TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XVI - N. 6 GIUGNO 2005 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT
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PONTE SULLO STRETTO:
Sette i gruppi per
la gara d’appalto
Sono 7 i gruppi che parteciperanno all’appalto per i servizi
di Project Management Consulting per la costruzione del ponte
sullo Stretto di Messina. I sette
selezionati, rende noto la Stretto
di Messina, su un totale di nove
imprese che il 5 aprile avevano
presentato richiesta di partecipazione alla gara, sono: Atkins
Limited; Bechtel International
Inc.; l’associazione temporanea
di imprese Italferr Sp.A. (capogruppo), Metropolitana Milanese, Louis Berger SAS, Setec
TPI, Tractebel Development
Engineering. Parsons Brinckerhoff Ltd; Raggruppamento
Temporaneo di Imprese Parsons Transportation Group inc.
(mandataria), Tecnimont Spa;
Consorzio fra Snamprogetti e
Technip Italy; Associazione Temporanea di imprese Systra S.A.
(capogruppo), Technital spa; Il
termine di presentazione delle
offerte è stato fissato per il prossimo 6 settembre. Tra le qualificate che secondo la Commissione istituita lo scorso 6 aprile
e presieduta da Alberto Berruti,
presidente onorario del Consiglio di Stato, sono in possesso
dei requisiti per aggiudicarsi
l’appalto del valore di 150 milioni di euro, figurano quindi otto
imprese straniere: le britanniche
Atkins e Parsons Brinckerhoff;
le francesi Setec e Systra; tre
le americane: Bechtel, Parsons
Transportation e Louis Berger,
infine la belga Tractebel Engineering. Tra le italiane in gara ci
sono Italferr, del gruppo Fs, che
guida una cordata in cui figura
anche Metropolitana milanese;
poi Tecnimont, Snamprogetti,
Technip, Technital che ha partecipato anche al progetto Mose.
Soddisfatto l’amministratore delegato Pietro Ciucci, ‘’per
aver raccolto l’interesse delle
aziende leader del settore per
la più grande gara di servizi mai
avviata in Italia con un valore di
150 milioni di euro. I sette partecipanti raggruppano infatti
14 aziende di altissimo profilo
e sono un ottimo risultato che
testimonia ulteriormente il grande valore e l’importanza del
progetto ponte. Rappresentano
inoltre una ulteriore garanzia per
la realizzazione di una straordinaria opera ingegneristic. Ciucci
sottolinea la “valenza strategica”
della scelta di adottare il modello del project management.
“L’obiettivo -spiega - è quello di
verificare e monitorare tutte le
variabili dei processi gestionali e
delle tecniche progettuali al fine
di assicurare il rispetto dei tempi, degli standard di qualità e dei
costi previsti. Questo significherà ottenere, tra l’altro,un miglior
coordinamento tra tutti i soggetti
coinvolti nella realizzazione dell’opera. Anche per questa gara,
come per quella del General
Contractor, la valutazione della congruità delle offerte sarà
affidata ad una Commissione
indipendente che sarà nominata subito dopo la scadenza del
termine per la presentazione
delle offerte”. Prossimo step, la
gara internazionale sulle attività
di monitoraggio ambientale che
sarà avviata “presto”, assicura
Ciucci.
V.S.
Da Marsala l’appello all’unità
delle città garibaldine
Un appello all’unità del Paese.
A lanciarlo sono stati, nei giorni
scorsi, gli amministratori di sedici
Comuni italiani, che a Marsala,
nella storica sede di Sala delle
Lapidi di Palazzo VII Aprile, hanno dato vita, con la firma dell’atto costitutivo e dello Statuto, all’
Associazione nazionale delle
“Città Garibaldine”. Nell’intento
di “riaffermare che l’Italia è unica,
unita, democratica e repubblicana”, a costituire l’associazione
sono stati i Comuni di Bergamo,
che alla spedizione di Garibaldi diede un cospicuo numero di
uomini, Orbetello, La Maddalena, Salemi, Calatafimi-Segesta,
Corleone, Monreale, Marineo,
Misilmeri, Milazzo, Reggio Calabria, Mentana, Val di Serio, San
Pellegrino Terme, Vita e Marsala.
Alla presidenza dell’associazione è stato chiamato il sindaco di
Marsala Eugenio Galfano. Alla
cerimonia di oggi hanno partecipato anche il presidente del
Consiglio Comunale di Roma,
Giuseppe Mannino, il presidente della prima circoscrizione di
Genova, Giacomo Bellezza, ed il
delegato del sindaco di Cittanova. Questi ultimi tre amministratori hanno assicurato che presto
anche le loro città entreranno a
far parte dell’Associazione, alla
cui firma dell’ atto costitutivo è
stato presente anche Giuseppe
Garibaldi, pronipote omonimo
dell’ Eroe dei due Mondi, il cui
“sbarco” a Marsala, al comando
dei Mille, è stato rievocato sempre nei giorni scorsi.
L.L.
2 Giugno, Ciampi
chiama i giovani:
“con voi l’Italia
andrà avanti”
“E’ la settima volta che
festeggiamo insieme il 2 giugno,
un giorno di memoria e di speranza che abbiamo riscoperto
insieme, che ha dato voce al
desiderio di partecipazione dei
cittadini, al bisogno di affermare
la nostra identità nazionale”: inizia con queste parole il messaggio che Carlo Azeglio Ciampi ha
inviato agli italiani in occasione
della Festa della Repubblica.
“In questo momento ci sentiamo più che mai uniti nel dolore
Il Presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi.
per la perdita dei quattro militari
italiani componenti l’equipaggio
dell’elicottero caduto nel deserto iracheno - ha aggiunto il Capo
dello Stato, riferendosi all’incidente nel quale hanno perso la
vita quattro soldati -. Ci sentiamo tutti vicini ai familiari nel loro
lutto. Oggi ci stringiamo intorno
alle istituzioni della Repubblica,
ai valori di una Costituzione, lungimirante e saggia, nobile frutto
di quella stagione di straordinaria rinascita che prese le mosse dalla guerra di Liberazione,
della quale abbiamo festeggiato
Segue a pag. 2
P.I..
CONSIDERAZIONI
Il PSDI, Mancuso e la Giunta
Cominciamo col dire che
non abbiamo nulla da recriminare per avere aggregato il P.S.D.I.
con la coalizione di Mancuso,
anche se quella scelta suscitò
non poche perplessità fra gli
iscritti non consultati. Abbiamo
in quel momento ritenuto di
evitare di sconfessare atti che
la sezione non aveva adottato.
Avvertivamo, chiaramente, un
clima di clandestinità voluto da
qualcuno per legittimare una intesa che nei fatti
venne portata avanti al di fuori di precise regole
richieste dalla politica e sancite anche dallo Statuto del partito.
Sappiamo come sono andate le cose nel corso della campagna elettorale: Mancuso sfoderò
tutte le sue energie riuscendo a galvanizzare la
platea degli elettori i quali lo hanno votato con
un consenso imprevisto. Il ruolo dei partiti della
coalizione Mancuso è stato marginale anzi insignificante e questo spiega il successo personale.
Alcuni candidati hanno fatto sfoggio compiaciuto
della propria faccia non avendo da mostrare niente di politico. Peggio ancora le liste civiche che
Follini ha bollato di qualunquiste, anche quelle
denominate con il nome dei candidati a Sindaco.
Lo scambio di opinioni con Mancuso è avvenuto nel segno della chiarezza, oltre che della
cordialità sul piano personale. L’idea che ci siamo
fatta è che Mancuso conosce la Città, conosce
pregi e limiti di una realtà politica deficitaria dal
punto di vista del rispetto delle regole democratiche, sa bene che occorre risanare certe situazioni per rendere vivibile Adrano in tutti i suoi
connotati sociali e politici, comprende e capisce
che una classe dirigente non si inventa né si può
pretendere di formarla dall’oggi al domani, dice
che selezionare gli amministratori non sempre
coincide con le esigenze e la gravità dei problemi
da affrontare, ammette che gestire piccoli uomini,
sia pure di grossa stazza fisica, è più facile che
confrontarsi con chi ha idee da spendere.
Abbiamo incontrato un Mancuso determinato nell’affermare l’orgoglio di essere “Adranita”, il
suo messaggio è stato convincente per la maggioranza della popolazione. Sotto tale profilo ha
fatto capire di volere essere contro ogni forma di
ascarismo dei partiti locali verso le segreterie provinciali. Mancuso con il suo “orgoglio”, le sue feste
gestite nel quinquennio trascorso, accompagnate
da una buona pubblicità mediatica, corredata dai
manifesti giganti affissi nei centri di smistamento
turistico, ha finito per diffondere un’immagine di
Adrano che il più delle volte delude i visitatori in
quanto non corrisponde alla realtà. Mancuso tutto
questo lo sa e non fa mistero a riconoscere che
l’apporto dei cittadini per cambiare la città è fondamentale.
Diciamo pure che “dell’orgoglio”
di cui parlò il Sindaco nei suoi
comizi ancora oggi i cittadini si
ricordano positivamente, delle
proposte degli avversari nessuno ne parla. In questi anni dalle
colonne di questo giornale non
una sola volta abbiamo mancato di rivolgere critiche all’operato di Mancuso; abbiamo detto e
fatto più di quanto avrebbero dovuto fare i partiti
e i movimenti. In questo momento sulla figura di
Mancuso si insinua un dubbio che soltanto lui può
dissipare: capire se il politico sindaco considera
l’Ente che amministra uno strumento di potere ad
uso personale o un mezzo per servire la Comunità. Se Mancuso riuscirà ora a realizzare un cambiamento radicale nel modo di costruire un tessuto sociale capace di spingere la politica verso
scelte di autonomia culturale protesa a costruire
una classe dirigente degna di questo nome, non
esiteremo a sostenerlo anche nelle prossime battaglie politiche.
Conta poco che il P.S.D.I. non sia rappresentato nella Giunta Municipale; agli atti della sezione
non esiste una richiesta del Sindaco di segnalare
qualcuno del partito per la Giunta, né esiste un
atto sottoscritto dagli organi deliberanti per dare
mandato a qualcuno di rappresentare il partito in
seno all’amministrazione.
L’unico accordo su cui la sezione è stata unanime e di cui Mancuso ha sottoscritto un documento nel quale si riconoscerebbe al P.S.D.I. la
presidenza del Consiglio (atto questo che non è
del Sindaco ma del Consiglio). In altri tempi un
componente del P.S.D.I. venne indicato nel decreto di scioglimento del Consiglio per mafia, oggi
accade che un assessore della Giunta Mancuso
viene dato in quota al P.S.D.I. senza sapere come
e perché. Per fortuna questa scelta non ha odore di mafia in quanto rientra nella prerogativa del
Sindaco nominare assessore chi vuole (ripetiamo
prerogativa del Sindaco, per chi non lo sapesse)
e di selezionare gli amministratori fra quelli che
a suo insindacabile giudizio possano far valere
titoli, capacità e competenza (anche se un successivo ravvedimento del Sindaco comporterà la
rottamazione del prescelto). Le cose cambiano
quando qualcuno in nome e per conto di un partito ottiene un incarico “autodesignandosi” facendo
valere un atto di “autodecisione” riconducibile a
un fenomeno di altro tipo e stampo; e questo l’on.
Mancuso lo sa visto che ciò che è fuori dalle regole ha tutt’altro significato.
Vincenzo Castiglione
Commissario del PSDI – Adrano
LO DICONO I QUOTIDIANI
DAL CORRIERE DELLA SERA
DEL 31 MAGGIO 2005
DAL CORRIERE DELLA SERA
DEL 2 GIUGNO
In una intervista di Monica Guerzoni
all’On. De Mita a un certo punto l’esponente della Margherita riferendosi a Prodi
ammonisce « Non si comanda per coercizione» e sulle critiche di Borselli alla
decisione della Margherita di andare alle
elezioni del 2006 con lista propria nelle
quota proporzionale De Mita afferma: «
Borselli si comporta da Ascaro ».
Fassino incontra il Presidente della
provincia di Catania On. Raffaele Lombardo: niente accordi sottobanco ha precisato Lombardo; “ho detto a Fassino di
essere un uomo di centrodestra e che
tale rimarrò. Fassino dal canto suo ha
detto: l’On. Lombardo è persona accorta
e intelligente e vuole capire, studiare il
fenomeno dell’autonomia”.
DA “LA STAMPA”
DI TORINO DEL 4 GIUGNO
“ L’insofferenza verso i partiti accomuna Prodi a Berlusconi” è il titolo di un articolo di Fabrizio Randolino il quale mette
in risalto il fatto che in seno alla Margherita si comincia a parlare di “berlusconizzazione” di Romano Prodi.
Numerosi i riscontri di Randolino a
proposito delle posizioni assunte da Prodi
fra cui l’insuperabile diffidenza per i partiti
e i loro leader, l’uso insistente dell’ «io»
al «noi» , l’eccesso di autodecisionismo
fuori dalle regole di partito fanno pensare a un Prodi berlusconiano sui metodi di
gestione dell’Unione.
UNIVERSO SICILIA
GIUGNO 2005
Orgoglioso di
Turismo Sociale,
Tour Siciliano per essere Adranita
accetta critiche
40 emigrati
costruttive
Quaranta siciliani provenienti dagli USA (Missouri e
Wisconsin) Canada (Toronto),
Cile, Argentina e Brasile sono
stati ospiti di Sicilia Mondo per
una iniziativa di Turismo Sociale.
La comitiva, in massima parte
composta da giovani che non
erano mai venuti in Sicilia, è
stata accolta e festeggiata con
il tradizionale impegno che Sicilia Mondo dedica ai corregionali
all’estero. Intenso il calendario
degli incontri con i numerosi
cittadini con i quali si sono ritrovati, con le Istituzioni e le visite
in alcuni luoghi interessanti dell’Isola. Il programma prevedeva,
tra l’altro, colazione sull’Etna,
visita a Catania con colazione
alla Pescheria, alle Gole dell’Alcantara, a Taormina, Acireale,
Noto (in occasione dell’infiorata)
Piazza Armerina, Siracusa, Caltagirone, Agrigento e Palermo
dove all’assessorato del Lavoro,
ha avuto luogo un incontro con
il direttore avv. Giovanni Bologna ed i dirigenti Lucio Oieni,
Le Gole del Fiume Alcantara
Pino Buonadonna e Vincenzo
Lo Cascio.
La comitiva ha partecipato
alla “Giornata del Siciliano” del
17 maggio, organizzata nella
sede di Sicilia Mondo.
P.R.
MAT T O M O N D O
REFERENDUM
S’è aperta la stagione dei Referendum termine che indica
un’istituzione prevista dall’articolo 138 della nostra Costituzione
e che ha per oggetto la possibilità per i cittadini di annullare alcune leggi che si presume non gradite alla volontà popolare. Sono
esplicati nel dettato costituzionale modi e procedure di attuazione.
Nella pratica sono risultati conati che hanno fatto la loro strada tra
confusione e incomprensione, per la loro complessità che deriva
dall’elenco di decine di articoli delle leggi di cui si propone l’abolizione ignorati interamente dal comune cittadino, solo qualcuno è
rimasto memorabile come quello vincente per l’annullamento del
matrimonio (divorzio), e l’altro per l’interruzione volontaria della
maternità (aborto).
Ne abbiamo avuto ora per le mani un paio che hanno fatto
discutere per la loro incomprensibilità tanto che in pochi si son
presi il disturbo di recarsi al seggio.
La gente comune si aspetta altro che queste chiamate continue al voto per cose che hanno sicuramente la loro rilevanza che
non è di certo però di carattere primario, non affronta i problemi
del lavoro dei giovani, della sicurezza della salute, e qui mi fermo.
Chi deve decidere si volta all’altro lato. È diventato il Referendum motivo di beffa quanto un rappresentante di un Parlamento
di alcuni anni fa scriveva Reverendum pensando il poveretto, non
erudito in latino, che si trattasse di materia religiosa, roba da preti.
Apprendo dal quotidiano
di Sicilia pag. 7 di ieri 4 giugno
che una coproduzione dei teatri
di Palermo e Catania uniti all’insegna della “Norma” giungerà
anche in Giappone. Al Massimo
Bellini di Catania saranno effettuate due recite di quest’opera
nei prossimi 14 e 15 giugno.
Il capolavoro belliniano verrà
proposto a Palermo dopo trentotto anni di assenza da quel
palcoscenico e sarà reinserito
con la “Sonnambula” nel cartellone del massimo di Catania nel
2007. e in Adrano?
Ho provato nei giorni scorsi
a domandare a ventuno studenti di istituti tecnici e classici
adraniti perché il nostro è chiamato Teatro Bellini, chi era Bellini, cosa aveva fatto di buono e
di bello per meritare che il suo
nome venisse dato a questo
teatro. Pensavano che fosse stato un buon attore, come era stato anche Turi Ferro, a cui è stata
dedicata la “sala” del teatro. Molti anziani hanno chiesto “perché
no” e “perché non anche” al
grande Angelo Musco?
Avevano saputo della inaugurazione, del Presidente della
Camera Casini, di tanti discorsi
del Sindaco e di altri. Ed ecco il
risultato: Magnifica opera meritoria del Sindaco Mancuso, Turi
Ferro un attore eccellente. E
Bellini? Bellini, “un nobile sconosciuto” per i ragazzi e i giovani, “un musicista” per i vecchietti
della villa-viale del tramonto.
Per favore, Signor Sindaco, torni al più presto in questo
teatro, si faccia accompagnare
da Sanfilippo, convochi la cittadinanza e prima di aprire bocca renda il dovuto omaggio a
Vincenzo Bellini ascoltando e
facendo ascoltare “Casta Diva”
della Norma adottandola sin da
ora come “sigla” che precede i
programmi. Poi faccia sapere
a tutti che Vincenzo Bellini ha
occupato e continua ad occupare un posto tutto suo nel teatro
lirico melodico mondiale.
Nasce a Catania il 1° novem-
bre 1801. Ha 24 anni quando
viene rappresentata con grande
successo la sua prima opera
“Adele e Salvini”.
Il gestore del San Carlo di
Napoli gli commette l’opera
“Bianca e Fernando” e l’opera “Il
Pirata” per la Scala di Milano.
Durante il soggiorno milanese compone “La straniera”,
a Parma “La Zaira”, a Venezia “Capuleti e Montecchi”, poi
ancora a Milano la “Sonnambula” e la “Norma”. Il trionfo della
“Sonnambula”si ripercuote in
tutta Europa.
La seconda rappresentazione della Scala della “Norma”
provoca i deliri e l’idolatria della
folla. Ritorna a Catania e riceve accoglienze trionfali. Ivi si
ammala di nostalgia e d’amore.
Va a Parigi e vi compone nel
1835 “I Puritani”. Altro caloroso
successo, mentre ogni giorno
qualche cosa gli muore dentro.
Si consuma lentamente, in
segreto.
A trentaquattro anni, il 23
settembre di quest’anno, muore e tutta Parigi lo piange. La
chioma ondulata gli incornicia di
un’aureola bionda il volto profilato e nobile, di un ovale perfetto;
dalla fronte si diparte una luce
serena, come la larga corrente
fluviale delle sue melodie e lo
rende ancora, nella morte estremamente affascinante.
Sulla sua tomba, ai piedi di
una colonna del Duomo di Catania, si vedono il pentagramma,
le note e le parole “ah, non
credea mirarti ‘sì presto estinto
fiore…” inebriante di dolcezza
e pienezza di canto, tra le più
fulgide gemme che siano mai
apparse sulla terra.
Melodia purissima che dolcemente si espande, si spazia e
si inciela.
Signor Sindaco ricordi questo agli adraniti e vedrà che
apprezzeranno di più l’opera
sua di restauro e completamento e ameranno tanto il loro teatro
e Vincenzo Bellini.
Nino Guglielmino
(Continua dalla prima pagina
2 Giugno, Ciampi chiama i giovani: “con voi l’Italia andrà avanti”)
I DOLORI DELL’ESTATE
Arriva per tutti il momento della grande spoliazione: scoprire
tutto lo scopribile, esporre ed esporsi anche in quelle parti del corpo che sarebbe meglio occultare risparmiando a se e a gli altri il
mortificante spettacolo. La tragedia del peso, dei chili che aumentano, delle parti del corpo che si gonfiano senza essere invitate ma soltanto attese e temute. Cure senza fine, rimedi giudicati
magici, privi di sofferenze e bilance traditrici che non perdonano.
È una battaglia amara e quasi sempre perdente o al massimo
minimizzata con accorgimenti che tradiscono l’importanza di vincere questa battaglia. I più furbi si consolano dicendo che è una
falsa filosofia quella della linea e che anche le rotondità hanno
il loro fascino. C’è altro ancora, quella che potremo chiamare il
tema dell’anno che dopo l’imprevista e non scontata vittoria espositiva dell’ombelico ora si affaccia verso più ardite prospettive: si
scende giù da quella parte centrale e si naviga verso gli oscuri
punti di riferimento che sembravano prima proibiti e irraggiungibili. Si comincerà dicono i ben informati, dal mare, dai costumi
che non saranno i famigerati triangolino o tanga ma quelli respinti
con disgusto e definiti “fili dentali” ma non avranno altro nome più
delicato e discreto però sempre nudo sarà.
Né vedremo delle belle e temiamo delle brutte. Chi vivrà
vedrà.
il 60° anniversario”. Ciampi ha
poi rivolto il suo pensiero alle
giovani generazioni: “In questi
anni, abbiamo sentito rifiorire in
noi la consapevolezza, l’orgoglio di essere italiani; abbiamo
visto consolidarsi un sentimento
nazionale maturo. Penso ogni
giorno a Voi giovani, ragazzi
e ragazze, che chiedete alle
istituzioni, alle vostre famiglie
occasioni per impegnarvi, che
desiderate operare per il bene
comune. Penso a Voi, e in Voi
trovo speranza, anzi, certezza.
L’Italia andrà avanti, superando
ogni difficoltà, ogni ostacolo, ora
come in passato. Aggiungo: l’Italia sarà fra i protagonisti del rilancio dell’Europa; rilancio che c’è
sempre stato dopo ogni battuta
d’arresto. Noi italiani crediamo
davvero nei valori dell’unione tra
i popoli europei. E’ un progetto di
avanzamento civile e sociale”.
“Al proprio interno, l’Italia
deve dare ora maggior spazio
ai giovani, in tutti i settori della
vita civile: nell’impresa, nelle
amministrazioni pubbliche, nella scuola, nell’università, nella
politica. C’è bisogno di nuove
energie, di un rinnovo che valorizzi appieno le potenzialità delle nuove generazioni.
C’è bisogno di passione civile che animi ciascuno di noi, giovani e meno giovani, nel proprio
operare quotidiano”. “Il 2 giugno
- ha concluso Ciampi - è la festa
degli Italiani, è il nostro compleanno comune. Trascorriamola in serenità con gli amici, con
la famiglia, anche questo ci aiuterà ad operare per il bene della
nostra Patria. Viva la Repubblica! Viva l’Italia!”.
P.I.
2
LE PRIMARIE NON OCCORRONO
NELLE PROSSIME
ELEZIONI
AMMINISTRATIVE
CON QUALI CRITERI
LA SINISTRA
SELEZIONERÀ
IL CANDIDATO
A SINDACO?
CON UN
CONCORSO
PUBBLICO!!!
Sciuscià e Giuggiolone.
CARO
DIARIO…
Con questa pagina chiudo e ti dico addio perché col nove
di giugno ho concluso il mio corso di studi con quella specie di
maturità che mi dicono una volta faceva tremare tutti e che ora
a me mi lascia completamente indifferente, non credo assolutamente che mi bocceranno e non ci credono i miei genitori i quali
fanno soltanto questione di voto e pretendono per me il massimo,
un bel 100 che può giovare nelle varie ricerche di lavoro e nei
concorsi. Penso che con la scuola ho chiuso, non ho compiacimenti ne rimpianti e mi pare già che questo passato scolastico
non lascerà traccia visibile nel mio sviluppo. Nemmeno mi rendo
conto se ho appreso o non appreso molto, certo non mi sono
divertito e spesso annoiato. Ho cominciato quest’anno con questo diario, avrei rivelato chissà quante cose e invece m’è parso
subito che non avevo niente da dire e da raccontare e perciò caro
diario e mio confidente ti ho aperto e ora ti chiudo con due sole
paginette compilate quella dell’inizio e l’altra della fine. Non mi
pare un bell’affare e spero il meglio per tutti gli altri nella vita. Ora
mi dicono che la scuola dell’obbligo la porteranno fino a 18° anno
d’età diluita perciò di altri tre anni che poi si spiega non è proprio
obbligatoria in quanto si può scegliere la strada del lavoro. Le
solite ambiguità che sembrano fatte apposta per confondere le
idee. Per me è chiusa e dico addio firmandomi…
Piro Cotto
PRECISAZIONE
Nel numero di maggio in prima pagina, per un
errore di battitura mancava il risultato elettorale
dell’U.D.C. che precisiamo è stato di 4.293 voti; nell’elenco dei consiglieri eletti venivano riconosciuti
ai D.S. 3 consiglieri fra cui il sig. PETRALIA LUCA
G.B. che invece non è stato eletto in quanto all’atto
della proclamazione ai D.S. è stato sottratto un consigliere che è stato attribuito alla lista Liberadrano
nella persona di ZAMMATARO BIAGIO.
Per l’accaduto ci scusiamo con i lettori, con
l’U.D.C., con il consigliere neoeletto.
3
GIUGNO 2005
UNIVERSO SICILIA
IL VIALE DEGLI ADRANITI ILLUSTRI
Non c’è nella nostra città un
Viale degli uomini illustri come
per esempio nella Villa Bellini
di Catania. Nel nostro Giardino Pubblico della Vittoria così
denominato, con riferimento alla
prima guerra mondiale, ci sono
alcuni busti di adraniti meritevoli di ricordo; di alcuni di essi
ci occuperemo in una serie di
profili eminenti per virtù civiche,
intelligenze, umanità e cultura,
che hanno in altri termini arricchito e abbellito con le loro opere virtuose il volto della nostra
città.
Parliamo di persone che
abbiamo avuto la fortuna di
conoscere, che costituiscono
tappe della nostra vita che ci
portiamo nella mente e nel cuore come prezioso patrimonio.
Come il reliquario emergono
nel ricordo personaggi conosciuti che hanno lasciato un’impronta del loro transito umano e
il cui ricordo è depositato come
in un forziere nella mente e nel
cuore dei superstiti, di quelli che
li hanno conosciuti e apprezzato le qualità. Parleremo in una
serie di rievocazioni di adraniti
emeriti che hanno fatto bene al
paese e che abbiamo avuto la
fortuna di conoscerli, di apprezzarne le qualità, l’intelligenza e
moralità che lasciano il segno e
che hanno contribuito all’innalzamento del tono generale della
civiltà del nostro popolo.
Ricordo il mio maestro, non
si diceva allora insegnante, della
scuola elementare: si chiamava
Giovanni Picardi (il lettore lo può
vedere nella acclusa fotografia
di gruppo con i suoi scolari) non
ricordo niente di lui che non si
riferisse alla sua attività nella
nostra classe, sapevamo tutti
che viveva con una sorella nella
centralissima zona della chiesa
di S. Pietro oggi Piazza Barone
Guzzardi; la sera lo si vedeva
per qualche ora davanti al circolo degli operai di cui era socio
(abbiamo saputo poi che non
era socio del circolo cosiddetto dei nobili vicinissimo a casa
sua). È stato per me, per tantissimi altri un conforto della mente, del cuore, dell’intelligenza:
tutti gli alunni, i miei compagni,
amammo immediatamente la
scuola perché c’era lui, che con
modi affabili, senza mai alzare
la voce o promettere punizioni
ci raccontava le favole meravigliose della storia, con linguaggio comprensibile che non era
il dialetto, quello che parlavamo
tutti ma una forma espressiva
che riusciva chiara e intelligibile anche per i ragazzi nelle cui
famiglie non si respirava alcuna
atmosfera culturale. Con lui quasi tutti amammo e comprendemmo presto una disciplina come
l’aritmetica che la maggior parte
di noi uscito dalle scuole elementari non capì più, la respinse come qualche cosa di astruso fuori da qualsiasi possibilità
di apprendimento.
Ci leggeva e spiegava rac-
conti che portava in alcuni suoi
libri ben tenuti e custoditi: quelli
che poi abbiamo scoperto essere capolavori della letteratura
infantile come il Robbinson Crusoe di Defoe, I Viaggi di Gulliver
di Swite, L’isola misteriosa di
Verne ed altri ancora.
Indimenticabile l’ultima ora
della giornata scolastica quando il caldo d’estate o il freddo
d’inverno si sentivano e l’appetito dei ragazzi urgeva con più
impellenza e quando diversi scolari specie nei mesi caldi, inclinavano al sonno. Allora Picardi
tirava fuori la carta segreta e
infallibile: il Pinocchio di Collodi
che leggeva con voce vellutata,
soavemente, con un tono che ti
prendeva e dominava, con un
desiderio crescente di andare
avanti, di sapere il resto, tifando tutti e soffrendo per il povero
burattino di legno a cui ne capitavano di tutti i colori e che tanto
più era buono altrettanto sfortunato come potevamo constatare
sconfitti e derelitti anche noi, che
i carabinieri da cui Pinocchio si
era recato per un furto di monete invece di arrestare il ladro
misero in gattabuia l’innocente
ragazzo. Uscii dalle elementari
un anno prima senza completare il corso quinquennale, saltando cioè la quinta elementare:
era consentito agli alunni che
presentavano un curriculum
e un profitto eccellente e che
quindi con un simbolico esame
venivano ammessi a quello che
A Pisa laurea ad honorem
per Andrea Camilleri
Andrea Camilleri è stato il 26 maggio a Pisa
per un importante conferimento accademico. Ha
ricevuto infatti nell’aula magna del Palazzo “la
Sapienza” dell’Università, la laurea honoris causa
in Scienze della comunicazione, precisamente in
“Sistemi e Progetti di Comunicazione”. Lo scrittore siciliano, conosciuto in tutto il mondo come
l’inventore del commissario Montalbano da cui è
stata tratta l’omonima fortunata serie televisiva, ha
tenuto una lectio doctoralis
dal titolo “Le fabbriche del
credere”. Camilleri è nato a
Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, il 6 settembre 1925. Scrittore precoce,
a vent’anni pubblica su un
antologia di poeti scelti da
Ungaretti. Pubblica anche
brevi racconti sui giornali
“L’Ora” e “L’Italia Socialista”.
Inizia a lavorare come regista
teatrale nel 1942, portando
in scena più di cento opere,
molte di Pirandello, suo compaesano e amico di famiglia:
“Quanto agli scrittori che mi
hanno influenzato, come si
fa a dire.. Pirandello era nell’aria, nel clima famigliare:
“Vedi questo è un regalo di
Luigi quando venne a trovarci”. L’ultimo grande punto di
riferimento col quale ho un
dialogo che dura tuttora a
distanza, è stato Leonardo
Sciascia”. Porta in scena
“Così è (se vi pare)” nel 1958, “Ma non è una cosa
seria” nel 1964, “La rappresentazione della favola destinata ai giganti” nel 1959, “Sei personaggi
in cerca d’autore”, “Il gioco delle parti” nel 1980 e
molti altri ancora. E’ il primo a portare in scena in
Italia Bekett e Ionesco, impegnandosi contemporaneamente in campo televisivo dove realizza numerose regie di opere teatrali e di romanzi. Sua la
famosa serie poliziesca del “Commissario Maigret”
di Simenon e del “Tenente Sheridan”. Dal 1958 al
1965 Andrea Camilleri – che è stato già insignito dall’Università di Milano della laurea honoris
causa in Lingue - insegna, in modo pressoché
continuativo, al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e successivamente, dal 1977 al
1997 all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica
“Silvio D’Amico”. Esordisce come romanziere nel
1978 con Il corso delle cose (ristampato da Sellerio nel 1999), primo della serie dei romanzi “storici”. Di seguito pubblica:
Un filo di fumo vincitore nel
1980 del premio Gela, La
strage dimenticata, La stagione della caccia, La bolla
di componeva, Il birraio di
Preston (premio Vittorini),
La concessione del telefono. Instancabilmente impegnato nella ricerca di un linguaggio autentico in grado
di restituire in pieno le atmosfere e la varietà culturale e
umana della Sicilia, scrive
prevalentemente in dialetto, adeguandone di volta
in volta il registro al livello
sociale dei personaggi e
riuscendo sempre a trovare
quella sorta di felicità narrativa che trapela in pieno
dai suoi romanzi. Cura per
Rai Due la sceneggiatura
di “Montalbano”. Sua anche
la sceneggiatura e l’adattamento per il teatro de Il
birraio di Preston che nella
versione per la radio lo vede anche come autore e
interprete, cimentandosi inoltre nell’interpretazione del capo della polizia in “Guerra di spie”, film
per la televisione di Corrado Augias e nel ruolo del
nonno archeologo ne “Il gioco della maschera” di
Rocco Mortelliti su soggetto dello stesso Camilleri. Fra i numerosi premi vinti, ricordiamo il premio
“Racalmare”, il 29° premio di “Forte dei Marmi” e il
premio “Mondello” vinto nel 2002.
P.S.
allora si chiamava primo ginnasio e che poi diventò primo anno
del triennio di scuola media.
Incontrai più volte il maestro
Picardi, per me e per tanti maestro unico ed insuperabile, non
dimenticato e il cui ricordo mi
porto per tutta la vita come un
alone luminoso, uno stato di grazia che non è tornato più.
Quando si dice maestro
come formatore di coscienza si
rischia di lasciarsi andare alla
retorica ed invece l’espressione
contiene una esplosiva carica di
verità, indica la forza della scuola, del sistema educativo quando funziona, quando vive di una
luce che è quella dell’anima,
dello spirito in cui si riconosce
la dignità dell’uomo. In Giovanni Picardi troviamo noi alunni
superstiti un segnale che ci ha
accompagnato per tutta la vita,
un segnacolo in vessillo del ben
pensare ed operare.
Mi capita spesso di pensare al segreto di uomini come il
semplice e l’onesto Picardi e di
trovare senza difficoltà subito la
risposta: faceva amare la scuola
perché la amava e se ne nutriva; i ragazzi non trovavano in
lui l’austero e sgraziato censore
ma il compagno più grande che
ti prende per mano e ti aiuta a
scoprire la strada. La terribile
matematica la vedo ora come
una fiamma lontana che poi s’è
spenta per mancanza di alimentazione.
P. Sangiorgio
”UNIVERSO
SICILIA”
La voce della tua terra.
Abbonati!
L’ANGOLO DELLA POESIA
Donatella Pinzone è un’anima solitaria che aspira alla moltitudine, un’anima pensosa, muta, che anela alla parola, è un
sogno di bellezza nell’opaco mondo che le ottenebra: in un canto
disperato cerca una catarsi che la raggiunge per un istante e le
sfugge con strazio e ripiomba nell’angoscia che rischia ad ogni
momento di travolgerla.
P. S.
SONO POETA CANTADINA
Mi chiamo Donatella Pinzone, ho 29 anni, vivo in un piccolo paese, Maniace, in provincia di Catania. Nella vita sono una
bracciante agricola come i miei genitori, non ho nessun diploma.
Con il mio lavoro sopravivo, con la poesia esisto, è il mio modo
d’essere in questa vita.
Perché scrivo?
Non sono stata io a cercare le parole esse mi hanno cercato.
Ho fatto un lungo cammino, per cercare me stessa nel caos più
totale, per mettere a nudo le mie emozioni. Ho scritto la mia prima poesia nel settembre 96.
Le parole sono state luce che mi chiamavano in fondo al tunnel, acqua zampillante che nel tempo hanno scagliato la roccia
che li richiudeva. Scrivere è una mia necessità, sono emozioni di
quest’anima inquieta, che il corpo non riesce a contenere. Senza poesia sarei una carcassa vuota sulla battigia, una tela mai
dipinta.
Anch’io come te
Anch’io come te
ho sentito il gelo
che non penetrava
soltanto nelle ossa
spezzandole, ma
soprattutto
nel cuore e nell’anima
gelandole.
Anch’io come te
mi sono sentita
nel fango ed
il mio cuore
sgraffiato dalla sofferenza
ha urlato come
una folle
per una carezza
Anch’io come te
mi sono persa
nel labirinto
che c’è in me
Ho cercato nell’oblio
della mia solitudine.
Anch’io come te
sono una, delle tante
spighe che alitano
nel grande campo
frustato dalla tempesta.
Anch’io come te
sono stata solcata
da fiumi di lacrime
bramosi e silenti.
Anch’io come te
ho paura, tremo
m’arrabbio
piango e gioisco.
Anch’io come te
desidero, sogno
di stringere
fra le mie mani
la brezza di vita.
Donatella Pinzone
DOMANDE INQUIETANTI
Proviamo a rispondere?
Anni fa, quando regnava
sulla scena televisiva la cantante Mina Mazzini, mi capitava
spesso di sentire rivolgermi la
domanda: “Signore, avvocato,
zio, papà, nonno……. (perché
erano tanti e diversi i richiedenti)
il Signor Giuseppe Mazzini, quello della giovane Italia, l’amico
del carbonari, degli operai, dei
patrioti, dei rivoluzionari,…….
che voleva unita e indipendente tutta l’Italia e sognava anche
unita tutta l’Europa, era il padre
o il nonno della Mina?”
Ma che studiano questi
ragazzi? Pensavo. Un disastro!
Potevo rispondere solo “no!” e
mi veniva un mal di testa indescrivibile.
Recentemente, in questi ultimi anni: “Nonno, il Signor Presidente Ciampi, almeno due volte
l’anno, parla in TV e racconta a
tutti di “non dimenticare”, parla
animatamente della “strage di
Marzabotto” e della “strage delle
fosse ardeatine”, diecine, centinaia di vittime innocenti che,
sembra senza giustificazione
alcuna, perché il Presidente non
ne parla, sono state fucilate dei
tedeschi criminali e assassini,
gli stessi che hanno eliminato
milioni di ebrei. Nonno, il Signor
Presidente parla ogni anno puntualmente e solamente di questo capitalo di storia. Allora, è
solo questo che non dobbiamo
dimenticare? Tutto qui l’essenziale doppio concentrato della
storia d’Italia? Ora, è con questi
tedeschi criminali che dobbiamo unirci per fare l’Europa unita? E ci saranno anche quegli
inglesi che hanno bombardato
tante città italiane, tanti paesi,
anche il nostro Adrano ed hanno distrutto le nostre case ed
hanno preso di mira e distrutto
le nostre chiese, Santa Chiara,
Gesù agonizzante, Sant’Alfio,
parte del monastero di Santa
Lucia ed hanno danneggiato la
villa e massacrato con le bombe
vecchi, donne e bambini?
E sentiamo dire che sono
stati i nostri “liberatori” !
Ce la sentiamo, dunque, di
fare con costoro l’Europa unita?
Noi, secondo te, saremo dei
buoni europei?
Però, quando sentiamo il
Presidente, immaginiamo e col
pensiero vediamo tante mani, le
loro e le nostre, che grondano
sangue.
Dobbiamo ricordarle sempre?”
No, ragazzi miei, ascoltate
nonno: è meglio, è utile, è necessario, è assolutamente indispensabile dimenticare. Io non ci riesco. Voi potete e dovete.
“Nonno alla “liberazione” ci
crediamo, è vero, perché la storia che abbiamo studiato ci ha in
segnato che a far guerra e stragi in Sicilia e altrove sono stati
sempre i “liberatori”.
Ragazzi, dovete studiare
bene e sapere tutta la storia
d’Italia e anche quella della altre
nazioni e non soltanto quella
che vi si propina. Vi fornirò degli
ottimi libri di storia e avrete tutte
le risposte che serviranno a voi,
vostri figli, vostri nipoti e pronipoti e vi faranno diventare nella
mente e nel cuore buoni europei.
Dopo, però, che sarete diventati
buoni italiani.
E solo allora si potrà cominciare a pensare di unirsi con altri
buoni europei e fare la “Confederazione europea”, all’insegna
della pace e dell’umana solidarietà.
Nino Guglielmino
UNIVERSO SICILIA
GIUGNO 2005
2 giugno: Onorificenze
anche a Benigni,
De Gregori e Bongusto
Don
Lorenzo
Milani
Il 27 giugno 1967 come oggi lasciava questa società terrena, quella che Dante chiama
“l’aiuola che ci fa tanto feroci”, il sacerdote fiorentino Lorenzo Milani all’età di 44 anni, travolto
da un male atroce, morbo di Hodchin. Era parroco di Barbina a 100 metri dalla parte orientale del Mugello, molto freddo d’inverno e che
si rivestiva spesso d’un mantello nevoso. Era
un luogo abbandonato, come un penitenziario
sacerdotale lontano dal mondo civile.
Perché Don Milani sul quale si sono scritti tra
libri, saggi, studi , biografie, articoli di riviste e di
giornali più di 12.000 pezzi, è sempre per moltissimi una figura attuale e presente un monito
e un esempio, ce ne da l’occasione il trapasso
che tanta commozione ha suscitato in questi
giorni del grande Papa Giovanni Paolo II di cui si
parla, e si farà presto di riconoscerne la santità
e di innalzarlo agli altari. Giustissimo abbiamo
sentito dire a molti, ma perché non si fa Santo
anche un sacerdote, un cristiano, un eroe della
fede, un combattente in difesa di quelli che la
società rigetta, tende ad escludere, considera
schiuma della terra.
Per quanto ci riguarda ne abbiamo trovata
una convincente ed autorevole in un libro bellissimo, di gran lunga il migliore, l’autore si chiama Neera Fallaci, sorella della ben più famosa
Oriana, rapita alla vita in età giovanile e autrice
di un libro bellissimo sul grande personaggio
dal titolo “Dalla parte dell’ultimo”. Il libro ha avuto diverse edizioni e in una delle ultime è apparso con una prefazione di un altro meraviglioso
sacerdote David Maria Turoldo, dell’ordine dei
Servi di Maria e anche lui ebbe i suoi screzi con
i superiori, con la chiesa che lo rimosse dalle
messe domenicali nel Duomo di Milano, seguito da grande folla e lo rilegò in uno oscuro convento. La risposta la da Turoldo in questo scritto dove è detto a chiare lettere che Don Milani
nell’opinione di chi lo ha conosciuto, studiato,
amato, ammirato è già Santo e non c’è bisogno
di ulteriori celebrazioni. Scrive Turoldo che gli
fu amico e commensale: “Quale la spiegazione
del fenomeno Don Dilani? ”
“ Il fenomeno non si spiega che con il segreto della santità. Ciò vuol dire che si deve uscire
dalle nostre logiche: qui c’è il mistero di Dio, e
però con questo non si vuole evadere; Dio non è
fuori dalla storia, né fuori dalla vita dell’uomo! Si
tratta di credergli e di rispondergli, e nella misura in cui si dice di si, allora si diventa esplosivi
e rivoluzionari, cioè si entra in un’altra logica
che è appunto la logica di Dio, basti guardare
all’evento di Cristo!
Appunto per queste logiche la santità è un
assurdo, non ha bisogno di spiegazioni.”
Per Turoldo e tanti di noi ammiratori della sua
grandezza egli è già nella logica della santità.
Non abbiamo in proposito autorità e competenza per decidere sulla legittimità di questa
idea che non ci pare per nulla stravagante; la
chiesa può decidere, se vuole, e ci auguriamo
lo faccia al più presto, consacrando agli onori
dell’altare un uomo che amò la sua chiesa fino
allo spasimo sempre obbediente e disobbediente; non capì il genio della carità di questo
suo figlio. Un uomo che aveva rinunziato a tutti i
beni terreni (era di una famiglia fra le più ricche
di Firenze) per vivere povero tra i poveri a favore
di quelli che il Cristo Redentore preferì.
Sentiamo che i tempi sono maturi, avvertiamo l’odore mistico della Santità.
P. Sangiorgio
Ci sono anche l’attore e
regista Roberto Benigni e i
cantautori Fred Bongusto,
Francesco de Gregori, Peppino di Capri e Fiorella Mannoia
tra coloro che Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, ha insignito “motu proprio” di onorificenze dell’Ordine
al Merito della Repubblica Italiana, in occasione della Festa
della Repubblica.
Si tratta in totale di persone,
in tutto 58, distintesi per il lavoro svolto nella società “a favore
della solidarietà sociale, dell’impegno civile, dell’arte, della
difesa del patrimonio artistico,
della letteratura, della musica,
del cinema, della ricerca, dell’università e della formazione”.
Roberto Benigni
L’Oscar Benigni è divenuto
Cavaliere di Gran Croce, Bongusto e Di Capri (al secolo Giuseppe Faiella) commendatori,
De Gregori e la Mannoia ufficiali. Nell’elenco figurano anche
altri due Oscar, gli scenografi
Dante Ferretti e Francesca
Loschiavo; il compositore Giorgio Moroder; lo storico Claudio Pavone; la scrittrice Laura
Mancinelli: i giornalisti Igor
Mann, Barbara Spinelli, Lietta
Tornabuoni, Nuccio Fava e il
direttore di Famiglia Cristiana,
don Antonio Sciortino; Michele
Ferrero, titolare dell’omonima
azienda dolciaria; Evelina Christillin, vice presidente del comitato per Torino 2006. E inoltre
docenti universitari, operatori
del volontariato, ed ex partigiani.
Francesco De Gregori
P.S.
Sicilia country, grande
festa a Donnafugata
Chiusura di successo per “Sicilia Country, la
natura dà spettacolo” la
manifestazione che per
quattro giorni si è svolta
al castello di Donnafugata e che è terminata il
5 giuno alle 23. Migliaia di
visitatori hanno visitato gli
stand e le aree dedicate
ai prodotti tipici, alle Igp,
alle Doc e alle Dop allestiti all’interno del maniero
per poi prendere parte
attiva, negli spazi esterni, alle esibizioni cinofile
e dei butteri maremmani
e alle escursioni naturalistiche. Per i più piccoli
è stata una vera festa. In
molti, per la prima volta,
hanno visto da vicino le
razze tipiche della Sicilia,
dai suini neri dei Nebrodi alle capre girgentane,
dalle mucche modicane
agli asini ragusani.
Divertimento
e
competizione con il tiro
dell’arco, sport che ha
appassionato tantissimi
visitatori rimasti soddisfatti anche dalle esibizioni del campione italiano di bike trial. Tra gli
stand da segnalare quelli
della Cia e della Coldiretti
che non hanno mancato
di promuovere le proprie
attività a sostegno del
comparto.
■
Il Quirinale dona 10.000 Volumi
alla società Dante Alighieri
Da oltre due anni la presidenza della Repubblica, per mezzo
dell’Ufficio per la Stampa e l’Informazione diretto dal Consigliere Paolo Peluffo, sta realizzando
un’efficace azione di sostegno
alla diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo. In
questo contesto si inserisce la
donazione di oltre diecimila pubblicazioni, di cui circa ottomila
relative all’attività del presidente
della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi, duemila opuscoli e circa
300 volumi editi da RAIERI, effettuata dal Quirinale a beneficio
della Società Dante Alighieri, la
massima Istituzione impegnata
da più di cento anni per la diffusione della nostra lingua e della
nostra cultura all’estero. L’iniziativa trae origine dalla visita del
novembre 2003 negli Stati Uniti
del Capo dello Stato, occasione in cui il presidente Ciampi
donò una serie di volumi al rina-
to Comitato di New York e ha
assunto nel tempo carattere di
continuità attraverso le donazioni
realizzate, in concomitanza con i
viaggi presidenziali, a favore dei
Comitati della “Dante Alighieri” di
diversi Paesi, tra i quali Argentina, Ungheria, Estonia, Lettonia,
Romania, Cina e Bulgaria, degli
Istituti Italiani di Cultura e delle
Università e Lettorati di lingua e
cultura italiana.
B.C.
4
Se questa era una donna
“Sfuggente ma possessiva,
imprevedibile e financo paradossale, poco concedendo ogni
volta nel disvelamento di sé, ogni
volta fa sì che la sofferta conquista di quel poco non porti all’accidioso appagamento, ma vieppiù
alimenti l’irrefrenabile voglia di
perseverare nell’esaltante ricerca di quant’altro v’è ancora da
scoprire, da assaporare”.
Così un decadente scrittore
d’oscura fama, a metà del secolo scorso, descriveva la donna
amata. Chiara romantizzazione
di delirio erotico suscitato dall’arte seduttoria che solo a pochissime donne – che non fossero
a ciò professionalmente dedite
– era consentita.
Erano tempi in cui il mondo
femminile veniva costretto entro
tre stereotipate categorie : quelle
della donna ideale, della donna
carnale e della donna procreativa, magistralmente simboleggiate rispettivamente dalla Beatrice
di Dante, dalla Maja desnuda del
Goya e dall’ “Origine de mond” di
Gustave Courbet.
Tempi molto tristi per le donne. Erano loro preclusi i più elementari diritti civili, tra cui un
adeguato ruolo nella gestione
della famiglia, il voto politico e
l’accesso ad un gran numero di
professioni. Mentre all’uomo erano legalmente permessi il “delitto
d’onore” e l’adulterio, le adultere
colte in flagrante venivano immediatamente trasferite in carcere.
Si imbastivano crociate contro la
pillola anticoncezionale, giacché
consentiva alla donna una libertà inconcepibile e assolutamente
riprovevole: la possibilità di sentirsi gratificata da un atto sessuale senza fini procreativi.
Ora finalmente le donne si
sono, come suol dirsi, emancipate. Il disvelamento delle loro
grazie fisiche ed abilità amatorie
non viene più esibito a centellìni.
Anzi. Esso è ormai generalmente e subitamente ostentato, col
rischio, per ciò stesso, di privare
il partner maschile del pur necessario supporto immaginativo; talvolta è addirittura impudicamente imposto e con tale veemenza
da indurre in lui imbarazzo e frustrazione, con un conseguente
calo della libido che può anche
sfociare nella drammatica impotenza di natura psicologica.
Ma, soprattutto, oggi le donne possono esprimere appieno il
loro sentire, tutte quante le loro
innumeri abilità positive, le loro
aspirazioni; mentre noi, con la
mente non più obnubilata dall’ossessione del sesso né più
condizionata dalla plurimillenaria educazione maschilista,
possiamo finalmente guardare al
loro straordinario variegato mondo con l’attenzione che merita.
Lo
scienziato
inglese
Desmond Morris sostiene che la
donna, almeno dal punto di vista
fisico, è il miglior risultato di milioni di anni di evoluzione, in quanto
molto più degli uomini si è allontanata dai nostri scimmieschi
progenitori e si contraddistingue
in particolare per la conservazione (neotenìa) e spesso per
l’esaltazione dei caratteri peculiari della fanciullezza; ad esempio per la vellutata epidermide e
l’aspetto glabro. Nel contempo,
per altri aspetti rimane ancorata
a fisiologiche primordiali caratteristiche, quali la spiccata suscettibilità agli ormoni endogeni che
ciclicamente la perfondono e la
condizionano, nonché la maggiore sensibilità olfattiva soprattutto nei confronti dei ferormoni
esogeni.
Ma tante di più sono le peculiarità femminili ( nella psicologia,
nei gusti, negli atteggiamenti, nel
comportamento, ecc.) che ci sorprendono e ci affascinano; non
solo per il loro numero ma anche
perché ognuna di esse, nei differenti soggetti, si presenta con
una infinità di differenti sfaccettature. Al confronto, il mondo
maschile appare piuttosto omogeneo nell’aspetto fisico e prevedibile in quello comportamentale; persino monotono.
Per spiegarci questa estrema
diversità, ci soccorrono, come al
solito, gli scienziati. Pare che tutto derivi dal fatto che il genotipo
femminile, a livello degli eterosomi, è costituito di 2 cromosomi X
(a differenza di quello maschile
che ne dispone di uno soltanto)
e che uno di essi, già nell’embrione precoce, viene inattivato
a caso ed in modo permanente.
Ne consegue che ogni donna
risulta essere un mosaico formato da un miscuglio di gruppi clonali di cellule, in parte dei quali è
attivo l’X proveniente dal gamete
materno mentre nei rimanenti l’X
proveniente dal gamete paterno.
Da qui le straordinarie sfumature
che ciascun carattere può assumere in ciascuna donna. Poiché
infatti l’insieme delle cellule preposte all’espressione di un particolare carattere può contenere
le componenti materna e paterna in proporzioni le più disparate,
esso potrà manifestarsi con le
più diverse tonalità; allo stesso
modo delle infinite nuance ottenibili miscelando nelle più diverse proporzioni due colori che
siano già il risultato di precedenti
infinite miscelazioni.
Insomma, il mondo femminile comunque generato si rivela
essere sempre più un prezioso
scrigno di stimoli e di opportunità. Esso si sta imponendo
prepotentemente nel campo dei
rapporti sociali , degli studi e del
lavoro, costringendo gli uomini che ancora non riescono o si
rifiutano di percepirne le tante
abilità ad una vana difensiva.
L’unico campo in cui le donne
appaiono destinate a rimanere
in estrema minoranza è quello
della politica e in genere delle
cariche pubbliche elettive, per le
quali le elettrici pervicacemente
preferiscono i candidati maschi.
Eppure, le rare donne che già
hanno ottenuto un seggio parlamentare, nel grigiore non solo
coloristico della straripante componente maschile (costituita per
la maggior parte di individui il cui
modus operandi appare simile a
quello dei maschi soprannumerari di un branco di quadrupedi),
spiccano per preparazione, singolare individualità, personalità,
determinazione; persino per la
capacità di dissentire. Diversissime fra loro e tuttavia accomunate tutte dal possedere nelle loro
cellule quel peculiare duplice
cromosoma X.
Oltre ai tanti pregi, dobbiamo
dunque attribuire alla duplicità
cromosomica X anche l’incomprensibile difetto della mancanza di stima e di fiducia nelle altre
donne, ed è per ciò che preferiscono affidare il governo della
cosa pubblica all’altro sesso?
Trattasi forse del retaggio di un
troppo lungo passato di soggezione nei confronti del maschio,
di cui non riescono tuttora a liberarsi?
Sarebbe veramente triste se
così fosse. L’Italia tutta ha gran
bisogno di un’energica spinta
verso la modernità da parte del
mondo femminile, così come il
sonnolento mondo civilizzato
occidentale, satollo di troppo
benessere, ha bisogno degli
attacchi infertigli dalla Cinindia,
un subcontinente troppo a lungo
trascurato.
Anche le donne sono state
troppo a lungo trascurate. Siano
dunque esse, utilizzando meglio
quel voto politico di cui liberamente dispongono, ad arrestare l’attuale nostro declino verso
un oscuro passato. Si decidano
alfine a mandare in Parlamento un gran numero di donne, di
qualsivoglia colore politico purché dotate d’un temperamento
saggio e forte, comparabile, ad
esempio, a quello della spagnola
Maria Teresa Fernàndez de La
Vega.
Ma non è solo alle donne che
ci rivolgiamo. E’ bene che anche
noi uomini si guardi con favore
alle candidate. Anche a noi conviene che un maggior numero di
donne amministri questo nostro
disastrato paese.
Or non è guari, ad un saggio
che partecipava ad un convivio
fu chiesto come facesse a mantenere una perfetta linea pur
mangiando con evidente buon
appetito. Quegli rispose: “Occorre accostarsi al cibo come a una
bella donna: bisogna goderne
senza lasciarsene condizionare”. Quel saggio, paragonando
la donna non più ad un semplice oggetto bensì ad un alimento
necessario, aveva fatto un notevole passo avanti verso la civiltà
sociale.
E’ tempo, crediamo, che venga fatto l’ultimo decisivo e definitivo passo in quel senso: che la
donna venga al fine considerata,
dagli uomini e dalle donne, a tutti
gli effetti “persona”.
Silvio De Grandi
5
GIUGNO 2005
UNIVERSO SICILIA
A RUOTA LIBERA
di Pasqualino Sangiorgio
PIL
Viviamo giorni confusi, non
c’è bisogno di ripeterlo e sottolinearlo, travolti da eventi non
previsti e di qualità dannosa per
la nostra tranquillità fisica e psichica. Parole e fatti nuovi di cui
non si capisce il significato e
che si scopre avere una grande
influenza sulla nostra vita.
Di questi giorni è di moda il
PIL parola che di primo acchito
sembra appartenere al mondo
della pornografia: PIL richiama
la parola pelo e viene il sospetto
che significhi qualche cosa di lubrico e osceno; non è così, ora ce
lo spiegano le voci di personalità ai massimi livelli della politica:
PIL vuol dire Prodotto Interno Lordo che ci spiegano è costituito
praticamente dalla ricchezza della nazione, quello che produce e
che serve per il prospero andamento del vivere sociale. L’impresa è, pena il fallimento o il disagio economico che ci sia un giusto
rapporto tra quello che si produce cioè l’attivo e quello che si
consuma cioè il passivo; se c’è squilibrio tra il primo e il secondo,
in altre parole, se il passivo supera la produzione si apre la via
del catafascio del fallimento, oimè ci dicono che oggi è proprio
così, consumiamo, bruciamo molto di più di quello che prevediamo per la nostra sussistenza e la tendenza è per l’accentuazione di questo squilibrio: in una parola corriamo verso il fallimento così abbiamo capito e speriamo di aver capito male, che
sia un inganno causato dalla nostra incompetenza. Quelli che se
ne intendono veramente ci hanno fatto a proposito questa bella
spiegazione: le cose da noi vanno male (prima non lo dicevano)
perché in Italia ci sono troppe vacanze, eccesso di festività, molte giornate sottratte al lavoro e quindi alla corruzione mentre un
incosciente allegria il popolo bue si da ai trastulli, al divertimento
e allo spreco. Rimedio, ci dicono: meno vacanze, basta con le
bisbocce, più lavoro e meno fantasia. Una formidabile trovata a
cui non avremmo mai pensato, la vacanze le fanno, per noi, per
nostra soddisfazione quelli che comandano, che possono permetterselo, così si aggiusta tutto. Bellissima scoperta alla quale,
che stupidi non abbiamo pensato.
International Herald Tribune:
“Dopo il declino,
Siracusa rinasce”
Dall’International Herald Tribune, un omaggio a Siracusa,
che “dopo un lungo periodo di
declino si agghinda, pronta a
vincere la sfida del turismo”. Gli
ultimi dieci anni “testimoniano
una piccola rivoluzione siracusana: dall’abbandono alla rinascita, all’insegna di una vitalità
sorprendente. Forte dei fondi
europei, la città - sottolinea l’International Herald Tribune - è
riuscita a creare un programma
per attrarre i turisti nei luoghi
della sua storia e a rendere più
confortevole il soggiorno grazie a negozi, wine bar e luoghi
di ritrovo. I prodotti tipici della
Sicilia vengono valorizzati e gli
stranieri iniziano a tornare”. Per
il quotidiano internazionale, “le
ore migliori per godere della
bellezza di Siracusa sono quelle del mattino, quando le strade
sono ancora relativamente vuote e la tranquillità non è ancora
disturbata dal rumore dei motorini. Ma - precisa l’IHT - come le
altre città siciliane, anch’essa
vive di notte, tra i locali, i ristoranti e le passeggiate”. Il quotidiano internazionale suggerisce
poi alcune mete “obbligatorie”:
il Duomo del 18esimo secolo e
la vicina statua di Santa Lucia,
il Museo Archeologico regionale Paolo Orsi, il teatro greco, il
Castello Maniace, nella punta
estrema dell’isola di Ortigia.
T.A.
[email protected] • www.adranonline.it/dinosidotifotografo
Piazza Barone Guzzardi 6-7 • 95031 Adrano (CT) • Tel./Fax 095 7699150
Schegge
RESTAURI
di Carmelo Ambra
A
proposito di...
Con lo scorrere degli anni, le tribolazioni, le necessità quotidiane alle quali dobbiamo in qualche modo far fronte, spesso a costo di
usare violenza a quelli che in gioventù consideravamo principî irrinunciabili, le insufficienze di comprendonio e di sentire, gli egoismi nostri
e altrui, e mille altri accidenti e affanni che ognuno che vive ed opera ben conosce, tutto ciò ci logora dentro come il lavoro dei campi piega
la schiena del villano fino a fargli vedere la terra più da presso e il cielo… più distante.
Così, al momento di concludere la nostra vicenda mondana, fatichiamo enormemente a ritrovare quella parte di noi che ci piace
pensare debba sopravviverci. Alcuni non riescono neanche in questa impresa; i più si ritrovano a possedere ormai poco più di un cencio
grigio e sbrindellato da esibire a mo’ di lasciapassare a Colui che dovrebbe accoglierci in quel fantastico mondo ultraterreno, dove tutto
- ci assicurano coloro che di queste cose s’in- tendono - dovrebbe essere lindo, cristallino, perfetto.
Esiste davvero questa meravigliosa dimensione? Nessuno può dirlo, ma per rispetto di chi ne è persuaso, diamola per certa.
Il punto è questo: quando si va in casa di un gran signore non siamo abituati forse a indossare i migliori abiti, a curare il nostro aspetto
nel migliore dei modi - capelli ben lavati e pettinati, barba rasata di tutto punto (o, ciprie e belletti a profusione, parlando di donne) -, a
prepararci due o tre frasi rispettose e forbite, in modo che egli, il gran signore, non si turbi di farci varcare la sua soglia?
Andando là, in quel mondo di perfezione, dove tutto è chiaro e trasparente e niente si può nascondere o mistificare, che ne facciamo
di questo cencio indecoroso che ci portiamo appresso? Che vergogna!
Non sarebbe il caso di riprenderlo in mano, rivoltarlo dentro e fuori, rattopparlo, strigliarlo ben bene per tentare di restituirgli un po’ del
colore di un tempo, allorché ci facevamo ancora prendere dall’entusiasmo, dallo stupore, dall’indignazione? Male che vada, faremmo una
bella uscita di scena e i nostri cari conserverebbero di noi un ricordo meno opaco.
Ma occorre provvedere in tempo, poiché non è certo che la nostra dipartita ci lascerà capire che non ci saranno più domani! D’altra
parte, che valore avrebbe un “restauro” portato a compimento in tutta fretta e sotto minaccia?
TURISMO
Tanti gli italiani
ancora indecisi sulle
vacanze
“Solo se il 10% degli italiani, che si dichiarano ancora indecisi sul fare o
meno vacanze nel quadrimestre estivo, decideranno di mettersi in viaggio, l’annata 2005 potrà segnare il punto di svolta e di ripartenza per il settore, mentre
dal ‘ponte’ del 2 giugno arrivano i primi segnali che potremmo definire incoraggianti”. E’ questo il commento del presidente della Federalberghi-Confturismo,
Bernabò Bocca, alla lettura dei risultati previsionali di una indagine svolta dalla
Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto Dinamiche. L’analisi è stata
svolta nell’ambito del programma CheckTurismo 2005, varato dalla Federalberghi per tenere sotto stretto controllo l’andamento del mercato turistico.
Estate “flop” o estate “top”? Il destino delle vacanze estive sembra, in questo
momento, nelle mani della quota non marginale (10%) di chi ancora non ha
deciso. Se i vacanzieri si fermeranno al 50% della popolazione (dato di oggi) o
saliranno al 60%, la stagione potrà prendere una piega radicalmente differente.
Gli indecisi sono soprattutto fra i residenti dei centri di grandi dimensioni, nella
fascia di età dai 45 ai 64 anni, principalmente del Nord Ovest e composti per la
gran parte da donne. Passando ai numeri, saranno 23,7 milioni gli italiani che
prevedibilmente faranno vacanze questa estate (pari al 50% della popolazione
maggiorenne). Di essi il 72% (pari a 17 milioni) resterà in Italia ed il 22% (pari a
5,2 milioni) andrà all’estero, mantenendo invariata la tendenza rispetto all’anno
scorso.
Al momento sono quasi 5 milioni gli italiani (10,3% della popolazione) che
si dichiarano ancora incerti se partire o meno, rispetto al 6,6% del 2004. Una
variazione sensibile e significativa, che potrebbe rappresentare la fortuna
o la sfortuna dell’estate 2005. Nel dettaglio dei mesi privilegiati per le proprie
vacanze, assistiamo a qualche novità. Giugno, che negli anni scorsi raccoglieva
notevoli intenzioni di vacanza, si attesta al 6,8% della domanda (1,6 milioni di
turisti) rispetto al 12,1% del 2004. Luglio dovrebbe essere caratterizzato da
un incremento previsionale, in quanto il 27% (rispetto al 24% del 2004) lo ha
indicato quale mese preferito per svolgere un periodo di riposo. Questo significa
che 6,4 milioni di italiani maggiorenni faranno le proprie vacanze a luglio. Ma
agosto rimane comunque il mese più affollato. Il 51,4% dei vacanzieri (pari a
12,2 milioni di italiani maggiorenni) sceglierà questo mese per recarsi al mare o
in montagna. L’anno scorso la quota di domanda si attestò al 52,4%. Settembre,
infine, probabilmente a causa dello spostamento in avanti in molte Regioni dell’inizio dell’anno scolastico, sembra al momento il mese con lo spunto migliore.
Il 9,5% degli italiani (pari a 2,3 milioni) andrà infatti in vacanza in questo mese,
rispetto al 4% del 2004. E per quanto riguarda gli stranieri? Al momento, anche
se gli statunitensi ed i giapponesi cominciano a riaffacciarsi (pur a macchia di
leopardo in alcune città d’arte), i tedeschi anche questa estate faranno sentire
la loro mancanza. La flessione della componente tedesca dovrebbe infatti attestarsi attorno al 5%. Francesi ed inglesi sembrano invece in buona tenuta o lieve
crescita, mentre dai paesi dell’Est europeo cominciano a registrarsi indicatori
interessanti.
Taità
FRANCIA – IL PREZZO DELLA PAURA
I motivi profondi del
no alla costituzione
dell’UE
La Francia che fu a lungo un motore dell’Europa ha
scelto contro l’Europa. Tale scelta è terribile non soltanto per l’evoluzione dell’Europa ormai bloccata ma anche
per ciò che rivela della società francese, una società che
sceglie il ripiegamento e ha paura del futuro. La costruzione europea significa da più di cinquant’anni l’adesione a
un grande progetto, alla costruzione di una entità nuova
che rifiuta il tragico della storia per far camminare popoli
diversi e ostili tra di loro sullo stesso cammino della riconciliazione, della pace, dell’amicizia. Ma tale costruzione
è anche una alta scuola di democrazia che presuppone
ricerca di compromessi: l’Europa è una costruzione complessa, rifiutarla significa lasciarsi dominare dall’istinto. È
facile dire no, invece di si. Il primo istinto è la paura. È
facile dire no, rifiutare di avanzare verso il largo rimanendo sulla riva, al riparo; è più difficile dire si all’avvenire,
avanzare verso nuovi orizzonti, accogliere l’altro e convivere con lui. La campagna del referendum in Francia
ha liberato gli istinti fino ad oggi sopiti: la paura, il nazionalismo, la xenofobia. Da tre mesi i partigiani del no si
sono attaccati al mito della grandezza francese, hanno
esaltato la Francia come guida dell’Europa e del mondo.
La campagna ha scelte nate per la xenofobia per non dire
il razzismo contro tutti: olandesi, tedeschi, polacchi, cechi,
turchi e anche cinesi, con termini che si potevano sperare
dimenticati per sempre. La campagna si è fissata anche
sulla minaccia rappresentata per l’economia francese e
per l’occupazione dei francesi: mistero della passione e di
reazioni irrazionali di fronte ad una Europa nuova. Certo
il voto negativo dei francesi si spiega anche con il rifiuto
della politica di Chirac e del suo governo.
Fondamentalmente i francesi non accettano che il loro
Paese sia diventato un Paese come gli altri, una potenza
media, che il suo “zango” sia oggi paragonabile a quello
della Spagna, della Germania o dell’Italia. Altra osservazione pesante per le sue conseguenze è il fatto che
la vittoria del no è quella di una strana ed improbabile
coalizione fra tutti i partiti e le organizzazioni che ricusano fondamentalmente i principi base della democrazia
parlamentare: dai trotzkisti e da un partito comunista che
resta stalinista, ai neofascisti e ad altri ancora compresi determinati cattolici. Altra ragione di inquietudine è la
debolezza intellettuale e morale dei partigiani del si che si
sono dimostrati esitanti, prudenti, timorosi. Alcuni giornali,
pur favorevoli al si, non hanno voluto entrare in una campagna per voto positivo mantenendo un equilibrio scrupoloso tra le due posizioni. Ponendo queste due posizioni
sullo stesso piano hanno legittimato così il voto negativo senza affrontare la questione fondamentale delle due
basi ideologiche, quindi della sua legittimità morale. Il 29
maggio una maggioranza di francesi ha fatto la scelta di
fermarsi sulla strada europea e di chiudere alcuni confini.
Ora cosa succede? Secondo quanto stabilisce la Dichiarazione 30 allegata alla Costituzione europea, per l’entrata in vigore della stessa non è prevista esplicitamente
la ratifica di tutti i Paesi membri; la questione è deferita al Consiglio europeo se, superati quattro quinti delle
adesioni, uno o più Paesi incontra difficoltà. Resta però il
pesante significato politico della bocciatura espressa dal
popolo francese, alla quale potrebbe seguire quella degli
altri Paesi, come sono convinto che avverrà.
G. Miraglia
UNIVERSO SICILIA
GIUGNO 2005
SIGARETTE
Il bel Paese piace sempre
ai turisti americani
IN ITALIA CALANO
I FUMATORI
Stato di origine.
Le isole Hawaii rimangono ampiamente in
Gli americani hanno comunque ripreso a viagtesta, con il 14 per cento dei suffragi, ma l’Italia si
giare, come dimostra la crescita nel traffico aereo,
trova al terzo posto tra le mete più ambite dei turiche ha raggiunto di nuovo i livelli precedenti all’11
sti americani. Il caro euro non sembra spaventare
settembre 2001, data dell’attacco contro le Torri
né scoraggiare gli americani, secondo un sondagGemelle e il Pentagono.
gio della Ipsos per l’Associated Press, anche se le
Le autorità stanno moltiplicando gli avveragenzie di viaggio (e le riviste specializzate Usa)
timenti: quest’estate, contrariamente a quelle
continuano a consigliare viaggi in America Latina,
immediatamente precedenti, ci saranno file e lundecisamente meno cara, per i turisti a stelle e strighe attese negli aeroporti, e
sce, del Vecchio Continente.
ritardi, anche pesanti, non
Subito dietro all’Italia, attira
sono da escludere. Le prigli americani l’Alaska, quindi
me avvisaglie ci sono stai Caraibi e la Florida.
te già nei giorni scorsi, con
L’Europa (al secondo
l’inizio del lungo ponte del
posto in classifica), in parMemorial Day. Un aeroporticolare, piace a chi ha stuto come quello internaziodiato all’Università, mentre il
nale di Washington Dulles,
sogno hawaiano, con le sue
generalmente dal traffico
palme, le spiagge bianche
piuttosto fluido, ha registrato
e le tavole da surf seduce
lunghissime code ai controlli
soprattutto chi non e’ andato
per l’imbarco.
al di là della licenza liceale.
Anche quest’anno New
E’ vero che il sondaggio
York si conferma la meta
riguarda i viaggi da sogno,
numero uno tra le grandi
che in molti casi non si concittà turistiche americane,
cretizzeranno. Gli americasecondo il tradizionale sonni prendono decisamente
daggio pubblicato alla vigilia
meno vacanze degli europei,
dell’estate dalla rivista spee quando partono, sono specializzata “American Style”.
cializzati nei soggiorni ‘morDietro a New York ci sono citdi e fuggi’, che ben di rado
tà come Chicago, nell’Illinois,
superano i sette giorni.
e San Francisco, in CaliforQuest’anno, a poche ore
nia. Segue Washington, che
dall’inizio dell’estate Usa
tutti gli americani visitano
(che scatta in coincidenza
almeno una volta nella vita
con il Memorial Day, l’ultimo
per vedere la Casa Bianca,
lunedì di maggio, quest’anCapitol Hill e i memoriali del
no il 30, data dell’inizio dei
National Mall. Tra le città
super-saldi), molti americani
di media grandezza, vince
spiegano che non andranNew Orleans, in Louisiana,
no in vacanza, o che non
davanti a Albuquerque (New
si allontaneranno troppo da
Mexico), Scottsdale (Arizocasa. Forse non andranno
na), e Las Vegas, la città del
neppure in uno Stato vicipeccato. Le piccole città più
no, seppur per pochi giorni.
popolari sono generalmente
La ragione? Il caro petrolio,
assolutamente sconosciute
nonostante la benzina costi
al pubblico europeo: in testa
circa la metà rispetto alla
La statua della LIbertà.
c’è New Hope/Lahaska, in
media europea: intorno ai
Pennsylvania, famosa per il
2,2 dollari a gallone, cioè
suo treno storico a vapore
3,7854 litri. Il 30 per cento
e le sue sculture all’aperto
degli interrogati spiega che
(tipo Pietrasanta, in provincia di Carrara). Seguoha modificato i propri piani proprio in funzione dei
no Berkeley Springs, in West Virginia, una sorta
costi del carburante.
di Montecatini o di Abano Terme delle Blue Ridge
Tra quelli pronti a partire, i due terzi affermano
Mountains; e quindi Saugatuck, nel Michigan, sulche si recheranno in uno Stato diverso dal loro,
le sponde dell’omonimo grande lago.
mentre il 22 per cento è pronto a passare le vacanZ.A.
ze all’estero. Il 13 per cento, infine, rimarrà nel suo
È l’Associazione capace di assicurare la necessaria assistenza per una:
• corretta coltivazione olivicola
• buona conoscenza delle tecniche di produzione dell’olio
• professionalità per la conservazione dell’olio prodotto
Per tutto questo l’ASPO conta una capillare rete di uffici
sempre a disposizione dei produttori.
AGRIGENTO
CALTANISSETTA
CATANIA
LEONFORTE (EN)
TRAPANI
Per informazioni rivolgersi all’ASPO
95031 ADRANO - Piazza Mercato 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814
Dall’entrata in vigore del
decreto anti-fumo, il 10 gennaio
scorso, sono sempre di più gli
italiani che cercano di dire addio
alle sigarette.
Lo conferma un sondaggio
condotto su un campione di 200
farmacisti in occasione dell’ultima edizione di Cosmofarma.
Il 77% degli intervistati ha infatti
dichiarato di aver riscontrato un
aumento nella vendita di prodotti
di sigarette accese. E se il 12%
dice di “non essersene manco
accorto” e il 16,9% dei fumatori si
sente “una specie in via di estinzione”, il 54% confessa candidamente di andare più volentieri in
bar e ristoranti. Quanto alle “zone
riservate”, più di un partecipante
al sondaggio su quattro le ritiene
“un’utopia”, dal momento che
non ne ha mai vista una, mentre
un altro 28,2% li definisce “i nuovi
anti-nicotina nell’ordine del 1030%, mentre un altro 22,5% ha
registrato un incremento addirittura tra il 30 e il 60%. I prodotti più
consigliati dai camici bianchi al
bancone, i cerotti con effetto 16
ore (70,5%), seguiti dalle gomme (23,2%).
Il dato della riduzione viene
ribadito anche da un sondaggio
del ‘Nicorette Institute’ secondo
il quale un fumatore su 10 ha
abbandonata la sigaretta dopo
l’introduzione del divieto nei locali pubblici, mentre il 6,6% afferma
di aver diminuito di uno-due pacchetti la settimana la quantità
ghetti della società” e altrettanti
sono coloro che le vedono come
“camere a gas autorizzate”.
Poco male, comunque, per quel
12,6% di fortunati che, fumando
all’aperto, hanno conosciuto una
ragazza/un ragazzo interessante; o per quel 16,1% che, approfittando della pausa-sigaretta
sul lavoro, è riuscito finalmente
a conoscere quella collega/quel
collega che aveva adocchiato
da tempo... Una vera tragedia,
invece, per quel 53,2% che ha
scoperto di essere schiavo della
sigaretta.
Scop-Tach
Dalla
Regione Sicilia
un premio
giornalistico
“agroalimentare”
L’assessorato all’Agricoltura
e Foreste della Regione Siciliana ha promosso, in sinergia con
la Fondazione Italiana del Buon
Ricordo del Touring Club Italiano,
un premio giornalistico internazionale per promuovere e valorizzare il patrimonio culturale e i
prodotti della cultura enogastronomica siciliana. Il concorso prevede anche un’apposita sezione
per articoli e servizi pubblicati
o trasmessi in Italia. Al Premio
sono esclusivamente ammessi
giornalisti e scrittori di qualsiasi
nazionalità che avranno diffuso
l’argomento tra il 15 novembre
2004 e il e il primo novembre
2005. Il concorso prenderà in
considerazione elaborati divulgati attraverso giornali quotidiani
e periodici, cartacei e/o on line,
trasmissioni radio e/o televisive.
Gli elaborati in lingua straniera
dovranno essere corredati da
una traduzione in lingua italiana
o, in seconda ipotesi, in lingua
inglese. I premi previsti sono
cinque così suddivisi: sezione
internazionale per servizi diffusi
all’estero dotata di un premio di
10.000 euro e tre da 5.000 euro
ciascuno; sezione per servizi
diffusi Italia, dotata di un premio
di 5.000 euro.
V.G.
6
Nasce
il corso di
sopravvivenza
per
single
Non un classico raduno,
ma un vero e proprio corso
di sopravvivenza per single,
con tanto di lezioni di cucina
e di difesa personale: e’ il programma della manifestazione
‘Single and Single 2005’, che
si è svolta nei giorni scorsi ad
Angolo e Darfo Boario Terme
(Brescia) e che è culminata
con l’elezione del Single e della Single d’Italia.
La manifestazione è nata
da un’idea di Saro Trovato,
presidente di Meta Comunicazione, e Claudio Marastoni,
della Claudio Marastoni Communication. Oltre che al ‘popolo dei single’, calcolato in 5
milioni e 500 mila persone, la
kermesse, aperta al pubblico,
si rivolge anche ai ‘single attitudiners’, ovvero a quelle coppie
che hanno adottato uno stile
di vita che deriva proprio dai
single. “La tendenza che sta
emergendo con maggior forza
a livello internazionale, infatti,
è quella della Single Attitude - afferma Saro Trovato -, i
single stanno infatti passando
da minoranza a vero e proprio
esercito. Sono modelli corteggiati dal marketing che ha
creato mono-porzioni, locali,
feste, viaggi per chi sceglie di
essere da solo e di dedicarsi
a se stesso, cosi’ come intere
collane di libri che parlano della vita da single”.
Realizzata con il patrocinio
della Regione Lombardia, della Provincia di Brescia, della
Comunità Montana della Valle Camonica e del Consorzio
Comuni Bim della Valle Camonica ed i comuni di Darfo Boario Terme e Angolo Terme, Single and Single 2005 si propone
come un vero e proprio corso
di sopravvivenza e/o di formazione per la vita da single, con
tanto di corsi di cucina, bon ton,
estetica e management domestico. Lo scopo del raduno
non era tanto trovare l’anima
gemella, quanto equipaggiarsi
per affrontare al meglio la quotidianità del single, che spesso
non può contare sull’appoggio
della famiglia, su un frigo pieno
o sull’aiuto di una collaboratrice domestica.
Nel corso della tre giorni,
quindi, diversi esperti hanno
spiegato ai 40 partecipanti,
equamente suddivisi tra uomini e donne, e di età compresa
tra i 30 e i 35 anni, come fare
una spesa perfetta, sia per una
cena da soli che per un tetea-tete dell’ultimo momento o
un aperitivo inaspettato con gli
amici, ma anche come mantenersi in forma e difendersi in
caso di aggressione. I concorrenti hanno anche dovuto dar
prova della loro capacità comunicativa e delle loro tecniche
di seduzione, nel primo ‘blind
date game’ mascherato. Nei
pochi minuti a disposizione per
conoscere ciascuno degli altri
partecipanti, perché l’aspetto
fisico non sia l’unico ‘metro di
giudizio’, i partecipanti sono
stati mascherati, con l’obbligo,
dunque, di ingegnarsi per fare
colpo.
V.A.
7
GIUGNO 2005
UNIVERSO SICILIA
LAVORO
Trapani, Provincia
pensa a IGP
Fare il bancario
per fragola, anguria non va più di moda
e pomodoro
Per affermare l’economia
del territorio, l’Amministrazione
Provinciale di Trapani, tramite
l’assessorato all’Agricoltura, sta
mettendo in atto tutta una serie
di iniziative, di incontri e di riunioni con produttori e tecnici del
settore ortofrutticolo che stanno
consentendo di potere giungere,
in questa prima fase, al riconoscimento dell’Igp (Indicazione
Geografica Protetta) per la fragola, l’anguria ed il pomodoro
che si producono nel territorio
provinciale trapanese. L’obiettivo
di fondo dell’iniziativa dell’amministrazione provinciale è quello
di dare maggiore protezione
e ancor più forte impulso alla
conquista dei più grossi mercati
nazionali da parte dei prodotti
trapanesi, che peraltro hanno
già ottenuto dei buoni risultati
soprattutto nel Nord Italia, fornendo alle aziende e a tutti gli
operatori del settore ortofrutticolo mezzi ed opportunità di
affermazione e di espansione.
Il riconoscimento del marchio
di qualità che, come già detto,
riguarderà in prima istanza alcuni fra i prodotti ortofrutticoli più
tipici di consistenti zone del territorio provinciale quali pomodori,
fragole e angurie, in un secondo
momento si estenderà anche
al melone giallo, all’aglio rosso,
alle zucchine, alle melanzane e
alle patate
L.M.
Lotto,
arriva “Venus”:
addio al bimbo
bendato
Si chiama “Venus”, è prodotta da una società francese leader del settore ed è stata scelta,
attraverso una gara comunitaria,
da una commissione di esperti.
Il 4 maggio Venus ha avuto un
compito a suo modo storico
per il gioco del Lotto perché è
stata lei a far debuttare l’estrazione automatizzata dei numeri
vincenti sulla ruota di Roma e
sulla nuova ruota “Nazionale” al
posto del bimbo bendato. Con
“Venus”, il Lotto italiano sbarca
nel futuro e si affianca, per ora
solo in via sperimentale, ai collaudati sistemi di estrazione già
in vigore in altri Paesi. Al termine di questa fase sperimentale,
sarà valutato il passaggio alla
estrazione automatizzata a tutte
le altre ruote del Lotto.
La macchina “Venus” è stata selezionata perché affidabile,
semplice e trasparente: il meccanismo di mescolamento, realizzato con tecnologia ad aria
compressa, rende infatti visibili
tutte le fasi della procedura, da
quella dell’immissione delle 90
sfere nell’urna a quella di estrazione.
L’estrazione automatizzata
funziona così: i 90 numeri del
Lotto vengono suddivisi in gruppi da 15 ed inseriti nei 6 tubolari
che compongono il caricatore.
Da qui vengono fatti defluire
all’interno dell’urna dove inizia
una prima fase di mescolamento
attraverso un soffio ad aria compressa. Poi, grazie all’aumento
di potenza del mescolamento, il
dispositivo di estrazione cattura,
di volta in volta, le 5 sfere contenenti i numeri vincenti. “Venus”
è attrezzata da sistemi di protezione e di sicurezza che rendono l’estrazione automatizzata a
prova di errore. L’hard-disk del
Personal Computer di gestione
del sistema è custodito in cassaforte; l’accesso al sistema
è possibile solo tramite inserimento nel lettore di una smart
card dotata di password; le sfere
numerate sono indeformabili e al
loro interno non è possibile iniettare alcun materiale che possa
alterarne le caratteristiche. La
novità dell’estrazione automatizzata si aggiunge alle altre,
previste dalla Finanziaria 2005,
del recente aumento dei premi
per terno, quaterna e cinquina
e a quella dell’estratto determinato e rappresenta un ulteriore
passo in avanti del Lotto verso
le aspettative dei giocatori nel
quadro di un sistema sempre
più trasparente e garantito.
Taità
Più di 4 giovani italiani su 10
che si apprestano ad affacciarsi
al mondo del lavoro dicono no al
lavoro per tutta la vita. Soprattutto se è in banca. Trovare
impiego dietro uno sportello ha
innegabilmente alcuni vantaggi: dall’interessante trattamento
economico al fatto che si tratta
di un lavoro che lascia del tempo libero (rispettivamente 23%
e 14%). Sull’altro piatto della
bilancia gravano però alcuni fattori negativi: dallo stress di avere a che fare continuamente con
la clientela, alla monotonia, che
spaventa un giovane su quattro.
Per il 47% dei giovani lavorare
in banca sarebbe infatti solo una
soluzione temporanea. Questo
è quanto emerge da un’indagine promossa dal mensile Banca
Finanza. Lo studio condotto da
Eta Meta Research ha coinvolto
un pool di psicologi che hanno
realizzato quattro focus group di
90 giovani tra i 18 e i 24 anni.
Ma quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere il
lavoro ideale? Fondamentale, è
la risposta, la vicinanza a casa
(67%), in modo da non doversi
trasferire lontano da famiglia o
amici, e, cosa che sogna oltre
la metà degli intervistati, la possibilità di fare velocemente carriera.
Alla domanda “se ne avessi
la possibilità ti piacerebbe essere assunto da una banca?” il 15%
dei partecipanti ai focus group
ammette che un lavoro sicuro in
un grande istituto di credito rappresenta ancora un sogno. Il 40%
però dice di aspettarsi qualcosa
di diverso per il proprio futuro. Più
possibilista il 21%, ma ad una
condizione, di non partire proprio
da zero e con precise garanzie
su ruolo e carriera.
Indubbiamente però il posto
in banca ha dei vantaggi, su cui
concorda la maggior parte dei
giovani interessati. Il primo resta
la sicurezza del lavoro (31%),
seguito da una retribuzione considerata più che soddisfacente
(23%).
Pochi (il 18%) quelli che
ritengono che un lavoro in banca sia ancora fonte di status
sociale invidiabile. Unica fonte
di interesse, per il 14%, il fatto che il lavoro in banca lascia
molto tempo libero per poter
coltivare amicizie e passioni.
Sull’altro piatto della bilancia gli
svantaggi. A rappresentare una
vera fonte di ansia e stress il
dover avere a che fare quotidianamente con la clientela (29%),
perennemente irritata e scorbutica. Ma quello che veramente
spaventa un giovane su quattro
(25%) sembra essere la monotonia e la routine.
Insomma per qualche brivido in più sembrano pronti ad
abbandonare la tranquilla routine di un lavoro dietro lo sportello. Non solo, per il 13% in
banca per fare carriera servono
tempi lunghissimi. Il 9% sembra
invece spaventato dall’estrema
burocratizzazione del lavoro
bancario.
Il 47% dei giovani vi lavorerebbe solo temporaneamente.
Addirittura per il 12% rappresenterebbe una scelta di ripiego.
Di contro il 15% vede la banca
come un’occasione per mettersi
in mostra, con l’obiettivo, però,
di trovare altro. Restano sempre
dei fedelissimi del posto fisso:
l’11% sogna l’attività dietro lo
sportello come una sistemazione definitiva, ma c’è anche chi,
come afferma il 9%, lo trova un
modo per far contenti i genitori.
Uno degli scogli maggiori, tra
quelli che hanno fatto dissipare
il sogno del posto in banca, è
la difficoltà di fare carriera. Se
il 64% dei giovani che ha partecipato ai focus ritiene che serva
sempre di più una grande e specifica preparazione, il 59% ritiene che le banche siano ancora
dei posti di lavoro dove le raccomandazioni, le spintarelle e
gli aiutini sono fondamentali per
andare avanti.
C.L.
Nonno Sinatra e Lucky Luciano erano compaesani
Il nonno di Frank Sinatra e il mafioso
Lucky Luciano venivano dalla stessa piccola città siciliana, Lercara Friddi, nonostante
le affermazioni di Ol’ Blue Eyes che la sua
famiglia era originaria invece di Catania o
Agrigento: lo hanno scoperto Anthony Summers e Robbyn Swan nella nuova biografia
“Sinatra: The Life” pubblicata da Knopf e
di cui “Vanity Fair” ha anticipato stralci nel
numero di giugno.
Secondo i due biografi Sinatra intenzionalmente offuscò il suo passato familiare per
nascondere il fatto che i suoi parenti erano
intimamente coinvolto con il ‘padrino’ di Cosa
Nostra. Secondo Summers e Swan, Luciano
e i familiari di Sinatra per un certo periodo
avevano addirittura abitato nella stessa strada della cittadina in provincia di Palermo, via
Margherita di Savoia. I due biografi hanno
scoperto certificati di battesimo e di matrimonio, oltre ai dati di immigrazione negli
Stati Uniti e del censimento. Sinatra doveva
sapere del rapporto con Luciano anche perché suo nonno, che visse con la famiglia del
cantante dopo esser rimasto vedovo, si era
spesso occupato di lui quando era piccolo.
Quanto a Ol’ Blue Eyes e Lucky Luciano,
anche loro si conoscevano bene, ha confidato a Summers e Swan il cameriere del
cantante George Jacobs. Jacobs ha rievocato un incontro tra i due nella suite di un albergo romano: Luciano si alzò dalla poltrona e
baciò Sinatra. Secondo Summers e Swan
l’incontro rimase impresso nella memoria di
Jacobs come uno dei “momenti felici” di quel
viaggio per il cantante di ‘My Way’. C’è di più:
i due biografi hanno scoperto un documento
dell’Ufficio Antidroga in cui Louis Russo, un
complice di Luciano, parla di Sinatra come
“un amico personale e grande ammiratore
se non adoratore” del boss. E Adriana Rizzo,
amante di Lucky: “Sinatra era amico stretto di Luciano. A volte veniva a Napoli, o si
parlavano al telefono. Io ascoltavo. Sempre
telefonate affettuose”.
Secondo Swan e Summers, Sinatra prese le distanze da Luciano nel 1961, parallelamente alla sua nuova amicizia con i presidente John F. Kennedy. “Si è spaventato
- si legge negli atti del Narcotcs Bureau - e
quando è in Italia accampa scuse per non
andare a Napoli a visitare Luciano. Però
telefona sempre”.
S.M.
Associazione Regionale Sicilgrano - Catania
95124 - CATANIA
Piazza S. Maria di Gesù n. 3
Uffici zonali sono aperti a:
— Maniace
— Bronte
— Grammichele
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Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate
presso le sedi comunali dell’A.I.C.
Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato
alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano.
UNIVERSO SICILIA
GIUGNO 2005
TURISMO
Nel 2005 boom
per le isole Eolie
Si profila un anno record per il turismo alle isole Eolie. I dati ufficiali relativi ai primi tre mesi del 2005, indicano
un +65,49% di arrivi negli alberghi e un
+68,39% di quelli negli esercizi extralberghieri. Gli stranieri sono il 97,73% in
più, gli italiani crescono del 43,21% per
un valore assoluto di +65,82% rispetto
all’anno scorso. “E’ la nuova filosofia del
viaggiatore e degli eventi che produce i primi risultati eccellenti”, secondo
l’assessore regionale al Turismo, Fabio
Granata. Nei giorni scorsi le Eolie sono
protagoniste di eventi spettacolari e culturali di grande prestigio: “Una musica
per le Eolie” è la manifestazione inaugurata a Lipari il 21 maggio scorso,
che si è conclusa il 4 giugno, mentre
nei giorni 2-3-4 e 5 giugno a Salina ha
avuto luogo il progetto “Slow food”, iniziativa dedicata ad operatori ed esperti
di settore che coinvolge tour operator e
responsabili del comparto enogastronomico. Per Granata, “la nuova politica
dell’assessorato legata a un turismo
culturale, rispettoso del paesaggio, dell’ambiente, della tradizione dei luoghi ci
dimostra ancora una volta che il modello di sviluppo sostenibile individuato è
quello giusto. Alla fine del 2005, quando avremo i dati definitivi per tutta la
regione, dimostreremo che aver voluto
disegnare una Sicilia ricca di percorsi,
stratificazioni culturali e suggestioni per
il viaggiatore, fatta di eventi, varietà del
paesaggio e ricchezza dell’arte, è stata
un’intuizione valida che rispetta i canoni della nuova idea di sviluppo sulla
quale vogliamo e dobbiamo indirizzare
le nostre politiche future”, ha concluso
Granata.
Taità
8
Totti si lega
alla Roma per
tutta la vita
Francesco Totti ha rinnovato il suo
contratto con la Roma fino al 30 giugno del 2010. Lo ha reso noto il club
giallorosso in un comunicato. “Nell’ambito dell’implementazione della propria
strategia di gestione e valorizzazione
del parco calciatori l’A.S. Roma S.p.A.
ed il capitano Francesco Totti comunicano, con viva soddisfazione, di aver
raggiunto in data odierna, l’accordo per
il prolungamento e l’integrazione del
contratto economico per le prestazioni
sportive, ad oggi in vigore e scadente il
prossimo 30 giugno 2006, con il calciatore, che vestirà la maglia giallorossa
fino alla data del 30 giugno 2010 - recita la nota della Roma -. L’accordo, di
durata quinquennale, prevede il riconoscimento al Calciatore di un compenso
lordo di 10,4 milioni di euro, per ciascuna stagione sportiva di durata del contratto, e con efficacia a decorrere dalla
prossima stagione sportiva”.
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CALCIO
dall’anno prossimo
niente più spareggi
“In tale ambito - prosegue il comunicato del club giallorosso - è stato altresì
definito, tra Roma International Football
Service - società controllata da A.S.
Roma dedicata alle attività di merchandising - e Numberten - società licenziataria di Diritti d’immagine del Calciatore
- un accordo per la licenza esclusiva
per l’uso e lo sfruttamento dei Diritti di
immagine del Calciatore, per specifici
prodotti ufficiali a marchio A.S. Roma
e per specifiche iniziative promosse da
Roma International Football Service;a
fronte di tale accordo, è previsto il riconoscimento di un corrispettivo di 0,52
milioni, per ciascuna stagione sportiva
di durata di tale contratto e di quello
di prestazione sportiva del calciatore”.
“Infine -conclude la Roma- atteso che
con la sottoscrizione di tale contratto,
l’A.S. Roma ed il calciatore hanno inteso legare la propria storia, i propri successi sportivi e i propri progetti futuri,
l’A.S. Roma ha assunto l’impegno di
garantire a Francesco Totti la permanenza del proprio capitano, nell’ambito
dell’area tecnico-sportiva della società,
in una posizione che possa essere di
reciproca soddisfazione, quando il calciatore avrà cessato l’attività agonistica. Il capitano Francesco Totti e l’AmministratoreDelegato, dott.ssa Rosella
Sensi, saranno presenti in conferenza
stampa prevista per domani, 1 giugno
2005, alle ore 12.30, presso il Centro
Sportivo Fulvio Bernardini”. Successivamente il contratto di Totti è stato presentato in conferenza stampa. Rosella
Sensi, amministratore delegato del
club, per l’occasione è apparsa sorridente: “Questo accordo è importante
per il presidente e per la società - ha
detto la figlia del presidente -. Francesco ha legato il suo nome al club e ai
tifosi. Lui è il simbolo del calcio romano
in Italia e nel mondo, oltre ad essere
una grande persona fuori e dentro il
campo”. Si dice che Moggi influisca nel
mercato della Roma. “Lavoriamo con
la nostra testa – dice - Non ci facciamo
condizionare da nessuno. Cassano?
Per noi è importantissimo. Lo ringrazio
pubblicamente, perchè lui ha giocato infortunato a Bergamo. Dico che va
rispettata la sua volontà e la nostra.
Lasciateci tranquilli”.
A.R.
Arrivano dalla Lega calcio due notizie che cambieranno la mentalità del
calcio italiano: dall’anno prossimo non
ci saranno più spareggi, ma farà fede
per tutti i piazzamenti la classifica avulsa come da normative Uefa, perché nel
calendario convulso nel calcio non ci
sono più spazi liberi. Una decisione che
non mancherà di scatenare discussioni,
ma che eviterà appendici nel momento
in cui le energie saranno annullate. Ad
annunciarlo è stato Maurizio Zamparini, vice presidente vicario della Lega,
alla fine di una lunga giornata. Oltre
alla decisione di chiudere la porta agli
spareggi, l’assemblea ha ratificato altre
due piccole modifiche regolamentari, ma altrettanto rivoluzionarie, come
l’erba artificiale che sarà accettata in
alternativa a quella naturale anche sui
campi della serie A.
Ma l’ulteriore, grande novità sarà il
recupero delle gare interrotte per cause
di forza maggiore a partire dal momento della sospensione dal risultato che
era stato acquisito. Si tratta in pratica
della cossiddetta soluzione “spagnola”. Ma siamo solo all’inizio: mercoledì
22, l’assemblea generale ordinaria, già
convocata, potrebbe fornire nuove indicazioni al calcio di serie A e B.
A.A.
UNIVERSO SICILIA
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Amministratore: Alfredo Torrisi
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