Il volume è a cura della Direzione Tutela Ambientale della Provincia di Firenze La ricerca ed elaborazione dati e stesura del testo del rapporto sono a cura dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia Milano Hanno collaborato: Elio Altese Duccio Bianchi Giulio Lazzerini Hanno contribuito alla redazione del capitolo delle “Politiche per l’Ambiente”, oltre alla Direzione Tutela Ambientale, la Direzione Rifiuti e Bonifiche, Direzione Territorio e Servizi Urbanistici, Direzione Difesa del suolo, bonifica e risorse idriche, Assessorato Edilizia, Assessorato Trasporti, Laboratorio di didattica Ambientale della Provincia di Firenze. hanno contribuito inoltre: Agenzia Fiorentina per l’Energia LINNÆA ambiente Srl. Il capitolo Ambiente e Salute è stato redatto dai Dipartimenti della Prevenzione della ASL 10 (Area Fiorentina) e della ASL 11 (Area Empolese-Valdelsa). Si ringraziano: ARPAT - Dipartimento di Firenze, la Direzione Territorio e Servizi Urbanistici, la Direzione P.I. e Turismo, la direzione Agricoltura e Foreste della Provincia di Firenze, l’ARSIA e tutti gli altri Enti che hanno collaborato e fornito i dati del rapporto. Coordinamento redazionale ed editing: Lorella Lentucci Paola Muti emilio galanti Immagine coordinata: art direction Marco Capaccioli impaginazione Paolo Denti, Leonardo Pili Stampa: Grafiche Martinelli, Vallina Stampato su carta completamente biodegradabile e/o riciclabile 2 Provincia di Firenze Assessorato all’Ambiente 4 INDICE Presentazione Riccardo Gori Assessore all’Ambiente della Provincia di Firenze 9 INTRODUZIONE 13 LISTA E RIPARTIZIONE INDICATORI 17 FATTORI ANTROPICI: ENERGIA consumi energetici consumi elettrici intensita' energetica 23 24 26 28 FATTORI ANTROPICI: INDUSTRIA E TURISMO effetti ambientali dell’industria industrie a rischio di incidente rilevante infortuni sul lavoro e malattie professionali impianti soggetti alle norme ippc sistemi di gestione ambientale presenza e pressione turistica turismo: offerta ricettiva agriturismo 29 30 31 32 33 34 35 37 37 FATTORI ANTROPICI: AGRICOLTURA tipo di utilizzazione del suolo agricolo utilizzazione degli input chimici di sintesi (fertilizzanti ) utilizzazione degli input chimici di sintesi (fitosanitari) pericolosità ambientale prodotti fitosanitari carichi trofici potenziali consumi idrici in agricoltura bilancio input/output azoto qualita’ delle produzioni alimentari agricoltura biologica 40 41 43 44 45 47 49 51 53 55 FATTORI ANTROPICI : TRASPORTI motorizzazione privata traffico aereo consumi per la mobilita' infrastrutture e offerta di trasporto su ferrovia incidentalita' stradale qualita' ambientale del parco auto 57 58 60 61 62 64 65 FATTORI ANTROPICI: POPOLAZIONE E INSEDIAMENTI struttura dell’uso del suolo densita di popolazione 66 67 69 INDICE Rapporto sullo Stato dell’ Ambiente 5 INDICE 6 patrimonio edilizio produzione edilizia 71 73 FATTORI ANTROPICI : RIFIUTI rifiuti urbani rifiuti speciali raccolta differenziata capacita' di smaltimento dei rifiuti bonifica dei suoli 75 76 78 80 80 83 FATTORI ANTROPICI: INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO evoluzione delle sorgenti di campi elettromagnetici controlli dei livelli di potenza e dell'esposizione della popolazione 84 85 86 COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA E CLIMA emissioni inquinanti atmosferici per sorgente emissioni gas serra per sorgente contributo all’effetto serra meteorologia superamento dei valori obiettivo di qualità dell’aria concentrazioni medie annue di inquinanti atmosferici biomonitoraggio della qualità dell’aria concentrazioni di ozono troposferico aree a rischio di qualità dell'aria rete di monitoraggio della qualità dell’aria classificazione della diffusività atmosferica nella provincia di firenze 90 92 94 95 97 99 101 103 105 107 109 111 COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUE prelievi e risorse idriche consumi idrici qualità delle acque sotterranee qualità delle acque superficiali capacita' di depurazione 112 113 115 117 119 122 COMPONENTI AMBIENTALI: CLIMA ACUSTICO inquinamento acustico inquinamento acustico da infrastrutture di trasporto classificazione acustica 123 124 126 128 COMPONENTI AMBIENTALI: PAESAGGIO aree disturbate per la qualita’ visiva del paesaggio infrastrutture ecologiche del paesaggio la diversità delle aree agricole diversita' del paesaggio agro-forestale aree soggette a vincoli paesaggistici 129 130 132 134 135 137 COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITA’ struttura della superficie forestale superficie forestale e altre aree boscate incendi boschivi aree protette di interesse naturalistico 138 139 141 143 145 aree faunistiche e pressione venatoria specie animali e vegetali presenti in liste d’attenzione habitat naturali e seminaturali minacciati 147 149 151 COMPONENTI AMBIENTALI: SUOLO E RISCHIO IDROGEOLOGICO attività estrattiva esposizione a fenomeni alluvionali esposizione a rischio di frana interventi per la riduzione del rischio idraulico e da frana 153 154 156 160 162 COMPONENTI AMBIENTALI: AREE URBANE consumo di territorio per abitante accessibilita aree ricreative accessibilita dei servizi locali 164 165 166 168 Le politiche per l’ambiente della Provincia di Firenze 1 PREMESSA 170 2 IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE 2.1 Il SIT dell’ Area delle Politiche del territorio 2.2 Il progetto SIRA 2.2.1. Gli archivi SIRA 2.3 Diffusione delle informazioni di carattere ambientale 174 174 175 3 IL TERRITORIO 3.1 Il Piano Territoriale di coordinamento Provinciale 3.2 Le Aree protette 3.3 Difesa del suolo e corretto utilizzo delle risorse idriche 176 176 176 177 4 LO SVILUPPO SOSTENIBILE 4.1 Agenda 21 e istituzioni locali 4.1.1 Il Progetto FI 21 “Ag. 21 locale per lo sviluppo sostenibile della Provincia” 4.2 La bioarchitettura per un’edilizia sostenibile 4.3 Educazione ambientale 4.3.1 Il laboratorio didattico ambientale 4.3.2 Riciclabilandia 4.3.3 Il Riciclone 4.3.4 Camminare nel verde 4.4 Mobilità sostenibile 4.4.1 Iniziative per migliorare l’accessibilità al Trasporto Pubblico Locale 4.4.2 Iniziative per favorire la mobilità secondaria ciclabile 178 178 SISTEMI AMBIENTALI 5.1 La gestione dei rifiuti 5.1.1 Riduzione della produzione di rifiuti 186 186 180 181 INDICE 5 175 184 7 6 5.1.2 Cofinanziamenti di progetti in materia di raccolta differenziata e riduzione della produzione di rifiuti 5.2 Il sistema aria e la tutela dall’ inquinamento atmosferico 5.2.1 Il sistema permanente integrato per il monitoraggio della qualità dell’aria 5.2.1.1.Risultati ottenuti nel periodo 2000/2002 5.2.1.2.Prospettive 2003/2004 5.3 Il sistema acqua 190 ALTRI PROGETTI 6.1 Progetto qualità 6.2 Progetto energia 6.3 Progetto elettrosmog 191 191 192 193 188 INDICE Ambiente e salute 8 IL PIANO SANITARIO REGIONALE 2002-2004 DELLA REGIONE TOSCANA 197 LE VALUTAZIONI SULLA SALUTE E IL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE NELL’ASL 10 199 LE VALUTAZIONI SULLA SALUTE E IL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE NELL’ASL 11 211 PRESENTAZIONE Agenda 21 provinciale. In sostanza, l’illustrazione della quantità/qualità ambientale delle nostre aree a predisposizione della Relazione sullo Stato L urbane, industriali, agricole, e delle risposte attuali dell’Ambiente della Provincia di Firenze del alle varie problematiche e/o emergenze, servirà da 2003 ha coinciso con la più vistosa base conoscitiva su cui impostare una discussione dimostrazione, su scala continentale, dei che avrà da un lato il compito di “validare” cambiamenti climatici in corso sul nostro pianeta. (confermandolo e/o arricchendolo) il quadro dei Dalla tarda primavera fino alle soglie dell’autunno di parametri ambientali e dei dati stessi; dall’altro il quest’anno, i parametri ambientali fondamentali – compito di concorrere, in modo partecipato, alla acqua, aria, suolo – in quasi tutta Europa sono stati predisposizione del Piano Provinciale di azione condizionati e sconvolti dalla cosiddetta “bolla ambientale, che dovrà costituire, a nostro avviso, un africana”, così come è accaduto allo stato di salute severo e realistico sforzo di portare più avanti la psico-fisica di molte persone. difesa e, laddove necessario, la riqualificazione del Gli esperti ci dicono che questo stato di cose non è nostro contesto ambientale: patrimonio prezioso per un’eccezione, ma è destinato a diventare la regola, e tutta la nostra comunità. i più sono convinti che ciò dipenda dall’azione Ci è sembrato utile, infine, coinvolgere in maniera più dell’uomo nel corso dell’ultimo secolo. organica la scuola in questa conoscenza dei dati Soltanto politiche ambientali “forti” e coraggiose dell’ambiente provinciale. Ciò significa che ci sarà degli Stati, secondo questi esperti, possono riuscire anche una relazione sullo stato dell’ambiente in di invertire questa tendenza negativa ed evitare, versione didattica, sia per le scuole medie-superiori, almeno in parte, scenari catastrofici per l’intera sia per le medie inferiori e per le elementari, con la umanità. Il richiamo dunque è per ognuno a fare segreta ambizione di poter presto attivare anche una qualcosa, nel contesto e alla scala in cui ciascuno si AGENDA 21 per e nelle scuole. trova a operare: noi siamo d’accordo. In fondo sono proprio i giovani e i ragazzi – anche se La presentazione degli elementi e dei dati sullo stato sovente non lo si fa loro ben sapere – il valore del nostro Ambiente, vuol rappresentare non un aggiunto in grado di muovere davvero gli Stati a passaggio “amministrativo” e puramente canonico, quelle politiche coraggiose in campo ambientale bensì, proprio in forza di emergenze come quella capaci di assicurare un futuro meno incerto ed recentemente vissuta, un’occasione per oscuro proprio alle giovani generazioni e all’umanità “apparecchiare” un tavolo di lavoro impegnativo intera. attorno al quale chiamare i decisori politici, il mondo del sapere, i tecnici interni ed esterni alle istituzioni, la pubblica opinione, così come i vari soggetti economici e sociali. Riccardo Gori A tal fine, parallelamente alla presentazione della Assessore all’ambiente della Provincia Relazione, noi intendiamo attivare il processo di di Firenze 9 Rapporto sullo Stato dell’ Ambiente 12 INTRODUZIONE L’elaborazione e la presentazione del rapporto sullo stato dell’ambiente, accompagna, oggi, l’avvio del percorso di Agenda 21, cioè di un percorso di elaborazione di uno scenario di sostenibilità ambientale e sociale e di un insieme di specifiche azioni positive e concrete, condotto assieme dalle istituzioni locali e dalle varie forze sociali. Il rapporto sullo stato dell’ambiente è, infatti, uno dei molti strumenti necessari alle politiche ambientali e di sostenibilità. Non è l’archivio della molteplicità delle informazioni ambientali disponibili. E’ invece, in primo luogo, uno strumento di monitoraggio, descrizione e interpretazione sia della qualità delle risorse ambientali che dei fattori umani che influenzano e modificano l’ambiente. Che cosa sta succedendo ? Perché sta succedendo ? Stiamo vedendo dei cambiamenti ? Quanto sono efficaci le nostre azioni e politiche ambientali ? Queste sono le domande chiave a cui il rapporto sullo stato dell’ambiente - e il sistema di indicatori che lo compone - cerca di fornire delle risposte. Al centro della nostra impostazione del rapporto sullo stato dell’ambiente stanno dunque le relazioni tra le attività umane - i consumi energetici, i trasporti, le attività produttive, gli insediamenti urbani - e le risorse ambientali, la qualità dell’aria, delle acque, del paesaggio. Per questa ragione, il rapporto sullo stato dell’ambiente è anche uno strumento per verificare i miglioramenti e i peggioramenti che si sono verificati nel tempo, le criticità e le opportunità, la capacità di integrare le considerazioni ambientali nelle azioni pubbliche e private, delle amministrazioni locali, delle imprese, di tutti noi singoli cittadini e consumatori. Questo rapporto ci restituisce un quadro complesso della condizione ambientale della provincia di Firenze. La qualità delle risorse ambientali e la loro integrazione con un ricco patrimonio storico e artistico costituiscono l’essenza dell’immagine della provincia di Firenze. Non è una immagine stereotipata. Anche se non è possibile tradurre in indicatori alcuni valori estetici, la provincia di Firenze è dotata di una elevata presenza di aree boscate e di alto pregio naturale, di paesaggi agrari diversificati, di un tessuto di aree agricole con una presenza rilevante di infrastrutture ecologiche, di una articolazione di centri urbani e borghi e aree minori che - pur talvolta segnati dal declino - hanno mantenuto una loro identità e vivacità. Il valore di queste risorse e di queste qualità ambientali non solo contribuisce al “marchio” per l’insieme dei prodotti e del lavoro locale, ma è anche - e in maniera crescente - una fonte diretta di reddito e un motore di attività economiche. Si pensi, intanto, alla crescita forte - e inattesa - del turi- smo (+ 20% di presenze in soli cinque anni) concentrata e trainata soprattutto dalle aree rurali (su una crescita di 1,6 milioni di presenze, le aree esterne a Firenze ne hanno intercettate 1,1 milioni) e soddisfatta in primo luogo dall’offerta ricettiva basata su agriturismi, appartamenti e altre modalità più soft, fondate sul recupero dell’esistente piuttosto che sulla realizzazione di nuovi complessi. Si pensi ancora alla spettacolare crescita del settore dell’agricoltura (e dell’allevamento) biologica, incrementata del 40% tra il 1999 e il 2002, giunta oggi a coprire il 18% della superficie agricola utile, un valore più che doppio rispetto alla media nazionale. In questi settori - anche molto esposti alla domanda estera (e alla sensibilità ambientale estera) - si è avviata una conversione in senso ambientale, che sta producendo un vantaggio sia economico che ecologico. Crea nuove aree di mercato espansive e, al tempo stesso, contribuisce al miglioramento della qualità ambientale, al mantenimento del paesaggio, al ripristino territoriale. In altre aree, invece, la provincia di Firenze condivide senza eccellenze le tendenze dominanti dell’Italia e non sfrutta le proprie potenzialità. Il sistema industriale, pur non rappresentando la principale fonte di impatto, mostra un non elevato dinamismo ambientale e solo di recente si sono manifestati segni di risveglio con il varo di alcuni programmi di certificazione dei sistemi di gestione ambientale. Più in generale, i fattori di pressione tradizionali (o, meglio, le “driving forces”, le forze motrici dell’economia e dell’attività umana) sono tutti sotto il segno della crescita: crescono i consumi energetici, cresce la mobilità, cresce la produzione di rifiuti. La struttura della mobilità non è evoluta verso i trasporti collettivi, le rotaie o verso un più diffuso impiego delle biciclette (anche se nelle aree urbane sono state attuate misure di limitazione del traffico, di pedonalizzazione, di tariffazione della sosta, di impiego di nuovi mezzi). Il sistema energetico, con una parziale sostituzione tra olio combustibile e metano, è rimasto incentrato sui combustibili fossili e non ha conosciuto alcun apprezzabile sviluppo delle fonti rinnovabili (eolico, solare, biomasse) sia nella produzione elettrica che termica. E cresce di conseguenza - con una intensità doppia rispetto alla media nazionale - il contributo della provincia di Firenze alle emissioni climalteranti e all’effetto serra, che rappresenta la principale e più consistente minaccia ambientale su scala globale. Il miglioramento tecnologico (soprattutto del parco macchine) e della qualità dei combustibili ha però limitato gli effetti negativi della crescita dei consumi energetici e in particolare della mobilità. Per la gran parte degli inquinanti atmosferici si registra una riduzione delle concen- 13 trazioni, pur permanendo una situazione di criticità soprattutto per il PM10 e per l’ozono (in crescita). Dal 1999, per ossidi di azoto e monossido di carbonio non si registrano più superamenti dei limiti di legge. La contrazione o la stabilizzazione delle emissioni idriche industriali e domestiche ha contenuto o ridotto i carichi inquinanti sui corpi idrici, ma la qualità dei corsi d’acqua - e in particolare quella dell’Arno – limitatamente al tratto a valle della città di Firenze, comincia a manifestare segni consistenti di miglioramento con l’attivazione dell’impianto di depurazione di San Colombano che, una volta a regime, dovrebbe colmare il gravissimo deficit di depurazione che per decenni ha drammaticamente alterato le condizioni dell’Arno. Una notevole crescita si registra invece nella produzione dei rifiuti urbani (+ 20% solo nel periodo 1997 - 2000), nonostante i livelli procapite già tra i più alti d’Italia. L’estensione e il successo della raccolta differenziata, che ha superato il 25% (più di dieci punti percentuali sopra la media nazionale), non è però sufficiente a ridurre la quantità totale di rifiuti residui. Anche la produzione di rifiuti speciali risulta sostenuta, anche se è difficile valutarne le tendenze. Questi fattori di impatto si manifestano nelle forme più acute nelle aree urbane. Ma è la stessa urbanizzazione a costituire un fattore di impatto significativo e da controllare. La crescita dell’artificializzazione del territorio, dei perimetri urbani e delle aree edificate, è proseguita anche nel corso dell’ultimo decennio (+3,5%), nonostante il declino demografico (-1,1%). Il consumo di suolo procapite non è indifferente (e varia dai 110 mq/ab in comuni a forte densità agli oltre 600 mq/ab di comuni con insediamenti estensivi e declino demografico). La dispersione di centri abitati e infrastrutture di trasporto determina una frammentazione delle aree naturali e agricole e un “disturbo” che investe una area molto ampia della provincia (ca. il 40% della superficie provinciale, variando tra il 60% dell’area fiorentina e il 20% nel Mugello). Una notevole porzione del territorio è sottoposto a instabilità geomorfologica e rischio di frana. Oltre il 10% del territoriale provinciale è ancora esposto a rischio idraulico elevato o molto elevato. In tal senso il risanamento e la messa in sicurezza del bacino dell’Arno costituisce una delle grandi priorità ambientali. Nonostante la scarsità delle risorse disponibili, rispetto ad un fabbisogno stimato di 1,9 mld. di , i Consorzi di bonifica, l’Autorità di bacino del fiume Arno e gli Enti locali hanno avviato un piano di risanamento di vasto respiro. Gli indicatori ambientali - che vorremmo trasformare fin dal prossimo anno in indicatori di sostenibilità (ambientale, ma anche sociale ed economica) - mostrano i progressi realizzati. Mostrano anche, però, l’urgenza di una integrazione degli obiettivi ambientali nell’insieme delle politiche e delle attività economiche e di una più forte conversione dei comportamenti pubblici e privati, indivi- 14 duali e collettivi. E segnalano la necessità che le politiche pubbliche - sia a scala nazionale che locale - siano più consapevoli dell’importanza della qualità ambientale anche come fattore di sviluppo economico e di miglioramento della qualità della vita. Sotto il profilo metodologico, questo rapporto sullo stato dell’ambiente si articola in un insieme organizzato e commentato di indicatori, periodicamente aggiornabili. Nell’articolazione del sistema di indicatori si sono individuate 14 tematiche raggruppate in: - “fattori antropici” che identificano essenzialmente le attività antropiche e alcuni specifici fattori di impatto trasversali a varie attività antropiche (energia; industria e turismo; agricoltura; trasporti; popolazione e insediamenti; rifiuti; inquinamento elettromagnetico), - “componenti ambientali” che identificano risorse e aspetti ambientali oggetto di impatto (aria e clima; acque; clima acustico; paesaggio; biodiversità; suolo e rischio idrogeologico; aree urbane). Nella struttura delle tematiche, rispetto ai report più tradizionali, vi è una maggiore attenzione agli aspetti relativi alle aree e agli insediamenti urbane e al paesaggio, che appaiono temi di particolare rilievo nella provincia di Firenze. La ripartizione per tematiche semplifica l’organizzazione del set di indicatori, ma sacrifica purtroppo la complessità delle relazioni. Alcuni indicatori sono infatti funzionali a caratterizzare e comprendere più aspetti ambientali. Ad esempio, gli indicatori di qualità dell’aria e di inquinamento acustico sono caratterizzanti anche in maniera specifica della qualità ambientale delle aree urbane. Una scheda di sintesi, in apertura di ciascun capitolo tematico, sintetizza i risultati mostrati dagli indicatori in relazione soprattutto all’andamento temporale, alla criticità del fenomeno e alla presenza di azioni correttive. La scheda costituisce una sintetica guida alla lettura e all’interpretazione delle dinamiche registrate per quella specifica componenete ambientale o per fattore antropico. La struttura del sistema di indicatori della provincia di Firenze si basa sull’approccio DPSIR, sviluppato dall’Agenzia europea per l’ambiente, che considera le relazioni e i rapporti causali tra: (a) Determinanti (caratterizzazione delle attività antropiche che hanno conseguenze ambientali: produzione industriale, agricoltura, energia, trasporti…), (b) Pressioni (rilasci nell’ambiente e uso delle risorse) (c) Stato delle componenti ambientali (quantità e qualità delle risorse in termini fisici, biologici e chimici) (d) Impatti (effetti dei cambiamenti intervenuti sulla disponibilità, qualità, salute delle risorse ambientali e umane) (e) Risposta (politiche e interventi, di soggetti pubblici e privati, per migliorare l’ambiente o ridurre gli impatti) Gli indicatori impiegati sono di tre tipi: (a) indicatori descrittivi, costituiti da indicatori elementari che misurano “cosa sta succedendo” in relazione alle varie componenti ambientali: sono i tipici indicatori di base per la caratterizzazione della situazione ambientale (b) indicatori prestazionali, che misurano la distanza (per questo sono anche conosciuti come indicatori “distance-to-target”) della situazione attuale rispetto a valori di riferimento (obiettivi), che possono essere fondati su obiettivi politici nazionali o locali o su obiettivi internazionali (c) indicatori di efficienza, costituiti generalmente da indicatori derivati che misurano l’efficienza di uso delle risorse (o di generazione di inquinamento) per unità di prodotto, di processo, di reddito La scelta degli indicatori ha seguito i tradizionali criteri della rilevanza, della consistenza analitica, della capacità di comunicare, della capacità di orientamento, della misurabilità e aggiornabilità e della disponibilità a costi accettabili. La scelta degli indicatori è comunque, anche in questo caso, il frutto di un inevitabile compromesso tra i fabbisogni conoscitivi (i teorici indicatori che sarebbero necessari) e la disponibilità reale di fonti informative. Gli indicatori rappresentati sono in parte tratti da fonti pubblicate o da studi condotti dall’Amministrazione Provincale o dall’Arpat, in parte sono rielaborazioni (o stime) di Ambiente Italia su dati disponibili presso le varie fonti, in parte sono elaborazioni originali condotte appositamente per questo rapporto. Particolare attenzione, nella scelta degli indicatori, è stata posta a sviluppare quegli “indicatori di integrazione settoriale” raccomandati dall’Unione Europea, fin dal Report on environment and integration indicators to the Helsinki Summit , per “legare le preoccupazioni ambientali con le attività del settore” e “fornire uno strumento per monitorare e comparare l’attuazione della strategia di integrazione”. Questi indicatori – che in parte si basano su nuovi indicatori elementari e in gran parte rappresentano una revisione o una nuova formulazione di indicatori basati su dati disponibili – sono generalmente orientati verso indicatori di prestazione e efficienza o verso indicatori descrittivi che intrinsecamente rappresentano una coniugazione tra sostenibilità ambientale e sostenibilità socioeconomica (per il settore di appartenenza). Ulteriori sviluppi in questa direzione sono attesi nei prossimi rapporti della Provincia di Firenze, con un più ampio sviluppo degli indicatori comuni europei sull’ambiente urbano, degli indicatori di integrazione e degli indicatori di sostenibilità sociale ed economica. 15 16 LISTA E RIPARTIZIONE INDICATORI Legenda: D = indicatore di determinanti P = indicatore di pressione S = indicatore di stato I = indicatore di impatto R = indicatore di risposta D P S I R FATTORI ANTROPICI: ENERGIA consumi energetici x consumi elettrici x intensita' energetica x x FATTORI ANTROPICI: INDUSTRIA E TURISMO effetti ambientali dell'industria x industrie a rischio di incidente rilevante x infortuni sul lavoro e malattie professionali x imprese soggette alle norme IPPC sistemi di gestione ambientale x presenza e pressione turistica x turismo: offerta ricettiva x x agriturismo x FATTORI ANTROPICI: AGRICOLTURA tipo di utilizzazione del suolo agricolo x x input chimici di sintesi (fertilizzanti ) x input chimici di sintesi (fitosanitari) x pericolosità ambientale prodotti fitosanitari x carichi trofici potenziali x consumi idrici in agricoltura x bilancio input/output azoto x qualita' delle produzioni alimentari x agricoltura biologica x FATTORI ANTROPICI : TRASPORTI motorizzazione privata x traffico aereo x infrastrutture e offerta di trasporto su ferrovia x consumi per la mobilita' x x 17 D P S incidentalita' stradale I R x qualita' ambientale del parco auto x FATTORI ANTROPICI: POPOLAZIONE E INSEDIAMENTI struttura dell'uso del suolo x densita di popolazione x patrimonio edilizio x produzione edilizia x FATTORI ANTROPICI : RIFIUTI rifiuti urbani x rifiuti speciali x raccolta differenziata x capacita' di smaltimento dei rifiuti x bonifica dei suoli x COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA E CLIMA emissioni inquinanti atmosferici per sorgente x emissioni gas serra per sorgente x contributo all'effetto serra x meteorologia superamento dei valori obiettivo di qualità dell'aria x concentrazioni medie annue di inquinanti atmosferici x biomonitoraggio della qualità dell'aria x concentrazioni di ozono troposferico x aree a rischio di qualità dell'aria x rete di monitoraggio della qualità dell'aria x classificazione della diffusività atmosferica nella provincia di Firenze x COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUE prelievi e risorse idriche x consumi idrici x qualità delle acque sotterranee x qualità delle acque superficiali x capacita' di depurazione x COMPONENTI AMBIENTALI: CLIMA ACUSTICO inquinamento acustico urbano x inquinamento acustico da infrastrutture di trasporto x classificazione acustica x COMPONENTI AMBIENTALI: PAESAGGIO aree disturbate per la qualita' visiva del paesaggio x infrastrutture ecologiche del paesaggio x la diversità delle aree agricole x 18 D P diversita' del paesaggio agro-forestale S I R x aree soggette a vincoli paesaggistici x COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITA' struttura della superficie forestale x superficie forestale e altre aree boscate x incendi boschivi x aree protette di interesse naturalistico aree faunistiche e pressione venatoria x x x specie animali e vegetali presenti in liste d'attenzione x habitat naturali e seminaturali minacciati x COMPONENTI AMBIENTALI: RISCHIO IDROGEOLOGICO attività estrattive x esposizione a fenomeni alluvionali x x esposizione a rischio di frana x x interventi per la riduzione del rischio idraulico e da frana x COMPONENTI AMBIENTALI: AREE URBANE consumo di territorio per abitante x accessibilita aree ricreative x accessibilita dei servizi locali x 19 Fattori antropici 22 FATTORI ANTROPICI: ENERGIA Tendenza nel tempo Legenda ☺ migliora tendenza non evidente (stabile, oscillante) peggiora non valutabile per assenza serie storiche Criticità ☺ Situazione positiva Risposte/azioni ☺ risposte in atto adeguate Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta Criticità elevata o superiore media o situazione negativa necessita di ulteriori indagini Significativi, ma inferiori alla media nazionale e regionale Attuazione limitata misure di risparmio Significativi, ma inferiori alla media nazionale e regionale Attuazione limitata misure di risparmio Significativa, ma inferiore alla media nazionale Non risultano impianti significativi nè elettrici nè termici risposte in atto da rafforzare previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare Energia Consumi energetici In crescita, ma ridotta negli ultimi due anni Consumi Elettrici Crescita continua Intensità Energetica Crescita intensità, ma misurata su pochi anni Fonti Rinnovabili Dati non disponibili Limitata risposta a misure di incentivo 23 CONSUMI ENERGETICI Consumi per settore e per vettore, totali e procapite Consumi energetici ed elettrici procapite (cumulato province Firenze e Prato) 5 4,5 4 tep/ab, MWh/ab 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 1990 1991 1992 1993 1994 Totale consumi energetici (tep/ab) 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Totale consumi elettrici (MWh/ab) Descrizione Metodologia Nel periodo 1990 - 2000 i consumi energetici totali (calcolati in energia primaria) hanno conosciuto una crescita di ca. il 21%, determinata da una crescita sostenuta dei consumi industriali (+27%, soprattutto nell'area pratese) e dei trasporti. La crescita è stata superiore alla media nazionale. Al 2000, gli usi civili (residenziali e terziari) assorbono il 41% dei consumi, l'industria il 32% e i trasporti il 26%. Nella sola area della provincia di Firenze i consumi energetici ed elettrici procapite risultano più contenuti rispetto alla provincia di Prato, con una incidenza inferiore dei consumi industriali (27% del totale) e superiore dei trasporti (33% del totale). Sotto il profilo delle fonti consumate si è registrata una crescita notevole sia dei consumi elettrici che dei consumi di gas naturale (+33%), mentre si è dimezzato il ricorso agli oli combustibili. Nel 2000 si è registrata una contrazione dei consumi derivante da una flessione dei consumi di benzine e di oli combustibili. L'indicatore rappresenta i consumi di energia primaria (consumo interno lordo). I dati sono tratti da Bollettino Petrolifero, GRTN (consumi elettrici), Snam (gas naturale). I consumi energetici sono convertiti in Tep secondo i fattori di conversione impiegati nel Bilancio Energetico nazionale. Per l'energia elettrica, la conversione in energia primaria considera i rendimenti di trasformazione medi nazionali (convenzionalmente 1 GWh = 220 Tep). Per il 2000 i consumi di gas naturale, nell'indisponibilità di dati disaggregati provinciali, sono stimati assumendo la stessa evoluzione registrata su scala nazionale. Non sono disponibili dati relativi ai consumi di fonti energetiche rinnovabili (solare termico, biomasse etc) e al consumo di carbone. 24 Consumi energetici per usi finali Consumi energetici per fonte (cumulato province Firenze e Prato) (cumulato province Firenze e Prato) 3.500.000 3.000.000 3.000.000 2.500.000 2.500.000 2.000.000 2.000.000 tep tep 3.500.000 1.500.000 1.500.000 1.000.000 1.000.000 500.000 500.000 0 1994 agricoltura industria trasporti 1998 2000 usi civili (res + terz) elettrico 0 1990 1992 1994 benzine gasolio gpl 1996 1998 oli combustibili 2000 gas naturale Consumi energetici per fonte (tep di energia primaria), province di Firenze e Prato elettrico benzine oli combustibili gpl gasolio gas naturale Totale 1990 908.556 384.743 135.400 37.833 417.270 670.514 2.554.315 1995 1.022.054 468.126 75.280 56.634 442.712 827.015 2.891.819 1996 1.039.984 474.572 72.325 54.466 386.814 841.276 2.869.436 1997 1.087.460 460.866 80.835 58.632 379.815 833.866 2.901.475 1998 1.115.268 476.429 102.980 91.067 396.583 877.505 3.059.832 1999 1.141.052 465.659 112.525 89.706 410.027 897.792 3.116.761 2000 1.178.936 443.175 67.241 84.620 422.828 894.035 3.090.834 Consumi energetici per uso finale (tep di energia primaria), province di Firenze e Prato agricoltura industria trasporti usi civili Totale 1990 19.510 776.925 664.536 1.093.344 2.554.315 1995 23.647 854.998 834.029 1.179.146 2.891.819 1996 22.713 868.767 796.564 1.181.392 2.869.436 1997 20.772 922.775 795.694 1.162.233 2.901.475 1998 23.189 949.749 844.243 1.242.650 3.059.832 1999 25.691 993.548 829.137 1.268.386 3.116.761 2000 26.741 987.424 813.422 1.263.247 3.090.834 25 CONSUMI ELETTRICI Consumi per settore, totali e procapite Consumi elettrici (indice base 1990 = 100) cumulato Firenze e Prato 160 1990 = 100 140 120 100 60 40 1980 1983 1986 totale 1989 ndustria 1992 residenziale 1995 1998 2001 terziario Descrizione Metodologia Nel periodo 1990 - 2001 (sull'insieme delle province di Firenze e Prato) i consumi elettrici sono cresciuti del 33%, rispetto al 1980 la crescita è pari al 70%. Dal 1990 è particolarmente accentuata la crescita dei consumi elettrici nel settore terziario (+60%) e nell'industria (+34%), mentre nel settore residenziale gli aumenti sono stati contenuti (+9%). Nonostante la dinamica di crescita, i consumi procapite della provincia di Firenze, ca. 4 MWh/ab, risultano inferiori sia alla media regionale che nazionale. Nella sola provincia di Firenze i consumi elettrici sono concentrati per il 39% nell'industria, per il 33% nel terziario e per il 27% nel residenziale. Nel periodo 1996 - 2001, i consumi sono cresciuti del 16%, con una particolare intensità nel settore terziario (+ 25%). I consumi di energia elettrica dipendono quasi integralmente da produzioni esterne all'area, essendo la produzione interna (ca. il 2% dei consumi) limitata a una ridotta quota di produzione idroelettrica, tre impianti di cogenerazione a gas e due impianti di trattamento rifiuti. L'indicatore si basa sui dati Enel (dal 2000 GRTN) dei consumi elettrici. Dal 1996 sono disponibili dati disaggregati per le province di Firenze e Prato. 26 Consumi di energia elettrica (GWh), province di Firenze e Prato agricoltura industria residenziale terziario Totale 1980 1990 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2.001 20 1.626 1.085 498 3.228 24 1.937 1.197 971 4.130 29 2.200 1.233 1.183 4.646 27 2.218 1.244 1.239 4.727 29 2.350 1.260 1.304 4.943 32 2.383 1.264 1.391 5.069 33 2.411 1.293 1.450 5.187 34 2.512 1.314 1.498 5.359 34 2.598 1.307 1.555 5.494 Consumi di energia elettrica (GWh), provincia di Firenze agricoltura industria residenziale terziario Totale 1996 26 1.337 1.017 1.044 3.425 1997 27 1.394 1.030 1.101 3.553 1998 30 1.447 1.051 1.154 3.682 1999 31 1.478 1.066 1.208 3.782 2000 32 1.509 1.077 1.252 3.871 2.001 32 1.568 1.067 1.309 3.976 27 INTENSITA' ENERGETICA Intensità energetica ed elettrica, totale e per settore Intensità energetica, totale e industriale Intensità energetica, totale e industriale (provincia di Firenze) 200 200 175 175 150 150 125 125 tep/ miliardo di lire di v.a. tep/ miliardo di lire di v.a. (cumulato province Firenze e Prato) 100 75 100 75 50 50 25 25 0 0 1995 1996 1997 totale 1998 1999 2000 1998 industria 1999 totale 2000 industria Descrizione Metodologia L'intensità energetica - cioè il consumo di energia in rapporto al reddito generato (misurato come prodotto interno lordo o come valore aggiunto) - della provincia di Firenze risulta inferiore alla media nazionale. Nella seconda metà degli anni '90 l'efficienza energetica dell'economia locale non appare però migliorare, sia rispetto all'insieme dei consumi energetici, che ai consumi del settore industriale. Il settore industriale, in particolare nell'area pratese, sembra richiedere quantità di energia crescenti, ad un ritmo superiore alla crescita del valore aggiunto. I bassi costi reali dell'energia (in particolare dell'energia elettrica) non favoriscono l'adozione di tecnologie e processi gestionali funzionali al risparmio energetico. L'indicatore “Intensità energetica'' si basa sui dati dei consumi energetici e sulle stime del valore aggiunto provinciale (totale); l'indicatore è espresso in Tep (o MWh) / Miliardo di lire, normalizzando i dati del valore aggiunto provinciale su un anno base (coefficiente deflattivo Istat della Regione Toscana per il Pil). L'intensità energetica esprime la quantità di energia impiegata per la generazione di una data quantità di reddito. 28 FATTORI ANTROPICI: INDUSTRIA E TURISMO Tendenza nel tempo Legenda ☺ $ # " migliora tendenza non evidente (stabile, oscillante) peggiora non valutabile per assenza serie storiche Criticità ☺ $ # " Situazione positiva Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta Criticità elevata o superiore media o situazione negativa necessita di ulteriori indagini Risposte/azioni ☺ $ Risposte in atto adeguate Risposte in atto da rafforzare # norme non attivate innovative da " azioni identificare Risposte previste da Industria " Probabilmente in riduzione per molti parametri Significativi, ma non costituiscono la principale fonte di impatti $ Potenzialità di recupero rifiuti e di ottimizzazione tecnologica e gestionale Rischio tecnologico " E' stato oggetto di modifiche normative $ In provincia di Firenze non vi sono alte concentrazioni ☺ Normativa applicata e avvio delle procedure IPPC Infortuni e malattie $ Stabili infortuni, in riduzione malattie $ Significativi, ma inferiori alla media nazionale $ Attuazione limitata misure di sicurezza Sistemi di gestione ambientale # Crescita ben inferiore alla media nazionale ai livelli # Diffusione minimi in Italia # Forte crescita presenze anche in aree "sature" $ Crescita dell'offerta, ma decentrata e con riuso strutture esistenti Emissioni e consumi " supporto da attivare Azioni di promozione e Turismo Presenze Offerta Agriturismo ☺ Crescita molto elevata $ Densità elevata, ma nel decennio si è registrata una redistribuzione ☺ Le modalità della nuova offerta non hanno comportato carichi aggiuntivi importanti ☺ Diffusione elevata che ha minimizzato gli impatti dello sviluppo turistico e favorito la tutela ambienti rurali $ L'evoluzione dell'offerta ha minimizzato gli impatti, potenzialmente molto elevati ☺ Le normative e gli strumenti attuali sono stati efficaci ☺ Le normative e gli strumenti attuali sono stati efficaci 17 29 EFFETTI AMBIENTALI DELL’INDUSTRIA Contributo delle attività industriali alle emissioni e ai consumi totali Effetti ambientali delle attività industriali: contributo alle emissioni e consumi totali (%) 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% emissioni Nox emissioni PM10 emissioni CO2 consumi energetici consumi idrici rifiuti totali Contributo del settore industriale ad alcuni effetti ambientali Emissioni atmosferiche (1995) CO Rifiuti (1998 – 1999) 1% Rifiuti totali (1998) NOx 27% Rifiuti pericolosi (1999) PM10 15 % SO2 Acque (metà anni '90) 56% Prelievi non restituiti Effetto serra (2000) CO2 19% 53% 17% Energia (2000) 29% Consumi energetici 27% Descrizione Metodologia Il settore industriale contribuisce in maniera variabile ai carichi ambientali, ma generalmente non costituisce più la principale fonte di impatti né sotto il profilo dei consumi né sotto quello delle emissioni. I cambiamenti strutturali e le migliori tecnologie di produzione e di trattamento hanno generalmente migliorato l’intensità d’uso delle risorse e, in molti casi, consentita una stabilizzazione o una riduzione assoluta delle emissioni. Le emissioni atmosferiche generate dal settore industriale sono basate sulle stime Arpat del rapporto IRSE e riferite al 1995. Le emissioni di CO2 da usi energetici del settore industriale sono basate sulla stima ambiente italia. La quota sui rifiuti totali è determinato come la stima ARRR di rifiuti da attività industriali (escluse attività di smaltimento dei rifiuti e riciclaggio) sul totale dei rifiuti speciali e urbani per il 1998. Per i rifiuti speciali è la quota da attività industriali sul totale speciali. I consumi idrici sono considerati come il saldo tra prelievi e restituzioni nel bacino dell’Arno come stimato dall’Autorità di bacino (1998). I consumi energetici includono consumi elettrici e da fonti fossili e sono riferiti al 2000 per la sola provincia di Firenze. 30 INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE Aziende sottoposte agli obblighi ex art. 6 e art. 8 Dlgs 334/99 (Seveso bis) Industrie a rischio di incidente rilevante 45 40 35 30 25 Firenze 20 Toscana 15 10 5 0 art 6 (notifica) art 8 (rapporto sicurezza) Descrizione Metodologia La presenza in un territorio di attività umane connesse ad impianti produttivi, infrastrutture e reti tecnologiche può costituire una fonte di pericolo per l’uomo e l’ambiente circostante e determinare quello che si chiama un "rischio tecnologico". In Provincia di Firenze si registra oggi un numero limitato di stabilimenti che presentano un rischio di incidente rilevante, secondo la definizione e i limiti (relativi alla quantità e pericolosità di sostanze depositate e impiegate nei processi) del Dlgs 334/1999 conosciuto come "Seveso bis". Al marzo 2003 sono presenti complessivamente 10 stabilimenti, principalmente depositi di oli minerali o gas liquefatti e stabilimenti chimici, quattro dei quali assoggettati all'obbligo di un rapporto di sicurezza e sei solo all'obbligo di notifica. In Toscana gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono complessivamente 60, analogamente costituiti sempre da depositi di gas e prodotti petroliferi e da stabilimenti chimici e petrolchimici. L’indicatore si basa sulla definizione di stabilimento a rischio rilevante fornita dal D.Lgs 334/99 (che innova la legge Seveso del 1988). Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono individuati in base alla quantità e alla pericolosità intrinseca delle sostanze e dei preparati prodotti, utilizzati, manipolati o depositati, compresi quelli che possono generarsi in caso d’incidente. Le sostanze considerate sono circa trenta, per ciascuna delle quali sono indicati due valori soglia. Inoltre il decreto legislativo individua, sulla base del superamento dei diversi livelli di soglia, gli obblighi spettanti al gestore e in particolare una notifica (art.6) oppure anche un rapporto di sicurezza (art.8), attestante l’avvenuta valutazione dei rischi. 31 INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE PROFESSIONALI Eventi denunciati dalle aziende 18000 600 17500 550 17000 500 16500 450 16000 400 15500 350 15000 300 1996 1997 1998 infortuni sul lavoro 1999 malattie (eventi denunciati) infortuni (eventi denunciati) Infortuni e malattie professionali 2000 malattie professionali Descrizione Metodologia Nel corso degli ultimi anni, gli infortuni sul lavoro sono rimasti sostanzialmente costanti e non si osserva una evoluzione univoca (con un incremento nel periodo 1999 2000, che segue una riduzione del biennio precedente). Il numero di eventi denunciati è pari a ca. il 4,5% degli addetti. Le malattie professionali denunciate proseguono invece un trend decrescente, più sensibile di quello registrato su scala nazionale. L'incidenza per addetto è, in entrambi i casi, lievemente inferiore alla media nazionale. I dati sugli infortuni e le malattie professionali derivano dall'archivio INAIL e rappresentano gli eventi denunciati dalle aziende (e non gli eventi indennizzati dall'Inail). 32 IMPIANTI SOGGETTI ALLE NORME IPPC Impianti soggetti all'applicazione del Dlgs 372/99. Ripartizione degli impianti soggetti a IPCC tessile 13% gestione rifiuti 37% produzione e trasformazione metalli 13% industria chimica 13% industria dei prodotti minerali 24% Descrizione Metodologia Il Dlgs 372/99 di recepimento della direttiva IPPC (Integrated Prevention and Pollution Control") è finalizzato al raggiungimento di un elevato livello di protezione ambientale e di efficienza ambientale delle imprese, mediante la prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento con l'applicazione delle migliori tecniche disponibili. La normativa si applica ad alcune tipologie di attività industriali e di servizi. I gestori degli impianti dovranno effettuare una analisi e revisione dei consumi e delle emissioni per minimizzare tutti gli impatti, al fine di ottenere il rilascio o il rinnovo della Autorizzazione Integrata Ambientale. L'applicazione della norma dovrebbe favorire l'introduzione di tecnologie più pulite nei processi produttivi riducendo gli impatti delle attività industriali. In Provincia di Firenze risultano 17 impianti assoggettati alle norme IPPC. I dati si basano sulle comunicazioni fornite alla Regione Toscana e sono aggiornate al 2003. 33 SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE Aziende ed enti certificati ISO 14001 e Emas Aziende certificate con sistema di gestione ambientale 25 20 15 10 5 per anno 2003 (marzo) 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 0 cumulato Descrizione Metodologia Nel 2002 la provincia di Firenze ha recuperato parte del ritardo accumulato nella diffusione dei sistemi di gestione ambientale. Complessivamente, nel marzo 2003 risultano 19 siti certificati ISO 14001 ( a fronte di 2480 su scala nazionale) e 1 impresa (MPS Banca Verde) certificata Emas (su 153 a scala nazionale). I 19 siti registrati sono costituiti in parte da imprese manifatturiere (in massima parte estranee ai settori dell'industria tipica) e in parte da imprese di servizi. I sistemi di gestione ambientale - sia secondo la norma ISO 14001 che secondo lo schema di certificazione Emas dell'Unione Europea (due procedure che hanno molti aspetti comuni) - sono applicabili sia alle imprese industriale che ad altre organizzazioni (incluse le pubbliche amministrazioni) e rappresentano uno strumento di miglioramento e controllo delle prestazioni ambientali. I dati fanno riferimento ai siti con sistemi di gestione ambientale certificato secondo la norma ISO 14001 o il regolamento Emas. Fonti: Sincert, per i dati ISO 14001; comitato Ecolabel-ecoaudit per i dati Emas. 34 PRESENZA E PRESSIONE TURISTICA Presenze turistiche e densità rispetto ai residenti e alla superficie territoriale Rapporto tra turisti e residenti (minima, media, massima mensile) 12,0% presenze / abitanti 10,0% 8,0% 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% Firenze Area fior. Chianti minima Valdelsa media Mugello Valdarno Provincia massima Fonte: Elaborazione Ambiente Italia Descrizione Metodologia Le presenze turistiche nella provincia di Firenze sono state pari, nel 2000, a poco meno di 10 milioni, più di un quarto dell'intero flusso turistico regionale. Nonostante i livelli già molto elevati, nel solo periodo 1996 - 2000 le presenze turistiche sono cresciute del 20%. Nella città di Firenze, diffusamente giudicata ormai "satura" le presenze sono cresciute di un ulteriore 9%, mentre in alcune aree rurali sono cresciute di oltre il 60%. La presenza di turisti incide, come media annua, per circa il 3% della popolazione residente e raggiunge picchi di concentrazione di ca. il 6% nella città di Firenze e del 12% nel Valdarno. In termini di densità territoriale, a Firenze città la densità turistica oscilla tra 100 e 230 ab/kmq, con una media provinciale di ca. 8 ab/kmq. La densità turistica costituisce, potenzialmente, un rilevante fattore di pressione ambientale. Pur con una forte concentrazione sulla città di Firenze, l'aumento delle presenze ha interessato in maniera diversificata il territorio provinciale ed ha favorito una redistribuzione dei carichi, con una forte espansione delle aree del Valdarno, della valdelsa e del Chianti. In soli cinque anni, la quota fiorentina delle presenze turistiche si è contratta dal 76% al 69%. I dati sono basati sulle statistiche elaborate dalla Provincia di Firenze, "Movimento turistico nella provincia di Firenze 1996 - 2000". La densità rispetto agli abitanti è calcolata dividendo le presenze giornaliere per gli abitanti. La densità territoriale è calcolata dividendo le presenze giornaliere per i kmq di superficie. 35 Presenze turistiche (migliaia) 1996 6.322 587 286 399 374 363 8.331 Firenze Area fiorentina Chianti Mugello Valdarno Valdelsa Provincia 1997 6.417 589 294 396 460 393 8.549 1998 6.349 636 321 448 532 458 8.744 1999 6.581 703 372 508 491 530 9.185 2000 6.874 821 414 536 671 599 9.915 Fonte: Provincia di Firenze, Progetto Turismo, "Movimento turistico nella provincia di Firenze 1996 - 2000" Densità territoriale delle presenze turistiche (turista/kmq) Minimo mensile 105,5 3,4 0,5 0,3 0,4 0,8 3,8 Firenze Area fiorentina Chianti Valdelsa Mugello Valdarno Provincia Media annua 183,9 6,0 2,5 2,2 0,9 6,7 7,7 Massimo mensile 231,1 8,1 5,5 5,1 1,9 18,3 10,8 Fonte: Elaborazione Ambiente Italia Indice di crescita delle presenze turistiche 96 - 01 190 180 indice 1996 = 100 170 160 150 140 130 120 1 1996 1997 prov 36 1998 firenze chianti 1999 darno 2000 valdelsa TURISMO: OFFERTA RICETTIVA Esercizi e posti letto per area Offerta ricettiva 96 - 01: posti letto Offerta ricettiva 96 - 01: esercizi 35000 900 800 30000 700 25000 n. esercizi posti letto 600 20000 15000 500 400 300 10000 200 5000 100 0 0 1996 extra Firenze 2000 extra Firenze alberghi e campeggi e villaggi turistici 1996 città Firenze 2000 città Firenze camere, residenze, app. vac agriturismo e rifugi 1996 extra 2000 extra 1996 città 2000 città Firenze Firenze Firenze Firenze alberghi e campeggi e villaggi turistici camere, residenze, app. vac agriturismo e rifugi Fonte: Elaborazione Ambiente Italia Descrizione Metodologia Nel periodo 1996 - 2000 l'offerta ricettiva in provincia di Firenze è ulteriormente cresciuta sia in termini di esercizi (+30%), che di posti letto (+16%). Il 60% dell'offerta ricettiva (in termini di posti letto) è di tipo alberghiero, il 15% nei campeggi, il 6% negli agriturismo, il 19% in camere , appartamenti vacanze e altre residenze extra-alberghiere. L'incremento dell'offerta ricettiva si è concentrato nelle tipologie non alberghiere che hanno complessivamente assorbito il 72% della nuova offerta ricettiva), con una forte crescita di agriturismi (+60% di posti letto nel periodo 96 2000, assorbendo il 16% della nuova offerta), camere e appartamenti (+ 37% nel periodo 96-2000, assorbendo il 36% della nuova offerta) e in misura minore di campeggi. Anche sotto il profilo territoriale, la nuova ricettività si è concentrata nelle aree rurali dove sono stati creati il 72% dei nuovi posti-letto della provincia. Le modalità della crescita della ricettività, in parte rilevante basata sul riuso di strutture esistenti e più decentrata, ha minimizzato i potenziali impatti legati allo sviluppo delle attività turistiche. I dati sono basati sulle statistiche elaborate dalla Provincia di Firenze, "Movimento turistico nella provincia di Firenze 1996 - 2000".. 37 Posti letto offerti per area e tipologia 1996 Provincia Firenze Area fiorentina Mugello Valdarno Valdelsa Chianti alberghi 32.337 24336 2682 2.154 1.775 776 614 agriturismi 2.188 26 128 330 301 602 801 campeggi 7.200 1704 723 1.794 1.480 395 1.104 altri extra- alberghieri 7.861 4324 254 464 414 1.818 587 Totale 49.586 30.390 3.787 4.742 3.970 3.591 3.106 campeggi 8.883 1883 762 1.844 2.664 609 1.121 altri extra- alberghieri 10.795 5168 543 697 746 2.537 1.104 Totale 57.848 32.767 4.859 5.596 5.609 4.910 4.107 Posti letto offerti per area e tipologia 2000 Provincia Firenze Area fiorentina Mugello Valdarno Valdelsa Chianti Alberghi 34.662 25678 3356 2.265 1.809 959 595 Agriturismi 3.508 38 198 790 390 805 1.287 Posti letto offerti per area e tipologia: saldo 2000 - 1996 Provincia Firenze Area fiorentina Mugello Valdarno Valdelsa Chianti 38 alberghi 2.325 1.342 674 111 34 183 -19 agriturismi 1.320 12 70 460 89 203 486 Campeggi 1.683 179 39 50 1.184 214 17 altri extra- alberghieri 2.934 844 289 233 332 719 517 Totale 8.262 2.377 1.072 854 1.639 1.319 1.001 AGRITURISMO Presenze in strutture agrituristiche, per area Presenze in agriturismo, per area 450.000 400.000 presenze annue 350.000 300.000 250.000 valdelsa 200.000 150.000 100.000 chianti 50.000 0 1996 1997 area fiorentina 1998 chianti mugello 1999 valdarno 2000 valdelsa Fonte: Elaborazione Ambiente Italia Descrizione Metodologia Nella seconda metà degli anni '90 in provincia di Firenze si è registrato un forte decollo del fenomeno agri-turistico, con la creazione di 141 nuovi esercizi e 1320 posti-letto. Lo sviluppo dell'agriturismo è stato molto concentrato nel Chianti (dove è diventato la forma dominante di ricettività) e nella Valdelsa. Più limitato lo sviluppo agrituristico nel Mugello (dove però si registra una consistente crescita della ricettività) e nel Valdarno. Allo sviluppo dell'agriturismo è in parte associata la crescita della ricettività extralberghiere in appartamenti privati. Le attività agrituristiche, anche se in molti casi ormai prevalenti rispetto alle attività agricole, hanno rappresentato una forma di diversificazione e integrazione del reddito in aree rurali e uno strumento di valorizzazione e conservazione del patrimonio architettonico e del paesaggio. I dati sono basati sulle statistiche elaborate dalla Provincia di Firenze, "Movimento turistico nella provincia di Firenze 1996 - 2000". 39 FATTORI ANTROPICI: AGRICOLTURA Tendenza nel tempo Legenda ☺ $ # " migliora tendenza non evidente (stabile, oscillante) Criticità ☺ $ non valutabile per assenza serie storiche # " peggiora Situazione positiva Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta Criticità elevata o superiore media o situazione negativa necessita di ulteriori indagini Risposte/azioni ☺ $ risposte in atto adeguate risposte in atto da rafforzare previste da # risposte norme non attivate innovative da " azioni identificare Agricoltura Impiego fertilizzanti # Trend negativo, anche se in miglioramento nell’ultimo anno inferiore a $ Criticità quella regionale Risposte in atto da $ rafforzare Impiego fitosanitari ☺ Riduzione evidente superiore a # Criticità quella regionale in atto da $ Risposte rafforzare Carico trofico # Tendenza evidente per alcune categorie animali " Consumi idrici $ Tendenza non evidente alla riduzione # Qualità prodotti alimentari Bilancio azoto Agricoltura biologica Necessità di mettere in relazione il carico trofico con la vulnerabilità degli acquiferi I consumi idrici restano elevati e i principali prelievi sono a scopo agricolo non evidente, Non valutabile $ tendenza anche se in diminuzione " inferiore a " $ Criticità quella regionale ☺ Evidente aumento ☺ Situazione positiva, anche se non in tutte le realtà agricole della provincia in atto da $ Risposte rafforzare in atto da $ risposte rafforzare " risposte in atto da $ rafforzare di politica ☺ risposte agricola in atto adeguate 28 40 TIPO DI UTILIZZAZIONE DEL SUOLO AGRICOLO Variazione della superficie agricola Ripartizione della superficie agricola totale 1982-2000 (ha) 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 0 Superficie agricola utilizzata Boschi Altra superficie 2000 1990 Descrizione Nel 2000 la superficie agricola totale copre il 67% del territorio provinciale. I dati dell’ultimo Censimento dell’agricoltura 2000 dimostrano una riduzione della superficie agricola totale del 14% negli ultimi 10 anni e di oltre il 20% negli ultimi 20 anni. Una riduzione, poco meno rilevante, ha intertessato anche la superficie agricola utilizzata (SAU). Ciò dimostra che tale riduzione sia da ascrivere meno alle superfici aziendali effettivamente coltivate e più a quelle non coltivate. Il peso maggiore della riduzione della superficie coltivata è da imputare alle superfici foraggere (19.1% Superficie agricola totale 1982 nell’ultimo decennio). Sia per la SAT che per la SAU la maggiore diminuzione riguarda l’Area Fiorentina e il Mugello. Per le superfici boscate la maggiore diminuzione riguarda sempre il Mugello e il Valdarno Empolese. Metodologia La caratterizzazione dell’uso del suolo agricolo ha l’obiettivo di valutare l’evoluzione delle pratiche agricole nel corso degli anni. A tal fine ci siamo serviti dell’analisi ISTAT derivante dalle rilevazioni censuarie 1982-2000. Ripartizione dell’uso del suolo agricolo nel 2000-1982 2000 Seminativi Coltivazioni arboree Prati permanenti e pascoli Superficie agricola utilizzata Boschi Altra superficie Superficie agricola totale %Superficie agricola/sup. territoriale 1990 50.546 49.368 24.039 123.953 97.283 14.135 235.371 67,0 57.043 53.829 29.726 140.597 112.112 21.025 273.734 77,9 1982 66.043 59.638 24.755 150.437 114.644 33.705 298.786 85,0 Var. 00-90 -11% -8% -19% -12% -13% -33% -14% Var 00-82 -23% -17% -3% -18% -15% -58% -21% Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Censimento Generale dell’Agricoltura 41 Superficie agricola utilizzata 2000 1990 15.481 16.464 23.534 25.015 19.204 20.817 9.013 9.831 10.186 11.342 33.380 41.404 13.156 15.723 123.953 140.597 Superficie boscata 2000 1990 6.018 7.171 10.708 10.370 13.497 14.567 9.158 8.237 15.014 16.080 35.322 49.175 5.733 6.511 95.451 112.112 Superficie agricola totale 2000 1990 23.319 25.610 38.001 39.138 35.197 38.646 19.301 19.788 27.260 29.937 72.051 96.210 20.240 24.406 235.371 273.734 Valdarno Empolese Val d'Elsa Chianti e Val di Pesa Valdarno superiore Fiorentino Val di Sieve Mugello e Romagna Toscana Firenze e Area Fiorentina TOTALE FIRENZE Valdarno Empolese Val d'Elsa Chianti e Val di Pesa Valdarno superiore Fiorentino Val di Sieve Mugello e Romagna Toscana Firenze e Area Fiorentina TOTALE FIRENZE Valdarno Empolese Val d'Elsa Chianti e Val di Pesa Valdarno superiore Fiorentino Val di Sieve Mugello e Romagna Toscana Firenze e Area Fiorentina TOTALE FIRENZE 1982 17.952 26.477 22.310 10.614 12.101 42.932 18.052 150.437 var. 00-82 -14% -11% -14% -15% -16% -22% -27% -18% 1982 8.191 11.394 14.733 8.704 15.776 48.882 6.962 114.644 var. 00-82 -27% -6% -8% 5% -5% -28% -18% -17% 1982 27.845 41.105 40.075 20.708 29.970 96.871 42.212 298.786 var. 00-82 -16% -8% -12% -7% -9% -26% -52% -21% Evoluzione della superficie agricola totale 1982 - 2000 120.000 100.000 ha 80.000 60.000 40.000 2000 1990 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT, Censimento Generale dell’Agricoltura ’ 42 1982 Area Fiorentina Val di Sieve Valdarno sup. Chianti e ValPesa Val d'Elsa Vald. Empolese 0 Mugello 20.000 UTILIZZAZIONE DEGLI INPUT CHIMICI DI SINTESI (FERTILIZZANTI) Fonte: Elaborazione su dati Annuario Statistico Agricooltura - ISTAT Carico di azoto ad ettaro di superficie concimabile 1991-2000 55 50 kg/ha 45 40 35 30 25 1991 1994 1997 1999 2000 Fonte: Elaborazione su dati Annuario Statistico Agricooltura - ISTAT Descrizione Metodologia Il consumo di fertilizzanti azotati ha apparentemente conosciuto una crescita nel corso degli ultimi anni. Il carico per ettaro di azoto, in provincia di Firenze, cresce tra il 1991 e il 2000, mentre a livello regionale è in diminuzione. Il carico per ettaro in provincia di Firenze è comunque inferiore ai valori medi regionali e il carico complessivo è pari solo al 12.2% del totale regionale nel 2000. Come mostra un successivo indicatore il bilancio input-output di azoto mostra ancora un deficit per la provincia di Firenze. I consumi di fosfati e potassio risultano invece in contrazione. La valutazione del consumo di elementi fertilizzanti è stata fatta utilizzando i dati ISTAT dell’Annuario Statistico degli anni 1991- 2000, definendo il carico per ettaro superficie concimabile di azoto e fosforo. Carico di azoto (come elemento nutritivo) derivante dai fertilizzanti Firenze Toscana % sulla Toscana 1991 2000 Carico (Kg) Kg/ha superficie concimabile 4.873.400 34,7 52.833.600 57,0 9,2 Carico (Kg) Kg/ha superficie concimabile 5.534.700 44,7 45.394.800 52,9 12,2 Fonte: elaborazione su dati annuario statistico agricoltura - Istat 43 UTILIZZAZIONE DEGLI INPUT CHIMICI DI SINTESI (FITOSANITARI) Prodotti fitosanitari venduti nel 1991-99 (tonnellate), provincia Firenze 1.600 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0 1991 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Prodotti fitosanitari venduti e carico ad ettaro nel periodo 1991-99 (kg) 1991 1994 1996 1998 1999 Quantità di prodotti fitosanitari (tonnellate) Toscana Firenze 6.612 1.244 789 4.243 5.875 1.191 1.330 8.294 1.393 7.941 Variazione 1991-99 Carico unitario (kg/ha) 1991 Carico unitario (kg/ha) 1999 12% 8,8 11,2 20% 7,1 9,3 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT Descrizione Metodologia Il consumo di prodotti fitosanitari, dopo una contrazione nella prima metà degli anni '90 è tornato a crescere e nel 1999 i consumi risultavano superiori sia in valore assoluto che specifico (ad ettaro) rispetto al 1991. I consumi unitari registrati in provincia di Firenze risulrtano superiori a quelli medi regionali. Nel periodo 1998 - 1999 anche in Toscana si registra una marcata crescita dei consumi (o, più esattamente, delle vendite). Le valutazione sull’uso dei prodotti fitosanitari può essere affrontata sia a livello quantitativa che quantitativo. Nel primo caso viene definito il carico di prodotti fitosanitari a livello provinciale, utilizzando i dati ISTAT di vendite, mentre nel secondo caso viene definita la pericolosità ambientale dei prodotti fitosanitari utilizzando i dati SIAN che consentono di elaborare un indice complessivo per l’ambiente “ICRA” . Quest’ultimo indice viene di seguito descritto. I dati sull’uso dei prodotti fitosanitari utilizzati per definire l’andamento dei consumi sono le vendite fornite da ISTAT per il periodo 1991 - 99. 44 PERICOLOSITÀ AMBIENTALE PRODOTTI FITOSANITARI Indice di rischio complessivo per l’ambiente (ICRA) Pericolosità ambientale prodotti fitosanitari provincia di Firenze numero 1100 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 1062,6 483 05 483,05 1997 408 65 408,65 carico 1998 ICRA ICRA normalizzato Descrizione Metodologia I prodotti fitosanitari impiegati sono caratterizzati da indice di pericolosità ambientale differenziati. Una effettiva valutazione del rischio ambientale deve ponderare le quantità rilasciate con la pericolosità dei principi attivi usati. Una analisi disponibile solo sulle due annualità 1997 e 1998 (e quindi insufficiente ad apprezzare le evoluzioni) mostra un aumento della pericolosità ambientale dei principi attivi venduti in provincia di Firenze (ICRA, ICRA normalizzato). Nella tabella sotto riportata vengono indicati il primi 40 principi attivi con più alto valore di ICRA normalizzato. L’indicatore risulta dalla sommatoria dell’indice indice di rischio complessivo per l’ambiente (ICRA) di ogni principio attivo di ogni prodotto commerciale, sulla base dei dati di vendita degli 1997, 1998. L’ICRA prevede la seguente formula: ICRA = (((D(W+sed/2) * Tw *W) + (DA + S/2) * Tte * W) + (Ds * Tti * W)) * P * B *RA)*Wq Dove: D(W+SED/2) = media dei punteggi relativi ai parametri di distribuzione ambientale secondo il modello di fugacità (I livello) per l’acqua e i sedimenti D(A+S/2) = media dei punteggi relativi ai parametri di distribuzione ambientale secondo il modello di fugacità (I livello) per l’aria e il suolo Ds = media del punteggio relativo alla distribuzione ambientale secondo il modello di fugacità (I livello) per il suolo Tw = punteggio ottenuto dalla sostanza per il comparto acqua Tte = punteggio ottenuto dalla sostanza per il comparto terrestre epigeo Tti = punteggio ottenuto dalla sostanza per il comparto terrestre ipogeo W = peso attribuito in funzione del rischio per un ogni comparto P = punteggio relativo alla persistenza B = punteggio relativo al potenziale di bioaccumulo RA = punteggio relativo alla rata di applicazione Wq= punteggio relativo al quantitativo di principio attivo venduto 45 Pericolosità ambientale dei primi 40 principi attivi prodotti fitosanitari venduti in provincia di Firenze nel 1997 e 1998 1998 1997 Sostanza WARFARIN MCPA GUAZATINA PENDIMETALIN QUIZALOFOP ETILE IOXINIL PENCICURON FLUTRIAFOL DIFLUFENICAN BENTAZONE TRICLOPIR PROCIMIDONE ESACONAZOLO PROPAMOCARB AZINFOS METILE PROPACLOR BROMOXINIL OTTANOATO ALACLOR FLUROXIPIR DODEMORF BENFLURALIN DIFLUBENZURON ISOPROPALIN TIRAM PROPICONAZOLO LINURON CIMOXANIL NUARIMOL OXADIAZON DICLOFOP METILE FENPROPIMORF PIRIDAFENTION FLUAZIFOP-P BUTILE DODINA CHINOMETIONATO DINITRAMINA DIMETOATO CLOROTALONIL SIMAZINA ETIOFENCARB Fonte: Elaborazione su dati ARPAT 46 ICRA normalizzato 26,6 26,5 21,5 20,7 20,0 19,8 16,9 16,5 14,3 13,3 13,0 12,9 12,7 12,0 11,7 11,5 11,1 11,0 10,4 10,4 10,3 10,2 10,2 10,2 10,0 10,0 9,9 9,8 9,0 8,7 8,5 8,5 8,4 8,4 8,3 8,3 8,2 8,2 8,1 8,1 Sostanza DICLOFOP METILE BUPROFEZIN SIMAZINA ALACLOR MCPA BENALAXIL DICOFOL ACLONIFEN TOLCLOFOS METILE BROMACILE PENCONAZOLO FORATE DODEMORF CLORIDAZON TIOCARBAZIL CIPROCONAZOLO DAZOMET ETOFUMESATE DIFENAMIDE PICLORAM CIFLUTRIN CIMOXANIL TIRAM TRIFLURALIN DALAPON PROCLORAZ NEBURON SETOSSIDIM ETIOFENCARB QUIZALOFOP ETILE DISOMERO QUIZALOFOP ETILE PROPAMOCARB DINITRAMINA AMITRAZ CLOROTALONIL TRIASULFURON TERBUTRINA NAPROPAMIDE FENMEDIFAM DICAMBA ICRA normalizzato 22,0 21,5 20,0 17,9 17,2 16,9 16,2 14,3 13,7 12,9 12,9 12,7 12,4 12,4 12,3 11,7 11,7 11,6 11,4 11,2 10,9 10,6 10,6 10,5 10,5 10,5 10,4 10,4 10,3 10,2 10,2 10,2 10,0 9,7 9,7 9,6 8,9 8,8 8,7 8,6 CARICHI TROFICI POTENZIALI Carico organico di origine zootecnica Variazione 2000-1982 del carico trofico potenziale 0 -10 % variazione -20 -30 -40 -50 -60 -70 Totale avicoli caprini ovini suini equini bovini -80 Descrizione Metodologia Ad una riduzione dell'entità degli allevamenti corrisponde una contrazione del carico trofico potenziale di origine zootecnico, per tutte le diverse tipologie animali. Ma a questo dato corrisponde anche, in particolare per i bovini e per i suini, un aumento della concentrazione territoriale degli allevamenti (e quindi delle deiezioni e dei carichi trofici) . Infatti la specializzazione delle produzioni ha favorito una crescita dimensionale delle imprese e il numero di capi/azienda nel periodo 1982 - 2000 è più che raddoppiato per i bovini e aumentato del 40% per i suini. A livello territoriale l’aumento del numero di capi per azienda riguarda il Valdarno Fiorentino e il Chianti per i bovini, il Chianti e il Valdarno Empolese per i suini, il Mugello e il Chianti per i caprini. La determinazione del carico trofico potenziale di origine zootecnica è stata fatta tramite il metodo proposto dall’IRSA che prende in considerazione gli scarichi idrici degli allevamenti ed il rischio di inquinamento delle acque da essi derivati. Il carico trofico è stato messo in relazione poi con il carico di animali allevati ad azienda. A tal fine ci siamo serviti dell’analisi ISTAT (rilevazione censuarie 1982-2000) 47 Capi per azienda (variazione % 1982 - 2000) Firenze e Area Fiorentina Valdarno Empolese Val d'Elsa Valdarno Sup. Fiorentino Chianti e Val di Pesa Mugello, Romagna Toscana Val di Sieve Provincia Bovini suini ovini Caprini equini avicoli 46,8 -11,7 -4,4 152,3 116,2 96,6 45,7 280,0 -60,6 -83,4 121,0 97,4 -27,2 11,9 14,5 24,2 84,6 -23,3 32,3 48,6 -20,0 22,7 109,9 129,9 58,7 -23,6 -44,5 21,4 33,2 -17,1 40,5 97,4 -74,1 264,8 -43,2 -47,0 144,3 111,5 -73,2 41,9 -61,7 -14,3 -10,4 45 -32,2 -8,0 -39,7 -12,8 Carico trofico (variazione % 1982 - 2000) Firenze e Area Fiorentina Valdarno Empolese Val d'Elsa Valdarno Sup. Fiorentino Chianti e Val di Pesa Mugello, Romagna Toscana Val di Sieve Provincia Fonte: Elaborazione su dati ISTAT 48 Bovini suini ovini Caprini equini Avicoli Totale -84,4 -71,1 -56,9 -42,4 -72,7 -31,0 -76,8 -30,7 -89,0 -96,7 -85,2 -54,2 -59,9 11,9 -12,2 -8,2 -28,4 -31,3 -36,0 -55,1 -61,7 -45,0 -56,7 2,8 -8,8 25,1 7,2 51,7 27,7 -20,5 -50,1 -10,4 -86,5 27,7 -88,9 -73,2 -65% -30% -72% -21% -76% -37% -34,0 -42,9 -92,6 -71,5 -65,5 -33 -37,8 -37,1 9,1 -0,8 -67,3 -63,1 -53% -49% CONSUMI IDRICI IN AGRICOLTURA Stima del consumo di acqua irrigua Consumi idrici (.000 mc) Superficie agricola irrigata 1990 - 2000 1400 12000 1200 10000 1000 8000 800 1990 Altre colture mais ortive 2000 Frumento 1990 Fruttteti 0 girasole 0 girasole 200 Foraggere 2000 Fruttteti 400 ortive 4000 mais 600 Altre colture 6000 Foraggere ha 14000 2000 Fonte: Stima su dati IRPET e ARSIA Descrizione Metodologia Nel periodo 1990 – 2000 si osserva una riduzione della superficie irrigua del 13%, pur mantenendosi invariata la percentuale di superficie irrigata rispetto alla superficie agricola utilizzata (4.1%). Anche il consumo di acqua irrigua è in diminuzione nel periodo 1990-2000 dello 0.14%. La stima dei consumi irrigui è stata fatta sulla base dei dati forniti dall’istat sulle superfci irrigate per ogni coltura degli anni 1990 – 2000 che vengono moltiplicati per un consumo medio, rilevato da uno studio arsia su alcune aree irrigue in toscana1. 1 ARSIA, 2000 – Giannini A., Bagnoli V. 49 Colture irrigate e stima del consumo irriguo nel 1990-2000 Colture irrigate Frumento mais Patata Barbabietola girasole Soia ortive Foraggere vite Fruttteti Altre colture Sup. irrigata % Sup. irrigata/SAU % consumi 2000-1900 Fonte: Stima su dati IRPET e ARSIA 50 Superficie irrigata (ha) 1990 145,2 1178,49 0 0 246,91 80,97 534,86 309,94 79,7 417,27 718,52 5701,86 4,1 2000 377,51 815,93 15,67 7 93,77 0 387,26 142,85 107,66 301,76 779,36 5028,77 4,1 Var.% '90-'00 62 -44 100 100 -163 -38 -117 26 -38 8 -13 Consumi irrigui (.000 mc) 1990 2000 4296 29 16 188 0 2362 357 54 1098 11690 20090 6205 0 0 494 324 3263 775 40 1519 10778 23396 -0,14 BILANCIO INPUT/OUTPUT AZOTO Equilibrio dell’azoto nel suolo (N surplus) Surplus di azoto provincia di Firenze 0 Kg/ha -10 Firenze -20 Toscana -30 -40 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT Descrizione Metodologia Il bilancio di azoto - condotto secondo la metodologia Eurostat per il bilancio input/output - mostra un deficit per la Provincia di Firenze. La rimozione e l'assorbimento di azoto da parte delle colture erbacee ed arboree e dalla produzione foraggere è superiore agli apporti derivanti da fertilizzanti, deiezioni animali, deposizioni atmosferiche. Il deficit registrato nella provincia di Firenze è di -12 Kg/ha, più basso del valore regionale (-34 Kg/ha). Il rapporto output/input è 1.1 in Provincia di Firenze, 1.2 in Toscana. La determinazione del surplus di azoto, derivante dalla differenza fra gli input e gli output di azoto stesso, segue la metodologia proposta dall’EUROSTAT in Theme 8 – 16/2000 Environmental and Energy. La metodologia per la determinazione del bilancio di azoto a livello del suolo prevede la determinazione: INPUT DI AZOTO: Azoto delle deposizioni atmosferiche secche e umide: il valore dell'azoto delle deposizioni atmosferiche secche e umide è stimato per i nostri ambienti, pari a 10-15 Kg/ha (D.M. 19 aprile 1999 - Approvazione del Codice di Buona Pratica Agricola) Azoto derivante dalle deiezioni animali: si moltiplica il quantitativo di azoto per capo (Kg N/animali x anno) per il numero di capi allevati.2 Azoto derivante dalla fissazione biologica: valore proposto per l’Italia da Eurostat, 2000 – Nitrogen balance in Agricolture. Azoto derivante dai Fertilizzanti: dati di vendita Annuario Statistico 1994 OUTPUT DI AZOTO: Azoto derivante dalle produzioni foraggere: è il contenuto di azoto rimosso dal terreno con le produzioni, espresso in ➜ 2 I coefficienti (Kg N/animali*anno) sono quelli proposti per il 1997 nella proposta metodologica dell’EUROSTAT in Theme 8 – 16/2000 Environmental and Energy 51 Bilancio dell’azoto provincia di Firenze input (Kg/ha) Output /Kg/ha) N deposizioni N deiezioni N fissazione N Totale N N Totale Surplus Output/ atmosferiche animali biologica fertilizzanti input foraggere coltivazioni output di azoto input 15 20,2 55 50 140 91 61 152 -12 1,1 15 32,1 55 72 174 140 69 209 -34 1,2 Firenze Toscana TOTALE Legenda: (1) il valore dell'azoto delle deposizioni atmosferiche secche e umide è pari a 10-15 Kg/ha (fonte: D.M. 19 aprile 1999 - Approvazione del Codice di Buona Pratica Agricola) (2) Bellini 1987(35-75) (3) dati Annuario statistico 1994 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT Kg/ha. Si determina moltiplicando la produzione foraggera (dati ISTAT 2000) per la relativa asportazione di N. Azoto derivante dalle coltivazioni: è il contenuto di azoto rimosso dal terreno con le produzioni, espresso in Kg/ha. Si determina moltiplicando la produzione derivante delle coltivazioni erbacee ed arboree (dati ISTAT 2000) per la relativa asportazione di N. 52 QUALITA’ DELLE PRODUZIONI ALIMENTARI Indice di qualità residui fitofarmaci negli alimenti (IqR) Indice di qualità per i Residui (IqR) alimenti Area Fiorentina 90 80 70 60 % 50 1999 40 2000 30 2001 20 10 0 ottima IqR=0 buona IqR>00,6 sufficiente IqR 0,6-1 insufficiente IqR>1 Fonte: Elaborazione su dati ARPAT Fonte: Elaborazione su dati ARPAT 53 Descrizione Metodologia Nel periodo 1999 – 2001 l’IqR in percentuale sul totale dei campioni, risulta in diminuzione per classe buona (IqR 00.6), in aumento la classe sufficiente (IqR 0.6 – 1) e quella insufficiente (>1). Oltre l’80% dei campioni presenta una qualità buona per l’IqR. L’IqR medio risulta lievemente in aumento fra il 1999 e il 2001, dimostrando un mantenimento sostanziale della qualità dei prodotti orto-frutticoli. Occorre rilevare inoltre come nel 2000 i campioni con residui oltre il limite previsto dalla legge erano 5, nel 2001 era solo 1. I campioni con residui inferiori al limite erano nel 2000 108, mentre nel 2001 erano 62. L’indicatore di qualità per i residui di fitofarmaci negli alimenti (Iqr) è utilizzato per definire la qualità degli alimenti rispetto alla presenza di residui di fitofarmaci. Viene determinato come sommatoria dei termini che si ottengono dal residuo di prodotti fitosanitari, rispetto al proprio valore limite (lmr)3. Con questa semplice indicazione il consumatore diventa pienamente cosciente della quantità di residui presenti nell’alimento che consuma, ed impone quindi al produttore obblighi maggiori, oltre a quelli previsti dalla legge: maggiore autocontrollo dei trattamenti fitosanitari, con riduzione del numero o con un allungamento dei tempi di carenza. I dati riguardano il bacino di utenza dell’area fiorentina (Firenze, Prato, Pistoia). 3 Lorenzin M., 1998. Un nuovo parametro per una valutazione della qualità degl ialiemnti: Indice di qualità per i Residui (IqR). La rivista di Scienza dell’Alimentazione. Luglio-settembre 1998 – anno 27. 54 AGRICOLTURA BIOLOGICA Evoluzione della superficie ad agricoltura biologica Superficie ad agricoltura biologica e in conversione (in ha e % sulla superficie agricola utilizzata) 25000 18,0% 16,0% 20000 15000 ha 12,0% 21915 10000 14771 5000 10,0% % su sau 14,0% 16816 8,0% 12078 6,0% 4,0% 0 1999 2000 2001 2002 agosto Fonte: Elaborazione su dati ARSIA Descrizione Metodologia Nell’agosto 2002 il numero complessivo di aziende iscritte all’albo regionale delle aziende biologiche (in conversione, miste, biologiche) è di 767, in aumento del 47.2% rispetto al 1999, quelle biologiche sono di 389 in aumento del 76.1%, percentuale maggiore rispetto alla media regionale. Complessivamente a livello provinciale la superficie a biologico è pari a 21915 ettari, in aumento di oltre il 40% dal 1999 e pari al 18% della superficie agricola utilizzata. L'area con la maggiore presenza di agricoltura biologica è il mugello, con oltre il 42% di superficie agricola biologica o in conversione. Nel Mugello si concentrano anche il 36% degli operatori e il 65% della superficie biologica provinciale. La valutazione dell’applicazione delle tecniche di produzioni biologica è fatta tramite l’archivio ARSIA sugli operatori biologici che riporta le aziende suddivise in sezioni: sez.1.produttori agricoli (aziende in conversione, miste, biologiche), sez.2. preparatori, sez.3 raccoglitori. L’indicatore esprime l’evoluzione della superficie biologica degli anni 1997-2002 e la ripartizione, per il 2002 della superficie per le diverse tipologie colturali. 55 Numero di operatori biologici e superficie agricola per sistema territoriale locale Numero imprese In conversione Biologiche Firenze e Area Fiorentina Valdarno Empolese Val d’Elsa Valdarno Sup. Fiorentino Chianti e Val di Pesa Mugello, Romagna Toscana Val di Sieve Provincia di Firenze Firenze e Area Fiorentina Valdarno Empolese Val d’Elsa Valdarno Sup. Fiorentino Chianti e Val di Pesa Mugello, Romagna Toscana Val di Sieve Provincia di Firenze 42 29 24 24 59 104 33 24 47 25 45 171 Preparatori Totale e miste 10 85 12 65 16 87 2 5 1 26 130 13 288 40 322 Superficie (ha) In conversione 44 389 6 85 Biologiche 237 247 101 125 592 4.263 860 592 2.414 389 1.206 9.587 Preparatori e miste 303 265 95 13 343 338 211 5.776 657 15.706 36 1.393 9 0 796 % totale 10,7% 8,2% 10,9% 6,4% 16,3% 36,2% 11,3% 100 % % totale Totale 1.098 839 2.515 514 1.910 14.137 5% 4% 11% 2% 9% 65% 902 21.915 4% 100% Fonte: Elaborazione su dati ARSIA Superficie agricola biologica, come % della SAU, per sistema territoriale nel 2002 45% 40% 35% 30% 25% 42% 20% 15% 10% 5% 8% 11% 6% 5% 10% 9% 0% Firenze e Area Fiorentina 56 Valdarno Empolese Val d’Elsa Valdarno Sup. Fiorentino Chianti e Val di Pesa Mugello, Romagna Toscana Val di Sieve FATTORI ANTROPICI : TRASPORTI Tendenza nel tempo Legenda ☺ migliora tendenza non evidente (stabile, oscillante) peggiora non valutabile per assenza serie storiche Criticità ☺ Situazione positiva Risposte/azioni ☺ Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta Criticità elevata o superiore media o situazione negativa necessita di ulteriori indagini La domanda è soddisfatta dal trasporto privato La domanda è soddisfatta dal trasporto su gomma Il rapporto veicoli:abitanti è prossimo ad 1 e superiore alla media nazionale I consumi per i trasporti sono complessivamente molto elevati Pur con una quota di auto a norma Euro più elevata della medi nazionale, la qualità ambientale resta modesta rispetto alla media europea risposte in atto adeguate risposte in atto da rafforzare previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare Trasporti Domanda di mobilità persone Domanda mobilità merci Motorizzazione privata Consumi per trasporti Qualità parco auto Incidenti e mortalità Infrastrutture Crescente indice di motorizzazione, soprattutto su due ruote Negli ultimi due anni si assiste ad una stabilizzazione ☺ La qualità ambientale del parco auto è migliorata nel periodo 1995 - 2000 Si registra una contrazione degli incidenti e della mortalità, aumentano i feriti Il tasso di incidentalità e mortalità è inferiore alla media nazionale La rete infrastrutturale non si è potenziata e riequilibrata La rete su ferro (a tutti i livelli) è insufficiente per riequilibrare la struttura dei trasporti. Interventi infrastrutturali e di gestione della mobilità nelle aree urbane Interventi infrastrutturali per riequilibrare le modalità Non sono ancora sufficienti gli interventi dispiegati tesi a scoraggiare la mobilità privata Non sono stati dispiegati interventi sull'efficienza energetica E' stata incentivata la trasformazione del parco auto pubblico. Ancora parziali gli interventi sul parco auto privato Sono avviati o previsti interventi infrastrutturali sia sulle lunghe percorrenze che per le aree urbane 57 MOTORIZZAZIONE PRIVATA Dimensioni, densità e caratteristiche ambientali del parco circolante (autovetture, veicoli industriali, moto e ciclomotori) Indice di motorizzazione (provincia di Firenze) 100 90 veicoli per 100 abitanti 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1994 1995 autovetture 1996 1997 veicoli industriali 1998 moto 1999 2000 ciclomotori Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Aci e ANCMA Descrizione Metodologia La motorizzazione privata in provincia di Firenze ha raggiunto nel 2000 il livello di 59 autovetture, 30 moto e ciclomotori e 7 veicoli industriali ogni 100 abitanti. Il rapporto tra mezzi privati e abitanti (compresi i bambini) è ormai prossimo al livello di 1:1. Nel corso dell'ultimo decennio non si registra una ulteriore significativa espansione nel possesso di autovetture (+2%), mentre più avvertita appare la diffusione di moto e ciclo motori (+ 15% nel periodo 94-2000). Eccezionalmente elevato, rispetto anche alla media italiana, risulta la densità di moto e ciclomotori nell'area fiorentina, l'area urbana con la maggiore densità a livello italiano (e verosimilmente europeo). Moto e ciclomotori, in virtù di questa diffusione, contribuiscono in maniera consistente alle emissioni atmosferiche da traffico e all'inquinamento acustico. Nell'area fiorentina è importante anche l'incremento dei veicoli industriali (+23% nel periodo 1994 - 2000), con una particolare crescita (+ 50%) del numero di motrici per rimorchi. I dati relativi al parco circolante sono basati su fonte ACI. Per i ciclomotori i dati sono una stima basata su dati ANCMA relativi alle registrazioni, disponibili per provincia, e al circolante effettivo nazionale (assumendo per la provincia di Firenze lo stesso rapporto "registrazioni/circolante" stimato su scala nazionale). 58 Parco circolante, provincia di Firenze Autovetture Autoveicoli industriali di cui autocarri motrici e trattori autobus Motocicli e motocarri ciclomotori 1994 558.814 52.734 1995 561.709 53.219 1996 553.769 55.781 1997 549.067 57.747 1998 554.350 58.998 1999 558.159 58.418 2000 567.392 64.687 50.489 737 1.508 79.029 173.368 50.967 761 1.491 79.029 175.822 53.434 841 1.506 76.531 185.588 55.128 941 1.678 73.865 193.717 56.371 1.042 1.585 75.625 197.297 55.715 1.044 1.659 78.991 200.005 61.816 1.170 1.701 91.583 198.562 59 TRAFFICO AEREO Passeggeri e movimenti di aereomobili all'aereoporto di Firenze - Peretola Traffico aereo (Firenze Peretola) 1.700.000 35000 1.500.000 30000 25000 1.100.000 20000 900.000 n. aereomobili passeggeri 1.300.000 15000 700.000 500.000 10000 1995 1996 1997 1998 passeggeri 1999 2000 2001 aereomobili Descrizione Metodologia Nel periodo 1995 - 2001 il numero di trasportati imbarcati e sbarcati all'aeroporto di Firenze Peretola è raddoppiato e lo scalo fiorentino è divenuto il principale scalo regionale, superando l'aeroporto di Pisa. Nonostante la sua crescita, il trasporto aereo copre una frazione marginale degli spostamenti che gravitano sull'area fiorentina. Nel 2000 e 2001 - e anche nei primi mesi del 2002 - il traffico aereo si è sostanzialmente stabilizzato. Per le limitazioni derivanti dalle capacità di pista, la crescita del traffico passeggeri si accompagna anche ad una crescita del numero di decolli e atterraggi aerei, con i conseguenti effetti sull'inquinamento acustico nell'area soggetta alle rotte. La fonte dei dati è la società di gestone dell'aereoporto di Firenze Amerigo Vespucci 60 CONSUMI PER LA MOBILITA' Consumi di carburante per autotrazione Consumi di carburante per autotrazione (province di Firenze e Prato) 900.000 800.000 700.000 600.000 tep 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 1990 1991 1992 1993 1994 benzine 1995 gasoli 1996 Gpl 1997 1998 1999 2000 2001 metano Descrizione Metodologia I consumi energetici per i trasporti, un indicatore indiretto anche dell’evoluzione della mobilità, mostrano una crescita del 24% nel periodo 1990 – 2001. L'entità della crescita dei consumi - in presenza di un modesto aumento del parco circolante e nonostante la maggiore efficienza dei mezzi - è indice dell'incremento delle percorrenze totali sia per il trasporto persone che – soprattutto – per il trasporto merci. Negli ultimi cinque anni si registra una crescita sostenuta dei consumi di gasolio (+30%) e una flessione dei consumi di benzina (-7%), in connessione con l’evoluzione del parco auto e la crescita del trasporto merci. Negli ultimi tre anni (1999 -2001) i consumi per autotrazione sono sostanzialmente stabilizzati. La riduzione dei consumi di benzina è consistente nel 2000 e nel 2001, in presenza anche di alti costi dei carburanti. In tutto il periodo restano marginali i consumi di gpl e metano (i cui consumi non sono determinabili dopo il 1999). Identifica i consumi di combustibile per la soddisfazione dei fabbisogni di mobilità su gomma. Costituisce un indicatore dell'impatto della mobilità. E' espresso in termini di tep di combustibile impiegato per autotrazione, ripartito per fonte (benzine, gasolio, metano, gpl). I dati derivano da Bollettino Petrolifero e Eni (metano). 61 INFRASTRUTTURE E OFFERTA DI TRASPORTO SU FERROVIA Rapporto tra estensione della rete e popolazione 1,6 1,6 1,4 1,4 1,2 1,2 1 1 Italia = 1 indice Italia = 1 Rapporto tra estensione della rete e Pil 0,8 0,8 0,6 0,6 0,4 0,4 0,2 0,2 0 0 Firenze Toscana Italia Firenze Toscana Italia Descrizione Metodologia La rete ferroviaria della provincia di Firenze ha una estensione di 290 km, circa il 21% del totale della rete regionale. Con il 63% della rete dotata di doppio binario elettrificata, la provincia di Firenze presenta uno standard superiore alla media regionale (50%) e nazionale. Ciò nonostante, l'estensione complessiva della rete è inferiore sia alla media nazionale che a quella regionale quando rapportata alla popolazione e al reddito. L'offerta di trasporto è concentrata sulla linea Bologna Roma e, con treni regionali, sulle linee Firenze - Viareggio e Firenze - Pisa - Livorno. I dati riportati sono tratti dal rapporto CSST del luglio 2002 sul trasporto in Toscana. La struttura della rete è riferita al 1999; l'offerta di trasporto passeggeri fa riferimento al 2001 - 2002 e l'offerta di trasporto merci al 1999. 62 Struttura dell'infrastruttura ferroviaria Firenze Toscana Singolo non Doppio non Singolo Doppio % doppio elet. su totale elettrificato elettrificato elettrificato elettrificato 93,5 14,3 182,6 63% 50% 517,2 14,3 164,9 705,6 Offerta di trasporto ferroviario. Numero di treni/giorno Eurostar Bologna - Firenze Firenze - Roma Firenze - Viareggio Firenze - Faenza Firenze - Vicchio Empoli - Siena Firenze - Livorno Intercity 27 27 passeggeri Espresso Diretto 10 4 11 7 1 merci Regionale 0 7 13 30 40 19 15 19 60 80 56 2 2 24 63 INCIDENTALITA' STRADALE Numero di incidenti, morti e feriti Incidenti stradali, morti, feriti incidenti stradali, morti, feriti (Firenze, valori assoluti) 9500 150 9000 140 150 130 8500 125 120 8000 110 7500 100 7000 90 6500 n. morti n. incidenti, n, feriti (cumulato Firenze e Prato, indici base 1990) 100 80 75 6000 70 5500 60 5000 50 1995 1996 1997 1998 1999 2000 incidenti feriti 50 1990 morti 1995 1996 1997 1998 1999 2000 incidenti morti feriti Fonte: Elaborazione Ambiente Italia Descrizione Metodologia Nel periodo 1995 - 2000 sulle strade della provincia di Firenze si sono registrati ca. 100 morti e 8.700 feriti all'anno, in maniera rilevante concentrati in ambito urbano. Considerando il periodo 1990 - 2000 (e cumulando provincia di Firenze e Prato), la mortalità e l'incidentalità appaiono in diminuzione, mentre cresce il numero di feriti. La mortalità registrata sulla rete stradale della provincia di Firenze, nonostante gli importanti flussi di attraversamento, è significativamente inferiore alla media nazionale, sia in rapporto agli abitanti che al numero di autovetture. I dati, di fonte Istat, fanno riferimento al rilevamento degli incidenti stradali delle forze di polizia. A causa dei tempi e delle modalità di rilevamento, la mortalità attribuita è inferiore a quella risultante dalle statistiche sanitarie (tra il 22% e il 35% in meno negli anni 91-98). 64 QUALITA' AMBIENTALE DEL PARCO AUTO Quota di autovetture, benzina e diesel, Euro 1 e Euro 2 sul parco circolante. Caratteristiche ambientali del parco autoveicoli 2000 1995 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% non catalizzate (b) convenzionali (d) 70% euro 1 80% 90% 100% euro 2 Descrizione Metodologia La qualità ambientale del parco circolante in provincia di Firenze è significativamente migliore rispetto alla media nazionale Nel periodo 1995 - 2000 si registra un significativo rinnovo del parco autoveicolare. Se nel 1995 le autovetture non catalizzate (e i diesel convenzionali) rappresentavano ancora il 75% del parco, nel 2000 i mezzi conformi alle nuove norme Euro 1 e Euro 2 sono oltre il 60% del parco (rispetto al 50% della media nazionale e al 57% delle regioni nord-occidentali). La qualità ambientale del parco autoveicoli 2000 è basata sulla classificazione Copert elaborata da Aci e si riferiscono alla sola quota di autovetture a benzina e diesel. Per il 1995 la nostra stima assume come auto conformi alla norma Euro 1tutte le autovetture immatricolate dopo il 1993 (data da cui divenne obbligatoria la vendita di auto Euro 1) e per gli anni precedenti una stima pari al 5% delle immatricolazione 1990, il 6% per il 1991 e il 12% per il 1992, in accordo con i consumi di benzina verde sulla sola rete stradale ordinaria. 65 FATTORI ANTROPICI: POPOLAZIONE E INSEDIAMENTI Tendenza nel tempo Legenda Popolazione Abitazioni occupate/non occupate Produzione edilizia 66 Risposte/azioni ☺ Migliora ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate Tendenza non evidente (stabile, oscillante) Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta risposte in atto da rafforzare Criticità elevata o superiore media o situazione negativa necessita di ulteriori indagini previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare Uso del suolo Criticità Peggiora Non valutabile per assenza serie storiche Crescita continua delle aree modellate artificialmente, anche nell’ultimo decennio, seppur in maniera limitata Tendenza non uniforme nei diversi ambiti territoriali. Crescita in tutte le aree con l’eccezione di Firenze e del Mugello (-21,3% tra 1951-2001) Il dato provvisorio relativo al censimento 2001 evidenzia per la prima volta dal 1951 un aumento della percentuale di abitazioni occupate sul totale del patrimonio. Nonostante gli andamenti demografici non si registra una riduzione della produzione edilizia. Aumenta la quota di produzione a fini non residenziali. ☺ Oltre il 50% del territorio provinciale è costituito da aree di elevato pregio (aree boscate) Tutti i comuni della Provincia (con l’eccezione di Firenze e Campi Bisenzio) con densità inferiore ai 1.000 ab/kmq. Il Mugello ha densità media di 50 ab/kmq A livello provinciale, il 91,5% delle abitazioni risultano occupate, sopra la media regionale. In Mugello tasso di occupazione anche sotto il 50%. Tra le province della Toscana, quella di Firenze ha registrato nel periodo 1995-2000 la più elevata produzione assoluta, ma una delle minori procapite. ☺ Gli strumenti di pianificazione di livello regionale (PIT) e provinciale (PTCP) dettano specifiche disposizioni volte alla limitazione del consumo di suolo e alla tutela delle aree agricole e non urbanizzate Azioni da identificare e/o a livello definire comunale Azioni da identificare e/o definire a livello comunale STRUTTURA DELL’USO DEL SUOLO Classificazione del territorio sulla base della metodologia Corine Land Cover Leg nda Uso Clas rovin one Te Firen e Land 1995 i modellati artificial ente i agricoli Te i boscati e ambienti seminatur li Zo Li munale N 10 0 10 ilom ters Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Regione Toscana Descrizione Metodologia A livello provinciale, il 51,4% del territorio è caratterizzato dalla presenza di aree di elevato pregio naturale (boscate). In particolare nelle aree del Mugello e della Val di Sieve le superficie boscate coprono più del 70% della superficie complessiva. Oltre il 43% è inoltre costituito dalle aree agricole, particolarmente consistenti nelle aree empolese e valdelsa. Le aree artificializzate, urbane e industriali costituiscono il 4,6% della superficie provinciale complessiva. La percentuale è evidentemente molto più elevata nel comune di Firenze, dove circa il 46% della superficie risulta artificializzata, così come nell’area fiorentina (10%). Nel decennio 1992 - 2001, secondo il recente aggiornamento della cartografia di uso del suolo condotto della Regione Toscana, si registra (pur a fronte di un declino demografico) un aumento delle aree urbanizzate di circa 560 ha (+3,5%) e una diminuzione delle aree boscate di 140,5 ha (-0,08%). La classificazione del territorio provinciale è stata effettuata attraverso l’utilizzo della carta di uso del suolo elaborata nel 1995 dalla Regione Toscana attraverso l’utilizzo della metodologia Corine Land-Cover, a partire dall’interpretazione di immagini da satellite nel periodo 1990-1992 e dalla fotointerpretazione di immagini di voli areei condotti nel periodo 1988-1989. Recentemente, la Regione ha condotto un aggiornamento di tale cartografia al 2001, di cui si riportano i primi dati attualmente disponibili. Variazione 1991-2001 delle superfici artificiali e delle aree boscate in Provincia di Firenze Superfici artificiali (ha) Superfici boscate (ha) 1991 2001 Variazione 16.197 180.482 16.759 180.342 % 3,5% -0,08% Fonte: Regione Toscana Uso del suolo per ambito territoriale - Distribuzione percentuale 100% 80% 60% 40% 20% 0% e nz re Fi 68 t. en r fio i t an i Ch o ell ug M ea Ar Territori modellati artificialmente Territori boscati e amb. seminaturali Corpi idrici a ve e els ld Va les sie Em po i ald V Territori agricoli Zone umide . no OV ar ld Va TO T R .P Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Regione Toscana, Provincia di Firenze DENSITÀ DI POPOLAZIONE Densità per Comune e andamento nel tempo Legenda Densità di popolazione per Comune (ab/Kmq) 11 - 125 125 - 250 250 - 500 500 - 1000 1000 - 3444 N 10 0 10 Km W E S Fonte: Provincia di Firenze, ISTAT Descrizione Metodologia Negli ultimi 50 anni si è in parte ridisegnato l'assetto degli insediamenti e dunque della densità demografica nelle varie aree. Nella città di Firenze, dopo un ventennio di costante crescita, a partire dal 1971 si registra una costante perdita di popolazione (-23% nel periodo 1971-2001, 6% sul periodo 1951-2001), a cui fanno riscontro una forte crescita degli insediamenti nell'area fiorentina (+99%) e nell'empolese (+40%). Nel Mugello si registra invece una forte contrazione, caratteristica di tutte le aree montane e interne (-21,3% tra 1951 e 2001). Nel suo insieme, la Provincia di Firenze a partire dalla metà degli anni '80 registra un progressivo declino demografico. L'ultimo censimento ISTAT 2001 evidenzia i valori massimi di densità di popolazione nei comuni di Firenze (3.439 ab/kmq) e di Campi Bisenzio (1.298 ab/kmq), dove negli ultimi cinquanta anni si è registrata una crescita degli abitanti del 132% (da 16.000 a 37.000). Quattro comuni (Scandicci, Sesto Fiorentino, Empoli, Signa) hanno densità tra 500 - 1000 ab/kmq, mentre tutti gli altri comuni presentano densità inferiori. In alcuni comuni, per effetto dello spopolamento registrato, si registrano densità inferiori a 20 ab/kmq. L’area del mugello evidenzia complessivamente una densità di popolazione molto bassa (51 ab/kmq) rispetto a tutti gli altri ambiti. L’indicatore, rapportando la popolazione alle dimensioni del territorio comunale, consente di evidenziare l’entità della concentrazione e quindi della pressione esercitata dai residenti sulle risorse ambientali nonché le relative variazioni nel tempo. Tale pressione deve intendersi come richiesta di beni o spazi connessi alle esigenze umane che, con l’aumentare della densità di popolazione, determina un elevato sovraccarico interno ed anche un coinvolgimento del territorio esterno. Per il calcolo della densità, effettuato a livello comunale e per le diverse aree della Provincia, sono stati utilizzati i dati di popolazione ricavati dai censimenti ISTAT negli ultimi 50 anni (1951-2001). 69 Andamento della popolazione per area (1951-2001) 1.000.000 900.000 800.000 Popolazione 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 1951 Firenze Area fiorentina 1961 Chianti 1971 Mugello 1981 Valdelsa Empolese 1991 Valdisieve 2001 Valdarno Andamento della densità di popolazione per area (1951-2001) 10.000 ab/Kmq 1.000 100 10 1951 1971 1981 1991 Firenze Area fiorentina Chianti Mugello Valdelsa Empolese Valdisieve Valdarno Fonte: Provincia di Firenze, ISTAT 70 1961 2001 PATRIMONIO EDILIZIO Abitazioni censite per ambito territoriale e stato di utilizzo Legenda Percentuale abitazioni occupate (Abit. occupate/Abit. totali) 0 - 50 50 - 75 75 - 85 85 - 93 93 - 100 N 10 0 10 Kilometers Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Provincia Firenze, ISTAT Descrizione Nel periodo 1951-2001 il numero delle abitazioni censite o stimate è aumentato sensibilmente. In particolare, il tasso di crescita appare elevato nei decenni 1951-1961 e 19611971 (+28% circa), è poi diminuito costantemente sino a raggiungere il livello più contenuto negli ultimi dieci anni (+4,1%). Analogo andamento si rileva per quanto riguarda il numero di vani per abitante, anche se con tassi di crescita più omogenei nel tempo. Anche in questo caso, l’ultimo decennio è stato quello caratterizzato dalla crescita più bassa (8,3%, dato stimato, vedi metodologia), mentre il tasso più elevato è quello raggiunto nel decennio 19711981 (+20,7%). In particolare, nell’ultimo anno preso in considerazione si evidenzia un numero di vani/abitante pari a 2. Di particolare interesse il rapporto tra abitazioni occupate e non occupate, che sembra evidenziare, per la prima volta a partire dal 1951, un miglioramento della situazione. Infatti, nel 2001, a livello provinciale, il 91,5% delle abitazioni risultano occupate, con un aumento del 2,8% rispetto al 1991. Una percentuale più elevata si ritrova solo risalendo al 1961. Una conferma di tale andamento sarà possibile solo al momento della disponibilità del dato definitivo del censimento 2001, il dato attuale, ancora provvisorio, potrebbe infatti contenere un certo margine di errore. Analizzando tale dato su base territoriale, si rileva un elevato grado di occupazione (superiore al 93%) a Firenze e nell’area empolese fiorentina. I valori più elevati si riscontrano a Lastra a Signa e Calenzano (97,9%), Sesto Fiorentino (97,1%). Particolarmente significativa la situazione riguardante molti comuni dell’area del Mugello, che rivelano dati di occupazione inferiori al 50%, come San Godenzo (48,3%) e Palazzolo sul Senio (49,6%) o poco superiori, come Firenzuola (50,7%), Londa (62,4%) e Marradi (64,2%). Tale situazione appare come diretta conseguenza della progressiva perdita di popolazione registrata in tali comuni nel periodo considerato (vedi indicatore “densità di popolazione”). Metodologia L’indicatore relativo all’offerta delle abitazioni è rappresentato come numero di abitazioni esistenti, rapporto tra abitazioni occupate e non occupate e rapporto tra numero di stanze e residenti. Tale indicatore consente di evidenziare le variazioni della disponibilità teorica del patrimonio residenziale. L’analisi è svolta assumendo quale riferimento l’obiettivo generale di dare risposte alla domanda di alloggi e di migliorare la dotazione dello spazio abitabile pro capite, attraverso azioni dirette di recupero e nuova realizzazione o indirette di contrasto della tendenza al non utilizzo o al cambio di destinazione d’uso del patrimonio residenziale. Per il calcolo si è fatto riferimento ai dati provenienti dai ➜ 71 Abitazioni occupate e vani/abitante (1951-2001) 400.000 5,0 350.000 Abitazioni 250.000 3,0 200.000 2,0 150.000 100.000 1,0 50.000 0 0,0 1951 1961 Abitazioni occupate 1971 Abitazioni non occupate Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT Censimenti popolazione negli ultimi 50 anni. Per quanto riguarda il calcolo del numero di vani nel 2001, in assenza del dato dell’ultimo censimento, si è proceduto ad una stima basata sui dati ISTAT di produzione edilizia, sommando al dato 1991 il numero di vani prodotti nel periodo 1992-2000. Per quanto riguarda il 2000 si è fatto riferimento al dato provvisorio pubblicato da ISTAT. Per il 2001, in assenza del dato si è assunta una produzione analoga a quella dell’anno precedente. 72 1981 1991 2001 Vani/abitante Vani/ab 4,0 300.000 PRODUZIONE EDILIZIA Volume dei fabbricati costruiti annualmente per tipologia e ambito territoriale Produzione edilizia in provincia di Firenze (1989-2000) 3.000.000 m3/anno 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Residenziale Non residenziale Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT Descrizione Metodologia Tra le province della Toscana, quella di Firenze ha registrato nel periodo 1995-2000 la produzione edilizia più elevata in valori assoluti. Analizzando il livello di produzione in rapporto al numero di abitanti presenti sul territorio provinciale, si evidenzia tuttavia un valore superiore solo a quello registrato per la Provincia di Massa Carrara. Per quanto riguarda l’andamento temporale, nel periodo preso in considerazione (1989-2000) non si evidenzia una tendenza alla diminuzione della produzione edilizia complessiva. Sembra emergere, all’interno della produzione, una progressivo aumento del peso degli utilizzi di tipo pubblico, produttivo, terziario rispetto alla produzione a fini residenziali Si passa infatti da percentuali del 50-60% (1989: 56%, 1991: 48%, 1992: 51%), a percentuali più alte, anche superiori al 70% (dato 2000). L’area fiorentina e quella empolese presentano i livelli di produzione più alti. In particolare, per quanto riguarda l’area fiorentina, si evidenzia una notevole variabilità annuale, con dei picchi di produzione notevoli (1999: 976.066 m3, 1991: 885.421 m3). Tale andamento è probabile conseguenza di interventi significativi di carattere puntuale che hanno avuto luogo nell’ultimo decennio in tale area (insediamenti produttivi, centri commerciali, etc). L’indicatore relativo alla produzione edilizia è restituito come volume dei fabbricati costruiti annualmente, per nuova edificazione o per ampliamento dell’esistente, distinto tra quelli residenziali e non residenziali. Tale indicatore, che rappresenta la pressione sull’ambiente connessa all’incremento della massa degli edifici4 (da associare alla sottrazione di spazio ed al consumo delle risorse utilizzate per la costruzione), consente di evidenziare le dinamiche ed il peso dei fabbricati residenziali e non residenziali sul totale della produzione edilizia. La valutazione è condotta assumendo quale riferimento l’obiettivo generale di contenere la crescita dell’edificato e di rispondere al fabbisogno edilizio attraverso processi di recupero strutturale e funzionale del patrimonio esistente. Per il calcolo si è fatto riferimento alle statistiche ISTAT sull’attività edilizia. Per quanto riguarda il 2000 il dato fornito è quello provvisorio. 4 Nella valutazione si dovrebbe considerare anche il volume degli edifici demoliti annualmente per ricavare il dato dell’effettivo incremento del volume edificato. 73 Produzione edilizia in provincia di Firenze per ambito territoriale (1989-2000) 3.000.000 2.500.000 m3/anno 2.000.000 1.500.000 0 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Empolese Firenze Chianti Mugello Valdelsa Valdisieve Valdarno Area fiorentina Produzione edilizia in provincia di Firenze per ambito territoriale (1989-2000) 3.000.000 m3/anno 2.500.000 2.000.000 1.500.000 0 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Empolese Firenze Chianti Mugello Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT 74 Valdelsa Valdisieve Valdarno Area fiorentina FATTORI ANTROPICI : RIFIUTI Tendenza nel tempo Legenda migliora ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate tendenza non evidente (stabile, oscillante) Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta risposte in atto da rafforzare Criticità elevata o previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare peggiora non valutabile per assenza serie storiche Produzione rifiuti urbani La produzione è crescente Produzione rifiuti speciali Dati consolidati non sono disponibili ☺ Recuperi e raccolte differenziate sono in crescita e conformi agli obiettivi di legge Incrementata la diversificazione, ma insufficiente la chiusura dei cicli ☺ Le azioni di bonifiche sono strutturate e crescenti Smaltimento dei rifiuti Bonifiche Risposte/azioni ☺ Recupero Criticità media o superiore situazione negativa di ulteriori necessita indagini La produzione procapite è tra le più alte d'Italia La produzione è comunque rilevante Problemi sulle politiche di assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani Forte dipendenza dalla discarica e scarsa autosufficienza La criticità delle contaminazioni non sembra elevata, ma sono difficili le comparazioni Ritardo e contraddizioni nella regolamentazione e nel passaggio a tariffa. Avviate azioni per la prevenzione/ riduzione ☺ Risultati positivi già conseguiti che possono essere rafforzati Pianificazione definita. Ritardi e conflitti nell'attuazione. ☺ La regolamentazione e le azioni avviate con buona efficacia sono esemplari per l'Italia 75 RIFIUTI URBANI Rifiuti prodotti, residui e recuperati; totale, procapite e per area indice dei rifiuti urbani prodotti e residui (1997 = 100) Produzione totale di rifiuti 125 600.000 120 149.835 500.000 115 101.044 41.612 76.582 110 400.000 1 tonnellate indice 1997 = 100 64.291 100 95 300.000 469.849 90 441.421 435.795 448.167 200.000 85 100.000 80 75 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 indice residuo 0 1997 1998 1999 2000 2001 indice rifiuti urbani urbani residui RD (urbani recuperati) Fonte: Elaborazione Ambiente Italia Descrizione Metodologia La provincia di Firenze, con una produzione media procapite di 627 kg/ab (ma 669 kg/ab nell'area fiorentina), è una delle aree italiane con la maggiore intensità di produzione dei rifiuti. Alla contrazione della produzione di rifiuti registrata tra il 1995 e il 1997 ( - 2,2%) è seguita vigorosa crescita nel periodo 1997 - 2000 (+ 19,4%), con una stabilizzazione nel 2001 rispetto al 2000. Complessivamente la produzione di rifiuti mostra una dinamica di crescita superiore a quella del reddito. L'aumento dei rifiuti urbani è probabilmente attribuibile, oltre che alle modalità di consumo e alle presenze turistiche (che incidono per meno del 5% del totale dei rifiuti generati), anche ad un assorbimento di parte di rifiuti assimilabili di origine produttiva nel circuito dei rifiuti urbani. Pur in presenza di un elevato tasso di recupero, la forte crescita dei rifiuti generati non ha consentito di ridurre significativamente la quantità di rifiuti residui destinati allo smaltimento, nel 2001 ancora al livello del 1997. I dati derivano dalle certificazioni ARRR su dati forniti dai comuni. 76 Produzione di rifiuti urbani per area (tonnellate/anno), 2001 Area fiorentina Chianti Mugello Valdelsa Empolese Valdisieve Valdarno Provincia Rifiuti recuperati Rifiuti residui Totale rifiuti (Rd) (Rur) (Rur + Rd) 108.588 291.816 8.294 23.375 8.241 25.005 6.515 15.783 19.938 48.817 4.409 15.446 6.043 18.560 162.026 438.801 400.404 31.669 33.246 22.298 68.755 19.854 24.602 600.827 Produzione procapite di rifiuti urbani per area (kg/ab anno), 2001 Rifiuti recuperati (Rd) Area fiorentina Chianti Mugello Valdelsa Empolese Valdisieve Valdarno Provincia Rifiuti residui (Rur) 181 150 142 158 168 103 138 169 Totale rifiuti (Rur + Rd) 488 424 432 383 412 362 425 458 669 574 574 542 580 466 563 627 77 RIFIUTI SPECIALI Rifiuti pericolosi e non pericolosi, dichiarati e stimati; ripartizione per settore e area Produzione dichiarata e stimata di rifiuti speciali 1.400.000 1.200.000 tonnellate 1.000.000 800.000 600.000 400.000 200.000 0 1996 dichiarato stimato 1996 1998 dichiarato non pericolosi stimato 1998 1999 dichiarato pericolosi Descrizione Metodologia Secondo le ultime stime elaborate sulla base delle dichiarazioni dei produttori (MUD 1999 relativo all'anno 1998), in provincia di Firenze risultano prodotti ca. 390.000 t di rifiuti dalle attività del ciclo dei rifiuti (recuperi, trattamenti e smaltimenti) e di depurazione, 330.000 t di rifiuti dall'industria manifatturiera, 300.000 t dal settore terziario, 200.000 t dalle costruzioni, 17.000 t dall'agricoltura e 11.000 dalle attività estrattive. I rifiuti stimati ammontano complessivamente a ca. 1.200.000 t a fronte (per l'anno 1998) di circa 750.000 t dichiarate. La qualità dei dati non consente di valutare l'andamento storico. Nel 1999 (MUD 2000) circa il 50% del totale dei rifiuti speciali dichiarati deriva dalle attività di gestione dei rifiuti (con una quota rilevante costituita da sovvalli di trattamento di un solo impianto, nell'empolese). I rifiuti pericolosi, ca. 40.000 stimati (34.000 dichiarati nel 1999), derivano principalmente dalla gestione dei rifiuti, produzioni chimiche, lavorazione dei metalli e attività di riparazione degli autoveicoli. Le produzioni di rifiuti pericolosi sono fortemente concentrate: solo 4 imprese generano ca. il 25% del totale prodotto. I dati relativi alla produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, derivano dalle dichiarazioni del Modello Unico Dichiarazione ambientale, bonificate da Cerved e ARRR. Le dichiarazioni derivano da una quota - variabile negli anni, anche per effetto delle disposizioni legislative - delle unità locali. I confronti storici sul dichiarato sono pertanto poco significativi. La produzione stimata (per il 1996 e il 1998) è stata elaborata da ARRR integrando, anche con indagini di campo, i dati Mud (scostamenti significativi si registrano per le costruzioni e i servizi) . Per effetto della elevata quota di rifiuti derivanti dallo stesso trattamento dei rifiuti, la produzione dichiarata e stimata per la provincai di Firenze include anche rifiuti generati dal trattamento di rifiuti importati da altre province e regioni. 78 Origine rifiuti speciali non pericolosi Origine rifiuti speciali pericolosi (dati MUD 2000) (dati MUD 2000) Terziario 22% Terziario 10% Industria manifatturiera 30% Industria manifatturiera 53% Smaltimento rifiuti, depurazione, riciclaggio 51% Smaltimento dei rifiuti, depurazione, riciclaggio 23% Costruzioni 11% Costruzioni 2% Produzione di rifiuti speciali (procapite per area territoriale) 2500 kg / ab 2000 1500 1000 500 0 Area Fiorentina Chianti Empolese Mugello speciali non pericolosi Valdelsa Val di sieve Valdarno Superiore pericolosi 79 RACCOLTA DIFFERENZIATA Raggiungimento degli obiettivi, recuperi totali e per materiali e area Raccolta differenziata (marzo 2001) rispetto a obiettivi 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% area fiorentina chianti mugello valdelsa empolese valdisieve valdarno %RD al marzo 2001 distanza da obiettivo Ronchi 2001 distanza da valore guida 2001 piano provinciale distanza da obiettivo Ronchi 2003 Provincia Fonte: Elaborazione Ambiente Italia Descrizione Metodologia Al marzo 2001, data di riferimento per il Dlgs 22/97, il tasso di raccolta differenziata in Provincia di Firenze ha superato il 25% dei rifiuti urbani, in linea con gli obiettivi del "Decreto Ronchi" e gli obiettivi del Piano Provinciale. A fine anno 2001 la raccolta differenziata ha raggiunto il 27% dei rifiuti urbani (calcolati al netto dello spazzamento). I valori più alti sono stati raggiunti nell'empolese e il valdelsa (dove sfiora il 30%), mentre inferiore alla media è ancora nel Mugello (22%). Il tasso di raccolta differenziata della provincia di Firenze è superiore sia alla media regionale che italiana, in linea con la media della regioni settentrionali, ma inferiore alla media raggiunta da molte province lombarde e venete. Nel periodo 1995 - 2001 la raccolta differenziata è praticamente quadruplicata, con una crescita molto intensa nel 1999 e nel 2000 e una stabilizzazione nel 2001. Nella composizione delle raccolte differenziate, la carta (69.000 t nel 2000) incide per il 49%, seguita dalla raccolta del verde e della frazione organica (34.000 t nel 2000) che pesa per il 24% e dalla raccolta del vetro e lattine (17.000 t, 12%). Lo sviluppo delle raccolte differenziate è stato trainato soprattutto dall'espansione delle raccolte della frazione organica (+ 325% nel periodo 1997 - 2000) e della frazione cartacea (+ 225%). I dati derivano dalle certificazioni ARRR su dati forniti dai comuni. Nel computo dei dati non sono considerati i rifiuti inerti, ma sono inclusi gli ingombranti recuperati. Il grafico fa riferimento al calcolo della % di raccolta differenziata sul periodo marzo 2000 - febbraio 2001, secondo il metodo standardizzato regionale. 80 150.000 30% 125.000 25% 100.000 20% 75.000 15% 50.000 10% 25.000 5% 0 0% 1994 1995 carta 1996 vetro 1997 plastica 1998 altro organico 1999 % Rd sul totale rifiuti urbani tonnellate Evoluzione delle raccolte differenziate 2000 % RD 81 CAPACITA' DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI Rifiuti urbani per tipologia di impianto di smaltimento Modalità di smaltimento del rifiuto residuo 1999 - 2001 80% % totale rifiuto residuo 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% discarica t.q. inceneritore t.q. 1999 selezione 2001 Descrizione Metodologia Il sistema di smaltimento della provincia di Firenze, articolato su due Ambiti Territoriali Ottimali (Ato 5 del circondario empolese, Ato 6 della gran parte della provincia), ha ridotto le quantità di rifiuti smaltite tal quali in discarica - nel 2001 pari a circa il 53% del rifiuto residuo e a meno del 40% del totale dei rifiuti (considerando anche le raccolte differenziate) - per effetto dell'attivazione di due impianti di selezione e trattamento meccanico -biologico (nell'Empolese e a Case Passerini). Il sistema di smaltimento è deficitario sia sotto il profilo della valorizzazione energetica che sotto quello dello smaltimento finale a discarica (di flussi trattati o tal quali). Nel 2001 oltre il 30% del totale dei rifiuti residui (e il 56% di quelli smaltiti tal quale a discarica) è stato smaltito in impianti fuori provincia. Le quantità riportate rappresentano la "prima" destinazione dei rifiuti urbani residui. Dagli impianti di selezione, infatti, si generano flussi di materiale trattato che sono soggetti a smaltimento finale - in impianti di combustione o in discarica. La fonte dei dati è ARRR. Le quantità che risultano smaltite nel 2001 non collimano completamente con le quantità di rifiuti residui generate nello stesso anno. Modalità di smaltimento del rifiuto residuo 1999 (t/a) Discarica Provincia di Firenze ATO 6 Circondario Empolese ATO 5 Totale Inceneritore Selezione 313.694 15.366 55.048 6.062 0 58.269 319.756 15.366 113.316 Modalità di smaltimento del rifiuto residuo 2001 (t/a) Discarica Provincia di Firenze ATO 6 Circondario Empolese ATO 5 Totale 82 Inceneritore 217.359 Selezione 7.929 162.857 20.682 0 43.918 238.041 7.929 206.775 BONIFICA DEI SUOLI Aree contaminate e aree bonificate e ripristinate Siti bonificati con certificazione per anno 12 10 8 6 4 2 0 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Descrizione Metodologia A partire dal Primo Piano Regionale del 1993, in Provincia di Firenze sono stati attivati interventi di bonifica di discariche e aree industriali dismesse potenzialmente contaminate. Il Piano regionale del 1999 e i successivi approfondimenti e integrazioni hanno identificato (al 2002) in Provincia di Firenze 14 siti prioritari da bonificare a breve termine, 22 siti a medio termine, 12 siti in fascia C, 20 siti emersi con autodenuncia in sanatoria, 125 altri siti per aree interessate da eventi accidentali o da serbatoi interrati o in riqualificazione urbanistica. Al febbraio 2003 risultano 35 siti bonificati certificati, 1 sito messo in sicurezza, 39 siti (precedenti al Piano regionale del 1999) esclusi per non necessità o avvenuta bonifica I dati sono basati sull'archivio della Provincia di Firenze. Siti bonificati certificati con specifica destinazione d’uso Siti messi in sicurezza Siti esclusi per non necessità o già avvenuta bonifica 35 1 39 83 FATTORI ANTROPICI: INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO Tendenza nel tempo Legenda Controlli ed esposizione 84 Risposte/azioni ☺ migliora ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate tendenza non evidente (stabile, oscillante) Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta risposte in atto da rafforzare Criticità elevata o superiore media o situazione negativa necessita di ulteriori indagini previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare Non emergono situazioni di rischio elettromagnetico Superamenti delle norme risultano episodici. Gli effetti sanitari sono ancora oggetto di valutazione Sorgenti di campi elettromagnetici Criticità peggiora non valutabile per assenza serie storiche In rapida espansione le stazioni radio-base anche se rallentate nel 2002 Non aumenta la capacità di controllo degli organi preposti L'introduzione del silenzio assenso - con il decreto Gasparri - può determinare condizioni di maggiore criticità ambientale Sono state attivate misure di adeguamento per i siti interessati ESPOSIZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI Controlli a siti di impianti Radio - TV anno 2001 2001 2002 2002 2002 2002 2002 2002 2002 2002 Elenco Siti d'Impianti Radio TV soggetti ad Interventi di misura Fiesole San Francesco Rai-OM via dei Massoni* Poggio Incontro (3306) Monte Morello (3218) Secchieta (3320) Greve (3368) Val di Pesa (3369) Barbiana Reggello loc. 'Barfoli' Reggello loc. 'La Stanza' Superamento Superamento obiettivo di valore di cautela qualità di 3 V/m di 6 V/m (Si/No) (Si/No) si Si Si Si Si No No No Si No si si si si no no no no no no Superamento limite di esposiz. di 20 V/m (Si/No) Superamento limite di esposiz. di 20 V/m (Si/No) Nei Luoghi accessibili Nei luoghi a permanenza prolungata no no no no no no no no no no si no si si no no no no no no Fonte: Arpat 2003 Descrizione Metodologia L'esposizione a campi elettromagnetici, sia per stazioni radio-base che per siti radio-tv risulta generalmente entro i limiti previsti. Superamenti dei livelli di esposizione non sono registrati per stazioni radio-base di telefonia cellulare. In alcuni siti di impianti radio-tv sono registrati superamenti per gli obiettivi di qualità (3 V/m) o di cautela (6 V/m). Il superamento del limite di esposizione di 20 V/m è misurato in alcuni siti accessibili, ma in nessun luogo caratterizzato da permanenze prolungate. I dati sono basati sui rilevamenti effettuati da Arpat nel periodo 2001 - 2002 85 CONTROLLI DEI LIVELLI DI POTENZA DELLE STAZIONI RADIO-BASE E RADIO TELEVISIVE Pareri e misure per le stazioni radio-base e per le postazioni radio-televisive Numero pareri (cumulato) e misure (cumulate) su stazioni radio-base e postazioni radio televisive 350 300 250 numero misure 200 numero pareri 150 100 50 0 2000 2001 2002 Fonte: Arpat 2003 Descrizione Metodologia L'inquinamento elettromagnetico - legato alla telefonia cellulare, le stazioni radio e televisive, la rete di trasmissione elettrica - e l'esposizione alle radiazioni non ionizzanti sono oggetto di un diffuso allarme sociale e di discussione in ambito scientifico. La diffusione dei sistemi di telecomunicazione - e in maniera particolarmente rilevante della telefonia cellulare - ha provocato una disseminazione delle stazioni radio-base e delle postazioni radio-televisive. La crescita è stata molto intensa fino al 2001 e si è successivamente rallentata, ma è attesa una ripresa con i nuovi sistemi UMTS. Più stabile la situazione delle postazioni radio-televisive. Le attività di controllo si sono esplicate nel rilascio di pareri, anche con il supporto di valutazioni modellistiche e di sopralluoghi e nell'effettuazione di misure di controllo. I dati rappresentano le attività di controllo e di misura fornite da Arpat. 86 Pareri e controlli su stazioni radio-base n° pareri preventivi istruttorie tecniche n° controlli tramite valutaz. modellistiche n° interv. controllo sperimentali di cui n° interv. controllo sperimentali su richiesta n° complessivo punti di misura n° punti misura in continuo (>24 h) n° complessivo misure a banda larga n° complessivo misure a banda stretta 2° Sem. 2002 30 1° Sem. 2002 3 (controlli dopo l' installazione effettuati con simulazioni) 28 (sopralluoghi con misure ) (controlli prima dell' installazione effettuati con simulazioni) Anno 2001 Anno 2000 163 131 13 20 13 2 3 31 2 (sopralluoghi con misure su richiesta anche se pianificati) 2 2 0 2 (anche più di 1 per sito controllato) (anche più di 1 per sito controllato) 4 6 197 17 2 6 197 17 2 3 8 3 2° Sem. 2002 1 1° Sem. 2002 1 (controlli dopo l' installazione effettuati con simulazioni) - (sopralluoghi con misure ) Fonte: Arpat, 2003 Pareri e controlli su postazioni radio-televisive n° pareri preventivi istruttorie tecniche n° controlli tramite valutaz. modellistiche n° interv. controllo sperimentali di cui n° interv. controllo sperimentali su richiesta n° complessivo punti di misura n° punti misura in continuo (>24 h) n° complessivo misure a banda larga n° complessivo misure a banda stretta (controlli prima dell' installazione effettuati con simulazioni) Anno 2001 Anno 2000 - - - - - 3 6 6 1 (sopralluoghi con misure su richiesta anche se pianificati) 3 6 6 1 (anche più di 1 per sito controllato) (anche più di 1 per sito controllato) 15 23 39 10 15 23 39 11 3 3 8 2 87 Componenti ambientali COMPONENTI AMBIENTALI: ARIA E CLIMA Tendenza nel tempo Legenda ☺ migliora tendenza non evidente (stabile, oscillante) Emissioni CO, COV, SOx, NOx, PM10 Emissioni climalteranti Metereologia Superamenti limiti e obiettivi Concentrazioni medie 90 ☺ ☺ peggiora non valutabile per assenza serie storiche non valutabile per assenza serie storiche Nel periodo 1990-2000 le emissioni di gas serra da usi energetici sono cresciute di circa il 12%, il doppio della media nazionale Le tendenze in atto sembrano rispecchiare i fenomeni di alterazione Negli ultimi dieci anni si registra una progressiva diminuzione del numero di superamenti dei valori limite. Il 2002 sembra tuttavia indicare un rallentamento di tale andamento e una possibile inversione di tendenza. Negli ultimi dieci anni si è registrata una progressiva diminuzione delle concentrazioni medie annue, con l’eccezione dell’O3 (ozono), che si mantiene pressoché stabile. Negli ultimi 3-4 anni, tuttavia tale tendenza positiva sembra essere rallentata. Criticità Risposte/azioni ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta risposte in atto da rafforzare Criticità elevata o previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare media o superiore situazione negativa di ulteriori Necessita indagini La Provincia di Firenze evidenzia il maggiore contributo emissivo sul totale regionale (22% circa del totale regionale), con l’eccezione di Nox e SOx. Nel 2000 si registra uno scostamento del 20% rispetto all’obiettivo di Kyoto Permangono situazioni di superamento dei valori limite per quanto riguarda O3, PM10 e NO2 ☺ Le medie annue di NO2 e, per l’area fiorentina, del PM10, permangono al di sopra del valore obiettivo. Azioni da identificare, tenendo presente che il contributo emissivo prevalente è dovuto ai trasporti e con riferimento alle misure previste dalla Delibera regionale di classificazione del territorio. Azioni da individuare, con riferimento all’obiettivo di Kyoto è necessaria una riduzione media annua dell’1,8% nei prossimi dieci anni Rimanda ad interventi globali e relativi alle emissioni climalteranti. I comuni classificati a rischio dalla Regione Toscana devono predisporre un rapporto annuale sulla qualità dell’aria ed attuare un piano di azione contenente le misure da attuare per il raggiungimento dei valori limite. Tendenza nel tempo Reti di monitoraggio ☺ Nell’ultimo decennio è aumentato il numero di stazioni di rilevamento e l’efficienza della rete provinciale Criticità Allo stato attuale la rete di rilevamento interessa solo cinque comuni della Provincia. Risposte/azioni ☺ Il Piano regionale di rilevamento prevede l’estensione della rete e l’integrazione con reti e stazioni private esistenti. EMISSIONI INQUINANTI ATMOSFERICI PER SORGENTE Dati inventario regionale emissioni in aria ambiente 1995 Emissioni totali per sorgente di inquinamento (distribuzione percentuale) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% CO COV NOX PM10 Altre (t/a) 1020 5219 66 106 SOX 26 Sorgenti industriali (t/a) 1.171 10.591 7.139 768 2.128 Trasporti (t/a) 78.129 19.146 17.807 3.447 1.266 Sorgenti g civili-terziario ((t/a)) 3.682 360 1.232 899 384 Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati IRSE Descrizione Metodologia Il macrosettore trasporti e sorgenti mobili costituisce la componente prevalente delle emissioni per tutti gli inquinanti con l’eccezione degli ossidi di zolfo (SOx), con percentuali comprese tra il 54% sulle emissioni complessive di composti organici volatili (COV) e il 93% per il monossido di carbonio (CO). Per quanto riguarda tale macrosettore, il traffico su strade urbane ed extraurbane costituisce la sorgente prevalente per tutti gli inquinanti, con l’eccezione del PM10, la cui emissione risulta determinata per oltre la metà da sorgenti autostradali (A1e A11). I dati disponibili sono quelli relativi all’Inventario regionale delle emissioni in aria ambiente, elaborato dalla Regione Toscana con riferimento all’anno 1995. L’inventario è basato sulla valutazione degli inquinanti prodotti e riversati in atmosfera, suddivisi per tipologia di inquinante, tipologia di sorgente e tipologia di processo responsabile. Le tipologie di inquinanti considerate sono le seguenti: – monossido di carbonio (CO), – composti organici volatili (COV), – ossidi di azoto (NOX), – materiale particolato solido fine (PM10), – ossidi di zolfo (SOX). 92 Suddivisione delle emissioni tra sorgenti di tipo puntuale, lineare e diffuse 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% CO COV NOX PM10 SOX Lineari 6.047 1.798 5201 1844 331 Puntuali 428 1020 4329 283 1845 Diffuse 77527 32499 16714 3092 1627 Emissioni dovute a trasporti e sorgenti mobili per sorgente di 100% 80% 60% 40% 20% 0% Altre Sorgenti g Mobili Strade urbane ed extraurbane Aeroporto p Peretola Autostrade A1 +A11 829 405 1410 172 116 71.253 16.951 11177 1431 818 88 19 38 0 4 5959 1779 5163 1844 327 93 EMISSIONI GAS SERRA PER SORGENTE Dati inventario regionale emissioni in aria ambiente 1995 Emissioni totali di gas serra in CO2 equivalente per sorgente di emissione Agricoltura 4,3% Combustione (Terziario e Agricoltura) 20,1% Natura 5,2% Trattamento e smaltimento rifiuti 5,7% Trasporti e sorgenti mobili 24,2% Estrazione, distribuzione combustibili fossili 2,2% Combustione (Industria) 35,2% Processi produttivi 3,2% Descrizione Metodologia La provincia di Firenze produce direttamente (senza contare le emissioni connesse ai consumi di energia elettrica importata) oltre 7 milioni di tonnellate di CO2 eq all'anno (circa l'1,5% della produzione nazionale). Oltre il 50 % delle emissioni di gas serra deriva, secondo l’Inventario regionale, da processi di combustione da sorgenti fisse (il 35 % da sorgenti industriali, il 20 % dal terziario e dall’agricoltura). Il 24 % deriva invece da processi di combustione da sorgenti mobili (trasporti). I dati disponibili sono quelli relativi all’Inventario regionale delle emissioni in aria ambiente, elaborato con riferimento all’anno 1995. Per quanto riguarda i gas serra, le emissioni stimate sono quelle relative a metano, anidride carbonica e protossido d’azoto; essi sono aggregati attraverso il calcolo del valore in termini di CO2 equivalente. Stima delle emissioni di gas serra CH 4 CO 2 CO 2 equiv. [t/anno] [%] [t/anno] [%] [t/anno] [%] [t/anno] [%] 1.431.823 2.522.792 235.796 23,2 40,9 3,8 131 177 9,3 12,5 27,7 1,3 3,1 166 2 571 367 11,8 0,1 40,4 25,9 1.477.163 2.578.427 235.796 161.001 1.773.254 415.840 313.900 378.890 20,1 35,2 3,2 2,2 24,2 5,7 4,3 5,2 100 1.413 100 7.334.270 100 Combustione (Terziario e Agricoltura) Combustione (Industria) Processi produttivi Estrazione, distribuzione comb. fossili Trasporti e sorgenti mobili Trattamento e smaltimento rifiuti Agricoltura Natura 228 44 0,7 0,1 7.667 684 15.873 6.523 3.551 22,2 2,0 1.707.306 45,9 81.912 18,9 10,3 190.681 TOTALE 34.570 100 94 N2 O 6.170.310 CONTRIBUTO ALL’EFFETTO SERRA Emissioni di CO2 da usi energetici Emissioni di CO2 da usi energetici 8.500.000 8.000.000 t. CO2 7.500.000 7.000.000 6.500.000 6.000.000 5.500.000 19 90 19 91 19 92 19 93 19 94 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 20 10 5.000.000 Totale obiettivo Kyoto Descrizione Metodologia Nel periodo 1990 – 2000 le emissioni di gas serra derivanti dai consumi energetici sono cresciute di ca. il 12%, circa il doppio della media nazionale. Come per i consumi energetici, la crescita delle emissioni è stata legata ai trasporti e agli usi industriali. Per il crescente ricorso al gas naturale e l'effetto derivante da una maggiore efficienza del sistema elettrico, la crescita delle emissioni di CO2 è stata comunque inferiore a quella dei consumi energetici. L’intensità di emissioni per unità di energia (emissioni di CO2eq/unità di energia consumata) è di conseguenza diminuita di ca. il 7% nell'arco del decennio. Nel 2000 le emissioni di CO2 da usi energetici, seguendo l’andamento dei consumi energetici, si sono leggermente contratte (-2% sul 1999). Rispetto all’obiettivo di Kyoto (-6,5% su base nazionale al 2010) nel 2000 si registra uno scostamento del 20% e per conseguire gli obiettivi di Kyoto si rende necessaria, nell’arco dei prossimi 10 anni una riduzione media annua del 1,8%. La metodologia per il calcolo delle emissioni climalteranti è diversa da quella impiegata nell'ambito del reporting IPCC, sia per alcune modalità di calcolo che per la copertura delle fonti. I dati resi disponibili sul periodo 1990 - 2000 sono limitati ai soli consumi energetici ed escludono pertanto le emissioni da processi industriali come i cementifici, gestione dei rifiuti, agricoltura, usi del suolo. Le emissioni da questi processi non inclusi erano quantificati da IRSE per il 1995 in ca. 1,5 milioni di tonnellate (il 13% delle emissioni di CO2 da usi energetici). I dati qui presentati integrano inoltre le emissioni attribuibili all'importazione di energia elettrica (non considerate da IRSE) e all'approvvigionamento dei combustibili (non considerate nella metodologia IPCC) e rappresentano quindi le emissioni derivanti dai consumi energetici provinciali. I dati presentati hanno quindi un significato diverso da quelli dell'indicatore "emissioni di gas serra". Le emissioni di gas climalteranti per unità di energia consumata sono derivati dai dati sui consumi energetici. 95 Emissioni di CO2 (tonnellate) per fonte energetica (cumulato province di Firenze e Prato) Elettrico Benzine Oli combust. Gpl Gasolio Gas naturale Totale 1990 2.372.669 1.165.219 440.163 103.988 1.298.564 1.548.229 6.928.832 1995 2.546.375 1.417.748 244.722 155.664 1.377.740 1.909.593 7.651.843 1996 2.522.942 1.437.270 235.117 149.705 1.203.783 1.942.523 7.491.340 1997 2.582.162 1.395.762 262.783 161.155 1.182.004 1.925.414 7.509.279 1998 2.590.806 1.442.896 334.773 250.306 1.234.186 2.026.176 7.879.141 1999 2.591.990 1.410.279 365.800 246.565 1.276.023 2.073.020 7.963.677 2000 2.617.385 1.342.182 218.589 232.585 1.315.860 2.064.345 7.790.947 Fonte: Elaborazioni Ambiente Italia Emissioni di CO2 (tonnellate) da usi energetici per settore (cumulato province di Firenze e Prato) Trasporti Industria + agricoltura Usi civili Totale 1990 2.027.367 2.108.433 1995 2.539.882 2.202.925 1996 2.418.811 2.197.560 1997 2.417.656 2.300.485 1998 2.563.676 2.363.835 1999 2.523.654 2.454.009 2000 2.479.712 2.370.607 2.793.031 6.928.832 2.909.035 7.651.843 2.874.969 7.491.340 2.791.137 7.509.279 2.951.630 7.879.141 2.986.014 7.963.677 2.940.627 7.790.947 Intensità di emissioni per unità di energia consumata 2,75 2,7 t CO2 / tep 2,65 2,6 2,55 2,5 2,45 2,4 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 intensità di emissioni (tCO2/tep) 96 1997 1998 1999 2000 METEOROLOGIA Temperature, precipitazioni, direzione del vento Medie mensili delle temperature minime e massime giornaliere Stazione di Firenze (Osservatorio Ximeniano) 35 30 25 °C 20 15 10 Max. giorn - media 94-01 Max. giorn - 2002 Dicembre Novembre Ottobre Settembre Agosto Luglio Giugno Aprile Maggio Marzo Febbraio 0 Gennaio 5 Min. giorn - Media 94-01 Min. giorn - 2002 Descrizione Metodologia Per quanto riguarda la stazione di Firenze, il confronto fra i dati del 2002 e le medie relative al periodo 1994-2001 mette in evidenza come l’ultimo anno sia stato caratterizzato da un periodo iniziale con temperature molto rigide (il mese di gennaio è risultato il più freddo dal 1994) e, analogamente, un periodo estivo (luglio-settembre) caratterizzato da temperature nettamente inferiori alla media 19942001. Tale anomalia è confermata anche dall’andamento delle precipitazioni, che mette in evidenza, per il mese di agosto, un’intensità di pioggia 3 volte superiore a quella massima registrata nel periodo 1994-2001. Sempre per quanto riguarda le temperature, il confronto fra i dati rilevati a Firenze e quelli relativi ad Empoli evidenzia come quest’ultima località sia stata caratterizzata nel 2002 da temperature minime sempre più basse di quelle rilevate a Firenze, mentre le massime si attestano su valori analoghi. La direzione prevalente dei venti è rappresentata dal diagramma a rosa dei venti, che evidenzia per Firenze nel 2002 la direzione ESE e per Empoli i quadranti Est Nord-Est e Ovest Sud-Ovest. Per l’elaborazione dell’indicatore, si è fatto in primo luogo riferimento all’analisi climatologica già contenuta nel precedente Rapporto provinciale sullo stato dell’ambiente del 1999. Le considerazioni esposte sono relative ai dati resi disponibili da ARPAT per l’ultimo triennio (2000-2002), riguardanti le stazioni di Firenze (Osservatorio Ximeniano) ed Empoli (dati 2002). I parametri presi in considerazione sono i seguenti: - intensità della pioggia; - temperature minime e massime; - direzione del vento. 97 Intensità delle precipitazioni mensili Stazione di Firenze (Osservatorio Ximeniano) 350 300 mm 250 200 150 100 min. 1994-2001 max. 1994-2001 Distribuzione percentuale delle direzioni di provenienza del vento - Firenze Ximeniano (2002) 2002 Distribuzione percentuale delle direzioni di provenienza del vento - Empoli (2002) N 0% % NNW 40% N 0% NNW W 20% NNE NE NW 20% 0% 0% WNW W E W WSW ESE SW NE 10% 0% % ENE E WSW ESE SW SE SSW N NNE NW ENE WNW Dicembre Novembre Ottobre Settembre Agosto Luglio Giugno Aprile Maggio Marzo Febbraio 0 Gennaio 50 SE SSW W S SSE S SSE S S Intensità delle precipitazioni e medie mensili delle temperature minime e massime giornaliere - Stazione di Empoli - 2002 98 T min Dicembre Novembre Ottobre Agosto Luglio Tmax Settembre °C Pioggia Giugno Maggio Aprile Marzo 100 80 60 40 20 0 Febbraio Pioggia (mm) 160 15 10 5 0 -5 SUPERAMENTO DEI VALORI OBIETTIVO DI QUALITÀ DELL’ARIA Numero netto dei superamenti dei valori limite per ciascuna sostanza inquinante nella Provincia di Firenze N° superamenti 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 CO (medie su 8 ore) NO2 (medie orarie) O3 (Medie su 8 ore) SO2 (medie su 24 ore) PM10 (medie su 24 ore) 1993 20 317 0 0 285 1994 133 840 43 0 670 1995 108 398 87 0 549 1996 81 304 131 0 328 1997 47 156 110 0 216 1998 11 51 225 0 94 1999 0 2 47 0 146 2000 0 0 33 0 117 2001 1 0 82 0 105 2002 0 94 72 0 276 Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT Descrizione Metodologia Dal 1993 al 2002 si evidenzia un decremento del numero totale di superamenti dei valori limite, pur in presenza di un aumento del numero di stazioni della rete. In particolare, nel periodo considerato non si sono verificati eccessi di superamento per quanto riguarda il biossido di zolfo (SO2) né, successivamente al 1998, per quanto riguarda il monossido di carbonio (CO). Va invece messo in evidenza il permanere di situazioni di superamento dei limiti per l’ozono (O3) e il particolato fine (PM10), che riguardano in particolare l’area fiorentina. Il 2002 ha registrato un’inversione di tendenza per il PM10, con un numero di episodi nettamente superiore all’anno precedente (276 contro 105), tutti nell’area fiorentina. E’ opportuno mettere in evidenza anche la situazione relativa al biossido di azoto (NO2), per cui nel 2002 si è registrato un numero significativo di superamenti netti (94), tutti nell’area fiorentina, in netta controtendenza rispetto ai cinque anni precedenti, e in particolare rispetto al biennio 2000-2001 in cui non si era registrato alcun evento. L’indicatore è costruito a partire dai dati relativi al numero di superamenti dei valori limite definiti dal Dm 2/4/2002 e dalla Direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria, per ciascuna sostanza inquinante e per ogni stazione della rete di monitoraggio. Il numero è calcolato secondo il periodo di riferimento per il valore limite stesso (su base giornaliera per SO2 e PM10, su un intervallo di 8 ore per CO e O3 e su base oraria per NO2). Secondo quanto previsto dal Decreto e in accordo con la metodologia sviluppata nell’ambito del Progetto ICEIndicatori comuni europei (indicatore A.5-Qualità dell’aria locale), sono state considerate le sole centraline di rilevamento che rispettano il periodo minimo di copertura del campionamento. Tale limite, stabilito al 90% del periodo complessivo di funzionamento, è stato ridotto al 70% al fine di ottenere un numero minimo di dati sufficiente, avendo cura di verificare che tale abbassamento di soglia non comportasse un abbassamento della significatività del dato tale da compromettere l’effettiva validità dell’indicatore. Per ciascuna sostanza, l’indicatore corrisponde al numero di volte in cui è stata superata la soglia in un anno, al netto del numero di volte concesse dal Decreto. 99 O3 - superamenti netti di 120 µg/mc (media su 8 ore) N° superamenti 200 190 150 116 108 100 87 67 53 43 50 38 15 0 0 0 0 0 33 19 15 9 0 0 0 1993 1994 1995 1996 1997 Area omogenea di Firenze 1998 1999 2000 2001 2002 Empolese-valdelsa Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT PM10 - superamenti netti di 50 µg/mc (media oraria) 600 571 N° superamenti 500 436 400 300 285 276 248 208 200 146 99 100 117 113 86 105 40 8 8 0 1993 1994 1995 1996 1997 Area omogenea di Firenze Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT 100 1998 1999 2000 Empolese-valdelsa 2001 2002 CONCENTRAZIONI MEDIE ANNUE DI INQUINANTI ATMOSFERICI Indice delle concentrazioni medie annue di inquinanti nella provincia di Firenze (base 1993 = 100)* Numeri indice (1993 = 100) 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1993 1994 CO 1995 1996 NO2 O3 1997 1998 SO2 1999 PM10 2000 2001 2002 Benzene • Per O3: base 1994=100, per benzene: base 1995=100 Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT Descrizione Metodologia L’andamento delle medie annue rilevate per tutte le stazioni della Provincia di Firenze evidenzia un andamento decrescente per tutte le sostanze rilevate, prendendo come riferimento il primo anno disponibile (1993 o 1994). Tuttavia, l’analisi degli andamenti mette in evidenza come tale tendenza sia costante solo per quanto riguarda il biossido di zolfo (SO2) e il benzene, mentre per tutte le altre componenti, successivamente a periodi di diminuzioni delle medie anche significative sino al 1998-1999, si registra negli ultimi 3-4 anni un andamento stazionario. Fa eccezione l’andamento dell’ozono (O3), per il quale invece si osserva un andamento pressoché stabile nel periodo, con un valore nel 2001 paragonabile a quello rilevato nel 1994. Il confronto con i valori limite annuali fissati dal Dm 60/2002 ai fini della protezione umana, evidenzia come i valori di NO2 si mantengano costantemente al di sopra del limite nell’area fiorentina, mentre in quella empolese solo gli ultimi due anni evidenziano valori appena al di sotto del limite. Per quanto riguarda il PM10, la situazione appare peggiore nell’area fiorentina, con valori sempre superiori al limite. Nell’area empolese, negli ultimi anni i valori si mantengono costantemente al di sotto del limite. L’indicatore è costruito a partire dalle medie annue rilevate per ciascuna sostanza e per ogni stazione della rete di monitoraggio. I valori rappresentano la media delle medie annue delle stazioni di ciascuna classe. Secondo quanto previsto dal Decreto e in accordo con la metodologia sviluppata nell’ambito del Progetto ICE-Indicatori comuni europei (indicatore A.5 - Qualità dell’aria locale), sono state considerate le sole centraline di rilevamento che rispettano il periodo minimo di copertura del campionamento. Tale limite, stabilito al 90% del periodo complessivo di funzionamento, è stato ridotto al 70% per ottenere un sufficiente numero minimo di dati, avendo cura di verificare che tale abbassamento di soglia non comportasse un abbassamento della significatività del dato tale da compromettere l’effettiva validità dell’indicatore. Per quanto riguarda il benzene, in assenza di dati sulla copertura del campionamento e data la metodologia di rilevamento (in alcuni casi il valore è ricavato sulla base di correlazioni con i valori di CO), sono stati presi in considerazione i dati ritenuti validi da ARPAT. Nel grafico di sintesi, per un confronto omogeneo tra i diversi parametri, i valori sono stati normalizzati, con riferimento ai valori rilevati per il primo anno disponibile (anno 1993=100 per CO, NO2, SO2, PM10; anno 1994=100 per O3; anno 1995=100 per benzene) 101 NO2 - Andamento della media annua 100 90 80 µg/mc 70 60 50 40 30 20 10 0 1993 1994 1995 1996 Area omogenea di Firenze 1997 1998 1999 Empolese-valdelsa 2000 2001 2002 Valore obiettivo Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT PM10 - Andamento della media annua 100 90 µg/mc 80 70 60 50 40 30 20 1993 1994 1995 1996 Area omogenea di Firenze Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT 102 1997 1998 1999 Empolese-valdelsa 2000 2001 2002 Valore obiettivo BIOMONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA Fonte: ARPAT Descrizione Metodologia Per quanto riguarda il comune di Firenze, la campagna ha messo in evidenza ampie zone di deserto lichenico, soprattutto nei pressi dei Viali di maggior scorrimento del traffico (Viale Lavagnini, Viale Strozzi, Viale Gramsci, P.za Savonarola,...). La gran parte del territorio comunale risulta caratterizzata da un ambiente con alterazioni della qualità dell’aria. Una apprezzabile qualità dell’aria si ritrova a Sud (Galluzzo, Ponte a Ema, Arcetri), a Est (Settignano) e a Nord Est (Pian di San Bartolo, Pian del Mugnone, Canonica di Cercina, Monterivecchi). La situazione appare critica anche nell’area della piana tra Firenze e Prato (Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano) e nell’area empolese. Decisamente migliore appare la situazione nel Valdarno, con una sola limitata area di deserto lichenico ad Est del territorio comunale di Figline Valdarno lungo il percorso dell’autostrada A1 e limitate aree con marcata alterazione della qualità dell’aria nei comuni di Pontassieve, Rignano e lungo il percorso dell’autostrada A1 e della SS 69 nei Comuni di Incisa e Figline Valdarno. Nel corso del periodo 1995-1999 è stata effettuata da ARPAT sull’intero territorio regionale una campagna di biomonitoraggio della qualità dell’aria tramite licheni epifiti, considerati i migliori bioindicatori, attraverso l’individuazione di “centraline permanenti naturali”. L’indice di qualità ambientale sul quale vengono costruite le mappe (IAP: Index Air Purity) fornisce in maniera sintetica la misura della biodiversità lichenica di un determinato territorio basandosi sul numero, la frequenza e la tolleranza delle specie licheniche presenti in una data area: ad un valore basso dell’indice corrispondono generalmente aree inquinate, ad un valore alto corrispondono invece aree pulite dal punto di vista atmosferico e relativamente a quegli inquinanti cui i licheni sono sensibili (ossidi di zolfo, azoto, ozono, monossido di carbonio, ossidanti, polveri, ecc.).L’indice è articolato in 5 classi di qualità dell’aria, sulla base dei valori di IAP ricavati. ➜ 103 Fonte: ARPAT 104 CONCENTRAZIONI DI OZONO TROPOSFERICO Sistema permanente integrato chimico-fisico e biologico per il monitoraggio dell’ozono Fonte: Provincia di Firenze Descrizione Metodologia La campagna 2001 ha stimato concentrazioni medie massime orarie di 140-160 mg/m3 nelle aree nord orientali della provincia (zone di Firenzuola, Marradi, est di Dicomano) e nell’area di San Casciano, mentre l’area fiorentina, parte del Mugello e del Valdarno risulterebbe interessata da valori medi massimi di 120-140 mg/m3. La fascia che comprende Campi, Empoli e Castelfiorentino è mediamente attorno ai 100-120 mg/m3 I valori cumulati (AOT40) sembrerebbero eccedere i livelli ritenuti protettivi per la vegetazione agraria e forestale. Tali valori risultano inferiori alle soglie di informazione previste dalla Direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria (180 mg/m3 come media su 1 ora). Il dato relativo ai valori medi sulle 7 ore, paragonabile ai limiti definiti per quanto riguarda i valori bersaglio e gli obiettivi a lungo termine (120 mg/m3 come massima media giornaliera, calcolata su 8 ore), sembra mettere in evidenza il superamento dei valori limite nell’area nord orientale della provincia e nell’area di San Casciano. I valori rilevati nell’ambito della campagna 2002, sembrano evidenziare una ulteriore tendenza all’aumento dei valori, con il raggiungimento, nella settimana 24-31 luglio di valori di media settimanale su 7 ore anche superiori ai 180 mg/m3 nell’area nord orientale (Marradi, sud di Palazzolo sul Senio). La Provincia di Firenze ha attivato un sistema permanente per il monitoraggio della qualità dell’aria sul territorio provinciale che si basa sull’uso integrato sia delle centraline automatiche della rete provinciale sia di “centraline biologiche”, equipaggiate con piante di tabacco ozono-sensibile, dislocate sul territorio secondo una griglia di campionamento sistematico. Nel 2001 la campagna di rilevamento effettuata si è basata su 7 stazioni di monitoraggio automatico dell’ozono e 12 stazioni biologiche. Su tale base, si procede a una stima dei livelli di ozono sull’intero territorio provinciale, suddiviso in celle di 2x2 km. E’ possibile effettuare il confronto dei dati rilevati con le soglie di informazione e di allarme e con i valori bersaglio previsti dalla Direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria. ➜ 105 Fonte: Provincia di Firenze 106 AREE A RISCHIO DI QUALITÀ DELL'ARIA Classificazione del territorio ai sensi del decreto legislativo 351/19995 Comune Piano Integrato CO NO2 PM10 SO2 Pb C6H6 O3 Comuni della Provincia di Firenze con superamento e rischi di superamento dei valori limite Empoli Si B D D A A B NC D C Firenze Si B D D A A Montelupo Fiorentino Si A B C A A B C C C Scandicci Si B C D A A Comuni della Provincia di Firenze con rischi di superamento dei valori limite Bagno a Ripoli B A B A A B NC Borgo San Lorenzo A A B A A B NC Calenzano B A B A A B NC Campi Bisenzio B A B A A B NC NC Castelfiorentino A A B A A B NC Certaldo A A B A A B NC Fucecchio A A B A A B NC Impruneta A A B A A B NC Lastra a Signa B A B A A B NC Pontassieve A A B A A B NC Sesto Fiorentino B A B A A B NC Signa B A B A A B Descrizione La Regione Toscana ha effettuato la valutazione e classificazione del territorio regionale, approvata con Dgr 21 dicembre 2001, ai sensi del Dlgs 4 agosto 1999, n. 351 di attuazione della Direttiva 96/62/CE del Consiglio in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente. Sulla base di tale classificazione, i Comuni che presentano superamenti dei valori limite contenuti nelle direttive europee per più di una sostanza, devono predisporre un rapporto sulla qualità dell’aria ambiente relativo a tutti gli inquinanti ed elaborare ed adottare un piano d’azione, contenente le misure da attuare per il raggiungimento dei valori limite, da determinare tra quelle indicate dalla delibera regionale. I Comuni che presentano rischi di superamento dei valori limite per più sostanze, devono predisporre un piano d’azione contenente le misure da attuare nel breve perio- do affinché sia ridotto il rischio di superamento dei valori limite e quelle di medio e lungo periodo da adottarsi per una riduzione strutturale delle emissioni inquinanti. Inoltre, il Comune di Firenze è individuato quale zona a rischio di episodi acuti di inquinamento atmosferico relativamente all’ozono. A tale fine, il Sindaco è individuato quale autorità competente alla gestione degli stati di attenzione e di allarme, alla adozione di provvedimenti preventivi o conseguenti all’insorgenza degli stati di attenzione e di allarme e ala elaborazione di un Piano di azione relativo alla gestione degli episodi acuti di inquinamento atmosferico. I Comuni di Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Calenzano, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Scandicci e Signa, insieme al Comune di Firenze, sono individuati come area omogenea o agglomerato, in cui l’Amministrazione provinciale è individuata per coordinare, di concerto con i sindaci, l’adozione di misure adeguate per la prevenzione e riduzione delle emissioni inquinanti. 5 Criteri per la classificazione ai fini della protezione umana(Dlgs 351/1999): A I livelli di inquinamento esistenti sono al di sotto dei valori limite ed anche della soglia di valutazione superiore e non comportano il rischio di superamento degli stessi B I livelli di inquinamento rischiano di superare i valori limite e/o le soglie di allarme a causa di episodi acuti di inquinamento, in quanto essi si collocano tra le soglie di valutazione superiore ed il valore limite C I livelli di inquinamento, pur superando i valori limite, sono al di sotto del margine di superamento/tolleranza temporaneo D I livelli di inquinamento superano i valori limite, oltre il margine di superamento/tolleranza 107 ➜ Metodologia La classificazione effettuata dalla Regione Toscana, in applicazione dei disposti del Dlgs n. 351/1999, si è basata su una valutazione complessiva della qualità dell’aria ambiente sul territorio regionale, utilizzando, in ordine di priorità, le seguenti informazioni e strumenti di conoscenza: • i risultati delle misurazioni ottenute dai sistemi di rilevamento provinciali • le valutazioni preliminari ed i rapporti sulla qualità dell’aria effettuate da alcuni comuni • informazioni sull’entità delle emissioni e la densità emissiva presente nei comuni toscani fornite dall’Inventario regionale delle sorgenti di emissione in aria ambiente (IRSE) • informazioni sulla diffusività atmosferica • alcune informazioni statistiche relative ai comuni. In particolare, i valori di riferimento per la classificazione ai fini della protezione umana sono quelli relativi alle Direttive 1999/30/CE-Dm 60/2002 e 2000/69/CE-Dm 60/2002, successivamente recepite con Decreto Ministeriale 2 aprile 2002, n. 60. Per quanto riguarda l’ozono, i valori di riferimento sono quelli relativi alla proposta di Direttiva relativa all’ozono in aria, approvata successivamente alla classificazione regionale. 108 RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITÅ DELL’ARIA Dotazione ed adeguatezza delle rete Fonte: Provincia di Firenze, ARPAT Descrizione Metodologia La Rete Provinciale interessa i comuni di Firenze, Scandicci, Calenzano, Empoli e Montelupo Fiorentino, ed è composta da 14 stazioni per la misura degli inquinanti chimici in atmosfera e da 3 stazioni per la misura dei parametri meteorologici. I sistemi di rilevamento ubicati nel territorio della Provincia di Firenze sono costituiti dalla Rete Provinciale, di proprietà della Provincia di Firenze ed in gestione al Dipartimento provinciale dell’ARPAT, e da due reti private di tipo industriale. La Regione Toscana, con delibera della Giunta regionale n. 381 del 12/04/1999 ha approvato il Piano regionale di rilevamento della qualità dell’aria (art. 3, legge regionale 5 maggio 1994, n. 33). Sulla base dei criteri di determinazione delle aree di rilevamento definiti dalla UE e recepiti dal Dlgs 351/1999, e della finalità di gestione degli episodi acuti di inquinamento atmosferico che possono verificarsi nell’area metropolitana, in particolare a causa degli inquinanti secondari relativamente al periodo estivo, il Piano prevede l’opportunità di estendere il monitoraggio ai comuni dell’area metropolitana fiorentina quali Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Bagno a Ripoli e Signa anche mediante ricollocazione delle stazioni esistenti nel territorio. Il Piano prevede altresì l’integrazione nel sistema provinciale delle reti e stazioni private, sulla base di analisi e valutazioni del rapporto costi/informazioni fornite. Sono state attivate pagine informative su Internet sul monitoraggio della qualità dell’aria e sui dati rilevati, sia, quotidiani che storici, sulla rete civica unitaria, a cura di ARPAT: http://www.comune.firenze.it/arpat/inquinam.htm e sul sito Web della Provincia di Firenze: http://www.provincia.fi.it/ambiente/piment.htm. 109 Comune Ubicazione Tipo zona (Decisione 2001/752/CE) Tipo stazione (DM 20/5/91)* Firenze Boboli Urbana A Firenze Viale Ugo Bassi Urbana B Firenze Via di Scandicci Urbana B Firenze Viale Gramsci Urbana C Firenze Viale Rosselli Urbana C Firenze Via Ponte alle Mosse Urbana C Firenze Settignano Rurale D Firenze Via di Novoli Urbana B Scandicci Via Buozzi Suburbana B Suburbana B Suburbana I Calenzano Calenzano Montelupo F.no Montelupo F.no Via Giovanni XXIII Via Boccaccio Via Don Milani B Pratelle I Parametri Rilevati SO2-NOx-NO-NO2-CO-O3PM10-Parametri meteorologici SO2-NOx-NO-NO2-CO-PM10Benzene SO2-NOx-NO-NO2-CO-Benzene NOx-NO-NO2-CO-PM10Benzene NOx-NO-NO2-CO-PM10Benzene- Parametri meteorologici SO2-NOx-NO-NO2-CO-PM10Benzene-Parametri meteorologici NOx-NO-NO2-O3- Parametri meteorologici SO2-NOx-NO-NO2-CO-O3Parametri meteorologici SO2- NOx-NO-NO2-O3-COPM10-Benzene NOx-NO-NO2-O3 NOx-NO-NO2-O3 NOx-NO-NO2- O3-PM10Parametri meteorologici NOx-NO-NO2-O3-PM10 SO2-NOx-NO-NO2-CO-PTSBenzene-Parametri meteorologici * A= parco urbano; B= area residenziale; C= sito ad alto traffico; D= per inq. fotochimici; I= area industriale Fonte: Provincia di Firenze, ARPAT Empoli 110 Via Ridolfi C CLASSIFICAZIONE DELLA DIFFUSIVITÀ ATMOSFERICA NELLA PROVINCIA DI FIRENZE Fonte: Regione Toscana - La.M.M.A. Descrizione Metodologia L’indice di stabilità calcolato attribuisce all’area della piana la classe 1 che rappresenta la più bassa capacità diffusiva. Le condizioni climatiche dell’area tendono pertanto a favorire il permanere in atmosfera di sostanze inquinanti, costituendo in tal modo un ulteriore elemento di criticità. Nell’ambito delle attività svolte dalla Regione Toscana per la tutela della qualità dell’aria, è stata sviluppata una metodologia per la classificazione del territorio regionale in base alle condizioni di diffusività atmosferica. (F. Calestrini, G. Gualtieri, Regione Toscana – La.M.M.A.; 31/08/2001). La classificazione è stata condotta prendendo in esame l’intensità del vento e la turbolenza atmosferica, utilizzando i dati misurati dalle stazioni meteorologiche dislocate sul territorio. Per operare una classificazione su base comunale, è stato necessario attribuire a ciascuna stazione un gruppo di comuni, rappresentati dalle caratteristiche diffusive rilevate dalla stazione stessa. Una volta calcolate le percentuali di accadimento per le classi di stabilità e le classi di velocità del vento, è stato individuato un criterio per determinare un indice di sintesi delle caratteristiche di diffusività atmosferica. Sono stati calcolati due indici parziali, relativi alla stabilità e all’intensità del vento, e da questi è stato ricavato un unico indice di diffusività. Il territorio regionale è stato in ultimo suddiviso in tre classi: a diffusività bassa (1), media (2) e alta (3). 111 COMPONENTI AMBIENTALI: ACQUE Tendenza nel tempo Legenda migliora ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate tendenza non evidente (stabile, oscillante) Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta risposte in atto da rafforzare Criticità elevata o superiore media o situazione negativa Necessita di ulteriori indagini previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare Sussiste un forte sbilancio idrico e prelievi superiori alla portata minima Si registrano elevate perdite di rete, superiori al 30% Lo stato dell'Arno e di alcuni affluenti è sempre di estrema criticità ☺ peggiora non valutabile per assenza serie storiche Prelievi idrici Consumi idropotabili I prelievi appaiono stabili Si registrano sia miglioramenti che peggioramenti della qualità delle acque ☺ E' in corso di completamento l'impianto di depurazione di Firenze Capacità di depurazione 112 Risposte/azioni ☺ Qualità delle acque Criticità La capacità di depurazione è ancora inferiore al 50% dei carichi ☺ ☺ L'entrata in funzione di Bilancino ha regolato le portate. La costituzione degli ambiti dovrebbe migliorare la gestione e le reti Gli interventi legati alla depurazione e alla regimazione delle acque, limitatamente all'area fiorentina, migliorano la situazione La realizzazione dell'impianto di Firenze e il potenziamento di altri assicura una sostanziale copertura dei fabbisogni PRELIEVI E RISORSE IDRICHE Prelievi dalle acque superficiali e sotterranee per uso e disponibilità di risorse Prelievi idrici superficiali e sotterranei, per uso (ato 3) sotterranee superficiali 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 milioni di mc/anno domestici industria e servizi agricolo derivazioni usi produttivi Descrizione Metodologia L'entità complessiva dei prelievi idrici nel bacino dell'Arno presenta, nei periodi di punta (in presenza dei consumi irrigui), uno sbilancio idrico potenziale di 14 mc/secondo, superiore alla effettiva portata di magra dell'Arno nella sezione fiorentina. L'entità dei prelievi dalle acque superficiali presenta una estrema criticità e peggiora drasticamente le condizioni ambientali dei corpi idrici. L'entrata in funzione della diga di Bilancino dovrebbe consentire di regolare le portate assicurando un più elevato deflusso minimo vitale all'Arno. Al netto dei prelievi a scopo energetico - che comunque alterano il regime idrologico del fiume - il 39% dei prelievi è a scopo potabile, il 31% a scopo irriguo, il 20% a scopo industriale. Le acque sotterranee in provincia di Firenze sono sfruttate in maniera significativa, pur permanendo significative disponibilità. Al 1999 risultavano autorizzati o denunciati (ai sensi del Dlgs 257/93) 34.659 pozzi, dei quali 18.516 dichiarati per uso domestico. L'elevato tasso di inquinamento delle risorse idriche sotterranee, soprattutto nella piana, ne ha di fatto pregiudicato l'impiego a scopo idropotabile. La figura è basata sui dati contenuti nel piano di Ambito ATO 3. I dati disponibili non consentono di disaggregare per uso le derivazioni; l'allocazione tra usi domestici e non domestici dei prelievi acquedottistici è basata sul fatturato. I prelievi per derivazioni sono al lordo delle restituzioni. 113 Prelievi totali nel bacino dell'Arno Irriguo Potabile Ittiogenico Industriale Forza motrice Altro Totale Prelievi (l/s) 4.849 5.980 427 3.075 42.796 1.110 58.237 Restituzione (l/s) 3 10 427 769 42.796 359 44.364 Sbilancio idrico (l/s) -4.846 -5.970 0 -2.306 0 -751 -13.873 Fonte: Autorità di bacino del fiume Arno, "Piano di bacino: qualità delle acque", quaderno 8, 1998 Prelievi idrici superficiali e sotterranei ATO 3 Acquedottistici superficiali Derivazioni superficiali per usi produttivi Acquedottistici sotterranee Industriali sotterranei Agricoli sotterranei Domestici sotterranei Totale Prelievi (milioni mc/anno) 101 70 59 40 14 14 298 Fonte: Autorità Ato 3, "Analisi della disponibilità attuale e futura delle risorse idriche", 1999 Acque sotterranee prelievi e disponibilità Area Fiorentina Greve ed Ema Mugello e Val di Sieve Valdarno superiore Prelievi (l/s) 157 73 267 191 Disponibilità residua (l/s) 360 75 290 240 Fonte: Autorità Ato 3, "Analisi della disponibilità attuale e futura delle risorse idriche", 1999 114 CONSUMI IDRICI Prelievi, consumi e perdite dalla rete acquedottistica Prelievi e consumi procapite 600 litri/ab giorno 500 400 300 200 100 0 ATO 3 prelevato procapite Consiag Fiorentinagas erogato procapite Firenze consumi domestici procapite Descrizione Metodologia I prelievi acquedottistici in provincia di Firenze e Prato ammontano a circa 163 milioni di metri cubi/anno. Nell'area dell'ATO 3 i prelievi attingono principalmente (quasi unicamente per la città di Firenze) dalle acque superficiali (63% del totale), mentre nell'Ato 2 attingono alle acque sotterranee (94%). I prelievi acquedottistici incidono per ca. il 40% del totale dei prelievi nel bacino dell'Arno (al netto dei prelievi per uso energetico e colture ittiche) e per circa il 54% dei prelievi nell'ambito territoriale ottimale 3 (Medio Valdarno). Per l'inefficienza della rete acquedottistica si registrano perdite molto elevate. Nel sistema acquedottistico della provincia di Firenze i "prelievi non contabilizzati" (che, oltre alle perdite, includono sfiori invernali e non fatturati) assommano al 44% dei prelievi. A fronte di prelievi procapite di circa 400 litri/ab al giorno, le quantità erogate sono di circa 250 litri/ab e i consumi domestici di circa 140 litri/ab (al netto di utenze impropriamente classificate domestiche i consumi si collocano in genere sotto i 130 litri/ab). Sulla quantità effettivamente erogata, nel sistema della provincia di Firenze, i consumi domestici incidono per ca. il 76%, mentre gli usi industriali e terziari per circa il 24%. I dati relativi a prelievi, erogazioni e consumi domestici sono tratti dai Piani di ambito dell'ATO 3 e dell'ATO 2 (Basso Valdarno). I dati sui consumi riportati nella figura "usi dei prelievi acquedottistici" includono comuni e consorzi al servizio di comuni della provincia di Firenze e Prato. I consumi domestici sono la somma del "fatturato domestico", i consumi non domestici sono dati dalla differenza tra "fatturato" e "fatturato domestico", le perdite sono date dalla differenza tra "volume prodotto" (al netto del saldo tra acquisti e cessioni) e "fatturato". 115 Prelievi acquedottistici per fonte ato 2 ato 3 0 25 50 75 100 125 milioni di mc * anno superficiali sotterranee Usi dei prelievi acquedottistici perdite (prelievi non contabilizzati) 44% consumi domestici 40% consumi non domestici 16% dati aggregati per area fiorentino-pratese Ato 3 e area fiorentina Ato 2 116 150 QUALITÀ DELLE ACQUE SOTTERRANEE Indici di qualità chimico-fisica degli acquiferi Concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee 50 40 mg/litro MINIMO 30 MASSIMO MEDIA 20 10 Elsa Sieve Pesa Superiore Valdarno Fiorentino Valdarno Empolese Valdarno Monte Morello 0 Descrizione Metodologia La qualità degli acquiferi nella provincia di Firenze è oggetto di una indagine ancora in corso, svolta in applicazione del Dlgs 152/99. Sotto il profilo della qualità chimica e in relazione ai soli parametri di base, i dati finora disponibili segnalano una buona condizione dell'acquifero della Sieve, dell'acquifero carbonatico di Monte Morello e del Valdarno Superiore. Situazioni più critiche sono rilevate per il Valdarno fiorentino, per il valdarno empolese e per l'Elsa, a causa di elevate concentrazioni di nitrati, ione ammonio o solfati. Non sono ancora disponibili dati omogenei sulla presenza di altri contaminanti, ma è noto il deterioramento avvenuto negli anni passati degli acquiferi di pianura. Per la valutazione della qualità delle acque sotterranee, il Dlgs 152/99 prevede un indice che ne definisce lo stato quantitativo (livello di sfruttamento e alterazione) e in indice di qualità chimica. L'indice di qualità chimica considera 7 parametri di base (conducibilità elettrica, cloruri, manganese, ferro, nitrati, solfati, ione ammonio) e altri inquinanti organici e inorganici. In base alle concentrazioni delle diverse sostanze sono definite cinque classi di qualità: classe 1 (elevata) con impatto antropico nullo o trascurabile e con pregiata qualità idrochimica, classe 2 (buona) con impatto antropico ridotto e buona qualità, classe 3 (sufficiente) con impatto antropico significativo e con qualità buona ma con alcuni segni di compromissione, classe 4 (scadente) con impatto antropico rilevante e con caratteristiche idrochimiche scadenti, classe 0 con basso impatto antropico ma con caratteristiche idrochimiche naturali al di sopra dei valori della classe 3. La classificazione riportata nella tabella "qualità degli acquiferi" è provvisoria e basata solo sui parametri di base (senza i dati sugli inquinanti organici e inorganici); è qui presentata solo per organizzare in maniera semplificata i dati disponibili. 117 Qualità degli acquiferi (classificazione provvisoria basata solo sui parametri di base) MONTE MORELLO VALDARNO EMPOLESE VALDARNO FIORENTINO VALDARNO SUPERIORE PESA SIEVE ELSA 2 (buona) 100% 14% 67% 100% 75% 100% 0% 3 (sufficiente) 0% 14% 25% 0% 25% 0% 0% 4 (scadente) 0% 71% 8% 0% 0% 0% 100% Nota. La presente classificazione è del tutto provvisoria e non è conforme al Dlgs 152/99. Riguarda solo i parametri di base, si basa su un numero ridotto di analisi rispetto ai requisiti di legge e non considera le concentrazioni degli inquinanti organici e inorganici Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Arpat 2002 (prelievi di maggio - giugno) 118 QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI Indici di qualità biologica e chimico-fisica dei corsi d'acqua Qualità biologica dell'Arno nell'area fiorentina 11 non inquinato 10 9 lievemente inquinato indice IBE 8 7 inquinato 6 5 4 molto inquinato 3 2 gravemente inquinato 1 1986 1991 1996 1997 1999 Figline Rosano 2000 2001 2002 Camaioni Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Arpat Descrizione Metodologia La qualità dei corsi d'acqua in area fiorentina è complessivamente deteriorata. Considerando l'insieme degli indici si nota che l'ARNO, da Figline a Varlungo, si mantiene in qualità sufficiente (LIM 3), mentre si deteriora a valle di Firenze (Seca 4). L'entrata in funzione delle prime sezioni del depuratore e l'avvio della regimazione idrica con la diga di Bilancino sono attesi di apportare miglioramenti significativi alla qualità ecologica dell'Arno, uno degli storici problemi ambientali della provincia. Dal 2000 a valle di Firenze non si registra più una condizione di "gravemente inquinato". Gli affluenti presentano caratteristiche differenziate, con particolari criticità per il Bisenzio e la Greve. La SIEVE confluisce in Arno in uno stato ecologico sufficiente (SECA 3) e più a monte la qualità biologica è buona. Il BISENZIO subisce un forte peggioramento nel suo corso e confluisce in Arno in condizioni molto degradate (SECA 4) Per quanto riguarda la GREVE si evidenzia una situazione altamente compromessa sia sotto il profilo biologico che chimico. La PESA presenta buone condizioni sotto il profilo chimico (LIM 2), ma critiche sotto quello biologico alla confluenza in Arno (IBE IV). Gli indici di qualità previsti dal D.Lgs 152/99 e D.Lgs 258/00 sono: - LIM, Livello di Inquinamento da Macrodescrittori - IBE, Indice Biotico Esteso - SECA Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua - SACA Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua L'IBE è un indice della qualità biologica delle acque e si basa sull'analisi dei macroinvertebrati. I valori di IBE, da 0 a 12, sono raggruppati in 5 classi di qualità, da "non inquinato" a "gravemente inquinato". Il LIM è un indice di qualità chimica delle acque e si ottiene sommando i punteggi derivanti dal calcolo del 75° percentile di sette parametri chimici, analizzati con frequenza mensile. Dall’incrocio tra indice chimico e biologico, e considerando il peggiore dei due, si ottiene il SECA (Stato ecologico del corso d’acqua), che esprime la complessità degli ecosistemi acquatici. Il SACA deriva dall’incrocio dello stato ecologico con i risultati dei parametri relativi alle sostanze pericolose; tale indice non è ancora calcolabile. 119 Legenda degli indici LIM, IBE, SECA Livello punti Giudizio 1 480 - 560 Ottimo classe valori giudizio I >9 non inquinato classe giudizio 1 Ottimo 120 LIM 2 3 240 - 475 120 - 235 Buono Sufficiente IBE II III 8 -9 6 -7 poco inquinato inquinato SECA 2 3 Buono Sufficiente 4 60 - 115 Scarso 5 < 60 Pessimo IV 4 -5 molto inquinato V <4 fortemente inquinato 4 Scarso 5 Pessimo Arno in Area Fiorentina FIGLINE Lim Ibe Seca RIGNANO Lim Ibe Seca ROSANO Lim Ibe Seca CAMAIONI Lim Ibe Seca MARCIGNANA Lim Ibe Seca 1997 1998 1999 2000 3 3 4 3 3 3 2001 2002 3 IV 4 III 3 3 II 3 3 3 II 3 III 3 III 3 3 3 V 5 4 3 3 V 3 IV 3 4 IV 5 3 III 4 4 III 4 V 4 4 5 2001 2002 3 3 1998 1999 2000 3 3 V 5 Affluenti dell'Arno 1997 GREVE - Mantignano Lim Ibe Seca PESA - Montelupo Lim Ibe Seca ELSA - Isola (Empoli) Lim Ibe Seca SIEVE - Pontassieve Lim Ibe Seca BISENZIO - Renai-Signa Lim Ibe Seca 4 4 V 4 IV 5 3 2 3 4 3 IV 2 IV 4 3 3 3 3 3 3 3 3 II III 3 4 3 V 5 4 4 2 III 3 3 4 4 IV 4 121 CAPACITA' DI DEPURAZIONE Impianti di depurazione civile nella provincia di Firenze Capacità di depurazione carico civile (residenti) PROVINCIA 1996 PROVINCIA 2002 Valdarno Superiore Val di sieve Valdelsa Mugello Empolese Chianti Area Fiorentina 0% 25% 50% depurati 75% 100% non depurati Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Regione Toscana, Arpat, Ato 2, informazioni dirette. Descrizione Metodologia Nel settore della depurazione la provincia di Firenze sta recuperando un grave ritardo. La Provincia di Firenze presenta ancora un rilevante deficit di depurazione (concentrato nell'area fiorentina), ma nel 2002, con il progredire del completamento dell'impianto per l'area fiorentina di San Colombano (ormai a ca. 200.000 ab. eq) la capacità di depurazione della provincia è giunta al 50% dei carichi inquinanti stimati, raddoppiando rispetto al 1996. Il sistema di depurazione è articolato su 24 impianti, 16 dei quali con una potenzialità inferiore a 15.000 ab. eq.. La potenzialità complessiva di progetto esistenti e in realizzazione è pari a oltre un milione di abitanti equivalente. Gli impianti di depurazione attivi sono tutti del tipo a fanghi attivi e non sono presenti trattamenti terziari. Gli effluenti risultano generalmente conformi alle normative, pur con alcune eccezioni. Il completamento dell'impianto di San Colombano (con potenzialità di 600.000 ab eq) e la piena funzionalità di alcuni impianti già realizzati dovrebbero consentire di ridurre in maniera significativa i carichi inquinanti generati e riversati nel bacino dell'Arno. I dati per il 2002 sono tratti da Regione Toscana, Arpat, "Rapporto sulla depurazione delle acque reflue urbane in Toscana 2001", dicembre 2001 e integrati con lo sviluppo della potenzialità di San Colombano e con dati aggiuntivi contenuti nel rapporto d'ambito dell'ATO 2. I dati 1996 sono basati sui precedenti rilevamenti riportati in Autorità di bacino dell'Arno, "Piano di bacino: qualità delle acque" quaderno 8, 1998. 122 COMPONENTI AMBIENTALI: CLIMA ACUSTICO Tendenza nel tempo Legenda Zonizzazione Risposte/azioni ☺ Migliora ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate tendenza non evidente (stabile, oscillante) Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta risposte in atto da rafforzare Criticità elevata o superiore media o situazione negativa necessita di ulteriori indagini previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare I rilevamenti condotti da ARPAT Nel periodo 1987-1997 evidenziano nella maggior parte dei casi, ed in particolar modo per quanto riguarda il periodo notturno, il superamento dei valori limite stabiliti per le aree a intensa attività umana Inquinamento acustico (città, aree prossime a infrastrutture di trasporto) Criticità ☺ Peggiora non valutabile per assenza serie storiche Dal 1990 risulta una sostanziale stabilità dei livelli sonori E' in corso un processo di adeguamento. Il 94% della popolazione ha almeno in elaborazione la zonizzazione. Procedono, seppur in varia misura, le pianificazioni dei comuni Gli interventi di riduzione dell'inquinamento acustico, ad eccezione di aree puntuali (come gli aereoporti), sono legate ad una riduzione drastica della mobilità e a un miglioramento tecnologico ☺ Allo stato attuale, solo 18 comuni risultano dotati di zonizzazione acustica del territorio Nella maggior parte dei comuni della Provincia, è tuttavia in fase di realizzazione, con l’eccezione di alcuni comuni del Mugello e della Val di Sieve. 123 INQUINAMENTO ACUSTICO Livelli sonori rilevati nelle aree urbane Distribuzione percentuale dei livelli sonori rilevati nel periodo diurno (1987-1997) - Firenze e Provincia 80 75 70 dB(A) 65 60 Valore limite aree ad intensa attività umana 55 50 45 40 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% PROVINCIA FIRENZE Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT, Regione Toscana Descrizione Metodologia La distribuzione dei livelli rilevati nel corso delle numerose campagne effettuate da ARPAT nel periodo 1987-1997 nelle aree urbane della provincia consente di calcolare i superamenti dei valori limite, facendo riferimento alla classe IV (aree ad intensa attività umana) ex Dpcm 14 novembre 1997. Per quanto riguarda il periodo diurno, si evidenzia come circa l’80% dei livelli di rumore registrati nel capoluogo risulti superiore al limite di 65 dBA (tale percentuale scende al 44% per quanto riguardi gli altri comuni della provincia). Ancora più critica appare la situazione nel periodo notturno, in cui l’89% dei livelli rilevati a Firenze oltrepassa il limite di 55 dBA (67% per gli altri comuni).Tale situazione appare confermata dalla stima effettuata da ARPAT circa la popolazione esposta al rumore nel capoluogo, pari a circa il 49% nel periodo diurno (>65 dBA) e al 100% nel periodo notturno (>55 dBA).I livelli sonori medi sia diurni che notturni sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 1990 e il 2000 (vedi tabella "variazione dei livelli sonori"), con un lieve aumento stimato, ma comunque entro il range di incertezza.L'inquinamento acustico è determinato essenzialmente dal traffico autoveicolare. La caratterizzazione del “clima sonoro” nelle aree urbane della Provincia di Firenze viene basata in questo rapporto sul confronto tra i livelli di rumore ottenuti nelle campagne di rilevamento effettuate da Arpat e i valori limite previsti. Il confronto con i valori limite è stato effettuato considerando quelli previsti per le classi di azzonamento acustico relativi alle aree ad intensa attività umana (classe IV), come individuate dal Dpcm 14 novembre 1997. E’ tuttavia da considerare che spesso la maggior parte della popolazione è residente in aree aventi classi inferiori (I, II e III) e quindi con limiti inferiori. Il confronto con una classe più elevata consente tuttavia di evidenziare eventuali situazioni di criticità nell’area urbanizzata.Le figure riportate evidenziano la distribuzione percentuale dei livelli sonori, come risultanti dalle serie di dati rilevati nell’arco del periodo 19871997, sia per il periodo diurno che per quello notturno. Per quanto riguarda la stima della popolazione esposta a livelli sonori elevati nel comune di Firenze, si è fatto riferimento alle stime condotte da ARPAT e Regione Toscana, facendo uso di un modello acustico che consente di attribuire un livello acustico a ciascuna strada della rete viaria urbana. 124 Distribuzione percentuale dei livelli sonori rilevati nel periodo notturno (1987-1997) - Firenze e Provincia 80 75 70 dB(A) 65 60 55 Valore limite aree ad intensa attività umana 50 45 40 0% 10% 20% 30% 40% 50% FIRENZE 60% 70% 80% 90% 100% PROVINCIA Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ARPAT, Regione Toscana Percentuale di popolazione esposta a livelli equivalenti di pressione sonora maggiori di giorno e 55 dBA di notte nel comune di Firenze % popolazione esposta sul totale cittadino Di giorno > 65 dBA di notte > 55 dBA 49 100 Variazione dei livelli sonori Diurni intervallo di confidenza 95% atteso dB 1987-’90 1991-’95 1996-’01 0 0,8 0,7 dB ref dB ref -0,3 -0,5 Notturni Intervallo di confidenza 95% atteso dB 1987-’90 1,9 1991-’95 1,9 1996-’01 0 1 0,4 dB ref dB ref -0,4 -1,2 2,5 2 Nota: Rumore diurno (6-22) e notturno (22-6), misurato a bordo strada. Il trienno 87-90 preso come riferimento, la tabella rappresenta le variazioni dei livelli in dB, media, rispetto a tale periodo, su un campione significativo ed omogeneo di strade. Fonte: Arpat, 2003. 125 INQUINAMENTO ACUSTICO DA INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO Livelli sonori e popolazione esposta in aree ferroviarie, aereoportuali e autostradali % popolazione residente nelle fasce di pertinenza ferroviaria esposta a livelli di rumore notturno superiori alla norma 60% 50% 40% fascia A 30% fascia B 20% 10% 0% Firenze - Chianciano Livorno – Firenze Prato - Firenze Descrizione Metodologia Le infrastrutture di trasporto principali - autostrade, linee ferroviarie, aereoporti - generano elevati livelli sonori e sonori causa di significativi disturbi alla popolazione. La distribuzione delle linee ferroviarie interessa una quota significativa della popolazione e ciò risulta in un numero apprezzabile di persone esposte a livelli di inquinamento acustico superiori alla norma, soprattutto nel periodo notturno (circa 33.000 persone, escludendo il comune di Firenze). Su alcune linee la percentuale di popolazione disturbata giunge al 25 - 50% della popolazione residente nelle fasce di pertinenza. Più limitata è l'incidenza diretta della rete autostradale. Il dato relativo alla popolazione esposta al rumore aeroportuale mette invece in evidenza il miglioramento della situazione nel biennio 1998-2000, da attribuirsi principalmente alla riduzione dei voli notturni. Per quanto riguarda il rumore da linee ferroviarie i valori sono basati su rilievi e stime modellistiche di Arpat e riguardano la popolazione esposta al rumore ferroviario, per le sole direttrici principali: FI-ROMA (direttissima e lenta), FI-PISA; FI-PRATO, limitatamente ai confini della Provincia di Firenze. In particolare, viene determinata la popolazione esposta a livelli sonori superiori ai limiti di 55 dB(A) notturni (60 dB(A) per il solo comune di Firenze) e a 65 dB(A) diurni nelle fasce ferroviarie A e B delle infrastrutture (DPR 459/98). Per la stima della popolazione esposta al rumore autostradale sono state considerate le tratte autostradali che interessano il territorio provinciale delle autostrade A1 e A11; la popolazione è stata determinata con il criterio degli esposti a livelli superiori a 65 dB(A) di giorno e 55 dB(A) di notte. Per quanto riguarda l’aeroporto, i livelli assunti fanno riferimento all’indice di valutazione del rumore aeroportuale Lva, di cui al DM Ambiente del 31/10/1997. 126 Rumore ferroviario: popolazione per fascia di pertinenza esposta a livelli superiori ai limiti di legge - linee ferroviarie principali. Popolazione con livelli esposizione superiori alla norma (notturno) (diurno) Fascia A Firenze - Roma (direttissima) Firenze — Arezzo — Chiusi - Chianciano Livorno — Pisa — Empoli - Firenze Prato - Firenze Totale Fascia B Firenze - Roma (direttissima) Firenze — Arezzo — Chiusi - Chianciano Livorno — Pisa — Empoli - Firenze Prato - Firenze Totale Fasce A+B Firenze - Roma (direttissima) Firenze — Arezzo — Chiusi - Chianciano Livorno — Pisa — Empoli - Firenze Prato - Firenze Totale Popolazione residente 796 456 62 647 1.961 839 6.666 582 5.208 13.295 2.191 22.903 7.631 9.156 41.881 0 0 0 0 0 0 10.254 0 9.038 19.292 2.742 43.189 19.866 25.138 90.935 796 456 62 647 1.961 839 16.920 582 14.246 32.587 4.933 66.092 27.497 34.294 132.816 Rumore ferroviario: popolazione esposta a livelli notturni superiori a 60 dB(A) - Comune di Firenze Totale No. Famiglie 3.681 No. abitanti 7.545 Rumore autostradale : popolazione residente esposta a livelli superiori ai limiti di legge Livello L Aeq ≥ 65 dBA (giorno) L Aeq ≥ 55 dBA (notte) Popolazione A1 302 4.741 Popolazione A11 38 538 Totale 340 5.279 Rumore aereoportuale: popolazione esposta ai sorvoli aerei nell’aeroporto di Firenze 1998 2000 Numero residenti esposti 60<LVA<65 LVA>65 1.041 35 369 0 127 CLASSIFICAZIONE ACUSTICA Comuni zonizzati e popolazione provinciale interessata Legenda Stato di approvazione dei piani di classificazione acustica Adottata ex L.R. 89/98 Approvata ex Dpcm 01/03/91 Approvata ex L.R. 89/98 In fase di realizzazione Non iniziata Situazione non nota N 10 0 10 Kilometers Fonte: Regione Toscana, Provincia di Firenze Descrizione Metodologia Allo stato attuale solo 18 comuni risultano dotati di zonizzazione acustica del territorio (adottata o approvata). La popolazione interessata corrisponde a circa il 30% della popolazione complessiva provinciale. La situazione è tuttavia in progressivo miglioramento e, se si tiene conto dei comuni in cui la zonizzazione è attualmente in corso, si arriva a 34 comuni, con una popolazione interessata pari a circa il 94% di quella totale. In particolare, la maggior parte dei comuni che non hanno ancora iniziato le procedure per la zonizzazione risultano concentrati nell’area del Mugello/Val di Sieve. La Legge quadro sull’inquinamento acustico (Legge n. 447/95) stabilisce l’obbligo per tutti i comuni di predisporre la classificazione del territorio (denominata zonizzazione acustica o azzonamento acustico del territorio), cioè la suddivisione del territorio in particelle omogenee riferite alle classi di destinazione d’uso definite dal Dpcm 1 marzo 1991, alle quali vengono associati valori limiti di emissione, di immissione e di qualità per il periodo diurno e notturno definiti dal Dpcm 14 novembre 1997. Con la L.R. n. 89/1998 (Norme in materia di inquinamento acustico) e i successivi atti regolamentari, la Regione Toscana ha dato attuazione alla legge quadro nazionale, assumendo la tutela ambientale ai fini acustici quale obiettivo operativo della programmazione territoriale. Situazione dei comuni della Provincia in cui è stato approvato e/o adottato il piano di classificazione acustica % sul totale Comuni zonizzati 18 41% Superficie territoriale (Kmq) 1455,6 41% Popolazione interessata (censimento 2001) 281.289 30% 128 COMPONENTI AMBIENTALI: PAESAGGIO Tendenza nel tempo Legenda ☺ migliora tendenza non evidente (stabile, oscillante) peggiora non valutabile per assenza serie storiche Aree disturbate Infrastrutture ecologiche tendenza non evidente Diversità aree agricole ☺ Situazione positiva ad esclusione di alcune aree Diversità sistemi paesaggistici ☺ Tutela paesaggistica Criticità Risposte/azioni ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta risposte in atto da rafforzare Criticità elevata o previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare Criticità più elevata in alcune aree della provincia Situazione positiva dello stesso ordine di grandezza rispetto alla situazione regionale media o superiore situazione negativa di ulteriori necessita indagini ☺ Presenza di aree monocolturali; in particolare a vigneto ☺ Il paesaggio è diversificato Forte urbanizzazione nelle aree pianeggianti ☺ Non sono evidenti tendenze negative Segnatamente nell'area del Mugello investita da grandi lavori ☺ Sono previsti incentivi per diversificazione colturale, corridoi ecologici, rimboschimenti, rotazioni, ecc. Sono in atto azioni di riqualificazione del territorio risposte in atto adeguate 129 AREE DISTURBATE PER LA QUALITA’ VISIVA DEL PAESAGGIO Aree rurali disturbate e non disturbate Descrizione Metodologia Nella cartografia allegata si evidenziano le aree provinciale sottoposte a disturbo per effetto dei fenomeni di urbanizzazione e infrastrutturazione del territorio, fenomeni che hanno effetti negativi sulla qualità paesaggistica. Il sistema territoriale che evidenzia la maggiore superficie soggetta ad azione di disturbo antropico è l’area fiorentina (aree disturbate pari all'81% della superficie territoriale) e il Valdarno superiore fiorentino (79%). Il territorio in cui si evidenzia la minore azione di disturbo il Mugello (41% della superficie territoriale). Complessivamente il territorio naturale e agricolo "non disturbato" (cioè a più di 100 metri da una infrastruttura e 500 metri da un centro abitato) è pari al 40% del territorio provinciale. Il 60% di territorio "disturbato" va messo in relazione con una incidenza delle superfici artificializzate pari al 4,6%. L’indicatore viene rilevato calcolando la superficie delle aree rurali contigue non soggette a disturbo antropico, sulla base della cartografia tecnica regionale in scala 1:10.000, da cui è possibile evidenziare tutti quegli elementi territoriali detrattori della qualità visiva del paesaggio (edifici ed altre strutture, infrastrutture, comunicazioni). Ad ogni elemento detrattore è stato attribuita una area di influenza del disturbo, definendo un buffer, che per le aree urbane è stato definito di 500 m e per le infrastrutture di 100 m. 130 Aree disturbate per sistema territoriale Aree disturbate (ha) Valdarno Empolese Val d'Elsa Chianti e Val di Pesa Valdarno superiore Fiorentino Val di Sieve Mugello e Romagna Toscana Firenze e Area Fiorentina Provincia % aree disturbate su sup. terr. % sul totale provinciale 59% 57% 75% 79% 56% 41% 81% 60% 10% 13% 16% 11% 9% 24% 17% 100% 21.184 25.956 33.619 21.751 18.849 49.976 33.804 205.139 Fonte: Elaborazione su dati Carta Tecnica Regionale in scala:10.000 Aree disturbate (% superficie territoriale) Provincia Firenze e Area Fiorentina Mugello e Romagna Toscana Val di Sieve Valdarno superiore Fiorentino Chianti e Val di Pesa Val d'Elsa Valdarno Empolese 0% 20% 40% 60% 80% 100% 131 INFRASTRUTTURE ECOLOGICHE DEL PAESAGGIO Infrastrutture ecologiche a livello territoriale Infrastrutture ecologiche in % rispetto alla superficie territoriale Aree a riforestazione naturale arbusteti cespuglieti formazioni riparie % sulla sup. territoriale Toscana % sulla sup. territoriale prov. Firenze boschetti 0 1 2 3 4 5 6 Fonte: Elaborazione su dati IFT 400 Descrizione Metodologia La percentuale di superficie occupata dalle infrastrutture ecologiche rispetto alla superficie territoriale a livello provinciale rispecchia il valore regionale. Solo gli arbusteti sono presenti in percentuale superiore in provincia di Firenze rispetto alla Toscana. Le aree a riforestazione naturale sono distribuite uniformemente in tutto il territorio provinciale, le formazioni riparie prevalgono in Mugello (23.6%) e in Val d’Elsa (23%). Gli arbusteti sono concentrati per quasi il 50% in Mugello, così come i boschetti (32.4%), i cespuglieti invece nel Chianti (36%). La provincia di Firenze ha una maggiore quota di superficie coperta da siepi ad alta densità (oltre i 30 m/ha), rispetto al valore regionale. La maggior superficie con siepi a alta e medio-alta densità si riscontra nel Valdarno e nell’Area Fiorentina. Una non esaustiva valutazione delle infrastrutture ecologiche a livello territoriale può essere ottenuta dall’Inventario Forestale Regionale, da cui è possibile rilevare le superfici a boschetti, formazioni riparie, cespuglieti, arbusteti e le aree a riforestazione naturale. Queste ultime riguardano quelle aree agricole abbandonate che negli ultimi 15-20 anni hanno subito un processo di ricolonizzazione da parte del bosco. Per le siepi il dato per il momento rilevato è la superficie di territorio occupata dalle siepi a diversa densità (metri/ha) , ripartita nelle seguenti classi di frequenza: bassa e molto bassa (densità di siepi minore o uguale a 25 m/ha), media (compresa tra 25 e 30 m/ha), alta e molto alta (maggiore o uguale a 30 m/ha). 132 Infrastrutture ecologiche per sistema territoriale Aree a riforestazione Formazioni naturale (ettari) riparie (ettari) Firenze e Area Fiorentina 1456 144 Valdarno Empolese 1360 336 Val d'Elsa 496 656 Valdarno Sup. Fiorentino 1296 480 Chianti e Val di Pesa 1776 288 Mugello, Romagna 1344 672 Toscana Val di Sieve 1376 272 Provincia 9104 2848 Arbusteti (ettari) Cespuglieti (ettari) Boschetti (ettari) 1216 832 1328 1472 1296 6875 80 96 96 16 208 80 176 48 128 320 288 544 896 13915 0 576 176 1680 Fonte: Elaborazione su dati IFT 400 Territorio occupato (ha) da siepi per densità e per sistema territoriale Molto bassa (fino Media (tra 25 e 30 Alta o Molto alta (oltre 30 m/ha) a 25 m/ha) m/ha) 797,0 Firenze e Area Fiorentina 1824,0 584,0 Valdarno Empolese 1160,0 513,9 915,7 Val d'Elsa 1507,2 387,2 471,8 Valdarno Sup. Fiorentino 1960,3 216,0 329,6 Chianti e Val di Pesa 1871,8 257,5 451,2 602,3 Mugello, Romagna Toscana 8241,6 488,0 Val di Sieve 3338,9 99,2 115,2 Provincia 19904,0 2545,9 3682,7 Fonte: Elaborazione su dati IFT 400 133 LA DIVERSITÀ DELLE AREE AGRICOLE Indice di diversità di Shannon Indice di diversità di shannon territorio rurale numero 1,8 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Firenze e Valdarno Val d’Elsa Valdarno Chianti e Mugello, Area Empolese Sup. Val di Pesa Romagna Fiorentina Fiorentino Toscana Val di Sieve Fonte: Elaborazione su dati CORINE Land – Cover, 1995 Descrizione Metodologia L’applicazione dell’indice di Shannon all’uso del suolo agro-forestale della provincia di Firenze, dimostra come il sistema territoriale nel quale si osserva la maggiore diversità d'uso del suolo (come distribuzione delle colture agrarie sul territorio) è quello dell’area Fiorentina. I sistemi territoriali dove risulta la minore diversità colturale sono il Mugello e la Val di Sieve, dove il basso valore dell’indice è determinato però dalla presenza rilevante di superfici boscate. Tranne questi due sistemi territoriali, gli altri sistemi territoriali presentano un valore dell’indice superiore a quello ritenuto sostenibile (0.8-1.2). Al fine di arrivare ad una prima comprensione, se pur non esaustiva del paesaggio agrario, si è fatto riferimento alla base dati sulla copertura vegetale del suolo provinciale, sulla base del quale è stato elaborazione un indicatori di diversità relativo alle aree agricole utilizzando la seguente formula (Shannon): Sommatoria (da s a K) Pklogn PK dove: s = numero di elementi osservati K = elemento dello stesso tipo di quelli considerati PK = la % di presenza di un elemento di tipo K 134 DIVERSITA' DEL PAESAGGIO AGRO-FORESTALE Naturalità dei paesaggi agro-forestali sul totale delle aree agricole Fonte: Elaborazione su dati CORINE Land - Cover Descrizione Metodologia Con questo indicatore si valuta la diversità delle aree agroforestali in termini qualitativi, in funzione del grado di naturalità e di pressione antropica delle diverse forme di colturali e di uso del suolo. Questo indicatore è formulato in maniera diversa dall'indice di Shannon (basato sulla struttura del paesaggio e delle colture) e offre risultati diversi. Questo tipo di aggregazione dell’uso del suolo in paesaggi a diverso grado di antropizzazione, porta ad un risultato diverso rispetto a quello ottenuto con l’indicatore di Shannon, soprattutto se (come nel nostro caso) ad una maggiore diversificazione delle colture agrarie non corrisponde una loro maggiore diversità in termini qualitativi e sostenibilità. Le aree caratterizzate da paesaggi a maggiore impatto e minore diversità sono prevalenti in Valdelsa (49,3%) e Valdarno Empolese (47,4%) e nell’area Fiorentina (43,1 %). La Valdisieve è il sistema territoriale con paesaggi agroforestali a maggiore diversità e naturalità (94%). Il Mugello (78.5%), il Chianti (74.4%) e il Valdarno superiore (69.9%) hanno tutti una forte quota di paesaggi ad elevata diversità. Sulla base della classificazione Corin-Landcover è possibile apprezzare le categorie di uso del suolo, riportate a livello provinciale, che è possibile aggregare in classi in paesaggio a diverso grado di pressione antropica: (a) paesaggi caratterizzati da alto/eccessivo sfruttamento delle risorse, possibile inquinamento e degrado delle risorse naturali, perdita di biodiversità e degli ecosistemi seminaturali. Si considerando le seguenti classi di copertura del suolo: seminativi, risaie, vigneti, frutteti e frutteti minori; (b) paesaggi caratterizzati da buone pratiche agricole intensive o estensive, in relazione equilibrata con il territorio, il che porta alla preservazione delle risorse naturali, della biodiversità e degli ecosistemi seminaturali. Si considerando i prati stabili, oliveti; (c) paesaggi aventi le seguenti caratteristiche: attività agricola con scarso impiego di fattori di produzione, inquinamento non problematico e non eccessivo spreco di risorse, promozione degli habitat e della biodiversità. Si considerando le coltivazioni annuali associate a colture permanenti e i sistemi colturali e particellari complessi, le aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali; 135 Diversa dei paesaggi agroforestali in percentuale sul totale per sistema territoriale (a) paesaggi (b) paesaggi (c) paesaggi (d) paesaggi caratterizzati da caratterizzati da caratterizzati dalla colturali ad alto eccessivo buone pratiche promozione della valore naturale sfruttamento delle agricole estensive biodiversità risorse Area fiorentina 43,1 10,7 9,6 36,6 Valdarno Empolese 47,4 3,3 32,9 16,4 Val d’Elsa 49,3 3,9 7,1 39,8 Valdarno Sup. Fiorentino 13,9 9,2 7,0 69,9 Chianti e Val di Pesa 10,3 9,4 5,9 74,4 Mugello, Romagna Toscana 18,8 1,6 1,1 78,5 Val di Sieve 1,5 1,4 3,1 94,0 Fonte: Elaborazione su dati CORINE Land – Cover (d) paesaggi colturali e di alto valore naturale, dipendenti dall’attività agricola, minacciati dalla marginalizzazione dell’agricoltura, in cui questo settore svolge una funzione particolare per creare la qualità ambientale. Si considerano i boschi di latifoglie, di conifere, misti, le aree a pascolo naturale e praterie d’alta quota, le brughiere e i cespuglieti, le aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione, le paludi interne, i corpi idrici. 136 AREE SOGGETTE A VINCOLI PAESAGGISTICI Superficie aree soggette a vincoli (L 431/85, L.1497/39) rispetto alla superficie territoriale Vincoli L 431/85, L.1497/39 Vincolo a Bosco L 431/85 Descrizione Metodologia Nelle due cartografia allegate si evidenziano le aree del territorio provinciale sottoposte a vincoli di carattere paesaggistico derivanti da normative nazionali. L’indicatore rappresenta l’estensione del territorio tutelato riguardante la legge 43/85 e la legge 1497/39, cioè quei vincoli che hanno le maggiori relazioni con il. La Legge 431/85 definisce i seguenti elementi di vincolo: vincolo archeologico, uso civico, fiumi fuori vincolo e vincolati, boschi, cime appenniniche oltre i 1200 m s.l.m. La Legge 1497/39 definisce invece le aree a vincolo paesaggistico. 137 COMPONENTI AMBIENTALI: BIODIVERSITÀ Tendenza nel tempo Legenda migliora ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate tendenza non evidente (stabile, oscillante) Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta risposte in atto da rafforzare Criticità elevata o previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare peggiora non valutabile per assenza serie storiche ☺ ☺ Risposta adeguata, verificare gli aspetti gestionali delle aree boscate Miglioramento evidente ☺ ☺ Risposta adeguata Moderata tendenza alla crescita delle aree protette Situazione positiva con criticità minore rispetto al valore regionale Territorio protetto inferiore alle media regionale necessita di ulteriori indagini risposte in atto da rafforzare Sostanziale stabilità Superficie percorsa da fuoco ☺ Superficie aree protette 138 ☺ media o superiore situazione negativa di ulteriori necessita indagini Verificare la relazione con il mantenimento delle aree aperte Variazione superficie forestale Aree faunistiche Risposte/azioni ☺ Specie minacciate Criticità non valutabile Tendenza evidente all’aumento ☺ Situazione positiva innovative da azioni identificare ☺ Risposta adeguata STRUTTURA DELLA SUPERFICIE FORESTALE Ripartizione della superficie forestale in funzione delle diverse tipologie forestali Ripartizione della superficie categorie forestali Aree in rinnovazione 6,9% Cespuglieti 0,8% Aree transitorie prive di vegetazione 0,1% Arbusteti 6,8% Formazioni riparie 1,4% Macchia mediterranea 0,7% Castagneti da frutto 3,2% Boschetti 0,9% Boschi 79,2% Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati IFT Descrizione Metodologia Complessivamente le superfici forestali provinciali ammontano a 174.320 ettari, pari a circa il 50% della superficie territoriale, valore quest’ultimo superiore a quello regionale (circa il 47%). La superficie forestale è 1,4 volte maggiore di quella agricola utilizzata, risultando superiore rispetto all’andamento regionale che è invece 1.3. Oltre il 50% della superficie forestale è costituita non da boschi accorpati, ma da elementi che hanno elevato valore ai fini della biodiversità, come i boschetti, le superfici cespugliate e arbustive. Oltre il 17 % della superficie forestale è costituita da castagneti, altri elementi territoriali ad elevato valore per la conservazione della biodiversità. La valutazione dell’uso del territorio forestale è stata eseguita analizzando i dati dell’Inventario Forestale Regionale che ripartisce la superficie forestale per categorie diverse. 139 Ripartizione della superficie forestale per categoria Superficie in ettari Firenze Toscana % sulla Toscana Boschi 137984 735184 18,8 Boschetti 1552 6528 23,8 Castagneti da frutto 5664 32336 17,5 Macchia mediterranea 1184 110432 1,1 Formazioni riparie 2464 17392 14,2 Aree in rinnovazione 12016 112320 10,7 Cespuglieti 1408 5696 24,7 Arbusteti 11888 57568 20,7 Gariga di ambiente mediterraneo 0 4240 0,0 Aree transitorie 160 4240 3,8 Aree danneggiate da inquinamento 0 80 0,0 Totale 174320 1086016 16,1 Indice di Boscosità 49,6 47,2 Sup Boscata/SAU 1,41 1,27 prive di vegetazione Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati IFT 140 SUPERFICIE FORESTALE E ALTRE AREE BOSCATE Indice di boscosità per sistema territoriale Provincia Val di Sieve Mugello, Romagna Toscana Chianti e Val di Pesa Valdarno Sup. Fiorentino Val d’Elsa Valdarno Empolese Firenze e Area Fiorentina 0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 numero Fonte: Elaborazione su dati IFT Descrizione Metodologia Complessivamente la superficie forestale a livello provinciale è di 181.022 ettari, pari al 51% (‘90-’93) della superficie territoriale. Dal punto di vista evolutivo la superficie forestale sembra in aumento (sulla base degli inventari forestali). Si deve però osservare che all'aumento della superficie delle aree forestali è sembrato corrisponde una diminuzione di quella delle aree aperte (coltivazione, pascoli ed aree miste, ecotonali fra ambienti aperti e boschi) che tipicamente o ispitano il maggior numero di specie. Questo andamento assume una connotazione negativa, per effetto dell’omogeneizzazione del territorio, con la perdita di habitat importanti per specie animali e vegetali, cui corrisponde anche una banalizzazione del paesaggio visivo. L’indice di boscosità è più elevato nel Valdarno Fiorentino, nel Mugello e nella Val di Sieve. Il tipo di governo prevalente a livello provinciale è a ceduo ( oltre il 70%), il 21% è a fustaia La valutazione dell’uso del territorio forestale è stata eseguita analizzando i dati dell’Inventario Forestale Regionale che ripartisce la superficie forestale per categorie diverse. 141 Superficie Forestale in relazione all’uso agricolo del suolo Provincia di Firenze IFT 78 IFT 90 Ettari % ettari % Colture agrarie Formazioni forestali 139.081 161.722 39,6 46 127.641 181.022 36,3 51,5 Prati e pascoli 38.165 10,9 27.904 7,9 Totale 351.438 100 351.438 100 CORINE LAND COVER '92 PROVINCIA DI FIRENZE '01 Colture agrarie ettari 166.450 % 47,4 ettari 146.655 % 41,7 Formazioni forestali 114.324 32,5 172.977 49,2 Prati e pascoli Totale 29.301 351.438 8,3 100 31.334 351.438 8,9 100 Fonte: Elaborazione su dati IFT, Corine Land Cover, Uso Suolo Provincia di FI Variazione delle superfici forestali e con spazi aperti PROVINCIA DI FIRENZE ’01 CORINE LAND COVER ’92 IFT 90 IFT 78 0 Formazioni forestali Spazi aperti Fonte: Elaborazione su dati IFT 142 50000 100000 150000 200000 INCENDI BOSCHIVI Superficie percorsa dal fuoco Superficie percorsa da fuoco totale per sistema territoriale nel 1991-2001 Firenze e Area Fiorentina 10% Valdarno Empolese 27% Mugello e Romagna Toscana 15% Val di Sieve 11% Val d'Elsa 7% Chianti e Val di Pesa 6% Valdarno superiore Fiorentino 24% Descrizione Metodologia Nel periodo 1991-2001 vi sono stati 1.149 incendi che hanno danneggiato complessivamente 1859 ettari di territorio della provincia di Firenze, in prevalenza costituito da aree boscate (1125 ettari). Il 25% degli incendi ha colpito il Chianti, mentre il 16% ha riguardato il Mugello. In termini di superficie, i territori maggiormente colpiti sono stati il Valdarno Empolese (27% del totale delle superfici percorse da fuoco) e il Valdarno Fiorentino (24%). Andamento analogo riguarda anche la superficie media percorsa da incendio. La tipologia di soprassuolo bruciata prevalente è l’alto fusto di resinose per il 38% e il ceduo semplice per il 37%. Nel periodo 1998-2001 la superficie incendiata in provincia di Firenze è stata pari a solo l’1.9% del totale toscano. Lo stesso valore della superficie media percorsa da incendio, nettamente più basso in provincia di Firenze rispetto alla Toscana dimostra, la scarsa rilevanza di questo aspetto nel contesto regionale. La valutazione del peso delle aree incendiate della provincia di Firenze è stata effettuata tramite le informazioni fornite dalla Regione Toscana per il periodo 1991-2001, dal 1998 al 2001 è stato effettuato un confronto fra la provincia di Firenze e la Toscana, in termini di numero e di superfici. Indicatore importante risulta la superficie media percorsa da incendio. 143 Numero di incendi, superficie percorsa da incendio e superficie media percorsa da incendio incendi numero Superficie boscata (ha) Superficie non boscata (ha) Totale (ha) superficie media percorsa da incendio 151 2,1 57 68 1,4 1,4 7 0,5 5247 9,3 1998 72 89 Firenze 62 1999 2000 42 50 36 53 21 15 2001 74 29 8 1998 567 3640 1999 381 755 433 1569 4,1 2000 2001 363 464 1086 1287 202 626 1651 1913 4,5 4,1 Toscana 1040 % su Toscana 6 3 2,9 1998 12,7 2,4 1999 11 4,8 4,8 3,6 2000 2001 13,8 15,9 4,9 2,3 7,4 1,3 4,1 1,9 Fonte: Elaborazione su dati Regione Toscana Superficie boscata percorsa da incendio per tipologia di soprassuolo a livello provinciale nel 1991-2001 Ceduo fortemente degradato 12% Macchia mediterranea 2% Ceduo composto 4% Alto fusto resinose 38% Alto fusto latifoglie 2% Ceduo semplice e matricinato 37% Alto fusto misto 5% Fonte: Elaborazione su dati Regione Toscana 144 AREE PROTETTE DI INTERESSE NATURALISTICO Aree protette in % del territorio provinciale 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% 1997 1999 2002 2000 parchi e riserve statali aree protette locali Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Firenze Parchi Nazionali Riserve Statali Parchi Regionali Parchi Provinciali Riserve provinciali ANPIL Totale % Aree protette sulla S.T. - 1997 3.953 1.270 1.553 6.776 1,93% 1999 3.900 1.270 2000 3.953 1.270 2002 3.953 1.270 25 1.557 6.805 1,94% 25 1.957 7.205 2,05% 25 1.557 6.752 1,92% Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Firenze Descrizione Metodologia Nel 2002 la superficie totale delle aree protette in provincia di Firenze è di 7.200 ettari, il 2,1% della superficie territoriale. Nel quinquennio 1997 – 2002 la superficie protetta è cresciuta del 6%, ma resta inferiore alla media regionale pari a ca. il 9% del territorio. Il 54% della superficie protetta è costituita da una quota del parco nazionale delle foreste casentinesi. A livello territoriale la Val di Sieve presenta la maggiore superficie coperta da territorio protetto. Per quanto riguarda i siti di importanza comunitaria, la superficie maggiore riguarda il Mugello. I dati sono basati sulle aree censite nel 4° e 5°aggiornamento delle Aree Protette regionali - Del.C.R. 176/2000 e Del.C.R. 1229/2001. 145 Aree Protette della Provincia di Firenze nel 2002 Tipologia Parchi Nazionali Parchi Nazionali ANPIL Riserve Naturali Statali ANPIL Riserve Naturali Provinciali ANPIL ANPIL ANPIL ANPIL Nome Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campiglia Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campiglia Poggio Ripaghera, Santa Brigida Riserva Naturale di Vallombrosa Foresta di Sant'Antonio Riserva Naturale Provinciale Padule di Fucecchio Montececeri Podere La Querciola Stagni di Focognano Torrente Mensola Comune San Godenzo Superficie 3213 Londa 740 Pontassieve Reggello Reggello Fucecchio 470 1270 929 25 Fiesole Sesto Fiorentino Campi Bisenzio Comune di Firenze Totale Provincia 44 50 64 400 7180 Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Firenze Siti di Importanza Comunitaria in provincia di Firenze Val di Sieve Mugello e Romagna Toscana Chianti e Val di Pesa 2000 1998 Valdarno superiore Fiorentino Valdarno Empolese Firenze e Area Fiorentina 0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000 16000 ettari Fonte: Elaborazione su dati Provincia di Firenze 146 AREE FAUNISTICHE E PRESSIONE VENATORIA Percentuale superficie istituti faunistici sulla superficie territoriale e loro evoluzione nel tempo Aree a divieto di caccia, come % della superficie agricola e forestale 50% 40% 30% 20% 10% 0% V. Empolese Val d'Elsa Chianti-V. Pesa V. Superiore 1996 Val di Sieve Mugello Area Fiorentina 1999 Descrizione Metodologia La superficie coperta da istituti faunistici della provincia di Firenze nel 1999 è pari a 93.121 ha, in aumento del 16.2% rispetto al 1996. Oltre il 25% riguarda il territorio del Mugello, il 20% la Val d’Elsa. L’aumento maggiore di superficie coperta da istituti faunistici riguarda però il Valdarno Empolese (31.5%) e Valdarno superiore Fiorentino (27.7%). Le aree cacciabili in provincia di Firenze sono 254.633 ettari, quelle non cacciabili sono 65.406 ettari, pari al 20.4% della superficie agro-forestale (SAF), in aumento rispetto al 1996. L’area Fiorentina risulta il territorio più soggetto a divieto di caccia rispetto alla SAF. L’analisi degli aspetti faunistici si basa sull’acquisizione di informazioni cartografiche della carta faunistica edita dalla provincia di Firenze, al fine di identificare sul territorio gli istituti faunistici a livello provinciale: zone di ripopolamento e cattura, aziende agrituristico – venatorie, centri privati per la protezione della fauna, zone di protezione della fauna, aziende faunistico – venatorie, aree per l’addestramento dei cani, oasi di protezione. L’indicatore è espresso come percentuale della superficie relativa agli istituti faunistici rispetto alla superficie territoriale e come trend di superficie coperta da istituti faunistici a livello provinciale. 147 Istituti faunistici (ha) 40.000 30.000 20.000 10.000 0 V. Empolese Val d'Elsa Chianti-V. Pesa V. Superiore 1996 148 1999 Val di Sieve Mugello Area Fiorentina SPECIE ANIMALI E VEGETALI PRESENTI IN LISTE D’ATTENZIONE Emergenze e numero di specie in liste di attenzione per ambito territoriale Specie animali e vegetali in liste di attenzione per sistema territoriale Firenze e Area Fiorentina Mugello e Romagna Toscana Val di Sieve Valdarno superiore Fiorentino Chianti e Val di Pesa Val d'Elsa Valdarno Empolese 0 20 40 60 80 100 120 140 160 Fonte: Elaborazione su dati ARSIA Descrizione Metodologia Sono 208 le specie presenti in liste di attenzione vegetali ed animali rilevate in provincia di Firenze. L'analisi delle emergenze floristiche faunistiche in corso nell'ambito del progetto Re.Na.To. ha permesso di classificare 2043 emergenze floristiche faunistiche attinenti le 208 specie elencate nelle liste di attenzione. Nel territorio del Mugello e della Romagna Toscana si contano 142 specie (il 68%) e 739 emergenze (il 36% del totale). L’analisi delle emergenze floristiche di rilevante valore sul territorio provinciale è stata effettuata consultando gli archivi aggiornati, forniti dall’ARSIA, del progetto 5 BiosRe.Na.To., da cui è possibile rilevare l’elenco delle specie vegetali e animali che sono state giudicate rilevanti (rare, specie di interesse biogeografico, specie endemiche, specie di importanza ecologica, o specie facenti parte di particolari habitat), e quindi inserite in “liste di attenzione”. Le emergenze faunistiche che è possibile rilevare riguardano i molluschi, i pesci, gli anfibi, crostacei, gli insetti e gli uccelli. 149 Specie animali e vegetali minacciate Anfibi Crostacei Insetti Mammiferi Molluschi Pesci Rettili Uccelli Vegetali Totale Valdarno Empolese Val d'Elsa Chianti e Val di Pesa Valdarno superiore Fiorentino Val di Sieve Mugello e Romagna Toscana Firenze e Area Fiorentina Fonte: Elaborazione su dati ARSIA 150 55 11 73 28 2 2 7 22 4 10 1 3 7 19 11 10 3 10 7 1 1 10 13 7 120 7 52 8 98 10 69 10 25 97 11 29 58 7 4 1 261 48 82 42 11 2 5 10 369 76 211 120 4 36 3 57 318 2 18 105 739 12 15 175 19 423 HABITAT NATURALI E SEMINATURALI MINACCIATI Numero di habitat naturali e seminaturali per ambito territoriale Habitat naturali e seminaturali di interesse comunitario per sistema territoriale Valdarno Empolese 24% Firenze e Area Fiorentina 14% Valdarno superiore Fiorentino 5% Val di Sieve 10% Mugello e Romagna Toscana 47% Fonte: Elaborazione su dati ARSIA Descrizione Metodologia Gli habitat di interesse comunitario presenti a livello provinciale sono 21, di cui 3 prioritari, situati nei comuni di Firenzuola e Londa. Il 47% di questi è presente in Mugello, il 24% nel Valdarno Empolese. L’analisi degli habitat di interesse comunitario presenti a livello territoriale è stata effettuata consultando gli archivi aggiornati, forniti dall’ARSIA, del progetto 5 Bios-Re.Na.To., da cui è possibile rilevare oltre che il loro numero, la loro localizzazione e la loro tipologia secondo quanto riportato nell’allegato a della L.R. 56/2000 sulla biodiversità. Viene individuato anche il carattere di priorità definito dalla Direttiva 92-43-CEE come “habitat prioritari”. Sono i tipi di habitat naturali che rischiano di scomparire, per la cui conservazione la Comunità si assume una responsabilità particolare. Tali tipi di habitat naturali prioritari sono contrassegnati da un asterisco (*) nell'allegato I della Direttiva 9243-CEE. 151 Habitat naturali e seminaturali di interesse comunitario con indicazioni di priorità Località Tipo di habitat BARBERINO M. FIRENZE Boschi acidofitici a dominanza di Quercus petraea Fiumi mediterranei a flusso permanente: Paspalo-Agrostidion e filari ripari di Salix e di Populus alba FIRENZUOLA Creste e versanti con formazioni discontinue semirupestri a suffrutici, erbe e succulente FIRENZUOLA Vegetazione pioniera delle superifici rocciose silicee (incluso quelle ultramafiche) FIRENZUOLA Boschi misti di latifoglie mesofile dei macereti e dei valloni su substrato calcareo FUCECCHIO Boschi acidofitici a dominanza di Quercus petraea FUCECCHIO Foreste mediterranee di Pinus pinaster FUCECCHIO Fiumi mediterranei a flusso permanente: Paspalo-Agrostidion e filari ripari di Salix e di Populus alba REGGELLO Vegetazione pioniera delle superifici rocciose silicee (incluso quelle ultramafiche) SAN Vegetazione pioniera delle superifici rocciose silicee (incluso quelle ultramafiche) GODENZO SCANDICCI Foreste mediterranee di Pinus pinaster LONDA Brughiere alpine e subalpine LONDA Praterie acidofitiche del piano subalpino e montano a dominanza di Nardus stricta Fonte: Elaborazione su dati ARSIA 152 Codice Codice Numero Habitat CORINE natura Habitat per prioritario 2000 Comune 41.59A 8240 24.53 3280 34.11 6110 62.3 8230 41.4 9180 41.59A 8240 2 42.823 24.53 3280 2 62.3 8230 62.3 8230 42.823 31.4 35.1 4060 6230 2 Si 4 Si 2 Si COMPONENTI AMBIENTALI: SUOLO E RISCHIO IDROGEOLOCIGO Tendenza nel tempo Legenda ☺ migliora tendenza non evidente (stabile, oscillante) Attività estrattiva Esposizione a fenomeni alluvionali Esposizione a rischio di frana peggiora non valutabile per assenza serie storiche Non si dispone di elementi adeguati di valutazione L’incremento dell’urbanizzazione in aree caratterizzate da pericolosità idraulica (piana fiorentina) ha senza dubbio provocato un progressivo aumento dell’esposizione a fenomeni alluvionali non valutabile per assenza serie storiche Criticità Risposte/azioni ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta risposte in atto da rafforzare Criticità elevata o superiore media o situazione negativa necessita di ulteriori indagini previste da risposte norme non attivate innovative da azioni identificare La provincia di Firenze estrae il 15% della produzione regionale, principalmente materiale da costruzioni. Circa il 4% della superficie provinciale è caratterizzato da pericolosità elevata o molto elevato. In tali aree si concentra circa il 12% della popolazione dell’intera Provincia. ☺ Circa il 36% del territorio provinciale è caratterizzato da pericolosità elevata o molto elevata. Il nuovo Piano regionale delle attività estrattive è in corso di approvazione. Una parte delle risorse necessarie per la messa in sicurezza del territorio è stata già stanziata. Il Piano “Rischio idraulico” approvato nel 1999 ha come obiettivo la messa in sicurezza del bacino nell’arco di 15 anni. Solo una piccola parte delle risorse necessarie per la messa in sicurezza del territorio è stata già stanziata. 153 ATTIVITÀ ESTRATTIVA Presenza di cave e miniere sul territorio provinciale e quantitativi estratti Densità di cave per kmq (da PTCP) Legenda Densità di cave per Comune 1 cava ogni 10 - 20 kmq Legenda 1 cava ogni 20 - 50 kmq 1 cava ogni 50 - 100 kmq Densità di cave per Comune 10 Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati PTCP Nessuna cava o 1 cava ogni 100 kmq e oltre ogni Kilometers 10 - 20 kmq 0 1 cava 10 N 1 cava ogni 20 - 50 kmq 1 cava ogni 50 - 100 kmq Nessuna cava o 1 cava i 100 k lt Descrizione Metodologia Secondo le analisi condotte ai fini della predisposizione del nuovo Piano regionale delle attività estrattive, nel corso del 2000 in Provincia di Firenze sono stati estratti circa 1, 8 milioni di mc di materiale, costituite in larga parte da inerti per costruzioni (sabbie, ghiaie e pietrischi). Tale quantitativo costituisce circa il 15% di quanto estratto nel medesimo anno a livello regionale. I Comuni maggiormente interessati dalla presenza di cave (in rapporto alla superficie comunale) sono Firenzuola (caratterizzato dal maggior numero di cave in assoluto per quanto riguarda la Provincia), Castelfiorentino, Empoli, Gambassi Terme, Calenzano, San Piero a Sieve, Impruneta.. I Comuni di Castelfiorentino e Greve in Chianti sono quelli caratterizzati dalla previsione di un maggior numero di nuove cave (4 ciascuno). Sulla base della LR 7 marzo 1995, n. 200, la Regione Toscana ha approvato nel 1995 il Piano regionale delle attività estrattive (PRAE). Il Quadro conoscitivo delle aree estrattive esistenti e previste è stato recepito dal Piano territoriale di coordinamento provinciale, nella carta dello Statuto. Allo stato attuale è in fase di predisposizione il nuovo Piano regionale, redatto ai sensi del Testo unico regionale in materia di cave, torbiere e miniere (LR 79/1998). I dati utilizzati per lo sviluppo dell’indicatore sono quindi ricavati dalla cartografia del PTC e dalle analisi condotte per la predisposizione del PRAE. 154 Quantitativi estratti in Provincia di Firenze e nell’intera Regione per tipologia di uso del materiale, anno 2000 Materiale Quantitativi estratti in Provincia di Firenze (mc) Quantitativi estratti nella Regione Toscana (mc) % su totale regionale 255.873 934.800 27% 127.300 1.097.018 12% 0 996.953 0% Sabbie e ghiaie 648.208 3.502.895 19% Pietrischi 735.197 4.172.935 18% Da taglio 45.095 776.128 6% Pezzame 0 268.309 0% TOTALE 1.811.673 11.749.038 15% Leganti Materiali industriali Argille Refrattari industriali Inerti per costruzioni Materiali ornamentali Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Regione Toscana 155 ESPOSIZIONE A FENOMENI ALLUVIONALI Percentuale di superficie e di popolazione che risiede nelle diverse classi di pericolosità idraulica Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Autorità di Bacino dell’Arno, Autorità di Bacino del Reno Descrizione Su scala provinciale, circa l’11,1% del territorio è classificato come area a pericolosità idraulica, il 4,1% del territorio rientra invece tra le aree a pericolosità elevata e molto elevata (classi 3 e 4). Gli ambiti territoriali maggiormente interessati sono l’area fiorentina (31,6% del territorio) e quella empolese (27,5%). Anche in questo caso, prendendo in considerazione le classi più elevate, le percentuali di territorio coinvolte si riducono rispettivamente al 12,2% e al 9,1%. Analizzando il dato su scala comunale, si evidenzia come per due comuni (Campi Bisenzio e Signa) il dato si discosti notevolmente dalla media provinciale. Per quanto riguarda Campi Bisenzio, l’intero territorio comunale è classificato come area a pericolosità idraulica (circa il 50% nelle classi 3 e 4); leggermente inferiore il dato di Signa per quanto riguarda le aree complessive, ma ancora superiore considerando le classi 3 e 4 (72,6% dell’intera superficie comunale). Altri dati significativi riguardano Fucecchio, Cerreto Guidi, Empoli e la stessa Firenze. Per quanto riguarda invece la popolazione esposta, su scala provinciale circa il 67% della popolazione risiede in aree a pericolosità, ma solo il 12% in aree a pericolosità elevata o molto elevata (circa 115.000 persone). In particolare, le percentuali più elevate sono quelle dell’area fiorentina, dell’empolese e della valdelsa. Con riferimento alle classi più elevate, secondo la stima effettuata i 156 residenti in aree a pericolosità elevata e molto elevata sono circa 74.000 nell’area fiorentina, circa 19.000 nell’empolese e 7.700 in Val di Sieve. Metodologia L’analisi è stata condotta sulla base della perimetrazione delle aree a pericolosità idraulica effettuata dall’Autorità di Bacino dell’Arno, nell’ambito della proposta di “Piano stralcio per l'assetto idrogeologico per il bacino del fiume Arno”, redatto ai sensi e per gli effetti della legge n. 183/1989 e del decreto-legge n. 180/1998 (decreto “Sarno”), adottata e attualmente in fase di approvazione. Per quanto riguarda i comuni della Provincia compresi nel bacino del Reno (l’intero territorio dei comuni di Firenzuola, Palazzuolo sul Senio e Marradi, piccole porzioni nei comuni di Barberino del Mugello, Borgo San Lorenzo, Vicchio, Dicomano e San Godenzo), si è fatto riferimento alla proposta di “Piano stralcio per l'assetto idrogeologico per il bacino del fiume Reno”, adottata e attualmente in fase di approvazione. La disomogeneità nei criteri di classificazione del territorio adottati dai due Piani non consente una perimetrazione omogenea su scala provinciale. In ogni caso, si è ritenuto di fare riferimento alla classificazione adottata per il Piano di assetto dell’Arno, escludendo le aree incluse nel bacino del Reno, anche in considerazione dell’assenza in tali territori di aree classificate “ad alta probabilità di inondazione”. Tale classificazione prevede la suddivisione del territorio in quattro classi di pericolosità (bassa, media, elevata e molto elevata). E’ opportuno mettere in evidenza come la classe 2 sia costituita essenzialmente dalle aree inondate in occasione dell’evento del1966 ma non soggette a inondazioni ricorrenti, mentre la classe 1 è costituita dall’inviluppo tra le massime alluvioni storiche (classe 2) e le alluvioni di fondovalle. Pertanto, le classi 3 e 4 sono quelle maggiormente significative ai fini della valutazione della pericolosità effettiva. Va inoltre messo in evidenza come tale perimetrazioni siano suscettibili di variazioni, essendo il Piano in corso di approvazione. Per quanto riguarda la stima della popolazione residente in aree a pericolosità, si è fatto riferimento al dato di popolazione ISTAT per sezione di censimento, relativo al 1991. 157 Presenza di aree a pericolosità idraulica nei diversi ambiti territoriali della provincia % territorio dell’ambito 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Valdarno Valdisieve Valdelsa Mugello Empolese Chianti Area fiorentina TOTALE PR. 6,66 6,63 4,05 6,66 249,62 4,51 1,64 1,39 2,65 425,06 10,80 3,55 11,08 19,70 350,50 4,19 2,92 5,76 19,10 1094,75 25,11 11,71 38,81 36,04 294,11 4,11 1,47 1,04 2,75 373,39 23,54 36,99 52,09 43,54 338,44 78,9 64,9 114,2 130,4 3125,9 PI 4 - molto elevata (Kmq) PI 3 - elevata (Kmq) PI 2 - media (Kmq) PI 1 - bassa (Kmq) Aree non pericolose (Kmq) Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Autorità di Bacino dell’Arno, Autorità di Bacino del Reno Presenza di aree a pericolosità idraulica nei comuni maggiormente interessati 100% % territorio comunale 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% PI 4 - molto elevata (Kmq) Campi Bisenzio ntino Cerreto Guidi Empoli Firenze Fucecchio Montelupo Scandicci Signa 2,54 3,26 7,92 2,34 6,43 8,85 1,55 2,05 0,32 7,11 PI 3 - elevata (Kmq) 11,88 1,81 0,25 7,08 8,28 2,69 0,63 3,62 3,44 6,54 PI 2 - media (Kmq) 13,99 5,94 3,95 19,46 25,74 9,81 4,92 4,53 4,72 0,50 PI 1 - bassa (Kmq) 0,32 8,73 7,18 8,18 16,06 7,28 1,37 3,63 10,09 0,93 Aree non pericolose (Kmq) 0,00 46,82 30,03 25,23 45,91 36,50 16,13 45,76 30,47 3,72 Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Autorità di Bacino dell’Arno, Autorità di Bacino del Reno 158 Sesto Stima della popolazione residente in aree a pericolosità idraulica nei diversi ambiti territoriali della provincia 700.000 % popolazione 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 - PI 4 - molto elevata PI 3 - elevata PI 2 - media PI 1 - bassa Valdarno Valdisieve Valdelsa Mugello Empolese Chianti Area fiorentina TOTALE PR. 2.647 3.736 4.253 4.594 4.295 3.446 4.996 4.622 934 4.093 8.730 10.460 590 478 496 4.520 5.033 13.859 42.065 7.820 1.293 934 563 2.408 21.493 52.723 241.094 199.619 36.285 79.269 302.197 234.043 Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT, Provincia di Firenze, Autorità di Bacino dell’Arno, Autorità di Bacino del Reno 159 ESPOSIZIONE A RISCHIO DI FRANA Percentuale di superficie e di popolazione che risiede nelle diverse classi di pericolosità geomorfologica Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati Università di Firenze, Provincia di Firenze Descrizione Metodologia Su scala provinciale, circa il 72,5% del territorio è stato classificato dallo studio preso in considerazione come area a pericolosità geomorfologica, il 36,6% rientra tra le aree a pericolosità elevata e molto elevata (classi 3 e 4). L’analisi a livello di ambito evidenzia come i territori maggiormente interessati siano quelli della Valdisieve, del Mugello e del Chianti Fiorentino. In particolare, nel Mugello oltre il 50% del territorio risulta esposto a pericolosità geomorfologica elevata e molto elevata, poco inferiori le percentuali nella Valdisieve (46,3%) e nel Chianti (40,6%). Per quanto riguarda invece la popolazione esposta, si stima che su scala provinciale circa il 12% della popolazione risieda in aree a pericolosità, ma solo il 4,7%% in aree a pericolosità elevata o molto elevata. In particolare, il maggior numero di residenti in aree a pericolosità elevata e molto elevata si trovano nell’area fiorentina (8.600) e nel Chianti (10.500). L’analisi è stata condotta sulla base della perimetrazione delle aree a pericolosità geomorfologica condotta su scala provinciale dall’Università degli studi di Firenze, a supporto dell’elaborazione del Piano di assetto idrogeologico del bacino dell’Arno, attualmente in fase di approvazione (vedi indicatore “esposizione a fenomeni alluvionali”). La classificazione effettuata prevede la suddivisione del territorio in tre classi di pericolosità (moderata, elevata e molto elevata). Per quanto riguarda la stima della popolazione residente in aree a pericolosità, si è fatto riferimento al dato di popolazione ISTAT per sezione di censimento, relativo al 1991. 160 % territorio Presenza di aree a pericolosità geomorfologica nei diversi ambiti territoriali della provincia 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% PI 4 - molto elevata (Kmq) PI 3 - elevata (Kmq) PI 2 - moderata (Kmq) Aree non pericolose (Kmq) Valdarno Valdisieve Valdelsa Mugello Empolese Chianti 10,49 70,00 78,67 114,48 22,59 178,78 178,00 55,88 19,13 124,28 144,43 107,81 68,85 503,07 372,82 181,98 23,83 31,05 187,72 163,17 8,56 146,78 157,34 70,08 Area TOTALE PR. 4,53 73,07 144,88 272,11 158,0 1127,0 1263,9 965,52 Stima della popolazione residente in aree a pericolosità geomorfologica nei diversi ambiti territoriali della provincia 120.000 100.000 residenti 80.000 60.000 40.000 20.000 - PI 4 - molto elevata PI 3 - elevata PI 2 - moderata Valdarno Valdisieve Valdelsa Mugello Empolese Chianti Area fiorentina TOTALE PR. 769 4.510 2.841 507 6.548 4.421 494 2.578 7.469 661 6.381 8.831 1.924 1.932 17.118 1.174 9.321 13.804 300 8.299 14.252 5.829 39.569 68.736 161 INTERVENTI PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E DA FRANA Quadro dei fabbisogni e delle risorse stanziate nel periodo 1989-2001 nell’intero bacino dell’Arno Quadro globale dei fabbisogni e delle risorse stanziate per la riduzione del rischio nell’intero bacino dell'Arno dal 1989 al 2001 2.000.000.000 (e) 1.500.000.000 1.000.000.000 500.000.000 0 Opere non strutturali Opere strutturali Opere strutturali riduzione rischio riduzione rischio da frana idraulico RISORSE STANZIATE (€) TOTALE OPERE RISORSE DA STANZIARE (€) Descrizione Metodologia Vi è uno scarto notevole tra risorse necessarie e disponibili per la messa in sicurezza del territorio del bacino dell’Arno (ca. il 4%). A partire dal 1989, anno di emanazione della legge nazionale per la difesa del suolo che ha istituito l’Autorità di bacino dell’Arno, sono stati messi a disposizione dallo Stato circa 114 milioni di euro (di cui 27 milioni nel 2001), contro un fabbisogno totale stimato in 1,9 miliardi. In attesa dell’adozione dei piani di bacino, le risorse sono state messe a disposizione con capitoli di bilancio comuni per le Autorità di Bacino di rilievo nazionale, sulla base di programmi di intervento parziali. Per quanto riguarda l’Arno, proprio a partire dal 2001, con l’adozione del Piano stralcio “Rischio idraulico”, si è fatto riferimento alla pianificazione di Bacino. E’ quindi prevedibile per il futuro, un’accelerazione nell’erogazione di finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio. Per quanto riguarda la riduzione del rischio idraulico, la maggior parte delle risorse previste sono da destinarsi alla realizzazione di casse di espansione lungo l’Arno e i suoi affluenti, alle sistemazioni idraulico-forestali e alla realizzazione di canali scolmatori per la laminazione delle piene. Per l’elaborazione dell’indicatore si è fatto riferimento al quadro dei fabbisogni e all’elenco degli interventi previsti ai fini della riduzione del rischio idraulico e da frana, contenuto nel quadro conoscitivo del Piano di Assetto idrogeologico del Bacino dell’Arno, attualmente in fase di approvazione. Il quadro fa riferimento all’intero territorio del bacino, che include diverse province della Toscana e dell’Umbria. Esso è stato ricavato a partire dai fabbisogni individuati nell’ambito degli strumenti pianificatori esistenti (Piano stralcio “Rischio idraulico”, Piano straordinario per la rimozione delle situazioni a rischio idrogeologico più alto), oltre e dagli interventi necessari conseguenti agli eventi calamitosi del novembre 2000. Per quanto riguarda i finanziamenti si è invece fatto riferimento alle somme stanziate dalle varie programmazioni annuali di cui alla L. 183/1989. 162 Elenco interventi strutturali previsti dal Piano stralcio “rischio idraulico del Bacino dell’Arno” Interventi Sovralzo dell’invaso ENEL di Levane Interventi sull'invaso ENEL di La Penna Casse di espansione lungo il corso del fiume Arno Casse di espansione e interventi sugli affluenti Adeguamenti arginali, eliminazione rigurgiti, ecc. Diversivo di Pontedera Manutenzione straordinaria Sistemazione idraulico-forestali Piani di protezione civile Realizzazione di scolmatori per la laminazione nei Paduli di Fucecchio, Bientina e di Stagno Somme necessarie per espropri e indennizzi Aggiornamento piano di bacino e progettazione Totale complessivo previsto dal Piano stralcio R.I. Costo totale intervento (ML.euro) Finanziamento L.183/1989 (ML. euro) 20,66 58,88 251,72 406,19 103,29 5,17 87,8 118,79 5,17 1,03 1,03 9,04 10,19 10,33 10,33 4,43 - 210,15 289,22 51,65 15,49 1608,66 61,88 Interventi prioritari previsti dal Piano stralcio “rischio idraulico del Bacino dell’Arno” in Provincia di Firenze Interventi Comune di Figline Valdarno – Casse di espansione denominate Figline, Incisa e Rignano per un invaso complessivo di circa 35 milioni di m3 con sottoscrizione di un protocollo di intesa con i comuni di Incisa Valdarno e Reggello. Comune di Firenze – Cassa di espansione Argingrosso per un volume invasabile pari a circa 1,3 milioni di m3 Comune di Signa – Cassa di espansione Renai per un invaso totale stimabile intorno ai 15 milioni di m3 Circondario Empolese Valdelsa – Cassa di espansione di Fibbiana per un volume di invaso di circa 3,8 milioni di m3 e casse di espansione lungo il corso del Fiume Elsa per volumi di invaso di oltre 12 milioni di m3 163 COMPONENTI AMBIENTALI: AREE URBANE Tendenza nel tempo Legenda Criticità ☺ migliora ☺ Situazione positiva ☺ risposte in atto adeguate # tendenza non evidente (stabile, oscillante) # Criticità moderata o inferiore media o situazione incerta # risposte in atto da rafforzare $ % Criticità elevata o superiore media o situazione negativa necessita di ulteriori indagini previste da $ risposte norme non attivate innovative da % azioni identificare $ % peggiora non valutabile per assenza serie storiche Consumo di territorio per abitante % Dato non disponibile # Accessibilità aree ricreative % Dato non disponibile # Accessibilità servizi locali % Dato non disponibile # 164 Risposte/azioni La situazione è molto variabile all’interno del territorio provinciale. I valori più elevati di utilizzo di suolo per abitante si registrano in alcuni comune del Mugello della Valdelsa e della Val di Sieve Si rileva una buona accessibilità solo nell’area fiorentina e nel Mugello Per quanto riguarda i servizi scolastici, la maggiore accessibilità si evidenzia nell’area fiorentina. Per quanto riguarda gli altri servizi locali, la situazione migliore si registra nei comuni del Mugello e della Val di Sieve CONSUMO DI TERRITORIO PER ABITANTE Superficie artificializzata per residente in centri e nuclei abitati Legenda Consumo di superficie per abitante (mq/ab) < 200 150 - 300 300 - 450 450 - 600 600 - 700 Area artificializzata Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT, Provincia di Firenze, Regione Toscana N 10 0 10 Kilometers Descrizione Metodologia Prendendo in considerazione il rapporto tra l’area urbanizzata a livello comunale e la popolazione residente nei centri e nuclei, si è ottenuta la mappa riportata. I valori di consumo di suolo per abitante più elevati sono raggiunti a Barberino del Mugello (664 mq/ab), Barberino Valdelsa (576 mq/ab) e Firenzuola (536 mq/ab), mentre i più bassi si riscontrano nell’area fiorentina, caratterizzata da un’elevata densità di popolazione. In particolare a Scandicci (110 mq/ab) e Firenze (119 mq/ab) si registra una ridotta intensità d'uso del suolo. Il consumo di suolo appare estremamente limitato anche nel comune di Vaglia (120 mq/ab), grazie alla estrema limitatezza della superficie urbanizzata comunale individuata dalla cartografia. L’indicatore è stato ottenuto a partire dai dati ISTAT di popolazione 1991 e dalla classificazione del territorio provinciale secondo la metodologia Corine Land-Cover, anch’essa risalente ai primi anni ‘90. Per quanto riguarda la popolazione, si è ritenuto opportuno fare riferimento, per ciascun comune, alla popolazione residente in centri e nuclei, tralasciando le case sparse, mentre per la superficie urbanizzata si è fatto riferimento alla classe Corine “Aree modellate artificialmente” (vedi anche l’indicatore sull’uso del suolo). 165 ACCESSIBILITA AREE RICREATIVE Percentuale di popolazione residente nel raggio di 300 m da aree ricreative pubbliche Legenda Percentuale di popolazione residente in un raggio di 300 m da aree ricreative pubbliche 0 - 15 15 - 30 30 - 45 45 - 60 60 - 70 Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT, Provincia di Firenze, Regione Toscana N 10 0 10 Kilometers Descrizione Metodologia Si evidenzia una buona accessibilità alle aree ricreative nell’area del Mugello, ma anche nell’area fiorentina e nella val di Sieve. Le maggiori percentuali di popolazione residente nei pressi di parchi e giardini si registrano nei comuni di San Piero a Sieve (69%) e Barberino del Mugello (46,3%). Per quanto riguarda l’area fiorentina di registrano percentuali nell’ordine del 30-40% nei comuni di Firenze, Scandicci e Lastra. Come descritto nella parte metodologica, va messa in evidenza la dipendenza del valore dell’indicatore dalla base dati regionale attualmente disponibile. Il medesimo indicatore, stimato per la città di Empoli attraverso una base dati fornita direttamente dal Comune e relativa a tutte le aree verdi pubbliche censite dall’amministrazione comunale, ha portato a stimare una percentuale di popolazione ben più alta, superiore all’80%. E’ quindi presumibile che un lavoro di censimento delle aree condotto a tale scala potrà portare ad un affinamento e aggiornamento dell’indicatore e a un suo utilizzo stabile nel tempo. L’indicatore rappresenta l’accessibilità dei cittadini alle aree verdi pubbliche, evidenziando il numero di abitanti residenti in un raggio di 300 m da tali aree. Questo indicatore nasce nell’ambito dell’iniziativa “Verso un profilo di sostenibilità locale: Indicatori Comuni Europei - ICE” tesa a sviluppare un set di indicatori in grado di rappresentare la sostenibilità locale. I programmi politici di riferimento risalgono all’adozione dell’Agenda 21 del 1992 e all’adesione alla Carta di Aalborg, nonché alle azioni e ai più recenti documenti sostenuti dalla Commissione Europea. La metodologia definita stabilisce che siano da prendere in considerazione: Parchi pubblici, giardini o spazi aperti ad esclusivo uso ciclabile o pedonale eccetto isole verdi o divisori per il traffico, cimiteri; Attrezzature per sport all’aria aperta accessibili al pubblico gratuitamente; Aree private (agricole, parchi privati) accessibili al pubblico gratuitamente. L’indicatore ottenuto costituisce un’approssimazione dell’indicatore ICE, in quanto è stato ottenuto a partire dai dati territoriali ISTAT di popolazione 1991, sulla base delle aree ed infrastrutture censite e georeferenziate nella Carta Tecnica della Regione Toscana in scala 1:10.000 (layer “parchi e giardini” e “complessi sportivi”). La cartografia regionale allo stato attuale non risulta popolata da tutte le 166 aree verdi esistenti in ambito provinciale, in particolar modo per quanto riguarda il verde urbani, né risulta possibile distinguere tra i complessi sportivi le aree accessibili gratuitamente. Si ritiene in ogni caso l’indicatore sufficientemente indicativo della situazione esistente a livello comunale. L’aggiornamento progressivo della cartografia, unitamente alla disponibilità dei dati di popolazione derivanti dal censimento 2001, consentirà di valutare l’evoluzione della situazione e di affinare l’indicatore. 167 ACCESSIBILITA DEI SERVIZI LOCALI Percentuale di popolazione residente nel raggio di 300 m da servizi sanitari, scuole e servizi sul territorio Percentuale di popolazione residente a meno di 300 m da servizi sul territorio (uffici postali, uffici comunali, centri sociali e culturali, etc) Percentuale di popoalzione residente a meno di 300 m da scuole dell’obbligo, asili e scuole superiori Legenda % popolazione sul totale comunale Legenda % popolazione sul totale comunale < 10 10 - 20 20 - 30 30 - 40 40 - 55 0 - 15 15 - 30 30 - 45 45 - 60 > 60 10 0 10 Kilometers 10 N 0 10 Kilometers N Fonte: Elaborazione Ambiente Italia su dati ISTAT, Provincia di Firenze, Regione Toscana Descrizione Metodologia Per quanto riguarda i servizi scolastici, le percentuali di accessibilità più elevate sono raggiunte nell’area fiorentina (Scandicci: 69,5%, Firenze: 62%), con l’eccezione di Fiesole, ove solo il 14,7% della popolazione risulta residente nelle vicinanze di istituti scolastici. Percentuali molto basse anche a Pelago, Rignano e Tavarnelle val di Pesa. Il dato sugli altri servizi dislocati sul territorio (uffici postali, uffici comunali, centri sociali e culturali, etc), segnala invece una più elevata accessibilità nei piccoli e medi centri, soprattutto del Mugello, della Val di Sieve (Londa: 51,1%, San Piero a Sieve: 50,3%), ma anche della cintura fiorentina, con percentuali attorno al 20-30%. L’unica eccezione è costituita proprio dal capoluogo, dove la popolazione residente nei pressi di questi servizi scende sotto l'8%. Per quanto riguarda invece i servizi sanitari, va ricordato che la base dati regionale è costituita prevalentemente da complessi ospedalieri, mentre non è disponibile se non in minima parte il dato relativo ad altri servizi di base quali consultori e altri centri pubblici, medici di base, etc. L’indicatore intende rappresentare l’accessibilità dei cittadini ai servizi di base, evidenziando il numero di abitanti residenti in un raggio di 300 m da tali aree. Questo indicatore nasce nell’ambito dell’iniziativa “Verso un profilo di sostenibilità locale: Indicatori Comuni Europei - ICE” tesa a sviluppare un set di indicatori in grado di rappresentare la sostenibilità locale. I programmi politici di riferimento risalgono all’adozione dell’Agenda 21 del 1992 e all’adesione alla Carta di Aalborg, nonché alle azioni e ai più recenti documenti sostenuti dalla Commissione Europea. La metodologia definita stabilisce che i servizi da prendere in considerazione siano: Servizi sanitari pubblici di base; Linee di trasporto collettivo con frequenza minima almeno per parte di una giornata lavorativa (meno di mezz’ora); Scuole pubbliche a frequenza obbligatoria; Negozi alimentari; Strutture o servizi per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani. L’indicatore è stato sviluppato esclusivamente per le tipologie di servizi su cui sono attualmente disponibili basi di dati cartografici sufficienti. In particolare, si è proceduto alla stima dell’accessibilità per quanto riguarda le scuole i servizi sanitari. Inoltre, sulla base dei dati disponibili, è stato possibile calcolare l’indicatore anche per altre tipologie di servizi, quali gli uffici postali, uffici comunali, centri sociali e culturali. L’indicatore ottenuto costituisce pertanto un’approssima- 168 Percentuale di popolazione residente a meno di 300 m da ospedali e servizi sanitari Legenda % popolazione sul totale comunale 0-5 5 - 10 10 - 15 15 - 20 20 - 30 10 0 10 Kilometers N zione dell’indicatore ICE, in quanto è stato ottenuto a partire dai dati territoriali ISTAT di popolazione 1991, sulla base delle aree e infrastrutture censite e georeferenziate nella Carta Tecnica della Regione Toscana in scala 1:10.000 (layer “complessi ospedalieri”, “complessi scolastici” e “complessi sociali”). Per quanto riguarda le scuole, si è esteso il calcolo agli asili e alle scuole superiori, mentre il dato è stato depurato, ove possibile, degli edifici universitari. Per i servizi sanitari, lo strato disponibile è popolato quasi esclusivamente da servizi di base di tipo ospedaliero, rendendo l’indicatore abbastanza incompleto, oltre che meno significativo, in considerazione del fatto che la residenza nei pressi di consultori e ambulatori medici di base riveste senz’altro più importanza rispetto alla vicinanza ad ospedali e case di cura. In ogni caso, pur con le opportune cautele, si è ritenuto utile l’inserimento di tale indicatore, in considerazione della sua potenziale significatività e aggiornabilità e per il fatto che esso potrebbe consentire, una volta potenziata la base di dati di supporto, un confronto costante e omogeneo fra diverse realtà urbane. 169 le politiche per l’ambiente della Provincia di Firenze 172 1 Premessa Alle Province, secondo il disposto del Testo Unico sugli Enti Locali (D.lgs. n° 267 del 18 agosto 2000), spettano importanti compiti in materia di difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell’ambiente, delle risorse idriche ed energetiche, prevenzione di calamità, protezione di flora e di fauna, organizzazione dello smaltimento dei rifiuti, rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi idrici e delle emissioni atmosferiche. Fra i maggiori compiti di pianificazione assegnati alle Province, occorre ricordare l’obbligo della approvazione dei Piani Territoriali di Coordinamento (PTCP), che si collocano in una posizione intermedia fra gli strumenti di pianificazione territoriale della Regione e dei Comuni, esercitando un ruolo di coordinamento programmatico tra le rispettive politiche e definiscono i principi sull’uso e la tutela delle risorse del territorio. Prima in Toscana, la Provincia di Firenze ha approvato il PTCP, che fornisce il quadro di riferimento e gli indirizzi per le politiche concrete da adottarsi nel governo del territorio. I piani di gestione dei rifiuti costituiscono piani di settore e rappresentano strumenti di grande rilievo in materia ambientale. Con l’approvazione del primo stralcio di piano, relativo ai rifiuti urbani e assimilati dell’ ATO 6, vengono superate le incertezze del passato, nell’ottica della creazione di un sistema integrato di gestione dei rifiuti, che consentirà di ottenere un contenimento dei costi di smaltimento ed una maggiore tutela dell’ ambiente. Sia l’attività di pianificazione che la vera e propria gestione amministrativa della Provincia di Firenze sono volte a favorire condizioni di sviluppo ecocompatibile del territorio provinciale. Con questo termine, si intende uno sviluppo che assicuri il soddisfacimento dei bisogni attuali senza pregiudicare la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri, partendo dal concetto della limitatezza delle risorse naturali. I principi dello sviluppo sostenibile sono stati enunciati compiutamente nella Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo tenuta a Rio de Janeiro nel 1992. Sulla scorta del concetto “pensare globalmente e agire localmente”, l’Unione Europea si è dotata dello strumento “Agenda 21”, concepita come un programma di interventi tesi ad arrestare il degrado ambientale e ad invertire la tendenza, individuando i principali protagonisti di questa strategia proprio nei cittadini e nelle comunità locali. In questa sede non è possibile fornire un quadro esaustivo delle politiche per l’ambiente realizzate dall’ Amministrazione Provinciale. Ogni settore persegue infatti i propri obiettivi in un quadro generale di rispetto e tutela dell’ambiente. Verranno invece indicati aspetti particolari, connessi ad emergenze o criticità, nonché a pressioni ambientali di particolare rilevanza, per le quali 173 si intende sviluppare una precisa strategia di intervento sul territorio. La Provincia, in seguito alla attuazione del D.lgs. 112/1998, da Ente intermedio con compiti di programmazione, è divenuta ormai anche un soggetto erogatore di servizi. Alle tradizionali competenze amministrative in materia di rifiuti, bonifiche ed emissioni in atmosfera, si sono aggiunti nuovi compiti in materia di autorizzazione alla costruzione e all’ esercizio di elettrodotti, agli scarichi in acque superficiali e sul suolo, di verifica e controllo del funzionamento degli impianti termici, di risorse energetiche, di valutazione d’impatto ambientale, di inquinamento acustico, ecc. La Provincia esercita tali competenze, in stretto collegamento con i Comuni ed i loro uffici, in particolare i SUAP, con le Comunità di Ambito per le risorse idriche e per la gestione dei rifiuti, con l’ARPAT e l’ASL. 2 Il Sistema Informativo Territoriale 2.1 Il Sistema Informativo Territoriale (SIT) dell’ Area Politiche del Territorio L’Area delle Politiche del Territorio, Ambiente e Agricoltura della Provincia di Firenze ha intrapreso la creazione di un Sistema Informativo Territoriale (SIT) unitario, volto a soddisfare la necessità di: - - - condividere tra le varie Direzioni dell’Area e dell’Amministrazione Provinciale più in generale il patrimonio informativo posseduto da ciascuna di esse e in via di continuo naturale accrescimento, automatizzare e agevolare l’espletamento delle funzioni amministrative dell’Ente, ed in particolare della Direzione dell’Area delle Politiche del Territorio, Ambiente e Agricoltura, permettere l’utilizzo di modelli avanzati per la gestione del territorio, rendere trasparenti e facilmente fruibili al cittadino i dati di interesse ambientale e l’attività programmatoria e di pianificazione della Provincia. Il SIT, per sua natura, presenta una struttura modulare aperta a implementazioni e accrescimenti successivi, da attuarsi mano a mano che emergono necessità di nuove banche dati o di nuovi tipi di elaborazione di queste, attraverso applicativi software specifici. È tipico che il SIT trovi motivo di sviluppo, in un’Amministrazione, nella nascita di nuovi procedimenti a carico di essa e nella progettazione di nuovi strumenti di pianificazione. L’attività di costituzione del SIT di Area, iniziata nel luglio 2002 con la creazione di un apposito ufficio, ha avuto come prima azione la costituzione della banca dati per la gestione delle funzioni legate al demanio idrico (pozzi e derivazioni) recentemente trasferito alla Provincia e assegnate alla Direzione Difesa del Suolo. Si intende ora proseguire con la creazione del SIT della pianificazione territoriale, legato alle funzioni assegnate alla Direzione Territorio e Servizi Urbanistici. Senza dubbio la priorità va attribuita alla creazione della banca dati del Piano Territoriale di Coordinamento e relativi applicativi gestionali, per i crescenti problemi derivanti dalla redazione in formato cartaceo. La Provincia ha presentato alla Regione Toscana una proposta di progetto al fine di ottenere i finanziamenti europei FESR previsti per le aree svantaggiate Obiettivo 2 e Phasing-Out nell’ambito del DOCUP Ob.2 2000-2006 che prevede tra l’altro l’introduzione in banca dati sia del Piano Territoriale di Coordinamento sia dei Piani Strutturali comunali e del loro quadro conoscitivo, sia le perimetrazioni dei vincoli sovraordinati (paesaggistico, idrogeologico e boschivo), dei centri abitati e dei confini comunali. 174 2.2. Il progetto SIRA Il Progetto riguarda lo sviluppo del Sistema Informativo Ambientale Regionale nella sua seconda fase, presso la Regione, l’ARPAT e le Province. L’ attuazione avverrà tramite Accordo di programma e/o Convenzioni fra Regione, ARPAT e Province, che stabiliscono per ogni realtà gli impegni, le modalità organizzative, le risorse, le regole tecniche, l’eventuale partecipazione di altri soggetti di supporto. Nello stesso tempo continuano le attività di completamento della prima fase di sviluppo del SIRA di raccolta, validazione dei dati ed inserimento negli archivi attuali per quanto riguarda VISARK e gli archivi forniti da Regione (SIT), da Idrografico e da ARRR. Gli uffici dell’Assessorato all’Ambiente hanno già adottato le procedure SIRA per le nuove autorizzazioni; successivamente si attiveranno le procedure per l’integrazione degli archivi nelle nuove applicazioni che faranno parte dello sviluppo del Progetto SIRA. Tutti gli archivi SIRA sono georiferiti. Il sistema, nella sua versione attuale, è stato installato in Regione con gli stessi dati e programmi gestiti in ARPAT. Le specifiche e le procedure sviluppate da ARPAT per lo sviluppo del SIRA saranno validate dalla Regione limitatamente a: i contenuti informativi generali; la produzione dei dati per gli indicatori e per le specifiche esigenze espresse dagli Uffici; le modalità di gestione dell’informazione geografica. Saranno invece validate dalle Province (e altri Enti), con appositi gruppi di lavoro: le procedure di interesse delle province stesse; i contenuti informativi generali. 2.2.1. Gli archivi SIRA La Banca dati regionale del SIRA, nella sua versione attuale, è stata completata con i dati a partire dall’anno 2000, salvo specifiche eccezioni dichiarate, per tutti i temi previsti nel SIRA I e per tutti i Dipartimenti ARPAT, e in particolare: • qualità acque superficiali • qualità acque balneazione • controlli acque potabili • stato dell’aria nei centri urbani, dalle reti di monitoraggio • reti di monitoraggio dell’Idrografico (dati meteorologici ed idrologici con relative scale di deflusso) • pozzi (dati forniti dagli uffici ex-Genio Civile e oggi dalle Province) • derivazioni da acque superficiali (dati forniti dagli uffici ex-Genio Civile e oggi dalle Province) • scarichi idrici • emissioni in atmosfera • impianti di smaltimento/recupero di rifiuti • siti inquinati e bonifiche Il sistema dovrà inoltre contenere i dati relativi a: • industrie a rischio georiferite, un primo gruppo entro il 31/12/2002 • aree di bonifica georiferite, entro il 31/03/2003 e, con tempi da definire: • archivio delle denunce MUD georiferite, normalizzato e validato • rilevazioni e/o stime sui rifiuti gestite da ARRRRegione • misure rumore in ambiente esterno • monitoraggio acque marine • sorgenti di radioemissioni (antenne) Il sistema SIRA svilupperà le procedure e gli archivi di supporto al sistema dei controlli ambientali. Per quanto riguarda direttamente le Province, saranno costituiti una serie di Catasti minimi dei dati provinciali relativi a: emissioni atmosferiche per le principali sorgenti, in base a soglie minime di emissione definite congiuntamente per i diversi parametri (entro il 3112-2003) pozzi, attingimenti e consumi, scarichi in acque. Verrà inoltre realizzata in collaborazione con le Province, i gestori e gli ATO la raccolta dei dati sui consumi idrici sia a fini potabili che agricoli e industriali, per avere la distribuzione per comune, tipo di utenza, periodo dell’anno. ARPAT definisce le specifiche, strutture dati e codifiche per gli archivi SIRA di competenza delle Province e altri Enti, anche relativamente a: • siti inquinati e bonifiche • smaltimento fanghi da impianti di depurazione di acque reflue urbane • radiazioni elettromagnetiche • dati di portata e idro-pluviometrici (Idrografico), • meteo e clima (LaMMA) 2.3. Diffusione delle informazioni di carattere ambientale L’ accesso alle informazioni ambientali è garantito tramite le pagineWEB del sito della Provincia e poi dalla rete di Punti Informativi Multimediali, diffusi sul territorio ed in ulteriore fase di implementazione. Questi punti vengono aggiornati quotidianamente con una serie di dati fra cui principalmente quelli relativi alla qualità dell’ aria, presenti anche nelle pagine Televideo (pag. 840 RTV 38). E’ prevista la pubblicazione di un CD ROM sulle più importanti banche dati provinciali. La Provincia, che ha effettuato una piena integrazione dei propri archivi, creando un unico strumento di conoscenza è adesso impegnata nel rendere fruibile questo patrimonio ai cittadini, oltre che ad enti ed istituzioni. Lo sviluppo del sistema SIRA garantisce pienamente, nel rispetto della tutela della privacy di cittadini ed aziende, questa funzione. 175 3 Il Territorio 3.1. Il piano Territoriale di Coordinamento Provinciale La Provincia di Firenze dispone dal giugno 1998 di uno strumento di pianificazione territoriale, il Piano Territoriale di Coordinamento (nel seguito indicato col suo acronimo, PTCP) previsto dalla L.R. 5/95 “Norme per il governo del territorio” e definito come “l’atto di programmazione con il quale la Provincia esercita, nel governo del territorio, un ruolo di coordinamento programmatico e di raccordo tra le politiche territoriali della Regione e la pianificazione urbanistica comunale”. Il PTCP si compone di più documenti, il più rilevante dei quali è la “Carta dello Statuto del Territorio 1:10000”, che costituisce l’elaborato progettuale di pianificazione cui approda l’analisi del quadro conoscitivo del territorio. Ad esso è collegato l’elaborato “Statuto del Territorio e Norme di attuazione”, ove sono contenute norme, prescrizioni e direttive per la pianificazione urbanistica a livello comunale. Alcune norme sono collegate anche alla “Carta della instabilità dei versanti e della pericolosità di inondazione 1:25000” e alla “Carta del grado di vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento 1:25000”. Ciascun Comune, pur nella sua autonomia, deve attenersi al PTCP nella fase di redazione delle eventuali varianti al PRG vigente, nonché della fase di redazione del nuovo PRG introdotto dalla citata L.R. 5/95. Quest’ultima prevede che ogni Comune, entro una scadenza fissata, adotti il Piano Strutturale, ossia la parte strategica del nuovo PRG ove vengono approfondite e riprecisate con maggior dettaglio le previsioni del PTCP. Ad oggi, su 44 comuni appartenenti alla Provincia di Firenze (di cui 11 appartengono al Circondario Empolese istituito con Delibera di Consiglio Provinciale n.18 del 07/02/2000), risultano approvati 13 Piani Strutturali * che hanno prodotto aggiornamenti al Quadro Conoscitivo e riprecisazioni riguardanti prevalentemente le 4 invarianti strutturali individuate dal PTCP ai sensi del comma 6 dell’art.5 della L.R. 5/95 (Aree sensibili già vulnerate da fenomeni di esondazione e soggette a rischio idraulico, Ambiti di reperimento per l’istituzione di parchi, riserve e aree naturali protette di interesse locale, “Aree fragili” da sottoporre a programma di paesaggio, Aree di protezione paesistica). Il PTCP inoltre, quale sintesi della politica territoriale della Provincia, costituisce lo strumento di riferimento dell’Amministrazione per il rilascio di pareri su opere aventi impatto sull’ambiente e il territorio, in particolare i procedimenti inerenti le Opere dello Stato, le Valutazioni * I comuni che hanno approvato il P.S. sono: Bagno a Ripoli, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Empoli, Fiesole, Figline Valdarno, Incisa Valdarno, Londa, Montelupo Fiorentino, Pelago, Reggello, Rignano sull’Arno e Vaglia. 176 di Impatto Ambientale, le varianti urbanistiche e gli Accordi di Pianificazione, nonché gli eventuali pareri richiesti nell’ambito delle conferenze interne di servizi di questa Amministrazione. 3.2. Le Aree Protette Il PTCP identifica gli “ambiti di reperimento per le aree protette”, quali aree che presentano un insieme di risorse in base alle quali istituire aree naturali protette e le tutela coordinando gli altri Enti locali nella loro gestione, promuovendo anche iniziative a favore dell’ambiente e della sua salvaguardia. Numerosi sono poi i progetti e gli studi sulle aree ad alto valore naturalistico ed ambientale, contenuti nei “Documenti del P.T.C.P. Schede delle aree protette – Progetto preliminare del P.T.C.P.”, che spaziano dalla fascia di territorio appenninico, ai Monti della Calvana, al Monte Giovi, alle aree periurbane (ad esempio la piana metropolitana fiorentina), ai colli fiorentini, agli ambiti fluviali (ad esempio ipotesi di parco fluviale dell’Arno), alle aree umide; tutte zone che necessitano di forme di tutela e conservazione della biodiversità, ma anche di azioni legate allo sviluppo sostenibile delle risorse ambientali. Le aree protette presenti nel territorio della Provincia di Firenze sono istituite ai sensi della L.R. 49/95 che, in attuazione della legge quadro nazionale 394/91, disciplina le forme di tutela e gestione del sistema delle risorse naturali, individuando le aree protette in relazione alle caratteristiche ambientali preminenti. La legge regionale individua, oltre alle tipologie riferite ai parchi nazionali, regionali e provinciali, le riserve naturali definendole “territori che, per la presenza di particolari specie di flora o di fauna, o di particolari ecosistemi naturalisticamente rilevanti, devono essere organizzati in modo da conservare l’ambiente nella sua integrità”; in tali zone è vietato l’esercizio dell’attività venatoria. La stessa legge individua le A.N.P.I.L.(Aree naturali protette di interesse locale), che sono inserite in ambiti territoriali intensamente antropizzati e necessitano di azioni di conservazione, restauro e ricostituzione delle originarie caratteristiche ambientali e possono essere oggetto di progetti di sviluppo ecocompatibile. La Regione, in attuazione della LR 49/95, norma e coordina il complesso sistema tramite il Programma Triennale Regionale delle aree protette ed aggiorna annualmente l’Elenco Ufficiale delle stesse. Alla data odierna è vigente il 3° Programma Regionale Triennale delle aree protette 2000-2003 ed il sistema relativo Provincia di Firenze si compone attualmente di sette aree istituite: una riserva provinciale e sei ANPIL. Fra le aree umide vi sono la Riserva Naturale Provinciale del “Padule di Fucecchio” (Comuni di Cerreto Guidi e Fucecchio), l’ANPIL “Stagni di Focognano” (Comune di Campi Bisenzio), l’ANPIL “Podere la Querciola” (Comune di Sesto Fiorentino). Fra le aree pedecollinari e collinari - montane vi sono le contigue ANPIL “Montececeri” e “Torrente Mensola” rispettivamente in Comune di Fiesole e Fiesole e Firenze, l’ANPIL “Poggio Ripaghera” e “Foresta di Sant’Antonio” rispettivamente in Comune di Pontassieve e Reggello. A queste si sono recentemente aggiunte l’ANPIL “Gabbianello Boscorotondo” sulle rive del Lago del Bilancino in comune di Barberino di Mugello e l’ANPIL “Garzaia” lungo il corso dell’Arno in comune di Figline Valdarno. Sono in fase di istituzione l’ANPIL interprovinciale “Monti della Calvana ”sul territorio di cinque Comuni in provincia di Firenze e Prato e l’ANPIL “Arno vecchio” sulle rive dell’Arno in Comune di Empoli. Sono in fase di proposta l’ANPIL “Sasso di Castro - Montebeni” in comune di Firenzuola e l’ANPIL lungo il corso dell’Arno a valle di Firenze. La rete di ANPIL sopra descritte tutela un territorio di oltre 9900 ha (istituite durante i tre programmi regionali e quindi dal 95 ad oggi). Attualmente la Regione sta lavorando al “IV Programma Regionale delle aree protette, 2004-2007” ed il patrimonio naturale che si propone di tutelare e valorizzare, grazie all’iniziativa dei Comuni, degli Enti locali e delle Associazioni si presenta in continua crescita, soltanto le nuove ANPIL proposte contano 4884 ha di territorio, queste sono: “ Alta Valle del Torrente Carfalo” in Comune di Montaione; “ Torrente Terzolle” nei Comuni di Firenze, Sesto Fiorentino e Vaglia; “Poggio Alberaccio - Gualchiere di Remole” in Comune di Bagno a Ripoli; “ Antella- Fontesanta” in Comune di Bagno a Ripoli; “Le Balze” in Comune di Reggello; “Badia a Passignano” in Comune di Tavarnelle Val di Pesa; Ampliamento dell’ANPIL “Stagni di Focognano” in Comune di Campi Bisenzio; “ Crocicchio dell’Oro” in loc. Sant’Angelo a Lecore nel Comune di Campi Bisenzio; Ampliamento ANPIL “Podere la Querciola” in Comune di Sesto Fiorentino, ANPIL “Lungo il Corso dell’Arno a valle di Firenze”. 3.3 Difesa del suolo e corretto utilizzo delle risorse idriche Sul fronte della difesa del suolo l’ultimo scorcio degli anni 90 registra grandi novità a livello di competenze istituzionali. Il conferimento di funzioni e compiti dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali ha largamente interessato il settore in questione. In particolare, la riforma avviata con la legge 15 marzo 1997 n° 59, ha avuto progressiva attuazione con il d.lgs. 31 marzo 1998 n.112 e, per quanto riguarda la Toscana, con la legge regionale 11.12.1998 n° 91 (poi integrata e modificata). La Regione Toscana, a differenza di altre, ha compiuto la scelta di affidare alle Province le funzioni in materia di difesa del suolo (salvo la difesa dei centri abitati, che compete ai Comuni) e di gestione delle risorse idriche. In forza di ciò, ad oggi la Provincia di Firenze, dotatasi a tal fine di una nuova articolazione strutturale (“Direzione della Difesa del suolo, Bonifica e Risorse Idriche”), ha assunto una serie di nuovi compiti, notevoli sia per la importanza dell’ interesse pubblico cui sono rivolti, sia per l’ impegno tecnico ed amministrativo che la materia implica. Essi possono essere così sintetizzati: progettazione e realizzazione delle opere idrauliche di seconda e terza categoria e di opere idrogeologiche; loro manutenzione ed esercizio; servizi di polizia idraulica, di piena e di pronto intervento; gestione del demanio idrico (utilizzo di suoli demaniali, derivazioni di acque pubbliche di superficie e sotterranee) compreso l’ introito dei relativi proventi. Occorre sottolineare due aspetti essenziali. Da un lato, l’affidamento dei servizi sopra menzionati a soggetti pubblici di entità territoriale più circoscritta rispetto a quella regionale, pare favorire una più capillare attenzione alle problematiche locali, che dovrebbero così risultare, per così dire, sotto una lente d’ingrandimento. Dall’ altro, appare di grande respiro il disegno, desumibile dalla lettera e dallo spirito della riforma, secondo cui i proventi del demanio idrico devono essere destinati al finanziamento delle opere idrauliche: essi, cioè, sono vincolati ad una destinazione di interesse pubblico specifico e cioè alla esecuzione di interventi di tutela delle risorse idriche e dell’assetto idraulico ed idrogeologico (art. 14, comma 2 bis L.R. 91/98, integr. con L.R. 1/2001). Pertanto il legislatore ha voluto che l’uso (compatibile e sostenibile) dei fiumi, delle loro pertinenze e delle risorse idriche e la attività manutentoria di tali beni siano azioni concorrenti al medesimo fine della tutela del territorio: in tale ottica si pone l’attività della Direzione. Nell’ambito del “panorama” normativo ed istituzionale così brevemente illustrato, la Provincia di Firenze, a partire dai primi mesi del 2001, ha avviato in concreto l’espletamento delle nuove funzioni, svolgendo contemporaneamente una attività conoscitiva ed organizzativa. A distanza di circa un biennio è possibile fare un primo bilancio di tali attività. La Direzione Difesa del Suolo, organizzatasi in due articolazioni principali, ( “Difesa del Suolo” e “ Risorse Idriche”), svolge sia una attività tecnica (progettazione ed esecuzione di opere idrauliche) che una attività tecnico amministrativa (pareri su progetti di altri Enti; autorizzazioni idrauliche ex R.D. 523 / 1904; vigilanza sui corsi d’acqua e sul territorio ad essi pertinente, in particolare servizio in caso di piena; polizia idraulica ed accertamento di contravvenzioni alla normativa in materia di acque pubbliche; rilascio di concessioni di suoli demaniali con relativa applicazione e riscossione dei canoni). Sul fronte della tutela e dell’ utilizzo delle “Risorse Idriche”, da un lato è stata attivata la vigilanza intesa alla verifica del rispetto della normativa di settore, dall’altro la attività autorizzativa e concessoria connessa all’ uso della risorsa idrica, ivi compresa la applicazione e riscossione dei canoni. In entrambi i settori il principale impegno, non immune 177 da qualche iniziale difficoltà, è stato quello di far coerentemente confluire nell’ azione amministrativa provinciale compiti e funzioni in precedenza espletati da soggetti pubblici diversi ed in particolare dalle amministrazioni statali dei lavori pubblici e delle finanze e dagli uffici regionali del Genio Civile. Per la difesa del suolo è apparsa come imprescindibile la ricognizione dello stato delle opere idrauliche e più in generale dei corsi d’acqua e delle loro sponde. Ponendosi in sostanziale continuità con quanto in precedenza intrapreso dalla amministrazione statale dei lavori pubblici, è stato svolto – sia con appalti che in collaborazione con i Consorzi di Bonifica presenti sul territorio- un sistematico programma manutentorio, con sfalcio della vegetazione infestante, riprofilatura di argini e, laddove necessario, ripristino della officiosità idraulica. La pulizia degli argini è apparsa opportuna sia per gli aspetti idraulico, igienico e paesaggistico, ma soprattutto in quanto essenziale per evidenziare eventuali criticità che rendano necessaria la esecuzione di interventi strutturali. Per quanto riguarda questi ultimi, l’azione della Provincia di Firenze si è rivolta principalmente verso alcuni grandi interventi, che tra l’ altro producono un effetto di protezione dei centri abitati. Si registra tra questi la realizzazione della cassa di espansione del fiume Elsa in loc. Madonna della Tosse in Comune di Castelfiorentino (interesserà positivamente l’abitato di Empoli); i lavori di manutenzione straordinaria di opere idrauliche, costruzione di difese di sponda e ampliamento delle sezioni utili al deflusso del fiume Elsa a protezione di Castelfiorentino; la manutenzione ordinaria del canale scolmatore di Castelfiorentino. Sono in corso di progettazione: i lavori di adeguamento delle difese arginali sul fiume Bisenzio in Comune di Signa; i lavori di manutenzione straordinaria della traversa di San Francesco sul fiume Sieve; altri interventi di ripristino di officiosità idraulica sul fiume Arno e sui torrenti Mugnone e Terzolle. 4 Lo sviluppo sostenibile Le strategie in materia di sviluppo sostenibile a livello locale sono contenute nel 5° Programma di Azione ambientale e si basano sulla convinzione che tutte le scelte che riguardano l’ambiente vengano decise insieme ai cittadini, facendo della partecipazione consapevole lo strumento più efficace di governo. La dimensione da cui cominciare ad affrontare i problemi ambientali è quella locale. Tali principi nascono dalla Conferenza di Rio de Janeiro nel 1992, nella quale è stato approvato il documento programmatico di Agenda XXI, che afferma “lo sviluppo sostenibile si realizzerà solo attraverso una programmazione mirata e prescrive per ogni questione importante un processo attento per esaminare insieme una vasta gamma di argomenti, prendere decisioni chiare sulle priorità, sui compromessi e sui sacrifici….” La Carta di Aalborg riprende questi concetti, sottolineando “la necessità enunciata nel Quinto programma di azione a favore dell’ ambiente dell’ Unione Europea “per uno sviluppo durevole e sostenibile” di condividere la responsabilità dell’ attuazione del programma tra tutti i settori della Comunità. Esse fonderanno pertanto la loro azione sulla cooperazione tra tutti gli attori interessati e faranno si che tutti i cittadini e i gruppi interessati abbiano accesso alle informazioni e siano messi in condizione di partecipare al processo decisionale locale: esse si preoccuperanno di predisporre opportunità di educazione e formazione alla sostenibilità non solo per i cittadini ma anche per i rappresentanti eletti e i funzionari degli enti locali”. Per sviluppo sostenibile si intende quindi il percorso da compiere per migliorare la qualità della vita e l’equità tra le generazioni, impedendo l’impoverimento delle generazioni future e il depauperamento delle risorse del pianeta, assicurando l’uso durevole delle risorse ambientali. 4.1. Agenda 21 ed Istituzioni locali In considerazione della diversa natura dei problemi e delle diverse priorità che contraddistinguono gli Enti Locali, Agenda XXI non può essere uno strumento codificato, ma piuttosto un processo, i cui risultati dovrebbero essere una maggiore consapevolezza degli amministratori, una partecipazione non formale dei cittadini alla progettazione dell’ambiente e un confronto fra priorità diverse e su differenti ipotesi di intervento. Infatti, in materia ambientale le istituzioni si trovano spesso di fronte ad un conflitto non regolato. Si possono ad esempio ricordare i numerosi comitati e associazioni che si formano di volta in volta contro aspetti pianificatori, di realizzazione di grandi opere infrastrutturali, oppure di impianti di gestione dei rifiuti, di protesta sulle stazioni Radio Base di telefonia cellulare, ecc.. Si tratta di una reciproca incapacità di ascolto, per risolvere la quale appare necessario un approccio diverso e 178 maggiormente partecipato rispetto alle problematiche ambientali: un processo decisionale e informativo che parta dal basso e che riesca a coinvolgere i vari segmenti in cui si articola la provincia. 4.1.1. Il progetto FI21 “Agenda 21 locale per la sostenibilità della Provincia di Firenze”. 3. Agenda XXI locale è un “programma d’azione dinamico” che definisce gli obiettivi ambientali e le condizioni per poterli attuare, intese come partecipazione e responsabilizzazione verso obiettivi comuni. Questo programma si realizza attraverso alcune azioni propedeutiche: 4. • • • • • • • Una relazione sullo stato dell’ ambiente che rappresenta una carta approfondita di conoscenza del territorio; La individuazione di indicatori di sostenibilità locale; La definizione di un sistema di obiettivi per il piano di azione (es: diminuire l’inquinamento in atmosfera, acqua e suolo e rendere più vivibile le città; migliorare la qualità dei servizi; garantire la sicurezza e ridurre il disagio sociale; sostituire l’uso di energie non rinnovabili con quelle rinnovabili; proteggere e riqualificare gli ambienti e le aree vulnerabili; tutelare e riqualificare l’ ambiente naturale e costruito, ecc.); L’ammissione a finanziamento comunitario dei progetti presentati dai Comuni (Docup – FESR) coerenti con tale sistema di obiettivi; La formazione di amministratori, dipendenti, cittadini; La individuazione di misure “premianti” ad esempio concorsi e premi per la sostenibilità, rendendo visibili le esperienze migliori ed innescando comportamenti virtuosi; L’istituzione di sedi di incontro tra amministrazioni e soggetti sociali ed economici (costruendo il forum per approssimazioni successive). Il progetto FI21 prevede quindi di attivare il Forum agenda 21, di mettere a disposizione, quale strumento conoscitivo e di analisi, il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, di redigere il Piano d’azione locale con l’individuazione e l’attivazione di una serie di azioni partecipate e di accordi tra i vari soggetti sociali e istituzionali per lo sviluppo di programmi di sostenibilità ambientale e sociale. Gli obiettivi specifici del progetto sono: 1. la diffusione tra i vari soggetti sociali e istituzionali - e anche all’interno della struttura amministrativa - della cultura dello sviluppo sostenibile, della ricerca di strumenti e progetti per la valorizzazione delle risorse ambientali, della capacità di valutare gli effetti ambientali delle politiche e dei programmi settoriali; 2. la condivisione tra i vari soggetti sociali e istituzionali dell’analisi sullo stato dell’ambiente, delle 5. 6. 7. sue criticità, degli strumenti di governo e di gestione (pubblica e privata) per la qualità ambientale, delle potenzialità di promozione del benessere sociale ed economico legate alla valorizzazione e tutela delle risorse ambientali e all’innovazione tecnologica e gestionale dei modi di produrre e consumare; il consolidamento di forme di dialogo e di pianificazione partecipata tra i vari soggetti istituzionali e sociali attorno ad una “visione comune” di sviluppo sostenibile e per la costruzione di progetti e azioni comuni, anche attraverso l’adozione di tecniche EASW; l’integrazione tra obiettivi di sostenibilità ambientale e obiettivi di coesione sociale, benessere economico ed equità di genere (pari opportunità), inclusivi degli indicatori del progetto ECIP e dell’indicatore di Impronta Ecologica; l’integrazione degli obiettivi ambientali nelle politiche e nei programmi di settore, attraverso l’individuazione di criteri condivisi di valutazione preventiva delle politiche e dei programmi (secondo l’approccio della valutazione ambientale strategica); la promozione a livello territoriale (nei comuni e nelle aree omogenee) di strumenti di analisi e reporting ambientali e di esperienze locali di agende 21 - anche attraverso l’organizzazione di una rete territoriale di “Forum Agenda 21”. l’impiego di molteplici strumenti di comunicazione e diffusione dei risultati e il monitoraggio della partecipazione e del tasso di gradimento degli attori. E’ infine opportuno soffermarsi sulle potenzialità offerte dallo sviluppo dell’informatica. Nel programma di lavoro dell’ Assessorato è inserito il progetto di creazione di una rete provinciale di promozione e condivisione di buone pratiche per la sostenibilità, alla quale potranno partecipare tutti coloro che aderiranno alle iniziative di promozione della sostenibilità locale e dei relativi processi partecipativi, siano essi cittadini, pubbliche amministrazioni o imprese. La rete avrà il compito di mettere in comunicazione tutti i soggetti attivi, di utilizzare una apposita banca dati, di confrontare programmi e attività ed elaborare una integrazione di progetti e un coordinamento delle politiche che, pur nelle necessarie diversità, costituiscano le sinergie verso il raggiungimento di comuni obiettivi. Il Piano d’Azione Locale Lo schema di Piano d’Azione viene redatto attraverso un processo di progettazione partecipata e con la sua discussione si precisano gli obiettivi dell’ Agenda XXI, le strategie da adottare, si definiscono gli attori, i ruoli e le funzioni da svolgere. La finalità del Piano d’Azione è quella di dare corpo ad una visione dello sviluppo sostenibile, sintetizzare e connettere politiche, programmi e azioni del settore pubbli- 179 co e degli altri soggetti istituzionali e sociali, raccogliere secondo indirizzi e obiettivi strategici il più possibile condivisi le sollecitazioni e le proposte che emergono nel percorso partecipato di agenda 21. Poiché il Piano d’azione locale, in questo contesto, costituisce uno strumento strategico trasversale rispetto agli obiettivi e alle politiche derivanti dagli strumenti di governo del territorio già avviati, particolare attenzione sarà dedicata all’individuazione delle relazioni tra tematiche/obiettivi ambientali e politiche/programmi di settore che possono esercitare una influenza sulle risorse ambientali e/o che possono essere influenzati dalla qualità e disponibilità di risorse ambientali. In questo senso il Piano d’azione costituirà anche uno strumento correlato alle procedure di valutazione ambientale strategica. Il Piano d’azione evidenzia, per ognuno dei settori di intervento e/o delle aree tematiche nelle quali si articola l’Agenda 21 Locale: • obiettivi “generali” (o finalità), che possono rappresentare il traguardo di lungo termine di una politica di sostenibilità per il settore e che si ispirano all’approccio Stato – Pressione - Risposta; • obiettivi specifici, che possono essere individuati nel breve e medio termine quale traguardo di azioni e politiche orientate “verso” i corrispondenti obiettivi generali. Tali obiettivi devono di norma essere quantificabili e verificabili tramite gli adeguati indicatori e con riferimento al loro miglioramento nel tempo e a target di riferimento; • riferimenti consolidati per la determinazione quantitativa degli obiettivi specifici e dei loro target, in genere rappresentati da programmi e norme nazionali ed internazionali. Lo stesso processo di agenda 21 locale può e deve intervenire a definirli quando assenti o a migliorarli quando ritenuti insufficienti; • Azioni e proposte operative - condotte direttamente dall’amministrazione Provinciale, in partnership o assunte da altri soggetti istituzionali e sociali - di sostenibilità per l’attuazione degli obiettivi strategici e specifici. Nella misura del possibile, attraverso il Forum ci si attende anche che gli attori che hanno partecipato alla stesura del piano si mobilitino per la sua realizzazione, impegnandosi su progetti di partnership. A titolo esemplificativo, sarebbe auspicabile che gli enti aderenti e i loro rappresentanti esprimessero la volontà di essere promotori di “almeno una” delle azioni indicate. L’impronta ecologica Rappresenta un indicatore sintetico di sostenibilità ambientale in grado di stimare l’impatto che una popolazione esercita sull’ambiente con i propri consumi, quantificando l’area necessaria per fornire, in modo sostenibile, tutte le risorse utilizzate e per assorbire, sempre in modo sostenibile, tutte le emissioni prodotte. L’attenzione viene posta quindi sul territorio effettivamente utilizzato dai residenti, indipendentemente dal 180 fatto che questa superficie coincida con il territorio su cui la popolazione stessa vive. Il calcolo dell’impronta ecologica si basa quindi sui consumi medi della popolazione, considerando che ad ogni unità materiale o di energia consumata corrisponda una certa estensione di territorio, che garantisce il relativo apporto di risorse per il consumo e per l’assorbimento delle emissioni. Con il calcolo dell’ impronta ecologica del proprio territorio, opportunamente abbinata ad altri indicatori, la Provincia di Firenze intende quindi ottenere un valido elemento di valutazione con il quale poter pianificare processi decisionali. Nel caso italiano, ad esempio, il deficit ecologico della nazione (differenza fra l’impronta ecologica e la capacità biologica) vale 3.59, ossia ogni italiano oltrepassa più di tre volte il tetto di consumi accettabili per avere un’economia ambientalmente sostenibile e un’equa ripartizione delle risorse, ovvero solo un terzo dei consumi degli italiani potrebbe essere garantito dal territorio nazionale. 4.2 La Bioarchitettura per una edilizia sostenibile. Una politica innovativa per gli edifici scolastici Il concetto di edilizia sostenibile è da tempo entrato negli obiettivi prioritari della Provincia di Firenze: iniziative, corsi, aggiornamento professionale per i propri tecnici, hanno contribuito a determinare una positiva consapevolezza ecologica, percepita come presupposto imprescindibile per una progettazione architettonica corretta e legittimata dalla nuova etica della sostenibilità. L’Assessorato all’ Edilizia ha provveduto a formare tecnici e operatori con due corsi a carattere nazionale, organizzati con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura diretto dall’Architetto Ugo Sasso nel biennio 2001 – 2002. Il programma delle lezioni era rivolto a ingegneri, architetti, geometri, medici, biologi, fisici, chimici, agronomi, forestali, laureati e laureandi, oltre che tecnici, ricercatori universitari e professionisti e in genere a tutti quanti operano nei settori della gestione del territorio, della costruzione e della riqualificazione dell’ambiente. E’infatti nostro prioritario interesse rivolgersi in particolar modo ai tecnici degli Enti locali perché siano in grado di operare in questo settore ed introducano nuovi concetti del costruire e del fare urbanistica, ponendo la pubblica amministrazione all’avanguardia in questo campo. L’Assessorato all’Edilizia si è poi impegnato in un programma di comunicazione che lo vede promotore della Conferenza Nazionale di Bioarchitettura, un appuntamento che si rinnoverà ogni anno e che è arrivato quest’anno alla terza edizione, dove si fa il bilancio della situazione della bioarchitettura in Italia. Il Convegno di quest’anno ha evidenziato la carenza legislativa in questa materia e la necessità di farvi fronte con proposte organiche e puntuali. A questo proposito l’Assessorato all’Edilizia ha presentato il proprio Prezziario Edile, la cui redazione è stata affidata a un gruppo di tecnici, esperti, professionisti operanti nell’ambito dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura. Per la prima volta in Italia un Ente pubblico ha, infatti, deciso di dotarsi di uno strumento immediatamente operativo in ambito ecologico, completando il proprio Prezziario Edile in maniera tale da affiancare ad ogni materiale ed ogni tecnologia ivi prevista, un’alternativa “più ecologica”. Non dunque proposte astratte, ma l’individuazione di una gamma di possibilità più attente all’ambiente ed alla salute dei cittadini che siano effettivamente praticabili. Spetterà poi al tecnico operare di volta in volta le scelte più opportune e convenienti in funzione del luogo, delle richieste progettuali, delle maestranze, del budget, ponendosi non nell’ottica di sperimentazioni spinte e dai risultati poco controllabili, ma attuando una introduzione graduale e prudente nella pratica corrente di cantiere. Una serie di piccole azioni capaci, l’una accanto all’altra, di trasformare la realtà e diffondere ad ampio raggio, attraverso la “metabolizzazione” del cambiamento, una nuova qualità ecologica. Un altro passo importante nell’approfondimento di questa tematica è stato il coinvolgimento dell’Università per quello che concerne la ricerca. Si è stipulato, infatti, un Documento d’intenti con la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, che prevede la costruzione di uno stretto rapporto di collaborazione al fine di attivare progetti e realizzare congiuntamente programmi sui temi dell’architettura e dell’edilizia e della bioarchitettura in particolare. Sono stati inoltre promossi altri importanti Protocolli d’Intesa con oggetto lo sviluppo della Bioarchitettura con i Comuni del Chianti e del Mugello. Da segnalare inoltre la promozione di due ricerche: una affidata all’Università di Firenze per lo studio di un modello abitativo temporaneo, cioè per la realizzazione di nuovi sistemi edilizi modulari facilmente assemblabili e smontabili, riciclabili, compatibili con l’ambiente, che permettano di superare il vecchio e ormai inadeguato sistema dei container prefabbricati. L’altra riguardante la redazione di un progetto pilota a livello regionale per la riqualificazione, riconversione e nuova progettazione degli spazi aperti e verdi delle scuole superiori. Sul fronte più operativo possiamo registrare altre iniziative messe in atto dall’ Assessorato all’Edilizia: prima fra tutte una riforma del servizio energia sugli immobili di competenza della Provincia. Alcuni dati fanno riflettere: la Provincia spende per riscaldamento poco meno di 5 miliardi l’anno delle vecchie lire. Il piano economico finanziario quinquennale prevede un risparmio graduale variabile del 5% circa fino alla fine del prossimo anno e poi nell’ultima stagione 2004/5 del 7% circa. Ciò sarà possibile grazie a vari procedimenti che prevedono l’installazione di un sistema telematico di controllo e di gestione degli impianti oltre ad interventi strutturali negli edifici. Si trasformeranno, inoltre le centrali termiche attualmente alimentate a gasolio, per l’uso del biodiesel (un combustibile di olio vegetale). E poi le cosiddette energie rinnovabili. Il solare e il fotovoltaico entreranno nelle scuole . L’Amministrazione provinciale si è impegnata infatti, a rendere obbligatorio l’inserimento dei moduli fotovoltaici nella redazione dei progetti di edifici di nuova costruzione che la Provincia intende realizzare, cominciando ad installarli negli istituti di Figline e di Scandicci, oltre ad attivare impianti solari a Empoli e Borgo S. Lorenzo. A seguito di un importante convegno sulla salubrità degli edifici, si sono sviluppate sinergie che hanno portato ad un’indagine, la prima in Italia, sulla misura della concentrazione di Radon negli istituti scolastici di competenza provinciale. Recenti studi epidemiologici hanno posto infatti in evidenza il rischio legato al Radon, gas radioattivo naturale i cui prodotti di decadimento emettendo radiazioni producono danni alle cellule bronco-polmonari costituendo la seconda causa di tumore polmonare. Infine fra i tanti progetti biocompatibili attivati preme segnalare sicuramente il più rilevante: il progetto del nuovo Polo Scolastico di Empoli, 26.000 mc complessivi interamente progettati con le indicazioni della Bioarchitettura, che si pone come la più importante Scuola Superiore in Italia costruita in Bioedilizia. Se l’edilizia e l’urbanistica degli ultimi decenni hanno evidenziato inadeguatezze preoccupanti sotto il profilo della salubrità fisica e sociale, il compito che tocca ora all’architettura del nuovo millennio è la riqualificazione dell’ambiente, la rivalutazione dei piccoli centri storici, il risanamento delle periferie. In concreto si deve guardare ad un vero e proprio “sistema” che non deve privilegiare solo gli aspetti estetici e formali dell’architettura, ma preoccuparsi altresì del risparmio delle risorse ambientali e soprattutto del benessere psicofisico degli utenti. Tale impostazione è diventata ormai una necessità visto che le trasformazioni sociali ed organizzative in atto (informatizzazione della comunicazione e del lavoro, utilizzo del tempo libero, disequilibri demografici, lavoro a domicilio) stanno determinando la diversificazioni delle utenze e cambiando il modo stesso di abitare. Ecco perché nelle punte più avanzate della società europea si è sviluppata una nuova etica di intendere la qualità abitativa, in cui i concetti di risparmio energetico, di compatibilità biologica e sostenibilità ambientale stanno assumendo sempre una maggior rilevanza. 4.3. Educazione ambientale Le attività di informazione ed educazione ambientale rivestono un ruolo fondamentale per diffondere il valore delle problematiche dell’ ambiente in generale e per sviluppare e diffondere il processo di partecipazione e di condivisione delle scelte di gestione del territorio. La particolare situazione territoriale ed ambientale che caratterizza la provincia di Firenze fa si che la tutela ambientale rivesta per questo ambito territoriale un valore di primaria importanza, non solo sul piano essenziale 181 della salvaguardia dell’integrità dei beni ambientali naturali ma anche su quello della tutela e valorizzazione dei beni ambientali intesi come giacimenti culturali artisticomonumentali. La Provincia di Firenze a tale scopo, ormai da anni, svolge un ruolo attivo sul versante dell’Educazione ambientale. Ad esempio, circa dieci anni fa è stato realizzato il Laboratorio di Didattica Ambientale di Villa Demidoff, concepito come struttura permanente rivolta alla scuola. Il Programma INFEA (Informazione, Formazione, Educazione Ambientale) finanziato da Stato e Regione, offre ora l’opportunità di valorizzare progetti proposti da Enti pubblici e da privati e rivolti sia al mondo della scuola che all’ intera popolazione. La partecipazione alla redazione e alla gestione dei bandi INFEA, inserisce la Provincia di Firenze in un circuito di reale collaborazione con altri soggetti, quali la Regione Toscana, L’ARPAT, la Direzione Scolastica Regionale e l’Istituto Regionale di Ricerca Educativa (IRRE). L’obiettivo è quello di favorire una reale integrazione tra tutti i soggetti, pubblici e privati che operano nel mondo dell’educazione ambientale (i centri e i laboratori, gli Enti Locali, l’Associazionismo, le Istituzioni scolastiche, il sistema regionale delle Aree Protette, ecc.), razionalizzando la ricaduta delle rispettive attività ed iniziative. In prospettiva si intende creare un “sistema” comprendente tutte le attività e le opportunità di educazione ambientale presenti sul territorio, siano esse appartenenti a strutture pubbliche, private o associative. L’obiettivo è volto quindi a costituire una “rete”, all’interno della quale ogni soggetto possa conservare il proprio ruolo, ma che, sulla scorta di esperienze simili realizzate in altre realtà locali, possa anche rappresentare uno strumento teso ad ottimizzare le risorse disponibili e a razionalizzare progetti e interventi. La Provincia intende valorizzare nei prossimi anni tutte le attività che nel territorio saranno rivolte prioritariamente verso i seguenti obiettivi di educazione ambientale: • Attivazione di percorsi di sviluppo sostenibile e di Agenda 21 Locale; • Incremento delle raccolte differenziate e diminuzione della produzione di rifiuti; • Tutela e valorizzazione della risorsa acqua; • Percorsi educativi nei parchi e nelle Aree protette. Fra le iniziative realizzate dalla Provincia di Firenze, occorre ricordare: 4.3.1. Il laboratorio didattico ambientale Il progetto di laboratorio è stato realizzato sulla base di un protocollo d’intesa con il Provveditorato agli Studi, nel quale i due enti hanno assunto un forte impegno comune in materia di didattica ambientale nella scuola. Accordi sono stati poi stabiliti con numerosi comuni, al fine di pervenire alla definizione di analoghe intese finalizzate alla massima fruizione del Centro da parte di docenti e scolaresche e alla attivazione di interventi mirati sul territorio. 182 Il progetto è stato avviato nel 1994 ed attualmente presso la struttura di Villa Demidoff sono presenti le seguenti funzioni: a) Laboratorio Didattico Ambientale diurno per le classi della fascia scolare dell’obbligo e media superiore; b) soggiorni residenziali con finalità didattico-educative in materia ambientale per scolaresche della fascia dell’obbligo e media superiore; c) soggiorni estivi, residenziali e non, per ragazzi in età scolare con finalità didattiche, ludiche e sportive; d) attività di documentazione con allestimento di una biblioteca sulle attività di educazione ambientale; e) attività di formazione e aggiornamento professionale, residenziale e non, in materia ambientale (corsi per docenti della scuola dell’obbligo e media superiore e corsi per adulti aventi la caratteristica di attività di educazione permanente); f) ospitalità a corsi di aggiornamento e formazione organizzati da Enti quali ARPAT, ARSIA, IRRSAE, Provveditorati agli Studi, Ordini professionali, Università; g) organizzazione di campagne informative per aree tematiche indirizzate ad utenza specifica o di target indifferenziato su aspetti di emergente rilevanza ambientale; h) offerte di turismo ambientale per scolaresche e per soggetti adulti anche con valenze storiche e artistico-culturale durante i fine settimana ed i periodi estivi; i) attività editoriali relativi alla pubblicazione dei materiali didattici prodotti. Gli obiettivi del laboratorio sono volti a sviluppare un intervento finalizzato al mutamento dei modelli culturali dominanti in materia ambientale, affermando presso le nuove generazioni valori quali: la coscienza della non rinnovabilità delle risorse e quindi dello sviluppo sostenibile; l’acquisizione della necessità del passaggio da un modello di sviluppo quantitativo basato sull’espansione incontrollata del consumo, dello spreco di risorse e del danno ambientale ad uno sviluppo qualitativo che privilegi la produzione di beni immateriali e ponga al centro l’uso conservativo delle risorse, la salvaguardia ambientale e la tutela della salute; la consapevolezza dell’interdipendenza e complessità del problema ambientale quale “villaggio globale”. 4.3.2. Riciclabilandia Riciclabilandia è un progetto finalizzato al riciclaggio dei rifiuti, promosso e realizzato dall’Assessorato all’Ambiente, giunto alla sua terza edizione. Con questa denominazione si indica una grande città, un mondo “pulito” in cui gli abitanti sono tutti impegnati per la salvaguardia dell’ambiente, con particolare attenzione al riciclaggio dei rifiuti, e con il reimpiego e il riutilizzo di importanti risorse. Riciclabilandia però non è solo un mondo fantastico, ma è la città che tutti – ed in primo luogo i bambini – possono contribuire a costruire. Ciascuno deve infatti fare la propria parte per tutelare e salvaguardare l’ambiente. Il progetto è indirizzato in particolare alle scuole elementari, ma non esclude le scuole materne. Ogni anno viene ampliata l’area di intervento. Nell’anno scolastico 2002/2003 sono state interessate • area metropolitana fiorentina • area Mugello • area Val di Sieve • area Valdarno con il coinvolgimento di circa 600 bambini e delle rispettive famiglie. Obiettivo principale del progetto è insegnare ai bambini (e attraverso di loro alle famiglie) a fare la raccolta differenziata dei rifiuti mediante un percorso educativo per tappe che li coinvolga a tutto campo e che preveda la conoscenza del servizio sul territorio, il riconoscimento delle singole tipologie di materiale, correggendo eventuali “errori” comuni che talvolta i cittadini sono portati a fare per scarsa conoscenza in materia. Il progetto si articola in tre fasi: 1. corsi di formazione per insegnanti, attivati nelle varie aree di intervento e personalizzati rispetto al territorio 2. attività svolta nelle scuole, attraverso la quale i bambini imparano a riconoscere le tipologie di oggetti destinati al riciclaggio, a distinguere i vari tipi di cassonetto, a capire l’importanza delle raccolte differenziate per il territorio e la salvaguardia ambientale, a fare concretamente (in classe) le raccolte differenziate. Durante questa fase le classi realizzano un lavoro collettivo, un “Quaderno-Diario” che documenta le attività svolte attraverso foto, immagini e testi. 3. momento conclusivo collettivo, con festa finale a carattere educativo e consegna di gadget a tutti i partecipanti. L’obiettivo è il coinvolgimento degli insegnanti e dei bambini, ma anche dei cittadini nelle singole aree di attivazione. In particolare viene distribuito materiale informativo destinato a tutte le famiglie dei bambini coinvolti, contenenti alcune indicazioni utili sulle raccolte differenziate e il riciclaggio dei rifiuti e informazioni sul progetto, in modo da stabilire un contatto diretto con le famiglie coinvolte. Nelle famiglie viene poi realizzato un sondaggio allo scopo di ottenere una precisa percezione delle abitudini e conoscenze dei cittadini in materia di raccolte differenziate e riciclaggio dei rifiuti. A conclusione del progetto viene allestita una mostra dei lavori realizzati dalle scuole, visitabile dai cittadini, ed una festa finale. 4.3.3. Il Riciclone All’esperienza di Riciclabilandia si collega “Il Riciclone”, uno spettacolo teatrale per le scuole, ma non solo, che l’Associazione Pupi e Fresedde - Teatro di Rifredi ha realizzato con il contributo dell’Assessorato Ambiente ed in collaborazione con il Quartiere n.5 del Comune di Firenze e l’Azienda Quadrifoglio. Il Riciclone dà forma di spettacolo alle campagne in atto nelle scuole per diffondere la cultura del riciclaggio dei rifiuti. Lo spettacolo, infatti, attraverso l’exemplum ludico e gioioso del racconto e del personaggio teatrale propone ai ragazzi corretti modelli di comportamento ambientale. Nell’anno scolastico 2002-2003 lo spettacolo è stato offerto nell’ambito delle feste finali di Riciclabilandia. 4.3.4. Camminare nel verde E’ un programma di educazione ambientale rivolto alle scuole elementari, medie inferiori, superiori ed istituti parificati della Provincia di Firenze, svolto dalla Provincia fin dal 1985, che consiste nell’organizzazione di gite di interesse prevalentemente naturalistico, effettuate sia nel territorio provinciale, sia fuori di esso, il cui accompagnamento viene assicurato da Associazioni Ecologiche di Volontariato. Il contributo offerto dalle Associazioni di volontariato - che fanno parte di un apposito Comitato di Coordinamento istituito dalla Provincia di Firenze – rappresenta l’elemento di maggior rilievo del progetto. Viene così valorizzato il patrimonio di conoscenze ed esperienze specifiche di queste associazioni, che sempre più spesso affiancano l’Ente pubblico in compiti attinenti la protezione dei beni ambientali e le iniziative collaterali. La Provincia svolge un ruolo di coordinamento fra Associazioni e Scuole ed assicura un sostegno economico a favore delle Associazioni, a titolo di rimborso spese per l’accompagnamento delle classi negli itinerari richiesti. Ogni anno viene pubblicato un opuscolo contenente gli itinerari e le visite proposte alle scuole, le cui informazioni sono diffuse anche sul sito web della Provincia( www.provincia.fi.it\ambiente). Alla fine di ogni anno scolastico, le classi partecipanti sono invitate a produrre dei lavori inerenti il programma di gite svolte. Le classi che hanno presentato i lavori più interessanti ed originali vengono premiate con l’effettuazione di gite a carattere naturalistico, offerte dalla Provincia. Alcuni esempi di gite premio effettuate nel corso degli anni: Isola di Polvese di proprietà della Provincia di Perugia sul Lago Trasimeno, Parco Naturale della Maremma, Parco di Migliarino, S. Rossore, Massaciuccoli, Parco del Mincio, Valli di Comacchio, Oasi delle Valli di Ostellato, Oasi di Marano, Padule di Fucecchio, Delta del Po, Isola di Palmaria, Parco del Ticino, Lago Maggiore, Lago di Bolsena, Laboratorio sopra e sotto il mare a Portofino, Miniera di Gambatesa, Valli dell’Argenta e Ferrara, Mantova e Sabbioneta, Venezia e Ville del Brenta. Nel corso degli anni il numero di classi partecipanti e di gite effettuate è notevolmente aumentato, insieme al gradimento della scuola e delle associazioni del volontariato. 183 Oggi “Camminare nel Verde” è un programma di grandi dimensioni con 621 gite svolte nell’anno scolastico 20022003, a cui hanno partecipato oltre 10.000. Nel corrente anno l’Assessorato all’Ambiente organizza un corso di formazione per Guide Ambientali Escursioniste, allo scopo di uniformarsi alle disposizioni della L.R.T. n. 42 del 23.3.2000 “Testo unico delle leggi regionali in materia di turismo”, che disciplina le varie figure di guide fra cui quella della guida ambientale L’impegno economico della Provincia, a fronte della mole di attività svolta, resta davvero contenuto e riguarda sia i rimborsi erogati alle Associazioni che l’organizzazione delle gite premio. La tabella che segue mostra il rapporto in termini economici fra attività svolta (n° gite guidate) e somme erogate (contributi), dal quale si evince come all’aumento costante del numero delle gite non abbia fatto riscontro un corrispondente aumento della spesa sostenuta. 4.4 Mobilità sostenibile 4.4.1 Iniziative per migliorare l’accessibilità al Trasporto Pubblico Locale Integrazione tariffaria nella Provincia di Firenze - “PEGASO” Dal 1° ottobre 2002 è stata estesa a tutta la Provincia di Firenze l’integrazione tariffaria “Pegaso”. Con un abbonamento unico mensile a prezzo agevolato è possibile, nelle singole tratte all’interno del territorio pro- 184 vinciale, utilizzare in modo indifferenziato tutti i servizi offerti dalle autolinee e quelli offerti da Trenitalia con in più la possibilità di abbinare all’abbonamento extraurbano quello urbano di Firenze. Questa possibilità si è aggiunta all’analogo servizio che già esistente sulle linee regionali. Nel mese di settembre 2003 è previsto di attivare altri due titoli di viaggio “Pegaso” sulle tratte a livello provinciale: l’abbonamento per studenti e l’abbonamento annuale. Ciò permetterà agli utenti di poter ottenere dei consistenti risparmi, nello stesso tempo aumenterà la fedeltà dell’utente al trasporto pubblico. Importante sarebbe impostare e promuovere una iniziativa fra Enti Locali, ANCI, URPT Regioni ecc. per ottenere la detrazione fiscale per le spese sostenute per l’utilizzo del trasporto pubblico. Sperimentazione agevolazione tariffaria nel Comune di Firenze Dal 1° febbraio 2002 è possibile, all’interno del Comune di Firenze, utilizzare per gli spostamenti urbani gli autobus delle varie aziende del trasporto extraurbano ed i treni del Trasporto Regionale con qualsiasi titolo di viaggio dell’ATAF. Carta Arancio per turisti Prevede per tutti i turisti presenti nel territorio provinciale un ticket di validità settimanale che permette loro da qualsiasi località della Provincia utilizzare qualsiasi mezzo del TPL sia su gomma che su ferro per recarsi in qualsiasi altro posto del territorio della Provincia. Attualmente, in attesa di rinnovare la convenzione con le Aziende di Trasporto, è stata prorogata la scadenza al 30 settembre 2003 ed è in corso un lavoro con l’A.P.T. di Firenze teso ad individuare i diversi target di turisti da intercettare, in base alle diverse tipologie di permanenze. Dai dati emersi si evince che gli ospiti degli agriturismi abbiano una permanenza media di 7 gg., mentre gli ospiti degli alberghi della città di Firenze e area fiorentina una permanenza media di 3 gg. con in più tanti ospiti giornalieri. In base a ciò va rinnovata e rilanciata la Carta Arancio con titoli di viaggio differenziati. Orario integrato Area Mugello e Val di Sieve Onde migliorare l’informazione sui servizi svolti, favorire l’uso del mezzo pubblico e migliorarne l’accessibilità, quest’anno, in accordo con le Aziende di trasporto dell’area, è stato pubblicato l’Orario Integrato delle aree del Mugello e della Valdisieve. Utilizzo gratuito per tutti i cittadini della Provincia di Firenze dei Minibus elettrici in servizio nel centro storico di Firenze E’ stato firmato un Protocollo d’Intesa fra Provincia, Comune di Firenze e ATAF che prevede che fino all’Ottobre del 2003 tutti i cittadini della Provincia possano utilizzare gratuitamente i minibus elettrici in servizio nel Centro Storico della Città di Firenze. 4.4.2 Iniziative per favorire la mobilità secondaria ciclabile Bici-Treno-Bici Il servizio offre la possibilità ai turisti e anche a tutti gli altri passeggeri di prendere il treno e, una volta giunti a destinazione, di poter usufruire di una bicicletta per muoversi nel Centro Storico e visitarlo comodamente. Questa proposta è nata dalla collaborazione con la direzione Regionale di Trenitalia, e anche con svariate Province, Comuni ed Enti Parco dell’intera Regione, sotto il coordinamento della Provincia di Firenze. Il servizio è pratico: infatti basta presentarsi con un biglietto ferroviario di andata e ritorno valido e di un documento di identità: viene consegnata senza alcun costo aggiuntivo una bicicletta che dovrà essere riconsegnata il giorno stesso. Inoltre è possibile portare con il treno la propria bicicletta usufruendo degli appositi spazi a bordo dei treni. Bici e Bus (Sita) L’accordo prevede il noleggio di biciclette da fornire ai clienti del servizio di trasporto extraurbano per muoversi liberamente nel Centro Urbano di Firenze. Il servizio si effettua tutti i giorni dalle ore 8.30 alle 18.00 esclusi sabato, domenica e festivi. Monitoraggio della Mobilità ciclabile Un’alternativa reale all’utilizzo del mezzo privato è rappresentato dalla mobilità ciclabile, da un’indagine recente commissionata dalla Regione Toscana è emerso che oltre il 25% di persone intervistate si sono dichiarate disponibili ad utilizzare questo mezzo di trasporto per spostamenti casa/lavoro e casa/scuola una volta create le necessarie condizioni di sicurezza e di confort (piste ciclabili, rastrelliere, ecc.) Questa Amministrazione Provinciale, nell’ottica di favorire questa modalità di trasporto, ha incaricato un esperto di problemi della mobilità di effettuare una ricognizione su scala provinciale (44 comuni) delle iniziative che le singole Amministrazioni Locali hanno già realizzato, stanno realizzando e/o hanno programmato di realizzare in merito, con l’obiettivo di sviluppare progetti di ricucitura delle singole esperienze per realizzare un progetto di rete ciclabile della Provincia di Firenze. E’ intenzione di questa Amministrazione presentare i risultati del monitoraggio ed eventualmente avanzare, previo coordinamento con i Comuni interessati, in primo luogo il Comune di Firenze, progetti per alcune esperienze pilota fra cui i Comuni della “Piana Fiorentina” e i Comuni lungo l’asse dell’Arno da Pontassieve fino a Signa. Proposta piste ciclabili nella Piana Fiorentina Nell’ambito del Progetto di Ristrutturazione dei servizi di Trasporto Pubblico Locale nell’area del Polo Scientifico Universitario di Sesto Fiorentino, presentato congiuntamente al Comune di Firenze alla Regione Toscana onde poter concorrere al finanziamento istituito dalla Regione Toscana con delibera G.R. n. 1458 del 23.12.002 “Fondi per i Servizi Urbani ed intermodalità di ambito metropolitana”, è stata presentata una proposta di collegamenti ciclabili fra il Polo Universitario e le stazioni ferroviarie di Castello, Cascine, Zambra e Sesto Fiorentino. Accordo Quadro per il recupero e riutilizzo di aree ed immobili delle piccole stazioni non più utilizzabili L’ Amministrazione Provinciale ha sottoscritto il 26 giugno 2002 con Trenitalia, RFI Movimento e RFI Infrastrutture e Metroplis uno specifico “Accordo Quadro per la riqualificazione di aree e di edifici dismessi dalla attività ferroviaria”. Onde arrivare al suddetto accordo e raggiungere gli obiettivi sopra descritti ha attivato un lavoro lungo e tenace chiedendo a RFI Spa Divisione Compartimentale Infrastrutture di Firenze, Metropilis Spa Servizi Immobiliari Client Management di Firenze, Trenitalia Spa Direzione Regionale Toscana, RFI Spa Divisione Compartimentale Movimento di Firenze di effettuare un monitoraggio delle aree e degli immobili delle Stazioni situate nel territorio della Provincia per individuare quelle parzialmente o totalmente disabilitate dal servizio e dismesse dall’attività ferroviaria. L’Amministrazione Provinciale si è assunta l’incarico di coordinare tutta l’attività burocratico – amministrativa per arrivare nei tempi previsti alla stipula, fra Enti Locali ed F. S. SpA, degli atti amministrativi (comodato e/o contratto di affitto) che regoleranno le modalità di utilizzo delle aree e degli immobili non utilizzati ai fini ferroviari. 185 5 I SISTEMI AMBIENTALI 5.1. La gestione dei rifiuti Con il Decreto Legislativo Ronchi (DLGS 22/1997) e con le successive normative della Regione Toscana (LR 25/98, Piano regionale per i rifiuti urbani ed assimilati, Piano regionale per i rifiuti speciali) si è superato il semplice concetto di smaltimento, per porre l’obiettivo di una gestione dei rifiuti che privilegi la riduzione della produzione di rifiuto, il riutilizzo ed il recupero dei rifiuti, il recupero di energia. Questa nuova visione era già stata anticipata dalla pianificazione della Provincia di Firenze negli anni precedenti all’uscita del DLgs 22/1997, che aveva basato la soluzione dei problemi di smaltimento dei rifiuti sulla raccolta differenziata sia della frazione secca che della frazione organica e sul recupero dai rifiuti (selezione e compostaggio, utilizzo termico con recupero di energia della frazione combustibile). Nonostante le carenze del passato, con l’avvento del Dlgs 22/97 è mutato il ruolo e l’impegno su questo settore da parte degli enti locali, ai quali viene affidata con obiettivi, adempimenti e scadenze certe, la responsabilità dell’attuazione degli stessi. Tra i punti più importanti che il Dlgs 22/97 impone di realizzare si ricordano: l’organizzazione dei servizi di gestione rifiuti sul territorio in ambiti territoriali ottimali la pianificazione in tema di rifiuti anche speciali e bonifica di siti inquinati l’impegno in tema di Raccolta Differenziata e Riduzione della Produzione di rifiuti A fronte di ciò si è assistito sul territorio ad un forte impegno in tal senso con il raggiungimento di risultati significativi quali ad esempio: la costituzione delle comunità di ambito degli ATO 5 e 6 con conseguente avvio del processo di superamento della frammentazione della gestione dei servizi di raccolta negli ATO della Provincia e riorganizzazione delle aziende pubblico private. La formazione del Piano stralcio per la gestione dei rifiuti urbani relativo all’ATO 5 del quale fa parte il circondario empolese valdelsa insieme alla provincia di Pistoia, adottato con delibera del Consiglio Provinciale n° 57 del 31.03.2003, in fase di approvazione. L’approvazione del piano stralcio per la gestione dei rifiuti urbani relativo all’ATO 6 stralcio per la gestione dei rifiuti urbani effettuata con Delibera Consiglio Provinciale di Firenze n. 22 del 11 Febbraio 2002. La realizzazione e/o ottimizzazione di alcuni impianti che erano già oggetto della precedente pianificazione e sono stati riconfermati in questa. Il conseguimento degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal d.lgs 22/97 a livello di ATO 6 L’attuazione di iniziative finalizzate alla riduzione della produzione del rifiuto. 186 Per il prossimo futuro saranno portati a compimento gli iter necessari alla approvazione dei due restanti stralci del piano provinciale per la gestione dei rifiuti relativi ai rifiuti speciali ed alla bonifica di siti inquinati. Gli obiettivi degli stralci di piano ancora da approvare sono individuabili essenzialmente come di seguito: Piano rifiuti speciali: si tratta di definire un quadro informativo relativo al sistema di produzione e gestione dei rifiuti speciali in provincia, oltre a definire un pacchetto di prescrizioni tecniche relative agli standards tecnologici minimi che dovranno avere i nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e l’individuazione sul territorio delle aree potenzialmente idonee ad ospitare impianti per la gestione dei rifiuti speciali; Piano bonifica dei siti inquinati: si tratta di definire un ordine di priorità per i siti individuati a medio termine nella pianificazione Regionale e di redarre una anagrafe ed un archivio di tutti i siti su cui sia in corso o sia stata eseguito un intervento di bonifica di cui al dm 471/99, oltre a definire prescrizioni tecniche generali per la conduzione degli interventi di bonifica o la cessazione di attività produttive. Le prospettive di realizzazione di grandi opere infrastrutturali, suscettibili di provocare alterazioni degli ecosistemi, richiedono nuovi strumenti di valutazione al fine di ricercare la sostenibilità delle opere e minimizzare l’impatto sull’ambiente. A tale scopo la Provincia di Firenze, grazie ad un apposito progetto LIFE-AMBIENTE, finanziato dalla Comunità Europea, ha avviato una Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS) del nuovo termovalorizzatore di RSU previsto dal Piano Provinciale nell’area della piana fiorentina. 5.1.1. Riduzione della Produzione di rifiuto Uno degli obiettivi fondamentali assunti dal Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani e assimilati dell’ ATO n° 6 “Area Metropolitana Fiorentina” è volto a stabilizzare la produzione procapite di rifiuto, raggiungendo al 2005 una riduzione del 6% rispetto ai livelli di produzione del 1999. La minimizzazione o la stabilizzazione dei rifiuti si è dimostrata un aspetto critico della gestione dei rifiuti: infatti in Italia la produzione di rifiuti cresce ed in particolare i rifiuti da imballaggio crescono a ritmi superiori rispetto al PIL e ai consumi interni. Invece, in altri paesi europei e principalmente in Germania e Olanda, con politiche mirate e misure economiche, il consumo di imballaggi è diminuito tra il 12 e il 15%. Pertanto, l’obiettivo di riduzione previsto dal Piano provinciale dell’ ATO 6 potrà essere conseguito solo grazie ad una forte e concorde azione dei soggetti pubblici e privati interessati alla gestione dei prodotti e dei rifiuti. E’ senza dubbio necessario il coinvolgimento attivo di tutti soggetti produttori, distributori e consumatori; tutta- via un ruolo fondamentale spetta agli Enti Pubblici, non soltanto di garanzia del sistema, ma come soggetti attivi con un proprio ruolo di promozione e di stimolo. Gli strumenti mediante i quali la Pubblica Amministrazione può attuare le politiche ambientali di prevenzione dei rifiuti sono di diversi tipi: • Strumenti normativi; • Strumenti economici; • Strumenti volontari. Gli strumenti legislativi e quelli economici, quali l’imposizione di tasse ambientali applicate a particolari categorie di beni non rientra nella competenza del nostro Ente. E’ però possibile promuovere il passaggio da tassa a tariffa sulla raccolta dei rifiuti, prevedendo uno sgravio fiscale per i soggetti della piccola distribuzione che raggiungeranno obiettivi di diminuzione . Gli strumenti volontari sono complementari a quelli di tipo normativo ed economico e sono tra l’altro riconosciuti dal D.lgs. 22/1997, laddove si parla di “accordi e contratti di programma”. Nel 1998 è stato siglato un protocollo di intesa fra Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Consiglio di Quartiere n° 4 e Consorzio Quadrifoglio, volto ad individuare e sperimentare forme concrete di riduzione dei rifiuti in particolar modo da imballaggio. Lo studio di fattibilità del progetto è stato affidato a Legambiente. Sulla base di tale accordo generale, sono stati stipulati nel dicembre 1999 quattro ulteriori protocolli di intesa rispettivamente con la Grande Distribuzione Organizzata (UNICOOP), con la Piccola Distribuzione (Confesercenti e Confcommercio), con il Consorzio ADAT e con McDonald’s Firenze. L’ Assessorato all’Ambiente intende estendere tali protocolli a tutti i Comuni dell’ATO n.6. Un notevole impegno dell’Assessorato all’Ambiente è volto al sostegno economico di progetti finalizzati all’incremento della raccolta differenziata e alla riduzione della produzione di rifiuto, proposti da Comuni e da Aziende; dall’anno 2001 è stato inoltre attivato un finanziamento specifico per i progetti che riguardano esclusivamente la riduzione. Ciò ha reso possibile un consistente cofinanziamento di progetti innovativi, quali la realizzazione di fontane di acqua di buona qualità, la promozione di centri di manutenzione e recupero tesi ad allungare la vita dei beni, l’istituzione di uno sportello informativo sulla minimizzazione e riduzione dei rifiuti da imballaggio rivolto alle categorie produttive, la definizione di un marchio ecologico per le strutture alberghiere. Particolare rilievo è stato dato alla promozione del compostaggio individuale; tale pratica porta ad evitare il conferimento dei rifiuti da manutenzione del paesaggio e a ridurre di circa il 30% la produzione di rifiuto di origine domestica. Nel corso degli ultimi anni è stato cofinanziato l’acquisto di oltre 3000 biocomposter, che le aziende hanno distribuito ai cittadini. L’Assessorato all’Ambiente sta realizzando anche direttamente alcune iniziative quali: • la promozione presso gli enti pubblici di forme di acquisti verdi, anche con l’organizzazione di specifici corsi di aggiornamento in collaborazione con ARPAT; • la introduzione nelle scuole medie superiori di competenza, di addolcitori di acqua di rubinetto, al fine di diminuire il consumo di bottiglie di plastica; • la previsione di uno specifico bando rivolto alle amministrazioni comunali che dimostrino di aver conseguito una effettiva riduzione della produzione di rifiuti. Si prevede inoltre di realizzare una campagna informativa a supporto di tutte le iniziative. Obiettivo di questa azione è la sensibilizzazione e l’educazione del consumatore alla prevenzione e riduzione dei rifiuti. 5.1.2 Cofinanziamenti di progetti in materia di raccolta differenziata e riduzione della produzione di rifiuti Negli anni 2000-2003 la Provincia di Firenze ha attivato consistenti finanziamenti a favore di progetti, proposti da Aziende ed Enti locali, relativi all’incremento della Raccolta Differenziata e alla diminuizione della produzione di rifiuto. Vengono di seguito indicati l’investimento complessivo e l’elenco dei progetti finanziati. Investimenti complessivi anni 2000-2003 Anni 2000-2001 £ 1.250.000.000 Anno 2002 € 318.474,14 Progetti cofinanziati con fondi Provinciali 2000 Comune di Figline V.no A.E.R. A.E.R. Comune di Rignano S/Arno Comune di Figline V.no S.A.FI. Comune di Reggello Realizzazione centro intercomunale per la raccolta e lo stoccaggio di rifiuti provenienti da attività agricole Servizio itinerante di raccolta rifiuti urbani pericolosi Servizio di raccolta manufatti contenenti amianto Servizio di raccolta manufatti contenenti amianto Servizio di raccolta differenziata di rifiuti organici Acquisto composter e relativa assistenza Acquisto composter e relativa assistenza 187 Progetti cofinanziati con fondi Provinciali 2001 AMI PUBLISERVIZI S.A.FI S.A.FI S.A.FI QUADRIFOGLIO S.A.FI S.PA. AMI S.p.A A.E.R. Quartiere n.5 Comune di Firenze Publiacqua S.P.A. Comune di Reggello QUADRIFOGLIO S.A.FI. Quartiere n. 4 Comune di Firenze QUADRIFOGLIO Compostaggio individuale nei Comuni di Marradi e Firenzuola Raccolta differenziata carta, ingombranti, rifiuti urbani pericolosi Progetti di raccolta differenziata di rifiuti organici Progetti di raccolta differenziata di rifiuti verdi Progetti di raccolta differenziata di multimateriale a cassonetto Informazione e fornitura di strumenti agli utenti per il miglioramento della raccolta differenziata Verifica dei servizi svolti e controllo della qualità dei materiali raccolti Stazione Ecologica ubicata nel Comune di Firenzuola Raccolta porta a porta di organico, raccolta di ingombranti, multimateriale, rifiuti urbani pericolosi, etc. Installazione n.29 distributori di acqua Installazione di n. 6 fontane di acqua di alta qualità Acquisto di n. 100 composter e relativa informazione e assistenza ai cittadini Diffusione di composter nelle scuole fiorentine Predisposizione centri di raccolta per utilizzo beni durevoli all’interno degli ecocentri ubicati nelle località di di Canciulle e Pontenuovo Sportello di consulenza sulla riduzione degli imballaggi Definizione di un marchio per le strutture alberghiere ecolgicamente compatibili Progetti cofinanziati con fondi Provinciali 2002 S.A.FI S.A.FI QUADRIFOGLIO Potenziamento numero verde aziendale Servizi porta a porta centri storici e siti industriali “Gli angeli di Quadrifoglio”, finalizzato all’informazione ed educazione alla raccolta differenziata QUADRIFOGLIO - Comune di Calenzano “Educazione alla gestione dei rifiuti” QUADRIFOGLIO “Borsa del riciclaggio”, finalizzato allo scambio e riutilizzo di merci altrimenti destinate allo smaltimento Publiacqua S.P.A. Installazione di n. 5 fontane di acqua di alta qualità S.A.FI Acquisto di n. 150 composter e relativa informazione e assistenza ai cittadini S.A.FI Realizzazione porzione destinata alla raccolta dei beni durevoli nella stazione ecologica di Scandicci. Amici della Terra “Buono come il pane” finalizzato al riutilizzo del pane avanzato 5.2. Il Sistema aria e la tutela dell’ inquinamento atmosferico Gli obiettivi dell’Unione Europea per la tutela della qualità dell’aria, contenuti nel Sesto Programma di Azione per l’Ambiente, sono volti a raggiungere livelli di qualità dell’aria che non comportino impatti o rischi inaccettabili per la salute umana e per l’ambiente. Le direttive europee individuano le sostanze inquinanti da controllare e monitorare in base a metodi di analisi standardizzati e definiscono le linee generali cui gli stati membri devono attenersi per l’attivazione di piani di risanamento. Vengono così stabiliti i valori limite e la soglia di allarme 188 per specifici inquinanti, i requisiti minimi necessari per il rilevamento della qualità dell’aria, numero e ubicazione dei punti di campionamento e tecniche di misurazione, i requisiti per la valutazione tramite campionamento o modellizzazione, i requisiti di informazione al pubblico. Alle Regioni spetta l’attività di coordinamento del sistema di monitoraggio e di controllo sul rispetto della normativa, la valutazione della qualità dell’ aria e la predisposizione e adozione dei piani di risanamento o di mantenimento. L’attività che l’Amministrazione Provinciale svolge dal 1993, con il supporto tecnico dell’ARPAT, per il controllo della qualità dell’aria, rappresenta un’esperienza avanzata nel panorama italiano. Per molti inquinanti atmosfe- rici, anche non tradizionali, l’uso di modelli previsionali stocastici di supporto decisionale all’Autorità Competente è utile per definire i provvedimenti in funzione del livello di rischio previsto. La rete pubblica di rilevamento della Provincia di Firenze è attualmente costituita da 15 stazioni fisse per il rilevamento degli inquinanti e da un laboratorio mobile. Di queste, 12 stazioni fisse insistono nel territorio dei Comuni dell’ Area Omogenea Fiorentina, costituita da Firenze e da sette comuni limitrofi. La rete pubblica comprende anche quattro stazioni per il rilevamento di parametri meteorologici. In questi anni, sulla base delle più frequenti emergenze, si è provveduto ad incrementare la dotazione di polverimetri, sia PM10 che PM2,5. Inoltre sono state effettuate campagne di monitoraggio per la determinazione di benzene mediante campionatori attivi e mediante campionatori passivi e per la determinazione di Idrocarburi Policiclici Aromatici (benzo(a)pirene ed altri IPA cancerogeni). E’ proseguito l’obiettivo di inserimento nella rete pubblica di stazioni di rilevamento di proprietà di privati; in particolare, dopo la stazione UNICEM di Calenzano, quella di proprietà SAFI e SACCI a Greve in Chianti, mentre la stazione del consorzio CAVET di Sesto Fiorentino mette a disposizione di ARPAT i propri dati già validati. L’obiettivo per l’anno 2004 è rappresentato da una ulteriore estensione della rete con la copertura dei comuni di Campi Bisenzio e di Bagno a Ripoli e con l’installazione nel Comune di Firenze di uno strumento DOAS. Anche per quanto riguarda il sistema autorizzatorio relativo alle emissioni in atmosfera ex D.P.R. 203/88 la Provincia, insieme ad ARPAT, è impegnata in una forte attività di controllo relativa agli impianti autorizzati, che comprende anche le analisi di microinquinanti in attività a rischio, quali ad esempio il recupero energetico da rifiuti per via termica. Per quanto riguarda tale attività viene previsto un incremento del 25% del numero di controlli rispetto al precedente anno. Tale incremento sarà conseguito sia con controlli analitici diretti sulle emissioni, sia con controlli tecnici atti ad accertare il buon funzionamento dell’impianto. L’attività di monitoraggio chimico della qualità dell’aria, sia con strumenti automatici sia con campagne mirate, sono state integrate con tecniche di biomonitoraggio, con licheni epifiti e con cultivar di tabacco sensibili all’ozono troposferico, e da attività statistiche, come l’aggiornamento dell’inventario delle emissioni in atmosfera, i cui dati, per il futuro, potranno essere confrontati con i dati prodotti dal Sistema Informativo Regionale Ambientale. e di ARPAT-Dipartimento di Firenze ed è stato sviluppato in cooperazione con LINNÆA ambiente Srl. In termini operativi, SPIMQA è costituito da due componenti: • la rete di rilevamento mediante analizzatori chimico-fisici, dedicata alla misura dell’ozono su un numero limitato di punti del territorio provinciale distribuiti secondo i criteri definiti dalla legislazione vigente; • la rete di monitoraggio biologico, dedicata alla stima dell’ozono su un numero elevato di punti distribuiti sistematicamente sul territorio provinciale. La rete biologica utilizza piante di Nicotiana tabacum cv. Bel W3 ozono sensibili, che manifestano cioè sintomi specifici in presenza di ozono. Un modello deterministico permette di ottenere una distribuzione dei sintomi sul territorio provinciale per celle di 2x2 km. L’integrazione tra le due reti è data dal fatto che la rete chimico-fisica serve a calibrare la rete biologica; una volta note le relazioni statistiche tra concentrazioni di ozono e sintomi sui bioindicatori, è possibile ottenere stime di vari descrittori di ozono (valori massimi, medi ed AOT40) per ciascuna cella territoriale 2x2 km. La particolare struttura del progetto e la funzionalità della cooperazione consentono di ottenere mappe sui livelli settimanali di ozono entro 24 ore dal rilevamento dei sintomi, pubblicate regolarmente in Internet. 5.2.1.1. Risultati ottenuti nel periodo 2000-2002 SPIMQA è stato progettato nel 1999 e portato avanti nel periodo 2000-2002. I risultati hanno permesso per la prima volta di poter stimare i livelli di ozono per tutti i comuni della provincia di Firenze. Sono state evidenziate concentrazioni medie massime di ozono relativamente elevate (120-140 µg*m-3) non solo nei comuni prossimi a Firenze (Firenze, Bagno a Ripoli, Fiesole, Pontassieve, Impruneta, Scandicci, Sesto), ma anche in Val di Sieve (Rufina, Dicomano, San Piero a Sieve), nel Mugello e nella montagna appenninica in genere (Palazzuolo sul Senio, Firenzuola, Marradi, San Godenzo, Londa, Scarperia, Vicchio, Vaglia, Pelago, Reggello). Meno elevate sono risultate le concentrazioni stimate per la zona occidentale e sud-occidentale della provincia (Fucecchio, Montaione, Gambassi: ca. 100 µg*m-3). I risultati, che per la prima volta documentano elevate concentrazioni di ozono nelle aree rurali e forestali della provincia di Firenze, suggeriscono la possibilità di effetti avversi dell’ozono, non solo sulle popolazioni, ma anche sulle colture agrarie e sulle foreste. Le relazioni deterministiche riscontrate tra i valori misurati e stimati di sintomi ed ozono ai vari anni hanno reso inoltre possibile un primo approccio previsionale. 5.2.1. Il Sistema Permanente Integrato per il Monitoraggio della Qualità dell’Aria (SPIMQA) 5.2.1.2. Prospettive 2003-2004 SPIMQA è essenzialmente dedicato alla stima della contaminazione da ozono del territorio della provincia di Firenze. SPIMQA è un progetto innovativo della Provincia Il completamento del ciclo permetterà di migliorare la precisione del mappaggio, permettendo stime più robuste sulla contaminazione “media” da ozono del territorio 189 provinciale, e favorendo le analisi di tendenza sul medio periodo. La Direzione Tutela Ambientale ha in programma di sviluppare tale sistema integrato di controllo per ottenere una sufficiente conoscenza dell’ambiente atmosferico in gran parte del territorio provinciale, in particolare per le zone ad intensa presenza e attività umana, come la zona della piana individuata dall’Area Omogenea ex DGR 1406/01 e DGR 116/02. Anche per queste zone, peraltro, l’utilizzo delle conoscenze già maturate, attraverso l’utilizzo di modelli matematici di stima e correlazioni statistiche, permetterà di estendere il controllo del territorio ottimizzando peraltro l’utilizzo di risorse economiche, umane e strumentali. La valutazione delle informazioni complessivamente disponibili permetterà quindi di: • disporre sulle aree d’interesse del territorio provinciale di elementi sufficienti a valutare la qualità dell’aria, specialmente nelle aree giudicate a rischio di episodi acuti di inquinamento atmosferico e nelle zone oggetto di valutazione specifica; • delimitare e caratterizzare con sempre maggiore dettaglio le aree soggette a smog fotochimico e ad episodi acuti di inquinamento atmosferico da ozono troposferico; • caratterizzare con sempre maggiore precisione la qualità dell’aria nelle aree a rischio di episodi acuti di inquinamento atmosferico, in particolare i centri urbani, con campagne mirate e sistemi DOAS; • sviluppare gli strumenti modellistici ed i sistemi stocastici per la valutazione ante operam dell’effetto sulla qualità dell’aria di interventi strutturali. 5.3. Il sistema acqua – controllo degli scarichi e monitoraggio della qualità dei corpi idrici. Con la recente emanazione di normative in materia di tutela delle acque dall’inquinamento, la Provincia è stata investita di nuovi ed importanti compiti autorizzatori e di controllo in merito agli scarichi di acque reflue industriali ed urbane. Gli obiettivi che la Provincia si pone nel rilasciare le autorizzazioni sono tesi alla salvaguardia della qualità delle acque del corpo ricettore, impedendone il peggioramento, salvaguardandone gli usi attuali e futuri ed infine perseguendo gli obiettivi di miglioramento fissati dalla Regione. La fase transitoria di applicazione di dette normative ha comportato un difficile lavoro di raccolta dati presso i Comuni (enti competenti in materia prima delle nuove normative) e di rilascio di nuove autorizzazioni che hanno consentito di rendere omogenee le procedure e gli adempimenti su tutto il territorio provinciale. Un ulteriore problema che si è presentato è di natura conoscitiva. Si rende infatti necessario individuare gli 190 scarichi presenti sui corpi idrici della Provincia al fine di impostare una efficace campagna di controlli. Per fare questo è in corso di definizione un progetto con il quale verranno ricercate le sinergie necessarie con il mondo della scuola e con quello dell’associazionismo. Il progetto consentirà di coinvolgere in particolare gli istituti tecnici per geometri ai quali verranno messe a disposizione strumentazioni di ultima generazione per il rilievo di dati territoriali che potranno essere utilmente sperimentate sul campo con indubbi benefici dal punto di vista didattico e formativo. Sul fronte dell’associazionismo sarà invece cercata una collaborazione con quelle associazioni che della difesa dei fiumi hanno sempre fatto la loro ragione di esistere, prime fra tutte le associazioni dei pescatori. Il censimento capillare, fiume per fiume, di tutti i punti di scarico rappresenterà la base attraverso la quale impostare una opportuna campagna di controlli che consentirà di individuare i soggetti che eludono le normative in maniera sistematica; è infatti abbastanza comune controllare che i soggetti autorizzati rispettino i limiti imposti, più raro e più complesso è individuare chi elude completamente gli obblighi. Un ulteriore impegno che la Provincia si è assunta è quello di ampliare la già efficiente rete di punti di misura della qualità dei corpi idrici, finanziata dalla Regione Toscana e gestita da Arpat. In questa prima fase l’impegno si sta concentrando verso quello che si avvia ad essere uno dei corpi idrici più importanti del territorio provinciale: il Lago di Bilancino. Esso infatti oltre a rappresentare una insostituibile riserva idrica per gli acquedotti dell’intera Provincia e di alcuni territori contermini, consente di mantenere una portata sufficiente ad evitare l’anossia nel tratto cittadino dell’Arno. Da quando questo serbatoio è entrato in funzione, effettuando rilasci programmati di acqua, ha reso superflui gli interventi di ossigenazione che la Provincia era solita attuare al fine di ridurre gli inconvenienti igienico sanitari derivanti dalle ricorrenti morie di pesci. Il lago di Bilancino, inoltre, rappresenta anche un importante polo di aggregazione, l’occasione di rilancio da un punto di vista turistico di una parte importante del territorio provinciale e, infine, dal punto di vista ambientale, un ecosistema abbastanza fragile. Per questo la Provincia, fin dal 2001, ha deciso di dotare questa risorsa di un sistema di monitoraggio in continuo costituito da una particolare Boa che, ancorata nel punto più profondo del lago, ne misura, in automatico ed a varie profondità, alcuni parametri significativi. Questo consentirà di programmare gli interventi sul lago anche tenendo conto della qualità dello stesso. Inoltre, in accordo con altri Enti, la Provincia si è fatta promotrice della costituzione di un osservatorio ambientale al quale faranno riferimento tutti i soggetti che operano a vario titolo sul lago di Bilancino. In particolare l’osservatorio vedrà la partecipazione oltre che dalla Provincia e del Comune di Barberino di Mugello, anche della Regione Toscana, della Comunità Montana Mugello, dell’Arpat, dell’ASL n.10, dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, dell’Autorità di A.T.O. n. 3, della Società Pubbliacqua, della Società Bilancino e dell’A.R.S.I.A. I compiti dell’osservatorio saranno essenzialmente di indirizzo delle azioni volte a garantire la tutela e la valorizzazione ambientale del lago con particolare riferimento alle iniziative di protezione ambientale oltre alla formulazione delle proposte volte al mantenimento e miglioramento della qualità delle acque del lago. 6 Altri Progetti 6.1. Progetto qualità L’affermarsi del concetto di “sviluppo sostenibile” costituisce un forte stimolo verso il miglioramento delle prestazioni ambientali di molti settori produttivi. Gli Enti Locali devono contribuire a indirizzare il cambiamento nel mondo delle imprese. Oggi nessuna azienda può permettersi di sottovalutare i problemi ambientali emergenti: nuove normative, sistemi di controllo più adeguati, richieste del pubblico, impongono scelte volte al miglioramento delle prestazioni ambientali. I sistemi di gestione ambientale (SGA) rappresentano quindi una opportunità per le imprese per ridurre il proprio impatto ambientale, abbassare i costi, aumentare l’efficienza della gestione e migliorare la propria immagine. EMAS è il regolamento Comunitario riguardante l’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit che, nella sua versione aggiornata ha l’obiettivo di migliorare la prestazioni ambientali organizzando le proprie attività in modo da minimizzare in modo costante e graduale, il proprio impatto sull’ ambiente. Corollario di un simile sistema di gestione è un rapporto di cooperazione e di trasparenza con le istituzioni e con il pubblico. L’azione coordinata di Regione ed Enti locali con le Associazioni Imprenditoriali e le aziende è suscettibile di coniugare la legittima preoccupazione di ogni singolo settore produttivo di mantenere e aumentare la propria competitività con l’obiettivo di essere socialmente responsabile. Il tema della semplificazione delle procedure amministrative, ed in particolare delle autorizzazioni e dei controlli, a favore delle imprese che aderiscono a sistemi di gestione ambientale, rappresenta una ipotesi già percorribile e adottata in diversi contesti. Si tratta di individuare semplificazioni e snellimenti procedurali nel rapporto tra gli enti locali e le aziende certificate ISO 14001 o EMAS, operanti nel proprio territorio. Ciò peraltro costituirebbe un forte stimolo verso la certificazione anche per le aziende che non abbiano adottato questi strumenti volontari. La Provinciale ha partecipato al “Progetto Chiara”, promosso da ARPAT, per l’accompagnamento di piccole e medie industrie della filiera del vetro nel distretto di Empoli, verso l’adozione di Sistemi di Gestione Ambientale, che si è da poco concluso. Il coordinamento del Progetto è stato assicurato da un Comitato Tecnico Scientifico, costituito dai firmatari (ARPAT, Provincia, Circondario Empolese Valdelsa, Associazione Industriali, Lega COOP, CNA). L’attività ha coinvolto inizialmente 25 aziende di cui circa la metà stanno adesso proseguendo verso la certificazione ambientale. L’attività del CTS ha riguardato la condivisione del meto- 191 do operativo, l’elaborazione di Linee Guida di settore per l’Analisi Ambientale Iniziale, la definizione e il controllo dell’erogazione dei percorsi formativi per il personale delle aziende. Il CTS, inoltre, ha cercato di coordinare le associazioni aderenti e le imprese per l’ottenimento di strumenti di agevolazione finanziaria da parte della Regione Toscana. Solo parte delle imprese hanno ricevuto i finanziamenti per il proseguimento dell’attività. A conclusione del lavoro, il CTS ha preso atto che lo sviluppo delle fasi conclusive del percorso di ecogestione potrà essere autonomamente svolto dalle aziende stesse, con il supporto delle Associazioni di categoria. Metodologie adottate, strumenti e tecniche di lavoro del progetto Chiara, che ha assunto un ruolo pilota nel panorama nazionale, costituiscono importanti indicazioni per quanti vorranno impegnarsi in futuro sulla strada della certificazione ambientale. L’Assessorato all’Ambiente della Provincia, in collaborazione con i soggetti sociali ed economici, intende stimolare ed aiutare l’attuazione di questo processo nel territorio provinciale, con l’erogazione di servizi e supporto organizzativo. 6.2. Progetto Energia Alla Provincia sono affidate funzioni e compiti in materia di fonti rinnovabili di energia e risparmio energetico, autorizzazione di impianti di produzione di energia e controlli sul rendimento energetico degli impianti termici. Per adempiere a parte di detti compiti al Provincia di Firenze si è fatta promotrice della costituzione dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia che ha visto la luce nell’anno 2000 nell’ambito del Progetto SaveII cofinanziato dalla Commissione Europea ed a cui hanno aderito numerosi soggetti sia pubblici (fra cui i comuni di Firenze, Sesto F.no, Scandicci, la Comunità Montana del Mugello, ecc.) che privati (Assindustria Firenze, C.N.A., Camera di Commercio, Publiser, FiorentinaGas, Consiag, Quadrifoglio, ecc.). Attraverso l’Agenzia Fiorentina per l’Energia è stata avviata la valorizzazione delle risorse locali concentrandosi sul settore degli agriturismo, dove è stato portato il Progetto europeo REST – rinnovabili e turismo sostenibile – in 50 aziende. Con questo progetto, l’Agenzia, oltre a specializzarsi in diagnosi energetiche degli edifici, sta facilitando la realizzazione di applicazioni di risparmio energetico e rinnovabili come anche mini-eolico che posizionino ulteriormente le strutture nel mercato europeo dell’eco-turismo. Questo metodo dovrà continuare anche quando il REST terminerà – nel febbraio 2004 – trovando sinergie con il Progetto EUSolExhibition che ha durata triennale fino a febbraio 2006 E’ stato inoltre intrapreso lo studio di particolari siti dove incrementare l’uso efficiente delle risorse naturali. In particolare e’ attivo il Progetto Sambuca per finalizzare la fattibilità di un cogeneratore a biomassa di scarto arti- 192 gianale, boschiva ed agricola locale presso il parco industriale della Sambuca nel Comune di Tavanelle Val di Pesa, con il coinvolgimento del Comune di San Casciano Val di Pesa. Lo studio di fattibilità del cogeneratore e’ in via di completamento insieme allo studio del depuratore da parte di Publiacqua ed entrambi verranno realizzati nella stessa area della Sambuca. L’iniziativa in questione opera in sinergia con il progetto Sambuca 2000-2010 e rappresenta un utile mezzo di diffusione dell’utilizzo razionale dell’energia presso gli enti locali. L’Agenzia Fiorentina per l’Energia collabora anche con i comuni di Bagno a Ripoli, Fiesole e Calenzano per la realizzazione del bilancio energetico delle utenze comunali, per iniziative formative nelle scuole e per ogni altra priorità volta ad uno sviluppo energetico sostenibile. L’iniziativa in Sambuca viene replicata in Mugello nel quadro del Progetto Direttore per le aree industriali di Scarperia e di San Piero a Sieve, con l’obiettivo della valorizzazione energetica delle biomasse forestali e residuali. Tale l’attività dovrà proseguire in questa direzione anche in altre zone artigianali-industriali . In riferimento al controllo del corretto rendimento di combustione degli impianti termici, compito affidato alle province dalla normativa nazionale di settore, si è provveduto ad avviare la campagna di autocertificazione accompagnata da una massiccia campagna informativa che, oltre a richiamare i cittadini agli obblighi di legge, indica percorsi preferenziali e semplificati per l’adempimento degli stessi. Per fare ciò sono stati stipulati appositi protocolli di intesa che hanno visto la partecipazione delle categorie economiche e delle associazioni di difesa dei consumatori. La campagna ha prodotto quale risultato una altissima percentuale di impianti autocertificati che semplificheranno le operazioni di verifica sia per l’ente che per i cittadini. Ha inoltre preso avvio la campagna di verifica che verrà condotta utilizzando tecnici appositamente formati dalla Provincia in collaborazione con Arpat. La formazione di detti verificatori è stata indirizzata oltre che alle opportune conoscenze tecniche e normative, anche ad un approccio eticamente corretto verso l’utente che per lungo tempo non è stato educato alla corretta manutenzione del proprio impianto termico. Proprio in considerazione del ritardo con cui si muove tutto il comparto è stato ritenuto necessario intervenire con un fondo di solidarietà per far fronte ai casi di accertata rilevanza sociale ove sia insostenibile l’onere economico derivante da eventuali prescritti interventi di sostituzione o adeguamento degli impianti termici e incentivare l’innovazione del parco caldaie nella direzione del risparmio energetico e della lotta all’inquinamento, anche in riferimento alle tecnologie di utilizzo delle fonti rinnovabili. In prospettiva le direttrici dell’attività della provincia, con il supporto dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia, riguarderanno: 1. la messa a regime del sistema delle verifiche secondo quanto prescritto dalla legge come forma di tutela da parte della Provincia per i cittadini sulla qualità della manutenzione realizzata; 2. l’avvio di un programma di sostituzione delle caldaie datate con impianti ad alta efficienza energetica; 3. una forte campagna per l’impiego dei pannelli solari termici per acqua sanitaria come “eliodomestico”, sempre conveniente anche attraverso gli incentivi a fondo perduto che la Toscana dal 2000 fornisce e che l’Agenzia gestisce attraverso un accordo volontario; 4. la stesura del programma energetico provinciale, la cui fase preliminare di compilazione del quadro conoscitivo è in corso di stesura da parte dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia che dovrà definire gli obiettivi di sviluppo ed orientamento per una razionalizzazione del sistema energetico, al fine di permettere uno sviluppo del territorio provinciale in coerenza con gli obiettivi ambientali. Fra i compiti che si assumerà la Provincia di Firenze fin dai prossimi mesi ci sarà anche quello di rilanciare e coordinare un programma provinciale per l’uso delle fonti rinnovabili, eolico, solare termico e utilizzo delle biomasse, che veda protagonisti i comuni insieme alle forze economiche e produttive presenti nel territorio provinciale. 6.3. Su questa linea di azione si orienteranno le attività dei prossimi anni, riconfermando gli impegni a sostegno delle attività di controllo e perseguendo le intese con gli operatori economici di settore. Nella stessa direzione vanno gli interventi provinciali in materia di linee elettriche, per le quali gli interventi riguardano anche l’autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio di nuove linee di media tensione coinvolgendo anche, in maniera diretta, le funzioni di pianificazione (PTC, individuazione dei corridoi infrastrutturali, ecc.) e di controllo (da svolgere con Arpat o direttamente in accordo con la Polizia Provinciale). Progetto elettrosmog L’impegno della Provincia su questo tema si è andato negli anni intensificando con l’obiettivo di rispondere alle crescenti preoccupazioni dei cittadini sulle problematiche connesse all’esposizione ai campi elettromagnetici, siano essi dovuti alla frequenza della rete elettrica civile o alle emissioni delle stazioni radio base per la telefonia cellulare. Significativo, in questi anni, è stato il contributo fornito dalla Provincia al potenziamento delle attività di controllo e consulenza svolto dal Dipartimento fiorentino dell’Arpat. La stesura di un accordo procedurale fra Provincia di Firenze, Dipartimento Provinciale Arpat, Servizio sub provinciale Arpat dell’Empolese-Valdelsa, Dipartimento della Prevenzione delle ASL 10 e 11 per la realizzazione di reti di telefonia cellulare sicure, ha consentito di individuare, prima che intervenissero leggi e regolamenti di settore, le procedure da seguire per la approvazione, la realizzazione e la gestione delle reti e in particolari delle stazioni radio base. Significativa è stata la firma di un ulteriore accordo procedurale fra gli stessi soggetti del precedente e i gestori di telefonia cellulare TIM, OMNITEL, WIND e BLU attraverso il quale è stato possibile reperire ulteriori risorse per il potenziamento dei controlli. 193 Ambiente e salute 196 Il Piano Sanitario Regionale 2002-2004 della Regione Toscana L’integrazione fra strutture per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute In un quadro di integrazione dell’azione istituzionale per comuni obiettivi di salute, assume particolare importanza lo strumento della integrazione programmatica e tecnica fra competenze e modalità operative per la tutela dell’ambiente e per la prevenzione delle malattie e la salvaguardia della salute. Con il Piano Sanitario Regionale 2002-2004 la Regione Toscana persegue l’obiettivo dell’integrazione attraverso molteplici strumenti, tra cui: - la collaborazione tra l’ARPAT, l’ARS e le Aziende USL prioritariamente ai fini: a) dello svolgimento di attività e ricerche congiunte nel campo dell’epidemiologia ambientale; b) dello svolgimento di attività integrate di comunicazione del rischio ambientale e sanitario; - la collaborazione tra l’ARPAT, l’ARS e le Aziende USL per la valutazione dei dati ambientali con valenza sanitaria, l’adozione di provvedimenti concordati per la tutela della salute pubblica e la collaborazione su progetti di ricerca finalizzata di interesse sanitario e ambientale; - il pieno inserimento degli interventi di prevenzione e di salvaguardia dell’ambiente nell’insieme delle politiche finalizzate per obiettivi di salute a livello locale, attraverso Piani Integrati di Salute interagenti con gli strumenti di programmazione concertata regionale e comunitaria; - l’integrazione funzionale ai fini della programmazione e lo svolgimento di iniziative formative ed educative sui temi della salute e dell’ambiente. I Piani integrati di salute E’ necessario, nell’ambito di un Piano sanitario orientato alla produzione di salute, valorizzare gli interventi di salvaguardia e controllo della qualità ambientale e sociale attraverso dei veri e propri “Piani” finalizzati alla realizzazione di progetti con specifici “Obiettivi”. I “Piani integrati di salute” costituiscono la modalità di operare delle zone distretto e, ove costituite, delle Società della salute. I Piani integrati di salute scaturiscono da un procedimento di concertazione al quale partecipano i soggetti istituzionali e quelli rappresentativi delle comunità locali; sono coerenti con l’impostazione regionale della programmazione integrata e si allineano alle direttive della Organizzazione Mondiale della Sanità sullo sviluppo della salute nelle comunità. Essi inoltre si avvalgono delle esperienze condotte nell’ambito del “Progetto città sane”, della “Agenda 21” e della rete degli “Ospedali che producono salute”. I Piani integrati di salute devono interagire con gli strumenti della programmazione locale, nonché con i Patti territoriali per lo sviluppo e l’occupazione. I Piani integrati sono progetti complessi su problematiche specifiche ad alta valenza sociale, che coinvolgono varie risorse ed hanno una ricaduta specifica, valutabile e misurabile, sullo stato di salute del territorio. Miglioriamo la salute con un ambiente di qualità - Obiettivi del PSR • Migliorare la qualità dell’aria Individuazione dei centri urbani a maggior rischio, sorveglianza delle condizioni di salute attraverso dati correnti, produzione di Piani di Salute concertati a livello locale per contenere i parametri di inquinamento. • Migliorare la qualità dell’acqua Intensificazione della sorveglianza degli inquinanti chimici nell’acqua per uso umano; valutazione dell’impatto sulla salute dei sistemi di potabilizzazione. • Migliorare la qualità del suolo Valutazione di impatto sulla salute dei Piani di smaltimento dei rifiuti, concertazione a livello locale per individuare le zone a maggior rischio e per attivare interventi di controllo del territorio. • Assicurare la qualità degli alimenti Controllo degli alimenti e delle bevande dalla produzione alla trasformazione e somministrazione, con particolare riguardo ai prodotti destinati all’infanzia, alla protezione dalla contaminazione ambientale e alla costruzione di iniziative promozionali per la produzione agricola di qualità. • Riduzione delle emissioni rumorose Valutazione di impatto sulla salute delle emissioni rumorose, concertazione locale per individuare le zone a maggior rischio e per attivare interventi di risanamento. • Riduzione dell’esposizione a campi elettromagnetici Valutazione di impatto sulla salute dell’esposizione a campi elettromagnetici, concertazione locale per individuare le zone di maggiore esposizione, attivazione di interventi di sorveglianza e di mitigazione. • Assicurare la protezione da radiazioni ionizzanti Individuazione delle zone a maggior rischio di esposizione a radiazioni ionizzanti in ambienti di vita e di lavoro, nonché in ambienti naturali, attivazione di interventi di sorveglianza delle condizioni di salute e individuazione di azioni di mitigazione dei fattori di rischio. Allunghiamo la vita aumentando la sicurezza Gli infortuni stradali e sul lavoro rappresentano la prima causa di morte nei giovani di età 15-24 anni; quelli domestici interessano bambini, donne ed anziani provocando morti ed invalidità. E’ importante ricordare che si tratta di eventi che sono spesso evitabili con accorgimenti e misure semplici e fattibili. In Toscana, gli infortuni sul lavoro, per quanto decrescenti, sono ancora più alti rispetto alla media nazionale, con più di 100 decessi l’anno. Gli infortuni stradali sono causa di più di 400 decessi l’anno. Circa il 50% dei traumatismi cranio-encefalici invalidanti è dovuto ad infortuni da traffico, con circa 25 casi ogni 100.000 abitanti di conseguenze gravi ogni anno. Un numero di poco minore di decessi è legato agli infortuni domestici. La Provincia di Firenze si colloca in una posizione intermedia fra le pro- 197 vince toscane per il rischio da incidenti stradali. La Regione Toscana intende operare per aumentare la sicurezza dei cittadini nelle case, sulla strada, sul lavoro e nelle attività del tempo libero, anche attraverso lo sviluppo di comportamenti adeguati a difendere la vita propria ed altrui.. Obiettivi del PSR sulla sicurezza • La sicurezza sulla strada Individuazione dei ”punti neri” del traffico a livello locale e programmazione di interventi preventivi; educazione nelle scuole e nelle comunità locali; analisi degli aspetti critici del trasporto e dell’emergenza per il trattamento degli infortunati. • La sicurezza nelle case Educazione nelle scuole e nelle comunità locali, rivolta soprattutto alle donne, ai bambini ed agli anziani, finalizzata a migliorare la competenza dei cittadini sulla sicurezza in ambiente domestico. • La sicurezza sul lavoro Attivazione di interventi di prevenzione e controllo di provata efficacia a livello locale e valutazione di impatto. Riduzione del 20% degli infortuni sul lavoro nel triennio. • La sicurezza nel tempo libero Educazione a comportamenti prudenti, controllo delle strutture dedicate allo svago. La prevenzione per la salute L’evoluzione della società e della percezione della salute da parte dei cittadini pone nuove responsabilità ai Dipartimenti di Prevenzione attraverso i quali si realizza la massima integrazione fra organizzazione sanitaria e territorio. I versanti sui quali i dipartimenti di prevenzione, come rete di strutture per la salute, devono organizzare e sviluppare azioni sinergiche con gli altri settori della società sono l’analisi dei rischi, la loro valutazione, l’impatto che possono avere sulla salute, le strategie e le modalità d’intervento per evitarli e prevenirli, ed infine la misurazione costante e continua dell’efficacia delle azioni messe in atto. E’ necessario passare da una logica autoreferenziale, basata essenzialmente sulle attività e sulle prestazioni tradizionali, ad un approccio che metta al centro dell’attenzione i soggetti che beneficiano della prevenzione, promuovendone il ruolo attivo e la consapevolezza del proprio benessere e di quello della collettività. La complessità dei problemi da affrontare e la pluralità dei soggetti coinvolti richiede una modalità di lavoro per programmi ed obiettivi, capace di organizzare attorno a tali finalità risorse interdisciplinari e di diversa provenienza, con ottimizzazione del rapporto costi/risultati. Le strategie della prevenzione collettiva I fattori determinanti della salute Come ha evidenziato l’Organizzazione Mondiale della Sanità il maggiore guadagno di salute nelle società avanzate si ha con la prevenzione ed il mantenimento del 198 benessere psico–fisico; è pertanto necessario intervenire per ricercare e conoscere i fattori determinanti che possono incidere sullo stato di salute e saper leggere e interpretare i nuovi bisogni, individuando le risposte più efficaci. Assume particolare rilievo in questo senso l’apporto dell’epidemiologia sia per descrivere e monitorare l’evolversi dello stato di salute della popolazione, sia per orientare le scelte d’allocazione delle risorse e per misurare i risultati delle attività svolte. L’ambito operativo delle strutture di Igiene e Sanità Pubblica Le strutture di Igiene e Sanità Pubblica sono state oggetto di una profonda modifica nel corso degli ultimi anni, originata dall’istituzione dei Dipartimenti di Prevenzione, dalla creazione dell’ARPAT e da modifiche sostanziali nella domanda con un aumento di prestazioni sempre più complesse e articolate. Ma il processo di trasformazione risulta ancora frenato dai compiti burocratici imposti da leggi oramai obsolete con scarse ricadute in termini di salute; inoltre sempre più frequentemente si assiste ad interventi di sanità pubblica in “emergenza”. L’attenzione dei mass media verso rischi nuovi e importanti come fenomeno, ma spesso modesti in termini di rischio reale, stanno impegnando i servizi distogliendoli da attività di prevenzione meno pubblicizzate, ma che risulterebbero più produttive in termini di salute. La sanità pubblica del presente e del futuro deve sempre più essere orientata verso attività che consentano la valutazione del rischio e la sorveglianza epidemiologica, con attenzione all’emergenza di nuove patologie, indirizzandosi sempre più verso ruoli formativi ed informativi. 1) La struttura della popolazione dell’ASL 10 e i suoi riflessi sullo stato di salute I valori degli indicatori della struttura della popolazione nella ASL 10 sono molto simili a quelli medi regionali. Tuttavia, la percentuale di anziani di 65 e più anni è leggermente superiore a quella regionale (rispettivamente 22,4% e 22,1%) mentre, all’opposto, quella dei giovani fino a 14 anni è leggermente inferiore (11,4% e 11,6%). In conseguenza di ciò l’indice di vecchiaia (anziani di 65 e più anni ogni 100 bambini e ragazzi fino a 14 anni d’età) è superiore a quello toscano, a sua volta già sensibilmente più alto del valore nazionale. Nella ASL 10 circa il 47% dei quasi 800 mila abitanti risiede nella Zona Firenze, il 25% nella Nord-Ovest, il 20% nella Sud-Est e l’8% nel Mugello. E’ la ASL più popolosa e al tempo stesso quella a più forte densità di abitanti della Toscana. Con un indice di vecchiaia pari a 197, rispetto al valore regionale di 190 e a maggior ragione a quello nazionale di 127, la struttura della popolazione della ASL 10 si caratterizza come una struttura notevolmente “vecchia”, con tutti i problemi, quindi, associati a un tale stato di cose. LE VALUTAZIONI SULLA SALUTE E IL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE NELL’ASL 10 Tabella 1 Indicatori Principali indicatori della struttura della popolazione - Zone socio-sanitarie, ASL10 Toscana e Italia. Anno 2000 Zone Firenze Nord-Ovest % popolazione 0-14 anni 10,3 % popolazione 35-64 42,0 % popolazione 15-64 anni 65,1 % popolazione 65 anni e più 24,6 % minori 12,3 % popolazione 75 anni e più 12,3 % popolazione 80 anni e più 6,6 % popolazione femminile 15-49 anni 41,3 Indice di vecchiaia 238,8 donne per 100 maschi 113,9 Stranieri residenti per 100 abitanti 5,7 12,2 43,1 68,3 19,5 14,6 8,7 4,6 45,2 159,8 106,5 3,0 Una lunga speranza di vita e un conseguente “problema anziani” Assieme alle ASL di Arezzo e di Empoli, la ASL 10 di Firenze ha la più alta speranza di vita alla nascita: 77,5 anni per i maschi (77 la media regionale) e 83 per le donne (82,7 la media regionale). Le differenze sono minime – trattandosi di territori contigui – ma da non sottovalutare, specialmente se si guarda ad ASL come quella di Viareggio e di Massa e Carrara che hanno una speranza di vita per i maschi rispettivamente di 75,4 e 75,2 e per le femmine di 81,8 e 82,3, rispetto a quella di Firenze oltre due anni di speranza di vita in meno per i maschi e poco più e poco meno di uno per le femmine. Ciò pone, però, un “problema anziani”. Infatti c’è da attendersi un ulteriore invecchiamento della già vecchia popolazione della ASL 10. Il che non può non voler dire il rafforzamento dell’assistenza domiciliare sociale e soprattutto integrata, delle residenze protette e assistite e, più in generale, dei servizi socio-sanitari a favore della popolazione anziana. Sud-Est Mugello ASL 10 Toscana Italia 12,6 42,3 66,3 21,1 15,1 9,8 5,1 44,2 167,5 105,0 3,1 12,9 41,0 65,3 21,8 15,5 10,5 5,4 45,0 169,0 102,2 2,7 11,4 42,3 66,2 22,4 13,7 10,8 5,7 43,1 196,5 109,3 4,3 11,6 41,6 66,3 22,1 14,1 10,5 5,5 44,0 189,8 107,3 3,2 14,4 40,2 67,4 18,2 17,4 8,0 4,1 47,0 127,1 105,9 2,5 2) Mortalità e cause di morte “Attualmente il più basso tasso di mortalità per tutte le cause (maschi + femmine) si ha nell’Azienda di Firenze e, per i soli maschi, tassi significativamente inferiori alla media regionale si hanno anche nelle Aziende di Arezzo e Empoli. Al vantaggio di Firenze contribuisce una bassa mortalità per malattie del sistema circolatorio e in particolare per malattie cerebrovascolari”. Come stanno le cose dal punto di vista sanitario nella ASL 10 di Firenze è sinteticamente spiegato, con le parole sopra riportate e tratte dal volume “Morti per causa anno 1999”. La ASL 10 copre quindi il territorio dove si muore meno in Toscana, significativamente meno di quanto si muore nella regione, meno che in tutte le altre ASL. Questa tendenza è confermata dai dati relativi al triennio 1998-2000 anche se il più basso tasso di mortalità per tutte le cause (maschi + femmine) si rileva per l’Azienda USL 11 di Empoli. L’ASL 10 di Firenze continua ad avere il più basso tasso di mortalità dei maschi, ma non delle femmine. Il tasso standardizzato di mortalità femminile 199 Tabella 2 Tassi standardizzati di mortalità per causa e sesso e significatività /*/ ASL 10 e Toscana - Triennio 1998-2000 ASL 10 CAUSE DI MORTE maschi Femmine Malattie infettive e parassitarie 4,6 2,7 Tumori 253,4 141,0 di cui: T. stomaco 25,5 13,2 T. intestino 32,9 19,1 T. polmone 65,9 14,0 T. mammella — 24,6 T. utero — 6,1 T. ovaio — 8,3 T. prostata 19,3 — T. vescica 12,0 1,8 Leucemie 8,5 5,2 Malattie endocrine, del metabolismo e immunitarie 20,6 16,7 di cui: Diabete 13,8 12,4 AIDS 2,8 0,9 Malattie del sangue e organi ematopoietici 2,9 2,2 Disturbi psichici 12,6 11,4 di cui: Overdose 2,5 1,1 Malattie del sistema nervoso 17,4 13,9 Malattie del sistema circolatorio 252,4 157,1 di cui: Cardiopatia ischemica 87,1 37,5 Infarto miocardico 36,6 14,8 Mal.cerebrovascolari 60,1 47,1 Malattie dell’apparato respiratorio 48,9 22,6 di cui: Bronchite, enfisema, asma 23,7 9,4 Malattie dell’apparato digerente 28,4 19,1 di cui: Cirrosi epatica 12,1 6,8 Malattie dell’apparato genitourinario 7,5 4,4 Complicanze della gravidanza — 0,1 Malattie della pelle e del sottocutaneo 0,3 0,4 Malattie del sistema osteomuscolare e del connettivo 2,4 3,7 Malformazioni congenite 2,7 4,0 Condizioni morbose di origine perinatale 3,9 1,8 Sintomi, segni e stati morbosi mal definiti 3,4 4,0 Traumatismi ed avvelenamenti 43,1 21,5 di cui: Incidenti stradali 15,3 4,7 Suicidi 7,8 3,4 TUTTE LE CAUSE 706,7 427,3 /*/ = = = = 200 Toscana maschi femmine 4,0 2,3 259,2 135,3 23,8 11,2 31,7 19,2 69,7 11,3 — 23,5 — 5,9 — 7,7 19,2 — 11,7 1,6 8,1 4,6 20,1 16,6 14,7 13,5 2,4 0,5 2,8 1,9 9,2 8,6 2,0 0,6 15,0 12,8 279,6 178,1 97,2 45,1 41,2 17,2 78,6 61,3 52,7 20,4 27,5 8,5 30,3 18,9 14,3 7,8 8,7 5,3 — 0,1 0,4 0,6 2,3 3,6 3,0 3,2 4,1 3,4 6,1 5,0 48,2 20,5 18,5 5,8 10,5 2,9 747,5 437,3 Significatività Maschi Femmine Tasso standardizzato di mortalità per causa della ASL10 (o zona socio-sanitaria della ASL10) significativamente inferiore al tasso standardizzato di mortalità per causa della Toscana. Tasso standardizzato di mortalità per causa della ASL10 (o zona socio-sanitaria della ASL10) significativamente superiore al tasso standardizzato di mortalità per causa della Toscana. Tasso standardizzato di mortalità per causa della ASL10 (o zona socio-sanitaria della ASL10) inferiore con probabilità compresa tra 0,05 e 0,1 (0,05<p<0,1) al tasso standardizzato di mortalità per causa della Toscana. Tasso standardizzato di mortalità per causa della ASL10 (o zona socio-sanitaria della ASL10) superiore con probabilità compresa tra 0,05 e 0,1 (0,05<p<0,1) al tasso standardizzato di mortalità per causa della Toscana. dell’ASL 10 è infatti superiore, sebbene di poco, a quello delle ASL di Empoli, Siena e Pistoia. In un quadro che resta comunque decisamente positivo per la ASL 10, la tabella 2 mostra come il vantaggio nella mortalità della ASL 10 rispetto alla Toscana: a) riguarda più i maschi che le femmine. Mentre il tasso standardizzato di mortalità dei maschi della ASL 10 è significativamente inferiore a quello toscano, il tasso standardizzato di mortalità delle femmine della ASL 10 non è significativamente inferiore a quello toscano; b) copre praticamente tutto l’arco delle cause di morte con poche, specialmente per i maschi, consistenti eccezioni. e avvelenamenti e, al loro interno, anche per gli incidenti stradali. Le differenze statisticamente significative nella mortalità a favore della ASL 10 Mortalità evitabile ed analisi per Zona Nei confronti della Toscana riguardano soprattutto le malattie del sistema circolatorio, in tutte le loro specificazioni sia per i maschi che per le femmine. La cardiopatia ischemica, le malattie cerebrovascolari e l’infarto del miocardio hanno tassi standardizzati di mortalità consistentemente inferiori nella ASL 10 rispetto alla Toscana. Essendo le malattie del sistema circolatorio la prima causa di morte si capisce bene come e quanto queste differenze si riflettano sulle differenze nei tassi standardizzati di mortalità per tutte le cause tra la ASL 10 e la regione. Altre differenze significative a favore della ASL 10 di Firenze si registrano, per quanto riguarda i maschi, per bronchite, enfisema e asma e, all’interno dei traumatismi ed avvelenamenti, per i suicidi. Differenze statisticamente significative, sempre a favore della ASL di Firenze, sono altresì sfiorate, tra i maschi, all’interno delle malattie dell’apparato digerente, per la cirrosi epatica, complessivamente per i traumatismi Le differenze statisticamente significative nella mortalità a sfavore della ASL 10 Nei confronti della Toscana riguardano in modo inequivocabile: i disturbi psichici, sia per i maschi che per le femmine. Inoltre, tra le femmine si registra una mortalità statisticamente superiore a quella regionale per il tumore al polmone. Differenze significative in più sono sfiorate, sempre relativamente alle femmine, anche per il tumore allo stomaco e per le malattie dell’apparato respiratorio Analizzando la mortalità generale prima dei 65 anni (tabella 3), un importante indice di mortalità “prematura” (che può essere considerato come un “campanello di allarme” analogo agli “eventi sentinella”, ma di carattere più generale e meno influenzato da problemi di qualità delle codifica delle diagnosi di morte e di numerosità degli osservati) le differenze tra ASL 10 e valori medi regionali si attenuano, anche se nei maschi la differenza è ancora ai limiti della significatività statistica. Più articolata si presenta l’analisi per Zona. Infatti permane l’elevata mortalità nella Zona Mugello, mentre la Zona Firenze presenta valori sovrapponibili a quelli medi regionali. La mortalità per tumori, e per le principali sedi tumorali presenta nella maggior parte dei casi valori analoghi, o comunque non significativamente diversi, dai valori medi regionali. Si segnalano però tassi più elevati per: tumore del polmone nelle donne dell’intera ASL e, in particolare, della Zona Firenze; Tabella 3 - Mortalità per tutte le cause, età < 65 anni. Soggetti residenti nella ASL 10. Tassi standardizzati (per 100.000) per età, standard: Toscana 2000. Triennio 1998-2000. (fonte: Elaborazione: Agenzia Regionale di Sanità su archivio Registro Mortalità Regionale-CSPO) ASL 10 E ZONE SOCIO-SANITARIE DI RESIDENZA Maschi Tasso Standardizzati Limiti di confidenza Inferiore Superiore Tutte le cause, 0-64 anni USL 10 - Firenze 247,53 Firenze 255,01 Fiorentina Nord-Ovest 238,35 Fiorentina Sud-Est 239,77 Mugello 255,04 Regione Toscana 264,21 valore inferiore Empoli: 245,31 valore superiore Viareggio:324,75 237,34 239,82 218,92 217,26 216,31 259,18 225,50 298,47 257,72 270,20 257,78 262,27 293,76 269,23 265,12 351,03 Femmine Tasso Standardizzati Empoli: Lucca: 136,12 142,43 127,35 122,95 161,33 135,55 123,36 154,68 Limiti di confidenza Inferiore Superiore 128,82 131,68 113,48 107,05 130,43 132,04 109,60 139,30 143,42 153,18 141,22 138,86 192,23 139,07 137,12 170,07 201 - tumore dello stomaco nelle Zone Mugello e Fiorentina Sud-Est. La mortalità per malattie circolatorie, e per le sue principali componenti, la cardiopatia ischemica e le malattie cerebrovascolari, presentano nella ASL 10 valori significativamente inferiori ai valori medi regionali in entrambi i sessi. Tale differenza spiega in parte sostanziale la ridotta mortalità generale della ASL 10 osservata in precedenza. All’interno di tale quadro si hanno però elevati tassi di mortalità per l’insieme delle malattie circolatorie nel Mugello. La mortalità per malattie degli apparati digerente e respiratorio e le cause violente non si scosta significativamente dai valori medi regionali. Per quanto riguarda le cause violente si segnala un tasso elevato, anche se non significativamente differente, per la Zona Mugello. La mortalità per incidenti stradali presenta, nei maschi, un tasso inferiore al valore medio regionale. La mortalità per suicidio è significativamente inferiore ai valori medio regionali nei maschi. La mortalità per overdose è viceversa superiore ai valori medi regionali, anche se le differenze non sono significative. 3) Integrazione ambiente e salute – il traffico autoveicolare Lo studio della relazione ambiente-salute applicata all’ambiente urbano è complesso, sia a causa della molteplicità dei possibili inquinanti, sia per la presenza di gruppi di popolazione a diversa suscettibilità nei confronti degli effetti di tali inquinanti, sia infine per le differenti modalità con cui può avvenire l’esposizione, in relazione alle attività svolte e agli ambienti frequentati. Il traffico autoveicolare risulta comunque il più importante fra i problemi che influiscono sulla qualità dell’ambiente e della vita nelle aree a maggior sviluppo economico e sociale. Gli impatti dei sistemi di trasporto sono molteplici e colpiscono simultaneamente l’ambiente e la salute degli utenti della strada e di coloro che risiedono nelle vicinanze. Di seguito riportiamo un inquadramento dei maggiori impatti del traffico autoveicolare sulla salute, con particolare enfasi su alcuni studi locale, già effettuati o in fase di progetto, per una più idonea valutazione sanitaria dell’esposizione agli inquinanti della popolazione residente nell’area metropolitana fiorentina. Gli inquinanti atmosferici rilevati nell’area fiorentina: Esiste un legame fra la presenza di fonti di emissione di inquinanti atmosferici, le concentrazioni di singoli agenti nell’aria attraversata da quelle fonti (es. NOX, CO, IPA, benzene ect.) e le effettive esposizioni degli individui che respirano quell’aria. Tale legame è però soggetto a numerose variabili - tecnologiche, spaziali, temporali - e non è possibile definirlo esattamente una volta per tutte. Un 202 esempio noto a tutti è quello dell’ossido di carbonio (CO): la sua concentrazione nell’ambiente esterno urbano dipende principalmente dal traffico auto-veicolare ed è uno degli inquinanti monitorati da lungo tempo in aria urbana. I più gravi effetti della inalazione di CO, fino alla morte, vengono però costantemente causati dalla concentrazione che esso raggiunge negli ambienti chiusi, a causa di malfunzionamenti di fonti di combustione per riscaldamento. Questo accade perché in quelle circostanze si verificano le esposizioni di più lunga durata, capaci di sostituire completamente l’ossigeno nel sangue. Risulta perciò ancora difficile, nonostante la ricerca epidemiologica si stia sempre più affinando, fare stime di rischio e valutazioni sanitarie escludendo l’esposizione ad agenti presenti, a livelli assolutamente non trascurabili, soprattutto in ambiente indoor, dove la popolazione passa la maggior parte della giornata. I progetti integrati di valutazione sanitaria per l’area fiorentina: L’ARPAT e l’Azienda Sanitaria di Firenze che si occupano di monitorare e valutare sia le fonti di emissioni che le concentrazioni ambientali degli inquinanti, partecipano e promuovano studi mirati alla valutazione delle esposizioni effettive della popolazione urbana, in collaborazione con la UO Epidemiologia Ambientale e Occupazionale del CSPO di Firenze (Istituto Scentifico della Regione Toscana) e con l’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana. Sono stati messi a punto per la popolazione residente nell’area metropolitana fiorentina due progetti integrati, che indagano su scenari diversi: 1. Progetto - Valutazione dell’esposizione a benzene nell’area fiorentina Il progetto è stato realizzato tra il 2001 ed il 2002 e ci sono già i primi risultati, anche se ulteriori analisi sono necessarie per una valutazione conclusiva del progetto. L’obiettivo era quello di valutare l’esposizione a benzene globale, sia indoor che outdoor, in inverno e in estate, di alcuni cittadini che vivono e lavorano nell’area metropolitana fiorentina. Il benzene è una sostanza nota per il suo potere cancerogeno, evidenziato in studi su lavoratori esposti a livelli elevati (circa 100-1000 volte superiori a quelli che si registrano comunemente nella città). Non è certo se livelli di benzene, come quelli che si ritrovano oggi nell’aria dei centri urbani, siano dannosi, cioè se comportino un rischio, anche se basso, di contrarre leucemia o altre patologie oncologiche. D’altra parte conoscere l’esposizione dei cittadini risulta importante sia per validare i sistemi di sorveglianza ambientale, sia per la programmazione di studi epidemiologici. Sono state programmate due campagne di misurazione del benzene (una nel dicembre 2001 e una nel giugno 2002). Sono stati campionati, in modo casuale, 67 individui non fumatori residenti a Firenze nel quartiere 5 (Rifredi), in strade con diversi volumi di traffico, per cui i risultati ottenuti potranno essere utilizzati per stime su strade in altre aree residenziali, che hanno volumi di traffico sovrapponibili. A questi soggetti è stato chiesto: a) di indossare un prelevatore personale passivo di benzene, denominato “radiello®”, per 4 giorni consecutivi, dal lunedì al giovedì della settimana prescelta; b) raccogliere le urine per 3 giorni consecutivi a partire dal 2° giorno per misurare le concentrazioni di due metaboliti del benzene; c) riempire un questionario ove erano poste domande su tutti gli spostamenti effettuati nei 4 giorni dello studio per ciascuna settimana. Inoltre sono state effettuate misure di benzene ambientale, sia outdoor che indoor, in 11 appartamenti ove abitavano 20 dei 67 soggetti in studio.Oltre ai metaboliti del benzene è stata ricercata anche la cotinina per evidenziare l’eventuale contributo del fumo passivo. Risultati: La media della concentrazione di benzene rilevata con il radiello®, per i 67 soggetti campionati è risultata pari a 6,94 µg/m3 ( DS= 2,09) nel mese di dicembre e pari a 1,95 µg/m3 (DS= 1,20) nel mese di giugno; solamente il 10% delle osservazioni sono risultate superiori al valore di 10 µg/m3 (che costituisce l’attuale obiettivo di qualità dell’aria per le aree urbane, come media annuale). Tuttavia solo il 20% dei valori rilevati in periodo invernale si collocano al di sotto di 5 µg/m3 , valore che è indicato come obiettivo di qualità da parte della Unione Europea per il 2010. Le medie delle concentrazioni ambientali di benzene rilevate mediante campionatori passivi, all’interno e all’esterno degli 11 appartamenti ove abitano 20 dei soggetti del campione di cittadini in studio, non si sono scostati sostanzialmente da quelli rilevati con i campionatori personali (vedi tabella 4). Lo stesso risultato si ha quando si confrontano i valori di benzene individuale con i valori rilevati dalle centraline di monitoraggio. Valutazione dei dati: L’obiettivo principale dello studio era di valutare se le concentrazioni di benzene rilevate dalle stazioni di monitorag- Tabella 4 Personale (67) Personale (20) Inter casa (20) Inter casa (20) Ester casa (20) Staz. residenziali Staz. Traffico Tutte gio fossero una buona stima dell’esposizione dei cittadini. Nello studio condotto a Firenze i valori di benzene misurati a livello individuale sono risultati in media inferiori a quelli rilevati all’esterno delle abitazioni nella stagione estiva e sostanzialmente uguali a quelli esterni nella stagione invernale. Infine il fumo passivo (considerando come esposto a fumo passivo chi presentava valori di cotinina urinaria > 4 µg/g creatinina) comporta un innalzamento dei valori di concentrazione di benzene. 2. Progetto - Le grandi opere e le infrastrutture di trasporto pubblico: sorveglianza dell’impatto sulla salute della popolazione residente L’inizio, nel corso del 2001-2002, dei cantieri dell’alta velocità e di altre importanti opere nell’area Fiorentina, rende necessaria la programmazione di un sistema di sorveglianza basato su parametri epidemiologici, di percezione del rischio da parte della cittadinanza residente e di qualità della vita, che permetta di prendere in esame in un modello complesso le diverse componenti, al fine di produrre una visione d’insieme dell’impatto atteso sulla salute e sulla qualità della vita. Il progetto ha quindi come obiettivo primario la tutela della salute e della qualità della vita della popolazione residente a Firenze e nell’area metropolitana, in relazione alla realizzazione di grandi opere, tra cui le più importanti sono: TAV, sottoattraversamento di Firenze e nuova stazione ferroviaria; terza corsia autostradale; tramvia e nuova viabilità; nuove infrastrutture e poli commerciali; ristrutturazione poli ospedalieri. Sorveglianza ambientale I fattori di rischio ambientale finora concordemente individuati, di cui è necessario valutare effetti prevedibili, riguardano l’inquinamento atmosferico e il rumore. Concentrazioni medie di benzene misurate con prelevatore personale (su 67 soggetti e su 20 soggetti) e con prelevatore fisso all’interno ed esterno delle abitazioni dei 20 soggetti. media (DS) 6.9 (2.2) 7.09 (1.42 6.1 (2.4) 5.3 (2.0) 7.4 (3.4) 3.1 8.2 5.7 Inverno mediana range 6.9 (2.7-12.8) 6.9 (4.8-11.9) 5.2 (3.3-9.6) 4.8 (2.9-8.7) 6.3 (3.4-12.3) Estate media (DS) 2.0 (1.2) 1.95 (1.2) 3.3 (1.3) 2.8 (1.3) 5.6 (2.4) mediana range 2.1 (0.01-5.2) 2.1 (0.01-5.2) 3.1 (1.7-6.0) 2.5 (1.6-6.2) 5.3 (2.1-8.8) 1.9 7.7 4.8 203 Inquinamento atmosferico Riguardo agli inquinanti atmosferici, oltre al prevedibile incremento di polveri grossolane nelle immediate prossimità dei cantieri, l’incremento nella concentrazione di alcuni parametri potrebbe verosimilmente essere un effetto indiretto dei lavori in quanto dipendente dall’aumento del traffico stradale da parte di mezzi legati alle attività (mezzi pesanti, motori diesel ecc.). Oltre alla rilevazione degli inquinanti primari derivanti dal traffico, già monitorati in maniera omogenea in tutta la città di Firenze e nei Comuni limitrofi, è opportuno misurare anche la frazione fine ed ultrafine delle polveri (PM10 - PM2,5 – PM1), per verificare eventuali incrementi nelle medie annuali di questo inquinante. Per quanto riguarda invece le aree poste nelle immediate vicinanze dei cantieri (recettori sensibili in particolare), il monitoraggio potrebbe essere limitato alle polveri, nonché agli Idrocarburi Policiclici Aromatici-IPA (originati dai motori diesel) ed eventualmente al benzene. Queste misure dovrebbero essere condotte simultaneamente all’interno ed all’esterno dei recettori identificati. Rumore Per quanto riguarda l’impatto dei cantieri sulla popolazione residente nelle vicinanze, da una parte sarà verificata da ASL (tramite un questionario) la sensibilità della popolazione ai livelli di rumorosità consentiti in deroga ai limiti di legge, dall’altra sarà attivato un controllo sul rispetto di tali livelli, a cura di ARPAT. Per quanto riguarda il rumore da traffico, una verifica sistematica dei mutamenti del clima acustico, prodotti dalle variazioni dei flussi di traffico conseguenti dall’apertura dei cantieri, necessita di una ampia caratterizzazione ante operam della rumorosità delle strade nelle zone circostanti le aree di intervento (una previsione dettagliata degli assi viari interessati a variazioni non è ad oggi possibile), per consentire una successiva verifica mirata dei mutamenti che sono avvenuti. Tale monitoraggio potrebbe essere previsto tra le incombenze del conduttore dell’opera secondo quanto disposto dall’Osservatorio ambientale, altrimenti potrà essere realizzato da ARPAT solo con risorse aggiuntive. Alcune scuole e strutture sanitarie o per anziani possono essere oggetto di un monitoraggio periodico volto a definire l’evoluzione del clima acustico (a cura di ARPAT). • • • • Ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie Consumo di farmaci per malattie respiratorie incidenti stradali Tempi di percorrenza dei mezzi di soccorso o dei mezzi pubblici, come indicatori dell’andamento del traffico urbano. b) Programmazione di uno studio ad hoc sulla modifica della qualità della vita nella popolazione interessata dai lavori. Le grandi opere in fase di avvio, caratterizzate da lunga durata e dalla localizzazione in un tessuto urbano già sofferente, incideranno sotto diversi aspetti sulla vita dei cittadini (aumento dei tempi di percorrenza, modifica dei percorsi e dei ritmi abituali, incertezza sul futuro della propria abitazione sia per quanto riguarda il valore economico che gli aspetti di fruibilità, disagi legati al rumore, alla polverosità ecc.). Alcuni di questi disagi trovano la loro manifestazione attraverso le segnalazioni da parte dei cittadini, che in questo periodo dovranno essere gestite con particolare cura al fine di contribuire al progetto di sorveglianza. Questo studio, affronterà quindi anche altre tematiche, rifacendosi a un concetto globale di salute; si propone di approfondire alcuni aspetti particolari del disagio ma anche di confrontare popolazioni diversamente esposte e di seguire nel tempo l’andamento dei fenomeni. Il carattere di ricerca che riveste lo studio richiede un impegnativo lavoro sia preparatorio che per la sua esecuzione, pertanto questo punto potrà essere realizzato solo se oggetto di un finanziamento ad hoc, erogato in tempi molto brevi per consentire la rilevazione della situazione prima dell’avanzamento dei lavori. Il rumore In relazione ai valori guida ed agli standard igienico-sanitari proposti dall’OMS e dal “Libro Verde” della Commissione Europea per i vari ambienti di vita, i livelli di esposizione della popolazione si collocano molto al di sopra di tali valori, pertanto è utile un raffronto con i reali livelli di rumore, rilevati o stimati da ARPAT negli ultimi anni, cui risulta esposta la popolazione residente nell’area omogenea fiorentina ed espressi in percentuale nella tabella 5 : Sorveglianza sullo stato di salute a) 204 Valutazione di dati sanitari, ma non solo, correlabili ai rischi ipotizzati e oggetto di raccolta routinaria, “letti” Tabella 5 alla luce della situazione legata alle opere, pur nella consapevolezza che da ciò si possono rilevare solo variazioni macroscopiche, ma considerando che l’utilizzo di dati correnti permette comunque di confronPeriodo tare il periodo precedente con quello successivo all’inizio dei lavori con costi contenuti. Fra i dati da prenDiurno dere in considerazione per verificare la fattibilità del Notturno progetto di sorveglianza, si possono indicare: percentuale di popolazione esposta a rumore in facciata (lato strada) al di sopra dei limiti Livelli sonori medi > 65 dB > 55 dB Percentuale di popolazione 55 % 90 – 100 % Soprattutto nelle strade a più intenso traffico sono generalmente presenti elevati livelli di rumore che superano mediamente di oltre 10 dB i limiti di legge ed i valori guida (OMS e UE). In relazione agli elevati livelli outdoor rilevati, particolare attenzione meritano i livelli indoor degli ambienti di vita dei bambini (aule scolastiche, asili, abitazioni, ect.), infatti sembra oramai certo che l’esposizione cronica al rumore risulta dannosa soprattutto per i bambini. Gli effetti più gravi si hanno particolarmente sui bambini più piccoli nei quali si stanno formando il linguaggio e le capacità di apprendimento. Talvolta le più importanti fonti di rumore sfuggono al controllo degli insegnanti o dei progettisti degli edifici scolastici e, purtroppo, abbastanza spesso, la fonte di rumore è costituita dalla disposizione degli spazi scolastici. I progettisti dovrebbero tenere sempre presente la destinazione d’uso che verrà fatta degli spazi che stanno progettando e considerare i vari ambienti, sia indoor che outdoor, in funzione delle persone che in essi dovranno vivere e lavorare. Soprattutto per gli asili e le scuole, gli spazi devono essere progettati tenendo nel debito conto che i bambini hanno bisogno di attività rumorose, ma che i livelli acustici consequenziali non devono essere dannosi né per loro, né per gli altri operatori presenti nella struttura. In conclusione, qualunque provvedimento venga adottato per diminuire il rumore e ridurre l’esposizione umana, in relazione agli effetti sulla salute è sempre bene approfondire i seguenti aspetti: • • • • • • Considerare i vari ambienti, sia indoor che outdoor, in funzione delle persone che in essi vivono. Le scuole, i parchi-gioco, le case e gli ospedali, ad esempio, hanno specifiche e differenti esigenze in relazione ai limiti di rumore. Valutare bene gli ambienti con differenti sorgenti di rumore e condizioni tali da amplificare gli effetti del rumore. Speciale attenzione dovrebbe essere posta sull’uso del territorio e la programmazione dei trasporti nelle aree con sorgenti di rumore multiple, che possono amplificarne gli effetti. Tenere conto per le valutazioni sanitarie, dei soggetti più a rischio, in relazione agli effetti negativi sulla salute dei trasporti, come i bambini, gli anziani, chi ha deficit uditivi. I livelli di rumore riferiti ad abitazioni, scuole, ospedali, luoghi di lavoro e parchi, dovrebbero essere sempre a disposizione del pubblico. Dovrebbe essere fatta una sorveglianza sanitaria ed una periodica valutazione degli effetti negativi sulla salute correlati al rumore (ad es. la comprensione delle parole, i disturbi del sonno e la sensazione di malessere); nelle zone dove questi dati possono essere utilizzati e raffrontati con i dati ambientali di esposizione al rumore, si potranno meglio valutare i provvedimenti adottati per ridurre la rumorosità. I dati ambientali di esposizione e quelli relativi agli effetti sanitari, devono essere prodotti in formato chiaro e comprensibile per i decisori politici, ad esempio, utilizzando mappe dove si possano individuare facilmente le zone urbane ad elevata esposizione, così che possano essere utilizzate nelle valutazioni sanitarie sull’impatto ambientale, soprattutto di opere rilevanti come le grandi infrastrutture di trasporto, e nelle decisioni relative alla pianificazione territoriale ed ai piani regolatori di grandi città. Gli incidenti stradali Ogni anno nel mondo circa 1.000.000 di persone muore per incidenti stradali. In Italia ogni anno si osservano in seguito ad incidenti stradali circa 8.000 morti (Statistiche Sanitarie), 20.000 invalidi (stima di massima), 170.000 ricoverati (stima progetto SISI/ISS), circa 500.000 prestazioni di pronto soccorso senza ricovero (stima progetto SISI/ISS). A livello sanitario il problema non è stato affrontato abbastanza, anche se dai dati aggiornati al 1999/2000 si può constatare che in Italia il costo sociale è di 524,00 per cittadino, circa il 26% in più della media europea. Rispetto alla mortalità generale nell’anno (550.000 morti), gli incidenti stradali rappresentano meno del 2% di tutte le morti. Tuttavia: • la gran parte delle 550.000 morti osservate nell’anno è sostanzialmente “fisiologica”, la metà di tutti i decessi avviene infatti sopra i 78 anni di età; • il 50% dei decessi per incidente stradale riguarda soggetti sotto i 41 anni; • il 25% dei decessi per incidente stradale riguarda soggetti sotto i 23 anni. • Sotto i 40 anni di età gli Incidenti Stradali costituiscono attualmente la prima causa di morte. Il problema interessa particolarmente i più giovani, cosa drammaticamente evidenziata dal fatto che negli ultimi 30 anni sono morte in Italia in seguito ad incidente stradale circa 300.000 persone, di cui un terzo (100.000) aveva età compresa tra 15 e 29 anni. Le principali fonti di dati sulla mortalità per incidente sono le Statistiche Sanitarie dell’ISTAT e le Statistiche degli Incidenti Stradali ISTAT-ACI. Per il 2000 le statistiche ISTATACI riportano per la Toscana 428 vittime per incidente stradale; nell’archivio del RMR - Registro di Mortalità Regionale - i decessi sono stati 470. La differenza è dovuta al fatto che l’ISTAT-ACI attribuisce la mortalità al luogo dove si verifica l’incidente stradale e considera solo i decessi che si verificano entro 30 giorni dall’evento, mentre il RMR, così come le statistiche sanitarie ISTAT, fa riferimento ai decessi che si verificano entro un anno di tempo dall’incidente, e al luogo di residenza dei soggetti deceduti. Per quanto riguarda la tipologia dei soggetti morti per incidente stradale, nel 1999 in Toscana i pedoni rappresentavano il 18,6 % (12 % circa è il valore medio nazionale secondo ISTAT-ACI). I pedoni vengono coinvolti soprattutto nelle aree urbane, mente nelle strade extraurbane 205 sono i conducenti ed i trasportati ad essere più frequentemente le vittime. Nella fascia 15-19 anni, la maggior parte dei decessi si ha in ciclomotoristi. Dagli anni ’90 l’UE ha promosso due Programmi per la Sicurezza Stradale, che hanno come obiettivo la riduzione delle vittime del 40 % entro il 2010 (da 45.000 a 25.000 per anno). Peraltro, pur osservando dai dati rilevati in Toscana negli ultimi 30 anni una sensibile diminuzione della mortalità per incidente stradale, tuttavia, se si esamina questa diminuzione all’interno di classi di età, si può osservare che essa è quasi inesistente nella fascia 15-29 anni. Riportiamo sotto due tabelle riferite ai dati locali sugli incidenti stradali. Nella tabella 6 vengono riportati i dati della mortalità (1998-2000) per incidenti stradali di soggetti residenti nella ASL 10. Tabella 6 - Mortalità per incidenti tradali. Soggetti residenti nella ASL 10. Tassi standardizzati (per 100.000) per età, standard: Toscana 2000. Triennio 1998-2000. (fonte: Elaborazione: Agenzia Regionale di Sanità su archivio Registro Mortalità Regionale-CSPO) ZONE SOCIO-SANITARIE ED AZIENDE USL DI RESIDENZA Incidenti stradali USL 10 – Firenze Firenze Fiorentina Nord-Ovest Fiorentina Sud-Est Mugello Regione Toscana Valore inferiore Valore superiore Maschi Tasso Standardizzati Limiti di confidenza Inferiore Superiore 17,35 17,59 18,48 15,21 17,69 21,73 Pistoia: 14,13 Empoli: 33,16 14,88 13,97 13,30 10,04 8,67 20,41 10,14 26,49 Nella tabella 7 vengono invece riportati, per il 2001, i dati ACI-ISTAT riferiti alle strade extraurbane ed autostrade di tutte le province della Regione Toscana. Gli indicatori statistici considerati sono i seguenti: • Ikm ➔ Incidenti per km, n° incidenti relativi alla provincia in rapporto all’estesa km di tutte le strade provinciali; • Tm ➔ Tasso di mortalità, n° morti per 1000 incidenti relativi alla provincia; • Ig ➔ Indice di gravità, n° morti per 1000 infortunati relativi alla provincia; • Ria ➔ Rischio di incidenti per area, rapporto fra Ikm della provincia ed Ikm medio nazionale; • Rma➔ Rischio di mortalità per area, rapporto fra Tm della provincia e Tm medio nazionale. E’ attualmente in corso un’indagine sugli incidenti stradali avvenuti nel comune di Firenze a cui partecipano l’Azienda sanitaria ( S.A. di Epidemiologia e Dipartimento di Prevenzione) .L’indagine è mirata alla valutazione dei costi di ospedalizzazione degli incidenti con prognosi complessiva superiore ai quaranta giorni e si basa su una lettura integrata dei dati correnti: l’archivio dati della Polizia Municipale e le schede di dimissione ospedaliera dell’Azienda. L’interesse ad approfondire le conoscenze su questo fenomeno non nasce come si è visto da evidenze epidemiologiche locali 206 19,83 21,20 23,66 20,38 26,71 23,05 18,12 39,84 Femmine Tasso Standardizzati 5,18 3,77 5,14 6,12 11,14 6,57 Siena. 4,99 Lucca: 10,36 Limiti di confidenza Inferiore Superiore 3,94 2,30 2,61 3,01 4,20 5,89 2,87 6,91 6,43 5,24 7,66 9,23 18,07 7,24 7,19 13,81 particolarmente allarmanti: nella specifica realtà fiorentina vi sono tuttavia alcuni aspetti particolari quali la presenza di un numero elevatissimo di ciclomotori circolanti e le pesanti problematiche legate alla viabilità urbana, per la presenza di numerosi cantieri in vari punti strategici della città. E’ opportuno quindi intervenire con argomenti validi e documentati sia nel promuovere la maggior sicurezza del traffico motorizzato che una sua riduzione. La necessità di promuovere forme di mobilità più salutari, rispetto al prevalere dei mezzi di trasporto motorizzati privati, deve a sua volta essere valutata in un rapporto costi/benefici anche in base ai dati sulla sicurezza. La costituzione di un vero e proprio osservatorio su questo fenomeno, che comporta un notevole sforzo organizzativo e impiego di risorse dedicate, pare avere senso a livello provinciale o quanto meno di area metropolitana. 4) Le segnalazioni dei cittadini e l’ambiente di vita Le segnalazioni di inconvenienti igienico-ambientali effettuate dai cittadini, sia a livello individuale che collettivo, sono in larga parte messe in relazione ad effetti molesti che, a causa di un peggioramento della qualità della vita, possono per via indiretta comportare anche un deterioramento dello stato di salute degli individui coinvolti, soprat- Tabella 7 Indicatori statistici per provincia – 2001. (fonte: ACI-ISTAT, maggio 2003) tutto nei centri urbani. E’ da premettere che la registrazione informatizzata dell’attività delle UU.FF. di Igiene e Sanità Pubblica, iniziata nel 2001, non ha ancora standard omogenei di rilevazione per le 4 Zone, pertanto, sulle segnalazioni pervenute non è possibile un raffronto con periodi precedenti al 2002, anche se ciò sarebbe utile per studiare eventuali variazioni nel tempo. Comunque, si auspica che nel corso del 2003 tali segnalazioni ed esposti possano essere oggetto di ulteriori analisi ed elaborazioni, soprattutto in prospettiva della realizzazione del progetto di sorveglianza sanitaria, sopra menzionato, riferito ai lavori per le grandi opere e le infrastrutture di trasporto pubblico. L’attività svolta nel 2002, a seguito delle segnalazioni dei cittadini per inconvenienti igienico-ambientali, è riportata nella tabella 8 e nel grafico 1. Fra gli “inconvenienti igienici vari”, sono compresi in genere quelli segnalati da privati, con tipologia molto varia, tra cui citiamo, la presenza di agenti infestanti, la tenuta di animali domestici, il malfunzionamento di impianti tecnici in civili abitazioni, ect., che si manifestano nella maggior parte dei casi in luoghi e spazi privati. Concludiamo questa sezione sugli inconvenienti igieni- co-ambientali con una breve riflessione su 2 tipologie di segnalazioni riferite al rumore ed ai campi elettromagnetici. l’inquinamento acustico In relazione alla percezione del disturbo da parte della popolazione, è l’evento che più è in aumento, soprattutto nei centri urbani, per il traffico stradale e la presenza di autostrade e ferrovie; inoltre, nel periodo estivo, varie attività ricreative e manifestazioni all’aperto ostacolano le normali attività quotidiane e, soprattutto nel periodo notturno, il riposo. A seguito delle valutazioni tecniche effettuate dal Dip. ARPAT sul disturbo da rumore segnalato attraverso gli esposti pervenuti alle UU.FF. di Igiene e Sanità Pubblica, sia da parte di singoli cittadini che di comitati, le conseguenti valutazioni igienico-sanitarie vengono indirizzate alle Amm.ni Comunali, per gli opportuni interventi di risanamento previsti dalle vigenti normative sulla prevenzione dell’inquinamento acustico. Per il 2003, oltre a proseguire con gli interventi di informazione e comunicazione dei rischi per la salute legati all’in- Tabella 8 - Esposti per inconvenienti igienico-ambientali 2002 ZONE ASL 10 Firenze Nord Ovest Sud Est Mugello ASL 10 Inc. igienici Rifiuti e Igiene Emissioni Rumore vari Urbana in atmosfera 103 87 70 46 64 7 8 26 24 27 21 38 36 12 2 8 227 133 101 118 Campi Scarichi/ magnetici Maleodoranze 2 42 4 21 3 46 1 12 10 121 Amianto Eternit 8 7 5 3 23 207 Grafico 1 quinamento acustico, sarà importante porre le basi per un progetto articolato, in collaborazione con ARPAT, sulla definizione di criteri di valutazione indiretta dei rischi sanitari, assolutamente sottostimati in relazione ai livelli di esposizione della popolazione, che risultano, come già riferito nella sezione dedicata al rumore, molto al di sopra degli standard igienico-sanitari proposti dall’OMS e dal “Libro Verde” della Commissione Europea. I campi elettromagnetici – CEM Negli ultimi anni si è evidenziata a livello nazionale un’elevata percezione del rischio nella popolazione generale. I possibili effetti sulla salute a seguito di esposizione ai Campi Elettrici e Magnetici (CEM) sia da linee elettriche ma, soprattutto da impianti di telecomunicazioni, hanno generato una tale preoccupazione nella popolazione, così da attribuire ad essi anche rischi mai dimostrati. Tralasciando una più approfondita analisi dei motivi che sono alla base di questi fenomeni di percezione del rischio, si possono solo elencare quelli che a nostro parere risultano le motivazioni più credibili: ad es. l’esposizione non volontaria, la paura per ciò che non è familiare, l’accostamento delle radiazioni non ionizzanti a quelle ionizzanti, la scarsità di controlli e verifiche, il vorticoso aumento dei telefoni cellulari e delle stazioni radio base nel giro di pochissimi anni, ect. In particolare, nel campo della telefonia mobile, l’informazione e la comunicazione del rischio, la comunicazione tra esperti, enti pubblici, società di telefonia e la popolazione generale, è risultata assolutamente inefficace. Di fronte a tante e tali preoccupazioni, consapevoli che i cittadini hanno sicuramente diritto ad essere informati in modo accurato, affidabile e credibile, il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL 10 ha aderito all’Accordo procedurale fra la Provincia di Firenze, il Dipartimento Provinciale ARPAT di Firenze ed i gestori della telefonia mobile, sulle 208 procedure autorizzative e di controllo in materia di realizzazione e gestione di reti di telefonia cellulare sicure, ed ha fatto propri gli obiettivi sull’informazione previsti in tale Accordo, prendendo in considerazione i seguenti punti: - aggiornamenti periodici dei progressi della ricerca scientifica nell’ambito del “Progetto Internazionale CEM” avviato nel 1996 dall’OMS; favorire le azioni preventive tendenti a limitare l’esposizione; informare periodicamente i cittadini sul rispetto dei limiti vigenti; fornire notizie relative alle cautele da adottare da parte di particolari soggetti a rischio. Durante il 2002, fra gli “esposti” inviati dai cittadini, le segnalazioni meno frequenti riguardano i CEM; sembrerebbe quindi valida la strategia adottata nei confronti delle Amm.ni Locali e della popolazione generale, che si basa su una idonea valutazione tecnica degli impianti (ARPAT), e sulla conseguente informazione e comunicazione delle evidenze scientifiche sui rischi (ASL). 5) Appendice Modificazioni della struttura economica e demografica e ripercussioni sullo stato di salute Dai dati sopra riportati emerge in primo luogo l’importante effetto atteso della tendenza all’invecchiamento della popolazione per quanto riguarda l’intensità di uso dei servizi sanitari. Ciò è particolarmente accentuato per la popolazione della città di Firenze, è immediatamente visibile per quanto riguarda l’uso dell’ospedale, ma è prevedibile anche per gli altri tipi di consumo come i farmaci e la specialistica. Peraltro, la politica aziendale di contenimento della ospedalizzazione attraverso una maggiore appropria- tezza dell’uso del ricovero, e di valorizzazione delle attività sanitarie di comunità attraverso un rapporto organico con i medici di medicina generale e un rafforzamento delle attività distrettuali, è finalizzata a mantenere sotto controllo i fenomeni di possibile aumentato bisogno sia in termini di spesa che in termini di stato di salute della popolazione. E’ da notare come l’area di Firenze e comuni limitrofi confermi, sulla base dei dati epidemiologici, la sua natura di area metropolitana, con una presenza di problematiche legate al lavoro, alla immigrazione, al turismo, che sono comuni alle altre zone fortemente urbanizzate a livello nazionale, ma che comunque richiedono particolare attenzione. I dati di mortalità confortano nell’indicare che, rispetto ad altre aree urbane, la situazione fiorentina è molto buona, e i problemi di emarginazione e degrado, seppur presenti, sono abbastanza contenuti. Certamente esiste un ulteriore spazio di azione in termini preventivi, che dovrà essere affrontato a livello aziendale con una politica di rafforzamento delle attività territoriali. Fonti bibliografiche • • • • • • • • • • • • • • • A. Barchielli, Relazione Sanitaria Aziendale 2002 della ASL 10 di Firenze, in particolare sezione epidemiologica ISTAT: popolazione al 31 dicembre 2000 (http://demo.istat.it) Regione Toscana - Area Extradipartimentale di Statistica, Movimento e struttura della popolazione per Zone socio-sanitarie, anno 2000 Dipartimento della Prevenzione – Gruppo interdipartimentale delle malattie infettive dell’ASL10, Epidemiologia Malattie Infettive Anno 1999, 2000 e 2001. Regione Toscana – Area Extradipartimentale di Statistica e Centro Studi Prevenzione Oncologica (CSPO-ISRT), Morti per causa, anni 1998, 1999, 2000 e 2001 Agenzia Regionale di Sanità (ARS): indicatori per le relazioni aziendali, anno 2000. “Public-health impact of outdoor and traffic-related air pollution: a European assessment” N. Künzli et Al. (The Lancet, Vol 356, September 2, 2000) “Guidelines for air quality” Published by the World Health Organization, Department of Protection of the Human Environment (PHE), 2000, Geneva, Switzerland; “Fine particulate air pollution and mortality in 20 U.S. Cities, 1987-1994” Jonathan M. Samet et Al. (The New England Journal of Medicine, Vol. 343, December 14, 2000); “Transport environment and health” edited by C. Dora and M. Phillips (WHO Regional Publications, European Series, N°89, 2000); Politiche future in materia di inquinamento acustico. 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ARPAT n° 11 (1998). 209 210 LE VALUTAZIONI SULLA SALUTE E IL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE NELL’ASL 11 Fonti consultate e dati disponibili I parametri scelti per la valutazione dello stato di salute della popolazione comprendono dati di mortalità e morbosità. Lo studio mortalità generale e specifica fornisce elementi utili per conoscere le patologie presenti in una popolazione e poter valutare quindi, lo stato di salute, identificare i problemi sanitari esistenti e le eventuali priorità di intervento. Lo studio di morbosità risulta importante ai fini preventivi in quanto fornisce informazioni anche su quelle patologie che non portano al decesso o che possono essere controllate o guarire tramite terapia medica. La morbosità incidente o prevalente risulta essere utile infatti solo quando le segnalazioni vengono raccolte con criterio, perché normate (es. notifica malattie infettive), oppure se la patologia è inserita in un sistema osservazionale organizzato (es. registro tumori). Per l’elaborazione di questo capitolo sono stati utilizzati dati forniti dalla Regione Toscana sulla mortalità generale e per le 17 grandi cause della classificazione internazionale ICD IX; è stato anche utilizzato l’archivio del Registro Tumori Toscano (RTT) relativo all’incidenza della leucemia nella zona Empolese anni 1985/96. I dati sono stati raccolti ed elaborati dall’Azienda USL11 (U.O. Epidemiologia, U.O. igiene e Sanità Pubblica) che ha anche collaborato alla redazione del presente capitolo. I principali indicatori analizzati Morbosità (S) Nel caso dell’empolese, non sono ancora stati compiuti studi di significatività che permettano di stabilire la reale attendibilità dei dati rilevati pertanto, anche valori che si discostano dal dato regionale, la cui popolazione è stata presa come riferimento, necessitano di essere verificati. Morbosità (S) - Andamento di alcune patologie di interesse ambientale Leucemia La leucemia è una patologia a etiologia multifattoriale che può colpire tutte le fasce di età; sono numerosi i fattori causali implicati: genetici, familiari, deficit immunologici, infezioni virali, esposizione a radiazioni ionizzanti e altri agenti fisici quali campi elettromagnetici, agenti chimici. La correlazione tra campi elettromagnetici a 50 Hz derivanti da elettrodotti ad alta tensione e insorgenza di leucemie è oggetto di studio da molti anni, anche se non si è ancora giunti a conclusioni definitive, si ritiene possa esserci un rischio aggiuntivo di leucemia infantile per esposizione a campi superiore a 0.2 micro Tesla. Per lo IARC tali campi magnetici sono in classe 2B, ossia possibili cancerogeni per leucemie infantili. Nel 1998 è stata fatta un’ interpellanza parlamentare nella quale si prospettava l’esistenza di un cluster (concentrazione di casi) di leucemie nell’area circostante la centrale elettrica di Ponzano (comune di Empoli), e si chiedeva una verifica da parte dell’A.U.S.L.. Nel febbraio 2001, un articolo di stampa ipotizzava un cluster di leucemie infantili in una scuola elementare di Sovigliana-Spicchio (comune di Vinci), attribuito a cause ambientali. È’ stato pertanto attivato uno studio per monitorare l’incidenza dei casi di leucemia e verificare l’eventuale esistenza di cluster. Tale studio è stato effettuato dal Dipartimento della Prevenzione dell’Az.USL, con la collaborazione della UO Epidemiologia dell’Az.USL 11 e della UO Epidemiologia Ambientale e Occupazionale del CSPO di Firenze (Istituto Scientifico della Regione Toscana). Nella zona empolese non si rilevano eccessi statisticamente significativi di casi in nessun comune e in nessuna fascia di età. Considerata la particolare importanza dei casi pediatrici si è provveduto ad un’analisi più approfondita di tutti i casi di leucemia nella fascia di età 0-14 anni nel periodo 1985-2000, non rilevando alcun eccesso statisticamente significativo. L’analisi dei presunti cluster effettuata tramite valutazione dell’aggregazione spazio temporale dei casi e tramite una georeferenziazione dei casi stessi ha confermato l’assenza di cluster sia nella scuola di Sovigliana che nella zona di Ponzano. I dati rilevati suggeriscono comunque l’opportunità di continuare il monitoraggio dell’incidenza di questa patologia. Asma, eczema e rinite allergica dell’infanzia (Studio Italiano sui Disturbi Respiratori nell’Infanzia e l’Ambiente SIDRIA) Lo studio (SIDRIA) è stato condotto in Italia per fare una stima sulla prevalenza dei disturbi respiratori e delle allergie tra i bambini e gli adolescenti e per approfondire il ruolo dei vari fattori di rischio. Lo studio è stato condotto su oltre 39.000 bambini delle scuole elementari e medie e in 10 centri dell’Italia Settentrionale e Centrale. Nella zona Empolese l’indagine è stata eseguita durante l’anno scolastico 1994/1995 su campioni rappresentativi della popolazione scolastica delle scuole medie inferiori ed elementari, ed è emerso che la frequenza di asma rientra nella media nazionale (9%) per i bambini delle elementari ma ne è al di sopra per i ragazzi delle scuole medie: (10,1%). Per le altre affezioni respiratorie considerate non si rileva, invece, alcuna criticità. Per quanto riguarda l’eczema, la zona Empolese rientra nella media (12,4%). Su invito del gruppo promotore dello studio ISAAC è stato ripetuto il rilevamento a distanza di 6 anni negli stessi centri che avevano partecipato alla prima fase. Lo studio SIDRIA - II fase è finalizzato in primo luogo ad indagare le eventuali modifiche temporali nella prevalenza dell’asma e delle allergie nelle aree già oggetto di studio; 211 Tassi standardizzati di mortalità per causa (1996-1998)1 Maschi Femmine TUTTE LE CAUSE Malattie sistema circolatorio Cardiopatia ischemica Infarto miocardio Malattie cerebro-vascolari Malattie apparato respiratorio Bronchite, enfisema, asma Malattie apparato digerente Cirrosi epatica Malattie sistema osteo-muscolare Malattie ghiandole endocrine Diabete Tumori K stomaco K intestino K polmone Leucemie Accidenti, avvelenamenti, traumatismi Incidenti stradale Suicidi Malattie apparato genito-urinario TUTTE LE CAUSE Malattie sistema circolatorio Cardiopatia ischemica Infarto miocardio Malattie cerebro-vascolari Malattie apparato respiratorio Bronchite, enfisema, asma Malattie apparato digerente Cirrosi epatica Malattie sistema osteo-muscolare Malattie ghiandole endocrine Diabete Tumori K stomaco K intestino K polmone Leucemie Accidenti, avvelenamenti, traumatismi Incidenti stradale Suicidi Malattie apparato genito-urinario 1 = Manca la significatività nella zona empolese. ** * = Valore inferiore statisticamente significativo. = Valore superiore statisticamente significativo. 212 Zona empolese 736,4 299,8 90,8 42,4 80,1 60,8 35,7 22,8 8,1 4,9 27,6 17,5 250,5 27,4 30,9 70,7 7,6 41,2 17,3 11,1 8,7 458,0 195,3 37,4 14,2 63,6 19,6 10,3 20,1 6,6 5,8 15,8 12,7 134,6 12,4 25,2 19,3 8,2 7,4 20,6 3,3 4,3 AUSL 11 Empoli 748,2 282,4 **84,7 39,5 82,9 58,5 *36,5 **24,1 **9,1 3,5 23,2 14,7 258,7 24,0 33,1 73,3 9,1 42,4 18,4 9,6 8,3 457,0 196,5 **35,6 **14,9 71,4 21,0 10,3 18,2 7,3 5,1 15,5 12,2 133,4 12,2 23,4 20,5 9,6 5,9 22,5 4,5 4,5 Regione Toscana 772,1 292,7 103,3 46,7 83,6 51,4 29,0 32,0 15,2 2,4 23,1 14,1 256,6 26,0 32,2 72,4 7,9 47,0 17,7 10,5 9,1 460,0 192,1 48,4 19,5 66,8 19,8 8,6 20,3 8,5 3,6 18,3 13,6 138,7 10,9 19,5 22,9 11,6 5,0 21,5 3,2 5,0 Mortalità infantile triennio 1996-1998 Zona empolese Zona Valdarno AUSL 11 Regione Toscana Causa perinatale 7 9 16 235 Malformazioni congenite 8 1 9 102 la nuova indagine è stata estesa anche ad altre città del sud Italia, per consentire un esame più completo delle differenze geografiche nella prevalenza dell’asma, dell’allergie e dei disturbi respiratori all’interno del nostro paese confrontando inoltre le stime di prevalenza della patologia respiratoria tra il nostro paese e gli altri. Nello studio SIDRIA II, verranno inoltre raccolte informazioni sull’esposizione attuale o pregressa ai fattori di rischio per l’asma in età pediatrica correlati alle condizioni sociali, ambientali e di vita dei soggetti in studio, al fine di valutare anche l’associazione tra questi fattori, e soprattutto le infezioni virali e batteriche della 1° infanzia, e lo sviluppo dell’asma e delle allergie. Inoltre in relazione agli elevati costi sanitari della malattia asmatica/allergica, il progetto SIDRIA II si propone di indagare, a livello della popolazione le modalità Altre cause 4 3 7 54 Tasso per 100 nati vivi 5,66 6,52 5,98 4,93 terapeutiche attuali per il controllo della patologia asmatica e allergica e il conseguente ricorso ai servizi. Pertanto i dati epidemiologici forniranno anche indicazioni utili per l’offerta di prestazioni sanitarie, e potranno essere utilizzate dal Servizio Sanitario Nazionale per meglio pianificare i servizi e per sviluppare i piani di intervento selettivi per aree e strati della popolazione a maggior rischio. Sistema socio-insediativo I dati demografici, socio-culturali ed economici sono strettamente collegati con i dati di salute,rappresentando i determinanti fondamentali della domanda di assistenza sanitaria e sono collegati ad un sano sviluppo delle condizioni di vita e di lavoro. Popolazione (S/P) Dati demografici Popolazione reresidente totale 0-14 anni 15-65 anni > 65 anni 1995 134.355 N° % 15.936 12,01 90.189 67,20 27.600 20,80 1996 133.328 N° % 15.990 11,90 89.326 66,90 28.012 21,00 1997 133.921 N° % 16.159 12,06 89.294 66,67 28.468 21,25 1998 134.853 N° % 16.492 12,20 89.555 66,40 28.806 21,30 1999 135.849 N° % 16.655 12,3 89.903 66,20 29.291 21,50 2000 137.382 N° % 17.072 12,40 90.548 65,90 29.762 21,70 Cittadini stranieri residenti nelle 3 zone anno 2000 Nazionalità Albania Marocco Senegal Cina Filippine Romania Yugolsavia Tunisia Tedesca Macedone Indiana Singalese Francese Altre nazionalità Totale Zona empolese 501 171 60 1.059 340 44 29 24 39 0 56 19 30 466 2.838 Zona Valdelsa 567 205 63 102 51 55 50 16 88 102 16 40 12 342 1.709 Zona Valdarno 903 510 352 273 94 52 38 32 21 20 31 11 21 312 2.670 Zona AZ. USL 1971 886 475 1.434 485 151 117 72 148 122 103 70 63 1.120 7.217 213 Incremento naturale e migratorio, saldo demografico Incremento naturale Incremento migratorio3 Saldo demografico4 2 2 3 4 = = = 1995 -2,89 3,96 1,07 1996 -3,74 6,86 3,12 1997 -2,58 7,47 4,89 1998 -2,40 7,69 5,29 1999 -2,36 9,55 7,20 2000 -1,27 9,93 8,66 Incremento naturale: (n. Totale nati - n. Totale morti) / popolazione residente x 1000. Incremento migratorio: (n. Iscritti residenza - n. Cancellati residenti) / popolazione residente x 1000. Saldo demografico: (n. Nati - n. Iscritti) - (n. Morti - n. Cancellati) / popolazione residente x 1000. Cittadini stranieri residenti suddivisi per continente - anno 2000 Continenti Europa Asia Africa America meridionale America settentrionale Oceania Totale Zona empolese 848 1.527 358 92 12 1 2.838 Zona Valdelsa 1.012 245 369 56 27 0 1.709 Zona Valdarno 1.195 432 932 99 11 1 2.670 Totale ASL 3.055 2.204 1.659 247 50 2 7.217 Indici di vecchiaia, dipendenza sociale e natalità 1995 Indice di vecchiaia 173,19 Indice di dipendenza sociale6 48,84 Indice di natalità7 7,88 5 5 6 7 = = = 1996 175,18 49,26 7,68 1997 176,17 49,97 8,10 1998 176,40 50,60 8,88 1999 175,87 51,11 8,47 2000 174,33 51,72 9,05 Indice di vecchiaia: (n. Totale residenti ultra 65enni / n. Totale residenti in età 0-14 anni) x 100. Indice di dipendenza sociale: (popolazione residente età 0-14 + popolazione ultra 65enni) / popolazione età 15-64 anni x 100. Indice di natalità: (n. Totale nati residenti / popolazione residente) / x 1000. ANZIANI - dati generali (fonte: dati reg. anno 2000) Secondo una stima regionale ogni 100 anziani 19 si trovano in condizioni di disabilità Di questi si stima che: il 50% abbia bisogno di un appoggio saltuario il 35% abbia bisogni di assistenza giornaliera il 15% abbia bisogni di assistenza continua Zona Zona Valdarno Zona empolese Totale 214 1998 Auto Non auto 34 94 194 258 228 352 Totale 128 452 580 1999 Auto Non auto 34 94 170 323 204 417 Totale 128 493 621 2000 Auto Non auto Totale 34 94 128 170 345 515 204 439 643 tributo alla conoscenza dei livelli di esposizione a campi elettromagnetici a 50Hz della popolazione residente nelle aree più vicine alle linee elettriche ad alta tensione. Qualità degli insediamenti Qualità acqua potabile La qualità delle acque potabili è garantita (DPR 236/88) attraverso controlli interni (da parte degli enti gestori) sulle acque di captazione e sui trattamenti di potabilizzazione, e mediante campionamenti routinari, da parte dell’ASL, sulla rete di distribuzione con monitoraggio di indicatori di inquinamento chimico e batteriologico. Nel corso degli anni 2000-01, sono stati effettuati 140 campionamenti per analisi di parametri chimici, di cui 13 non risultati conformi alla normativa e 2700 campioni per analisi di tipo microbiologico di questi, 14 campionamenti sono risultati non conformi per lievi eccessi di carica batterica, prontamente risolti e comunque privi di significato sanitario. Nel corso dell’anno 2002, sono stati effettuati 152 campionamenti per i parametri chimico –fisici e 1325 controlli per i parametri microbiologici. E’ importante sottolineare che mentre le non conformità per i caratteri microbiologici sono rimaste costanti, sono state riscontrate, anche se occasionalmente, delle non conformità per due parametri chimici: ferro e organoalogenati. Con l’entrata in vigore del nuovo D. Lgs 31/01 a dicembre 2003, è previsto un abbassamento dei valori limite per questi ultimi composti, che generalmente sono il risultato della reazione del cloro gassoso impiegato per la disinfezione dell’acqua e le sostanze organiche presenti. Edifici in prossimità di elettrodotti alta tensione Già da diversi anni l’I.S.S. e l’ISPESL hanno richiamato l’attenzione su alcuni valori di esposizione a campi elettromagnetici a 50Hz (dell’ordine di qualche microTesla) piuttosto lontani dalla condizione di fondo e per i quali si può ragionevolmente stimare un possibile rischio aggiuntivo di leucemie infantili anche considerevole. Alcune indicazioni operative tese a ridurre i livelli di esposizione più elevati, ispirandosi ad un principio cautelativo, venivano formulate dai suddetti Enti in un documento congiunto del 1997. E’ stata pertanto attivata un’indagine tesa a fornire un con- Edifici in prossimità di linee elettriche alta tensione N. edifici presenti nel raggio di 100 metri da linee elettriche ad alta tensione nella zona Empolese 563 Di cui nel raggio di 10 metri 58 Presenza di amianto L’amianto è stato impiegato largamente nell’industria e in particolare nell’edilizia sino agli anni ’70. Anche se attualmente la legge ne impedisce alcuni usi, materiali contenenti amianto si ritrovano in ambienti di vita e di lavoro a causa dell’elevato utilizzo fatto nel passato. L’esposizione a fibre di amianto è causa di varie patologie come l’asbestosi, il carcinoma polmonare e il mesotelioma. Allo scopo di accertare la presenza di amianto è stata effettuato il censimento di tutti gli edifici pubblici o aperti al pubblico in particolare: teatri, cinema, musei, sale convegni, biblioteche, palestre, piscine, centri sportivi, banche, uffici postali, case di cura e di riposo, alberghi, discoteche e grossi centri commerciali. Ad un campione pari al 20% di ogni tipologia di edificio è stata inviata una scheda di autonotifica per l’accertamento della presenza di amianto. Dall’elaborazione dei dati emerge che sono state inviate 266 lettere e sono pervenute 129 risposte, una percentuale quindi del 49%; il maggior numero di risposte il 78%, è pervenuto dagli enti privati, e solo il 22% dagli enti pubblici. I risultati del censimento sono confortanti, infatti solo in 2 casi è stato trovato amianto in matrice friabile. Il prossimo anno il censimento sarà allargato anche alle impianti industriali attivi o dimessi e alle altre categorie di ricerca previste dal Decreto Ministero dell’Ambiente 101/03 Esposti per inconvenienti igienici (S) Le richieste di intervento per inconvenienti igienico sanitari da parte dei cittadini rappresentano un utile strumento di Risultati delle misurazioni effettuate in un primo gruppo di edifici nel raggio di 10 m Numero di edifici con valori di c.e.m. (micro Tesla) suddivisi per fasce linee a 132 Kv <=0,1 >0,1 e <=0,2 >0,2 e <=0,5 >0,5 e <=1,0 >1 Media 5 31,25% 2 12,50% 7 50,00% 1 6,25% 0 0,00% Numero di edifici con valori di c.e.m. (micro Tesla) suddivisi per fasce linee a 380 Kv <=0,1 >0,1 e <=0,2 >0,2 e <=0,5 >0,5 e <=1,0 >1 Media 0 0,00% 0 0,00% 6 37,50% 5 31,25% 5 31,25% Totale 15 100% Totale 16 100% 215 Esposti per inconvenienti igienici Inconvenienti igienici vari Emissioni moleste in atmosfera Empoli Area empolese* 46 126 4 10 Empoli Area empolese* 45 118 4 13 Campi magnetici Maleodoranze Amianto / eternit 7 19 3 6 7 17 0 6 10 26 2 10 5 7 0 10 Rumore 2000 2000 * = Dato complessivo, riferito ai comuni di Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Empoli, Gambassi, Montaione, Montelupo, Montespertoli, Vinci. conoscenza delle problematiche presenti sul territorio, soprattutto in relazione alla percezione soggettiva dei rischi, sono infatti espressione di un disagio effettivo. A volte possono essere una spia di situazioni di criticità ambientali su cui bisogna intervenire in maniera adeguata altre volte invece non richiedono l’intervento degli enti competenti in quanto riconducibili a problematiche di interesse privato. Incidentistradali e domestici Archivio 118 Emergenza Sanitaria La prevenzione degli incidenti domestici e stradali rappresenta nella realtà nazionale e locale uno degli obiettivi primari non solo del sistema educativo sanitario ma di un vasto arco di soggetti istituzionali e non. Andamento traumatismi nel tempo dati Azienda USL 11 Incidenti domestici Incidenti stradali 1998 1.220 2.557 1999 1,557 3.143 2000 1.626 3.720 2001 (stima) 1.922 3.674 Stima dell’evento in relazione alla popolazione residente, per comune Capraia e Limite Castelfiorentino Cerreto Certaldo Empoli Gambassi Montaione Montelupo Montespertoli Vinci 216 Interventi per strada (x 1.000 res.) 9,2 10,7 18,5 10,2 18,7 12,7 18,75,5 22,0 11,6 17,0 Interventi per Casa (x 1.000 res.) 6,3 6,9 6,9 8,1 8,4 6,5 7,1 7,2 7,4