Anno XXVIII - Numero 4 - Novembre 2009 - Periodicità bimensile - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB UDINE - www.omceoudine.it Anno XXVIII - Numero 4 - Novembre 2009 - Periodicità bimensile - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB UDINE - www.omceoudine.it Periodico bimensile d’informazione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Udine Anno XXVIII - N. 4 Novembre 2009 Direttore editoriale e direttore responsabile Dott. Luigi Conte Coordinatore Dott. Mario Da Porto Redazione Dott.ssa Annamaria Bergamin Bracale Dott. Lorenzo Cereatti Dott.ssa Daniela Gnesutta Dott. Andrea Pantarotto Dott. Emanuele Rampino Cordaro Dott.ssa Donatella Rizzi Dott.ssa Grazia Siciliano Dott. Duilio Tuniz Dott.ssa Maria Grazia Zuddas Direzione, Redazione e Amministrazione Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri 33100 Udine - Viale Diaz 30 Tel. 0432 504122 Fax 0432 506150 E-mail Udine: [email protected] Sito Web: www.omceoudine.it Editore, Stampa e Pubblicità Cartostampa Chiandetti Srl 33010 Reana del Rojale Tel. 0432 857054 - Fax 0432 857712 E-mail: [email protected] Registrazione Tribunale di Udine n. 18 del 10/07/2000 Gli articoli pubblicati vincolano esclusivamente la responsabilità degli autori e non la direzione della rivista. Foto e dattiloscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. In caso di riproduzioni si prega di citare la fonte. INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART. 13 D.LGS 196/03 La informiamo che il trattamento dei Suoi dati personali verrà effettuato in ossequio ai principi di correttezza, liceità e trasparenza. I dati da Lei forniti saranno trattati per finalità promozionali e di marketing e nelle seguenti modalità: manuale, elettronico e automatizzato. Il conferimento dei dati da parte Sua è facoltativo, ma l’eventuale rifiuto a fornirli determinerà l’impossibilità ad instaurare un rapporto e a dare esecuzione al contratto. I dati potranno essere comunicati a: Cartostampa Chiandetti srl. Il titolare del trattamento dei dati personali è: Cartostampa Chiandetti srl con sede a Reana del Rojale (UD), via Vittorio Veneto, 106; il responsabile del trattamento è Chiandetti Cristina, verso il quale Lei potrà esercitare i diritti di cui all’art. 7 D.Lgs 196/03. Sommario 4 Convocazione Assemblea Ordinaria 2009 6 Giornata del Medico 2009 11 Nuovi iscritti nel 2009 12 La crisi dei congressi scientifici 13 La musica sia con voi 15 FNOMCeO 19 Dalla Regione 26 Centro per lo studio e la promozione delle professioni mediche 27 Cosa fare per non ammalarsi di contenzioso medico-legale 30 La relazione politica sanitaria e l’etica 32 Unione Italiana Ciechi 33 Sani soliti sospetti 36 Diritto sanitario 38 Recensioni 43 A.M.M.I. 44 Corsi, Convegni e Congressi 3 CONVOCAZIONE ASSEMB A TUTTI GLI ISCRITTI ALL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI UDINE La S.V. è invitata all’Assemblea Ordinaria che avrà luogo Venerdì 18 dicembre 2009 alle ore 6 in prima convocazione, presso la Sede dell’Ordine, in Via Diaz n. 30, ed in seconda convocazione SABATO 19 DICEMBRE 2009, alle ore 10.00 LORO SEDI presso la Sala delle Conferenze della Sede dell’Ordine, Via Diaz n. 30, Udine. Verrà discusso il seguente ordine del giorno: 1) Lettura ed approvazione verbale seduta del 17.01.2009; 2) Relazione del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Udine; 3) Relazione del Presidente della Commissione per gli iscritti all’Albo degli Odontoiatri; 4) Approvazione del Bilancio Consuntivo 2008. Relazione del Tesoriere e del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti; 5) Approvazione del Bilancio di Previsione 2010. Relazione del Tesoriere e del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti; 6) Varie ed eventuali. SI PREGA VIVAMENTE DI NON MANCARE. IL PRESIDENTE Dott. Luigi Conte P.S.: Si ricorda che l’Assemblea è valida in prima convocazione con l’intervento di almeno il 25% degli iscritti, e che ogni iscritto può essere investito da non più di due deleghe, che devono essere apposte in calce all’avviso di convocazione dell’iscritto delegante. La seconda convocazione è valida, trascorso un giorno dalla prima, qualunque sia il numero degli intervenuti, purché non inferiore a quello dei Componenti il Consiglio (art. 24, comma 3, dello Statuto dell’Ordine). A norma di regolamento saranno computati come intervenuti gli Iscritti i quali abbiano delegato uno dei presenti. Nessun iscritto può essere investito da più di due deleghe. DELEGA Il sottoscritto ........................................................................................................ nato il ........................................... Dott. .......................................................................................................................................................................... Data ................................................ 4 Firma ...................................................................................... ✁ delega a rappresentarlo in sede di discussione di voto all’Assemblea Ordinaria annuale del 18 dicembre 2009 (prima convocazione) e 19 DICEMBRE 2009 (seconda convocazione) il LEA ORDINARIA •2009 lle ore 10.20 del giorno 17.1.2009 il Presidente, constatata la presenza del numero legale dichiara aperta la seduta. A L’Assemblea procede all’approvazione del verbale della seduta precedente. All’apertura dei lavori il Presidente propone un minuto di raccoglimento in ricordo dei colleghi deceduti nel corso dell’anno 2008. A questo punto il Presidente ed il dott. Maisano procedono alla lettura delle relazioni morali, che vengono allegate agli atti. Successivamente prende la parola il dr. Braga – Neo eletto Presidente della Commissione Odontoiatri. Dichiara che garantirà il massimo impegno per l’assolvimento della carica cercando di unificare la professione e risolvere le problematiche più importanti. Aggiunge altresì che occorre migliorare la cultura sanitaria della popolazione. La neo eletta Commissione cercherà altresì di organizzare iniziative formative. Preliminarmente l’Assemblea procede all’approvazione della deliberazione n. 83 del 4.12.2008 con la quale il Consiglio ha deliberato l’esercizio provvisorio di bilancio. Successivamente il Presidente dà la parola al Tesoriere affinché esponga la relazione al Conto Consuntivo anno 2007. Il dr. Mascellino procede alla lettura della relazione dei Collegio dei Revisori dei Conti al conto consuntivo anno 2007. Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Udine Via A. Diaz, 30 - 33100 UDINE Telefono 0432.504122 Fax 0432.506150 Email: [email protected] VERBALE DELLA SEDUTA DELL’ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI ALL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA UDINE DEL GIORNO 17 GENNAIO 2009 Al termine delle relazioni l’Assemblea procede all’approvazione del Conto Consuntivo anno 2007 con i relativi assestamenti effettuati in corso d’anno. Successivamente il dott. Miranda ed il dott. Mascellino procedono alla lettura delle relazioni di rispettiva competenza al Bilancio di Previsione 2009, al termine delle quali l’Assemblea delibera l’approvazione del Bilancio di Previsione anno 2009. A questo punto prende la parola il dr. Vetri il quale esprime condivisione in merito alla relazione del Presidente evidenziando alcuni aspetti problematici della recente convenzione dei medici di famiglia che non sono stati posti in rilievo dal Presidente. Le problematiche riguardano l’incremento delle incombenze burocratiche e le liste d’attesa. Auspica un proficuo lavoro delle competenti commissioni ordinistiche per porre rimedio a tale situazione. Il Presidente condivide quanto affermato dal dr. Vetri e ritiene che il problema delle liste d’attesa vada ri- solto attraverso l’apporto di tutte le categorie interessate. Successivamente prende la parola la dr.ssa Nassimbeni che richiama l’attenzione dei presenti sul pericolo di scomparsa di alcune specializzazioni, (tra cui ad esempio la terapia del dolore). Il Presidente esprime condivisione e ricorda che è in fase di predisposizione un progetto di determinazione del fabbisogno dei medici con la collaborazione delle competenti associazioni dei medici specializzandi. Alle ore 12.10 il Presidente dichiara chiusa l’Assemblea. IL SEGRETARIO Dott. Mario Da Porto IL PRESIDENTE Dott. Luigi Conte 5 dott. Luigi Conte Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Udine ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI UD utorità, Signore, Signori, Colleghe e Colleghi, il prossimo anno, 2010, ricorre il centenario della nostra Istituzione Ordinistica, un’istituzione ausiliaria dello Stato che, per la sua alta connotazione etica e sociale viene riconosciuta quale organismo di autocontrollo della Professione Medica ed Odontoiatrica a tutela della salute pubblica. Sarà l’occasione per l’apertura di un ampio dibattito su quale deve essere la Professione del domani che deve rispondere alle esigenze di una Società profondamente mutata nei suoi valori e nei suoi interessi ma anche per riaffermare un maggior rispetto da parte di tutti. Certo è che oggi ci sono numerosi messaggi preoccupanti che mirano alla riduzione della nostra libertà ed autonomia professionale e che aggrediscono pesantemente il principio della “scienza e coscienza”. Noi non possiamo accettare che la nostra Professione diventi terreno di conquista o di scorribande scomposte di questo o quel politico, di questo o quel gruppo, senza il dovuto rispetto per le connotazioni etiche della nostra professione e per il nostro codice di deontologia ed ignorando finanche le leggi dello Stato che regolano il nostro esercizio professionale. E stranamente mentre la magistratura sta dimostrando di capire meglio le peculiarità della nostra professione, è proprio la politica che mette in campo determinazioni che ignorano le specifiche connotazioni professionali. A proposito delle dichiarazioni anticipate di trattamento (cosiddetto testamento biologico) noi proponiamo che questo spazio di rispetto non venga invaso da una legislazione rigi- A 6 da e prescrittiva (diritto mite) e che non sia una terra di nessuno privata di libertà, senza valori ed al di fuori del diritto vigente, ma chiediamo che sia la sintesi efficace di due processi convergenti. Sul piano etico, la moderna deontologia medica rappresenta l’espressione più alta di quei valori che, nella tutela dell’autonomia dell’atto medico, si propongono di tutelare la libertà di scelta dei cittadini ed in questo senso è niente affatto paradossale affermare, come noi facciamo, che l’obiezione di scienza e coscienza prevista dall’art. 22 del Codice garantisce tutte le libertà in campo. Sul piano delle regole del diritto, numerose sentenze della Corte Costituzionale, a cominciare dalla n. 338 e n. 382 del 2002, a vario titolo riprese in quelle più recenti, ribadiscono un orientamento costante “…in piena linea ed in severa sintonia con la costante giurisprudenza costituzionale la quale testualmente e ripetutamente ha denunciato i limiti di discrezionalità legislativa sulle acquisizioni scientifiche e sperimentali sulle quali si fonda l’arte medica (n. 151/2009)... Sicché, in materia di pratica terapeutica, la regola di fondo risiede pur sempre ed insostituibilmente nell’autonomia e nella responsabilità del medico che, con il consenso del pa- 7 NOVEMBRE 2009 UDINE, SALONE DEL CONSIGLIO ziente, opera le necessarie scelte professionali (n. 338/2002). Nel nostro paese, nella storia e nelle sue tradizioni civili e religiose ci sono energie e risorse straordinarie di prossimità, tolleranza, solidarietà e libertà e tutto questo patrimonio in più occasioni è stato messo in campo per superare passaggi difficili della nostra storia civile e sociale. Contro l’imbarbarimento del vivere sociale e civile del nostro paese, noi riteniamo di fare quotidianamente la nostra parte affinché quelle ricchezze vengano nuovamente messe in campo, in un grande progetto di concordia e tolleranza, capace di offrire alle istituzioni, alla nostra comunità professionale, ai cittadini, ragioni e luoghi di incontro, di dialogo, nello sforzo di unire e non dividere, colmando, nella fattispecie l’immensa solitudine di chi non può esprimersi e quella di chi, medico, personale di assistenza, famiglia è invece chiamato ad esprimersi. E passiamo al fronte della formazione del Medico. La qualità professionale è la cosa di cui, come Ordini, ogni giorno siamo chiamati a rispondere. Ebbene, premesso che il possesso e l’utilizzo pieno ed esclusivo di specifiche conoscenze e competenze è il patrimonio sociale ad alto valore etico-deontologico della nostra professione. E che l’affidabilità del professionista verso i cittadini è fondata sul riconoscimento di questa caratteristica che si traduce in servizi di assistenza e cura alla persona ed alla collettività ed attenzione all’ambiente secondo i principi deontologici di giustizia e beneficialità. Ricordiamo che i “fondamentali” di un professionista di qualità si costruiscono in un lunghissimo percorso che contempla 6 anni di formazione prelaurea e 5 o 6 anni di formazione specialistica. E questo in Italia è competenza esclusiva dell’Università a cui costantemente offriamo collaborazione per integrare di più e meglio la formazione post-laurea ai bisogni ed alla complessità del moderno esercizio della nostra professione Oggi sulla scorta di dati ed elaborazioni statistiche che stiamo perfezionando a livello nazionale dobbiamo impietosamente denunciare le insufficienze degli attuali modelli di programmazione dei fabbisogni e selezione dei Relazione DINE • RELAZIONE ALLA GIORNATA DEL MEDICO E GIORNATA SANITARIA • NOVEMBRE 2009 candidati e degli attuali modelli formativi che faticano ad allineare contenuti e didattica alle esigenze del moderno esercizio professionale. Abbiamo sempre vantato che Udine fosse all’avanguardia in Italia per il modello formativo, per i contenuti della formazione, per l’oculato controllo degli accessi che evitava sacche di disoccupazione o sotto-occupazione medica. Ebbene motivo di preoccupazione ci deriva oggi da tentativi di involuzione restauratrice di antiquate forme di didattica che hanno chiaramente evidenziato i propri limiti e non tengono conto delle pressanti richieste che vengono dalla società, dai rappresentanti della professione e dagli studenti che chiedono non solo di acquisire conoscenze teoriche ma anche di imparare a fare e ad essere. I processi di programmazione dei fabbisogni e quelli relativi all’organizzazione dei contenuti ed ai modelli di apprendimento dei medici e degli specialisti se non diversamente governati, sono in marcia verso un pro- gressivo decadimento che misureremo nei prossimi dieci/quindici anni e che vedrà aggravarsi le aree di conflitto tra sistema formativo, sistema professionale e sistema delle cure ed assistenza. Ed anche in questo chiediamo più rispetto e più ascolto: non possiamo essere chiamati a rispondere dei nostri professionisti e non poter dire la nostra sulla loro formazione. Un riferimento mi sia consentito al recente conflitto minaccioso Stato-Regioni sul patto per la Salute che sembra avviato a soluzione. In questi anni tutti noi, con vari accenti e nell’esercizio di ruoli e funzioni distinte, abbiamo espresso forti preoccupazioni sulla tenuta del nostro SSN. In questo SSN ci siamo anche noi, come professionisti e come cittadini; abbiamo creduto e crediamo, che nonostante limiti e inadeguatezze, questo sia ancora il sistema, che nella salvaguardia dei principi di equità, universalità, solidarietà, por- ta ad una sintesi alta il nostro ruolo tecnico professionale con quello civile e morale di garanzia dei diritti dei cittadini, che fortemente impronta le nostra deontologia professionale. È inutile girarci intorno: la situazione è di allarme e come sempre la parte del leone la fanno i conti economici; questi brutalmente dicono che (dati Confindustria) le aziende sanitarie avrebbero cumulato negli ultimi anni circa 40 miliardi di Euro di esposizioni creditizie con i fornitori mentre nello stesso periodo, Confindustria e Ministero del Welfare convergono nello stimare in 35 -37 miliardi di euro il disavanzo dei conti consuntivi consolidati delle Aziende Sanitarie. Certo, nella nostra regione le cose vanno meglio. Ma siamo sicuri di riuscire a “tenere gli attuali alti livelli assistenziali regionali” se il banco salta? In questo scenario fosco, certamente serve distinguere tra comportamenti virtuosi ed altri meno delle amministrazioni regionali, testimoniando che un servizio sanitario pubblico, come il nostro, non è una missione impossibile per i paesi e per le economie moderne. Ma un servizio sanitario in ginocchio per debiti, con finanziamenti che si sono negli ultimi anni costantemente collocati al 4% in meno dei costi stimati, ciclicamente occasione di scandali, mal costume politico, corruzione e inefficienze puntualmente enfatizzati dai mass media, purtroppo si presta sempre più e sempre meglio a tentazioni politiche che individuano le soluzioni nella sostanziale messa in liquidazione del SSN e R e nella messa in discussione dei principi fondanti. Quello che a mio giudizio dovrebbe vederci tutti impegnati non è la difesa ideologica ed astratta del sistema che invece ha bisogno di intelligenze creative, di innovazioni coraggiose, ma il possibile venir meno della sua tenuta civile e sociale, a ruota della sostenibilità economica, indebolendo così una forza centripeta della nostra comunità che, sebbene talora delusa e tradita, è stata ed è pur sempre un formidabile pilastro 7 di unità e di identità civile del nostro paese. Riflettiamo su una considerazione: che cosa sarebbe oggi e ancor di più che cosa sarà nel prossimo futuro la pressione di questa crisi finanziaria ed economica se i tanti nuclei familiari, già colpiti da una riduzione dei redditi da lavoro, non avessero la garanzia delle cure pubbliche, dell’assistenza pubblica e dell’istruzione pubblica. Guardiamo dunque al nostro Welfare e alla nostra Sanità con rigore, con severità, non nascondiamo i difetti e gli errori, riequilibriamo le assimetrie di interessi protetti tra ceti e generazioni, tra capitoli di spesa (assistenza, previdenza, sanità), introduciamo modelli innovativi di organizzazione e gestione capace di sollecitare nuove risorse e nuove intelligenze ma te- niamoci stretti con forza la grande opera civile e sociale del Servizio Sanitario Pubblico. L’articolata proposta di patto per la salute, proposta dal Ministero dell’Economia ed al momento respinto dalle Regioni, in coerenza con i dati contabili, si muove in una prospettiva che, persegue giustamente l’equilibrio dei conti attraverso una razionalizzazione dei costi, definendo però un indicatore di finanziamento, (6,36% del PIL) indiscutibilmente al disotto dei fabbisogni reali e virtuosi delle regioni che stimano il sottofinanziamento in 7 miliardi di euro nel biennio 2009/2011. Oggi sembra che ci sia stato il recupero di questi 7 miliardi spalmati sul triennio. Resta il fatto che la cultura economica del costante sottofinanziamento del SSN innesta una spirale di sofferenza economica nella quale potrebbere precipitare anche le Regioni oggi virtuose, come la nostra, e far sì che questo si tra- duca in una contrazione e razionamento dell’offerta di servizi. do il fisco, hanno illegalmente portato all’estero. Questo patto è duro ed amaro anche per i professionisti, incidendo sulle loro quotidiane condizioni di lavoro, un disagio che si aggiunge a quello sollevato dai venti minacciosi ed ingenerosi che da più parti si abbattono sulle nostra professione. Come se non bastasse lo stesso provvedimento, prevede la “radiazione dall’Albo”, invadendo nei termini e nei contenuti una sfera di giurisdizione che non è propria del legislatore. Ed il pensiero corre al Ministro Brunetta che rottama i Medici dipendenti a 58 anni per il prossimo triennio, li tassa pesantemente quando si ammalano e prospetta un’improbabile galera al medico per un certificato di malattia anche di un giorno, presunto falso o non sufficientemente comprovato in un ordinamento generale nel quale il Parlamento ha già votato in passato la depenalizzazione del falso in bilancio ed oggi offre un comodo scudo fiscale per coloro che intendono far rientrare quei capitali che, evaden- Si avverte chiaramente l’amara sensazione di essere invisibili o marginali in contesti decisionali forti, che spesso restano sordi e ciechi alle nostre ragioni, talora arroganti e prevaricanti i nostri valori professionali. Dico queste cose con profonda amarezza ma anche con la feroce determinazione di chi rappresenta medici ed odontoiatri che hanno ancora l’orgoglio e la forza di pretendere quella attenzione e quel rispetto che va riservato alla nostra professione da parte di tutti, politica, istituzioni nazionali e regionali, università, mass-media e cittadini. Alcuni dei premiati Bertoni Nino Minen Gianfranco Di Bello Bruno 50 anni di Laurea 50 anni di Laurea 60 anni di Laurea Cadorini Sergio Paolo Baxiu Gianriccardo Fonzar Mario 60 anni di Laurea 60 anni di Laurea Cardona Olga Bellomo Vittorino Foti Natale 50 anni di Laurea 60 anni di Laurea 60 anni di Laurea D’andrea Luciano Castronovo Calogero Gelsomini Teresa 50 anni di Laurea 50 anni di Laurea Giuliani Leonardo 50 anni di Laurea 8 60 anni di Laurea 60 anni di Laurea Cepparo Alessandro 60 anni di Laurea Menazzi Gino 60 anni di Laurea Relazione del dott. Braga Presidente CAO G entili signore, gentili signori, cari Colleghi, mi associo alle parole del nostro Presidente Luigi Conte nel porgervi, anche a nome della CAO, un caloroso benvenuto a questa giornata di festa per le professioni sanitarie. La Commissione Albo degli Odontoiatri si occupa dal 1985, all’interno della comune casa ordinistica, delle peculiarità della professione odontoiatrica, seguendone il divenire e vigilando sugli aspetti etici e disciplinari, a tutela del cittadino. Da questo osservatorio istituzionale si possono cogliere tutti i segni del cambiamento che l’odontoiatria, come tutta la medicina e molte delle professioni liberali, sta affrontando. Siamo di fronte ad una realtà in profonda evoluzione che sta cercando di trasformare la professione medica in una attività commerciale. Una realtà che privilegia il concetto di prestazione rispetto a quello di cura. C’è una profonda differenza, perché il concetto di prestazione, in generale molto gradito a chi vede nella sanità un business, implica l’idea di un bene comprabile e vendibile perché teoricamente misurabile come fosse un oggetto (si valutano i tempi di esecuzione, i costi vivi, il costo dell’operatore ecc.). La prestazione ha però il difetto di non prevedere la creazione del rapporto umano che è alla base e che riteniamo essere la vera garanzia di un rapporto medico paziente equilibrato, indispensabile in un paese dove i contenziosi sanitari sono in continuo aumento e sempre più si parla della necessità di umanizzare il sistema. Cioè di tornare a curare i pazienti, nella loro interezza, perseguendo un’ideale di ben-essere che è ben più dell’assenza di malattia. Vorrei citare Giorgio Cosmacini che, nel suo libro “La medicina non è una scienza” afferma che: “La medicina non è riducibile alle sue scienze di base e alle tecniche generate da esse. Grazie a queste, la medicina può molto, a vantaggio dell’essere umano. Però, una medicina che sia soltanto scientifico-tec- nica, …, è una medicina ridotta, diminuita, dimezzata. È una medicina dove i mezzi restano spesso distanziati dai fini. Lo scopo della scienza e della tecnica, in medicina, è sempre la persona umana. Senza “l’altra metà” finalistica, umanologica, indispensabile per completare la sua identità, la medicina non è se stessa. Perché la medicina non è una scienza. Essa è di più. Poniamoci qualche interrogativo... Cosa succede nella nuova realtà dei centri low-cost, dell’odontoiatria in franchising in cui prevale la visione economicistica della professione? Dove si vendono prestazioni e gli operatori sono fortemente condizionati da un tempo calibrato sull’esecuzione ottimizzata della prestazione, in cui non c’è più spazio per il rapporto umano? A chi rispondono del proprio lavoro gli operatori, ai pazienti o ai datori di lavoro? Cosa succede quando i due interessi non coincidono? Sono problemi che possono diventare preoccupanti dal punto di vista della tutela della salute se non si ipotizza una mediazione della coscienza, cioè della responsabilità di una persona verso l’altra, se non si rivendica il ruolo di quella Deontologia che non può essere ridotta alla sola trasparenza dei prezzi, ma deve prevedere la trasparenza del rapporto umano tra medico e paziente. Normalmente, con il fatto che il paziente paga il medico, sembra che tutti i diritti stiano da una parte e tutti i doveri dall’altra. In realtà non è così. Esiste un dovere importante da parte del paziente (e per contro un diritto da parte del dentista): il cittadino paziente deve comprendere che la scienza e la tecnologia non sono di per sé una garanzia assoluta di raggiungimento della salute. Il paziente non può delegare totalmente e passivamente al medico la sua salute, ma deve farsi parte attiva e diligente in questo processo, responsa- MEDICI PREMIATI 50 ANNI DI LAUREA Bertoni Nino Cadorini Sergio Paolo Cardona Olga D’andrea Luciano Giuliani Leonardo Minen Gianfranco Pelizzo Maria Teresa 60 ANNI DI LAUREA Baxiu Gianriccardo Bellomo Vittorino Castronovo Calogero Cepparo Alessandro Di Bello Bruno Fonzar Mario Foti Natale Gelsomini Teresa Menazzi Gino Sebastiani Carlo FARMACISTI PREMIATI 50 ANNI DI ISCRIZIONE ALL’ALBO Burelli Carlo Candussi Loris Durisotto Luigi 50 ANNI DI LAUREA Mugani Ferdinando Nazzi Anna Patini Giuseppe Treu Luciano 60 ANNI DI LAUREA Franceschinis Fernanda Miotto Giovanna VETERINARI PREMIATI 60 ANNI DI LAUREA Mulloni Girolamo 9 Not izie in breve... FINI, la politica non decida su vita e morte bilizzandosi e comprendendo anche le ragioni di questa professione: solo così potrà fare le scelte giuste. Non solo. Noi Medici dobbiamo ritrovare il nostro ruolo di educatori alla salute ed al suo mantenimento, un ruolo che vede gli Odontoiatri preoccuparsi da sempre di prevenzione e di modifica degli stili di vita non adeguati per arrivare ad un miglioramento anche della salute generale. L’alternativa a tutto questo è un rapporto deficitario in cui, alla fine, chi ha più da perdere è il paziente stesso. I dati della Spagna e della Lombardia parlano chiaro: nelle realtà dove hanno prevalso le scelte economicistiche, si è verificato un drammatico declino della qualità delle cure erogate, con un importante aumento dei danni ai pazienti, seguito inevitabilmente da un incremento dei contenziosi medico-legali. In Spagna il 70 % dei contenziosi è riferito ai dentisti dei centri in franchising e low cost; in Lombardia, il dott. Scarpelli, uno dei massimi odontologi forensi italiani, in assenza di dati ufficiali, ci riferisce l’esperienza personale di una situazione sovrapponibile. Rivolgo quindi un forte appello ai colleghi affinché non si facciano travolgere dalla deriva mercantile della professione e ai pazienti di non permettere che questo succeda. Vorrei concludere con un saluto affettuoso ai colleghi, agli amici che celebrano con noi l’appartenenza alla Professione da 50 e 60 anni, un traguardo davvero invidiabile a cui tutti speriamo di arrivare, ritrovandoci in una realtà rinnovata in cui essere medico sia ancora motivo di orgoglio ed in cui la componente umana ed umanistica della professione ritrovi il suo posto naturale. 10 “Talvolta la politica è sorprendente. Non si interroga ad esempio abbastanza sul come frenare le morti sulla strada o le morti bianche nei luoghi di lavoro, poi però pretende di avocare a sé il diritto tremendo e assoluto di decidere della vita e della morte delle persone in stato vegetativo irreversibile, laddove sarebbe più giusto affidarsi alla volontà dell’essere umano che vi è direttamente coinvolto”. Lo scrive Gianfranco Fini nel suo libro-lettera ai ragazzi nati nel 1989, ‘Il futuro della libertà’. “Il caso di Eluana Englaro – continua il presidente della Camera – ci ha dimostrato in modo eclatante che la politica italiana tende ancora a presentarsi, nei momenti di più aspro confronto, non secondo le linee contemporanee del ‘fare’, ma secondo le linee novecentesche dell’‘essere’, vale a dire le linee in definitiva rassicuranti, ma immobili, dell’‘identità’. Non cerca di essere giudicata per ciò che realizza, ma per ciò che rappresenta. E che cosa c’è di più potente, di più evocativo, di più immaginifico, di più mobilitante e allo stesso tempo di più fuorviante che proporsi come il ‘partito della vita’ contro il ‘partito della morte’?”, aggiunge. “Se la politica obbedisce a queste vecchie sollecitazioni – si chiede ancora Fini – è allora credibile quando poi si propone come costruttrice di futuro? Può la società trarre dalle tante parole neoideologiche, similideologiche o paraideologiche che arrivano all’opinione pubblica un motivo di speranza e di fiducia? Mi pare piuttosto difficile”, rimarca. Avviso importante agli Iscritti Poiché nel corso dell’anno 2010 avverrà la celebrazione del centenario della prima fondazione degli Ordini, l’Ordine di Udine promuove una raccolta di materiale storico, fotografie, presidi medico-chirurgici, produzioni artistiche, in possesso degli iscritti al fine di realizzare nel corso del prossimo anno una mostra. Ringrazio anticipatamente i Colleghi che aderiranno all’iniziativa. Il Presidente Luigi Conte NUOVI ISCRITTI NEL2009 Albo Medici Chirurghi COGNOME ARNOLDO BALDIN BAROSELLI BELLONI BELLUZZO BELTRAME BERTOZZI BON BRAMUZZO BUDAI BUTTAZZONI BUTTERA CADEL CANALAZ CHIOZZOTTO DA POZZO DALLA TORRE DE GIUSTI DEL FABBRO DELLA PIETRA DI PIAZZA DIMOV ILKO DRAGOS ANDREA DRIUSSI ELLERO FABRO FRANCO GANZITTI GORLATO GUTTILLA KRUSE LUTMAN MARTELLANI MAURIGH MINATTI NAPOLI PATILI NOME LUCA PAMELA ANTONIO ANNA MARCO ARIANNA SERENA ANDREA MATTEO CATERINA MATTIA STEFANIA ILARIA FRANCESCA MARIANNA FRANCESCA CHIARA VALENTINA ANNA ANNA LORENZO LAURA YORDANOV MIHAELA CATERINA TITO MAURO FRANCESCA LAURA GAIA ANDREA PETER CRISTINA LINDA ALESSIA STEFANIA RENATA ELLI DATA ISCRIZIONE 17/02/09 17/02/09 17/02/09 22/07/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 08/04/09 17/02/09 17/02/09 22/07/09 05/10/09 22/07/09 17/02/09 08/04/09 08/04/09 08/04/09 22/07/09 17/02/09 17/02/09 02/09/09 08/04/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 22/07/09 17/02/09 08/04/09 17/02/09 22/07/09 17/02/09 08/04/09 08/04/09 22/07/09 COGNOME PATRIARCA PECILE PEZZETTA PICCOLO PILOTTO PIOL PIZZIMENTI POLONIA RISPOLI RODARO ROMANO SAMMARTINO SAPPA SARAO SERIAU SOTHMANN SPAGNUT TABOGA TOSCANO UDERZO VERNUCCIO VIGO VILLA ZAMAI ZONTA NOME MARIA MARTINA DAMIANO SERENA STEFANIA CHIARA FEDERICA CHIARA ELISA ILARIA FABIO KATIA FRANCESCO ROBERTA VALENTINA LUCA MEIKE GIULIA FLAVIO WILLIAM DARIO DANIELA CLAUDIA GIOVANNI VALENTINA ROSSELLA DATA ISCRIZIONE 22/07/09 08/04/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 22/07/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 17/02/09 22/07/09 22/07/09 17/02/09 07/01/09 22/07/09 17/02/09 22/07/09 17/02/09 08/04/09 08/04/09 17/02/09 22/07/09 22/07/09 Albo Odontoiatri COGNOME BENEDETTI BROCCATO MICHELINI PAOLONI PICO SIMONELLI ZANGRANDO NOME MATTEO MASSIMILIANO GIULIA LUCA CAMILLO ANNA ALICE DATA ISCRIZIONE 07/01/09 07/01/09 07/01/09 07/01/09 07/01/09 07/01/09 07/01/09 DURANTE L’ANNO CI HANNO LASCIATO: Candussio Maria Luisa, Del Medico Alessandro, Gennaro Sergio, Percotto Giancarlo, Ricciardelli Errico, Rieppi Giorgio, Sala Luigi, Marangone Giovanni Battista, Lupieri Sergio, Lisco Romano, Spiotta Noè. 11 LA crisi congressi SCIENTIFICI DEI a crisi dei congressi scientifici è reale e ci deve far ri- interessanti le sessioni che presiedono, tenendo alto il livello flettere. I congressi, per essere utili alla professione, do- di attenzione del pubblico. Anche in questo caso, essere vrebbero contenere sezioni a tema con relazioni conse- chairman è un’opera di servizio alla professione. Tuttavia, quenziali mai ripetitive, coordinate prima tra i relatori da un nella realtà dei congressi, molte volte i chairman non sanno comitato scientifico. chi parla né di che cosa si parla. Vogliono solo vedere il loro Ai relatori dovrebbe essere fornita una griglia da seguire nome scritto sulla locandina. corredata da una serie di domande a cui dare risposte ben Certamente sarebbe un errore generalizzare, perché esiprecise che saranno la base di partenza di una stono anche realtà congressuali serie, eticatavola rotonda alla fine del congresso, che dia mente orientate, con chairman che svolgono utili indicazioni ai clinici per meglio curare, il in modo egregio la loro funzione. lunedì mattina, i propri pazienti. Esiste poi una differenza profonda fra conI congressi non dovrebbero essere lottizzati I congressi non gressi delle società scientifiche e congressi dagli sponsor, non legati alla realtà, con relaaziendali. Sono due momenti culturali diffezioni scollegate, autocelebrative per i relatori. dovrebbero essere renti, anche se di solito hanno più successo i Ogni relatore prima di preparare una confe- lottizzati dagli congressi aziendali per una ragione specisponsor, non legati fica: sono gratuiti e sono ben commercializrenza clinica dovrebbe tenere presente: zati. ■ il paziente: bisognerebbe chiedersi quali be- alla realtà, con I congressi aziendali sono utili per imparare relazioni nefici clinici presentano per gli assistiti le una tecnica, tuttavia non c’è contraddittorio scollegate, terapie o i trattamenti proposti; e il messaggio dei relatori è controllato dalle ■ il pubblico a cui si rivolge: bisognerebbe autocelebrative aziende. presentare messaggi chiari basati su ricer- per i relatori. Molti relatori, pur di avere il loro momento che cliniche, se di clinica si parla, non solo “Esiste poi una differenza di gloria, cercano di assumere il ruolo di venpubblicate sulla letteratura, ma frutto di profonda fra congressi ditori nella speranza di essere invitati di ricerche cliniche serie da parte del rela- delle società scientifiche e nuovo a parlare. tore. Tralasciare effetti speciali per stupire, congressi aziendali... Così facendo perdono credibilità, e le aziende ma fare una relazione eticamente orientata anche se di solito hanno la loro trasparenza. con lo scopo di curare i pazienti e offrire più successo i congressi Forse per far ritornare i colleghi ad aggiorun’informazione seria ed etica ai professio- aziendali per una narsi con entusiasmo, non solo per prendere nisti. Fare il relatore è una mission di ser- ragione specifica: sono i punti Ecm, si dovrebbero seguire questi gratuiti e sono ben vizio, non di autocelebrazione. suggerimenti adottati da molte società scienAnche i chairman hanno un ruolo ben preciso: commercializzati...” tifiche estere e solo in Italia dalle più prestidovrebbero coordinare le relazioni e rendere giose. di Tiziano Testori L 12 C i fa piacere portare a conoscenza la notizia che l’Ordine dei Medici e Odontoiatri della Provincia di Udine ha stipulato con l’Associazione Amici della Musica una convenzione rivolta alla divulgazione della cultura musicale presso i propri associati. Il contenuto della convenzione contempla la possibilità di stipulare un abbonamento o di accedere ai concerti singoli della Stagione 2009-2010 con un prezzo notevolmente agevolato. Inoltre è anche previsto che, nel caso venisse raggiunto un numero minimo di 10 abbonamenti, per questi associati sarà tenuto un corso gratuito di alfabetizzazione musicale rivolto all’avvicinamento alla musica attraverso l’acquisizione di codici e conoscenze utili per affrontare una partitura musicale, capirne la scrittura e giungere ad avviare i primi passi per la pratica di uno strumento. Per quanto concerne sia l’adesione a costo ridotto all’abbonamento comprendente i concerti che fanno seguito a questa comunicazione, come alla partecipazione di volta in volta allo spettacolo singolo, ci si può rivolgere direttamente al botteghino del Teatro Palamostre di Udine aperto in precedenza a ogni concerto esibendo la tessera di appartenenza all’Ordine che vale anche per la concessione dell’importo agevolato ai familiari. Per dare opportuna conoscenza in merito al notevole impegno che anima le La musica sia con voi di ALDO RINALDI Tra Ordine dei Medici e Odontoiatri e Amici della Musica stipulata una convenzione che offre ai propri associati la possibilità di stipulare un abbonamento o di accedere ai concerti singoli della stagione 2009-2010 con un prezzo notevolmente agevolato. iniziative degli Amici della Musica, associazione culturale fondata nel 1922, facciamo seguire la stesura del calendario completo dei concerti programmati per il 2009-2010 dalla concertista Luisa Sello, presidente degli Amici della Musica, certamente una stagione concertistica di altissimo livello esecutivo animata dalla presenza di artisti ben noti nel mondo musicale internazionale. La stagione si è aperta al Teatro Palamostre in ottobre dall’Orchestra e il Coro da L’Orchestra e il Coro da Camera I Musici Estensi con Alessandro Cadario alla direzione e al clavicembalo nel concerto di apertura della Stagione Musicale degli Amici della Musica 13 programma Camera I Musici Estensi con direzione e clavicembalo di Alessandro Cadario e la partecipazione del soprano Jasmin Reda e del solista alla tromba Diego Cal su musiche di Bach, Händel. Hanno fatto seguito le esibizioni del Trio Xjrion con Ida Bieler (violino) Maria Kliegel (violoncello) e Nina Tichman (pianoforte) su musiche di Mozart, Dvorak, Beethoven. È poi salito in scena il Duo formato da Djalu Gurruwiwi (didgeridoo) e Mauro Colombis (pianoforte) in culture virtuose a confronto: l’uomo-orchestra e l’uomo-natura su musiche di Liszt, Hindson e di tradizione aborigena. La parte del programma riservata al 2009 si è conclusa con il Duo composto da Liza Ferschtman (violino) e Inon Barnatan (pianoforte) su musiche di Schubert, Franck, Debussy. Ora la Stagione Musicale degli Amici della Musica prosegue nel 2010 sempre al Teatro Palamostre con inizio alle ore 20.30 con il seguente programma. Mercoledì 13 gennaio Trio ‘Un palco all’opera’ (pianoforte a sei mani) Musiche di Puccini, Rossini, Verdi, Bizet CIMO ASMD ASSOCIAZIONE SINDACALE MEDICI DIRIGENTI Roma, 06.10.09 - Prot. SN/195 i comunica che il 29° Congresso Nazionale Elettivo CIMO-ASMD riunito ad Abano Terme (PD) dal 24 al 27 settembre 2009 ha eletto per il quadriennio 2009/2013 il seguente organigramma: S ■ Dott. Riccardo Cassi Presidente Nazionale Lunedì 25 gennaio ■ Dott. Giuseppe Ricciardi Vice Presidente Vicario Ivana Marija Vidovic (pianoforte) Musiche di Chopin, Liszt, Peja evi ■ Dott. Giuseppe Lavra Mercoledì 10 febbraio ■ Dott. Paolo Trovato Dell’Oste (soprano), Mansutti (clarinetto), Mussutto (pianoforte) Musiche di Schubert, Rossini, Verdi, Brahms Venerdì 26 febbraio Vito Paternoster (violoncello), Pierluigi Camicia (pianoforte) Musiche di Beethoven, Brahms Mercoledì 10 marzo Quartetto Pražák (quartetto d’archi) Musiche di Janacek, Brahms, Beethoven Venerdì 26 marzo Aljosa Jurinic (pianoforte) Musiche di Chopin, Josipovic Segretario Nazionale Organizzativo Segretario Nazionale Amministrativo ■ Dott. Guido Quici Vice Presidente Nel confermare la continuità della linea sindacale condotta sino ad ora, si assicura la massima disponibilità ad una concertazione che, nell’ambito di un sereno confronto, sarà aperta alla comune ricerca di valide soluzioni per la futura attività. Mercoledì 14 aprile East & West Quartet (chitarre, armonica, voci, bouzouki) Musiche di Stevens, Dylan, Simon, Rogers Dott. Riccardo Cassi Presidente Nazionale Mercoledì 28 aprile Romayne Wheeler El pianista de la Sierra Madre La mia vita tra la popolazione Tarahurama, Messico. Musiche di Bach-Gounod, Schubert, Liszt, Moussorgsky, Wheeler, Gershwin,Tarrega, Tarahumara Il ciclo musicale programmato per il 2010 si conclude con la messa in atto del “Premio Amici della Musica 2010” comprendente lo svolgimento del 6° Concorso Internazionale Euroregione nella Sala Convegni del Circolo Ufficiali in Via Aquileia a Udine nei giorni di Venerdì 7 maggio ore 20.30 con l’esibizione del Conservatorio Tomadini Udine e l’Accademia di Lubiana, Sabato 8 maggio ore 20.30 con l’Università di Musica di Graz e l’Accademia di Zagabria, Domenica 9 maggio ore 20.30 con l’Accademia di Bratislava e infine Domenica 9 maggio ore 16.00 con l’Assegnazione del Premio e la Cerimonia di chiusura. 14 CIMO ASMD • Via Nazionale, 172 - 00184 Roma Telefono 06.678.84.04 r.a. - Fax 06.678.01.01 E-mail: [email protected] - Sito: www.cimoasmd.it Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri FNOMCeO IL DOCUMENTO FNOMCEO SULLE DAT DIVENTA TESTO BASE PER LA DISCUSSIONE IN COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA Audizione informale presso la Commissione AFFARI SOCIALI - CAMERA DEI DEPUTATI su CONSENSO INFORMATO E DICHIARAZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO Illustre Presidente, Illustre Relatore, Onorevoli Deputati, grazie per questo invito ad una audizione informale sulle questioni poste dal provvedimento legislativo recante norme in materia di Consenso informato e Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (D.A.T.); sono con me il Dr. Aldo Pagni e il Dr. Aristide Paci, sia come componenti la nostra Consulta Nazionale Deontologica sia nell’autorevole veste di pregressi Presidenti della FNOMCeO. La loro presenza intende ancor più sottolineare il rispetto che portiamo alle funzioni sovrane del Parlamento e la continuità nei nostri ordini, del pensiero e della ricerca etica, civile e tecnicoprofessionale che ha sempre contraddistinto lo sviluppo della deontologia medica. Il nostro sforzo nel definire gli orientamenti sulle delicate materie, oggetto di questa audizione è, oggi come sempre, quello di rifuggire opportunismi contingenti, scontri su pregiudiziali ideologiche, radicandoli invece nei principi che ispirano il nostro Codice Deontologico. Noi riteniamo che questi principi, in un’epoca di travolgenti trasformazioni culturali e sociali e di straordinarie innovazioni tecnico scientifiche, debbano essere il punto di riferimento di valori condivisi, l’incontro pacifico di diversità, in buona sostanza uno strumento formidabile nella costruzione e nel sostegno della solidarietà tra uomini, tra persone, tra cittadini che da sempre costituisce la grande identità civile e morale del nostro paese, del nostro popolo e della nostra professione. La forza di tali principi si misura quotidianamente in tanti campi del nostro agire professionale, ma la loro valenza è cruciale nelle con- D.A.T. Dichiarazioni Anticipate di Trattamento Il documento approvato a Terni nel giugno u.s. dal Consiglio Nazionale della FNOMCeO a larghissima maggioranza (con solo 5 voti contrari su 106) che aveva suscitato interessati commenti da parte di piccoli settori della società e dei rispettivi organi di informazione, a dimostrazione del suo equilibrio e della sua completezza per la tutela di tutti i cittadini e dei medici, è stato adottato come testo base per la discussione alla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. Riportiamo il testo dell’audizione dell’8/10/09 del nostro Presidente Amedeo Bianco. dizioni più difficili, quando malattia e morte, sofferenza e dolore, rendono fragili anche i più forti ed ognuno pone a se stesso e a chi se ne prende cura le domande più difficili. Il nostro percorso di ricerca, trasferito e costantemente rinnovato nel Codice Deontologico, non è mai stato in passato e non è oggi, estraneo alle regole etiche e civili fondanti la nostra società né a quelle metodologiche che oggi governano le applicazioni della medicina; in altre parole il diritto primario espresso dalla nostra Costituzione e dalle leggi, i principi fondanti la moderna bioetica, le regole della buona pratica clinica, basata sulle evidenze delle prove di efficacia. Su queste e su altre materie eticamente sensibili, la nostra riflessione si svolge dunque tutta all’interno di questi principi, dando le coordinate per un esercizio professionale posto a garanzia della dignità e libertà del paziente, delle sue scelte, della sua salute fisica e psichica, del sollievo delle sofferenze e a tutela 15 della vita, in una relazione di cura costantemente proiettata a realizzare un rapporto equo tra chi cura e il soggetto di cura, capace di ascoltare ed offrire risposte diverse a domande diverse. È questo il razionale civile, etico e tecnico professionale di quella alleanza terapeutica, che noi proponiamo quale espressione alta e compiuta della paritaria libertà e dignità di diritti e doveri tra curante e paziente, nel rispetto dei diversi ruoli. L’autonomia decisionale del cittadino, il suo consenso/dissenso informato è il primo pilastro di questa alleanza terapeutica, il secondo pilastro sta nell’autonomia e nelle responsabilità del medico chiamato ad esercitare le sue funzioni di garanzia. Questo incontro, unico e straordinario, non ha natura contrattualistica; entrambi i pilastri sono chiamati a reggere un architrave di relazioni etiche, civili e tecnico professionali, ognuna specifica ed irripetibile, che consente al soggetto di cura e al curante di esprimere la propria autonomia e la propria responsabilità nelle scelte. Questo è il percorso che ci ha portato al Documento di Terni del giugno scorso, che riproponiamo alla Vostra attenzione e che alleghiamo alla presente audizione costituendone il merito, unitamente a tutta la documentazione scritta della nostra riflessione deontologica degli ultimi anni su temi che coinvolgono la cosiddetta etica di confine, quella di inizio e fine vita. Su questi temi, così straordinariamente vicini, non abbiamo ragionato da soli, abbiamo chiesto e ricevuto la collaborazione dalle Società Medico Scientifiche, dall’Associazionismo, dalle competenze di illustri giuristi, bioeticisti, dalle istituzioni e dalla politica. Il documento di Terni, che ripeto è il nostro contributo di oggi, si propone innanzitutto come riflessione, autonoma e responsabile, di stretto profilo deontologico, sulle specifiche e complesse questioni poste da una regolamentazione legislativa delle DAT e le considerazioni in esso contenute, sono state oggetto di un vasto consenso e di un limitato dissenso, testimoniando in tal modo non una espressione irragionevole o addirittura illegittima della deontologia medica, bensì la serietà del nostro percorso di confronto e di ricerca nelle diverse culture e sensibilità della professione e della società; un cammino che certamente non riteniamo concluso. Nel documento esprimiamo le nostre considerazioni su questioni controverse, quali ad esempio gli elementi di validità giuridica delle DAT, gli ambiti di efficacia in ragione dei soggetti e delle condizioni coinvolte, il ruolo della Nutrizione Artificiale e di ogni altro trattamento di supporto e sollievo dalle sofferenze, i profili di tutela sia tecnica (più prudenza e più ricerca sui profili diagnostici, prognostici e terapeutici degli stati vegetativi), sia socio-assistenziale definendo concrete ed accessibili garanzie di aiuto ai pazienti ed alle famiglie che con straordinaria ed amorevole dedizione orientano la loro esistenza alla presa in carico di queste fragilità. Su queste e altre questioni che profondamente coinvolgono “l’intimità della persona” ed i diritti dei cittadini, abbiamo suggerito in passato, e ribadiamo oggi, l’opportunità che il legislatore dispieghi un diritto mite, che si limiti cioè a definire la cornice delle legittimità giuridiche sulla base dei diritti costituzionalmente protetti e nel rispetto dei principi ispiratori della moderna bioetica e delle Deontologia Medica No dunque all’eutanasia, no a trattamenti futili e sproporzionati, no all’abbandono dei più fragili garantendo loro l’accesso e la disponibilità piena ad ogni cura e trattamento, sì all’autonomia del paziente, sì alla autonomia del medico per una alleanza tera16 peutica quale unico elemento e strumento idoneo a dare risposte proporzionate, condivise ed accettabili alle domande più difficili, responsabilizzando e legittimando così, sul piano etico e civile, chi decide e quanto si decide. Questo spazio di rispetto, che proponiamo non venga invaso da una legislazione rigida e prescrittiva, non è un’arena privata di libertà senza regole di valori ed al di fuori del diritto vigente, ma la sintesi efficace di due processi convergenti. Sul piano delle regole etiche, la moderna deontologia medica rappresenta l’espressione più alta di quei valori che, nella tutela dell’autonomia dell’atto medico, si propongono di tutelare la libertà di scelta dei cittadini ed in questo senso è niente affatto paradossale affermare che l’obiezione di scienza e coscienza prevista dall’art. 22 del Codice garantisce tutte le libertà in campo. Sul piano delle regole del diritto, numerose sentenze della Corte Costituzionale, a cominciare da quelle n. 338 e n. 382 del 2002, a vario titolo riprese in quelle più recenti n. 438/2008 e n. 151/2009 ribadiscono un orientamento costante che possiamo riassumere con passi originali a partire dall’ultima, secondo la quale: “…in piena linea ed in severa sintonia con la costante giurisprudenza costituzionale la quale testualmente e ripetutamente ha denunciato i limiti di discrezionalità legislativa sulle acquisizioni scientifiche e sperimentali sulle quali si fonda l’arte medica (n. 151/2009)... Sicché, in materia di pratica terapeutica, la regola di fondo risiede pur sempre ed insostituibilmente nell’autonomia e nella responsabilità del medico che, con il consenso del paziente, opera le necessarie scelte professionali (n. 338/2002). Nel concreto delle DAT, il legislatore, a nostro giudizio, non può non tener conto delle differenze sostanziali tra un consenso/dissenso attuale e anticipato dovendo, nel secondo caso proteggere la libertà di scelta con l’incremento delle tutele formali (le forme ed i limiti delle DAT) e sostanziali (i contenuti delle DAT, i profili di responsabilità, il ruolo delle famiglie, infine la posizione di garanzia, autonoma e responsabile, del medico). In particolare, la posizione di garanzia del medico, che va sempre promossa e protetta in ogni relazione di cura nel rispetto dei diritti costituzionalmente sanciti del paziente, assume particolare significato nelle DAT non per eludere o evadere le dichiarazioni anticipate ma per declinarle dal passato al presente, dall’ipotesi al fatto, dall’ignoto alle migliori evidenze disponibili, per accompagnare ognuno nella sua storia di vita, unica ed irripetibile. Illustre Presidente, Onorevoli Deputati, siamo a Vostra disposizione per ogni ulteriore chiarimento ritenuto utile al Vostro difficile compito, dal quale ci auguriamo possa nascere un’offerta ai cittadini, alle istituzioni, alla nostra comunità professionale, di ragioni e luoghi di incontro, di dialogo, nello sforzo di unire e non dividere. Nel nostro paese, nella sua storia e nelle sue tradizioni civili e religiose ci sono energie e risorse straordinarie di prossimità, tolleranza, solidarietà e libertà e tutto questo patrimonio in più occasioni è stato investito per superare passaggi difficili della nostra storia civile e sociale. Oggi quelle ricchezze vanno nuovamente messe in campo, in un grande sforzo di concordia e tolleranza, anche al fine di colmare l’immensa solitudine di chi non può esprimersi e di chi, medico, personale di assistenza, famiglia, è invece chiamato ad esprimersi. Il Presidente Amedeo Bianco FNOMCeO Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri assenteismo • ANALISI DEL PROBLEMA • POSSIBILITÀ Dl ATTIVARE UN PERCORSO DI ANALISI DEL PROBLEMA COMPRENDENTE UN MONITORAGGIO DEL FENOMENO • INDIVIDUAZIONE DI POSSIBILI CORRETTIVI • IL PUNTO DI VISTA DEI MEDICI DIPENDENTI PUBBLICI L’assenteismo rappresenta un complesso fenomeno legato alla organizzazione del lavoro, in particolare, rispetto al clima organizzativo, comprende aspetti di motivazione del lavoratore e la messa in atto di comportamenti opportunistici variamente finalizzati. Nello specifico dell’analisi del rapporto tra assenteismo e certificazione medica, si deve prima di tutto distinguere la funzione dominante che il singolo professionista è chiamato ad assolvere nei confronti dell’individuo. Il medico curante abilitato alla certificazione (sia esso il medico di medicina generale o specialista convenzionato o l’ospedaliero dipendente pubblico) non può che essere prioritariamente legato alla funzione di tutela della salute e del benessere del lavoratore; il controllo della efficienza della organizzazione del lavoro è una funzione professionalmente e deontologicamente subordinata alla prima. Pertanto la certificazione del medico in funzione di curante consiste esclusivamente nel “fare certa” una condizione di malattia o disagio che impedisce temporaneamente la capacità di lavoro della persona con una formulazione della diagnosi e della prognosi condizionata dalla esigenza di guarigione del paziente e dal rapporto di fiducia (prolungato nel tempo per quanto riguarda il medico di famiglia o limitato nel tempo per quanto riguarda il medico ospedaliero o ambulatoriale dipendente) che deve essere considerato inviolabile. Il medico fiscale ha solo il compito di “fare certa” una condizione di malattia o disagio che impedisce temporaneamente la capacità di lavoro della persona. Tra le svariate condizioni patologiche o di disagio che impediscono temporaneamente la capacità di lavoro sono comprese anche quelle non sempre dimostrabili o obiettivabili, in cui la certificazione deve necessariamente fondarsi sulla dichiarazione resa dal paziente al proprio medico. La difficoltà di obiettivare la diagnosi è frequente soprattutto nelle prognosi brevi (entro tre giorni). In questi casi il metodo più accurato per avvicinarsi alla verità rimane la valutazione intuitiva e discrezionale del medico. E CERTIFICAZIONE MEDICA È quindi necessario, in un clima di reciproca responsabilità civile e di consapevolezza delle ricadute significative del problema, ribadire la necessità da parte dei medici di assumere un atteggiamento di massima responsabilità in una funzione delicata come quella della prescrizione dei giorni di malattia o di verifica delle patologie. A questo scopo è necessario promuovere la motivazione dei medici offrendo loro momenti di verifica del proprio comportamento fondato su una revisione di indicatori statistici (procedure di audit), invece di sottoporlo alla massima responsabilizzazione del singolo atto con specifiche sanzioni. Fermo restando naturalmente quanto già previsto dalla legge e cioè la punibilità del medico che si rende responsabile di una falsa prescrizione. Sarebbe opportuno, pertanto, considerare la possibilità di attivare la rilevazione del maggior numero possibile di dati al riguardo, ad esempio esaminando la distribuzione del numero di certificati rilasciati suddivisi per classi di età e per causa di malattia, correlando questi ai diversi tipi di contratto di lavoro ed alla condizione socio-economica del lavoratore. Ciò potrebbe essere realizzato individuando un campione rappresentativo di medici ricercatori, cui richiedere la registrazione, in un definito periodo di tempo, di tutte le informazioni ricavabili dalla certificazione, quali ad esempio, 17 classi di età, sesso, durata della malattia, diagnosi, classificazione del tipo di attività svolta, tipologia del contratto di lavoro, grado di istruzione, ecc. Sulla base delle evidenze risultanti da questo studio sarebbe possibile analizzare la relazione fra il tipo e la frequenza delle certificazioni e le regole contrattuali cui sono sottoposte, ed individuare altresì alcune ipotesi di intervento, fra le quali dovrebbero essere prese in considerazione. ■ Studiare e proporre, nella attuale fase di rinnovo della convenzione tra MMG e SSN, la possibilità di strutturare il compenso dei MMG legandolo a meccanismi virtuosi, vedi obiettivi concordati raggiunti o raggiungibili, piuttosto che a meccanismi competitivi, quali il numero complessivo di scelte e revoche, che comportano una pressione alla compiacenza cui il medico deve opporre resistenza attiva. ■ Responsabilizzare la persona che richiede la certificazione per pochi giorni attraverso la adozione, di fatto già presente in alcune realtà, della autocertificazione, individuando anche meccanismi di incentivazione ai comportamenti virtuosi e disincentivazione di quelli devianti dalla media non giustificati da elementi obiettivi. In questo modo, se il paziente autocertificasse l’incapacità temporanea al lavoro fino ai primi tre giorni, cosa che avviene in tutto il mondo, dal medico curante si ricorrerebbe per problemi seri di salute indipendentemente dalla previsione della prognosi: in questi casi è assolutamente importante attivare procedure di controllo rigorose che scoraggino abusi. ■ Unificare nell’INPS (o in altro ente) il sistema di verifica delle certificazioni sia del pubblico impiego che del settore privato, definendo strategie di verifica delle assenze su diversi livelli (generali, di categoria, di profilo individuale**) sostenute da un sistema informativo unico che consenta, attraverso le possibili automazioni, di velocizzare l’applicazione delle procedure di certificazione e controllo. ■ Dotare questo ente di personale medico di controllo a rapporto di lavoro convenzionato, in modo che tali funzioni abbiano piena dignità professionale, costi preventivabili e modelli organizzativi coordinabili attraverso le norme di un accordo collettivo nazionale. ■ Il punto di vista dei medici dipendenti pubblici - Da molti anni le certificazioni giustificative delle assenze per malattia vengono redatte nella quasi totalità dai medici convenzionati di medicina generale, salve rare 18 eccezioni. Tale prassi, omogenea per il settore pubblico e per il settore privato, costituisce attività professionale facente parte della convenzione nazionale dei medici di medicina generale ed identifica nel rapporto fiduciario tra paziente e medico di famiglia la combinazione più opportuna per una valutazione complessiva dello stato di salute del paziente e conseguentemente dell’eventuale prescrizione per la sospensione dell’attività lavorativa. L’Accordo collettivo Nazionale vigente per la medicina generale ribadisce che i medici di medicina generale sono tenuti al rilascio della certificazione “per incapacità temporanea al lavoro”. Opportunamente la circolare n. 7/2008 della Funzione Pubblica chiarisce che le prescritte certificazioni mediche “rilasciate da struttura sanitaria pubblica” comprendono le certificazioni rilasciate dai medici di medicina generale escludendo i certificati rilasciati da un medico libero professionista non convenzionato. Resta, peraltro, non chiarito se parallelamente al medico di medicina generale altri medici dipendenti pubblici possano o debbano a richiesta rilasciare le predette certificazioni. Attualmente dette strutture non rilasciano, salvo rare eccezioni, certificazioni giustificative delle assenze per malattia. In particolare le strutture pubbliche accessibili al pubblico risultano essere i pronti soccorsi ed i dipartimenti di emergenza ed accettazione; queste strutture sono notoriamente sovraffollate e si vedrebbero gravate di un ulteriore adempimento burocratico con pesanti conseguenze anche medico legali nella gestione dei pazienti più critici (ricordiamo che attualmente le strutture di pronto soccorso registrano trenta milioni di accessi all’anno). A nostro avviso occorre chiarire che la certificazione in oggetto è compito esclusivo del medico di medicina generale anche al fine di non ampliare la platea di medici abilitati alla certificazione che renderebbe di difficile gestione il monitoraggio ed il controllo delle attività certificative. Auspichiamo pertanto un ulteriore chiarimento che escluda un doppio canale certificativo per i pazienti dipendenti pubblici anche per scongiurare una scelta impropria da parte dell’utenza del medico certificatore, con conflitti di attribuzione che possono anche sfociare in atteggiamenti opportunistici. Appare inoltre indispensabile uniformare la normativa sia per i dipendenti pubblici che per quelli privati riconducendo entrambi ad un unico professionista (il medico di famiglia curante), la responsabilità della certificazione. Parimenti le visite fiscali di controllo andranno effettuate da personale dipendente dell’INPS o comunque sotto la diretta responsabilità dell’istituto previdenziale. La categoria medica nel suo complesso deve farsi carico del problema dell’assenteismo monitorando il fenomeno ed elaborando linee guida utili per la standardizzazione e l’omogeneizzazione dei criteri per la prescrizione del recupero psico-fisico da attuarsi mediante l’astensione dal lavoro. In tal senso andranno comparati i dati tra il settore pubblico e quello privato, valutando inoltre l’incidenza del fenomeno a livello europeo. L’entità rilevante dal punto di vista economico delle assenze per malattia e la loro prevenzione comporta un mutamento culturale e il coinvolgimento di tutti gli attori (Regioni che organizzano e gestiscono il SSN, medici dipendenti di strutture pubbliche deputate istituzionalmente alla valutazione delle assenze sul posto di lavoro per malattia ed infortunio quali INPS ed INAIL, medici convenzionati di medicina generale) chiarendo i compiti e le relative responsabilità di ciascuno. La possibilità di acquisire incentivi economici per i medici in ragione dei risparmi conseguiti da un sistema certificativo più rigoroso, solleva delicate questioni deontologiche, superabili solo all’interno di un progetto più generale di maggiore efficacia ed efficienza di tutto il sistema che attiene al benessere delle organizzazioni del lavoro. Il sistema deve premiare i comportamenti virtuosi di tutti gli attori, a cominciare dai lavoratori. Per approfondire i punti sopra riportati sui quali ho registrato il consenso di massima delle principali organizzazioni sindacali mediche delle convenzioni e della dipendenza, si ritiene indispensabile la costituzione di un tavolo di lavoro che veda la partecipazione delle diverse categorie mediche, delle parti sociali (Confindustria, Confprofessioni, ecc.) e delle Istituzioni coinvolte, oltre che del Governo. ** Per profilo individuale si intende la verifica particolare da mettere in atto nei confronti di soggetti che dimostrano un elevato livello di assenteismo risultante da una somma di assenze brevi o da assenze particolarmente prolungate, estratte automaticamente dal sistema informativo con criteri di filtro definiti. In questi soggetti la verifica effettuata attraverso una singola visita medico legale può essere insufficiente, mentre potrebbe essere utile una conoscenza approfondita, continuata nel tempo e a volte multidisciplinare del soggetto. SORVEGLIANZA CASI UMANI DI WEST NILE DISEASE I l Servizio sicurezza alimentare, igiene della nutrizione e sanità pubblica veterinaria della Direzione centrale salute e protezione sociale, ha comunicato il recente riscontro di alcune positività per West Nile Disease (WND) allo screening-test Elisa in cavalli che non dimostravano sintomatologia clinica, presenti in aziende situate all’interno dell’area a rischio (Laguna di Marano) individuata dal Piano di sorveglianza nazionale per l’encefalomielite di tipo West Nile (http://sorveglianza.izs.it/emergenze/west nile/legislazione/ legislazione.htm). Per il momento solo una delle positività riscontrate è stata confermata in un cavallo sentinella in un’azienda a Bagnarla Arsa che era risultato negativo al precedente monitoraggio: è stato pertanto emesso il sospetto di focolaio primario autoctono. Sono state messe in atto, dal punto di vista veterinario, tutte le misure indicate dal piano di sorveglianza. È da segnalare che la ricerca di virus nei vettori ha fino a oggi dato esito negativo. Queste informazioni sono state trasmesse a questo Servizio ai sensi dell’OM 5 novembre 2008 “West Nile Disease - Notifica alla Commissione europea e all’OIE - Piano di sorveglianza straordinario” per i successivi provvedimenti e indagini nell’ambito della sorveglianza umana, peraltro prevista dalla Circolare del Ministero della Salute 18 settembre 2002 Sorveglianza delle infezioni da virus West Nile in Italia” (http://www.ministerosalute.it/malattieinfettive/archivioNormativaMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&menu=normativa) In ambito umano la West Nile Disease (WND) è una zoonosi virale trasmessa principalmente tramite la puntura di zanzare (Culicidi). Nell’uomo sono state accertate vie di trasmissione minori, come trasfusioni di sangue infetto, trapianti d’organo e la via transplacentare. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e gli ospiti sono rappresentati da volatili, equini, altri mammiferi, rettili, zanzare e uomo. Negli ultimi 10 anni sono stati segnalati in Europa numerosi focolai di infezioni localizzati soprattutto nel bacino del Mediterraneo. In Italia i casi di questa malattia sono passati dai 9 del 2008 a 16 del 2009 (dati disponibili fino a settembre 2009). Anche l’area di distribuzione della malattia sembra in espansione e nel 2009 ha già coinvolto tre Regioni: Emilia Romagna, Lom- bardia e Veneto. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta in media è 2-6 giorni (range 2 -15 giorni), ma può essere più lungo nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Una percentuale di casi, stimata intorno al 10-20%, si manifesta con la West Nile Fever, che si presenta con sintomi aspecifici come febbre improvvisa, cefalea, dolori muscolari, astenia, infoadenopatia, rash cutanei. I sintomi durano in media pochi giorni (range 27 giorni). In una minima percentuale di individui il virus può provocare gravi forme neurologiche (encefalite, meningite) che possono avere talvolta decorso fatale. I sintomi possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. A seguito della predetta segnalazione nell’ambito della sorveglianza umana è necessario attivare: 1. Sorveglianza attiva nel confronti dei lavoratori e delle eventuali persone che risiedono presso l’azienda interessata dal caso confermato di infezione nel cavallo Il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria di competenza: • procederà ad organizzare prelievi di sangue in questi soggetti, per stimare la eventuale circolazione virale nell’uomo attraverso la ricerca della presenza di anticorpi specifici nel sangue. Questi prelievi saranno inviati al Laboratorio di Virologia -UCO Igiene e Medicina Preventiva di Trieste secondo le modalità descritte in allegato. • Sensibilizzerà questi soggetti a ricorrere tempestivamente ad un sanitario in caso di insorgenza di sintomi quali: febbre superiore a 38,5 °C accompagnata da mialgia, astenia, cefalea, linfoadenopatia, esantema maculopapulare, sintomi neurologici • Sebbene in questo periodo dell’anno l’attività del vettore è ridotta è comunque necessario informare le persone in merito alle misure di precauzione da adottare per ridurre la probabilità di essere punte dalle zanzare anche in previsione della prossima stagione. 19 2. Sorveglianza immediato dei casi umani di sindrome neurologica da West Nile La sorveglianza sui casi umani di sindrome neurologica da West Nile insieme alla sorveglianza veterinaria permette di evidenziare la circolazione del virus in un determinato ambito territoriale e di avere una stima della sua entità attraverso la individuazione sistematica dei casi clinici emergenti. Inoltre la sorveglianza è estremamente importante poiché in caso di conferma di casi umani sono previsti una serie di interventi per quanto riguarda la donazione di sangue. Pertanto viene attuata da subito su tutto il territorio regionale la sorveglianza sui casi umani di meningoencefalite a liquor limpido. In Friuli Venezia Giulia è già utilizzato un “Algoritmo per il management delle infezioni acute del SNC alla prima osservazione in Pronto soccorso” predisposto dalla Clinica di Malattie Infettive dell’università di Udine, che è strumento utile anche per la sorveglianza dei casi umani di sindrome neurologica da West Nile introducendo nell’algoritmo l’esecuzione di un campione di liquor e sangue per West Nile. Allegata alla presente nota l’Algoritmo predisposto dalla Clinica di Malattie Infettive dell’Università di Udine (allegato 1). Modalità di segnalazione dei casi I casi di meningite ed encefalite acuta virale sono soggetti a notifica obbligatoria secondo quanto previsto dal D.M. 15 dicembre 1990 per le malattie di classe II. Stante la necessità di avere subito le informazioni anche in relazione alle possibili implicazioni su donazione di sangue, di tessuti e di organi, la segnalazione va fatta secondo il seguente flusso: • segnalazione immediata o al massimo entro le 12 ore, da parte del medico che pone il sospetto dia- gnostico (per telefono, fax o e-mail) al Dipartimento di Prevenzione della Azienda Sanitaria competente per territorio, e contestuale invio del campione di sangue e liquor, secondo le modalità indicate, e utilizzando l’apposita scheda di invio, al laboratorio di Virologia UCO Igiene e Medicina Preventiva di Trieste Centro Regionale di Riferimento per la WN). La scheda va inviata in copia anche al Dipartimento di Prevenzione; • trasmissione immediata dall’Azienda Sanitaria alla Regione a mezzo e-mail (paola.saltini@regione. fvg.it) e telefono (040/ 3775516); • il Dipartimento di Prevenzione dell’ASS provvederà ad effettuare tempestivamente l’indagine epidemiologica, e trasmetterà alla Regione gli esiti dell’indagine epidemiologica, in particolare per quanto riguarda la professione o possibili situazioni di rischio correlate all’epidemiologia della malattia; • il laboratorio di riferimento regionale invia i referti, con la massima tempestività, alla struttura sanitaria richiedente, al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio e alla Regione; • la Regione provvederà all’inoltro della comunicazione al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità dei casi probabili o confermati; • il laboratorio di riferimento regionale invia i campioni risultati positivi, per la conferma, al laboratorio di Virologia Unità Infezioni da Arbovirus e virus esotici del Dipartimento Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità. Ai fini della sorveglianza dei casi si riporta la seguente definizione di caso: Definizione di caso di encefalite o meningite West Nile: persona ricoverata, con febbre alta (> _ 38,5 °C) e manifestazioni neurologiche di tipo encefalite, meningite a liquor limpido, sottoposta a puntura lombare. Caso probabile: almeno uno dei seguenti criteri di laboratorio: - presenza di anticorpi lgM anti-WN nel siero testato con metodo ELISA; - sieroconversione (accertamento con metodo ELISA su due prelievi consecutivi distanziati preferibilmente 15-20 giorni); - aumento di 4 volte del titolo di anticorpi lgG antiWN in ELISA su due prelievi consecutivi (distanziati preferibilmente 15-20 giorni). Caso confermato almeno uno dei seguenti criteri di laboratorio: - isolamento colturale del virus WN nel sangue o nel liquor; - presenza di anticorpi lgM nel liquor, testato col metodo ELISA; - identificazione di sequenze di acido nucleico specifiche per WNV mediante tecnica PCR o Real Time PCR nel sangue o liquido cefalo-rachidiano; - conferma, mediante test di neutralizzazione, di anticorpi sierici lgM e lgG antiWNV dimostrati con metodo ELISA. ALLEGATO 1 - Algoritmo per il management delle infezioni acute del SNC alla prima osservazione in Pronto Soccorso (Università degli Studi di Udine) 20 3. Informazione e sensibilizzazione dei Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta Come già evidenziato nella maggior parte dei casi l’infezione si presenta come una malattia febbrile non specifica autolimitantesi. È utile informare e sensibilizzare a questo scopo i 14 MG e PLS in particolar modo quelli che operano nell’area a rischio (laguna di Marano) individuata dal piano di sorveglianza veterinaria 2009 per la WND, per la segnalazione dei casi di malattia senza il coinvolgimento neurologico (febbre da virus West Nile). Da ricordare che l’infezione viene trasmessa attraverso la puntura di zanzara (più frequentemente del tipo Culex), e che il periodo di attività della stessa si riduce nei mesi invernali. Fino al 30 novembre 2009 si ritiene utile vengano segnalati possibili casi di malattia senza il coinvolgimento neurologico (febbre da virus West Nile). Ai fini della segnalazione da parte del MMG/PLS della febbre da West Nile virus si adotta la seguente definizione clinica di caso: • Febbre documentata (>38.5 °C misurata dal paziente e/o dal medico) in assenza di sintomatologia neurologica e in assenza di altre possibili cause, nel periodo di maggiore attività delle zanzare. La febbre può accompagnarsi a: cefalea, mialgia, artralgie, astenia, rash cutaneo, linfoadenopatia Sarà cura del Dipartimento di Prevenzione in accordo con il medico segnalatore prevedere l’esecuzione di un campione ematico. Misure nei confronti delle donazioni di sangue Il sistema di sorveglianza molto sensibile adottato rappresenta un atteggiamento cautelativo e non ci sono elementi per considerare, allo stato attuale, l’eventualità di restrizioni nella raccolta di sangue. Eventuali provvedimenti potrebbero essere adottati solo in presenza di casi umani confermati: sempre d’intesa con il Centro nazionale Sangue. Il Direttore Centrale Dott. Paolo Basaglia Istituzione dell’anagrafe regionale degli specialisti in medicina dello sport on riferimento alla materia in oggetto, si comunica che l’attivazione dei procedimenti finalizzati al rilascio dell’autorizzazione, di cui alla D.G.R. n. 298/2008, ha consentito di individuare delle modalità di attribuzione del codice identificativo regionale più semplificate rispetto a quelle anticipate nella nota indicata a margine: con dette nuove modalità è possibile creare un rapporto diretto fra Amministrazione regionale e specialista interessato, che non dovrà, pertanto, presentare la prevista domanda all’Azienda sanitaria di competenza. Considerato che gli adempimenti previsti con la predetta nota costituiscono altrettanti requisiti autorizzativi, verificati dai competenti Dipartimenti di prevenzione, la scrivente Direzione procederà d’ufficio all’attribuzione del codice in parola ed alla conseguente iscrizione dello specialista nell’anagrafe regionale dei medici dello sport. A tal fine, posto che l’attività di medicina dello sport è consentita solo all’interno di strutture autorizzate ai sensi della precitata D.G.R. n. 298/2008 e che il codice identificativo regionale viene attribuito successivamente al rilascio dell’autorizzazione, è necessario che codesti Dipartimenti di prevenzione - in applicazione degli adempimenti richiesti dai requisiti nn. 2, 46 e 47 dell’allegato A della D.G.R. n. 298/2008 acquisiscano l’elenco completo degli specialisti in medicina dello sport operanti presso la struttura privata autorizzata e lo trasmettano tempestivamente a questa Direzione, unitamente alla copia dell’autorizzazione rilasciata. Si fa presente che l’eventuale trasferimento di uno specialista, C già in possesso del predetto codice, da una struttura autorizzata ad un’altra rileva solo ai fini della ridefinizione dell’organigramma della struttura medesima e non comporta, quindi, l’attribuzione di un nuovo codice identificativo; mentre l’inizio di attività da parte di uno specialista non ancora inserito nell’anagrafe regionale dovrà essere comunicata ai competenti Dipartimenti di prevenzione ai fini della ridefinizione dell’organigramma, oltre che direttamente alla scrivente Direzione centrale ai fini dell’attribuzione del codice identificativo in parola. In proposito, si invitano codesti Dipartimenti ad informare le strutture interessate sugli adempimenti sopra specificati e a trasmettere a questa Direzione centrale l’elenco degli specialisti in medicina dello sport operanti presso le strutture già autorizzate, unitamente alla copia delle autorizzazioni rilasciate. Per quanto riguarda gli specialisti operanti presso le strutture pubbliche, si invitano le Aziende sanitarie di riferimento ad effettuare le medesime comunicazioni, Specificato un tanto, si riassumono di seguito le fasi del procedimento finalizzato all’attribuzione del codice identificativo regionale ai medici autorizzati all’esercizio dell’attività di medicina dello sport e gli adempimenti conseguenti: 1. comunicazione alla Direzione centrale salute e protezione sociale dell’elenco degli specialisti in medicina dello sport operanti in una struttura autorizzata e contestuale trasmissione dell’autorizzazione rilasciata, da parte dei Dipartimenti di prevenzione; 2. eventuale acquisizione del- la comunicazione dell’inizio di attività da parte di uno specialista prima non operante in alcuna struttura; 3. attribuzione del codice identificativo regionale, da parte della Direzione centrale salute e protezione sociale, agli specialisti in medicina dello sport individuati con le modalità di cui ai punti 1 e 2 e loro iscrizione nell’anagrafe regionale; 4. comunicazione del predetto codice agli specialisti e, per conoscenza, ai Dipartimenti di prevenzione e alle Aziende per i servizi sanitari territorialmente competenti; 5. obbligo di inserimento del predetto codice nel certificato di idoneità o non idoneità alla pratica sportiva, a carico sia dello specialista che ha facoltà di rilasciare il medesimo certificato in forma cartacea, sia dello specialista che ha l’obbligo o ha scelto di utilizzare il sistema informatizzato. Si coglie l’occasione per ribadire che il nuovo regime autorizzativo introdotto per le strutture di medicina dello sport e la conseguente attribuzione del codice identificativo regionale comportano la cessazione di validità degli elenchi regionali di cui alla D.G.R. n. 671/2000; in proposito, si fa presente che la fase transitoria deve considerarsi superata, atteso che la D.G.R. n. 1294/2009 ha fissato al 27.8.2009 il termine per la presentazione della domanda per il rinnovo dell’autorizzazione nei confronti delle strutture operanti alla data di entrata in vigore della D.G.R. n. 298/2008. Il Direttore Centrale Dott. Paolo Basaglia 21 PROTOCOLLO NUOVA INFLUENZA - SETTEMBRE 2009 LA GESTIONE DEL PAZIENTE CON SINDROME INFLUENZALE Presentiamo il protocollo definitivo per la gestione del paziente in ambulatorio ed i criteri di ospedalizzazione per casi di influenza, condiviso dal gruppo di lavoro multidisciplinare trasmesso dalla Regione FVG. Si ricorda, infine, che il documento è inserito anche nel sito dell’Agenzia Regionale della Sanità. AGGIORNAMENTO AL 23.09.09 Al momento della pubblicazione di questo protocollo la gran parte delle persone infette da parte del virus AH1N1 manifestano i sintomi di una tipica influenza stagionale e guariscono entro una settimana senza complicanze e senza necessità di particolari trattamenti farmacologici. Attualmente il virus AH1N1 rappresenta il virus influenzale maggiormente circolante nel nostro paese, pertanto non è necessario in casi trattati a domicilio eseguire la conferma di laboratorio. Le raccomandazioni che seguono sono elaborate sulla base delle più recenti evidenze internazionali, esse mirano a contenere il numero di casi di infezione e ad individuare prontamente eventuali rari casi che possono aggravarsi rapidamente o complicarsi. La migliore misura per contrastare la diffusione dell’infezione rimane la vaccinazione Questo documento è aggiornato sulla base delle recenti evidenze internazionali, pertanto è passibile di costante aggiornamento. Hanno collaborato alla stesura del documento: Ehab Abouheif - Medico Contin. Assistenz. ASS 1 “Triestina” Luigi Canciani - Medico Medicina Generale ASS 4 “Medio Friuli” Tolinda Gallo - Dirigente medico Direzione centrale salute e protezione sociale Antonio Grabielli - Dirigente medico ASS 6 “Friuli Occidentale” Lorena Loschi - Pediatra Libera Scelta ASS 4 “Medio Friuli” Valentino Moretti - Dirigente medico ASS 4 “Medio Friuli” Maria Teresa Padovan - Dirigente medico Agenzia Regionale Sanità Clara Pinna - Dirigente medico Direzione centrale salute e protezione sociale Laura Regattin - Dirigente medico ASS 4 “Medio Friuli” Bruno Sacher - Dirigente medico ASS 4 “Medio Friuli” Luciano Strizzolo - Dirigente medico ASS 5 “Bassa Friulana” Marcello Tavio - Dirigente medico Azienda Ospealiero Universitaria Udine 22 DEFINIZIONE DI CASO INFLUENZA AH1N1 • ADULTI: affezione acuta respiratoria ad esordio brusco ed improvviso con febbre >38°C, accompagnata almeno da almeno uno dei seguenti sintomi: - Cefalea - Malessere generalizzato - Astenia e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori: - Tosse - Faringodinia - Congestione nasale • BAMBINI: tenere conto che i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere la sintomatologia sistemica, che si può manifestare con: - Irritabilità - Pianto - Inappetenza • LATTANTI: - Sintomi gastrointestinali come vomito e diarrea - Eccezionalmente febbre • 1-5 ANNI: - Occhi arrossati e congiuntivite (in caso di febbre elevata) - Laringotracheite e bronchite 1. Accesso in ambulatorio del MMG/PLS/MCA • In caso di sospetto di influenza il medico deve isolare prontamente il paziente (se possibile) o almeno fargli indossare una mascherina chirurgica. Dopo l’anamnesi e l’esame obiettivo, se il caso risponde ai criteri clinici previsti dalla definizione (vedi box), il paziente deve essere indirizzato a domicilio per le cure del caso raccomandando l’isolamento per 7 gg dall’inizio della sintomatologia e deve essere istruito sulle misure di igiene respiratoria da adottare (vedi box). • Durante lo svolgimento della visita il medico deve adottare le precauzioni per evitare la trasmissione da “goccioline” (guanti monouso, camice monouso o da lavare dopo l’utilizzo, mascherina chirurgica) e lavarsi accuratamente le mani prima e dopo la visita. • Nel caso in cui il paziente presenti al momento della visita, o sviluppi nel corso della malattia, i criteri di gravità clinica previsti per l’ospedalizzazione il curante valuta la possibilità di ricovero e ove sia previsto il trasporto all’ospedale comunica al personale del 118 la diagnosi del paziente per i provvedimenti del caso. • Durante il trasporto il paziente deve indossare una mascherina chirurgica ed il ricovero deve essere fatto in un’area funzionalmente dedicata, evitando la permanenza in Pronto Soccorso e/o altri locali ove sia prevista la permanenza di persone non necessarie all’assistenza. N.B.: Dopo la visita è consigliata la pulizia e disinfezione di superfici/strumenti contaminati da goccioline con sodio ipoclorito al 5 % (candeggina 1:50) o alcol 70% per le superfici metalliche ossidabili. 2. Contatto telefonico da parte del paziente • Nel caso il medico riceva una telefonata da parte di caso sospetto di influenza il medico deve raccomandare al paziente di rimanere in isolamento domiciliare educandolo sulle misure di igiene respiratoria. • Il medico valuta l’opportunità di effettuare la visita per verificare la presenza di eventuali complicazioni della sindrome influenzale. In tal caso procede come al punto 1. RACCOMANDAZIONI PER IL PAZIENTE 1. Lavarsi frequentemente ed accuratamente le mani con acqua e sapone. 2. Coprire bocca e naso con fazzoletto di carta quando si starnutisce o tossisce, gettare i fazzoletti nella spazzatura e dopo lavarsi le mani. 3. Isolamento volontario a casa possibilmente fino a 7 giorni dall’inizio della malattia. 4. Usare la mascherina chirurgica in presenza di altre persone (a meno di un metro di distanza). FARMACO/INDICAZIONI 5. Evitare assolutamente il PER GRUPPO contatto con persone a rischio di complicanze! OSELTAMIVIR RACCOMANDAZIONI IGIENE AMBIENTALE 1. Permanenza del paziente possibilmente in stanza singola da arieggiare frequentemente. 2. Utilizzo di biancheria e stoviglie dedicate al paziente. 3. La pulizia dei locali e arredi, biancheria e stoviglie usate N.B. Per il trattamento delle donne gravide, l’oseltamivir sarebbe preferito a causa della sua attività sistemica, mentre per la chemioprofilassi la scelta è meno chiara. Lo zanamivir potrebbe essere preferito per il limitato assorbimento sistemico, ma le complicanze respiratorie associate alla modalità inalatoria di somministrazione dovrebbero essere considerate specie nelle donne a rischio di problemi respiratori. Adulti dal paziente influenzato può essere effettuata con normali detergenti e guanti monouso da parte di chi fornisce assistenza. 4. Lavaggio accurato delle mani prima e dopo l’assistenza e/o il contatto con il soggetto influenzato. 2. Appropriatezza d’uso dei farmaci antivirali Gli antivirali (inibitori della neuraminidasi: Oseltamivir e Zanamivir) hanno dimostrato efficacia nell’attenuare la sintomatologia dell’influenza e accorciarne di uno/due giorni la durata. L’Oseltamivir, quando assunto prontamente, può ridurre significativamente il rischio di polmonite e la necessità di ospedalizzazione. Tuttavia l’utilizzo degli antivirali deve essere valutato con grande attenzione in quanto essi possono favorire lo sviluppo di resistenze e causare molto raramente reazioni avverse anche gravi. Inoltre, disponendo di una scorta limitata di tali farmaci, viene raccomandato di selezionare attentamente i casi da trattare in modo da non rimanere scoperti in caso di reale necessità. • Il trattamento con farmaci antivirali non è raccomandato di routine nel caso di cure a livello domiciliare. Va considerato esclusivamente sulla base di una attenta valutazione clinica nei soggetti che rientrano nelle categorie a rischio elevato di complicanze (vedi box). Il trattamento deve essere iniziato il più presto possibile dall’esordio sintomatologico (24/48 ore) senza conferma di laboratorio, e mantenuto per non meno di 5 giorni. Deve essere sempre tenuto in considerazione lo stato di vaccinazione del paziente. • La profilassi farmacologica dei contatti dei casi è sconsigliata di routine. Essa viene raccomandata nel caso di donne in gravidanza e allattamento. La profilassi deve essere presa in considerazione anche nel caso di persone a rischio di sviluppare complicanze gravi in caso di influenza (vedi box) che abbiano avuto contatti stretti (faccia a faccia) e prolungati (es. familiari conviventi) con una persona ammalata durante il periodo di contagiosità (da 1 giorno prima dell’esordio fino alla fine della sintomatologia) (vedi box). Le raccomandazioni sull’uso degli antivirali possono essere modificate in corso di pandemia, in occasione di nuove informazioni sul virus AH1N1. I farmaci an- TRATTAMENTO CHEMIOPROFILASSI 75 mg x 2/dì per 5 dì 75 mg al dì < _ 15 kg 60 mg/dì divisi in 2 dosi 30 mg/dì 16-23 kg 90 mg/dì divisi in 2 dosi 45 mg/dì 24-40 kg 120 mg/dì divisi in 2 dosi 60 mg/dì > 40 kg 150 mg/dì divisi in 2 dosi 75 mg/dì Adulti 2 inalazioni da 5 mg (10 mg in totale) 2 volte al dì 2 inalazioni da 5 mg (10 mg in totale) / dì Bambini 2 inalazioni da 5 mg (10 mg in totale) 2 volte al dì (età > _ 7 anni) 2 inalazioni da 5 mg (10 mg in totale) / dì (età > _ 5 anni) Bambini > _ 12 mesi ZANAMIVIR ALLEGATO - TABELLA 1 Trattamento e chemioprofilassi del virus dell’influenza A (H1N1)v: dosi raccomandate 23 tivirali vanno richiesti al Dipartimento di Prevenzione o al Distretto Sanitario secondo protocolli concordati localmente. CATEGORIE A RISCHIO DI SVILUPPARE COMPLICANZE • Bambini < 2 anni; • Donne in gravidanza; • Persone affette da malattie croniche polmonari, cardiovascolari (esclusa l’ipertensione), renali, epatiche, ematologiche, neurologiche, neuromuscolari, diabete ed altri disordini metabolici, infezione da HIV, immunodepressi per cause naturali o iatrogene; • Ragazzi con meno di 19 anni in terapia a lungo termine con aspirina; • Persone obese (BMI > 30). N.B.: il trattamento va considerato esclusivamente, sulla base di una attenta valutazione clinica. CRITERI OSPEDALIZZAZIONE ADULTO CRITERI OSPEDALIZZAZIONE BAMBINO a grande maggioranza dei pazienti affetti da sindrome influenzale non ha necessità di ricovero ospedaliero e non necessita in alcun modo di conferma di laboratorio. La decisione di ospedalizzare un paziente affetto da sindrome influenzale è critica in quanto in corso di pandemia la numerosità dei casi gravi aumenta in proporzione al tasso d’attacco cumulativo (previsto fino al 30% circa) e la presenza di soggetti infetti in ambiente ospedaliero aumenta il rischio di contagio da parte di pazienti al alto rischio. Grande attenzione deve essere posta da parte del MMG ai segni di pericolo in tutti i pazienti, anche quelli senza particolari condizioni di rischio, che possono indicare una rapida progressione verso un grado severo di malattia (vedi “Segni di pericolo”). L SEGNI DI PERICOLO • Difficoltà respiratoria in particolare frequenza respiratoria > 30 /min.; • Cianosi; • Emoftoe; • Stato mentale alterato; • Febbre alta oltre 3 gg.; • Ipotensione PAS < 90. In particolare prestare attenzione all’associazione di più segni. “Recommended use of antivirals” Global Alert and Response - WHO 21 August 2009 - www.who.int/csr/disease/swineflu/notes/h1n1_use antivirals_20090820. Quando il decorso clinico dell’influenza si complica vanno presi in considerazione i fattori di rischio, le condizioni socioeconomiche, e lo stato clinico del paziente. (Vedi Allegato 1. SNLG – La gestione della sindrome influenzale Maggio 2008). Per valutare i criteri di gravità clinica possono essere validamente utilizzati alcuni score proposti dalla letteratura: • il CURB 65, partendo dal presupposto che la più frequente delle complicanze sia la polmonite (vedi allegato 2). ETÀ 24 Tratto da: “Interim Guidance un Antiviral Recommendation for Patient with Novel Influenza A(H1N1) Virus Infection and Their Close Contacts – CDC – May 6, 2009 www.cdc.gov/h1n1flu/recommendations.htm “Recommended use of antivirals” Global Alert and Response WHO 21 August 2009 www.who.int/csr/disease/swineflu/notes/h1n1_use_antivirals 20090820. on ci sono indicazioni assolute al ricovero solo in base all’età. Non si richiede necessariamente il ricovero, ma la gestione a livello domiciliare o ambulatoriale da parte del pediatra, quando si è in presenza dei segni o sintomi indicati nell’elenco che segue: • disidratazione correggibile per via orale; • basso peso neonatale o prematurità in soggetto di età > 3 mesi; • lieve distress respiratorio. Il ricovero ospedaliero del bambino affetto da sindrome influenzale va considerato ma non necessariamente effettuato nei seguenti casi: • incapacità della famiglia di gestire il problema; • assenza di condizioni economiche o sociali che garantiscano l’assistenza a domicilio; • episodi di convulsioni febbrili successivi al primo e non complicate (cessate all’arrivo in ospedale; • frequenza respiratoria > 60/mm (vedi allegato 3) o saturazione 02 < 92% (N.B.: la frequenza respiratoria varia con l’età) o se è affetto da una delle seguenti patologie croniche, in base alle condizioni cliniche del singolo paziente (particolarmente in bambini con età < 3 mesi): • Asma (pz che necessitano di terapia giornaliera con corticosteroidi o broncodilatatori o cromoni o antileucotrieni); • Malattie polmonari croniche (es. fibrosi cistica); • Cardiopatie; • Immunosoppressione (pz con storia di patologie neoplastiche, vasculiti e collagenopatie, immunodeficienze congenite o acquisite o terapia immunosoppressiva > 2 settimane); • Emoglobinopatie; • Disfunzioni renali croniche; • Diabete mellito; • Difetti congeniti del metabolismo; • Terapia di lunga durata con salicilati (es. ARI, S. Kawasaki); • Patologie neurologiche e neuro muscolari che ostacolano le funzione respiratoria. N OSELTAMIVIR: dose raccoman- OSELTAMIVIR: dose raccomandata per il trattamento, per 5 dì data per la profilassi, per 10 dì < 3 mesi 12 mg 2 volte al dì Non raccomandata a meno che la situazione non sia giudicata critica, a causa di dati limitati in questo gruppo 3-5 mesi 20 mg 2 volte al dì 20 mg una volta al dì 6-11 mesi 25 mg 2 volte al dì 25 mg una volta al dì ALLEGATO - TABELLA 2 Trattamento e chemioprofilassi del virus dell’influenza A (H1N1)v: dosi raccomandate per soggetti di età inferiore ad un anno. Circ. Min. 22.07.09 “Aggiornamento delle indicazioni relative all’impiego di farmaci antivirali per l’influenza da virus influenzale A(H1N1)v. ALLEGATO 1 CRITERI PER L’OSPEDALIZZAZIONE NELL’ADULTO Il ricovero ospedaliero del bambino affetto da sindrome influenzale è fortemente raccomandato soprattutto se il bambino presenta sintomi quali: • Insufficienza respiratoria e segni di distress respiratorio; • Presenza di cianosi (di origine respiratoria o cardiaca) • Riscontro di FR > 70/mm (vedi allegato 3) o Saturazione di O2 < 90%; • Disidratazione grave; • Convulsioni (primo episodio) o sintomi neurologici; • Bronchiolite < 3 mesi; • Alterazioni dello stato di coscienza; • Segni di sepsi (almeno due tra pallore, ipotonia, ipotensione); • Cardiopatie cianogene [incluse nella versione PNLG 2001]. SNLG – La gestione della sindrome influenzale, Maggio 2008. SEGNI DI PERICOLO NEL BAMBINO • Difficoltà respiratoria/aumentata frequenza respiratoria; • Mancanza di vivacità; • Difficoltà nel risveglio; • Scarso o nullo desiderio di giocare. In particolare prestare attenzione all’associazione di più segni. • Presenza di malattie concomitanti: malattie croniche respiratorie, cardiache, renali, epatiche, tumori, diabete mellito, abuso cronico di alcool, malnutrizione, malattie cerebrovascolari, postsplenectomia, ospedalizzazione nell’ultimo anno; • frequenza respiratoria > _ 30 atti/minuto, pressione diastolica <_ 60 mmHg o pressione sistolica < 90 mmHg, polso > _ 125/mm, temperatura corporea < 35 o > _ 40 °C, variazioni dello stato mentale (disorientamento, stupore), evidenza di siti extrapolmonari di infezione. Dati di laboratorio • globuli bianchi < 4.000/ml o > 30.000/ml o numero assoluto di neutrofili < 1.000/ml; • PaO2 < 60 mmHg o PaCO2 > 50 mmHg; • evidenza di alterata funzionalità renale: creatinina > 1,2 mg/dl; • evoluzione radiografica sfavorevole e/o polmonite con focolai multipli, presenza di cavitazione o versamento pleurico; • ematocrito < 30% o emoglobina < 9 g/dl; • evidenza di sepsi o di segni di danno d’organo come l’acidosi metabolica o alterazioni della coagulazione; • pH arterioso < 7,35. BPC / Buona Pratica Clinica Il ricovero è raccomandato nel caso di pazienti che pur con un quadro clinico meno compromesso di quello indicato nella raccomandazione precedente, presentino condizioni economiche e sociali disagiate non supportate da una rete di assistenza socio-sanitaria adeguata alternativa al ricovero. SNLG – La gestione della sindrome influenzale, Maggio 2008. ALLEGATO 2 Il CURB-65 è uno score che stratifica la mortalità dei pazienti con polmoniti di comunità, aiuta inoltre il medico di emergenza a decidere sulla eventuale dimissione del paziente, richiedendo il parametro dell’azotemia esso può essere completato solo in PS. Lo score è caratterizzato da 5 parti: • C: CONFUSION; • U: AZOTEMIA > 20 mg%; • R: FREQUENZA RESPIRATORIA > 30 ATTI / MINUTO; • B: PRESSIONE ARTERIOSA SISTOLICA < 90 mmHg E DIASTOLICA < 60 mmHg; • 65: ETÀ > 65 ANNI; ad ogni parte, se presente, si dà un punto. La CURB-65 può quindi avere un range da 0 a 5 punti.Tale punteggio permette una stratificazione del rischio PUNTEGGIO MORTALITÀ 0 PUNTI ...................................... 0.7% 1 PUNTO .................................... 3.2% 2 PUNTI ...................................... 13% 3 PUNTI ...................................... 17% 4 PUNTI ...................................... 41% 5 PUNTI ...................................... 51% CURB-65 = 0 può essere dimesso con terapia e fatto tornare ambulatorialmente per controllo. CURB-65 = 1 può essere gestito come osservazione breve. CURB 65 > 1 deve essere trattato in regime di ricovero ospedaliero. Per il calcolo della CURB-65 http://tuttops.altervista.org/score/JScript /CURB_65.html “BTS Guidelines for the Management of Community Acquired Pneumonia in Adults”. Thorax 56 Suppl. 4: IVI 64. 2001. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11713364 ALLEGATO 3 Frequenze respiratorie massime attese per età nel bambino. RESPIRATORY RATE > _ 13 years ..............................> _ 20/min AGE ............................Respiratory rate <2 months ..............................> _ 60/min 2-11 months ..........................> _ 50/min 1-5 years ................................> _ 40/min > 5-12 years ..........................> _ 30/min Tratto da: “Patient Care Checklist – New influenza A(H1N1) June 2009 – WHO. 25 COMUNICATO STAMPA Centro per lo studio e la promozione delle professioni mediche M Nella foto in alto: I Soci Fondatori del “Centro per lo studio e la promozione delle professioni mediche” con il notaio Aurelio Gavazzi DUNO, Chiesa dei Medici d’Italia 26 artedì 29 settembre 2009, alla presenza del notaio Aurelio Gavazzi, è stata costituita l’Associazione “Centro per lo Studio e la Promozione delle Professioni Mediche”. Ne sono soci fondatori Chiara Ambrosoli, Giuseppe Armocida, Francesca Boldrini, Roberto Giuseppe Borloni, Franco Compagnoni, Chiara Maria Damia, Giovanna Damia, Giovanni Damia, Maria Grazia Manfredi, Marco Magrini, Luigi Paglia, Daniele Ponti, Gaetana Silvia Rigo, Roberto Carlo Rossi, Giuseppe Sassi, Cesare Soffientini, Domenico Viscuso. È stato contestualmente nominato un Consiglio Direttivo composto da Giuseppe Armocida (Presidente), Francesca Boldrini (Tesoriere), Gaetana Silvia Rigo (Se- gretaria), Giovanni Damia, Luigi Paglia, Daniele Ponti, Giuseppe Sassi (Consiglieri). Il Centro ha sede in Duno presso Villa Malcotti, storica residenza dei parroci dunesi e recentemente acquisita dall’Amministrazione Comunale di Duno, sita nella piazza del Tempio Votivo dei Medici d’Italia. Il Tempio, caso unico di dedicazione a figure professionali, fu fatto costruire nel 1938 da don Carlo Cambiano e presenta una duplice valenza: sacra come luogo di culto e civile come perpetuazione della memoria del sacrifici di medici morti in guerra (Pro Patria) o nell’esercizio della professione (Pro Humanitate). I loro nomi sono incisi sulle pareti del Sacrario posto all’interno del Tempio. Il sacrario dei Medici defunti DUNO, Villa Malcotti Il Centro che, anche in ragione della sede gravita intorno allo storico Santuario, si propone a partire dallo Statuto e quindi dalle profonde ragioni della sua genesi, l’analisi delle problematiche scientifiche, etiche e logistiche attuali che riguardano i medici e, allo stesso tempo, la costellazione di altre professionalità senza le quali non si può più pensare la sanità. Il primo significativo e caratteristico metodo per risalire la corrente del pensiero clinico consiste nella ricerca e ricostruzione delle biografie di medici, noti oppure sconosciuti al grande pubblico, esaltando il comune valore di una vita disposta al sacrificio e dedicata agli altri attraverso la specifica professione. Punto di partenza delle attività è l’archivio esistente presso il Tempio, ricco di documenti che illustrano la vita di tutti i medici ricordati nel Sacrario di Duno. Le occasioni di riunioni, incontri scientifici, seminari, a Duno, motiveranno la partecipazioni di tutti gli Ordini dei Medici, funzionando da collegamento tra tante figure che meritano di essere ricordate e iniziative che toccano la sensibilità di una intera e corposa categoria professionale. Particolare rilevanza verrà data all’attivazione di rapporti di interscambio culturale con analoghe istituzioni e associazioni nazionali e internazionali aventi lo stesso scopo. cosa fare per non ammalarsi di CONTENZIOSO Se lo scopo ultimo delle forze politiche in un paese è soltanto raggiungere il massimo dei consumi e il massimo della produzione senza mai interrogarsi sull’effetto che avranno questi risultati sui rapporti interpersonali, il risveglio rischia di essere brutale: non ci si può permettere di nascondere in questo modo ciò che è essenziale * Tzvetan Todorov Lo scopo di questo convegno è sensibilizzare i medici sulle ragioni profonde dell’insorgenza del contenzioso medico legale che rappresenta l’epifenomeno di un malessere sociale e professionale. Per contestualizzare il problema occorre porsi alcune domande: sono state mantenute le promesse fatte in seguito allo sviluppo delle scienze e delle conoscenze? In altri termini, si sono realizzate la prosperità economica, la liberazione dalla condanna del lavoro e l’aumento del benessere 3? Studi recenti e autorevoli documentano, nei paesi sviluppati od in via di sviluppo, sia l’incremento del consumo di antidepressivi sia del numero di suicidi 4 - 5. I dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) 6 illustrano come in Europa i suicidi rappresentino la prima causa di morte nei maschi tra i 15 e 35 anni d’età. L’Oms ha previsto che nel 2020 i disturbi psichici diventeranno la prima causa di morte e di inabilità 7. * Todorov Tzvetan, La vita comune. L’uomo è un essere sociale, Nuova Pratiche Editrice, Milano 1998, p. 175. LA MEDICINA DIFENSIVISTICA Appare paradossale che, nonostante un indubbio miglioramento dello standard qualitativo delle cure mediche, aumenti nel contempo il clima di litigiosità fra paziente e medico. Le motivazioni che possono spiegare l’insorgere del fenomeno sono numerose e complesse, fra le quali: lo sviluppo scientifico che ha aumentato la prevedibilità del successo terapeutico ri- 9 0 10 OTTOBRE 20 ORE 8.00 AOUSMM Sala Convegni o esso - 4° pian gr In ne Padiglio cipanti zione dei Parte 8.00 Registra delle Autorità 8.15 Saluto nvegno tazione del Co sen 8.30 Pre ro Miranda CAO Dott. Nick Sand della nse, Membro Odontologo fore Udine CeO e Tesoriere OM lte one tra le sce a 9.00 La relazi itaria e l'etic di politica san chi vic Prof. Ivan Ca ganizzazione iologia dell’Or Docente di Soc dicina sofia della Me a Sanitaria e Filo Vergata di Rom Sapienza e Tor Università La ak 11.00 Coffee Bre strumento itamento quale nico 11.15 L’accred l Rischio Cli di gestione de Simon Dott. Giorgio Clinico Area Governo Responsabile ale Sanità FVG Agenzia Region sioni liberali 11.45 Le profes di mercato” e la “società scherin Avv. Andrea Ma in Cassazione Forense Patrocinante siglio Nazionale Membro del Con onda: 12.15 Tavola rot descrizione dei soggetti Una diversa i concetti definizione de e un’attenta tualità flit con la e per ridurr a Bulfone tt.ssa Antonelldico Legale Moderatore do Udine, Me e OMCeO Vice President chi Prof. Ivan Cavic Miranda ro Dott. Nick Sand scherin Avv. Andrea Ma on Sim o Dott. Giorgi M valutazione EC 13.45 Test di ella Bulfone Dott.ssa Anton CeO Udine e OM Vice President tri e degli Odontoia dici Chirurghi Ordine dei Me ine Ud di cia della Provin COSA FARE PER NON AMMAL ARSI DI CONTENZIOSO MEDICO LEGALE o pone l’obiettiv o Il convegno si fonde di quell le ragioni pro di analizzare enomeno pif l’e definito ere ess ò le. pu che fessiona e sociale e pro di un malesser ti che le scelte Siamo convin che sanitarie he delle politi economicistic principali a delle cause un o tin sen rappre do eno, privilegian om fen o est qu di i fondanti co sugli aspett il fine economi salute. la tutela della ande pervenute prime 100 dom Riservato alle no iscrizioni etta acc si Non consentito oltre il numero sso o richiesto pre Accreditament ECM ne Regionale ciplinare), la Commissio (area interdis hi rurg Chi i Medic Odontoiatri 122 Ordine 0432 504 ni: Segreteria Per informazio bile dal sito izione è scarica La scheda di iscr e.it din www.omceou - REANA IL CONTESTO Questi dati sono certamente il risultato di un reale aumento del malessere psichico ma sono anche il frutto della medicalizzazione della vita 8. È ipotizzabile che una delle cause del malessere risieda nel prevalere delle politiche economicistiche inteso come predominio delle ragioni economiche sugli altri domini del benessere. CHIANDETTI timi 10 anni 1. I medici sono consapevoli di questo rischio e di conseguenza la medicina difensivistica è aumentata 2. medico-legale CARTOSTAMPA N el corso della propria vita 8 medici su 10 riceveranno una richiesta di risarcimento: questo è quanto emerso a Chieti durante il congresso organizzato il 6 maggio 2009 dalla Società italiana di chirurgia. Nonostante la Sanità italiana sia stata considerata ”eccellente” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il contenzioso medico legale in Italia è aumentato del 184% negli ul- ducendo la possibilità di giustificazione dell’errore, le false aspettative del paziente, l’insuccesso nella comunicazione fra medico e paziente. Si assiste anche ad una trasformazione antropologica del paziente che, a fronte di un’accresciuta tutela del diritto alla salute, iper-responsabilizza il medico e deresponsabilizza se stesso. La medicina difensivistica è l’insieme delle attività mediche che sono indirizzate ad evitare la imputabilità del medico e che conducono all’abdicazione del suo ruolo prioritario: la cura del paziente. Per evitare l’imputabilità il medico da un lato si deresponsabilizza eticamente e professionalmente e dall’altro si iper-responsabilizza giuridicamente. Accade quella che viene anche definita la “giuridizzazione” 9-10 della medicina. Significa che l’attività medica è sempre più condizionata dalle norme giuridiche, sia nei rapporti con pazienti, strutture, associazioni, sia nelle modalità diagnostiche e terapeutiche. In caso di insoddisfazione, il cosiddetto mancato rispetto del contratto, si ricorre ai giudici 11. Ma non succede solo questo. Con la medicina difensivistica si aumentano i costi della sanità, i costi giudiziari ed assicurativi. Si rende inefficiente e inefficace il sistema sanitario e si espongono i pazienti a rischi e spese non necessarie 12 - 13 - 14. Questa medicina difensivistica è uno dei peggiori mali che possono colpire una società. Per risolvere il problema si ricorre alla medicina paradigmatica (Ebm, Linee guida, Risk management) e alle scelte di tipo giuridico come il patteggiamento e le camere di conciliazione ed arbitrali. Tutte queste misure non riducono il numero dei contenziosi ma solo l’entità degli stessi nonché l’imputabilità 27 dei medici e pongono sul tappeto anche un altro grave problema: l’appropriatezza dell’atto medico. DESCRIZIONI E DEFINIZIONI Per acquisire la consapevolezza delle ragioni profonde dell’aumento di conflittualità medico/paziente occorre (ri)definire i soggetti ed i concetti e (ri)descrivere la realtà. I soggetti e i concetti da (ri)definire sono il paziente, il medico, il terzo soggetto, il benessere, la salute, la medicina e la sanità. ■ Il paziente non è più quello di welfariana memoria, per il quale la salute è assenza di malattia. Il paziente si è socialmente evoluto trasformandosi in “esigente” 15. L’esigente è il paziente che ha preso consapevolezza dei suoi diritti, che vive in uno stato democratico, che è cresciuto culturalmente, che è informato, che esprime delle preferenze; ma che è anche condizionato. In questo senso, come non valutare determinante il ruolo di condizionamento e di responsabilità delle istituzioni? Il paziente desidera salute, ma essa è qualcosa di molto più complesso rispetto a quell’algoritmo che prevede la distribuzione di diagnosi e terapie. Chi fa politica economica tiene realmente conto di tutta questa complessità? L’attuale sistema sanitario nazionale, così come è strutturato, è in grado di affrontarla e gestirla? ■ Il medico deve avere il coraggio di rimettersi in discussione ma nel contempo deve (ri)acquisire il suo spazio vitale tutelando l’autonomia e la professionalità assumendosi la responsabilità. Al medico deve essere fornita la possibilità di pensare ed agire secondo quella logica abduttiva che alla teoria abbina l’abilità (maestria + esperienza). In realtà, purtroppo, la denuncia del medico che accusa l’eccesso di linee guida, di protocolli, di carte da riempire, del poco tempo che può dedicare ai pazienti e cioè di tutti quei fattori che raccontano del disagio e di come gli si impedisca la crescita e l’arricchimento, resta inascoltata. Sempre più gli esigenti ed i medici sono preda di una gestione eteronoma e la scelta del medico appare eteroguidata 16: c’è chi decide per lui quando fare, cosa fare, come fare e quanto fare. Sembra di assistere al ritorno della medicina paternalistica: il “padre” medico nei confronti del “figlio paziente” è stato sostituito “dall’istituzione padre” nei confronti dei “figli pazienti e medici” 17. Quello che invece serve è ridurre il rapporto di sudditanza dei protagonisti nel riguardo delle istituzioni condizionate dai poteri economici. ■ Il terzo soggetto è colui che condiziona economicisticamente la gestione della sanità. Il terzo soggetto pensa in termini di economia contabile, mentre servirebbe pensare in termini di investimento e produzione di salute secondo i criteri dell’etica economica 18. Per garantire qualità, sicurezza ed economicità egli pensa in termini di efficienza 19. Chi crede nella gestione del rischio clinico come soluzione prioritaria nella riduzione dell’errore in medicina crede nel sillogismo deduttivo, ma forse sottovaluta che spesso la medicina opera in un campo caratterizzato dalla complessità 20 e dall’incertezza, dove le informazioni sono incomplete. Significa che la sorpresa è sempre in agguato e per affrontarla serve il pensiero laterale e la libertà di scelta. Se per ridurre gli errori non è neanche pensabile proporre precipuamente una metodo- mine “ben-essere” 26 invece di benessere. In esso si includono molti altri valori, definiti “domini”, fra i quali sono compresi oltre il reddito anche la libertà, la salute, i beni relazionali, il consumo creativo, le motivazioni/aspirazioni/aspettative del e dal lavoro, la qualità dei servizi, l’istruzione, la fiducia nelle istituzioni. Per soddisfare il benessere bisogna ben modulare l’allocazione temporale dei vari domini. Per di più la salute nelle sue forme di benessere e di vitalità non è solo una questione di consumi sanitari, ma anche di politiche, di istituzioni, di ambiente, di partecipazione democratica, di consenso, di accordo, ecc... Non comprendere queste cose costa molto all’azienda e ancora di più al malato! logia induttiva 21 ed analogica perché caratterizzate rispettivamente dalla probabilità e dalla possibilità del risultato 22, sarebbe invece auspicabile recuperare il concetto di abduzione 23. Con la modalità abduttiva, che è il ragionamento argomentativo in cui si trae il caso dalla regola e dal risultato 24, il medico non è obbligato ad una logica monotona come quella deduttiva ma utilizza la creatività 25 per rivedere le conclusioni e stabilirne la plausibilità. ■ Il benessere non è quello che in maniera più o meno sottintesa viene definito dall’economia neoclassica che richiama il paradigma “produzione/reddito/consumo”, ma è quello che fa riferimento ad altri valori. Si tratta di un concetto di ideale che non può essere completamente afferrato dall’essere umano. Ultimamente molti studiosi utilizzano il ter- 28 ■ La salute è un concetto globale che deve includere l’aspetto sociale e ambientale. La salute non può essere considerata una merce 27, ma un valore 28 che è mantenuto, quanto danneggiato, principalmente ma non solo, da regole comportamentali, dai determinanti sociali e dall’ambiente. Questo significa che applicare alla salute i criteri utilizzati per regolamentare la produzione ed il consumo delle merci genera un grave errore concettuale. È così che la salute è diventata fonte di colossali interessi. Il sociologo Ivan Cavicchi scrive: Per di più la salute nelle sue forme di benessere e di vitalità non è solo una questione di consumi sanitari, ma anche di politiche, di istituzioni, di ambiente, di partecipazione democratica, di consenso, di accordo, ecc... Non comprendere queste cose costa molto all’azienda e ancora di più al malato 29. Si può affermare che, alla fine dei conti, a rimetterci è tutta la società. CONCLUSIONE Il convegno vorrebbe essere d’aiuto ai medici per vedere quello che solitamente non viene spontaneamente colto e così interpretare i fatti in maniera diversa. Significa che il medico deve cercare di relazionare in maniera qualitativamente diversa con i pazienti privilegiando, ad esempio, l’ascolto e l’accoglienza. Significa che non si deve solo informare i pazienti, ma informare efficacemente: comunicare per ottenere la conoscenza consapevole al fine di conseguire la corresponsabilizzazione delle persone. Significa anche sforzarsi di capire quale può essere la soluzione che più “soddisfa” il paziente per raggiungere un “accordo”. Significa valutare l’importanza del tempo che si dedica al paziente perché il tempo più che una “perdita” deve essere conside- rata una “risorsa”. La velocizzazione fa oramai parte del nostro modo di condurre la vita 30. Sempre di più in medicina viene utilizzato il concetto di produttività, la quale si misura in base al numero di prestazioni eseguite 31. Ma l’uomo, per i suoi limiti intrinseci, come non è in grado di gestire la tecnologia oltre certi limiti, così non è in grado di gestire la velocizzazione se non a rischio suo e del prossimo 32. Dedicare meno tempo ai pazienti può indurre ad errori di diagnosi e terapia 33, ma anche alla perdita del rapporto fiduciario medico/paziente 34. Spesso il contenzioso riguarda più la terapia effettuata che non l’errore di diagnosi 35, ma è proprio il poco tempo dedicato al momento diagnostico che spesso rappresenta la vera causa dell’errore, errore che si manifesta nell’atto terapeutico. In tale senso è corretto distinguere gli errori primordiali (diagnostici) dagli errori consequenziali (terapeutici) in quanto i primi causano i secondi 36. La speranza è quella di un ripensamento della politica economica e sanitaria che tenga conto delle nuove acquisizioni sociologiche, economiche e scientifiche; una sorta di “sanità culturalmente sostenibile”. L’attuale grave crisi economica mondiale può paradossalmente rappresentare una speranza perché, forse, potrà avere la forza per stimolare un’accelerazione di questi ripensamenti. Le scelte di politica sanitaria illuminate, per essere realmente efficaci, devono utilizzare un approccio multidisciplinare. L’approccio multidisciplinare non corrisponde solo all’utilizzo di professionisti esterni ma dovrebbe essere, soprattutto, una acquisizione interna. L’uomo è un essere strutturalmente troppo complesso per essere incasellato (e ridotto) solo a rigide regole. Serve una preparazione medica più olistica, sintesi di cultura scientifica e umanistica, in cui il pluralismo conoscitivo superi un approccio medico votato esclusivamente alla tecnologia più rigida 37. In altri termini, serve un cambiamento dei paradigmi così come avviene storicamente in ambito scientifico. Per analogia questo progetto può corrispondere alla narrazione di Thomas S. Kuhn quando descrive la struttura delle evoluzioni scientifiche: esse si realizzano tramite rivoluzioni alle quali conseguono la costruzione della scienza, mattoncino su mattoncino, in attesa della nuova rivoluzione scientifica 38 - 39. Affinché tutto ciò accada serve una crisi, ed è quello che sta accadendo nell’economia e nella sanità. Serve scoprire e mostrare l’argomento arbitrario che giustifica il paradigma vigente e che corrisponde, per l’economia, al grande inganno della mano invisibile descritto da Adam Smith. Per la medicina corrisponde alle disattese promesse della scienza e della tecnologia. Serve inventare e proporre un nuovo paradigma che sia più elegante, più adatto, più semplice del vecchio paradigma 40 e che, in questo caso, può essere rappresentato dal concetto di ben-essere. Serve un paradigma che sappia rispondere alle esigenze delle persone e serve qualcuno che sappia sostenerlo superando le naturali resistenze al cambiamento. 10 ottobre 2009 Nick Sandro Miranda 1 Doctornews, Sic, +184% di denunce in 10 anni, 7 maggio 2009, anno 7, n. 81, pp. 21-2. 19 Cavicchi Ivan, Il pensiero debole della sanità, Edizioni Dedalo, Bari 2008, capitolo VII. 2 Doctornews, I pericoli della medicina difensiva, 25 settembre 2008 - Anno 6, n° 153. 20 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, pp. 102-111. 3 Bruni Luigino e Porta Pier Luigi, Felicità ed economia, Edizione Guerin e associati, Milano 2006, p. 217. 21 Cavicchi Ivan, Il pensiero debole della sanità, Edizioni Dedalo, Bari 2008, p.163. 4 Ib. p. 196. 5 Latouche Serge, La scommessa della decrescita, Editore Feltrimelli, Milano 2007, p. 91. 22 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, pp. 125. 6 WHO, Programmes and projects, Mental health, Suicide prevention and special programmes. Visto il 31 ottobre 2008 su: http://www.who.int/mental_health/prevention/suicide/charts/en/index.html. 7 Furedi Frank, Il nuovo conformismo, Milano 2008, p. 136. 8 Domenighetti Gianfranco, Medicalizzazione della vita e comunicazione sanitaria. Visto il 3 marzo 2009 su: file:///Users/nsm/Documents/Preferiti/documenti/economia/economisti/domenighetti/index.php.html 9 Cembrani Fabio, Cembrani Veronica, Daniele Rodriguez, L’istanza etica dell’autonomia della persona umana ed il diritto alla salute: consenso “informato” o consenso “comunicato”?, pag. 3. Visto il 3 marzo 2009 su: www.jus.unitn.it/ DSG/ricerche/biodiritto/docs/Lavoro_Rodriguez.pdf 10 Cavicchi Ivan, Autonomia e responsabilità, Edizioni Dedalo, Bari 2007, pp. 131-3. 11 Cembrani Fabio, Cembrani Veronica, Daniele Rodriguez, L’istanza etica dell’ autonomia della persona umana ed il diritto alla salute: consenso “informato” o consenso “comunicato”?, pag. 3. Visto il 3 marzo 2009 su: www.jus.unitn.it/ DSG/ricerche/biodiritto/docs/Lavoro_Rodriguez.pdf. 12 Studdert DM, Mello MM, Sage WM et al. Defensive medicine among high-risk specialist physicians in a volatile malpractice environment. JAMA 2005; 293:2609-17. 13 Illich Ivan, Nemesi medica, Editore Bruno Mondadori, Milano 2004, p. 40. 14 Cima Sergio, Satolli Roberto, Quanti screening, signor ministro. Visto il 24/01/2009 su: http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/91. 15 Cavicchi Ivan, Autonomia e responsabilità, Edizioni Dedalo, Bari 2007, capitolo primo. 16 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, p. 191. 23 Ib. pp. 124-7. 24 Ib. p. 227. 25 Ib. p. 137. 26 Bruni Luigino e Porta Pier Luigi, Felicità ed economia, Editore Guerini e associati, Milano 2006, p. 17. 27 Cosmancini Giorgio e Satolli Roberto, Lettera a un medico sulla cura degli uomini, Editori Laterza, Bari 2003, p. 15. 28 Cavicchi Ivan, Autonomia e responsabilità, Edizioni Dedalo, Bari 2007, pp. 18-9. 29 Ib. p. 6. 30 Russel Bertrand, La conquista della felicità, Edizioni TEA, Milano 2007, p. 37. 31 Capitolo 4, Marino Ignazio, La comunicazione tra il medico e il paziente: dialogo tra sordi, in Minerva D.- Sturloni G., Di cosa parliamo quando parliamo di medicina, Edizioni Codice, Torino 2007, pp. 63-6. 32 “From Jerusalem to Jericho”: A study of situational and dispositional variables in helping behavior. Darley, John M.; Batson, C. Daniel. Journal of Personality and Social Psychology. Vol 27(1), Jul 1973, 100-108. 33 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, p. 88-9. 34 Cosmancini Giorgio e Satolli Roberto, Lettera a un medico sulla cura degli uomini, Bari 2003, p. 20. 35 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, pp. 34-6. 36 Ib. pp. 85-6. 37 Cosmancini Giorgio, La medicina non è una scienza, Editore Raffaello Cortina, Milano 2008, pp. 102-3. 38 Kuhn Thomas S., La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Editore Einaudi, Torino 1999, capitolo I. 17 Ib. p.196. 39 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, pp. 11-6. 18 Cosmancini Giorgio, La medicina non è una scienza, Editore Raffaello Cortina, Milano 2008, pp. 102-3. 40 Kuhn Thomas S., La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Editore Einaudi, Torino 1999, p. 188. 29 la relazione POLITICA SAN tra le scelte di È sul piano etico che nascono altre perplessità circa l’azienda. Perplessità relative alla riducibilità del diritto alla gestione. Per la tecnocrazia, etica e razionalità coincidono. Però, in questo modo, non solo si riduce l’etica a razionalità, ma la si rende del tutto inutile: è sufficiente la razionalità a garantire tutto, etica compresa. Questo aspetto va considerato come il più delicato della questione azienda. Non va dimenticato che la razionalità del management poggia sulla teoria economica e che essa, candidandosi a rappresentare l’etica, è come se sostenesse, in ogni caso, il primato dell’economia su quello dell’etica o, comunque, come se teorizzasse un paneconomismo, quindi un pensiero unico. A guardare le cose da questo punto di vista, si capisce quale sia l’equazione di fondo della legge che nel ‘92 istituì l’azienda sanitaria (D.Lgs. 502): superare (e trascendere) i princìpi etici di riferimento (quelli richiamati dal dettato costituzionale) equivalse a mettere tra parentesi l’etica dando luogo a un processo di sostituzione, e non di pura eliminazione, dei princìpi etici con quelli economici, ritenuti validi e sufficienti in quanto «razionali». In generale, l’etica è la scienza della condotta che si occupa dei fini e dei mezzi necessari per raggiungerli, deducendo gli uni e gli altri dalla natura morale e, nel caso della salute, dal diritto alla salute. Nella Costituzione il diritto alla salute, oltre a essere un rapporto fini/mezzi, è un movente morale che, proprio perché tale, pesca negli ambiti della giustizia, dell’eguaglianza, dell’universalità, cioè negli ambiti della politica che governa la comunità. L’assimilazione dell’etica da parte dell’economia nella concezione del management vale come assimilazione dei fini e dei mezzi a un movente diverso da quello morale e che riguarda, sostanzialmente, il risultato. Ma di quale risultato si tratta? Per l’etica il risultato si rifà alla con- 30 e l’ cezione di bene che è insita in quella di diritto alla salute e che non è la stessa del management, nel senso che la concezione del valore dell’etica e quello dell’economia hanno nature diverse. Il «valore salute» possiede sicuramente un modo d’essere oggettivo (che non è quello che percepisce il management), ma è nello stesso tempo dato sempre, in qualche forma, di esperienza specifica, inseparabile dalle necessità e dalle problematiche della persona malata o a rischio di malattia. Per la riforma sanitaria, la salute era un fine che dipendeva dai valori dati anteriormente ai fini. Questi valori erano definiti dai princìpi che, non a caso, erano ETICA collegati con la Costituzione. Per l’azienda, invece, la salute è un risultato che dipende da valori economici acquisiti posteriormente ai fini cioè delle disponibilità delle risorse. Il risultato è che il decreto legislativo 502 pone l’enfasi soprattutto sui mezzi e sulle loro problematiche, con un evidente scambio e inversione: il fine diventa il mezzo e il mezzo, in quanto tale, propone i suoi propri e specifici fini, che sono sempre peculiari valori economici. La tecnocrazia sanitaria era ben consapevole di questo e sin dall’inizio dell’esperienza aziendale si impegnò a dimostrare che i suoi valori economici erano in realtà anche valori etici. Dal confondere, cioè l’accorpare ai mezzi i fini, derivava una maggiore attenzione del manage- appiamo o r m a i bene come il cosiddetto liberalismo equipari le professioni intellettuali ad imprese produttrici di beni astratti e, in quanto tali, sottoposte alle regole del mercato. Tale definizione ha aperto la strada ad una nuova antropologia delle professioni, protagonista diventa il professionista mercante, mentre svanisce l’immagine del professionista gentiluomo, basata sul concetto di tutela del bene pubblico e su una identità di servizio nei confronti della Comunità. La mercantilizzazione delle professioni comporta diverse conseguenze, le tre più devastanti, a giudizio di molti scienziati sociali, sono: a) la fine del professionismo fiduciario e la sua sostituzione con il professionismo degli esperti; b) la fine dell’indipendenza del professionista ed il mutamento del rapporto con i clienti; c) la fine dell’umanesimo professionale. Negli Stati Uniti la rottura tra l’orientamento verso il bene pubblico e l’autorità degli esperti, uniti in passato nel professionismo fiduciario, ha attirato gli strati alti delle professioni, dotati dei saperi più specialistici, nella sfera delle imprese e del S ment sui mezzi disponibili. È qui il limite del pensiero del management, che si conferma un «pensiero unico» in quanto unico è il suo oggetto. La tecnocrazia si rende conto che «il progressivo affermarsi dell’idea di aziendalizzazione genera una forza orientata a riaffermare i princìpi etici e culturali rilevanti per il sentire» 1. Ma come risponde? Sostanzialmente in due modi: il primo ritiene «astratto e certe volte persino mistificante, richiamare il valore dell’umanizzazione in quanto il problema reale e concreto è semmai quello di creare condizioni favorevoli ad un’umanizzazione dell’assistenza» 2; il secondo vede qualcosa che può contribuire a migliorarlo. Si ammette l’assenza di problemi etici e di umanizzazione ma si dice che «i problemi etici non dipendono dallo strumento (l’azienda) ma dall’uso che l’uomo fa di esso» 3. Inoltre, si afferma che «la sfida dell’umanizzazione della sanità passa attraverso un preciso im- Governo a discapito della loro indipendenza, mentre gli strati più bassi delle professioni hanno perso la fiducia della gente. Ed invero, particolarmente devastanti sono stati gli effetti prodotti sulle professioni, ad es. legali ma non solo, statunitensi dall’abbraccio con l’impresa, sia che gli operatori diventino dei salariati, sia che svolgano la libera professione. Nelle grandi strutture professionali l’organizzazione è modellata sull’impresa, il lavoro è segmentato in modo da dare risultati efficienti in tempi rapidi. I professionistii hanno ritmi di lavoro disumani: operai di lusso sacrificano, alienati in una fabbrica che produce prestazioni, la loro vita privata all’ideale di carriera ed al profitto. Negli USA il lavoro professionale è cambiato, con esso è mutata anche la relazione con l’utente. Il rapporto tra il professionista e l’utente si è spersonalizzato perché il primo non è più un individuo ma una impresa, e, al tempo stesso, tende a trasformarsi in una identificazione con l’utente stesso che nuoce gravemente all’obiettività del professionista. L’identificazione con l’utente cancella ogni propensione a seguire il bene comune, con conseguenze disastrose per l’intera Comunità, e distrugge l’aura di indipendenza su cui le professioni hanno costruito nel tempo la loro affidabilità. La dipendenza dall’economia, quando non ITARIA pegno nel governo del processo di razionalizzazione e di aziendalizzazione in modo da orientare la creazione di valore aggiunto verso più adeguate risposte ai bisogni dei pazienti, considerati nella loro globalità di persona» 4. Il pensiero è ancora più chiaro con la precisazione che «la necessità di rispettare le leggi dell’economia, la necessità di perseguire un ottimale impiego di risorse e più elevati livelli di efficienza rappresentano esigenze reali che, però, nulla hanno a che fare con l’etica»5. In sostanza, per la tecnocrazia non c’è una contrapposizione «tra logica, cultura aziendale e dimensione etica della sanità, anzi esiste un’ampia possibilità di complementarietà» 6. Infine, si propone una definizione tecnocratica dell’etica: «l’etica entra in gioco quando si devono affrontare problemi che vanno aldilà della razionalità»7. Ma in nessun caso è accettabile un’etica mistificata: «si ha l’impressione che a volte si scomodi l’etica per nascondere l’incapacità di usare la conoscenza e le competenze e perché non si è in grado di sostenere il confronto sul piano della razionalità»8. La convinzione, in sintesi, è che il management con la «razionalità economica e l’efficienza organizzativa» riduce la necessità di far ricorso all’etica. Questa «fornisce criteri guida alle scelte per tutti quei casi in cui i criteri dell’efficienza, dell’economicità, della razionalità, non danno indicazioni» e in questo senso essa è “utile e necessaria”. Ma non deve accadere «che qualcuno pensi di risolvere i problemi del management […] con l’insegnamento dell’etica», che può addirittura essere un problema: «c’è il rischio […] che persone etiche […] causino tanti guai […] perché non hanno o non applicano le conoscenze del management» 9. Conclusione: per la tecnocrazia, più che inseguire l’etica, si tratta «di ridurre il più possibile la necessità di applicare princìpi etici e morali, il che significa che tanto maggiori sono le scelte attuate in base a criteri di razionalità, tanto minori sono quelle demandate all’etica delle persone» 10. In questi ragionamenti di contraddizioni ve ne sono tante. Proviamo a passare in rassegna quelle che appaiono le più importanti. In primo luogo, vengono meno le argomentazioni che hanno sostenuto la necessità di una definizione impredicativa di azienda, dal momento che, per rispondere alle obiezioni sull’etica, si è in qualche modo costretti a porre, prima di tutto, la questione, tutt’altro che secondaria, di «che tipo di azienda», quindi quella, anch’essa tutt’altro che secondaria, di «che uso farne». In secondo luogo, rispondere alle obiezioni dell’etica sostenendo che vi possono essere usi diversi della azienda, sottolineandone il carattere «strumentale», pone il problema di «chi» usa l’azienda, quindi del soggetto politico che, Regione o altro, restano istituzioni pubbliche. La contraddizione è che si è costretti a ricorrere a un’idea di azienda come soggetto che accorpa mezzi e fini guidato dalla sua propria razionalità. L’uso dell’azienda chiama in causa, con forza, l’etica perché non può evitare di chiarire l’intenzionalità del movente. E quindi quella che si può indicare come etica dell’appetizione. Infine, va notato che l’etica viene legittimata in via del tutto subordinata al primato della razionalità. Essa è ammessa come giusta petizione di principio solo in «casi» in cui i criteri del management non funzionano, in ragione di un primato della razionalità. Ma, per la tecnocrazia, i casi sono più teorici e dunque il riferimento all’etica è un’eventualità praticamente impossibile. 10 ottobre 2009 Ivan Cavicchi 1 2 3 4 E. Borgonovi, Cambiare con realismo, cit. Ivi. Ivi. Ivi. 5 6 7 8 9 10 Ivi. Ivi. Ivi. Ivi. Ivi. Ivi. Relazione convegno Medici Udine - 10 ottobre 2009 Mercanti o Gentiluomini la collusione con essa, finisce con l’allontanare la professione dal suo ruolo pubblico, ne stravolge la funzione di governance e uccide quell’umanesimo che era stato il suo tratto distintivo. Ritenuti in passato i tessitori esperti delle relazioni tra lo Stato e i Cittadini, gli artefici dell’integrazione sociale, oggi i professionisti rischiano d’essere travolti dalla retorica del declino dello spirito pubblico. Più di qualche sociologo ha denunciato la povertà morale e intellettuale nello spiegare l’agire professionale solo in termini materialistici. Anche nella società del profitto esso è animato da motivazioni assai più complesse di quanto non voglia il nuovo “ordine internazionale”. È solo appellandosi a questa complessità, nella quale è racchiusa la memoria storica delle nostre Professioni, che possiamo superare il conformismo della rappresentazione dominante e guardare alle stesse come ad un universo composito, non riconducibile alla sola logica mercantile, al cui interno continuano a vivere altruismo, dedizione e idealismo. In conclusione, davvero qualcuno può ritenere, in buona fede, che sia preferibile l’Avvocato o il Medico mercante a quello gentiluomo? Come suole dirsi, la risposta è nella domanda. Udine, 10 ottobre 2009 Andrea Mascherin 31 UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI - Onlus LA STORIA Fin dal lontano 26 ottobre dei 1920 l’Unione Italiana dei Ciechi associa la grande maggioranza delle persone colpite da cecità o affette da gravi minorazioni visive, ne cura gli interessi morali e materiali, promuove la loro elevazione culturale e la loro piena integrazione nella società. Soltanto pochi mesi dopo veniva costituita a Udine la Sezione Friulana del Sodalizio – una delle prime in Italia – il cui operato nei decenni successivi si dimostrò determinante nel far uscire migliaia di uomini e donne, bambini ed anziani da uno stato di assoluta e generalizzata ignoranza, dall’accattonaggio o dalla totale dipendenza materiale ed economica, per introdurli nel mondo della scuola e del lavoro. IL PRESENTE Oggi la nostra azione è volta al perseguimento delle pari opportunità in ogni ambito dell’agire in cui ciò si dimostri possibile: il raggiungimento di tale obiettivo esige la sconfitta dei pregiudizi ancora esistenti nei confronti dei privi di vista e impone a questi ultimi di conseguire il più alto livello di autonomia possibile. Questi obiettivi così ambiziosi e stimolanti non possono distoglierci anche dal continuare ad operare nella nostra quotidiana attività di patronato, di consulenza nei confronti di tutti i soggetti impegnati nel processo di integrazione dei non vedenti e di difesa dei diritti dei non vedenti e degli ipovedenti. Questa Sezione, inoltre, profonde un notevole impegno nella rigorosa e competente gestione della “Villa Masieri” la Casa Famiglia Regionale che ospita 45 anziani non vedenti, in una stupenda villa veneta, donataci dalla stessa Olga Passalenti vedova Masieri 40 anni fa e perfettamente ristrutturata ed attrezzata allo scopo. zione aveva acquistato 7 anni fa, uno per la gestione dell’ufficio e uno per effettuare dimostrazioni delle tecnologie utilizzabili dai disabili visivi (sintesi vocale, programmi di ingrandimento, ecc.). Inoltre la Sezione è dotata di un’autovettura di 12 anni, con la quale effettua il trasporto – attraverso volontari – di quei non vedenti soli o con familiari impossibilitati a prendersene cura e che sarà presto necessario sostituire. EROGAZIONI LIBERALI IN REGIME DI DETRAZIONE FISCALE Per sostenere le nostre attività puoi effettuare un versamento sul: c/c bancario n. 23143369 intestato a “Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti onlus” presso la Unicredit Banca CODICE IBAN IT 93 H 02008 12304 000023143369 o sul c/c postale n.15601339 CODICE IBAN IT 23 W076 0112 3000 0001 5601 339. Causale versamento: erogazione liberale. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti Sezione di Udine è una ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale). Ai sensi del D.L. 35/2005, sono previste, pertanto, in caso di erogazioni liberali, le seguenti agevolazioni fiscali: UNIONE ITALIANA CIECHI LE DIFFICOLTÀ A fronte di una prospettiva che richiede interventi specifici, innovativi e fortemente impegnativi, dobbiamo purtroppo rilevare un atteggiamento da parte della Pubblica Amministrazione di riduzione dei budget di spesa in tutti i settori, compreso quello dell’handicap. A questo si aggiunga che vengono messe sullo stesso piano Organizzazioni largamente rappresentative sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo e da molto tempo radicate sul territorio, con altre che tali caratteristiche non hanno. Una conseguenza delle politiche cui abbiamo accennato è la riduzione, anno dopo anno, del contributo di funzionamento che l’Ente Regione Friuli V.G. eroga a favore della nostra Sezione. LA RICHIESTA DI SOLIDARIETÀ Ci troviamo perciò nella condizione che non abbiamo fondi per cambiare i due computer che la nostra Associa- 32 1. Persone fisiche: In caso di erogazione in denaro o in natura spetta, alternativamente, una delle seguenti agevolazioni: a) deducibilità dal reddito nel limite massimo del 10% dei reddito complessivo dichiarato,fino all’importo massimo di € 70.000; b) solo per erogazioni in denaro, detrazione dall’IRPEF del 19% calcolata su un importo massimo di € 2.065,83. 2. Imprese: In caso di erogazione in denaro e in natura spetta, alternativamente, una delle seguenti agevolazioni: a) deducibilità dal reddito nel limite massimo del 10% del reddito complessivo dichiarato, e comunque nella misura massima di € 70.000; b) deducibilità dal reddito di impresa dichiarato, ma solo per le erogazioni in denaro, nella misura massima di € 2.065,83 ovvero del 2% del predetto reddito d’impresa. Viene consentita la detrazione solo nel caso in cui l’erogazione o il contributo sia stato effettuato tramite la banca, l’ufficio postale, carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari. È obbligatorio, pertanto, conservare la contabile ed allegarla alla successiva dichiarazione dei redditi. Il Presidente Comm. Carino Tissino PERCHÉ IL CITTADINO CHIEDE UN SECONDO PARERE? I l presupposto per una partecipazione attiva del cittadino alle decisioni mediche che lo concernono è il consenso informato. Esso dovrebbe permettere all’utente dei servizi di esprimere le proprie “preferenze”. Ciò sarà possibile solo alla condizione che il paziente abbia preliminarmente ricevuto tutte le informazioni “tecniche” sulle problematiche connesse alle prestazioni proposte per risolvere e gestire un determinato problema sanitario (benefici, rischi, eventi non desiderati e incertezze). L’integrazione di tali informazioni “tecniche” nei valori, negli obiettivi e nelle aspettative di vita del paziente dovrebbero in principio permettere all’utente l’espressione di preferenze in materia medico-sanitaria. Inutile negare che molti sono gli ostacoli frapposti al consenso informato che, in realtà, è un obiettivo “ideale” da perseguire. L’ostacolo più comune è – anche se può sembrare paradossale – la fiducia relazionale. Essa infatti inibisce alla base sia la richiesta di un secondo parere sia il bisogno di disporre (e soprattutto di chiedere) informazioni supplementari. soliti PERCHÉ IL PAZIENTE DOVREBBE CHIEDERE UN SECONDO PARERE? D a un punto di vista puramente teorico si può affermare che dovrebbe chiederlo in quanto la medicina non è una scienza esatta e perché la pratica medica lo è ancor meno. Infatti, all’incertezza della “scienza” medica bisogna aggiungere quella relativa al grado di aggiornamento del professionista che la esercita. Le ricerche sulla variabilità delle pratiche mediche dimostrano che le proposte diagnostiche o terapeutiche per risolvere un dato problema di salute possono variare in funzione di un gran numero di fattori ma, in particolare, relativamente al medico che è stato consultato. Abbiamo ad esempio condotto un piccolo studio con un “falso paziente” che ha consultato dieci dermatologi mostrando sempre la stessa verruca che aveva sotto il piede: otto sono state le diagnosi diverse. La letteratura scientifica sulla “variabilità” è immensa e per chi la conosce chiedere un secondo parere dovrebbe essere non solo “imperativo” ma un’attitudine per così dire “naturale”. Quindi non essendo la medicina una scienza esatta ed essendo l’attività clinica molto variabile in relazione al grado di aggiornamento del medico e dei conflitti di interesse a cui egli è soggetto, spesso diventa molto utile chiedere un secondo parere. È tuttavia utile rilevare che il 70-80 per cento dei cittadini crede che la medicina sia una scienza esatta! sani Intervista a Gianfranco Domenighetti, direttore del Servizio Sanitario del Canton Ticino (Svizzera) e docente di Economia, Politica e Comunicazione sanitaria alle università di Losanna e di Lugano IN QUALI CASI? U n secondo parere potrebbe essere particolarmente utile per le diagnosi “importanti” e per interventi invasivi. Ad esempio, in caso di tumore si sa che anche la citologia e l’anatomia patologica contano una certa percentuale di errore. Un secondo parere è quindi utile laddove una diagnosi non corretta può avere un impatto importante, per non dire devastante, sulla vita della persona. Quando si tratta di proposte terapeutiche è preferibile appellarsi a più pareri specialmente nel caso di operazioni chirurgiche per le quali, come dimostrato da diversi studi, vi è una grande diversità nel porre le indicazioni e, conseguentemente, una rilevante variabilità di prevalenza o di incidenza in funzione del medico consultato, del servizio attivato o di altri fattori quali ad esempio lo status socio-economico del paziente. Per circa una quindicina di operazioni chirurgiche comuni ed elettive conviene chiedere un secondo parere. Diversi studi hanno rilevato elevati tassi di “non conferma” (oltre il 30 per cento) per questi interventi allorquando si è chiesto un secondo parere. Probabilmente la conoscenza di questi studi spinge a far capire l’utilità di chiedere un secondo parere. Uno studio recente pubblicato sul New England Journal of Medicine ha mostrato come la chirurgia artroscopica per osteoartrite del ginocchio non dia al paziente nessun vantaggio apprezzabile (lo dà invece al medico!) rispetto all’intervento placebo di tipo non invasivo (1). QUAL È L’IMPORTANZA DEL SECONDO PARERE? A mio avviso anche pedagogica. Quando si chiede un secondo parere e non viene confermata la prima diagnosi o terapia, si capisce sulla propria pelle che la medicina non è una scienza esatta e quindi si dovrebbe tendere a ridimensionare le attese, che negli ultimi anni stanno diventando sempre più mitiche, verso la scientificità della pratica medica e l’efficacia a 360 gradi della medicina. Si contribuirebbe quindi a ricondurre tali attese alla realtà dell’evidenza della pratica quotidiana. QUANDO SI È ALLA RICERCA DI UN SECONDO PARERE E SI RACCOLGONO DIAGNOSI O TERAPIE DIVERSE, COME ORIENTARSI E COME NON PERDERE LA FIDUCIA DEL MEDICO? IL SECONDO PARERE POTREBBE RILEVARSI UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO… H o sempre ritenuto utile che, almeno a livello sociale, si promuova un “sano sospetto” verso l’efficacia e soprattutto l’ade- SOSPETTI 33 guatezza di tutto quanto è proposto o prescritto sul cosiddetto mercato sanitario – il che non significa necessariamente creare della “sfiducia gratuita”. Dagli anni Novanta abbiamo diffuso a tre riprese a tutte le famiglie del Canton Ticino altrettanti opuscoli in cui veniva spiegato il perché può essere utile chiedere un secondo parere. Si diceva tra l’altro che il secondo parere non deve essere visto come un atto di sfiducia verso il medico poiché la medicina non è una scienza esatta. Si consigliava, tra l’altro, di non palesare al secondo medico a cui si richiedeva un parere supplementare su una diagnosi o una terapia che un primo medico aveva già formulato una proposta. Così facendo si evitava di condizionare il secondo medico che altrimenti si sarebbe difficilmente discostato dal primo parere. Questi opuscoli sono stati diffusi dal servizio sanitario del Canton Ticino in collaborazione con l’Ordine dei medici. PER QUALI INTERVENTI VENIVA SUGGERITO IL SECONDO PARERE? N sani soliti sospetti... egli opuscoli si consigliava in particolare di chiedere un secondo parere per queste procedure chirurgiche: colecistectomia, emorroidectomia, isterectomia (in assenza di una indicazione tumorale), ernia inguinale, tonsillectomia, raschiamento dell’utero, prostatectomia (anche qui quando l’indicazione non era un tumore), meniscectomia, cataratta, vene varicose ed ernia discale (quando non esistevano segni di paralisi agli arti inferiori o alla vescica). QUANDO IL CITTADINO RICHIEDE UN SECONDO PARERE ATTRAVERSO INTERNET, IL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE NON NE SOFFRE? O ggi giorno si parla molto dell’impatto delle nuove tecnologie dell’informazione e di come queste possano modificare la relazione medico-paziente, ma ritengo che da noi questo sia, per il momento, poco vero. Uno studio condotto negli Stati Uniti, il paese più informatizzato del mondo e dove la conoscenza della lingua inglese non costituisce problema, ha rilevato che l’utilizzo di Internet per accedere a informazioni medico-sanitarie è molto meno frequente dell’atteso e, soprattutto, che questo tipo di informazione supplementare non modifica il consumo di prestazioni. I problemi posti dall’utilizzo di Internet da noi sono sicuramente maggiori. In primo luogo, i siti riconosciuti che prevedono anche una sezione per i pazienti (Cochrane Collaboration <http://www.cochrane.org/index0.htm> e Clinical Evidence <http://www.clinicalevidence.com/ceweb/conditions/index.jsp>) presuppongono, 34 per essere consultati, la conoscenza della lingua inglese. Rimane poi il problema dell’eliminazione dei siti “spazzatura” e della dimestichezza con la tecnologia informatica. Se pensiamo che probabilmente sono gli anziani, in quanto più esposti a problemi di salute, i soggetti che più di altri potrebbero beneficiare dell’accesso alle nuove tecnologie per ottenere “secondi pareri” teorici, le difficoltà linguistiche e tecniche che caratterizzano questo gruppo di popolazione rendono l’impatto di Internet per il momento praticamente nullo. RITORNANDO AL TEMA DELLA INFORMAZIONE, IL CANTON TICINO È MOLTO ATTIVO IN TAL SENSO E HA LANCIATO UNA CAMPAGNA INFORMATIVA SUL SECONDO PARERE RIVOLTA AL CITTADINO. COME HANNO RISPOSTO I CITTADINI A QUESTA INIZIATIVA? N el 1990 abbiamo elaborato e diffuso un primo opuscolo dal titolo “I tuoi diritti come paziente. Il secondo parere: come, quando e perché?”. Dopo la sua diffusione, la percentuale di popolazione che annualmente chiedeva un secondo parere, è passata dal 18 al 30 per cento e al 38 per cento secondo un sondaggio ancora più recente. E PER QUALE TIPO DI PRESTAZIONE HANNO CHIESTO UN SECONDO PARERE? N el 41 per cento dei casi lo si è chiesto per un’operazione chirurgica, nel 14 per cento per l’uso di farmaci, nel 33 per cento per prestazioni di tipo diagnostico e nel 12 per cento per altre terapie non chirurgiche. Abbiamo anche chiesto ai cittadini come si sono comportati dopo aver ottenuto un secondo parere diverso dal primo. Il 75 per cento ha optato per il secondo parere, il 4 per cento ha invece tenuto fede al primo, mentre solo il 7 per cento ha chiesto un terzo parere e il 13 per cento ha preferito rinunciare a qualsiasi prestazione. Va osservato che da noi il 95 per cento dei cittadini considera un diritto chiedere il secondo parere. È chiaro che un ipocondriaco farà comunque il giro di tutti i medici indipendentemente dal fatto di percepire o meno questa pratica come un suo diritto! UNA POLITICA ANALOGA A QUELLA DEL CANTON TICINO POTREBBE FACILMENTE ATTECCHIRE IN UN PAESE COME L’ITALIA? C redo che in Italia sia più difficile chiedere un secondo parere per il freno rappresentato dal modello di organizzazione e di finanziamento del sistema sanitario. Ciascun cittadino fa riferimento ad un medico di medicina generale e chiedere l’opinione di un altro medico autonomamente significa pagare la prestazione di tasca propria. LA SANITÀ PUBBLICA HA IL RUOLO DI ISTRUIRE IL CITTADINO AL SECONDO PARERE? L a Sanità pubblica ha il ruolo non solo di programmare, organizzare e gestire i servizi e le strutture sanitarie di diagnosi e di cura, ma anche di attuare una politica che miri alla diffusione della cultura sanitaria dei cittadini. L’attuale dinamica fondata sulla promozione della domanda di prestazioni, già di per sé potenzialmente illimitata, ci porterà nel medio periodo al probabile collasso economico del sistema oppure ad una medicina, che già esiste, a due velocità: la medicina “per tutti”, caratterizzata dalle liste di attesa e dai soggiorni in camerate e corridoi, e quella ad “alta velocità e comfort” per coloro che hanno la disponibilità a pagare. Questa dinamica si fonda su una visione mitica sull’efficacia dell’impresa medico-sanitaria. Una visione promossa in particolare dai media e sostenuta da una miriade di conflitti di interesse di tipo professionale ed industriale che nell’insieme mirano a trasformare nel medio-lungo periodo i sani in ammalati abbassando i parametri che definiscono il “patologico”, promuovendo screening di nessuna o poca efficacia e trasformando condizioni legate al normale processo d’invecchiamento in condizioni patologiche sotto diagnosticate o sotto trattate. Da qui la necessità che qualcuno (lo Stato) si faccia carico di ricondurre le attese alla realtà dell’evidenza. La promozione del secondo parere non è che un piccolissimo e parziale passo in questa direzione. MA COME RICONDURRE LE ATTESE ALLA REALTÀ? F ino a quando le persone preferiranno vivere piuttosto che morire e fino a quando crederanno che la loro quantità e qualità di vita dipenderà esclusivamente da sempre maggiori consumi di prestazioni medico-sanitarie e che tali prestazioni sono tutte adeguate, efficaci ed indispensabili, l’impresa è probabilmente impossibile ma necessita di essere almeno sperimentata. Uno studio recente apparso sul JAMA mostra come l’80 per cento degli statunitensi prefe- paesi analizzati (Svizzera, Gran Bretagna, USA) la percentuale è più o meno di questo ordine di grandezza (3). Tale percezione ormai diffusa è la conseguenza di un’informazione parziale, non corretta ed intrisa di conflitti di interessi. Qualcuno dovrebbe farsi carico di correggerla… GLI INTERESSI DI CHI? QUINDI, MENO SCREENING DI PIAZZA… Q ui ricadiamo nel problema del consenso informato il cui presupposto è l’informazione: prima devi dare l’informazione affinché l’interessato sia poi in grado di esprimere le proprie preferenze di consumo. Come detto, molti sono gli ostacoli al consenso informato: lo stato sanitario in cui si trova il paziente, l’incertezza della scienza e della pratica medica, le capacità di comunicazione del medico ed il grado di comprensione del paziente. LA SOLUZIONE OBBLIGATA È LA NON-INFORMAZIONE? F ortunatamente non sempre... Ad esempio, nel caso degli screening vi è, a mio avviso, un obbligo etico assoluto di pre-informare in modo esaustivo perché, con gli screening, si invitano delle persone soggettivamente sane a cercare delle malattie (e penso ai tumori) che nessuno di noi vorrebbe che gli siano diagnosticate. Diventa quindi prioritario dare un esaustivo bagaglio di informazione sui reali benefici, sui possibili eventi non desiderati, sui rischi e sulle incertezze che questi singoli programmi comportano e sulle effettive possibilità di cura e probabilità di “guarigione” nel caso l’esame sia positivo. Solo così il cittadino potrà decidere se sottoporsi o meno a questa sorta di lotteria sociale che è lo screening. Vi è quindi un obbligo di informare “ex-ante”, soprattutto per quelle indagini diagnostiche i cui benefici sono dubbi, non provati oppure infimi e quando le possibilità di guarigione sono poche. Ad esempio, nel caso del cancro alla prostata non c’è per il momento nessuna evidenza che chi si sottoponga allo screening del PSA avrà poi una riduzione della mortalità. Eppure questo esame è sistematicamente promosso. E NEL CASO DELLA MAMMOGRAFIA? L a totalità degli opuscoli distribuiti dagli enti che promuovono questa indagine è non solo altamente disinformativa ma per la maggior parte può essere considerata “spazzatura”. La dottoressa Giordano e il dottor Segnan, che dirigono il programma di screening a Torino, hanno condotto un’analisi degli opuscoli distribuiti in Italia che è a tal proposito illuminante circa la sistematica non-informazione (2). Uno studio recente ha mostrato che in Italia l’80 per cento delle donne crede che la mammografia annulli o riduca il rischio di ammalarsi di cancro al seno (sic!), e negli altri P er esempio dei produttori di mammografi. Ho sotto mano un opuscolo sottoscritto anche da Veronesi (che di fatto con la sua firma avallava scientificamente la disinformazione) ma prodotto e distribuito dalla General Electric che costruisce e vende mammografi. Il messaggio trasmesso è a senso unico, si parla solo di benefici (e nemmeno quantificati) senza far cenno a nessun evento indesiderato. Anche un uomo dopo aver letto l’opuscolo avrebbe il desiderio di andare a farsi una mammografia. Chi ha prodotto questa informazione è in una situazione di evidente conflitto di interessi e probabilmente anche chi lo ha omologato. Non va infine dimenticato il conflitto di interessi dei promotori dei programmi di screening che di regola producono anche gli opuscoli cosiddetti “informativi” e che si guadagnano il pane facendo mammografie. Non è infatti nel loro interesse quantificare i reali benefici dello screening espressi in valore assoluto (secondo la visione “ottimista” si tratta di 3 decessi per tumore alla mammella evi- tati ogni 1.000 donne di oltre cinquant’anni d’età che si sottopongono ogni 2 anni e per 10 anni alla mammografia) e soprattutto gli eventi indesiderati (falsi positivi, biopsie chirurgiche inutili, numero di casi a cui è stata anticipata la diagnosi di 3-4 anni senza benefici, falsi negativi, ecc.), poiché ciò potrebbe comportare una diminuzione del tasso di partecipazione al programma. Non è un mistero che oggi si domina con la seduzione e quale miglior messaggio se non quello di dire che grazie alla nostra efficacia la morte sta per diventare un “optional”! Va da sé che in nessun opuscolo o notizia “ufficiale” sono state menzionate le conclusioni della meta analisi condotta secondo la metodologia della Cochrane Collaboration e pubblicata su Lancet (4) secondo cui lo screening non diminuiva la mortalità per tumore alla mammella. Ci tengo qui a dire che non ho nulla contro la mammografia, il problema è che bisogna mettere le donne nella condizione di prendere loro stesse la decisione di fare o no l’esame. Gli screening alla “Pol Pot” non mi sono mai piaciuti. sani soliti sospetti... risce ricevere gratuitamente l’opportunità di sottoporsi ad un “body-scanner” ogni anno piuttosto che ricevere un regalo di 1.000 dollari… A questo punto credo proprio che non ci sia più speranza! Purtroppo quella logica “irresistibile” che sia sempre meglio diagnosticare al più presto una patologia, è ormai passata a livello sociale. A MAGGIOR RAGIONE LA SANITÀ PUBBLICA HA IL DOVERE DI DARE UN’INFORMAZIONE NON DOGMATICA… C redo proprio di sì, in particolare sugli screening. Un’informazione quindi che quantifichi i benefici secondo le conoscenze del momento (e renda conto delle incertezze e delle controversie scientifiche) e metta sull’altro piatto della bilancia gli eventi non desiderati cercando di quantificare il tutto in valore assoluto e non relativo. Ad esempio non serve a nulla dire che la mortalità è ridotta del 33 per cento ma bisogna quantificarla in termini assoluti (si eviterebbe un decesso ogni 100 mila persone in un anno, i decessi sarebbero stati invece tre senza l’intervento). MA VOI CONCRETAMENTE COSA AVETE PROPOSTO AI CITTADINI? Bibliografia 1. Moseley JB,, O’Malley K,, Petersen NJ,, et al. A controlled trial of arthroscopic surgery for osteoarthritis of the knee <http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=pubmed&dopt=Abstract&list_uids=12110735>. New England Journal of Medicine 2002; 347: 81-8. 2. Giordano L., Rowinski M., Gaudenzi G., Segnan N. What information do breast cancer screening programmes provide to Italian women? European Journal of Public Health 2004 (in press). 3. Domenighetti G., D’Avanzo B., Egger M., et al. Women’s perception of the benefits of mammography screening: population-based survey in four countries <http://www.ncbi. nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=pubmed&dopt=Abstract&list_uids=14559757>. International Journal of Epidemiology 2003; 32: 816-21. 4. Olsen O., Gotzsche PC. Cochrane review on screening for breast cancer with mammography <http://www.ncbi.nlm. nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=pubmed&dopt=Abstract&list_uids=11684218>. Lancet 2001; 358 : 1340-2. Per quanto attiene gli esami diagnostici, abbiamo proposto al cittadino alcune domande da porre al medico, del tipo: • Quale malattia può essere diagnosticata con l’esame che mi propone? (Paradossalmente la maggior parte delle volte non viene spiegato al paziente a cosa serve un esame diagnostico prescritto). • Qual è la precisione dell’esame? Qual è la probabilità di avere dei risultati falsi positivi (cioè che rilevano la presenza della malattia quando in realtà non c’è) e falsi negativi (cioè che non mettono in evidenza la malattia quando in realtà c’è)? • Qual è l’incidenza della malattia nella popolazione? Quante persone sono colpite all’anno ogni 100, 1.000, ecc. abitanti? • Qualora la malattia fosse diagnosticata, potrà poi essere curata e guarita? Se sì, con quale probabilità di successo? Quest’ultima domanda non è banale poiché, oggigiorno, all’importante sviluppo della diagnostica non corrisponde un uguale sviluppo delle possibilità terapeutiche. 35 o i r a t i n a s diritto MOBBING TAR Campania-Napoli, sez. VI, sentenza 29.6.2009 n. 3585 Al fine di accreditare un’ipotesi di mobbing non è sufficiente che ‘interessato sia stato oggetto di trasferimenti di sede, di mutamenti delle mansioni assegnate, di richiami, sanzioni disciplinari od altro fatto soggettivamente avvertito come ingiusto e dannoso, ma occorre che tali vicende, oltre che essersi ripetute per un apprezzabile lasso di tempo, siano anche legate da un preciso intento del datore di lavoro diretto a vessare e perseguitare il dipendente con lo scopo di demolirne la personalità e la professionalità, il che deve essere poi dimostrato in giudizio secondo l’ordinaria regola dell’onere della prova che governa la richiesta di accertamento dei diritti soggettivi, non essendo sufficiente la mera, soggettiva percezione da parte dell’interessato, che abbia su tale scorta maturato un proprio radicato convincimento personale quanto alla “congiura” ordita dal datore di lavoro ai suoi danni. Concludendo è necessario: a) la pluralità dei comportamenti e delle azioni a carattere persecutorio (illecite o anche lecite, se isolatamente considerate), sistematicamente e durevolmente dirette contro il dipendente; b) l’evento dannoso; c) il nesso di causalità tra la condotta e il danno; d) la prova dell’elemento soggettivo. NO AL LICENZIAMENTO DEL LAVORATORE ALLERGICO CASSAZIONE CIVILE L’esercizio dell’iniziativa economica privata, costituzionalmente garantito, non è sindacabile nei suoi aspetti tecnici dall’autorità giurisdizionale, ma deve svolgersi nel rispetto dei diritti al lavoro ed alla salute, con la conseguenza che non viola la Carta Costituzionale, il giudice che dichiara illegittimo il licenziamento intimato per sopravvenuta inidoneità fisica alle mansioni assegnate, senza che il datore di lavoro abbia accertato se il lavoratore potesse essere addetto a mansioni diverse e di pari livello, evitando trasferimenti di altri lavoratori o alterazioni dell’organigramma aziendale. Avv. Ennio Grassini 36 IL CONSENSO INFORMATO È UN OBBLIGO CONTRATTUALE CASSAZIONE CIVILE Il consenso informato, espressione del diritto personalissimo, di rilevanza costituzionale, all’autodeterminazione terapeutica, è un obbligo contrattuale del medico perché è funzionale al corretto adempimento della prestazione professionale, pur essendo autonomo da esso. Nella vicenda di causa i giudici del primo grado accettavano che il medico aveva garantito al paziente il positivo esito dell’intervento di cataratta – tanto che, gli stessi giudici, avevano ritenuto che l’obbligazione assunta fosse stata di risultato – non soltanto perché di routine, ma anche perche il paziente era in buone condizioni di salute, aveva sessantasei anni e gli occhi erano sani. Avv. Ennio Grassini PECULATO PER VISITA SENZA RILASCIO DI RICEVUTA CORTE DI CASSAZIONE - PENALE Il codice penale prevede e sanziona il reato di peculato in capo al pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria. Ha chiarito la Suprema Corte, che anche il medico convenzionato, pur non potendosi qualificare dipendente pubblico, riveste la qualità di pubblico ufficiale per la parte della sua attività inerente al versamento delle somme che, in base alle norme vigenti in materia di attività intramoenia, sono dovute all’azienda sanitaria; sicché bene è configurabile il reato di peculato nella ipotesi in cui tale soggetto si appropri di porzioni di somme ricevute dai pazienti. Avv. Ennio Grassini SCRUPOLO PROFESSIONALE NELL'ESERCIZIO DELL'ARTE MEDICA CORTE DI CASSAZIONE - Penale I componenti di una équipe chirurgica, a seguito della esecuzione di un intervento consistente in impianto di protesi all’anca, venivano imputati di omicidio colposo, per aver proceduto nel trattamento nonostante il quadro clinico e laboratoristico della paziente lo sconsigliasse, contribuendo a cagionarne la morte, per il viraggio da una condizione di sieropositività all’AIDS. Secondo la Corte, il rimprovero da muovere agli imputati non consiste nella omessa formulazione di una corretta diagnosi del virus prima di sottoporre la paziente ad intervento operatorio, bensì nel non avere valutato in maniera più penetrante il quadro delle alterazioni immunologiche, che i risultati delle analisi compiute avevano evidenziato, come l’anemia, la leucopenia, la piastrinopenia, la ipergammaglobulinemia e l’accelerazione della VES: tali risultati avrebbero dovuto, per scrupolo professionale sempre necessario nell’esercizio dell’arte medica, indurre ad indagare ed a valutare con maggiore impegno e cautela l’origine e la causa delle condizioni della donna, tanto più in assenza di dati anamnestici significativi. Avv. Ennio Grassini GARANTE PRIVACY Il convivente può consultare la cartella clinica del defunto La cartella clinica di una persona deceduta può essere consultata dal convivente che intende fare chiarezza, in sede giudiziaria, sull’operato del personale medico della struttura sanitaria dove questa era in cura. Lo ha stabilito il Garante della privacy, accogliendo il ricorso di un cittadino che denunciava la mancata risposta di un policlinico universitario di fronte alle ripetute richieste di informazioni sulle cure ricevute dalla compagna deceduta, nonostante l’uomo fosse stato autorizzato con delega dalla donna a conoscerne il quadro clinico fin dall’inizio del ricovero. Ne da notizia la Newsletter del Garante privacy. La direzione dell’ospedale, invitata dal Garante a rispondere alle richieste del cittadino, ha giustificato il rifiuto affermando che il convivente, in base al regolamento interno, non rientra tra i congiunti prossimi e non è quindi legittimato a ottenere, in caso di morte, la documentazione sanitaria del paziente. Il policlinico ha inoltre fatto presente che alcuni parenti della defunta, contattati appositamente dalla struttura, non avrebbero autorizzato la consegna della documentazione a terze persone non aventi diritto. L’Autorità, invece, ha ritenuto legittima l’istanza del convivente e ha accolto le sue richieste in base all’art. 9, comma 3, del Codice della privacy che riconosce tale diritto, riferito a dati personali concernenti persone decedute, a “chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell’interessato o per ragioni familiari meritevoli di protezione”. L’uomo, legato alla paziente scomparsa da un documentato rapporto di convivenza, ha infatti manifestato l’intenzione di accedere a questi dati proprio perché necessari a intraprendere le azioni legali più opportune per accertare eventuali inadempienze o negligenze del personale medico. Alla luce del diritto riconosciuto dalla normativa sulla privacy, anche il rifiuto opposto dall’ospedale sulla base delle richieste (peraltro non documentato), espresse dagli eredi della defunta, non trova dunque giustificazione. Il Garante ha ordinato al policlinico di far accedere il convivente a tutti i dati della paziente contenuti nella cartella clinica – e in ogni altro documento su ricovero, periodo di degenza e successivo decesso – e ha disposto chele spese sostenute per il procedimento vengano liquidate dal policlinico direttamente a favore del convivente della paziente deceduta. DIVIETO DI ANTICIPARE FARMACI SENZA RICETTA CONSIGLIO DI STATO Dalle norme che impongono alle farmacie di erogare i farmaci in convenzione dietro presentazione di ricetta medica, si desume il divieto di anticiparli, dal momento che le infrazioni riguardano appunto l’anticipazione di medicinali per i quali è richiesta la relativa prescrizione e sussiste anche a prescindere dal fatto che per le confezioni non sia stata fatta richiesta di rimborso. Di conseguenza, non vale sostenere che nella scelta della sanzione non si sarebbe tenuto conto del principio per cui l’atto professionale svolto dal farmacista e la prestazione effettuata hanno prevalenza sull’eccezione disattesa di adempimenti previsti in convenzione, in quanto, nel caso, si accertava la mancanza dell’eccezionalità, trattandosi di infrazioni “rilevanti e reiterate”. Avv. Ennio Grassini ACCERTAMENTO DI UN CASO DI ECCESSIVA PRESCRIZIONE CORTE DEI CONTI - TOSCANA La costante prescrizione di farmaci a soggetti che non ricordano di aver utilizzato gli specifici prodotti e l’acquisto degli stessi presso farmacie ubicate in luoghi distanti dalla residenza degli assistiti, hanno indotto la Corte dei Conti, nella vicenda in rassegna, ad aderire alla tesi accusatoria sostenuta da una indagine dei NAS con affermazione di sussistenza di una oggettiva non necessarietà della spesa sanitaria. I medici che agiscono in regime di convenzione con la ASL per l’espletamento della loro attività a favore degli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale, svolgono in modo continuativo un’attività a favore della Pubblica amministrazione, con inserimento nella organizzazione della stessa e con particolari obblighi e vincoli diretti ad assicurare la rispondenza dell’attività alle esigenze generali cui è preordinata. In altre parole, il rapporto di servizio si configura anche al di fuori di un rapporto organico o di pubblico impiego, allorché il soggetto agisca come longamanus della pubblica amministrazione, inserendosi nella sua struttura organizzativa ed essendo perciò sottoposto alle regole, alle direttive e ai controlli della pubblica amministrazione. Avv. Ennio Grassini SINDACABILI I CERTIFICATI MEDICI Licenziamento per giusta causa con la sola prognosi Il Tribunale del lavoro di Milano ha riconosciuto la legittimità del licenziamento per giusta causa basato sull’uso strumentale e scorretto della certificazione di malattia. Nella contestazione disciplinare la società aveva eccepito addebiti su dati di fatto oggettivi (assenza alla visita medica di controllo richiesta dal datore di lavoro), ma anche di natura presuntiva (aver utilizzato i giorni di malattia per un trasloco abitativo, aver riaperto a distanza di mesi un infortunio al solo scopo di eludere ulteriori visite di controllo). Il giudice ha ritenuto ingiustificata l’assenza del lavoratore alla visita domiciliare di controllo: la sola dichiarazione del medico di base, attestante la presenza del lavoratore presso il proprio studio nel momento in cui il medico Inps effettuava la visita domiciliare, non è stata ritenuta idonea a dimostrare l’indiffenbilità di tale allontanamento, considerato tra l’altro che l’episodio si era verificato nell’ultimo giorno di malattia. Danilo Vitali da IL SOLE 24 ORE del 9 ottobre 2009 37 m r e c e n s i o n i 38 ontalbano Elicona, suggestivo borgo del Messinese adagiato sui Nebrodi (2.838 residenti al censimento del 2001), vanta un originale percorso storico che ne fa un centro con una sua ben distinta fisionomia non solo storica ma anche linguistica: una vicenda medioevale di emigrazione a rovescio (dal nord al sud!) Io ha infatti incorporato nella costellazione dei centri galloitalici, così definiti per le caratteristiche della loro parlata la cui genesi si collega alla conquista normanna dell’isola e all’insediamento di coloni provenienti probabilmente dal Monferrato, dall’entroterra ligure e dalla sezione occidentale dell’Emilia. E proprio nel periodo normanno, infatti, che il paese venne interessato da un flusso migratorio di genti che, sbarcate nella vicina Santa Lucia del Mela, si stabilirono, secondo un preciso progetto dei conquistatori, lungo un asse che dalla costiera tirrenica raggiungeva il mar Mediterraneo (Butera). Si trattava, com’è noto, di isolare gli Arabi della Sicilia orientale da quelli della Sicilia occidentale, neutralizzarne la resistenza e di assicurare una catena di caposaldi “latini” dall’area dei Nebrodi fino al Canale di Sicilia; gli insediamenti allogeni celavano dunque il ben preciso disegno di riequilibrare la prevalenza numerica musulmana attraverso un consistente ripopolamento. L’identità normanna e galloitalica di Montalbano, a lungo misconosciuta, emerge in modo inoppugnabile dagli studi recenti di Salvatore Trovato (penso ad esempio a I dialetti galloitalici della Sicilia, voce monografica dell’autorevole Lexikon der Romanistischen Linguistik, 1998), il quale recupera Montalbano Elicona alla lista dei dieci centri “in cui il galloitalico è ancora in larga misura parlato(spesso anche accanto al siciliano del posto)” andando ad integrare, insieme con San Piero Patti, Randazzo e Ferla, il tradizionale blocco dei sei insediamenti principali di San Fratello, Novara, Nicosia, Sperlinga, Piazza Armerina e Aidone. In un contesto così denso di storia, ben si incastona la vicenda raccontata da Enzo Anastasi e Giuseppe ‘Todaro che con il loro Mistero di Arnaldo ci propongono una trama narrativa accattivante, scandita dal ritmo serrato proprio del giallo ma con il valore aggiunto del raffinato sfondo culturale e linguistico in cui si inserisce il racconto. La personalità dominante di questo background storico è sicuramente quella di Arnaldo da Villanova, il celebre esponente della Scuola Salernitana che ispira il titolo stesso dell’opera. Si tratta di “una delle figure più eminenti e complesse della cultura del tempo:filosofo, scienziato, teologo e riformatore religioso in odore di eresia; ma soprattutto medico celebratissimo che ebbe in cura papi, sovrani e personaggi d’alto rango: laici ed ecclesiastici” (cito da un’opera della quale ho avuto il privilegio di essere il curatore: G. Miligi, U ggirassuri. Poesie nel dialetto galloitalico di Montalbano Elicona, Genova, Le Mani, 2001). IL MISTERO DI ARNALDO Enzo Anastasi Giuseppe Todaro Campanotto Editore Prezzo 15,00 Euro Pagine 208 Arnaldo aveva legato gli ultimi anni della sua vita a Federico del quale fu precettore e dopo la sua morte, avvenuta attorno al 1310, secondo gli storici del tempo sarebbe stato sepolto nel castello di Montalbano insieme con le sue prescrizioni incise su lamine di piombo. Ma non c’è solo il Medioevo ad attraversare e valorizzare la proposta di Anastasi e Todaro: il teatro degli eventi, la “location” in cui vengono rinvenuti i corpi senza vita che innescheranno l’indagine è infatti l’Argimusco, località famosa per la presenza di insediamenti megalitici di pietra, ed in particolare della “dea Orante” un enorme inquietante megalito così chiamato per la forma suggestiva di una donna che prega a mani giunte. Si sviluppa a partire da questo incipit una sequenza di colpi di scena che fanno del Mistero di Arnaldo una lettura avvincente, colorita, popolata da personaggi interessanti e per nulla scontati. Su tutti si staglia la figura di Giovanni Lo Pece, il dinamico e creativo comandante della stazione dei carabinieri di Montalbano, che evoca alla nostra mente motivi e tratti dei personaggi camilleriani. Chi non penserebbe al commissario Montalbano (potenza delle omonimie!) nel leggere di La Macchia, il carabiniere sem- plice, e dell’appuntato Sciascia con iloro vezzi e intercalari? Ma dell’universo narrativo del Mistero di Arnaldo fanno parte tutta una serie di soggetti ben delineati e caratterizzati a fianco dei quali il maresciallo Lo Pece vivrà un mese di elettrizzanti avventure che lo porteranno sulle tracce dell’assassino e del misterioso tesoro del cavalieri Templari. A cominciare dalle figure di Irma Papi e Angelo Migliorati, le vittime, entrambi docenti e cultori di “storia medievale”, la cui presenza a Montalbano si spiega non tanto come fuga sentimentale quanto con la ricerca proprio di un’opera di Arnaldo da Villanova. Restiamo coinvolti poi anche dal profilo di due studiosi del paese, il prof. Elio Colmano, lo storico, e il dott. Ottone Mastropaolo, lo psicoterapeuta, con cui Lo Pece stringerà un intenso sodalizio che ne farà attivi collaboratori dell’indagine: le passeggiate che il comandante farà con loro aprendosi sui nodi irrisolti del caso, le granite gustate al bar, la comune passione per il patrimonio artistico e specialmente per i luoghi di culto, ci fanno anche rivivere gli scenari consueti dell’estate montalbanese (ma potrebbe essere quella di un qualunque paese del sud) segnata da conversazioni, passeggiate, riti di aggregazione in cui le persone vivono in simbiosi con il loro territorio. C’è anche una intrigante coprotagonista ad arricchire la galleria dei personaggi che scorrono nelle pagine: è la dolce Sofia, una avvenente studiosa francese capitata come si vedrà non a caso in Sicilia (non è compito del prefatore anticipare i temi dell’intreccio!). Ma qual è in definitiva la cifra stilistica che individua Il mistero di Arnaldo? Gli ingredienti che a mio modo di vedere concorrono a renderne godibile la lettura sono l’imprevedibilità del thriller, la cui soluzione si delinea come da tradizione solo alla fine dell’opera; ma sono funzionali anche gli excursus storico-culturaliche, lungi dall’appesantire il testo, concorrono a dare spessore e profondità alla narrazione. Ed infine come dimenticare la vivacità e la freschezza dei dialoghi, indicativi di quella contaminazione “lingua”: “dialetto” che è il tratto caratterizzante del parlato non solo di Montalbano e della Sicilia ma dell’Italia intera: siamo un paese ancora fortunatamente lontano dall’omologazione linguistica e in cui lo spazio comunicativo contribuisce a segnare l’identità profonda di ogni parlante. Vincenzo Orioles q uesto libro è nato quasi per caso. All'inizio dell'anno avevo accettato di buon grado l'invito del Prof. Amato, presidente dell'Ordine dei medici di Palermo, a tenere in giugno una relazione sui rapporti tra medici e manager presso l'Accademia delle Scienze dell'Università del capoluogo siciliano. Il tema era coinvolgente e ricco di stimoli, e rappresentava una sfida alla mia curiosità di verificare le conoscenze che possedevo sull'argomento. In fondo, mi dicevo, si tratta di sviluppare questo tema analizzando le ragioni della frequente incomunicabilità tra due professioni, e di concludere con l'invito ad una possibile "riconciliazione", indispensabile per il bene comune e la salute dei cittadini. Ma quando ho cominciato a preparare la relazione mi sono reso conto che questo tema implicava orizzonti molto più ampi del previsto, e che i tempi concessi ad un relatore permettevano soltanto di esporre una sintesi di un tema così complesso. Mi sono ritrovato una "scaletta" talmente ampia e ricca di argomenti, da indurmi a svilupparli più diffusamente in un saggio da pubblicare. È vero che sul rapporto tra medici e manager esiste una vasta letteratura specializzata sugli aspetti giuridici e tecnici, ma quel rapporto non si ci e cultuesaurisce solrali, di intanto entro terazioni quei confini, tra scienza, Aldo Pagni pur importanpratica proC.G. Ed. Medico Scientifiche ti ma limitati, fessionale e Prezzo 18,00 Euro di un confronto deontologia, e Pagine 102 interpersonale tra di fattori deterdue culture differenti. minanti provenienti Al di là degli statuti delle ridalla società, che a tratti la spettive discipline, e dei pro- fanno assomigliare ad una sorblemi tecnici, organizzativi ed ta di inestricabile gioco di scaeconomici che costituiscono tole cinesi o di matrioske. l'aspetto contingente delle si- Non so quanto sia riuscito in un tuazioni da risolvere, quel con- intento forse troppo ambizioso, fronto appare influenzato e ma l'obiettivo finale del libro è condizionato, direttamente e in- stato lo stesso della relazione: direttamente, più di quanto la indispensabilità del dialogo non appaia, dalla realtà ester- tra medici e manager. Mi ha inna economico-sociale, politica, trigato il desiderio di provare ad legislativa, tecnologica, scienti- inserire quel dialogo in un confica e di costume in una socie- testo più ampio, per offrire ultà complessa e del diritto alla teriori spunti di riflessione per salute. una migliore conoscenza e Un'analisi multidiscilinare del- comprensione reciproca. la situazione offre, infatti, maAldo Pagni teria di riflessione su una serie Firenze, giugno 2009 infinita di rimandi antropologi- MEDICI & MANAGEMENT SANITARIO AGENDA AGENDA FRIULANA 2010 2010 Tre province, più di settemilacinquecento chilometri quadrati, quasi un milione di abitanti, almeno duemila anni di storia e di cultura, questo in sintesi il Friuli. F R I U L A N A L’AGENDA FRIULANA 2010 offre a tutti la possibilità di scoprire giorno dopo giorno uno scorcio, un argomento significativo che qualifica l’essere friulani. Nelle cinquecento pagine sarete posti a contatto con i contributi di trenta qualificati autori ma potrete anche fissare l’ora di un appuntamento o l’annotazione di un fatto importante. L’AGENDA FRIULANA 2010 sarà un mezzo familiare, una memoria, un libro da sfogliare nel tempo. CHIANDETTI AGENDA FRIULANA 2010 nelle librerie della Regione Aldo Pagni, specialista in Medicina Interna, ha esercitato la professione di medico di famiglia ad Empoli per 40 anni. Nel 1982 ha fondato, insieme ai dirigenti del sindacato, la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), che ha presieduto fino al 1997. È stato Direttore scientifico della Scuola Europea di medicina generale (Semg), fondata nel 1985. Membro della Commissione Unica del Farmaco (CUF), e di numerose altre commissioni ministeriali [Aids, Oncologia, Consiglio Nazionale di Bioetica, e della Commissione per l’Educazione Medica Continua (ECM)1. Per alcuni anni è stato membro del Consiglio Superiore di Sanità (CSS). Dal 1970 al 2000 è stato Consigliere dell’Ordine dei medici di Firenze, dove ha ricoperto la carica di vice presidente e, dal 1996 al 2000 è stato presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici-chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO). Dal 2002, fino al 2004, dopo avere partecipato ad un Corso di formazione sulla Qualità delle strutture sanitarie, promosso dalla Regione Toscana e gestito dal Cermet di Bologna, ha coordinato la Commissione dell’Area vasta fiorentina per l’accreditamento istituzionale toscano delle strutture sanitarie pubbliche e private. È membro della Commissione per la revisione del Codice Deontologico della FNOMCeO. Autore di numerosi saggi e pubblicazioni, tra le quali: L’Equipe residente, La prescrizione dei farmaci, Il Sileno di Alcibiade - Medici, medicina e società, nel 2008 ha pubblicato, per le edizioni ETS di Pisa, il volume Un medico di famiglia nel teatro della vita - Ricordi degli ultimi 50 anni della sanità e della medicina di famiglia. Ha curato le edizioni italiane del trattato Professione medico generale di Murtagh J. (McGraw-Hill). Ha diretto Il Medico d’Italia, Federazione Medica, e la rivista Simg. Dal 2002 è direttore della rivista Professione, delle C.G. Edizioni Medico Scientifiche di Torino. 39 uomo si deterse il sudore con la mano sinistra poiché la destra era diventata nel tempo una propaggine della borsa di cuoio colma di un dossier che conteneva il segreto della sua salute. Rossino di capelli, piccolo di statura in età compresa tra i 50 e i 60 secondo la disposizione d’animo di chi gli gettava uno sguardo distratto, di più non meritava, una famiglia dissoltasi nel nulla, era lì, seduto nei giardinetti prospicienti la stazione della grande città in attesa di raccogliere il coraggio per recarsi all’appuntamento che avrebbe potuto segnare lo zenit o il nadir della sua esistenza. Aveva girato mezza Italia a cominciare dal suo medico di base che con tono di cortese sufficienza gli aveva consigliato di gettare via il termometro L’ il Viaggio di EMANUELE BERNI 40 e di farsi una bella vacanza! Ma i suoi sintomi erano peggiorati col tempo, mal di testa, tremito, febbricola, difficoltà respiratorie battiti anomali del polso, l’avevano convinto ad approfondire le cose. Di specialista in specialista, mai uno che concordasse con le diagnosi precedenti, con un carico di radiografie tac ed altre diavolerie del genere, era stato consigliato di rivolgersi al luminare di Milano. Spes ultima dea e primo imbroglio dei senza speranza, lo spingevano come un barcone di disperati verso un porto lontano ed improbabile. La segretaria del luminare lo accolse con lo stesso sussiego che per osmosi si doveva essere trasfuso dal grande professore a lei, un’occhiata e l’aveva già classificato, verificò l’esattezza del nome e con uno sguardo annoiato gli indicò una poltrona. “Ci sarà da aspettare – disse – il professore ha molti appuntamenti oggi con personaggi di rilievo, speriamo che possa riceverla!” – “Ma io avevo fissato per le nove” – trovò il coraggio di dire – “Eh, sì, ma sa le urgenze quelle vanno avanti a tutto!” Mentre si aggirava inquieto nella stanza lo colse un pensiero che per un momento lo distrasse dalle sue preoccupazioni, rilevò che nelle sale d’aspetto dei professionisti affermati siano essi medici, notai o tenutarie di case di lusso si respirava la stessa aria di tronfio compiacimento con qualche insignificante differenza, dai primi divanetti ospitali sembrano messi apposta per rassicurare il paziente, musica di sottofondo appena percepibile e tanti quadri di artisti famosi alle pareti con dediche grondanti di lodi. Dai notai i mobili sono austeri, prevalentemente 500 fiorentino orribilmente falso, sedie scomode e stampe di città incorniciate in noce scuro. Le più allegre sono le terze, dove una signora svolazzante in voile di seta molto accollato, a sottolineare la serietà della casa, ti porge con un sorriso benevolo il “book” con le foto delle signorine e quello delle escort. Non è che le due professioni differiscano molto, ma le seconde come spiega il nome anglofono sono molto più portate per le lingue! Intanto le ore passavano avanti come le urgenze, alla fine della mattinata finalmente l’infermiera lo annunciò ed un “entra carissimo” lo guidò nello studio. Il professore spinse un bottone e leggera e vaporosa apparve la segretaria “Nessuna chiamata per dieci minuti” sibilò serio, poi rivolto all’uomo che aveva davanti “Si spogli – disse – tolga la maglietta e resti a torso nudo”. Lo auscultò, gli misurò la pressione, eseguì un elettrocardiogramma seguito da un sospiro e alla fine con una voce che non aveva più niente di professionale sentenziò: “Dagli esami non si riesce a capire bene la natura del male, ma le consiglierei di fare urgentemente ricerche più approfondite all’apparato cardiaco, io ora non posso perché sarò all’estero per diverso tempo, ma si rivolga pure all’Ospedale della sua città dove opera un’ottima struttura, mi creda!” Gli consegnò una diagnosi in busta chiusa e con questo lo congedò, osservandolo mentre usciva, così come si guarda un soldato che torna in prima linea al fronte. L’uomo riprese la sua borsa di cuoio ancor più pesante da trasportare e si avviò verso la strada del ritorno alla sua città. Si avviò stancamente a piedi verso la stazione evitando il tram o il metrò, lo impaurivano le persone così promiscuamente obbligate in un vagone dove sudore, odori sospetti e profumi da quattro soldi si mischiavano fino a formare una miscela irrespirabile che gli afferrava la gola al punto di desiderare di scapicollarsi fuori alla prima fermata. Dei taxi non si fidava, cari generalmente sporchi e spericolati! La stazione di Milano che assomiglia ad un carcere cui abbiano segato le sbarre per favorire l’evasione, lo accolse nella sua atmosfera gelida e gli indicò dai suoi tabelloni luminescenti a che binario recarsi. Il treno era semivuoto e lui si accucciò in un angolo sperando di rimanere solo con i suoi problemi. La vita pensò, è come un ristorante, c’è chi si spaventa del prezzo da pagare e nemmeno entra, chi si ferma più nauseato che sazio al primo o al secondo e chi ingurgita tutto fino al caffè e all’ammazza caffè scordandosi spesso di pagare il conto! Si chiese a quale di queste categorie appartenesse, ma si trattava di una domanda retorica, tutta la sua vita era lì davanti che gli urlava in faccia i suoi fallimenti! Dopo qualche fischio incrociato, voci incontrollate e sbattimento di porte, il treno si mosse e lentamente uscì dal buio della stazione, cominciò a correre verso il verde, filari di alberi e pianure illuminate da un crepuscolo stupendo lo salutavano e quasi ironicamente gli ricordavano che “loro” erano lì da sempre e ci sarebbero rimaste per tanto tantissimo tempo ancora, gli occhi gli si riempirono di lacrime e quasi senza accorgersi scivolò nel sonno abbracciato alla sua cartella. Venezia, stazione di Mestre, i signori viaggiatori troveranno coincidenza per Bologna tra pochi minuti. Lui sussultò, dette un’occhiata ai vetri appannati da cui filtrava una luce fioca e sollevò la sua cartella per metterla questa volta sulla rastrelliera perché aveva tutte le braccia intorpidite! Il treno riprese il suo viaggio, lui sonnecchiava e dopo un paio d’ore sentì come un fruscio nell’orecchio l’annuncio che attendeva, era arrivato a casa. La mattina di poi si presentò al pronto soccorso e sciorinò tutte le sue carte all’addetto allo sportello, questi gli dette uno sguardo annoiato e poi cambiò improvvisamente espressione, si sieda gli disse che presto la chiamiamo, non passarono cinque minuti che l’altoparlante pronunciasse il suo nome. Lo fecero passare avanti a tutti, velocemente arrivò un lettino e gli imposero di stendersi. Un signore vestito di bianco che somigliava più a un gentiluomo dell’800 che a un medico dei giorni d’oggi gli sorrise, lo rincuorò e contemporaneamente lo accompagnò all’ascensore verso il reparto cardiologico dove già lo stavano aspettando, lo analizzarono, lo rigirarono da capo a piedi e poi, gli infilarono in bocca un tubo che sembrava non finisse mai per osservare da vicino le condizioni del suo cuore, finalmente lo portarono al reparto delle urgenze. Lì una schiera di medici lo accolse con larghi sorrisi, bisogna diffidare sempre dei medici che sorridono troppo, perché più sorridono più il malato è grave e là sembrava d’essere nella stanza delle barzellette! Gli addolcirono la pillola quanto più poterono dicendogli che l’operazione era seria, ma non certamente troppo rischiosa, ormai la chirurgia fa miracoli... Improvvisamente uscirono tutti dalla stanza, ma lui sentì che discutevano animatamente fra loro, riuscì solo ad intendere delle frasi smozzicate e due parole pesanti come macigni “Speriamo non sia troppo tardi!” Rimase solo frastornato dai mille interrogativi che gli ronzavano per la testa, ormai anche il tempo per la paura era finito. Un’infermiera scivolò nella stanza, gli tolse quel che rimaneva dei vestiti gli infilò un camicione e tranquillamente si mise a radergli i peli del torace. Mentre velocemente la macchinetta ingoiava un pelame resistente e bianchiccio, si scopriva pian piano una macchia rosata sul petto, butterata da piccole escrescenze come i semi di una melagrana di cui lui non immaginava neppure l’esistenza e della quale inspiegabilmente si vergognò moltissimo. Con questo malcelato senso di disagio, si appisolò soverchiato dalle sue paure. Un’ora più tardi entrò un’altra infermiera con un carrello al seguito che, guardando la cartella clinica ai piedi del letto sentenziò: “A lei niente cena, domani ci si opera eh!” Ed uscì portandosi dietro una scia di minestrone. Sembrava che tutti lo avessero abbandonato quando all’improvviso gli misero sotto il naso un bicchiere probabilmente contenente un potente sedativo e gli augurarono la buona notte E lui si addormentò, il sonno era molto agitato come in un caleidoscopio apparivano avvenimenti della sua vita confusi insieme, pagine ingiallite di un vecchio carosello si avvicendavano senza alcun legame tra loro.. Don Cipolla noto per la sua predilezione per i cibi speziati e per un alito che allontanava le zanzare, stava nel confessionale aspettando la fila dei comunicandi per la ce- II racconto è un piccolo dono per il Prof. Pier Luigi Viale che con il suo fantastico staff ha saputo ridarmi la forza di vivere, grazie alla sua perizia e grande umanità. Non ho voluto parlare esattamente di me, ma scrivere qualcosa di simile a quello che mi è accaduto cercando però di sdrammatizzare e raccontare le cose con l’ironia toscana che, ahimè, nel bene e nel male ci contraddistingue! Con stima e riconoscenza. Emanuele rimonia del giorno seguente, quando venne il suo turno si avvicinò alla grata “In nome dei Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, alitò don Cipolla, hai peccato figlio mio?” Sì padre, ho disubbidito ai genitori e ho detto le bugie” “Non me ne importa niente di queste stupidaggini, voglio sapere se hai comesso atti impuri – Atti che? Se ti sei toccato lì in quel posto, perché ricordati che se ti tocchi Gesù piange e per punizione ti farà diventare cieco!”. Il dito enorme di don Cipolla sem- Emanuele Berni, nato a Firenze attualmente vive e lavora a Pagnacco Udine. Ha collaborato per varie riviste di storia fiorentina, ha vinto premi di poesia ecc. Ha pubblicato scritti sulla vita di Firenze, romanzi e racconti. La sua ultima opera “La vita come se” – MEF – L’Autore Libri Firenze, ha ricevuto notevoli consensi di critica e pubblico. brava oltrepassare la grata ed inchiodarlo contro la fila dietro di lui “No, no, non mi tocco mai o se l’ho fatto era senza intenzione” “Bene mugolò il prete, per penitenza atto di dolore e sette pater, ave e gloria e, ricordati, se lo fai ancora sai quel che ti aspetta!” Uscito dai confessionale ritrovò i suoi compagni inginocchiati che recitavano tutti le stesse litanie. La sera per essere sicuro di non peccare mise il pigiama sopra le mutande e le braccia fuori dalle coperte. La leva di calcio della squadra della sua città si teneva sempre ai primi di giugno, lui era un’aletta veloce, buon tocco di palla, dribbling secco e tiro in porta non forte ma preciso. Il selezionatore cominciò con alcune corse di campo ripetute sempre più a livello sostenuto e terminò con esercizi atletici poi insieme ad altri ventuno ragazzi fece disputare una partitella a ranghi contrapposti. Lui giocò bene meglio sicuramente di molti suoi compagni, ma quando venne il momento delle scelte si ritrovò fuori insieme ad altri due o tre. “Ma perché io no – chiese – perché no!” Fu la risposta alla lannacci dell’allenatore. Il carosello dei ricordi girava vorticosamente, sua zia che lo aveva allevato quando appena orfano di padre glielo avevano consegnato come un pacco, aveva un rapporto speciale con i medici ed una fede assoluta nei loro rimedi. Ogni tanto ne cambiava uno, che fosse appena laureato o un settantenne a fine carriera per lei era sempre il dottorino. La sua fobia per le malattie era contagiosa e spargeva i suoi veleni su tutta la famiglia, difficile rimanerne indenni, i suoi sintomi diversificati e contraddittori avrebbero fatto la gioia di almeno una decina di specialisti. Ce l’aveva anche con le donne, “non ti fidare – lo consigliava – non sai mai come puoi contagiarti, il tuo biscugino, un giovanotto alto, bello, simpatico, si infognò con una che sembrava una madonnina infilzasata, gli rifilò una sifilide che gli rovinò la vita per sempre”. A parte ciò era una buona donna, mite e devota che doveva fare i salti mortali per far quadrare il bilancio a fine mese e che andava spesso in chiesa a pregare un dio nel quale credeva fermamente pur non soffrendo i preti ed i loro rituali. Ma la scena fluttuava senza posa, certi avvenimenti che all’epoca erano sembrati tanto importanti, 41 apparivano per un secondo sfumando e lasciando il posto ad altri che lui aveva sempre considerato marginali. Ogni tanto gli pareva che qualcuno entrasse nella stanza ad armeggiare intorno al suo braccio ed uscisse poi in punta di piedi, ma anche queste sensazioni si confondevano con le altre. La lite accesa con i colleghi ed i superiori per definire il piano dell’azienda che avrebbe ... una schiera di medici lo accolse con larghi sorrisi, bisogna diffidare sempre dei medici che sorridono troppo, perché più sorridono più il malato è grave e là sembrava d’essere nella stanza delle barzellette! Gli addolcirono la pillola quanto più poterono dicendogli che l’operazione era seria, ma non certamente troppo rischiosa, ormai la chirurgia fa miracoli... 42 comportato il licenziamento di varie persone senza migliorare di alcunché la posizione debitoria della ditta, ma solo il portafoglio di chi la proponeva. Fu uno scontro aspro, arrivato sin quasi alle ingiurie quando un’anima pia gli sussurrò in un orecchio che tutto era già stabilito e che quella riunione era solo una farsa ma per lui poteva significare la fine di una carriera e lui pur contro voglia come sempre si adeguò. Improvvisamente la stanza aumentò a dismisura, una fungaia di letti comparve davanti ai suoi occhi, alcuni vuoti, altri con una rete di tubi di plastica che uscivano da tutte le cavità possibili di un essere umano disteso supino. Un enorme cinemascope celestino illuminava pallidamente la sala, tre guardiani vestiti di verde scrutavano minacciosi la distesa dei letti pronti ad intervenire ad ogni minimo sospetto di ribellione, da un’entrata laterale fecero la loro comparsa sulla scena uomini e donne forse medici o infermiere agghindati come per carnevale, chi aveva il cappello a tre punte, chi il pon pon sul naso e la parrucca rossa, chi con la benda e il pugnale tra i denti, ed altri con la dentiera finta dai canini smisurati come in un film di Dra- cula che danzavano, saltavano grottescamente da un letto all’altro ebbri come in un sabba di streghe a Benevento. Un’orchessa vestita da frate domenicano gli si avvicinò con in mano un lungo elemosiniere tintinnante di monete nel sacchetto di pelle scamosciata: “Vedi quei letti vuoti – gli spiegò con malagrazia – son tutti di gente morta, morrai anche tu come loro se non paghi il ticket!” “Quanto, quanto domandò angosciato – questo lo deciderà il capo – gridò! Pago, pago, non voglio morire – dicono tutti così ma all’atto pratico si tirano indietro e vogliono risparmiare come se tutto fosse loro dovuto.” Di punto in bianco una voce gridò: un arresto, presto correte, un arresto! Allora tutti scomparvero e lui rimase sconvolto, tremante in attesa dell’arrivo... dei carabinieri..., che l’avrebbero portato via per non aver ancora pagato il ticket. Il tempo era passato senza che lui se ne fosse accorto, due giorni, alternati da risvegli improvvisi e ricadute nel torpore ipnotico dei sedativi. Una luce fioca filtrava attraverso le tendine della sala di rianimazione, poteva benissimo essere una mattina piovosa od un tramonto grigio. “Quanto devo – chiese ancora frastornato, quanto devo?” – “Non devi niente caro, stai tranquillo!” Due mani amorevoli gli sfioravano la fronte e gli bagnavano le labbra che aveva riarse. “Hai giocato a scacchi con la morte ma la mossa vincente è stata la tua! Ora puoi dormire sereno perché fuori la vita ti aspetta!” ANNUNCI Medico Chirurgo Odontoiatra cede la propria attività a Gemona del Friuli. Per informazioni spedire a: Casella postale n. 174, Udine centro. La cattiveria non esiste A.M.M.I. ASSOCIAZIONE MOGLI MEDICI ITALIANI SEZIONE DI UDINE PROGRAMMA AMMI 2009/2010 Carissime amiche, è con vero piacere ed entusiasmo che Vi porgo un caro saluto. Mi auguro che le vacanze siano state gradevoli e che siano servite a recuperare energia e slancio. Vi elenco di seguito il calendario dei prossimi appuntamenti: vivere”). Il libro, con un’eleganome in un orto o in un giarte veste tipografica, con una dino, le Erbacce, nonomano nera in copertina, che si stante vengano continuaabbatte sopra le case del monmente estirpate ed avvelenate do, con numerosi casi clinici, con con potenti diserbanti, nonoun’analisi di tutte le scienze stante la limitazione di acqua, umane e animali per spiegare non solo non vengono distrutte, l’origine multifattoriale della ma anzi si riproducono, si esalCattiveria e con un linguaggio tano e si accrescono, distrugsemplice e scorrevole, come in gendo delicate verdure e fiori un romanzo, vi terrà incollati fino pregiati, così nonostante tentaalla fine delle 130 pagine. La Cattivi di profilassi, con rimedi vari tiveria non esiste, di natura morale, esiste essenpsicologica religioRISCOPRIRE ma, zialmente nell’uosa e sociale, la Catmo il Disagio intetiveria, continua a GLI ALTRI riore (paura, ansia, regnare nel mondo distruggendo tutto RISCOPRENDO angoscia, terrore) può diventare persino la vita. È IL RISPETTO che, quasi sempre, diimportante sapere, che in una famiglia PER SE STESSI sturbo psicosomatico (gastrite, ulansiosa e nevrotica, il bambino appren- Pene e assoluzioni, agnello cera...) o un Comde l’ansia (disagio o e lupo, combattere la ne- portamento defivrosi e vincere la depresvuoto interiore) non sione... In un libro che si nito Cattivo, poiper ereditarietà, legge come un romanzo, ché basato sul non ma essenzialmente tutte le strategie e le idee Rispetto di Se stesdai modelli com- vincenti per attaccare il si e degli Altri. La portamentali tristi e “bunker della cattiveria” e Cattiveria è un Dinegativi di uno o di far rifiorire delicate ver- sturbo, è una vera tutte due i genitori! dure e fiori gentili dove e propria malattia Sembra veramente prima regnavano le er- essenzialmente incredibile, ma pur- bacce. Dall’autore di “Un Psicologica. E antroppo questo di- cuore per la vita” e “Ip- cora leggeremo... nosi, nevrosi, depressioni e sagio ereditato può la voglia di vivere” un libro Non esiste un esdiventare o uno dei affascinante che vi terrà in- sere Cattivo senza tanti disturbi psi- collati fino all’ultima riga. essere Disturbato, Malato o Disagiato! cosomatici o comLa Cattiveria non Esiste, ma alportamento patologico, cioè Cattrettanto dobbiamo sottolineare tiveria. Poiché, come operatore che non esiste neanche la Bonspecialista della mente umana, tà (che, esprime invece, in una il dr. Pagano è convinto che più persona il Benessere interiore di qualche crepa al Buncher basato essenzialmente, sul Ridella Cattiveria si possa trovare, spetto di se stessa e degli altri), ecco, presentarci tutte le idee e in quanto rappresentano Giuditutte quelle strategie necessarie zi Morali inappellabili. L’autore e vincenti che, ci ha condensavi parlerà di Darwin, di Zoologia, to, con rigor scientifico e con la di Etologia, di Antropologia, di collaborazione della figlia PsiGenesi, di dottrina Freudiana, di cologa Olivia, in questo libro Nevrosi, di Depressioni, di pene, dal titolato, Provocatorio udite, di assoluzioni, del Lupo e l’agneludite “La Cattiveria non Esiste” lo, e di numerose persone Catdel quale in questi giorni esce la tive, che con l’aiuto della psicoII edizione (dello stesso autore “Il terapia sono guarite eliminando Cuore per la vita” ed “Ipnosi, Neansie e disagi. vrosi, Depressioni e la voglia di C PREZZO: 15,00 € • POICHÉ IL LIBRO NON È IN LIBRERIA PER ACQUISTARLO TELEFONARE AL 340.9166505 ■ Sabato 17 Ottobre 2009 ore 17.30 Invito all’Evento “Sfumature e Colori per ricostruire”Teatro Auditorium CandoniVia XXV Aprile - Tolmezzo. Si tratta di una mostra organizzata da: “Libera I’Arte” Gruppo Artisti di Tolmezzo, mostra collettiva artistica di quadri, sculture... donate da singoli autori ed il cui ricavato verrà interamente devoluto al Comune di Fossa (AQ). Spero che possiate partecipare numerose. ■ 30 Ottobre 2009 ore 18.30 Apertura dell’Anno Sociale 2009/2010 presso la Sala Consiliare dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Udine - Via Diaz, 30, Udine. Conferenza sul Tema Nazionale: “Il linguaggio, la parola: il nostro biglietto da visita. Eccellenze e difficoltà di comunicazione”. Relatore Prof. Dino Del Ponte, psicologo, già dirigente scolastico e referente per le politiche giovanili della Direzione Scolastica Regionale. Seguirà rinfresco. ■ Sabato 21 Novembre 2009 ore 18.30 Conferenza “Posturologia, un modo nuovo di osservazione del corpo umano” presso la Sala Consiliare dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Udine,Via Diaz 30, Udine relatore: dott. Emilio Mezzasalma, MMG presso il Comune di San Giorgio di Nogaro (Ud) e posturologo. ■ Sabato 12 Dicembre 2009 ore 19.30 “Cena degli Auguri di Natale” presso il ristorante “La Rucola” Castions di Strada - Ud. ,Via D. da Tolmezzo. La serata sarà allietata da musica. Come ogni anno si svolgerà la lotteria di beneficienza, il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione ABIO UDINE Associazione per il Bambino in Ospedale c/o Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Udine. Costo della cena 40.00 euro, prenotarsi entro e non oltre il 30/11/2009 telefonando alla tesoriera dott.ssa Grazia Motisi Capuano cell. 328/3152730 oppure direttamente al mio cellulare 333/1880740. Vi comunico che il nostro programma di prevenzione e formazione socio-sanitaria nelle Scuole Medie ha ottenuto larghi consensi e già per questo nuovo anno scolastico abbiamo molti inviti per organizzare incontri con gli allievi. Oltre alle Scuole Medie il nostro programma di prevenzione è stato esteso anche agli Istituti Superiori. Approfitto per ringraziare i professionisti che hanno svolto con grande professionalità gli incontri: dott.ssa Giacoma Cravotta, odontoiatra - dott.ssa Patrizia Corbellini psicologa dott.ssa Grazia Capuano, farmacista - dott. Emilio Mezzasalma MMG e Posturologo e la S.O.G.IT. di Cassacco. Un grazie particolare alla prof.ssa Daniela Bombardier, nostra socia, che ha contribuito alla realizzazione di questo progetto. Nel corso della serata dell’apertura dell’anno sociale la tesoriera raccoglierà le quote di adesione all’associazione che quest’anno saranno di euro 60.00. Vi ringrazio e mi auguro di vedervi numerose, un abbraccio. Presidente Grazia Sciacchitano Gemma 43 Corsi, Convegni e Congressi AZIENDA OSPEDALIERA S. MARIA DELLA MISERICORDIA - UDINE ISTITUTO DI MEDICINA FISICA RIABILITATIVA “GERVASUTTA” - ASS. N. 4 “MEDIO FRIULI” COMUNE DI UDINE CLINICA DI REUMATOLOGIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA A.I.S.G.E. - ASSOCIAZIONE INTERDISCIPLINARE STUDI IN GASTROENTEROLOGIA ED EPATOLOGIA S.I.E.D. - SOCIETÀ ITALIANA ENDOSCOPIA DIGESTIVA A.I.G.O. - ASSOCIAZIONE ITALIANA GASTROENTEROLOGI ED ENDOSCOPISTI OSPEDALIERI in collaborazione con ASSOCIAZIONE DI RIABILITAZIONE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA (ART) UP-DATE IN RIABILITAZIONE REUMATOLOGICA V UP-DATE IN GASTROENTEROLOGIA V Meeting Venceslao-Fossaluzza 27-28 NOVEMBRE 2009 CENTRO CONGRESSI HYPO ALPE ADRIA TAVAGNACCO (UD) UDINE, CENTRO CONVEGNI PALAZZO DELLE PROFESSIONI VIA CJAVECIS, 3 PRESIDENTE Maurizio Zilli Direttore S.O.C. Gastroenterologia Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Maria della Misericordia - Udine COMITATO SCIENTIFICO A. Bulfoni - Udine; J. Paños Zamora - Udine S. Pevere - Udine; P. Rossitti - Udine; L. Sechi - Udine G. Terrosu - Udine; S. Vadalà - Udine G. Verdianelli - Ferrara; L. Zoratti - Udine SEGRETERIA SCIENTIFICA A.I.S.G.E. - Associazione Interdisciplinare Studi in Gastroenterologia ed Epatologia Viale delle Terme, 123 - 35031 Abano Terme (PD) E-mail: [email protected] SEGRETERIA ORGANIZATIVA EVERYWHERE s.r.l. Vicolo Volto Cittadella, 8 - 37122 Verona Tel. 045 8006786 - Fax 045 593487 E-mail: [email protected] www.everywheretravel.it ECM L’evento è in fase di accreditamento al Programma Nazionale di Educazione Continua in Medicina per 120 medici specialisti in Gastroenterologia, Chirurgia Generale, Medicina Interna, Oncologia, Anatomia Patologica e Radiodiagnostica. 27-28 NOVEMBRE 2009 Anche quest’anno ci troviamo insieme per ricordare Venceslao Fossaluzza, dopo 17 anni dalla sua prematura scomparsa. Il Meeting in oggetto è ormai un evento consolidato nella realtà scientifica friulana, quale momento di incontro tra Specialisti di diverse discipline (Fisiatri, Reumatologi, Radiologi, Terapisti della Riabilitazione, Terapisti Occupazionali). L’attenzione quest’anno è incentita sull’Artrite Reumatoide e sulle Spondiloartriti sieronegative, patologie per le quali vi è un continuo aggiornamento in termini di diagnosi precoce e approccio terapeutico, e sulle rachialgie, patologia a larga diffusione che vedono spesso coinvolti in prima linea i Medici di Medicina Generale. Un’innovazione è rappresentata da due workshops incentrati uno sul ruolo della riabilitazione nell’Artrite Reumatoide, rivolto a Fisioterapisti e Terapisti Occupazionali, e uno sulla terapia infiltrativa intra-articolare rivolto a Medici Chirurghi. Il fine ultimo di questi incontri è quello di stimolare la collaborazione tra i diversi Specialisti e i medici di medicina generale nel rispetto delle specifiche competenze professionali perseguendo l’obiettivo della diagnosi precoce e dell’ottimizzazione della terapia, in patologie a forte impatto sociale e con un’elevata disabilità, se misconosciute e non adeguatamente trattate ORGANIZZATORI Dipartimento di Medicina Riabilitativa, Istituto di Medicina Fisica e Riabilitazione “Gervasutta” ASS 4 “Medio Friuli”, Udine Clinica di Reumatologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria “S. Maria della Misericordia” ART - Associazione di Riabilitazione del Friuli Venezia Giulia SEGRETERIA SCIENTIFICA • Dott.ssa Nicoletta Franzolini Istituto di Medicina Fisica e Riabilitazione “Gervasutta”, ASS 4 “Medio Friuli”, Udine - Tel. 0432 553341 • Dott.ssa Stefania Sacco Clinica di Reumatologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria “S. Maria della Misericordia”, Udine - Tel. 0432 559805 SEGRETERIA ORGANIZZATIVA E RESPONSABILE ECM md studio congressi snc - Via Roma, 8 - 33100 Udine Tel. 0432 227673 - Fax 0432 507533 E-mail:[email protected] Il programma e la scheda di iscrizione saranno reperibili sul sito: www.mdstudiocongressi.com SEDE DEL CONVEGNO Centro Congressi Hypo Alpe Adria Via Alpe Adria, 6 - 33010 Tavagnacco (UD) 44 Corsi, Convegni e Congressi SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICHIATRIA UNIVERSITÀ DI UDINE Direttore: Prof. Matteo Balestrieri UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA I 10 ANNI DELLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICHIATRIA DI UDINE ODONTOIATRIA PEDIATRICA La formazione, la clinica, la ricerca 3 DICEMBRE 2099 AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA PADIGLIONE TULLIO, AULE DIDATTICHE, VIA COLUGNA 44 - UDINE PROGRAMMA 9.15 - 9.30 Benvenuto - Prof. Matteo Balestrieri 9.30 - 9.50 Saluto delle Autorità Prof. Massimo Bazzocchi (Preside Facoltà di Medicina, Università di Udine) Dott. Carlo Favaretti (Direttore Generale AOUD) Dott. Mario Novello (Direttore DSM. Udine) Dott. Luigi Conte (Presidente Ordine dei Medici Udine) 9.50 - 10.30 Relazione introduttiva dell'ospite Prof. Matteo Balestrieri La Psichiatria di Udine nel contesto della Psichiatria italiana 10.30 - 11.10 Lettura Magistrale Prof. Antonio Balestrieri Mezzo secolo di esperienza formativa di uno psichiatra universitario 11.10 -11.30 Coffee Break 11.30 -12.30 Lettura Magistrale Prof. Michele Tansella Prospettive della psichiatria contemporanea: formazione basata sulla ricerca e ricerca per migliorare la pratica clinica 12.30 - 13.30 Lettura Magistrale Prof. Jair C. Soares Neuroimaging and Neurocognitive Studies of Bipolar Disorder Conclusioni - Prof. Matteo Balestrieri Buffet PER ISCRIVERSI Utilizzare il modulo di iscrizione scaricabile via Internet dal sito: http://www.ospedaleudine.it –> Formazione –> Moduli d'iscrizione che va inviato via posta, fax o (preferibilmente) e-mail a: “SOS Formazione” P.le S. Maria della Misericordia - UDINE Fax: 0432-554381 - [email protected] EVENTO ECM Per questo evento è stato richiesto l’accreditamento ECM presso la Commissione Regionale per l’Accreditamento della Regione Friuli-Venezia Giulia. PER INFORMAZIONI Dott.ssa R. Ciano, dott. C. Barbagallo, dott. P. Brambilla, dott.ssa E. Maso, Clinica Psichiatrica, tel. 0432.559284. Master di II livello in ANNO ACCADEMICO 2009/2010 Il Master ha durata di 1 anno per complessivi 60 crediti formativi universitari (CFU), 1.500 ore di formazione, comprensivi di attività didattica formale e di attività pratica, attività di studio guidato ed autonomo. Il Master prevede lezioni frontali secondo la formula week-end; un venerdì e un sabato di ogni mese dell’anno accademico. Partecipanti: Il numero di posti disponibili per il Master è di 20 unità. Finalità: Il Master in Odontoiatria Pediatrica di II livello è un corso post-laurea finalizzato alla formazione teorico-pratica dell’odontoiatra e di chi voglia approfondire le conoscenze nel campo dell’Odontoiatria in età evolutiva. L’intento è raggruppare e argomentare i quadri clinici fisiologici e malformativi del cavo orale in età evolutiva, per fornire informazioni e strumenti utili e qualificati per un orientamento diagnostico mirato ed un percorso clinico guidato. Organizzazione e svolgimento: • Lezioni ex cathedra. • Esercitazioni su simulatori. • Stages clinici. • Seminari. Sede dell’attività didattica e di tirocinio: Facoltà di Medicina e Chirurgia - Viale Europa, 11 - Brescia Clinica Odontoiatrica - Piazzale Spedali Civili, 1 - Brescia Requisiti di ammissione al Master: Possono partecipare i laureati in Medicina e Chirurgia iscritti all’Albo degli Odontoiatri e i laureati in Odontoiatria e Protesi Dentaria abilitati all’esercizio della professione. Costi: € 3.000,00 la rata di € 1.500,00 al momento dell’iscrizione 2a rata di € 1.500,00 entro il 31/01/2010 Le iscrizioni al Master sono aperte dal giorno 12 ottobre 2009 alle ore 12,00 del giorno 30 novembre 2009. COORDINATORE DEL MASTER • Prof.ssa Alessandra Majorana [email protected] INFORMAZIONI • Dott.ssa Diana Omelio Università di Brescia Ufficio - Post-Lauream [email protected] - Tel. 030 2988868 • Dott.ssa Piera Flocchini Università di Brescia Clinico Odontoiatrica [email protected] - Tel. 030 3995780 Oppure consultare i siti: • www.unibs.it • www.sioi.it CONSIGLIO DIDATTICO SCIENTIFICO • Prof. Raffaele Badolato (Brescia) • Prof.ssa Gabriela Piana (Bologna) • Dott.ssa Elena Bardellini (Brescia) • Dott.ssa Stefania Pasini (Brescia) 45 Corsi, Convegni e Congressi ETICA PRATICA E BIOETICA FOCUS SUL CARCINOMA MAMMARIO UNIVERSITÀ DI ROMA LA SAPIENZA A.A. 2009-2010 Aggiornamenti basati sull’evidenza - VII edizione Master di II livello in Sono aperte le iscrizioni al Master di II livello in “Etica pratica e bioetica” dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” per l’a.a. 2009-2010. Il termine ultimo per la presentazione della domanda di ammissione è il 22 Dicembre 2009. Il Master, promosso dalle Facoltà di Filosofia e di Scienze matematiche, fisiche e naturali, è diretto dal Prof. Eugenio Lecaldano. Nel corso di studi, gli iscritti al Master acquisiranno una preparazione interdisciplinare nei diversi settori dell’etica pratica e approfondiranno le principali problematiche della bioetica: le questioni di bioetica umana (inizio vita, assistenza sanitaria, fine della vita), i problemi delle biotecnologie e i temi di bioetica non umana (etica animale ed etica ambientale). Il Master intende fornire strumenti utili sia all’approfondimento degli aspetti etici all’interno di determinate professioni (medica, infermieristica, giuridica, giornalistica, imprenditoriale, farmaceutica ecc.) sia a formare le figure professionali specifiche di bioeticisti ed eticisti in grado di operare nei diversi comitati legati alla bioetica e ai vari ordini professionali. Possono iscriversi al Master coloro che sono in possesso dei seguenti titoli di studio: in base al vecchio ordinamento Laurea in Filosofia, Lettere; Giurisprudenza; Economia e commercio; Scienze matematiche, fisiche e naturali; Scienze politiche; Sociologia; Psicologia; Medicina; Farmacia o laurea specialistica nelle aree equivalenti (come, ad esempio, la laurea specialistica in «Scienze infermieristiche»), o titoli di studio equipollenti conseguiti presso Università straniere. Il Consiglio Didattico - Scientifico si riserva di valutare caso per caso l’eventuale equipollenza di altre lauree specialistiche. Per l’a.a. 2009/10 sono banditi 3 premi di studio intitolati a «Renata e Fulvio Fumi». I premi, dell’importo di € 2.500 ciascuno, erogati come rimborso della quota d’iscrizione al Master, sono riservati ai laureati in Medicina e Chirurgia di vecchio e nuovo ordinamento, che, iscritti al Master per l’a.a. 2009/10, intendano svolgere la dissertazione finale di Master sui temi dell’etica di fine vita. Per l’a.a. 2009/10 sono banditi anche due finanziamenti, erogati dal Centro Nazionale Malattie Rare - Istituto Superiore di Sanità, di 2.650 euro, a copertura delle spese di iscrizione al Master. Al conferimento di detti finanziamenti possono concorrere tutti i laureati che, iscritti al Master per l’a.a. 2009/10, intendano svolgere la dissertazione finale di Master su questioni morali che riguardano le malattie rare. Il bando di ammissione è disponibile all’indirizzo internet: http://www.uniromal.it/studenti/laureati/master/bandi/04634.pdf e sul sito della facoltà di Filosofia. Per ulteriori informazioni: • E. Lecaldano (tel. 06-49917287, e-mail: [email protected]) • C. Botti (tel. 06-49917287, [email protected]) • S. Pollo (tel. 3486542681, [email protected]) 46 28-29 GENNAIO 2010 AUDITORIUM HYPO ALPE-ADRIA BANK TAVAGNACCO (UDINE) GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2010 09.00 09.30 Registrazione e caffè di benvenuto Introduzione - Saluto delle Autorità M. Bazzocchi, C. Favaretti, G. Del Ben, P. De Paoli Stadiazione Moderatori: C. Cedolini, E. Candiani 10.00-10.40 Il bilancio loco-regionale. C. Zuiani 10.40-11.00 La stadiazione a distanza. C. Andreetta 11.00-11.20 Linfonodo sentinella. P. Veronesi 11.20-11.40 Linfonodo sentinella: il punto di vista del patologo. S. Pizzolitto 11.40-11.55 Linfonodo sentinella: nuove tecniche. T. Perin 11.55-12.15 Discussione Trattamento loco-regionale Moderatori: A. Piga, M.G. Trovò 12.15-12.30 Radioterapia intraoperatoria: il punto di vista del radioterapista. M. Roncadin 12.30-12.45 Radioterapia intraoperatoria: il punto di vista del chirurgo. S. Massarut 12.45-13.00 La radioterapia post-mastectomia. T. Ceschia 13.00-13.20 Discussione 13.20 Colazione di lavoro Top Ten ASCO/San Antonio Moderatori: D. Crivellari, G. Gentile 14.40-15.00 Screening, diagnosi, follow-up, monitoraggio della risposta terapeutica. M. Clavarezza 15.00-15.20 Fattori prognostici e predittivi. A. Gennari 15.20-15.40 Discussione 15.40 Pausa caffè Aggiornamenti Terapia Medica Moderatori: G. Mustacchi, M. Mansutti 15.40-16.00 Ormonoterapia e farmaci biologici in adiuvante. P. Pronzato 16.00-16.20 Ormonoterapia e farmaci biologici nella fase metastatica. A. Molino 16.20-16.40 Chemioterapia e farmaci biologici in adiuvante. A. Di Leo 16.40-17.00 Chemioterapia e farmaci biologici nella fase metastatica. F. Puglisi 17.00-17.30 Discussione VENERDÌ 29 GENNAIO 2010 Metodologia clinica Moderatori: F. Puglisi, G. Fasola 09.00-09.20 Disegno degli studi clinici. G.L. Pappagallo 09.20-09.40 Endpoints. P. Bruzzi 09.40-10.00 Analisi dei sottogruppi. M. De Laurentiis 10.00-10.20 Revisioni sistematiche e metanalisi. E. Bria Corsi, Convegni e Congressi 10.20-10.40 Discussione 10.40 Pausa caffè Focus sull’EBCCTG Presentazione e moderazione: A. Veronesi, C. Tondini 11.00-11.30 Focus sull’EBCCTG. C. Davies 11.30-11.50 Discussione Ricerca traslazionale e terapie mirate Moderatori: V. Canzonieri, G. Damante 11.50-12.20 Gene expression profiling e decisioni cliniche. C. Sotiriou 12.20-12.40 Terapie mirate: il punto di vista del patologo. C. Di Loreto 12.40-13.00 Terapie mirate: il punto di vista del clinico. R. Sorio 13.00-13.20 Discussione 13.20 Colazione di lavoro Comunicazione e psiche Moderatori: M. Balestrieri, M.A. Annunziata 14.40-15.00 La relazione terapeutica in oncologia. M. Balestrieri, M.T. Cozzi 15.00-15.20 La comunicazione per una cura globale. M.A. Annunziata 15.20-15.40 Terapie e disturbi cognitivi. A. Minisini 15.40-16.00 La percezione degli effetti collaterali. S. Russo 16.00-16.20 Discussione 16.20-16.40 Compilazione questionario ECM 16.40 Conclusione dei lavori e aggiornamento al 2011 F. Puglisi, A. Veronesi INFORMAZIONI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE SEMINARIO NAZIONALE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE E DEI DOTTORATI DI RICERCA IN CHIRURGIA GENERALE E SPECIALISTICA 20, 21, 22 MAGGIO 2010 VILLACH GIOVEDÌ 20 MAGGIO 16.00 17.00 18.00 19.30 Registrazione partecipanti Inaugurazione del Congresso Tavola rotonda: “Come sono organizzate le scuole di specializzazione in Italia, Austria e Slovenja” Conclusioni VENERDÌ 21 MAGGIO 08.00-12.00 Sessioni di lavoro 15.00-18.00 Sessioni di lavoro 20.30 Cena sociale SABATO 22 MAGGIO Iscrizioni: previo invio della scheda d’iscrizione compilata entro il 22 gennaio 2010. La partecipazione al Convegno è gratuita e riservata ai primi 150 medici iscritti. 08.00-13.00 Sessioni di lavoro Chiusura del congresso 13.00 Ecm: sono stati richiesti i crediti per il Programma Ministeriale di Educazione Continua in Medicina Discipline: Anatomia Patologica, Chirurgia Generale, Genetica Medica, Medicina Interna, Oncologia, Radiodiagnostica, Radioterapia. SEDE CONGRESSUALE Sede Congressuale: Auditorium Hypo Alpe-Adria-Bank Via Alpe Adria, 6 - 33010 Tavagnacco UD www.hypo-alpe-adria.it COMITATO SCIENTIFICO • Fabio Puglisi Oncologia Medica, Università degli Studi di Udine • Andrea Piga Oncologia Medica, Ospedale Oncologico A. Businco, Cagliari • Andrea Veronesi, Diana Crivellari Oncologia Medica C, CRO di Aviano (PN) SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Meeting di Sara Zanazzi, via Villalta 32 - 33100 Udine Tel. 0432.1790500 - Fax 0432.1790854 e-mail: [email protected] www.meetingsarazanazzi.it CONGRESS CENTER VILLACH GmbH, Europaplatz 1, 9500 Villach, Tel. +43(0)4242.22522 5800 Fax: +43(0)4242.22522 5899, [email protected], www.ccv.at PRESIDENTI DEL CONGRESSO Prof. Fabrizio Bresadola - Direttore della Scuola di specializzazione di Chirurgia Generale dell’Università di Udine Prof. Dino De Anna - Direttore della Scuola di specializzazione di Chirurgia Vascolare dell’Università di Udine SEGRETERIA SCIENTIFICA G. Adani; U. Baccarani; V. Bresadola; C. Cedolini; F. Cerato; M.G. Marcellino; S. Intini; L. Noce; G. Terrosu; A. Uzzau Clinica Chirurgica, Università degli Studi di Udine [email protected] Tel. 0432.559559, Fax 0432.559555 SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Meeting di Sara Zanazzi, via Villalta 32 - 33100 Udine Tel. 0432.1790500 - Fax 0432.1790854 e-mail: [email protected] www.meetingsarazanazzi.it ISCRIZIONI La partecipazione al Seminario prevede il pagamento della quota di iscrizione, seguiranno informazioni in merito. 47