Anno XXVIII - Numero 4 - Novembre 2009 - Periodicità bimensile - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB UDINE - www.omceoudine.it
Anno XXVIII - Numero 4 - Novembre 2009 - Periodicità bimensile - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB UDINE - www.omceoudine.it
Periodico bimensile d’informazione
dell’Ordine dei Medici Chirurghi
e Odontoiatri della Provincia di Udine
Anno XXVIII - N. 4
Novembre 2009
Direttore editoriale
e direttore responsabile
Dott. Luigi Conte
Coordinatore
Dott. Mario Da Porto
Redazione
Dott.ssa Annamaria Bergamin Bracale
Dott. Lorenzo Cereatti
Dott.ssa Daniela Gnesutta
Dott. Andrea Pantarotto
Dott. Emanuele Rampino Cordaro
Dott.ssa Donatella Rizzi
Dott.ssa Grazia Siciliano
Dott. Duilio Tuniz
Dott.ssa Maria Grazia Zuddas
Direzione, Redazione
e Amministrazione
Ordine dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri
33100 Udine - Viale Diaz 30
Tel. 0432 504122
Fax 0432 506150
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33010 Reana del Rojale
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Tribunale di Udine
n. 18 del 10/07/2000
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del Rojale (UD), via Vittorio Veneto, 106; il responsabile del trattamento è Chiandetti Cristina, verso il quale Lei potrà esercitare i diritti di cui all’art. 7 D.Lgs 196/03.
Sommario
4 Convocazione Assemblea Ordinaria 2009
6 Giornata del Medico 2009
11 Nuovi iscritti nel 2009
12 La crisi dei congressi scientifici
13 La musica sia con voi
15 FNOMCeO
19 Dalla Regione
26 Centro per lo studio e la promozione delle professioni mediche
27 Cosa fare per non ammalarsi di contenzioso medico-legale
30 La relazione politica sanitaria e l’etica
32 Unione Italiana Ciechi
33 Sani soliti sospetti
36 Diritto sanitario
38 Recensioni
43 A.M.M.I.
44 Corsi, Convegni e Congressi
3
CONVOCAZIONE ASSEMB
A TUTTI
GLI ISCRITTI ALL’ORDINE
DEI MEDICI CHIRURGHI
E DEGLI ODONTOIATRI
DELLA PROVINCIA DI UDINE
La S.V. è invitata all’Assemblea Ordinaria che avrà luogo Venerdì 18 dicembre 2009 alle
ore 6 in prima convocazione, presso la Sede dell’Ordine, in Via Diaz n. 30, ed in seconda
convocazione
SABATO 19 DICEMBRE 2009, alle ore 10.00
LORO SEDI
presso la Sala delle Conferenze della Sede dell’Ordine, Via Diaz n. 30, Udine.
Verrà discusso il seguente ordine del giorno:
1) Lettura ed approvazione verbale seduta del 17.01.2009;
2) Relazione del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Udine;
3) Relazione del Presidente della Commissione per gli iscritti all’Albo degli Odontoiatri;
4) Approvazione del Bilancio Consuntivo 2008. Relazione del Tesoriere e del Presidente del
Collegio dei Revisori dei Conti;
5) Approvazione del Bilancio di Previsione 2010. Relazione del Tesoriere e del Presidente
del Collegio dei Revisori dei Conti;
6) Varie ed eventuali.
SI PREGA VIVAMENTE DI NON MANCARE.
IL PRESIDENTE
Dott. Luigi Conte
P.S.: Si ricorda che l’Assemblea è valida in prima convocazione con l’intervento di almeno il
25% degli iscritti, e che ogni iscritto può essere investito da non più di due deleghe, che devono essere apposte in calce all’avviso di convocazione dell’iscritto delegante.
La seconda convocazione è valida, trascorso un giorno dalla prima, qualunque sia il numero
degli intervenuti, purché non inferiore a quello dei Componenti il Consiglio (art. 24, comma
3, dello Statuto dell’Ordine).
A norma di regolamento saranno computati come intervenuti gli Iscritti i quali abbiano delegato uno dei presenti. Nessun iscritto può essere investito da più di due deleghe.
DELEGA
Il sottoscritto ........................................................................................................ nato il ...........................................
Dott. ..........................................................................................................................................................................
Data ................................................
4
Firma ......................................................................................
✁
delega a rappresentarlo in sede di discussione di voto all’Assemblea Ordinaria annuale
del 18 dicembre 2009 (prima convocazione) e 19 DICEMBRE 2009 (seconda convocazione) il
LEA ORDINARIA •2009
lle ore 10.20 del giorno 17.1.2009
il Presidente, constatata la presenza del numero legale dichiara
aperta la seduta.
A
L’Assemblea procede all’approvazione del verbale della seduta precedente.
All’apertura dei lavori il Presidente
propone un minuto di raccoglimento
in ricordo dei colleghi deceduti nel
corso dell’anno 2008.
A questo punto il Presidente ed il
dott. Maisano procedono alla lettura
delle relazioni morali, che vengono allegate agli atti. Successivamente
prende la parola il dr. Braga – Neo
eletto Presidente della Commissione
Odontoiatri. Dichiara che garantirà il
massimo impegno per l’assolvimento
della carica cercando di unificare la
professione e risolvere le problematiche più importanti. Aggiunge altresì
che occorre migliorare la cultura sanitaria della popolazione. La neo
eletta Commissione cercherà altresì
di organizzare iniziative formative.
Preliminarmente l’Assemblea procede all’approvazione della deliberazione n. 83 del 4.12.2008 con la quale
il Consiglio ha deliberato l’esercizio
provvisorio di bilancio.
Successivamente il Presidente dà la
parola al Tesoriere affinché esponga
la relazione al Conto Consuntivo anno
2007.
Il dr. Mascellino procede alla lettura
della relazione dei Collegio dei Revisori dei Conti al conto consuntivo
anno 2007.
Ordine dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri
della Provincia di Udine
Via A. Diaz, 30 - 33100 UDINE
Telefono 0432.504122
Fax 0432.506150
Email: [email protected]
VERBALE DELLA SEDUTA
DELL’ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI ALL’ORDINE DEI MEDICI
CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA UDINE
DEL GIORNO 17 GENNAIO 2009
Al termine delle relazioni l’Assemblea
procede all’approvazione del Conto
Consuntivo anno 2007 con i relativi
assestamenti effettuati in corso
d’anno.
Successivamente il dott. Miranda ed il
dott. Mascellino procedono alla lettura delle relazioni di rispettiva competenza al Bilancio di Previsione
2009, al termine delle quali l’Assemblea delibera l’approvazione del Bilancio di Previsione anno 2009.
A questo punto prende la parola il dr.
Vetri il quale esprime condivisione in
merito alla relazione del Presidente
evidenziando alcuni aspetti problematici della recente convenzione dei
medici di famiglia che non sono stati
posti in rilievo dal Presidente. Le problematiche riguardano l’incremento
delle incombenze burocratiche e le
liste d’attesa. Auspica un proficuo
lavoro delle competenti commissioni ordinistiche
per porre rimedio
a tale situazione. Il
Presidente condivide quanto affermato dal dr. Vetri e
ritiene che il problema delle liste
d’attesa vada ri-
solto attraverso l’apporto di tutte le
categorie interessate.
Successivamente prende la parola la
dr.ssa Nassimbeni che richiama l’attenzione dei presenti sul pericolo di
scomparsa di alcune specializzazioni,
(tra cui ad esempio la terapia del dolore). Il Presidente esprime condivisione e ricorda che è in fase di predisposizione un progetto di determinazione del fabbisogno dei medici
con la collaborazione delle competenti associazioni dei medici specializzandi.
Alle ore 12.10 il Presidente dichiara
chiusa l’Assemblea.
IL SEGRETARIO
Dott. Mario Da Porto
IL PRESIDENTE
Dott. Luigi Conte
5
dott. Luigi Conte
Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri della Provincia di Udine
ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI UD
utorità, Signore, Signori, Colleghe e
Colleghi, il prossimo anno, 2010, ricorre il centenario della nostra
Istituzione Ordinistica, un’istituzione ausiliaria dello Stato
che, per la sua alta connotazione etica e sociale viene riconosciuta quale organismo di
autocontrollo della Professione
Medica ed Odontoiatrica a tutela della salute pubblica.
Sarà l’occasione per l’apertura
di un ampio dibattito su quale
deve essere la Professione del
domani che deve rispondere
alle esigenze di una Società
profondamente mutata nei suoi
valori e nei suoi interessi ma anche per riaffermare un maggior
rispetto da parte di tutti.
Certo è che oggi ci sono numerosi messaggi preoccupanti che mirano alla riduzione della nostra libertà ed autonomia
professionale e che aggrediscono pesantemente il principio
della “scienza e coscienza”.
Noi non possiamo accettare
che la nostra Professione diventi
terreno di conquista o di scorribande scomposte di questo o
quel politico, di questo o quel
gruppo, senza il dovuto rispetto per le connotazioni etiche della nostra professione e per il nostro codice di deontologia ed
ignorando finanche le leggi dello Stato che regolano il nostro
esercizio professionale.
E stranamente mentre la magistratura sta dimostrando di capire
meglio le peculiarità della nostra
professione, è proprio la politica
che mette in campo determinazioni che ignorano le specifiche
connotazioni professionali.
A proposito delle dichiarazioni
anticipate di trattamento (cosiddetto testamento biologico)
noi proponiamo che questo
spazio di rispetto non venga invaso da una legislazione rigi-
A
6
da e prescrittiva (diritto mite) e
che non sia una terra di nessuno privata di libertà, senza
valori ed al di fuori del diritto vigente, ma chiediamo che sia la
sintesi efficace di due processi convergenti.
Sul piano etico, la moderna
deontologia medica rappresenta l’espressione più alta di
quei valori che, nella tutela dell’autonomia dell’atto medico, si
propongono di tutelare la libertà di scelta dei cittadini ed in
questo senso è niente affatto
paradossale affermare, come
noi facciamo, che l’obiezione di
scienza e coscienza prevista
dall’art. 22 del Codice garantisce tutte le libertà in campo.
Sul piano delle regole del diritto, numerose sentenze della
Corte Costituzionale, a cominciare dalla n. 338 e n. 382 del
2002, a vario titolo riprese in
quelle più recenti, ribadiscono un
orientamento costante “…in piena linea ed in severa sintonia con
la costante giurisprudenza costituzionale la quale testualmente e ripetutamente ha denunciato i limiti di discrezionalità legislativa sulle acquisizioni
scientifiche e sperimentali sulle
quali si fonda l’arte medica (n.
151/2009)... Sicché, in materia di
pratica terapeutica, la regola di
fondo risiede pur sempre ed insostituibilmente nell’autonomia
e nella responsabilità del medico che, con il consenso del pa-
7 NOVEMBRE 2009
UDINE, SALONE DEL CONSIGLIO
ziente, opera le necessarie scelte professionali (n. 338/2002).
Nel nostro paese, nella storia e
nelle sue tradizioni civili e religiose ci sono energie e risorse
straordinarie di prossimità, tolleranza, solidarietà e libertà e tutto questo patrimonio in più occasioni è stato messo in campo
per superare passaggi difficili della nostra storia civile e sociale.
Contro l’imbarbarimento del vivere sociale e civile del nostro
paese, noi riteniamo di fare
quotidianamente la nostra parte affinché quelle ricchezze
vengano nuovamente messe
in campo, in un grande progetto di concordia e tolleranza,
capace di offrire alle istituzioni,
alla nostra comunità professionale, ai cittadini, ragioni e luoghi di incontro, di dialogo, nello sforzo di unire e non dividere, colmando, nella fattispecie
l’immensa solitudine di chi non
può esprimersi e quella di chi,
medico, personale di assistenza, famiglia è invece chiamato
ad esprimersi.
E passiamo al fronte della formazione del Medico.
La qualità professionale è la
cosa di cui, come Ordini, ogni
giorno siamo chiamati a rispondere.
Ebbene, premesso che il possesso e l’utilizzo pieno ed esclusivo di specifiche conoscenze e
competenze è il patrimonio sociale ad alto valore etico-deontologico della nostra professione.
E che l’affidabilità del professionista verso i cittadini è fondata sul riconoscimento di questa caratteristica che si traduce
in servizi di assistenza e cura
alla persona ed alla collettività
ed attenzione all’ambiente secondo i principi deontologici di
giustizia e beneficialità.
Ricordiamo che i “fondamentali” di un professionista di qualità si costruiscono in un lunghissimo percorso che contempla 6 anni di formazione prelaurea e 5 o 6 anni di formazione specialistica.
E questo in Italia è competenza esclusiva dell’Università a cui
costantemente offriamo collaborazione per integrare di più e
meglio la formazione post-laurea ai bisogni ed alla complessità del moderno esercizio della nostra professione
Oggi sulla scorta di dati ed elaborazioni statistiche che stiamo
perfezionando a livello nazionale
dobbiamo impietosamente denunciare le insufficienze degli attuali modelli di programmazione dei fabbisogni e selezione dei
Relazione
DINE • RELAZIONE ALLA GIORNATA DEL MEDICO E GIORNATA SANITARIA • NOVEMBRE 2009
candidati e degli attuali modelli formativi che faticano ad allineare contenuti e didattica alle
esigenze del moderno esercizio
professionale.
Abbiamo sempre vantato che
Udine fosse all’avanguardia in
Italia per il modello formativo,
per i contenuti della formazione,
per l’oculato controllo degli accessi che evitava sacche di disoccupazione o sotto-occupazione medica.
Ebbene motivo di preoccupazione ci deriva oggi da tentativi di involuzione restauratrice di
antiquate forme di didattica che
hanno chiaramente evidenziato i propri limiti e non tengono
conto delle pressanti richieste
che vengono dalla società, dai
rappresentanti della professione e dagli studenti che chiedono non solo di acquisire conoscenze teoriche ma anche di imparare a fare e ad essere.
I processi di programmazione
dei fabbisogni e quelli relativi all’organizzazione dei contenuti
ed ai modelli di apprendimento
dei medici e degli specialisti se
non diversamente governati,
sono in marcia verso un pro-
gressivo decadimento che misureremo nei prossimi dieci/quindici anni e che vedrà aggravarsi le aree di conflitto tra sistema formativo, sistema professionale e sistema delle cure
ed assistenza.
Ed anche in questo chiediamo
più rispetto e più ascolto: non
possiamo essere chiamati a rispondere dei nostri professionisti e non poter dire la nostra
sulla loro formazione.
Un riferimento mi sia consentito al recente conflitto
minaccioso Stato-Regioni sul
patto per la Salute che sembra avviato a soluzione.
In questi anni tutti noi, con vari
accenti e nell’esercizio di ruoli
e funzioni distinte, abbiamo
espresso forti preoccupazioni
sulla tenuta del nostro SSN.
In questo SSN ci siamo anche
noi, come professionisti e come
cittadini; abbiamo creduto e
crediamo, che nonostante limiti e inadeguatezze, questo sia
ancora il sistema, che nella
salvaguardia dei principi di equità, universalità, solidarietà, por-
ta ad una sintesi alta il nostro
ruolo tecnico professionale con
quello civile e morale di garanzia dei diritti dei cittadini, che fortemente impronta le nostra deontologia professionale.
È inutile girarci intorno: la situazione è di allarme e come
sempre la parte del leone la fanno i conti economici; questi
brutalmente dicono che (dati
Confindustria) le aziende sanitarie avrebbero cumulato negli
ultimi anni circa 40 miliardi di
Euro di esposizioni creditizie
con i fornitori mentre nello stesso periodo, Confindustria e Ministero del Welfare convergono
nello stimare in 35 -37 miliardi
di euro il disavanzo dei conti
consuntivi consolidati delle
Aziende Sanitarie.
Certo, nella nostra regione le
cose vanno meglio. Ma siamo
sicuri di riuscire a “tenere gli attuali alti livelli assistenziali regionali” se il banco salta?
In questo scenario fosco, certamente serve distinguere tra
comportamenti virtuosi ed altri
meno delle amministrazioni regionali, testimoniando che un
servizio sanitario pubblico, come
il nostro, non è una missione impossibile per i paesi e per le
economie moderne.
Ma un servizio sanitario in ginocchio per debiti, con finanziamenti che si sono negli ultimi anni costantemente collocati
al 4% in meno dei costi stimati, ciclicamente occasione di
scandali, mal costume politico,
corruzione e inefficienze puntualmente enfatizzati dai mass
media, purtroppo si presta sempre più e sempre meglio a tentazioni politiche che individuano le soluzioni nella sostanziale messa in liquidazione del
SSN e R e nella messa in discussione dei principi fondanti.
Quello che a mio giudizio dovrebbe vederci tutti impegnati
non è la difesa ideologica ed
astratta del sistema che invece
ha bisogno di intelligenze creative, di innovazioni coraggiose, ma il possibile venir meno
della sua tenuta civile e sociale, a ruota della sostenibilità economica, indebolendo così una
forza centripeta della nostra
comunità che, sebbene talora
delusa e tradita, è stata ed è pur
sempre un formidabile pilastro
7
di unità e di identità civile del nostro paese.
Riflettiamo su una considerazione: che cosa sarebbe oggi e
ancor di più che cosa sarà nel
prossimo futuro la pressione di
questa crisi finanziaria ed economica se i tanti nuclei familiari, già colpiti da una riduzione
dei redditi da lavoro, non avessero la garanzia delle cure pubbliche, dell’assistenza pubblica
e dell’istruzione pubblica.
Guardiamo dunque al nostro
Welfare e alla nostra Sanità
con rigore, con severità, non nascondiamo i difetti e gli errori,
riequilibriamo le assimetrie di interessi protetti tra ceti e generazioni, tra capitoli di spesa
(assistenza, previdenza, sanità),
introduciamo modelli innovativi
di organizzazione e gestione capace di sollecitare nuove risorse e nuove intelligenze ma te-
niamoci stretti con forza la grande opera civile e sociale del Servizio Sanitario Pubblico.
L’articolata proposta di patto
per la salute, proposta dal Ministero dell’Economia ed al momento respinto dalle Regioni, in
coerenza con i dati contabili, si
muove in una prospettiva che,
persegue giustamente l’equilibrio
dei conti attraverso una razionalizzazione dei costi, definendo però un indicatore di finanziamento, (6,36% del PIL) indiscutibilmente al disotto dei fabbisogni reali e virtuosi delle regioni che stimano il sottofinanziamento in 7 miliardi di euro nel
biennio 2009/2011.
Oggi sembra che ci sia stato il
recupero di questi 7 miliardi
spalmati sul triennio. Resta il fatto che la cultura economica del
costante sottofinanziamento del
SSN innesta una spirale di sofferenza economica nella quale
potrebbere precipitare anche le
Regioni oggi virtuose, come la
nostra, e far sì che questo si tra-
duca in una contrazione e razionamento dell’offerta di servizi.
do il fisco, hanno illegalmente
portato all’estero.
Questo patto è duro ed amaro
anche per i professionisti, incidendo sulle loro quotidiane condizioni di lavoro, un disagio che
si aggiunge a quello sollevato dai
venti minacciosi ed ingenerosi
che da più parti si abbattono sulle nostra professione.
Come se non bastasse lo stesso provvedimento, prevede la
“radiazione dall’Albo”, invadendo nei termini e nei contenuti
una sfera di giurisdizione che
non è propria del legislatore.
Ed il pensiero corre al Ministro
Brunetta che rottama i Medici dipendenti a 58 anni per il prossimo triennio, li tassa pesantemente quando si ammalano e
prospetta un’improbabile galera al medico per un certificato di
malattia anche di un giorno, presunto falso o non sufficientemente comprovato in un ordinamento generale nel quale il
Parlamento ha già votato in
passato la depenalizzazione
del falso in bilancio ed oggi offre un comodo scudo fiscale per
coloro che intendono far rientrare quei capitali che, evaden-
Si avverte chiaramente l’amara
sensazione di essere invisibili o
marginali in contesti decisionali forti, che spesso restano sordi e ciechi alle nostre ragioni, talora arroganti e prevaricanti i nostri valori professionali.
Dico queste cose con profonda
amarezza ma anche con la feroce determinazione di chi rappresenta medici ed odontoiatri
che hanno ancora l’orgoglio e la
forza di pretendere quella attenzione e quel rispetto che va
riservato alla nostra professione
da parte di tutti, politica, istituzioni nazionali e regionali, università, mass-media e cittadini.
Alcuni dei premiati
Bertoni Nino
Minen Gianfranco
Di Bello Bruno
50 anni di Laurea
50 anni di Laurea
60 anni di Laurea
Cadorini
Sergio Paolo
Baxiu Gianriccardo
Fonzar Mario
60 anni di Laurea
60 anni di Laurea
Cardona Olga
Bellomo Vittorino
Foti Natale
50 anni di Laurea
60 anni di Laurea
60 anni di Laurea
D’andrea Luciano
Castronovo
Calogero
Gelsomini Teresa
50 anni di Laurea
50 anni di Laurea
Giuliani Leonardo
50 anni di Laurea
8
60 anni di Laurea
60 anni di Laurea
Cepparo
Alessandro
60 anni di Laurea
Menazzi Gino
60 anni di Laurea
Relazione del dott. Braga
Presidente CAO
G
entili signore, gentili signori, cari Colleghi, mi associo
alle parole del nostro Presidente Luigi Conte nel porgervi, anche a nome della CAO, un caloroso benvenuto a questa giornata di
festa per le professioni sanitarie.
La Commissione Albo degli Odontoiatri si occupa dal 1985, all’interno della
comune casa ordinistica, delle peculiarità della professione odontoiatrica,
seguendone il divenire e vigilando sugli aspetti etici e disciplinari, a tutela del
cittadino. Da questo osservatorio istituzionale si possono cogliere tutti i segni del cambiamento che l’odontoiatria,
come tutta la medicina e molte delle professioni liberali, sta affrontando.
Siamo di fronte ad una realtà in profonda evoluzione che sta cercando di
trasformare la professione medica in
una attività commerciale.
Una realtà che privilegia il concetto di
prestazione rispetto a quello di cura. C’è
una profonda differenza, perché il concetto di prestazione, in generale molto
gradito a chi vede nella sanità un business, implica l’idea di un bene comprabile e vendibile perché teoricamente misurabile come fosse un oggetto (si
valutano i tempi di esecuzione, i costi
vivi, il costo dell’operatore ecc.).
La prestazione ha però il difetto di non
prevedere la creazione del rapporto
umano che è alla base e che riteniamo
essere la vera garanzia di un rapporto
medico paziente equilibrato, indispensabile in un paese dove i contenziosi sanitari sono in continuo aumento e sempre più si parla della necessità di umanizzare il sistema.
Cioè di tornare a curare i pazienti, nella loro interezza, perseguendo un’ideale di ben-essere che è ben più dell’assenza di malattia.
Vorrei citare Giorgio Cosmacini che, nel
suo libro “La medicina non è una scienza” afferma che: “La medicina non è riducibile alle sue scienze di base e alle
tecniche generate da esse. Grazie a
queste, la medicina può molto, a vantaggio dell’essere umano. Però, una medicina che sia soltanto scientifico-tec-
nica, …, è una medicina ridotta, diminuita, dimezzata. È una medicina dove
i mezzi restano spesso distanziati dai
fini. Lo scopo della scienza e della tecnica, in medicina, è sempre la persona
umana. Senza “l’altra metà” finalistica,
umanologica, indispensabile per completare la sua identità, la medicina non
è se stessa. Perché la medicina non è
una scienza. Essa è di più.
Poniamoci qualche
interrogativo...
Cosa succede nella nuova realtà dei
centri low-cost, dell’odontoiatria in franchising in cui prevale la visione economicistica della professione?
Dove si vendono prestazioni e gli operatori sono fortemente condizionati da
un tempo calibrato sull’esecuzione ottimizzata della prestazione, in cui non
c’è più spazio per il rapporto umano?
A chi rispondono del proprio lavoro gli
operatori, ai pazienti o ai datori di lavoro?
Cosa succede quando i due interessi
non coincidono?
Sono problemi che possono diventare
preoccupanti dal punto di vista della tutela della salute se non si ipotizza una
mediazione della coscienza, cioè della responsabilità di una persona verso
l’altra, se non si rivendica il ruolo di quella Deontologia che non può essere ridotta alla sola trasparenza dei prezzi,
ma deve prevedere la trasparenza del
rapporto umano tra medico e paziente.
Normalmente, con il fatto che il paziente
paga il medico, sembra che tutti i diritti stiano da una parte e tutti i doveri dall’altra. In realtà non è così.
Esiste un dovere importante da parte
del paziente (e per contro un diritto da
parte del dentista): il cittadino paziente deve comprendere che la scienza e
la tecnologia non sono di per sé una garanzia assoluta di raggiungimento della salute.
Il paziente non può delegare totalmente e passivamente al medico la sua
salute, ma deve farsi parte attiva e diligente in questo processo, responsa-
MEDICI PREMIATI
50 ANNI DI LAUREA
Bertoni Nino
Cadorini Sergio Paolo
Cardona Olga
D’andrea Luciano
Giuliani Leonardo
Minen Gianfranco
Pelizzo Maria Teresa
60 ANNI DI LAUREA
Baxiu Gianriccardo
Bellomo Vittorino
Castronovo Calogero
Cepparo Alessandro
Di Bello Bruno
Fonzar Mario
Foti Natale
Gelsomini Teresa
Menazzi Gino
Sebastiani Carlo
FARMACISTI PREMIATI
50 ANNI DI
ISCRIZIONE ALL’ALBO
Burelli Carlo
Candussi Loris
Durisotto Luigi
50 ANNI DI LAUREA
Mugani Ferdinando
Nazzi Anna
Patini Giuseppe
Treu Luciano
60 ANNI DI LAUREA
Franceschinis Fernanda
Miotto Giovanna
VETERINARI PREMIATI
60 ANNI DI LAUREA
Mulloni Girolamo
9
Not izie in breve...
FINI, la politica non decida
su vita e morte
bilizzandosi e comprendendo anche le ragioni di questa professione: solo così potrà fare le
scelte giuste.
Non solo. Noi Medici dobbiamo ritrovare il nostro ruolo di educatori alla salute ed al suo mantenimento, un ruolo che vede gli Odontoiatri preoccuparsi da sempre di prevenzione e di modifica degli stili di vita non adeguati per arrivare
ad un miglioramento anche della salute generale.
L’alternativa a tutto questo è un rapporto deficitario in cui, alla fine, chi ha più da perdere è
il paziente stesso.
I dati della Spagna e della Lombardia parlano
chiaro: nelle realtà dove hanno prevalso le scelte economicistiche, si è verificato un drammatico declino della qualità delle cure erogate, con un importante aumento dei danni ai pazienti, seguito inevitabilmente da un incremento
dei contenziosi medico-legali.
In Spagna il 70 % dei contenziosi è riferito ai
dentisti dei centri in franchising e low cost; in
Lombardia, il dott. Scarpelli, uno dei massimi
odontologi forensi italiani, in assenza di dati ufficiali, ci riferisce l’esperienza personale di una
situazione sovrapponibile.
Rivolgo quindi un forte appello ai colleghi affinché non si facciano travolgere dalla deriva
mercantile della professione e ai pazienti di non
permettere che questo succeda.
Vorrei concludere con un saluto affettuoso ai
colleghi, agli amici che celebrano con noi l’appartenenza alla Professione da 50 e 60 anni,
un traguardo davvero invidiabile a cui tutti speriamo di arrivare, ritrovandoci in una realtà rinnovata in cui essere medico sia ancora motivo di orgoglio ed in cui la componente umana
ed umanistica della professione ritrovi il suo posto naturale.
10
“Talvolta la politica è sorprendente. Non si interroga ad esempio abbastanza sul come frenare
le morti sulla strada o le morti
bianche nei luoghi di lavoro, poi
però pretende di avocare a sé il
diritto tremendo e assoluto di decidere della vita e della morte
delle persone in stato vegetativo
irreversibile, laddove sarebbe
più giusto affidarsi alla volontà
dell’essere umano che vi è direttamente coinvolto”. Lo scrive
Gianfranco Fini nel suo libro-lettera ai ragazzi nati nel 1989, ‘Il
futuro della libertà’. “Il caso di
Eluana Englaro – continua il presidente della Camera – ci ha dimostrato in modo eclatante che
la politica italiana tende ancora
a presentarsi, nei momenti di più
aspro confronto, non secondo le
linee contemporanee del ‘fare’,
ma secondo le linee novecentesche dell’‘essere’, vale a dire le
linee in definitiva rassicuranti,
ma immobili, dell’‘identità’. Non
cerca di essere giudicata per ciò
che realizza, ma per ciò che rappresenta. E che cosa c’è di più
potente, di più evocativo, di
più immaginifico, di più mobilitante e allo stesso tempo di più
fuorviante che proporsi come il
‘partito della vita’ contro il ‘partito della morte’?”, aggiunge. “Se
la politica obbedisce a queste
vecchie sollecitazioni – si chiede
ancora Fini – è allora credibile
quando poi si propone come costruttrice di futuro? Può la società trarre dalle tante parole
neoideologiche, similideologiche
o paraideologiche che arrivano
all’opinione pubblica un motivo
di speranza e di fiducia? Mi pare
piuttosto difficile”, rimarca.
Avviso importante agli Iscritti
Poiché nel corso dell’anno 2010 avverrà la
celebrazione del centenario della prima fondazione
degli Ordini, l’Ordine di Udine promuove
una raccolta di materiale storico, fotografie,
presidi medico-chirurgici, produzioni artistiche,
in possesso degli iscritti al fine di realizzare
nel corso del prossimo anno una mostra.
Ringrazio anticipatamente i Colleghi
che aderiranno all’iniziativa.
Il Presidente
Luigi Conte
NUOVI ISCRITTI NEL2009
Albo Medici Chirurghi
COGNOME
ARNOLDO
BALDIN
BAROSELLI
BELLONI
BELLUZZO
BELTRAME
BERTOZZI
BON
BRAMUZZO
BUDAI
BUTTAZZONI
BUTTERA
CADEL
CANALAZ
CHIOZZOTTO
DA POZZO
DALLA TORRE
DE GIUSTI
DEL FABBRO
DELLA PIETRA
DI PIAZZA
DIMOV ILKO
DRAGOS ANDREA
DRIUSSI
ELLERO
FABRO
FRANCO
GANZITTI
GORLATO
GUTTILLA
KRUSE
LUTMAN
MARTELLANI
MAURIGH
MINATTI
NAPOLI
PATILI
NOME
LUCA
PAMELA
ANTONIO
ANNA
MARCO
ARIANNA
SERENA
ANDREA
MATTEO
CATERINA
MATTIA
STEFANIA
ILARIA
FRANCESCA
MARIANNA
FRANCESCA
CHIARA
VALENTINA ANNA
ANNA
LORENZO
LAURA
YORDANOV
MIHAELA
CATERINA
TITO
MAURO
FRANCESCA
LAURA
GAIA
ANDREA
PETER
CRISTINA
LINDA
ALESSIA
STEFANIA
RENATA
ELLI
DATA ISCRIZIONE
17/02/09
17/02/09
17/02/09
22/07/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
08/04/09
17/02/09
17/02/09
22/07/09
05/10/09
22/07/09
17/02/09
08/04/09
08/04/09
08/04/09
22/07/09
17/02/09
17/02/09
02/09/09
08/04/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
22/07/09
17/02/09
08/04/09
17/02/09
22/07/09
17/02/09
08/04/09
08/04/09
22/07/09
COGNOME
PATRIARCA
PECILE
PEZZETTA
PICCOLO
PILOTTO
PIOL
PIZZIMENTI
POLONIA
RISPOLI
RODARO
ROMANO
SAMMARTINO
SAPPA
SARAO
SERIAU
SOTHMANN
SPAGNUT
TABOGA
TOSCANO
UDERZO
VERNUCCIO
VIGO
VILLA
ZAMAI
ZONTA
NOME
MARIA MARTINA
DAMIANO
SERENA
STEFANIA
CHIARA
FEDERICA
CHIARA
ELISA
ILARIA
FABIO
KATIA
FRANCESCO
ROBERTA
VALENTINA
LUCA
MEIKE
GIULIA
FLAVIO
WILLIAM
DARIO
DANIELA
CLAUDIA
GIOVANNI
VALENTINA
ROSSELLA
DATA ISCRIZIONE
22/07/09
08/04/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
22/07/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
17/02/09
22/07/09
22/07/09
17/02/09
07/01/09
22/07/09
17/02/09
22/07/09
17/02/09
08/04/09
08/04/09
17/02/09
22/07/09
22/07/09
Albo Odontoiatri
COGNOME
BENEDETTI
BROCCATO
MICHELINI
PAOLONI
PICO
SIMONELLI
ZANGRANDO
NOME
MATTEO
MASSIMILIANO
GIULIA
LUCA
CAMILLO
ANNA
ALICE
DATA ISCRIZIONE
07/01/09
07/01/09
07/01/09
07/01/09
07/01/09
07/01/09
07/01/09
DURANTE L’ANNO CI HANNO LASCIATO:
Candussio Maria Luisa, Del Medico Alessandro, Gennaro Sergio, Percotto Giancarlo, Ricciardelli Errico,
Rieppi Giorgio, Sala Luigi, Marangone Giovanni Battista, Lupieri Sergio, Lisco Romano, Spiotta Noè.
11
LA
crisi congressi
SCIENTIFICI
DEI
a crisi dei congressi scientifici è reale e ci deve far ri- interessanti le sessioni che presiedono, tenendo alto il livello
flettere. I congressi, per essere utili alla professione, do- di attenzione del pubblico. Anche in questo caso, essere
vrebbero contenere sezioni a tema con relazioni conse- chairman è un’opera di servizio alla professione. Tuttavia,
quenziali mai ripetitive, coordinate prima tra i relatori da un nella realtà dei congressi, molte volte i chairman non sanno
comitato scientifico.
chi parla né di che cosa si parla. Vogliono solo vedere il loro
Ai relatori dovrebbe essere fornita una griglia da seguire nome scritto sulla locandina.
corredata da una serie di domande a cui dare risposte ben Certamente sarebbe un errore generalizzare, perché esiprecise che saranno la base di partenza di una
stono anche realtà congressuali serie, eticatavola rotonda alla fine del congresso, che dia
mente orientate, con chairman che svolgono
utili indicazioni ai clinici per meglio curare, il
in modo egregio la loro funzione.
lunedì mattina, i propri pazienti.
Esiste poi una differenza profonda fra conI congressi non dovrebbero essere lottizzati I congressi non
gressi delle società scientifiche e congressi
dagli sponsor, non legati alla realtà, con relaaziendali. Sono due momenti culturali diffezioni scollegate, autocelebrative per i relatori. dovrebbero essere
renti, anche se di solito hanno più successo i
Ogni relatore prima di preparare una confe- lottizzati dagli
congressi aziendali per una ragione specisponsor, non legati fica: sono gratuiti e sono ben commercializrenza clinica dovrebbe tenere presente:
zati.
■ il paziente: bisognerebbe chiedersi quali be- alla realtà, con
I congressi aziendali sono utili per imparare
relazioni
nefici clinici presentano per gli assistiti le
una tecnica, tuttavia non c’è contraddittorio
scollegate,
terapie o i trattamenti proposti;
e il messaggio dei relatori è controllato dalle
■ il pubblico a cui si rivolge: bisognerebbe autocelebrative
aziende.
presentare messaggi chiari basati su ricer- per i relatori.
Molti relatori, pur di avere il loro momento
che cliniche, se di clinica si parla, non solo “Esiste poi una differenza di gloria, cercano di assumere il ruolo di venpubblicate sulla letteratura, ma frutto di profonda fra congressi
ditori nella speranza di essere invitati di
ricerche cliniche serie da parte del rela- delle società scientifiche e nuovo a parlare.
tore. Tralasciare effetti speciali per stupire, congressi aziendali...
Così facendo perdono credibilità, e le aziende
ma fare una relazione eticamente orientata anche se di solito hanno
la loro trasparenza.
con lo scopo di curare i pazienti e offrire più successo i congressi
Forse per far ritornare i colleghi ad aggiorun’informazione seria ed etica ai professio- aziendali per una
narsi con entusiasmo, non solo per prendere
nisti. Fare il relatore è una mission di ser- ragione specifica: sono
i punti Ecm, si dovrebbero seguire questi
gratuiti e sono ben
vizio, non di autocelebrazione.
suggerimenti adottati da molte società scienAnche i chairman hanno un ruolo ben preciso: commercializzati...”
tifiche estere e solo in Italia dalle più prestidovrebbero coordinare le relazioni e rendere
giose.
di Tiziano Testori
L
12
C
i fa piacere portare a conoscenza
la notizia che l’Ordine dei Medici
e Odontoiatri della Provincia di
Udine ha stipulato con l’Associazione
Amici della Musica una convenzione rivolta alla divulgazione della cultura musicale presso i propri associati. Il contenuto della convenzione contempla la
possibilità di stipulare un abbonamento
o di accedere ai concerti singoli della
Stagione 2009-2010 con un prezzo notevolmente agevolato.
Inoltre è anche previsto che, nel caso venisse raggiunto un numero minimo di
10 abbonamenti, per questi associati
sarà tenuto un corso gratuito di alfabetizzazione musicale rivolto all’avvicinamento alla musica attraverso l’acquisizione di codici e conoscenze utili per
affrontare una partitura musicale, capirne la scrittura e giungere ad avviare i
primi passi per la pratica di uno strumento.
Per quanto concerne sia l’adesione a costo ridotto all’abbonamento comprendente i concerti che fanno seguito a questa comunicazione, come alla partecipazione di volta in volta allo spettacolo singolo, ci si può rivolgere direttamente al botteghino del Teatro Palamostre di Udine aperto in precedenza a
ogni concerto esibendo la tessera di appartenenza all’Ordine che vale anche
per la concessione dell’importo agevolato ai familiari.
Per dare opportuna conoscenza in merito al notevole impegno che anima le
La musica sia con voi
di ALDO RINALDI
Tra Ordine dei Medici e
Odontoiatri e Amici della
Musica stipulata una
convenzione che offre ai
propri associati la possibilità
di stipulare un abbonamento
o di accedere ai concerti
singoli della stagione
2009-2010 con un prezzo
notevolmente agevolato.
iniziative degli Amici della Musica, associazione culturale fondata nel 1922,
facciamo seguire la stesura del calendario completo dei concerti programmati
per il 2009-2010 dalla concertista Luisa
Sello, presidente degli Amici della Musica, certamente una stagione concertistica di altissimo livello esecutivo animata dalla presenza di artisti ben noti
nel mondo musicale internazionale.
La stagione si è aperta al Teatro Palamostre in ottobre dall’Orchestra e il Coro da
L’Orchestra e il Coro da Camera I Musici Estensi con Alessandro Cadario alla direzione
e al clavicembalo nel concerto di apertura della Stagione Musicale degli Amici della Musica
13
programma
Camera I Musici Estensi con direzione
e clavicembalo di Alessandro Cadario e la
partecipazione del soprano Jasmin Reda
e del solista alla tromba Diego Cal su
musiche di Bach, Händel. Hanno fatto
seguito le esibizioni del Trio Xjrion con
Ida Bieler (violino) Maria Kliegel (violoncello) e Nina Tichman (pianoforte)
su musiche di Mozart, Dvorak, Beethoven. È poi salito in scena il Duo formato
da Djalu Gurruwiwi (didgeridoo) e
Mauro Colombis (pianoforte) in culture
virtuose a confronto: l’uomo-orchestra e
l’uomo-natura su musiche di Liszt, Hindson e di tradizione aborigena. La parte
del programma riservata al 2009 si è
conclusa con il Duo composto da Liza
Ferschtman (violino) e Inon Barnatan
(pianoforte) su musiche di Schubert,
Franck, Debussy.
Ora la Stagione Musicale degli Amici
della Musica prosegue nel 2010 sempre
al Teatro Palamostre con inizio alle ore
20.30 con il seguente programma.
Mercoledì 13 gennaio
Trio ‘Un palco all’opera’ (pianoforte a sei mani)
Musiche di Puccini, Rossini, Verdi, Bizet
CIMO ASMD
ASSOCIAZIONE SINDACALE
MEDICI DIRIGENTI
Roma, 06.10.09 - Prot. SN/195
i comunica che il 29°
Congresso Nazionale
Elettivo CIMO-ASMD riunito
ad Abano Terme (PD)
dal 24 al 27 settembre
2009 ha eletto per il
quadriennio 2009/2013
il seguente organigramma:
S
■ Dott. Riccardo Cassi
Presidente Nazionale
Lunedì 25 gennaio
■ Dott. Giuseppe Ricciardi
Vice Presidente Vicario
Ivana Marija Vidovic (pianoforte)
Musiche di Chopin, Liszt, Peja evi
■ Dott. Giuseppe Lavra
Mercoledì 10 febbraio
■ Dott. Paolo Trovato
Dell’Oste (soprano), Mansutti (clarinetto), Mussutto (pianoforte)
Musiche di Schubert, Rossini, Verdi, Brahms
Venerdì 26 febbraio
Vito Paternoster (violoncello), Pierluigi Camicia (pianoforte)
Musiche di Beethoven, Brahms
Mercoledì 10 marzo
Quartetto Pražák (quartetto d’archi)
Musiche di Janacek, Brahms, Beethoven
Venerdì 26 marzo
Aljosa Jurinic (pianoforte)
Musiche di Chopin, Josipovic
Segretario Nazionale
Organizzativo
Segretario Nazionale
Amministrativo
■ Dott. Guido Quici
Vice Presidente
Nel confermare la
continuità della linea
sindacale condotta sino
ad ora, si assicura la
massima disponibilità
ad una concertazione
che, nell’ambito di un
sereno confronto, sarà
aperta alla comune ricerca
di valide soluzioni per la
futura attività.
Mercoledì 14 aprile
East & West Quartet (chitarre, armonica, voci, bouzouki)
Musiche di Stevens, Dylan, Simon, Rogers
Dott. Riccardo Cassi
Presidente Nazionale
Mercoledì 28 aprile
Romayne Wheeler El pianista de la Sierra Madre
La mia vita tra la popolazione Tarahurama, Messico.
Musiche di Bach-Gounod, Schubert, Liszt, Moussorgsky,
Wheeler, Gershwin,Tarrega, Tarahumara
Il ciclo musicale programmato per il 2010 si conclude con la messa in atto del
“Premio Amici della Musica 2010” comprendente lo svolgimento del 6° Concorso Internazionale Euroregione nella Sala Convegni del Circolo Ufficiali
in Via Aquileia a Udine nei giorni di Venerdì 7 maggio ore 20.30 con l’esibizione
del Conservatorio Tomadini Udine e l’Accademia di Lubiana, Sabato 8 maggio
ore 20.30 con l’Università di Musica di Graz e l’Accademia di Zagabria, Domenica 9 maggio ore 20.30 con l’Accademia di Bratislava e infine Domenica 9 maggio ore 16.00 con l’Assegnazione del Premio e la Cerimonia di chiusura.
14
CIMO ASMD • Via Nazionale, 172 - 00184 Roma
Telefono 06.678.84.04 r.a. - Fax 06.678.01.01
E-mail: [email protected] - Sito: www.cimoasmd.it
Federazione Nazionale
degli Ordini dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri
FNOMCeO
IL DOCUMENTO FNOMCEO SULLE DAT DIVENTA TESTO BASE
PER LA DISCUSSIONE IN COMMISSIONE AFFARI SOCIALI DELLA CAMERA
Audizione informale presso la Commissione
AFFARI SOCIALI - CAMERA DEI DEPUTATI
su CONSENSO INFORMATO
E DICHIARAZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO
Illustre Presidente, Illustre Relatore, Onorevoli
Deputati, grazie per questo invito ad una audizione informale sulle questioni poste dal provvedimento legislativo recante norme in materia
di Consenso informato e Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (D.A.T.); sono con me il Dr.
Aldo Pagni e il Dr. Aristide Paci, sia come componenti la nostra Consulta Nazionale Deontologica sia nell’autorevole veste di pregressi
Presidenti della FNOMCeO.
La loro presenza intende ancor più sottolineare
il rispetto che portiamo alle funzioni sovrane del
Parlamento e la continuità nei nostri ordini, del
pensiero e della ricerca etica, civile e tecnicoprofessionale che ha sempre contraddistinto lo
sviluppo della deontologia medica.
Il nostro sforzo nel definire gli orientamenti sulle
delicate materie, oggetto di questa audizione è,
oggi come sempre, quello di rifuggire opportunismi contingenti, scontri su pregiudiziali ideologiche, radicandoli invece nei principi che ispirano il nostro Codice Deontologico.
Noi riteniamo che questi principi, in un’epoca di
travolgenti trasformazioni culturali e sociali e di
straordinarie innovazioni tecnico scientifiche,
debbano essere il punto di riferimento di valori
condivisi, l’incontro pacifico di diversità, in
buona sostanza uno strumento formidabile nella
costruzione e nel sostegno della solidarietà tra
uomini, tra persone, tra cittadini che da sempre
costituisce la grande identità civile e morale
del nostro paese, del nostro popolo e della nostra professione.
La forza di tali principi si misura quotidianamente in tanti campi del nostro agire professionale, ma la loro valenza è cruciale nelle con-
D.A.T.
Dichiarazioni
Anticipate di Trattamento
Il documento approvato a Terni nel giugno u.s.
dal Consiglio Nazionale della FNOMCeO a larghissima
maggioranza (con solo 5 voti contrari su 106) che
aveva suscitato interessati commenti da parte
di piccoli settori della società e dei rispettivi organi
di informazione, a dimostrazione del suo equilibrio
e della sua completezza per la tutela di tutti i cittadini
e dei medici, è stato adottato come testo base per
la discussione alla Commissione Affari Sociali della
Camera dei Deputati. Riportiamo il testo dell’audizione
dell’8/10/09 del nostro Presidente Amedeo Bianco.
dizioni più difficili, quando malattia e morte, sofferenza e dolore, rendono fragili anche i più
forti ed ognuno pone a se stesso e a chi se ne
prende cura le domande più difficili.
Il nostro percorso di ricerca, trasferito e costantemente rinnovato nel Codice Deontologico, non è mai stato in passato e non è oggi,
estraneo alle regole etiche e civili fondanti la nostra società né a quelle metodologiche che
oggi governano le applicazioni della medicina; in
altre parole il diritto primario espresso dalla nostra Costituzione e dalle leggi, i principi fondanti
la moderna bioetica, le regole della buona pratica clinica, basata sulle evidenze delle prove di
efficacia.
Su queste e su altre materie eticamente sensibili, la nostra riflessione si svolge dunque
tutta all’interno di questi principi, dando le coordinate per un esercizio professionale posto a
garanzia della dignità e libertà del paziente,
delle sue scelte, della sua salute fisica e psichica, del sollievo delle sofferenze e a tutela
15
della vita, in una relazione di cura costantemente proiettata a realizzare un rapporto equo tra chi cura e il soggetto di
cura, capace di ascoltare ed offrire risposte diverse a domande diverse.
È questo il razionale civile, etico e tecnico professionale di quella
alleanza terapeutica, che noi proponiamo quale espressione alta
e compiuta della paritaria libertà e dignità di diritti e doveri tra curante e paziente, nel rispetto dei diversi ruoli.
L’autonomia decisionale del cittadino, il suo consenso/dissenso
informato è il primo pilastro di questa alleanza terapeutica, il secondo pilastro sta nell’autonomia e nelle responsabilità del medico chiamato ad esercitare le sue funzioni di garanzia.
Questo incontro, unico e straordinario, non ha natura contrattualistica; entrambi i pilastri sono chiamati a reggere un architrave
di relazioni etiche, civili e tecnico professionali, ognuna specifica
ed irripetibile, che consente al soggetto di cura e al curante di
esprimere la propria autonomia e la propria responsabilità nelle
scelte.
Questo è il percorso che ci ha portato al Documento di Terni del
giugno scorso, che riproponiamo alla Vostra attenzione e che
alleghiamo alla presente audizione costituendone il merito, unitamente a tutta la documentazione scritta della nostra riflessione
deontologica degli ultimi anni su temi che coinvolgono la cosiddetta etica di confine, quella di inizio e fine vita.
Su questi temi, così straordinariamente vicini, non abbiamo ragionato da soli, abbiamo chiesto e ricevuto la collaborazione
dalle Società Medico Scientifiche, dall’Associazionismo, dalle
competenze di illustri giuristi, bioeticisti, dalle istituzioni e dalla
politica.
Il documento di Terni, che ripeto è il nostro contributo di oggi,
si propone innanzitutto come riflessione, autonoma e responsabile, di stretto profilo deontologico, sulle specifiche e complesse questioni poste da una regolamentazione legislativa
delle DAT e le considerazioni in esso contenute, sono state oggetto di un vasto consenso e di un limitato dissenso, testimoniando in tal modo non una espressione irragionevole o addirittura illegittima della deontologia medica, bensì la serietà del
nostro percorso di confronto e di ricerca nelle diverse culture
e sensibilità della professione e della società; un cammino che
certamente non riteniamo concluso.
Nel documento esprimiamo le nostre considerazioni su questioni controverse, quali ad esempio gli elementi di validità giuridica delle DAT, gli ambiti di efficacia in ragione dei soggetti e
delle condizioni coinvolte, il ruolo della Nutrizione Artificiale e di
ogni altro trattamento di supporto e sollievo dalle sofferenze, i
profili di tutela sia tecnica (più prudenza e più ricerca sui profili
diagnostici, prognostici e terapeutici degli stati vegetativi), sia
socio-assistenziale definendo concrete ed accessibili garanzie
di aiuto ai pazienti ed alle famiglie che con straordinaria ed amorevole dedizione orientano la loro esistenza alla presa in carico
di queste fragilità.
Su queste e altre questioni che profondamente coinvolgono
“l’intimità della persona” ed i diritti dei cittadini, abbiamo suggerito in passato, e ribadiamo oggi, l’opportunità che il legislatore dispieghi un diritto mite, che si limiti cioè a definire la cornice delle legittimità giuridiche sulla base dei diritti costituzionalmente protetti e nel rispetto dei principi ispiratori della
moderna bioetica e delle Deontologia Medica
No dunque all’eutanasia, no a trattamenti futili e sproporzionati,
no all’abbandono dei più fragili garantendo loro l’accesso e la disponibilità piena ad ogni cura e trattamento, sì all’autonomia del
paziente, sì alla autonomia del medico per una alleanza tera16
peutica quale unico elemento e strumento idoneo a dare risposte proporzionate, condivise ed accettabili alle domande più
difficili, responsabilizzando e legittimando così, sul piano etico e
civile, chi decide e quanto si decide.
Questo spazio di rispetto, che proponiamo non venga invaso da
una legislazione rigida e prescrittiva, non è un’arena privata di libertà senza regole di valori ed al di fuori del diritto vigente, ma
la sintesi efficace di due processi convergenti.
Sul piano delle regole etiche, la moderna deontologia medica rappresenta l’espressione più alta di quei valori che, nella tutela dell’autonomia dell’atto medico, si propongono di tutelare la libertà
di scelta dei cittadini ed in questo senso è niente affatto paradossale affermare che l’obiezione di scienza e coscienza prevista dall’art. 22 del Codice garantisce tutte le libertà in campo.
Sul piano delle regole del diritto, numerose sentenze della Corte
Costituzionale, a cominciare da quelle n. 338 e n. 382 del 2002,
a vario titolo riprese in quelle più recenti n. 438/2008 e n.
151/2009 ribadiscono un orientamento costante che possiamo
riassumere con passi originali a partire dall’ultima, secondo la
quale: “…in piena linea ed in severa sintonia con la costante giurisprudenza costituzionale la quale testualmente e ripetutamente ha denunciato i limiti di
discrezionalità legislativa sulle acquisizioni scientifiche e sperimentali sulle quali si fonda l’arte medica
(n. 151/2009)... Sicché, in materia di pratica terapeutica, la regola di fondo risiede pur sempre ed insostituibilmente nell’autonomia e nella responsabilità
del medico che, con il consenso del paziente, opera
le necessarie scelte professionali (n. 338/2002).
Nel concreto delle DAT, il legislatore, a nostro giudizio, non può
non tener conto delle differenze sostanziali tra un consenso/dissenso attuale e anticipato dovendo, nel secondo caso proteggere la libertà di scelta con l’incremento delle tutele formali (le
forme ed i limiti delle DAT) e sostanziali (i contenuti delle DAT, i
profili di responsabilità, il ruolo delle famiglie, infine la posizione
di garanzia, autonoma e responsabile, del medico).
In particolare, la posizione di garanzia del medico, che va sempre promossa e protetta in ogni relazione di cura nel rispetto dei
diritti costituzionalmente sanciti del paziente, assume particolare
significato nelle DAT non per eludere o evadere le dichiarazioni
anticipate ma per declinarle dal passato al presente, dall’ipotesi
al fatto, dall’ignoto alle migliori evidenze disponibili, per accompagnare ognuno nella sua storia di vita, unica ed irripetibile.
Illustre Presidente, Onorevoli Deputati, siamo a Vostra disposizione per ogni ulteriore chiarimento ritenuto utile al Vostro difficile compito, dal quale ci auguriamo possa nascere un’offerta ai
cittadini, alle istituzioni, alla nostra comunità professionale, di ragioni e luoghi di incontro, di dialogo, nello sforzo di unire e non
dividere.
Nel nostro paese, nella sua storia e nelle sue tradizioni civili e religiose ci sono energie e risorse straordinarie di prossimità, tolleranza, solidarietà e libertà e tutto questo patrimonio in più occasioni è stato investito per superare passaggi difficili della
nostra storia civile e sociale.
Oggi quelle ricchezze vanno nuovamente messe in campo, in un
grande sforzo di concordia e tolleranza, anche al fine di colmare
l’immensa solitudine di chi non può esprimersi e di chi, medico,
personale di assistenza, famiglia, è invece chiamato ad esprimersi.
Il Presidente
Amedeo Bianco
FNOMCeO
Federazione Nazionale
degli Ordini dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri
assenteismo
• ANALISI DEL PROBLEMA
• POSSIBILITÀ Dl ATTIVARE UN PERCORSO DI ANALISI DEL
PROBLEMA COMPRENDENTE UN MONITORAGGIO DEL
FENOMENO
• INDIVIDUAZIONE DI POSSIBILI CORRETTIVI
• IL PUNTO DI VISTA DEI MEDICI DIPENDENTI PUBBLICI
L’assenteismo rappresenta un complesso fenomeno legato alla organizzazione del lavoro, in
particolare, rispetto al clima organizzativo, comprende aspetti di motivazione del lavoratore e
la messa in atto di comportamenti opportunistici
variamente finalizzati.
Nello specifico dell’analisi del rapporto tra assenteismo e certificazione medica, si deve
prima di tutto distinguere la funzione dominante
che il singolo professionista è chiamato ad assolvere nei confronti dell’individuo.
Il medico curante abilitato alla certificazione
(sia esso il medico di medicina generale o specialista convenzionato o l’ospedaliero dipendente pubblico) non può che essere prioritariamente legato alla funzione di tutela della
salute e del benessere del lavoratore; il controllo della efficienza della organizzazione del lavoro è una funzione professionalmente e deontologicamente subordinata alla prima.
Pertanto la certificazione del medico in funzione di curante consiste esclusivamente nel
“fare certa” una condizione di malattia o disagio che impedisce temporaneamente la capacità di lavoro della persona con una formulazione della diagnosi e della prognosi
condizionata dalla esigenza di guarigione del
paziente e dal rapporto di fiducia (prolungato
nel tempo per quanto riguarda il medico di famiglia o limitato nel tempo per quanto riguarda
il medico ospedaliero o ambulatoriale dipendente) che deve essere considerato inviolabile.
Il medico fiscale ha solo il compito di “fare certa”
una condizione di malattia o disagio che impedisce temporaneamente la capacità di lavoro della
persona.
Tra le svariate condizioni patologiche o di disagio che impediscono temporaneamente la capacità di lavoro sono comprese anche quelle
non sempre dimostrabili o obiettivabili, in cui la
certificazione deve necessariamente fondarsi
sulla dichiarazione resa dal paziente al proprio
medico. La difficoltà di obiettivare la diagnosi è
frequente soprattutto nelle prognosi brevi (entro tre giorni). In questi casi il metodo più accurato per avvicinarsi alla verità rimane la valutazione intuitiva e discrezionale del medico.
E CERTIFICAZIONE MEDICA
È quindi necessario, in un clima di reciproca responsabilità civile e di consapevolezza delle ricadute significative del problema, ribadire la
necessità da parte dei medici di assumere un
atteggiamento di massima responsabilità in una
funzione delicata come quella della prescrizione
dei giorni di malattia o di verifica delle patologie.
A questo scopo è necessario promuovere la motivazione dei medici offrendo loro momenti di verifica del proprio comportamento fondato su una
revisione di indicatori statistici (procedure di audit), invece di sottoporlo
alla massima responsabilizzazione del
singolo atto con specifiche sanzioni.
Fermo restando naturalmente quanto già previsto dalla legge e cioè la punibilità del medico
che si rende responsabile di una falsa prescrizione.
Sarebbe opportuno, pertanto, considerare la
possibilità di attivare la rilevazione del
maggior numero possibile di dati al riguardo, ad esempio esaminando la distribuzione del numero di certificati rilasciati suddivisi per classi di età e
per causa di malattia, correlando questi ai diversi tipi di contratto di lavoro
ed alla condizione socio-economica del
lavoratore.
Ciò potrebbe essere realizzato individuando un
campione rappresentativo di medici ricercatori,
cui richiedere la registrazione, in un definito
periodo di tempo, di tutte le informazioni ricavabili dalla certificazione, quali ad esempio,
17
classi di età, sesso, durata della malattia,
diagnosi, classificazione del tipo di attività
svolta, tipologia del contratto di lavoro,
grado di istruzione, ecc.
Sulla base delle evidenze risultanti da questo studio sarebbe possibile analizzare la
relazione fra il tipo e la frequenza delle certificazioni e le regole contrattuali cui sono
sottoposte, ed individuare altresì alcune
ipotesi di intervento, fra le quali dovrebbero essere prese in considerazione.
■ Studiare e proporre, nella attuale fase
di rinnovo della convenzione tra MMG
e SSN, la possibilità di strutturare il
compenso dei MMG legandolo a meccanismi virtuosi, vedi obiettivi concordati raggiunti o raggiungibili, piuttosto
che a meccanismi competitivi, quali il
numero complessivo di scelte e revoche, che comportano una pressione
alla compiacenza cui il medico deve
opporre resistenza attiva.
■ Responsabilizzare la persona che richiede la certificazione per pochi giorni
attraverso la adozione, di fatto già presente in alcune realtà, della autocertificazione, individuando anche meccanismi di incentivazione ai comportamenti
virtuosi e disincentivazione di quelli devianti dalla media non giustificati da
elementi obiettivi. In questo modo, se
il paziente autocertificasse l’incapacità
temporanea al lavoro fino ai primi tre
giorni, cosa che avviene in tutto il
mondo, dal medico curante si ricorrerebbe per problemi seri di salute indipendentemente dalla previsione della
prognosi: in questi casi è assolutamente importante attivare procedure
di controllo rigorose che scoraggino
abusi.
■ Unificare nell’INPS (o in altro ente) il sistema di verifica delle certificazioni sia
del pubblico impiego che del settore
privato, definendo strategie di verifica
delle assenze su diversi livelli (generali,
di categoria, di profilo individuale**) sostenute da un sistema informativo
unico che consenta, attraverso le possibili automazioni, di velocizzare l’applicazione delle procedure di certificazione e controllo.
■ Dotare questo ente di personale medico di controllo a rapporto di lavoro
convenzionato, in modo che tali funzioni abbiano piena dignità professionale, costi preventivabili e modelli organizzativi coordinabili attraverso le
norme di un accordo collettivo nazionale.
■ Il punto di vista dei medici dipendenti pubblici - Da molti anni le
certificazioni giustificative delle assenze per malattia vengono redatte
nella quasi totalità dai medici convenzionati di medicina generale, salve rare
18
eccezioni. Tale prassi, omogenea per il
settore pubblico e per il settore privato, costituisce attività professionale
facente parte della convenzione nazionale dei medici di medicina generale ed
identifica nel rapporto fiduciario tra paziente e medico di famiglia la combinazione più opportuna per una valutazione complessiva dello stato di salute
del paziente e conseguentemente dell’eventuale prescrizione per la sospensione dell’attività lavorativa. L’Accordo
collettivo Nazionale vigente per la medicina generale ribadisce che i medici di
medicina generale sono tenuti al rilascio della certificazione “per incapacità temporanea al lavoro”. Opportunamente la circolare n. 7/2008 della
Funzione Pubblica chiarisce che le prescritte certificazioni mediche “rilasciate
da struttura sanitaria pubblica” comprendono le certificazioni rilasciate dai
medici di medicina generale escludendo i certificati rilasciati da un medico libero professionista non convenzionato. Resta, peraltro, non chiarito
se parallelamente al medico di medicina generale altri medici dipendenti
pubblici possano o debbano a richiesta rilasciare le predette certificazioni.
Attualmente dette strutture non rilasciano, salvo rare eccezioni, certificazioni giustificative delle assenze per
malattia. In particolare le strutture pubbliche accessibili al pubblico risultano
essere i pronti soccorsi ed i dipartimenti di emergenza ed accettazione;
queste strutture sono notoriamente
sovraffollate e si vedrebbero gravate di
un ulteriore adempimento burocratico
con pesanti conseguenze anche medico legali nella gestione dei pazienti
più critici (ricordiamo che attualmente
le strutture di pronto soccorso registrano trenta milioni di accessi all’anno). A nostro avviso occorre chiarire che la certificazione in oggetto è
compito esclusivo del medico di medicina generale anche al fine di non ampliare la platea di medici abilitati alla
certificazione che renderebbe di difficile
gestione il monitoraggio ed il controllo
delle attività certificative. Auspichiamo
pertanto un ulteriore chiarimento che
escluda un doppio canale certificativo
per i pazienti dipendenti pubblici anche
per scongiurare una scelta impropria da
parte dell’utenza del medico certificatore, con conflitti di attribuzione che
possono anche sfociare in atteggiamenti opportunistici. Appare inoltre indispensabile uniformare la normativa
sia per i dipendenti pubblici che per
quelli privati riconducendo entrambi ad
un unico professionista (il medico di
famiglia curante), la responsabilità della
certificazione. Parimenti le visite fiscali
di controllo andranno effettuate da personale dipendente dell’INPS o comunque sotto la diretta responsabilità dell’istituto previdenziale. La categoria
medica nel suo complesso deve farsi
carico del problema dell’assenteismo
monitorando il fenomeno ed elaborando linee guida utili per la standardizzazione e l’omogeneizzazione dei
criteri per la prescrizione del recupero
psico-fisico da attuarsi mediante
l’astensione dal lavoro. In tal senso andranno comparati i dati tra il settore
pubblico e quello privato, valutando
inoltre l’incidenza del fenomeno a livello europeo. L’entità rilevante dal
punto di vista economico delle assenze
per malattia e la loro prevenzione comporta un mutamento culturale e il coinvolgimento di tutti gli attori (Regioni
che organizzano e gestiscono il SSN,
medici dipendenti di strutture pubbliche
deputate istituzionalmente alla valutazione delle assenze sul posto di lavoro
per malattia ed infortunio quali INPS ed
INAIL, medici convenzionati di medicina generale) chiarendo i compiti e le
relative responsabilità di ciascuno.
La possibilità di acquisire incentivi economici per i medici in ragione dei risparmi
conseguiti da un sistema certificativo più
rigoroso, solleva delicate questioni deontologiche, superabili solo all’interno di un
progetto più generale di maggiore efficacia ed efficienza di tutto il sistema che attiene al benessere delle organizzazioni
del lavoro. Il sistema deve premiare i comportamenti virtuosi di tutti gli attori, a cominciare dai lavoratori.
Per approfondire i punti sopra riportati sui quali ho registrato il
consenso di massima delle principali organizzazioni sindacali mediche delle convenzioni e della dipendenza, si ritiene indispensabile
la costituzione di un tavolo di lavoro che veda la partecipazione
delle diverse categorie mediche,
delle parti sociali (Confindustria,
Confprofessioni, ecc.) e delle Istituzioni coinvolte, oltre che del Governo.
** Per profilo individuale si intende la verifica particolare da mettere in atto nei confronti di soggetti
che dimostrano un elevato livello di assenteismo risultante da una somma di assenze brevi o
da assenze particolarmente prolungate, estratte
automaticamente dal sistema informativo con
criteri di filtro definiti. In questi soggetti la verifica
effettuata attraverso una singola visita medico legale può essere insufficiente, mentre potrebbe
essere utile una conoscenza approfondita, continuata nel tempo e a volte multidisciplinare del
soggetto.
SORVEGLIANZA CASI UMANI DI
WEST NILE DISEASE
I
l Servizio sicurezza alimentare, igiene della
nutrizione e sanità pubblica veterinaria della
Direzione centrale salute e protezione sociale,
ha comunicato il recente riscontro di alcune positività per West Nile Disease (WND) allo screening-test Elisa in cavalli che non dimostravano sintomatologia clinica, presenti in aziende situate
all’interno dell’area a rischio (Laguna di Marano)
individuata dal Piano di sorveglianza nazionale per
l’encefalomielite di tipo West Nile (http://sorveglianza.izs.it/emergenze/west nile/legislazione/
legislazione.htm). Per il momento solo una delle
positività riscontrate è stata confermata in un cavallo sentinella in un’azienda a Bagnarla Arsa che
era risultato negativo al precedente monitoraggio:
è stato pertanto emesso il sospetto di focolaio primario autoctono.
Sono state messe in atto, dal punto di vista veterinario, tutte le misure indicate dal piano di sorveglianza. È da segnalare che la ricerca di virus nei vettori ha fino a oggi dato esito
negativo. Queste informazioni sono state trasmesse a questo Servizio ai sensi dell’OM 5 novembre 2008 “West Nile Disease - Notifica alla Commissione europea e all’OIE - Piano di sorveglianza
straordinario” per i successivi provvedimenti e indagini nell’ambito della sorveglianza umana, peraltro prevista dalla Circolare del
Ministero della Salute 18 settembre 2002 Sorveglianza delle infezioni da virus West Nile in Italia” (http://www.ministerosalute.it/malattieinfettive/archivioNormativaMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&menu=normativa)
In ambito umano la West Nile Disease (WND) è una zoonosi virale trasmessa principalmente tramite la puntura di zanzare (Culicidi). Nell’uomo sono state accertate vie di trasmissione minori,
come trasfusioni di sangue infetto, trapianti d’organo e la via transplacentare. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e gli
ospiti sono rappresentati da volatili, equini, altri mammiferi, rettili, zanzare e uomo. Negli ultimi 10 anni sono stati segnalati in Europa numerosi focolai di infezioni localizzati soprattutto nel bacino
del Mediterraneo. In Italia i casi di questa malattia sono passati dai
9 del 2008 a 16 del 2009 (dati disponibili fino a settembre 2009).
Anche l’area di distribuzione della malattia sembra in espansione
e nel 2009 ha già coinvolto tre Regioni: Emilia Romagna, Lom-
bardia e Veneto. Il periodo di incubazione dal momento
della puntura della zanzara infetta in media è 2-6 giorni
(range 2 -15 giorni), ma può essere più lungo nei soggetti
con deficit a carico del sistema immunitario.
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Una percentuale di casi, stimata intorno al 10-20%, si manifesta con la West
Nile Fever, che si presenta con sintomi aspecifici come febbre improvvisa, cefalea, dolori muscolari, astenia, infoadenopatia, rash cutanei. I
sintomi durano in media pochi giorni (range 27 giorni). In una minima percentuale di individui il virus può provocare gravi forme neurologiche (encefalite, meningite) che possono avere talvolta decorso fatale. I sintomi possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei
bambini è più frequente una febbre leggera, nei
giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi,
mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e
nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
A seguito della predetta segnalazione nell’ambito della sorveglianza umana è necessario attivare:
1. Sorveglianza attiva nel confronti dei
lavoratori e delle eventuali persone che
risiedono presso l’azienda interessata dal
caso confermato di infezione nel cavallo
Il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria di
competenza:
• procederà ad organizzare prelievi di sangue in questi soggetti, per stimare la eventuale circolazione virale nell’uomo attraverso la ricerca della presenza di anticorpi
specifici nel sangue. Questi prelievi saranno inviati al Laboratorio di Virologia -UCO Igiene e Medicina Preventiva di Trieste secondo le modalità descritte in allegato.
• Sensibilizzerà questi soggetti a ricorrere tempestivamente ad un sanitario in caso di insorgenza di sintomi
quali: febbre superiore a 38,5 °C accompagnata da mialgia, astenia, cefalea, linfoadenopatia, esantema maculopapulare, sintomi neurologici
• Sebbene in questo periodo dell’anno l’attività del vettore
è ridotta è comunque necessario informare le persone in
merito alle misure di precauzione da adottare per ridurre la probabilità di essere punte dalle zanzare anche
in previsione della prossima stagione.
19
2. Sorveglianza immediato dei casi umani
di sindrome neurologica da West Nile
La sorveglianza sui casi umani di sindrome neurologica da
West Nile insieme alla sorveglianza veterinaria permette di evidenziare la circolazione del virus in un determinato ambito territoriale e di avere una stima della sua entità attraverso la individuazione sistematica dei casi clinici emergenti. Inoltre la
sorveglianza è estremamente importante poiché in caso di
conferma di casi umani sono previsti una serie di interventi per
quanto riguarda la donazione di sangue.
Pertanto viene attuata da subito su tutto il territorio regionale la sorveglianza sui casi umani di meningoencefalite
a liquor limpido.
In Friuli Venezia Giulia è già utilizzato un “Algoritmo per il
management delle infezioni acute del SNC alla prima osservazione in Pronto soccorso” predisposto dalla Clinica di Malattie Infettive dell’università di Udine, che è strumento utile
anche per la sorveglianza dei casi umani di sindrome neurologica da West Nile introducendo nell’algoritmo l’esecuzione
di un campione di liquor e sangue per West Nile.
Allegata alla presente nota l’Algoritmo predisposto dalla Clinica di Malattie Infettive dell’Università di Udine (allegato 1).
Modalità di
segnalazione dei casi
I casi di meningite ed encefalite acuta virale sono soggetti
a notifica obbligatoria secondo quanto previsto dal
D.M. 15 dicembre 1990 per
le malattie di classe II.
Stante la necessità di avere
subito le informazioni anche
in relazione alle possibili implicazioni su donazione di
sangue, di tessuti e di organi,
la segnalazione va fatta secondo il seguente flusso:
• segnalazione immediata o
al massimo entro le 12
ore, da parte del medico
che pone il sospetto dia-
gnostico (per telefono, fax
o e-mail) al Dipartimento
di Prevenzione della
Azienda Sanitaria competente per territorio, e contestuale invio del campione di sangue e liquor,
secondo le modalità indicate, e utilizzando l’apposita scheda di invio, al laboratorio di Virologia UCO Igiene e Medicina
Preventiva di Trieste Centro Regionale di Riferimento per la WN).
La scheda va inviata in copia anche al Dipartimento
di Prevenzione;
• trasmissione immediata
dall’Azienda Sanitaria alla
Regione a mezzo e-mail
(paola.saltini@regione.
fvg.it) e telefono (040/
3775516);
• il Dipartimento di Prevenzione dell’ASS provvederà ad effettuare tempestivamente
l’indagine
epidemiologica, e trasmetterà alla Regione gli esiti
dell’indagine epidemiologica, in particolare per
quanto riguarda la professione o possibili situazioni
di rischio correlate all’epidemiologia della malattia;
• il laboratorio di riferimento regionale invia i referti, con la massima tempestività, alla struttura
sanitaria richiedente, al
Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio e alla Regione;
• la Regione provvederà all’inoltro della comunicazione al Ministero della
Salute e all’Istituto Superiore di Sanità dei casi probabili o confermati;
• il laboratorio di riferimento regionale invia i
campioni risultati positivi,
per la conferma, al laboratorio di Virologia Unità
Infezioni da Arbovirus e
virus esotici del Dipartimento Malattie Infettive,
Parassitarie ed Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità.
Ai fini della sorveglianza dei
casi si riporta la seguente definizione di caso:
Definizione di caso di encefalite o meningite West Nile:
persona ricoverata, con febbre alta (>
_ 38,5 °C) e manifestazioni neurologiche di tipo
encefalite, meningite a liquor
limpido, sottoposta a puntura
lombare.
Caso probabile: almeno uno
dei seguenti criteri di laboratorio:
- presenza di anticorpi lgM
anti-WN nel siero testato
con metodo ELISA;
- sieroconversione (accertamento con metodo ELISA
su due prelievi consecutivi
distanziati preferibilmente
15-20 giorni);
- aumento di 4 volte del titolo di anticorpi lgG antiWN in ELISA su due prelievi consecutivi (distanziati preferibilmente 15-20
giorni).
Caso confermato almeno uno
dei seguenti criteri di laboratorio:
- isolamento colturale del virus WN nel sangue o nel
liquor;
- presenza di anticorpi lgM
nel liquor, testato col metodo ELISA;
- identificazione di sequenze
di acido nucleico specifiche per WNV mediante
tecnica PCR o Real Time
PCR nel sangue o liquido
cefalo-rachidiano;
- conferma, mediante test di
neutralizzazione, di anticorpi sierici lgM e lgG antiWNV dimostrati con metodo ELISA.
ALLEGATO 1 - Algoritmo per il management delle infezioni acute del SNC alla prima osservazione in Pronto Soccorso (Università degli Studi di Udine)
20
3. Informazione
e sensibilizzazione
dei Medici di medicina
generale e Pediatri
di libera scelta
Come già evidenziato nella maggior
parte dei casi l’infezione si presenta
come una malattia febbrile non specifica autolimitantesi. È utile informare
e sensibilizzare a questo scopo i 14
MG e PLS in particolar modo quelli
che operano nell’area a rischio (laguna di Marano) individuata dal
piano di sorveglianza veterinaria 2009
per la WND, per la segnalazione dei
casi di malattia senza il coinvolgimento neurologico (febbre da virus
West Nile). Da ricordare che l’infezione viene trasmessa attraverso la
puntura di zanzara (più frequentemente del tipo Culex), e che il periodo
di attività della stessa si riduce nei
mesi invernali. Fino al 30 novembre
2009 si ritiene utile vengano segnalati
possibili casi di malattia senza il coinvolgimento neurologico (febbre da virus West Nile).
Ai fini della segnalazione da parte del
MMG/PLS della febbre da West Nile
virus si adotta la seguente definizione
clinica di caso:
• Febbre documentata (>38.5 °C misurata dal paziente e/o dal medico)
in assenza di sintomatologia neurologica e in assenza di altre possibili
cause, nel periodo di maggiore attività delle zanzare. La febbre può
accompagnarsi a: cefalea, mialgia,
artralgie, astenia, rash cutaneo, linfoadenopatia
Sarà cura del Dipartimento di Prevenzione in accordo con il medico segnalatore prevedere l’esecuzione di un
campione ematico.
Misure nei confronti delle
donazioni di sangue
Il sistema di sorveglianza molto sensibile adottato rappresenta un atteggiamento cautelativo e non ci sono
elementi per considerare, allo stato attuale, l’eventualità di restrizioni nella
raccolta di sangue.
Eventuali provvedimenti potrebbero
essere adottati solo in presenza di casi
umani confermati: sempre d’intesa
con il Centro nazionale Sangue.
Il Direttore Centrale
Dott. Paolo Basaglia
Istituzione dell’anagrafe regionale
degli specialisti in medicina dello sport
on riferimento alla materia in oggetto, si comunica che l’attivazione
dei procedimenti finalizzati al rilascio dell’autorizzazione, di
cui alla D.G.R. n. 298/2008, ha
consentito di individuare delle
modalità di attribuzione del codice identificativo regionale più
semplificate rispetto a quelle
anticipate nella nota indicata a
margine: con dette nuove modalità è possibile creare un
rapporto diretto fra Amministrazione regionale e specialista interessato, che non dovrà,
pertanto, presentare la prevista
domanda all’Azienda sanitaria di competenza.
Considerato che gli adempimenti previsti con la predetta
nota costituiscono altrettanti
requisiti autorizzativi, verificati
dai competenti Dipartimenti di
prevenzione, la scrivente Direzione procederà d’ufficio all’attribuzione del codice in parola ed alla conseguente iscrizione dello specialista nell’anagrafe regionale dei medici dello sport.
A tal fine, posto che l’attività di
medicina dello sport è consentita solo all’interno di strutture autorizzate ai sensi della precitata D.G.R. n. 298/2008 e che il
codice identificativo regionale
viene attribuito successivamente
al rilascio dell’autorizzazione,
è necessario che codesti Dipartimenti di prevenzione - in applicazione degli adempimenti
richiesti dai requisiti nn. 2, 46 e
47 dell’allegato A della D.G.R. n.
298/2008 acquisiscano l’elenco
completo degli specialisti in medicina dello sport operanti presso la struttura privata autorizzata
e lo trasmettano tempestivamente a questa Direzione, unitamente alla copia dell’autorizzazione rilasciata.
Si fa presente che l’eventuale
trasferimento di uno specialista,
C
già in possesso del predetto codice, da una struttura autorizzata
ad un’altra rileva solo ai fini
della ridefinizione dell’organigramma della struttura medesima e non comporta, quindi,
l’attribuzione di un nuovo codice identificativo; mentre l’inizio
di attività da parte di uno specialista non ancora inserito nell’anagrafe regionale dovrà essere comunicata ai competenti
Dipartimenti di prevenzione ai
fini della ridefinizione dell’organigramma, oltre che direttamente alla scrivente Direzione
centrale ai fini dell’attribuzione
del codice identificativo in parola.
In proposito, si invitano codesti
Dipartimenti ad informare le
strutture interessate sugli
adempimenti sopra specificati
e a trasmettere a questa Direzione centrale l’elenco degli
specialisti in medicina dello
sport operanti presso le strutture già autorizzate, unitamente alla copia delle autorizzazioni
rilasciate.
Per quanto riguarda gli specialisti operanti presso le strutture pubbliche, si invitano le
Aziende sanitarie di riferimento ad effettuare le medesime
comunicazioni,
Specificato un tanto, si riassumono di seguito le fasi del procedimento finalizzato all’attribuzione del codice identificativo regionale ai medici autorizzati all’esercizio dell’attività di
medicina dello sport e gli adempimenti conseguenti:
1. comunicazione alla Direzione centrale salute e protezione sociale dell’elenco degli specialisti in medicina
dello sport operanti in una
struttura autorizzata e contestuale trasmissione dell’autorizzazione rilasciata,
da parte dei Dipartimenti di
prevenzione;
2. eventuale acquisizione del-
la comunicazione dell’inizio
di attività da parte di uno specialista prima non operante
in alcuna struttura;
3. attribuzione del codice identificativo regionale, da parte
della Direzione centrale salute e protezione sociale,
agli specialisti in medicina
dello sport individuati con le
modalità di cui ai punti 1 e 2
e loro iscrizione nell’anagrafe regionale;
4. comunicazione del predetto
codice agli specialisti e, per
conoscenza, ai Dipartimenti di prevenzione e alle Aziende per i servizi sanitari territorialmente competenti;
5. obbligo di inserimento del
predetto codice nel certificato
di idoneità o non idoneità alla
pratica sportiva, a carico sia
dello specialista che ha facoltà di rilasciare il medesimo certificato in forma cartacea, sia dello specialista
che ha l’obbligo o ha scelto
di utilizzare il sistema informatizzato.
Si coglie l’occasione per ribadire che il nuovo regime autorizzativo introdotto per le strutture di medicina dello sport e la
conseguente attribuzione del
codice identificativo regionale
comportano la cessazione di
validità degli elenchi regionali
di cui alla D.G.R. n. 671/2000;
in proposito, si fa presente
che la fase transitoria deve
considerarsi superata, atteso
che la D.G.R. n. 1294/2009 ha
fissato al 27.8.2009 il termine
per la presentazione della domanda per il rinnovo dell’autorizzazione nei confronti delle
strutture operanti alla data di
entrata in vigore della D.G.R. n.
298/2008.
Il Direttore Centrale
Dott. Paolo Basaglia
21
PROTOCOLLO NUOVA INFLUENZA - SETTEMBRE 2009
LA GESTIONE
DEL PAZIENTE CON
SINDROME INFLUENZALE
Presentiamo il protocollo definitivo
per la gestione del paziente
in ambulatorio ed i criteri
di ospedalizzazione per casi
di influenza, condiviso dal gruppo di
lavoro multidisciplinare trasmesso
dalla Regione FVG. Si ricorda, infine,
che il documento è inserito
anche nel sito dell’Agenzia
Regionale della Sanità.
AGGIORNAMENTO
AL 23.09.09
Al momento della pubblicazione di questo protocollo la gran parte delle
persone infette da parte
del virus AH1N1 manifestano i sintomi di una tipica influenza stagionale
e guariscono entro una
settimana senza complicanze e senza necessità
di particolari trattamenti
farmacologici.
Attualmente il virus
AH1N1 rappresenta il virus influenzale maggiormente circolante nel nostro paese, pertanto non
è necessario in casi trattati a domicilio eseguire la
conferma di laboratorio.
Le raccomandazioni che
seguono sono elaborate
sulla base delle più recenti
evidenze internazionali,
esse mirano a contenere il
numero di casi di infezione e ad individuare
prontamente eventuali rari
casi che possono aggravarsi rapidamente o complicarsi. La migliore misura
per contrastare la diffusione dell’infezione rimane
la vaccinazione
Questo documento è
aggiornato sulla base
delle recenti evidenze
internazionali, pertanto
è passibile di costante
aggiornamento.
Hanno collaborato alla stesura del documento:
Ehab Abouheif - Medico Contin. Assistenz. ASS 1 “Triestina”
Luigi Canciani - Medico Medicina Generale ASS 4 “Medio Friuli”
Tolinda Gallo - Dirigente medico Direzione centrale salute e protezione sociale
Antonio Grabielli - Dirigente medico ASS 6 “Friuli Occidentale”
Lorena Loschi - Pediatra Libera Scelta ASS 4 “Medio Friuli”
Valentino Moretti - Dirigente medico ASS 4 “Medio Friuli”
Maria Teresa Padovan - Dirigente medico Agenzia Regionale Sanità
Clara Pinna - Dirigente medico Direzione centrale salute e protezione sociale
Laura Regattin - Dirigente medico ASS 4 “Medio Friuli”
Bruno Sacher - Dirigente medico ASS 4 “Medio Friuli”
Luciano Strizzolo - Dirigente medico ASS 5 “Bassa Friulana”
Marcello Tavio - Dirigente medico Azienda Ospealiero Universitaria Udine
22
DEFINIZIONE DI CASO INFLUENZA AH1N1
• ADULTI: affezione acuta respiratoria ad esordio brusco ed improvviso con febbre >38°C, accompagnata almeno da almeno
uno dei seguenti sintomi:
- Cefalea
- Malessere generalizzato
- Astenia
e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori:
- Tosse
- Faringodinia
- Congestione nasale
• BAMBINI: tenere conto che i bambini più piccoli non sono in
grado di descrivere la sintomatologia sistemica, che si può manifestare con:
- Irritabilità
- Pianto
- Inappetenza
• LATTANTI:
- Sintomi gastrointestinali come vomito e diarrea
- Eccezionalmente febbre
• 1-5 ANNI:
- Occhi arrossati e congiuntivite (in caso di febbre elevata)
- Laringotracheite e bronchite
1. Accesso in ambulatorio del MMG/PLS/MCA
• In caso di sospetto di influenza il medico deve isolare prontamente il paziente (se possibile) o almeno fargli indossare una
mascherina chirurgica. Dopo l’anamnesi e l’esame obiettivo,
se il caso risponde ai criteri clinici previsti dalla definizione (vedi
box), il paziente deve essere indirizzato a domicilio per le cure
del caso raccomandando l’isolamento per 7 gg dall’inizio
della sintomatologia e deve essere istruito sulle misure di
igiene respiratoria da adottare (vedi box).
• Durante lo svolgimento della visita il medico deve adottare le
precauzioni per evitare la trasmissione da “goccioline” (guanti
monouso, camice monouso o da lavare dopo l’utilizzo, mascherina chirurgica) e lavarsi accuratamente le mani prima e
dopo la visita.
• Nel caso in cui il paziente presenti al momento della visita, o
sviluppi nel corso della malattia, i criteri di gravità clinica previsti per l’ospedalizzazione il curante valuta la possibilità di ricovero e ove sia previsto il trasporto all’ospedale comunica al
personale del 118 la diagnosi del paziente per i provvedimenti
del caso.
• Durante il trasporto il paziente deve indossare una mascherina
chirurgica ed il ricovero deve essere fatto in un’area funzionalmente dedicata, evitando la permanenza in Pronto Soccorso e/o altri locali ove sia prevista la permanenza di persone
non necessarie all’assistenza.
N.B.: Dopo la visita è consigliata la pulizia e disinfezione di
superfici/strumenti contaminati da goccioline con sodio
ipoclorito al 5 % (candeggina 1:50) o alcol 70% per le superfici metalliche ossidabili.
2. Contatto telefonico da parte del paziente
• Nel caso il medico riceva una telefonata da parte di caso sospetto di influenza il medico deve raccomandare al paziente
di rimanere in isolamento domiciliare educandolo sulle misure
di igiene respiratoria.
• Il medico valuta l’opportunità di effettuare la visita per verificare
la presenza di eventuali complicazioni della sindrome influenzale. In tal caso procede come al punto 1.
RACCOMANDAZIONI PER IL PAZIENTE
1. Lavarsi frequentemente ed accuratamente le mani con acqua
e sapone.
2. Coprire bocca e naso con fazzoletto di carta quando si starnutisce o tossisce, gettare i fazzoletti nella spazzatura e dopo
lavarsi le mani.
3. Isolamento volontario a casa possibilmente fino a 7 giorni dall’inizio della malattia.
4. Usare la mascherina chirurgica in presenza di altre persone
(a meno di un metro di distanza).
FARMACO/INDICAZIONI
5. Evitare assolutamente il
PER GRUPPO
contatto con persone a rischio di complicanze!
OSELTAMIVIR
RACCOMANDAZIONI
IGIENE AMBIENTALE
1. Permanenza del paziente
possibilmente in stanza singola da arieggiare frequentemente.
2. Utilizzo di biancheria e stoviglie dedicate al paziente.
3. La pulizia dei locali e arredi,
biancheria e stoviglie usate
N.B. Per il trattamento delle donne
gravide, l’oseltamivir sarebbe preferito a causa della sua attività sistemica, mentre per la chemioprofilassi la scelta è meno chiara. Lo
zanamivir potrebbe essere preferito
per il limitato assorbimento sistemico, ma le complicanze respiratorie associate alla modalità inalatoria
di somministrazione dovrebbero essere considerate specie nelle donne
a rischio di problemi respiratori.
Adulti
dal paziente influenzato può essere effettuata con normali detergenti e guanti monouso da parte di chi fornisce assistenza.
4. Lavaggio accurato delle mani prima e dopo l’assistenza e/o
il contatto con il soggetto influenzato.
2. Appropriatezza d’uso dei farmaci antivirali
Gli antivirali (inibitori della neuraminidasi: Oseltamivir e Zanamivir) hanno dimostrato efficacia nell’attenuare la sintomatologia dell’influenza e accorciarne di uno/due giorni la durata.
L’Oseltamivir, quando assunto prontamente, può ridurre significativamente il rischio di polmonite e la necessità di ospedalizzazione. Tuttavia l’utilizzo degli antivirali deve essere valutato
con grande attenzione in quanto essi possono favorire lo sviluppo di resistenze e causare molto raramente reazioni avverse
anche gravi. Inoltre, disponendo di una scorta limitata di tali farmaci, viene raccomandato di selezionare attentamente i casi
da trattare in modo da non rimanere scoperti in caso di reale
necessità.
• Il trattamento con farmaci antivirali non è raccomandato di
routine nel caso di cure a livello domiciliare. Va considerato
esclusivamente sulla base di una attenta valutazione clinica nei soggetti che rientrano nelle categorie a rischio elevato
di complicanze (vedi box). Il trattamento deve essere iniziato
il più presto possibile dall’esordio sintomatologico (24/48 ore)
senza conferma di laboratorio, e mantenuto per non meno di
5 giorni. Deve essere sempre tenuto in considerazione lo
stato di vaccinazione del paziente.
• La profilassi farmacologica dei contatti dei casi è sconsigliata di routine.
Essa viene raccomandata nel caso di donne in gravidanza e
allattamento. La profilassi deve essere presa in considerazione
anche nel caso di persone a rischio di sviluppare complicanze gravi in caso di influenza (vedi box) che abbiano avuto
contatti stretti (faccia a faccia) e prolungati (es. familiari conviventi) con una persona ammalata durante il periodo di contagiosità (da 1 giorno prima dell’esordio fino alla fine della sintomatologia) (vedi box). Le raccomandazioni sull’uso degli
antivirali possono essere modificate in corso di pandemia, in
occasione di nuove informazioni sul virus AH1N1. I farmaci an-
TRATTAMENTO
CHEMIOPROFILASSI
75 mg x 2/dì per 5 dì
75 mg al dì
<
_ 15 kg
60 mg/dì divisi in 2 dosi
30 mg/dì
16-23 kg
90 mg/dì divisi in 2 dosi
45 mg/dì
24-40 kg
120 mg/dì divisi in 2 dosi
60 mg/dì
> 40 kg
150 mg/dì divisi in 2 dosi
75 mg/dì
Adulti
2 inalazioni da 5 mg (10 mg in
totale) 2 volte al dì
2 inalazioni da 5 mg (10 mg
in totale) / dì
Bambini
2 inalazioni da 5 mg (10 mg in
totale) 2 volte al dì (età >
_ 7 anni)
2 inalazioni da 5 mg (10 mg
in totale) / dì (età >
_ 5 anni)
Bambini
>
_ 12 mesi
ZANAMIVIR
ALLEGATO - TABELLA 1
Trattamento e chemioprofilassi del virus dell’influenza A (H1N1)v: dosi raccomandate
23
tivirali vanno richiesti al Dipartimento di Prevenzione o al Distretto Sanitario secondo protocolli concordati localmente.
CATEGORIE A RISCHIO
DI SVILUPPARE COMPLICANZE
• Bambini < 2 anni;
• Donne in gravidanza;
• Persone affette da malattie croniche polmonari, cardiovascolari (esclusa l’ipertensione), renali, epatiche, ematologiche, neurologiche, neuromuscolari, diabete ed altri disordini metabolici, infezione da HIV, immunodepressi per
cause naturali o iatrogene;
• Ragazzi con meno di 19 anni in terapia a lungo termine con
aspirina;
• Persone obese (BMI > 30).
N.B.: il trattamento va considerato esclusivamente, sulla
base di una attenta valutazione clinica.
CRITERI OSPEDALIZZAZIONE ADULTO
CRITERI OSPEDALIZZAZIONE BAMBINO
a grande maggioranza dei pazienti affetti da sindrome
influenzale non ha necessità di ricovero ospedaliero e
non necessita in alcun modo di conferma di laboratorio.
La decisione di ospedalizzare un paziente affetto da sindrome
influenzale è critica in quanto in corso di pandemia la numerosità dei casi gravi aumenta in proporzione al tasso d’attacco cumulativo (previsto fino al 30% circa) e la presenza di
soggetti infetti in ambiente ospedaliero aumenta il rischio di
contagio da parte di pazienti al alto rischio. Grande attenzione
deve essere posta da parte del MMG ai segni di pericolo in
tutti i pazienti, anche quelli senza particolari condizioni di rischio, che possono indicare una rapida progressione verso
un grado severo di malattia (vedi “Segni di pericolo”).
L
SEGNI DI PERICOLO
• Difficoltà respiratoria in particolare frequenza respiratoria
> 30 /min.;
• Cianosi;
• Emoftoe;
• Stato mentale alterato;
• Febbre alta oltre 3 gg.;
• Ipotensione PAS < 90.
In particolare prestare attenzione all’associazione di più segni.
“Recommended use of antivirals” Global Alert and Response - WHO 21
August 2009 - www.who.int/csr/disease/swineflu/notes/h1n1_use
antivirals_20090820.
Quando il decorso clinico dell’influenza si complica vanno
presi in considerazione i fattori di rischio, le condizioni socioeconomiche, e lo stato clinico del paziente. (Vedi Allegato 1.
SNLG – La gestione della sindrome influenzale Maggio 2008).
Per valutare i criteri di gravità clinica possono essere validamente utilizzati alcuni score proposti dalla letteratura:
• il CURB 65, partendo dal presupposto che la più frequente delle complicanze sia la polmonite (vedi allegato 2).
ETÀ
24
Tratto da: “Interim Guidance un Antiviral
Recommendation for Patient with Novel Influenza A(H1N1)
Virus Infection and Their Close Contacts – CDC – May 6, 2009 www.cdc.gov/h1n1flu/recommendations.htm
“Recommended use of antivirals” Global Alert
and Response WHO 21 August 2009 www.who.int/csr/disease/swineflu/notes/h1n1_use_antivirals 20090820.
on ci sono indicazioni assolute al ricovero solo in base all’età.
Non si richiede necessariamente il ricovero, ma la gestione
a livello domiciliare o ambulatoriale da parte del pediatra,
quando si è in presenza dei segni o sintomi indicati nell’elenco
che segue:
• disidratazione correggibile per via orale;
• basso peso neonatale o prematurità in soggetto di età > 3 mesi;
• lieve distress respiratorio.
Il ricovero ospedaliero del bambino affetto da sindrome influenzale va
considerato ma non necessariamente effettuato nei seguenti casi:
• incapacità della famiglia di gestire il problema;
• assenza di condizioni economiche o sociali che garantiscano
l’assistenza a domicilio;
• episodi di convulsioni febbrili successivi al primo e non complicate (cessate all’arrivo in ospedale;
• frequenza respiratoria > 60/mm (vedi allegato 3) o saturazione
02 < 92% (N.B.: la frequenza respiratoria varia con l’età) o se
è affetto da una delle seguenti patologie croniche, in base alle
condizioni cliniche del singolo paziente (particolarmente in
bambini con età < 3 mesi):
• Asma (pz che necessitano di terapia giornaliera con corticosteroidi o broncodilatatori o cromoni o antileucotrieni);
• Malattie polmonari croniche (es. fibrosi cistica);
• Cardiopatie;
• Immunosoppressione (pz con storia di patologie neoplastiche,
vasculiti e collagenopatie, immunodeficienze congenite o acquisite o terapia immunosoppressiva > 2 settimane);
• Emoglobinopatie;
• Disfunzioni renali croniche;
• Diabete mellito;
• Difetti congeniti del metabolismo;
• Terapia di lunga durata con salicilati (es. ARI, S. Kawasaki);
• Patologie neurologiche e neuro muscolari che ostacolano le
funzione respiratoria.
N
OSELTAMIVIR: dose raccoman- OSELTAMIVIR: dose raccomandata per il trattamento, per 5 dì data per la profilassi, per 10 dì
< 3 mesi
12 mg 2 volte al dì
Non raccomandata a meno
che la situazione non sia giudicata
critica, a causa di dati limitati
in questo gruppo
3-5 mesi
20 mg 2 volte al dì
20 mg una volta al dì
6-11 mesi
25 mg 2 volte al dì
25 mg una volta al dì
ALLEGATO - TABELLA 2
Trattamento e chemioprofilassi del virus dell’influenza
A (H1N1)v: dosi raccomandate per soggetti di età inferiore ad un anno.
Circ. Min. 22.07.09 “Aggiornamento
delle indicazioni relative all’impiego
di farmaci antivirali per l’influenza da
virus influenzale A(H1N1)v.
ALLEGATO 1
CRITERI PER
L’OSPEDALIZZAZIONE
NELL’ADULTO
Il ricovero ospedaliero del
bambino affetto da sindrome
influenzale è fortemente raccomandato soprattutto se il
bambino presenta sintomi
quali:
• Insufficienza respiratoria e
segni di distress respiratorio;
• Presenza di cianosi (di origine respiratoria o cardiaca)
• Riscontro di FR > 70/mm
(vedi allegato 3) o Saturazione di O2 < 90%;
• Disidratazione grave;
• Convulsioni (primo episodio)
o sintomi neurologici;
• Bronchiolite < 3 mesi;
• Alterazioni dello stato di coscienza;
• Segni di sepsi (almeno due
tra pallore, ipotonia, ipotensione);
• Cardiopatie cianogene [incluse nella versione PNLG
2001].
SNLG – La gestione della sindrome
influenzale, Maggio 2008.
SEGNI DI PERICOLO NEL
BAMBINO
• Difficoltà respiratoria/aumentata frequenza respiratoria;
• Mancanza di vivacità;
• Difficoltà nel risveglio;
• Scarso o nullo desiderio di
giocare.
In particolare prestare attenzione all’associazione di più
segni.
• Presenza di malattie concomitanti:
malattie croniche respiratorie, cardiache, renali, epatiche, tumori,
diabete mellito, abuso cronico di alcool, malnutrizione, malattie cerebrovascolari, postsplenectomia,
ospedalizzazione nell’ultimo anno;
• frequenza respiratoria >
_ 30 atti/minuto, pressione diastolica <_ 60
mmHg o pressione sistolica < 90
mmHg, polso >
_ 125/mm, temperatura corporea < 35 o >
_ 40 °C,
variazioni dello stato mentale (disorientamento, stupore), evidenza di
siti extrapolmonari di infezione.
Dati di laboratorio
• globuli bianchi < 4.000/ml o
> 30.000/ml o numero assoluto di
neutrofili < 1.000/ml;
• PaO2 < 60 mmHg o PaCO2 > 50
mmHg;
• evidenza di alterata funzionalità renale: creatinina > 1,2 mg/dl;
• evoluzione radiografica sfavorevole
e/o polmonite con focolai multipli,
presenza di cavitazione o versamento pleurico;
• ematocrito < 30% o emoglobina
< 9 g/dl;
• evidenza di sepsi o di segni di
danno d’organo come l’acidosi
metabolica o alterazioni della coagulazione;
• pH arterioso < 7,35. BPC / Buona
Pratica Clinica
Il ricovero è raccomandato nel caso di
pazienti che pur con un quadro clinico
meno compromesso di quello indicato
nella raccomandazione precedente,
presentino condizioni economiche e
sociali disagiate non supportate da
una rete di assistenza socio-sanitaria
adeguata alternativa al ricovero.
SNLG – La gestione della sindrome influenzale, Maggio 2008.
ALLEGATO 2
Il CURB-65 è uno score che stratifica la
mortalità dei pazienti con polmoniti di
comunità, aiuta inoltre il medico di emergenza a decidere sulla eventuale dimissione del paziente, richiedendo il parametro dell’azotemia esso può essere
completato solo in PS. Lo score è caratterizzato da 5 parti:
• C: CONFUSION;
• U: AZOTEMIA > 20 mg%;
• R: FREQUENZA RESPIRATORIA > 30
ATTI / MINUTO;
• B: PRESSIONE ARTERIOSA SISTOLICA < 90 mmHg E DIASTOLICA < 60
mmHg;
• 65: ETÀ > 65 ANNI;
ad ogni parte, se presente, si dà un
punto. La CURB-65 può quindi avere un
range da 0 a 5 punti.Tale punteggio permette una stratificazione del rischio
PUNTEGGIO
MORTALITÀ
0 PUNTI ...................................... 0.7%
1 PUNTO .................................... 3.2%
2 PUNTI ...................................... 13%
3 PUNTI ...................................... 17%
4 PUNTI ...................................... 41%
5 PUNTI ...................................... 51%
CURB-65 = 0 può essere dimesso con
terapia e fatto tornare ambulatorialmente
per controllo.
CURB-65 = 1 può essere gestito come
osservazione breve.
CURB 65 > 1 deve essere trattato in regime di ricovero ospedaliero.
Per il calcolo della CURB-65
http://tuttops.altervista.org/score/JScript
/CURB_65.html
“BTS Guidelines for the Management of Community Acquired Pneumonia in Adults”. Thorax
56 Suppl. 4: IVI 64. 2001.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11713364
ALLEGATO 3
Frequenze respiratorie massime attese
per età nel bambino.
RESPIRATORY RATE
>
_ 13 years ..............................>
_ 20/min
AGE ............................Respiratory rate
<2 months ..............................>
_ 60/min
2-11 months ..........................>
_ 50/min
1-5 years ................................>
_ 40/min
> 5-12 years ..........................>
_ 30/min
Tratto da: “Patient Care Checklist – New influenza A(H1N1) June 2009 – WHO.
25
COMUNICATO
STAMPA
Centro per lo studio e la promozione
delle professioni mediche
M
Nella foto in alto:
I Soci Fondatori del “Centro
per lo studio e la promozione
delle professioni mediche”
con il notaio Aurelio Gavazzi
DUNO, Chiesa dei Medici d’Italia
26
artedì 29 settembre
2009, alla presenza del
notaio Aurelio Gavazzi, è stata costituita l’Associazione “Centro per lo Studio e la
Promozione delle Professioni
Mediche”. Ne sono soci fondatori Chiara Ambrosoli, Giuseppe Armocida, Francesca Boldrini, Roberto Giuseppe Borloni,
Franco Compagnoni, Chiara
Maria Damia, Giovanna Damia,
Giovanni Damia, Maria Grazia
Manfredi, Marco Magrini, Luigi Paglia, Daniele Ponti, Gaetana Silvia Rigo, Roberto Carlo
Rossi, Giuseppe Sassi, Cesare Soffientini, Domenico Viscuso. È stato contestualmente nominato
un Consiglio Direttivo composto da Giuseppe Armocida (Presidente), Francesca Boldrini (Tesoriere), Gaetana Silvia Rigo (Se-
gretaria), Giovanni Damia, Luigi Paglia, Daniele Ponti, Giuseppe
Sassi (Consiglieri).
Il Centro ha sede in Duno presso Villa Malcotti, storica residenza dei parroci dunesi e recentemente acquisita dall’Amministrazione Comunale di
Duno, sita nella piazza del Tempio Votivo dei Medici d’Italia. Il
Tempio, caso unico di dedicazione a figure professionali, fu
fatto costruire nel 1938 da don
Carlo Cambiano e presenta
una duplice valenza: sacra come
luogo di culto e civile come perpetuazione della memoria del sacrifici di medici morti in guerra (Pro Patria) o nell’esercizio
della professione (Pro Humanitate). I loro nomi sono incisi sulle pareti del Sacrario posto all’interno del Tempio.
Il sacrario dei Medici defunti
DUNO, Villa Malcotti
Il Centro che, anche in ragione
della sede gravita intorno allo
storico Santuario, si propone a
partire dallo Statuto e quindi
dalle profonde ragioni della
sua genesi, l’analisi delle problematiche scientifiche, etiche e
logistiche attuali che riguardano i medici e, allo stesso tempo, la costellazione di altre
professionalità senza le quali non
si può più pensare la sanità. Il
primo significativo e caratteristico metodo per risalire la
corrente del pensiero clinico
consiste nella ricerca e ricostruzione delle biografie di medici, noti oppure sconosciuti al
grande pubblico, esaltando il comune valore di una vita disposta al sacrificio e dedicata agli
altri attraverso la specifica professione. Punto di partenza delle attività è l’archivio esistente
presso il Tempio, ricco di documenti che illustrano la vita di
tutti i medici ricordati nel Sacrario di Duno.
Le occasioni di riunioni, incontri
scientifici, seminari, a Duno, motiveranno la partecipazioni di tutti gli Ordini dei Medici, funzionando da collegamento tra tante figure che meritano di essere
ricordate e iniziative che toccano la sensibilità di una intera e
corposa categoria professionale.
Particolare rilevanza verrà data
all’attivazione di rapporti di interscambio culturale con analoghe istituzioni e associazioni
nazionali e internazionali aventi lo stesso scopo.
cosa fare per non ammalarsi di
CONTENZIOSO
Se lo scopo ultimo delle forze
politiche in un paese è soltanto
raggiungere il massimo dei consumi
e il massimo della produzione senza
mai interrogarsi sull’effetto che
avranno questi risultati sui rapporti
interpersonali, il risveglio rischia
di essere brutale: non ci si può
permettere di nascondere in questo
modo ciò che è essenziale *
Tzvetan Todorov
Lo scopo di questo convegno è sensibilizzare i medici
sulle ragioni profonde dell’insorgenza del contenzioso medico legale che rappresenta
l’epifenomeno di un malessere
sociale e professionale. Per
contestualizzare il problema
occorre porsi alcune domande:
sono state mantenute le promesse fatte in seguito allo sviluppo delle scienze e delle conoscenze? In altri termini, si
sono realizzate la prosperità
economica, la liberazione dalla
condanna del lavoro e l’aumento del benessere 3? Studi recenti e autorevoli documentano,
nei paesi sviluppati od in via di
sviluppo, sia l’incremento del
consumo di antidepressivi sia
del numero di suicidi 4 - 5.
I dati forniti dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (Oms) 6 illustrano come in Europa i suicidi rappresentino la prima
causa di morte nei maschi tra i
15 e 35 anni d’età. L’Oms ha
previsto che nel 2020 i disturbi
psichici diventeranno la prima
causa di morte e di inabilità 7.
* Todorov Tzvetan, La vita comune.
L’uomo è un essere sociale, Nuova
Pratiche Editrice, Milano 1998, p. 175.
LA MEDICINA
DIFENSIVISTICA
Appare paradossale che, nonostante un indubbio miglioramento dello standard qualitativo delle cure mediche, aumenti
nel contempo il clima di litigiosità fra paziente e medico. Le
motivazioni che possono spiegare l’insorgere del fenomeno
sono numerose e complesse, fra
le quali: lo sviluppo scientifico
che ha aumentato la prevedibilità del successo terapeutico ri-
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IL CONTESTO
Questi dati sono certamente il risultato di un reale aumento del
malessere psichico ma sono anche il frutto della medicalizzazione della vita 8. È ipotizzabile
che una delle cause del malessere risieda nel prevalere delle
politiche economicistiche inteso
come predominio delle ragioni
economiche sugli altri domini
del benessere.
CHIANDETTI
timi 10 anni 1. I medici sono consapevoli di questo rischio e di
conseguenza la medicina difensivistica è aumentata 2.
medico-legale
CARTOSTAMPA
N
el corso della propria
vita 8 medici su 10 riceveranno una richiesta di
risarcimento: questo è quanto
emerso a Chieti durante il congresso organizzato il 6 maggio
2009 dalla Società italiana di
chirurgia. Nonostante la Sanità
italiana sia stata considerata
”eccellente” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il contenzioso medico legale in Italia
è aumentato del 184% negli ul-
ducendo la possibilità di giustificazione dell’errore, le false
aspettative del paziente, l’insuccesso nella comunicazione
fra medico e paziente. Si assiste
anche ad una trasformazione
antropologica del paziente che,
a fronte di un’accresciuta tutela
del diritto alla salute, iper-responsabilizza il medico e deresponsabilizza se stesso.
La medicina difensivistica è l’insieme delle attività mediche
che sono indirizzate ad evitare
la imputabilità del medico e che
conducono all’abdicazione del
suo ruolo prioritario: la cura del
paziente. Per evitare l’imputabilità il medico da un lato si
deresponsabilizza eticamente
e professionalmente e dall’altro si iper-responsabilizza giuridicamente.
Accade quella che viene anche
definita la “giuridizzazione” 9-10
della medicina. Significa che
l’attività medica è sempre più
condizionata dalle norme giuridiche, sia nei rapporti con pazienti, strutture, associazioni,
sia nelle modalità diagnostiche
e terapeutiche. In caso di insoddisfazione, il cosiddetto
mancato rispetto del contratto,
si ricorre ai giudici 11.
Ma non succede solo questo.
Con la medicina difensivistica si
aumentano i costi della sanità, i
costi giudiziari ed assicurativi. Si
rende inefficiente e inefficace il
sistema sanitario e si espongono
i pazienti a rischi e spese non
necessarie 12 - 13 - 14. Questa medicina difensivistica è uno dei
peggiori mali che possono colpire una società.
Per risolvere il problema si ricorre alla medicina paradigmatica (Ebm, Linee guida, Risk
management) e alle scelte di
tipo giuridico come il patteggiamento e le camere di conciliazione ed arbitrali.
Tutte queste misure non riducono il numero dei contenziosi ma solo l’entità degli
stessi nonché l’imputabilità
27
dei medici e pongono sul tappeto anche un altro grave problema: l’appropriatezza dell’atto
medico.
DESCRIZIONI
E DEFINIZIONI
Per acquisire la consapevolezza
delle ragioni profonde dell’aumento di conflittualità medico/paziente occorre (ri)definire
i soggetti ed i concetti e (ri)descrivere la realtà. I soggetti e i
concetti da (ri)definire sono il
paziente, il medico, il terzo soggetto, il benessere, la salute, la
medicina e la sanità.
■ Il paziente non è più quello di
welfariana memoria, per il
quale la salute è assenza di
malattia. Il paziente si è socialmente evoluto trasformandosi in “esigente” 15.
L’esigente è il paziente che ha
preso consapevolezza dei suoi
diritti, che vive in uno stato
democratico, che è cresciuto
culturalmente, che è informato, che esprime delle preferenze; ma che è anche condizionato. In questo senso,
come non valutare determinante il ruolo di condizionamento e di responsabilità
delle istituzioni? Il paziente
desidera salute, ma essa è
qualcosa di molto più complesso rispetto a quell’algoritmo che prevede la distribuzione di diagnosi e terapie.
Chi fa politica economica
tiene realmente conto di tutta
questa complessità? L’attuale
sistema sanitario nazionale,
così come è strutturato, è in
grado di affrontarla e gestirla?
■ Il medico deve avere il coraggio di rimettersi in discussione
ma nel contempo deve (ri)acquisire il suo spazio vitale tutelando l’autonomia e la professionalità assumendosi la
responsabilità. Al medico
deve essere fornita la possibilità di pensare ed agire secondo quella logica abduttiva
che alla teoria abbina l’abilità
(maestria + esperienza).
In realtà, purtroppo, la denuncia del medico che accusa
l’eccesso di linee guida, di
protocolli, di carte da riempire, del poco tempo che può
dedicare ai pazienti e cioè di
tutti quei fattori che raccontano del disagio e di come gli
si impedisca la crescita e l’arricchimento, resta inascoltata.
Sempre più gli esigenti ed i
medici sono preda di una gestione eteronoma e la scelta
del medico appare eteroguidata 16: c’è chi decide per lui
quando fare, cosa fare, come
fare e quanto fare. Sembra di
assistere al ritorno della medicina paternalistica: il “padre” medico nei confronti del
“figlio paziente” è stato sostituito “dall’istituzione padre” nei confronti dei “figli
pazienti e medici” 17. Quello
che invece serve è ridurre il
rapporto di sudditanza dei
protagonisti nel riguardo delle
istituzioni condizionate dai
poteri economici.
■ Il terzo soggetto è colui che
condiziona economicisticamente la gestione della sanità.
Il terzo soggetto pensa in termini di economia contabile,
mentre servirebbe pensare in
termini di investimento e produzione di salute secondo i
criteri dell’etica economica 18.
Per garantire qualità, sicurezza
ed economicità egli pensa in
termini di efficienza 19. Chi
crede nella gestione del rischio clinico come soluzione
prioritaria nella riduzione dell’errore in medicina crede nel
sillogismo deduttivo, ma forse
sottovaluta che spesso la medicina opera in un campo caratterizzato dalla complessità 20 e dall’incertezza, dove
le informazioni sono incomplete. Significa che la sorpresa
è sempre in agguato e per affrontarla serve il pensiero laterale e la libertà di scelta.
Se per ridurre gli errori non è
neanche pensabile proporre
precipuamente una metodo-
mine “ben-essere” 26 invece di
benessere. In esso si includono molti altri valori, definiti
“domini”, fra i quali sono
compresi oltre il reddito anche la libertà, la salute, i beni
relazionali, il consumo creativo, le motivazioni/aspirazioni/aspettative del e dal lavoro, la qualità dei servizi,
l’istruzione, la fiducia nelle istituzioni. Per soddisfare il benessere bisogna ben modulare
l’allocazione temporale dei
vari domini.
Per di più
la salute nelle sue
forme di benessere
e di vitalità non è
solo una questione
di consumi
sanitari, ma
anche di politiche,
di istituzioni,
di ambiente,
di partecipazione
democratica,
di consenso,
di accordo, ecc...
Non comprendere
queste cose costa
molto all’azienda
e ancora di più
al malato!
logia induttiva 21 ed analogica
perché caratterizzate rispettivamente dalla probabilità e
dalla possibilità del risultato 22,
sarebbe invece auspicabile recuperare il concetto di abduzione 23. Con la modalità abduttiva, che è il ragionamento
argomentativo in cui si trae il
caso dalla regola e dal risultato 24, il medico non è obbligato ad una logica monotona
come quella deduttiva ma utilizza la creatività 25 per rivedere le conclusioni e stabilirne
la plausibilità.
■ Il benessere non è quello che
in maniera più o meno sottintesa viene definito dall’economia neoclassica che richiama il
paradigma “produzione/reddito/consumo”, ma è quello
che fa riferimento ad altri valori. Si tratta di un concetto di
ideale che non può essere
completamente afferrato dall’essere umano. Ultimamente
molti studiosi utilizzano il ter-
28
■ La salute è un concetto globale che deve includere l’aspetto sociale e ambientale.
La salute non può essere considerata una merce 27, ma un
valore 28 che è mantenuto,
quanto danneggiato, principalmente ma non solo, da regole comportamentali, dai
determinanti sociali e dall’ambiente. Questo significa che
applicare alla salute i criteri
utilizzati per regolamentare la
produzione ed il consumo
delle merci genera un grave
errore concettuale. È così che
la salute è diventata fonte di
colossali interessi. Il sociologo
Ivan Cavicchi scrive: Per di più
la salute nelle sue forme di benessere e di vitalità non è solo
una questione di consumi sanitari, ma anche di politiche, di
istituzioni, di ambiente, di partecipazione democratica, di
consenso, di accordo, ecc...
Non comprendere queste
cose costa molto all’azienda
e ancora di più al malato 29.
Si può affermare che, alla fine
dei conti, a rimetterci è tutta
la società.
CONCLUSIONE
Il convegno vorrebbe essere
d’aiuto ai medici per vedere
quello che solitamente non
viene spontaneamente colto e
così interpretare i fatti in maniera diversa. Significa che il medico deve cercare di relazionare
in maniera qualitativamente diversa con i pazienti privilegiando, ad esempio, l’ascolto e
l’accoglienza. Significa che non
si deve solo informare i pazienti,
ma informare efficacemente: comunicare per ottenere la conoscenza consapevole al fine di
conseguire la corresponsabilizzazione delle persone. Significa
anche sforzarsi di capire quale
può essere la soluzione che più
“soddisfa” il paziente per raggiungere un “accordo”. Significa valutare l’importanza del
tempo che si dedica al paziente
perché il tempo più che una
“perdita” deve essere conside-
rata una “risorsa”. La velocizzazione fa oramai parte del nostro
modo di condurre la vita 30. Sempre di più in medicina viene utilizzato il concetto di produttività, la quale si misura in base al
numero di prestazioni eseguite 31. Ma l’uomo, per i suoi limiti intrinseci, come non è in
grado di gestire la tecnologia
oltre certi limiti, così non è in
grado di gestire la velocizzazione se non a rischio suo e del
prossimo 32. Dedicare meno
tempo ai pazienti può indurre
ad errori di diagnosi e terapia 33,
ma anche alla perdita del rapporto fiduciario medico/paziente 34.
Spesso il contenzioso riguarda
più la terapia effettuata che non
l’errore di diagnosi 35, ma è proprio il poco tempo dedicato al
momento diagnostico che spesso rappresenta la vera causa dell’errore, errore che si manifesta
nell’atto terapeutico. In tale
senso è corretto distinguere gli
errori primordiali (diagnostici)
dagli errori consequenziali (terapeutici) in quanto i primi causano i secondi 36.
La speranza è quella di un ripensamento della politica economica e sanitaria che tenga
conto delle nuove acquisizioni
sociologiche, economiche e
scientifiche; una sorta di “sanità
culturalmente sostenibile”. L’attuale grave crisi economica
mondiale può paradossalmente
rappresentare una speranza perché, forse, potrà avere la forza
per stimolare un’accelerazione
di questi ripensamenti.
Le scelte di politica sanitaria illuminate, per essere realmente
efficaci, devono utilizzare un approccio multidisciplinare. L’approccio multidisciplinare non
corrisponde solo all’utilizzo di
professionisti esterni ma dovrebbe essere, soprattutto, una
acquisizione interna.
L’uomo è un essere strutturalmente troppo complesso per essere incasellato (e ridotto) solo a
rigide regole. Serve una preparazione medica più olistica, sintesi di cultura scientifica e umanistica, in cui il pluralismo
conoscitivo superi un approccio
medico votato esclusivamente
alla tecnologia più rigida 37.
In altri termini, serve un cambiamento dei paradigmi così come
avviene storicamente in ambito
scientifico. Per analogia questo
progetto può corrispondere alla
narrazione di Thomas S. Kuhn
quando descrive la struttura
delle evoluzioni scientifiche:
esse si realizzano tramite rivoluzioni alle quali conseguono la
costruzione della scienza, mattoncino su mattoncino, in attesa
della nuova rivoluzione scientifica 38 - 39. Affinché tutto ciò accada serve una crisi, ed è quello
che sta accadendo nell’economia e nella sanità. Serve scoprire
e mostrare l’argomento arbitrario che giustifica il paradigma vigente e che corrisponde, per
l’economia, al grande inganno
della mano invisibile descritto
da Adam Smith. Per la medicina
corrisponde alle disattese promesse della scienza e della tecnologia. Serve inventare e proporre un nuovo paradigma che
sia più elegante, più adatto, più
semplice del vecchio paradigma 40 e che, in questo caso,
può essere rappresentato dal
concetto di ben-essere. Serve
un paradigma che sappia rispondere alle esigenze delle
persone e serve qualcuno che
sappia sostenerlo superando le
naturali resistenze al cambiamento.
10 ottobre 2009
Nick Sandro Miranda
1
Doctornews, Sic, +184% di denunce in 10 anni, 7 maggio
2009, anno 7, n. 81, pp. 21-2.
19 Cavicchi Ivan, Il pensiero debole della sanità, Edizioni Dedalo, Bari 2008, capitolo VII.
2
Doctornews, I pericoli della medicina difensiva, 25 settembre 2008 - Anno 6, n° 153.
20 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, pp. 102-111.
3
Bruni Luigino e Porta Pier Luigi, Felicità ed economia, Edizione Guerin e associati, Milano 2006, p. 217.
21 Cavicchi Ivan, Il pensiero debole della sanità, Edizioni Dedalo, Bari 2008, p.163.
4
Ib. p. 196.
5
Latouche Serge, La scommessa della decrescita, Editore Feltrimelli, Milano 2007, p. 91.
22 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, pp. 125.
6
WHO, Programmes and projects, Mental health, Suicide
prevention and special programmes. Visto il 31 ottobre
2008 su: http://www.who.int/mental_health/prevention/suicide/charts/en/index.html.
7
Furedi Frank, Il nuovo conformismo, Milano 2008, p. 136.
8
Domenighetti Gianfranco, Medicalizzazione della vita e comunicazione sanitaria. Visto il 3 marzo 2009 su:
file:///Users/nsm/Documents/Preferiti/documenti/economia/economisti/domenighetti/index.php.html
9
Cembrani Fabio, Cembrani Veronica, Daniele Rodriguez,
L’istanza etica dell’autonomia della persona umana ed il diritto alla salute: consenso “informato” o consenso “comunicato”?, pag. 3. Visto il 3 marzo 2009 su: www.jus.unitn.it/
DSG/ricerche/biodiritto/docs/Lavoro_Rodriguez.pdf
10 Cavicchi Ivan, Autonomia e responsabilità, Edizioni Dedalo,
Bari 2007, pp. 131-3.
11 Cembrani Fabio, Cembrani Veronica, Daniele Rodriguez,
L’istanza etica dell’ autonomia della persona umana ed il diritto alla salute: consenso “informato” o consenso “comunicato”?, pag. 3. Visto il 3 marzo 2009 su: www.jus.unitn.it/
DSG/ricerche/biodiritto/docs/Lavoro_Rodriguez.pdf.
12 Studdert DM, Mello MM, Sage WM et al. Defensive medicine among high-risk specialist physicians in a volatile malpractice environment. JAMA 2005; 293:2609-17.
13 Illich Ivan, Nemesi medica, Editore Bruno Mondadori, Milano 2004, p. 40.
14 Cima Sergio, Satolli Roberto, Quanti screening, signor ministro. Visto il 24/01/2009 su: http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/91.
15 Cavicchi Ivan, Autonomia e responsabilità, Edizioni Dedalo,
Bari 2007, capitolo primo.
16 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, p. 191.
23 Ib. pp. 124-7.
24 Ib. p. 227.
25 Ib. p. 137.
26 Bruni Luigino e Porta Pier Luigi, Felicità ed economia, Editore Guerini e associati, Milano 2006, p. 17.
27 Cosmancini Giorgio e Satolli Roberto, Lettera a un medico
sulla cura degli uomini, Editori Laterza, Bari 2003, p. 15.
28 Cavicchi Ivan, Autonomia e responsabilità, Edizioni Dedalo,
Bari 2007, pp. 18-9.
29 Ib. p. 6.
30 Russel Bertrand, La conquista della felicità, Edizioni TEA, Milano 2007, p. 37.
31 Capitolo 4, Marino Ignazio, La comunicazione tra il medico
e il paziente: dialogo tra sordi, in Minerva D.- Sturloni G.,
Di cosa parliamo quando parliamo di medicina, Edizioni Codice, Torino 2007, pp. 63-6.
32 “From Jerusalem to Jericho”: A study of situational and dispositional variables in helping behavior. Darley, John M.;
Batson, C. Daniel. Journal of Personality and Social Psychology. Vol 27(1), Jul 1973, 100-108.
33 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, p. 88-9.
34 Cosmancini Giorgio e Satolli Roberto, Lettera a un medico
sulla cura degli uomini, Bari 2003, p. 20.
35 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, pp. 34-6.
36 Ib. pp. 85-6.
37 Cosmancini Giorgio, La medicina non è una scienza, Editore
Raffaello Cortina, Milano 2008, pp. 102-3.
38 Kuhn Thomas S., La struttura delle rivoluzioni scientifiche,
Editore Einaudi, Torino 1999, capitolo I.
17 Ib. p.196.
39 Delvecchio Giacomo, Decisione ed errore in medicina, Editore Centro scientifico, Torino 2005, pp. 11-6.
18 Cosmancini Giorgio, La medicina non è una scienza, Editore
Raffaello Cortina, Milano 2008, pp. 102-3.
40 Kuhn Thomas S., La struttura delle rivoluzioni scientifiche,
Editore Einaudi, Torino 1999, p. 188.
29
la relazione POLITICA SAN
tra le scelte di
È
sul piano etico che nascono altre perplessità
circa l’azienda. Perplessità
relative alla riducibilità del diritto alla gestione. Per la tecnocrazia, etica e razionalità coincidono. Però, in questo modo,
non solo si riduce l’etica a razionalità, ma la si rende del tutto
inutile: è sufficiente la razionalità
a garantire tutto, etica compresa. Questo aspetto va considerato come il più delicato della
questione azienda. Non va dimenticato che la razionalità del
management poggia sulla teoria
economica e che essa, candidandosi a rappresentare l’etica,
è come se sostenesse, in ogni
caso, il primato dell’economia
su quello dell’etica o, comunque, come se teorizzasse un paneconomismo,
quindi un pensiero
unico. A guardare
le cose da questo
punto di vista, si
capisce quale sia
l’equazione
di
fondo della legge
che nel ‘92 istituì
l’azienda sanitaria
(D.Lgs. 502): superare (e trascendere) i princìpi
etici di riferimento
(quelli richiamati dal dettato costituzionale) equivalse a mettere
tra parentesi l’etica dando luogo
a un processo di sostituzione, e
non di pura eliminazione, dei
princìpi etici con quelli economici, ritenuti validi e sufficienti in
quanto «razionali».
In generale, l’etica è la scienza
della condotta che si occupa dei
fini e dei mezzi necessari per
raggiungerli, deducendo gli uni
e gli altri dalla natura morale e,
nel caso della salute, dal diritto
alla salute. Nella Costituzione il
diritto alla salute, oltre a essere
un rapporto fini/mezzi, è un movente morale che, proprio perché tale, pesca negli ambiti della
giustizia, dell’eguaglianza, dell’universalità, cioè negli ambiti
della politica che governa la comunità.
L’assimilazione dell’etica da
parte dell’economia nella concezione del management vale
come assimilazione dei fini e dei
mezzi a un movente diverso da
quello morale e che riguarda,
sostanzialmente, il risultato. Ma
di quale risultato si tratta? Per
l’etica il risultato si rifà alla con-
30
e l’
cezione di bene che è insita in quella di diritto
alla salute e che non è la
stessa del management, nel
senso che la concezione del valore dell’etica e quello dell’economia hanno nature diverse. Il
«valore salute» possiede sicuramente un modo d’essere oggettivo (che non è quello che
percepisce il management), ma
è nello stesso tempo dato sempre, in qualche forma, di esperienza specifica, inseparabile
dalle necessità e dalle problematiche della persona malata o
a rischio di malattia.
Per la riforma sanitaria, la salute
era un fine che dipendeva dai
valori dati anteriormente ai fini.
Questi valori erano definiti dai
princìpi che, non a caso, erano
ETICA
collegati con la Costituzione. Per
l’azienda, invece, la salute è un
risultato che dipende da valori
economici acquisiti posteriormente ai fini cioè delle disponibilità delle risorse. Il risultato è
che il decreto legislativo 502
pone l’enfasi soprattutto sui
mezzi e sulle loro problematiche, con un evidente scambio e
inversione: il fine diventa il
mezzo e il mezzo, in quanto tale,
propone i suoi propri e specifici
fini, che sono sempre peculiari
valori economici.
La tecnocrazia sanitaria era ben
consapevole di questo e sin dall’inizio dell’esperienza aziendale
si impegnò a dimostrare che i
suoi valori economici erano in
realtà anche valori etici. Dal confondere, cioè l’accorpare ai
mezzi i fini, derivava una maggiore attenzione del manage-
appiamo
o r m a i
bene come il
cosiddetto liberalismo equipari le professioni intellettuali ad imprese produttrici di beni astratti
e, in quanto tali, sottoposte alle regole del
mercato.
Tale definizione ha aperto la strada ad una
nuova antropologia delle professioni, protagonista diventa il professionista mercante, mentre svanisce l’immagine del
professionista gentiluomo, basata sul concetto di tutela del bene pubblico e su una
identità di servizio nei confronti della Comunità.
La mercantilizzazione delle professioni
comporta diverse conseguenze, le tre più
devastanti, a giudizio di molti scienziati sociali, sono:
a) la fine del professionismo fiduciario e
la sua sostituzione con il professionismo degli esperti;
b) la fine dell’indipendenza del professionista ed il mutamento del rapporto con
i clienti;
c) la fine dell’umanesimo professionale.
Negli Stati Uniti la rottura tra l’orientamento verso il bene pubblico e l’autorità
degli esperti, uniti in passato nel professionismo fiduciario, ha attirato gli strati
alti delle professioni, dotati dei saperi più
specialistici, nella sfera delle imprese e del
S
ment sui mezzi disponibili. È qui
il limite del pensiero del management, che si conferma un
«pensiero unico» in quanto
unico è il suo oggetto. La tecnocrazia si rende conto che «il
progressivo affermarsi dell’idea
di aziendalizzazione genera una
forza orientata a riaffermare i
princìpi etici e culturali rilevanti
per il sentire» 1. Ma come risponde? Sostanzialmente in due
modi: il primo ritiene «astratto e
certe volte persino mistificante,
richiamare il valore dell’umanizzazione in quanto il problema
reale e concreto è semmai
quello di creare condizioni favorevoli ad un’umanizzazione dell’assistenza» 2; il secondo vede
qualcosa che può contribuire a
migliorarlo. Si ammette l’assenza di problemi etici e di umanizzazione ma si dice che «i problemi etici non dipendono dallo
strumento (l’azienda) ma dall’uso che l’uomo fa di esso» 3.
Inoltre, si afferma che «la sfida
dell’umanizzazione della sanità
passa attraverso un preciso im-
Governo a discapito della loro indipendenza, mentre gli strati più bassi delle professioni hanno perso la fiducia della gente.
Ed invero, particolarmente devastanti
sono stati gli effetti prodotti sulle professioni, ad es. legali ma non solo, statunitensi dall’abbraccio con l’impresa, sia che
gli operatori diventino dei salariati, sia che
svolgano la libera professione.
Nelle grandi strutture professionali l’organizzazione è modellata sull’impresa, il
lavoro è segmentato in modo da dare risultati efficienti in tempi rapidi.
I professionistii hanno ritmi di lavoro disumani: operai di lusso sacrificano, alienati
in una fabbrica che produce prestazioni, la
loro vita privata all’ideale di carriera ed al
profitto.
Negli USA il lavoro professionale è cambiato, con esso è mutata anche la relazione
con l’utente. Il rapporto tra il professionista
e l’utente si è spersonalizzato perché il
primo non è più un individuo ma una impresa, e, al tempo stesso, tende a trasformarsi in una identificazione con l’utente
stesso che nuoce gravemente all’obiettività
del professionista. L’identificazione con
l’utente cancella ogni propensione a seguire
il bene comune, con conseguenze disastrose
per l’intera Comunità, e distrugge l’aura di
indipendenza su cui le professioni hanno costruito nel tempo la loro affidabilità.
La dipendenza dall’economia, quando non
ITARIA
pegno nel governo del processo
di razionalizzazione e di aziendalizzazione in modo da orientare la creazione di valore aggiunto verso più adeguate
risposte ai bisogni dei pazienti,
considerati nella loro globalità di
persona» 4. Il pensiero è ancora
più chiaro con la precisazione
che «la necessità di rispettare le
leggi dell’economia, la necessità
di perseguire un ottimale impiego di risorse e più elevati livelli di efficienza rappresentano
esigenze reali che, però, nulla
hanno a che fare con l’etica»5. In
sostanza, per la tecnocrazia non
c’è una contrapposizione «tra logica, cultura aziendale e dimensione etica della sanità, anzi esiste un’ampia possibilità di
complementarietà» 6. Infine, si
propone una definizione tecnocratica dell’etica: «l’etica entra
in gioco quando si devono affrontare problemi che vanno aldilà della razionalità»7. Ma in nessun caso è accettabile un’etica
mistificata: «si ha l’impressione
che a volte si scomodi l’etica per
nascondere l’incapacità di usare
la conoscenza e le competenze e
perché non si è in grado di sostenere il confronto sul piano
della razionalità»8.
La convinzione, in sintesi, è che
il management con la «razionalità economica e l’efficienza organizzativa» riduce la necessità
di far ricorso all’etica. Questa
«fornisce criteri guida alle scelte
per tutti quei casi in cui i criteri
dell’efficienza, dell’economicità,
della razionalità, non danno indicazioni» e in questo senso essa
è “utile e necessaria”. Ma non
deve accadere «che qualcuno
pensi di risolvere i problemi del
management […] con l’insegnamento dell’etica», che può addirittura essere un problema:
«c’è il rischio […] che persone
etiche […] causino tanti guai […]
perché non hanno o non applicano le conoscenze del management» 9. Conclusione: per la
tecnocrazia, più che inseguire
l’etica, si tratta «di ridurre il più
possibile la necessità di applicare princìpi etici e morali, il che
significa che tanto maggiori
sono le scelte attuate in base a
criteri di razionalità, tanto minori sono quelle demandate all’etica delle persone» 10. In questi ragionamenti di contraddizioni
ve ne sono tante. Proviamo a
passare in rassegna quelle che
appaiono le più importanti.
In primo luogo, vengono meno
le argomentazioni che hanno sostenuto la necessità di una definizione impredicativa di azienda,
dal momento che, per rispondere alle obiezioni sull’etica, si è
in qualche modo costretti a
porre, prima di tutto, la questione, tutt’altro che secondaria,
di «che tipo di azienda», quindi
quella, anch’essa tutt’altro che
secondaria, di «che uso farne». In
secondo luogo, rispondere alle
obiezioni dell’etica sostenendo
che vi possono essere usi diversi
della azienda, sottolineandone il
carattere «strumentale», pone il
problema di «chi» usa l’azienda,
quindi del soggetto politico che,
Regione o altro, restano istituzioni pubbliche. La contraddizione è che si è costretti a ricorrere a un’idea di azienda come
soggetto che accorpa mezzi e
fini guidato dalla sua propria razionalità. L’uso dell’azienda chiama in causa, con forza, l’etica
perché non può evitare di chiarire l’intenzionalità del movente.
E quindi quella che si può indicare come etica dell’appetizione. Infine, va notato che
l’etica viene legittimata in via del
tutto subordinata al primato
della razionalità. Essa è ammessa come giusta petizione di
principio solo in «casi» in cui i
criteri del management non funzionano, in ragione di un primato della razionalità. Ma, per la
tecnocrazia, i casi sono più teorici e dunque il riferimento all’etica è un’eventualità praticamente impossibile.
10 ottobre 2009
Ivan Cavicchi
1
2
3
4
E. Borgonovi,
Cambiare con
realismo, cit.
Ivi.
Ivi.
Ivi.
5
6
7
8
9
10
Ivi.
Ivi.
Ivi.
Ivi.
Ivi.
Ivi.
Relazione convegno Medici Udine - 10 ottobre 2009
Mercanti o Gentiluomini
la collusione con essa, finisce con l’allontanare la professione dal suo ruolo pubblico, ne stravolge la funzione di
governance e uccide quell’umanesimo che era stato il suo
tratto distintivo.
Ritenuti in passato i tessitori esperti delle relazioni tra lo
Stato e i Cittadini, gli artefici dell’integrazione sociale, oggi
i professionisti rischiano d’essere travolti dalla retorica
del declino dello spirito pubblico. Più di qualche sociologo
ha denunciato la povertà morale e intellettuale nello spiegare l’agire professionale solo in termini materialistici.
Anche nella società del profitto esso è animato da motivazioni assai più complesse di quanto non voglia il nuovo
“ordine internazionale”.
È solo appellandosi a questa complessità, nella quale è racchiusa la memoria storica delle nostre Professioni, che
possiamo superare il conformismo della rappresentazione
dominante e guardare alle
stesse come ad un universo
composito, non riconducibile
alla sola logica mercantile, al
cui interno continuano a vivere
altruismo, dedizione e idealismo.
In conclusione, davvero qualcuno può ritenere, in buona
fede, che sia preferibile l’Avvocato o il Medico mercante a
quello gentiluomo?
Come suole dirsi, la risposta è
nella domanda.
Udine, 10 ottobre 2009
Andrea Mascherin
31
UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI - Onlus
LA STORIA
Fin dal lontano 26 ottobre dei 1920 l’Unione Italiana dei
Ciechi associa la grande maggioranza delle persone colpite
da cecità o affette da gravi minorazioni visive, ne cura gli interessi morali e materiali, promuove la loro elevazione culturale e la loro piena integrazione nella società. Soltanto pochi mesi dopo veniva costituita a Udine la Sezione Friulana
del Sodalizio – una delle prime in Italia – il cui operato nei
decenni successivi si dimostrò determinante nel far uscire
migliaia di uomini e donne, bambini ed anziani da uno stato
di assoluta e generalizzata ignoranza, dall’accattonaggio o
dalla totale dipendenza materiale
ed economica, per introdurli nel
mondo della scuola e del lavoro.
IL PRESENTE
Oggi la nostra azione è volta al
perseguimento delle pari opportunità in ogni ambito dell’agire
in cui ciò si dimostri possibile: il
raggiungimento di tale obiettivo
esige la sconfitta dei pregiudizi
ancora esistenti nei confronti dei
privi di vista e impone a questi
ultimi di conseguire il più alto
livello di autonomia possibile.
Questi obiettivi così ambiziosi e
stimolanti non possono distoglierci anche dal continuare ad
operare nella nostra quotidiana
attività di patronato, di consulenza nei confronti di tutti i soggetti impegnati nel processo di
integrazione dei non vedenti e di
difesa dei diritti dei non vedenti
e degli ipovedenti.
Questa Sezione, inoltre, profonde un notevole impegno
nella rigorosa e competente gestione della “Villa Masieri”
la Casa Famiglia Regionale che ospita 45 anziani non vedenti, in una stupenda villa veneta, donataci dalla stessa
Olga Passalenti vedova Masieri 40 anni fa e perfettamente
ristrutturata ed attrezzata allo scopo.
zione aveva acquistato 7 anni fa, uno per la gestione dell’ufficio e uno per effettuare dimostrazioni delle tecnologie utilizzabili dai disabili visivi (sintesi vocale, programmi
di ingrandimento, ecc.). Inoltre la Sezione è dotata di
un’autovettura di 12 anni, con la quale effettua il trasporto – attraverso volontari – di quei non vedenti soli o
con familiari impossibilitati a prendersene cura e che sarà
presto necessario sostituire.
EROGAZIONI LIBERALI IN REGIME
DI DETRAZIONE FISCALE
Per sostenere le nostre attività puoi effettuare un versamento sul: c/c bancario n.
23143369 intestato a “Unione
Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti onlus” presso la Unicredit
Banca CODICE IBAN IT 93 H
02008 12304 000023143369 o
sul c/c postale n.15601339 CODICE IBAN IT 23 W076 0112
3000 0001 5601 339.
Causale versamento: erogazione
liberale.
L’Unione Italiana dei Ciechi e
degli ipovedenti Sezione di
Udine è una ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale).
Ai sensi del D.L. 35/2005, sono
previste, pertanto, in caso di erogazioni liberali, le seguenti agevolazioni fiscali:
UNIONE
ITALIANA
CIECHI
LE DIFFICOLTÀ
A fronte di una prospettiva che richiede interventi specifici,
innovativi e fortemente impegnativi, dobbiamo purtroppo
rilevare un atteggiamento da parte della Pubblica Amministrazione di riduzione dei budget di spesa in tutti i settori,
compreso quello dell’handicap. A questo si aggiunga che
vengono messe sullo stesso piano Organizzazioni largamente rappresentative sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo e da molto tempo radicate sul territorio, con altre che
tali caratteristiche non hanno. Una conseguenza delle politiche cui abbiamo accennato è la riduzione, anno dopo
anno, del contributo di funzionamento che l’Ente Regione
Friuli V.G. eroga a favore della nostra Sezione.
LA RICHIESTA DI SOLIDARIETÀ
Ci troviamo perciò nella condizione che non abbiamo
fondi per cambiare i due computer che la nostra Associa-
32
1. Persone fisiche:
In caso di erogazione in denaro o
in natura spetta, alternativamente,
una delle seguenti agevolazioni:
a) deducibilità dal reddito nel limite massimo del 10% dei
reddito complessivo dichiarato,fino all’importo massimo di € 70.000;
b) solo per erogazioni in denaro, detrazione dall’IRPEF del
19% calcolata su un importo massimo di € 2.065,83.
2. Imprese:
In caso di erogazione in denaro e in natura spetta, alternativamente, una delle seguenti agevolazioni:
a) deducibilità dal reddito nel limite massimo del 10% del
reddito complessivo dichiarato, e comunque nella misura massima di € 70.000;
b) deducibilità dal reddito di impresa dichiarato, ma solo
per le erogazioni in denaro, nella misura massima di
€ 2.065,83 ovvero del 2% del predetto reddito d’impresa.
Viene consentita la detrazione solo nel caso in cui l’erogazione o il contributo sia stato effettuato tramite la banca,
l’ufficio postale, carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari.
È obbligatorio, pertanto, conservare la contabile ed allegarla alla successiva dichiarazione dei redditi.
Il Presidente
Comm. Carino Tissino
PERCHÉ IL CITTADINO CHIEDE
UN SECONDO PARERE?
I
l presupposto per una partecipazione attiva del cittadino alle decisioni mediche che
lo concernono è il consenso informato. Esso
dovrebbe permettere all’utente dei servizi di
esprimere le proprie “preferenze”. Ciò sarà possibile solo alla condizione che il paziente abbia preliminarmente ricevuto tutte le informazioni “tecniche” sulle problematiche connesse alle prestazioni proposte per risolvere e
gestire un determinato problema sanitario (benefici, rischi, eventi non desiderati e incertezze). L’integrazione di tali informazioni
“tecniche” nei valori, negli obiettivi e nelle
aspettative di vita del paziente dovrebbero in
principio permettere all’utente l’espressione di
preferenze in materia medico-sanitaria. Inutile negare che molti sono gli ostacoli frapposti
al consenso informato che, in realtà, è un obiettivo “ideale” da perseguire. L’ostacolo più comune è – anche se può sembrare paradossale – la fiducia relazionale. Essa infatti inibisce
alla base sia la richiesta di un secondo parere sia il bisogno di disporre (e soprattutto di
chiedere) informazioni supplementari.
soliti
PERCHÉ IL PAZIENTE DOVREBBE
CHIEDERE UN SECONDO PARERE?
D
a un punto di vista puramente teorico si
può affermare che dovrebbe chiederlo in
quanto la medicina non è una scienza esatta e
perché la pratica medica lo è ancor meno. Infatti, all’incertezza della “scienza” medica bisogna aggiungere quella relativa al grado di aggiornamento del professionista che la esercita.
Le ricerche sulla variabilità delle pratiche mediche dimostrano che le proposte diagnostiche
o terapeutiche per risolvere un dato problema
di salute possono variare in funzione di un gran
numero di fattori ma, in particolare, relativamente al medico che è stato consultato. Abbiamo ad esempio condotto un piccolo studio
con un “falso paziente” che ha consultato dieci dermatologi mostrando sempre la stessa verruca che aveva sotto il piede: otto sono state le
diagnosi diverse. La letteratura scientifica sulla “variabilità” è immensa e per chi la conosce
chiedere un secondo parere dovrebbe essere non
solo “imperativo” ma un’attitudine per così dire
“naturale”. Quindi non essendo la medicina una
scienza esatta ed essendo l’attività clinica molto variabile in relazione al grado di aggiornamento del medico e dei conflitti di interesse a
cui egli è soggetto, spesso diventa molto utile
chiedere un secondo parere. È tuttavia utile rilevare che il 70-80 per cento dei cittadini crede che la medicina sia una scienza esatta!
sani
Intervista a Gianfranco
Domenighetti, direttore
del Servizio Sanitario del
Canton Ticino (Svizzera)
e docente di Economia,
Politica e Comunicazione
sanitaria alle università
di Losanna e di Lugano
IN QUALI CASI?
U
n secondo parere potrebbe essere particolarmente utile per le diagnosi “importanti” e per interventi invasivi. Ad esempio, in
caso di tumore si sa che anche la citologia e
l’anatomia patologica contano una certa percentuale di errore. Un secondo parere è quindi utile laddove una diagnosi non corretta può
avere un impatto importante, per non dire devastante, sulla vita della persona. Quando si
tratta di proposte terapeutiche è preferibile appellarsi a più pareri specialmente nel caso di
operazioni chirurgiche per le quali, come dimostrato da diversi studi, vi è una grande diversità nel porre le indicazioni e, conseguentemente, una rilevante variabilità di prevalenza
o di incidenza in funzione del medico consultato, del servizio attivato o di altri fattori
quali ad esempio lo status socio-economico del
paziente. Per circa una quindicina di operazioni
chirurgiche comuni ed elettive conviene chiedere un secondo parere. Diversi studi hanno
rilevato elevati tassi di “non conferma” (oltre
il 30 per cento) per questi interventi allorquando si è chiesto un secondo parere. Probabilmente la conoscenza di questi studi
spinge a far capire l’utilità di chiedere un secondo parere. Uno studio recente pubblicato
sul New England Journal of Medicine ha mostrato come la chirurgia artroscopica per
osteoartrite del ginocchio non dia al paziente nessun vantaggio apprezzabile (lo dà invece al medico!) rispetto all’intervento placebo
di tipo non invasivo (1).
QUAL È L’IMPORTANZA
DEL SECONDO PARERE?
A
mio avviso anche pedagogica. Quando si
chiede un secondo parere e non viene confermata la prima diagnosi o terapia, si capisce
sulla propria pelle che la medicina non è una
scienza esatta e quindi si dovrebbe tendere a
ridimensionare le attese, che negli ultimi
anni stanno diventando sempre più mitiche,
verso la scientificità della pratica medica e l’efficacia a 360 gradi della medicina. Si contribuirebbe quindi a ricondurre tali attese alla realtà dell’evidenza della pratica quotidiana.
QUANDO SI È ALLA RICERCA
DI UN SECONDO PARERE
E SI RACCOLGONO DIAGNOSI
O TERAPIE DIVERSE,
COME ORIENTARSI E COME
NON PERDERE LA FIDUCIA
DEL MEDICO? IL SECONDO
PARERE POTREBBE RILEVARSI
UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO…
H
o sempre ritenuto utile che, almeno a livello sociale, si promuova un “sano sospetto” verso l’efficacia e soprattutto l’ade-
SOSPETTI
33
guatezza di tutto quanto è proposto o prescritto
sul cosiddetto mercato sanitario – il che non
significa necessariamente creare della “sfiducia gratuita”.
Dagli anni Novanta abbiamo diffuso a tre riprese a tutte le famiglie del Canton Ticino altrettanti opuscoli in cui veniva spiegato il perché può essere utile chiedere un secondo parere. Si
diceva tra l’altro che il secondo parere non deve essere visto come un atto di
sfiducia verso il medico
poiché la medicina non è
una scienza esatta. Si consigliava, tra l’altro, di non
palesare al secondo medico a cui si richiedeva un
parere supplementare su
una diagnosi o una terapia
che un primo medico aveva già formulato una proposta. Così facendo
si evitava di condizionare il secondo medico
che altrimenti si sarebbe difficilmente discostato dal primo parere. Questi opuscoli sono
stati diffusi dal servizio sanitario del Canton
Ticino in collaborazione con l’Ordine dei
medici.
PER QUALI INTERVENTI VENIVA
SUGGERITO IL SECONDO PARERE?
N
sani soliti sospetti...
egli opuscoli si consigliava in particolare di chiedere un secondo parere per queste procedure chirurgiche: colecistectomia,
emorroidectomia, isterectomia (in assenza
di una indicazione tumorale), ernia inguinale, tonsillectomia, raschiamento dell’utero, prostatectomia (anche qui quando l’indicazione
non era un tumore), meniscectomia, cataratta, vene varicose ed ernia discale (quando non
esistevano segni di paralisi agli arti inferiori o
alla vescica).
QUANDO IL CITTADINO
RICHIEDE UN SECONDO PARERE
ATTRAVERSO INTERNET,
IL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE
NON NE SOFFRE?
O
ggi giorno si parla molto dell’impatto delle nuove tecnologie dell’informazione e
di come queste possano modificare la relazione
medico-paziente, ma ritengo che da noi questo sia, per il momento, poco vero. Uno studio condotto negli Stati Uniti, il paese più informatizzato del mondo e dove la conoscenza della lingua inglese non costituisce problema, ha rilevato che l’utilizzo di Internet per
accedere a informazioni medico-sanitarie è
molto meno frequente dell’atteso e, soprattutto,
che questo tipo di informazione supplementare non modifica il consumo di prestazioni.
I problemi posti dall’utilizzo di Internet da noi
sono sicuramente maggiori. In primo luogo,
i siti riconosciuti che prevedono anche una sezione per i pazienti (Cochrane Collaboration
<http://www.cochrane.org/index0.htm> e Clinical Evidence <http://www.clinicalevidence.com/ceweb/conditions/index.jsp>) presuppongono,
34
per essere consultati, la conoscenza della
lingua inglese. Rimane poi il problema dell’eliminazione dei siti “spazzatura” e della dimestichezza con la tecnologia informatica. Se
pensiamo che probabilmente sono gli anziani, in quanto più esposti a problemi di salute, i soggetti che più di altri potrebbero beneficiare dell’accesso alle
nuove tecnologie per ottenere “secondi pareri” teorici, le difficoltà linguistiche
e tecniche che caratterizzano questo gruppo di popolazione rendono l’impatto di Internet per il momento praticamente nullo.
RITORNANDO AL
TEMA DELLA INFORMAZIONE,
IL CANTON TICINO È MOLTO
ATTIVO IN TAL SENSO
E HA LANCIATO UNA CAMPAGNA
INFORMATIVA SUL SECONDO
PARERE RIVOLTA AL CITTADINO.
COME HANNO RISPOSTO I
CITTADINI A QUESTA INIZIATIVA?
N
el 1990 abbiamo elaborato e diffuso un
primo opuscolo dal titolo “I tuoi diritti
come paziente. Il secondo parere: come,
quando e perché?”. Dopo la sua diffusione, la
percentuale di popolazione che annualmente chiedeva un secondo parere, è passata dal
18 al 30 per cento e al 38 per cento secondo
un sondaggio ancora più recente.
E PER QUALE TIPO DI
PRESTAZIONE HANNO CHIESTO
UN SECONDO PARERE?
N
el 41 per cento dei casi lo si è chiesto per
un’operazione chirurgica, nel 14 per
cento per l’uso di farmaci, nel 33 per cento per
prestazioni di tipo diagnostico e nel 12 per cento per altre terapie non chirurgiche. Abbiamo
anche chiesto ai cittadini come si sono comportati dopo aver ottenuto un secondo parere diverso dal primo. Il 75 per cento ha optato per il secondo parere, il 4 per cento ha invece tenuto fede al primo, mentre solo il 7 per
cento ha chiesto un terzo parere e il 13 per cento ha preferito rinunciare a qualsiasi prestazione. Va osservato che da noi il 95 per cento dei cittadini considera un diritto chiedere
il secondo parere. È chiaro che un ipocondriaco farà comunque il giro di tutti i medici
indipendentemente dal fatto di percepire o
meno questa pratica come un suo diritto!
UNA POLITICA ANALOGA
A QUELLA DEL CANTON TICINO
POTREBBE FACILMENTE
ATTECCHIRE IN UN PAESE
COME L’ITALIA?
C
redo che in Italia sia più difficile chiedere un secondo parere per il freno rappresentato dal modello di organizzazione e di finanziamento del sistema sanitario. Ciascun cittadino fa riferimento ad un medico di medicina generale e chiedere l’opinione di un altro medico autonomamente significa pagare
la prestazione di tasca propria.
LA SANITÀ PUBBLICA HA IL
RUOLO DI ISTRUIRE IL CITTADINO
AL SECONDO PARERE?
L
a Sanità pubblica ha il ruolo non solo di
programmare, organizzare e gestire i servizi e le strutture sanitarie di diagnosi e di cura,
ma anche di attuare una politica che miri alla
diffusione della cultura sanitaria dei cittadini.
L’attuale dinamica fondata sulla promozione
della domanda di prestazioni, già di per sé potenzialmente illimitata, ci porterà nel medio
periodo al probabile collasso economico del
sistema oppure ad una medicina, che già esiste, a due velocità: la medicina “per tutti”, caratterizzata dalle liste di attesa e dai soggiorni in camerate e corridoi, e quella ad “alta velocità e comfort” per coloro che hanno la disponibilità a pagare. Questa dinamica si fonda su una visione mitica sull’efficacia dell’impresa medico-sanitaria. Una visione promossa in particolare dai media e sostenuta da
una miriade di conflitti di interesse di tipo professionale ed industriale che nell’insieme mirano a trasformare nel medio-lungo periodo
i sani in ammalati abbassando i parametri che
definiscono il “patologico”, promuovendo
screening di nessuna o poca efficacia e trasformando condizioni legate al normale processo d’invecchiamento in condizioni patologiche sotto diagnosticate o sotto trattate.
Da qui la necessità che qualcuno (lo Stato) si
faccia carico di ricondurre le attese alla realtà dell’evidenza. La promozione del secondo
parere non è che un piccolissimo e parziale
passo in questa direzione.
MA COME RICONDURRE
LE ATTESE ALLA REALTÀ?
F
ino a quando le persone preferiranno vivere piuttosto che morire e fino a quando
crederanno che la loro quantità e qualità di vita
dipenderà esclusivamente da sempre maggiori
consumi di prestazioni medico-sanitarie e che
tali prestazioni sono tutte adeguate, efficaci ed
indispensabili, l’impresa è probabilmente impossibile ma necessita di essere almeno sperimentata.
Uno studio recente apparso sul JAMA mostra
come l’80 per cento degli statunitensi prefe-
paesi analizzati (Svizzera, Gran Bretagna,
USA) la percentuale è più o meno di questo
ordine di grandezza (3). Tale percezione ormai diffusa è la conseguenza di un’informazione parziale, non corretta ed intrisa di conflitti di interessi. Qualcuno dovrebbe farsi carico di correggerla…
GLI INTERESSI DI CHI?
QUINDI, MENO SCREENING
DI PIAZZA…
Q
ui ricadiamo nel problema del consenso
informato il cui presupposto è l’informazione: prima devi dare l’informazione affinché
l’interessato sia poi in grado di esprimere le proprie preferenze di consumo. Come detto,
molti sono gli ostacoli al consenso informato:
lo stato sanitario in cui si trova il paziente, l’incertezza della scienza e della pratica medica,
le capacità di comunicazione del medico ed il
grado di comprensione del paziente.
LA SOLUZIONE OBBLIGATA
È LA NON-INFORMAZIONE?
F
ortunatamente non sempre... Ad esempio,
nel caso degli screening vi è, a mio avviso, un obbligo etico assoluto di pre-informare in modo esaustivo perché, con gli screening,
si invitano delle persone soggettivamente
sane a cercare delle malattie (e penso ai tumori)
che nessuno di noi vorrebbe che gli siano diagnosticate. Diventa quindi prioritario dare un
esaustivo bagaglio di informazione sui reali benefici, sui possibili eventi non desiderati, sui
rischi e sulle incertezze che questi singoli programmi comportano e sulle effettive possibilità di cura e probabilità di “guarigione” nel
caso l’esame sia positivo. Solo così il cittadino potrà decidere se sottoporsi o meno a questa sorta di lotteria sociale che è lo screening.
Vi è quindi un obbligo di informare “ex-ante”,
soprattutto per quelle indagini diagnostiche
i cui benefici sono dubbi, non provati oppure infimi e quando le possibilità di guarigione sono poche. Ad esempio, nel caso del cancro alla prostata non c’è per il momento nessuna evidenza che chi si sottoponga allo
screening del PSA avrà poi una riduzione della mortalità. Eppure questo esame è sistematicamente promosso.
E NEL CASO
DELLA MAMMOGRAFIA?
L
a totalità degli opuscoli distribuiti dagli enti
che promuovono questa indagine è non
solo altamente disinformativa ma per la maggior parte può essere considerata “spazzatura”. La dottoressa Giordano e il dottor Segnan,
che dirigono il programma di screening a Torino, hanno condotto un’analisi degli opuscoli
distribuiti in Italia che è a tal proposito illuminante circa la sistematica non-informazione (2). Uno studio recente ha mostrato che in
Italia l’80 per cento delle donne crede che la
mammografia annulli o riduca il rischio di ammalarsi di cancro al seno (sic!), e negli altri
P
er esempio dei produttori di mammografi. Ho sotto mano un opuscolo sottoscritto anche da Veronesi (che di fatto con la sua
firma avallava scientificamente la disinformazione) ma prodotto e distribuito dalla General Electric che costruisce e vende mammografi.
Il messaggio trasmesso è a senso unico, si parla solo di benefici (e nemmeno quantificati)
senza far cenno a nessun evento indesiderato.
Anche un uomo dopo aver letto l’opuscolo
avrebbe il desiderio di andare a farsi una mammografia. Chi ha prodotto questa informazione
è in una situazione di evidente conflitto di interessi e probabilmente anche chi lo ha omologato. Non va infine dimenticato il conflitto
di interessi dei promotori dei programmi di
screening che di regola producono anche gli
opuscoli cosiddetti “informativi” e che si guadagnano il pane facendo mammografie. Non
è infatti nel loro interesse quantificare i reali
benefici dello screening espressi in valore assoluto (secondo la visione “ottimista” si tratta di 3 decessi per tumore alla mammella evi-
tati ogni 1.000 donne di oltre cinquant’anni
d’età che si sottopongono ogni 2 anni e per 10
anni alla mammografia) e soprattutto gli
eventi indesiderati (falsi positivi, biopsie chirurgiche inutili, numero di casi a cui è stata anticipata la diagnosi di 3-4 anni senza benefici,
falsi negativi, ecc.), poiché ciò potrebbe comportare una diminuzione del tasso di partecipazione al programma. Non è un mistero che
oggi si domina con la seduzione e quale miglior
messaggio se non quello di dire che grazie alla
nostra efficacia la morte sta per diventare un
“optional”! Va da sé che in nessun opuscolo o
notizia “ufficiale” sono state menzionate le conclusioni della meta analisi condotta secondo la
metodologia della Cochrane Collaboration e
pubblicata su Lancet (4) secondo cui lo screening non diminuiva la mortalità per tumore alla
mammella.
Ci tengo qui a dire che non ho nulla contro la
mammografia, il problema è che bisogna mettere le donne nella condizione di prendere loro
stesse la decisione di fare o no l’esame. Gli screening alla “Pol Pot” non mi sono mai piaciuti.
sani soliti sospetti...
risce ricevere gratuitamente l’opportunità di
sottoporsi ad un “body-scanner” ogni anno
piuttosto che ricevere un regalo di 1.000 dollari… A questo punto credo proprio che non
ci sia più speranza! Purtroppo quella logica “irresistibile” che sia sempre meglio diagnosticare al più presto una patologia, è ormai passata a livello sociale.
A MAGGIOR RAGIONE LA SANITÀ
PUBBLICA HA IL DOVERE
DI DARE UN’INFORMAZIONE
NON DOGMATICA…
C
redo proprio di sì, in particolare sugli
screening. Un’informazione quindi che
quantifichi i benefici secondo le conoscenze
del momento (e renda conto delle incertezze
e delle controversie scientifiche) e metta sull’altro piatto della bilancia gli eventi non desiderati cercando di quantificare il tutto in valore assoluto e non relativo. Ad esempio non
serve a nulla dire che la mortalità è ridotta del
33 per cento ma bisogna quantificarla in termini assoluti (si eviterebbe un decesso ogni
100 mila persone in un anno, i decessi sarebbero stati invece tre senza l’intervento).
MA VOI CONCRETAMENTE COSA
AVETE PROPOSTO AI CITTADINI?
Bibliografia
1. Moseley JB,, O’Malley K,, Petersen NJ,, et al. A controlled trial of arthroscopic surgery for osteoarthritis of the knee
<http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=pubmed&dopt=Abstract&list_uids=12110735>.
New England Journal of Medicine 2002; 347: 81-8.
2. Giordano L., Rowinski M., Gaudenzi G., Segnan N.
What information do breast cancer screening programmes provide to Italian women? European Journal of Public Health 2004 (in press).
3. Domenighetti G., D’Avanzo B., Egger M., et al. Women’s perception of the benefits of mammography screening:
population-based survey in four countries <http://www.ncbi.
nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=pubmed&dopt=Abstract&list_uids=14559757>. International Journal of Epidemiology 2003; 32: 816-21.
4. Olsen O., Gotzsche PC. Cochrane review on screening for
breast cancer with mammography <http://www.ncbi.nlm.
nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=pubmed&dopt=Abstract&list_uids=11684218>. Lancet 2001;
358 : 1340-2.
Per quanto attiene gli esami diagnostici, abbiamo proposto al cittadino alcune domande
da porre al medico, del tipo:
• Quale malattia può essere diagnosticata con
l’esame che mi propone? (Paradossalmente la maggior parte delle volte non viene
spiegato al paziente a cosa serve un esame
diagnostico prescritto).
• Qual è la precisione dell’esame? Qual è la
probabilità di avere dei risultati falsi positivi (cioè che rilevano la presenza della malattia quando in realtà non c’è) e falsi negativi
(cioè che non mettono in evidenza la malattia quando in realtà c’è)?
• Qual è l’incidenza della malattia nella popolazione? Quante persone sono colpite all’anno ogni 100, 1.000, ecc. abitanti?
• Qualora la malattia fosse diagnosticata,
potrà poi essere curata e guarita? Se sì, con
quale probabilità di successo?
Quest’ultima domanda non è banale poiché,
oggigiorno, all’importante sviluppo della diagnostica non corrisponde un uguale sviluppo
delle possibilità terapeutiche.
35
o
i
r
a
t
i
n
a
s
diritto
MOBBING
TAR Campania-Napoli, sez. VI, sentenza 29.6.2009 n. 3585
Al fine di accreditare un’ipotesi di mobbing non è sufficiente che
‘interessato sia stato oggetto di trasferimenti di sede, di mutamenti delle mansioni assegnate, di richiami, sanzioni disciplinari od altro fatto soggettivamente avvertito come ingiusto e
dannoso, ma occorre che tali vicende, oltre che essersi ripetute
per un apprezzabile lasso di tempo, siano anche legate da un
preciso intento del datore di lavoro diretto a vessare e perseguitare il dipendente con lo scopo di demolirne la personalità e
la professionalità, il che deve essere poi dimostrato in giudizio
secondo l’ordinaria regola dell’onere della prova che governa
la richiesta di accertamento dei diritti soggettivi, non essendo
sufficiente la mera, soggettiva percezione da parte dell’interessato, che abbia su tale scorta maturato un proprio radicato
convincimento personale quanto alla “congiura” ordita dal datore di lavoro ai suoi danni. Concludendo è necessario:
a) la pluralità dei comportamenti e delle azioni a carattere persecutorio (illecite o anche lecite, se isolatamente considerate),
sistematicamente e durevolmente dirette contro il dipendente;
b) l’evento dannoso;
c) il nesso di causalità tra la condotta e il danno;
d) la prova dell’elemento soggettivo.
NO AL LICENZIAMENTO
DEL LAVORATORE ALLERGICO
CASSAZIONE CIVILE
L’esercizio dell’iniziativa
economica privata, costituzionalmente garantito, non è sindacabile nei
suoi aspetti tecnici dall’autorità giurisdizionale,
ma deve svolgersi nel rispetto dei diritti al lavoro
ed alla salute, con la conseguenza che non viola
la Carta Costituzionale,
il giudice che dichiara illegittimo il licenziamento
intimato per sopravvenuta inidoneità fisica alle mansioni assegnate,
senza che il datore di lavoro abbia accertato se il
lavoratore potesse essere addetto a mansioni
diverse e di pari livello,
evitando trasferimenti di
altri lavoratori o alterazioni dell’organigramma
aziendale.
Avv. Ennio Grassini
36
IL CONSENSO INFORMATO
È UN OBBLIGO CONTRATTUALE
CASSAZIONE CIVILE
Il consenso informato, espressione del diritto
personalissimo, di rilevanza costituzionale, all’autodeterminazione terapeutica, è un obbligo contrattuale del medico perché è funzionale al corretto adempimento della
prestazione professionale, pur essendo autonomo da esso. Nella vicenda di causa i giudici del primo grado accettavano che il medico
aveva garantito al paziente il positivo esito dell’intervento di cataratta – tanto che, gli stessi
giudici, avevano ritenuto che l’obbligazione
assunta fosse stata di risultato – non soltanto
perché di routine, ma anche perche il paziente
era in buone condizioni di salute, aveva sessantasei anni e gli occhi erano sani.
Avv. Ennio Grassini
PECULATO PER VISITA
SENZA RILASCIO DI RICEVUTA
CORTE DI CASSAZIONE - PENALE
Il codice penale prevede e sanziona il reato di
peculato in capo al pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo
per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o
di altra cosa mobile altrui, se ne appropria. Ha
chiarito la Suprema Corte, che anche il medico convenzionato, pur non potendosi qualificare dipendente pubblico, riveste la qualità di
pubblico ufficiale per la parte della sua attività
inerente al versamento delle somme che, in
base alle norme vigenti in materia di attività intramoenia, sono dovute all’azienda sanitaria;
sicché bene è configurabile il reato di peculato
nella ipotesi in cui tale soggetto si appropri di
porzioni di somme ricevute dai pazienti.
Avv. Ennio Grassini
SCRUPOLO PROFESSIONALE
NELL'ESERCIZIO DELL'ARTE MEDICA
CORTE DI CASSAZIONE - Penale
I componenti di una équipe chirurgica, a seguito della esecuzione di un intervento
consistente in impianto di protesi all’anca, venivano imputati di omicidio colposo,
per aver proceduto nel trattamento nonostante il quadro clinico e laboratoristico
della paziente lo sconsigliasse, contribuendo a cagionarne la morte, per il viraggio
da una condizione di sieropositività all’AIDS. Secondo la Corte, il rimprovero da
muovere agli imputati non consiste nella omessa formulazione di una corretta diagnosi del virus prima di sottoporre la paziente ad intervento operatorio, bensì nel
non avere valutato in maniera più penetrante il quadro delle alterazioni immunologiche, che i risultati delle analisi compiute avevano evidenziato, come l’anemia, la
leucopenia, la piastrinopenia, la ipergammaglobulinemia e l’accelerazione della VES:
tali risultati avrebbero dovuto, per scrupolo professionale sempre necessario nell’esercizio dell’arte medica, indurre ad indagare ed a valutare con maggiore impegno e cautela l’origine e la causa delle condizioni della donna, tanto più in assenza
di dati anamnestici significativi.
Avv. Ennio Grassini
GARANTE PRIVACY
Il convivente può consultare
la cartella clinica del defunto
La cartella clinica di una persona deceduta
può essere consultata dal convivente che intende fare chiarezza, in sede giudiziaria, sull’operato del personale medico della struttura
sanitaria dove questa era in cura. Lo ha stabilito il Garante della privacy, accogliendo il
ricorso di un cittadino che denunciava la
mancata risposta di un policlinico universitario di fronte alle ripetute richieste di informazioni sulle cure ricevute dalla compagna
deceduta, nonostante l’uomo fosse stato
autorizzato con delega dalla donna a conoscerne il quadro clinico fin dall’inizio del ricovero. Ne da notizia la Newsletter del Garante privacy.
La direzione dell’ospedale, invitata dal Garante a rispondere alle richieste del cittadino, ha giustificato il rifiuto affermando che
il convivente, in base al regolamento interno,
non rientra tra i congiunti prossimi e non è
quindi legittimato a ottenere, in caso di
morte, la documentazione sanitaria del paziente. Il policlinico ha inoltre fatto presente
che alcuni parenti della defunta, contattati appositamente dalla struttura, non avrebbero
autorizzato la consegna della documentazione a terze persone non aventi diritto. L’Autorità, invece, ha ritenuto legittima l’istanza
del convivente e ha accolto le sue richieste
in base all’art. 9, comma 3, del Codice della
privacy che riconosce tale diritto, riferito a
dati personali concernenti persone decedute, a “chi ha un interesse proprio, o agisce
a tutela dell’interessato o per ragioni familiari
meritevoli di protezione”.
L’uomo, legato alla paziente
scomparsa da un documentato rapporto di convivenza, ha infatti manifestato
l’intenzione di accedere a
questi dati proprio perché
necessari a intraprendere
le azioni legali più opportune per accertare eventuali
inadempienze o negligenze
del personale medico. Alla
luce del diritto riconosciuto
dalla normativa sulla privacy, anche il rifiuto opposto dall’ospedale sulla base
delle richieste (peraltro non
documentato), espresse
dagli eredi della defunta,
non trova dunque giustificazione. Il Garante
ha ordinato al policlinico di far accedere il
convivente a tutti i dati della paziente contenuti nella cartella clinica – e in ogni altro documento su ricovero, periodo di degenza e
successivo decesso – e ha disposto chele
spese sostenute per il procedimento vengano liquidate dal policlinico direttamente a
favore del convivente della paziente deceduta.
DIVIETO DI ANTICIPARE
FARMACI SENZA RICETTA
CONSIGLIO DI STATO
Dalle norme che impongono alle farmacie di erogare i farmaci
in convenzione dietro presentazione di ricetta medica, si desume
il divieto di anticiparli, dal momento che le infrazioni riguardano
appunto l’anticipazione di medicinali per i quali è richiesta la relativa prescrizione e sussiste anche a prescindere dal fatto che
per le confezioni non sia stata fatta richiesta di rimborso. Di conseguenza, non vale sostenere che nella scelta della sanzione
non si sarebbe tenuto conto del principio per cui l’atto professionale svolto dal farmacista e la prestazione effettuata hanno
prevalenza sull’eccezione disattesa di adempimenti previsti in
convenzione, in quanto, nel caso, si accertava la mancanza
dell’eccezionalità, trattandosi di infrazioni “rilevanti e reiterate”.
Avv. Ennio Grassini
ACCERTAMENTO DI UN CASO
DI ECCESSIVA PRESCRIZIONE
CORTE DEI CONTI - TOSCANA
La costante prescrizione di farmaci a soggetti che non ricordano
di aver utilizzato gli specifici prodotti e l’acquisto degli stessi
presso farmacie ubicate in luoghi distanti dalla residenza degli assistiti, hanno indotto la Corte dei Conti, nella vicenda in rassegna,
ad aderire alla tesi accusatoria sostenuta da una indagine dei NAS
con affermazione di sussistenza di una oggettiva non necessarietà della spesa sanitaria. I medici che agiscono in regime di convenzione con la ASL per l’espletamento della loro attività a favore
degli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale, svolgono in modo
continuativo un’attività a favore della Pubblica amministrazione,
con inserimento nella organizzazione della stessa e con particolari obblighi e vincoli diretti ad assicurare la rispondenza dell’attività alle esigenze generali cui è preordinata. In altre parole, il rapporto di servizio si configura anche al di fuori di un rapporto
organico o di pubblico impiego, allorché il soggetto agisca come
longamanus della pubblica amministrazione, inserendosi nella
sua struttura organizzativa ed essendo perciò sottoposto alle regole, alle direttive e ai controlli della pubblica amministrazione.
Avv. Ennio Grassini
SINDACABILI I CERTIFICATI MEDICI
Licenziamento per giusta causa con la sola prognosi
Il Tribunale del lavoro di Milano ha riconosciuto la legittimità del
licenziamento per giusta causa basato sull’uso strumentale e
scorretto della certificazione di malattia. Nella contestazione disciplinare la società aveva eccepito addebiti su dati di fatto oggettivi (assenza alla visita medica di controllo richiesta dal datore di lavoro), ma anche di natura presuntiva (aver utilizzato i
giorni di malattia per un trasloco abitativo, aver riaperto a distanza di mesi un infortunio al solo scopo di eludere ulteriori visite di controllo). Il giudice ha ritenuto ingiustificata l’assenza del
lavoratore alla visita domiciliare di controllo: la sola dichiarazione
del medico di base, attestante la presenza del lavoratore presso
il proprio studio nel momento in cui il medico Inps effettuava la
visita domiciliare, non è stata ritenuta idonea a dimostrare l’indiffenbilità di tale allontanamento, considerato tra l’altro che
l’episodio si era verificato nell’ultimo giorno di malattia.
Danilo Vitali da IL SOLE 24 ORE del 9 ottobre 2009
37
m
r
e
c
e
n
s
i
o
n
i
38
ontalbano Elicona, suggestivo borgo del
Messinese adagiato sui Nebrodi (2.838
residenti al censimento del 2001), vanta un originale percorso storico che ne
fa un centro con una sua ben distinta
fisionomia non solo storica ma anche
linguistica: una vicenda medioevale di
emigrazione a rovescio (dal nord al sud!)
Io ha infatti incorporato nella costellazione dei centri galloitalici, così definiti
per le caratteristiche
della loro parlata la
cui genesi si collega
alla conquista normanna dell’isola e all’insediamento di coloni provenienti probabilmente dal Monferrato, dall’entroterra ligure e dalla sezione occidentale dell’Emilia.
E proprio nel periodo
normanno, infatti, che
il paese venne interessato da un flusso
migratorio di genti
che, sbarcate nella vicina Santa Lucia
del Mela, si stabilirono, secondo un preciso progetto dei conquistatori, lungo
un asse che dalla costiera tirrenica raggiungeva il mar Mediterraneo (Butera).
Si trattava, com’è noto, di isolare gli Arabi della Sicilia orientale da quelli della Sicilia occidentale, neutralizzarne la resistenza e di assicurare una catena di caposaldi “latini” dall’area dei Nebrodi fino
al Canale di Sicilia; gli insediamenti allogeni celavano dunque il ben preciso
disegno di riequilibrare la prevalenza numerica musulmana attraverso un consistente ripopolamento.
L’identità normanna e galloitalica di
Montalbano, a lungo misconosciuta,
emerge in modo inoppugnabile dagli studi recenti di Salvatore Trovato (penso
ad esempio a I dialetti galloitalici della
Sicilia, voce monografica dell’autorevole
Lexikon der Romanistischen Linguistik, 1998), il quale recupera Montalbano Elicona alla lista dei dieci centri “in
cui il galloitalico è ancora in larga misura
parlato(spesso anche accanto al siciliano del posto)” andando ad integrare, insieme con San Piero Patti, Randazzo e Ferla, il tradizionale blocco dei
sei insediamenti principali di San Fratello, Novara, Nicosia, Sperlinga, Piazza Armerina e Aidone.
In un contesto così denso di storia, ben
si incastona la vicenda raccontata da
Enzo Anastasi e Giuseppe ‘Todaro
che con il loro Mistero di Arnaldo ci propongono una trama narrativa accattivante, scandita dal ritmo serrato proprio
del giallo ma con il valore aggiunto del
raffinato sfondo culturale e linguistico
in cui si inserisce il racconto. La personalità dominante di questo background
storico è sicuramente quella di Arnaldo
da Villanova, il celebre esponente della Scuola Salernitana che ispira il titolo
stesso dell’opera. Si tratta di “una delle figure più eminenti e complesse della cultura del tempo:filosofo, scienziato,
teologo e riformatore religioso in odore di eresia; ma soprattutto medico celebratissimo che
ebbe in cura papi, sovrani e personaggi
d’alto rango: laici ed
ecclesiastici” (cito da
un’opera della quale
ho avuto il privilegio di
essere il curatore: G.
Miligi, U ggirassuri.
Poesie nel dialetto
galloitalico di Montalbano Elicona, Genova, Le Mani, 2001).
IL MISTERO DI ARNALDO
Enzo Anastasi
Giuseppe Todaro
Campanotto Editore
Prezzo 15,00 Euro
Pagine 208
Arnaldo aveva legato gli ultimi anni della sua vita a Federico del quale fu precettore e dopo la sua morte, avvenuta
attorno al 1310, secondo gli storici del
tempo sarebbe stato sepolto nel castello
di Montalbano insieme con le sue prescrizioni incise su lamine di piombo. Ma
non c’è solo il Medioevo ad attraversare e valorizzare la proposta di Anastasi
e Todaro: il teatro degli eventi, la “location” in cui vengono rinvenuti i corpi senza vita che innescheranno l’indagine è infatti l’Argimusco, località famosa per la
presenza di insediamenti megalitici di pietra, ed in particolare della “dea Orante”
un enorme inquietante megalito così chiamato per la forma suggestiva di una donna che prega a mani giunte.
Si sviluppa a partire da questo incipit una
sequenza di colpi di scena che fanno del
Mistero di Arnaldo una lettura avvincente, colorita, popolata da personaggi interessanti e per nulla scontati. Su
tutti si staglia la figura di Giovanni Lo
Pece, il dinamico e creativo comandante
della stazione dei carabinieri di Montalbano, che evoca alla nostra mente motivi e tratti dei personaggi camilleriani. Chi
non penserebbe al commissario Montalbano (potenza delle omonimie!) nel
leggere di La Macchia, il carabiniere sem-
plice, e dell’appuntato Sciascia con iloro vezzi e intercalari?
Ma dell’universo narrativo del Mistero
di Arnaldo fanno parte tutta una serie di
soggetti ben delineati e caratterizzati a
fianco dei quali il maresciallo Lo Pece vivrà un mese di elettrizzanti avventure che
lo porteranno sulle tracce dell’assassino e del misterioso tesoro del cavalieri Templari. A cominciare dalle figure di
Irma Papi e Angelo Migliorati, le vittime,
entrambi docenti e cultori di “storia medievale”, la cui presenza a Montalbano
si spiega non tanto come fuga sentimentale quanto con la ricerca proprio di
un’opera di Arnaldo da Villanova.
Restiamo coinvolti poi anche dal profilo di due studiosi del paese, il prof. Elio
Colmano, lo storico, e il dott. Ottone Mastropaolo, lo psicoterapeuta, con cui Lo Pece
stringerà un intenso sodalizio che ne farà attivi
collaboratori dell’indagine: le passeggiate che il comandante farà con loro
aprendosi sui nodi
irrisolti del caso, le
granite gustate al bar,
la comune passione per
il patrimonio artistico e specialmente per i luoghi di culto, ci
fanno anche rivivere gli scenari consueti
dell’estate montalbanese (ma potrebbe
essere quella di un qualunque paese del
sud) segnata da conversazioni, passeggiate, riti di aggregazione in cui le persone vivono in simbiosi con il loro territorio. C’è anche una intrigante coprotagonista ad arricchire la galleria dei personaggi che scorrono nelle pagine: è la
dolce Sofia, una avvenente studiosa francese capitata come si vedrà non a
caso in Sicilia (non è compito del prefatore anticipare i temi dell’intreccio!). Ma
qual è in definitiva la cifra stilistica che
individua Il mistero di Arnaldo? Gli ingredienti che a mio modo di vedere concorrono a renderne godibile la lettura
sono l’imprevedibilità del thriller, la cui
soluzione si delinea come da tradizione
solo alla fine dell’opera; ma sono funzionali anche gli excursus storico-culturaliche, lungi dall’appesantire il testo,
concorrono a dare spessore e profondità alla narrazione. Ed infine come dimenticare la vivacità e la freschezza dei
dialoghi, indicativi di quella contaminazione “lingua”: “dialetto” che è il tratto caratterizzante del parlato non solo di
Montalbano e della Sicilia ma dell’Italia
intera: siamo un paese ancora fortunatamente lontano dall’omologazione linguistica e in cui lo spazio comunicativo
contribuisce a segnare l’identità profonda
di ogni parlante.
Vincenzo Orioles
q
uesto libro è nato
quasi per caso. All'inizio dell'anno avevo accettato di buon grado l'invito del Prof. Amato, presidente dell'Ordine dei medici di
Palermo, a tenere in giugno una
relazione sui rapporti tra medici
e manager presso l'Accademia
delle Scienze dell'Università del capoluogo siciliano.
Il tema era coinvolgente e ricco di
stimoli, e rappresentava una sfida
alla mia curiosità
di verificare le conoscenze che
possedevo sull'argomento.
In fondo, mi dicevo, si tratta di
sviluppare questo tema analizzando le ragioni
della frequente
incomunicabilità tra due professioni, e di
concludere con
l'invito ad una
possibile "riconciliazione",
indispensabile
per il bene comune e la salute dei cittadini. Ma quando ho
cominciato a preparare la relazione mi sono reso conto che
questo tema implicava orizzonti molto più ampi del previsto, e che i tempi concessi ad un
relatore permettevano soltanto
di esporre una sintesi di un tema
così complesso.
Mi sono ritrovato una "scaletta"
talmente ampia e ricca di argomenti, da indurmi a svilupparli più diffusamente in un saggio da pubblicare.
È vero che sul rapporto tra
medici e manager esiste
una vasta letteratura
specializzata sugli aspetti giuridici e tecnici,
ma quel rapporto non si
ci e cultuesaurisce solrali, di intanto entro
terazioni
quei confini,
tra scienza,
Aldo Pagni
pur importanpratica proC.G. Ed. Medico Scientifiche
ti ma limitati,
fessionale e
Prezzo 18,00 Euro
di un confronto
deontologia, e
Pagine 102
interpersonale tra
di fattori deterdue culture differenti.
minanti provenienti
Al di là degli statuti delle ridalla società, che a tratti la
spettive discipline, e dei pro- fanno assomigliare ad una sorblemi tecnici, organizzativi ed ta di inestricabile gioco di scaeconomici che costituiscono tole cinesi o di matrioske.
l'aspetto contingente delle si- Non so quanto sia riuscito in un
tuazioni da risolvere, quel con- intento forse troppo ambizioso,
fronto appare influenzato e ma l'obiettivo finale del libro è
condizionato, direttamente e in- stato lo stesso della relazione:
direttamente, più di quanto la indispensabilità del dialogo
non appaia, dalla realtà ester- tra medici e manager. Mi ha inna economico-sociale, politica, trigato il desiderio di provare ad
legislativa, tecnologica, scienti- inserire quel dialogo in un confica e di costume in una socie- testo più ampio, per offrire ultà complessa e del diritto alla teriori spunti di riflessione per
salute.
una migliore conoscenza e
Un'analisi multidiscilinare del- comprensione reciproca.
la situazione offre, infatti, maAldo Pagni
teria di riflessione su una serie
Firenze, giugno 2009
infinita di rimandi antropologi-
MEDICI
& MANAGEMENT
SANITARIO
AGENDA
AGENDA FRIULANA 2010
2010
Tre province, più di settemilacinquecento chilometri
quadrati, quasi un milione di abitanti, almeno duemila
anni di storia e di cultura, questo in sintesi il Friuli.
F R I U L A N A
L’AGENDA FRIULANA 2010
offre a tutti la possibilità di scoprire giorno dopo giorno
uno scorcio, un argomento significativo che qualifica
l’essere friulani.
Nelle cinquecento pagine sarete posti a contatto con
i contributi di trenta qualificati autori ma potrete anche
fissare l’ora di un appuntamento o l’annotazione
di un fatto importante.
L’AGENDA FRIULANA 2010
sarà un mezzo familiare, una memoria,
un libro da sfogliare nel tempo.
CHIANDETTI
AGENDA FRIULANA 2010
nelle librerie della Regione
Aldo Pagni, specialista in
Medicina Interna, ha esercitato la professione di medico di famiglia ad Empoli per
40 anni. Nel 1982 ha fondato, insieme ai dirigenti
del sindacato, la Società Italiana di Medicina Generale
(SIMG), che ha presieduto
fino al 1997. È stato Direttore
scientifico della Scuola Europea di medicina generale
(Semg), fondata nel 1985.
Membro della Commissione
Unica del Farmaco (CUF), e
di numerose altre commissioni ministeriali [Aids, Oncologia, Consiglio Nazionale di Bioetica, e della Commissione per l’Educazione
Medica Continua (ECM)1.
Per alcuni anni è stato membro del Consiglio Superiore
di Sanità (CSS). Dal 1970 al
2000 è stato Consigliere
dell’Ordine dei medici di Firenze, dove ha ricoperto la
carica di vice presidente e,
dal 1996 al 2000 è stato
presidente della Federazione
Nazionale degli Ordini dei
Medici-chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO).
Dal 2002, fino al 2004,
dopo avere partecipato ad un
Corso di formazione sulla
Qualità delle strutture sanitarie, promosso dalla Regione Toscana e gestito dal
Cermet di Bologna, ha coordinato la Commissione
dell’Area vasta fiorentina per
l’accreditamento istituzionale toscano delle strutture sanitarie pubbliche e private.
È membro della Commissione per la revisione del Codice Deontologico della
FNOMCeO. Autore di numerosi saggi e pubblicazioni, tra le quali: L’Equipe residente, La prescrizione dei
farmaci, Il Sileno di Alcibiade
- Medici, medicina e società,
nel 2008 ha pubblicato, per
le edizioni ETS di Pisa, il volume Un medico di famiglia
nel teatro della vita - Ricordi
degli ultimi 50 anni della sanità e della medicina di famiglia. Ha curato le edizioni
italiane del trattato Professione medico generale di
Murtagh J. (McGraw-Hill).
Ha diretto Il Medico d’Italia,
Federazione Medica, e la rivista Simg. Dal 2002 è direttore della rivista Professione, delle C.G. Edizioni
Medico Scientifiche di Torino.
39
uomo si deterse il sudore
con la mano sinistra poiché
la destra era diventata nel
tempo una propaggine della
borsa di cuoio colma di un
dossier che conteneva il segreto
della sua salute.
Rossino di capelli, piccolo di
statura in età compresa tra i 50
e i 60 secondo la disposizione
d’animo di chi gli gettava uno
sguardo distratto, di più non
meritava, una famiglia dissoltasi nel nulla, era lì, seduto nei
giardinetti prospicienti la stazione della grande città in attesa di raccogliere il coraggio
per recarsi all’appuntamento
che avrebbe potuto segnare lo
zenit o il nadir della sua esistenza.
Aveva girato mezza Italia a cominciare dal suo medico di
base che con tono di cortese
sufficienza gli aveva consigliato di gettare via il termometro
L’
il Viaggio
di EMANUELE BERNI
40
e di farsi una bella vacanza! Ma
i suoi sintomi erano peggiorati col tempo, mal di testa, tremito, febbricola, difficoltà respiratorie battiti anomali del
polso, l’avevano convinto ad
approfondire le cose. Di specialista in specialista, mai uno
che concordasse con le diagnosi precedenti, con un carico di radiografie tac ed altre diavolerie del genere, era stato
consigliato di rivolgersi al luminare di Milano. Spes ultima
dea e primo imbroglio dei senza speranza, lo spingevano
come un barcone di disperati
verso un porto lontano ed improbabile.
La segretaria del luminare lo accolse con lo stesso sussiego
che per osmosi si doveva essere trasfuso dal grande professore a lei, un’occhiata e
l’aveva già classificato, verificò
l’esattezza del nome e con uno
sguardo annoiato gli indicò
una poltrona. “Ci sarà da aspettare – disse – il professore ha
molti appuntamenti oggi con
personaggi di rilievo, speriamo
che possa riceverla!” – “Ma io
avevo fissato per le nove” – trovò il coraggio di dire – “Eh, sì,
ma sa le urgenze quelle vanno
avanti a tutto!” Mentre si aggirava inquieto nella stanza lo
colse un pensiero che per un
momento lo distrasse dalle sue
preoccupazioni, rilevò che nelle sale d’aspetto dei professionisti affermati siano essi
medici, notai o tenutarie di
case di lusso si respirava la
stessa aria di tronfio compiacimento con qualche insignificante differenza, dai primi divanetti ospitali sembrano messi apposta per rassicurare il paziente, musica di sottofondo appena percepibile e tanti quadri
di artisti famosi alle pareti con
dediche grondanti di lodi. Dai
notai i mobili sono austeri, prevalentemente 500 fiorentino
orribilmente falso, sedie scomode e stampe di città incorniciate in noce scuro. Le più allegre sono le terze, dove una signora svolazzante in voile di
seta molto accollato, a sottolineare la serietà della casa, ti
porge con un sorriso benevolo
il “book” con le foto delle signorine e quello delle escort.
Non è che le due professioni
differiscano molto, ma le seconde come spiega il nome
anglofono sono molto più portate per le lingue!
Intanto le ore passavano avanti come le urgenze, alla fine della mattinata finalmente l’infermiera lo annunciò ed un “entra
carissimo” lo guidò nello studio.
Il professore spinse un bottone
e leggera e vaporosa apparve
la segretaria “Nessuna chiamata per dieci minuti” sibilò serio, poi rivolto all’uomo che
aveva davanti “Si spogli – disse – tolga la maglietta e resti a
torso nudo”.
Lo auscultò, gli misurò la pressione, eseguì un elettrocardiogramma seguito da un sospiro
e alla fine con una voce che non
aveva più niente di professionale sentenziò: “Dagli esami
non si riesce a capire bene la
natura del male, ma le consiglierei di fare urgentemente
ricerche più approfondite all’apparato cardiaco, io ora non
posso perché sarò all’estero
per diverso tempo, ma si rivolga pure all’Ospedale della
sua città dove opera un’ottima
struttura, mi creda!” Gli consegnò una diagnosi in busta
chiusa e con questo lo congedò, osservandolo mentre usciva, così come si guarda un
soldato che torna in prima linea
al fronte.
L’uomo riprese la sua borsa di
cuoio ancor più pesante da
trasportare e si avviò verso la
strada del ritorno alla sua città.
Si avviò stancamente a piedi
verso la stazione evitando il
tram o il metrò, lo impaurivano le persone così promiscuamente obbligate in un vagone
dove sudore, odori sospetti e
profumi da quattro soldi si mischiavano fino a formare una
miscela irrespirabile che gli afferrava la gola al punto di desiderare di scapicollarsi fuori
alla prima fermata. Dei taxi
non si fidava, cari generalmente sporchi e spericolati!
La stazione di Milano che assomiglia ad un carcere cui abbiano segato le sbarre per favorire l’evasione, lo accolse
nella sua atmosfera gelida e gli
indicò dai suoi tabelloni luminescenti a che binario recarsi.
Il treno era semivuoto e lui si
accucciò in un angolo sperando di rimanere solo con i suoi
problemi. La vita pensò, è come
un ristorante, c’è chi si spaventa
del prezzo da pagare e nemmeno entra, chi si ferma più
nauseato che sazio al primo o
al secondo e chi ingurgita tutto fino al caffè e all’ammazza
caffè scordandosi spesso di pagare il conto! Si chiese a quale
di queste categorie appartenesse, ma si trattava di una domanda retorica, tutta la sua
vita era lì davanti che gli urlava
in faccia i suoi fallimenti!
Dopo qualche fischio incrociato, voci incontrollate e sbattimento di porte, il treno si mosse e lentamente uscì dal buio
della stazione, cominciò a correre verso il verde, filari di alberi
e pianure illuminate da un crepuscolo stupendo lo salutavano e quasi ironicamente gli ricordavano che “loro” erano lì
da sempre e ci sarebbero rimaste per tanto tantissimo tempo ancora, gli occhi gli si riempirono di lacrime e quasi senza
accorgersi scivolò nel sonno abbracciato alla sua cartella.
Venezia, stazione di Mestre, i signori viaggiatori troveranno
coincidenza per Bologna tra
pochi minuti. Lui sussultò, dette un’occhiata ai vetri appannati
da cui filtrava una luce fioca e
sollevò la sua cartella per metterla questa volta sulla rastrelliera perché aveva tutte le braccia intorpidite! Il treno riprese
il suo viaggio, lui sonnecchiava e dopo un paio d’ore sentì
come un fruscio nell’orecchio
l’annuncio che attendeva, era
arrivato a casa. La mattina di
poi si presentò al pronto soccorso e sciorinò tutte le sue carte all’addetto allo sportello,
questi gli dette uno sguardo annoiato e poi cambiò improvvisamente espressione, si sieda
gli disse che presto la chiamiamo, non passarono cinque
minuti che l’altoparlante pronunciasse il suo nome. Lo fecero passare avanti a tutti, velocemente arrivò un lettino e gli
imposero di stendersi. Un signore vestito di bianco che somigliava più a un gentiluomo
dell’800 che a un medico dei
giorni d’oggi gli sorrise, lo rincuorò e contemporaneamente
lo accompagnò all’ascensore
verso il reparto cardiologico
dove già lo stavano aspettando,
lo analizzarono, lo rigirarono da
capo a piedi e poi, gli infilarono in bocca un tubo che sembrava non finisse mai per osservare da vicino le condizioni
del suo cuore, finalmente lo
portarono al reparto delle urgenze.
Lì una schiera di medici lo accolse con larghi sorrisi, bisogna
diffidare sempre dei medici
che sorridono troppo, perché
più sorridono più il malato è
grave e là sembrava d’essere
nella stanza delle barzellette! Gli
addolcirono la pillola quanto
più poterono dicendogli che
l’operazione era seria, ma non
certamente troppo rischiosa,
ormai la chirurgia fa miracoli...
Improvvisamente uscirono tutti dalla stanza, ma lui sentì che
discutevano animatamente fra
loro, riuscì solo ad intendere
delle frasi smozzicate e due
parole pesanti come macigni
“Speriamo non sia troppo tardi!” Rimase solo frastornato dai
mille interrogativi che gli ronzavano per la testa, ormai anche il tempo per la paura era finito. Un’infermiera scivolò nella stanza, gli tolse quel che rimaneva dei vestiti gli infilò un
camicione e tranquillamente
si mise a radergli i peli del torace. Mentre velocemente la
macchinetta ingoiava un pelame resistente e bianchiccio, si
scopriva pian piano una macchia rosata sul petto, butterata
da piccole escrescenze come i
semi di una melagrana di cui lui
non immaginava neppure l’esistenza e della quale inspiegabilmente si vergognò moltissimo. Con questo malcelato senso di disagio, si appisolò soverchiato dalle sue paure.
Un’ora più tardi entrò un’altra
infermiera con un carrello al seguito che, guardando la cartella clinica ai piedi del letto sentenziò: “A lei niente cena, domani ci si opera eh!” Ed uscì
portandosi dietro una scia di
minestrone. Sembrava che tutti lo avessero abbandonato
quando all’improvviso gli misero sotto il naso un bicchiere
probabilmente contenente un
potente sedativo e gli augurarono la buona notte
E lui si addormentò, il sonno
era molto agitato come in un
caleidoscopio apparivano avvenimenti della sua vita confusi
insieme, pagine ingiallite di un
vecchio carosello si avvicendavano senza alcun legame
tra loro.. Don Cipolla noto per
la sua predilezione per i cibi
speziati e per un alito che allontanava le zanzare, stava nel
confessionale aspettando la
fila dei comunicandi per la ce-
II racconto è un piccolo
dono per il Prof. Pier
Luigi Viale che con il
suo fantastico staff ha
saputo ridarmi la forza
di vivere, grazie alla
sua perizia e grande
umanità. Non ho
voluto parlare
esattamente di me, ma
scrivere qualcosa di
simile a quello che mi
è accaduto cercando
però di
sdrammatizzare e
raccontare le cose con
l’ironia toscana che,
ahimè, nel bene e nel
male ci
contraddistingue!
Con stima e
riconoscenza.
Emanuele
rimonia del giorno seguente,
quando venne il suo turno si avvicinò alla grata “In nome dei
Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo, alitò don Cipolla, hai
peccato figlio mio?” Sì padre,
ho disubbidito ai genitori e ho
detto le bugie” “Non me ne importa niente di queste stupidaggini, voglio sapere se hai
comesso atti impuri – Atti che?
Se ti sei toccato lì in quel posto,
perché ricordati che se ti tocchi
Gesù piange e per punizione ti
farà diventare cieco!”. Il dito
enorme di don Cipolla sem-
Emanuele Berni, nato a Firenze attualmente vive e lavora a Pagnacco
Udine. Ha collaborato per varie riviste di storia fiorentina, ha vinto
premi di poesia ecc. Ha pubblicato
scritti sulla vita di Firenze, romanzi
e racconti. La sua ultima opera “La
vita come se” – MEF – L’Autore Libri Firenze, ha ricevuto notevoli
consensi di critica e pubblico.
brava oltrepassare la grata ed
inchiodarlo contro la fila dietro
di lui “No, no, non mi tocco mai
o se l’ho fatto era senza intenzione” “Bene mugolò il prete,
per penitenza atto di dolore e
sette pater, ave e gloria e, ricordati, se lo fai ancora sai
quel che ti aspetta!” Uscito dai
confessionale ritrovò i suoi
compagni inginocchiati che recitavano tutti le stesse litanie. La
sera per essere sicuro di non
peccare mise il pigiama sopra
le mutande e le braccia fuori
dalle coperte. La leva di calcio
della squadra della sua città si
teneva sempre ai primi di giugno, lui era un’aletta veloce,
buon tocco di palla, dribbling
secco e tiro in porta non forte
ma preciso. Il selezionatore cominciò con alcune corse di
campo ripetute sempre più a livello sostenuto e terminò con
esercizi atletici poi insieme ad
altri ventuno ragazzi fece disputare una partitella a ranghi
contrapposti. Lui giocò bene
meglio sicuramente di molti
suoi compagni, ma quando
venne il momento delle scelte
si ritrovò fuori insieme ad altri
due o tre. “Ma perché io no –
chiese – perché no!” Fu la risposta alla lannacci dell’allenatore.
Il carosello dei ricordi girava
vorticosamente, sua zia che lo
aveva allevato quando appena
orfano di padre glielo avevano
consegnato come un pacco,
aveva un rapporto speciale con
i medici ed una fede assoluta
nei loro rimedi. Ogni tanto ne
cambiava uno, che fosse appena laureato o un settantenne
a fine carriera per lei era sempre il dottorino. La sua fobia per
le malattie era contagiosa e
spargeva i suoi veleni su tutta
la famiglia, difficile rimanerne
indenni, i suoi sintomi diversificati e contraddittori avrebbero fatto la gioia di almeno una
decina di specialisti. Ce l’aveva
anche con le donne, “non ti fidare – lo consigliava – non sai
mai come puoi contagiarti, il
tuo biscugino, un giovanotto
alto, bello, simpatico, si infognò
con una che sembrava una
madonnina infilzasata, gli rifilò una sifilide che gli rovinò la
vita per sempre”. A parte ciò era
una buona donna, mite e devota che doveva fare i salti
mortali per far quadrare il bilancio a fine mese e che andava spesso in chiesa a pregare
un dio nel quale credeva fermamente pur non soffrendo i
preti ed i loro rituali. Ma la scena fluttuava senza posa, certi
avvenimenti che all’epoca erano sembrati tanto importanti,
41
apparivano per un secondo
sfumando e lasciando il posto
ad altri che lui aveva sempre
considerato marginali. Ogni
tanto gli pareva che qualcuno
entrasse nella stanza ad armeggiare intorno al suo braccio ed uscisse poi in punta di
piedi, ma anche queste sensazioni si confondevano con le altre. La lite accesa con i colleghi
ed i superiori per definire il piano dell’azienda che avrebbe
... una schiera di
medici lo accolse con
larghi sorrisi, bisogna
diffidare sempre dei
medici che sorridono
troppo, perché più
sorridono più il malato
è grave e là sembrava
d’essere nella stanza
delle barzellette!
Gli addolcirono la
pillola quanto più
poterono dicendogli
che l’operazione era
seria, ma non
certamente troppo
rischiosa, ormai la
chirurgia fa miracoli...
42
comportato il licenziamento di
varie persone senza migliorare
di alcunché la posizione debitoria della ditta, ma solo il portafoglio di chi la proponeva. Fu
uno scontro aspro, arrivato sin
quasi alle ingiurie quando
un’anima pia gli sussurrò in un
orecchio che tutto era già stabilito e che quella riunione era
solo una farsa ma per lui poteva significare la fine di una
carriera e lui pur contro voglia
come sempre si adeguò.
Improvvisamente la stanza aumentò a dismisura, una fungaia
di letti comparve davanti ai
suoi occhi, alcuni vuoti, altri con
una rete di tubi di plastica che
uscivano da tutte le cavità possibili di un essere umano disteso supino. Un enorme cinemascope celestino illuminava pallidamente la sala, tre
guardiani vestiti di verde scrutavano minacciosi la distesa
dei letti pronti ad intervenire ad
ogni minimo sospetto di ribellione, da un’entrata laterale fecero la loro comparsa sulla
scena uomini e donne forse
medici o infermiere agghindati come per carnevale, chi aveva il cappello a tre punte, chi il
pon pon sul naso e la parrucca
rossa, chi con la benda e il pugnale tra i denti, ed altri con la
dentiera finta dai canini smisurati come in un film di Dra-
cula che danzavano, saltavano
grottescamente da un letto all’altro ebbri come in un sabba
di streghe a Benevento. Un’orchessa vestita da frate domenicano gli si avvicinò con in
mano un lungo elemosiniere
tintinnante di monete nel sacchetto di pelle scamosciata:
“Vedi quei letti vuoti – gli spiegò con malagrazia – son tutti di
gente morta, morrai anche tu
come loro se non paghi il ticket!” “Quanto, quanto domandò angosciato – questo lo
deciderà il capo – gridò! Pago,
pago, non voglio morire – dicono tutti così ma all’atto pratico si tirano indietro e vogliono risparmiare come se tutto
fosse loro dovuto.” Di punto in
bianco una voce gridò: un arresto, presto correte, un arresto! Allora tutti scomparvero e
lui rimase sconvolto, tremante
in attesa dell’arrivo... dei carabinieri..., che l’avrebbero portato via per non aver ancora pagato il ticket.
Il tempo era passato senza che
lui se ne fosse accorto, due giorni, alternati da risvegli improvvisi e ricadute nel torpore
ipnotico dei sedativi.
Una luce fioca filtrava attraverso le tendine della sala di
rianimazione, poteva benissimo
essere una mattina piovosa od
un tramonto grigio. “Quanto
devo – chiese ancora frastornato, quanto devo?” – “Non
devi niente caro, stai tranquillo!” Due mani amorevoli gli
sfioravano la fronte e gli bagnavano le labbra che aveva
riarse. “Hai giocato a scacchi
con la morte ma la mossa vincente è stata la tua! Ora puoi
dormire sereno perché fuori
la vita ti aspetta!”
ANNUNCI
Medico Chirurgo
Odontoiatra cede la
propria attività a Gemona
del Friuli. Per informazioni
spedire a: Casella postale n.
174, Udine centro.
La cattiveria non esiste
A.M.M.I.
ASSOCIAZIONE MOGLI MEDICI ITALIANI
SEZIONE DI UDINE
PROGRAMMA AMMI 2009/2010
Carissime amiche,
è con vero piacere ed entusiasmo che Vi porgo un caro saluto. Mi auguro che le vacanze siano state gradevoli e che
siano servite a recuperare energia e slancio.
Vi elenco di seguito il calendario dei prossimi appuntamenti:
vivere”). Il libro, con un’eleganome in un orto o in un giarte veste tipografica, con una
dino, le Erbacce, nonomano nera in copertina, che si
stante vengano continuaabbatte sopra le case del monmente estirpate ed avvelenate
do, con numerosi casi clinici, con
con potenti diserbanti, nonoun’analisi di tutte le scienze
stante la limitazione di acqua,
umane e animali per spiegare
non solo non vengono distrutte,
l’origine multifattoriale della
ma anzi si riproducono, si esalCattiveria e con un linguaggio
tano e si accrescono, distrugsemplice e scorrevole, come in
gendo delicate verdure e fiori
un romanzo, vi terrà incollati fino
pregiati, così nonostante tentaalla fine delle 130 pagine. La Cattivi di profilassi, con rimedi vari
tiveria non esiste,
di natura morale,
esiste essenpsicologica religioRISCOPRIRE ma,
zialmente nell’uosa e sociale, la Catmo il Disagio intetiveria, continua a
GLI ALTRI
riore (paura, ansia,
regnare nel mondo
distruggendo tutto RISCOPRENDO angoscia, terrore)
può diventare
persino la vita. È
IL RISPETTO che,
quasi sempre, diimportante sapere,
che in una famiglia PER SE STESSI sturbo psicosomatico (gastrite, ulansiosa e nevrotica,
il bambino appren- Pene e assoluzioni, agnello cera...) o un Comde l’ansia (disagio o e lupo, combattere la ne- portamento defivrosi e vincere la depresvuoto interiore) non sione... In un libro che si nito Cattivo, poiper ereditarietà, legge come un romanzo, ché basato sul non
ma essenzialmente tutte le strategie e le idee Rispetto di Se stesdai modelli com- vincenti per attaccare il si e degli Altri. La
portamentali tristi e “bunker della cattiveria” e Cattiveria è un Dinegativi di uno o di far rifiorire delicate ver- sturbo, è una vera
tutte due i genitori! dure e fiori gentili dove e propria malattia
Sembra veramente prima regnavano le er- essenzialmente
incredibile, ma pur- bacce. Dall’autore di “Un Psicologica. E antroppo questo di- cuore per la vita” e “Ip- cora leggeremo...
nosi, nevrosi, depressioni e
sagio ereditato può la voglia di vivere” un libro Non esiste un esdiventare o uno dei affascinante che vi terrà in- sere Cattivo senza
tanti disturbi psi- collati fino all’ultima riga. essere Disturbato,
Malato o Disagiato!
cosomatici o comLa Cattiveria non Esiste, ma alportamento patologico, cioè Cattrettanto dobbiamo sottolineare
tiveria. Poiché, come operatore
che non esiste neanche la Bonspecialista della mente umana,
tà (che, esprime invece, in una
il dr. Pagano è convinto che più
persona il Benessere interiore
di qualche crepa al Buncher
basato essenzialmente, sul Ridella Cattiveria si possa trovare,
spetto di se stessa e degli altri),
ecco, presentarci tutte le idee e
in quanto rappresentano Giuditutte quelle strategie necessarie
zi Morali inappellabili. L’autore
e vincenti che, ci ha condensavi parlerà di Darwin, di Zoologia,
to, con rigor scientifico e con la
di Etologia, di Antropologia, di
collaborazione della figlia PsiGenesi, di dottrina Freudiana, di
cologa Olivia, in questo libro
Nevrosi, di Depressioni, di pene,
dal titolato, Provocatorio udite,
di assoluzioni, del Lupo e l’agneludite “La Cattiveria non Esiste”
lo, e di numerose persone Catdel quale in questi giorni esce la
tive, che con l’aiuto della psicoII edizione (dello stesso autore “Il
terapia sono guarite eliminando
Cuore per la vita” ed “Ipnosi, Neansie e disagi.
vrosi, Depressioni e la voglia di
C
PREZZO: 15,00 € • POICHÉ IL LIBRO NON È IN LIBRERIA
PER ACQUISTARLO TELEFONARE AL 340.9166505
■ Sabato 17 Ottobre 2009 ore 17.30 Invito all’Evento “Sfumature e Colori per ricostruire”Teatro Auditorium CandoniVia XXV Aprile - Tolmezzo. Si tratta
di una mostra organizzata da: “Libera I’Arte” Gruppo
Artisti di Tolmezzo, mostra collettiva artistica di quadri,
sculture... donate da singoli autori ed il cui ricavato
verrà interamente devoluto al Comune di Fossa (AQ).
Spero che possiate partecipare numerose.
■ 30 Ottobre 2009 ore 18.30 Apertura dell’Anno
Sociale 2009/2010 presso la Sala Consiliare dell’Ordine
dei Medici e degli Odontoiatri di Udine - Via Diaz, 30,
Udine. Conferenza sul Tema Nazionale: “Il linguaggio,
la parola: il nostro biglietto da visita. Eccellenze e
difficoltà di comunicazione”. Relatore Prof. Dino Del
Ponte, psicologo, già dirigente scolastico e referente
per le politiche giovanili della Direzione Scolastica Regionale. Seguirà rinfresco.
■ Sabato 21 Novembre 2009 ore 18.30 Conferenza “Posturologia, un modo nuovo di osservazione
del corpo umano” presso la Sala Consiliare dell’Ordine
dei Medici e degli Odontoiatri di Udine,Via Diaz 30, Udine relatore: dott. Emilio Mezzasalma, MMG presso il Comune di San Giorgio di Nogaro (Ud) e posturologo.
■ Sabato 12 Dicembre 2009 ore 19.30 “Cena
degli Auguri di Natale” presso il ristorante “La Rucola” Castions di Strada - Ud. ,Via D. da Tolmezzo. La serata sarà allietata da musica. Come ogni anno si svolgerà la
lotteria di beneficienza, il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione ABIO UDINE Associazione per il Bambino in Ospedale c/o Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Udine. Costo della cena 40.00 euro, prenotarsi entro e non oltre il 30/11/2009 telefonando
alla tesoriera dott.ssa Grazia Motisi Capuano cell.
328/3152730 oppure direttamente al mio cellulare
333/1880740.
Vi comunico che il nostro programma di prevenzione e
formazione socio-sanitaria nelle Scuole Medie ha ottenuto
larghi consensi e già per questo nuovo anno scolastico abbiamo molti inviti per organizzare incontri con gli allievi.
Oltre alle Scuole Medie il nostro programma di prevenzione è stato esteso anche agli Istituti Superiori. Approfitto
per ringraziare i professionisti che hanno svolto con grande professionalità gli incontri: dott.ssa Giacoma Cravotta,
odontoiatra - dott.ssa Patrizia Corbellini psicologa dott.ssa Grazia Capuano, farmacista - dott. Emilio Mezzasalma MMG e Posturologo e la S.O.G.IT. di Cassacco. Un
grazie particolare alla prof.ssa Daniela Bombardier, nostra
socia, che ha contribuito alla realizzazione di questo progetto. Nel corso della serata dell’apertura dell’anno sociale la tesoriera raccoglierà le quote di adesione all’associazione che quest’anno saranno di euro 60.00.
Vi ringrazio e mi auguro di vedervi numerose, un abbraccio.
Presidente
Grazia Sciacchitano Gemma
43
Corsi, Convegni e Congressi
AZIENDA OSPEDALIERA
S. MARIA DELLA MISERICORDIA - UDINE
ISTITUTO DI MEDICINA FISICA RIABILITATIVA
“GERVASUTTA” - ASS. N. 4 “MEDIO FRIULI”
COMUNE DI UDINE
CLINICA DI REUMATOLOGIA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE
REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA
A.I.S.G.E. - ASSOCIAZIONE INTERDISCIPLINARE
STUDI IN GASTROENTEROLOGIA ED EPATOLOGIA
S.I.E.D. - SOCIETÀ ITALIANA
ENDOSCOPIA DIGESTIVA
A.I.G.O. - ASSOCIAZIONE ITALIANA
GASTROENTEROLOGI ED ENDOSCOPISTI
OSPEDALIERI
in collaborazione con
ASSOCIAZIONE DI RIABILITAZIONE
DEL FRIULI VENEZIA GIULIA (ART)
UP-DATE
IN RIABILITAZIONE
REUMATOLOGICA
V UP-DATE IN
GASTROENTEROLOGIA
V Meeting Venceslao-Fossaluzza
27-28 NOVEMBRE 2009
CENTRO CONGRESSI HYPO ALPE ADRIA
TAVAGNACCO (UD)
UDINE, CENTRO CONVEGNI
PALAZZO DELLE PROFESSIONI
VIA CJAVECIS, 3
PRESIDENTE
Maurizio Zilli
Direttore S.O.C. Gastroenterologia
Azienda Ospedaliero-Universitaria
S. Maria della Misericordia - Udine
COMITATO SCIENTIFICO
A. Bulfoni - Udine; J. Paños Zamora - Udine
S. Pevere - Udine; P. Rossitti - Udine; L. Sechi - Udine
G. Terrosu - Udine; S. Vadalà - Udine
G. Verdianelli - Ferrara; L. Zoratti - Udine
SEGRETERIA SCIENTIFICA
A.I.S.G.E. - Associazione Interdisciplinare
Studi in Gastroenterologia ed Epatologia
Viale delle Terme, 123 - 35031 Abano Terme (PD)
E-mail: [email protected]
SEGRETERIA ORGANIZATIVA
EVERYWHERE s.r.l.
Vicolo Volto Cittadella, 8 - 37122 Verona
Tel. 045 8006786 - Fax 045 593487
E-mail: [email protected]
www.everywheretravel.it
ECM
L’evento è in fase di accreditamento al Programma Nazionale di
Educazione Continua in Medicina per 120 medici specialisti in
Gastroenterologia, Chirurgia Generale, Medicina Interna, Oncologia, Anatomia Patologica e Radiodiagnostica.
27-28 NOVEMBRE 2009
Anche quest’anno ci troviamo insieme per ricordare Venceslao
Fossaluzza, dopo 17 anni dalla sua prematura scomparsa. Il
Meeting in oggetto è ormai un evento consolidato nella realtà
scientifica friulana, quale momento di incontro tra Specialisti di
diverse discipline (Fisiatri, Reumatologi, Radiologi, Terapisti
della Riabilitazione, Terapisti Occupazionali). L’attenzione quest’anno è incentita sull’Artrite Reumatoide e sulle Spondiloartriti sieronegative, patologie per le quali vi è un continuo aggiornamento in termini di diagnosi precoce e approccio terapeutico,
e sulle rachialgie, patologia a larga diffusione che vedono spesso
coinvolti in prima linea i Medici di Medicina Generale.
Un’innovazione è rappresentata da due workshops incentrati
uno sul ruolo della riabilitazione nell’Artrite Reumatoide, rivolto a Fisioterapisti e Terapisti Occupazionali, e uno sulla terapia infiltrativa intra-articolare rivolto a Medici Chirurghi.
Il fine ultimo di questi incontri è quello di stimolare la collaborazione tra i diversi Specialisti e i medici di medicina generale
nel rispetto delle specifiche competenze professionali perseguendo l’obiettivo della diagnosi precoce e dell’ottimizzazione
della terapia, in patologie a forte impatto sociale e con un’elevata disabilità, se misconosciute e non adeguatamente trattate
ORGANIZZATORI
Dipartimento di Medicina Riabilitativa, Istituto di Medicina
Fisica e Riabilitazione “Gervasutta”
ASS 4 “Medio Friuli”, Udine
Clinica di Reumatologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria
“S. Maria della Misericordia”
ART - Associazione di Riabilitazione del Friuli Venezia Giulia
SEGRETERIA SCIENTIFICA
• Dott.ssa Nicoletta Franzolini
Istituto di Medicina Fisica e Riabilitazione “Gervasutta”,
ASS 4 “Medio Friuli”, Udine - Tel. 0432 553341
• Dott.ssa Stefania Sacco
Clinica di Reumatologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria
“S. Maria della Misericordia”, Udine - Tel. 0432 559805
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA E RESPONSABILE ECM
md studio congressi snc - Via Roma, 8 - 33100 Udine
Tel. 0432 227673 - Fax 0432 507533
E-mail:[email protected]
Il programma e la scheda di iscrizione saranno reperibili sul sito:
www.mdstudiocongressi.com
SEDE DEL CONVEGNO
Centro Congressi Hypo Alpe Adria
Via Alpe Adria, 6 - 33010 Tavagnacco (UD)
44
Corsi, Convegni e Congressi
SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICHIATRIA
UNIVERSITÀ DI UDINE
Direttore: Prof. Matteo Balestrieri
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA
FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA
I 10 ANNI
DELLA SCUOLA
DI SPECIALIZZAZIONE
IN PSICHIATRIA
DI UDINE
ODONTOIATRIA
PEDIATRICA
La formazione, la clinica, la ricerca
3 DICEMBRE 2099
AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA
PADIGLIONE TULLIO,
AULE DIDATTICHE,
VIA COLUGNA 44 - UDINE
PROGRAMMA
9.15 - 9.30
Benvenuto - Prof. Matteo Balestrieri
9.30 - 9.50
Saluto delle Autorità
Prof. Massimo Bazzocchi (Preside Facoltà di Medicina, Università di Udine) Dott. Carlo Favaretti (Direttore Generale AOUD) Dott. Mario
Novello (Direttore DSM. Udine) Dott. Luigi
Conte (Presidente Ordine dei Medici Udine)
9.50 - 10.30 Relazione introduttiva dell'ospite
Prof. Matteo Balestrieri
La Psichiatria di Udine nel contesto della Psichiatria italiana
10.30 - 11.10 Lettura Magistrale
Prof. Antonio Balestrieri
Mezzo secolo di esperienza formativa di uno
psichiatra universitario
11.10 -11.30 Coffee Break
11.30 -12.30 Lettura Magistrale
Prof. Michele Tansella
Prospettive della psichiatria contemporanea:
formazione basata sulla ricerca e ricerca per migliorare la pratica clinica
12.30 - 13.30 Lettura Magistrale
Prof. Jair C. Soares
Neuroimaging and Neurocognitive Studies of
Bipolar Disorder
Conclusioni - Prof. Matteo Balestrieri
Buffet
PER ISCRIVERSI
Utilizzare il modulo di iscrizione scaricabile via Internet dal sito:
http://www.ospedaleudine.it –> Formazione –> Moduli d'iscrizione
che va inviato via posta, fax o (preferibilmente) e-mail a:
“SOS Formazione” P.le S. Maria della Misericordia - UDINE
Fax: 0432-554381 - [email protected]
EVENTO ECM
Per questo evento è stato richiesto l’accreditamento ECM presso la Commissione Regionale per l’Accreditamento della Regione Friuli-Venezia Giulia.
PER INFORMAZIONI
Dott.ssa R. Ciano, dott. C. Barbagallo, dott. P. Brambilla,
dott.ssa E. Maso, Clinica Psichiatrica, tel. 0432.559284.
Master di II livello in
ANNO ACCADEMICO 2009/2010
Il Master ha durata di 1 anno per complessivi 60 crediti formativi universitari (CFU), 1.500 ore di formazione, comprensivi
di attività didattica formale e di attività pratica, attività di studio guidato ed autonomo. Il Master prevede lezioni frontali secondo la formula week-end; un venerdì e un sabato di ogni mese dell’anno accademico.
Partecipanti:
Il numero di posti disponibili per il Master è di 20 unità.
Finalità:
Il Master in Odontoiatria Pediatrica di II livello è un corso
post-laurea finalizzato alla formazione teorico-pratica dell’odontoiatra e di chi voglia approfondire le conoscenze nel
campo dell’Odontoiatria in età evolutiva. L’intento è raggruppare e argomentare i quadri clinici fisiologici e malformativi del
cavo orale in età evolutiva, per fornire informazioni e strumenti utili e qualificati per un orientamento diagnostico mirato ed
un percorso clinico guidato.
Organizzazione e svolgimento:
• Lezioni ex cathedra.
• Esercitazioni su simulatori.
• Stages clinici.
• Seminari.
Sede dell’attività didattica e di tirocinio:
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Viale Europa, 11 - Brescia
Clinica Odontoiatrica - Piazzale Spedali Civili, 1 - Brescia
Requisiti di ammissione al Master:
Possono partecipare i laureati in Medicina e Chirurgia iscritti
all’Albo degli Odontoiatri e i laureati in Odontoiatria e Protesi
Dentaria abilitati all’esercizio della professione.
Costi:
€ 3.000,00 la rata di € 1.500,00 al momento dell’iscrizione 2a
rata di € 1.500,00 entro il 31/01/2010
Le iscrizioni al Master sono aperte dal giorno 12 ottobre 2009
alle ore 12,00 del giorno 30 novembre 2009.
COORDINATORE DEL MASTER
• Prof.ssa Alessandra Majorana
[email protected]
INFORMAZIONI
• Dott.ssa Diana Omelio
Università di Brescia Ufficio - Post-Lauream
[email protected] - Tel. 030 2988868
• Dott.ssa Piera Flocchini
Università di Brescia Clinico Odontoiatrica
[email protected] - Tel. 030 3995780
Oppure consultare i siti:
• www.unibs.it
• www.sioi.it
CONSIGLIO DIDATTICO SCIENTIFICO
• Prof. Raffaele Badolato (Brescia)
• Prof.ssa Gabriela Piana (Bologna)
• Dott.ssa Elena Bardellini (Brescia)
• Dott.ssa Stefania Pasini (Brescia)
45
Corsi, Convegni e Congressi
ETICA PRATICA
E BIOETICA
FOCUS
SUL CARCINOMA
MAMMARIO
UNIVERSITÀ DI ROMA LA SAPIENZA
A.A. 2009-2010
Aggiornamenti basati
sull’evidenza - VII edizione
Master di II livello in
Sono aperte le iscrizioni al Master di II livello in “Etica pratica
e bioetica” dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
per l’a.a. 2009-2010. Il termine ultimo per la presentazione
della domanda di ammissione è il 22 Dicembre 2009. Il Master, promosso dalle Facoltà di Filosofia e di Scienze matematiche, fisiche e naturali, è diretto dal Prof. Eugenio Lecaldano.
Nel corso di studi, gli iscritti al Master acquisiranno una preparazione interdisciplinare nei diversi settori dell’etica pratica e
approfondiranno le principali problematiche della bioetica: le
questioni di bioetica umana (inizio vita, assistenza sanitaria, fine della vita), i problemi delle biotecnologie e i temi di bioetica
non umana (etica animale ed etica ambientale). Il Master intende fornire strumenti utili sia all’approfondimento degli
aspetti etici all’interno di determinate professioni (medica, infermieristica, giuridica, giornalistica, imprenditoriale, farmaceutica ecc.) sia a formare le figure professionali specifiche di
bioeticisti ed eticisti in grado
di operare nei diversi comitati
legati alla bioetica e ai vari ordini professionali. Possono
iscriversi al Master coloro che
sono in possesso dei seguenti
titoli di studio: in base al vecchio ordinamento Laurea in
Filosofia, Lettere; Giurisprudenza; Economia e commercio; Scienze matematiche, fisiche e naturali; Scienze politiche; Sociologia; Psicologia;
Medicina; Farmacia o laurea
specialistica nelle aree equivalenti (come, ad esempio, la
laurea specialistica in «Scienze infermieristiche»), o titoli di studio equipollenti conseguiti presso Università straniere. Il Consiglio Didattico - Scientifico si riserva di valutare caso per caso
l’eventuale equipollenza di altre lauree specialistiche. Per l’a.a.
2009/10 sono banditi 3 premi di studio intitolati a «Renata e
Fulvio Fumi». I premi, dell’importo di € 2.500 ciascuno, erogati come rimborso della quota d’iscrizione al Master, sono riservati ai laureati in Medicina e Chirurgia di vecchio e nuovo
ordinamento, che, iscritti al Master per l’a.a. 2009/10, intendano svolgere la dissertazione finale di Master sui temi dell’etica di
fine vita. Per l’a.a. 2009/10 sono banditi anche due finanziamenti, erogati dal Centro Nazionale Malattie Rare - Istituto Superiore di Sanità, di 2.650 euro, a copertura delle spese di iscrizione al Master. Al conferimento di detti finanziamenti possono concorrere tutti i laureati che, iscritti al Master per l’a.a.
2009/10, intendano svolgere la dissertazione finale di Master su
questioni morali che riguardano le malattie rare.
Il bando di ammissione è disponibile all’indirizzo internet:
http://www.uniromal.it/studenti/laureati/master/bandi/04634.pdf
e sul sito della facoltà di Filosofia.
Per ulteriori informazioni:
• E. Lecaldano
(tel. 06-49917287, e-mail: [email protected])
• C. Botti
(tel. 06-49917287, [email protected])
• S. Pollo
(tel. 3486542681, [email protected])
46
28-29 GENNAIO 2010
AUDITORIUM HYPO ALPE-ADRIA BANK
TAVAGNACCO (UDINE)
GIOVEDÌ 28 GENNAIO 2010
09.00
09.30
Registrazione e caffè di benvenuto
Introduzione - Saluto delle Autorità
M. Bazzocchi, C. Favaretti, G. Del Ben, P. De Paoli
Stadiazione
Moderatori: C. Cedolini, E. Candiani
10.00-10.40 Il bilancio loco-regionale. C. Zuiani
10.40-11.00 La stadiazione a distanza. C. Andreetta
11.00-11.20 Linfonodo sentinella. P. Veronesi
11.20-11.40 Linfonodo sentinella: il punto di vista del patologo. S. Pizzolitto
11.40-11.55 Linfonodo sentinella: nuove tecniche. T. Perin
11.55-12.15 Discussione
Trattamento loco-regionale
Moderatori: A. Piga, M.G. Trovò
12.15-12.30 Radioterapia intraoperatoria:
il punto di vista del radioterapista. M. Roncadin
12.30-12.45 Radioterapia intraoperatoria:
il punto di vista del chirurgo. S. Massarut
12.45-13.00 La radioterapia post-mastectomia. T. Ceschia
13.00-13.20 Discussione
13.20
Colazione di lavoro
Top Ten ASCO/San Antonio
Moderatori: D. Crivellari, G. Gentile
14.40-15.00 Screening, diagnosi, follow-up, monitoraggio
della risposta terapeutica. M. Clavarezza
15.00-15.20 Fattori prognostici e predittivi. A. Gennari
15.20-15.40 Discussione
15.40
Pausa caffè
Aggiornamenti Terapia Medica
Moderatori: G. Mustacchi, M. Mansutti
15.40-16.00 Ormonoterapia e farmaci biologici in adiuvante.
P. Pronzato
16.00-16.20 Ormonoterapia e farmaci biologici nella fase metastatica. A. Molino
16.20-16.40 Chemioterapia e farmaci biologici in adiuvante.
A. Di Leo
16.40-17.00 Chemioterapia e farmaci biologici nella fase metastatica. F. Puglisi
17.00-17.30 Discussione
VENERDÌ 29 GENNAIO 2010
Metodologia clinica
Moderatori: F. Puglisi, G. Fasola
09.00-09.20 Disegno degli studi clinici. G.L. Pappagallo
09.20-09.40 Endpoints. P. Bruzzi
09.40-10.00 Analisi dei sottogruppi. M. De Laurentiis
10.00-10.20 Revisioni sistematiche e metanalisi. E. Bria
Corsi, Convegni e Congressi
10.20-10.40 Discussione
10.40
Pausa caffè
Focus sull’EBCCTG
Presentazione e moderazione: A. Veronesi, C. Tondini
11.00-11.30 Focus sull’EBCCTG. C. Davies
11.30-11.50 Discussione
Ricerca traslazionale e terapie mirate
Moderatori: V. Canzonieri, G. Damante
11.50-12.20 Gene expression profiling e decisioni cliniche. C.
Sotiriou
12.20-12.40 Terapie mirate: il punto di vista del patologo. C.
Di Loreto
12.40-13.00 Terapie mirate: il punto di vista del clinico. R. Sorio
13.00-13.20 Discussione
13.20
Colazione di lavoro
Comunicazione e psiche
Moderatori: M. Balestrieri, M.A. Annunziata
14.40-15.00 La relazione terapeutica in oncologia. M. Balestrieri, M.T. Cozzi
15.00-15.20 La comunicazione per una cura globale. M.A.
Annunziata
15.20-15.40 Terapie e disturbi cognitivi. A. Minisini
15.40-16.00 La percezione degli effetti collaterali. S. Russo
16.00-16.20 Discussione
16.20-16.40 Compilazione questionario ECM
16.40
Conclusione dei lavori e aggiornamento al 2011
F. Puglisi, A. Veronesi
INFORMAZIONI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE
SEMINARIO NAZIONALE
DELLE SCUOLE
DI SPECIALIZZAZIONE
E DEI DOTTORATI
DI RICERCA
IN CHIRURGIA GENERALE
E SPECIALISTICA
20, 21, 22 MAGGIO 2010
VILLACH
GIOVEDÌ 20 MAGGIO
16.00
17.00
18.00
19.30
Registrazione partecipanti
Inaugurazione del Congresso
Tavola rotonda: “Come sono organizzate le scuole di specializzazione in Italia, Austria e Slovenja”
Conclusioni
VENERDÌ 21 MAGGIO
08.00-12.00 Sessioni di lavoro
15.00-18.00 Sessioni di lavoro
20.30
Cena sociale
SABATO 22 MAGGIO
Iscrizioni: previo invio della scheda d’iscrizione compilata entro il 22 gennaio 2010. La partecipazione al Convegno è gratuita e riservata ai primi 150 medici iscritti.
08.00-13.00 Sessioni di lavoro
Chiusura del congresso
13.00
Ecm: sono stati richiesti i crediti per il Programma Ministeriale
di Educazione Continua in Medicina Discipline: Anatomia Patologica, Chirurgia Generale, Genetica Medica, Medicina Interna, Oncologia, Radiodiagnostica, Radioterapia.
SEDE CONGRESSUALE
Sede Congressuale: Auditorium Hypo Alpe-Adria-Bank
Via Alpe Adria, 6 - 33010 Tavagnacco UD
www.hypo-alpe-adria.it
COMITATO SCIENTIFICO
• Fabio Puglisi
Oncologia Medica, Università degli Studi di Udine
• Andrea Piga
Oncologia Medica, Ospedale Oncologico A. Businco, Cagliari
• Andrea Veronesi, Diana Crivellari
Oncologia Medica C, CRO di Aviano (PN)
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Meeting di Sara Zanazzi, via Villalta 32 - 33100 Udine
Tel. 0432.1790500 - Fax 0432.1790854
e-mail: [email protected]
www.meetingsarazanazzi.it
CONGRESS CENTER VILLACH GmbH, Europaplatz 1,
9500 Villach, Tel. +43(0)4242.22522 5800
Fax: +43(0)4242.22522 5899, [email protected], www.ccv.at
PRESIDENTI DEL CONGRESSO
Prof. Fabrizio Bresadola - Direttore della Scuola di specializzazione di Chirurgia Generale dell’Università di Udine
Prof. Dino De Anna - Direttore della Scuola di specializzazione
di Chirurgia Vascolare dell’Università di Udine
SEGRETERIA SCIENTIFICA
G. Adani; U. Baccarani; V. Bresadola; C. Cedolini; F. Cerato;
M.G. Marcellino; S. Intini; L. Noce; G. Terrosu; A. Uzzau
Clinica Chirurgica, Università degli Studi di Udine
[email protected]
Tel. 0432.559559, Fax 0432.559555
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Meeting di Sara Zanazzi, via Villalta 32 - 33100 Udine
Tel. 0432.1790500 - Fax 0432.1790854
e-mail: [email protected]
www.meetingsarazanazzi.it
ISCRIZIONI
La partecipazione al Seminario prevede il pagamento della quota di iscrizione, seguiranno informazioni in merito.
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