vigorosa crescita nel
periodo 1997 - 2000 (+ 19,4%), con una stabilizzazione
nel 2001 rispetto al 2000. Complessivamente la produzione di rifiuti mostra una dinamica di crescita superiore a
quella del reddito. L'aumento dei rifiuti urbani è probabilmente attribuibile, oltre che alle modalità di consumo e alle
presenze turistiche (che incidono per meno del 5% del
totale dei rifiuti generati), anche ad un assorbimento di
parte di rifiuti assimilabili di origine produttiva nel circuito
dei rifiuti urbani.
Pur in presenza di un elevato tasso di recupero, la forte
crescita dei rifiuti generati non ha consentito di ridurre
significativamente la quantità di rifiuti residui destinati allo
smaltimento, nel 2001 ancora al livello del 1997.
I dati derivano dalle certificazioni ARRR su dati forniti dai
comuni.
76
Produzione di rifiuti urbani per area (tonnellate/anno), 2001
Area fiorentina
Chianti
Mugello
Valdelsa
Empolese
Valdisieve
Valdarno
Provincia
Rifiuti recuperati
Rifiuti residui
Totale rifiuti
(Rd)
(Rur)
(Rur + Rd)
108.588
291.816
8.294
23.375
8.241
25.005
6.515
15.783
19.938
48.817
4.409
15.446
6.043
18.560
162.026
438.801
400.404
31.669
33.246
22.298
68.755
19.854
24.602
600.827
Produzione procapite di rifiuti urbani per area (kg/ab anno), 2001
Rifiuti recuperati
(Rd)
Area fiorentina
Chianti
Mugello
Valdelsa
Empolese
Valdisieve
Valdarno
Provincia
Rifiuti residui
(Rur)
181
150
142
158
168
103
138
169
Totale rifiuti
(Rur + Rd)
488
424
432
383
412
362
425
458
669
574
574
542
580
466
563
627
77
RIFIUTI SPECIALI
Rifiuti pericolosi e non pericolosi, dichiarati e stimati; ripartizione per settore e area
Produzione dichiarata e stimata di rifiuti speciali
1.400.000
1.200.000
tonnellate
1.000.000
800.000
600.000
400.000
200.000
0
1996 dichiarato
stimato 1996
1998 dichiarato
non pericolosi
stimato 1998
1999 dichiarato
pericolosi
Descrizione
Metodologia
Secondo le ultime stime elaborate sulla base delle dichiarazioni dei produttori (MUD 1999 relativo all'anno 1998), in
provincia di Firenze risultano prodotti ca. 390.000 t di rifiuti dalle attività del ciclo dei rifiuti (recuperi, trattamenti e
smaltimenti) e di depurazione, 330.000 t di rifiuti dall'industria manifatturiera, 300.000 t dal settore terziario,
200.000 t dalle costruzioni, 17.000 t dall'agricoltura e
11.000 dalle attività estrattive. I rifiuti stimati ammontano
complessivamente a ca. 1.200.000 t a fronte (per l'anno
1998) di circa 750.000 t dichiarate.
La qualità dei dati non consente di valutare l'andamento
storico.
Nel 1999 (MUD 2000) circa il 50% del totale dei rifiuti speciali dichiarati deriva dalle attività di gestione dei rifiuti (con
una quota rilevante costituita da sovvalli di trattamento di
un solo impianto, nell'empolese).
I rifiuti pericolosi, ca. 40.000 stimati (34.000 dichiarati nel
1999), derivano principalmente dalla gestione dei rifiuti,
produzioni chimiche, lavorazione dei metalli e attività di
riparazione degli autoveicoli. Le produzioni di rifiuti pericolosi sono fortemente concentrate: solo 4 imprese generano
ca. il 25% del totale prodotto.
I dati relativi alla produzione di rifiuti speciali, pericolosi e
non pericolosi, derivano dalle dichiarazioni del Modello
Unico Dichiarazione ambientale, bonificate da Cerved e
ARRR.
Le dichiarazioni derivano da una quota - variabile negli
anni, anche per effetto delle disposizioni legislative - delle
unità locali. I confronti storici sul dichiarato sono pertanto
poco significativi. La produzione stimata (per il 1996 e il
1998) è stata elaborata da ARRR integrando, anche con
indagini di campo, i dati Mud (scostamenti significativi si
registrano per le costruzioni e i servizi) . Per effetto della
elevata quota di rifiuti derivanti dallo stesso trattamento dei
rifiuti, la produzione dichiarata e stimata per la provincai di
Firenze include anche rifiuti generati dal trattamento di
rifiuti importati da altre province e regioni.
78
Origine rifiuti speciali non pericolosi
Origine rifiuti speciali pericolosi
(dati MUD 2000)
(dati MUD 2000)
Terziario
22%
Terziario
10%
Industria
manifatturiera
30%
Industria
manifatturiera
53%
Smaltimento
rifiuti,
depurazione,
riciclaggio
51%
Smaltimento
dei rifiuti,
depurazione,
riciclaggio
23%
Costruzioni
11%
Costruzioni
2%
Produzione di rifiuti speciali
(procapite per area territoriale)
2500
kg / ab
2000
1500
1000
500
0
Area
Fiorentina
Chianti
Empolese
Mugello
speciali non pericolosi
Valdelsa
Val di
sieve
Valdarno
Superiore
pericolosi
79
RACCOLTA DIFFERENZIATA
Raggiungimento degli obiettivi, recuperi totali e per materiali e area
Raccolta differenziata (marzo 2001) rispetto a obiettivi
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
area
fiorentina
chianti
mugello
valdelsa
empolese
valdisieve
valdarno
%RD al marzo 2001
distanza da obiettivo Ronchi 2001
distanza da valore guida 2001 piano provinciale
distanza da obiettivo Ronchi 2003
Provincia
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia
Descrizione
Metodologia
Al marzo 2001, data di riferimento per il Dlgs 22/97, il
tasso di raccolta differenziata in Provincia di Firenze ha
superato il 25% dei rifiuti urbani, in linea con gli obiettivi
del "Decreto Ronchi" e gli obiettivi del Piano Provinciale. A
fine anno 2001 la raccolta differenziata ha raggiunto il 27%
dei rifiuti urbani (calcolati al netto dello spazzamento). I
valori più alti sono stati raggiunti nell'empolese e il valdelsa (dove sfiora il 30%), mentre inferiore alla media è ancora nel Mugello (22%).
Il tasso di raccolta differenziata della provincia di Firenze è
superiore sia alla media regionale che italiana, in linea con
la media della regioni settentrionali, ma inferiore alla media
raggiunta da molte province lombarde e venete.
Nel periodo 1995 - 2001 la raccolta differenziata è praticamente quadruplicata, con una crescita molto intensa nel
1999 e nel 2000 e una stabilizzazione nel 2001.
Nella composizione delle raccolte differenziate, la carta
(69.000 t nel 2000) incide per il 49%, seguita dalla raccolta del verde e della frazione organica (34.000 t nel 2000)
che pesa per il 24% e dalla raccolta del vetro e lattine
(17.000 t, 12%).
Lo sviluppo delle raccolte differenziate è stato trainato
soprattutto dall'espansione delle raccolte della frazione
organica (+ 325% nel periodo 1997 - 2000) e della frazione cartacea (+ 225%).
I dati derivano dalle certificazioni ARRR su dati forniti dai
comuni. Nel computo dei dati non sono considerati i rifiuti
inerti, ma sono inclusi gli ingombranti recuperati. Il grafico
fa riferimento al calcolo della % di raccolta differenziata sul
periodo marzo 2000 - febbraio 2001, secondo il metodo
standardizzato regionale.
80
150.000
30%
125.000
25%
100.000
20%
75.000
15%
50.000
10%
25.000
5%
0
0%
1994
1995
carta
1996
vetro
1997
plastica
1998
altro
organico
1999
% Rd sul totale rifiuti urbani
tonnellate
Evoluzione delle raccolte differenziate
2000
% RD
81
CAPACITA' DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
Rifiuti urbani per tipologia di impianto di smaltimento
Modalità di smaltimento del rifiuto residuo 1999 - 2001
80%
% totale rifiuto residuo
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
discarica t.q.
inceneritore t.q.
1999
selezione
2001
Descrizione
Metodologia
Il sistema di smaltimento della provincia di Firenze, articolato
su due Ambiti Territoriali Ottimali (Ato 5 del circondario empolese, Ato 6 della gran parte della provincia), ha ridotto le quantità di rifiuti smaltite tal quali in discarica - nel 2001 pari a circa
il 53% del rifiuto residuo e a meno del 40% del totale dei rifiuti (considerando anche le raccolte differenziate) - per effetto
dell'attivazione di due impianti di selezione e trattamento meccanico -biologico (nell'Empolese e a Case Passerini). Il sistema
di smaltimento è deficitario sia sotto il profilo della valorizzazione energetica che sotto quello dello smaltimento finale a
discarica (di flussi trattati o tal quali). Nel 2001 oltre il 30% del
totale dei rifiuti residui (e il 56% di quelli smaltiti tal quale a discarica) è stato smaltito in impianti fuori provincia.
Le quantità riportate rappresentano la "prima" destinazione
dei rifiuti urbani residui. Dagli impianti di selezione, infatti, si
generano flussi di materiale trattato che sono soggetti a
smaltimento finale - in impianti di combustione o in discarica. La fonte dei dati è ARRR. Le quantità che risultano smaltite nel 2001 non collimano completamente con le quantità
di rifiuti residui generate nello stesso anno.
Modalità di smaltimento del rifiuto residuo 1999 (t/a)
Discarica
Provincia di Firenze ATO 6
Circondario Empolese ATO 5
Totale
Inceneritore
Selezione
313.694
15.366
55.048
6.062
0
58.269
319.756
15.366
113.316
Modalità di smaltimento del rifiuto residuo 2001 (t/a)
Discarica
Provincia di Firenze ATO 6
Circondario Empolese ATO 5
Totale
82
Inceneritore
217.359
Selezione
7.929
162.857
20.682
0
43.918
238.041
7.929
206.775
BONIFICA DEI SUOLI
Aree contaminate e aree bonificate e ripristinate
Siti bonificati con certificazione per anno
12
10
8
6
4
2
0
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
Descrizione
Metodologia
A partire dal Primo Piano Regionale del 1993, in Provincia
di Firenze sono stati attivati interventi di bonifica di discariche e aree industriali dismesse potenzialmente contaminate. Il Piano regionale del 1999 e i successivi approfondimenti e integrazioni hanno identificato (al 2002) in
Provincia di Firenze 14 siti prioritari da bonificare a breve
termine, 22 siti a medio termine, 12 siti in fascia C, 20 siti
emersi con autodenuncia in sanatoria, 125 altri siti per
aree interessate da eventi accidentali o da serbatoi interrati o in riqualificazione urbanistica. Al febbraio 2003 risultano 35 siti bonificati certificati, 1 sito messo in sicurezza, 39
siti (precedenti al Piano regionale del 1999) esclusi per non
necessità o avvenuta bonifica
I dati sono basati sull'archivio della Provincia di Firenze.
Siti bonificati certificati con specifica destinazione d’uso
Siti messi in sicurezza
Siti esclusi per non necessità o già avvenuta bonifica
35
1
39
83
FATTORI ANTROPICI: INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Tendenza nel tempo
Legenda
Controlli ed
esposizione
84
Risposte/azioni
☺
migliora
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
risposte in atto da
rafforzare
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
necessita di ulteriori
indagini
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
Non emergono
situazioni di rischio
elettromagnetico
Superamenti delle
norme risultano
episodici. Gli effetti
sanitari sono ancora
oggetto di valutazione
Sorgenti di campi
elettromagnetici
Criticità
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
In rapida espansione le
stazioni radio-base
anche se rallentate nel
2002
Non aumenta la capacità
di controllo degli
organi preposti
L'introduzione del silenzio
assenso - con il decreto
Gasparri - può determinare
condizioni di maggiore
criticità ambientale
Sono state attivate
misure di adeguamento
per i siti interessati
ESPOSIZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI
Controlli a siti di impianti Radio - TV
anno
2001
2001
2002
2002
2002
2002
2002
2002
2002
2002
Elenco Siti d'Impianti Radio TV soggetti ad Interventi di
misura
Fiesole San Francesco
Rai-OM via dei Massoni*
Poggio Incontro (3306)
Monte Morello (3218)
Secchieta (3320)
Greve (3368)
Val di Pesa (3369)
Barbiana
Reggello loc. 'Barfoli'
Reggello loc. 'La Stanza'
Superamento
Superamento
obiettivo di
valore di cautela
qualità di 3 V/m di 6 V/m (Si/No)
(Si/No)
si
Si
Si
Si
Si
No
No
No
Si
No
si
si
si
si
no
no
no
no
no
no
Superamento
limite di
esposiz. di 20
V/m (Si/No)
Superamento
limite di
esposiz. di 20
V/m (Si/No)
Nei Luoghi
accessibili
Nei luoghi a
permanenza
prolungata
no
no
no
no
no
no
no
no
no
no
si
no
si
si
no
no
no
no
no
no
Fonte: Arpat 2003
Descrizione
Metodologia
L'esposizione a campi elettromagnetici, sia per stazioni
radio-base che per siti radio-tv risulta generalmente entro
i limiti previsti. Superamenti dei livelli di esposizione non
sono registrati per stazioni radio-base di telefonia cellulare. In alcuni siti di impianti radio-tv sono registrati superamenti per gli obiettivi di qualità (3 V/m) o di cautela (6 V/m).
Il superamento del limite di esposizione di 20 V/m è misurato in alcuni siti accessibili, ma in nessun luogo caratterizzato da permanenze prolungate.
I dati sono basati sui rilevamenti effettuati da Arpat nel
periodo 2001 - 2002
85
CONTROLLI DEI LIVELLI DI POTENZA DELLE STAZIONI
RADIO-BASE E RADIO TELEVISIVE
Pareri e misure per le stazioni radio-base e per le postazioni radio-televisive
Numero pareri (cumulato) e misure (cumulate)
su stazioni radio-base e postazioni radio televisive
350
300
250
numero
misure
200
numero
pareri
150
100
50
0
2000
2001
2002
Fonte: Arpat 2003
Descrizione
Metodologia
L'inquinamento elettromagnetico - legato alla telefonia
cellulare, le stazioni radio e televisive, la rete di trasmissione elettrica - e l'esposizione alle radiazioni non ionizzanti
sono oggetto di un diffuso allarme sociale e di discussione
in ambito scientifico. La diffusione dei sistemi di telecomunicazione - e in maniera particolarmente rilevante della
telefonia cellulare - ha provocato una disseminazione delle
stazioni radio-base e delle postazioni radio-televisive. La
crescita è stata molto intensa fino al 2001 e si è successivamente rallentata, ma è attesa una ripresa con i nuovi
sistemi UMTS. Più stabile la situazione delle postazioni
radio-televisive. Le attività di controllo si sono esplicate nel
rilascio di pareri, anche con il supporto di valutazioni
modellistiche e di sopralluoghi e nell'effettuazione di misure di controllo.
I dati rappresentano le attività di controllo e di misura fornite da Arpat.
86
Pareri e controlli su stazioni radio-base
n° pareri preventivi istruttorie tecniche
n° controlli tramite valutaz.
modellistiche
n° interv. controllo
sperimentali
di cui n° interv. controllo
sperimentali su richiesta
n° complessivo punti di misura
n° punti misura in continuo
(>24 h)
n° complessivo misure a banda
larga
n° complessivo misure a banda
stretta
2° Sem.
2002
30
1° Sem.
2002
3
(controlli dopo l' installazione
effettuati con simulazioni)
28
(sopralluoghi con misure )
(controlli prima dell' installazione
effettuati con simulazioni)
Anno 2001 Anno 2000
163
131
13
20
13
2
3
31
2
(sopralluoghi con misure su richiesta
anche se pianificati)
2
2
0
2
(anche più di 1 per sito controllato)
(anche più di 1 per sito controllato)
4
6
197
17
2
6
197
17
2
3
8
3
2° Sem.
2002
1
1° Sem.
2002
1
(controlli dopo l' installazione
effettuati con simulazioni)
-
(sopralluoghi con misure )
Fonte: Arpat, 2003
Pareri e controlli su postazioni radio-televisive
n° pareri preventivi istruttorie tecniche
n° controlli tramite valutaz.
modellistiche
n° interv. controllo
sperimentali
di cui n° interv. controllo
sperimentali su richiesta
n° complessivo punti di misura
n° punti misura in continuo
(>24 h)
n° complessivo misure a banda
larga
n° complessivo misure a banda
stretta
(controlli prima dell' installazione
effettuati con simulazioni)
Anno 2001 Anno 2000
-
-
-
-
-
3
6
6
1
(sopralluoghi con misure su richiesta
anche se pianificati)
3
6
6
1
(anche più di 1 per sito controllato)
(anche più di 1 per sito controllato)
15
23
39
10
15
23
39
11
3
3
8
2
87
Componenti
ambientali
COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA E CLIMA
Tendenza nel tempo
Legenda
☺
migliora
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
Emissioni CO,
COV, SOx, NOx,
PM10
Emissioni
climalteranti
Metereologia
Superamenti
limiti e obiettivi
Concentrazioni
medie
90
☺
☺
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
non valutabile per
assenza serie storiche
Nel periodo 1990-2000
le emissioni di gas serra
da usi energetici sono
cresciute di circa il 12%,
il doppio della media
nazionale
Le tendenze in atto
sembrano rispecchiare i
fenomeni di alterazione
Negli ultimi dieci anni si
registra una progressiva
diminuzione del numero
di superamenti dei valori
limite. Il 2002 sembra
tuttavia indicare un
rallentamento di tale
andamento e una
possibile inversione di
tendenza.
Negli ultimi dieci anni si
è registrata una
progressiva diminuzione
delle concentrazioni
medie annue, con
l’eccezione dell’O3
(ozono), che si mantiene
pressoché stabile. Negli
ultimi 3-4 anni, tuttavia
tale tendenza positiva
sembra essere rallentata.
Criticità
Risposte/azioni
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
risposte in atto da
rafforzare
Criticità elevata o
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
media o
superiore
situazione negativa
di ulteriori
Necessita
indagini
La Provincia di Firenze
evidenzia il maggiore
contributo emissivo sul
totale regionale (22%
circa del totale
regionale), con
l’eccezione di Nox e
SOx.
Nel 2000 si registra
uno scostamento del
20% rispetto
all’obiettivo di Kyoto
Permangono situazioni
di superamento dei
valori limite per quanto
riguarda O3, PM10 e
NO2
☺
Le medie annue di
NO2 e, per l’area
fiorentina, del PM10,
permangono al di sopra
del valore obiettivo.
Azioni da identificare,
tenendo presente che il
contributo emissivo
prevalente è dovuto ai
trasporti e con
riferimento alle misure
previste dalla Delibera
regionale di
classificazione del
territorio.
Azioni da individuare,
con riferimento
all’obiettivo di Kyoto è
necessaria una riduzione
media annua dell’1,8%
nei prossimi dieci anni
Rimanda ad interventi
globali e relativi alle
emissioni climalteranti.
I comuni classificati a
rischio dalla Regione
Toscana devono
predisporre un rapporto
annuale sulla qualità
dell’aria ed attuare un
piano di azione
contenente le misure da
attuare per il
raggiungimento dei
valori limite.
Tendenza nel tempo
Reti di
monitoraggio
☺
Nell’ultimo decennio è
aumentato il numero di
stazioni di rilevamento e
l’efficienza della rete
provinciale
Criticità
Allo stato attuale la
rete di rilevamento
interessa solo cinque
comuni della
Provincia.
Risposte/azioni
☺
Il Piano regionale di
rilevamento prevede
l’estensione della rete e
l’integrazione con reti e
stazioni private esistenti.
EMISSIONI INQUINANTI ATMOSFERICI PER SORGENTE
Dati inventario regionale emissioni in aria ambiente 1995
Emissioni totali per sorgente di inquinamento
(distribuzione percentuale)
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
CO
COV
NOX
PM10
Altre (t/a)
1020
5219
66
106
SOX
26
Sorgenti industriali (t/a)
1.171
10.591
7.139
768
2.128
Trasporti (t/a)
78.129
19.146
17.807
3.447
1.266
Sorgenti
g
civili-terziario ((t/a))
3.682
360
1.232
899
384
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati IRSE
Descrizione
Metodologia
Il macrosettore trasporti e sorgenti mobili costituisce la
componente prevalente delle emissioni per tutti gli inquinanti con l’eccezione degli ossidi di zolfo (SOx), con percentuali comprese tra il 54% sulle emissioni complessive
di composti organici volatili (COV) e il 93% per il monossido di carbonio (CO).
Per quanto riguarda tale macrosettore, il traffico su strade
urbane ed extraurbane costituisce la sorgente prevalente
per tutti gli inquinanti, con l’eccezione del PM10, la cui
emissione risulta determinata per oltre la metà da sorgenti autostradali (A1e A11).
I dati disponibili sono quelli relativi all’Inventario regionale
delle emissioni in aria ambiente, elaborato dalla Regione
Toscana con riferimento all’anno 1995. L’inventario è basato sulla valutazione degli inquinanti prodotti e riversati in
atmosfera, suddivisi per tipologia di inquinante, tipologia di
sorgente e tipologia di processo responsabile. Le tipologie
di inquinanti considerate sono le seguenti:
–
monossido di carbonio (CO),
–
composti organici volatili (COV),
–
ossidi di azoto (NOX),
–
materiale particolato solido fine (PM10),
–
ossidi di zolfo (SOX).
92
Suddivisione delle emissioni tra sorgenti di tipo puntuale, lineare
e diffuse
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
CO
COV
NOX
PM10
SOX
Lineari
6.047
1.798
5201
1844
331
Puntuali
428
1020
4329
283
1845
Diffuse
77527
32499
16714
3092
1627
Emissioni dovute a trasporti e sorgenti mobili per sorgente di
100%
80%
60%
40%
20%
0%
Altre Sorgenti
g
Mobili
Strade urbane ed
extraurbane
Aeroporto
p
Peretola
Autostrade A1 +A11
829
405
1410
172
116
71.253
16.951
11177
1431
818
88
19
38
0
4
5959
1779
5163
1844
327
93
EMISSIONI GAS SERRA PER SORGENTE
Dati inventario regionale emissioni in aria ambiente 1995
Emissioni totali di gas serra in CO2 equivalente per sorgente di emissione
Agricoltura
4,3%
Combustione
(Terziario e
Agricoltura)
20,1%
Natura
5,2%
Trattamento e
smaltimento rifiuti
5,7%
Trasporti e sorgenti
mobili
24,2%
Estrazione,
distribuzione
combustibili fossili
2,2%
Combustione
(Industria)
35,2%
Processi produttivi
3,2%
Descrizione
Metodologia
La provincia di Firenze produce direttamente (senza contare le emissioni connesse ai consumi di energia elettrica
importata) oltre 7 milioni di tonnellate di CO2 eq all'anno
(circa l'1,5% della produzione nazionale). Oltre il 50 %
delle emissioni di gas serra deriva, secondo l’Inventario
regionale, da processi di combustione da sorgenti fisse (il
35 % da sorgenti industriali, il 20 % dal terziario e dall’agricoltura). Il 24 % deriva invece da processi di combustione da sorgenti mobili (trasporti).
I dati disponibili sono quelli relativi all’Inventario regionale
delle emissioni in aria ambiente, elaborato con riferimento
all’anno 1995. Per quanto riguarda i gas serra, le emissioni stimate sono quelle relative a metano, anidride carbonica e protossido d’azoto; essi sono aggregati attraverso il
calcolo del valore in termini di CO2 equivalente.
Stima delle emissioni di gas serra
CH 4
CO 2
CO 2 equiv.
[t/anno]
[%]
[t/anno]
[%]
[t/anno] [%]
[t/anno]
[%]
1.431.823
2.522.792
235.796
23,2
40,9
3,8
131
177
9,3
12,5
27,7
1,3
3,1
166
2
571
367
11,8
0,1
40,4
25,9
1.477.163
2.578.427
235.796
161.001
1.773.254
415.840
313.900
378.890
20,1
35,2
3,2
2,2
24,2
5,7
4,3
5,2
100
1.413
100
7.334.270
100
Combustione (Terziario e Agricoltura)
Combustione (Industria)
Processi produttivi
Estrazione, distribuzione comb. fossili
Trasporti e sorgenti mobili
Trattamento e smaltimento rifiuti
Agricoltura
Natura
228
44
0,7
0,1
7.667
684
15.873
6.523
3.551
22,2
2,0
1.707.306
45,9 81.912
18,9
10,3 190.681
TOTALE
34.570
100
94
N2 O
6.170.310
CONTRIBUTO ALL’EFFETTO SERRA
Emissioni di CO2 da usi energetici
Emissioni di CO2 da usi energetici
8.500.000
8.000.000
t. CO2
7.500.000
7.000.000
6.500.000
6.000.000
5.500.000
19
90
19
91
19
92
19
93
19
94
19
95
19
96
19
97
19
98
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
20
04
20
05
20
06
20
07
20
08
20
09
20
10
5.000.000
Totale
obiettivo Kyoto
Descrizione
Metodologia
Nel periodo 1990 – 2000 le emissioni di gas serra derivanti
dai consumi energetici sono cresciute di ca. il 12%, circa il
doppio della media nazionale. Come per i consumi energetici, la crescita delle emissioni è stata legata ai trasporti e
agli usi industriali.
Per il crescente ricorso al gas naturale e l'effetto derivante
da una maggiore efficienza del sistema elettrico, la crescita delle emissioni di CO2 è stata comunque inferiore a
quella dei consumi energetici.
L’intensità di emissioni per unità di energia (emissioni di
CO2eq/unità di energia consumata) è di conseguenza diminuita di ca. il 7% nell'arco del decennio.
Nel 2000 le emissioni di CO2 da usi energetici, seguendo
l’andamento dei consumi energetici, si sono leggermente
contratte (-2% sul 1999).
Rispetto all’obiettivo di Kyoto (-6,5% su base nazionale al
2010) nel 2000 si registra uno scostamento del 20% e per
conseguire gli obiettivi di Kyoto si rende necessaria, nell’arco dei prossimi 10 anni una riduzione media annua del
1,8%.
La metodologia per il calcolo delle emissioni climalteranti è
diversa da quella impiegata nell'ambito del reporting IPCC,
sia per alcune modalità di calcolo che per la copertura
delle fonti. I dati resi disponibili sul periodo 1990 - 2000
sono limitati ai soli consumi energetici ed escludono pertanto le emissioni da processi industriali come i cementifici, gestione dei rifiuti, agricoltura, usi del suolo. Le emissioni da questi processi non inclusi erano quantificati da
IRSE per il 1995 in ca. 1,5 milioni di tonnellate (il 13% delle
emissioni di CO2 da usi energetici). I dati qui presentati
integrano inoltre le emissioni attribuibili all'importazione di
energia elettrica (non considerate da IRSE) e all'approvvigionamento dei combustibili (non considerate nella metodologia IPCC) e rappresentano quindi le emissioni derivanti dai consumi energetici provinciali. I dati presentati hanno
quindi un significato diverso da quelli dell'indicatore
"emissioni di gas serra". Le emissioni di gas climalteranti
per unità di energia consumata sono derivati dai dati sui
consumi energetici.
95
Emissioni di CO2 (tonnellate) per fonte energetica (cumulato province di
Firenze e Prato)
Elettrico
Benzine
Oli combust.
Gpl
Gasolio
Gas naturale
Totale
1990
2.372.669
1.165.219
440.163
103.988
1.298.564
1.548.229
6.928.832
1995
2.546.375
1.417.748
244.722
155.664
1.377.740
1.909.593
7.651.843
1996
2.522.942
1.437.270
235.117
149.705
1.203.783
1.942.523
7.491.340
1997
2.582.162
1.395.762
262.783
161.155
1.182.004
1.925.414
7.509.279
1998
2.590.806
1.442.896
334.773
250.306
1.234.186
2.026.176
7.879.141
1999
2.591.990
1.410.279
365.800
246.565
1.276.023
2.073.020
7.963.677
2000
2.617.385
1.342.182
218.589
232.585
1.315.860
2.064.345
7.790.947
Fonte: Elaborazioni Ambiente Italia
Emissioni di CO2 (tonnellate) da usi energetici per settore (cumulato province di
Firenze e Prato)
Trasporti
Industria +
agricoltura
Usi civili
Totale
1990
2.027.367
2.108.433
1995
2.539.882
2.202.925
1996
2.418.811
2.197.560
1997
2.417.656
2.300.485
1998
2.563.676
2.363.835
1999
2.523.654
2.454.009
2000
2.479.712
2.370.607
2.793.031
6.928.832
2.909.035
7.651.843
2.874.969
7.491.340
2.791.137
7.509.279
2.951.630
7.879.141
2.986.014
7.963.677
2.940.627
7.790.947
Intensità di emissioni per unità di energia consumata
2,75
2,7
t CO2 / tep
2,65
2,6
2,55
2,5
2,45
2,4
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
intensità di emissioni (tCO2/tep)
96
1997
1998
1999
2000
METEOROLOGIA
Temperature, precipitazioni, direzione del vento
Medie mensili delle temperature minime e massime giornaliere
Stazione di Firenze (Osservatorio Ximeniano)
35
30
25
°C
20
15
10
Max. giorn - media 94-01
Max. giorn - 2002
Dicembre
Novembre
Ottobre
Settembre
Agosto
Luglio
Giugno
Aprile
Maggio
Marzo
Febbraio
0
Gennaio
5
Min. giorn - Media 94-01
Min. giorn - 2002
Descrizione
Metodologia
Per quanto riguarda la stazione di Firenze, il confronto fra i
dati del 2002 e le medie relative al periodo 1994-2001
mette in evidenza come l’ultimo anno sia stato caratterizzato da un periodo iniziale con temperature molto rigide (il
mese di gennaio è risultato il più freddo dal 1994) e, analogamente, un periodo estivo (luglio-settembre) caratterizzato da temperature nettamente inferiori alla media 19942001. Tale anomalia è confermata anche dall’andamento
delle precipitazioni, che mette in evidenza, per il mese di
agosto, un’intensità di pioggia 3 volte superiore a quella
massima registrata nel periodo 1994-2001. Sempre per
quanto riguarda le temperature, il confronto fra i dati rilevati a Firenze e quelli relativi ad Empoli evidenzia come
quest’ultima località sia stata caratterizzata nel 2002 da
temperature minime sempre più basse di quelle rilevate a
Firenze, mentre le massime si attestano su valori analoghi.
La direzione prevalente dei venti è rappresentata dal diagramma a rosa dei venti, che evidenzia per Firenze nel
2002 la direzione ESE e per Empoli i quadranti Est Nord-Est
e Ovest Sud-Ovest.
Per l’elaborazione dell’indicatore, si è fatto in primo luogo
riferimento all’analisi climatologica già contenuta nel precedente Rapporto provinciale sullo stato dell’ambiente del
1999. Le considerazioni esposte sono relative ai dati resi
disponibili da ARPAT per l’ultimo triennio (2000-2002),
riguardanti le stazioni di Firenze (Osservatorio Ximeniano)
ed Empoli (dati 2002).
I parametri presi in considerazione sono i seguenti:
- intensità della pioggia;
- temperature minime e massime;
- direzione del vento.
97
Intensità delle precipitazioni mensili
Stazione di Firenze (Osservatorio Ximeniano)
350
300
mm
250
200
150
100
min. 1994-2001
max. 1994-2001
Distribuzione percentuale delle direzioni di
provenienza del vento - Firenze Ximeniano (2002)
2002
Distribuzione percentuale delle direzioni di
provenienza del vento - Empoli (2002)
N
0%
%
NNW 40%
N
0%
NNW
W 20%
NNE
NE
NW
20%
0%
0%
WNW
W
E
W
WSW
ESE
SW
NE
10%
0%
%
ENE
E
WSW
ESE
SW
SE
SSW
N
NNE
NW
ENE
WNW
Dicembre
Novembre
Ottobre
Settembre
Agosto
Luglio
Giugno
Aprile
Maggio
Marzo
Febbraio
0
Gennaio
50
SE
SSW
W
S
SSE
S
SSE
S
S
Intensità delle precipitazioni e medie mensili delle temperature
minime e massime giornaliere - Stazione di Empoli - 2002
98
T min
Dicembre
Novembre
Ottobre
Agosto
Luglio
Tmax
Settembre
°C
Pioggia
Giugno
Maggio
Aprile
Marzo
100
80
60
40
20
0
Febbraio
Pioggia (mm)
160
15
10
5
0
-5
SUPERAMENTO DEI VALORI OBIETTIVO
DI QUALITÀ DELL’ARIA
Numero netto dei superamenti dei valori limite per ciascuna
sostanza inquinante nella Provincia di Firenze
N° superamenti
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
CO (medie su 8 ore)
NO2 (medie orarie)
O3 (Medie su 8 ore)
SO2 (medie su 24 ore)
PM10 (medie su 24 ore)
1993
20
317
0
0
285
1994
133
840
43
0
670
1995
108
398
87
0
549
1996
81
304
131
0
328
1997
47
156
110
0
216
1998
11
51
225
0
94
1999
0
2
47
0
146
2000
0
0
33
0
117
2001
1
0
82
0
105
2002
0
94
72
0
276
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT
Descrizione
Metodologia
Dal 1993 al 2002 si evidenzia un decremento del numero
totale di superamenti dei valori limite, pur in presenza di un
aumento del numero di stazioni della rete. In particolare,
nel periodo considerato non si sono verificati eccessi di
superamento per quanto riguarda il biossido di zolfo (SO2)
né, successivamente al 1998, per quanto riguarda il
monossido di carbonio (CO). Va invece messo in evidenza il
permanere di situazioni di superamento dei limiti per l’ozono (O3) e il particolato fine (PM10), che riguardano in particolare l’area fiorentina. Il 2002 ha registrato un’inversione di tendenza per il PM10, con un numero di episodi nettamente superiore all’anno precedente (276 contro 105),
tutti nell’area fiorentina.
E’ opportuno mettere in evidenza anche la situazione relativa al biossido di azoto (NO2), per cui nel 2002 si è registrato un numero significativo di superamenti netti (94),
tutti nell’area fiorentina, in netta controtendenza rispetto ai
cinque anni precedenti, e in particolare rispetto al biennio
2000-2001 in cui non si era registrato alcun evento.
L’indicatore è costruito a partire dai dati relativi al numero
di superamenti dei valori limite definiti dal Dm 2/4/2002 e
dalla Direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria, per
ciascuna sostanza inquinante e per ogni stazione della rete
di monitoraggio. Il numero è calcolato secondo il periodo di
riferimento per il valore limite stesso (su base giornaliera
per SO2 e PM10, su un intervallo di 8 ore per CO e O3 e su
base oraria per NO2).
Secondo quanto previsto dal Decreto e in accordo con la
metodologia sviluppata nell’ambito del Progetto ICEIndicatori comuni europei (indicatore A.5-Qualità dell’aria
locale), sono state considerate le sole centraline di rilevamento che rispettano il periodo minimo di copertura del
campionamento. Tale limite, stabilito al 90% del periodo
complessivo di funzionamento, è stato ridotto al 70% al
fine di ottenere un numero minimo di dati sufficiente, avendo cura di verificare che tale abbassamento di soglia non
comportasse un abbassamento della significatività del dato
tale da compromettere l’effettiva validità dell’indicatore.
Per ciascuna sostanza, l’indicatore corrisponde al numero
di volte in cui è stata superata la soglia in un anno, al netto
del numero di volte concesse dal Decreto.
99
O3 - superamenti netti di 120 µg/mc
(media su 8 ore)
N° superamenti
200
190
150
116
108
100
87
67
53
43
50
38
15
0
0
0
0
0
33
19
15
9
0
0
0
1993
1994
1995
1996
1997
Area omogenea di Firenze
1998
1999
2000
2001
2002
Empolese-valdelsa
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT
PM10 - superamenti netti di 50 µg/mc
(media oraria)
600
571
N° superamenti
500
436
400
300
285
276
248
208
200
146
99
100
117
113
86
105
40
8
8
0
1993
1994
1995
1996
1997
Area omogenea di Firenze
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT
100
1998
1999
2000
Empolese-valdelsa
2001
2002
CONCENTRAZIONI MEDIE ANNUE
DI INQUINANTI ATMOSFERICI
Indice delle concentrazioni medie annue di inquinanti nella
provincia di Firenze (base 1993 = 100)*
Numeri indice (1993 = 100)
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
1993
1994
CO
1995 1996
NO2
O3
1997 1998
SO2
1999
PM10
2000 2001
2002
Benzene
• Per O3: base 1994=100, per benzene: base 1995=100
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT
Descrizione
Metodologia
L’andamento delle medie annue rilevate per tutte le stazioni della Provincia di Firenze evidenzia un andamento
decrescente per tutte le sostanze rilevate, prendendo come
riferimento il primo anno disponibile (1993 o 1994).
Tuttavia, l’analisi degli andamenti mette in evidenza come
tale tendenza sia costante solo per quanto riguarda il biossido di zolfo (SO2) e il benzene, mentre per tutte le altre
componenti, successivamente a periodi di diminuzioni
delle medie anche significative sino al 1998-1999, si registra negli ultimi 3-4 anni un andamento stazionario. Fa
eccezione l’andamento dell’ozono (O3), per il quale invece
si osserva un andamento pressoché stabile nel periodo,
con un valore nel 2001 paragonabile a quello rilevato nel
1994.
Il confronto con i valori limite annuali fissati dal Dm
60/2002 ai fini della protezione umana, evidenzia come i
valori di NO2 si mantengano costantemente al di sopra del
limite nell’area fiorentina, mentre in quella empolese solo
gli ultimi due anni evidenziano valori appena al di sotto del
limite. Per quanto riguarda il PM10, la situazione appare
peggiore nell’area fiorentina, con valori sempre superiori al
limite. Nell’area empolese, negli ultimi anni i valori si mantengono costantemente al di sotto del limite.
L’indicatore è costruito a partire dalle medie annue rilevate per ciascuna sostanza e per ogni stazione della rete di
monitoraggio. I valori rappresentano la media delle medie
annue delle stazioni di ciascuna classe. Secondo quanto
previsto dal Decreto e in accordo con la metodologia sviluppata nell’ambito del Progetto ICE-Indicatori comuni
europei (indicatore A.5 - Qualità dell’aria locale), sono state
considerate le sole centraline di rilevamento che rispettano il periodo minimo di copertura del campionamento. Tale
limite, stabilito al 90% del periodo complessivo di funzionamento, è stato ridotto al 70% per ottenere un sufficiente
numero minimo di dati, avendo cura di verificare che tale
abbassamento di soglia non comportasse un abbassamento della significatività del dato tale da compromettere l’effettiva validità dell’indicatore.
Per quanto riguarda il benzene, in assenza di dati sulla
copertura del campionamento e data la metodologia di rilevamento (in alcuni casi il valore è ricavato sulla base di
correlazioni con i valori di CO), sono stati presi in considerazione i dati ritenuti validi da ARPAT.
Nel grafico di sintesi, per un confronto omogeneo tra i
diversi parametri, i valori sono stati normalizzati, con riferimento ai valori rilevati per il primo anno disponibile (anno
1993=100 per CO, NO2, SO2, PM10; anno 1994=100 per
O3; anno 1995=100 per benzene)
101
NO2 - Andamento della media annua
100
90
80
µg/mc
70
60
50
40
30
20
10
0
1993
1994
1995
1996
Area omogenea di Firenze
1997
1998
1999
Empolese-valdelsa
2000
2001
2002
Valore obiettivo
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT
PM10 - Andamento della media annua
100
90
µg/mc
80
70
60
50
40
30
20
1993
1994
1995
1996
Area omogenea di Firenze
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT
102
1997
1998
1999
Empolese-valdelsa
2000
2001
2002
Valore obiettivo
BIOMONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA
Fonte: ARPAT
Descrizione
Metodologia
Per quanto riguarda il comune di Firenze, la campagna ha
messo in evidenza ampie zone di deserto lichenico, soprattutto nei pressi dei Viali di maggior scorrimento del traffico
(Viale Lavagnini, Viale Strozzi, Viale Gramsci, P.za
Savonarola,...). La gran parte del territorio comunale risulta caratterizzata da un ambiente con alterazioni della qualità dell’aria.
Una apprezzabile qualità dell’aria si ritrova a Sud (Galluzzo,
Ponte a Ema, Arcetri), a Est (Settignano) e a Nord Est (Pian
di San Bartolo, Pian del Mugnone, Canonica di Cercina,
Monterivecchi). La situazione appare critica anche nell’area della piana tra Firenze e Prato (Sesto Fiorentino, Campi
Bisenzio, Calenzano) e nell’area empolese. Decisamente
migliore appare la situazione nel Valdarno, con una sola
limitata area di deserto lichenico ad Est del territorio comunale di Figline Valdarno lungo il percorso dell’autostrada A1
e limitate aree con marcata alterazione della qualità dell’aria nei comuni di Pontassieve, Rignano e lungo il percorso
dell’autostrada A1 e della SS 69 nei Comuni di Incisa e
Figline Valdarno.
Nel corso del periodo 1995-1999 è stata effettuata da
ARPAT sull’intero territorio regionale una campagna di biomonitoraggio della qualità dell’aria tramite licheni epifiti,
considerati i migliori bioindicatori, attraverso l’individuazione di “centraline permanenti naturali”. L’indice di qualità
ambientale sul quale vengono costruite le mappe (IAP:
Index Air Purity) fornisce in maniera sintetica la misura
della biodiversità lichenica di un determinato territorio
basandosi sul numero, la frequenza e la tolleranza delle
specie licheniche presenti in una data area: ad un valore
basso dell’indice corrispondono generalmente aree inquinate, ad un valore alto corrispondono invece aree pulite dal
punto di vista atmosferico e relativamente a quegli inquinanti cui i licheni sono sensibili (ossidi di zolfo, azoto,
ozono, monossido di carbonio, ossidanti, polveri,
ecc.).L’indice è articolato in 5 classi di qualità dell’aria,
sulla base dei valori di IAP ricavati.
➜
103
Fonte: ARPAT
104
CONCENTRAZIONI DI OZONO TROPOSFERICO
Sistema permanente integrato chimico-fisico e biologico
per il monitoraggio dell’ozono
Fonte: Provincia di Firenze
Descrizione
Metodologia
La campagna 2001 ha stimato concentrazioni medie massime orarie di 140-160 mg/m3 nelle aree nord orientali
della provincia (zone di Firenzuola, Marradi, est di
Dicomano) e nell’area di San Casciano, mentre l’area fiorentina, parte del Mugello e del Valdarno risulterebbe interessata da valori medi massimi di 120-140 mg/m3. La
fascia che comprende Campi, Empoli e Castelfiorentino è
mediamente attorno ai 100-120 mg/m3 I valori cumulati
(AOT40) sembrerebbero eccedere i livelli ritenuti protettivi
per la vegetazione agraria e forestale.
Tali valori risultano inferiori alle soglie di informazione previste dalla Direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria
(180 mg/m3 come media su 1 ora).
Il dato relativo ai valori medi sulle 7 ore, paragonabile ai
limiti definiti per quanto riguarda i valori bersaglio e gli
obiettivi a lungo termine (120 mg/m3 come massima
media giornaliera, calcolata su 8 ore), sembra mettere in
evidenza il superamento dei valori limite nell’area nord
orientale della provincia e nell’area di San Casciano.
I valori rilevati nell’ambito della campagna 2002, sembrano evidenziare una ulteriore tendenza all’aumento dei valori, con il raggiungimento, nella settimana 24-31 luglio di
valori di media settimanale su 7 ore anche superiori ai 180
mg/m3 nell’area nord orientale (Marradi, sud di Palazzolo
sul Senio).
La Provincia di Firenze ha attivato un sistema permanente
per il monitoraggio della qualità dell’aria sul territorio provinciale che si basa sull’uso integrato sia delle centraline
automatiche della rete provinciale sia di “centraline biologiche”, equipaggiate con piante di tabacco ozono-sensibile, dislocate sul territorio secondo una griglia di campionamento sistematico. Nel 2001 la campagna di rilevamento
effettuata si è basata su 7 stazioni di monitoraggio automatico dell’ozono e 12 stazioni biologiche. Su tale base, si
procede a una stima dei livelli di ozono sull’intero territorio
provinciale, suddiviso in celle di 2x2 km. E’ possibile effettuare il confronto dei dati rilevati con le soglie di informazione e di allarme e con i valori bersaglio previsti dalla
Direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria.
➜
105
Fonte: Provincia di Firenze
106
AREE A RISCHIO DI QUALITÀ DELL'ARIA
Classificazione del territorio ai sensi del decreto legislativo 351/19995
Comune
Piano
Integrato
CO
NO2
PM10
SO2
Pb
C6H6
O3
Comuni della Provincia di Firenze con superamento e rischi di superamento dei valori limite
Empoli
Si
B
D
D
A
A
B
NC
D
C
Firenze
Si
B
D
D
A
A
Montelupo
Fiorentino
Si
A
B
C
A
A
B
C
C
C
Scandicci
Si
B
C
D
A
A
Comuni della Provincia di Firenze con rischi di superamento dei valori limite
Bagno a Ripoli
B
A
B
A
A
B
NC
Borgo San Lorenzo A
A
B
A
A
B
NC
Calenzano
B
A
B
A
A
B
NC
Campi Bisenzio
B
A
B
A
A
B
NC
NC
Castelfiorentino
A
A
B
A
A
B
NC
Certaldo
A
A
B
A
A
B
NC
Fucecchio
A
A
B
A
A
B
NC
Impruneta
A
A
B
A
A
B
NC
Lastra a Signa
B
A
B
A
A
B
NC
Pontassieve
A
A
B
A
A
B
NC
Sesto Fiorentino
B
A
B
A
A
B
NC
Signa
B
A
B
A
A
B
Descrizione
La Regione Toscana ha effettuato la valutazione e classificazione del territorio regionale, approvata con Dgr 21
dicembre 2001, ai sensi del Dlgs 4 agosto 1999, n. 351
di attuazione della Direttiva 96/62/CE del Consiglio in
materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria
ambiente.
Sulla base di tale classificazione, i Comuni che presentano superamenti dei valori limite contenuti nelle direttive
europee per più di una sostanza, devono predisporre un
rapporto sulla qualità dell’aria ambiente relativo a tutti gli
inquinanti ed elaborare ed adottare un piano d’azione,
contenente le misure da attuare per il raggiungimento dei
valori limite, da determinare tra quelle indicate dalla delibera regionale.
I Comuni che presentano rischi di superamento dei valori limite per più sostanze, devono predisporre un piano
d’azione contenente le misure da attuare nel breve perio-
do affinché sia ridotto il rischio di superamento dei valori
limite e quelle di medio e lungo periodo da adottarsi per
una riduzione strutturale delle emissioni inquinanti.
Inoltre, il Comune di Firenze è individuato quale zona a
rischio di episodi acuti di inquinamento atmosferico relativamente all’ozono. A tale fine, il Sindaco è individuato
quale autorità competente alla gestione degli stati di
attenzione e di allarme, alla adozione di provvedimenti
preventivi o conseguenti all’insorgenza degli stati di
attenzione e di allarme e ala elaborazione di un Piano di
azione relativo alla gestione degli episodi acuti di inquinamento atmosferico.
I Comuni di Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Calenzano,
Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Scandicci e Signa, insieme al Comune di Firenze, sono individuati come area
omogenea o agglomerato, in cui l’Amministrazione provinciale è individuata per coordinare, di concerto con i
sindaci, l’adozione di misure adeguate per la prevenzione
e riduzione delle emissioni inquinanti.
5 Criteri per la classificazione ai fini della protezione umana(Dlgs 351/1999):
A I livelli di inquinamento esistenti sono al di sotto dei valori limite ed anche della soglia di valutazione superiore e non comportano il
rischio di superamento degli stessi
B I livelli di inquinamento rischiano di superare i valori limite e/o le soglie di allarme a causa di episodi acuti di inquinamento, in quanto essi
si collocano tra le soglie di valutazione superiore ed il valore limite
C I livelli di inquinamento, pur superando i valori limite, sono al di sotto del margine di superamento/tolleranza temporaneo
D I livelli di inquinamento superano i valori limite, oltre il margine di superamento/tolleranza
107
➜
Metodologia
La classificazione effettuata dalla Regione Toscana, in
applicazione dei disposti del Dlgs n. 351/1999, si è basata su una valutazione complessiva della qualità dell’aria
ambiente sul territorio regionale, utilizzando, in ordine di
priorità, le seguenti informazioni e strumenti di conoscenza:
• i risultati delle misurazioni ottenute dai sistemi di rilevamento provinciali
• le valutazioni preliminari ed i rapporti sulla qualità dell’aria effettuate da alcuni comuni
• informazioni sull’entità delle emissioni e la densità emissiva presente nei comuni toscani fornite dall’Inventario
regionale delle sorgenti di emissione in aria ambiente
(IRSE)
• informazioni sulla diffusività atmosferica
• alcune informazioni statistiche relative ai comuni.
In particolare, i valori di riferimento per la classificazione ai
fini della protezione umana sono quelli relativi alle Direttive
1999/30/CE-Dm 60/2002 e 2000/69/CE-Dm 60/2002,
successivamente recepite con Decreto Ministeriale 2 aprile 2002, n. 60.
Per quanto riguarda l’ozono, i valori di riferimento sono
quelli relativi alla proposta di Direttiva relativa all’ozono in
aria, approvata successivamente alla classificazione regionale.
108
RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITÅ DELL’ARIA
Dotazione ed adeguatezza delle rete
Fonte: Provincia di Firenze, ARPAT
Descrizione
Metodologia
La Rete Provinciale interessa i comuni di Firenze,
Scandicci, Calenzano, Empoli e Montelupo Fiorentino, ed è
composta da 14 stazioni per la misura degli inquinanti chimici in atmosfera e da 3 stazioni per la misura dei parametri meteorologici.
I sistemi di rilevamento ubicati nel territorio della Provincia
di Firenze sono costituiti dalla Rete Provinciale, di proprietà della Provincia di Firenze ed in gestione al Dipartimento
provinciale dell’ARPAT, e da due reti private di tipo industriale.
La Regione Toscana, con delibera della Giunta regionale
n. 381 del 12/04/1999 ha approvato il Piano regionale di
rilevamento della qualità dell’aria (art. 3, legge regionale
5 maggio 1994, n. 33). Sulla base dei criteri di determinazione delle aree di rilevamento definiti dalla UE e recepiti dal Dlgs 351/1999, e della finalità di gestione degli
episodi acuti di inquinamento atmosferico che possono
verificarsi nell’area metropolitana, in particolare a causa
degli inquinanti secondari relativamente al periodo estivo,
il Piano prevede l’opportunità di estendere il monitoraggio ai comuni dell’area metropolitana fiorentina quali
Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Bagno a Ripoli e Signa
anche mediante ricollocazione delle stazioni esistenti nel
territorio.
Il Piano prevede altresì l’integrazione nel sistema provinciale delle reti e stazioni private, sulla base di analisi e
valutazioni del rapporto costi/informazioni fornite.
Sono state attivate pagine informative su Internet sul monitoraggio della qualità dell’aria e sui dati rilevati, sia, quotidiani che storici, sulla rete civica unitaria, a cura di ARPAT:
http://www.comune.firenze.it/arpat/inquinam.htm
e sul sito Web della Provincia di Firenze:
http://www.provincia.fi.it/ambiente/piment.htm.
109
Comune
Ubicazione
Tipo zona
(Decisione
2001/752/CE)
Tipo
stazione
(DM
20/5/91)*
Firenze
Boboli
Urbana
A
Firenze
Viale Ugo Bassi Urbana
B
Firenze
Via di Scandicci Urbana
B
Firenze
Viale Gramsci
Urbana
C
Firenze
Viale Rosselli
Urbana
C
Firenze
Via Ponte alle
Mosse
Urbana
C
Firenze
Settignano
Rurale
D
Firenze
Via di Novoli
Urbana
B
Scandicci
Via Buozzi
Suburbana
B
Suburbana
B
Suburbana
I
Calenzano
Calenzano
Montelupo
F.no
Montelupo
F.no
Via Giovanni
XXIII
Via Boccaccio
Via Don Milani
B
Pratelle
I
Parametri Rilevati
SO2-NOx-NO-NO2-CO-O3PM10-Parametri meteorologici
SO2-NOx-NO-NO2-CO-PM10Benzene
SO2-NOx-NO-NO2-CO-Benzene
NOx-NO-NO2-CO-PM10Benzene
NOx-NO-NO2-CO-PM10Benzene- Parametri
meteorologici
SO2-NOx-NO-NO2-CO-PM10Benzene-Parametri
meteorologici
NOx-NO-NO2-O3- Parametri
meteorologici
SO2-NOx-NO-NO2-CO-O3Parametri meteorologici
SO2- NOx-NO-NO2-O3-COPM10-Benzene
NOx-NO-NO2-O3
NOx-NO-NO2-O3
NOx-NO-NO2- O3-PM10Parametri meteorologici
NOx-NO-NO2-O3-PM10
SO2-NOx-NO-NO2-CO-PTSBenzene-Parametri
meteorologici
* A= parco urbano; B= area residenziale; C= sito ad alto traffico; D= per inq. fotochimici; I= area industriale
Fonte: Provincia di Firenze, ARPAT
Empoli
110
Via Ridolfi
C
CLASSIFICAZIONE DELLA DIFFUSIVITÀ ATMOSFERICA NELLA
PROVINCIA DI FIRENZE
Fonte: Regione Toscana - La.M.M.A.
Descrizione
Metodologia
L’indice di stabilità calcolato attribuisce all’area della piana
la classe 1 che rappresenta la più bassa capacità diffusiva.
Le condizioni climatiche dell’area tendono pertanto a favorire il permanere in atmosfera di sostanze inquinanti, costituendo in tal modo un ulteriore elemento di criticità.
Nell’ambito delle attività svolte dalla Regione Toscana per
la tutela della qualità dell’aria, è stata sviluppata una metodologia per la classificazione del territorio regionale in base
alle condizioni di diffusività atmosferica. (F. Calestrini, G.
Gualtieri, Regione Toscana – La.M.M.A.; 31/08/2001).
La classificazione è stata condotta prendendo in esame
l’intensità del vento e la turbolenza atmosferica, utilizzando i dati misurati dalle stazioni meteorologiche dislocate
sul territorio. Per operare una classificazione su base
comunale, è stato necessario attribuire a ciascuna stazione un gruppo di comuni, rappresentati dalle caratteristiche
diffusive rilevate dalla stazione stessa.
Una volta calcolate le percentuali di accadimento per le
classi di stabilità e le classi di velocità del vento, è stato
individuato un criterio per determinare un indice di sintesi
delle caratteristiche di diffusività atmosferica. Sono stati
calcolati due indici parziali, relativi alla stabilità e all’intensità del vento, e da questi è stato ricavato un unico indice
di diffusività. Il territorio regionale è stato in ultimo suddiviso in tre classi: a diffusività bassa (1), media (2) e alta (3).
111
COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUE
Tendenza nel tempo
Legenda
migliora
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
risposte in atto da
rafforzare
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
Necessita di ulteriori
indagini
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
Sussiste un forte
sbilancio idrico e
prelievi superiori alla
portata minima
Si registrano elevate
perdite di rete,
superiori al 30%
Lo stato dell'Arno e di
alcuni affluenti è
sempre di estrema
criticità
☺
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
Prelievi idrici
Consumi
idropotabili
I prelievi appaiono
stabili
Si registrano sia
miglioramenti che
peggioramenti della
qualità delle acque
☺
E' in corso di
completamento
l'impianto di
depurazione di Firenze
Capacità di
depurazione
112
Risposte/azioni
☺
Qualità delle
acque
Criticità
La capacità di
depurazione è ancora
inferiore al 50% dei
carichi
☺
☺
L'entrata in funzione di
Bilancino ha
regolato le portate.
La costituzione degli
ambiti dovrebbe
migliorare la gestione e
le reti
Gli interventi legati alla
depurazione e alla
regimazione delle acque,
limitatamente all'area
fiorentina, migliorano la
situazione
La realizzazione
dell'impianto di Firenze e
il potenziamento di altri
assicura una sostanziale
copertura dei fabbisogni
PRELIEVI E RISORSE IDRICHE
Prelievi dalle acque superficiali e sotterranee per uso e disponibilità di risorse
Prelievi idrici superficiali e sotterranei, per uso (ato 3)
sotterranee
superficiali
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
milioni di mc/anno
domestici
industria e servizi
agricolo
derivazioni usi produttivi
Descrizione
Metodologia
L'entità complessiva dei prelievi idrici nel bacino dell'Arno
presenta, nei periodi di punta (in presenza dei consumi irrigui), uno sbilancio idrico potenziale di 14 mc/secondo,
superiore alla effettiva portata di magra dell'Arno nella
sezione fiorentina. L'entità dei prelievi dalle acque superficiali presenta una estrema criticità e peggiora drasticamente le condizioni ambientali dei corpi idrici. L'entrata in
funzione della diga di Bilancino dovrebbe consentire di
regolare le portate assicurando un più elevato deflusso
minimo vitale all'Arno.
Al netto dei prelievi a scopo energetico - che comunque
alterano il regime idrologico del fiume - il 39% dei prelievi
è a scopo potabile, il 31% a scopo irriguo, il 20% a scopo
industriale.
Le acque sotterranee in provincia di Firenze sono sfruttate
in maniera significativa, pur permanendo significative disponibilità. Al 1999 risultavano autorizzati o denunciati (ai
sensi del Dlgs 257/93) 34.659 pozzi, dei quali 18.516
dichiarati per uso domestico. L'elevato tasso di inquinamento delle risorse idriche sotterranee, soprattutto nella
piana, ne ha di fatto pregiudicato l'impiego a scopo idropotabile.
La figura è basata sui dati contenuti nel piano di Ambito
ATO 3. I dati disponibili non consentono di disaggregare per
uso le derivazioni; l'allocazione tra usi domestici e non
domestici dei prelievi acquedottistici è basata sul fatturato.
I prelievi per derivazioni sono al lordo delle restituzioni.
113
Prelievi totali nel bacino dell'Arno
Irriguo
Potabile
Ittiogenico
Industriale
Forza motrice
Altro
Totale
Prelievi
(l/s)
4.849
5.980
427
3.075
42.796
1.110
58.237
Restituzione
(l/s)
3
10
427
769
42.796
359
44.364
Sbilancio idrico
(l/s)
-4.846
-5.970
0
-2.306
0
-751
-13.873
Fonte: Autorità di bacino del fiume Arno, "Piano di bacino: qualità delle acque", quaderno 8, 1998
Prelievi idrici superficiali e sotterranei
ATO
3
Acquedottistici superficiali
Derivazioni superficiali per usi produttivi
Acquedottistici sotterranee
Industriali sotterranei
Agricoli sotterranei
Domestici sotterranei
Totale
Prelievi
(milioni mc/anno)
101
70
59
40
14
14
298
Fonte: Autorità Ato 3, "Analisi della disponibilità attuale e futura delle risorse idriche", 1999
Acque sotterranee prelievi e disponibilità
Area Fiorentina
Greve ed Ema
Mugello e Val di Sieve
Valdarno superiore
Prelievi
(l/s)
157
73
267
191
Disponibilità residua
(l/s)
360
75
290
240
Fonte: Autorità Ato 3, "Analisi della disponibilità attuale e futura delle risorse idriche", 1999
114
CONSUMI IDRICI
Prelievi, consumi e perdite dalla rete acquedottistica
Prelievi e consumi procapite
600
litri/ab giorno
500
400
300
200
100
0
ATO 3
prelevato procapite
Consiag
Fiorentinagas
erogato procapite
Firenze
consumi domestici procapite
Descrizione
Metodologia
I prelievi acquedottistici in provincia di Firenze e Prato
ammontano a circa 163 milioni di metri cubi/anno.
Nell'area dell'ATO 3 i prelievi attingono principalmente
(quasi unicamente per la città di Firenze) dalle acque
superficiali (63% del totale), mentre nell'Ato 2 attingono
alle acque sotterranee (94%).
I prelievi acquedottistici incidono per ca. il 40% del totale
dei prelievi nel bacino dell'Arno (al netto dei prelievi per
uso energetico e colture ittiche) e per circa il 54% dei prelievi nell'ambito territoriale ottimale 3 (Medio Valdarno).
Per l'inefficienza della rete acquedottistica si registrano
perdite molto elevate. Nel sistema acquedottistico della
provincia di Firenze i "prelievi non contabilizzati" (che, oltre
alle perdite, includono sfiori invernali e non fatturati)
assommano al 44% dei prelievi.
A fronte di prelievi procapite di circa 400 litri/ab al giorno,
le quantità erogate sono di circa 250 litri/ab e i consumi
domestici di circa 140 litri/ab (al netto di utenze impropriamente classificate domestiche i consumi si collocano in
genere sotto i 130 litri/ab).
Sulla quantità effettivamente erogata, nel sistema della
provincia di Firenze, i consumi domestici incidono per ca. il
76%, mentre gli usi industriali e terziari per circa il 24%.
I dati relativi a prelievi, erogazioni e consumi domestici
sono tratti dai Piani di ambito dell'ATO 3 e dell'ATO 2
(Basso Valdarno). I dati sui consumi riportati nella figura
"usi dei prelievi acquedottistici" includono comuni e consorzi al servizio di comuni della provincia di Firenze e
Prato. I consumi domestici sono la somma del "fatturato
domestico", i consumi non domestici sono dati dalla differenza tra "fatturato" e "fatturato domestico", le perdite
sono date dalla differenza tra "volume prodotto" (al netto
del saldo tra acquisti e cessioni) e "fatturato".
115
Prelievi acquedottistici per fonte
ato 2
ato 3
0
25
50
75
100
125
milioni di mc * anno
superficiali
sotterranee
Usi dei prelievi acquedottistici
perdite (prelievi non
contabilizzati)
44%
consumi domestici
40%
consumi non
domestici
16%
dati aggregati per area fiorentino-pratese Ato 3 e area fiorentina Ato 2
116
150
QUALITÀ DELLE ACQUE SOTTERRANEE
Indici di qualità chimico-fisica degli acquiferi
Concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee
50
40
mg/litro
MINIMO
30
MASSIMO
MEDIA
20
10
Elsa
Sieve
Pesa
Superiore
Valdarno
Fiorentino
Valdarno
Empolese
Valdarno
Monte
Morello
0
Descrizione
Metodologia
La qualità degli acquiferi nella provincia di Firenze è oggetto di una indagine ancora in corso, svolta in applicazione
del Dlgs 152/99. Sotto il profilo della qualità chimica e in
relazione ai soli parametri di base, i dati finora disponibili
segnalano una buona condizione dell'acquifero della Sieve,
dell'acquifero carbonatico di Monte Morello e del Valdarno
Superiore. Situazioni più critiche sono rilevate per il
Valdarno fiorentino, per il valdarno empolese e per l'Elsa, a
causa di elevate concentrazioni di nitrati, ione ammonio o
solfati. Non sono ancora disponibili dati omogenei sulla
presenza di altri contaminanti, ma è noto il deterioramento
avvenuto negli anni passati degli acquiferi di pianura.
Per la valutazione della qualità delle acque sotterranee, il
Dlgs 152/99 prevede un indice che ne definisce lo stato
quantitativo (livello di sfruttamento e alterazione) e in indice di qualità chimica. L'indice di qualità chimica considera
7 parametri di base (conducibilità elettrica, cloruri, manganese, ferro, nitrati, solfati, ione ammonio) e altri inquinanti
organici e inorganici. In base alle concentrazioni delle
diverse sostanze sono definite cinque classi di qualità:
classe 1 (elevata) con impatto antropico nullo o trascurabile e con pregiata qualità idrochimica, classe 2 (buona) con
impatto antropico ridotto e buona qualità, classe 3 (sufficiente) con impatto antropico significativo e con qualità
buona ma con alcuni segni di compromissione, classe 4
(scadente) con impatto antropico rilevante e con caratteristiche idrochimiche scadenti, classe 0 con basso impatto
antropico ma con caratteristiche idrochimiche naturali al di
sopra dei valori della classe 3. La classificazione riportata
nella tabella "qualità degli acquiferi" è provvisoria e basata solo sui parametri di base (senza i dati sugli inquinanti
organici e inorganici); è qui presentata solo per organizzare in maniera semplificata i dati disponibili.
117
Qualità degli acquiferi (classificazione provvisoria basata solo sui parametri di base)
MONTE MORELLO
VALDARNO EMPOLESE
VALDARNO FIORENTINO
VALDARNO SUPERIORE
PESA
SIEVE
ELSA
2 (buona)
100%
14%
67%
100%
75%
100%
0%
3 (sufficiente)
0%
14%
25%
0%
25%
0%
0%
4 (scadente)
0%
71%
8%
0%
0%
0%
100%
Nota. La presente classificazione è del tutto provvisoria e non è conforme al Dlgs 152/99. Riguarda solo i parametri di base, si basa
su un numero ridotto di analisi rispetto ai requisiti di legge e non considera le concentrazioni degli inquinanti organici e inorganici
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Arpat 2002 (prelievi di maggio - giugno)
118
QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI
Indici di qualità biologica e chimico-fisica dei corsi d'acqua
Qualità biologica dell'Arno nell'area fiorentina
11
non inquinato
10
9
lievemente inquinato
indice IBE
8
7
inquinato
6
5
4
molto inquinato
3
2
gravemente inquinato
1
1986
1991
1996
1997
1999
Figline
Rosano
2000
2001
2002
Camaioni
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Arpat
Descrizione
Metodologia
La qualità dei corsi d'acqua in area fiorentina è complessivamente deteriorata. Considerando l'insieme degli indici si
nota che l'ARNO, da Figline a Varlungo, si mantiene in qualità sufficiente (LIM 3), mentre si deteriora a valle di
Firenze (Seca 4). L'entrata in funzione delle prime sezioni
del depuratore e l'avvio della regimazione idrica con la
diga di Bilancino sono attesi di apportare miglioramenti
significativi alla qualità ecologica dell'Arno, uno degli storici problemi ambientali della provincia. Dal 2000 a valle di
Firenze non si registra più una condizione di "gravemente
inquinato".
Gli affluenti presentano caratteristiche differenziate, con
particolari criticità per il Bisenzio e la Greve.
La SIEVE confluisce in Arno in uno stato ecologico sufficiente (SECA 3) e più a monte la qualità biologica è buona.
Il BISENZIO subisce un forte peggioramento nel suo corso
e confluisce in Arno in condizioni molto degradate (SECA 4)
Per quanto riguarda la GREVE si evidenzia una situazione
altamente compromessa sia sotto il profilo biologico che
chimico.
La PESA presenta buone condizioni sotto il profilo chimico
(LIM 2), ma critiche sotto quello biologico alla confluenza in
Arno (IBE IV).
Gli indici di qualità previsti dal D.Lgs 152/99 e D.Lgs
258/00 sono:
- LIM, Livello di Inquinamento da Macrodescrittori
- IBE, Indice Biotico Esteso
- SECA Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua
- SACA Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua
L'IBE è un indice della qualità biologica delle acque e si
basa sull'analisi dei macroinvertebrati. I valori di IBE, da 0
a 12, sono raggruppati in 5 classi di qualità, da "non inquinato" a "gravemente inquinato".
Il LIM è un indice di qualità chimica delle acque e si ottiene sommando i punteggi derivanti dal calcolo del 75° percentile di sette parametri chimici, analizzati con frequenza
mensile.
Dall’incrocio tra indice chimico e biologico, e considerando
il peggiore dei due, si ottiene il SECA (Stato ecologico del
corso d’acqua), che esprime la complessità degli ecosistemi acquatici. Il SACA deriva dall’incrocio dello stato ecologico con i risultati dei parametri relativi alle sostanze pericolose; tale indice non è ancora calcolabile.
119
Legenda degli indici LIM, IBE, SECA
Livello
punti
Giudizio
1
480 - 560
Ottimo
classe
valori
giudizio
I
>9
non inquinato
classe
giudizio
1
Ottimo
120
LIM
2
3
240 - 475
120 - 235
Buono
Sufficiente
IBE
II
III
8 -9
6 -7
poco
inquinato
inquinato
SECA
2
3
Buono
Sufficiente
4
60 - 115
Scarso
5
< 60
Pessimo
IV
4 -5
molto
inquinato
V
<4
fortemente
inquinato
4
Scarso
5
Pessimo
Arno in Area Fiorentina
FIGLINE
Lim
Ibe
Seca
RIGNANO
Lim
Ibe
Seca
ROSANO
Lim
Ibe
Seca
CAMAIONI
Lim
Ibe
Seca
MARCIGNANA
Lim
Ibe
Seca
1997
1998
1999
2000
3
3
4
3
3
3
2001
2002
3
IV
4
III
3
3
II
3
3
3
II
3
III
3
III
3
3
3
V
5
4
3
3
V
3
IV
3
4
IV
5
3
III
4
4
III
4
V
4
4
5
2001
2002
3
3
1998
1999
2000
3
3
V
5
Affluenti dell'Arno
1997
GREVE - Mantignano
Lim
Ibe
Seca
PESA - Montelupo
Lim
Ibe
Seca
ELSA - Isola (Empoli)
Lim
Ibe
Seca
SIEVE - Pontassieve
Lim
Ibe
Seca
BISENZIO - Renai-Signa
Lim
Ibe
Seca
4
4
V
4
IV
5
3
2
3
4
3
IV
2
IV
4
3
3
3
3
3
3
3
3
II
III
3
4
3
V
5
4
4
2
III
3
3
4
4
IV
4
121
CAPACITA' DI DEPURAZIONE
Impianti di depurazione civile nella provincia di Firenze
Capacità di depurazione carico civile (residenti)
PROVINCIA 1996
PROVINCIA 2002
Valdarno Superiore
Val di sieve
Valdelsa
Mugello
Empolese
Chianti
Area Fiorentina
0%
25%
50%
depurati
75%
100%
non depurati
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Regione Toscana, Arpat, Ato 2, informazioni dirette.
Descrizione
Metodologia
Nel settore della depurazione la provincia di Firenze sta
recuperando un grave ritardo. La Provincia di Firenze presenta ancora un rilevante deficit di depurazione (concentrato nell'area fiorentina), ma nel 2002, con il progredire
del completamento dell'impianto per l'area fiorentina di
San Colombano (ormai a ca. 200.000 ab. eq) la capacità di
depurazione della provincia è giunta al 50% dei carichi
inquinanti stimati, raddoppiando rispetto al 1996.
Il sistema di depurazione è articolato su 24 impianti, 16 dei
quali con una potenzialità inferiore a 15.000 ab. eq.. La
potenzialità complessiva di progetto esistenti e in realizzazione è pari a oltre un milione di abitanti equivalente. Gli
impianti di depurazione attivi sono tutti del tipo a fanghi
attivi e non sono presenti trattamenti terziari. Gli effluenti
risultano generalmente conformi alle normative, pur con
alcune eccezioni.
Il completamento dell'impianto di San Colombano (con
potenzialità di 600.000 ab eq) e la piena funzionalità di
alcuni impianti già realizzati dovrebbero consentire di
ridurre in maniera significativa i carichi inquinanti generati
e riversati nel bacino dell'Arno.
I dati per il 2002 sono tratti da Regione Toscana, Arpat,
"Rapporto sulla depurazione delle acque reflue urbane in
Toscana 2001", dicembre 2001 e integrati con lo sviluppo
della potenzialità di San Colombano e con dati aggiuntivi
contenuti nel rapporto d'ambito dell'ATO 2. I dati 1996
sono basati sui precedenti rilevamenti riportati in Autorità
di bacino dell'Arno, "Piano di bacino: qualità delle acque"
quaderno 8, 1998.
122
COMPONENTI AMBIENTALI: CLIMA ACUSTICO
Tendenza nel tempo
Legenda
Zonizzazione
Risposte/azioni
☺
Migliora
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
risposte in atto da
rafforzare
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
necessita di ulteriori
indagini
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
I rilevamenti condotti
da ARPAT Nel
periodo 1987-1997
evidenziano nella
maggior parte dei casi,
ed in particolar modo
per quanto riguarda il
periodo notturno, il
superamento dei valori
limite stabiliti per le
aree a intensa attività
umana
Inquinamento
acustico (città,
aree prossime a
infrastrutture di
trasporto)
Criticità
☺
Peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
Dal 1990 risulta una
sostanziale stabilità dei
livelli sonori
E' in corso un processo
di adeguamento. Il 94%
della popolazione ha
almeno in elaborazione
la zonizzazione.
Procedono,
seppur in varia misura,
le pianificazioni
dei comuni
Gli interventi di
riduzione
dell'inquinamento
acustico, ad eccezione di
aree puntuali (come gli
aereoporti), sono legate
ad una riduzione drastica
della mobilità e a un
miglioramento
tecnologico
☺
Allo stato attuale, solo 18
comuni risultano dotati
di zonizzazione acustica
del territorio Nella
maggior parte dei
comuni della Provincia, è
tuttavia in fase di
realizzazione, con
l’eccezione di alcuni
comuni del Mugello e
della Val di Sieve.
123
INQUINAMENTO ACUSTICO
Livelli sonori rilevati nelle aree urbane
Distribuzione percentuale dei livelli sonori rilevati nel periodo diurno
(1987-1997) - Firenze e Provincia
80
75
70
dB(A)
65
60
Valore limite
aree ad intensa
attività umana
55
50
45
40
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
PROVINCIA
FIRENZE
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT, Regione Toscana
Descrizione
Metodologia
La distribuzione dei livelli rilevati nel corso delle numerose
campagne effettuate da ARPAT nel periodo 1987-1997
nelle aree urbane della provincia consente di calcolare i
superamenti dei valori limite, facendo riferimento alla classe IV (aree ad intensa attività umana) ex Dpcm 14 novembre 1997.
Per quanto riguarda il periodo diurno, si evidenzia come
circa l’80% dei livelli di rumore registrati nel capoluogo
risulti superiore al limite di 65 dBA (tale percentuale scende al 44% per quanto riguardi gli altri comuni della provincia). Ancora più critica appare la situazione nel periodo notturno, in cui l’89% dei livelli rilevati a Firenze oltrepassa il
limite di 55 dBA (67% per gli altri comuni).Tale situazione
appare confermata dalla stima effettuata da ARPAT circa la
popolazione esposta al rumore nel capoluogo, pari a circa
il 49% nel periodo diurno (>65 dBA) e al 100% nel periodo
notturno (>55 dBA).I livelli sonori medi sia diurni che notturni sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 1990 e il
2000 (vedi tabella "variazione dei livelli sonori"), con un
lieve aumento stimato, ma comunque entro il range di
incertezza.L'inquinamento acustico è determinato essenzialmente dal traffico autoveicolare.
La caratterizzazione del “clima sonoro” nelle aree urbane
della Provincia di Firenze viene basata in questo rapporto
sul confronto tra i livelli di rumore ottenuti nelle campagne
di rilevamento effettuate da Arpat e i valori limite previsti.
Il confronto con i valori limite è stato effettuato considerando quelli previsti per le classi di azzonamento acustico
relativi alle aree ad intensa attività umana (classe IV), come
individuate dal Dpcm 14 novembre 1997. E’ tuttavia da
considerare che spesso la maggior parte della popolazione
è residente in aree aventi classi inferiori (I, II e III) e quindi
con limiti inferiori. Il confronto con una classe più elevata
consente tuttavia di evidenziare eventuali situazioni di criticità nell’area urbanizzata.Le figure riportate evidenziano
la distribuzione percentuale dei livelli sonori, come risultanti dalle serie di dati rilevati nell’arco del periodo 19871997, sia per il periodo diurno che per quello notturno. Per
quanto riguarda la stima della popolazione esposta a livelli sonori elevati nel comune di Firenze, si è fatto riferimento alle stime condotte da ARPAT e Regione Toscana, facendo uso di un modello acustico che consente di attribuire un
livello acustico a ciascuna strada della rete viaria urbana.
124
Distribuzione percentuale dei livelli sonori rilevati nel periodo
notturno (1987-1997) - Firenze e Provincia
80
75
70
dB(A)
65
60
55
Valore limite
aree ad intensa
attività umana
50
45
40
0%
10%
20%
30%
40%
50%
FIRENZE
60%
70%
80%
90% 100%
PROVINCIA
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT, Regione Toscana
Percentuale di popolazione esposta a livelli equivalenti di pressione sonora maggiori di
giorno e 55 dBA di notte nel comune di Firenze
% popolazione esposta sul
totale cittadino
Di giorno > 65
dBA
di notte > 55
dBA
49
100
Variazione dei livelli sonori
Diurni
intervallo di confidenza 95%
atteso
dB
1987-’90
1991-’95
1996-’01
0
0,8
0,7
dB
ref
dB
ref
-0,3
-0,5
Notturni
Intervallo di confidenza 95%
atteso
dB
1987-’90
1,9 1991-’95
1,9 1996-’01
0
1
0,4
dB
ref
dB
ref
-0,4
-1,2
2,5
2
Nota: Rumore diurno (6-22) e notturno (22-6), misurato a bordo strada. Il
trienno 87-90 preso come riferimento, la tabella rappresenta le variazioni dei livelli in dB, media,
rispetto a tale periodo, su un campione significativo ed omogeneo di strade.
Fonte: Arpat, 2003.
125
INQUINAMENTO ACUSTICO DA INFRASTRUTTURE
DI TRASPORTO
Livelli sonori e popolazione esposta in aree ferroviarie, aereoportuali e autostradali
% popolazione residente nelle fasce di pertinenza ferroviaria esposta a
livelli di rumore notturno superiori alla norma
60%
50%
40%
fascia A
30%
fascia B
20%
10%
0%
Firenze - Chianciano
Livorno – Firenze
Prato - Firenze
Descrizione
Metodologia
Le infrastrutture di trasporto principali - autostrade, linee
ferroviarie, aereoporti - generano elevati livelli sonori e
sonori causa di significativi disturbi alla popolazione. La
distribuzione delle linee ferroviarie interessa una quota
significativa della popolazione e ciò risulta in un numero
apprezzabile di persone esposte a livelli di inquinamento
acustico superiori alla norma, soprattutto nel periodo notturno (circa 33.000 persone, escludendo il comune di
Firenze). Su alcune linee la percentuale di popolazione disturbata giunge al 25 - 50% della popolazione residente
nelle fasce di pertinenza. Più limitata è l'incidenza diretta
della rete autostradale. Il dato relativo alla popolazione
esposta al rumore aeroportuale mette invece in evidenza il
miglioramento della situazione nel biennio 1998-2000, da
attribuirsi principalmente alla riduzione dei voli notturni.
Per quanto riguarda il rumore da linee ferroviarie i valori
sono basati su rilievi e stime modellistiche di Arpat e
riguardano la popolazione esposta al rumore ferroviario,
per le sole direttrici principali: FI-ROMA (direttissima e
lenta), FI-PISA; FI-PRATO, limitatamente ai confini della
Provincia di Firenze. In particolare, viene determinata la
popolazione esposta a livelli sonori superiori ai limiti di 55
dB(A) notturni (60 dB(A) per il solo comune di Firenze) e a
65 dB(A) diurni nelle fasce ferroviarie A e B delle infrastrutture (DPR 459/98).
Per la stima della popolazione esposta al rumore autostradale sono state considerate le tratte autostradali che interessano il territorio provinciale delle autostrade A1 e A11;
la popolazione è stata determinata con il criterio degli
esposti a livelli superiori a 65 dB(A) di giorno e 55 dB(A) di
notte.
Per quanto riguarda l’aeroporto, i livelli assunti fanno riferimento all’indice di valutazione del rumore aeroportuale
Lva, di cui al DM Ambiente del 31/10/1997.
126
Rumore ferroviario: popolazione per fascia di pertinenza esposta a livelli superiori ai
limiti di legge - linee ferroviarie principali.
Popolazione con livelli
esposizione superiori alla norma
(notturno)
(diurno)
Fascia A
Firenze - Roma (direttissima)
Firenze — Arezzo — Chiusi - Chianciano
Livorno — Pisa — Empoli - Firenze
Prato - Firenze
Totale
Fascia B
Firenze - Roma (direttissima)
Firenze — Arezzo — Chiusi - Chianciano
Livorno — Pisa — Empoli - Firenze
Prato - Firenze
Totale
Fasce A+B
Firenze - Roma (direttissima)
Firenze — Arezzo — Chiusi - Chianciano
Livorno — Pisa — Empoli - Firenze
Prato - Firenze
Totale
Popolazione
residente
796
456
62
647
1.961
839
6.666
582
5.208
13.295
2.191
22.903
7.631
9.156
41.881
0
0
0
0
0
0
10.254
0
9.038
19.292
2.742
43.189
19.866
25.138
90.935
796
456
62
647
1.961
839
16.920
582
14.246
32.587
4.933
66.092
27.497
34.294
132.816
Rumore ferroviario: popolazione esposta a livelli notturni superiori a 60 dB(A)
- Comune di Firenze
Totale
No. Famiglie
3.681
No. abitanti
7.545
Rumore autostradale : popolazione residente esposta a livelli superiori ai limiti di legge
Livello
L Aeq ≥ 65 dBA (giorno)
L Aeq ≥ 55 dBA (notte)
Popolazione A1
302
4.741
Popolazione A11
38
538
Totale
340
5.279
Rumore aereoportuale: popolazione esposta ai sorvoli aerei nell’aeroporto di Firenze
1998
2000
Numero residenti esposti
60<LVA<65
LVA>65
1.041
35
369
0
127
CLASSIFICAZIONE ACUSTICA
Comuni zonizzati e popolazione provinciale interessata
Legenda
Stato di approvazione
dei piani di classificazione acustica
Adottata ex L.R. 89/98
Approvata ex Dpcm 01/03/91
Approvata ex L.R. 89/98
In fase di realizzazione
Non iniziata
Situazione non nota
N
10
0
10 Kilometers
Fonte: Regione Toscana, Provincia di Firenze
Descrizione
Metodologia
Allo stato attuale solo 18 comuni risultano dotati di zonizzazione acustica del territorio (adottata o approvata). La
popolazione interessata corrisponde a circa il 30% della
popolazione complessiva provinciale. La situazione è tuttavia in progressivo miglioramento e, se si tiene conto dei
comuni in cui la zonizzazione è attualmente in corso, si
arriva a 34 comuni, con una popolazione interessata pari a
circa il 94% di quella totale. In particolare, la maggior parte
dei comuni che non hanno ancora iniziato le procedure per
la zonizzazione risultano concentrati nell’area del
Mugello/Val di Sieve.
La Legge quadro sull’inquinamento acustico (Legge n.
447/95) stabilisce l’obbligo per tutti i comuni di predisporre la classificazione del territorio (denominata zonizzazione
acustica o azzonamento acustico del territorio), cioè la
suddivisione del territorio in particelle omogenee riferite
alle classi di destinazione d’uso definite dal Dpcm 1 marzo
1991, alle quali vengono associati valori limiti di emissione, di immissione e di qualità per il periodo diurno e notturno definiti dal Dpcm 14 novembre 1997. Con la L.R. n.
89/1998 (Norme in materia di inquinamento acustico) e i
successivi atti regolamentari, la Regione Toscana ha dato
attuazione alla legge quadro nazionale, assumendo la tutela ambientale ai fini acustici quale obiettivo operativo della
programmazione territoriale.
Situazione dei comuni della Provincia in cui è stato approvato e/o
adottato il piano di classificazione acustica
% sul totale
Comuni zonizzati
18
41%
Superficie territoriale (Kmq)
1455,6
41%
Popolazione interessata (censimento 2001)
281.289
30%
128
COMPONENTI AMBIENTALI: PAESAGGIO
Tendenza nel tempo
Legenda
☺
migliora
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
Aree disturbate
Infrastrutture
ecologiche
tendenza non evidente
Diversità aree
agricole
☺
Situazione positiva ad
esclusione di alcune aree
Diversità sistemi
paesaggistici
☺
Tutela
paesaggistica
Criticità
Risposte/azioni
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
risposte in atto da
rafforzare
Criticità elevata o
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
Criticità più elevata in
alcune aree della
provincia
Situazione positiva
dello stesso ordine di
grandezza rispetto alla
situazione regionale
media o
superiore
situazione negativa
di ulteriori
necessita
indagini
☺
Presenza di aree
monocolturali;
in particolare a vigneto
☺
Il paesaggio è
diversificato
Forte urbanizzazione
nelle aree pianeggianti
☺
Non sono evidenti
tendenze negative
Segnatamente nell'area
del Mugello investita
da grandi lavori
☺
Sono previsti incentivi
per diversificazione
colturale, corridoi
ecologici, rimboschimenti,
rotazioni, ecc.
Sono in atto
azioni di riqualificazione
del territorio
risposte in atto adeguate
129
AREE DISTURBATE PER LA QUALITA’ VISIVA DEL PAESAGGIO
Aree rurali disturbate e non disturbate
Descrizione
Metodologia
Nella cartografia allegata si evidenziano le aree provinciale sottoposte a disturbo per effetto dei fenomeni di urbanizzazione e infrastrutturazione del territorio, fenomeni che
hanno effetti negativi sulla qualità paesaggistica.
Il sistema territoriale che evidenzia la maggiore superficie
soggetta ad azione di disturbo antropico è l’area fiorentina
(aree disturbate pari all'81% della superficie territoriale) e
il Valdarno superiore fiorentino (79%). Il territorio in cui si
evidenzia la minore azione di disturbo il Mugello (41% della
superficie territoriale). Complessivamente il territorio naturale e agricolo "non disturbato" (cioè a più di 100 metri da
una infrastruttura e 500 metri da un centro abitato) è pari
al 40% del territorio provinciale. Il 60% di territorio "disturbato" va messo in relazione con una incidenza delle superfici artificializzate pari al 4,6%.
L’indicatore viene rilevato calcolando la superficie delle
aree rurali contigue non soggette a disturbo antropico,
sulla base della cartografia tecnica regionale in scala
1:10.000, da cui è possibile evidenziare tutti quegli elementi territoriali detrattori della qualità visiva del paesaggio (edifici ed altre strutture, infrastrutture, comunicazioni).
Ad ogni elemento detrattore è stato attribuita una area di
influenza del disturbo, definendo un buffer, che per le aree
urbane è stato definito di 500 m e per le infrastrutture di
100 m.
130
Aree disturbate per sistema territoriale
Aree disturbate
(ha)
Valdarno Empolese
Val d'Elsa
Chianti e Val di Pesa
Valdarno superiore Fiorentino
Val di Sieve
Mugello e Romagna Toscana
Firenze e Area Fiorentina
Provincia
% aree disturbate
su sup. terr.
% sul totale
provinciale
59%
57%
75%
79%
56%
41%
81%
60%
10%
13%
16%
11%
9%
24%
17%
100%
21.184
25.956
33.619
21.751
18.849
49.976
33.804
205.139
Fonte: Elaborazione su dati Carta Tecnica Regionale in scala:10.000
Aree disturbate (% superficie territoriale)
Provincia
Firenze e Area Fiorentina
Mugello e Romagna Toscana
Val di Sieve
Valdarno superiore Fiorentino
Chianti e Val di Pesa
Val d'Elsa
Valdarno Empolese
0%
20%
40%
60%
80%
100%
131
INFRASTRUTTURE ECOLOGICHE DEL PAESAGGIO
Infrastrutture ecologiche a livello territoriale
Infrastrutture ecologiche in % rispetto alla superficie territoriale
Aree a riforestazione
naturale
arbusteti
cespuglieti
formazioni riparie
% sulla sup. territoriale Toscana
% sulla sup. territoriale prov. Firenze
boschetti
0
1
2
3
4
5
6
Fonte: Elaborazione su dati IFT 400
Descrizione
Metodologia
La percentuale di superficie occupata dalle infrastrutture
ecologiche rispetto alla superficie territoriale a livello provinciale rispecchia il valore regionale. Solo gli arbusteti
sono presenti in percentuale superiore in provincia di
Firenze rispetto alla Toscana.
Le aree a riforestazione naturale sono distribuite uniformemente in tutto il territorio provinciale, le formazioni riparie
prevalgono in Mugello (23.6%) e in Val d’Elsa (23%). Gli
arbusteti sono concentrati per quasi il 50% in Mugello, così
come i boschetti (32.4%), i cespuglieti invece nel Chianti
(36%). La provincia di Firenze ha una maggiore quota di
superficie coperta da siepi ad alta densità (oltre i 30 m/ha),
rispetto al valore regionale. La maggior superficie con siepi
a alta e medio-alta densità si riscontra nel Valdarno e
nell’Area Fiorentina.
Una non esaustiva valutazione delle infrastrutture ecologiche a livello territoriale può essere ottenuta dall’Inventario
Forestale Regionale, da cui è possibile rilevare le superfici
a boschetti, formazioni riparie, cespuglieti, arbusteti e le
aree a riforestazione naturale. Queste ultime riguardano
quelle aree agricole abbandonate che negli ultimi 15-20
anni hanno subito un processo di ricolonizzazione da parte
del bosco. Per le siepi il dato per il momento rilevato è la
superficie di territorio occupata dalle siepi a diversa densità (metri/ha) , ripartita nelle seguenti classi di frequenza:
bassa e molto bassa (densità di siepi minore o uguale a 25
m/ha), media (compresa tra 25 e 30 m/ha), alta e molto
alta (maggiore o uguale a 30 m/ha).
132
Infrastrutture ecologiche per sistema territoriale
Aree a riforestazione
Formazioni
naturale (ettari)
riparie
(ettari)
Firenze e Area Fiorentina
1456
144
Valdarno Empolese
1360
336
Val d'Elsa
496
656
Valdarno Sup. Fiorentino
1296
480
Chianti e Val di Pesa
1776
288
Mugello, Romagna
1344
672
Toscana
Val di Sieve
1376
272
Provincia
9104
2848
Arbusteti
(ettari)
Cespuglieti
(ettari)
Boschetti
(ettari)
1216
832
1328
1472
1296
6875
80
96
96
16
208
80
176
48
128
320
288
544
896
13915
0
576
176
1680
Fonte: Elaborazione su dati IFT 400
Territorio occupato (ha) da siepi per densità e per sistema territoriale
Molto bassa (fino Media (tra 25 e 30 Alta o Molto alta
(oltre 30 m/ha)
a 25 m/ha)
m/ha)
797,0
Firenze e Area Fiorentina
1824,0
584,0
Valdarno Empolese
1160,0
513,9
915,7
Val d'Elsa
1507,2
387,2
471,8
Valdarno Sup. Fiorentino
1960,3
216,0
329,6
Chianti e Val di Pesa
1871,8
257,5
451,2
602,3
Mugello, Romagna Toscana
8241,6
488,0
Val di Sieve
3338,9
99,2
115,2
Provincia
19904,0
2545,9
3682,7
Fonte: Elaborazione su dati IFT 400
133
LA DIVERSITÀ DELLE AREE AGRICOLE
Indice di diversità di Shannon
Indice di diversità di shannon territorio rurale
numero
1,8
1,6
1,4
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
Firenze e Valdarno Val d’Elsa Valdarno Chianti e Mugello,
Area
Empolese
Sup.
Val di Pesa Romagna
Fiorentina
Fiorentino
Toscana
Val di
Sieve
Fonte: Elaborazione su dati CORINE Land – Cover, 1995
Descrizione
Metodologia
L’applicazione dell’indice di Shannon all’uso del suolo
agro-forestale della provincia di Firenze, dimostra come il
sistema territoriale nel quale si osserva la maggiore diversità d'uso del suolo (come distribuzione delle colture agrarie sul territorio) è quello dell’area Fiorentina. I sistemi territoriali dove risulta la minore diversità colturale sono il
Mugello e la Val di Sieve, dove il basso valore dell’indice è
determinato però dalla presenza rilevante di superfici
boscate.
Tranne questi due sistemi territoriali, gli altri sistemi territoriali presentano un valore dell’indice superiore a quello
ritenuto sostenibile (0.8-1.2).
Al fine di arrivare ad una prima comprensione, se pur non
esaustiva del paesaggio agrario, si è fatto riferimento alla
base dati sulla copertura vegetale del suolo provinciale,
sulla base del quale è stato elaborazione un indicatori di
diversità relativo alle aree agricole utilizzando la seguente
formula (Shannon): Sommatoria (da s a K) Pklogn PK dove:
s = numero di elementi osservati
K = elemento dello stesso tipo di quelli considerati
PK = la % di presenza di un elemento di tipo K
134
DIVERSITA' DEL PAESAGGIO AGRO-FORESTALE
Naturalità dei paesaggi agro-forestali sul totale delle aree agricole
Fonte: Elaborazione su dati CORINE Land - Cover
Descrizione
Metodologia
Con questo indicatore si valuta la diversità delle aree agroforestali in termini qualitativi, in funzione del grado di naturalità e di pressione antropica delle diverse forme di colturali e di uso del suolo. Questo indicatore è formulato in
maniera diversa dall'indice di Shannon (basato sulla struttura del paesaggio e delle colture) e offre risultati diversi.
Questo tipo di aggregazione dell’uso del suolo in paesaggi
a diverso grado di antropizzazione, porta ad un risultato
diverso rispetto a quello ottenuto con l’indicatore di
Shannon, soprattutto se (come nel nostro caso) ad una
maggiore diversificazione delle colture agrarie non corrisponde una loro maggiore diversità in termini qualitativi e
sostenibilità.
Le aree caratterizzate da paesaggi a maggiore impatto e
minore diversità sono prevalenti in Valdelsa (49,3%) e
Valdarno Empolese (47,4%) e nell’area Fiorentina (43,1 %).
La Valdisieve è il sistema territoriale con paesaggi agroforestali a maggiore diversità e naturalità (94%). Il Mugello
(78.5%), il Chianti (74.4%) e il Valdarno superiore (69.9%)
hanno tutti una forte quota di paesaggi ad elevata diversità.
Sulla base della classificazione Corin-Landcover è possibile apprezzare le categorie di uso del suolo, riportate a
livello provinciale, che è possibile aggregare in classi in
paesaggio a diverso grado di pressione antropica:
(a) paesaggi caratterizzati da alto/eccessivo sfruttamento delle risorse, possibile inquinamento e degrado delle
risorse naturali, perdita di biodiversità e degli ecosistemi
seminaturali. Si considerando le seguenti classi di copertura del suolo: seminativi, risaie, vigneti, frutteti e frutteti minori;
(b) paesaggi caratterizzati da buone pratiche agricole
intensive o estensive, in relazione equilibrata con il territorio, il che porta alla preservazione delle risorse naturali, della biodiversità e degli ecosistemi seminaturali. Si
considerando i prati stabili, oliveti;
(c) paesaggi aventi le seguenti caratteristiche: attività
agricola con scarso impiego di fattori di produzione,
inquinamento non problematico e non eccessivo spreco
di risorse, promozione degli habitat e della biodiversità.
Si considerando le coltivazioni annuali associate a colture permanenti e i sistemi colturali e particellari complessi, le aree prevalentemente occupate da colture agrarie
con presenza di spazi naturali;
135
Diversa dei paesaggi agroforestali in percentuale sul totale per sistema territoriale
(a) paesaggi
(b) paesaggi
(c) paesaggi
(d) paesaggi
caratterizzati da
caratterizzati da
caratterizzati dalla colturali ad alto
eccessivo
buone pratiche
promozione della valore naturale
sfruttamento delle agricole estensive biodiversità
risorse
Area fiorentina
43,1
10,7
9,6
36,6
Valdarno Empolese
47,4
3,3
32,9
16,4
Val d’Elsa
49,3
3,9
7,1
39,8
Valdarno Sup. Fiorentino
13,9
9,2
7,0
69,9
Chianti e Val di Pesa
10,3
9,4
5,9
74,4
Mugello, Romagna Toscana
18,8
1,6
1,1
78,5
Val di Sieve
1,5
1,4
3,1
94,0
Fonte: Elaborazione su dati CORINE Land – Cover
(d) paesaggi colturali e di alto valore naturale, dipendenti dall’attività agricola, minacciati dalla marginalizzazione dell’agricoltura, in cui questo settore svolge una funzione particolare per creare la qualità ambientale. Si
considerano i boschi di latifoglie, di conifere, misti, le aree
a pascolo naturale e praterie d’alta quota, le brughiere e i
cespuglieti, le aree a vegetazione boschiva e arbustiva in
evoluzione, le paludi interne, i corpi idrici.
136
AREE SOGGETTE A VINCOLI PAESAGGISTICI
Superficie aree soggette a vincoli (L 431/85, L.1497/39) rispetto
alla superficie territoriale
Vincoli L 431/85, L.1497/39
Vincolo a Bosco L 431/85
Descrizione
Metodologia
Nelle due cartografia allegate si evidenziano le aree del
territorio provinciale sottoposte a vincoli di carattere paesaggistico derivanti da normative nazionali.
L’indicatore rappresenta l’estensione del territorio tutelato
riguardante la legge 43/85 e la legge 1497/39, cioè quei
vincoli che hanno le maggiori relazioni con il.
La Legge 431/85 definisce i seguenti elementi di vincolo:
vincolo archeologico, uso civico, fiumi fuori vincolo e vincolati, boschi, cime appenniniche oltre i 1200 m s.l.m.
La Legge 1497/39 definisce invece le aree a vincolo paesaggistico.
137
COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITÀ
Tendenza nel tempo
Legenda
migliora
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
risposte in atto da
rafforzare
Criticità elevata o
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
☺
☺
Risposta adeguata,
verificare gli aspetti
gestionali delle aree
boscate
Miglioramento evidente
☺
☺
Risposta adeguata
Moderata tendenza
alla crescita delle aree
protette
Situazione positiva con
criticità minore rispetto
al valore regionale
Territorio protetto
inferiore alle media
regionale
necessita di ulteriori
indagini
risposte in atto da
rafforzare
Sostanziale stabilità
Superficie
percorsa da fuoco
☺
Superficie aree
protette
138
☺
media o
superiore
situazione negativa
di ulteriori
necessita
indagini
Verificare la relazione
con il mantenimento
delle aree aperte
Variazione
superficie
forestale
Aree faunistiche
Risposte/azioni
☺
Specie minacciate
Criticità
non valutabile
Tendenza evidente
all’aumento
☺ Situazione positiva
innovative da
azioni
identificare
☺ Risposta adeguata
STRUTTURA DELLA SUPERFICIE FORESTALE
Ripartizione della superficie forestale in funzione delle diverse tipologie forestali
Ripartizione della superficie categorie forestali
Aree in rinnovazione
6,9%
Cespuglieti
0,8%
Aree transitorie prive
di vegetazione
0,1%
Arbusteti
6,8%
Formazioni riparie
1,4%
Macchia
mediterranea
0,7%
Castagneti da frutto
3,2%
Boschetti
0,9%
Boschi
79,2%
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati IFT
Descrizione
Metodologia
Complessivamente le superfici forestali provinciali
ammontano a 174.320 ettari, pari a circa il 50% della
superficie territoriale, valore quest’ultimo superiore a quello regionale (circa il 47%). La superficie forestale è 1,4
volte maggiore di quella agricola utilizzata, risultando
superiore rispetto all’andamento regionale che è invece
1.3. Oltre il 50% della superficie forestale è costituita non
da boschi accorpati, ma da elementi che hanno elevato
valore ai fini della biodiversità, come i boschetti, le superfici cespugliate e arbustive. Oltre il 17 % della superficie
forestale è costituita da castagneti, altri elementi territoriali ad elevato valore per la conservazione della biodiversità.
La valutazione dell’uso del territorio forestale è stata eseguita analizzando i dati dell’Inventario Forestale Regionale
che ripartisce la superficie forestale per categorie diverse.
139
Ripartizione della superficie forestale per categoria
Superficie in ettari
Firenze
Toscana
% sulla Toscana
Boschi
137984
735184
18,8
Boschetti
1552
6528
23,8
Castagneti da frutto
5664
32336
17,5
Macchia mediterranea
1184
110432
1,1
Formazioni riparie
2464
17392
14,2
Aree in rinnovazione
12016
112320
10,7
Cespuglieti
1408
5696
24,7
Arbusteti
11888
57568
20,7
Gariga di ambiente mediterraneo
0
4240
0,0
Aree transitorie
160
4240
3,8
Aree danneggiate da inquinamento
0
80
0,0
Totale
174320
1086016
16,1
Indice di Boscosità
49,6
47,2
Sup Boscata/SAU
1,41
1,27
prive di vegetazione
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati IFT
140
SUPERFICIE FORESTALE E ALTRE AREE BOSCATE
Indice di boscosità per sistema territoriale
Provincia
Val di Sieve
Mugello, Romagna Toscana
Chianti e Val di Pesa
Valdarno Sup. Fiorentino
Val d’Elsa
Valdarno Empolese
Firenze e Area Fiorentina
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
numero
Fonte: Elaborazione su dati IFT
Descrizione
Metodologia
Complessivamente la superficie forestale a livello provinciale è di 181.022 ettari, pari al 51% (‘90-’93) della superficie territoriale. Dal punto di vista evolutivo la superficie
forestale sembra in aumento (sulla base degli inventari
forestali). Si deve però osservare che all'aumento della
superficie delle aree forestali è sembrato corrisponde una
diminuzione di quella delle aree aperte (coltivazione,
pascoli ed aree miste, ecotonali fra ambienti aperti e
boschi) che tipicamente o ispitano il maggior numero di
specie. Questo andamento assume una connotazione
negativa, per effetto dell’omogeneizzazione del territorio,
con la perdita di habitat importanti per specie animali e
vegetali, cui corrisponde anche una banalizzazione del
paesaggio visivo. L’indice di boscosità è più elevato nel
Valdarno Fiorentino, nel Mugello e nella Val di Sieve. Il tipo
di governo prevalente a livello provinciale è a ceduo ( oltre
il 70%), il 21% è a fustaia
La valutazione dell’uso del territorio forestale è stata eseguita analizzando i dati dell’Inventario Forestale Regionale
che ripartisce la superficie forestale per categorie diverse.
141
Superficie Forestale in relazione all’uso agricolo del suolo Provincia di Firenze
IFT 78
IFT 90
Ettari
%
ettari
%
Colture agrarie
Formazioni forestali
139.081
161.722
39,6
46
127.641
181.022
36,3
51,5
Prati e pascoli
38.165
10,9
27.904
7,9
Totale
351.438
100
351.438
100
CORINE LAND COVER '92
PROVINCIA DI FIRENZE '01
Colture agrarie
ettari
166.450
%
47,4
ettari
146.655
%
41,7
Formazioni forestali
114.324
32,5
172.977
49,2
Prati e pascoli
Totale
29.301
351.438
8,3
100
31.334
351.438
8,9
100
Fonte: Elaborazione su dati IFT, Corine Land Cover, Uso Suolo Provincia di FI
Variazione delle superfici forestali e con spazi aperti
PROVINCIA DI FIRENZE
’01
CORINE LAND COVER
’92
IFT 90
IFT 78
0
Formazioni forestali
Spazi aperti
Fonte: Elaborazione su dati IFT
142
50000
100000
150000
200000
INCENDI BOSCHIVI
Superficie percorsa dal fuoco
Superficie percorsa da fuoco totale per sistema territoriale nel 1991-2001
Firenze e Area
Fiorentina
10%
Valdarno Empolese
27%
Mugello e Romagna
Toscana
15%
Val di Sieve
11%
Val d'Elsa
7%
Chianti e Val di Pesa
6%
Valdarno superiore
Fiorentino
24%
Descrizione
Metodologia
Nel periodo 1991-2001 vi sono stati 1.149 incendi che
hanno danneggiato complessivamente 1859 ettari di territorio della provincia di Firenze, in prevalenza costituito da
aree boscate (1125 ettari).
Il 25% degli incendi ha colpito il Chianti, mentre il 16% ha
riguardato il Mugello. In termini di superficie, i territori
maggiormente colpiti sono stati il Valdarno Empolese (27%
del totale delle superfici percorse da fuoco) e il Valdarno
Fiorentino (24%). Andamento analogo riguarda anche la
superficie media percorsa da incendio. La tipologia di
soprassuolo bruciata prevalente è l’alto fusto di resinose
per il 38% e il ceduo semplice per il 37%.
Nel periodo 1998-2001 la superficie incendiata in provincia di Firenze è stata pari a solo l’1.9% del totale toscano.
Lo stesso valore della superficie media percorsa da incendio, nettamente più basso in provincia di Firenze rispetto
alla Toscana dimostra, la scarsa rilevanza di questo aspetto nel contesto regionale.
La valutazione del peso delle aree incendiate della provincia di Firenze è stata effettuata tramite le informazioni fornite dalla Regione Toscana per il periodo 1991-2001, dal
1998 al 2001 è stato effettuato un confronto fra la provincia di Firenze e la Toscana, in termini di numero e di superfici. Indicatore importante risulta la superficie media percorsa da incendio.
143
Numero di incendi, superficie percorsa da incendio e superficie media percorsa da incendio
incendi
numero
Superficie
boscata (ha)
Superficie non
boscata (ha)
Totale (ha)
superficie
media percorsa
da incendio
151
2,1
57
68
1,4
1,4
7
0,5
5247
9,3
1998
72
89
Firenze
62
1999
2000
42
50
36
53
21
15
2001
74
29
8
1998
567
3640
1999
381
755
433
1569
4,1
2000
2001
363
464
1086
1287
202
626
1651
1913
4,5
4,1
Toscana
1040
% su Toscana
6
3
2,9
1998
12,7
2,4
1999
11
4,8
4,8
3,6
2000
2001
13,8
15,9
4,9
2,3
7,4
1,3
4,1
1,9
Fonte: Elaborazione su dati Regione Toscana
Superficie boscata percorsa da incendio per tipologia di soprassuolo a
livello provinciale nel 1991-2001
Ceduo fortemente
degradato
12%
Macchia mediterranea
2%
Ceduo composto
4%
Alto fusto resinose
38%
Alto fusto latifoglie
2%
Ceduo semplice e
matricinato
37%
Alto fusto misto
5%
Fonte: Elaborazione su dati Regione Toscana
144
AREE PROTETTE DI INTERESSE NATURALISTICO
Aree protette in % del territorio provinciale
2,5%
2,0%
1,5%
1,0%
0,5%
0,0%
1997
1999
2002
2000
parchi e riserve statali
aree protette locali
Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Firenze
Parchi Nazionali
Riserve Statali
Parchi Regionali
Parchi Provinciali
Riserve provinciali
ANPIL
Totale
% Aree protette sulla S.T.
-
1997
3.953
1.270
1.553
6.776
1,93%
1999
3.900
1.270
2000
3.953
1.270
2002
3.953
1.270
25
1.557
6.805
1,94%
25
1.957
7.205
2,05%
25
1.557
6.752
1,92%
Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Firenze
Descrizione
Metodologia
Nel 2002 la superficie totale delle aree protette in provincia di Firenze è di 7.200 ettari, il 2,1% della superficie territoriale. Nel quinquennio 1997 – 2002 la superficie protetta è cresciuta del 6%, ma resta inferiore alla media regionale pari a ca. il 9% del territorio. Il 54% della superficie
protetta è costituita da una quota del parco nazionale delle
foreste casentinesi. A livello territoriale la Val di Sieve presenta la maggiore superficie coperta da territorio protetto.
Per quanto riguarda i siti di importanza comunitaria, la
superficie maggiore riguarda il Mugello.
I dati sono basati sulle aree censite nel 4° e 5°aggiornamento delle Aree Protette regionali - Del.C.R. 176/2000 e
Del.C.R. 1229/2001.
145
Aree Protette della Provincia di Firenze nel 2002
Tipologia
Parchi Nazionali
Parchi Nazionali
ANPIL
Riserve Naturali Statali
ANPIL
Riserve Naturali
Provinciali
ANPIL
ANPIL
ANPIL
ANPIL
Nome
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,
Monte Falterona e Campiglia
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,
Monte Falterona e Campiglia
Poggio Ripaghera, Santa Brigida
Riserva Naturale di Vallombrosa
Foresta di Sant'Antonio
Riserva Naturale Provinciale Padule di
Fucecchio
Montececeri
Podere La Querciola
Stagni di Focognano
Torrente Mensola
Comune
San Godenzo
Superficie
3213
Londa
740
Pontassieve
Reggello
Reggello
Fucecchio
470
1270
929
25
Fiesole
Sesto Fiorentino
Campi Bisenzio
Comune di
Firenze
Totale Provincia
44
50
64
400
7180
Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Firenze
Siti di Importanza Comunitaria in provincia di Firenze
Val di Sieve
Mugello e Romagna Toscana
Chianti e Val di Pesa
2000
1998
Valdarno superiore Fiorentino
Valdarno Empolese
Firenze e Area Fiorentina
0
2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000 16000
ettari
Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Firenze
146
AREE FAUNISTICHE E PRESSIONE VENATORIA
Percentuale superficie istituti faunistici sulla superficie territoriale e loro evoluzione
nel tempo
Aree a divieto di caccia, come % della superficie agricola e forestale
50%
40%
30%
20%
10%
0%
V.
Empolese
Val d'Elsa
Chianti-V.
Pesa
V.
Superiore
1996
Val di
Sieve
Mugello
Area
Fiorentina
1999
Descrizione
Metodologia
La superficie coperta da istituti faunistici della provincia di
Firenze nel 1999 è pari a 93.121 ha, in aumento del 16.2%
rispetto al 1996. Oltre il 25% riguarda il territorio del
Mugello, il 20% la Val d’Elsa. L’aumento maggiore di superficie coperta da istituti faunistici riguarda però il Valdarno
Empolese (31.5%) e Valdarno superiore Fiorentino (27.7%).
Le aree cacciabili in provincia di Firenze sono 254.633
ettari, quelle non cacciabili sono 65.406 ettari, pari al
20.4% della superficie agro-forestale (SAF), in aumento
rispetto al 1996. L’area Fiorentina risulta il territorio più
soggetto a divieto di caccia rispetto alla SAF.
L’analisi degli aspetti faunistici si basa sull’acquisizione di
informazioni cartografiche della carta faunistica edita dalla
provincia di Firenze, al fine di identificare sul territorio gli
istituti faunistici a livello provinciale: zone di ripopolamento e cattura, aziende agrituristico – venatorie, centri privati per la protezione della fauna, zone di protezione della
fauna, aziende faunistico – venatorie, aree per l’addestramento dei cani, oasi di protezione. L’indicatore è espresso
come percentuale della superficie relativa agli istituti faunistici rispetto alla superficie territoriale e come trend di
superficie coperta da istituti faunistici a livello provinciale.
147
Istituti faunistici (ha)
40.000
30.000
20.000
10.000
0
V.
Empolese
Val d'Elsa
Chianti-V.
Pesa
V.
Superiore
1996
148
1999
Val di
Sieve
Mugello
Area
Fiorentina
SPECIE ANIMALI E VEGETALI PRESENTI IN LISTE D’ATTENZIONE
Emergenze e numero di specie in liste di attenzione per ambito territoriale
Specie animali e vegetali in liste di attenzione per
sistema territoriale
Firenze e Area Fiorentina
Mugello e Romagna Toscana
Val di Sieve
Valdarno superiore Fiorentino
Chianti e Val di Pesa
Val d'Elsa
Valdarno Empolese
0
20
40
60
80
100
120
140
160
Fonte: Elaborazione su dati ARSIA
Descrizione
Metodologia
Sono 208 le specie presenti in liste di attenzione vegetali
ed animali rilevate in provincia di Firenze. L'analisi delle
emergenze floristiche faunistiche in corso nell'ambito del
progetto Re.Na.To. ha permesso di classificare 2043 emergenze floristiche faunistiche attinenti le 208 specie elencate nelle liste di attenzione. Nel territorio del Mugello e della
Romagna Toscana si contano 142 specie (il 68%) e 739
emergenze (il 36% del totale).
L’analisi delle emergenze floristiche di rilevante valore sul
territorio provinciale è stata effettuata consultando gli
archivi aggiornati, forniti dall’ARSIA, del progetto 5 BiosRe.Na.To., da cui è possibile rilevare l’elenco delle specie
vegetali e animali che sono state giudicate rilevanti (rare,
specie di interesse biogeografico, specie endemiche, specie di importanza ecologica, o specie facenti parte di particolari habitat), e quindi inserite in “liste di attenzione”. Le
emergenze faunistiche che è possibile rilevare riguardano
i molluschi, i pesci, gli anfibi, crostacei, gli insetti e gli
uccelli.
149
Specie animali e vegetali minacciate
Anfibi Crostacei Insetti Mammiferi Molluschi Pesci Rettili Uccelli Vegetali Totale
Valdarno Empolese
Val d'Elsa
Chianti e Val di Pesa
Valdarno superiore
Fiorentino
Val di Sieve
Mugello e Romagna
Toscana
Firenze e Area Fiorentina
Fonte: Elaborazione su dati ARSIA
150
55
11
73
28
2
2
7
22
4
10
1
3
7
19
11
10
3
10
7
1
1
10
13
7
120
7
52
8
98
10
69
10
25
97
11
29
58
7
4
1
261
48
82
42
11
2
5
10
369
76
211
120
4
36
3
57
318
2
18
105
739
12
15
175
19
423
HABITAT NATURALI E SEMINATURALI MINACCIATI
Numero di habitat naturali e seminaturali per ambito territoriale
Habitat naturali e seminaturali di interesse comunitario per sistema territoriale
Valdarno
Empolese
24%
Firenze e Area
Fiorentina
14%
Valdarno
superiore
Fiorentino
5%
Val di Sieve
10%
Mugello e
Romagna
Toscana
47%
Fonte: Elaborazione su dati ARSIA
Descrizione
Metodologia
Gli habitat di interesse comunitario presenti a livello provinciale sono 21, di cui 3 prioritari, situati nei comuni di
Firenzuola e Londa. Il 47% di questi è presente in Mugello,
il 24% nel Valdarno Empolese.
L’analisi degli habitat di interesse comunitario presenti a
livello territoriale è stata effettuata consultando gli archivi
aggiornati, forniti dall’ARSIA, del progetto 5 Bios-Re.Na.To.,
da cui è possibile rilevare oltre che il loro numero, la loro
localizzazione e la loro tipologia secondo quanto riportato
nell’allegato a della L.R. 56/2000 sulla biodiversità. Viene
individuato anche il carattere di priorità definito dalla
Direttiva 92-43-CEE come “habitat prioritari”. Sono i tipi di
habitat naturali che rischiano di scomparire, per la cui conservazione la Comunità si assume una responsabilità particolare. Tali tipi di habitat naturali prioritari sono contrassegnati da un asterisco (*) nell'allegato I della Direttiva 9243-CEE.
151
Habitat naturali e seminaturali di interesse comunitario con indicazioni di priorità
Località
Tipo di habitat
BARBERINO
M.
FIRENZE
Boschi acidofitici a dominanza di Quercus
petraea
Fiumi mediterranei a flusso permanente:
Paspalo-Agrostidion e filari ripari di Salix e di
Populus alba
FIRENZUOLA Creste e versanti con formazioni discontinue
semirupestri a suffrutici, erbe e succulente
FIRENZUOLA Vegetazione pioniera delle superifici rocciose
silicee (incluso quelle ultramafiche)
FIRENZUOLA Boschi misti di latifoglie mesofile dei
macereti e dei valloni su substrato calcareo
FUCECCHIO
Boschi acidofitici a dominanza di Quercus
petraea
FUCECCHIO
Foreste mediterranee di Pinus pinaster
FUCECCHIO
Fiumi mediterranei a flusso permanente:
Paspalo-Agrostidion e filari ripari di Salix e di
Populus alba
REGGELLO
Vegetazione pioniera delle superifici rocciose
silicee (incluso quelle ultramafiche)
SAN
Vegetazione pioniera delle superifici rocciose
silicee (incluso quelle ultramafiche)
GODENZO
SCANDICCI
Foreste mediterranee di Pinus pinaster
LONDA
Brughiere alpine e subalpine
LONDA
Praterie acidofitiche del piano subalpino
e
montano a dominanza di Nardus stricta
Fonte: Elaborazione su dati ARSIA
152
Codice Codice Numero
Habitat
CORINE natura Habitat per prioritario
2000
Comune
41.59A
8240
24.53
3280
34.11
6110
62.3
8230
41.4
9180
41.59A
8240
2
42.823
24.53
3280
2
62.3
8230
62.3
8230
42.823
31.4
35.1
4060
6230
2
Si
4
Si
2
Si
COMPONENTI AMBIENTALI: SUOLO E RISCHIO
IDROGEOLOCIGO
Tendenza nel tempo
Legenda
☺
migliora
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
Attività estrattiva
Esposizione a
fenomeni
alluvionali
Esposizione a
rischio di frana
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
Non si dispone di
elementi adeguati di
valutazione
L’incremento
dell’urbanizzazione in
aree caratterizzate da
pericolosità idraulica
(piana fiorentina) ha
senza dubbio provocato
un progressivo aumento
dell’esposizione a
fenomeni alluvionali
non valutabile per
assenza serie storiche
Criticità
Risposte/azioni
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
risposte in atto da
rafforzare
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
necessita di ulteriori
indagini
previste da
risposte
norme non attivate
innovative da
azioni
identificare
La provincia di Firenze
estrae il 15% della
produzione regionale,
principalmente
materiale da
costruzioni.
Circa il 4% della
superficie provinciale è
caratterizzato da
pericolosità elevata o
molto elevato. In tali
aree si concentra circa
il 12% della
popolazione dell’intera
Provincia.
☺
Circa il 36% del
territorio provinciale è
caratterizzato da
pericolosità elevata o
molto elevata.
Il nuovo Piano regionale
delle attività estrattive è
in corso di approvazione.
Una parte
delle risorse necessarie
per la messa in sicurezza
del territorio è stata già
stanziata. Il Piano
“Rischio idraulico”
approvato nel 1999 ha
come obiettivo la messa
in sicurezza del bacino
nell’arco di 15 anni.
Solo una piccola parte
delle risorse necessarie
per la messa in sicurezza
del territorio è stata già
stanziata.
153
ATTIVITÀ ESTRATTIVA
Presenza di cave e miniere sul territorio provinciale e quantitativi estratti
Densità di cave per kmq (da PTCP)
Legenda
Densità di cave
per Comune
1 cava ogni 10 - 20 kmq
Legenda
1 cava ogni 20 - 50 kmq
1 cava ogni 50 - 100 kmq
Densità di cave
per Comune
10
Fonte: Elaborazione
Ambiente Italia su
dati PTCP
Nessuna cava o 1 cava
ogni 100 kmq e oltre
ogni Kilometers
10 - 20 kmq
0 1 cava 10
N
1 cava ogni 20 - 50 kmq
1 cava ogni 50 - 100 kmq
Nessuna cava o 1 cava
i 100 k
lt
Descrizione
Metodologia
Secondo le analisi condotte ai fini della predisposizione del
nuovo Piano regionale delle attività estrattive, nel corso del
2000 in Provincia di Firenze sono stati estratti circa 1, 8
milioni di mc di materiale, costituite in larga parte da inerti per costruzioni (sabbie, ghiaie e pietrischi). Tale quantitativo costituisce circa il 15% di quanto estratto nel medesimo anno a livello regionale. I Comuni maggiormente interessati dalla presenza di cave (in rapporto alla superficie
comunale) sono Firenzuola (caratterizzato dal maggior
numero di cave in assoluto per quanto riguarda la
Provincia), Castelfiorentino, Empoli, Gambassi Terme,
Calenzano, San Piero a Sieve, Impruneta.. I Comuni di
Castelfiorentino e Greve in Chianti sono quelli caratterizzati dalla previsione di un maggior numero di nuove cave (4
ciascuno).
Sulla base della LR 7 marzo 1995, n. 200, la Regione
Toscana ha approvato nel 1995 il Piano regionale delle attività estrattive (PRAE). Il Quadro conoscitivo delle aree
estrattive esistenti e previste è stato recepito dal Piano territoriale di coordinamento provinciale, nella carta dello
Statuto.
Allo stato attuale è in fase di predisposizione il nuovo Piano
regionale, redatto ai sensi del Testo unico regionale in
materia di cave, torbiere e miniere (LR 79/1998).
I dati utilizzati per lo sviluppo dell’indicatore sono quindi
ricavati dalla cartografia del PTC e dalle analisi condotte
per la predisposizione del PRAE.
154
Quantitativi estratti in Provincia di Firenze e nell’intera Regione
per tipologia di uso del materiale, anno 2000
Materiale
Quantitativi estratti in
Provincia di Firenze
(mc)
Quantitativi estratti nella
Regione Toscana
(mc)
% su totale
regionale
255.873
934.800
27%
127.300
1.097.018
12%
0
996.953
0%
Sabbie e ghiaie
648.208
3.502.895
19%
Pietrischi
735.197
4.172.935
18%
Da taglio
45.095
776.128
6%
Pezzame
0
268.309
0%
TOTALE
1.811.673
11.749.038
15%
Leganti
Materiali industriali
Argille
Refrattari industriali
Inerti per costruzioni
Materiali ornamentali
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Regione Toscana
155
ESPOSIZIONE A FENOMENI ALLUVIONALI
Percentuale di superficie e di popolazione che risiede nelle diverse classi
di pericolosità idraulica
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia
su dati Autorità di Bacino dell’Arno,
Autorità di Bacino del Reno
Descrizione
Su scala provinciale, circa l’11,1% del territorio è classificato come area a pericolosità idraulica, il 4,1% del territorio rientra invece tra le aree a pericolosità elevata e
molto elevata (classi 3 e 4). Gli ambiti territoriali maggiormente interessati sono l’area fiorentina (31,6% del
territorio) e quella empolese (27,5%). Anche in questo
caso, prendendo in considerazione le classi più elevate,
le percentuali di territorio coinvolte si riducono rispettivamente al 12,2% e al 9,1%.
Analizzando il dato su scala comunale, si evidenzia come
per due comuni (Campi Bisenzio e Signa) il dato si discosti notevolmente dalla media provinciale. Per quanto
riguarda Campi Bisenzio, l’intero territorio comunale è
classificato come area a pericolosità idraulica (circa il
50% nelle classi 3 e 4); leggermente inferiore il dato di
Signa per quanto riguarda le aree complessive, ma ancora superiore considerando le classi 3 e 4 (72,6% dell’intera superficie comunale).
Altri dati significativi riguardano Fucecchio, Cerreto
Guidi, Empoli e la stessa Firenze.
Per quanto riguarda invece la popolazione esposta, su
scala provinciale circa il 67% della popolazione risiede in
aree a pericolosità, ma solo il 12% in aree a pericolosità
elevata o molto elevata (circa 115.000 persone). In particolare, le percentuali più elevate sono quelle dell’area
fiorentina, dell’empolese e della valdelsa. Con riferimento alle classi più elevate, secondo la stima effettuata i
156
residenti in aree a pericolosità elevata e molto elevata
sono circa 74.000 nell’area fiorentina, circa 19.000 nell’empolese e 7.700 in Val di Sieve.
Metodologia
L’analisi è stata condotta sulla base della perimetrazione
delle aree a pericolosità idraulica effettuata dall’Autorità
di Bacino dell’Arno, nell’ambito della proposta di “Piano
stralcio per l'assetto idrogeologico per il bacino del fiume
Arno”, redatto ai sensi e per gli effetti della legge n.
183/1989 e del decreto-legge n. 180/1998 (decreto
“Sarno”), adottata e attualmente in fase di approvazione.
Per quanto riguarda i comuni della Provincia compresi nel
bacino del Reno (l’intero territorio dei comuni di
Firenzuola, Palazzuolo sul Senio e Marradi, piccole porzioni nei comuni di Barberino del Mugello, Borgo San
Lorenzo, Vicchio, Dicomano e San Godenzo), si è fatto
riferimento alla proposta di “Piano stralcio per l'assetto
idrogeologico per il bacino del fiume Reno”, adottata e
attualmente in fase di approvazione.
La disomogeneità nei criteri di classificazione del territorio adottati dai due Piani non consente una perimetrazione omogenea su scala provinciale. In ogni caso, si è ritenuto di fare riferimento alla classificazione adottata per il
Piano di assetto dell’Arno, escludendo le aree incluse nel
bacino del Reno, anche in considerazione dell’assenza in
tali territori di aree classificate “ad alta probabilità di
inondazione”.
Tale classificazione prevede la suddivisione del territorio
in quattro classi di pericolosità (bassa, media, elevata e
molto elevata). E’ opportuno mettere in evidenza come la
classe 2 sia costituita essenzialmente dalle aree inondate in occasione dell’evento del1966 ma non soggette a
inondazioni ricorrenti, mentre la classe 1 è costituita dall’inviluppo tra le massime alluvioni storiche (classe 2) e le
alluvioni di fondovalle. Pertanto, le classi 3 e 4 sono quelle maggiormente significative ai fini della valutazione
della pericolosità effettiva.
Va inoltre messo in evidenza come tale perimetrazioni
siano suscettibili di variazioni, essendo il Piano in corso di
approvazione.
Per quanto riguarda la stima della popolazione residente
in aree a pericolosità, si è fatto riferimento al dato di
popolazione ISTAT per sezione di censimento, relativo al
1991.
157
Presenza di aree a pericolosità idraulica nei diversi ambiti territoriali della
provincia
% territorio dell’ambito
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Valdarno
Valdisieve
Valdelsa
Mugello
Empolese
Chianti
Area
fiorentina
TOTALE
PR.
6,66
6,63
4,05
6,66
249,62
4,51
1,64
1,39
2,65
425,06
10,80
3,55
11,08
19,70
350,50
4,19
2,92
5,76
19,10
1094,75
25,11
11,71
38,81
36,04
294,11
4,11
1,47
1,04
2,75
373,39
23,54
36,99
52,09
43,54
338,44
78,9
64,9
114,2
130,4
3125,9
PI 4 - molto elevata (Kmq)
PI 3 - elevata (Kmq)
PI 2 - media (Kmq)
PI 1 - bassa (Kmq)
Aree non pericolose (Kmq)
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Autorità di Bacino dell’Arno, Autorità di Bacino del Reno
Presenza di aree a pericolosità idraulica nei comuni maggiormente interessati
100%
% territorio comunale
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
PI 4 - molto elevata (Kmq)
Campi
Bisenzio
ntino
Cerreto
Guidi
Empoli
Firenze
Fucecchio Montelupo Scandicci
Signa
2,54
3,26
7,92
2,34
6,43
8,85
1,55
2,05
0,32
7,11
PI 3 - elevata (Kmq)
11,88
1,81
0,25
7,08
8,28
2,69
0,63
3,62
3,44
6,54
PI 2 - media (Kmq)
13,99
5,94
3,95
19,46
25,74
9,81
4,92
4,53
4,72
0,50
PI 1 - bassa (Kmq)
0,32
8,73
7,18
8,18
16,06
7,28
1,37
3,63
10,09
0,93
Aree non pericolose (Kmq)
0,00
46,82
30,03
25,23
45,91
36,50
16,13
45,76
30,47
3,72
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Autorità di Bacino dell’Arno, Autorità di Bacino del Reno
158
Sesto
Stima della popolazione residente in aree a pericolosità idraulica nei diversi
ambiti territoriali della provincia
700.000
% popolazione
600.000
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
-
PI 4 - molto elevata
PI 3 - elevata
PI 2 - media
PI 1 - bassa
Valdarno
Valdisieve
Valdelsa
Mugello
Empolese
Chianti
Area
fiorentina
TOTALE
PR.
2.647
3.736
4.253
4.594
4.295
3.446
4.996
4.622
934
4.093
8.730
10.460
590
478
496
4.520
5.033
13.859
42.065
7.820
1.293
934
563
2.408
21.493
52.723
241.094
199.619
36.285
79.269
302.197
234.043
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT, Provincia di Firenze, Autorità di Bacino dell’Arno, Autorità di Bacino del Reno
159
ESPOSIZIONE A RISCHIO DI FRANA
Percentuale di superficie e di popolazione che risiede nelle diverse classi
di pericolosità geomorfologica
Fonte: Elaborazione Ambiente
Italia su dati Università di
Firenze, Provincia di Firenze
Descrizione
Metodologia
Su scala provinciale, circa il 72,5% del territorio è stato
classificato dallo studio preso in considerazione come area
a pericolosità geomorfologica, il 36,6% rientra tra le aree a
pericolosità elevata e molto elevata (classi 3 e 4). L’analisi
a livello di ambito evidenzia come i territori maggiormente
interessati siano quelli della Valdisieve, del Mugello e del
Chianti Fiorentino. In particolare, nel Mugello oltre il 50%
del territorio risulta esposto a pericolosità geomorfologica
elevata e molto elevata, poco inferiori le percentuali nella
Valdisieve (46,3%) e nel Chianti (40,6%).
Per quanto riguarda invece la popolazione esposta, si stima
che su scala provinciale circa il 12% della popolazione
risieda in aree a pericolosità, ma solo il 4,7%% in aree a
pericolosità elevata o molto elevata. In particolare, il maggior numero di residenti in aree a pericolosità elevata e
molto elevata si trovano nell’area fiorentina (8.600) e nel
Chianti (10.500).
L’analisi è stata condotta sulla base della perimetrazione
delle aree a pericolosità geomorfologica condotta su scala
provinciale dall’Università degli studi di Firenze, a supporto dell’elaborazione del Piano di assetto idrogeologico del
bacino dell’Arno, attualmente in fase di approvazione (vedi
indicatore “esposizione a fenomeni alluvionali”).
La classificazione effettuata prevede la suddivisione del
territorio in tre classi di pericolosità (moderata, elevata e
molto elevata).
Per quanto riguarda la stima della popolazione residente in
aree a pericolosità, si è fatto riferimento al dato di popolazione ISTAT per sezione di censimento, relativo al 1991.
160
% territorio
Presenza di aree a pericolosità geomorfologica nei diversi ambiti territoriali
della provincia
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
PI 4 - molto elevata (Kmq)
PI 3 - elevata (Kmq)
PI 2 - moderata (Kmq)
Aree non pericolose (Kmq)
Valdarno
Valdisieve
Valdelsa
Mugello
Empolese
Chianti
10,49
70,00
78,67
114,48
22,59
178,78
178,00
55,88
19,13
124,28
144,43
107,81
68,85
503,07
372,82
181,98
23,83
31,05
187,72
163,17
8,56
146,78
157,34
70,08
Area
TOTALE
PR.
4,53
73,07
144,88
272,11
158,0
1127,0
1263,9
965,52
Stima della popolazione residente in aree a pericolosità geomorfologica nei
diversi ambiti territoriali della provincia
120.000
100.000
residenti
80.000
60.000
40.000
20.000
-
PI 4 - molto elevata
PI 3 - elevata
PI 2 - moderata
Valdarno
Valdisieve
Valdelsa
Mugello
Empolese
Chianti
Area
fiorentina
TOTALE
PR.
769
4.510
2.841
507
6.548
4.421
494
2.578
7.469
661
6.381
8.831
1.924
1.932
17.118
1.174
9.321
13.804
300
8.299
14.252
5.829
39.569
68.736
161
INTERVENTI PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO
IDRAULICO E DA FRANA
Quadro dei fabbisogni e delle risorse stanziate nel periodo 1989-2001 nell’intero
bacino dell’Arno
Quadro globale dei fabbisogni e delle risorse stanziate per la riduzione
del rischio nell’intero bacino dell'Arno dal 1989 al 2001
2.000.000.000
(e)
1.500.000.000
1.000.000.000
500.000.000
0
Opere non
strutturali
Opere strutturali
Opere strutturali
riduzione rischio riduzione rischio da
frana
idraulico
RISORSE STANZIATE (€)
TOTALE OPERE
RISORSE DA STANZIARE (€)
Descrizione
Metodologia
Vi è uno scarto notevole tra risorse necessarie e disponibili per la messa in sicurezza del territorio del bacino
dell’Arno (ca. il 4%). A partire dal 1989, anno di emanazione della legge nazionale per la difesa del suolo che ha istituito l’Autorità di bacino dell’Arno, sono stati messi a disposizione dallo Stato circa 114 milioni di euro (di cui 27
milioni nel 2001), contro un fabbisogno totale stimato in
1,9 miliardi. In attesa dell’adozione dei piani di bacino, le
risorse sono state messe a disposizione con capitoli di
bilancio comuni per le Autorità di Bacino di rilievo nazionale, sulla base di programmi di intervento parziali. Per quanto riguarda l’Arno, proprio a partire dal 2001, con l’adozione del Piano stralcio “Rischio idraulico”, si è fatto riferimento alla pianificazione di Bacino. E’ quindi prevedibile
per il futuro, un’accelerazione nell’erogazione di finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio.
Per quanto riguarda la riduzione del rischio idraulico, la
maggior parte delle risorse previste sono da destinarsi alla
realizzazione di casse di espansione lungo l’Arno e i suoi
affluenti, alle sistemazioni idraulico-forestali e alla realizzazione di canali scolmatori per la laminazione delle piene.
Per l’elaborazione dell’indicatore si è fatto riferimento al
quadro dei fabbisogni e all’elenco degli interventi previsti ai
fini della riduzione del rischio idraulico e da frana, contenuto nel quadro conoscitivo del Piano di Assetto idrogeologico del Bacino dell’Arno, attualmente in fase di approvazione. Il quadro fa riferimento all’intero territorio del bacino, che include diverse province della Toscana e
dell’Umbria. Esso è stato ricavato a partire dai fabbisogni
individuati nell’ambito degli strumenti pianificatori esistenti (Piano stralcio “Rischio idraulico”, Piano straordinario per
la rimozione delle situazioni a rischio idrogeologico più
alto), oltre e dagli interventi necessari conseguenti agli
eventi calamitosi del novembre 2000. Per quanto riguarda
i finanziamenti si è invece fatto riferimento alle somme
stanziate dalle varie programmazioni annuali di cui alla L.
183/1989.
162
Elenco interventi strutturali previsti dal Piano stralcio “rischio
idraulico del Bacino dell’Arno”
Interventi
Sovralzo dell’invaso ENEL di Levane
Interventi sull'invaso ENEL di La Penna
Casse di espansione lungo il corso del fiume Arno
Casse di espansione e interventi sugli affluenti
Adeguamenti arginali, eliminazione rigurgiti, ecc.
Diversivo di Pontedera
Manutenzione straordinaria
Sistemazione idraulico-forestali
Piani di protezione civile
Realizzazione di scolmatori per la laminazione nei
Paduli di Fucecchio, Bientina e di Stagno
Somme necessarie per espropri e indennizzi
Aggiornamento piano di bacino e progettazione
Totale complessivo previsto dal Piano stralcio R.I.
Costo totale
intervento
(ML.euro)
Finanziamento
L.183/1989
(ML. euro)
20,66
58,88
251,72
406,19
103,29
5,17
87,8
118,79
5,17
1,03
1,03
9,04
10,19
10,33
10,33
4,43
-
210,15
289,22
51,65
15,49
1608,66
61,88
Interventi prioritari previsti dal Piano stralcio “rischio idraulico del
Bacino dell’Arno” in Provincia di Firenze
Interventi
Comune di Figline Valdarno – Casse di espansione denominate Figline, Incisa e Rignano per
un invaso complessivo di circa 35 milioni di m3 con sottoscrizione di un protocollo di intesa con i
comuni di Incisa Valdarno e Reggello.
Comune di Firenze – Cassa di espansione Argingrosso per un volume invasabile pari a circa
1,3 milioni di m3
Comune di Signa – Cassa di espansione Renai per un invaso totale stimabile intorno ai
15 milioni di m3
Circondario Empolese Valdelsa – Cassa di espansione di Fibbiana per un volume di invaso di
circa 3,8 milioni di m3 e casse di espansione lungo il corso del Fiume Elsa per volumi di invaso
di oltre 12 milioni di m3
163
COMPONENTI AMBIENTALI: AREE URBANE
Tendenza nel tempo
Legenda
Criticità
☺
migliora
☺
Situazione positiva
☺
risposte in atto adeguate
#
tendenza non evidente
(stabile, oscillante)
#
Criticità moderata o
inferiore media o
situazione incerta
#
risposte in atto da
rafforzare
$
%
Criticità elevata o
superiore media o
situazione negativa
necessita di ulteriori
indagini
previste da
$ risposte
norme non attivate
innovative da
% azioni
identificare
$
%
peggiora
non valutabile per
assenza serie storiche
Consumo di
territorio per
abitante
%
Dato non disponibile
#
Accessibilità aree
ricreative
%
Dato non disponibile
#
Accessibilità
servizi locali
%
Dato non disponibile
#
164
Risposte/azioni
La situazione è molto
variabile all’interno del
territorio provinciale. I
valori più elevati di
utilizzo di suolo per
abitante si registrano in
alcuni comune del
Mugello della Valdelsa
e della Val di Sieve
Si rileva una buona
accessibilità solo
nell’area fiorentina e
nel Mugello
Per quanto riguarda i
servizi scolastici, la
maggiore accessibilità
si evidenzia nell’area
fiorentina. Per quanto
riguarda gli altri servizi
locali, la situazione
migliore si registra nei
comuni del Mugello e
della Val di Sieve
CONSUMO DI TERRITORIO PER ABITANTE
Superficie artificializzata per residente in centri e nuclei abitati
Legenda
Consumo di superficie
per abitante (mq/ab)
< 200
150 - 300
300 - 450
450 - 600
600 - 700
Area artificializzata
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati
ISTAT, Provincia di Firenze, Regione Toscana
N
10
0
10 Kilometers
Descrizione
Metodologia
Prendendo in considerazione il rapporto tra l’area urbanizzata a livello comunale e la popolazione residente nei centri e nuclei, si è ottenuta la mappa riportata. I valori di consumo di suolo per abitante più elevati sono raggiunti a
Barberino del Mugello (664 mq/ab), Barberino Valdelsa
(576 mq/ab) e Firenzuola (536 mq/ab), mentre i più bassi
si riscontrano nell’area fiorentina, caratterizzata da un’elevata densità di popolazione. In particolare a Scandicci (110
mq/ab) e Firenze (119 mq/ab) si registra una ridotta intensità d'uso del suolo. Il consumo di suolo appare estremamente limitato anche nel comune di Vaglia (120 mq/ab),
grazie alla estrema limitatezza della superficie urbanizzata
comunale individuata dalla cartografia.
L’indicatore è stato ottenuto a partire dai dati ISTAT di
popolazione 1991 e dalla classificazione del territorio provinciale secondo la metodologia Corine Land-Cover,
anch’essa risalente ai primi anni ‘90. Per quanto riguarda
la popolazione, si è ritenuto opportuno fare riferimento, per
ciascun comune, alla popolazione residente in centri e
nuclei, tralasciando le case sparse, mentre per la superficie urbanizzata si è fatto riferimento alla classe Corine
“Aree modellate artificialmente” (vedi anche l’indicatore
sull’uso del suolo).
165
ACCESSIBILITA AREE RICREATIVE
Percentuale di popolazione residente
nel raggio di 300 m
da aree ricreative pubbliche
Legenda
Percentuale di popolazione
residente in un raggio di 300 m
da aree ricreative pubbliche
0 - 15
15 - 30
30 - 45
45 - 60
60 - 70
Fonte: Elaborazione Ambiente
Italia su dati ISTAT, Provincia di
Firenze, Regione Toscana
N
10
0
10 Kilometers
Descrizione
Metodologia
Si evidenzia una buona accessibilità alle aree ricreative
nell’area del Mugello, ma anche nell’area fiorentina e nella
val di Sieve. Le maggiori percentuali di popolazione residente nei pressi di parchi e giardini si registrano nei comuni di San Piero a Sieve (69%) e Barberino del Mugello
(46,3%). Per quanto riguarda l’area fiorentina di registrano
percentuali nell’ordine del 30-40% nei comuni di Firenze,
Scandicci e Lastra. Come descritto nella parte metodologica, va messa in evidenza la dipendenza del valore dell’indicatore dalla base dati regionale attualmente disponibile.
Il medesimo indicatore, stimato per la città di Empoli attraverso una base dati fornita direttamente dal Comune e
relativa a tutte le aree verdi pubbliche censite dall’amministrazione comunale, ha portato a stimare una percentuale
di popolazione ben più alta, superiore all’80%. E’ quindi
presumibile che un lavoro di censimento delle aree condotto a tale scala potrà portare ad un affinamento e aggiornamento dell’indicatore e a un suo utilizzo stabile nel
tempo.
L’indicatore rappresenta l’accessibilità dei cittadini alle
aree verdi pubbliche, evidenziando il numero di abitanti
residenti in un raggio di 300 m da tali aree. Questo indicatore nasce nell’ambito dell’iniziativa “Verso un profilo di
sostenibilità locale: Indicatori Comuni Europei - ICE” tesa a
sviluppare un set di indicatori in grado di rappresentare la
sostenibilità locale. I programmi politici di riferimento risalgono all’adozione dell’Agenda 21 del 1992 e all’adesione
alla Carta di Aalborg, nonché alle azioni e ai più recenti
documenti sostenuti dalla Commissione Europea. La metodologia definita stabilisce che siano da prendere in considerazione:
Parchi pubblici, giardini o spazi aperti ad esclusivo uso
ciclabile o pedonale eccetto isole verdi o divisori per il traffico, cimiteri;
Attrezzature per sport all’aria aperta accessibili al pubblico
gratuitamente;
Aree private (agricole, parchi privati) accessibili al pubblico
gratuitamente.
L’indicatore ottenuto costituisce un’approssimazione dell’indicatore ICE, in quanto è stato ottenuto a partire dai dati
territoriali ISTAT di popolazione 1991, sulla base delle aree
ed infrastrutture censite e georeferenziate nella Carta
Tecnica della Regione Toscana in scala 1:10.000 (layer
“parchi e giardini” e “complessi sportivi”). La cartografia
regionale allo stato attuale non risulta popolata da tutte le
166
aree verdi esistenti in ambito provinciale, in particolar
modo per quanto riguarda il verde urbani, né risulta possibile distinguere tra i complessi sportivi le aree accessibili
gratuitamente. Si ritiene in ogni caso l’indicatore sufficientemente indicativo della situazione esistente a livello
comunale. L’aggiornamento progressivo della cartografia,
unitamente alla disponibilità dei dati di popolazione derivanti dal censimento 2001, consentirà di valutare l’evoluzione della situazione e di affinare l’indicatore.
167
ACCESSIBILITA DEI SERVIZI LOCALI
Percentuale di popolazione residente nel raggio di 300 m da servizi sanitari, scuole
e servizi sul territorio
Percentuale di popolazione residente
a meno di 300 m da servizi sul territorio (uffici
postali, uffici comunali, centri sociali e culturali, etc)
Percentuale di popoalzione residente
a meno di 300 m da scuole dell’obbligo, asili e scuole superiori
Legenda
% popolazione
sul totale comunale
Legenda
% popolazione
sul totale comunale
< 10
10 - 20
20 - 30
30 - 40
40 - 55
0 - 15
15 - 30
30 - 45
45 - 60
> 60
10
0
10 Kilometers
10
N
0
10 Kilometers
N
Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT, Provincia di Firenze, Regione Toscana
Descrizione
Metodologia
Per quanto riguarda i servizi scolastici, le percentuali di
accessibilità più elevate sono raggiunte nell’area fiorentina
(Scandicci: 69,5%, Firenze: 62%), con l’eccezione di
Fiesole, ove solo il 14,7% della popolazione risulta residente nelle vicinanze di istituti scolastici. Percentuali molto
basse anche a Pelago, Rignano e Tavarnelle val di Pesa.
Il dato sugli altri servizi dislocati sul territorio (uffici postali, uffici comunali, centri sociali e culturali, etc), segnala
invece una più elevata accessibilità nei piccoli e medi centri, soprattutto del Mugello, della Val di Sieve (Londa:
51,1%, San Piero a Sieve: 50,3%), ma anche della cintura
fiorentina, con percentuali attorno al 20-30%. L’unica
eccezione è costituita proprio dal capoluogo, dove la popolazione residente nei pressi di questi servizi scende sotto
l'8%.
Per quanto riguarda invece i servizi sanitari, va ricordato
che la base dati regionale è costituita prevalentemente da
complessi ospedalieri, mentre non è disponibile se non in
minima parte il dato relativo ad altri servizi di base quali
consultori e altri centri pubblici, medici di base, etc.
L’indicatore intende rappresentare l’accessibilità dei cittadini ai servizi di base, evidenziando il numero di abitanti
residenti in un raggio di 300 m da tali aree. Questo indicatore nasce nell’ambito dell’iniziativa “Verso un profilo di
sostenibilità locale: Indicatori Comuni Europei - ICE” tesa a
sviluppare un set di indicatori in grado di rappresentare la
sostenibilità locale. I programmi politici di riferimento risalgono all’adozione dell’Agenda 21 del 1992 e all’adesione
alla Carta di Aalborg, nonché alle azioni e ai più recenti
documenti sostenuti dalla Commissione Europea. La metodologia definita stabilisce che i servizi da prendere in considerazione siano:
Servizi sanitari pubblici di base;
Linee di trasporto collettivo con frequenza minima almeno
per parte di una giornata lavorativa (meno di mezz’ora);
Scuole pubbliche a frequenza obbligatoria;
Negozi alimentari;
Strutture o servizi per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani.
L’indicatore è stato sviluppato esclusivamente per le tipologie di servizi su cui sono attualmente disponibili basi di
dati cartografici sufficienti. In particolare, si è proceduto
alla stima dell’accessibilità per quanto riguarda le scuole i
servizi sanitari. Inoltre, sulla base dei dati disponibili, è
stato possibile calcolare l’indicatore anche per altre tipologie di servizi, quali gli uffici postali, uffici comunali, centri
sociali e culturali.
L’indicatore ottenuto costituisce pertanto un’approssima-
168
Percentuale di popolazione residente
a meno di 300 m da ospedali e servizi sanitari
Legenda
% popolazione
sul totale comunale
0-5
5 - 10
10 - 15
15 - 20
20 - 30
10
0
10 Kilometers
N
zione dell’indicatore ICE, in quanto è stato ottenuto a partire dai dati territoriali ISTAT di popolazione 1991, sulla base
delle aree e infrastrutture censite e georeferenziate nella
Carta Tecnica della Regione Toscana in scala 1:10.000
(layer “complessi ospedalieri”, “complessi scolastici” e
“complessi sociali”).
Per quanto riguarda le scuole, si è esteso il calcolo agli asili
e alle scuole superiori, mentre il dato è stato depurato, ove
possibile, degli edifici universitari. Per i servizi sanitari, lo
strato disponibile è popolato quasi esclusivamente da servizi di base di tipo ospedaliero, rendendo l’indicatore abbastanza incompleto, oltre che meno significativo, in considerazione del fatto che la residenza nei pressi di consultori e ambulatori medici di base riveste senz’altro più importanza rispetto alla vicinanza ad ospedali e case di cura.
In ogni caso, pur con le opportune cautele, si è ritenuto
utile l’inserimento di tale indicatore, in considerazione della
sua potenziale significatività e aggiornabilità e per il fatto
che esso potrebbe consentire, una volta potenziata la base
di dati di supporto, un confronto costante e omogeneo fra
diverse realtà urbane.
169
le politiche per
l’ambiente della
Provincia di Firenze
172
1
Premessa
Alle Province, secondo il disposto del Testo Unico sugli
Enti Locali (D.lgs. n° 267 del 18 agosto 2000), spettano
importanti compiti in materia di difesa del suolo, tutela e
valorizzazione dell’ambiente, delle risorse idriche ed
energetiche, prevenzione di calamità, protezione di flora
e di fauna, organizzazione dello smaltimento dei rifiuti,
rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi idrici e
delle emissioni atmosferiche.
Fra i maggiori compiti di pianificazione assegnati alle
Province, occorre ricordare l’obbligo della approvazione
dei Piani Territoriali di Coordinamento (PTCP), che si collocano in una posizione intermedia fra gli strumenti di
pianificazione territoriale della Regione e dei Comuni,
esercitando un ruolo di coordinamento programmatico
tra le rispettive politiche e definiscono i principi sull’uso
e la tutela delle risorse del territorio.
Prima in Toscana, la Provincia di Firenze ha approvato il
PTCP, che fornisce il quadro di riferimento e gli indirizzi
per le politiche concrete da adottarsi nel governo del territorio.
I piani di gestione dei rifiuti costituiscono piani di settore e rappresentano strumenti di grande rilievo in materia
ambientale. Con l’approvazione del primo stralcio di
piano, relativo ai rifiuti urbani e assimilati dell’ ATO 6,
vengono superate le incertezze del passato, nell’ottica
della creazione di un sistema integrato di gestione dei
rifiuti, che consentirà di ottenere un contenimento dei
costi di smaltimento ed una maggiore tutela dell’
ambiente.
Sia l’attività di pianificazione che la vera e propria
gestione amministrativa della Provincia di Firenze sono
volte a favorire condizioni di sviluppo ecocompatibile del
territorio provinciale.
Con questo termine, si intende uno sviluppo che assicuri il soddisfacimento dei bisogni attuali senza pregiudicare la possibilità delle generazioni future di soddisfare i
propri, partendo dal concetto della limitatezza delle
risorse naturali.
I principi dello sviluppo sostenibile sono stati enunciati
compiutamente nella Conferenza delle Nazioni Unite su
Ambiente e Sviluppo tenuta a Rio de Janeiro nel 1992.
Sulla scorta del concetto “pensare globalmente e agire
localmente”, l’Unione Europea si è dotata dello strumento “Agenda 21”, concepita come un programma di interventi tesi ad arrestare il degrado ambientale e ad invertire la tendenza, individuando i principali protagonisti di
questa strategia proprio nei cittadini e nelle comunità
locali.
In questa sede non è possibile fornire un quadro esaustivo delle politiche per l’ambiente realizzate dall’
Amministrazione Provinciale. Ogni settore persegue
infatti i propri obiettivi in un quadro generale di rispetto
e tutela dell’ambiente. Verranno invece indicati aspetti
particolari, connessi ad emergenze o criticità, nonché a
pressioni ambientali di particolare rilevanza, per le quali
173
si intende sviluppare una precisa strategia di intervento
sul territorio.
La Provincia, in seguito alla attuazione del D.lgs.
112/1998, da Ente intermedio con compiti di programmazione, è divenuta ormai anche un soggetto erogatore
di servizi. Alle tradizionali competenze amministrative in
materia di rifiuti, bonifiche ed emissioni in atmosfera, si
sono aggiunti nuovi compiti in materia di autorizzazione
alla costruzione e all’ esercizio di elettrodotti, agli scarichi in acque superficiali e sul suolo, di verifica e controllo del funzionamento degli impianti termici, di risorse
energetiche, di valutazione d’impatto ambientale, di
inquinamento acustico, ecc.
La Provincia esercita tali competenze, in stretto collegamento con i Comuni ed i loro uffici, in particolare i SUAP,
con le Comunità di Ambito per le risorse idriche e per la
gestione dei rifiuti, con l’ARPAT e l’ASL.
2
Il Sistema Informativo
Territoriale
2.1 Il Sistema Informativo Territoriale
(SIT) dell’ Area Politiche del
Territorio
L’Area delle Politiche del Territorio, Ambiente e
Agricoltura della Provincia di Firenze ha intrapreso la
creazione di un Sistema Informativo Territoriale (SIT) unitario, volto a soddisfare la necessità di:
-
-
-
condividere tra le varie Direzioni dell’Area e
dell’Amministrazione Provinciale più in generale il
patrimonio informativo posseduto da ciascuna di
esse e in via di continuo naturale accrescimento,
automatizzare e agevolare l’espletamento delle
funzioni amministrative dell’Ente, ed in particolare della Direzione dell’Area delle Politiche del
Territorio, Ambiente e Agricoltura,
permettere l’utilizzo di modelli avanzati per la
gestione del territorio,
rendere trasparenti e facilmente fruibili al cittadino i dati di interesse ambientale e l’attività programmatoria e di pianificazione della Provincia.
Il SIT, per sua natura, presenta una struttura modulare
aperta a implementazioni e accrescimenti successivi, da
attuarsi mano a mano che emergono necessità di nuove
banche dati o di nuovi tipi di elaborazione di queste,
attraverso applicativi software specifici. È tipico che il
SIT trovi motivo di sviluppo, in un’Amministrazione, nella
nascita di nuovi procedimenti a carico di essa e nella
progettazione di nuovi strumenti di pianificazione.
L’attività di costituzione del SIT di Area, iniziata nel luglio
2002 con la creazione di un apposito ufficio, ha avuto
come prima azione la costituzione della banca dati per la
gestione delle funzioni legate al demanio idrico (pozzi e
derivazioni) recentemente trasferito alla Provincia e
assegnate alla Direzione Difesa del Suolo. Si intende ora
proseguire con la creazione del SIT della pianificazione
territoriale, legato alle funzioni assegnate alla Direzione
Territorio e Servizi Urbanistici.
Senza dubbio la priorità va attribuita alla creazione della
banca dati del Piano Territoriale di Coordinamento e relativi applicativi gestionali, per i crescenti problemi derivanti dalla redazione in formato cartaceo.
La Provincia ha presentato alla Regione Toscana una
proposta di progetto al fine di ottenere i finanziamenti
europei FESR previsti per le aree svantaggiate Obiettivo 2
e Phasing-Out nell’ambito del DOCUP Ob.2 2000-2006 che
prevede tra l’altro l’introduzione in banca dati sia del Piano
Territoriale di Coordinamento sia dei Piani Strutturali comunali e del loro quadro conoscitivo, sia le perimetrazioni dei
vincoli sovraordinati (paesaggistico, idrogeologico e
boschivo), dei centri abitati e dei confini comunali.
174
2.2. Il progetto SIRA
Il Progetto riguarda lo sviluppo del Sistema Informativo
Ambientale Regionale nella sua seconda fase, presso la
Regione, l’ARPAT e le Province.
L’ attuazione avverrà tramite Accordo di programma e/o
Convenzioni fra Regione, ARPAT e Province, che stabiliscono per ogni realtà gli impegni, le modalità organizzative, le risorse, le regole tecniche, l’eventuale partecipazione di altri soggetti di supporto.
Nello stesso tempo continuano le attività di completamento della prima fase di sviluppo del SIRA di raccolta,
validazione dei dati ed inserimento negli archivi attuali
per quanto riguarda VISARK e gli archivi forniti da Regione
(SIT), da Idrografico e da ARRR.
Gli uffici dell’Assessorato all’Ambiente hanno già adottato le procedure SIRA per le nuove autorizzazioni; successivamente si attiveranno le procedure per l’integrazione
degli archivi nelle nuove applicazioni che faranno parte
dello sviluppo del Progetto SIRA.
Tutti gli archivi SIRA sono georiferiti. Il sistema, nella sua
versione attuale, è stato installato in Regione con gli stessi dati e programmi gestiti in ARPAT.
Le specifiche e le procedure sviluppate da ARPAT per lo
sviluppo del SIRA saranno validate dalla Regione limitatamente a:
i contenuti informativi generali;
la produzione dei dati per gli indicatori e per le
specifiche esigenze espresse dagli Uffici;
le modalità di gestione dell’informazione geografica.
Saranno invece validate dalle Province (e altri Enti), con
appositi gruppi di lavoro:
le procedure di interesse delle province stesse;
i contenuti informativi generali.
2.2.1. Gli archivi SIRA
La Banca dati regionale del SIRA, nella sua versione
attuale, è stata completata con i dati a partire dall’anno
2000, salvo specifiche eccezioni dichiarate, per tutti i
temi previsti nel SIRA I e per tutti i Dipartimenti ARPAT, e
in particolare:
•
qualità acque superficiali
•
qualità acque balneazione
•
controlli acque potabili
•
stato dell’aria nei centri urbani, dalle reti di monitoraggio
•
reti di monitoraggio dell’Idrografico (dati meteorologici ed idrologici con relative scale di deflusso)
•
pozzi (dati forniti dagli uffici ex-Genio Civile e oggi
dalle Province)
•
derivazioni da acque superficiali (dati forniti dagli
uffici ex-Genio Civile e oggi dalle Province)
•
scarichi idrici
•
emissioni in atmosfera
•
impianti di smaltimento/recupero di rifiuti
•
siti inquinati e bonifiche
Il sistema dovrà inoltre contenere i dati relativi a:
•
industrie a rischio georiferite, un primo gruppo
entro il 31/12/2002
•
aree di bonifica georiferite, entro il 31/03/2003 e,
con tempi da definire:
•
archivio delle denunce MUD georiferite, normalizzato e validato
•
rilevazioni e/o stime sui rifiuti gestite da ARRRRegione
•
misure rumore in ambiente esterno
•
monitoraggio acque marine
•
sorgenti di radioemissioni (antenne)
Il sistema SIRA svilupperà le procedure e gli archivi di
supporto al sistema dei controlli ambientali.
Per quanto riguarda direttamente le Province, saranno
costituiti una serie di Catasti minimi dei dati provinciali
relativi a:
emissioni atmosferiche per le principali sorgenti,
in base a soglie minime di emissione definite congiuntamente per i diversi parametri (entro il 3112-2003)
pozzi, attingimenti e consumi,
scarichi in acque.
Verrà inoltre realizzata in collaborazione con le Province,
i gestori e gli ATO la raccolta dei dati sui consumi idrici sia
a fini potabili che agricoli e industriali, per avere la distribuzione per comune, tipo di utenza, periodo dell’anno.
ARPAT definisce le specifiche, strutture dati e codifiche
per gli archivi SIRA di competenza delle Province e altri
Enti, anche relativamente a:
•
siti inquinati e bonifiche
•
smaltimento fanghi da impianti di depurazione di
acque reflue urbane
•
radiazioni elettromagnetiche
•
dati di portata e idro-pluviometrici (Idrografico),
•
meteo e clima (LaMMA)
2.3.
Diffusione delle informazioni
di carattere ambientale
L’ accesso alle informazioni ambientali è garantito tramite le pagineWEB del sito della Provincia e poi dalla rete di
Punti Informativi Multimediali, diffusi sul territorio ed in
ulteriore fase di implementazione. Questi punti vengono
aggiornati quotidianamente con una serie di dati fra cui
principalmente quelli relativi alla qualità dell’ aria, presenti anche nelle pagine Televideo (pag. 840 RTV 38).
E’ prevista la pubblicazione di un CD ROM sulle più
importanti banche dati provinciali.
La Provincia, che ha effettuato una piena integrazione dei
propri archivi, creando un unico strumento di conoscenza
è adesso impegnata nel rendere fruibile questo patrimonio ai cittadini, oltre che ad enti ed istituzioni. Lo sviluppo
del sistema SIRA garantisce pienamente, nel rispetto
della tutela della privacy di cittadini ed aziende, questa
funzione.
175
3
Il Territorio
3.1.
Il piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale
La Provincia di Firenze dispone dal giugno 1998 di uno
strumento di pianificazione territoriale, il Piano
Territoriale di Coordinamento (nel seguito indicato col
suo acronimo, PTCP) previsto dalla L.R. 5/95 “Norme per
il governo del territorio” e definito come “l’atto di programmazione con il quale la Provincia esercita, nel
governo del territorio, un ruolo di coordinamento programmatico e di raccordo tra le politiche territoriali della
Regione e la pianificazione urbanistica comunale”.
Il PTCP si compone di più documenti, il più rilevante dei
quali è la “Carta dello Statuto del Territorio 1:10000”,
che costituisce l’elaborato progettuale di pianificazione
cui approda l’analisi del quadro conoscitivo del territorio.
Ad esso è collegato l’elaborato “Statuto del Territorio e
Norme di attuazione”, ove sono contenute norme, prescrizioni e direttive per la pianificazione urbanistica a
livello comunale. Alcune norme sono collegate anche alla
“Carta della instabilità dei versanti e della pericolosità di
inondazione 1:25000” e alla “Carta del grado di vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento 1:25000”.
Ciascun Comune, pur nella sua autonomia, deve attenersi al PTCP nella fase di redazione delle eventuali varianti al PRG vigente, nonché della fase di redazione del
nuovo PRG introdotto dalla citata L.R. 5/95. Quest’ultima
prevede che ogni Comune, entro una scadenza fissata,
adotti il Piano Strutturale, ossia la parte strategica del
nuovo PRG ove vengono approfondite e riprecisate con
maggior dettaglio le previsioni del PTCP. Ad oggi, su 44
comuni appartenenti alla Provincia di Firenze (di cui 11
appartengono al Circondario Empolese istituito con
Delibera di Consiglio Provinciale n.18 del 07/02/2000),
risultano approvati 13 Piani Strutturali * che hanno prodotto aggiornamenti al Quadro Conoscitivo e riprecisazioni riguardanti prevalentemente le 4 invarianti strutturali individuate dal PTCP ai sensi del comma 6 dell’art.5
della L.R. 5/95 (Aree sensibili già vulnerate da fenomeni
di esondazione e soggette a rischio idraulico, Ambiti di
reperimento per l’istituzione di parchi, riserve e aree
naturali protette di interesse locale, “Aree fragili” da sottoporre a programma di paesaggio, Aree di protezione
paesistica).
Il PTCP inoltre, quale sintesi della politica territoriale
della Provincia, costituisce lo strumento di riferimento
dell’Amministrazione per il rilascio di pareri su opere
aventi impatto sull’ambiente e il territorio, in particolare
i procedimenti inerenti le Opere dello Stato, le Valutazioni
* I comuni che hanno approvato il P.S. sono: Bagno a Ripoli, Castelfiorentino,
Cerreto Guidi, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Incisa Valdarno, Londa,
Montelupo Fiorentino, Pelago, Reggello, Rignano sull’Arno e Vaglia.
176
di Impatto Ambientale, le varianti urbanistiche e gli
Accordi di Pianificazione, nonché gli eventuali pareri
richiesti nell’ambito delle conferenze interne di servizi di
questa Amministrazione.
3.2.
Le Aree Protette
Il PTCP identifica gli “ambiti di reperimento per le aree
protette”, quali aree che presentano un insieme di risorse in base alle quali istituire aree naturali protette e le
tutela coordinando gli altri Enti locali nella loro gestione,
promuovendo anche iniziative a favore dell’ambiente e
della sua salvaguardia.
Numerosi sono poi i progetti e gli studi sulle aree ad alto
valore naturalistico ed ambientale, contenuti nei
“Documenti del P.T.C.P. Schede delle aree protette –
Progetto preliminare del P.T.C.P.”, che spaziano dalla
fascia di territorio appenninico, ai Monti della Calvana, al
Monte Giovi, alle aree periurbane (ad esempio la piana
metropolitana fiorentina), ai colli fiorentini, agli ambiti
fluviali (ad esempio ipotesi di parco fluviale dell’Arno),
alle aree umide; tutte zone che necessitano di forme di
tutela e conservazione della biodiversità, ma anche di
azioni legate allo sviluppo sostenibile delle risorse
ambientali.
Le aree protette presenti nel territorio della Provincia di
Firenze sono istituite ai sensi della L.R. 49/95 che, in
attuazione della legge quadro nazionale 394/91, disciplina le forme di tutela e gestione del sistema delle risorse
naturali, individuando le aree protette in relazione alle
caratteristiche ambientali preminenti.
La legge regionale individua, oltre alle tipologie riferite ai
parchi nazionali, regionali e provinciali, le riserve naturali definendole “territori che, per la presenza di particolari specie di flora o di fauna, o di particolari ecosistemi
naturalisticamente rilevanti, devono essere organizzati in
modo da conservare l’ambiente nella sua integrità”; in
tali zone è vietato l’esercizio dell’attività venatoria.
La stessa legge individua le A.N.P.I.L.(Aree naturali protette di interesse locale), che sono inserite in ambiti territoriali intensamente antropizzati e necessitano di azioni di conservazione, restauro e ricostituzione delle originarie caratteristiche ambientali e possono essere oggetto di progetti di sviluppo ecocompatibile.
La Regione, in attuazione della LR 49/95, norma e coordina il complesso sistema tramite il Programma
Triennale Regionale delle aree protette ed aggiorna
annualmente l’Elenco Ufficiale delle stesse.
Alla data odierna è vigente il 3° Programma Regionale
Triennale delle aree protette 2000-2003 ed il sistema
relativo Provincia di Firenze si compone attualmente di
sette aree istituite: una riserva provinciale e sei ANPIL.
Fra le aree umide vi sono la Riserva Naturale Provinciale
del “Padule di Fucecchio” (Comuni di Cerreto Guidi e
Fucecchio), l’ANPIL “Stagni di Focognano” (Comune di
Campi Bisenzio), l’ANPIL “Podere la Querciola” (Comune
di Sesto Fiorentino).
Fra le aree pedecollinari e collinari - montane vi sono le
contigue ANPIL “Montececeri” e “Torrente Mensola”
rispettivamente in Comune di Fiesole e Fiesole e Firenze,
l’ANPIL “Poggio Ripaghera” e “Foresta di Sant’Antonio”
rispettivamente in Comune di Pontassieve e Reggello.
A queste si sono recentemente aggiunte l’ANPIL
“Gabbianello Boscorotondo” sulle rive del Lago del
Bilancino in comune di Barberino di Mugello e l’ANPIL
“Garzaia” lungo il corso dell’Arno in comune di Figline
Valdarno.
Sono in fase di istituzione l’ANPIL interprovinciale “Monti
della Calvana ”sul territorio di cinque Comuni in provincia di Firenze e Prato e l’ANPIL “Arno vecchio” sulle rive
dell’Arno in Comune di Empoli. Sono in fase di proposta
l’ANPIL “Sasso di Castro - Montebeni” in comune di
Firenzuola e l’ANPIL lungo il corso dell’Arno a valle di
Firenze.
La rete di ANPIL sopra descritte tutela un territorio di
oltre 9900 ha (istituite durante i tre programmi regionali
e quindi dal 95 ad oggi). Attualmente la Regione sta lavorando al “IV Programma Regionale delle aree protette,
2004-2007” ed il patrimonio naturale che si propone di
tutelare e valorizzare, grazie all’iniziativa dei Comuni,
degli Enti locali e delle Associazioni si presenta in continua crescita, soltanto le nuove ANPIL proposte contano
4884 ha di territorio, queste sono: “ Alta Valle del
Torrente Carfalo” in Comune di Montaione; “ Torrente
Terzolle” nei Comuni di Firenze, Sesto Fiorentino e
Vaglia; “Poggio Alberaccio - Gualchiere di Remole” in
Comune di Bagno a Ripoli; “ Antella- Fontesanta” in
Comune di Bagno a Ripoli; “Le Balze” in Comune di
Reggello; “Badia a Passignano” in Comune di Tavarnelle
Val di Pesa; Ampliamento dell’ANPIL “Stagni di
Focognano” in Comune di Campi Bisenzio; “ Crocicchio
dell’Oro” in loc. Sant’Angelo a Lecore nel Comune di
Campi Bisenzio; Ampliamento ANPIL “Podere la
Querciola” in Comune di Sesto Fiorentino, ANPIL “Lungo
il Corso dell’Arno a valle di Firenze”.
3.3
Difesa del suolo e corretto
utilizzo delle risorse idriche
Sul fronte della difesa del suolo l’ultimo scorcio degli
anni 90 registra grandi novità a livello di competenze
istituzionali. Il conferimento di funzioni e compiti dello
Stato alle Regioni ed agli Enti Locali ha largamente interessato il settore in questione. In particolare, la riforma
avviata con la legge 15 marzo 1997 n° 59, ha avuto progressiva attuazione con il d.lgs. 31 marzo 1998 n.112 e,
per quanto riguarda la Toscana, con la legge regionale
11.12.1998 n° 91 (poi integrata e modificata). La
Regione Toscana, a differenza di altre, ha compiuto la
scelta di affidare alle Province le funzioni in materia di
difesa del suolo (salvo la difesa dei centri abitati, che
compete ai Comuni) e di gestione delle risorse idriche.
In forza di ciò, ad oggi la Provincia di Firenze, dotatasi a
tal fine di una nuova articolazione strutturale (“Direzione
della Difesa del suolo, Bonifica e Risorse Idriche”), ha
assunto una serie di nuovi compiti, notevoli sia per la
importanza dell’ interesse pubblico cui sono rivolti, sia
per l’ impegno tecnico ed amministrativo che la materia
implica. Essi possono essere così sintetizzati:
progettazione e realizzazione delle opere idrauliche di seconda e terza categoria e di opere idrogeologiche; loro manutenzione ed esercizio;
servizi di polizia idraulica, di piena e di pronto
intervento;
gestione del demanio idrico (utilizzo di suoli
demaniali, derivazioni di acque pubbliche di
superficie e sotterranee) compreso l’ introito dei
relativi proventi.
Occorre sottolineare due aspetti essenziali.
Da un lato, l’affidamento dei servizi sopra menzionati a
soggetti pubblici di entità territoriale più circoscritta
rispetto a quella regionale, pare favorire una più capillare attenzione alle problematiche locali, che dovrebbero
così risultare, per così dire, sotto una lente d’ingrandimento.
Dall’ altro, appare di grande respiro il disegno, desumibile dalla lettera e dallo spirito della riforma, secondo cui
i proventi del demanio idrico devono essere destinati al
finanziamento delle opere idrauliche: essi, cioè, sono
vincolati ad una destinazione di interesse pubblico specifico e cioè alla esecuzione di interventi di tutela delle
risorse idriche e dell’assetto idraulico ed idrogeologico
(art. 14, comma 2 bis L.R. 91/98, integr. con L.R.
1/2001). Pertanto il legislatore ha voluto che l’uso (compatibile e sostenibile) dei fiumi, delle loro pertinenze e
delle risorse idriche e la attività manutentoria di tali
beni siano azioni concorrenti al medesimo fine della
tutela del territorio: in tale ottica si pone l’attività della
Direzione.
Nell’ambito del “panorama” normativo ed istituzionale
così brevemente illustrato, la Provincia di Firenze, a partire dai primi mesi del 2001, ha avviato in concreto l’espletamento delle nuove funzioni, svolgendo contemporaneamente una attività conoscitiva ed organizzativa. A
distanza di circa un biennio è possibile fare un primo
bilancio di tali attività.
La Direzione Difesa del Suolo, organizzatasi in due articolazioni principali, ( “Difesa del Suolo” e “ Risorse
Idriche”), svolge sia una attività tecnica (progettazione
ed esecuzione di opere idrauliche) che una attività tecnico amministrativa (pareri su progetti di altri Enti; autorizzazioni idrauliche ex R.D. 523 / 1904; vigilanza sui corsi
d’acqua e sul territorio ad essi pertinente, in particolare
servizio in caso di piena; polizia idraulica ed accertamento di contravvenzioni alla normativa in materia di
acque pubbliche; rilascio di concessioni di suoli demaniali con relativa applicazione e riscossione dei canoni).
Sul fronte della tutela e dell’ utilizzo delle “Risorse
Idriche”, da un lato è stata attivata la vigilanza intesa alla
verifica del rispetto della normativa di settore, dall’altro
la attività autorizzativa e concessoria connessa all’ uso
della risorsa idrica, ivi compresa la applicazione e
riscossione dei canoni.
In entrambi i settori il principale impegno, non immune
177
da qualche iniziale difficoltà, è stato quello di far coerentemente confluire nell’ azione amministrativa provinciale
compiti e funzioni in precedenza espletati da soggetti
pubblici diversi ed in particolare dalle amministrazioni
statali dei lavori pubblici e delle finanze e dagli uffici
regionali del Genio Civile.
Per la difesa del suolo è apparsa come imprescindibile la
ricognizione dello stato delle opere idrauliche e più in
generale dei corsi d’acqua e delle loro sponde.
Ponendosi in sostanziale continuità con quanto in precedenza intrapreso dalla amministrazione statale dei lavori pubblici, è stato svolto – sia con appalti che in collaborazione con i Consorzi di Bonifica presenti sul territorio- un sistematico programma manutentorio, con sfalcio
della vegetazione infestante, riprofilatura di argini e, laddove necessario, ripristino della officiosità idraulica. La
pulizia degli argini è apparsa opportuna sia per gli aspetti idraulico, igienico e paesaggistico, ma soprattutto in
quanto essenziale per evidenziare eventuali criticità che
rendano necessaria la esecuzione di interventi strutturali.
Per quanto riguarda questi ultimi, l’azione della Provincia
di Firenze si è rivolta principalmente verso alcuni grandi
interventi, che tra l’ altro producono un effetto di protezione dei centri abitati. Si registra tra questi la realizzazione della cassa di espansione del fiume Elsa in loc.
Madonna della Tosse in Comune di Castelfiorentino (interesserà positivamente l’abitato di Empoli); i lavori di
manutenzione straordinaria di opere idrauliche, costruzione di difese di sponda e ampliamento delle sezioni
utili al deflusso del fiume Elsa a protezione di
Castelfiorentino; la manutenzione ordinaria del canale
scolmatore di Castelfiorentino. Sono in corso di progettazione: i lavori di adeguamento delle difese arginali sul
fiume Bisenzio in Comune di Signa; i lavori di manutenzione straordinaria della traversa di San Francesco sul
fiume Sieve; altri interventi di ripristino di officiosità
idraulica sul fiume Arno e sui torrenti Mugnone e
Terzolle.
4
Lo sviluppo sostenibile
Le strategie in materia di sviluppo sostenibile a livello
locale sono contenute nel 5° Programma di Azione
ambientale e si basano sulla convinzione che tutte le
scelte che riguardano l’ambiente vengano decise insieme ai cittadini, facendo della partecipazione consapevole lo strumento più efficace di governo. La dimensione da
cui cominciare ad affrontare i problemi ambientali è
quella locale.
Tali principi nascono dalla Conferenza di Rio de Janeiro
nel 1992, nella quale è stato approvato il documento
programmatico di Agenda XXI, che afferma “lo sviluppo
sostenibile si realizzerà solo attraverso una programmazione mirata e prescrive per ogni questione importante
un processo attento per esaminare insieme una vasta
gamma di argomenti, prendere decisioni chiare sulle
priorità, sui compromessi e sui sacrifici….”
La Carta di Aalborg riprende questi concetti, sottolineando “la necessità enunciata nel Quinto programma di
azione a favore dell’ ambiente dell’ Unione Europea “per
uno sviluppo durevole e sostenibile” di condividere la
responsabilità dell’ attuazione del programma tra tutti i
settori della Comunità. Esse fonderanno pertanto la loro
azione sulla cooperazione tra tutti gli attori interessati e
faranno si che tutti i cittadini e i gruppi interessati abbiano accesso alle informazioni e siano messi in condizione
di partecipare al processo decisionale locale: esse si
preoccuperanno di predisporre opportunità di educazione e formazione alla sostenibilità non solo per i cittadini
ma anche per i rappresentanti eletti e i funzionari degli
enti locali”.
Per sviluppo sostenibile si intende quindi il percorso da
compiere per migliorare la qualità della vita e l’equità tra
le generazioni, impedendo l’impoverimento delle generazioni future e il depauperamento delle risorse del pianeta, assicurando l’uso durevole delle risorse ambientali.
4.1.
Agenda 21 ed Istituzioni locali
In considerazione della diversa natura dei problemi e
delle diverse priorità che contraddistinguono gli Enti
Locali, Agenda XXI non può essere uno strumento codificato, ma piuttosto un processo, i cui risultati dovrebbero
essere una maggiore consapevolezza degli amministratori, una partecipazione non formale dei cittadini alla progettazione dell’ambiente e un confronto fra priorità diverse e su differenti ipotesi di intervento.
Infatti, in materia ambientale le istituzioni si trovano
spesso di fronte ad un conflitto non regolato. Si possono
ad esempio ricordare i numerosi comitati e associazioni
che si formano di volta in volta contro aspetti pianificatori, di realizzazione di grandi opere infrastrutturali,
oppure di impianti di gestione dei rifiuti, di protesta sulle
stazioni Radio Base di telefonia cellulare, ecc..
Si tratta di una reciproca incapacità di ascolto, per risolvere la quale appare necessario un approccio diverso e
178
maggiormente partecipato rispetto alle problematiche
ambientali: un processo decisionale e informativo che
parta dal basso e che riesca a coinvolgere i vari segmenti in cui si articola la provincia.
4.1.1. Il progetto FI21 “Agenda 21 locale per la sostenibilità della Provincia di Firenze”.
3.
Agenda XXI locale è un “programma d’azione dinamico”
che definisce gli obiettivi ambientali e le condizioni per
poterli attuare, intese come partecipazione e responsabilizzazione verso obiettivi comuni. Questo programma si
realizza attraverso alcune azioni propedeutiche:
4.
•
•
•
•
•
•
•
Una relazione sullo stato dell’ ambiente che rappresenta una carta approfondita di conoscenza
del territorio;
La individuazione di indicatori di sostenibilità
locale;
La definizione di un sistema di obiettivi per il
piano di azione (es: diminuire l’inquinamento in
atmosfera, acqua e suolo e rendere più vivibile le
città; migliorare la qualità dei servizi; garantire la
sicurezza e ridurre il disagio sociale; sostituire
l’uso di energie non rinnovabili con quelle rinnovabili; proteggere e riqualificare gli ambienti e le
aree vulnerabili; tutelare e riqualificare l’ ambiente naturale e costruito, ecc.);
L’ammissione a finanziamento comunitario dei
progetti presentati dai Comuni (Docup – FESR)
coerenti con tale sistema di obiettivi;
La formazione di amministratori, dipendenti, cittadini;
La individuazione di misure “premianti” ad esempio concorsi e premi per la sostenibilità, rendendo
visibili le esperienze migliori ed innescando comportamenti virtuosi;
L’istituzione di sedi di incontro tra amministrazioni e soggetti sociali ed economici (costruendo il
forum per approssimazioni successive).
Il progetto FI21 prevede quindi di attivare il Forum agenda 21, di mettere a disposizione, quale strumento conoscitivo e di analisi, il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente,
di redigere il Piano d’azione locale con l’individuazione e
l’attivazione di una serie di azioni partecipate e di accordi tra i vari soggetti sociali e istituzionali per lo sviluppo
di programmi di sostenibilità ambientale e sociale.
Gli obiettivi specifici del progetto sono:
1.
la diffusione tra i vari soggetti sociali e istituzionali - e anche all’interno della struttura amministrativa - della cultura dello sviluppo sostenibile,
della ricerca di strumenti e progetti per la valorizzazione delle risorse ambientali, della capacità di
valutare gli effetti ambientali delle politiche e dei
programmi settoriali;
2.
la condivisione tra i vari soggetti sociali e istituzionali dell’analisi sullo stato dell’ambiente, delle
5.
6.
7.
sue criticità, degli strumenti di governo e di
gestione (pubblica e privata) per la qualità
ambientale, delle potenzialità di promozione del
benessere sociale ed economico legate alla valorizzazione e tutela delle risorse ambientali e all’innovazione tecnologica e gestionale dei modi di
produrre e consumare;
il consolidamento di forme di dialogo e di pianificazione partecipata tra i vari soggetti istituzionali
e sociali attorno ad una “visione comune” di sviluppo sostenibile e per la costruzione di progetti e
azioni comuni, anche attraverso l’adozione di tecniche EASW;
l’integrazione tra obiettivi di sostenibilità ambientale e obiettivi di coesione sociale, benessere
economico ed equità di genere (pari opportunità),
inclusivi degli indicatori del progetto ECIP e dell’indicatore di Impronta Ecologica;
l’integrazione degli obiettivi ambientali nelle politiche e nei programmi di settore, attraverso l’individuazione di criteri condivisi di valutazione preventiva delle politiche e dei programmi (secondo
l’approccio della valutazione ambientale strategica);
la promozione a livello territoriale (nei comuni e
nelle aree omogenee) di strumenti di analisi e
reporting ambientali e di esperienze locali di
agende 21 - anche attraverso l’organizzazione di
una rete territoriale di “Forum Agenda 21”.
l’impiego di molteplici strumenti di comunicazione e diffusione dei risultati e il monitoraggio della
partecipazione e del tasso di gradimento degli
attori.
E’ infine opportuno soffermarsi sulle potenzialità offerte
dallo sviluppo dell’informatica. Nel programma di lavoro
dell’ Assessorato è inserito il progetto di creazione di una
rete provinciale di promozione e condivisione di buone
pratiche per la sostenibilità, alla quale potranno partecipare tutti coloro che aderiranno alle iniziative di promozione della sostenibilità locale e dei relativi processi partecipativi, siano essi cittadini, pubbliche amministrazioni
o imprese.
La rete avrà il compito di mettere in comunicazione tutti
i soggetti attivi, di utilizzare una apposita banca dati, di
confrontare programmi e attività ed elaborare una integrazione di progetti e un coordinamento delle politiche
che, pur nelle necessarie diversità, costituiscano le
sinergie verso il raggiungimento di comuni obiettivi.
Il Piano d’Azione Locale
Lo schema di Piano d’Azione viene redatto attraverso un
processo di progettazione partecipata e con la sua discussione si precisano gli obiettivi dell’ Agenda XXI, le
strategie da adottare, si definiscono gli attori, i ruoli e le
funzioni da svolgere.
La finalità del Piano d’Azione è quella di dare corpo ad
una visione dello sviluppo sostenibile, sintetizzare e connettere politiche, programmi e azioni del settore pubbli-
179
co e degli altri soggetti istituzionali e sociali, raccogliere
secondo indirizzi e obiettivi strategici il più possibile condivisi le sollecitazioni e le proposte che emergono nel
percorso partecipato di agenda 21.
Poiché il Piano d’azione locale, in questo contesto, costituisce uno strumento strategico trasversale rispetto agli
obiettivi e alle politiche derivanti dagli strumenti di
governo del territorio già avviati, particolare attenzione
sarà dedicata all’individuazione delle relazioni tra tematiche/obiettivi ambientali e politiche/programmi di settore che possono esercitare una influenza sulle risorse
ambientali e/o che possono essere influenzati dalla qualità e disponibilità di risorse ambientali. In questo senso
il Piano d’azione costituirà anche uno strumento correlato alle procedure di valutazione ambientale strategica.
Il Piano d’azione evidenzia, per ognuno dei settori di
intervento e/o delle aree tematiche nelle quali si articola
l’Agenda 21 Locale:
•
obiettivi “generali” (o finalità), che possono rappresentare il traguardo di lungo termine di una
politica di sostenibilità per il settore e che si ispirano all’approccio Stato – Pressione - Risposta;
•
obiettivi specifici, che possono essere individuati
nel breve e medio termine quale traguardo di
azioni e politiche orientate “verso” i corrispondenti obiettivi generali. Tali obiettivi devono di norma
essere quantificabili e verificabili tramite gli adeguati indicatori e con riferimento al loro miglioramento nel tempo e a target di riferimento;
•
riferimenti consolidati per la determinazione
quantitativa degli obiettivi specifici e dei loro target, in genere rappresentati da programmi e
norme nazionali ed internazionali. Lo stesso processo di agenda 21 locale può e deve intervenire
a definirli quando assenti o a migliorarli quando
ritenuti insufficienti;
•
Azioni e proposte operative - condotte direttamente dall’amministrazione Provinciale, in partnership o assunte da altri soggetti istituzionali e
sociali - di sostenibilità per l’attuazione degli
obiettivi strategici e specifici. Nella misura del
possibile, attraverso il Forum ci si attende anche
che gli attori che hanno partecipato alla stesura
del piano si mobilitino per la sua realizzazione,
impegnandosi su progetti di partnership. A titolo
esemplificativo, sarebbe auspicabile che gli enti
aderenti e i loro rappresentanti esprimessero la
volontà di essere promotori di “almeno una” delle
azioni indicate.
L’impronta ecologica
Rappresenta un indicatore sintetico di sostenibilità
ambientale in grado di stimare l’impatto che una popolazione esercita sull’ambiente con i propri consumi, quantificando l’area necessaria per fornire, in modo sostenibile, tutte le risorse utilizzate e per assorbire, sempre in
modo sostenibile, tutte le emissioni prodotte.
L’attenzione viene posta quindi sul territorio effettivamente utilizzato dai residenti, indipendentemente dal
180
fatto che questa superficie coincida con il territorio su
cui la popolazione stessa vive.
Il calcolo dell’impronta ecologica si basa quindi sui consumi medi della popolazione, considerando che ad ogni
unità materiale o di energia consumata corrisponda una
certa estensione di territorio, che garantisce il relativo
apporto di risorse per il consumo e per l’assorbimento
delle emissioni.
Con il calcolo dell’ impronta ecologica del proprio territorio, opportunamente abbinata ad altri indicatori, la
Provincia di Firenze intende quindi ottenere un valido
elemento di valutazione con il quale poter pianificare
processi decisionali.
Nel caso italiano, ad esempio, il deficit ecologico della
nazione (differenza fra l’impronta ecologica e la capacità biologica) vale 3.59, ossia ogni italiano oltrepassa più
di tre volte il tetto di consumi accettabili per avere un’economia ambientalmente sostenibile e un’equa ripartizione delle risorse, ovvero solo un terzo dei consumi
degli italiani potrebbe essere garantito dal territorio
nazionale.
4.2
La Bioarchitettura per una edilizia
sostenibile. Una politica
innovativa per gli edifici scolastici
Il concetto di edilizia sostenibile è da tempo entrato negli
obiettivi prioritari della Provincia di Firenze: iniziative,
corsi, aggiornamento professionale per i propri tecnici,
hanno contribuito a determinare una positiva consapevolezza ecologica, percepita come presupposto imprescindibile per una progettazione architettonica corretta e
legittimata dalla nuova etica della sostenibilità.
L’Assessorato all’ Edilizia ha provveduto a formare tecnici e operatori con due corsi a carattere nazionale, organizzati con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di
Bioarchitettura diretto dall’Architetto Ugo Sasso nel biennio 2001 – 2002. Il programma delle lezioni era rivolto a
ingegneri, architetti, geometri, medici, biologi, fisici, chimici, agronomi, forestali, laureati e laureandi, oltre che
tecnici, ricercatori universitari e professionisti e in genere a tutti quanti operano nei settori della gestione del territorio, della costruzione e della riqualificazione dell’ambiente.
E’infatti nostro prioritario interesse rivolgersi in particolar modo ai tecnici degli Enti locali perché siano in grado
di operare in questo settore ed introducano nuovi concetti del costruire e del fare urbanistica, ponendo la pubblica amministrazione all’avanguardia in questo campo.
L’Assessorato all’Edilizia si è poi impegnato in un programma di comunicazione che lo vede promotore della
Conferenza Nazionale di Bioarchitettura, un appuntamento che si rinnoverà ogni anno e che è arrivato quest’anno alla terza edizione, dove si fa il bilancio della
situazione della bioarchitettura in Italia. Il Convegno di
quest’anno ha evidenziato la carenza legislativa in questa materia e la necessità di farvi fronte con proposte
organiche e puntuali.
A questo proposito l’Assessorato all’Edilizia ha presentato il proprio Prezziario Edile, la cui redazione è stata affidata a un gruppo di tecnici, esperti, professionisti operanti nell’ambito dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura.
Per la prima volta in Italia un Ente pubblico ha, infatti,
deciso di dotarsi di uno strumento immediatamente operativo in ambito ecologico, completando il proprio
Prezziario Edile in maniera tale da affiancare ad ogni
materiale ed ogni tecnologia ivi prevista, un’alternativa
“più ecologica”. Non dunque proposte astratte, ma l’individuazione di una gamma di possibilità più attente
all’ambiente ed alla salute dei cittadini che siano effettivamente praticabili. Spetterà poi al tecnico operare di
volta in volta le scelte più opportune e convenienti in funzione del luogo, delle richieste progettuali, delle maestranze, del budget, ponendosi non nell’ottica di sperimentazioni spinte e dai risultati poco controllabili, ma
attuando una introduzione graduale e prudente nella pratica corrente di cantiere. Una serie di piccole azioni
capaci, l’una accanto all’altra, di trasformare la realtà e
diffondere ad ampio raggio, attraverso la “metabolizzazione” del cambiamento, una nuova qualità ecologica.
Un altro passo importante nell’approfondimento di questa tematica è stato il coinvolgimento dell’Università per
quello che concerne la ricerca. Si è stipulato, infatti, un
Documento d’intenti con la Facoltà di Architettura
dell’Università degli Studi di Firenze, che prevede la
costruzione di uno stretto rapporto di collaborazione al
fine di attivare progetti e realizzare congiuntamente programmi sui temi dell’architettura e dell’edilizia e della
bioarchitettura in particolare.
Sono stati inoltre promossi altri importanti Protocolli
d’Intesa con oggetto lo sviluppo della Bioarchitettura con
i Comuni del Chianti e del Mugello.
Da segnalare inoltre la promozione di due ricerche: una
affidata all’Università di Firenze per lo studio di un
modello abitativo temporaneo, cioè per la realizzazione
di nuovi sistemi edilizi modulari facilmente assemblabili
e smontabili, riciclabili, compatibili con l’ambiente, che
permettano di superare il vecchio e ormai inadeguato
sistema dei container prefabbricati. L’altra riguardante la
redazione di un progetto pilota a livello regionale per la
riqualificazione, riconversione e nuova progettazione
degli spazi aperti e verdi delle scuole superiori.
Sul fronte più operativo possiamo registrare altre iniziative messe in atto dall’ Assessorato all’Edilizia: prima fra
tutte una riforma del servizio energia sugli immobili di
competenza della Provincia. Alcuni dati fanno riflettere:
la Provincia spende per riscaldamento poco meno di 5
miliardi l’anno delle vecchie lire. Il piano economico
finanziario quinquennale prevede un risparmio graduale
variabile del 5% circa fino alla fine del prossimo anno e
poi nell’ultima stagione 2004/5 del 7% circa. Ciò sarà
possibile grazie a vari procedimenti che prevedono l’installazione di un sistema telematico di controllo e di
gestione degli impianti oltre ad interventi strutturali negli
edifici. Si trasformeranno, inoltre le centrali termiche
attualmente alimentate a gasolio, per l’uso del biodiesel
(un combustibile di olio vegetale).
E poi le cosiddette energie rinnovabili. Il solare e il fotovoltaico entreranno nelle scuole . L’Amministrazione provinciale si è impegnata infatti, a rendere obbligatorio
l’inserimento dei moduli fotovoltaici nella redazione dei
progetti di edifici di nuova costruzione che la Provincia
intende realizzare, cominciando ad installarli negli istituti di Figline e di Scandicci, oltre ad attivare impianti solari a Empoli e Borgo S. Lorenzo.
A seguito di un importante convegno sulla salubrità degli
edifici, si sono sviluppate sinergie che hanno portato ad
un’indagine, la prima in Italia, sulla misura della concentrazione di Radon negli istituti scolastici di competenza
provinciale.
Recenti studi epidemiologici hanno posto infatti in evidenza il rischio legato al Radon, gas radioattivo naturale
i cui prodotti di decadimento emettendo radiazioni producono danni alle cellule bronco-polmonari costituendo
la seconda causa di tumore polmonare.
Infine fra i tanti progetti biocompatibili attivati preme
segnalare sicuramente il più rilevante: il progetto del
nuovo Polo Scolastico di Empoli, 26.000 mc complessivi
interamente progettati con le indicazioni della
Bioarchitettura, che si pone come la più importante
Scuola Superiore in Italia costruita in Bioedilizia.
Se l’edilizia e l’urbanistica degli ultimi decenni hanno
evidenziato inadeguatezze preoccupanti sotto il profilo
della salubrità fisica e sociale, il compito che tocca ora
all’architettura del nuovo millennio è la riqualificazione
dell’ambiente, la rivalutazione dei piccoli centri storici, il
risanamento delle periferie. In concreto si deve guardare
ad un vero e proprio “sistema” che non deve privilegiare
solo gli aspetti estetici e formali dell’architettura, ma
preoccuparsi altresì del risparmio delle risorse ambientali e soprattutto del benessere psicofisico degli utenti.
Tale impostazione è diventata ormai una necessità visto
che le trasformazioni sociali ed organizzative in atto
(informatizzazione della comunicazione e del lavoro, utilizzo del tempo libero, disequilibri demografici, lavoro a
domicilio) stanno determinando la diversificazioni delle
utenze e cambiando il modo stesso di abitare. Ecco perché nelle punte più avanzate della società europea si è
sviluppata una nuova etica di intendere la qualità abitativa, in cui i concetti di risparmio energetico, di compatibilità biologica e sostenibilità ambientale stanno assumendo sempre una maggior rilevanza.
4.3.
Educazione ambientale
Le attività di informazione ed educazione ambientale
rivestono un ruolo fondamentale per diffondere il valore
delle problematiche dell’ ambiente in generale e per sviluppare e diffondere il processo di partecipazione e di
condivisione delle scelte di gestione del territorio.
La particolare situazione territoriale ed ambientale che
caratterizza la provincia di Firenze fa si che la tutela
ambientale rivesta per questo ambito territoriale un valore di primaria importanza, non solo sul piano essenziale
181
della salvaguardia dell’integrità dei beni ambientali naturali ma anche su quello della tutela e valorizzazione dei
beni ambientali intesi come giacimenti culturali artisticomonumentali.
La Provincia di Firenze a tale scopo, ormai da anni, svolge un ruolo attivo sul versante dell’Educazione ambientale. Ad esempio, circa dieci anni fa è stato realizzato il
Laboratorio di Didattica Ambientale di Villa Demidoff,
concepito come struttura permanente rivolta alla scuola.
Il Programma INFEA (Informazione, Formazione,
Educazione Ambientale) finanziato da Stato e Regione,
offre ora l’opportunità di valorizzare progetti proposti da
Enti pubblici e da privati e rivolti sia al mondo della scuola che all’ intera popolazione.
La partecipazione alla redazione e alla gestione dei bandi
INFEA, inserisce la Provincia di Firenze in un circuito di
reale collaborazione con altri soggetti, quali la Regione
Toscana, L’ARPAT, la Direzione Scolastica Regionale e
l’Istituto Regionale di Ricerca Educativa (IRRE).
L’obiettivo è quello di favorire una reale integrazione tra
tutti i soggetti, pubblici e privati che operano nel mondo
dell’educazione ambientale (i centri e i laboratori, gli Enti
Locali, l’Associazionismo, le Istituzioni scolastiche, il
sistema regionale delle Aree Protette, ecc.), razionalizzando la ricaduta delle rispettive attività ed iniziative.
In prospettiva si intende creare un “sistema” comprendente tutte le attività e le opportunità di educazione
ambientale presenti sul territorio, siano esse appartenenti a strutture pubbliche, private o associative.
L’obiettivo è volto quindi a costituire una “rete”, all’interno della quale ogni soggetto possa conservare il proprio
ruolo, ma che, sulla scorta di esperienze simili realizzate
in altre realtà locali, possa anche rappresentare uno
strumento teso ad ottimizzare le risorse disponibili e a
razionalizzare progetti e interventi.
La Provincia intende valorizzare nei prossimi anni tutte le
attività che nel territorio saranno rivolte prioritariamente
verso i seguenti obiettivi di educazione ambientale:
•
Attivazione di percorsi di sviluppo sostenibile e di
Agenda 21 Locale;
•
Incremento delle raccolte differenziate e diminuzione della produzione di rifiuti;
•
Tutela e valorizzazione della risorsa acqua;
•
Percorsi educativi nei parchi e nelle Aree protette.
Fra le iniziative realizzate dalla Provincia di Firenze,
occorre ricordare:
4.3.1. Il laboratorio didattico ambientale
Il progetto di laboratorio è stato realizzato sulla base di
un protocollo d’intesa con il Provveditorato agli Studi, nel
quale i due enti hanno assunto un forte impegno comune in materia di didattica ambientale nella scuola.
Accordi sono stati poi stabiliti con numerosi comuni, al
fine di pervenire alla definizione di analoghe intese finalizzate alla massima fruizione del Centro da parte di
docenti e scolaresche e alla attivazione di interventi
mirati sul territorio.
182
Il progetto è stato avviato nel 1994 ed attualmente presso la struttura di Villa Demidoff sono presenti le seguenti funzioni:
a)
Laboratorio Didattico Ambientale diurno per le
classi della fascia scolare dell’obbligo e media
superiore;
b)
soggiorni residenziali con finalità didattico-educative in materia ambientale per scolaresche della
fascia dell’obbligo e media superiore;
c)
soggiorni estivi, residenziali e non, per ragazzi in
età scolare con finalità didattiche, ludiche e sportive;
d)
attività di documentazione con allestimento di una
biblioteca sulle attività di educazione ambientale;
e)
attività di formazione e aggiornamento professionale, residenziale e non, in materia ambientale
(corsi per docenti della scuola dell’obbligo e
media superiore e corsi per adulti aventi la caratteristica di attività di educazione permanente);
f)
ospitalità a corsi di aggiornamento e formazione
organizzati da Enti quali ARPAT, ARSIA, IRRSAE,
Provveditorati agli Studi, Ordini professionali,
Università;
g)
organizzazione di campagne informative per aree
tematiche indirizzate ad utenza specifica o di target indifferenziato su aspetti di emergente rilevanza ambientale;
h)
offerte di turismo ambientale per scolaresche e
per soggetti adulti anche con valenze storiche e
artistico-culturale durante i fine settimana ed i
periodi estivi;
i)
attività editoriali relativi alla pubblicazione dei
materiali didattici prodotti.
Gli obiettivi del laboratorio sono volti a sviluppare un
intervento finalizzato al mutamento dei modelli culturali
dominanti in materia ambientale, affermando presso le
nuove generazioni valori quali:
la coscienza della non rinnovabilità delle risorse e
quindi dello sviluppo sostenibile;
l’acquisizione della necessità del passaggio da un
modello di sviluppo quantitativo basato sull’espansione incontrollata del consumo, dello spreco
di risorse e del danno ambientale ad uno sviluppo
qualitativo che privilegi la produzione di beni
immateriali e ponga al centro l’uso conservativo
delle risorse, la salvaguardia ambientale e la tutela della salute;
la consapevolezza dell’interdipendenza e complessità del problema ambientale quale “villaggio
globale”.
4.3.2. Riciclabilandia
Riciclabilandia è un progetto finalizzato al riciclaggio dei
rifiuti, promosso e realizzato dall’Assessorato
all’Ambiente, giunto alla sua terza edizione.
Con questa denominazione si indica una grande città, un
mondo “pulito” in cui gli abitanti sono tutti impegnati per
la salvaguardia dell’ambiente, con particolare attenzione
al riciclaggio dei rifiuti, e con il reimpiego e il riutilizzo di
importanti risorse.
Riciclabilandia però non è solo un mondo fantastico, ma
è la città che tutti – ed in primo luogo i bambini – possono contribuire a costruire. Ciascuno deve infatti fare la
propria parte per tutelare e salvaguardare l’ambiente.
Il progetto è indirizzato in particolare alle scuole elementari, ma non esclude le scuole materne. Ogni anno viene
ampliata l’area di intervento. Nell’anno scolastico
2002/2003 sono state interessate
•
area metropolitana fiorentina
•
area Mugello
•
area Val di Sieve
•
area Valdarno
con il coinvolgimento di circa 600 bambini e delle rispettive famiglie.
Obiettivo principale del progetto è insegnare ai bambini
(e attraverso di loro alle famiglie) a fare la raccolta differenziata dei rifiuti mediante un percorso educativo per
tappe che li coinvolga a tutto campo e che preveda la
conoscenza del servizio sul territorio, il riconoscimento
delle singole tipologie di materiale, correggendo eventuali “errori” comuni che talvolta i cittadini sono portati a
fare per scarsa conoscenza in materia.
Il progetto si articola in tre fasi:
1.
corsi di formazione per insegnanti, attivati nelle
varie aree di intervento e personalizzati rispetto al
territorio
2.
attività svolta nelle scuole, attraverso la quale i
bambini imparano a riconoscere le tipologie di
oggetti destinati al riciclaggio, a distinguere i vari
tipi di cassonetto, a capire l’importanza delle raccolte differenziate per il territorio e la salvaguardia ambientale, a fare concretamente (in classe)
le raccolte differenziate. Durante questa fase le
classi realizzano un lavoro collettivo, un
“Quaderno-Diario” che documenta le attività svolte attraverso foto, immagini e testi.
3.
momento conclusivo collettivo, con festa finale a
carattere educativo e consegna di gadget a tutti i
partecipanti.
L’obiettivo è il coinvolgimento degli insegnanti e dei
bambini, ma anche dei cittadini nelle singole aree di attivazione.
In particolare viene distribuito materiale informativo
destinato a tutte le famiglie dei bambini coinvolti, contenenti alcune indicazioni utili sulle raccolte differenziate e
il riciclaggio dei rifiuti e informazioni sul progetto, in
modo da stabilire un contatto diretto con le famiglie
coinvolte.
Nelle famiglie viene poi realizzato un sondaggio allo
scopo di ottenere una precisa percezione delle abitudini
e conoscenze dei cittadini in materia di raccolte differenziate e riciclaggio dei rifiuti.
A conclusione del progetto viene allestita una mostra dei
lavori realizzati dalle scuole, visitabile dai cittadini, ed
una festa finale.
4.3.3. Il Riciclone
All’esperienza di Riciclabilandia si collega “Il Riciclone”,
uno spettacolo teatrale per le scuole, ma non solo, che
l’Associazione Pupi e Fresedde - Teatro di Rifredi ha realizzato con il contributo dell’Assessorato Ambiente ed in
collaborazione con il Quartiere n.5 del Comune di Firenze
e l’Azienda Quadrifoglio. Il Riciclone dà forma di spettacolo alle campagne in atto nelle scuole per diffondere la
cultura del riciclaggio dei rifiuti. Lo spettacolo, infatti,
attraverso l’exemplum ludico e gioioso del racconto e del
personaggio teatrale propone ai ragazzi corretti modelli
di comportamento ambientale.
Nell’anno scolastico 2002-2003 lo spettacolo è stato
offerto nell’ambito delle feste finali di Riciclabilandia.
4.3.4. Camminare nel verde
E’ un programma di educazione ambientale rivolto alle
scuole elementari, medie inferiori, superiori ed istituti parificati della Provincia di Firenze, svolto dalla Provincia fin dal
1985, che consiste nell’organizzazione di gite di interesse
prevalentemente naturalistico, effettuate sia nel territorio
provinciale, sia fuori di esso, il cui accompagnamento
viene assicurato da Associazioni Ecologiche di Volontariato.
Il contributo offerto dalle Associazioni di volontariato - che
fanno parte di un apposito Comitato di Coordinamento istituito dalla Provincia di Firenze – rappresenta l’elemento di
maggior rilievo del progetto. Viene così valorizzato il patrimonio di conoscenze ed esperienze specifiche di queste
associazioni, che sempre più spesso affiancano l’Ente pubblico in compiti attinenti la protezione dei beni ambientali e
le iniziative collaterali.
La Provincia svolge un ruolo di coordinamento fra
Associazioni e Scuole ed assicura un sostegno economico
a favore delle Associazioni, a titolo di rimborso spese per
l’accompagnamento delle classi negli itinerari richiesti.
Ogni anno viene pubblicato un opuscolo contenente gli itinerari e le visite proposte alle scuole, le cui informazioni
sono diffuse anche sul sito web della Provincia( www.provincia.fi.it\ambiente).
Alla fine di ogni anno scolastico, le classi partecipanti sono
invitate a produrre dei lavori inerenti il programma di gite
svolte. Le classi che hanno presentato i lavori più interessanti ed originali vengono premiate con l’effettuazione di
gite a carattere naturalistico, offerte dalla Provincia. Alcuni
esempi di gite premio effettuate nel corso degli anni: Isola
di Polvese di proprietà della Provincia di Perugia sul Lago
Trasimeno, Parco Naturale della Maremma, Parco di
Migliarino, S. Rossore, Massaciuccoli, Parco del Mincio,
Valli di Comacchio, Oasi delle Valli di Ostellato, Oasi di
Marano, Padule di Fucecchio, Delta del Po, Isola di
Palmaria, Parco del Ticino, Lago Maggiore, Lago di
Bolsena, Laboratorio sopra e sotto il mare a Portofino,
Miniera di Gambatesa, Valli dell’Argenta e Ferrara, Mantova
e Sabbioneta, Venezia e Ville del Brenta.
Nel corso degli anni il numero di classi partecipanti e di gite
effettuate è notevolmente aumentato, insieme al gradimento della scuola e delle associazioni del volontariato.
183
Oggi “Camminare nel Verde” è un programma di grandi
dimensioni con 621 gite svolte nell’anno scolastico 20022003, a cui hanno partecipato oltre 10.000.
Nel corrente anno l’Assessorato all’Ambiente organizza un
corso di formazione per Guide Ambientali Escursioniste,
allo scopo di uniformarsi alle disposizioni della L.R.T. n. 42
del 23.3.2000 “Testo unico delle leggi regionali in materia
di turismo”, che disciplina le varie figure di guide fra cui
quella della guida ambientale
L’impegno economico della Provincia, a fronte della mole di
attività svolta, resta davvero contenuto e riguarda sia i rimborsi erogati alle Associazioni che l’organizzazione delle
gite premio.
La tabella che segue mostra il rapporto in termini economici fra attività svolta (n° gite guidate) e somme erogate
(contributi), dal quale si evince come all’aumento costante
del numero delle gite non abbia fatto riscontro un corrispondente aumento della spesa sostenuta.
4.4
Mobilità sostenibile
4.4.1 Iniziative per migliorare l’accessibilità al Trasporto
Pubblico Locale
Integrazione tariffaria nella Provincia di Firenze - “PEGASO”
Dal 1° ottobre 2002 è stata estesa a tutta la Provincia di
Firenze l’integrazione tariffaria “Pegaso”.
Con un abbonamento unico mensile a prezzo agevolato è
possibile, nelle singole tratte all’interno del territorio pro-
184
vinciale, utilizzare in modo indifferenziato tutti i servizi
offerti dalle autolinee e quelli offerti da Trenitalia con in più
la possibilità di abbinare all’abbonamento extraurbano
quello urbano di Firenze.
Questa possibilità si è aggiunta all’analogo servizio che già
esistente sulle linee regionali.
Nel mese di settembre 2003 è previsto di attivare altri due
titoli di viaggio “Pegaso” sulle tratte a livello provinciale:
l’abbonamento per studenti e l’abbonamento annuale.
Ciò permetterà agli utenti di poter ottenere dei consistenti
risparmi, nello stesso tempo aumenterà la fedeltà dell’utente al trasporto pubblico.
Importante sarebbe impostare e promuovere una iniziativa
fra Enti Locali, ANCI, URPT Regioni ecc. per ottenere la
detrazione fiscale per le spese sostenute per l’utilizzo del
trasporto pubblico.
Sperimentazione agevolazione tariffaria nel Comune di
Firenze
Dal 1° febbraio 2002 è possibile, all’interno del Comune di
Firenze, utilizzare per gli spostamenti urbani gli autobus
delle varie aziende del trasporto extraurbano ed i treni del
Trasporto Regionale con qualsiasi titolo di viaggio
dell’ATAF.
Carta Arancio per turisti
Prevede per tutti i turisti presenti nel territorio provinciale
un ticket di validità settimanale che permette loro da qualsiasi località della Provincia utilizzare qualsiasi mezzo del
TPL sia su gomma che su ferro per recarsi in qualsiasi altro
posto del territorio della Provincia.
Attualmente, in attesa di rinnovare la convenzione con le
Aziende di Trasporto, è stata prorogata la scadenza al 30
settembre 2003 ed è in corso un lavoro con l’A.P.T. di
Firenze teso ad individuare i diversi target di turisti da
intercettare, in base alle diverse tipologie di permanenze.
Dai dati emersi si evince che gli ospiti degli agriturismi
abbiano una permanenza media di 7 gg., mentre gli ospiti
degli alberghi della città di Firenze e area fiorentina una
permanenza media di 3 gg. con in più tanti ospiti giornalieri. In base a ciò va rinnovata e rilanciata la Carta Arancio
con titoli di viaggio differenziati.
Orario integrato Area Mugello e Val di Sieve
Onde migliorare l’informazione sui servizi svolti, favorire
l’uso del mezzo pubblico e migliorarne l’accessibilità, quest’anno, in accordo con le Aziende di trasporto dell’area, è
stato pubblicato l’Orario Integrato delle aree del Mugello e
della Valdisieve.
Utilizzo gratuito per tutti i cittadini della Provincia di Firenze
dei Minibus elettrici in servizio nel centro storico di Firenze
E’ stato firmato un Protocollo d’Intesa fra Provincia,
Comune di Firenze e ATAF che prevede che fino all’Ottobre
del 2003 tutti i cittadini della Provincia possano utilizzare
gratuitamente i minibus elettrici in servizio nel Centro
Storico della Città di Firenze.
4.4.2 Iniziative per favorire la mobilità secondaria
ciclabile
Bici-Treno-Bici
Il servizio offre la possibilità ai turisti e anche a tutti gli altri
passeggeri di prendere il treno e, una volta giunti a destinazione, di poter usufruire di una bicicletta per muoversi
nel Centro Storico e visitarlo comodamente.
Questa proposta è nata dalla collaborazione con la direzione Regionale di Trenitalia, e anche con svariate Province,
Comuni ed Enti Parco dell’intera Regione, sotto il coordinamento della Provincia di Firenze.
Il servizio è pratico: infatti basta presentarsi con un biglietto ferroviario di andata e ritorno valido e di un documento
di identità: viene consegnata senza alcun costo aggiuntivo
una bicicletta che dovrà essere riconsegnata il giorno stesso. Inoltre è possibile portare con il treno la propria bicicletta usufruendo degli appositi spazi a bordo dei treni.
Bici e Bus (Sita)
L’accordo prevede il noleggio di biciclette da fornire ai
clienti del servizio di trasporto extraurbano per muoversi
liberamente nel Centro Urbano di Firenze.
Il servizio si effettua tutti i giorni dalle ore 8.30 alle 18.00
esclusi sabato, domenica e festivi.
Monitoraggio della Mobilità ciclabile
Un’alternativa reale all’utilizzo del mezzo privato è rappresentato dalla mobilità ciclabile, da un’indagine recente
commissionata dalla Regione Toscana è emerso che oltre
il 25% di persone intervistate si sono dichiarate disponibili ad utilizzare questo mezzo di trasporto per spostamenti
casa/lavoro e casa/scuola una volta create le necessarie
condizioni di sicurezza e di confort (piste ciclabili, rastrelliere, ecc.)
Questa Amministrazione Provinciale, nell’ottica di favorire
questa modalità di trasporto, ha incaricato un esperto di
problemi della mobilità di effettuare una ricognizione su
scala provinciale (44 comuni) delle iniziative che le singole
Amministrazioni Locali hanno già realizzato, stanno realizzando e/o hanno programmato di realizzare in merito, con
l’obiettivo di sviluppare progetti di ricucitura delle singole
esperienze per realizzare un progetto di rete ciclabile della
Provincia di Firenze.
E’ intenzione di questa Amministrazione presentare i risultati del monitoraggio ed eventualmente avanzare, previo
coordinamento con i Comuni interessati, in primo luogo il
Comune di Firenze, progetti per alcune esperienze pilota
fra cui i Comuni della “Piana Fiorentina” e i Comuni lungo
l’asse dell’Arno da Pontassieve fino a Signa.
Proposta piste ciclabili nella Piana Fiorentina
Nell’ambito del Progetto di Ristrutturazione dei servizi di
Trasporto Pubblico Locale nell’area del Polo Scientifico
Universitario di Sesto Fiorentino, presentato congiuntamente al Comune di Firenze alla Regione Toscana onde
poter concorrere al finanziamento istituito dalla Regione
Toscana con delibera G.R. n. 1458 del 23.12.002 “Fondi
per i Servizi Urbani ed intermodalità di ambito metropolitana”, è stata presentata una proposta di collegamenti ciclabili fra il Polo Universitario e le stazioni ferroviarie di
Castello, Cascine, Zambra e Sesto Fiorentino.
Accordo Quadro per il recupero e riutilizzo di aree ed
immobili delle piccole stazioni non più utilizzabili
L’ Amministrazione Provinciale ha sottoscritto il 26 giugno
2002 con Trenitalia, RFI Movimento e RFI Infrastrutture e
Metroplis uno specifico “Accordo Quadro per la riqualificazione di aree e di edifici dismessi dalla attività ferroviaria”.
Onde arrivare al suddetto accordo e raggiungere gli obiettivi sopra descritti ha attivato un lavoro lungo e tenace
chiedendo a RFI Spa Divisione Compartimentale
Infrastrutture di Firenze, Metropilis Spa Servizi Immobiliari
Client Management di Firenze, Trenitalia Spa Direzione
Regionale Toscana, RFI Spa Divisione Compartimentale
Movimento di Firenze di effettuare un monitoraggio delle
aree e degli immobili delle Stazioni situate nel territorio
della Provincia per individuare quelle parzialmente o totalmente disabilitate dal servizio e dismesse dall’attività ferroviaria.
L’Amministrazione Provinciale si è assunta l’incarico di
coordinare tutta l’attività burocratico – amministrativa per
arrivare nei tempi previsti alla stipula, fra Enti Locali ed
F. S. SpA, degli atti amministrativi (comodato e/o contratto di affitto) che regoleranno le modalità di utilizzo
delle aree e degli immobili non utilizzati ai fini ferroviari.
185
5
I SISTEMI AMBIENTALI
5.1. La gestione dei rifiuti
Con il Decreto Legislativo Ronchi (DLGS 22/1997) e con
le successive normative della Regione Toscana (LR
25/98, Piano regionale per i rifiuti urbani ed assimilati,
Piano regionale per i rifiuti speciali) si è superato il semplice concetto di smaltimento, per porre l’obiettivo di una
gestione dei rifiuti che privilegi la riduzione della produzione di rifiuto, il riutilizzo ed il recupero dei rifiuti, il
recupero di energia.
Questa nuova visione era già stata anticipata dalla pianificazione della Provincia di Firenze negli anni precedenti
all’uscita del DLgs 22/1997, che aveva basato la soluzione dei problemi di smaltimento dei rifiuti sulla raccolta differenziata sia della frazione secca che della frazione organica e sul recupero dai rifiuti (selezione e compostaggio, utilizzo termico con recupero di energia della
frazione combustibile).
Nonostante le carenze del passato, con l’avvento del
Dlgs 22/97 è mutato il ruolo e l’impegno su questo settore da parte degli enti locali, ai quali viene affidata con
obiettivi, adempimenti e scadenze certe, la responsabilità dell’attuazione degli stessi.
Tra i punti più importanti che il Dlgs 22/97 impone di
realizzare si ricordano:
l’organizzazione dei servizi di gestione rifiuti sul
territorio in ambiti territoriali ottimali
la pianificazione in tema di rifiuti anche speciali e
bonifica di siti inquinati
l’impegno in tema di Raccolta Differenziata e
Riduzione della Produzione di rifiuti
A fronte di ciò si è assistito sul territorio ad un forte
impegno in tal senso con il raggiungimento di risultati
significativi quali ad esempio:
la costituzione delle comunità di ambito degli ATO
5 e 6 con conseguente avvio del processo di
superamento della frammentazione della gestione
dei servizi di raccolta negli ATO della Provincia e
riorganizzazione delle aziende pubblico private.
La formazione del Piano stralcio per la gestione
dei rifiuti urbani relativo all’ATO 5 del quale fa
parte il circondario empolese valdelsa insieme
alla provincia di Pistoia, adottato con delibera del
Consiglio Provinciale n° 57 del 31.03.2003, in
fase di approvazione.
L’approvazione del piano stralcio per la gestione
dei rifiuti urbani relativo all’ATO 6 stralcio per la
gestione dei rifiuti urbani effettuata con Delibera
Consiglio Provinciale di Firenze n. 22 del 11
Febbraio 2002.
La realizzazione e/o ottimizzazione di alcuni
impianti che erano già oggetto della precedente
pianificazione e sono stati riconfermati in questa.
Il conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal d.lgs 22/97 a livello di ATO 6
L’attuazione di iniziative finalizzate alla riduzione
della produzione del rifiuto.
186
Per il prossimo futuro saranno portati a compimento gli
iter necessari alla approvazione dei due restanti stralci
del piano provinciale per la gestione dei rifiuti relativi ai
rifiuti speciali ed alla bonifica di siti inquinati.
Gli obiettivi degli stralci di piano ancora da approvare
sono individuabili essenzialmente come di seguito:
Piano rifiuti speciali: si tratta di definire un quadro
informativo relativo al sistema di produzione e
gestione dei rifiuti speciali in provincia, oltre a
definire un pacchetto di prescrizioni tecniche relative agli standards tecnologici minimi che dovranno avere i nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e l’individuazione sul territorio delle aree potenzialmente idonee ad ospitare impianti per la
gestione dei rifiuti speciali;
Piano bonifica dei siti inquinati: si tratta di definire un ordine di priorità per i siti individuati a medio
termine nella pianificazione Regionale e di redarre una anagrafe ed un archivio di tutti i siti su cui
sia in corso o sia stata eseguito un intervento di
bonifica di cui al dm 471/99, oltre a definire prescrizioni tecniche generali per la conduzione degli
interventi di bonifica o la cessazione di attività
produttive.
Le prospettive di realizzazione di grandi opere infrastrutturali, suscettibili di provocare alterazioni degli ecosistemi, richiedono nuovi strumenti di valutazione al fine di
ricercare la sostenibilità delle opere e minimizzare l’impatto sull’ambiente.
A tale scopo la Provincia di Firenze, grazie ad un apposito progetto LIFE-AMBIENTE, finanziato dalla Comunità
Europea, ha avviato una Valutazione di Impatto sulla
Salute (VIS) del nuovo termovalorizzatore di RSU previsto
dal Piano Provinciale nell’area della piana fiorentina.
5.1.1. Riduzione della Produzione di rifiuto
Uno degli obiettivi fondamentali assunti dal Piano
Provinciale di gestione dei rifiuti urbani e assimilati dell’
ATO n° 6 “Area Metropolitana Fiorentina” è volto a stabilizzare la produzione procapite di rifiuto, raggiungendo al
2005 una riduzione del 6% rispetto ai livelli di produzione del 1999.
La minimizzazione o la stabilizzazione dei rifiuti si è
dimostrata un aspetto critico della gestione dei rifiuti:
infatti in Italia la produzione di rifiuti cresce ed in particolare i rifiuti da imballaggio crescono a ritmi superiori
rispetto al PIL e ai consumi interni. Invece, in altri paesi
europei e principalmente in Germania e Olanda, con politiche mirate e misure economiche, il consumo di imballaggi è diminuito tra il 12 e il 15%.
Pertanto, l’obiettivo di riduzione previsto dal Piano provinciale dell’ ATO 6 potrà essere conseguito solo grazie
ad una forte e concorde azione dei soggetti pubblici e
privati interessati alla gestione dei prodotti e dei rifiuti.
E’ senza dubbio necessario il coinvolgimento attivo di
tutti soggetti produttori, distributori e consumatori; tutta-
via un ruolo fondamentale spetta agli Enti Pubblici, non
soltanto di garanzia del sistema, ma come soggetti attivi
con un proprio ruolo di promozione e di stimolo.
Gli strumenti mediante i quali la Pubblica
Amministrazione può attuare le politiche ambientali di
prevenzione dei rifiuti sono di diversi tipi:
•
Strumenti normativi;
•
Strumenti economici;
•
Strumenti volontari.
Gli strumenti legislativi e quelli economici, quali l’imposizione di tasse ambientali applicate a particolari categorie di beni non rientra nella competenza del nostro
Ente. E’ però possibile promuovere il passaggio da tassa
a tariffa sulla raccolta dei rifiuti, prevedendo uno sgravio
fiscale per i soggetti della piccola distribuzione che raggiungeranno obiettivi di diminuzione .
Gli strumenti volontari sono complementari a quelli di
tipo normativo ed economico e sono tra l’altro riconosciuti dal D.lgs. 22/1997, laddove si parla di “accordi e
contratti di programma”.
Nel 1998 è stato siglato un protocollo di intesa fra
Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Consiglio di
Quartiere n° 4 e Consorzio Quadrifoglio, volto ad individuare e sperimentare forme concrete di riduzione dei
rifiuti in particolar modo da imballaggio. Lo studio di fattibilità del progetto è stato affidato a Legambiente.
Sulla base di tale accordo generale, sono stati stipulati
nel dicembre 1999 quattro ulteriori protocolli di intesa
rispettivamente con la Grande Distribuzione Organizzata
(UNICOOP), con la Piccola Distribuzione (Confesercenti e
Confcommercio), con il Consorzio ADAT e con
McDonald’s Firenze.
L’ Assessorato all’Ambiente intende estendere tali protocolli a tutti i Comuni dell’ATO n.6.
Un notevole impegno dell’Assessorato all’Ambiente è volto
al sostegno economico di progetti finalizzati all’incremento
della raccolta differenziata e alla riduzione della produzione di rifiuto, proposti da Comuni e da Aziende; dall’anno
2001 è stato inoltre attivato un finanziamento specifico per
i progetti che riguardano esclusivamente la riduzione. Ciò
ha reso possibile un consistente cofinanziamento di progetti innovativi, quali la realizzazione di fontane di acqua di
buona qualità, la promozione di centri di manutenzione e
recupero tesi ad allungare la vita dei beni, l’istituzione di
uno sportello informativo sulla minimizzazione e riduzione
dei rifiuti da imballaggio rivolto alle categorie produttive, la
definizione di un marchio ecologico per le strutture alberghiere.
Particolare rilievo è stato dato alla promozione del compostaggio individuale; tale pratica porta ad evitare il conferimento dei rifiuti da manutenzione del paesaggio e a
ridurre di circa il 30% la produzione di rifiuto di origine
domestica. Nel corso degli ultimi anni è stato cofinanziato l’acquisto di oltre 3000 biocomposter, che le aziende
hanno distribuito ai cittadini.
L’Assessorato all’Ambiente sta realizzando anche direttamente alcune iniziative quali:
•
la promozione presso gli enti pubblici di forme di
acquisti verdi, anche con l’organizzazione di specifici corsi di aggiornamento in collaborazione con
ARPAT;
•
la introduzione nelle scuole medie superiori di
competenza, di addolcitori di acqua di rubinetto,
al fine di diminuire il consumo di bottiglie di plastica;
•
la previsione di uno specifico bando rivolto alle
amministrazioni comunali che dimostrino di aver
conseguito una effettiva riduzione della produzione di rifiuti.
Si prevede inoltre di realizzare una campagna informativa a supporto di tutte le iniziative. Obiettivo di questa
azione è la sensibilizzazione e l’educazione del consumatore alla prevenzione e riduzione dei rifiuti.
5.1.2 Cofinanziamenti di progetti in materia di raccolta
differenziata e riduzione della produzione di rifiuti
Negli anni 2000-2003 la Provincia di Firenze ha attivato
consistenti finanziamenti a favore di progetti, proposti da
Aziende ed Enti locali, relativi all’incremento della
Raccolta Differenziata e alla diminuizione della produzione di rifiuto. Vengono di seguito indicati l’investimento
complessivo e l’elenco dei progetti finanziati.
Investimenti complessivi anni 2000-2003
Anni 2000-2001
£ 1.250.000.000
Anno 2002
€ 318.474,14
Progetti cofinanziati con fondi Provinciali 2000
Comune di Figline V.no
A.E.R.
A.E.R.
Comune di Rignano S/Arno
Comune di Figline V.no
S.A.FI.
Comune di Reggello
Realizzazione centro intercomunale per la raccolta e lo stoccaggio
di rifiuti provenienti da attività agricole
Servizio itinerante di raccolta rifiuti urbani pericolosi
Servizio di raccolta manufatti contenenti amianto
Servizio di raccolta manufatti contenenti amianto
Servizio di raccolta differenziata di rifiuti organici
Acquisto composter e relativa assistenza
Acquisto composter e relativa assistenza
187
Progetti cofinanziati con fondi Provinciali 2001
AMI
PUBLISERVIZI
S.A.FI
S.A.FI
S.A.FI
QUADRIFOGLIO
S.A.FI S.PA.
AMI S.p.A
A.E.R.
Quartiere n.5 Comune di Firenze
Publiacqua S.P.A.
Comune di Reggello
QUADRIFOGLIO
S.A.FI.
Quartiere n. 4 Comune di Firenze
QUADRIFOGLIO
Compostaggio individuale nei Comuni di Marradi e Firenzuola
Raccolta differenziata carta, ingombranti, rifiuti urbani pericolosi
Progetti di raccolta differenziata di rifiuti organici
Progetti di raccolta differenziata di rifiuti verdi
Progetti di raccolta differenziata di multimateriale a cassonetto
Informazione e fornitura di strumenti agli utenti per il miglioramento
della raccolta differenziata
Verifica dei servizi svolti e controllo della qualità dei materiali raccolti
Stazione Ecologica ubicata nel Comune di Firenzuola
Raccolta porta a porta di organico, raccolta di ingombranti, multimateriale,
rifiuti urbani pericolosi, etc.
Installazione n.29 distributori di acqua
Installazione di n. 6 fontane di acqua di alta qualità
Acquisto di n. 100 composter e relativa informazione e assistenza
ai cittadini
Diffusione di composter nelle scuole fiorentine
Predisposizione centri di raccolta per utilizzo beni durevoli all’interno degli
ecocentri ubicati nelle località di di Canciulle e Pontenuovo
Sportello di consulenza sulla riduzione degli imballaggi
Definizione di un marchio per le strutture alberghiere ecolgicamente
compatibili
Progetti cofinanziati con fondi Provinciali 2002
S.A.FI
S.A.FI
QUADRIFOGLIO
Potenziamento numero verde aziendale
Servizi porta a porta centri storici e siti industriali
“Gli angeli di Quadrifoglio”, finalizzato all’informazione ed educazione alla
raccolta differenziata
QUADRIFOGLIO - Comune di Calenzano “Educazione alla gestione dei rifiuti”
QUADRIFOGLIO
“Borsa del riciclaggio”, finalizzato allo scambio e riutilizzo di merci
altrimenti destinate allo smaltimento
Publiacqua S.P.A.
Installazione di n. 5 fontane di acqua di alta qualità
S.A.FI
Acquisto di n. 150 composter e relativa informazione e assistenza
ai cittadini
S.A.FI
Realizzazione porzione destinata alla raccolta dei beni durevoli nella
stazione ecologica di Scandicci.
Amici della Terra
“Buono come il pane” finalizzato al riutilizzo del pane avanzato
5.2.
Il Sistema aria e la tutela
dell’ inquinamento atmosferico
Gli obiettivi dell’Unione Europea per la tutela della qualità dell’aria, contenuti nel Sesto Programma di Azione per
l’Ambiente, sono volti a raggiungere livelli di qualità dell’aria che non comportino impatti o rischi inaccettabili
per la salute umana e per l’ambiente.
Le direttive europee individuano le sostanze inquinanti
da controllare e monitorare in base a metodi di analisi
standardizzati e definiscono le linee generali cui gli stati
membri devono attenersi per l’attivazione di piani di
risanamento.
Vengono così stabiliti i valori limite e la soglia di allarme
188
per specifici inquinanti, i requisiti minimi necessari per il
rilevamento della qualità dell’aria, numero e ubicazione
dei punti di campionamento e tecniche di misurazione, i
requisiti per la valutazione tramite campionamento o
modellizzazione, i requisiti di informazione al pubblico.
Alle Regioni spetta l’attività di coordinamento del sistema di monitoraggio e di controllo sul rispetto della normativa, la valutazione della qualità dell’ aria e la predisposizione e adozione dei piani di risanamento o di mantenimento.
L’attività che l’Amministrazione Provinciale svolge dal
1993, con il supporto tecnico dell’ARPAT, per il controllo
della qualità dell’aria, rappresenta un’esperienza avanzata nel panorama italiano. Per molti inquinanti atmosfe-
rici, anche non tradizionali, l’uso di modelli previsionali
stocastici di supporto decisionale all’Autorità
Competente è utile per definire i provvedimenti in funzione del livello di rischio previsto.
La rete pubblica di rilevamento della Provincia di Firenze
è attualmente costituita da 15 stazioni fisse per il rilevamento degli inquinanti e da un laboratorio mobile. Di
queste, 12 stazioni fisse insistono nel territorio dei
Comuni dell’ Area Omogenea Fiorentina, costituita da
Firenze e da sette comuni limitrofi. La rete pubblica comprende anche quattro stazioni per il rilevamento di parametri meteorologici.
In questi anni, sulla base delle più frequenti emergenze,
si è provveduto ad incrementare la dotazione di polverimetri, sia PM10 che PM2,5. Inoltre sono state effettuate
campagne di monitoraggio per la determinazione di benzene mediante campionatori attivi e mediante campionatori passivi e per la determinazione di Idrocarburi
Policiclici Aromatici (benzo(a)pirene ed altri IPA cancerogeni).
E’ proseguito l’obiettivo di inserimento nella rete pubblica di stazioni di rilevamento di proprietà di privati; in particolare, dopo la stazione UNICEM di Calenzano, quella di
proprietà SAFI e SACCI a Greve in Chianti, mentre la stazione del consorzio CAVET di Sesto Fiorentino mette a
disposizione di ARPAT i propri dati già validati.
L’obiettivo per l’anno 2004 è rappresentato da una ulteriore estensione della rete con la copertura dei comuni di
Campi Bisenzio e di Bagno a Ripoli e con l’installazione
nel Comune di Firenze di uno strumento DOAS.
Anche per quanto riguarda il sistema autorizzatorio relativo alle emissioni in atmosfera ex D.P.R. 203/88 la
Provincia, insieme ad ARPAT, è impegnata in una forte
attività di controllo relativa agli impianti autorizzati, che
comprende anche le analisi di microinquinanti in attività
a rischio, quali ad esempio il recupero energetico da
rifiuti per via termica.
Per quanto riguarda tale attività viene previsto un incremento del 25% del numero di controlli rispetto al precedente anno. Tale incremento sarà conseguito sia con
controlli analitici diretti sulle emissioni, sia con controlli
tecnici atti ad accertare il buon funzionamento dell’impianto.
L’attività di monitoraggio chimico della qualità dell’aria,
sia con strumenti automatici sia con campagne mirate,
sono state integrate con tecniche di biomonitoraggio,
con licheni epifiti e con cultivar di tabacco sensibili all’ozono troposferico, e da attività statistiche, come l’aggiornamento dell’inventario delle emissioni in atmosfera, i
cui dati, per il futuro, potranno essere confrontati con i
dati prodotti dal Sistema Informativo Regionale
Ambientale.
e di ARPAT-Dipartimento di Firenze ed è stato sviluppato
in cooperazione con LINNÆA ambiente Srl. In termini
operativi, SPIMQA è costituito da due componenti:
•
la rete di rilevamento mediante analizzatori chimico-fisici, dedicata alla misura dell’ozono su un
numero limitato di punti del territorio provinciale
distribuiti secondo i criteri definiti dalla legislazione vigente;
•
la rete di monitoraggio biologico, dedicata alla
stima dell’ozono su un numero elevato di punti
distribuiti sistematicamente sul territorio provinciale. La rete biologica utilizza piante di Nicotiana
tabacum cv. Bel W3 ozono sensibili, che manifestano cioè sintomi specifici in presenza di ozono.
Un modello deterministico permette di ottenere
una distribuzione dei sintomi sul territorio provinciale per celle di 2x2 km.
L’integrazione tra le due reti è data dal fatto che la rete
chimico-fisica serve a calibrare la rete biologica; una
volta note le relazioni statistiche tra concentrazioni di
ozono e sintomi sui bioindicatori, è possibile ottenere
stime di vari descrittori di ozono (valori massimi, medi ed
AOT40) per ciascuna cella territoriale 2x2 km. La particolare struttura del progetto e la funzionalità della
cooperazione consentono di ottenere mappe sui livelli
settimanali di ozono entro 24 ore dal rilevamento dei sintomi, pubblicate regolarmente in Internet.
5.2.1.1. Risultati ottenuti nel periodo 2000-2002
SPIMQA è stato progettato nel 1999 e portato avanti nel
periodo 2000-2002. I risultati hanno permesso per la
prima volta di poter stimare i livelli di ozono per tutti i
comuni della provincia di Firenze. Sono state evidenziate concentrazioni medie massime di ozono relativamente elevate (120-140 µg*m-3) non solo nei comuni prossimi a Firenze (Firenze, Bagno a Ripoli, Fiesole,
Pontassieve, Impruneta, Scandicci, Sesto), ma anche in
Val di Sieve (Rufina, Dicomano, San Piero a Sieve), nel
Mugello e nella montagna appenninica in genere
(Palazzuolo sul Senio, Firenzuola, Marradi, San Godenzo,
Londa, Scarperia, Vicchio, Vaglia, Pelago, Reggello).
Meno elevate sono risultate le concentrazioni stimate per
la zona occidentale e sud-occidentale della provincia
(Fucecchio, Montaione, Gambassi: ca. 100 µg*m-3). I
risultati, che per la prima volta documentano elevate
concentrazioni di ozono nelle aree rurali e forestali della
provincia di Firenze, suggeriscono la possibilità di effetti
avversi dell’ozono, non solo sulle popolazioni, ma anche
sulle colture agrarie e sulle foreste. Le relazioni deterministiche riscontrate tra i valori misurati e stimati di sintomi ed ozono ai vari anni hanno reso inoltre possibile un
primo approccio previsionale.
5.2.1. Il Sistema Permanente Integrato per il
Monitoraggio della Qualità dell’Aria (SPIMQA)
5.2.1.2. Prospettive 2003-2004
SPIMQA è essenzialmente dedicato alla stima della contaminazione da ozono del territorio della provincia di
Firenze. SPIMQA è un progetto innovativo della Provincia
Il completamento del ciclo permetterà di migliorare la
precisione del mappaggio, permettendo stime più robuste sulla contaminazione “media” da ozono del territorio
189
provinciale, e favorendo le analisi di tendenza sul medio
periodo.
La Direzione Tutela Ambientale ha in programma di sviluppare tale sistema integrato di controllo per ottenere
una sufficiente conoscenza dell’ambiente atmosferico in
gran parte del territorio provinciale, in particolare per le
zone ad intensa presenza e attività umana, come la zona
della piana individuata dall’Area Omogenea ex DGR
1406/01 e DGR 116/02. Anche per queste zone, peraltro,
l’utilizzo delle conoscenze già maturate, attraverso l’utilizzo di modelli matematici di stima e correlazioni statistiche, permetterà di estendere il controllo del territorio
ottimizzando peraltro l’utilizzo di risorse economiche,
umane e strumentali.
La valutazione delle informazioni complessivamente
disponibili permetterà quindi di:
•
disporre sulle aree d’interesse del territorio provinciale di elementi sufficienti a valutare la qualità dell’aria, specialmente nelle aree giudicate a
rischio di episodi acuti di inquinamento atmosferico e nelle zone oggetto di valutazione specifica;
•
delimitare e caratterizzare con sempre maggiore
dettaglio le aree soggette a smog fotochimico e
ad episodi acuti di inquinamento atmosferico da
ozono troposferico;
•
caratterizzare con sempre maggiore precisione la
qualità dell’aria nelle aree a rischio di episodi
acuti di inquinamento atmosferico, in particolare i
centri urbani, con campagne mirate e sistemi
DOAS;
•
sviluppare gli strumenti modellistici ed i sistemi
stocastici per la valutazione ante operam dell’effetto sulla qualità dell’aria di interventi strutturali.
5.3. Il sistema acqua – controllo degli
scarichi e monitoraggio della
qualità dei corpi idrici.
Con la recente emanazione di normative in materia di
tutela delle acque dall’inquinamento, la Provincia è stata
investita di nuovi ed importanti compiti autorizzatori e di
controllo in merito agli scarichi di acque reflue industriali ed urbane.
Gli obiettivi che la Provincia si pone nel rilasciare le autorizzazioni sono tesi alla salvaguardia della qualità delle
acque del corpo ricettore, impedendone il peggioramento, salvaguardandone gli usi attuali e futuri ed infine perseguendo gli obiettivi di miglioramento fissati dalla
Regione.
La fase transitoria di applicazione di dette normative ha
comportato un difficile lavoro di raccolta dati presso i
Comuni (enti competenti in materia prima delle nuove
normative) e di rilascio di nuove autorizzazioni che hanno
consentito di rendere omogenee le procedure e gli
adempimenti su tutto il territorio provinciale.
Un ulteriore problema che si è presentato è di natura
conoscitiva. Si rende infatti necessario individuare gli
190
scarichi presenti sui corpi idrici della Provincia al fine di
impostare una efficace campagna di controlli. Per fare
questo è in corso di definizione un progetto con il quale
verranno ricercate le sinergie necessarie con il mondo
della scuola e con quello dell’associazionismo.
Il progetto consentirà di coinvolgere in particolare gli istituti tecnici per geometri ai quali verranno messe a disposizione strumentazioni di ultima generazione per il
rilievo di dati territoriali che potranno essere utilmente
sperimentate sul campo con indubbi benefici dal punto
di vista didattico e formativo. Sul fronte dell’associazionismo sarà invece cercata una collaborazione con quelle associazioni che della difesa dei fiumi hanno sempre
fatto la loro ragione di esistere, prime fra tutte le associazioni dei pescatori.
Il censimento capillare, fiume per fiume, di tutti i punti di
scarico rappresenterà la base attraverso la quale impostare una opportuna campagna di controlli che consentirà di individuare i soggetti che eludono le normative in
maniera sistematica; è infatti abbastanza comune controllare che i soggetti autorizzati rispettino i limiti imposti, più raro e più complesso è individuare chi elude completamente gli obblighi.
Un ulteriore impegno che la Provincia si è assunta è
quello di ampliare la già efficiente rete di punti di misura della qualità dei corpi idrici, finanziata dalla Regione
Toscana e gestita da Arpat. In questa prima fase l’impegno si sta concentrando verso quello che si avvia ad
essere uno dei corpi idrici più importanti del territorio
provinciale: il Lago di Bilancino. Esso infatti oltre a rappresentare una insostituibile riserva idrica per gli acquedotti dell’intera Provincia e di alcuni territori contermini,
consente di mantenere una portata sufficiente ad evitare
l’anossia nel tratto cittadino dell’Arno.
Da quando questo serbatoio è entrato in funzione, effettuando rilasci programmati di acqua, ha reso superflui gli
interventi di ossigenazione che la Provincia era solita
attuare al fine di ridurre gli inconvenienti igienico sanitari derivanti dalle ricorrenti morie di pesci.
Il lago di Bilancino, inoltre, rappresenta anche un importante polo di aggregazione, l’occasione di rilancio da un
punto di vista turistico di una parte importante del territorio provinciale e, infine, dal punto di vista ambientale,
un ecosistema abbastanza fragile.
Per questo la Provincia, fin dal 2001, ha deciso di dotare
questa risorsa di un sistema di monitoraggio in continuo
costituito da una particolare Boa che, ancorata nel punto
più profondo del lago, ne misura, in automatico ed a
varie profondità, alcuni parametri significativi. Questo
consentirà di programmare gli interventi sul lago anche
tenendo conto della qualità dello stesso. Inoltre, in accordo con altri Enti, la Provincia si è fatta promotrice della
costituzione di un osservatorio ambientale al quale
faranno riferimento tutti i soggetti che operano a vario
titolo sul lago di Bilancino. In particolare l’osservatorio
vedrà la partecipazione oltre che dalla Provincia e del
Comune di Barberino di Mugello, anche della Regione
Toscana, della Comunità Montana Mugello, dell’Arpat,
dell’ASL n.10, dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno,
dell’Autorità di A.T.O. n. 3, della Società Pubbliacqua,
della Società Bilancino e dell’A.R.S.I.A.
I compiti dell’osservatorio saranno essenzialmente di
indirizzo delle azioni volte a garantire la tutela e la valorizzazione ambientale del lago con particolare riferimento alle iniziative di protezione ambientale oltre alla formulazione delle proposte volte al mantenimento e
miglioramento della qualità delle acque del lago.
6
Altri Progetti
6.1.
Progetto qualità
L’affermarsi del concetto di “sviluppo sostenibile” costituisce un forte stimolo verso il miglioramento delle prestazioni ambientali di molti settori produttivi.
Gli Enti Locali devono contribuire a indirizzare il cambiamento nel mondo delle imprese. Oggi nessuna azienda
può permettersi di sottovalutare i problemi ambientali
emergenti: nuove normative, sistemi di controllo più adeguati, richieste del pubblico, impongono scelte volte al
miglioramento delle prestazioni ambientali.
I sistemi di gestione ambientale (SGA) rappresentano
quindi una opportunità per le imprese per ridurre il proprio impatto ambientale, abbassare i costi, aumentare
l’efficienza della gestione e migliorare la propria immagine.
EMAS è il regolamento Comunitario riguardante l’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit che, nella sua versione
aggiornata ha l’obiettivo di migliorare la prestazioni
ambientali organizzando le proprie attività in modo da
minimizzare in modo costante e graduale, il proprio
impatto sull’ ambiente.
Corollario di un simile sistema di gestione è un rapporto
di cooperazione e di trasparenza con le istituzioni e con
il pubblico.
L’azione coordinata di Regione ed Enti locali con le
Associazioni Imprenditoriali e le aziende è suscettibile di
coniugare la legittima preoccupazione di ogni singolo
settore produttivo di mantenere e aumentare la propria
competitività con l’obiettivo di essere socialmente
responsabile.
Il tema della semplificazione delle procedure amministrative, ed in particolare delle autorizzazioni e dei controlli, a favore delle imprese che aderiscono a sistemi di
gestione ambientale, rappresenta una ipotesi già percorribile e adottata in diversi contesti.
Si tratta di individuare semplificazioni e snellimenti procedurali nel rapporto tra gli enti locali e le aziende certificate ISO 14001 o EMAS, operanti nel proprio territorio.
Ciò peraltro costituirebbe un forte stimolo verso la certificazione anche per le aziende che non abbiano adottato
questi strumenti volontari.
La Provinciale ha partecipato al “Progetto Chiara”, promosso da ARPAT, per l’accompagnamento di piccole e
medie industrie della filiera del vetro nel distretto di
Empoli, verso l’adozione di Sistemi di Gestione
Ambientale, che si è da poco concluso.
Il coordinamento del Progetto è stato assicurato da un
Comitato Tecnico Scientifico, costituito dai firmatari
(ARPAT, Provincia, Circondario Empolese Valdelsa,
Associazione Industriali, Lega COOP, CNA).
L’attività ha coinvolto inizialmente 25 aziende di cui circa
la metà stanno adesso proseguendo verso la certificazione ambientale.
L’attività del CTS ha riguardato la condivisione del meto-
191
do operativo, l’elaborazione di Linee Guida di settore per
l’Analisi Ambientale Iniziale, la definizione e il controllo
dell’erogazione dei percorsi formativi per il personale
delle aziende.
Il CTS, inoltre, ha cercato di coordinare le associazioni
aderenti e le imprese per l’ottenimento di strumenti di
agevolazione finanziaria da parte della Regione Toscana.
Solo parte delle imprese hanno ricevuto i finanziamenti
per il proseguimento dell’attività.
A conclusione del lavoro, il CTS ha preso atto che lo sviluppo delle fasi conclusive del percorso di ecogestione
potrà essere autonomamente svolto dalle aziende stesse, con il supporto delle Associazioni di categoria.
Metodologie adottate, strumenti e tecniche di lavoro del
progetto Chiara, che ha assunto un ruolo pilota nel panorama nazionale, costituiscono importanti indicazioni per
quanti vorranno impegnarsi in futuro sulla strada della
certificazione ambientale.
L’Assessorato all’Ambiente della Provincia, in collaborazione con i soggetti sociali ed economici, intende stimolare ed aiutare l’attuazione di questo processo nel territorio provinciale, con l’erogazione di servizi e supporto
organizzativo.
6.2.
Progetto Energia
Alla Provincia sono affidate funzioni e compiti in materia
di fonti rinnovabili di energia e risparmio energetico,
autorizzazione di impianti di produzione di energia e controlli sul rendimento energetico degli impianti termici.
Per adempiere a parte di detti compiti al Provincia di
Firenze si è fatta promotrice della costituzione
dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia che ha visto la luce
nell’anno 2000 nell’ambito del Progetto SaveII cofinanziato dalla Commissione Europea ed a cui hanno aderito
numerosi soggetti sia pubblici (fra cui i comuni di
Firenze, Sesto F.no, Scandicci, la Comunità Montana del
Mugello, ecc.) che privati (Assindustria Firenze, C.N.A.,
Camera di Commercio, Publiser, FiorentinaGas, Consiag,
Quadrifoglio, ecc.).
Attraverso l’Agenzia Fiorentina per l’Energia è stata
avviata la valorizzazione delle risorse locali concentrandosi sul settore degli agriturismo, dove è stato portato il
Progetto europeo REST – rinnovabili e turismo sostenibile – in 50 aziende.
Con questo progetto, l’Agenzia, oltre a specializzarsi in
diagnosi energetiche degli edifici, sta facilitando la realizzazione di applicazioni di risparmio energetico e rinnovabili come anche mini-eolico che posizionino ulteriormente le strutture nel mercato europeo dell’eco-turismo.
Questo metodo dovrà continuare anche quando il REST
terminerà – nel febbraio 2004 – trovando sinergie con il
Progetto EUSolExhibition che ha durata triennale fino a
febbraio 2006
E’ stato inoltre intrapreso lo studio di particolari siti dove
incrementare l’uso efficiente delle risorse naturali. In
particolare e’ attivo il Progetto Sambuca per finalizzare
la fattibilità di un cogeneratore a biomassa di scarto arti-
192
gianale, boschiva ed agricola locale presso il parco industriale della Sambuca nel Comune di Tavanelle Val di
Pesa, con il coinvolgimento del Comune di San Casciano
Val di Pesa. Lo studio di fattibilità del cogeneratore e’ in
via di completamento insieme allo studio del depuratore
da parte di Publiacqua ed entrambi verranno realizzati
nella stessa area della Sambuca.
L’iniziativa in questione opera in sinergia con il progetto
Sambuca 2000-2010 e rappresenta un utile mezzo di
diffusione dell’utilizzo razionale dell’energia presso gli
enti locali.
L’Agenzia Fiorentina per l’Energia collabora anche con i
comuni di Bagno a Ripoli, Fiesole e Calenzano per la realizzazione del bilancio energetico delle utenze comunali,
per iniziative formative nelle scuole e per ogni altra priorità volta ad uno sviluppo energetico sostenibile.
L’iniziativa in Sambuca viene replicata in Mugello nel
quadro del Progetto Direttore per le aree industriali di
Scarperia e di San Piero a Sieve, con l’obiettivo della
valorizzazione energetica delle biomasse forestali e residuali. Tale l’attività dovrà proseguire in questa direzione
anche in altre zone artigianali-industriali .
In riferimento al controllo del corretto rendimento di
combustione degli impianti termici, compito affidato alle
province dalla normativa nazionale di settore, si è provveduto ad avviare la campagna di autocertificazione
accompagnata da una massiccia campagna informativa
che, oltre a richiamare i cittadini agli obblighi di legge,
indica percorsi preferenziali e semplificati per l’adempimento degli stessi. Per fare ciò sono stati stipulati appositi protocolli di intesa che hanno visto la partecipazione
delle categorie economiche e delle associazioni di difesa
dei consumatori. La campagna ha prodotto quale risultato una altissima percentuale di impianti autocertificati
che semplificheranno le operazioni di verifica sia per
l’ente che per i cittadini.
Ha inoltre preso avvio la campagna di verifica che verrà
condotta utilizzando tecnici appositamente formati dalla
Provincia in collaborazione con Arpat. La formazione di
detti verificatori è stata indirizzata oltre che alle opportune conoscenze tecniche e normative, anche ad un
approccio eticamente corretto verso l’utente che per
lungo tempo non è stato educato alla corretta manutenzione del proprio impianto termico.
Proprio in considerazione del ritardo con cui si muove
tutto il comparto è stato ritenuto necessario intervenire
con un fondo di solidarietà per far fronte ai casi di accertata rilevanza sociale ove sia insostenibile l’onere economico derivante da eventuali prescritti interventi di
sostituzione o adeguamento degli impianti termici e
incentivare l’innovazione del parco caldaie nella direzione del risparmio energetico e della lotta all’inquinamento, anche in riferimento alle tecnologie di utilizzo delle
fonti rinnovabili.
In prospettiva le direttrici dell’attività della provincia, con
il supporto dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia, riguarderanno:
1.
la messa a regime del sistema delle verifiche
secondo quanto prescritto dalla legge come forma
di tutela da parte della Provincia per i cittadini
sulla qualità della manutenzione realizzata;
2.
l’avvio di un programma di sostituzione delle caldaie datate con impianti ad alta efficienza energetica;
3.
una forte campagna per l’impiego dei pannelli
solari termici per acqua sanitaria come “eliodomestico”, sempre conveniente anche attraverso
gli incentivi a fondo perduto che la Toscana dal
2000 fornisce e che l’Agenzia gestisce attraverso
un accordo volontario;
4.
la stesura del programma energetico provinciale, la
cui fase preliminare di compilazione del quadro
conoscitivo è in corso di stesura da parte
dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia che dovrà definire gli obiettivi di sviluppo ed orientamento per una
razionalizzazione del sistema energetico, al fine di
permettere uno sviluppo del territorio provinciale in
coerenza con gli obiettivi ambientali.
Fra i compiti che si assumerà la Provincia di Firenze fin
dai prossimi mesi ci sarà anche quello di rilanciare e
coordinare un programma provinciale per l’uso delle
fonti rinnovabili, eolico, solare termico e utilizzo delle
biomasse, che veda protagonisti i comuni insieme alle
forze economiche e produttive presenti nel territorio provinciale.
6.3.
Su questa linea di azione si orienteranno le attività dei
prossimi anni, riconfermando gli impegni a sostegno
delle attività di controllo e perseguendo le intese con gli
operatori economici di settore.
Nella stessa direzione vanno gli interventi provinciali in
materia di linee elettriche, per le quali gli interventi
riguardano anche l’autorizzazione alla costruzione ed
all’esercizio di nuove linee di media tensione coinvolgendo anche, in maniera diretta, le funzioni di pianificazione (PTC, individuazione dei corridoi infrastrutturali,
ecc.) e di controllo (da svolgere con Arpat o direttamente in accordo con la Polizia Provinciale).
Progetto elettrosmog
L’impegno della Provincia su questo tema si è andato
negli anni intensificando con l’obiettivo di rispondere alle
crescenti preoccupazioni dei cittadini sulle problematiche connesse all’esposizione ai campi elettromagnetici,
siano essi dovuti alla frequenza della rete elettrica civile
o alle emissioni delle stazioni radio base per la telefonia
cellulare.
Significativo, in questi anni, è stato il contributo fornito
dalla Provincia al potenziamento delle attività di controllo e consulenza svolto dal Dipartimento fiorentino
dell’Arpat.
La stesura di un accordo procedurale fra Provincia di
Firenze, Dipartimento Provinciale Arpat, Servizio sub provinciale Arpat dell’Empolese-Valdelsa, Dipartimento della
Prevenzione delle ASL 10 e 11 per la realizzazione di reti
di telefonia cellulare sicure, ha consentito di individuare,
prima che intervenissero leggi e regolamenti di settore,
le procedure da seguire per la approvazione, la realizzazione e la gestione delle reti e in particolari delle stazioni radio base.
Significativa è stata la firma di un ulteriore accordo procedurale fra gli stessi soggetti del precedente e i gestori di telefonia cellulare TIM, OMNITEL, WIND e BLU attraverso il quale è stato possibile reperire ulteriori risorse
per il potenziamento dei controlli.
193
Ambiente
e salute
196
Il Piano Sanitario Regionale
2002-2004 della Regione
Toscana
L’integrazione fra strutture per la tutela
dell’ambiente e la salvaguardia della
salute
In un quadro di integrazione dell’azione istituzionale per
comuni obiettivi di salute, assume particolare importanza
lo strumento della integrazione programmatica e tecnica
fra competenze e modalità operative per la tutela dell’ambiente e per la prevenzione delle malattie e la salvaguardia
della salute. Con il Piano Sanitario Regionale 2002-2004 la
Regione Toscana persegue l’obiettivo dell’integrazione
attraverso molteplici strumenti, tra cui:
- la collaborazione tra l’ARPAT, l’ARS e le Aziende USL prioritariamente ai fini:
a) dello svolgimento di attività e ricerche congiunte nel
campo dell’epidemiologia ambientale;
b) dello svolgimento di attività integrate di comunicazione
del rischio ambientale e sanitario;
- la collaborazione tra l’ARPAT, l’ARS e le Aziende USL per
la valutazione dei dati ambientali con valenza sanitaria, l’adozione di provvedimenti concordati per la tutela della
salute pubblica e la collaborazione su progetti di ricerca
finalizzata di interesse sanitario e ambientale;
- il pieno inserimento degli interventi di prevenzione e di
salvaguardia dell’ambiente nell’insieme delle politiche
finalizzate per obiettivi di salute a livello locale, attraverso
Piani Integrati di Salute interagenti con gli strumenti di programmazione concertata regionale e comunitaria;
- l’integrazione funzionale ai fini della programmazione e lo
svolgimento di iniziative formative ed educative sui temi
della salute e dell’ambiente.
I Piani integrati di salute
E’ necessario, nell’ambito di un Piano sanitario orientato
alla produzione di salute, valorizzare gli interventi di salvaguardia e controllo della qualità ambientale e sociale attraverso dei veri e propri “Piani” finalizzati alla realizzazione
di progetti con specifici “Obiettivi”. I “Piani integrati di
salute” costituiscono la modalità di operare delle zone distretto e, ove costituite, delle Società della salute.
I Piani integrati di salute scaturiscono da un procedimento
di concertazione al quale partecipano i soggetti istituzionali e quelli rappresentativi delle comunità locali; sono
coerenti con l’impostazione regionale della programmazione integrata e si allineano alle direttive della
Organizzazione Mondiale della Sanità sullo sviluppo della
salute nelle comunità. Essi inoltre si avvalgono delle esperienze condotte nell’ambito del “Progetto città sane”, della
“Agenda 21” e della rete degli “Ospedali che producono
salute”. I Piani integrati di salute devono interagire con gli
strumenti della programmazione locale, nonché con i Patti
territoriali per lo sviluppo e l’occupazione. I Piani integrati
sono progetti complessi su problematiche specifiche ad
alta valenza sociale, che coinvolgono varie risorse ed
hanno una ricaduta specifica, valutabile e misurabile, sullo
stato di salute del territorio.
Miglioriamo la salute con un ambiente
di qualità - Obiettivi del PSR
• Migliorare la qualità dell’aria
Individuazione dei centri urbani a maggior rischio, sorveglianza delle condizioni di salute attraverso dati correnti,
produzione di Piani di Salute concertati a livello locale per
contenere i parametri di inquinamento.
• Migliorare la qualità dell’acqua
Intensificazione della sorveglianza degli inquinanti chimici
nell’acqua per uso umano; valutazione dell’impatto sulla
salute dei sistemi di potabilizzazione.
• Migliorare la qualità del suolo
Valutazione di impatto sulla salute dei Piani di smaltimento dei rifiuti, concertazione a livello locale per individuare le
zone a maggior rischio e per attivare interventi di controllo
del territorio.
• Assicurare la qualità degli alimenti
Controllo degli alimenti e delle bevande dalla produzione
alla trasformazione e somministrazione, con particolare
riguardo ai prodotti destinati all’infanzia, alla protezione
dalla contaminazione ambientale e alla costruzione di iniziative promozionali per la produzione agricola di qualità.
• Riduzione delle emissioni rumorose
Valutazione di impatto sulla salute delle emissioni rumorose, concertazione locale per individuare le zone a maggior
rischio e per attivare interventi di risanamento.
• Riduzione dell’esposizione a campi elettromagnetici
Valutazione di impatto sulla salute dell’esposizione a campi
elettromagnetici, concertazione locale per individuare le
zone di maggiore esposizione, attivazione di interventi di
sorveglianza e di mitigazione.
• Assicurare la protezione da radiazioni ionizzanti
Individuazione delle zone a maggior rischio di esposizione
a radiazioni ionizzanti in ambienti di vita e di lavoro, nonché in ambienti naturali, attivazione di interventi di sorveglianza delle condizioni di salute e individuazione di azioni
di mitigazione dei fattori di rischio.
Allunghiamo la vita aumentando
la sicurezza
Gli infortuni stradali e sul lavoro rappresentano la prima
causa di morte nei giovani di età 15-24 anni; quelli domestici interessano bambini, donne ed anziani provocando
morti ed invalidità. E’ importante ricordare che si tratta di
eventi che sono spesso evitabili con accorgimenti e misure semplici e fattibili. In Toscana, gli infortuni sul lavoro, per
quanto decrescenti, sono ancora più alti rispetto alla media
nazionale, con più di 100 decessi l’anno. Gli infortuni stradali sono causa di più di 400 decessi l’anno. Circa il 50%
dei traumatismi cranio-encefalici invalidanti è dovuto ad
infortuni da traffico, con circa 25 casi ogni 100.000 abitanti
di conseguenze gravi ogni anno. Un numero di poco minore di decessi è legato agli infortuni domestici. La Provincia
di Firenze si colloca in una posizione intermedia fra le pro-
197
vince toscane per il rischio da incidenti stradali.
La Regione Toscana intende operare per aumentare la
sicurezza dei cittadini nelle case, sulla strada, sul lavoro e
nelle attività del tempo libero, anche attraverso lo sviluppo
di comportamenti adeguati a difendere la vita propria ed
altrui..
Obiettivi del PSR sulla sicurezza
• La sicurezza sulla strada
Individuazione dei ”punti neri” del traffico a livello locale e
programmazione di interventi preventivi; educazione nelle
scuole e nelle comunità locali; analisi degli aspetti critici
del trasporto e dell’emergenza per il trattamento degli
infortunati.
• La sicurezza nelle case
Educazione nelle scuole e nelle comunità locali, rivolta
soprattutto alle donne, ai bambini ed agli anziani, finalizzata a migliorare la competenza dei cittadini sulla sicurezza
in ambiente domestico.
• La sicurezza sul lavoro
Attivazione di interventi di prevenzione e controllo di provata efficacia a livello locale e valutazione di impatto.
Riduzione del 20% degli infortuni sul lavoro nel triennio.
• La sicurezza nel tempo libero
Educazione a comportamenti prudenti, controllo delle
strutture dedicate allo svago.
La prevenzione per la salute
L’evoluzione della società e della percezione della salute da
parte dei cittadini pone nuove responsabilità ai
Dipartimenti di Prevenzione attraverso i quali si realizza la
massima integrazione fra organizzazione sanitaria e territorio. I versanti sui quali i dipartimenti di prevenzione, come
rete di strutture per la salute, devono organizzare e sviluppare azioni sinergiche con gli altri settori della società sono
l’analisi dei rischi, la loro valutazione, l’impatto che possono avere sulla salute, le strategie e le modalità d’intervento per evitarli e prevenirli, ed infine la misurazione costante e continua dell’efficacia delle azioni messe in atto.
E’ necessario passare da una logica autoreferenziale,
basata essenzialmente sulle attività e sulle prestazioni tradizionali, ad un approccio che metta al centro dell’attenzione i soggetti che beneficiano della prevenzione, promuovendone il ruolo attivo e la consapevolezza del proprio
benessere e di quello della collettività.
La complessità dei problemi da affrontare e la pluralità dei
soggetti coinvolti richiede una modalità di lavoro per programmi ed obiettivi, capace di organizzare attorno a tali
finalità risorse interdisciplinari e di diversa provenienza,
con ottimizzazione del rapporto costi/risultati.
Le strategie della prevenzione collettiva I fattori determinanti della salute
Come ha evidenziato l’Organizzazione Mondiale della
Sanità il maggiore guadagno di salute nelle società avanzate si ha con la prevenzione ed il mantenimento del
198
benessere psico–fisico; è pertanto necessario intervenire
per ricercare e conoscere i fattori determinanti che possono incidere sullo stato di salute e saper leggere e interpretare i nuovi bisogni, individuando le risposte più efficaci.
Assume particolare rilievo in questo senso l’apporto dell’epidemiologia sia per descrivere e monitorare l’evolversi
dello stato di salute della popolazione, sia per orientare le
scelte d’allocazione delle risorse e per misurare i risultati
delle attività svolte.
L’ambito operativo delle strutture di
Igiene e Sanità Pubblica
Le strutture di Igiene e Sanità Pubblica sono state oggetto
di una profonda modifica nel corso degli ultimi anni, originata dall’istituzione dei Dipartimenti di Prevenzione, dalla
creazione dell’ARPAT e da modifiche sostanziali nella
domanda con un aumento di prestazioni sempre più complesse e articolate. Ma il processo di trasformazione risulta ancora frenato dai compiti burocratici imposti da leggi
oramai obsolete con scarse ricadute in termini di salute;
inoltre sempre più frequentemente si assiste ad interventi
di sanità pubblica in “emergenza”. L’attenzione dei mass
media verso rischi nuovi e importanti come fenomeno, ma
spesso modesti in termini di rischio reale, stanno impegnando i servizi distogliendoli da attività di prevenzione
meno pubblicizzate, ma che risulterebbero più produttive in
termini di salute.
La sanità pubblica del presente e del futuro deve sempre
più essere orientata verso attività che consentano la valutazione del rischio e la sorveglianza epidemiologica, con
attenzione all’emergenza di nuove patologie, indirizzandosi sempre più verso ruoli formativi ed informativi.
1) La struttura della popolazione
dell’ASL 10 e i suoi riflessi sullo stato di
salute
I valori degli indicatori della struttura della popolazione
nella ASL 10 sono molto simili a quelli medi regionali.
Tuttavia, la percentuale di anziani di 65 e più anni è leggermente superiore a quella regionale (rispettivamente
22,4% e 22,1%) mentre, all’opposto, quella dei giovani fino
a 14 anni è leggermente inferiore (11,4% e 11,6%). In conseguenza di ciò l’indice di vecchiaia (anziani di 65 e più
anni ogni 100 bambini e ragazzi fino a 14 anni d’età) è
superiore a quello toscano, a sua volta già sensibilmente
più alto del valore nazionale.
Nella ASL 10 circa il 47% dei quasi 800 mila abitanti risiede nella Zona Firenze, il 25% nella Nord-Ovest, il 20% nella
Sud-Est e l’8% nel Mugello. E’ la ASL più popolosa e al
tempo stesso quella a più forte densità di abitanti della
Toscana.
Con un indice di vecchiaia pari a 197, rispetto al valore
regionale di 190 e a maggior ragione a quello nazionale di
127, la struttura della popolazione della ASL 10 si caratterizza come una struttura notevolmente “vecchia”, con tutti
i problemi, quindi, associati a un tale stato di cose.
LE VALUTAZIONI SULLA
SALUTE E IL BENESSERE
DELLA POPOLAZIONE
RESIDENTE NELL’ASL 10
Tabella 1
Indicatori
Principali indicatori della struttura della popolazione - Zone socio-sanitarie, ASL10
Toscana e Italia. Anno 2000
Zone
Firenze Nord-Ovest
% popolazione 0-14 anni
10,3
% popolazione 35-64
42,0
% popolazione 15-64 anni
65,1
% popolazione 65 anni e più
24,6
% minori
12,3
% popolazione 75 anni e più
12,3
% popolazione 80 anni e più
6,6
% popolazione femminile 15-49 anni 41,3
Indice di vecchiaia
238,8
donne per 100 maschi
113,9
Stranieri residenti per 100 abitanti
5,7
12,2
43,1
68,3
19,5
14,6
8,7
4,6
45,2
159,8
106,5
3,0
Una lunga speranza di vita e un conseguente
“problema anziani”
Assieme alle ASL di Arezzo e di Empoli, la ASL 10 di Firenze
ha la più alta speranza di vita alla nascita: 77,5 anni per i
maschi (77 la media regionale) e 83 per le donne (82,7 la
media regionale). Le differenze sono minime – trattandosi
di territori contigui – ma da non sottovalutare, specialmente se si guarda ad ASL come quella di Viareggio e di Massa
e Carrara che hanno una speranza di vita per i maschi
rispettivamente di 75,4 e 75,2 e per le femmine di 81,8 e
82,3, rispetto a quella di Firenze oltre due anni di speranza di vita in meno per i maschi e poco più e poco meno di
uno per le femmine.
Ciò pone, però, un “problema anziani”. Infatti c’è da attendersi un ulteriore invecchiamento della già vecchia popolazione della ASL 10. Il che non può non voler dire il rafforzamento dell’assistenza domiciliare sociale e soprattutto
integrata, delle residenze protette e assistite e, più in generale, dei servizi socio-sanitari a favore della popolazione
anziana.
Sud-Est
Mugello
ASL 10
Toscana
Italia
12,6
42,3
66,3
21,1
15,1
9,8
5,1
44,2
167,5
105,0
3,1
12,9
41,0
65,3
21,8
15,5
10,5
5,4
45,0
169,0
102,2
2,7
11,4
42,3
66,2
22,4
13,7
10,8
5,7
43,1
196,5
109,3
4,3
11,6
41,6
66,3
22,1
14,1
10,5
5,5
44,0
189,8
107,3
3,2
14,4
40,2
67,4
18,2
17,4
8,0
4,1
47,0
127,1
105,9
2,5
2) Mortalità e cause di morte
“Attualmente il più basso tasso di mortalità per tutte le
cause (maschi + femmine) si ha nell’Azienda di Firenze e,
per i soli maschi, tassi significativamente inferiori alla
media regionale si hanno anche nelle Aziende di Arezzo e
Empoli. Al vantaggio di Firenze contribuisce una bassa
mortalità per malattie del sistema circolatorio e in particolare per malattie cerebrovascolari”.
Come stanno le cose dal punto di vista sanitario nella ASL
10 di Firenze è sinteticamente spiegato, con le parole
sopra riportate e tratte dal volume “Morti per causa anno
1999”. La ASL 10 copre quindi il territorio dove si muore
meno in Toscana, significativamente meno di quanto si
muore nella regione, meno che in tutte le altre ASL.
Questa tendenza è confermata dai dati relativi al triennio
1998-2000 anche se il più basso tasso di mortalità per
tutte le cause (maschi + femmine) si rileva per l’Azienda
USL 11 di Empoli. L’ASL 10 di Firenze continua ad avere il
più basso tasso di mortalità dei maschi, ma non delle femmine. Il tasso standardizzato di mortalità femminile
199
Tabella 2
Tassi standardizzati di mortalità per causa e sesso e significatività /*/
ASL 10 e Toscana - Triennio 1998-2000
ASL 10
CAUSE DI MORTE
maschi Femmine
Malattie infettive e parassitarie
4,6
2,7
Tumori
253,4
141,0
di cui: T. stomaco
25,5
13,2
T. intestino
32,9
19,1
T. polmone
65,9
14,0
T. mammella
—
24,6
T. utero
—
6,1
T. ovaio
—
8,3
T. prostata
19,3
—
T. vescica
12,0
1,8
Leucemie
8,5
5,2
Malattie endocrine, del metabolismo e immunitarie
20,6
16,7
di cui: Diabete
13,8
12,4
AIDS
2,8
0,9
Malattie del sangue e organi ematopoietici
2,9
2,2
Disturbi psichici
12,6
11,4
di cui: Overdose
2,5
1,1
Malattie del sistema nervoso
17,4
13,9
Malattie del sistema circolatorio
252,4
157,1
di cui: Cardiopatia ischemica
87,1
37,5
Infarto miocardico
36,6
14,8
Mal.cerebrovascolari
60,1
47,1
Malattie dell’apparato respiratorio
48,9
22,6
di cui: Bronchite, enfisema, asma
23,7
9,4
Malattie dell’apparato digerente
28,4
19,1
di cui: Cirrosi epatica
12,1
6,8
Malattie dell’apparato genitourinario
7,5
4,4
Complicanze della gravidanza
—
0,1
Malattie della pelle e del sottocutaneo
0,3
0,4
Malattie del sistema osteomuscolare e del connettivo
2,4
3,7
Malformazioni congenite
2,7
4,0
Condizioni morbose di origine perinatale
3,9
1,8
Sintomi, segni e stati morbosi mal definiti
3,4
4,0
Traumatismi ed avvelenamenti
43,1
21,5
di cui: Incidenti stradali
15,3
4,7
Suicidi
7,8
3,4
TUTTE LE CAUSE
706,7
427,3
/*/
=
=
=
=
200
Toscana
maschi femmine
4,0
2,3
259,2
135,3
23,8
11,2
31,7
19,2
69,7
11,3
—
23,5
—
5,9
—
7,7
19,2
—
11,7
1,6
8,1
4,6
20,1
16,6
14,7
13,5
2,4
0,5
2,8
1,9
9,2
8,6
2,0
0,6
15,0
12,8
279,6
178,1
97,2
45,1
41,2
17,2
78,6
61,3
52,7
20,4
27,5
8,5
30,3
18,9
14,3
7,8
8,7
5,3
—
0,1
0,4
0,6
2,3
3,6
3,0
3,2
4,1
3,4
6,1
5,0
48,2
20,5
18,5
5,8
10,5
2,9
747,5
437,3
Significatività
Maschi Femmine
Tasso standardizzato di mortalità per causa della ASL10 (o zona socio-sanitaria della ASL10) significativamente inferiore al tasso standardizzato di mortalità per causa della Toscana.
Tasso standardizzato di mortalità per causa della ASL10 (o zona socio-sanitaria della ASL10) significativamente superiore al tasso standardizzato di mortalità per causa della Toscana.
Tasso standardizzato di mortalità per causa della ASL10 (o zona socio-sanitaria della ASL10) inferiore con probabilità compresa tra 0,05 e 0,1 (0,05<p<0,1)
al tasso standardizzato di mortalità per causa della Toscana.
Tasso standardizzato di mortalità per causa della ASL10 (o zona socio-sanitaria della ASL10) superiore con probabilità compresa tra 0,05 e 0,1 (0,05<p<0,1)
al tasso standardizzato di mortalità per causa della Toscana.
dell’ASL 10 è infatti superiore, sebbene di poco, a quello
delle ASL di Empoli, Siena e Pistoia.
In un quadro che resta comunque decisamente positivo per
la ASL 10, la tabella 2 mostra come il vantaggio nella mortalità della ASL 10 rispetto alla Toscana:
a)
riguarda più i maschi che le femmine. Mentre il tasso
standardizzato di mortalità dei maschi della ASL 10 è
significativamente inferiore a quello toscano, il tasso
standardizzato di mortalità delle femmine della ASL
10 non è significativamente inferiore a quello toscano;
b)
copre praticamente tutto l’arco delle cause di morte
con poche, specialmente per i maschi, consistenti
eccezioni.
e avvelenamenti e, al loro interno, anche per gli incidenti
stradali.
Le differenze statisticamente significative nella mortalità a favore della ASL 10
Mortalità evitabile ed analisi per Zona
Nei confronti della Toscana riguardano soprattutto le malattie del sistema circolatorio, in tutte le loro specificazioni sia
per i maschi che per le femmine. La cardiopatia ischemica, le malattie cerebrovascolari e l’infarto del miocardio
hanno tassi standardizzati di mortalità consistentemente
inferiori nella ASL 10 rispetto alla Toscana. Essendo le
malattie del sistema circolatorio la prima causa di morte si
capisce bene come e quanto queste differenze si riflettano
sulle differenze nei tassi standardizzati di mortalità per
tutte le cause tra la ASL 10 e la regione. Altre differenze
significative a favore della ASL 10 di Firenze si registrano,
per quanto riguarda i maschi, per bronchite, enfisema e
asma e, all’interno dei traumatismi ed avvelenamenti, per i
suicidi. Differenze statisticamente significative, sempre a
favore della ASL di Firenze, sono altresì sfiorate, tra i
maschi, all’interno delle malattie dell’apparato digerente,
per la cirrosi epatica, complessivamente per i traumatismi
Le differenze statisticamente significative nella mortalità a sfavore della ASL 10
Nei confronti della Toscana riguardano in modo inequivocabile:
i disturbi psichici, sia per i maschi che per le femmine.
Inoltre, tra le femmine si registra una mortalità statisticamente superiore a quella regionale per il tumore al polmone.
Differenze significative in più sono sfiorate, sempre relativamente alle femmine, anche per il tumore allo stomaco e
per le malattie dell’apparato respiratorio
Analizzando la mortalità generale prima dei 65 anni
(tabella 3), un importante indice di mortalità “prematura”
(che può essere considerato come un “campanello di allarme” analogo agli “eventi sentinella”, ma di carattere più
generale e meno influenzato da problemi di qualità delle
codifica delle diagnosi di morte e di numerosità degli
osservati) le differenze tra ASL 10 e valori medi regionali si
attenuano, anche se nei maschi la differenza è ancora ai
limiti della significatività statistica. Più articolata si presenta l’analisi per Zona. Infatti permane l’elevata mortalità
nella Zona Mugello, mentre la Zona Firenze presenta valori sovrapponibili a quelli medi regionali.
La mortalità per tumori, e per le principali sedi tumorali
presenta nella maggior parte dei casi valori analoghi, o
comunque non significativamente diversi, dai valori medi
regionali. Si segnalano però tassi più elevati per:
tumore del polmone nelle donne dell’intera ASL e,
in particolare, della Zona Firenze;
Tabella 3 - Mortalità per tutte le cause, età < 65 anni. Soggetti residenti nella ASL 10.
Tassi standardizzati (per 100.000) per età, standard: Toscana 2000. Triennio 1998-2000.
(fonte: Elaborazione: Agenzia Regionale di Sanità su archivio Registro Mortalità Regionale-CSPO)
ASL 10 E ZONE
SOCIO-SANITARIE
DI RESIDENZA
Maschi
Tasso
Standardizzati
Limiti di confidenza
Inferiore
Superiore
Tutte le cause, 0-64 anni
USL 10 - Firenze
247,53
Firenze
255,01
Fiorentina Nord-Ovest
238,35
Fiorentina Sud-Est
239,77
Mugello
255,04
Regione Toscana
264,21
valore inferiore
Empoli: 245,31
valore superiore
Viareggio:324,75
237,34
239,82
218,92
217,26
216,31
259,18
225,50
298,47
257,72
270,20
257,78
262,27
293,76
269,23
265,12
351,03
Femmine
Tasso
Standardizzati
Empoli:
Lucca:
136,12
142,43
127,35
122,95
161,33
135,55
123,36
154,68
Limiti di confidenza
Inferiore
Superiore
128,82
131,68
113,48
107,05
130,43
132,04
109,60
139,30
143,42
153,18
141,22
138,86
192,23
139,07
137,12
170,07
201
-
tumore dello stomaco nelle Zone Mugello e
Fiorentina Sud-Est.
La mortalità per malattie circolatorie, e per le sue principali componenti, la cardiopatia ischemica e le malattie
cerebrovascolari, presentano nella ASL 10 valori significativamente inferiori ai valori medi regionali in entrambi i
sessi. Tale differenza spiega in parte sostanziale la ridotta
mortalità generale della ASL 10 osservata in precedenza.
All’interno di tale quadro si hanno però elevati tassi di mortalità per l’insieme delle malattie circolatorie nel Mugello.
La mortalità per malattie degli apparati digerente e respiratorio e le cause violente non si scosta significativamente dai valori medi regionali. Per quanto riguarda le
cause violente si segnala un tasso elevato, anche se non
significativamente differente, per la Zona Mugello. La mortalità per incidenti stradali presenta, nei maschi, un tasso
inferiore al valore medio regionale. La mortalità per suicidio è significativamente inferiore ai valori medio regionali
nei maschi. La mortalità per overdose è viceversa superiore ai valori medi regionali, anche se le differenze non
sono significative.
3) Integrazione ambiente e salute –
il traffico autoveicolare
Lo studio della relazione ambiente-salute applicata all’ambiente urbano è complesso, sia a causa della molteplicità
dei possibili inquinanti, sia per la presenza di gruppi di
popolazione a diversa suscettibilità nei confronti degli
effetti di tali inquinanti, sia infine per le differenti modalità
con cui può avvenire l’esposizione, in relazione alle attività
svolte e agli ambienti frequentati.
Il traffico autoveicolare risulta comunque il più importante fra
i problemi che influiscono sulla qualità dell’ambiente e della
vita nelle aree a maggior sviluppo economico e sociale.
Gli impatti dei sistemi di trasporto sono molteplici e colpiscono simultaneamente l’ambiente e la salute degli utenti
della strada e di coloro che risiedono nelle vicinanze.
Di seguito riportiamo un inquadramento dei maggiori
impatti del traffico autoveicolare sulla salute, con particolare enfasi su alcuni studi locale, già effettuati o in fase di
progetto, per una più idonea valutazione sanitaria dell’esposizione agli inquinanti della popolazione residente nell’area metropolitana fiorentina.
Gli inquinanti atmosferici rilevati nell’area fiorentina:
Esiste un legame fra la presenza di fonti di emissione di
inquinanti atmosferici, le concentrazioni di singoli agenti
nell’aria attraversata da quelle fonti (es. NOX, CO, IPA, benzene ect.) e le effettive esposizioni degli individui che
respirano quell’aria. Tale legame è però soggetto a numerose variabili - tecnologiche, spaziali, temporali - e non è
possibile definirlo esattamente una volta per tutte. Un
202
esempio noto a tutti è quello dell’ossido di carbonio (CO): la
sua concentrazione nell’ambiente esterno urbano dipende
principalmente dal traffico auto-veicolare ed è uno degli
inquinanti monitorati da lungo tempo in aria urbana. I più
gravi effetti della inalazione di CO, fino alla morte, vengono
però costantemente causati dalla concentrazione che esso
raggiunge negli ambienti chiusi, a causa di malfunzionamenti di fonti di combustione per riscaldamento. Questo
accade perché in quelle circostanze si verificano le esposizioni di più lunga durata, capaci di sostituire completamente l’ossigeno nel sangue.
Risulta perciò ancora difficile, nonostante la ricerca epidemiologica si stia sempre più affinando, fare stime di rischio
e valutazioni sanitarie escludendo l’esposizione ad agenti
presenti, a livelli assolutamente non trascurabili, soprattutto in ambiente indoor, dove la popolazione passa la maggior parte della giornata.
I progetti integrati di valutazione sanitaria per
l’area fiorentina:
L’ARPAT e l’Azienda Sanitaria di Firenze che si occupano di
monitorare e valutare sia le fonti di emissioni che le concentrazioni ambientali degli inquinanti, partecipano e promuovano studi mirati alla valutazione delle esposizioni
effettive della popolazione urbana, in collaborazione con la
UO Epidemiologia Ambientale e Occupazionale del CSPO di
Firenze (Istituto Scentifico della Regione Toscana) e con
l’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana.
Sono stati messi a punto per la popolazione residente nell’area metropolitana fiorentina due progetti integrati, che
indagano su scenari diversi:
1.
Progetto - Valutazione dell’esposizione a benzene
nell’area fiorentina
Il progetto è stato realizzato tra il 2001 ed il 2002 e ci sono
già i primi risultati, anche se ulteriori analisi sono necessarie per una valutazione conclusiva del progetto. L’obiettivo
era quello di valutare l’esposizione a benzene globale, sia
indoor che outdoor, in inverno e in estate, di alcuni cittadini che vivono e lavorano nell’area metropolitana fiorentina.
Il benzene è una sostanza nota per il suo potere cancerogeno, evidenziato in studi su lavoratori esposti a livelli elevati (circa 100-1000 volte superiori a quelli che si registrano comunemente nella città). Non è certo se livelli di benzene, come quelli che si ritrovano oggi nell’aria dei centri
urbani, siano dannosi, cioè se comportino un rischio, anche
se basso, di contrarre leucemia o altre patologie oncologiche. D’altra parte conoscere l’esposizione dei cittadini
risulta importante sia per validare i sistemi di sorveglianza
ambientale, sia per la programmazione di studi epidemiologici.
Sono state programmate due campagne di misurazione del
benzene (una nel dicembre 2001 e una nel giugno 2002).
Sono stati campionati, in modo casuale, 67 individui non
fumatori residenti a Firenze nel quartiere 5 (Rifredi), in strade con diversi volumi di traffico, per cui i risultati ottenuti
potranno essere utilizzati per stime su strade in altre aree
residenziali, che hanno volumi di traffico sovrapponibili.
A questi soggetti è stato chiesto: a) di indossare un prelevatore personale passivo di benzene, denominato “radiello®”, per 4 giorni consecutivi, dal lunedì al giovedì della
settimana prescelta; b) raccogliere le urine per 3 giorni
consecutivi a partire dal 2° giorno per misurare le concentrazioni di due metaboliti del benzene; c) riempire un questionario ove erano poste domande su tutti gli spostamenti effettuati nei 4 giorni dello studio per ciascuna settimana. Inoltre sono state effettuate misure di benzene ambientale, sia outdoor che indoor, in 11 appartamenti ove abitavano 20 dei 67 soggetti in studio.Oltre ai metaboliti del
benzene è stata ricercata anche la cotinina per evidenziare l’eventuale contributo del fumo passivo.
Risultati:
La media della concentrazione di benzene rilevata con il
radiello®, per i 67 soggetti campionati è risultata pari a
6,94 µg/m3 ( DS= 2,09) nel mese di dicembre e pari a
1,95 µg/m3 (DS= 1,20) nel mese di giugno; solamente il
10% delle osservazioni sono risultate superiori al valore di
10 µg/m3 (che costituisce l’attuale obiettivo di qualità dell’aria per le aree urbane, come media annuale). Tuttavia
solo il 20% dei valori rilevati in periodo invernale si collocano al di sotto di 5 µg/m3 , valore che è indicato come
obiettivo di qualità da parte della Unione Europea per il
2010.
Le medie delle concentrazioni ambientali di benzene rilevate mediante campionatori passivi, all’interno e all’esterno degli 11 appartamenti ove abitano 20 dei soggetti del
campione di cittadini in studio, non si sono scostati sostanzialmente da quelli rilevati con i campionatori personali
(vedi tabella 4). Lo stesso risultato si ha quando si confrontano i valori di benzene individuale con i valori rilevati
dalle centraline di monitoraggio.
Valutazione dei dati:
L’obiettivo principale dello studio era di valutare se le concentrazioni di benzene rilevate dalle stazioni di monitorag-
Tabella 4
Personale (67)
Personale (20)
Inter casa (20)
Inter casa (20)
Ester casa (20)
Staz. residenziali
Staz. Traffico
Tutte
gio fossero una buona stima dell’esposizione dei cittadini.
Nello studio condotto a Firenze i valori di benzene misurati a livello individuale sono risultati in media inferiori a quelli rilevati all’esterno delle abitazioni nella stagione estiva e
sostanzialmente uguali a quelli esterni nella stagione
invernale. Infine il fumo passivo (considerando come esposto a fumo passivo chi presentava valori di cotinina urinaria > 4 µg/g creatinina) comporta un innalzamento dei
valori di concentrazione di benzene.
2.
Progetto - Le grandi opere e le infrastrutture di trasporto pubblico: sorveglianza dell’impatto sulla
salute della popolazione residente
L’inizio, nel corso del 2001-2002, dei cantieri dell’alta velocità e di altre importanti opere nell’area Fiorentina, rende
necessaria la programmazione di un sistema di sorveglianza basato su parametri epidemiologici, di percezione del
rischio da parte della cittadinanza residente e di qualità
della vita, che permetta di prendere in esame in un modello complesso le diverse componenti, al fine di produrre una
visione d’insieme dell’impatto atteso sulla salute e sulla
qualità della vita.
Il progetto ha quindi come obiettivo primario la tutela della
salute e della qualità della vita della popolazione residente
a Firenze e nell’area metropolitana, in relazione alla realizzazione di grandi opere, tra cui le più importanti sono:
TAV, sottoattraversamento di Firenze e nuova stazione ferroviaria;
terza corsia autostradale;
tramvia e nuova viabilità;
nuove infrastrutture e poli commerciali;
ristrutturazione poli ospedalieri.
Sorveglianza ambientale
I fattori di rischio ambientale finora concordemente individuati, di cui è necessario valutare effetti prevedibili, riguardano l’inquinamento atmosferico e il rumore.
Concentrazioni medie di benzene misurate con prelevatore personale (su 67 soggetti e su 20
soggetti) e con prelevatore fisso all’interno ed esterno delle abitazioni dei 20 soggetti.
media (DS)
6.9 (2.2)
7.09 (1.42
6.1 (2.4)
5.3 (2.0)
7.4 (3.4)
3.1
8.2
5.7
Inverno
mediana
range
6.9
(2.7-12.8)
6.9
(4.8-11.9)
5.2
(3.3-9.6)
4.8
(2.9-8.7)
6.3
(3.4-12.3)
Estate
media (DS)
2.0 (1.2)
1.95 (1.2)
3.3 (1.3)
2.8 (1.3)
5.6 (2.4)
mediana range
2.1 (0.01-5.2)
2.1 (0.01-5.2)
3.1
(1.7-6.0)
2.5
(1.6-6.2)
5.3
(2.1-8.8)
1.9
7.7
4.8
203
Inquinamento atmosferico
Riguardo agli inquinanti atmosferici, oltre al prevedibile
incremento di polveri grossolane nelle immediate prossimità dei cantieri, l’incremento nella concentrazione di alcuni parametri potrebbe verosimilmente essere un effetto
indiretto dei lavori in quanto dipendente dall’aumento del
traffico stradale da parte di mezzi legati alle attività (mezzi
pesanti, motori diesel ecc.). Oltre alla rilevazione degli
inquinanti primari derivanti dal traffico, già monitorati in
maniera omogenea in tutta la città di Firenze e nei Comuni
limitrofi, è opportuno misurare anche la frazione fine ed
ultrafine delle polveri (PM10 - PM2,5 – PM1), per verificare eventuali incrementi nelle medie annuali di questo inquinante. Per quanto riguarda invece le aree poste nelle
immediate vicinanze dei cantieri (recettori sensibili in particolare), il monitoraggio potrebbe essere limitato alle polveri, nonché agli Idrocarburi Policiclici Aromatici-IPA (originati dai motori diesel) ed eventualmente al benzene.
Queste misure dovrebbero essere condotte simultaneamente all’interno ed all’esterno dei recettori identificati.
Rumore
Per quanto riguarda l’impatto dei cantieri sulla popolazione
residente nelle vicinanze, da una parte sarà verificata da
ASL (tramite un questionario) la sensibilità della popolazione ai livelli di rumorosità consentiti in deroga ai limiti di
legge, dall’altra sarà attivato un controllo sul rispetto di tali
livelli, a cura di ARPAT.
Per quanto riguarda il rumore da traffico, una verifica sistematica dei mutamenti del clima acustico, prodotti dalle
variazioni dei flussi di traffico conseguenti dall’apertura dei
cantieri, necessita di una ampia caratterizzazione ante
operam della rumorosità delle strade nelle zone circostanti le aree di intervento (una previsione dettagliata degli assi
viari interessati a variazioni non è ad oggi possibile), per
consentire una successiva verifica mirata dei mutamenti
che sono avvenuti. Tale monitoraggio potrebbe essere
previsto tra le incombenze del conduttore dell’opera
secondo quanto disposto dall’Osservatorio ambientale,
altrimenti potrà essere realizzato da ARPAT solo con
risorse aggiuntive.
Alcune scuole e strutture sanitarie o per anziani possono
essere oggetto di un monitoraggio periodico volto a definire l’evoluzione del clima acustico (a cura di ARPAT).
•
•
•
•
Ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie
Consumo di farmaci per malattie respiratorie
incidenti stradali
Tempi di percorrenza dei mezzi di soccorso o dei
mezzi pubblici, come indicatori dell’andamento del
traffico urbano.
b)
Programmazione di uno studio ad hoc sulla modifica della qualità della vita nella popolazione interessata dai lavori. Le grandi opere in fase di avvio,
caratterizzate da lunga durata e dalla localizzazione
in un tessuto urbano già sofferente, incideranno
sotto diversi aspetti sulla vita dei cittadini (aumento
dei tempi di percorrenza, modifica dei percorsi e dei
ritmi abituali, incertezza sul futuro della propria abitazione sia per quanto riguarda il valore economico
che gli aspetti di fruibilità, disagi legati al rumore,
alla polverosità ecc.). Alcuni di questi disagi trovano
la loro manifestazione attraverso le segnalazioni da
parte dei cittadini, che in questo periodo dovranno
essere gestite con particolare cura al fine di contribuire al progetto di sorveglianza. Questo studio,
affronterà quindi anche altre tematiche, rifacendosi
a un concetto globale di salute; si propone di approfondire alcuni aspetti particolari del disagio ma
anche di confrontare popolazioni diversamente
esposte e di seguire nel tempo l’andamento dei
fenomeni.
Il carattere di ricerca che riveste lo studio richiede un
impegnativo lavoro sia preparatorio che per la sua esecuzione, pertanto questo punto potrà essere realizzato solo se
oggetto di un finanziamento ad hoc, erogato in tempi molto
brevi per consentire la rilevazione della situazione prima
dell’avanzamento dei lavori.
Il rumore
In relazione ai valori guida ed agli standard igienico-sanitari proposti dall’OMS e dal “Libro Verde” della
Commissione Europea per i vari ambienti di vita, i livelli di
esposizione della popolazione si collocano molto al di
sopra di tali valori, pertanto è utile un raffronto con i reali
livelli di rumore, rilevati o stimati da ARPAT negli ultimi
anni, cui risulta esposta la popolazione residente nell’area
omogenea fiorentina ed espressi in percentuale nella
tabella 5 :
Sorveglianza sullo stato di salute
a)
204
Valutazione di dati sanitari, ma non solo, correlabili ai
rischi ipotizzati e oggetto di raccolta routinaria, “letti” Tabella 5
alla luce della situazione legata alle opere, pur nella
consapevolezza che da ciò si possono rilevare solo
variazioni macroscopiche, ma considerando che l’utilizzo di dati correnti permette comunque di confronPeriodo
tare il periodo precedente con quello successivo all’inizio dei lavori con costi contenuti. Fra i dati da prenDiurno
dere in considerazione per verificare la fattibilità del
Notturno
progetto di sorveglianza, si possono indicare:
percentuale di popolazione esposta
a rumore in facciata (lato strada) al
di sopra dei limiti
Livelli sonori medi
> 65 dB
> 55 dB
Percentuale di
popolazione
55 %
90 – 100 %
Soprattutto nelle strade a più intenso traffico sono generalmente presenti elevati livelli di rumore che superano
mediamente di oltre 10 dB i limiti di legge ed i valori guida
(OMS e UE).
In relazione agli elevati livelli outdoor rilevati, particolare
attenzione meritano i livelli indoor degli ambienti di vita dei
bambini (aule scolastiche, asili, abitazioni, ect.), infatti
sembra oramai certo che l’esposizione cronica al rumore
risulta dannosa soprattutto per i bambini. Gli effetti più
gravi si hanno particolarmente sui bambini più piccoli nei
quali si stanno formando il linguaggio e le capacità di
apprendimento. Talvolta le più importanti fonti di rumore
sfuggono al controllo degli insegnanti o dei progettisti
degli edifici scolastici e, purtroppo, abbastanza spesso, la
fonte di rumore è costituita dalla disposizione degli spazi
scolastici. I progettisti dovrebbero tenere sempre presente la destinazione d’uso che verrà fatta degli spazi che
stanno progettando e considerare i vari ambienti, sia
indoor che outdoor, in funzione delle persone che in essi
dovranno vivere e lavorare. Soprattutto per gli asili e le
scuole, gli spazi devono essere progettati tenendo nel
debito conto che i bambini hanno bisogno di attività rumorose, ma che i livelli acustici consequenziali non devono
essere dannosi né per loro, né per gli altri operatori presenti nella struttura.
In conclusione, qualunque provvedimento venga adottato
per diminuire il rumore e ridurre l’esposizione umana, in
relazione agli effetti sulla salute è sempre bene approfondire i seguenti aspetti:
•
•
•
•
•
•
Considerare i vari ambienti, sia indoor che outdoor,
in funzione delle persone che in essi vivono. Le
scuole, i parchi-gioco, le case e gli ospedali, ad
esempio, hanno specifiche e differenti esigenze in
relazione ai limiti di rumore.
Valutare bene gli ambienti con differenti sorgenti di
rumore e condizioni tali da amplificare gli effetti del
rumore. Speciale attenzione dovrebbe essere posta
sull’uso del territorio e la programmazione dei trasporti nelle aree con sorgenti di rumore multiple,
che possono amplificarne gli effetti.
Tenere conto per le valutazioni sanitarie, dei soggetti più a rischio, in relazione agli effetti negativi
sulla salute dei trasporti, come i bambini, gli anziani, chi ha deficit uditivi.
I livelli di rumore riferiti ad abitazioni, scuole, ospedali, luoghi di lavoro e parchi, dovrebbero essere
sempre a disposizione del pubblico.
Dovrebbe essere fatta una sorveglianza sanitaria ed
una periodica valutazione degli effetti negativi sulla
salute correlati al rumore (ad es. la comprensione
delle parole, i disturbi del sonno e la sensazione di
malessere); nelle zone dove questi dati possono
essere utilizzati e raffrontati con i dati ambientali di
esposizione al rumore, si potranno meglio valutare i
provvedimenti adottati per ridurre la rumorosità.
I dati ambientali di esposizione e quelli relativi agli
effetti sanitari, devono essere prodotti in formato
chiaro e comprensibile per i decisori politici, ad
esempio, utilizzando mappe dove si possano individuare facilmente le zone urbane ad elevata esposizione, così che possano essere utilizzate nelle valutazioni sanitarie sull’impatto ambientale, soprattutto
di opere rilevanti come le grandi infrastrutture di
trasporto, e nelle decisioni relative alla pianificazione territoriale ed ai piani regolatori di grandi città.
Gli incidenti stradali
Ogni anno nel mondo circa 1.000.000 di persone muore
per incidenti stradali. In Italia ogni anno si osservano in seguito ad incidenti stradali circa 8.000 morti
(Statistiche Sanitarie), 20.000 invalidi (stima di massima),
170.000 ricoverati (stima progetto SISI/ISS), circa 500.000
prestazioni di pronto soccorso senza ricovero (stima progetto SISI/ISS).
A livello sanitario il problema non è stato affrontato abbastanza, anche se dai dati aggiornati al 1999/2000 si può
constatare che in Italia il costo sociale è di 524,00 per
cittadino, circa il 26% in più della media europea. Rispetto
alla mortalità generale nell’anno (550.000 morti), gli incidenti stradali rappresentano meno del 2% di tutte le morti.
Tuttavia:
•
la gran parte delle 550.000 morti osservate nell’anno è sostanzialmente “fisiologica”, la metà di tutti i
decessi avviene infatti sopra i 78 anni di età;
•
il 50% dei decessi per incidente stradale riguarda
soggetti sotto i 41 anni;
•
il 25% dei decessi per incidente stradale riguarda
soggetti sotto i 23 anni.
•
Sotto i 40 anni di età gli Incidenti Stradali costituiscono attualmente la prima causa di morte.
Il problema interessa particolarmente i più giovani, cosa
drammaticamente evidenziata dal fatto che negli ultimi 30
anni sono morte in Italia in seguito ad incidente stradale
circa 300.000 persone, di cui un terzo (100.000) aveva
età compresa tra 15 e 29 anni.
Le principali fonti di dati sulla mortalità per incidente sono
le Statistiche Sanitarie dell’ISTAT e le Statistiche degli
Incidenti Stradali ISTAT-ACI. Per il 2000 le statistiche ISTATACI riportano per la Toscana 428 vittime per incidente stradale; nell’archivio del RMR - Registro di Mortalità
Regionale - i decessi sono stati 470. La differenza è dovuta al fatto che l’ISTAT-ACI attribuisce la mortalità al luogo
dove si verifica l’incidente stradale e considera solo i
decessi che si verificano entro 30 giorni dall’evento, mentre il RMR, così come le statistiche sanitarie ISTAT, fa riferimento ai decessi che si verificano entro un anno di tempo
dall’incidente, e al luogo di residenza dei soggetti deceduti. Per quanto riguarda la tipologia dei soggetti morti per
incidente stradale, nel 1999 in Toscana i pedoni rappresentavano il 18,6 % (12 % circa è il valore medio nazionale secondo ISTAT-ACI). I pedoni vengono coinvolti soprattutto nelle aree urbane, mente nelle strade extraurbane
205
sono i conducenti ed i trasportati ad essere più frequentemente le vittime. Nella fascia 15-19 anni, la maggior
parte dei decessi si ha in ciclomotoristi. Dagli anni ’90
l’UE ha promosso due Programmi per la Sicurezza
Stradale, che hanno come obiettivo la riduzione delle vittime del 40 % entro il 2010 (da 45.000 a 25.000 per anno).
Peraltro, pur osservando dai dati rilevati in Toscana negli
ultimi 30 anni una sensibile diminuzione della mortalità per
incidente stradale, tuttavia, se si esamina questa diminuzione all’interno di classi di età, si può osservare
che essa è quasi inesistente nella fascia 15-29 anni.
Riportiamo sotto due tabelle riferite ai dati locali sugli incidenti stradali. Nella tabella 6 vengono riportati i dati della
mortalità (1998-2000) per incidenti stradali di soggetti
residenti nella ASL 10.
Tabella 6 - Mortalità per incidenti tradali. Soggetti residenti nella ASL 10.
Tassi standardizzati (per 100.000) per età, standard: Toscana 2000. Triennio 1998-2000.
(fonte: Elaborazione: Agenzia Regionale di Sanità su archivio Registro Mortalità Regionale-CSPO)
ZONE SOCIO-SANITARIE
ED AZIENDE USL
DI RESIDENZA
Incidenti stradali
USL 10 – Firenze
Firenze
Fiorentina Nord-Ovest
Fiorentina Sud-Est
Mugello
Regione Toscana
Valore inferiore
Valore superiore
Maschi
Tasso
Standardizzati
Limiti di confidenza
Inferiore
Superiore
17,35
17,59
18,48
15,21
17,69
21,73
Pistoia: 14,13
Empoli: 33,16
14,88
13,97
13,30
10,04
8,67
20,41
10,14
26,49
Nella tabella 7 vengono invece riportati, per il 2001, i dati
ACI-ISTAT riferiti alle strade extraurbane ed autostrade di
tutte le province della Regione Toscana. Gli indicatori statistici considerati sono i seguenti:
•
Ikm ➔ Incidenti per km, n° incidenti relativi alla
provincia in rapporto all’estesa km di tutte le strade
provinciali;
•
Tm ➔ Tasso di mortalità, n° morti per 1000 incidenti relativi alla provincia;
•
Ig ➔ Indice di gravità, n° morti per 1000 infortunati relativi alla provincia;
•
Ria ➔ Rischio di incidenti per area, rapporto fra
Ikm della provincia ed Ikm medio nazionale;
•
Rma➔ Rischio di mortalità per area, rapporto fra
Tm della provincia e Tm medio nazionale.
E’ attualmente in corso un’indagine sugli incidenti stradali
avvenuti nel comune di Firenze a cui partecipano l’Azienda
sanitaria ( S.A. di Epidemiologia e Dipartimento di
Prevenzione) .L’indagine è mirata alla valutazione dei costi di
ospedalizzazione degli incidenti con prognosi complessiva
superiore ai quaranta giorni e si basa su una lettura integrata dei dati correnti: l’archivio dati della Polizia Municipale e
le schede di dimissione ospedaliera dell’Azienda. L’interesse
ad approfondire le conoscenze su questo fenomeno non
nasce come si è visto da evidenze epidemiologiche locali
206
19,83
21,20
23,66
20,38
26,71
23,05
18,12
39,84
Femmine
Tasso
Standardizzati
5,18
3,77
5,14
6,12
11,14
6,57
Siena. 4,99
Lucca: 10,36
Limiti di confidenza
Inferiore
Superiore
3,94
2,30
2,61
3,01
4,20
5,89
2,87
6,91
6,43
5,24
7,66
9,23
18,07
7,24
7,19
13,81
particolarmente allarmanti: nella specifica realtà fiorentina vi
sono tuttavia alcuni aspetti particolari quali la presenza di un
numero elevatissimo di ciclomotori circolanti e le pesanti
problematiche legate alla viabilità urbana, per la presenza di
numerosi cantieri in vari punti strategici della città. E’ opportuno quindi intervenire con argomenti validi e documentati
sia nel promuovere la maggior sicurezza del traffico motorizzato che una sua riduzione. La necessità di promuovere
forme di mobilità più salutari, rispetto al prevalere dei mezzi
di trasporto motorizzati privati, deve a sua volta essere valutata in un rapporto costi/benefici anche in base ai dati sulla
sicurezza. La costituzione di un vero e proprio osservatorio
su questo fenomeno, che comporta un notevole sforzo organizzativo e impiego di risorse dedicate, pare avere senso a
livello provinciale o quanto meno di area metropolitana.
4) Le segnalazioni dei cittadini
e l’ambiente di vita
Le segnalazioni di inconvenienti igienico-ambientali effettuate dai cittadini, sia a livello individuale che collettivo,
sono in larga parte messe in relazione ad effetti molesti
che, a causa di un peggioramento della qualità della vita,
possono per via indiretta comportare anche un deterioramento dello stato di salute degli individui coinvolti, soprat-
Tabella 7
Indicatori statistici per provincia – 2001. (fonte: ACI-ISTAT, maggio 2003)
tutto nei centri urbani. E’ da premettere che la registrazione informatizzata dell’attività delle UU.FF. di Igiene e Sanità
Pubblica, iniziata nel 2001, non ha ancora standard omogenei di rilevazione per le 4 Zone, pertanto, sulle segnalazioni pervenute non è possibile un raffronto con periodi
precedenti al 2002, anche se ciò sarebbe utile per studiare eventuali variazioni nel tempo. Comunque, si auspica
che nel corso del 2003 tali segnalazioni ed esposti possano essere oggetto di ulteriori analisi ed elaborazioni,
soprattutto in prospettiva della realizzazione del progetto di
sorveglianza sanitaria, sopra menzionato, riferito ai lavori
per le grandi opere e le infrastrutture di trasporto pubblico.
L’attività svolta nel 2002, a seguito delle segnalazioni dei
cittadini per inconvenienti igienico-ambientali, è riportata
nella tabella 8 e nel grafico 1.
Fra gli “inconvenienti igienici vari”, sono compresi in
genere quelli segnalati da privati, con tipologia molto
varia, tra cui citiamo, la presenza di agenti infestanti, la
tenuta di animali domestici, il malfunzionamento di
impianti tecnici in civili abitazioni, ect., che si manifestano nella maggior parte dei casi in luoghi e spazi privati.
Concludiamo questa sezione sugli inconvenienti igieni-
co-ambientali con una breve riflessione su 2 tipologie di
segnalazioni riferite al rumore ed ai campi elettromagnetici.
l’inquinamento acustico
In relazione alla percezione del disturbo da parte della
popolazione, è l’evento che più è in aumento, soprattutto
nei centri urbani, per il traffico stradale e la presenza di
autostrade e ferrovie; inoltre, nel periodo estivo, varie attività ricreative e manifestazioni all’aperto ostacolano le normali attività quotidiane e, soprattutto nel periodo notturno,
il riposo.
A seguito delle valutazioni tecniche effettuate dal Dip.
ARPAT sul disturbo da rumore segnalato attraverso gli
esposti pervenuti alle UU.FF. di Igiene e Sanità Pubblica, sia
da parte di singoli cittadini che di comitati, le conseguenti
valutazioni igienico-sanitarie vengono indirizzate alle
Amm.ni Comunali, per gli opportuni interventi di risanamento previsti dalle vigenti normative sulla prevenzione
dell’inquinamento acustico.
Per il 2003, oltre a proseguire con gli interventi di informazione e comunicazione dei rischi per la salute legati all’in-
Tabella 8 - Esposti per inconvenienti igienico-ambientali 2002
ZONE ASL 10
Firenze
Nord Ovest
Sud Est
Mugello
ASL 10
Inc. igienici Rifiuti e Igiene Emissioni Rumore
vari
Urbana
in atmosfera
103
87
70
46
64
7
8
26
24
27
21
38
36
12
2
8
227
133
101
118
Campi
Scarichi/
magnetici Maleodoranze
2
42
4
21
3
46
1
12
10
121
Amianto
Eternit
8
7
5
3
23
207
Grafico 1
quinamento acustico, sarà importante porre le basi per un
progetto articolato, in collaborazione con ARPAT, sulla definizione di criteri di valutazione indiretta dei rischi sanitari,
assolutamente sottostimati in relazione ai livelli di esposizione della popolazione, che risultano, come già riferito
nella sezione dedicata al rumore, molto al di sopra degli
standard igienico-sanitari proposti dall’OMS e dal “Libro
Verde” della Commissione Europea.
I campi elettromagnetici – CEM
Negli ultimi anni si è evidenziata a livello nazionale un’elevata percezione del rischio nella popolazione generale. I
possibili effetti sulla salute a seguito di esposizione ai
Campi Elettrici e Magnetici (CEM) sia da linee elettriche
ma, soprattutto da impianti di telecomunicazioni, hanno
generato una tale preoccupazione nella popolazione, così
da attribuire ad essi anche rischi mai dimostrati.
Tralasciando una più approfondita analisi dei motivi che
sono alla base di questi fenomeni di percezione del rischio,
si possono solo elencare quelli che a nostro parere risultano le motivazioni più credibili: ad es. l’esposizione non
volontaria, la paura per ciò che non è familiare, l’accostamento delle radiazioni non ionizzanti a quelle ionizzanti, la
scarsità di controlli e verifiche, il vorticoso aumento dei
telefoni cellulari e delle stazioni radio base nel giro di
pochissimi anni, ect. In particolare, nel campo della telefonia mobile, l’informazione e la comunicazione del rischio,
la comunicazione tra esperti, enti pubblici, società di telefonia e la popolazione generale, è risultata assolutamente
inefficace.
Di fronte a tante e tali preoccupazioni, consapevoli che i
cittadini hanno sicuramente diritto ad essere informati in
modo accurato, affidabile e credibile, il Dipartimento di
Prevenzione dell’ASL 10 ha aderito all’Accordo procedurale fra la Provincia di Firenze, il Dipartimento Provinciale
ARPAT di Firenze ed i gestori della telefonia mobile, sulle
208
procedure autorizzative e di controllo in materia di realizzazione e gestione di reti di telefonia cellulare sicure, ed ha
fatto propri gli obiettivi sull’informazione previsti in tale
Accordo, prendendo in considerazione i seguenti punti:
-
aggiornamenti periodici dei progressi della ricerca
scientifica nell’ambito del “Progetto Internazionale
CEM” avviato nel 1996 dall’OMS;
favorire le azioni preventive tendenti a limitare l’esposizione;
informare periodicamente i cittadini sul rispetto dei
limiti vigenti;
fornire notizie relative alle cautele da adottare da
parte di particolari soggetti a rischio.
Durante il 2002, fra gli “esposti” inviati dai cittadini, le
segnalazioni meno frequenti riguardano i CEM; sembrerebbe quindi valida la strategia adottata nei confronti delle
Amm.ni Locali e della popolazione generale, che si basa su
una idonea valutazione tecnica degli impianti (ARPAT), e
sulla conseguente informazione e comunicazione delle evidenze scientifiche sui rischi (ASL).
5) Appendice
Modificazioni della struttura economica e demografica
e ripercussioni sullo stato di salute
Dai dati sopra riportati emerge in primo luogo l’importante
effetto atteso della tendenza all’invecchiamento della
popolazione per quanto riguarda l’intensità di uso dei servizi sanitari. Ciò è particolarmente accentuato per la popolazione della città di Firenze, è immediatamente visibile per
quanto riguarda l’uso dell’ospedale, ma è prevedibile
anche per gli altri tipi di consumo come i farmaci e la specialistica. Peraltro, la politica aziendale di contenimento
della ospedalizzazione attraverso una maggiore appropria-
tezza dell’uso del ricovero, e di valorizzazione delle attività
sanitarie di comunità attraverso un rapporto organico con i
medici di medicina generale e un rafforzamento delle attività distrettuali, è finalizzata a mantenere sotto controllo i
fenomeni di possibile aumentato bisogno sia in termini di
spesa che in termini di stato di salute della popolazione.
E’ da notare come l’area di Firenze e comuni limitrofi confermi, sulla base dei dati epidemiologici, la sua natura di
area metropolitana, con una presenza di problematiche
legate al lavoro, alla immigrazione, al turismo, che sono
comuni alle altre zone fortemente urbanizzate a livello
nazionale, ma che comunque richiedono particolare attenzione. I dati di mortalità confortano nell’indicare che,
rispetto ad altre aree urbane, la situazione fiorentina è
molto buona, e i problemi di emarginazione e degrado,
seppur presenti, sono abbastanza contenuti. Certamente
esiste un ulteriore spazio di azione in termini preventivi,
che dovrà essere affrontato a livello aziendale con una
politica di rafforzamento delle attività territoriali.
Fonti bibliografiche
•
•
•
•
•
•
•
•
•
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Statistica, Movimento e struttura della
popolazione per Zone socio-sanitarie, anno 2000
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Regione Toscana – Area Extradipartimentale di
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sulla salute pp. 57-75. Ed. ARPAT n° 11 (1998).
209
210
LE VALUTAZIONI SULLA
SALUTE E IL BENESSERE
DELLA POPOLAZIONE
RESIDENTE NELL’ASL 11
Fonti consultate e dati disponibili
I parametri scelti per la valutazione dello stato di salute
della popolazione comprendono dati di mortalità e morbosità.
Lo studio mortalità generale e specifica fornisce elementi
utili per conoscere le patologie presenti in una popolazione
e poter valutare quindi, lo stato di salute, identificare i problemi sanitari esistenti e le eventuali priorità di intervento.
Lo studio di morbosità risulta importante ai fini preventivi
in quanto fornisce informazioni anche su quelle patologie
che non portano al decesso o che possono essere controllate o guarire tramite terapia medica. La morbosità incidente o prevalente risulta essere utile infatti solo quando le
segnalazioni vengono raccolte con criterio, perché normate (es. notifica malattie infettive), oppure se la patologia è
inserita in un sistema osservazionale organizzato (es. registro tumori).
Per l’elaborazione di questo capitolo sono stati utilizzati
dati forniti dalla Regione Toscana sulla mortalità generale e
per le 17 grandi cause della classificazione internazionale
ICD IX; è stato anche utilizzato l’archivio del Registro
Tumori Toscano (RTT) relativo all’incidenza della leucemia
nella zona Empolese anni 1985/96. I dati sono stati raccolti ed elaborati dall’Azienda USL11 (U.O. Epidemiologia, U.O.
igiene e Sanità Pubblica) che ha anche collaborato alla
redazione del presente capitolo.
I principali indicatori analizzati
Morbosità (S)
Nel caso dell’empolese, non sono ancora stati compiuti
studi di significatività che permettano di stabilire la reale
attendibilità dei dati rilevati pertanto, anche valori che si
discostano dal dato regionale, la cui popolazione è stata
presa come riferimento, necessitano di essere verificati.
Morbosità (S) - Andamento di alcune patologie
di interesse ambientale
Leucemia
La leucemia è una patologia a etiologia multifattoriale che
può colpire tutte le fasce di età; sono numerosi i fattori
causali implicati: genetici, familiari, deficit immunologici,
infezioni virali, esposizione a radiazioni ionizzanti e altri
agenti fisici quali campi elettromagnetici, agenti chimici.
La correlazione tra campi elettromagnetici a 50 Hz derivanti da elettrodotti ad alta tensione e insorgenza di leucemie è oggetto di studio da molti anni, anche se non si è
ancora giunti a conclusioni definitive, si ritiene possa
esserci un rischio aggiuntivo di leucemia infantile per
esposizione a campi superiore a 0.2 micro Tesla. Per lo
IARC tali campi magnetici sono in classe 2B, ossia possibili cancerogeni per leucemie infantili. Nel 1998 è stata fatta
un’ interpellanza parlamentare nella quale si prospettava
l’esistenza di un cluster (concentrazione di casi) di leucemie nell’area circostante la centrale elettrica di Ponzano
(comune di Empoli), e si chiedeva una verifica da parte
dell’A.U.S.L.. Nel febbraio 2001, un articolo di stampa ipotizzava un cluster di leucemie infantili in una scuola elementare di Sovigliana-Spicchio (comune di Vinci), attribuito a cause ambientali.
È’ stato pertanto attivato uno studio per monitorare l’incidenza dei casi di leucemia e verificare l’eventuale esistenza di cluster. Tale studio è stato effettuato dal Dipartimento
della Prevenzione dell’Az.USL, con la collaborazione della
UO Epidemiologia dell’Az.USL 11 e della UO Epidemiologia
Ambientale e Occupazionale del CSPO di Firenze (Istituto
Scientifico della Regione Toscana). Nella zona empolese
non si rilevano eccessi statisticamente significativi di casi
in nessun comune e in nessuna fascia di età. Considerata
la particolare importanza dei casi pediatrici si è provveduto ad un’analisi più approfondita di tutti i casi di leucemia
nella fascia di età 0-14 anni nel periodo 1985-2000, non
rilevando alcun eccesso statisticamente significativo.
L’analisi dei presunti cluster effettuata tramite valutazione
dell’aggregazione spazio temporale dei casi e tramite una
georeferenziazione dei casi stessi ha confermato l’assenza
di cluster sia nella scuola di Sovigliana che nella zona di
Ponzano. I dati rilevati suggeriscono comunque l’opportunità di continuare il monitoraggio dell’incidenza di questa
patologia.
Asma, eczema e rinite allergica dell’infanzia (Studio
Italiano sui Disturbi Respiratori nell’Infanzia e l’Ambiente SIDRIA)
Lo studio (SIDRIA) è stato condotto in Italia per fare una
stima sulla prevalenza dei disturbi respiratori e delle allergie tra i bambini e gli adolescenti e per approfondire il ruolo
dei vari fattori di rischio. Lo studio è stato condotto su oltre
39.000 bambini delle scuole elementari e medie e in 10
centri dell’Italia Settentrionale e Centrale. Nella zona
Empolese l’indagine è stata eseguita durante l’anno scolastico 1994/1995 su campioni rappresentativi della popolazione scolastica delle scuole medie inferiori ed elementari,
ed è emerso che la frequenza di asma rientra nella media
nazionale (9%) per i bambini delle elementari ma ne è al di
sopra per i ragazzi delle scuole medie: (10,1%). Per le altre
affezioni respiratorie considerate non si rileva, invece,
alcuna criticità. Per quanto riguarda l’eczema, la zona
Empolese rientra nella media (12,4%).
Su invito del gruppo promotore dello studio ISAAC è stato
ripetuto il rilevamento a distanza di 6 anni negli stessi centri che avevano partecipato alla prima fase.
Lo studio SIDRIA - II fase è finalizzato in primo luogo ad
indagare le eventuali modifiche temporali nella prevalenza
dell’asma e delle allergie nelle aree già oggetto di studio;
211
Tassi standardizzati di mortalità per causa (1996-1998)1
Maschi
Femmine
TUTTE LE CAUSE
Malattie sistema circolatorio
Cardiopatia ischemica
Infarto miocardio
Malattie cerebro-vascolari
Malattie apparato respiratorio
Bronchite, enfisema, asma
Malattie apparato digerente
Cirrosi epatica
Malattie sistema osteo-muscolare
Malattie ghiandole endocrine
Diabete
Tumori
K stomaco
K intestino
K polmone
Leucemie
Accidenti, avvelenamenti, traumatismi
Incidenti stradale
Suicidi
Malattie apparato genito-urinario
TUTTE LE CAUSE
Malattie sistema circolatorio
Cardiopatia ischemica
Infarto miocardio
Malattie cerebro-vascolari
Malattie apparato respiratorio
Bronchite, enfisema, asma
Malattie apparato digerente
Cirrosi epatica
Malattie sistema osteo-muscolare
Malattie ghiandole endocrine
Diabete
Tumori
K stomaco
K intestino
K polmone
Leucemie
Accidenti, avvelenamenti, traumatismi
Incidenti stradale
Suicidi
Malattie apparato genito-urinario
1
=
Manca la significatività nella zona empolese.
**
*
=
Valore inferiore statisticamente significativo.
=
Valore superiore statisticamente significativo.
212
Zona empolese
736,4
299,8
90,8
42,4
80,1
60,8
35,7
22,8
8,1
4,9
27,6
17,5
250,5
27,4
30,9
70,7
7,6
41,2
17,3
11,1
8,7
458,0
195,3
37,4
14,2
63,6
19,6
10,3
20,1
6,6
5,8
15,8
12,7
134,6
12,4
25,2
19,3
8,2
7,4
20,6
3,3
4,3
AUSL 11 Empoli
748,2
282,4
**84,7
39,5
82,9
58,5
*36,5
**24,1
**9,1
3,5
23,2
14,7
258,7
24,0
33,1
73,3
9,1
42,4
18,4
9,6
8,3
457,0
196,5
**35,6
**14,9
71,4
21,0
10,3
18,2
7,3
5,1
15,5
12,2
133,4
12,2
23,4
20,5
9,6
5,9
22,5
4,5
4,5
Regione Toscana
772,1
292,7
103,3
46,7
83,6
51,4
29,0
32,0
15,2
2,4
23,1
14,1
256,6
26,0
32,2
72,4
7,9
47,0
17,7
10,5
9,1
460,0
192,1
48,4
19,5
66,8
19,8
8,6
20,3
8,5
3,6
18,3
13,6
138,7
10,9
19,5
22,9
11,6
5,0
21,5
3,2
5,0
Mortalità infantile triennio 1996-1998
Zona empolese
Zona Valdarno
AUSL 11
Regione Toscana
Causa perinatale
7
9
16
235
Malformazioni congenite
8
1
9
102
la nuova indagine è stata estesa anche ad altre città del
sud Italia, per consentire un esame più completo delle differenze geografiche nella prevalenza dell’asma, dell’allergie e dei disturbi respiratori all’interno del nostro paese
confrontando inoltre le stime di prevalenza della patologia
respiratoria tra il nostro paese e gli altri. Nello studio
SIDRIA II, verranno inoltre raccolte informazioni sull’esposizione attuale o pregressa ai fattori di rischio per l’asma in
età pediatrica correlati alle condizioni sociali, ambientali e
di vita dei soggetti in studio, al fine di valutare anche l’associazione tra questi fattori, e soprattutto le infezioni virali
e batteriche della 1° infanzia, e lo sviluppo dell’asma e
delle allergie. Inoltre in relazione agli elevati costi sanitari
della malattia asmatica/allergica, il progetto SIDRIA II si
propone di indagare, a livello della popolazione le modalità
Altre cause
4
3
7
54
Tasso per 100 nati vivi
5,66
6,52
5,98
4,93
terapeutiche attuali per il controllo della patologia asmatica e allergica e il conseguente ricorso ai servizi. Pertanto i
dati epidemiologici forniranno anche indicazioni utili per
l’offerta di prestazioni sanitarie, e potranno essere utilizzate dal Servizio Sanitario Nazionale per meglio pianificare i
servizi e per sviluppare i piani di intervento selettivi per
aree e strati della popolazione a maggior rischio.
Sistema socio-insediativo
I dati demografici, socio-culturali ed economici sono
strettamente collegati con i dati di salute,rappresentando
i determinanti fondamentali della domanda di assistenza
sanitaria e sono collegati ad un sano sviluppo delle condizioni di vita e di lavoro.
Popolazione (S/P) Dati demografici
Popolazione
reresidente
totale
0-14 anni
15-65 anni
> 65 anni
1995
134.355
N°
%
15.936 12,01
90.189 67,20
27.600 20,80
1996
133.328
N°
%
15.990 11,90
89.326 66,90
28.012 21,00
1997
133.921
N°
%
16.159 12,06
89.294 66,67
28.468 21,25
1998
134.853
N°
%
16.492 12,20
89.555 66,40
28.806 21,30
1999
135.849
N°
%
16.655 12,3
89.903 66,20
29.291 21,50
2000
137.382
N°
%
17.072 12,40
90.548 65,90
29.762 21,70
Cittadini stranieri residenti nelle 3 zone anno 2000
Nazionalità
Albania
Marocco
Senegal
Cina
Filippine
Romania
Yugolsavia
Tunisia
Tedesca
Macedone
Indiana
Singalese
Francese
Altre nazionalità
Totale
Zona empolese
501
171
60
1.059
340
44
29
24
39
0
56
19
30
466
2.838
Zona Valdelsa
567
205
63
102
51
55
50
16
88
102
16
40
12
342
1.709
Zona Valdarno
903
510
352
273
94
52
38
32
21
20
31
11
21
312
2.670
Zona AZ. USL
1971
886
475
1.434
485
151
117
72
148
122
103
70
63
1.120
7.217
213
Incremento naturale e migratorio, saldo demografico
Incremento naturale
Incremento migratorio3
Saldo demografico4
2
2
3
4
=
=
=
1995
-2,89
3,96
1,07
1996
-3,74
6,86
3,12
1997
-2,58
7,47
4,89
1998
-2,40
7,69
5,29
1999
-2,36
9,55
7,20
2000
-1,27
9,93
8,66
Incremento naturale: (n. Totale nati - n. Totale morti) / popolazione residente x 1000.
Incremento migratorio: (n. Iscritti residenza - n. Cancellati residenti) / popolazione residente x 1000.
Saldo demografico: (n. Nati - n. Iscritti) - (n. Morti - n. Cancellati) / popolazione residente x 1000.
Cittadini stranieri residenti suddivisi per continente - anno 2000
Continenti
Europa
Asia
Africa
America meridionale
America settentrionale
Oceania
Totale
Zona empolese
848
1.527
358
92
12
1
2.838
Zona Valdelsa
1.012
245
369
56
27
0
1.709
Zona Valdarno
1.195
432
932
99
11
1
2.670
Totale ASL
3.055
2.204
1.659
247
50
2
7.217
Indici di vecchiaia, dipendenza sociale e natalità
1995
Indice di vecchiaia
173,19
Indice di dipendenza sociale6 48,84
Indice di natalità7
7,88
5
5
6
7
=
=
=
1996
175,18
49,26
7,68
1997
176,17
49,97
8,10
1998
176,40
50,60
8,88
1999
175,87
51,11
8,47
2000
174,33
51,72
9,05
Indice di vecchiaia: (n. Totale residenti ultra 65enni / n. Totale residenti in età 0-14 anni) x 100.
Indice di dipendenza sociale: (popolazione residente età 0-14 + popolazione ultra 65enni) / popolazione età 15-64 anni x 100.
Indice di natalità: (n. Totale nati residenti / popolazione residente) / x 1000.
ANZIANI - dati generali (fonte: dati reg. anno 2000)
Secondo una stima regionale ogni 100 anziani 19 si trovano in condizioni di disabilità
Di questi si stima che:
il 50% abbia bisogno di un appoggio saltuario
il 35% abbia bisogni di assistenza giornaliera
il 15% abbia bisogni di assistenza continua
Zona
Zona Valdarno
Zona empolese
Totale
214
1998
Auto Non auto
34
94
194
258
228
352
Totale
128
452
580
1999
Auto Non auto
34
94
170
323
204
417
Totale
128
493
621
2000
Auto Non auto Totale
34
94
128
170
345
515
204
439
643
tributo alla conoscenza dei livelli di esposizione a campi
elettromagnetici a 50Hz della popolazione residente nelle
aree più vicine alle linee elettriche ad alta tensione.
Qualità degli insediamenti
Qualità acqua potabile
La qualità delle acque potabili è garantita (DPR 236/88)
attraverso controlli interni (da parte degli enti gestori) sulle
acque di captazione e sui trattamenti di potabilizzazione, e
mediante campionamenti routinari, da parte dell’ASL, sulla
rete di distribuzione con monitoraggio di indicatori di inquinamento chimico e batteriologico.
Nel corso degli anni 2000-01, sono stati effettuati 140
campionamenti per analisi di parametri chimici, di cui 13
non risultati conformi alla normativa e 2700 campioni per
analisi di tipo microbiologico di questi, 14 campionamenti
sono risultati non conformi per lievi eccessi di carica batterica, prontamente risolti e comunque privi di significato
sanitario.
Nel corso dell’anno 2002, sono stati effettuati 152 campionamenti per i parametri chimico –fisici e 1325 controlli per
i parametri microbiologici. E’ importante sottolineare che
mentre le non conformità per i caratteri microbiologici sono
rimaste costanti, sono state riscontrate, anche se occasionalmente, delle non conformità per due parametri chimici:
ferro e organoalogenati. Con l’entrata in vigore del nuovo
D. Lgs 31/01 a dicembre 2003, è previsto un abbassamento dei valori limite per questi ultimi composti, che
generalmente sono il risultato della reazione del cloro gassoso impiegato per la disinfezione dell’acqua e le sostanze
organiche presenti.
Edifici in prossimità di elettrodotti alta tensione
Già da diversi anni l’I.S.S. e l’ISPESL hanno richiamato l’attenzione su alcuni valori di esposizione a campi elettromagnetici a 50Hz (dell’ordine di qualche microTesla) piuttosto
lontani dalla condizione di fondo e per i quali si può ragionevolmente stimare un possibile rischio aggiuntivo di leucemie infantili anche considerevole.
Alcune indicazioni operative tese a ridurre i livelli di esposizione più elevati, ispirandosi ad un principio cautelativo,
venivano formulate dai suddetti Enti in un documento congiunto del 1997.
E’ stata pertanto attivata un’indagine tesa a fornire un con-
Edifici in prossimità di linee elettriche alta tensione
N. edifici presenti nel raggio di 100 metri da linee elettriche ad alta tensione nella zona Empolese
563
Di cui nel raggio di 10 metri
58
Presenza di amianto
L’amianto è stato impiegato largamente nell’industria e in
particolare nell’edilizia sino agli anni ’70. Anche se attualmente la legge ne impedisce alcuni usi, materiali contenenti amianto si ritrovano in ambienti di vita e di lavoro a
causa dell’elevato utilizzo fatto nel passato.
L’esposizione a fibre di amianto è causa di varie patologie
come l’asbestosi, il carcinoma polmonare e il mesotelioma.
Allo scopo di accertare la presenza di amianto è stata effettuato il censimento di tutti gli edifici pubblici o aperti al
pubblico in particolare: teatri, cinema, musei, sale convegni, biblioteche, palestre, piscine, centri sportivi, banche,
uffici postali, case di cura e di riposo, alberghi, discoteche
e grossi centri commerciali. Ad un campione pari al 20% di
ogni tipologia di edificio è stata inviata una scheda di autonotifica per l’accertamento della presenza di amianto.
Dall’elaborazione dei dati emerge che sono state inviate
266 lettere e sono pervenute 129 risposte, una percentuale quindi del 49%; il maggior numero di risposte il 78%, è
pervenuto dagli enti privati, e solo il 22% dagli enti pubblici.
I risultati del censimento sono confortanti, infatti solo in 2
casi è stato trovato amianto in matrice friabile. Il prossimo
anno il censimento sarà allargato anche alle impianti industriali attivi o dimessi e alle altre categorie di ricerca previste dal Decreto Ministero dell’Ambiente 101/03
Esposti per inconvenienti igienici (S)
Le richieste di intervento per inconvenienti igienico sanitari da parte dei cittadini rappresentano un utile strumento di
Risultati delle misurazioni effettuate in un primo gruppo di edifici nel raggio di 10 m
Numero di edifici con valori di c.e.m. (micro Tesla) suddivisi per fasce linee a 132 Kv
<=0,1
>0,1 e <=0,2
>0,2 e <=0,5
>0,5 e <=1,0
>1
Media
5
31,25%
2
12,50%
7
50,00%
1
6,25%
0
0,00%
Numero di edifici con valori di c.e.m. (micro Tesla) suddivisi per fasce linee a 380 Kv
<=0,1
>0,1 e <=0,2
>0,2 e <=0,5
>0,5 e <=1,0
>1
Media
0
0,00%
0
0,00%
6
37,50%
5
31,25%
5
31,25%
Totale
15 100%
Totale
16 100%
215
Esposti per inconvenienti igienici
Inconvenienti
igienici
vari
Emissioni
moleste in
atmosfera
Empoli
Area empolese*
46
126
4
10
Empoli
Area empolese*
45
118
4
13
Campi
magnetici
Maleodoranze
Amianto
/ eternit
7
19
3
6
7
17
0
6
10
26
2
10
5
7
0
10
Rumore
2000
2000
*
=
Dato complessivo, riferito ai comuni di Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli, Gambassi, Montaione, Montelupo, Montespertoli, Vinci.
conoscenza delle problematiche presenti sul territorio,
soprattutto in relazione alla percezione soggettiva dei
rischi, sono infatti espressione di un disagio effettivo. A
volte possono essere una spia di situazioni di criticità
ambientali su cui bisogna intervenire in maniera adeguata
altre volte invece non richiedono l’intervento degli enti
competenti in quanto riconducibili a problematiche di interesse privato.
Incidentistradali e domestici
Archivio 118 Emergenza Sanitaria
La prevenzione degli incidenti domestici e stradali rappresenta nella realtà nazionale e locale uno degli obiettivi
primari non solo del sistema educativo sanitario ma di un
vasto arco di soggetti istituzionali e non.
Andamento traumatismi nel tempo dati Azienda USL 11
Incidenti domestici
Incidenti stradali
1998
1.220
2.557
1999
1,557
3.143
2000
1.626
3.720
2001 (stima)
1.922
3.674
Stima dell’evento in relazione alla popolazione residente, per comune
Capraia e Limite
Castelfiorentino
Cerreto
Certaldo
Empoli
Gambassi
Montaione
Montelupo
Montespertoli
Vinci
216
Interventi per strada (x 1.000 res.)
9,2
10,7
18,5
10,2
18,7
12,7
18,75,5
22,0
11,6
17,0
Interventi per Casa (x 1.000 res.)
6,3
6,9
6,9
8,1
8,4
6,5
7,1
7,2
7,4
Scarica

2° Rapporto sullo Stato dell`Ambiente